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Strumenti di comunicazione interprofessionale sanitaria: Briefing, Consulenza e Secondo Parere/ Teleconsulto PA.GRC.31 Rev. 1: 05/03/2013 Pag.: 1 di 23 PA.GRC.31 Strumenti di comunicazione interprofessionale sanitaria: Briefing, Consulenza e Secondo Parere e Teleconsulto Copia in distribuzione controllata N.ro ...... Copia in distribuzione non controllata REFERENTE DEL DOCUMENTO: Raffaella Giannini GRUPPO DI LAVORO: Raffaella Giannini Stefano Bartolini Giuseppe Seghieri Grazia Panigada Massimo Giusti Franco Giuntoli Lorella Fedeli Barbara Lazzeri Autorizzazioni Rev. Data Redatto Verificato Approvato 0 05/03/2013 Referente gruppo di lavoro F.to Clinical Risk Manager F.to Dir. UFC Medicina Legale Dir. Dipart. Rischio Clinico F.to Dir. PO F.to Firma Firma Firma Firma

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PA.GRC.31 Strumenti di comunicazione interprofessionale sanitaria:

Briefing, Consulenza e Secondo Parere e Teleconsulto

� Copia in distribuzione controllata

N.ro ......

� Copia in distribuzione non controllata

REFERENTE DEL DOCUMENTO: Raffaella Giannini

GRUPPO DI LAVORO: Raffaella Giannini Stefano Bartolini Giuseppe Seghieri Grazia Panigada Massimo Giusti Franco Giuntoli Lorella Fedeli Barbara Lazzeri

Autorizzazioni Rev. Data

Redatto Verificato Approvato

0 05/03/2013

Referente gruppo di

lavoro

F.to

Clinical Risk Manager

F.to

Dir. UFC Medicina Legale Dir. Dipart. Rischio Clinico

F.to

Dir. PO

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INDICE 1. Obiettivo ........................................................................................................................................ 3 2. Risultato atteso................................................................................................................................ 3 3. Applicabilità ................................................................................................................................... 3 4. Introduzione.................................................................................................................................... 4 5. Gli strumenti: definizioni e modalità applicative .......................................................................... 5

5.1 Il Briefing................................................................................................................................ 5 5.2 La Consulenza ........................................................................................................................ 6

5.2.1 Diagramma di Flusso del processo di richiesta ed esecuzione di Consulenza Specialistica ................................................................................................................ 7

5.2.2 Principi generali ......................................................................................................... 7 5.2.3 Accesso alle consulenze: modalità di richiesta e di trasmissione ............................... 8 5.2.4 Tele refertazione .......................................................................................................... 9 5.2.5 Modalità e tempi di espletamento delle consulenze ................................................. 10 5.2.6 Verifiche .................................................................................................................... 10 5.2.7 Indicatori ................................................................................................................... 11 5.2.7 Compiti e responsabilità per la corretta richiesta di Consulenza............................. 11

5.3 Il Secondo Parere (Second Opinion) ................................................................................... 12 5.4 Il Teleconsulto ..................................................................................................................... 13

6. Tempi di attesa per esami radiodiagnostici e di laboratorio .......................................................... 15 7. Riferimenti bibliografici ................................................................................................................ 15 8. Allegati ......................................................................................................................................... 15

Allegato 1: Scheda Briefing-Debriefing ...................................................................................... 16 Allegato 2: Modulo richiesta consulenza ..................................................................................... 17 Allegato 3: Modulo per la redazione della consulenza ............................................................... 19 Allegato 4: Modulo consulto via FAX .......................................................................................... 21 Allegato 5: Richiesta Secondo Parere ....................................................................................... 22

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1. Obiettivo Lo scopo della presente procedura è quello di offrire agli operatori sanitari, in particolare ai clinici, validi strumenti operativi per ovviare le difficoltà di comunicazione nel rispetto dei bisogni conoscitivi clinici e delle necessità di salute dei pazienti che si rivolgono alle nostre strutture. Viene ritenuta prioritaria la necessità di documentare e di garantire la completa tracciabilità del percorso di cura anche attraverso l’implementazione di nuove modalità di gestire il lavoro in équipe (Briefing) e di stabilire regole certe ed esplicite allorquando si ritenga opportuno ricorrere a pareri di operatori diversi dai Referenti (clinici ed infermieristici) sia all’interno che all’esterno della struttura sanitaria di riferimento (Consulenza, Secondo Parere/Teleconsulto). Le indicazione di comportamento suggerite dalla presente procedura sono indicazioni di buona pratica cui i professionisti possono o meno aderire a seconda della complessità della realtà organizzativa nella quale operano. 2. Risultato atteso Il risultato atteso, verificabile attraverso l’analisi dei dossier clinici, è certamente quello di rendere più comprensibile l’iter clinico-assistenziale del soggetto ricoverato e di semplificare le relazioni interprofessionali. È dato certo che con il crescere della complessità dei modelli di gestione dei pazienti, l’aspetto relazionale svolge un ruolo prioritario all’interno del percorso di diagnosi e cura e a tutt’oggi esso rappresenta una delle criticità che emergono con sempre maggiore frequenza in termini di controversie medico-legali e relative richieste risarcitorie. L’approccio sistematico di tracciare o meglio verbalizzare in cartella clinica le conclusioni della discussione clinica di gruppo e poi presentarle al paziente rendendolo parte attiva e consapevole nel suo percorso clinico-assistenziale, rappresenta non soltanto una buona pratica professionale sotto il profilo etico e giuridico, ma anche un elemento strategico per la qualità e sicurezza delle cure. 3. Applicabilità La presente procedura è applicata nei PO aziendali di Pistoia, Pescia e San Marcello Pistoiese ed è rivolta a tutti i Dirigenti Medici e Coordinatori Infermieristici afferenti alle UU.OO. delle seguenti Aree Funzionali: ► A.F. Terapia Intensiva (Rianimazione, UTIC, Subintensiva); ► A.F. Chirurgica (Chirurgia Generale, Chirurgia Vascolare, Ginecologia, Urologia, Dermatologia,

