Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

16
trada Facendo Anno 7 | N° 11 | Dicembre 2012 | Consegna libera e gratuita LA RIVISTA DELLA DANTE ALIGHIERI DI RAMOS MEJ Í A

description

La rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía.

Transcript of Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

Page 1: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

trada FacendoAnno 7 | N° 11 | Dicembre 2012 | Consegna libera e gratuita

L A R I V I S T A D E L L A D A N T E A L I G H I E R I D I R A M O S M E J ÍA

Page 2: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

2 STRADAFACENDO // Dicembre 2012

Sommario

Commissione DirettivaDante Alighieri di Ramos MejíaDirettrice EditorialeSilvia FastucaSegretaria di redazioneBarbara BonacinDisegno GraficoGabriele AvellisCopertinaMatias CasanoHanno collaborato: Estela Diminich, KatiaCascarino, Angelo Farina, Adriana Verón Va-lussi, Silvia Fastuca, Barbara Bonacin, Mo-nica Paese, Patricia Battistin, Giuseppe Mio,

Teresa Cellone, Belia Marinato, Damian Di-stefano, Patricia Ana Sonnante e RosanaRogato, Silvia Brunetta, Eliana Napoli, Se-bastian Rodriguez, Maria del Carmen Oli-veri, Alessandra Benvenuti, Yamila Sabrin,Susana Mazzeo, tantissimi gruppi di Ramose della sede di Ituzaingó.

DistribuzioneASSOCIAZIONE DANTE ALIGHIERI DIRAMOS MEJÍARosales 358, B1704EYH Ramos MejíaProv. de Buenos Aires, Argentina(5411) 4656 3735 - [email protected]://www.ladante.com.ar

STRADA FACENDO

3 Progetti. Un’avventura che continua e sirinnova…

6 La Sardegna: i nostrilaboratori

8 La Festa della Repubblicae la Settimana Italiana al ritmo di musica

9 Al lavoro!

11 Tra il dire e il fare a la Rioja

12 L’arte di leggere

13 Corso e seminari dicucina

14 La pillola metodologica

15 Le massime diScaripatricia

16 Speciale sede Ituzaingó. Diamo il benvenuto ai nostri gruppi.

EditorialeStiamo arrivando alla fine di un nuovo anno. Un anno difficile,un anno strano, un anno diverso, almeno per me. Un anno incui mi sono guardata dentro e mi sono chiesta mille voltecome volevo vivere. Come mi dice la società? Ascoltando ecopiando i consigli che mi danno i mass media, attraversoi loro spot e i loro programmi televisivi? Ripetendo quello che siascolta? Devo copiare i nuovi valori per sentirmi parte di questo modello anche seproprio non mi vanno? NO, niente di questo ho voglia di fare perché anche se un nuovo stiledi vita s’impone ogni volta di più nella nostra società, devo dire che non lo condivido. Vogliocostruire la mia realtà in base a quello che sento e penso, voglio costruire la mia vita in basealle mie esperienze, voglio andare alla ricerca dell’informazione che voglio, dove come equando voglio io. Perché sono una persona che ha alle spalle una storia e questa mia storiava rispettata come va anche rispettata la storia di ognuno di noi. E in questo rispetto versonoi stessi e verso gli altri siamo un’unità, un’unità di corpo e mente che non si staccano maie che dipendono l’uno dall’altro più di quanto noi immaginiamo. Se ci rendessimo davveroconto della forte dipendenza tra l’uno e l’altro e di quanto possiamo aiutare o danneggiarecon le nostre azioni e il nostro vivere quotidiano, vivremmo tutti molto meglio. CORPO eMENTE in un’unione armonica per vivere, per crescere, per autovalutarci, per essere sincericon noi stessi, per guardarci allo specchio, per IMPARARE, per CAMBIARE e per ESSERE INCONTINUO MOVIMENTO. La nostra Dante è così, perché il nostro primo obiettivo è sempre stato quello di creare unascuola in cui i nostri studenti lavorino con la mente e con il corpo realizzando un apprendi-mento “INTERO”. La lettera di Marina, alunna della nostra Dante, è un esempio di quanto cerchiamo di tra-smettere.Non perdiamo la nostra essenza. Difendiamo e onoriamo il nostro ESSERE UMANI, LA NO-STRA VITA che non è altro che un viaggio verso una ricerca sincera che conduce alla realiz-zazione di noi stessi. Auguri!!

Direttrice Silvia Fastuca

El objetivo de esta publicación esmantenernos informados y actualiza-dos sobre temas referidos a nuestraAsociación y a la Lengua y CulturaItaliana.

Nº 11

trada FacendoAnno 7 | N° 11 | Dicembre 2012 | Consegna libera e gratuita

L A R I V I S T A D E L L A D A N T E A L I G H I E R I D I R A M O S M E J ÍA

Quattro anni fa ho iniziato lo studio della lingua italiana alla Dante Alighieri diRamos Mejía con il mio caro marito; così ho trovato un posto meraviglioso dove possoimparare la lingua insieme a un gruppo di persone che mi hanno accolto molto benee mi hanno adottato come se fossi della loro comunità. Il modo di insegnare attraverso il gioco rende l’apprendimento facile; è un piacereimparare la lingua in questo modo. Tutti gli insegnanti sono molto creativi. Le ultime settimane sono state molto difficili, ho cominciato a sentirmi male. Le miegambe non rispondevano come sempre, mi sentivo molto stanca, gli studi hanno con­fermato che la mia malattia (il Lupus – LES) si era riattivata. Ho sentito la tristezza el’angoscia ha rotto la mia volontà.In questo periodo il corso è stato una vera e propria terapia. Quindi vorrei che tutti imiei compagni e il nostro professor Angelo, sappiano quanto mi hanno aiutato a supe‐rare i momenti che sto attraversando; mi hanno dato forza, mi hanno fatto ridere, mihanno incoraggiato, e che dire di quanto mi sono sentita bene nel condividere con voiil karaoke: avete fatto in modo che la mia mente si liberasse!Durante la rappresentazione del progetto, so soltanto che ce l’ho messa tutta, dunqueper me è stato un successo che mi ha dato una grande gioia!!!! Per tutto questo dico “grazie a Dio .... per avermi permesso di incontrare persone me‐ravigliose come ognuno di voi... Grazie!”

Marina G. Garcia - B2

Page 3: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

nche quest’anno i nostri studenti hanno vissuto l’emozionedi creare il proprio progetto. Contemporaneamente per noi professori le loro presentazionie soprattutto i percorsi che vivono per costruirlo, ci permet-tono di continuare invece a riflettere didatticamente per poter

ogni volta di più imparare a guidare i nostri alunni all’interno diun’esperienza che li arricchiscalinguisticamente ma anche uma-namente.Per questo motivo quest’annoabbiamo cominciato ad inserire,con l’aiuto di alcuni gruppi,degli aspetti che permettano ainostri studenti di essere semprepiù protagonisti, non solo delloro lavoro ma anche di quellodegli altri.Prendendo d’ispirazione il teatropartecipativo-interattivo, chetrova le sue radici nel teatrodell’oppresso di Augusto Boal,un gruppo ha cercato di ricreare una piccola rappresentazione teatraleall’interno della quale potessero parteciparvi attivamente anche gli“spettatori” convertiti subito in spettatori-attori, ovvero persone checostruiscono con gli attori un po’ la tramadella storia pianificata. L’intervento attivo oltre amantenere alta la motivazionepermette a tutti di continuarea mettere in atto le strutturelinguistiche imparate, chevanno tra l’altro improvvisate,e di farsi travolgere in una sto-ria che possono anche con illoro stesso intervento cam-biare. Sicuramente si tratta diun aspetto che va ancora da noiapprofondito, ma di certo inco-raggiato, per gli effetti positivi che deter-mina.

