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Introduzione Comune di Monte Argentario Variante al Piano Strutturale e al Regolamento Urbanistico del Comune di Monte Argentario (GR) Studio di Incidenza SIR 125 Monte Argentario, Isolotto di Porto Ercole e Argentarola (SIC-ZPS IT51A0025) ottobre 2013

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Introduzione

Comune di Monte Argentario

Variante al Piano Strutturale e al

Regolamento Urbanistico

del Comune di Monte Argentario

(GR)

Studio di Incidenza

SIR 125 Monte Argentario, Isolotto di Porto Ercole e

Argentarola (SIC-ZPS IT51A0025)

ottobre 2013

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Introduzione

SOMMARIO

1. INTRODUZIONE ............................................................................................................................. 4

2. QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO ED ASPETTI METODOLOGICI ................... 7

2.1 RIFERIMENTI NORMATIVI .................................................................................................... 7 2.1.1 Quadro di riferimento della Rete Natura 2000 e recepimento nazionale e regionale ................................ 7 2.1.2 Quadro di riferimento per la procedura di valutazione di incidenza di un Piano .................................... 11

2.2 ASPETTI METODOLOGICI ................................................................................................... 13 2.2.1 La procedura di analisi adottata ............................................................................................................... 13

3. VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE E AL REGOLAMENTO URBANISTICO .......... 17

3.1 DESCRIZIONE SINTETICA DELLA VARIANTE ................................................................ 17

4. DESCRIZIONE GENERALE DEL SIR 125 (SIC-ZPS IT51A0025) MONTE ARGENTARIO,

ISOLOTTO DI PORTO ERCOLE E ARGENTAROLA .................................................................... 20

4.1 Localizzazione e Tipologia ....................................................................................................... 20 4.2 Descrizione generale ................................................................................................................. 20 4.3 Descrizione naturalistica dell’area oggetto di intervento .......................................................... 21

5. VERIFICA (SCREENING): VALUTAZIONE SINTETICA DELLA SIGNIFICATIVITÀ DEI

POSSIBILI EFFETTI .............................................................................................................................. 22

6. DESCRIZIONE ANALITICA DEL SIR (SIC-ZPS IT51A0025) MONTE ARGENTARIO,

ISOLOTTO DI PORTO ERCOLE E ARGENTAROLA .................................................................... 23

6.1 HABITAT DI INTERESSE ...................................................................................................... 23 6.2 FLORA DI INTERESSE .......................................................................................................... 27 6.3 FAUNA DI INTERESSE .......................................................................................................... 34

7. LE NORME TECNICHE DA ADOTTARE PER LA CONSERVAZIONE DEL SITO .......... 39

8. INCIDENZA DELLA VARIANTE ............................................................................................... 43

8.1 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI CUMULATIVI CON ALTRI PIANI O PROGETTI PRESENTI

O PREVISTI SUL SITO ................................................................................................................... 49

9. MISURE DI ATTENUAZIONE .................................................................................................... 50

10. ELENCO DEGLI ESPERTI .......................................................................................................... 53

11. BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................. 54

TABELLE

TABELLA 1 CRITERI DI VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DELL'INCIDENZA E RELATIVI INDICATORI ......................... 15 TABELLA 2 HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO PRESENTI NEL SITO, RELATIVA COPERTURA PERCENTUALE E

VALUTAZIONE DEL SITO ........................................................................................................................................... 23 TABELLA 3 SPECIE DI FLORA DI INTERESSE COMUNITARIO ................................................................................................ 27 TABELLA 4 SPECIE DI FLORA DI INTERESSE REGIONALE ..................................................................................................... 27 TABELLA 5 RAPPORTO TRA SPECIE DI FLORA DI INTERESSE E HABITAT .............................................................................. 29 TABELLA 6 ALTRE SPECIE IMPORTANTI DI FLORA PRESENTI NEL SITO ............................................................................... 31 TABELLA 7 SPECIE DI AVIFAUNA DI INTERESSE (COMUNITARIO E/O REGIONALE) E SPECIE MIGRATRICI NON DI

INTERESSE ................................................................................................................................................................ 34

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Introduzione

TABELLA 8 RAPPORTO TRA SPECIE DI FAUNA DI INTERESSE ED HABITAT - STATO DI CONSERVAZIONE* ............................ 36 TABELLA 9 ALTRE SPECIE IMPORTANTI DI FAUNA PRESENTI NEL SITO............................................................................... 38 TABELLA 10 STATO DI CONSERVAZIONE NAZIONALE (REGIONE BIOGEOGRAFICA MEDITERRANEA), QUALITÀ E

VULNERABILITÀ REGIONALE DEI DUE HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO E REGIONALE PRESENTI

NELL’AMBITO URBANO. ............................................................................................................................................ 44

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Introduzione

1. INTRODUZIONE

Il presente Studio di Incidenza è riferito alla Variante al Piano Strutturale e al Regolamento

Urbanistico del Comune di Monte Argentario, relativa a modifiche dell’UTOE 2 “Terrarossa”

inerenti l’individuazione di un ambito urbano a Terrarossa, lungo l’asse di Via

dell’Acquedotto Leopoldino, ai fini dell’ampliamento della struttura ricettiva dell’“Argentario

Resort Golf & Spa”.

Lo Studio di Incidenza si rende necessario per la presenza del Sito di Importanza Regionale

(SIC e ZPS IT51A0025) “Monte Argentario”, all’interno dei quali ricade il campo da golf e

l’area oggetto di Variante.

Le trasformazioni territoriali in previsione possono pertanto avere incidenza su habitat e/o

specie vegetali ed animali di interesse comunitario o sull’integrità del Sito stesso.

In considerazione dei contenuti della normativa relativa alla conservazione della biodiversità,

a livello nazionale e comunitario, ed in particolare del DPR 120/2003, “i proponenti di piani

territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunisticovenatori e le loro

varianti, predispongono, secondo i contenuti di cui all'allegato G, uno studio per individuare

e valutare gli effetti che il piano può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di

conservazione del medesimo. Gli atti di pianificazione territoriale da sottoporre alla

valutazione di incidenza sono presentati, nel caso di piani di rilevanza nazionale, al

Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e, nel caso di piani di rilevanza regionale,

interregionale, provinciale e comunale, alle regioni e alle province autonome competenti”

(art. 6, comma 1).

In considerazione del tipo di opera e della sua localizzazione la valutazione è stata svolta a

partire dal livello di Verifica (Screening), seguendo i riferimenti normativi vigenti e in

particolare i documenti della Commissione Europea, DG Ambiente, e del Ministero

dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Direzione Conservazione della Natura (vedi

oltre). Seguendo infatti il principio di precauzione, è stato ritenuto che solo per un Sito

potesse essere sufficiente svolgere il solo livello di Verifica (Screening), mentre per altri fosse

probabile la prosecuzione dell’analisi a livello di Studio di incidenza (valutazione

appropriata), così come specificato nel documento “Valutazione dei piani e dei progetti che

possono avere incidenze significative sui siti Natura 2000 - Guida metodologica alle

indicazioni dell’art. 6 comma 3 e 4 della direttiva Habitat” (Commissione Europea, DG

Ambiente, 2002): “Le decisioni in merito allo screening devono essere sempre improntate al

principio di precauzione proporzionalmente al progetto/piano e al sito in questione. Per i

progetti/piani di esigua entità l’autorità competente può concludere che non vi saranno effetti

rilevanti semplicemente dopo aver esaminato la descrizione del progetto. Allo stesso modo,

tali informazioni possono essere sufficienti per concludere che vi saranno effetti rilevanti per

progetti di grande significatività.” Per ulteriori aspetti metodologici, vedi il par. 2.1.1 e il cap.

6.

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Introduzione

Figura 1. Mappa generale del Sito, con indicazione dell’area oggetto di Variante.

In verde il SIC-ZPS IT51A0025 “Monte Argentario, Isolotto di Porto Ercole e Argentarola”,

in azzurro il SIC-ZPS IT51A0026 “Laguna di Orbetello”, in arancione la ZPS IT51A0028

“Duna Feniglia”, in grigio le porzioni esterne ai Siti Nartura 2000.

Il nuovo ambito urbano di Terrarossa e le opere pubbliche connesse sono evidenziati in viola

punteggiato.

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Introduzione

La relazione è organizzata nella seguente struttura:

Introduzione, motivazione dell'opera e della procedura di incidenza (Cap.1).

Descrizione dei riferimenti normativi e metodologici (Cap. 2).

Descrizione delle Varianti (Cap. 3).

Descrizione generale (descrizione degli aspetti naturali) del Sito in oggetto (Cap. 4)

Verifica (screening): valutazione sintetica della significatività dei possibili effetti (Cap. 5)

Descrizione analitica (descrizione degli elementi per i quali è stato istituito) del Sito in

oggetto (Cap. 6).

Descrizione dei Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione

relative alle Zps, di cui al Decreto 17 Ottobre 2007 del Ministro dell'Ambiente e della

Tutela del Territorio e del Mare, al fine di evidenziare emergenze e problematiche

gestionali (Cap. 7).

Analisi dell’incidenza diretta ed indiretta che le Varianti producono sugli habitat, sulle

specie vegetali e animali e sull’integrità del Sito e valutazione dell’incidenza complessiva

Valutazione degli effetti cumulativi con altri piani o progetti presenti o previsti nell’area

di studio (Cap. 8).

Individuazione di misure di attenuazione (Cap. 9).

Elenco degli esperti del gruppo di lavoro (Cap. 10).

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Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici

2. QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO ED ASPETTI

METODOLOGICI

2.1 RIFERIMENTI NORMATIVI

2.1.1 Quadro di riferimento della Rete Natura 2000 e recepimento nazionale e

regionale

NORMATIVA UE

Direttiva Uccelli. Già nel 1979 la Comunità Europea, attraverso la Direttiva 79/409/CEE1,

definita “Direttiva Uccelli”, aveva posto le basi per una rete di Siti di importanza naturalistica,

prevedendo, agli artt. 3-4 l’istituzione di apposite zone di protezione speciale per le specie di

uccelli di maggior importanza comunitaria:: “ La preservazione, il mantenimento e il

ripristino dei biotopi e degli habitat comportano anzitutto le seguenti misure: a) istituzione di

zone di protezione; b) mantenimento e sistemazione conforme alle esigenze ecologiche degli

habitat situati all'interno e all'esterno delle zone di protezione; c) ripristino dei biotopi

distrutti; d) creazione di biotopi.”(art. 3, par. 2).

“Per le specie elencate nell'allegato I sono previste misure speciali di conservazione per

quanto riguarda l'habitat, per garantire la sopravvivenza e la riproduzione di dette specie

nella loro area di distribuzione (....) Gli Stati membri classificano in particolare come zone di

protezione speciale i territori più idonei in numero e in superficie alla conservazione di tali

specie, tenuto conto delle necessità di protezione di queste ultime nella zona geografica

marittima e terrestre in cui si applica la presente direttiva. Analoghe misure vengono

adottate dagli Stati membri per le specie migratrici non menzionate nell'allegato I che

ritornano regolarmente, tenuto conto delle esigenze di protezione nella zona geografica

marittima e terrestre in cui si applica la presente direttiva per quanto riguarda le aree di

riproduzione, di muta e di svernamento e le zone in cui si trovano le stazioni lungo le rotte di

migrazione.” (art. 4, par. 1 e 2).

Tale direttiva è stata recentemente abrogata e sostituita dalla Direttiva 2009/147/CE2.

Direttiva Habitat. In linea con quanto promosso dalla Direttiva Uccelli, nel 1992 con la

Direttiva 92/43/CEE3, definita “Direttiva Habitat”, l’Unione Europea ha ribadito l’importanza

del mantenimento della biodiversità nel territorio comunitario in quanto “...nel territorio

europeo degli Stati membri gli habitat naturali non cessano di degradarsi e un numero

1 Direttiva 79/409/CEE del 2 aprile 1979 “concernente la conservazione degli uccelli selvatici” e successive modifiche.

2 Direttiva 2009/147/CE del 30 novembre 2009“concernente la conservazione degli uccelli selvatici (versione codificata)”

3 Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 “concernente la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e

della fauna selvatiche” e successive modifiche.

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Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici

crescente di specie selvatiche è gravemente minacciato...”; per tale motivo “è necessario

adottare misure a livello comunitario per la loro conservazione”.

Per il raggiungimento di tale obiettivo l’Unione Europea, mediante tale Direttiva, ha previsto

la costituzione di una Rete Ecologica Europea di Siti (zone speciali di conservazione e zone

speciali di protezione) denominata Rete Natura 2000. Tale Rete, costituita da quelle aree ove

sono localizzati habitat e specie di interesse comunitario, elencati negli allegati della

Direttiva, “…dovrà garantire il mantenimento, ovvero all’occorrenza il ripristino, in uno

stato soddisfacente, dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie interessati nelle

loro aree di ripartizione naturale”.

I Siti della Rete Natura 2000 costituiscono delle aree di grande interesse ambientale ove sono

presenti habitat e specie, di flora e di fauna, di interesse comunitario o prioritari, la cui

conservazione, da realizzarsi attraverso la designazione di aree speciali di conservazione, è

ritenuta prioritaria dall’Unione Europea.

Nel luglio 2006 e nel novembre 2011 (sesto aggiornamento) la Commissione delle Comunità

Europee ha reso noto l’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria per la regione biogeografica

mediterranea (Decisioni 2006/613/CE e 2013/29/UE), di cui fa parte il Sito in esame.

NORMATIVA ITALIANA

A livello nazionale, nel 1997 un apposito decreto4 ha recepito la Direttiva 92/43/CEE; tale

regolamento è stato successivamente (1999 e 2003) modificato con analoghi provvedimenti di

legge5, in seguito ai quali il Decreto Ministeriale attualmente di riferimento risulta il DPR 12

marzo 2003, n.120 di modificazione ed integrazione al DPR 357/97.

Dal punto di vista delle competenze amministrative, tale atto affida alle Regioni (e alle

Province Autonome) il compito di individuare i Siti della Rete Natura 2000 e di comunicarlo

al ministero dell’Ambiente.

Nell’aprile 2000 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio6 ha pubblicato

l'elenco dei proposti Siti di Importanza Comunitaria (pSIC) e delle Zone di Protezione

Speciale (ZPS), individuati ai sensi delle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE.

Nel luglio del 2008, nel marzo del 2009, nell’agosto del 2010, nel marzo 2011, nell’aprile

2012 e nel gennaio 2013 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio7 ha

4 Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n.357 “Regolamento recante attuazione della direttiva

92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche.”

5 Decreto del Presidente della Repubblica 12 marzo 2003, n.120 “Regolamento recante modifiche ed integrazioni al Decreto

del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n.357, concernente attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla

conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”.

6 Decreto Ministeriale 3 aprile 2000 “Elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciale,

individuati ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE.”

7 Decreto del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare 31 gennaio 2013 “Sesto elenco aggiornato dei siti

d'importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE” GU n.44

del 21 febbraio 2013.

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Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici

pubblicato l’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) per la regione biogeografica

mediterranea, di cui fa parte il Sito in oggetto.

