STUDIO DELLA QUALITA’ DELL’ ACQUA NELLA SACCA DEGLI SCARDOVARI E ANALISI LCA DELLE COZZE...

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1 ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA' DI BOLOGNA Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari Master di I livello in Sviluppo sostenibile e gestione dei sistemi ambientali a.a. 2013/2014 STUDIO DELLA QUALITA' DELL'ACQUA NELLA SACCA DEGLI SCARDOVARI E ANALISI LCA DELLE COZZE D.O.P. In collaborazione con Consorzio di Bonifica Delta del Po e Aghetera Ambiente&Sviluppo Tutor aziendale: Ing.Tosini Stefano Dott. Manfredi Vale Elaborato di: Matteo Busato

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ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA' DI BOLOGNA

Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari

Master di I livello in

Sviluppo sostenibile e gestione dei sistemi ambientali

a.a. 2013/2014

STUDIO DELLA QUALITA' DELL'ACQUA NELLA SACCA

DEGLI SCARDOVARI E ANALISI LCA DELLE COZZE D.O.P.

In collaborazione con Consorzio di Bonifica Delta del Po e Aghetera Ambiente&Sviluppo

Tutor aziendale: Ing.Tosini Stefano

Dott. Manfredi Vale

Elaborato di: Matteo Busato

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SOMMARIO

Premessa

Premise

Capitolo 1: Il Consorzio di bonifica Delta del Po pag.1

1.1 Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio pag.3

1.2 Il comprensorio consorziale pag.6

Capitolo 2: La Sacca degli Scardovari pag.13

2.1 Le flora e la fauna presente pag.14

Capitolo 3: La qualità della acqua nella Sacca pag.16

3.1 Metodologia d’indagine pag.16

3.2 Analisi dati Arpav pag.16

3.3 Analisi attività antropica e consorziali pag.25

Capitolo 4: Aghetera SRL Ambiente&Sviluppo pag.34

4.1 Team e Aree di Azione pag.34

Capitolo 5:Analisi LCA delle cozze degli Scardovari D.O.P. pag.36

5.1 Struttura metodologica LCA pag.37

5.2 La cozza di Scardovari D.O.P. pag.39

5.3 Ciclo produttivo pag.40

5.4 Carbon footprint ed esclusioni pag.43

5.5 Inventario ed elaborazione dei dati pag.44

Capitolo 6:Conclusioni pag.48

Bibliografia

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PREMESSA

Il Master in "Sviluppo Sostenibile e Gestione dei Sistemi Ambientali", giunto alla sua XIII°

edizione, viene promosso dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Università

di Bologna e dalla Fondazione Alma Mater, in collaborazione con Arpa (Agenzia regionale

prevenzione e ambiente Emilia Romagna); si rivolge a manager, professionisti, consulenti e futuri

operatori del settore, figure professionali altamente qualificate a supporto delle Organizzazioni del

settore privato (Imprese, Associazioni, Aziende di servizi ambientali, Studi professionali, …),

pubblico (Amministrazioni centrali e locali, Enti di ricerca, Agenzie Ambientali, …) e del terzo

settore (ONG, ONLUS, Imprese non profit, cooperative sociali, …) con funzioni direttive e/o

operative nell’ambito dei sistemi di gestione ambientale, della pianificazione territoriale, dello

sviluppo locale, della progettazione e consulenza ambientale, della valutazione e contabilità

ambientale, della comunicazione e certificazione ambientale.

La durata del Master universitario (I livello) è annuale.

L’attività formativa è pari a 1500 ore di impegno complessivo (60 CFU), di cui almeno 360 ore

(circa 26 settimane) dedicate alla didattica.

Al termine del percorso formativo i corsisti avranno acquisito:

•Competenze tecniche, normative e comunicative per entrare in relazione con gli attori locali più

significativi per lo sviluppo locale: istituzioni politiche locali, associazioni di categoria, istituzioni

intermedie, terzo settore, sistema del credito, ecc.

• Conoscenza sistemica dei fenomeni economico – ambientali secondo un’ottica sistemica.

• Possesso di cultura direttiva ed operativa tesa a conciliare economia (sviluppo impresa e territorio)

ed ambiente.

• Capacità di analisi critica delle problematiche ambientali.

• Capacità propositiva e di formulazione di nuove proposte gestionali ed organizzative in una

prospettiva di sviluppo durevole.

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La seconda parte delle attività di studio sarà dedicata allo svolgimento di un progetto di stage

di 400 ore.

É un periodo di formazione “on the job” e costituisce un’occasione di conoscenza diretta del mondo

del lavoro oltre che di acquisizione di una specifica professionalità.

Lo stage viene svolto tra Ottobre 2014 e Marzo 2015, presso Enti e aziende dislocate su tutto il

territorio nazionale e non, individuate e selezionate per la serietà del progetto formativo proposto e

per la reale volontà di contribuire al miglioramento e all’aumento delle opportunità lavorative degli

studenti.

Per lo svolgimento dello stage, ho voluto coinvolgere 2 società, il Consorzio di Bonifica Delta del

Po e Aghetera SRL Ambiente&Sviluppo, dove nella prima avrò la possibilità di conoscere come

funziona un ente consorziale e fare un analisi della qualità delle acque della Sacca degli Scardovari

che insieme a quella del Canarin rappresentano le 2 lagune più grandi ricadenti nell’area del Delta.

Con la seconda società invece conoscerò un organizzazione che si occupa di diverse tematiche

ambientali e forme di sostenibilità, attraverso progetti e consulenze svolte sul territorio nazionale e

non, nel campo pubblico e privato.

Qui svolgerò un integrazione delle analisi delle acque svolta in precedenza, sotto diversi aspetti

ambientali, e prenderò in esame gli allevamenti di cozze e D.O.P. presenti nella Sacca e zone

adiacenti, dove farò un analisi con metodologia Life Cyicle Assessment (LCA) di come questo

prodotto incide sull'ambiente.

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PREMISE

The Master in "Sustainable Development and Management of Environmental Systems", now in its

thirteenth year, is sponsored by the Department of Agro-food Science and Technology, University of

Bologna and Alma Mater’s Foundation, in collaboration with ARPA (Regional Agency prevention

and environment Emilia Romagna); is aimed at managers, professionals, consultants and future

professionals, highly qualified professionals to support organizations in the private sector

(companies, trade associations, environmental services companies, professional offices, ...), public

(central and local authorities, bodies research, environmental Agencies, ...) and the third sector

(ONG, ONLUS, non-profit companies, cooperatives, ...) with executive functions and / or operations

in the context of environmental management systems, spatial planning, local development, the

engineering and environmental consultancy, evaluation and environmental accounting,

communication and environmental certification.

The duration of the Master (level I) is annual.

The training is equal to 1500 hours of study (60 credits), including at least 360 hours (approximately

26 weeks) dedicated to teaching.

At the end of the course the students will have acquired:

• Technical skills, and communication regulations to enter into a relationship with the local actors

more significant for local development: local political institutions, trade associations, intermediary

institutions, third sector, the credit system, etc..

• Knowledge of the systemic economic phenomena - according to a systemic environment.

• Possession of culture and operational directive aims to reconcile economics (business development

and territory) and the environment.

• Capacity for critical analysis of environmental issues.

• Ability to make proposals and formulation of new proposals in a managerial and organizational

perspective of sustainable development.

The second part of the study activities will be devoted to the performance of a proposed internship of

400 hours.

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It is a period of training "on the job" and an opportunity to learn directly from the world of work as

well as the acquisition of specific skills.

The internship is carried out between October 2014 and March 2015, at organizations and companies

located all over the country and not, locate and select the seriousness of the training project proposed

and the genuine desire to contribute to the improvement and increase of job opportunities of students.

For the development of the internship, I wanted to involve two companies, the Consortium of

Reclamation Po Delta and Aghetera SRL Environment & Development, where the first will have the

opportunity to learn how an institution consortium and make an analysis of the water quality of the

Sacca degli Scardovari that together with that of Canarin are the 2 largest lagoons that fall into the

Delta’s area. ,

With the second company instead will know an organization that deals with different forms of

environmental issues and sustainability, through projects and consulting activities in the national

territory and, in the public and private sectors.

Here you will play an integration of water analysis carried out above, under various environmental

aspects, and will examine the mussel farms and D.O.P. in the bag and adjacent areas, where I'll do a

analysis with Life Cycle Assessment (LCA) methodology of how this product affects the

environment.

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Capitolo 1

Il Consorzio di Bonifica Delta del Po

Il Consorzio di bonifica Delta del Po è stato costituito con deliberazione della Giunta Regionale del

Veneto n.1408 del 19 Maggio 2009, in attuazione dell'art.2 della L.R n.12/2009.

E' un ente di diritto pubblico economico ai sensi dell'art.59 del decreto n.215 del 13 Febbraio 1933,

con sede a Taglio di Po (RO), in via Pordenone n.6 (fig.1)

.

Fig.1: Sede del Consorzio di Bonifica Delta del Po;

Fonte dei dati: Archivio del Consorzio

Secondo lo Statuto e il POV ( Piano di Organizzazione Variabile) deliberato dall’Assemblea

Consorziale e approvati dalla Giunta Regionale del Veneto nel 2010, le funzioni e i ruoli all’interno

dell’ente sono strutturati nel seguente schema organizzativo, secondo il modello funzionale-

divisionale:

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Gli Organi del Consorzio che restano in carica non oltre 5 anni, hanno competenze ad esempio:

- Approvazioni di piani e progetti e tempi di esecuzione;

- Definizione del programma pluriennale delle attività d’irrigazione e bonifica da svolgersi;

- Definizioni degli interventi legati alla tutela e salvaguardia del territorio;

- Adozione e revisione del Piano di Bonifica e Tutela del Territorio, POV e Statuto;

- Analisi del bilancio annuale e determinazione finanziamenti;

- Determinazioni di bandi e gare d’appalto:

Il Direttore del Consorzio recepisce gli obiettivi stabiliti , garantendo e visionando il lavoro svolto

dal personale nei vari settori presenti, e contribuendo alla definizione di nuovi obiettivi da proporre

alla presidenza o segnalare problematiche e urgenze su cui intervenire in tempo breve.

