Stoleggendo. Da Formia a Londra - La Gazzetta del sud - 14 ottobre 2014

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Gazzetta del Sud Martedì 14 Ottobre 2014 13 . Cultura e Spettacoli Cultura e Spettacoli «La musica non è solo intrattenimento, ma è una necessità dello spirito» Riccardo Muti Bellissima “lectio magistralis” a Reggio Muti: io uomo del Sud sempre orgoglioso d’appartenere al nostro Meridione «La musica può fare miracoli e i ragazzi e giovani calabresi lo stanno dimostrando» Tonio Licordari REGGIO CALABRIA Riccardo Muti: che show e che lezione di meridionalismo! Il Maestro conferma che mai laurea honoris causa in “Pro- grammazione e gestione dei servizi sociali d’area mediter- ranea” è stata tanto meritata. Oltre che dirigere le più presti- giose orchestre del mondo, Muti si rivela un eccezionale comunicatore, capace di esal- tare i valori del Sud (e anche italiani) dissacrando il disfat- tismo degli esterofili di casa nostra con un linguaggio iro- nico e divertente, continua- mente interrotto da applausi entusiastici del pubblico. Tut- to ciò accade a Reggio, nel- l’auditorium della Scuola Al- lievi Carabinieri “Fava Garo- falo”, dove si è svolta la ceri- monia di conferimento della laurea honoris causa al mae- stro Muti da parte dell’Univer- sità per Stranieri “Dante Ali- ghieri”. Il rettore Salvatore Berlingò ha spiegato le ragioni di que- sta scelta legata al grande fee- ling tra il Maestro e le realtà musicali sbocciate nei paesi aspromontani e diffusesi in tutta la provincia. I professori Carlo Gelosi ed Edoardo Lam- berti Castronuovo hanno poi pronunciato la classica “lau- datio”. Al Maestro la tradizio- nale lectio magistralis. Muti però ha sorpreso tutti: buttati idealmente in aria bacchetta e spartiti s’è abbandonato ad una sorprendente, inedita “composizione” inneggiante ai valori meridionali che sicu- ramente faranno esultare nel- le tombe il suo compaesano molfettano Gaetano Salvemi- ni, Pasquino Crupi e lo stesso grande compositore France- sco Cilea al cui mausoleo di Palmi ieri il Maestro ha reso onore. L’assessore regionale Mario Caligiuri ha annunciato che la Commissione nazionale degli assessori alla Cultura, di cui è presidente, proporrà al capo dello Stato Giorgio Napolita- no di nominare Riccardo Muti senatore a vita. Bisognerà ca- pire se con la riforma del Se- nato in arrivo sarà possibile nominare nuovi senatori a vi- ta. Certo che uno come Muti lo meriterebbe, ma la proposta rischia di arrivare fuori tempo massimo, anche se Caligiuri ricorda che attualmente c’è, dopo la morte del maestro Ac- cardo, un posto libero. Il Maestro ha tenuto, quin- di, la sua singolare lezione a braccio. Intanto ironizzando: «A Napoli, la città che mi ha dato i natali, di solito conside- rano ciuccio chi riceve titioli di studio honors causa. Ma io so- no un meridionale, ed è que- sta la mia forza». Non ha fatto alcun riferimento alle sue di- missioni del Teatro all’Opera di Roma, ma di fatto ha lancia- to una stilettata: «Sono uno che non piega mai la testa, an- che perché gli uomini sono tutti uguali, non ci sono essere superiori». E poi ha continua- to a fare l’avvocato del Sud, partendo dalle sue esperien- ze. Dal liceo, che ha defiito «se- vero», di Molfetta. E ne ha ap- profittato per lanciare un’altra sassata: «Sento e leggo cavo- late. Si dice che gli studenti delle scuole del Nord sono più preparati, mentre nel Sud ci sono promozioni facile. Nien- te di più ingiusto. I nostri gio- vani sono più bravi e lo dimo- strano dappertutto. Quando da Napoli sono arrivato al Conservatorio “Verdi” di Mila- no, dicevano di me: è arrivato un piccolo terrone moretto. Non mi sono mai offeso quan- do mi chiamavano terrone: es- sere indicato come uno del Sud è stato sempre il mio or- goglio». E fa un altro riferimento, al giornalista di una testata na- zionale: «Quando nel Capo- danno 2000 fui chiamato a di- rigere l’Orchestra di Vienna, costui scrisse: “Cosa ci fa un napoletano a Vienna!...”