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Storia della medicina Prof. Fabio CAVALLI 4. La medicina ellenistica

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Storia della medicina Prof. Fabio CAVALLI

4. La medicina ellenistica

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L’età ellenistica

Nel 336 a.C. sale al trono di Macedonia Alessandro, che in un decennio allarga il suo potere sino all’India, costruendo uno dei più grandi imperi della storia.

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Il tentativo di Alessandro fu quello di organizzare un impero universale costituito da popolazione omogenea: a questo miravano la politica di promozione dei matrimoni tra stirpi diverse, la riforma dell’esercito e la creazione della figura di un “re universale”.

Trasmissione di cultura

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Nel 323 a.C. Alessandro muore improvvisamente all’età di 32 anni. Il suo progetto di impero universale naufraga subito dopo la sua morte, ma rivive nella cultura di questo periodo. La cultura ellenistica si fondò su una lingua comune, il koiné dialektos, e sulla fusione di elementi culturali greci e orientali. Fu una cultura prevalentemente urbana.

CULTURA ELLENISTICA

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L’impero dopo Alessandro

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Dopo la morte di Alessandro Magno non vi erano eredi al trono: iniziò un periodo piuttosto complesso durato circa 40 anni durante il quale i diadochi di Alessandro (ovvero i suoi «generali») diedero vita ad una serie di guerre e di intrighi nel tentativo di assumere il controllo dell'impero. Al termine di questo processo dal frazionamento dell’impero si formeranno i cosiddetti «regni ellenistici: la Macedonia della dinastia degli Antigonidi, l’Egitto dei Tolomei, la Siria dei Seleucidi e il regno di Pergamo degli Attalidi. Tali regni conservarono la propria indipendenza fino alla conquista romana: la Macedonia cadde nel 168 a.C. (battaglia di Pidna), Pergamo nel 133 a.C., la Siria nel 64 a.C., l’Egitto nel 31 a.C. (battaglia di Azio).
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Il regno d’Egitto

Fu il più stabile dei regni ellenistici. Tolomeo Sotere (306-283 a.C) Tolomeo II Filadelfo (283-246 a.C.) Tolomeo III Evergete (246-221 a.C.) I Tolomei mirano ad accrescere il loro dominio sul mare, cercando di delimitare un mare egiziano chiuso tra le isole egee a nord, la costa asiatica e l’Egitto stesso, per meglio controllare i commerci.

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Le principali città (Alessandria, Pergamo, Antiochia, Pella, Atene, Rodi) furono centri di vita politica, commerciale e culturale e attrassero gli intellettuali dell’epoca offrendo loro preziosi strumenti di ricerca (biblioteche, musei, laboratori), grazie al mecenatismo dei sovrani. Il centro più prestigioso fu Alessandria, centro dell’Egitto tolemaico, che raggiunse 400.000 abitanti ed ebbe una biblioteca con circa 500.000 volumi. Ad Alessandria vissero e operarono grandissimi poeti e filologi (Callimaco, Teocrito, Apollonio Rodio), matematici (Euclide), naturalisti (Stratone di Lampsaco) e medici, rasformando Alessandria in un centro di irradiazione della cultura.
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L’espansione del sapere medico

Nei primi cinquanta anni del III secolo a.C. si verifica una trasformazione profonda e una straordinaria espansione del sapere medico, ad opera di: • PRASSAGORA DI COS (fl. 300 a.C.) e del suo allievo • EROFILO DI CALCEDONE

• CRISIPPO DI CNIDO e dal suo allievo • ERASISTRATO DI CEO (ca. 330 – 250 a.C.)

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I maestri (Prassagora e Crisippo) sono radicati nella Grande tradizione medica di Cos e Cnido

Gli allievi confluiscono invece nella nuova capitale della cultura: Alessandria.

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La nuova medicina Si sviluppa il problema della comprensione dello stato naturale, cioè dello stato di salute, mettendo relativamente in ombra (da un punto di vista epistemologico) la malattia, relegata adesso alla tradizione e all’empiria.

SI TENTA DI APRIRE LA “SCATOLA NERA”

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I medici alessandrini tentano di risolvere il problema del «funzionamento del corpo umano» aprendo il corpo. Se per i medici ippocratici il corpo era sostanzialmente una «scatola nera» di cui si poteva intuire il funzionamento dalle sue manifestazioni esterne, adesso i «nuovi medici» alessandrini, grazie anche al supporto dei Tolomei, eseguono vivisezioni sui condannati a morte e dissezioni sui cadaveri. Comunque, per vari motivi, soprattutto legati ai tabù dell’impurità del cadavere e dell’effusione di sangue ma anche legati all’attacco sistematico da parte dei medici della scuola empirica sull’utilità della dissezione sull’uomo, dalla metà III secolo a.C. la dissezione umana cessa quasi del tutto, pur proseguendo quella sugli animali.
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Relativo alla salute (logikòn, “razionale”)

