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PROGETTO L 1 3 9 TIPOLOGIA NUMERO 0 0 1 REVISIONE A SCALA DATA REL ------- APRILE 2014 REV. A DESCRIZIONE PRIMA EMISSIONE EMESSO DATA VERIFICATO DATA GABBRIELLI APRILE 2014 GABBRIELLI APPROVATO DATA Oggetto: E-mail: [email protected] Tel. 055/7373420 - Fax. 055/7373422 Via Donizetti, 52 - 50018 Scandicci (FI) Ing. Alessio Gabbrielli Studio di Ingegneria GABBRIELLI RELAZIONE TECNICA Comune di Bientina Provincia di Pisa STUDIO IDROLOGICO-IDRAULICO DI SUPPORTO ALLA VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE E AL REGOLAMENTO URBANISTICO DEL COMUNE DI BIENTINA UTOE 3 - AREA INDUSTRIALE DI PRATOGRANDE Comune di Bientina LA COMMITTENZA: Ing. Alessio Gabbrielli IL PROGETTISTA: P.zza Vittorio Emanuele II, 53 56031 Bientina (PI) APRILE 2014 APRILE 2014

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PROGETTO

L 1 3 9

TIPOLOGIA NUMERO

0 0 1

REVISIONE

A

SCALA DATA

R E L - - - - - - - APRILE 2014

REV.

A

DESCRIZIONE

PRIMA EMISSIONE

EMESSO DATA VERIFICATO DATA

GABBRIELLIAPRILE 2014

GABBRIELLI

APPROVATO DATA

Oggetto:

E-mail: [email protected]

Tel. 055/7373420 - Fax. 055/7373422

Via Donizetti, 52 - 50018 Scandicci (FI)

Ing. Alessio Gabbrielli

Studio di Ingegneria

GABBRIELLI

RELAZIONE TECNICA

Comune di BientinaProvincia di Pisa

STUDIO IDROLOGICO-IDRAULICO DI SUPPORTO ALLA VARIANTEAL PIANO STRUTTURALE E AL REGOLAMENTO URBANISTICO

DEL COMUNE DI BIENTINAUTOE 3 - AREA INDUSTRIALE DI PRATOGRANDE

Comune di Bientina

LA COMMITTENZA:

Ing. Alessio Gabbrielli

IL PROGETTISTA:

P.zza Vittorio Emanuele II, 5356031 Bientina (PI)

APRILE 2014 APRILE 2014

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Relazione Tecnica

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INDICE

1. Premessa ...............................................................................................................22. Inquadramento territoriale e regolamenti vigenti.............................................33. Verifica nuovi attraversamenti sui corsi d’acqua............................................113.1 Fosso della Grondaccia.................................................................................................................113.2 Fosso n. 604......................................................................................................................................233.3 Fosso n. 174......................................................................................................................................24

4. Verifica nuova viabilità in adiacenza ai corsi d’acqua .................................244.1 Fosso Arginetto ................................................................................................................................244.2 Fosso della Grondaccia.................................................................................................................264.3 Canale Emissario Bientina .............................................................................................................264.4 Interferenze della nuova viabilità con il reticolo minore ...........................................................26

5. Ampliamento UTOE di Pratogrande per realizzazione elisuperficie ..............27

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1. PREMESSA

Il presente lavoro è redatto a supporto della Variante al Piano Strutturale e al RegolamentoUrbanistico del Comune di Bientina riguardante l’UTOE n. 3 – Area industriale di Pratogrande.

La Variante ha ad oggetto la previsione di un leggero ampliamento dell’area produttiva,nella parte Est, e la revisione del sistema viario di accesso all’area ed interno ad essa.

La fattibilità di queste nuove previsioni deve quindi essere valutata anche per quanto attienegli aspetti idraulici, ai sensi del D.P.G.R. 53R/2011.

Il presente lavoro incentra dunque la propria attenzione sulle modifiche previste rispetto alvigente strumento urbanistico e, attraverso un’analisi di dettaglio delle problematiche idraulichelegate alle nuove previsioni, cerca di fornire le opportune indicazioni e prescrizioni per renderedetti interventi idraulicamente compatibili, senza comportare aggiornamenti del quadroconoscitivo sotto l’aspetto della pericolosità idraulica.

L’analisi è svolta trattando distintamente le singole interferenze tra nuove previsioni e reticoloidraulico superficiale, sia principale che secondario.

A seguito di una breve parte introduttiva e di inquadramento generale, sono dapprimaanalizzate le condizioni del reticolo idraulico che attraversa o lambisce l’intera area industrialeal fine di verificare la compatibilità del nuovo sistema viario ed individuare prescrizioni difattibilità, anche per gli attraversamenti, dopodiché sono esaminate le interferenze con ilreticolo idraulico legate all’ampliamento dell’UTOE di Pratogrande per la realizzazione diun’elisuperficie a servizio di uno stabilimento industriale esistente.

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2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E REGOLAMENTI VIGENTI

L’area industriale di Pratogrande si trova a Nord del capoluogo, lungo la S.P. n. 3 Bientina-Altopascio.

Complessivamente il perimetro urbanistico dell’area, secondo il R.U. vigente, delimita unasuperficie pari a circa 0.68 kmq, che come anticipato in premessa, subirà un leggeroampliamento, fino a circa 0.71 kmq.

L’area industriale, ad oggi solo parzialmente urbanizzata, sempre secondo il vigentestrumento urbanistico, sarà attraversata da una viabilità interna collegata alla viabilità ordinariamediante due rotatorie; anche questo sistema viario è oggetto di variazione.

Di seguito sono mostrati due estratti delle tavole urbanistiche allo stato attuale e allo statomodificato di Variante, ripresi dal Rapporto Preliminare Ambientale di VAS.

Fig. 1 – Estratti delle tavole urbanistiche di Pratogrande (stato attuale e stato modificato)

Nuova viabilità

Ampliamento UTOE

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L’area industriale è attraversata o lambita da una serie di corsi d’acqua minori che scorronotutti in direzione Est-Ovest e che sottopassano la provinciale per poi immettersi nel CanaleEmissario Bientina, in sponda sinistra.

Alcuni di questi corsi d’acqua, alla confluenza con il Canale Emissario, sono dotati organi diregolazione dello scarico (es. Fosso della Grondaccia), altri, quelli di minor rilevanza, ne sonosprovvisti.

Di seguito è mostrato un estratto del reticolo di competenza dell’ex Consorzio di BonificaAuser Bientina (attuale Consorzio 1 Toscana Nord, a seguito del recente riordino del sistemaconsortile).

Fig. 2 – Estratto tavola del reticolo idraulico consortile

I corsi d’acqua che interferiscono con l’area di Pratogrande, come mostra in modo piùappropriato la successiva Fig. 7, sono il Fosso Arginetto, sul limite Sud, il Fosso della Grondaccia,nella parte Nord ed ulteriori due fossi privi di toponimo ed identificati dal Consorzio con i codicin. 604 e n. 174.

Per quanto verificato sul posto, e confermato anche dal rilievo LIDAR e dalla stessa C.T.R., ilfosso n. 615 non risulta presente.

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Le seguenti fotografie mostrano i 4 corsi d’acqua che intersecano, o lambiscono, l’area diPratogrande.

