Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

download Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

of 122

Transcript of Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    1/122

    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MEDITERRANEA DI REGGIO CALABRIA

    FACOLTÀ DI INGEGNERIACORSO DI LAUREA TRIENNALE INGEGNERIA CIVILE

    TESI DI LAUREA

    STUDIO DI RIQUALIFICAZIONE PER LA PRODUZIONEDI ENERGIA RINNOVABILE

    NELL’AREA DI SALINE IONICHE (RC)

    Candidato: Relatore:Gabriele Candela Prof. Ing. Giuseppe Barbaro

    Correlatore:Ing. Luca Sicilia

    ANNO ACCADEMICO 2011-2012

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    2/122

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    3/122

    2

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    4/122

    3

    INDICE

    INTRODUZIONE ............................................................................................................... 5 Capitolo I ............................................................................................................................. 9

    1.1 Descrizione e cause .............................................................................. 9

    1.2 Onde periodiche ................................................................................. 13

    1.2.1 Teoria Lineare di Stokes ............................................................ 15

    1.2.2 Riflessione delle onde su parete verticale ................................ 19

    1.2.3 Rifrazione e frangimento su bassi fondali ................................ 221.2.4 Il bilancio energetico riferito a un volume di controllo ........... 23

    1.3 Onde di Vento: teoria degli stati di mare .......................................... 26

    1.3.1 Relazioni di base nella teoria degli stati di mare ..................... 26

    1.3.2 Probabilità omnidirezionale di superamento e relativo periododi ritorno .............................................................................................. 29

    Capitolo II ......................................................................................................................... 31

    2.1 Energia associata al modo ondoso ..................................................... 31

    2.2 Classificazione degli impianti ............................................................. 33

    2.2.1 Rispetto alla distanza dalla costa .............................................. 33

    2.2.2 In base al principio fisico ........................................................... 35

    2.3 REWEC ................................................................................................. 42

    2.3.1 Descrizione .................................................................................. 42

    2.3.2 Stima dell’energia elettrica prodotta su base annua ............... 45

    Capitolo III ........................................................................................................................ 49

    3.1 Definizione .......................................................................................... 49

    3.2 Caratteristiche del bacino idrografico ............................................... 50

    3.2.1 Caratteristiche morfometriche .................................................. 51

    3.2.2 Reticolo Idrografico .................................................................... 54

    3.3 Analisi afflussi: pioggia di progetto .................................................... 58

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    5/122

    4

    3.4 Deflussi: stima della massima portata di piena ................................. 62

    Capitolo IV ....................................................................................................................... 65

    4.1 Descrizione piccolo impianto idroelettrico ........................................ 65

    4.2 Configurazione dei siti ........................................................................ 68

    4.3 Deflusso Minimo Vitale ...................................................................... 73

    Capitolo V ......................................................................................................................... 79

    5.1 Descrizione .......................................................................................... 79

    5.2 Inquadramento territoriale ................................................................ 80

    5.3 Stima della produzione energetica REWEC3 ...................................... 90

    5.3.1 Studio meteo-marino .................................................................. 90

    5.3.2 Produzione energetica ............................................................. 100

    5.4 Stima produzione energetica impianto idroelettrico ...................... 104

    CONCLUSIONI ............................................................................................................... 115

    BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................. 119

    RINGRAZIAMENTI ..................................................................................................... 121

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    6/122

    5

    INTRODUZIONEOggetto della tesi sarà lo studio di fattibilità per la riqualificazione

    ambientale dell’area di Saline Ioniche, in provincia di Reggio

    Calabria.

    La recente crisi economica ha accentuato maggiormente il ben

    noto problema della reperibilità delle risorse energetiche.

    Il territorio oggetto di analisi non è escluso da questa

    considerazione, anzi rappresenta perfettamente le errate politiche

    energetiche e ambientali degli ultimi quarant’anni, poco attente

    alla valorizzazione delle risorse ed alla tematica dello sviluppo

    sostenibile. La zona analizzata , che parte dall’Aspromonte fino ad

    arrivare alla cos ta, è al giorno d’oggi un cimitero industriale,

    nonostante le grandi potenzialità del territorio quali il tratto

    montano di Montebello e la zona costiera.

    Sono attualmente in corso di studio una serie di progetti a livello

    nazionale riguardo la riqualificazione dell’intera zona, ma non tutti

    vertono nella stessa direzione e cercano di sfruttare in maniera

    idonea le peculiarità dell’area.

    In questo contesto territoriale, sono state programmate due

    diverse tipologie di intervento per utilizzare le grandi risorse

    naturali quali il bacino idrico e la zona costiera, al fine di produrre

    energia da fonti rinnovabili: un impianto idroelettrico ad acqua

    fluente, ed una diga a cassoni REWEC3.

    Pur sfruttando entrambi la forza idrica, questi due impianti sono

    profondamente diversi: l’idroelettrico , collocato nel tratto medio

    vallivo del bacino, utilizza il salto idrico, e rappresenta ad oggi un

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    7/122

    6

    settore ampiamente collaudato, nonché la prima fonte di energia

    rinnovabile al mondo; la diga a cassoni REWEC, inserita invece nel

    molo di sottoflutto del porto, gravemente danneggiato a causa diuna serie di mareggiate, si muove nell’ambito sperimentale della

    conversione di energia a partire dal moto ondoso. Gli oceani e i

    mari costituiscono una sorgente energetica altamente sfruttabile

    non ancora largamente utilizzata.

    Nel primo capitolo verranno quindi introdotte le nozioni di base

    sull’analisi del moto ondoso, la fenomenologia ad esso collegata, ele previsioni in tempi lunghi individuando i parametri caratteristici

    di una località.

    Nel secondo verrà presentato un quadro generale riguardo i

    dispositivi utilizzati per la conversione dell’energia d al mare.

    Sebbene si stia assistendo ad una graduale convergenza verso

    alcuni approcci, non ci sono idee concordanti su quali sia lamigliore tecnologia: esistono infatti numerosi dispositivi basati su

    principi fisici diversi. Tra i tanti verrà approfondito il recente

    sistema REWEC3 ideato e brevettato dal Prof. Boccotti nel

    laboratorio naturale di Reggio Calabria. Tale diga svolge una

    duplice funzione: quella di produrre buone quantità di energia e

    contrastare i fenomeni di erosione proteggendo la costa.

    Il terzo capitolo tratterà l’analisi del bacino idrogr afico, con

    particolare attenzione alla conversione afflussi-deflussi per

    ricavare la portata in un corso d’acqua specifico.

    Nel quarto verranno analizzate le caratteristiche dei piccoli

    impianti idroelettrici, con particolare attenzione al deflusso

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    8/122

    7

    minimo vitale da garantire per il rispetto dell’ambiente all’interno

    del quale si inserisce l’opera.

    Nell’ultimo capitolo , dopo un inquadramento territoriale dellazona in esame, verranno utilizzati gli strumenti teorici presentanti

    precedentemente per stimare, su base annua, la produzione di

    energia elettrica dei due impianti.

    Per quanto riguarda l’impianto idroelettrico , dopo aver esaminato

    il bacino idrografico di Montebello Ionico , ed aver fissato l’opera di

    presa e di rilascio, verrà stimata la produzione energetica a partiredalle portate nel corso d’acqua in esame , garantendo, nel rispetto

    della normativa, il deflusso minimo vitale.

    Per la stima della produzione energetica del REWEC3, inserito nel

    molo di sottoflutto del porto, danneggiato dal punto di vista

    strutturale e insabbiato dal mare, verrà effettuato lo studio meteo

    marino per calcolare il flusso di energia che impatta sulla diga.Dal flusso di energia sarà possibile risalire mediante opportune

    considerazioni all’energia prodotta su base annua.

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    9/122

    8

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    10/122

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    11/122

    10

    Per intraprendere l ’analisi di tale fenomeno è necessario rilevare

    le cause che lo generano; esse possono essere così sintetizzate:

    -ventoIl vento spirando sulla superficie dell’acqua trasferisce per attrito

    (alle particelle superficiali) parte della sua energia cinetica e

    quantità di moto generando un’ onda che non è perfettamente né

    trasversale né longitudinale, ma assume una forma e una

    propagazione mista tra le due. Le particelle superficiali a loro

    volta, a contatto con le particelle sottostanti trasferiscono perattrito viscoso questa energia che si propaga in profondità con un

    certo grado di attenuazione. Il moto che si genera è di tipo

    circolatorio: lo spostamento locale è in media nullo e non si ha,

    perciò, trasporto di massa ma solo di energia.

    Figura 1.2 - Schematizzazione moto ondoso

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    12/122

    11

    -Correnti marine

    Le onde formate anche dalle correnti marine che determinano lacircolazione delle acque nei mari a causa della

    differente temperatura e salinità delle acque. Le correnti marine

    possono avere movimenti orizzontali e verticali.

    -Altri fenomeni

    Le onde infine possono essere generate da eventi non comunicome terremoti o maremoti (generati a loro volta da eruzioni,

    frane sottomarine , movimenti tettonici… ).

    Anche il distacco di grossi ammassi di ghiaccio dal fronte

    di ghiacciai che terminano sul mare possono in alcuni casi

    generare delle onde di notevoli dimensioni. Tipici di questo

    fenomeno sono per esempio i ghiacciai dell'Antartide durante lastagione estiva.

