STAGIONE · 2018-01-18 · destino della sua patria, dominata dall’Austria. Un pescatore canta...

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GUILLAUME TELL Gioachino Rossini S T A G I O N E OPERE E BALLETTI

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TEATRO

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GUIL LAUME TEL LG i o a c h i n o R o s s i n i

S T A G I O N E

OPERE E BALLETTI

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S T A G I O N E

O P E R E E B A L L E T T I

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PARTNER PRIVATISOCI FONDATORI

REGIONE SICILIANAASSESSORATO AL TURISMO SPORT E SPETTACOLI

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FONDAZIONE TEATRO MASSIMO

Francesco Giambrone SovrintendenteOscar Pizzo Direttore artisticoGabriele Ferro Direttore musicale

CONSIGLIO DI INDIRIZZOLeoluca Orlando (sindaco di Palermo) PresidenteLeonardo Di Franco VicepresidenteDaniele FicolaFrancesco Giambrone SovrintendenteEnrico MaccaroneAnna Sica

COLLEGIO DEI REVISORIMaurizio Graffeo PresidenteMarco PiepoliGianpiero Tulelli

TASCA D’ALMERITA

ANGELO MORETTINO SRL

SAIS AUTOLINEE

AGOSTINO RANDAZZO

DELL’OGLIO

FILIPPONE ASSICURAZIONE

GIUSEPPE DI PASQUALE

ALESSANDRA GIURINTANO DI MARCO

ISTITUTO CLINICO LOCOROTONDO

ALBO DEI DONATORIART BONUS

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Opéra en quatre actes (opera in quattro atti)Libretto di Victor Joseph Etienne De Jouy e Hippolyte Louis Florent Bis

Musica di Gioachino Rossini

Prima rappresentazione Parigi, Théâtre de l’Academie Royale de Musique, 3 agosto 1829

Edizione critica della partitura edita dalla Fondazione Rossini di Pesaro

in collaborazione con Casa Ricordi di Milanoa cura di M. Elizabeth C. Bartlet

In occasione dei 150 anni dalla morte di Gioachino Rossini

Allestimento del Teatro MassimoProduzione messa in scena per la prima volta dalla Royal Opera House

Covent Garden di Londra nel 2015

GUILLAUM E TELL

La prima di martedì 23 gennaio sarà trasmessa in streaming su teatromassimo.it e in diretta su RAI RADIO3

TURNI

Data Turno Ora

Sabato 20 gennaio Anteprima Giovani 17.30

Martedì 23 gennaio Prime 19.30

Giovedì 25 gennaio B 18.30

Sabato 27 gennaio F 19.30

Domenica 28 gennaio D 17.30

Martedì 30 gennaio Opera 18.30

Mercoledì 31 gennaio C 18.30

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ARGOMENTO 13

SYNOPSIS 15

ARGUMENT 17

HANDLUNG 19

Giuseppe Migliore INTRODUZIONE ALL’OPERA 25

Saverio Lamacchia L’OPERA “RIVOLUZIONARIA” DI ROSSINI 35

Marco BeghelliMA QUALE TENORE PER ARNOLD? 51

IL LIBRETTO 63

PRIMO ATTO 65

SECONDO ATTO 82

TERZO ATTO 98

QUARTO ATTO 112

Alberto MattioliINTERVISTA A DAMIANO MICHIELETTO 127

GUGLIEMO TELL AL TEATRO MASSIMO 137

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 149

NOTE BIOGRAFICHE 151

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ARGOMENTO 13

SYNOPSIS 15

ARGUMENT 17

HANDLUNG 19

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A R G O M E N T O

ATTO IUn villaggio svizzero nel cantone di Uri. Guillaume Tell riflette sul destino della sua patria, dominata dall’Austria. Un pescatore canta una canzone. Nel villaggio si celebra il matrimonio di tre coppie di pastori: il vecchio Melcthal benedirà gli sposi. Suo figlio, Arnold, è innamorato in segreto e senza speranza della principessa Mathilde d’Asburgo. Guillaume Tell domanda al giovane di ricordarsi della sua patria. Giunge Leuthold, inseguito dai soldati dell’odiato governatore austriaco Gesler. Leuthold ha ucciso uno dei soldati, che stava per violentare sua figlia. Tell salva Leuthold traghettandolo con una barca sull’altra sponda del Lago dei Quattro Cantoni. I soldati di Gesler, in-furiati, distruggono il villaggio e trascinano via Melcthal. ATTO IINel bosco, Mathilde si stacca dal gruppo di cacciatori e rimane indie-tro, con la speranza di incontrare Arnold senza essere visti. Giunge Arnold, e i due si confessano l’amore reciproco. Mathilde si allontana rapidamente, subito dopo Arnold è raggiunto da Tell e Walter Furst, che gli ricordano il suo dovere. Arnold recalcitra, ma quando scopre

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14 15I / ARGOMENTO

ACT IA Swiss village in the canton of Uri. Guillaume Tell thinks about the pli-ght of his homeland, ruled by Austria. A fisherman is singing a song. The village celebrates the wedding of three couples of shepherds: the old Melcthal will bless the betrothed. His son, Arnold, is secretly and wi-thout hope in love with the Habsburg princess Mathilde. Guillaume Tell asks the young man to think of his country. Leuthold comes, pursued by the soldiers of the hated Austrian governor Gesler. Leuthold killed one of them, who was about to rape his daughter. Tell rescues Leu-thold, taking him across the stormy Lake Lucerne to the other shore. Gesler’s soldiers are upset, destroy the village and drag Melcthal away. ACT IIMathilde rode into the woods with a hunting party and secretly stays behind to meet Arnold. Arnold meets her and each confess the reci-procal love. While Mathilde goes away quickly, Arnold is reminded of his duty by Tell and Walter Furst. But only when Arnold learns that Ge-sler had his father killed, he swears bloody revenge. The Swiss swear to liberate their homeland and drive out the enemies.

S Y N O P S I Sche Gesler ha ucciso suo padre, giura di vendicarsi. Tutti gli svizzeri giurano insieme a lui di liberare la patria e scacciarne gli oppressori. ATTO IIIMathilde e Arnold si incontrano nuovamente nei giardini del palazzo del governatore ad Altorf: Arnold spiega che deve vendicare il padre.Ad Altorf, per festeggiare il centenario della dominazione austriaca, Gesler a fatto legare il suo cappello a un palo e costringe ogni svizze-ro ad inginocchiarvisi davanti. Tell si rifiuta. Gesler ordina l’arresto di Tell e di suo figlio Gemmy. Saranno liberati solo se Tell, celebre per la sua abilità con la balestra, riuscirà a colpire una mela posta sul capo del figlio. Il colpo riesce, ma Tell confessa a Gesler che, se avesse fallito il bersaglio, avrebbe ucciso con una seconda freccia il gover-natore. Mathilde interviene e riesce a strappare Gemmy alle mani di Gesler, ma Tell viene arrestato e condotto via.

ATTO IVArnold ripensa alla propria infanzia, alla sua amata Mathilde e al pa-dre morto. Viene poi scelto come capo dei confederati. Nel frattempo Mathilde riconduce Gemmy a casa, dove Hedwige è preoccupata per il marito. Dei segnali di fuoco annunciano l’arrivo dell’ora della rivolta. Tell riesce a liberarsi mentre una tempesta infuria sul lago. Gesler vie-ne colpito a morte da Tell. Nel frattempo Arnold arriva con l’esercito svizzero: i dominatori austriaci sono stati sconfitti ovunque. Gli svizzeri festeggiano la libertà ritrovata. Arnold e Mathilde potranno sposarsi.

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16 17I / SYNOPSIS

ACTE IUn village suisse dans le canton d’Uri. Guillaume Tell pense au sort de sa patrie, gouvernée par l’Autriche. Un pêcheur chante une chanson. Le village célèbre le mariage de trois couples de bergers: le vieux Melcthal bénira les fiancés. Son fils, Arnold, est secrètement et sans espoir amoureux de la princesse Mathilde d’Habsbourg. Guillaume Tell demande au jeune homme de penser à sa patrie. Leuthold arrive, poursuivi par les soldats du détesté gouverneur autrichien Gesler. Leuthold a tué l’un d’eux, qui était sur le point de violer sa fille. Tell sauve Leuthold en l’emmenant avec une barque de l’autre côté du Lac des Quatre-Cantons. Les soldats de Gesler, contrariés, détruisent le village et entraînent avec eux Melcthal. ACTE IIMathilde, arrivée dans les bois avec une partie de chasse, sort du groupe pour pouvoir rencontrer Arnold en secret. Arnold arrive et les deux se confessent l’amour réciproque. Tandis que Mathilde s’en va rapidement, Arnold se voit rappeler son devoir par Tell et Walter Furst. Mais seulement quand Arnold apprend que Gesler a tué son

ACT IIIMathilde and Arnold meet again in the gardens of the governor’s pala-ce in Altorf: he explains her that he must avenge his father.In Altorf, to honor the centenary of the Austrian rule, Gesler has had his hat tied to a pole and forces every Swiss man to bow to it. Tell refu-ses. Gesler has Tell and his son Gemmy arrested. They are only to be released when the famed crossbow shooter Tell can pierce an apple placed on the head of his son. The shot succeeds, but Tell had hidden a second arrow, intended to kill the governor if he had missed the first shot, as he explains to Gesler. Mathilde arrives and frees Gemmy from Gesler’s hands, while Tell is taken into custody. ACT IVArnold remembers his childhood, his beloved Mathilde and the dead father. He is elected leader of the Confederates. In the meanti-me Mathilde brings Gemmy home, where Hedwige is worried for her husband. The fire signs are lit, the hour of the uprising has come. Tell breaks free during the storm on the lake. Gesler is shot by Tell. At the same time Arnold arrives with the Swiss army: everywhere the austrian rulers are defeated. The Swiss people celebrate freedom. Arnold and Mathilde can marry.

A R G U M E N T

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18 19I / ARGUMENT

H A N D L U N G

1. AktEin schweizer Dorf im Kanton Uri. Guillaume Tell denkt an die Not seiner Heimat, unter österreichischer Herrschaft. Ein Fischer trällert ein Liedchen. Das Dorf feirt das Hochzeitsfest von drei Hirtenpaaren: der alte Melcthal wird die Verlobten segnen. Sein Sohn, Arnold, ist in die Habsburger Prinzessin Mathilde heimlich und ohne Hoffnung verliebt. Tell fordert den jungen Mann auf, an sein Vaterland zu den-ken. Leuthold kommt, verfolgt von des verhassten Landvogts Geslers Mannen. Er hat einen von ihnen, der seine Tochter vergewaltigen wol-lte, getötet. Tell rettet Leuthold, in dem er ihn über den stürmischen Vierwaldstätter See ans andere Ufer bringt. Geslers Soldaten sind verärgert, zerstören das Dorf und schleppen Melcthal davon.

2. AktMathilde ist mit einer Jagdgesellschaft in den Wald ausgeritten und bleibt heimlich zurück, um Arnold zu treffen. Arnold kommt zufällig vorbei und sie gestehen einander ihre Liebe. Während sich Mathilde schnell entfernt, wird Arnold von Tell und Walter Furst an seine Pflicht erinnert. Aber erst als Arnold erfährt, dass Gesler seinen Vater töten

père, il jure une vengeance sanglante. Les Suisses jurent de libérer leur patrie et de chasser les ennemis. ACTE IIIMathilde et Arnold se retrouvent dans les jardins du palais du gouver-neur à Altorf: il lui explique qu’il doit venger son père.En Altorf, pour honorer le centenaire de la domination autrichienne, Gesler a ordonné d’attacher son chapeau à un poteau et force chaque homme suisse à s’incliner. Tell refuse. Gesler ordonne l’arrêt de Tell et de son fils Gemmy. Ils ne seront libérés que si le célèbre tireur d’arbalète Tell pourra percer une pomme placée sur la tête de son fils. Le coup réussit, mais Tell avait caché une deuxième flèche, desti-née à tuer le gouverneur s’il avait manqué le premier coup, comme il l’explique à Gesler. Mathilde arrive et libère Gemmy des mains de Gesler, tandis que Tell est placé en garde à vue.

ACTE IVArnold se souvient de son enfance, de sa bien-aimée Mathilde et de son père décédé. Il est choisi comme chef des Confédérés. Ce-pendant Mathilde ramène Gemmy chez lui, où Hedwige est inquiète pour son mari. Les signals lumineux annoncent que l’heure du sou-lèvement est venue. Tell reussit à se liberer pendant qu’une tempête fait rage sur le lac. Gesler est abattu par Tell. En même temps arrive Arnold avec l’armée suisse: partout les dominateurs autrichiens sont vaincus. Les Suisses célèbrent leur liberté. Arnold et Mathilde peuvent se marier.

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liess, schwört er blutige Rache. Die Schweizer schwören, ihr Vaterland zu befreien und die Feinde zu verjagen.

3. AktMathilde und Arnold treffen sich noch einmal in den Gärten des Altor-fspalasts: er erklärt dass er muss sein Vater rächen.In Altorf, um die Hundertjahrfeier der österreichischen Herrschaft zu ehren, Gesler hat seinen Hut auf eine Stange binden lassen und zwingt alle Schweizer, sich davor zu verneigen. Tell weigert sich. Ge-sler lässt Tell und seinen Sohn Gemmy verhaften. Sie sollen nur dann freigelassen werden, wenn der berühmte Armbrustschütze Tell einen Apfel vom Kopf seines Jungen schiessen kann. Der Schuss gelingt, der zweite Pfeil aber war, wie Tell Gesler erklärt, für diesen gedacht, wenn er daneben getroffen hätte. Mathilde kann immerhin Tells Sohns der Gewalt Geslers entziehen, Tell selbst wird fortgeführt.

4. AktArnold gedenkt seiner Kindheit, der Geliebten und des toten Vaters. Er wird von den Eidgenossen zum Anführer gewählt. Inzwischen brin-gt Mathilde Gemmy nach Hause, wo sich Hedwige grosse Sorgen macht. Die Feuerzeichen werden entzündet, die Stunde des Aufstan-des ist gekommen. Tell kann während einer stürmischen Bootsfahrt Gesler entfliehen. Gesler wird von Tell erschossen. Arnold ist gleich-zeitig mit den erfolgreichen Schweizern zur Stelle: überall werden die Feinde geschlagen. Das Schweizer Volk feiert die Freiheit. Arnold und Mathilde reichen sich die Hände.

I / HANDLUNG

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Giuseppe Migliore INTRODUZIONE ALL’OPERA 25

Saverio Lamacchia INTRODUZIONE ALL’OPERA 35

Marco Beghelli INTRODUZIONE ALL’OPERA 51

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I N T R O D U Z I O N EA L L’ O P E R A

| D I G I U S E P P E M I G L I O R E

Quando nel 1824 Rossini si stabilì a Parigi con l’incarico di Directeur de la musique et de la scène du Théâtre Royal Italien, dopo le fortu-nate esperienze di Vienna (Zelmira, 1822) e Londra che sancirono il suo successo europeo, egli dovette affrontare anche l’impegno di comporre nuove opere per l’Académie Royale de Musique (me-glio conosciuta come Opéra). Negli anni seguenti si susseguirono rifacimenti francesi di lavori italiani (Le Siège de Corinthe e Moïse et Pharaon, adattamenti rispettivamente di Maometto II e Mosè in Egitto), la cantata scenica Il viaggio a Reims nel 1825 e finalmente l’opera comica Le Comte Ory nel 1828 (che però riutilizzava molti pezzi del Viaggio a Reims). Tuttavia la partitura da scrivere espres-samente per l’Opéra fu rimandata di anno in anno. Il nuovo lavo-ro era atteso al varco dai parigini e probabilmente il compositore sentiva il bisogno di aver piena padronanza di quel nuovo linguag-gio musicale. Fu quindi solo nel 1828 che finalmente si annunciò il debutto di Guillaume Tell. Nell’estate di quell’anno, dopo la se-conda replica del Comte Ory, Rossini tornò in campagna, ospite del facoltoso amico marchese Alejandro Maria Aguado, avendo già in mente quella che sarebbe stata la sua ultima opera, maesto-

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26 27II / INTRODUZIONE ALL’OPERA

sa e romantica com’è giusto che fosse il suo congedo dalle ribalte teatrali. Guillaume Tell, di più, sarebbe diventato (con La muette de Portici di Auber del 1828 e Robert le Diable di Meyerbeer del 1831) il prototipo di quello sfarzoso genere operistico, il grand opéra, verso cui il teatro d’opera francese avanzava lasciandosi alle spalle la lunga fortuna della tragédie lyrique rimasta fino a quel tempo in auge sin dalla sua invenzione sul finire del Seicento per merito di Jean-Baptiste Lully. Opera dalle tinte malinconiche, «fatta di montagne e di sventure» come lo stesso Rossini la definì, Guillaume Tell racconta una natura meravigliosa e terribile, presente in ogni momento dell’opera ora con improvvise tempeste, ora con il leggero fruscio delle foglie, con il lago e la foresta e tutti quegli elementi puramente romantici cui Rossini arrivò dopo una lunga elaborazione, attraverso alcuni precedenti capolavori come La donna del lago (1819), e i già citati Mosè in Egitto (in tre versioni tra il 1818-20) e Maometto II (1820). La perfetta commistione tra stile italiano e francese, tra duetti e brani d’insieme, tra declamato e grandiose azioni coreografiche, insieme alla raffinatezza e alla cura nella strumentazione, non si-gnificava comunque rinnegare il passato e il suo legame con le forme classiche e tradizionali del melodramma italiano. Guillaume Tell è il «superbe ouvrage» (Étienne Pellot) che in qualche modo anticipa quella musique de l’avenir di cui Wagner sarà massimo esponente anni dopo: «De manière que j’ai fait là de la musique de l’avenir sans le savoir?» domandò lo stesso Rossini a Wagner durante un colloquio riportato dall’amico Édmond Michotte.Anche se nel 1828 Rossini annunciò la nuovissima opera («Sono al

termine della grande opera Guillaume Tell e le prove principeranno il primo novembre» scrisse egli stesso al padre in una lettera del 15 ottobre), a quell’epoca in realtà il libretto non era ancora del tutto definito. Scartati inizialmente alcuni testi di Eugène Scribe (Gusta-ve III musicato in seguito da Daniel Auber e La Juive rappresentata poi nel 1835 con musiche di Jacques Fromental Halévy), la scel-ta cadde su un efficace libretto composto da Étienne de Jouy nel 1826, tratto dall’omonima tragedia di Friedrich Schiller del 1804 e rimasto inutilizzato fino allora. Le precarie condizioni di salute di de Jouy costrinsero a commissionare all’emergente drammaturgo Hippolyte Bis gli opportuni completamenti e modifiche. I ritardi nella stesura del libretto definitivo si accompagnarono alle con-tinue modifiche della partitura a causa anche di alcune difficoltà che Rossini dovette affrontare, prima fra tutte la malattia della mo-glie Isabella Colbran, la temporanea indisponibilità per gravidanza della cantante Laure Cinti Damoreau cui era destinato il ruolo di Mathilde e non ultimo le continue obiezioni e richieste d’interven-to, soprattutto sul quarto atto (definito lungo e macchinoso), da parte del Jury de lecture, un comitato formato da esponenti esper-ti dell’Opéra.L’opera andò in scena soltanto dieci mesi più tardi, il 3 agosto 1829, e già dall’ouverture si ebbe la sensazione di assistere a un nuovo Rossini, proiettato nel futuro, che abbandonava i tradizio-nali schemi (la sinfonia in due parti) per presentare una pagina fortemente evocativa del contenuto dell’opera. Divisa in quattro parti, essa può con sicurezza essere considerata un vero manifesto dell’integrazione tra la musicalità italiana e quella francese; una

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28 II / INTRODUZIONE ALL’OPERA

delle pagine rossiniane più imponenti nella quale vengono dipinti quattro temi fondamentali: il potere consolatorio della natura, gli effetti dirompenti dei suoi elementi, il dolore, il senso di rivalsa e di vittoria. Hector Berlioz, che non fu proprio un estimatore di Ros-sini, rimase positivamente colpito da quest’ouverture e descrisse il lirismo dei cinque violoncelli solisti dell’andante in mi minore che apre il brano come «il silenzio della natura quando gli elementi e le passioni umane sono quiete»; segue un allegro caratterizzato dall’alternanza tra le rapide figurazioni di violini e viole e una cel-lula ritmico-melodica dei legni che imitano le gocce di pioggia, presagio del temporale che avrà massima espressione in questa seconda parte nel fortissimo di tutta l’orchestra. È l’anticipazione di quello cui assisteremo nel corso dell’opera, la minaccia incomben-te in un cielo sereno, la collera repressa nell’animo, l’impeto della ribellione che si concretizza nello scontro tra diritti e sopraffazione, tra Tell e l’autorità asburgica che opprime il villaggio di Bürglen e tutti i Cantoni. Nella terza parte la melodia del corno inglese, strumento dalle caratteristiche timbriche pastorali per eccellenza, rievoca il caratteristico ranz des vaches dei mandriani svizzeri uti-lizzato per il richiamo degli armenti. È una melodia dolce, contrap-puntata dagli arabeschi del flauto e sostenuta dal pizzicato degli archi e da lunghi accordi tenuti dai corni. A interrompere quest’im-magine pastorale subentrano le trombe con il loro squillo di batta-glia, l’irrompere degli svizzeri che corrono alla riscossa contro gli invasori austriaci. Questa trionfale parte conclusiva dell’ouverture è ben descritta dalle parole di Gaia Servadio nella sua monogra-fia dedicata a Rossini: «mentre le ultime gocce di pioggia cadono

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30 31II / INTRODUZIONE ALL’OPERA

sui prati, si sente la cavalleria in arrivo, il galoppo di cavalli con la criniera al vento». Pur essendo un’opera grandiosa, come ben anti-cipa l’ouverture, Guillaume Tell è anche un’opera ricca di contrasti, di alternanze efficaci tra tenebre e luce, tra feste e rivolte: «Qual fardello è la vita! Per noi non c’è più patria! Lui canta, e l’Elvezia piange la sua libertà» dirà Guillaume (baritono) durante l’ampia introduzione (“Quel fardeau que la vie! Pour nous plus de patrie!”). Contrasti anche amorosi, come il sentimento intenso e disperato di Arnold (tenore) per la principessa Mathilde (soprano), che nel pri-mo atto trova meravigliosa espressione nel duetto con Guillaume: in questo brano, Tell lo incita ad amare la patria, mentre il giova-ne milita nell’esercito dell’Imperatore, sperando così di colmare la differenza di rango con la bella principessa. Il pensiero di lei (“Ah Mathilde, idole de mon âme!”) e il rimorso per il tradimento verso i compatrioti lo turbano profondamente. Il duetto è introdotto dal recitativo (“Où vas-tu? quel transport t’agite?”) ed è un perfetto compromesso tra il modello drammatico musicale del duetto ita-liano, incentrato sulla successione cantabile-cabaletta, e il modello francese composto da un’unica sezione all’interno della quale si sviluppano sia momenti dialogati che momenti in ensemble. Co-stituito da due movimenti principali separati da un tempo di mez-zo, questo duetto spicca per la varietà dei piani tonali. Come in un’ampia parabola, si parte dalla tonalità principale di Mi bemolle maggiore, per allontanarsene fino a scaricare la tensione armonica accumulata sulla cabaletta finale (“O ciel! Tu sais si Mathilde m’est chère”) che torna nella tonalità principale e che è anticipata dalla fanfara dei corni in lontananza. Come accennato in precedenza,

questo cambiamento di stile non è da considerarsi quale muta-zione della poetica rossiniana in sé, ma come ardua prova, perfet-tamente riuscita, di un compositore che, mettendo alla prova se stesso e dando prova di un’ineguagliabile superiorità, utilizza le proprie straordinarie doti per accontentare un pubblico diverso attraverso un rinnovamento linguistico. In quest’ottica rientra an-che l’utilizzo di melodie popolari svizzere, come il ranz des vaches nell’ouverture, ridotte spesso a frammenti, semplici cellule che ser-vono a rafforzare e caratterizzare il tessuto dell’opera. Intessuta di motivi pastorali è la romance di Mathilde all’inizio del secondo atto (“Sombre forêt”) quando, dopo il mirabile doppio coro di caccia-tori e pastori, in cui i due gruppi corali rimangono distinti e Rossini vi azzarda l’uso di una successione di accordi maggiori paralleli in posizione fondamentale, Mathilde si apparta per poter incontrare di nascosto l’amato. Questa romanza è costruita su una semplice struttura strofica ma mirabilmente arricchita da una raffinata orche-strazione.L’impronta francese dell’opera, oltre che nell’utilizzo di un decla-mato che si fonde con la tessitura strumentale, in sostituzione dell’antico recitativo rossiniano, è evidente anche nella massiccia presenza del coro che, seppure non altrettanto originale nella con-cezione, resta il principale protagonista del Guillaume Tell.Man mano che l’opera evolve, il coro non perde mai la sua impor-tanza, regalando via via momenti di straordinario effetto evocativo, come l’originale Finale II costruito attorno a tre diversi gruppi co-rali che rappresentano i tre cantoni svizzeri di Unterwald, Schwyz e Uri (cui il villaggio di Bürglen appartiene) che arrivano attraverso

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32 II / INTRODUZIONE ALL’OPERA

boschi, montagne e fiumi per prestare il loro solenne giuramento (“Jurons, jurons par nos dangers”). Altrettanto imponente ed evo-cativo è il Finale ultimo, «un paesaggio grandioso, rarefatto, di luci e d’acque» come lo descrive Vittorio Emiliani, una sublime archi-tettura costruita su una semplice frase orchestrale, l’eco dell’en-nesimo ranz des vaches che, modulando di tonalità in tonalità, si erge al massimo della solennità sulle parole (“Et que ton règne re-commence! Liberté, redescends des cieux!”). «Qui tutto cambia e diviene più grande» canta Tell durante questo finale (“Tout change et grandit en ces lieux.”), quasi presagendo lo sconfinamento nel futuro della musica di Rossini.

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L’ O P E R A “ R I V O L U Z I O N A R I A” D I R O S S I N I

| D I S A V E R I O L A M A C C H I A

L’ultima opera di Rossini«La mia grand’Opera, non anco terminata, sarà rappresentata il ven-turo ottobre, ed è alla nuova campagna di Aguado che porrò fine a questo difficile e lungo lavoro».1 Così scrisse Rossini il 16 maggio 1828, impegnato nella composizione del Guillaume Tell, ospite del banchiere Alejandro Aguado, uno dei suoi non pochi amici facoltosi. Sul perché Rossini fosse a Parigi e componesse per l’Académie Roya-le de Musique, detta più in breve “l’Opéra”, non ci sono dubbi: come disse Giuseppe Rossini, padre del Nostro, in una lettera del 24 luglio 1827, «le paghe unite alle Pensione che si danno in Parigi non v’è Im-presarij che le diano in tutto il mondo».2 Guglielmo Tell è di certo l’opus magnum di Rossini, come era consa-pevole lo stesso autore. E non solo lui: prima ancora che fosse rap-presentata si diceva che sarebbe stata la sua opera più importante. Dopo aver ascoltato una prova, l’editore Troupenas scrisse al collega

1Per gentile concessione dell’Autore e della Fondazione Teatro Regio di Torino. Grafia di Rossini, corsivo mio, in Gioachino Rossini. Lettere e documenti, a cura di B. Cagli e S. Ragni, III, Pesaro, Fondazione Rossini, 2000, p. 345.2 Ivi, p. 267.