Fig. 3 – Fosso Arginetto, in corrispondenza del sottopasso sulla provinciale

Fig. 4 – Fosso della Grondaccia, in corrispondenza del sottopasso sulla provinciale

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Fig. 5 – Fosso n. 604, all’interno dell’area industriale

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Fig. 6 – Fosso n. 174, all’interno dell’area industriale

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Come anticipato, in Fig. 7 viene mostrata la sovrapposizione del reticolo idraulico superficialecon il perimetro modificato dell’UTOE ed i tracciati dei rami viari previsti.

Fig. 7 – Schema semplificato delle interferenze delle nuove previsioni con il reticolo idraulico superficiale

Dalla precedente figura si evince che le principali interferenze tra le nuove previsioni e ilreticolo idraulico sono le seguenti:

- 2 nuovi attraversamenti sul Fosso della Grondaccia (nel R.U. vigente era previsto un soloattraversamento);

- 2 nuovi attraversamenti sul Fosso n. 604 (nel R.U. vigente era previsto un soloattraversamento);

- 2 nuovi attraversamenti sul Fosso n. 174 (nel R.U. vigente era previsto un soloattraversamento);

- Adiacenza tra il ramo viario più a Sud con il Fosso Arginetto (nel R.U. vigente era previstoun attraversamento), e del ramo viario a Nord con il Fosso della Grondaccia;

- Interferenza tra la previsione di ampliamento sul lato Est per la realizzazionedell’elisuperficie e il reticolo idraulico (tratto di monte del Fosso n. 604), con potenzialesottrazione di superficie permeabile.

Nei capitoli successivi saranno analizzati singolarmente gli aspetti riguardanti la realizzazionedei nuovi attraversamenti, la realizzazione delle viabilità in adiacenza ai corsi d’acqua e lacompatibilità idraulica della previsione di ampliamento dell’UTOE.

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Preliminarmente è fornito un inquadramento dell’area oggetto di Variante dal punto di vistadella pericolosità idraulica, secondo lo strumento urbanistico vigente e il Piano di AssettoIdrogeologico dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno.

A supporto della Variante Generale al Regolamento Urbanistico del Comune di Bientina,approvata con D.C.C. n. 43 del 08/08/2009, con contestuale Variante al Piano Strutturale, èstato eseguito uno studio idrologico-idraulico dei principali corsi d’acqua ricadenti sul territoriocomunale ed interferenti con le UTOE, ovvero il Canale Emissario Bientina, la Fossa Nuova e ilFosso Fungaia.

Nell’estratto planimetrico di seguito mostrato si evidenzia la pericolosità idraulica di P.S.nell’intorno dell’area di Pratogrande, tracciata su base geomorfologica in quanto esterna allearee coinvolte da esondazione secondo la verifica sul Canale Emissario, che non avevariscontrato problematiche di natura idraulica per l’area industriale.

Fig. 8 – Pericolosità idraulica nella zona di Pratogrande (in giallo, I.2)

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Contestualmente alle verifiche eseguite a supporto del R.U., è stato aggiornato anche ilquadro conoscitivo del P.A.I. dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno.

La seguente figura ne mostra un estratto, in cui all’area in questione è assegnata unapericolosità idraulica media (P.I.2).

Fig. 9 – Estratti affiancati dei fogli n. 321 e n. 356 della cartografia del P.A.I. con “Perimetrazione dellearee a pericolosità idraulica” – livello di dettaglio, scala 1:10.000 nella zona di Pratogrande

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3. VERIFICA NUOVI ATTRAVERSAMENTI SUI CORSI D’ACQUA

In questo capitolo sono illustrate le problematiche legati alla previsioni di attraversamento deicorsi d’acqua da parte della nuova viabilità interna all’area industriale.

Come visto precedentemente, i corsi d’acqua attraversati dai nuovi rami di viabilità sono ilFosso della Grondaccia, il Fosso n. 604 e il Fosso n. 174.

Le trattazioni inerenti i tre fossi sono svolte separatamente.Per quanto riguarda il Fosso della Grondaccia, unico corso d’acqua veramente significativo

che interferisce con l’area industriale di Pratogrande, è compiuta anche un’analisi quali-quantitativa del rischio idraulico.

3.1 Fosso della Grondaccia

A differenza degli altri corsi d’acqua, il Fosso della Grondaccia, che attraversa l’area diPratogrande nella parte Nord, è dotato di un bacino di dimensioni non trascurabili, che siestende anche ben al di fuori dell’UTOE stessa; inoltre, rispetto agli altri fossi, l’immissione delFosso della Grondaccia è regolata mediante una portella a clapet che potrebbe chiudersi,interrompendone il deflusso, in caso di piena del Canale Emissario.

Peraltro lungo l’asta del fosso, circa un chilometro a monte dell’area industriale, è presenteun impianto idrovoro con la funzione di garantire meccanicamente il deflusso delle acque incaso di piena, in quanto la porzione più depressa del bacino del Fosso della Grondaccia èsituata non nella parte di valle dell’asta, bensì più a monte, ai piedi del versante collinare Est.

Per questa nota criticità del reticolo del Fosso della Grondaccia, si è quindi ritenuto idoneonon limitarsi alla sola definizione delle indicazioni o prescrizioni per gli attraversamenti dellanuova viabilità, ma di eseguire anche un’analisi quali-quantitativa delle condizioni più gravoseche il corso d’acqua è in grado di sopportare, ovvero di un evento di piena duecentennaleconcomitante con una piena del Canale Emissario con chiusura della portella di scarico,indagandone le eventuali ripercussioni sull’area industriale.

Innanzitutto si fornisce un inquadramento del bacino e del reticolo del Fosso dellaGrondaccia.

Il bacino del Fosso della Grondaccia si sviluppa per circa 5.54 kmq, per buona parte sullapiana posta alle spalle dell’area industriale di Pratogrande e del capoluogo, ed in parte sulversante collinare Est; il bacino ha il suo limite superiore a Nord proprio lungo l’asta principale.Sostanzialmente tutto il reticolo minore posto a Sud dell’asta principale, ad eccezione di quelloche attraversa Pratogrande e di quello che afferisce al Fosso Fungaia e agli altri fossi cheattraversano il capoluogo, finisce per confluire nel Fosso della Grondaccia.

Uno dei rami principali del reticolo del Fosso della Grondaccia è rappresentato dal Fossodella Malora, che si sviluppa in direzione Sud-Nord proprio nel centro della piana, e che lointerseca verticalmente all’altezza dell’impianto idrovoro.

Tutto il bacino del Fosso della Grondaccia, sia nella parte pianeggiante che in quellacollinare, è caratterizzato da terreno argilloso a permeabilità assai ridotta.

La parte pianeggiante del bacino, che occupa una superficie pari a circa 3.66 kmq, ècaratterizzata da un uso del suolo prevalentemente agricolo, eccezion fatta per la presenza dialcune case sparse e di qualche tronco viario.

La parte collinare, di superficie pari a circa 1.88 kmq, è quasi interamente coperta da areaboscata.

Il reticolo del Fosso della Grondaccia è quello caratteristico di tutto il padule del Bientina;una fitta rete di canali artificiali a pendenza assai ridotta lo solcano creando una sistema amaglia ortogonale. In alcuni casi questi fossi sono interconnessi in più parti, tanto da nonrendere semplice l’individuazione delle direzioni principali del deflusso.