Relativo alla malattia

“neutrale”: chirurgia e farmacologia

EROFILO

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Nato a Calcedone, sulla costa asiatica del Bosforo, Erofilo svolse probabilmente il suo apprendistato sull’isola di Cos sotto la guida di Prassagora. Approdato ad Alessandria Erofilo iniziò una intensa attività anatomica: fu il primo, ad esempio, a scoprire i ventricoli cerebrali e a riconoscere l’importanza fisiologica del quarto ventricolo. Egli fornì la descrizione dei percorsi di almeno sette coppie di nervi cranici, oltre a proporre la distinzione tra nervi sensoriali e nervi «volontari» (cioè, motori). Distinse meticolosamente almeno quattro rivestimenti o membrane dell’occhio, arricchendo la terminologia anatomica dei termini ‘cornea’ (la traduzione latina della parola greca keratoeidḗs, ‘simile al corno’, coniata da Erofilo), ‘retina’ (la traduzione latina del neologismo di Erofilo diktyoeidḗs, ‘simile a una rete’) e ‘coroide’. Eseguì anche studi sul cuore e sui vasi e sull’utero e la riproduzione. In particolare Erofilo sviluppò molte ipotesi originali relative alla ‘teoria del polso’. In primo luogo, sostenne che le arterie, al contrario delle vene, in cui scorreva solamente sangue, contenevano sia sangue sia pneuma: un’opinione accettata anche dal più influente medico di tutti i tempi, Galeno (II sec. d.C.). Le arterie si dilatano per opera di una potenza o facoltà (dýnamis) che ha origine dal cuore e scorre attraverso le pareti arteriose. Secondo questa teoria, il cuore può essere paragonato a «una fonte del potere di dilatazione delle arterie». Distingue due fasi del polso, la contrazione (systolḗ), cioè l’attività o enérgeia delle arterie, che è percettibile, e la dilatazione (diastolḗ), ossia «il ritorno [delle arterie] alla loro condizione propria e naturale», classifica il polso secondo la sua struttura ritmica, evidentemente influenzato dai trattati musicali. Per Erofilo il sapere medico razionale era quello legato alla salute, cioè allo stato naturale del corpo.
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ERASISTRATO

“SCIENTIFICA” (epistemonikòn) -Etiologia -Anatomo-fisiologia

“STOCASTICA” -Terapeutica -Semeiotica

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Erasistrato (315 ca.-240), nacque a Iuli, nelle Cicladi nordoccidentali. Proveniva da una famiglia di medici legati a Cnido. Allievo di Crisippo di Cnido. L’approccio di Erasistrato alla fisiopatologia, dai frammenti della sua opera che ci sono pervenuti, presenta tre caratteristiche costanti: (1) l’uso di principî meccanicistici per spiegare i processi corporei; (2) una prospettiva teleologica (ovvero un completo finalismo delle strutture corporee); (3) la verifica sperimentale delle ipotesi. Erasistrato collegava la respirazione, il sistema vascolare, quello nervoso, l’attvità muscolare, l’appetito e la digestione in un unico ed esauriente modello fisiologico, che probabilmente era illustrato nell’opera Principî generali.  Per Erasistrato la scienza medica era «scientifica» per quanto riguarda la conoscenza strutturale, ovvero l’anatomo-fisiologia e le cause di malattia.
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-Pratica della dissezione ANATOMIA

-Ripensamento della fisiologia dei fluidi umorali sulla base della conoscenza anatomica - SAPERE ANATOMO-FISIOLOGICO

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RESPIRAZIONE

ARIA POLMONE

ventricoli cerebrali

Pneuma vitale CUORE

CERVELLO

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L’aria esterna penetra nei polmoni attraverso la trachea e l’albero bronchiale ogni volta che il torace si espande, dopo essersi contratto a causa dell’espirazione; una parte del respiro (pneūma) contenuto nei polmoni attraversa quella che Erasistrato chiama l’«arteria simile a una vena» (nota oggi come vena polmonare), fino a raggiungere il ventricolo sinistro del cuore, in coincidenza con l’espansione di quest’ultimo (ovvero, dopo ogni contrazione del cuore pulsante); qui il pneuma è raffinato e trasformato in pneuma vitale (zōtikón), prima di essere pompato nell’aorta dalla contrazione successiva del cuore ed essere poi distribuito in tutto il corpo attraverso le arterie; l’aria in eccesso presente nei polmoni, dopo aver assorbito una parte del calore superfluo prodotto dal corpo, e in particolare dal cuore, è espulsa dalla contrazione del torace, per essere sostituita da aria fresca alla successiva espansione toracica, in base al principio secondo il quale la materia «si muove in direzione di ciò che è stato vuotato». Il ciclo respiratorio effettuato dai polmoni serve così sia a raffreddare il corpo, sia, con il sussidio del cuore, a rifornire le arterie di pneuma vitale, necessario a sostenere la vita.  Una parte del pneuma raffinato passa per i ventricoli cerebrali e trasformato in pneuma psychicón e distribuito alle membra attraverso i nervi.
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DIGESTIONE

CIBO STOMACO

FEGATO

CUORE

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Il cibo viene digerito nello stomaco grazie al calore naturale e passa al fegato attraverso la vena porta. Il fegato trasforma il cibo digerito in sangue che viene inviato al cuore dove verrà affinato e inviato a tutte le membra per la loro nutrizione. E’ il fegato quindi l’organo empopoietico.