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Stella del mattino PERIODICO BIMESTRALE CULTURALE-STORICO-SOCIALE DELLA PARROCCHIA NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA P.ZZA DON TONINO BELLO VESCOVO - TRICASE (LE) – TEL. 0833.544124 N.4 - Ottobre 2017 www.parrocchianativitatricase.it [email protected] Erano circa le 15.30 del 20 aprile 1993 quando don Tonino, dopo una malattia sofferta nella fede, dal suo lettino nell’episcopio di Mol f etta, passava alla vita vera pre gando l’Ave Maria e guardando l’im ma- gine della Madonna che aveva ac - canto. Ci stiamo avvicinando a quella data dopo 25 anni in cui la fama di don Tonino è cresciuta in tutto il mondo e attraverso di lui ven gono rese grazie a Ge sù Cristo, del cui lieto annuncio egli si è fatto banditore verso tutti e specialmente verso i poveri. In questi 25 anni nella Chiesa, per la quale don To- nino è stato ordinato sacerdote e ve - scovo, è iniziato il processo per ri- co noscerne le virtù eroiche e a Ro - ma si procede verso la tappa della beatificazione del Servo di Dio. Ferme restando le prerogative dei Pastori della Chie sa, le norme del di ritto canonico in materia e la ne - cessità di pregare perché tutto vada a buon fine, don Tonino per molti di noi è già un santo. Lo vediamo quando le persone si se gnano passando vicino al suo mo - numento o si fermano a pregare brevemente, lo crediamo quando ci rivolgiamo a lui per chiedere l’in- tercessione nelle necessità personali o sociali, lo attestiamo quando la sua immagine compare onorata nel - le nostre case: sono tut ti segni sem- plici, vivi, spontanei, della nostra pietà popolare da vi vere alla luce del vangelo e nello spirito della sana tradizione. E il 25° è un’occa- sione propizia perché ci disponiamo bene all’azione dello Spirito, allo scopo di conoscere e far conoscere don Tonino, in modo da vivere sem- pre più pienamente il suo messag- gio di fedeltà al vangelo di Gesù Cristo, per il quale egli ha speso la vita senza ri sparmiarsi. Noi di Tricase, a riguardo, gli sia- mo vincolati in modo straordina- rio. Perché il Signore ci ha fatto il dono di averlo come parroco e quindi di farlo vivere tra noi, di sperimentare direttamente il suo amore verso Dio e verso i fratelli, di instaurare speciali rapporti per- sonali con ciascuno di noi ed esem- plarmente con gli ultimi, di contri- buire –come comunità– a fargli ma- Famiglia, vivi ciò che sei! DON FLAVIO FERRARO 2 CHIESA Si rinnova il Consiglio Pastorale Parrocchiale 3 STORIA LOCALE Lo sfregio vandalico di Marina Serra 4 SOCIETA’ Gli anziani, una risorsa da valorizzare 6 ATTIVITA’ DEI GRUPPI Gruppo Azione Cattolica Cara famiglia, tu sei la più bella opera che Dio ha compiuto alla creazione. Forse il vigoroso sole, la timida luna e le lontane stelle, con tutto il resto della crea zione, hanno provato un piz zico d’invidia quando il Crea tore, al sesto giorno, for- mando l’uomo e la donna, si lasciò sfuggire: “È cosa molto buona!”. In te il Creatore ha im presso la sua immagine e so- miglianza perché chi vede te possa intravvedere Lui. Tu, fa- miglia sei la prima comunità umana e hai ricevuto la prima benedizione che “nulla poté can cellare, né la pena del pec- cato originale, né le acque del diluvio”. “La famiglia è una comunità di persone in relazione tra di loro fondata sull’amore” così parla- va di te Giovanni Paolo II. Tu sei sacramento della Trinità, sei la prima scuola dell’amore! Stando tra le tue braccia abbia- mo imparato che cosa significa relazionarsi ed essere fratelli. Con te abbiamo imparato che Dio è madre. È proprio nel grem bo della mamma che ab - biamo avvertito la tenerezza e la misericordia (dall’ebraico: rachamim = utero). Dio stesso, nell’antico testamento, si mani- festa al popolo ebreo così: ti ho legato a me, ti ho allattato, ti ho curato (Ez 16). E quando, per giorni e settimane, la mam - ma parla e sorride al suo figlio neonato, arriva il giorno in cui il bambino risponde alla madre con il primo sorriso. Segue a pag.8 SAPIENZA SPIRITUALE Una comunità è ricca di sapienza spirituale quando sa dare alla carità il primo posto in tutte le sue scelte e i suoi rapporti, quando cioè non esclude nessuno, non rigetta nessuno, non giudica e non misura soltan- to sui criteri della propria appartenenza. Una comunità è sapiente quando contagia con la vita l’amore più gran- de che viene da Dio e porta a Dio. Carlo M. Martini in Tre racconti dello Spirito Ercole Morciano Segue a pag. 5 Verso il 25°del dies natalis di don Tonino Bello

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Stella del mattinoPERIODICO BIMESTRALE CULTURALE-STORICO-SOCIALEDELLA PARROCCHIA NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINEMARIA

P.ZZADONTONINO BELLO VESCOVO - TRICASE (LE) – TEL. 0833.544124

N.4 - Ottobre 2017www.parrocchianativitatricase.it

[email protected]

Erano circa le 15.30 del 20 aprile1993 quando don Tonino, dopo unamalattia sofferta nella fede, dal suolettino nell’episcopio di Mol fetta,passava alla vita vera pre gandol’Ave Maria e guardando l’im ma -gine della Madonna che aveva ac -canto. Ci stiamo avvicinando aquella data dopo 25 anni in cui lafama di don Tonino è cresciuta intutto il mondo e attraverso di luiven gono rese grazie a Ge sù Cristo,del cui lieto annuncio egli si è fattobanditore verso tutti e specialmenteverso i poveri. In questi 25 anninella Chiesa, per la quale don To -nino è stato ordinato sacerdote e ve -scovo, è iniziato il processo per ri -co noscerne le virtù eroiche e a Ro -ma si procede verso la tappa dellabeatificazione del Servo di Dio.Ferme restando le prerogative deiPastori della Chie sa, le norme deldi ritto canonico in materia e la ne -cessità di pregare perché tutto vadaa buon fine, don Tonino per molti dinoi è già un santo. Lo vediamo quando le persone sise gnano passando vicino al suo mo - numento o si fermano a pregarebrevemente, lo crediamo quando cirivolgiamo a lui per chiedere l’in-tercessione nelle necessità personalio sociali, lo attestiamo quando lasua immagine compare onorata nel -le nostre case: sono tut ti segni sem-

plici, vivi, spontanei, della nostrapietà popolare da vi vere alla lucedel vangelo e nello spirito dellasana tradizione. E il 25° è un’occa-sione propizia perché ci disponiamobene all’azione dello Spirito, alloscopo di conoscere e far conosceredon Tonino, in modo da vivere sem-pre più pienamente il suo messag-gio di fedeltà al vangelo di GesùCristo, per il quale egli ha speso lavita senza ri sparmiarsi.Noi di Tricase, a riguardo, gli sia -mo vincolati in modo straordina-rio. Perché il Signore ci ha fatto ildono di averlo come parroco equindi di farlo vivere tra noi, disperimentare direttamente il suoamore verso Dio e verso i fratelli,di instaurare speciali rapporti per-sonali con ciascuno di noi ed esem-plarmente con gli ultimi, di contri-buire –come comunità– a fargli ma -