Oculistica, Otorinolaringoiatria, Ortopedia e Traumatologia). ► A.F. Medica (Malattie Infettive, Medicina Interna, Gastroenterologia, Cardiologia, Neurologia,

Riabilitazione, Pneumologia, Nefrologia, Oncologia, Diabetologia). ► A.F. Materno-Infantile (Pediatria, Ostetricia).

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È estesa inoltre a tutte le strutture ambulatoriali ospedaliere, all’ Assistenza Infermieristica Ospedaliera, al Dipartimento U.O. Radiodiagnostica, Dipartimento Salute Mentale, Dipartimento Emergenza Urgenza. 4. Introduzione Le relazioni interprofessionali. La vera natura dell’assistenza sanitaria comporta l’instaurarsi di relazioni collaborative tra gli operatori, i pazienti e le loro famiglie, in quanto nessuna singola disciplina o specializzazione risponde da sola ai bisogni di salute di un individuo. Infatti la varietà dei fattori che influenzano lo stato di salute delle persone, la crescente complessità degli interventi sanitari e la maggiore prevalenza di patologie croniche, articolate e multiple in pazienti mediamente più anziani, richiedono l’intervento di professionisti capaci di lavorare insieme in maniera comprensiva e dinamica. La combinazione delle conoscenze e delle capacità tecniche e relazionali peculiari di ogni disciplina sanitaria rappresenta oggi il più efficace meccanismo di raggiungimento degli obiettivi assistenziali. “Collaborare” vuol dire lavorare tutti i giorni insieme ad altri professionisti (medici di diverse specialità, infermieri, farmacisti, fisioterapisti, psicologi, assistenti sociali, tecnici, ecc.) per ottenere un beneficio condiviso e raggiungere un obiettivo comune. In Sanità questo concetto è quasi del tutto inseparabile da quello di miglioramento e non può essere interpretato solamente in termini di altruismo, ma piuttosto come un modo di raggiungere obiettivi comuni in un sistema di interdipendenze. “Collaborazione” significa quindi soluzione di problemi attraverso decisioni e responsabilità condivise e coordinamento di azioni individuali per il raggiungimento degli obiettivi. Data la natura dell’assistenza sanitaria si potrebbe pensare che la collaborazione sia un elemento centrale per ogni professionista coinvolto. Invece quella che viviamo è una realtà costituita da frequenti fallimenti a causa di incomprensioni, contrasti e conflitti. Può accadere che le informazioni non siano condivise e che non venga richiesto aiuto quando necessario; in generale le capacità comunicative sono scarse e sono invece molto diffusi i sentimenti negativi che derivano dall’assenza di dialogo tra professionisti. Gli operatori sanitari tendono a identificarsi fortemente nella propria disciplina, nel suo linguaggio, nei suoi valori e nelle sue pratiche, rendendo la comunicazione interprofessionale molto complessa. Questo basso livello di collaborazione è ulteriormente peggiorato dall’attuale ambiente sanitario in cui l’urgenza, la competizione, le pressioni verso maggiore produttività e minori costi forniscono sempre meno opportunità per i professionisti di incontrarsi su un comune terreno clinico. I rischi derivanti da un coordinamento inefficace fra operatori sanitari alla dimissione o durante il trasferimento di cure e i fallimenti dovuti ad una scarsa comunicazione durante i passaggi di consegne sono un aspetto cruciale della cura del cittadino. Un passaggio di consegne incompleto verso unità di cura complementari o al momento della dimissione

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può portare ad eventi avversi che, se non gestiti tempestivamente ed in maniera appropriata, possono mettere a rischio la vita del paziente durante trattamenti e interventi o portare ad inutili riammissioni. In questo contesto le relazioni interprofessionali, o meglio la collaborazione ed il lavoro in équipe tra i vari professionisti assumono un ruolo ed un’efficacia prioritaria nella gestione della complessità assistenziale attuale. È stato dimostrato, infatti, che sono proprio le caratteristiche dell’ambiente sociale e organizzativo a creare presupposti per l’instaurarsi di relazioni collaborative. La discussione collegiale in équipe dei pazienti ricoverati in ospedale rappresenta un approccio metodologico indispensabile per ottenere i migliori risultati diagnostici e terapeutici per il paziente ricoverato. La verbalizzazione in cartella clinica delle conclusioni della discussione collegiale e la successiva presentazione al paziente documentano il rapporto fra medico e paziente e rafforzano le basi per una reale alleanza terapeutica. 5. Gli strumenti: definizioni e modalità applicative 5.1 Il Briefing Definizione: “Riunione che permette al team di identificare ruoli, responsabilità e obiettivi prima

dell’inizio della sessione operativa” (da: “Glossario della formazione in sanità” a cura della Giunta Regionale della Regione Toscana. Marzo 2011)

Deriva dall’inglese: to brief (dare istruzioni) e indica una breve riunione di pianificazione. Il debriefing è un processo educativo che si usa dopo la conclusione dell’evento pianificato per aiutare i partecipanti a riflettere sull’esperienza e ricavarne apprendimenti significativi, più sinteticamente si può definire una ristrutturazione cognitiva dell’agito.