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Artaria di Vienna il 4 luglio 1829: «questa è la più bella opera di Ros-sini, quella che avrà più successo in Germania poiché essa è stata scritta con assai più cura di tutte le altre».3 Guillaume Tell in effetti di-venne subito un’opera mitica, anche a causa della spasmodica attesa che lo precedette: sarebbe dovuta andare in scena alla fine del 1828, ma la première fu posticipata fino al 3 agosto 1829. Il mito fu alimen-tato soprattutto dalla circostanza che essa fu l’ultima opera del primo compositore del mondo, che nel 1829 aveva solo 37 anni e che era destinato a sopravvivere ancora per quattro decenni. Rossini sapeva, scrivendo il Tell, che con esso avrebbe chiuso la sua carriera teatrale? Non è possibile rispondere con esattezza. La voce del ritiro del Pesarese in effetti circolava da tempo: Troupenas scrive-va il 27 settembre 1828 che il compositore aveva intenzione di ritirarsi dal teatro e di ritornare a Bologna, sua patria adottiva; e il 28 novem-bre 1828 François-Joseph Fétis, uno dei critici più influenti del secolo, scriveva sulla «Revue musicale» che Rossini intendeva godersi la sua gloria e la sua fortuna a buon diritto acquisita;4 ancor prima, lo anda-va dicendo il padre nella stessa lettera prima citata. Ma è anche vero che nel contratto dell’8 maggio 1829 stipulato con la Maison du Roi Rossini s’impegnava a scrivere cinque opere in dieci anni; il re Carlo X s’obbligava di contro a pagargli un vitalizio di 6000 franchi annui (la «pensione» cui accenna il padre): e questo era il principale obiettivo di Rossini. Proprio le lunghe trattative inerenti a tale contratto ritar-darono per mesi la messinscena del Tell, la cui partitura era pronta già alla fine del 1828. Rossini arrivò a ritirarla, decidendo di superare

3 Ivi, p. 516.4 Cfr. la Prefazione a Gioachino Rossini, Guillaume Tell, edizione critica a cura di M. Elizabeth C. Bartlet, Pesaro, Fondazione Rossini, 1992, I, p. XXIV.

l’impasse solo quando le sue richieste furono esaudite. Come se non bastasse, il 7 agosto 1829 Carlo X lo insignì della Légion d’honneur, e già dall’ottobre 1826 del titolo di Premier Compositeur du Roi et Inspecteur général du Chant en France,5 dunque un’autorità assoluta e riverita.

Il libretto e le sue fontiRossini scelse il libretto del Guillaume Tell, che era stato scritto qualche anno prima, ma mai musicato, da Étienne de Jouy, già suo collabora-tore al tempo del Moïse et Pharaon (1827). Rossini ritenne tuttavia in-dispensabili profondi adattamenti, specie negli atti III e IV, che furono compiuti da Hippolyte Bis, date le cattive condizioni di salute di Jouy. Tutte le opere francesi di Rossini, Tell compreso, presentano un plot incentrato su scontri, anche sanguinosi, tra due nazioni o etnìe con-trapposte: Greci vs Turchi nel Siège, Ebrei vs Egizi nel Moïse, Svizzeri vs Austriaci nel Tell. Al di là di queste caratteristiche generali (frequen-ti peraltro sui palcoscenici parigini degli anni 1820 e oltre), la vicenda leggendaria dell’arciere svizzero, protagonista dell’indipendenza del suo paese dall’Austria, era particolarmente in voga a Parigi proprio in quei mesi, in teatri musicali e di prosa, tanto che nell’estate del 1828 un critico del periodico «Le globe» parlò di “epidemia da Tell” e pensò ironicamente di numerarli alla maniera di una dinastia reale: Tell I, Tell II, Tell III... Il tutto s’inquadra nel meccanismo di spietata con-correnza fra i teatri parigini. Così il Guillaume Tell di André Grétry (29 febbraio 1828, una ripresa, con molte modifiche, di un’opera dell’e-poca della Rivoluzione, 1791) fu riallestito all’Opéra-comique quando la grand’opera di Rossini già faceva parlare di sé pur essendo ancora

5 Ivi, p. XXXV.

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in preparazione; analogamente il Masaniello di Michele Carafa (1827) era andato in scena all’Opéra-comique prima della Muette de Portici di Daniel Auber all’Opéra (1828), sullo stesso soggetto ‘napoletano’.6 I tanti testi sul soggetto di Tell sono molto diversi tra loro. Ci sono tuttavia alcuni punti forti e immancabili, rappresentati dalle imprese del prode protagonista:1) il rifiuto di omaggiare il tirannico governatore austriaco Gessler sa-lutando il di lui cappello (in Jouy/Bis/Rossini il cappello è sostituito da un trofeo d’armi, al quale gli svizzeri devono inchinarsi);2) il tiro vincente contro la mela posta sulla testa del figlio;3) il salto dalla barca allo scoglio mentre infuria la tempesta; 4) l’uccisione di Gessler.7 Nell’Avertissement in testa al libretto stampato di Jouy/Bis si dichiara-no come fonti d’ispirazione due testi: il Wilhelm Tell di Friedrich Schil-ler (1804) e il Guillaume Tell scritto in carcere durante la Rivoluzione dal pronipote di Voltaire, Jean-Pierre Claris de Florian, pubblicato po-stumo nel 1805. Se il primo è più illustre (è l’ultima pièce del grande drammaturgo tedesco, alla quale dava grande importanza), il secon-do ha pure evidenti riflessi nel testo messo in musica da Rossini. Un solo esempio: in Florian si legge «Sois immobile, mon fils; pose un genou en terre», ripreso pressoché letteralmente nel libretto in uno dei passi più celebri e in un momento chiave, nell’atto III, quando Tell abbraccia il figlio pochi istanti prima di scoccare la freccia contro la

6 Cfr. B. Walton, Rossini in Restoration Paris: the Sound of Modern Life, Cambridge, Cambridge University press, 2010, pp. 264-265. 7 Cfr. F. Cornu – U. Windisch, Quel Tell?, in Guillaume Tell, Paris, Premières Loges, 1989, p. 104 («L’avant-scène Opéra», 118).

mela8 («Sois immobile, et vers la terre / incline un genou suppliant»; nella traduzione italiana di Calisto Bassi, «Resta immobile, e vêr la ter-ra inchina / un ginocchio a pregar»).Il Tell di Schiller, tradotto in francese nel 1818 dallo svizzero Henry Merle d’Aubigné, presenta significative differenze col libretto, nell’in-treccio e nel carattere dei personaggi. Il più rilevante riguarda il pro-tagonista: montanaro naïf e apolitico in Schiller, capopopolo e pro-motore della rivolta in Jouy/Bis. In Schiller, Tell proprio non vuole far guerra. Addirittura, quando i rappresentanti di tutti i cantoni svizzeri si radunano e giurano solennemente di coalizzarsi contro il comune nemico austriaco, Tell semplicemente non c’è; solo dopo viene quasi trascinato a partecipare all’insurrezione. Tutto il contrario in Rossini: tale scena corrisponde al Terzetto e al Giuramento alla fine dell’atto II, impensabili senza Tell, che anzi è assoluto protagonista in uno tra i momenti per lui più memorabili e più importanti dal punto di vista attoriale e canoro (e più ammirati nell’opera sin dalle prime rappre-sentazioni). Inoltre, in III,3 di Schiller, Tell evita la riverenza al cappello di Gessler, ma non per alterigia o come gesto di sfida: «Perdonatemi, signore» – dice a Gessler, senza ironia – «è avvenuto per disattenzio-ne, non per disprezzo di voi. Se io fossi riflessivo, non mi chiamerei Tell»; infatti Tell significa ‘sempliciotto’, dal verbo talen = ‘agire senza riflettere’. Così la bizzarra, non meno che crudele, punizione che s’in-venta Gessler (costringere Tell a tirare la freccia verso la mela posta sul capo del figlio) è una sorta di contrappasso al bizzarro carattere di Tell. Diversissimo è, inoltre, l’effetto teatrale del tiro alla mela: un mo-

8 A. Baggioli, Le fonti letterarie di “Guillaume Tell”, «Bollettino del Centro rossiniano di studi», XXXVII, 1997, pp. 28-29.

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mento carico di tensione in Rossini (quando Tell scocca la freccia, gli occhi di tutti, col fiato sospeso, sono sulla traiettoria), un effetto-sor-presa in Schiller, allorché Tell tira d’improvviso quando gli astanti (e gli spettatori) stanno guardando altrove, cioè nel momento in cui gli svizzeri stanno cercando di convincere Gessler a desistere dalla sua inumana punizione.9

La drammaturgia musicale del “Guglielmo Tell”Nell’opera, Tell è condottiero anche nella struttura musicale. Il giu-ramento che chiude l’atto II si basa su un impianto responsoriale: il coro ripete, verso per verso, parole e musica di Tell; egli fa da guida, tutti gli altri si accodano («Jurons, jurons par nos dangers» - «Giuriam, giuriamo / pei nostri danni»). Inoltre nel finale III la ribellione è scate-nata dal poderoso Fa acuto del protagonista («Anatèma a Gessler»). Nell’atto IV la prode impresa di Tell (il tiro vincente contro Gessler) è inscenata, quella degli svizzeri no (la conquista del castello d’Altorf), anzi avviene fuori scena e viene raccontata da Arnold. Il che si può commentare così: all’opera ci vuole un capo che ‘dia il la’, altrimenti non si scacciano gli invasori (e neanche si passa il Mar rosso, per allu-dere alla celebre preghiera di Mosè «Des cieux où tu résides» / «Dal tuo stellato soglio», che ha qualche punto di contatto col giuramento del Tell nel rapporto solista/coro). Per converso, il coro ha la funzione di far emergere e “ingigantire” la figura di Tell, come in un altorilievo.Il critico Castil-Blaze giudicò il libretto «si long, si lent, si lourd».10 Opi-nione legittima, e tra l’altro diffusa, allora come oggi; è il motivo prin-

9 Cfr. Fr. Schiller, Guglielmo Tell, a cura di F. Sternberg, UTET, 1961, pp. 151-269.10 Cfr. la Prefazione all’edizione critica di Gioachino Rossini, Guillaume Tell cit., p. XXXV.

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cipale per il quale il Guillaume Tell è ritenuto un capolavoro ma non ha mai raggiunto la popolarità del Barbiere di Siviglia, che si basa su un libretto da sempre ritenuto esemplare. Nel Guillaume Tell di sicuro non abbondano eclatanti colpi di scena, e anzi i momenti di suspense come quello del tiro alla mela sono piuttosto rari. Abbondano, al con-trario, grandiose scene rituali e cerimoniali. Tali scene contribuiscono a delineare una drammaturgia di grandi pannelli statici che, in man-canza di numerosi rivolgimenti nel plot, immobilizzano una passione potente e collettiva. Invero si tratta della scelta di un tipo specifico di drammaturgia: che è quella del merveilleux e del tableau consueta all’Opéra, proveniente dalla tradizione della tragédie lyrique di stampo gluckiano, nonché dal teatro classico francese di Corneille e Racine. È una drammaturgia opposta a quella dinamica e romantica che in quegli anni s’affermava sul palcoscenico dell’Opéra grazie ai libretti di Eugène Scribe (da La Muette de Portici in poi). Sintetizzando in una formula efficace, Fétis disse che nella Muette Scribe aveva sacrificato la musica alla troppa azione; nel Tell, al contrario, l’azione era sacrificata alla musica.11

Rossini, per così dire, rincarò la dose di staticità: lo possiamo vede-re confrontando la versione originale del libretto di Jouy con quella finale, dove i grandi tableaux sono ancora più numerosi. Rossini scel-se infatti di tagliare brani solistici e di aggiungere brani corali. Nel libretto originale tutti e cinque i personaggi principali (Tell, Matilde, Arnold, Jemmy, Edwige) avevano almeno un’aria, nella versione fi-nale tre su cinque non ne ebbero alcuna. O meglio: solo Matilde e

11 Cfr. G. Staffieri, Eugène Scribe “sceneggiatore” del grand opéra, in «Il Saggiatore musicale», XIV, 2007, pp. 5-54.

Arnold ne furono gratificati, mentre Jemmy e Edwige furono privati delle rispettive arie, già composte dal Pesarese, durante le prove.12 Inoltre, «Sois immobile» / «Resta immobile» di Tell, più che una vera e propria aria, è un arioso in stile declamato, difficile da classificare con i parametri del 1829; “musica dell’avvenire”, con parametri invero un po’ più tardi: il riferimento è alla famosa conversazione tra Rossini e Wagner del 1860 testimoniataci da Edmond Michotte, nella quale Wagner espresse ammirazione per quel canto libero sostenuto dai violoncelli, non periodico come la maggior parte delle melodie ope-ristiche dell’epoca, e così aderente alla parola e alla situazione. Ros-sini rispose, con la consueta ironia, che dunque nel 1829 aveva fatto “musica dell’avvenire” senza saperlo.13 Di certo il brano è tipico della vocalità eroico-declamatoria del basso Tell, così lontana dai fuochi d’artificio belcantistici del soprano Matilde e del tenore Arnold.Al di là della scrittura vocale del protagonista (e degli altri interpreti come il tenore),14 le novità drammaturgico-musicali del Tell al con-fronto con le opere precedenti del Pesarese sono numerose e stori-camente importanti. Ad esempio, la differenziazione delle melodie vocali nei concertati, una tecnica che tanta fortuna avrà nella succes-siva opera romantica, francese, italiana e tedesca. All’inizio dell’atto I, dopo il coro idillico «Quel jour serein le ciel présage!» / «È il ciel sereno», nel libretto di Jouy era previsto un recitativo tra Edwige e Tell e poi un’aria veemente di Tell; in pratica, in termini italiani, la sua cava-

12 Cfr. A. Gerhard, The Urbanization of Opera: Music Theater in Paris in the Nineteenth Century, Chicago, The University of Chicago press, 1998, pp. 82-90 (ed. orig. in tedesco, 1990).13 Il resoconto di Michotte si legge in calce a L. Rognoni, Gioacchino Rossini, Torino, Einaudi, 1977.14 Sulla tipologia del tenore nel Tell, cfr. M. Beghelli, Ma quale tenore per Arnold?, in Guillaume Tell, Rossini Opera Festival, Pesaro, 2013, pp. 75-78 e qui alle pagine 51-59

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tina d’ordinanza. Che invece Tell non ebbe: egli esordisce incunean-dosi, e poi sovrapponendosi, nella Romanza del Pescatore, la quale, con l’aggiunta di Jemmy e Edwige, diventa un quartettino. Tell, alla spensieratezza degli altri, contrappone un canto dolente e accorato, a parte, in Do minore. Un altro esempio simile si trova nel quintetto del finale I «Pietoso cielo, accogli» / «Vierge que les chrétiens ado-rent»: la preghiera del coro di svizzeri, Jemmy ed Edwige (in favore della liberazione di Melchtal) contrasta con l’irosa e violenta declama-zione di Rodolfo, sgherro di Gessler, e del coro di soldati asburgici. La novità è tanto più sensibile se si pensa ai concertati tipici del Rossini precedente, come «Mi manca la voce» (nella sostanza il brano non cambia nel passaggio dal Mosè in Egitto al Moïse et Pharaon) o a «Qual mesto gemito» nella Semiramide, nei quali tutti i personaggi si rimbalzano la medesima melodia, pur essendo scossi, in quell’istante bloccato, da sentimenti e passioni opposte. Tra le novità musicali più sensibili del Tell va annoverata senz’altro la struttura dell’Ouverture, che non è più lo scoppiettante pezzo d’aper-tura musicale della serata ma è ora intimamente connessa all’opera, una sorta di poema sinfonico in quattro parti. Vi ritroviamo la doloro-sa condizione di servaggio del popolo svizzero all’inizio (la celebre melodia del violoncello), la terribilità (la tempesta) e la magnificenza della natura (l’idillio pastorale), infine la celeberrima e vittoriosa ga-loppata: una delle tante melodie rossiniane che una volta ascoltate non si dimenticano più. L’Ouverture rappresenta solo la prima, mi-rabile espressione di couleur locale, indispensabile all’Opéra: una patente manifestazione di Romanticismo. F.-R. de Toreinx pubblicò nello stesso 1829 che vide nascere Guillaume Tell una Histoire du ro-

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mantisme, nella quale afferma che Rossini è un autore schiettamente romantico, grazie alla sua abilità nel riprodurre «les couleurs locales et historiques».15

Un’opera “rivoluzionaria”?Guillaume Tell, opera colossale per dimensioni e importanza storica, pone tante domande, e di diverso tipo. Una non strettamente dram-maturgico-musicale è questa: com’è possibile che un soggetto fortu-nato durante la Rivoluzione per i suoi risvolti antiaristocratici (se non addirittura antimonarchici, come in Florian), potesse avere un impe-tuoso ritorno di fiamma negli anni della Restaurazione del sempre più conservatore Carlo X? Da un lato, lo slittamento tra palco e pal-coscenico (pur provato in molti altri momenti della storia dell’opera) non sempre è così pacifico in tutti i luoghi e in tutte le epoche. D’altro canto, ‘opera patriottica’ non vuol dire necessariamente ‘opera sov-versiva’ dell’ordine esistente, men che meno ‘opera repubblicana’: al-meno non in Francia nel 1828-1829, tant’è vero che Rossini dedicò la partitura a Carlo X, e nessuno dei due, evidentemente, poteva imma-ginare che il re Borbone sarebbe stato rovesciato con la Rivoluzione del luglio 1830. La parola ‘libertà’ nella Francia della Restaurazione assunse quindi un significato più limitato: cioè libertà dallo stranie-ro. Un indizio in tal senso può essere quanto accadde alla Muette di Auber pochi mesi prima del Tell: il “Comité de censure des Pièces de théâtre” certificò che il conflitto libertà/oppressione nella Muette non era in fondo troppo rischioso per l’ordine pubblico, considerato che riguardava un problema – la lotta contro lo straniero – estraneo

15 B. Walton, Rossini in Restoration Paris cit., p. 270.

alla storia francese moderna.16 Si può ipotizzare che la censura fece lo stesso ragionamento per il Tell; e si tenga conto dell’eccezionale reputazione che aveva Rossini, che può aver indotto la censura ad allentare la morsa. Stando alle recensioni del 1829 si trovava sconve-niente, piuttosto, che una principessa come Matilde ‘contaminasse’ la sua nobiltà passando dalla parte dei villici montanari, addirittura amandone uno. Nella versione originale del IV atto infatti Matilde ave-va un intervento rilevante, e inequivocabile quanto alla sua presa di posizione in favore dei rivoltosi svizzeri. Ma già durante le prove e poi durante le prime rappresentazioni Rossini accorciò sensibilmente l’o-pera, specie il IV atto, dal quale Matilde scomparve del tutto: non sap-piamo dunque se lo fece solo per rimediare all’eccessiva lunghezza, o anche per questa particolare specie di ‘convenienza teatrale’ (leggi: ‘sconvenienza di classe’).La ricezione in Italia fu un’altra cosa, naturalmente, perché, a diffe-renza della Francia, non solo gli stranieri occupanti c’erano eccome, ma in una parte non piccola della penisola si trattava proprio degli austriaci. Non a caso in molte delle rappresentazioni del Tell in Ita-lia s’introdussero dei cambiamenti volti a eliminare i riferimenti agli Asburgo, anche a costo di cambiar nome, ambientazione e colloca-zione temporale. La prima italiana si diede a Lucca nel 1831, nella traduzione tutt’altro che fedele di Calisto Bassi, che però è ancora in uso: non stupisce ad esempio che le parole liberté o patrie fossero per lo più espunte. Nel finale «A nos accens religieux, / liberté, redescends des cieux, / et que ton règne recommence!», detto da Tell e poi da tutti, diven-

16 Cfr. G. Staffieri, Eugène Scribe cit., pp. 26-27.

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ta un alquanto più generico «Quel contento che in me sento / non può l’anima spiegar». Nella versione francese la parola liberté, e l’in-dimenticabile melodia alla quale è associata, risuona, anzi risplende, tante e tante volte, vagando attraverso svariate tonalità e passando di bocca in bocca: un simbolo di come tutti diano il proprio contributo alla comunità. La musica, cioè, dà il senso dell’“orizzonte immenso” («Quel horizon immense!», dice Jemmy poco prima) che la riconqui-stata libertà apre agli svizzeri e alle loro anime di uomini liberi. Rossini sembra sonorizzare l’arcobaleno che compare dopo la tempesta e nel contempo mette in musica la ‘giustizia poetica’ dell’opera: dopo aver tanto sofferto, i giusti si rimpossessano della propria terra e del proprio destino, traguardo immenso, come immensa è la bellezza della natura. Una vera e propria simbologia della luce, dunque: è chiaro come il giorno perché e per chi ha lottato Tell, esibendo il suo straordinario coraggio e la sua destrezza di arciere. Con tale musica sublime Rossini apre un “orizzonte immenso” all’opera romantica. Da questo punto di vista, Guillaume Tell è di sicuro un’opera nuova e dav-vero rivoluzionaria.

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M A Q U A L E T E N O R E P E R A R N O L D ?

| D I M A R C O B E G H E L L I

Attorno al Guillaume Tell si è scritta una storia importante della vo-calità tenorile, fra leggenda e realtà. Per riassumerla in poche righe, basta leggere quanto scriveva trent’anni fa un esperto di voci quale fu Rodolfo Celletti: «Dopo il Sol3 Nourrit usava con grande perizia il fal-settone e con questo tipo di fonazione eseguì tutte le pagine e le frasi del Guglielmo Tell che noi oggi siamo assuefatti ad udire da tenori che cantano con piglio eroico e voce stentorea, emettendo tutti gli acuti “di petto”, compreso il Do4. Fu proprio nel Guglielmo Tell che un altro cantante francese, Duprez, acerrimo rivale di Nourrit, introdusse con enorme successo il cosiddetto “Do di petto”, nota che per tutto il periodo romantico contribuì in maniera decisiva a creare il mito del tenore».1 Questo è quanto si legge comunemente in enciclopedie, storie dell’opera e testi divulgativi d’ogni genere. In assenza di registrazio-ni sonore che documentino la reale qualità d’emissione di Adolphe Nourrit, primo interprete di Arnold nel 1829, e quella di Louis-Gilbert

Per gentile concessione dell’Autore. Il saggio è stato pubblicato nel programma di sala del Rossini Opera Festival 2013. 1 Rodolfo Celletti, Storia del belcanto, Fiesole, Discanto, 1983, p. 168.

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52 53II / MA QUALE TENORE PER ARNOLD?

Duprez, sorta di ricreatore del personaggio a dieci anni di distanza, non possiamo che rivolgerci alle fonti verbali pervenuteci dal passato e alle poche certezze sulla fisiologia umana che oggi possediamo. Ed ecco dunque i fatti. 1) Il cosiddetto “Do di petto” non esiste, nel senso che non può fisio-logicamente esistere, così come non può esistere il “Si di petto” o il “Sib di petto”: la salita agli acuti estremi senza applicare il cosiddetto “passaggio di registro” (in termini foniatrici: il passaggio dal “registro modale con consonanza di petto” impiegato per le note medio-gravi al “registro modale con consonanza di testa” adottato per quelle acu-te) è infatti umanamente impossibile, come ben sanno quegli stessi tenori che pur sbandierano a parole i loro presunti “Do di petto”, ma che come tutti i colleghi “girano” per forza di cose la voce fra il Mi e il Sol acuti, a scanso di un inevitabile break vocale.2

2) Non v’è traccia documentaria di una presunta rivoluzione tecnica attuata da Duprez neppure nel trattato di canto scritto e pubblicato da Duprez stesso, che anzi prescrive, come tutti i trattatisti prima di lui, appositi esercizi «per far che gli allievi imparino a passare con garbo dalla voce di petto [per le note gravi: Do2-Do3] alla voce mista [per le note centrali: Do3-Sol3], e dalla mista alla voce di testa [per le note acute: Sol3-Do4]».3 A livello della laringe, dove hanno sede le corde vocali, il meccanismo basilare di produzione del suono non doveva quindi essere sostanzialmente diverso fra Duprez e Nourrit, né pare verosimile che Nourrit usasse il registro di falsetto (per quanto rin-

2 Per ulteriori dettagli, cfr. Marco Beghelli, Il “Do di petto”. Dissacrazione di un mito, «Il Saggiatore musicale», III, n. 1, 1996, pp. 105-149.3 Gilbert Duprez, L’art du chant, Paris, s.e., [1845]; trad. it.: L’arte del canto, Milano, Ricordi, [1847], p. 6.

forzato in un sedicente “falsettone” di cui non v’è comunque traccia fra i documenti dell’epoca) per emettere le note acute e solo quelle, costellando così il suo normale canto tenorile con sporadici suoni as-similabili a quelli prodotti dai moderni controtenori che tentano di ricreare la vocalità degli antichi castrati. 3) È altresì vero che Duprez e altri tenori adottarono nel corso degli anni ’30 un iscurimento artificioso della voce prodotto non al livello della laringe (dove la voce si forma in base al registro vocale attivato dalle corde), ma al livello della faringe (dove il suono emesso dal-le corde viene amplificato e “timbrato” in base alla conformazione e all’atteggiamento interno della bocca). Grazie a un inarcamento inusitato del palato molle e a un abbassamento forzato della radice della lingua, la cavità di risonanza congegnata all’interno della bocca si ampliava fino a raggiungere dimensione e conformazione tali da imprimere alla voce un colore scuro (voix sombrée) perfettamente in linea con la nuova voga romantica del tenore “tenebroso”, nonché un volume di suono amplificato che ben si conciliava con la scrittura or-chestrale dell’epoca, sempre più massiccia. Se spinto all’esagerazio-ne, l’effetto veniva comunque stigmatizzato dai critici più sensibili, per la conseguente perdita di chiarezza nella dizione e nell’articolazione delle note, ridotte a un indistinto magma di suoni cavernosi: ricordan-do Domenico Donzelli, già tenore rossiniano, nel Bravo di Mercadan-te (Scala 1839), Alberto Mazzucato denuncia che invece di «Par che un nemico Iddio m’abbia sul petto nell’ira sua questo pugnal caccia-to», si udiva qualcosa di simile a «Por che un nemico Iddiho m’obbio sul pettmuo nell’iro suo questo pugniol cocciotmuo», proprio a causa

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54 II / MA QUALE TENORE PER ARNOLD?

della nuova fonazione adottata.4 4) All’inedito effetto vocale si affiancava in Duprez e in altri tenori un’esagerazione nel gesto e nell’espressione che portava a compi-mento l’ingigantimento drammatico del personaggio. Così appun-ta nelle sue memorie il cantante Gustave Roger, dopo aver udito il collega nell’Otello rossiniano: «Duprez ci ha elettrizzati. Quale corag-gio! Quale passione! È un leone che ruggisce! Come getta le sue viscere in faccia al pubblico! Giacché non sono più delle note quelle che udiamo, ma l’esplosione d’un petto schiacciato dal piede di un elefante: è il suo sangue, è la sua vita ch’egli spinge fuori dal suo cor-po per strappare al pubblico quell’applauso che i Romani accordava-no al gladiatore morente».5 Ogni aspetto dell’esecuzione sembrava quindi amplificato, al limite dell’esagerazione. 5) Tutto questo doveva avere ben poco a che fare con il modo di cantare e di atteggiarsi di Nourrit, primo interprete di Arnold. In man-canza di un confronto sonoro fra le due voci può soccorrerci almeno il confronto visivo fra due celebri rappresentazioni grafiche della loro interpretazione nel Guillaume Tell (qui riprodotte nelle pagine 55 e 56): alla grazia ed eleganza settecentesca dell’uno si contrappone il fuoco quasi scomposto, romanticamente scomposto, dell’altro. Si può obiettare che Nourrit viene ritratto mentre intona un’espressio-ne amorosa («Ah! Mathilde, idole de mon âme!»), mentre Duprez è colto nel pieno del furore patriottico («Amis, amis, secondez ma ven-geance»); ma il solo fatto che i rispettivi disegnatori abbiano pensato di ritrarre i due artisti in questo piuttosto che in quel momento del

4 Alberto Mazzucato, Il vecchio ed il moderno metodo di canto, «Gazzetta musicale di Milano», I, n. 14, 3 aprile 1842, pp. 55-56.5 Gustave-Hippolyte Roger, Le carnet d’un ténor, Paris, Ollendorf, 1880, pp. 183-184.

