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Stress Lavoro Correlato
Dott.Massimo ServadioPsicologo del Lavoro e delle Organizzazioni
Consulente senior Sicurezza sul Lavoro, Organizzazione aziendaleEsperto in Psicologia della Sicurezza lavorativa
Analista Senior in ambito Stress Lavoro Correlatowww.massimoservadio.com [email protected]
Comune di Nemi, 11 ottobre 2013
Rischi Psicosociali:
“quegli aspetti di progettazione del lavoro e di organizzazione e gestione del lavoro, nonché i
rispettivi contesti ambientali e sociali, che potenzialmente possono arrecare danni fisici o
psicologici”
Stress:
“reazione fisiologica aspecifica adattiva a qualunque richiesta di modificazione esercitata
sull’organismo da una gamma assai vasta di stimoli eterogenei”
Stress Lavoro Correlato:
"Lo stress è uno stato di malessere "che si manifesta con sintomi fisici, psichici o sociali legati
all´incapacità delle persone di colmare uno scarto tra i loro bisogni e le loro aspettative e la
loro attività lavorativa"”
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DEFINIZIONI PRINCIPALI
Stressor:
“Il termine stressor si riferisce a stimoli di diversa natura che portano l’organismo e la psiche allo
stress. Essi possono essere fisici (uno shock elettrico, l’esposizione al freddo o a caldo eccessivo,
ecc…), ambientali-culturali (rumori, traffico, vicini di casa, sport pesanti), metabolici (riduzione
dei livelli glicemici), psicologici (un colloquio di lavoro o una prova d’esame), affettivi (un evento
di perdita o lutto), alimentari (caffeina).
Strain:
“L’effetto immediato, non a lungo termine, dello stress mentale sull’individuo che risente delle
pre-condizioni abituali e del momento, compresi gli stili personali adottati per fronteggiarlo”
Coping:
“Il Coping è l’insieme dei Meccanismi che si mettono in atto per controllare eventi che vengono
ritenuti difficili. IL COPING è lo svolgimento, la gestione del processo, non il risultato finale”
DEFINIZIONI PRINCIPALI
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TUTTE LE PERSONE:
� Qualsiasi settore
� Qualsiasi azienda
� Qualsiasi dim. aziendale
� Qualsiasi tipo di contratto
Nell’Unione Europea, lo stress legato
all’attività lavorativa è il secondo problema
di salute più comune nel mondo del
lavoro, dopo i dolori alla schiena, che
colpisce quasi un lavoratore su tre.
CHI SONO I SOGGETTI A RISCHIO?
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VALUTAZIONE DEI RISCHI: INDICAZIONI PRELIMINARI
1. La valutazione riguarda “Gruppi di Lavoratori” e non il singolo lavoratore.
2. La valutazione riguarda “gli stressor” lavoro correlato e non fattori esterni al lavoro.
3. L’individuazione di un’eventuale problema di stress-lavoro correlato implica un’analisi di alcuni fattori:
� Eventuale inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione e dei processi di lavoro (disciplina dell’orario di lavoro, grado di autonomia, corrispondenza tra le competenze dei lavoratori ed i requisiti professionali richiesti, carichi di lavoro, ecc …)
� Condizioni di lavoro e ambientali (esposizione a rumore, calore, sostanze pericolose, ecc …)
� Comunicazione (incertezza in ordine alle prestazioni richieste)� Fattori soggettivi (tensioni emotive e sociali, sensazione di non poter far fronte alla
situazione, percezione di mancanza di attenzione nei propri confronti).
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Il concetto di stress fa parte della letteratura medica da poco più di 50 anni: il termine inglese
è mutuato dall’ingegneria industriale e indica lo sforzo a cui è sottoposto un materiale.
Lo stress è una “reazione fisiologica aspecifica adattiva a qualunque richiesta di modificazione
esercitata sull’organismo da una gamma assai vasta di stimoli eterogenei”
Senza stress, diceva Hans Selye, c’è la Morte …
Tuttavia in alcune condizioni la risposta di stress può divenire disfunzionale:
1. Per inadeguata intensità degli stimoli (sovra o sottostimolazione)
2. Per eccessiva durata degli stessi
3. Per caratteristiche di personalità del soggetto
LO STRESS E LA SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO
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E quindi …..in accezione più negativa che neutra..
Lo stress dovuto al lavoro può essere definito come un insieme di reazioni fisiche ed
emotive dannose che si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono
commisurate alle capacità, risorse o esigenze dal lavoratore
(NIOSH, Stress at work, 1999)
Infine..…..
Lo stress è uno stato che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche,
psicologiche o sociali ed è conseguenza del fatto che le persone non si sentono in
grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti.
(Accordo Europeo 8/10/2004)
LO STRESS LAVORO CORRELATO
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Lo stress è quindi uno stato di eccitazione e di
tensione continua e sgradevole causata da un
compito o una richiesta a cui non so se sono
effettivamente in grado di rispondere
La Percezione dello stress varia da persona a
persona e a seconda delle situazioni e delle
circostanze in cui ci si trova.
Quando si parla di stress è quindi difficile fissare dei
limiti di sopportazione precisi.
LO STRESS LAVORO CORRELATO
Stress e Sicurezza
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A LIVELLO DI COMPORTAMENTO?
- Lavorare in modo frenetico, precipitoso, febbrile
- Mancanza di concentrazione, smemoratezza
- Riduzione delle capacità percettive
- Riflessi imprecisi
- Irritabilità, insoddisfazione
Risultato: il rischio di infortunio aumenta con l’aumentare della
percentuale di errori e aumenta la nocività nei confronti della salute
STRESS E SICUREZZA
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stato normale
SHOCK
CONTROSHOCK
1 FASE DI ALLARMEL’organismo è esposto ad una minaccia e deve rispondere. Può rispondere tramite l’attacco o tramite la fuga. Se l’attacco o la fuga hanno successo nell’organismo viene ripristinata l’omeostasi altrimenti si passa alla fase successiva.
