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1 Studio di fattibilità per l’analisi di isotopi stabili ed elementi minerali applicata alla tracciabilità geografica del latte bovino Gruppo di Lavoro : Via Milano 18 30020 Marcon (VE) Tel. 0414567503 Fax 0415952430 E. mail [email protected] AGRIPOLIS Dipartimento di Sanità pubblica, Patologia comparata e Igiene veterinaria Viale dell’Università, 16 35020 - Legnaro (PD) IASMA Fondazione Edmund Mach Piattaforma Analisi Isotopiche, Area Alimentazione, Centro Ricerca ed Innovazione - Laboratorio Chimico e Consulenza Enologica, Area Sperimentazione Agraria Ambientale e Forestale, Centro Trasferimento Tecnologico Via Mach,1 - 38010 San Michele all'Adige (TN)

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Studio di fattibilità per l’analisi di isotopi stab ili ed elementi minerali applicata alla tracciabilità geografica del latte bovino Gruppo di Lavoro :

Via Milano 18 30020 Marcon (VE) Tel. 0414567503 Fax 0415952430 E. mail [email protected]

AGRIPOLIS Dipartimento di Sanità pubblica, Patologia comparata e Igiene veterinaria Viale dell’Università, 16 35020 - Legnaro (PD)

IASMA Fondazione Edmund Mach Piattaforma Analisi Isotopiche, Area

Alimentazione, Centro Ricerca ed Innovazione - Laboratorio Chimico e Consulenza Enologica, Area Sperimentazione Agraria Ambientale e Forestale, Centro Trasferimento Tecnologico Via Mach,1 - 38010 San Michele all'Adige (TN)

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Premessa Lo studio in oggetto è stato commissionato da G3 industriale S.r.l. (Committente) mediante

stipula contrattuale con il dipartimento di Sanità pubblica, Patologia comparata e Igiene veterinaria dell’Università di Padova e con la collaborazione tecnico-scientifica di IASMA Fondazione Edmund Mach.

L’obiettivo dello studio consisteva nella valutazione preliminare di uno strumento analitico (analisi quantitativa degli isotopi stabili e degli elementi minerali) per discriminare l’origine geografica del latte. Tale obiettivo ha un’importante ricaduta legale giacché l’etichettatura del latte alimentare fa propri gli obblighi di rintracciabilità di prodotto (Regolamento 178/2002/CE, DM 27/5/2004) e altrettanto rilevante risulta l’impegno di tutela del consumatore nel caso dei prodotti lattiero-caseari a marchio dove l’origine del latte è stabilita da apposito disciplinare.

In tale ambito le frodi sono tutt’altro che rare dettate per lo più da motivi economici e di contingenza stagionale. In Veneto la produzione agricola primaria e di trasformazione rappresenta un’importante voce economica che annovera fra i prodotti caseari diverse tipologie a marchio. La difesa degli interessi economici della Regione e la salvaguardia delle realtà produttive richiede, ormai sempre più frequentemente, il sostegno di strumenti diagnostici di laboratorio sempre più affidabili specifici e sensibili.

