Strategia aboliamo i rifiuti

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STRATEGIA “Aboliamo i rifiuti a Copertino”

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STRATEGIA“Aboliamo i rifiuti a Copertino”

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PREMESSA

Gandhi sosteneva che ogni persona deve essere la spazzina di se stessa. Se così fosse non esisterebbe il “problema rifiuti”. L’obiettivo di tutti sarebbe infatti non produrne.

Ci sono due modi per affrontare il problema dei rifiuti:

Il “ciclo virtuoso” con una raccolta differenziata e con il riciclo dei materiali; La “prevenzione spinta” con tutte quelle pratiche rivolte a non produrre

affatto rifiuti.

La prevenzione spinta deve essere la stella polare di ogni strategia “rifiuti zero” e quindi bisogna puntare verso scelte, stili di vita e pratiche che consentano di ridurre i rifiuti solidi urbani e il riciclo dei materiali. In poche parole, bisogna “abolire” il rifiuto.

La sola “raccolta differenziata spinta” non basta più. Infatti, essa pur permettendo di chiudere il ciclo dei rifiuti non cancella a monte l’enorme dispendio di materie prime, energia, acqua, rifiuti industriali e camion per il trasporto.

Lo slogan “i rifiuti diventano risorse grazie al riciclaggio” è solo uno slogan pericoloso. Infatti, queste parole potrebbero giustificare scelte consumistiche giustificate dal “tanto si ricicla” senza considerare, non solo cosa succede a valle del rifiuto prodotto, ma anche, cosa succede a monte.

La strategia prevede la nascita di “impianti” necessari alla prevenzione dei rifiuti. Piccole opere pubbliche, perfettamente integrabili nel tessuto urbano, anzi spesso coincidenti con gli stessi luoghi di lavoro, di studio, di acquisto, di svago. Tali “ecostrutture” soddisfano i bisogni di lieve entità, abbattendo sprechi, disutilità, cemento, camion e rifiuti solidi urbani.

È vero che singoli cittadini o singole famiglie possono arrivare a ridurre o ad azzerare la produzione di rifiuti con piccoli accorgimenti, ma questo non vale per la stragrande maggioranza delle persone. Infatti, non si può pretendere che persone che non hanno ancora capito perché devono ridurre i rifiuti siano disposte a cercare di non produrne affatto. Le soluzioni devono essere spiegate.

L’impegno della società civile, delle Istituzioni, una riconversione produttiva e nuovi stili di vita possono prevenire in modo etico e partecipato la riduzione della produzione di rifiuti a monte.

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CAMBIAMO METODO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA

Metodo di raccolta attuale

MATTINA POMERIGGIOLUNEDI’ Indifferenziato/Pannolini Imballaggi di cartoneMARTEDI’ Plastica/Metalli Imballaggi di cartoneMERCOLEDI’ Umido Imballaggi di cartoneGIOVEDI’ Carta Imballaggi di cartoneVENERDI’ Vetro Imballaggi di cartoneSABATO Umido Imballaggi di cartone

Proposta di un nuovo metodo di raccolta

MATTINA POMERIGGIO

LUNEDI’ Plastica/Metalli

Imballaggi di cartone

Umido (per bar, ristoranti, alberghi, esercizi commerciali food censiti)

MARTEDI’ Umido (utenze domestiche)

Imballaggi di cartone

Umido (per bar, ristoranti, alberghi, esercizi commerciali food censiti)

MERCOLEDI’ Indifferenziato/Pannolini

Imballaggi di cartone

Umido (per bar, ristoranti, alberghi, esercizi commerciali food censiti)

GIOVEDI’

Carta (ogni primo e terzo giovedì del mese)

Umido (Utenze domestiche - ogni secondo e terzo giovedì del mese)

Imballaggi di cartone

Umido (per bar, ristoranti, alberghi, esercizi commerciali food censiti)

VENERDI’ Vetro

Imballaggi di cartone

Umido (per bar, ristoranti, alberghi, esercizi commerciali food censiti)

SABATO Umido (Utenze domestiche)

Imballaggi di cartone

Umido (per bar, ristoranti, alberghi, esercizi commerciali food censiti)

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Abbiamo un idea per… LA PREVENZIONE RIFIUTO PER RIFIUTO

Rifiuto l’organico-alimentare

La frazione umida organica è la più rognosa da gestire sul momento perché puzza nelle strade e percola nelle discariche. Le componenti del rifiuto umido rappresentano il 25-30% del totale degli Rsu. Come minimizzarli e come non affidarli al ciclo dei rifiuti è la sfida più entusiasmante per la prevenzione dei rifiuti.

La prima risposta autogestita per la riduzione dei rifiuti è il compostaggio domestico per ottenere terra fertile per orti e giardini. In questo modo, la frazione umida, invece che diventare rifiuto da differenziare, diventa riduzione del rifiuto.

