Stella del mattino - Parrocchia della Natività di Tricase · Stella del mattino PRIMO PIANO APRILE...

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La ricorrenza della Santa Pasqua è in sintesi la celebrazione della vita che vince la morte. Narra, infatti, la vicenda di una vita, quella di Cristo, passata attra- verso la sofferenza, fino a giungere all’esperienza della morte, per redi- mere l’umanità dal peccato. Il termine deriva dall’aramaico Paska, che significa appunto “ri na- scere”. La Pasqua contiene in sé un profondo messaggio di speranza: per i sofferenti, per gli anziani, per i derelitti, per le vittime di guer re, per chi è diverso, per chi è curvo ogni giorno sotto il peso della vita. Se la vita è più forte della morte, come testimonia la Resurrezione di Cristo, allora la Pa squa è un invito alla speranza. Naturalmente ognuno di noi, dinanzi al mistero della Resurre zione, si pone delle domande: “Perché Cristo ha sofferto, è morto e resuscitato? Come vivere cristianamente la Pa - squa? Come possiamo riconciliarci con Dio e con i nostri fratelli?”. Le risposte dobbiamo cercarle nella Pa - rola di Dio. Dio solo può illuminarci nel significato del mistero di Cristo, rivelato ai suoi santi apostoli e ai profeti nello Spirito; mistero di gra- zia e di salvezza che ha il suo centro nella Pasqua con la parola-chiave: amo re. Un amore sincero e operoso verso i popoli che vivono in condi- zioni di vita difficili, maltrattati e perseguitati per motivi religiosi o etnici, dilaniati dalla fa me, dalle malattie, dai cambiamenti climatici e dalle guerre. Quando i Padri della Chiesa ed i maestri di Vita Spirituale ci ricordano il dovere dell’amore fraterno si riferiscono all’aiuto da dare al fratello biso- gnoso, aiuto che può giungere sino al sacrificio della vita. È un insegnamento, oggi più che mai, attuale perché molti sono i bisogni degli uomini sia economici che spirituali; non possiamo igno- rare le varie richieste di aiuto ma dobbiamo essere aperti al dialogo, sempre pronti a tendere la mano verso chi, in maniera velata o manifesta, chiede il nostro inter- vento. La nostra vita quindi dovrebbe essere cristianamente permeata non Dalla paura alla meraviglia! DON FLAVIO FERRARO 2 PADRE ROCCO MARRA In Sudafrica per evangelizzare 3 STORIA LOCALE Il fonte battesimale 6 ATTIVITA’ DEI GRUPPI Rinnovarsi nello Spirito Santo 7 SOCIAL MEDIA La comunicazione nella cultura digitale I discepoli di Gesù, dopo aver visto da lontano la passione e la morte del loro Maestro, non tro- varono altro modo per smorzare il dolore e la paura che rintanar- si nella stanza del Cenacolo. La paura volteggiava come ombra sui loro volti e nei loro cuori, la paura li ha isolati dal resto del mondo. Paura perché? Paura di che cosa? Paura, forse ancora peggio, angoscia! Avevano tanti sogni, tante aspettative su Gesù: “Speravamo che fosse lui a li- berare Gerusalemme” (Em- maus). Volevano avere i primi posti in questo Regno del loro Messia. Ogni loro speranza e sogno svaniti nel nulla! Al mattino di Pasqua la paura arriva alle stelle dopo aver ascoltato quello che le donne, andate al sepolcro, testimonia- no dicendo che il Maestro è Vivo! No non è possibile, l’ab- biamo visto noi da lontano appeso alla croce! L’abbiamo sceso noi dalla croce ed esani- me l’abbiamo messo nel sepol- cro! Turba men to, paura. Uomini di poca fede anche la sera di Pasqua davanti al Cristo Risorto. Pensavano che fosse un fantasma, testimonia il Van - gelo, e arretrarono davanti al Mae stro. Tale era la paura che non lo riconobbero. Da vanti al Cristo Ri sorto è la loro Cristologia che è morta, cioè il loro modo di vedere Cristo, per questo non lo riconoscono. “Non abbiate paura, sono Io” so no le prime parole del Ri - sorto. Il Maestro li conosce bene i suoi discepoli. Segue a pag.3 PASQUA Gesù, luce dei nostri cuori, dal giorno della tua risurrezione, sempre ci vieni incontro. Dovunque noi siamo, sempre tu ci aspetti. Tu, il Cristo, tu sei unito a ciascun essere umano, senza alcuna eccezione. Ed ancor più, risorto, vieni a guarire la ferita segreta dell’anima. E per tutti si aprono le porte di una infinita bontà di cuore. Un tale amore, a poco a poco, trasforma la nostra vita. Dio vivente, tu nascondi il nostro passato nel cuore di Cristo e del nostro futuro te ne prendi cura. Frère Roger Schutz in Ritratto di Taizé Stella del mattino PERIODICO BIMESTRALE CULTURALE-STORICO-SOCIALE DELLA PARROCCHIA NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA P.ZZA DON TONINO BELLO VESCOVO - TRICASE (LE) – TEL. 0833.544124 N.2 - Aprile 2017 www.parrocchianativitatricase.it [email protected] Perugino -La resurrezione Enzo Cazzato Segue a pag. 3 Pasqua: promessa di vita eterna

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La ricorrenza della Santa Pasqua èin sintesi la celebrazione della vitache vince la morte. Narra, infatti, la vicenda di unavita, quella di Cristo, passata attra-verso la sofferenza, fino a giungereall’esperienza della morte, per redi-mere l’umanità dal peccato.Il termine deriva dall’aramaicoPaska, che significa appunto “ri na -scere”. La Pasqua contiene in sé unprofondo messaggio di speranza:per i sofferenti, per gli anziani, peri derelitti, per le vittime di guer re,per chi è diverso, per chi è curvoogni giorno sotto il peso della vita.Se la vita è più forte della morte,come testimonia la Resurrezione diCristo, allora la Pa squa è un invitoalla speranza. Naturalmente ognuno di noi, dinanzial mistero della Resurre zione, sipone delle domande: “Perché Cristoha sofferto, è morto e resuscitato?Come vivere cristianamente la Pa -squa? Come possiamo riconciliarcicon Dio e con i nostri fratelli?”. Lerisposte dobbiamo cercarle nella Pa - rola di Dio. Dio solo può illuminarcinel significato del mistero di Cristo,rivelato ai suoi santi apostoli e aiprofeti nello Spirito; mistero di gra-zia e di salvezza che ha il suo centronella Pasqua con la parola-chiave:amo re. Un amore sincero e operoso

verso i popoli che vivono in condi-zioni di vita difficili, maltrattati eperseguitati per motivi religiosi oetnici, dilaniati dalla fa me, dallemalattie, dai cambiamenti climaticie dalle guerre. Quando i Padri dellaChiesa ed i maestri di VitaSpirituale ci ricordano il doveredell’amore fraterno si riferisconoall’aiuto da dare al fratello biso-gnoso, aiuto che può giungere sinoal sacrificio della vita. È un insegnamento, oggi più chemai, attuale perché molti sono ibisogni degli uomini sia economiciche spirituali; non possiamo igno-rare le varie richieste di aiuto madobbiamo essere aperti al dialogo,sempre pronti a tendere la manoverso chi, in maniera velata omanifesta, chiede il nostro inter-vento. La nostra vita quindi dovrebbeessere cristianamente permeata non

Dalla pauraalla meraviglia!