Nel caso del latte, i peculiari meccanismi biochimici e fisiologici della lattifera fanno si che una quota significativa dei solidi idrosolubili ingeriti con la dieta (mangime, foraggio, insilati, acqua, ecc.) venga poi secreto nel latte. Su questi presupposti si basano gli strumenti diagnostici testati nello studio in oggetto. Ciascun ingrediente della dieta (mais piuttosto che soia, erba medica piuttosto che prato polifita) ha una composizione in minerali e isotopi stabili che dipende da caratteristiche intrinseche della specie e/o varietà vegetale considerata (per esempio il mais e la canna da zucchero hanno un’abbondanza dell’isotopo 13C12 significativamente superiore a quella mediamente riscontrata nelle altre specie vegetali di interesse alimentare e zootecnico). L’abbondanza di alcuni minerali può variare per la stessa specie vegetale a seconda della zona geografica considerata poiché in qualche modo risulta espressione delle caratteristiche proprie del terreno sul quale viene coltivata o raccolta. Non va dimenticato che per alcuni elementi (soprattutto i metalli pesanti) l’abbondanza degli stessi nella catena trofica è il risultato dell’inquinamento derivante dalle attività industriali o degli insediamenti urbani che insistono su quel territorio. Anche l’acqua di bevanda, soprattutto se raccolta da pozzi, drenando la gli elementi che compongono la roccia presenta una composizione qualitativa e quantitativa estremamente variabile in funzione dell’ubicazione geografica della sorgente. Infine, non va dimenticato che il management aziendale nella formulazione della dieta destinata agli animali produttori di latte (soprattutto bovino) presenta delle peculiarità legate al territorio stesso (temperatura e piovosità medie durante l’anno caratteristiche della zona, disponibilità di pascolo, coltivazione di cereali per uso zootecnico, gestione della mungitura, ecc.) che finiscono per condizionare in misura non trascurabile la composizione minerale e degli isotopi stabili del latte prodotto.

L’analisi dei rapporti tra isotopi stabili di bioelementi leggeri (H, C, N, O, S) mediante Spettrometria di Massa Isotopica (IRMS) ha permesso di differenziare prodotti animali quali carne, latte, burro e formaggio di diversa origine geografica (Rossmann et al., 1998, 2000; Camin et al., 2004, 2007; Manca et al., 2001, 2006; Piasentier et al., 2003, Perini et al., 2009). Tale capacità di differenziazione si basa, come già detto, sul fatto che i rapporti isotopici nei composti e nei prodotti animali sono correlati alla composizione (per es. presenza di mais) e origine (caratteristiche geo-climatiche della zona di provenienza) della dieta animale, inclusa l’acqua bevuta.

Anche la composizione minerale elementare dei prodotti lattiero-caseari, analizzata mediante tecniche multi elementari quali l’ICP-MS (spettrometria di massa con sorgente al plasma accoppiata induttivamente), è risultata correlata attraverso la dieta alla tipologia del suolo di provenienza (Nicolini et al., 2005; Suhai e Korenovska, 2008). La combinazione dei due approcci

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analitici (analisi multivariata) che consente di ottimizzare la capacità di tracciare l’origine geografica degli alimenti (Pillonel et al., 2003; Camin et al., 2010; Bontempo et al., submitted).

Materiali e metodi

Campioni Il Committente ha consegnato al dipartimento n. 17 campioni di latte intero in quantità pari a 500 mL ciascuno conservati allo stato di congelamento. Un numero di campioni pari a 7 è stato raccolto da zone agricole diverse comunque tutte insistenti sulla provincia di Venezia mentre gli altri 10 campioni erano stati raccolti rispettivamente in Alto Adige (n=1), Austria (n=5), Francia (n=2) e Germania (n=2) (Tabella 1). Tutti i campioni dello studio sono stati raccolti nei mesi tardo primaverili del 2010. Tabella 1: Descrizione di campioni

numero origine descrizione 1 Venezia Venezia orientale Portosummaga 2 Venezia Venezia orientale Cessalto 3 Venezia Venezia Sud Adige 13/05/10 4 Venezia Venezia Sud Adige 15/05/10 5 Venezia Venezia centrale Mirano 6 Venezia Venezia centrale Mira 7 Venezia Venezia centrale Sala 8 Francia Francia Lione 9 Francia Francia Vienne 10 Sudtirolo Sudtirolo Vipiteno (Sterzing) 11 Austria Austria maggio Villach 12 Austria Austria maggio Tirolo 13 Austria Austria maggio Tirolo II° 14 Austria Austria giugno Tirolo 15 Austria Austria Grunden 16 Germania Germania Monaco 17 Germania Germania Bissigen