Una notte al museo(racconto boccaccesco)!

Grazie agli insistenti suggerimenti del nostro professore, ilgruppo ha vissuto un’esperienza indimenticabile: è stata la prima voltache siamo riusciti a fare un film tutti insieme.

In un museo virtuale ognuno di noi harappresentato una famosa operad’arte: la Monna Lisa, Mosè, Venere,la Muta, la Fornarina, Federico di Mon-tefeltro, tutto sotto l’attenta sorve-glianza di un custode un po’ “brillo”,quando si spegnevano le luci tuttiprendevamo vita nel contesto di unracconto boccaccesco scritto da noi.La presentazione è finita con un esi-larante “Ballo del cavallo” insieme atutti i nostri compagni (incluso An-gelo)!!!!Ci siamo divertiti un sacco e il nostrogruppo si è unito ancora di più. Un’al-tra volta: GRAZIE, DANTE!!!!

Formazione Linguistica e Culturale 2

UN PERCORSO INTERATTIVO NELLASTORIA DELL’IMMIGRAZIONEIl nostro progetto è stato un omaggio agli immigrantiitaliani. Abbiamo celebrato il ricordo della storia deinostri nonni, genitori e anche di una di noi che è ve‐nuta da piccola con sua madre.

Tutti gli immigranti decisero realizzare il piùgrande sogno della loro vita: fare l'America!!!Lasciarono i loro affetti e la loro terra natale evennero in Argentina.Abbiamo ricreato quello che è stata l'immigra‐zione nei primi anni del secolo scorso nelporto di Genova, nella nave Tommaso di Sa‐voia, nel porto di Buenos Aires, in dogana, nell'albergo degli immigranti e nel “conventillo”. C’era sempre molta amicizia e solidarietà tratutti, era l'unico modo di essere felici in questiluoghi così lontani dalla loro terra, e si cantavae si mangiava come se si fosse in Italia: era unmodo per sentirsi più vicini alla terra natale.

È stata un’esperienza indimenticabile ed emozio‐nante, dove hanno partecipato tutti i compagni deglialtri corsi, perché questo grande sogno non si realizzòcon dei semplici spettatori ma con partecipanti attivie protagonisti, insieme a noi.Per un attimo siamo stati affianco ai nostri antenati.Semplicemente eccezionale, bellissimo!!!!!!!È stata un’opera piena di emozioni e allegria, con al‐cune lacrime e molto molto amore. Questo lavoro ciha fatto “tremare” il cuore.

B2

ProgettiUN’AVVENTURA CHE CONTINUA E SI RINNOVA

di Barbara BONACIN

A

PRONTO ROMANA!

L’idea di questo progetto non ci faceva sentire sicuri ed eravamo un po’ confusi,dato che conoscere la storia dell’Antica Roma ci è piaciuto veramente, come una

realtà per conoscere le nostre origini.Abbiamo conosciuto la vita di alcuni dei suoi personaggi

come Giulio Cesare, Cleopatra, Marc’Antonio e ancheSpartaco; ma quando il nostro professore ci ha dato laconsegna di rappresentarli e poi di farlo davanti acompagni di altri corsi, in coro abbiamo urlato: “AIU-TOOOO!!!” Dopo la paura iniziale, ci siamo sentiti soddisfatti, inparte per la collaborazione tra noi e poi per l’amicizia

nata durante la preparazione del progetto.Per noi è stato un grande successo ed il nostro profes-

sor Angelo un vero conduttore creativo!Pensiamo che sia stata una bellissima esperienza e per finire

possiamo dire che in gruppo si impara meglio, si supera la timidezzae che ci siamo divertiti un sacco!

Formazione Linguistica e Culturale 1 Dicembre 2012 // STRADAFACENDO 3

Page 4: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

NOI, SPECCHIO DEI NOSTRI NONNI

C’è chi ci ha domandato dove avevamo trovato i dialoghi per fare questo progetto. Per noi non è stato molto difficile,dopo la proposta del nostro professore di fare questo “Teatro della memoria” parlando dell’immigrazione in tre tappedella storia tra l’Italia e l’Argentina, siamo andati a cercare nella memoria familiare di ognuno di noi e spontaneamentesono nate le idee…Partendo dal dopoguerra, dove sulla nave si trovavano le persone che scappavano dalle conseguenze della guerra, lacoppia che veniva cercando un mondo migliore per la loro bimba, che nella semplicità delle parole, esprimevail desiderio di tornare in Italia, alla donna che era sola e stava raggiungendo il marito che erapartito prima… come molti dei nostri genitori e nonni…Il secondo gruppo, quello della fine dei ’90, cioè figli e nipoti di quegliitaliani, delusi e scoraggiati dall’ennesima crisi argentina,con “cacerolazos” e “corralito”, senza lavoro né speranzadecidono di partire per l’Italia pensando di trovarci il be-nessere perduto… ma sempre c’è qualcuno che preferiscerestare…E per ultimo: l’oggi, quelli che erano partiti un decennio faessendo molto giovani e tornano in Argentina a causa dellacrisi europea. Ed un’altra volta la speranza si apre… primaera un porto ed una nave affollata e puzzolente, oggi sonoi moderni aeroporti ed i “comodi” aerei… le valigie di cartonesono state sostituite da zaini firmati, e la carta e la penna daskype… ma la storia si ripete…

L’allegra Onda verde - B2

4 STRADAFACENDO // Dicembre 2012

ProgettiUN’AVVENTURA CHE CONTINUA E SI RINNOVA

RIVISTA: CUCINA BELLA

Ciao a tutti, noi siamo il corso B1 delmercoledì e questa è la storia del no-stro progetto.La nostra professoressa, Barbara, credovoglia fare la geometra “da grande”perché sempre dice: “facciamo un cer-chio”, e con un cerchio abbiamo co-minciato il progetto.Prima di tutto, abbiamo ascoltato leistruzioni per farlo: ognuno avrebbedovuto guardare un film che riguar-dasse un aspetto sociale (come l’ami-cizia, l’amore ecc.) e la cucina italiana ecomporre un articolo mettendo tuttoinsieme. Era un cammino abbastanza difficile, ma ci abbiamo messo il corpo e tutto ilnostro cuore. Abbiamo visto più di quindici film; trovato circa venti ricette e molte imma-gini di cibo; abbiamo ricreato trenta capi d’abbigliamento e vari elementi discenografia per le sessioni di fotografia. Abbiamo fatto più di ottanta fotoper accompagnare l’articolo e ci siamo inviati centocinquanta mail!!! (scrittein italiano, naturalmente).Infine, abbiamo voluto unire tutto ma non eravamo d’accordo. Ma nonsolo, ci siamo anche scontrati. E peggio ancora, arrabbiati!! Ma, alla fine,è nato un nuovo sole e la pace è ritornata in aula: abbiamo fatto un altrocerchio, abbiamo messo tutto insieme ed è venuta fuori UNA RIVISTA.Siamo orgogliosi del nostro progetto e ora vogliamo condividere convoi Cucina bella, la rivista che parla di cibo, di film e di sentimenti. CUCINA BELLA: PRENDETELA NELL’EDICOLA ITALIANA PIÙ VICINA!

B1

Un progetto da ricordare!