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dramma è già significativo della percezione che se ne aveva comu-nemente. 6) Certo Guillaume Tell – da sempre considerato il testo che ha tra-ghettato definitivamente la storia dell’opera dagli ultimi fasti classi-cistici (per non dire tardobarocchi) alla nuova estetica romantica – si prestava evidentemente bene anche alla nuova lettura imposta da Duprez, se su tale rilettura crebbe persino il mito di una rivoluzione canora epocale. Ma il personaggio drammatico ideato dai librettisti Jouy e Bis, nonché quello vocale costruitogli sopra da Rossini, guar-dava verso altri modelli. Per tutta l’opera Arnold non si mostra affatto né un patriota né un rivoluzionario, ma un sognatore un po’ apatico e qualunquista, che a fatica Tell riesce a smuovere; solo in estremo – e più per vendicare la morte del padre che per riscattare la patria – verrà assalito da un improvviso moto di rivalsa contro il nemico. Si-milmente, per tre atti su quattro la vocalità di Arnold si barcamena in gran parte fra toni elegiaci e toni patetici, acquistando la tinta eroi-ca solo nella cabaletta conclusiva della grande aria posta a ridosso del finale. Non si dimentichi che l’interprete di riferimento in fase di composizione era quel medesimo Nourrit che furoreggiava a Parigi quale Orfeo nella revisione francese dell’opera di Gluck (una parte acutissima, da haute-contre, pensata cioè senza acuti sfogati e di for-za, ma sempre morbidi e “raccolti”); Nourrit era anche l’interprete per il quale Rossini aveva già scritto la parte titolare del Comte Ory, di natura brillante e leggera, così diversa dall’immagine tragica ed eroi-ca di cui Arnold fu presto caricato. È nondimeno innegabile che, nel corso della composizione, Rossini si sia fatto prendere la mano dal personaggio, giungendo a dipingerlo nel rigurgito patriottico dell’ul-

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58 59II / MA QUALE TENORE PER ARNOLD?

timo atto con toni che gli erano estranei nei primi tre e che hanno poi pesantemente condizionato la lettura dell’intera parte vocale. Nelle sue tardive memorie, a sottolineare l’estraneità di quella cabaletta al vecchio metodo di canto, Duprez diffonderà la voce che già dalla se-conda recita Nourrit la sopprimesse: i documenti in nostro possesso sembrano smentire la notizia, ma il solo fatto che essa si sia diffusa è significativo per il problema in esame. Viceversa, nel corso delle repli-che, Duprez riuscì ad ottenere che la cabaletta eroica venisse trasferi-ta a conclusione dell’opera, deformando così ulteriormente la natura del testo e del personaggio, sospinti verso nuovi orizzonti estetici. Questi, in breve, i fatti. A dispetto delle intenzioni di Rossini, per buo-na parte dell’Ottocento e per quasi tutto il Novecento l’immagine ca-nora di Arnold risultò dunque stravolta. Anche in forza della definitiva acquisizione dell’opera al repertorio italiano (per lingua d’esecuzione e stile d’interpretazione), il nuovo Arnoldo fu ben presto considerato il fratello maggiore di Manrico nel Trovatore di Verdi, o perlomeno del Manrico venutosi a consolidare nel corso dei decenni: eroico, to-nitruante, sanguigno. Un siffatto approccio a una parte concepita con ben altri intendimenti ha comportato la fama di eccezionalità, quasi di incantabilità del ruolo, giacché affrontare la tessitura acuta da hau-te-contre con un calibro di voce da tenore drammatico risultava im-presa assai ardua, oltre che stilisticamente inopportuna. Già lo stesso Duprez era costretto ad abbassare di tono le frasi più impervie, come dimostrano gli interventi sulle parti d’orchestra tuttora conservate nel museo dell’Opéra.6 Solo la restituzione del personaggio a una vo-

6 Per ulteriori dettagli, si rimanda all’Edizione critica delle opere di Gioachino Rossini, sez. I, vol. 39: Guillaume Tell, a cura di M. Elizabeth C. Bartlet, Pesaro, Fondazione Rossini, 1992, p. XLVI.

calità più rossiniana e meno verdiana, solo il ritorno da Arnoldo ad Arnold (in termini di fonazione, la lingua francese aiuta non poco a indirizzare il cantante verso una più idonea posizione della cavità fa-ringea, responsabile del colore vocale), solo una rilettura più elegiaca e meno patriottica del personaggio può garantire un ritorno alle ori-gini, alla concezione iniziale dell’opera. Guardata a distanza di venti anni, l’operazione promossa dal Rossini Opera Festival nell’agosto 1995, affidando Arnold al tenore Gregory Kunde, fu l’avvio di un “restauro vocale” che soltanto oggi viene com-preso pienamente: ricondotta alla sua reale natura, anche la vocalità di Arnold perde infatti quel carattere di eccezionalità, ai limiti delle possibilità umane, che le era stato attribuito da un approccio sbaglia-to, recuperando altresì la medesima dimensione vocale che l’acco-muna a tante parti tenorili dell’opera francese coeva.

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IL LIBRETTO 63

PRIMO ATTO 65

SECONDO ATTO 82

TERZO ATTO 98

QUARTO ATTO 112

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GUILLAUME TELL Opéra en quatre actes (opera in quattro atti)Libretto di Victor-Joseph-Étienne de Jouy e Hippolyte-Louis-Florent Bis

PERSONAGGIGuillaume Tell, congiurato svizzero (baritono)Arnold Melcthal, congiurato svizzero (tenore)Walter Furst, congiurato svizzero (basso)Melcthal, padre di Arnold (basso)Jemmy, figlio di Guillaume Tell (mezzosoprano)Gesler, governatore dei cantoni di Schwitz e di Uri (basso)Rodolphe, capo degli arcieri di Gessler (tenore)Ruodi, pescatore (tenore)Leuthold, pastore (basso)Mathilde, principessa della casata degli Asburgo, destinata al governo della Svizzera (soprano)Hedwige, moglie di Guglielmo Tell (contralto)Un cacciatore (basso)

Tre fidanzati e le loro compagne, contadini e contadine dei tre cantoni, cavalieri tedeschi, paggi, dame d’onore della principessa, cacciatori, guardie di Gesler, soldati austriaci, uomini e donne tirolesi.

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PRIMO ATTOLa scena si svolge a Burglen, cantone di Uri; a destra si trova la casa di Guillaume Tell; a sini-stra sbocca il torrente di Schachental, sul quale è gettato un ponte; una barca è attraccata alla riva. Dei contadini circondano di rami verdi le capanne destinate alle tre nuove coppie; altri si dedicano ai lavori dei campi. Jemmy si allena nel tiro con l’arco; Tell pensoso e appoggiato alla sua vanga, si è fermato nel mezzo di un sol-co. Hedwige, seduta vicino a uno chalet, intesse un cesto e guarda alternativamente suo marito e suo figlio.

COROChe giorno sereno annuncia il cielo!Celebriamolo nei nostri concerti:che gli echi di questa rivainnalzino i nostri canti nell’aria!con i nostri lavori rendiamo omaggioal Creatore dell’universo.

PÊCHEURAccorri nella mia barchetta,timida giovinetta;qui è il soggiornodel piacere che ti chiama.Lascio la riva; Lisbeth, salpa con me;vieni, il cielo senza nuvoleci promette un bel giorno.

GUILLAUME (a parte)Canta nella sua ebrezzai suoi piaceri, la sua amante;dal peso che mi opprime

PREMIER ACTELa scène se passe à Burglen, canton d’Uri; à droite se trouve la maison de Guillaume Tell; à gauche débouche le torrent de Schachental, sur lequel un pont est jeté; une barque est attachée au rivage. Des paysans entourent de verdure des cabanes destinées à trois nouveaux couples; d’autres se livrent à divers travaux agrestes. Jemmy s’essaie à tirer à l’arc; Tell pen-sif et appuyé sur sa bêche, est arrêté au milieu d’un sillon. Hedwige, assise près d’un chalet, assemble les joncs d’une corbeille et regarde alternativement son époux et son fils.

CHŒURQuel jour serein le ciel présage!Célébrons-le dans nos concerts;que les échos de ce rivageélèvent nos chants dans les airs!par nos travaux, rendons hommageau Créateur de l’univers.

PÊCHEURAccours dans ma nacelle,timide jouvencelle;Du plaisir qui t’appellec’est ici le séjour.Je quitte le rivage;Lisbeth, sois du voyage;viens, le ciel sans nuageNous promet un beau jour, etc.

GUILLAUME (à part)Il chante en son ivresse,ses plaisirs, sa maîtresse;de l’ennui qui m’oppresse,

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III / LIBRETTO66 67

il n’est pas tourmenté.Quel fardeau que la vie!Pour nous plus de patrie!Il chante, et l’Helvétiepleure, pleure sa liberté.

PÊCHEURDes fleurs ceignent sa tête;leur puissance secrète,conjurant la tempête,nous répond du retour.Et toi, lac solitaire,témoin d›un doux mystère,ne dis pas à la terrele secret de l’amour!

JEMMY, HEDWIGESon imprudent courageappelle le naufrageet défiant l’orage,ne pense qu’au retour, etc.Vers l’écueil qu’on redoute,s’il dirigeait sa route,un chant de mort, sans doute,suivrait les chants d’amour! etc.

GUILLAUME (à part)Quel fardeau que la vie!Pour nous plus de patrie!Il chante et l’Helvétiepleure son dernier jour!(On entend les ranz des vaches)

CHŒUROn entend des montagnesle signal du repos;

la fête des campagnesabrège nos travaux, etc.Cette fête champêtre,qu’ignore l’œil du maître,nous fera reconnaîtrele doux pays natal.(Le vieux berger Melcthal descend lentement le chemin de la montagne, appuyé sur le bras de son fils Arnold et suivi de quelques Suisses. Tout le village l’accueille avec enthousiasme et se presse joyeusement autour de lui)

JEMMY, HEDWIGE, PÊCHEUR, GUILLAUME, CHŒURSalut, honneur, hommage au vertueux Melcthal!

HEDWIGELa fête des pasteurs, selon l’antique usage,de trois jeunes amants fait trois heureux époux.

ARNOLD (à part)Des amants, des époux!… Ah! quel penser m’assiège!(Hedwige s’avance vers Melcthal, pour lui de-mander de bénir l’union des jeunes couples)

HEDWIGEBénis par vous.

MELCTHAL (cédant)Par moi?

HEDWIGEVous nous bénirez tous.

non è tormentato.Qual fardello è la vita!Per noi non c’è più patria!Lui canta, e l’Elveziapiange, piange la sua libertà.

PESCATOREFiori le cingono il capo;il loro potere segreto, scongiurando la tempesta,ci assicura il ritorno.E tu, lago solitario,testimone di un dolce mistero,non dire alla terrail segreto dell’amore!

JEMMY, HEDWIGEIl suo imprudente coraggiochiama il naufragioe sfidando la tempestapensa solo al ritorno.Verso lo scoglio temutose dirigesse la sua rotta,un canto di morte, senza dubbioseguirebbe i canti d’amore!

GUILLAUME (a parte)Qual fardello è la vita!Per noi non c’è più patria!Lui canta, e l’Elveziapiange la sua libertà!(si sente il ranz des vaches)

COROSi sente dalle montagneil segnale del riposo;

la festa delle campagneabbrevia i nostri lavori.Questa festa campestre,sconosciuta all’occhio del padrone,ci farà riconoscere il dolce paese natale.(il vecchio pastore Melcthal scende lentamente il sentiero di montagna, appoggiato al braccio del figlio Arnold e seguito da alcuni svizzeri. Tutto il villaggio l’accoglie con entusiasmo e si raccoglie gioiosamente intorno a lui)

JEMMY, HEDWIGE, PESCATORE, GUILLAUME, COROSalute, onore, omaggio al virtuoso Melcthal!

HEDWIGELa festa dei pastori, secondo l’uso antico,di tre giovani amanti fa tre sposi felici.

ARNOLD (a parte)Amanti, sposi!… Ah, che pensiero mi assilla!(Hedwige avanza verso Melcthal, per domandar-gli di benedire l’unione delle giovani coppie)

HEDWIGEBenedetti da voi.

MELCTHAL (cedendo)Da me?

HEDWIGEVoi ci benedirete tutti.

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III / LIBRETTO68 69

(Arnold va pour s’éloigner quand il se trouve en face de Guillaume Tell qui sort de sa maison)

GUILLAUMEOù vas-tu?Quel transport t’agite?L’approche d’un ami n’arrête point ta fuite?

ARNOLDNon, non, non!

GUILLAUMEPourquoi trembles-tu?

ARNOLD (à part)De feindre aurai-je le courage?(haut)Sous le fardeau de l’esclavagequel grand cœur n’est pas abattu?

GUILLAUME (à part)Je comprendrais des maux que je partage:Arnold ne m’a point répondu!

ARNOLD (à part)Suis-je assez malheureux?

GUILLAUME (à part)Malheureux?Il me cache un mystère.(haut)Pourquoi te taire?

ARNOLDQu’espères-tu? Qu’espères-tu?

GUILLAUMEDe l’âge et des vertus c’est le saint privilège,et des bienfaits du ciel un présage bien doux.

MELCTHALPasteurs, que vos accents s’unissent,qu’au loin vos trompes retentissent!Célébrez tous en ce beau jourle travail, l’hymen et l’amour…

CHŒUR (FEMMES)Aux chants joyeux qui retentissent,que nos accents plus doux s’unissent!Célébrons aussi tour à tourle travail, l’hymen et l’amour!

ARNOLD, PÊCHEUR, GUILLAUME, MELCTHAL, JEMMY, HEDWIGE, CHŒURCélébrons tous en ce beau jourle travail, l’hymen et l’amour!

CHŒURPrès des torrents qui grondent,que les cors se répondent!Et l’écho de ces monts,retenant nos chansonsen dira les doux sonsaux forêts, aux vallons!Célébrons par nos jeuxet l’hymen et ses nœuds.Par nos chants, par nos jeuxdes pasteurs amoureuxcélébrons les doux nœuds.Et volons auprès d’eux!(la foule se disperse)

(Arnold sta per allontanarsi, quando si trova di fronte Guillaume Tell che esce dalla propria casa)

GUILLAUMEDove vai?Cosa ti turba così?L’arrivo di un amico non ferma la tua fuga?

ARNOLDNo, no, no!

GUILLAUMEPerché tremi?

ARNOLD (a parte)Avrò il coraggio di fingere?(forte)Sotto il fardello della schiavitùquale grande cuore non è abbattuto?

GUILLAUME (a parte)Comprenderei dei mali che condivido:Arnold non mi ha risposto!

ARNOLD (a parte)Si può essere più infelice?

GUILLAUME (a parte)Infelice?Mi nasconde un mistero.(forte)Perché taci?

ARNOLDChe speri?

GUILLAUMEÈ il santo privilegio dell’età e delle virtù,e un presagio dolcissimo dei benefici del cielo.

MELCTHALPastori, che i vostri accenti s’uniscano,che le vostre trombe risuonino lontano!Celebrate tutti in questo bel giornoil lavoro, l’imene e l’amore…

CORO (DONNE)Ai canti di gioia che risuonanosi uniscano i nostri accenti più dolci!Celebriamo così insiemeil lavoro, il matrimonio e l’amore!

ARNOLD, PESCATORE, GUILLAUME, MEL-CTHAL, JEMMY, HEDWIGE, COROCelebriamo tutti in questo bel giornoil lavoro, l’imene e l’amore.

COROPresso i torrenti risuonantiche i corni si rispondano!E l’eco di questi monti,trattenendo le nostre canzoni,ne ripeterà i dolci suonialle foreste, alle valli!Celebriamo con i nostri giochil’imene e i suoi nodi.Con i nostri canti, i nostri giochidi pastori innamoraticelebriamo i dolci nodi.E voliamo intorno loro!(la folla si disperde)

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GUILLAUMELes dangers:il n’en est qu’un pour nous,pour eux il en est mille.

ARNOLDSonge aux biens que tu perds!

GUILLAUMEQu’importe!

ARNOLDQuelle gloire espérer des revers?

GUILLAUMEJe ne sais trop ce que c’est que la gloire,mais je connais le poids des fers.

ARNOLDTon espérance…

GUILLAUMEEst la victoire:la tienne aussi, j’ai besoin de le croire.

ARNOLDNous serions libres!…

GUILLAUMEC’est mon vœu.

ARNOLDMais où combattre?

GUILLAUMEDans ce lieu.

GUILLAUMERendre à ton cœur la force et la vertu… Arnold!

ARNOLD (à part)Ah! Mathilde, idole de mon âme!Il faut donc vaincre ma flamme?

GUILLAUME (à part)Je sais lire dans son cœur…

ARNOLD (à part)Ô ma patrie! mon cœur te sacrifieet mon amour et mon bonheur! etc.

GUILLAUME (à part)Il rougit de son erreur;en servant la tyrannies’il fut traître à sa patrieson remords du moins expieun moment de déshonneur.J’ai su lire dans son cœur.Il rougit de son erreur.(à Arnold)Pour nous plus de crainte servile:soyons hommes, et nous vaincrons!

ARNOLDEt comment venger nos affronts?

GUILLAUMETout pouvoir injuste est fragile.

ARNOLDContre des maîtres étrangersquels sont nos appuis?

GUILLAUMEI pericoli:per noi ce n’è solo uno,per loro sono mille.

ARNOLDPensa ai beni che perdi!

GUILLAUMEChe importa!

ARNOLDQuale gloria sperare dai rovesci?

GUILLAUMENon so cosa sia la gloria,ma conosco il peso delle catene.

ARNOLDLa tua speranza…

GUILLAUMEÈ la vittoria:anche la tua, ho bisogno di crederlo.

ARNOLDSaremo liberi!…

GUILLAUMEÈ il mio voto.

ARNOLDMa dove combattere?

GUILLAUMEQui.

GUILLAUMERendere al tuo cuore la forza e la virtù…Arnold!

ARNOLD (a parte)Ah! Mathilde, idolo dell’anima mia!Devo dunque vincere la mia fiamma?

GUILLAUME (a parte)Leggo nel suo cuore…

ARNOLD (a parte)O patria mia! il mio cuore ti sacrificail mio amore e la mia felicità!

GUILLAUME (a parte)Arrossisce del suo errore;servendo la tiranniase ha tradito la sua patriail suo rimorso almeno espiaun momento di disonore.Ho saputo leggere nel suo cuore.Arrossisce del suo errore.(a Arnold)Non più timore servile per noi:siamo uomini, e vinceremo!

ARNOLDE come vendicare i nostri affronti?

GUILLAUMEOgni potere ingiusto è fragile.

ARNOLDContro dominatori stranieriquali sono i nostri supporti?

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III / LIBRETTO72 73

ARNOLDVaincus, quel sera notre asile?

GUILLAUMELa tombe.

ARNOLDEt notre vengeur?

GUILLAUMEDieu!

ARNOLD (à part)Ah! Mathilde, idole de mon âme!Il faut donc vaincre ma flamme?Ô ma patrie! mon cœur te sacrifieet mon amour et mon bonheur! etc.

GUILLAUME (à part)Je sais lire dans son cœur.Il rougit de son erreur;en servant la tyrannie,s’il fut traître à sa patrie,son remords du moins expieun moment de déshonneur.

ARNOLDDu danger, quand sonnera l’heure,ami, je serai prêt.(Arnold va pour partir)

GUILLAUMEDemeure.

ARNOLD (à part)Ô contretemps fatal!

GUILLAUMEMelcthal! Melcthal!(on entend la chasse)Qu’entends-je? C’est Gesler!Quoi! tandis qu’il nous brave,voudrais-tu, volontaire esclave,d’un regard dédaigneux implorer la faveur?

ARNOLDQuel sévère langage!Pour moi c’est un outrage.Je vais sur son passagebraver l’insolent oppresseur.

GUILLAUMEPoint d’entreprise téméraire;songe à ton père: il faut le protéger;à ta patrie: il faut la venger.

ARNOLD (à part)Mon père…

GUILLAUME (à part)Il hésite…

ARNOLD (à part)Mon pays…

GUILLAUME (à part)Il pâlit!

ARNOLD (à part)Ma tendresse… Que faire?

GUILLAUME (à part)Quel est donc ce mystère?

GUILLAUMEMelcthal! Melcthal!(si sente la caccia)Che sento? È Gesler!Come! mentre ci sfida,tu vorresti, schiavo volontario,implorare il favore di uno sguardo sdegnoso?

ARNOLDChe parole severe!Per me sono un oltraggio.Sfiderò al suo passaggiol’insolente oppressore.

GUILLAUMENon agire temerariamente;pensa a tuo padre: devi proteggerlo;alla tua patria: devi vendicarla.

ARNOLD (a parte)Mio padre…

GUILLAUME (a parte)Esita…

ARNOLD (a parte)Il mio paese…

GUILLAUME (a parte)Impallidisce!

ARNOLD (a parte)Il mio amore… Che fare?

GUILLAUME a parte)Cos’è dunque questo mistero?

ARNOLDSconfitti, quale sarà il nostro asilo?

GUILLAUMELa tomba.

ARNOLDE il nostro vendicatore?

GUILLAUMEDio!

ARNOLD (a parte)Ah! Mathilde, idolo dell’anima mia!Devo dunque vincere la mia fiamma?O patria mia! il mio cuore ti sacrificail mio amore e la mia felicità!

GUILLAUME (a parte)Leggo nel suo cuore.Arrossisce del suo errore;servendo la tiranniase ha tradito la sua patriail suo rimorso almeno espiaun momento di disonore.

ARNOLDQuando suonerà l’ora del pericolo,amico, sarò pronto.(Arnold sta per partire)

GUILLAUMEResta.

ARNOLD (a parte)Contrattempo fatale!

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III / LIBRETTO74 75

ARNOLD (à part)Ô ciel, tu sais si Mathilde m’est chère,mais à la vertu je me rends.Haine, malheur, malheur à nos tyrans!(rumeur joyeuse de la fête qui approche)

GUILLAUMEEntends au loin, entends au loinles chants de l’hyménée;n’attristons pas la fête des pasteurs:à leurs plaisirs ne mêlons pas des pleurs;et que, du moins une journée,un peuple échappe à ses malheurs.

ARNOLD (à part)À ses regards cachons mes pleurs,je n’en dois plus qu’à nos malheurs.Ô Ciel, tu sais si Mathilde m’est chère, etc.

GUILLAUMEIl combattra dans nos rangs.Haine, malheur, malheur à nos tyrans!

(Le cortège des nouveaux mariés arrive. Trois villageois pénètrent dans les chalets pour y cher-cher les jeunes épousées. Hedwige, Jemmy et Melcthal sortent de la maison de Tell)

TOUS (sauf Arnold)Ciel, qui du monde es la parure,pour eux fais luire un doux augure;car leur tendresse est aussi pureque ta lumière en un beau jour!

ARNOLD (à part)Ils vont s’unir…

qu’ils sont heureux!Ils vont s’unir… le Ciel bénit leurs voeux!Ivresse pure! Ô chaste amour!Oui, leur tendresse est aussi pureque ta lumière en un beau jour!

MELCTHAL (aux jeunes mariés)Des antiques vertus vous nous rendrez l’exemple.Songez, jeunes pasteurs,que la Suisse qui vous contempledemande à votre hymen des appuis, des vengeurs:et vous de vos enfants, ô fidèles compagnes!Apprenez à vos fils quels furent leurs aïeuxqu’ils soient grands à leur tour,qu’ils soient libres comme eux,qu’ils soient l’orgueil de nos montagnes.(on entend de nouveau les bruits de la chasse)

JEMMYPâle et tremblant, se soutenant à peine,ma mère, un pâtre accourt vers nous.

PÊCHEURC’est le brave Leuthold! quel malheur nous l’amène?(Leuthold apparaît, pantelant, s’appuyant sur une hache ensanglantée)

LEUTHOLDSauvez-moi! Sauvez-moi!

HEDWIGEQue crains-tu?

come sono felici!Si sposeranno… il Cielo benedice i loro voti!Pura ebbrezza! O amore casto!Sì, la loro tenerezza è puracome la tua luce in una bella giornata!

MELCTHAL (ai giovani sposi)Ci darete nuovo esempio delle antiche virtù.Pensate, giovani pastori,che la Svizzera vi contempla,domanda al vostro imene supporti, vendicatori: e voi, fedeli compagne, apprendete ai vostri figli quali furono i loro avi,che siano grandi a loro volta,che siano liberi come loro,che siano l’orgoglio delle nostre montagne.(si sente di nuovo il rumore della caccia)

JEMMYPallido e tremante, sostenendosi appena,madre, un pastore accorre verso di noi.

PESCATOREÈ il coraggioso Leuthold! Che disgrazia lo porta a noi?(Leuthold entra, ansimante, appoggiandosi a un’ascia insanguinata)

LEUTHOLDSalvatemi! Salvatemi!

HEDWIGEChe temi?

ARNOLD (a parte)O cielo, tu sai quanto mi è cara Mathilde!Ma mi arrendo alla virtù.Odio, sventura, sventura sui nostri tiranni!(rumore gioioso della festa che si avvicina)

GUILLAUMESenti in lontananzai canti nuziali;Non rattristiamo la festa dei pastori:ai loro piaceri non mischiamo le lacrime,e che, almeno per un giorno, un popolo sfugga ai suoi malanni.

ARNOLD (a parte)Ai suoi sguardi celiamo le lacrime,dovute ormai solo alle nostre disgrazie.O cielo, tu sai quanto mi è cara Mathilde, etc.