In tutti i campioni sono stati determinati i rapporti tra isotopi stabili di H, C, N, O e S (2H/1H, 13C/12C, 15N/14N, 18O/16O, 34S/32S) della caseina estratta dalla frazione acquosa del latte, il rapporto isotopico dell’ossigeno (18O/16O) della frazione acquosa del latte e il contenuto di metalli in tracce e ultratracce. Analisi dei rapporti isotopici di H, C, N, O, S Il rapporto 18O/16O è stato determinato direttamente nel latte in seguito ad equilibrazione dell’acqua del latte con CO2 a titolo noto (C16O2 +H2

18O = C16O18O + H216O). E’stato utilizzato uno

spettrometro di massa isotopica(Sira II - VG ISOGAS, Fisons, Rodano, Milano) interfacciato con un equilibratore per la CO2 (Isoprep 18, VG-Fisons) utilizzando la modalità operativa dual inlet come riportato nel dettaglio nel Reg CE 822/97 e nel metodo ENV 12141. I rapporti 2H/1H, 13C/12C, 15N/14N, 34S/32S sono stati determinati nella caseina estratta dal latte scremato ed acidificato a pH 4.3 con HCl 2N.

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I rapporti isotopici 13C/12C e 15N/14N e il rapporto isotopico 34S/32S sono stati misurati con uno spettrometro di massa isotopica (Delta V, Thermo Finnigann, Brema, Germania) in seguito a combustione del campione (EA Flash 1112, Thermo Finnigann, Brema, Germania), mentre i rapporti 2H/1H e 18O/16O sono stati analizzati simultaneamente in seguito a pirolisi (Spettrometro Delta xp, Thermo Finnigan, interfacciato ad un pirolizzatore, TC-EA, Thermo Finnigan). Le condizioni operative per l’analisi dei rapporti 13C/12C, 15N/14N, 18O/16O e 2H/1H sono riportate in precedenti pubblicazioni (Camin et al., 2004; 2008), mentre per l’analisi di 34S/32S si sono seguite le indicazioni di Fry, 2007 (Perini et al., 2009).

I dati ottenuti sono stati espressi in δ‰ rispetto agli standard internazionali Vienna-Pee Dee Belemnite (V-PDB) per δ13C, Aria (AIR) per δ15N, Vienna – Standard Mean Ocean Water (V-SMOW) per δ2H e Vienna – Canyon Diablo Triolite (V-CDT) per δ34S secondo la formula:

1000‰tan

tan ⋅−

=dards

dardscampione

R

RRδ

dove R corrisponde al rapporto tra l’isotopo pesante e leggero. L’incertezza estesa (2 volte la deviazione standard di riproducibilità intralaboratorio) associata al metodo è pari a 0.3‰ per δ18O dell’acqua del latte, δ13C e δ15N della caseina, 0.8‰ per δ18O della caseina, 1‰ per δ34S e 3‰ per δD. Analisi del profilo minerale I campioni sono stati preventivamente sottoposti a mineralizzazione acida in vaso chiuso. Una aliquota di campione, aggiunta di acido nitrico concentrato (69.5%), di acqua ossigenata (30%) e di acqua ultrapura, è stata digerita in contenitori chiusi in quarzo mediante forno a microonde. L’analisi è stata condotta mediante spettrometro di massa con sorgente al plasma accoppiata induttivamente (ICP-MS Agilent 7500ce). Lo strumento era equipaggiato con nebulizzatore Micromist in quarzo, coni in nichel, cella di reazione/collisione (ORS) per la rimozione dei principali interferenti spettroscopici e autocampionatore (CETAX ASX-520). Sono stati utilizzati come standard interni in linea gli elementi 45Sc, 103Rh e 159Tb. Di seguito, in Tabella 2, sono elencati gli elementi quantificati nei campioni di latte oggetto dello studio. Tabella 2. Elementi oggetto di misura nei campioni di latte

