Schede didattiche "Isole mai trovate", 2010, Palazzo Ducale, Genova
Lezioni Didattica delle lingue...
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LezioniDidattica delle lingue moderne
Terminologia, acquisizione e interlingua
Acquisizione e apprendimento
Terminologia
• Lingua materna (L1)
• Seconda lingua (o terza, quarta) (L2)
• Acquisizione vs apprendimento
• Acquisizione vs sviluppo
• Lingua target
• Apprendimento spontaneo vs guidato
• Apprendimento misto
• Lingua straniera vs lingua seconda
Discussione
• Differenze percorso di apprendimento L1 / L2
Acquisizione vs ApprendimentoProcessi di appropriazione della L
• Implicito
• Inconsapevole
• Subconscio
• L1
• (per Krashen anche L2)
• Esplicito
• Consapevole
• Focalizzato sulla lingua
• contesti di insegnamento
• L2
• Per Krashen L2
Acquisizione L1 /L2 – aspetti comuni
• Processi di socializzazione in cui la lingua funge da strumento di comunicazione
• Fasi di sviluppo ricorrenti e in parte comuni
• Es. negazione • I fase - L1 Not a teddy bear / L2 No sleeping
• II fase - L1 He not bite you / L2 You no swim
• III fase - L1 I haven’t / L2 You’re not playing
• Errori
• Marcatezza
Acquisizione differenzeL1 vs L2
Cronologia - L1 prima L2 dopo• L1 Acquisizione parallela allo sviluppo cognitivo – L2 sviluppo
cognitivo già avanzato• L2 in soggetti che conoscono almeno una L1• età
Competenza• Differenze individuali L2 > L1• Uniformità esito in L1
UsoIdentità
L1 AcquisizioneL2 Apprendimento
Torniamo indietro alla L1
• 3-10 mesi Fase prelinguistica (suoni fino a 2 mesi; gioco vocale dai 4-7 mesi; lallazione dai 7 ai 12 mesi) Verso i 9 mesi> comunicazione
• 12-20 mesi fase olofrastica – monorematica
• 20-24 mesi fase bimembre
• Dai 24 mesi sviluppo della grammatica
• Dopo i 3 anni coordinazione e subordinazione aumento del vocabolario
L’interlingua (Selinker 1972)
• La lingua imperfettamente posseduta dall’apprendente
• Un sistema a sé stante che risulta dal tentativo di produrre una norma nella lingua target
• È la lingua degli apprendenti
– È in continua evoluzione
– Si sviluppa per stadi
• È dinamica e sistematica
Fasi di sviluppo lingue seconde
• Fase iniziale – Pre-basica– Parole e Formule– Risorse non linguistiche– Organizzazione nominale– Organizzazione pragmatica
• Seconda fase – Basica– Presenza forma basica del verbo – Spesso non flessa: organizzazione non finita– Organizzazione pragmatica
• Terza fase – Post-basica (intermedie / avanzate/ quasi native)
– Tempo verbale finito– Organizzazione sintattica– Categorie lessicali e grammaticali è acquisito
Tratti delle fasi di apprendimento
CARATTERISTICHE VARIETÀ DI APPRENDIMENTO
PRE-BASICA BASICA POST-BASICA
Categorie grammaticali
Nessuna Predicato e argomenti
nomi, verbi
Morfologia Nessuna Forma base dei verbi
Verbi e nomi flessi
Organizzazione dell’enunciato
Pragmatica Semantico-sintattica
Sintattica
Dipendenza dal contesto
Estrema Minore Bassa
Caratteristiche dell’interlingua
• È una lingua
• È un sistema a sé stante
• È la lingua degli apprendenti
– È in continua evoluzione
– Si sviluppa per stadi
• È dinamica e sistematica
L’interlingua
• È soggetta a fossilizzazione
• Nell’analisi bisogna tener conto di cinque processi:
• Transfer linguistico – influenza della L1
• Transfer di insegnamento – applicazione indebita di regole
• Strategie di acquisizione (es. omissione o semplificazione)
• Strategie di comunicazione (es. chiedere aiuto)
• Sovraestenzione di regole (es. prenduto)
• Abbiamo discusso in classe le produzioni orali di due bambine a due stadi diversi di apprendimento dell’italiano in contesto di lingua seconda (dopo aver visto il video) e poi alcune frasette trascritte di parlanti di varie L1.
• Nelle prossime 4 slide trovate le trascrizioni
• (I testi sono tratti da Pallotti «La seconda lingua» e Bettoni «Usare un’altra lingua»)
Interlingua
Interlingua
Esempi di produzioni in L2
1. l’uomo adesso c’è America (l’uomo adesso sta in America)
2. primo tu volie mangiare adesso tu volie lire che cosa vuoi prossima? (prima volevi da mangiare, adesso vuoi dei soldi, cosa vorrai la prossima volta?)