. Mi dispiace per lui ma a Vienna ho continuato a dirigere per tanti anni e così è stato ed è an- cora in tutto il mondo”. Ha poi difeso la scuola musicale ita- liana: «Di solito per fare ten- denza nel nostro mondo si di- ce: quel maestro ha a studiato a Londra, in America, a Vien- na. Io ribadisco: ho studiato e mi sono formato nel nostro Paese, sono un prodotto della scuola italiana. E me ne van- to». A quel punto si è rivolto ai Durante la cerimonia. Il Maestro Riccardo Muti tiene la sua “lectio magistralis” A Palmi «Cilea sarebbe orgoglioso di voi» l Significativa, ieri, la pun- tata a Palmi per inaugurare il restaurato mausoleo dedi- cato a Francesco Cilea. Muti ha sostato brevemente da- vanti alla tomba del compo- sitore, accompagnato dalle note dell’orchestra Ragone di Laureana e ha detto ai giovani musicisti: «Sono convinto che Francesco Ci- lea sarebbe orgoglioso di voi, come noi tutti oggi lo siamo di lui». Il “primo libro della Mindfulzen” del maestro Tetsugen Serra Zen e consapevolezza: una via per la felicità? Vincenzo Bonaventura «Il fumo, l’alcol, il gioco sono di- pendenze che consideriamo ta- li, per questo tentiamo di uscir- ne. Pensare sempre allo stesso modo, invece, lo consideriamo libero arbitrio, e non una dipen- denza. Tuttavia proprio di di- pendenza si tratta, una dipen- denza che ostacola la nostra realizzazione e ci impedisce di essere in armonia con il flusso della vita». In questa frase, chiara e senza complicazioni concettuali e sintattiche, come è nello stile del suo autore, è racchiusa la necessità – perché tale è – di un libro come “Zen 2.0, la via della felicità. Il primo libro della Mindfulzen” (Cairo editore, pp. 168, euro 13), scrit- to dal Maestro Tetsugen Serra, abate di due monasteri zen. Con la Mindfulness, intesa soprattutto come “consapevo- lezza”, la psicologia occidenta- le si è appropriata degli inse- gnamenti buddisti e della medi- tazione in particolare, cercan- do vie originali (si pensi alle tec- niche gestaltiche di Fritz Perls che andò a studiare sul campo lo Zen e il “qui e ora”), sfociate in una nuova generazione delle terapie cognitiviste, indicate per depressione, attacchi di pa- nico, disturbi ossessivo-com- pulsivi. Adesso Tetsugen Serra si riappropria di concetti di si- cura provenienza orientale e, pur tornando a quel senso spiri- tuale ma estremamente pratico tipico dello Zen (filosofia di vita quotidiana piuttosto che reli- gione), rimane ancorato in Oc- cidente perché, spiega, se «Mindfulness è la Mente Consa- pevole ed è la base per realizza- re la nostra vita, lo Zen è il dito che indica come realizzarla. In- sieme formano la Mindfulzen, percorso e realizzazione con- temporaneamente». Ecco allo- ra che un sottotitolo come “La via della felicità” non va letto con scetticismo, conseguenza di tanti libri parolai che promet- tono un impossibile pronto in- tervento. Nel buddismo «felici- tà è la nostra condizione natu- rale, e ogni cosa diviene motivo di felicità, perché la mente, il corpo e lo spirito possono trarre gioia da ogni momento del vi- vere». Dunque la via della felici- tà non è altro che il riappro- priarsi di se stessi attraverso un cammino semplice nelle parole ma impegnativo nelle azioni. Tracciate alcune linee base, il libro diventa una sorta di ma- nuale che propone realistica- mente “esercizi” meditativi di facile esecuzione. Tetsugen Serra parte dal rispetto per la nostra vita frenetica, cioè per come siamo, ma con il suo dito zen ci indica un ottuplice sen- tiero per sviluppare una mente consapevole. Si parte da una delle tappe più difficili, il non giudizio, e si continua con la pa- zienza, la mente principiante, la fiducia, l’assenza di aspettati- va, l’accettazione, il lasciare la presa, l’amore. Tutti concetti che apparentemente conoscia- mo, ma che l’autore fa rinascere nella nostra mente (prigione e prigioniera), chiarendone il si- gnificato. Ad esempio, «pazien- za non significa rassegnazione, ma prendere consapevolezza dei processi della vita»; allo stesso modo, amore non è «farci piacere tutto», fino all’ipocri- sia, bensì manifestare «la no- stra vera natura», in cui «può starci anche il non amare, che muove sempre dall’amore». Dall’armonia senza forzatu- re, dalla capacità di amare se stessi, d’altronde, nasce l’amo- re per gli altri. E il libro, in picco- li passi, ci porta verso questo traguardo.3 Riappropriarsi di se stessi in un percorso