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Struttura del corso

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Mi presentoEleonora La Monaca, logopedista

Per 15 anni dipendente del SSN presso Npi del territorio.

2012 – Nasce il blog Mamma Logopedista

inizialmente rivolto alle famiglie

2015 – passo alla libera professione: Logopedia Parma

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Premessa: quando si inizia un trattamento

Questo corso può essere seguito in modo indipendente dagli altri, maricordo, per chi non conosce questo progetto di video corsi Logopediain … Pratica!, che il tema di oggi può essere introdotto dai seguentialtri appuntamenti (clicca sull’immagine per trovare il corso):


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Premessa sulla correttezza fonologica

Prima di accedere in modo fluido alla capacità di mantenere la correttezzain stringhe fonologiche sempre più lunghe e complesse, il bambino condifficoltà di linguaggio espressivo deve avere già stabilizzato in una certamisura la capacità di padroneggiare le parole bisillabiche variate e sapergestire una combinatoria di almeno due bisillabiche reiterate (vedi i corsionline della slides precedente).

TUTTAVIA

Di solito propongo già prima attività linguistiche sulla variazione anche se ilbambino non sembra reagire, questo perché inizio a instillare una nuovaregola nella terapia, pur consapevole del fatto che all’inizio ciò non porterà arisultati o reazioni nel bambino.


Principi generaliQuando si parla di riabilitare il linguaggio espressivo, il Logopedistadeve avere ben chiaro come modulare le proposte secondo ungradiente di difficoltà crescente.

Il rischio di «mischiare» target linguistici differenti per tipologia ecomplessità, è di non consentire al bambino con difficoltà linguisticaspecifica di cogliere una regola stabile.

L’effetto quindi, sarebbe di rendere ancora più instabile e confuso ilsistema linguistico di quel bambino.

Possiamo dire, dunque, che il compito più importante è dare uncorretto gradiente di progressione al nostro lavoro.


Gradiente di progressione

Il gradiente di progressione deve essere sempre tenuto inconsiderazione ed è strutturato nel seguente modo:

• Usare bisillabiche reiterate in modo isolato (vedi corso: Praticalogopedica Linguaggio Espressivo: avvio delle prime parole – liv.1)

• Usare bisillabiche in modo combinato – la combinatoria

• Variare i suoni nelle parole bisillabiche = bisillabiche variate

(questi due punti sono il tema del video – corso: Pratica logopedicaLinguaggio Espressivo: combinare e variare – liv.2)

• Avvio di stringhe fonologiche più lunghe = combinare più elementimantenendo la correttezza fonologica




L’importanza delle strutture di parola

Il motivo per cui dobbiamo ragionare a livello di strutture di parola èmolto semplice.

I bambini con difficoltà di esordio non riescono a produrre paroleperché non sanno recuperare ed utilizzare una regola stabile dellinguaggio (visione fonologica), oppure perché non riescono adorganizzare un corretto movimento articolatorio (visione motoria).

Per questo si rende necessario aiutare il bambino procedendo nellagestione della lunghezza e della complessità delle parole, stabilizzandomano a mano nuove regole che governano le stringhe fonologiche, lequali diventeranno sempre più lunghe e complesse.


Gradienti di difficoltà per allungare la stringa fonologica

Il Logopedista deve trovare una strada facilitante per consentire albambino di allungare sempre più le sue produzioni verbali, riducendoperò al minimo il rischio di errore.

In pratica il bambino deve poter unire più parole possibili, partendoperò da elementi base che già padroneggia.

Non c’è un’unica strada; è possibile farlo in modi differenti e con diversitentativi finché non troviamo la strada giusta per quel bambino.

Esistono tuttavia dei concetti base che possiamo sfruttare per guidare ilnostro pensiero riabilitativo ed abituarci a tenere sempre in mentecosa stiamo chiedendo di fare al bambino, senza dare per scontato chesia facile.


Gradienti di difficoltà per allungare la stringa fonologica

Saper gestire i gradienti di difficoltà significa capire al volo quandostiamo proponendo un’attività troppo difficile o troppo variegata:

• se il bambino all’improvviso demorde

• se il bambino inizia a commettere molti errori

• Se dà segni di stanchezza

In tutti questi casi, quasi sempre, è la nostra proposta che crea disagio,quindi significa che non è adatta a quel bambino in quel momento.