Siamo il C1 di sabato mattina e quest’annoabbiamo fatto un progetto molto diver-tente intitolato “Maschi vs Femmine”. Siamo molto felici ed orgogliosi di averlofatto, perché abbiamo stretto ancora di piùil rapporto tra noi e abbiamo pure raffor-zato la lingua. Angelo ci ha proposto una bella sfida, per-ché dovevamo raccontare le diverse tappedel rapporto tra uomini e donne attraversola storia delle nostre famiglie.Ringraziamo molto i nostri professori dacui abbiamo imparato tanto per riuscire a“mettere in scena” il nostro lavoro.Grazie Dante per offrirci questi spazi inquesti bellissimi anni trascorsi insieme!!!

Gli angiolini indiavolati – C1

Page 5: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

Dicembre 2012 // STRADAFACENDO 5

ProgettiUN’AVVENTURA CHE CONTINUA E SI RINNOVA

Il giornale "Ecco Italia"Noi siamo il Lontano Ovest, il corso A2 del venerdì della Danted'Ituzaingó. Per concludere l'anno abbiamo fatto un giornalemolto lungo che abbiamo chiamato "Ecco Italia" (sempre laverità). Per questo abbiamo messo insieme diverse idee escelto di viaggiare nel tempo. Abbiamo conosciuto l'ImperoRomano, il Medioevo, il Rinascimento e siamo tornati all'attua-lità.Siccome il 4 aprile c'è stato un tifone che ha por-tato il Genio Eugenio a esaurire i nostri desideri,tra cui di poter avventurarci in altre epoche passate,noi abbiamo deciso di stampare un'edizione stra-ordinaria per raccontare le esperienze vissute.Così abbiamo parlato con i grandi artisti della pitturae della scultura - Michelangelo, Raffaello, Leonardo,ecc., abbiamo visto come sono stati costruiti alcunimonumenti dell'Antica Roma e conosciuto la loro vitaquotidiana, le loro abitudini, cosa mangiavano...Nella conferenza stampa, il giorno della presentazione,i Tifosi dell'A1-A2 ci hanno fatto delle domande a cuinoi abbiamo risposto. Tra queste: se abbiamo avutopaura di non poter ritornare al presente e cosa abbiamosentito durante la nostra permanenza in quei posti. Il Lontano Ovest non ha paura ed è pronto per una nuova av-ventura.

Il Lontano Ovest A2 - Ituzaingó

IL BAR RISORGIMENTALE

Se la storia la scrivono quelli che vincono, vuol dire cheesiste un’altra storia...Siamo a più di un secolo e

mezzo dal movimentochiamato Risorgimentoitaliano, a 151 anni dal-l’unità d’Italia e dalla finedi un insieme di stati di-versissimi tra loro, perdiventare una nazione.Abbiamo fatto un per-corso attraverso ilpensiero dei prota-gonisti, i loro ideali, iloro progetti, i lorosogni ma anche le

loro miserie, le loro ambizionipersonali e contraddizioni.

Abbiamo capito che l’unità di un paese va oltre la buro-crazia delle dichiarazioni; l’identità, bisogna costruirlagiorno per giorno, con il lavoro, l’inclusione sociale,l’uguaglianza, lo studio, lo sviluppo, il sacrificio, l´onestà,l´amore per la lingua e le tradizioni, tornando in un certosenso ai principi rivoluzionari di uguaglianza, libertà e fra-ternità con i quali ebbe inizio questo processo.Ci siamo divertite conoscendo la storia di questi anni,mettendola in comune e dibattendola tra di noi e alla fine,interpretandola mettendoci nei panni dei protagonistinella rappresentazione finale, “Al Bar Risorgimento”: Verdi,Mazzini, Garibaldi, Cavour, Gioberti...siamo cresciute comestudentesse, come persone e come gruppo. E ne siamofiere!

Formazione Linguistica e Culturale 3

Quando Angelo ci ha invitate a scrivere una rivistasulle parolacce, ci ha colte di sorpresa e ha provo-cato in noi reazioni diverse. Alcune di noi non eranod’accordo, mentre altre hanno accettato volentieri.Durante il nostro lavoro, abbiamo capito che le pa-rolacce sono parte della lingua e del parlato quoti-diano, che possono essere offensive o innocue,secondo il contesto in cui si dicono. Possiamoascoltarle da persone semplici o istruite.Non credevamo che ne esistessero tante nella nostralingua, è stata per noi un’importante esperienza conoscere que-sta stravagante storia della lingua italiana. Mentre facevamo la ricerca su questo lavoro “particolare”, ab-biamo imparato un po’ sul turpiloquio; esistono linguaggi diversisecondo l’età, la classe sociale, il posto dove si trova la persona,o il lavoro che fa.Oggi il suo uso è più frequente e così è diminuita la sua violenza,forse questo si deve a un rilassamento linguistico e uditivo.

Dire paro-lacce nonvuol dire par-lare bene omale, a volte,ognuno usauna parolacciaper farsi ve-dere simpa-tico. Anche i

nostri avi le dicevano!!!Frequentemente l’uso di questi termini hanno un indiscutibileeffetto positivo: placano lo stress.Vi invitiamo a viaggiare nell’affascinante mondo del turpiloquio,non ve ne pentirete ve lo assicuriamo!!!

Formazione Linguistica 1

IL TURPILOQUIO DELLA SERA

Page 6: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

gni anno, La Dante,ci propone una gior-nata diversa per ritro-varci tutti insieme,

invitandoci a lasciarci trasportaredalla curiosità, dall'immagina-zione e a percorrere così, quellaterra che amiamo, la terra dellenostre origini, nel mio caso, la terradi mio padre… la bella Italia.In quest’ occasione, laregione scelta, è stata laSardegna, che ha risve-gliato in me un grande in-teresse a partecipare,dato che un mese prima,ero stata lì in viaggio.La proposta dei laboratorisono sempre una sfidapersonale a lavorare ingruppo, dove la sommadella volontà, il contributopartecipativo, l’espressionee la creatività dei parteci-panti rendono possibile unobbiettivo finale comune.Nel laboratorio d’arte ab-biamo lavorato su due elementi carat-teristici di questa terra misteriosa estraordinaria, i nuraghi ed i murales.I primi, affascinanti enigmi di un pas-sato antico, e gli altri, un’arte più at-tuale, nata negli anni ‘70, gli annidella contestazione giovanile, dove sivedono i muri che narrano la vitaquotidiana, le grandi conquiste, le fa-tiche, le sofferenze e le speranze diuna comunità.Ma vorrei aggiungere che le propostedei laboratori non è solo imparareuna regione dell’Italia, è molto dipiù… è condividere con gli altri stu-denti, è contribuire a formare valoriumani basati sul rispetto, sulla socia-lizzazione; è integrare tutti quelli cheiniziano a scoprire il magico mondo initaliano con quelli che già lo sentonocome proprio… queste sono le coseper cui vale la pena vivere ogni annol’esperienza dei laboratori!

Io sono María del Carmen, studentessa della Dante di Ituzaingó, nel mese di agostosono andata alla Dante di Ramos, per partecipare ai laboratori della Sardegna. Io eroiscritta al laboratorio di canto e ballo: abbiamo imparato delle canzoni in lingua sarda!È stato un po’ difficile ma divertente.Dopo, ci siamo riuniti tutti insieme per presentare davanti agli altri e così abbiamo po­tuto vedere come erano l’arte, l'architettura e il teatro sardi. Noi abbiamo cantato da­vanti a tutti, con un po’ di vergogna ma con tutta la voglia e la gola!!!! Alla fine abbiamomangiato tutto quello che aveva fatto il gruppo di cucina.È stata una giornata meravigliosa, dove ho potuto conoscere i ragazzi di Ramos, e ancheuna lingua nuova. Sicuramente, l’anno prossimo andrò anche al nuovo laboratorio.

