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STUDI E QUESTIONI DI GENERE

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Direttori

Natascia MUniversità degli Studi di Macerata

Ines CUniversità degli Studi di Macerata

Comitato scientifico

Francesco BUniversità degli Studi di Udine

Rosa GUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Julia PUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Francesca Romana R LUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Alicia R VUniversidad Pablo de Olavide

Paloma R MUniversidad Complutense de Madrid

Maria Letizia ZUniversità degli Studi di Macerata

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STUDI E QUESTIONI DI GENERE

La collana Studi e questioni di genere si propone di accoglierericerche, in particolare monografie e volumi collettanei, dedica-ti all’ampio spettro di studi, indagini e questioni che riflettonosulla portata euristica del “genere” come chiave interpretativaper analizzare fenomeni politici, sociali, culturali e come stru-mento di azione per ricerche a carattere interdisciplinare. Lacollana intende ospitare lavori provenienti da aree differenti,quali le scienze politiche, sociali, giuridiche e umane, che pre-sentino al loro interno una visione di “genere” articolata dalpunto di vista teorico. Particolare attenzione è rivolta agli studiche mettono in evidenza come questo campo di produzione delsapere consenta di ripensare metodologia e approccio a questio-ni che attraversano trasversalmente molti ambiti disciplinari.I temi risignificati alla luce di questa prospettiva riguardano lacostruzione della sessualità e l’identità di genere, la socializza-zione e la famiglia, i diritti e le politiche, mettendo al centrouna profonda riflessione su soggettività e soggettivazione politi-ca a fronte dei rapporti di forza che forgiano quotidianamentele esistenze umane.

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Cristina Di Costanzo

Toccare la linguaè come toccare la persona stessa

Il sessismo linguistico in italiano tra le lingue europee

Prefazione diPietro Maturi

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Aracne editrice

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I edizione: luglio

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Il linguaggio determina la percezione di unfenomeno e di una persona. Se io non ricono-sco a quella persona quello che fa anche conil linguaggio, io nego il percorso che quellapersona ha fatto. Se io nego il percorso, ne-gherò anche che ha diritto allo stesso salariodell’uomo, o che debba avere lo stesso acces-so al lavoro dell’uomo. E se una donna nonlavora, è meno libera anche di dire no allaviolenza domestica: tutto è collegato [. . . ]

L B, ex presidente Camera deiDeputati, “Il Fatto Quotidiano”, marzo

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Indice

PrefazionePietro Maturi

Quadro introduttivo

Capitolo ISessismo linguistico

.. Il sessismo linguistico nel panorama italiano, – .. Il ca-posaldo del sessismo linguistico di Alma Sabatini, – ... LeRaccomandazioni, – ... La situazione italiana dopo Sabati-ni, – .. Cosa è cambiato nei decenni (?), – .. Il linguaggioe il “politically correct”, – .. Comunità LGBTQI e. . . , –... . . . la sua proposta dell’asterisco, .

Capitolo IIIl sessismo linguistico nella lingua inglese e francese

.. Il contesto inglese, – ... L’attivismo linguistico femministae le sue riforme, – ... Le riforme vengono messe in atto, –.. Riforme linguistiche sì, riforme linguistiche no, – ... La(s)fortuna della riforma linguistica femminista, – .. Conside-razioni sulle campagne anti–sessiste, – .. “Overt sexism” e“indirect sexism”, – .. Il sessismo linguistico in Francia, –.. Madame o Mademoiselle? La questione imperversa anche inFrancia, – .. Neologismi, – .. Ricerca sull’uso effettivodelle direttive di Fillon, – .. L’écriture inclusive: un testoscolastico è il preludio del dibattito, – ... L’écriture inclusive:et si on faisait progresser l’égalité femmes–hommes par nos manièresd’écrire?, – ... L’écriture inclusive: pour vs contre, – .. Leinnovazioni nel campo della femminilizzazione nei paesi fran-cofoni (Québec–Canada, Svizzera e Belgio), – ... “Lesdiscussions qui se tiennent présentement en France, on les a eues au

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Indice

Québec dans les années ”, – ... La Svizzera, – ... IlBelgio, – .. Breve analisi contrastiva, .

