STAGIONE CONCERTISTICA 2017 | 2^ EDIZIONE · 2017. 1. 9. · Eterotopie Piano Festival Lunedì 26...

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indice

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Dopo l’avventura straordinaria di Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016 non è semplice trovare le strategie opportune perché la nostra città rimanga, idealmente e di fatto, una capi-

tale culturale, un punto di riferimento per il turismo, un laboratorio diffuso di creatività, una corte europea che progetti il proprio futuro, anche con i pesanti impigli di una crisi la cui soluzione, pur alle porte, è di enorme complessità. La politica culturale è in qualche modo la base di ogni strate-gia, di ogni rinnovamento, di ogni progetto per il futuro e le risorse che l’attuale amministrazione sta investendo in questo senso sono il credito che alimenta la nostra idea di città, insieme ai piani importanti di riqualificazione, progettazione urbana. Era dunque quasi scontato che tale sostegno includesse MantovaMusica, l’iniziativa che, nell’idea di concentrare in un unico cartellone musicale iniziative storiche come Società della Musica, Concerti della Domenica ed Eterotopie, ha dato il la allo straordinario programma di Mantova Capitale Italiana della Cultura. Un programma, quello del 2017, all’altezza delle aspettative, che spazia dalla classica, alla contemporanea, al jazz, in linea con le maggiori stagioni nazionali. I numeri, sia per gli eventi proposti e per i luoghi coinvolti, parlano chiaro; tutte caratteristiche che eleggono MantovaMusica ad appuntamento imprescindibile di un ricchissimo 2017. _

mantovamusica STAGIONE CONCERTISTICA 2017 | 2^ EDIZIONE

Mattia Palazzi, Sindaco di Mantova

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46 concerti3 viaggi9 luoghi113 interpreti

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Società della Musica si appresta a realizzare la sua diciannovesima stagione all’interno della seconda edizione di MantovaMusica. Come di consueto i concerti si terranno in di-

versi luoghi storici della città: offrire la possibilità di ascolto in diverse location è uno stimolo in più che da l’opportunità di trovare sempre elementi nuovi e di fruire dell’arte musicale nel-la sede più appropriata. Daremo ancora il giusto spazio alle nuove generazioni di interpreti e ai Concerti per le Scuole per arricchire il percorso didattico tradizionale. Sono ormai appun-tamenti fissi anche i due concerti esclusivamente dedicati alle Case di riposo della provincia.Tra gli ospiti di rilievo internazionale, oltre al violinista Sergej Krylov e al pianista Michail Lifits che apriranno la stagione, da segnalare il ritorno di Ramin Bahrami in duo con il flautista Massimo Mercelli, i violinisti Bin Huang e Francis Duroy e le attrici Maddalena Crippa e Vanessa Gravina. Prosegue inoltre l’integrale iniziata lo scorso anno dei quartetti di L. van Beethoven interpretati dal Quartetto di Venezia. La varietà dei programmi artistici contribuirà a soddisfare i gusti e le esigen-ze di un pubblico sempre più vario e speriamo sempre più numeroso e curioso. _

(Stefano Giavazzi)www.societadellamusica.it

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Società della MusicaXIX STAGIONE CONCERTISTICA

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I Concerti della Domenica giunti alla XIX Edizione hanno allietato un pubblico sempre più numero-so e affezionato alla manifestazione che riscalda e illumina i pomeriggi delle domeniche invernali

nel superbo Teatro Bibiena. La Stagione Concertistica prevede il susseguirsi di concerti diversi fra loro per stile ed epoca, ma che sono accomunati dal grande valore dei loro esecutori che siano essi classici o moderni. E come disse il celebre compositore francese Hector Louis Berlioz “Le opere in cui splende il genio dell’intelligenza non appaiono vive e belle se non attraverso un’esecuzione anch’essa viva e bella, calorosa e delicata, fedele e graziosa, brillante e animata. L’eccellenza di una esecuzione dipende non solo dalla scelta degli esecutori ma dallo spirito che li anima.” E quindi dopo l'innaugurazione di MantovaMusica con la presenza sul palco del Bibiena di una gran-de personalità della musica classica, il violinista russo Sergej Krilov, si avvicenderanno opere buffe, concerti orchestrali, concerti di musica da camera e programmi particolari come le poesie d'amore di Neruda e Lorca interpretate dal celeberrimo attore Fabio Testi. E ancora grandi interpreti come la pianista Marcella Crudeli, il soprano Paola Sanguinetti, il direttore Dariusz Mikulski e giovani solisti come il flautista Tommaso Benciolini e il direttore d'orchestra Lorenzo Passerini. Non mancheranno spettacoli in omaggio a Mozart, Verdi, Puccini, Piazzolla per finire con un divertente spettacolo; il grande baritono Dario Giorgelè nelle doppie vesti di cantante lirico e... Mago. _

(Stefano Maffizzoni)www.concertidelladomenica.it

Concerti della Domenica

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In un suo recentissimo scritto, Abbecedario di un pianista, il grande pianista austriaco Alfred Brendel descrive sorprendentemente il pianoforte come un “luogo di metamorfosi”, attraverso il quale, di

volta in volta, da partitura a partitura, l’interprete “può evocare il timbro degli altri strumenti, della voce umana, l’arcobaleno o l’armonia delle sfere”.Al tema della metamorfosi è dedicato il programma di Eterotopie Piano Festival 2017, in un percorso in cui si intrecciano musica, letteratura ed arti figurative. Come sempre Eterotopie, oltre ad essere la declinazione contemporanea di MantovaMusica, è principalmente occasione per ascoltare pagine note del repertorio novecentesco affiancate a lavori recenti e ancora non eseguiti sulla scena cittadi-na, nonché prime nazionali ed internazionali; una kermesse affidata ad artisti ormai celebrati a livello internazionale ed a nuovi interpreti che si affacciano sulla scena musicale.Eterotopie è anche un pretesto per trasformare il proprio modo di ascoltare la musica, e seguire da vicino le moltissime, e spesso strabilianti, trasformazioni che essa ha subito nei secoli e soprattutto negli ultimi cento anni.Nel nuovo progetto sono molti i rimandi, emersi attraverso l’impaginazione di un programma, speria-mo, avventuroso; un programma che vuole percorrere, quasi si trattasse di un immaginario laboratorio, le invenzioni sonore dell’arte musicale. Partendo da Ovidio, luogo letterario classico, le cui Metamorfo-si rappresentano uno status creativo in continua fibrillazione tra vita ed immaginazione e che simboli-camente apriranno la maggior parte dei concerti di Eterotopie, nella realizzazione musicale per oboe solo di Benjamin Britten. Nel percorso si incontreranno Kafka, interprete ancora oggi imprescindibile della coscienza moderna, e Maurits Escher, un artista visionario, nelle cui opere la trasformazione è fondamento ed allegoria dell’intero processo creativo.

(Leonardo Zunica)www.eterotopiepianofestival.com

Eterotopie Piano Festival

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8 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

STAGIONE CONCERTISTICA2017 | 2^ edizione

lEgEnDa

Abbonamento MantovaMusica

Abbonamento Concerti della Domenica

Abbonamento Società della Musica

Abbonamento Eterotopie

Fuori abbonamento

Ingresso gratuito

gEnnaIO

Inaugurazione Stagione

MantovaMusica 2017

Mercoledì 11 gennaio

Teatro Bibiena I ore 20.45

granDI IntErPrEtI

Sergej Krylov, violino

Michail Lifits, pianoforte

Concerti della Domenica

Domenica 15 gennaio

Teatro Bibiena I ore 17.00

DOn PaSqualE

DI gaEtanO DOnIzEttI

Alessandro Trebeschi, maestro concertatore

Alessia Pintossi - Norina

Domenico Menini - Ernesto

Paolo Ingrasciotta - dottor Malatesta

Alessandro Spina - Don Pasquale

Eterotopie Piano Festival

Sabato 21 gennaio

Milano | Palazzo Reale

ESChEr E lE SuE MEtaMOrFOSI

Visita guidata alla mostra

a cura di Giovanni Pasetti

Concerti della Domenica

Domenica 22 gennaio

Teatro Bibiena I ore 17.00

Franz lISzt: I POEMI SInFOnICI

Marco Sollini e Salvatore Barbatano

pianoforte a quattro mani

Società della Musica

Giovedì 26 gennaio

Madonna della Vittoria I ore 20.45

IntEgralE DEI quartEttI

DI BEEthOvEn - III COnCErtO

Quartetto di Venezia

calendario

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FEBBraIO

Concerti della Domenica

Domenica 5 febbraio

Teatro Bibiena I ore 17.00

SPlEnDOrI BarOCChI

Ensemble Andrea Palladio

Floriana Fornelli, soprano

Sara Tommasini, contralto

Steno Boesso, fagotto

Enrico Zanovello, clavicembalo

Concerti della Domenica

Domenica 12 febbraio

Teatro Bibiena I ore 17.00

Il rItMO DI BEEthOvEn E PIazzOlla

Trio Beethoven

Raffaele Bertolini, clarinetto

Silvano Maria Fusco, violoncello

Marco Schiavo, pianoforte

Società della Musica

Giovedì 16 febbraio

Madonna della Vittoria I ore 20.45

IntEgralE DEI quartEttI

DI BEEthOvEn - Iv COnCErtO

Quartetto di Venezia

Concerti della Domenica

Domenica 19 febbraio

Teatro Bibiena I ore 17.00

F. ChOPIn: “Il PrInCIPE

DEl rOMantICISMO”

Orchestra del Festival Internazionale

“Omaggio a Maria Callas”

Lorenzo Passerini, direttore

Leonora Armellini, pianoforte

Concerti della Domenica

Domenica 26 febbraio

Teatro Bibiena I ore 17.00

OMaggIO a gIuSEPPE vErDI

Silvia Di Falco, soprano

Halla Margret, soprano drammatico

Roberto Costi, tenore

Giorgio Cebrian, baritono

Massimiliano Catellani, basso

Palmiro Simonini, pianoforte

MarzO

Società della Musica

Mercoledì 1 marzo

Auditorium Monteverdi I ore 20.45

BaCh SanSSOuCI

Massimo Mercelli, flauto

Ramin Bahrami, pianoforte

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Concerti della Domenica

Domenica 5 marzo

Teatro Bibiena I ore 17.00

FESta DElla DOnna:

FaBIO tEStI E lE POESIE D’aMOrE

DI garCIa lOrCa E PaBlO nEruDa

Lettura delle poesie a cura di Fabio Testi

Stefano Maffizzoni, flauto

Andrea Candeli, chitarra

Eterotopie Piano Festival

Sabato 11 marzo

Spazio Studio Sant’Orsola I ore 21.00

K_MESSEngEr

Invenzioni a più voci

Compagnia Danzarea

Ebony Piano Duo

Nicola Baroni, hypercello

in collaborazione con Gabriele Barlera

Concerti della Domenica

Domenica 12 marzo

Auditorium Monteverdi I ore 17.00

COnCErtO alla MEMOrIa DEl

Cav. uFF. M. SErgIO MaFFIzzOnI

Luca Passarella, pianoforte

Società della Musica

Giovedì 16 marzo

Auditorium Monteverdi I ore 20.45

PaganInI PrIzE

Bin Huang, violino

Edoardo Strabbioli, pianoforte

Società della Musica

Giovedì 23 marzo

Auditorium Monteverdi I ore 11.00

COnCErtO PEr lE SCuOlE

Ensemble di percussioni

del Conservatorio di Mantova

Società della Musica

Sabato 25 marzo

vIaggIO MuSICalE a tOrInO

Orchestra del Teatro Regio

Gianandrea Noseda, direttore

Leonidas Kavakos, violino

aPrIlE

Società della Musica

Sabato 8 aprile

Spazio Studio Sant’Orsola I ore 21.00

Domenica 9 aprile

Spazio Studio Sant’Orsola I ore 17.00

van gOgh

Spettacolo di danza, musica e parole

Società della Musica

Venerdì 21 aprile

Auditorium Cavazzoni I ore 10.30

MuSICa SEnza Età

Concerto per le case di riposo

Gaia Bergamaschi, flauto

Marco Tariello, pianoforte

STAGIONE CONCERTISTICA2017 | 2^ edizione

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Società della Musica

Giovedì 27 aprile

Auditorium Monteverdi I ore 20.45

“FOllIa, l’altra vErItà”

Maddalena Crippa, voce recitante

Mario Ancillotti, flauto

Claude Hauri, violoncello

Antonino Siringo, pianoforte

MaggIO

Società della Musica

Giovedì 4 maggio

Auditorium Cavazzoni I ore 11.00

COnCErtO PEr lE SCuOlE

Fantastic Trio

Società della Musica

Venerdì 12 maggio

Auditorium Cavazzoni I ore 10.30

MuSICa SEnza Età

Concerto per le case di riposo

Concerto lirico degli allievi

del Conservatorio di Mantova

Società della Musica

Giovedì 18 maggio

Teatro Bibiena I ore 20.45

granDI IntErPrEtI

Congresso Federazione mondiale

amici dei Musei

Francis Duroy, violino

Agnès Melchior, pianoforte

Società della Musica

Sabato 27 e domenica 28 maggio

vIaggIO MuSICalE a rOMa

Orchestra dell’Accademia Nazionale

di Santa Cecilia

Michael Tilson Thomas, direttore

Katia e Marielle Labèque, pianoforti

gIugnO

Eterotopie Piano Festival

Lunedì 19 giugno

Cinema del Carbone | ore 21.15

KaFKa E lE SuE MEtaMOrFOSI

Metamorphosis: Immersive Kafka

di S. Kardos (Ungheria, 2010)

Progetto a cura di Cinema del Carbone

e Diabolus in musica

Eterotopie Piano Festival

Mercoledì 21 giugno

Madonna della Vittoria | ore 21.15

gIOrnata EurOPEa DElla MuSICa

Concerto dei migliori allievi

dell’Accademia pianistica

di Mantova - Curtatone

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12 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

STAGIONE CONCERTISTICA2017 | 2^ edizione

Eterotopie Piano Festival

Giovedì 22 giugno

Auditorium Monteverdi | ore 21.15

MEtaMOrFOSI BOrEalI

Omaggio a Einojuhani rautavaara

Laura Mikkola, pianoforte

Eterotopie Piano Festival

Venerdì 23 giugno

Madonna della Vittoria | ore 21.15

MEtaMOrFOSI DEl SEgnO dall’alahambra a

Escher e ritorno

a cura di Giovanni Pasetti

Takuya Otaky, pianoforte

Eterotopie Piano Festival

Sabato 24 giugno

Madonna della Vittoria | ore 21.15

MEtaMOrFOSI DElla MatErIa SOnOra

Alfonso Alberti - Anna D’Errico

due pianoforti

Eterotopie Piano Festival

Domenica 25 giugno

Madonna della Vittoria | ore 21.15

MEtaMOrFOSI DEl MItO

viaggio nella grecia contemporanea

in bianco e blu

Erato Alakiozidou, pianoforte

Letture a cura di

Alessandra Lovatti Bernini

Eterotopie Piano Festival

Lunedì 26 giugno

Madonna della Vittoria | ore 21.15

traSFOrMazIOnI, traSCrIzIOnI,

traSgrESSIOnI

Gli Ottomani

Ebony piano duo

Maria Ala-Hannula, Leonardo Zunica

Amadeus piano Duo

Valentina Fornari, Alberto Nosè

luglIO

Società della Musica

Sabato 1 luglio

Parco delle Bertone I ore 21.15

CarInhOSO

Alessia Martegiani e Maurizio Di Fulvio

jazz trio

Società della Musica

Venerdì 7 luglio

Palazzo d’Arco, Cortile d’onore I ore 21.15

OttOnI all’OPEra

Solisti dell’Orchestra dell’Opera Italiana

di Parma

Società della Musica

Sabato 15 luglio

Parco delle Bertone I ore 21.15

SguarDI Sul ‘900

Cuartet

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Società della Musica

Venerdì 21 luglio

Palazzo d’Arco, Cortile d’onore I ore 21.15

SuPErCEllOS

Italian Cello Consort

Anna Chierichetti, soprano

SEttEMBrE

Società della Musica

Venerdì 1 settembre

Palazzo Te, Loggia di Davide I ore 20.45

ParIgI E la BEllE EPOquE

Ensemble dei Salotti Musicali Parmensi

Società della Musica

Venerdì 15 settembre

Palazzo Te, Loggia di Davide I ore 20.45

DOnIzEttI, rOSSInI…

Il BuFFO all’OPEra

Eugenio Leggiadri Gallani, basso

Gabriella Orlando, pianoforte

Società della Musica

Venerdì 22 settembre

Madonna della Vittoria I ore 20.45

CaPrICCIO ItalIanO

PEr FlautO E arPa

Mario Carbotta, flauto

Paola Perrucci, arpa

Società della Musica

Venerdì 29 settembre

Madonna della Vittoria I ore 20.45

PlatErO y yO

Vanessa Gravina, voce recitante

Claudio Piastra, chitarra

OttOBrE

Concerti della Domenica

Domenica 8 ottobre

Teatro Bibiena I ore 17.00

gran galà lIrICO

I Vincitori della IX Edizione

del Concorso Internazionale

di Canto Lirico “Alfredo Giacomotti”

Angiolina Sensale, maestro concertatore

presenta Michele Nocera

Concerti della Domenica

Domenica 15 ottobre

Teatro Bibiena I ore 17.00

OPEra tangO trIO

Matteo Mignolli, flauto

Mirko Satto, bandoneon

Maddalena Murari, pianoforte

Concerti della Domenica

Domenica 22 ottobre

Teatro Bibiena I ore 17.00

rECItal “gIOvanI PrOMESSE”Marco Tariello, pianoforte

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14 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

STAGIONE CONCERTISTICA2017 | 2^ edizione

Concerti della Domenica

Domenica 29 ottobre

Teatro Bibiena I ore 17.00

vIrtuOSI all’OPEra

Giovanni Mareggini, flauto

Giovanni Picciati, clarinetto

Marta Cencini, pianoforte

nOvEMBrE

Concerti della Domenica

Domenica 5 novembre

Teatro Bibiena I ore 17.00

I lOvE PuCCInI!

Paola Sanguinetti, soprano

Davide Burani, arpa

Concerti della Domenica

Domenica 12 novembre

Teatro Bibiena I ore 17.00

granDI IntErPrEtI

Marcella Crudeli, pianoforte

Concerti della Domenica

Domenica 19 novembre

Teatro Bibiena I ore 17.00

OMaggIO a W. aMaDEuS MOzart

Orchestra Città di Grosseto

Dariusz Mikulski, direttore e corno

Maria Yavroumi, pianoforte

Tommaso Benciolini, flauto

Concerti della Domenica Domenica 26 novembreTeatro Bibiena I ore 17.00anIMa argEntInaDuo araba FeniceIvo Scarponi, violoncelloMoira Michelini, pianoforte

DICEMBrE

Concerti della Domenica Domenica 3 dicembreTeatro Bibiena I ore 17.00Il granDE gEOrgE: OPEra E MagIa!Dario Giorgelè, baritono e... mago!Corrado Casati, pianoforte

Eterotopie Piano Festival

Giovedì 7 dicembre

Auditorium Monteverdi | ore 20.45

ChOPIn E lE SuE MEtaMOrFOSI

Irina Chukowskaja, pianoforte

Eterotopie Piano Festival

Domenica 10 dicembre

Auditorium Monteverdi I ore 20.45

4th IntErnatIOnal aCErBI PIanO

anD ChaMBEr MuSIC COMPEtItIOn

Concerto finale dei premiati

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i concertimantovamusica

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16 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

GRANDI INTERPRETIInaugurazioneStagione concertistica 2017

Mercoledì 11 gennaio 2017

Teatro Bibiena | ore 20.45

Grazie al sostegno di:

aBBOnaMEntO

MantovaMusica

Sergej Krylov, violinoMichail Lifits, pianoforte

l. van Beethoven (1770 - 1827)

Kreutzer-Sonata op. 47

* * *

I. Stravinsky (1882 - 1971)     

Suite Italienne

M. ravel (1875 - 1937)          

SonataTzigane

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Alcune opere importanti del repertorio da ca-mera per duo strumentale si legano, in questalussuosa inaugurazione, all’intesa fra due musi-cisti di grande talento e di notevole esperienza internazionale. Sergej Krylov, violinista nato a Mosca nel 1970, è una figura d’interprete assai nota in Italia perché qui egli ha trovato la sua seconda patria: prima il perfezionamento con Salvatore Accardo, poi un’intensa e qualificatis-sima attività, quindi anche la residenza, mentre la carriera decollava a Vienna, alla Scala di Mila-no e a Salisburgo, in compagnia di artisti di fama come Maisky, Canino, la Zilberstein, Vengerov.