Nel luglio del 2009 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio8 ha pubblicato

l'elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS), di cui fa parte il Sito in oggetto.

In merito alle misure di conservazione dei Siti, nel 2006 è stata emanata la Legge n.

296/20069, nell’ambito della quale il comma 1226 dichiara: “Al fine di prevenire ulteriori

procedure di infrazione, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano devono

provvedere agli adempimenti previsti dagli articoli 4 e 6 del regolamento di cui al decreto del

Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni, o al loro

completamento, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sulla base

dei criteri minimi ed uniformi definiti con apposito decreto del Ministro dell’ambiente e della

tutela del territorio e del mare”.

Tali criteri minimi uniformi sono stati dettati nell’ottobre 2007 da un Decreto del Ministero

dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare10

, successivamente modificato ed

integrato nel gennaio 200911

.

NORMATIVA REGIONALE

Con L.R. n.56 del 6 aprile 200012

la Regione Toscana ha approvato una legge per la tutela

della biodiversità riconoscendo il ruolo strategico dei Siti di Importanza Comunitaria,

Nazionale e Regionale. Nell’ambito di tale legge sono state individuate nuove tipologie di

habitat e nuove specie, considerate di elevato interesse regionale, non ricomprese negli

allegati delle direttive comunitarie. In tale contesto le diverse tipologie di Siti (pSIC, ZPS,

SIR, SIN) sono state complessivamente classificate quali Siti di Importanza Regionale (SIR).

Con il termine Siti di Importanza Regionale si indicano pertanto i Siti classificati come di

Importanza Comunitaria (pSIC o SIC), le Zone di Protezione Speciale (ZPS) ed il sistema di

Siti di Interesse Regionale e di Interesse Nazionale. Di seguito il Sito in oggetto sarà indicato

come Sito di Importanza Regionale (SIR). Tale legge estende a tutti i Siti di Importanza

Regionale le norme di cui al DPR 357/97 e successive modifiche.

8 Decreto 19 giugno 2009 “Elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della direttiva

79/409/CEE””. GU n. 157 del 9 luglio 2009.

9 Legge n. 296 del 27 dicembre 2006 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge

finanziaria 2007)” , Supplemento ordinario n. 244 della G.U. n. 299 del 27/12/2006.

10 Decreto del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare 17 ottobre 2007 “Criteri minimi uniformi per la

definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale

(ZPS).” G.U. n.258. del 6 novembre 2007.

11 Decreto del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare 22 gennaio 2009 “Modifica del decreto 17

ottobre 2007 concernente i criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di

conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS).” G.U. n.33 del 10 febbraio 2009.

12 L. R. 6 aprile 2000 n.56 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della

fauna selvatiche (...)”.

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Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici

In considerazione dei contenuti dell’art.3 comma 1 del DPR 8 settembre 1997 n.357 che

prevede che “le Regioni (...) individuano con proprio procedimento i siti in cui si trovano tipi

di habitat (...) e habitat delle specie (...)”, si sono succeduti nel tempo differenti atti normativi

in materia, relativi alle modalità e procedure di recepimento della Direttiva comunitaria

Habitat in Toscana13

, all’individuazione di pSIC, di ZPS, di SIN e di SIR e alla modifica dei

perimetri dei Siti individuati14

.

La L.R. 56/2000 si inserisce in quadro assai ricco di riferimenti normativi regionali distribuiti

nel tempo e relativi alle modalità e procedure di recepimento della Direttiva comunitaria

Habitat in Toscana15

, all’individuazione di pSIC, di ZPS, di SIN e di SIR e alla modifica dei

perimetri dei Siti individuati16

:

- Decisione G.R. n.16 del 9.12.1997, riguardante determinazioni relative alle modalità e

procedure di recepimento della Direttiva comunitaria Habitat in Toscana.

- Del. C.R. 10 novembre 1998, n.342 di approvazione dei Siti individuati con il Progetto

Bioitaly.

- Del. G.R. 23 novembre 1998, n.1437 di designazione come ZPS di Siti classificabili di

importanza comunitaria compresi nelle aree protette.

- art.81 del Piano di Indirizzo Territoriale approvato con Del.C.R. 25 gennaio 2000, n.12.

- Del. C.R. 10 aprile 2001, n.98 di modifica della L.R. 56/2000.

- Del. C.R. 29 gennaio 2002, n.18 di individuazione di nuovi Siti di importanza regionale e

modifica dell’allegato D.

- Del. G.R. 21 ottobre 2002, n. 1148 relativa alle indicazioni tecniche per l’individuazione e

la pianificazione delle aree di collegamento ecologico.

- Del. G.R. 2 dicembre 2002, n.1328 di individuazione come zona di protezione speciale

(Dir. 79/409/CEE) del Sito di importanza regionale SIR 118 Monte Labbro e Alta Valle

dell’Albegna”.

- Del. C.R. 21 gennaio 2004 n.6, con la quale si approvano le modifiche dei perimetri dei

SIR e si istituiscono 26 nuove ZPS .

- Del. G.R. 5 luglio 2004, n.64417

approvazione norme tecniche relative alle forme e alle

modalità di tutela e conservazione dei SIR.

- Capo XIX della L.R. 3 gennaio 2005, n.1 Norme per il governo del territorio di

modifica degli articolo 1 e 15 della L.R. 56/2000.

13 Consiglio Regionale Toscano, Deliberazione 10 novembre 1998, n.342 “Approvazione siti individuati nel progetto Bioitaly

e determinazioni relative all’attuazione della direttiva comunitaria Habitat”.

14 Consiglio Regionale Toscano, Deliberazione 21 gennaio 2004, n.6 “Legge Regionale 6 aprile 2000, n.56 (...).

Perimetrazione dei siti di importanza regionale e designazione di zone di protezione speciale in attuazione delle direttive

79/409/CEE e 92/43/CEE”.

15 Consiglio Regionale Toscano, Deliberazione 10 novembre 1998, n.342 “Approvazione siti individuati nel progetto Bioitaly

e determinazioni relative all’attuazione della direttiva comunitaria Habitat”.

16 Consiglio Regionale Toscano, Deliberazione 21 gennaio 2004, n.6 “Legge Regionale 6 aprile 2000, n.56 (...).

Perimetrazione dei siti di importanza regionale e designazione di zone di protezione speciale in attuazione delle direttive

79/409/CEE e 92/43/CEE”.

17 Deliberazione 5 luglio 2004 n. 644 “Attuazione art. 12, comma 1, lettera a) della L.R. 56/00 (…). Approvazione norme

tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale (SIR)”.

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Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici

- Del. C.R. 19 luglio 2005 n.68, con la quale si aggiorna l’Allegato A punto 1 “Lista degli

habitat naturali e seminaturali” della L.R. 56/2000.

- Del. G.R. 11 dicembre 2006, n. 923 - Approvazione di misure di conservazione per la

tutela delle Zone di Protezione Speciale (ZPS), ai sensi delle direttive 79/409/CEE,

92/43/CEE e del DPR 357/1997 come modificato con il DPR 120/2003.

- Del. G.R. 19 febbraio 2007, n. 109 di ampliamento delle zone di protezione speciale

(ZPS) dell’Arcipelago Toscano.

- Del. C.R. 24 luglio 2007, n.80, con la quale sono designati nuovi Siti di Importanza

Comunitaria (SIC) ai sensi della direttiva 92/43/CEE e viene modificato l’allegato D

- Del. G.R. 16 giugno 2008, n.45418

, di attuazione del Decreto del MATTM dell’ottobre

2007 sulla definizione di criteri minimi uniformi per la definizione di misure di

conservazione relative a ZSC e ZPS. Tale Deliberazione integra le norme tecniche già

approvate con Deliberazione di Giunta Regionale n. 644/2004 e abroga la Deliberazione di

Giunta Regionale 11 dicembre 2006, n. 923;

- Del. C.R. 22 dicembre 2009 n.80, di designazione di nuovi nuovi Siti di Importanza

Comunitaria (SIC) e nuove Zone di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi delle direttive

92/43/CEE e 79/409/CEE e di modifica dell’allegato D.

- LR 12 febbraio 2010, n.10, in cui al Titolo IV si integrano e si specificano le precedenti

norme in materia di valutazione di incidenza19

.

- Del. C.R. 8 giugno 2011, n. 35, di designazione di dieci Siti di Importanza Comunitaria

(SIC) in ambito marino ai sensi della direttiva 92/43/CEE e di modifica dell’allegato D.

L’elenco completo e aggiornato dei Siti presenti in Toscana è contenuto nell’Allegato D della

Del. C.R. 35/2011; nella Del. C.R. 6/2004 sono indicati anche i perimetri definitivi dei Siti

individuati; i perimetri dei Siti individuati in date successive sono disponibili nelle successive

relative Delibere.

2.1.2 Quadro di riferimento per la procedura di valutazione di incidenza di un Piano

Nell'ambito dei procedimenti di tutela preventiva dei Siti della Rete Natura 2000 le procedure

di valutazione d’incidenza costituiscono uno degli elementi più importanti. In tale procedura

lo Studio di Incidenza, di un piano o progetto, è finalizzato a verificare se vi siano incidenze

significative su un Sito o proposto Sito della Rete Natura 2000, singolarmente o

congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del

Sito stesso.

18 Deliberazione G.R. 16 giugno 2008 n. 454 “D.M. 17.10.2007 del Ministero Ambiente e tutela del Territorio e del Mare -

Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a zone speciali di conservazione (ZSC) e zone

di protezione speciale (ZPS) – Attuazione.”. 19 LR 12 febbraio 2010, n.10. Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto

ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza (testo coordinato). BURT n. 9 del 17 febbraio 2010.

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Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici

La valutazione d'incidenza si applica sia agli interventi/piani che ricadono all'interno delle

aree Natura 2000 sia a quelli che, pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare

ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel Sito.

Dal punto di vista normativo la procedura di valutazione di incidenza è stata introdotta

dall’articolo 6 della Direttiva Habitat, dal D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, di attuazione

nazionale, ma soprattutto dall'art.6 del D.P.R. 30 maggio 2003, n. 120, che ha sostituito l'art.5

del DPR precedente. Tali riferimenti sono implementati dalla D.G.R. n° 119/2002.

La Direttiva 92/43/CEE afferma, all'art.6, come “Qualsiasi piano o progetto non direttamente

connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa avere incidenze significative su tale

sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, forma oggetto di una

opportuna valutazione dell’incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di

conservazione del medesimo. …”.

Il DPR 120/2003 dopo aver ricordato come “nella pianificazione e programmazione

territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei Siti di Importanza

Comunitaria” (art. 6, comma 1) dichiara che “I proponenti di interventi non direttamente

connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie

e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso,

singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di

incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi espressi

nell'allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di

importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di

conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi.”

Relativamente alla significatività dell’incidenza la Guida all’interpretazione dell’articolo 6

della direttiva Habitat (Commissione Europea, DG Ambiente, 2000) fornisce il seguente

contributo: “Il concetto di ciò che è significativo deve essere interpretato in modo obiettivo.

Al tempo stesso, bisogna determinare la significatività in relazione alle particolarità ed alle

condizioni ambientali del sito protetto cui si riferisce il piano o progetto, tenendo

particolarmente conto degli obiettivi di conservazione del sito.”

Come si evince da molti passaggi della Guida all’interpretazione dell’articolo 6, sopra

ricordata, tale valutazione o studio di incidenza deve essere svolto prima della realizzazione

dell’intervento; valga per tutti il seguente passaggio: “è anche importante il fattore tempo. La

valutazione è una tappa che precede altre tappe alle quali fornisce una base: in particolare,

l’autorizzazione o il rifiuto di un piano o progetto.”

Secondo l’interpretazione ufficiale dell’art.6 della Direttiva 92/43/CEE, contenuta nella “(...)

Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della direttiva Habitat”: La probabilità di incidenze

significative può derivare non soltanto da piani o progetti situati all’interno di un sito

protetto, ma anche da piani o progetti situati al di fuori di un sito protetto. Ad esempio, una

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Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici

zona umida può essere danneggiata da un progetto di drenaggio situato ad una certa distanza

dai confini della zona umida…La procedura dell’articolo 6, paragrafi 3 e 4, è attivata non

dalla certezza ma dalla probabilità di incidenze significative derivanti non solo da piani o

progetti situati all’interno di un sito protetto, ma anche da quelli al di fuori di esso”.

Relativamente alle eventuali conclusioni negative dello studio di incidenza la legislazione

regionale, recependo le indicazioni nazionali e comunitarie, prevede che:

“Quando il Sito d’Importanza Regionale ospita un tipo di habitat naturale o una specie

prioritari ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357,

l’applicazione del comma 5 è consentita esclusivamente per motivi di tutela della salute o

della sicurezza pubblica, ovvero riconducibili alla stessa tutela dell’ambiente ovvero, previo

parere della Commissione europea, per altri motivi imperativi di rilevante interesse

pubblico” (comma 6, art. 15, L.R. 56/2000).

2.2 ASPETTI METODOLOGICI

2.2.1 La procedura di analisi adottata

I più recenti riferimenti metodologici per la realizzazione degli studi di incidenza sono ben

delineati nel documento “Valutazione dei piani e dei progetti che possono avere incidenze

significative sui siti Natura 2000 - Guida metodologica alle indicazioni dell’art. 6 comma 3 e

4 della direttiva Habitat” (Commissione Europea, DG Ambiente, 2002).

In tale contesto viene descritto il procedimento metodologico proposto per i procedimenti di

valutazione d’incidenza. Di seguito viene illustrato tale modello di organizzazione di uno

studio di incidenza come descritto dal documento citato e nel “Manuale per la gestione dei

siti Natura 2000” del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Direzione

Conservazione della Natura.

Screening: processo che identifica le possibili incidenze su un Sito Natura 2000 di un piano o un progetto,

singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, e che porta alla decisione di procedere alla valutazione

d’incidenza qualora tali incidenze risultino significative in relazione agli obiettivi di conservazione del Sito.

Valutazione vera e propria: analisi dell’incidenza sull’integrità del Sito Natura 2000 del piano o del progetto,

singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, nel rispetto della struttura e della funzionalità del Sito e

dei suoi obiettivi di conservazione e l’individuazione di eventuali misure di mitigazione.

Definizione di soluzioni alternative: processo che esamina modi alternativi di raggiungere gli obiettivi del

progetto o del piano evitando incidenze negative sull’integrità del Sito Natura 2000.

Definizione di misure di compensazione: qualora non esistano soluzioni alternative e nei casi in cui, per motivi

imperativi di rilevante interesse pubblico, è necessario che il progetto o il piano vengano comunque realizzati,

devono essere individuate azioni in grado di bilanciare in modo proporzionato le incidenze negative previste.

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Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici

Il passaggio da una fase alla successiva non è obbligatorio, bensì consequenziale alle

informazioni e ai risultati ottenuti. Ogni conclusione raggiunta durante la procedura

progressiva di valutazione deve essere motivata e documentata.

Sulla base dei riferimenti normativi comunitari e nazionali nell'ambito del presente studio si

applicano le seguenti definizioni:

Integrità di un Sito - definisce una qualità o una condizione di interezza o completezza nel senso di "coerenza

della struttura e della funzione ecologica di un Sito in tutta la sua superficie o di habitat, complessi di habitat e/o

popolazioni di specie per i quali il Sito è stato o sarà classificato".

