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Della Chiesa di Mattarello.

Memorie del R.mo Arciprete di Banale Gianantonio Fontana -

Curato che fu di Mattarello.

1784.

Appena entrato io al governo di questo Popolo, e di questa Chiesa ho procurato di rintracciarne

l’origine e le prerogative. Ritrovai infatti esser questa Cura stata smembrata dalla parte dì S. Maria Mag.

e di Trento già da 300 e più anni, e si sa che ottenne il fonte battesimale l’anno 1454. Trovansi erette in

questa Chiesa queste contraternite cioè: quella del S.S. Sacramento, quella del S. Rosario, e quella del

S. Angelo Custode corredata di privilegi e grazie singolari.

Il Titolare si celebra a 6 Novembre, giorno destinato a onore di S. Leonardo protettore e padrone

di questa Ohiesa. Numera questa cura presentemente anime circa 900. .

Li Parrochi, o Curati che fi n qui l’hanno governata trovasi in un catalogo separato, che da me conserva si

nel libro dei battesimi,e si chiamarono essi sempre in passato fi n dalla Fondazione ora Parrochi, ora Pie-

vani, quindi Rettori e quindi Curati. Il Pievano di Mattarello, che non ha alcun obbligo di riconoscenza con

Processioni, prende immediatamente l’Olio santo dalla Sacristia della Cattedrale come le altre parrocchie,

e se viene invitato in occasione di Pieno Capitolo egli è il secondo dopo i parrochi della città, cioè subito

in ordine di precedenza presso il Parrooo di Piedicastello.

Trovai per altro questa Chiesa malamente corredata di suppellettili consistenti per lo più in molte

cose superfl ue, di cattivo gusto e di cattiva materia.Troni di legno, statue più del,bisogno, candellièri di

legno poco men d’un carro, armadi in ogni angolo, bordi di pianete falsi, il corpo della Chiesa pieno di

imbarazzi, e per se incapace di capire il popolo oltre l’essere basso, cupo, esommamente insalubre.

Quindi dopo aver addocchiato tante irregolarità non ho mai abbandonato il pensiero di procurare il

progetto altra volta formato di fabbricare una nuova Chiesa a seconda del bisogno e delle pie disposizioni

di quei Benefattori, che appunto a questo scopo hanno lasciato pingui Legati, tra i quali meritano il primo

luogo l’Ill.ma S.ra Fraila Catt.a Perotti, e l’Ill.mo Sr. Baron Giambattista Gentilotti di felice memoria unito

colla vivente Ill.ma S.ra Baronessa degna di lui consorte.

Prima però dovrei provedere alcune cose sembratemi necessarie e tali da poter decorosamente

servir anche per la futura ideata Chiesa, valadire:

1. Candellieri di ottone 12.

2. Le cornici attorno agli altari d’ottone.

3. I sedili per le messe in terzo, coperti di damasco.

4. Ridurre a padiglione i damaschi.

5. Una pianeta nuova di broccato con cuscini.

6. Due padiglioni pel Tabernacolo.

7. Una continenza nuova di raso con oro.

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8. Un ciborietto d’argento pel sacro viatico.

9. Due vasetti di argento per gli ogli santi.

10. Ampolline dorate, palme di fi ori ed altre cose di qualche necessità.

11. Quattro cotte per li ragazzi che servono nelle S. Funzioni e vestine colorite.

12. Altre cotte.

1789

Disposizioni per la nuova Chiesa.

Intanto il pensiero di venire a qualche determinazione intorno alla fabbrica di una nuova chiesa mi

restava talmente fi sso, che ad ogni incontro proprio io non mancavo di rappresentare a chiunque una tale

necessità, e posso asserire con verità di non aver fatto alcuna S. Funzione in - tempo della quale non mi

sia destato il vivo rammarico di non poterla fare a dovere a cagione appunto della ristrettezza ed irregola-

rità della presente chiesa: io gemevo in parte, e in parte ardevo di interno sdegno al vedere il mio popolo

cosi disperso, e distratto che non poteva cogliere alcun frutto della parola di Dio. Chi trovavasi fuori di

Chiesa, chi nella sagrestia a ragionare, chi occupava il coro indebitamente, e con poco raccoglimento, i

fanciulli occupavano perfi no i gradini dell’altare Mag.e le fanciulle stavano ai gradini del Presbiterio tutti

insomma impedivano il decoro di ogni funzione, il che mi recava un sensibile rammarico. Il passaggio

per la Sagrestia di molta parte degli uomini, l’andirivieni continuo a cagione della ristrettezza e del gran

caldo nella stanza erano cose insoffribili a chi è appunto sensibile per il decoro della Casa di Dio.