Meno noto ma di alto profilo anche il nome del pianista Michail lifits, 34 anni, originario dell’Uzbekistan, repubblica un tempo apparte-nente all’Unione Sovietica. Vincitore dell’edizione 2009 del prestigioso Concorso intitolato a Ferruccio Busoni, Lifits ha già raggiunto alcuni fra i teatri ed i festival più rinomati al mondo, ma ha anche coltivato la musica cameristica a fianco di talenti come Vilde Frang, Corina Belcea, Nicolas Alstaedt, Steven Isserlis.Tutto ciò insomma depone a favore di questo appuntamento che vede violinista e pianista

misurarsi con quattro composizioni di pregio: di Beethoven la Sonata op. 47, che nel 1803 venne dedicata al violinista Rudolph Kreutzer, trionfo di virtuosità e di potenza inventiva; di Stravinskij la spumeggiante Suite Italienne del 1925, viva di temi pergolesiani, e quindi, di Maurice Ravel la bella e originale Sonata in sol del 1927, nella quale compaiono echi jazzistici, e la estrosa Tzigane del 1924, dove il maestro francese, in una pagina strappapplausi, emble-matica della sua raffinatezza costruttiva, pone a dura prova, in particolare, l’abilità tecnica del violinista. _

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18 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

DON PASQUALE DI GAETANO DONIZETTIOpera in forma semiscenica

Domenica 15 gennaio 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Alessandro Trebeschi, maestro concertatoreFrancesca Tassinari - NorinaDomenico Menini - ErnestoPaolo Ingrasciotta - dottor MalatestaAlessandro Spina - Don Pasquale

Grazie al sostegno di:

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Puntuale e immancabile come ogni anno la rappresentazione in forma semi sceni-ca di un'opera per i Concerti della Dome-nica diviene un appuntamento imperdibi-le, specialmente se l'opera in questione è il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Don Pasquale, anziano e benestante ce-libe, vorrebbe designare il nipote Erne-sto come legittimo erede delle proprie ricchezze, a patto che Ernesto sposi una donna scelta da lui stesso.Ma Ernesto ama Norina, una giovane vedova molto graziosa ma povera. Don Pasquale non dà il proprio consenso alle nozze tra i due innamorati, e decide di diseredare Ernesto, prendendo moglie egli stesso.Don Pasquale chiede quindi aiuto al Dot-tor Malatesta affinchè lo aiuti a trovar una sposa ideale. Da qui si dipana la vicen-da, chiusa nelle stanze della casa roma-na di un ricco borghese. Donizetti ed il suo librettista Giovanni Ruffini disegnano una sorta di gioco di società per quattro persone, con situazioni tipiche dell'ope-ra buffa alternata a scene dal tono serio, quasi realistico. Si tratta di un gioco di-vertente solo in superficie: esso assume, talvolta, tratti spietati, che riguardano an-che la caratterizzazione dei partecipanti. Pur non essendovi dubbio sull'amore di

Norina per Ernesto, le sue qualità cama-leontiche sono sorprendenti e così pure la sua determinazione nel raggiungere la propria meta anche a costo di mentire e di ingannare. La scena in cui ella si eser-cita con Malatesta sull'atteggiamento da assumere per conquistare Don Pasquale è sicuramente comica; tuttavia, nel pro-vocare volontariamente una lite con Don Pasquale, ella supera decisamente ogni limite: il suo schiaffo è un'inutile umiliazio-ne ad un uomo già mortificato. Il povero Pasquale, pretendente da commedia, ci illumina sul fatto che i meccanismi prima-ri dei vecchi tipi drammatici si ritrovano, sotto forma simbolica più che realistica, nella complessità delle società reali: l’o-pera lirica gioca sulla distanza che sepa-ra realtà e finzione, facendo però capire che la finzione può parlare della realtà, e che uno schiaffo vero può alludere a mol-ti risvegli dal sogno, verso una realtà con-tro la quale la ribellione rimane illusoria. _

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20 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

ESCHER E LE SUE METAMORFOSI

Sabato 21 gennaio 2017

Milano | Palazzo Reale

Il percorso musicale di variazioni e Metamor-fosi si apre con una trasferta a Palazzo Reale di Milano, in occasione della mostra dedicata al grande artista olandese Maurits Cornelis Escher (1898 - 1972 ). Le connessioni tra Escher e la musica, soprattutto con le opere di J.S. Bach sono ormai ben documentate. L’artista stesso dichiarava che il suo operare, caratteriz-zato da tecniche di traslazione e scorrimento di “temi” di figure, fosse molto vicino ai processi di ripetizione, sovrapposizione, inversione del contrappunto bachiano. I rimandi tra Escher e Bach sono stati inoltre l’anello centrale di una delle opere di divulgazione scientifica più cele-bri del XX secolo, Gödel, Escher e Bach, il cui autore, il filosofo e scienziato americano Dou-glas Hofstadter, è già stato ospite di Eterotopie nel 2009, in un memorabile incontro-concerto tra musica, creatività e intelligenza artificiale. L’incontro con l’opera di Escher è inoltre stato fondamentale per alcuni compositori del XX secolo, come György Ligeti, il russo Edison Denisov e, più vicini a noi, in Italia, Ivan Fedele e il giovane Federico Gardella (si veda il pro-

FuOrI aBBOnaMEntO

Eterotopie Piano Festival

Visita guidata alla mostraa cura di Giovanni Pasetti

gramma del 24 giugno). Spinto dall’ammirazio-ne per le leggi della natura e animato da uno spirito sensibile alla geometria, Escher è autore di quelle opere d’arte che tutti conosciamo e che sono diventate parte integrante del voca-bolario di immagini del XX secolo; opere, come mostrerà la sapiente guida di giovanni Pasetti, che illustrano magicamente le infinite trasforma-zioni della natura e che ci permettono di entrare nelle misteriose strutture dei processi creativi e nei paradossi della percezione. _

per informazioni: [email protected]

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22 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

FRANZ LISZT: I POEMI SINFONICI

Domenica 22 gennaio 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

F. liszt (1811 - 1886)

Poemi sinfonici per pianoforte a 4 mani (trascrizione originale dell’autore)

OrpheusLes Préludes

* * *

Tasso. Lamento e trionfoMazeppa

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Marco SolliniSalvatore Barbatano,pianoforte a quattro mani

Grazie al sostegno di:

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Un insolito viaggio nella musica pianistica meno conosciuta del grande virtuoso e visionario compositore ungherese. Una scelta dei più bei Poemi Sinfonici, nell’arrangiamento origi-nale dell’Autore per pianoforte a 4 mani, dalla ben più nota stesura orchestrale. Il pianoforte diventa “sinfonico” nelle 4 mani degli interpreti per far vivere passioni, tormenti e oasi liriche dei racconti messi in musica, brani di ampio respiro che pongono al centro dell’attenzione le vicen-de leggendarie di eroi del passato. E così si evi-denziano gli ampi respiri ed i momenti cantabili e meditativi su Orpheus, il quarto della serie di 13 Poemi; segue il celebre Les Préludes, il terzo, ispirato da un testo di Alphonse de Lamartine, poi Tasso. Lamento e Trionfo, secondo della serie, tratto da un racconto di Lord Byron, ed infine l’esplosivo Mazeppa, il sesto, ispirato dal-le tormentate vicende del cavaliere omonimo descritte da Victor Hugo. Un programma appassionato ed appassionante che evidenzia tutte le potenzialità espressive del pianoforte, di grande impegno esecutivo e dal forte carattere narrativo. _

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24 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

INTEGRALE DEI QUARTETTI DI BEETHOVENIII CONCERTO

Giovedì 26 gennaio 2017

Madonna della Vittoria | ore 20.45

l. van Beethoven (1770 - 1827)

quartetto in Sib maggiore op. 18 n. 6Allegro con brioAdagio, ma non troppoScherzo. AllegroAdagio «La Malinconia»Allegretto quasi Allegro

quartetto in Fa maggiore op. 59 n. 1«rasumovsky»AllegroAllegretto vivace e sempre scherzandoAdagio molto e mestoAllegro

* * *

quartetto in Fa maggiore op. 135AllegrettoVivaceLento assai, cantante e tranquilloGrave ma non troppo tratto, Allegro

aBBOnaMEntO Società della Musica MantovaMusica

Quartetto di VeneziaAndrea Vio, violinoAlberto Battiston, violinoGiancarlo di Vacri, violaAngelo Zanin, violoncello

Grazie al sostegno di:

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Con questo nuovo concerto del quartetto di venezia, riprende il progetto dell’esecuzione integrale dei quartetti per archi di Beethoven, simbolo di quella musica da camera che, nata nei piccoli spazi domestici o nei saloni nobilia-ri, persegue l’ideale di un progresso linguistico fondato su bellezze che potrebbero dirsi supre-me. Non c’è dubbio che i quartetti beethovenia-ni siano legati ad una vera e propria esperienza intellettuale d’ascolto, ma è pur vero che mai la

vibrazione profonda del cuore scompare dall’a-zione compositiva del maestro tedesco. Ha det-to benissimo a questo riguardo Richard Specht, quasi cent’anni fa: in Beethoven “l’elemento di novità non consiste nel solo carattere affettivo della sua musica, nel carico di emotività im-postole, nel contenuto tragicamente umano e spirituale che lo fa superiore alle opere degli altri maestri; consiste anche nella parte pura-mente costruttiva, in tutta l’essenza dell’ispira-

zione e nel processo di attuazione”.Il Quartetto di Venezia, storico insieme italiano, affronta in questa serata tre momenti diversi della scrittura quartettistica beethoveniana: la giovanile op.18 n.6 (1801), la mediana op.59 n.1 (1808), prima delle tre dedicate al diplomatico russo Andrej Rasumovskij, ed ancora l’op.135 (1826), ultima fra tutte, penetrata da un’intelli-genza acutissima e da una visionarietà senza confronti. _

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26 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

SPLENDORI BAROCCHI Domenica 5 febbraio 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

g.F. handel (1685 - 1759)

aria “Dunque i lacci d’un volto” dall’opera armida per soprano e b.c.

Duetto “tanti strali” per soprano, contralto e b.c.

M. Corrette (1707 - 1795) Sonata II per fagotto e cembalo da“le delices de la solitude“ (allegro, aria I e II, allegro)

J.S. Bach (1685 - 1750)

aria „Du musst glauben“ dalla cantata 155 per soprano, contralto, fagotto e b.c.

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Ensemble Andrea PalladioFloriana Fornelli, sopranoSara Tommasini, contraltoSteno Boesso, fagottoEnrico Zanovello, clavicembalo

g.F. handel

aria di Bradamante “vorrei vendicarmi” dall’opera alcina per contralto e b.c.

g. Besozzi (1713 - 1786)

Sonata per fagotto e cembalo (allegro, adagio, allegro)

g.F. handel

Duetto “Caro amico amplesso” dall’opera Poro re delle Indie

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Il programma proposto vede un excursus fra il repertorio barocco europeo, attraverso un per-corso musicale che lega l’Italia, ed in particolare Venezia, all’Europa. Il genere della cantata amo-rosa non gode oggi della diffusione del melo-dramma, ma ne ha la stessa matrice, "Il recitar cantando", che permea e sigla tutte le forme vo-cali del primo e medio barocco e che continuerà a convivere felicemente con il suo naturale su-peramento, ovvero l'aria. La cantata profana vive e prospera per circa cento anni, dalla metà del' 600 in poi. Nata in ambito veneziano nei primi decenni del ‘600 con A. Grandi e P. Berti, con il termine "Cantada", diventerà una rilevante for-ma d'arte a Roma, Bologna, Napoli e poi ancora Venezia rappresentati in questo programma dai massimi compositori Monteverdi e Vivaldi. I duet-ti “Caro amico amplesso” e “Tanti strali al sen mi scocchi” di Handel sono fra le pagine più signi-ficative ed ispirate della maturità del “Caro Sas-sone”. La brillantezza e la sontuosità delle opere di Handel sono la loro cifra distintiva rispetto alle tante opere italiane rappresentate in Inghilterra. All’interno delle opere sono custodite delle vere perle musicali, che diventano spesso oggetto di riutilizzo e “prestiti” da parte dello stesso Han-del. Il duetto “Tanti strali al sen mi scocchi” ap-partiene a una serie di duetti scritti al suo ritorno ad Hannover nel 1710 dopo il soggiorno in Italia. Le due sonate strumentali per fagotto e basso continuo rappresentano e testimoniano struttu-

ralmente come la forma della sonata barocca si sviluppa in Europa ed in questo caso particolare in Francia. Girolamo Besozzi, nasce a Napoli ma la sua carriera musicale si sviluppa a Parigi dove partecipa, in veste di oboista, ai Concert Spiri-tuel al cospetto del re di Francia. La sua sonata per fagotto e basso continuo, nei caratteristici tre tempi, allegro, adagio, allegro, mostra le tipiche movenze della sonata barocca con la chiusura danzate del movimento finale. Assieme alla so-nata dell’altro francese Michele Corrette il fagot-to qui assurge a vero interprete e testimonia la vocazione all’intrattenimento e per gli splendori e gli sfarzi della corte barocca. _

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IL RITMO DI BEETHOVENE PIAZZOLLA

Domenica 12 febbraio 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

l. van Beethoven (1770 - 1827)

trio op. 38Adagio, Allegro con brioAdagio cantabileMinuetto - TrioAndante con variazioniScherzo - TrioAndante con moto alla marcia, Presto

a. Piazzolla (1921 - 1992)

Oblivion

Milonga de angel

la Muerte del angel

adios nonino

libertango

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Concerti della Domenica MantovaMusica

Trio BeethovenRaffaele Bertolini, clarinettoSilvano Maria Fusco, violoncelloMarco Schiavo, pianoforte

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Il programma propone due autori che hanno segnato epoche e stili diversi ma caratterizza-ti entrambi dalla forte caratteristica del ritmo, elemento sempre di primissimo piano nelle composizioni dei due compositori.Il trio op. 38 di Beethoven è la trascrizione elaborata dallo stesso autore del settimino op. 20 ed è basato su 6 movimenti. Molto co-nosciuto è il minuetto il cui tema è ripropo-sto anche nella sonata facile per pianoforte op.49 n. 2 in Sol maggiore. Ritmo e contrasti sono sempre presenti in tutti i movimenti del trio mentre l’adagio cantabile è forse la parte più affascinante del trio per l’intensa melodia iniziale all’insegna di una tenera e amabile cantabilità.Stesse caratteristiche troviamo nelle com-posizioni di Astort Piazzolla, ritmo e melodie malinconiche e a volte struggenti si alterna-no nelle milonghe e tanghi che andremo ad ascoltare nel programma odierno.Tra i brani in programma Adiós Nonino è pro-babilmente, con Libertango, la più celebre composizione di Astor Piazzolla.Venne composto nel 1959, quando Astor Piaz-zolla, che era in tournée nel centro America, ricevette la notizia della morte improvvisa del padre, don Vicente Piazzolla, familiarmente chiamato Nonino. Per l'occasione riprese un pezzo che aveva scritto nel 1954 (del quale esiste una incisione dell'orchestra di José

Basso, del 1962), conservandone la parte rit-mica ma accentuandone e prolungandone la melodia in una sorta di lamento. _

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30 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Giovedì 16 febbraio 2017

Madonna della Vittoria | ore 20.45

l. van Beethoven (1770 - 1827)

quartetto in Mib maggiore op. 74 «le arpe»Poco adagio - AllegroAdagio ma non troppoPrestoAllegretto con variazioni

quartetto in Do minore op. 18 n. 4Allegro ma non tantoAndante scherzoso, quasi allegrettoMinuetto. AllegrettoAllegro

* * *

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

Quartetto di VeneziaAndrea Vio, violinoAlberto Battiston, violinoGiancarlo di Vacri, violaAngelo Zanin, violoncello

INTEGRALE DEI QUARTETTI DI BEETHOVENIV CONCERTO

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quartetto in Sib maggiore op. 130Adagio ma non troppo, allegroPrestoAndante con moto ma non troppo. Poco scherzandoAlla danza tedesca. Allegro assaiCavatina. Adagio molto espressivoFinale. Allegro

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Da quest’anno “quartetto in residenza” alla Fon-dazione Cini, il quartetto di venezia viene an-noverato tra gli insiemi italiani di più lunga storia e prestigiosa esperienza. Venti registrazioni di-scografiche (con un “premio della critica italia-na” assegnato alle opere di Malipiero), presen-ze in tutta Europa, Stati Uniti e Sud America, ed una formazione irreprensibile condotta fra l’altro con Piero Farulli (membro del Quartetto Italia-no) e Sándor Végh sono già elementi sufficienti per comprendere il valore dell’attività di questo complesso cui si deve oltretutto il recupero del raro repertorio quartettistico nazionale, ingiusta-

mente misconosciuto, da Boccherini a Bazzini, Zandonai, Respighi. Ma qui l’insieme veneziano si cimenta in un nuovo capitolo dell’integrale be-ethoveniana, prova ardua, ed occasione prezio-sa d’ascolto, con tre fermate importanti: l’ordine cronologico delle opere muove dal Quartetto in do minore dell’op. 18, quarto agile numero dei 6 che appartengono a questo cimento giovanile, pubblicato nel 1801 e dedicato ad una delle fi-gure viennesi che a quel tempo che divennero protettori e mecenati del compositore, il princi-pe Franz Jospeh Lobkowitz; quindi si sofferma sull’opera 74 del 1809, il Quartetto “delle arpe”,

cosiddetto per i pizzicati che percorrono il primo movimento, chiudendo il cammino con la vasta op.130 pubblicata nel 1827, l’anno della morte del maestro tedesco, una di quelle partiture nelle quali s’espande tutta la forza sperimentale della sua ispirazione, distesa su una anomala architettura in sei movimenti, tuttavia volta ad un ammirevole senso di unità. E così, in questa tappa avanzata, tutto sommato si raggruma l’ec-cezionalità dei quartetti, lavori per l’avvenire, in-quieti interrogativi rivolti da Beethoven all’anima sua propria ed a quella della musica da camera, sconvolta nelle sue placide tradizioni. _

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F. CHOPIN: “IL PRINCIPE DEL ROMANTICISMO”

Domenica 19 febbraio 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

E. grieg (1843 - 1907)

to nordiske melodier (Due melodie nordiche) per archi, Op. 63

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Concerti della Domenica MantovaMusica

Orchestra del Festival Internazionale “Omaggio a Maria Callas”Lorenzo Passerini, direttoreLeonora Armellini, pianoforte

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F. Chopin (1810 - 1849)

Concerto n. 1 in mi minore per pianoforte e orchestra, Op. 11(trascrizione per pianoforte e orchestra d'archi)

E. grieg

Fra holbergs tid (holbergs Suite), Suite in stile antico per archi, Op. 40/a

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È curioso notare quanto il Concerto in Mi minore di Chopin (composto nel 1830), una delle opere del Romanticismo più amate da esecutori ed ascoltatori, fosse stata aspramente criticata in passato. Quando Chopin, ventenne, si trasferì a Parigi, ottenne un’audizione da Kalkbrenner, il più grande pianista dell’epoca. Si presentò con questo Concerto, forte delle esecuzioni accolte con entusiasmo dal pubblico, ma la risposta fu terribile: “Venga a lezione da me per tre anni e farò di lei qualcuno”. Per giunta, prese una matita rossa e ne depennò alcune parti. Jozef Elsner, maestro di Chopin, ne rimase furibondo: com’era possibile che il suo allievo prediletto, da lui definito “genio musicale”, venisse consi-derato come uno scolaretto bisognoso di altri tre anni di lezioni? Era chiaro che Kalkbrenner avesse riconosciuto in Chopin un rivale e che preferisse tenerlo sotto controllo; tutt’al più avrebbe potuto comunque affermare che si trattasse di un suo allievo. Nonostante questo episodio, Chopin dedicò questa partitura pro-prio al grande pianista, forse come tentativo di

rabbonirlo in seguito al suo rifiuto di seguire il corso triennale di studi. Un’altra critica mossa ai Concerti di Chopin riguarda l’orchestrazio-ne, definita spesso povera e poco elaborata, a fronte di una parte pianistica preponderante e ricca di virtuosismi e meravigliose melodie. Ma la prova più convincente del fatto che l’orche-strazione di Chopin è l’unica che si addica ai suoi concerti è data dai non pochi tentativi di arricchirla operati da numerosi specialisti, Bala-kirev e Granados per esempio. Ebbene, l’unica conclusione di questi lavori è stata fallimentare, riuscendo solamente a danneggiare l’impo-stazione del Concerto e rendendo necessarie anche delle modifiche alla parte pianistica, al-terandone lo splendido equilibrio. Nonostante le dure critiche, resta il fatto che i Concerti di Chopin continuano ad essere tra i più studiati e proposti dai pianisti, e che il pubblico li ama, e si sa, il pubblico non ha mai completamente torto. Chopin, nei suoi Concerti, è un poeta, forse an-cora lontano dalla grande poesia che raggiun-gerà più tardi, ma è già poeta autentico. _

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34 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

OMAGGIO A GIUSEPPE VERDI

Domenica 26 febbraio 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

g. verdi (1813 - 1901)

Brani celebri da traviata, rigoletto e Il trovatore

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Silvia Di Falco, sopranoHalla Margret, soprano drammaticoRoberto Costi, tenoreGiorgio Cebrian, baritonoMassimiliano Catellani, bassoPalmiro Simonini, pianoforte

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Giuseppe Verdi è considerato dai critici mu-sicali il dominatore della scena lirica otto-centesca, è autore dei più famosi melodram-mi presenti nel repertorio di ogni teatro, un compositore universalmente riconosciuto tra i massimi operisti. La sua celeberrima Trilogia Popolare sarà protagonista nel concerto lirico-musicale proposto dal Circolo Ferruccio Buso-ni. Ad interpretare le arie immortali e le migliori pagine tratte da Rigoletto, Traviata e Trovatore un cast d’eccezione coadiuvato musicalmente dalle note al pianoforte del Maestro Palmiro Simonini. Oltre a halla Margret e Silvia Di Falco (soprano), roberto Costi (tenore) e Ma-similiano Catellani (basso) sarà ospite d’onore della serata il baritono giorgio Cebrian consi-derato unico nell’associare una vocalità straor-dinariamente versatile ad una raffinata, sapien-te e profonda interpretazione dei personaggi, facendone un autentico “cantante attore” di altissimo livello artistico. La Scala di Milano, Fe-stival di Salisburgo, Metropolitan di New York, Covent Garden di Londra, sotto la direzione di Von Karajan, Solti, Kleiber, Giulini, Abbado, Le-vine, Muti, Sinopoli, Chailly e con artisti del ca-libro di Domingo, Carreras, Pavarotti, Caballé, Freni, Bruson e Di Stefano. _

