Stare nell'assenza un saggio di Marta Toraldo

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scritture Marta Toraldo Stare nell’assenza Le derive sociali e il nichilismo dei giovani * Spagine

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In Italia, come in altri paesi industrializzati dell’occidente, le giovani generazioni sono alle prese con molti fattori sociali e psicologici critici che rendono il loro status sociale ed emotivo sempre più precario. La difficoltà di trovare un lavoro - e quindi di produrre un reddito che li renda autosufficienti - porta i giovani a sentirsi frustrati e umiliati. Su questo si concentra il saggio della giovanissima scrittrice Marta Toraldo. Quella che pubblichiamo è la traduzione di un articolo originale sui problemi psicologici e sociali dei giovani dal titolo Psychological Disorders and Social Distress Affecting Today’s Youth in Italy: The New Face of Adolescent Problems pubblicato nel 2014 su The Journal of Abnormal Child Psychology.

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Marta Toraldo

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Le derive sociali e il nichilismo dei giovani

*Spagine

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Stare nell’assenzaLe derive sociali e il nichilismo giovanile

Marta Toraldo

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Ad illustrare la copertinaun’opera di BANKSY

Spagine è un periodico di informazione culturaledell’Associazione Culturale Fondo Verri di Lecce

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Quella che pubblichiamo è la tradu-zione di un articolo originale suiproblemi psicologici e sociali dei

giovani dal titolo Psychological Disordersand Social Distress Affecting Today’sYouth in Italy: The New Face of AdolescentProblems pubblicato nel 2014 su The Jour-nal of Abnormal Child Psychology.L’articolo è stato ricevuto dalla Rivista “JPsychol Abnorm Child” del gruppo edito-riale OMNIC,USA il 7 gennaio 2014; accet-tato per la pubblicazione il 19 febbraio 2014e pubblicato on line in GoogleScholar il 24febbraio, 2014.É consultabile open access in lingua origi-nale inglese e può essere scaricato gratuita-mente on line.Dal marzo 2014 ad oggi l’articolo qui tra-dotto ha avuto 7788 visualizzazioni ed èstato scaricato 779 volte.L’articolo originale è stato scritto e pubbli-cato in inglese in collaborazione con la pro-fessoressa Maria Rita Serio dell’Universitàdel Salento.

I contenuti di questo articolo non inten-dono offendere la rispettabilità ed onorabi-lità di nessuno.

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Marta Toraldo - Stare nell’assenza

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Introduzione

In Italia, come in altri paesi industrializzatidell’occidente, le giovani generazioni sonoalle prese con molti fattori sociali e psicolo-gici critici che rendono il loro status socialeed emotivo sempre più precario. La diffi-coltà di trovare un lavoro - e quindi di pro-durre un reddito che li renda autosufficienti- porta i giovani a sentirsi frustrati e umi-liati. L’assenza di politiche per la “primacasa” e la carenza di allogi pubblici rendedifficile la pianificazione del futuro, nonpermettendo loro di uscire di casa, impe-dendo una ricerca di autonomia e di libertànell’esperienza di vita.Inoltre, il crollo di molte certezze e dei va-lori morali, ha determinato una profondacrisi ideale generando smarrimento e soli-tudine. Nel rapporto con le istituzioni pub-bliche - già percepite come distanti dallavita reale - i giovani appaiono sempre piùisolati. Nel decennio 2001-2010, l'Italia ha regi-strato la crescita economica più bassa inseno ai paesi dell'Unione Europea (UE), conun incremento medio annuo del ProdottoInterno Lordo (PIL) del 0,2%, rispetto al1,1% della zona euro nel suo complesso.L'andamento dei consumi delle famiglie - incontrazione - ha risentito del calo del potered'acquisto della moneta, che è sceso del

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3,1% nel 2009, e poi ancora dello 0,6% nel2010. C'è stata anche una progressiva ridu-zione del tasso di risparmio, che è attual-mente il più basso delle principali economiedella zona euro.I giovani (18-29 anni) sono stati i più colpitidalla recessione economica, con una perditadi 482.000 posti di lavoro nel periodo2009-2010. Il tasso di occupazione è scesodal 49,7 al 47,7% tra il 2004 e il 2008, e daallora è diminuito ulteriormente. Nel 2010ci sono state 2,1 milioni di persone di etàcompresa tra i 15 ei 29 anni definiti comeNot (engaged) in Education, Employmentor Training" (NEET) (1).Una cifra molto più elevata rispetto al totaledell'anno precedente che era di 134.000,pari al 22,1% della popolazione in questa fa-scia di età. Una percentuale molto più altache in altri paesi europei. Un terzo dei giovani classificati come NEETsono disoccupati, un terzo non è disponibileper il lavoro e un terzo appartiene ad una"zona grigia". La stragrande maggioranza diquesti giovani (di cui 80%dei maschi NEETin Italia meridionale) mostrano interesse apartecipare al mercato del lavoro, ma sonodisoccupati o inattivi, pur essendo disponi-bili a lavorare.I maschi NEET, nel 87,5% dei casi, vivonocon la loro famiglia di origine di cui450.000 appartenenti a questa categoria,sono mogli o madri, e si descrivono come"casalinghe".

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Poco più della metà, circa il 50% dei giovaniclassificati come NEET, vivono con i geni-tori e provengono da famiglie lavoratrici, ri-spetto al 30% degli studenti EET.Dopo aver esaminato le statistiche econo-miche e sociali per il 2010 forniti dall'ISTAT(Istituto Nazionale Italiano di Statistica),possiamo ora fare alcune osservazioni inambito sociale e psicologico (1).

