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STORIA INTERNAZIONALE DELLETACONTEMPORANEA

FEDERICO ROMERO

1. TRASFORMAZIONE E CRISI DELLORDINE IMPERIALE EUROPEO

Dal 1870 quando la vittoria militare sulla Francia install la Germania al centro del continente quale principale potenza strategica e industriale, la stabilizzazione di un equilibrio europeo era diventata questione di difficile soluzione. Per venti anni la sofisticata diplomazia di Otto Von Bismarck riusc a contenere o forse solo a rinviare il problema. Ma i fattori di rivalit erano troppi. Fu dallultimo decennio dellOttocento che il sistema dellequilibrio di potenza si trasform in una contrapposizione sempre pi rigida tra due blocchi di alleanze rivali impegnate in un riarmo che divenne frenetico.. Allesplosione della guerra nel 1914 si arriv per una molteplicit di cause, ma quel che era chiaro era che quel conflitto apriva una nuova era. La sua vastit e durata catapultarono sulla ribalta nuovi protagonisti primi fra tutti gli Stati Uniti che del sistema dellequilibrio di potenza europeo non erano stati parte e non volevano pi saperne.

LASCESA DELLA GERMANIA

Il poderoso sviluppo economico e demografico avviatosi in Germania dopo lunificazione configurava lascesa di una potenza superiore nel centro dellEuropa. Nellindustria pesante, epicentro della seconda rivoluzione industriale,leconomia tedesca arrivava , alla vigilia della guerra, a un netto primato europeo ed era seconda solo alla potenza americana. La prospettiva di unegemonia tedesca sul continente era quindi plausibile e ci parve ancora pi preoccupante dopo il 1890 quando Berlino orient la sua diplomazia verso un rapporto privilegiato di alleanza con lAustria. La Francia che nel 1870 si era vista sottrarre lAlsazia-Lorena, vedeva lascesa della Germania come una diretta minaccia. La Russia temeva che lespansione commerciale e diplomatica tedesca indebolisse le sue posizioni nellEuropa Sud orientale. Perci Mosca e Parigi iniziarono a cooperare e nel 1894 strinsero unalleanza difensiva rivolta contro la Germania e lAustria. Questa Intesa si contrapponeva alla Triplice Alleanza (1882) che legava Berlino con Vienna e Roma. Si configurava quindi un Continente diviso tra due schieramenti contrapposti e ci innescava un vero e proprio dilemma della sicurezza. Il rafforzamento della Germania e il rischio di una sua egemonia continentale finirono per preoccupare anche la Gran Bretagna. Londra era ancora la maggiore potenza finanziaria del globo e la massima potenza navale ma il suo primato economico era rapidamente eroso dallascesa delle due nuove grandi forze industriali del pianeta, gli Stati Uniti e la Germania. Una parte dellelite britannica riteneva utile un avvicinamento alla Germania visto che gli avversari naturali sembravano la Francia e la Russia, suoi concorrenti nellespansione coloniale in Africa e Asia. Ai primi del Novecento fin, tuttavia, per prevalere un diverso orientamento. Berlino era nella speranza di indurre la Gran Bretagna ad accettare una qualche forma di alleanza. Ma a Londra si consolid la percezione che oltre la sfida commerciale si stesse delineando anche un vero e proprio pericolo strategico tedesco e cos la Gran Bretagna decise di impegnarsi nel riarmo.

LA CORSA AGLI IMPERI

La Francia aveva edificato un grande impero coloniale in Africa e una significativa presenza in Indocina. La Russia aveva influenza in molte zone dellAsia centrale ed interessata ai destini dellImpero ottomano e del Medio Oriente. Negli ultimi decenni dellOttocento la progressione degli imperi coloniali europei si era fatta particolarmente rapida ed intensa, basata come sempre sul predominio commerciale e navale, con limposizione di amministrazioni coloniali. La corsa allimpero stava assumendo sempre pi esplicitamente anche una dimensione strategica perch nuove conquiste erano spesso ritenute necessarie per ragioni di controllo navale o militare, al fine di consolidare il dominio su quelle precedenti. Ciascuno si riteneva perci impegnato in una sfida senza confini, non solo per laffermazione dei propri interessi commerciali ma perla salvaguardia di un ruolo di potenza ritenuto vitale per il proprio futuro. La Gran Bretagna, riorganizzando le sue priorit in rapporto alla nuova percezione di un potenziale antagonismo di fondo con la Germania, nel 1902 strinse un alleanza con il Giappone e nel 1904 giunse ad unintesa cordiale con la Francia: questa consent ai due maggiori imperi coloniali di risolvere i loro contrasti e migliorare i rapporti.

PROBLEMI E PROTAGONISTI ASIATICI

La questione cruciale era quella del commercio con la Cina, che molti vagheggiavano come uno dei grandi mercati del futuro. Nel tardo Ottocento la Gran Bretagna era la protagonista principale degli scambi con le zone costiere dellImpero celeste, giungendo a controllarne quasi i tre quarti del valore. Dopo il 1894 irruppe sulla scena il Giappone, che mirava ad eguagliare la modernit delle principali potenze occidentali. Dopo aver avviato una graduale sottomissione della Corea, nel 1894Tokyo mosse guerra alla Cina e le impose di cedere lisola di Formosa,rinunciare a ogni influenza sulla Corea e concedere a Tokyo unarea di influenza esclusiva sulla penisola di Liaodong. Germania, Francia e Russia chiesero a Pechino ed ottennero la concessione di monopoli commerciali ed amministrativi su delle aree portuali. La Gran Bretagna si accod a questa tendenza e pure gli Stati Uniti fecero sentire la propria voce. Essi proposero una soluzione diversa da quella delle potenze coloniali: le loro note diplomatiche della porta aperta (1899-1900) chiedevano che venissero garantite condizioni imparziali di accesso commerciale per tutti. Washington contribu insieme alle truppe delle altre potenze alla repressione della rivolta anti-occidentale dei Boxers scoppiata a Pechino nel 1900. La Cina non aveva la capacit di opporsi alle limitazioni di sovranit che le venivano imposte e la competizione inter-imperiale per linfluenza in Cina port ben presto allo scontro tra Russia e Giappone direttamente interessate alla Manciuria. Forte dellalleanza stretta con la Gran Bretagna, il Giappone dichiar guerra alla Russia nel 1904. La guerra termin nel 1905 con la vittoria giapponese. Per la prima volta nellepoca moderna un Impero europeo veniva battuto da un Paese asiatico e la sconfitta di Mosca evidenziava le debolezze dellimpero zarista.

GLI STATI UNITI COME POTENZA MONDIALE

Con 75 milioni di abitanti, grandi risorse naturali, un mercato interno di proporzioni continentali, un apparato industriale e finanziario altamente concentrato, allinizio del Novecento essi ormai primeggiavano in molti campi; gli Sati Uniti stavano rapidamente avvicinando la Gran Bretagna come principale protagonista del commercio mondiale. Nel 1898, lespansionismo americano ebbe lopportunit storica per sospingere il Paese a un inedito ruolo di potenza mondiale. La guerra vittoriosa contro la Spagna, scoppiata intorno al futuro di Cuba in cui un vigoroso movimento indipendentista subiva la repressione di Madrid, ebbe infatti un forte valore sia simbolico che pratico. La forza commerciale e navale dellAmerica assumeva un ruolo preminente nei Caraibi e nel Pacifico.. In America Centrale la loro forza economica e militare si tradusse in incontestata egemonia , con un controllo indiretto ma stringente su Cuba e le altre Nazioni. La dottrina della porta aperta costitu la prima sistematizzazione dei principi di liberismo multilaterale che gli USA avrebbero poi posto a fondamento della loro politica del Novecento. A partire da tale dottrina gli Stati Uniti iniziarono a delineare alcuni tratti di un ipotetico codice di convivenza internazionale,ma quella dottrina conteneva anche un principio pi generale intorno al quale avrebbe dovuto essere strutturato il sistema internazionale: quello della sovranit nazionale. A questo principio il governo americano aggiunse poi la richiesta di usare procedure legali come la mediazione e larbitrato per la risoluzione delle dispute internazionali e la prevenzione dei conflitti. La prepotente avanzata dellindustrializzazione e dei suoi criteri di razionalizzazione produttiva e organizzativa si accompagnava allintensificazione dei flussi commerciali e finanziari internazionali. Stava cio affermandosi una interdipendenza (tra i mercati, tra i maggiori centri finanziari), ma questa crescente interdipendenza aveva anche un suo rovescio: quanto pi si intensificavano gli scambi e si collegavano i mercati, quanto pi societ diverse interagivano in modo tanto denso quanto diseguale, e tanto pi si avvicinavano e congiungevano anche i punti di tensione e le fonti di conflitto. Linfittirsi dei reticoli di interdipendenza in cui gli USA erano sempre pi inseriti prospettava inoltre un pericolo pi lontano ma potenzialmente ben maggiore, quello dei conflitti tra grandi potenze. Ai primi del Novecento cominci quindi a sorgere anche una riflessione sui pericoli insiti nel crescente antagonismo internazionale e sugli specifici interessi geopolitici dellAmerica. Ne emerse la convinzione che gli Stati Uniti dovessero fondare la propria sicurezza e il proprio futuro benessere sul controllo dei mari. Questa vocazione marittima evidenziava unaffinit con la visione internazionale della Gran Bretagna e un potenziale antagonismo con la Germania e la Russia.

1914: LIMPLOSIONE DELLEUROPA

Nei primi anni del 900si formano due schieramenti tendenzialmente contrapposti e pi rigidi: da una parte la Triplice Alleanza tra Germania, Impero Austro-Ungarico e, in posizione pi defilata e incerta, lItalia. Dallaltra lIntesa tra Francia e Russia alla quale era affiancatala Gran Bretagna. Le maggiori potenze erano impegnate in una costosa e intensa corsa al riarmo che alimentava incertezze, diffidenze e timori. Ci spingeva gli strateghi a privilegiare lipotesi di lanciare rapide offensive che cogliessero gli avversari ancora poco preparati, e ci fin per assuefare molti governi allidea che fosse pi opportuno iniziare celermente uneventuale guerra, per risolverla subito a proprio favore, piuttosto che aspettare condizioni che avrebbero potuto rivelarsi ben peggiori. Le due crisi del Marocco del 1905 e del 1911, in cui la Germania si contrappose apertamente alla politica coloniale francese, indussero al Russia e soprattutto la Gran Bretagna a una pi stretta solidariet con Parigi. E le guerre balcaniche del 1912 e del 1913 esasperarono la rivalit tra lAustria e la Russia (e tra questa e la Germania) per la reciproca influenza nel Sud-Est dellEuropa. Questa dinamica di crescente antagonismo faceva crescere la propensione psicologica allo scontro. Nel Luglio del 1914, lultimatum dellAustria alla Serbia innesc non solo un braccio di ferro austro-russo in relazione alla Serbia, e pi generalmente al futuro dei Balcani, ma quella pi ampia e tragica concatenazione di mobilitazioni militari che in pochi giorni port le due alleanze al conflitto generalizzato. Fu cruciale il ruolo tedesco nellavviare la propria mobilitazione e poi nellinvadere il Belgio il 3 agosto aprendo le ostilit sul fronte occidentale. Non fu la sola Germania a scegliere la guerra. Bench tutti i protagonisti contassero su una breve guerra vittoriosa, la dinamica del conflitto europeo divenne presto incontrollabile. Allo scoppio della guerra ci si era arrivati anche, e forse soprattutto, per il timore di ciascuno che la rivalit intraeuropea mettesse in gioco la propria sopravvivenza come nazione e impero. In questa ostinata, sanguinosa e irrealistica ricerca dellegemonia futura le potenze europee si logorarono in una guerra di posizione priva di sbocchi.

