Storia Geologica Della Zona Di Vigo Di Fassa (1)

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STORIA GEOLOGICA DELLA ZONA DI VIGO DI FASSA Le rocce più antiche che affiorano sul territorio del Comune di Vigo appartengono alla Formazione delle Arenarie di Val Gardena (ad esempio nelle immediate vicinanze degli abitati di Larzonei e di Tamion e nella zona del Passo di Carezza). Si tratta di prevalenti areniti rossastre (sabbie cementate), con materiali a grana più fine e rare intercalazioni dolomitiche e calcaree. Sono presenti, verso l’alto stratigrafico e topografico, strati gessosi, che fanno da preludio alla successiva formazione geologica. I materiali a grana fine rappresentano un deposito di piana deltizia terminale, sviluppato in un contesto climatico tendenzialmente arido con corsi d’acqua sottili ed ampi, effimeri, pressoché privi di alveo e con carico solido esclusivamente fine. Le alternanze gessose potrebbero rappresentare la transizione ad un ambiente lagunare evaporitico. La consistente porzione prevalentemente arenitica dell’unità rappresenta invece la rapida progradazione di un apparato fluviale. 1 - Claraia clarai, fossile guida del Triassico inferiore In questa formazione, nel territorio del Comune di Vigo, sono a volte visibili resti vegetali carboniosi di piante continentali. L’età attribuibile a questa formazione è permiana media e, in parte, superiore. Ci troviamo verso 1 / 7

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STORIA GEOLOGICA DELLA ZONA DI VIGO DI FASSA

Le rocce più antiche che affiorano sul territorio del Comune di Vigo appartengono allaFormazione delle Arenarie di Val Gardena (ad esempio nelle immediate vicinanze degli abitatidi Larzonei e di Tamion e nella zona del Passo di Carezza). Si tratta di prevalenti arenitirossastre (sabbie cementate), con materiali a grana più fine e rare intercalazioni dolomitiche ecalcaree. Sono presenti, verso l’alto stratigrafico e topografico, strati gessosi, che fanno dapreludio alla successiva formazione geologica.

I materiali a grana fine rappresentano un deposito di piana deltizia terminale, sviluppato in uncontesto climatico tendenzialmente arido con corsi d’acqua sottili ed ampi, effimeri, pressochéprivi di alveo e con carico solido esclusivamente fine. Le alternanze gessose potrebberorappresentare la transizione ad un ambiente lagunare evaporitico. La consistente porzioneprevalentemente arenitica dell’unità rappresenta invece la rapida progradazione di un apparatofluviale.

1 - Claraia clarai, fossile guida del Triassico inferiore

In questa formazione, nel territorio del Comune di Vigo, sono a volte visibili resti vegetalicarboniosi di piante continentali.L’età attribuibile a questa formazione è permiana media e, in parte, superiore. Ci troviamo verso

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la fine dell’Era Primaria, il Paleozoico. Sembra che tale formazione geologica inizi a depositarsicirca 260-255 milioni di anni fa.

A questa formazione succede, stratigraficamente, la Formazione a Bellerophon, ben visibile neicanyon e nelle piccole incisioni vallive dall’abitato di Vallonga verso il Passo Carezza. Si trattadi prevalenti strati gessosi (di origine evaporitica), con subordinati dolomie e calcari.L’unità attesta il progressivo instaurarsi, durante il Permiano superiore, di un ambiente marinomarginale che si era rapidamente sostituito alle pianure alluvionali e ai delta terminali dellaprecedente unità. I depositi calcarei testimoniano l’avvento di un ambiente di mare ancora nonprofondo ma aperto e distante dalla linea di riva.

2 - Sguardo sul canyon di Ciampedìe

Il Bellerophon, che ha dato il nome alla formazione, è un gasteropode marino che tuttavia nonla caratterizza. Nel territorio comunale di Vigo non sono stati rinvenuti resti di tale “chiocciola”. L’età di questa formazione geologica va dal Permiano superiore a, grosso modo, il limitePermo-Trias, limite importante da un punto di vista stratigrafico, poiché rappresenta il passaggiotra due ere geologiche, quella Primaria (Paleozoico) e quella Secondaria (Mesozoico). Daricordare che Paleozoico significa letteralmente “era degli animali antichi” e Mesozoico “eradegli animali di mezzo”: tra le due ere si è avuta una importante estinzione di massa, che haportato alla scomparsa di più del 90% delle specie allora viventi.

