Strage contro il Paese d el l 3accglienz ao · d 3epoca e cimeli preziosi De Sanctis P. 12 Il Pd di...

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Fondata da Antonio Gramsci nel 1924 Questo giornale ha rinunciato al finanziamento pubblico €1, 40 Anno 94 n. 22 Martedì, 31 Gennaio 2 0 17 unita.tv y(7HD9B7*KKMKKT( +/!z!=!%!# Ha ospitato Duse, Magnani, Totò: il Valle, il più antico teatro di Roma, non solo resta chiuso ma il suo archivio storico è sparito nel nulla. Con manifesti d’epoca e cimeli preziosi De Sanctis P. 12 Il Pd di fronte al suo futuro Cinzia Scaffidi C aro Sergio, penso tante cose in questi giorni. Arrivano sollecitazioni di ogni tipo, tutti sembrano parlare da soli, dicendo quel che prima gli passa per la testa, ad ogni livello e in qualunque situazione. La metodologia "social", che tanto ci scandalizza, e che fa sì che si straparli di qualunque argomento, compreso il commentare a sproposito articoli non letti (con la premessa, come se fosse una nota di metodo: "ho letto solo il titolo e mi è bastato"), sembra aver contaminato anche le decisioni dei governi. Il primo che arriva fa come gli sembra più opportuno, eleggendo se stesso e i suoi ragionamenti ad unico termine del confronto. E allora via, la Russia ritiene che picchiare le donne non sia reato, se ciò avviene all'interno della famiglia; gli Usa deliberano alzate di muri con relativo sberleffo economico- doganale ai danni di chi resterà "fuori"; il Congo non riesce ad avere nuove elezioni perché il suo presidente, che ha già fatto i due mandati consentiti dalla legge ha deciso di infischiarsene della legge e tenersi il potere con le armi; l'Italia vota in Europa a favore degli OGM (in contrasto con quanto detto e fatto finora, e in contrasto con la volontà più volte e in più occasioni espressa dai cittadini) e mette una deroga nazionale sull'uso del Glifosato (in contrasto con quanto richiesto dall’Unione Europea)… Siamo così convinti che gli altri, tutti gli altri, indifferentemente, siano sostanzialmente dei pirla che il funzionario di una prefettura ha pensato che qualcuno, durante un terremoto e in una zona in cui ogni anno vengono giù metri di neve, potesse aver voglia di scherzare parlando di una valanga che si era portata via un intero hotel. Segue a pag. 4 Staino Marcelle Padovani L’ ultimo sondaggio della SOFRES , datato 29 gennaio (pur con tutte le riserve scettiche che ormai accompagnano i sondaggi) non lascia spazio al dubbio : Benoit Hamon, 50 anni, scelto con un bel 59% dei votanti come candidato socialista alla presidenza della Repubblica, non arriverà mai al traguardo e cioè alla competizione con Marine Le Pen per il ballottaggio di secondo turno il 7 Maggio prossimo. È accreditato in effetti soltanto del 10% delle intenzioni di voto. La candidata del Front national è indicata primo competitor col 25% dei voti, con il destro François Fillon come secondo ( 22%) e terzo il “progressista” , come si autodefinisce, Emmanuel Macron (21% dei suffragi). Il quale Macron sta crescendo di sondaggio in sondaggio col suo movimento “En marche”. Tanto da sperare di essere proprio lui lo sfidante della Le Pen, dato che Fillon sta scendendo( anche per un piccolo scandalo di impiego fittizio che coinvolge sua moglie Penelope). Segue a pag. 6 Cresce nel mondo e negli Usa la protesta contro lo stop agli immigrati islamici L’Onu, la Ue, Obama e migliaia di ame- ricani attaccano le misure razziste del- l’amministrazione Trump contro gli immigrati islamici. Per i procuratori generali di 16 Stati quelle norme viola- no la Costituzione. Mastroluca P. 8 Onu: «Da Trump bando illegale e meschino» Radar Gli scrittori inglesi attaccano la Brexit: lo sfogo di Jonathan Coe, Zadie Smith, Ian McEwan Bertinetti P. 13 Cosa chiede la gente di sinistra Enzo Risso F ar pagare le tasse a tutti, battersi contro le disuguaglianze sociali, magari riducendo gli stipendi dei super- manager, e difendere la laicità dello Stato. Ma anche una giustizia più veloce e spingere per le energie rinnovabili. Sono queste le priorità che gli elettori chiedono a Pd e centrosinistra. P. 5 Perché l’Unità è un nostro patrimonio Ha vinto Hamon festeggia Macron CANADA Voucher solo per lavori occasionali Il ministro Poletti annuncia che cambierà la legge. Di Giovanni P. 4 Perché no o perché sì al Congresso Fassino: chi evoca scissioni non ha capito la sfida che abbiamo di fronte Staino P. 2 Strage contro il Paese dell’accoglienza Cuperlo: al di là di regole e carte bollate, abbiamo bisogno di discutere di politica Lombardo P. 2 Rossi: congresso e legge elettorale, correre verso le urne ci porterà a sbattere Fantozzi P. 3 -1 La sfida civile di Google e Starbucks Soldi per la difesa dei migranti e assunzioni (10mila) di rifugiati. P. 8 Come carne da macello La procura di Milano ha sgominato una banda che sfruttava i migranti sbarcati in Italia organizzando i viaggi della speranza al di là di Ventimiglia Fusani P. 10 Uccise sei persone nella moschea altre otto ferite. P. 9

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Fondata daAntonio Gramscinel 1924

Questo giornaleha rinunciatoal finanziamentopubblic o

l€1, 40

Anno 94 n. 22Martedì, 31 Gennaio 2 0 17

unita .tv

y(7HD

9B7*KK

MKKT( +

/!z!=!%!

#

Ha ospitato Duse, Magnani, Totò:il Valle, il più antico teatro di Roma, nonsolo resta chiuso ma il suo archiviostorico è sparito nel nulla. Con manifestid’epoca e cimeli preziosi De Sanctis P. 12

Il Pd di fronte al suo futuro

Cinzia Scaffidi

Caro Sergio, penso tantecose in questi giorni.Arrivano sollecitazioni diogni tipo, tutti sembranoparlare da soli, dicendoquel che prima gli passa

per la testa, ad ogni livello e in qualunquesituazione. La metodologia "social", chetanto ci scandalizza, e che fa sì che sistraparli di qualunque argomento,compreso il commentare a spropositoarticoli non letti (con la premessa, come sefosse una nota di metodo: "ho letto solo iltitolo e mi è bastato"), sembra avercontaminato anche le decisioni deigoverni. Il primo che arriva fa come glisembra più opportuno, eleggendo sestesso e i suoi ragionamenti ad unicotermine del confronto. E allora via, laRussia ritiene che picchiare le donne nonsia reato, se ciò avviene all'interno dellafamiglia; gli Usa deliberano alzate di muricon relativo sberleffo economico-doganale ai danni di chi resterà "fuori"; ilCongo non riesce ad avere nuove elezioniperché il suo presidente, che ha già fatto idue mandati consentiti dalla legge hadeciso di infischiarsene della legge etenersi il potere con le armi; l'Italia vota inEuropa a favore degli OGM (in contrastocon quanto detto e fatto finora, e incontrasto con la volontà più volte e in piùoccasioni espressa dai cittadini) e metteuna deroga nazionale sull'uso delGlifosato (in contrasto con quantorichiesto dall’Unione Europea)…

Siamo così convinti che gli altri, tuttigli altri, indifferentemente, sianosostanzialmente dei pirla che ilfunzionario di una prefettura ha pensatoche qualcuno, durante un terremoto e inuna zona in cui ogni anno vengono giùmetri di neve, potesse aver voglia discherzare parlando di una valanga che siera portata via un intero hotel.

Segue a pag. 4

St aino

Marcelle Padovani

L’ultimo sondaggio dellaSOFRES , datato 29gennaio (pur con tutte leriserve scettiche che

ormai accompagnano i sondaggi)non lascia spazio al dubbio : BenoitHamon, 50 anni, scelto con un bel59% dei votanti come candidatosocialista alla presidenza dellaRepubblica, non arriverà mai altraguardo e cioè alla competizionecon Marine Le Pen per il ballottaggiodi secondo turno il 7 Maggioprossimo. È accreditato in effettisoltanto del 10% delle intenzioni divoto. La candidata del Front nationalè indicata primo competitor col 25%dei voti, con il destro François Filloncome secondo ( 22%) e terzo il“progre ssista” , come siautodefinisce, Emmanuel Macron(21% dei suffragi).

Il quale Macron sta crescendo disondaggio in sondaggio col suomovimento “En marche”. Tanto dasperare di essere proprio lui losfidante della Le Pen, dato che Fillonsta scendendo( anche per un piccoloscandalo di impiego fittizio checoinvolge sua moglie Penelope).

Segue a pag. 6

Cresce nel mondo e negliUsa la protesta contro lostop agli immigrati islamici

L’Onu, la Ue, Obama e migliaia di ame-ricani attaccano le misure razziste del-l’amministrazione Trump contro gliimmigrati islamici. Per i procuratorigenerali di 16 Stati quelle norme viola-no la Costituzione. Mastroluca P. 8

Onu: «Da Trump bandoillegale e meschino»

Radar Gli scrittori inglesi attaccano la Brexit: lo sfogo di Jonathan Coe, Zadie Smith, Ian McEwan B ertinetti P. 13

Cosa chiede lagente di sinistraEnzo Risso

Far pagare le tasse a tutti,battersi contro ledisuguaglianze sociali, magari

riducendo gli stipendi dei super-manager, e difendere la laicità delloStato. Ma anche una giustizia piùveloce e spingere per le energierinnovabili. Sono queste le prioritàche gli elettori chiedono a Pd ecentrosinistra. P. 5

Perché l’Unit àè un nostropatrimonio

Ha vinto Hamonfesteggia Macron

C A NA DA

Voucher soloper lavorio ccasionaliIl ministro Polettiannuncia che cambieràla legge. Di Giovanni P. 4

Perché no o perché sì al CongressoFassino: chi evocascissioni non hacapito la sfida cheabbiamo di fronte

Staino P. 2

Strage controil Paesed el l ’accoglienz a

Cuperlo: al di là diregole e carte bollate,abbiamo bisogno didiscutere di politica

Lombardo P. 2

Rossi: congre ssoe legge elettorale,correre verso le urneci porterà a sbattere

Fantozzi P. 3

-1

La sfida civiledi Google eStarb ucksSoldi per la difesa deimigranti e assunzioni(10mila) di rifugiati. P. 8

Come carneda macello

La procura di Milano ha sgominato una banda che sfruttava imigranti sbarcati in Italia organizzando i viaggi della speranzaal di là di Ventimiglia Fusani P. 10

Uccise sei personenella moschea altreotto ferite. P. 9

l’UnitàMartedì, 31 Gennaio 2 0 17l2 l’Unità

Martedì, 31 Gennaio 2 0 17 l3

Pd, parliamone

Tema del giorno LO STATUTO

Ecco le regoled’ingag gioper il congresso

Occorrerebbero le dimissioni di Matteo Renzida segretario del Pd, o una sfiducia nei suoiconfronti da parte dell’Assemblea nazionale,per aprire sin da subito il Congresso. È quantoemerge dalla lettura dello Statuto del partito,approvato nel 2009 e modificato in alcunisuoi punti nel 2015. I testi possono essereconsultati sul sito del partito.