2 FASE DI RESISTENZAComporta una ripetuta esposizione all’agente stressante; l’organismo continua a operare al di sopra del livello di attivazione omeostatico e recupera risorse sottraendole ad altre funzioni (es. digestione, sistema immunitario)
3 FASE DI ESAURIMENTO
Riporta i valori funzionali dell’organismo nella norma, oppure se lo stress ha superato le capacità di risposta dell’organismo, conduce a squilibri funzionali ed alterazioni organiche. L’organismo non riesce più a rispondere a nessuna richiesta
LE FASI DELLO STRESS
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1 FASE DI ALLARMELo svolgere una attività più impegnativa per periodi di tempo molto prolungati senza riceverne un ritorno causano nell’uomo rabbia e voglia di cambiare lavoro. La rabbia aumenta la frequenza cardiaca, innalza la pressione sanguinea, ecc.. L’uomo potrebbe licenziarsi ripristinando l’omeostasi ma ha famiglia e figli e non può perdere il posto di lavoro …
2 FASE DI RESISTENZAL’uomo decide quindi di soddisfare le richieste aziendali cercando di resistere alla pressione. L’uomo si arrabbia continuamente, diventa facilmente irritabile con i colleghi e con la famiglia, ha problemi di memoria, digestivi, di insonnia e mal di testa
3 FASE DI ESAURIMENTO
L’uomo continua a mangiar male, a bere, e si sente infelice e depresso. Si possono anche sviluppare ulcere, le arterie si potrebbero danneggiare …
Un uomo che svolge un lavoro dove gli viene richiesto di lavorare continuamente di più svolgendo compiti sempre più complessi, senza ricevere né aiuti, né ricompense (es. soldi, benefit, ecc.)
LE FASI DELLO STRESS
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ORARIO DI LAVORO
RAPPORTI SUL LAVORO
EVOLUZIONE DELLA CARRIERA
AUTONOMIA DECISIONALE/CONTROLLO
INTERFACCIA CASA-LAVORO
INDIVIDUO
EFFETTI
INDIVIDUALI
ORGANIZZATIVI
•ELEVATA % DI ASSENTEISMO
•ELEVATA ROTAZIONE DEL PERSONALE
•DIFFICOLTA’ NELLE RELAZIONI AZIENDALI
DIFFICOLTA’ CHE NON DERIVANO DALL’AMBIENTE DI LAVORO
•AUMENTO PRESSIONE SANGUIGNA
•STATO DI DEPRESSIONE
•BERE IN MODO ECCESSIVO
•IRRITABILITA’
•DOLORI AL PETTO
AMBIENTE DI LAVORO E ATTREZZATURE
PIANIFICAZIONE DEI COMPITI
CARICO DI LAVORO RITMO DI LAVORO
RUOLO DELL’ORGANIZZAZIONE
FUNZIONE E CULTURA ORGANIZZATIVA
LO STRESS LAVORO CORRELATO
Il circuito dello stress
IND
ICA
TO
RI
DI
RIS
CH
IO
� RITARDI
• DIMINUZIONE DELLA PRODUTTIVITA’
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1 . Funzione e cultura organizzativa
Nei casi in cui si ritiene che l’organizzazione sia carente su questi ambiti, è probabile che venga associata ad aumentati livelli di stress.
� scarsa comunicazione:
� livelli bassi per la risoluzione dei problemi e lo sviluppo personale
� mancanza di definizione degli obiettivi organizzativi
FATTORI POTENZIALMENTE STRESSANTI
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2 . Ruolo nell’ambito dell’organizzazione
Le prove che riconoscono nel ruolo nell’organizzazione un potenziale
rischio psicosociale, si ricollegano ampiamente alle questioni di:
� ambiguità di ruolo: per esempio il Dirigente di Pronto soccorso
che dipende dall’alto ma che è assolutamente autonomo quando deve
prendere una decisione relativa alle terapie di emergenza
� conflitto di ruolo:
� insufficienza di ruolo
� responsabilità per altre persone
FATTORI POTENZIALMENTE STRESSANTI
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4 . Autonomia decisionale e controllo : Modello di Karasek (1979)
a) Creano condizione di stress:
� Maggiori opportunità di partecipare al processo decisionale
� la perdita di un controllo
� l’eccessiva esperienza di controllo
b) Danno livelli di soddisfazione e sentimenti di autostima più elevati.
FATTORI POTENZIALMENTE STRESSANTI
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Tre gruppi importanti di rapporti lavorativi sono la risorsa dell’organizzazione ed i maggiori canali di conflitto
� relazioni con i superiori *� con i subalterni *� con i colleghi
• conflitto di interesse per differenza tra le aspettative individuali ecollettive• conflitto tra esigenza di autonomia e di coordinamento• conflitto tra le esigenze di stabilità del gruppo e quelle di cambiamentodell’organizzazione
5. Rapporti interpersonali sul lavoro
FATTORI POTENZIALMENTE STRESSANTI
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6. Pianificazione dei compiti
Esistono diversi aspetti di contenuto del lavoro correlati allo stress che comprendono:
• basso valore del lavoro, uso limitato delle capacità, mancanza didiversità dei compiti e ripetitività del lavoro, incertezza, mancanza dipossibilità di apprendimento, richieste conflittuali e risorseinsufficienti.
• Esposizione a lavoro ripetitivo e sottoutilizzo delle capacità: noia, ansiadepressione, rancore
• Incertezza nel lavoro, nella forma di una mancanza di feedback sulrendimento
• Incertezza come ambiguità di ruolo o in relazione al futuro
FATTORI POTENZIALMENTE STRESSANTI
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7. Carichi di lavoro e ritmi di lavoro
Sia il carico di lavoro eccessivo che quello ridotto possono creare
problemi.
Il lavoro può essere eccessivo a livello quantitativo o a livello
qualitativo.
FATTORI POTENZIALMENTE STRESSANTI
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CARATTERISTICHE STRESSANTI DEL LAVORO(Hacker, 1991)
Le caratteristiche del lavoro che possono indurre stress sono appartenenti a due categorie:
CONTENUTO DEL LAVOROCONTESTO DEL LAVORO
POSSIBILI STRESSOR
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Contenuto del lavoro
Ambiente di lavoro (fisico e sociale)Pianificazione dei compiti (es.giustiziaorganizzativa)Carico/ritmo di lavoroOrario di lavoro
Contesto del lavoro
Funzione e cultura organizzativa
Ruolo nell’ambito dell’organizzazione
Sviluppo di carriera
Modalità di presa di decisione, stili di gestione e di controllo
Relazioni interpersonali
Mobilità e trasferimenti
Equilibrio tra lavoro e vita privata.
POSSIBILI STRESSOR
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TECNOSTRESS
“IL DISAGIO CAUSATO DALL’INCAPACITÀ
DI AFFRONTARE LE NUOVE TECNOLOGIE
IN MODO SANO”
LO STRESS LAVORO CORRELATO
Nuove fonti di stress
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IL COPING
"sforzi cognitivi e comportamentali diretti a gestire
(ridurre, minimizzare, padroneggiare, sopportare) le
richieste interne ed esterne poste da quelle transazioni
persona-ambiente che, nella valutazione della persona,
intaccano o esauriscono le risorse possedute".