Per ciascuno dei settori è presente una figura di riferimento che comunica i risultati, le modifiche o

le problematiche con la Direzione.

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1.1 Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio

Il Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio, in riferimento all’art.23 della L.R 12/2009 e

DGR n.102/2010, è lo strumento fondamentale per rendere operativa l’attività del Consorzio

nell'ambito del comprensorio di competenza.

Esso traccia le linee fondamentali delle azioni della bonifica nonché le principali opere e interventi

da realizzare; in particolare costituisce il progetto di massima delle opere di competenza pubblica e

opere minori a carico dei privati.

I contenuti del P.G.B.T.T sono descritti in 7 Capitoli, strutturati come segue:

- Cap.1 ASPETTI INTRODUTTIVI: suddiviso in 4 sezioni dove si fa riferimento alla

normativa vigente e leggi riguardanti la bonifica, nonché come è articolato il piano corrente;

- Cap.2 COMPRENSORIO DEL CONSORZIO DI BONIFICA: suddiviso in 6 sezioni:

A) Inquadramento Territoriale: descrizione dei comuni che rientrano nel comprensorio di

competenza;

B) Indagine di carattere generale definita per i seguenti argomenti:

BACINI IDROGRAFICI E COMPRENSORIO CONSORZIALE: riferimento all’Allagato A della

DGR n.102/2010, dove si inquadrano i bacini che interessano il consorzio e le sue attività ( Sistema

del Po, Il Brenta-Bacchiglione, L’Adige e il Canalbianco); descrizione delle unità territoriali;

ALTIMETRIA: descrizione e rappresentazione del livello medio del territorio rispetto il livello del

mare (-2 e -3 m con punte fino a -4); riferimento al fenomeno della “subsidenza” come responsabile

dell’abbassamento non uniforme del territorio;

SISTIME IRRIGUI: rappresentazione mediante uno schema irriguo, su come il fiume Po e l’Adige

percorrono il territorio; concetto di irrigazione strutturata e non strutturata;

AREE NATURALI PROTETTE E RETE NATURA 2000: riferimento alle funzioni del PTRC del

Veneto e le norme ambientali quali Legge Quadro sulle Aree Protette n.394/1991,

D.lgs n.152/2006, “Direttiva uccelli” 79/409/CEE e “Direttiva habitat” 91/43/CEE; i vincoli e

indicazioni specifiche contenuti nel Piano di Area del Delta del Po e Piano del Parco Regionale del

Delta del Po;

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USI DEL SUOLO: presentazione e rappresentazione del progetto su base europea “Corine Land

Cover” sulla definizione di classe omogenee del suolo nella Regione del Veneto; la Carta copertura

del suolo 2007 elaborata dalla Regione Veneto e la Carta degli scarichi elaborata dal consorzio;

CARATTERISTICHE DEI SUOLI: la classificazione eseguita dalla ARPAV e USDA delle classi

di permeabilità: classificazione in base al contenuto di sostanza organica/ acqua disponibile/ salinità

e frazione sabbiosa;

C) Elementi caratteristici del comprensorio consorziale: la storia su come si evoluto nel

tempo il territorio del Delta e come la bonifica ha operato;

D) Bonifica idraulica: descrizione del criterio di calcolo del deflusso superficiale; la

situazione pluviometrica nel Delta del Po (mediamente tra 650-800mm/anno); la bonifica

operata nelle varie unità territoriali ( indicazioni dei bacini e sottobacini, le idrovore operanti

e la distribuzione della rete dei canali di bonifica e irrigazione); elaborazione della mappa

delle zone a rischio di allagamento;

E) Irrigazione: quali analisi idrogeologiche generali sono state eseguite in collaborazione

con lo studio meteorologico di Teolo dell’ARPAV, ai fini della determinazione della rete

irrigua presente in ogni unità territoriale; dati relativi per unità territoriale su corpo idrico di

rifornimento, bacino e sottobacino rifornito e portata canali espressa in l/s;

F) Problematiche e opportunità territoriali: l’influenza dei cambiamenti climatici e quali

azioni preventive attuare per la bonifica e l’irrigazione; l’abbassamento del suolo a causa

della subsidenza e prosciugamento, e conseguenti interventi per rinforzare-alzare le opere di

difesa; l’intrusione salina e l’evoluzione dagli anni 50 ad oggi; vivificazione lagune; il

centro di emergenza per la bonifica regionale; Museo della Bonifica di Cà Vendramin (ex

impianto idrovoro);

- Cap.3 ANALISI DEL P.G.B.T.T.R del CONSORZIO DI BONIFICA DEL DELTA

DEL PO ADIGE: è stato redatto nel 1991, articolato in 3 parti ed aveva come obiettivi

principali lo studio di: stato di fatto idraulico ed irriguo-ambientale-agricolo del

comprensorio consorziale; valutazione delle cause di degrado; individuazione delle attività e

azioni di miglioramento; analisi degli impatti presunti delle azioni sul territorio;

individuazione delle attività prioritarie;

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- Cap.4 OBIETTIVI DEL NUOVO P.G.B.T.T: si distinguono obiettivi strategici (difesa

dagli allagamenti; irrigazione; attività ambientale; Fondazione Cà Vendramin) ed obiettivi

specifici (bonifica; irrigazione; vivificazione dei bacini vallivo-lagunari);

- Cap.5 PROPOSTE E PROGETTI DEL P.G.B.T.T: I progetti del piano previsti, i tempi

di realizzazione, finanziamenti e costi relativi alle opere pubbliche sono suddivisi in 5

categorie:

a) bonifica idraulica

b) irrigazione

c) ambiente e territorio

d) lagune e valli da pesca

e) cuneo salino

Sono riportate anche le “opere minori” che sono quelle di competenza privata, per le quali il

Consorzio prevede un adeguamento ai fini di realizzare la completa funzionalità idraulica

dell’intera rete di bonifica;

- Cap.6 PROSPETTIVE E CONCLUSIONI: Il P.G.B.T.T prevede un complesso di opere

che vanno dalla bonifica all’irrigazione; dalla difesa dell’ambiente a quelle di valorizzazione

del territorio; infine da quelle di vivificazione lagunare a quelle di contrasto al fenomeno

della salinizzazione.

Si tratta di interventi “a tutto campo”, per una gestione sostenibile del territorio e in linea

con le nuove valenze della bonifica veneta.

Inoltre i risultati delle opere programmate raggiungeranno in modo efficace gli obiettivi

quanto più vicina nel tempo sarà la realizzazione.

- Cap. 7 ALLEGATI: CARTOGRAFIA, MAPPE E TAVOLE.

Il piano prevede un periodo di attuazione di 15 anni che si ritengono adeguati per una

programmazione sufficientemente organica e completa in grado di realizzare le opere fondamentali

necessarie a dare risposte alle esigenze del comprensorio sotto i vari aspetti della bonifica,

dell’irrigazione e dell’ambiente.

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1.2 Il comprensorio consorziale

Il comprensorio consorziale coincide con quello del precedente Consorzio di bonifica Delta Po

Adige, della superficie di 62.780 ha, di cui circa 45.656 ha di terreni bonificati e litoranei, 8.403 ha

di valli da pesca e 9.081 ha da lagune e ambiti lagunari.

Comprende l'area del Delta del Po nella provincia di Rovigo, estendendosi nelle isole di Ariano,

Donzella, Camerini, Bonelli, Cà Venier e Pila, nonché i territori di Porto Viro, Rosolina e

Sant'Anna di Chioggia interessando i territori di otto comuni.

Nel documento propedeutico Allegato A della DGR n.102/2010 risulta che il territorio della

Regione Veneto nell'ambito della bonifica è suddiviso in 12 bacini idrografici principali, identificati

sulla base di sottobacini di piccola dimensione definiti dai vari Consorzi sul territorio .

Tale suddivisione mostra una rete idrografica complessa il cui monitoraggio e interventi richiesti

variano in base alla zona e le condizioni presenti.

Il Consorzio del Delta Po è interessato dai bacini idrografici del Sistema del Po, del Brenta-

Bacchiglione, dell'Adige e del Canalbianco.

Per monitorare la rete di competenza ,tenere sotto controllo il rischio idrologico e idrogeologico e

svolgere le funzioni consorziali sul territorio, il comprensorio è stato suddiviso in 5 unità territoriali

(fig.2):

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Fig 2:Carta della suddivisione scala 1:150000, in unità territoriali del comprensorio consorziale;

Fonte dei dati. S.I.T Consorzio Delta del Po

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L'Unità di S.Anna: con un’area di circa 2.462 ha tutta estesa all' interno del Comune di Chioggia,

tale unità rientra nella zona di valle del bacino del Brenta-Bacchiglione ed in particolare nel

sottobacino direttamente tributario.

Geograficamente è delimitata a nord dal fiume Brenta, dal Canale di Valle a ovest, dal fiume Adige

a sud e dal mare ad est (fig.3).

Fig 3:Ortofoto dell’Unità di S.Anna;

Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po

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L'Unità di Rosolina: ha un area di 7.332 ha estesa all' interno del Comune di Rosolina, di cui circa

il 43% è occupato da valli da pesca, il 14% dalla Laguna di Caleri e il resto da terreni agricoli,

urbanizzati e litorali.

Interessata dal bacino interregionale del Fissero-Tartaro-Canalbianco, è compresa tra il corso

dell'Adige a nord, di quello del Po a sud, tra l'area di Mantova ad ovest e il mare ad est (fig.4).

Fig 4:Ortofoto dell’Unità di Rosolina;

Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po

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L'Unità di Porto Viro: rientra nella zona del bacino del Canalbianco, delimitata dal Po di Levante

a nord e ad ovest, dal Po di Maistra e di Venezia a sud e dal mare ad est (fig.5).