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La portata dei problemi giovanili in Italia

In questo paragrafo presentiamo i dati ge-nerali che offrono una panoramica delle in-certezze e delle difficoltà dei giovani oggi inItalia: a) 800.000 giovani di età compresa tra i 15e i 24 anni soffrono di depressione; b) il suicidio è la principale causa di mortetra le persone di età compresa tra 15 e 25anni (5 per 100.000 tra i 10 e i 25 anni conl'8% dei decessi in questa fascia di età);c) il 32% dei giovani compresi tra 15 e 25anni passano il loro tempo libero guar-dando la televisione, il 28% ascolta la radio,il 16% sceglie la navigazione su Internet,l'11% parla o gioca con i telefoni cellulari;d) si stima che il 5% degli studenti dellescuole medie - superiori abbandona lascuola;e) si stima che 1 su 4 giovani lavoratori ini-ziano la loro esperienza professionale conlavori occasionali o mal definiti (2, 3).

L'Italian Academy of Matrimonial Lawyers(AMI), istituita per la protezione dei minori indifficoltà e delle loro famiglie, ha pubblicatouno studio innovativo, effettuato con la par-tecipazione di importanti istituti di ricerca ita-liani e di associazioni professionali (4).Lo studio, mostra che i reati commessi dai

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minori in Italia non sono aumentati dal1992, ma hanno subito una trasformazione.

La “trasgressione” (ma possiamo conside-rarla un vera e propria sommatoria di reati)più frequente tra i giovani è il bullismo, fe-nomeno contro il quale non sono state adot-tate ancora misure psicologiche /pedagogiche adeguate. La motivazione piùconsona per spiegare tale fenomeno è l'in-differenza di molte famiglie, ambivalentiverso l'educazione dei loro figli e/o addirit-tura complici nelle loro attività delinquen-ziali.Il desiderio tra i ragazzi di 14 anni di età èquello di imitare il comportamento degliadulti ed è un fenomeno in crescita corre-lato ad un altro tipo di reati come quelli ditipo sessuale, soprattutto quando i ragazziagiscono in gruppo.La crescente frequenza di questi comporta-menti tra i minori, provenienti da tutte leclassi sociali e da tutte le regioni d'Italia, si-gnifica che questi comportamenti deviatidevono essere considerati punti fondamen-tali su cui deve intervenire il processo edu-cativo. La sessualità è vista come un modo per gio-care ad essere adulti, ciò porta spesso adabusi e soprusi sui soggetti più deboli.

Il sistema della giustizia minorile incaricatadi trattare tali reati, non è in grado di for-nire una risposta giuridica efficace: la ne-

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cessità di combinare nel procedimento giu-diziario, un numero elevato di prove, il nu-mero ristretto di giudici e il parzialefallimento dei servizi sociali, in molti casi,ha portato all’attuale emergenza sociale.Non vi è dubbio poi che l'elevato numero diseparazioni e divorzi aggiunge disagio al di-sagio (5, 6).

Oggi, molti giovani, lottano per sviluppareun progetto di vita costruendo esperienzeframmentarie senza riuscire a dare unsenso alla loro esistenza. Nella nostra so-cietà i giovani sono sempre più influenzatidalla cultura consumistica, bersaglio dipubblicità insidiose e subliminali nel loroveicolare valori vuoti e privi di contenutieducativi (7).

Un altro fattore di rischio è il crescente usoed abuso di sostanze stupefacenti in un con-testo di politiche sociali inadeguate o inesi-stenti ed in assenza di una reale diffusionedella cultura della prevenzione.

Altro fattore da considerare è l’abbandonoscolastico. Molti giovani lasciano precoce-mente la scuola dell’obbligo e molti altrisono costretti a ripetere un anno, se non sidimostrano in grado di stare al passo con glialtri studenti, soprattutto nei primi annidella scuola secondaria superiore, ri-schiando una precoce esclusione scolasticae sociale (8, 9).

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Un ulteriore problema, come già eviden-ziato dallo studio, è la fragilità del nucleo fa-miliare e la frammentazione ed isolamentodelle comunità locali.Le tradizionali relazioni di aiuto reciprocotra vicini di casa - con i quali i singoli pro-blemi spesso sono condivisi nella comunitàlocale e quindi affrontati se non addiritturain qualche caso risolti - sembrano esseredel tutto scomparse. Questo significa che spesso i giovani nonhanno importanti figure adulte di riferi-mento a cui rivolgersi nei momenti difficili.

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Chi è più incline alla sofferenza?

Tutti i giovani, indipendentemente dallaloro famiglia di origine o dagli studi com-piuti, nel periodo pre - adolescenziale e ado-lescenziale, possono sperimentare iproblemi prima descritti, ed in più pos-siamo affermare che il disagio colpisceanche i giovani “adulti” nella fascia di etàcompresa tra 25 e i 30 anni. Gli insegnanti/educatori dovrebbero rego-larmente chiedersi e chiedere ai genitori sei loro figli stiano vivendo tempi difficili cherichiedono la loro competenza ed atten-zione.Studi di psicopatologia ed epidemiologiadello sviluppo psico-affettivo stanno cer-cando di identificare i numerosi fattori di ri-schio che intervengono nelle fasi precoci deldisagio giovanile, anche se questi, presi sin-golarmente, non sono la causa scatenante,perché possono aiutare a far luce sulle di-namiche della sofferenza che si presentacome un fenomeno multi-fattoriale. Gli studi evidenziano anche fattori protet-tivi che aiutano a prevenire o ad attenuareuna situazione di disagio o un comporta-mento pericoloso.Ne possiamo elencare qualcuno:- prima di tutto è necessario specificare pre-cocemente la vulnerabilità individuale,- studiare le difficoltà familiari,

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- determinare il rilevamento della fragilitàdel contesto sociale in cui il giovane vive.I giovani dovrebbero essere aiutati a svilup-pare capacità relazionali, dal momento chemettendosi in contatto con i loro coetani econ gli adulti, possano recuperare la capa-cità di dare un senso alle loro esperienze eprogettare e costruire il loro futuro. É attraverso le relazioni con gli altri che igiovani possono ritrovare il loro desideriodi sfida per la vita e capire la necessità dipuntare in alto immaginandosi attivi nellapossibilità di farcela (10,11).