Oltre a promuovere il compostaggio domestico, bisogna incentivare anche il compostaggio di comunità predisponendo delle compostiere di quartiere, di condominio o pubbliche.

L’Amministrazione Comunale ha il compito di promuovere una massiccia campagna di comunicazione e di sensibilizzazione e una formazione tecnica della popolazione. Nelle scuole, tra le associazioni e con i singoli cittadini bisogna organizzare dei veri e propri master su come effettuare il compostaggio correttamente.

Oltre ad una campagna di comunicazione, l’Amministrazione Comunale deve prevedere una consistente riduzione della tariffa sui rifiuti, tra il 10% e il 20%, per chiunque effettui il compostaggio domestico o collettivo. Per accedere allo sconto, i cittadini dovranno sottoporsi a controlli periodici per verificare l’effettiva azione di compostaggio e il corretto metodo.

Di fondamentale importanza è anche avviare una campagna contro lo spreco alimentare tra le famiglie, nelle scuole, nelle mense e nei ristoranti/bar. Queste strutture possono diventare dei partner in un programma di sensibilizzazione contro lo spreco di cibo e con la raccolta di pasti non consumati da distribuire presso le associazioni di volontariato sociale per aiutare le famiglie più bisognose.

Infine, un altro punto importante per ridurre la quantità di rifiuto prodotto è quello di attrezzare quante più aree possibili del territorio urbano con compostiere pubbliche per il compostaggio di comunità.

Un disincentivo alla produzione di rifiuto umido organico e, allo stesso tempo, un incentivo alla riduzione della produzione di rifiuti umidi organici è quello di introdurre la tariffa puntuale sui rifiuti con il metodo RfD o con il metodo del conteggio degli svuotamenti dei bidoncini contrassegnati con i codice a barre personalizzati. In questo modo, si attuerebbe il principio del “del più inquini, più paghi” che in questo caso si traduce in “più produci rifiuti, più paghi”.

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In questo modo, sarà anche possibile con una semplice ordinanza del Sindaco regolare il deposito dei contenitori dei rifiuti all’esterno dopo una certa ora (ad esempio, le ore 22:00) per non compromettere il decoro urbano durante l’orario diurno.

Esauriamo gli olii esausti

Un modo per incentivare la raccolta degli olii esausti può essere quello di proporre un baratto conveniente: per ogni 5 litri di olio usato che i cittadino conferisce presso l’isola ecologica (attrezzata per questa forma di rifiuto), si riceve 1 litro di olio extravergine prodotto a Copertino.

La raccolta degli olii esausti può avvenire distribuendo delle taniche presso le utenze domestiche e non-domestiche.

Lo scopo di questo tipo di premialità è quello di incentivare percorsi alternativi di conferimento di un rifiuto altrimenti difficile da raccogliere e smaltire che spesso finisce dritto nel lavandino provocando gravi danni all’ambiente.

Stop agli imballaggi alimentari

La presenza di imballaggi alimentari nei rifiuti è la spia di un sistema agroalimentare inquinante. Disimballare gli alimenti, avvicinare consumatori e produttori, migliorare la qualità dell’alimentazione. Queste solo le principali azioni da intraprendere per ridurre questa tipologia di rifiuto.

L’Amministrazione Comunale deve avviare una corposa campagna di comunicazione tra i cittadini per prevenire il consumo di cibo imballato, cibi pronti o vaschette/contenitori monouso, a vantaggio di cibi freschi, locali, a filiera corta o a Km0, e materie prime “secche” da trasformare a casa (cereali, legumi, ecc.).

Nelle mense comunali devono essere eliminate le stoviglie e le posate monouso.

Bisogna prevedere norme minime per la concessione di spazi pubblici per feste e sagre (ad esempio: utilizzo di lavastoviglie, niente uso di materiali usa e getta, anche se biodegradabili), promuovendo le ecofeste e le ecosagre.

A tal fine può essere utile organizzare dei corsi per l’autoproduzione collettiva di conserve, sottaceti e marmellate organizzando iniziative pubbliche in collaborazione con le associazioni e con le associazioni di categoria operanti nel campo agricolo.

Bisogna incentivare l’avvio di “negozi leggeri” con prodotti locali, alla spina o sfusi, e imballaggi ridotti. Sono negozi a Km0 in cui i prodotti sono acquistati direttamente

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dal produttore. Tutti i prodotti venduti scendono da dispenser e distributori. I clienti portano e riportano le bottiglie, i sacchetti, gli shopper e i contenitori per portare via i loro acquisti. Queste tipologie di attività possono essere incentivate con sgravi sulla tariffa rifiuti o con l’esenzione di essa per 3/5 anni. Inoltre, si possono incentivare le strutture di vendita già esistenti a riservare parte del loro spazio vendita degli esercizi commerciali alla vendita di prodotti sfusi e alla spina con lo sgravio della tariffa rifiuti dei m2 utilizzati per questa tipologia di vendita.