    Per via della loro eccezionalità sia le onde generate dalle correnti

    marine, sia quelle causate dai fenomeni elencati in precedenza,

    non verranno trattate in questo testo, all’interno del quale c i

    occuperemo pertanto dell’agitazione ondosa generata da eventi

    eolici.

    La causa principale dell’agitazione è da attribuire dunque al vento

    che può influenzare la massa d’acqua in due maniere distinte.

    Si prenda in considerazione un punto in mare al centro di un’area

    ben definita; le onde che si formano, nell’area oggetto dell’analisi ,

    possono essere dovute a un vento che soffia in zona (definita come

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    13/122

    12

    fetch), o possono essere onde che si propagano al di fuori dell’area

    di generazione, cioè onde generate in precedenza da un vento che

    ha soffiato in qualche parte dal bacino , lontano dall’area di analisi. Nel primo caso si chiamano “onde di vento” o “wind waves” ed è

    necessaria ai fini dell’analisi la teoria degli stati di mare; nel

    secondo caso si chiamano “onde di mare lungo” o “swells”.

    Figura 1.3 - Fetch e propagazione delle onde

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    14/122

    13

    1.2 Onde periodiche

    Le onde marine possono essere descritte con buonaapprossimazione da equazioni di tipo sinusoidale tramite gli stessi

    parametri che caratterizzano i fenomeni oscillatori (ampiezza

    dell’oscillazione, periodo, frequenza e lunghezza d’onda) .

    In laboratorio è possibile simulare il fenomeno mediante una

    piastra piana verticale oscillante periodicamente, all’estremità di

    un canale che genera delle onde sulla superficie dell’acqua :

    Si fissi l’immagine istantanea della superficie dell’acqua dalla quale

    è possibile trarre una rappresentazione dell’elevazione η in

    funzione dell’ascissa y lungo l’asse di propagazione delle onde

    Figura 1.4 - Schematizzazione onde periodiche,

    (a) onde nel dominio dello spazio, (b) onde nel dominio del tempo

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    15/122

    14

    (asse del canale). La funzione η( y) rappresenta le onde nel

    dominio spaziale (a).

    Registrando l’elevazione η della superficie dell’acqua in un puntofissato in funzione del tempo t, otteniamo invece le onde nel

    dominio temporale (b).

    Da queste rappresentazioni si traggono le definizioni dei parametri

    fondamentali:

    cresta : punto più alto dell'onda;cavo : punto più basso dell'onda;

    periodo T: intervallo di tempo in secondi necessario affinché una

    cresta percorra una distanza pari alla lunghezza d'onda;

    altezza H : distanza verticale tra cresta e cavo;

    ampiezza a=(H/2) : distanza tra la superficie libera ed il livello

    indisturbato;lunghezza L : distanza orizzontale tra due creste o cavi consecutivi;

    velocità (o celerità) di propagazione dell’onda c: L/T;

    frequenza angolare : w=2 π /T;

    numero d’onda k = 2π /L;

    http://it.wikipedia.org/wiki/Tempohttp://it.wikipedia.org/wiki/Tempo

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    16/122

    15

    1.2.1 Teoria Lineare di Stokes

    Ipotesi di base

    Il primo approccio matematico allo studio del moto ondoso è la

    teoria lineare di Stokes basata sulle ipotesi di fluido perfetto (non

    viscoso), forze conservative e moto irrotazionale.

    Si consideri il sistema di riferimento cartesiano posizionato sulla

    superficie libera, con asse z verticale diretto verso l'alto e asse y

    normale al piano.

    Si definisce:

    h(y) : profondità locale del fondale, la distanza tra il fondale e la

    superficie libera (il "tirante" idrico, costante a meno di variazioni

    locali qui trascurate);

    Figura 1.5 - Sistema di riferimento utilizzato con la teoria di Stokes (anno)

    http://it.wikipedia.org/wiki/Fluidohttp://it.wikipedia.org/wiki/Fluido

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    17/122

    16

    η(y,t) : elevazione della superficie libera, la distanza tra la

    superficie libera ed il livello indisturbato, concorde con l'asse z.;

    ɸ (y,z,t) : funzione potenziale di velocità definita come:

    Si introduce quindi la pressione P(y,z,t) e il campo

    di velocità istantanea dell 'acqua V(y,z,t) avente componenti lungo

    y e z rispettivamente chiamate v(y,z,t) e w(y,z,t).

    Equazioni fondamentali

    Il sistema di equazioni che governa il moto irrotazionale a

    superficie libera è il seguente:

    Distinguiamo rispettivamente:

    1.1 Equazione di Bernoulli esprime la condizione per la quale la

    pressione P è nulla sulla superficie libera.

    1.2 Equazione generale della superficie libera ricavata imponendo

    l’equazione di continuità in un volume dy .

    1.3 Equazione di continuità per fluido incomprimibile.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Pressionehttp://it.wikipedia.org/wiki/Velocit%C3%A0http://it.wikipedia.org/wiki/Acquahttp://it.wikipedia.org/wiki/Acquahttp://it.wikipedia.org/wiki/Velocit%C3%A0http://it.wikipedia.org/wiki/Pressione

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    18/122

    17

    1.4 Condizione al contorno sul fondo (considerando fondo

    orizzontale).

    Le funzioni η e Φ devono soddisfare tale sistema di equazioni .

    Per semplificare il problema si pone la fondamentale ipotesi che

    l’ampiezza delle onde sia trascurabile rispetto alla profondità e alla

    lunghezza ovvero:

    Essendo poi η e Φ infinitesimi di ordine H possiamo trascurare itermini di ordine minore o uguale a H 2.

    Applicando tali approssimazioni alla (1.1) è possibile calcolare la

    soluzione del problema (trascurando la funzione f(t) poiché è

    indipendente da v e p):

    Dalla quale si determinano le caratteristiche del moto quali

    velocità e accelerazioni:

    Sostituendo l’espressione di Φ nella ( 1.2) otteniamo la relazione di

    dispersione lineare :

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    19/122

    18

    Posto: Distinguiamo il comportamento per le onde su alti fondali

    (d>L o/2) e quelle su bassi fondali (d

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    20/122

    19

    1.2.2 Riflessione delle onde su parete verticale

    Ipotizzando una parete verticale investita da un determinato

    numero di onde la cui direzione di propagazione forma un angolo

    ϑ

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    21/122

    20

    Nel caso in cui le onde investano la parete ortogonalmente per cui

    ϑ=0, il moto diventa bidimensionale e l ’onda incidente (la cui

    direzione di propagazion e è coincidente con l’asse y) ècaratterizzata da elevazione d’onda e potenziale di velocità :

    All’istante t’ l’ onda investe la parete generando un treno di onde

    riflesse i cui parametri caratteristici saranno η r e Φ r.

    L’elevazione d’onda totale sarà data dal contributo η e Φ somma

    dei contributi di onde incidenti e riflesse. Se la parete è posta lungo la retta y=0 ed è infinitamente lunga la

    componente orizzontale della velocità è nulla:

    Di conseguenza ηi=η r e Φ i=Φ r; affinché si verifichino tali condizioni

    deve necessariamente risultare che altezza e periodo delle onde

    riflesse siano uguali ad altezza e periodo dello onde incidenti.

    In conclusione l’onda riflessa avrà altezza d’onda doppia rispetto a

    quella iniziale e potenziale di velocità pari a:

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    22/122

    21

    Per quanto riguarda la pressione invece, qualunque sia l’angolo di

    incidenza Φ delle onde, la massima distribuzione istantanea su una

    sezione x fissata della parete è data al primo ordine di Stokes

    dall’espressione:

    Lo schema di Sainflou si usa per risalire alla distribuzione di

    pressione che si ha su una parete verticale soggetta a moto

    ondoso:

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    23/122

    22

    1.2.3 Rifrazione e frangimento su bassi fondali

    Lo shoaling è il fenomeno di trasformazione dell’onda dal larg o

    verso riva (shoal=bassofondo) che descrive come l’onda dal largo a

    causa della progressiva riduzione di profondità del fondale subisce

    una deformazione; si analizzi un fondale ipotizzando che le onde si

    propaghino ortogonalmente alla linea di costa. Considerando un

    volume di controllo definito da due sezioni a cielo aperto è

    possibile calcolare la potenza media entrante e uscente:

    Dalla quale ricaviamo:

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    24/122

    23

    1.2.4 Il bilancio energetico riferito a un volume di controllo

    Per quanto riguarda l’energia sono due i parametri da tenere in

    considerazione:

    E = energia media per unità di superficie;

    = flusso medio di energia;

    Per ricavare la prima utilizziamo l’equazione fondamentale della

    meccanica (F=ma), applicata ad una massa d’acqua infinitesima

    dm dove F rappresenta la risultante di tutte le forze, escluso il

    peso, che agiscono sulla massa:

    Figura 1.7 - Volume di controllo

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    25/122

    24

    Sommando entrambi i membri e moltiplicando per v x, vy e v z si

    ottiene:

    dove e rappresenta l’energia per unità di massa :

    E’ possibile quindi definire l’energia media per unità di superficie: E= [energia totale media per unità di superficie in presenza di

    onde] - [energia totale per unità di superficie in condizioni di

    quiete]

    Analiticamente:

    Per onde progressive, ovvero onde che non interagiscono con

    corpi solidi, e per fondale senza grandi variazioni di pendenza è

    possibile calcolare l’energia media come:

    Essendo ciascuno dei due integrali uguale a (1/16)ρgH

    2

    :

    Il vettore flusso di energia medio invece, orientato secondo l’asse s

    di propagazione, è definito:

    dal quale:

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    26/122

    25

    dove il termine tra parentesi quadre è detto celerità dell’energia e

    rappresenta la velocità con la quale si propaga l’energia della

    componente di numero d’onda k.