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Le idolatrie della civiltàcontemporanea: realtà e illusione

Nel 1980, il capitalismo occidentale ha pro-messo un rimedio alle sofferenze umane;pareva potesse risolvere i disagi e le diffi-coltà dell’uomo nella vita contemporaneada esso pesantemente condizionata. Il rime-dio era rappresentato dall'idolatria del con-sumo e del possesso che generava laprovvisorietà della gratificazione: il trionfodella momentaneità.Questa pseudo-terapia non ha però pro-dotto risultati utili, ma ha solo cancellatotemporaneamente l'amarezza dell'espe-rienza quotidiana, strumentalizzando, me-diante il possesso delle cose, l'istinto umanodi sopravvivenza e di miglioramento, sep-pur superficiale, nella vita (12).Il possesso delle cose poteva essere consi-derata una terapia.Il termine nichilismo indica l'assenza di unfine ultimo che guida il corso delle idee edella vita. Quindi è una posizione filosoficabasata sul non senso di ogni pensiero edesperienza. Tale dottrina corrisponde acomportamenti che negano la possibilità diraggiungere un obiettivo più alto e migliore.Un po’ polemicamente, questo pensiero af-ferma - o almeno implica - che il migliora-mento sostanziale nella teoria e nella vitapratica sia impossibile da raggiungere, e che

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conta solo l'aspetto esteriore e superficialedelle cose.Nel suo significato più comune e pratico, ilnichilismo è una concezione filosofica se-condo la quale, la realtà è inevitabilmentedestinata a vivere nell’apparenza e a decli-nare nel nulla; inoltre, da un punto di vistaetico, si sostiene che non vi è alcun obiettivocostruttivo finale a guidare il corso deglieventi della vita umana. Gli esseri umanisono limitati da questa barriera, ed ognigiorno è vissuto con la sensazione di morteo con la sua anticipazione dolorosa; dun-que, sono costretti a considerare che il nullaè il vero e solo significato dell'esistenza. Ilnichilista esclude quindi, la possibilità chegli esseri umani sperimentino la verità og-gettiva e universale e la felicità del mondo.

***Il lungo declino della vita politica e socialeitaliana, offre una buona occasione per ri-flettere sulla natura e la profondità del ni-chilismo contemporaneo per quello cheattiene alle forme e agli ideali dell'epoca incui viviamo.Silvio Berlusconi, che ha dominato la vitapolitica italiana per quasi 20 anni, attra-verso il controllo di una parte importantedei mass-media italiani, ha svolto un ruoloimportante in questo processo culturale, inquanto ha rappresentato, sul piano socialeil pensiero dell’apparenza e della mercifica-zione del corpo; inoltre dal punto di vistacomunicativo sociale ha esaltato l’esterio-

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rità dei rapporti umani ed ha introdottonella comunicazione sociale e politica, lametafora calcistica, caso perfetto, per ri-durre la realtà a simulacro e gioco delleparti. Quella da lui proposta, è stata unacultura che ha ispirato la televisione trash,di basso profilo culturale, trapiantando i co-dici linguistici della persuasione dal mondodel marketing pubblicitario a quello poli-tico-sociale, con un linguaggio semplicisticoed irrazionale che oscura le differenze ed ivalori umani e spirituali; inoltre si è presen-tato dal punto di vista politico come liberalee progressista che crede solo nel progressorappresentato dal mercato e dal apparenza. Berlusconi, inoltre, ha rappresentato la rea-lizzazione del sogno degli italiani che, allafine degli anni ottanta, hanno visto crescerel’ emancipazione e la ricchezza, ed ha pro-posto il trionfo dell’intrattenimento televi-sivo fondato su personaggi affascinanti ebelli, inverosimilmente sempre gioiosi, gio-cosi e giovani, liberando gli spettatori daogni confronto con la durezza della realtà-quotidiana.I quadri (manifesto pubblicitario) con lebottiglie di Coca-Cola e le lattine di zuppadi pomodoro Campbell visti in passato nellegallerie d’arte e nei musei confermavanoche anche l'arte diveniva (dalla fine deglianni sessanta in poi) il riflesso del consumi-smo (13), ma il fenomeno Berlusconi va benoltre questo. Dopo aver formato e influen-zato le aspirazioni sociali e politiche del po-

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polo italiano, il suo impero mediatico harappresentato il compimento esistenzialeed estetico di una vuota idealità: un freak-show in cui la televisione glorifica gli aspettiprosaici più banali della nostra esistenza.Questo neo-nichilismo ha influenzato pro-fondamente i sentimenti ed i valori dei gio-vani, ha confuso i loro pensieri, leprospettive e gli orizzonti ed ha distrutto leloro anime, sostituendo le loro passioni piùsane con un firmamento di idoli vuoti. Difronte a ciò le famiglie (anche le più attente)sono indifese ed allarmate e le istituzioniscolastiche (svuotate di ruolo e di valore)non sanno cosa fare e come intervenire.Per quanto riguarda la politica, è diventatauna sfilata di moda, uno spettacolo con ungioco delle parti che non diverte, anch’essadipendente e parte dello star system.L'unica istituzione, che conta per i giovaniè il mercato, che li vede solo come accaniticonsumatori. La conseguenza, di ciò è cheessi finiscono per vendere e consumare lapropria vita.Il loro disagio è non tanto psicologicoquanto culturale e sociale e i rimedi propo-sti dalla cultura occidentale appaiono inesi-stenti e/o inefficaci.