Famiglia,vivi ciò che sei!DON FLAVIO FERRARO

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CHIESASi rinnova il ConsiglioPastorale Parrocchiale

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STORIA LOCALELo sfregio vandalico

di Marina Serra

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SOCIETA’Gli anziani, una risorsa

da valorizzare

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ATTIVITA’ DEI GRUPPIGruppo

Azione Cattolica

Cara famiglia, tu sei la più bellaopera che Dio ha compiuto allacreazione. Forse il vigorososole, la timida luna e le lontanestelle, con tutto il resto dellacrea zione, hanno provato unpiz zico d’invidia quando ilCrea tore, al sesto giorno, for-mando l’uomo e la donna, silasciò sfuggire: “È cosa moltobuona!”. In te il Creatore haim presso la sua immagine e so -miglianza perché chi vede tepossa intravvedere Lui. Tu, fa -miglia sei la prima comunitàumana e hai ricevuto la primabenedizione che “nulla potécan cellare, né la pena del pec-cato originale, né le acque deldiluvio”.

“La famiglia è una comunità dipersone in relazione tra di lorofondata sull’amore” così parla-va di te Giovanni Paolo II. Tusei sacramento della Trinità, seila prima scuola dell’amore!Stando tra le tue braccia abbia-mo imparato che cosa significarelazionarsi ed essere fratelli.

Con te abbiamo imparato cheDio è madre. È proprio nelgrem bo della mamma che ab -biamo avvertito la tenerezza ela misericordia (dall’ebraico:rachamim = utero). Dio stesso,nell’antico testamento, si mani-festa al popolo ebreo così: ti holegato a me, ti ho allattato, tiho curato (Ez 16). E quando,per giorni e settimane, la mam -ma parla e sorride al suo figlioneonato, arriva il giorno in cuiil bambino risponde alla madrecon il primo sorriso.

Segue a pag.8

SAPIENZA SPIRITUALEUna comunità è ricca di sapienza spirituale quando sa dare alla carità ilprimo posto in tutte le sue scelte e i suoi rapporti, quando cioè nonesclude nessuno, non rigetta nessuno, non giudica e non misura soltan-to sui criteri della propria appartenenza. Una comunità è sapiente quando contagia con la vita l’amore più gran-de che viene da Dio e porta a Dio.

Carlo M. Martiniin Tre racconti dello Spirito

Ercole Morciano

Segue a pag. 5

Verso il 25°del dies natalisdi don Tonino Bello

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Cinque anni fa, quando è iniziato questo nuovoservizio insieme a don Flavio, quali membri delCon siglio Pastorale Parrocchiale, alcuni di noi siconoscevano già, avendo partecipato, insieme, inaltre esperienze parrocchiali, mentre molti altrierano tra di loro dei perfetti sconosciuti.Alcuni di noi, questo impegno lo hanno ancheespletato per più di un mandato, manifestandouna disponibilità davvero grande e un amoreper la parrocchia davvero esemplare.Come tanti strumenti di partecipazione, anchedella vita civile, dopo gli entusiasmi degli inizi,c’è stato un tempo di fatica e di riflessione in cuiognuno, accompagnato dal l’amorevole guidapastorale di don Flavio, è cresciuto dal punto divi sta umano e spirituale, cercando di vivere unapratica ecclesiale di vera sinodalità.In questi cinque anni, tre sono state le basi su cuiil C.P.P. ha cercato di costruire le proprie relazio-ni: compresenza, complementarietà e correspon-sabilità. Ognuno, per quanto possibile, ha cercatodi rappresentare la comunità parrocchiale nellevarie circostanze in cui c’è stata la necessità difarlo e di mettere a di sposizione degli altri i doni

e i ta lenti ricevuti in dono dal Signore.Il Consiglio Pastorale è stato in questi cinqueanni un vero e proprio laboratorio di idee e diprogetti, molti portati a termine, mentre altririmangono ancora un “sogno nel cassetto”, chesi spera possano essere realizzati al più presto,divenendo così realtà.È difficile valutare l’utilità del C.P.P. in terminidi efficienza, anche perché questo Organismo èsolo uno dei tanti strumenti di cui la parrocchiasi serve per svolgere un’azione pastorale incisi-va ed efficace.Il C.P.P. non è un Consiglio di amministrazionedi un’azienda che possiamo valutare dai bilan-ci, bensì un Consiglio di famiglia e come taleabbiamo provato a parlarci e a prendere insie-me le decisioni di cui la vita familiare avevabisogno. Se questo è accaduto è stato certamen-te utile al di là delle attività che il C.P.P. èriuscito a promuovere.Per tali motivi le diverse iniziative sono statemirate soprattutto a rafforzare i vincoli di fraterni-tà e di coesione in modo tale da sentirci tutti comein famiglia, raccolti presso un unico “focolare”.

Al termine del mandato quinquennale vogliamoringraziare il Signore per averci dato la possibi-lità di vivere questa bella esperienza al serviziodei fratelli e della comunità.

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale uscente

OTTOBRE 2017 2PRIMO PIANOStella del mattino

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale si rinnovaPartecipa anche tu alla vita della Parrocchia

La nostra comunità è chiamata arin novare il proprio consiglio pa -storale nel prossimo mese di no -vembre. Il Consiglio Pastorale Parrocchialeè un organo per la guida della co -munità cristiana voluto dal Con -cilio Vaticano II. Esso rappresentaed esprime coralmente la varietà el’unità dei carismi, dei ministeri edegli stati di vita presenti nellacomunità cristiana. Come tale èstrumento di partecipazione e cor-responsabilità di tutti i battezzatiall’azione pastorale della parroc-chia. Il suo primo compito è quellodi testimoniare l’unità ecclesiale di -namica nel suo stesso essere e agi -re, di fare discernimento, ovvero dicercare il bene possibile per la par-rocchia, di chiedersi dove il Si gno -re ci sta portando, leggendo i “se -gni dei tempi”.In sintonia con il Piano pastoralediocesano, ha il compito, anzitutto,di favorire l’evangelizzazione e lacomunione nella parrocchia. Una comunità che non si incontra

non è una comunità; tutti sono quin -di chiamati a collaborare, tutti nellastessa misura di responsabilità inforza del battesimo ricevuto. Ognu -no di noi ha ricevuto in dono unadiversa vocazione: diaconale, sacer-dotale, laicale, ecc.; ognuno possie-de carismi e capacità differenti neidi versi settori: liturgico, caritativo,ca techetico, missionario e che rap-presentano la ricchezza della Chie sa.