Principi base per allungare le stringhe fonologiche

Vediamo alcune possibili strade utili ad allungare le stringhefonologiche che non sono nient’altro che unione di parole in direzionedelle frasi.

Abbiamo già anticipato che quando arriviamo a questo livello ilbambino padroneggia già:

• Bisillabiche reduplicate

• Combinatoria di bisillabiche reduplicate

• Bisillabiche variate

Vediamo come possiamo combinare questi elementi in modo da crearla strada più semplice al bimbo.



Monosillabo + bisill. reduplicata oppure bisill. reduplicata + Monosillabo

LA MAMMA MAMMA VA

LA NONNA NONNA VA

LA BI(M)BA BI(M)BA VA

Poi …

Monosillabo + bisill. Reduplicata + MONOSILLABO

LA MAMMA VA

LA NONNA VA

Successivamente potremo …



Abbinare bisillabi reduplicati e monosillabi: MAMMA FA PIPÌPAPÀ FA PIPÌNONNO FA PIPÌMUMÙ FA CACCABIMBO FA CIAO

Oppure abbinare bisillabiche reduplicate e bisillabiche variate, per esempiointroducendo l’uso di verbi: LA MAMMA VEDE

LA NONNA METTELA CASA è BELLALA MUCCA BEVELA PALLA SA(L)TA

Possiamo poi valutare diverse possibili combinazioni di questi stessi elementi.Ogni bambino ha modi differenti di funzionare, spesso gli aggiustamenti si fanno stradafacendo, a seconda di ciò che il bambino trova più semplice eseguire.



Il concetto di fondo è di aumentare o la complessità delle parole che il bambinodeve usare, mantenendo fisso il numero degli elementi (per es: 3 parole)

LA MUCCA BEVEche contiene due bisillabiche variate

Oppure

Aumentare il numero degli elementi che compongono la frase, ma usandoparole più semplici che il bambino padroneggia già molto bene.

LA MAMMA FA LA PIPÌChe contiene monosillabi e bisillabiche reduplicate, ma è una stringa più lunga

Mano a mano andremo a sperimentare combinazioni nuove sia in termini dicomplessità, sia in termini di numero di elementi che compongono la frase.



In tutti questi esempi vediamo come sia possibile combinare unità più semplici di cui il bambino ha già una certapadronanza per creare sequenze sempre più lunghe e complesse.È però fondamentale, come già ribadito più volte in tutti i corsi dedicati alla riabilitazione del piano linguisticoespressivo, fare attenzione a come abbiniamo le parole per non creare confusione e non destabilizzare lecompetenze acquisite in precedenza.È importante notare come facendo questo tipo di abbinamenti si lavori in realtà su moltissime competenze tutteinsieme … per esempio stiamo già lavorando sulle parole trisillabiche, vediamo come:

LA MA MMA BANANALA NO NNA corrispondono a parole come: PATATAFA PIPÌ PANINO

LA MUCCA FA LA PIPÌ

1 2 31 – parole come LUMACA, 2- parole come CAVOLO, 3 – parole come MATITA


Introduzione alle trisillabiche

In tutte le slides precedenti abbiamo potuto vedere come, combinandoparole diverse per struttura, sia possibile gestire la complessità dellestringhe fonologiche in modo assolutamente controllato e graduato.

In particolare mi soffermo su un aspetto che non abbiamo ancoradefinito finora, cioè l’introduzione delle parole trisillabiche.

L’accesso alla gestione delle parole trisillabiche, dal mio punto di vistaè un ottimo obiettivo, infatti sono proprio l’ultima struttura complessache il bambino deve imparare; ancora dopo le quadrisillabiche chepossono essere gestite prima come unione di due bisillabe (es:pappagallo, peperone, paperino … )


Introduzione alle trisillabiche

Nelle trisillabiche il bambino si allena a cambiare tre volte consonanteall’interno di un’unica produzione ed inoltre impara a gestire l’accentazionedella parola, anche se inizialmente, possiamo cominciare con le trisillabichein cui si ripetono due sillabe uguali, come:

PATATA

MATITA

PANINO

BANANA

Successivamente alleneremo parole con tre consonanti diverse.