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Il Corpo e la Mente

I filosofi e sociologi moderni - da FriedrichNietzsche fino a Zygmunt Bauman - ave-vano già previsto la crisi attuale della po-stmodernità ed avevano teorizzato lanascita della “società liquida” caratterizzatadall’incertezza che attanaglia l’uomo mo-derno. Una società in cui, tutti diventanoconsumatori di prodotti ed omogenei neicomportamenti sociali globalizzati.Uno stare al mondo in cui sembrano nonesserci punti fissi, in cui tutto cambia molto- troppo – velocemente. Appena cerchiamo di imparare ad affron-tare una situazione socio-culturale difficilee complessa, la realtà è già cambiata, la si-tuazione è mutata e i nostri strumenti perinterpretarla divengono inadeguati o, comesi dice oggi, "obsoleti". Tutto è instabile e misto, che piaccia o no, esembra diverso da come viene interpretatocorrentemente. Siamo combattuti tra l’ottimismo e la dispe-razione; tra il delirio di onnipotenza e i li-miti dell'esistenza quotidiana. L’idolatria, ol'equazione di una non-identità si riflettenella “ricerca perfetta di una identità perso-nale” attraverso i media e nella delusione-illusione di vivere una non-corrispondenzatra realtà e finzione.Le conseguenze di questo processo, in molticasi, si traducono in disturbi della persona-lità con sintomi di psicosi schizoide e para-

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noide, atteggiamenti inappropriati comple-tamente estranei alla quotidianità in cui lapersona vive.Più l’idolatria delle immagini cresce, più siirretisce la personalità del giovane che ri-mane intrappolata in una rete senza senso,che seduce con inganno prendendo pos-sesso dell’esistenza (14).Le persone che vivono nelle società indu-strializzate possono esprimere la propriaidentità mescolando stili di vita e di com-portamento diversi, nel consumo culturalefrettoloso e superficiale, nella scelta spa-smodica del cibo, negli ascolti esaltantidella musica, nelle scelte tecnologiche sofi-sticate e negli stili di vita esagerati, impor-tati da tutto il pianeta secondo il concettodella globalizzazione. Questo processo cul-turale che trasforma le coscienze dei citta-dini occidentali è certamente preferibile allapovertà dei paesi in via di sviluppo, le cuipopolazioni non sono in grado di scegliereuno stile di vita adeguato, destino scritto inanticipo quello di chi è escluso dal mercato.Ma quella del mondo occidentale, ricco edopulento, è una forma di falsa libertà, per-ché limitata, superficiale, precaria, inquanto il sistema economico globale, decideil destino di tutti i popoli, ricchi e poveri.

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Il nuovo volto del disagio adolescenziale

Il “disagio adolescenziale” non è solol’espressione di problemi individuali ed esi-stenziali acuti.L’inquietudine esistenziale muove e motivaverso comportamenti individuali e socialipericolosi e intensifica le condizioni limite,che favoriscono atteggiamenti e comporta-menti che possono essere critici nei con-fronti degli altri.L’emarginazione sociale può essere il risul-tato di variabili economiche come la preca-rietà del lavoro e la disoccupazione, maanche i fattori ambientali giocano la loroparte specie nella vita metropolitana: al-loggi di cattiva qualità (spesso concentratiin aree urbane periferiche), degrado ur-bano, mancanza di luoghi idonei che pos-sano interessare e motivare la vita socialedei giovani. In questo quadro il contesto socio-familiareviene caricato di ansia, frustrazione e spessodi aggressività. In termini culturali, l'intensificazione delladiversità culturale provoca emarginazione eporta a reazioni violente. Socialmente, inquesta complessità, i riferimenti culturalicambiano rapidamente: l'azione prevale sulpensiero, favorendo l’individualismo e lagratificazione personale temporanea sulla

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qualità delle relazioni umanee di conse-guenza i processi di socializzazione e diidentificazione diventano sempre più diffi-cili.I fattori psicologici e relazionali entrano ingioco. Il passaggio dall'infanzia all'etàadulta è sempre caratterizzato da una soffe-renza psicologica derivante da una lotta trail desiderio di crescere ed il desiderio di ri-manere bambini.La solitudine degli adolescenti è anche in-nescata dall’allentamento dei legami con lepersone che li hanno educati e cresciuti, acausa della difficoltà di mantenere i rap-porti con loro e al diffuso conflitto genera-zionale.Il disagio derivante dal processo di crescitaispira e innesca comportamenti derivantidall’incapacità dell'adolescente di adattarsiai tempi e ai modi dettati dalla cultura do-minante. Fughe da casa, suicidi, frustra-zione sessuale, tossicodipendenza, violenzae derive criminali, sono gli aspetti rilevanti.Questa incapacità di adattamento è formadiffusa di disagio: una momentanea incapa-cità di svolgere i compiti educativi dettatidall'età.Quattro sono le cause ricorrenti di disagio:- la scarsa attenzione della famiglia per lapersonalità dell'adolescente;- la scarsa propensione dei genitori ad ac-cettare le scelte dei loro figli; - indipendentemente dalla loro età; - l’incapacità di offrire ai più giovani attività