María del Carmen Oliveri ­ A2 Ituzaingó

Abbiamo lavorato tutti insieme, alunni e professori. Loro sono stati simpaticissimi eci hanno insegnato un sacco di cose nuove. Io avevo scelto la cucina...tra una ricetta el'altra, mi sono ritrovata a conoscere nuovi compagni e la loro storia di vita. Una bellaesperienza accompagnata da nuovi sapori e piatti pieni di colore! Dopo ci siamo riuniti per vedere i lavori degli altri: rappresentazioni teatrali, canto (ab­biamo cantato tutti insieme una bellissima canzone sarda) e ballo; dopo aver visto unballo di gruppo ci siamo messi tutti quanti a ballare! Per chiudere la serata, gli altri gruppi sono venuti in cucina per assaggiare quello cheavevamo preparato, era tutto buonissimo, infatti nessuno ha perso l'opportunità diprovare niente! Una giornata da non dimenticare!!

Yamila Sabrin – C2 Ituzaingó

6 STRADAFACENDO // Dicembre 2012

LAB LABORATORI 2012La Sardegna

di Alessandra BENVENUTIB2

O

Page 7: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

I laboratori allaDante Alighieri sonostati molto divertenti ed educativi.Oltre a incontrare persone, impararele canzoni popolari della Sardegna ead assaggiare i piatti gustosi e tipicidi questa regione, mi sono sentito,almeno per un po', immerso nellacultura italiana.È stata una bella giornata e mi auguroche il prossimo evento sia presto persaperne di più della bellissima Italia.

Sebastian RODRIGUEZA1 Ituzaingo

Il 25 agosto sono stata con le miecompagne alla Dante Alighieri diRamos Mejía e ho partecipato al la­

boratorio legato ai costumi e alletradizioni. Abbiamo creato le

maschere dei Mamuthones e degliIssohadores. I primi hanno le ma­schere nere di legno, e gli Issohado­res invece una giacca rossa e deipantaloni bianchi. Io ho rappresen­tato un ballo che dovevo portare lamaschera "a gattu" la più famosa del­l'Isola, con un copricapo bianco, una

fascia rossa sulla testa e il velo neroche mi copriva il viso, simbolo

della morte. È stato molto in­teressante, io non la cono­scevo. Abbiamo dovuto farei vestiti ­ la Dante ci ha datotutto il materiale per farlo­.Insomma, abbiamo cantato,

ballato e mangiato quello chehanno fatto le persone del la­

boratorio di cucina. È stata pro­prio una bella giornata che ci ha

fatto imparare tante cose che non sa­pevamo. Un bacione.

Silvia BRUNETTA C2 Ituzaingò

Dicembre 2012 // STRADAFACENDO 7

Laboratorio di Ballo

Abbiamo fatto il laboratorio di ballo della Sardegna con i miei compa‐gni dell’A1‐A2 di sabato mattina e di altri livelli della Dante di Ramos.La presentazione è stata fatta dalla divertente professoressa Adriana.Abbiamo ballato tantissimo con lei..Abbiamo riso tantissimo e ci siamogoduti il pomeriggio imi‐tando i balli tipici dellaregione. Alla finedella presenta‐zione abbiamocondiviso buo‐nissimi piattiregionali. Èstata moltobella la presen‐tazione! Vogliamo che si ri‐peta!

Eliana NapoliA1‐A2

Nel mese di agosto, siamo state in-vitate a partecipare ai laboratoridedicati alla SARDEGNA. Oltre al-l’interesse per conoscere quella re-gione italiana, eravamo incuriositeperché questa attività si svolgevaalla Dante di Ramos, che non cono-scevamo, ed è la sede madre!!!Abbiamo ricevuto un’accoglienzacordiale, festosa, che ci ha fattosentire a nostro agio, come se fos-simo a casa nostra. Tutti i professorierano travestiti, sembravano deiveri pastori sardi! Simpaticissimicon i baffi e i bastoni!Dopo l’incontro in un salone affol-lato, dove abbiamo condiviso giochi,saluti e sorrisi di compiacimento,ognuno se ne è andato con i respon-sabili dei laboratori. Io ho scelto difare teatro con Giuseppe e Gabriele,che hanno molte capacità espres-sive e comunicative.Abbiamo incominciato a leggere lapiccola opera: la scena si svolgevanella casa di una famiglia sarda ilcui padre e anche il figlio maggioreerano artisti (uno faceva i murales,l’altro le maschere e i vestiti per lefeste) mentre la loro fattoria an-dava in malora. La madre e le due

figlie si lagnavano delle condizionidi vita che erano costrette a sof-frire.Alla fine tutti ci siamo ritrovati in-sieme ed ognuno, svolgendo il pro-prio lavoro, ha rappresentato lacultura, la musica, l’arte, la cucina,le feste e tradizioni della SARDE-GNA!!!Grazie ai laboratori ho conosciutotante cose belle di questa regione!!Ringrazio la Dante Alighieri diRamos Mejía e i professori per l’op-portunità di condividere una cosìbella esperienza.

Susana MazzeoC2 Ituzaingó

{

LAB

Page 8: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

UNA SERATA INDIMENTICABILECome ogni anno in tutto il mondo, nel

mese di ottobre, si festeggia la Set-timana della Lingua Italiana. Que-

sta volta la Dante di Ramos Mejíaha deciso di commemorare que-

sto evento cantando. Ed è così chevenerdì 19 ottobre, professori e

alunni ci siamo ritrovati tutti insiemeper mettere a prova le nostre gole!

Certamente, c’erano quelli veramenteaccordati, ma cantavano (??!!)anche quelli a cui la natura non gli

ha dotati dei “geni” di Luciano Pavarotti... Ma per fortuna, sempre c’è qualcuno più

coraggioso, e la serata di Karaoke è stataaperta dai professori che, come un coro angelicale,

ci hanno fatto ascoltare le loro voci. Comunque, se-guendo il ritmo di Pausini, Ramazzotti, Ligabue e tanti altri,

canzoni nuove e quelle tradizionali, anche noi alunnici siamo buttati e abbiamo incominciato a can-

tare.Le prime canzoni sono state cantate un po’

timidamente, ma qualche minuto dopo,quando il caldo del salone incominciava

a sentirsi, ed il profumo della pizzaanche, ci credevamo tutti delle verestar della canzone.Così, al canto è seguito il ballo, ed alballo, l’entusiasmo e la sfrenatezza. Lastanchezza del venerdì era passata ela parola stress era stata cancellatadai nostri dizionari.

Quando è arrivata la fine della serata,ce ne siamo andati tutti con la certezza

che quella era stata un’altra giornata in-dimenticabile di quelle che di solito ci re-

gala la Dante di Ramos, trascorsa in mezzo atanta gente che è già diventata una bella e

grande famiglia. Teresa Cellone - B2

Ci vuole un chiarimentoPer tutti quelli che guardano la nostrafoto e pensano cosa facciamo masche-rate così.

idea era quella di cer-care una canzone diver-tente da presentarealla Festa della Re-pubblica. Ci

sono venuti in mente deipezzi come “44 gatti,“Aggiungi un posto a ta-vola”, " Il caffé della Pep-pina", ma finalmenteabbiamo deciso di cantare“Malamoreno”, il branopresentato da Arisa al festivaldi Sanremo 2010. Questacantante ci offriva non solo unacanzone con un bell’argomento:l’amore, il motore del mondo; maanche un look molto particolare che l’hacaratterizzato. Allora, dopo aver provatoparecchie volte (perché il ritmo dellacanzone era molto più veloce diquanto il suo testo potesseessere letto) ci siamo pre-sentate davanti al pub-blico con l’appoggiodi Ariel, Adriana,Silvia, Monica eBarbara. La sor-presa? Abbiamoindossato unpaio di occhialisimili ai suoi e unbel rossetto sullelabbra. Adesso sì, poteteconfermare chesiamo proprio diven-tate matte dopo tantianni alla Dante di Ramos.

