Stati Generali Della Montagna, Udine 6 febbraio 2015

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1 Stati generali della montagna Udine, 06 febbraio 2015 Introduzione Gli “Stati generali della montagna” sono l’appuntamento che l’Amministrazione regionale si è data per presentare indirizzi e azioni per le politiche di sviluppo della montagna della legislatura in corso. A questo proposito sono stati organizzati quattro incontri ai quali sono stati invitati gli amministratori locali, i rappresentanti delle parti sociali, i rappresentanti delle Università, i rappresentanti di enti ed associazioni interessati ai temi affrontati. I temi, come ricorderete, sono stati ricondotti per semplificazione all’interno di quattro macro ambiti, pur nella consapevolezza che molte tematiche sono trasversali a cominciare per esempio, dai temi dell’innovazione e della formazione: - sviluppo delle filiere e dei sistemi produttivi in montagna (Amaro, 25 settembre 2014) - cura e tutela del paesaggio (Tarcento, 9 ottobre 2014) - miglioramento dei servizi (Montereale Valcellina, 21 ottobre 2014) - turismo sostenibile (Artegna, 7 novembre 2014) A conclusione di questo processo partecipativo debbo ringraziare tutti i partecipanti ed in modo particolare tutti quelli che hanno fatto pervenire al Servizio coordinamento politiche per la montagna osservazioni, proposte e memorie. Prima di soffermarmi sulle azioni concrete fatte e da realizzare, non possiamo dimenticare che ci sono tre importanti novità che sono intervenute sul piano normativo-organizzativo. La prima riguarda la recente approvazione della legge regionale 26/2014 che oltre a prevedere l’istituzione delle Unioni intercomunali, promuove processi di fusione dei Comuni finalizzati a superare i problemi connessi a una dimensione organizzativa , territoriale, demografica e sociale eccessivamente ridotta. La Giunta Regionale ha approvato in questi giorni la proposta di Piano di riordino territoriale, contenente la delimitazione geografica delle Unioni territoriali intercomunali e l’elenco dei Comuni che le costituiscono. L’adesione alle Unioni è obbligatoria per i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti e fino a 3.000 abitanti se appartenenti o appartenuti a Comunità montane, mentre per i Comuni con popolazione superiore la partecipazione è, invece, facoltativa, ma la non adesione comporta una riduzione del 30 % delle risorse destinate annualmente dalla Regione al finanziamento del loro bilancio. La Giunta regionale ha deliberato di suddividere il territorio regionale in 17 Unioni intercomunali. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della predetta deliberazione giuntale, i Comuni, con deliberazione consiliare motivata, possono chiedere l’adesione ad un’aggregazione diversa ovvero comunicare la decisione di non aderire ad alcuna aggregazione, qualora essi dispongano dei parametri demografici suddetti. La seconda novità riguarda l’approvazione della Strategia per le Aree interne, da parte statale, rivolta allo sviluppo delle aree più marginali del Paese. Per quanto riguarda il percorso regionale, il 27 gennaio 2015 il Ministero dello Sviluppo Economico ha validato la richiesta di adesione della Regione alla “Strategia nazionale per le aree interne del Paese”, valutando positivamente l’istruttoria svolta attorno alle candidature delle tre aree montane che avevano le caratteristiche idonee richieste per poter essere inserite in questo progetto finalizzato a contrastare la marginalità di queste zone. Su queste aree si interverrà per realizzare in ognuna “progetti d’area” multisettoriali, caratterizzati da due classi di azioni: 1. Interventi a sostegno dei sistemi socio-economici locali; 2. Adeguamento dei servizi essenziali: istruzione, salute e mobilità.

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Intervento della Presidente della Regione FVG Debora Serracchiani

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Stati generali della montagna Udine, 06 febbraio 2015

Introduzione Gli “Stati generali della montagna” sono l’appuntamento che l’Amministrazione regionale si è data per presentare indirizzi e azioni per le politiche di sviluppo della montagna della legislatura in corso. A questo proposito sono stati organizzati quattro incontri ai quali sono stati invitati gli amministratori locali, i rappresentanti delle parti sociali, i rappresentanti delle Università, i rappresentanti di enti ed associazioni interessati ai temi affrontati.

I temi, come ricorderete, sono stati ricondotti per semplificazione all’interno di quattro macro ambiti, pur nella consapevolezza che molte tematiche sono trasversali a cominciare per esempio, dai temi dell’innovazione e della formazione:

- sviluppo delle filiere e dei sistemi produttivi in montagna (Amaro, 25 settembre 2014) - cura e tutela del paesaggio (Tarcento, 9 ottobre 2014) - miglioramento dei servizi (Montereale Valcellina, 21 ottobre 2014) - turismo sostenibile (Artegna, 7 novembre 2014)

A conclusione di questo processo partecipativo debbo ringraziare tutti i partecipanti ed in modo particolare tutti quelli che hanno fatto pervenire al Servizio coordinamento politiche per la montagna osservazioni, proposte e memorie.

Prima di soffermarmi sulle azioni concrete fatte e da realizzare, non possiamo dimenticare che ci sono tre importanti novità che sono intervenute sul piano normativo-organizzativo.

La prima riguarda la recente approvazione della legge regionale 26/2014 che oltre a prevedere l’istituzione delle Unioni intercomunali, promuove processi di fusione dei Comuni finalizzati a superare i problemi connessi a una dimensione organizzativa , territoriale, demografica e sociale eccessivamente ridotta.

La Giunta Regionale ha approvato in questi giorni la proposta di Piano di riordino territoriale, contenente la delimitazione geografica delle Unioni territoriali intercomunali e l’elenco dei Comuni che le costituiscono.

L’adesione alle Unioni è obbligatoria per i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti e fino a 3.000 abitanti se appartenenti o appartenuti a Comunità montane, mentre per i Comuni con popolazione superiore la partecipazione è, invece, facoltativa, ma la non adesione comporta una riduzione del 30 % delle risorse destinate annualmente dalla Regione al finanziamento del loro bilancio.

La Giunta regionale ha deliberato di suddividere il territorio regionale in 17 Unioni intercomunali.

Entro 60 giorni dalla pubblicazione della predetta deliberazione giuntale, i Comuni, con deliberazione consiliare motivata, possono chiedere l’adesione ad un’aggregazione diversa ovvero comunicare la decisione di non aderire ad alcuna aggregazione, qualora essi dispongano dei parametri demografici suddetti.

La seconda novità riguarda l’approvazione della Strategia per le Aree interne, da parte statale, rivolta allo sviluppo delle aree più marginali del Paese. Per quanto riguarda il percorso regionale, il 27 gennaio 2015 il Ministero dello Sviluppo Economico ha validato la richiesta di adesione della Regione alla “Strategia nazionale per le aree interne del Paese”, valutando positivamente l’istruttoria svolta attorno alle candidature delle tre aree montane che avevano le caratteristiche idonee richieste per poter essere inserite in questo progetto finalizzato a contrastare la marginalità di queste zone. Su queste aree si interverrà per realizzare in ognuna “progetti d’area” multisettoriali, caratterizzati da due classi di azioni:

1. Interventi a sostegno dei sistemi socio-economici locali; 2. Adeguamento dei servizi essenziali: istruzione, salute e mobilità.