Briefing e Debriefing sono strumenti già utilizzati in settori come l’aviazione (riunioni di inizio e fine viaggio) e in campo militare dove il briefing serve ad inserire l'azione tattica singola in un piano tattico più ampio, e in un piano strategico ancora più ampio, in modo che si coordini con i piani di battaglia e di guerra mentre il debriefing controlla che il briefing sia stato rispettato, ed esamina le ragioni degli scostamenti dal briefing, gli esiti imprevisti, le perdite, le conquiste. Appare quindi intuitivo che tale strumento possa essere proficuamente trasferito in un attività complessa, muti-disciplinare e ricca di imprevisti come quella sanitaria. In sanità il briefing giornaliero costituisce uno strumento di condivisione del caso con colleghi infermieri e medici, la cui importanza è divenuta fondamentale nel quadro della riorganizzazione degli ospedali per intensità di cure che è tuttora in atto e che comporta il superamento delle tradizionali modalità di assistenza e di prassi medica introducendo una modalità di lavoro per

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processi ad alta integrazione multidisciplinare e riorganizza e differenzia le responsabilità cliniche e gestionali. Alla fine del turno va effettuato un DEBRIEFING (altra brevissima riunione), con lo scopo di indagare se si sono verificate delle situazioni potenzialmente rischiose nel corso delle attività o se vi sono domande da parte dei pazienti o dei familiari. L’introduzione del metodo va adattata alle esigenze dell’unità operativa, garantendo comunque regolarità, continuità e risposta ai problemi che emergono. L’incontro, che a seconda dei casi clinici da discutere, può avere cadenza variabile (una o due volte la settimana) vede la partecipazione del Direttore dell’unità operativa e dei referenti clinici ed infermieristici coinvolti nel caso. La ricaduta immediata è la maggior responsabilizzazione nei comportamenti individuali, la maggior attenzione verso la sicurezza dei pazienti, il miglioramento del clima lavorativo, il potenziamento del “lavoro di squadra”. Nell’ambito del sistema di Gestione del Rischio Clinico (GRC) assume un ruolo importante il briefing sulla sicurezza, uno strumento semplice e facile da usare per assicurare una cultura ed un approccio condiviso alla sicurezza del paziente. È un metodo che consente di creare un ambiente in cui la sicurezza del paziente viene vista come una priorità, in un clima che stimoli la condivisione di informazioni circa le situazioni, effettive o potenziali, di rischio. Consiste in un breve confronto, una discussione colloquiale, ma strutturata, riguardante i potenziali rischi per il paziente presenti nella unità operativa. In termini quantitativi permette una facile misurazione del raggiungimento di obiettivi di sicurezza. Il briefing sulla sicurezza non deve essere punitivo, può fare riferimento ad una lista di problemi di sicurezza, deve essere di facile uso, di facile applicabilità e utilizzabile per tutti i problemi riguardanti la sicurezza del paziente. La conduzione della riunione richiede la scelta di un moderatore capace di spiegare le motivazioni e gli obiettivi. Il briefing può essere effettuato all’inizio del turno, raccogliendo, per un massimo di 5 minuti, tutti gli operatori che si occupano della cura del paziente. Si parte con la rilevazione di problemi, dati, osservazioni (in caso di assenza di situazioni specifiche si può fare riferimento a problemi potenziali).

5.2 La Consulenza Definizione: ”Parere richiesto per condividere con il ‘collega esperto’ il percorso clinico

diagnostico terapeutico del paziente riguardo a criticità relative non solo all’inqua-dramento diagnostico ed alla severità del caso clinico, ma anche di carattere più gestionale”.

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5.2.1 Diagramma di Flusso del processo di richiesta ed esecuzione di Consulenza Specialistica Documenti di rgistrazione Diagramma di flusso Responsabile

azione

5.2.2 Principi generali Nel nostro contesto organizzativo specifichiamo che la consulenza è un parere che riteniamo circoscritto ai professionisti che operano in ambito USL 3. Il PRINCIPIO GUIDA della consulenza è la cooperazione tra professionisti allo scopo di condividere la miglior scelta possibile CON e PER il paziente.

MD Richiesta Consulenza

CCI / MD Consulenza

Archiv. MD R.Cons.per SI

Pz. ricoverato con necessità di Consulenza

CCI MD Richiesta Consulenza

Medico UO Richiedente

Referto in CCI

Medico UO Specialistica (Medico di turno/Med. referente)

Recepimento richiesta e trasmis-sione al Medico Consulente

Urgente? Si No

Contatto immediato (telefonico) con UO specialistica

Invio richiesta di Consulenza Urgente via FAX

Comunicazione con UO Specialistica

Attivazione immediata del Medico Consulente

Programmazione Consulenza

Invio richiesta Consulenza Ordinaria (posta interna)