Bisogna incentivare le “Ecovendite”, ossia, l’apertura di “negoziati” con il mondo del commercio e della produzione per riprogettare il ciclo di vita degli oggetti, per ridurre gli imballaggi e per eliminare tutto ciò che non è riciclabile. Tali strutture studiano accorgimenti per ridurre la produzione di rifiuti e ne informano il pubblico. Essi non offrono: shopper usa e getta, nemmeno se biodegradabili; vendono pile ricaricabili; cedono gli alimenti prossimi alla scadenza ad associazioni benefiche; sono attrezzati per la vendita di prodotti sfusi e alla spina; vendono pannoloni lavabili; carta riciclata da cancelleria e per l’igiene.

Bisogna, infine, avviare la promozione di “Gruppi di acquisto solidale comunale” (Gas). Essi permettono di fare la spesa in modo etico, permettendo l’eliminazione delle intermediazioni e il contatto diretto tra i produttori e i consumatori.

Bere senza farsela dare a bere

Per diminuire la produzione di bottiglie di vetro o in plastica è di fondamentale importanza eliminare le bevande in bottiglia dalle mense scolastiche e dagli uffici pubblici.

Un modo per ridurre il consumo di bottiglie in plastica (PET) e in vetro è quello di promuovere e organizzazione campagne a favore del consumo di acqua di rubinetto.

In primo luogo bisogna abituare i bambini e gli studenti a bere acqua di rubinetto nelle mense scolastiche. In molti Comuni, l’acqua viene servita in brocca. È molto importante vietare i distributori automatici di bottigliette e lattine a scuola.

Infine, bisogna spingere gli esercizi pubblici ad abbandonare l’utilizzo di acqua imbottigliata in favore dell’acqua del rubinetto. Un’azione utile a questo fine è quella di realizzare un logo che individui tutti gli esercizi commerciali che aderiranno a questa proposta sulla scorta di quanto fatto dai comitati per l’acqua pubblica durante la stagione referendaria.

Da questo punto di vista, per chi non si fida dell’acqua del rubinetto o per chi ha effettivi problemi nel bere acqua da rubinetto, diventa di fondamentale importanza creare le “case dell’acqua”.

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Un altro modo per ridurre lo spreco di bottiglie di vetro e plastica è quello di attrezzare le “case del latte” per la distribuzione del latte alla spina a Km0. Un metodo questo per bere latte fresco, prodotto dagli allevatori locali, ad un prezzo inferiore rispetto a quello del supermercato, saltando tutte le intermediazioni.

Un’altra proposta interessante potrebbe essere quella di rivalorizzare le fontanelle pubbliche ancora presenti sul territorio comunale, andate in disuso con gli anni. Questo permetterebbe sia un’operazione di tipo ecologica, sia un’operazione di tipo culturale, andando a rivalorizzare i posti e i luoghi della nostra storia comune passata.

Tanti Comuni per estendere la raccolta differenziata e per ridurre i rifiuti prodotti hanno avviato progetti con le scuole. Una proposta da avanzare è quella di far diventare “obbligatori” progetti come quelli della raccolta di lattine in alluminio e la raccolta dei tappi di plastica. Sono progetti molto semplici da realizzare, stimolano negli studenti lo sviluppo di una coscienza critica e fanno crescere nei cittadini del domani una maggiore responsabilità verso queste tematiche.

Acquisti verdi

È necessaria un’ordinanza comunale che vieti (con sanzioni e controlli) la distribuzione di pubblicità anonima in buca e/o il volantinaggio stradale sul territorio comunale.

Una bella utopia (ma facilmente realizzabile) è quella di trasformare gli uffici comunali in “ecouffici”. Fa parte delle scelte “verdi” delle pubbliche amministrazioni quelle di avviare una parte della prevenzione si fa già in fase di acquisto, attraverso il metodo “Green Public Procurement (GPP)" nelle procedure di acquisto di beni e servizi, indirizzando la scelta su prodotti e beni a ridotto impatto ambientale, meno inquinanti, meno dannosi per la salute rispetto a prodotti tradizionali, in modo da ridurre l’impatto delle diverse attività sull’ambiente, incrementare la domanda dei prodotti verdi, spingere le imprese a produrre beni con migliori prestazioni ambientali, fornire un modello di comportamento responsabile verso l’ambiente.

Tutto ciò si traduce con gare di appalto che prevedano il rispetto della norma sugli acquisti pubblici verdi (sia per i prodotti cartacei, sia per i prodotti non cartacei come cancelleria, cartucce, toner rigenerati, prodotti elettronici).