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Le tre aree individuate assieme allo Stato con l’ultimo confronto tra Regione e Comitato nazionale per le aree interne sono:

- Alta Carnia (Arta Terme, Cercivento, Comeglians, Forni Avoltri, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Ligosullo, Ovaro, Paluzza, Paularo, Prato Carnico, Preone, Ravascletto, Rigolato, Sauris, Socchieve, Sutrio, Treppo Carnico e Zuglio)

- Friuli Occidentale (Arba, Barcis, Cavasso Nuovo, Cimolais, Claut, Erto e Casso, Fanna, Frisanco, Maniago, Meduno, Sequals, Tramonti di Sotto, Tramonti di Sopra, Vajont e Vivaro)

- Canal del Ferro-Val Canale (Chiusaforte, Dogna, Malborghetto-Valbruna, Moggio Udinese, Pontebba, Resia, Resiutta, Tarvisio)

Saranno coinvolti 42 Comuni, una popolazione di circa 58.000 abitanti.

I progetti saranno attuati utilizzando:

- per il miglioramento dei servizi, specifici fondi statali (3,74 milioni di euro per ogni area); - per gli interventi sui sistemi socio-economici, i fondi dei programmi regionali della programmazione

comunitaria 2014-2020: a) POR FESR: 6,34 milioni di euro b) POR FSE: 5 milioni di euro c) PSR: 4 milioni di euro

In totale: 26,56 milioni di euro.

I progetti d’area saranno definiti con il coinvolgimento dei Comuni. E’ richiesta come requisito l’appartenenza dei Comuni delle singole aree a un’unica forma associativa, individuata nell’unione territoriale intercomunale della legge regionale 26/2014.

Gli altri Comuni, non rientranti nella delimitazione delle Aree interne, beneficeranno invece delle altre misure della programmazione.

La terza novità con la quale ci troviamo ad operare è il passaggio tra vecchia e nuova programmazione comunitaria. Si stanno infatti concludendo le diverse linee contributive finanziate dalla programmazione 2007/2013 mentre sono già stati approvati i Programmi Operativi Regionali per i tre fondi strutturali. Di questi il Por relativo al Fondo S.E. è già stato approvato dalla Commissione Europea mentre per i fondi Feasr e Fesr, parimenti a quanto avviene anche per altre Regioni italiane, sono in corso le necessarie interlocuzioni con la Commissione in ragione delle quali si potrà avere l’approvazione. Per quanto concerne in particolare il PSR attualmente è in corso il negoziato con la Commissione.

Con riguardo alla programmazione europea, ricordo che l’Amministrazione regionale ha altresì elaborato una Strategia per la Montagna, con la previsione di specifiche risorse espressamente dedicate alla montagna per ciascun Fondo (Fesr, Psr e Fse), che in concreto significa una riserva finanziaria di risorse per l’area montana a valere dei singoli bandi.

Anche i programmi di cooperazione territoriale europea possono concorrere alla realizzazione di una coerente strategia regionale per lo sviluppo dei territori montani, attraverso le azioni in esse previste. Ricordiamo, tra i programmi approvati, per la specifica finalità di sviluppo del territorio montano il Programma Spazio Alpino 2014-2020 che prevede azioni per l’innovazione, anche nell’erogazione dei servizi pubblici, per la riduzione delle emissioni di carbonio, per la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, anche con finalità turistiche, e per la tutela e conservazione dell’ambiente.

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1. Sviluppo delle filiere e sistemi produttivi in montagna Le filiere produttive in montagna che l’Amministrazione Regionale intende valorizzare sono quelle della filiera foresta-legno, dell’agro-alimentare e della pietra ornamentale.

Filiera foresta legno

La filiera foresta legno richiede, in primo luogo, un’adeguata viabilità forestale. L’Amministrazione Regionale ha attivato misure atte a destinare risorse importanti su questo settore, in particolare per l’adeguamento funzionale della viabilità forestale esistente e per la nuova viabilità dedicata ai piazzali di lavorazione del legname. Sulla viabilità forestale sono stati investite le risorse PAR FSC per € 4.500.000, per le piazzole di stoccaggio sono invece stati investiti fondi regionali per € 360.000. Le domande sono in corso di istruttoria e a breve saranno approvate le relative graduatorie. Peraltro sulla viabilità forestale sono già state adottate le misure volte a semplificare gli aspetti autorizzativi preventivi alla costruzione di viabilità. In questa direzione sono già state approvate le modifiche alla legge forestale regionale, che incentiva le iniziative dei Comuni dirette alla concessione pluriennale dei loro boschi, attraverso la definizione di un unico piano di taglio dei diversi lotti di proprietà. In tal modo si semplificano le procedure contrattuali in capo ai Comuni che, anziché indire gare per singoli lotti, possono invece mettere a gara l’intero piano di taglio con affidamento pluriennale; dall’altro si favorisce la crescita delle nostre aziende boschive che possono contare sull’effettiva disponibilità di lotti adeguati per più anni.

In ogni caso, tenuto conto anche dei punti di debolezza segnalati dagli operatori del settore, riteniamo di dover concentrare le prossime azioni sui seguenti punti:

- aiuti alle imprese boschive e a quelle di prima/seconda lavorazione del legno, per gli investimenti in impianti, macchinari e attrezzature privilegiando l’approccio di filiera (concentrazione degli incentivi a favore di beneficiari coinvolti in progettualità di filiera) formalizzato con contratti di rete o altre forme di aggregazione di impresa;

- creazione di un logo identificativo della filiera locale (filiera corta); - indirizzi regionali in relazione all’impiego di legno in opere pubbliche e nell’edilizia privata per incentivare l’uso

di legno certificato e lavorato nella filiere corte regionali; - promozione da parte della Regione della risorsa legno; - formazione di figure professionali della filiera.

Anche nella Legge regionale “Rilancimpresa FVG” approvata il 5 febbraio, contente disposizioni per il rilancio delle nostre imprese, si privilegia l’ottica di filiera con la concessione di specifici contributi per tutti i settori.

Per una fattiva crescita del settore l’Amministrazione Regionale auspica la semplificazione della fase di intermediazione nella filiera foresta legno, che può comportare benefici per l’intero settore con l’evidente realizzo di economie di scala.

Per quanto riguarda la promozione della risorsa legno, si tratterà di indirizzare in tal senso le attività promozionali che l’Amministrazione regionale già svolge attraverso le sue strutture e i suoi enti strumentali, utilizzando anche gli appuntamenti fieristici e coinvolgendo i centri di ricerca e innovazione tecnologica in cui la Regione è presente. A tal fine, si dovrà definire un piano di azione condiviso con gli enti locali e le parti sociali.

Infine, per la formazione degli operatori del settore rinvio alla proposta della “Scuola dei mestieri della montagna”.

Filiera agro alimentare

Con il PSR 2014-2020 abbiamo già incentivato l’imprenditoria giovanile e innovativa e alle filiere agro alimentari, foresta legno, foresta energia e “no food,” sostenendo il ricambio generazionale, la formazione, le progettualità di alto livello e gli investimenti aziendali a più elevato contenuto innovativo.