CPSE/CPSI di turno UO

Richiedente

Arrivo in Setting di Medico Consulente

ESECUZIONE CONSULENZA

Necessari ulteriori esami/ accertamenti? No Si

Prescrizione esami/accertamenti

Esecuzione esami/accertamenti

Rivalutazione Med Consulente

Pers UO/Strutt. competenti

Medico Consulente

CCI / MD Rich. esami

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In tal senso la consulenza diventa una cooperazio-ne ai fini di una PRESA IN CARICO CONDIVISA basata sui bisogni del paziente e non solo sulla disciplina in senso stretto ed il consulente diventa il CO-TUTOR del percorso diagnostico-terapeutico. Ciascun consulente, si fa carico dell’esecuzione in tempo reale o della programmazione in tempi compatibili con la durata della degenza degli esami di competenza della UO di appartenenza. Le consulenze possono essere classificate per setting di degenza (Consulenze intra ed extra-area) e per grado di urgenza, in analogia con i codici di Triage. In linea generale se le Condizioni cliniche del paziente sono gravi la consulenza è urgente, non procrastinabile (corrispondente ad un Codice Rosso) e deve essere effettuata nel più breve tempo possibile, comunque non oltre 24 ore, se le Condizioni cliniche del paziente non sono di gravità attuale, ma è possibile un aggravamento la consulenza può essere considerata come ordinaria o di condivisione (corrispondente ad un Codice Giallo (entro 24-48 ore), se le condizioni cliniche del paziente sono stabili, la consulenza può essere considerata di conferma, richiesta per condivisione (corrispondente ad un Codice Verde) da effettuarsi anche dopo 48 ore, in tempi, comunque, compatibili con la stima della durata di degenza per ciascun singolo caso. I tempi di riferimento per l’esecuzione delle consulenze sono riassunti in tabella 1. Tabella 1: Tempi di riferimento per l’esecuzione delle consulenze

Tipo di consulenza Tempi esecuzione Consulenza urgente, non procrastinabile (condizioni cliniche gravi)

Nel più breve tempo possibile

Consulenza ordinaria o di condivisione (condizioni cliniche non gravi attualmente, ma possibile aggravamento)

Entro 24-48 ore

Consulenza di conferma (condizioni cliniche stabili)

Tempi compatibili con la stima della durata di degenza per ciascun singolo caso

5.2.3 Accesso alle consulenze: modalità di richiesta e di trasmissione La consulenza urgente coincide ad un codice rosso (non differibile). Per la richiesta di consulenza urgente il Medico richiedente prende contatto immediato con il Medico della UO Specialistica per via telefonica (momento imprescindibile per la condivisione clinica del caso e che meglio garantisce la tempestività della prestazione).

Per accedere ad una Consulenza ordinaria, che coincide con un codice giallo (entro 24/48 ore) il medico, che a fronte di un quesito clinico necessita di ulteriori approfondimenti da parte di colleghi con specialità attinenti alla patologia del paziente, deve fare richiesta all’UO interessata tramite l’allegato modulo (allegato 2). È indispensabile riportare i dati identificativi del paziente (Codice a barre quando disponibile), precisare il quesito clinico ed indicare data e orario della richiesta; tali

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punti risultano fondamentali per l’espletamento della prestazione. In Tabella 2 sono elencate alcune regole che il medico richiedente dovrebbe rispettare quando compila il modulo. Tali regole sono anche riportate sul retro del Modulo per richiesta Consulenza (Allegato 2).

Tabella 2: Regole per il richiedente 1. è buona norma richiedere la consulenza avendo ben chiari gli elementi di criticità che dovranno essere

esplicitati al collega. 2. qualora vi siano varie opzioni diagnostiche è auspicabile esplicitarle fornendo tutti gli elementi utili alla

formulazione del giudizio: la richiesta in bianco è sconsigliabile, il rischio è quello di perdere tempo prezioso e mettere il collega in difficoltà, a meno che non si tratti di emergenza-urgenza.

3. è sempre opportuna la comunicazione diretta con il collega (la fase della relazione diretta non supplisce la forma scritta della richiesta).

4. è preferibile che l’esame obiettivo ed il colloquio con il paziente siano effettuati a 4 mani, meglio se richiedente e consulente riescono a dedicare tempo per la valutazione congiunta.

5. la consulenza deve comunque concludersi con la condivisione delle strategie diagnostico-terapeutiche. 6. anche nei setting extra-PS è meglio precisare chi ha richiesto la consulenza e l’ora della richiesta. N.B.

evitare le richieste a fine turno. La richiesta deve essere, quindi, inviata alla UO che dovrà effettuare la consulenza. Ai fini della tracciabilità del percorso, è preferibile la trasmissione via Fax poiché da questa modalità è desumibile sia la data che l’ora ed inoltre c’è sempre il riscontro dell’avvenuta ricezione

Chi riceve la richiesta di consulenza ha la responsabilità di consegnarla al Medico di Turno il quale si rapporta direttamente con il consulente, evitando in tal modo passaggi di consegne dispersivi. 5.2.4 Tele refertazione Un esempio particolare di consulenza adottato per ridurre i tempi di refertazione garantendo la sicurezza delle procedure e, al contempo un razionale uso delle risorse è la tele refertazione ossia la trasmissione Via Fax di richiesta di consulenza/consulto. Tale modello è da tempo operante nei rapporti fra lo Stabilimento di San Marcello Pistoiese e la UO di Cardiologia del PO di Pistoia. La sicurezza del Referto è garantita dall’adozione di un unico modulo da usare per la richiesta di consulenza e per la refertazione. Il modulo per la richiesta di consulenza/consulto telefonico a mezzo Fax è diviso in due sezioni che devono essere compilate rispettivamente dal medico richiedente e dal medico consulente. Il medico di reparto che richiede il consulto cardiologico, descrive, nella prima sezione, i dati clinico-anamnestici del paziente esplicitando il quesito clinico ed invia il modulo compilato tramite FAX alla UO Cardiologia, allegando, nel caso specifico il tracciato elettrocardiografico, mentre il medico consulente cardiologo riporta il referto nella seconda sezione e rinvia, a mezzo Fax lo stesso modulo trasmettendo così al medico richiedente le risultanze del consulto cardiologico. In questo modo, utilizzando la stessa modulistica e la stessa modalità di trasmissione, è garantita la tracciabilità del percorso e implicitamente la presa in carico condivisa.