Già da molti tempi si erano osservati tali disordini anche sotto il mio antecessore, e si era preso

qualche pensiero su questo proposito fi n da 20 e più anni, ma la fabbrica della Chiesa fu sempre ri-

tardata da non so quale etichetta, e puntiglio che regnava con sommo danno e scandàlo fra i vicini ed

abitanti per volere i primi che gli altri non avessero alcuna ingerenza, ne uffi zio nella Chiesa. Questo era

il pregiudizio più terribile, e l’ostacolo il più forte a una tale impresa giacchè distruggeva quella unione,

che unicamente poteva contribuire a detta fabbrica, e senza cui era impossibile di riuscire. Fu dunque il

primo mio scopo procurare quest’unione fi no dal mio ingresso, e con ragioni incontrastabili far capire a

poco a poco al Popolo, che in Chiesa non si ha da far distinzione fra vicino e forestiere, concorrendo tutti

indistintamente al mantenimento di quella e dè suoi Ministri.

Quindi fi nalmente mi viene fatto di ottenere a quest’effetto dal S.r Sindaco D.r Antonio Sardagna

di convocare una pubblica Regola nella quale potessero intervenire tutti i Capi di Casa si vicini, che abi-

tanti, e si dovesse trattare della sud.a unione, e in seguito della fabbrica della Chiesa.

Ciò fu eseguito in Ottobre di quest’anno 1788 si stabilì l’unione e si nominarono sei Deputati.

Nello stesso mese, o poco dopo si diede legale procura ai s.ri Deputati in pubblica Regola con scruti-

nio, e i voti raccolti, e registrati dal S. Girolamo (Frigeri?) notaro che rogò tutto l’atto predetto.

In seguito i S.ri Deputati per mezzo di alcune sessioni, alle quali io fui sempre presente, pensarono a

rilevare i mezzi più acconci all’oggetto, ricevettero, e (viddero) diversi disegni di molti Capi Maestri,

che si presentarono.

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Ma fra tanti disegni, o piante di Chiese presentate dopo che si era sparsa la voce di questa fabbrica,

neppur uno era adattato alle circostanze del sito, del bisogno, e di altre nostre selazioni. Perciò fu

dame suggerito, e dalla Deputazione approvato, che si ordini da noi il disegno a tenore del nostro

gusto, e della nostra situazione, al qual oggetto, e a formare il quale Disegno colle misure e altri re-

quisiti da noi indicati fu prescelto il S.r (Bartolomeo) Scottin di Lizzana Imp. Reg. Ingegnere e Archi-

tetto perito. Io mi portai appositamente a Lizzana, ordinai il disegno adattato, che in fatti fu formato

di buon gusto con due altri in appresso da confrontare, e coll’esposizione dei lumi più necessari a

trattare, e dirigere la fabbrica.

Con questo disegno alla mano, e con tutti i possibili schiarimenti su questo proposito si lasciò corre-

re voce per ottenere la concorrenza all’impresa dei Capi Maestri di questi contorni. In fatti quattro,

furono i concorrenti cioè: Carlo Caminada, fratelli Cometti, Reolfatti, e Pasquali fra i quali dopo aver

essi presentate le loro domande suggellate ed aperte dalla deputazione raccolta in Sessione, furono

prescelti i fratelli Cometti, come quelli che ebbero più merito per le antecipate informazioni, e per la

domanda più mite, e patti più discretti.

In seguito a questa scelta che per molte cause fu ritardata fi no all’ottobre 1789: il mese di novembre

del lo stesso anno tu fatto coi Sud.ti Capi Maestri Cometti il contratto come appare separatamente,

e che fu poi in qualche parte cam biato, come pure apparisce........

Intanto che nell’ invernata i suddetti Capi Mae stri furono alla loro Patria: (Como) io mi sono adope-

rato a tutta forza affi nchè più d’appresso si allestisce quanto era neces sario per dar mano all’opera

nella prossima primavera, e presso la tit. Deputazione ho insistito continuamente, affi nchè l’affare

non si perdesse di vista, la quale infatti mi fu favorevole, ma dovei io stesso fare i passi necessari

come si dirà in appresso.