di “ridefinizione” «Si dice che gli studenti delle scuole del Nord sono più preparati: niente di più ingiusto e falso» «Pazienza non vuol dire rassegnazione, e amore non è farsi piacere qualunque cosa» Da Formia a Londra Cresciuto come una scom- messa e anche come pro- vocazione per sottolinea- re la distanza del Sud da- gli eventi culturali, sarà il progetto lettura noprofit @Stoleggendo a seguire stasera, in diretta via Twitter, la cerimonia fina- le dell’ambitissimo Man Booker Prize a Londra, uno dei più importanti premi letterari, fondato nel 1968 e da quest’anno aperto ad autori di ogni nazionalità, conopere scritte in inglese e pubbli- cate in Gran Bretagna. Da oggi l’account @Stoleggendo, un’idea del giornalista messinese Francesco Musolino, ma- nifesta l’esplicita volontà di seguire i più importanti eventi culturali, con la partecipazione attiva ed entusiasta dei #reader- guest – ovvero scrittori, giornalisti, editor e librai – che prendono parte atti- vamente al progetto. L’oc- casione di avere un #rea- derguest dall’estero che cura l’account non è nuo- va per il progetto (dopo Jon Kalman Stefansson dall’Islanda, Glenn Coo- per e Anna Da Re dagli USA, Laura Imai Messina e Francesca Scotti dal Giappone) e stavolta di- rettamente dal Regno Unito toccherà allo scrit- tore-libraio Massimiliano Timpano, calabrese di Si- derno, twittare in diretta la cerimonia finale del- l’ambitissimo premio let- terario.«Il Man Booker “Stoleggendo” Il progetto lettura va avanti Prize for Fiction – dice Timpano - è davvero am- bito, il principale sponsor è MAN, una grossa società di investimenti nata nel 1783. Anche per questo mi interessa partecipare e capirne di più: in Italia di- ciamo da sempre che con la cultura non si mangia, mentre qui a Londra la cultura vieneabbondante- mente stimolata e forag- giata. Del resto, basta te- ner conto che il vincitore porta a casa 50 mila poun- dspiù altri 2500 pounds circa per essere arrivato tra i cinque finalisti». Intanto oggi il progetto @Stoleggendo sarà anche a Formia, al Formia Festi- val #900, per l’evento “@Stoleggendo...i poeti del 900” (18.30 alla Leg- gendarie Litterature & Art Factory). Gli scrittori Gaja Cenciarelli, Stefano Piedi- monte e la messinese Na- dia Terranova, l’editor Leonardo Luccone, i gior- nalisti Rosa Polacco e Francesco Musolino - con la poetessa Rossella Tem- pesta, che organizza l’e- vento – leggeranno i versi dei poeti del ‘900 dedicati alla Grande Guerra. 3 Massimiliano Timpano. Il libraio-scrittore di Siderno giovani musicisti, ai ragazzi dell’Aspromonte: «Dovete es- sere orgogliosi delle vostre origini, io stesso sono orgo- gliosi di voi. Siete il simbolo del meridionalismo attivo. Dobbiamo continuare, non siete e non siamo inferiori ad alcuno. L’Aspromonte è e deve restare il punto del vostro de- collo. Vi dico: come sono riu- scito ad impormi io, tanto da dirigere la prestigiosa Chicago Symphony Orchestra, potete farcela anche tutti voi». Un incoraggiamento che aveva già espresso nel corso della giornata, durante la visi- ta a Palmi al mausoleo di Fran- cesco Cilea: «Oggi bisogna es- sere orgogliosi di essere gente del Sud, soprattutto alla pre- senza di personaggi grandi co- me Francesco Cilea. In tutti i posti della terra dove mi trovo per motivi di lavoro, sento parlare si questo straordinario compositore che ha lasciato il segno, con le sue opere im- mortali, nella storia della liri- ca italiana. Francesco Cilea è un calabrese, uno di voi. La mia famiglia è originaria della Puglia, io sono nato a Napoli: quando sento parlare di Cilea mi si gonfia il petto e mi pren- de l’emozione. Noi del Sud dobbiamo volare alto sulle ali di questo straordinario com- positore. La musica può fare miracoli, lo state dimostrando voi ragazzi e giovani calabre- si: state facendo emergere il meglio del nostro Sud». La cerimonia si è conclusa con un bellissimo fuori pro- gramma: dopo il concerto del- la Fanfara dei Carabinieri, con una rappresentanza delle bande reggine, i ragazzi delle stesse bande hanno “costret- to” il Maestro a salire sul podio e dirigerli nell’Inno di Mameli. 3 «Ho studiato nel nostro Paese, sono un prodotto della scuola italiana. E me ne vanto»