Il C.P.P., quale organo promotoredi comunione e di partecipazione,è composto:1) Dai membri di diritto: quali il

Parroco, che ne è il Presidente,dai membri del clero, compresii Diaconi, che esercitano ilministero nella parrocchia; daun rappresentante di ogni asso-ciazione, movimento o gruppoecclesiale della parrocchia; da

un rappresentante del ConsiglioParrocchiale per gli affari eco-nomici.

2) Dai membri eletti: un numerodi laici, in proporzione al nu -mero degli abitanti della par-rocchia, eletti direttamente dal -la comunità, da una lista predi-sposta dal Parroco.

3) Dai membri nominati dal Par -roco in ragione di non più di unquinto dei componenti.

L’elezione avverrà al termine del -l’As semblea di tutta la comunitàparrocchiale, che sarà convocata inchiesa Madre per domenica 19 no -vembre 2017, subito dopo la messaserale, con le modalità stabilitedal lo Statuto del C.P.P. e dal Re go -la mento a suo tempo emanato dal -la nostra diocesi. Fino a domenica 12 novembre cia-scuno potrà autocandidarsi segna-lando la propria disponibilità a donFlavio e compilando uno deimoduli appositamente preparati.Saranno eletti membri del Con -siglio Pastorale Parrocchiale, per ilquinquennio 2017-2022, coloroche avranno ricevuto più voti.

Consiglio Pastorale Parrocchiale

Un laboratorio di idee e progetti

Cinque anni di crescita umana e spirituale

Giovanni Mastria

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STORIA LOCALE OTTOBRE 2017 3Stella del mattino

Lo sfregio vandalico di Marina Serra Dalla violenza immotivata alla ricostruzione ragionata

Pagina a cura di Carlo Vito Morciano

Nel primo pomeriggio di sabato 16 settembre,nel santuario tricasino della Madonna della Ser -ra, come a molti è noto, si è consumato un infe-lice episodio vandalico. Gravi sono state le azio -ni e ancora più tristi le conseguenze, sia sulpiano economico che nei gesti sacrileghi. Oltreal danneggiamento di alcuni punti fonici, instal-lati durante il recentissimo restauro, sono statedistrutte diverse suppellettili, insieme al violen-to sfregio della croce astile e della preziosa sta-tua in cartapesta della Vergine Assunta, decapi-tata e sfigurata. Il gesto, immotivato e insensato, è stato condan-nato dalla Comunità, mentre il vescovo di Ugen -to, mons. Vito Angiuli, fin da subito ha fatto sen-tire la sua vicinanza e il suo rammarico ai fedelitricasini e al parroco don Flavio Ferraro. Se lo sdegno è stato perentorio per l’azione ef fe -rata, diverse sono state le reazioni riguardoall’autore del folle gesto. In quelle ore concitate,mentre la notizia si diffondeva nel paese, la paro-la d’ordine pronunciata dalla Chiesa è semprestata “perdono”, così come ha più volte ri baditodon Flavio durante l’omelia della mes sa vesperti-na. I fedeli hanno ascoltato i passi del Siracide(27,33-28), che ben introducono quel tema:«Un uomo che resta in collera verso un altrouomo, come può chiedere la guarigione alSignore?Lui che non ha misericordia per l’uomo suosimile, come può supplicare per i propri pec-cati?».

E anche l’evangelista Matteo (18,21-35) si èfatto avanti nel cuore dei presenti, con gli inter-rogativi di Pietro a Gesù: «Signore, se il mio fratello commette colpecontro di me, quante volte dovrò perdonar-gli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose:«Non ti dico fino a sette volte, ma fino a set-tanta volte sette».

La reazione pacifica della Comunità si è poimanifestata il giorno successivo, quando inmolti hanno partecipato alla processione e allaMessa di riparazione celebrata nel piazzale delSantuario, stringendosi alla presenza delVescovo e del clero tricasino. Alla triste conta dei danni, rimane ad oggi lastatua danneggiata della Vergine, in gran parteilleggibile e rovinosamente deturpata.Sicuramente un grande ammanco per il nostropatrimonio cultuale e culturale con l’effettivorischio di perdere un prezioso manufatto che, peroltre un secolo, ha scandito la devozione delpopolo tricasino. Frutto delle botteghe dei ma stricartapestai salentini, la statua è stata realizzataagli inizi del Novecento e ai suoi piedi si sonorivolti migliaia di fedeli, in particolar mo dodurante le due grandi guerre mondiali, quando lemadri e le mogli dei soldati al fronte si rivolge-vano alla Vergine Assunta per chiedere grazia. Può quindi una lunga tradizione di pietà popo-lare irrimediabilmente cessare a causa di ungesto folle e violento?

La Chiesa, nel corso dei secoli, ha spesso subitoatti di devastazione e di deturpamento vandali-co del patrimonio storico-artistico; a questi, siaggiungono i danni causati dal degrado deltempo e dalle calamità naturali. Nella maggiorparte dei casi si è proceduto sempre con il re -stauro e la ricostruzione, utilizzando metodolo-gia e pragmatismo. L’episodio più eclatanterisale al maggio del 1972, quando un folle van-dalizzò a colpi di martello la Pietà di Mi che -langelo conservata nella Basilica di San Pietroa Roma. I danni furono smisurati, eppure peri-zia, tecnica e buona volontà in meno di novemesi restituirono la statua michelangiolesca al -lo splendore originale.Sono molte le differenze con la Pietà del Va -ticano, ma la soluzione comune la si individuanella progettualità e nella risolutezza. Infatti,non è poi così lontana l’ipotesi di un interventodi restauro integrativo. La statua tricasina è rea-lizzata in materiali poveri e facilmente lavora-bili: carta, colla di farina e terracotta; inoltre,nel territorio sono presenti diversi artisti e re -stauratori dalle grandi capacità tecniche e dallanotevole esperienza. Perciò l’augurio è quellodi unire efficacemente le risorse umane e levarie competenze, con la speranza di poter pro-gettare un intervento in grado di restituire aTricase la sua statua della Vergine Assunta dellaSerra, rimediare con la buona volontà ai dannicausati, con la vicinanza e l’affetto di tutta laComunità parrocchiale.