DON FLAVIO FERRARO

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PADRE ROCCO MARRAIn Sudafrica

per evangelizzare

3

STORIA LOCALEIl fonte

battesimale

6

ATTIVITA’ DEI GRUPPIRinnovarsi nello

Spirito Santo

7

SOCIAL MEDIALa comunicazione

nella cultura digitale

I discepoli di Gesù, dopo avervisto da lontano la passione e lamorte del loro Maestro, non tro-varono altro modo per smorzareil dolore e la paura che rintanar-si nella stanza del Cenacolo. Lapaura volteggiava come ombrasui loro volti e nei loro cuori, lapaura li ha isolati dal resto delmondo. Paura perché? Paura diche cosa? Paura, forse ancorapeggio, angoscia! Avevano tantisogni, tante aspettative su Gesù:“Speravamo che fosse lui a li -berare Gerusalemme” (Em -maus). Volevano avere i primiposti in questo Regno del loroMessia. Ogni loro speranza esogno svaniti nel nulla! Al mattino di Pasqua la pauraarriva alle stelle dopo averascoltato quello che le donne,andate al sepolcro, testimonia-no dicendo che il Maestro èVivo! No non è possibile, l’ab-biamo visto noi da lontanoappeso alla croce! L’abbiamosceso noi dalla croce ed esani-me l’abbiamo messo nel sepol-cro! Turba men to, paura.Uomini di poca fede anche lasera di Pasqua davanti al CristoRisorto. Pensavano che fosseun fantasma, testimonia il Van -gelo, e arretrarono davanti alMae stro. Tale era la paura che non loriconobbero. Da vanti al CristoRi sorto è la loro Cristologia cheè morta, cioè il loro modo divedere Cristo, per questo non loriconoscono. “Non abbiate paura, sono Io”so no le prime parole del Ri -sorto. Il Maestro li conoscebene i suoi discepoli.

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PASQUAGesù, luce dei nostri cuori, dal giorno della tua risurrezione, sempre ci vieni incontro. Dovunque noi siamo, sempre tu ci aspetti.Tu, il Cristo, tu sei unito a ciascun essere umano, senza alcunaeccezione. Ed ancor più, risorto, vieni a guarire la ferita segretadell’anima. E per tutti si aprono le porte di una infinita bontà dicuore. Un tale amore, a poco a poco, trasforma la nostra vita.Dio vivente, tu nascondi il nostro passato nel cuore di Cristo e delnostro futuro te ne prendi cura.

Frère Roger Schutz in Ritratto di Taizé

Stella del mattinoPERIODICO BIMESTRALE CULTURALE-STORICO-SOCIALEDELLA PARROCCHIA NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINEMARIA

P.ZZADONTONINO BELLO VESCOVO - TRICASE (LE) – TEL. 0833.544124

N.2 - Aprile 2017www.parrocchianativitatricase.it

[email protected]

Perugino -La resurrezione

Enzo Cazzato

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Pasqua: promessa di vita eterna

APRILE 2017 2PRIMO PIANOStella del mattino

Da ventitre anni in Sudafrica per evangelizzareIl servizio missionario di Padre Rocco Marra

Sono padre Rocco Marra, missionario dellaConsolata. Da ventitre anni vivo in Sudafrica. Ero seminarista diocesano, ma dopo il terremo-to dell’Irpinia nel 1980, ho maturato e deciso ilfuturo della mia vita. Ogni giorno si cominciala giornata con le lodi del mattino e la SantaMessa, un segno per dire che la missione scatu-risce dalla San tis sima Trinità.Evangelizzare, per noi missionari, si è tradottoin una presenza consolatrice nelle ex città–ghetto della debellata Apartheid, nelle quali c’èancora molto da fare per raggiungere una con-vivenza tra le diverse razze. Tre di noi dopoaver evangelizzato e sostenuto alcune comunitàparrocchiali in Sudafrica, ci siamo trasferiti inSwaziland. Lo scorso anno abbiamo studiato lalingua Siswati, strumento indispensabile per ilnostro servizio missionario. Attualmente risie-diamo nella città di Manzini. Lo Swaziland èun piccolissimo stato dentro il territorio del

grande Sud Africa, ed è una monar-chia assoluta. La regione è reduceda un periodo di siccità che ha cau-sato disagi fra la povera gente, an -che se le recenti piogge hanno ri da -to speranza. A gennaio il vescovo diManzini, mons. José Luis Ponce deLeón (il Swaziland ha solo una Dio -cesi), ci ha consegnato ufficialmentela nuo va parrocchia dei “Santi Pie -tro e Pao lo” di Kwalu seni, in unazo na den samente popolata. La parrocchia in -clu de tre comunità, l’Università nazionale e ungrande carcere; inoltre io servo un campo pro-fughi e due piccole comunità rurali che si tro-vano al confine con il Mozam bico nella regio-ne di Lu bombo; con il vescovo mi sono impe-gnato ad attivare le Caritas parrocchiali delladiocesi. Abbiamo cominciato a visitare le fami-glie e le comunità per conoscere la realtà, capi-

re la si tuazione di chi ci sta intorno; il dialogoe l’ascolto nell’umiltà ci permetteranno di defi-nire, insieme alla gente, le priorità del no stroservizio missionario in questa nazione.Gli inizi non sono mai facili, ma non ci mancal’entusiasmo e la voglia di stare con la gente.

Saluti e benedizioni, vostro P. Rocco Marra, IMC

La comunità dei missionari è composta da: P. Francis Onyango, P. Peterson Muriithi e P. Rocco Marra,

in questa foto con alcuni parrocchiani.

Ospitiamo la testimonianza di padre Rocco Marra, nostro parrocchiano, che, comemissionario della Consolata, da più di vent’anni vive nell’Africa del Sud nelloSwaziland una nazione situata sul fianco orientale dei monti Drakensberg. Da gen-naio è impegnato nella parrocchia dei “Santi Pietro e Paolo” di Kwaliseni.

