Storia - giannidallaglio.it · Storia A destra spicca la scritta latina “Sa-cra defendo jura”,...

6
Il “Vittorino da Feltre” e la tradizione che si rinnova di Gian Antonio Dall’Aglio Storia

Transcript of Storia - giannidallaglio.it · Storia A destra spicca la scritta latina “Sa-cra defendo jura”,...

Page 1: Storia - giannidallaglio.it · Storia A destra spicca la scritta latina “Sa-cra defendo jura”, due lapidi ricor-dano gli allievi caduti nella guerra MCMXV-MCMXVIII e durante le

Il “Vittorino da Feltre” e la tradizione che si rinnovadi Gian Antonio Dall’Aglio

Storia

Page 2: Storia - giannidallaglio.it · Storia A destra spicca la scritta latina “Sa-cra defendo jura”, due lapidi ricor-dano gli allievi caduti nella guerra MCMXV-MCMXVIII e durante le

Storia

A destra spicca la scritta latina “Sa-cra defendo jura”, due lapidi ricor-dano gli allievi caduti nella guerraMCMXV-MCMXVIII e durante le“tre guerre 1935-1945”; le bandieredella Repubblica Italiana e dell’U-nione Europea indicano che siamonel XXI secolo. La parete di sinistradell’atrio di ingresso sostiene il bu-sto di Padre Francesco M. Parisi, pri-mo rettore della scuola dei Padri Bar-nabiti che in questo edificio ha dis-pensato sapere ed educazione per 107anni. In una stanza di rappresentan-za a sinistra dell’atrio fan bella mo-stra sui muri i ritratti dei “principidegli studi”, gli studenti che dalle ele-mentari alla maturità hanno ottenu-to i migliori risultati.La storia del Vittorino da Feltre, au-torevole istituto scolastico paritariogenovese del XX secolo, inizia 131anni fa, nel 1876, nel palazzo di Sa-lita Santa Caterina 10, quello in cui,en passant, nel 1854 era nato il mar-chese Giacomo Della Chiesa che sa-rebbe diventato papa col nome di Be-nedetto XV (1914-1922). Fu il mar-chese Gerolamo Da Passano a isti-tuire le scuole che volle chiamare colnome di un grande umanista ed edu-catore cattolico e laico: Vittorino de’Rambaldoni, detto da Feltre. “Vic-torinus feltrensis summus mathema-ticus et omnis humanitatis pater” eranato intorno al 1378; spirito asseta-to di conoscenza e di cultura diven-

ne precettore dei figli del signore diMantova Gian Francesco I Gonzagaper il quale nel 1423 fondò la primascuola realizzatrice degli ideali uma-nistici fusi con lo spirito cristiano acui diede il nome di “Ca’ Gioiosa”. Morì a 68 anni nel 1446.Nel 1895 le scuole dei marchesi DaPassano vennero acquistate dai Padri

Barnabiti che cercando una sede piùgrande e più adeguata alle necessitàeducative si trasferirono nel 1900 inun nuovissimo palazzo di via Mara-gliano, una strada giovanissima cheancora era “senza tracciato e proce-deva incerta fra le altre case in co-struzione sino alla Montagnola di Ca-valletto”; il palazzo sorgeva sull’or-to dell’ex-convento francescano diSanta Maria della Pace, una chiesa orascomparsa che col nome di San Mar-tino in Via esisteva forse già nel 1006. La presenza dei Barnabiti nel mon-do scolastico genovese non era nuo-va: già nel 1606 avevano una scuolain Campetto, quindi nel 1656 si tra-sferirono nella chiesa di San Barto-lomeo degli Armeni ma la scuola pri-vata in Campetto funzionò sino al1798 quando l’avvento della Re-pubblica Ligure democratica e na-

Varcando il portone d’ingresso del palazzo di inizio Novecento di via Anton Maria Maragliano 1si capisce subito di essere entrati in una scuola di antico blasone.

15

L’attuale facciata dell’edificio (a fronte)e la pianta del caseggiato sorto sullerovine della Chiesa della Pace.

Page 3: Storia - giannidallaglio.it · Storia A destra spicca la scritta latina “Sa-cra defendo jura”, due lapidi ricor-dano gli allievi caduti nella guerra MCMXV-MCMXVIII e durante le

poleonica ne decretò la fine.Ed ecco che con gli auspici dei mar-chesi Da Passano i Barnabiti ricom-paiono nel panorama scolastico ge-novese; mantengono il nome Vitto-rino da Feltre perché esso richiamaa una tradizione pedagogica mirata aformare la personalità dei ragazzi at-traverso la crescita sul piano spiri-tuale, intellettuale e umano. Sonomotti del Vittorino barnabitico che“al Vittorino si studia, si prega, si gio-ca, si vive, si cresce insieme”, che “ilVittorino è una scuola, ma anche unmodo di essere”. In questo contestodi educazione e vita ben si inseri-scono gli aspetti più “ludici” dellastoria studentesca vittoriniana, qua-li le settimane bianche e verdi nellacasa alpina di Courmayeur o le tra-dizioni di spirito goliardico-bai-strocchino per cui a Carnevale glistudenti erano autorizzati a travestirsi