Effetto o interferenza negativa – probabile o sicura conseguenza negativa apprezzabile su habitat e su specie

del Sito.

Incidenza significativa negativa - nel rispetto degli obiettivi della Rete Natura 2000, effetto negativo in

contrasto con gli obiettivi di conservazione del Sito e che quindi pregiudica l'integrità di habitat, di specie di

flora o di fauna o dell'intero Sito (SIC, ZPS, SIN, SIR); la determinazione della significatività dipende dalle

particolarità e dalle condizioni ambientali del Sito.

Incidenza significativa positiva - nel rispetto degli obiettivi della Rete Natura 2000, effetto positivo

sull'integrità di habitat, di specie di flora o di fauna o dell'intero Sito (SIC, ZPS, SIN, SIR).

Il presente studio di incidenza è stato strutturato a diverse scale di indagine:

Area del Sito – al fine di descrivere e valutare gli habitat e le specie vegetali e animali

di interesse comunitario presenti.

Area di studio – al fine di descrivere le caratteristiche ambientali dell’area e di

evidenziare i rapporti spaziali tra il Sito e l’area oggetto di Variante.

Area di Variante – al fine di descrivere gli interventi previsti, i loro rapporti con il

Sito e la presenza di habitat e specie direttamente interessate dagli interventi.

L’analisi della compatibilità del Piano, e della potenziale incidenza, con le specie, gli habitat,

e l'integrità complessiva del Sito è stata effettuata tramite una iniziale raccolta della

documentazione disponibile.

In particolare sono stati consultati il formulario descrittivo del Sito, contenuto nell’archivio

Natura 2000, le informazioni interne alle norme tecniche per la conservazione dei SIR, di cui

alla Deliberazione G.R.644/04, i divieti, gli obblighi e le attività da incentivare, di cui ai

Criteri minimi uniformi contenuti nel DMATTM 17 ottobre 2007, ed è stata inoltre consultata

la letteratura esistente, riguardante l’area in esame e le zone limitrofe.

L’aggiornamento dei dati contenuti nell’archivio Natura 2000 è stato effettuato attraverso la

consultazione delle segnalazioni contenute nel Repertorio Naturalistico Toscano (Sposimo e

Castelli, 2005; Università di Firenze e Museo di Storia Naturale, 2003), nell’archivio COT

(Centro Ornitologico Toscano) e mediante integrazioni personali.

È stata inoltre prodotta una mappa della vegetazione (fig. 1) con riferimenti alle tipologie

della vegetazione sensu CORINE Biotopes (Commission of the European Communities,

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Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici

1991), inquadramento utile ad una prima valutazione del rapporto tra previsioni di progetto,

Sito e tipologie vegetazionali.

Il presente Studio contiene gli elementi necessari ad individuare e valutare le possibili

incidenze sugli habitat e sulle specie di interesse comunitario - di cui alle Direttive 92/43/CEE

(e succ. modifiche) e 2009/47/CE - e regionale - di cui alla L.R. 56/2000 - per la cui tutela il

Sito è stato individuato, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Inoltre

sono indicate le eventuali misure previste per rendere compatibili le soluzioni che la Variante

assume, comprese le mitigazioni e/o le compensazioni.

I possibili impatti negativi sul Sito sono stati distinti e valutati per differenti tipologie:

diretti o indiretti;

a breve o a lungo termine;

isolati, interattivi o cumulativi;

generati dalla fase di realizzazione degli interventi, dalla fase di ripristino ambientale,

dalla fase di esercizio.

Le potenziali interferenze delle Varianti sono state inoltre analizzate con riferimento ad alcuni

criteri, quali:

1. perdita potenziale - danneggiamento potenziale – frammentazione – integrità delle

popolazioni di specie vegetali e animali di interesse comunitario e regionale;

2. perdita potenziale - danneggiamento potenziale – frammentazione – integrità di habitat di

interesse comunitario e regionale;

3. alterazione dell’integrità del Sito di entità non compatibile, nel medio–lungo periodo, con

gli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie presenti e con le esigenze

ecologiche di specie ed habitat.

Per determinare la significatività dell’incidenza, ai criteri sopra indicati sono stati applicati

alcuni indicatori, come da successiva tabella.

Tabella 1 Criteri di valutazione della significatività dell'incidenza e relativi indicatori

Criterio Indicatore

Perdita potenziale di aree di habitat percentuale di perdita (stima)

Degrado potenziale di habitat (calpestìo, ecc.) livello: nullo, lieve, medio, medio alto, alto

Perdita potenziale di esemplari percentuale di perdita (stima)

Perturbazione di specie (calpestìo, disturbo, ecc.) livello: nullo, lieve, medio, medio alto, alto

durata: permanente, temporanea

Frammentazione di habitat o di popolazioni variazione

Integrità delle popolazioni alterazione (lieve, media, medio alta, elevata)

Integrità del Sito alterazione (lieve, media, medio alta, elevata)

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Quadro di riferimento normativo ed aspetti metodologici

Le interferenze sono state verificate considerando la qualità e la capacità di rigenerazione

delle risorse naturali della zona e la capacità di carico dell’ambiente naturale.

In tale contesto sono state individuate le azioni ed i fattori di impatto reali e potenziali, gli

interventi di trasformazione previsti e le relative ricadute in riferimento agli habitat e alle

specie per i quali il Sito è stato designato e alla integrità del Sito stesso.

Tale analisi ha portato ad individuare le incidenze principali e per queste è stata fornita una

caratterizzazione relativamente a segno, intensità, dimensione temporale e possibilità di

mitigazione e compensazione.

Per quanto riguarda l’incidenza sull’integrità del Sito, abbiamo cercato di individuare i casi in

cui le previsioni potessero alterare in modo significativo, rispetto agli obiettivi di

conservazione, le caratteristiche di porzioni del Sito oppure quelle di determinate tipologie

ambientali o gruppi di tipologie ambientali che sono necessari per le specie e gli habitat di

valore conservazionistico.

A fronte degli impatti individuati sono state fornite alcune indicazioni generali sulle misure

mitigative da applicare.

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Variante al PS e al RU

3. VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE E AL REGOLAMENTO

URBANISTICO

3.1 DESCRIZIONE SINTETICA DELLA VARIANTE

La Variante al Piano Strutturale prevede l’individuazione dell’ambito urbano di Terrarossa,

lungo l’asse di Via dell’Acquedotto Leopoldino. In particolare prevede:

L’individuazione del nuovo ambito urbano di Terrarossa, costituito dall’omonimo centro

abitato, dalla cava di calcare, dal depuratore comunale, dalla ex discarica di RSU, dalla

viabilità extraurbana di interconnessione sovra comunale (esistente e da realizzare),

dall’Albergo Argentario Golf Resort & SPA, dalle aree agricole e naturali presenti;

l’ampliamento della struttura ricettiva all’interno del Campo da Golf di M. Argentario,

quale “struttura riconosciuta a livello internazionale che ha di fatto esaurito le proprie

capacità edificatorie”, in maniera da permettere una diversificazione dell'offerta non

legata soltanto alla stagionalità estiva;

la realizzazione di una nuova struttura ricettiva alberghiera, collegata funzionalmente alla

“Casa Madre”, di strutture di servizio alberghiere e di residenze private collegate

funzionalmente alla struttura alberghiera;

la massima riduzione del consumo di suolo inedificato, prevedendo gli ampliamenti in

stretta connessione con il costruito;

la salvaguardia di tutto il contesto paesaggistico di riferimento e delle risorse essenziali

(aria, acqua, suolo e sottosuolo, biodiversità e paesaggio, energia, clima acustico, rifiuti),

attraverso specifiche prescrizioni sulla qualità architettonica e sul risparmio energetico, in

particolare per quanto attiene all’approvvigionamento idropotabile e allo smaltimento dei

rifiuti e delle acque reflue;

l’adeguamento dello svincolo sulla Strada Provinciale n. 440 di Porto Santo Stefano per

disimpegnare i nuovi impianti sportivi delle Piane e per consentire attraverso la strada

vicinale delle Piane il nuovo accesso alla struttura alberghiera e al relativo campo da golf

“Argentario Golf Resort”, con la sistemazione della viabilità vicinale di accesso;

la realizzazione di una serra botanica, di una sentieristica di collegamento alle emergenze

storico-naturalistiche e di un eliporto

La Variante al PS prevede, all’interno del nuovo ambito urbano di Terrarossa, la possibilità

di realizzare n. 34 nuovi alloggi contigui all’Albergo, con la formazione di un complesso

urbanisticamente unitario e con l’erogazione a livello centrale di servizi alberghieri

comuni, con obbligo del mantenimento della centralità gestionale e di continuità

paesaggistico-ambientale con il resto del complesso alberghiero, secondo la tipologia del

Condo Hotel (unità residenziali: 136 posti letto) e con specifiche clausole nei singoli

contratti d’acquisto, da inserire nei successivi atti di trasferimento (SUL complessiva 4.250

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Variante al PS e al RU

m2). Le limitazioni e gli obblighi sopra elencati saranno disciplinati da un apposito

Regolamento, da approvare in allegato alla Convenzione del Piano Attuativo.

Variante al RU

La proposta di Variante consiste nell’incremento della capacità ricettiva della struttura

alberghiera Argentario Golf Resort & Spa. La struttura ricettiva è attualmente composta da

73 camere per un totale di 146 posti letto. L’intervento proposto si articola su una pluralità

di tipologie ricettive integrate con una serie di opere di interesse comune, i cui vincoli di

destinazione, le specifiche di utilizzo e disciplina di esercizio, risulteranno fissati in

apposito atto d’obbligo nei confronti del Comune di Monte Argentario.

CASA MADRE. L’ampliamento del Resort sarà costituito da 20 nuove unità ricettive (SUL

750 m2), con una capacità di 40 posti letto, integrate con il corpo principale dell’albergo e

realizzate prolungando le parti di edificio destinate esclusivamente alle camere (come

meglio evidenziato negli elaborati planimetrici allegati alla Variante)

DIPENDENZE. La Variante prevede l’insediamento di 20 unità ricettive (SUL 2.500 m2)

dislocate all’interno della proprietà, adiacenti alla struttura principale del Resort, con un

totale di 80 posti letto.

Tale intervento sarà caratterizzato dalla riduzione dell’impatto ambientale tramite l’utilizzo

di viabilità, parcheggi e servizi già esistenti; tale opera non necessiterà di ulteriori

infrastrutture legate al carico ricettivo.

Le unità ricettive avranno caratteristiche costruttive totalmente ispirate alla bioarchitettura,

(esposizione solare, stratigrafie termiche dell’edificio, struttura in legno, tetto verde,

riutilizzo di acque piovane, ecc.).

RESIDENZE. La Variante prevede la realizzazione di ulteriori 34 alloggi (4.250 m2), per un

totale di 136 abitanti, limitrofi al corpo centrale della struttura, secondo la logica del Condo

Hotel (unità ricettive con l’erogazione a livello centrale di servizi alberghieri). Il progetto

prevede che le nuove unità ricettive siano accessibili tramite l’ingresso principale del

Resort e raggiungibili esclusivamente con l’impiego di golf cart elettriche/solari; tutti i

servizi necessari all’utilizzo e al mantenimento delle unità ricettive, saranno erogati

direttamente dalla struttura centrale del Resort.

Le nuove unità saranno realizzate applicando gli stessi principi di bioarchitettura e di

bioedilizia delle Dipendenze ed arredate e corredate con gli stessi concetti delle camere

dell’Hotel e delle dipendenze.

AMPLIAMENTO DEL CAMPO SCUOLA. La Variante prevede la realizzazione di ulteriori 5

piazzole per l’addestramento al gioco del golf, la realizzazione di una nuova area gioco

corto e puttin green. Obbligo di consentire la fruizione delle suddette aree e di tutta l’area

di addestramento a tutti i ragazzi al di sotto dei 14 anni residenti nella Provincia.

SERVIZI. Al fine di fronteggiare l’incremento della scala operativa derivante dagli

interventi previsti, nonché di aumentare la manodopera locale, la variante consente la

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Variante al PS e al RU

creazione di 15 unità abitative di servizio per 60 posti-letto (3.000 m2 di SUL), che

permetterà all’impianto di ospitare una maggiore forza lavoro, fornendo alla stessa - e agli

eventuali nuclei famigliari ad essa collegati – i necessari servizi.

OPERE DI INTERESSE PUBBLICO. Sono interventi da realizzare contestualmente

all’ampliamento del Golf Resort e consistono in:

adeguamento dello svincolo esistente sulla provinciale N°440 di Porto Santo

Stefano, a norma del Codice della Strada con categoria “ F “, per migliorare

l’accesso al Golf Resort attraverso la strada vicinale delle Piane, che avrà le

caratteristiche delle strade urbane locali di categoria “E”, ai sensi del nuovo Codice

della Strada ( larghezza di 5,00 m: due corsie di 2,5 m) ;

Eliporto, comprensivo delle opere e servizi ad esse collegate (viabilità

illuminazione, aree a verde, ecc.);

Serra Botanica, finalizzata alla conoscenza delle specie autoctone comuni e rare

per scopi didattici e turistici;

Sentiero storico-naturalistico di collegamento con la “Fonte” dell’acquedotto

lorenese.

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Descrizione generale del SIR 125 (SIC-ZPS IT51A0025) Monte Argentario, Isolotto di Porto Ercole e Argentarola

4. DESCRIZIONE GENERALE DEL SIR 125 (SIC-ZPS IT51A0025)

MONTE ARGENTARIO, ISOLOTTO DI PORTO ERCOLE E

ARGENTAROLA

4.1 LOCALIZZAZIONE E TIPOLOGIA

Provincia: Grosseto

Comune: Monte Argentario

Altitudine max (m slm): 635

Altitudine min (m slm): 0

Superficie (ha): 5.723

Tipo Sito: SIC coincidente con una ZPS

Regione biogeografica: Mediterranea

4.2 DESCRIZIONE GENERALE

Il Sito include interamente (a esclusione dei principali nuclei abitati) il promontorio calcareo

di Monte Argentario, la cui particolare posizione geografica e l’evoluzione geomorfologica

rispetto alla terraferma (isola fossile) hanno determinato una particolare composizione dei

popolamenti floristici e faunistici. Il perimetro del Sito include anche gli isolotti di Porto

Ercole e dell’Argentarola, dove nidificano alcune coppie di berta maggiore (Calonectris

diomedea) e di berta minore (Puffinus yelkouan) ed è presente il tarantolino (Euleptes

europaea). La maggiore peculiarità è riscontrabile nella presenza di forme vegetali e animali

sardo-corse o endemiche delle coste tirreniche, quali ad esempio Biscutella mollis,

Helichrysum litoreum, Limonium multiforme, Santolina etrusca, Ophrys crabronifera, Ophrys

tyrrena, Coenonympha elbana, Discoglossus sardus, Phyllodactylus europaeus, Sylvia sarda.