FRONTEGGIARE LO STRESS: IL COPING INDIVIDUALE
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Secondo Lazarus e Folkman (1985) esistono due principali strategie di coping a
seconda del focus su cui l’individuo sceglie di concentrarsi:
1. FOCALIZZAZIONE SUL PROBLEMA: decidere di mettere in
atto una o più azioni finalizzate a modificare la situazione percepita stressante
(ad es. pianificare un piano di azione, riorganizzare le risorse, stabilire dei
tempi)
2. FOCALIZZAZIONE SULL’EMOZIONE: decidere di provare a
cambiare l’esperienza soggettiva legata alla situazione percepita come
stressante. (ad. Es. ascoltare pareri differenti, raccogliere sentimenti
rassicuranti)
FRONTEGGIARE LO STRESS: IL COPING INDIVIDUALE
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PREVENZIONE PRIMARIA:
impedire l’insorgenza di nuovi casi di patologie stress-correlate.
Per fare ciò è importante agire sull’organizzazione e il sul contesto lavorativo,quindi:
� ottimizzare gli ambienti e l’orario di lavoro;
� promuovere una cultura dell’impresa che favorisca il rispetto della dignitàumana, scoraggiando ogni forma di violenza psicologica;
� attuare condizioni di lavoro trasparenti;
� favorire la partecipazione e la condivisione degli obiettivi dell’impresa;
� attivare un processo continuo di informazione a due vie (dal basso versol’alto e viceversa);
� progettare compiti lavorativi “a misura d’uomo”;
� valorizzare le risorse umane, attraverso percorsi di formazione adeguati;
� informare e formare sullo stress
MISURE DI PREVENZIONE E CURA
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ESEMPI DI AZIONI PREVENTIVE
� Orari di lavoro: pianificare gli orari di lavoro in modo da evitare
conflitti tra le richieste e gli impegni non connessi con il compito. Gli
schemi di turnazione dovrebbero essere stabili e annunciati con largo
anticipo, con rotazione in senso orario.
� Partecipazione/controllo: consentire al lavoratore di fornire
input alle decisioni e azioni che riguardano il suo lavoro
� Carico di lavoro: assicurarsi che le assegnazioni siano compatibili
con le capacità e le risorse del lavoratore, e consentire un adeguato
recupero in caso di lavori ad elevato carico fisico e mentale
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� Contenuto: configurare i compiti in modo da dare significato, stimolo, senso
di completezza e opportunità all’uso delle competenze
� Ruoli: definire chiaramente i ruoli e
le responsabilità
� Ambiente sociale: fornire opportunità di
interazioni sociale, incluso il supporto
psicologico per il lavoro specifico.
� Futuro: Evitare ambiguità in tema di sicurezza del posto di lavoro e sviluppo
di carriera
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ESEMPI DI AZIONI PREVENTIVE
I PREGIUDIZI PIÙ DIFFUSI SULLO STRESS
Scriveva Selye nel 1980:
“Il concetto scientifico di stress ha avuto la fortuna di entrare nell’uso
quotidiano, ma anche la sfortuna di essere interpretato molto male”
Ecco di seguito le più comuni idee sbagliate sullo stress …
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Lo stress è una condizione nociva
Lo stress non è sempre una condizione nociva. Lo stress porta
certamente ad un dispendio di energie ma, a seconda delle circostanze,
i risultati per la persona saranno positivi o dannosi. 34
I PREGIUDIZI PIÙ DIFFUSI SULLO STRESS
Lo stress è solo tensione nervosa
Lo stress non è solo tensione nervosa. L’idea che lo stress si identifichi
con la tensione e con l’affaticamento psichico e organico è riduttiva. Lo
stress, infatti, è costituito da una serie multiforme di fenomeni e si
manifesta con una serie, altrettanto multiforme, di segnali.
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I PREGIUDIZI PIÙ DIFFUSI SULLO STRESS
I sintomi dello stress sono solo nella mia testa: non possono quindi
nuocermi granché.
Lo stress non agisce solo sulla mente, ma anche sull’organismo. Le
malattie da eccesso di stress sono vere malattie e, spesso, non da poco:
si pensi ad esempio all’infarto cardiaco e all’ulcera gastrica.
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I PREGIUDIZI PIÙ DIFFUSI SULLO STRESS
Lo stress colpisce solo le persone fragili
Lo stress non colpisce solo le persone più deboli; a dire il vero le
persone che soffrono più lo stress sono le persone sempre dinamiche e
con grinta, con molti impegni senza concedersi un momento di sosta.
In ogni caso potenzialmente tutti sono soggetti a stress.
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I PREGIUDIZI PIÙ DIFFUSI SULLO STRESS
Non è colpa mia se sono stressato; lo stress, in questi tempi, è inevitabile e
ne siamo tutti vittime.
In realtà siamo noi i responsabili di maggior parte dei nostri stress,
scegliendo comportamenti e stili di vita che si rivelano stressanti.
Ciò che è importante infatti non è tanto quello che ci accade, ma il modo in
cui noi lo interpretiamo e lo affrontiamo. In questi casi lo stress è dovuto a
nostre scelte e a nostre reazioni consapevoli o dettate dall’inconscio.
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I PREGIUDIZI PIÙ DIFFUSI SULLO STRESS
Mi accorgo sempre quando comincio a essere troppo stressato e teso
Più ci troviamo invischiati in attività stressanti, meno sensibili siamo ai
segnali d’allarme inviatici da una psiche e da un organismo stressati. Non ci
sarà più possibile ignorarli solo quando lo stress e la tensione avranno
raggiunto un grado troppo elevato.
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I PREGIUDIZI PIÙ DIFFUSI SULLO STRESS
È facile individuare le cause dello stress eccessivo
Individuare le cause dello stress eccessivo non è sempre facile. Talvolta
siamo in grado di risalire alle cause del nostro stress analizzando
quanto ci è accaduto recentemente. Altre volte i disturbi si presentano
quando le cause sono avvenute molto tempo prima, ed è quindi difficile
coglierne il legame.
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I PREGIUDIZI PIÙ DIFFUSI SULLO STRESS
Tutti rispondiamo allo stress in maniera uguale
Ciascuno reagisce allo in modo “personalizzato”: tale diversità si riflette
anche negli eventi che hanno provocato il nostro stress, nei disturbi
che avvertiamo per un suo eccesso e nelle strategie attuate per venirne
fuori.
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I PREGIUDIZI PIÙ DIFFUSI SULLO STRESS
La valutazione va realizzata solo nelle grandi aziende
La valutazione dello stress lavoro correlato rappresenta un obbligo di legge
per tutte le aziende, indipendentemente dalle dimensioni e dal settore di
attività.
Tutti i datori di lavoro devono procedere
alla sua realizzazione secondo quanto
disposto dalle indicazioni della
commissione consultiva.
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I PREGIUDIZI PIÙ DIFFUSI SULLO STRESS
L’oggetto della valutazione dello stress sono i lavoratori
Oggetto della valutazione del rischio stress sono gli aspetti inerenti la
gestione e l’organizzazione del lavoro presenti nell’azienda e non i lavoratori.