La comunità dinanzi ai resti della statua Marina Serra, S. Messa del 17 settembre Pellegrinaggio del 18 settembre

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OTTOBRE 2017 4SOCIETA’Stella del mattino

Gli anziani, una risorsa da valorizzare

In passato la figura dell’anzianoave va una naturale importanza peril ruolo sociale rivestito poiché,grazie alla sua esperienza di vita,era in grado di fornire consigli utiliai più giovani.I grandi camini presenti nelle abita-zioni dei nostri nonni rappresenta-vano un punto d’incontro dove lepersone più anziane raccontavano esi raccontavano. Ai giorni nostri, grazie al migliora-mento dei determinanti della salute,le aspettative di vita de gli anzianisono aumentate ma a questo si con-trappone una condizione di margina-lità e di solitudine.Gli anziani sono visti come sogget-ti deboli bisognosi di cure, di -ventano un peso di cui farsi caricoattraverso l’utilizzo di badanti ol’inserimento in case di riposodove vengono istituzionalizzati:questa soluzione molto spesso nonè condivisa dalla persona anzianapoiché subisce uno sradicamentodal contesto socio-familiare in atte-sa della morte.Eppure la longevità dell’anzianopotrebbe rappresentare una condi-zione essenziale per arricchire lenuove ge ne razioni di quel patrimo-nio di valori che si ra dica nella cul-tura del la nostra Comunità portandolinfa vitale per un collegamento conil passato di cui l’anziano è tramitefondamentale.Se osserviamo i nostri an ziani èrilevante lo stato di isolamento vis-suto che spesso si ripercuote a livel-lo psicologico e di conseguenzanella sfera fisica.Per l’anziano poter disporre di mag-gior tempo libero e avere l’occasio-ne di esprimere le proprie potenzia-

lità, realizzando una vita piena direlazioni e impegni sociali contri-buisce positivamente alla salute.La sensazione del salto nel vuotoquando si arriva alla pensione po -trebbe svanire se si valorizzasse que-sto periodo della vita attraverso spa -zi di partecipazione nei quali glianziani possono prestare la loroopera in uno spirito di servizio versola Comunità dan do loro l’opportuni-tà di ricoprire ruoli sociali adeguatiai loro limiti.L’esperienza vissuta po trà rappre-sentare il volano che guida l’inseri-mento nelle varie istituzioni socialifavorendo uno scambio generazio-nale ar ric chen te. La rete solidale del vicinato, ormaiscomparsa nel nostro Pae se, po treb -be riacquistare nuova energia, qua-lora esistessero spazi preposti dovela Comunità po treb be riscoprire unavicinanza nuova, più fa vorevole perun’interazione tra generazioni.Sarebbe opportuno crea re ulterioriiniziative per coinvolgere attiva-mente le persone an ziane.L’auspicio è che, come collettività,sappiamo individuare spa zi e op -portu nità affinchè il tem po dellaquiescenza non sia un tempo vuotoin attesa della morte ma un tempoil cui frutto possa essere “gustato”dalle giovani ge znerazioni attraver-so la testimonianza.

«Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi» (Sal 92,15)Rita Scolozzi Presidente Apostolato della Preghiera

Ricordando Maria A. Timpone

Ogni ora è l’ora del Signore, untempo che ci dona per farci sco-prire il cammino sorprendente dicui Lui è l’inventore.Per la nostra Presidente il cam-mino è stato lungo e tante le ore,infinitamente ricche,che hanno illuminato isuoi passi.Ora, accanto a lei perl’ultimo sa luto, vo gli -a mo scoprire il sensodel cam mino fatto in -sie me.Vogliamo ricordarla,più che come donnato talmente dedita allafa miglia, più che co medocente scrupolosa eautorevole, come Pre -sidente dell’Apo sto - lato della Pre ghieradella nostra comunitàparrocchiale.Nel lontano 1963, do -po la sig.na Vince n -zina De Nitto, ha ac -cettato e conservatoquesto incarico, vi ven -dolo con responsabili-tà e semplicità fino all’ultimo.Di lei vogliamo serbare il ricordosoprattutto della sua profondade vozione al S. Cuore, alimenta-ta dalla preghiera e dall’adora-zione Eucaristica. Anche quandol’avanzare dell’età e l’eviden-ziarsi degli acciacchi rendeva

par ticolarmente faticoso parteci-parvi, lei era sempre presenteagli incontri e alle ore di adora-zione comunitaria, preoccupatache questa pia pratica potessevanificarsi, sopraffatta da nuoviritmi e nuovi richiami.Per il suo ruolo non si è mai po -

sta al di sopra deglialtri, ma con grandeumiltà si è sempreconsultata e confron-tata non solo con ildirettivo, ma con tuttii presenti agli incon-tri men sili.Vogliamo, ancora, fartesoro della sua sen-sibilità verso i pro-blemi di cui veniva aconoscenza.Con lei, infatti, l’As -so ciazione ha contri-buito alla realizzazio-ne di varie iniziativepar rocchiali, senza di -menticare la Diocesi ei più lontani con leadozioni a distanza:ha avuto sempre occhie cuore per vedere ealleviare i bisogni.

Oggi vogliamo accogliere l’eredi-tà che la nostra presidente ci lasciae unire al nostro grazie la preghie-ra, perché possa contemplare lagloria del volto del Si gnore e que-sta non sia l’ora della separazionema per tutti sia profezia di futuro edi una nuova comunione.

Graziella Coppola

È stato esponente di rilievo del mondo accadenico e della cultura salentina

La cultura salentina è in lutto per lascomparsa del professore Do nato Valli,esponente di primo piano del panora-ma culturale salentino del Novecentoe del mondo accademico.Nella sua brillante carriera ha ricoper-to molteplici ruoli. È stato professore ordinario, presidedella Facoltà di Let tere e Filosofia e

ret tore dell’ Uni ver si tà di Lecce dal1983 al 1992. Proprio in questo incari-co fu promotore della nascita dellaFacoltà di Scienze Eco nomiche e poidi Ingegneria, ponendo le basi all’at-tuale campus di Ecotekne.Esponente di rilievo della cultura sa -lentina è stato allievo di Girolamo Co -mi; ha curato numerose pubblicazionie ricerche sulla letteratura salentina deisecoli XIX e XX.Ha anche diretto la rivista “L’Albero”

insieme con l’amico Oreste Macrì.Tanti i messaggi di cordoglio e inter-venti apparsi in questi giorni sullastampa salentina. Per il presidente della Provincia diLecce, Antonio Gabellone, è stato:“Un intellettuale autentico, un inter-prete straordinario della nostra terra”. Per il Rettore dell’Ateneo Salentino,Vincenzo Zara: “Per diamo l’uomoappassionato e generoso che ha contri-buito alla crescita di questo Ateneo”.