Secondo lo Statuto del Pd (art 5) ilCongresso e le primarie si svolgono ogniquattro anni, il che implica che il prossimo

dovrebbe tenersi in autunno, dato che ilprecedente ha avuto luogo tra settembre edicembre 2013. L’articolo 5 comma 2 stabilisceche «il Presidente dell’Assemblea nazionale(ora Matteo Orfini) indice l’elezionedell’Assemblea e del Segretario nazionale seimesi prima della scadenza del mandato delSegretario in carica». Quindi l’indizionepotrebbe avvenire l'8 giugno. In ogni caso,durante la fase congressuale e fino all’elezionedel nuovo segretario, quello in carica ha i

l Urne anticipate, legge elettorale e nododel Congresso accendono il dibattitoall’interno del Partito democratico dopola sconfitta al referendum di dicembre

lLa sfida di D’Alema al segretario demMatteo Renzi, lo spettro della scissionee il futuro del centrosinistra: l’Unità apreil dibattito con Fassino, Cuperlo e Rossi

«Urne a giugno, discutiamoma con spirito unitario»Sergio StainoCosa pensi di tutte queste dichiara-zioni per un congresso Pd subito?«La lettura dei giornali di questi giornimi ha creato un sentimento di gran-dissimo sconcerto e credo che i nostrielettori vivano un grande disagio: inun momento così delicato e difficile,non aiutano certo annunci o minaccedi separazioni o scissioni e penso chetutto questo non offra un’immaginecredibile del Pd, rischiando soltantodi favorire i nostri avversari politici. A-vendo sempre speso il mio impegnopolitico per unire, mi permetto di fareun appello alla responsabilità e a nonevocare e utilizzare parole e proposteche approfondiscano e aggravino unacondizione di disagio e divisione nelpartito. È compito di qualsiasi diri-gente essere responsabile e avere acuore i destini della comunità a cuiappartiene, e non credo che il modomigliore per tutelare e riaffermare lafunzione del Partito democratico siaquello di evocare scissioni. Che peral-tro appartengono a un altro tempo: sec’è una cosa che non è popolare nell’o-pinione pubblica è l’ipotesi di dare vi-ta a nuovi partiti. Anzi c’è una diffi-denza nei confronti di quelli esistenti,figuriamoci se si evoca di farne altri. Epoi quand’anche sidesse vita a un nuovopartito del 10% qualisarebbero le sue pro-spettive e quale bene-ficio ne verrebbe alPD, al centrosinistra esopratutto all'Ita-lia?».

Ma a livello di élitepolitiche il giocopiace moltissimo,sia a destra sia a si-nis tra...«Non all’opinionepubblica, e soprattut-to non piace ai nostri elettori. Chechiedono al Pd e ai suoi dirigenti unariflessione seria, approfondita, criticae autocritica sull’esito del referendume sui problemi che il partito ha davan-ti, ma tutto questo lo chiedono perchési ritrovi coesione e unità e non per-ché si aggravino lacerazioni e divisio-ni».

A Rimini però Renzi non le ha tenu-te presenti, anzi ha saltato ogni ri-sposta considerata provocatoria.Ma le divisioni ci sono, non è così?«Mi pare evidente che tutti dobbiamolavorare per unire, ciascuno di noi de-ve sentire la responsabilità di agire perconsentire una riflessione, una di-scussione e anche l’assunzione di de-cisioni impegnative, in un clima di re-ciproco rispetto e di coesione. Pensosempre che a ogni dirigente deve es-sere chiesto di avere nella ricerca dellasintesi la stessa determinazione cheha nel battersi per la propria opinione.Perché non si deve mai dimenticareche un partito è prima di tutto una co-munità, di uomini e donne uniti davalori comuni e consapevoli di un de-stino comune».

Quale tra le voci critiche ti ha colpi-to di più?«Non me la voglio prendere con que-sto o quello: ci sono toni fuori misura,c’è un clima che non va bene. Bisognacambiare il modo di stare dentro que-sto partito, tornando al gusto di unasincera ricerca di ciò che il Pd deve fa-re per il Paese. E torniamo a ricono-

scere che se ci sono opinioni diverse cisi confronta, si discute, si cerca unpunto di sintesi, fermo restando chese poi una sintesi non si trova vale unprincipio di maggioranza che guida lavita di qualsiasi organizzazione e par-tito del mondo».

Ma quello che dici non porta drittodritto a un congresso anticipato?«Il congresso Pd è previsto da Statutoentro quest’anno. Quando farlo è le-gato al passaggio elettorale. Comesappiamo su quando andare al voto cisono ipotesi diverse, prima dell’e stateoppure a fine mandato e dunque a ini-zio del 2018. Ricordo che, con segreta-rio Bersani, ragionevolmente non sifece il congresso a fine 2012 perchéc’erano elezioni ormai alle porte: si va-lutò allora che bisognava concentraretutte le forze nella campagna elettora-le, postponendo il congresso a dopo leelezioni anche per tenere conto dei ri-sultati elettorali. Ricordo peraltro chesubito dopo il referendum Renzi pro-pose di andare al Congresso e la granparte dei dirigenti, di tutte le correnti,sostennero che occorreva darsi il tem-po necessario. È chiaro che una sca-denza elettorale ravvicinata, consigliadi convocare il congresso dopo le ele-zioni; se invece alle urne si andrà più

avanti il congresso saràprima del voto. Il primao il dopo non dipendeda un capriccio. Intantodipende dalla discus-sione sulla legge eletto-rale. Il Pd ha avanzatouna proposta ed è ilMattarellum, su cui fi-nora non c’è stata unarisposta dalle altre for-ze politiche. Hanno al-tre proposte? Lo dica-no. Se però non ce nesono e non si vuoleneanche il Mattarel-lum, occorre prendere

atto di quello che la Consulta ha dettoesplicitamente: che l’Italicum, modi-ficato dalla sentenza, è «“vigente e ap-p l i c a b i l e”».

C’è però anche un governo in cari-ca: chi decide di farlo dimettere?«Infatti il problema non è una decisio-ne unilaterale del Pd, ma a quale con-clusione arriva il confronto tra le forzepolitiche, e questa è legata a che rispo-sta si dà al problema della legge eletto-rale ».

Il Pd però è esploso, l’immagine chedà oggi è davvero di un partito al ca-p olinea...«Ed ecco il mio appello alla responsa-bilità. Confrontiamoci seriamente suinodi che abbiamo di fronte e su comepossano incidere sul passaggio eletto-rale. Ad esempio: al momento c’è unreferendum indetto su voucher e ap-palti che rischia di trasformarsi nellareplica di quello costituzionale, dove itemi della riforma costituzionale sonostati messi da parte e si è usato il refe-rendum per destabilizzare il governoe Renzi in particolare. Il referendumsui voucher è un altro momento perdestabilizzare il Pd e il suo segretario?Perché se l’intenzione è questa, il par-tito democratico ha il dovere di veder-la e ogni dirigente di assumersi le pro-prie responsabilità. Secondo punto, lalegge di Stabilità che si farà in autun-no sarà molto impegnativa, perché l'I-talia non regge più un debito al 135%del Pil, situazione che riduce le risorseper sostenere investimenti e crescita e

Intervista a Piero Fassino

«Assise subitoe legge elettoraleprima del voto»

Federica Fantozzi«Basta sospetti e chiacchiericci, fac-ciamo subito il congresso. E la leggeelettorale che ci chiede anche il pre-sidente della Repubblica». EnricoRossi, governatore della Toscana, èstato il primo a candidarsi per sfidareMatteo Renzi alla segreteria del Pd.

Adesso il campo si sta affollando enel partito si discute sui tempi, stret-tamente connessi, del congresso edel voto. «Attenzione alla voglia divoto che vediamo nei sondaggi - av-visa Rossi - Non vorrei che nascon-desse il desiderio di darci una secon-da lezione dopo il referendum costi-tuzionale ».

Lui, intanto, resta in campo: «Nonso se farei un ticket, non ci ho ancorapensato. Ma non credo alle sante al-leanze contro Renzi».

Governatore, congresso subito on o?«L'ho detto subito dal primo giornodopo la sconfitta referendaria che ilcongresso era il modo giusto per af-frontare le divisioni interne, l’e sitodella vicenda della riforma costitu-zionale, e la crisi di un'idea politica.Facciamolo adesso per dire basta alchiacchiericcio, ai sospetti di tentati-vi di lottizzazione sulle candidature,di accordi sottobanco».

Sono in corso spartizioni sulleprossime liste e patti di potere trac o r re n t i ?«Non lo so. Ma un congresso ferme-rebbe anche i sospetti».

In questo caso l'ipotesi di voto agiugno salterebbe. È questa la suaroad map?«La necessità di correggere la leggeelettorale c'è. Anche Matteo Renzi,nell'accordo con Gianni Cuperlo, eradisponibile a togliere i capilista bloc-cati. Poi c'è il presidente della Repub-blica Sergio Mattarella che chiedel'armonizzazione del sistema: al Pae-se serve una legge elettorale seria emoderna che duri decenni».

Il segretario Dem è un giocatore dipoker ?«Molti si sono risentiti per quell'e-spressione. Capisco che sia tran-ciante. Non ce l'ho con Matteo, hoaffetto personale per lui che ho co-nosciuto come sindaco di Firenze.Ma sbaglia nella rincorsa alle urne, èuna scelta che rischieremmo di pa-gare cara».

Renzi dopo il 4 dicembre volevaanticipare il congresso. È stata laminoranza a mettersi di traversochiedendo tempi e modalità stabi-lite dallo statuto.«Io faccio parte della minoranza, maal convegno a Roma con Bersani eSperanza (a metà dicembre, quandoSperanza si è candidato alla segrete-ria, ndr) ho detto chiaramente cheservivano le assise. E lo ripeto: Renziconfronti il suo programma con ilmio e con quello di altri sfidanti. U-sciamo dal tunnel di una politica av-vitata su se stessa e autoreferenziale.Con il congresso si scioglierebbe tut-to in modo naturale».