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La valutazione del rischio idraulico nel bacino del Fosso della Grondaccia è compiuta, comeanticipato, ipotizzando uno scenario limite, in cui ad un evento di piena duecentennale sisomma un evento di piena del Canale Emissario Bientina tale da rendere impossibile il deflussodelle acque del Fosso della Grondaccia verso di esso.

Per fare ciò si è proceduto con un’elaborazione idrologica semplificata con l’intento distimare l’idrogramma di piena per l’intero bacino, calcolato alla sezione di confluenza con ilCanale Emissario, mediante il quale poter valutare i volumi idrici complessivamente prodottidall’evento e verificarne gli effetti sulla piana alluvionale, con particolare attenzione alle areelimitrofe o ricadenti all’interno di Pratogrande.

Innanzitutto si è partiti dal determinare gli afflussi meteorici sul bacino.Di seguito è mostrata l’ubicazione delle principali stazioni di rilevamento pluviometrico

presenti sul territorio circostante e la suddivisione delle rispettive aree di incidenza secondo laprocedura dei poligoni di Thiessen.

Fig. 10 – Superfici di influenza dei 3 pluviometri più vicini al bacino del Fosso della Grondaccia(in rosso l’UTOE di Pratogrande)

Nella tabella seguente sono mostrati i dati dei parametri della linee segnalatrici di possibilitàpluviometrica calcolate sui 3 pluviometri in esame, sia per durate di pioggia inferiori chesuperiori all’ora, secondo la relazione:

h=a×t n×T m

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Fig. 11 – Dati dei parametri delle LSPP relative ai 3 pluviometri considerati (prime tre colonnerispettivamente a, n e m per d> 1 ora, seconde tre colonne a, n e m per d< 1 ora)

Rispetto all’intero bacino di superficie pari a 5.54 kmq, la porzione ricadente sul pluviometron. 1890 di Orentano ha una superficie pari a circa 0.87 kmq, quella sul pluviometro n. 1900 diStaffoli una superficie pari a circa 3.15 kmq e infine quella sul pluviometro n. 1790 di S. Giovannialla Vena una superficie pari a circa 1.52 kmq.

Pesando i parametri a, n e m sulle relative superfici, si ottengono i seguenti valori:

d < 1h d > 1h

a n m a n m

24.432 0.352 0.175 24.278 0.317 0.205

Tab. 1 – Parametri delle LSPP per il bacino del Fosso della Grondaccia

Gli afflussi meteorici sono stati schematizzati mediante uno ietogramma di progetto del tiporettangolare, ammettendo che la precipitazione avvenga con intensità costante.

Il passaggio da pioggia non depurata a pioggia netta, cioè la determinazione della perditaidrologica per infiltrazione, evotraspirazione, accumulo in piccoli invasi superficiali, è valutatoattraverso la stima di un coefficiente di deflusso Φ; la perdita 1-Φ risulta proporzionale

all’intensità di precipitazione e, nel caso di ietogramma rettangolare, risulta costante.

Il coefficiente di deflusso dipende essenzialmente dalla natura della superficie scolante(permeabilità, scabrezza, pendenza, depressioni del terreno, uso del suolo) e dall'entitàdell'evento.

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Dei molti metodi riportati in letteratura, nel presente studio è stata adottata la proceduraproposta dal Soil Conservation Service.

Il coefficiente di deflusso è definito come

C=Q/P ,

dove Q rappresenta il deflusso di piena [mm] e P l’afflusso meteorico [mm].Sotto alcune ipotesi semplificative il parametro C diventa il seguente:

K

KC

8,01

2,012

in cui

K=S/P ,

dove S rappresenta la ritenzione superficiale [mm].E’ il valore S a includere le caratteristiche dei bacini (tessitura, umidità iniziale, copertura

vegetale, permeabilità, uso del suolo).Esso è espresso dalla formula:

10

10004,25

CNS

L’indice CN, Curve Number, è determinato mediante l’assegnazione di un valore tabellato.Nel presente caso si è fatto riferimento ai valori di CN contenuti nella tabella valida per

condizioni di umidità media del suolo (condizione II), opportunamente corretti alla condizione IIImediante la seguente relazione:

CN (III) = 23 CN (II) / [10 + 0.13 CN (II)]

Coma anticipato, l’uso del suolo sul bacino del Fosso della Grondaccia si può dividere in 2macrocategorie principali: l’uso agricolo per la parte di fondovalle, e la superficie boscata per ilversante collinare.

Nella seguente figura è mostra la suddivisione semplificata del bacino per uso del suolo.

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Fig. 12 – Uso del suolo nel bacino del Fosso della Grondaccia

UTOE di Pratogrande

Fosso della Grondaccia

Uso agricolo

Bosco

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Nella seguente tabella sono mostrati i valori del Curve Number nelle condizioni di umiditàmedia del suolo (CN II).

Fig. 13 – Tabella dei valori di CN per terreni in condizioni di umidità iniziale media

Sono stati scelti, come detto, i valori corrispondenti alla colonna D (terreni quasiimpermeabili); dei vari valori di seminativo e terreno boschivo sono stati adottati quelli peggiori,cerchiati in rosso nella precedente tabella.

Ad essi, come detto, è stata poi applicata la precedente relazione correttiva, che trasforma ivalori di CN II in CN III.

Pertanto i valori finali assegnati al Curve Number risultano essere pari a 94.40 per il seminativo(sup. 3.66 kmq) e pari a 91.82 per il bosco (sup. 1.88 kmq).

Pesando questi due valori sulla superficie, ne consegue un valore finale di CN rappresentativo

dell’intero bacino pari a 93.53.Considerate le assunzioni a favore di sicurezza effettuate nel calcolo di CN, tale valore è da

considerarsi estremamente cautelativo.

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La modellistica idrologica necessita a questo punto di una opportuna descrizione mediantemodelli sintetici di trasformazione degli afflussi meteorici in corrispondenti deflussi di piena.

Si è fatto ricorso al modello dell’Idrogramma Unitario Istantaneo (IUH), applicato allo

ietogramma rettangolare di progetto.Definita p(t) la portata di afflusso efficace sul bacino, o pioggia netta, la relativa portata di

piena è calcolata mediante la seguente relazione:

t

dtptUtQ0

in cui

10

dttU

rappresenta l’integrale di convoluzione valutato sull’area di ciascun sottobacino.

La funzione U=U(t) rappresenta l’idrogramma unitario del singolo bacino; esso può essere

interpretato come l’idrogramma della piena generata da una precipitazione di volume unitarioe di durata infinitesima.

La forma dell’IUH è legata alla morfologia del bacino e della sua rete idrografica.Delle numerose modalità di determinazione dell’IUH, è stato adottato il metodo della

corrivazione.Esso richiede la valutazione del tempo di corrivazione del bacino.

Per la stima del tempo di corrivazione Tc del bacino si è fatto ricorso ad una serie di

formulazioni empiriche disponibili in letteratura, di cui alcune sono state ritenute attendibili, nelcaso specifico, ed altre scartate.