    Moltiplicando l’energia specifica totale con la celerità di gruppo

    otteniamo il flusso di energia per unità di lunghezza al fronte

    d’onda:

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    27/122

    26

    1.3 Onde di Vento: teoria degli stati di mare

    Introduciamo il concetto di “stato di mare ” definendolo come unasuccessione di onde generate dal vento la quale si prolunga

    indefinitamente nel tempo in condizioni stazionarie.

    1.3.1 Relazioni di base nella teoria degli stati di mare

    Analiticamente l’altezza d’onda è calcolabile tramite la seguente

    formula:

    con a i=ampiezza dello spettroω i= frequenze

    εi= angoli di fase

    Lo spettro dell’onda è definito come (1):

    Figura 1.8 - Stato di mare

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    28/122

    27

    Il momento di ordine j dello spettro (ovvero l’area sottesa dallo

    spettro) è definito (2):

    Altre relazioni di base nella teoria degli stati di mare sono:

    Deviazione standard (3):

    rappresenta la misura più diretta dell’intensità dell’agitazioneondosa: più grande è σ, maggiori sono gli scostamenti della

    superficie libera dell’acqua rispetto al livello medio, e quindi più

    alte sono le onde.

    Figura 1.9 - Spettro onde di vento

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    29/122

    28

    Funzione di autocovarianza (4):

    rappresenta il valor medio dell’elevazione d’onda per l’elevazioned’onda mede sima presa dopo un intervallo T.

    Altezza significativa (5):

    Periodo dominante:

    Le relazioni (1)-(2)-(3)-(4)-(5) sono legate dalla seguente formula:

    Un’espressione proposta per interpretare gli spettri delle onde di

    vento è quella dello spettro JONSWAP (Joint North Sea WAve

    Project) che si riferisce ad alti fondali:

    Assumendo χ1=3, χ 2=0.08 (con conseguenze trascurabili)otteniamo lo spettro Jonswap medio.

    Il periodo di picco per questo tipo di spettro diventa quindi

    (considerando A=0.01):

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    30/122

    29

    1.3.2 Probabilità omnidirezionale di superamento e relativo

    periodo di ritorno

    Al fine di effettuare previsioni sulle dimensioni delle onde in tempi

    lunghi definiamo la “mareggiata” come una successione di stati di

    mare durante la quale H s(t) supera una soglia critica h crit e non

    scende al di sotto di tale soglia per durate di tempo superiori a un

    valore Δt crit prefissato.

    E’ quindi sufficiente conoscere la P(H s>h) (probabilità di

    superamento) ovvero la frazione di tempo in cui l’altezza

    significativa si mantiene al di sopra di qualsiasi assegnata soglia h,

    nella località in esame.

    Questa probabilità è in genere espressa nella forma:

    Si tratta di una probabilità di tipo Weibull dove i parametri u e w

    dipendono dalla località in esame; in particolare u regola il

    rapporto tra le altezze significative ai vari livelli di probabilità, w è

    il “fattore di scala” delle onde. Entrambi i parametri sono ricavabili

    graficamente dal piano delle variabili ausiliarie X Y; disponendosi

    Figura 1.10 – Diverse tipologie di mareggiate

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    31/122

    30

    la probabilità secondo una legge lineare del tipo Y=aX+b è

    possibile ricavare:

    Il periodo di ritorno di un evento è l’intervallo di tempo medio tra

    due consecutive realizzazioni dell’evento stes so. Il periodo di

    ritorno R(H s>h) di una mareggiata è definito:

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    32/122

    31

    Capitolo II

    Apparecchiature utilizzate per la conversione

    energetica del moto ondoso

    2.1 Energia associata al modo ondoso

    L’energia del moto ondoso rientra nella più generale categoria

    delle energie rinnovabili e può essere considerata come una forma

    di energia solare concentrata. Come evidenziato nel capitolo

    precedente i venti (generati dal differente riscaldamento della

    terra) trasferiscono la loro energia cinetica all’acqua sotto forma di

    onde.

    La quantità di energia trasferita e le dimensioni dell’onda

    risultante dipendono da diversi fattori quali la velocità del vento,

    l’intervallo temporale e l’area (fetch) sulla quale spira il vento

    stesso. L’energia solare tipicamente di ∼100 W/m 2 può essereconvertita in onda con un livello di potenza di 10-50 kW per metro

    di lunghezza della cresta d’onda. Rispetto alle altre fonti rinnovabili, (parliamo ad esempio di solare

    e eolica) l’energia del moto ondoso presenta d ue grandi vantaggi

    quali: la costanza nel tempo grazie all’accumulo energetico che

    caratterizza mari e oceani, ed una maggior prevedibilità. Il suo

    potenziale energetico è stimato dalla International Energy Agency

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    33/122

    32

    (Annual Report 2007) tra gli 8000 e gli 80000 TWh per anno che è

    dello stesso ordine di grandezza del consumo elettrico mondiale.

    Dal punto di vista storico la ricerca scientifica su questo tipo dienergia iniziò negli anni settanta, spinta dalla crisi energetica, e da

    allora sono stati proposti numerosi metodi e dispositivi per la sua

    conversione . E’ attualmente oggetto di ricerca poiché non ci sono

    idee concordanti su quale sia la migliore tecnologia, sebbene si stia

    assistendo ad una graduale convergenza verso alcuni fondamentali

    approcci per la conversione.I dispositivi per la conversione dell’energia delle onde del mare

    vengono chiamati wave energy converters in inglese, oppure

    abbreviando WECs.

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    34/122

    33

    2.2 Classificazione degli impianti

    Diversamente da altre fonti di energ ia rinnovabile, esiste un’ampiavarietà di convertitori di energia che sfruttano il moto ondoso. Tale

    varietà è il risultato dei diversi modi in cui l’energia può essere

    assorbita dalle onde, le differenti collocazioni dei dispositivi e

    profondità dei fondali marini. Proprio a causa di questa grande

    varietà è necessaria una classificazione dei dispositivi in base a

    due approcci fondamentali: alla distanza dalla costa ed in base al

    principio fisico utilizzato.

    2.2.1 Rispetto alla distanza dalla costa

    Le onde del mare mentre si avvicinano alla linea di costa possono

    variare la loro direzione, a causa della rifrazione, oppure perdere

    potenza trasportata, per l’attrito con il fondo del mare e per la

    rottura delle onde (fenomeno del wave breaking). In altri casi, la

    rifrazione delle onde può causare un concentrament o dell’energia

    in punti specifici (hot spots). Le perdite di energia dipendono dalla

    ripidità e dalla ruvidità del fondale e possono causare anche un

    dimezzamento dell’energia trasportata vicino alla costiera rispetto

    a quella trasportata a largo.

    La distanza dalla costa e le caratteristiche morfologiche della zona

    oggetto di analisi hanno quindi un peso rilevante per quanto

    riguarda il trasporto energetico.

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    35/122

    34

    -Shoreline devices

    I dispositivi a linea di costa possono essere fissati sul fondo del

    mare dove l’acqua è bassa, integrati i n strutture frangiutti ofissati alle costiere rocciose. Possono essere inoltre costruiti sia

    sulla terra che nel mare, ma comunque sempre molto vicini alla

    costa in modo da garantirvi un accesso permanente, favorendo le

    operazioni di manutenzione (e riduzione dei costi) e di

    installazion e. Altri pregi sono l’inutilità di ormeggi profondi e di

    cavi elettrici lunghi per il trasporto dell’energia. Ricordiamo che asfavore gioca però la quantità di energia ricavabile dal moto

    ondoso che risulta generalmente inferiore se molto vicino alla

    costa a causa della dissipazione di energia.

    -Near to shore devices

    Parlando di near to shore devices si pensa a dispositivi impiegati inacque con profondità ridotta (10÷20 metri) e non troppo lontani

    dalla costa (dalle centinaia di metri ad alcuni chilometri). In questo

    modo è possibile collegare grandi dispositivi anche sul fondo del

    mare. La scelta di realizzare questi dispositivi vuole evitare i difetti

    evidenziati per gli shoreline devices e gli ormeggi troppo profondi;

    è in definitiva il compromesso tra le altre due tipologie.

    Fissando il dispositivo sul fondo si può sfruttare maggiormente il

    moto ondoso rispetto ai convertitori fluttuanti. Tra i principali

    difetti ci sono i carichi estremi dovuti alle onde che i dispositivi

    devono sopportare e il costo per unità che risulta incrementato.

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    36/122

    35

    -Offshore devices

    I convertitori posti in mare aperto hanno lo scopo di sfruttare ilpiù grande contenuto energetico delle onde in acque profonde

    (solitamente più di 50 metri). In passato lo sviluppo di tali

    dispositivi incontrò molte difficoltà legate alla scarsa affidabilità e

    al costo eccessivo di manutenzione. L’affidabilità è un requisito

    importante che in questi dispositivi diventa fondamentale per

    evitare grosse spese di manutenzione (legate alla collocazione diquesti impianti). Altre problematiche si trovano nelle grosse

    perdite legate alle lunghezze dei cavi di collegamento per

    trasferire l’energia e all’interferenza che impianti multi -dispositivo

    creano alla navigazione.