Quest’anno abbiamo aperto i corsi con un cartello chenelle nostre bacheche diceva: “Canta che ti passa!”,poi il nostro bar si è trasformato in un piccolo palcodi Sanremo con tutti i dischi appesi ed infine ab-biamo deciso di festeggiare il 2 giugno e la Setti-mana della Lingua italiana con la musica. Crediamoche anche nei momenti peggiori la musica e ilcanto possano sempre rallegrare i cuori delle per-sone. E così è nato “KARAOKEANDO” che ancoranon è entrato come termine nell’Accademia dellaCrusca (ma sicuramente lo proporremo).

8 STRADAFACENDO // Dicembre 2012

L’

Rosana RogataPatricia Ana Sonnante

La Festa della Repubblica e laSettimana ItalianaA RITMO DI MUSICA

Page 9: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

Partire

Partire.Andarmene.Fuggire nelle mattine nuove.A tessere rugiada,a fermare i pensieri inquieti,covando una speranza vaga.

Scappare nella nebbia.Correre statica ed etereain questo tempo cupo, Inutile. Tardivo.Partire con il vento,Così, senza una meta.Fuggire nel tuo sguardo,vicino al tuo respiro.Perdermi molto lontanodietro l´orizzonte.Sommergermi nell´aurorasotto un salice solitario.Fondermi con l’ecodi una voce amata.Avere mille ali,e volare, in ogni dove.Andarmene. Semplicemente.Al di là di ogni sentimento.Afferrando l´infinito.Inventando il mio universo.Fuggire nel tuo sguardoVicino al tuo respiroAndarmene lontanoVerso un mondo infinito, e senza tempo.

Estela Diminich

Dicembre 2012 // STRADAFACENDO 9

AL! AL LAVORO!Sta per partire l’aereo della fantasia: OGGI SI FA… POESIAL´arte di scrivere è presente in ognuno di noi. Dobbiamo solo cercare di tirare fuori l’artistache è dentro, prendere foglio e penna e lasciar trasportare la mano dal pensiero.La poesia è l’arte di scrivere ciò che si ha nel cuore attraverso i versi, è una libera espres‐sione dell’animo e fa molto bene scrivere a briglie sciolte, liberando la mente.Se poi, si desidera imparare a comporre rime e a rispettare certe regole, lo si può fareesercitandosi e prendendo spunto da poesie di poeti affermati di cui la nostra letteraturane è piena.Ecco un piccolo campione del lavoro fatto dalle nostre alunne in aula.{

L´AMICIZIA

Un tesoro diffi­cile da trovare.È magnifica, ne­cessaria, confor­tante.Quando la sitrova, viene colti­vata giorno pergiorno.E lo si fa senza pensare.Un´amica ti ascolta, tiaiuta, ti accompagna,senza dubitare.Ti prende per mano ecammina assieme a te.Così è l´amicizia, vera ereale

Formazione Linguistica 1

L´AMORE ASSENTE

L´amore appassionato, intenso, do­lente.Quando è presente mi fa tremare,sentire speciale, unica al mondo.AMORE, tu sei la vita.Tu sei la luce che illumina il cuore, ilpensiero, la mia anima,la mia strada che senza te è tropposcura.Tutti i giorni ti cerco, e lo so che sei vi­cino.Non ti vedo però...Comunque non mi arrendo.AMORE, prima o poi, ti troverò.

Formazione Linguistica 2

Un mazzetto di ragazze belle,Unite alla ricerca dello stessoobiettivo.Un gruppo di donne forti,Che ancora possono giocarecome bambine.Quella timida, quella estro-versa.Quella divertente, quella pazzafuriosa.Quella leader, quella solare.Quella ribelle, quella sincera.Tutti fiori diversi, ma dellostesso giardino.Siamo GLOTTO DUE, il gruppopiù birichino.

GLOTTO 2

Page 10: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

10 STRADAFACENDO // Dicembre 2012

AL! AL LAVORO!

redo che parte di un lavorod’imparare qualsiasi cosa, èfarlo senza avere paura o es-sere nervosi (come quando

eravamo bambini a scuola); senza doversempre pensare che bisogna studiare ri-cordando concetti a memoria per avereun buon voto alla fine nell’esame, e poiconcluso il lavoro.Cercare di farlo facendo una "cosanuova" partendo dalla nostra vita, comese fosse qualcosa di naturale, è il lavoromigliore. E ve lo dico io, perchè ci credoveramente. E lo percepisco così tantoche ultimamente sogno (sogno nel verosenso della parola, cioè quandodormo!!!) di parlare in questa lingua chetanto amo e che ormai la sento propria(come se lo fosse sempre stata).Far imparare in modo originale e fa-cendo cose diverse tutto il tempo èparte di questo lavoro, difficile, perchébisogna pensare in continuazione a cosafare per attirare il nostro interesse. Èquesto l’aspetto più innovativo dellaDante di Ramos.

Come tutti i giorni siamo arrivati in aula,forse alcuni di noi stanchi, dopo averavuto un giorno difficile, ma... aprendola porta quel giorno è venuta a riceverciuna cagnolona nera bellissima, grande,molto grande, molto contenta di vederci.Era Morena!!!!! La cagna della nostraprofessoressa Barbara. Se questo era ungiorno in cui il mio umore era giù, la le-zione insieme a lei lo ha fatto cambiarecompletamente. È stata una lezione bel-lissima, perchè oltre al piacere di cono-scerla, abbiamo potuto lavorarelinguisticamente con la sua partecipa-zione. Per esempio, abbiamo creato unapubblicità di un prodotto chiamato "pet-tinacane": un pettine che tranquillizza icani un po’ stressati o irrequieti. Lei è

statadavve ro

una grande attrice: sembrava proprioche si rilassasse con il prodotto. E tuttoquesto facendoci dimenticare la paura diparlare e di sbagliarci, perche dovevamorecitare con lei!Anche l’altro gruppo doveva creare unapubblicità, e così è nata una gara. Tuttoquesto è importante perchè stimola adessere originali, a pensare ad una rap-presentazione unica; rappresentazioneche deve sorgere dalla voglia che ab-biamo dentro e che l’insegnante devesaper trovare al momento giusto.Questo lavoro è stato diverso da qual-siasi altro, perchè ha fatto emergerequello che c`era nella nostra anima. Èemerso il desiderio allo stato puro. Il de-siderio in italiano!

Damian Distefano - B1

Un’ospitespecialeIN AULA

C

UN'ESTATE DIVERSAVolete fare una crociera? Discu-tere, esaminare e considerare unargomento sui problemi attuali?Sapere cosa ha detto il presi-dente della Repubblica Italiana,sui bimbi figli di stranieri, nati inItalia?Allora dovete venire a fare con-versazione alla Dante, durante levacanze estive. Professori e mo-deratori: Angelo e Gabriele, ve-loci e sicure le loro risposte alledomande, tante volte non moltochiare. I compagni? Tutti intelli-genti, incuriositi, attivi. Sempredisposti a imparare con gioia:questa è stata sempre la regolain ogni lezione.Abbiamo imparato a conversare,a esprimere le nostre idee, e poiabbiamo finito con i “fuochi d'ar-tificio”: con i cantucci fatti da An-gelo (con il vinsanto di rigore!!!),e le cialde fatte da due compa-gni, Anna ed Aldo, come le deli-zie fatte dai nonni.Un’estate davvero bella, la consi-glio. Ogni martedì, uscivamocontenti, soprattutto perché ave-vamo imparato, qualcosa dinuovo.

