STEFANO CUCCHI E’ MORTO DUE VOLTE · rimangono l’unica parte sana di questo calcio malato! La...

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Pordenone-Pro Patria N.6 08 Novembre 2014 STEFANO CUCCHI E’ MORTO DUE VOLTE Qualche numero fa avevamo dedicato uno spazio alla storia di Stefano Cucchi, una storia che ribadisce ancora come lo Stato italiano sia incolume da qualsiasi reato. La Corte d’Appello ha infatti assolto i 6 medici che erano stati condannati a sei anni per omicidio colposo, senza contare i tre infermieri e i tre poliziotti della penitenziaria già prosciolti in Corte d'Assise. Tutto questo solo per mancanza di prove. Il calvario del giovane romano, morto nel 2009 una settimana dopo l'arresto per droga, con i segni di traumi violenti e denutrizione, non ha dei responsabili. Davanti all’evidenza ci sono state diverse voci che hanno avuto il coraggio di difendere la scelta della Magistratura: il sindacato indipendente di polizia Coisp per esempio, attraverso il suo segretario Franco Maccari, ha ribadito che “se si vogliono sondare le ragioni di certe sciagure si guardi prima di tutto altrove, magari in famiglia”. La stessa famiglia che ha cercato più volte (senza riuscirci) di conoscere le condizioni di Stefano. La famiglia ebbe notizie di Cucchi solo quando un ufficiale giudiziario si recò presso la loro abitazione per notificare l'autorizzazione all’autopsia. Peggio riesce a fare Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap: «In questo Paese bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità. Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie». Si parla di responsabilità, ma quando comincerà lo Stato stesso ad assumersi le colpe dei propri abusi di potere? Il ragazzo è entrato vivo e uscito morto, sono tutti impuniti anche se le botte ricevute nel periodo di detenzione sono evidenti. Non sono bastate le prove e non sono bastate le dichiarazioni di diversi testimoni. Stefano Cucchi, ucciso dallo Stato il 22 ottobre del 2009, è morto due volte e con lui è stata uccisa nuovamente la giustizia italiana. Per la partita odierna è stato preparato uno striscione dedicato a Stefano con le stesse parole del titolo del nostro articolo. Abbiamo deciso di utilizzare il procedimento ordinario per autorizzare gli striscioni: continuerà la polizia a bendare le bocche e a fare finta di non vedere? Qualche presentimento stranamente c’è. “Bukaneros" contro lo spezzatino Dalla serie “tutto il mondo è paese”. Anche in Spagna, come è successo in modo particolare nella nostra Lega Pro, il calcio è stato venduto a quelle pay tv che, per non far mancare la partita al caro telespettatore sul divano, piazza anche di lunedì sera una partita di campionato. I vincitori sono ovviamente le tv a pagamento e le società che di sicuro hanno ricavi maggiori con il “piccolo schermo” che con la vendita di biglietti. Ma in mezzo a questo magna magna i tifosi, in costante decrescita, sono l’ultima ruota del carro e spesso devono soccombere ad orari e giorni improponibili, a vantaggio di chi ha la necessità di rincoglionirsi davanti la tv. Ecco perchè i Bukaneros, ultras del Rayo Vallecano, hanno inscenato una protesta attuata nella partita casalinga contro la matricola Eibar, giocata appunto di lunedì sera. Curva vuota e striscioni tematici esposti di tanto in tanto: la protesta ha avuto però il suo momento più goliardico ad inizio partita quando, al posto degli ultras in curva, hanno preso posizione delle persone che impersonavano (con tanto di vestiti e trucco) la famiglia Simpson, impegnata in uno dei suoi hobby preferiti, ovvero guardare la televisione seduti sul proprio divano. Lo striscione in basso dice: “Ultime notizie da Vallekasfield, nuova protesta contro il Lunedì”. Protesta sì goliardica ma che dietro nasconde una grande piaga del calcio moderno. Come abbiamo sempre ribadito, gli ultras rimangono l’unica parte sana di questo calcio malato! La voce dei Supporters

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Pordenone-Pro Patria N.6 08 Novembre 2014

STEFANO CUCCHI E’ MORTO DUE VOLTE

Qualche numero fa avevamo dedicato uno spazio alla storia di Stefano Cucchi, una storia che ribadisce ancora come lo Stato italiano sia incolume da qualsiasi reato. La Corte d’Appello ha infatti assolto i 6 medici che erano stati condannati a sei anni per omicidio colposo, senza contare i tre infermieri e i tre poliziotti della penitenziaria già prosciolti in Corte d'Assise. Tutto questo solo per mancanza di prove. Il calvario del giovane romano, morto nel

2009 una settimana dopo l'arresto per droga, con i segni di traumi violenti e denutrizione, non ha dei responsabili. Davanti all’evidenza ci sono state diverse voci che hanno avuto il coraggio di difendere la scelta della Magistratura: il sindacato indipendente di polizia Coisp per esempio, attraverso il suo segretario Franco Maccari, ha ribadito che “se si vogliono sondare le ragioni di certe sciagure si guardi prima di tutto altrove, magari in famiglia”. La stessa famiglia che ha cercato più volte (senza riuscirci) di conoscere le condizioni di Stefano. La famiglia ebbe notizie di Cucchi solo quando un ufficiale giudiziario si recò presso la loro abitazione per notificare l'autorizzazione all’autopsia. Peggio riesce a fare Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap: «In questo Paese bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità. Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie». Si parla di responsabilità, ma quando comincerà lo Stato stesso ad assumersi le colpe dei propri abusi di potere? Il ragazzo è entrato vivo e uscito morto, sono tutti impuniti anche se le botte ricevute nel periodo di detenzione sono evidenti. Non sono bastate le prove e non sono bastate le dichiarazioni di diversi testimoni. Stefano Cucchi, ucciso dallo Stato il 22 ottobre del 2009, è morto due volte e con lui è stata uccisa nuovamente la giustizia italiana. Per la partita odierna è stato preparato uno striscione dedicato a Stefano con le stesse parole del titolo del nostro articolo. Abbiamo deciso di utilizzare il procedimento ordinario per autorizzare gli striscioni: continuerà la polizia a bendare le bocche e a fare finta di non vedere? Qualche presentimento stranamente c’è.