Domenica 2 aprile è stata festa grande nellanostra Comunità parrocchiale per i cinquan-t’anni dall’ordinazione sacerdotale di donRosario Stasi. Una vita al servizio del prossimoe dedicata a chi si affida per ottenere un aiuto,un suggerimento o, semplicemente, portare ilVangelo di Cristo ad ogni creatura, secondo ilmandato apostolico ricevuto dal Salvatore (cfr.Mt 28, 19). È questo il profilo dell’attuale col-laboratore di don Flavio Ferraro nella guidapastorale della Parrocchia Natività della BeataVergine Maria di Tricase.In una Chiesa Madre, gremita di fedeli, mons.Vito Angiuli, vescovo della nostra Diocesi, hapresieduto la Santa Messa di ringraziamentounitamente ad un nutrito gruppo di sacerdoti,diaconi e consacrati presenti per l’occasione.Nella sua accorata omelia, mons. Angiuli, oltread esaltare le doti umane e spirituali di donRosario, ha ringraziato il Signore per il donodella vocazione al sacerdozio, evidenziando ladimensione cristologica del sacerdozio stesso.Infatti il presbitero è chiamato ad essere imma-gine viva di Gesù Cristo, Capo e Pastore dellaChiesa.Don Rosario Stasi ha alle spalle un excursusmolto intenso. La sua formazione umana, filo-

sofica e spirituale è iniziataquando era ancora giovanissi-mo: dal 1952 al 1957 ha stu-diato a Ivrea, presso i Sale -siani, sostenendo gli esami li -ceali a Valsalice (Torino) nel1958. Successivamente, dal1958 al 1960 ha affrontato il Biennio Filosoficoa Liegi (Belgio); dal 1960 al 1963 ha sostenutoil tirocinio a Kinshasa (ex Congo Belga) e dal1963 al 1967 ha compiuto gli studi teologici aLione, in Francia.Subito dopo l’ordinazione sacerdotale, avvenu-ta il 1° aprile del 1967, è stato missionario inAfrica, nel Rwanda-Burundi, fino al 1969. Nel 1970 è ritornato in Italia, dove a Roma,presso la Facoltà Teologica dell’Antoniano, haconseguito la licenza in Teologia Pastorale. Dal1973 al 1975 ha collaborato con la Parrocchiadi Tricase e le sue marine, mentre dal 1975 al1976 è stato titolare della Parrocchia “SacroCuore” di Ugento.Come parroco, il periodo più lungo lo ha vissu-to a Specchia, dove ha svolto il suo ministerosacerdotale per oltre un ventennio, dal 1977 al1999.Dal 1999 al 2003 è stato cappellano al -l’Ospedale regionale “Daniele Romasi” di

Gagliano del Capo; dal 2003 al 2009 parroco aTutino di Tricase e dal 1° settembre 2011 ilnostro vescovo lo ha nominato collaboratoredella Parrocchia Natività della B.M.V. diTricase, dove tutt’ora svolge il suo ministerosacerdotale. Con lui e per lui vogliamo rendere grazie per ildono della vita sacerdotale e dell’amore attra-verso il quale il Signore ha guidato don Rosarioin questi 50 anni trascorsi in diverse realtà par-rocchiali della nostra Diocesi. Lunghi anni digrazia in cui Dio ha fatto passare davanti a luitutta la sua bontà misericordiosa per consolarloe sostenerlo nella non sempre facile missione ditestimone dell’invisibile e guida illuminataattra verso le vie della Provvidenza.Maria, Madre dei sacerdoti e Regina degli apo-stoli, custodisca don Rosario nel suo Cuore eaccompagni la nostra preghiera perché ilSignore lo colmi di ogni grazia e benedizione erenda fecondo di bene quel lavoro apostolicoiniziato cinquant’anni fa.

50 anni di vita sacerdotaledon Rosario Stasi

Giovanni Mastria

Testimonianza a cura di Rocco Dell’Abate

STORIA LOCALE APRILE 2017 3Stella del mattino

Segue da Pag. 1 Pasqua:una promessa di vita eterna

solo dall’amore verso il prossimoattraverso opere di carità, di perdo-no, di misericordia, di elemosina,ma soprattutto dall’amore versoCristo morto e risorto per liberarcidal male che, sotto mille forme,incombe su di noi. Solo così lamorte lascerà il posto alla vita, laguerra alla pace, la vendetta al per-dono, l’odio all’amore. Con le nostre preghiere quotidianechiediamo la pace nel mondo in unmomento in cui prevale l’aviditàdell’uomo, la fragilità della fami-glia, l’egoismo e ogni genere diviolenza e di sfruttamento.

Facciamo in modo dunque che laPasqua sia per tutti noi un’opportu-nità di rinascita morale e spirituale,un tempo di purificazione, in cuianche noi nel nostro piccolo, comediceva il vescovo don Tonino Bellodiventiamo la “Chiesa del grem-biule”. In definitiva, se vogliamo essereveramente cristiani e rendereautentica testimonianza della fedeche professiamo, dobbiamo sfor-zarci di penetrare il significato delmistero pasquale per renderlo ope-rante nella nostra vita individuale esociale.

Segue da Pag. 1 Dalla paura alla meraviglia!

Durante la veglia di Pasqua il fonte battesimale el’acqua assumono un ruolo importante nel conte-sto del rito liturgico, per rendere chiaro l’annun-cio della salvezza operata dal battesimo: sacra-mento fondamentale dell’iniziazione cristiana.La stessa tematica, rappresentata in chiave arti-stica, la si riscontra sul fonte battesimale dellanostra Chiesa Ma dre; tra i pezzi più antichidella Diocesi, fu scolpito nel 1547 dallo scal-pellino Domenico Musca di Tricase.Grazie agli studi effettuati nel 1999 da mons.Maurizio Barba (S. PALESE-M. BARBA, Laseconda chiesa matrice di Tricase nel Sei-Sette -cento, Congedo, Galatina 1999), sono statimes si in luce gli aspetti teologici e iconograficidelle scene scolpite sul fonte: l’Arca dell’Al -leanza, l’Annunciazione, la Creazione di Ada -mo ed Eva, Mosè che fa sgorgare l’acqua dallaroccia e il Battesimo di Cristo nel fiume Gior -dano. Rimasero non interpretati due rilievi dif-ficilmente leggibili a causa dell’eccessiva vici-nanza del monumento alla parete. Oggi, grazie ai recenti spostamenti, si possonocogliere chiari dettagli iconografici utili percompletare la lettura teologica e artistica delfonte tricasino. La prima forma (fig. 1) è di facileinterpretazione e ci riporta al passaggio delpopolo di Israele tra le acque del Mar Rosso.Mosè è in testa alla colonna, con il bastone im -

pu gnato nella mano destra, riconoscibile per isuoi abiti e particolarmente per i due caratteristi-ci raggi posizionati sulla fronte. La scena prose-gue a destra con Israele che sfila tra le acque,mentre i soldati del faraone sono travolti dai flut-ti del mare: «I carri del faraone e il suo esercitoli ha scagliati nel mare; i suoi combattenti sceltifurono sommersi nel Mar Rosso» (Es 15,4). IPadri della Chiesa inseriscono l’episodio tra leprefigurazioni del battesimo istituito da Gesù.La seconda rappresentazione (fig. 2) offre alcu-ni spunti iconografici insoliti. Troviamo un per-corso d’acqua attraversato da un ponte in pie-tra; in cima, un uomo dal costume israelita eduna fanciulla si sporgono dal parapetto con lebraccia protese, come in un doloroso saluto. Inbasso, sulla riva, una donna inginocchiata reggein mano un contenitore rettangolare. Per chiscrive, la scena ricorda l’episodio di “Mosèesposto alle acque del Nilo”, evento rappresen-tato anche da celebri artisti tra i quali NicolasPoussin e Adrien Guignet. Seguendo l’intuizione, inginocchiata alla rivadel fiume vi è, quindi, la madre di Mosè, intentaad affidare alle acque del Nilo il figliolo neona-to, chiuso in un cesto rettangolare, così comericordano le Sacre Scritture: «La donna concepìe partorì un figlio; vide che era bello e lo tennenascosto per tre mesi. Ma non potendo tenerlonascosto più oltre, prese per lui un cestello dipapiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi adagiò