Capitolo IIIAnalisi sociolinguistica. Questionario linguistico

.. Presentazione del lavoro, – .. Il Questionario lingui-stico, – .. Analisi dei dati, – .. Intervista linguistica.Presentazione del lavoro, – .. L’intervista linguistica, .

Conclusioni

Bibliografia

Sitografia

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Prefazione

P M∗

La relazione tra la lingua, la cultura, i comportamenti e le re-lazioni sociali è al centro di questo interessante e ricco studiodi Cristina Di Costanzo, in cui l’Autrice affronta un tema disempre maggiore attualità non solamente tra le linguiste e i lin-guisti ma anche nel discorso pubblico di questi ultimi decenniin Italia come in molti altri Paesi europei, e cioè quello sull’usocorretto della lingua e in particolare del genere grammaticalecome elemento essenziale di rispetto e di garanzia della paritàsia tra le donne e gli uomini, sia tra persone di diverso orienta-mento sessuale (persone eterosessuali e persone omosessuali)e di diversa identità di genere (persone transgender e personecisgender).

In Italia, il tema del rapporto tra il genere grammaticalee il genere sociale di donne e uomini è stato affrontato per laprima volta già più di trenta anni fa dalla linguista e attivistapolitica Alma Sabatini [], che in un suo lavoro ormai sto-rico identificò in tre punti principali le dimensioni critiche delproblema:

a) la scelta del genere grammaticale femminile nei sostanti-vi riferiti a donne (come ad esempio in sindaca, avvocata,senatrice, dottoressa, ricercatrice, ecc.);

b) la scelta del doppio genere in riferimento a gruppi for-mati da uomini e donne, in qualsiasi proporzione (comeamiche e amici, studentesse e studenti, lavoratrici e lavoratori,ecc.);

∗ Università degli Studi di Napoli Federico II.

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Prefazione

c) la scelta del doppio genere in riferimento a ruoli e ca-riche astratti, a prescindere dal genere di chi di voltain volta li ricopra (come in cercasi commessa o commes-so, le funzioni della rettrice o del rettore, colei o colui che misuccederà, ecc.).

Queste proposte di Alma Sabatini hanno fatto certamentemolti passi avanti nel corso dei decenni che sono trascorsidalla pubblicazione del suo testo, ma incontrano ancora fortiresistenze non solo negli ambienti più conservatori e maschilisti– come ci si sarebbe certamente potuti aspettare – ma anche enon di rado tra persone per altri versi progressiste e sostenitricidi istanze egualitarie.

Anche nel caso delle comunità e degli individui LGBT lascelta del genere grammaticale assume una valenza partico-larmente sensibile. Le persone transgender, che hanno sceltodi vivere assumendo un genere biografico diverso dal sessoloro assegnato alla nascita, vanno rispettate adottando il generegrammaticale corrispondente alla loro legittima scelta e identitàelettiva: se sono donne transgender (nate uomini) l’unico modoper rispettarle è quello di utilizzare il genere femminile, se sonouomini transgender (nati donne) quello di utilizzare il generemaschile. Fare il contrario assume una valenza ideologica vio-lenta e discriminatoria, perché non riconosce la legittimità dellaloro scelta, e rappresenta una frequente forma di aggressione einsulto. Le persone omosessuali, invece, cioè gli uomini gay ele donne lesbiche che non hanno modificato il proprio generedi appartenenza, sono uomini e donne esattamente come lepersone eterosessuali: nel loro caso, infatti, gli atteggiamentiomofobici e discriminatori si manifestano attraverso un usobrutale del genere grammaticale femminile nei confronti degliuomini (la checca, la femminuccia, lei, quella, ecc.) e maschile neiconfronti delle donne (il maschiaccio, il camionista, il lesbicone,ecc.).

Uno degli elementi più interessanti della discussione sulsessismo linguistico e sull’uso non discriminatorio del genere

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Prefazione

grammaticale è costituito dal confronto con le altre lingueeuropee, al quale questo volume dedica un grandissimo spazio,in particolare per quanto riguarda la lingua inglese e quellafrancese.