GUILLAUMECombatterà nei nostri ranghi.Odio, sventura sui nostri tiranni!

(Il corteo degli sposi arriva. Tre paesani entrano negli chalets per cercare le giovani spose. Hedwi-ge, Jemmy e Melcthal escono dalla casa di Tell).

TUTTI (tranne Arnold)Cielo, diadema del mondo,fai risplendere loro un dolce augurio!Perché la loro tenerezza è puracome la tua luce in una bella giornata!

ARNOLD (a parte)Si sposeranno…

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III / LIBRETTO76 77

LEUTHOLDLeur courroux.

HEDWIGELeuthold, quel pouvoir te menace?

LEUTHOLDLe seul qui n’a jamais fait grâce,le plus cruel, le plus affreux de tous!Ô mes amis! sauvez-moi de ses coups!

MELCTHALQu’as-tu fait?

LEUTHOLDMon devoir. De toute ma famillele ciel ne me laissa qu’un enfant, qu’une fille;du Gouverneur un infâme soutien,un soldat l’enlevait, elle mon dernier bien!Hedwige, je suis père, et j’ai su la défendre.Ma hache sur son front ne s’est pas fait attendre;voyez-vous ce sang?… c’est le sien.

MELCTHALIl eut le courage d’un père;mais pour lui du tyran redoutons la colère.

LEUTHOLDUn refuge assuré m’attend sur l’autre bord,(se tournant vers le pêcheur)conduis-moi…

PÊCHEURCe torrent, cette rochedu rivage opposé ne permet point l’approche.Affronter ces écueils, c’est courir à la mort.

LEUTHOLDAh! puisses-tu, barbare, à ton heure dernière,trouver Dieu sourd à ton remords,comme tu l’es à ma prière!

CHŒUR DES SOLDATS (de loin)Leuthold, malheur à toi!

LEUTHOLDGrand Dieu, sois mon libérateur!

GUILLAUMEJ’entends menacer et se plaindre.

LEUTHOLDGuillaume, le destin m’accable,on me poursuit, je ne suis point coupable;je meurs pourtant si je ne fuis soudain:pour mon salut il n’est qu’un seul chemin.

GUILLAUMETa barque est là, pêcheur, tu l’entends.

LEUTHOLDC’est en vain;comme le gouverneur il est impitoyable.

GUILLAUMEDu ciel il méconnait la loi;il te refuse! eh bien! suis-moi.

CHŒUR DES SOLDATS (tout près)C’est du sang que le meurtre exige.Malheur à toi, Leuthold!

LEUTHOLDAh! barbaro, possa tu alla tua ultima oratrovare Dio sordo al tuo rimorso,come lo sei alla mia preghiera!

CORO DI SOLDATI (da lontano)Leuthold, sventura a te!

LEUTHOLDGran Dio, sii il mio liberatore!

GUILLAUMESento minacce e lamenti.

LEUTHOLDGuillaume, il destino mi perseguita,mi inseguono, non sono colpevole;ma se non fuggo subito sono morto:per la mia salvezza c’è un solo sentiero.

GUILLAUMELa tua barca è là, pescatore, lo senti.

LEUTHOLDÈ inutile;non ha pietà, come il governatore.

GUILLAUMEDel cielo sconosce la legge;ti rifiuta! ebbene! seguimi.

CORO DI SOLDATI (più vicino)L’omicidio esige sangue.Maledetto, Leuthold!

LEUTHOLDLa loro collera.

HEDWIGELeuthold, che potere ti minaccia?

LEUTHOLDIl solo che non ha mai mostrato pietà,il più crudele, il più spaventoso di tutti!O amici miei! salvatemi dai suoi colpi!

MELCTHALChe hai fatto?

LEUTHOLDIl mio dovere. Di tutta la mia famigliail cielo mi ha lasciato solo una figlia;un infame sostegno del governatore, un soldato, l’ha rapita, lei, mio ultimo bene!Hedwige, sono padre e ho saputo difenderla.La mia ascia non è stata lenta a colpire la sua fronte.Vedete questo sangue? È il suo.

MELCTHALHa avuto il coraggio di un padre;ma per lui temiamo la collera del tiranno.

LEUTHOLDUn rifugio sicuro mi attende sull’altra riva,(volgendosi al pescatore)conducimi…

PESCATOREQuesto torrente, questa roccianon permettono di accostare la riva opposta.Affrontare questo scoglio è correre a morte.

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III / LIBRETTO78 79

GUILLAUME (à Leuthold)Hâtons-nous, les voilà.Adieu.

HEDWIGETu vas périr.

GUILLAUMEAh! ne crains rien, Hedwige.Les périls sont bien grands,(montrant le ciel)mais le Pilote est là!(Hedwige veut retenir son mari; Jemmy cherche de son côté à suivre son père; Tell les confie tous deux au vieux Melcthal, et, guidant les pas mal assurés de Leuthold, il parvient à le faire entrer dans la barque à l’instant où les soldats vont les saisir tous deux; la barque s’éloigne aussitôt)

CHŒUR DES VILLAGEOISDieu de bonté, Dieu tout-puissant!Des oppresseurs confonds la rage!Daigne dérober au naufragele défenseur de l’innocent!

RODOLPHEDe la justice voici l’heure!

CHŒUR DES SOLDATSDe la justice voici l’heure!

RODOLPHEMalheur au meurtrier, qu’il meure!

CHŒUR DES SOLDATSMalheur au meurtrier, qu’il meure!

CHŒUR DES VILLAGEOISDieu de bonté, Dieu tout-puissant! etc.(Ici on voit la barque s’approcher de la rive opposée)

JEMMY, HEDWIGEIl est sauvé!

RODOLPHEQue vois-je? Ô rage!

CHŒUR DES SOLDATSIl a franchi le funeste passage.

HEDWIGEDe Dieu je reconnais l’ouvrage.

JEMMY, MELCTHALDe Dieu je reconnais l’ouvrage.

RODOLPHELeur joie est un nouvel outrage;esclaves, malheur à vous tous!

JEMMY, MELCTHAL (à part)Quelle insolence! Pourquoi l’âgene sert-il pas mieux mon courroux?

CHŒUR DES VILLAGEOISSur nos têtes gronde l’orage,éloignons-nous, éloignons-nous!

RODOLPHERestez! il est plus d’un coupable:au meurtrier qui prêta son secours?Nommez ce traître, il y va de vos jours.

CORO DI CONTADINIDio di bontà, Dio onnipotente! etc.(si vede la barca che si avvicina alla riva opposta)

JEMMY, HEDWIGEÈ salvo!

RODOLPHEChe vedo? O rabbia!

CORO DI SOLDATIHa superato il passaggio funesto.

HEDWIGERiconosco l’opera di Dio.

JEMMY, MELCTHALRiconosco l’opera di Dio.

RODOLPHELa loro gioia è un nuovo oltraggio;schiavi, sventura a tutti voi!

JEMMY, MELCTHAL (a parte)Quale insolenza! Perché la mia età non serve meglio la mia ira?

CORO DI CONTADINISulle nostre teste brontola l’uragano,allontaniamoci, allontaniamoci!

RODOLPHERestate! c’è più di un colpevole:chi ha prestato soccorso all’omicida?Fate il nome del traditore, pena la vita.

GUILLAUME (a Leuthold)Affrettiamoci, eccoli.Addio.

HEDWIGEMorirai.

GUILLAUMEAh! non temere nulla, Hedwige.I pericoli sono immensi,(mostrando il cielo)ma il Pilota è là!(Hedwige vuole trattenere suo marito; Jemmy dal canto suo cerca di seguire il padre; Tell li affida entrambi al vecchio Melcthal e, guidando i passi incerti di Leuthold, riesce a farlo entrare nella barca nel momento in cui i soldati stanno per raggiungerli; la barca si allontana subito)

CORO DI CONTADINIDio di bontà, Dio onnipotente!confondi la rabbia degli oppressori!Degnati di strappare al naufragioil difensore dell’innocente!

RODOLPHEÈ giunta l’ora della giustizia!

CORO DI SOLDATIÈ giunta l’ora della giustizia!

RODOLPHESventura all’omicida, che muoia!

CORO DI SOLDATISventura all’omicida, che muoia!

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III / LIBRETTO80 81

JEMMY, HEDWIGEIls vont parler, la terreur les accable.

RODOLPHE (faisant cerner la foule par ses soldats)Obéissez,il y va de vos jours.

CHŒUR DES SOLDATSIl y va de vos jours.

JEMMY, HEDWIGE, CHŒUR DES VILLAGEOISES (tombent à genoux)Vierge que les chrétiens adorent,entends nos voix, elles t’implorent;dérobe au glaive des méchantset nos/leurs maris et nos/leurs enfants!

PÊCHEURIl y va de nos jours.Ah! craignons nos tyrans! etc.

MELCTHALIl y va de nos jours!Je les vois tous tremblants! etc.

CHŒUR DES VILLAGEOISIl y va de nos jours!Ah! craignons nos tyrans! etc.

CHŒUR DES SOLDATSLes vois-tu tous tremblants?Il y va de vos jours! etc.

RODOLPHEJe les vois tous tremblants.Obéissez, obéissez,

il y va de vos jours! etc.

MELCTHALComme lui nous aurions dû faire.Amis, calmez votre frayeur,il ose agir, osez vous taire.

CHŒUR DES VILLAGEOISIl ose agir, osons nous taire.

RODOLPHETremblez, tremblez! nommez le traître, parlez!

MELCTHALDis au tyran que cette terrene porte point de délateur.

RODOLPHEQu’on saisisse ce témérairequi brave en nous le gouverneur.Que du ravage,que du pillagesur ce rivagepèse l’horreur!Honte et misèresont le salaireque ma colèrelègue au malheur!

JEMMY, HEDWIGE, PÊCHEUR, MELCTHAL, CHŒUR DES VILLAGEOISSi du ravage,si du pillage,sur ce rivagepèse l’horreur,vil mercenaire,

ne va della vostra vita!

MELCTHALAvremmo dovuto fare come lui.Amici, calmate il vostro terrore,Lui osa agire, osiate tacere.

CORO DI CONTADINILui osa agire, osiamo tacere.

RODOLPHETremate, tremate! nominate il traditore, parlate!

MELCTHALDì al tiranno che questa terranon sopporta un delatore.

RODOLPHEArrestate questo temerarioche sfida in noi il governatore.Che l’orrore della devastazionee del saccheggio,si abbattasu questa riva!Onta e miseriasono il compensoche la mia colleraaggiunge alla sventura!

JEMMY, HEDWIGE, PESCATORE, MELCTHAL, CORO DI CONTADINISe l’orrore della devastazionee del saccheggio,si abbattesu questa riva,vile mercenario,

JEMMY, HEDWIGEParleranno, il terrore li confonde.

RODOLPHE (facendo circondare la folla dai soldati)Obbedite, pena la vita.

CORO DI SOLDATIPena la vita.

JEMMY, HEDWIGE, CORO DI CONTADINE (si inginocchiano)Vergine adorata dai cristiani,ascolta le nostre voci che t’implorano;sottrai alla spada dei malvagiI nostri/loro mariti e i nostri/loro figli!

PESCATOREÈ a rischio la nostra vita!Ah! temiamo i nostri tiranni! etc.

MELCTHALÈ a rischio la nostra vita!Li vedo tutti tremanti! etc.

CORO DI CONTADINIÈ a rischio la nostra vita!Ah! temiamo i nostri tiranni! etc.

CORO DI SOLDATILi vedi tutti tremanti?Ne va della vostra vita! etc.

RODOLPHELi vedo tutti tremanti.Obbedite, obbedite,

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III / LIBRETTO82 83

l’arc de mon/son pèrepeut nous soustraireà ta fureur.Nous bravons ta fureur! etc.

RODOLPHE, CHŒUR DES SOLDATSQue du ravage,que du pillage,sur ce rivagepèse l’horreur!Honte et misèresont le salaireque ma/sa colèrelègue au malheur!Ah! craignez ma/sa fureur!(les soldats s’emparent de Melcthal; les Suisses cherchent à le délivrer, mais ils sont sans armes, et l’on entraîne violemment sous leurs yeux le vieillard qu’ils voudraient suivre, quand une haie de halle-bardes les arrête. Le rideau tombe sur ce tableau)

DEUXIÈME ACTELes hauteurs du Rutli, surplombant le Lac des Quatre-Cantons (Lac de Lucerne). On aperçoit aux confins de l’horizon la cime des montagnes de Schwyz; au bas se trouve le village de Brunnen. Des sapins touffus qui s’élèvent des deux côtés de la scène complètent la solitude.Des piqueurs, portant des flambeaux, ouvrent la marche; d’autres dirigent la meute; d’autres arrivent avec des cerfs, des renards et des loups tués; des dames et des seigneurs à cheval, ayant le faucon au poing, et suivis de pages traversent le théâtre; enfin, des chasseurs à pied font une halte et vident les gourdes dont ils sont munis.

CHŒUR DES CHASSEURSQuelle sauvage harmonieau son des cors se marie!Le cri du chamois mourantse mêle au bruit du torrent.L’entendre exhaler sa vie…est-il un plaisir plus grand?Des tempêtes la furien’a rien de plus enivrant.(on entend le son d’une cloche)

UN CHASSEURQuel est ce bruit?

CHŒUR DES BERGERS (dans la montagne)Du village la cloche sonne,c’est notre retour qu’elle ordonne.Voici la nuit, voici la nuit.

UN CHASSEURDes pâtres la voix monotoneencore, encore nous poursuit;du Gouverneur le cor résonne,(avec CHŒUR DES CHASSEURS)c’est notre retour qu’il ordonne.Voici la nuit, voici la nuit!Le cor résonne, voici la nuit!(Ils sortent. Mathilde entre, elle semble s’être sé-parée à dessein du gros de la chasse)

MATHILDEIls s’éloignent enfin… j’ai cru le reconnaître:mon cœur n›a point trompé mes yeux;il a suivi mes pas, il est près de ces lieux.Je tremble… s’il allait paraître!…Quel est ce sentiment profond, mystérieux

CORO DI CACCIATORIQuale selvaggia armoniasi sposa al suono dei corni!Il grido del camoscio morentesi mescola al rumore del torrente.Sentirlo esalare la vita…c’è piacere più grande?La furia delle tempeste non è più inebriante.(si sente il suono di una campana)

UN CACCIATORECos’è questo rumore?

CORO DI PASTORI (dalla montagna)La campana del villaggio suona,ordina il nostro ritorno.Ecco la notte, ecco la notte.

UN CACCIATORELa voce monotona dei pastori,ancora, ancora ci insegue;del governatore risuona il corno,(con i CACCIATORI)ordina il nostro ritorno.Ecco la notte, ecco la notte!Il corno suona, ecco la notte!(escono. Entra Mathilde, che sembra essersi di-staccata apposta dal resto della caccia)

MATHILDES’allontanano alfine… ho creduto di riconoscerlo:il mio cuore non ha ingannato i miei occhi;lui ha seguito i miei passi, è qui vicino.Tremo… se qui venisse!Cos’è questo sentimento profondo, misterioso,

l’arco di mio/suo padrepuò sottrarci al tuo furore!Noi sfidiamo il tuo furore! etc.

RODOLPHE, CORO DI SOLDATIChe l’orrore della devastazionee del saccheggio,si abbattasu questa riva!Onta e miseriasono il compensoche la mia/sua colleraaggiunge alla sventura!Ah! temete il mio/suo furore!(i soldati si impadroniscono di Melcthal; gli sviz-zeri cercano di liberarlo, ma sono senz’armi, e il vecchio viene trascinato via sotto i loro occhi, vorrebbero seguirlo, ma una schiera di alabarde li ferma. Il sipario scende su questo quadro)

SECONDO ATTOLe cime del Rutli, che sormontano il Lago dei Quattro Cantoni (Lago di Lucerna). Si intravede ai confini dell’orizzonte la cima delle monta-gne dello Schwyz; in basso si trova il villaggio di Brunnen. Folti abeti che si innalzano ai due lati della scena completano la solitudine.Uomini armati di picche, con torce, aprono la marcia; altri dirigono la muta; altri arrivano con cervi, volpi e lupi uccisi; dame e signori a cavallo, falcone in pugno, e seguiti da pag-gi traversano il teatro; infine dei cacciatori a piedi si arrestano e vuotano le borracce di cui sono forniti.

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III / LIBRETTO84 85

dont je nourris l’ardeur, que je chéris peut-être!Arnold! Arnold! est-ce bien toi?Simple habitant de ces campagnes,l’espoir, l’orgueil de ces montagnes,qui charme ma pensée et cause mon effroi!Ah! que je puisse au moins l’avouer à moi-même!Melcthal, c’est toi que j’aime;tu m’as sauvé le jouret ma reconnaissance excuse mon amour.Sombre forêt, désert triste et sauvage,je vous préfère aux splendeurs des palais;c’est sur les monts, au séjour de l›orage,que mon cœur peut renaître à la paix;et l’écho seulement apprendra mes secrets.Toi, du berger astre doux et timide,qui, sur mes pas, viens semant tes reflets,ah! sois aussi mon étoile et mon guide!Comme lui, tes rayons sont discrets,et l’écho seulement redira mes secrets.(Arnold s’est montré pendant les dernières me-sures de la romance)

ARNOLDMa présence pour vous est peut-être un outrage;Mathilde, mes pas indiscretsont osé jusqu’à vous se frayer un passage.

MATHILDEOn pardonne aisément un tort que l’on partage;Arnold, je vous attendais.

ARNOLDCe mot où votre âme respire,je le sens trop, la pitié vous l›inspire;vous plaignez mon égarement:je vous offense en vous aimant.

Que ma destinée est affreuse!

MATHILDELa mienne est-elle plus heureuse?

ARNOLDIl faut parler, il faut, dans ce momentsi cruel et si doux, si dangereux peut-être,que Mathilde effrayé apprenne à me connaître;j’ose le dire avec un noble orgueil,pour vous le Ciel m’avait fait naître.D’un préjugé fatal j’ai mesuré l’écueil;il s’élève entre nous de toute sa puissance;je puis le respecter, mais c’est en votre absence.Mathilde, ordonnez-moi de fuir loin de vos yeux,d’abandonner ma patrie et mon père,d’aller mourir sur la terre étrangère,de choisir pour tombeau des bords inhabités,prononcez sur mon sort, dites un mot.

MATHILDERestez.Oui, vous l’arrachez à mon âmece secret qu’ont trahi mes yeux,je ne puis étouffer ma flamme,dût-elle nous perdre tous deux!

ARNOLDIl est donc sorti de son âmece secret qu’ont trahi ses yeux!Sa flamme répond à ma flamme,dût-elle nous perdre tous deux! (à Mathilde)Mais entre nous quelle distance,que d’obstacles de toutes parts!

Come è orrendo il mio destino!

MATHILDEÈ più felice il mio?

ARNOLDDevo parlare, devo, in questo momentocosì crudele e così dolce, forse così pericoloso,farmi conoscere dalla angosciata Mathilde;oso dirlo con nobile orgoglio,il Cielo mi ha fatto nascere per te.Ho misurato il pericolo di un pregiudizio fatale;si eleva tra noi con tutto il suo potere;posso rispettarlo, ma solo in tua assenza.Mathilde, ordinami di fuggire lontano dai tuoi occhi,di abbandonare la mia patria e mio padre,di andare a morire in terra straniera,di scegliere per tomba una costa disabitata,pronunciati sul mio fato, dì una parola.

MATHILDEResta.Sì, tu strappi alla mia animaquesto segreto che i miei occhi hanno tradito,non posso soffocare la mia fiamma,anche se dovesse distruggere entrambi!

ARNOLDÈ dunque uscito dalla sua animaquesto segreto che i suoi occhi hanno tradito!La sua fiamma risponde alla mia,anche se dovesse distruggere entrambi!(a Mathilde)Ma tra di noi quale distanza,quanti ostacoli da ogni parte!

di cui nutro l’ardore, coltivandolo forse!Arnold! Arnold! sei davvero tu?Semplice abitatore di queste campagne,la speranza, l’orgoglio di queste montagne, che incanta il mio pensiero e causa il mio terrore!Ah! Che io possa almeno confessarlo a me stessa!Melcthal, sei tu ch’io amo;tu hai salvato la mia vitae la mia riconoscenza giustifica il mio amore.Selva oscura, deserto triste e selvaggio,vi preferisco agli splendori dei palazzi;è sui monti, nella dimora dell’uragano,che il mio cuore può rinascere alla pace;e l’eco soltanto conoscerà i miei segreti.Tu, astro dolce e timido del pastore,che, sui miei passi, semini i tuoi riflessi,ah! sii anche la mia stella e la mia guida!Come lui, i tuoi raggi sono discreti,e solo l’eco ridirà i miei segreti.(Arnold è apparso durante le ultime misure della romanza)

ARNOLDLa mia presenza forse è un oltraggio per te;Mathilde, i miei passi indiscretihanno osato aprirsi il passaggio fino a te.

MATHILDESi perdona facilmente un torto condiviso;Arnold, ti attendevo.

ARNOLDQuesta risposta in cui la tua anima respira,lo sento bene, te la ispira la pietà.Compatisci il mio errare:amandoti ti offendo.

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III / LIBRETTO86 87

MATHILDEAh! ne perdez point l’espérance;tout vous élève à mes regards.

ARNOLDDoux aveu! ce tendre langagede plaisir enivre mon cœur.

MATHILDEJe puis l’aimer, tout me présageprès de lui des jours de bonheur.Oui, je t’aime et tout me présageprès de toi des jours de bonheur!

ARNOLDDoux aveu! ce tendre langagede plaisir enivre mon cœur!Quels transports pour mon cœur, tout présage ici mon bonheur. etc.

MATHILDERetournez aux champs de la gloire,volez à de nouveaux exploits:on s’anoblit par la victoire;le monde approuvera mon choix.

ARNOLDMéritons aux champs de la gloirele prix qui m’attend au retour.Puis-je douter de la victoirelorsque j’obéis à l’amour?

MATHILDEDans celle qui t’aime,oui, c’est l’honneur mêmequi dicte sa loi.

Mathilde, constante,ira sous la tenterecevoir ta foi. etc.

ARNOLDDans celle que j’aime,oui, c’est l’honneur mêmequi dicte sa loi.Mathilde, constante,viendra sous la tenterecevoir ma foi.(Mathilde s’éloigne. Tell et Walter entrent)

GUILLAUMETu n’étais pas seul en ces lieux?

ARNOLDEh bien?

GUILLAUMENous craignons de troubler un si doux entretien.

ARNOLDJe ne m’informe pas de vos desseins.

WALTERPeut-êtreplus qu’un autre dois-tu chercher à les connaître.

GUILLAUMENon; qu’importe à Melcthal s’il déserte nos rangs,s’il aspire en secret à servir nos tyrans?

Mathilde, costante,andrà nella tendaper ricevere la tua fede.

ARNOLDIn colei che amo,sì, è l’onore stessoche detta la sua legge.Mathilde, costante,verrà sotto la tendaper ricevere la mia fede.(Mathilde si allontana. Entrano Tell e Walter)

GUILLAUMENon eri solo qui?

ARNOLDEbbene?

GUILLAUMETemevamo di turbare un sì dolce incontro.

ARNOLDIo non mi informo dei vostri disegni.

WALTERForsepiù di altri tu dovresti cercare di conoscerli.

GUILLAUMENo; che importa a Melcthal se diserta i nostri ranghi,se aspira in segreto a servire i nostri tiranni?

MATHILDEAh! non perdere la speranza;ogni cosa ti innalza ai miei occhi.

ARNOLDDolce confessione! Questo tenero linguaggioinebria di piacere il mio cuore.

MATHILDEPosso amarlo, tutto presagiscevicino a lui giorni di felicità.Sì, ti amo e tutto presagisce vicino a te giorni di felicità.

ARNOLDDolce confessione! Questo tenero linguaggioinebria di piacere il mio cuore.Quali trasporti per il mio cuore,tutto qui presagisce la mia felicità.

MATHILDERitorna ai campi della gloria,vola a nuovi successi:la vittoria nobilita;il mondo approverà la mia scelta.

ARNOLDMeriterò sui campi della gloriail premio che mi attende al ritorno.Posso dubitare della vittoriaquando obbedisco all’amore?

MATHILDEIn colei che ti ama,sì, è l’onore stessoche detta la sua legge.

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III / LIBRETTO88 89

ARNOLDQui te l’a dit?

GUILLAUMETon trouble, et Mathilde et sa fuite.

ARNOLDOn m’épie, et c’est toi!

GUILLAUMEMoi-même; ta conduitehier jeta le soupçon dans ce cœur alarmé.

ARNOLDMais si j’aime?

WALTERGrand Dieu!

ARNOLDMais si je suis aimé, tes soupçons?…

GUILLAUMESeraient vrais.

ARNOLDMon amour?

WALTEREst impie.

ARNOLDMathilde?

GUILLAUMEElle est notre ennemie.

WALTERParmi nos oppresseurs elle a reçu la vie.

GUILLAUMEEt Melcthal lâchement embrasse ses genoux!

ARNOLDMais de quel droit votre aveugle furie?…

GUILLAUMENos droits? un mot te les apprendra tous:sais-tu bien ce que c’est que d’aimer sa patrie?

ARNOLDVous parlez de patrie, il n’en est plus pour nous.Je quitte ce rivagequ’habitent la discorde et la haine et la peur,dignes filles de l’esclavage;je cours dans les combats reconquérir l’honneur.

GUILLAUMEQuand l’Helvétie est un champ de supplicesoù l’on moissonne ses enfants,que de Gesler tes armes soient complices;combats et meurs pour nos tyrans!

ARNOLDLes camps rappellent mon courage;aux camps règne la loyauté,déjà la gloire y marqua mon passage;elle remplace aussi la liberté.

WALTERPour toi, Gesler préludant aux batailles,d’un vieillard a tranché les jours;cette victime attend des funérailles,

WALTERÈ nata tra i nostri oppressori.

GUILLAUMEE Melcthal abbraccia vilmente le sue ginocchia!

ARNOLDMa quale diritto per la vostra cieca furia?…

GUILLAUMEI nostri diritti? una parola te li dirà tutti:Sai tu che significhi amare la propria patria?

ARNOLDVoi parlate di patria, non ne abbiamo più.Abbandono questa rivadove abitano discordia e odio e paura,degne figlie della schiavitù;corro in battaglia a riconquistare l’onore.

GUILLAUMEQuando l’Elvezia è un campo di supplizidove si mietono i suoi figli,che le tue armi siano complici di Gesler:combatti e muori per i nostri tiranni!

ARNOLDI campi mi ridanno coraggio;nei campi regna la lealtà,già la gloria vi ha segnato il mio passaggio;sostituisce anche la libertà.

WALTERPer te, Gesler, in preludio alle battaglieha troncato i giorni di un vegliardo;questa vittima attende i funerali,

ARNOLDChi te l’ha detto?

GUILLAUMEIl tuo turbamento, e Mathilde e la sua fuga.

ARNOLDVengo spiato, e da te!

GUILLAUMEIo stesso; la tua condottaieri ha gettato il sospetto nel mio cuore allarmato.