Quindi scadenza naturale della le-gislatura? Che, comunque, è a di-c e m b re.«Esatto. I tempi, in realtà, sono giàstretti così. Diamoci un respiro. At-tenzione, anche perché il desiderio divoto che emerge dai sondaggi po-trebbe nascondere quello di darciuna seconda lezione. Bisogna risco-prire la dialettica interna».

La dialettica, veramente pare sca-valcata dagli insulti.«Bisogna dispiegarsi e non arroccarsitra gruppi dirigenti. Altrimenti è ine-vitabile scadere in fazioni ed invetti-ve ».

Il Pd è al capolinea, come ha dettoEmanuele Macaluso e come pen-sano in molti?«Io non sono favorevole alla scissio-ne ».

Non è inevitabile, a questo pun-t o?«Mi sembrano astrazioni politiche. Èvero che sta cambiando lo scenario,dal maggioritario si passa al propor-zionale, ma non è detto che questoproduca frammentazione. Certo, cisaranno più leader al posto di uno so-lo; un profilo identitario plurale co-me è più consono al Pd; una visioneche finora è mancata. E mi auguroche discenda dai due umanesimi so-cialista e cattolico democratico».

C'è posto per Angelino Alfano inquesta visione?«Nel Pd, poco. Come alleato, direi:partiamo dal programma e poi co-struiamo le compatibilità. Di certonon saprei spiegare ai nostri elettoriun ritorno con Forza Italia».

A sinistra, invece, con l’ex sindacodi Milano Giuliano Pisapia?«Vedo l'esigenza di costruire un cam-po ampio del centrosinistra anchefuori dal Pd. Giustamente Pisapia hadetto no al listone, che non funzionané ha mai funzionato, ma al congres-so bisognerà dialogare con lui».

La corsa entra nel vivo e si comin-cia a parlare di ticket. Lei lo prendein considerazione?«Non ci ho ancora pensato. Ma nonsono favorevole alle sante alleanzecontro Renzi. Il Pd è più ampio di co-sì, ci sono i franceschiniani, i GiovaniTurchi. È giusto che ogni area si e-sprima e si conti. Come si dice, chi hapiù filo lo tessa. Essere leali e non o-stili a Renzi significa anche questo».

Davvero Oscar Farinetti, il fonda-tore di Eataly, è un esempio di ca-pitalismo che non le piace e chenon vorrebbe tra i fan del Pd, comeha detto al «Fatto»?

«Sono certo che è persona capace.Ma dal punto di vista simbolico an-dare troppo a braccetto con pezzi dicapitalismo, essere culo e camicia,può rendere antipatici, come ha det-to lo stesso Farinetti alla Leopolda. Iodomenica ero a fare accordi con un'a-zienda importante in Toscana, congli imprenditori sani si discute. Ma sepassa il messaggio del Pd dei potenti,la nostra gente si allontana».

Intervista a Enrico Rossi

«Le scissioninon pagano,ai dirigentichiedo piùresp onsabilitàAttenzione alegge diSt abilit à,referen dume campagnesui vitalizi»

« Re n z isbaglia nellacorsa al voto,ma noncre doa santealle anzecontro di lui,chi vuolec orreresi conti»

«La sinistra divisa perde sempreFacciamo presto il congresso»Natalia Lombardo«Sento parlare di carte bollate e Statuti darispettare. Io dico che dovremmo tutti al-zare lo sguardo e capire che non si può tor-nare alle urne senza un disegno credibileper i bisogni di questo Paese». Gianni Cu-perlo, leader della Sinistra Dem, insistesulla necessità di una discussione profon-da nel Pd che, secondo il deputato, non èstata ancora fatta dopo la sconfitta refe-re n d a r i a .

È necessario anticipare il congressoprima del voto, come aveva proposto leie ora chiede Emiliano? Secondo lo Sta-tuto è fissato a dicembre del 2017, ma ie-ri Orfini ha detto che si può svolgere so-lo sei mesi prima, a giugno. Un passag-gio indispensabile?«Il congresso va fatto non perché lo Statu-

to lo imponga o lo vieti. So bene che la sca-denza è a fine anno ma di fronte alla enor-mità di quanto è accaduto, davanti a unasconfitta che non ha prodotto alcuna veraanalisi sulla bocciatura di una stagione e diuna classe dirigente e davanti a un mondoche cambia con una rapidità impressio-nante, come si fa a non ragionare e a invoca-re solo una rivincita da ottenere correndonella stessa direzione? Sento parlare di car-te bollate e statuti da rispettare. Io dico chedovremmo tutti alzare lo sguardo e capireche non si può tornare alle urne senza undisegno credibile per i bisogni di questopaese. Credo sarebbe anche il solo modoper rispettare i nostri elettori, gli iscritti,quelli che nonostante tutto aprono i circolie non pensano che il solo compito per lorosia montare i gazebo».

Al congresso Pd, quando sarà, corrono

per la segreteria anche Speranza, Emi-liano e Rossi. Lei potrebbe sostenere ilcandidato dell’area bersaniana ancheper separare la figura del segretario daquella di candidato premier?«Vedo candidature già in campo e altre siaggiungeranno. Il tutto senza che il con-gresso sia stato ancora indetto. In sinceritàpenso che a noi servano due cose. Unire lasinistra perché sette sentieri non fanno unastrada e archiviare il primato della formula“Io mi candido” sostituendola col meno so-litario “Noi ci siamo”. Al Pd serve un segre-tario che quel mestiere lo faccia davvero maserve soprattutto una classe dirigente capa-ce di generosità e visione».

Renzi vuole andare al voto prima dellafine della legislatura, almeno a giugno.Pensa sia un’accelerazione rischiosa?«Andare al voto con le leggi uscite dalla

Intervista a Gianni Cuperlo

«Sento parlare dicarte bollate e Statuti,ma ragioniamo sullasconfitta. Non si puòvolere la rivincitacorrendo nella stessadirezione »

pieni poteri. Tuttavia lo stesso Statutoprevede diversi casi in cui il Congresso e leprimarie possono essere anticipate.

Il primo caso è rappresentato dalledimissioni del Segretario, contemplatedall’articolo 3 comma 2, cosa avvenuta per iprimi due segretari Dem, Veltroni e Bersani,anche se il secondo si è dimesso solo conqualche mese in anticipo rispetto allascadenza naturale.

Il secondo caso è rappresentato dalla

«sfiducia» da parte dell’Assemblea nazionaleal segretario, contemplata dall’articolo 4comma 7 dello Statuto. Per sfiduciare ilsegretario in Assemblea - ammesso che laminoranza tenti questa mossa - occorre quindifar convocare l’Assemblea stessa, il cherichiede la presentazione delle firme di unquinto dei componenti, vale a dire 200, vistoche il «parlamentino» del Pd ha 1.000 membri.

Un altra via, forse meno traumatica sonoancora le dimissioni del Segretario «per un

dissenso motivato verso deliberazioniapprovate dall’Assemblea o dalla Direzionenazionale». È il caso in cui, per esempiol’Assemblea o la Direzione, dovesserogiungere al voto di una mozione che chiedel’anticipo del congresso o che impegna ilsegretario a fare qualcosa su cui egli non èd’accordo, inducendolo a dimettersi. Peresempio potrebbe essere votata una mozioneche chiede di concludere la legislatura. Nelcaso di dimissioni del segretario, o per sua

iniziativa o per dissenso da un deliberatodell’Assemblea, quest’ultima potrebbe anchenon procedere a convocare immediatamenteil congresso, ma potrebbe nominare unsegretario che concluda il mandato del suopredecessore in vista del Congresso. È quantoavvenuto nel 2013, quando, dopo ledimissioni di Bersani, l’assemblea nominòGuglielmo Epifani in primavera, che preparòil Congresso e le primarie, che si svolserorispettivamente in autunno e l’8 dicembre.

In piazza.Militantidel Partitodemocratico duranteuna manifestazione

Consulta vuol dire con ogni probabilitàconsegnare l’Italia a un nuovo governo dilarghe intese. Sarebbe il quinto della serie enon potrebbe aggredire le radici dei nostriritardi. Il punto, insisto, è con quale proget-to, con quali priorità e novità ci presentia-mo davanti al Paese. Non da oggi sono con-vinto che la stagione della divisione va ar-chiviata. Per uscire dalla crisi peggiore del-la nostra vita serve unire il nostro campo etenere assieme una comunità che la reces-sione ha ferito sul piano sociale e dei diritti.La strategia di bonus e decontribuzioni apioggia ha dato frutti all’inizio ma si è rive-lata inadeguata di fronte alla portata deglieventi. Vogliamo insistere fingendo che ilreferendum sia stato uno spiacevole inci-dente o proviamo a ricucire, rammendare,una tela che si è strappata e che ci chiede ilcoraggio e l’ambizione di parlare un lin-guaggio diverso?».

Pensa che in Parlamento si possa trova-re un accordo sulla legge elettorale? Laproposta che lei presenterà è diversa dalMatterellum da cui partirà il Pd per ilconfronto con le altre forze?«Io dico: diamo al Parlamento la parola suuna legge che tenga assieme la rappresen-tanza con una ragionevole prospettiva digovernabilità. Se c’è la volontà lo si può fa-re, presto e bene. Penso a un sistema di col-legi uninominali con un riparto proporzio-nale dei seggi e un premio di governabilitàfisso da assegnare alla prima lista. È una ba-

se che si può discutere ma va nella direzio-ne che milioni di elettori hanno indicato».

Massimo D’Alema sta organizzando ilterreno per una scissione. È un progettoa cui lei potrebbe aderire, se Renzi nonmostrasse aperture alla minoranza?«D’Alema ha condotto una battaglia e l’havinta. Ora lancia un movimento e decideràlui quale sarà l’approdo. Io so che quando lasinistra si spezza in due o più tronconi nonsi risveglia più forte e con un consenso piùampio. Casomai succede l’opposto. Leggoche Benoît Hamon, la nuova guida dei so-cialisti francesi, parla del bisogno di unfronte progressista che tenga assieme for-ze, movimenti, culture, dopo la sconfitta diuna sinistra che ha detto troppi Sì alle ricet-te dei nostri avversari. Penso sia un ammo-nimento anche per noi. Un fronte però, nontre o quattro».