Presenta un’area di 12.769 ha, di cui circa il 29% è occupata da valli da pesca, il 9%dalla Laguna di

Vallona (1.150 ha) e la restante porzione da terreni agricoli, zone urbanizzate e litorali.

Ricade quasi interamente nel comune di Porto Viro, che costituisce anche il principale centro

urbano.

Fig 5:Ortofoto dell’Unità di Porto Viro;

Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po

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L'Unità Isola di Ariano: rientra nella zona di valle del bacino del Po, il più esteso bacino

idrografico dei fiumi italiani.

In particolare ci si riferisce al territorio del delta del Po compreso tra il Po di Goro ed il Po di

Maistra. Il comportamento del bacino risulta diverso rispettivamente in regime di magra e di piena.

L’unità Isola di Ariano è delimitata dal Po di Venezia a nord-ovest, dal Po di Goro a sud-ovest, dal

Po di Gnocca a est e dal mare Adriatico a sud (fig.6). Ha un’area di 15.942 ha che ricade nei

territori dei comuni di Taglio di Po, Ariano Polesine e Corbola.

Fig 6:Ortofoto dell’Unità di Ariano;

Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po

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L'Unità di Porto Tolle: rientra nella zona di valle del bacino del Po. L’unità è delimitata dal fiume

Po di Maistra a nord, ad ovest dal Po di Gnocca e dal mare Adriatico a sud e a est (fig.7).

Ha un’area di 24.275 ha, di cui circa l’8% è occupata da valli da pesca, circa il 28% da lagune e la

restante porzione da terreni agricoli, zone urbanizzate e litorali.

Insieme all 'unità di Rosolina rappresentano le zone più interessate dal turismo e attività ittiche.

Fig 7:Ortofoto dell’Unità di Porto Tolle;

Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po

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Va ricordato che il comprensorio del Consorzio interessa parte delle zone a tutela del Parco

Regionale Delta del Po Veneto e spesso tra i due enti c'è una collaborazione al fine della gestione e

salvaguardia del territorio .

Quando i progetti e le attività della bonifica in particolare coinvolgono siti appartenenti alla Rete

natura 2000 o sono soggetti a vincolo, è necessaria l'autorizzazione e la conformità alle leggi del

Piano del Parco.

Capitolo 2

La Sacca degli Scardovari

Situata tra il Po di Gnocca e il Po di Tolle, la Sacca degli Scardovari è la laguna più vasta del Delta

del Po Veneto , occupando una superficie di circa 3.000 ettari nel comune di Porto Tolle.

Comunica con il mar Adriatico attraverso 2 bocche: quella Sud posta in prossimità della foce del Po

di Gnocca e quella Nord, realizzata dal Consorzio di Bonifica nel 1997, in prossimità della foce del

Po di Tolle (fig.8). Sul suo lato occidentale si trovano l'Oasi di Ca' Mello e il relitto di Valle

Bonello, ultima testimonianza delle vaste valli salmastre che la circondavano completamente.

Tali zone umide sono state progressivamente bonificate e convertite in campi estensivi quasi privi

di vegetazione arborea, coltivati soprattutto ad erba medica e riso, solcati da fossi e canali.

L’ambiente presente offre ai locali ed ospiti un paesaggio ampio e malinconico, sempre spazzato

dal vento e prezioso al tramonto.

La notevole diversità di configurazioni morfologiche come le velme e le barene, unite all'ampia

variabilità dei parametri chimico-fisici dell'ambiente lagunare, favoriscono l’esistenza di numerosi

habitat, popolati da una grande varietà di forme di vita che si sono adattate alla frequente mutabilità

delle condizioni. Perciò, vista l'elevatissima biodiversità presente nell'ecosistema e il bisogno di

tutelarlo a livello internazionale, la Sacca rientra nella Rete Natura 2000 classificata come SIC e

ZPS.

Inoltre la laguna, rappresenta una notevole importanza per l'economia locale, dove si svolgono

attività come la vongolicoltura, la mitilicoltura e la pesca, e anche per il turismo, tramite escursioni

in barca guidate e altre attività ricreative.

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Fig 8:Ortofoto della Sacca degli Scardovari;

Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po

2.1 La flora e fauna presente

La zona rientra nei siti Natura 2000 ed è stata classificata all’interno del Parco del Delta del Po

come SIC IT3270017 e ZPS IT3270023 per le specie e habitat d’interesse comunitario rilevate.

A livello floristico si annovera la presenza di Salicornia (fig.9; Salicornia veneta), mentre a livello

faunistico, nidificano il Fratino (fig.10;Charadrius alexandrinus), il Fraticello (Sterna albifrons) e

numerose coppie di Avocetta (Recurvirostra avosetta).

L’area rappresenta inoltre un sito trofico di grande importanza per il Beccapesci (Sterna

sandwicensis) e per il Gabbiano corallino (fig.11;Larus melanocephalus).

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Fig 9:Salicornia veneta;

Fig 10:Charadrius alexandrinus;

Fig 11: Larus melanocephalus

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Capitolo 3

La qualità dell’acqua nella Sacca

3.1 Metodologia d’indagine

Ai fine del progetto di stage concordato con le 2 aziende, in questa prima parte si prendono in

esame i dati relativi alla qualità dell’acqua nella Sacca degli Scardovari risultanti dalle “campagne

di monitoraggio delle acque lagunari del Veneto destinate alla vita dei molluschi”, svolte dall’Arpav

tra il 2004 e il 2009 per verificare il rispetto o meno della normativa, D.lgs n.152/2006 (Allegato 2

Sezione C).Una volta inquadrato lo stato ambientale delle acque, si passa ad un analisi delle attività

antropiche e quali interventi hanno visto coinvolto il Consorzio; infine quali conclusioni ha rilevato

tale indagine.

3.2 Analisi dati Arpav

Nell’area del Delta del Po sono 16 le stazioni, 12 delle quali monitorate oltre che per la matrice

acqua (W) anche per la matrice biota (B; molluschi).

Per la Sacca di Scardovari, le stazioni a cui facciamo riferimento per l’analisi sono 6:

- cod.SIRAV 320W – 321B Sacca Scardovari 1;

- cod.SIRAV 330W – 331B Sacca Scardovari 2;

- cod. SIRAV 340W – 341B Sacca Scardovari 3;

- cod. SIRAV 350W Sacca Scardovari 4;

- cod.SIRAV 360W Sacca Scardovari 5;

- cod.SIRAV 450W Sacca Scardovari 6;

Nelle diverse campagne annuali di monitoraggio svolte, i dati sono stati rilevati con una frequenza

trimestrale ( marzo – giugno – settembre e dicembre ) relativi ai seguenti parametri analitici:

- OSSIGENO DISCIOLTO: rappresentato in % di saturazione, che per legge è stato fissato

≥70%; sotto tale limite si ha uno scadimento della qualità del mollusco come alimento;

- SALINITA’: espressa in gr/L, regola la solubilità dell’ossigeno nelle acque; la normativa

assume come limite guida 12 - 38‰;

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- pH: può indirettamente influenzare, a valori bassi, la vitalità e tossicità dei molluschi

interagendo con la disponibilità di metalli pesanti e conseguentemente con la loro

potenzialità di accumulo. Il pH deve essere compreso tra 7 e 9;

- TEMPERATURA: escursione termiche tra 0°C e 30°C sono tollerate dalla maggior parte

dei molluschi e una temperatura tra i 13°C e 18°C favorisce la riproduzione;

- MATRICE BIOTA: si fa riferimento ai metalli presenti come Arsenico (As), Cromo Totale

(Cr), Nichel (Ni), Rame(Cu) e Zinco (Zn) espressi in mg/Kg, anche se il Mercurio (Hg < 0,5

mg/Kg) e il Piombo (Pb < 2 mg/Kg) sono quelli maggiormente significativi. Nella matrice

compaiono anche i coliformi fecali (MPN), il cui valore deve essere per legge (Ministero

della Salute) inferiore a 300/100ml per non inficiare sulla salubrità del prodotto ittico.

RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2004

O2 disciolto% saturazione Marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 91 95 74 65

Sacca Scardovari 2- cod.330W 91 94 59 69

Sacca Scardovari 3- cod.340W 70 89 60 63

Sacca Scardovari 4- cod.350W 73 89 62 59

Sacca Scardovari 5- cod.360W 62 94 59 59

salinità gr/l Marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 18 19 24 21

Sacca Scardovari 2- cod.330W 17 19 24 22

Sacca Scardovari 3- cod.340W 20 16 25 22

Sacca Scardovari 4- cod.350W 20 19 24 22

Sacca Scardovari 5- cod.360W 17 19 24 22

pH Marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,3 8,3 8,2 8,3

Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,4 8,2 8,2 8,3

Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,3 8,5 8,2 8,2

Sacca Scardovari 4- cod.350W 8,3 8,3 8 8,3

Sacca Scardovari 5- cod.360W 8,3 8,3 8,1 8,1

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Temperatura acqua °C marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 11 24 23 10

Sacca Scardovari 2- cod.330W 11 24 23 10

Sacca Scardovari 3- cod.340W 11 24 23 10

Sacca Scardovari 4- cod.350W 11 24 23 10

Sacca Scardovari 5- cod.360W 11 24 23 11

Matrice biota

Arsenico (As) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,2 1,1 0,8 1

Sacca Scardovari 2- cod.331B 1 0,9 0,8 0,5

Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,3 0,7 0,8 0,6

Cromo totale mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.321B 0,7 1,2 0,2 0,8

Sacca Scardovari 2- cod.331B 0,7 0,7 0,2 0,7

Sacca Scardovari 3- cod.341B 0,7 1,2 0,9 0,4

Nichel (Ni) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,6 2,4 1,2 1,7

Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,5 2 1,1 1,1

Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,4 3,4 1,3 1,4

Rame (Cu) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.321B 0,9 1,7 1,5 1

Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,2 1,5 1,8 1,4

Sacca Scardovari 3- cod.341B 1 1,2 1,6 1,2

Zinco (Zn) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.321B 16,3 19,1 16 12,7

Sacca Scardovari 2- cod.331B 15,2 19,5 16 17,6

Sacca Scardovari 3- cod.341B 14,8 17,3 16,4 19,2

Coliformi fecali(MPN) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.321B 200 < 200 < 200 <200

Sacca Scardovari 2- cod.331B 200 <200 < 200 <200

Sacca Scardovari 3- cod.341B < 200 < 200 200 < 200

25

RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2005

O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 94 107 110

Sacca Scardovari 2- cod.330W 107 97 110 107

Sacca Scardovari 3- cod.340W 108 104 108

Sacca Scardovari 4- cod.350W 113 95 102 111

Sacca Scardovari 5- cod.360W 107 89 105 110

salinità gr/l marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 20 24 20

Sacca Scardovari 2- cod.330W 21 26 23 19

Sacca Scardovari 3- cod.340W 21 24 20

Sacca Scardovari 4- cod.350W 21 29 25 21

Sacca Scardovari 5- cod.360W 19 25 24 23

pH marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,2 8,3 8,2

Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,3 8,2 8,3 8,2

Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,4 8,1 8,1

Sacca Scardovari 4- cod.350W 8,3 8,2 8,2 8,2

Sacca Scardovari 5- cod.360W 8,3 8,2 8,2 8,2

Temperatura acqua °C marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 13 18 9

Sacca Scardovari 2- cod.330W 13 21 18 9

Sacca Scardovari 3- cod.340W 13 18 9

Sacca Scardovari 4- cod.350W 13 20 18 9

Sacca Scardovari 5- cod.360W 13 20 18 9

Matrice biota

Arsenico (As) mg/Kg Giugno Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,3 1,3

Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,7 1,4

Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,4 1,3

Cromo Totale(Cr) mg/Kg Giugno Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.321B 0,5 0,6

Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,3 0,4

Sacca Scardovari 3- cod.341B 0,7 0,4

26

Nichel (Ni) mg/Kg giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,2 1,5 Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,8 2,1 Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,4 1,8

Rame(Cu) mg/Kg giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,7 1,8 Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,3 0,9 Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,6 1,1

Zinco (Zn) mg/Kg giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.321B 15,1 12,5 Sacca Scardovari 2- cod.331B 17,1 12,6 Sacca Scardovari 3- cod.341B 14,4 11,2

Coliformi fecali (MPN) mg/Kg marzo Giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.321B <200 <200 <200 900

Sacca Scardovari 2- cod.331B 200 <200 <200 200

Sacca Scardovari 3- cod.341B <200 <200 1100 <200

RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2006

O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 93 139 120 108

Sacca Scardovari 2- cod.330W 95 142 110 112

Sacca Scardovari 3- cod.340W 95 127 106 106

Sacca Scardovari 4- cod.350W 94 133 115 113

Sacca Scardovari 5- cod.360W 94 131 113 108

salinità gr/l marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 22 28,6 28,07 29,07

Sacca Scardovari 2- cod.330W 22 30,4 27,03 29,04

Sacca Scardovari 3- cod.340W 22 24 28,04 29,09

Sacca Scardovari 4- cod.350W 21 27,1 24,05 29,04

Sacca Scardovari 5- cod.360W 22 26,5 25,03 29,06

27

pH Marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,4 8,1 8,02 8

Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,4 8,1 8,02 8,01

Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,4 8 8,02 8

Sacca Scardovari 4- cod.350W 8,3 8,1 8,02 8

Sacca Scardovari 5- cod.360W 8,3 8,2 8,02 8

Temperatura acqua °C Marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,5 19 24 9

Sacca Scardovari 2- cod.330W 8 19 24 9

Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,5 19 24 9

Sacca Scardovari 4- cod.350W 8 19 25 8

Sacca Scardovari 5- cod.360W 8,5 19 25 9

Matrice biota

Coliformi fecali(MPN) mg/Kg Marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.321B <200 900 < 200 2300

Sacca Scardovari 2- cod.331B < 200 < 200 < 200 900

Sacca Scardovari 3- cod.341B < 200 < 200 <200 < 200

RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2007

O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 112 81 104

Sacca Scardovari 2- cod.330W 110 89 100

Sacca Scardovari 3- cod.340W 113 105 104

Sacca Scardovari 4- cod.350W 113 98 100

Sacca Scardovari 5- cod.360W 114 94 100

salinità gr/l marzo giugno Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 29,5 29,5 28,5

Sacca Scardovari 2- cod.330W 29,5 29,8 27,4

Sacca Scardovari 3- cod.340W 30,4 26,9 28,5

Sacca Scardovari 4- cod.350W 26,6 28,4 28,5

Sacca Scardovari 5- cod.360W 30,7 28,8 29,5

28

pH marzo giugno Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,2 7,8 7,8

Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,1 8,1 7,8

Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,1 8,1 7,8

Sacca Scardovari 4- cod.350W 7,9 8 7,7

Sacca Scardovari 5- cod.360W 7,9 8 7,9

Temperatura acqua °C marzo giugno Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 11 18 23

Sacca Scardovari 2- cod.330W 10 18 23

Sacca Scardovari 3- cod.340W 10 18 23

Sacca Scardovari 4- cod.350W 11 18 23

Sacca Scardovari 5- cod.360W 11 18 23

Matrice biota

Coliformi fecali(MPN) mg/Kg marzo giugno Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.321B <200 < 200 200

Sacca Scardovari 2- cod.331B 200 < 200 700

Sacca Scardovari 3- cod.341B < 200 < 200 200

RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2008

O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 113,9 95,4 93,9

Sacca Scardovari 2- cod.330W 127 71,1 89,6

Sacca Scardovari 3- cod.340W 97,3 126,8 93

Sacca Scardovari 6- cod.450W 94,2 119,2 103,5

salinità gr/l marzo giugno Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 30,6 33,7 30,1

Sacca Scardovari 2- cod.330W 31,3 30,9 28,6

Sacca Scardovari 3- cod.340W 27,8 24,6 23,5

Sacca Scardovari 6- cod.450W 27,4 24,7 24,6

29

pH marzo giugno Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,3 8,1 8,2

Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,2 8 8,2

Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,3 8,5 8,1

Sacca Scardovari 6- cod.450W 8,3 8,6 8,3

Temperatura acqua °C marzo giugno Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 10,7 26,3 18,7

Sacca Scardovari 2- cod.330W 10,8 25 17,8

Sacca Scardovari 3- cod.340W 10,4 26,7 15,7

Sacca Scardovari 6- cod.450W 10,2 26,2 15,8

Matrice biota

Coliformi fecali(MPN) mg/Kg marzo giugno Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.321B <200 <200 700

Sacca Scardovari 2- cod.331B <200 <200

Sacca Scardovari 3- cod.341B <200 <200

RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2009

O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 113,3 93,3 95,6 89,6

Sacca Scardovari 2- cod.330W 105,3 104,2 137,3 104,4

Sacca Scardovari 3- cod.340W 111,7 138,9 123,7 101

Sacca Scardovari 6- cod.450W 104,7 137,9 121,1 87,6

salinità gr/l marzo giugno Sett. Dicem.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 25,5 25,7 29,1 30,7

Sacca Scardovari 2- cod.330W 22,7 24,1 22,2 28,5

Sacca Scardovari 3- cod.340W 23,2 20,8 26,7 28,6

Sacca Scardovari 6- cod.450W 21 22,9 26,2 26,9

pH marzo giugno Sett. Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,2 8,1 8,3 8,2

Sacca Scardovari 2- cod.330W 8 8 7,9 8,3

Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,2 8,3 8,5 8,2

Sacca Scardovari 6- cod.450W 8 8,4 8 8,1

30

Temperatura acqua °C marzo giugno Sett. Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.320W 10,3 23,5 13,2 11,3

Sacca Scardovari 2- cod.330W 9,6 26,1 23,6 10,3

Sacca Scardovari 3- cod.340W 10,5 26,7 12,3 9,9

Sacca Scardovari 6- cod.450W 9,9 26,2 23,2 9,7

Matrice biota

Coliformi fecali(MPN) mg/Kg marzo giugno Sett. Sett.

Sacca Scardovari 1- cod.321B 27800 <200 <200 200

Sacca Scardovari 2- cod.331B 900 <200 <200 200

Sacca Scardovari 3- cod.341B <200 <200 200

Per ottenere tali dati si è impiegata un apposita strumentazione, classificata nel modo seguente:

- CENTRALINA METEO: strumento portatile che permette di monitorare attraverso diversi

sensori le condizioni atmosferiche, quali temperatura dell’aria, umidità dell’aria pressione

atmosferica e irradiazione solare;

- SONDA MULTIPARAMETRICA: si utilizza per l’acquisizione di parametri chimico-

fisici (temperatura, salinità, conducibilità, pH e ossigeno disciolto) lungo tutta la colonna

d’acqua. Alla sonda è inoltre associato un fluorimetro per la determinazione della clorofilla

a;

- ANEMOMETRO: strumento digitale utilizzato per misurare la velocità e direzione del

vento;

- BOTTIGLIE Niskin: vengono utilizzate per il prelievo di campioni d’acqua a determinate

profondità. Le bottiglie, a forma cilindrica, vengono aperte alle due estremità con un sistema

che ne permette il mantenimento dell’apertura durante la calata in acqua fino al

raggiungimento della profondità desiderata. La calata viene effettuata tramite verricello e la

chiusura, di tipo manuale, avviene attraverso l’invio di un messaggero, cilindro metallico,

lungo il cavo che determina la chiusura ermetica di entrambe le estremità della bottiglia;

- DISCO DI SECCHI: disco bianco del diametro di 30 cm che viene calato in mare per la

misura della trasparenza dell’acqua. Il dato di trasparenza si ricava dalla misurazione della

profondità di scomparsa del disco;

- CORRENTOMETRO: apparecchio meccanico per misurare la velocità e la direzione delle

corrente;

31

- BENNA (tipo Ekman Birge) : strumento manuale utilizzato per la raccolta di campioni di

sedimenti per le analisi di tipo chimico -fisico e per la raccolta di campioni per lo studio

delle comunità animali e vegetali che abitano il fondo marino e vivono in rapporto diretto

con esso;

- SETACCIO PER MACROINVERTEBRATI: recipiente con fondo costituito

generalmente da un retino metallico di maglie pari a 1 millimetro di diametro, che serve a

filtrare organismi bentonici avente dimensioni superiori a quelle della maglia

(macrobenthos).