ARNOLDMa se amo?

WALTERGran Dio!

ARNOLDMa se sono amato, i tuoi sospetti?…

GUILLAUMESarebbero veri.

ARNOLDIl mio amore?

WALTERÈ empio.

ARNOLDMathilde?

GUILLAUMEÈ nostra nemica.

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III / LIBRETTO90 91

elle a des droits à tes secours.Va, cours, elle a des droits à tes secours.

ARNOLDAh! quel affreux mystère!Un vieillard, dites-vous!

WALTERQue la Suisse révère.

ARNOLDSon nom?

WALTERJe dois le taire.

GUILLAUMEParler, c’est te frapper au cœur.

ARNOLDMon père!…

WALTEROui, ton père! Melcthal, l’honneur de nos hameaux,ton père, assassiné par la main des bourreaux!

ARNOLDQu’entends-je? Ô crime! Hélas! Hélas! J’expire!Ses jours qu’ils ont osé proscrire,je ne les ai pas défendus!Mon père, tu m’as dû maudire!De remords mon cœur se déchire.Ô ciel, ô ciel! je ne te verrai plus.

GUILLAUMEIl frissonne, à peine il respire.

WALTERIl chancelle, à peine il respire.

ARNOLDJ’expire!

GUILLAUME, WALTERIl pâlit, le remords le déchire;de l’amour tous les nœuds sont rompus.

ARNOLDJ’expire!

GUILLAUME, WALTERSon effroi remplace son délire,son malheur lui rendra ses vertus.

ARNOLDMon père, tu m’as dû maudire!De remords mon cœur se déchire.Ô Ciel! je ne te verrai plus. Il est donc vrai?…

WALTERJ’ai vu le crime.

ARNOLDToi?

WALTERJ’ai vu se débattre et tomber la victime.

ARNOLDGrand Dieu! que faire?

WALTERVacilla, respira appena.

ARNOLDMuoio!

GUILLAUME, WALTERImpallidisce, il rimorso lo lacera:tutti i nodi dell’amore sono infranti.

ARNOLDMuoio!

GUILLAUME, WALTERIl suo terrore sostituisce la sua furia,la sua infelicità gli renderà le sue virtù.

ARNOLDPadre mio, mi hai dovuto maledire!Il mio cuore è lacerato dai rimorsi.O cielo! non ti vedrò più.È dunque vero?…

WALTERHo visto il crimine.

ARNOLDTu?

WALTERHo visto la vittima dibattersi e cadere.

ARNOLDGran Dio! che fare?

ha diritto al tuo soccorso.Va’, corri, ha diritto al tuo soccorso.

ARNOLDAh! che orribile mistero!Un vegliardo, voi dite!

WALTERChe la Svizzera riverisce.

ARNOLDIl suo nome?

WALTERDevo tacerlo.

GUILLAUMEParlare, è colpirti al cuore.

ARNOLDMio padre!…

WALTERSì, tuo padre! Melcthal, l’onore dei nostri villaggi,tuo padre, assassinato dalla mano dei carnefici!

ARNOLDChe sento? O crimine! Ahimé! Ahimé! Muoio!La sua vita che hanno osato proscrivere,io non l’ho difesa!Padre mio, mi hai dovuto maledire!Il mio cuore è lacerato dal rimorso.O cielo, o cielo! non ti vedrò più.

GUILLAUMERabbrividisce, respira appena.

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III / LIBRETTO92 93

GUILLAUMETon devoir.

ARNOLDIl faut mourir?

GUILLAUMEIl faut vivre!

ARNOLDContre Gesler servez mon désespoir.Dans Altorf voulez-vous me suivre?

GUILLAUMEModère les transports où ton âme se livre.

WALTERReste et venge à la fois ton pèreet ton pays.

ARNOLDAchèvez donc!

GUILLAUMELa nuit, à nos desseins propice,nous entoure déjà d’une ombre protectrice.Tu vas voir dans ces lieux, que Gesler croit soumis,surgir de tous côtés de généreux amis:Ils comprendront tes larmes.Au soc de la charrue ils empruntent des armespour conquérir un digne sort,ou l’indépendance ou la mort!

TOUS LES TROISOu l’indépendance ou la mort!Embrasons-nous d’un saint délire!

La liberté pour nous conspire;des cieux mon/ton père nous inspire,vengeons-le, ne le pleurons plus. etc.Pour son pays quand il expire,son beau destin semble nous dire:c’était aux palmes du martyreà couronner tant de vertus!

GUILLAUMEDes profondeurs du bois immense,un bruit confus semble sortir.Écoutons!

ARNOLDÉcoutons!

GUILLAUMESilence!

WALTERJ’entends de pas nombreux la forêt retentir.

ARNOLDLe bruit approche…

GUILLAUMEQui s’avance?

HOMMES D’UNTERWALDEN (de loin)Amis de la patrie!

GUILLAUMEÔ bonheur!

ARNOLDÔ vengeance!

La libertà cospira per noi;dai cieli mio/tuo padre ci ispira,vendichiamolo, non lo piangiamo più.Mentre muore per il suo paese,il suo bel destino sembra dirci:toccava alle palme del martiriocoronare tante virtù!

GUILLAUMEDalle profondità del bosco immensosembra uscire un rumore confuso.Ascoltiamo!

ARNOLDAscoltiamo!

GUILLAUMESilenzio!

WALTERSento risuonare la foresta di molti passi.

ARNOLDIl rumore si avvicina…

GUILLAUMEChi s’avanza?

UOMINI DI UNTERWALDEN (da lontano)Amici della patria!

GUILLAUMEO felicità!

ARNOLDO vendetta!

GUILLAUMEIl tuo dovere.

ARNOLDDevo morire?

GUILLAUMEDevi vivere!

ARNOLDContro Gesler assistete la mia disperazione.Volete seguirmi dentro Altorf?

GUILLAUMEModera le passioni cui si abbandona la tua anima.

WALTERResta e vendica insieme tuo padree il tuo paese.

ARNOLDContinuate dunque!

GUILLAUMELa notte, favorevole ai nostri disegni,ci circonda già di un’ombra protettrice.Vedrai in questi luoghi, che Gesler crede sottomessi,amici coraggiosi sorgere da ogni lato:comprenderanno le tue lacrime.Dagli aratri traggono armiper conquistare una sorte dignitosa,l’indipendenza o la morte!

TUTTI E TREL’indipendenza o la morte!Accendiamoci di un santo delirio!

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III / LIBRETTO94 95

GUILLAUME, ARNOLD, WALTERHonneur, honneur à leur présence!

HOMMES D’UNTERWALDENNous avons su braver, nous avons su franchirles périls comme la distance.Les torrents, les forêts n’ont pu nous retenir;sous l’escorte de la prudencenotre audace au Rütli nous a fait parvenir.

GUILLAUMEDu canton d’Unterwald, ô vous généreux fils,ce noble empressement n’a rien qui nous étonne.

WALTEROn saura l’imiter:(lointain appel de cor)de nos frères de Schwyzj’entends la trompe qui résonne:de tes enfants sois fier, ô mon pays!(entrée des hommes de Schwyz)

HOMMES DE SCHWYZEn ces temps de malheursune race étrangère,épiant nos douleurs,nous condamne au mystère.Que ce bois solitaireseul connaisse nos pleurs.

GUILLAUME (à Arnold et Walter)On pardonne la crainte à de si grands malheurs;mais croyez en mon espérance,leurs cœurs répondront à nos cœurs.

WALTERDu seul canton d’Uri nous regrettons l’absence.

GUILLAUMEPour dérober la trace de leurs pas,pour mieux cacher nos saintes trames,nos frères, sur les eaux, s’ouvrent avec leurs ramesun chemin qui ne trahit pas.

WALTERDe prompts effets la promesse est suivie,n’entends-tu pas?…

ARNOLD, GUILLAUME, WALTER, HOMMES D’UNTERWALDEN ET DE SCHWYZHonneur, honneur aux soutiens de nos droits!

HOMMES D’URI, DE SCHWYZ, D’UNTERWALDENGuillaume, tu le vois,trois peuples à ta voixsauront, fiers de leurs droits,braver un joug infâme.Parle! Parle! et tes fiers accentsjaillissant de ton âme,soudain en traits de flammeembraseront nos sens!Parle! Parle!

GUILLAUME (se plaçant au milieu des députésdes Trois Cantons)L’avalanche roulant du haut de nos montagnes,lançant la mort sur nos campagnes,renferme dans ses flancsdes maux moins dévorantsque n’en sème après lui chaque pas des tyrans.

WALTERRimpiangiamo l’assenza solo del cantone di Uri.

GUILLAUMEPer nascondere la traccia dei loro passi,per meglio nascondere le nostre sacre trame,i nostri fratelli si aprono con i remi sulle acqueuna strada che non tradisce.

WALTERLa promessa è seguita da un risultato immediato,non senti?…

ARNOLD, GUILLAUME, WALTER, UOMINI DI UNTERWALDEN E DI SCHWYZOnore, onore ai sostenitori dei nostri diritti!

UOMINI DI URI, DI SCHWYZ, DI UNTERWALDENGuillaume, tu lo vedi,tre popoli alla tua vocesapranno, fieri dei loro diritti,sfidare un giogo infame.Parla! Parla! e i tuoi fieri accentisorgendo dalla tua anima,in improvvise fiammeaccenderanno i nostri sensi!Parla! Parla!

GUILLAUME (ponendosi al centro dei deputati dei Tre Cantoni) La valanga che scende dall’alto delle nostre montagne,lanciando la morte sulle nostre campagne,racchiude nei suoi fianchimali meno divorantidi quelli che semina ogni passo dei tiranni.

GUILLAUME, ARNOLD, WALTEROnore, onore alla loro presenza!

UOMINI DI UNTERWALDENAbbiamo saputo sfidare, abbiamo saputo superarei pericoli e la distanza.I torrenti, le foreste non ci hanno trattenuti;sotto la scorta della prudenzala nostra audacia ci ha fatto giungere al Rütli.

GUILLAUMEO generosi figli del cantone di Unterwalden,la vostra nobile solerzia non ci stupisce.

WALTERSapranno imitarla:(lontano richiamo del corno)sento suonare il cornodei nostri fratelli di Schwyz:sii fiero dei tuoi figli, o mio paese!(entrano gli uomini di Schwyz)

UOMINI DI SCHWYZIn questi tempi di disgrazieuna razza straniera,spiando i nostri dolori,ci condanna al mistero.Che questo bosco solitariosolo conosca i nostri pianti!

GUILLAUME (a Arnold e Walter)Perdoniamo la paura di disgrazie sì grandi;ma credete alla mia speranza, i loro cuori risponderanno ai nostri.

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III / LIBRETTO96 97

WALTERC’est désormais à nous, c’est à notre courageà purger ce rivagede maîtres détestés.Amis, contre ce joug infâmeen vain l’humanité réclame;nos oppresseurs sont triomphants.

GUILLAUMEUn esclave n’a point de femme,un esclave n’a point d’enfants.

DÉPUTÉS DES TROIS CANTONSUn esclave n’a point de femme,un esclave n’a point d’enfants!C’est trop souffrir, que faut-il faire?

ARNOLD (secouant tout à coup son abattement)Venger le trépas de mon père!

DÉPUTÉS DES TROIS CANTONSMelcthal? quel crime était le sien?

ARNOLDSon crime… Il aimait sa patrie.

DÉPUTÉS DES TROIS CANTONSMeurtre abominable, impie!

GUILLAUMESoyons dignes enfin du sang dont nous sortons;dans l’ombre et le silence,du glaive et de la lancearmez les trois cantons.

DÉPUTÉS DES TROIS CANTONSDans l’ombre et le silence,du glaive et de la lancearmons les trois cantons.

GUILLAUMEPrès du lac, quand luiront les signaux de vengeance,nous seconderez-vous?

DÉPUTÉS DES TROIS CANTONSN’en doutez pas, oui, tous.

GUILLAUMEPrêts à vaincre?

DÉPUTÉS DES TROIS CANTONSOui, tous.

GUILLAUMEPrêts à mourir?

DÉPUTÉS DES TROIS CANTONSOui, tous!

GUILLAUMEQue de nos mains les loyales étreintesconfirment ces promesses saintes!

GUILLAUME, TOUSJurons, jurons par nos dangers,par nos malheurs, par nos ancêtres,au Dieu des rois et des bergers,de repousser d’injustes maîtres.

DEPUTATI DEI TRE CANTONINell’ombra e nel silenziodi spada e di lancia armiamo i tre cantoni.

GUILLAUMEPresso al lago, quando brilleranno i segnali di vendetta,ci aiuterete?

DEPUTATI DEI TRE CANTONINon dubitare, sì, tutti.

GUILLAUMEPronti a vincere?

DEPUTATI DEI TRE CANTONISì, tutti.

GUILLAUMEPronti a morire?

DEPUTATI DEI TRE CANTONISì, tutti!

GUILLAUMEChe le strette leali delle nostre maniconfermino queste sante promesse!

GUILLAUME, TUTTIGiuriamo, giuriamo per i nostri pericoli,per le nostre disgrazie, per i nostri antenati,al Dio dei re e dei pastoridi respingere gli iniqui dominatori.

WALTERTocca ora a noi, al nostro coraggio,purgare questa rivadei dominatori detestati.Amici, contro questo giogo infamel’umanità protesta invano;i nostri oppressori trionfano.

GUILLAUMEUno schiavo non ha moglie,uno schiavo non ha figli!

DEPUTATI DEI TRE CANTONIUno schiavo non ha moglie,uno schiavo non ha figli!Questo è soffrire troppo, che dobbiamo fare?

ARNOLD (scuotendosi di colpo dal suo abbattimento)Vendicare la morte di mio padre!

DEPUTATI DEI TRE CANTONIMelcthal? qual è stato il suo crimine?

ARNOLDIl suo crimine… amava la sua patria.

DEPUTATI DEI TRE CANTONIOmicidio abominevole, empio!

GUILLAUMERendiamoci degni infinedel sangue dal quale veniamo;nell’ombra e nel silenziodi spada e di lancia armate i tre cantoni.

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III / LIBRETTO98 99

TOUSSi parmi nous il est des traîtres,que le soleil de son flambeau,refuse à leurs yeux la lumière,le ciel l’accès à la prière,et la terre un tombeau!Tous nous le jurons!

ARNOLDVoici le jour!

WALTERPour nous c’est un signal d’alarmes.

GUILLAUMEDe victoire!

WALTERQuel cri doit y répondre?

TOUSAux armes, aux armes, aux armes!

TROISIÈME ACTE

Première ScèneL’intérieur d’une vieille chapelle en ruines, atte-nante au Palais du Gouverneur à Altdorf.

MATHILDEArnold, d’où naît ce désespoir?Est-ce là cet adieu si tendreque j’espérais entendre?Vous partez, mais bientôt nous pourronsnous revoir.

ARNOLDNon, je reste où m’enchaîne un terrible devoir;je reste pour venger mon père.

MATHILDEQu’espérez-vous?

ARNOLDC’est du sang que j’espère.Je renonce aux faveurs du sort,je renonce à tout ce que j’aime,à la gloire, à vous-même!…

MATHILDEÀ moi, Melcthal?

ARNOLDMon père est mort;il est tombé sous l’homicide glaive.

MATHILDEDieu!

ARNOLDSavez-vous qui dirigea le fer?

MATHILDEAh! je frémis, achève!

ARNOLDVotre effroi l’a nommé: Gesler!

MATHILDEGesler!Pour notre amour plus d’espérance,quand ma vie à peine commence,

ARNOLDNo, io resto dove mi incatena un terribile dovere;resto per vendicare mio padre.

MATHILDEChe speri?

ARNOLDÈ il sangue che io spero.Rinuncio ai favori della sorte,rinuncio a tutto quello che amo,alla gloria, a te stessa!…

MATHILDEA me, Melcthal?

ARNOLDMio padre è morto;è caduto sotto la spada omicida.

MATHILDEDio!

ARNOLDSai chi ha diretto l’acciaio?

MATHILDEAh! io fremo, continua!

ARNOLDIl tuo sgomento ne fa il nome: Gesler!

MATHILDEGesler!Per il nostro amore non c’è più speranza,quando la mia vita inizia appena,

TUTTISe tra di noi ci sono dei traditori,che il sole rifiuti ai loro occhila luce della sua torcia,il cielo l’accesso alla preghierae la terra una tomba!Lo giuriamo tutti!

ARNOLDEcco il giorno!

WALTERPer noi è segnale di allarme.

GUILLAUMEDi vittoria!

WALTERQuale grido deve rispondere?

TOUSAlle armi! alle armi! alle armi!

TERZO ATTO

Scena primaL’interno di una vecchia cappella in rovina, atti-gua al palazzo del governatore ad Altorf.

MATHILDEArnold, qual è la causa di questa disperazione?È questo il tenero addioche speravo di sentire?Tu parti, ma presto potremorivederci.

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III / LIBRETTO100 101

pour toujours je perds le bonheur.Oui, Melcthal, d’un barbarele forfait nous sépare,ma raison, qui s’égare,a compris ta douleur.Du sort bravant la servitude,en vain je t’ai donné ma foi;dans mon coeur quelle solitude!Tu ne seras plus près de moi.Destin, malgré ta rage,toujours ce triste cœurconservera l’imagede mon libérateur.

MATHILDE, ARNOLDQuel bruit arrive à mon oreille?

MATHILDEGesler s’éveille.

ARNOLDLe jour le rend à ses forfaits.

MATHILDEHélas! d’une fête guerrièreces chants annoncent les apprêts.Du Gouverneur fuis le palais,toujours sa joie est meurtrière;fuis, si jamais je te fus chère!

ARNOLDMoi fuir! Moi fuir!

MATHILDESur la rive étrangèresi je ne puis à ta misère

offrir mes soins consolateurs,mon âme te suit tout entière;elle est fidèle à tes malheurs.Et songe à ton père!

ARNOLDJe songe à mon père!

MATHILDE, ARNOLDEn renonçant à nos / mes amours,c’est lui donner plus que nos / mes jours.

MATHILDEAdieu, Melcthal! c’est pour toujours!

ARNOLDAdieu, Mathilde! c’est pour toujours!

(Arnold fuit par la gauche, et Mathilde sort par la droite du public)

Deuxième ScèneGrande place d’Altorf, où l’on fait des préparatifs de fête. On voit çà et là des pommiers et des til-leuls. Le château fort de Gesler est au fond. Des ouvriers sont occupés à élever une estrade où doit se placer la Cour; d’autres plantent, vers le fond du théâtre, un trophée composé des armes du Gouverneur et surmonté de son chapeau.

CHŒUR DES HOMMESGloire au pouvoir suprême!Crainte à Gesler, qui dispense ses lois!Oui, oui, c’est l’empereur mêmequi lance l’anathèmepar sa terrible voix!

offrire la consolazione delle mie cure,la mia anima ti segue intera;è fedele alle tue sventure.E pensa a tuo padre!

ARNOLDPenso a mio padre!

MATHILDE, ARNOLDRinunciando ai nostri/miei amori,gli dono più che la nostra/mia vita.

MATHILDEAddio, Melcthal! è per sempre!

ARNOLDAddio, Mathilde! è per sempre!

(Arnold fuit par la gauche, et Mathilde sort par la droite du public)

Scena secondaGrande piazza di Altorf, dove si fanno i preparitivi della festa. Si vedono qui e là dei meli e dei tigli. La roccaforte di Gesler è in fondo. Degli operai sono impegnati a costruire una pedana dove si siederà la Corte; altri piantano, verso il fondo del teatro, un trofeo composto dalle armi del gover-natore e sormontato dal suo cappello.

CORO DI UOMINIGloria al potere supremo!Temete Gesler, che ne dispensa le leggi!Sì, sì, è l’imperatore stessoche lancia l’anatemacon la sua terribile voce!

per sempre perdo la felicità.Sì, Melcthal, di un barbaroil misfatto ci separa,la mia ragione, che si perde,ha compreso il tuo dolore.Sfidando la schiavitù del fato,invano ti ho dato la mia fede;che solitudine nel mio cuore!Tu non mi sarai più accanto.Destino, nonostante la tua rabbia,questo triste cuoreconserverà sempre l’immagine del mio liberatore.

MATHILDE, ARNOLDChe rumore giunge al mio orecchio?

MATHILDEGesler si risveglia.

ARNOLDIl giorno lo rende ai suoi misfatti.

MATHILDEAhimè! di una festa guerrieraquesti canti annunciano i preparativi.Fuggi dal palazzo del Governatore,la sua gioia è sempre mortale:fuggi, se mai io ti fui cara!

ARNOLDIo, fuggire! Io, fuggire!

MATHILDESulla riva stranierase non posso alla tua miseria

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III / LIBRETTO102 103

CHŒUR DES FEMMESPaix au pouvoir qu’on aime!De Mathilde espérons les lois!Qu’est-il besoin d’un diadème?L’amour est un pouvoir suprême,égal à celui des rois.

GESLERVainement dans son insolence,le peuple brave ma vengeance,il doit se soumettre à ma loi.(montrant le trophée)Devant ce signe de puissanceque chacun se courbe en silence,comme il s’incline devant moi!(on fait passer les habitants par groupe, et on les force à s’incliner devant le trophée)

CHŒUR DES HOMMESGloire au pouvoir suprême, etc.

GESLER (placé sur l’estrade)Que l’empire germain de votre obéissancereçoive le gage aujourd’hui;depuis un siècle, sa puissancedaigne à votre faiblesse accorder un appui.À pareil jour, nos droits, scellés par la victoire,s’étendirent sur vos aïeux.D’un jour si glorieux,par vos chants, par vos jeuxcélébrez la mémoire,je le veux!(Ici commence la fête)

(Les soldats de Gesler contraignent des femmes suisses à danser avec eux, les habitants té-

moignent par leurs gestes de leur indignation; à la fin de la danse tout le monde se prosterne devant le trophée. Des soldats entraînent sur l’avant-scène Tell et son fils, qu’ils ont remarqués debout au milieu de la scène)

RODOLPHEAudacieux, incline-toi!

GUILLAUMETu peux, t’armant de sa faiblesse,avilir ce peuple, mais moi,je reconnais point la loiqui me prescrit une bassesse.

RODOLPHEGouverneur, on brave ta loi.

GESLERQuel est l’audacieux?

RODOLPHEJ’ai su le reconnaître;c’est Guillaume Tell, c’est ce traîtrequi ravit a nos coupsLeuthold le meurtrier.

GESLERSaisissez-le, saisissez-le!

SOLDATS (hésitant)C’est là cet archer redoutable;c’est là cet intrépide nautonier…

GESLERPoint de pitié coupable;

stimoniano a gesti la loro indignazione; alla fine della danza tutti si inchinano davanti al trofeo. Dei soldati trascinano alla ribalta Tell e suo figlio, che hanno notato in piedi al centro della scena)

RODOLPHEAudace, inchinati!

GUILLAUMETu puoi, forte della sua debolezza,avvilire questo popolo, ma io,io non riconosco la leggeche mi ordina una bassezza.

RODOLPHEGovernatore, sfidano la tua legge.

GESLERChi è l’audace?

RODOLPHEL’ho riconosciuto:è Guillaume Tell, è il traditoreche ha tolto ai nostri colpiLeuthold l’omicida.

GESLERAfferratelo, afferratelo!

SOLDATI (esitando)È quell’arciere temibile;è quell’intrepido barcaiolo…

GESLERNon più colpevole pietà;

CORO DI DONNEPace al potere che amiamo!Aspettiamo le leggi di Mathilde!Che bisogno c’è di un diadema?L’amore è un potere supremo,uguale a quello dei re.

GESLERVanamente nella sua insolenza,il popolo sfida la mia vendetta,deve sottomettersi alla mia legge.(mostrando il trofeo)Davanti a questo segno del potereche ciascuno si curvi in silenzio,come si inchina davanti a me!(gli abitanti sono costretti a passare in gruppi e a inchinarsi davanti al trofeo)

CORO DI UOMINIGloria al potere supremo, etc.

GESLER (dalla pedana)Che l’impero tedesco riceva oggi il pegno della vostra obbedienza;da un secolo, il suo poteredegna accordare un appoggio alla vostra debolezza.In questo giorno, i nostri diritti, sigillati dalla vittoria,si stesero sui vostri antenati.Con i vostri canti, i vostri giochi,celebrate la memoriadi un giorno sì glorioso,io lo voglio!(comincia la festa)

(I soldati di Gesler costringono le donne svizzere a danzare con loro, gli abitanti te-

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III / LIBRETTO104 105

c’est là mon prisonnier.

GUILLAUMEPuisse-t-il être le dernier!

GESLERTant d’orgueil me lasse,la foudre s’amasse,sur toi qu’elle passeet tu fléchiras!

RODOLPHEQuel excès d’audace!Il brave, il menace.Allons, point de grâce,désarmons son bras.

GESLERQuel excès d’audace!Tant d’orgueil me lasse,non, point de grâce,désarmez son bras.

GUILLAUMEMortelle disgrâce!(bas, à son fils)Espoir de ma race,ô toi que j›embrasse,porte au loin tes pas!

GESLERVois, la peur le glace,il craint le trépas.

JEMMYQue ta peur s’efface,

c’est ici ma place;laisse-moi par grâcemourir dans tes bras!

RODOLPHEPour lui point de grâce!Il court au trépas.

SOLDATSQuel excès d’audace!Désarmons son bras.(on retire des mains de Tell son arbalète et son carquois)

GUILLAUME (bas, à Jemmy)Rejoins ta mère, je l’ordonne,qu’aux sommets de nos monts la flamme brille et donneaux trois cantons le signal des combats!

GESLER (retenant l’enfant)Arrête…leur tendresse éclaire ma vengeance;(à Tell)réponds, toi qui m’oses braver,c’est ton enfant?

GUILLAUMELe seul.

GESLERTu voudrais le sauver?

GUILLAUMELe saveur, lui, quel est son crime?

il mio posto è qui;per pietà, lasciamimorire nelle tue braccia!

RODOLPHENiente grazia per lui!Corre alla morte.

SOLDATIChe eccesso d’audacia!Disarmiamo il suo braccio.(tolgono dalle mani di Tell la balestra e la sua faretra)

GUILLAUME (piano, a Jemmy)Raggiungi tua madre, te lo ordino,che sulle cime dei nostri montila fiamma brilli e diaai tre cantoni il segnale della battaglia!

GESLER (trattenendo il ragazzo)Fermati…il loro affetto mi offre la vendetta;(a Tell)rispondi, tu che osi sfidarmi,è tuo figlio?

GUILLAUMEL’unico.

GESLERVorresti salvarlo?

GUILLAUMESalvarlo, qual è il suo crimine?

è mio prigioniero.

GUILLAUMEChe sia l’ultimo!

GESLERTanto orgoglio mi stanca,la folgore si prepara,passerà sul tuo capoe ti inchinerai!

RODOLPHEChe eccesso d’audacia!Sfida, minaccia.Avanti, nessuna grazia,disarmiamo il suo braccio.

GESLERChe eccesso d’audacia!Tanto orgoglio mi stanca,no, nessuna grazia,disarmate il suo braccio!