2. LA PRIMA GUERRA MONDIALE E I SUOI LASCITI

La Grande Guerra segn un momento di passaggio epocale non solo perla trasformazione politica e socio-culturale dei paesi europei,ma per i rapporti tra lEuropa e il resto del mondo. Una guerra che finiva per trovare la sua soluzione solo in seguito allintervento, nel 1917, di un nuovo attore extraeuropeo, gli Stati Uniti. LEuropa era divenuto centro di crisi e instabilit internazionale. Nella terribile esperienza della trincea si consumava lagonia della civilt liberale ottocentesca e della sua cultura internazionale fondata sullequilibrio di potenza. Nuova visione internazionalista articolata dal Presidente americano Woodrow Wilson che ambiva ad organizzare un mondo non pi imperniato sulla contrapposizione pi o meno bilanciata tra grandi potenze militari e imperiali, bens sul riconoscimento di uninterdipendenza tra le nazioni. La rivoluzione bolscevica sfidava luna e laltra concezione , con una critica eversiva del capitalismo ed un appello alla rottura sia dei meccanismi del mercato internazionale che del dominio delle metropoli imperiali sui popoli colonizzati. La pace si poggiava su fondamenta disuguali e instabili.

GUERRA EUROPEA E NEUTRALITA

Esauritasi loffensiva tedesca sul fronte occidentale,il conflitto europeo si era stabilizzato in una logorante guerra di posizione. Era una guerra continentale che non sarebbe divenuta mondiale fino al 1917. Il conflitto rimase sostanzialmente imperniato sui grandi fronti che dividevano lEuropa. Il carattere totale e prolungato della guerra ne ampli le ramificazioni al di fuori dellEuropa sotto il profilo economico, finanziario e navale. La Gran Bretagna mise in atto un efficace blocco navale per tentare di soffocare la Germania mentre questa ricorse alla guerra sottomarina per cercare di isolare il Regno Unito. La posizione di piena neutralit degli Stati Uniti era stata inizialmente ovvia e quasi indiscussa, visto che essi erano avulsi dalle cause del conflitto e lo ritenevano dannoso ed insensato. La neutralit garantiva loro di poter moltiplicare le proprie esportazioni verso i belligeranti e evitare gravi lacerazioni interne. La dinamica della guerra rese per la neutralit progressivamente pi difficile e fin per coinvolgere il paese nelle sorti del conflitto. Il blocco navale britannico caus qualche screzio con Washington visto che limitava anche il diritto dei paesi neutrali a commerciare con tutti i belligeranti. La guerra sottomarina tedesca ebbe un impatto assai pi diretto e drammatico perch affondava piroscafi su cui talora viaggiavano cittadini americani. Mentre gli Europei si indebitavano gli Stati Uniti divenivano il loro maggiore creditore, trasformandosi nel polmone finanziario delleconomia mondiale e nel grande protagonista dei suoi flussi commerciali. I dirigenti americani e pi di tutti il Presidente Wilson erano convinti, ben prima del 1914, della necessit di riformare le pratiche delle relazioni internazionali per giungere a nuovi modi di regolamentazione pacifica dei conflitti. Con il protrarsi della guerra aumentava lavversione pubblica alla Germania e soprattutto la preoccupazione per le conseguenze di una sua eventuale vittoria. Unipotetica egemonia tedesca sullEuropa avrebbe dato vita a un potentissimo blocco militare industriale governato da unelite illiberale. Tra il 1915 ed il 1916 Wilson tent di proporsi quale mediatore di una soluzione negoziata del conflitto che prevenendo sia una vittoria della Germania che una schiacciante affermazione dellIntesa, portasse ad una pace senza vincitori. Tuttavia i belligeranti rigettarono i tentativi di mediazione di Wilson.

IL 1917: ANNO DI SVOLTA

Le sorti dellIntesa dipendevano ormai in maniera determinante dai crediti e i rifornimenti americani; quelle della Germania da una rapida vittoria che prevenisse un eventuale,pieno dispiegamento della potenza statunitense. La svolta cruciale, sotto il profilo strategico e psicologico, avvenne allinizio del 1917, quando i tedeschi decisero di ricominciare la guerra sottomarina nellAtlantico in forma indiscriminata contro ogni imbarcazione diretta in Gran Bretagna. Berlino voleva strangolare leconomia del Regno Unito costringendolo a soccombere. In tutti i paesi in guerra erano percepibili segnali di stanchezza ed insofferenza sia tra i civile che tra i soldati. Nel marzo del 1917 questa incipiente crisi delfronte interno esplose con grande radicalit in Russia portando allabdicazione dello zar ed la formazione di un governo provvisorio incapace di proseguire la guerra. La decisione tedesca sulla guerra sottomarina convinse gli Stati Uniti a scendere in guerra. La crisi russa acu il senso di urgenza militare perch un crollo del fronte orientale avrebbe consentito alla Germania di concentrare tutte le sue forze allOvest per lanciare unoffensiva magari decisiva. Wilson decise di schierare lAmerica per impedire una vittoria tedesca e mettersi in una posizione tale da poter poi affermare la sua concezione della pace. Dichiar guerra alla Germania il 6 aprile 1917. Per gli Stati Uniti Wilson scelse perci il ruolo parallelo di potenza associata allo sforzo bellico dellIntesa affidando agli Stati Uniti lambizioso scopo di rendere il mondo sicuro per la democrazia. Presentata in questi termini idealizzati , lentrata in guerra degli Stati Uniti sollevava grandi aspettative di pace. Cosa immediatamente pi importante essa mutava decisamente lo scenario strategico. Pochi mesi dopo, nel novembre del 1917,si affermava la rivoluzione sovietica e con essa cambiava lo scenario militare e politico della guerra. Il 3 marzo del 1918 il governo guidato da Lenin siglava a Brest-Litovsk una pace separata con la Germania. Il regime sovietico doveva cedere ampi territori, ma si garantiva in tal modo la sopravvivenza in un momento di estrema debolezza e precariet. La Rivoluzione sovietica lanciava una sfida radicale sia alla politica di potenza degli imperi europei che allinternazionalismo liberale promosso da Wilson: il governo bolscevico rappresentava di per s stesso la negazione della democrazia liberale. Proclamava la necessit di una rivoluzione internazionale che ponesse fine non solo alla guerra ma agli stessi regimi capitalistici che lavevano promossa. Con la sua vittoria in Russia il comunismo si presentava ai popoli quale utopia universale di rigenerazione sociale e internazionale.

WILSONISMO E BOLSCEVISMO

Nellottica di Wilson la realizzazione degli interessi strategici ed economici americani era concepibile solo in termini globali. E questa la vera novit che rimarr poi il fondamento essenziale dellinternazionalismo americano per tutto il secolo successivo. Lesperienza della guerra aveva dimostrato quanto il mondo densamente interconnesso della modernit industriale fosse intrinsecamente vulnerabile. La guerra totale e prolungata apriva la strada alla rivoluzione o allorganizzazione militarizzata di regimi autoritari, rischiando di travolgere lintera civilt liberal-democratica. Linteresse vitale degli Stati Uniti coincideva perci con la formazione di un assetto globale loro congeniale, segnato dallapertura liberista dei mercati, dalla libert commerciale e di navigazione, da un efficace controllo collettivo sulle mire espansionistiche di potenze aggressive. Bisognava,innanzitutto, porre fine alla guerra con una sconfitta della Germania, ma essa non doveva essere distrutta o sottomessa. Sia questa necessit sia la sfida ideologica posta dalla rivoluzione sovietica,indussero Wilson a proporre un vero e proprio manifesto per la pace. Il manifesto, annunciato l8 gennaio 1918, delineava in 14 punti i principi di sovranit, auto-determinazione, libert degli scambi, disarmo e organizzazione collettiva della pace per mezzo di una Societ delle Nazioni che avrebbe dovuto presiedere alla riorganizzazione del mondo post-bellico. Si apriva cos la grande contesa ideale tra comunismo e liberal-capitalismo che ebbe un immediato aspro risvolto operativo e politico. Nel 1918 i governi dellIntesa inviarono truppe in territorio russo per recuperare parte del proprio materiale bellico e, per quanto possibile, aiutare gli elementi antibolscevichi nellincipiente guerra civile. Quindi tra il 1918 e il 1920 reparti americani furono impegnati in Siberia in azioni ostili verso il regime sovietico ma non abbastanza decise da rovesciarlo. Lesperienza della dura pace imposta loro dalla Germania a Brest-Litovsk e poi quella dellintervento dellIntessa e degli USA in territorio russo radicarono ulteriormente nella mentalit sovietica quella profezia di un mondo instabile e sempre sullorlo della guerra.