Quest’ultimi devono essere visti, piuttosto, come i beneficiari della
valutazione, il cui fine ultimo
è quello di promuoverne il
benessere fisico, psichico e
sociale.
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I PREGIUDIZI PIÙ DIFFUSI SULLO STRESS
Adempimento di Legge o Promozione di una cultura della sicurezza e del benessere?
Le Organizzazioni si «chiedono» se è meglio…
…adempiere semplicemente ad una nuova legge
...cogliere l’opportunità per indurre riflessione e promuovere una nuova
cultura della sicurezza?? 45
Due le Resistenze «maggiori»
1. Le organizzazioni non hanno la possibilità di sostenere ulteriori costi
per suddette tipologie di indagine
2. Si ha timore che lo psicologo dopo esser entrato
in azienda possa diagnosticare lo stress vissuto
da tutti lavoratori e che venga strumentalizzata questa
conseguenza dalle Rappresentanze sindacali e dai lavoratori per
«monetizzare lo scambio» («io sto male tu mi devi pagare di più»)
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Adempimento di Legge o Promozione di una cultura della sicurezza e del benessere?
Per lo Psicologo si presenta un’occasione per evitare di
agire con l’approccio «diagnosi e cura» ossia con un
approccio «sull’organizzazione» , inteso «sulle persone»,
mentre si dovrebbe operare sull’approccio con l’organizzazione, cioè
«insieme alle persone»
Approccio centrata sulla filosofia «MINDFULNESS» in questo caso
consapevolezza collettiva in grado di produrre abilità
nell’individuare/correggere gli errori prima che la situazioni peggiori
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Adempimento di Legge o Promozione di una cultura della sicurezza e del benessere?
GLI STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE
Articolo 28 D.Lgs n. 81/2008
Articolo 29 D.Lgs n. 81/2008
Indicazioni metodologiche Commissione
consultiva permanente
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• Accordo europeo 2004
• D.Lgs n. 81/2008, art. 28
• Accordo interconfederale 2008
• D.Lgs n. 106/2009
• Indicazioni metodologiche
LA SCELTA DELLE PARTI SOCIALI
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TESTO UNICO SULLA SICUREZZA
PERCHÉ VALUTARE I RISCHI PSICOSOCIALI
UNICO TESTO DI RIFERIMENTOSULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
Sezione IIValutazione dei rischi
Articolo 28Oggetto della valutazione dei rischi
“1. La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature dilavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro,deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelliriguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allostress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004, e quelliriguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo2001, n. 151, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri paesi e
quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale….”
Entrata in vigore 31/12/2010 52
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VALUTAZIONE DEI RISCHI: INDICAZIONI PRELIMINARI
1. La valutazione riguarda “Gruppi di Lavoratori” e non il singolo lavoratore.2. La valutazione riguarda “gli stressor” lavoro correlato e non fattori esterni
al lavoro.3. L’individuazione di un’eventuale problema di stress-lavoro correlato implica
un’analisi di alcuni fattori:� Eventuale inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione e dei
processi di lavoro (disciplina dell’orario di lavoro, grado di autonomia, corrispondenza tra le competenze dei lavoratori ed i requisiti professionali richiesti, carichi di lavoro, ecc…)
� Condizioni di lavoro e ambientali (esposizione a rumore, calore, sostanze pericolose, ecc…)
� Comunicazione (incertezza in ordine alle prestazioni richieste)� Fattori soggettivi (tensioni emotive e sociali, sensazione di non poter far
fronte alla situazione, percezione di mancanza di attenzione nei propri confronti).
OBIETTIVO:
migliorare la consapevolezza e la comprensione dello stress da
lavoro da parte di tutti, attirando l’ attenzione sui sintomi che
possono indicare l’insorgenza di problemi di stress da lavoro
- Nessuna menzione a strumenti di rilevazione
ACCORDO EUROPEO SULLO STRESS LAVORO-CORRELATO
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AZIONI DI MIGLIORAMENTO
1. MISURE DI GESTIONE E COMUNICAZIONE: chiarire gli obiettivi aziendali
e il ruolo di ciascun lavoratore, assicurare un sostegno adeguato da parte della
direzione ai singoli individui e ai team di lavoro, portare a coerenza
responsabilità e controllo sul lavoro, migliorare l’organizzazione, i processi, le
condizioni e l’ambiente di lavoro.
2. FORMAZIONE DEI DIRIGENTI E DEI LAVORATORI: per migliorare la loro
consapevolezza e la loro comprensione nei confronti dello stress, delle sue
possibili cause e del modo in cui affrontarlo, e/o per adattarsi al cambiamento
3. INFORMAZIONE E CONSULTAZIONE DEI LAVORATORI e/o dei loro
rappresentanti, in conformità alla legislazione europea e nazionale, ai contratti
collettivi e alle prassi.
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ACCORDO EUROPEO SULLO STRESS LAVORO-CORRELATO
SECONDO L’ACCORDO EUROPEO, LO STRESS LAVORO –CORRELATO …
� Non è una malattia
� Non è attribuibile alla responsabilità dell’individuo ma alle condizioni
organizzative
� Non concerne la violenza, le molestie e lo stress post-traumatico
� Non tutte le risposte di stress sul lavoro possono essere considerate come
stress lavoro-correlato
Inoltre …
� Lo stress che ha origine fuori dall’ambito di lavoro può condurre a
cambiamenti nel comportamento e ad una ridotta efficienza sul lavoro.
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ACCORDO EUROPEO SULLO STRESS LAVORO-CORRELATO
La valutazione non prende i considerazione i singoli lavoratori,
ma gruppi omogenei, (ad es. per mansioni o partizioni
organizzative) che risultino esposti a rischi dello stesso
tipo.
L’individuazione è rimessa al datore di lavoro a seconda della propria
organizzazione aziendale (es. turnisti, dipendenti di
un determinato settore, mansioni, etc.)
L’INDIVIDUAZIONE DEI GRUPPI OMOGENEI
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La valutazione si articola in due fasi:
� una necessaria (valutazione preliminare)
� l’altra eventuale (valutazione approfondita) da attivare nel caso in cui la
valutazione preliminare riveli elementi di rischio da stress lavoro-correlato e le
misure di correzione adottate a seguito della stessa, dal datore di lavoro, si
rivelino inefficaci.
LE FASI DELLA VALUTAZIONE
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La valutazione preliminare consiste nella rilevazione di indicatori oggettivi e
verificabili, ove possibile numericamente apprezzabili, appartenenti quanto meno
a tre distinte famiglie:
� Eventi sentinella (indicatori)
� Fattori di contenuto del lavoro
� Fattori di contesto del lavoro
LA VALUTAZIONE PRELIMINARE
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Ad esempio:
• Indici infortunistici
• Assenze per malattia
• Turnover
• Procedimenti e sanzioni
• Segnalazioni del medico competente
• Specifiche e frequenti lamentele formalizzate da parte dei lavoratori.