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36 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Mercoledì 1 marzo 2017

Auditorium Monteverdi | ore 20.45

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

Massimo Mercelli, flautoRamin Bahrami, pianoforte

BACH SANSSOUCI

J.S. Bach (1685 - 1750)

Fuga canonica in Epidiapente from Musical Offering

C.P.E. Bach (1714 - 1788)

Sonata in D minorAllegretto - Adagio - Allegro

J.S. BachSonata in B minor BWv 1030Andante, Largo e dolce, Presto

* * *

Club San Giorgio

M. nyman (1944)

yamamoto Perpetuo for solo flute, dedicated to Massimo Mercelli

J.S. BachSonata in g Major BWv 1038Largo, Vivace, Adagio, Presto

J.S. Bachricercare a tre from Musical Offering

J.S.Bach / C.P.E. BachSonata in C minorLargo - allegro - andante - allegro

Grazie al sostegno di:

Club Mantova

Con la collaborazione di:

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Un duo d’eccellenza: ramin Bahrami, pianista iraniano considerato, a livello internazionale, uno tra i più importanti interpreti bachiani con-temporanei, e il flautista Massimo Mercelli, che a soli diciannove anni divenne primo flauto al Teatro La Fenice di Venezia.I due musicisti eseguono un repertorio ba-sato principalmente in una serie di sonate di Johann Sebastian Bach e del figlio di questi, Carl Philipp Emanuel Bach, legate alla corte di Federico il Grande (cui Bach padre aveva de-

dicato “L’offerta musicale” e di cui Bach figlio fu maestro di Cappella). Una “chicca” sarà il nuo-vo brano di Michael Nyman dedicato al duo. Ramin Bahrami affronta la monumentale pro-duzione di Bach con il rispetto e la sensibilità cosmopolita della quale è intrisa la sua cultu-ra e la sua formazione. Le influenze tedesche, russe, turche e naturalmente persiane, gli permettono di accostarsi alla musica di Bach esaltandone il senso di universalità che la ca-ratterizza. Diplomatosi giovanissimo presso il

Conservatorio G.B. Martini di Bologna, Massi-mo Mercelli suona regolarmente nelle maggio-ri sedi concertistiche del mondo: Carnegie Hall di New York, Herculessaal e Gasteig di Mona-co, Teatro Colon di Buenos Aires, Filarmonica di San Pietroburgo, per citarne solo alcune. Direttore artistico e fondatore dell’Emilia Ro-magna Festival, dal 2001 fa parte del comitato direttivo della European Festivals Association (EFA), prestigiosa associazione di cui dal 2011 è presidente. _

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38 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

FESTA DELLA DONNA: FABIO TESTI E LE POESIE D’AMORE DI GARCIA LORCA E PABLO NERUDA

Domenica 5 marzo 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

Musica di a. Piazzolla, E. Morricone, J. Ibert, F. Sor, M. de Falla

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Fabio Testi, voce recitanteStefano Maffizzoni, flautoAndrea Candeli, chitarra

Grazie al sostegno di:

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Un itinerario poetico-musicale at-traverso i brani e le composizioni poetiche di Federico Garcia Lorca e Pablo Neruda. La voce calda e sua-dente del celebre attore Fabio testi intervallata da brani intensi musicali da due artisti d'eccezione come Stefano Maffizzoni e andrea Can-deli, accompagneranno lo spettato-re in un viaggio sentimentale, alla scoperta delle creazioni mitiche, come la figura del “gitano” e del “torero”, fuoriuscite dalla penna dei poeti più sensibili. Sono arie e po-esie dai forti colori locali intrise di tutte le varianti del dolore sempre dominato dall’amore e dalla morte, dove l’eterna domanda, tipicamen-te lorchiana, rimane sempre senza risposta. È una trasposizione arti-stica di quell’Andalusia gitana ricca di tradizioni folkloristiche culturali, fortemente dominate da colori e sentimenti, capaci di trasmettere emozioni tanto profonde nella loro semplicità primitiva, tracciando un filo conduttore storico-musicale di una tradizione tanto ricca ma an-cora poco conosciuta, attraverso la Poesia e la Musica della Spagna del '900. _

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40 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Compagnia Danzarea

Ebony Piano DuoMaria Ala-Hannula, Leonardo Zunica

Nicola Baroni, hypercello

Coreografie di Chiara OlivieriMusiche di Nicola Baroni, John AdamsConsulenza tecnica di Gabriele Barlera

Sabato 11 marzo 2017

Spazio Studio Sant’Orsola | ore 21.00

K_MESSENGERInvenzioni a più voci

FuOrI aBBOnaMEntO

Eterotopie Piano Festival

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“L’arte rende visibile l’invisibile”, come scris-se Paul Klee. K_Messenger nasce seguendo questa leggendaria intuizione, in un progetto interattivo in cui suono e gesto corporeo ali-mentano le proprie tessiture, nel tentativo di farne emergere i possibili messaggi, rimandi, visioni, le infinite metamorfosi. Nel caso di K_Messages, creazioni sonore del violoncellista e compositore nicola Baroni, i “messaggi”

sono tratti da testi di Kafka, e vengono “tra-dotti” in tempo reale attraverso l’hypercello, “strumento”  nato nei laboratori del  Massachu-tes Institute of Tecnology (MIT) negli anni 90. L’hypercello prevede la trasformazione dello strumento classico in iperstrumento, attraverso un procedimento elettroacustco che si basa sull’interazione in tempo reale del suono e dell’esecutore. La danza partecipa di questa

creazione estemporanea attraverso l’utilizzo di sensori che fungono da veri e propri “am-plificatori” sonori del gesto corporeo. In Halle-lujah Junction, brano del grande compositore americano John Adams, qui realizzato con due sintetizzatori, la danza intende rendere “os-servabile” il processo di continua ed esaltante trasformazione sonora di uno dei grandi brani della letteratura piansitica del XX secolo. _

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42 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

CONCERTO ALLA MEMORIA DEL CAV. UFF. M° SERGIO MAFFIZZONI

Domenica 12 marzo 2017

Auditorium Monteverdi | ore 17.00

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Luca Passarella, pianoforte

Grazie al sostegno di:

J.S. Bach (1685 - 1750)

toccata e Fuga in re minore

S. rachmaninov (1873 - 1943)

Sonata op. 28 n. 1

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I Concerti della Domenica sono orfani di un uomo di cultura, di un importante intellettuale e di un profondo conoscitore della musica. Il M° Sergio Maffizzoni si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio “Giu-seppe Verdi” di Milano, sotto la guida del M° Giuseppe Piccioli ed è stato allievo prediletto del M° Giuseppe Benedetti Michelangeli prima e del M° Arturo Benedetti Michelangeli dopo, vivendo in questa famiglia d’artisti come un figlio per più di vent’anni. In seguito, ricopren-do la cattedra di pianoforte principale al Conservatorio Statale di Musica “Lucio Campiani” di Mantova ha diplo-mato decine di pianisti. Già Cavaliere per meriti artistici nel 2012 è stato decorato con l'onorificenza di Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana sia per la sua attività che per la sua costante attività di promozio-ne e diffusione della musica nella collettività.Per il quarto anno dalla scomparsa del Maestro, il suo allievo prediletto e talentuoso M. luca Passarella pre-senterà per il Concerto alla Memoria, un programma ricco di virtuosismo e di intima musicalità. Vincitore di prestigiosi premi, suona regolarmente per importanti Istituzioni Musicali. _

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44 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Giovedì 16 marzo 2017

Auditorium Monteverdi | ore 20.45

J. Brahms (1833 - 1897)

Sonata n. 1 Op. 78 in Sol maggioreVivace ma non troppoAdagioAllegro molto moderato

Sonata n. 2 Op. 100 in la maggioreAllegro amabileAndante tranquillo/VivaceAllegretto grazioso (quasi Andante)

* * *

Sonata n. 3 Op. 108 in re minoreAllegroAdagio Un poco presto e con sentimentoPresto agitato

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

Bin Huang, violinoEdoardo Strabbioli, pianoforte

PAGANINI PRIZEBRAhMS. LE TRE SONATE PER VIOLINO E PIANOFORTE

Con la collaborazione di:

Club Andes di Virgilio Curtatone

Club Mantova Castelli

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45

“Potere energetico e creativa delicatezza”: così un giornale tedesco ha sintetizzato alcune delle tante qualità della violinista Bin huang, 45 anni, vincitrice nel 1994 del Concorso Paganini di Ge-nova e quindi, nel 1999, del Concorso ARD di Monaco di Baviera, due delle competizioni in-ternazionali più note e qualificate, due fra i pre-mi più ambiti dai giovani interpreti.Cinese di nascita, Bin Huang s’è formata musi-calmente nel suo paese e successivamente ne-gli Stati Uniti, intraprendendo quindi una carriera

d’alto profilo che oggi la vede attiva su più fron-ti, incluso quello didattico. Personalità dunque estremamente interessante che qui si affianca a quella del pianista Edoardo Strabbioli, musi-cista versatile e di lunga esperienza, che nell’e-sercizio della musica cameristica ha trovato partner di valore come i violinisti Krylov, Amoyal e Zimmermann, come la cantante Cecilia Ga-sdia, come la violoncellista Wen-Sinn Yang, toc-cando teatri e festival di prima grandezza.Interpreti insomma perfetti per un programma

che si cala tra le emozioni e la razionalità di Jo-hannes Brahms, qualità espresse mirabilmente nel meraviglioso ciclo delle tre Sonate per vio-lino e pianoforte: la prima in sol maggiore del 1878, la seconda del 1886 e la terza la cui la-vorazione fu conclusa nel 1888, raccontano ora con delicatezza, ora con fervente passione il cammino di un maestro che trovò nell’intimità del camerismo il suo linguaggio più autentico, tra architetture meditate ed una ispirazione lirica intensamente vitale. _

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46 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Un grande compositore del nostro tempo, John Cage, ha spiegato con una sintesi molto effica-ce l’importanza acquistata dagli strumenti a per-cussione nella musica d’oggi: “Archi, legni, ot-toni (ossia le altre famiglie di strumenti presenti in orchestra, ndr.) la sanno troppo lunga sulla musica mentre sanno troppo poco del suono. Per studiare il rumore bisogna andare alla scuo-la delle percussioni”.L’horus Percussion Ensemble, formazione nata in seno al Conservatorio Lucio Campia-ni di Mantova, collabora con musicisti di rilie-vo come Daniele Di Gregorio, Mauro Negri, Giorgio Di Tullio, Gianni Coscia e molti altri. Ha partecipato a molteplici rassegne musicali e festival jazz internazionali, ottenendo lusin-ghieri apprezzamenti da pubblico e critica, e di recente si è esibito in occasione della XII edi-zione del Torneo Internazionale della Musica, conseguendo un punteggio tra i più alti nella sezione Musica da Camera.Il concerto prevede musiche di Argenziano, Stefanuto, Reich, Green, Cirone, Santamaria. _

Ensemble di Percussioni del Conservatorio di Mantova

Giovedì 23 marzo 2017

Auditorium Monteverdi | ore 11.00

Con la collaborazione di:

CONCERTO PER LE SCUOLEI colori della percussione

*FuOrI aBBOnaMEntO

Società della Musica

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Fantastic TrioFrancesco GuicciardiMatteo PoianiNicola Alberto Morelato

Giovedì 4 maggio 2017

Auditorium Cavazzoni | ore 11.00

FuOrI aBBOnaMEntO

Società della Musica

CONCERTO PER LE SCUOLE

v. Semionov (1946) Don - rhapsody n. 1Fisarmonica: Francesco Guicciardi

Don - rhapsody n. 2Fisarmonica: Matteo Poiani

v. trojan (1907 - 1983)

Die zertrümmerte KathedraleFisarmonica: Nicola Alberto Morelato

anonimoBalkan dance

W. Beltrami (1922 - 1999)

Il treno

a. Piazzolla (1921 - 1992) arr. P. VignaniMeditango

J. Pachelbel (1653 - 1706) arr. M. MilaniCiaccona in fa minore

M. Milani Diario di bordoCzardas Op. 2 tarì

Il viaggio inizia con la fisarmonica solista e la grande tradizione russa: le due rapsodie di Se-menov rappresentano due visioni del grande fiume Don. Rimanendo in Russia ascoltiamo il dramma della cattedrale distrutta descritta da Trojan: le dissonanze ci fanno sentire sulla pelle gli enormi massi di marmo cadenti dall’alto; in-fine tutto si spegne nel silenzio. Il trio propone invece un viaggio: dall’anonimo Balkan Dance, che ricorda le vicine terre dell’est Europa, il tre-no melodioso di Beltrami ci accompagna con la sua bella andatura da viaggio. Ecco poi un tan-go argentino di Piazzolla: Meditango. Rallentan-do il passo ritorniamo alle origini della musica moderna con Pachelbel: la bellissima Ciaccona eseguita con tre fisarmoniche permette molta chiarezza nell’individuare le singoli voci e il ma-gnifico contrappunto barocco. Diario di bordo, il brano più recente composto dal M° Milani, ci fa prendere la nave per poter fare le ultime tappe insieme a lui: con Czardas e Tarì rientriamo an-cora nella tradizione est-europea, quella unghe-rese prima e poi sempre più a est. _

Con la collaborazione di:

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48 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Orchestra del Teatro RegioGianandrea Noseda, direttoreLeonidas Kavakos, violino

Sabato 25 marzo 2017

Torino | Teatro Regio | ore 20.30

Informazioni e prenotazioni

telefono 0376 355566

Mail [email protected]

VIAGGIO MUSICALE A TORINO, TEATRO REGIO

*FuOrI aBBOnaMEntO

Società della Musica J. Brahms (1833 - 1897)

Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77

l. Dallapiccola (1904 - 1975)

Marsia, frammenti sinfonici dal balletto

M. Musorgskij (1839 - 1881)

quadri di un’esposizione Orchestrazione di Maurice Ravel

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PrOgEttI ChE CrESCOnO COn nOI

La Fondazione Comunità Mantovana Onlus è nata in data 25 febbraio 2000 grazie all’entusiasmo di un gruppo di persone orientate verso il comune obiettivo di migliorare il livello della collettività mantovana.

Appartiene a tutti i mantovani e costituisce uno strumento perenne per il rafforza-mento dei legami di solidarietà e responsabilità sociale, il miglioramento della qualità della vita, la riduzione dei disagi e delle sofferenze di tutti coloro che vivono ed operano nel territorio provinciale.

Gli ambiti di intervento sono: assistenza sociale e socio-sanitaria, tutela, promozione e valorizzazione della cultura e dell’arte, tutale e valorizzazione della natura e dell’ambiente.

La Fondazione Comunità Mantovana si sta rivelando anche una potente modalità per dar vita ad iniziative di impatto collettivo in grado di coinvolgere una pluralità di sog-getti provenienti da diversi settori per il conseguimento, pur nel rispetto della reciproca autonomia, di obiettivi comuni.

Fondazione Comunità Mantovana Onlusvia Portazzolo, 9 - Mantovatel. e fax 0376 [email protected]

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50 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Spettacolo di danza, musica e parole

Sabato 8 aprile 2017

Spazio Studio Sant’Orsola | ore 21.00

Con la collaborazione di:

FuOrI aBBOnaMEntO

Società della Musica

Domenica 9 aprile 2017

Spazio Studio Sant’Orsola | ore 17.00

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

VAN GOGH

Produzione: Società della Musica

Regia: Italo Scaietta

Coreografie: Chiara Olivieri

Testo e pittura: Angelo Antonio Falmi

Danzatori: COD danza con Marco Bissoli, Carlotta Graffigna, Chiara Olivieri, Debora Scandolara, Melania Sottolano

Musicisti: Alessandra Aitini (flauto), Giulia Panchieri (viola), Dora Scapolatempore (arpa), Kerem Brera (violoncello)

Musiche: A. Bax, G. Cassadò, G. Ligeti, G. Faurè, C. Debussy

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Uno spettacolo di danza, musica, parole e pittura, eseguiti dal vivo, per raccontare l’arte di Vincent Willem Van Gogh, artista e uomo straordinaria-mente moderno, alla ricerca continua del vero e dell’essenziale. Un viaggio nella suggestione del dialogo, reale e illusorio, individuale e collettivo per comprendere che “quando siamo comple-tamente sorpresi della nostra vita naturale,alcuni di noi sono anche disposti ad assecondare l’an-damento delle cose; tuttavia non rinunciano alla loro consapevolezza e vogliono sapere cosa stia succedendo veramente”. Vincent Van Gogh, Lettera a Theo Van Gogh

“Le persone sono paragonabili a chicchi di gra-no. In ogni essere umano sano e naturale esiste, come in un chicco di grano, una forza germinatri-ce. E la vita naturale è quindi germinare. Ciò che nel chicco di grano è forza germinatrice, in noi è amore. Ora, quando siamo ostacolati nel no-stro sviluppo naturale, quando vediamo impedita la nostra germinazione, trovandoci nelle stesse condizioni del chicco di grano tra le macine del mulino, restiamo a bocca aperta, spettatori impo-tenti. Quando le cose vanno così e siamo com-pletamente sorpresi della perdita della nostra vita naturale, alcuni di noi sono anche disposti ad assecondare l’andamento delle cose, e tuttavia non rinunciano alla loro consapevolezza e vo-gliono saper cosa stia succedendo veramente...”.Vincent Van Gogh, Lettera a Theo Van Gogh _

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I due giovani interpreti si misurano con due ca-pisaldi del repertorio per flauto e pianoforte. La Sonata op. 94 di Sergei Prokofiev, composta nel 1943 ad Alma-Ata in Asia Centrale, nello stesso anno in cui venne alla luce la Settima Sonata per pianoforte, è caratterizzata da tut-ti i registri tipici della musica del compositore sovietico: lirismo, propensione al grottesco, in-quietudine ed umorismo. La Sonata di Francis Poulenc è certamente una delle composizioni cameristiche più riuscite del compositore francese. Scritta tra ’56 ed il ’57 riassume nei suoi tre movimenti l’estetica di Poulenc in cui leggerezza, eleganza, preci-sione, e virtuosismo tipicamente “francesi”, si alternano con momenti di assoluto intimismo e commovente profondità. _

Gaia Bergamaschi, flautoMarco Tariello, pianoforte

Venerdì 21 aprile 2017

Auditorium Cavazzoni | ore 10.30

MUSICA SENZA ETàConcerto per le Case di riposo

S. Prokofiev (1891 - 1953)

Sonata in re magg, Op. 94, per flauto e pianoforte1. Moderato2. Scherzo: Presto 3. Andante 4. Allegro con brio

F. Poulenc (1899 - 1963)

Sonata per per flauto e pianoforte1. Allegro malinconico2. Cantilena3. Presto giocoso

FuOrI aBBOnaMEntO

Società della Musica

Con la collaborazione di:

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In questo concerto mattutino per gli ospiti di al-cune Case di riposo della provincia saranno di scena allievi delle classi di canto del Conser-vatorio lucio Campiani di Mantova.Sarà un’occasione per ascoltare alcune tra le arie più significative di Mozart, Verdi e Puccini. _

Concerto lirico degli Allievi del Conservatorio di Mantova

Venerdì 12 maggio 2017

Auditorium Cavazzoni | ore 10.30

FuOrI aBBOnaMEntO

Società della Musica

MUSICA SENZA ETàConcerto per le Case di riposo

Con la collaborazione di:

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54 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Maddalena Crippa, voce recitanteMario Ancillotti, flautoClaude Hauri, violoncelloAntonino Yeknur Siringo, pianoforte

Giovedì 27 aprile 2017

Auditorium Monteverdi | ore 20.45

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

“FOLLIA, L’ALTRA VERITà”

M. Marais (1656 - 1728)Follia di SpagnaLibera realizzazione per flauto e violoncello(1a parte)

a. Merini lettura da “l‘altra verità”Spazio - Spazio

M. MaraisFollia di SpagnaLibera realizzazione per flauto e violoncello(2a parte)

n. Castiglioni (1932 - 1996)Musica vneukokvhaja n° 2Danza, per ottavino

a. Merini lettura da “l‘altra verità”

Con la collaborazione di:

Inner Wheel Mantova Soroptimist InternationalClub di Mantova

Delegazione di Mantova

y. Siringo Improvvisando da Follia di Spagna

a. Merini lettura da “l‘altra verità”“Sono folle di te”

F. Schubert (1797 - 1828)Impromptu op. 90 n° 4

a. Merini lettura da “l‘altra verità”“Pensiero non ho più parole”

a. Portera (1973)trio giallo per flauto, violoncello, pianoforte(1a es. assoluta)