da donna e il primo giorno di scuo-la in certe prime classi entravano nongli studenti nuovi ma gli ex dell’an-no precedente. Esistevano peraltroanche tradizioni per così dire più se-rie, come gli spettacoli teatrali orga-

nizzati dalle elementari e dalle me-die per le festività o dai maturandi co-me saluto finale alla scuola, la scuo-la di teatro su temi classici e lettera-ri, o più semplicemente lo scuolabusper portare da casa a scuola e vice-versa gli alunni che abitavano piùlontano. E negli incontri annuali diex-allievi era abitudine che gli ex-alunni offrissero prestazioni profes-sionali, ciascuno nel proprio settore,per finanziare la scuola.Come tutto e tutti, anche il Vittori-no seguì l’evoluzione dei costumi edei tempi, così che dall’anno scola-stico 1969-70 furono ammesse le ra-gazze; qualche bambina nelle ele-mentari c’era anche prima ma eranosoltanto le sorelle di studenti maschigià vittoriniani.Ad insegnare erano i padri Barnabi-ti affiancati, specie negli ultimi anni,da insegnanti laici. Negli anni d’orol’istituto ebbe sino a 600 studenti di-visi in classi che raggiungevano an-che i 40 allievi ciascuna; si tramandail ricordo di una maestra che otten-ne un megafono per poter farsi sen-tire dai suoi 39 alunni. Alla tradizione pedagogica e al pro-getto educativo dei Barnabiti si devela formazione di parecchie migliaia digiovani e di buona parte della classedirigente imprenditoriale e politicadella Genova del XX secolo. Senza farnomi per evitare di dimenticare qual-cuno di importante, vogliamo solo ri-cordare colui che forse è il più famoso(e il più citato) fra gli ex-alunni vit-toriniani: “Il maturo Signore vestitocorrettamente di grigio che assistevaall’uscita degli scolaretti dal collegiodei Barnabiti non aveva destato dap-prima alcuna attenzione tra i pochiadulti ch’erano in attesa fuori.(…) Ilsignore maturo - chiamiamolo il si-gnor M. per brevità- (…) si mosselentamente verso i portici di Via XXSettembre. I portici erano press’a po-

16 Storia

Stemma del “Vittorino”.

Il “nuovo Vittorino” in una foto del primo Novecento.

Page 4: Storia - giannidallaglio.it · Storia A destra spicca la scritta latina “Sa-cra defendo jura”, due lapidi ricor-dano gli allievi caduti nella guerra MCMXV-MCMXVIII e durante le

17

Dall’alto e da sinistraIl busto del padre barnabita Giovanni Semeria, religioso e scrittoredi chiara fama.

Il busto di padre Francesco M. Parisi,primo rettore del “Vittorino”.

Lapide “Sacra defendo jura” e particolare.

Page 5: Storia - giannidallaglio.it · Storia A destra spicca la scritta latina “Sa-cra defendo jura”, due lapidi ricor-dano gli allievi caduti nella guerra MCMXV-MCMXVIII e durante le

18 Storia

Page 6: Storia - giannidallaglio.it · Storia A destra spicca la scritta latina “Sa-cra defendo jura”, due lapidi ricor-dano gli allievi caduti nella guerra MCMXV-MCMXVIII e durante le

19Storia

co quelli di quarant’anni prima, e an-che l’edifizio della scuola non eramolto mutato. Il signor M. era mu-tato assai e lo sapeva...” EugenioMontale, Farfalla di Dinard.

Marco Tullio Cicerone e GiovanniFalcone dicevano che tutte le coseumane sono caduche, hanno un ter-mine, e anche l’età dell’oro del Vit-torino da Feltre dei Padri Barnabitiebbe fine. Con l’evoluzione del “si-stema-scuola” degli ultimi decenni, ilpareggio di bilancio aziendale è di-ventato necessario per le scuole pa-ritarie - e ormai anzi anche per le pub-bliche; inoltre il calo demografico del-la popolazione ha ridotto il numerodegli iscritti alle scuole private reli-giose mentre la crisi delle vocazioniha ridotto quello dei docenti. Ciò hacostretto molte scuole religiose allachiusura, lasciando più spazio allescuole private laiche. Per far so-pravvivere la loro scuola in crisi diinsegnanti, di studenti e di bilancioeconomico, i Barnabiti han cercatocordate di finanziatori, soprattuttofra gli ex-alunni ormai inseriti nelmondo economico e finanziario ge-novese ma senza successo. Quandola situazione è diventata insostenibilehanno venduto: dopo oltre otto an-ni è stato trovato un acquirente concui la trattativa si è conclusa nel lu-glio 2007. E così, dopo i marchesi DaPassano e i Padri Barnabiti, il Vitto-rino da Feltre ha trovato i suoi ter-zi “genitori”, la Italscuole.Italscuole è una società genovese chegestisce istituti scolastici ed è at-tualmente proprietaria anche dell’I-stituto Bernini con sede in PiazzaSanto Stefano. La società si occupadi gestione scolastica ed educazionegiovanile con spirito laico, non lai-cista né anticattolico, basandosi su