I predetti eventi sono da valutarsi sulla base di parametri omogenei individuati
internamente alla azienda (es. andamento nel tempo degli indici infortunistici
rilevati in azienda).
I. GLI EVENTI SENTINELLA
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Ad esempio:
• Ambiente di lavoro e attrezzature
• Carichi e ritmi di lavoro
• Orario di lavoro e turni
• Corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e i requisiti
professionali richiesti.
II. FATTORI DI CONTENUTO DEL LAVORO
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Ad esempio:
• Ruolo nell’ambito dell’organizzazione
• Autonomia decisionale e controllo
• Conflitti interpersonali al lavoro
• Evoluzione e sviluppo di carriera
• Comunicazione (es. incertezza in ordine alle prestazioni richieste)
III. FATTORI DI CONTESTO DEL LAVORO
In questa prima fase possono essere utilizzate liste di controllo
applicabili anche dai soggetti aziendali della prevenzione che consentano
una valutazione oggettiva, complessiva e, quando possibile, parametrica
dei fattori di cui ai punti I, II e III
LA VALUTAZIONE PRELIMINARE
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• In relazione alla valutazione dei fattori di contesto e
di contenuto di cui sopra (punti II e III dell’elenco)
occorre sentire i lavoratori e/o il RLS/RLST.
• Nelle aziende di maggiori dimensioni è possibile
sentire un campione rappresentativo di lavoratori.
• La scelta delle modalità tramite cui sentire i
lavoratori è rimessa al datore di lavoro, anche in
relazione alla metodologia di valutazione adottata.
LA VALUTAZIONE PRELIMINARE
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Ove dalla valutazione preliminare non emergano elementi di rischio da
stress lavoro-correlato tali da richiedere il ricorso ad azioni correttive,
il datore di lavoro sarà unicamente tenuto a darne conto nel
Documento di Valutazione del Rischio (DVR) e a prevedere un
piano di monitoraggio.
LA VALUTAZIONE PRELIMINARE
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Diversamente, nel caso in cui si rilevino elementi di rischio da stress lavoro-
correlato tali da richiedere il ricorso ad azioni correttive, si procede alla
pianificazione ed alla adozione degli opportuni interventi correttivi:
• Organizzativi
• Tecnici
• Procedurali
• Comunicativi
• Formativi
INTERVENTI CORRETTIVI
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1. A seguito della adozione delle misure, occorre indicare le misure adottate
nel documento di valutazione dei rischi e monitorarne l’efficacia.
2. In presenza di ulteriori evidenze di stress, si prosegue con la fase di
approfondimento.
MONITORAGGIO
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Ove gli interventi correttivi risultino inefficaci, si procede, nei tempi che la
stessa impresa definisce nella pianificazione degli interventi, alla fase di
valutazione successiva (c.d. valutazione approfondita).
LA FASE DI APPROFONDIMENTO
70
71
La valutazione approfondita prevede la valutazione della percezione
soggettiva dei lavoratori, ad esempio attraverso differenti strumenti quali
questionari, focus group, interviste semi-strutturate sulle famiglie di
fattori/indicatori.
LA FASE DI APPROFONDIMENTO
• Tale fase fa riferimento ovviamente ai gruppi omogenei di lavoratori rispetto ai
quali sono state rilevate le problematiche.
• Nelle aziende di maggiori dimensioni è possibile che tale fase di indagine
venga realizzata tramite un campione rappresentativo di lavoratori.
LA FASE DI APPROFONDIMENTO
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Nelle imprese che occupano fino a 5 lavoratori, in luogo dei predetti strumenti di
valutazione approfondita, il datore di lavoro può scegliere di utilizzare modalità di
valutazione (es. riunioni) che garantiscano il coinvolgimento diretto dei lavoratori
nella ricerca delle soluzioni e nella verifica della loro efficacia.
LA FASE DI APPROFONDIMENTO
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� La data del 31 dicembre 2010, di decorrenza dell’obbligo previsto dall’articolo
28, comma 1-bis, del d.lgs. n. 81/2008, deve essere intesa come data di
avvio delle attività di valutazione ai sensi delle indicazioni metodologiche.
� La programmazione temporale delle suddette attività di valutazione e
l’indicazione del termine finale di espletamento delle stesse devono essere
riportate nel documento di valutazione dei rischi.
� Gli organi di vigilanza, ai fini dell’adozione dei provvedimenti di propria
competenza, terranno conto della decorrenza e della programmazione
temporale di cui al precedente periodo.
DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
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I datori di lavoro che, alla data della approvazione delle indicazioni
metodologiche, abbiano già effettuato la valutazione del rischio da
stress lavoro-correlato coerentemente ai contenuti dell’Accordo europeo
dell’8 ottobre 2004 – così come recepito dall’Accordo Interconfederale
del 9 giugno 2008 – non debbono ripetere l’indagine
ma sono unicamente tenuti all’aggiornamento della medesima nelle
ipotesi previste dall’articolo 29, comma 3, del d.lgs. n. 81/2008, secondo
quanto indicato nel presente documento.
DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
75
PERCORSO METODOLOGICO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO (COMMISSIONE CONSULTIVA)
VALUTAZIONE PRELIMINARE(rilevazione di indicatori oggettivi e verificabili)
ESITONEGATIVO
ESITOPOSITIVO
VALUTAZIONE EFFICACIA INTERVENTI CORRETTIVI
Questionari
Focus group
Interviste semi-strutturate
Risultato riportato nel DVR
Previsione di piano di monitoraggio
Sulle famiglie di fattori/indicatori indagati
nella prima fase
Se efficaci Se inefficaci
Interventi:Organizzativi
TecniciProcedurali
Comunicativiformativi
PIANIFICAZIONE ED ADOZIONE DI
INTERVENTI CORRETTIVI
VALUTAZIONE APPROFONDITA(valutazione della percezione soggettiva)
Esempi
Nelle imprese fino a 5 lavoratori il Datore di LavoroPUÒ
scegliere di utilizzare una modalità di valutazione (Es. riunioni) che garantiscano il coinvolgimento diretto dei lavoratori
nella ricerca di soluzioni e nella verifica della loro efficacia
76
PERCORSO INTEGRATO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO
PROPOSTA INAIL
MAGGIO 201177
PROPOSTA DI UN PERCORSO INTEGRATO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO
FASE PROPEDEUTICA
1. Costituzione del Gruppo di Gestione della Valutazione
2. Sviluppo di una strategia comunicativa e di coinvolgimento del personale
3. Sviluppo del Piano di valutazione del rischio
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1) COSTITUZIONE DEL GRUPPO DI GESTIONE DELLA VALUTAZIONE
Gruppo di gestione:
- Dirigente (delegato dal datore di lavoro)- Preposti- RLS/RLST- RSPP- ASPP- MC
Obiettivo:
programmare e coordinare lo svolgimento dell’intero processo valutativo modulando il percorso anche in funzione degli esiti
• Pianificazione della Procedura
• Gestione della Procedura
• Promozione della procedura all’interno dell’azienda
• Supervisione della procedura
• Approvazione dei piani di azione
• Elaborazione dei report di gestione
79
2) SVILUPPO DI UNA STRATEGIA COMUNICATIVA E DI COINVOLGIMENTO DEL PERSONALE
� Informazione diretta a tutti i
lavoratori inclusi dirigenti e preposti
� Adeguata formazione in relazione
all’attività/ruolo che alcuni lavoratori o
loro rappresentanti andranno a svolgere
nel processo valutativo
� Particolare attenzione
nell’informazione/formazione di qui
lavoratori che e/o RLS/RLST che, come
indicato dalla Commissione Consultiva,
saranno “sentiti” in merito alla
valutazione dei fattori di contenuto e di
contesto.