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Il progetto @Stoleggendo il 14 ottobre era a Formia e a Londra.

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Gazzetta del Sud Martedì 14 Ottobre 2014 13.

Cultura e SpettacoliCultura e Spettacoli «La musica non è solo intrattenimento,ma è una necessità dello spirito»Riccardo Muti

Bellissima “lectio magistralis” a Reggio

Muti: io uomo del Sudsempre orgogliosod’appartenereal nostro Meridione«La musica può fare miracoli e i ragazzi egiovani calabresi lo stanno dimostrando»

Tonio LicordariREGGIO CALABRIA

Riccardo Muti: che show e chelezione di meridionalismo! IlMaestro conferma che mailaurea honoris causa in “Pro-grammazione e gestione deiservizi sociali d’area mediter-ranea” è stata tanto meritata.Oltre che dirigere le più presti-giose orchestre del mondo,Muti si rivela un eccezionalecomunicatore, capace di esal-tare i valori del Sud (e ancheitaliani) dissacrando il disfat-tismo degli esterofili di casanostra con un linguaggio iro-nico e divertente, continua-mente interrotto da applausientusiastici del pubblico. Tut-to ciò accade a Reggio, nel-l’auditorium della Scuola Al-lievi Carabinieri “Fava Garo-falo”, dove si è svolta la ceri-monia di conferimento dellalaurea honoris causa al mae-stro Muti da parte dell’Univer-sità per Stranieri “Dante Ali-ghieri”.

Il rettore Salvatore Berlingòha spiegato le ragioni di que-sta scelta legata al grande fee-ling tra il Maestro e le realtàmusicali sbocciate nei paesiaspromontani e diffusesi intutta la provincia. I professoriCarlo Gelosi ed Edoardo Lam-berti Castronuovo hanno poipronunciato la classica “lau-datio”. Al Maestro la tradizio-nale lectio magistralis. Mutiperò ha sorpreso tutti: buttatiidealmente in aria bacchetta espartiti s’è abbandonato aduna sorprendente, inedita“composizione” inneggiante

ai valori meridionali che sicu-ramente faranno esultare nel-le tombe il suo compaesanomolfettano Gaetano Salvemi-ni, Pasquino Crupi e lo stessogrande compositore France-sco Cilea al cui mausoleo diPalmi ieri il Maestro ha resoonore.