In primo luogo ottenei con Rescritto di M.r Vicario il permesso che questa gente all’oggetto della Fab-

brica potesse travagliare anche nei giorni di Festa, e subito comprai alcuni pesi di lino da distribuire

alle donne da essere fi lato gratis a favore della Chiesa. Ne fi larono circa libre 260 ved.cast. 59.

Cosi animati da me ..... il giorno 27 Dicembre di questo anno cominciano alcuni di maggior cuore a

cavare, e condurre sassi dal Castellero, e sebbene cadesse in giorno di Domenica sembrava giorno

di lavoro per il movimento del popolo concorso, la maggior parte di questo cominciamento sotto gli

occhi di me e degli altri Rev.mi Sacerdoti. Notisi però che antecedentemente io aveva con memoriale

ottenuto dall’Ill.mo Magistrato Consolare la licenza di poter caricare detti sassi e tutto l’occorrente nel

Castellero.

Non fu così agevole l’ottenere la licenza di fabbricare la Chiesa dal R.tuo Capitolo al quale avendo io

presentato memoriale, ne sortì rescritto di voler maggior informazioni, di che furono incaricati i due

Ill.mi R. Canonici Sopraintendenti cioè Mr. Vicario Zambaiti, e il S.r Conte Melchiori, presso i quali

essendomi io più volte portato, e avendo loro esposto tutto il Piano, il fi n qui operato, i Fondi della

Chiesa, lo stato della cassa, le ragioni di fabbricarla, ed altre cose, fi nalmente si ottenne il begnigno

assenso di poter metter mano all’opera e di poter in questa impiegare i Capitali della chiesa ed anche

Livelli, e di poter coll’assenso del Benefi ciato Conte di Thun comprare una porzione del luogo contiguo

al cimitero per potersi dilatare all’insù e formare un nuovo cimitero.

Procurai quindi con visite, e suppliche di ottenere anche per parte di casa Thunn il consenso allo

smembramento di detto luogo, come infatti con rescritto del S.r Conte Giuseppe Thunn mi venne

accordato, e in seguito senza pregiudizio del Livellario Domenico Moratelli fu preso circa mezzo etta-

ro di terreno, tirato il (muro?), e restati accordati, che intanto che trovasi il modo di dare un eguale

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compenso di terreno di paghi l’interesse in ragione della stima al Sud.to Livellario, col quale peraltro

ci fu qualche battibecco e intervenne qualche piccolo disgusto, fi nchè fu costretto a secondare le pre-

mure del R. Capitolo e del Conte Thunn, e della Deputazione, della quale egli medesimo era membro,

sebbene per questa sua ritrosia siasi poscia abdicato con poca soddisfazione del Pubblico, e senza

ragioni, e motivi, anzi con.... sorpresa e con qualche (remora); e pregiudizio dell’impresa medesima.

Ma anche questo ostacolo coll’aiuto di Dio fu superato.

Dopo diversi trattati, accidenti, e, ostacoli ,restava ancor da fare un passo presso il S.r Baron Bat-

taglia per avere dal mede simo alcune pertiche nel luogo a settentrione della Chiesa, e contiguo alla

strada, che porta a Mattarello di Sopra per potersi dilatare, e piantar la nuova Chiesa colla facciata

in pro spetto alla via Regia, e nella regolare posizione. Quindi replicatamente si dovette al predetto

Signore scrivere e trattare più volte col di Lui agente in Trento S.r Antonio Garzetti; quindi, molte

diffi coltà tanto per le pretese di esso S.r Agente, quanto perchè detto luogo essendo Primogenituale

soggetto a (Fidei comesso?) non si sapeva trovare il modo di compenso.

Intanto il Capo Mastro Comitti era già venuto dalla patria fi no dalla fi ne di marzo, e restava inoperoso

con suo gran danno ora per un motivo, ora per l’altro, ma particolarmente per una generale tepidez-

za maggiormente accresciuta da una maniera di pensre affatto singolare e vi fu chi pretendette di

collocare la nuova Chiesa in maniera da potersi salvare la strada che portava a Mattarello di sopra

senza aver riguardo alla sconcia di Lei posizione della Facciata, che sarebbe riuscita fuori di prospetto

della Via Regia, ed obbliqua alla Canonica ed alla Casa Battaglia come non meno irregolare affatto la

totale di lei situazione co tro tutte le regole dell’arte, e dell’Architettura.- Per non lasciare alcun dubbio

su questo fatto, per non comettere un errore si enorme in una fabbrica d’impegno che capita sotto

l’occhio dell’universo, e per levare ogni scintilla di pregiudizio, e di partito in questa parte, a richiesta

appunto di chi la pensava a suo modo contro il parere dè Signori Condeputati fu duopo chiamare il

Scottini di Lizzana, che aveva fatto il disegno, il quale venuto a postatamente decise, ed espose in

carta il suo fondato sentimento che la Chiesa a qualunque costo doveva essere piantata più che sia

possibile in prospetto alla Via regia colla Facciata ad angolo retto della Canonica, e così ammutolì il

contrario singolare parere.-.

