Storia Dell’Estetica Estetica Manuale 1

13
Storia dell’estetica Stefano Zecchi Elio Franzini Ed. IL MULINO VOLUME PRIMO Riassunto di ARGON [email protected] Premettiamo che la data ufficiale dell’estetica come disciplina filosofica è il 1750 in seguito alla pubblicazione di AESTHETICA di BAUMGARTEN. I Presocratici E’ difficile fare asserzioni intorno al problema estetico in ambito presocratrico poiché ciò che è giunto sino a noi sono solo alcuni frammenti. Resta comunque vero il fatto che possiamo rintracciare queste idee in Platone e a suo mezzo nei suoi posteriori: ad esempio il concetto pitagorico di armonia. Diciamo quindi che le prime nozioni filosofiche della bellezza sono da attribuire alla scuola pitagorica ed in particolare a PITAGORA (VI sec. A.C.) Il tema centrale della scuola pitagorica è quello di armonia in stretta relazione con la scoperta che le corde vibrano diversamente in base alla loro lunghezza, dunque l’armonia può essere affrontata matematicamente. L’armonia è quindi una proporzione, una symmetria, tra le cose: anche a livello cosmologico. Tuttavia i primi scritti prettamente estetici sono quelli di DEMOCRITO (quindi non più in ambito presocratrico) che compone trattati dedicati al ritmo, al canto, alla poesia.

description

Storia Dell’Estetica Estetica Manuale 1

Transcript of Storia Dell’Estetica Estetica Manuale 1

Storia dellestetica

Storia dellestetica

Stefano Zecchi

Elio Franzini

Ed. IL MULINO

VOLUME PRIMO

Riassunto di ARGON [email protected]

Premettiamo che la data ufficiale dellestetica come disciplina filosofica il 1750 in seguito alla pubblicazione di AESTHETICA di BAUMGARTEN.

I Presocratici

E difficile fare asserzioni intorno al problema estetico in ambito presocratrico poich ci che giunto sino a noi sono solo alcuni frammenti. Resta comunque vero il fatto che possiamo rintracciare queste idee in Platone e a suo mezzo nei suoi posteriori: ad esempio il concetto pitagorico di armonia.

Diciamo quindi che le prime nozioni filosofiche della bellezza sono da attribuire alla scuola pitagorica ed in particolare a PITAGORA (VI sec. A.C.)

Il tema centrale della scuola pitagorica quello di armonia in stretta relazione con la scoperta che le corde vibrano diversamente in base alla loro lunghezza, dunque larmonia pu essere affrontata matematicamente.

Larmonia quindi una proporzione, una symmetria, tra le cose: anche a livello cosmologico.

Tuttavia i primi scritti prettamente estetici sono quelli di DEMOCRITO (quindi non pi in ambito presocratrico) che compone trattati dedicati al ritmo, al canto, alla poesia.

Democrito il primo ad occuparsi delloperativit artistica connettendola alla natura (mimesis). Quindi: processi artistici come imitazione dei processi della natura.

Vi poi la posizione SOFISTA (Gorgia) che essendo basata su una filosofia essenzialmente discorsiva, nega loggettivit della bellezza.

Infine ritroviamo la posizione di SOCRATE consistente nellidea di unarte che oltre a copiare la natura ne unifica gli aspetti migliori.

Platone: bellezza e verit

Nei dialoghi, Platone espone, intorno al problema del bello, posizioni non sempre concilianti.

E sicuramente nellIPPIA MAGGIORE che tuttavia tratta il problema del bello in maniera pi sistematica.

Diciamo che Platone riprende i concetti pitagorici di ordine ed armonia.

La bellezza non necessariamente connessa allesperienza come non lo la verit. Anzi essendo la bellezza unidea vi sar tanta pi bellezza quanto pi ci si avvicina a tale idea svincolandosi quindi dalla materia. Si compie cos una totale identificazione tra bello e bene.