I CARATTERI DELLA PACE

Nella primavera-estate del 1918 le forze alleate cominciarono a essere irrobustite dallarrivo del corpo di spedizione americano e dopo aver fermato unultima infruttuosa offensiva tedesca, esse passarono alloffensiva in Agosto. La Germania fu attraversata da una sollevazione politica interna che port allabdicazione del Kaiser e allinstaurazione della repubblica, e in novembre chiese larmistizio. La Grande guerra era finita. Lattuazione dei 14 punti di Wilson si rivel presto assai difficile. I leader dellIntesa avevano idee ben diverse sulla riorganizzazione dellEuropa e si presentarono a Versailles con forti investiture popolari e parlamentari dopo la sofferta vittoria. I termini dellarmistizio, che privava la Germania della flotta da battaglia e delle colonie erano gi rivolti a salvaguardare gli interessi mondiali dellImpero britannico e del colonialismo francese. Quindi giunse la prima cruciale decisione: non vi sarebbe stato un tavolo negoziale tra vinti e vincitori, ma solo una decisione unilaterale di questi ultimi che avrebbero poi imposto ai primi. Ad essa si aggiunse dopo la scelta di attribuire alla sola Germania la responsabilit del conflitto. Il risultato degli accordi a cui essi giunsero fu una serie di soluzioni ibride che diedero vita ad una pace mal congegnata. Lontano dal riuscire a delineare una pace senza vincitori, Wilson fin per dover accogliere pesanti compromissioni dei suoi principi. NellEuropa centro-orientale sorsero dallo sgretolarsi degli imperi multinazionali asburgico e zarista una serie di Stati nazionali indipendenti immaginati come un cordone sanitario contro lespandersi della rivoluzione bolscevica e soprattutto di uneventuale futura influenza tedesca. La Germania fu privata della Saar oltre a restituire lAlsazia Lorena; il Giappone si appropri delle ex colonie tedesche sul Pacifico ed estese la sua influenza sulla Manciuria. In Medio Oriente, Francia e Gran Bretagna ottennero dei mandati internazionali per spartirsi il controllo di ampie zone dellex impero ottomano (Iraq, Siria, Libano e Palestina). Per garantirsi la propria essenziale sicurezza la Francia esigeva che la Germania fosse messa in condizioni di non poter risorgere al ruolo di grande potenza; di qui la smilitarizzazione della Renania, ingenti pagamenti a titolo di riparazione dei danni di guerra, e drastica riduzione delle forze armate. Comunque il potenziale industriale e demografico della Germania rimaneva superiore a quello della Francia: la sicurezza francese poteva basarsi solo su unesplicita alleanza di Parigi con Londra e Washington, ipotesi rifiutata dalla Gran Bretagna che non intendeva legarsi alla politica anti-tedesca di Parigi e poi anche da Washington. Wilson affidava il suo intero disegno di riorganizzazione internazionale e di assestamento della pace in Europa al consolidamento di una Societ delle Nazioni capace di garantire la legalit e lordine attraverso un sistema di sicurezza collettiva. In Patria il suo operato fu rigettato dal Senato che non ratific i trattati negoziati a Versailles. Attaccato da destra e da sinistra, Wilson si ritrov quindi senza una maggioranza e venne sconfitto su tutta la linea. Il risultato di questa battaglia politica perduta fu che gli Stati Uniti non aderirono alla Societ delle Nazioni. Questultima sorta nel 1919, incarnava la diffusa aspirazione a rifondare la coesistenza internazionale intorno a criteri di collaborazione pacifica. Ma essa non aveva lautorit ad assolvere il compito di garante della sicurezza collettiva. Troppi paesi ne erano fuori e al suo interno Gran Bretagna e Francia avevano un ruolo preminente ma non godevano di una supremazia necessaria per esercitare una leadership. La Germania, maggior polo industriale al centro dellEuropa, era fuori dalla Societ delle Nazioni e doveva pagare altissime riparazioni tali da ostacolare la sua ripresa economica. LItalia, componente comunque debole dello schieramento dei vincitori, era il Paese che pi subiva i contraccolpi traumatici del passaggio dalla guerra alla pace ed entrava in una profonda crisi sociale e politica dalla quale sorgeva il fascismo: unideologia ostile al liberalismo cosmopolita e allidea stessa di collaborazione internazionale e un progetto politico nazionalistico teso allespansione ed alla conquista. Il regime sovietico impose a fatica il suo controllo su di un Paese sconvolto dalla guerra civile e la miseria. Nel 1922 giungeva ad un accordo di collaborazione, sia commerciale che militare, con la Germania in modo da controbilanciare la preminenza dei Paesi dellIntesa. La situazione al di fuori dellEuropa non era molto migliore. Lordine imperiale era uscito apparentemente rafforzato dalla guerra, perch Gran Bretagna e Francia avevano assorbito ulteriori possedimenti coloniali ma il loro controllo era decisamente pi precario e il costo spesso esorbitante. La Cina, dove nel 1911 si era affermata una rivoluzione repubblicana, tentava di ricostituire la propria piena sovranit. Tokyo vedeva la crescente debolezza del controllo imperiale europeo e la vulnerabilit di una Cina fragile; si aprivano ampi spazi per una pi estesa influenza del Giappone.

LINTERNAZIONALISMO INCOMPIUTO DEGLI ANNI VENTI

Come conseguenza della pace siglata a Versailles, la stabilizzazione post-bellica dovette affrontare tre questioni primarie. La prima fu quella delle riparazioni che le potenze dellIntesa esigevano: nel 1921 esse vennero fissate nella somma di 132 miliardi di marchi oro. La Germania cerc di dilazionarne il pagamento mentre la sua moneta si deprezzava. La Francia che aveva un disperato bisogno di capitali e vedeva nellatteggiamento della Germania una ripulsa della pace che le era stata imposta, nel 1923 occup la Ruhr per esigere i suoi crediti. Con il Piano Dawes del 1924 si accett lidea di una rateizzazione delle riparazioni legata alle effettive capacit delleconomia tedesca di pagare il suo debito. Ci favor anche la temporanea soluzione della seconda questione, quella dei rapporti politici tra Francia e Germania che con il Patto di Locarno del 1925 trovarono una parziale sistemazione. La Germania riconosceva i propri confini occidentali fissati a Versailles e apriva con ci la strada al suo ingresso nella Societ delle Nazioni. Il terzo problema era quello del disarmo che ebbe una duplice dimensione. Su scala europea si era imposto alla Germania di non produrre armi offensive e limitare le sue forze a 100.000 uomini. Su scala extraeuropea la spinta al disarmo indusse gli Stati Uniti ad impegnarsi per rimuovere il pericolo di unaltra competizione militare; promossero i trattati di Washington (1921 1922), che posero un limite agli armamenti navali. Nella seconda met degli anni venti si deline quindi un assetto che sembrava aver superato le tensioni del dopoguerra. Ingenti afflussi di capitali privati americani e rateizzazione delle riparazioni consentivano la ripresa economica dellEuropa. Con il Patto Briand-Kellogg del 1928 i principali governi rigettavano solennemente la guerra come strumento di soluzione delle dispute. Si diffuse perci unillusione di pace e relativa prosperit, grazie anche al ruolo dellAmerica, divenuto centro del motore delleconomia mondiale e modello socio-culturale di modernizzazione. Nell'America post-bellica la ripulsa della Pace di Versailles aveva alimentato la volont di tornare a una normalit, distaccandosi dai problemi dellEuropa. Il relativo benessere delle economie europee era largamente dipendente dal costante flusso di capitali americani e quando la crisi del 1929 fece venire meno questa linfa le tensioni sociali e politiche dellEuropa si riaccesero.

3. DALLA DEPRESSIONE ALLA GUERRA

Di fronte allintensa, lunga e terribile crisi economica dei primi anni trenta, la fragile interdipendenza ricostruita nel dopoguerra fu sottoposta a tensioni insostenibili. Con il diffondersi della povert, disoccupazione ed ansie collettive, la razionalit dellordinamento internazionale liberista cominci ad essere contestata da pi parti. I deboli tentativi di fornire una risposta collettiva alla crisi mondiale fallirono ed il crollo del sistema internazionale si estese rapidamente dalla sfera economica a quella ideologica e strategica. Il Giappone in Asia, lItalia in Africa e la Germania in Europa sfidarono apertamente la Societ delle Nazioni e a difendere lordine di Versailles rimanevano solo democrazie indebolite ed esitanti. Il conflitto scatenato da Hitler avviava la pi devastante guerra della storia. Con lestensione del conflitto in Asia e nel Pacifico sorgevano le premesse di un inedito bipolarismo che collocava i cardini di un nuovo sistema internazionale in America ed in Unione Sovietica.

LA CONTRAZIONE DELLECONOMIA GLOBALE E LE SUE CONSEGUENZE.

NellOttobre del 1929 il crollo della Borsa di Wall Street gett nel panico gli investitori, innesc una catena di fallimenti in molti istituti finanziari e produsse unondata di sfiducia; la disoccupazione che ne consegu fece crollare la domanda e si avvi una spirale recessiva che non fu contrastata efficacemente. Devastante crisi delleconomia mondiale e americana. Tale crisi arrest la fuoriuscita di capitali che negli anni precedenti erano divenuti la linfa delleconomia europea ed internazionale. Nel 1931 la crisi invest lEuropa. La Germania non riusciva pi a rispettare le scadenze di pagamento delle riparazioni. Le ripercussioni di questa grande depressione del capitalismo mondiale furono molteplici. In primo luogo, linterdipendenza commerciale e finanziaria tra i diversi mercati diminu drasticamente. Tutte le principali economie tesero a isolarsi e a riorganizzarsi internamente in funzione di obiettivi strettamente nazionali. Gli stessi Stati Uniti adottarono, con il New Deal inaugurato da Roosvelt nel 1933, una strategia che anteponeva la ripresa interna al rilancio di uneconomia internazionale ormai ridotta ai minimi termini. In secondo luogo, le devastazioni finanziarie, produttive e sociali scatenate dal crollo economico delegittimarono lidea stessa del liberismo su scala mondiale e alimentarono invece culture e progetti di programmazione statale delleconomia su base nazionale. Ma in altri casi e questa fu la terza, pi radicale ripercussione della crisi la risposta nazionalistica assunse caratteri ideologici radicali e si intrecci con il rigetto dellordinamento democratico e di ogni cultura internazionalista. Fu questo in particolare il caso della Germania, dove gli sconvolgimenti sociali e politici della depressione portarono al potere Adolf Hitler nel gennaio del 1933.. Il nazismo (come anche il fascismo italiano) vide nella crisi la bancarotta dellinternazionalismo democratico e liberista, procedette a riorganizzare uneconomia finalizzata allaccrescimento della potenza nazionale.

FASCISMI, DEMOCRAZIE, COMUNISMO

I regimi aggressivamente nazionalistici oltre che dittatoriali miravano esplicitamente a eclissare ogni criterio di sicurezza collettiva per ridefinire invece la propria collocazione internazionale attraverso luso unilaterale della forza. Fu soprattutto con lascesa al potere di Hitler che la debolezza delle democrazie liberali divenne crisi vera e propria. Il nuovo cancelliere tedesco esigeva la revisione delle limitazioni internazionali imposte alla Germania e fin dal 1934 abbandon la Societ delle Nazioni e avvi un intenso riarmo. Le reazioni a questo assalto allordine di Versailles furono esitanti e disgiunte. I sovietici, che avevano sottovalutato fino allultimo il pericolo nazista, si trovavano ora di fronte a una duplice minaccia: la Germania a Ovest e un Giappone militarmente aggressivo ad Est: lURSS nel 1934 ader alla Societ delle Nazioni. Gli stati Uniti avevano il desiderio di isolarsi dallEuropa e volevano evitare il rischio di un coinvolgimento in un altro conflitto. Per scongiurare tale pericolo il Congresso var alcune leggi sulla neutralit che proibivano di vendere armi a ogni nazione belligerante. Roosvelt mantenne una certa distanza dalle tensioni di ordine mondiali: uniche eccezioni furono il riconoscimento diplomatico dellURSS nel 1933 e lavvio di una politica di buon vicinato con lAmerica Latina. Lasci a Francia e Gran Bretagna la responsabilit di salvaguardare la sicurezza in Europa. Le azioni aggressive intraprese da Germania, Giappone e Italia portarono alla Seconda Guerra Mondiale. Gran Bretagna e Francia credettero fino al settembre del 1938 (sigla dellaccordo di Monaco che concedeva alla Germania il territorio dei Sudeti) di poter placare il revisionismo hitleriano con concessioni relative ai territori circostanti al Reich con popolazione tedesca.. Questa politica si sarebbe rivelata fallimentare. Inoltre i liberali e i conservatori europei avevano poca fiducia in un accordo con la Russia di Stalin e temevano un rafforzamento del comunismo sovietico in Europa. I sovietici temevano il formarsi di un fronte imperialista contro di loro.. La crisi europea fu resa ancora pi insolubile dal perdurante distacco della potenza americana. Fin dal 1933 Roosvelt aveva dato ogni priorit alla ripresa interna non solo per ragioni elettorali ma anche perch riteneva che senza un deciso rafforzamento nazionale lAmerica non avrebbe avuto risorse efficaci e credibili per una politica estera autorevole. Fino al 1938 Roosvelt si limit a sostenere retoricamente la Cina di fronte allaggressione giapponese e ad assecondare il tentativo franco-britannico di giungere ad una soluzione diplomatica con Hitler. Dopo Monaco le spese per la difesa vennero aumentate e avvi una politica di sostegno alla Gran Bretagna ed alla Francia. Minacci inoltre sanzioni verso il Giappone. Nel 1939, quando Hitler minacci la Polonia, i sovietici adottarono un accordo diretto con la Germania che consentisse loro di estendere ad Ovest la propria influenza militare e basare quindi la sicurezza dellURSS sul dominio territoriale delle aree confinanti. Fu questa lopzione scelta da Mosca quando venne siglato il patto Ribbentrop-Molotov (23 agosto 1939) che diede a Hitler la possibilit di procedere allinvasione della Polonia e scatenare quindi le ostilit (1 settembre 1939). Il patto tra URSS e Germania non era unalleanza strategica ma rispondeva agli interessi immediati di entrambi: Hitler si era assicurato la pace a Oriente e quindi la possibilit di condurre la guerra in Polonia e poi in Norvegia e Francia, Stalin aveva temporaneamente deviato verso Ovest la minaccia tedesca e si era assicurato una fascia di sicurezza sui suoi confini occidentali. Laccordo tra due regimi dittatoriali per spartirsi lEuropa orientale suscit nellimmaginario occidentale lo spaventoso fantasma di un solo terribile nemico che assediava le democrazie da destra come da sinistra. Era lincubo del totalitarismo, forma di governo che non poteva essere contenuta se non con luso della forza.