La notevole diversità di specie di valore conservazionistico, ed in particolare di specie

vegetali, di rettili e di uccelli, e la diversità degli habitat, compresi due habitat di interesse

comunitario prioritari (5230 Matorral arborescenti di Laurus nobilis e 6220 Percorsi

substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea) hanno contribuito

all’inclusione dell’Argentario e degli isolotti satelliti tra le “Aree con particolare

concentrazione di elementi di attenzione” (Università degli Studi di Firenze, Museo di Storia

Naturale 2003). La presenza di estese superfici occupate da tipica vegetazione mediterranea in

ottimo stato di conservazione (ad es. garighe e macchia mediterranea bassa) ed il notevole

sviluppo delle coste rocciose costituiscono elementi di elevato interesse non solo naturalistico

ma anche paesaggistico (Regione Toscana, 1994; Giusti, 1993).

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Descrizione naturalistica dell’area oggetto di intervento

4.3 DESCRIZIONE NATURALISTICA DELL’AREA OGGETTO DI

INTERVENTO

L’area di Le Piane – Terrarossa, cioè il territorio compreso fra Pod. Poggio Tondo, Punta

degli Stretti, il promontorio di Terrarossa e l’area del depuratore e della ex discarica,

delimitato a nord dalla Laguna e a sud dall’inizio dei rilievi più aspri, è quella che è stata e

che in parte è ancora maggiormente interessata da interventi e previsioni di trasformazione del

territorio.

Si tratta di un’area con caratteristiche peculiari, in quanto rispetto all’intero SIR comprende le

uniche zone più o meno pianeggianti, coltivate o incolte, di una certa estensione.

L’area del nuovo ambito urbano comprende, oltre alle porzioni urbanizzate, rappresentate

dall’abitato di Terrarossa, da una cava e da aree per servizi (depuratore, stazione ecologica),

dalla strada vicinale di accesso agli impianti sportivi (Argentario Golf, Polo), dalla S.P. 440 di

Porto S. Stefano, ambienti agricoli e naturali, costituiti da un giovane oliveto di pianura e da

uno maturo di versante, un incolto, una porzione a macchia bassa e gariga, una stretta fascia

boscata a dominanza di leccio con latifoglie decidue.

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Verifica (screening): valutazione sintetica della significatività dei possibili effetti

5. VERIFICA (SCREENING): VALUTAZIONE SINTETICA DELLA

SIGNIFICATIVITÀ DEI POSSIBILI EFFETTI

Seguendo la metodologia espressa al cap. 2 del Manuale per la gestione dei Siti Natura 2000

(a cura del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Direzione Conservazione

della Natura) e nella Guida metodologica della Commissione Europea (Commissione

Europea, DG Ambiente, 2002), ed in base a quanto contenuto nel capitolo 4 (caratteristiche

generali del Sito) e nel capitolo 5 (caratteristiche dell’area di studio), si può sinteticamente

affermare che la Variante in esame:

non è connesso/necessario alla gestione del Sito;

può determinare perturbazione permanente alle specie e all’integrità del Sito, in base a

quanto descritto nel cap. 3 (descrizione del progetto), ed in particolare al consumo di

suolo e al disturbo antropico.

Risulta quindi necessario procedere alla fase successiva, di valutazione completa, che

analizzi nel dettaglio le caratteristiche del Sito e valuti l’entità dei possibili impatti.

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Descrizione analitica del SIR (SIC-ZPS IT51A0025) “Monte Argentario, Isolotto di Porto Ercole e Argentarola”

6. DESCRIZIONE ANALITICA DEL SIR (SIC-ZPS IT51A0025) MONTE ARGENTARIO, ISOLOTTO DI

PORTO ERCOLE E ARGENTAROLA

6.1 HABITAT DI INTERESSE

Tabella 2 Habitat di interesse comunitario presenti nel Sito, relativa copertura percentuale e valutazione del Sito

Nome dell’habitat Codice CORINE

Biotopes

Codice

NATURA 2000

Habitat

Prioritario Copertura

(ha) Rappresentatività

Superficie

relativa

Stato di

conservaz.

Valutazione

globale

Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee

(con Limonium spp., endemici) 18.22 1240 171,69 A C A A

Matorral arborescenti di Juniperus spp. 32.132 5210 144,46 B C B B

Matorral arborescenti di Laurus nobilis 32.18 5230 57,23 A C A A

Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere 32.317 5320 228,92 A C A B

Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 32.22

5330 1.316,29 A C A A 32.23

Percorsi substeppici di graminacee e piante annue

dei Thero-Brachypodietea 34.5 6220 572,3 A C A A

Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 62.1 8210 114,46 B C A A

Grotte non ancora sfruttate a livello turistico 65 8310 n. 3 C C C C

Foreste di Quercus ilex et Quercus rotundifolia 45.3 9340 686,76 B C B B

Rappresentatività = A: eccellente; B: buona; C: significativa; D: non significativa; Superficie relativa = rispetto alla superficie totale a livello nazionale. A: 100>p>15%; B: 15>p>2%; C:

2>p>0%; D: non significativa; Stato di conservazione = A: eccellente; B: buona; C: media o ridotta; Valutazione globale = A: eccellente; B: buono; C: significativo.

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Descrizione analitica del SIR (SIC-ZPS IT51A0025) “Monte Argentario, Isolotto di Porto Ercole e Argentarola”

Figura 1. Vegetazione dell’area di studio, con indicazione degli habitat di interesse comunitario presenti.

In nero il perimetro del nuovo ambito urbano.

Codice Legenda

01

Boschi misti mesofili di leccio (Quercus ilex) e/o sughera (Quercus suber) con latifoglie decidue

(Quercus pubescens, Ostrya carpinifolia, Populus tremula, Acer campestre, Castanea sativa, Fraxinus

ornus, ecc.) /Asplenio-Quercetum ilicis, variante a Laurus nobilis / habitat Natura 2000: 9340

02 Boschi a dominanza di leccio e/o sughera / Viburno-Quercetum ilicis; Fraxino orni-Quercetum ilicis

03

Macchia mediterranea di discreto sviluppo, (macchia alta), a copertura continua, generalmente a

dominanza di leccio (Quercus ilex) e secondariamente di corbezzolo (Arbutus unedo) / Fraxino orni-

Quercetum ilicis arbutetosum unedonis; Erico-Arbutetum quercetosum ilicis

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Codice Legenda

04

Macchia mediterranea bassa, a copertura continua, generalmente a dominanza di sclerofille arbustive

(Erica sp. pl., Pistacia lentiscus, Phillyrea sp. pl., Olea europea var. sylvestris, Rhamnus alaternus, ecc.)

/ Erico-Arbutetum, Cisto salvifolii-Ericetum arboreae; Oleo-Ceratonion

05

Macchie basse rade e garighe, generalmente dominate da rosmarino (Rosmarinus officinalis), eriche

(Erica sp. pl.) e cisti (Cistus sp. pl.) / Erico multiflorae-Rosmarinetum officinalis; Amplelodesmo

mauritanici-Ericetum multiflorae; Cisto salvifolii-Ericetum arboreae, incluse le aree caratterizzate da

mosaico con praterie xeriche ad Ampelodesmos mauritanicus (Psoraleo bituminosae-Ampelodesmetum

mauritanici) / include anche habitat Natura 2000: 5330

06 Praterie xeriche generalmente dominate da Ampelodesmos mauritanicus / Psoraleo bituminosae-

Ampelodesmetum mauritanici) / habitat Natura 2000: 5330

07 Siepi o filari alberati (eucalipto, sughera, leccio, olmo campestre, pino domestico, pino d’Aleppo,

cipresso, ecc.)

08 Arbusteti di colonizzazione / Prunetalia spinosae; Quercion ilicis

09 Incolti

10 Formazioni igrofile a dominanza di cannuccia di palude (Phragmites australis) / Phragmitetalia;

Juncetalia maritimi

11 Vegetazione suffruticosa ed erbacea alofila / Sarcocornietea fruticosae; Juncetalia maritimi

12

Vegetazione casmo-litofila a bassa copertura di rupi e falesie / Oleo-Ceratonion; Teucrio fruticantis-

Juniperetum phoeniceae; Chritmo-Limonietum multiformis; Anthyllido barbaejovis-Helichrysetum

pseudolitorei; Globulario alypi-Anthyllidetum barbajovis

13 Aree urbanizzate con vegetazione arborea di impianto antropico e vegetazione naturale legnosa ed

erbacea; parchi urbani

14 Prati-pascoli e prati da sfalcio

15 Colture erbacee ed arboree

16 Aree estrattive, cave, discariche, aree degradate

17 Siti urbanizzati ed industriali

18 Impianti sportivi: Argentario Golf Resort & SPA, Argentario Polo Club, campo di calcio Le Piane

La presenza di 9 habitat di interesse comunitario testimonia la buona naturalità di gran parte

degli ambienti del Sito. Due di questi habitat sono prioritari20

: 5230 “Matorral arborescenti di

Laurus nobilis” e 6220 “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-

Brachypodietea”, tutti e due assenti dall’ambito urbano in esame.

20 Habitat naturali che rischiano di scomparire a livello comunitario e per la cui conservazione la Comunità ha una

responsabilità particolare a causa dell'importanza della parte della loro area di distribuzione compresa nel territorio

comunitario.

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Tutti gli habitat di cui alla tabella sono anche di interesse regionale21

, in base alla L.R.

56/2000 e succ. modif. e alla Delib. 68/2005 22

.

Gli habitat elencati rappresentano le quattro tipologie ambientali dominanti del Sito: le

scogliere, le macchie, le garighe e i boschi.

Occorre precisare che l’habitat 5330 (Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici) è stato

suddiviso in due sottotipi in accordo con il Manuale d’interpretazione degli habitat della

Commissione Europea, poiché tale suddivisione permette di distinguere due tipi di habitat fra

loro ben distinti e con una diffusione assai diversa nel Sito: cenosi a dominanza di Euphorbia

dendroides (cod. CORINE Biotopes 32.22) e garighe dominate da Ampelodesmos

mauritanicus (cod. CORINE Biotopes 32.23).

Secondo il manuale citato, inoltre, tutti i boschi di leccio e anche gli stadi di degradazione

(macchie) possono rientrare nell’habitat 9340, ma data la notevole distribuzione regionale,

nell’allegato A-1 della Legge Regionale 56/2000 è stato limitato l’interesse a quelli mesofili,

più rari, qui presenti alle posizioni più fresche e/o più elevate. Il nome regionale di tale habitat

rende conto di tale precisa indicazione: “Boschi mesofili a dominanza di Quercus ilex con

Ostrya carpinifolia e /o Acer sp.pl”.

21 Ambienti terrestri o acquatici che si distinguono per le loro caratteristiche geografiche, abiotiche o biologiche, interamente

naturali o seminaturali, per i quali nel territorio regionale si verifichi una delle seguenti condizioni: 1) rischino di scomparire

nella loro area di distribuzione naturale; 2) abbiano un’area di distribuzione ridotta a seguito della loro regressione o per il

fatto che la loro area è intrinsecamente ristretta; 3) costituiscano esempi notevoli di caratteristiche tipiche del territorio

regionale

22 Deliberazione 19 luglio 2005, n. 68 “Legge regionale 6 aprile 2000, n. 56 relativa alle norme per la conservazione e la

tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche - aggiornamento dell’allegato A punto 1 “Lista

degli habitat naturali e seminaturali”. Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n. 34 del 24 agosto 2005.

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6.2 FLORA DI INTERESSE

Nel Sito in esame sono segnalate una specie di interesse comunitario e 108 specie di interesse

regionale.

Tabella 3 Specie di flora di interesse comunitario

Nome scientifico All. II Popolazione Conservaz. Isolamento Globale

Petalophyllum ralfsii • C B C B

All. II = specie inclusa nell’All. II della Direttiva 92/43/CEE - 97/62/CEE e nell’All. B del DM 20/1999.

Tabella 4 Specie di flora di interesse regionale

Nome scientifico ATL-ITA REN LR

Aeluropus litoralis VU

Anthyllis barba-jovis

Arthrocnemum macrostachyum°

Atriplex halimus°

Atriplex rosea°

Atropa belladonna°

Bellevalia romana°

Biscutella cichorifolia VU

Biscutella mollis

Brassica incana

Carduus cephalanthus°

Carex pallescens°

Centaurea aplolepa ssp. cosana

Centaurea paniculata var. litigiosa LR

Cerastium luridum°

Chamaerops humilis VU

Cheilanthes acrostica

Cheilanthes marantae (= Notholaena marantae)° LR

Cirsium palustre°

Cladium mariscus LR

Cneorum tricoccon

Convolvulus cneorum LR LR

Convolvulus pentapetaloides*

Coris monspeliensis

Crepis bursifolia*

Crucianella maritima° VU

Dactylorhiza romana°

Daphne sericea°

Digitalis lutea ssp. australis°

Elymus pycnanthus (=Agropyron pungens)°

Erodium acaule°

Eryngium maritimum° VU

Erysimum pseudorhaeticum

Euphorbia dendroides

Euphorbia paralias° VU

Euphorbia pinea°

Ferula glauca

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Nome scientifico ATL-ITA REN LR

Galium scabrum°

Helichrysum litoreum (incl. H. pseudolitoreum) LR

Helichrysum stoechas var. psammiticum°

Helleborus bocconei°

Hyoseris baetica LR

Inula crithmoides°

Isoetes duriei VU

Isolepis setacea° LR

Kundmannia sicula°

Laurentia gasparrinii (= Solenopsis laurentia)

Laurus nobilis°

Lavatera punctata° LR

Lilium bulbiferum var. croceum

Limonium multiforme LR LR

Limonium narbonense°

Linaria purpurea ssp. cossonii

Lonicera periclymenum°

Lupinus micranthus°

Malva cretica°

Matthiola incana

Matthiola sinuata VU

Medicago marina° VU

Narcissus serotinus° VU

Narcissus tazetta°

Oenanthe lachenalii° VU

Onosma echioides

Ophrys exaltata ssp. tyrrhena° LR

Ophrys holoserica ssp. parvimaculata° LR

Opopanax chironium°

Orchis laxiflora VU

Orchis papilionacea° VU

Orchis pauciflora°

Orchis provincialis°

Ornithogalum comosum°

Ornithogalum orthophyllum° LR VU

Otanthus maritimus

Pancratium maritimum

Phyllitis sagittata VU VU

Polygala flavescens°

Polygonatum odoratum

Polygonum romanum°

Pseudorlaya pumila°

Puccinellia convoluta°

Ranunculus ophioglossifolius° VU

Romulea rollii°

Salvia pratensis subsp. haematodes°

Salvia virgata°

Sarcocornia fruticosa (=Arthrocnemum fruticosum)°

Sarcocornia perennis (=Arthrocnemum perennis)°

Santolina etrusca LR

Scabiosa cretica

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Nome scientifico ATL-ITA REN LR

Scirpus fluitans (= Isolepis fluitans) EW EW

Senecio bicolor ssp. cineraria°

Serapias cordigera° VU

Serapias neglecta°

Serapias vomeracea° LR

Silene sedoides°

Simethis mattiazzi (=S. planifolia)

Spergularia salina°

Sternbergia lutea°

Suaeda maritima°

Sucowia balearica

Thymelaea hirsuta

Tragopogon hybridus°

Triglochin bulbosum ssp. barrelieri°

Tuberaria lignosa

Urginea maritima° VU

Vinca minor°

Vitex agnus-castus°

Vulpia alopecuros° LR

Zannichellia palustris° VU

Specie di Interesse Regionale = specie inclusa nell’All. A3 L.R. 56/2000; ATL-ITA= specie inclusa nell’Atlante delle

specie a rischio di estinzione (Scoppola e Spampinato, 2005); REN = Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO); LR =

specie inserita nelle Liste rosse regionali delle piante d’Italia (Conti et al., 1997).