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Cosa abbiano in comune la Follia come disturbo psichico, e la musica, sia pure intitolata “Follia”, è una delle cose più ardue che mi sia trovato a spiegare. Eppure c’è, ed è evidente, un lega-me fortissimo, quasi fisico. Se la prima indica la condizione di difficoltà di adattamento che si esibisce esternemente, unita ad una sofferenza interiore, la seconda è invece lo sgorgare di una emozione interna nel definito raziocinio costrut-tivo delle forme. Una è distruzione, l’altra è co-struzione. Niente di più distante, dunque. Dob-biamo andare più a fondo per trovare la zona in cui queste due espressioni abbiano un comune denominatore. Solo nel nostro inconscio pos-siamo trovare contenuti comuni: la solitudine, il dolore, l’estraneità, l’incognito, il mistero, l’intimi-tà, l’unicità ed essenzialità personale. Di tutte queste cose soffre il folle, e anche il creatore di musica, solo che quest’ultimo riesce ad esprimerle. Potremmo dire che il musicista, o meglio, l’artista, è la voce della Follia. Per sua fortuna non è solo questo. Ma anche questo, sì. Ed ecco che anche noi abbiamo sentito il bisogno di dare ascolto alla Follia attraverso la Musica. La musica del resto spesso comunica il disagio psichico, basti pensare a quanti personaggi folli dei vari melodrammi abbiano trovato espressio-ne in essa, o a quante tradizioni musicali sono legate ad essa, dalle nostre Tarantole ai Dervi-sci Roteanti. Dunque nulla di strano se un tema

musicale, fra i più antichi della storia europea, di origine portoghese ma divulgatasi dappertutto, con il suo ritmo ossessivo, con le sue ripetizio-ni tormentose, che vogliono l’improvvisazione se pur prigioniera dentro schemi precisi, con il suo multiforme aspetto, ora lento, statico, solen-ne, ora rapido, rutilante, nervoso, fu da sempre chiamato Follia. E come questo tema fu da innu-merevoli compositori usato, trasformato, distor-to; da Frescobaldi a Corelli, da Haendel a Bach da Rachmaninoff a Vangelis. Abbiamo anche noi subito il fascino di questo tema (musicale, psichico?) ed abbiamo messo la Follia musicale assieme a quella delicata e commovente di un poeta che più di ogni altro ha la capacità di farci condividere le sue emozioni: Alda Merini. Con lei sembra di aver percorso la stessa strada. Così la descrizione dell’abisso del manicomio è accompagnata dalla Follia di Ma-rais fino alla alienazione di Castiglioni e dell’im-provvisazione musicale dolorosa, ma l’idillio, l’intimità ed essenzialità dell’amore non poteva essere affiancata che da Schubert, altro irrinun-ciabile compagno di strada. Così come il mistero dell’incognito, dell’anelito verso lo spazio, verso il pensiero libero, sarà musicalmente rappresen-tato dalla sensibilità di Andrea Portera. Emozione, commozione, condivisione di turba-menti che solo attraverso l’Arte possono essere compresi e sublimati, possono essere edificanti e non distruttivi. (Mario Ancillotti) _

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mantovamusicascatti fotografici edizione_2016

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58 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Francis Duroy, violinoAgnès Melchior, pianoforte

Giovedì 18 maggio 2017

Teatro Bibiena | ore 20.45

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

GRANDI INTERPRETICongresso Federazione mondiale amici dei Musei

C. Saint-Saëns (1835 - 1921) 

Danse macabre

C. Debussy (1862 - 1918) 

Sonata

B. Bartok (1881 - 1945)      

rapsodia n° 1

E. ysaÿe (1858 - 1931)

Sonata n° 3 per violino solo

J. Williams (1932)

Devil's dance

r. Schumann (1810 - 1856)   

Sonata n° 1 op. 105

Con la collaborazione di:

Amici di PAlAzzo Te e dei musei mAnTovAni

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Due grandi interpreti francesi, Francis Duroy e agnès Melchior, saranno i protagonisti del concerto organizzato in occasione del sedi-cesimo Congresso della Word Federation of Friends of Museums (Federazione mondiale degli Amici dei Musei) che si terrà a Mantova e a Verona dal 18 al 21 maggio 2017.Il programma, che si presenta variegato e deci-samente accattivante, comprende la prima so-nata di Robert Schumann e la sonata di Claude Debussy, due capisaldi del repertorio per vio-lino e pianoforte, la celebre terza sonata per violino solo di Eugène Ysaye, la Prima Rapso-dia di Béla Bartòk costruita su motivi della mu-sica popolare della Transilania e infine la cele-bre Danse macabre di Camille Saint-Saens e la Devil’s dance di John Williams tratta dal film Le streghe di Eastwick. _

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60 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa CeciliaMichael Tilson Thomas, direttoreKatia e Marielle Labèque, pianoforti

27 - 28 maggio 2017

Roma | Auditorium Parco della Musica

Informazioni e prenotazioni

telefono 0376 355566

Mail [email protected]

VIAGGIO MUSICALE A ROMA

FuOrI aBBOnaMEntO

Società della Musica W.a. Mozart (1756 - 1791)

Concerto per due pianoforti K 365

g. Mahler (1860 - 1911)

Sinfonia n. 5

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62 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Progetto a cura di Cinema del Carbone e Diabolus in musica

Lunedì 19 giugno 2017

Cinema del Carbone | ore 21.15

KAFKA E LE SUE METAMORFOSI

aBBOnaMEntO

Eterotopie Piano Festival

MantovaMusica B. Britten (1913 - 1976)

dalle Six Methamorphosis after Ovidniobe 

Giulia Baruffaldi, oboe

la vendetta del Cameramendi ladislav StarevichMosca, 1912

sonorizzazione di Massimo Biasioni

the Methamorphosis - Immersive Kafkadi Sandor Kardos Ungheria, 2009

Introduce giorgio Fontana

Con la collaborazione di:

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«the methamorohisis Immersive Kafka» è un adattamento cinematografico del celebre racconto dello scrittore boemo, La Metamor-fosi, in cui, come si sa, il protagonista, Gregor Samsa, si sveglia un mattino trasformato in un gigantesco insetto. Il film, che presentiamo per la prima volta in Italia, è stato girato usando una particolare telecamera soggettiva a 360°, nel tentativo di narrare il racconto interamente dalla

prospettiva di Gregor - insetto. Pensato anche per diventare una installazione interattiva alla quale lo spettatore può accedere secondo di-versi punti di vista, immergendosi così nello spazio del racconto, il progetto è stato vincitore dell’Hollywood Reel Independent Film Festival 2011 e ha ottenuto il riconoscimento di Miglior film sperimentale nel festival cinematografico di Rotterdam nel 2009. L’intervento di giorgio

Fontana, scrittore e appassionato conoscitore di Kafka, ci propone un punto di vista alternativo nella lettura dell’opera: Kafka non era un kafkia-no e La Metamorfosi non è altro che un raccon-to perfetto che narra di una trasformazione, una trasformazione che non riguarda solo Gregor, ma tutto quello che gli sta attorno, dallo spazio fisico allo spazio affettivo dei famigliari fino a noi che leggiamo (o vediamo) il racconto.  _

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Progetto Accademia pianistica Mantova - Curtatone

Concerto dei migliori allievi

Mercoledì 21 giugno 2017

Madonna della Vittoria | ore 21.15

GIORNATA EUROPEA DELLA MUSICA

IngrESSO gratuItO

Eterotopie Piano Festival Musiche diProkofiev, liszt, Mendelsshon, granados, Satie, Poulenc, rachmaninov

Iniziativa nata in Francia nel 1982, la Festa della Musica si celebra oggi in tutta Europa. Adattan-dosi alle specificità culturali di ogni paese, la festa ha saputo inventarsi e reinventarsi, in un simbolico momento dell’anno come il solstizio d’estate, come luogo celebrativo della musica in tutte le sue forme, diventando una manifesta-zione internazionale emblematica. Il progetto accademia pianistica di Mantova e Curtatone, nato nel 2008 e diretto dai maestri leonardo zunica e Maria ala-hannula, parte-cipa a questa giornata festosa con un concerto dedicato al grande pianista e compositore rus-so Sergei Prokofiev, banco di prova per tutti i giovani pianisti e creatore di un universo musi-cale tra i più affascinanti del XX secolo.

Il progetto Accademia pianistica di Mantova - Curtatone persegue una didattica aggiornata, repertori comprendenti anche i repertori del XX e XXI secolo stimolando la creatività musicale ed espressiva dei giovani studenti. Gli allievi del progetto Accademia pianistica di Mantova

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e Curtatone, dai più piccoli ai più grandi, sono stati premiati in 40 concorsi nazionali ed inter-nazionali (tra cui Concorso di Cremona Musica, Bardolino, Venezia, il Concorso Internazionale Salieri di Legnago, Concorso Internazionale Scarlatti di Carpenedolo, Acerbi Internatio-nal Competition, Virtuoso piano competition a Londra e molti altri ancora). Alcuni degli allievi dell’Accademia si sono esibiti come solisti con orchestra in prestigiosi festival e sale, come il Festival Young Soloist a Caracas (Venezuela), il Teatro Ristori di Verona o in recital presso la Sala Maffeiana (Verona), la Elgar Room della Royal Albert Hall (Londra). Fin dal 2011 il progetto partecipa al meeting in-ternazionale di giovani musicisti Suomitaly, che ogni anno riunisce pianisti e musicisti italiani e finlandesi in una settimana di musica condivi-sa. Dopo aver svolto l’ultima edizione presso il Liceo Musicale Isabella d’Este di Mantova, l’edizione 2017 di Suomitaly sarà svolta presso la città di Tampere (Finlandia), ospite del presti-gioso Istituto musicale di Pirkanmaa. _

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Laura Mikkola, pianoforte Giovedì 22 giugno 2017

Auditorium Monteverdi | ore 21.15

METAMORFOSI BOREALI Omaggio a Einojuhani rautavaara

aBBOnaMEntO

Eterotopie Piano Festival

MantovaMusica B. Britten (1913 - 1976)

dalle Six metamorphosis after OvidPan

Giulia Baruffaldi, oboe

J. Sibelius (1865 - 1957)

6 Improvvisi op. 5ModeratoLentoModerato (alla marcia)AndantinoVivaceCommodo

M. ravel (1875 - 1937)

SonatinaModéré - Mouvement de Menuet - Animé

Jeux d’Eau

E. rautavaara (1928 - 2016)

Cantus articusper pianoforte e suoni di uccelli registrati(trascrizione di Peter Lönnqvist)The bogMelancholySwans migratingprima esecuzione italiana

narcissus

Passionale

Fuoco

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La pianista finlandese laura Mikkola, premiata nel 2002 al prestigioso Concorso Internazio-nale “Queen Elisabeth” in Belgio e da allora concertista di fama internazionale, presenta un omaggio al compositore finlandese Einojuhani rautavaara, scomparso nel 2016. Rautavaa-ra, nato nel 1928 è stato una delle figure più eminenti della storia musicale della Finlandia. Incoraggiato da Jean Sibelius allo studio della composizione, la sua formazione si è sviluppata nel segno della grande tradizione modernista del XX secolo, sotto la guida di Roger Session, Aaron Copland, e Vladimir Vogel (allievo a sua volta di Skrjabin e Busoni). Il pensiero musicale di Rautavaara, alimentato da una straordinaria ed originale capacità di fare propria una mol-titudine di stili (dalla tecnica dodecafonica, al neoclassicismo, al neoromanticismo), ha come principali punti focali il richiamo della natura del Nord-Europa e una coscienza profondamente spirituale che si ricollega ad altre figure centra-li del XX secolo, come Olivier Messiaen, Arvo Pärt, Henryk Górecki e Sofia Gubajdulina. Con un ironia tipica del popolo finlandese Rautavaa-ra definitiva la propria parabola artistica parafra-sando Winston Churchill: “se un artista non è un modernista quando è giovane, non ha cuore. E se è un modernista quando è vecchio, non ha cervello”.La popolarità della musica di Rautavaara al di fuori della Finlandia si deve soprattutto a Cantus

Articus per orchestra e canti registrati d’uccelli, e al Terzo Concerto per pianoforte e orchestra, commissionato ed eseguito, nella veste sia di direttore che di solista, dal grande pianista rus-so Vladimir Ashkenazy nel 1998.Laura Mikkola ha dedicato molta della sua atti-vità discografica alla musica di Rautavaara, in-cidendo per l’etichetta Naxos tutta l’opera per pianoforte e pianoforte e orchestra, lavorando a fianco del compositore per quasi un decennio. Dedicataria di molte sue opere, per Eterotopie piano festival la Mikkola eseguirà per la prima volta in Italia la trascrizione pianistica di Cantus Articus, affiancando a questo imponente qua-dro altri lavori virtuosistici come Passionale, Narcissus e Fuoco. Completano il suggestivo programma i 6 Impromptus op. 5 di Jean Sibe-lius, pagine affascinanti e di raro ascolto, e due capolavori di Maurice Ravel come Jeu d’eau e la Sonatine. _

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Venerdì 23 giugno 2017

Madonna della Vittoria | ore 21.15

aBBOnaMEntO

Eterotopie Piano Festival

MantovaMusica

Takuya Otaky, pianofortecon Giovanni Pasetti

METAMORFOSI DEL SEGNOdall’alhambra a Escher e ritorno

B. Britten (1913 - 1976)

dalle Six metamorphosis after OvidBacchus

Giulia Baruffaldi, oboe

g. Pasetti

Dall’alhambra a Escher

M. De Falla (1876 - 1946)

El amor Brujo (l’amore stregone)PantomimaDanza del terrorEscenaCancion del fuego fatuoEl circulo magicoA media nocheDanza Ritual del Fuego

Fantasia Baetica

taKuya OtaKI, pianoforte(Primo premio Concours International de Piano d’Orleans, 2016)

h. Parra (1976)

Caricies cap al blanc (Etude no.2)

una pregunta (Etude no.5)

Con la collaborazione di:

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Cosa uniscono la Spagna, Escher ed il giova-ne talento giapponese takuya Otaki? L’inizio della parabola artistica di Escher passa per uno luoghi più suggestivi della la Spagna araba: il complesso residenziale dell’Alhambra. In quel luogo, nel 1926, l’artista olandese scoprirà quel-la tecnica delle tassellature che contraddistinse la sua produzione, ovvero quel procedimento decorativo, per cui forme attratte che si replica-no simmetricamente, quasi all’infinito, vengono sottoposte a trasformazioni isomorfe, rotazioni, traslazioni, riflessioni. Ci guiderà in questo per-corso nel meraviglioso giovanni Pasetti. In campo musicale, nel XIX secolo, la Spagna, il suo folclore, i suoi colori, rappresentarono per i compositori di tutta europa una sorta di lezione di libertà improvvisativa, un bacino di “languo-ri” e “accensioni improvvise”, al quale attinsero Liszt, Rimsky-Korsakoff, Debussy, Ravel e poi ancora Stravinsky. Lo spagnolismo contribuì certo a sviluppare, a trasformare parte del lin-guaggio musicale del XIX secolo, ma è anche vero il contrario. Gli autori francesi influirono sensibilmente sulle pratiche creative dei com-positori spagnoli, tra cui Manuel De Falla (Ca-dice, 1876 - Alta Gracia, 1946), considerato l’im-pressionista spagnolo e protagonista del recital del giovane pianista giapponese, Takuya Otaki, vincitore della XII edizione del Concorso Inter-nazionale pianistico d’Orleans. La musica di Hector Parra, tra i compositori ibe-

rici di oggi di maggior rilievo, trae spunto, inve-ce, come molte delle poetiche contemporanee, da una quantità di riferimenti extra musicali che vanno dalla dalla biologia, alla fisica delle strin-ghe, alla pittura e scultura. I due brani, qui pre-sentati per la prima volta in Italia, tratti dal ciclo degli Studi d’Arte riferiscono a due importanti figure dell’arte contemporanea: Jaume Plensa e i quadri astratti di Gerhardt Richter.

Il Concorso Internazionale Pianistico d’Orleans, dal 1994 è aperto a pianisti di tutto il mondo, con l’obiettivo di seguire l’inizio e lo sviluppo della carriera concertistica dei giovani talenti ai quali vengono assegnati i numerosi premi. Compe-tizione dedicata esclusivamente al repertorio pianistico del XX e XXI secolo e unico nel suo genere in Europa, è affiliata alla Federazione Mondiale dei Concorsi. _

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Alfonso Alberti - Anna D’Errico due pianoforti

Sabato 24 giugno 2017

Madonna della Vittoria | ore 21.15

METAMORFOSI DELLA MATERIA SONORA

aBBOnaMEntO

Eterotopie Piano Festival

MantovaMusica B. Britten (1913 - 1976)

dalle Six metamorphosis after Ovidniobe

Giulia Baruffaldi, oboe

F. gardella (1979)

Di rami e radici

Alfonso Alberti, pianoforte

E. Poppe (1969)

thema mit 840 variationen

Anna D’Errico, pianoforte solo

g. ligeti (1923 - 2006)

tre pezzi per due pianofortiMonument Selbst portrait with Reich and Riley (and Chopin in the Background) Bewegung

S. Sciarrino (1947)

Due notturni crudeli

Anna D’Errico, pianoforte

g. Pesson (1958)

Excuse my dust

Alfonso Alberti, pianoforte

J. Brahms (1833 - 1897)

variazioni su un tema di haydnper due pianoforti

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L’arte della variazione è certo una della pratiche compositive più antiche. Essa ripercorre tutta la storia della musica, in forme e modi che attesta-no immediatamente l’evolversi del linguaggio, degli stili, del gusto musicale. Nel concerto del duo pianistico formato da alfonso alberti e anna D’Errico, oggi tra gli interpreti più attivi nell’ambi-to della musica contemporanea, l’idea di “varia-zione” viene per così dire indagata musicalmen-te sotto angolature molto differenti tra di loro. I pezzi di György Ligeti per due pianoforti sono l’emblema di un'idea di trasformazione, secon-do le stesse parole dell’autore, che vede come punto di riferimento l’opera dell’artista olandese Maurits Escher, di cui i pezzi di Ligeti paiono re-almente una realizzazione acustica. Quel gioco illusorio permea anche le 840 Variationen di Enno Poppe, che secondo le parole dell’interpre-te sono un funambolico studio sul ritmo, un mon-taggio fast-forward di 840 deformazioni ritmico-armoniche dello stesso frammento, che sfida la percezione dell'ascoltatore espandendone le possibilità come in un paradiso artificiale. L’idea di trasformazione sta alla base anche del brano Di rami e radici di Federico Gardella nel quale, attraverso l’utiizzo contrapposto del pia-noforte e del pianoforte preparato, si ha come la costruzione di un mondo sonoro alla rovescia, di capovolgimento della prospettiva d’ascolto. I due Notturni Crudeli di Salvatore Sciarrino costi-tuiscono invece un completo stravolgimento del

genere del notturno, una trasformazione radicale caratterizzata da una scrittura al limite dell’inese-guibile e che suggerisce piuttosto l’incubo. A que-ste due opere paradossali viene contrapposto probabilmente il brano più corto, e quindi meno variato, della storia della musica: Excuse my dust del compositore francese Gèrard Pesson. Chiudono il cerchio le monumentali 9 Variazioni su un tema di Haydn di Johannes Brahms. L’an-

tica arte della variazione trova in Brahms (così come in Bach e in Beethoven) artigiano, genio ed innovatore in una sorta di glorificazione della variazione stessa: nell’ultima delle nove varia-zioni appare infatti una passacaglia, consistente in un breve basso che si ripete sempre uguale, sul quale vengono costruite variazioni sempre rinnovate in una vera e propria variazione della variazione. _

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Domenica 25 giugno 2017

Madonna della Vittoria | ore 21.15

METAMORFOSI DEL MITOviaggio nella grecia contemporanea in bianco e blu

Erato Alakiozidou, pianofortee con Alessandra Lovatti Bernini

aBBOnaMEntO

Eterotopie Piano Festival

MantovaMusica t. antoniou (1935-)

Sieben rhytmische tanze (2000)

g. Couroupos (Atene, 1942)

Opus 43

13/8 with love (1984) 

always with love (2016)

11/8 with passion (2016) (prima esecuzione assoluta)

g. Koumendakis (Creta, 1959)

Mediterranean Desert (1998-2000)

Grouper

Praying Mantis

The Caterpillar and the treble-bar of L. van B.