• La formazione dovrà mirare • all’approfondimento• della metodologia valutativa c• che si andrà ad applicare
80
3) SVILUPPO DEL PIANO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO
� La valutazione del rischio da stress lavoro correlato è
un processo dinamico, sviluppato per fasi, con la
previsione di step di verifica
� È indispensabile la “programmazione temporale”
attraverso l’approntamento di un vero e proprio
cronoprogramma che preveda per ogni singola fase,
oltre alla durata, anche, in dettaglio, le attività da
svolgere e i soggetti deputati ai diversi compiti
81
Dal punto di vista prettamente metodologico, riteniamo utile precisare che l‘Accordo Europeo
sullo stress (8/10/2004) indica la necessità di analizzare altri indicatori non del tutto
presenti nelle principali check-list, tra i quali:
� GESTIONE DELL’ORGANIZZAZIONE E PROCESSI DI LAVORO:
- CORRISPONDENZA TRA LE COMPETENZE DEI LAVORATORI ED I REQUISITI
PROFESSIONALI RICHIESTI
� COMUNICAZIONE:
- INCERTEZZA IN ORDINE ALLE PRESTAZIONI RICHIESTE
- INCERTEZZE IN ORDINE ALLE PROSPETTIVE DI IMPIEGO O AI POSSIBILI CAMBIAMENTI
� FATTORI SOGGETTIVI:
- TENSIONI EMOTIVE E SOCIALI
- SENSAZIONE DI NON POTER FAR FRONTE ALLA SITUAZIONE
- PERCEZIONE DI MANCANZA DI ATTENZIONE NEI PROPRI CONFRONTI
84
Premessa: oggettività…oggettivo
Oggettivo: obiettivo, imparziale, che si attiene ai fatti senza intervento
del soggetto (da il Sabatini Coletti, Dizionario della Lingua Italiana )
85
Premessa: la “Valutazione Oggettiva” nelle Indicazioni Ministeriali
La valutazione preliminare consiste nella rilevazione di indicatori oggettivi e
verificabili, ove possibile numericamente apprezzabili, appartenenti quanto
meno a tre distinte famiglie:
� Eventi sentinella (indicatori)
� Fattori di contenuto del lavoro ???
� Fattori di contesto del lavoro ???
86
87
EVENTI SENTINELLA
I predetti eventi sono da valutarsi sulla base di parametri omogenei individuati
internamente alla azienda (es. andamento nel tempo degli indici infortunistici
rilevati in azienda).
Premessa: la “valutazione oggettiva” nelle indicazioni ministeriali
89
Le Indicazioni ministeriali: alcune riflessioni
Le check list sono elenchi di domande, in riferimento agli aspetti di
progettazione, di organizzazione del lavoro e di gestione del lavoro
nonché i relativi aspetti ambientali e sociali.
90
FATTORI DI CONTESTO E DI CONTENUTO
…..ma se oggettivo significa: obiettivo, imparziale, che si attiene ai fatti
senza intervento del soggetto
RISULTA ALTRETTANTO EVIDENTE che di “oggettivo” FORSE ci sono
solo gli “eventi sentinella”. Il resto, cioè i fattori legati al “contesto”
e i fattori legati al “contenuto del lavoro”, con l'approccio limitato
alla check list, rispondono ad espressioni di percettività espresse dai
“compilatori delle liste di controllo” !!!
91
LE INDICAZIONI MINISTERIALI: ALCUNE RIFLESSIONI
Le Indicazioni ministeriali propongono/impongono un’analisi del rischio
basata sulla "restituzione organizzativa del fenomeno“.
Ma LO STRESS, non ha per sua natura intrinseca, una valenza percettiva e
soggettiva???
L’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Etimologicamente organizzazione proviene dal latino organum e dal corrispettivo termine
greco, che ne rifletteva una visione come STRUMENTO, potenziamento in qualche misura
della capacità del singolo.
Adesso il termine organizzazione è dibattuto fra tre particolari significati:
1. Assetto organizzativo e quindi componente o parte dell’azienda;
2. Specifica attività o funzione, rivolta a costruire, realizzare o modificare l’assetto
organizzativo di un’azienda;
3. Riferimento teorico e concettuale, che orienta l’intervento sull’organizzazione e quindi la
funzione o attività che consiste nell’organizzare.
I tre significati esprimono correlazione: la visione dell’organizzazione(3) orienta gli interventi e
le azioni (2) rivolti a costruire o modificare un determinato assetto organizzativo (1).