Le formule utilizzate sono le seguenti:

Autore Formulazione Tc Calcolo Tc (h)

Giandotti (4A0.5+1.5L)/(0.8H0.5) 5.76

Kirpich 0.06222Lm0.77P-0.385

0.04

Ventura 0.127A0.5I-0.52.76

Pasini αA0.333L0.333I-0.52.86

Pezzoli 0.055LI-0.52.16

Puglisi 6L0.67HM-0.33

4.26

SCS 0.0035L0.8I-0.5(S+25.4)0.71.43

A (kmq)=area del bacino; H (m s.l.m.)=altitudine media rispetto alla sezione dichiusura; L (km)=lunghezza dell’asta principale; P=103L/C con C (m) differenza di quotatra il punto più lontano del bacino e la sezione di chiusura; Lm (km)=massima distanza

percorsa dall’acqua; I (m/m)=pendenza media della rete di drenaggio; HM

(m)=altitudine massima sulla sezione di chiusura.

Tab. 2 – Formule empiriche adottate nel calcolo del Tc e rispettivi valori stimati

Le formulazioni indicate nella precedente tabella si esprimono in funzione di alcuni parametrigeomorfologici caratteristici del bacino e del reticolo del corso d’acqua in esame.

Per quanto riguarda i parametri legati all’altimetria, le altitudini, o differenze di quota, sonostate valutate mediante l’ausilio del LIDAR, strumento che ha offerto un valido supportotopografico nella descrizione del bacino.

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Ing. Alessio Gabbrielli Relazione tecnica - Pag. 18

Per l’asta principale si è fatto riferimento al tratto verticale del Fosso della Maloradall’estremità Sud del bacino fino all’impianto idrovoro e al successivo tratto orizzontale del veroe proprio Fosso della Grondaccia, fino al Canale Emissario.

La pendenza caratteristica del reticolo, o rete di drenaggio, utilizzata in varie formule, è statavalutata definendo il reticolo principale che attraversa il bacino e calcolando per ciascuntronco lunghezza e dislivello tra monte e valle.

Il reticolo principale prescelto è quello corrispondente al reticolo regionale approvato conD.C.R. n. 57/2013, mostrato nella seguente figura; vi sono state apportate solo alcune correzionia seguito del confronto con il LIDAR.

Fig. 14 – Reticolo principale sul bacino del Fosso della Grondaccia

E’ stata calcolata dapprima la pendenza di n. 56 tronchi, e successivamente è stata valutatala pendenza complessiva del reticolo attraverso la media pesata sulle lunghezze dei singolitratti; la rete di drenaggio del Fosso della Grondaccia risulta avere pendenza media pari a0.0117.

Dei valori stimati nella precedente Tab. 2, ne sono stati esclusi alcuni perché troppo distantidalla media degli altri valori.

Le formulazioni di Giandotti e Puglisi offrono valori di Tc piuttosto elevati, mentre quella di

Kirpich appare priva di significato, con un tempo di corrivazione quasi nullo. Queste treformulazioni sono però accomunate dal fatto che utilizzano parametri legate all’altitudine, oalle differenze di quota, di punti all’interno del bacino.

UTOE di Pratogrande

Fosso della Grondaccia

Bacino

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Ing. Alessio Gabbrielli Relazione tecnica - Pag. 19

Le altre formule, invece, ne sono prive, bensì si basano piuttosto sulla superficie, la pendenzadel reticolo e/o dell’asta.

Tant’è che sono da ritenersi, nel caso specifico, più affidabili.Pertanto è stata eseguita la media dei valori risultanti dalle espressioni di Ventura, Pasini,

Pezzoli e SCS; il tempo di corrivazione Tc del bacino assume quindi il valore finale di 2.3 h.

Una volta stimato il tempo di corrivazione per consentire l’applicazione del metodo dellacorrivazione nella trasformazione afflussi-deflussi, è stato eseguito il calcolo numericodell’idrogramma di piena con tempo di ritorno duecentennale.

Le durate di precipitazione prese in considerazione sono quelle pari a 2, 2.5 e 3 ore.I rispettivi valori del picco di piena sono riportati nella seguente tabella di sintesi.

TR200 D=2h D=2.5h D=3h

Qmax (mc/s) 47.23 51.18 48.55

Tab. 3 – Picchi di portata per TR200, alla sezione di confluenza tra il Fosso della Grondaccia edil Canale Emissario Bientina

A questo punto l’obiettivo è quello di stimare i volumi complessivamente prodotti durantel’evento duecentennale critico.

Nella seguente tabella sono riportati i dati analitici dell’idrogramma di piena, ad ogni steptemporale, e valutati i volumi totali.

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Ing. Alessio Gabbrielli Relazione tecnica - Pag. 20

T (min) Q (mc/s) V (mc)0 0 0

5 0.27 81

10 1.04 312

15 2.13 639

20 3.44 1032

25 4.91 1473

30 6.49 1947

35 8.15 2445

40 9.89 2967

45 11.68 3504

50 13.51 4053

55 15.37 4611

60 17.27 5181

65 19.18 5754

70 21.12 6336

75 23.08 6924

80 25.05 7515

85 27.03 8109

90 29.03 8709

95 31.04 9312

100 33.05 9915

105 35.07 10521

110 37.1 11130

115 41.18 12354

120 43.22 12966

125 45.27 13581

130 47.33 14199

135 49.39 14817

140 51.18 15354

145 50.41 15123

150 49.39 14817

155 48.01 14403

160 46.54 13962

165 44.96 13488

170 43.29 12987

175 41.56 12468

180 39.77 11931

185 37.94 11382

190 36.08 10824

195 34.18 10254

200 32.27 9681

205 30.33 9099

210 28.37 8511

215 26.4 7920

220 24.41 7323

225 22.42 6726

230 20.41 6123

235 18.4 5520

240 16.38 4914

245 14.35 4305

250 12.31 3693

255 10.27 3081

260 8.23 2469

265 6.17 1851

270 4.12 1236

275 2.06 618

280 0 0

420450

Tab. 4 – Idrogramma duecentennale (D=2.5h) e volumi idrici prodotti

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A questo punto, mediante l’ausilio del LIDAR, è stata stimata la curva di invaso della porzionedi fondovalle del bacino del Fosso della Grondaccia.

Tale curva di invaso è riportata nella seguente tabella.

H (m s.l.m.) V (1000mc)3.8 0.0

4 0.0

4.2 0.0

4.4 0.1

4.6 0.7

4.8 3.4

5 11.9

5.2 30.7

5.4 61.9

5.6 110.7

5.8 184.5

6 284.3

6.2 407.4

6.4 552.2

6.6 720.8

6.8 922.6

7 1170.6

7.2 1470.8

7.4 1829.5

7.6 2244.5

7.8 2706.5

8 3209.6

8.2 3748.5

8.4 4323.2

8.6 4932.8

8.8 5573.9

9 6239.4

9.2 6922.6

9.4 7619.1

9.6 8326.6

9.8 9042.8

10 9764.6

6.22 420.45

Tab. 5 – Curva di invaso della porzione di fondovalle del bacino del Fosso della Grondaccia, con stima dellivello idrometrico corrispondente al volume complessivo prodotto dall’evento di piena

Nell’ipotesi, assai improbabile vista la differenza di durata critica di precipitazione, che ad unevento duecentennale per il Fosso della Grondaccia corrisponda un evento di piena delCanale Emissario tale da impedire totalmente il deflusso delle acque del primo nel secondo,risulta che il bacino del Fosso della Grondaccia possa trattenere una volumetria complessivapari a circa 420.000 mc, per un corrispondente livello idrometrico pari a circa 6.20 m s.l.m.