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5.2.5 Modalità e tempi di espletamento delle consulenze Le prestazioni vengono svolte • presso la UO richiedente se il paziente non è ambulabile • presso l’UO che effettua la consulenza per gli altri pazienti secondo le fasce orarie definite dalla

UO stessa e che devono essere inserite nel piano di lavoro settimanale. La consulenza viene effettuata di norma entro i tempi stabiliti nella Tabella 1. Il referto delle consulenza sarà riportato nella cartella clinica o su analogo documento clinico, la responsabilità è a carico del medico erogante. Nel caso la consulenza venga effettuata presso la UO erogante sarà cura dell’IP/segretaria in servizio inoltrare i referti ai reparti richiedenti o inserirli nel casellario. Al termine della prestazione il medico dovrà compilare il campo “orario” sul modulo richiesta che andrà inviato alla caposala (o altro operatore identificato) della UO erogante per archiviazione, gestione statistica ed eventi sentinella. In Tabella 2 sono elencate alcune regole che il medico consulente dovrebbe rispettare quando compila la consulenza. Tali regole sono anche riportate sul retro del Modulo per la redazione Consulenza (Allegato 3)

Tabella 2: Regole per il consulente 1. compatibilmente con gli impegni in essere è utile non lasciare la consulenza a chi entra in turno. 2. comunicare con il richiedente direttamente ma anche telefonicamente per acquisire tutte le informazioni

utili per l’orientamento diagnostico. 3. con la cartella clinica integrata, se il diario clinico è aggiornato, la visione è completa e sinottica. 4. per le consulenze richieste in emergenza-urgenza ed in setting di PS è buona regola condividere con il

collega in turno anche la sequenza degli accertamenti diagnostici (le Linee Guida non sono tassative, bensì indicative).

5. confrontarsi con i colleghi esperti prima di aderire ad un protocollo diagnostico, facendo sempre un’analisi dei vantaggi e degli svantaggi: alle regole si può anche derogare purché la scelta clinica sia motivata.

5.2.6 Verifiche La capo sala (o altro addetto identificato dal Direttore della UO) verificherà la presenza di non conformità; in seguito la gestione dei dati di produzione avverrà secondo la specifica procedura aziendale. Annualmente i dati di conformità dovranno essere forniti al Direttore di UO per la il riesame della direzione o la discussione nelle riunioni di Area Funzionale.

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5.2.7 Indicatori Si assumono come indicatori della procedura quelli elencati in tabella 3. Tabella 3: Indicatori per la verifica del processo di esecuzione delle Consulenze specialistiche per

pazienti ricoverati Indicatori Standard

N° di richieste compilate NON CORRETTAMENTE rispetto al totale delle richieste fatte dalla singola UO

<10 %

N° consulenze espletate i tempi stabiliti nella Tabella 1 rispetto al totale delle richieste ricevute dalla UO

< 5 %

Tempo medio di risposta tra la richiesta della consulenza e l’effettuazione della stessa per unità operativa

Da costruire nel primo anno di applicazione

5.2.8 Compiti e responsabilità per la corretta richiesta di Consulenza

È compito delle UUOO individuare un punto di ricezione delle stesse posto in via prioritaria presso la Segreteria, la Capo Sala o un apposito casellario identificato. La soluzione adottata deve essere formalizzata e comunicata alla Direzione Medica di Presidio per la divulgazione.

È responsabilità dell’operatore identificato nella UO inoltrare la richiesta al medico addetto alle consulenze segnalando l’effettuabilità in ambulatorio o al letto del pz.

È responsabilità del Direttore di UO indicare nella propria organizzazione le modalità per espletare le consulenze ed è obbligatorio esplicitare i responsabili delle consulenze nel piano di lavoro settimanale: tale obbligo può essere espletato attraverso l’individuazione nei piani di lavoro di figura medica giornalmente addetta a tutte le consulenze, oppure attribuendo ad ogni medico della équipe gruppi di UUOO a lui afferenti.

Il Medico incaricato delle consulenze è responsabile della richiesta di consulenza, dell’atto sanitario, della trascrizione in cartella clinica del referto.

Il Caposala e e personale tecnico-infermieristico di turno sono responsabili degli aspetti organizzativi come sopra indicato.

Il Capo Sala (o altro addetto identificato dal Direttore della UO) è responsabile della verifica dei dati di conformità.