il bambino e lo depose fra i giunchi sulla rivadel Nilo» (Es. 2,2-3). Sul ponte invece, con lebraccia protese, offrono l’ultimo saluto il padredi Mosè e la giovane sorella Miriam. Anche tale scena si coniuga al contesto prefigu-rativo del battesimo, in particolar modo al temadell’acqua come fonte di salvezza. Infatti, da lìa breve tempo, il fanciullino verrà salvato dalleacque del Nilo dalla figlia del faraone, la quale,chiamandolo Mosè, dirà: «Io l'ho tratto dalleacque!» (Es. 2,10).

L’acqua viva che ci salverà

Carlo Vito Morciano

«Di questo dono della creazione hai fatto un segno dellatua bontà: attraverso l'acqua del Mar Rosso hai liberatoil tuo popolo dalla schiavitù; nel deserto hai fatto scaturireuna sorgente per saziare la sua sete; con l'immagine del-l'acqua viva i profeti hanno preannunziato la nuovaalleanza che tu intendevi offrire agli uomini; infine nell'ac-qua del Giordano, santificata dal Cristo, hai inaugurato ilsacramento della rinascita, che segna l’inizio dell'umanitànuova libera dalla corruzione del peccato».

“Veglia pasquale, benedizione dell’acqua battesimale”

1- Il passaggio del mar Rosso2 -Mosè esposto alle acque del Nilo

Ha provato tante volte ad accennare alla sua passione e risurrezionema loro nulla, non hanno compreso nulla, anzi i loro discorsi eranoquelli di spartirsi i primi posti nel loro sperato “regno del Messia”. Finalmente la paura lascia spazio alla meraviglia! Il loro Maestro èVivo, è lì con loro, parla con loro e mangia con loro. Ma Tommasonon è con loro. Lo incontrano, gli parlano del Risorto, gli annuncianola “Bella notizia” ma Tommaso vuole di più. Dopo otto giorni c’eraanche Tommaso nel Cenacolo e Gesù lo invita a mettere la mano alposto dei chiodi e della ferita del costato. Non sappiamo se Tommasoè riuscito a fare questo gesto coraggioso ma sappiamo solo chedavanti al Maestro Ri sorto dice: “Signore mio e Dio Mio!”. Finalmente la meraviglia ha sconfitto la paura.È l’invito di Pasqua a tutti noi: “Non abbiate paura perché io sono convoi”. Lasciamo che Cristo Risorto illumini la nostra vita di peccato,permettiamo al Maestro di far sbocciare i rami che il burrascosoinverno del dubbio ha rinsecchito. Buona e meravigliosa Pasqua a tutti!

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Due raffigurazioni poco conosciute del fonte battesimale di Tricase

È probabile che molti concittadini, tra cui anchequelli della parrocchia “Natività della BeataVergine Maria”, non conoscano l’esistenza e lavita dell’associazione Orizzonti di Accoglien -za, della quale faccio parte come componentedel consiglio direttivo. Si tratta di un’associazione che ha lo scopoprincipale di fornire posti letto ai parenti deimalati dell’Ospedale “Card. Panico” (e del -l’Ho spi ce Betania), ma anche quello di operarenel campo sociale in aiuto dei bisognosi, colla-borando soprattutto con la Caritas diocesana ele Caritas parrocchiali.Per sostenerci in questi scopi, la diocesi diUgento, durante l’episcopato di mons. DeGrisantis, ha acquistato il vecchio albergo“Stella d’Oro”, sito sulla strada per Montesano,e lo ha concesso a noi in comodato gratuito. La

struttura, con alcune semplici modifiche, è statapoi utilizzata per questo fine intitolandola MaiorCharitas, che era il motto episcopale dello stes-so mons. De Grisantis. Suc cessivamente è statadotata di ascensore esterno, per permettere l’o-spitalità di persone con difficoltà di movimento,ed è stato revisionato l’impianto elettrico con lamessa in opera tra l’altro di un impianto di pan-nelli solari fotovoltaici.Nel corso del tempo, e quest’anno ricorre ildecimo anno di operatività della nostra associa-zione, siamo sempre riusciti ad esaudire lerichieste di quanti, per motivi di necessità, arri-vando nella nostra cittadina da centri non solodella Puglia ma anche da fuori regione (Sicilia,Calabria, Lazio, Campania, Lombar dia) hannochiesto ospitalità con il contributo di una modi-ca cifra che serve a coprire le spese di gestione.Ma non sono stati pochi i casi in cui, in colla-borazione con i parroci e con l’assessorato ai

servizi sociali, abbiamo dato ospitalità a perso-ne che erano in stato di necessità, sia pure perperiodi limitati che la nostra attività principaleci ha consentito. Si aggiunga a tutto ciò la Mensa di Fraternità delsabato, aperta gratuitamente a quanti voglionoconsumare un pasto insieme ad altre personenella sala a pianoterra della struttura. Tutto questograzie all’impegno di tanti volontari che si alter-nano nella gestione della Casa e della Mensa.Concludo ricordando, a quanti ne avesserovoglia o sono spinti dalla curiosità, a visitare lanostra Casa e, possibilmente, ad aggiungersi aivolontari che in maniera disinteressata svolgonola loro opera a favore di fratelli più bisognosi.

APRILE 2017 4ATTUALITA’Stella del mattino

Dalla mia Comunione mi aspetto felicità e amore da Gesù che entrerànel mio cuore rendendolo ancora più pieno di amore e anche di diven-tare più affettuosa con tutti. Giulia Cavalieri

Io dalla Prima Comunione mi aspetto che nel mio cuore entri la luce el’amore del Signore e che il mio cuore lo accolga con gioia, in modoche si purifichi e che diventi limpido e pulito come quando era al miobattesimo. Aurora Luceri

Dalla mia Prima Comunione io mi aspetto di essere più unita alla miafamiglia, diventare più generosa, diventare una persona migliore,essere più altruista ed avere più amore e felicità verso Gesù.

Elena Petracca

Io mi aspetto tutto il bene di Dio e tutto l’amore che mi aiuterà adaffrontare il mio destino. Il giorno della Comunione desidero che Dio midia l’aiuto necessario per affrontare le mie paure e il resto dei giorni chemi aspettano, con coraggio e amore proprio come farebbe lui.

Francesco Panico

Io dalla mia Prima Comunione mi aspetto tantissime emozioni, unastrana energia nell’aria e tra le tantissime emozioni un rinnovo dellamia persona, seguendo l’esempio di Gesù.