Alcuni esempi video

A questo punto vediamo alcuni esempi attraverso dei video, ciò ci aiuta anche a capire:

• Le difficoltà di un bambino con disturbo del linguaggio a gestire tutte le variabili che abbiamo visto finora

• Il numero di errori in cui il bambino incorre

• che tipo di atteggiamento può tenere il logopedista

• come gestire l’errore del bambino

• Come facilitare il bambino durante l’esecuzione

Video 1: monosillabica + bisillabica reiterata

Nel video vedrai un b. con difficoltà espressive gravi. Ha già allenato bisillabiche reiterate e un po’ dibisillabiche variate.

Fatica a tenere la combinatoria. Commette molti errori.

Il logopedista sperimenta ciò che il bambino riesce/non riesce a fare per poi aggiustare il tiro e proporre unaforma adatta a lui.

Rinforza i tentativi dando tanto modello e assegnando gettoni ad ogni nuovo tentativo


Posso utilizzare delle facilitazioni per gestire l’errore?È possibile fare ricorso a diverse facilitazioni o attività di avvio della competenza.Vediamone alcune.

1. Lavorare sulla comprensione prima di lavorare sulla produzione

2. Lavorare sul giudizio di correttezza prima che sappia dire

3. Cambiare l’ordine delle parole pur mantenendo la stessa complessità pervalutare quale risulta più semplice al bambino

4. Mantenere una parte della stringa fonologica fissa

5. Sfruttare articoli e/o modificatori a basso carico linguistico e primi verbi

I bambini con DL espressivo faticano davvero tanto a progredire nella complessitàdelle loro produzioni; talvolta, raggiunto un obiettivo, tendono a scompensarsiquando inseriamo una nuova variabile linguistica.

Ciò succede perché, mano a mano che aumentano le informazioni da gestire, ilbambino deve fare un grande sforzo per trovare ad esse un nuovo posto econsolidarne la posizione.


1. Lavorare sulla comprensione prima di lavorare sulla produzioneDi fronte alle stringhe fonologiche che confondono le idee e rendonopiù frequente l’errore espressivo, può essere una buona idea fare delleattività di anticipazione di ciò che il bambino dovrà imparare a dire .

Partire con l’ascolto e la comprensione di una nuova strutturaconsente al bambino di fissare le posizioni delle parole ed il modelloadulto, prima di iniziare a dirlo; ciò farà sì che il bambino, quando saràpronto per primi tentativi, avrà già una traccia mentale emetacognitiva di ciò che dovrà realizzare a parole.

In generale, come spesso ricordo in tutti i video corsi, la terapialogopedica prevede sempre una parte di attività in comprensione,prima di lavorare sulla produzione.


2. Lavorare sul giudizio di correttezza

Una strategia sempre valida in tutti i trattamenti logopedici è stimolare la capacità digiudizio di correttezza, cioè far sì che il bambino abbia un ascolto attivo e critico dellestimolazioni linguistiche specifiche rivolte a lui.

La capacità di riconoscere l’errore nel modello è fondamentale perché:

• Il bambino può utilizzarla anche se non sa ancora pronunciare quello specifico modello

• Può operare un ragionamento metacognitivo e tentare di organizzare una risposta

• se il bambino non riconosce l’errore dell’altro, difficlmente riconoscerà il proprio

• consente di attivare positivamente la capacità di autocontrollo, conseguentemente ilbambino farà uno sforzo per proporre la sua risposta di correzione

Video 3

Vediamo un esempio concreto di come il bambino riesca dirmi esattamente dove ho fattouna dimenticanza, quindi dove commetto errore, pur non sapendo usare ancora una frasestrutturata. Inoltre tenta di dire. Il supporto visivo, di cui parleremo un po’ più in là,fornisce naturalmente un ulteriore aiuto.


3. Cambiare l’ordine delle parole pur mantenendo la stessa complessità

Ogni bambino può trovare più semplice una sequenza fonologicapiuttosto che un’altra.