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che comportino una maggiore responsabi-lità nell’ambito famigliare;- la mancanza di orientamento motivazio-nale per gli adolescenti da parte degli adulti.L'incapacità degli adolescenti di adattarsi alcontesto familiare e culturale, può avereconseguenze gravi, un dato statistico recitache il 10% degli adolescenti è tentato dicommettere atti di teppismo e violenza.Inoltre, il desiderio di trasgressione au-menta significativamente quando la rela-zione tra genitori e figli non è soddisfacente.La tendenza dei genitori ad essere iperpro-tettivi e/o autoritari e la mancanza di coin-volgimento relazionale nelle dinamichefamiliari sono un terreno fertile per gestitrasgressivi e sconsiderati.Il furto potrebbe essere un segnale di disa-gio e si mostra come fenomeno frequente,anche se non necessariamente abituale; ilsuo significato dipende dalle motivazioniche spingono il giovane a rubare. I giovanihanno la tendenza pronunciata a sfidare ilmondo degli adulti e le sue regole. Perquanto riguarda il furto, la sfida non è ri-volta solo agli adulti, ma a se stessi, nelsenso che l'atto è una sorta di prova dellacapacità di rompere le regole. In termini di violenza, l'aumento dei gestiaggressivi, può essere spiegato dalla note-vole influenza dei mass media che propon-gono ai giovani attraverso videogiochi emovie, modelli sociali sbagliati . Nei sog-getti più fragili la violenza diventa un modo

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per superare il percepirsi deboli di fronteagli altri.La scelta violenta porta ad usare il linguag-gio fisico del corpo per manifestare il pro-prio malessere sociale e sfogare le propriedifficoltà esistenziali sugli altri. All’opposto la depressione può portare astati psicologici di estrema solitudine e di-sperazione con gravi conseguenze pratiche.In uno stato di fragilità psicologica, unevento oggettivamente insignificante puòscatenare una crisi acuta.I tentativi di suicidio sono un grido di al-larme, in situazioni di grande difficoltà eservono a richiamare l'attenzione degliadulti, finalizzati alla ricerca di cambia-menti nelle relazioni familiari e sociali. Ungesto dal forte significato, carico di aggres-sività e “messaggero” di colpa.Il linguaggio osceno è una manifestazionedi debolezza psicologica e di "anaffettività".Usato dagli adolescenti nel gruppo dei coe-tanei è semplicemente una forma di slang,un lessico non standard del linguaggio gio-vanile espressione di una sub-cultura me-tropolitana invadente ed aggressiva, unadeguamento di stile, un modo per farsi no-tare nel gruppo, mentre con i genitori e gliadulti è “provocazione” manifestazione diinquietudine, di disagio e di sofferenza.

Anoressia e bulimia sono disturbi alimen-tari che mostrano il disagio soprattuttonelle ragazze. Il primo è caratterizzato da un

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rifiuto del cibo, con perdita rapida di pesocon la scomparsa del ciclo mestruale.La bulimia consiste nel consumo di grandiquantità di cibo in modo compulsivo, ra-pido e disordinato, seguiti da vomito. Talicomportamenti sono causati da questioniaffettive ed esistenziali irrisolte che creanola solitudine e la sofferenza, e conducono aun desiderio esagerato di attenzione e di af-fetto con comportamenti che sono spessocontrari a ciò che essi cercano di raggiun-gere.

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Di fronte a tutto questo, quali strategie educativedevono essere seguite?

In passato, gli approcci educativi sono statifondati sul concetto di “dovere” con senti-menti di colpa inculcati fin dalla più teneraetà. La punizione consisteva nella rispostacorrettiva degli adulti, al fine di modificareil cattivo comportamento dei ragazzi co-scienziosi, ma non può essere un compor-tamento correttivo necessario per coloroche non si sentono in colpa e non vivonocon un senso di errore la loro vitaLa "morale sociale" si basa non tanto sulsenso del dovere, come succede per le"aspettative" dei genitori nei confronti deiloro figli ma si presenta come deterrentecontro i comportamenti scorretti e violentiin quanto genera nel giovane il senso di"vergogna" verso se stessi e gli altri. Questa posizione è pericolosa in quanto in-nesca facilmente la "vendetta del giovane",che mostrerà prima o poi se stesso con tuttii suoi impulsi nascosti.Al contrario, è più produttivo dal punto divista educazionale, concentrarsi sulla qua-lità delle relazioni familiari e sociali (15, 17).Una solida fiducia di base verso gli altri puòaiutare gli adolescenti a superare le lorocrisi esistenziali, qualunque esse siano.

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Dal nichilismo dei giovani alla ricerca psicosociale

Il modo di vivere di oggi, genera soffe-renza e fuga dalla realtà, spinge i giovanialla ricerca di facili piaceri, in una sortadi iperattività maniacale, nel desiderio disperimentare tutto il possibile per sfug-gire il dolore e il vuoto di pensiero (18).La scelta da parte del giovane di compor-tamenti pericolosi deriva da questa ipe-rattività di pensiero. Emotivamente, tuttociò diventa indifferenziato e non sembraesserci nessun obiettivo da raggiungere.Un vitalismo eccitatorio tutto indirizzatoal presente e all’immediato, una forma dinichilismo di cui i giovani non sono con-sapevoli; un enorme vuoto esistenzialeche svilisce la vita stessa di ogni signifi-cato. L'adolescente, confuso e privo diqualsiasi valore, trascura le relazioni in-terpersonali autentiche e prende la stradadella devianza sociale (19).Gli studi e le ricerche in questo camposono metodologicamente ostacolate dalladifficoltà di misurare e confrontare di-sturbi psicologici nei giovani, al fine dievidenziarne l’aumento o la riduzione neltempo.