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Il PSR 2014-2020 prevede inoltre per le produzioni tipiche locali l’approccio della “filiera corta” che si distingue da passate esperienze di “vendita diretta” al pubblico dei prodotti da parte delle aziende agricole produttrici per includere nel “sistema” altri operatori, anche del segmento di filiera rappresentato dall’intermediazione commerciale. Ciò dovrebbe favorire la collaborazione tra operatori ed ampliare le opportunità di vendita dei prodotti e dovrebbe costituire un elemento di un “sistema produttivo territoriale”, di tipo locale, che possa sfruttare le sinergie intersettoriali.

L’approccio integrato di filiera privilegerà la costituzione di nuove associazioni/organizzazioni di produttori, l’avvio di nuove filiere di qualità o certificate (Denominazione di Origine Controllata, Denominazione di Origine Protetta, Indicazione Geografica Protetta, Specialità Tradizionale Garantita, certificazioni ambientali, di prodotto, di processo), lo sviluppo di strategie commerciali e di marketing coordinate, integrate, mirate ed efficaci, diversificando i canali commerciali ove possibile incrementando quello rivolto alle esportazioni, sviluppando la multifunzionalità e favorendo progetti sostenibili anche da un punto di vista ambientale.

In particolare nell’ agroalimentare individuiamo la filiera lattiero casearia con l’ eccellenza dei prodotti di malga, la filiera legata alla produzione, lavorazione e conservazione della frutta nonché quella delle produzioni agricole di qualità e tipiche dell’area montana, quali, a titolo esemplificativo, l’aglio di Resia, la cipolla di Cavasso Nuovo e la rapa di Verzegnis.

Di fondamentale importanza il sostegno alla zootecnia sia per gli effetti positivi che l’allevamento comporta sul territorio e sull’ambiente, consentendo il mantenimento di superfici prative con evidenti ricadute sul piano dell’attrattività turistica, sia per la produzione di materia prima (carne e latte) alla base di quei prodotti trasformati (prodotti caseari in primis) in grado di garantire valore aggiunto agli agricoltori e di promuovere, evidenziandone l’origine, l’immagine del territorio di provenienza.

Azioni chiave in questo senso sono quelle tradizionalmente previste dal programma di sviluppo rurale (mantenimento dei pascoli, indennità compensativa) e quelle recentemente approvate nell’ambito dell’attuazione del primo pilastro della politica agricola comunitaria (aiuti diretti agli agricoltori) dove, a livello nazionale ed in coordinamento con le altre Regioni alpine, la nostra Regione ha ottenuto che vengano erogati aiuti specifici per le vacche da latte allevate nelle zone montane.

Un’ulteriore azione che proprio in questi giorni si sta negoziando con la Commissione europea è quella che permetterà l’erogazione di premi specifici per i capi di bestiame portati in malga, con l’obiettivo di favorire il mantenimento e possibilmente lo sviluppo di una pratica tradizionale tipica dell’ambiente alpino.

Anche nei Progetti integrati di filiera è prevista l’attivazione di azioni finalizzate alla formazione continua degli operatori nonché ad affiancare gli stessi nelle fasi di avvio, organizzazione e gestione delle imprese e della filiera nel suo insieme.

Tali strumenti permettono di indirizzare e coordinare a livello locale gli investimenti assistiti da finanziamento pubblico. In particolare, si dovrà puntare a un rapporto più stretto tra produzioni agro-alimentari tipiche e settore turistico (ristorazione, esercizi alberghieri) pensando sia a forme di collaborazione commerciale sia a forme di promozione congiunta (menù, ricettari, “scuola di cucina”, ecc.).

La natura locale della filiera non deve, infine, essere confusa con l’idea di una commercializzazione locale. Infatti, si ritiene che non sia affatto precluso l’accesso dei prodotti tipici locali a mercati “lontani”, di dimensioni non locali. Perciò, il sostegno regionale dovrà prevedere anche questo aspetto della commercializzazione, la quale però, in tale caso, è opportuno sia “assistita” da linee-guida orientative che potrebbero essere redatte dall’ERSA.

Parco agroalimentare, ERSA ed Università in particolare attraverso il Centro per l’innovazione tecnologica in agricoltura (CRITA) supporteranno dal punto di vista dell’assistenza tecnica le iniziative proposte.

Sempre con riferimento alle caratteristiche dell’area montana, all’interno della Legge Regionale n.4/2014, è stata prevista la rivisitazione dell’attività vivaistica forestale, ora non più strategica, utilizzando risorse e professionalità esistenti per indirizzarle proprio per l’implementazione della produzioni tipiche (aglio di Resia, cipolla di Cavasso Nuovo e la Rapa di Verzegnis) la cui quantità è assolutamente limitata, come le produzioni tipiche che venivano ricordate poc’anzi.

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Filiera pietra ornamentale

La Giunta, con delibera di generalità n. 1829 del 3 ottobre 2014, ha esaminato la situazione delle cave di pietra ornamentale presenti nel territorio regionale, che sono distribuite nelle province di Trieste e di Udine, e ha fornito agli uffici gli indirizzi per esplorare le possibilità di semplificazione dell’attività amministrativa. Sul punto è anche stata sentita la categoria degli operatori del settore. In particolare, preso atto delle indicazioni avute dalla categoria, si reputa che le principali azioni da intraprendere siano le seguenti: - l’armonizzazione delle procedure autorizzative, che devono essere il più possibile compattate; - il processo di individuazione delle aree di cava, che opportunamente dovrebbe nascere con un percorso di

condivisione tra i Comuni e le imprese, sotto la supervisione ambientale della Regione; - la semplificazione dell’iter relativo alle varianti, alle proroghe o ai rinnovi, con lo scopo di evitare per quanto

possibile l’interruzione delle attività di cava in pendenza delle procedure amministrative; - una calibrazione del regime degli oneri fideiussori, che vanno attentamente contemperati sia con le esigenze

ambientali che con l’entità delle attività di cava.

2. Cura e tutela del paesaggio

Partiamo con una serie di iniziative che l’Amministrazione Regionale ha già messo in campo e alle quali si vuole dare continuità. Interventi straordinari per la sistemazione delle infrastrutture viarie di accesso alle malghe A causa dei forti accumuli nevosi e dei conseguenti fenomeni di scivolamento degli stessi gran parte della viabilità delle quote alte risulta danneggiata. Con l’assestamento di bilancio sono stati stanziati € 500.000 per gli interventi di ripristino e messa in sicurezza. La fase di progettazione degli stessi è stata ultimata e sono in corso le procedure per gli affidamenti. Gelicidio