Ottenere il 40% sembra un miraggio.Quali sono i confini delle possibili al-leanze per il Pd? A sinistra con il movi-mento di Pisapia, ma al centro che guar-da a destra c’è ancora spazio per un’inte -sa con Alfano?«No, Alfano è parte di un centrodestra checerca di riorganizzarsi. Noi siamo impe-gnati a ricostruire un centrosinistra di go-verno sulla base di principi e valori alterna-tivi alla destra. Con meno di questo temoche non troveremo un popolo disposto as eguirci».

ci mette in una condizione di conti-nua debolezza in Europa. Una legge distabilità che affronta un nodo così im-pegnativo è bene venga fatta da un go-verno a fine legislatura o da uno cheinvece ne ha davanti una intera? E an-cora: ipotizziamo che prevalga la scel-ta di andare a elezioni a fine legislatu-ra: come si argina la campagna – chenon farà solo Grillo, perché sarà am-plificata da tutti i media - sul fatto chenon si va al voto perché i parlamentarivogliono prendere il vitalizio ? Ho e-vocato tre temi su cui chiedo una ri-flessione: come si vuole gestire il pas-saggio referendario; come gestire lalegge di Stabilità; come ci si mette alriparo da una campagna qualunqui-stica e antipolitica che però può farepresa sull’opinione pubblica. Sonopassaggi non banali, per deciderequando andare al voto. Si può e si devediscutere di quali benefici o problemicomportano, e non tanto al Pd ma so-pratutto per il Paese».

Ma in che sede si può farlo?«Intanto a febbraio c’è la Direzione delpartito ».

Sembrano talmente labili questedirezioni di partito, si discute piùfuori...«Questo è il vizio di molti dirigenti,preferiscono parlare nei corridoi chenelle assemblee. È necessario e ur-gente ripristinare un metodo: che tut-ti quelli che quando si formano gli or-gani dirigenti vogliono esserci a tutti icosti, poi ci vengano e dicano la loro, elì si discuta e decida».

E il tema posto da Macaluso, secon-do cui non si può fare un G7 sottoelezioni?«È evidente che eventuali elezioni an-ticipate dovranno essere svolte intempi che non si sovrappongano ascadenze così impegnative come ilvertice di fine marzo sul 60° dei Trat-tati dell’Unione europea e il G7 dimaggio ».

«C ’è un climache non vabene, bisognac ambiareil modo distare dentroquesto partito»

l’UnitàMartedì, 31 Gennaio 2 0 17l2 l’Unità

Martedì, 31 Gennaio 2 0 17 l3

Pd, parliamone

Tema del giorno LO STATUTO

Ecco le regoled’ingag gioper il congresso

Occorrerebbero le dimissioni di Matteo Renzida segretario del Pd, o una sfiducia nei suoiconfronti da parte dell’Assemblea nazionale,per aprire sin da subito il Congresso. È quantoemerge dalla lettura dello Statuto del partito,approvato nel 2009 e modificato in alcunisuoi punti nel 2015. I testi possono essereconsultati sul sito del partito.

Secondo lo Statuto del Pd (art 5) ilCongresso e le primarie si svolgono ogniquattro anni, il che implica che il prossimo

dovrebbe tenersi in autunno, dato che ilprecedente ha avuto luogo tra settembre edicembre 2013. L’articolo 5 comma 2 stabilisceche «il Presidente dell’Assemblea nazionale(ora Matteo Orfini) indice l’elezionedell’Assemblea e del Segretario nazionale seimesi prima della scadenza del mandato delSegretario in carica». Quindi l’indizionepotrebbe avvenire l'8 giugno. In ogni caso,durante la fase congressuale e fino all’elezionedel nuovo segretario, quello in carica ha i

l Urne anticipate, legge elettorale e nododel Congresso accendono il dibattitoall’interno del Partito democratico dopola sconfitta al referendum di dicembre

lLa sfida di D’Alema al segretario demMatteo Renzi, lo spettro della scissionee il futuro del centrosinistra: l’Unità apreil dibattito con Fassino, Cuperlo e Rossi

«Urne a giugno, discutiamoma con spirito unitario»Sergio StainoCosa pensi di tutte queste dichiara-zioni per un congresso Pd subito?«La lettura dei giornali di questi giornimi ha creato un sentimento di gran-dissimo sconcerto e credo che i nostrielettori vivano un grande disagio: inun momento così delicato e difficile,non aiutano certo annunci o minaccedi separazioni o scissioni e penso chetutto questo non offra un’immaginecredibile del Pd, rischiando soltantodi favorire i nostri avversari politici. A-vendo sempre speso il mio impegnopolitico per unire, mi permetto di fareun appello alla responsabilità e a nonevocare e utilizzare parole e proposteche approfondiscano e aggravino unacondizione di disagio e divisione nelpartito. È compito di qualsiasi diri-gente essere responsabile e avere acuore i destini della comunità a cuiappartiene, e non credo che il modomigliore per tutelare e riaffermare lafunzione del Partito democratico siaquello di evocare scissioni. Che peral-tro appartengono a un altro tempo: sec’è una cosa che non è popolare nell’o-pinione pubblica è l’ipotesi di dare vi-ta a nuovi partiti. Anzi c’è una diffi-denza nei confronti di quelli esistenti,figuriamoci se si evoca di farne altri. Epoi quand’anche sidesse vita a un nuovopartito del 10% qualisarebbero le sue pro-spettive e quale bene-ficio ne verrebbe alPD, al centrosinistra esopratutto all'Ita-lia?».

Ma a livello di élitepolitiche il giocopiace moltissimo,sia a destra sia a si-nis tra...«Non all’opinionepubblica, e soprattut-to non piace ai nostri elettori. Chechiedono al Pd e ai suoi dirigenti unariflessione seria, approfondita, criticae autocritica sull’esito del referendume sui problemi che il partito ha davan-ti, ma tutto questo lo chiedono perchési ritrovi coesione e unità e non per-ché si aggravino lacerazioni e divisio-ni».

A Rimini però Renzi non le ha tenu-te presenti, anzi ha saltato ogni ri-sposta considerata provocatoria.Ma le divisioni ci sono, non è così?«Mi pare evidente che tutti dobbiamolavorare per unire, ciascuno di noi de-ve sentire la responsabilità di agire perconsentire una riflessione, una di-scussione e anche l’assunzione di de-cisioni impegnative, in un clima di re-ciproco rispetto e di coesione. Pensosempre che a ogni dirigente deve es-sere chiesto di avere nella ricerca dellasintesi la stessa determinazione cheha nel battersi per la propria opinione.Perché non si deve mai dimenticareche un partito è prima di tutto una co-munità, di uomini e donne uniti davalori comuni e consapevoli di un de-stino comune».

Quale tra le voci critiche ti ha colpi-to di più?«Non me la voglio prendere con que-sto o quello: ci sono toni fuori misura,c’è un clima che non va bene. Bisognacambiare il modo di stare dentro que-sto partito, tornando al gusto di unasincera ricerca di ciò che il Pd deve fa-re per il Paese. E torniamo a ricono-

scere che se ci sono opinioni diverse cisi confronta, si discute, si cerca unpunto di sintesi, fermo restando chese poi una sintesi non si trova vale unprincipio di maggioranza che guida lavita di qualsiasi organizzazione e par-tito del mondo».

Ma quello che dici non porta drittodritto a un congresso anticipato?«Il congresso Pd è previsto da Statutoentro quest’anno. Quando farlo è le-gato al passaggio elettorale. Comesappiamo su quando andare al voto cisono ipotesi diverse, prima dell’e stateoppure a fine mandato e dunque a ini-zio del 2018. Ricordo che, con segreta-rio Bersani, ragionevolmente non sifece il congresso a fine 2012 perchéc’erano elezioni ormai alle porte: si va-lutò allora che bisognava concentraretutte le forze nella campagna elettora-le, postponendo il congresso a dopo leelezioni anche per tenere conto dei ri-sultati elettorali. Ricordo peraltro chesubito dopo il referendum Renzi pro-pose di andare al Congresso e la granparte dei dirigenti, di tutte le correnti,sostennero che occorreva darsi il tem-po necessario. È chiaro che una sca-denza elettorale ravvicinata, consigliadi convocare il congresso dopo le ele-zioni; se invece alle urne si andrà più

avanti il congresso saràprima del voto. Il primao il dopo non dipendeda un capriccio. Intantodipende dalla discus-sione sulla legge eletto-rale. Il Pd ha avanzatouna proposta ed è ilMattarellum, su cui fi-nora non c’è stata unarisposta dalle altre for-ze politiche. Hanno al-tre proposte? Lo dica-no. Se però non ce nesono e non si vuoleneanche il Mattarel-lum, occorre prendere

atto di quello che la Consulta ha dettoesplicitamente: che l’Italicum, modi-ficato dalla sentenza, è «“vigente e ap-p l i c a b i l e”».

C’è però anche un governo in cari-ca: chi decide di farlo dimettere?«Infatti il problema non è una decisio-ne unilaterale del Pd, ma a quale con-clusione arriva il confronto tra le forzepolitiche, e questa è legata a che rispo-sta si dà al problema della legge eletto-rale ».

Il Pd però è esploso, l’immagine chedà oggi è davvero di un partito al ca-p olinea...«Ed ecco il mio appello alla responsa-bilità. Confrontiamoci seriamente suinodi che abbiamo di fronte e su comepossano incidere sul passaggio eletto-rale. Ad esempio: al momento c’è unreferendum indetto su voucher e ap-palti che rischia di trasformarsi nellareplica di quello costituzionale, dove itemi della riforma costituzionale sonostati messi da parte e si è usato il refe-rendum per destabilizzare il governoe Renzi in particolare. Il referendumsui voucher è un altro momento perdestabilizzare il Pd e il suo segretario?Perché se l’intenzione è questa, il par-tito democratico ha il dovere di veder-la e ogni dirigente di assumersi le pro-prie responsabilità. Secondo punto, lalegge di Stabilità che si farà in autun-no sarà molto impegnativa, perché l'I-talia non regge più un debito al 135%del Pil, situazione che riduce le risorseper sostenere investimenti e crescita e

Intervista a Piero Fassino

«Assise subitoe legge elettoraleprima del voto»

Federica Fantozzi«Basta sospetti e chiacchiericci, fac-ciamo subito il congresso. E la leggeelettorale che ci chiede anche il pre-sidente della Repubblica». EnricoRossi, governatore della Toscana, èstato il primo a candidarsi per sfidareMatteo Renzi alla segreteria del Pd.

Adesso il campo si sta affollando enel partito si discute sui tempi, stret-tamente connessi, del congresso edel voto. «Attenzione alla voglia divoto che vediamo nei sondaggi - av-visa Rossi - Non vorrei che nascon-desse il desiderio di darci una secon-da lezione dopo il referendum costi-tuzionale ».

Lui, intanto, resta in campo: «Nonso se farei un ticket, non ci ho ancorapensato. Ma non credo alle sante al-leanze contro Renzi».

Governatore, congresso subito on o?«L'ho detto subito dal primo giornodopo la sconfitta referendaria che ilcongresso era il modo giusto per af-frontare le divisioni interne, l’e sitodella vicenda della riforma costitu-zionale, e la crisi di un'idea politica.Facciamolo adesso per dire basta alchiacchiericcio, ai sospetti di tentati-vi di lottizzazione sulle candidature,di accordi sottobanco».