Alberto Piscopiello

Mi aspetto dalla mia Prima Comunione una vita migliore e vivere inserenità con la mia famiglia e rispettare il prossimo.

Rebecca De Iaco

Dalla Prima Comunione mi aspetto che Dio mi protegga con tutto ilcuore e spero di non farlo soffrire quando cado nel peccato.

Valeria Castellani

Dalla Prima Comunione mi aspetto un forte abbraccio da Gesù chesia la mia guida per tutta la mia vita. Laura Longo

Dalla mia Comunione mi aspetto che Gesù mi stia sempre vicino, nelmio cuore e mi segua in qualsiasi parte vado!

Denise Sperti

Da sempre il mese di maggio è il periodoriservato alla Prima Comunione, che insie-me al Battesimo e alla Confermazione,costituisce la sorgente della vita stessa dellaChiesa. Nella nostra Parrocchia questo importanteSacramento, che si colloca nel cuore della“iniziazione cristiana”, sarà amministrato dadon Flavio Ferraro domenica 21 maggio. Questo appuntamento è molto atteso, soprat-tutto dai fanciulli che, con emozione, si ac -costeranno per la prima volta all’Eucari stia.Papa Francesco, in una delle sue omelie, haaffermato che da questo Sacramento dell’amo-re, scaturisce ogni autentico cammino di fede,di comunione e di testimonianza. Già da queste

poche parole, è evidente che la Prima Co mu -nione ha poco a che fare con le bomboniere, iconfetti, gli abiti eleganti e i pranzi al ristorante

che abitualmente accompagnano l’evento,rischiando di oscurare il vero significato. Le catechiste hanno chiesto ai ragazzi, percapire come vivono questo particolaremomento della loro vita, di rispondere,brevemente alla domanda: “Cosa ti aspet -ti dalla tua Prima Comunione?”.Dalle quarantatrè risposte formulate dairagazzi e pervenute in redazione tramitele catechiste Domenica Turco, Tonia Tur -co e Teresa Ghionna – che ringraziamoper la loro disponibilità – si evince che leparole più ricorrenti sono state: amore,

gioia, felicità e cuore.Non avendo la possibilità di pubblicarle tut -te, di seguito ne riportiamo alcune:

Il mese di maggio è il tempo della Prima Comunione

Claudio Morciano

“Orizzonti di Accoglienza” compie dieci anni

ATTUALITA’ - RICORDI APRILE 2017 5

Entrava in sintonia con tutti

Stella del mattino

Continuano le interviste ai nostriparrocchiani che ci permettono diapprofondire sempre meglio la fi -gu ra di don Tonino.In questo numero vi proponiamol’esperienza di Claudio Morciano,un ragazzo degli anni '60 attivonell’Azione Cattolica e tuttora ge -ne roso nel servizio alla comunità.Come ha conosciuto don Tonino?La prima volta che lo vidi avevocirca dieci anni. Lui, ordinatosacerdote da poco, venne a cele-brare una messa a Tricase e micolpì molto il suo modo di fare, ilsuo modo di celebrare.Qualche anno più tardi, l’ho ritro-vato nell'Azione Cattolica.Spesso don Tonino organizzavade gli incontri diocesani a Leuca:dei ritiri spirituali nei quali sialternavano pomeriggi di spiritua-lità e di formazione a serate disano di vertimento e giovialità.Chi era don Tonino?Una persona impegnata a vivere ilVangelo in prima persona.Prima i parroci erano un pò dis-taccati dalla comunità. DonTonino invece si era trovato in unperiodo post conciliare che coinci-deva con la sua vocazione disacerdote in mezzo alla gente. Luicredeva tan to nella comunità.Era un intellettuale ma sapevatrasmettere gli ideali del Vangelonel concreto; sapeva spiegare con-cetti liturgici e teologici alle per-sone sem plici.Don Tonino e gli altri.Il suo entusiasmo attraeva tantigio vani ma non solo. Entrava insintonia con tutti. Era naturalmen-te portato ad avere attenzione eascolto verso il prossimo. Volevaparlare con gli altri, stare vicinoalla gente. Per esempio durante lemesse so lenni di Pasqua e Natale,per stare più vcino ai fedeli, face-va sistemare un altare nello spaziotra i gradini del presbiterio e iprimi banchi.Dicono che ci siano alcune analo-gie tra don Tonino e papa Fran -cesco.Si, probabilmente ci sono. La ca -pa cità di esprimere concetti pro-

fondi con parole semplici peresem pio ma soprattutto la promo-zione di una “Chiesa povera” cheuna volta che ha il necessario siapre nella carità verso l'altro, nonper dare al prossimo i propriavanzi ma ciò di cui il prossimo habisogno. Don Tonino non volevauna Chiesa chiusa in se stessa maaperta al prossimo in quanto tale,a prescindere dalle differenze. Nonera un sacerdote che aspettava ilfedele in sacrestia, era lui a uscireper primo!Ci racconta unaneddoto?Don Tonino cre -deva molto nel -la Prov vi denza.Una vol ta ero inpiazza Pisanellicon lui e un al -tro amico; comeal suo solito, a -ve va appena do - nato dei soldiad alcuni bisgo-nosi che lo ave-vano cercato insa crestia. Noischer za va mo sulfatto che per colpa della sua gene-rosità non aveva mai una lira intasca. Mentre parlavamo si è avvi-cinata una signora che voleva par-largli e si è allontanato. Quando ètornato don Tonino ci ha detto chela si gnora gli aveva appena datoun’offerta in denaro. Natural -mente per don Tonino, quei soldigià appartenevano al prossimo.Lui era “solo” un tramite, unostru mento.Poi diventò vescovoQuando diventò vescovo mandòuna lettera alla comunità in cuiparagonava la Chiesa ad una caro-vana. Una carovana divisa in sotto-gruppi guidati da qualcuno. So -steneva di essere come un piccolocapo di un sottogruppo al quale adun certo punto hanno chiesto dispostarsi di posto per gestire ungruppo un pò più grande. Spiegavaperò che anche se lui non era piùcosì vicino a questa comunità sicontinuava a camminare insiemenella stessa carovana e nella stessadirezione: verso Cri sto.