Three Mediterranean herbs: Thyme, Mint, Sage

C. tsoupaki (Pireo, 1963)

lasting sounds of a deep sea (1988)

a. nasopoulou (Atene, 1972)

Olinda (hidden city) 

Eudoxia (sky city)

v. Kitsos (Lamia, 1972)

... Of every breath… (2016) (prima esecuzione assoluta)

I. Papadatos (1960)

rising from the sea (anadyomene) op. 108 (2016)(prima esecuzione assoluta)

g. Kyriakakis (Creta, 1967)

alfred auf yaros (2016) (prima esecuzione assoluta)

l. hatzileondiades

(Con) Sequences / In a yannis Constandinides style, op. 84 (2011)

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In un momento storico e umano che trova la Grecia in un passaggio cruciale della propria storia, Etero-topie piano festival ha voluto dedicare un evento alla musica ed alla cultura contemporanea ellenica. Protagonista di questo percorso la pianista Erato alakiozidou che da molti anni si impegna nella dif-fusione della musica contemporanea del proprio paese in tutta Europa. Il programma, un percorso in bianco e blu, come lo ha voluto definire la pianista greca, è una novità assoluta per la città di Mantova. Si alternano numerose prime esecuzioni di giovani autori greci, affiancate a figure come quelle di The-odore Antoniou (1935-) e George Koumendakis che rappresentano il trait d’union tra la tradizione musi-cale greca, ispirata in maniera significativa alla mu-sica popolare, e la grandi avanguardie, soprattutto francesi e tedesche, che si riunivano in quella fucina di idee e di nuova musica che è Darmstadt. Di note-vole interesse anche i due brani di due compositrici come Calliopi Tsoupaki (Pireo, 1963) nel cui Lasting sounds of a deep sea si possono ascoltare raffina-te sonorità che richiamano la tradizione del medio oriente; e l’ateniese Aspasia Nasopoulou, i cui due brani sono ispirati alle Città Invisibili di Italo Calvino. Ad unire questo percorso, con la cura della giova-ne grecista mantovana alessandra lovatti Bernini, una piccola antologia di poesie di Yiannis Ritsos (1909-1990) probabilmente il più grande poeta gre-co contemporaneo, di cui la Bernini ha curato alcu-ne traduzioni. _

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Lunedì 26 giugno 2017

Madonna della Vittoria | ore 21.15

TRASFORMAZIONI, TRASCRIZIONI, TRASGRESSIONI

Gli OttomaniEbony piano duo Maria Ala-Hannula, Leonardo Zunica

Amadeus piano Duo Valentina Fornari, Alberto NosèaBBOnaMEntO

Eterotopie Piano Festival

MantovaMusica P. glass (1937)

quattro Metamorfosi per pianoforte solo

Four Mouvements per due pianoforti K.h. Pillney (1896 - 1980)

Eskapaden eines gassenhauers

Buffonate di una canzonetta

Variazioni parodistiche per ascoltatore con senno e per burloni musicaliper pianoforte a quattro mani W. lutoslawsky (1913-1994)

variazioni su un tema di Paganiniper due pianoforti

g. Bryars (1943)

Out of zalesky gazeboper due pianoforti a otto mani I. Stravinsky (1882 - 1971)

Suite da l’uccello di Fuoco(trascrizione per due pianoforti a otto mani di Gabrio Taglietti)

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L’appuntamento finale del percorso estivo di Ete-rotopie piano festival presenta un programma assai variegato. Protagonisti prima singolarmen-te poi a due pianoforti Ebony Piano Duo (forma-to da Leonardo Zunica e Maria Ala-Hannula) e amadeus piano duo (composto da Valentina Fornari e Alberto Nosè) che insieme formano il progetto Gli Ottomani. Il concerto si apre con due cicli di composizioni di Philip Glass: la terza e quarta delle Four Me-thamorphosis per pianoforte solo nate come musiche di scena per una pièce teatrale basata sulla novella di Kafka; a seguire i quattro brani che formano i Four Mouvements per due piano-forti, un divertissement nel tipico stile di Glass, caratterizzato da ritmi in continua variazione e una vena melodica accattivante. Seguono le Va-riazioni per due pianoforti sul celebre tema del XXIV Capriccio di Paganini del compositore tra i maggiori della Polonia degli ultimi 50 anni, Wi-told Lutoslawsky, un brano sontuoso e di grande effetto. Le Eskapaden eines Gassenhauers (letterlamen-te Buffonate di una canzonetta) del compositore austriaco Karl Hermann Pillney sono una sorta di caso musicale nel repertorio a quattro mani. Un tema, la cui banalità è cesellata con gran cura, si trasforma a dispetto di qualsiasi previsione in alcuni dei brani più celebri della letteratura pia-nistica e musicale, da Bach a Liszt passando per Schönberg…

Il concerto di chiude con due lavori per 2 pia-noforti a otto mani. Out of Zalesky Gazebo è un lavoro del compositore inglese Gavin Bryars, la cui notorietà è ormai di scala planetaria. Il brano è curiosamente ispirato a due figure immaginarie di investigatori, Poggioli e Zalesky. Il primo cerca goffamente di risolvere i casi tentando diverse soluzioni fino ad incappare in quella giusta. Zale-ski è, al contrario, “un modello di puro raziocinio, sempre rinchiuso nel suo studio, ascoltando un

aria d’opera, e fumando hashish”. Le due perso-nalità sono ben riconoscibili all’interno del pezzo…Trascrivere un pezzo orchestrale come l’Uccello di fuoco di Igor Stravinsky è una sfida non nuova, ma comunque avvincente. Commissionato dal progetto Gli Ottomani al compositore cremonese Gabrio Taglietti, questo adattamento restituisce, in una veste più intima, tutta la ricchezza e la vi-talità di una composizione che ha rivelato il genio assoluto del compositore russo. _

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Sabato 1 luglio 2017

Parco delle Bertone | ore 21.15

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

CARINHOSO

a. Jobim (1927 - 1994) Chega de saudade

Sting (1951) Fragile

a. viana “Pixinguinha” (1897 - 1973) Carinhoso

E. Di Capua (1865 - 1917) I te vurria vasà

a. Piazzolla (1921 - 1992) Oblivion

M. Di Fulvio (1964) Shaker

l. Bonfà (1922 - 2001) Manhã de Carnaval

h. villa-lobos (1887 - 1959)Bachiana brasileira n. 5

Alessia Martegiani e Maurizio Di Fulvio jazz trioAlessia Martegiani, voceMaurizio Di Fulvio, chitarraIvano Sabatini, contrabbassoWalter Caratelli, percussioni, batteria

Con la collaborazione di:

E. nazareth (1863 - 1934)Odeon

a. De Curtis (1898 - 1967)Malafemmene

S. Wonder (1950)Isn’t she lovely

C. velázquez (1916 - 2005) Besame mucho

r. Menescal (1937)O’ Barquinho

S. D’Esposito (1903 - 1982)anema e core

z. abreu (1880 - 1935)tico tico

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alessia Martegiani è una delle voci italiane più richieste ed apprezzate a livello internazionale. Si avvicina giovanissima alla musica con lo stu-dio del pianoforte e del canto. Approfondisce a lungo la musica contemporanea e in partico-lare i ritmi e le sonorità latino-americane e afro-americane, effettuando tournèe in Brasile, dove collabora con importanti musicisti e si produce in

esperienze live e in studio. Ha studiato improvvi-sazione jazz con J. Clayton, J. Taylor, A. Jackson e si è laureata all’Università DAMS di Bologna. Maurizio Di Fulvio trio è gruppo d’avanguardia, tra i più importanti della scena internazionale, in cui predominano eleganza strumentale, equilibrio tecnico-esecutivo e sound inconfondibile. Costitu-ito da musicisti dalla solida preparazione e dotati

di equilibrato senso dell’estetica musicale, si esi-bisce in performance intense e cariche di pathos. Il programma del concerto, attraverso acco-stamenti singolari, presenta un’interpretazione elegante e trascinante del “choro brasileiro” e della tradizione napoletana e allo stesso tempo eclettica e pulsante attraverso l’esecuzione di standard “jazz e pop songs” _

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78 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Venerdì 7 luglio 2017

Palazzo d’Arco, Cortile d’onore | ore 21.15

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

OTTONI ALL’OPERA

g. verdi (1813 - 1901)

La Traviata“Si ridesta in ciel..”

I Lombardi alla prima crociataCoro della sete

NabuccoSinfonia Rigoletto“quest’o quella” ErnaniPreludio e coro di banditi

Solisti dell’Orchestra dell’Opera Italiana di ParmaFabio Caggiula, trombaFabio Codeluppi, trombaAngelo Borroni, cornoRiccardo Gatti, tromboneGiovanni Gatti, tuba

Con la collaborazione di:

TrovatoreCoro di zingari Ernaniterzetto “tu se’ Ernani” Nabucco“va pensiero”

g. Bizet (1838 - 1875)

CarmenSuite

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Lo sapevate che gran parte de repertorio del Maestro di Busseto è stato, in realtà, portato al successo da autori del nostro secolo?Ebbene sì! La famosa espressione “Evergre-ens” va effettivamente presa alla lettera: sem-pre Verdi. Spesso canzoni famosissime non sono altro che canovacci, o bozze di arie non

terminate dal Maestro, utilizzate e portate al successo “a sua insaputa” spesso da musici-sti ben lontani dall’ambiente melodrammatico/risorgimentale.Il fine ultimo di questo progetto è di rivelare a tutti la verità, rimasta ormai da troppi anni sepolta sotto un turpe manto di squallide menzogne. _

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80 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Sabato 15 luglio 2017

Parco delle Bertone | ore 21.15

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

SGUARDI SUL ’900

D. Ellington (1910 - 1953)

Suite:Sophisticated LadyDon’t get around much anymoreTake the A trainSatin DollOn a turquoise cloud Do nothing till you hear from meI’m beginning to see the light

B. Martino (1925 - 2000)

Estate

D. reinhardt (1910 - 1953)

D minor swingManoir des mes rêves

E. gismonti (1947)

Salvador

CuartetRoberto Porroni, chitarraAdalberto Ferrari, clarinetto e C-melody (sax)Marija Drincic, violoncelloMarco Ricci, contrabbasso

a.C. Jobim (1927 - 1994)

tereza my loveWaveModinha vivo sonhandogarota de Ipanema

h. lobo (1910 - 1965)

tristeza

Elaborazioni di R. Porroni

Con la collaborazione di:

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Cuartet è un originale ensemble di recente costituzione che intende proporre in una nuo-va dimensione timbrica la musica brasiliana e argentina del ‘900, con l’intento di valorizzare l’aspetto più colto della musica brasiliana di au-tori come Villa Lobos, Gnattali, Jobim, Gismonti, Pixinguinha e di proporre gli aspetti meno noti

della musica argentina di Piazzolla e Guastavino.La differente estrazione dei musicisti consente una visione davvero originale di questo reper-torio e questa proposta sta incontrando signi-ficativi consensi in vari paesi europei presso i pubblici più diversi. Il loro primo CD “Brasilar” sta avendo grande successo. _

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82 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

Venerdì 21 luglio 2017

Palazzo d’Arco, Cortile d’onore | ore 21.15

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

SUPERCELLOS

h. villa lobos (1887 - 1959)

Bachianas Brasileras n. 1Introdução (Embolada)Prelúdio (Modinha)Fuga (Conversa)

Bachianas Brasileras n. 5Aria (Cantilena)Dança (Martelo)

Anna Chierichetti, soprano

g. Sollima (1962)

violoncelles, vibrez!

Giovanni Ricciardi, Camilla Patria, violoncelli solisti

Italian Cello ConsortAnna Chierichetti, soprano

Grazie al sostegno di:

E. Ballario

Preghiera

a. Piazzolla (1921 - 1992)

Fuga y Misterio

Con la collaborazione di:

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Il gruppo nasce col desiderio di promuovere le forme musicali lega-te all’ensemble di violoncelli senza limitazioni di organico anche in termini di numero dei partecipanti.Ufficialmente nato con un primo nucleo di 6 violoncellisti in occasio-ne del festival “I suoni delle Dolomiti 2013” insieme al maestro Ezio Bosso, lo scopo del gruppo è quello di unire giovani e professioni-sti europei per molteplici scopi quali concerti, eventi, informazioni di corsi, concorsi e quant’altro legato al nostro meraviglioso strumento.Ulteriore scopo del gruppo è quello di realizzare eventi nei quali possa partecipare una vera e propria orchestra di violoncelli.Italian Cello Consort ha realizzato la tre giorni 29/31 dicembre 101 violoncelli per Genova con la direzione musicale del violoncellista Giovanni Ricciardi solista e co-fondatore di Italian Cello Consort con oltre 8000 persone di pubblico e 8 concerti e ampio consenso di pubblico e critica. Repubblica.it ha definito lo spettacolo di Italian Cello Consort. “Straordinario, in grado di emozionare e commuovere, spettacolo di qualita”. Alla manifestazione hanno partecipato musicisti prove-nienti da tutto il mondo. _

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Ensemble dei Salotti Musicali ParmensiGiovanni Mareggini, flautoMarco Bronzi, violinoChristian Serazzi, violaMassimo Repellini, violoncelloDavide Burani, arpa

Venerdì 1 settembre 2017

Palazzo Te, Loggia di Davide | ore 20.45

g. Pierné (1836 - 1937)

Impromptu-Caprice op. 9pour harpe

voyage au “Pays du tendre”pour Flûte, Violon, Alto, Violoncelle et HarpeEmbarquement - Fleuve: Inclination - Villages: Petit Soins - TendresseEmpressement - Confiante amitié - Perfidie – Méchanceté - Mer d’inimitiéSoumission - Billets galants - Jolis vers - Billets doux - Retour par Tendre

g. ropartz (1864 - 1955)

Prelude, Marine et Chansonpour Flûte, Violon, Alto, Violoncelle et Harpe

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

PARIGI E LA BELLE EPOQUEMusiche della ville lumière tra Ottocento e novecento

J. Cras (1879 - 1932)

quintettepour Harpe, Flûte, Violin, Viola et VioloncelleI Assez animéII AniméIII Assez lent

Grazie al sostegno di:

Club Mantova

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L’Ensemble dei Salotti Musicali Parmensi è composto da musicisti di primo piano della sce-na musicale italiana, docenti presso i Conserva-tori italiani e che possono vantare prestigiose collaborazioni (Filarmonica della Scala, Orche-stra Mozart, Orchestra del Festival di Lucerna, Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, Filar-monica Toscanini, Solisti Veneti nonché presso prestigiosi complessi cameristici). L’Ensemble è stabile presso l’omonima Rassegna di musica da camera “Salotti Musicali Parmensi”, sostenu-ta da Fondazione Monteparma, il cui scopo è quello di ridare lustro alla grande tradizione mu-sicale cameristica dei salotti della committenza nobiliare ed alto-borghese fra la metà del ’700 e gli anni ’20 del secolo scorso, riproponendola in una veste divulgativa ed attraente per il pub-blico moderno. Il programma comprende alcuni dei più suggestivi brani di Gabriel Pierné, Guy Ropartz e Jean Cras, compositori francesi testi-moni di un linguaggio tardo ottocentesco in cui riecheggiano atmosfere di musica popolare, di stili impressionisti e descrittivi. _

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Eugenio Leggiadri Gallani, basso-baritonoGabriella Orlando, pianoforte

Venerdì 15 settembre 2017

Palazzo Te, Loggia di Davide | ore 20.45

g. Donizetti (1797 - 1848)

udite, udite o rusticiDa “L’elisir d'amore”

zitta, zitta, non piangeteDa “L'ajo nell'imbarazzo”

Mascalzoni! Sfaccendati!Da “Le convenienze e inconvenienze teatrali”

Scelsi la via brevissimaDa “Il furioso all'isola di San Domingo”

la mia casa per modello Da “Rita ou le mari battu”

* * *

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

DONIZETTI, ROSSINI…IL BUFFO ALL’OPERA

Grazie al sostegno di:

g. rossini (1792 - 1868)

la calunniaDa “Il barbiere di Siviglia” a un dottor della mia sorte Da “Il barbiere di Siviglia”

Delle donne l'arroganza Da “L’italiana in Algeri”

Miei rampolli, miei rampolli femmininiDa “La Cenerentola”

Sia qualunque delle figlie Da “La Cenerentola”

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Il noto basso-baritono Eugenio leggiadri gallani, interpreta i principali personaggi maschili dell’opera buffa italiana, drammi giocosi, di origine napoletana, che raggiungono la massima popolarità nel 1700 conseguendo la perfezione con i grandi G. Rossini e G. Donizetti. La scrittura vocale presenta elevate difficoltà tecniche, massima velocità di articolazione oltre ad una spigliata e ironica verve interpretativa. La scrittura strumentale, invece, è asciutta, articola-ta, di un virtuosismo nitido e limpido.In programma quindi le più famose arie di Rossini e Donizetti con la collaborazione pianistica dell’ottima gabriella Orlando.Rossini dilata le strutture dell’opera buffa conferen-do ai lavori comici un’architettura imponente; tema fondamentale dei personaggi è l’inadeguatezza dell’uomo di fronte agli accadimenti, agli imbrogli in cui si trova coinvolto al di fuori della sua volon-tà. Le caratteristiche dell’opera rossiniana danno al genere quel respiro universale che i precedenti esempi mai erano riusciti ad avvicinare (a parte la grandezza di Mozart e di alcuni dei suoi personag-gi in opere come Nozze di Figaro). Dopo Rossini l’unico compositore che ha lasciato capolavori nel genere comico è Donizetti che inserisce il pathos, l’elegia, il sentimento anche nell’opera buffa. Ne L’Elisir d’amore si dispiega, infatti, la miglior vena giocosa fatta di fresca invenzione, di spunti avvolti da malinconico lirismo; contestualmente la brillante vivacità del compositore si dispiega in alcune pagi-ne di grande ironia. _

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Mario Carbotta, flautoPaola Perrucci, arpa

Venerdì 22 settembre 2017

Madonna della Vittoria | ore 20.45

g. rossini (1792 - 1868)

Introduzione e variazioni sul tema "di tanti palpiti"

g. Donizetti (1797 - 1848)

Sonata1. Largo 2. Allegro

g. toja (sec. XIX)

notturno op. 9

M. Perrucci (1934 - 2016)

aiperon

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

CAPRICCIO ITALIANO PER FLAUTO E ARPA

S. Sciarrino (1947 viv.)

Fauno che fischia a un Merlo

n. rota (1911 - 1979)

Sonata1. Allegro molto moderato2. Andante sostenuto3. Allegro festoso

Con la collaborazione di:

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Sotto il titolo di “Capriccio italiano”, il titolato duo costituito dal flautista Mario Carbotta e dall’arpi-sta Paola Perrucci, ha raccolto autori d’epoche diverse rappresentando, con esempi brillanti, l’eccellenza della tradizione nazionale in uno dei settori cameristici più raffinati ed esclusivi.Se nell’Italia dell’Ottocento fu l’opera a pre-valere nel gusto del pubblico e nel fare dei compositori, ecco che di questa inclinazione risentono anche lavori strumentali come la vi-vace Sonata di Donizetti e come l’Introduzio-ne e Tema con Variazioni di Gioachino Rossi-ni, pagina scritta probabilmente nel secondo decennio del secolo, adottando come spunto generatore il celebre motivo “Di tanti palpiti” tratto dal melodramma “Tancredi” presentato a Venezia nel 1813. Il senso dell’intrattenimen-to guida pure una rarità come il Notturno di

Giovanni Toja, pubblicato a Milano nel 1830, anch’esso aperto all’utilizzo della variazione come tecnica decorativa e spunto bravuristico. D’epoca moderna invece è la singolare e lumi-nosa Sonata di Nino Rota, che in questo lavoro del 1937 esibisce il suo stile ricercato: “Voce d’un Ravel italiano, arcaico, intimissimo”, ebbe a commentare Gianandrea Gavazzeni con luci-da sensibilità.Mentre ai giorni nostri appartiene l’opera di Salvatore Sciarrino: “Fauno che fischia ad un merlo”, ispirata ad un dipinto di Böcklin data 1980 e si inserisce in una serie di prove nel-le quali la smaterializzazione del suono, il suo frammentarsi in echi e presenze misteriose, ed in lucenti improvvise apparizioni, divengono tratti ricorrenti, caratteristici d’una fantasiosità sfuggente. _

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Vanessa Gravina, voce recitanteClaudio Piastra, chitarra

Venerdì 29 settembre 2017

Madonna della Vittoria | ore 20.45

M. Castelnuovo tedesco (1895 - 1968)

PlateroAllegretto molto mosso, trottando

El pozoLento, misterioso

amistadAndantino grazioso

los gitanosTempo di Habanera

ronsardAndantino grazioso

El canario vuelaMolto moderato, ma leggero e volante

aBBOnaMEntO

Società della Musica MantovaMusica

PLATERO Y YO

Grazie al sostegno di:

Idilio de noviembreQuieto, dolce e tenero golondrinasVivace leggero e volante

la flor del camminoLento, quieto e semplice

la muerteModerato, ma deciso e sinistro

MelancoliaAndantino elegiaco

a platero en el cielo de MoguerLento e meditativo

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“Ci saranno ancora degli asini a Moguer? Do-manda lecita per i lettori di Platero y Yo del gran-de poeta in ombra, Juan Ramòn Jiménez (Nobel per la letteratura 1956). Moguer è il paese dove è nato l’autore, Platero è l’asino più famoso del-la poesia del Novecento. Il libro maturato per molti anni, dal 1907 al 1916 è il ritratto interiore di un lirico che si interroga costantemente sul-la vita e sul mondo. “Più che di un monologo poetico, si tratta di un dialogo fra il poeta e la natura... Il poeta si serve dell’asino per entrare nel mondo della natura e da lì conoscere la natura dell’uomo, a cominciare da se stesso...” (Carlo Bo edizione italiana 1991 - Passigli Editori). L’esecuzione è una selezione di brani tratti dai 28 che compongono l’opera omonima, scritta dall’eccelso compositore fiorentino Mario Ca-stelnuovo Tedesco (1895-1968), a due anni dalla morte dell’amico poeta, nel 1960. Platero y yo spicca per singolarità, concepita per voce reci-tante e chitarra è un vero e proprio duo dove la parola viene trattata anche sotto l’aspetto musi-cale, con una precisa scansione nel tempo, fino a creare un affascinante e complesso intreccio tra le parti. Non dunque un testo con sottofondo musicale, magari d’impronta spagnola come la nazionalità del poeta farebbe supporre, né tan-to meno una mera descrizione del testo. Sugge-riamo di ascoltare l’opera con lo spirito sugge-rito dall’autore del testo: “questo non è un libro per bambini ma forse, per uomini bambini”. _

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GRAN GALà LIRICODomenica 8 ottobre 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

I Vincitori della IX Edizione del Concorso Internazionale di Canto Lirico“Alfredo Giacomotti”Angiolina Sensale, maestro concertatore

presenta Michele Nocera

in collaborazione conAssociazione Amici della Musica di Voghera

Grazie al sostegno di:

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Sempre nella stupenda cornice del Teatro Bibiena, Giovani Talenti si ci-mentano in un programma operistico di grande effetto, eseguendo brani lirici fra i più amati dagli appassionati, diretti sapientemente dalla pianista angiolina Sensale. Presenta il Dott. Michele nocera noto critico e biografo della “Divina” Maria Callas. _

In alto a sinistra: Edvina ValijevcicIn basso: Francesca Benitez

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OPERA TANGO TRIODomenica 15 ottobre 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Matteo Mignolli, flautoMirko Satto, bandoneonMaddalena Murari, pianoforte