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Ing. Alessio Gabbrielli Relazione tecnica - Pag. 22

Fig. 15 – Estratto LIDAR(in sfumatura di verde aree a quota >= 7 m sl.m., in sfumatura di giallo aree più depresse)

Dalla Fig. 15 emerge come l’area di Pratogrande, nemmeno in caso di interruzione dellacapacità di deflusso del Fosso della Grondaccia, non possa essere interessata da fenomeniesondativi diretti.

Anche le poche parti interne all’UTOE che appaiono più depresse non possono esserecoinvolte da allagamento in quanto lungo il tratto d’asta che attraversa l’area industriale ilcorso d’acqua risulta arginato, come mostrato nella fotografia di Fig. 4.

La verifica idraulica appena illustrata, nonostante siano state fatte valutazioni quantitativesotto l’aspetto idrologico, è da considerarsi qualitativa nella sostanza, in quanto non consentedi definire e/o aggiornare la classificazione di pericolosità idraulica di questa porzione diterritorio.

Peraltro la finalità di questo lavoro, come anticipato in premessa, è quella di analizzare lacompatibilità idraulica degli interventi oggetto di Variante, che, per quanto riguarda il Fossodella Grondaccia, si limitano alla previsione di un nuovo sistema viario rispetto a quello del R.U.vigente, con 2 nuovi attraversamenti sul corso d’acqua.

Tornando proprio alla viabilità in progetto, anche alla luce della verifica eseguita, si ritieneche gli attraversamenti in progetto possano considerarsi compatibili sotto l’aspetto idraulico.

Si prescrive comunque di realizzare attraversamenti dotati di luce libera sufficiente agarantire il regolare deflusso della portata del corso d’acqua, anche in caso di pienaduecentennale.

L’intradosso di questi nuovi attraversamenti dovrà inoltre essere collocato ad una quota taleda garantire un franco di sicurezza di almeno 1 metro rispetto al massimo livello idrometrico

UTOE di Pratogrande

Fosso della Grondaccia

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duecentennale calcolato sulla sezione di monte dell’attraversamento; tale valutazione dovràessere eseguita sulla base di un apposito studio idrologico-idraulico.

La valutazione delle portate di progetto dovrà essere condotta con un approcciometodologico coerente con quello adottato nel presente lavoro, o con livello di dettagliosuperiore.

Non sarà consentita la realizzazione di attraversamenti con elementi prefabbricati scatolari,di forma circolare o ellittica, con luce libera inferiore a quella della sezione naturale del corsod’acqua, calcolata rispetto alle sommità arginali.

Qualora parti strutturali dei nuovi attraversamenti risultassero interferire con l’alveo del corsod’acqua, essi dovranno essere opportunamente protetti.

I nuovi manufatti di attraversamento non dovranno alterare le condizioni di stabilità dellesponde e degli argini, laddove presenti.

3.2 Fosso n. 604

Al di là dell’interferenza tra il Fosso n. 604 e l’area in cui è previsto l’ampliamento dell’UTOE diPratogrande, analizzata nel successivo Cap. 5, esso risulta anche attraversato in n. 2 punti dallanuova viabilità interna all’area industriale.

Il primo punto è posto proprio sul confine Ovest dell’UTOE, mentre il secondo attraversamentoè previsto lungo una strada di servizio posta alle spalle degli insediamenti produttivi esistenti.

I futuri attraversamenti, in analogia con quanto previsto per il Fosso della Grondaccia,dovranno essere dotati di luce libera sufficiente a garantire il regolare deflusso della portata delcorso d’acqua, anche in caso di piena duecentennale, e allo stesso modo l’intradosso di questinuovi attraversamenti dovrà essere posto ad una quota tale da garantire un franco di sicurezzadi almeno 50 centimetri rispetto al massimo livello idrometrico duecentennale calcolato sullasezione di monte dell’attraversamento.

La valutazione del franco di sicurezza dovrà essere eseguita sulla base di un apposito studioidrologico-idraulico; la stima delle portate di progetto dovrà essere condotta con un approcciometodologico coerente con quello adottato nel presente lavoro (vedi successivo Cap. 5), ocon livello di dettaglio superiore.

Trattandosi in questo caso di un piccolo fosso privo di arginatura, saranno consentitiattraversamenti mediante elementi prefabbricati scatolari o di forma ellittica (non circolare),purché con luce libera non inferiore a quella della sezione naturale del corso d’acqua,calcolata rispetto alle sommità di sponda, e tenuto conto del franco di sicurezza.

I manufatti di attraversamento dovranno essere opportunamente protetti sia a monte che avalle, ed il corso d’acqua dovrà essere risagomato, sia a monte che a valle, nel caso in cui laforma e le dimensioni del manufatto determinassero una riduzione o un’espansione localizzatadella sezione, in modo da rendere graduale la transizione.

I nuovi manufatti di attraversamento non dovranno inoltre alterare le condizioni di stabilitàdelle sponde.

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3.3 Fosso n. 174

Quanto detto per il Fosso n. 604 può essere integralmente riproposto per il Fosso n. 174.Questo corso d’acqua è, tra quelli che attraversano o lambiscono l’UTOE, quello meno

rilevante, sia per lunghezza dell’asta che per dimensioni del bacino, il quale ricade interamenteall’interno del perimetro dell’area industriale.

Anche in questo caso i 2 attraversamenti, il primo previsto in prossimità della rotatoria diimmissione sulla provinciale, il secondo nelle vicinanze dello stabilimento di cui al successivoCap. 5, dovranno essere dotati di luce libera sufficiente a garantire il regolare deflusso dellaportata del corso d’acqua, anche in caso di piena duecentennale.

Anche per l’intradosso valgono le medesime indicazioni di cui al precedente paragrafo,circa l’esigenza di garantire, con la quota dell’intradosso, un franco di sicurezza di almeno 50centimetri rispetto al massimo livello idrometrico duecentennale calcolato sulla sezione dimonte dell’attraversamento.

La valutazione del franco di sicurezza dovrà essere eseguita sulla base di un apposito studioidrologico-idraulico; la stima delle portate di progetto dovrà essere condotta con un approcciometodologico coerente con quello adottato nel presente lavoro per il Fosso della Grondaccia eil Fosso n. 604, o con livello di dettaglio superiore.

Trattandosi anche in questo caso di un piccolo fosso privo di arginatura, saranno consentitiattraversamenti mediante elementi prefabbricati scatolari o di forma ellittica (non circolare),purché con luce libera non inferiore a quella della sezione naturale del corso d’acqua,calcolata rispetto alle sommità di sponda, e tenuto conto del franco di sicurezza.

I manufatti di attraversamento dovranno essere opportunamente protetti sia a monte che avalle, ed il corso d’acqua dovrà essere risagomato, sia a monte che a valle, nel caso in cui laforma e le dimensioni del manufatto determinassero una riduzione o un’espansione localizzatadella sezione, in modo da rendere graduale la transizione.