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5.3 Il Secondo Parere (Second Opinion) Il secondo parere è un'opinione aggiuntiva che può essere richiesta a un altro medico in merito ad un esame diagnostico o ad una terapia. Nei nostri ospedali organizzati per intensità di cure diventa sempre più frequente la necessità di confronto tecnico con i professionisti operanti nei centri di riferimento che deve essere adeguatamente supportata e soprattutto deve avere un riscontro di ritorno da allegare in cartella clinica. Il secondo parere è l’ opportunità di richiedere l’opinione di un altro medico su una diagnosi formulata e/o sulla terapia di cura proposta affinchè la decisione sia maggiormente consapevole, fondata cioè su un percorso conoscitivo, composto da informazioni chiare e da eventuali opzioni terapeutiche. Lo scopo del secondo parere è affrontare in modo più informato e consapevole la terapia cui si va incontro: migliorare l’informazione del paziente affinché decida consapevolmente se sottoporsi o meno a una prestazione sanitaria. Dal punto di vista del paziente la richiesta di un secondo parere permette di rinnovare la propria prospettiva guardando il problema da una diversa angolazione, ottenendo il maggior numero di informazioni possibili su come è possibile trattare la propria malattia. Questo permette di soppesare le varie alternative di cura disponibili e arrivare ad una maggiore consapevolezza e ad un consenso realmente informato. È molto importante anche per il professionista che, di fronte alla responsabilità di una decisione difficile, può contare sull’opinione di un collega in un confronto tra pari. Il secondo parere non è un atto di sfiducia verso il medico, ma un aiuto al paziente per migliorare il suo grado di informazione e prendere più consapevolmente una decisione. Affrontare in modo informato e convinto un trattamento o un intervento evita spesso malintesi.

QUANDO SI ATTIVA? Il secondo parere è utile per diverse prestazioni sia diagnostiche che terapeutiche, ma soprattutto per gli interventi chirurgici non urgenti e che non presentano immediato pericolo di vita, in particolare: in caso di diagnosi importanti ed interventi invasivi, laddove vi sia un impatto significativo per la qualità della vita della persona, per esempio in chirurgia oncologica; in caso di interventi chirurgici elettivi (isterectomia, prostatectomia, mastectomia, ernia discale); quando ci sono patologie mediche con particolare riferimento alla neurologia, cerebrolesioni, neuropsichiatria infantile (con particolare attenzione alle patologie legate allo sviluppo cognitivo); se si presentano condizioni gravi, invasive e menomanti che possono avere una terapia medica sostitutiva; patologie rare come casistica e incerte come prognosi. CHI PUO’ RICHIEDERLO? Il paziente; i diretti familiari del paziente; il professionista che lo ha in cura; il medico di fiducia. È molto importante che il consulente medico nominato per la seconda opinione, riceva tutte le informazioni possibili e abbia una documentazione pertinente ed esaustiva in base al quesito che gli

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si sottopone; tanto meglio sarà formulata la domanda quanto più la risposta sarà qualificata e chiara. Dopo l’incontro, il consulente comunica al primo medico l'esito del secondo parere che verrà registrato in cartella clinica e le sue conclusioni discusse con il paziente che ha diritto di capire perché un trattamento è necessario, se è scientificamente fondato, quali sono i benefici che possono conseguirne, come può evolvere il quadro clinico e con quali probabilità di guarigione, quali sono i rischi e i benefici in rapporto a quanto proposto e a questo punto sarà possibile decidere in maniera più consapevole quale trattamento seguire. Se il primo e il secondo parere sono concordi, il paziente continua il percorso con il primo medico; in caso di discordanza, se il paziente decide di seguire il secondo parere e il primo medico non è d’accordo sulla scelta tecnica del trattamento, il paziente potrà recarsi al Centro di riferimento del secondo parere e quindi del secondo medico dove verrà effettuato il trattamento terapeutico scelto. Tutto il processo che porta al secondo parere è costruito in modo da garantire privacy e riservatezza nei dati sensibili. Nei nostri ospedali organizzati per intensità di cure diventa sempre più frequente la necessità di confronto tecnico con i professionisti operanti nei centri di riferimento che deve essere adeguatamente supportata e soprattutto deve avere un riscontro di ritorno da allegare in cartella clinica. 5.4 Teleconsulto Definizione: ” Per teleconsulto medico si intende qualunque prestazione intellettuale erogata in

modo organizzato e per via telematica da uno specialista ad un medico richiedente che, in linea di principio, si trova a distanza dalla sede di erogazione”.

5.4.1 Principi generali Il Teleconsulto è una forma di consulenza a distanza che consente di richiedere ed ottenere un parere medico ad un quesito clinico mediante uso di strumenti informatici: • sistemi ICT per scambiare dati e files di natura diversa; • videoconferenze ecc. assicurando: • la sicurezza dei dati scambiati, tramite anonimato; • il superamento di limiti organizzativo-strutturali; • la riduzione degli spostamenti (viaggi) per accedere al servizio; • la riduzione dei costi.

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5.4.2 Teleconsulto tramite Sistema RIS-PACS Il Sistema di gestione informatica della Diagnostica per Immagini (RIS-PACS) prevede un sistema di teleconsulto, la cui messa funzione operativa non è ad, oggi completa. In attesa della completa disponibilità di tale sistema, è disponibile il collegamento con i seguenti reparti specialistici “di riferimento” presso l’azienda Ospedaliera di Careggi e l’Ospedale Torregalli, per l’invio delle immagini digitali:

Neuro Chirurgia Careggi Neuro Rianimazione Careggi Maxillo Facciale Careggi Cardio Chirurgia Careggi Chirurgia Vascolare Torregalli