94
95
DATORE DI LAVORO
RESPONSABILE RISORSE UMANE
RSPP
MEDICO COMPETENTE
RLS
Altre figure dell’Organizzazione della sicurezza, es. Preposti, Dirigenti
ed eventualmente…
CONSULENTE ESTERNO ESPERTO DI ANALISI ORGANIZZATIVA e COMPETENTE
IN MATERIA DI STRESS LAVORO CORRELATO
L’ANALISI ORGANIZZATIVA: CREAZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO
96
La composizione del gruppo di lavoro dipenderà dalle peculiarità
dell’organizzazione in esame, nello specifico:
- Dimensione dell’organizzazione
- Caratteristiche dell’organizzazione
- Funzioni organizzative presenti
L’analisi organizzativa: il Gruppo di lavoro
Uno Strumento dell’analisi organizzativa: l’indicatore
Gli indicatori sono informazioni critiche, sintetiche, significative e
prioritarie che permettono di misurare l’andamento aziendale nei suoi più
svariati aspetti
97
METODO OGGETTIVO: INDICATORI AZIENDALI
Gli indicatori possono essere:
1) Numerici
2) Del tipo: presente/assente
3) Del tipo: diminuito/inalterato/aumentato
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99
L’INTERPRETAZIONE DELL’INDICATORE
• UNA VOLTA CHE OTTENGO I DATI …
DEVO INTERPRETARLI
• BENCHMARKING: processo continuo di misurazione, mediante il
confronto con AZIENDE DELLO STESSO MACROSETTORE ATECO
• TREND AZIENDALE: comparazione dati dell’ultimo triennio
INDICATORI AZIENDALI CONTESTO DEL LAVORO CONTENUTO DEL LAVORO
Infortuni
Funzione e cultura organizzativa Ambiente di lavoro ed attrezzature di lavoro
Assenze per malattia
Assenze dal lavoroRuolo nell’ambito
dell’organizzazione Pianificazione dei compiti
Ferie non godute
Rotazione del personale
Evoluzione della carriera Carico di lavoro – ritmo di lavoro
Turnover
Procedimenti/Sanzioni disciplinari Autonomia decisionale – controllo del lavoro
Orario di lavoro
Richieste visite straordinarie
Rapporti interpersonali sul lavoro
Segnalazioni stress lavoro
Istanze giudiziareInterfaccia casa/lavoro
100
COMPILATORI
� È COMPILATA DAL DATORE DI LAVORO, CHE NE HA LA RESPONSABILITÀ
� In collaborazione con:
� il Responsabile ed i componenti del
Servizio di Prevenzione e Protezione
� il Medico Competente
� il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
� Insieme ad altre figure organizzative significative (responsabile del personale,
qualche capo reparto, un lavoratore esperto per anzianità e /o competenze,
ecc.), oltre ad eventuali consulenti esterni.
101
Con casi di istanze giudiziare per molestie morale/sessualiè obbligatoria anche la valutazione soggettiva
X
NON SI PUÒ SALTARE LA VALUTAZIONE OGGETTIVANE LA SOGGETTIVA
104
L’équipe valutativa può compilare una
scheda unica per l’azienda oppure
per livelli di complessità
organizzativa più elevata, può decidere di
utilizzare la checklist di indicatori verificabili per
partizioni organizzative o
mansioni omogenee.
105
Ma il dato di per sé spiega il fenomeno??
Il Dato di per sè (es. la % di assenteismo, il n.degli infortuni) rappresenta
un valore analitico sul quale confrontarsi e riflettere, ma che non risolve
in concreto l’eventuale disfunzione organizzativa emersa e insistente.
111
UNA PROPOSTA OPERATIVA
112
LA NUOVA FRONTIERA DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO
CORRELATO NON SIA SOLO RAPPRESENTATA DALLA VALUTAZIONE IN SE’
PER SE’, MA CHE CONTENGA OVE NECESSARIO, L’ESPLORAZIONE
DIAGNOSTICA DEI SINGOLI INDICATORI O FATTORI, es. ASSENTEISMO,
N.INFORTUNI SU TUTTI,
CON l’OBIETTIVO DI FORNIRE ALLE AZIENDE STRUMENTI E SOLUZIONI
NON GENERAL GENERICHE, MA ASSOLUTAMENTE E CONCRETAMENTE
“ CONTESTUALI E FATTE SU MISURA”
L’INTERVISTAL’INTERAZIONE TRA UN INTERVISTATO E UN INTERVISTATORE,
PROVOCATA DALL’INTERVISTATORE, AVENTE FINALITÀ DI TIPO
CONOSCITIVO, GUIDATA DALL’INTERVISTATORE SULLA BASE DI UNO
SCHEMA DI INTERROGAZIONE E RIVOLTA A UN NUMERO CONSISTENTE
DI SOGGETTI CHE SONO STATI SCELTI SULLA BASE DI UN PIANO DI
RILEVAZIONE 115
� Strumento di raccolta dati più popolare degli ultimi 20 anni
� Conteso fra gli studiosi sociologici e psicologici che ne rivendicano paternità
e competenze d’esercizio
� Utilizza l’interazione di gruppo per produrre dati
� Simile a un processo di conversazione “normale, quotidiano”
� Intervista focalizzata su un particolare argomento o area d’interesse del
ricercatore
IL FOCUS GROUP – COS’ È
117
� Generalmente coinvolge 8-12 partecipanti
� Ha un conduttore (o moderatore) e un osservatore
� Non è un’intervista di gruppo
� Dura circa 1 ora e mezza, 2 ore
IL FOCUS GROUP - CHI SONO GLI ATTORI ?
118
Domanda psicologica (Psychological demands)
Caratteristiche psicosociali dell’ambiente lavorativo che possono essere
considerati stressors psicologici (come l’alta pressione temporale, l’alto ritmo
imposto dal lavoro, conflitti e ambiguità di ruolo, richiesta di elevate
competenze)
DIMENSIONI DEL MODELLO I
121
Controllo (Decision latitude, o ampiezza decisionale)
controllo potenziale che il lavoratore ha sulle domande poste dal lavoro, sul proprio
compito e comportamento lavorativo
È composto da 2 sottodimensioni:
a) Decision authority: la possibilità dell’individuo di prendere decisioni riguardo
al come e quando svolgere il proprio lavoro
b) Skill discretion: l’ampiezza delle competenze proprie dell’individuo e utilizzate
nello svolgimento del suo lavoro (per far fronte alle domande poste dal lavoro)
DIMENSIONI DEL MODELLO II
122
Domandaaltobasso
Controllo
basso
alto
Fonte: Karasek (1979)
1 LAVOROPASSIVO
2 LAVOROATTIVO
3 LAVOROBASSO STRAIN
4 LAVOROALTO
STRAIN
Diagonalestrain
Diagonale apprendimento
circolarità
IL MODELLO DOMANDA /CONTROLLO
123
INDICATOR TOOL PROCESSO E QUESTIONARIO
Sono indagati sei fattori:
1. Domanda (include aspetti come il carico di lavoro, la strutturazione del lavoro e l'ambiente di
lavoro);
2. Controllo (quanto i lavoratori hanno voce in capitolo sul modo di svolgere il proprio lavoro);
3. Supporto (include l'incoraggiamento e le risorse fornite dall'organizzazione, dalla dirigenza e
dai colleghi);
4. Relazioni (include la promozione di un modo di lavorare positivo per evitare i conflitti ed
affrontare i comportamenti inaccettabili);
5. Ruolo (se le persone capiscono il loro ruolo all'interno dell'organizzazione e se l'organizzazione
assicura che la persona non abbia conflitti di ruolo);
6. Cambiamento (Come i cambiamenti organizzativi vengono gestiti e comunicati
nell'organizzazione).
125
I management standard includono un indicator tool (QUESTIONARIO)
composto da 35 item che indagano le condizioni di lavoro
conosciute come potenziali fonti di stress e che corrispondono ai 6
stressor dei Management Standard.
