Strega da Andrea Di Consoli, un dialogo intimo e FI Come un film, … · 2016. 4. 11. · Pittore...

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Corriere Fiorentino Mercoledì 23 Marzo 2016 FI 17 Culture Franco Cordelli ospite dell’incontro #loStrega cheVorrei Alla Sala Ferri il libro sul dialogo tra un padre e una figlia Continua al Gabinetto Vieusseux di Firenze #loStregacheVorrei , una serie di appuntamenti ideati dal presidente Alba Donati con i titoli scelti dal pubblico dei lettori e dai critici. Oggi (ore 17.30, Sala Ferri di Palazzo Strozzi) incontro con lo scrittore, saggista e critico teatrale del Corriere della Sera Franco Cordelli che parlerà del suo romanzo, «Una sostanza sottile» (Einaudi) introdotto da Sergio Givone. Il libro, lanciato per lo Strega da Andrea Di Consoli, è un dialogo intimo e sommesso di un padre e di una figlia, un dialogo che diventa il modo di attraversare il ricordo di una malattia, i libri del cuore e l’amata Provenza. Per informazioni tel: 055.288342 L’altra Firenze Prima puntata di un viaggio alla riscoperta dei gioielli nascosti della città Il Chiostro dello Scalzo: Andrea del Sarto e la vita del Battista da vedere in senso antiorario Come un film, al contrario Una greenway con vista mozzafiato Il progetto del percorso verde. L’Oltrarno rinasce anche da qui Info Il Chiostro della Scalzo si trova in via Cavour 69 a Firenze, è un piccolo e raffinato museo con gli affreschi di Andrea del Sarto, raffiguranti le scene della vita di San Giovanni Battista, patrono di Firenze e della Confraternita degli Scalzi. Si possono ammirare dodici scene scandite da 4 ritratti di donne che si leggono in senso antiorario. Si può visitare il lunedì, giovedì e sabato dalle 8,15 alle 13,50. Aperto anche a Pasqua e Pasquetta Particolare del Battesimo delle genti (foto: Cambi/Sestini) La nascita di Giovanni La grande bellezza di Firen- ze non è solo quella degli Uffizi e del David. C’è un’altra città, un altro itinerario accanto a quelli più noti, che ci porta nel la campagna a due passi dal centro: parte dal Giardino Bar- dini e attraversa il Giardino di Boboli, le Scuderie di Porta Ro- mana, l’area verde di Bobolino, il Viale dei Colli, il viale e il giardino del Poggo Imperiale, ritorna sul Viale dei Colli e rag- giunge il Piazzale Michelange- lo dove possono essere visitati il Giardino dell’Iris e il Giardi- no delle Rose. Un viaggio den- tro 260 ettari di verde in un’area che, per la gran parte, domina dall’alto la città offren- done un panorama imperdibi- le. Questa bellezza si snoda lungo 15 chilometri che po- trebbero diventare una vera proposta di percorso alternati- vo della città, una sorta di stra- da verde. Al progetto di valo- rizzazione di questa passeggia- ta, chiamata «Una greenway per Firenze» e che sarà presen- tata oggi, sta lavorando la Fon- dazione parchi monumentali Bardini e Peyron dell’Ente Cas- sa di Risparmio di Firenze. «Crediamo molto in questo progetto — sostiene il diretto- re generale dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Gabriele Gori — perché unisce l’am- biente, all’arte, alla cultura e al turismo integrandoli secondo una modalità nuova. Valorizza l’Oltrarno, aiuta a decongestio- nare le rotte ormai sature di vi- sitatori e fa conoscere una Fi- renze inedita, che non è solo Rinascimento. Come abbiamo già detto altre volte, intendia- mo sempre più fare rete tra soggetti diversi per aiutare il territorio con progetti innova- tivi e di ampio respiro». C.D. © RIPRODUZIONE RISERVATA È un film in bianco e nero, a firma Andrea del Sarto. La sto- ria senza tempo del giovane in- fiammato di ideali, deciso a se- guirli, vittima di un complotto che gli costa la vita. Proiettato sulle pareti del Chiostro dello Scalzo è il rac- conto di nascita, vita e morte di San Giovanni Battista. Dodici scene scandite da 4 ritratti di donne, Fede e Speranza, Carità e Giustizia. È grazie agli intensi «disegni», umili al punto da ri- fiutare il colore, che il minusco- lo cortile in via Cavour attraver- sa intatto 5 secoli. Serviva da ac- cesso alla chiesa della Confra- ternita dei Disciplinati: la chiesa non c’è più, il portico sì. Son quei morbi- di schizzi in chia- roscuro a difen- dere lo scrigno che li raccoglie. Pittore eccellen- tissimo, que- st’Andrea «senza errori», figlio di Agnolo il sarto. Con un unico problema, alme- no secondo il Vasari: troppo modesto nelle ambizioni, a causa di una donna. È il 1509 quando la Confrater- nita dei Disciplinati di San Gio- vanni affida al volontario – gio- vane promessa della pittura fio- rentina — l’incarico di affresca- re le pareti del nuovo chiostro. Una narrazione ritratta contro- mano, 12 quadri da leggere in senso antiorario. Perché? «For- se perché controcorrente è il la- voro della Confraternita, che si occupa degli ultimi fra gli ulti- mi, gli appestati, i condannati a morte – spiega Paola, custode- vestale del prezioso cortile - Per farlo i confratelli devono nega- re il proprio volto, indossare