La successiva formazione geologica, come già detto, rappresenta l’inizio di una nuova era: sitratta della Formazione di Werfen, che inizia a depositarsi poco più di 250 milioni di anni fa. Èben riconoscibile, ad esempio, nelle falde rocciose e negli affioramenti nei boschi sopra l’abitatodi Vigo (verso Vael e verso il Ciampedìe, compreso lo spettacolare canyon che va da Vigo

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verso la stazione a monte degli impianti funiviari di Ciampedìe), nonché sul versante della valleopposto (zona Soraghe). Tale formazione risulta comunque subaffiorante o poco al di sotto delpiano di campagna, nei territori di Costa, Larzonei e Tamion. Si tratta di calcari, calcari marnosi,calcari oolitici, areniti ed altri materiali depositatisi in bacini acquiferi.

3 - Strati della Formazione di Werfen, affioranti nella zona di Vael

L’ambiente di deposizione di tale formazione geologica comprende zone di piana di marea,zone evaporitiche e zone di piattaforma carbonatica.Numerosi sono i fossili presenti nella Formazione di Werfen: si tratta di brachiopodi (Lingula),bivalvi (il più “famoso è la

Claraia clarai, fossile guida del Triassico inferiore), microgasteropodi (Coelostylina, Holopella eNatiria costata prevalenti), tracce di stelle marine (Asteriacites), ammonoidi (Tirolites cassianus)e altri fossili in minore quantità, tra i quali alcuni di attribuzione incerta (Problematica), che sirinvengono solo nel territorio comunale di Vigo e zone limitrofe. Abbastanza frequenti risultanole strutture sedimentarie da carico e le increspature da onda (ripple marks), testimonianti il motoondoso in zone vicino ai limiti di antiche spiagge.

L’età di questa formazione abbraccia tutto il Triassico inferiore (piani Induano e Olenekiano).

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Salendo stratigraficamente e, in via di massima, topograficamente, segue, come formazionegeologica, il Conglomerato di Richthofen, che rappresenta una testimonianza di erosione delTriassico medio basale (piano Anisico). È rappresentato prevalentemente da un conglomerato(ghiaie cementate).

4 – Problematicum sp., fossile di attribuzione incerta, che segna la ripresa della vita all’inizio dell’Era Mesozoica (lett.: “Era degli animali di mezzo”), dopo la grande estinzione di massa avvenuta alla fine del Paleozoico (lett.: “Era degli animali antichi”)

Seguono la Dolomia del Serla e la Formazione di Contrin, caratterizzate da calcari dipiattaforma e da dolomie, affioranti, ad esempio, nelle zone del Ciampedìe, delle Cigolade edelle Coronelle. Si tratta di depositi di mare limpido, derivanti dall’accumulo di fanghi e di alghecalcaree e, subordinatamente, da accumulo organico di altri organismi (ammonoidi,gasteropodi, bivalvi e altri ancora).Le formazioni appartengono al Triassico medio, vale a dire, più in dettaglio, al piano Anisicoinferiore e medio.

A queste formazioni segue la Formazione di Livinallongo, del Triassico medio (piano Ladinicoinferiore). Si tratta di depositi calcarei generalmente ben stratificati e di livelli di tufiti verdastre(accumuli di ceneri vulcaniche, provenienti da zone lontane, forse da vulcani sepolti nellepianure venete), che indicano un mare più profondo rispetto a quello dellepiattaformecarbonatiche. In questa formazione, nella zona del Ciampedìe e delle Coronelle, sono statitrovati, quali fossili, ammonoidi, nautiloidi e bivalvi.