Sono in corso spartizioni sulleprossime liste e patti di potere trac o r re n t i ?«Non lo so. Ma un congresso ferme-rebbe anche i sospetti».

In questo caso l'ipotesi di voto agiugno salterebbe. È questa la suaroad map?«La necessità di correggere la leggeelettorale c'è. Anche Matteo Renzi,nell'accordo con Gianni Cuperlo, eradisponibile a togliere i capilista bloc-cati. Poi c'è il presidente della Repub-blica Sergio Mattarella che chiedel'armonizzazione del sistema: al Pae-se serve una legge elettorale seria emoderna che duri decenni».

Il segretario Dem è un giocatore dipoker ?«Molti si sono risentiti per quell'e-spressione. Capisco che sia tran-ciante. Non ce l'ho con Matteo, hoaffetto personale per lui che ho co-nosciuto come sindaco di Firenze.Ma sbaglia nella rincorsa alle urne, èuna scelta che rischieremmo di pa-gare cara».

Renzi dopo il 4 dicembre volevaanticipare il congresso. È stata laminoranza a mettersi di traversochiedendo tempi e modalità stabi-lite dallo statuto.«Io faccio parte della minoranza, maal convegno a Roma con Bersani eSperanza (a metà dicembre, quandoSperanza si è candidato alla segrete-ria, ndr) ho detto chiaramente cheservivano le assise. E lo ripeto: Renziconfronti il suo programma con ilmio e con quello di altri sfidanti. U-sciamo dal tunnel di una politica av-vitata su se stessa e autoreferenziale.Con il congresso si scioglierebbe tut-to in modo naturale».

Quindi scadenza naturale della le-gislatura? Che, comunque, è a di-c e m b re.«Esatto. I tempi, in realtà, sono giàstretti così. Diamoci un respiro. At-tenzione, anche perché il desiderio divoto che emerge dai sondaggi po-trebbe nascondere quello di darciuna seconda lezione. Bisogna risco-prire la dialettica interna».

La dialettica, veramente pare sca-valcata dagli insulti.«Bisogna dispiegarsi e non arroccarsitra gruppi dirigenti. Altrimenti è ine-vitabile scadere in fazioni ed invetti-ve ».

Il Pd è al capolinea, come ha dettoEmanuele Macaluso e come pen-sano in molti?«Io non sono favorevole alla scissio-ne ».

Non è inevitabile, a questo pun-t o?«Mi sembrano astrazioni politiche. Èvero che sta cambiando lo scenario,dal maggioritario si passa al propor-zionale, ma non è detto che questoproduca frammentazione. Certo, cisaranno più leader al posto di uno so-lo; un profilo identitario plurale co-me è più consono al Pd; una visioneche finora è mancata. E mi auguroche discenda dai due umanesimi so-cialista e cattolico democratico».

C'è posto per Angelino Alfano inquesta visione?«Nel Pd, poco. Come alleato, direi:partiamo dal programma e poi co-struiamo le compatibilità. Di certonon saprei spiegare ai nostri elettoriun ritorno con Forza Italia».

A sinistra, invece, con l’ex sindacodi Milano Giuliano Pisapia?«Vedo l'esigenza di costruire un cam-po ampio del centrosinistra anchefuori dal Pd. Giustamente Pisapia hadetto no al listone, che non funzionané ha mai funzionato, ma al congres-so bisognerà dialogare con lui».

La corsa entra nel vivo e si comin-cia a parlare di ticket. Lei lo prendein considerazione?«Non ci ho ancora pensato. Ma nonsono favorevole alle sante alleanzecontro Renzi. Il Pd è più ampio di co-sì, ci sono i franceschiniani, i GiovaniTurchi. È giusto che ogni area si e-sprima e si conti. Come si dice, chi hapiù filo lo tessa. Essere leali e non o-stili a Renzi significa anche questo».

Davvero Oscar Farinetti, il fonda-tore di Eataly, è un esempio di ca-pitalismo che non le piace e chenon vorrebbe tra i fan del Pd, comeha detto al «Fatto»?

«Sono certo che è persona capace.Ma dal punto di vista simbolico an-dare troppo a braccetto con pezzi dicapitalismo, essere culo e camicia,può rendere antipatici, come ha det-to lo stesso Farinetti alla Leopolda. Iodomenica ero a fare accordi con un'a-zienda importante in Toscana, congli imprenditori sani si discute. Ma sepassa il messaggio del Pd dei potenti,la nostra gente si allontana».

Intervista a Enrico Rossi

«Le scissioninon pagano,ai dirigentichiedo piùresp onsabilitàAttenzione alegge diSt abilit à,referen dume campagnesui vitalizi»

« Re n z isbaglia nellacorsa al voto,ma noncre doa santealle anzecontro di lui,chi vuolec orreresi conti»

«La sinistra divisa perde sempreFacciamo presto il congresso»Natalia Lombardo«Sento parlare di carte bollate e Statuti darispettare. Io dico che dovremmo tutti al-zare lo sguardo e capire che non si può tor-nare alle urne senza un disegno credibileper i bisogni di questo Paese». Gianni Cu-perlo, leader della Sinistra Dem, insistesulla necessità di una discussione profon-da nel Pd che, secondo il deputato, non èstata ancora fatta dopo la sconfitta refe-re n d a r i a .

È necessario anticipare il congressoprima del voto, come aveva proposto leie ora chiede Emiliano? Secondo lo Sta-tuto è fissato a dicembre del 2017, ma ie-ri Orfini ha detto che si può svolgere so-lo sei mesi prima, a giugno. Un passag-gio indispensabile?«Il congresso va fatto non perché lo Statu-

to lo imponga o lo vieti. So bene che la sca-denza è a fine anno ma di fronte alla enor-mità di quanto è accaduto, davanti a unasconfitta che non ha prodotto alcuna veraanalisi sulla bocciatura di una stagione e diuna classe dirigente e davanti a un mondoche cambia con una rapidità impressio-nante, come si fa a non ragionare e a invoca-re solo una rivincita da ottenere correndonella stessa direzione? Sento parlare di car-te bollate e statuti da rispettare. Io dico chedovremmo tutti alzare lo sguardo e capireche non si può tornare alle urne senza undisegno credibile per i bisogni di questopaese. Credo sarebbe anche il solo modoper rispettare i nostri elettori, gli iscritti,quelli che nonostante tutto aprono i circolie non pensano che il solo compito per lorosia montare i gazebo».

Al congresso Pd, quando sarà, corrono

per la segreteria anche Speranza, Emi-liano e Rossi. Lei potrebbe sostenere ilcandidato dell’area bersaniana ancheper separare la figura del segretario daquella di candidato premier?«Vedo candidature già in campo e altre siaggiungeranno. Il tutto senza che il con-gresso sia stato ancora indetto. In sinceritàpenso che a noi servano due cose. Unire lasinistra perché sette sentieri non fanno unastrada e archiviare il primato della formula“Io mi candido” sostituendola col meno so-litario “Noi ci siamo”. Al Pd serve un segre-tario che quel mestiere lo faccia davvero maserve soprattutto una classe dirigente capa-ce di generosità e visione».

Renzi vuole andare al voto prima dellafine della legislatura, almeno a giugno.Pensa sia un’accelerazione rischiosa?«Andare al voto con le leggi uscite dalla

Intervista a Gianni Cuperlo

«Sento parlare dicarte bollate e Statuti,ma ragioniamo sullasconfitta. Non si puòvolere la rivincitacorrendo nella stessadirezione »

pieni poteri. Tuttavia lo stesso Statutoprevede diversi casi in cui il Congresso e leprimarie possono essere anticipate.

Il primo caso è rappresentato dalledimissioni del Segretario, contemplatedall’articolo 3 comma 2, cosa avvenuta per iprimi due segretari Dem, Veltroni e Bersani,anche se il secondo si è dimesso solo conqualche mese in anticipo rispetto allascadenza naturale.

Il secondo caso è rappresentato dalla

«sfiducia» da parte dell’Assemblea nazionaleal segretario, contemplata dall’articolo 4comma 7 dello Statuto. Per sfiduciare ilsegretario in Assemblea - ammesso che laminoranza tenti questa mossa - occorre quindifar convocare l’Assemblea stessa, il cherichiede la presentazione delle firme di unquinto dei componenti, vale a dire 200, vistoche il «parlamentino» del Pd ha 1.000 membri.

Un altra via, forse meno traumatica sonoancora le dimissioni del Segretario «per un

dissenso motivato verso deliberazioniapprovate dall’Assemblea o dalla Direzionenazionale». È il caso in cui, per esempiol’Assemblea o la Direzione, dovesserogiungere al voto di una mozione che chiedel’anticipo del congresso o che impegna ilsegretario a fare qualcosa su cui egli non èd’accordo, inducendolo a dimettersi. Peresempio potrebbe essere votata una mozioneche chiede di concludere la legislatura. Nelcaso di dimissioni del segretario, o per sua

iniziativa o per dissenso da un deliberatodell’Assemblea, quest’ultima potrebbe anchenon procedere a convocare immediatamenteil congresso, ma potrebbe nominare unsegretario che concluda il mandato del suopredecessore in vista del Congresso. È quantoavvenuto nel 2013, quando, dopo ledimissioni di Bersani, l’assemblea nominòGuglielmo Epifani in primavera, che preparòil Congresso e le primarie, che si svolserorispettivamente in autunno e l’8 dicembre.

In piazza.Militantidel Partitodemocratico duranteuna manifestazione

Consulta vuol dire con ogni probabilitàconsegnare l’Italia a un nuovo governo dilarghe intese. Sarebbe il quinto della serie enon potrebbe aggredire le radici dei nostriritardi. Il punto, insisto, è con quale proget-to, con quali priorità e novità ci presentia-mo davanti al Paese. Non da oggi sono con-vinto che la stagione della divisione va ar-chiviata. Per uscire dalla crisi peggiore del-la nostra vita serve unire il nostro campo etenere assieme una comunità che la reces-sione ha ferito sul piano sociale e dei diritti.La strategia di bonus e decontribuzioni apioggia ha dato frutti all’inizio ma si è rive-lata inadeguata di fronte alla portata deglieventi. Vogliamo insistere fingendo che ilreferendum sia stato uno spiacevole inci-dente o proviamo a ricucire, rammendare,una tela che si è strappata e che ci chiede ilcoraggio e l’ambizione di parlare un lin-guaggio diverso?».