il cappuccio». Per farlo talvolta si fustigano col cilicio, cammina- no a piedi nudi. Sono scalzi, e da qui il nome del Chiostro. Non hanno soldi da investire in pitture, chiedono dunque ad Andrea — uno di loro, artista alle prime armi — un lavoro semplice. Sarà lui a raccontare sotto il portico la storia di Gio- vanni, figlio di genitori troppo anziani, che se ne va nel deserto a forgiarsi l’anima, per poi tor- nare ad annunciare l’avvento del regno messianico e finire con la testa nel piatto teso da Salomè all’incredulo Erode. Questa la storia stesa sui muri del Chiostro. Ma Andrea del Sarto non la esegue così, non segue la narrazione cronologi- ca. Il suo è un montaggio digi- tale; uno slalom a singhiozzi nella storia. Quando comincia a dipinge- re, l’artista non inizia dalla pri- ma scena, cioè l’annuncio a Zaccaria dell’inattesa paternità, bensì dalla vera nascita cristia- na: il battesimo di Cristo da par- te di Giovanni, scena numero 6 nel piano dei lavori. È il 1509. Da quel momento il pittore prose- gue quasi a tempo perso — in- daffarato com’è col Chiostro dei Voti alla SS. Annunziata — risa- lendo verso il violento epilogo della vita del predicatore. Ma nel 1517 — approdato alla cattu- ra del Battista da parte dei sol- dati — un Del Sarto ormai pit- tore affermato molla tutto per trasferirsi in Francia, coperto d’oro da quel talent scout che è re Francesco I. Che fare con il Chiostro? I lavori passano allo spigoloso Franciabigio, che non se la sente di mettere mano ai quadri più importanti e cerca rifugio nell’infanzia di Giovan- nino tutta da dipingere, dedi- candosi a due scene minori. Certo, la mano non è la stessa e si vede. Ma chi scommette che sarà Franciabigio a finire il film, si sbaglia: dopo due anni di as- senza, Del Sarto ritorna e recla- ma il lavoro. Una scelta contro- corrente, anche questa. Fatta per amore. È la bella moglie, modella di tutte le opere — Lucrezia Del Fede — a farlo tornare. Per lei, Andrea lascia la grande occa- sione della vita. Decisione in- concepibile per uno come Va- sari, che infatti stigmatizza il pittore: «Trascurò sé e i suoi prossimi per lo appetito di una donna che lo tenne sempre po- vero e basso». «Eppure in un mondo in cui le donne avevano pochissimi diritti — spiega Be- niamino Peruzzi, laureando in Scienze Umane allo Iuss di Pa- via — Del Sarto nomina Lucre- zia erede universale. È un rap- porto così forte fra loro che, quando fa testamento, lui le la- scia la dote e un anello nel caso lei si voglia risposare dopo la sua morte. Cosa impensabile per l’epoca». Dunque Andrea torna da Lucrezia: abbandona la corte di Francia e si rimette al lavoro nello Scalzo «per quat- tro morti di fame». È il 1523: tempo di affrontare l’inevitabi- le martirio di Giovanni, la fine del ciclo pittorico. Ma non del- la Speranza. Con questa Virtù ritratta accanto alla testa recisa, i Disciplinati sembrano dire al mondo: la storia finisce così, ma noi vi diciamo che il finale è un altro, non c’è motivo di di- sperare. Per questo messaggio di fiducia Del Sarto si affida alle fattezze della figlia, prenden- dola come modella; accanto a lei — al di là della porta — ri- trae la Fede con le sembianze di Lucrezia. Ed è così che da allora in poi il ciclo sarà letto, con la Speranza — figlia a chiudere, e la Fede — moglie ad aprire il racconto: perché senza la Fede questa diventa una storia qual- siasi. E non lo è. Siamo arri- vati al 1526 e una fine con- trocorrente è quella che ter- mina dal prin- cipio. Nell’ul- tima scena di- pinta, Andrea affida la nasci- ta di Giovanni al calore di una elegante camera da let- to fiorentina. Zaccaria sedu- to, scrive il no- me del bambi- no, ma è la servetta sulla porta ad attirare lo sguardo: sorride, curiosa, ancora incredula per quel bimbo nato da una donna così anziana. Nel suo sorriso malizioso c’è l’ultimo colpo di pennello di un artista beffardo col potere, modesto nelle am- bizioni. Vissuto contromano come il suo film più bello, quello in bianco e nero. Monta- to al contrario. (1. Continua) © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Chiostro dello Scalzo era l’atrio della cappella della Confraternita dei Disciplinati Da sapere Il progetto Una greenway per Firenze dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze si presenta oggi alle 17 a Villa Bardini. Maria Chiara Pozzana lo illustrerà a Comune, Regione e Soprintenden- za di Daniela Cavini Museo Bardini Museo Bardini Forte Belvedere Forte Belvedere San Miniato San Miniato Giardino dell’Iris Rampe del Piazzale Michelangelo Rampe del Piazzale Michelangelo Giardino dell’Iris Parco della Rimembranza Parco della Rimembranza 1 2 3 4 5 5 7 6 8 1 Giardino di Villa Bardini 2 Giardino di Boboli 3 Scuderie di Porta Romana 4 Bobolino 6 Poggio Imperiale 5 Viale dei Colli 7 Piazzale Michelangelo 8 Giardino di Villa Bardini Il percorso Giardino delle Rose Giardino delle Rose Rampe del Piazzale Michelangelo Rampe del Piazzale Michelangelo Museo Bardini