Le lingue che, come l’italiano, possiedono una distinzionegrammaticale tra maschile e femminile per sostantivi e aggetti-vi (come il francese, il tedesco, lo spagnolo e tantissime altre)presentano problemi simili ai nostri ma, in linea di massima,hanno già percorso interamente o quasi una strada analoga aquella proposta da Sabatini, generalizzando l’uso del femminile(p.es. l’inspectrice, die Inspektorin, la inspectora) per le donne, lad-dove le italiane e gli italiani ancora discutono e si dividono sullascelta tra maschile e femminile (cfr. l’ispettore Raquel Murillodella versione italiana della nota serie televisiva La casa de papel),e curando la simmetria e la parità di trattamento nei riferimentiai gruppi misti di persone o alle cariche astratte.

L’inglese, che invece non possiede distinzioni di genere senon nel caso di pronomi (he/she, him/her, ecc.) e possessivi(his/her) sta percorrendo una strada molto diversa, che tende,all’opposto delle altre lingue, ad eliminare ogni distinzioneanche in questi pochi casi facendo ricorso all’uso del pluraleambigenere they/them/their anche in riferimento ad una solapersona, donna o uomo che sia.

La discussione approfondita di tutti questi temi è seguita,nella parte conclusiva del volume di Cristina Di Costanzo, dallapresentazione di una indagine sul campo, nella quale vengonodescritte e analizzate le risposte di un piccolo gruppo di pro-fessoresse e professori di un liceo campano. L’indagine rivela,con ricchezza di esempi, la grande varietà degli atteggiamentidelle intervistate e degli intervistati nei confronti delle questio-ni proposte, e mostrano tutta la complessità della questione etutta la sua divisività culturale e, direttamente o indirettamente,politica.

Napoli, febbraio

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Quadro introduttivo

Avevo ancora negli occhi l’immagine dellaRaggi affacciata al balcone del Campido-glio.‘Na bambolina. Mi sono intenerito. . . Laritrovo un po’ bambolina. . . Imbambolata.la Stampa.it, luglio

Quel mondo che è la lingua

Le parole appena citate sono uno dei (fin troppo) numerosiesempi ritenuti discriminanti e/o offensivi nei confronti delledonne — specie se ricoprono un ruolo pubblico importante —che la stampa ha ripreso e diffuso negli ultimi anni.

Lo sconcerto che certe esternazioni hanno suscitato in tuttoil Paese italiano ha richiamato, o meglio, risvegliato l’attenzionesul modo in cui si parla delle donne, su come si descrivono, sucome ci si rivolge loro. Oltre agli insulti veri e propri, ci sono altrimodi per discriminare le donne: parole in apparenza innocue, main realtà intrise di sarcasmo in cui l’offesa si insinua in modi piùsottili. Si pensi inoltre ad alcuni stereotipi evocatori di immagininegative nei confronti delle donne (le donne sono pettegole —le donne dovrebbero cucinare e fare lavori domestici). Ancora, i

. C. R, Sindaco e sindaca: il linguaggio di genere, GEDI GruppoEditoriale, Roma , p. .

. Descrizioni semplificati (ciò che si sa, si crede e si prova) che si applicano atutti i membri di un gruppo possono condurre alla formazione di pregiudizi: giudiziprematuri, a priori, che nascono prima di aver maturato un’esperienza diretta. Per questimotivi, l’analisi degli stereotipi fornisce preziosi elementi per comprendere ciò che ci siaspetta dalle donne e cosa si intende con “comportamenti femminili”. E. R, Leidentità di genere, Carocci Editore, Roma , p. .

. https://www.psicosocial.it>PsicologiaCognitiva.

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Quadro introduttivo

proverbi (che a loro volta sono portatori di stereotipi) a partire da“donna al volante, pericolo vagante” e tutte le varianti annesse.Infine, ma non per ultima, la preferenza per la descrizione degliaspetti fisici o della vita privata quando ci si riferisce a donne conun ruolo professionale di rilievo.

Negli ultimi anni si è quindi cominciato a riflettere sul ruoloche ha il linguaggio nella costruzione delle identità di genere efar sì che esso diventi strumento di parità fra uomini e donne.