    2.2.2 In base al principio fisico

    Una seconda classificazione è possibile in base al principio fisico

    utilizzato per la conversione dell’energia.

    -Sistemi basati sull’ampiezza dell’onda

    Il movimento delle onde può azionare dei motori idraulici

    accoppiati a un generatore elettrico. Un recente studio fornisce un

    esempio del meccanismo: una struttura galleggiante

    semisommersa, costituita da vari elementi lunghi collegati in serie

    con appositi snodi viene mossa dalle onde variando l’inclinazione

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    37/122

    36

    relativa dei vari elementi. Appositi pistoni idraulici posti in

    corrispondenza dei giunti mettono in moto un fluido in pressione,

    il quale aziona il motore idraulico all’interno degli elementi.

    Figura 2.1 – Struttura Pelamis

    Figura 2.2 - Schema di funzionamento Pelamis

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    38/122

    37

    -Salto idrico

    Attraverso il passaggio delle onde in un canale di larghezza

    progressivamente decrescente (come avviene ad esempio inun’insenatura tra le rocce), o mediante particolari ramp e, le onde

    raggiungono altezze favorevoli ed è quindi possibile riempire un

    bacino a quota superiore rispetto al livello del mare. Il principio è

    detto anche concentrazione o focalizzazione delle onde. Il deflusso

    continuo dell’acqua raccolta, tramite opportune opere civili, e il

    passaggio attraverso turbine idrauliche (simili a quelle usate pergli impianti idroelettrici con salti idrici contenuti), permette la

    generazione di energia elettrica.

    Figura 2.3 - Schema di impianto che utilizza il salto idrico

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    39/122

    38

    -Sistemi basati sul principio di Archimede

    Una struttura sommersa ancorata al fondo marino, dotata di

    camera d’aria, è soggetta a cicli di compressione -decompressionedovuti alla variazione della colonna d’acqua soprastante , originata

    dalle onde. Al largo delle coste del Portogallo, ad esempio, è stato

    testato con esito positivo un impianto pilota con potenze di picco

    di 1500 kW. La forma dell’apparato è quella di un grosso cilindro,

    avente la base ancorata al fondo e un “cappello” mobile in senso

    verticale. Sistemi simili possono essere costituiti da ungalleggiante ancorato al fondo, in grado di trasferire l’energia

    meccanica del moto relativo tra il fondo e la “boa”, a un generatore.

    L’azionamento di un generatore per opera di un elemento

    galleggiante è possibile anche con dispositivi oscillanti, tipo

    paratoie battute dalle onde. Una problematica comune di tali

    Figura 2.4 – Struttura Powerbuoy

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    40/122

    39

    sistemi è la bassa frequenza del moto ondoso, discorde con le alte

    velocità preferibili p er l’azionamento dei generatori elettrici .

    Figura 2.5 - Fotografia Powerbuoy

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    41/122

    40

    -Generatore a colonna d’acqua oscillante (OWC)

    I sistemi basati sull’OWC (Oscillating Water Coloumn), concepiti

    negli anni settanta, sono i più maturi in termini di rendimentoenergetico e di prototipi installati in mare.

    Tale convertitori sono costi tuiti da una camera d’aria cavaparzialmente immersa nell’acqua e quindi a diretto contatto con la

    superficie del mare. All’interno della struttura l a variazione

    dell’elevazione dell’onda marina si ripercuote in una variazione

    della pressione nella camera che generalmente aziona una turbina.

    Per evitare perdite di energia vengono utilizzate delle turbine di

    Figura 2.6 - Schema di funzionamento OWC

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    42/122

    41

    tipo Wells, in grado di ruotare in una sola direzione

    indipendentemente dalla direzione del flusso d’aria in entrata.

    In questo tipo di dispositivi è di fondamentale importanza ildimensionamento della camera d’aria in relazione alla

    collocazione, in quanto lunghezza d’onda e periodo di picco

    rivestono un ruolo chiave per il funzionamento.

    Se questo non viene fatto correttamente, possono manifestarsi dei

    fenomeni all’ interno della camera che portano ad un annullamento

    del flusso d’aria passante attraverso la turbina. Gli OWC possono essere collocati sia sulla linea di costa (shoreline

    devices) sia in prossimità delle costa (near to shore devices).

    Figura 2.7 - Schema tridimensionale OWC

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    43/122

    42

    2.3 REWEC

    2.3.1 Descrizione

    Il REWEC (REsonant Wave Energy Converter) è un convertitore di

    energia basato sul principio dell’OWC che consiste in un

    particolare tipo di diga a cassoni al cui interno è presente un

    “polmone d’aria”.

    Tra i punti deboli legati ai dispositivi OWC c’è il problema della

    risonanza: per avere un buon rendimento il dispositivo deve

    essere in fase con l’onda interagente; per ovviare a questo

    problema sono stati studiati complessi sistemi per il controllo di

    fase, alcuni dei quali utilizzano un controllo in feedback per creare

    una sorta di risonanza forzata (Korde, 1991).

    Il REWEC3 basandosi su un principio fisico leggermente diverso,

    riesce a trasformare questo problema in una risorsa: le onde infatti

    non entrano all’interno del dispositivo avendo quest’ultimo una

    struttura ad U.

    L’impianto è diviso in d ue parti:

    1-il condotto verticale a contatto con la superficie marina;

    2-la camera di assorbimento.

    Sotto l’azione delle onde, la pressione dell’imboccatura superiore

    (esterna) del condotto verticale subisce delle fluttuazioni. A causa

    di tali fluttuazioni , l’acqua entra ed esce, a fasi alterne,

    dall’impianto e va a comprimere e decomprimere il polmone d’aria

    nella camera d’assorbimento. Le fluttuazioni di pressione nel

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    44/122

    43

    polmone d’aria producono una corrente alterna che aziona una

    turbina self-rectifying.

    L’oscillazione nel tubo ad U è forzata dalle oscillazioni di pressioneprodotte dalle onde sull’imboc catura del primo ramo del tubo:

    l’aria nella parte superiore del secondo ramo agisce quindi come

    una molla.

    Il periodo proprio di oscillazione dell’acqua all’interno del

    REWEC3 cresce al crescere della lunghezza del condotto verticale,

    al crescere del rapporto tra la larghezza della camera di

    Figura 2.8 - Schema di funzionamento REWEC3

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    45/122

    44

    assorbimento e la larghezza del condotto verticale, al crescere

    dell’altezza della camera di assorbimento e al crescere del

    diametro del tubo di collegamento con l’atmosfera. Operando suquesti parametri il progettista può fissare il periodo proprio in

    modo da risultare prossimo al periodo delle onde cui è associata la

    maggior parte dell’energia ondosa che investe la diga nell’arco di

    un anno. In condizioni di risonanza, quando il periodo proprio

    delle oscillazioni è prossimo al periodo di picco dello spettro delle

    onde, ci si aspetta che i REWEC3 forniscano prestazioni veramentestraordinarie.

    E’ da sottolineare anche che questo dispositivo svolge una duplice

    funzione: produce energia elettrica, e assorbendo energia, riduce

    l’amplificazione delle onde verso il largo .

    Il REWEC può quindi essere utilizzato per la difesa costiera poiché

    l’energia viene assorbita, riflessa o dissipata e solo una piccolaparte arriva sulla costa . L’insieme delle tre funzioni (assorbimento,

    riflessione, dissipazione) se ben coordinato fa si che la barriera sia

    particolarmente efficace.

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    46/122

    45

    2.3.2 Stima dell’energia elettrica prodotta su base annua

    Parametri che influenzano il rendimento

    Analizzando lo schema di funzionamento è possibile individuare i

    fattori, sui quali può agire il progettista, che influenzano in

    maniera significativa il rendimento.

    Figura 2.9 – Sezione trasversale del REWEC3 con riferimento ai parametri che neinfluenzano il rendimento

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    47/122

    46

    I parametri sono:

    1- Profondità dell’imboccatura (p) .

    Aumentando tale profondità (a parità di lunghezza del condotto) siriduce l’energia prodotta dagli stati di mare più deboli, e si

    aumenta l’energia prodotta dagli stati di mare più forti.

    2- Cuore dell’impianto: altezza (a) e larghezza (b) del condotto

    verticale e larghezza (c) della camera di assorbimento .

    Il periodo proprio aumenta se si riduce la larghezza del condotto, e

    se si aumenta la lunghezza del condotto e/o la larghezza dellacamera. L’impianto va regolato in modo che l’indice di risonanza

    sia uguale a 1 per i mari che su base annua portano la maggior

    parte di energia alla diga.

    3-Diametro della turbina (D) .

    Riducendo il diametro la velocità nel condotto aumenta; bisogna

    inoltre tenere presente che il rendimento della turbina va a zeroper valori molto grandi o molto piccoli di velocità.

    4-Potenza nominale del generatore (P) .