3. clean floor ( give me something for clining floors)
4. me no blue (I don’t have a blue crayon)
5. brutto carne (la carne è brutta)
6. I no can see (io non riesco a vedere)
Esempi di produzioni in L2
• Ich zurük Mama (Ich ging zurük zu Mama)• mangiare di mensa pranzo (mangio a mensa per
pranzo)• una persona eh – presato come si dice altro militare è
venuto prenduto la una persona che ... ( una persona ha preso, come si dice, è venuto un altro poliziotto che ha preso la persona che...)
• ah io di Italia studie (io (in) Italia (sono venuto per) studiare
• Cinese eh fato eh media (in Cina ho fatto le medie)• primo mamma no italiana (la prima mamma non è in
Italia)
Primi stadi
Nei primi stadi compaiono soprattutto:
• Formule
– Blocchi appresi come unità non analizzate
– Non riflettono il livello raggiunto nella produzione creativa
• Parole
• "In tutte le interlingue iniziali compaiono forme di negazione, forme di saluto e di commiato, di ringraziamento e altre espressioni frequenti e comunicativamente rilevanti, di solito apprese con formule non analizzate,e naturalmente nomi di persone e di luogo".
• Giacalone Ramat (1993) L'Italiano di stranieri
Parole e formule
• Per la gestione della conversazione
• Alto grado di generalità
• Pronomi personali
• Formule di cortesia e di saluto
• Utilità
• Frequenti nell’input
• Facilmente pronunciabili
Cosa sono le formule?
• Si tratta di frasi o parti di frasi non analizzate dal parlante di L2 che vengono memorizzate senza essere scomposte. Vengono prese in blocco. Il loro apprendimento è pura memorizzazione di un flusso fonico non segmentato.
• Come si chiama?
• I don’t know
• how are you?
• Auf wiedersehen
• Quanto costa?
Criteri per individuare formule:
• si tratta di produzioni di una complessità strutturale maggiore rispetto a quella delle produzioni medie dell’apprendente
• nessuna delle singole parole che le compongono sono usate in altre combinazioni
• sono sequenze relativamente fisse
• il parlante spesso non sa da quali parole è composta la sequenza
Caratteristiche delle “parole” nelle prime fasi di apprendimento
• Assegnabilità incerta delle parole ad una classe morfologica
• Riduzione morfologica
• Forme basiche
• Prevalenza delle parole contenuto, piuttosto che di funzione
• Eliminazione degli elementi comunicativamente meno importanti
• Ordine pragmatico-discorsivo e non sintattico
Riduzione morfologica
1. Clean / floor > marca 0
2. Italiano> marca c’è sempre• Hai / bicicletta / lavora
3. Forma basica: scelta dall’apprendente come rappresentante delle altre
• Frequenza
• Facilità articolatoria
• Lunghezza
• Tipicità
TRANSFER
• Fra le caratteristiche dell’interlingua c’è il Transfer
• Che è quanto io trasferisco da una lingua precedentemente appresa alla lingua di arrivo
• In altre parole è l’interferenza di altre lingue nella lingua di arrivo
• Transfer positivo
• L’influenza della L1 aiuta lo sviluppo dell’interlingua
• Transfer negativo
• L’influenza della L1 ostacolalo sviluppo dell’interlingua
TRANSFER
• Influenze di vario genere
• Influenza di L1 / altre L2
• Avviene a tutti i livelli
FONOLOGIA> LESSICO>SINTASSI>MORFOLOGIA
??? >>>>> pragmatica
SEQUENZE DI APPRENDIMENTO
• Le regolarità con cui si impara una L2.
• Per quanto riguarda le parole la variabilità è enorme.
• Criteri interni e esterni al lessico.