Le eccezionali nevicate dello scorso inverno hanno causato gravi danni ai boschi delle quote più basse. Con una apposita modifica alla legge sul fondo emergenze in agricoltura è stata prevista la possibilità di intervenire con le risorse del fondo anche nel settore forestale, fatto questo che non ha riscontri nel resto d’Italia. Con la legge di assestamento sono stati stanziati € 350.000 per implementare il fondo e permettere ai proprietari forestali e alle imprese di settore di provvedere al recupero delle ingenti quantità di legname proveniente dai boschi danneggiati dal gelicidio e dalla neve. Sono state presentate circa 60 domande che presentano un fabbisogno complessivo di € 610.000. Pertanto lo stanziamento è stato incrementato di ulteriori € 200.000. L’istruttoria è in via di conclusione e a breve sarà quindi approvata la graduatoria dei progetti ammessi a contributo. Inoltre sempre in finanziaria sono stati ulteriormente stanziati € 250.000 per interventi nelle Valli del Natisone comprendenti anche manutenzioni straordinarie sulla viabilità. Il beneficiario è la Comunità Montana delle Valli del Natisone, che deve presentare domanda di contributo entro i primi giorni di marzo. Sul gelicidio già sono stati illustrati i dati dell’impegno regionale. Preme ricordare che al fine di arrivare al positivo risultato della corresponsione dell’indennizzo per i danni subiti è stata creata una forte sinergia con le Amministrazioni Locali e con le imprese boschive del territorio. Le prime si sono adoperate di concerto con gli uffici regionali per il rinvenimento delle proprietà, che com’è noto è la questione più difficile in area montana per la parcellizzazione dei fondi e per la difficoltà fisica di individuare i proprietari, mentre le imprese boschive si sono adoperate per avere delega dai proprietari per l’ottenimento del contributo e per l’esecuzione dei lavori. Recupero dei terreni incolti nelle zone montane

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Con alcune correzioni alla L.R. 10/2010 sui terreni incolti sono state meglio definite le priorità negli interventi di recupero, soprattutto al fine di garantire che la gestione nel tempo delle aree recuperate sia garantita dall’azienda agricola che dai prati montani trae il foraggio necessario per l’allevamento zootecnico. In particolare si vuole che le aree più prossime ai paesi riacquistino quel valore paesaggistico e di cura che è il primo biglietto da visita di una comunità per i suoi ospiti. Importante la cifra stanziata con l’assestamento di bilancio per gli interventi di recupero: € 1.233.000. Inoltre con la legge finanziaria 2015, il capitolo è stato rimpinguato con ulteriori € 250.000. La somma copre le istanze dei 15 Comuni che hanno presentato apposita domanda sulla linea contributiva. Anche per questa linea contributiva siamo quasi alla graduatoria.

Convenzioni per la distribuzione di gas combustibili per i Comuni delle aree montane Le due convenzioni con Comergas hanno consentito di portare gas combustibili, tra il 1990 ed il 2002, ai comuni montani che ne erano sprovvisti, attraverso fondi in parte regionali ed in parte di Comergas. I comuni interessati sono Villa Santina, Enemonzo, Socchieve, Preone, Raveo, Paularo, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Cimolais, Claut, Barcis, Andreis, Ampezzo, Ovaro, Comeglians, Ravascletto, Cercivento, Sutrio, Paluzza (Z.I.), San Leonardo, Pulfero. La rete di distribuzione di gas metano è gestita da Italgas, ad esclusione di 7 Comuni (Paularo, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Cimolais, Claut, Barcis, Andreis) nei quali è gestita da Eni. Per questi ultimi il costo del gas è molto elevato rispetto agli altri, in quanto essi sono ancora serviti da GPL o Aria Propanata (i prezzi a partire dal 2000 sono fissati dall’ AEEGSI a livello italiano e la Regione non può garantire il medesimo prezzo del metano). Si stanno valutando opzioni che consentano di distribuire gas metano anche ai 7 comuni svantaggiati.

Convenzione per gli interventi di emergenza sulle linee elettriche in caso di eventi atmosferici avversi

La D.C. ambiente ed energia ha preparato nell’autunno 2014 una bozza di convenzione per “il coordinamento delle attività di monitoraggio delle situazioni a rischio di caduta alberature in presenza di fenomeni metereologici avversi e di primo intervento di messa in sicurezza degli elettrodotti facenti parte delle reti di trasmissione e di distribuzione.” Non si è ancora addivenuti ad un testo condiviso con le società gestrici delle linee elettriche.

Elementi sull’idroelettrico

La regione Friuli Venezia Giulia deve tener conto della Strategia Energetica Nazionale (SEN) prevede una diminuzione nella produzione di energia da idroelettrico a fronte di una significativa crescita nell’utilizzo della produzione di energia elettrica da biomassa legnosa e da fotovoltaico che, al 2030, viene dato come seconda fonte energetica rinnovabile in regione, non distante dalla produzione di energia idroelettrica. Con riguardo agli impianti idroelettrici i principali effetti territoriali sono un’alterazione del regime idrologico naturale e il conseguente impoverimento dell’ecosistema fluviale. Per tali impianti servono siti geologicamente adatti e non se ne trovano quasi più. Vi do solo dei numeri. Nel territorio montano ci sono 176 prese attive (cioè opere di derivazione realizzate e funzionanti). Altre 125 sono le prese oggetto di domanda di concessione e quindi non ancora realizzate. La Regione sta impostando il Piano Energetico Regionale che non potrà non tener conto delle riflessioni fatte e di un evento accaduto a dicembre, che ha riguardato la richiesta di chiarimenti pervenuta dall’Unione Europea e all’invito a ridurre la produzione di energia da idroelettrico.

Difesa del suolo

Per dare un contributo fondamentale ad una concezione di governo del territorio regionale che assuma, quali priorità assolute, la difesa e l’uso legittimo del territorio e delle sue risorse, nonché la salvaguardia della sicurezza della popolazione e la preservazione dei beni, è in discussione il disegno di legge recante "Disciplina organica in materia di difesa del suolo e di utilizzazione delle acque", all'esame del Consiglio per le Autonomie locali. Il testo normativo introduce un nuovo modello organizzativo, sia delle competenze relative all’attuazione degli interventi di difesa del suolo che interessano la rete idrografica, basato sulla gerarchizzazione della rete idrografica e sulla classificazione delle opere idrauliche, che vede la ripartizione delle funzioni tra la Regione, i comuni e i consorzi di bonifica, sia di quelle relative alla gestione dei dissesti franosi. Inoltre, il testo normativo prevede misure di

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semplificazione in materia di manutenzione degli alvei dei corsi d’acqua mediante gli interventi di sghiaiamento e di taglio di piante.

Interventi idraulici

Sono numerosi gli interventi in questo ambito affidati dalla fine dell’anno 2014: 1. intervento di manutenzione e di ripristino dell'argine in sinistra del torrente But e della sponda erosa in destra

del torrente Pontaiba nei comuni di Cercivento e Paluzza; 2. sistemazione e manutenzione idraulica del fiume Fella e affluenti nei comuni di Chiusaforte-Dogna-

Malborghetto-Valbruna, Moggio Udinese., Pontebba, Resia, Resiutta e Tarvisio; 3. conclusi i lavori di pulizia alveo e sfalcio della vegetazione nociva e sistemazione degli argini del Torrente

Chiarsò; Attualmente sono in corso di completamento i lavori per: 1. intervento di manutenzione e di ripristino dell'argine in sinistra del torrente But e della sponda erosa in 1.

consolidamento dei pennelli esistenti in sponda sinistra del Torrente But, in località Cadunea e Tolmezzo, che rientrano nella gestione del Commissario per il rischio idrogeologico, ruolo che è ricoperto dal Presidente della regione. L’intervento è mirato alla conservazione delle opere di regimazione e di difesa, in quanto il collasso di dette opere in condizioni di piena, comporterebbe gravi danni agli abitati ed alle infrastrutture limitrofe al Torrente But in località Cadunea, nel Comune di Tolmezzo.