I nuovi manufatti di attraversamento non dovranno inoltre alterare le condizioni di stabilitàdelle sponde.

4. VERIFICA NUOVA VIABILITÀ IN ADIACENZA AI CORSI D’ACQUA

Lo schema della nuova viabilità interna all’area industriale e di raccordo con la viabilitàordinaria mostra alcuni tratti viari in adiacenza a corsi d’acqua.

In particolare nella parte Sud la nuova viabilità affianca per un tratto il Fosso Arginetto,mentre nella parte Nord affianca il Fosso della Grondaccia.

I raccordi con la S.P. n. 3 avvengono in sponda sinistra del Canale Emissario Bientina.In generale tutto il sistema viario in progetto tende ad interferire con il reticolo minore.In questo capitolo vengono brevemente individuate le prescrizioni minime da attuare nella

realizzazione delle nuove strade in prossimità di questi corsi d’acqua e nelle interferenze con ilreticolo minore.

4.1 Fosso Arginetto

Il Fosso Arginetto passa esternamente all’UTOE di Pratogrande, sul lato Sud.Lungo di esso è previsto un nuovo tratto viario di lunghezza pari a circa 380 m.Il bacino del Fosso Arginetto si sviluppa in prevalenza esternamente all’UTOE, nella parte a

Sud, ma una piccola porzione di esso, come mostra la seguente figura, ne ricade all’interno.Su questa superficie insistono alcuni fossi minori che arrivano ortogonali all’asta principale del

corso d’acqua.

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Ing. Alessio Gabbrielli Relazione tecnica - Pag. 25

Fig. 16 – Reticolo principale sul bacino del Fosso Arginetto

Per questo motivo dovrà essere garantita la trasparenza idraulica del nuovo rilevato stradale,in modo che i fossi indicati nella precedente figura con i numeri 34, 35, 36 e 37 (o ulteriori, se vene sono) possano ancora defluire verso il Fosso Arginetto.

Questa condizione potrà essere garantita anche con la realizzazione di un unico fosso diguardia parallelo alla viabilità in grado di intercettare le acque ricadenti all’interno dellaporzione di bacino interclusa e di convogliarle, mediante sottopasso, al Fosso Arginetto.

Come opportunamente previsto negli elaborati urbanistici, la nuova viabilità dovràmantenersi ad una distanza non inferiore a 25 m dal centro alveo del fosso; tale fascia dirispetto dovrà essere resa permeabile.

La nuova viabilità dovrà essere realizzata in rilevato. La quota finale del piano viario dovràessere superiore alla sommità di sponda di almeno 1 metro, e comunque garantire un franco disicurezza non inferiore ad 1 metro rispetto al massimo livello idrometrico duecentennale,valutato attraverso la redazione, in fase di progetto, di un apposito studio idrologico-idraulicoper eventi di piena con tempo di ritorno duecentennale.

Fosso Arginetto

UTOE di Pratogrande

Bacino

Nuova viabilità

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4.2 Fosso della Grondaccia

Anche il Fosso della Grondaccia, già analizzato nel precedente capitolo sia sotto l’aspettodelle dinamiche idrauliche che delle interferenze con la previsione di due nuoviattraversamenti, risulta anch’esso lambito da un tratto di viabilità di progetto.

A differenza del Fosso Arginetto, però, in questo punto il Fosso della Grondaccia risultaarginato e, inoltre, la viabilità non ricade all’interno del bacino del corso d’acqua.

Per questo motivo non sono da prevedersi particolari prescrizioni legate al mantenimentodella trasparenza idraulica o all’esigenza, per motivi idraulici, di garantire alla sommità del pianoviario un franco di sicurezza di almeno un metro rispetto alla sommità di sponda, o, in questocaso, rispetto al piede dell’argine, del corso d’acqua.

In ogni caso, vista la vicinanza con il raccordo con la viabilità ordinaria, posta a quota piùelevata, sarà comunque necessario che questo tratto stradale venga realizzato in rilevato.

Si conferma l’opportunità di garantire una fascia permeabile di rispetto intorno ai corsid’acqua principali, pertanto il ramo di viabilità adiacente al Fosso della Grondaccia dovràdistare da esso di almeno 25 m (calcolati rispetto al centro alveo).

4.3 Canale Emissario Bientina

Come anticipato, i nuovi raccordi della viabilità di Pratogrande con la provincialeconsisteranno nella realizzazione di due nuove rotatorie.

Lungo la “Bientina-Altopascio” scorre il Canale Emissario Bientina, già studiato con appositamodellazione idraulica in occasione della redazione della Variante Generale al RegolamentoUrbanistico del Comune di Bientina (2009).

Ai soli fini della fattibilità per le due rotatorie, si ritengono superflui ulteriori approfondimenti.Ad oggi sono da confermarsi i risultati del citato studio, che evidenziano, lungo tutto il tratto

in adiacenza all’UTOE di Pratogrande, la capacità di contenimento da parte dell’argine sinistrodel corso d’acqua della portata duecentennale, anche grazie alle copiose esondazioni e laconseguente laminazione che si verificano, anche per eventi minori, nella parte più a Nord delPadule di Bientina.

4.4 Interferenze della nuova viabilità con il reticolo minore

In conclusione del capitolo, a completamento dell’analisi della fattibilità dal punto di vistaidraulico della nuova viabilità, si desidera porre l’attenzione sulle ulteriori interferenze che essapuò avere con il reticolo idraulico minore.

A tale scopo si intende estendere le considerazioni, e le prescrizioni, individuate per il FossoArginetto, anche per i fossetti secondari.

E’ da prescrivere quindi per tutto il sistema viario in progetto, la realizzazione in rilevato consommità superiore di almeno 1 metro sul piano campagna o rispetto alle sommità di sponda delreticolo ad esso adiacente.

E’ inoltre da prescrivere il rispetto delle condizioni di trasparenza idraulica dei nuovi rilevati,nel caso in cui essi intersechino ortogonalmente il reticolo secondario.

E’ infine prescritto che tutti i nuovi tronchi viari siano dotati, su entrambi i lati, di apposito fossodi guardia, con adeguata pendenza e opportunamente connesso al reticolo idraulico.

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Ing. Alessio Gabbrielli Relazione tecnica - Pag. 27

5. AMPLIAMENTO UTOE DI PRATOGRANDE PER REALIZZAZIONE ELISUPERFICIE

Come anticipato in premessa, in questo capitolo conclusivo è esaminata la compatibilitàidraulica della previsione di ampliamento dell’UTOE di Pratogrande nella parte Est, in prossimitàdi un’azienda del settore nautico che per la propria clientela internazionale necessita dellarealizzazione di un’elisuperificie a servizio dello stabilimento produttivo.

Questo ampliamento rappresenta la previsione principale tra quelle oggetto della presenteVariante al Regolamento Urbanistico comunale.

L’area in questione, di superficie pari a circa 3 ettari, come mostrato nella precedente Fig. 7,appare interferire con un tratto di monte dell’asta del Fosso n. 604.

Nella successiva figura sono riportate le aste ed i bacini del Fosso n. 604 e del Fosso n. 174, ela loro collocazione rispetto allo stabilimento esistente e all’area oggetto di ampliamento.