Per le modalità operative e la relativa modulistica si fa riferimento alla Procedura Aziendale della UO Fisica sanitaria “Procedura di attivazione Consulenza Specialistica-Trasmissione di Immagini” e Allegati. 5.4.3 Progetto IPOCM del Ministero della Salute Il Ministero della Salute ha promosso la realizzazione di un servizio di teleconsulto asincrono secondo il progetto IPOCM (Integrazione e Promozione degli ospedali e dei Centri sanitari italiani nel Mondo) che prevede il colloquio via posta elettronica su rete Internet per l’invio di una richiesta di teleconsulto da parte di un medico di un Centro sanitario nel mondo e la ricezione della risposta redatta a cura del medico del Centro di riferimento per la specifica patologia, per il tramite del Segretariato. Tale colloquio è reso possibile dall’utilizzo del pacchetto di posta elettronica specializzato per il teleconsulto asincrono fornito dal Segretariato, che deve essere installato sulle postazioni di lavoro dei medici che partecipano al progetto IPOCM a cura di ciascun Centro sanitario dell’Alleanza. I livelli di servizio del teleconsulto IPOCM prevedono che il Centro di riferimento invii al Segretariato una risposta ad un teleconsulto entro 72 ore lavorative dal momento della ricezione della richiesta dallo stesso. Il Segretariato di Assistenza Tecnica riceve le richieste dagli ospedali italiani nel mondo, le invia al medico del Centro di riferimento in Italia con una procedura di routing basata sugli indici di patologia resi disponibili da tali Centri e sull’entità delle code di attesa sulle risposte e, viceversa, restituisce le risposte al richiedente. La banca dati del servizio di teleconsulto asincrono IPOCM rispetta la normativa in materia di diritto alla riservatezza ed alla protezione dei dati sanitari e dei dati sensibili vigente in Italia in riferimento

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alle informazioni ivi contenute, allegati inclusi (rif. documento: Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di dati personali). In particolare, i dati sanitari trasmessi con un teleconsulto IPOCM sono anonimi, secondo la definizione di cui all’art. 4 del citato Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 - Codice in materia di dati personali: dato che in origine o in seguito di trattamento non può essere associato ad un interessato identificato o identificabile. Per le modalità di istallazione del software e tutte le istruzioni per l’accesso al servizio si rimanda al “Manuale del Servizio di Teleconsulto” a cura del Segretariato di Assistenza Tecnica di Alleanza degli Ospedali Italiani nel Mondo 6. Tempi di attesta per la radiodiagnostica e gli esami di laboratorio Sono concordati con i servizi di supporto sanitario (diagnostica strumentale e di laboratorio, consulenze...) i seguenti tempi di attesa per la consegna dei risultati della prestazione

Diagnostica Strumentale Standard URGENZE Nel più breve tempo possibile e comunque non oltre

le 24 h Programmati attraverso gli SLOT autogestiti dal

reparto Nei Tempi definiti dal reparto Diagnostica di laboratorio Standard

Tutti gli esami < 8 ore 7. Riferimenti bibliografici 1. Domenighetti G, Va' Pensiero n° 170- 26 maggio 2004 2. Moseley JB, O'Malley K, Petersen NJ, et al. A controlled trial of arthroscopic surgery for

osteoarthritis of the knee. New England Journal of Medicine 2002; 347: 81-8. 3. Giordano L , Rowinski M, Gaudenzi G, Segnan N. What information do breast cancer screening

programmes provide to Italian women? European Journal of Public Health 2004 (in press). 4. Domenighetti G, D'Avanzo B, Egger M, et al. Women's perception of the benefits of

mammography screening: population-based survey in four countries. International Journal of Epidemiology 2003; 32: 816-21.

5. Olsen O, Gotzsche PC. Cochrane review on screening for breast cancer with mammography. Lancet 2001; 358 : 1340-2.

6. “Manuale del Servizio di Teleconsulto”, Versione 1. 8, a cura del Segretariato di Assistenza Tecnica di Alleanza degli Ospedali Italiani nel Mondo

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8. Allegati Allegato 1: Scheda Briefing-Debriefing Allegato 2: Modulo richiesta consulenza Allegato 3: Modulo per la redazione della consulenza Allegato 4: Modulo consulto via FAX Allegato 5: Richiesta Secondo Parere

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MD/PA.GRC.31/01

Allegato 1: Scheda Briefing-Debriefing

UO ____________________________

SCHEDA BRIEFING/DEBRIEFING DATA

BRIEFING

Argomenti/Casi trattati: _____________________________________________________________ _________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________

DEBRIEFING

Argomenti di discussione/Criticità emerse: ______________________________________________ _________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________

FIRME DEGLI OPERATORI

FIRMA QUALIFICA _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________ _______________________________________

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MD/PA.GRC.31/02

Allegato 2: Modulo richiesta consulenza

UO ______________________________

RICHIESTA DI CONSULENZA

PISTOIA, __________________ ORE ____________ Si richiede consulenza ________________________________________________________ per il/la Sig./Sig.ra ___________________________________________________________ ammesso/a in questa U.O. il ____________ tipologia di ricovero: � elezione � urgenza (per gli accessi in P.S.) Codice � Rosso (URGENTE) � Giallo (entro le 24/48 ore) � Verde (compatibile con la tempistica di degenza) MOTIVO DEL RICOVERO: _______________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ DIAGNOSI O IPOTESI DIAGNOSTICA: ______________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ REPERTI CLINICI E STRUMENTALI DI INTERESSE: _____________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ TERAPIA: ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ QUESITO CLINICO: ___________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

TIMBRO E FIRMA DEL MEDICO RICHIEDENTE

___________________________________________

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MD/PA.GRC.31/01-R

REGOLE OPERATIVE PER IL RICHIEDENTE

1. È BUONA NORMA RICHIEDERE LA CONSULENZA AVENDO BEN CHIARI GLI ELEMENTI DI CRITICITÀ CHE DOVRANNO ESSERE ESPLICITATI AL COLLEGA.