GUILLAUMEMortale disgrazia!(piano, al figlio)Speranza della mia razza,o tu ch’io abbraccio,porta lontano i tuoi passi!

GESLERVedi, la paura lo ghiaccia,teme la morte.

JEMMYChe la tua paura svanisca,

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III / LIBRETTO106 107

GESLERSa naissance,tes discours, tes projets, ta coupable insolence.

GUILLAUMEMoi seul je t’ai bravé, c’est moi qu’il faut punir.

GESLERSa grâce est dans tes mains et tu peux l’obtenir.Pour un habile archer partout on te renomme;(à Rodolphe, en détachant une pomme d’un arbre voisin)sur la tête du fils qu’on place cette pomme;(à Tell)tu vas d’un trait certain l’enlever à mes yeux:ou vous périrez tous les deux.

GUILLAUMEQue dis-tu?

GESLERJe le veux.

GUILLAUMEQuel horrible décret; sur mon fils!… je m’égare!tu pourrais ordonner, barbare!…non, le crime est trop grand.

GESLERObéis.

GUILLAUMEAh, tu n’as pas d’enfant!Il est un Dieu, Gesler!

GESLERUn maître.

GUILLAUME (montrant le ciel)Il nous entend!

GESLERC’est trop tarder, cède sur l’heure.

GUILLAUMEJe ne le puis.

GESLERQue son fils meure!

GUILLAUMEArrête!… Abominable loi!Tu triomphes de ma faiblesse;le péril de Jemmy m’impose une bassesse,Gesler; et je fléchis le genou devant toi.(il s’agenouille)

GESLERVoilà cet archer redoutable;voilà cet intrépide nautonier!La peur l’atteint, un mot l’accable.

GUILLAUME (se relevant)Ce châtiment du moins est équitable:tu me punis d’avoir pu m’oublier.

JEMMYMon père, songe à ton adresse.

GUILLAUMEAh, je crains trop de ma tendresse.

GESLERUn padrone.

GUILLAUME (mostrando il cielo)Ci ascolta!

GESLERStai tardando troppo, cedi subito.

GUILLAUMENon posso.

GESLERChe suo figlio muoia!

GUILLAUMEArresta!… Legge abominevole!Tu trionfi della mia debolezza;il pericolo di Jemmy m’impone una bassezza,Gesler; e io piego il ginocchio innanzi a te.(si inginocchia)

GESLEREcco l’arciere temibile;ecco l’intrepido barcaiolo!La paura lo tocca, una parola lo piega.

GUILLAUME (rialzandosi)Questo castigo almeno è giusto:tu mi punisci perché ho dimenticato me stesso.

JEMMYPadre mio, pensa alla tua abilità.

GUILLAUMEAh, temo troppo la mia tenerezza.

GESLERLa sua nascita,le tue parole, i tuoi progetti, la tua colpevole insolenza.

GUILLAUMEIo solo ti ho sfidato, è me che devi punire.

GESLERLa sua grazia è in tua mano e tu puoi ottenerla.Sei noto ovunque come abile arciere;(a Rodolphe, staccando una mela da un albero vicino)sulla testa del figlio ponete questa mela;(a Tell)con una freccia sicura davanti a me la colpirai:o entrambi perirete.

GUILLAUMEChe dici?

GESLERLo voglio.

GUILLAUMEChe orribile decreto; su mio figlio!… mi confondo!Potresti ordinare, barbaro!…No, il crimine è troppo grande.

GESLERObbedisci.

GUILLAUMEAh, tu non hai figli!C’è un Dio, Gesler!

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III / LIBRETTO108 109

JEMMYDonne ta main, donne ta main, interroge mon cœur:sous ta flèche il battra sans peur.

GUILLAUMEJe te bénis en répandant des larmes,et je reprends ma force sur ton sein:le calme de ton cœur a raffermi ma main.Plus de faiblesse, plus d’alarmes;qu’on me rende mes armes:je suis Guillaume Tell enfin!(on rend à Tell son arbalète et son carquois qu’il vide à terre. Il choisit deux traits et en cache un sous ses vêtements)

GESLERQu’on attache l’enfant!(à ce moment, on voit un des pages de Mathilde quitter la scène et se diriger, en courant, vers le château)

JEMMYM’attacher? quelle injure!Non, non, libre au moins je mourrai.J’expose au coup fatal ma tête sans murmure,et sans pâlir je l’attendrai.

CHŒUR DES SUISSESQuoi! les accents de l’innocencene désarment pas sa vengeance?

JEMMY (en voyant son père préparer ses armes)Courage, mon père!

GUILLAUMEÀ sa voix

ma main laisse échapper mes armes;mes yeux sont obscurcis de dangereuses larmes…Mon fils! que je t’embrasse une dernière fois!(Gesler fait un signe d’acquiescement, et Jemmy court vers son père)(à Jemmy)Sois immobile, et vers la terreincline un genou suppliant.Invoque Dieu: c’est lui seul,mon enfant,qui dans le fils peut épargner le père.Demeure ainsi, mais regarde les cieux.En menaçant une tête si chère,cette pointe d’acier peut effrayer tes yeux.Le moindre mouvement…Jemmy, Jemmy, songe à ta mère!Elle nous attend tous les deux!(Jemmy regagne le poteau avec rapidité; Tell par-court d’un œil morne toute l’enceinte. Lorsque son regard s’arrête sur Gesler, il porte la main à la place où la seconde flèche est cachée; il vise enfin, tire, et soudain la pomme est loin de l’enfant)

CHŒUR DES SUISSESVictoire! victoire!

JEMMYMon père!

CHŒUR DES SUISSESSa vie est sauvée!

GUILLAUMECiel!

la mia mano fa cadere le armi;i miei occhi si oscurano di pericolose lacrime…Figlio mio! ch’io ti abbracciun’ultima volta!(Gesler fa un segno di consenso, e Jemmy corre verso il padre)(a Jemmy)Resta immobile, e verso la terrainclina un ginocchio implorante.Invoca Dio: è lui solo,ragazzo mio,che nel figlio può risparmiare il padre.Resta così, ma guarda il cielo.Minacciando questo capo amato,la punta d’acciaio può spaventare i tuoi occhi.Il minimo movimento…Jemmy, Jemmy, pensa a tua madre!Ci atttende tutti e due!(Jemmy ritorna rapidamente al palo; Tell percor-re con occhio spento tutta la spianata. Quando il suo sguardo si arresta su Gesler, porta la mano al punto dove è nascosta la seconda freccia; infine mira, e di colpo la mela è lontana dal fanciullo)

CORO DI SVIZZERIVittoria! vittoria!

JEMMYPadre mio!

CORO DI SVIZZERILa sua vita è salva!

GUILLAUMECielo!

JEMMYDammi la mano, interroga il mio cuore:sotto la tua freccia batterà senza paura.

GUILLAUMETi benedico versando lacrime,e riprendo forza sul tuo petto:la calma del tuo cuore ha rafforzato la mia mano.Non più debolezza, non più timori;rendetemi le mie armi:sono Guillaume Tell alfine!(restituiscono a Tell la balestra e la faretra che svuota in terra. Scegli due dardi e ne nasconde uno sotto i vestiti)

GESLERLegate il ragazzo!(in questo momento si vede uno dei paggi di Mathilde che lascia la scena e si dirige, correndo, verso il castello)

JEMMYLegarmi? che insulto!No, no, almeno morirò libero.Espongo al colpo fatale il capo senza fiatare,e l’aspetterò senza impallidire.

CORO DI SVIZZERICome! le parole dell’innocenzanon disarmano la sua vendetta?

JEMMY (vedendo il padre preparare le armi)Coraggio, padre mio!

GUILLAUMEAl suono della sua voce

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III / LIBRETTO110 111

GESLERQuoi! la pomme enlevée!

CHŒUR DES SUISSESLa pomme est enlevée;Guillaume est triomphant!

GESLERÔ fureur!

CHŒUR DES SUISSESÔ bonheur!Victoire, victoire, victoire!

JEMMYMa vie est sauvée:mon père pouvait-il immoler son enfant?

GUILLAUMEJe ne vois plus, je me soutiens à peine;est-ce bien toi, mon fils? Je succombe au bonheur.

JEMMY (entrouvrant les vêtements de Tell)Ah! secourons mon père!

GESLERIl échappe à ma haine.(apercevant la seconde flèche)Que vois-je?

GUILLAUMEAh! j’ai sauvé mon trésor le plus cher!

GESLERÀ qui destinais-tu ce trait?

GUILLAUMEÀ toi, Gesler!

GESLERTremble!

GUILLAUME (embrassant son fils)Je n’ai plus peur.

GESLERRodolphe, qu’on l’enchaîne!(Mathilde entre accompagnée de ses femmes et de ses pages)

MATHILDEQu’ai-je appris? Sacrifice affreux!

CHŒUR DES SUISSESFaut-il encore trembler pour eux?

CHŒUR DES SOLDATSIls doivent périr tous les deux.

GESLERJe n’abrégerai point des jours si misérables,je l’ai promis; mais tous deux sont coupables,et tous deux dans les fers attendront le trépas.

MATHILDEQuoi! son fils?… un enfant! Seigneur, il faut m’entendre.

GESLERL’ordre est donné, rien ne le peut suspendre!Le fils aussi!

GUILLAUMEA te, Gesler!

GESLERTrema!

GUILLAUME (abbracciando il figlio)Non ho più paura.

GESLERRodolphe, incatenatelo!(Mathilde entra accompagnata dalle sue dame e dai suoi paggi)

MATHILDEChe ho saputo? Atroce sacrificio!

CORO DI SVIZZERIDobbiamo ancora tremare per loro?

CORO DI SOLDATIDevono morire entrambi.

GESLERNon abbrevierò queste vite miserabili,l’ho promesso; ma entrambi sono colpevoli,ed entrambi attenderanno la morte in catene.

MATHILDEChe! suo figlio?… un fanciullo!Signore, dovete ascoltarmi.

GESLERL’ordine è dato, niente può sospenderlo!Anche il figlio!

GESLERCome! la mela è colpita!

CORO DI SVIZZERILa mela è colpita;Guillaume trionfa!

GESLERO furore!

CORO DI SVIZZERIO felicità!Vittoria, vittoria, vittoria!

JEMMYLa mia vita è salva:mio padre avrebbe potuto sacrificare suo figlio?

GUILLAUMENon vedo più, mi sostengo appena;sei proprio tu, figlio mio? soccombo alla felicità.

JEMMY (slacciando i vestiti di Tell)Ah! soccorriamo mio padre!

GESLERSfugge al mio odio.(scorgendo la seconda freccia)Che vedo?

GUILLAUMEAh! ho salvato il mio tesoro più caro!

GESLERA chi destinavi questo dardo?

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III / LIBRETTO112 113

MATHILDEVous ne l’obtiendrez pas, non!Au nom du souverain, je le prends sous ma garde.Quand tout un peuple indigné vous regarde,osez, osez l’arracher de mes bras!

RODOLPHECédez; Guillaume au moins nous reste.

FEMMESHeureux secours! Bonté céleste!

SOLDATSCédons, Guillaume au moins nous reste.

CHŒUR DES SUISSESÔ cher Guillaume, ô sort funeste!Des fers puniront ta vertu.

RODOLPHEIls murmurent, les entends-tu?

GESLERL’audace du captif a passé dans leur haine.Sur les eaux, cette nuit,vers Kusnac je l’entraîne.

RODOLPHESur les eaux; mais les vents, l’orage?…

GESLER (montrant Tell)Vain effroi!L’habile nautonier, n’est-il pas avec moi?Au château-fort, que le lac environne,l’attend un supplice nouveau.

CHŒUR DES SUISSESGrâce! grâce! grâce!

GESLERApprenez comment Gesler pardonne:aux reptiles je l’abandonne,et leur horrible faim lui répond d’un tombeau.

JEMMYÔ mon père!

GUILLAUMEÔ Jemmy!

CHŒUR DES SUISSESGrâce! grâce!

GESLERJamais! non, non, non, jamais!

MATHILDEBarbare!

GESLERQuand l’orgueil les égare,de leur sang être avarec’est trahir mon courroux.

RODOLPHE, SOLDATSQuand l’orgueil les égare,de leur sang être avarec’est te perdre avec nous.

MATHILDEC’est sa mort qu’il prépare:de son fils je m’empare,

CORO DI SVIZZERIGrazia! grazia!

GESLERApprendete come Gesler pardona:lo abbandono ai rettili,e la loro orribile fame gli darà una tomba.

JEMMYO padre mio!

GUILLAUMEO Jemmy!

CORO DI SVIZZERIGrazia! grazia!

GESLERMai! no, no, no, mai!

MATHILDEBarbaro!

GESLERQuando l’arroganza li fuorvia,essere avaro del loro sangueè tradire la mia ira.

RODOLPHE, SOLDATIQuando l’arroganza li fuorvia,essere avaro del loro sangueè perderti con noi.

MATHILDEPrepara la sua morte:mi impadronisco di suo figlio,

MATHILDENon l’otterrete, no!In nome del sovrano, è sotto la mia protezione.Mentre un popolo intero vi guarda indignato,osate, osate strapparlo alle mie braccia!

RODOLPHECedete; almeno ci resta Guillaume.

DONNESoccorso benedetto! Bontà celeste!

SOLDATICediamo, almeno ci resta Guillaume.

CORO DI SVIZZERIO caro Guillaume, o sorte funesta!Le catene punisono la tua virtù.

RODOLPHEMormorano, li senti?

GESLERL’audacia del prigioniero è passata nel loro odio.Sulle acque, questa notte,lo mando a Kusnac.

RODOLPHESulle acque; ma i venti, la tempesta?…

GESLER (mostrando Tell)Inutile terrore!Non ho con me l’abile barcaiolo?Nella roccaforte circondata dal lagolo attende un nuovo supplizio.

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III / LIBRETTO114 115

GUILLAUME (d’une voix très forte et secouant ses chaînes)Anathème à Gesler!

RODOLPHESubir tant d’insolence,ô tourments de l’enfer!

JEMMY (s’agitant et se rapprochant)Écoutez la sentence: anathème à Gesler!

GESLER (montrant les Suisses)Si l’un d’entr’eux s’avance,(désignant Tell)qu’il tombe sous le fer.

MATHILDEAh! fuyons Gesler!

SOLDATSVive Gesler!

GUILLAUME, CHŒUR DI SOLDATIAnathème à Gesler!

MATHILDE, JEMMY, GUILLAUME, CHŒUR DES SUISSESÀ tant de violence on répond par du fer.Anathème à Gesler!

RODOLPHE, GESLER, SOLDATSSubir tant d’insolence,ô tourments de l’enfer!

qu’il s’éloigne avec nous!

JEMMY (à Mathilde)Quand la loi d’un barbarede ses bras me sépare,je n’espère qu’en vous!

GUILLAUMEQuand ma mort se prépare,que mon fils, ô barbare,se dérobe à tes coups!

CHŒUR DES SUISSESC’est sa mort qu’il prépare.La vertu la plus rareva tomber sous ses coups.

GESLERPeuple, qu’on se retireou le coupable expire:(touchant sa dague)j’en atteste ce fer!(à ces mots succède un moment de stupeur par-mi le peuple)

RODOLPHE, SOLDATSIls gardent le silence.

CHŒUR DES SUISSESAssurons en silenceles coups de la vengeance.

GESLER, SOLDATSIls craignent ma/sa vengeance.

GUILLAUME (con voce fortissima e scuotendo le catene)Anatema su Gesler!

RODOLPHESubire tanta insolenza,o tormenti d’inferno!

JEMMY (agitandosi e avvicinandosi)Ascoltate la sentenza: anatema su Gesler!

GESLER (mostrando gli svizzeri)Se uno di loro s’avanza(indicando Tell)ch’egli cada sotto la spada.

MATHILDEAh! Fuggiamo da Gesler!

SOLDATIViva Gesler!

GUILLAUME, CORO DI SOLDATIAnatema su Gesler!

MATHILDE, JEMMY, GUILLAUME, CORO DI SVIZZERIA tanta violenzasi risponde con la spada.Anatema su Gesler!

RODOLPHE, GESLER, SOLDATISubire tanta insolenza,o tormenti d’inferno!

che si allontani con noi!

JEMMY (a Mathilde)Quando la legge di un barbaromi separa dalle sue braccia,confido solo in voi!

GUILLAUMEQuando la mia morte si prepara,possa mio figlio, o barbaro,sfuggire ai tuoi colpi!

CORO DI SVIZZERIPrepara la sua morte.La virtù più raracadrà sotto i suoi colpi.

GESLERVoi tutti, ritiratevio il colpevole muore:(toccando la sua daga)questa spada ne è testimone!(a queste parole succede un momento di stupore tra il popolo)

RODOLPHE, SOLDATIRestano in silenzio.

CORO DI SVIZZERIPrepariamo in silenzioi colpi della vendetta.

GESLER, SOLDATITemono la mia/sua vendetta.

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III / LIBRETTO116 117

CHŒUR DES CONFÉDÉRÉS (au dehors)Vengeance! Vengeance!

ARNOLDQuel espoir!… j’entends des cris d’alarmes.

CONFÉDÉRÉSVengeance! Vengeance!

ARNOLDCe sont mes compagnons, je les vois accourir.

CONFÉDÉRÉSGuillaume est prisonnier et nous sommes sans armes!Nous voulons tous le secourir.Des armes! des armes! et nous saurons mourir.

ARNOLDDès longtemps, Guillaume et mon pèreont prévu l’heure des combats:sous le rocher, au fond du chalet solitaire,courez, armez vos bras.

CONFÉDÉRÉSCourons, armons nos bras!

ARNOLDPlus de crainte inutile,Plus de larmes stériles:Gesler, tu périras!Pour toi, qui prives ma tendressede mon père et de ma maîtresse,est-ce assez que le trépas?

GESLEROn connaîtra Gesler!

SOLDATSVive Gesler!

(Gesler, Rodolphe et les soldats s’ouvrent un che-min à travers la foule, entraînant Tell. Mathilde emmène Jemmy. Les soldats chargent la foule qui se disperse dans la plus grande consternation)

QUATRIÈME ACTE

Première ScèneHabitation du vieux Melcthal

ARNOLD (seul)Ne m’abandonne point, espoir de la vengeance!Guillaume est dans les fers, et mon impatiencepresse le moment des combats.Dans cette enceinte quel silence!J’écoute: je n’entends que le bruit de mes pas.Chassons une terreur secrète!Entrons…Devant le seuil, malgré moi je m’arrête;mon père est mort: je n’y rentrerai pas.Asile héréditaire,où mes yeux s’ouvrirent au jour!Hier encore, ton abri tutélaireoffrait un père à mon amour.J’appelle en vain, douleur amère!J’appelle, il n’entend plus ma voix!Murs chéris qu’habitait mon père,je viens vous voir pour la dernière fois!Asile héréditaire, etc.

CORO DEI CONFEDERATI (all’esterno)Vendetta! vendetta!

ARNOLDQuale speranza!… sento grida d’allarmi.

CONFEDERATIVendetta! vendetta!

ARNOLDSono i miei compagni, li vedo accorrere.

CONFEDERATIGuillaume è prigioniero e noi siamo senz’armi!Tutti vogliamo aiutarlo.Armi, dateci armi, e sapremo morire.

ARNOLDDa tempo Guillaume e mio padreprevedevano l’ora della battaglia:sotto la roccia, dietro lo chalet solitario,correte, armatevi!

CONFEDERATICorriamo, armiamoci!

ARNOLDNon più timore inutile, non più sterili lacrime:Gesler, tu morirai!Per te, che privi il mio affettodi mio padre e della mia amante,la morte è abbastanza?

GESLERVe la vedrete con Gesler!

SOLDATIViva Gesler!

(Gesler, Rodolphe e i soldati si aprono la strada attraverso la folla, trascinando Tell. Mathilde por-ta con sé Jemmy. I soldati caricano la folla che si disperde nella più grande costernazione)

QUARTO ATTO

Scena primaCasa del vecchio Melcthal

ARNOLD (solo)Non abbandonarmi, speranza di vendetta!Guillaume è in catene, e la mia impazienzaaffretta il momento della battaglia.Quale silenzio in questo luogo!Ascolto: non sento che il rumore dei miei passi.Devo scacciare un terrore segreto!Devo entrare…Sulla soglia, mio magrado mi arresto;mio padre è morto, non vi entrerò più.Casa ancestrale,in cui i miei occhi si aprirono al giorno!Ieri ancora il tuo asilo protettivooffriva un padre al mio amore.Chiamo invano, amaro dolore!Chiamo, non sente più la mia voce!Mura amate dove abitava mio padre,vengo a vedervi per l’ultima volta!Casa ancestrale, etc.

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III / LIBRETTO118 119

CONFÉDÉRÉS (en rentrant)Melcthal, que ton espoir renaisse!Enfin le glaive arme nos bras!

ARNOLDAmis, amis, secondez ma vengeance.Si notre chef est dans les fers,c’est à nous qu’appartient sa défense;d’Altorf les chemins sont ouverts.Suivez moi! suivez moi!

CONFÉDÉRÉSSuivons-le!

ARNOLDD’un monstre perfide,trompons l’espérance homicide;arrachons Guillaume à ses coups!

CONFÉDÉRÉSD’un tyran cruel et perfidetrompons l’espérance homicide:cette tâche est digne de nous.

ARNOLDSuivez-moi aux combats!

CONFÉDÉRÉSSuivons-le aux combats!

ARNOLDAux armes! aux armes!

Deuxième ScèneVue de rocher situé au pied de l’Achsenberg; il est baigné par le Lac de Lucerne. Des nuages

épais, précurseurs de la tempête, bornent l’ho-rizon. On découvre pourtant sur une haute émi-nence la maison de Tell. Dans cette enceinte, hérissée d’écueils, les flots se brisent avec furie.

CHŒUR DES FEMMES SUISSESOù vas-tu? La douleur t’égare,N’entends-tu pas nos ennemis?

HEDWIGEJe veux voir Gesler; je les suis.

FEMMES SUISSESEt qu’obtiendras-tu du barbare?La mort, la mort!

HEDWIGEJe la désire.Il triomphe, et je vis,quand je n’ai plus d’époux,quand je n’ai plus de fils!

JEMMYMa mère!

HEDWIGEOn parle… cette voix douce et tendre!(Mathilde entre suivie de ses pages et de Jemmy)

JEMMYMa mère!

HEDWIGEJe crois l’entendre!C’est lui! C’est mon enfant!!Ô bonheur!

vole spesse, che annunciano tempesta, limitano l’orizzonte. Si scorge tuttavia su un’altura la casa di Tell. Su questo pianoro, circondato da scogli, i flutti si rompono furiosamente.

CORO DI DONNE SVIZZEREDove vai? Il dolore ti fa smarrire,non senti i nostri nemici?

HEDWIGEVoglio vedere Gesler; lo seguo.

DONNE SVIZZEREE che otterrai dal barbaro?La morte, la morte!

HEDWIGEIo la desidero.Lui trionfa, e io vivo,quando non ho più marito,quando non ho più figlio!!

JEMMYMadre mia!

HEDWIGEQualcuno parla… questa voce dolce e tenera!(Mathilde entra seguita dai suoi paggi e da Jemmy)

JEMMYMadre mia!

HEDWIGEMi sembra di sentirlo!È lui! È il mio bambino!O felicità!

CONFEDERATI (rientrando)Melcthal, che la tua speranza rinasca!Infine abbiamo spade per armarci!

ARNOLDAmici, amici, secondate la mia vendetta.Se il nostro capo è in catene,tocca a noi difenderlo;le strade per Altorf sono aperte.Seguitemi! seguitemi!

CONFEDERATISeguiamolo!

ARNOLDDeludiamo la speranza omicida di un mostro perfido;strappiamo Guillaume ai suoi colpi!

CONFEDERATIDeludiamo la speranza omicida di un tiranno crudele e perfido:questo compito è degno di noi.

ARNOLDSeguitemi in battaglia!

CONFEDERATI Seguiamolo in battaglia!

ARNOLDAlle armi! alle armi!

Scena secondaVista dalla roccia situata ai piedi dell’Achsen-berg; è bagnata dal Lago di Lucerna. Delle nu-

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III / LIBRETTO120 121

JEMMYÔ bonheur!

HEDWIGEMais hélas! ton père ne suit point tes pas.

JEMMYÀ son indigne chaîne il saura se soustraire :(montrant Mathilde)Crois en notre appui tutélaire.

HEDWIGEPrincesse, en l’écoutant, je ne vous voyais pas.Ô protectrice auguste et chère,Hedwige tombe à vos genoux!(Leuthold entre)

LEUTHOLDSuivez-moi! Guillaume sur ces rives,par la tempête est rejeté.Ses mains cessent d’être captives:le gouvernail cède à sa volonté.

HEDWIGESi Guillaume, malgré l’orage,peut approcher de ce rivage,je réponds de sa liberté.

JEMMY, HEDWIGE, LEUTHOLDCourons à lui!(ils s’élancent en direction de la berge. La tem-pête fait rage. La barque menant Gesler et les sol-dats effrayés, avec Tell au gouvernail, s’échoue. Il saute sur le rivage et repousse la barque du pied, au milieu des vagues)

GUILLAUME (saisissant l’arc et la flèche qu’on lui présente)Gesler, tu peux venir!(Gesler et les soldats apparaissent en haut des rochers)

SOLDATSEn vain il veut nous fuir;suivons, suivons sa trace.

GESLER, SOLDATSQu’il ne trouve sa grâceque dans le coup mortel!

HEDWIGEC’est lui!

JEMMY, HEDWIGE, FEMMESC’est lui!

GUILLAUME (à sa femme et son fils)Retirez-vous… que la Suisse respire!(lançant la flèche)À toi, Gesler!

GESLER (frappé, en haut du rocher)J’expire!(Il tombe dans le lac)

SOLDATS (s’enfuyant)C’est la flèche de Tell!

HEDWIGEÔ jour de délivrance!Sa mort termine enfin nos maux.

GUILLAUME (prendendo l’arco e la freccia che gli consegnano)Gesler, puoi venire!(Gesler e i soldati appaiono in cima alle rocce)

SOLDATIInvano tenta di sfuggirci;seguiamo le sue tracce.

GESLER, SOLDATIChe trovi grazia solo nel colpo mortale!

HEDWIGEÈ lui!

JEMMY, HEDWIGE, DONNEÈ lui!

GUILLAUME (alla moglie e al figlio)Ritiratevi… che la Svizzera respiri!(lanciando la freccia)À te, Gesler!

GESLER (colpito, in cima alla roccia)Muoio!(cade nel lago)

SOLDATI (fuggendo)È la freccia di Tell!

HEDWIGEO giorno di liberazione!La sua morte pone fine ai nostri mali.

JEMMYO felicità!

HEDWIGEMa ahimé! tuo padre non è con te.

JEMMYSaprà sottrarsi alle sue indegne catene:(mostrando Mathilde)confida nell’aiuto protettore di Mathilde.

HEDWIGEPrincipessa, ascoltandolo, non vi vedevo.O protettrice augusta e cara,Hedwige cade alle vostre ginocchia!

LEUTHOLDSeguitemi! Guillaume viene gettatodalla tempesta su queste coste.Le sue mani non sono più legate,il timone cede alla sua volontà.