Le ragioni di questo problema sono:a) La classificazione dei disturbi psicolo-

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gici e psichiatrici per mezzo di strumenticreati appositamente per questo scopo(come il Manuale Diagnostico e Statisticodei Disturbi Mentali - DSM IV e V e VI)non è sempre garanzia di una giusta in-terpretazione;b) la valutazione quali-quantitativa deisintomi da parte di psicologi e psichiatri-può essere variabile, così come soggettivisono spesso gli atteggiamenti e le capa-cità di comunicazione dei giovani pa-zienti; gli stessi psicologi/psichiatripossono dare valutazioni dei sintomi inmodo spesso non oggettivo e molto di-pende dalla professionalità dello psico-logo/psichiatra;c) la prescrizione ed il consumo di far-maci psicoattivi dipendono, come qual-siasi prodotto di mercato, dal potered'acquisto dei pazienti, dal marketingpubblicitario che le Aziende Farmaceuti-che investono sui medici e dalla legisla-zione dello stato che regola ladisponibilità del farmaco su prescrizioneche cambia da paese a paese.Tuttavia, psichiatri, psicologi e pedagogi-sti hanno osservato durante l'adolescenzaun chiaro aumento di disturbi dello svi-luppo (autismo, ansia, disturbi alimentarie disturbi affettivi). I dati, difatti, indi-cano un aumento dei suicidi e della de-pressione.

Un articolo pubblicato su "The Econo-

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mist" (20) esamina il modo in cui le clas-sificazioni diagnostiche psichiatrichestanno cambiando in risposta alla pubbli-cazione dell’aggiornamento del ManualeStatistico dei Disturbi Mentali (DSM-V)nel 2013.L'articolo evidenzia possibili conflitti diinteresse economico tra gli psichiatri chehanno redatto il documento scientifico ele Aziende Farmaceutiche, che finanzianola ricerca relativa al contenuto classifica-tivo del DSM.

Uno studio condotto da “Cosgrove et al”(21) ha esaminato i legami economici tragli psichiatri incaricati di scrivere il DSMIV e l'industria farmaceutica. Gli autorihanno dimostrato che il 56% degli psi-chiatri che partecipano al gruppo di la-voro per la stesura del DSM, ha avuto unoo più legami finanziari con l'industria far-maceutica. Il 100% degli psichiatri coinvolti nellastesura del manuale che riguarda il capi-tolo su "disturbi dell'umore" e "schizofre-nia e altri disturbi psicotici" ha avutolegami economici di questo tipo, maanche l'81% degli psichiatri impegnatinella stesura del capitolo per i "disturbid'ansia" e 83% di quelli che si sono occu-pati dei "disturbi alimentari".

Un altro motivo per essere cauti circa iltrattamento farmacologico del disagio

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adolescenziale come questione pretta-mente medico-scientifica è il fatto che -come sottolinea l'articolo dell’Economist- "il cervello è un organo complesso e lecause dei suoi disturbi sono ancora pocochiare". Va inoltre ricordato che la "solu-zione farmacologica" ai problemi di svi-luppo dei giovani è già oggetto di unintenso dibattito (22,23) e non dobbiamoessere tentati di cercare "soluzioni ra-pide" - farmacologiche o di altro genere -in quanto queste sono questioni estrema-mente importanti e complesse ed ancoraaperte.

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L’Analisi Transazionale: può essere una soluzione psicologica?

L’Analisi Transazionale (AT) è una teoria in-terpretativa psicologica ideata nel 1960 dallopsichiatra americano Eric Berne (24). Il por-tavoce più importante dell’AT è stato ThomasHarris.L’AT è un importante approccio psicologicoterapeutico sia in termini di profondità teo-rica sia di ampiezza di applicazione pratica.Come teoria interpretativa della personalitàfornisce un ritratto psicologicamente struttu-rato e razionale che ci aiuta a capire come ilcervello lavora e come esprimiamo la nostrapersonalità in termini comportamentali.L’AT permette di comprendere come i com-portamenti di vita degli adulti abbiano ori-gine nell'infanzia e come le strategieinadeguate o dannose sperimentate nell’in-fanzia continuino ad essere replicate nellavita adulta. Più precisamente, il termine“Transazionale” si riferisce a qualsiasi scam-bio di esperienze tra due o più persone. Undialogo è una transazione, in quanto è unoscambio di parole, di gesti e di affetto. Nel-l'affrontare certe situazioni, le persone ten-dono ad attenersi a un "copione", che replicacontinuamente le loro esperienze infantilicome strategie operative di uscita da un disa-gio, ma anche a volte si dimostrano di essereautodistruttive e dannose. Le persone ten-

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dono a seguire percorsi che hanno già vissutoper sentirsi al sicuro, limitando la possibilitàdi intervento di un pensiero divergente chepotrebbe trovare soluzioni a problemi vecchie nuovi. L’Analisi Transazionale è quindi unateoria psicologica che studia l'individuo nel-l'ambiente in cui vive analizzandone il com-portamento personale e sociale per cercaresoluzioni nuove a disagi comportamentali(25).Lo scopo di questa teoria della personalità èdi studiare i comportamenti dei soggetti inrelazione tra loro, di comprendere le ragionidi eventuali conflitti che procurano soffe-renza e di individuare le strategie più utili perevitare il dolore e favorire una vita vissuta in-tegrata in un contesto sociale. Un approccioteorico che consente di cogliere con chiarezzale dinamiche intra-psichiche e sociali delle si-tuazioni problematiche degli adolescenti, for-nendo un quadro interpretativo della"persona" come "essere in relazione aglialtri". L’AT può aiutare a trovare soluzioni per lepersone che sono disposte a imparare a cre-scere, così come per gli educatori, i genitori egli insegnanti che sono disposti a partecipareal rapporto educativo in termini di consape-volezza e di obiettivi realistici da raggiungere(26).L’AT mira, infine, a fornire un efficace stru-mento di analisi e autoanalisi delle relazioniinterpersonali, e può facilitare la consapevo-lezza sia del sé che degli altri (27).