Fig. 17 – Inquadramento dei corsi d’acqua inteferenti con la porzione di UTOE oggetto di ampliamento

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Ing. Alessio Gabbrielli Relazione tecnica - Pag. 28

Dalla precedente figura si osserva che la porzione oggetto di ampliamento, in grigio, ricadesul bacino del Fosso n. 604, mentre lo stabilimento esistente, in verde, ricade sul bacino del Fosson. 174.

Il bacino del Fosso n. 604 ha una superficie pari a circa 0.29 kmq, mentre il bacino del Fosson. 174 è di superficie pari a circa 0.22 kmq; entrambi i bacini sono quasi interamente ricadentiall’interno del perimetro dell’UTOE.

I due corsi d’acqua rappresentano i rami principali della rete di drenaggio dei campinonché rappresentano i principali corpi idrici ricettori degli scarichi delle acque meteorichedegli stabilimenti industriali presenti e, probabilmente, di quelli futuri.

Per valutare la fattibilità della previsione dal punto di vista idraulico e definirne eventualicondizioni, è necessario quantificare l’aggravio che tale intervento può determinare sulregolare deflusso del corso d’acqua interessato, anche in caso di piena.

Essendo la nuova superficie destinata alla realizzazione di una pista di atterraggio perelicotteri e di un parcheggio, è da prevedersi un aumento del carico idraulico sul fossoadiacente per effetto dell’impermeabilizzazione.

Pertanto è condotta una stima dell’incremento della portata, e quindi dei volumi, del fossonello scenario di progetto.

Per fare ciò si è proceduto con un approccio analogo a quanto fatto nella verifica del Fossodella Grondaccia, di cui al precedente Cap. 3.

Di seguito sono sinteticamente riassunti i passaggi di calcolo che hanno consentito divalutare l’aggravio in termini volumetrici dovuto all’ipotesi di impermeabilizzazione di questaporzione di bacino.

Innanzitutto, come per il Fosso della Grondaccia, si individua il pluviometro che megliocaratterizza il regime di pioggia sul bacino del fosso.

E’ quindi mostrata una figura che conferma come il pluviometro di riferimento sia quello diOrentano (n. 1890).

Fig. 18 – Superfici di influenza dei 3 pluviometri più vicini al bacino del Fosso n. 604(in rosso l’UTOE di Pratogrande)

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Pertanto, sempre facendo riferimento ai parametri delle LSSP forniti dal Centro FunzionaleRegionale (ex Ufficio Idrografico e Mareografico di Pisa), si acquisiscono quelli del pluviometro diOrentano; sono mostrati nella successiva tabella.

d < 1h d > 1h

a n m a n m

24.395 0.385 0.171 22.594 0.326 0.202

Tab. 6 – Parametri delle LSPP per il bacino del Fosso n. 604

Proseguendo secondo lo schema adottato per il Fosso della Grondaccia, è adesso stimato ilcoefficiente di deflusso utilizzando il metodo del Soil Conservation Service.

Tale procedura necessita dell’attribuzione di un valore del Curve Number caratteristico per ilbacino.

Considerato che il piccolo bacino del Fosso n. 604 attualmente risulta solo parzialmenteedificato, ma che il futuro completamento dell’area produttiva previsto dal R.U. vigente andràa modificare l’assetto della zona e probabilmente a rendere impermeabili alcune superfici, laverifica dell’aggravio indotto dalla nuova porzione di ampliamento è condotta attraverso ilconfronto tra l’attuale scenario di previsione (R.U. vigente) e quello futuro (UTOE ampliata).

Quindi anche per il calcolo del CN sono stati stimati due differenti valori.Come nel caso della Grondaccia, sono stati adottati valori di CN cautelativi, riferiti a

condizioni di elevata umidità iniziale (CN III) su terreni quasi impermeabili (cat. D); i valori di

partenza del Curve Number sono i medesimi utilizzati in precedenza per quanto riguarda le zoneagricole, mentre per le aree edificate si è adottato il relativo parametro, così come fornito dallaseguente tabella.

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Fig. 19 – Tabella dei valori di CN per terreni in condizioni di umidità iniziale media, successivamente correttia condizioni di CN III

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L’uso del suolo all’interno del bacino del Fosso n. 604 è stato ripartito come segue.

Fig. 20 – Uso del suolo, scenario R.U. vigente (in grigio aree edificate e/o di futura edificazione e viabilità, inarancio le aree permeabili)

Fig. 21 – Uso del suolo, scenario Variante (in grigio aree edificate e/o di futura edificazione e viabilità, inverde le aree permeabili)

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Nella prima figura è mostrata la situazione riferita al R.U. vigente, nella seconda è tenutoconto dell’ampliamento previsto dalla presente Variante.

I valori finali assegnati al Curve Number risultano essere pari a 94.40 per il seminativo (sup.0.18 kmq secondo il R.U. vigente, 0.16 kmq considerando la nuova previsione) e pari a 96.83 perle aree edificate (sup. 0.11 kmq secondo il R.U. vigente, 0.13 kmq con la nuova previsione); sispecifica che questi valori derivano da quelli della precedente Fig. 19, condizione II,opportunamente adeguati alla condizione III.

Per le parti permeabili si è scelto cautelativamente di utilizzare ancora un valore di CN riferito

ad uso seminativo, nonostante per buona parte delle aree permeabili si prevede l’utilizzo a“parco” o semplice “erbaio”, a cui in entrambi i casi corrispondono valori di CN inferiori.

Pesando rispetto alle superficie, sia allo stato attuale che allo stato modificato, i precedentivalori del Curve Number, si ottiene, nel primo caso un valore finale di CN rappresentativo

dell’intero bacino pari a 95.32, nel secondo pari a 95.49.

Nonostante l’incremento del Curve Number, e di conseguenza del coefficiente di afflusso,appaia poco significativo, si prosegue comunque con la stima dell’idrogramma di piena e laconseguente valutazione dell’incremento anche in termini di volumi idrici.

Lo scenario di riferimento, come per il Fosso della Grondaccia, è sempre l’evento criticoduecentennale.

Per la trasformazione da afflussi meteorici a deflussi di piena è adesso necessario calcolare iltempo di corrivazione Tc del bacino.

Tale stima è stata eseguita, anche in questo caso, facendo ricorso ad una serie diformulazioni empiriche, opportunamente confrontate e mediate.

Per la stima dei vari parametri geomorfologici del bacino utilizzati in queste formule empirichesi è fatto nuovamente ricorso alla disponibilità dei dati del LIDAR.

Per il calcolo della pendenza media della rete di drenaggio del Fosso n. 604, è statopreliminarmente ricostruito il reticolo minore che affluisce al fosso.

Nel caso del Fosso della Grondaccia è stata valutata la pendenza dei tratti d’asta e degliaffluenti facenti parte del reticolo regionale recentemente approvato.

Per il Fosso n. 604, date le sue esigue dimensioni, è stato estratto il reticolo indicato dallaC.T.R. 1:10.000 (layer 303), previa verifica di coerenza con il LIDAR.

Ovviamente è stato trascurato il fatto che, a seguito del completamento dell’urbanizzazionedell’area produttiva, alcuni dei fossetti di campo attualmente presenti, possano essere eliminatie/o modificati.

Tale reticolo è rappresentato nella successiva figura.