Pensa che in Parlamento si possa trova-re un accordo sulla legge elettorale? Laproposta che lei presenterà è diversa dalMatterellum da cui partirà il Pd per ilconfronto con le altre forze?«Io dico: diamo al Parlamento la parola suuna legge che tenga assieme la rappresen-tanza con una ragionevole prospettiva digovernabilità. Se c’è la volontà lo si può fa-re, presto e bene. Penso a un sistema di col-legi uninominali con un riparto proporzio-nale dei seggi e un premio di governabilitàfisso da assegnare alla prima lista. È una ba-

se che si può discutere ma va nella direzio-ne che milioni di elettori hanno indicato».

Massimo D’Alema sta organizzando ilterreno per una scissione. È un progettoa cui lei potrebbe aderire, se Renzi nonmostrasse aperture alla minoranza?«D’Alema ha condotto una battaglia e l’havinta. Ora lancia un movimento e decideràlui quale sarà l’approdo. Io so che quando lasinistra si spezza in due o più tronconi nonsi risveglia più forte e con un consenso piùampio. Casomai succede l’opposto. Leggoche Benoît Hamon, la nuova guida dei so-cialisti francesi, parla del bisogno di unfronte progressista che tenga assieme for-ze, movimenti, culture, dopo la sconfitta diuna sinistra che ha detto troppi Sì alle ricet-te dei nostri avversari. Penso sia un ammo-nimento anche per noi. Un fronte però, nontre o quattro».

Ottenere il 40% sembra un miraggio.Quali sono i confini delle possibili al-leanze per il Pd? A sinistra con il movi-mento di Pisapia, ma al centro che guar-da a destra c’è ancora spazio per un’inte -sa con Alfano?«No, Alfano è parte di un centrodestra checerca di riorganizzarsi. Noi siamo impe-gnati a ricostruire un centrosinistra di go-verno sulla base di principi e valori alterna-tivi alla destra. Con meno di questo temoche non troveremo un popolo disposto as eguirci».

ci mette in una condizione di conti-nua debolezza in Europa. Una legge distabilità che affronta un nodo così im-pegnativo è bene venga fatta da un go-verno a fine legislatura o da uno cheinvece ne ha davanti una intera? E an-cora: ipotizziamo che prevalga la scel-ta di andare a elezioni a fine legislatu-ra: come si argina la campagna – chenon farà solo Grillo, perché sarà am-plificata da tutti i media - sul fatto chenon si va al voto perché i parlamentarivogliono prendere il vitalizio ? Ho e-vocato tre temi su cui chiedo una ri-flessione: come si vuole gestire il pas-saggio referendario; come gestire lalegge di Stabilità; come ci si mette alriparo da una campagna qualunqui-stica e antipolitica che però può farepresa sull’opinione pubblica. Sonopassaggi non banali, per deciderequando andare al voto. Si può e si devediscutere di quali benefici o problemicomportano, e non tanto al Pd ma so-pratutto per il Paese».

Ma in che sede si può farlo?«Intanto a febbraio c’è la Direzione delpartito ».

Sembrano talmente labili questedirezioni di partito, si discute piùfuori...«Questo è il vizio di molti dirigenti,preferiscono parlare nei corridoi chenelle assemblee. È necessario e ur-gente ripristinare un metodo: che tut-ti quelli che quando si formano gli or-gani dirigenti vogliono esserci a tutti icosti, poi ci vengano e dicano la loro, elì si discuta e decida».

E il tema posto da Macaluso, secon-do cui non si può fare un G7 sottoelezioni?«È evidente che eventuali elezioni an-ticipate dovranno essere svolte intempi che non si sovrappongano ascadenze così impegnative come ilvertice di fine marzo sul 60° dei Trat-tati dell’Unione europea e il G7 dimaggio ».

«C ’è un climache non vabene, bisognac ambiareil modo distare dentroquesto partito»

l’UnitàMartedì, 31 Gennaio 2 0 17l4

prevista a dicembre, quindi a giugno,«prima il nostro statuto lo vieta».

Di fatto le minoranze del Pd stavoltahanno un obiettivo comune: spodesta-re il segretario dal Nazareno e evitare difarlo tornare a Palazzo Chigi.

Renzi, che quando era a PalazzoChigi lasciava a Lorenzo Guerini la fati-ca della mediazione interna, ora devemettere la mani in pasta e cercare didare una forma a questo partito che or-mai sembra una maionese impazzita.Tante le partite da giocare: la legge elet-torale prima di tutto, quindi la data delvoto. Il segretario ha dato mandato aicapigruppo di Camera e Senato, che ie-ri hanno incontrato a Palazzo Chigi laministra Anna Finocchiaro, di capireche intenzioni hanno le altre forze poli-tiche, a cominciare da Fi. Una decina digiorni per sondare intenzioni e margi-ni, poi, a costo di forzare la mano, senon c’è intesa, si va al voto, ad aprile, almassimo a giugno. Ma per farcela è ne-cessario avere una maggioranza solidaalmeno dentro il Pd, da qui l’intensifi -carsi dei colloqui con i big delle varieanime, da Ettore Rosato a Matteo Orfi-ni a Graziano Delrio. Con i capilistabloccati - se restano - è chiaro che il se-gretario può garantire quote alle candi-dature. Roberto Speranza per restarenel Pd chiede segnali precisi: via i capi-lista, no ad un parlamento di nominati.Renzi si dice lontano da tutto questo,

l Il segretario Pd: se torno al governo tagliol’Irpef. D’Alema annuncia la lista: prontase si va al voto, possiamo arrivare al 10%Maria Zegarelli«Se dopo le elezioni torneremo al go-verno dovremo riprendere il ragiona-mento dall'Irpef e non solo da quella.L'ultima volta che è aumentata l'Iva erail settembre 2013, prima del nostro arri-vo: quella volta lì ricordatevela beneperché deve restare l'ultima». Mentrenel Pd il clima è rovente e la minoranzachiede il congresso subito, prima di an-dare al voto, Matteo Renzi guarda già aldopo urne. Per tutto il giorno legge ledichiarazioni che i big della minoranzadettano alle agenzie, da Michele Emi-liano, che lancia la raccolta di firme, aEnrico Rossi che parte con la petizionesu “chang e.org”, a Gianni Cuperlo chenon annuncia iniziative ma come lorochiede di anticipare i tempi. Fino aMassimo D’Alema che minaccia: ocongresso o scissione. La lista è prontae le quotazioni nella borsa impazzitadella politica la danno al 10%. A fine se-rata, prima dal suo blog, poi con unanews risponde a tutti. Congresso pri-ma? Nell’Assemblea del 18 dicembre,replica, «mi è stato chiesto di non fare ilcongresso straordinario ma di rispetta-re la tempistica e le regole dello Statuto.Perché se uno fa parte di una comunitàdeve rispettarne le regole, no?». Per in-tendersi, precisa il presidente del parti-to Matteo Orfini, «noi possiamo convo-carlo sei mesi prima della scadenza»

Renzi: congresso?Nei tempip rev i s t icome richiestodalla minoranza

Tema del giorno MATTARELLA NELLE ZONE DEL SISMA

Ai sindaci: «Avete diritto ad un aiuto pieno»

Il presidente della Repubblica Mattarella tornaper la sesta volta nelle zone terremotate,l’occasione è l’inaugurazione del 681/o Annoaccademico dell’Università di Camerino.Prima, però, parla con i sindaci dei Comunidevastati dal sisma: «Avete diritto a tuttol’aiuto possibile, aiuto che si cerca di garantire

in pieno», dice. Vuole che i sindaci sentano loStato vicino, «anche quando protestate». «Mirendo conto di cosa vuol dire il contatto con lavostra gente di fronte ad allarmi lanciati perl’eventualità di nuove emergenze. Il vostrocompito è davvero difficile, questo non vieneignorato. Avete tutto l’appoggio ».

Bianca Di Giovanni«Pensiamo di dover intervenire conmodifiche normative per andare nelladirezione di riportare i voucher allo spi-rito originario, cioè per il lavoro acces-sorio e occasionale». Questa l’ap er turadi Giuliano Poletti a nuovi interventisui buoni lavoro. Il ministro annunciaanche di voler proseguire il confrontocon il sindacato, in linea con quanto giàfatto su welfare e pensioni per la legge diStabilità. Insomma, se si cambia, sicambia insieme.

Poletti interviene al convegno orga-nizzato dal gruppo Pd nella commissio-ne Lavoro dal titolo eloquente: «Emer-genza lavoro». Un appuntamento cheha visto una fitta partecipazione. Oltre aPoletti, il presidente della commissioneCesare Damiano e tutti i parlamentari, ei tre segretari Confederali Carmelo Bar-bagallo, Annamaria Furlan e SusannaCamuss o.

Ma l’apertura dell’incontro è riser-vata ai lavoratori. Una dipendente diSky e una dell’Alitalia hanno disegnatolo stato dell’arte nei posti di lavoro. A-ziende che fanno profitti (Sky) e che ta-gliano il personale. Aziende che aspet-tano piani di rilancio (Alitalia) mai pre-sentati. In tutto questo migliaia di fami-glie che perdono reddito, sicurezza,serenità. «C’è un’emergenza lavoro daaffrontare prima di tutto il resto, primadi pensare se si vota ad aprile o a giu-gno», dichiara Damiano. Anche in una

fase politica complicata, il tema lavoronon può essere lasciato indietro. Ci so-no circa 185mila lavoratori che stannouscendo dalla tutela degli ammortizza-tori, altri che stanno uscendo dal tessu-to produttivo. E nell’emergenza c’è u-n’emergenza maggiore: quella di Ro-ma, che vede interi pezzi della sua eco-nomia messi in crisi: da Almaviva a Skye Alitalia a Carrefour. Una desertifica-zione a cui non si contrappone alcunaidea di sviluppo della città - osservano iparlamentari - no Olimpiadi, no stadiodella Roma, no alle Torri.

«In Parlamento sono in discussioneproposte di legge che riguardano la po-

vertà, il lavoro autonomo e i voucher -continua Damiano - e si potrebbe af-frontare anche il tema della responsabi-lità solidale negli appalti. Per farlo civuole il tempo giusto e non la incom-prensibile fretta delle elezioni e ungrande impegno di Governo, Parla-mento e parti sociali». Il tema dei vou-cher si impone, per via del numero cheresta troppo elevato. In commissione èallo studio una proposta di legge che in-tende ritornare ai vincoli originari.Contemporaneamente la Cgil procedecon il referendum. Per Barbagallo è im-portante che ci sia un intervento nor-mativo, perché se il referendum non

Emergenzal avo ro.È l’i n i z i a t ivadei deputati Pdin commissioneL avoroDamiano:si pensi alla crisinon alle elezioni

L’ex premier.Matteo Renziall’ass embleade gliamminis tratorilocali dema Rimini.FO T O: AN SA

L’expremier: ilp ro b l e m anon è conq ualelegge sivota, maq ualiidee siprop ongono

raggiungesse il quorum non si potrebbepiù discutere di questo argomento. Fur-lan aggiunge che si può tornare alle ori-gini «con una legge di due righe» se soloc’è la volontà politica. Quanto alla Cgil,si può rinunciare al referendum solo inpresenza di una proposta seria, cioè «sesi facesse un istituto che non sia malatocome quello attuale dei voucher - di-chiara Camusso - e che abbia le caratte-ristiche di riferirsi davvero al lavoro oc-casionale e non sia invece una forma didumping alle altre forme contrattuali».