Il resto lo si fa informatizzando gli archivi e la corrispondenza tra PA e cittadini. In generale, bisogna introdurre criteri ambienti all’interno dei bandi di gara e dei relativi contratti relativi alle forniture per gli enti pubblici.

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Promozione di strutture e attività produttive riorientate

Bisogna aiutare la creazione di ecocentri solidali gestiti dalle istituzioni e affidati alle associazioni per il conferimento, la rivendita, il riuso, la riparazione e lo scambio di mobili, abiti ed elettronica. Tali centri sono pensati per consentire il conferimento, magari con “premi” e sconti in bolletta, di materiale elettronico, mobili, abiti, computer, elettrodomestici e molto altro ancora.

Ciò porterebbe alla creazione di filiere del riuso/riutilizzo. Associazioni, enti locali e artigiani possono cooperare per formare una rete di operatori che svolgono servizi di riparazione, ri-creazione, rivendita, noleggio e ricarica.

All’interno degli ecocentri, si possono attrezzare anche delle “officine informatiche” e negozi di trashware per consentire il recupero di computer ritenuti obsoleti consentendo il passaggio a fasce sociali che per varie ragioni (età, reddito) non possono accedere facilmente al mercato dell’informatica. Sul territorio, in Provincia di Lecce, l’associazione ISF-LECCE (Ingegneri Senza Frontiere Lecce) porta avanti da anni un progetto per la diffusione del trashware e, negli anni, hanno già sviluppato diverse forme di collaborazione con gli Enti Pubblici.

Questa tipologia di progetto può essere realizzata attraverso il prossimo Bando Bollenti Spiriti presso l’ex Asilo di Spallanzani.

Educazione ambientale

L’Amministrazione Comunale del farsi promotore di un marchio di qualità ambientale per ecoristoranti, ecobar, ecoalberghi, ecc. Tali tipologie di strutture non utilizzano stoviglie monouso, utilizzano dispenser per le bevande, prescindono dagli alimenti monodose, fanno il compostaggio in loco, eliminano le monodosi alimentari proponendo prodotti tipici a Km0.

È indispensabile realizzare una guida sul sito internet della Multiservizi che indichi il corretto modo di smaltimento rifiuto per rifiuto.

Inoltre, sono di fondamentale importanza organizzare giornate “senza rifiuti” di festa e di formazione nelle piazze e nei quartieri.

Infine, bisogna provvedere alla formazione degli operatori del ciclo dei rifiuti e alla formazione di giovani ecovolontari (retribuiti) per azioni di sensibilizzazione “porta a porta”, basate sui rapporti interpersonali diretti, soprattutto, nei confronti delle persone anziane.

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Ripuliamo Copertino con le Isole Ecologiche

Spesso i nostri concittadini si sono resi responsabili di atti di vera e propria inciviltà abbandonando in maniera ripetuta i rifiuti per strada o nelle nostre campagne. Esistono sul territorio comunale delle vere e proprie discariche a cielo aperto che puntualmente bisogna ripulire.

Per mettere fine a questo modo di fare, oltre ad aumentare i controlli e monitorare le aree in questione, crediamo che bisogna attivare almeno due “isole ecologiche” dislocandole sul territorio comunale in modo da essere facilmente raggiungibili da ogni utente.

Nelle isole ecologiche ogni utente potrà conferire: imballaggi in carta e in cartone; imballaggi in multimateriale (plastica, legno, metalli); imballaggi in vetro; materiale umido; materiale secco non riciclabile; sfalci di potatura; tutti gli elettrodomestici divisi per categorie; ingombranti riciclabili legnosi e metallici; ingombranti non riciclabili; abiti, scarpe, borse in buono stato; pneumatici; olii di frittura; olii minerali dei veicoli a motore; batterie di veicoli a motore e pile a secco piccole e grandi; farmaci scaduti; contenitori vuoti e/o con residui inutilizzati e/o seccati, con i simboli infiammabile, tossico, nocivo, corrosivo, pericoloso per l’ambiente, radiografie; cartucce di stampanti e fotocopiatrici, nastri di macchine da scrivere; inerti di piccole demolizioni domestiche (escluso l’amianto).

Ogni isola ecologica deve essere presidiata da un operatore che dovrà aiutare gli utenti a differenziare correttamente i rifiuti. Tutti coloro che vorranno conferire presso le isole ecologiche dovranno munirsi di tessera magnetica per il conteggio delle quantità e delle tipologie di rifiuto conferite. In questo, oltre ad avere un conteggio minore sulla quantità di rifiuto domestico prodotto attraverso la tariffazione puntuale, potrà accumulare dei punti utili per ottenere degli sconti sulla tariffa dei rifiuti.