Francesca Errico

Don Tonino a Tricase Racconti, aneddoti e testimonianze

La testimonianza di Claudio Morciano

Santo nel nostro cuoreIncontro con Patrizia Pacella Coluccia

Don Tonino è una presenza sem-pre fervida nella nostra comunità,grazie anche al ricordo affettuosoe al racconto di chi lo ha conosciu-to bene e ha potuto condividerecon lui momenti significativi dellapropria vita. Quando incontro la signora Pa tri -zia Pacella Coluccia, catechistapres so la nostra parrocchia, mi ac -coglie in casa sua con entusiasmo,

molto contenta di poter ricordare ilnostro caro don Tonino.Mi sono trasferita da Specchia,mio paese di origine, a Tricase nel1980”-racconta-“e ho avuto l’op-portunità di conoscere bene donTonino in occasione del mio matri-monio. Negli anni in cui è statosacerdote a Tricase si era instau-rato un bellissimo rapporto diamicizia tra mio marito e donTonino. Abbiamo deciso così di in -traprendere un percorso insieme alui, che poi ha celebrato le nostrenozze.Don Tonino era una persona spe-ciale, disponibile ed affabile. Eradotato di un’ineguagliabile attitu-dine al rapporto con l’altro, comeasserisce, con commozione edammirazione, la signora Patrizia:Ciò che mi ha sempre colpito didon Tonino era la sua straordina-ria capacità di stringere con estre-ma facilità, sin dal primo momen-to, relazioni amichevoli con le per-sone.Continua, poi, il suo racconto rie -

vocando alcuni episodi: Era unuo mo generosissimo. Talvolta,quan do era già vescovo, ci si reca-va in pullman da Tricase a Mol fet -ta per incontrarlo. In quelle circo-stanze la sua ospitalità era sor-prendente. Invitava noi tutti a pranzo pressola sede del vescovado, dove, tral’altro, accoglieva volentieri tantigiovani e tante persone nella suaDiocesi che, per motivi diversi,erano in difficoltà, senza preoccu-

parsi delle opinioni di chinon comprendeva la suagrande prodigalità.La signora Patrizia ricorda,ancora, che quando don To -nino fu nominato vescovo inpiazza Pisanelli il 10 agostodel 1982, lei era lì: È statauna cerimonia stupenda edun’esperienza bel lis sima, in -di menticabile -afferma conemo zione- Con me c’era noanche i miei figli, allora pic-coli.Don Tonino, nello stes soanno, ha an che bat tezzatomia fi glia più grande Dia na.Dalle sue successive rifles-

sioni traspare la profonda stimaper l’umiltà, l’altruismo e l’infi-nita bontà d’animo di don Tonino:Secondo me -dichiara- don To -nino ha precorso la teologia dipa pa Francesco; sono sulla stes-sa lun ghezza d’onda per quantoriguarda la solidarietà e il pren-dersi “cura dell’altro”. In talsen so don Tonino è stato vera-mente un profeta.A conclusione del nostro incontro,la signora aggiunge che: In parroc-chia, con la collaborazione di donFlavio, è stato costituito il “Grup -po don Tonino”; si è pensato, in -fatti, che possa essere il modomigliore per fare conoscere allenuove generazioni, attraverso atti-vità di varia natura, questo uomostraordinario. Il tema dell’anno incorso sarà l’accoglienza.Nella speranza che don Toninopossa essere al più presto procla-mato santo, Patrizia, con un gransorriso e occhi pieni di affetto edevozione afferma: Don Tonino ègià santo nel nostro cuore.

Silvia Anselmo

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APRILE 2017 6ATTIVITA’ DEI GRUPPI

Un impegno rivolto alla preghiera e all’evangelizzazione

Rinnovarsi nello Spirito Santo

Stella del mattino

Giovanni, come è nato il movimento “Rinno -va mento nello Spirito Santo”? Il Rinnovamento nello Spirito Santo nasce dauna libera iniziativa dello Spirito Santo, nonha un fondatore umano. Il 17 febbraio del 1967dei docenti universitari insieme con degli stu-denti si riunirono in un ritiro spirituale(Duquesne, USA) per invocare la grazia delloSpirito Santo perché rinnovasse la loro fede. Ipartecipanti a quel ritiro testimoniano chedurante l’Adorazione Eucaristica molti furonoavvolti da una speciale Grazia, si trattava diun’effusione spontanea dello Spirito Santo. Daquel momento in avanti questa Grazia si è dif-fusa rapidamente in tutto il mondo. Tutti iPontefici, da Paolo VI in avanti, hanno ricono-sciuto il RnS come la concretizzazione delleparole di Papa Giovanni XXIII alla vigilia delConcilio Ecumenico Va ti -cano II “Voglia il Signorerinnovare i suoi prodigicome in una nuo va Pen -te coste”.Parliamo ora del RnS inseno alla nostra Parroc -chia: c’è una denomina-zione ufficiale? Grazie a chi si è costitui-to? Quanti aderenti cisono e come si aderisce?Nella nostra parrocchiail RnS è presente con ilgruppo/comunità “Il re -sto d’Israele”. Veniamoda una storia di fede lun -ga circa venti anni, seianni fa abbiamo trovato approdo nella nostraparrocchia. Attualmente la guida pastorale delgruppo/comunità è affidata a: Luisa Musio,Angela Ligori e Anna Maria Ligori. Il cammi-no del RnS cerca di responsabilizzare ogni ade-rente ad essere prossimo per l’altro, in un’otti-ca di responsabilizzazione ed attenzione reci-proca. Certamente occorre poi la guida dialcuni che vengono scelti dalla comunità. Peravvicinarsi al Rinnovamento è sufficiente fre-quentare l’incontro di Adorazione settimanaleche facciamo in chiesa madre tutti i venerdi.Se e quando qualcuno si sente chiamato a que-sta meravigliosa esperienza di fede cristiana,gli viene proposto di frequentare il seminariodi vita nuova, un percorso esperienziale di

riscoperta dei doni del Battesimo. A me piacedire che non sei tu ad aderire al Rinnovamento,ma è il Signore che attraverso il Rinnovamentoti chiama a Sé.Quali sono le vostre attività? Ci sono attività par-ticolari che avete svolto nel corso dell’anno o cheavete in programma per i prossimi due mesi?La nostra attività principale è l’evangelizza-

zione sulla base dell’Adora zio -ne. Ogni membro del RnS evan-gelizza quotidianamente làdove è chiamato a vivere la suaquotidianità, a livello organiz-zativo proponiamo periodica-mente il Semina rio di vitanuova. La scorsa estate abbia-mo realizzato le tende dellaMisericordia nelle marine di S.M. di Leuca e Tor re San Gio -van ni in accordo con il nostroVescovo. Prossimamente abbiamo in pro-gramma il ritiro per una nuovaeffusione dello Spirito Santo epoi quello che il Signore vor rà…Cosa significa per voi rinnovarsi

nello spirito?Rinnovarsi nello Spirito Santo significa con-vertirsi quotidianamente, vuol dire chiedersiogni giorno “Signore cosa vuoi che io facciaper Te oggi?”, nessuno è perfetto, ma ciò checonta è sinceramente essere rivolti a Cristo.Magari possiamo sbagliare, ma la cosa bellache ogni giorno imparo di nuovo è che possia-mo sempre rialzarci, ricostruire e rinasceredall’ alto.Qual è la peculiarità del vostro carisma che vidistingue dagli altri movimenti esistenti nellaChiesa?Senza dubbio l’evangelizzazione.Uno dei vostri punti cardini è la formazionepermanente. Come si sviluppa il vostro itinera-

rio di proposta formativa? La formazione permanente credo che sia unanecessità per tutti. Le sfide educative cui cichiama l’uomo del nostro tempo sono moltepli-ci, solo pregando, formandosi e vivendo affian-co all’uomo si potrà portare l’uomo a Dio eDio all’uomo.Un’altra caratteristica del Rinnovamento è la