L’Indicator tool, quindi, è così chiamato per la sua capacità di fornire
solo un’indicazione alle organizzazioni in merito al giudizio che i
lavoratori danno sulla qualità della gestione dello stress.
INDICATOR TOOL PROCESSO E QUESTIONARIO
126
OPRA
(Organizational and Psychosocial
Risk Assessment)
ORGANITAZIONAL AND PSYCHOSOCIAL RISK ASSESSMENT
127
� JCQ - Job content Questionnaire (Karasek 1976)
• Indicator Tools (HSE & Management standards 2009)
• OPRA – Organizational and Psychosocial Risk Assessment (OS –Firenze 2010)
• JSS - Job Stress Survey (Spielberg 1994)
• OCS – Occupational Check up System (Leiter e Maslach, 2005)
• ERI - Effort Reward Imbalance (Siegrist, 1996)
• Benessere organizzativo PA (Avallone 2004)
• (Q-Bo) - Test di valutazione del rischio stress lavoro-correlato nella prospettiva del
benessere organizzativo (De Carlo 2008)
QUESTIONARI PER LA VALUTAZIONE SOGGETTIVA...
128
PREMESSA DI FONDO
Non potrà mai esistere un decalogo assoluto delle singoli
azioni correttive da compiere, in quanto esse sono
intrinsecamente legate all’organizzazione in esame e
soprattutto alla valutazione condotta.
Le singole azioni nasceranno dalla concertazione e negoziazione delle figure
appartenenti al gruppo di valutazione del rischio da stress lavoro correlato.
Dall’esperienza sul campo si possono individuare le grandi aree tematiche di possibile
intervento:
• Area organizzativa
• Area della comunicazione
• Area della formazione
• Area delle procedure e della tecnica
131
Interventi correttivi di tipo organizzativo
� Gestione delle condizioni di disagio al lavoro
L’adozione di un codice etico o di comportamento esplicita la volontà di
contrastare condizioni di malessere e di disagio che possono caratterizzare ogni
ambiente di lavoro.
Il datore di lavoro identifica formalmente i comportamenti non accettabili per la
propria azienda e le procedure da adottare per contrastarli.
Azienda Pubblica: codici
Azienda Privata: anche gli accordi di clima, che rappresenta per tutte le parti
un impegno nel rispettare le regole introdotte.
132
VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS: LE PRIME SANZIONI
� A seguito dei primi controlli della ASL di Torino, i datori di lavoro di sette
aziende torinesi sono stati iscritti nel registro degli indagati in quanto
l'azienda non ha valutato in modo corretto il rischio da stress da lavoro del
proprio personale (violazione dell'art. 29 D. Lgs. 81/08).
� Il metodo di effettuazione della valutazione dei rischi seguito dalle imprese,
non avrebbe fornito un quadro reale della situazione, in quanto basato su
parametri insufficienti, sottovalutando i problemi e i disagi emersi dalle
interviste con i lavoratori
135
VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS: LE PRIME SANZIONI
Esempio di Contestazioni:
Assenza di un Progetto metodologico per la valutazione del rischio da stress lavoro correlato (inizio, figure del gruppo di lavoro, ruoli, azioni…)
Assenza di una partecipazione attiva nel gruppo di lavoro da parte del RLS
Assenza di qualsiasi tipo di processo informativo sul tema
Contestualizzazione degli indicatori o parte di essi rispetto all’organizzazione in esame
Prime indicazioni sulla programmazione dell’azioni di miglioramento per gli indicatori di contesto che hanno evidenziato un rischio medio
Programma di formazione sul tema, in particolare per i gruppi di lavoratori che hanno dato un responso sugli indicatori di contesto, di tipo medio
136
ESPERIENZE PROFESSIONALIALCUNE RISPOSTE DEL MANAGEMENT AZIENDALE
LE RISPOSTE “COMPORTAMENTALI” DEL MANAGEMENT AZIENDALE
SONO DERIVANTI DAGLI “ATTEGGIAMENTI ORGANIZZATIVI” ASSUNTI:
ESEMPIO DIREZIONE DEL PERSONALE:
Circa 40%:
− diffidenza generale
− difesa dello status aziendale
− fastidio per l’invadenza nel proprio “core” (valutazione sulla propria
discrezionalità??)
− insofferenza derivante da un “ulteriore fardello normativo”
− timore per le conseguenze dell’indagine, dovuta soprattutto ad una carente
conoscenza dell’argomento
137
ESPERIENZE PROFESSIONALIALCUNE RISPOSTE DEL MANAGEMENT AZIENDALE
Circa 50%:
- Positività, esame atteso della propria gestione
- Gradimento per “l’euristica informativa derivante dal processo” arricchente
le relazioni industriali e sindacali
- Helping: supporto al miglioramento della propria gestione
- “Confidenza”: derivante da precedenti esperienze (alcune similitudini con
l’indagine di clima)
Circa 10%
- Passività, Attesa, Adempimento normativo obbligatorio
138
ESPERIENZE PROFESSIONALIALCUNE RISPOSTE DEL MANAGEMENT AZIENDALE
ALCUNE POSSIBILI SPIEGAZIONI:
1) La valutazione va necessariamente a toccare l’organizzazione del lavoro che
costituisce il cuore dell’azienda
2) Gli orientamenti culturali necessari per riconoscere tale rischio sono ancora
poco diffusi
139
LO PSICOLOGO DEL LAVORO E IL MC:LE OPPORTUNITA’ DI COLLABORAZIONE
PER ESPERIENZA PERSONALE….Comportamenti tipici M.C.:
1) “ Non è una faccenda di mia competenza”
2) “E’ solo di mia competenza”
3) “ Collaboriamo?”
141
OBIETTIVO: WORK-LIFE BALANCE
Sviluppo dagli anni ’80 in seguito a:
- presenza di un maggior numero di donne al lavoro
- cambiamenti ruoli familiari e lavorativi dovuti al crescere delle famiglie
con doppio reddito143
STRESS E WORK-LIFE BALANCE
Tra i Fattori che incidono negativamente sul tempo familiare:
- maggiori richieste lavorative (disponibilità, turni..)
Nasce l’esigenza di un’analisi dell’equilibrio VITA-LAVORO:
Work-life balance= “Il tempo sufficiente per affrontare gli impegni sia al lavoro che
a casa” 144
SITOGRAFIA
www.ispesl.it/focusstresslavorocorrelato
Htpp: //osha.europa.eu/it/topics/stress
www.ciip-consulta.it
145
Dott. Massimo Servadio, Psicologo del Lavoro e delle Organizzazioni, Analista delle organizzazioni, Esperto di Psicologia della Sicurezza lavorativa, Valutatore senior Stress Lavoro correlato, Executive e Business Coach
www.massimoservadio.com, [email protected]