HEDWIGESe Guillaume, nonostante la tempesta,può accostarsi a questa riva,rispondo della sua libertà.

JEMMY, HEDWIGE, LEUTHOLDCorriamo a lui!(si slanciano in direzione dell’argine. La tempe-sta infuria. La barca sulla quale si trovano Gesler e i soldati spaventati, con Tell al timone, si inca-glia. Egli salta sulla riva e respinge con il piede la barca in mezzo alle onde)

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122 123III / LIBRETTO

GUILLAUMEPoint de vaine espérance,tant que d’Altorf les créneaux orgueilleuxcommanderont à notre obéissance.(Arnold et le reste des Confédérés entrent)

ARNOLD (présentant à Tell le drapeau qui flottait au troisième acte sur le château d’Altorf)Tu n’as plus à former de vœux;Altorf est en notre puissance!

TOUSVictoire! victoire!Altorf est en notre puissance!

ARNOLDVous ici, Mathilde?

MATHILDEOui, c’est moi: des fausses grandeurs détrompée,ton égale je te revois:et, m’appuyant sur ton épée,jusqu’à la liberté je m’élève avec toi.

ARNOLDPourquoi ta présence, ô mon père,manque-t-elle au bonheur de l’Helvétie entière?(l’orage entièrement dissipé, laisse voir, dans toute sa beauté, un partie de la Suisse. Une multitude de barques pavoisées voguent sur le Lac des Quatre-Cantons. Les montagnes qui dominent Fluelen, encore surmontées par de grands glaciers frappés des rayons du soleil, cou-ronnent le tableau)

JEMMYSa mort termine enfin nos maux.

GUILLAUMEDe Dieu reconnais l’assistance.

MATHILDERien n’a pu le soustraire au trait de la vengeance;ses richesses ni sa puissance,ses supplices ni ses bourreaux.(Walter et les Confédérés entrent)

WALTERÀ ces signaux de flamme enfin cessons de craindre;il faut du sang pour les éteindre,il faut le sang de l’oppresseur.Mais, que vois-je? Guillaume! Il est libre, ô bonheur!Volons vers le tyran!

GUILLAUMEQue veux-tu?

WALTERQu’il succombe!

GUILLAUMEDans le lac va chercher sa tombe.(Mathilde entre à cette réponse de Tell)

JEMMY, HEDWIGEHonneur, honneur au bras libérateur,

MATHILDE, WALTER, CONFÉDÉRÉS, TOUSHonneur, honneur au bras libérateur!

GUILLAUMEBando alla vana speranza,finché gli orgogliosi bastioni di Altorfcomanderanno alla nostra obbedienza.(Arnold e il resto dei confederati entrano)

ARNOLD (presentando a Tell la bandiera che al terzo atto sventolava sul castello di Altorf)Non hai più bisogno di sperare;Altorf è in nostro potere!

TUTTIVittoria! vittoria!Altorf è in nostro potere!

ARNOLDTu qui, Mathilde?

MATHILDESì, sono io: disillusa dalle false grandezze,io ti rivedo, a te eguale:e, appoggiandomi alla tua spada,mi innalzo con te fino alla libertà.

ARNOLDPerché la tua presenza, o padre mio,manca alla felicità dell’Elvezia intera?(l’uragano si è completamente dileguato e lascia vedere, in tutta la sua bellezza, una parte della Svizzera. Una moltitudine di barche imbandiera-te vogano sul Lago dei Quattro Cantoni. Le mon-tagne che dominano Fluelen, ancora sormontate da grandi ghiacciai colpiti dai raggi del sole, in-coronano il quadro)

JEMMYLa sua morte pone fine ai nostri mali.

GUILLAUMERiconosci l’aiuto di Dio.

MATHILDENiente ha potuto sottrarlo al dardo della vendetta;né le sue ricchezze né il suo potere,né le sue torture né i suoi carnefici.(Walter e i Confederati entrano)

WALTERA questi segnali di fuoco infine non più timore;serve il sangue per spegnerli,serve il sangue dell’oppressore.Ma cosa vedo? Guillaume! È libero, o felicità!Voliamo contro il tiranno!

GUILLAUMEChe vuoi?

WALTERChe soccomba!

GUILLAUMECerca nel lago la sua tomba.(Mathilde entra su questa risposta di Tell)

JEMMY, HEDWIGEOnore, onore al braccio liberatore!

MATHILDE, WALTER, CONFEDERATI, TUTTIOnore, onore al braccio liberatore!

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124 III / LIBRETTO

GUILLAUMETout change et grandit en ces lieux.Quel air pur!

HEDWIGEQuel jour radieux!

JEMMYAu loin quel horizon immense!

ARNOLDOui, la nature sous nos yeuxdéroule sa magnificence!

GUILLAUMEÀ nos accents religieux,Liberté, redescends des cieux,et que ton règne recommence!

TOUSEt que ton règne recommence!Liberté, redescends des cieux! etc.

FIN DE L’OPÉRA

GUILLAUMEQui tutto cambia e diviene più grande.Che aria pura!

HEDWIGEChe giorno radioso!

JEMMYChe immenso orizzonte in lontananza!

ARNOLDSì, davanti ai nostri occhi la naturadispiega la sua magnificenza!

GUILLAUMEAlle nostre parole pie,Libertà, scendi di nuovo dal cieloe che il tuo regno ricominci!

TUTTIE che il tuo regno ricominci!Libertà, scendi di nuovo dal cielo! etc.

FINE DELL’OPERA

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Alberto MattioliINTERVISTA A DAMIANO MICHIELETTO 127

GUGLIEMO TELL AL TEATRO MASSIMO 137

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129

I N T E R V I S TA A D A M I A N O M I C H E L E T T O

| D I A L B E R T O M A T T I O L I

Damiano Michieletto, la sua regia del Guillaume Tell di Rossini è nata al Covent Garden di Londra e adesso viene ripresa al Massimo di Palermo. Come cambia, se cambia, uno spettacolo passando da un teatro all’altro? “Rispetto a Londra ci saranno alcuni cambiamenti. Intanto, sono il risultato di un confronto con il direttore d’orchestra. I tagli decisi insieme con Gabriele Ferro a Palermo non sono quelli che avevamo effettuato con Antonio Pappano a Londra: è ovvio che, cambiando il testo, cambi anche la regia. Poi, fermi restando la mia idea dello spettacolo e il suo impianto scenico, ho deciso qualche modifica, per esempio nei costumi o in alcuni movimenti dei cantanti. Ci sono dei passaggi che vengono ripensati e affinati, come del resto si dovreb-be fare per ogni ripresa di una produzione. Ogni recita dovrebbe essere come una prima”.

A Palermo è nuova anche la compagnia. La fisicità dei cantanti inci-de anche sul modo di farli muovere?“Certamente. Per questa ragione abbiamo anche modificato alcuni abiti insieme con la costumista, Carla Teti. Però più che di fisicità par-

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130 131IV / INTERVISTA A DAMIANO MICHELETTO

lerei di presenza scenica. Prendiamo per esempio Roberto Frontali, che sarà Tell. È un artista con cui ho già lavorato e che conosco bene. Mi piace la sua capacità di interiorizzare il personaggio, di racconta-re il suo percorso interiore. Quindi in questo caso Tell sarà ancora più tormentato di quanto non fosse a Londra, per esempio nella scena decisiva prima di scoccare la freccia davanti al figlio. Devo dire che, in generale, ho lavorato benissimo con tutta la compagnia palermitana”.

Per parlare della sua regia iniziamo dalla Natura, che è la vera co-protagonista del Guillaume Tell. In scena c’è un grande albero rove-sciato, per inciso l’ennesimo capolavoro del suo scenografo, Paolo Fantin…“C’è l’albero e c’è, forse anche più significativa, la terra. Tutto il pal-coscenico è coperto di terra. Insieme formano l’ambiente nel quale vive una comunità: su questa terra, all’ombra di questo albero, ci si inginocchia, si prega, si discute, ci si sposa, si vive. La natura diventa allora un segno identitario. In quest’opera non è un’illustrazione, la cartolina della Svizzera più oleografica e scontata. La natura sono le radici, l’identità, la ragione stessa per la quale si è disposti a battersi, a uccidere e a essere uccisi. Non ci si ammazza per una cartolina. La comunità di Tell lotta, all’inizio senza armi, attuando una sorta di resistenza passiva, da civili invasi e oppressi dallo straniero ma decisi a preservare le proprie radici e la propria cultura. L’albero sradicato è il simbolo di tutto questo. Nel finale, l’albero risalirà al cielo, perché l’identità della comunità è stata recuperata, e allo stesso tempo verrà piantato in terra un altro alberello: dopo la liberazione, riparte un nuovo percorso, viene voltata una pagina”.

Questo è molto interessante perché Rossini tutto era fuorché un ri-voluzionario, almeno dal punto di vista politico. Non dimentichiamo che sceglie il testo di Schiller per l’Opéra di Parigi, il più “ufficiale” dei teatri, strettamente controllato dal potere, in un momento poli-tico fortemente reazionario come gli ultimi anni del regno di Carlo X. La rivoluzione, per Rossini, è un ritorno all’ordine, a un equilibrio naturale violato dalla malvagità degli uomini. Un’idea perfettamen-te in linea con l’ideologia della Restaurazione.“Infatti quello che vediamo in scena non è il ribaltamento di un siste-ma politico, ma la lotta per mantenere un’armonia minacciata dalla violenza di Gesler. È da qui che nasce l’identità di Tell come eroe. All’inizio, non lo è affatto, un eroe. Preferirebbe di gran lunga restare un felice padre di famiglia. Sono le circostanze che lo obbligano alla rivolta e a diventare un capo per la sua gente. Forse è soprattutto in questo che lo spettacolo di Palermo differirà da quello di Londra: ho asciugato certi passaggi che erano forse troppo concettosi, maga-ri anche un po’ forzati. Ho reso più fluida la trasformazione dal Tell “uomo comune” al Tell liberatore. Anche il suo doppio, il Guglielmo Tell “storico”, il personaggio così mitico e archetipico da diventare quasi fumettistico, al Massimo sarà meno iconico e più umano. Per come lo vedo io, Tell è soprattutto un padre, con i problemi di tutti i padri. Non vuole il ruolo di eroe. Si trova costretto a diventarlo, quan-do salva una ragazza svizzera che i soldati austriaci vogliono stupra-re, durante il Pas de soldats nel balletto del terzo atto. Tell è un eroe suo malgrado. Solo alla fine, a battaglia vinta, egli si identificherà nel personaggio storico, diventerà il Tell icona nazionale. E sarà il supe-

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132 IV / INTERVISTA A DAMIANO MICHELETTO

reroe da fumetto immaginato dal figlio”.

Accanto a Tell, l’opera è dominata dalla contrastata storia d’amore fra Arnold e Mathilde.“È una specie di trama alternativa, quasi un’opera parallela. I figli di due clan nemici che si amano sono un classico del teatro occiden-tale, fin dai tempi di Romeo e Giulietta e forse anche da prima. Ma Arnold è qualcosa di più di un innamorato. Pure lui, in quest’opera incentrata sulla paternità e sul rapporto fra padri e figli, è anche e forse soprattutto un figlio. È ossessionato dall’uccisione di suo padre Melcthal e dall’obbligo di vendicarlo: sempre per restare a Shake-speare, qui Romeo diventa Amleto. L’ossessione per il padre lo porta fino al punto di pensare seriamente a rinunciare a Mathilde. La sto-ria d’amore è anche la storia della frustrazione di Arnold, della sua impossibilità di amare Mathilde, nemica e socialmente superiore e, insieme, della sua impossibilità di diventare l’eroe che immagina suo padre. Fateci caso: nei momenti cruciali, nei passaggi decisivi della vicenda, Arnold non c’è mai. Compare sempre a cose fatte. Non è affatto il consueto eroe tutto d’un pezzo. È invece un personaggio complesso, contraddittorio e, direi, fragile”.

Infatti la parte fu concepita per Adolphe Nourrit, un tenore colto e intellettuale, insomma un ossimoro vivente, incarnazione dei perso-naggi lacerati e contraddittori del primo Romanticismo.“Questo è chiaro fin dall’inizio quando emerge la difficoltà del rap-porto di Arnold con il padre. Arnold ha paura del suo giudizio e viene emotivamente schiantato quando Melcthal nel primo atto lo

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accusa, più o meno velatamente, di essere un traditore. Si tormenta fino a sentirsi responsabile della morte di suo padre. Sicuramente è un personaggio molto più complesso del solito tenore d’opera”.

Il Guillaume Tell è un grand opéra, termine che non suggerisce solo le dimensioni “monstre” dell’opera ma anche l’estetica cui appartie-ne. Di fronte al complesso apparato spettacolare del grand opéra francese, fatto di cori, divertissement di danza e continue divaga-zioni “pittoresche”, le possibilità per un regista sono due: o usarlo come cornice, o farlo entrare nel quadro.“Chiaramente io ho scelto la seconda ipotesi. Il balletto non mi in-teressava, mi interessava, e molto, usare la sua musica in maniera narrativa. Il culmine dell’intera opera è la scena del terzo atto dove Tell è costretto dal crudele Gesler a mirare alla mela posta sulla te-sta di suo figlio Jemmy. Doveva succedere qualcosa di eclatante per scatenare una fantasia così perversa. Nel libretto, la punizione è cau-sata dal rifiuto di Tell di inchinarsi davanti a un cappello piantato su una picca, simbolo dell’autorità del governatore. Ma lo stesso Rossini stempera l’episodio, non raccontandolo quasi. Ho allora immaginato che il motivo che fa deflagrare la ribellione di Tell e la successiva pu-nizione sia il suo intervento per sottrarre una donna alla soldataglia. Peraltro, non ho inventato nulla né sono andato “contro” il libretto, che qui racconta appunto di come i soldati austriaci forzino le ra-gazze svizzere a ballare con loro. Farne degli stupratori mi è sembra-to del tutto coerente con il loro ruolo drammaturgico e storico. Di fronte all’evidenza dell’ingiustizia e dell’arbitrio, scatta la ribellione di Tell, diventa giusto anche armarsi e combattere. Con la complicazio-

ne aggiuntiva dell’immaginazione crudele di Gesler. Solo una mente malata fino al sadismo può immaginare una prova come quella cui è obbligato Tell”.

Rassicuriamo chi crede che il “rispetto” del testo sia quello per le didascalie: mela e balestra, in ogni caso, ci sono.“Certo. Senza, non si può fare Guglielmo Tell”.

La scena del terz’atto cui accennava ha scatenato, alla “prima” del Covent Garden, una tempesta inaspettata. Lo spettacolo si è ferma-to per qualche minuto mentre le opposte fazioni, favorevoli e con-trari, si sfidavano a chi faceva più chiasso. Da lì è nato un dibattito sul ruolo e i limiti delle regie che è iniziato dalle critiche musicali sui giornali, è proseguito con prese di posizione di altri intellettuali ed è arrivato addirittura al telegiornale della BBC in prima serata. Un “succès de scandale”?“Direi semmai che in questa occasione il teatro ha fatto fino in fondo il suo mestiere: far discutere. Da un lato, ci sono un regista che pro-pone la sua lettura dell’opera con coerenza e rigore, o almeno spe-ro, e un teatro che la accoglie mettendolo nelle migliori condizioni possibili per realizzarla. Dall’altro, la reazione di chi fruisce di questa comunicazione. Se ne nasce un dibattito su quali siano le regole del gioco, su cosa si possa o non si possa fare in teatro, e perché, beh, io trovo che sia fantastico”.

Come se il Guillaume Tell tornasse improvvisamente a essere la di-scussa novità del giorno. Esattamente come nell’estate del 1829 a

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Parigi, quando fu rappresentato per la prima volta.“Appunto. Tutti hanno parlato dell’opera come se fosse stata una novità. Questo mi sembra importante: non limitarsi a commentare, come dire?, il grado di qualità dello spettacolo che viene proposto ma, anche quando si tratta di un brano di repertorio che conoscia-mo o crediamo di conoscere benissimo, mettercisi davanti come se fosse qualcosa di nuovo. Per questo insisto a dire, come faccio in ogni intervista, che non è solo importante mettere in scena quel che è vecchio come se fosse nuovo, ma anche tentare di allargare il re-pertorio. È fondamentale che i grandi teatri d’opera presentino dei titoli nuovi, delle novità assolute. È un percorso, me ne rendo conto, magari difficile. Ma certamente è un percorso obbligato”.

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G U G L I E L M O T E L L A L T E AT R O M A S S I M O

Mai rappresentato fino ad oggi al Teatro Massimo nell’originale fran-cese, Guglielmo Tell di Rossini viene proposto due volte nell’edizione italiana, a distanza di nove anni, nel 1953 e nel 1962. Il 13 marzo 1953 gli interpreti sono Gino Bechi (Guglielmo), Mario Filippeschi (Arnoldo), Silvio Majonica (Gualtiero), Plinio Clabassi (Melchthal), Ernesto Dominici (Gesler), Anna Dorè (Jemmy), Rina Cor-si (Edwige), Antonio Pirino (Un pescatore), Rosanna Carteri (Matilde), Guglielmo Ferrara (Leutoldo) e Adelio Zagonara (Rodolfo). Dirige An-gelo Questa, regia di Aldo Mirabella Vassallo. Sgadari di Lo Monaco sul «Giornale di Sicilia» del 14 marzo 1953 ricorda come Guglielmo Tell «– incredibile! – viene rappresentato solo ora per la prima volta al Teatro Massimo, dopo i trionfi di sessanta anni fa al Politeama, di Fran-cesco Tamagno. […] Mirabile l’edizione di ieri al Teatro Massimo. Pro-tagonista Gino Bechi, nome internazionale, per cui ogni commento è superfluo. Ammiratissimo per la generosità del canto e per la voce squillante e possente, il tenore Mario Filippeschi. Soprano squisito e

Nella pagina precedente: un momento di Guglielmo Tell nel 1953 al Teatro Massimo.

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interprete dolcissima Rosanna Carteri. Ma anche tutti gli altri numero-si personaggi erano all’altezze dei tre principali interpreti. Ricordiamo Rina Corsi, cantante sicura e intelligente e padrona della scena, Anna Doré, brava e vibrante Jemmy, il giovane e bravo tenore Pirino e an-cora, tutti perfettamente a posto vocalmente e scenicamente, Silvio Maionica, Plinio Clabassi, Ernesto Dominici, Adelio Zagonara e Gu-glielmo Ferrara. Precisi e affiatati i cori, particolarmente impegnati in quest’opera, diretti da Oscar Leone. Movimentata e piena di natura-lezza la regia di Aldo Mirabella Vassallo ed elegante, vivace e in piena aderenza all’atmosfera dell’ambiente la coreografia di Carlo Faraboni. Ci piace ricordare la bravura dei primi balleri Bianca Resi e Carlo Fara-boni e dei solisti Jole Galimberti, Anna Maria Mondani, Angelo Pietri e Attilio Veneri. Non all’altezza dello spettacolo le scene. Ha concer-tato e diretto Angelo Questa, maestro quadrato, pacato e sicuro che ogni spettacolo, anche il più difficile, sa condurre in porto con nobil-tà, efficienza e intelligenza musicale e artistica». Su «L’Ora del Popo-lo» del 15 marzo 1953, Eliodoro Sollima loda il «complesso artistico eccezionale» che «ha presentato una bellissima edizione» dell’ope-ra: «Gino Bechi, uno fra gli artisti più ricercati, è stato il protagonista dell’opera, e per la sua raggiunta maturità di artista è stato fatto segno ad entusiastiche acclamazioni. La figura di Matilde è stata impersona-ta con quella squisita e rara sensibilità già altre volte da noi rilevata dalla giovane e bella Rosanna Carteri. Per le capacità interpretative ed ancor più per le eccellenti qualità vocali, che si riassumono in una

Nella pagina successiva: i saluti al termine di Guglielmo Tell nel 1953 al Teatro Massimo.

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pastosa dolcezza, limpidezza del timbro, omogeneità ed intonazione infallibile, la Carteri può giustamente essere considerata una fra le più complete cantanti di oggi. Altro elemento di alta levatura artistica è stato il tenore Mario Filippeschi, che ha fatto un magnifico sfoggio di voce nel seguire la difficilissima stesura melodica che il Rossini ha riservato al personaggio di Arnoldo, distinguendosi per una speciale lucidità timbrica soprattutto nel registro molto acuto. Ottima è stata Anna Dorè nella parte di Jemmy e molto bravo anche A. Pirino in quella del pescatore. Belle qualità vocali e notevole padronanza sce-nica hanno rivelato inoltre R. Corsi, P. Clabassi, S. Majonica, G. Ferra-ra, E. Dominici e A. Zagonara. Un meritato successo hanno riscosso i balletti ed in particolare i primi ballerini Bianca Resi e Carlo Faraboni. L’opera è stata diretta con compostezza, ma nello stesso tempo con efficace partecipazione dal Maestro Angelo Questa, più volte chia-mato alla ribalta. Il regista Aldo Mirabella Vassallo ha curato in ogni particolare e nell’insieme lo spettacolo, mantenendolo sempre vivo e cercando di rendere meno pesante la staticità che vi è in alcuni punti. La parte corale, sviluppatissima nel primo atto, ove appunto il coro è quasi il vero protagonista, è stata preparata scrupolosamente dal Ma-estro Oscar Leone ed ha dato ottimi risultati. Pubblico come sempre assai numeroso: successo calorosissimo».Il 4 febbraio 1962 Guglielmo Tell viene riproposto con la direzione di Franco Capuana, la regia di Sandro Sequi, scene e costumi di Lorenzo Ghiglia e la coreografia di Rya Legnani, in scena Gian Giacomo Guelfi

Nella pagina precedente: Ilva Ligabue (Matilde) di Guglielmo Tell nel 1962 al Teatro Massimo.

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(Guglielmo Tell), Arturo Sergi (Arnoldo), Ilva Ligabue (Matilde), Pao-lo Washington (Gualtiero), Agostino Ferrin (Melchthal), Laura Cesari Santon (Jemmy), Maria Minetto (Edwige), Guido Malfatti (Leutoldo), Enrico Campi (Gessler), Mario Carlin (Rodolfo), Un pescatore (Fran-co Ricciardi). Sul «Giornale di Sicilia» del 6 febbraio 1962, Roberto Pagano definisce così il carattere dell’opera: «brani che richiamano il passato sfociano in altri che anticipano un futuro imminente ed im-manente: in qualche pagina, poi, non sapremmo indicare sin dove prevalga l’impronta dell’arte vocale settecentesca (quella degli “evira-ti cantori”, per intenderci), e quanto, invece, noncomicni a farsi strada un calore trimbrico ed un raffinato sottofondo armonico che è impos-sibile non definire “romantici”. Non è esagerato affermare che l’ispi-rato testamento dell’operista fu scritto in funzione dei grandi cantanti che ne dovevano essere i primi interpreti. Un cast di quel genere è ben difficile da radunare, oggi. Impossibile, in ogni caso, poter con-tare su un tenore che agli eccezionali mezzi vocali richiesti dalle più ardue difficoltà del ruolo unisca la profonda sensibilità del primo Ar-noldo: questi fu il grandissimo Alphonse Nourrit che Liszt e Chopin si dimostrarono sempre felici di accompagnare nei Lieder di Schubert. L’impresa che la Direzione Artistica del Massimo ha avuto il corag-gio di tentare era quindi già in partenza piuttosto disperata. Non si può certo dire che il coraggio sia stato premiato dalla fortuna, dato che persino il protagonista, Gian Giacomo Guelfi, domenica era tanto poco in forma da chiedere che lo spettacolo fosse sospeso dopo il

Nella pagina successiva: un momento di Guglielmo Tell nel 1962 al Teatro Massimo.

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secondo atto. Dopo approcci infruttuosi con un tenore di nome, la parte di Arnoldo è caduta sulle spalle di Arturo Sergi; questi, però, ad una certa disinvoltura negli acuti non accompagna la duttilissima disciplina vocale che il micidiale ruolo richiederebbe. Paolo Washin-gton ed Agostino Ferrin si son fatti apprezzare nei ruoli di Gualtiero e di Melchtal. Lo stesso diciamo volentieri di Laura Cesari Santon e di Maria Minetto, le quali erano Jemmy ed Edvige. Enrico Campi (Ges-sler) non ci è sempre apparso particolarmente in forma dal punto di vista vocale, ma gli è stato facile trarsi dal (relativo) impaccio immer-gendosi nel personaggio con la sua solita bravura d’attore. Guido Malfatti è stato un Leutoldo abbastanza adeguato. Altrettanto non ci sentiamo di scrivere a proposito di Franco Ricciardi (Il Pescatore) e di Mario Carlin (Rodolfo) […]. Nella “selva opaca” brillava, però, una luce: era la voce di Ilva Ligabue, la quale ha riscosso meritato (e del resto prevedibile) successo nel ruolo di Matilde. In mezzo ai gravi squilibri ritmici del palcoscenico, Franco Capuana ha tenuto salda-mente in pugno l’orchestra (ed è stato acclamato dopo la Sinfonia); i colori strumentali, meta della ricerca rossiniana, erano però troppo spesso sacrificati, dato che l’intera partitura è stata resa in tinte or-chestrali troppo spesso esageratamente caricate. Il coro, pur senza brillare, ha avuto qualche momento abbastanza felice. […]. Ben resa, anche se in limiti piuttosto convenzionali, l’importante parte coreo-grafica, affidata alle meticolose cure di Rya Teresa Legnani. Innocua la regia di Sandro Sequi […]».

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Guillaume Tell, «L’Avant-Scène Opéra», n. 118, 1989.

Guillaume Tell di Gioachino Rossini. Fonti iconografiche, a cura di M. Elizabeth C. Bartlet, con la collaborazione di Mauro Bucarelli, Fondazione Rossini, Pesaro 1996.

Eduardo Rescigno, Dizionario rossiniano : le opere, i cantanti, i personaggi, i librettisti, gli im-presari, i teatri, gli amici, i parenti, le città, prefazione di Bruno Cagli, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 2002.

The Cambridge companion to Rossini, a cura di Emanuele Senici, Cambridge University Press, Cambridge 2004.

Vittorio Emiliani, Il furore e il silenzio: vite di Gioachino Rossini, Il Mulino, Bologna 2007.

Giovanni Carli Ballola, Rossini: l’uomo, la musica, Bompiani, Milano 2009.

Benjamin Walton, Rossini in restoration Paris: the sound of modern life, Cambridge Univer-sity Press, Cambridge 2010.

Giovanni Gavazzeni, Armando Torno, Carlo Vitali, O mia patria. Storia musicale del Risorgi-mento, con una prefazione di Philip Gossett, Dalai Editore, Milano 2011

Alberto Zedda, Divagazioni rossiniane, Ricordi, Milano 2012.

Gaia Servadio, Gioachino Rossini: una vita, Feltrinelli, Milano 2015.

Warren Roberts, Rossini and post-napoleonic Europe, University of Rochester Press, Rochester 2015.

Riccardo Bacchelli, Gioacchino Rossini, Castelvecchi, Roma 2016.