2. in comune di Pontebba si è attuato con lo sghiaiamento del rio degli Uccelli, intervento richiesto dalla comunità locale, per ripristinare la funzionalità di opere idrauliche (briglie) che sono adibite alla correzione del torrente con il consolidamento dell’alveo ed la riduzione del trasporto solido;

3. affidati gli interventi di manutenzione straordinaria nei comuni di Arba (torrente Colvera), Forni Avoltri (torrenti Degano e Acqualena) e Sutrio (briglia sul torrente But).

Dissesti idrogeologici Sul piano degli interventi a difesa del rischio idrogeologico, la Regione ha recentemente stanziato 4,8 milioni di euro per la realizzazione di opere di difesa da dissesti di natura idrogeologica, di cui in zona montana: 1. Comune di Drenchia: intervento di consolidamento lungo il torrente Rieca (300.000,00); 2. Comune di Forni di Sopra: messa in sicurezza della parte alta del bacino del Rio Comis (700.000,00); 3. Comune di Pontebba: opere paramassi/paravalanghe in frazione Aupa-Frattis (150.000,00); 4. Comune di Tarcento: interventi nelle frazioni di Sedilis e Coia (893.938,00); 5. Comune di Tolmezzo: messa in sicurezza del versante in località Caneva (600.000,00); 6. Comune di Treppo Carnico: movimento franoso lungo via Gosper (300.000,00); 7. Comunità Montana del Gemonese: interventi lungo la ciclovia Alpe Adria (450.000,00); 8. Comune di Villa Santina: messa in sicurezza della piazza Savorgnan e Col Santino (200.000,00); 9. Comune di Venzone: messa in sicurezza del versante in località San Giacomo (350.000,00).

Proposte

Un nuovo intervento che stiamo valutando di inserire nella legislazione regionale è l’istituzione di una “Banca della Terra”. Con questo istituto si provvede di fatto all’inventario completo e aggiornato dei terreni e delle aziende agricole di proprietà pubblica e privata che possono essere messi a disposizione di terzi, tramite operazioni di affitto o di concessione. In tal modo si rende nota al pubblico la disponibilità di terreni per l’attività agricola in montagna, favorendo in primis il recupero di tali territori, con l’evidenza che la messa a coltura concorre ad una serie di finalità diverse, ma tutte di pari dignità per chi ha il governo del territorio.

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3. Miglioramento dei servizi Nell’esposizione di questo tema, si è tenuto conto dei servizi di istruzione, di sanità, di trasporto pubblico locale, banda larga e lavoro, che particolarmente ci sono stati segnalati dal territorio.

Istruzione

1. Dimensionamento. L’Amministrazione regionale è intervenuta nella programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa del sistema scolastico statale, definendo la costituzione e la modifica delle autonomie scolastiche e dei relativi plessi, nonché la loro offerta formativa. Nella costituzione dell’autonomia scolastica, le disposizioni statali impongono parametri numerici più bassi per le aree montane (400 alunni rispetto a 600) e per il mantenimento dei plessi scolastici ( ad es 20 bambini nella scuola dell’infanzia rispetto a 30). La Regione ha introdotto ulteriore deroghe ai parametri numerici di cui sopra in presenza di scarsa densità demografica del bacino territoriale di riferimento o di condizioni particolari di isolamento. Ciò ha consentito di tutelare le sette autonomie scolastiche sottodimensionate ricadenti nelle aree montane.

2. Finanziamento POF: il “Piano di interventi per lo sviluppo dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche statali e paritarie” (cosiddetto Piano POF), approvato annualmente dalla Giunta regionale, sostiene l’arricchimento dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche e l’integrazione di queste ultime con i soggetti del territorio. La dotazione complessiva per l’anno 2014 è stata di € 2.900.000,00 sui quali abbiamo introdotto la percentuale di riserva in favore delle scuole di montagna pari all’8% e per l’anno 2015 si prevede un innalzamento della percentuale. Tale dotazione è destinata a finanziare gli spazi nel tempo pomeridiano per tutoring e attività didattiche alternative e a promuovere il modello didattico dell’alternanza scuola lavoro, nonché a valorizzare il collegamento tra la scuola e il mondo del lavoro e imprenditoriale.

3. Per il Trasporto scolastico dirò successivamente nell’ambito del TPL 4. Progetto FIXO: nell’ambito degli interventi volti a promuovere il collegamento tra la scuola e l’impresa, il

progetto FIXO anno 2015, in fase di definizione, che si affianca al programma Garanzia Giovani FVG, prevede il sostegno alle scuole per l’avvio di tirocini extracurricolari e attività di orientamento a favore dei giovani neodiplomati. A tal fine si disporrà una riserva di risorse per le scuole ricadenti nel territorio montano.

5. Scuola superiore dei mestieri di montagna: si tratta di una idea progettuale in fase embrionale, caratterizzata dalla valorizzazione di alcuni mestieri tradizionali reinterpretati in chiave innovativa nell’ambito delle filiere foresta-legno-arredo o foresta-legno-energia, l’area dell’agroalimentare, la lavorazione della pietra, il settore del turismo. Gli interventi formativi rientranti all’interno della “Scuola superiore dei mestieri” sono collocabili nelle aree proprie della programmazione regionale quali l’Istruzione e Formazione Professionale, l’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, l’Istruzione Tecnica Superiore e la qualificazione professionale per adulti. Sono previsti altresì interventi riconducibili all’alta formazione e in particolare il sostegno attraverso incentivi del contratto di alto apprendistato e di ricerca sulla base dell’Accordo del 31 luglio 2014 sottoscritto tra la Regione e gli Atenei regionali, da realizzarsi presso imprese presenti in area montana ovvero su ambiti economici di interesse per la montagna.

Sanità

Dando per acquisita la parte ospedaliera, così come riorganizzata dalla riforma sanitaria recentemente approvata, in questo contesto ritengo necessario soffermarmi sui servizi di prossimità così come richiesti soprattutto in area montana. 1. L’azione più importante è sicuramente quella del Potenziamento dei Centri di Cure Primarie sul territorio: i

Centri di Cure Primarie sono diffusi capillarmente sul territorio montano e sono già sedi di servizi sanitari e sociali. Il potenziamento dei Centri consentirà un incremento delle forme associative dei MMG, che in particolare saranno sostenuti nella gestione degli assistiti affetti da patologie croniche (diabete, scompenso cardiaco e BPCO, fibrillazione atriale in trattamento anticoagulante, …) sia da parte degli specialisti (supporto diretto al MMG con confronti, forme di telemedicina, consulenze) che da altri operatori sanitari. Il monitoraggio si gioverà di strumentazione portatile: possibilità di effettuare ECG, spirometrie, test rapido per

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INR e le attività diagnostiche dei medici potrebbero esser potenziate tramite la possibilità di effettuare ecografie con eventuale supporto diagnostico a distanza. Nei Centri stiamo studiando la possibilità di organizzare un’assistenza per patologie degenerative cerebrali per fornire alla persona e ai suoi familiari le indicazioni più appropriate a seconda della fase della malattia, azioni a sostegno della genitorialità e delle famiglie in situazioni di particolare fragilità, delle situazioni di disabilità

2. Sperimentazione “numero unico della continuità assistenziale”: è allo studio la possibilità di sperimentare nelle aree montane della Regione un nuovo “numero unico di continuità assistenziale” al fine di favorire l’integrazione fra i servizi e la riconoscibilità della rete dei servizi territoriali da parte della popolazione. L’istituzione di un numero unico facilitato quale “porta unica di accesso” per i servizi territoriali si ritiene possa contribuire ad aumentare sensibilmente l’effettiva continuità fra i servizi e la percezione di tale continuità da parte della popolazione. A tale numero unico potrebbero essere gradualmente associati servizi quali la Continuità Assistenziale (“guardia medica”), il Punto Unico di Accesso (PUDA), il Servizio Infermieristico e riabilitativo domiciliare, anche la prenotazione degli accessi ambulatoriali per i Medici di Medicina Generale – in forma singola o associata - che risultassero interessati in perfetta integrazione con i Centri di Cure Primarie. In tal senso si prevede l’installazione di strumenti automatici (casse di riscossione) per facilitare il pagamento delle prestazione. Per ora tale possibilità sarà sviluppata in cinque 5 sedi.