Belia MarinatoCorso conversazione estivo

Page 11: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

Dicembre 2012 // STRADAFACENDO 11

A La RiojaTRA IL DIRE E IL FARE...

uando parlo delCorso di Forma-zione per docentidi italiano, Tra ildire e il fare … per

una didattica coerente, ideatoed organizzato da me e daBarbara Bonacin, ho bisognodi avere davanti a me questainteressante vignetta di Ma-falda che rappresenta in realtàla motivazione del nostrocorso. Niente è per caso, matutto è casuale. Infatti, la vitaci ha fatto incontrare e nonper caso. Io e Barbara,chissà perché, abbiamoimpresso nella nostramente, nel nostro corpo enella nostra vita la forte ideache si impara in un modo di-verso e che l’apprendimentonon deve essere una soffe-renza come ce lo fa vedereMafalda e come l’abbiamosentito molti di noi nella no-stra storia, ma un piacere, unadecisione, un bisogno, unostile di vita, perché l’appren-dimento oggi è permanente,per tutta la vita.Era da anni che sentivo la vo-glia di organizzare un corso diaggiornamento per docenti, èper me un modo di raccontaree di trasmettere la mia espe-rienza come alunna e comeinsegnante. Come alunna, ab-

bastanza negativa perché misono sempre annoiata moltoin tutti i corsi che ho fatto ecome insegnante, all’iniziodella mia carriera, percepivosoprattutto una grande diffe-renza tra quello che dicevanoi libri e quello che facevano iprofessori in classe. La nostra propostanon è

nuova enon è nostra, èscritta sui libri di didattica enoi LA FACCIAMO NOSTRA EL’AVVERIAMO. Sembra moltosemplice, se è scritto sui libri,lo studi, lo impari e lo fai. Manon è così, la psicologia infattici dice che i cambiamenti nonsi producono facilmente, chefanno paura e quindi a voltese non superiamo questapaura ci adattiamo passiva-

mente alla re-altà. Ripetiamo quelloche abbiamo studiato ma nonmodifichiamo i nostri atteg-giamenti e quindi non modifi-chiamo la nostra realtà.Sappiamo che questa è la dif-ficoltà che presenta il nostrocorso, essere appunto dispo-

sto a modificare ipropri

a t teg-giamenti e

a cambiare quindila realtà degli studenti. La Dante Alighieri di La Riojaha accettato questa sfida e nelmese di giugno abbiamo in-trapreso un viaggio meravi-glioso che ci ha portato aconoscere e a scoprire unascuola bellissima, aggiornatae con insegnanti di qualità.Per 12 ore, il tempo che ci hamesso la macchina per arri-

vare a La Rioja, abbiamoparlato e parlato senza fer-

marci un attimo. Sempre dididattica, sempre del nostrocorso, approfittando per orga-nizzare gli ultimissimi dettagli.A La Rioja, ci aspettava Carla,un’insegnante delle Dante deLa Rioja che ci ha dato il ben-venuto e ci ha accompagnatoaddirittura in albergo e dopoa cena con altre insegnanti.Il corso è stato bellissimo,molto arricchente. La ric-chezza, io e Barbara la vediamoappunto nei cambiamenti cheriusciamo a produrre nei nostristudenti. Le ore passavano e icambiamenti si producevanoquasi per miracolo. Ma noisappiamo che non è un mira-colo, ma sono la voglia e lapassione che ti spingono afare… in modo coerente.In ogni corso che facciamopiantiamo un seme, il Corsofatto a La Rioja, è sorto dal Se-minario di didattica fattopresso la nostra sede nel mesedi gennaio. Carla, l’insegnanteche ci ha ricevuto a La Rioja,ha fatto il nostro corso a gen-naio e ha portato a La Rioja, ilnostro seme, il seme dell’auto-nomia, il seme dell’ apprendi-mento permanente, il seme diuno stile diverso, più reale, piùvivo, più autentico, più coe-rente …TRA IL DIRE E IL FARE.

Qdi Silvia FASTUCA

Page 12: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

12 STRADAFACENDO // Dicembre 2012

L’arteDI LEGGERE

Una notte d’amore è un libro letto in meno… Ben vengano di libricome quello di Fabio Volo, l’unico forse, che non condividerebbe ilpensiero di Balzac. Scrittore, ma prima di tutto speaker radiofonico,attore, senza dimenticare il suo passato da panettiere, Fabio atterracon il suo libro “Il giorno in più”, leggero e spensierato, sui como-dini della alunne del C1, solo qualche mese fa. L’idea di sdoganareautori nuovi e, se vogliamo, stravaganti come Fabio Volo mi entu-siasma. E’ la mia risposta alla domanda sempre viva degli studentiche vogliono avvicinarsi alla cultura, all’essenza di un Paese comel’Italia che cambia, si trasforma, si rinnova e partorisce personaggiattuali, versatili e cambianti. Fabio è ilmito delle trentenni italiane che ascol-tano alla radio tutte le mattine i suoiconsigli, si innamorano delle sue teoriesull’amore e la vita, che leggono i suoilibri pieni di storie quotidiane farcite disuccessi e fallimenti. Perché quindi nonfarlo amare anche “dalle mie donne” delmartedì mattina? Detto, fatto. Propongoloro come esperienza nuova, un’allet-tante lettura collettiva del libro, una spe-cie di caffè letterario, un circolo delsapere oltre oceano, che si chiuderà conla promessa della visione del film a fineanno, l’ultimo lavoro cinematografico diVolo che mette su pellicola le avventuredi Giacomo, il protagonista del libro.Siamo agli sgoccioli della fine dell’anno,la lettura è stata terminata non ci restache lasciare un commento…la parola ora“alle lettrici”!

di Katia CASCARINO

Tempo fa, la nostra prof. Katia, ci ha parlato di un librochiamato “Il giorno in più” dello scrittore Fabio Volo edabbiamo deciso di leggerlo in gruppo. La storia cheracconta Volo è semplice, è facile da leggere e capire.È molto carina e piacevole pure. Non ve la racconteròperché vorrei consigliarvi di leggerla ma soltanto vidirò che è la storia di un qualsiasi ragazzo “post” ado-lescente, sia italiano o di un’altra nazionalità, che senteche il senso della vita non è molto presente, che tutti igiorni sono uguali e passano senza un obbiettivo; finoad accorgersi che dopo certi fatti che accadono, le cosepossono cambiare e si può guardare la vita con unosguardo diverso. È un romanzo che esalta l’amicizia emostra i dubbi che sicuramente tutti noi abbiamoavuto qualche volta, riguardo a determinate scelte pre-senti nel percorso della vita. Ma anche sottolineaquella condotta adolescente, che ci fa essere attentialle piccole ed insignificanti cose della vita, come peresempio uno sguardo di chi ci piace e trasformarlo inun fatto unico. Fabio Bonetti, più conosciuto comeFabio Volo è uno scrittore giovane di 40 anni. Fa pure

l’attore e lo speaker. Ha presentato ilprogramma “Le iene”, la versione italianadel nostro “Caiga quien caiga”. L’espe-rienza di leggere un libro in gruppo èstata molto piacevole perché ognunopuò avere la sua visione del romanzo e,quindi, si può confrontare i diversi pen-sieri ed interpretazioni del testo. Ancheperché è stato un bel momento da con-dividere con tutte le mie compagne e laprof Katia, ridendo insieme delle avven-ture del personaggio del romanzo, Gia-como.