3.3 Analisi attività antropiche e consorziali

Come detto in precedenza, la Sacca è situata nell’Unità territoriale di Porto Tolle. Dall’analisi della

Carta dell’Uso del Suolo 2007 della Regione del Veneto (fig.12), mostra che i terreni limitrofi alla

laguna sono per lo più ad uso agricolo, in particolare mais (colore giallino) e risaia (colore azzurro).

Fig 12: Carta dell’Uso del Suolo 2007; Fonte dei dati: Regione del Veneto

32

Al fine di garantire lo sviluppo delle colture presenti nella zona di S.Giulia (bacino Canestro) ed Ex

Valli che richiedono ad esempio, come per il mais e la soia un fabbisogno idrico netto tra i 6 mm/g

e 8 mm/g, è stata realizzata una rete irrigua lunga circa 40 km che preleva dal Po di Gnocca (fig.13).

L’acqua viene sollevata dal Po mediante impianti dotati di sifoni, che distribuiscono su tutta la rete

e che interrompono il prelevamento, in particolare durante i periodo di siccità e risalita del cuneo

salino per evitare danni ulteriori al suolo colturale. Le acque di scolo, che comprendono quelle in

eccesso del Po, quelle provenienti dalle colture (capofossi) ,dai deflussi superficiali e dalle aziende

con le quali è stato stipulata un autorizzazione, invece sono captate in un'altra rete di canali che le

convogliano agli impianti idrovori di Paltanara e Cà Dolfin, i quali le sollevano grazie a delle

pompe scaricano uno nella Sacca degli Scardovari e l’altro nel Po di Tolle che poi si disperdono nel

mare (fig.14).

Fig 13: Bacini irrigui Unità di Porto Tolle; Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po

33

Fig 14: Rete di scolo Unità di Porto Tolle; Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po

L’idrovora “Paltanara” è dotata di 3 pompe, una dalla portata media di 1390 m3/s e altre due di

1170 m3/s.

In caso di situazioni d’emergenza, come eventi meteorici eccezionali, il Consorzio attiva anche

l’impianto Bonello, che principalmente scarica nella Sacca acqua salina presente nel Biotopo Valle

Bonello che copre un area di 45 ettari circa.

Di seguito vengono riportati i dati relativi al funzionamento e costi di Paltanara dal 2007 al 2013:

34

IDROVORA PALTANARA ID 19

Pompe Portata mc/s

P.1 1390

P.2 1170

P.3 1170

ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC

19 2007 GEN 11 22 21 54 7587 244080

2007 FEB 16 25 38 79 10369 382844

2007 MAR 38 18 70 126 13426 586152

2007 APR 144 24 14 182 15769 777672

2007 MAG 56 84 21 161 18782 694764

2007 GIU 80 55 49 184 18973 813816

2007 LUG 44 5 4 53 5828 226404

2007 AGO 48 0 1 49 6758 207180

2007 SET 76 0 0 76 8029 320112

2007 OTT 71 13 0 84 9519 353808

2007 NOV 43 21 11 75 8495 324612

2007 DIC 59 0 12 71 17272 308556

1194 140807 5240000

ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC

19 2008 GEN 66 0 0 66 7638 277992

2008 FEB 61 0 0 61 7058 256932

2008 MAR 67 3 1 71 7926 299844

2008 APR 136 21 1 158 15951 666288

2008 MAG 155 85 1 241 24114 1015884

2008 GIU 258 92 47 397 37732 1709388

2008 LUG 221 141 1 363 32609 1529748

2008 AGO 221 18 4 243 21982 1026684

2008 SET 70 6 0 76 7862 320112

2008 OTT 33 10 1 44 6247 186120

2008 NOV 48 12 0 60 9183 252720

2008 DIC 228 14 2 244 25986 1029312

2024 204288 8571024

35

ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC

19 2009 GEN 145 2 11 158 15052 674208

2009 FEB 140 9 1 150 15238 632592

2009 MAR 106 1 0 107 11443 450684

2009 APR 156 6 0 162 15234 682344

2009 MAG 142 14 2 158 16711 667080

2009 GIU 160 14 0 174 15737 732888

2009 LUG 171 14 1 186 17706 784224

2009 AGO 151 17 0 168 16039 707616

2009 SET 89 0 1 90 9198 379872

2009 OTT 61 1 1 63 7254 266148

2009 NOV 79 0 0 79 8778 332748

2009 DIC 149 0 0 149 15396 627588

1644 163786 6937992

ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC

19 2010 GEN 221 0 0 221 19582 930852

2010 FEB 191 2 0 193 19678 812916

2010 MAR 144 55 2 201 20718 848196

2010 APR 6 127 1 134 14525 565200

2010 MAG 13 153 1 167 18823 704196

2010 GIU 14 182 1 197 20937 830556

2010 LUG 61 220 0 281 28410 1183572

2010 AGO 40 175 10 225 23876 955620

2010 SET 13 90 9 112 12007 478872

2010 OTT 76 0 0 76 9151 320112

2010 NOV 8 131 1 140 15546 590472

2010 DIC 5 158 3 166 18155 701568

2113 221408 8922132

ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC

19 2011 GEN 3 58 0 61 7996 256932

2011 FEB 0 47 0 47 6363 197964

2011 MAR 8 102 0 110 12421 463320

2011 APR 19 125 0 144 15848 606528

2011 MAG 8 316 2 326 33507 1374696

2011 GIU 51 294 8 323 32590 1366812

2011 LUG 34 176 0 210 21758 884520

2011 AGO 5 136 1 142 15419 598896

2011 SET 25 141 3 169 18468 714204

2011 OTT 15 75 1 91 10593 384084

2011 NOV 0 50 0 50 7136 210600

2011 DIC 5 38 0 43 6542 181116

1716 188641 7239672

36

ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC

19 2012 GEN 0 35 0 35 5627 147420

2012 FEB 0 45 0 45 7141 189540

2012 MAR 19 130 0 149 18654 627588

2012 APR 32 174 0 206 22488 867672

2012 MAG 38 159 0 197 24455 829764

2012 GIU 27 133 89 249 28194 1119276

2012 LUG 20 70 9 99 12315 424116

2012 AGO 0 32 3 35 6036 149796

2012 SET 1 2 74 78 10389 387144

2012 OTT 1 2 51 54 7165 267840

2012 NOV 0 3 90 93 12548 462996

2012 DIC 3 9 115 127 15943 626004

1367 170955 6099156

ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC

19 2013 GEN 3 6 130 139 17383 688428

2013 FEB 50 54 135 239 28800 1113588

2013 MAR 180 62 1 243 28355 1024308

2013 APR 202 18 1 221 22190 931644

2013 MAG 123 21 98 242 27429 1096920

2013 GIU 18 3 138 159 18196 779004

2013 LUG 227 38 52 317 31883 1376388

2013 AGO 132 4 69 205 22127 918108

2013 SET 74 2 11 87 9868 375156

2013 OTT 0 0 90 90 11457 450360

2013 NOV 0 42 207 249 29329 1212732

2013 DIC 0 1 53 54 7817 269424

2245 254834 10236060

37

0 10000 20000 30000 40000 50000 60000

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

€/anno

ann

o

Costo Kwh/anno Paltanara

Costo

0 5 10 15 20 25 30 35

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

€/h

ann

o

Costo medio Kwh/h Paltanara

Serie2

38

Poiché la Sacca degli Scardovari rappresenta non solo un importante ambiente d’interesse

comunitario, ma anche una risorsa per l’economia locale, il Consorzio dal momento in cui le lagune

e le valli da pesca sono diventate di sua competenza, ha realizzato una serie di interventi per far

conciliare entrambi i vantaggi.

Ai fini della conservazione dell’habitat ha provveduto, in collaborazione con la Regione e il WWF a

progetti LIFE per realizzare luoghi adatti alla nidificazione delle specie e creazione di barene e

velme tipiche dell’ambiente lagunare che favoriscono il ricambio idrico e contrastano il moto

ondoso.

Interessante è stato il progetto della “realizzazione di barriere artificiali sommerse antistanti la

Sacca degli Scardovari” con la Regione Veneto, sul tema della vivificazione.

Partito con ipotesi progettuale nel 2006, a seguito dei monitoraggi subacquei tra il 2008 e il 2009,

l’obiettivo era promuovere lo sviluppo della fauna e flora marina ed il risultato sui dati raccolti tra il

2013 e 2014 (dopo aver immerso le barriere), è stato positivo perché molte specie (molluschi e non

solo) hanno trovato un ambiente idoneo per proliferare (fig.15).

39

Fig 15: Strutture piramidali in cls e gruppo di mitili; Fonte dei dati: Archivio Consorzio Delta del Po

Per quanto riguarda l’attività economica, dopo la creazione della bocca a Nord e una rete interna per

favorire il ricambio dell’acqua e ossigenazione, il Consorzio ha provveduto ad eseguire interventi di

manutenzione ordinaria come il drenaggio nei punti di sedimento dei canali sublagunari, il contrasto

delle infiltrazioni saline che hanno reso incoltivabili parte dei terreni lungo il margine della Sacca, il

rinforzamento in pietrame dello scanno che separa la Sacca dal mare e altri lavori di ripristino

morfologico.