Grazie al sostegno di:

prima parte

E. Donato (1897 - 1963) El huracan

C. gardel (1890 - 1935) Por una cabeza

J. de Dios Filiberto (1895 - 1964) adios nonino

S. Cosentino (1935) El nuevo tango

Mirko Satto, bandoneonh. Salgán (1916) Don agustin Bardi (arr. F. Castania)

a. lopez Buchardo (1882 - 1948) germaine

C. Di Sarli (1903 - 1960) Bahia blanca (arr. J. Grigg)

I. Carrillo (1907 - 1966) Dos gardenias (arr. I. Dobrinescu)

a. Piazzolla (1921 - 1992) Milonga de la anunciacion

seconda parte

J. Plaza (1928 - 2003)

nocturna (arr. J. Grigg)

J. D'arienzo (1900 - 1976)

Este es el rey (arr. J. Grigg)

E. rovira (1925 - 1980)

a Evaristo Carriego (arr. J. Grigg)

Matteo Mignolli, flautov. Saparov (1947) alla tango

Maddalena Murari, pianoforteE. lecuona (1895 - 1963) Malagueña

a. Piazzolla adios nonino

P. laurenz (1902 - 1972)

Milonga des mis amores

a. Piazzolla libertango

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Quando la forza espressiva di un interprete come Mirko Satto al bandoneon si unisce agli echi del flauto traverso di Matteo Mignolli, il pensiero corre subito al mondo della musica sudamericana con un particolare riferimento al tango, genere che affonda le proprio radici proprio nell’incontro di queste due sonorità. Se poi a questo si aggiunge la ritmica percussiva del pianoforte, Maddalena Murari, si ha la per-fetta sintesi tra intenzione e passione.Opera tango nasce proprio dall’incontro di un gruppo di musicisti che vogliono comunicare le emozioni e le sensazioni dello spirito tan-guero ripercorrendone gli aspetti più salienti.Ogni brano è un caleidoscopio di caratteri mu-sicali: a volte giocoso, sinistro, sensuale, altre allegro o lamentoso, ma anche burlone, dram-matico e sarcastico.L’ensemble “Opera Tango” ripercorrerà l’evo-luzione di questo genere musicale passando dalle composizioni di Laurenz, Cosentino, Gar-del, fino alla musica di Piazzolla e Jobim. _

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RECITAL “GIOVANI PROMESSE”

Domenica 22 ottobre 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

F. Schubert (1797 - 1828)

Sonata D 959 in la maggioreAllegroAndantinoScherzo. Allegro vivace Rondò. Allegretto

F. Mendelssohn-Bartholdy (1809 - 1847)

Sei romanze senza parole op. 102

F. Chopin (1810 - 1849)

Scherzo n. 3 op. 39

andante Spianato e grande Polacca op. 22

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Marco Tariello, pianoforte

Grazie al sostegno di:

Con la collaborazione di:

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Marco tariello, nato nel 1998, vive a Borgo Vir-gilio, alle porte di Mantova. Inizia lo studio del pianoforte all’età cinque anni e prosegue gli studi presso l’Accademia Pianistica di Mantova con il M° Leonardo Zunica. Nel 2016 si diploma con il massimo dei voti, la lode e la menzione presso il Conservatorio di musica F.E. Dall’Aba-co di Verona nella classe di Adriano Ambrosini. Da sempre allievo dell’Accademia pianistica di Mantova partecipa alle attività didattiche se-guendo le masterclass con Boris Petrushansky e Lovro Pogorelich. Fin da giovanissimo si è imposto in concorsi pianistici nazionali ed in-ternazionali vincendo nel 2010 e nel 2014 il 1° premio al Concorso Internazionale Giovani Mu-sicisti “Premio Antonio Salieri” di Legnago (VR); nel 2011 ha ottenuto il 1° premio al Concorso Strumentistico Nazionale “Città di Giussano” (MB); sia nel 2014 che nel 2015 il 1° premio al Concorso Nazionale “Città di Bardolino” e, negli stessi anni, il 1° premio assoluto al Concorso In-ternazionale “Giuseppe Acerbi” (MN); nel 2015 il 1° premio al Concorso Internazionale Pianistico “Premio D. Scarlatti” di Carpenedolo (BS). Altri riconoscimenti includono le borse di studio per meriti “Terenzio Zardini“ e il Premio Rotary Club Verona Nord. Nel 2016 ho ottenuto il primo pre-mio nella sua categoria presso Virtuoso Piano Competition di Londra, debuttando alla Elgar Room della Royal Albert Hall insieme a pianisti e musicisti provenienti da tutto il mondo. Recente-

mente ha eseguito il Concerto N. 1 di Franz Liszt per pianoforte e orchestra presso il Teatro Risto-ri di Verona accompagnato dall’Orchestra del Conservatorio di Verona sotto la direzione di Pier Carlo Orizio, e si è esibito per la Rassegna Giovani Musicisti all’interno della Stagione de-gli Amici della Musica di Verona presso la Sala Maffeiana. Frequenta il corso di perfezionamen-

to presso l’Accademia Santa Cecilia di Bergamo con il pianista e didatta Konstatin Bogino, E’ sta-to recentemente selezionato come partecipan-te della masterclass tenuta dal M. Benedetto Lupo all’Accademia Musicale di Pinerolo. Il suo repertorio comprende molte pagine importanti di Beethoven, Schubert, Chopin, Liszt, Schu-mann, Debussy, Prokofiev, Rachmaninov. _

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98 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

VIRTUOSI ALL'OPERADomenica 29 ottobre 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

F. Danzi (1763 - 1826)

Sinfonia Concertante op. 41 Allegro moderatoLarghettoAllegretto polonaise

a. Peri (1812 - 1880)

Bizzarria

E. Cavallini (1807 - 1874)

Duo dall'opera norma di vincenzo Bellini Moderato-Andante sostenuto- Allegretto

C. Saint- Saëns (1835 - 1921)

tarantella op. 6

P. Bottesini (1790 - ?)

andante e variazioni

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Giovanni Mareggini, flautoGiovanni Picciati, clarinettoMarta Cencini, pianoforte

Grazie al sostegno di:

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Il flauto di giovanni Mareggini, il clarinetto di giovanni Picciati in trio con la talentuosa pianista Marta Cencini si cimenteranno in un programma ricco di virtuosismo strumentale e lirismi ottocenteschi.Musicisti di chiara fama già prime parti delle più importanti orchestre italiane e amici di lunga data si ritrovano per fare musica ad altissimo livello diver-tendosi e divertendo. _

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100 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

I LOVE PUCCINI!Domenica 5 novembre 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

g. Puccini (1858 - 1924)

Salve del ciel regina Aria sacra per soprano e organo

Sole e amore Aria da camera E l’uccellino Aria da camera

Donde lieta uscì LA BOHEME

valzer di Musetta - arpa sola* LA BOHEME

O mio babbino caro GIANNI SCHICCHI

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Paola Sanguinetti, sopranoDavide Burani, arpa

Senza mamma SUOR ANGELICA

È ben altro il mio sogno IL TABARRO

In quelle trine morbide MANON LESCAUT

Chi il bel sogno di Doretta - arpa sola LA RONDINE

vissi d’arteTOSCA

Grazie al sostegno di:

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La voce toccante e passionale del celebre so-prano Paola Sanguinetti e il virtuoso dell'arpa Davide Burani saranno impegnati in un program-ma di raffinata bellezza e raro ascolto. La scelta di utilizzare l’arpa per accompagnare i brani qui presentati non è casuale, ma è stata dettata prin-cipalmente da due motivi: il primo ha una sua precisa giustificazione storica.Infatti, si deve tenere presente che nell’Ottocen-to l’ascolto dell’Opera si allarga a fasce sociali sempre più ampie. In particolare la borghesia de-sidera raggiungere un decoro e un livello cultu-

rale che consolidino la sua sempre più forte posi-zione nella società; cercherà di ottenere questo anche attraverso la frequentazione di teatri e sale da concerto. Per favorire questa enorme ri-chiesta di musica (teniamo conto che all’epoca non esistevano apparecchi elettronici che ne consentissero la riproduzione), gli editori musicali promossero una massiccia produzione di trascri-zioni e riduzioni di brani d’opera e pezzi sinfo-nici per diversi organici cameristici – quali per esempio il pianoforte a quattro mani, il duo flauto e chitarra, e, appunto, l’arpa – che favorisse an-

che le esecuzioni nei salotti di casa di quanto si ascoltava fuori: è in questo ambito che prende piede e si sviluppa l’arte della trascrizione, che, da questo momento in poi, seguirà parallelamen-te l’evolversi della composizione musicale.Il secondo motivo nasce dal fatto che Giacomo Puccini utilizzò moltissimo l’arpa, strumento che trovò tra l’Ottocento e il Novecento un largo im-piego in orchestra in virtù delle sue peculiarità timbriche, soprattutto nell’accompagnamento delle incantevoli arie delle sue straordinarie “eroine”. _

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102 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

GRANDI INTERPRETIDomenica 12 novembre 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

F. Chopin (1810 - 1849)

variazioni brillanti Op. 12

Ballata n. 1 in sol minore Op. 23

Due Studi Op. 10 n. 3 e n. 12

Ballata n. 4 in fa minore Op. 52

* * *

andante Spianato e grande polacca brillante Op. 22

Scherzo in si bemolle minore Op. 31 n. 2

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Marcella Crudeli, pianoforte

Grazie al sostegno di:

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Marcella Crudeli è considerata dalla critica internazionale uno dei più eminenti rappre-sentanti del concertismo italiano. Formatasi alle grandi scuole di B. Seidlhofer, A. Cortot e C. Zecchi, da anni svolge con grande succes-so un’intensa carriera in oltre tremila concerti in circa ottanta Paesi dei cinque continenti per conto dei maggiori enti concertistici. La Crudeli si cimenterà in un programma di monumentale bellezza incentrato totalmente sulla figura del più amato compositore romantico di tutti i tempi F. Chopin. _

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104 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

OMAGGIO AW. AMADEUS MOZART

Domenica 19 novembre 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

W.a. Mozart (1756 - 1791)

Concerto per pianoforte e orchestraKv 271 in Mi bemolle maggioreAllegroAndanteAllegro

Concerto per flauto e orchestraKv 314 in re maggioreAllegro apertoAndante ma non troppoAllegro

Concerto per corno e orchestraKv 417 in Mi bemolle maggioreAllegro maestosoAndanteRondò

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Orchestra Città di GrossetoDariusz Mikulski, direttore e cornoMaria Yavroumi, pianoforteTommaso Benciolini, flauto

Grazie al sostegno di:

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Dopo il grande successo riscontrato durante la prima edizione di MantovaMusica, torna anche quest'anno un concerto dedicato interamente alla figura di Wolfgang Amadeus Mozart. L'Orche-stra Città di grosseto, al suo debutto nel Teatro Bibiena, accompagnerà tre interpreti d'eccezio-ne impegnati in altrettanti capolavori mozartiani. Aprirà il programma il Concerto per pianoforte in Mi bemolle maggiore KV 271 che vedrà come so-lista la pianista greca Maria yavroumi. Composto nel gennaio 1777 da un Mozart ventunenne, è un lavoro di notevole valore per la freschezza e la varietà dell'invenzione melodica e per l'armonica fusione espressiva tra solista e orchestra. Con il nome della pianista a cui Mozart la dedicò, "Jeunomme", questo composizione è divenuta una delle pagine più conosciute ed eseguite del repertorio pianistico. Seguirà il Concerto per flauto in Re maggiore KV 314, che vedrà il ritorno al Teatro Bibiena del giovane flautista tomma-so Benciolini, già protagonista del concerto di omaggio a Mozart della Stagione 2016, accolto con unanime consenso da pubblico e critica.Il Concerto KV 314 è definito dal musicologo De Saint Foix potè scrivere su questa composizio-ne: «... il trionfo della leggerezza: per sostenere il soffio aereo del flauto sembra che perfino i bassi divengano elastici e contribuiscano a rilanciare nell'aria le vive e fuggitive melodie».Chiuderà il programma il Concerto per corno in Mi bemolle maggiore KV 417: Mozart dedicò la

composizione a Ignazio Leutgeb, che era un va-lente strumentista salisburghese. Leutgeb nutriva una profonda ammirazione per Mozart, ma que-sti, pur stimandolo come cornista, lo considerava un ignorante e un superficiale.Sul frontespizio del secondo concerto, che ap-parve il 27 maggio 1783 a Vienna, è scritto: «A. Mozart ha avuto pietà di quell'asino, bue e pazzo di Leutgeb». Protagonista sarà il cornista rumeno Dariusz Mikulski, fondatore e leader della Sym-phonic Orchestra of the Great Philharmonics, che oltre ad eseguire la parte solistica del Concerto per corno dirigerà l'Orchestra Città di Grosseto per tutto il corso della serata. _

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106 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

ANIMA ARGENTINADuo araba Fenice

Domenica 26 novembre 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

a. Piazzolla (1921 - 1992)

3 tangos per pianoforte e violoncello:Michelangelo 70Butcher’s DeathLibertango

Oblivion

a. ginastera (1916 - 1983)

Pampeana rapsodia n. 2

* * *

a. Piazzolla

Escualo

adios nonino

le grand tango

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Ivo Scarponi, violoncelloMoira Michelini, pianoforte

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Il duo araba Fenice formato da due valenti ar-tisti la pianista Moira Michelini e il virtuoso del violoncello Ivo Scarponi, sarà impegnato in un programma di musica argentina da Ginastera a Piazzolla. Musica struggente e a tratti malinco-nica, ma anche piena di quella vitalità e carica emotiva, energica che nel tango trova la sua ispirazione e il suo fine._

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108 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

IL GRANDE GEORGE:OPERA E MAGIA!la grande lirica si intreccia all’illusione magica di un baritono fuori tono

Domenica 3 dicembre 2017

Teatro Bibiena | ore 17.00

C. trenet (1913 - 2001)

la mer

F. lehar (1870 - 1948)

Maxime “La vedova allegra”

W.a. Mozart (1756 - 1791)

Madamina “Don Giovanni”

g. rossini (1792 - 1868)

le femmine d’Italia“L’Italiana in Algeri”

C. Porter (1891 - 1964)

Were thine that Special Face“Kiss me Kate!”

g. Donizetti (1797 - 1848)

viva il matrimonio

aBBOnaMEntO

Concerti della Domenica MantovaMusica

Dario Giorgelè, baritono e... mago!Corrado Casati, pianoforte

E. Wolf-Ferrari (1876 - 1948)

quando un omo“I quatro rusteghi” n. rota (1911 - 1979)

È una cosa incredibile“Il cappello di paglia di Firenze”

W.a. Mozart Diggi Daggi“Bastiano e Bastiana” g. Donizetti udite,udite o rustici..“L’Elisir d’amore”

Mascalzoni…“Le convenienze e inconvenienze teatrali”

W.a. Mozart aprite un po’ quegl’occhi “Le nozze di Figaro”

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Il grande george è un concerto-spettacolo. Essenzialmente un recital di arie del reperto-rio buffo lirico italiano che però spazia anche nel campo dell’operetta (Lehar) e nel musical (Porter). Ma le arie che si succedono non sono avulse le une dalle altre: si racconta una storia, la storia appunto del Grande George. È il pia-nista che, oltre ad accompagnare con musica la performance del nostro protagonista, ci rac-conterà la sua vita,le sue donne, i suoi amori e contemporaneamente farà un po’ di storia della musica dell’opera buffa dal ‘700 al ‘900. Se pensate però al classico concerto con pia-noforte e cantante in smoking siete fuori stra-da. Ogni aria ha una sua piccola coreografia, un suo costume, attrezzi che si succedono, piccole magie, giochi di abilità e ci sarà il tem-po anche per dimenticare la voce e lasciarsi trasportare dai gesti mimici di George. Insom-ma un tenero “pastiche” adatto sia agli amanti della lirica, ma anche ad un pubblico vario e soprattutto ai bambini... Venire per credere! _

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Giovedì 7 dicembre 2017

Auditorium Monteverdi | ore 20.45

CHOPIN E LE SUE METAMORFOSI

Irina Chukowskaja, pianoforte

aBBOnaMEntO

Eterotopie Piano Festival

MantovaMusica Eterotopie piano festival è onorato di ospitare Irina Chukovskaya, artista russa di grande pre-stigio e ed ammirata da musicisti del calibro di Mstislav Rostropovich e Maxim Shostakovich, figlio del grande compositore Dmitri Shostako-vich. Irina Chukovskaya è nata a Tashkent (Ex-Ussr, oggi Uzbekistan) da una famiglia di musici-sti che amava l’opera di Verdi, Bizet e Tchaikov-sky. Ha debuttato come solista con orchestra all’età di 7 anni, con il Concerto in Re maggiore di Haydn, e ha dato il suo primo recital a 13. Iri-na Chukovskaya si è formata presso la celebre Scuola Centrale di Mosca e al Conservatorio Tchaikovsky con i leggendari maestri Vera Gor-nostaeva, Stanislav Neuhaus e successivamen-te con Dmitriy Bashkirov. Nel 1980, come Irina Petrova, è stata premiata alla 10a edizione del Concorso Chopin di Varsavia. Nonostante l’inte-ressamento internazionale e gli inviti a tenere re-cital in Europa, Irina Chukovskaya fu richiamata in Urss dall’allora Ministero per gli affari culturali. Tra il 1980 e il 1989 ha tenuto più di 400 con-

Musiche di F. Chopin

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certi nelle maggiori città e stati dell’Ex Unione Sovietica. Solo dopo il 1989 le fu permesso di esibirsi in altri paesi. He tenuto recital in Yugo-slavia, Polonia, Israele, Italia, Svezia, Sud Corea, Grecia, Ungheria, Taiwan. Negli anni ’90 ha ini-ziato una lunga seria di concerti negli Stati Uniti (esibendosi in più di 25 stati in contratto con la Columbia Artist’s Management) e Canada. Ha eseguito i concerti per pianoforte e orchestra di Dmitri Shostakovich sotto la direzione del figlio del grande compositore, Maxim. Il suo stermi-nato repertorio comprende più di 40 concerti per pianoforte e orchestra e autori da Bach ai compositori russi contemporanei come Galina Ustwolskaja e Mikhail Kollontay. Nel 1999 è rien-trata in Russia per ragioni familiari ed ha iniziato la propria carriera di docente come assistente del celebre didatta Lev Naumov. Oggi insegna presso il prestigioso Gnesin Russian Academy of Music. Di lei ha detto M. Rostropovich: “Irina Chukovskaya possiede grande virtuosismo, ma-estria del suono ed è una vera artista”. _

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Domenica 10 dicembre 2017

Auditorium Monteverdi | ore 20.45

4TH INTERNATIONAL ACERBI PIANO AND CHAMBER MUSIC COMPETITION

Concerto finale dei premiati

IngrESSO gratuItO

Eterotopie Piano Festival Giunto alla quarta edizione l’acerbi interna-tional piano and chamber music competition l’unica manifestazione del suo genere nata a Mantova negli ultimi anni. Ha richiamato gio-vani e giovanissimi interpreti da Giappone, Austria, Francia, Romania, Italia, con giurie for-mate da musicisti di livello internazionale. La propria finalità è quella di favorire lo studio e la conoscenza della musica classica e contem-poranea tra i giovani dai 5 anni in su. _

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114 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

A ppena conclusa l'apprezzatissima collana invernale dei Concerti della Domenica al Te-

atro Bibiena di Mantova, quella di Volta Mantova-na ne rappresenta con l'avvento della primavera, la naturale continuazione, resa possibile grazie all'impegno organizzativo del professor Stefano Maffizzoni e al sostegno dell'Amministrazione Comunale nella persona dell'attuale Assessore alla Cultura Dott.ssa laura Parlato. La XIX Edi-zione dei Concerti della Domenica vanta artisti di fama internazionale che avranno il piacere di esi-birsi, per un mese intero, nella preziosa ed ele-gante cornice del Salone delle Feste di Palazzo Gonzaga, sede del Municipio. Durante i concerti, i visitatori possono godere della musica stando comodamente seduti all’interno della stupenda sala cinquecentesca totalmente affrescata dal pittore neoclassico mantovano Paolo Zanda-locca (1741-1828), o passeggiando tra i giardini all'italiana della villa, dove le note, se il vento lo permette, vengono trasportate. A disposizione servizio autobus da concordare con la segreteria di MantovaMusica per info 0376 35566. _

VOLTA MANTOVANA

AGOSTO A CAVAION

OMAGGIO A MARIA CALLAS

19 marzo | ore 17.00

Omaggio a W.a. Mozart

Stefano Maffizzoni, flautoEnzo Ligresti, violinoSilvestro Favero, violaGiuseppe Barutti, violoncello

26 marzo | ore 17.00

virtuosi all'Opera

Salvatore Lombardi, flauto Giulio Tampalini, chitarra

2 aprile | ore 17.00

recital

Pietro Bonfilio, pianoforte

9 aprile | ore 17.00

gershwin: rhapsody in Blue

trio ElièSabrina Dente e Annamaria Garibaldi, pianoforte quattro maniElio Marchesini, percussioni

Comune di volta MantovanaSalone delle Feste di Palazzo Gonzaga

Concerti della Domenica 2017

Agosto a Cavaion 2017

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2017

XVII°

Giovedì 3 agosto | ore 21.00 | Villa Trabucchi

la Canción Española y la zarzuelaEugenia Boix, sopranoanna Ferrer, pianoforte

Musiche di E. Granados, G. Jimenez, J. Turina, P. Luna, M. de Falla

Giovedì 10 agosto | ore 21.00 | Anfiteatro Corte Torcolo

Omaggio a Ennio MorriconeMagnasco Movie quartet

Musica di E. Morricone

Giovedì 17 agosto | ore 21.00 | Villa Cordevigo

Fabio testi e le più belle Poesie d'amore Poesia e Musica

Lettura delle poesie a cura di Fabio Testi Stefano Maffizzoni, flautoandrea Candeli, chitarra

Musiche di Bizet, Machado, Piazzolla

PrEMIO CavaIOn D’OrO a

Fabio testi

Direttore Artistico Prof. Stefano MaffizzoniPer info: tel. 340 8258834 dott.ssa Daniela Zanetti

Agosto a Cavaion 2017

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i luoghi dei concertimantovamusica

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118 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

MADONNA DELLA VITTORIAi luoghi storici

La chiesa fu edificata nel 1495 per volontà del marchese Francesco Gonzaga, che volle le-

gare la costruzione dell’edificio alla vittoria da lui ottenuta sui francesi di Carlo VIII, al comando del-la Lega Veneziana, nella battaglia di Fornovo. Fu consacrata l’anno successivo. La responsabilità del progetto è da assegnare a Bernardino Ghisol-fo, in quel periodo responsabile delle fabbriche gonzaghesche. La semplice facciata della chiesa, in stile tardo gotico, si affaccia sulla piazzetta di san Simone; presenta un fregio in terracotta che corre sotto il cornicione, sui lati visibili dell’edificio.