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massa elemento cella massa elemento cella7 Li --- 118 Sn ---9 Be --- 121 Sb ---11 B --- 126 Te ---23 Na con He 133 Cs ---26 Mg con He 137 Ba ---27 Al --- 139 La ---31 P --- 140 Ce ---39 K con He 141 Pr ---40 Ca con H2 146 Nd ---51 V con He 147 Sm ---52 Cr con He 151 Eu con He55 Mn --- 157 Gd ---56 Fe con He 163 Dy ---59 Co --- 165 Ho ---60 Ni con He 167 Er ---63 Cu con He 169 Tm ---66 Zn con He 171 Yb ---71 Ga con H2 175 Lu ---74 Ge --- 178 Hf ---75 As con He 185 Re ---78 Se con H2 193 Ir ---85 Rb --- 197 Au ---88 Sr --- 202 Hg ---89 Y --- 205 Tl ---98 Mo --- 206+207+208 Pb ---

108 Pd --- 209 Bi ---109 Ag --- 238 U ---111 Cd ---

Per la calibrazione dello strumento sono state utilizzate delle soluzioni di standards multi elemento. I dati sono espressi per kg di latte fresco. Analisi statistica Visto il ridotto numero di campioni per gruppo (Alto Adige, Francia, Germania e Austria) non è stato possibile valutare la normalità di distribuzione dei dati entro i gruppi e applicare un’analisi discriminante multivariata. E’stata invece valutata l’esistenza di differenze significative tra il latte di Venezia rispetto a quello delle altre zone (campioni esteri insieme), mediante l’analisi della varianza (ANOVA). I parametri più significativi (P<0.05) sono stati rappresentati come diagrammi box-plot che visualizzano la mediana, il 25° e il 75° percentile, il minimo e massimo non outlier e gli outliers. Per meglio evidenziare la capacità separativa dei parametri più significativi, senza ‘forzare’ il sistema con l’analisi discriminante, si è eseguita una PCA (Principal Component Analysis), ovvero un’analisi multivariata descrittiva che ha lo scopo di evidenziare la variabilità del sistema in un numero ridotto di componenti generate dalla combinazione delle variabili originarie. La separazione tra i gruppi è stata controllata visivamente plottando le prime 2 componenti (FATT). L’analisi statistica è stata effettuata con il software Statistica 7.1 (StatSoft Inc., Tusla, Oklahoma, USA).