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Corriere Fiorentino Mercoledì 23 Marzo 2016 FI17

Culture Franco Cordelli ospite dell’incontro #loStrega cheVorreiAlla Sala Ferri il libro sul dialogo tra un padre e una figliaContinua al Gabinetto Vieusseux di Firenze #loStregacheVorrei , una serie di appuntamenti ideati dal presidente Alba Donati con i titoli scelti dal pubblico dei lettori e dai critici. Oggi (ore 17.30, Sala Ferri di Palazzo Strozzi) incontro con lo scrittore, saggista e critico teatrale del Corriere della Sera Franco Cordelli che parlerà del suo

romanzo, «Una sostanza sottile» (Einaudi) introdotto da Sergio Givone. Il libro, lanciato per lo Strega da Andrea Di Consoli, è un dialogo intimo e sommesso di un padre e di una figlia, un dialogo che diventa il modo di attraversare il ricordo di una malattia, i libri del cuore e l’amata Provenza. Per informazioni tel: 055.288342

L’altra Firenze Prima puntata di un viaggio alla riscoperta dei gioielli nascosti della cittàIl Chiostro dello Scalzo: Andrea del Sarto e la vita del Battista da vedere in senso antiorario

Come un film, al contrario

Una greenway con vista mozzafiato Il progetto del percorso verde. L’Oltrarno rinasce anche da qui

Info

Il Chiostro della Scalzo si trova in via Cavour 69 a Firenze, è un piccolo e raffinato museo con gli affreschidi Andrea del Sarto, raffiguranti le scene della vita di San Giovanni Battista, patrono di Firenzee della Confraternita

degli Scalzi.

Si possono ammirare dodici scene scandite da 4 ritratti di donne che si leggono in senso antiorario.