preghiera. Perché tantain sistenza?Perché ce lo ha insegnatoGesù e ce lo ricorda laChiesa. Solo parlando aDio degli uomini si potràparlare agli uomini diDioPerché avete deciso diaderire al RnS? Perché unlaico dovrebbe accostarsial vostro movimento?Noi non abbiamo decisodi aderire al Rinno va -mento, è il Signore che ciha chiamati ad essereChiesa tramite il RnS.Chiunque abbia dimenti-

cato come si prega, chi voglia riscoprire lagioia della fede, chi vuole imparare a sperareoltre ogni speranza, chi si sente solo, chi èsolo, chi si sente felice, chi si sente perso, chi sisente alla ricerca di Dio, può venire a sentire lavoce di Gesù.Quali passi del Vangelo descrivono al meglio ilRnS?At. 2,42: Erano assidui nell’ascoltare l’inse-gnamento degli apostoli e nell’unione fraterna,nella frazione del pane e nelle preghiere. Avete un messaggio particolare per avvicinarei giovani alla Chiesa?I giovani hanno bisogno di certezze, di valori.I giovani cercano la Verità, dobbiamo solomostrargli la Verità che è Cristo Signore.

Continua la presentazione dei Gruppi della nostra Parrocchia. In questo numero vi proponiamo l’intervista a Giovanni Calabrese,Coordinatore del Comitato Diocesano di Servizio RnS della diocesi Ugento-S. Maria di Leuca, che ringraziamo per la sua disponibilità.

Pagina a cura di Giovanni Mastria

Rinnovarsi nello Spirito Santosignifica convertirsiquotidianamente,vuol dire chiedersi

ogni giorno “Signorecosa vuoi che io

faccia per Te oggi?”,nessuno è perfetto,ma ciò che conta è sinceramente

essere rivolti a Cristo

Chiunque abbiadimenticato come siprega, chi vogliariscoprire la gioia

della fede, chi vuoleimparare a sperareoltre ogni speranza,chi si sente solo, chiè solo, chi si sentefelice, chi si senteperso, chi si sentealla ricerca di Dio,può venire a sentire

la voce di Gesù

DIRETTORE EDITORIALEDon Flavio Ferraro

IMPAGINAZIONE E GRAFICARosa De Salvatore

COLLABORATORIGiovanni Mastria, Carlo Vito Morciano,Patrizia Marra, Silvia Anselmo, Francesca Errico, Rocco Dell’Abate,Vincenzo Panico, Tommaso Pic cinni,Marco Panico, Michele Rosafio

SEDEPiazza Don Tonino Bello-Tricasewww.parrocchianativitatricase.it [email protected] Marra - Ugento

Stella del mattinoN.2 - Aprile 2017

ATTUALITA’ APRILE 2017 7

La comunicazione nella cultura digitaleImpariamo a conoscere i social media

Stella del mattino

Gli orientamenti pastorali della C.E.I. per ildecennio 2010-2020, Educare alla vitabuona del Vangelo, parlano della tecnologiadigitale come nuovo contesto esistenziale.Infatti al n. 51 si dice che «Agendo sulmondo vitale, i processi mediatici arrivano adare forma alla realtà stessa».Essi quindi vanno considerati positivamente,senza pregiudizi. Un obiettivo da raggiungereperò sarà quello di educare alla conoscenza di

questi mezzi di comunicazione di massa, deiloro linguaggi ed un uso sapiente e responsa-bile. Appare evidente che ormai la testimonianzaevangelica passa anche attraverso questimezzi, quindi dobbiamo essere dei “testimonidigitali”. La testimonianza sarà tanto più credibilequanto più medium e messaggio, forma e con-tenuto, verità e vita coincidono. Quindi il

modo di usarli è il fattore che decide qualevalenza morale possano avere.É per questo motivo che abbiamo deciso diinserire nel nostro periodico una nuova rubri-ca dedicata ai social media, al fine di svilup-pare, soprattutto nei ragazzi e nei giovani, lacapacità di valutarne il messaggio e gli influs-si, nella consapevolezza della considerevoleforza di attrazione e di coinvolgimento di cuiessi dispongono.

Facebook è un social Networkdove tutti gli iscritti possono dialo-gare tra loro, caricare e condivide-re foto, farsi nuovi amici e ritro-varne di vecchi. Nulla di strano, senon fosse che una volta entrati afar parte di questo network digita-le, tutta la nostra vita e la nostraintimità diventa di dominio pubbli-co. Tutti sapranno quello che fac-ciamo, diciamo, siamo e pensia-mo, in tempo reale. Grazie anche alle tante “App” pos-siamo integrare funzionalità, iltutto alla faccia della privacy. Avete mai pensato a che cosa puòsuccedere se i provider, chiamatianche ISP (Internet Service Pro -vider), cioè fornitori di servizi aprivati e ad aziende che a paga-

mento consentono l’accesso ainternet, potessero vendere i datidegli utenti? Per fortuna non è il nostro caso,almeno per il momento, visto che lenorme sulla privacy in Europa sonomolto stringenti ma i provider Usapossono raccogliere e vendere i datipersonali dei loro clienti, senzachiederne l’autorizzazione. Un grande errore da non fare èdare la possibilità ai figli, soprat-tutto se minori e se il loro profilonon è controllato dai genitori, diiscriversi a Facebook perché po -treb bero essere adescati da moltipedofili, come è già successo anniaddietro. Altra cosa da scongiurareè quella di pubblicizzare foto e sta-tus dei figli. Siamo spinti a condividere le no -stre emozioni come le varie fasi di

crescita dei pargoli o i loro com-pleanni con tutti gli amici utiliz-zando internet, ma meglio farlocon messaggi privati perché le fotoe i video inviati, innocentemente,possono interessare chi spia il vo -stro profilo con cattive intenzioni.Avviso per altro diramato anchedalla polizia postale. Ecco quindi che non è tutto oro ciòche luccica. Va, infine, evitato di divulgare tuttoquello che è strettamente privatocome frasi di odio, razziste, sessiste,informazioni personali, lutti, riabili-tazioni o divorzi. Meglio se condivi-se solo con gli amici, anche perchési potrebbero coinvolgere personeignare di tutto.Oggi, tutti criticano Facebook, maquesto social ha cambiato la nostravita. Difficile dire come, ma sta di

fatto che ha modificato il nostromodo di comunicare, di interagire,di influenzare i gusti, le abitudinioltre naturalmente il nostro pensiero.Ma a cosa serve realmente Face -book? Forse, ancora in pochi losanno. E tu, invece? Te la immagi-ni una vita senza Facebook? Questi, sono solo alcuni dei pro-blemi legati al mondo del web. Sono ormai diversi anni che mioccupo di Web marketing, Campa -gne SEO e SEM, seo copywriter esocial media marketing. Ci lavorotutti i giorni con i network e vi possodire che, se non utilizzati con le giu-ste precauzioni, potrebbero essereun’arma distruttiva della vostra per-sonalità e della vostra vita. Face -book non dimentica e per altro haanche un’ottima memoria! Quindiusare con cautela.