Addio a Donato Valli

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A raccontare di don Tonino, questavolta è la voce dolce ed accoglientedi Mimma Raeli, conosciuta da tuttiper la famosa cartolibreria di Tri -case “Raeli”, sita in via Liborio Ro -mano ma ormai chiusa da tem po.I ricordi fluiscono veloci, e Mim -ma si rivede in tutti quei giorni tra-scorsi dietro al bancone della suacartolibreria, e soprattutto di tuttequelle volte che don Tonino anda-va a comprare giornali e libri diogni genere.Lo vedevo nella cartolibreria qua -si ogni giorno -dice Mimma-. Inquegli anni lui era docente pressoil Liceo Classico, e veniva spesso evolentieri a comprare libri per isuoi alunni. Da qui mi sorge spontanea la do -manda: Hai avuto modo di cono-scerlo in negozio? Mi risponde:Agli inizi, don Tonino era abba-stanza riservato; lo vedevo vestitodi nero mai andando a pensare chefosse un sacerdote. Non ho maiavuto modo di scambiare qualcheparola con lui, perché si fermava achiacchierare con i clienti, e poiandava via. Non avrei mai pensato

che fosse quel don Tonino di cuitutti parlavano.Mi spiega, infatti, che, la prima vol -ta che lo vide sull’altare a predicareil Vangelo, rimase stupita prima ditutto nel constatare che era propriolui che andava ogni giorno in carto-libreria, poi per la sua bravura e ladolcezza nei modi con cui riusciva atrasmettere l’amore di Dio all’as-semblea: Ri cor do che dopo la nove-na di Natale del mattino, uscivodalla chiesa con una carica nelcuore che mi aiu tava ad affrontare

al meglio la giornata.Mi racconta che adon Tonino piacevaleggere, soprattuttoquotidiani di attuali-tà. E tutto il suoamore per la cultura,lo portò a dare la pos-sibilità di leggere e diconoscere anche achi non ne aveva lapossibilità: Tutte levol te che veniva in ne - gozio, co m prava sem-pre dei li bri e cancel-leria per i ragazzi e ibambini.Mi racconta ancheche fu proprio lui adistituire a Tricase la prima bibliote-ca parrocchiale, e proprio per que-sto si recava in cartolibreria percomprare romanzi di ogni genere,in modo che la biblioteca fossesempre ben fornita. Oggi quella biblioteca ha trovatosistemazione presso i locali par-rocchiali “De Nitto”, mentre all’e-poca di don Tonino era ubicata neilocali al piano terra della casacanonica. Mimma mi spiega che ibambini dell’epoca, in mancanza

della tecnologia, si recavano pro-prio in biblioteca per poter leggereo fare ricerche scolastiche e lì tro-vavano sempre dei volontari chedavano loro dei consigli sulla let-tura, ed erano sempre disponibili atenerla aperta fino a tardi.Mimma conclude dicendomi: Lui èstato la luce che è riuscita a riscal-dare i cuori e ad illuminare il nos -tro cammino come comunità.Grazie Mimma per la tua preziosatestimonianza!

RICORDI OTTOBRE 2017 5Stella del mattino

Don Tonino a Tricase Racconti, aneddoti e testimonianze

Incontro con Mimma Raeli

Rocco Dell’Abate

Segue da Pag. 1 Verso il 25° del dies natalis di don Tonino Bello

turare belle esperienze umane e cristiane perampliargli ancor più il grande cuore sacerdota-le; realtà tutte ordinate, secondo il disegno diDio, a farne il “Vescovo fatto Popolo”, confor-me alla profetica visione di mons. MicheleMincuzzi, dal quale aveva ricevuto l’Unzioneepiscopale e al quale tutta la città di Tricasedeve essere grata per aver inviato, nel gennaio1979, don Tonino tra noi a guidare la parroc-chia della Chiesa Madre.Noi di Tricase siamo legati a don Tonino per-ché ci vuole bene in modo speciale. Ce lo hadetto con la poesia pregata per noi sul molodel nostro porto nell’autunno del 1982:

…Stasera, invece voglio pregartiPer ciò che mi lascio dietro,

per la mia città di Tricase, per questa terraferma tenace,dove fluttuano ancora…le mie vele e i mieisogni…;

ce lo ha confermato scegliendo di essere ordi-nato vescovo sul sagrato di S. Domenico, nelcuore della nostra città;ce lo ha dichiarato in prosa nel bellissimomessaggio di ringraziamento per la cittadinan-za onoraria conferitagli nel febbraio 1993:…Desidero esprimere un augurio a tutta lacittà, dal passato glorioso e austero, fortecome gli ulivi e tenero come i primi pampinidella vite. Sono certo che le stigmate lasciatesulle vostre mani dagli antichi padri, di labo-riosità, di onestà, di speranza promuoveranno

nella nostra città un futuro di luce. Esprimol’assicurazione per tutti, in modo particolareper i poveri e i sofferenti e i più emarginati chenessuno uscirà dall’area del mio affetto edalle mie preghiere…

Siamo sicuri che don Tonino sta mantenendole sue promesse. Disponiamoci fiduciosi, per-tanto, a fare la nostra parte vivendo, nel miste-ro della Comunione dei Santi, il 25° del suodies natalis come un evento di conversione edi grazia – il primo appuntamento è fissato aTricase il prossimo 30 ottobre – per rendercisempre più meritevoli della speciale predile-zione che tramite don Tonino ci è stata donatae che, grazie a lui, accompagnerà questa cittàper sempre.