Silvia Cabaleiro Impera

Il libro mi ha preso fin dalle prime righe,come succede sempre con quelli che mipiacciono, perché altrimenti li lascio su-bito! La storia è quella di un uomo allaricerca di una donna che ha visto percaso nel tram che prendeva per andareal lavoro e così, anche per caso, ed

anche per cercare lei, come accade spesso, si è incon-trato con il vero amore. I protagonisti sono Giacomo eMichela. Dopo averla vista per mesi sul tram e di nonaver avuto il coraggio di dirgli nemmeno una parola,quando lei si trasferisce a New York per lavoro, lui va acercarla. In questo percorso lui impara a conoscersi dipiù e prova la maturità dell’amore. L'ho trovata una sto-ria bella, il linguaggio è semplice e colloquiale anzi. Silegge velocemente anche perché si vuole capire quelloche succederà. Leggetelo! Vi piacerà!

Irene Longobardi

“Il giorno in più” abbiamo cominciato a

leggerlo ma è stato una grande scoperta

perché Volo non ha nemmeno scritto

esattamente un romanzo, ma una sorte

di confessione intima del protagonista,

narrata in prima persona. Giacomo ti rac-

conta la sua storia di amore come se

fosse una chiaccherata tra due amici in-

timi, che si conoscono da una vita, dove

ci revela non solo segreti propri, ma

anche alcuni gesti quotidiani, ciò che sono

suoi ma che sembra siano comuni a tutti

gli individui sulla terra, come se fosse un

saggio sociologico. Infatti, Giacomo ci

coinvolge nella sua storia personale in un

linguaggio semplice però pieno di umanità

che ci porta nei diversi capitoli, all’analisi

dei raporti contemporanei con uno

sguardo pieno di comprensione riflessiva

e di speranza. Una bella idea, una pro-

posta attraente; un invito che voglio

estendere a tutti quelli che vogliono una

lettura interessante.

Patricia Casanova

Page 13: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

Dicembre 2012 // STRADAFACENDO 13

Una cucinaSEMPRE ATTIVA

ono ormai 4 anni chela nostra cucina siapre alle abilità culi-narie di Ariel, il no-stro cuoco, e dei

nostri alunni che amano lespecialità italiane. Da que-st’anno appuntamento mensileanche con i seminari, per ac-contentare proprio tutti i gusti:pasta, pizza, dolci, salse… Mache bontà, ma che bontà!!!

I lunedì ci troviamo nel posto giu-sto: “la cucina della Dante”. Lìaspettiamo tutti il nostro cuoco,che di cattivo ha solo il nome(visto che la sua email è cuoco-cattivo@...).Non sappiamo cosa faremo, ognivolta è una sorpresa: quando sen-tiamo la sua voce dire “allora oggifaremo…” noi restiamo a boccaaperta, ma sempre nel suo visoappare un sorriso e via! E così ini-ziamo.Abbiamo imparato un sacco di cosenuove, segreti, trucchi per fare unbel pranzo o un’ottima cena. I com-pagni sono davvero in gamba enon ci sono mai problemi.Primo passo: leggere la ricetta,poi domandiamo i dubbi, ognunofa il lavoro che indica Ariel, e tramolte risate facciamo le ricette;alla fine puliamo tutto (padelle,ciotole, terrine ecc.) apparec-chiamo il tavolo, ci sediamo an-siosi e mangiamo un boccato dicardinale.

Ce ne andiamo contenti di avertrascorso un giorno diverso, felicidi stare in compagnia di bellepersone.Grazie ad Ariel per la sua sempli-cità perché è nella semplicità chesi vede la grandezza delle bellepersone. Un boccato di cardinaleAriel. Ciao!

C’è sempre posto per aggiun-gersi al corso, ecco una nuovaalunna di quest’anno: Gra-ciela Zanoli:

Mi domando come mai se cucinotutti i giorni a casa mia, vengo quia fare lo stesso lavoro e, addirit-tura, mi tocca lavare anche i piatti.I dubbi svaniscono presto e ognivolta mi trovo ad aspettare conentusiasmo il lunedì per tornarciancora.Cucinare sì, va bene, può farlochiunque abbia volontà, ma cuci-nare come arte e scienza che vuoldire conoscenza ed esperienza ègià un’altra cosa.Sono qui a condividere l’allegria,la novità e l’impegno di avvici-narmi ai fornelli insieme ai mieicompagni di tavolo. E se poi par-liamo di cucina italiana, per chi dinoi abbia radici italiane, rappre-senta un forte richiamo alla pro-pria storia di vita, storia che cicollega al passato per vivere piùcompiutamente il presente.Per finire, una delle tante paroleche ho imparato nel corso: farcia.Qualsiasi composto culinariousato per farcire.

SSeminario pasta

Seminario dolci

Seminario pizza

Corso di cucina

del Corso di Cucina

Page 14: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

14 STRADAFACENDO // Dicembre 2012

uesta volta la pil-lola metodologicaci porta al di fuoridell’aula. Un luogo decisa-

mente complesso, per diversiaspetti, e dove forse a nessunoverrebbe in mente che anche lì sipuò accendere un interesse peruna lingua come l’italiano. Ho viaggiato per anni nellalinea Sarmiento e all’inizio vo-levo persino scrivere un libro:erano così tante lecose che vedevo ecosì strane che laprima cosa che mi èvenuta in mente è dicomunicarlo. Ma perun libro ci vuoletempo e dedizione eio in quel momentonon avevo purtropponessuna delle dueperché troppo presadalle idee che do-vevo sviluppare ascuola. Peccato! Ho dettoquella volta. Ma a distanza dianni mi è venuta un’idea: per-ché non “portare” l’italiano intreno e regalare alla gente unmomento di allegria come fac-ciamo all’interno della nostrascuola. Giusto quest’anno lemie alunne di glottodidatticafiniscono il corso ed eranopronte per l’ultima sfida: unalezione in un luogo completa-mente diverso dall’aula, iltreno!

Sapevo che si sarebbero sor-prese e anche un po’ spaven-tate ma che dopo anni dilavoro non mi avrebbero dettodi no e si sarebbero coinvoltecon energia come sempre. Maqui non era solo questioned’impegno e nemmeno di di-dattica, era superare la pauradi prendere un treno un po’“scomodo”, era sentirsi allosbaraglio, perché non solofuori da un’aula ma anchedall’Istituzione che ti pro-tegge, significava superare

pregiudizi e paure. Hanno cre-duto nel valore di questa ini-ziativa e a giugno sono salitesu uno dei vagoni e hanno re-galato un po’ di magia italianaalle persone in viaggio. È statauna grande emozione per loroe anche per me e quando homesso le foto sul facebookdella Dante ho scritto questo:queste foto sono dedicate atutti quegli insegnanti che nelmondo dicono: “non si può

fare… è impossibile.Il gruppo di glotto3 ci insegna cometutto si possa fare,dentro e fuoridall’aula”. Grazieragazze per averaccettato questasfida!Ed ora le testimo-nianze delle pro-tagoniste!

di Barbara BONACIN

Q

PM LA PILLOLA METODOLOGICAL’italiano sul treno

Prima di salire sul treno...

Ci siamo divise in due gruppi per trovare delle idee.

I giochi dovevano essere brevi perché il tempo di du-

rata del viaggio da Ramos a Ituzaingó era più o meno

di 20 minuti.