40

Capitolo 4

Aghetera SRL Ambiente&Sviluppo

Aghetera è una giovane società che propone metodi innovativi per l’analisi, l’identificazione e la

soluzione delle problematiche connesse alla moderna gestione del territorio.

L' approccio prevede il coinvolgimento diretto e partecipativo di tutti gli attori coinvolti nei

problemi, la riduzione in termini elementari di ciascuna criticità, e per ognuna di queste

l’individuazione di percorsi interdisciplinari dedicati.

Il valore aggiunto di questa strategia è quello di trovare l’interesse comune, favorire la

partecipazione e l’impegno, ottimizzando risultati finali e vantaggi per tutti .

Aghetera propone a pubbliche amministrazioni, aziende, gruppi di interesse di diventare

protagonisti del cambiamento agendo da fattore innescante di processi virtuosi per il miglioramento

sociale, ambientale, economico, e la liberazione di nuove potenzialità ed energie.

4.1 Team e Aree di Azione

Aghetera nasce a Venezia, dall'iniziativa di un gruppo di professionisti che hanno voluto

condividere conoscenze ed esperienze maturate in diversi ambiti dell'ecologia e della gestione

ambientale in un network di competenze e professionalità votato all'innovazione e alla diffusione

dei nuovi modelli di sviluppo ecosostenibile.

Le aree di azione in cui la società risulta competente si possono classificare in 5 ambiti:

Cooperazione internazionale: è un elemento fondamentale di scambio di saperi tra popoli, e si

intende sempre come bilaterale, mai come trasferimento unilaterale di conoscenza o beni da un

popolo all’altro.

Aghetera si pone l'obiettivo di sviluppare e partecipare a progetti di sostenibilità, in collaborazione

con società internazionali, in particolare in quei paesi terzi dove a causa di limiti e difetti e

necessario aumentare l'efficacia e l'efficienza delle risorse disponibili.

Gestione dei rifiuti: avvalendosi del Life Cycle Thinking (LCT), un approccio metodologico che

permette di valutare gli impatti sull’ambiente dovuti alle varie fasi della vita di un bene o di un

servizio, Aghetera cerca di progettare, pianificare e far adottare a pubbliche amministrazioni e

aziende, sistemi di gestione integrata dei rifiuti.

Questo perché quelli che noi chiamiamo “rifiuti” all'interno di un ciclo produttivo, sono

41

potenzialmente dei moduli di energia e materia che, se correttamente valorizzati, possono

creare nuova ricchezza e risparmio dei costi ambientali generando benessere comune.

Energia e Risorse rinnovabili: a fronte della crisi delle fonti fossili per produrre energia e la

continua ricerca ed espansione di fonti alternative e rinnovabili, Aghetera propone e ricerca a

beneficio di realtà pubbliche e private, soluzioni per installare sistemi di gestione integrata

dell'energia di ultima generazione o riconversione energetica, in pieno rispetto con l'ecosistema e

sostenibili economicamente nel medio-lungo periodo.

Difesa integrata del suolo e delle acque: la conservazione del suolo e dell’acqua sono strettamente

legate: entrambe sono risorse non rinnovabili e limitate e rappresentano una delle scelte strategiche

per una effettiva sostenibilità.

Combinando l'impiego di sistemi informatici territoriali e modelli matematici testati, Aghetera

cerca di analizzare e simulare diverse condizioni possibili al fine di consentire la risoluzione di

problematiche quali il rischio idrogeologico, consumo selvaggio del suolo, inquinamento delle

acque e del suolo e resilienza degli ecosistemi acquatici e terrestri

Sviluppo locale: il coinvolgimento del pubblico, privato e società civile attraverso un impegno

continuo e un confronto partecipato, consente di instaurare un modello che permette lo sviluppo di

un benessere diffuso e condiviso, nonché un potenziamento del tessuto socio-territoriale.

Aghetera, si propone come medium per far riscoprire le potenzialità inespressa, tramite percorsi di

certificazione e registrazione di sistemi integrati, la promozione di marketing territoriale, la spesa a

km0, ecoturismo, filiere, percorsi di educazione e comunicazione e processi di integrazione sociale.

.

42

Capitolo 5

Analisi LCA delle cozze degli Scardovari D.O.P.

Il termine Life Cycle Assessment (LCA) è stato introdotto dalla IPP (Politica Integrata di Prodotto)

varata dalla UE come uno degli strumenti che permettono di valutare gli impatti ambientali associati

al CICLO DI VITA di un prodotto, processo o attività, attraverso l’identificazione e la

quantificazione dei consumi e di flussi in entrata e in uscita di materia, risorse, energia, rifiuti ed

emissioni nell’ambiente e l’identificazione e la valutazione delle opportunità per diminuire questi

impatti.

Tale metodologia parte dall’ESTRAZIONE DELLE MATERIE PRIME necessarie alla creazione

del prodotto e arriva al momento in cui tutti i materiali che compongono il prodotto giungono a

FINE VITA. Il ciclo di vita di un prodotto in generale viene suddiviso in 5 fasi:

- PRE-PRODUZIONE: selezione e acquisto materie prime, trasporto e stoccaggio;

- PRODUZIONE: trasformazione dei materiali, assemblaggio e finitura;

- DISTRIBUZIONE: logistica e vendita del prodotto;

- USO/CONSUMO: utilizzazione e impiego;

- SMALTIMENTO: gestione del fine vita;

Il Life Cycle Assessment applicabile in tutti i settori in quanto è standardizzato da una serie di

norme:

- UNI EN ISO 14040: Norma europea in materia di gestione ambientale “Valutazione del

ciclo di vita - Principi e quadro di riferimento”;

- UNI EN ISO 14044: Norma europea in materia di gestione ambientale “Valutazione del

ciclo di vita – Requisiti e linee guide”;

43

5.1 Struttura metodologica LCA

Quando si esegue uno studio LCA si devono seguire i requisiti descritti dalla UNI EN ISO 14040,

che prevede 4 fasi principali:

Nella fase 1, nel definire gli obiettivi devono essere chiaramente descritti:

- L’applicazione prevista;

- Le motivazioni per effettuare tale studio (es: ricerca e sviluppo, eco-desgin..);

- Il tipo di pubblico a cui è destinata l’indagine

FASE 1: - OBIETTIVO - CAMPO DI APPLICAZIONE - UNITÁ FUNZIONALE - CONFINI DEL SISTEMA

FASE 2: ANALISI D’INVENTARIO

FASE 3: ANALISI E VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI

1.CLASSIFICAZIONE 2.CARATTERIZZAZIONE

FASE 4: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI

E MIGLIORAMENTO

3. NORMALIZZAZIONE 4. VALUTAZIONE

44

Per quanto riguarda il campo di applicazione bisogna considerare, insieme all’unità funzionale e i

confini del sistema, i seguenti elementi:

- Sistema di prodotti allo studio;

- Le funzioni del sistema di prodotti;

- Le procedure di allocazione ed eventuali esclusioni;

- La metodologia e le categorie d’impatto;

- I requisiti relativi alla qualità dei dati imputati;

- Le ipotesi;

- Le limitazioni;

- Il tipo di riesame (se richiesto);

- Il tipo di formato del rapporto richiesto per lo studio in esame

L’unità funzionale costituisce una “ misura definita e misurabile” atta a fornire un riferimento a cui

legare i flussi in entrata e in uscita nel processo produttivo. Il confine del sistema invece determina processi unitari che devono essere inclusi nell’LCA,

considerando criteri geografici. fisici e temporali.

Secondo la normativa, si distinguono 4 tipologie di confini del sistema:

- Cradle to gate : dall’estrazione delle materie prime fino alla produzione e all’assemblaggio

del prodotto nell’azienda che lo immette sul mercato;

- Cradle to grave - dall’estrazione delle materie prime fino al ritorno alla terra sotto forma di

rifiuti o rilasci;

- Gate to gate :si considera solo ciò che sta all’interno dei “cancelli dell’azienda”, escludendo

gli approvvigionamenti e la distribuzione del prodotto finito;

- Gate to grave: include le fasi relative alla distribuzione, uso e smaltimento a fine utilizzo;

La scelta del confine dipende dall’obiettivo che si vuole raggiungere e dai flussi produttivi per i

quali si hanno informazioni su cui elaborare risultati.

L’analisi d’inventario ( fase 2 ) è il momento più importante di un LCA nel corso del quale si

procede alla costruzione di un “modello analogico” della realtà in grado di rappresentare nella

maniera più fedele possibile tutti gli scambi tra le singole operazioni appartenenti alla catena di

processo del sistema.

La fase 3, analisi e valutazione degli impatti ha lo scopo di evidenziare e dare una quantificazione

dell’entità delle modificazioni ambientali che si generano a seguito dei rilasci nell’ambiente

(emissioni o reflui) e del consumo di risorse e materie necessarie al sistema produttivo.

45

Mentre la fase 2 dà un giudizio oggettivo-quantificativo sul processo , la fase 3 dà un giudizio di

pericolosità .

Infine la fase 4, interpretazione dei risultati ha lo scopo, una volta analizzato il sistema, di proporre i

cambiamenti necessari a ridurre l’impatto ambientale, riuscendo a stimarne la validità mediante

l’iterazione della metodologia LCA.

5.2 La cozza di Scardovari D.O.P.

La Denominazione di Origine Protetta “Cozza di Scardovari DOP” è riservata al mitilo

appartenente alla specie “Mytilus galloprovincialis”(fig.16), allevato all’interno della Sacca degli

Scardovari nel comune di Porto Tolle (RO) e che risponde a determinate condizioni fissate dal

Regolamento del 18/07/2000 del Ministero delle Politiche Agricole.

La cozza è un mollusco bivalve dalla forma allungata e dotato di una conchiglia colore nero

violaceo. Le valve sono bombate, uguali di forma quasi triangolare e presentano sottili striature

concentriche.

