STUDIO OCSE SUL PIANO ITALIANO PER LA SCUOLA...
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STUDIO OCSE SUL PIANO ITALIANO PER LA SCUOLA DIGITALE Francesco Avvisati OCSE (Directorate for Education and Skills)
Firenze, 16 novembre 2013
33 32 31 30 29
24 23
18 17 16 16 16 16 15 14 13 13 13 13 13 12 11
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5
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40
Numero di computer per 100 studenti (4a elementare)
2011-12 2006
L’Italia è indietro per disponibilità e uso
delle tecnologie a scuola
Source: European Schoolnet (2013), Survey of Schools: ICT in Education.
Percentuale di studenti secondo il grado di
digitalizzazione della scuola (3a media)
Source: European Schoolnet (2013), Survey of Schools: ICT in Education.
24
68
86
0%
20%
40%
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80%
100%
Type 1 Type 2 Type 3
1
Type 1: alta disponibilità di hardware, banda larga, scuola in rete; Type 2: media disponibilità di hardware, connessioni lente, uso limitato della rete
L’innovazione – non solo tecnologica! – deve fare i conti
con ostacoli strutturali nella scuola italiana
Insegnanti anziani
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Portugal
Korea
Poland
United Kingdom
Spain
Japan
France
United States
OECD average
Finland
Germany
Italy
< 30 years (11) 30-39 years (12) 40-49 years (13) 50-59 years (14) >= 60 years (15)
età degli insegnanti: scuola secondaria di 2° grado (2010)
Source: OECD (2012), Education at a Glance, Indicator B1
Finland
Italy Norway
Poland
Portugal
Spain
United Kingdom
OECD average
80
100
120
140
160
180
200
220
240
260
280
300
1995 2000 2005 2010
Change in expenditure per student by educational institutions (primary, secondary and post-secondary non-tertiary level of education)
Quindici anni di « austerity » nelle scuole
Source: OECD (2012), Education at a Glance, Indicator B1
Sostegno limitato dall’organizzazione?
• I docenti sono spesso lasciati soli:
– Poco feedback (TALIS)
– Non devono rimanere a scuola oltre l’orario di insegnamento (e non ci sono le condizioni materiali)
Ita
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0
20
40
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Assenza di valutazione o feedback
%
Source: OECD (2009), Creating Effective Teaching and Learning Environments: First Results from TALIS
Creare le condizioni per
• l’apprendimento informale tra pari (peer learning)
• l’apprendimento a livello di sistema
• il cambiamento sistemico auspicato nella didattica
Un nuovo piano nazionale, dovrebbe
1. Accelerare l’integrazione delle TIC nelle scuole e nelle classi – «incompetenza controllata»
2. Curare l’allineamento con altre politiche (p.es. curriculo e valutazione, ecc.)
3. Reindirizzare i progetti di innovazione su scuol@ 2.0 per creare una Rete di laboratori per l’innovazione formata da scuole pilota
Le raccomandazioni del gruppo di
esperti dell’OCSE
If you think technology can solve your education problems, then you don't understand the problems
and you don't understand the technology.
The solution lies in processes, systems, and people.
Technology can help in all of these areas - but first we need to make sure we understand what it really
is that we need to do.
Fondate su una teoria del cambiamento
Fondate su una teoria del cambiamento
“The solution lies in processes, systems, and people.”
• La tecnologia non è l’innovazione, ma un possibile catalizzatore dell’innovazione.
Si può usare la tecnologia per (esempi):
– introdurre nuovi processi (p.es., laboratorio docenti, studio di lezioni – lesson study),
– innovare le relazioni esterne (anche con altre scuole)
– Motivare i docenti e gli studenti.
• Le possibilità sono molto più limitate se il « progetto tecnologico » non coinvolge una comunità di studio e lavoro (scuole, non classi).
• Altri « catalizzatori » sono possibili
• La tecnologia da sola non genera un cambiamento della didattica o delle pratiche organizzative
• È necessario affinare, attraverso sperimentazioni, l’integrazione della tecnologia nella didattica;
• È necessario sperimentare i nuovi modelli organizzativi che le TIC consentono o facilitano
• È importante capire cosa funziona, e cosa non funziona, tra le numerose possibilità di cambiamento
A cosa serve una rete di scuole pilota
• Programmare: fissare obiettivi operativi ravvicinati (1-2 anni), obiettivi di programma (4-5 anni), e riflettere alla loro misura
• Sviluppare dall’esistente secondo una logica di costi/benefici
• Dare un respiro più ampio alle iniziative locali, attraverso partenariati, reti, premi; documentare
• Sostenere i docenti e le scuole – p.es., con banche di risorse e infrastrutture – che possono servire a strutturare le iniziative locali.
Concretamente…
GRAZIE
www.oecd.org/edu/innovation