3. Emergenza: Dopo aver distribuito omogeneamente i mezzi di soccorso in modo da rispettare criteri organizzativi stabiliti secondo quanto definito nel Piano Emergenza regionale, che stiamo aggiornando, verrà attivato un progetto formativo avanzato (starter e di mantenimento) per gli operatori che coinvolga medici di medicina generale, medici della continuità assistenziale, farmacisti, infermieri domiciliari e di comunità, volontari.. Nella stesura del piano regionale dell’emergenza uno specifico capitolo sarà dedicato alla gestione delle emergenze in territorio montano, tenendo conto degli elementi e delle opportunità sopra descritte.

4. Collaborazione con le farmacie territoriali: le piccole farmacie nei luoghi scarsamente abitati necessitano di varie forme di sostegno per rimanere presenti sul territorio. A fine luglio l’Amministrazione regionale ha sottoscritto un accordo con le farmacie, con l’obiettivo di potenziare l'integrazione di queste nell'ambito del Sistema Sanitario Regionale (SSR), riconoscendo loro il ruolo di "farmacia di servizi" sia per l'erogazione dei medicinali sia per attività a carattere sanitario e sociosanitario. L'Accordo è intervenuto sulla "Distribuzione Per Conto" dei medicinali (DPC); sull'assistenza integrativa ed erogazione a carico del SSR dei dispositivi a favore dei pazienti diabetici; sul servizio di prenotazione CUP; sull'attività di prevenzione oncologica; sull'integrazione delle farmacie nell'assistenza e presa in carico dei pazienti (informazione – prevenzione – compliance – aderenza, farmacovigilanza). Su questi ultimi settori sicuramente l’avvio della ricetta dematerializzata potrà dare dei contributi importanti. In tale accordo si è voluto dare evidenza dell’importanza delle piccole farmacie in virtù del ruolo che svolgono e possono svolgere nei piccoli comuni , soprattutto in area montana

5. Finanziamento per assistenza domiciliare nelle zone montane. Nelle linee di gestione approvate dalle GR la scorsa settimana è stato previsto il raddoppio della quota pro capite (prima 42, ora 84 euro) destinata alle aziende sanitarie per l’assistenza domiciliare nelle aree montane. In tal modo potrà essere ulteriormente sviluppata l’assistenza domiciliare a tutto beneficio delle famiglie residenti in montagna nel cui nucleo vi sono effettive necessità di assistenza.

Trasporto pubblico locale

Il nuovo bando per il TPL su gomma imposta un Servizio a misura di territorio puntando alla soluzione di problemi quali la mancanza di attrattività, la rigidità nella struttura dei servizi di TPL e le carenze nei collegamenti con importanti poli attrattori. Nel nuovo Bando (valore complessivo a base d’asta 130 MEuro/anno) l’affidatario è tenuto a definire ed attivare, entro 18 mesi dalla sottoscrizione del contratto servizi flessibili in territorio montano e in altre aree a domanda debole (compresi servizi a chiamata) in sostituzione/integrazione a servizi di linea al fine di rendere il TPL maggiormente attrattivo e coerente con le esigenze del territorio. I nuovi servizi flessibili, definiti nel dettaglio attraverso un costante confronto con il territorio, saranno soggetti a monitoraggio per verificarne l’attrattività e definire eventuali ulteriori modifiche.

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Il Bando di gara del TPL prevede inoltre l’impegno del nuovo affidatario alla modifica di almeno il 2% dei servizi programmati annualmente, a parità di costo. Questa clausola renderà possibile costanti variazioni ai servizi di linea in aderenza alla domanda di trasporto espressa dalle comunità. All’interno del medesimo bando di gara sono stabilizzati i 110.000 km di Servizi automobilistici oggi svolti in area montana, nelle province di Pordenone e Udine, come servizi aggiuntivi con i fondi ex art. 15 della legge regionale 13/2001. Ulteriori nuove agevolazioni ipotizzate nel bando di gara sono: - titolo di abbonamento mensile o annuale utilizzabile da tutti i componenti di un nucleo familiare; - titolo di abbonamento mensile o annuale utilizzabile alternativamente dai componenti di un nucleo familiare; - carta under 26 che consenta di acquistare biglietti ed abbonamenti con sconto min. 30%; - validità abbonamenti scolastici 10 mesi sia settembre-giugno che ottobre-luglio; - pagamento rateale dell’abbonamento annuale e di quello scolastico su 3 rate da corrispondere all’azienda nei primi tre mesi di validità del titolo; - ampliamento delle agevolazioni rivolte agli studenti iscritti ai corsi di istruzione superiore attivati dalle Università, dagli Istituti superiori di grado universitario, dalle Istituzioni di alta formazione artistica e musicale. Una volta definito l’esito del bando di gara valuteremo con il concessionario possibili ulteriori forme di agevolazioni rivolte agli studenti residenti in montagna e che utilizzano i servizi di trasporto pubblico locale.

Abbattimento costi per Comuni del trasporto studenti interregionale

Tutte le corse della linea di trasporto studenti Claut-Longarone (Belluno) gestite da ATAP sono state inserite nel nuovo bando di gara in corso di svolgimento senza la necessità di alcun cofinanziamento da parte dei Comuni di Claut, Cimolais, Erto e Casso. Tale previsione è operativa già da quest’anno.

Viabilità

Nel settore viabilità € 2.000.000 sono stati stanziati per manutenzioni straordinarie e nuove opere di FVG Strade con priorità per interventi di messa in sicurezza di “punti neri” in area montana ed è stato consegnato ed avviato il cantiere per la messa in sicurezza della Valcellina con l’intervento di l'innalzamento della strada regionale (SR) 251 in corrispondenza dei torrenti Varma e Cellina.