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5 – Increspature da interferenza di onde (= ripple marks), testimonianti ambienti litorali. Sulle increspature sono presenti impronte di bivalvi

Le cime dolomitiche più importanti del territorio di Vigo di Fassa risultano costituite perlopiùdalla Dolomia dello Sciliar, rappresentante una importante piattaforma carbonatica, costituita dacalcari e dolomie, che caratterizza praticamente tutte le Dolomiti. Nei calcari e nei calcaridebolmente dolomitizzati si possono trovare resti di alghe calcaree, ammonoidi, bivalvi,brachiopodi, gasteropodi e, con un po’ di fortuna, altri fossili molto rari, quali, ad esempio,articoli di crinoidi e coralli.

In queste formazioni geologiche, a vari livelli, si trovano brecce di esplosione, depositi dismantellamento di rocce eruttive e sedimentarie (brecce, arenarie ed altro), filoni magmatici,colate laviche, lave a cuscini ed altre strutture vulcaniche e magmatiche. Si tratta dell’eventomagmatico del triassico medio e superiore (di età ladino-carnica, circa 232 milioni di anni fa),che ha permesso, tra l’altro, la genesi di molte specie minerali, a volte anche rare.

6 – Sguardo sul Catinaccio

Formazioni geologiche più recenti non sono presenti sul territorio comunale di Vigo di Fassa,

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poiché smantellate dagli agenti atmosferici, ad eccezione di depositi dell’ultima era geologica, ilQuaternario (chiamato anche Neozoico), che copre, qua e là, buona parte dell’areale,presentandosi sotto forma di depositi alluvionali terrazzati (verso il Torrente Avisio), depositimorenici di vario tipo (magari rimaneggiati da fenomeni gravitativo-franosi), depositi di versante(ai piedi delle falde rocciose), depositi di cono detritico-alluvionale (legati al trasporto operatolungo canaloni, vallette o incisioni dovute a corsi d’acqua), depositi cementati di probabileorigine glaciale (quali le brecce, visibili, ad esempio, a fianco del Pont da l’Infern, lungo lastatale che porta a Soraga)ed altri ancora.

7 - Poligoni di fango (mud cracks): si tratta di fango calcareo-argilloso essiccato e conservato come struttura "fossile", visibile sul sentiero che porta da Malga Vael alla zona di Ciampac

Da ricordare che le antiche glaciazioni quaternarie (chiamate dai geologi, in ordine di tempo,Biber, Donau, Günz, Mindel, Riss e Würm, quest’ultima terminata circa 10.700 anni fa) hannomodellato il nostro paesaggio in maniera significativa. Da vedere la splendida zona di accumulodel ghiacciaio della conca del Ciampedìe; questo lembo glaciale, scomparso appunto circa11.000 anni fa, alimentava lateralmente l’antico ghiacciaio dell’Avisio.

Un ultimo accenno va alle rocce dolomitiche, che rappresentano buona parte delle nostre paretirocciose e delle cime più importanti. Le piattaforme carbonatiche, formatesi in mare conaccumulo di carbonato di calcio CaCO3 si sono (in tempi geologici) trasformate in dolomia, valea dire una roccia costituita da carbonato doppio di calcio e magnesio (Ca,Mg)(CaCO3)2. Tale trasformazione è dovuta al contatto con acque ricche in magnesio, provenienti dallaterraferma e da alcuni vulcani sottomarini. Questo processo viene chiamato dolomitizzazione.

Il processo di dolomitizzazione è un processo distruttivo, la roccia diventa omogenea e subisceun aumento di porosità, i fossili vengono “amalgamati” con la roccia e quindi non si vedono più.Dove l’acqua ricca in magnesio non è riuscita a toccare i calcari di piattaforma, vale a dire dovele “scogliere” erano emerse dalle acque marine, si possono trovano invece fossili stupendi

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(ovviamente in calcari o, al massimo, in calcari debolmente dolomitizzati).

Fonti:"I Monti Pallidi, viaggio tra storia e leggenda nell'area dolomitica". Ist. Geogr. de AgostiniNovara, 1989.

"La storia geologica delle Dolomiti", di Alfonso Bosellini. Edizioni Dolomiti, 1989.

"Geologia delle Dolomiti", di Alfonso Bosellini. Athesia, 1996.

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