Risultati

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In Tabella 1 sono presentati per ciascun parametro i valori medi riscontrati raggruppando i campioni prelevati in provincia di Venezia a confronto con quelli di provenienza estera. Tra gli elementi minerali analizzati sono risultati quantificabili: Li (litio), B (boro), Na (sodio), Mg (magnesio), Al (alluminio), P (fosforo), K (potassio), Ca (calcio), Mn (manganese), Fe (ferro), Co (cobalto), Ni (nichel), Cu (rame), Zn (zinco), Se (selenio), Rb (rubidio), Sr (stronzio), Sb (antimonio), Cs (cesio), Re (renio), Pb (piombo), Bi (bismuto), U (uranio). Tabella 1: Valori analitici di media, valore minimo e massimo per i campioni di latte raggruppati secondo l’origine (i valori sono riferiti a 1000 g di latte tal quale). Sono evidenziati in grassetto i parametri significativi al fine della discriminazione per l’origine geografica. Parametro Provincia di Venezia Estero Media Minimo Massimo Media Minimo Massimo δδδδ13C -17,79 -19,10 -16,21 -22,76 -23,60 -21,12 δδδδ15N 5,09 4,70 5,41 5,70 5,18 6,10 δ34S 2,54 2,01 3,20 2,90 2,25 3,90 δδδδ18O fase acquosa -5,70 -6,80 -4,80 -7,54 -8,90 -5,99 δ18O fase proteica 9,16 8,20 10,25 8,34 7,09 9,40 δδδδ2H -100,43 -103,22 -98,00 -117,43 -123,20 -108,08 Li (ug) 1,72 1,01 2,70 4,40 2,39 6,60 B (ug) 209,43 150,11 279,05 140,57 113,80 166,00 Na (mg) 405,71 301,00 468,10 388,29 339,40 473,00 Mg (mg) 102,71 89,70 117,95 102,71 93,03 112,12 Al (ug) 107,29 17,90 258,00 212,00 19,95 1175,00 P (mg) 724,71 643,20 919,10 659,86 529,00 720,28 K (mg) 1610,43 1468,60 1863,22 1649,29 1440,65 1852,00 Ca (mg) 1228,43 958,05 1459,33 1233,00 973,00 1685,15 Mn (mg) 24,57 15,99 69,00 20,00 16,06 27,00 Fe (ug) 223,14 164,10 339,00 216,29 153,11 389,00 Co (ug) 2,46 1,90 3,39 2,63 1,80 4,01 Ni (ug) 3,11 1,40 6,60 3,81 1,50 7,38 Cu (ug) 41,14 35,00 50,12 39,71 30,15 64,00 Zn (ug) 2787,00 2664,10 2927,00 2647,00 2344,50 3064,00 Se (ug) 18,57 9,04 31,00 9,00 7,07 12,90 Rb (ug) 1227,43 745,50 2144,,91 2138,14 2002,24 2388,10 Sr (ug) 389,86 336,00 520,33 289,29 239,10 352,00 Sb (ug) 0,12 0,02 0,33 0,10 0,02 0,32 Cs (ug) 3,04 1,71 3,90 4,37 2,50 9,30 Re (ug) 0,43 0,10 1,17 0,06 0,05 0,10 Pb (ug) 0,49 0,05 0,89 0,78 0,20 1,44 Bi (ug) 1,34 0,01 3,00 0,20 0,01 0,70 U (ug) 0,03 0,02 0,05 0,04 0,02 0,06

Gli elementi Be, V, Cr, Ga, Ge, As, Y, Mo, Pd, Ag, Cd, Sn, Te, Ba, Hf, Ir, Pt, Au, Hg, Tl, Y, La, Ce, Pr, Nd, Sm, Eu, Gd, Dy, Ho, Er, Tm, Yb, Lu sono risultati in quantità inferiori al limite di rilevabilità (pertanto non sono riportati in tabella). L’ANOVA ha evidenziato la significatività (P<0.05) ai fini della capacità discriminante il latte prodotto in provincia di Venezia dal latte raccolto all’estero dei seguenti parametri: δ18O dell’acqua del latte, δ2H, δ13C, δ15N, Li, B, Se, Rb, Sr, Re, Bi. In Figura 1 sono presentati i box plot whisker di queste variabili, raggruppando i campioni per zona di produzione.

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Figura 1: Box plot whisker delle variabili significative (i valori isotopici sono espressi in ‰ vs V-PDB per δ13C, V-SMOW per δ18O e δ2H e AIR per δ15N)

δ13C

Mediana 25%-75% Interv. Non-Outlier Outlier Estremi

Venezia Francia Sudtirolo Austria Germania

zona

-24

-23

-22

-21

-20

-19

-18

-17

-16

-15δ18Oacqua

Mediana 25%-75% Interv. Non-Outlier Outlier Estremi

Venezia Francia Sudtirolo Austria Germania

zona

-9.5

-9.0

-8.5

-8.0

-7.5

-7.0

-6.5

-6.0

-5.5

-5.0

-4.5

D/H

Mediana 25%-75% Interv. Non-Outlier Outlier Estremi

Venezia Francia Sudtirolo Austria Germania

zona

-126

-124

-122

-120

-118

-116

-114

-112

-110

-108

-106

-104

-102

-100

-98

-96δ15N

Mediana 25%-75% Interv. Non-Outlier Outlier Estremi

Venezia Francia Sudtirolo Austria Germania

zona

4.6

4.8

5.0

5.2

5.4

5.6

5.8

6.0

6.2

6.4

δ2H

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Li

Median 25%-75% Non-Outlier Range Outliers ExtremesVenezia Francia Sudtirolo Austria Germania