Trasporto Ferroviario

Lo studio per la riattivazione della Sacile - Gemona, realizzato da FUC, su mandato della Regione, delle Comunità Montane e con il contributo della Fondazione CRUP avrà l’obiettivo di capire quali potrebbero essere i costi di ripristino e quelli successivi di gestione, nonché ipotizzare la possibile utenza, sia in termini di passeggeri che di transito merci. Non ci si vuole limitare ad una fotografia e a quantificare gli importi necessari per riattivare il servizio, ma realizzare un vero e proprio piano industriale che ci possa fornire tutti gli elementi necessari anche per una valutazione anche sulla fattibilità, per la Regione, attraverso FUC, di gestire questa linea. Trenitalia e RFI si sono impegnate alla messa in esercizio anche sulla Linea 15 Tarvisio-Udine-Trieste, nel giugno 2015, dei nuovi elettrotreni CAF acquistati dalla Regione FVG con il miglioramento della qualità dei servizi ferroviari e dell’opportunità di valorizzare ulteriormente l’attrattività turistica dell’area montana anche in connessione con la Ciclovia Alpe Adria. Proseguirà anche nei prossimi anni il servizio MiCoTra di collegamento ferroviario sulla direttrice Udine-Villach (investimento annuo 1.500.000 €).

Servizi per il lavoro

Il 2015 vedrà una profonda riforma del sistema dei servizi per il lavoro con la costituzione dell’Agenzia regionale per il lavoro. In tal senso e con riferimento alle aree montane si svilupperanno modalità di funzionamento dei

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servizi per il lavoro che favoriscano la prossimità al cittadino, valorizzando l’integrazione tra i servizi pubblici ed i servizi privati per il lavoro e l’utilizzo dell’ICT e consolidando l’attività di orientamento scolastico, formativo e professionale con particolare riguardo alla popolazione giovanile; inoltre si rafforzeranno e saranno messe a regime modalità operative che assicureranno l’effettivo ed efficace dialogo fra i servizi per il lavoro ed il mondo delle imprese, ai fini dell’incrocio fra la domanda e l’offerta di lavoro, anche avvalendosi delle buone prassi derivanti dalle sperimentazioni in atto con Garanzia Giovani.

Azioni per la creazione di impresa

Viene data continuità al progetto IMPRENDERO’ relativa alla creazione di impresa nei settori corrispondenti alle vocazioni dell’area montana. Ciò sia per quanto riguarda mestieri di carattere tradizionale, pur nel contesto di innovazione già evocato che riguarda anche la nuova impresa, sia per quanto riguarda processi di creazione di imprese innovative, anch’essi riconducibili al prossimo IMPRENDERO’ attraverso le attività degli incubatori certificati di impresa ( facenti capo ai parchi tecnologici regionali).

Casa: il riuso del patrimonio edilizio

La Regione ha stanziato 12.000.000 € per l'erogazione dei contributi a favore di interventi di recupero, riqualificazione o riuso del patrimonio immobiliare privato in stato di abbandono o sottoutilizzato. Il bando verrà pubblicato entro la fine del mese. Il Regolamento stabilisce che sono finanziabili gli interventi di ristrutturazione edilizia, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo volti al recupero, riqualificazione e riuso del patrimonio immobiliare privato, all'interno delle zone classificate "A" e "B0" o su singoli edifici a queste equiparati (Es. stavoli di montagna).

Case Ater

Il numero degli alloggi ATER in territori montani è pari a 2012 di cui 100 con richiesta di interventi di manutenzione/ristrutturazione. La domanda delle liste d’attesa è di circa 628 persone/famiglie. Per le manutenzioni ordinarie e straordinarie e la realizzazione di nuovi alloggi nel 2015 e 2016 sono impegnati 3.228.000 € di fondi delle ATER, che saranno implementati da altri 2.300.000 € stanziati con la Finanziaria 2015 e dal Programma Nazionale di recupero di immobili ed alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica che vale 13.000.000 €, di cui circa 1.300.000 € per il territorio montano.

Banda Larga

Il 2015 vedrà il completamento dei lavori relativi alla dorsale regionale nell’area montana. Attualmente sono attivi sulla nuova rete 149 comuni di cui 71 montani. Per gli ultimi 20 comuni montani i lavori sono in corso di definizione. La fibra in eccesso rispetto gli utilizzi della Pubblica Amministrazione verrà messa a disposizione degli operatori perché questi eroghino servizi a cittadini ed imprese del territorio. La cessione agli operatori è cominciata con i comuni delle valli del Natisone e ha riscontrato un notevole successo con cinque manifestazioni d’interesse pervenute e che verranno vagliate nelle prossime settimane. Prosegue inoltre lo sviluppo della rete wi-fi regionale che in 20 mesi è passata da 30 access point attivati (fine aprile 2013) ai 340 attivi ad oggi su tutto il territorio regionale.

Esercizi commerciali Diverse sono stati gli interventi in favore dei piccoli esercizi commerciali, che rappresentano per chi vive in montagna un elemento essenziale per la permanenza nelle zone. La risposta regionale è la conferma di una linea contributiva a sostegno degli esercizi commerciali delle aree più svantaggiate del territorio, vale a dire le aree B e C. Lo stanziamento definito in finanziaria è stato pari a € 150.000, che si aggiunge allo stanziamento già disposto

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nel 2014 per complessive € 300.000. Lo stanziamento in finanziaria è stato assegnato alle CC.MM mentre per quello in finanziaria la domanda delle CC:MM andrà presentata entro i primi di marzo Nella finanziaria per l’anno 2015, LR 27/2014, è stata attivata a questo riguardo anche una forma di sostegno nuova per gli esercizi commerciali che si dotino di attrezzature tecnologiche da mettere al servizio della comunità. Si pensi ad un servizio fax, ad una internet point che possono garantire un, forse piccolo, ma concreto aiuto alle popolazioni di montagna. Anche per questa linea contributiva le risorse accantonate sono state pari a € 150.000. Le domande delle CC.MM vanno presentate entro i primi giorni del mese di marzo.