Anche Platone afferma che larte imitazione ma ne ha una visione negativa poich, essendo gi la natura imitazione della realt vera, larte si configura come imitazione di imitazione allontanandosi pertanto dalloriginaria bellezza. La questione diversa per la poesia infatti , pur rimanendo anchessa imitazione di imitazione, laedo interprete degli dei e la poesia imitazione dellaedo ovvero della mania che cattura il poeta.

Aristotele: poetica e retorica

La nozione aristotelica di arte, ovvero Techn, notevolmente diversa da quella Platonica: larte un movimento che richiede una serie di conoscenze e che implica unabilit pratica dellartista. Larte in stretta relazione con la natura, ne mimesis. Il concetto aristotelico di mimesis risulta un problema ancora aperto anche se si protende per far coincidere il termine mimesis con la capacit di cogliere potenzialit nuove nella natura altrimenti inespresse.

Il nodo, delle osservazione di Aristotele sullarte, la tragedia definita come la mimesi di unazione seria.

Allinterno della teoria della tragedia importante il concetto di KATHARSIS (purificazione): la tragedia non riduce allessenzialit le passioni ma libera da esse lo spettatore. La tragedia ha pertanto una funzione sociale: quella di liberare luomo della polis dalle passioni incontrollate. (cos larte)

Ellenismo ed et romana (dal III sec. A.C. al VII sec. D.C.)

Un ruolo importante rivestito dallo Pseudo-Longino (I sec. D.C.).Il tema di fondo della sua opera principale , Sul Sublime, la grandezza. Longino sostiene, dimostrando una certa nostalgia per lepoca delle polis, che il suo tempo catturato dalla persuasione che non lascia spazio alleccezionalit dellingegno. Tuttavia nel trattato lasciato largo spazio ad un elemento non presente nellepoca classica: il potere della fantasia.

Lunica scuola, in questo periodo, che da un certo rilievo al problema estetico quella STOICA, con particolare riferimento a Seneca, dove comunque si ritrovano affermazioni tradizionali quali la simmetrica ma con un connotato in pi : il decorum, inteso come forte connotazione morale. Quindi la scuola stoica caratterizzata da due termini: symmetria e decorum.

Quindi la filosofia post-aristotelica non ha particolare attenzione ne per larte e nemmeno per la bellezza; contributi pi importanti vengono sicuramente da meditazioni non filosofiche quali quelle di ORAZIO e VITRUVIO.

Plotino: La bellezza intelligibile

Con PLOTINO si ha il momento filosoficamente pi alto dellepoca ellenistica.

Il tema centrale della sua opera maggiore (Enneadi) la bellezza. Plotino esalta la bellezza sensibile perch unidea visibile che pu condurre verso la purezza metafisica dellUno poich la bellezza sensibile il riflesso di una bellezza superiore (come per Platone).

Dunque, per Plotino, la bellezza non ha connotati pitagorici piuttosto ne ha di etici e conoscitivi tesi verso lUno-Tutto.

Larte, essendo espressione della bellezza, indica la possibilit di un ritorno delluomo alla bellezza ideale del mondo sovrasensibile da cui la sua forma stessa proviene, infatti la bellezza caratterizza da tre movimenti: IDEA ( ANIMA ( MATERIA.

Quindi lidea di Plotino sullarte e sul bello svela un duplice carattere:

Ammirazione per la bellezza delle forme del mondo sensibile

Tensione metafisica

E in questottica che si sinserir il cristianesimo.

Da oriente ad occidente

E sicuramente attraverso Plotino che si realizza il punto dincontro tra Oriente ed Occidente. Il suo prosecutore designabile con DIONIGI AEROPAGITA, vissuto nel I sec. D.C.

I suoi scritti, tramandati come Corpus Dionysiacum, posseggono una forte connotazione teologica ed hanno nel tema, di derivazione Platonica, del bene pi alto coincidente con il bello, il nodo centrale.

Altri importanti concetti presenti nel Corpus sono quelli per cui nel reale si possono trovare solo tracce della bellezza vera (quella di Dio), pertanto larte diviene limitazione di una bellezza metafisica e trascendente. E quindi con lAeropagita che si sigla il netto collegamento greco- patristico cristiano.