zona

0

1

2

3

4

5

6

7

µg/k

g

B

Median 25%-75% Non-Outlier Range Outliers ExtremesVenezia Francia Sudtirolo Austria Germania

zona

100

120

140

160

180

200

220

240

260

280

300

µg/k

g

Se

Median 25%-75% Non-Outlier Range Outliers ExtremesVenezia Francia Sudtirolo Austria Germania

zona

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

24

26

28

30

32

34

µg/k

g

Rb

Median 25%-75% Non-Outlier Range Outliers ExtremesVenezia Francia Sudtirolo Austria Germania

zona

600

800

1000

1200

1400

1600

1800

2000

2200

2400

2600

µg/k

g

Sr

Median 25%-75% Non-Outlier Range Outliers ExtremesVenezia Francia Sudtirolo Austria Germania

zona

200

250

300

350

400

450

500

550

µg/k

g

Re

Median 25%-75% Non-Outlier Range Outliers ExtremesVenezia Francia Sudtirolo Austria Germania

zona

-0.2

0.0

0.2

0.4

0.6

0.8

1.0

1.2

µg/k

g

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Bi

Mediana 25%-75% Interv. Non-Outlier Outlier Estremi

Venezia Francia Sudtirolo Austria Germania

zona

-0.5

0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

3.5

g/kg

Si evidenzia che il latte campionato in provincia di Venezia presenta degli intervalli di valori spesso caratteristici che lo differenziano dal latte prodotto nelle altre zone all’estero. In particolare si caratterizza per:

• valori di δ13C significativamente più alti (P<0.05) in ragione di un maggior contenuto di mais nella dieta. Infatti il mais è una pianta a ciclo C4 caratterizzata da valori di δ13C di circa -10/-12‰, mentre altre componenti foraggere sono a ciclo C3 con valori da ca. -23 a ca-30‰ (Camin et al., 2008).

• tenori significativamente più alti di δ2H, probabilmente in ragione della minore latitudine, distanza dal mare, altitudine e del clima relativamente meno umido e freddo rispetto alle altre zone. Questo parametro infatti nell’acqua e nelle piante diminuisce con l’aumentare della latitudine, distanza dal mare, altitudine e con climi più freddi e piovosi.

• valori di δ18O dell’acqua del latte significativamente più alti di Sudtirolo e Austria in ragione della diversa altitudine delle zone di produzione e della possibile presenza di foraggio fresco che tende ad innalzare questo parametro.

• valori di δ15N significativamente inferiore rispetto a Austria e Germania probabilmente in ragione del maggior contenuto di leguminose che sono caratterizzate da un minor contenuto di 15N rispetto alle altre entità foraggere.

• contenuti in B, Re, Sr, Se più alti, mentre quelli di Li e Rb più bassi rispetto a quelli del latte estero o della maggior parte del latte di provenienza diversa dalla provincia di Venezia. Il Litio viene mobilizzato dalla roccia dai fenomeni meteorici e sedimenta sul terreno soprattutto nella frazione argillosa. È presente nelle acque superficiali e, in concentrazione maggiore, nelle falde sotterranee. Viene attivamente assorbito dai vegetali in genere, alcune essenze erbacee a crescita spontanea ne contengono quantità significative. Anche il pH del terreno attraverso il condizionamento della solubilità delle sostanze minerali (soprattutto degli elementi pesanti) modifica la concentrazione delle stesse nei vegetali (Schrauzer, 2002). I terreni acidi, tipici delle aree piovose, aumentano la solubilità dei minerali. Il Litio, sebbene sia un metallo di basso peso, viene assorbito in misura proporzionale all’assorbimento dei metalli pesanti. I valori osservati nei campioni di latte estero, significativamente superiori a quelli dei campioni raccolti in provincia di Venezia, sono ascrivibili ad una diversa composizione pedologica del terreno , e più in generale per il diverso clima soprattutto in termini di piovosità e temperatura, che a sua volta condiziona la concentrazione di questo elemento nelle essenze vegetali di interesse zootecnico. Il Boro, al contrario, è risultato quantitativamente superiore nei campioni di latte della provincia di Venezia. Questo elemento è abbondante nelle acque di falda la cui concentrazione varia a seconda della natura e composizione della roccia. La consuetudine