Un gruppo ha fatto dei cartelloni con i diversi saluti.

Dove c’ero io invece abbiamo pensato di unire il calcio

con il cibo, e per questo abbiamo costruito una pizza

gigante con i nomi di otto squadre di calcio italiane,

con delle porzioni di pizza, e i nomi di otto calciatori

argentini che giocano in quelle squadre: i passeggeri

dovevano collegare il calciatore con la squadra giusta.

Un altro gioco: indovinare il nome di diversi cibi, dei

quali mostravamo la foto, e alla fine pre-

sentavamo il cartellone con i nomi di

ogni immagine. Come chiusura dove-

vamo cantare una canzone che fosse co-

nosciuta un po’ da tutti: per questo

abbiamo scelto “Un’estate italiana”.

Dopo aver pensato ai giochi abbiamo

preparato il materiale, pensato nei mi-

nimi dettagli. Rosalia ha fatto i cartelloni

con i saluti, Gloria i cartelloni con i nomi

dei cibi, Nadia ha stampato le immagini

dei cibi, Belén si è occupata della mu-

sica, Ada ha preparato le magliette di cal-

cio per tutte, i grembiuli e ha comprato

delle caramelle; io ho costruito la pizza

gigante di cartone e stampato il ritornello della can-

zone scelta da distribuire ai passeggeri. Ho organizzato

anche dei souvenir da aggiungere ai lecca lecca da

consegnare a tutti alla fine e i cioccolatini da dare ai

vincitori delle diverse attività. Per questo ho preparato

delle palline di calcio di cartone aggiungendo un cioc-

colatino dietro, e ai lecca lecca gli ho incollato dei bi-

gliettini di cartone con il seguente testo: “L´italiano in

treno” Glotto III Dante Alighieri di Ramos Mejía” ed

una bandierina argentina e italiana.

Nel mio caso non volevo prendere il treno perché

avevo paura, e glielo avevo già spiegato a Barbara

appena lei aveva presentato il progetto. Per fortuna

mi ha capita e mi ha detto di aiutare nell’organizza-

zione delle attività.

Alla fine ho deciso di non prendere il treno, ma ero

sicura che le mie compagne avrebbero fatto un eccel-

lente lavoro, perché sapevo che erano brave.

Dopo la presentazione ho visto le foto sul facebook

della Dante e ho pensato: “Queste sono le mie com-

pagne!! Barbara deve essere orgogliosa di loro, sono

bravissime!! Grazie di essere così, mi mancheranno

i sabati mattina, perché è arrivata la fine... che fortuna

ho avuto ad incontrarle nella mia vita!!”

Fernanda Kruglianky

segue a pagina 15...

Page 15: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

Dicembre 2012 // STRADAFACENDO 15

Tutto quello che fai, hai fatto e farai appariràscritto sul libro della tua vita, e i giorni vissuti allaDante faranno parte delle pagine che vorrai rileg‐gere per sempre; rifacendo il sommo poeta ita‐liano sulla porta della Dante ci dovrebbe esserescritto LASCIATE OGNI NOIA A VOI CHE ENTRATE.{

{LE MASSIME di SCARI

Patricia BATTISTIN

segue da pagina 14...

Secondo me il lavoro è stato molto ricco, dall’inizio con la pre‐parazione del materiale, fino al momento in cui siamo salitesul treno. Credo sia stato un’esperienza molto importante pernoi come gruppo perché abbiamo sperimentato il modo difare una lezione del tutto diversa!

Belen Duque

Con questo progetto ho avuto molti dubbi, poi, man manoche organizzavamo tutto l’entusiasmo aumentava. Ho vis-suto questo momento molto intensamente e cu-riosa di osservare la reazione dei passeggeri.È stato fantastico! Ho sentito una gran-dissima emozione vedendo la parteci-pazione dei passeggeri a questonostro progetto. Un’emozionemolto grande nel vedere l’alle-gria che abbiamo portato sultreno, i passeggeri hanno di-mostrato un grande interesseper il calcio, la musica, e ilcibo. Abbiamo giocato, can-tato e trasmesso tanto inte-resse per l’italiano che mi hastupito. Sono felicissima di averpartecipato a tutto questo e sonosoddisfatta di aver dato a questepersone assopite dal lavoro e daipensieri, tanta allegria e vedere il ri-spetto che hanno avuto nei nostri confrontii venditori ambulanti, veramente fantastico! Misono divertita da morire, non l’avrei mai immaginato!

Ada Lodi

Ho vissuto questo progetto come una sfida im‐portante per me perché dovevamo affron‐tare e parlare davanti a molta gente esenza conoscere nessuno. Ho dovutofarmi coraggio e ce l’ho fatta!Dal punto di vista didattico è statomolto ricco perché abbiamo dovutopensare alle attività e dopo adattarle aquel luogo che non era un “sempliceluogo” e nemmeno famigliare. Senz’al‐tro è stato molto originale e divertente.C’è stata molta complicità tra di noi eabbiamo formato un bel gruppo, perquesto è stato un grande successo.

Rosalia Salvia

Una volta ricevuta la scaletta proposta da Barbaraabbiamo iniziato il lavoro, tanto individuale quantogruppale. Dopo giorni di ricerca, discussioni e pratica siamoarrivate alla giornata di prova. L’abbiamo fatta in salone conun livello A1 che simulavano di essere i passeggeri del treno.Il sabato seguente invece, dopo le prove in aula e gli scun-giuri di Ada perchè la pioggia finisse, siamo andate verso lastazione di Ramos Mejia. La gente in treno ha risposto conentusiasmo e il risultato per noi è stato ottimo. Poche pa-role, il suo significato, il simbolismo profondo, la musica, ilprofumo immaginato ha fatto fare un “viaggio specialis-simo” alle bellissime persone che ci hanno accompagnato.Il messaggio della lingua arrivó.

Gloria Cecotti

Quando ho iniziato a studiare alla Dantedi Ramos non avrei mai pensato che ungiorno mi sarei trovata a fare un pro‐getto così bello. Come di solito succede atutti, all´inizio del progetto mi sono fattatante domande, soprattutto sul come farlo...ma poi lavo‐rando in gruppo con le mie carissime compagne siamoriuscite a sviluppare questa esperienza indimenticabile!Insegnare fino a quel momento era pensato dentro l´aula,piena di studenti che vogliono imparare. In questo caso,

sul treno, potevamo trovarci con personeche stavano ascoltando della mu‐

sica, leggendo, parlando colcellulare e anche dor‐

mendo... e tutti pen‐sando a cose diverse.

Sembrava una sfidaquasi impossibile...Ha superato tuttele mie aspetattive!Non solo per ilfatto che abbiamocoinvolto quasi

tutti sul treno maanche perché siamo

riuscite a portare bri‐ciole di allegria alle per‐

sone. Mi sono sorpresadella quantità di persone che

conoscono la lingua e la civiltà ita‐liana.

Penso che è stata la miglior chiusura per questopercorso...e ci dimostra che quando uno

vuole davvero una cosa, bastamettere cuore e passione e

tutto può diventare realtà. Ringrazio le mie compa‐

gne: tutte insieme fac‐ciamo una miscelaesplosiva! E anche imiei insegnanti Bar‐bara e Gabriele per‐chè senza di loronon sarebbe statorealizzabile!

Grazie alla Dante checi permette ogni volta

d´imparare di più, nonsolo la lingua italiana ma

anche nella vita.

Nadia Keilis

PM

Page 16: Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

SIt Speciale ITUZAINGODiamo il benvenuto ai nostri nuovi gruppi!