    Il flusso istantaneo di energia varia in maniera significativa nel

    corso di uno stato di mare. Grosso modo i picchi massimi del flusso

    istantaneo arrivano a superare il flusso medio, di più di dicevi

    volta. Conseguentemente anche la potenza nominale della turbina

    va scelta in maniera adeguata.

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    48/122

    47

    Stima energia prodotta utilizzando l’impianto REWEC3

    La produzione media annua di energia elettrica facendo

    riferimento ai dati ottenuti da una boa ondametrica si ottiene apartire dal flusso di energia calcolato dalla seguente formula:

    1

    , N

    i

    i

    H

    e dalla la funzione potenza elettrica P(Hs) tramite la seguente

    relazione:

    con:

    N(H si ,T pj )= il numero di onde di i-esima altezza significativa e j-

    esimo periodo di picco;

    N tot il numero totale di onde degli stati di mare rilevati;

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    49/122

    48

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    50/122

    49

    Capitolo III

    ANALISI DEL BACINO IDROGRAFICO

    3.1 Definizione

    Si definisce bacino idrografico la porzione di territorio che a causa

    della sua conformazione orografica raccoglie il deflusso idrico

    superficiale, convogliandolo verso una fissata sezione definita

    sezione di chiusura; tale deflusso può essere originato da

    precipitazioni meteoriche (si parla in questo caso di bacino

    imbifero) e/o dallo scioglimento di ghiacciai e nevai che

    confluiscono verso gli impluvi.

    Esso differisce dal bacino idrogeologico in quanto quest'ultimo

    non considera il solo deflusso di acque superficiali, ma anche lo

    scorrimento di infiltrazione che dipende dalla stratigrafia e dalla

    conformazione geologica del sottosuolo.

    Per definire un bacino idrografico va quindi determinata la sezione

    di chiusura, ovvero la sezione attraverso la quale passa tutto il

    volume di acqua raccolto superficialmente, e la linea dello

    spartiacque, ovvero la linea oltre la quale le acque che scorrono sul

    terreno convergono in un altro bacino.

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    51/122

    50

    3.2 Caratteristiche del bacino idrografico

    Il bacino idrografico è l'unità fisiografica fondamentale alla quale

    far riferimento per lo studio dei fenomeni fluviali e dei processi

    idro-geomorfologici ad essi legati.

    Tali dinamiche vengono analizzate nell'ambito più generale della

    conoscenza del ciclo idrologico (ciclo di trasformazioni dell'acqua

    sulla superficie terrestre e in atmosfera) al fine di ottenere la

    determinazione di elementi essenziali per il dimensionamento

    corretto delle opere idrauliche.

    Figura 3.1 - Caratteristiche bacino idrografico

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    52/122

    51

    Le caratteristiche principali di un bacino idrografico si possono

    dividere in tre gruppi:

    1) caratteristiche morfometriche che influiscono direttamentesullo scorrimento superficiale, sulla produzione, sul trasporto e sul

    deposito dei sedimenti;

    2) caratteristiche geologiche che condizionano la disgregazione e

    l’erosione delle rocce, nonché lo scorrimento sotterraneo ;

    3) caratteristiche vegetazionali che influiscono sulle perdite di

    deflusso del bacino (per evaporazione e per infiltrazione).

    3.2.1 Caratteristiche morfometriche

    Le caratteristiche morfometriche (che influenzano direttamente il

    comportamento idrologico del bacino) possono essere distinte in

    planimetriche e orografiche: le prime esprimono le dimensioni

    geometriche orizzontali (per es. l'estensione ed il perimetro), la

    forma, l'organizzazione e lo sviluppo del reticolo fluviale; le

    seconde esprimono il rilievo (per es. l'altezza media) e le pendenze

    (sia dei versanti che delle aste fluviali).

    -Planimetriche :

    • Area (A) [km 2]: area del bacino delimitato dallo spartiacque

    topografico; tale area si può ricavare agevolmente per mezzo di

    carte topografiche.

    • Perimetro (P) [km] è la lunghezza del contorno del bacino.

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    53/122

    52

    • Lunghezza dell’asta fluviale principale (L) [km]: lunghezza del

    cors o d’acqua principale nel quale affluiscono gli altri che termina

    nella sezione di chiusura.Per definire la forma dei bacini idrografici sono stati proposti vari

    indici, generalmente legati tra di loro, che mostrano quanto la

    forma del bacino differisca da un cerchio:

    • Rapporto di circolarità R c: è il rapporto tra l’area A del bacino e

    l’area del cerchio di uguale perimetro P:

    • Coefficiente di uniformità R u: è il rapporto tra il perimetro P del

    bacino e la circonferenza di uguale area A:

    • Fattore di forma R f : è il rapporto tra l’area A del bacino e il

    quadrato della lunghezza L dell’impluvio principale:

    • Rapporto di allungamento R a: è il rapporto tra l’area A del bacino

    e il quadrato della lunghezza L dell’impluvio principale

    • Coefficiente di forma F: è il rapporto tra la lunghezza dell’asta

    principale L e il diametro D del bacino; valori elevati indicano

    bacini di forma allungata

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    54/122

    53

    -Altimetriche:

    • Curva ipsografica: L'andamento altimetrico di un bacino può

    essere descritto dalla curva ipsografica, rappresentata in un pianocartesiano dove in ordinata vi è il rapporto tra la quota considerata

    rispetto alla quota massima del bacino e sulle ascisse la

    percentuale di area del bacino che si trova al di sopra di tale quota.

    L’importanza della costruzione di tale curva risiede nel fatto che si

    ottiene l’estensione dell’intero bacino, che può differire

    sensibilmente dalla sua proiezione orizzontale. Inoltrel’andamento di ques ta curva da delle chiare indicazioni circa il

    grado di evoluzione del bacino.

    Attraverso la costruzione di tale curva è possibile ricavare la quota

    media del bacino, nonché determinare l'altezza media (altezza

    corrispondente alla linea di compenso della curva) e l'altezza

    mediana (altezza alla quale corrisponde nella curva la metà dellasuperficie del bacino).

    Figura 3.2 - Andamento della curva ipsografica

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    55/122

    54

    • Pendenza del bacino: la pendenza media del bacino può essere

    considerata come la media ponderata delle pendenze delle

    superfici che compongono il bacino; se dividiamo il bacino in dellearee comprese tra due linee di livello successive, indicando con S i

    la pendenza media dell’area i -esima, essa è data dal rapporto:

    Dove a i rappresenta l’area i -esima della fascia di superficie

    compresa tra due linee di livello successive; D è la differenza di

    livello tra il punto più elevato e il punto più a valle del Bacino, e di

    è la larghezza media della fascia di superficie tra due linee di livello

    successive.

    Sommando il contributo di ogni singola fascia di superficie

    andiamo a determinare la pendenza media dell’intero bacino:

    Dove A è la superficie totale del bacino e L è la lunghezza totale ditutte le curve di livello.

    3.2.2 Reticolo Idrografico

    L'insieme delle linee di impluvio e dei corsi d'acqua presenti

    all'interno di un bacino costituiscono il reticolo idrografico .

    Le acque di precipitazione, dopo un percorso più o meno lungo di

    ruscellamento diffuso, confluiscono in linee di impluvio e si

    organizzano in sistemi idrografici di drenaggio delimitati da linee

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    56/122

    55

    di displuvio o di spartiacque. Ogni linea di impluvio confluisce in

    un'altra e questa in un'altra ancora e così via secondo la rete di

    canali che costituisce appunto il reticolo idrografico.Nell’analisi di un bacino idrografico, tutti i corsi d’acqua sono

    considerati come linee, indipendentemente dalle loro dimensioni.

    Pertanto un reticolo idrografico può essere caratterizzato dal

    numero, dalla lunghezza e dalla disposizione di tali linee ricavati

    dalla proiezione del sistema idrografico su di un piano orizzontale.

    La classificazione dei reticoli idrografici passa dapprima dalladefinizione di due unità geometriche, quali le aste e i nodi; si indica

    con il termine nodo la sorgente del corso d’acqua (nodo di

    sorgente) o una confluenza (nodo di biforcazione) e come asta il

    tratto di corso d’acqua compreso tra due nodi.

    L’ordine delle varie aste che compongono il reticolo fluviale di un

    bacino idrografico si può determinare attraverso il metodo diHorton-Strahler il quale asserisce:

    un'asta che non nasce dalla confluenza di altre due è di primo ordine

    (quindi le aste di primo ordine sono quelle più lontane dalla sezione

    di chiusura); un'asta di ordine n e un'asta di ordine (n-1)

    congiungendosi danno origine a un'asta di ordine n; due aste di

    ordine n congiungendosi danno origine a un'asta di ordine (n+1).

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    57/122

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    58/122

    57

    caratteristico di un ramo tributario montano, mentre un numero

    d'ordine elevato sarà caratteristico di un ramo di valle.

    L'organizzazione della rete idrografica e quindi il suo grado digerarchizzazione possono essere espressi mediante parametri

    quantitativi:

    • Frequenza delle aste di primo ordine F 1: è data dal rapporto tra il

    numero di aste di ordine N 1 e l’area del bacino:

    • Densità di drenaggio D: che viene definita come il rapporto tra la

    lunghezza totale del reticolo L e l’area A del bacino:

    • Distanza media Dm tra i percorsi d’acqua del bacino; tale valore

    viene determinato attraverso la sovrapposizione di un reticolo a

    maglie quadre contando il numero totale N degli incroci dei lati

    delle maglie con qualunque corso d’acqua.