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di integrare la razione unifeed con sali minerali spesso porta ad innalzare ad un innalzamento anche della concentrazione del Boro nel latte (Diana et al., 2008).

L’analisi delle componenti principali ha individuato 11 nuove variabili (Fatt), delle quali le prime 2 spiegano il 75% della variabilità complessiva. Plottando su un piano bidimensionale Fatt1 contro Fatt2 (Figura 2) risulta evidente che combinando le 11 variabili selezionate è possibile discriminare il latte prodotto nella provincia di Venezia rispetto a quello prodotto nelle altre zone. Risulta anche evidente che all’interno dei campioni di latte della provincia di Venezia si possono individuare 2 sottogruppi, di cui quello a valori inferiori di Fatt2 costituito dai campioni n. 3 e 4 prodotti nella zona Sud Adige. Figura 2: Score plot delle prime due componenti principali (tra parentesi la percentuale di variabilità spiegata)

Proiezione dei casi sul piano fattoriale ( 1 x 2)Casi con somma quadrati coseni >= 0.00

Variabile etichette:zona

Attivo

VeneziaVenezia

VeneziaVenezia

Venezia

Venezia

Venezia

FranciaFrancia

Sudtirolo

AustriaAustria

AustriaAustria Austria

GermaniaGermania

-5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6

Fatt. 1: 58.95%

-6

-5

-4

-3

-2

-1

0

1

2

3

4

Fat

t. 2

: 25.

13%

VeneziaVenezia

VeneziaVenezia

Venezia

Venezia

Venezia

FranciaFrancia

Sudtirolo

AustriaAustria

AustriaAustria Austria

GermaniaGermania

Fatt1, campo positivo soprattutto per δ13C e δ2H e negativo per δ15N e Li. Fatt2, campo positivo soprattutto per δ18O e Bi e negativo per Re e Rb.

Conclusioni

Lo studio preliminare seppur condotto su un numero limitato di campioni ha dimostrato che l’analisi dei rapporti tra isotopi stabili e l’analisi del profilo minerale riesce a differenziare ad un livello di attendibilità del 100% il latte prodotto nel comprensorio agricolo della provincia di Venezia da quello prodotto in Austria, Sud Tirolo, Francia e Germania. È verosimile che il ricorso all’insilato di mais come base del razionamento delle lattifere in provincia di Venezia spieghi la sostanziale differenza dei valori di abbondanza dell’isotopo del carbonio. La diversa composizione pedologica del terreno, nonché la latitudine inferiore e la ridotta

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distanza dal mare rispetto le zone estere considerate sono latri elementi di variabilità efficaci ai fini della discriminazione dell’origine geografica. I risultati ottenuti indicano la potenziale capacità discriminante degli strumenti diagnostici impiegati. Tuttavia, tali risultati necessitano di essere confermati su un numero maggiore di campioni (considerando ulteriori fattori di variabilità quali la stagione di campionamento) al fine di assicurare la migliore rappresentatività degli areali di produzione del latte.

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Capo Progetto : Dott.re Giovanni Di Taranto Responsabile scientifico: Prof. Enrico NOVELLI

Marcon, 18 maggio 2011