All’interno il colore è viola-madreperlaceo e questo può variare in relazione al ciclo produttivo ed

al sesso. Dal guscio escono filamenti bruni assai robusti, costituenti la ghiandola del “bisso”, con

cui il mollusco si fissa alle reste o altre sostegni.

Le valve si chiudono grazie a muscoli adduttori, ad una cerniera e ad un legamento elastico, stretto

allungato di colore brunastro.

Fig 16: “Mytilus galloprovincialis”,

46

5.3 Ciclo produttivo

La produzione della cozza di Scardovari DOP va da fine marzo a settembre. Innanzitutto si preleva

la materia prima, ovvero il seme del mitilo mediante raschiatura manuale e meccanica dal mare e

dalla Sacca.

Il seme estratto tra 1 e 3 cm, viene trasportato su barca ai vivai interni alla Sacca che coprono uno

superficie complessiva di circa 300 ettari.

I vivai sono composti da campate con un area media di 40 m2

delimitate da pali in castagno fissati al

fondale. Lungo questi vengono disposti in modo longitudinale dei cavi in acciaio su cui verranno

poi appese le reste in plastica da 1,5 m di lunghezza, che contengono in media tra i 7 e 8 Kg di

seme. Un impianto da 20 o più campante è detto troncone.

Il prodotto incalzato nelle reste viene lasciato ad ingrassare in modo naturale tra gli 8 e 12 mesi.

Sono programmate operazioni di rincalzato in modo che il peso complessivo delle reste non

comprometta la struttura dalla campata e di pulizia da fouling (incrostazioni) che può

comprometterne lo sviluppo.

Quando viene raggiunto i 5 cm di lunghezza e la resta una peso complessivo tra i 12-14 Kg, il

prodotto viene raccolto e trasportato nella cavane tipiche delle Sacca per un pre-trattamento.

Qui gli addetti al pescato:

- Infilano le singole reste in una macchina sgranatrice che distacca il mitilo ancorato tramite il

bisso;

- rimuovono eventuali residui organici indesiderati (esempio: alghe);;

- con un calibro misurano la dimensione del prodotto affinché risponda agli standard fissati.

Le cozze vengono pre-confezionate in sacchi di rete plastica, etichettate per specificare la zona del

prelievo, infine trasportate al punto di sbarco per essere inviate allo stabulario.

I sacchi vengono caricati su un furgone dotato di cassone isotermico, la cui temperatura durante il

trasporto deve essere inferiore a 20°C per mantenere la vitalità del prodotto.

Arrivato allo stabulario, ovvero al Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine in via della Sacca

11 a Scardovari (RO), il prodotto viene scaricato e inviato all’impianto di depurazione dotato di un

doppio sistema di trattamento dei molluschi:

a) un primo impianto tradizionale a circuito aperto che pretratta le cozze togliendo la sabbia e

l’odore marino tipico dell’ambiente lagunare.

47

L’acqua prelevata dalla Sacca, circa 100 m3/h è opportunamente depurata sia in entrata, tramite

filtri che sfruttano carboni attivi e cristalli di quarzo, che in uscita mediante i flocculanti. I residui e

la sabbia derivanti da questa fase vengono raccolti in 2 vasche in cemento armato poste all’esterno

per poi essere smaltite da ditte specifiche alla raccolta di rifiuti speciali.

b) uno moderno e tecnologicamente avanzato sistema a circuito chiuso secondo una impiantistica

importata dal Nord Europa.

le cozze vengono poste in bins collocati sotto le docce di depurazione a intervalli di 6, 12 e le 24

ore .

l’acqua filtrata dalla Sacca in una vasca interna all’impianto, circa 200 m3/h è opportunamente

depurata con controllo di valori di pH (7,5-8,5), salinità ( 22 - 25%) ossigeno (valore costante

5mg/l) e temperatura (16-18°C); inoltre viene utilizzato il biossido di cloro, ozono e un sistema a

raggi ultravioletti per eliminare batteri e altri microorganismi presenti.

Durante questa fase, gli addetti al laboratorio e al controllo qualità, prelevano dei campioni e

verificano le seguenti peculiarità:

VALORI MICROBOLOGICI E BIOTOSSICOLOGICI

- Escherichia coli <230;

- Batterio salmonella assente;

- Anaerobi solfiti riduttori < 100;

- Vibroni patogeni assenti;

- Biotossi algali sotto i limiti indicati dal D.M 16/05/2002

VALORI ORGANOLETTICI

- Indice di condizione ( stato di pienezza della parte edibile del mollusco rispetto all’intero

organismo) >25%;

- Odore marino caratteristico;

- Aspetto regolare senza epibondi;

- Colore della conchiglia bruno-scuro, nero;

- Carni dal sapore marino-dolciastro grazie al basso contenuto in sodio <210mg/100gr;

Una volta verificata la sicurezza del prodotto, le cozze vengono tolte dai bins e poste su un nastro

trasportatore che le convoglia al confezionamento che avviene in parte automatizzato e in parte

manuale.

48

Le cozze vengono inserite in sacchetti di peso variabile (0,5-1-3-5- 20 kg) di rete plastica blu,

etichettate, e inserite in cassette disposte sui pallet.

Usando un macchinario per l’imballaggio, ciascun pallet viene rivestito da un film in plastica e

caricato su camion con il muletto. I camion interni al Consorzio possono portare in media partite tra

i 130-160 q/gg, mentre per quelle consistenti ci si affida a ditte specifiche, in particolare per la

Spagna e la Francia.

I camion devono essere dotati di cella frigorifera con termostato impostato tra i 2 e i 6°C per

mantenere la freschezza del prodotto che entro 48 ore viene consegnato al rivenditore/consumatore.

Al fine di garantire una sicurezza nei confronti dei commercianti e consumatori, il Consorzio (già

certificato UNI EN ISO 9001 nel 2002) certificato UNI 10939 dal 2006, mette a disposizione sul

proprio sito, www.consorziocooperativepescatoridelpolesine.it, un sistema on-line per rintracciare

l’origine e lavorazione del prodotto usando i dati riportati sull’etichetta (fig.17).

.

Fig 17: etichettatura prodotti ittici del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine,

49

5.4 Carbon footprint ed esclusioni

Raccolte le possibili informazioni sul processo produttivo dei mitili, si sono definiti i parametri

della LCA riportati nel paragrafo 5.2 precedente:

- OBIETTIVO: calcolo del carbon footprint per la produzione di cozze (kg CO2 eq/UF);

- UNITA’ FUNZIONALE: confezione di 5kg di cozze dal momento che risulta quella più

commercializzata dall’azienda;

- CONFINI DEL SISTEMA: dalla raccolta del prodotto nei vivai al trasporto presso il

rivenditore/consumatore;

Il carbon footprint è la misura delle emissioni di gas serra ( esempio: CO2, NH4, N20…) rilasciate

dalle attività connesse al ciclo di vita di un prodotto, azienda o individuo espressa in kg di CO2 .

Nel caso dei prodotti, il calcolo dell’impronta di carbonio (CFP) è regolamentato da due standard:

- la PAS 2050 deliberato dall’ente di normazione inglese BSI;

- la norma internazionale ISO 14067;

In questo caso studio, al fine di una elaborazione di risultati attendibili, oltre a raccogliere i dati sui

consumi ed impatti dello stabulario, si è preso come riferimento bibliografico una ricerca svolta dal

SARF ( Scottish Acquaculture Research Forum) sul calcolo della carbon footprint associata alla

produzione di cozze e ostriche negli allevamenti in Scozia nel 2010, a sua volta confrontata con

l'impronta di carbonio di altri alimenti proteici.

Infine per il calcolo dell’impronta di carbonio si è escluso il fine vita del prodotto e per mancanza di

dati attendibili i seguenti aspetti:

- Tempo di refrigerazione del prodotto presso il consumatore/rivenditore;

- Cottura e trattamento del prodotto;

- Smaltimento dei rifiuti e scarti;

50

5.5 Inventario ed elaborazione dei dati

I dati necessari alla costruzione dell’inventario di calcolo sono stati raccolti facendo riferimento ai

dati aziendali registrati:

DATI AZIENDALI QUANTITA’

n° dipendenti 1500

n° barche da 80 cv per impianti in laguna 300

n° barche da 600 cv per impianti a mare 20

n° camion interni 3,5-15 t 10

PRODOTTI PER LA PRODUZIONE QUANTITA’ ANNO TEMPO D’IMPIEGO

Sacchetti PE monofilo 650000 pezzi 1 anno

Kg polietilene per fare i sacchi da 15 kg

prodotto

19500kg

1 anno

Kg polietilene per fare i sacchi da 5 kg

prodotto

26000 kg 1 anno

Reste 215000 pezzi 1 anno

Film di plastica da 2kg 3600 pezzi 1 anno

Pallet in compensato 2100 pezzi 1 anno

Antibiotici Nessuno nessuno

Mangimi Nessuno nessuno

Flocculanti 2000 kg 1 anno

MACCHINARI ED IMPIANTI POTENZA

Impianto elettrico generale stabulario 215 kw

Impianto fotovoltaico 200 kw

Sgranatrice per cavane 1kw

Pulitrice molluschi per cavane 2 kw

Macchinari in catena produttiva 50 kw

DATI ECONOMICI QUANTIA’- PREZZO

Produzione media 2009-2014 27000 q/anno

Cozze sgranate all’anno 27000 q/anno

Vongole sgranate 70000 q/anno

Cozze depurate 4000 t/anno

Vongole depurate 9000 t/anno

Prezzo vendita al kg 2009-2013 0,8€/kg

Costo energia per macchinari cavane 0,20 €/kwh

Costo energia stabulario 0,10 €/kwh

Definiti e raccolti i dati necessari al calcolo dell’impronta di carbonio, bisogna calcolare il

contributo in termini di CO2 equivalente di ogni singola fase del ciclo di vita del prodotto compresa

all’interno dei confini del sistema e riferita all’unità funzionale stabilita. Il valore di emissione