LA GUERRA EUROPEA

Le vittorie tedesche, culminate nella caduta di Parigi nel giugno del 1940, disegnavano una nuova mappa dellEuropa. Al posto del sistema di Versailles si affermava la brutale egemonia della Germania nazista. LItalia, entrata nel conflitto il 10 giugno 1940, estendeva la guerra al Mediterraneo e ai Balcani, con lassalto alla Grecia dellottobre 1940. Oltre a una crescente ostilit pubblica verso lespansionismo tedesco e giapponese, sorgeva un timore per la sicurezza della democrazia americana. Era facile prevedere che in caso di caduta della Gran Bretagna, la democrazia liberista americana si sarebbe trovata isolata. La sfida ideologica delle dittature coincideva con un minaccioso allineamento geopolitico, formalizzato nel settembre 1940 con il patto tripartito tra Germania, Giappone e Italia. Roosvelt prese a sostenere decisamente la Gran Bretagna. Nellagosto del 1941 Churchill e Roosvelt siglarono la Carta Atlantica che impegnava i due paesi a collaborare per un ordine internazionale basato sui principi wilsoniani dellautodeterminazione democratica, dellinterdipendenza liberista e della sicurezza collettiva. La Marina degli Stati Uniti inizi a pattugliare lAtlantico per ostacolare i sommergibili tedeschi. Il 22 giugno 1941 Hitler invase lURSS sperando in unaltra rapida vittoria. Il governo britannico e quello americano annunciarono linvio di aiuti allURSS e Roosvelt cominci a pensare che lingresso in guerra degli Stati Uniti fosse prima o poi inevitabile. Il Giappone, nel luglio del 1941, occup anche lIndocina e gli Stati Uniti reagirono con un embargo petrolifero e intimarono a Tokyo di ritirarsi nei suoi confini ma il Giappone non intendeva rinunciare al suo dominio. Scelse cos di attaccare la flotta americana a Pearl Harbour, il 7 dicembre 1941, e scaten la guerra nel Pacifico.

LA GUERRA MONDIALE

La guerra era diventata veramente mondiale e verteva su due conflitti fondamentali: quello tra Russia e Germania, per legemonia sullEuropa e quello tra Stati Uniti e Giappone per il dominio strategico sullAsia e il Pacifico.. Lespansionismo tedesco e giapponese aveva prodotto una paradossale alleanza tra Stati Uniti, Gran Bretagna e URSS da cui dipendevano le sorti della guerra, quelle della pace e del futuro ordine mondiale. . Gli Stati Uniti emersero rapidamente come il maggiore protagonista giungendo nellarco di tre anni a unincontrastata supremazia aerea e navale globale. Soprattutto essi furono il cruciale motore industriale, alimentare, finanziario e logistico dellintera coalizione delle Nazioni Unite. Roosvelt pensava che la catastrofe dellEuropa schiudesse la via al secolo americano: solo la potenza degli Stati Uniti sarebbe stata capace di riorganizzare il mondo post-bellico. Per Roosvelt quindi la collaborazione con lURSS e la Gran Bretagna non era solo indispensabile per vincere la guerra ma era anche il fondamento su cui erigere lordine futuro. La cooperazione tra gli alleati, di cui gli USA si ritenevano il perno vitale era essenziale e gli Stati Uniti sarebbero stati il garante e larbitro di tale equilibrio cooperativo. Questa visione inizi a prendere forma con lincontro di Teheran alla fine del 193. Landamento della guerra si era ormai rovesciato: dopo la decisiva vittoria di Stalingrado i sovietici erano allattacco e stavano facendo ripiegare i tedeschi su tutto il fronte orientale; lItalia era uscita dal conflitto e gli alleati stavano risalendo la Penisola; nel Pacifico le flotte americane erano passate alloffensiva. Roosvelt, Stalin e Churchill si accordarono per lapertura del secondo fronte europeo nel 1944, la resa incondizionata e la futura sottomissione della Germania, il riconoscimento delle conquiste sovietiche del 1939-1941 in Europa Orientale e la formazione delle Nazioni Unite. Nel 1944 la conferenza di Dumbarton Oaks defin lo statuto della nuova organizzazione mondiale (aperta a tutti ma controllata e diretta dalle grandi potenze con il diritto di veto, in particolare sulle questioni di sicurezza), mentre quella di Bretton Woods deline un nuovo sistema monetario imperniato sul dollaro e teso a evitare il ritorno della depressione. Sistema mondiale efficace e funzionante basato sulla convertibilit delle monete in dollari, lo smantellamento dei protezionismi e la liberalizzazione dei commerci, laiuto ai paesi in temporanea difficolt dei pagamenti attraverso un Fondo Monetario Internazionale.

CCOPERAZIONE, DIFFIDENZA, COMPETIZIONE: AGLI ALBORI DEL BIPOLARISMO

Con lo sbarco in Normandia (6 giugno 1944) si inaugurava la fase finale del conflitto. Larrivo di unimponente armata americana in Europa chiariva che le grandi potenze erano in realt solo due. La Conferenza di Yalta (febbraio 1945) celebrava il successo della cooperazione interalleata e cercava di proiettarne la dinamica anche sul dopoguerra. Dopo aver sostenuto il peso quasi totale della guerra alla Germania, lURSS stava conquistando con le armi il controllo di quella grande area dellEuropa Orientale che essa riteneva vitale per la propria sicurezza territoriale e ideologica. Ci che pi interessava Roosvelt era che Mosca continuasse la disponibilit alla cooperazione internazionale. Per Stalin la collaborazione con gli alleati occidentali in un sistema di sicurezza collettiva aveva diverse attrattive. La discussione sulla Polonia evidenzi la difficolt di riconciliare interessi cos diversi: un vago compromesso stabil che il Paese avrebbe dovuto essere retto da un governo ampiamente rappresentativo, ma la sua applicazione rimase in mano allURSS, che sola ne occupava il territorio. Roosvelt non poteva n voleva davvero contestare il potere sovietico sulle aree raggiunte dallArmata rossa. Gli accordi raggiunti a Yalta assicurarono lindispensabile collaborazione fino alla vittoria e, insieme alla Conferenza di San Francisco che diede vita allONU (estate 1945) delinearono un possibile sistema di sicurezza collettiva per il dopoguerra. Con la fine delle ostilit in Europa ciascuno iniziava a considerare non solo pi i vantaggi della collaborazione ma anche i prezzi che essa imponeva ai propri disegni e interessi nazionali. Allincontro di Potsdam (luglio 1945) il successore di Roosvelt, Harry Truman, pens che la supremazia globale americana dovesse iniziare a produrre risultati nei negoziati con Stalin, in modo da risolvere a proprio favore i nodi irrisolti della collaborazione. Gli USA optarono per il controllo di ciascun vincitore su di una Germania divisa in zone di occupazione separate anzich rischiare una maggiore influenza sovietica su di una Germania unita e imposero che lURSS ottenesse le riparazioni solo dalla propria zona, negandole cos laccesso alle aree pi ricche. La sperimentazione della prima bomba atomica accrebbe la convinzione di Truman di poter dettare i termini della collaborazione, ma Stalin forte del potere militare di cui disponeva in Europa, non fu affatto intimidito e non cedette alle pressioni occidentali relative al governo della Polonia, dove il dominio sovietico aveva portato al potere i comunisti. Gli Stati Uniti procedettero poi a sganciare le due bombe atomiche sul Giappone (6 e 9 agosto) per accelerarne la resa. La questione atomica evidenziava chiaramente i problemi della futura relazione tra i due grandi. Gli americani non avevano rivelato ai sovietici il progetto della nuova arma e per non rimanere in una posizione di relativa debolezza nei confronti di Washington avviarono un costosissimo programma di costruzione della propria arma atomica. Ci che nel 1945 appariva terribilmente evidente e indiscutibile era il tracollo etico oltre che politico dellEuropa, tragicamente visibile nelle macerie che ricoprivano la Germania e molte altre citt del continente.

4. ORIGINI E ARCHITETTURA DELLA GUERRA FREDDA

Il sistema internazionale, dopo la seconda guerra mondiale, si riorganizz intorno ai due grandi vincitori: gli USA e lUnione Sovietica: la sua natura e le sue regole sarebbero innanzitutto dipese dal tipo di relazioni che essi riuscivano ad instaurare. Iniziava cos lera del bipolarismo: sia gli USA che lURSS non escludevano un dopoguerra segnato dalla reciproca collaborazione, ma essi incarnavano due modelli ideologici e sociali contrapposti. I loro interessi geopolitici risultarono presto difficilmente conciliabili. Tra il 1945 ed il 1947 USA e URSS passarono dalla cooperazione anti-nazista a una rivalit antagonistica. Essa congel la divisione dellEuropa in due blocchi antagonistici, contrapposti in un conflitto ideologico e geopolitico che si ferm solo sulla soglia dello scontro militare diretto: la guerra fredda. Questa polarizzazione era gi visibile nellandamento degli ultimi anni di guerra. LUnione Sovietica era il protagonista principale della sconfitta nazista ed era lunica grande potenza continentale. Gli Stati Uniti erano gli unici vincitori della guerra nel Pacifico, un protagonista determinante della sconfitta italiana e tedesca, larsenale produttivo ed il polmone finanziario per lintero schieramento delle Nazioni Unite. Alle soglie del dopoguerra essi erano lunica potenza davvero globale.