“Istituì la biblioteca parrocchiale”

DIRETTORE EDITORIALEDon Flavio Ferraro

IMPAGINAZIONE E GRAFICARosa De Salvatore

COLLABORATORIGiovanni Mastria, Carlo Vito Morciano,Patrizia Marra, Silvia Anselmo, Francesca Errico, Rocco Dell’Abate,Vincenzo Panico, Tommaso Pic cinni,Marco Panico, Michele Rosafio

SEDEPiazza Don Tonino Bello-Tricasewww.parrocchianativitatricase.it [email protected] Marra - Ugento

Stella del mattinoN.4 - Ottobre 2017

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Innanzitutto chiediamo a Pina dirac contarci brevemente qualcosasu questa antica Associazione: co -me è nata e come si è sviluppatanel corso degli anni?Le origini dell’Azione Cattolica ri -salgono al lontano settembre del1867, allorchè due giovani studen-ti universitari, Mario Fani e Gio -vanni Acquaderni, fondano aBologna la “Società della Gio ven -tù Cattolica Italiana”, che moltian ni dopo prenderà l’attuale deno-minazione di Azione Cat tolica.“Preghiera, azione e sacrificio”,è il motto a cui l’Associazione ispi-ra il suo programma: devozionealla Santa Sede, studio della reli-gione, testimonianza di una vitacristiana ed esercizio della carità. La storia dell’A.C. procede di paripasso con quella della Chiesa edell’Italia degli ultimi centocin-quant’anni, periodo in cui mi -gliaia di persone hanno profusopassione e fedeltà, al servizio dellaChiesa e alla costruzione del Pae -se in cui viviamo.Nel 1923 l’Associazione si riformaprofondamente e si struttura in 4sezioni: Federazione Italiana Uo -mini Cattolici, Società GioventùCat tolica Italiana, FederazioneUni versitari Cattolici Italiani, Unio -ne Femminile Cattolica Ita liana.Gli anni del periodo fascista sonocontrassegnati da alterne vicendeed il dopoguerra vede l’A.C. parti-colarmente attiva nella discussio-ne per la stesura della nostraCarta Costituzionale. Nel 1969,l’Associazione rinnova il suo mo -dello organizzativo, dotandosi diun nuovo statuto ed organizzandola vita associativa attorno a duesettori: giovani e adulti, con un’in-tuizione educativa straordinaria,l’ACR, con la quale si inaugura unmodo nuovo di fare catechesi.Negli anni ’80-’90, sollecitata da -gli eventi internazionali, l’A.C. siapre alla dimensione internazionee globale, fino ad arrivare aglianni 2000, in cui, sotto una fortespinta verso il rinnovamento, ri -scrive il suo Progetto Formativo,conformandolo ad un servizio allesingole comunità locali.

Parliamo ora dell’A.C. della nostraParrocchia: grazie a chi si è costi-tuita? Quanti aderenti ci sono ecome si aderisce?Nella nostra Parrocchia l’A.C. si ècostituita nel 1921 grazie all’ini-ziativa del parroco del tempo,mons. Stefanachi. Nel corrente an -no si sono registrati 66 iscritti e siaderisce manifestando una liberavolontà di associarsi, la cui do -manda viene poi esaminata edaccolta dall’organo direttivo par-rocchiale e confermata di anno inanno dal richiedente.

Quali sono le metodologie ed i cam-mini formativi per le diverse età?Tutti i percorsi metodologici, frut-to di un confronto fra tutti gli asso-ciati, sia in chiave assembleareche di gruppo direttivo, devono ri -spondere in maniera primariaall’obiettivo principale del sodali-zio, cioè contribuire in maniera si -gnificativa all’opera di correspon-sabilizzazione laicale degli ade-renti, attraverso una presenzasignificativamente costante nei va -ri luoghi in cui la Chiesa esercitail suo ministero.Ne consegue, quindi, che i percorsiformativi che vengono posti in esse-re per adempiere a questo impegnodevono essere differenziati in rap-porto alle diverse fasce d’età a cuisono indirizzati, adeguando gliinterventi a quelle che sono le li -nee-guida annuali definite dai livel-li diocesano e nazionale.

Quali sono le attività che avetesvol to nel corso di quest’anno? Cisono attività particolari che avetein programma per i prossimi mesi?Come anzi accennato, le attivitàche si svolgono nel corso dell’an-no sono appunto connotate essen-zialmente da una disponibilitànella progettazione e realizzazionedi iniziative che vengono program-

mate e poste in essere in ambitoparrocchiale, in un’ottica sinergi-ca e condivisa di obiettivi comuni.Ma un punto di forza della nostraA.C. è l’organizzazione annualedel la Festa dell’Anziano. Questoevento è ormai diventato un ap -pun tamento annuale molto attesoed irrinunciabile perché è rivoltoad una fascia di popolazione fragi-le, spesso dimenticata e trascura-ta, che ricambia la nostra attenzio-ne con attestazione di sincero af -fetto e ringraziamento. È un mo -mento in cui l’espressione di corre-sponsabilità laicale esprime la suaessenza, ulteriormente stimolatanegli ultimi anni dal dinamismo delnostro parroco don Flavio Ferraro,coadiuvato da tanti “ma turi” asso-ciati che, con notevole co raggio, maanche con tanto sano divertimento,si lasciano coinvolgere in primapersona nell’impresa.

Qual è la peculiarità del vostro ca -risma che vi contraddistingue daglialtri movimenti o associazioni esi-stenti nella Chiesa?Il carisma dell’A.C. si concretizzanell’impegno, essenzialmente reli-gioso ed apostolico, alla evange-lizzazione e santificazione degliuo mini, alla formazione cristianadelle coscienze, conformando lescel te di vita allo spirito cristianoe alla collaborazione nell’azionepastorale della Chiesa, riservandola necessaria attenzione in parti-colar modo alla famiglia, ai giova-ni e ai diseredati. Uno dei punti cardini dell’A.C. èla priorità educativa e la scelta reli-giosa. Come pensate di promuove-re l’attenzione educativa, soprat-tutto nei ragazzi e nei giovani, che

si possa trasformare in esperienzeconcrete di vita cristiana?In effetti, la disaffezione degli ado-lescenti e dei giovani dalla Chiesa,soprattutto a partire dal post-Cre -sima, è una scommessa sulla qualela Chiesa ed il laicato in generalesono chiamati a misurarsi nel bre-vissimo periodo.Come A.C., rimaniamo sempre con -vinti della forza educativa dell’e-sempio, quale motore fondamenta-le per indirizzare le nuove genera-zioni verso percorsi di accoglien-za, rispetto e solidarietà. Per que-sto, gli adulti devono essere anzi-tutto loro dei maestri e dei testimo-ni credibili, in grado di tracciarepercorsi che indirizzino i giovaniver so modelli di vita contrasse-gnati dalla comune fraternità, ac -cogliendo senza pregiudizi e giudi-zi le debolezze, le incertezze e lepaure legate alla loro crescita.