Alcuni concetti chiave

L’analisi del rapporto tra gli usi linguistici relativi all’espressio-ne dell’identità di genere giunge in Italia a partire dagli anniOttanta del secolo scorso. In particolare, la riflessione teoricaha riguardato la nozione di genere. Le differenze tra donne euomini possono confluire in due grandi dimensioni: quella delsesso e quella che ha a che fare con il genere. La parola generedi norma si riferisce a tratti e comportamenti che una culturaritiene appropriate per uomini e donne.

Esso è un prodotto della cultura umana (cioè è socialmentedefinito) dunque mutevole nel tempo e nello spazio. Di contro,il sesso si riferisce alle caratteristiche e alle differenze biologi-che che, all’interno della specie umana, contraddistinguono isoggetti. In altre parole, il termine genere indica come i caratteridell’essere donna o uomo siano socialmente costruiti, condi-visi, appresi e non innati; la parola sesso indica l’elemento sulquale si basa l’acquisizione dell’identità di genere, cioè l’autoi-dentificazione di una persona come maschio o femmina, maanche le credenze che uno/a ha riguardo ai ruoli e agli attributidel sesso.

. L. A, F. F, A. G, Senza parole: la formulazione del genere neidiscorsi delle/gli adolescenti. Evidenze dal campo in A.V., La linguistica e le parole dellaparità, E.S.A. Edizioni Scientifiche e Artistiche, Napoli , p. .

. A. D, E. R, La ricerca di genere, Carocci Editore, Roma , p. .. A. W, Psicologia dell’educazione, Pearson Italia, Milano , p. .

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Il concetto di genere è entrato a far parte del lessico neglianni Ottanta grazie all’antropologa statunitense Gayle Rubinche utilizzò per la prima volta la parola gender (in italiano “gene-re” come mutuazione dall’inglese) nel suo articolo scientifico“Traffic in Women” () per indicare l’insieme dei diversicomportamenti e processi culturali che la società organizza edifferenzia in base a se si è donna o uomo. È quindi grazie ailavori dell’antropologa che sono stati introdotti i due concettiper la categorizzazione degli esseri umani: il “sesso” naturale,fisiologico e biologico e il “genere” determinato culturalmentee costruito dalla società. Questo “sistema sex/gender” spiega,secondo Rubin, il legame tra i due concetti in cui all’elemen-to biologico viene riconosciuta una pre/ante-cedenza su cuicostruire la componente culturale e sociale del genere. Nellescienze sociali si inizia così a distinguere tra “sesso biologico” e“identità” (di genere): è proprio quest’ultima che ha aumentato,tra le altre cose, l’attenzione verso la lingua. Si è incominciatoinfatti a monitorare l’uso e il ruolo che il linguaggio ha nelladescrizione del genere maschile e del genere femminile.

« Language represents reality like a map represents territo-ry » (Korzybski )

In che modo le identità di genere, quella maschile e quellafemminile, si manifestano nel linguaggio? Lo studio del lin-guaggio, delle sue strutture grammaticali, delle parole usate e

. È doveroso fare, a questo punto, un chiarimento tra “linguaggio” e “lin-gua”. Con linguaggio si intende la capacità propria della specie umana di svilup-pare un sistema di comunicazione dotato di caratteristiche specifiche che lo di-stinguono da altri sistemi di comunicazione ad es.: silenzio, immagini e comu-nicazione analogica – v. http://www.paginepsicologi.it/materiale-scientifico/pragmatica-della-comunicazione-umana — la lingua è invece la forma specifica e con-creta che questo sistema di comunicazione assume nelle varie comunità. Il linguag-gio come capacità specifica è alla base della grammatica generativo–trasformazionale,teoria linguistica elaborata dallo studioso statunitense Noam Chomsky. G. G, S.S, Le lingue e il linguaggio, il Mulino, Bologna , pp. –.