Facebook: vantaggi, rischi e pericoliTommaso Piccinni

In questo numero incontriamo ilgiovane Giorgio Colazzo impe-gnato nel settore biomedicale.Di cosa ti occupi?Sono un ingegnere biomedico, mioccupo di sviluppo software perapparecchiature di dialisi per pa -zienti acuti e cronici; in passato,mi sono interessato di sviluppohardware e firmware per protesidi arto superiore (per amputatitrans-radiali) e inferiore.Da quanto tempo sei lontano dacasa?Da settembre 2010, quando hointrapreso il mio percorso univer-sitario, iniziato presso l’Univer -sità di Pisa e terminato nell’otto-bre 2015 al Campus Biomedico diRoma. Succes si vamente, sonostato un anno a Reykjavìk (Islan -da) dove ho lavorato presso unadelle multinazionali più importan-ti nel panorama protesico per poi

trasferirmi a Mirandola (Mo)dove lavoro per un’altra multina-zionale del mon do biomedicale.Qual è il motivo che ti ha spintoad andare via?Come si può ben evincere da quan -to detto prima, mi sono la sciatoguidare dal desiderio di realizzareil mio principale sogno, ossia quel-lo di contribuire, seppur nel miopiccolo, al miglioramento dellecondizioni di vita del prossimoattraverso l’applicazione dell’in-novazione tecnologica nell’ambitomedicale.In che modo vivi la tua fede neltuo nuovo paese?

Non importa dove o con chi, lafede la vivo nel quotidiano: dalsup porto dato ai miei colleghi,all’aiuto fornito all’anziano incar rozzina, durante le funzionidella domenica, nei momenti diriflessione interiore, nel confrontocon altre religioni.Riesci anche da lì a sentirti parte

della nostra comunità? Se si, inche misura?Una parte di me è sempre lì. Cer -co di tenermi in contatto con lepersone della comunità, ad alcunedi queste sono affezionato parti-colarmente; cerco comunque dipartecipare alle attività nei giornidi rientro a casa. Ad ogni modoporto sempre con me ciò che lanostra comunità mi ha insegnato,ovunque io mi trovi.Cosa consiglieresti ai nostri gio-vani circa le loro scelte future?Di credere sempre nei proprisogni, di non darsi mai per vinti.Il raggiungimento di qualsiasiobiettivo passa attraverso il supe-ramento dei continui ostacoli eprove che la vita ti pone davanti.Alcuni di essi richiedono moltisforzi e sacrifici, ma se ci armia-mo di fede e buona volontà nulla èinsormontabile.

“Se vuoi, puoi!”Parrocchiani fuori sede

Patrizia Marra

APRILE 2017

Concorso fotografico per i ragazzi del catechismo

ULTIMA

Un Selfie d’arteConcorso fotografico per iragazzi del catechismo dellaParrocchia della Natività della

B.V.M. di TricaseSegui gli indizi e scopri il soggettoartistico descritto nell’indovinello.Fotografati con l’opera in un “Selfied’Arte” e invia il tuo scatto all’email:[email protected] primi tre concorrenti che inoltreranno la foto riceverannoun premio.

La tua bravura mi hai dimostratoe sulla buona strada sei avviato.Quindi adesso si gioca seriamentequi ti avvisa lo scrivente.Il centro antico dovrai esplorareed una bianca statua rintracciare.È situata nell’angolo di un palazzoin un assolato grande spiazzo.In una nicchia in alto esposta una donna è seduta e composta.Lei è Maria, madre del Salvatore:nostra madre degna d’amore.

Verranno prese in considerazione le email inviate a partire dal16 aprile al 21 maggio 2017. All’interno dovrai indicare il tuo nome e cognome, il corso dicatechismo, il nome della tua catechista, un recapito telefoni-co, e mi raccomando, fatti aiutare da papà e dalla mamma perspedire correttamente la tua foto! I vincitori verranno pubblicati nella prossima edizione delgiornale.

Rocco Dell’Abate

Stella del mattino 8

Si invitano quanti ritengono di avere idee, argomenti, arti-coli, fotografie che possano rendere bello e partecipato ilnostro periodico, ad inviare i propri contributi a:

[email protected] Quando inviate un articolo allegate anche una vostra foto epossibilmente anche un’immagine che descriva il vostrocontributo. I numeri di “Stella del mattino” sono pubblicati,in formato pdf, sul sito della Parrocchia, all’indirizzowww.parrocchianativitatricase.it dove si possono consulta-re e scaricare.

Collaborazione a “Stella del mattino”

Grande partecipazione di fedeli alla Domenica delle Palme

Giovani missionari in Parrocchia

Appuntamenti in Parrocchia

Presenti nella nostra parrocchia dal 9 al 16 aprile

La soluzione del numero precedente

Hanno indovinato per primi

Tanti giovani della Parocchia a Ruffano per la GMG

Statua di S. MicheleArcangelo, sec. XVII,Chiesa di S. Angelo,Tricase

Antonietta Lisiseconda media, catechista Suor Moira

Chiara Lisiterza elementare, catechista Rita Scolozzi

Maria Bruna Carbonequinta elementare,

catechistiLucia e Leandro Di Muro

Durante la Settimana Santa, abbia-mo avuto la gioia di accoglierenella nostra Parrocchia cinqueseminaristi provenienti dal semina-rio Mater Ecclesiae di Roma, ori-ginari dell’India, del Messico edell’Africa: Juan Diego MercadoAvalos, Luis Eduardo, Franciscomary Isiorhovoja, Schino e Jebin.I giovani seminaristi sono stati ospitati presso alcune famiglie della nostraParrocchia. Durante la loro permanenza hanno svolto varie attività improntateall’annuncio della buona novella a tutte le fasce d’età e a tutte le categorie.I seminaristi, infatti, oltre all’animazione della messa e dei vari momenti di pre-ghiera comunitaria, hanno incontrato i gruppi parrocchiali, i ragazzi, i giovani e lefa miglie.La piccola missione, da loro compiuta, è stata un’esperienza di annuncio, di testi-monianza e di condivisione di fede e di vita, ma anche un’occasione preziosa diriflessione e di confronto per pensare vie nuove per rinvigorire l’entusiasmo e lapartecipazione dei giovani.Un grazie sincero ai giovani seminaristi per il tempo, le meditazioni, le riflessionie l’amicizia che ci hanno donato.

Un nutrito gruppo di giovani della nostraParrocchia ha partecipato, domenica 9aprile, con don Flavio ed i seminaristimissionari, alla GMG che si è svolta aTorrepaduli di Ruffano. Dal Santuario diSan Rocco, in processione, i giovani,hanno percorso, intonando canti e pre-ghiere, le strade cittadine, giungendo poiin piazza Libertà per la conclusione.

Lar go S. Lucia si trasfor-ma, ogni anno, nel gior-no delle Palme, in un’im-mensa distesa di ramo-scelli d’ulivo. Dopo la benedizione, daparte di don Flavio, inprocessione si è raggiun-ta la Chiesa Madre perla solenne celebrazioneEu ca ristica.

Ph. Rocco Dell’Abate