L’assessore regionale MarioCaligiuri ha annunciato che laCommissione nazionale degliassessori alla Cultura, di cui èpresidente, proporrà al capodello Stato Giorgio Napolita-no di nominare Riccardo Mutisenatore a vita. Bisognerà ca-pire se con la riforma del Se-nato in arrivo sarà possibilenominare nuovi senatori a vi-ta. Certo che uno come Muti lomeriterebbe, ma la propostarischia di arrivare fuori tempomassimo, anche se Caligiuriricorda che attualmente c’è,dopo la morte del maestro Ac-cardo, un posto libero.

Il Maestro ha tenuto, quin-di, la sua singolare lezione abraccio. Intanto ironizzando:«A Napoli, la città che mi hadato i natali, di solito conside-rano ciuccio chi riceve titioli di

studio honors causa. Ma io so-no un meridionale, ed è que-sta la mia forza». Non ha fattoalcun riferimento alle sue di-missioni del Teatro all’Operadi Roma, ma di fatto ha lancia-to una stilettata: «Sono unoche non piega mai la testa, an-che perché gli uomini sonotutti uguali, non ci sono esseresuperiori». E poi ha continua-to a fare l’avvocato del Sud,partendo dalle sue esperien-ze.

Dal liceo, che ha defiito «se-vero», di Molfetta. E ne ha ap-profittato per lanciare un’altrasassata: «Sento e leggo cavo-late. Si dice che gli studentidelle scuole del Nord sono piùpreparati, mentre nel Sud cisono promozioni facile. Nien-te di più ingiusto. I nostri gio-vani sono più bravi e lo dimo-strano dappertutto. Quandoda Napoli sono arrivato alConservatorio “Verdi” di Mila-no, dicevano di me: è arrivatoun piccolo terrone moretto.Non mi sono mai offeso quan-do mi chiamavano terrone: es-sere indicato come uno delSud è stato sempre il mio or-goglio».

E fa un altro riferimento, algiornalista di una testata na-zionale: «Quando nel Capo-danno 2000 fui chiamato a di-rigere l’Orchestra di Vienna,costui scrisse: “Cosa ci fa unnapoletano a Vienna!...”. Midispiace per lui ma a Viennaho continuato a dirigere pertanti anni e così è stato ed è an-cora in tutto il mondo”. Ha poidifeso la scuola musicale ita-liana: «Di solito per fare ten-denza nel nostro mondo si di-ce: quel maestro ha a studiatoa Londra, in America, a Vien-na. Io ribadisco: ho studiato emi sono formato nel nostroPaese, sono un prodotto dellascuola italiana. E me ne van-to».

A quel punto si è rivolto ai

Durante la cerimonia. Il Maestro Riccardo Muti tiene la sua “lectio magistralis”

A Palmi

«Cilea sarebbeorgoglioso di voi»l Significativa, ieri, la pun-tata a Palmi per inaugurareil restaurato mausoleo dedi-cato a Francesco Cilea. Mutiha sostato brevemente da-vanti alla tomba del compo-sitore, accompagnato dallenote dell’orchestra Ragonedi Laureana e ha detto aigiovani musicisti: «Sonoconvinto che Francesco Ci-lea sarebbe orgoglioso divoi, come noi tutti oggi losiamo di lui».

Il “primo libro della Mindfulzen” del maestro Tetsugen Serra

Zen e consapevolezza: una via per la felicità?