    La descrizione gerarchica fin qui descritta ci permette di enunciare

    le tre leggi di Horton:

    1. la prima legge di Horton afferma che in un bacino il rapporto trail numero N w dei corsi d’acqua di ordine w e il numero N w+1 dei

    corsi d’acqua w+1 è uguale al rapporto di biforcazione:

    2. la seconda legge di Horton (legge della lunghezza dei corsi

    d’acqua) afferma che in un bacino il rapporto tra la lunghezza Lw

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    59/122

    58

    dei corsi d’acqua di ordine w e la lunghezza media Lw-1 dei corsi

    d’acqua di ordine w -1 è uguale al rapporto delle lunghezze dei

    corsi d’acqua:

    3.la terza legge afferma che l’area media Aw dei bacini dei corsi

    d’acqua di ordine w e l’area media Aw-1 dei bacini dei corsi d’acqua

    di ordine w-1 contenuti all’interno di un bacino assegnato è uguale

    al rapporto delle aree dei bacini:

    3.3 Analisi afflussi: pioggia di progetto

    La quantificazione degli afflussi all’interno di un bacino, che

    costituiscono il dato di input è di fondamentale importanza per

    ricavare tramite opportune leggi i deflussi e stimare quindi la

    portata in una determinata sezione di chiusura. Attraverso la

    trasformazione afflussi-deflussi possiamo andare a determinare

    con largo anticipo i deflussi futuri ai fini di un intervento o per la

    progettazione di un’opera (ad esempio: previsione di una piena,

    calcolo della produzione elettrica…).

    Le precipitazioni sono fenomeni di afflusso meteorico, ovvero

    feno meni nei quali avviene la cessione di acqua dall’atmosfera al

    suolo. Neve, pioggia e grandine sono le forme in cui può

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    60/122

    59

    presentarsi la precipitazione, ma la sua consistenza non varia

    l’analisi dell’afflusso.

    Tramite degli opportuni strumenti di misura (pluviometri epluviografi) vengono raccolti i dati delle precipitazioni, come

    altezza di pioggia in una determinata area, disponibili per la

    consultazione negli annali idrologici.

    Partendo da questi dati, ai fini della progettazione di reti e opere

    idrauliche è utile calcolare la pioggia di progetto: assegnare tale

    valore significa stimare una distribuzione di intensità, in relazioneal tempo, in una regione prestabilita; graficamente lo ietogramma

    ci consente di visualizzare questa assegnazione;

    Per il trattamento statistico dei dati si utilizza la legge di Gumbel,

    che mettendo in relazione le altezze di pioggia h(t) con

    un ’assegnata durata temporale (t=1,3,6,12,24 ore) fornisce la

    probabilità che la generica variabile osservata risulti minore o almassimo uguale rispetto ad un valore h assegnato:

    α t e u t sono i parametri della legge di Gumbel i quali dipendono

    dallo scarto quadratico medi o e dalla media dei valori dell’ altezza

    di pioggia:

    Il nostro obiettivo è quello di studiare i picchi, ovvero i valori di

    precipitazione superiori alla media utilizzando un diagramma h-t,

    nel quale ogni punto rappresenta l’altezza della precipitazione in

    relazione al tempo. Il rischio che si verifichi un determinato evento

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    61/122

    60

    con valore di altezza di pioggia superiore all’altezza assegnata è

    calcolabile come:

    Dall’analisi dei dati pluviometrici (contenuti negli annali

    idrologici) adattati secondo il modello probabilistico della legge di

    Gumbel è possibile ottenere la curva di possibilità pluviometrica;

    tale curva, fissato un periodo di ritorno T, fornisce la relazione

    esistente tra l’altezza di pioggia e la durata della precipitazione.

    Questa relazione viene espressa mediante una formula monomiadel tipo

    in cui a ed n sono due parametri che dipendono dal periodo di

    ritorno.

    Determinata infine determinata la CPP possiamo passare alla

    costruzione dello ietogramma di progetto.

    Ietogramma di progetto

    Lo ietogramma è una schematizzazione ideata per ottenere in

    maniera univoca l’evoluzione t emporale di un evento meteorico. Si

    utilizza in particolare utilizziamo lo ietogramma Chicago che lega

    l’intensità di pioggia alla durata temporale t:

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    62/122

    61

    Per prima cosa si fissi la posizione del tempo di picco t r dove:

    t r=kt p; k=0.35-0.4

    Successivamente si calcola l’intensità media relativa ad intervalli ditempo Δt attraverso la definizione stessa di intensità di pioggia:

    Tuttavia, ai fini del calcolo della portata, viene utilizzato non lo

    ietogramma di pioggia totale ma quello netto, che si ottiene

    moltiplicando ciascuna intensità di pioggia per il coefficiente di

    afflusso ψ e per il coefficiente di ragguaglio R. Tali coefficienti

    possono essere stimati tramite le seguenti formule:

    Figura 3.4 – Andamento dell’i etogramma Chicago

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    63/122

    62

    3.4 Deflussi: stima della massima portata di piena

    Il modello cinematico o della corrivazione è un modello checonsente la determinazione dei deflussi di piena di un bacino

    idrografico per un evento con assegnato periodo di ritorno T.

    Questo metodo si basa su delle ipotesi fondamentali:

    -si ipotizza che la formazione della piena sia generata

    esclusivamente dal fenomeno di trasferimento di massa liquida

    (precipitazioni o scioglimento di neve);

    -ogni goccia d’acqua si muove sulla superficie del bacino seguendo

    un percorso che dipende esclusivamente dal luogo in cui è caduta;

    -ogni singola goccia di pioggia che precipita sul bacino idrografico,

    scorrerà su di esso con una velocità variabile e indipendente dalla

    presenza di altre particelle;

    -la portata della sezione di chiusura è ottenuta sommando tra loro

    le portate elementari provenienti dalle diverse parti del bacino,

    che si presentano allo stesso istante alla sezione di chiusura.

    Il termine che riveste maggiore importanza nel campo della

    progettazione è il tempo di corrivazione del bacino T c, in quanto

    esso rappresenta il tempo che la singola goccia di pioggia impiega

    per raggiungere la sezione di chiusura cadendo nel punto

    idraulicamente più distante. Si tratta di una distanza effettiva,

    dipendente dalle distanze altimetriche e planimetriche. In

    conclusione il tempo di corrivazione rappresenta il ritardo

    temporale tra l’idrogramma di piena e lo ietogram ma, per questa

    ragione, eventi meteorici che hanno una durata pari o superiore al

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    64/122

    63

    Tc generano la portata di piena. E’ possibile stimare il tempo di

    corrivazione tramite la seguente formula:

    con A superficie del bacino, L lunghezza del l’asta principale e Hm

    altitudine media.

    Calcolato il tempo di corrivazione possiamo tracciare le linee

    isocorrive (ovvero l’unione dei punti con uguale tempo di

    corrivazione) che nell’ipotesi di Viparelli coincidono con le isoipse. Fissato a questo punto un intervallo di tempo Δt consideriamo la

    precipitazione (netta) che cade nell’area An compresa tra due

    isocorrive successive. Possiamo calcolare la portata in ciascuna

    area tramite la formula:

    Con ψ che rappresenta il coefficiente d’afflusso, definito come illivello del volume d’acqua corrispondente a un evento di pioggia; R

    coefficiente di riduzione areale (adimensionale) che esprime il

    ragguaglio all’area dell’intero bacino idrografico.

    Il valore massimo della portata di piena alla sezione di chiusura

    dovuta a una precipitazione, cresce fino a un valore massimo

    quando la precipitazione raggiunge un tempo pari al tempo di

    corrivazione. Possiamo utilizzare il seguente schema di calcolo per

    determinare l’idrogramma totale di piena il cui andamento è

    riportato nella figura 3.5:

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    65/122

    64

    Tabella 3.1 – Tabella di corrivazione in funzione della durata e delle aree

    Figura 3.5 - Esempio di andamento dell'idrogramma di piena

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    66/122

    65

    Capitolo IV

    GLI IMPIANTI IDROELETTRICI

    4.1 Descrizione piccolo impianto idroelettrico

    Fin dai primordi della produzione di energia elettrica,

    l’idroelettrico è stato, ed è tuttora, la più importante tra l e fonti

    rinnovabili utilizzate. Secondo le stime del Libro Bianco

    sull’energia , pubblicato dalla Commissione Europea, la produzione

    idroelettrica all’interno dell’UE rappresenta il 13% dell’energia

    elettrica totale prodotta.

    E’ possibile distinguere principalmente due tipi di impianti

    idroelettrici: grandi impianti (convenzionali) i quali richiedono la

    sommersione di estese superfici, con le conseguenze ambientali e

    sociali che questo comporta, piccoli impianti idroelettrici che, se

    progettati in modo appropriato, sono facilmente integrabili negli

    ecosistemi locali.

    Il piccolo idroelettrico rappresenta l’8,4 % della potenza installata

    (9,9 GW) e contribuisce con una produzione di 39 TWh (circa

    l’11% della produzione idroelettrica).