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Costi sociali ed economici del disagio giovanile:

dalla teoria alla pratica

L'impatto sociale delle problematiche gio-vanili è affrontato in Italia dal punto di vistapolitico con riferimento alle norme europee.La prima legge italiana è stata la 328/00,nota come legge Bassanini (28) (8 novem-bre 2000, legge quadro per la realizzazionedel sistema integrato di interventi e servizisociali).La legge italiana stabilisce il principio disussidiarietà, che comporta strategie politi-che comuni e di cooperazione tra le nume-rose agenzie ed organizzazioni pubbliche eprivate che si occupano in vario modo e avario titolo degli stessi problemi sociali deigiovaniQuesta legge ha aperto una linea di comu-nicazione e collaborazione tra le istituzionipubbliche e private riconoscendo l'impor-tanza sociale e culturale del volontariatonella cooperazione (art. 118 della Costitu-zione italiana).Il volontariato, in Italia, è rappresentato daassociazioni e cooperative sociali di naturaprivata“non profit” (senza scopo di lucro),finalizzate alla produzione di servizi sia peralcune categorie di cittadini svantaggiati siaper la valorizzazione del patrimonio cultu-rale e sociale.

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Questa linea di pensiero ha prodotto in Ita-lia nuove leggi a carattere sociale rivolte aigiovani e agli adolescenti come la "LeggeTurco-Napolitano" (29) (Decreto Legge 286del 25 luglio 1998), che prevede la parteci-pazione delle associazioni di volontari nellapianificazione delle politiche sociali giova-nili. Per le politiche giovanili, di età compresatra 16-30, è stato necessario guardare allalegislazione comunitaria (30), in particolareal Libro Bianco della Commissione Europeadel 21 novembre 2001- “Un nuovo impulsoper la gioventù europea”. Questo testo for-nisce una guida efficace per gli stati membridell'Unione Europea per stabilire le misureda adottare per le politiche giovanili sullabase di un coordinamento aperto tra le isti-tuzioni politiche. Questo si è rivelato un approccio innovativoin quanto esiste la possibilità per i giovanidi partecipare e definire direttamente le po-litiche che li riguardano e ciò consente la va-lutazione e la riprogettazione se necessariodi quanto attuato.Alla base di questi interventi legislativi si èsottolineato il rispetto culturale per i gio-vani. Tuttavia, non ci sono prove che questiprincipi di legge siano in corso di attuazionein Italia. Infatti, il nostro è uno dei pochipaesi dell'UE in cui:- le politiche per la gioventù non sono stateancora definite a livello centrale;- non vi è nessuna istituzione centrale che

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affronti e coordini le politiche giovanili;- non vi è alcuna agenzia nazionale giova-nile;- i governi locali Comuni e Provincie nonhanno ancora un punto di riferimento na-zionale o regionale. I "Progetti giovanili", gli "Informagiovani"centri di interazione sociale, i comitati con-sultivi e i forum attivi, in Italia, si svilup-pano in modo casuale e quasi sempre comerisultato della cooperazione tra associazionidi volontariato ed enti pubblici locali men-tre al contrario non vi è alcuna prova di in-terazione fra stato centrale e periferia.Queste nuove organizzazioni basate su par-tnership pubblico/privato creano progettiinnovativi e sperimentali che possono pro-durre risultati di reale importanza a livellolocale.

I problemi dei giovani della categoria NEET("Not (engaged) in Education, Employmentor Training") sono un campanello d'allarmeper i governi nazionali europei per quantoriguarda la marginalità sociale e politica deigiovani.L'Eurofound ha rilevato in una relazione nel2011 (31) come una grande percentuale digiovani - delusi dalla politica – genera unadiffusa delegittimazione dei sistemi demo-cratici che governano gli stati europei.Il rapporto mostra anche, che solo il 64%dei giovani NEET voterebbe nelle elezioninazionali, un dato inferiore alla percentuale

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del gruppo EET (75%), vale a dire i loro coe-tanei che lavorano, studiano o frequentanocorsi di formazione.Inoltre, i NEET sono meno interessati allapartecipazione politica e la percentuale dicoloro che sono coinvolti in un partito po-litico è molto inferiore a quella del gruppogiovani EET, rispettivamente 1,6% contro3,9%, Infine, la partecipazione dei NEET in atti-vità sociali è bassa: solo il 26% degli inter-vistati ha dichiarato di appartenere ad unaorganizzazione sociale pubblica contro il46% dei loro coetanei EET. L'Eurofound ha stimato il costo economicototale della non partecipazione dei giovaniNEET nel mercato del lavoro nei 26 paesimembri dell'UE che è oltre 150 miliardi dieuro all'anno, circa 3 miliardi di euro a set-timana. L'Italia ha il record peggiore, concosti economici alti, superando i 32 miliardidi euro seguita congiuntamente da Franciae Regno Unito (rispettivamente 22 miliardie 18 miliardi). In termini di percentuale delPIL, il più grande costo è pagato dalla Gre-cia e Bulgaria, che supera il 3%, mentre inItalia il costo è superiore al 2%.Secondo lo stesso rapporto, l'inserimentonel mercato del lavoro del 10% della popo-lazione NEET potrebbe portare all'Europapiù di 15 miliardi di euro di guadagno ognianno di lavoro.