• PRIMA SI IMPARANO LE PAROLE
• formule
• parole contenuto
• minori regolarità di sviluppo
• POI SI SVILUPPA LA GRAMMATICA
• stadi obbligati
Sequenze di apprendimento
• Sequenze di apprendimento ben precise indipendenti dalla L1 dei parlanti
• Ordine naturale
Nei primissimi stadi di apprendimento
• Morfologia assente o molto semplice– Verbi alla forma basica– In italiano L2 abbastanza presto
• Scarso uso della copula• Uso scarso di articoli e preposizioni• Negazione
– No – Posizione preverbale
• Ordine delle parole– Focus per ultimo– Elemento che controlla per primo
Passato del verbo irregolare: to eat
• 1. forma basica eat
• 2. irregolare non analizzata ate
• 3. regolare sovraestesa eated
• 4. ibrida regolare e irregolare ated
• 5. irregolare analizzata ate
ITALIANO L2: la temporalità
I. Non esistono mezzi morfologici per esprimere la temporalità: forma basica del verbo (seconda/terza persona – infinito) –
a. In caso di interazione viene mantenuto il riferimento temporaleespresso dal nativo.
b. Uso di avverbi: lessicale e non morfologico
II. Distinzione morfologica tra azioni passate/concluse e azioni presenti/continuate
I. suffisso –to (N.B. a volte senza ausiliare)
II. Non temporale ma aspettuale (ruolo infinito)
ITALIANO L2: la temporalità
III. Distinzione tra passato puntuale e passato durativo: a. Imperfetto: ero/era con funzione di copula (era cattivo), avevo,
potevo.
b. Participi passati: finito / fatto.
c. Imperfetto: sfondo/narrativo.
IV. Futuro, condizionale e congiuntivo. Distinzione tra fattuale e non-fattuale.
ITALIANO L2: la modalità
I. Modalità espressa in modo non verbale (gesti, espressioni, intonazione, ecc.).
II. Modalità Lessicale I. Epistemica: incertezza
I. Penso, credo, non so
II. Forse, magari, possibile
II. Deontica:
I. Verbi: volere, dovere, bisogna => infinito
III. Modalità grammaticaleI. Condizionale:Vorrei / sarebbe (appresi come forme non analizzate)
II. Congiuntivo appare tardi
NEGAZIONE in inglese
1. Esterna. No this. Not like it.
2. All’interno dell’enunciato: prima del verbo. They not working. I don’t have a job.
3. Dopo ausiliare e modale. C’è sempre don’tcompaiono i primi modali couldn’t
4. Don’t analizzato (>doesn’t/ didn’t)
NEGAZIONE in francese
• Negazione discontinua Neg+ Aux/mod/v + neg +(v)• je (ne) comprends pas l’italien
• Io non capisco mica l’italiano
• I stadio – (SN) + NEG + SN Neg = non• Es. non taxis (il n’y a pas de taxis
• II stadio – (SN) Neg + verbo• Es. moi je pas ganje trente mille par mois
• Es. moi nepas de krir
• II stadio – (SN) NEG + Aux/mod/v + neg• Es. la personne ne travalle pas
MORFOLOGIA NOMINALE IN ITALIANO
• La flessione e categoria di numero precede per correttezza quella di genere
» Greenberg (1976) Universale 36 : Se una lingua ha la categoria del genere ha anche la categoria del numero
• In effetti il genere viene appreso dopo il numero:
» Accordo - Errori tipo: uno casa – la tema
Genere in italiano
• vento m.venti m.• casa f.case f.• cortile m.cortili m.• estate f.estati f.• re m.re m.• virtù f.virtù f.• dramma m.drammi m.• uovo m.uova f.• braccio m.bracci m.braccia f.• mano f.mani f.
Apprendere la morfologia nominale dell’italiano presuppone:
• appartenenza di ogni nome dell’italiano a una classe flessiva e a un genere
• la necessità (in molti contesti) di far precedere il nome da un articolo
• la necessità di accordo di genere e numero alcuni target del nome: articoli e determinanti, aggettivi attributivi e predicativi, participi e pronomi anaforici
difficoltà nell’acquisizione del genere:
• arbitrarietà dell’assegnazione di genere ai nomi dell’italiano
• la scarsa salienza percettiva delle desinenze
• morfemi flessivi esprimono le categorie in modo cumulativo
• l’omonimia fra alcuni morfi
• differenze nella L1
Criteri di assegnazione del genere
1) criteri (morfo)fonologici• Regola di base• nome in –o> maschile• nome in –a> femminile• Attenzione al contenuto2) criteri semantici• associazione genere / sesso3) morfologia derivazionale• -tore > maschile• -trice > femminile
ITALIANO L2: accordo
I. Anaforico: parole apprese come unità. Opposizione lui/ lei. Vedere lui (= uomo). Appreso dove la distinzione è utile. Priorità del genere pronominale
II. Combinazione tra parole: accordo nel sintagma: articolo determinativo: la casa; -a femminile, -o maschile
III. Combinazione tra parole: accordo nel sintagma: articolo indeterminativo: una casa.
IV. Accordo aggettivo attributivo: assonanza/rima: acqua calda / grande case
V. Accordo aggettivi predicativi: La casa è piccola
VI. Accordo tra nome e participio passato: lei è partita