Spesso, per trovare la strada migliore per il bambino, si devono farealcuni tentativi.

Una strategia che utilizzo spesso è cambiare il posto alle parole, masenza modificare la complessità.

Seguendo un supporto visivo, facciamo alcuni esempi …


3. Cambiare l’ordine delle parole pur mantenendo la stessa complessità

LA MAMMA

FA PIPÌ

LA MUCCA

SU LETTO

MAMMA VA

NONNA SU

MUCCA VA

LETTO SÌ



È possibile facilitare i passaggi di complessità della stringa fonologica,mantenendone fissa una parte e modificandone un’altra.

Così facendo il bambino non si dovrà concentrare particolarmente sullaparte fissa, perché essendo tale, viene sostanzialmente acquisita inmodo automatico, mente attiverà il vero e proprio controllo fonologicosulla parte che si modifica di volta in volta.



Nell’immagine possiamo vedere dueesempi di supporto visivo checoncettualmente sono uguali.Nella prima scheda la parte fissa puòessere:BIMBO VEDE … (mucca, pacco, becco…)Nella secondaMAMMA VEDE … mucca, pacco,becco …)Sono identici per complessità distringa



Possiamo graduare la difficoltàmantenendo fisso solo il soggetto emodificando sia il verbo sia l’oggetto,quindi il compito diventa un po’ piùdifficile perché il bambino deveesercitare maggiore controllo. ES:BIMBO VEDE NONNABIMBO VEDE MUCCALa prima stringa è più sempliceperché l’ultimo elemento è unabisillabica reiterata.Nel compito successivo cambia peròsia il verbo sia l’oggetto.


5. Sfruttare articoli e/o modificatori a basso carico linguistico

Dopo avere sfruttato la tecnica delleparti fisse, possiamo pensare diinserire elementi che vanno arendere più complessa la stringa, masenza modificarla eccessivamente,come per esempio l’uso degli articoli.

Per fare questo basterà inserire unsegnaposto (per esempionell’immagine vedi l’uso di ungettone rosso) che sta ad indicare albambino che in quella posizione ènecessario aggiungerequell’elemento.


5. Sfruttare articoli e/o modificatori a basso carico linguistico

Se abbiamo deciso di lavorare con ilsupporto degli articoli, allorautilizzeremo il femminile singolare LAper primo perché più semplice edanche il primo a comparire nellosviluppo fisiologico.Inizialmente lo useremo solo inprima posizione e successivamentesia in prima che seconda posizione.Naturalmente, come ho già ricordatoin precedenza, l’uso dell’articolo sulversante produzione sarà statopreceduto da un allenamento inascolto e comprensione.


5. Sfruttare articoli e/o modificatori a basso carico linguisticoLo stesso concetto vale per l’uso dei modificatori che ovviamente vannoabbinati al sostantivo, che potrà essere sia il soggetto, oppure l’oggetto,oppure entrambi, in base a quanto desideriamo complicare la stringa. Ilvantaggio può essere legato al fatto che il bambino conosce già i nomi deicolori.

Ovviamente accetteremo alcune semplificazioni, per esempio:

Rosso – losso

Verde – vedde

Possiamo vedere un esempio nel video 2.

La/le + bisillaba variata (solo palla-mela) + modificatore

In questo specifico esercizio c’è anche un allenamento sulla concordanza.


Terapia logopedica: come lavorare sulla combinazione di elementi sempre più complessi

Abbiamo già visto come scegliere i target nelle slides precedenti.

Dobbiamo poi trovare dei modi facilitanti per sostenere il bambino durante il compito strutturato, usando:

• sostegni visivi (immagini, carte, pallini) oppure

• tattili (pulsanti, gettoni) oppure

• in gioco con oggetti - giocattolioppure

• Power point con animazioni.


Lavorare con supporti visivi

Si possono disegnare parti fisse e forme che rappresentano invece lo spazio per le parti variabili.

Es: LA + parola che cambia ogni volta + freccia che indica VA

È un modo molto semplice per scandire l’attività ed ottenere il risultato


Lavorare con oggetti

Si possono utilizzare direttamente oggetti concreti con cui eseguire azioni denominando, per esempio:

LA MUCCA FA LA NANNA

Quando però le stringhe fonologiche iniziano a diventare piuttosto complesse, l’uso degli oggetti è sconsigliabile per le fasi di allenamento, anche perché davvero difficili da gestire.