Vincenzo Bonaventura

«Il fumo, l’alcol, il gioco sono di-pendenze che consideriamo ta-li, per questo tentiamo di uscir-ne. Pensare sempre allo stessomodo, invece, lo consideriamolibero arbitrio, e non una dipen-denza. Tuttavia proprio di di-pendenza si tratta, una dipen-denza che ostacola la nostrarealizzazione e ci impedisce diessere in armonia con il flussodella vita». In questa frase,chiara e senza complicazioniconcettuali e sintattiche, comeè nello stile del suo autore, èracchiusa la necessità – perchétale è – di un libro come “Zen2.0, la via della felicità. Il primo

libro della Mindfulzen” (Cairoeditore, pp. 168, euro 13), scrit-to dal Maestro Tetsugen Serra,abate di due monasteri zen.

Con la Mindfulness, intesasoprattutto come “consapevo-lezza”, la psicologia occidenta-le si è appropriata degli inse-gnamenti buddisti e della medi-tazione in particolare, cercan-do vie originali (si pensi alle tec-niche gestaltiche di Fritz Perlsche andò a studiare sul campolo Zen e il “qui e ora”), sfociatein una nuova generazione delleterapie cognitiviste, indicateper depressione, attacchi di pa-nico, disturbi ossessivo-com-pulsivi. Adesso Tetsugen Serrasi riappropria di concetti di si-cura provenienza orientale e,pur tornando a quel senso spiri-tuale ma estremamente praticotipico dello Zen (filosofia di vita

quotidiana piuttosto che reli-gione), rimane ancorato in Oc-cidente perché, spiega, se«Mindfulness è la Mente Consa-pevole ed è la base per realizza-re la nostra vita, lo Zen è il ditoche indica come realizzarla. In-sieme formano la Mindfulzen,percorso e realizzazione con-temporaneamente». Ecco allo-ra che un sottotitolo come “Lavia della felicità” non va lettocon scetticismo, conseguenzadi tanti libri parolai che promet-tono un impossibile pronto in-

tervento. Nel buddismo «felici-tà è la nostra condizione natu-rale, e ogni cosa diviene motivodi felicità, perché la mente, ilcorpo e lo spirito possono trarregioia da ogni momento del vi-vere». Dunque la via della felici-tà non è altro che il riappro-priarsi di se stessi attraverso uncammino semplice nelle parolema impegnativo nelle azioni.

Tracciate alcune linee base,il libro diventa una sorta di ma-nuale che propone realistica-mente “esercizi” meditativi difacile esecuzione. TetsugenSerra parte dal rispetto per lanostra vita frenetica, cioè percome siamo, ma con il suo ditozen ci indica un ottuplice sen-tiero per sviluppare una menteconsapevole. Si parte da unadelle tappe più difficili, il nongiudizio, e si continua con la pa-

zienza, la mente principiante,la fiducia, l’assenza di aspettati-va, l’accettazione, il lasciare lapresa, l’amore. Tutti concettiche apparentemente conoscia-mo, ma che l’autore fa rinascerenella nostra mente (prigione eprigioniera), chiarendone il si-gnificato. Ad esempio, «pazien-za non significa rassegnazione,ma prendere consapevolezzadei processi della vita»; allostesso modo, amore non è «farcipiacere tutto», fino all’ipocri-sia, bensì manifestare «la no-stra vera natura», in cui «puòstarci anche il non amare, chemuove sempre dall’amore».

Dall’armonia senza forzatu-re, dalla capacità di amare sestessi, d’altronde, nasce l’amo-re per gli altri. E il libro, in picco-li passi, ci porta verso questotraguardo.3

Riappropriarsi di sestessi in un percorsodi “ridefinizione”

«Si dice che glistudenti delle scuoledel Nord sono piùpreparati: nientedi più ingiusto e falso»

«Pazienza non vuoldire rassegnazione,e amore non èfarsi piacerequalunque cosa»

Da Formiaa Londra

Cresciuto come una scom-messa e anche come pro-vocazione per sottolinea-re la distanza del Sud da-gli eventi culturali, sarà ilprogetto lettura noprofit@Stoleggendo a seguirestasera, in diretta viaTwitter, la cerimonia fina-le dell’ambitissimo ManBooker Prize a Londra,uno dei più importantipremi letterari, fondatonel 1968 e da quest’annoaperto ad autori di ogninazionalità, conoperescritte in inglese e pubbli-cate in Gran Bretagna.