51

espresso in CO2 equivalente si ottiene moltiplicando il dato di attività (ad esempio consumo

elettrico per unità funzionale) per il fattore di emissione relativo (espresso in kg di CO2 equivalenti

sull’unità di riferimento):

FATTORI DI EMISSIONE CARBON FOOTPRINT

VALORE kg

CO2 eq / unità

di misura

1 kg Aluminium sulphate, powder, at plant/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,492884896

1 tkm Transport, barge/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,0463099

1 kg Tap water, at user/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,000317393

1 p EUR-flat pallet/RER S (of project Ecoinvent system processes) 6,093191859

1 kg Polyethylene, HDPE, granulate, at plant/RER S (of project Ecoinvent system processes) 1,928911433

1 MJ Electricity mix/IT U (of project Ecoinvent unit processes) 0,157444201

1 kg Packaging film, LDPE, at plant/RER S (of project Ecoinvent system processes) 2,695096772

1 tkm Transport, lorry 7.5-16t, EURO4/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,221265151

1 tkm Transport, lorry 7.5-16t, EURO3/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,23804878

1 kg Paper, newsprint, 0% DIP, at plant/RER S (of project Ecoinvent system processes) 1,297175736

1 kWh Electricity mix/IT U (of project Ecoinvent system processes) 0,566799122

Il valore di ciascun fattore fa riferimento alla banca dati di Ecoinvent v2.2, il database LCA più

utilizzato a livello internazionale che contiene diversi inventari di dati relativi a processi industriali -

e non - elaborati e raccolti in studi, ricerche e pubblicazioni scientifiche.

Estrazione del prodotto dalle

reste e trasporto alle cavane

valore a

settimana

udm/

UF

descrizione

fattore di

emissione valore FE kg CO2 eq/UF

Emissioni CO2 barca 50 Tkm 50*0,005 0,04631 0,012

In questa fase si moltiplica il valore medio dei km percorsi da una barca settimanalmente per l'unità

funzionale di 5 kg di cozze espressa in tonnellate.

Sgranatura, pulitura e

calibratura valore annuo udm/UF

descrizione

fattore di

emissione valore FE kg CO2 eq/UF

Emissioni CO2

sgranatrice 247 kwh/anno

(247*0,27)/

2700000*5 0,566799122 7,21646E-05

Emissioni CO2 pulitrice

a rulli 495 kwh/anno

(495*0,27)/

2700000 *5 0,566799122 0,000144621

Per la sgranatura e la pulitura dei molluschi, il valore dei kwh/anno è stato calcolato considerando la

potenza installata del macchinario e le ore di funzionamento annue. Tuttavia non è stato considerato

l’assorbimento massimo della macchina (potenza kW per ore di funzionamento) ma il 45% del

52

totale ottenuto che rappresenta la potenza effettivamente esercitata dal macchinario rispetto a quella

installata.

Pre-confezionamento valore annuo udm/UF

descrizione fattore

di emissione valore FE kg CO2 eq/UF

Emissioni CO2

produzione polietilene per

i sacchetti 195000 kg

(195000*0,27)/

2700000*5 1,928911 0,192891143

Trasporto allo sbarco e

carico su camion

isotermico valore annuo udm/UF

descrizione fattore di

emissione valore FE kg CO2 eq/UF

Emissioni CO2 camion con

cassone sbarco-stabulario 30 Km 30*0,005 0,221265 0,033189773

Emissioni CO2 cassone

isotemico 30 Km 30*0,005 0,044 0,0066

Depurazione valore annuo udm/UF

descrizione fattore di

emissione valore FE kg CO2 eq/UF

Emissione CO2 per produrre

flocculanti 2000 Kg

(2000*0,20)/

2700000*5 0,492884896 0,000379142

Emissioni CO2 impianto di

sollevamento acque e

depurazione 1045000 Kwh

(1045000*0,20)/

2700000*5 0,0437345 0,227809647

Anche per l’impianto di depurazione e di sollevamento acque, il valore dei kwh/anno è stato

calcolato considerando il 45% dell’assorbimento massimo dei macchinari calcolato a partire dalla

potenza installata e dalle ore di funzionamento.

Pesa/confezionamento/

etichettatura valore annuo udm/UF

descrizione fattore di

emissione valore FE kg CO2 eq/UF

Emissione CO2 macchinari in

catena produttiva 77000 Kwh

(77000*0,20)/

2700000*5 0,566799122 0,016785974

Emissioni CO2 produzione

polietene per i sacchetti 260000 Kg

(260000*0,20)/

2700000*5 1,928911433 0,231469372

Imballaggio valore annuo udm/UF

descrizione

fattore di

emissione valore FE kg CO2 eq/UF

CO2 emessa per produrre un

rotolo di film di plastica da 2kg 7200 Kg

(7200*0,20)/

2700000*5 2,695096772 0,007463345

CO2 emessa per produrre un

pallet 2100 Pezzi

(2100*0,20)/

2700000*5 6,093191859 0,004921424

53

Trasporto al

consumatore/rivenditore

valore a

settimana udm/UF

descrizione fattore di

emissione valore FE kg CO2 eq/UF

Emissioni CO2 camion

con cella fino a Roma 438 Tkm 438*0,005 0,044 0,09636

Emissioni CO2 camion

con cella fino in Spagna 1900 Tkm 1900*0,005 0,044 0,418

Emissioni CO2 camion

con cella fino in Francia 1200 Tkm 1200*0,005 0,044 0,264

Sommando i vari contributi all’impronta di carbonio delle singoli fasi del processo produttivo, si

ottiene l’impronta di carbonio totale pari a 1,512 kg CO2 eq per 5 kg di cozze di Scardovari D.O.P.

Di seguito si riportano anche i valori espressi in:

- kg CO2 eq per kg di cozze dalla culla al consumatore

- kg di CO2 eq per tonnellata di cozze dalla culla al consumatore

- kg di CO2 eq per tonnellata di cozze dalla culla al cancello

Infine si riportano anche i risultati ottenuti dall’indagine con quelli svolti dal SARF, per fare un

confronto con quanto elaborato:

DESCRIZIONE kg CO2 eq/UF

kg CO2 /5 kg 1,512

kg CO2 /kg cozze 0,302332816

kg CO2/ton cozze 302,3328163

kg CO2/ton ( culla-cancello) 252

DESCRIZIONE kg CO2 eq/UF

kg CO2 /kg cozze 0,324

kg CO2/ton cozze (culla-cancello) 252

kg CO2/ton ( culla-tomba) 649

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Capitolo 6: Conclusioni

L’indagine svolta per questo caso studio ha rilevato che la qualità dell’acqua all’interno della Sacca

degli Scardovari risulta conforme ai parametri fissati dal D. Lgs 152/2006 e l’obiettivo fissato dalla

Direttiva Europea 2000/60/CE che prevede agli Stati Membri l’impegno entro il 2015 ad avere uno

stato “buono” delle acque sia superficiali che sotterranee, risulta essere soddisfatto.

Le attività consorziali, in particolare lo scarico dalla rete di scolo delle acque tramite l’idrovora di

Paltanara direttamente nella Sacca, non hanno comportato alcuna anomalia o provocato danni alla

matrice biotica rilevata durante le campagne di monitoraggio svolte dall’Arpav.

Tuttavia sarebbe interessante che in futuro il Consorzio di Bonifica Delta del Po, oltre ad eseguire i

lavori di manutenzione e di ripristino già svolti annualmente affinché la Sacca degli Scardovari resti

un punto di riferimento per gli scopi irrigui e soprattutto per l’economia ed il turismo locale in

quanto classificata come ZPS, si dotasse di una strumentazione elettronica e automatica che

consenta di misurare parametri come il pH, l’ossigeno e i materiali disciolti in acqua sia per le

acque della rete irrigua che per quelle di scolo.

In questo modo si potrebbe capire, oltre alla presenza di sale disciolto già monitorata costantemente

dal Consorzio, l’effettiva qualità dell’acqua all’interno della rete consorziale per prevenire che

vengano usate acque non idonee all’attività agricola o scaricate acque in mare o in bacini lagunari

con un quantitativo di sostanza pericolose ( pesticidi, arsenico, piombo ecc..) e dannose per la

matrice biotica marina.

Per quanto invece riguarda l’analisi LCA circa il 40% dell’impronta di carbonio per la produzione

di una confezione di 5 kg di cozze D.O.P deriva dalle fasi di depurazione e confezionamento.

I risultati riferiti alla produzione di un kg di cozze risultano in linea con quanto rilevato dal SARF

per i molluschi allevati e prodotti in Scozia anche se sarebbe necessario rivedere in futuro i dati e le

informazione raccolte da Scardovari e fare un nuovo confronto con quanto emerso attualmente.

Questo per vedere se ci sono stati cambiamenti in positivo o negativo sull'impatto ambientale di

questo prodotto.

In conclusione reputo la mia esperienza di stage soddisfacente per gli argomenti trattati e avrei

piacere in futuro a poter collaborare nuovamente con entrambe le aziende.

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Bibliografia

"60 anni di Bonifica nel Delta del Po"; autori: Lino Tosini - Piero Colombo;

"Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio del Delta del Po";

"Progetto per la gestione dell'allestimento di barriere artificiali sommerse antistanti la Sacca degli

Scardovari"; autori: Dott .Corrado Soccorso, Dott.ssa Marina Aurighi, Dott.ssa Federica Fiorani,

Ing. Giancarlo Mantovani, Ing. Stefano Tosini, Geom. Brini Matteo, Geom. Flavio Pennini,

Geom. Tomas Vetri, Ma. Roberta De Grandis;

Webgrafia

www.arpav.it

www.carbonfootprintmytilus/SARF.it

www.consorziopescatoridelpolesine.it

www. Ecoinvent v2.2.it

www.retenatura2000.it

www.parcodeltadelpoveneto.it

www.consorziodibonificadeltadelpo.it

www.aghetera.it