DA ALLEATI A RIVALI

Il bipolarismo acquis il suo carattere antagonistico intorno ai difficili problemi del dopoguerra europeo. Nel 1945 il Regno Unito aveva bruciato nella guerra gran parte delle sue risorse imperiali, dipendeva fortemente dallaiuto finanziario americano. Ancor pi radicalmente indebolite e ridimensionate erano la Francia e le altre nazioni europee, come lItalia. La Germania ed il Giappone non erano solo sconfitti, ma semidistrutti e occupati dagli eserciti degli alleati. A partire dal vertice di Potsdam e poi nelle successive conferenze dal clima di cooperazione si scivol rapidamente nella sfiducia reciproca. USA e Gran Bretagna contestavano la rigidit del controllo sovietico sui nuovi governi dellEuropa Orientale. Ci che Washington e Londra temevano era larco di crisi e instabilit che il dopoguerra andava svelando intorno ai confini raggiunti dallArmata Rossa. La nuova grande influenza dellURSS nel continente risultava assai indigesta. Lamministrazione Truman non era disposta a vederla estendersi ulteriormente, in particolare in Germania o in altre aree dellEuropa Occidentale e del Medio Oriente. Mosca riteneva che solo il suo ferreo controllo sullEst europeo e sul futuro della Germania garantisse la propria sicurezza in un mondo in cui secondo i dettami della dottrina leninista era inevitabile che il capitalismo producesse altre guerre. Stalin non dubitava che tra socialismo e capitalismo esistesse un antagonismo che prima o poi sarebbe sfociato in uno scontro aperto. Quello previsto da Stalin non era uno scontro che egli auspicasse in tempi rapidi perch era ben consapevole della debolezza dellURSS a fronte della superiore potenza americana. Stalin voleva prevenire leventuale rinascita di una Germania forte e minacciosa e poi mirava a garantirsi il controllo di unEuropa orientale riorganizzata da governi amici e consolidata in un sistema socialista autosufficiente. Infine intendeva impedire che lOccidente potesse approfittare della debolezza dellURSS per privarla dei requisiti essenziali per il nuovo ruolo di grande potenza che essa si era conquistata con la vittoria sulla Germania. Stalin perci subordin la cooperazione con gli Occidentali a questi scopi primari. Perci tra la fine del 1945 e linizio del 1947 i linguaggi dei due protagonisti non si intendevano. Dopo Stalin ci pens lex premier britannico Winston Churchill a mutare i toni del dibattito pubblico. Il 5 marzo del 1946 Churchill disse in un discorso negli Stati Uniti che lEst europeo era ormai prigioniero dietro una cortina di ferro stesa da Trieste a Stettino e invit a formare unalleanza anglo-americana in funzione anti-sovietica. Il diplomatico americano George Kennan descrisse un regime staliniano impervio ad ogni forma di dialogo, ostile alle potenze occidentali. LOccidente doveva dunque abbandonare ogni illusione di amicizia e fronteggiare lURSS con coesione, fermezza e vigore. Lo schema di Kennan apparve subito convalidato in due crisi che , nel 1946, coinvolsero lIran e la Turchia. Nel primo caso Mosca ritard il rientro in patria delle sue truppe per forzare il governo di Teheran a offrirle delle concessioni petrolifere. USA e Gran Bretagna si schierarono fermamente con lIran e in marzo Stalin fece marcia indietro. Lo stesso accadde in agosto: Mosca aveva chiesto alla Turchia di rinegoziare le convenzioni che regolavano gli stretti dei Dardanelli, in modo da ottenerne un controllo congiunto, e aveva sostenuto la propria richiesta con movimenti di truppe sui confini. Truman si schier con Ankara e invi una portaerei nel Mediterraneo. Su entrambi i fronti, dunque, una lettura diffidente e preoccupata dellavversario produceva comportamenti tali da finire per avverare poi le profezie pi sinistre.

LEUROPA DIVISA

Il vero nodo del contendere fu la Germania ed su questo che si arriv a una rottura irreversibile. Da Yalta in poi si era pensato ad una Germania non solo de-nazificata, ma neutrale, disarmata e sottoposta a una qualche forma di controllo internazionale sul suo potenziale industriale. Mosca voleva ingenti riparazioni per sostenere il suo immane sforzo di ricostruzione. Gli anglo-americani volevano una rapida ripresa delleconomia tedesca per non doversi sobbarcare a lungo il costo delloccupazione. Unamministrazione congiunta dei territori occupati prese dunque a sembrare pericolosa agli occhi degli occidentali e, al tempo stesso sempre meno rilevante agli occhi dei sovietici, che non vedevano come essa avrebbe davvero potuto consentire loro di perseguire i propri scopi. Il futuro della Germania assumeva ben altri colori e implicazioni alla luce dei timori reciproci che si andavano diffondendo tra gli ex alleati. LURSS vide nelle scelte occidentali lintento no solo di privarla dei frutti della vittoria ma anche di ricostituire una forte industria tedesca. Il ripensamento occidentale fu ancora pi radicale perch si cominci a temere che una Germania riunificata ma strutturalmente debole finisse per diventare facile preda di Mosca o la ricetta esplosiva per il futuro risorgere di un aggressivo nazionalismo tedesco. Pareva quindi sempre pi urgente avviare la ripresa economica e su di essa fondare una rinascita democratica del paese. Nel settembre del 1946, il segretario di Stato americano James Byrnes annunci lunificazione delle zone di occupazione britannica e americana in una sola grande area amministrativa, intesa come base per avviare la ripresa economica anche senza i sovietici. La ripresa economica di tutta lEuropa Occidentale, che era iniziata di buon passo, nellinverno 1946-1947 parve di fronte a unimminente e grave crisi. Il circuito degli scambi e degli investimenti era infatti minacciato dalla carenza di dollari con cui comprare le importazioni dagli Stati Uniti: il sistema ideato sulla carta a Bretton-Woods si stava rivelando insufficiente a fa fronte allemergenza. Washington temeva che il ristagno economico finisse per favorire lascesa al potere dei comunisti. Ci che era in pericolo era il disegno americano di costruire una solida interdipendenza tra regimi democratici con economie di mercato. Lo stallo diplomatico tra i vincitori precipit in aperta tensione nella prima met del 1947 quando gli Stati Uniti, ormai convinti del pericolo che il deteriorarsi della situazione europea potesse aprire la strada ad unespansione sovietica, si risolsero a contrastarla con quella ferma strategia di contenimento che Kennan aveva suggerito. Stalin mirava opportunisticamente a volgere a proprio esclusivo vantaggio ogni spazio che gli si apriva di fronte, ma non aveva alcuna intenzione di precipitare uno scontro diretto con USA e Gran Bretagna. La prima salva di guerra fredda fu sparata il 12 marzo 1947 dal Presidente Truman, quando chiese ed ottenne dal Congresso linvio di aiuti americani a Grecia e Turchia. La Gran Bretagna non poteva pi sobbarcarsi il costo del suo sostegno a quei governi e gli Stati Uniti avevano deciso di subentrarle. Truman fece del suo annuncio una dichiarazione di principio che eclissava la collaborazione con i sovietici una volta per tutte. Tra febbraio e maggio del 1947 i governi di coalizione in Francia e Italia furono sostituiti da ministeri centristi senza la partecipazione dei partiti comunisti .Washington si convinse che sulla Germania era ormai inutile trattare con i sovietici e prese a studiare uniniziativa per la ripresa economica dellEuropa che includesse anche il rilancio delle zone occidentali della Germania. Con il Piano Marshall annunciato il 5 giugno 1947 gli Stati Uniti avrebbero offerto alla Nazioni europee gli aiuti economici capaci di sopperire alla carenza di valuta per le importazioni, alimentare la ripresa delle loro economie e far avanzare linterdipendenza dei principali mercati compreso quello tedesco. Gli scopi economici di questo piano erano tuttuno con quelli strategici. I dirigenti dei principali governi europei colsero al volo loccasione che il piano offriva loro. Londra e Parigi convocarono una conferenza internazionale in luglio, dove il piano fu accettato da 16 Nazioni dellEuropa Occidentale che iniziarono a coordinare il flusso degli aiuti, insieme agli americani. Tra il 1948 ed il 1951 il Piano Marshall erog aiuti per 12 miliardi di dollari, facilit lavvio del lungo boom europeo che sarebbe poi durato fino al 1973 e inizi a legare lEuropa Occidentale e il Nord America. LURSS partecip alla conferenza di Parigi per vedere se poteva ottenere finanziamenti per la ricostruzione dellEst. Ma non appena cap che il Piano avrebbe comportato il coordinamento delle economie che vi partecipavano abbandon la conferenza ed impose ai governi dellEst di fare altrettanto. LURSS prese quindi a denunciare il Piano come uniniziativa imperialistica finalizzata al dominio americano sullEuropa. La divisione dellEuropa era ormai in atto. I sovietici procedettero non solo a integrare le economie dellEst con la propria in un blocco commerciale chiuso, ma a sovietizzare i regimi politici che controllavano. Il colpo di Stato comunista in Cecoslovacchia (febbraio 1948) simboleggi la costruzione di regimi monopartitici, in tutto lEst, fondati sul controllo repressivo di partiti comunisti e apparati di sicurezza direttamente dipendenti da Mosca. . La logica della partizione si impose con particolare e drastica durezza in Germania, dove port alla nascita di due Stati tedeschi contrapposti. Il 24 giugno 1948 le truppe sovietiche bloccarono gli accessi alle zone occidentali di Berlino, aprendola prima grande crisi della guerra fredda. Mosca non voleva la guerra ma cercava di intimorire gli occidentali e di suscitare una reazione nei tedeschi, che con la formazione di unentit statale occidentale avrebbero visto tramontare la possibilit di conservare lunit della nazione. Truman avvi un gigantesco ponte aereo per rifornire Berlino a dispetto del blocco terrestre dei sovietici. Frustrata cos nei suoi scopi, undici mesi dopo lURSS dovette cedere togliendo il blocco. IL 23 maggio 1949 nasceva la Repubblica Federale tedesca, fronte principale del contenimento anti-sovietico, epicentro del lungo boom economico dellEuropa occidentale. Il 7 ottobre, sul territorio della zona doccupazione sovietica, sorgeva invece la Repubblica Democratica tedesca.

UN SISTEMA OCCIDENTALE E ATLANTICO

LEst e lOvest erano ormai due blocchi rigidamente separati e contrapposti. La cooperazione aveva lasciato il posto a un antagonismo organizzato, e controllato, sotto la leadership delle due grandi potenze. Il bipolarismo era forte e reale e si fondava su diversi elementi: la netta preminenza di Mosca e Washington; la reciproca impermeabilit delle due aree economico-politiche che davano vita al concetto stesso di Est e Ovest. Truman parlava di due mondi, i sovietici di due campi. Comunismo e capitalismo, democrazia e totalitarismo, libert e oppressione. Era una bipolarit assai imperfetta perch asimmetrica. LURSS disponeva di una forza militare dominante nel centro dellEuropa. Gli USA erano una forza davvero globale, avevano una potenza industriale enormemente superiore e godevano del monopolio nucleare. Soprattutto essi stavano diventando il perno e il motore di un sistema economico e politico internazionale incomparabile. LOccidente non era solo materialmente pi forte, ma era al centro del tessuto connettivo di uneconomia mondiale largamente strutturata intorno ai flussi commerciali e finanziari che facevano capo ai poli pi ricchi del mondo industrializzato. Il sistema di Bretton Woods, con la centralit del dollaro e limpegno alla liberalizzazione commerciale e valutaria, fu la cornice in cui innestare una crescita trainata dalla moltiplicazione degli scambi internazionali. Ma la vera pietra angolare del sistema fu il Piano Marshall che:

Mostr la disponibilit della potenza egemone a intervenire direttamente per rimuovere gli ostacoli alla crescita in questo caso la carenza di dollari;

Istitu un sistema negoziale trai vari partecipanti, che permise a ciascun governo di conservare ampi margini di autonomia e sovranit pur partecipando a una fitta coordinazione internazionale

Colleg politica, economia e cultura proponendo un modello di prosperit diffusa che coinvolgeva positivamente diversi gruppi sociali e consolidava quindi i regimi democratici.