Papa Francesco ha annunciato chenell’ottobre del 2018 si celebrerà ilSinodo dei vescovi sul tema I gio-vani, la fede e il discernimento vo -ca zionale, raccomandando a tutti igiovani: «Non abbiate paura diascoltare lo Spirito che vi suggeri-sce scelte audaci, non indugiatequando la coscienza vi chiede dirischiare per seguire il Maestro».Partendo da questa esortazione delPapa, avete un messaggio partico-lare per coinvolgere i giovani adessere responsabili della Chiesa,delle persone e del territorio in cuivivono?Il Sinodo dei vescovi preannuncia-to da Papa Francesco, con un’e-sortazione forte indirizzata ai gio-

OTTOBRE 2017 6ATTIVITÀ DEI GRUPPI

Gruppo Azione Cattolica

Impegno alla evangelizzazione e santificazione degli uomini

Stella del mattino

In questo numero vi proponiamo l’intervista a Pina Indino, presidente di Azione Cattolica della nostra Parrocchia, un’Associazione di laici impegnati a vivere, ciascuno “a propria misura” ed in forma comunitaria, l’esperienza di fede, l’annuncio del Vangelo e la chiamata alla santità.

Giovanni Mastria

Segue a pag.8

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Il primo novembre prossimo usciràal cinema il nuovo film di FedericoMoccia “Non c’è campo”, giratoquasi interamente nel Salento nelmarzo scorso tra Scorrano e paesilimitrofi. Il film di Moccia racconta di unagita scolastica in un paesino delsud dove i ragazzi si troverannonella condizione di non poter uti-lizzare il proprio “smartphone” esaranno costretti a riscoprire lerelazioni senza filtri digitali.L’argomento ci offre lo spunto peraffrontare l’impatto delle modernetecnologie sui giovani.Dal secolo scorso ad oggi si sonosuccedute diverse generazioni:•la Silent Generation era quella deinati tra il 1925 e il 1945;•i Baby Boomers dal 1946 al 1964; •Generazione X nati tra il 1965 e il1979;•i Millennials, quelli nati dopo il1980;•i Generation quelli nati dal 1990al 2010.Il dibattito che ora si è aperto e checoinvolge esperti di diversi campisi sviluppa su un solo quesito: cheimpatto hanno le nuove tecnologiesui giovani d’oggi che appartengo-no alla iGeneration?Un’indagine del 2015 ha rivelatocome due adolescenti americani sutre posseggono un iPhone. Oggianche in Italia i dati sono gli stessi. In tutta Europa e quindi anche inItalia i più grandi fruitori delle te -cno logie digitali sono i bambini egli adolescenti, con l’uso di inter-net sin da piccoli.Quasi tutti sono presenti su Fa -cebook, nove ragazzi su dieci tra i9 e i 16 anni hanno un profilo suisocial.Ogni aspetto della loro vita è in -fluenzato dall’essere cresciuti conuno smartphone! Passano moltopiù tempo attaccati allo schermo diun tablet o di un computer, ‘mes-saggiando’ con gli amici o suisocial, per una media di sei ore algiorno, così da avere poco tempolibero per qualsiasi altra attività.Le relazioni online sono diventateuna nuova forma di socialità:Facebook, Whatsapp, Snapchat,Twitter, Istragam, hanno annienta-to i rapporti sociali.

È cambiato il linguaggio e il mododi comunicare. Nella rete impazza-no blogger e youtuber che hannoun grandissimo seguito tra i giova-nissimi diventati famosi per videoprivi di contenuti.La giornata è costruita intorno ai

“like”, ai messaggi e alle mail.Tutto questo pone non pochi inter-rogativi. Le nuove tecnologie stan-no modificando le nostre abitudini,il nostro stile di vita?È indubbio che i nuovi mediahanno un enorme potenziale, oggi

la tecnologia è unagrande opportunità ma irischi non mancano.Quando riusciremo anon essere dipendenti eso praffatti dalla tecno-logia e a “sopravvivere”senza l’ansia della con-nessione a tutti i costi,scopriremo un nuovoorizzonte, quello che

esiste da sempre, ma che spesso cidimentichiamo, fatto di sguardi,rapporti umani, e soprattutto fattodi confronto e dialogo, lontanoanni luce dall’anonimato dellaRete che ci nasconde agli occhi delmondo.

ATTUALITÀ OTTOBRE 2017 7Stella del mattino

Parrocchiani fuori sede

Dal Finisterre d’Italia a Finisterre diSpa gna. Silvia Anselmo che fino all’an-no scorso faceva parte della nostraredazione è volata a Santiago di Com -po stela per l’Erasmus. Quali esami sosterrai ora che seiall’estero e perché proprio questi?Sosterrò alcuni esami presso l’Uni -versità di Filologia di Santiago attinential mio corso di studi in “Lingue,Culture e Letterature straniere” che fre-quentavo a Lecce. Si tratta di esami inlingua spagnola e inglese di grammati-ca e letteratura, utili per la mia carrierauniversitaria, e potrò anche migliorarela mia conoscenza di queste due lingue.Come mai hai scelto questo paese?ero già stata in Spagna e non vedevol’ora di poterci tornare. Mi piace ilclima che c’è e la gente è sempre dispo-nibile se hai bisogno di aiuto. Ho sceltoproprio Santiago tra le destinazioni poi-ché l’università è rinomata essendo unadelle più antiche in Europa e vanta unpiano di studi di tutto rispetto, inoltre potevo appro-fittare di alcuni incentivi economici. Com’è andato il trasferimento? Vivi in un belquartiere? E i coinquilini? Io non sono mai stata tanto tempo lontana da casa.Pur avendo casa a Lecce, tornavo dalla mia famigliaogni weekend quindi questo è stato un bel cambia-mento, però è andata anche meglio del previsto, mi

sono ambientata subito e ho trova-to una bella casa vicinissima al -l’Università Ora vivo con una amica del liceo eun’altra ragazza della Basilicata edho conosciuto ragazzi di tantissimena zio nalità e sono sempre impe-gnata con nuove attività e viaggi.Sono davvero contenta di questaesperienza!In che modo vivi la tua fede neltuo nuovo paese?La mia fede mi accompagna sem-pre, continuo sempre a pregare e abenedire il Signore per questa ma -gnifica opportunità che mi è statadata. Frequento la messa della cat-tedrale ogni domenica, ma speroquanto prima di percorrere ilfamosissimo “Cammino di San -tiago”, se non tutto, almeno in par -te.Riesci anche da lì a sentirti partedella nostra comunità? Se si, inche misura?

Spesso organizziamo incontri con gli altri ragazzidell’Erasmus quindi lo spiritò di comunità è semprevivo.Cosa consiglieresti ai nostri giovani circa le loroscelte?Consiglierei di non smettere mai di sognare, di seguirei propri obiettivi e non avere paura, nonostante i pro-blemi e le insicurezze, perché la vita è una e non biso-gna sprecare neanche un’occasione.