EW = estinta in natura; LR = a minor rischio; VU = vulnerabile

° = specie non inserita nel formulario Natura 2000 ma presente nei dati raccolti per il presente studio.

Tabella 5 Rapporto tra specie di flora di interesse e habitat

Nome scientifico Tipologie vegetazionali in cui si localizza la specie nel Sito

Aeluropus litoralis salicornieti e altra vegetazione alofila

Anthyllis barba-jovis macchie, garighe, rupi, scogliere

Arthrocnemum macrostachyum° canneti, salicornieti e altra vegetazione alofila

Atriplex halimus° canneti, salicornieti e altra vegetazione alofila

Atriplex rosea° macchie, garighe, ampelodesmeti, spiagge

Atropa belladonna° boschi

Bellevalia romana° macchie, garighe, ampelodesmeti, incolti

Biscutella cichorifolia macchie, garighe, ampelodesmeti

Biscutella mollis macchie, garighe, ampelodesmeti, incolti

Brassica incana macchie, garighe, rupi, scogliere

Carduus cephalanthus° macchie, garighe, ampelodesmeti, incolti

Carex pallescens° canneti a cannuccia di palude o a canna domestica

Centaurea aplolepa ssp. cosana macchie, garighe, ampelodesmeti

Centaurea paniculata var. litigiosa macchie, garighe, ampelodesmeti, rupi, scogliere

Cerastium luridum° macchie, garighe, ampelodesmeti, rupi, scogliere

Chamaerops humilis macchie, garighe, rupi, scogliere

Cheilanthes acrostica macchie, garighe, rupi, scogliere

Cheilanthes marantae (= Notholaena marantae)° macchie, garighe, rupi, scogliere

Cirsium palustre° canneti a cannuccia di palude

Cladium mariscus canneti a cannuccia di palude

Cneorum tricoccon macchie, garighe, ampelodesmeti, rupi, scogliere

Convolvulus cneorum macchie, garighe, ampelodesmeti, rupi, scogliere

Convolvulus pentapetaloides* incolti, oliveti

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Coris monspeliensis macchie, garighe, ampelodesmeti, rupi, scogliere

Crepis bursifolia* prati aridi, incolti

Crucianella maritima° spiagge

Dactylorhiza romana° macchie, garighe, ampelodesmeti, incolti

Daphne sericea° macchie, garighe, ampelodesmeti

Digitalis lutea ssp. australis° boschi, macchie

Elymus pycnanthus (=Agropyron pungens)° canneti, salicornieti e altra vegetazione alofila

Erodium acaule° macchie, garighe, ampelodesmeti, incolti, rupi, scogliere

Eryngium maritimum° spiagge

Erysimum pseudorhaeticum macchie, garighe, ampelodesmeti, rupi, scogliere

Euphorbia dendroides rupi, scogliere

Euphorbia paralias° spiagge

Euphorbia pinea° macchie, garighe, spiagge, rupi, scogliere

Ferula glauca macchie, garighe, ampelodesmeti, rupi, scogliere

Galium scabrum° boschi, macchie, garighe, ampelodesmeti

Helichrysum litoreum (incl. H. pseudolitoreum) macchie, garighe, rupi, scogliere

Helichrysum stoechas var. psammiticum° spiagge

Helleborus bocconei° boschi, macchie

Hyoseris baetica rupi, scogliere

Inula crithmoides° canneti, salicornieti e altra vegetazione alofila

Isoetes duriei macchie, garighe, ampelodesmeti

Isolepis setacea° macchie, garighe, ampelodesmeti

Kundmannia sicula° macchie, garighe, ampelodesmeti

Laurentia gasparrinii (= Solenopsis laurentia) boschi, macchie,canneti a canna domestica

Laurus nobilis° boschi

Lavatera punctata° siepi, incolti, campi coltivati

Lilium bulbiferum var. croceum boschi

Limonium multiforme rupi, scogliere

Limonium narbonense° canneti, salicornieti e altra vegetazione alofila

Linaria purpurea ssp. cossonii macchie, garighe, ampelodesmeti, spiagge

Lonicera periclymenum° boschi, macchie

Lupinus micranthus° macchie, garighe, ampelodesmeti

Malva cretica° macchie, garighe, ampelodesmeti

Matthiola incana spiagge

Matthiola sinuata spiagge

Medicago marina° spiagge

Narcissus serotinus° garighe, ampelodesmeti

Narcissus tazetta° garighe, ampelodesmeti, rupi, scogliere

Oenanthe lachenalii° canneti a cannuccia di palude

Onosma echioides macchie, garighe, ampelodesmeti

Ophrys exaltata ssp. tyrrhena° macchie, garighe, ampelodesmeti, parchi

Ophrys holoserica ssp. parvimaculata° macchie, garighe, ampelodesmeti, parchi

Opopanax chironium° macchie, garighe, ampelodesmeti

Orchis laxiflora macchie, garighe, ampelodesmeti, parchi

Orchis papilionacea° macchie, garighe, ampelodesmeti, parchi

Orchis pauciflora° macchie, garighe, ampelodesmeti, parchi

Orchis provincialis° macchie, garighe, ampelodesmeti, parchi

Ornithogalum comosum° macchie, garighe, ampelodesmeti, parchi

Ornithogalum orthophyllum° macchie, garighe, ampelodesmeti

Otanthus maritimus spiagge

Pancratium maritimum spiagge

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Phyllitis sagittata macchie, garighe, ampelodesmeti, parchi

Polygala flavescens° macchie, garighe, ampelodesmeti

Polygonatum odoratum boschi

Polygonum romanum° macchie, garighe, ampelodesmeti, spiagge

Pseudorlaya pumila° macchie, garighe, ampelodesmeti

Puccinellia convoluta° canneti, salicornieti e altra vegetazione alofila

Ranunculus ophioglossifolius° canneti a cannuccia di palude

Romulea rollii° spiagge

Salvia pratensis subsp. haematodes° macchie, garighe, ampelodesmeti, incolti

Salvia virgata° macchie, garighe, ampelodesmeti

Sarcocornia fruticosa (=Arthrocnemum fruticosum)° salicornieti e altra vegetazione alofila

Sarcocornia perennis (=Arthrocnemum perennis)° salicornieti e altra vegetazione alofila

Santolina etrusca boschi, macchie

Scabiosa cretica macchie, garighe, ampelodesmeti

Scirpus fluitans (= Isolepis fluitans) paludi, corsi d’acqua, ambienti ripariali

Senecio bicolor ssp. cineraria° rupi, scogliere

Serapias cordigera° macchie, garighe, ampelodesmeti

Serapias neglecta° macchie, garighe, ampelodesmeti

Serapias vomeracea° macchie, garighe, ampelodesmeti

Silene sedoides° rupi, scogliere

Simethis mattiazzi (=S. planifolia) boschi, macchie

Spergularia salina° canneti, salicornieti e altra vegetazione alofila

Sternbergia lutea° prati aridi, garighe, margini boschivi, ambienti ruderali

Suaeda maritima° canneti, salicornieti e altra vegetazione alofila

Sucowia balearica macchie, garighe, ampelodesmeti, rupi, scogliere

Thymelaea hirsuta macchie, garighe, rupi, scogliere

Tragopogon hybridus° macchie, garighe, ampelodesmeti

Triglochin bulbosum ssp. barrelieri° salicornieti e altra vegetazione alofila

Tuberaria lignosa macchie, garighe, ampelodesmeti,

Urginea maritima° macchie, garighe, ampelodesmeti,

Vinca minor° boschi, macchie

Vitex agnus-castus° canneti a cannuccia di palude o a canna domestica

Vulpia alopecuros° macchie, garighe, ampelodesmeti

Zannichellia palustris° stagni

° = specie non inserita nel formulario Natura 2000 ma presente nei dati raccolti per il presente studio

* = specie segnalate in passato ma non confermate dopo gli anni ’60 del XX secolo.

Tabella 6 Altre specie importanti di flora presenti nel Sito

Nome scientifico All. IV All. V End Conv REN Altro Achillea macrophilla

Anthriscus nemorosa

Asteriscus maritimus°

Brachypodium phoenicoides

Coronilla juncea

Crucianella latifolia

Dianthus longicaulis

Euphorbia cuneifolia

Euphorbia pterococca*

Fumaria petteri

Geranium lanuginosum

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Nome scientifico All. IV All. V End Conv REN Altro Juncus fontanesii°

Lathyrus hybridum°

Lathyrus gorgoni

Medicago sativa subsp. glomerata°

Melilotus segetalis

Misopates calycinum

Oenanthe globulosa

Ononis minutissima

Ophrys lutea ssp. minor°

Ophrys saratoi

Ornithogalum arabicum

Panicum repens

Papaver pinnatifidum

Plantago macrorhiza

Platanthera chlorantha

Scolymus grandiflorus*

Thapsia garganica

Thesium humile*

All. IV = specie particolarmente protetta, inserita nell’Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE;

All. V = specie inserita nell’Allegato V della Direttiva 92/43/CEE;

End = Specie endemica

Conv = Convenzioni internazionali

REN = Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO)

Altro = Altri motivi (ad esempio specie specie inserita nel nel Libro rosso delle piante d’Italia (Conti et al., 1992) o nel Libro

rosso delle piante d’Italia (Conti et al., 1992); specie rara alla scala locale, specie particolarmente vulnerabile, ecc.)

Petalophyllum ralfsii. Specie di interesse comunitario, è una specie trovata in Italia nei primi

anni del ‘900, e nello stesso periodo segnalata per il Tombolo della Feniglia (Sommier, 1902),

dove era stata trovata “nascosto dai muschi e dalle piante della microflora, nonché sotto le

foglie morte degli arbusti della macchia". Successivamente, in Toscana, è stata ritrovata solo

alla Feniglia (Aleffi ined.). Si tratta di una specie che vive su terreno sabbioso umido, in

prossimità di laghetti e zone umide ed è quindi probabile che alla Feniglia si possa trovare

negli stagni retrodunali che si formano in primavera e nella macchia in quelle pozze

temporanee che si formano spesso nelle radure. Poi, quando questi si asciugano, essa

scompare, trattandosi di una specie effimera legata strettamente a questi ambienti umidi

temporanei.

Secondo la Deliberazione G.R. n. 644 del 2004 relativa all’attuazione della LR 56/2000, le

“principali emergenze” fra le specie floristiche presenti nel sito sono:

Phyllitis sagittata (scolopendria minore) - Specie rara, a distribuzione mediterranea, propria di

zone umide ed ombrose, su substrato calcareo. In Toscana è presente nelle isole di Gorgona e

Pianosa, sul Promontorio di Piombino e al M. Argentario.

Coronilla juncea (cornetta giunchiforme) – Specie mediterraneo-occidentale, presente in

Italia solo sul Monte Argentario (rupi calcaree ai margini di garighe).

Misopates calycinum (gallinetta calicina) - Specie mediterraneo-occidentale, in Toscana è

presente soltanto sul Monte Argentario, con una popolazione molto ridotta e circoscritta.

Scabiosa cretica (vedovina delle scogliere) – Rara specie mediterranea, presente in poche

stazioni italiane e, in Toscana, solo all’Argentario (due stazioni assai ridotte).

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Centaurea aplolepa ssp. cosana – Endemismo maremmano (maremma grossetana e

Argentario).

Centaurea paniculata var. litigiosa - Endemismo esclusivo del Monte Argentario, dove vive,

in stazioni rifugio, su rocce e rupi.

Hyoseris baetica – (radicchio spagnolo) – Specie presente in Toscana in due stazioni

(Ansedonia e Monte Argentario), con pochissimi individui.

Ophrys saratoi - Orchidea di origine ibridogena (O. sphegodes x O. bertolonii), la cui

distribuzione generale non è ancora ben conosciuta. In Toscana è presente soltanto sul Monte

Argentario, con un popolamento limitato.

Cneorum tricoccon (timelea tricocca) – Specie presente in Toscana solo in tre Siti (Monte

Argentario, isole di Giannutri e di Montecristo).

Convolvulus cneorum (vilucchio turco) – Rara specie mediterranea, in Toscana è presente

solo sul Monte Argentario, dove si ritrova sulle rupi marittime.

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6.3 FAUNA DI INTERESSE

Tabella 7 Specie di avifauna di interesse (comunitario e/o regionale) e specie migratrici non di interesse

(Specie di interesse: All. I Direttiva 2009/147/CE; All. A2 L.R. 56/2000. Specie migratrici: art. 4, punto 2, Direttiva

2009/147/CE).

Nome scientifico Nome italiano Specie di Interesse Fenologia Valore

Globale Comunitario Regionale Sed RN Mig N Sve Mig

Insetti (Ortotteri)

Capraiacris baccettii P C

Insetti (Lepidotteri)

Euplagia quadripunctaria* C B

Charaxes jasius R B

Coenonympha elbana P C

Insetti (Coleotteri)

Entomoculia toscanensis R

Hoplia minuta P

Icosium tomentosum P

Leptotyphlus tyrrhenicus P

Lophyridia litoralis nemoralis P

Lucanus cervus P B

Lucanus tetraodon P

Troglorhynchus stolzi

Vulda holdhausi R

Crostacei

Potamon fluviatile P

Gasteropodi

Chilostoma planospira P

Hypnophila dohrni P

Marmorana saxetana P

Oxychilus majori R

Siciliaria paestana P

Solatopupa juliana P

Vertigo angustior C B

Vertigo moulinsiana° P

Xerosecta contermina P

Anfibi

Bufo viridis° Rospo smeraldino°

Discoglossus sardus Discoglosso sardo R C

Rettili

Caretta caretta*° Tartaruga comune*° V D

Coronella austriaca° Colubro liscio° R C

Coronella girondica Colubro di Riccioli R C

Dermochelys coriacea Tartaruga liuto V D

Elaphe quatuorlineata Cervone P C

Euleptes (Phyllodactylus)

europaea Tarantolino R C

Podarcis muralis Lucertola muraiola C C

Podarcis sicula Lucertola campestre C C

Testudo hermanni Testuggine comune R C

Uccelli

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Nome scientifico Nome italiano Specie di Interesse Fenologia Valore

Globale Comunitario Regionale Sed RN Mig N Sve Mig

Calonectris diomedea Berta maggiore P C

Puffinus yelkouan Berta minore 2 cp. D

Circaetus gallicus Biancone 1-5 i C C

Circus cyaneus Albanella reale DD C

Milvus milvus Nibbio reale P P C

Falco tinnunculus Gheppio C B

Falco naumanni* Grillaio* P C

Falco peregrinus Falco pellegrino P C

Larus audouinii* Gabbiano corso* C C

Columba livia Piccione selvatico 1-5 cp. C

Apus melba Rondone maggiore P P B

Apus pallidus Rondone pallido P P B

Otus scops Assiolo P B

Caprimulgus europaeus Succiacapre P P D

Anthus campestris Calandro P P C

Hirundo daurica Rondine rossiccia V D

Oenanthe hispanica Monachella C B

Monticola solitarius Passero solitario P B

Sylvia sarda Magnanina sarda P B

Sylvia undata Magnanina C C

Sylvia conspicillata Sterpazzola di Sardegna V C

Sylvia hortensis° Bigia grossa°

Lanius collurio Averla piccola P D

Lanius minor Averla cenerina C C

Lanius senator Averla capirossa C B

Corvus corax Corvo imperiale DD D

Tichodroma muraria Picchio muraiolo P B

Emberiza hortulana Ortolano DD DD C

Emberiza melanocephala Zigolo capinero V D

Mammiferi

Hystrix cristata Istrice C C

Miniopterus schreibersii Miniottero di Schreiber R C

Myotis capaccinii Vespertilio di Capaccini V C

Myotis myotis Vespertilio maggiore R C

Muscardinus avellanarius Moscardino P C

Mustela putorius Puzzola V C

Rhinolophus ferrumequinum Rinolofo maggiore R C

Rhinolophus hipposideros Rinolofo minore V C

Tadarida teniotis Molosso di Cestoni P C

Specie di Interesse Comunitario = All. II Direttiva 92/43/CEE; All. I Direttiva 2009/147/CE; All. B DM 20/1999. Per il

codice vedere Appendice C Formulario standard Natura 2000

Specie di Interesse Regionale = All. A2 L.R. 56/2000.