Ora in attenzione della favorevole risposta per parte del S.r Bar.e Battaglia per il poco terreno sud e

il giorno primo di Maggio si cominciò il ricinto di muro per formar il Cimitero nuovo nel luogo pria no-

minato del Benefi zio di S.Sisinio ed in seguito le cose cominciarono a prendere nuova piega, quindi.

Il giorno 22 Maggio mi fu graziosamente conferita la Delegazione di benedire solennamente il nuovo

Cimitero, e la prima Pietra, ciocchè con viaggio apposito domandai dal R.mo Uff.Spir. affi ne di non

cagiorar dispendio alla Chiesa. In seguito .il di 24 Maggio/ lunedì di Pentecoste/ con solennità, e con-

corso di tutto il Popolo per le sud.e Benedizioni cioé la mattina del Cimitero, e la sera dopo il vespro

della prima Pietra che fu collocata nel fondamento del Coro fra il rimbombo delle Campane fra lo

sparro, ed il giubilo, che si leggeva in fronte ad ognuno.

Così sempre più animato questo popolo cominciò a pensare seriamente all’opera di tanto impegno,

e subito il giorno dietro che fu, il 25 maggio 1790 si cominciarono le Fondamenta a gloria di Dio, di

Maria Vergine, e di S. Leonardo. Famiglie, Entrate, e Spese per tutto il corso della fabbrica ved. libro

separato Sez.a A.

Ora ad onore della verità unicamente, e a mia giustifi cazione con tro chiunque volesse forse accusar-

mi di qualche mio fi ne privato, o interessato in quest’impresa, nella quale mi glorio, e vanto di aver

avuto la maggior parte alla proposta, all’avviamento, alla direzione, e allo sviluppamento delle cose

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più ardue, io posso costantemente asserire, e provare di non avermi proposta altra mira, che la gloria

di Dio, la salute spirituale e temporale di questo Popolo, il decoro della Chiesa, e del Paese medesi-

mo.- Diretto da questi fi ni, e fermo in questi principi io ho sempre avuta avanti gli occhi una felice

riuscita in questo grande affare, non mi sono mai lasciato abbattere da pregiudizi, da chiacchiere,

da ostacoli, e da diffi coltà senza fi ne insorte. Anzi ringrazio Iddio di essere arrivato a questo segno

contro peraltro la speranza e persino a traverso dell’opinione della maggior parte del Popolo. - Dopo

di avere io provato tante molestie mi dispongo a tanti incomodi, i quali non mi sgomentano, quando

Iddio mi assista, perchè l’unica mia consolazione si è di non avere fi ni storti, ne il mio privato inte-

resse per guida.- .Al qual proposito lascerò scritto per memoria della retta mia intenzione, e non già

per superbia, che sino a quest’ora ho speso, senza essere rimborsato in diversi incontri oltre le cose

avanti notate circa la Canonica, il luogo alla valle, mantenimento del Cappellano, scuola etc.

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Per la Fabbrica della Chiesa fi no Maggio 1790

Un viaggio a Lizzana per il S.re Scottini.

Molti viaggi appostati a Trento.

Più lettere di posta a diverse persone.

Patente di Delegazione.

Pranzo al Signore Scottini Ingegnere.

Pranzi, cene, Regalie ai Maestri.

Provvisione di Lino, vendita, con altre continue bagatelle ed altri accidentali dispendi per la somma in

tutte le suddette cose all’incirca di 200.-

Anno 1791

In quest’anno si è continuata la fabbrica, e con unanime concorso del Popolo si prepararono Materiali,

massimo nell’inverno, in cui si allestivano sassi, tufi , ed altre cose occorrenti, facendo anche il Popolo

spiccare maggiormente il suo buon animo con limosine di Graspato, di galetti, e di danaro in Chiesa,

come può vedersi dal libro Maestro indicate, ove potranno riscontrarsi non solo le entrate, ma ben anche

le spese di ogni sorta in questo affare.