Sono tuttavia molto indicate per valutare quanto il bambino generalizza e mantiene se gli togliamo la struttura del set logopedico.


Lavorare con power point animati

Si possono utilizzare dei power point preparati ad hoc; si sono rivelati utilissimi in periodo di emergenza sanitaria per la terapia a distanza, ma li ho sempre utilizzati moltissimo in seduta.

In particolare diventano davvero molto utili quando il bambino inizia ad usare stringhe fonologiche lunghe e complesse, perché possiamo modificarli di volta in volta con molta facilità

Vediamo un esempio nelle prossime slides


MAMMA

LA LA

BUTTA

Lavorare con power point animati

Inoltre è molto facile inserire elementi motivanti, come effetti di movimento, effetti sonori e parti animate.

Inoltre, come tutte le attività viste finora, ricordo sempre che il fulcro è fare il numero maggiore possibile di tentativi nell’arco di tempo dedicato a quella attività.

Video 4.

puoi vedere un esempio di come il bambino viene facilmente coinvolto, in caso di difficoltà, si può anche saltare un target e passare a quello successivo senza troppi problemi per tenere alta la motivazione …


Uso delle immagini: attività rapide per il consolidamento


Come ricordo ogni volta che si parla di pratica logopedica sul linguaggio espressivo, la terapia prevede degli step che portino il bambino ad avere sempre più scioltezza e agio nell’uso del target.

Le attività con immagini a tavolino e svolte in turno sono quelle più efficaci: un turno è il modello del logopedista e l’altro turno è l’allenamento del bambino.

Nel video 5: il b. sta usando diversi target complessi che cambiano ogni volta.

Attenzione! Questa è la best perfomance.

Ridurre la pausa intra-elementi

Con l’allenamento il bambino non solo migliorerà la correttezza della sua produzione fonologica, ma anche diventerà più rapido facendo passaggi sempre più veloci e facili tra una parola e l’altra.


Set strutturato logopedico, best performance e generalizzazione del target

Per essere sicuri che il b. porti la propria competenza «fuori dalla stanza dilogopedia» bisogna lavorare sulla generalizzazione.

Nel Video 5. abbiamo visto un bambino perfettamente aderente al setlogopedico: in questo contesto la struttura data dalle carte, gli consente diesprimere una frase piuttosto corretta e ben formulata, seppure non precisa;questa è la sua best perfomance, quando il b. non ha il set logopedico asostenerlo, la sua produzione si fa molto più confusa e semplificata.

Per generalizzare in contesti diversi dalla terapia, è necessario che il b. svolgaattività sempre più destrutturate cioè dove il Logopedista, gradualmenteresta sempre più sullo sfondo e in cui il b. inizia ad organizzarsi da solo.

Inoltre si inizierà contestualmente a coinvolgere la famiglia.


Best performance e generalizzazione

In studio:

Quando le competenze espressive sono così avanzate, possiamo usare laconversazione con il bambino guidata dal Logopedista dove il b. si organizza perrispondere (ma non ha immagini o oggetti di rinforzo) utilizzando le strutture difrase allenate.

In aggiunta è sempre utile il gioco libero, come Lego, soldatini, pupazzi …

A casa:

Solo i genitori riescono a darci la misura di quanto le nuove capacità arrivano a casa in ambiente naturale. Possiamo affidare alla famiglia attività di conversazione spiegando le strategie di modelling, riformulazione e espansione.


Stringa fonologica lunga: quando fermarsi

In generale se il bambino arriva a padroneggiare stringhe SVO e riusciamo a inserireelementi bisillabici variati e trisillabici, ad un certo punto, come ho già ricordato numerosevolte anche nei corsi dedicati ai livelli di produzione linguistica inferiori, il linguaggiodiventa più sciolto e inizia ad «auto-riabilitarsi».