Uccelli migratori: di cui all’art. 4, punto 2, della Direttiva 2009/147/CE.

Sed RN = sedentaria con riproduzione/nidificazione; Migr N = migratrice e nidificante; Sve = svernante; Migr = solo

migratrice; C = comune; i = singoli individui; R = rara; V = molto rara; P = presente; cp = coppia; Valore Globale (per il

Sito): A: eccellente; B: buono; C: significativo; D: popolazione non significativa.

° = specie non inserita nel formulario Natura 2000 ma presente nei dati raccolti per il presente Studio.

* = specie prioritarie (sensu Direttiva 92/43/CEE e uccelli prioritari per i finanziamenti LIFE)

cella vuota = specie non inclusa nell’elenco

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Descrizione analitica del SIR (SIC-ZPS IT51A0025) “Monte Argentario, Isolotto di Porto Ercole e Argentarola”

Tabella 8 Rapporto tra specie di fauna di interesse ed habitat - stato di conservazione*

Nome scientifico Nome italiano Tipologie vegetazionali

in cui si localizza la specie nel Sito Status

Insetti (Ortotteri)

Capraiacris baccettii grotte e caverne

Insetti (Lepidotteri)

Euplagia quadripunctaria* radure boschive, ambienti aperti F

Charaxes jasius boschi, macchie

Coenonympha elbana ampelodesmeti, incolti, prati

Insetti (Coleotteri)

Entomoculia toscanensis suolo (macchia mediterranea)

Hoplia minuta ampelodesmeti, incolti, prati

Icosium tomentosum rupi e scogliere

Leptotyphlus tyrrhenicus suolo (macchia mediterranea)

Lophyridia litoralis nemoralis spiagge

Lucanus cervus boschi, macchie C

Lucanus tetraodon boschi di sughera

Troglorhynchus stolzi Grotte e caverne

Vulda holdhausi (nel suolo, sotto grandi pietre)

Crostacei

Potamon fluviatile corsi d’acqua

Gasteropodi

Chilostoma planospira boschi, macchie

Hypnophila dohrni boschi, macchie

Marmorana saxetana rupi e scogliere

Oxychilus majori macchie, grotte e caverne

Siciliaria paestana macchie

Solatopupa juliana macchie

Vertigo angustior corsi d’acqua F

Vertigo moulinsiana° corsi d’acqua I

Xerosecta contermina spiagge

Anfibi

Bufo viridis° Rospo smeraldino° canneti, corsi d’acqua F

Discoglossus sardus Discoglosso sardo corsi d’acqua I

Rettili

Caretta caretta*° Tartaruga comune*° coste marine DD

Coronella austriaca° Colubro liscio° boschi, macchie, pietraie, ruderi F

Coronella girondica Colubro di Riccioli macchie, garighe, rupi e pietraie, ruderi, coltivi

Dermochelys coriacea Tartaruga liuto coste marine DD

Elaphe quatuorlineata Cervone macchie, garighe, arbusteti, ruderi, margini campestri I

Euleptes europaea Tarantolino boschi, macchie, rupi, edifici C

Podarcis muralis Lucertola muraiola margini boschivi, rupi e pietraie, giardini, muri F

Podarcis sicula Lucertola campestre margini boschivi, rupi e pietraie, giardini, muri, prati F

Testudo hermanni Testuggine comune macchie, garighe I

Uccelli

Calonectris diomedea Berta maggiore scogliere C

Puffinus yelkouan Berta minore scogliere C

Circaetus gallicus Biancone prati, incolti, garighe, boschi I

Circus cyaneus Albanella reale macchie, ampelodesmeti, incolti, prati, coltivi

Milvus milvus Nibbio reale prati, incolti, garighe I

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Descrizione analitica del SIR (SIC-ZPS IT51A0025) “Monte Argentario, Isolotto di Porto Ercole e Argentarola”

Falco tinnunculus Gheppio prati, incolti, garighe F

Falco naumanni* Grillaio* prati, incolti, garighe C

Falco peregrinus Falco pellegrino scogliere (nidificazione) F

Larus audouinii* Gabbiano corso* coste marine I

Columba livia Piccione selvatico rupi e scogliere (nidificazione) C

Apus melba Rondone maggiore rupi e scogliere (nidificazione) I

Apus pallidus Rondone pallido rupi e scogliere (nidificazione) F

Otus scops Assiolo boschi, siepi, edifici F

Caprimulgus europaeus Succiacapre macchie, boschi aperti, coltivazioni arboree C

Anthus campestris Calandro ampelodesmeti, aree percorse da incendi recenti C

(Cecropis) Hirundo daurica Rondine rossiccia ponti, abitati, rupi C

Oenanthe hispanica Monachella ampelodesmeti, aree percorse da incendi recenti,rupi C

Monticola solitarius Passero solitario macchie basse, garighe, ampelodesmeti, rupi, edifici F

Sylvia sarda Magnanina sarda macchie basse, garighe, ampelodesmeti DD

Sylvia undata Magnanina macchie, garighe I

Sylvia conspicillata Sterpazzola di Sardegna macchie basse, garighe, ampelodesmeti DD

Sylvia hortensis° Bigia grossa° (prob. estinta) C

Lanius collurio Averla piccola ampelodesmeti, siepi, arbusteti, incolti, prati, coltivi C

Lanius minor Averla cenerina siepi, incolti, prati C

Lanius senator Averla capirossa macchie basse, garighe, siepi, incolti, prati C

Corvus corax Corvo imperiale rupi e scogliere F

Tichodroma muraria Picchio muraiolo rupi e scogliere I

Emberiza hortulana Ortolano (estinto) C

Emberiza melanocephala Zigolo capinero (prob. estinto) DD

Mammiferi

Hystrix cristata Istrice boschi aperti, incolti, coltivi F

Miniopterus schreibersii Miniottero di Schreiber grotte e caverne, zone aperte C

Myotis capaccinii Vespertilio di Capaccini grotte, stagni e corsi d’acqua, margini boschivi C

Myotis myotis Vespertilio maggiore edifici, grotte e caverne, zone aperte C

Muscardinus avellanarius Moscardino boschi, macchie F

Mustela putorius Puzzola boschi umidi I

Rhinolophus ferrumequinum Rinolofo maggiore edifici, grotte, boschi, macchie I

Rhinolophus hipposideros Rinolofo minore edifici, grotte, boschi aperti, macchie rade, parchi C

Tadarida teniotis Molosso di Cestoni rupi e scogliere F

*stato di conservazione: solo per le specie di interesse comunitario; (Gustin et al., 2009 e 2010; La Posta et al.,

2008);

Status = stato di conservazione nella regione biogeografica mediterranea; C = cattivo; F = Favorevole; I =

Inadeguato.

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Tabella 9 Altre specie importanti di fauna presenti nel Sito

Nome scientifico Nome italiano Pres. All.

IV

All.

V LRI End Conv Altro

Insetti (Coleotteri)

Asaphidion festivum P

Rettili

Hierophis viridiflavus Biacco C

Pres. = presenza; LR1 = Specie inserita nel Libro rosso della Fauna italiana (Bulgarini et al., 1998) o nel Libro

rosso degli animali d’Italia – Invertebrati (Cerfolli et al., 2002) o nella Lista Rossa 2011 degli Uccelli nidificanti

in Italia (Peronace et al., 2012); End = Specie endemica; Conv = Convenzioni internazionali; Altro = Altri

motivi (ad es. SPEC, specie ornitica di interesse conservazionistico in Europa); C = comune; R = raro; V =

molto raro.

Nell’area di Terrarossa (Le Piane, campo da golf) sono segnalati gheppio, assiolo,

succiacapre, averla piccola, cervone, istrice, testuggine terrestre

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Le norme tecniche da adottare per la conservazione del Sito

7. LE NORME TECNICHE DA ADOTTARE PER LA

CONSERVAZIONE DEL SITO

Di seguito vengono riprese le indicazioni sulle principali emergenze naturalistiche, sulle

principali criticità e sulle principali misure di conservazione da adottare, contenute nella

deliberazione G.R. 644/2004.

Principali elementi di criticità interni al sito

Presenza di edificato sparso, spesso di tipo residenziale, soprattutto lungo la costa.

Turismo di massa estivo, con forte carico nelle aree servite dalla viabilità, e abbondante presenza di natanti,

lungo tutta la costa.

Frequenti incendi distruttivi.

Abbandono di aree precedentemente coltivate (spesso con terrazzamenti) e pascolate.

Rimboschimenti di conifere.

Diffusione di specie alloctone.

Stazione di specie di flora rare o esclusive, con popolamenti esigui ed estremamente vulnerabili.

Principali elementi di criticità esterni al sito

Presenza di centri abitati e insediamenti turistici con potenziali ed ulteriori ampliamenti.

Principali obiettivi di conservazione

a) Conservazione degli endemismi esclusivi o a distribuzione ristretta di flora e fauna (importanza molto

elevata).

b) Mantenimento/recupero degli habitat prioritari (praterie) e delle specie floristiche rare (importanza molto

elevata).

c) Mantenimento/incremento di un mosaico ambientale complesso, con sufficiente presenza dei diversi stadi

delle successioni vegetazionali e di zone agricole (importanza molto elevata).

d) Mantenimento degli elevati livelli di naturalità delle zone meno antropizzate (importanza molto elevata).

e) Limitazione degli interventi di rimboschimento, da effettuare nei soli casi di evidente necessità, e

rinaturalizzazione degli impianti esistenti di conifere (importanza media).

Indicazioni per le misure di conservazione

f) Verifica e limitazione di ulteriori programmi di sviluppo d’insediamenti turistici, viabilità, ecc., con

particolare attenzione per la tutela delle zone meno antropizzate, delle aree costiere e degli endemismi

(importanza molto elevata).

g) Incentivazione/promozione delle attività agricole a basso impatto verificando, in particolare, la possibilità di

ripristino di attività zootecniche che consentano il mantenimento di praterie e garighe (importanza molto

elevata).

h) Tutela delle formazioni vegetazionali più evolute, in particolare, delle leccete e dei boschetti di latifoglie, e

avviamento d’interventi di gestione (anche mediante misure contrattuali) finalizzati a incrementarne i livelli

di maturità (elevata).

i) Indagini sulla consistenza e sulla tendenza delle popolazioni delle specie rare di flora (media).

Necessità di Piano di Gestione specifico del sito

Elevata. I diffusi fenomeni di abbandono delle attività agropastorali e lo sviluppo del turismo hanno provocato, e

stanno ancora provocando, rapidi cambiamenti nell’assetto vegetazionale, con conseguente rischio di scomparsa

per alcuni degli habitat e per le specie di maggiore importanza.

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Le norme tecniche da adottare per la conservazione del Sito

Per il Sito in esame, in quanto ZPS, valgono inoltre le Misure vincolanti e inderogabili

approvate dalla Regione Toscana con Deliberazione G.R. 454/2008, in base a quanto previsto

dall’ art. 5 del Decreto 17 Ottobre 2007 del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del

Territorio e del Mare.

Le Misure23

prevedono, per tutte le ZPS, il divieto di:

1. effettuare l’apertura anticipata della caccia di cui all’articolo 8 della Legge Regionale 10

giugno 2002, n. 20;

2. esercitare l'attività venatoria nel mese di Gennaio, con l'eccezione della caccia da

appostamento fisso e temporaneo e in forma vagante per due giornate, prefissate dal

calendario venatorio, alla settimana (…);

3. esercitare prelievi in deroga ai sensi dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera c) della Direttiva

79/409/CEE;

4. utilizzo di munizionamento a pallini di piombo all'interno delle zone umide, quali laghi,

stagni, paludi, acquitrini, lanche e lagune d'acqua dolce, salata, salmastra, nonché nel

raggio di 150 metri dalle rive più esterne;

5. effettuare la pratica dello sparo al nido nello svolgimento dell’attività di controllo

demografico delle popolazioni di corvidi;

6. effettuare ripopolamenti a scopo venatorio, ad esclusione di quelli effettuati all’interno di

istituti faunistici privati, e di quelli effettuati con fauna selvatica proveniente dalle zone di

ripopolamento e cattura;

7. abbattere esemplari appartenenti alle specie Combattente e Moretta;

8. svolgere attività di addestramento di cani da caccia, con o senza sparo, prima della

seconda domenica di Settembre e dopo la chiusura della stagione venatoria;

9. costituire nuove zone per l'allenamento e l'addestramento dei cani e per le gare cinofile,

nonché ampliamento di quelle esistenti;

10. distruggere o danneggiare intenzionalmente nidi e ricoveri di uccelli;

11. realizzare nuove discariche o nuovi impianti di trattamento dei rifiuti;

12. realizzare nuovi impianti eolici (…); sono inoltre fatti salvi (…) gli impianti per

autoproduzione con potenza complessiva non superiore a 20 kw;

13. realizzare nuove cave o ampliare quelle esistenti ad eccezione di quelle previste negli

strumenti di pianificazione generali e di settore vigenti alla data di approvazione del

presente atto;

14. svolgere attività di circolazione motorizzata fuori strada ad eccezione dei mezzi agricoli,

di soccorso, di controllo o sorveglianza nonché per l’accesso ai fondi degli aventi diritto.

15. eliminare gli elementi naturali e seminaturali tradizionali degli agro-ecosistemi quali

stagni, maceri, pozze di abbeverata, fossi, muretti a secco, siepi, filari alberati, canneti,

risorgive, fontanili, ecc.;

23 Per facilità di lettura, sono stati esclusi i divieti non pertinenti ai Siti in esame (ad es. relativi ad impianti da sci).