Ma il lavoro non significa soltantovoucher. La capogruppo Luisa Gnecchiricorda quanto sia importante tornareal confronto governo-sindacati, perché«non bastano solo le leggi». E di lavoroda fare ce n’è ancora tantissimo. Soprat-tutto per la seconda gamba del Jobs act,quelle politiche attive che sembrano fi-nite nelle sabbie mobili. Si sono ridottigli ammortizzatori (da quest’anno stopalla cassa in deroga e alla mobilità), si èintrodotta la flessibilità, ma il sostegnoai lavoratori che perdono il posto anco-ra non si vede. Della flexsecurity è rima-sto solo il prefisso flex. In più stiamo as-sistendo a un aumento dei licenzia-menti disciplinari: un fenomeno damettere sotto la lente per comprenderedavvero cosa sta succedendo nei postidi lavoro.

Il tavolo di confronto è stato impor-tante per il capitolo pensioni nella leggedi Stabilità, intervento quanto mai ne-cessario. Le pensioni medie dei lavora-

Il ministro«apre» amo dificheCgil: nientere fe re n d u msolo con unaprop ostas eria

tori dipendenti erogate nel 2016, infatti,non superano i mille euro se di vec-chiaia e i 2.000 se di anzianità. Per gliautonomi si passa rispettivamente a643 euro e 1.600 euro. Il potere d’acqui -sto dei lavoratori è crollato (-6,2%) pervia dei pochi rinnovi contrattuali. In-somma, l’emergenza lavoro esiste dav-vero. E attraverso la contrattazione sipuò arrivare anche a monitorare l’us odei buoni lavoro e a denunciarne l’abu -s o.

Poletti non si sottrae alla richiesta diconfronto. Anzi: annuncia che prestosentirà i sindacati. Ma secondo il mini-stro bisogna anche comprendere a fon-do cosa è successo. Quanti posti sonostati divorati dalla crisi, quanti invecesono bloccati da problemi strutturalidel nostro Paese. E anche quanti subi-ranno una vera e propria modificazionegenetica con l’introduzione delle nuovetecnologie nei processi produttivi (sot-tolinea l’economista Irene Tinagli). L’I-talia deve prepararsi anche a questo: aun nuovo modo di declinare il lavoro. Senon lo fa subito, rischia in futuro di re-stare spiazzata. Ma non va dimenticatoquanto già è stato fatto, osserva ancorail ministro. «Il Jobs act ha ridotto la di-soccupazione - dichiara Poletti - E se-condo uno studio, se si sommano i postirecuperati con la minore cassa integra-zione, si arriva a 900mila posti creati».Questo in teoria, perché sul tasso di oc-cupazione l’Italia ha ancora molti passida fare.

«nei palazzi della politica non parlanod’altro. Quando si vota? Come si vota?Chi si candida? Sono temi che sentomolto lontani. Sarà l’aria di Firenze, sa-rà la distanza dal ruolo istituzionale.Ma non riesco a capire come si possadedicare tanto tempo a questo dibatti-to». Eppure i suoi raccontano che il se-gretario è deciso ad andare al votoquanto prima perché il tempo è il peg-gior nemico da combattere e sa che l’at -tuale premier, Paolo Gentiloni, è pron-to a fare un passo indietro. Non allaprossima direzione del 13 febbraio (i-potesi improbabile considerato che ilconfronto sulla legge elettorale deveancora partire), ma in una successiva,quando è chiaro il destino parlamenta-re della legge elettorale, sì. Ma almenonel Pd, deve esserci un blocco compat-to per il voto anticipato. Ecco perché,assicurano i renziani, sarebbero partiterassicurazioni nei confronti dei parla-mentari che sono al terzo mandato edunque, per Statuto, non ricandidabili,«ci sono deroghe, se ne sono fatte nel2013 e si possono fare anche stavolta»,spiega uno di loro. Renzi ribadisce: «Ilproblema non è con quale legge si vota,visto che questo interessa soprattuttoagli addetti ai lavori che sognano unposto in Parlamento, ma quali idee sipropongono e quali progetti si presen-tano. Dunque tutti discutono di quan-do si vota: io ne sto lontano mille miglia

Poletti: voucher solo per lavoro accessorio e occasionale

e lavoro sulle proposte per il futuro».Tanto che Tommaso Nannicini sta giàbuttando giù il programma: occupa-zione, riduzione della pressione fisca-le, politiche espansive. Serve un giro diboa, per Renzi, «siamo stati dipinti co-me il partito che sapeva solo alzare lapressione fiscale», il messaggio, ora de-ve essere altro «alcuni nostri dirigentidel passato - scrive nella enews - , poi, sisono presentati quali campioni dellalotta all’evasione attraverso un metodoassurdo: un fisco vampiro, controlli atappeto, la logica della punizione pri-ma di tutto. Una scelta sbagliata e deva-stante». Ritira fuori un termine a lui ca-ro, ma stavolta non è rivolto alla classedirigente. Stavolta bisogna «rottamareil modello Dracula» e abbassare le tas-se, «incentivando la digitalizzazione ditutta la pubblica amministrazione edel fisco». Un Renzi, quello che torna aparlare e scrivere, intenzionato ad an-dare alle urne al massimo a giugno. E seil Pd non dovesse raggiungere il 40%che l’Italicum venuto fuori dalla Con-sulta impone per il premio di maggio-ranza ( i sondaggi fotografano un siste-ma condannato all’ing overnabilità,bloccato in un tripartitismo minorita-rio tra forze non omogenee) è prontoanche a fare un passo indietro. Per Pa-lazzo Chigi proporrebbe due nomi, inquel caso: Paolo Gentiloni e GrazianoD elrio.

SE GUE DA L L A PRIMA

Non ascoltiamo più. Se fossimocapaci di ascoltare, quella vocegentile, spaventata e insistente chediceva «andate con un elicottero,andate a controllare per carità»sarebbe stata presa sul serio,

perché si sentiva vibrare la paura e al contempo ilrispetto verso la persona con cui stava parlando:non voleva dirgli come fare il suo lavoro, cercava direstare gentile, ma il panico era lì, bastavaas coltarlo.

Tutto passa sulla testa di cittadini,consumatori, donne e uomini che non hanno cheun mezzo per difendere e proteggere queldelicato meccanismo dell'esercizio dellademocrazia che - per quanto imperfetto - è ilmigliore che abbiamo finora inventato. Quelmezzo è l'informazione, quella vera, seria,indipendente, studiosa e prudente. Quella chedovrebbe far capire ai cittadini se la delega chehanno affidato ai loro rappresentanti è stata usatabene o no. Da lì riparte il ciclo democratico, graziead una informazione libera e competente possocapire se ho fatto bene a votare come ho fatto, o seinvece è meglio che cambi idea, o che mi attivi percontrastare chi governa.

Mancano solo 24 ore a una riunione chedeciderà i destini dell’Un i t à , di tante persone, mache soprattutto potrebbe portare alla sottrazionedi un’ulteriore difesa dei meccanismidemocratici, come giustamente dice Cuperlo.Non lasciamoglielo fare. Non so, tecnicamente,come si possa fare, ma se proprio non esiste inItalia un imprenditore che voglia rendersipartecipe della tutela e del miglioramento deltasso di democrazia di questo paese (ma laproprietà privata, nella nostra Costituzione, nondeve avere fini di miglioramento sociale?), seproprio non esiste un partito che abbia a cuore lacultura e l'informazione dei cittadini (che pure lohanno mandato al governo), allora cerchiamo ditrovare un'alternativa. Perché è inutile ricordaregli orrori che si sono consumati in Europa neglianni 40, se ci priviamo dei mezzi per far sapere atutti quali e quanti piccoli o grandi orrori si stannoconsumando oggi, in tutto il mondo, o vengonoquotidianamente preparati. E per far conoscere lebelle storie di lotta, di riscatto e di solidarietà, chesono quelle che ci consentono di dire che unqualche senso ce l'ha, stare a questo mondo.

Apriamolo il giornale, altro che chiuderlo.Ti abbraccioCinzia

CinziaS caffidi

Il Commento

Perché l’Unit àè un nostropatrimonio

l’UnitàMartedì, 31 Gennaio 2 0 17 l5

lNel sondaggio Swgun decalogo di spunti perinterpretare il cambiamentoritrovando unità e sintonia con icittadini: dalla giustizia agli stilidi vita, dall’equità al lavoroa politiche globali inedite

Le identità politiche stanno mutandovelocemente. Le dinamiche elettorali e le basisociali della destra storica, dell’univers oconservatore e dell’animus liberista e dicentrodestra che abbiamo conosciuto negliultimi 25 anni, stanno mutando e hannotrovato, nella rinnovata offerta identitaria epolitica populista, un catalizzatore di

attenzione e consensi, ma, soprattutto, risposte alle fratture di oggi euna nuova visione politica globale. Mettere innanzi a tutto icittadini del proprio paese. Limitare i flussi migratori. Difendere leimprese nazionali. Tagliare le tasse. Essere contro l’Europa equalunque forma di condivisione plurilaterale. Parlare di potere alpopolo, saltando le mediazioni e le rappresentanze. Ripudiare levecchie élite. Ricercare una giustizia veloce e forte. Ambire a statinazionali protettivi e identitari. Negare la globalizzazione, perricostruire rapporti di potenza. Sono gran parte dei trattidell’identità, programmatica e valoriale, della visione populista delm o n d o.