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Conclusioni

Lo scopo di questo lavoro è quello di pro-muovere il senso di responsabilità che la so-cietà degli adulti deve assumersi neirapporti con i giovani che si trovano in dif-ficoltà.È necessario sviluppare modelli culturali epsicologici nelle scuole elementari e medie,sulla base dell’Analisi Transazionale o dialtri strumenti pedagogici educativi, checonsentano di identificare le "fantasie di-storte” dell'io nell'infanzia (26) e le "convin-zioni erronee” di genitori che possonocausare nei giovani il sentire la "paura di es-sere inadeguati" (in generale paura del fal-limento o paura di perdere l'oggetto chedesiderano), che si manifesta in sintomi diansia e nell’incapacità di agire nel sociale.Educatori e genitori devono cercare di svilup-pare nei giovani una coscienza etica capace dipromuovere l'auto-regolamentazione neicomportamenti distruttivi e di agire comesalvaguardia della libertà e della legalità. Lanozione di pianificazione del proprio futuroè direttamente collegata al senso di respon-sabilità necessario per la vita, condividendolacon le altre persone, questo può essere rea-lizzato solo da adulti che si prendono il temponecessario per costruire solidi rapporti di fi-ducia con i giovani. Va sottolineato che non si tratta di un pro-

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blema medico: psichiatri, psicologi e farma-cologi hanno un ruolo da svolgere, ma il ri-corso dei medici ai farmaci deve tener contodel grande interesse finanziario delle societàfarmaceutiche alla facile prescrizione di far-maci per qualunque minimo disturbo; inoltrela nostra conoscenza relativamente limitatasulle funzioni cerebrali deve far riflettere suquanto poco ancora conosciamo della menteumana; tutto ciò ci deve spingere ad una con-siderazione più ampia delle variabili socialied esistenziali dei disturbi nei giovani In una società orientata alla mera apparenza,il tempo e l'attenzione che deve essere dedi-cato all’educare i giovani aumenta in propor-zione ai limiti e all’inadeguatezza deglistrumenti disponibili. Considerazione che sembrano essere partico-larmente valide nel contesto italiano, doveun'intera generazione è stata oggetto di pro-fonda influenza dell’impero comunicativomediatico di Mediaset di proprietà di Berlu-sconi; ma anche prima che Berlusconi dive-nisse Primo Ministro le sue aziende televisiveerano libere da qualsiasi regolamentazione ovincolo di legge da parte dello Stato. Tutti ivalori sono stati sostituiti dall’illusione del"glamour" e dall’esaltazione e dell’"intratte-nimento" televisivo. In questo universo co-municativo l'unico criterio con cui unapersona viene giudicata è la celebrità, la ric-chezza monetaria e l'attrattiva fisica, l’es-sere sempre giovani e prestanti sul pianofisico. Un enorme danno psico/pedagogico

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per i giovani, che non hanno potere econo-mico e/o senza uno scudo protettivo che lipossa mettere al riparo da tale dannosapro-paganda.Infine la promozione incessante di oggetti ecose da comprare e il rafforzamento di untale messaggio edonistico, si è intensificatonel 1994 dopo che Berlusconi ha acquisitoil controllo politico anche sulle reti televi-sive statali; tutto ciò era destinato ad avereconseguenze sulle future generazioni nellungo termine.Oggi più che mai l'Italia ha bisogno di con-centrarsi sulle giovani, generazioni che sonola vera risorsa strategica per la crescita delPaese. Nessun cambiamento è possibilesenza il loro contributo (32,33). Così comeconcentrandosi sulle relazioni familiari , èessenziale avviare un programma di miglio-ramento e rinnovamento del sistema edu-cativo/scolastico italiano. L'Italia ha un altotasso di abbandono scolastico, con un grannumero di giovani senza un diploma.Parametri di studio utili per monitorarequesto fenomeno complesso, che ha conse-guenze sia in termini di stress psicologicoche di violenza fisica, sono:a) il monitoraggio del tasso di disoccupa-zione tra i 18-29 anni,b) il monitoraggio del numero di giovani inla categoria NEET, c) l'attuazione di progetti volti a inculcareuna cultura del rispetto per la legge, la cit-tadinanza responsabile e di opposizione alla

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criminalità organizzata. Questi indicatori, registrati ogni sei mesi daparte dell'ISTAT (Istituto Nazionale Ita-liano di Statistica), potrebbero informare edindirizzare le politiche giovanili in Italia.Il Paese ha bisogno di politiche coraggiosee obiettivi misurabili,poiché le radici del fu-turo sono qui in questi grandi problemi.L'Italia ha bisogno fortemente di imple-mentare una solida rete di relazioni tra leistituzioni pubbliche, la cultura, l'economia,l'ecologia e le comunità locali.

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spagine - scritture

Aprile 2015

Il Fondo Verriè in via Santa Maria del Paradiso 8.aa Lecce (cap 73100)telefono [email protected]

Spagine è suissuu.com/mmmotushttps://www.facebook.com/perspagine

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*Spagine

Marta Toraldo è nata a Maglie (Le), il 2 settembre 1991,vive e studia a Lecce; si è laureata in Filosofia con il mas-simo dei voti, frequenta il secondo anno della Magistralein Scienze Filosofiche presso la Facoltà di Lettere e Filo-sofia dell’Università del Salento.Ha pubblicato nel 2009 la sua prima raccolta poetica daltitolo “Vie Fuggitive” i cui versi sono stati tradotti in in-glese (Icarolibri, Lecce, collana poetica “i voli”). Del 2013la raccolta poetica dal titolo “El vacio” i cui versi sono statitradotti in spagnolo (Lupo Editore, Copertino, Lecce). Suyoutube è consultabile il book trailer del libro “El Vacio”. Alcune sue poesie sono apparse nel 2013 nella raccolta an-tologica del Premio Internazionale di Poesia dellaFondazione Mario Luzi con il patrocinio della Presi-denza della Repubblica Italiana. Ultimamente è risultata finalista nel concorso poetico 7WILDE European Award 2014, sezione giovani ed èin corso di pubblicazione alcune sue poesie in un antologiadei poeti contemporanei premiati e segnalati.

Marta ToraldoVia A. Costanzo Casetti n. 2 73100 Lecce

Cell. 3401572047 – 3358022958E-mail: [email protected]