L’apparato decorativo interno è rinascimentale, di ambito sicuramente mantegnesco: infatti una stretta relazione con le idee di Andrea Mantegna,con il suo gusto per l’antichità classica e per i marmi romani, è riscontrabile nell’effetto illusioni-stico della pittura che caratterizza l’intera navata della chiesa. La parete di fronte alla porta d’in-gresso presenta ancora parti di una raffinata tap-pezzeria a finto cuoio cordovano ed è contro di essa che s’innalzava la pala mantegnesca della

Madonna della Vittoria. La pala, commissionata da Francesco II ad Andrea Mantegna, fu iniziata nel 1495 e terminata nel 1496, proprio come la chiesa che l’avrebbe poi ospitata e con la stessa motivazione.

La trionfale composizione è inserita in un pergo-lato lussureggiante di fiori, frutta, uccelli, pietre preziose, dal brillante effetto cromatico. La Ma-donna in trono col Bambino è raffigurata mentre benedice Francesco II, guerriero inginocchiato a chiedere protezione. Attorno personaggi sacri: San Michele, San Giorgio, Sant’Andrea, San Lon-gino e, ai piedi della Vergine, Santa Elisabetta e San Giovannino. Sulla base marmorea del trono si legge l’intera sequenza raffigurante la creazio-ne dell’uomo, il peccato originale e la cacciata dal Paradiso terrestre.

Questa splendida pala, tempera su tela, di grandi dimensioni (cm. 280x166), requisita dai francesi nel 1797, è oggi conservata al museo del Louvre.Recentemente, su una felice intuizione del diret-tore del Museo Civico di Palazzo Te, Ugo Baz-zotti, sono stati scoperti, intatti, nelle dodici vele delle volte della chiesa, affreschi raffiguranti im-magini di santi e beati.

La stupefacente scoperta delle volte non è visi-bile dalla navata della chiesa: un soffitto ottocen-tesco divide infatti l’aula inferiore dalla parte alta. In proposito resta acceso il dibattito tra sovrin-tendenti e studiosi sull’opportunità di rimuovere tale soffitto che, attualmente fa da pavimento agli spazi occupati dal soprastante asilo Strozzi Va-lenti Gonzaga. L’asilo trovò collocazione al piano superiore della chiesa dal 1899.Il piano inferiore, dopo varie utilizzazioni, fu sede, dal 1942 al 1986, prima di un’officina meccanica, poi del laboratorio di cromatura e nichelatura con bagni galvanici della ditta Staboli.

Dal 2001 la Chiesa è stata affidata in concessio-ne dal Comune di Mantova all’Associazione Ami-ci di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, che si è assunta l’onere del risanamento e del recupero dell’edificio e che, grazie anche ai contributi di numerosi sponsor e del Ministero dei Beni cultu-rali (attraverso la Direzione Regionale per i Beni Ambientali e il Paesaggio della Lombardia e la Soprintendenza per i Beni Ambientali e il Paesag-gistici di Brescia, Cremona, Mantova), hanno resti-tuito alla città, dopo anni di lavori, lo straordinario monumento, inaugurato il 5 settembre 2006.Da questa data la chiesa, diventata museo di se stessa, è aperta al pubblico e, utilizzata per con-ferenze, convegni, concerti e mostre tempora-nee, svolge una funzione di riferimento artistico e di aggregazione per la città e il territorio. _

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TEATRO BIBIENAi luoghi storici

A Mantova dopo il crollo del regime gonza-ghesco avvenuto nel 1707, cui successe il

governo della casa d’Austria, l’eredità spirituale fu raccolta dai Timidi, il cui sodalizio sopravvis-se, oscillando per qualche tempo fra tendenze di gusto arcadico e sempre più vigorose suggestio-ni razionalistiche…

…Nel 1766 il rettore dell’Accademia dei Timidi, conte Carlo Ottavio di Colloredo, inviò a Milano al plenipotenziario per la Lombardia austriaca, Car-lo di Firmian, un ambizioso piano di trasformazio-ne del vetusto ente letterario in un istituto di altro tipo, dotato di un’articolazione appoggiata a una molteplicità di competenze e largamente aperto a istanze di ordine scientifico, in piena aderenza, ormai, agli entusiasmi intellettuali del momento.

Il Firmian, esaminato il progetto, lo trasmise con parere favorevole a Vienna per l’approvazione da parte dell’imperatrice Maria Teresa...…In attesa della deliberazione imperiale i Timidi decisero di demolire, nell’interno del palazzo, il

teatrino cinquecentesco, nonché un assieme di vani contigui, e di creare nello spazio così ottenu-to una sala solenne e capace da impiegare per sessioni pubbliche, cioè aperte alla cittadinanza.Animava nel contempo gli accademici mantova-ni la speranza di essere presto in grado di rico-struire l’intero palazzo per adeguare la sede alle esigenze nuove e pressanti che erano venute maturando.Nel marzo del 1767, mentre si provvedeva a de-molire il vecchio teatrino, i Timidi stabilirono che anche la nuova sala dovesse presentarsi a gui-sa di teatro: un teatro non più a gradinata come quelli rinascimentali, ma a palchetti cingenti la platea in due ordini sovrapposti, secondo il ge-nere di struttura inventato nel Seicento e che ormai imperava. D’altronde, una sala così formata avrebbe con-

sentito l’ammortamento della spesa di costruzio-ne attraverso i proventi che sarebbero derivati dalla concessione dell’uso dei palchetti. E, certo allo scopo di stimolare le richieste in tale senso, fu prospettato dagli accademici un programma d’im-piego della sala non limitato ad adunanze scientifi-che, ma aperto anche a recite e a concerti.

Così fissati gli intendimenti, è logico che per i di-segni dell’ambiente desiderato e per la realizza-zione di esso i Timidi si rivolgessero a un esperto di creazioni teatrali. Presero accordi, infatti, con un architetto che in quel campo godeva della massima rinomanza: un Galli Bibiena, Antonio, membro tra i più geniali della famosa casata emiliana che, nell’arco dell’età barocca, aveva generato un folto gruppo di artisti consacratisi ad ogni settore dell’architettura, ma soprattutto spe-cializzati nell’ideare con stupefacente e inesauri-bile fantasia interni di teatri, scene per spettacoli, apparati per fastose pompe.

Con vivacità prodigiosa, pari alle risorse dell’e-stro, i Galli Bibiena, detti anche i Bibiena senz’al-tro, avevano percorso quasi tutta l’Europa, dall’Italia all’Austria e alla Francia, dalla Spagna alla Boemia, dalla Germania all’Olanda e all’In-ghilterra, dal Portogallo alla Russia e alla Svezia, servendo preminentemente le Corti e destando ovunque, con le proprie opere, la più entusiasti-ca ammirazione.

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Nell’anno anzidetto 1767 erano ancora viventi e operosi, oltre ad Antonio, altri due dei Bibiena architetti: il fratello Giovan Maria e il nipote Carlo Ignazio, dimoranti entrambi oltr’Alpe.

Unico Antonio, dunque, rappresentava in Italia la gloriosa stirpe. Quando gli accademici mantova-ni gli affidarono l’incombenza di progettare e di eseguire la loro sala, egli era già settantenne, es-sendo nato a Parma nel 1697, ma l’età avanzata non aveva diminuito la vigorosa capacità inventi-va, cui era unita un’energia fisica sorprendente. Circa la detta sala è da dire che essa, ancor prima di venire concretata, ricevette la qualificazione di teatro “scientifico”, in rapporto con la finalità pre-cipua che i Timidi si proponevano di assegnarle...…La sala voluta dagli accademici doveva essere sì un teatro, però sui generis, destinato quale era a manifestazioni da godere più con l’udito e con l’intelletto, che non attraverso la visione di allesti-menti spettacolari. Si trattava addirittura di rinun-ciare al palcoscenico, inteso secondo la spaziosa accezione divenuta consueta nell’età barocca, e di collocare invece in fondo all’ambiente una tri-buna. Antonio recepì il senso della committenza mantovana e concepì il concludersi dello spazio con un ritorno alla scena fissa: però una scena fissa configurata, con insolita formula, come una sorta di loggiato praticabile, teso frontalmente a due piani, cioè come due corridoi costruiti uno sull’altro, il che venne a donare all’ambiente una

singolare nota di circolarità, appena accennata nella mossa e sapiente sintassi della composi-zione architettonica generale.

Il Bibiena adempì in soli due anni all’obbligo che nel 1767 aveva contratto coi Timidi: vi adempì anzitutto ideando lo speciale teatro che da lui si desiderava, poi dirigendone i lavori di fabbrica e infine, con abilità di pittore oltre che di architetto, affrescando personalmente gli interni de i nume-rosi palchetti con figurazioni monocrome, che sono pure esse documento prezioso dell’attività artistica dell’insigne maestro. Il 3 dicembre 1769 lo “scientifico”, finito di tutto punto, poteva essere inaugurato.

La brillante soluzione data da Antonio al proble-ma creativo postogli dagli accademici mantovani aveva generato non soltanto un gioiello squisito per gli equilibri fra movimento ed eleganza, ma anche un’opera da valutare come notevolissima nell’ampio quadro delle suddette sperimentazio-ni bibienesche e come una delle formulazioni architettoniche più significative del tardo Sette-cento europeo.Poco più di un mese dopo l’inaugurazione, il 16 gennaio 1770 il giovinetto Wolfgang Amadeus Mozart, appena quattordicenne, giunto a Man-tova nel giro della sua prima tournée italiana, consacrava, per così dire, l’incipiente vita del leggiadro teatro “scientifico” dandovi insieme

col padre, Leopold, un memorabile concerto. Il 26 gennaio Leopold Mozart in una lettera inviata alla moglie parlava di quella serata e nel contem-po descriveva lo “scientifico” con acuta percezio-ne della realtà di esso: “Nella mia vita non ho mai visto nulla, nel suo genere, di più bello... Non si tratta propriamente di un teatro, bensì di una sala a palchetti, costruita sul tipo dei teatri d’opera.Ove dovrebbe trovarsi il palcoscenico sta una tribuna per chi suona; dietro di essa corre una galleria che somiglia a una serie di Palchetti ed è fruibile da parte degli spettatori”.Non poteva essere formulata una definizione più precisa.In Mantova il teatro accademico fu tra gli ultimi trionfi della fantasia barocca, prima del vittorioso sopraggiungere degli orientamenti neoclassici. _

Testo tratto da:Ercolano Marani, Il palazzo accademico di Mantova e teatro “scientifico” di Antonio Bibiena, in: Il teatro di An-tonio Bibiena in Mantova e il Palazzo accademico,Mantova, E.M.M., 1979

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AUDITORIUM MONTEVERDIAUDITORIUM CAVAZZONIi luoghi storici

Il convento di Santa Maria della Misericordia era uno spazio, alquanto malandato, destinato a

sede temporanea per vari istituti scolastici oppure una sede momentanea quando situazioni d’emer-genza lo imponevano.Per i più, l’edificio era conosciuto come la vecchia caserma Palestro e quasi nessuno rammentava la precedente intitolazione a Ferdinando di Savoia immediatamente assegnata dopo il 1866 con l’in-gresso di Mantova nel regno d’Italia. Gli austriaci, prima, la chiamavano semplicemente caserma di San Barnaba: caserme Sankt Barnaba. La nuova destinazione d’uso dell’antico convento era però stata decretata, nel 1797, durante l’occupazione francese.Oltre due secoli dopo, grazie all’intervento della Provincia, l’antico spazio virginale delle Servite è ritornato a fasti antichi per trasformarsi in «cittadel-la della Musica», per ospitare lo storico Conserva-torio Campiani, la sua ricchissima biblioteca della musica, il museo degli strumenti musicali e un mo-derno e funzionale «auditorium».E il tutto è avvenuto con un intervento di recupe-ro che ha restituito, con misura filologica, l’antico

spazio cinquecentesco, uno spazio che nono-stante le multiformi utilizzazioni non aveva subito alterazioni drastiche.Dei tempi della caserma sono ora riemerse du-rante recenti saggi, nascoste da numerosi scialbi, le tracce di scritte che riferiscono del più recente stanziamento dei militari italiani. Negli ambienti che si affacciano sul chiostro si può così leggere: prigionia di rigore caporali e soldati, prigionia sem-plice caporali, spaccio, e una interessante mappa dell’Italia dipinta ad olio direttamente sull’intonaco.Nello spazio del grande refettorio, ripartito oggi in più ambienti, sopravvive sulle volte una dimessa decorazione floreale di primo novecento.Sulle lunette che chiudono il salone ricavato nel refettorio due allegorie militari, di modesta fattura, rimandano ancora alla stagione della vecchia de-stinazione militare. È proprio in questa sala, anco-ra da restaurare, che i saggi tecnici hanno portato

in luce lacerti della decorazione cinquecentesca realizzata da Gianfrancesco Tura. Le superfici esterne che si affacciano sul chiostro principale sono state già oggetto di un paziente restauro che ha fatto emergere testine di angeli, fasce de-corative con girali vegetali, cornici rosse e gialle intorno alle finestre e alle ghiere degli archi, tondi con santi aureolati, sfingi dal volto di donna e il corpo di leone, delfini e amorini, papere e uccelli e, su fondo blu, il busto di un misterioso giovane dalla chioma bionda e fluente. Certamente poco per immaginare una impegnativa campagna de-corativa che, probabilmente, aveva visto anche il coinvolgimento di Lorenzo Leonbruno.Ma ciò che più conta è che la realizzazione della Cittadella della Musica ha creato una esperienza di rigenerazione urbana che ha ridato dignità a un esempio tipico dell’architettura conventuale cin-quecentesca. Il complesso delle Servite esprime

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infatti, tuttora, la dimensione aggiornata introdotta dagli ordini mendicanti nella tradizione degli antichi monasteri. La disposizione generale segue co-munque una tradizione che prevede l’opportunità di porre la chiesa vicino al chiostro, quest’ultimo circondato dagli altri edifici strategici del convento, con al piano terreno la sala del capitolo, la cucina, il refettorio e, al piano superiore, le celle. La restituzione del convento fa emergere pure anti-che storie che rimandano alla sua fondazione. Nes-sun documento, purtroppo, ci fornisce informazioni esatte sui tempi del cantiere di Santa Maria della Misericordia o sull’architetto che ne diresse i lavori. Si può tuttavia presumere che possa aver usufruito dell’iniziale consulenza del prefetto delle fabbriche allora in carica: Bernardino Ghisolfo. Ma non fu solo l’iniziativa marchionale a promuoverne la co-struzione quanto una serie di vicende legate alla religiosità popolare in auge nella città dei Gonza-ga. A Mantova – così si narra – Benvenuta, sorella del terzo ordine dei Serviti, per intercessione della beata Elisabetta de Picenardi era uscita da un’in-guaribile malattia e aveva dedicato ogni cura per-ché molte donne si riunissero in un luogo comune, per condurre una vita religiosa: era il giorno della festività della purificazione di Maria Vergine, il 2 feb-braio 1482. È questa la data che si può assumere simbolicamente come momento di aggregazione del primo nucleo delle Servite. La data simbolica di fondazione della struttura dell’attuale via Concilia-zione va posta invece al 2 febbraio del 1497, vale a dire al quindicesimo anno di costituzione della

piccola comunità di religiose. Allora solo otto suore avevano vestito ufficialmente gli abiti impegnativi del secondo ordine dei servi di Maria, un abito che prevedeva la clausura. Gradualmente, il monastero si dotò di una struttu-ra funzionale, con un ampio refettorio, una camera del fuoco comune, un chiostro, opportuni parlatoi, camere di ricevimento, ghiacciaia, passetti, buga-dera e altri servizi appropriati. Le maestranze dei cantieri ducali offrirono i loro servizi per l’abbelli-mento delle sale di rappresentanza, a cominciare dal refettorio. Anzi, sotto la centenaria coltre di co-lori, dovrebbe ancora sopravvivere parte di quei decori che Gianfrancesco Tura (Tura mantovano) vi realizzò. L’artista, come attestano i documen-ti, ricevette una mercede di “ducati vinti, a soldi 93 per ducato, per depinzere alle sore de Santo Barnaba, quali sono stà sborsati per il spectabile messer Iulio suprascripto, de comissione del pre-fato signor nostro”. Dunque anche Giulio Romano dovette dedicare al complesso religioso una non proprio fugace attenzione. La buona organizza-zione del cenobio e la qualità abitativa degli spazi furono premiate con la vestizione nel monastero di molte donne di casa Gonzaga.Un grande intervento di rinnovamento architettonico che investe soprattutto la chiesa esterna avviene nel 1757: “incominciossi a rifabbricare la detta chiesa e si terminò come ella è al presente l’anno 1759”.Il corpo di fabbrica della chiesa, ortogonale alla strada, coperto da un tetto a due spioventi, affian-cato da un campanile oggi scomparso, fu rinnova-

to anche nella facciata, grazie anche alla consu-lenza di Giovanni Maria Borsotto.Gli interventi modificarono radicalmente l’aspetto della chiesa esterna, delineando una navata unica con paraste e capitelli corinzi in stucco e riparten-do con fasce rilevate l’originaria volta a botte in mattoni. La chiesa interna conservò, invece, l’as-setto originario, senza alcun adeguamento al gu-sto settecentesco.L’intervento realizzato in questi ultimi anni ha rida-to dignità proprio a tale ambiente, trasformato in un auditorium che rifunzionalizza lo spazio senza intaccare le linee del luogo sacro. L’architetto Car-mine Mastromarino ha anche lasciato in essere l’antica divisione tra le due chiese. Gli spazi della chiesa esterna, ravvivati dagli stucchi di Stanislao Sommazzi, hanno così riconsegnato un ambiente utilizzato, fino a pochi anni fa, come palestra sco-lastica. La chiesa restituita, sebbene spoglia delle preziose tele che la ornavano, diventa quindi oggi un ideale foyer che guida all’auditorium vero e proprio. I 40 metri di lunghezza delle due distinte navate emergono in tutta la loro autorevole digni-tà, frutto di una rivitalizzazione architettonica fino a pochi anni fa impensabile.Quello che sembrò, a metà settecento, il canto del cigno della “picciol compagnia” religiosa, quando si era alla vigilia di eventi che avrebbe-ro cambiato per sempre l’organizzazione della comunità mantovana, riemerge ora limpido dalla polvere della storia. _

gianfranco Ferlisi

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PALAZZO D’ARCOCORTILE D’ONOREi luoghi storici

Anticamente l’area del Palazzo d’Arco era compresa tra il monastero delle benedet-

tine di S. Giovanni delle Carrette, la chiesa di S. Ambrogio, il convento di S. Francesco ed il lago.Qui ebbe probabilmente sede nel XII secolo il Palazzo Regio, segno dell’autorità del monarca del Sacro Romano Impero. Sembrano esser-ci tracce di quel palazzo verso via Portazzolo, dove la presenza di un muro di due metri di spessore dà l’idea di una torre demolita. Nel XIII secolo, dopo l’ampliamento della città portato a termine dal Pitentino, qui prese alloggio la fami-glia Desenzani, che appoggiò quella degli Av-vocati e la coinvolse in varie vicende, compreso l’assassinio del vescovo Guidotto. Anche per questo furono cacciati ed il palazzo fu demolito. Altra presenza fu quella della famiglia Tosabezzi (in origine Tosabecchi, ossia tosatori di capre), che arricchiti ed inurbati si erano specializzati nel commercio dei tessuti. Nel Quattrocento, verso la chiesa di S. Francesco, prese dimora la famiglia ferrarese dei Torelli, che nel 1459 ospi-tò per il concilio di Mantova il cardinale Bessa-

rione. Il lato opposto dell’isolato ospitò invece i fratelli Gian Ludovico e Giovan Francesco Gon-zaga, della linea di Feltrino. Memoria rimane grazie ad un fregio (dovuto però ad Alessandro, loro pronipote) situato nella seconda stanza del padiglione di scienze naturali. Alla secon-da metà del Quattrocento risale il vicino Palaz-zo dello Zodiaco, un tempo congiunto all’altro edificio da un corpo di fabbrica. Questi edifici, demoliti nel 1872, furono residenza gonzaghe-sca e casa di quell’Antonello da Napoli (marito di una Tosabezzi) che aveva richiesto l’intervento dell’architetto Luca Fancelli. Nel 1601 Alessan-dro Gonzaga (della linea di Corrado) risulta pos-sessore del Palazzo dello Zodiaco. Alessandro morì nel 1625 senza eredi maschi, cedendo la parte del palazzo di sua pertinenza alla famiglia della moglie: gli Strozzi. La parte del palazzo

fino all’angolo di piazza d’Arco era invece pro-prietà di Giovan Francesco Cortona (che però risiedeva in contrada Monte Nero). Questo, nei suoi possessi di Cavallara, uccise Giovanni Ca-gni, suo servitore. Per questo fu condannato dal governatore di Viadana alla confisca dei beni. Cortona, che si era rifugiato fuori dal ducato, in-dirizzò al duca Vincenzo una supplica, promet-tendo la donazione della sua casa nella contra-da della Serpe. La supplica fu accolta: l’edificio passò quindi a Vincenzo I che lo rivendette per 1000 scudi (un terzo del suo valore) al consi-gliere e segretario ducale Annibale Chieppio. Annibale, ministro del duca e conte dei feudi monferrini di Piovà, Cerreto e Castelvairo, am-pliò il palazzo comprando una striscia di terra dall’orto dei Minori Osservanti di S. Francesco. Tracce della sua abitazione rimangono in via Portazzolo. Con gli ampliamenti del figlio Ludo-vico il palazzo nel 1652 possedeva ben 63 vani. Intanto una delle figlie di Alessandro Gonzaga aveva sposato il marchese Francesco Rolando dalla Valle, di famiglia monferrina, che riacquistò i beni del suocero (a quel tempo proprietà degli Strozzi e della Confraternita del Suffragio in S. Maurizio), tranne la parte acquisita dai Chieppio. Nel 1729 morì Giuseppe Maria Chieppio. Erede era il fratello Scipione, con l’obbligo di lasciare tutto al primogenito della sorella Teresa in caso di morte senza eredi, cosa che avvenne nel 1740. Per questo motivo la famiglia di Francesco