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omesse nonché dei significati letterali e/o metaforici, rappre-senta una grande banca dati dalla quale prendere informazionicirca il mondo sociale che osserviamo e di cui facciamo parte.Il linguaggio è probabilmente l’istituzione fondamentale dellasocietà, o meglio, è biograficamente la prima istituzione incon-trata dall’individuo. Fare del linguaggio un oggetto privilegiatodi riflessione e analisi significa porlo come “chiave” del genereumano e della storia sociale, grazie alla quale accedere alleleggi del funzionamento della società. Esso è cioè un nesso chelega:

— realtà (sociale);— soggettività quindi pensiero e la sua attuazione.

Il linguaggio dà forma alla realtà. L’organizzazione del mon-do si crea prima attraverso l’atto di denominazione (partico-larmente evidente con gli oggetti materiali: albero, telefono,tavolo, etc), poi superandolo, implica relazioni di significato tratutti gli oggetti denominati.

. P.L. B, B. B, Sociology: A Biographical Approach, Basic Books, NewYork , p. .

. È il concetto fondamentale proposto dalla cosiddetta ipotesi Sapir–Whorf. Cisi riferisce con questa etichetta a idee sulla relazione tra lingua e pensiero le qualiappartengono a una tradizione che risale a Humboldt (). Conosciuta anchecome ipotesi della relatività linguistica, proposta dal linguista e antropologo EdwardSapir e dal suo allievo Benjamin Lee Whorf, essa afferma che il linguaggio non è unsemplice strumento di comunicazione, ma soprattutto strumento di percezione eclassificazione della realtà che influenza il pensiero stesso dei parlanti: essa non solomanifesta, ma anche condiziona il nostro modo di pensare. “Gli utenti di grammati-che marcatamente differenti sono indotti dalle loro grammatiche verso tipi differentidi osservazioni e valutazioni di atti di osservazione dall’esterno simili, e perciò essinon sono uguali come osservatori, ma giungono a visioni del mondo in qualche mo-do differenti. . . Ogni lingua è un vasto sistema di strutture, diverso dagli altri, in cuisono culturalmente dettate le forme e le categorie attraverso le quali l’individuo nonsolo comunica bensì analizza, nota o trascura tipi di relazioni e fenomeni, incanala ilsuo ragionamento, e costruisce la dimora della sua consapevolezza”. B.L. W,Language, Thought and Reality, MIT Press Ltd, Cambridge (Massachusetts) , pp.–.

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Quadro introduttivo

Il linguaggio è la materia del pensiero. Dal momento incui il soggetto può esprimersi solo attraverso il linguaggio equest’ultimo non può costituirsi senza un soggetto che lo faesistere, il linguaggio è il luogo in cui la soggettività prendeforma. Non vi è società senza linguaggio e viceversa: esso èl’elemento stesso della comunicazione sociale; tutto ciò chesi produce come linguaggio ha lo scopo di essere comunicatonello scambio sociale.

Proprio perché il linguaggio è una speciale azione socia-le atta a modellare i comportamenti, le ricerche sulla linguamostrano in che modo l’espressione del genere e, più specifica-tamente, la differenza di genere emerga in forma dialogica apartire dalle interazioni linguistiche quotidiane.

Lingua, società e genere grammaticale

Da quanto illustrato nel paragrafo precedente si evince che lalingua è molto più di un mezzo di comunicazione: è un sistemadi suoni e simboli impiegato sì per la comunicazione ma èanche una delle pietre miliari della cultura che plasma i nostripensieri. Molte informazioni sul modo di vedere il mondosono riscontrabili nella lingua; essa, in altre parole, rispecchia ilmodo in cui le persone considerano e descrivono se stesse e lecose. Nel caso dell’espressione del genere, questa realtà risultaancora più chiaramente.

Il genere, in quanto costruzione storico–sociale, si esplicitaanche attraverso le scelte linguistiche. Queste definiscono cosaè femminile e cosa è maschile contribuendo alla formazione didisuguaglianze di genere e di orientamento sessuale di cui lasocietà moderna è piena.

. J. K, Il linguaggio, questo sconosciuto, Adriatica Editrice, Bari , p. .. Per ulteriori approfondimenti sul linguaggio, v. Ibidem, cap. “Il linguaggio, la

lingua, la parola, il discorso”.. E.H. F, A.B. M, H.J. D B, Geografia umana, Zanichelli

editore, Bologna , p. .