4. Turismo sostenibile Così come indicato dal piano strategico recentemente approvato dalla Giunta per incrementare l’attività turistica del territorio regionale, e in maniera più specifica della montagna, è necessario focalizzare con precisione quale sia il prodotto turistico che vogliamo vendere sui mercati interni e internazionali. I consorzi turistici nascono e si sviluppano proprio con questa funzione: costruire promuovere e vendere il prodotto. Negli anni hanno modificato via via le loro funzioni iniziando a gestire direttamente servizi turistici che, non bilanciati dalle vendite e dai finanziamenti pubblici, hanno sovente creato problemi di natura gestionale. Siamo dunque di fronte ad una situazione di parcellizzazione del territorio, di sovrapposizione di compiti e di difficoltà nella creazione di un prodotto turistico riconoscibile dal mercato turistico. Il nostro obiettivo nel 2015 è quello di portare a compimento una revisione complessiva della governance del turismo in montagna. I consorzi devono cambiare pelle anche per adeguarsi a quelle normative europee che prevedono finanziamenti indirizzati, in via esclusiva, ai GEIE (gruppi europei di interesse economico) ovvero a raggruppamenti di operatori in grado di coinvolgere soggetti di diversa nazionalità (Austria e Slovenia in primis). L’indirizzo che viene dall’Europa e che condividiamo è quello di sviluppare filiere di prodotto puntando su prodotti turistici che devono anche diventare transregionali e transnazionali. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo avviato e concluso, a margine della presentazione del Piano Strategico Regionale 2014/2018, una fase di confronto e partecipazione con gli operatori del territorio individuando e condividendo il piano prodotti. Durante i 10 incontri di confronto e nella fase partecipativa del piano strategico e del piano operativo, sono state formulate decine di osservazioni di cui la Regione ha tenuto conto recependole nei documenti definitivi che ora sono disponibili online. Turismo Fvg, oltre ai compiti propri di promozione turistica, ha iniziato a lavorare sulla realizzazione di alcuni club di prodotto (circa 14 per il 2015) che sono una forma di raggruppamento di operatori con requisiti qualitativi alti in grado di soddisfare il bisogno del turista e che operano su un prodotto specifico. Sono (nella forma attuale) uno strumento senza natura giuridica che rappresentano l’embrione di quelle reti d’impresa che intendiamo creare e rafforzare. Una volta completato questo step e raggruppati gli operatori, Turismo Fvg li aiuterà a diventare gruppi europei di interesse economico (GEIE). In questa operazione quale ruolo spetta ai consorzi? I consorzi per noi rappresentano una forma importantissima di collaborazione perché sono gli enti più radicati a livello territoriale; chiediamo loro di predisporsi a quel cambiamento (non solo dal punto di vista amministrativo ma anche e soprattutto mentale) per poter essere i protagonisti della valorizzazione del territorio: la loro esperienza la loro storia e il loro radicamento sul territorio è fondamentale. Nel quadro complessivo del progetto strategico Regionale ai consorzi, ai quali chiediamo uno sforzo aggregativo, spetterà il compito di gestire i servizi e la commercializzazione del prodotto. Turismo fvg si farà carico dell’affiancamento formativo ai consorzi per favorire la costruzione del prodotto e delle aggregazioni d’impresa. Inoltre già dal mese di marzo la nostra agenzia (Turismo FVG) inizierà ad affiancare le aggregazioni di operatori nella progettazione europea avendo già chiare, nel piano strategico e in quello operativo, le linee di sviluppo del turismo regionale. La formazione relativa alla gestione quotidiana delle attività dei singoli gestori verrà migliorata personalizzandola.

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L’altro aspetto da migliorare con decisione è l’accoglienza territoriale. Per fare questo abbiamo dato il via ad un piano di riorganizzare degli info point turistici che vede le sue linee già individuate nei documenti che abbiamo presentato nei mesi scorsi. Oggi è fondamentale posizionare online i punti di informazione e di accoglienza turistica. I vari uffici sparsi sul territorio e gestiti da diversi soggetti locali hanno un impatto limitato e presuppongono un cospicuo intervento economico per garantire la loro apertura. Partendo dai circa 700.000 euro che investiamo oggi, nei nostri piani abbiamo indicato e condiviso con i territori la proposta di razionalizzare questa rete. Implementeremo e miglioreremo da un lato il servizio reso dai punti di informazione e accoglienza gestiti direttamente da Turismo Fvg come centri di accoglienza del turista e dall’altro svilupperemo i servizi per i punti satellite definendone nel dettaglio le funzioni. Il Piano strategico regionale del turismo indica, per il marketing, il passaggio da un modello turistico di destinazione ad uno di motivazione ed esperienza. Per il turismo montano, la proposta è di una “montagna attiva”, con obiettivi diversi per la stagione estiva e quella invernale, ma con l’indicazione di prodotti turistici non collegati alla stagionalità e a una particolare area geografica (terme e wellness, ad esempio). A livello locale – per ambiti turistici montani – c’è anche necessità di coordinare l’offerta di servizi per il turista, unificando attraverso un’unica “carta servizi” la concessione di permessi o autorizzazioni per attività regolamentate come la raccolta dei funghi e la pesca sportiva, l’accesso a musei, l’uso di mezzi di trasporto pubblico e l’offerta commerciale. A tal fine, si dovranno rivedere le disposizioni regionali sulle attività regolamentate. La varietà delle condizioni che concorrono a definire un insieme di “prodotti” turistici è tale da suggerire l’enucleazione di alcune linee principali d’intervento da parte della Regione. Per il prodotto “bike” appare necessario completare la rete delle piste ciclabili, intervenendo prioritariamente sulle piste che di tale rete rappresentano le “dorsali” che la collegano alla maggiori ciclovie nazionali e internazionali. Perciò, si darà priorità alla realizzazione del tratto Resiutta-Carnia (Venzone) dell’ Alpe Adria e della pista ciclabile che colleghi l’Alpe Adria alla pedemontana pordenonese con l’obiettivo di connettere l’Alpe Adria stessa alla dorsale cicloturistica “Torino - Venezia 632 km” sfruttando i percorsi ciclabili realizzati nella Destra Tagliamento. E’ un programma che trova già una parziale copertura finanziaria con risorse regionali e con risorse statali del programma regionale FSC 2007-2013 (per il completamento dell’Alpe Adria nell’area montana). Un segno positivo in questa direzione è il recente riconoscimento che la ciclovia Alpe Adria ha conseguito vincendo il premio di “pista ciclabile dell’anno” nella fiera della vacanza attiva di Amsterdam, una delle più importanti a livello europeo. In relazione alle pratiche sportive, si tratterà di sostenere le iniziative di nicchia che riguardano attività che si sono sviluppate in alcune parti del territorio montano in maniera “spontanea” attirando tuttavia un interesse crescente e che ora potrebbero richiedere un intervento “pianificato”, comportante anche investimenti in strutture: volo libero, canoa, arrampicata su palestre di roccia, equitazione. Per i prodotti “montagna attiva” e “trekking e avventura”, un’opportunità da cogliere è senz’altro costituita dall’inclusione dei massicci dolomitici friulani nel patrimonio UNESCO con il sostegno di attività escursionistiche orientate alla conoscenza e all’esperienza di questo particolare ambiente montano. Inoltre, va sostenuta l’attività dei due parchi regionali, puntando su un turismo interessato alla natura (flora e fauna) e “organizzato” per target specifici (scolastico, sociale). Ristrutturazione e ammodernamento delle strutture ricettive alberghiere

Il programma regionale per il Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020 prevede, nella linea d’azione 4.1.1 (Sviluppo delle filiere produttive in area montana), aiuti finanziari alle imprese del settore alberghiero per ristrutturare e ammodernare le strutture ricettive, con lo scopo di migliorare l’offerta ricettiva della montagna. Nel novembre 2014 è stata approvata la graduatoria delle domande ammissibili a finanziamento. Le domande sono 22 per un importo di euro 1.403.600 di contributi concedibili. Al momento sono stati ammesse a finanziamento 10 domande, nel limite delle risorse disponibili, pari a 900.000 euro. La Giunta regionale ha

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approvato una modifica della linea d’azione 4.1.1 con l’intento di coprire l’intero fabbisogno finanziario della graduatoria, per finanziare tutte le domande. Inoltre, sempre con risorse della linea d’azione 4.1.1 del programma FSC si è provveduto a finanziare 14 domande di imprese alberghiere della montagna che erano state presentate nel 2013 alle camere di commercio ai sensi della legge regionale 2/2002 e che non erano state finanziate in prima battuta per mancanza di risorse. In tal modo risultano finanziate le domande ammissibili di tutte le imprese della montagna, con un importo di euro 812.144. Alberghi diffusi

Sul tema degli alberghi diffusi la Regione intende cambiare la governance, utilizzando gli uffici di accoglienza del turista, anche quali sedi di riferimento per l’erogazione di servizi aggiuntivi sia alle comunità locali (similmente alla linea esercizi commerciali) sia al turista.