Allinizio del 1948 Gran Bretagna, Francia e Benelux strinsero unalleanza difensiva (Patto di Bruxelles) e si rivolsero a Washington per ottenere un impegno americano alla loro difesa in caso di aggressione. Dai negoziati nacque nellaprile 1949 lAlleanza Atlantica, sottoscritta da 12 nazioni (nel 1952 si aggiunsero anche Grecia e Turchia). LAlleanza doveva segnalare ai sovietici linutilit di spingere uneventuale crisi fin sulle soglie dello scontro militare, pena una guerra perdente contro la superiore potenza americana. Washington decise di sottoscrivere questo impegno formale. Nasceva cos un sistema peculiare e complesso basato non su di un tradizionale equilibrio di potenza ma sulla preponderanza della potenza americana dispiegata quale barriera deterrente nei confronti dei sovietici.

RIVOLUZIONE IN CINA E GUERRA IN COREA

Nellagosto del 1949 lURSS fece esplodere la sua prima bomba atomica e il 1 ottobre la rivoluzione comunista si afferm in Cina. Il comunismo appariva improvvisamente capace di estendere la propria influenza nel paese pi popoloso del mondo. LURSS acquisiva un alleato prezioso (Mosca e Pechino firmarono un trattato di mutua assistenza nel febbraio 1950) e, grazie allatomica, poteva ora essere meno intimorita dalla preponderanza strategica americana. Lamministrazione Truman avvi subito una riconsiderazione della propria strategia, che si condens nella direttiva NSC 68 approvata nellaprile del 1950. Essa delineava un conflitto ormai endemico con un nemico che si presumeva monolitico e teso ad imporre la propria volont assoluta sul resto del mondo. Gli Stati Uniti dovevano estendere e approfondire il proprio sforzo di contenimento con nuove risorse che assicurassero loro pi alti livelli di preminenza strategica. Truman avvi la costruzione della bomba allidrogeno (che anche Mosca stava preparando), decise di ampliare il proprio arsenale atomico e di sviluppare una robusta forza convenzionale per contrastare lURSS in Europa e in Asia. Ma le scelte di Truman avrebbero fatto quadruplicare il bilancio americano perla difesa e neanche lo shock della perdita della Cina poteva facilmente convincere il Congresso e gli elettori ad accettare un simile carico fiscale. I dirigenti comunisti lanciarono la Guerra di Corea. Il 25 giugno 1950 le truppe comuniste della Corea del Nord invasero il Sud filo-occidentale. Il tentativo di riunificazione militare del paese, autorizzato dallo stesso Stalin, ebbe subito rilevanza mondiale.. La guerra di Corea estese la logica della guerra fredda su un nuovo grande fronte, quello asiatico. Washington consider lattacco come una sfida di portata mondiale e impegn le proprie truppe (sotto le bandiere dellONU). Loffensiva del Nord fu presto arrestata e gi in ottobre le forze americane entrarono in Corea del Nord con lintento di andare oltre il puro contenimento ed eliminare il regime comunista. Fu a questo punto che intervenne la Cina che respinse gli americani ancora una volta nel sud della penisola. Dopo battaglie sanguinose la guerra si stabilizz, e solo nel 1953, dopo la morte di Stalin, si giunse ad un armistizio che congel la precedente divisione delle due Coree lungo il 38parallelo. Mosca prima e Washington poi avevano tentato di violare con la forza i confini tra due mondi e avevano entrambi dovuto rinunciarvi. Il rischio che si passasse a un conflitto diretto tra le grandi potenze era troppo alto.

IL BIPOLARISMO ANTAGONISTICO

La vicenda coreana ebbe profonde ripercussioni sul carattere della guerra fredda. In primo luogo perch estese il conflitto bipolare allAsia. Nel 1951 gli Stati Uniti firmarono un trattato di sicurezza con il Giappone che garantiva la presenza di basi americane e faceva di quel paese il retroterra economico e logistico del contenimento in Estremo Oriente. I francesi vennero aiutati a combattere la guerriglia nazionalista il Vietnam, guidata dal comunista Ho Chi Minh. In secondo luogo perch condusse ad una rapida militarizzazione del contenimento anche in Europa. LAlleanza Atlantica si dot di un dispositivo militare integrato (la NATO), schier truppe americane in Europa e procedette ad un cospicuo rafforzamento degli eserciti europei, giungendo ad accogliere nel 1955 tra le proprie fila anche la Germania Occidentale. Gli Stati Uniti sperimentavano le prime bombe termonucleari. I sovietici non furono da meno e nel 1955 istituirono il Patto di Varsavia. Al centro dellantagonismo bipolare si insedi quindi quella corsa al riarmo. Le due superpotenze svilupparono poderosi apparati militari industriali e la spesa per gli armamenti divenne una voce assai cospicua nei loro bilanci. Infine la guerra di Corea e il riarmo generalizzato che ne consegu portarono ai livelli pi aspri il clima di antagonismo bipolare. I due blocchi si sentivano sullorlo della guerra e furono permeati da unatmosfera di mobilitazione ideologica, oltre che economica e militare, senza precedenti. Negli Stati Uniti la campagna anti-comunista che prese il nome di maccartismo comport un diffuso conformismo e restrizioni delle libert civili per chi non sembrava aderire pienamente al consenso antisovietico. Poi, dopo la morte di Stalin (1953) e la fine delle ostilit in Corea, la tensione inizi lentamente a scemare e nella seconda met degli anni cinquanta la guerra fredda divenne un intreccio di relazioni ostili, e pericolosamente armate, ma anche regolate da tacite norme reciprocamente accettate. La repressione della rivolta ungherese del 1956 da parte dellesercito sovietico suscit in Occidente alte proteste, ma nulla pi.

5. ANTAGONISMO GLOBALE E DISTENSIONE

Linedito sistema bipolare Est-Ovest dominava la scena internazionale non era affatto statico. Limpetuoso processo di decolonizzazione, con laffermarsi di nuove nazioni alla ricerca di autonome vie di sviluppo, fece sorgere altri protagonisti che delinearono, oltre allEst e allOvest, anche quello che viene chiamato il Terzo Mondo che propugn il non allineamento per proporsi come alternativa allantagonismo bipolare, ma non riusc ami ad esserlo davvero. Al contrario diverse sue zone furono direttamente coinvolte nella tensione Est Ovest. Lesistenza di nuovi attori in uneconomia mondiale in espansione cambiava lagenda mondiale, costringendo tutti a misurarsi con i problemi dello sviluppo, della povert, della distribuzione delle risorse. Le due superpotenze giunsero nei primi anni settanta a tentare di regolare le proprie relazioni, ridefinendole in chiave meno univocamente ostile.

LA SFIDA DEL TERZO MONDO

La decolonizzazione costituisce la pi ampia e significativa trasformazione politica della storia contemporanea. Tra la fine della Seconda Guerra mondiale e la met degli anni sessanta i grandi imperi europei scomparvero e in luogo dei loro ex possedimenti sorsero decine e decine di nazioni indipendenti. Se nel 1945 lONU contava 51 nazioni, di cui solo 9 asiatiche e 3 africane, nel 1965 esse erano diventate 120, 70 delle quali in Asia e Africa: a fine secolo sarebbero state 190. Il mondo non industrializzato irrompeva sulla scena mondiale e le ambizioni economiche e politiche delle nuove nazioni divennero uno dei fondamentali terreni della contesa bipolare. La crisi degli imperi europei era insorta gi durante la guerra, quando le vittorie giapponesi nel Sud-Est asiatico avevano palesato la vulnerabilit del colonialismo. Al termine del conflitto mondiale i movimenti indipendentisti passarono alloffensiva cercando di volgere a proprio vantaggio il nuovo contesto ideale e diplomatico definito dal sorgere delle Nazioni Unite. Nel 1946 divenivano indipendenti la Siria e il Libano francesi. Nel 1947 il movimento nazionale guidato da Gandhi sfociava nellindipendenza dellIndia e del Pakistan, cui seguirono quella di Sri Lanka e Birmania. Nel 1948 la Gran Bretagna lasciava la Palestina, nel 1949 diveniva indipendente lIndonesia. Alla met del secolo lAsia era quasi interamente libera dal dominio coloniale europeo, e due grandi Paesi, la Cina comunista e la democrazia indiana, simboleggiavano sia i dilemmi economici che le aspirazioni politiche delle nuove nazioni. Nel corso degli anni cinquanta lepicentro della battaglia per la decolonizzazione si spostava nel Medio Oriente e in Nord Africa. Nel 1956 Londra e Parigi, dintesa con Israele, mossero guerra allEgitto che aveva nazionalizzato il Canale di Suez, ma gli Stati Uniti condannarono liniziativa dei propri alleati, facendola fallire. La Francia avrebbe ancora combattuto una sanguinosa guerra in Algeria, la cui indipendenza giunse nel 1962, ma il colonialismo europeo era ormai finito. Il Medio Oriente diventava cos teatro di unindiretta ma persistente rivalit bipolare: se le monarchie tradizionaliste, oltre alo stato democratico di Israele, divenivano i sostegni dellinfluenza statunitense, i regimi radicali di Siria ed Egitto si appoggiavano invece allURSS per un aiuto tecnico e militare. Lemergere di nuove nazioni, dalla Cina allEgitto, dallIndonesia allIndia, diede vita a nuove dinamiche bel sistema internazionale definito dallantagonismo tra Est e Ovest. I dirigenti delle rivoluzioni e dei movimenti anti-coloniali volevano consolidare la propria indipendenza, sottrarsi alla tutela delle nazioni pi ricche e, in molti casi, affermare la propria autonomia dai due grandi blocchi politico-militari. Nel 1955, alla Conferenza di Bandung, i governi di 29 Paesi asiatici e africani contrapposero alla rivalit bipolare il principio di una cooperazione pacifica tra i popoli. Sorgeva cos limmagine di un Terzo Mondo che predicava il non-allineamento ed esigeva che alla rivalit tra Est e Ovest si sostituisse una cooperazione economica lungo lasse Nord-Sud. Alcuni di quei Paesi, come lIndia, riuscirono a mantenere una relativa neutralit tra i due blocchi; altri, come il Pakistan filo-occidentale, agirono decisamente nellorbita di una delle superpotenze; taluni, come la Cina comunista, videro invece il Terzo Mondo come un fronte rivoluzionario contro lOccidente e gli Stati Uniti. Diversi governi del Terzo Mondo tentarono di pianificare uno sviluppo delle proprie risorse agricole e industriali tale da sostituire le importazioni dai paesi pi ricchi e minimizzare la subordinazione ai mercati internazionali, ma raramente ebbero successo. Solo i produttori di una risorsa strategica come il petrolio riuscirono a riunirsi in un cartello (lOPEC) che, nei primi anni settanta, ne rialz sensibilmente il prezzo garantendosi cos un cospicuo afflusso di capitali. I risultati pi efficaci furono quelli adottati da paesi che come Taiwan o la Corea del Sud mirarono non a sostituire le importazioni quanto a finanziarle con forti esportazioni industriali dirette ai mercati occidentali. A partire dalla met degli anni cinquanta, le due superpotenze videro nellinstabilit e nelle nuove esigenze dei Paesi del Terzo Mondo un nuovo importante terreno di sfida e si impegnarono per attrarre e possibilmente inglobare le nuove nazioni nella propria orbita diplomatica ed economica. Dopo la morte di Stalin, il nuovo gruppo dirigente sovietico guidato da Chruscev, punt decisamente a proporsi come interlocutore privilegiato delle nuove nazioni. Le sue forniture di armamenti potevano ovviamente risultare invitanti per i regimi in conflitto con lOccidente, come il nazionalismo arabo di Siria ed Egitto o il governo rivoluzionario sorto a Cuba nel 1959. Gli Stati Uniti dovevano conciliare ambizioni contraddittorie. Culturalmente ostili al colonialismo e interessati alla modernizzazione dei nuovi regimi, dovevano scontare limmagine di eredi della tradizione dellimperialismo europeo. E poi gli Stati Uniti erano i garanti delle stabilit dei mercati mondiali. Nel 1953 sostennero un colpo di Stato in Iran per bloccare la nazionalizzazione dellindustria petrolifera e ridare il controllo del Paese alla monarchia filo-occidentale dello Shah. Gli Stati Uniti e lOccidente avevano maggiori risorse sotto forma di aiuti, capitali di investimento, mercati di sbocco, tecnologie civili e militari da mettere a disposizione dei Paesi in via di sviluppo quando questi accettavano le regole e la disciplina dei mercati internazionali. Lestendersi della rivalit bipolare al di fuori dallEuropa non fu generalizzata n automatica. A partire dalla rivoluzione cinese e la guerra di Corea, gli Stati Uniti si impegnarono in una strategia di contenimento nellAsia Orientale.. Il Medio Oriente aveva una cruciale importanza strategica sia per le sue risorse petrolifere che per la contiguit con il principale teatro della guerra fredda. Vi erano per diverse aree, soprattutto in Africa e in America Latina, i cui problemi avevano poco o nulla a che fare con le tensioni della guerra fredda. I dirigenti americani ritenevano che i principi di interdipendenza e di sicurezza collettiva andassero difesi anche in aree di scarsa importanza strategica. LURSS, da parte sua, vedeva nelle turbolenze del Terzo Mondo loccasione per stendere la propria influenza.