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Alberto d’Arco e Teresa Chieppio prese dimora a Mantova nell’attuale Palazzo d’Arco, che ven-ne rinnovato nell’attuale forma neoclassica con Giovan Battista Gherardo d’Arco, che nel 1783 si rivolse all’architetto Antonio Colonna. I pro-getti vennero cambiati parzialmente all’insegna dell’austerità con la soppressione di numerosi ornamenti. La facciata è ritmata dagli elementi verticali con capitelli compositi e dai marcapia-ni, mentre nel timpano compare l’aquila bicipite del Sacro Romano Impero con gli stemmi d’Arco e Chieppio. Nel 1872 il palazzo venne amplia-to da Francesco Antonio d’Arco, acquistando dai marchesi Dalla Valle il palazzo ed il giardi-no collocati oltre l’esedra, raggiungendo così l’attuale, complessiva estensione di ottomila metri quadrati. Nel Novecento i danni dei bom-bardamenti non risparmiarono il palazzo, che venne restaurato tra gli anni 1946 e 1960. Ulti-mo illuminato passo fu la trasformazione della dimora in museo, come ricordato da una lapide infissa nell’atrio, secondo la volontà dell’ultima esponente della famiglia, la signora Giovanna dei conti d’Arco Chieppio Ardizzoni, marchesa Guidi di Bagno.

la famiglia d'arcoLa famiglia d’Arco, nominata per la prima volta in un documento del 1124 riguardante l’erezione del castello di Riva, dove si cita un “Fridericus de Archi”, probabilmente deriva dalla nobiltà tri-

dentina di gruppo latino ed ebbe rapporti con il Barbarossa e con il principe vescovo di Trento. Il castello di Arco fu costruito intorno al Mille come libero allodio della comunità valligiana. Nel 1186 i fratelli Federico ed Odorico d’Arco ebbero l’in-vestitura dal principe vescovo Alberto. Durante il dominio del Trentino da parte di Ezzelino da Romano la famiglia (composta da 5 fratelli) cer-cò una difficile politica di equilibrio. Ma nel 1255 Trento insorse, la parte guelfa ebbe la meglio e la famiglia ottenne nuove ricompense. Negli anni seguenti il limitato sostegno alla Chiesa trentina determinò la perdita di alcuni possedimenti, poi recuperati grazie al vescovo Filippo Bonacolsi, zio di Guido, signore di Mantova. I rapporti con la città virgiliana si moltiplicarono con i Gonza-ga: Antonio d’Arco sposò Orsola da Correggio (nipote di Guido Gonzaga) aprendo le porte ai commerci e al vicendevole scambio di doni [...]. Felici furono i rapporti con la marchesa di Man-tova Barbara di Brandeburgo. Per il concilio di Mantova (1459) i d’Arco invitarono nella città dei Gonzaga molti principi tedeschi. Marmi pregiati scendevano dal Trentino per le fabbriche manto-vane, mentre i d’Arco si facevano curare solo dai medici mantovani. Nel 1475 si celebrò il matrimo-nio tra Odorico d’Arco e Cecilia Gonzaga, nipote di Ludovico II (che era suo zio). Giunsero così a Mantova molti esponenti della famiglia trentina, e in particolar modo Andrea (fratello di Odorico), dal quale nacque il ramo mantovano della famiglia.

[...] La famiglia d’Arco prese a vivere stabilmen-te in Mantova, tra le mura del sontuoso edificio contiguo alla chiesa di San Francesco, solo dopo il 1740. In quella data infatti Francesco Euge-nio ereditò i beni della madre, la nobile Teresa Chieppio, moglie di Francesco Alberto, deciden-do in seguito di stabilirsi a Mantova assieme alla moglie Teresa Ardizzoni di Pomà. Tra l’altro Fran-cesco Eugenio ebbe l’onore di accogliere Leo-pold e Wolfgang Amadeus Mozart in occasione della loro visita a Mantova del 1769, durante la quale inaugurarono il teatro Bibiena. A France-sco Eugenio seguì Giambattista Gherardo, uomo del secolo dei lumi. Fu lui a volere la renovatio del palazzo di famiglia nella solenne veste neo-classica studiata da Antonio Colonna.[...] La contessa Giovanna d’Arco Chieppio Ar-dizzoni, poi marchesa Guidi di Bagno, sposò nel 1905 il marchese Leopoldo di Bagno (Roma 1875 - Rimini 1931) e fu l’ultima esponente dei d’Arco. Ben presto, vedova e senza eredi, dedicò com-pletamente la sua vita alla propria città e all’inten-to culturale della famiglia. Dopo aver arricchito le collezioni del palazzo e dopo aver ricoperto numerosissime e prestigiose cariche la marche-sa si spense il 30 settembre 1973, lasciando alla “sua” Mantova il palazzo di famiglia con tutte le sue collezioni come nuovo museo per la città. _

(fonte: sito web del Museo di Palazzo D'Arco)

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La loggia di Davide è uno spazio di passaggio tra gli appartamenti signorili, il cortile d’onore e

il giardino. È uno degli ambienti più ampi dell’inte-ro palazzo, dove si poteva soggiornare ammiran-do il giardino, un tempo ricco di fiori e piante, e le peschiere: per questo motivo ben rappresneta l’idea rinascimentale della vita in villa, fatta di ozio e riposo dalla responsabilità di governo.

La struttura architettonica colpisce per l’ariosità dello spazio, che si apre verso il giardino con tre ampie arcate, poggianti su gruppi di quattro colonne, e con un fornice su pilastri quadrati, af-fiancato da due arcate cieche, verso il cortile d’o-nore. Notevole la ricchezza degli ornati plastici, tratti dal repertorio classico.

La decorazione della loggia segue vicende com-plesse che si protraggono sino al XIX secolo. La ricca documentazione in proposito permette di sapere che inizialmente essa doveva ospitare busti di condottieri, tanto da essere citata anche come “loggia dei Capitani”.

Il nome attuale deriva invece dalla decorazione, fatta di stucchi e affreschi, che si svolge nelle due lunette di testa, nelle lunette del lato ovest e nei lacunari della volta a botte.

La realizzazione delle scene dedicate alla storia di Davide si protrae tra il 1531 e il 1534.Il protagonista di questo spazio del palazzo è dunque un eroe biblico esaltato per le sue virtù di condottiero e guerriero (Davide e Golia, Davi-de lotta contro un orso, Davide lotta contro un leone, L’incoronazione di Davide) ma anche per le attitudini poetiche (Davide suona la cetra). I tre ottagoni della volta narrano la storia di Davide e Betsabea: il re vedendo Betsabea al bagno se ne innamora e, non potendo sopportare di divi-derla con il marito, manda quest’ultimo a morire in battaglia.

Come già nella camera di Amore e Psiche, sono forti i riferimenti alla vicenda personale del com-mittente. Federico II Gonzaga infatti, innamorato di Isabella Boschetti, già sposata, come Betsa-bea, accusa di complotto il marito di lei France-sco di Calvisano. Questi fugge, ma viene pugna-lato di lì a pochi giorni, su probabile mandato di Federico. L’intero ciclo dunque può essere interpretato come una sorta di legittimazione, visto il prece-dente biblico, dell’adulterio e dell’omicidio com-messi dal principe.

La loggia rimane a lungo incompiuta, come te-stimoniano disegni con specchiature e nicchie vuote, e nei secoli successivi numerosi sono gli interventi volti a completarla.

Nel XVII secolo viene realizzata la maggior par-te delle statue di virtù poste nelle nicchie, opera poi completata nel 1805 con l’aggiunta di altre cinque statue la cui iconografia è tratta, come in precedenza, dall’Iconografia del Ripa.

Tra il 1808 e il 1809 vengono realizzate, ad ope-ra di Giovanni Bellavite, le specchiature sopra le nicchie e le porte. È qui arricchito, con bassorilie-vi a imitazione del bronzo, il tema principe delle Storie di Davide. _

PALAZZO TELOGGIA DI DAVIDEi luoghi storici

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SPAZIO STUDIOSANT’ORSOLAi luoghi storici

All’origine della chiesa ci fu l’opera di Mar-gherita Gonzaga, che nel 1597 rimasta

vedova del duca Alfonso II d’Este, decise di tornare a Mantova. Non volendo rimanere ino-perosa alla corte del fratello Vincenzo, istituì un convento in contrada Borre e nel sobborgo di Pradella. Non soddisfatta di un semplice orato-rio dedicato a Santa Margherita, diede incarico al prefetto delle fabbriche ducali, Antonio Maria Viani, di costruire un edificio religioso più gran-de e degno di quello allora esistente. Era l’anno 1608, anno nel quale Margherita decise altresì di prendere definitiva dimora presso il convento da lei fondato e destinato ad essere una corte parallela a quella ducale.

La chiesa viene ultimata in quattro anni e de-dicata a Sant’Orsola. Entrò, quindi, a far parte del complesso monastico omonimo composto da edifici alternati a chiostri, cortili, giardini, col-legati attraverso portici e corsie. Vi erano ospi-tate cinquanta monache in ambienti e stanze al loro servizio, così come la duchessa Margherita

aveva a disposizione un proprio appartamento con stanze per le nobildonne che desideravano ritirarsi nel monastero per periodi limitati.

Ad onore e merito di Margherita Gonzaga, si deve l’arricchimento iconografico dell’interno della chiesa. Ognuno degli altari sarà correda-to da pale e quadri di pittori di grande valore: Domenico Fetti e sua sorella Lucrina, monaca essa stessa, Lodovico Carracci, Carlo Bononi, Antonio Maria Viani.

Tra il 1782 e il 1786 Giuseppe II soppresse, tra gli altri, il convento di Sant’Orsola. Il complesso di edifici, dopo esser stato caserma, venne adatta-to a ospitare l’ospedale civile cittadino. Quando quest’ultima funzione venne meno con la co-struzione del nuovo ospedale in località Pompi-

lio, gli antichi edifici monastici vennero demoliti. Dalla furia demolitrice si salvò sostanzialmente la sola chiesa di sant’Orsola che divenne edi-ficio d’angolo tra l’antico corso Pradella e la nuova e moderna Via Bonomi, tracciata dopo le demolizioni degli anni trenta del XX secolo.

La struttura ospita lo Spazio Studio Sant'Orsola, un ambiente di 500 metri quadrati con due sale di cui una attrezzata a teatro e attualmente luo-go delle attività di Ars creazione e spettacolo. _

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CINEMA DEL CARBONE

Il cinema Oberdan è in via Oberdan 11, a pochi passi da Corso Umberto I, nel centro storico di

Mantova. L’Oberdan ha una lunga storia come centro culturale e di aggregazione: prima spazio ricreativo per ragazzi, poi sala conferenze, poi ancora cinema, infine scuola di danza.Il Cinema del Carbone ha preso in gestione l’O-berdan dal gennaio 2012, con l’obiettivo di farne un punto di incontro e di proposta culturale per tutta la comunità mantovana. Da qui è nato il progetto di un luogo a sale mo-bili, uno spazio modulare con sale che cambiano pelle a seconda dell’uso: una parete si sposta, alcuni elementi compaiono o si nascondono, a seconda di quello che si vuole fare. Come in un caleidoscopio, un semplice movimento basta a cambiare colori, geometrie, dimensioni. Eppure, lo spazio resta uno solo, pronto a catalizzare idee e attività diverse, offrendo a ciascuna la di-mensione ideale. _

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PARCO DELLE BERTONE

Il Parco delle Bertone è un Parco Giardino, tipi-co del periodo romantico. Vi si possono am-

mirare alberi esotici ed autoctoni che possonoavere fino a 150 anni di età.

Il parco comprende una zona boscosa, un piccolo laghetto, vari corsi d’acqua e una rete di sentieri e vialetti. Include anche 3 edifici di epoca ottocentesca: una villa padronale, delle scuderie e un edificio un tempo adibito a fore-steria (al centro del boschetto si trova anche una ghiacciaia interrata dove un tempo veniva stivato il ghiaccio portato per fiume dalle zone montane). Il bosco contava un migliaio di alberi ma nel 1994 durante un fortunale circa un quar-to furono rasi al suolo. La disposizione di alberi, sentieri e zone acquose non è naturale ma ri-sponde a criteri architettonici e di suggestione.

La vegetazione arborea è composta da specie esotiche (caratteristiche dei giardini ottocente-schi) e da altre più comuni. Si possono contare: pini neri, magnolie, tassi, querce, carpini, ba-

golari, platani, farnie, noci neri. Piuttosto raro un esemplare di ginko biloba di 200 anni e 40 metri di altezza.

Il parco è gestito dal Parco Regionale del Min-cio e ospita il Centro reintroduzione cicogna bianca attivato dal Parco del Mincio. Si tratta di un nucleo stabile di cicogne nidificanti ospita-te in voliere e liberate dopo alcuni anni. Alcuni esemplari si stabiliscono permanentemente nel parco (come è possibile vedere in grandi nidi sulle cime degli alberi) e talvolta inducono esemplari selvatici a stabilirsi nella zona, altre migrano durante l’inverno per poi fare ritorno.

Le Bertone sono aperte al pubblico nelle gior-nate festive da marzo a inizio novembre. _[fonte: wikipedia]

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Johanna Marie Ainomäe (Phoenix String Trio)

Allievi del Liceo Musicale “Isabella d’Este”

Davide Alogna

Alessandra Aitini

Stefano Bagliano (Collegium Pro Musica)

Nancy Barnaba (Quartetto Viotti)

Alberto Battiston (Quartetto di Venezia)

Anna Lisa Bellini

Tommaso Benciolini

Maria Cecilia Berioli (Quartetto Viotti)

Sebastiano Bernocchi

Cecilia Bianchi (Accademia pianistica mantovana)

Ilaria Brognara (Accademia pianistica mantovana)

Gianluca Campi (Magnasco Movie Quartet)

Andrea Candeli

Enrico Caniato (Accademia pianistica mantovana)

Bruno Canino

Carlo Cantini (Stefano Gueresi Trio)

Andrea Cardinale (Magnasco Movie Quartet)

Giancarlo Cardini

Fulvio Chiara (Igor Palmieri Quintet)

Caterina Chiozzi

Davide Ciruolo (Accademia pianistica mantovana)

Enzo Ciruolo (Accademia pianistica mantovana)

Andrea Coen (Collegium Pro Musica)

Egidio Collini (Quartetto K)

Alice Cortegiani (Duo Essentia)

Simone Daclon (Igor Palmieri Quintet)

Marco Dalpane

Annamaria Dell’Oste (Ensemble Variabile)

Fabio Di Casola

Antonio di Cristofano

Giancarlo di Vacri (Quartetto di Venezia)

Ebony Piano Duo

Domenico Ermirio

Valter Favero (Orchestra d’Archi Asolana Veneta “Malipiero”)

Matteo Ferrari

Antonino Fiumara

Debora Fontanella (Accademia pianistica mantovana)

Fabio Gaddoni (Quartettto K)

Andrè Gallo

Francesco Gardella (Magnasco Movie Quartet)

Riccardo Giovine

Bertrand Giraud

Corrado Greco

Chen Guang

Stefano Gueresi (Stefano Gueresi Trio)

Federico Guglielmo (Collegium Pro Musica)

Claude Hauri

Sandra Hiie (Phoenix String Trio)

Horus Ensemble (Conservatorio di Musica “Lucio Campiani” di Mantova)

Erich Oskar Huetter (Collegium Pro Musica)

Silvia Ilves (Phoenix String Trio)

Aki Kuroda

Giovanni Leprino

Paolo Lungu (Caffè Concerto Strauss)

Alessandro Magnasco (Magnasco Movie Quartet)

mantovamusicaartisti ospiti edizione_2016

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Claudio Mansutti (Ensemble Variabile)

Sergio Marchegiani (Duo Schiavo-Marchegiani)

Alberto Martini (I Virtuosi Italiani)

Stefano Martini (Quartetto K)

Anna Mastino

Johanna Mattila (Archetti Sinfonici di Pirkanmaa)

Franco Mezzena (Quartetto Viotti)

Stefan Milenkovich

Ksenia Milyawskaaja

Anna Modenini (Accademia pianistica mantovana)

Giovanni Mongiano

Michele Nocera

Alberto Nosé

Orchestra d’Archi Asolana Veneta “Malipiero”

Orchestra del Festival Internazionale “Omaggio a Maria Callas”

Orchestra giovanile “Archetti Sinfonici” di Pirkannmaa (Tampere)

Elena Padovani (Accademia pianistica mantovana)

Nicola Padovani (Accademia pianistica mantovana)

Igor Palmieri (Igor Palmieri Quintet)

Joaquin Palomares

Federico Parolini

Ion Perepelicnii (Caffè Concerto Strauss)

Piccoli Pianisti di Piano District

Cristian Pintilie (Caffè Concerto Strauss)

Paola Pitagora

Stefan Popescu (Caffè Concerto Strauss)

Tero Putkonen (Archetti Sinfonici di Pirkanmaa)

Luigi Puxeddu

Massimo Quarta

Luca Ranieri (Quartetto Viotti)

Federica Repini (Ensemble Variabile)

Massimo Reppellini (Stefano Gueresi Trio)

Bruno Righetti (Trio del Garda)

Raffaele Romano (Igor Palmieri Quintet)

Eros Roselli (Trio del Garda)

Andrea Rucli

Matteo Salerno (Quartetto K)

Tuomas Salokangas (Archetti Sinfonici di Pirkanmaa)

Paola Sanguinetti

Linda Sarcuni

Mauro Scappini (Trio del Garda)

Marco Schiavo (Duo Schiavo-Marchegiani)

Claudia Schirripa (Accademia pianistica mantovana)

Angiolina Sensale

Vittorio Sicbaldi (Igor Palmieri Quintet)

Grigory Sokolov

Giampaolo Stuani

Marco Tariello (Accademia pianistica mantovana)

Samuele Telari (Duo Essentia)

Seppo Varho

Luigi Verdi

Sebastiano Maria Vianello

Andrea Vio (Quartetto di Venezia)

I Virtuosi Italiani

Angelo Zanin (Quartetto di Venezia)

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132 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

mantovamusica

Sede Madonna della Vittoriavia Monteverdi 1 - 46100 Mantova

telefono0376 355566

SegreteriaFrancesca Casella

video e FotoLiceo Artistico di MantovaVincenzo Bruno

graficaManuela Benassi

WebLaura Gradella

IllustrazioneVictor Cavazzoni

[email protected]@mantovamusica.com

Webwww.mantovamusica.com

PresidenteItalo Scaietta

Direttore artisticoStefano Giavazzi

Consiglio direttivoDavide BardiniIvan FiaccadoriGiovanna GambaAntonio Guidi

relazioni esterneValerio Novara

Consulente musicaleAndrea Zaniboni

Webwww.societadellamusica.it

Società della Musica

PresidenteGiovanna Corradi

Direttore artisticoStefano Maffizzoni

amministrazioneSimona Maffizzoni

Webwww.concertidelladomenica.it

Arti.Co

Presidente e Direttore artisticoLeonardo Zunica

vice PresidenteRiccardo Zunica

ConsiglieriMaria Ala-HannulaGlauco Zunica

Webwww.eterotopiepianofestival.comwww.associazionediabolusinmusica.com

Diabolus in Musica

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Con il sostegno di: Con la collaborazione di:

Con il contributo di:

Club Mantova Club Mantova San Giorgio

Club Mantova Castelli

Soroptimist InternationalClub di Mantova

Club Andes di Virgilio Curtatone

Amici di PAlAzzo Te e dei musei mAnTovAni

Delegazione di Mantova

Inner Wheel Mantova

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134 | STAGIONE CONCERTISTICA 2017

mantovamusica

appunti_

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Finito di stampare nel mese di gennaio duemiladiciasetteda Leoprint, Bagnolo San Vito (Mn)