    La larga maggioranza dei piccoli impianti idroelettrici sono “ad

    acqua fluente”, cioè con scarse o nulle possibilità di accumulare

    l’acqua. La turbina produce energia elettrica solo quando c’è acqua

    disponibile nel fiume. Quando il corso d’acqua è in magra e la

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    67/122

    66

    portata scende al di sotto di un certo valore predeterminato, la

    produzione di energia cessa. Questo significa, ovviamente, che i

    piccoli impianti isolati, che funzionano in modo indipendente dallarete elettrica, possono non essere sempre in grado di generare

    energia, a meno che essi non siano stati dimensionati in modo da

    poter funzionare qualunque sia la portata nel corso d ’acqua. In

    alcuni casi questo problema può essere risolto utilizzando dei laghi

    o dei bacini di accumulo esistenti posti a monte dell’impianto.

    La connessione alla rete elettrica presenta il vantaggio di facilitarela regolazione e il controllo della frequenza di generazione

    dell’energia elettrica, ma di contro si rischia di poter essere

    disconnessi dalla rete per problemi che non dipendono dal gestore

    dell’impi anto; per gli impianti connessi alla rete è possibile

    vendere tutta o parte dell’energia prod otta al distributore locale.

    Negli ultimi anni sono stati fissati, a livello europeo, prezzi piùelevati per la vendita di energia prodotta da fonti rinnovabili

    incentivando la costruzione degli impianti di piccola taglia.

    Non c’è accordo tra gli Stati Membri dell’UE sulla definizione di

    piccolo idroelettrico. Alcuni paesi come Austria, Germania,

    Portogallo, Spagna, Irlanda e Belgio accettano 10 MW come limite

    superiore per la potenza installata. In Italia il limite è fissato a 3

    MW (gli impianti con potenza installata superiore dovrebbero

    vendere l’energia a prezzi inferiori) e in Svezia a 1,5 MW. In

    Francia il limite è stato recentemente fissato a 12 MW, non

    propriamente come limite per il piccolo idroelettrico, ma come

    valore massimo di potenza installata degli impianti alimentati a

    fonti rinnovabili per i quali la rete ha l’obbligo di ritirare l’energia

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    68/122

    67

    prodotta. Nel Regno Unito 20 MW è il valore generalmente

    accettato come limite superiore per il piccolo idroelettrico. Per gli

    scopi di questa pubblicazione, nel testo verranno considerati“piccoli” gli impianti con una potenza installata inferiore a 10 MW,

    che è il valore di riferimento adottato da vari Stati Membri, della

    Commissione Europea.

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    69/122

    68

    4.2 Configurazione dei siti

    Lo scopo di un impianto idroelettrico è di convertire l’energia

    potenziale di una massa d’acqua, che defluisce naturalmente con

    una certa differenza di quota (denominata “salto” o “caduta”), in

    energia elettrica nel punto più basso dell’impianto, d ove è

    collocata la centrale.

    A seconda del salto disponibile, gli impianti possono essere

    classificati come segue:

    • alto salto: al di sopra di 100 m;

    • medio salto: 30-100 m;

    • basso salto: 2-30 m.

    Questi intervalli di valori non sono rigidi e servono solo allo scopo

    di classificare i siti idroelettrici.

    Gli impianti possono essere classificati anche come:

    • impianti ad acqua fluente;

    • impianti con la centrale al piede di una diga;

    • impianti inseriti in un canale o in una condotta per

    l’approvvigionamento idrico .

    Analizziamo in particolare gli impianti ad acqua fluente che meglio

    si adattano nella configurazione di piccoli idroelettrici.

    Impianti ad acqua fluente

    Negli impianti ad acqua fluente la turbina produce energia con

    modi e tempi totalmente dipendenti dalla disponibilità d’acqua nel

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    70/122

    69

    corpo idrico. Quando il corso d’acqua è in magra e la portata

    scende al di sotto di un certo livello predeterminato – la portata

    minima di funzionam ento della turbina installata sull’impianto – laproduzione di energia cessa. Gli impianti a medio ed alto salto

    utilizzano sbarramenti per deviare l’acqua verso l’opera di presa,

    dalla quale l’acqua è poi convogliata alle turbine attraverso una

    tubazione in pressione (condotta forzata). Le condotte forzate

    sono opere costose e quindi uno schema di impianto come quello

    descritto è di solito antieconomico. Un’alternativa (Figura 4.1 ) èquella di addurre l’acqua per mezzo di un canale a bassa pendenza

    che corre accanto al fiume fino ad un bacino di carico e da qui,

    attraverso una breve condotta forzata, fino alle turbine.

    Figura 4.1 – Schema impianto ad acqua fluente

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    71/122

    70

    Se la topografia e la morfologia del terreno non consentono

    l’agevole realizzazione di un canale a pelo libero, una soluzione

    economicamente più valida può essere quella di realizzare unatubazione in bassa pressione, che consente una maggiore libertà

    nella scelta delle pendenze. Allo scarico delle turbine, l’acqua viene

    reimmessa nel fiume attraverso un canale di restituzione.

    Talvolta, tramite lo sbarramento, può essere creato un piccolo

    invaso sufficiente ad immagazzinare acqua per garantire il

    funzionamento dell’impianto nelle ore di punta, quando ladomanda di elettricità è maggiore e conseguentemente anche il

    valore dell’energia aumenta.

    Gli impianti a basso salto sono tipicamente realizzati presso l’alveo

    del fiume. Si possono scegliere 2 soluzioni tecniche.

    La prima consiste nel derivare l’acqua fino all’ingresso delle

    turbine mediante una breve condotta forzata, come negli impiantiad alto salto.

    La seconda è quella di creare il salto mediante un piccolo

    sbarramento, equipaggiato con paratoie a settore e nel quale sono

    inserite l’opera di presa, la centrale e la scala di risalita per pesci.

    Figura 4.2 – Schema salto mediante sbarramento

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    72/122

    71

    Impianti con la centrale al piede diga

    Un piccolo impianto idroelettrico non può permettersi il lusso di

    possedere un grande serbatoio per produrre energia quando è piùconveniente; il costo di una diga relativamente grande e delle

    opere idrauliche connesse sarebbe troppo elevato per renderlo

    economicamente fattibile. Se viceversa esiste già un serbatoio

    costruito per altri scopi (controllo delle piene, irrigazione,

    approvvigionamento potabile, usi ricreativi) potrebbe essere

    possibile produrre energia elettrica utilizzando le portatecompatibili con l’uso prevalente del serbatoio o con i rilasci a fini

    ecologici (deflusso minimo vitale). Il problema principale è quello

    di realizzare una via d’acqua che colleghi idraulicamente monte e

    valle della diga e di trovare il modo di adattare le turbine a questa

    via d’acqua.

    Altrimenti, se la diga non è troppo alta, si può inserire una turbina

    a sifone collocata sul coronamento della diga o sulla parete di valle.

    Queste turbine rappresentano una soluzione elegante per impianti

    con salto fino a 10 m e gruppi con non più di 1.000 kW di potenza,

    Figura 4.3 - Schema impianto a piedi di diga

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    73/122

    72

    sebbene ci siano esempi di turbine in sifone con potenza installata

    fino a 11 MW (Svezia) e salti fino a 30,5 m (USA).

    Impianti inseriti in canali irrigui

    Due tipi di schemi di impianto possono essere utilizzati per

    sfruttare salti esistenti su canali irrigui:

    per canali di nuova realizzazione parallelamente alla progettazione

    del condotto si può pensare ad un allargamento del canale stessoper poter ospitare la camera di carico, la centrale, il canale di

    restituzione e il by-pass laterale. La figura mostra uno schema di

    questo tipo, con una centrale sotterranea equipaggiata con una

    turbina a rimando d’angolo. Per garantire la continuità della

    fornitura di acqua per l’irrigazione, anche in caso di fuori servizio

    del gruppo, lo schema dovrebbe includere un by-pass laterale.

    Figura 4.4 - Schema impianto con bypass laterale

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    74/122

    73

    Se invece il canale è già esistente, una soluzione adatta è allargare

    leggermente il canale per poter ospitare la presa e lo sfioratorelimitatore. Per ridurre al minimo la larghezza della presa, si

    potrebbe realizzare uno sfioratore allungato. Dalla presa, una

    condotta forzata che corre lungo il canale convoglia l’acqua in

    pressione alla turbina, attraversata la quale l’acqua viene

    reimmessa nel corpo idrico tramite un breve canale di

    restituzione.

    4.3 Deflusso Minimo Vitale

    Nell’installazione di un impianto idroelettrico per quanto riguarda

    la sostenibilità ambientale, affinché l’opera non stravolga in

    maniera significativa il contesto naturale nel quale si inserisce, la

    normativa italiana impone che sia garantita al corso d’acqua una

    portata minima.

    A tal proposito è necessario prendere in considerazione il deflusso

    minimo vitale (DMV) ovvero “ la portata minima necessaria per

    ogni tr onco omogeneo del corso d’acqua per la salvaguardia delle

    caratteristiche fisiche del corpo idrico e chimico-fisiche delle

    acque, nonché per mantenere le biocenosi tipiche delle condizioni

    naturali locali”.

    Vista l’importanza di tale parametro, sia per le esigenze di tutela

    delle acque, sia per quanto riguarda la disciplina delle concessioni

    di derivazione, la Regione Calabria inserisce all’interno del Piano

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    75/122

    74

    di Tutela delle Acque (PTA) riferimenti normativi per la sua stima.