LA DISTRUZIONE RECIPROCA ASSICURATA

A met degli anni cinquanta divennero operative le pi potenti bombe termonucleari e negli anni successivi furono sperimentati i missili intercontinentali. La prospettiva della guerra atomica acquisiva un volto davvero apocalittico, con la possibilit di distruzione reciproca su larga scala e il sistema della deterrenza cambiava volto. LURSS post-staliniana, guidata da Nikita Chruscev, invocava una coesistenza pacifica che evitasse il pericolo di guerra tra le superpotenze. Ma al tempo stesso proclamava il suo sostegno alle guerre di liberazione nazionale nel Terzo Mondo facendosi forte della sua nuova potenza per sfidare lOccidente. Alle soglie degli anni sessanta, le dinamiche della rivalit bipolare si alimentarono vicendevolmente, portando le due superpotenze a momenti di confronto molto tesi. La convinzione di essere di fronte ad una sfida di portata mondiale, era vivissima nella presidenza di John Kennedy (1960 1963), che additava allAmerica lobiettivo di far crescere lintera economia mondiale per riuscire a legare le nuove Nazioni allOccidente. Ma non era una sfida solo pacifica: il comunismo andava frenato nei nuovi teatri di instabilit del Terzo Mondo, e lURSS dissuasa dallestendere il suo appoggio ai movimenti radicali. LO si perseguiva con nuovi programmi di aiuti per lo sviluppo ma anche con un rinnovato impegno militare ispirato alla dottrina della risposta flessibile. Gli USA dovevano cio essere in grado sia di sconfiggere i fenomeni di guerriglia rivoluzionaria che di perpetuare la superiorit strategica sullURSS attraverso un massiccio ampliamento del proprio apparato nucleare. Chruscev pens che la forza missilistica che egli cominciava ad avere a disposizione potesse intimidire lOccidente, permettendo allURSS di fornire un robusto sostegno ai movimenti rivoluzionari fuori dallEuropa e di sciogliere a proprio favore il nodo irrisolto di Berlino. La citt, ancora occupata dalle quattro potenze vincitrici, rimaneva una porta aperta per quanti volevano emigrare dalla Germania Orientale e ci imponeva crescenti difficolt a quel regime. Essa era anche il punto debole dellOccidente, che non avrebbe potuto difenderla militarmente, e quindi Chruscev premette per una revisione dello status della citt che affidasse alla Germania Orientale il pieno controllo sui suoi confini. La NATO, tuttavia, non voleva sottomettersi a unimposizione sovietica n entrare in collisione con la Germania Federale, che non intendeva abbandonare le proprie aspirazioni allunificazione riconoscendo il regime dellEst. La tensione diplomatica divenne vera e propria crisi nel 1961 quando parve si potesse giungere allo scontro. Lo stallo fu risolto con lImprovvisa costruzione del Muro di Berlino con cui la Germania Est sigill la propria frontiera. Mosca aveva consolidato il proprio alleato e chiarito, una volta per tutte, che nellEuropa divisa le Germanie erano due, senza alcuna possibilit di riunificazione. Un anno dopo, nel 1962, il rischio di una guerra tra le due superpotenze fu ancora maggiore ed ebbe come epicentro lisola di Cuba. Gli Stati Uniti avevano tentato di rovesciare la rivoluzione castrista del 1959 con un fallimentare sbarco di esuli anti-castristi alla Baia dei Porci, nel 1961. Isolata e minacciata, Cuba era ormai molto legata allURSS, da cui otteneva essenziali forniture commerciali, e Chruscev vedeva nel regime di Castro lemblema delle potenzialit socialiste ed anti-occidentali delle rivoluzioni del Terzo Mondo. Decise perci di intervenire a sua difesa e nellestate del 1962 i sovietici installarono segretamente nellisola missili capaci di bombardare gli USA con ordigni atomici. La crisi scoppi quando Kennedy, una volta scoperte le installazioni, intim pubblicamente allURSS di smantellarle, impose un blocco navale intorno allisola e allert le forze americane per una possibile invasione di Cuba. La sfida dei missili fu vista come il pi pericoloso test del contenimento e della credibilit dellAmministrazione americana. Dopo giorni di grande tensione in cui si temette una guerra nucleare, Chruscev dovette fare marcia indietro e smantellare i missili, in cambio dellimpegno americano a non invadere Cuba e a ritirare alcuni missili della NATO dalla Turchia. La soluzione della crisi parve premiare la fermezza americana e ci convinse i dirigenti sovietici a sbarazzarsi di Chruscev ed avviare un colossale programma decennale di riarmo per giungere ad un effettiva parit nucleare. Ma evidenzi anche il rischio immane di una guerra. Stava infatti verificandosi una condizione per cui ognuna delle superpotenze avrebbe potuto devastare il territorio avversario anche dopo aver subito un primo attacco nucleare di sorpresa. Si delineava quindi uno scenario di distruzione reciproca assicurata. Mosca e Washington iniziarono dei negoziati, a partire dal 1963, per stabilire norme di controllo sulle armi nucleari volte a stabilizzare questo precario equilibrio del terrore.

IL CONTENIMENTO GLOBALE E LA GUERRA IN VIETNAM

Temporaneamente tagliato in due dagli accordi del 1954 che avevano concluso lepoca del colonialismo francese, il Vietnam era diviso tra un inefficace regime filo-occidentale al Sud e un governo comunista al Nord. Nei primi anni sessanta il Vietnam del Sud era percorso da un ampio movimento di guerriglia sostenuto dal Nord. Washington vide in quel conflitto un diretto disegno di espansione del comunismo sostenuto dalla Cina e dallURSS. Nella logica del contenimento globale esso appariva come un altro test della credibilit internazionale della potenza americana, e per questo gli USA si impegnarono a difendere il regime del Sud. Nel 1964 iniziarono i bombardamenti aerei sul Nord Vietnam, e lanno successivo cominci larrivo massiccio di truppe statunitensi nel Sud. Il conflitto divenne presto devastante e lAmerica arriv a schierare oltre mezzo milione di soldati. Questa imponente presenza americana non riusciva tuttavia n a consolidare il precario stato sud-vietnamita n a sconfiggere militarmente lavversario. I bombardamenti non piegavano la determinazione del regime del Nord. Invece di venire riaffermata con la vittoria, la credibilit americana finiva per logorarsi in un conflitto di cui non si vedevano sbocchi. Ci suscit una crescente opposizione pubblica in America ed un forte scetticismo tra gli stessi governi alleati degli Stati Uniti. La svolta si ebbe nel 1968, quando unoffensiva generalizzata della guerriglia nazionalista e dei reparti comunisti rese manifesto il dilemma in cui si trovava il governo degli Stati Uniti. Lopinione pubblica americana non credeva pi a una vittoria ed esigeva una rapida soluzione negoziata. Da modello emblematico di contenimento globale, il Vietnam si stava trasformando nel suo opposto: la dolorosa dimostrazione che quella strategia aveva costi troppo alti e risultati incerti. Dal 1968 al 1972 gli Stati Uniti, ormai consapevoli di non poter vincere ma di dover solo limitare i danni, tentarono ancora azioni militari e negoziati con il Vietnam del Nord. Nel 1973, dovettero cedere, e firmarono un accordo che consentiva loro di lasciare il Paese, ma senza aver ottenuto serie garanzie per il loro alleato. Cos nel 1975 lesercito del Vietnam del Nord pieg militarmente il Sud, riunificando il paese sotto il regime comunista di Hanoi. Il lungo conflitto in Vietnam costringeva quindi gli Stati Uniti a ripensare il proprio diretto impegno per il contenimento di ogni minaccia comunista. La guerra Fredda stava mutando fisionomia. Insieme allemergere del Terzo Mondo, il dissidio tra Cina e URSS rendeva obsoleto lo schema di un mondo diviso secondo uno schema rigidamente bipolare. Il sistema mondiale restava cio bipolare sotto il profilo strategico, anche se i mutamenti storici ne stavano riducendo la centralit, mentre in chiave economica e politica lemergere di nuovi attori stava disegnando una geografia sempre pi multipolare.