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Fig. 22 – Reticolo principale sul bacino del Fosso n. 604

E’ stata calcolata dapprima la pendenza di n. 25 tronchi, e successivamente è stata valutatala pendenza complessiva del reticolo attraverso la media pesata sulle lunghezze dei singolitratti; la rete di drenaggio del Fosso n. 604 risulta avere pendenza media pari a 0.006.

Fosso n. 604

UTOE di Pratogrande

Bacino

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Nella seguente tabella sono quindi mostrati i valori del tempo di corrivazione calcolato con ledifferenti espressioni empiriche.

Autore Formulazione Tc Calcolo Tc (h)

Giandotti (4A0.5+1.5L)/(0.8H0.5) 3.19

Kirpich 0.06222Lm0.77P-0.385

0.01

Ventura 0.127A0.5I-0.50.88

Pasini αA0.333L0.333I-0.50.97

Pezzoli 0.055LI-0.50.83

Puglisi 6L0.67HM-0.33

4.07

SCS 0.0035L0.8I-0.5(S+25.4)0.70.67

A (kmq)=area del bacino; H (m s.l.m.)=altitudine media rispetto alla sezione dichiusura; L (km)=lunghezza dell’asta principale; P=103L/C con C (m) differenza di quotatra il punto più lontano del bacino e la sezione di chiusura; Lm (km)=massima distanza

percorsa dall’acqua; I (m/m)=pendenza media della rete di drenaggio; HM

(m)=altitudine massima sulla sezione di chiusura.

Tab. 7 – Formule empiriche adottate nel calcolo del Tc e rispettivi valori stimati

Analogamente al caso del Fosso della Grondaccia, e per le medesime motivazioni, sono statiscartati i valori provenienti dalle formule di Giandotti, Kirpich e Puglisi; è stata dunque eseguitala media dei rimanenti 4 valori (in giallo nella precedente tabella), e il tempo di correlazionecomplessivo del bacino è risultato essere pari a 0.83 ore.

Una volta stimato il tempo di corrivazione che consente l’applicazione del metodo dellacorrivazione nella trasformazione afflussi-deflussi, è stato eseguito il calcolo numericodell’idrogramma di piena con tempo di ritorno duecentennale.

Le durate di precipitazione prese in considerazione sono quelle pari a 0.5, 1 e 1.5 ore.I rispettivi valori del picco di piena sono riportati nella seguente tabella di sintesi.

TR200 D=0.5h D=1h D=1.5h

Qmax (mc/s)R.U. vigente

3.33 4.35 3.62

Qmax (mc/s)Ampliamento UTOE

3.29 4.33 3.61

Tab. 8 – Picchi di portata per TR200 del Fosso n. 604

Dovendo valutare l’incremento dei volumi complessivamente prodotti durante l’eventoduecentennale critico sia allo stato attuale che allo stato modificato, sono successivamentemostrati i dati analitici dei due idrogrammi di piena, ad ogni step temporale, per la duratacritica di precipitazione pari ad 1 ora.

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Stato attuale (R.U. vigente)Stato di progetto

(Ampliamento UTOE)

T (min) Q (mc/s) V (mc) Q (mc/s) V (mc)0 0 0 0 0

5 0.04 12 0.05 15

10 0.28 84 0.29 87

15 0.61 183 0.63 189

20 1 300 1.02 306

25 1.41 423 1.44 432

30 1.85 555 1.88 564

35 2.29 687 2.32 696

40 2.74 822 2.78 834

45 3.2 960 3.24 972

50 3.67 1101 3.7 1110

55 4.09 1227 4.13 1239

60 4.33 1299 4.35 1305

65 3.99 1197 4.01 1203

70 3.6 1080 3.62 1086

75 3.19 957 3.2 960

80 2.76 828 2.77 831

85 2.31 693 2.32 696

90 1.86 558 1.86 558

95 1.4 420 1.4 420

100 0.94 282 0.94 282

105 0 0 0 0

13809 13926

Tab. 9 – Idrogrammi duecentennali (D=1h) e volumi idrici prodotti, sia allo stato attuale (R.U. vigente) che allostato di progetto (Variante con ampliamento UTOE)

Si osserva che la differenza di volume prodotto nei due scenari è pari a 13926-13809=117 mc,pertanto, a livello di bacino, l’aggravio generato dalla nuova previsione può considerarsitrascurabile.

E’ però da valutare la situazione a livello locale.Infatti in prossimità dell’area destinata alla nuova elisuperficie passa proprio il tratto di monte

del Fosso n. 604 che, dopo aver raccolto le acque piovute nella porzione Sud del bacino,attraversa la viabilità esistente, sottopassandola con una tubazione di diametro assai ridotto,per poi proseguire verso Nord esternamente all’UTOE ed infine curvare a 90° verso Ovest,rientrando nell’area industriale in direzione del Canale Emissario.

La seguente fotografia mostra questo primo tratto del fosso, a monte della strada; laseconda fotografia mostra invece il tratto a valle della strada.

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Fig. 23 – Fosso n. 604 nella parte ricadente all’interno dell’area oggetto di ampliamento, fino al sottopassostradale

Fig. 24 – Fosso n. 604 nella parte posta a valle del sottopasso stradale

Tenendo conto del fatto che l’aggravio indotto sul Fosso n. 604 possa non essere ritenutosignificativo a livello di bacino, ma considerando altresì che il maggiore apporto di volume èprevisto nella parte di monte, si ritiene necessario provvedere, attraverso una piccola opera ditrattenuta, o compensazione, dei volumi idrici prodotti in eccesso, al mantenimentodell’invarianza idraulica lungo il corso d’acqua.

Pertanto si prescrive di realizzare, preferibilmente in prossimità dell’attraversamento di cuisopra, una piccola vasca di contenimento di detti volumi in eccesso, di capacità non inferiore a200 mc.

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Tale opera avrà l’esclusiva funzione di bilanciare staticamente l’incremento di volumi idrici;essa pertanto dovrà essere realizzata in modo tale da non interferire con il regolare deflusso delreticolo né da incrementare l’apporto istantaneo al corso d’acqua; dovrà quindi essere posta amonte del recapito nel Fosso n. 604.

In essa dovranno confluire le acque meteoriche piovute sull’area della nuova elisuperficie edel parcheggio.

Nel caso la nuova previsione risultasse interferire con ulteriori tratti della rete di drenaggioattualmente presente all’interno dell’area, sono assolutamente da escludere forme ditombamento o di attraversamento che possano creare restringimento o ridurre la luce libera alnaturale deflusso delle acque.

In tal caso sarà preferibile modificare il percorso dei fossi di scolo, andando a creare uno opiù rami perimetrali all’area di futura edificazione, che recapiteranno le acque dapprima nellasuddetta vasca di contenimento dei volumi, dopodiché nel Fosso n. 604.

In ogni caso le nuove superfici costruite dovranno essere mantenute per quanto possibile,permeabili.

La progettazione dell’intervento di ampliamento dovrà essere accompagnata da unaverifica idraulica di dettaglio che consenta l’esatto dimensionamento di questi interventi e nechiarisca la correlazione con il reticolo principale, rispetto allo scenario duecentennale.

Tale verifica dovrà essere affrontata mediante un approccio metodologico coerente conquello del presente studio, o di maggior dettaglio.