Dopo avere lavorato bene sulle basi, il linguaggio continua ad abilitarsi da solo; parlando eusando il linguaggio in contesti differenti, il bambino diventa sempre più abile a variare lestringhe fonologiche

Arriverà un momento in cui non ci sarà molta differenza se il bambino dovrà affrontare unabisillabica variata oppure una trisillabica all’interno delle frasi.

Succederà che:

• Diventa rapido nell’accedere all’organizzazione della frase

• La famiglia rileva che usa spontaneamente frasi più lunghe in diversi contesti e non solose fortemente guidato.


Effetti collaterali desideratiQuando il logopedista porta avanti un lavoro tecnico di questo tipo che procede pergradienti di complessità, non fa altro che stimolare il sistemafonologico/fonotattico/motorio.

Il bambino userà nuove vie neuromotorie; non migliorerà solo grazie alle attivitàspecifiche, ma anche in conseguenza a questa attivazione con effetti collateraliaggiuntivi.

Potrebbe succedere che:

• Smette di usare parole semplici

• Emerga sempre più la morfologia libera e si arricchisce l’uso dei verbi e degliaggettivi

• Compaiono nuovi suoni della lingua

È più facile che ciò accada nei bambini che hanno un disturbo a improntafonologica, piuttosto che ad impronta motoria.


Ma … e i fonemi?

Ad un certo punto del trattamento logopedico sulle abilità espressive, potrebbe rendersinecessario un lavoro specifico sulla stabilizzazione di categorie di fonemi.

Procedendo nella terapia, potrebbe succedere che il bambino amplii spontaneamente ilsuo inventario e il logopedista farà solo attività sistematiche per stabilizzarlo, facendoordine nel complesso sistema dei suoni

Se invece il bambino NON amplia spontaneamente il suo inventario consonantico , allorapotremo prevedere attività ad hoc.

Nel secondo caso troviamo i pazienti che hanno una componente fonetico/motoria deldisturbo, che sono proprio quelli più resistenti al miglioramento (generalizzando, ogni casoè a sé).

Vediamo un paio di esempi di attività su parole con fonemi, calate all’interno della frase (iltarget è stato allenato in precedenza in modo isolato); vedremo quanto può essere difficile.

Video 6

Video 7


Ma … e i fonemi?

Ricordo che il logopedista potrebbe insediare meglio le strutture di parola e la lorocombinazione in brevi frasi quando un bambino non ha troppi suoni da gestire, inpratica è più facile lavorare sulle regole fonologiche quando il piano fonetico èancora povero.

In un bambino con disturbo fonologico (o anche di natura motoria) meglioprocedere con poco, ma buono e solo dopo che avrà ottenuto una certacompetenza nella gestione delle stringhe fonologiche, potrò eventualmentededicarmi ad ampliare l’inventario.

Spesso, tuttavia, ciò non si rende necessario, perché man mano che il bambinodiventa più competente sul piano fonologico, i suoni «arrivano da soli».

Se un bambino ha più un disturbo fonetico/motorio, allora sarà quasi certamentenecessario, ad un certo punto, intervenire attivamente anche sulla produzione deisingoli fonemi, per aumentare le classi disponibili: quindi aggiungere ai nasali eocclusivi, i continui, per esempio (fricativi).


Bibliografia

Non esiste una vera e propria bibliografia che affronti dettagliatamente i passaggi della riabilitazione del linguaggio espressivo.

Troverai una bibliografia dedicata allo sviluppo fisiologico del linguaggio perché è fondamentale conoscerlo benissimo.


Filmati vari: Instagram di Mamma Logopedista

• Esempio di attività destrutturata

• Stories in evidenza Logopedia 0-3 anni

Proprietà intellettuale – copyright 2020 vietata la riproduzione anche parziale. Parti dei contenuti possono essere citati facendo chiaro riferimento all’autrice Eleonora La Monaca

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Altri corsi utili per completare il tema di oggi (clicca sulle immagini per i dettagli)


Pratica Logopedica Linguaggio Espressivo Avvio delle prime parola (livello 1)

Pratica Logopedica Linguaggio Espressivo: combinare e variare(livello 2)

Pratica della riabilitazione del linguaggio espressivo: prima di lavorare sulle parole (livello 0)













Altro appuntamento utile per completare questo tema (clicca sulle immagini per i dettagli)


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