    In particolare il criterio proposto dall’Autorità di Bacino regionale

    della Calabria si ispira a quello originariamente adottato inValtellina con la Legge n. 102/90 e dall’Autorità di Bacino del Po,

    integrato con le esperienze derivanti dall’applicazione dello stesso

    in oltre 15 anni.

    Il metodo consiste essenzialmente nell’applicazione di una formula

    che prende in considerazione nove elementi:

    DMV = Z + Md

    Z = termine fisso = A x B x C x D x E x F x G x H (l/s);

    Md = termine di modulazione della portata (l/s), variabile in

    funzione della portata in arrivo da monte.

    I fattori che forniscono Z hanno il significato qui di seguitospecificato e i loro valori sono riportati nelle tabelle seguenti.

    A = Superficie del bacino idrografico sotteso dall’opera di

    derivazione (km 2) sino alla linea dello spartiacque, comprendente

    le aree già interessate da derivazioni esistenti a monte della

    captazione prevista;

    B = Rilascio specifico: fattore fisso pari a 1,6 (l/s/km 2);

    C = Precipitazioni: fattore compreso fra 1,0 e 1,2 e relativo alle

    precipitazioni medie annue nel bacino sotteso alla derivazione,

    ricavato dalla seguente tabella.

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    76/122

    75

    Tabella 4.1 - Stima del parametro C

    Codice Precipitazione annua

    media [mm]

    Fattore

    a 1200 1,2

    D = Altitudine: fattore compreso tra 1,0 e 1,2 relativo all’altitudine

    media del bacino sotteso alla derivazione, ricavato dalla seguentetabella.

    Tabella 4.2 - Stima del parametro D

    Codice Altitudine media del

    bacino [mm]

    Fattore

    a

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    77/122

    76

    Tabella 4.3 - Stima del parametro E

    Codice Permeabilità media

    del bacino

    Fattore

    a Bassa 1,0

    b Media 1,10

    c Alta 1,15

    d Elevata 1,20

    F = Qualità biologica del corso d’acqua: fattore compreso tra 1,0 e

    1,2, relativo alla classificazione dello stato ecologico nel tratto

    considerato, ricavato dalla seguente tabella.

    Tabella 4.4 - Stima del parametro F

    Codice Stato ecologico Classe di qualità

    ecologica

    Fattore

    a Elevato Classe 1 1,0

    b Buono Classe 2 1,05

    c Sufficiente Classe 3 1,10

    d Scadente Classe 4 1,15

    e Pessimo Classe 5 1,20

    In mancanza di puntuali informazioni su cui basare l’attribuzione

    del punteggio e ove non sia palesemente dimostrabile

    l’assegnazione a uno stato ecologico peggiore, è possibile attribuire

    al tratto in esame un valore del fattore pari a 1,1.

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    78/122

    77

    G = Naturalità: fattore compreso tra 1,0 e 1,2, valutato in relazione

    alle vocazione naturale del territorio, alla presenza di aree protette

    ed all'uso del suolo prevalente all'interno del bacino considerato,ricavato dalla seguente tabella.

    Tabella 4.5 - Stima del parametro G

    Codice Classi di naturalità Fattore

    a Aree agricole 1,0

    b Aree naturali 1,1

    c Aree di grande pregio:

    parchi, riserve naturali

    1,2

    H = Lunghezza captazione: fattore definito dalla formula:

    H = 1 + (D x 0.025)

    dove, nel caso di prelievi a fini idroelettrici, D è la distanza in km

    misurata lungo il corso d’acqua tra l’opera di presa e il punto di

    restituzione; nel caso di prelievi che non prevedano restituzione H

    vale 1,2.

    Md = Modulazione di portata. L’introduzione di quest’ultimo

    addendo risponde all’esigenza di garantire all’alveo almeno una

    modesta percentuale delle variazioni di portata che caratterizzano

    il regime idrologico naturale e che influenzano i cicli biologici delle

    comunità e degli organismi fluviali. Il valore di Md può

    direttamente essere posto pari al 10% della differenza tra la

    portata naturale istantanea e il valore prima calcolato di Z (da

    applicare solo se di segno positivo).

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    79/122

    78

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    80/122

    79

    Capitolo V

    INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE

    NELL’ AREA DI SALINE IONICHE

    5.1 Descrizione

    In questo capitolo è trattato lo studio di fattibilità riguardo un

    progetto di riqualificazione dell’area di Saline J oniche.

    Nell'ambito della progettazione, lo studio di viene commissionato

    per definire se un determinato progetto può realizzato dal punto di

    vista tecnico, e risulta conveniente dal punto di vista economico.

    Il prodotto finale è costituito da un insieme di conclusioni e di

    raccomandazioni sulla possibile realizzazione e sulla delimitazione

    degli ambiti, eventualmente offrendo indicazioni utili a orientarne

    le priorità, le linee di azione, le strategie e le modalità di lavoro.

    A tale proposito sono state studiate due diverse tipologie di

    intervento nella suddetta zona, per la produzione di energia

    elettrica da fonti rinnovabili.Un primo intervento prevede il ripristino del molo di sottoflutto

    del porto, attualmente in condizioni gravose dal punto di vista

    strutturale, tramite l’inserimento di cassoni REWEC3 .

    Il secondo intervento è relativo invece all’installazione di un

    impianto idroelettrico ad acqua fluente nel bacino di Montebello

    Ionico.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Progettazionehttp://it.wikipedia.org/wiki/Progettazione

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    81/122

    80

    5.2 Inquadramento territoriale

    E’ necessario innanzitutto inquadrare il contesto territoriale nelquale si inseriscono le opere;

    Saline Joniche si trova nel territorio di Montebello Jonico a circa 25

    chilometri da Reggio Calabria in adiacenza con la SS 106, che

    percorrendo la costa ionica della Calabria, in direzione nord,connette le città di Reggio Calabria e Taranto. Il territorio di Saline

    ioniche è compreso tra il Torrente Molaro (a nord) e la Fiumara S.

    Elia (a sud). Si sviluppa lungo la costa dalla quale è separato da due

    infrastrutture parallele la S.S. Jonica 106, e il tracciato ferroviario

    della tratta Reggio Calabria - Metaponto.

    Figura 5.1 - Area oggetto di esame

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    82/122

    81

    Le aree di Montebello Ionico e di Saline sono luoghi che da sempre

    hanno suscitato interesse da parte di amministrazioni, imprese,

    associazioni culturali, gruppi di ricerca. Parliamo di “territoricontesi”, ormai saturi di problematiche territorial i, economiche e

    sociali, un territorio che di per sé si avvale di uno straordinario

    scenario paesaggistico: la costa, le fiumare e le montagne

    dell’Aspromonte.

    Figura 5.2 - Veduta panoramica area di Saline Ioniche

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    83/122

    82

    Stato dell’ambiente

    • Aria

    Per quanto riguarda la qualità dell’aria Montebello si colloca traquelle aree che registrano le migliori performance in termini di

    tonnellate per abitante di CO2; le principali fonti di emissione di

    CO2 sono rappresentate dal trasporto su strada.

    • Acque

    Il sistema idrografico come suddetto, è basato sulla presenza delle

    fiumare di Molaro, di Sant’ Elia. Le condizioni dei corsi d’acquaevidenziano fenomeni di degrado dovuti alla qualità chimico –fisica

    ed alla qualità biologica delle acque.

    Tra i fattori di degrado sono notevoli le presenze di materiale

    depositato abusivamente lungo i corsi d’ acqua. La situazione si

    presenta in modo analogo anche nel caso dei piccoli corsi d’ acqua,

    numerosi nel territorio.Il sito presenta circa 4 Km di costa bagnata dal mar Ionio, tale però

    non risulta essere interessato da situazioni di balneabilità per

    quasi la sua totalità a causa dell’erosione a cui è interessata negli

    ultimi anni. Inoltre per gran parte della sua estensione si rileva la

    presenza di elementi facenti parte dell’apparato industriale

    dismesso, in stato di abbandono e arrecanti un grave danno alle

    acque superficiali in quanto contribuiscono in maniera eccessiva

    alla contaminazione delle stesse.

  • 8/18/2019 Studio di riqualificazione per la produzione di energia rinnovabile nell'area di Saline Ioniche (RC)

    84/122

    83

    • Inquinamento

    L’ambito è s oggetto a inquinamento ambientale dovuto alla

    presenza dell’impianto industriale della liquichimica, che occupagran parte della pianura nei pressi della costa con strutture

    logorate dal tempo e soggette a deterioramento ormai

    irreversibile.

    • Risorse naturali

    L’intero territorio si presenta sotto una morfologia tipica della

    fascia costiera meridionale e nella fattispecie del basso ionioreggino, ovvero con un andamento regolare che dal mare si

    estende verso l’Aspromonte. Tale situazione risulta essere molt o

    importante, specie in questo tratto di terra, poiché espone in

    maniera ottimale tutta la superficie creando il clima idoneo per la

    coltivazione del bergamotto, essenza caratteristica della fascia

    ionico-reggina. Per tale motivo sono numerose le presenze di taliagrumeti sparsi nell’ intero ambito territoriale.

    • Rischi ambientali

    Di particolare rilevanza il rischio ambientale a cui è sottoposta

    l’area. Il sito risulta infatti soggetto a eventi alluvionali a causa

    della morfologia e della co