Il fronte contrapposto, quello che nel corso degli ultimi lustri haaccumunato le varie identità, da quella socialdemocratica, ai no logo;dai democrats ai progressisti, fino alle forme di partecipazionemovimentiste, appare invece più appannato, con le idee meno chiaresul dove andare e, soprattutto, su quale visione del mondo e del futurooffrire ai cittadini. Tra gli elettori italiani l’identità di sinistra ecentrosinistra si rintracciano lungo alcuni tratti dominanti: far pagarele tasse a tutti; equità e lotta alle diseguaglianze sociali; ambientalismoed energie rinnovabili; laicità dello Stato; benessere sui luoghi dilavoro. Ambiti primari, cui si accodano altre pulsioni come adesempio: tagliare gli stipendi ai manager, tassare i ricchi e unagiustizia veloce. I tratti valoriali di sinistra e centrosinistra siconsolidano, per parte loro, intorno a cinque issue: libertà, onestà,impegno, rispetto e dignità. Se osserviamo, infine, ifattori identificanti l’agire di quest’area politica,scopriamo un universo frastagliato, attraversato dapulsioni di comunanza (solidarietà, cooperazione,condivisione), dal riconoscere l’economia pubblica,dall’affermazione di libertà individuali, fino allaricerca di nuove dimensioni di armonia sociale emutualità. Pulsioni che esprimono la storia e il nuovodi quest’area politica; il portato lungo dell’identità disinistra e la ricerca di una nuova forma identitaria evaloriale che, facendo perno intorno ai temi dellagiustizia sociale e della condivisione, punti a generareuna nuova dimensione del futuro.

La brexit. Trump, la crisi dell’Europa e dell’ide aeuropeista. Il fallimento del liberismo. L’accre s cersidelle tensioni internazionali e l’incedere delterrorismo. I grandi flussi migratori. L’avanzare della tecnologia e dellarobotizzazione della produzione. La crisi del ceto medio. L’e splo deredelle contraddizioni ambientali. La caduta dei modelli di lavoro. Laprecarizzazione esistenziale dei giovani. L’accrescersi delle forme dibarbarie nella relazione uomo-donna. Le spinte protezionistiche e lepulsioni oscurantiste su diritti e libertà. Le brame fameliche del turbo-capitalismo finanziario. Infine, la tendenza a far saltare le istituzionisovranazionali e i modelli relazionali tra Stati, emersi dalla fine dellaseconda guerra mondiale. Sono tutti elementi del cambiamento inatto, che impongono alle forze di sinistra e centrosinistra di usciredallo sguardo corto cui da tempo (e in tutto il continente) si sonoancorate. La crisi del socialismo francese, l’impasse dellasocialdemocrazia tedesca, il ripiegamento del Labour britannico, lacrisi dei democratici Usa, dimostrano che l’universo di centrosinistraha bisogno di ridefinire le proprie strategie e la propria identità.

Ripensare il mondo. Avere un modello di società. Ridisegnareforme di futuro. Rigenerare un senso d’identità e la capacità empatica econdivisoria. Allungare lo sguardo e pensare alla totalità. Definireu n’idea di modello economico volta a emendare i tratti d’ingiustizia einiquità di quello attuale, senza rincorrere a velleitarismi anticapitalis tie rifuggendo, al contempo, dalla sudditanza liberal-liberista. Generareun nuovo gruppo dirigente. Implementare il gusto della cultura deldomani, della trasformazione permanente ed armonica della società.Rivitalizzare, infine, il tessuto etico. Sono tanti i temi su cui è chiamatoa ridisegnarsi l’ampio universo che si riconosce, a vario titolo,nell’alveolo della sinistra e del centrosinistra. Le risposte a questi temi,negli ultimi anni (ma è un vezzo storico della sinistra) hanno generatopulsioni divisorie, spinte centrifughe, arroccamenti tra possessori di“ve r i t à ”, facilitando le separazioni e bollature. La complessità della faseattuale pone alle forze di sinistra e centrosinistra l’urgenza dirinnovarsi, per rispondere in modo adeguato alle sfide in campo.Provare a mettere in fila i temi e le issue da affrontare non ha alcunapretesa di esaustività, né alcuna intenzione di proporre “ve r i t à ”, maintende porre sul tappeto alcuni stimoli. Possiamo identificare undecalogo, un’agenda di ambiti su cui riflettere, ben sapendo che il leitmotiv di fondo contemporaneo è la capacità di cogliere e interpretarela voglia di cambiamento.

Cosa chiede il popolo di sinistraDa dove partire per costruire una nuova identità

UN LIBRO SULL’ANALISI DEL VOTO DEL 4 DICEMBRE

«La prova del No» secondo i ricercatori del Cattaneo

Perché, dove e come il No ha prevalso nelreferendum del 4 dicembre scorso. Ma anche qualialleanze e conseguenze porta e porterà con sè.L’istituto Cattaneo di Bologna dà seguito alleconsuete e puntuale analisi post voto con un volumead hoc sul risultato che ha cambiato il corso dellalegislatura. «La prova del No» è in edicola da oggi, a

cura di Andrea Pritoni, Marco Valbruzzi e RinaldoVignati, ricercatori e politilogi tutti collaboratori delCattaneo (www.store.rubbettinoeditore.it/la-prova-del-no.html). Con la consueta ricchezza di dati siriflette sulla straordinaria partecipazione, sul profilopolitico e socio-demografico degli elettori, sugli esitinelle diverse regioni.

Mo n i to r

Enzo RissoDIRET TORES CIENTIFICOS WG

6666666358494844

6256544653414448

6160534654425151

sinistra centrosinistra

elettoriPd

Essere per far pagare le tasse a tuttiEssere per l’equità e contro le diseguaglianze sociali

Essere per le energie rinnovabiliEssere per la laicità dello Stato

Essere per il benessere sui luoghi di lavoroEssere per tagliare gli stipendi ai manager

Essere per tassare di più i ricchiEssere per una giustizia veloce

1 Le priorità più importantiper chi si sente di centrosinistraSecondo lei, per un partito di sinistra quanto è importante:

3028252120

191091911

2111142014

sinistra centrosinistra

elettoriPd

Essere per l’accoglienza degli immigratiEssere per la riduzione dell’orario di lavoro

Essere anticapitalistaEssere per la difesa delle imprese nazionali

Essere per il lavoro flessibile

2 I temi più freddiSecondo lei, per un partito di sinistra quanto è importante:

% molto

3531272321

3527412925

4129462726

sinistra centrosinistra

elettoriPd

libertàonestà

impegnorispettodignità

3 I valori di un partito di sinistraQuali sono i valori che riconosceoggi alla sinistra? (fino a 4 risposte possibili)

% molto importante

55372337271645

5537312725201310

5335293124181211

sinistra centrosinistra

elettoriPd

solidarietàcooperazionecondivisione

economia pubblicalibertà

mutualitàarmonia

comunanza

4 I temi per la sinistraQuali dovrebbero essere secondo leii nuovi temi della sinistra? (possibili 3 risposte)

% molto

1.Il primo ambito è la strategia per una nuova dimensione dellagiustizia sociale e della riduzione delle diseguaglianze. Non è

solo il quadro contemporaneo, con l’accrescersi delle divisionisociali e della crisi del ceto medio, a imprimere un’accelerazione inquesta direzione, ma è anche il futuro che si prepara, larobotizzazione dell’economia, a richiedere uno sforzo elaborativo.

2.Il secondo tema, per usare il titolo di un libro di ZygmuntBauman, è quello di porre nuova attenzione «alle sorgenti del

male». Occorre fare i conti con l’accrescersi delle dimensioni violentedella nostra contemporaneità, dell’imbarbarirsi delle relazioni trauomo-donna, ma anche della tendenza all’assuefazione, all’abitudineper le diverse forme di atrocità, ai meccanismi «dell’abituazionedesensibilizzante» (per dirla con il sociologo polacco).

3. Un terzo ambito è quello del lavoro. Qui la sfida si gioca sullacapacità di trovare una via tra innovazione tecnologia,

industria 4.0 e rivalutazione del valore del lavoro. Un tema che, nelbreve periodo, si gioca sulla capacità di individuare forme ditransizione nei processi di robotizzazione, nella certezza che ilmercato da sé saprà solo scaricare solo sulle persone i costi delnuovo mutamento produttivo. La robotizzazione e l’innovazione ineconomia, non possono essere fermate, ma esse non possono essereconcepite in funzione di nuovi profitti e produttività, ma devonodiventare anche un nuovo modo di vivere e dare lavoro.

4.Quarto ambito è quello di una nuova politica globale disostegno ai popoli. L’immigrazione non può essere affrontata

solo in termini di difesa, né, a contrariis, come pura accoglienza:occorre un modello in grado di dare risposte alternative ai grandiflussi migratori, capace di intervenire sulle cause e di generare futuroper le persone che non vivono nel cuore del mondo occidentale.

5. Quinto tema è quello imposto dalla società del rischio,dall’involuzione ambientale. Nuove forme di produzione e

gestione dell’energia, modalità di produzione innovative, nuovi stilidi vita, di pensare e costruire le città, sono i tasselli iniziali di unavision politica ambientale globale, capace di disegnare un nuovomodo di occupare il pianeta.

6. Sesto ambito è quello dell’economia e del modello produttivo.Le dimensioni del cambiamento smart, dell’innovazione, del

green, delle forme di lavoro e proprietà (dalla condivisione, allacooperazione) sono i tratti propedeutici di un modello non liberistadi fare economia, che deve trovare nuova legittimazione all’i n te r n odel disegno riformatore del modello capitalistico, con l’obiettivo dialimentare un’idea di un’economia giusta e di una crescita equa,equilibrata, armonica.

7. Settimo ambito, è quello della democrazia, dellapartecipazione, delle nuove forme della politica. La rete non è la

soluzione, ma uno degli strumenti per ridisegnare le formedell’impegno, del fare politica. La sfida per chi vuole guardare aldomani passa, inevitabilmente dalla capacità di ridisegnare modellie forme di partito, con l’obiettivo di dare reale ed effettivo ruolo epotere ai cittadini.

8. Ottavo ambito è quello dell’etica, in cui ritroviamo sia unamorale sobria del fare ed essere società e politica, sia una spinta

all’onestà nell’agire civico e imprenditoriale, sia i nuovi interrogativiposti dalla scienza e dalla tecnica.

9. Nono e penultimo ambito è quello della classe dirigente;dell’impegno ad attrarre e valorizzare i talenti e non solo gli

amici o i figli dei soliti noti o dei soliti privilegiati nelle corporazionichiuse. Classe dirigente vuol dire aprire, far ripartire l’as cens oresociale. Vuol dire che la sfida riguarda i partiti, ma anche ilcomplesso della società, facendo della ricerca della persona giustanel posto giusto, la dimensione dello scegliere, a tutti i livelli.

10. Infine, una nuova dimensione delle relazioniinternazionali, un ridisegno dell’essere comunità mondiale

in risposta al bilateralismo di potenza che si va delineando.Dieci punti. Anzi, dieci spunti, che concorrono, ciascuno per la sua

via, a comporre un’idea di futuro e una proposta politica, che hacertamente tratti impervi e vene utopiche, ma, come disse OscarWilde: «Una carta del mondo che non contiene il Paese dell’U to p i anon è degna nemmeno di uno sguardo».

Le esigenzepiù sentite,nel Pd comea sinistra:«Far pagarele tasse a tutti»e «solidarietà»