2. QUALORA VI SIANO VARIE OPZIONI DIAGNOSTICHE È AUSPICABILE

ESPLICITARLE FORNENDO TUTTI GLI ELEMENTI UTILI ALLA FORMULAZIONE DEL GIUDIZIO: LA RICHIESTA IN BIANCO È SCONSIGLIABILE, IL RISCHIO È QUELLO DI PERDERE TEMPO PREZIOSO E METTERE IL COLLEGA IN DIFFICOLTÀ, A MENO CHE NON SI TRATTI DI EMERGENZA-URGENZA.

3. È SEMPRE OPPORTUNA LA COMUNICAZIONE DIRETTA CON IL

COLLEGA (la fase della relazione diretta non supplisce la forma scritta della richiesta).

4. È PREFERIBILE CHE L’ESAME OBIETTIVO ED IL COLLOQUIO CON IL

PAZIENTE SIANO EFFETTUATI A 4 MANI.

5. LA CONSULENZA DEVE COMUNQUE CONCLUDERSI CON LA CONDIVISIONE DELLE STRATEGIE DIAGNOSTICO-TERAPEUTICHE.

6. ANCHE NEI SETTING EXTRA-PS È MEGLIO PRECISARE CHI HA

RICHIESTO LA CONSULENZA E L’ORA DELLA RICHIESTA ED È DA EVITARE LA RICHIESTA A FINE TURNO.

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MD/PA.GRC.31/03

Allegato 3: Modulo consulenza

UO ____________________________

CONSULENZA

PISTOIA, __________________ ORE ____________ Sig./Sig.ra _____________________________________________________________ REPERTI OBIETTIVI: ___________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ DIAGNOSI O IPOTESI DIAGNOSTICA: ______________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

RISPOSTA AL QUESITO CLINICO: ________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

ESAMI CONSIGLIATI: __________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ TERAPIA: ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ DA RIVALUTARE TRA: _________________________________________________________

TIMBRO E FIRMA DEL MEDICO CONSULENTE ___________________________________________

TIMBRO E FIRMA DEL MEDICO DI REPARTO

__________________________________________

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MD/PA.GRC.31/03-R

REGOLE OPERATIVE PER IL CONSULENTE 1. COMPATIBILMENTE CON GLI IMPEGNI IN ESSERE È UTILE NON LASCIARE LA

CONSULENZA A CHI ENTRA IN TURNO. 2. COMUNICARE CON IL RICHIEDENTE DIRETTAMENTE MA ANCHE

TELEFONICAMENTE PER ACQUISIRE TUTTE LE INFORMAZIONI UTILI PER L’ORIENTAMENTO DIAGNOSTICO.

3. CON LA CARTELLA CLINICA INTEGRATA, SE IL DIARIO CLINICO È

AGGIORNATO, LA VISIONE È COMPLETA E SINOTTICA. 4. PER LE CONSULENZE IN EMERGENZA-URGENZA ED IN SETTING PRONTO

SOCCORSO È BUONA REGOLA CONDIVIDERE CON IL COLLEGA IN TURNO ANCHE LA SEQUENZA DEGLI ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI (LE LINEE-GUIDA NON SONO TASSATIVE, MA INDICATIVE).

5. CONFRONTARSI CON I COLLEGHI ESPERTI PRIMA DI ADERIRE AD UN

PROTOCOLLO DIAGNOSTICO, FACENDO SEMPRE UN’ANALISI DEI VANTAGGI E DEGLI SVANTAGGI: ALLE REGOLE SI PUÒ ANCHE DEROGARE PURCHÉ LA SCELTA CLINICA SIA MOTIVATA.

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MD/PA.GRC.31/04

Allegato 4: Modulo consulto via Telefonica/FAX

RICHIESTA DI CONSULTO TELEFONICO/FAX

Pistoia, _______________________________________ Ore _______________ Alla U.O. _________________________________ del PO di _______________ U.O. Richiedente ___________________________ del PO di ______________

Richiesta di Consulenza per il/la

Sig/ra__________________________________________nato/a il ___________________________ Dati clinici, anamnestici e quesito clinico _______________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Esami allegati: _____________________________________________________________________ Il medico del reparto Dr. _____________________________________________________________

Risposta al quesito clinico _________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________La consulenza è basata sui seguenti esami: ______________________________________________ e sui dati clinici forniti dal collega della UO richiedente.

Il Medico Consulente Dr. _____________________________

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MD/PA.GRC.31/05

Allegato 5: Richiesta Secondo Parere

U.O. ____________________________

RICHIESTA DI SECONDO PARERE

PISTOIA, __________________ ORE ____________ Si richiede secondo Parere _____________________________________________________ per il/la Sig./Sig.ra ___________________________________________________________ ammesso/a in questa U.O. il ____________ MOTIVO DEL RICOVERO: _______________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ DIAGNOSI O IPOTESI DIAGNOSTICA: _______________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ REPERTI CLINICI E STRUMENTALI DI INTERESSE: _____________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ TERAPIA: ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

QUESITO CLINICO: ___________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

TIMBRO E FIRMA DEL MEDICO RICHIEDENTE

___________________________________________