principi e valori morali “illuminati”e non ha vincoli o legami con nessunistituto di credito e nessuna associa-zione politica. Il passaggio di pro-prietà e di gestione del Vittorino daFeltre dai Barbabiti a Italscuole è sta-to vissuto con apprensione da partedel personale scolastico, degli stu-denti e delle loro famiglie, tutti ti-morosi per il rischio che si perdes-sero posti di lavoro e per i paventa-ti mutamenti nel sistema educativo edidattico. Per queste ragioni, i primipassi di Italscuole sono stati rivoltiad assicurare famiglie, docenti e per-sonale non docente circa la continuitàdell’attività scolastica e il manteni-mento dei posti di lavoro, nonché aspiegare il nuovo progetto azienda-le e il nuovo progetto educativo, chevuole essere coerente coi principi dibase dell’attività di Italscuole ma sen-za rotture con la precedente impo-stazione educativa barnabitica, giàconosciuta e apprezzata da quelle fa-miglie che hanno deciso di continuaread iscrivere qui i loro figli. Il pianodi rilancio dell’istituto è basato sul-la creazione e il mantenimento di rap-porti personali con gli studenti e leloro famiglie e sull’esistenza di unprogetto educativo condiviso, par-tecipato, attuato. Senza ricorrere al-la pubblicità per aumentare la visi-bilità pubblica dell’istituto e senza laricerca di sponsor che a fronte di uneventuale sostegno economico po-trebbero voler interferire con la ge-stione amministrativa e con l’attivi-tà educativa invece autonome.Oggi al Vittorino funzionano l’inte-ro ciclo di elementari e medie conun totale di 60 alunni e due classidella quinta liceo scientifico. Le al-tre classi dei licei classico e scienti-fico sono state collocate al Bernini,in piazza Santo Stefano, perché l’e-dificio di via Maragliano, essendo ul-tracentenario, necessita di una ri-strutturazione profonda per poter di-ventare una struttura didatticamen-te moderna e a norma secondo la le-gislazione in materia di sicurezza; trale novità in questo senso ci sarà l’i-

stituzione di un servizio di control-lo permanente dotato delle più mo-derne tecnologie. Salvo imprevisti siprevede che i lavori possano esserecompletati entro un anno. Le innovazioni in campo didatticoprevedono fra l’altro l’applicazionedell’informatica anche alle materieclassiche - filosofia compresa - e l’av-vicinamento all’università degli stu-denti liceali e delle loro famiglie at-traverso incontri con docenti uni-versitari di chiara fama. Ovviamen-te la scuola ha un sito web in alle-stimento. Alla fine dei lavori di ristruttura-zione del palazzo di via Maraglianonascerà il “nuovo” Bernini (i PadriBarnabiti hanno chiesto e ottenutoche il nome “Vittorino da Feltre” ri-manesse legato al ricordo della lo-ro scuola) che sarà figlio della fu-sione fra i due attuali istituti; potràaccogliere sino a 450 studenti divi-si fra elementari, medie, liceo clas-sico, liceo scientifico; con la spe-ranza che in futuro divenga possi-bile aprire un terzo indirizzo supe-riore (liceo linguistico europeo) euna scuola materna. Se questo nuovo istituto scolasticonato anche dall’eredità del Vittorinoda Feltre riuscirà a rappresentare lafigura educativa del “padre” morale- quella figura che nella scuola di viaMaragliano per più di un secolo è sta-ta dei Padri Barnabiti e che dovreb-be essere caratteristica fondamenta-le di qualsiasi scuola e di qualunquecorpo docente - allora l’unificazio-ne del Vittorino da Feltre con il Ber-nini avrà avuto un senso e un moti-vo. Sarà una scommessa vinta? Ai posteri...

Si ringraziano per la collaborazione e leinformazioni fornite Mimmo, “facto-tum” e memoria storica del “vecchio” Vit-torino e ormai anche del nuovo, e il Pro-fessor Guido Paolo Ancona, Consigliered’Amministrazione del Vittorino da Fel-tre nell’attuale gestione Italscuole.

Bibliografia: “Il Vittorino nel LXXV difondazione”, Numero unico, Genova,Natale 1975.

A fronteLapide in memoria degli allievi caduti in guerra.

Veduta di alcuni spazi internidell’edificio.