Agostino ritiene che il problema della bellezza non sia una questione soggettiva e loggettivit del bello sia data dagli elementi, assolutamente greci, di armonia e misura.

Problemi di estetica medievale

I principali problemi di estetica medievale sorgono nei monasteri a partire dal XII secolo.

Secondo i Cistercensi la bellezza non al vertice dellascesa verso il divino ma solo negli stati inferiori. Adottano un procedimento inverso a quello di Plotino (Dio( Bellezza delle cose ( uomo) infatti, secondo loro, esistono due tipi di bellezza : quella sensibile e quella interiore. Solo quando quella interiore raggiunge la profondit dellanima allora pu manifestarsi sui corpi.

Secondo la scuola di Chartres (Parigi) Dio larchitetto del mondo e il bello un tutto organico e luomo, in quanto apice della creazione, lesempio pi riuscito e perfetto.

Infine la scuola di San Vittore che trova in UGO il suo principale esponente. Ben diversi sono gli spunti mistici infatti se condivide con la scuola di Chartres il sospetto verso la dialettica afferma pure che sono utili gli strumenti della ragione a patto che essi siano sorretti dalla fede. Analogamente Ugo sostiene lapprezzabilit della bellezza mondana quasi fosse unintroduzione al bello superiore tuttavia, questa bellezza terrena, conserva una propria autonomia. In sostanza la bellezza sensibile viene esaltata in quanto necessaria per conoscere il divino.

Estetica Scolastica (XIII secolo)

Vengono introdotti nella cultura continentale, a partire dal XIII secolo, elementi nuovi ad opera del francescano GROSSATESTA, vescovo di Lincoln.

Ad Oxford, donde proveniva Grossatesta, erano studiate le scienze naturali con particolare riferimento alla matematica e alla fisica.

Infatti per Grossatesta il bello , in senso pitagorico, armonia tra le parti. Inoltre il Grossatesta esalta la luce come bellezza perch nella sua semplicit possiede la proporzione pi perfetta. La luce, per la scuola Oxfordiana, la vera intelaiatura delluniverso perch si propaga direttamente da Dio.

Nello stesso periodo abbiamo BONAVENTURA da Bagnoregio, un francescano che crede nella supremazia della teologia su tutte le altre conoscenze. Il mondo, sostiene, bello fra le sue parti. Tuttavia la bellezza sensibile riflesso di quella divina.

I DOMENICANI risolvono la questione del bello aristotelicamente infatti Dio la bellezza come causa prima e la bellezza sensibile lo splendore della forma.

Infine TOMMASO dAQUINO. Egli esamina il rapporto fra fede e ragione sostenendone la concordanza.

Per Tommaso bene e bello non sono distinti sostanzialmente tuttavia alla ragione possibile coglierne le differenze:

Il bene si riferisce alla causa finale ( per soddisfare il desiderio di bene necessario possedere il bene stesso)

Il bello, legato alla facolt conoscitiva, soddisfatto anche attraverso le immagini (che devo possedere proporzione)

VERSO LA MODERNITA

Umanesimo e rinascimento (500)

E solo in questepoca che il mondo dellarte incontra il concetto di bello. Anche se non si producono idee originali resta di notevole importanza lintroduzione o meglio la reintroduzione della filosofia allinterno di un campo animato da un forte rinnovamento, un ambito che ha come suoi momenti centrali i rapporti uomo - natura, esperienza ragione, sacro mondano.

Con la nascita della prospettiva, grazie a Piero della Francesca, il corpo umano diventa misura e proporzione per architettura, scultura e pittura.

Accanto alla trattatistica dellepoca si pongono varie tradizioni filosofiche che, pur non intervenendo direttamente sul discorso dellarte, fanno parte del bagaglio culturale di numerosi artisti. Ad esempio in LEON BATTISTA ALBERTI sono presenti molti elementi neoplatonici ma allinterno di una concezione della bellezza decisamente materiale.