VERSO UN CAPITALISMO GLOBALE

Alle soglie degli anni settanta venti anni dopo linizio delle guerra fredda lo scenario internazionale appariva ben diverso da quello dellepoca post-bellica. NellEuropa del dopoguerra si erano fronteggiate due ipotesi di sicurezza internazionale reciprocamente incompatibili, ma anche due ideologie e due modelli di organizzazione sociale contrapposti. Dopo un quindicennio di aspra tensione, questo antagonismo si era stabilizzato nella separazione ideologica e geopolitica. La logica dellantagonismo bipolare si era estesa ad altre aree. Proprio questo dilatarsi della guerra fredda su scala mondiale rese ancora pi macroscopico il fondamentale squilibrio insito nelle asimmetrie del bipolarismo. LURSS, oltre ad avvicinarsi alla parit nucleare con gli USA, dominava lEuropa orientale. Gli Stati Uniti oltre a detenere una decrescente ma chiara superiorit militare godevano di una ben maggiore influenza politica e culturale, mantenevano un robusto vantaggio tecnologico e, soprattutto, erano al centro di uneconomia mondiale di mercato in forte espansione. Allinizio degli anni settanta ci che appariva pi evidente era la sorprendente crescita economica dellEuropa Occidentale e del Giappone. LEuropa Occidentale era ormai una potenza commerciale di livello mondiale che negoziava alla pari con gli Stati Uniti, ed ancora pi vertiginoso era stato lo sviluppo del Giappone.. Per gli Stati Uniti questa ascesa dei principali alleati non era per priva di problemi, visto che essi operavano anche come diretti concorrenti. Il Presidente Nixon decise di ridefinire le relazioni con i suoi concorrenti e alleati nellagosto del 1971, quando introdusse una tassa sulle importazioni e abol la convertibilit del dollaro in oro. Nixon abol il regime monetario vigente fin dagli accordi di Bretton Woods. Al suo posto sorse un sistema di cambi flessibili in cui il dollaro poteva oscillare al pari delle altre valute, ridando cos alleconomia americana la possibilit di competere attraverso la svalutazione. Questo cambiamento ebbe forti ripercussioni sulleconomia mondiale per tutti gli anni settanta. Le oscillazioni valutarie, unite ai rialzi dei prezzi delle materie prime, comportarono una ripresa dellinflazione e un ritorno della disoccupazione. Nei primi anni settanta si diffuse quindi per lOccidente una preoccupata percezione di crisi economica, ma anche politica e morale. Stava iniziando il trapasso a quella nuova economia dominata dai servizi e dalle nuove tecnologie che sarebbe presto stata etichettata quale economia post-industriale. Letto sullo sfondo della sconfitta vietnamita e dellimminente parit strategica sovietica, tuttavia, il disordine economico dei primi anni settanta segnalava una diminuita capacit di egemonia mondiale da parte degli Stati Uniti. Anche i sovietici dovevano fronteggiare seri problemi: il loro modello economico incentrato sullindustria pesante era scarsamente capace di innovazione e non riusciva a soddisfare le esigenze essenziali della popolazione. Inoltre la rigidit del sistema di governo sovietico escludeva la possibilit di riforme e ne diminuiva lefficienza e il consenso, sia dentro i suoi confini che allestero. La repressione militare della Primavera di Praga, nel 1968, riconfermava il controllo di Mosca sui suoi satelliti, ma chiariva anche quanto lintero sistema sovietico si reggesse essenzialmente sulla forza: linfluenza ideologica e culturale del comunismo stava svanendo. Inoltre, il dissidio ideologico con la Cina era divenuto aperta ostilit inter-statuale. Infine, linfluenza geopolitica dellURSS fuori dei confini del suo impero si rivelava flebile: le sconfitte dei suoi interlocutori arabi, Egitto e Siria, durante le guerre con Israele nel 1967 e nel 1973 estromettevano Mosca da un Medio Oriente dove gli Stati Uniti restavano arbitri della scena diplomatica. Sia pure per motivi differenti, sia a Mosca che a Washington poteva risultare utile una forma di distensione.

UNA DISTENSIONE, ANZI DUE

I fattori che spingevano in questa direzione erano molti. Il pericoloso equilibrio tra i due giganteschi arsenali nucleari andava consolidato e regolamentato per diminuire il livello di pericolo e, se possibile, ridurne i costi. LEuropa era ormai unarea piuttosto stabile di coesistenza tra i due blocchi e cerano meno motivi per continuare a rinfocolare lantagonismo. E poi si era aperta una possibilit di ripensare il profilo strategico delle relazioni Est-Ovest su scala globale in seguito alla diretta rivalit tra Mosca e Pechino, che ormai si concepivano pi come rivali che come alleati. Entrambi i giganti comunisti e in particolare Pechino avevano interesse a migliorare i rapporti con lOvest. LAmministrazione Nixon adott un nuovo approccio fondato sulla negoziazione di un equilibrio di potenza e intraprese accordi, sia con Pechino che con Mosca, che dovevano intanto consentirle di ridurre il proprio impegno in Vietnam e, sul lungo periodo, di trarre vantaggio dallostilit tra i due stati comunisti. Alla Cina venne offerta la fine del suo isolamento diplomatico, e il sorprendente incontro del 1972 tra Nixon e Mao Zedong inaugur scambi commerciali destinati a crescere enormemente nei decenni successivi. Fu un segnale molto importante per i dirigenti sovietici, e li convinse a controbilanciare il dialogo sino-americano con una solida relazione di reciproco interesse tra Mosca e Washington. Un accordo con gli USA, oltre a regolamentare la pericolosa corsa agli armamenti, avrebbe consentito allURSS di accedere a tecnologie e importazioni occidentali e legittimare il proprio dominio in Europa dellEst. Gli USA pensarono di poter condizionare lURSS con un uso selettivo di pressioni e di incentivi sia politici che commerciali. Essi miravano a ottenere da Mosca, in cambio del riconoscimento della parit strategica negli armamenti nucleari, un comportamento moderato e stabilizzatore. Le due superpotenze inaugurarono, quindi, con il vertice di Mosca tra Nixon e Breznev (1972) una breve stagione di collaborazione. Furono siglati due trattati (ABM e SALT 1) che, imponendo un tetto ai missili dispiegati, cercarono di stabilizzare il sistema della deterrenza reciproca. Alcuni accordi commerciali aprivano poi la strada a forti importazioni russe di grano americano. Una dichiarazione di principi impegn infine i due paesi a una coesistenza pacifica. Il clima negoziale tra le due superpotenze, facilit e incentiv una seconda dimensione della distensione, che alla lunga si sarebbe rivelata ancora pi importante. Si tratt di una distensione intra-europea, e a promuoverla fu in primo luogo il governo della Germania occidentale ispirato dal socialista Willy Brandt. Abbandonate le velleit di riunificazione, la Germania federale aveva infatti cominciato a lavorare per un riavvicinamento tra le due Germanie che ne temperasse la separazione e, diminuendo la tensione, facilitasse un miglioramento delle condizioni di vita allEst. Questa Ostpolitik si estese presto a una ricerca pi ambiziosa di relazioni commerciali, politiche e culturali con i diversi Paesi dellEst. Tra il 1970 ed il 1972 una serie di trattati siglati dalla Germania occidentale con lURSS, la Polonia e la Germania orientale sanzionava una reciproca legittimazione e avviava una significativa distensione tra i due stati tedeschi. Da l in poi la cooperazione tra lEuropa dellEst e quella dellOvest si intensific rapidamente. Questa distensione intra-europea trov la sua massima sanzione con la Conferenza sulla Sicurezza europea tenutasi a Helsinki nel 1975. . I Paesi della Comunit europea, che l agivano congiuntamente, riuscirono ad estendere gli accordi sui confini e il commercio anche a una serie di misure sul rispetto dei diritti umani e civili, erigendo cos un sistema internazionale di monitoraggio sui comportamenti dei governi. Era il culmine del processo di distensione tra Est e Ovest. Per un verso la distensione tra Est e Ovest prometteva di rimpiazzare la guerra fredda con una cooperazione fondata sul mutuo riconoscimento di confini inviolabili in Europa. Ma per un altro aspetto, lapertura reciproca moltiplicava gli scambi e i contatti, favoriva linsorgere di movimenti di dissenso e approfondiva la dipendenza dellEst dallOvest. I regimi socialisti vedevano diminuire la loro gi scarsa legittimazione pubblica e aumentare la pressione civile per una loro democratizzazione. La distensione tra le superpotenze invece ben presto si aren. I primi accordi sugli armamenti erano stati importanti, ma non avevano alterato le ragioni di fondo della rivalit.

6. CRISI DELLURSS E FINE DELLA GUERRA FREDDA

Intorno alla met degli anni settanta i successi della distensione avevano fatto pensare che la guerra fredda fosse ormai una cosa del passato e che al suo posto si stesse affermando una duratura convivenza negoziata tra Est e Ovest. IN parte era vero: tra gli Stati, e in certa misura, tra le societ delle due Europe si andavano stabilendo contatti e collaborazioni piuttosto stabili. Ma sul piano della grande politica mondiale la distensione si rivel unillusione passeggera. I motivi di rivalit tra le superpotenze erano ancora prevalenti. Gli Stati Uniti uscirono dalla crisi e cercarono nuove strade per riaffermare la propria egemonia globale. LURSS si trov invece sovraccaricata dimpegni imperiali e spese militari che faticava a sostenere. Dal 1985 la nuova guida al Cremlino, Michail Gorbacev, pens di salvare il socialismo per mezzo di una piena pacificazione con lOccidente. Cerc di riformare gli assetti interni dellURSS e soprattutto di riconsiderare integralmente le sue strategie internazionali. Egli riusc nel secondo intento, rendendo possibile una fine incruenta dellantagonismo bipolare e della divisione dellEuropa. Ma il decadimento interno del regime sovietico si rivelava troppo profondo e irrimediabile. Tra il 1989 e il 1991 lURSS abdicava al proprio ruolo imperiale e il potere sovietico spariva dallEuropa Orientale, travolto da movimenti popolari che cancellavano pacificamente i regimi comunisti. La divisione dellEuropa veniva superata e le due Germanie erano unificate entro la NATO. Subito dopo si dissolveva la stessa Unione Sovietica: lepoca storica della guerra fredda si era ormai conclusa. Lapparente trionfo ideale, economico e tecnologico dellOccidente che usciva indubbiamente vincitore dal quarantennio di antagonismo bipolare si rispecchiava nella prorompente diffusione di uneconomia globale di mercato che integrava nei suoi meccanismi aree sempre pi ampie, a cominciare dalla Cina e dallIndia, e conosceva una lunga stagione di forte crescita.

MALESSERE AMERICANO ED ESPANSIONISMO SOVIETICO

Nella seconda met degli anni settanta la distensione tra le due superpotenze entr in una rapida parabola discendente. LURSS cercava la legittimazione e la stabilizzazione del proprio potere in Europa, ma vedeva nella distensione anche molto di pi. Essa riteneva che la relativa debolezza americana palesatasi nei primi anni settanta fosse il preludio di un declino di lungo termine degli USA e dellimperialismo mondiale: la distensione serviva a mantenere la pace mentre il blocco socialista accresceva la propria influenza su scala globale. Per gli USA, al contrario, la distensione era finalizzata a co-interessare Mosca alla stabilit del sistema internazionale, inducendola quindi ad atteggiamenti pi moderati, se non rinunciatari, nei focolai di instabilit del Terzo Mondo. Gi durante la guerra arabo-israeliana del 1973, USA e URSS si erano fronteggiati direttamente a sostegno dei propri alleati. Mosca tent di coinvolgere Washington in una cogestione della pace, che avrebbe rafforzato la presenza sovietica nellarea, ma la superiore forza militare di Israele consent agli USA di rigettare la proposta. Anche la vicenda del Cile aveva mostrato quanto lidea kissingeriana di distensione fosse confinata allEuropa, e servisse a difendere linfluenza americana nel resto del mondo. Washington vedeva nel governo del socialista Allende una minaccia per la stabilit dellAmerica Latina e la credibilit globale della potenza americana, e perci sostenne il cruento colpo di stato guidato dal Generale Augusto Pinochet nel settembre 1973. In Africa invece furono i sovietici a dimostrarsi pi assertivi. NellAngola appena diventata indipendente, la lotta tra le diverse fazioni nel 1975 divenne guerra aperta, e a sostenere il neonato governo locale, dispirazi