Patrizia Marra

La dipendenza nelle nuove tecnologie raccontata nel nuovo film di Federico Moccia

Tommaso Piccinni

Uso e “abuso” degli smartphone tra gli adolescenti

Silvia, un’inviata speciale a Santiago di Compostela

La tecnologia ha rivoluzionato il modo di comunicare. Ma i giovani sono sempre più dipendenti dagli smartphone

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OTTOBRE 2017ULTIMA

Concorso fotografico per i ragazzi del catechismo

Un Selfie d’arteConcorso fotografico per iragazzi del catechismo dellaParrocchia della Natività della

B.V.M. di TricaseSegui gli indizi e scopri il soggettoartistico descritto nell’indovinello.Fotografati con l’opera in un “Selfied’Arte” e invia il tuo scatto all’email:[email protected] primi tre concorrenti che inoltreranno la foto riceverannoun premio.

Sull'acqua sono in piedi tre uomini in neroe sull'orizzonte si staglia un grande maniero;

una suora è impegnata a pregarementre il sole inizia a tramontare.

Da Scutari degli angeli viaggiano in cieloed un icona sorreggono con grande zelo.

È sacra immagine del Buon Consigliodella Vergine Maria con suo figlio.

Delle chiese guarda bene gli altarie troverai la tela che attraversò i mari.

Verranno prese in considerazione le email inviate a partiredal 29 ottobre 2017. All’interno dovrai indicare il tuo nome e cognome, il corsodi catechismo, il nome della tua catechista, un recapito telefonico, e mi raccomando, fatti aiutare da papà o dallamamma per spedire correttamente la tua foto! I vincitori verranno pubblicati nella prossima edizione delgiornale.

Rocco Dell’Abate

Stella del mattino 8

Si invitano quanti ritengono di avere idee, argomenti, arti-coli, fotografie che possano rendere bello e partecipato ilnostro periodico, ad inviare i propri contributi a:

[email protected] Quando inviate un articolo allegate anche una vostra foto epossibilmente anche un’immagine che descriva il vostrocontributo. I numeri di “Stella del mattino” sono pubblicati,in formato pdf, sul sito della Parrocchia, all’indirizzowww.parrocchianativitatricase.it dove si possono consulta-re e scaricare.

Collaborazione a “Stella del mattino”

Prestigioso incarico per don Gionatan De Marco

Inzio del nuovo anno catechisticoDomenica 15 ottobre

Appuntamenti in ParrocchiaDal 30 ottobre al 16 dicembre

30 ottobre Ore 17,30 Santa Messa in memoria di don Tonino Bello

02 novembre Commemorazione Defunti - ore 15,00 processione verso il cimitero nuovo

12 novembre Inizio novena Madonna della Presentazione, confraternita S.Angelo

19 novembre Rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale ore 18,30

21 novembre Madonna della Presentazione “Virgo Fidelis” - ore 18,00 processione

25 novembre Inizio Stellario - Madonna Immacolata - ore 18,00 processione

04 dicembre Inizio novena S. Lucia, S.Messa presso l’omonima confraternita

08 dicembre Immacolata Concezione - ore 11,00 processione

13 dicembre Santa Lucia con tradizionale fiera

16 dicembre Inizio novena di Natale ore 6,00

vani, coglie pienamente uno dei puntidi caduta della nostra società contem-poranea: il coraggio di essere autoridel cambiamento, superando la delega,l’attendismo, il fatalismo e, soprat tutto,la rassegnazione.Esporsi e rischiare in prima persona,secondo gli insegnamenti e l’opera delMaestro, finalmente liberi dalle stereoti-pie di comodo e dai luoghi comuni, rima-

ne un eccezionale mo del lo di imitazioneattraverso cui costruire il proprio riscat-to morale e cristiano. Quin di, l’esorta-zione del Santo Padre ben sintetizza etraccia efficacemente il percorso a cui igiovani, e non solo, do vrebbero confor-mare il loro progetto di vita per contri-buire attivamente all’edificazione dellaChiesa e della società, soprattutto nellastratificazione territoriale.

Segue da Pag.6 -Azione Cattolica

Questo giorno dovrebbe essere festeg-giato come un salto di qualità della rela-zione tra il figlio e la madre. Questo èciò che Dio fa con l’uomo, con noi. Èsempre Lui che prende l’iniziativa e cisorride nel suo amore. Dio non si stancase noi rimaniamo a lungo indifferenti,ma forse un giorno, toccati dalla suagrazia, rispondiamo anche noi con ilprimo sorriso. Così la gioia di Dio si compie.

Con te abbiamo imparato che Dio èPadre. Un padre che educa il propriofiglio con fermezza e pazienza. Mi haiaiutato a mettere insieme il desiderio,che sono le passioni, la voglia di vivereed il limite perché un desiderio senzalimite diventa mortale. Un desiderio cheincontra il limite umanizza il desiderio.Perché un desiderio che non incontra illimite diventa capriccio, diventa voglia.

“Vedi, io metto oggi davanti a te il benee il male; io ti consiglio di camminarenelle sue vie bene”(cfr Dt 30,15-16) cosìDio ha educato il popolo ebraico errantenel deserto. Dio educa alla vera libertà. Così la gioia di Dio si compie.

Con te abbiamo imparato che siamo fra-telli. La solidarietà, il rispetto, la condi-visione sono valori che abbiamo appre-so da te. Intorno alla tavola, imbanditaanche con poche pietanze ma profumiincomparabili, abbiamo imparato a dire“Grazie” a scambiarci “per favore” e aumiliarci a chiedere “scusa”. E quandoci ha visti insieme abbiamo gustato labellezza di sentirci fratelli gustando giàda ora la comunione del paradiso. Così la gioia di Dio si compie. Grazie famiglia, piccola chiesa domesti-ca, perché grazie a te siamo diventationesti cittadini e buoni cristiani.

Segue da Pag.1 - Famiglia, vivi ciò che sei!

Don Gionatan De Marco è stato nominato, dalla Conferenzaepiscopale italiana, direttore dell’Ufficio nazionale della Ceiper la pastorale del tempo libero, turismo e sport. Attualmente don Gionatan è parroco a Miggiano e vice diret-tore della Fondazione “Parco culturale ecclesiale Terre delCapo di Leuca”.

Domenica 15 ottobre, conla Messa del mandato, hapre so il via il nuovo annocatechistico.La chiesa della Natività èritornata gremita di ragazzidi tutte le fasce d’età e ilcoro ha animato la celebra-zione eucaristica.Dopo l’omelia, don Flavioha chiamato intorno all’al-tare tutti i catechisti ed ani-matori e ha rivolto loro ledomande di rito.

Insieme all’augurio dibuon lavoro ha consegnato,a tutti, un portachiavi conla croce Kairòs al cui inter-no vi è una clessidra chesimboleggia l’impegno avivere il tempo come donodi Dio.