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“Bukaneros" contro lo spezzatino !

Dalla serie “tutto il mondo è paese”. Anche in Spagna, come è successo in modo particolare nella nostra Lega Pro, il calcio è stato venduto a quelle pay tv che, per non far mancare la partita al caro telespettatore sul divano, piazza anche di lunedì sera una partita di campionato. I vincitori sono ovviamente le tv a pagamento e le società che di sicuro hanno ricavi maggiori con il “piccolo schermo” che con la vendita di biglietti. Ma in mezzo a questo magna magna i tifosi, in costante decrescita, sono l’ultima ruota del carro e spesso devono soccombere ad orari e giorni improponibili, a vantaggio di chi ha la necessità di rincoglionirsi davanti la tv. Ecco perchè i Bukaneros, ultras del Rayo Vallecano, hanno inscenato una protesta attuata nella partita casalinga contro la m a t r i c o l a E i b a r, g i o c a t a appunto di lunedì sera. Curva vuota e striscioni tematici esposti di tanto in tanto: la protesta ha avuto però il suo momento più goliardico ad inizio partita quando, al posto degli ultras in curva, hanno preso posizione delle persone che impersonavano (con tanto di vestiti e trucco) la famiglia Simpson, impegnata in uno dei suoi hobby preferiti, ovvero guardare la televisione seduti sul proprio divano. Lo striscione in basso dice: “Ultime notizie da Vallekasfield, nuova protesta contro il Lunedì”. Protesta sì go l iard ica ma che d ie t ro nasconde una grande piaga del calcio moderno. Come abbiamo sempre ribadito, gli ultras rimangono l’unica parte sana di questo calcio malato!

La voce dei Supporters

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Pordenone-Pro Patria N.6 08 Novembre 2014

Po rd e n o n e-Pa v i a e C o m o-Pordenone.. sempre più ultimi Altre sconfitte nelle ultime due uscite in campionato e ramarri fissi a cinque punti in classifica. La squadra, nonostante gl i evidenti limiti, non ha sfigurato ma continuano a mancare i

!Pordenone – Pavia e Como – Pordenone, sempre più ultimi!

Altre sconfitte nelle ultime due uscite in campionato e ramarri fissi a cinque punti in classifica. La squadra, nonostante gli evidenti limiti, non ha sfigurato ma continuano a mancare i risultati. Noi ultras abbiamo deciso di continuare a sostenere la squadra per i 90’ e, nel caso non si meritino neanche il sostegno dei soliti quattro stronzi come già successo, continueremo a tifare per la città e per la maglia contestando alla fine. La nostra linea sarà questa, cioè cantare prima per noi cercando di non disfarci dinanzi alle difficoltà della squadra. Ora ci saranno delle sfide importanti per la salvezza, vediamo di non sbagliarle! Noi c1 crediamo, dai Pordenone!

Materiale: maglie e sciarpe a disposizione oggi al Bottecchia

Oggi, presso il ritrovo ultras, è in vendita del materiale del gruppo. Le maglie (“su le mani Gigi Sabani” + Supporters Pordenone sul retro) sono in vendita a 10 euro e sono disponibili le taglie S, M, L e XL. Le sciarpe saranno invece in vendita a 20 euro. Si avvisa che a breve arriverà altro materiale, in primis le felpe.

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Gli ospiti di oggi al Bottecchia:

La Aurora Pro Patria 1919, meglio conosciuta come Pro Patria, è una società con sede nella città di Busto Arsizio. La Pro Patria vanta 14 stagioni nella massima divisione nazionale in cui ha militato per l’ultima volta nel campionato 1995-96 L'ultima delle 19 stagioni complessive in Serie B risale invece al 1965-66 Dal 1995, con vari “sali e scendi” tra C2 alla C1, i bustocchi stanziano in queste categorie. Nelle prime undici giornate la Pro Patria è partita a rilento e occupa la terzultima posizione, a +3 dai ramarri. Gli ultras bustocchi si sono organizzati in vari gruppi nel tempo. Vanno ricordati i Tigers Supporters, nati nel 1973 e sciolti nel 1990, il Commandos Tigri, nati nel 1973 e sciolti nel 2003, e i Busto Crew, nati nel 2000 sulle orme del gruppo degli "Skinheads" e dei casuals di Sacconago, popoloso quartiere a sud di Busto Arsizio e sciolti nel 2003. Seguono i gruppi "Battaglion Bustocco", "Ultimo Baluardo" ed "United88". Attualmente vengono esposti gli striscioni United 88 e Banda Deviata. Famoso è il “caso Boateng” nel 2013, che ha causato non poche diffide tra i bustocchi. Dal 1977 gli ultras sono gemellati con i triestini e hanno una forte amicizia con i sassaresi. Le rivalità principali si hanno con Legnano, Novara e Varese. A quanto pare, gli ultras a seguito della Pro Patria sembrano aver aderito alla Supporters card.