Il settecento tedesco

I temi estetici del 700 sono molto influenzati dal pensiero presente in molte aree geografiche tuttavia nellarea germanica esse sono considerate allinterno di un quadro filosofico pi sistematico. A questa tradizione appartiene BAUMGARTEN , colui che nel 1750 conia il termine oggi in uso, il quale afferma che lestetica la scienza della conoscenza sensibile che tende alla perfezione.

La bellezza ha tre aspetti:

Accordo di pensieri (che si unificano in un fenomeno)

Accordo dellordine interno

Accordo che da il significato (cio laccordo che si istituisce tra il pensiero e le cose)

Baumgarten lascia dei punti oscuri, ad esempio il legame sensazione/bellezza, tuttavia necessario tenere ben presente che questi aspetti verranno esaminati da altri filosofi.

Di notevole importanza WINCKELMANN. E infatti la sua riflessione che da il via al neoclassicismo ovverosia la concezione dellarte greca come unica e vera arte. Secondo Winckelmann bisogna imitare la natura bens larte greca poich questa la mirabile sintesi di tutti gli aspetti della natura. Larte antica greca , naturalmente secondo Winckelmann, dunque assolutamente organica ed il fatto che esistano varie forme non implica lassenza delloggettivit della bellezza.

Tale visione dellarte classica non fu accettata da LESSING infatti egli sostiene la presenza, allinterno del costrutto di Winckelmann, di una superiorit della arte plastiche rispetto alla poesia. Inoltre, ed lelemento pi interessante, Lessing sostiene che le arti plastiche costituivano per il mondo greco la quasi totalit dellespressione artistica; oggi la situazione mutata poich larte moderna ha aperto altri orizzonti.

Il settecento francese

CROUSAZ cerca di definire il bello e respinge la riduzione alla bellezza per affermarne un carattere di oggettivit.

Al centro della riflessione di DU BOS si pone il ruolo della ragione in relazione a un sapere radicato nel sentimento come quello estetico. Du Bos vuole recuperare attraverso larte il piacere naturale, ovvero quello sensibile.

Il bello, secondo DIDEROT, scaturisce da movimento espressivo che genera oggetti emblematici cio simboli che si presentano come geroglifici espressivi.

Il settecento inglese

Lestetica inglese non nasce n negli ambienti di corte e nemmeno nelle dispute accademiche piuttosto trova i suoi natali in alcune conclusioni del partito dei moderni.

COOPER separa il senso morale dal senso che conduce al bello. Egli, con unimpostazione platonica, concilia il bene, il bello ed il vero per mostrare come si possa cogliere la bellezza del mondo attraverso l'arte (il bello ci che armonioso e proporzionato e se ha tali qualit allora deve necessariamente coincidere con il bene; lartista assume le veci del continuatore della creazione).

ADDISON ritiene che limmaginazione si caratterizza come la facolt che sta a met fra sensibilit ed intelletto. In questottica il piacere non uno stato di confusione bens il sentimento complementare al gusto: i piaceri primari derivano dalla vista del grande e del bello (connessi con la natura); i piaceri secondari sono connessi allarte e sono meno ampi di quelli legati alla natura, sono indiretti e quindi nati da unattivit di imitazione.

Vico: la logica poetica

Vico estende i poteri dellimmaginazione ad una generale capacit poetico espressiva. Egli propone una particolare visione della storia (allinterno appunto di questa logica espressiva): let degli dei, let degli eroi, let degli uomini. La lingua delle prime due fasi quella della poesia. Compito della metafisica e della logica poetica quello di trovare i fondamenti e le leggi di questa comunicazione originaria fra uomo e mondo poich la conoscenza poetica radicata nel legame sensibile con ci che ci circonda.

In questa visione pertanto la logica poetica lo strumento con cui si esprime la metafisica. Si avverte quindi una profonda opposizione alla logica cartesiana.

Kant: critica del giudizio

E con lestetica di Kant che si chiude la tradizione settecentesca e si aprono nuovi orizzonti.

Nella Critica della ragion pura il termine estetica connota il campo della sensibilit ed soltanto nella Critica del Giudizio che il termine estetica assume un significato connesso ai temi del 700 (e pi vicino al significa attribuito odiernamente).