Si può visitare il lunedì, giovedì e sabato dalle 8,15 alle 13,50. Aperto anchea Pasqua e Pasquetta

Particolare del Battesimo delle genti (foto: Cambi/Sestini)

La nascita di Giovanni

La grande bellezza di Firen-ze non è solo quella degli Uffizie del David. C’è un’altra città,un altro itinerario accanto aquelli più noti, che ci porta nella campagna a due passi dalcentro: parte dal Giardino Bar-dini e attraversa il Giardino diBoboli, le Scuderie di Porta Ro-mana, l’area verde di Bobolino,il Viale dei Colli, il viale e il giardino del Poggo Imperiale,ritorna sul Viale dei Colli e rag-giunge il Piazzale Michelange-lo dove possono essere visitatiil Giardino dell’Iris e il Giardi-no delle Rose. Un viaggio den-tro 260 ettari di verde in

un’area che, per la gran parte,domina dall’alto la città offren-done un panorama imperdibi-le. Questa bellezza si snodalungo 15 chilometri che po-trebbero diventare una veraproposta di percorso alternati-vo della città, una sorta di stra-da verde. Al progetto di valo-rizzazione di questa passeggia-ta, chiamata «Una greenwayper Firenze» e che sarà presen-tata oggi, sta lavorando la Fon-dazione parchi monumentaliBardini e Peyron dell’Ente Cas-sa di Risparmio di Firenze.«Crediamo molto in questoprogetto — sostiene il diretto-

re generale dell’Ente Cassa diRisparmio di Firenze GabrieleGori — perché unisce l’am-biente, all’arte, alla cultura e alturismo integrandoli secondouna modalità nuova. Valorizzal’Oltrarno, aiuta a decongestio-nare le rotte ormai sature di vi-sitatori e fa conoscere una Fi-renze inedita, che non è soloRinascimento. Come abbiamogià detto altre volte, intendia-mo sempre più fare rete trasoggetti diversi per aiutare ilterritorio con progetti innova-tivi e di ampio respiro».

C.D.© RIPRODUZIONE RISERVATA

È un film in bianco e nero, afirma Andrea del Sarto. La sto-ria senza tempo del giovane in-fiammato di ideali, deciso a se-guirli, vittima di un complottoche gli costa la vita.

Proiettato sulle pareti delChiostro dello Scalzo è il rac-conto di nascita, vita e morte diSan Giovanni Battista. Dodiciscene scandite da 4 ritratti didonne, Fede e Speranza, Caritàe Giustizia. È grazie agli intensi«disegni», umili al punto da ri-fiutare il colore, che il minusco-lo cortile in via Cavour attraver-sa intatto 5 secoli. Serviva da ac-cesso alla chiesa della Confra-ternita dei Disciplinati: la

chiesa non c ’èpiù, il portico sì.Son quei morbi-di schizzi in chia-roscuro a difen-dere lo scrignoche li raccoglie.Pittore eccellen-t i ss imo, que-st’Andrea «senzaerrori», figlio diAgnolo il sarto.

Con un unico problema, alme-no secondo il Vasari: troppomodesto nelle ambizioni, acausa di una donna.

È il 1509 quando la Confrater-nita dei Disciplinati di San Gio-vanni affida al volontario – gio-vane promessa della pittura fio-rentina — l’incarico di affresca-re le pareti del nuovo chiostro.Una narrazione ritratta contro-mano, 12 quadri da leggere insenso antiorario. Perché? «For-se perché controcorrente è il la-voro della Confraternita, che sioccupa degli ultimi fra gli ulti-mi, gli appestati, i condannati amorte – spiega Paola, custode-vestale del prezioso cortile - Perfarlo i confratelli devono nega-re il proprio volto, indossare ilcappuccio». Per farlo talvolta sifustigano col cilicio, cammina-no a piedi nudi. Sono scalzi, eda qui il nome del Chiostro.Non hanno soldi da investire inpitture, chiedono dunque adAndrea — uno di loro, artista

alle prime armi — un lavorosemplice. Sarà lui a raccontaresotto il portico la storia di Gio-vanni, figlio di genitori troppoanziani, che se ne va nel desertoa forgiarsi l’anima, per poi tor-nare ad annunciare l’avventodel regno messianico e finirecon la testa nel piatto teso daSalomè all’incredulo Erode.Questa la storia stesa sui muridel Chiostro. Ma Andrea delSarto non la esegue così, nonsegue la narrazione cronologi-ca. Il suo è un montaggio digi-tale; uno slalom a singhiozzinella storia.