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Le norme tecniche da adottare per la conservazione del Sito

16. eseguire livellamenti non autorizzati dall'ente gestore; sono fatti salvi i livellamenti

ordinari per la preparazione del letto di semina, per la sistemazione dei terreni a risaia e

per le altre operazioni ordinarie collegate alla gestione dei seminativi e delle altre colture

agrarie e forestali;

17. bruciare le stoppie e le paglie, nonché la vegetazione presente al termine dei cicli

produttivi di prati naturali o seminati, sulle superfici specificate (vedi delibera regionale);

18. esercizio della pesca con reti da traino, draghe, ciancioli, sciabiche da natante, sciabiche

da spiaggia e reti analoghe sulle praterie sottomarine, in particolare sulle praterie di

posidonie (Posidonia oceanica) o di altre fanerogame marine;

19. esercizio della pesca con reti da traino, draghe, sciabiche da spiaggia e reti analoghe su

habitat coralligeni e letti di maerl.

A questi divieti si aggiungono i seguenti obblighi e divieti specifici per le ZPS

caratterizzate da presenza di ambienti misti mediterranei e da presenza di colonie di

uccelli marini, quali quella in esame:

1. divieto di eliminazione dei muretti a secco funzionali alle esigenze ecologiche delle specie

di interesse comunitario.

2. obbligo di integrazione degli strumenti di gestione forestale da parte degli enti competenti

ai sensi della LR 39/00 al fine di garantire il mantenimento di una presenza adeguata di

piante morte, annose o deperienti, utili alla nidificazione ovvero all'alimentazione

dell'avifauna nei casi specifici in cui le prescrizioni del Regolamento Forestale della

Toscana siano ritenute insufficienti per la tutela dell'avifauna stessa. Qualora una ZPS o

parte di essa non sia compresa in un'area protetta così come definita ai sensi della LR

49/95 e ricada nel territorio di competenza di una Comunità montana, tale integrazione

deve essere concertata dalla medesima con la Provincia interessata.

3. obbligo di segnalazione delle colonie riproduttive delle seguenti specie di uccelli marini,

con particolare riferimento ai relativi periodi di riproduzione: Uccello delle tempeste

(Hydrobates pelagicus) 15 Marzo-30 Settembre; Berta maggiore (Calonectris diomedea)

15 Aprile – 15 Ottobre; Berta minore (Puffinus puffinus) 1 Marzo – 31 Luglio;

Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis) 1 Gennaio-1 Maggio; Falco della regina

(Falco eleonorae) 15 Giugno-30 Ottobre; Gabbiano corso (Larus audouinii) 15 Aprile-15

Luglio;

4. divieto di accesso per animali da compagnia nonché regolamentazione dell'accesso,

dell'ormeggio, dello sbarco, del transito, della balneazione, delle attività speleologiche, di

parapendio e di arrampicata, nonché del pascolo di bestiame domestico entro un raggio di

100 metri dalle colonie riproduttive delle seguenti specie di uccelli marini, durante i

seguenti periodi di riproduzione e se non per scopo di studio e di ricerca scientifica

espressamente autorizzati dall'ente gestore: Uccello delle tempeste (Hydrobates pelagicus)

15 Marzo-30 Settembre; Berta maggiore (Calonectris diomedea) 15 Aprile – 15 Ottobre;

Berta minore (Puffinus puffinus) 1 Marzo – 31 Luglio; Marangone dal ciuffo

(Phalacrocorax aristotelis) 1 Gennaio-1 Maggio; Falco della regina (Falco eleonorae) 15

Giugno-30 Ottobre; Gabbiano corso (Larus audouinii) 15 Aprile-15 Luglio;

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Le norme tecniche da adottare per la conservazione del Sito

5. obbligo di punti luce schermati verso l'alto e verso il mare e di utilizzo di lampade ai

vapori di sodio a bassa pressione, per gli impianti di illuminazione esterna di nuova

realizzazione o in manutenzione straordinaria posti entro il raggio di 1 chilometro dalle

colonie di nidificazione, e visibili da queste e dai tratti di mare antistanti, di Uccello delle

tempeste (Hydrobates pelagicus), Berta maggiore (Calonectris diomedea) e Berta minore

(Puffinus puffinus), salvo le necessità di illuminazione di approdi.

A questi divieti si accompagnano due elenchi di attività da regolamentare e da favorire.

Tra le attività da favorire, è opportuno citare, per le possibili implicazioni con il Piano in

esame:

conservazione, manutenzione e ripristino, senza rifacimento totale, dei muretti a secco

esistenti e realizzazione di nuovi attraverso tecniche costruttive tradizionali e manufatti in

pietra;

creazione di filari arborei-arbustivi con specie autoctone lungo i confini degli

appezzamenti coltivati;

conservazione e ripristino degli elementi naturali e seminaturali dell'agroecosistema come

siepi, filari, laghetti, boschetti, stagni;

controllo della vegetazione arbustiva nei prati e pascoli aridi;

ripristino di prati pascoli e prati aridi a partire da seminativi in rotazione;

ripristino di prati e pascoli mediante la messa a riposo dei seminativi;

creazione di zone a diversa profondità d'acqua con argini e rive a ridotta pendenza;

mantenimento ovvero ripristino del profilo irregolare (con insenature e anfratti) dei

contorni della zona umida;

creazione di isole e zone affioranti idonee alla nidificazione in aree dove questi elementi

scarseggiano a causa di processi di erosione, subsidenza, mantenimento di alti livelli

dell'acqua in primavera;

trasformazione ad agricoltura biologica nelle aree agricole esistenti contigue alle zone

umide;

colture a basso consumo idrico e individuazione di fonti di approvvigionamento idrico, tra

cui reflui depurati per tamponare le situazioni di stress idrico estivo.

adeguamento degli impianti esistenti di illuminazione esterna posti entro il raggio di 1

chilometro dalle colonie di nidificazione, e visibili da queste e dai tratti di mare antistanti,

di Uccello delle tempeste (Hydrobates pelagicus), Berta maggiore (Calonectris diomedea)

e Berta minore (Puffinus puffinus) secondo le indicazioni tecniche sopra riportate;

incentivazione dell'utilizzazione di dispositivi per accensione/spegnimento automatico al

passaggio di persone/automezzi.

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Incidenza della Variante

8. INCIDENZA DELLA VARIANTE

Per considerazioni sulla metodologia di individuazione e di valutazione delle interferenze su

habitat e specie, vedi il par. 2.2.1.

Aspetti pianificatori con influenze comuni ad habitat e specie. L’individuazione del nuovo

ambito urbano e la sua zonizzazione, per le parti destinate al comparto golf, interessano circa

quattro ettari e mezzo di oliveto su versante, circa due ettari di garighe ad ampelodesma, circa

mezzo ettaro di bosco misto a dominanza di leccio, con latifoglie decidue.

Le altre porzioni dell’ambito urbano comprendono un giovane oliveto di pianura, un incolto,

una porzione a macchia bassa e gariga, una stretta fascia boscata a dominanza di leccio con

latifoglie decidue, aree urbanizzate (abitato di Terrarossa, cava) e aree per servizi (depuratore,

stazione ecologica), la strada vicinale di accesso agli impianti sportivi (Argentario Golf, Polo)

dalla S.P. 440 di Porto S. Stefano.

L’impatto sulla componente faunistica è legato sia a fenomeni di disturbo che alla perdita

diretta di esemplari. Di seguito vengono quindi analizzati sia gli impatti indiretti (disturbo alla

fauna) sia gli impatti diretti (perdita di specie animali).

Aspetti progettuali con influenze specifiche sulle sole specie animali. Per la tipologia delle

fasi di costruzione (trasporto di materiale con camion a velocità molto bassa) e per la buona o

ottima vagilità delle specie coinvolte, sono possibili ma improbabili impatti diretti in fase di

costruzione solamente con individui di anfibi e rettili; non sono prevedibili impatti diretti con

invertebrati, rapaci, mammiferi insettivori (chirotteri) o carnivori.

Un impatto indiretto sulla componente faunistica è legato, sia in fase di costruzione, con

effetti più marcati, sia in fase di esercizio, all’aumento dell’antropizzazione dell’area di

intervento dovuta ad un aumento del livello di inquinamento acustico e della frequentazione

umana, causati, in fase di costruzione, dal passaggio di automezzi, dall’uso di mezzi

meccanici e dalla presenza di operai e tecnici e, in fase di esercizio, dalla presenza delle

residenze stesse per un aumento dell’antropizzazione dell’area di intervento rispetto alla

situazione attuale (presenza umana, luci, rumori). Le Varianti causeranno una perdita di

habitat di alimentazione e di riproduzione principalmente per invertebrati, rettili, uccelli,

mammiferi. È probabile che gli insediamenti previsti nel comparto golf comportino

l’abbandono dell’area come zona di alimentazione o di spostamento, anche ben oltre il limite

fisico dell’area di intervento, da parte di tutte quelle specie animali sensibili al disturbo

antropico. Questo tipo di impatto indiretto risulterà peraltro basso per quelle specie, dotate di

ottime capacità di spostamento, che possono sfruttare zone idonee vicine e che hanno a

disposizione ampi territori vitali all’interno del Sito. I rapporti tra attività umane e fauna

selvatica sono peraltro noti e studiati (cfr. ad es. Frid & Dill, 2002; Steidl e Powell, 2006).

Habitat. Dei 9 habitat di interesse comunitario segnalati nel Sito (10 se consideriamo i due

sottotipi dell’habitat 5330), due habitat sono inclusi nel nuovo ambito urbano e direttamente

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Incidenza della Variante

interessati dai futuri interventi previsti nel comparto golf: il sottotipo dell’habitat 5330

“garighe dominate da Ampelodesmos mauritanicus (cod. CORINE Biotopes 32.23)”, per circa

2 ettari, e una stretta fascia boscata (circa 0,5 ettari) riconducibile all’habitat “foreste di

Quercus ilex e Quercus rotundifolia”, qui presente nella facies mesofila cui fa riferimento

l’allegato A-1 della Legge Regionale 56/2000 (vedi par. 6.1). Tutti gli altri habitat segnalati

per il Sito sono esterni e distanti dall’ambito urbano in esame.

Tabella 10 Stato di conservazione nazionale (regione biogeografica mediterranea), qualità e

vulnerabilità regionale dei due habitat di interesse comunitario e regionale presenti nell’ambito

urbano.

Nome dell’habitat Codice

NATURA 2000

Supeficie

inclusa (ha) ITA

TOSC

qual

TOSC

vuln

Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 5330 2 F 9 5

Foreste di Quercus ilex et Quercus rotundifolia 9340 0,5 F 9 7

ITA = stato di conservazione in Italia (La Posta et al., 2008);

TOSC qual = qualità dell’habitat; TOSC vuln = vulnerabilità dell’habitat (Viciani e Foggi, 2011);

C = cattivo; F = Favorevole; I = Inadeguato.

In base alle rispettive schede del Repertorio Naturalistico Toscano, l’habitat 5330 sottotipo

“garighe dominate da Ampelodesmos mauritanicus” risulta di qualità medio-alta (valore 9) e

di media vulnerabilità (valore 5), l’habitat 9340 “Foreste di Quercus ilex e Quercus

rotundifolia” risulta di qualità medio-alta (valore 9) e di vulnerabilità medio-alta (valore 7).

Le interferenze ipotizzabili sono sintetizzate nella tabella successiva.

Criterio Indicatore

Perdita potenziale di aree di habitat 0,15% (5330) – 0,07% (9340)

Degrado potenziale di habitat (differenti da 5330 e 9340) nullo

Frammentazione di habitat lieve aumento

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Incidenza della Variante

Flora. Delle 108 specie di interesse regionale segnalate per il Sito, escludendo come già

evidenziato la presenza di Petalophyllum ralfsii, le Varianti in esame potrebbero interessare

62 specie, di seguito elencate:

Atriplex rosea°

Bellevalia romana°

Biscutella cichorifolia

Biscutella mollis

Brassica incana

Carduus cephalanthus

Centaurea aplolepa ssp. cosana

Cerastium luridum°

Cheilanthes acrostica

Cheilanthes marantae (= Notholaena marantae)

Convolvulus pentapetaloides*

Coris monspeliensis

Crepis bursifolia

Dactylorhiza romana

Daphne sericea

Digitalis lutea ssp. australis

Erodium acaule

Erysimum pseudorhaeticum

Euphorbia pinea

Galium scabrum

Helichrysum litoreum (incl. H. pseudolitoreum)

Helleborus bocconei

Isoetes duriei

Isolepis setacea

Kundmannia sicula

Laurus nobilis°

Lavatera punctata

Linaria purpurea ssp. cossonii

Lonicera periclymenum

Lupinus micranthus

Malva cretica

Narcissus serotinus

Narcissus tazetta

Onosma echioides

Ophrys exaltata ssp. tyrrhena

Ophrys holoserica ssp. parvimaculata

Opopanax chironium

Orchis laxiflora

Orchis papilionacea

Orchis pauciflora

Orchis provincialis

Ornithogalum comosum

Ornithogalum orthophyllum

Polygala flavescens

Polygonum romanum

Pseudorlaya pumila

Salvia pratensis subsp. haematodes

Salvia virgata

Santolina etrusca

Scabiosa cretica

Serapias cordigera

Serapias neglecta

Serapias vomeracea

Simethis mattiazzi (=S. planifolia)

Sternbergia lutea

Sucowia balearica

Thymelaea hirsuta

Tragopogon hybridus

Tuberaria lignosa

Urginea maritima

Vinca minor

Vulpia alopecuros

È possibile inoltre l’interessamento di altre 13 importanti specie di flora: Brachypodium

phoenicoides, Dianthus longicaulis, Fumaria petteri, Juncus fontanesii, Lathyrus hybridum,

Lathyrus gorgoni, Medicago sativa subsp. glomerata, Melilotus segetalis, Ophrys lutea ssp.

Minor, Ophrys saratoi, Ornithogalum arabicum, Papaver pinnatifidum, Thapsia garganica

Gran parte di queste specie sono potrebbero essere presenti nelle macchie basse e garighe

presenti sul poggio calcareo interessato dal comparto golf dell’ambito urbano.

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Incidenza della Variante

Le interferenze ipotizzabili sono sintetizzate nella tabella successiva.

Criterio Indicatore

Perdita di esemplari possibile ma non conosciuto

Perturbazione di specie livello: lieve

durata: temporanea

Frammentazione di popolazioni possibile lieve aumento

Integrità delle popolazioni possibile lieve alterazione

Fauna. Delle 23 specie di invertebrati e delle 49 specie di vetebrati di interesse comunitario o

specie migratrici non di interesse, segnalate per il Sito, le Varianti in esame avranno probabili

interferenze con 20 specie: quattro specie di invertebrati di interesse regionale -

Coenonympha elbana, Hoplia minuta, Chilostoma planospira, Hypnophila dohrni - sei rettili

(due di interesse comunitario, cinque di interesse regionale) - testuggine comune, colubro

liscio, colubro di riccioli, cervone, lucertola muraiola, lucertola campestre, biacco - cinque

uccelli di interesse regionale, due dei quali di interesse comunitario - biancone, gheppio,

assiolo, succiacapre e averla piccola - e cinque mammiferi di interesse regionale, tre dei quali

di interesse comunitario - istrice, miniottero di Schreiber, vespertilio maggiore, vespertilio di

Capaccini, rinolofo maggiore; le ultime quattro specie (chirotteri) anche in considerazione

della vicinanza della grotta degli Stretti, dove sono stati segnalati in passato.