In questopera la natura libera finalit che mette in relazione, attraverso il giudizio riflettente, lintelletto determinante (quello che fornisce la conoscenza scientifica dei fenomeni) con la ragione pratica (ossia il giudizio morale).

Il giudizio riflettente si manifesta in due forme trascendentali:

Il giudizio teleologico: il sentimento di fronte al libero mutarsi della natura

Il giudizio estetico: il sentimento di piacere o dispiacere suscitato dalla natura

IL GUSTO

E un sentimento soggettivo, generato dallo spettacolo della bellezza. Il giudizio di gusto libero e disinteressato ed ha finalit soggettive.

LA BELLEZZA

La bellezza si distingue in :

Libera: il giudizio estetico puro

Aderente: quella delluomo e il piacere connesso a unidea di scopo pertanto il giudizio teleologico e quello estetico coincidono

IL SUBLIME

Kant lo definisce come il sentimento dellinfinitamente grande che origina un sentimento misto: da un lato il dispiacere per lincapacit di contenere nella nostra immaginazione la grandezza dello spettacolo dallaltro il piacere per il fatto che tale spettacolo suscita in noi il sentimento della destinazione sovrasensibile delle nostre facolt.

GENIO

Kant indica come genio come quel talento naturale che definisce le regole dellarte. Il genio considerato anche come facolt di esibizione delle idee estetiche.

Kant dimostra che la prospettiva contemplativistica e quella produttiva del genio possono incontrarsi grazie allassimilazione dellarte e della natura cos che larte sar bella quando, pur essendo consapevoli di aver di fronte unopera umana la considereremo come opera della natura.

DA GOETHE ALLESTETICA POSTHEGELIANA

Goethe e Schiller

Nonostante le numerosissime pagine lasciateci da GOETHE non riusciamo a trovare in esse una teoria sistematica della poesia o dellarte visiva. Tuttavia il tema ricorrente nei suoi scritti quello del rapporto tra poesia e vita.

La vita, diceva Goethe, il prodotto di forma e movimento e la natura una totalit che pur rinnovandosi non perde la propria unit; in tal senso la natura conoscenza perch testimonia la continua ritrasformazione del Tutto. Cos larte conoscenza sia perch afferma lesistenza di un mondo al di la dellopera stessa sia la necessit della relazione fra mondo e s.

Larte, sostiene Goethe, non pu essere imitazione della natura perch significherebbe farla divenire una parte del Tutto, larte unaltra natura addirittura pi misterioso della natura perch scaturisce dalla ragione.

Goethe ritiene che larte, pur essendo legata al contesto in cui nasce, sia universale poich un linguaggio simbolico in grado di unire il particolare alluniversale.

E su questo problema che diventa importante la collaborazione con SCHILLER. Sia Goethe che Schiller sostenevano unidea di forma capace di trovare un equilibrio fra la rigidit dei canoni illuministici e lidea romantica di libert. Forma non si riferisce ad un rispecchiamento della realt sensibile e neppure ad unimmagine che vola verso mete infinite piuttosto ad una sintesi tra natura e storia, tra necessit e libert.

Per Schiller larte vera quando abbandona il reale diventando puramente ideale. Schiller pertanto sosteneva che la forma pi vera di arte era la tragedia poich in essa si rappresentava al meglio lindipendenza morale dalle leggi di natura.

Il romanticismo tedesco (700-800)

Tra la fine del 700 e linizio dell800 la parola romantico inizia ad essere usata in contrapposizione al termine classico.

Secondo i pensatori romantici, la creativit dellartista rende visibile e comprensibile ci che si manifesta e il mondo del sogno viene ricondotto e trasfigurato nellorizzonte della verit. (Novalis: in quanto conferisco al volgare un alto significato, al comune un aspetto dinamico, al noto la dignit dellignoto, al finito unapparenza infinita, io lo rendo romantico)

I romantici rivendicavano la libert di sentimento e la necessit di trasgredire qualsiasi principio formale affinch la fantasia potesse esprimere tutta la sua creativit.