Quando comincia a dipinge-re, l’artista non inizia dalla pri-ma scena, cioè l’annuncio aZaccaria dell’inattesa paternità,bensì dalla vera nascita cristia-na: il battesimo di Cristo da par-te di Giovanni, scena numero 6nel piano dei lavori. È il 1509. Daquel momento il pittore prose-gue quasi a tempo perso — in-daffarato com’è col Chiostro deiVoti alla SS. Annunziata — risa-lendo verso il violento epilogodella vita del predicatore. Manel 1517 — approdato alla cattu-

ra del Battista da parte dei sol-dati — un Del Sarto ormai pit-tore affermato molla tutto per trasferirsi in Francia, coperto d’oro da quel talent scout che ère Francesco I. Che fare con il Chiostro? I lavori passano allospigoloso Franciabigio, chenon se la sente di mettere manoai quadri più importanti e cercarifugio nell’infanzia di Giovan-nino tutta da dipingere, dedi-candosi a due scene minori.Certo, la mano non è la stessa esi vede. Ma chi scommette chesarà Franciabigio a finire il film,si sbaglia: dopo due anni di as-senza, Del Sarto ritorna e recla-ma il lavoro. Una scelta contro-corrente, anche questa. Fattaper amore.

È la bella moglie, modella ditutte le opere — Lucrezia DelFede — a farlo tornare. Per lei,Andrea lascia la grande occa-sione della vita. Decisione in-concepibile per uno come Va-sari, che infatti stigmatizza ilpittore: «Trascurò sé e i suoiprossimi per lo appetito di unadonna che lo tenne sempre po-vero e basso». «Eppure in un

mondo in cui le donne avevanopochissimi diritti — spiega Be-niamino Peruzzi, laureando inScienze Umane allo Iuss di Pa-via — Del Sarto nomina Lucre-zia erede universale. È un rap-porto così forte fra loro che,quando fa testamento, lui le la-scia la dote e un anello nel casolei si voglia risposare dopo lasua morte. Cosa impensabileper l’epoca». Dunque Andreatorna da Lucrezia: abbandonala corte di Francia e si rimette allavoro nello Scalzo «per quat-tro morti di fame». È il 1523:tempo di affrontare l’inevitabi-le martirio di Giovanni, la finedel ciclo pittorico. Ma non del-la Speranza. Con questa Virtùritratta accanto alla testa recisa,i Disciplinati sembrano dire almondo: la storia finisce così, ma noi vi diciamo che il finale èun altro, non c’è motivo di di-sperare. Per questo messaggiodi fiducia Del Sarto si affida allefattezze della figlia, prenden-dola come modella; accanto alei — al di là della porta — ri-trae la Fede con le sembianze diLucrezia. Ed è così che da allorain poi il ciclo sarà letto, con laSperanza — figlia a chiudere, ela Fede — moglie ad aprire ilracconto: perché senza la Fedequesta diventa una storia qual-

siasi. E non loè. Siamo arri-vati al 1526 euna fine con-trocorrente èquella che ter-mina dal prin-cipio. Nell’ul-tima scena di-pinta, Andreaaffida la nasci-ta di Giovannia l ca lore d iuna elegantecamera da let-to fiorentina.Zaccaria sedu-to, scrive il no-me del bambi-

no, ma è la servetta sulla portaad attirare lo sguardo: sorride,curiosa, ancora incredula perquel bimbo nato da una donnacosì anziana. Nel suo sorrisomalizioso c’è l’ultimo colpo dipennello di un artista beffardocol potere, modesto nelle am-bizioni. Vissuto contromanocome il suo film più bello,quello in bianco e nero. Monta-to al contrario.

(1. Continua)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Chiostro dello Scalzo era l’atrio della cappella della Confraternita dei Disciplinati

Da sapere

Il progetto Una greenway per Firenze dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze si presenta oggi alle 17 a Villa Bardini. Maria Chiara Pozzana lo illustrerà a Comune, Regione e Soprintenden-za

di Daniela Cavini

Museo BardiniMuseo Bardini

ForteBelvedere

ForteBelvedere

San MiniatoSan Miniato

Giardinodell’Iris

Rampe del PiazzaleMichelangeloRampe del PiazzaleMichelangelo

Giardinodell’Iris

Parco dellaRimembranza

Parco dellaRimembranza

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1 Giardino di Villa Bardini

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3 Scuderie di Porta Romana

4 Bobolino

6 Poggio Imperiale

5 Viale dei Colli

7 Piazzale Michelangelo

8 Giardino di Villa Bardini

Il percorso Giardinodelle RoseGiardinodelle Rose

Rampe del PiazzaleMichelangeloRampe del PiazzaleMichelangelo

Museo Bardini