1792

Sul principio di quest’anno, cioè in tempo proprio ai lavorieri nell’aprile fu coperto il nuovo Presbiterio, e

coro, di poi fu fatto il molto di quelli che venne poi stabilito, ed armato nell’autunno, in cui fu quasi fatta

un’altra parte di Coperto, e di molto della Chiesa presso il Presbiterio.

1793

Alla venuta de’ Maestri nel principio del mese di aprile quest’anno si terminò il Presbiterio, e la Sagrestia

con una Camera sopra, e poi il primo giorno di Maggio si cominciò a demolire la Chiesa vecchia, e li 21

detto anche il Campanile per poter proseguire la Fabbrica conforme il Disegno essendosi anticipatamente

in una Conferenza dei’ Signori e Particolari e Cointeressati alla presenza dei Signori Deputati stabilito, che

rapporto ai Banchi, o sedili, che nella vecchia Chiesa possedevano diverse Famiglie, fosse loro concesso

anche nella nuova Chiesa un tale possesso, e grado rispettino con patto però che ogni possessore debba

far fare il suo Banco a proprie spese, e uniforme al disegno, che sa rà universalmente adottato, contri-

buendo a proporzione della maggiore estensione che occuperà qualche conoscenza alla Fabbrica.

Fu anche stabilito di non ammettere Monumenti, o lapidi sepolcrali di alcun particolare nella nuova Chie-

sa, ma quelle che prima vi esistevano di Trautmandorf, Sardagna, e Presbiterale, saranno trasportate, e

rimesse nel nuovo cimitero, se così piacerà ai rispettivi possidenti, e a questo fi ne furono con ogni cautela

levate, e si conservano intatte. Riservando sempre si rispetto ai Banchi, che ai Monumenti l’assenso, e il

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permesso del Capitolo di Trento, a cui appartiene questa chiesa.

I viaggi da me fatti in questi tre anni, lettere, regalie ed altri all’oggetto della fabbrica se volessi

per minuto rammentarli monterebbero a qualche somma.

Il giorno 21 luglio di questo anno mediante la graziosa Vescovile deputazione avendo io benedetto

a norma del Rituale Romano il Presbiterio della nuova Chiesa fu nella medesima mattina fatta la prima

Funzione in quello con Messa cantata, esposizione, e processione dell’augustissimo Sagramento, la quale

fu fatta lunga verso Mattarello di sopra, e la Croce, per supplire a quella ammessa nel giorno del Corpus

Domini, impedita per la Demolizione della Chiesa vecchia.

Nell’autunno di quest’anno 1793 furono condotte alla totale altezza le muraglie della nuova

Chiesa, e in seguito nel mese di Novembre fu formato tutto l’intero Coperto della medesima con legname

tutto di larice, e con dispendio considerevole.

1794

Alla venuta de’ Maestri Muratori in questa primavera furono stabilite le muraglie della nuova Chiesa al-

l’esterno in tutto il contorno e la Facciata.

In seguito poi di quest’anno si formarono tutti i volti, e in autunno si misero tutte le fi nestre, e si avanzò

il nuovo Campanile all’altezza di due uomini incirca, e così terminò l’anno 1794.

1795

In quest’anno si sono terminati e ornati di stucchi e di tinte tutti i volti della Chiesa, come pure posta

a luogo la palla di s. Leonardo ingrandita alquanto, e ripulita, e forgiata all’intorno di cornice imitante il

marmo con qualche ornamento dorato.

Fu pure in questo anno condotto il Campanile all’altezza della Chiesa, e poste tutte le fenestre, e ramate

colorite alla Chiesa il tutto con dispendio, e disturbo grandissimo come da libro indicate.

Devesi (nonostante)? confessare, che il Popolo si mostrò sempre fi n qui fervoroso contribuendo colle

limosine assai a quest’opera.

1796

In Maggio si fece qualche lavoriero di stuccatura nell’interno della Chiesa, ma il tutto rimase interrotto

dalla vicinanza de’ Nemici Francesì, e del continuo passaggio, ripassaggio, ritirate, e movimenti delle

poderosissime armate imperiali, ed in seguito dall’invasione de Francesi, cosicchè non si pensò alla Fab-

brica, ma piuttosto ognuno alla propria salvezza, regnando dapertutto il disordine, gli orrori con danni

immensi, con mali inauditi in ogni genere, con Epidemie distruggitrici si di animali che di uomini. Batta-

glie, spogli, tutto in gran parte.

Anno per noi, e per tutta l’Europa sempre memorabile, terribile senza esempio.

FINE.