La presenza di altre specie, che prediligono habitat simili a quelli presenti nel comparto da

golf (macchie basse e garighe), quali calandro, monachella, magnanina sarda, magnanina,

sterpazzola di Sardegna, averla piccola, moscardino, e rinolofo minore è improbabile, per

varie cause: le popolazioni di monachella e averla piccola sono di piccole dimensioni e

localizzate in altre aree; calandro, magnanina sarda, magnanina e sterpazzola di Sardegna

sono presenti altrove e in habitat di estensione sensibilmente maggiore di quella interna

all’ambito in esame; moscardino e rinolofo minore per l’ampiezza estremamente limitata della

fascia boscata.

Tutte le specie sopra citate in fase di costruzione saranno allontanate dall’area di intervento e

dalle aree contermini o non vi troveranno habitat di rifugio, alimentazione o di riproduzione;

per le specie di invertebrati e per succiacapre e averla piccola potrebbe verificarsi anche una

limitata perdita di esemplari, se i lavori avranno inizio nel periodo primaverile-estivo. In fase

di esercizio, tutte le specie sopra citate non troveranno habitat di rifugio, alimentazione o di

riproduzione una volta realizzati gli interventi nel comparto golf. È presumibile che gli effetti

di disturbo dovuti alla presenza dell’insediamento si manifestino entro almeno 100 m

dall’area di intervento; l’entità degli effetti di disturbo provocati da attività umane sugli

uccelli e altri animali a distanze fino a 100 m e oltre, con effetti più marcati sulle specie più

sensibili e di maggiori dimensioni (ad es. rapaci diurni), è dimostrata da numerosi studi

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Incidenza della Variante

specifici in materia (cfr. ad es. Battisti e Romano, 2007; Beale, 2004; Blumstein et al., 2005;

Gill, 2007; Mallord et al., 2007).

Le interferenze ipotizzabili sono sintetizzate nella successiva tabella.

Criterio Indicatore

Perdita di esemplari 0% - 8,3% (in base al periodo di inizio dei lavori)

Perturbazione di specie livello: medio-alto;

durata: temporanea (fase di cantiere) – permanente (fase di esercizio)

Frammentazione di popolazioni aumento per quattro invertebrati e sette vertebrati: testuggine comune,

colubro liscio, colubro di riccioli, cervone, assiolo, succiacapre e averla

piccola

Integrità delle popolazioni lieve alterazione per quattro invertebrati e due vertebrati (succiacapre e

averla piccola)

Integrità del Sito. Come già premesso (par. 2.2.1), per valutare l’incidenza sull’integrità del

Sito abbiamo esaminato la compatibilità delle Varianti, nel medio–lungo periodo, con gli

obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie presenti e con le esigenze ecologiche di

specie ed habitat. Ovvero, abbiamo valutato se le previsioni pianificatorie possono alterare in

modo significativo la coerenza della struttura e della funzione ecologica del Sito, nel suo

complesso di habitat e di popolazioni di specie, per il quale il Sito è stato classificato.

Le Varianti non rispettano pienamente

uno degli obiettivi di conservazione del Sito:

j) Mantenimento/incremento di un mosaico ambientale complesso, con sufficiente presenza

dei diversi stadi delle successioni vegetazionali e di zone agricole (importanza molto

elevata).

due indicazione per le misure di conservazione

k) verifica e limitazione di ulteriori programmi di sviluppo d’insediamenti turistici, viabilità,

ecc., con particolare attenzione per la tutela delle zone meno antropizzate, delle aree

costiere e degli endemismi (importanza molto elevata);

l) tutela delle formazioni vegetazionali più evolute, in particolare, delle leccete e dei

boschetti di latifoglie, e avviamento d’interventi di gestione (anche mediante misure

contrattuali) finalizzati a incrementarne i livelli di maturità (elevata).

Le Varianti non rispettano due divieti di cui all’art. 5 punto 1 del Decreto 17 Ottobre 2007, ed

in particolare:

eliminare gli elementi naturali e seminaturali tradizionali degli agro-ecosistemi quali

stagni, maceri, pozze di abbeverata, fossi, muretti a secco, siepi, filari alberati, canneti,

risorgive, fontanili, ecc.

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Incidenza della Variante

Le Varianti, per la parte del poggio calcareo interessato dal comparto golf, includono un

lungo muretto a secco che potrebbe scomparire a seguito della realizzazione degli

interventi previsti.

divieto di distruggere o danneggiare intenzionalmente nidi e ricoveri di uccelli;

Senza indicazioni particolari sul periodo di inizio degli interventi consentiti dalla Variante

al RU, tale divieto potrebbe non essere rispettato.

L’eventuale scomparsa del muretto contrasterebbe anche con analogo divieto specifico per le

ZPS caratterizzate da presenza di ambienti misti mediterranei, di cui alla Deliberazione G.R.

454/2008:

divieto di eliminazione dei muretti a secco funzionali alle esigenze ecologiche delle specie

di interesse comunitario.

In considerazione della localizzazione e dell’estensione del nuovo ambito urbano, i probabili

futuri impatti delle Varianti riguarderanno direttamente:

la sottrazione dello 0,15% della superficie occupata dall’habitat 5330 e dello 0,07% della

superficie occupata dall’habitat 9340, all’interno del Sito;

l’eventuale perdita di esemplari di specie vegetali e la possibile perdita di esemplari di sei

specie animali di interesse comunitario;

indirettamente, per disturbo in fase di costruzione e di esercizio:

sessantadue specie vegetali e tredici importanti specie animali non di interesse, venti

specie animali di interesse comunitario e/o comunitario, e una importante specie animale

non di interesse (biacco).

Tenuto conto della limitata estensione di habitat sottratto, della possibilità perdita di esemplari

di specie vegetali e della mitigabile possibilità di perdita di esemplari di sei specie animali di

interesse regionale (due delle quali anche di interesse comunitario), del probabile disturbo a

specie vegetali di interesse regionale ed a specie animali di interesse comunitario, la

distribuzione nell’intero Sito degli habitat e delle specie interessate, le interferenze

ipotizzabili sono sintetizzate nella tabella successiva.

Criterio Indicatore

Integrità del Sito alterazione: lieve

L’incidenza sull’integrità del Sito risulta pertanto non significativa, ma con presenza di

lievi impatti negativi.

Risulta pertanto opportuno individuare misure di attenuazione per mitigare tali impatti.

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Incidenza della Variante

8.1 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI CUMULATIVI CON ALTRI PIANI O

PROGETTI PRESENTI O PREVISTI SUL SITO

Come già richiamato al par. 2.1.2, la Direttiva 92/43/CEE afferma, all'art.6, come “Qualsiasi

piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa

avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e

progetti, forma oggetto di una opportuna valutazione dell’incidenza che ha sul sito, tenendo

conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. …”.

In base agli strumenti esistenti, nell’area interessata dalla Variante è previsto l’ampliamento

del complesso sportivo delle Piane, a ovest del nuovo ambito urbano.Gli effetti cumulativi di

tale previsione sono non significativi, in considerazione della preesistente, attuale parziale

alterazione dell’area del futuro complesso sportivo, per la presenza di un campo da calcio e di

un ampio parchegio.

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Misure di attenuazione

9. MISURE DI ATTENUAZIONE

Generalità

Nell’ambito dello Studio di Incidenza possono essere individuati impatti negativi che, anche

se ritenuti accettabili e non significativi ai fini della conservazione di habitat e specie, possono

essere attenuati mediante misure di mitigazione e/o adeguatamente compensati.

Per misure di attenuazione (o di mitigazione in senso stretto) si indicano quindi “modifiche

tecniche dell’opera, o adozione di nuovi elementi tecnologici (depuratori, filtri, ecc.) ... per

ridurre quantitativamente gli effetti negativi nell’ambito della ricettività ambientale e, quindi,

nella reversibilità degli effetti stessi” (Antonelli e Onori, 1990).

La previsione degli interventi di attenuazione è stata quindi realizzata sulla base degli impatti

previsti e descritti nella fase di valutazione.

In base a quanto indicato nella Guida all’interpretazione dell’articolo 6, paragrafi 3 e 4 della

direttiva Habitat (Commissione Europea, DG Ambiente, 2002), tali misure intendono

intervenire per quanto possibile alla fonte dei fattori di perturbazione, eliminando o

riducendone gli effetti, come da prospetto seguente:

Principi di mitigazione Preferenza

Evitare impatti alla fonte Massima

Ridurre impatti alla fonte Minimizzare impatti sul Sito

Minimizzare impatti presso chi li subisce Minima

Tutte le diverse misure di mitigazione possibili (localizzazione spaziale, localizzazione

temporale, tecnologia utilizzata, realizzazione di opere per la riduzione delle interferenze,

azione di controllo in tempo reale) interessano il Piano di recupero in esame.

MISURE DI ATTENUAZIONE PER LOCALIZZAZIONE SPAZIALE

In considerazione del possibile mancato rispetto del divieto di eliminazione del muretto a

secco che scende dalla cima del poggio calcareo con direzione sudest-nordovest, e delle

attività da favorire indicate nella Deliberazione G.R. 454/2008 per le ZPS caratterizzate da

presenza di ambienti misti mediterranei:

conservazione, manutenzione e ripristino, senza rifacimento totale, dei muretti a secco

esistenti e realizzazione di nuovi attraverso tecniche costruttive tradizionali e manufatti in

pietra;

le Varianti in esame dovranno contenere specifiche prescrizioni in merito alla conservazione

di tale muretto, che potrà essere eliminato solo in un due punti per consentire il passaggio dei

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Misure di attenuazione

mezzi in fase di cantiere e che dovrà essere ricostruito per consentire il solo passaggio di

percorsi interni (ampiezza massima dei due varchi iun fase di esercizio = 3 m).

MISURE DI ATTENUAZIONE PER LOCALIZZAZIONE TEMPORALE

L’attività di cantiere degli interventi previsti nel comparto golf dovrà avere inizio nel periodo

15 luglio – 28 febbraio, al di fuori del periodo riproduttivo, al fine di rispettare il divieto di

distruzione di nidi di uccelli.

MISURE DI ATTENUAZIONE PER TECNOLOGIA UTILIZZATA: IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE

La realizzazione di edifici residenziali comporterà un aumento dell’antropizzazione dell’area,

valutabile in un aumento significativo del livello di inquinamento acustico e luminoso,

soprattutto in considerazione degli attuali bassi livelli di tali fonti di disturbo (sugli effetti

dell’illuminazione artificiale sugli uccelli cfr. ad es. Gauthreaux e Belser, 2006; Herbert,

1970).

Considerando che l’area in esame attualmente è caratterizzata da bassissimi livelli di

inquinamento luminoso, l’illuminazione sarà limitata alle aree prossime alle abitazioni e nei

parcheggi: in questi ultimi l'accensione dell’impianto avverrà solo nei periodi di utilizzazione,

tramite segna passo e/o altri dispositivi di tipo totalmente schermato verso l’alto. Saranno

scelte tipologie di impianti meno impattanti nei confronti della fauna: illuminazione solo

verso il basso, scelta adeguata dei punti luce, utilizzazione di lampade ai vapori di sodio (cfr.

ad es. Whiterington e Martin, 1996).

MISURE DI ATTENUAZIONE PER REALIZZAZIONE DI OPERE PER LA RIDUZIONE DELLE

INTERFERENZE SULLA VEGETAZIONE: INTERVENTI DI RINVERDIMENTO INTERNI ALL’AREA

DI INTERVENTO

L’aumento dell’antropizzazione dell’area, valutabile in un aumento del disturbo a specie

animali presenti nei dintorni del nuovo insediamento residenziale, richiede la realizzazione di

interventi di inverdimento con funzione di schermatura, quantomeno parziale,

dell’insediamento stesso.

È opportuno che la scelta delle specie arbustive ed arboree da utilizzare nella realizzazione

degli interventi di rinverdimento sia condizionata dal riconoscimento della sequenza delle

formazioni vegetali presenti nell’area di studio e dall’individuazione delle specie che,

all’interno di ciascuna “sequenza”, meglio si prestano a essere utilizzate in quelle particolare

condizioni climatiche, pedologiche, ecc. (Lombardi, 2000). La lista floristica risultante,

costituita da ecotipi locali, permette così di raggiungere differenti ed importanti obiettivi:

- l’utilizzo delle potenzialità genetiche dei popolamenti locali, particolarmente adattati e

selezionati da quelle particolari condizioni stazionali;

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Misure di attenuazione

- l’assenza di modifiche morfologico-vegetazionali ad habitat faunistici di particolare

pregio.

Le uniche specie da privilegiare e che dovranno in futuro essere utilizzate sono quelle tipiche

della porzione mediterranea in oggetto, prelevate da vivai che ne certifichino la provenienza

locale, quantomeno provinciale.

MISURE DI ATTENUAZIONE PER AZIONE DI CONTROLLO IN TEMPO REALE

Per evitare possibili interferenze con specie vegetali di interesse regionale, prima dell’inizio

dei lavori, in periodo vegetativo (marzo – giugno) dovranno essere effettuate indagini

floristiche nelle aree naturali e seminaturali del nuovo ambito urbano, ed in particolare nel

comparto golf oggetto di trasformazione, comprese le aree contermini su cui possono ricadere

polveri in fase di cantiere.

Nel caso vengano rinvenuti esemplari di specie vegetali incluse nel formulario del Sito in

esame, tali esemplari, nei limiti del possibile ed in base alla loro ecologia e distribuzione

all’interno del Sito, saranno prelevati con il loro pane di terra e trapiantati al di fuori

dell’ambito urbano nei terreni adiacenti, se ecologicamente idonei, o altrove, previo eventuale

accordo con i proprietari dei terreni e con la Provincia di Grosseto, Ente delegato alla gestione

dei Siti Natura 2000 provinciali.

Le indagini rigarderanno l’intero popolamento floristico, con particolare attenzione alle specie

citate nel formulario.

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Elenco degli esperti

10. ELENCO DEGLI ESPERTI

COORDINAMENTO:

Alberto Chiti Batelli

NEMO Nature and Environment Management Operators Srl

Piazza D’Azeglio, 11 – 50121 Firenze tel +55 2466002 fax +55 243718 - E-mail: [email protected]

GRUPPO DI LAVORO

Alberto Chiti Batelli

dottore in Scienze Agrarie – NEMO Nature and Environment Management Operators srl

Cristina Castelli

Biologa – NEMO Nature and Environment Management Operators srl

Leonardo Lombardi

Naturalista – NEMO Nature and Environment Management Operators srl

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Perdisa Editore, Bologna, pp.429 + CD.

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Identificazione, distribuzione, consistenza e movimenti degli Uccelli italiani. Alberto

Perdisa Editore, Bologna, pp.432 + CD.

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