Da oggi l’account@Stoleggendo, un’ideadel giornalista messineseFrancesco Musolino, ma-nifesta l’esplicita volontàdi seguire i più importantieventi culturali, con lapartecipazione attiva edentusiasta dei #reader-guest – ovvero scrittori,giornalisti, editor e librai– che prendono parte atti-vamente al progetto. L’oc-casione di avere un #rea-derguest dall’estero checura l’account non è nuo-va per il progetto (dopoJon Kalman Stefanssondall’Islanda, Glenn Coo-per e Anna Da Re dagliUSA, Laura Imai Messinae Francesca Scotti dalGiappone) e stavolta di-rettamente dal RegnoUnito toccherà allo scrit-tore-libraio MassimilianoTimpano, calabrese di Si-derno, twittare in direttala cerimonia finale del-l’ambitissimo premio let-terario.«Il Man Booker

“Stoleggendo”Il progettoletturava avanti

Prize for Fiction – diceTimpano - è davvero am-bito, il principale sponsorè MAN, una grossa societàdi investimenti nata nel1783. Anche per questomi interessa partecipare ecapirne di più: in Italia di-ciamo da sempre che conla cultura non si mangia,mentre qui a Londra lacultura vieneabbondante-mente stimolata e forag-giata. Del resto, basta te-ner conto che il vincitoreporta a casa 50 mila poun-dspiù altri 2500 poundscirca per essere arrivatotra i cinque finalisti».

Intanto oggi il progetto@Stoleggendo sarà anchea Formia, al Formia Festi-val #900, per l’evento“@Stoleggendo...i poetidel 900” (18.30 alla Leg-gendarie Litterature & ArtFactory). Gli scrittori GajaCenciarelli, Stefano Piedi-monte e la messinese Na-dia Terranova, l’editorLeonardo Luccone, i gior-nalisti Rosa Polacco eFrancesco Musolino - conla poetessa Rossella Tem-pesta, che organizza l’e-vento – leggeranno i versidei poeti del ‘900 dedicatialla Grande Guerra. 3

Massimiliano Timpano. Illibraio-scrittore di Siderno

giovani musicisti, ai ragazzidell’Aspromonte: «Dovete es-sere orgogliosi delle vostreorigini, io stesso sono orgo-gliosi di voi. Siete il simbolodel meridionalismo attivo.Dobbiamo continuare, nonsiete e non siamo inferiori adalcuno. L’Aspromonte è e deverestare il punto del vostro de-collo. Vi dico: come sono riu-scito ad impormi io, tanto dadirigere la prestigiosa ChicagoSymphony Orchestra, potetefarcela anche tutti voi».

Un incoraggiamento cheaveva già espresso nel corsodella giornata, durante la visi-ta a Palmi al mausoleo di Fran-cesco Cilea: «Oggi bisogna es-sere orgogliosi di essere gente

del Sud, soprattutto alla pre-senza di personaggi grandi co-me Francesco Cilea. In tutti iposti della terra dove mi trovoper motivi di lavoro, sentoparlare si questo straordinariocompositore che ha lasciato ilsegno, con le sue opere im-mortali, nella storia della liri-ca italiana. Francesco Cilea èun calabrese, uno di voi. Lamia famiglia è originaria della

Puglia, io sono nato a Napoli:quando sento parlare di Cileami si gonfia il petto e mi pren-de l’emozione. Noi del Suddobbiamo volare alto sulle alidi questo straordinario com-positore. La musica può faremiracoli, lo state dimostrandovoi ragazzi e giovani calabre-si: state facendo emergere ilmeglio del nostro Sud».

La cerimonia si è conclusacon un bellissimo fuori pro-gramma: dopo il concerto del-la Fanfara dei Carabinieri, conuna rappresentanza dellebande reggine, i ragazzi dellestesse bande hanno “costret-to” il Maestro a salire sul podioe dirigerli nell’Inno di Mameli.3

«Ho studiatonel nostro Paese,sono un prodottodella scuola italiana.E me ne vanto»