B I B L I O G R A F I A E S S E N Z I A L E

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N O T E B I O G R A F I C H E

Gabriele FerroHa compiuto gli studi musicali, pianoforte e composizione, diploman-dosi presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Nel 1970 ha vinto il concorso per giovani direttori d’orchestra della Rai, collaborando da allora con le sue orchestre, con quella dell’Accademia di Santa Cecilia e della Scala di Milano per i concerti sinfonici. Ha riscosso un ampio successo internazionale dirigendo i Wiener Symphoniker, i Bamberg Symphoniker, l’Orchestre de la Suisse Romande, l’Orche-stre Philharmonique de Radio France, la BBC Symphony Orchestra, l’Orchestra WDR, la Cleveland Orchestra, e l’Orchestra del Gewan-dhaus di Lipsia. Ha inoltre collaborato per molti anni con l’Orchestre National de France. È stato Direttore stabile dell’Orchestra Sinfonica Siciliana (1979-1997), Direttore principale dell’Orchestra della Rai di Roma (1987-1991), Generalmusikdirektor dello Stuttgart Staatsthe-ater (1991-1997), Direttore musicale del Teatro San Carlo di Napoli (1999-2004) e Direttore principale del Teatro Massimo di Palermo (2001-2006). Dal 2014 è Direttore musicale del Teatro Massimo. Il suo repertorio spazia dalla musica classica alla contemporanea, nell’ambito della quale ha diretto in prima mondiale opere di Be-Gabriele Ferro

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interessante dei cartelloni tedeschi 2015. Nel marzo 2016 ha avuto un grande successo alla Staatsoper di Amburgo con Guillaume Tell e a novembre ha inaugurato la stagione del Teatro San Carlo di Napoli con Otello di Rossini.

Damiano MichielettoNel giro di poco tempo, Damiano Michieletto è emerso sulla scena internazionale come uno dei rappresentanti più interessanti della giovane generazione di registi italiani. Ha studiato opera e produ-zione teatrale presso la Scuola d’Arte Drammatica di Milano Paolo Grassi e si è laureato in lettere moderne presso l’Università di Vene-zia, sua città natale.La sua produzione di Švanda il pifferaio di Jaromír Weinberger, ac-clamata dalla critica al Wexford Festival del 2003, ha vinto l’Irish Ti-mes ESB Theatre Award. Le sue altre produzioni operistiche includo-no L’ Italiana in Algeri al Teatro Olimpico di Vicenza, La gazza ladra in una co-produzione del Rossini Opera Festival di Pesaro con i teatri di Bologna e di Verona (la produzione ha vinto nel 2008 il Premio Franco Abbiati), Lucia di Lammermoor, Il Corsaro, Luisa Miller e Po-liuto a Zurigo, Roméo et Juliette e un ciclo Mozart/Da Ponte al Teatro La Fenice di Venezia, Die Entführung aus dem Serail al San Carlo di Napoli, La scala di seta al Rossini Opera Festival e al Teatro alla Scala di Milano, Il barbiere di Siviglia al Grand Théâtre de Genève, Mada-ma Butterfly a Torino, L’elisir d’amore a Valencia, Graz e Madrid, The Greek Passion di Martinů di Palermo, Così fan tutte al New National Theatre di Tokyo, il Trittico al Theater an der Wien e alla Royal Opera di Copenhagen, Un ballo in maschera al Teatro alla Scala, Idomeneo

rio, Clementi, Maderna, Stockhausen, Ligeti, Nono, Rihm, Battistelli, Betta etc. Si è dedicato al melodramma sia in Europa che negli Stati Uniti, affrontando un repertorio che va dal Settecento al Novecento e collaborando assiduamente con teatri quali la Fenice di Venezia, La Scala di Milano, l’Opera di Roma, il Comunale di Firenze, la Bastille e lo Châtelet di Parigi, il Muziektheater di Amsterdam, il Grand Théâtre di Ginevra, la Bayerische Staatsoper di Monaco, l’Opera di Chicago, la San Francisco Opera, la Los Angeles Opera, l’Opera di Tel Aviv, la Deutsche Oper di Berlino, il Teatro Real di Madrid, il Covent Garden Royal Opera House di Londra inclusa una lunga tournée in Giappo-ne con Così fan tutte di Mozart. Con il grande successo di Elektra di Strauss a Napoli ha ricevuto il premio Abbiati. È stato ospite dei mag-giori festival internazionali, tra cui le Wiener Festwochen, il Festival di Schwetzingen, lo Schleswig Holstein Musik Festival, il Rossini Opera Festival di Pesaro, il Maggio Musicale Fiorentino, Coruña Mozart Fe-stival, Ferrara Musica e la Biennale di Venezia. Su invito di Piero Farul-li è docente di direzione d’orchestra alla Scuola di Musica di Fiesole. Ha inciso per Sony, Emi, Erato e Deutsche Grammophon. È accademico di Santa Cecilia, e gli è stato conferito il prestigioso premio “Beste Aufführung” 2012 da «Opernwelt» per La sonnam-bula di Bellini, diretta a Stoccarda nell’aprile 2012. È tornato al San Carlo di Napoli dopo avere diretto Semiramide di Rossini con la re-gia di Ronconi nell’autunno 2011 e Les pêcheurs de perles di Bizet nell’ottobre 2012 nonché l’inaugurazione della Stagione Sinfonica 2013/2014 e Salome di Strauss. Nel 2015 ha diretto a Stoccarda Il Vologeso di Jommelli, curando personalmente la versione strumen-tale. L’opera è stata premiata dalla rivista «Opernwelt» come la più

NOTE BIOGRAFICHE

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al Theater an der Wien e The Rake’s Progress presso l’Opernhaus di Lipsia e La Fenice di Venezia. Ha fatto il suo debutto al Festival di Salisburgo con La bohème nel 2012 e vi è ritornato per Falstaff nel 2013 e La cenerentola nel 2014.La stagione 2014/15 include Il viaggio a Reims alla Nederlandse Opera di Amsterdam, Guillaume Tell alla Royal Opera House di Lon-dra e riprese delle sue produzioni de Il barbiere di Siviglia e Così fan tutte rispettivamente all’Opéra di Parigi e al Liceu di Barcellona.Tra gli impegni della stagione 2015/2016 figurano nuove produzioni del Flauto magico di Mozart alla Fenice di Venezia, di Cavalleria Ru-sticana e Pagliacci al Covent Garden di Londra (Olivier Award 2016) e dell’Otello di Rossini a Vienna; la ripresa del  Trittico  di Puccini all›Opera di Roma, il debutto alla Komische Oper di Berlino con Cen-drillon di Massenet e il ritorno al Rossini Opera Festival di Pesaro con una nuova produzione de La donna del lago.Nell’autunno 2016 è stato impegnato con due nuove produzioni: Samson et Dalila di Saint-Saëns all’Opéra di Parigi e Aquagranda di Perocco alla Fenice di Venezia. Tra gli appuntamenti del 2017 si cita-no: Falstaff alla Scala di Milano, Viaggio a Reims al Kongelige Teater di Copenhagen e all’Opera di Roma, Die Zauberflöte all’Opera di Firenze, Idomeneo per il Maggio Musicale Fiorentino a Pistoia, una nuova produzione di Rigoletto all’Opera di Amsterdam e della Dam-nation de Faust per l’inaugurazione dell’Opera di Roma.Nella prima metà del 2018 il regista sarà impegnato con tre nuove produzioni: Die Lustige Witwe di Lehár alla Fenice di Venezia, The Midsummer night’s dream di Britten al Theater an der Wien di Vienna e Don Pasquale di Donizetti al Palais Garnier - Opéra de Paris.Damiano Michieletto

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curandone le riprese nei teatri in Italia, Spagna, Belgio, Polonia, Israele.Ha insegnato arte scenica agli allievi cantanti del Centro di Perfezio-namento Placido Domingo al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia.Ha insegnato arte scenica agli allievi cantanti dell’Accademia della Scala di Milano.

Paolo Fantin Nasce nel 1981 a Castelfranco e compie gli stu-di secondari all’Istituto Statale d’Arte di Venezia. Nel 2004 si diploma in Scenografia presso l’Ac-cademia di Belle Arti di Venezia e l’anno suc-cessivo consegue la specializzazione in Sceno-

grafia e Scenotecnica. Dal 2004 comincia la sua collaborazione con Damiano Michieletto per l’allestimento de Il Piccolo Spazzacamino di Benjamin Britten prodotto dall’Ente Luglio Musicale Trapanese. Inizia così un sodalizio artistico che porta Fantin e Michieletto a lavorare per importanti produzioni, sia operistiche sia di prosa, in alcuni dei più prestigiosi teatri d’Italia e del mondo.Nel 2011 viene insignito del prestigioso Premio della critica musicale “Franco Abbiati”, in particolare per le scene degli spettacoli Madama Butterfly (Torino, Teatro Regio), Sigismondo (Pesaro, Rossini Opera Fe-stival) e Don Giovanni (Venezia, Teatro la Fenice).Nel 2017 ha vinto il prestigioso Oscar della Lirica come migliore sce-nografo, consegnato ufficialmente nel mese di dicembre dello stesso anno all’ Opera di Hai Nan in Cina.Tra i recenti impegni troviamo Idomeneo a Tokyo, Rake’s progress a Lipsia e Venezia, Cenerentola al Festival di Salisburgo, Guillaume Tell

Oltre all’intensa attività nel teatro lirico, Damiano Michieletto è at-tivissimo anche nel teatro di prosa, altrettanto importante nel suo percorso artistico. Ha messo in scena un’edizione originalissima e molto apprezzata de Il Ventaglio di Goldoni a cui hanno fatto seguito L’Ispettore generale di Gogol con il Teatro Stabile del Veneto, in una visione corrosiva e coinvolgente, Divinas palabras di Ramón María del Valle-Inclán per il Piccolo Teatro di Milano, testo fondamentale e visionario del teatro spagnolo del Novecento, e nell’aprile 2016 la nuova produzione de L’Opera da tre soldi di Bertold Brecht e Kurt Weill al Piccolo Teatro di Milano.

Eleonora Gravagnola Diplomata con il massimo dei voti in Scenogra-fia all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Lavora in qualità di aiuto regia e regista collaboratore con Damiano Michieletto in maniera continuati-va, per le produzioni: La scala di seta, L’italiana

in Algeri, La gazza ladra, Il barbiere di Siviglia, Il viaggio a Reims Guil-laume Tell di G. Rossini; Don Giovanni, Così fan tutte, Idomeneo di W. A. Mozart; L’elisir d’amore di G. Donizetti; La bohème, Il tabarro Suor Angelica, Gianni Schicchi di G. Puccini; La damnation de Faust di H. Berlioz; Il paese del sorriso di F. Lehár , curandone tutte le riprese nei teatri in Italia, Spagna, Austria, Inghilterra, Belgio, Russia, Ungheria, Giappone. Cura la ripresa della produzione di Hänsel und Gretel di E. Humperdinck con la regia di Laurent Pelly al Teatro Real di Madrid.Ha lavorato in qualità di aiuto regia per le produzioni: Samson et Da-lila di C. Saint-Saëns; Il trovatore di G. Verdi, regia di Michal Znaniecki,

NOTE BIOGRAFICHE

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ra Ballet; Cavalleria Rusticana e Pagliacci al Covent Garden (Oliver Award migliore nuova produzione); Idomeneo, Il Trittico, Otello pres-so il Theatre an der Wien, La Damnation de Faust nel 2017 al Teatro dell’ Opera di Roma.Per la regia di Daniele Abbado, tra i tanti allestimenti, ricordiamo: Pol-licino, Marin Faliero, Jeanne d’Arc a bûcher al Festival di Granada, Re Pastore, The Flood e L’enfant et les Sostilèges, Die Zauberflöte diretto Claudio Abbado, Genoveva, Madama Butterfly, Falstaff, Ermione, A Midsummer Night’s Dream al Teatro Petruzzelli e al Wiener Staatsoper Don Carlo e Il Trovatore. Per il regista Andrej Končalovskij firma i co-stumi di Re Lear e Boris Godunov.

Alessandro CarlettiNato a Roma, studia fotografia e pittura sco-prendo la passione per il design di illumina-zione, influenzato dal padre che ha lavorato in teatro. Alla fine degli anni ʼ90 inizia a lavorare al Rossini Opera Festival, dove si specializza

nell’opera. Con il regista Damiano Michieletto inizia a collaborare nel 2008 a Lugo per Jackie O, quindi al San Carlo di Napoli per Die En-tführung aus dem Serail e al Rossini Opera Festival per La scala di seta e Sigismondo (2010), nel 2011 a Valencia per L’elisir d’amore, al Massimo di Palermo per Greek Passion e al New National Theatre di Tokyo per Cosi fan tutte. Da allora continua a collaborare regolarmen-te con Michieletto. Lavora inoltre con registi come Daniele Abbado, Francesco Micheli, Henning Brockhaus, Pippo Delbono, Franco Ripa di Meana, Yannis Kokkos e altri. Produzioni recenti includono, tra gli

e Cavalleria rusticana e Pagliacci a Londra (produzione che ha vinto il prestigioso Olivier Award, il più ambito riconoscimento del mondo teatrale inglese), Viaggio a Reims ad Amsterdam, Die Zauberflőte a Venezia, Un ballo in maschera a Bologna, Così fan tutte a Barcellona e L’Elisir d’amore a Bruxelles, Otello al Theater an der Wien di Vienna, Cendrillon alla Komische Oper di Berlino, La donna del lago a Pesaro Samson et Dalila a Parigi, la nuova opera Acqua granda a Venezia, Ri-goletto ad Amsterdam, La damnation de Faust a Roma; tra i prossimi impegni Die Lustige Witwe a Venezia, Midsummer Night’s Dream a Vienna, Don Pasquale a Parigi.

Carla TetiNata a Roma, si diploma in Scenografia all’Acca-demia di Belle Arti. Nel 1994 vince il concorso di Scenografia dell’Associazione Teatro di Do-cumenti fondata da Damiani, Ronconi e Sino-poli. Lavora nei maggiori teatri italiani e inter-

nazionali e nel 2011 vince il Premio Abbiati e l’Opera Award, come migliore costumista e nel 2017 “l’ International opera Award”, l’Oscar della Lirica. Dal 2004 collabora Damiano Michieletto per numerosi spettacoli tra cui: La Gazza Ladra (Premio Abbiati), Il barbiere di Si-viglia, Il dissoluto punito, Madama Butterfly; Lucia di Lammermoor, Il Corsaro, Luisa Miller, Poliuto all’Opernhaus di Zurigo; Roméo e Juliet-te, Così fan tutte, Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Die Zauberflöte e Aquagranda (Premio Speciale Abbiati 2017) al Teatro la Fenice; Un ballo in maschera al Teatro alla Scala; La bohème e Falstaff al Salzbur-gerfestspiele; The Rake’s Progress, Il viaggio a Reims al National Ope-

NOTE BIOGRAFICHE

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nice di Venezia, l’Opera di Roma, il Salzburger Festspiele, il Theater an der Wien, Theatre Royal de la Monnaie di Bruxelles, la Dutch Opera di Amsterdam e il teatro Bols’oj di Mosca.

Giulia GianninoNasce a Carpi nel 1986, dove si appassiona al mondo del teatro. Terminati gli studi scientifici, si iscrive al corso di Scenografia presso l’Acca-demia di Belle Arti di Bologna dove successiva-mente si specializza in costume, frequentando il

Corso di Scenografia del Melodramma.Dal 2010 lavora con continuità all’interno della sartoria del  Rossini Opera Festival di Pesaro, partecipando alla produzione dei costumi e alla messa in scena degli spettacoli della stagione lirica. Dal 2012 lavora ripetutamente  presso la sartoria del Teatro Comuna-le di Modena, iniziando come sarta di scena per l’opera Aida (regia di J. Franconi Lee, scene e costumi di M. Carosi).Sempre nel 2012 inizia, presso il Theater an der Wien di Vienna con Il Trittico  (regia D. Michieletto, scene di P. Fantin), una lunga e tuttora attiva collaborazione come assistente della costumista Carla Teti. 

Ludovico GobbiDa due anni collabora come assistente light desi-gner di Alessandro Carletti nella realizzazione di alcuni spettacoli tra cui Il trovatore (Wiener Staatso-per), Die Zauberflöte (Teatro del Maggio Musicale Fiorentino), Idomeneo (Teatro Manzoni di Pistoia).

altri, Il trittico (Theater an der Wien), Don Carlo (Wiener Staatsoper), Cavalleria rusticana (San Carlo, Napoli), Nabucco (Royal Opera Hou-se Covent Garden), Un ballo in maschera (Scala di Milano), Il viaggio a Reims (De Nationale Opera, Amsterdam), Divinas palabras (da Ra-mon Maria del Valle-Inclan, Piccolo Teatro) Nabucco (Teatro dell’O-pera di Roma, Caracalla) e Guillaume Tell e Cavalleria rusticana/Pa-gliacci (Royal Opera House, London). Nel 2016 torna a Venezia per la prima mondiale di Aquagranda (pre-mio speciale Abbiati). Importante menzionare che nel 2017 disegna le luci per la nuova produzione di Rigoletto al Dutch National Opera (regista è Damiano Michieletto) e Trovatore al Wiener Staatsoper (re-gia di Daniele Abbado), Damnation de Faust al Teatro dell’Opera di Roma (regia di Damiano Michieletto). Vince il Knight of Illumination Award 2015 per Guillaume Tell, e al team creativo l’Olivier Awards 2016 per Cavalleria rusticana/Pagliac-ci come “Migliore Nuova Produzione”.

Gianluca Cataldo Nasce a Palermo nel 1984 e ottiene il diploma in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo nel 2009. Prosegue gli studi specia-listici nella scuola di Scenografia dell’Accade-mia di Belle Arti di Venezia dove nel 2012 con-

segue la Laurea Magistrale. Nello stesso anno comincia ad assistere stabilmente lo scenografo Paolo Fantin nella progettazione di diversi allestimenti. Ad oggi sono svariate le produzioni da lui seguite presso teatri italiani ed esteri quali Teatro Massimo di Palermo, Teatro La Fe-

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Sarà ancora Scarpia al Covent Garden di Londra, a Roma, a Tokyo e tornerà al Metropolitan con il Cyrano de Bergerac di Alfano.Due prove importanti nel 2015, entrambe sotto la guida musicale di Daniele Gatti: Macbeth a Parigi e Golaud in Pelléas et Mélisande al Maggio Musicale Fiorentino. Tra i recenti impegni Tosca a Roma e Londra, Adriana Lecouvreur a Bruxelles, il Trittico e La traviata a Roma, Luisa Miller ad Amburgo; Otello a Macerata, Macbeth a Vienna; Il Tro-vatore a Cagliari, Pagliacci a Torino, Andrea Chénier e Tosca a Roma, Rigoletto a Vienna, Adriana Lecouvreur; tra i prossimi impegni Andrea Chénier a Vienna, Cavalleria rusticana e Pagliacci a Londra, Guillaume Tell a Palermo, Madama Butterfly a New York, Simon Boccanegra a Losanna, Aida ad Amburgo e New York, Luisa Miller ad Amburgo, Un ballo in maschera a Vienna.

Davide Damiani È nato a Tavullia (Pesaro). Nel 1993 ha debuttato con il ruolo di Don Giovanni al Teatro Noga di Tel Aviv. Dal 1995 al 1999 è stato membro della Staatsoper di Vienna, dove ha cantato ruoli principali nelle Nozze di Figaro, L’elisir d’amore,

Jérusalem, Madama Butterfly, Fedora, Le prophète, Oedipe di Enescu. Si è esibito nei teatri di Napoli, Palermo, Genova, Torino, Bologna, Firenze, Venezia, Cagliari, Trieste, Verona, Parma, Reggio Emilia, Cata-nia, Ancona, Bergamo, Amburgo, Bruxelles, Amsterdam, Berlino, Ba-silea, Berna, Wexford, Palm Beach, Tel Aviv, Tokyo, Zurigo, Jerusalem Opera Festival, Festival di Aix-en- Provence, Festival di Salisburgo, Wiener Festwochen, in opere di Mercadante (Il Giuramento, La Vesta-

Roberto Frontali È considerato oggi uno dei più importanti baritoni della sua generazione. Dopo essersi dedicato, ad inizio carriera, ad esplorare i ruoli belcantistici di Rossini, Bellini e Donizetti, si è dedicato al repertorio verdiano e solo in tempi

più recenti al repertorio drammatico, affrontando Puccini e il Verismo. Il suo debutto al Metropolitan di New York è avvenuto con L’elisir d’a-more mentre alla Scala di Milano ha esordito con Beatrice di Tenda, all’inizio degli anni Novanta. Tra le molte collaborazioni importanti della sua carriera sono da ricordare quella con Claudio Abbado, con il quale ha interpretato Il barbiere di Siviglia; con Riccardo Muti, con il quale ha collaborato alla Scala per un decennio, interpretando Travia-ta, Falstaff e Don Pasquale; con Zubin Mehta, per La forza del destino, Lucia di Lammermoor e Falstaff; con Myung Whun-Chung, per Don Carlo a Dresda e Rigoletto a Venezia; con Semyon Bychkov, per il qua-le ha cantato in Bohème, Evgenij Onegin e Don Carlo. Tra i suoi im-pegni più recenti si segnalano: alla Staatsoper di Vienna Michonnet in Adriana Lecouvreur e Simon Boccanegra, in scena anche a Buenos Aires e a Berlino, Rigoletto al Metropolitan e al Teatro Real di Madrid, Falstaff a Los Angeles e Losanna, Fanciulla del West alla San Francisco Opera e al Teatro Massimo di Palermo, Cavalleria rusticana al Teatro dell’Opera di Roma, Tosca a San Francisco e Venezia, Il Trittico di Puc-cini, in cui interpretava i ruoli di Michele e Schicchi, al Theater an der Wien di Vienna e a Copenaghen e Tosca a Sao Paulo.Ha debuttato con grande successo il ruolo di Jago in Otello prima al Teatro di San Carlo di Napoli e in seguito al Teatro Regio di Torino.

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di Placido Domingo a Los Angeles, Dmitry Korchak ha continuato a deliziare il pubblico di tutto il mondo in alcuni dei teatri più celebri, cantando alcuni dei più grandi ruoli principali operistici e collaboran-do con direttori ed orchestre di fama internazionale.Dmitry ha collaborato con direttori quali: D. Barenboim, B. Campanel-la, R. Chailly, P. Domingo, V. Fedoseev, V. Gergiev, L. Maazel, Z. Mehta, M. Minkowski, R. Muti, K. Nagano, K. Penderecki, E. Pido, M. Plasson, M. Pletniov, S. Sondeckis, E. Svetlanov, J. Tate, J. Temirkanov, T. Tsan-derling, A. Zedda e altri.Recentemente ha cantato presso: Carnegie Hall, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Filarmonico di Verona, Teatro alla Scala, Opera Bastille, Vienner Staatsoper, The Metropolitan Opera, Covent Garden di Lon-dra, De Nederlandse Oper, Berliner Staatsoper, Los Angeles Opera, Semperoper Dresden, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Massimo di Palermo, Bayerische Staatsoper, Theatre La Monnaie, Teatro Reggio di Torino, Parma Opera Theatre, Zurich Opera House, Salzburg Festi-val, Pesaro Festival, Ravenna Festival, Reate Festival etc.Tra i suoi recenti e futuri impegni il ritorno al ROF con Torvaldo e Dor-liska, il debutto come Arnold in Guglielmo Tell a Palermo, I Puritani, L’elisir d’amore, Evgeny Onegin e Werther alla Staatsoper di Vienna, Les Contes D’Hoffmann al New National Theatre di Tokyo, Il barbiere di Siviglia al MET di New York, al Teatro di Monte Carlo e al Teatro Li-ceu di Barcelona, Les pêcheurs de perles al Teatro Liceu di Barcelona, Dom Sebastien al Teatro di Toulouse, L’Orphee e Euredice e Stabat Mater di Rossini a Opera.Come direttore d’orchestra tra i suoi recenti e futuri impegni lo Stabat Mater di Rossini e la Messa di Schubert a Le Sion Festival in Svizzera, I

le), Bellini (I Puritani), Donizetti (Lucia di Lammermoor, Elisir d’amore), Verdi (Aida, Rigoletto, La traviata, Un Ballo in Maschera, Falstaff, Na-bucco), Puccini (Manon Lescaut, La bohème, Madama Butterfly), Leon-cavallo (Pagliacci), Bizet (Carmen), Mozart (Don Giovanni, Le Nozze di Figaro), Massenet (Manon), Schumann (Genoveva), Granados (Goye-scas), Stravinskij (The Rake’s Progress), Britten (The Rape of Lucretia, Peter Grimes), Henze (Elegy for Young Lovers), Turchi (Exil), Vacchi (Les Oiseaux de Passage), Francesconi (Gesualdo Considered as a Mur-derer), R. Vlad (Invettive e Invocazioni sul Dies Irae), Battistelli (Prova d’orchestra), Boesmans (Julie), Brewaeys (L’uomo dal fiore in bocca).Recentemente ha debuttato i ruoli di Michonnet (Adriana Lecouvreur di Cilea) a Francoforte, il ruolo di Macbeth (Macbeth di Verdi) al Gran Teatro di Ginevra, il ruolo del Principe Igor (Principe Igor di A. Boro-din) e il ruolo di Guillaume Tell (Guillaume Tell di G. Rossini) al Teatr Wielki di Varsavia. Ha cantato sotto la direzione di Muti, Mehta, Oren, Myung Whun Chung, Harnoncourt, Chailly, Ferro, Viotti, Frühbeck de Burgos, Luisi, Rizzi, Palumbo, Koenigs, Ono, Albrecht, Roberto Abba-do, Metzmacher e con registi quali Zeffirelli, Neuenfels, Carsen, Poun-tney, Lawless, Lievi, Friedrich, Barberio Corsetti, D. Abbado, Bondy, Pizzi, Vick, Loy. 

Dmitry Korchak È nato in Russia e si è laureato presso la Moscow Choral Academy sia come direttore che come cantante. Dopo aver vinto nel 2004 un premio al Concorso Internazionale Francisco Viñas di Barcellona e due premi al Concorso Operalia

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Marsiglia e Trieste,  Egeo  nella  Medea in Corinto di Mayr a Martina Franca, ancora Guillaume Tell, come Roudi alla ROH Covent Garden e come Arnolde e Roudi a Ginevra, Armida di Rossini a Gent e Montpel-lier, Lucia di Lammermoor nel tour di Genova in Oman, Leopold ne La Juive a Lyon, La Cenerentola a Colonia, Adelson e Salvini al Barbican Center di Londra con incisione per Opera Rara, L’elisir d’amore alla Deutsche Oper di Berlino, il debutto come Alfredo ne La traviata in Nuova Zelanda, Ermione come Pirro a Mosca e come Pilade a Lyon e Parigi, La pietra del paragone a Cagliari, Maria Stuarda a Marsiglia, Le convenienze teatrali a Lyon, Tancredi a Bruxelles, Le Duc d’Albe ad Antwerpen, Mosè in Egitto a Napoli, Alfred nella nuova produzione di Die Fledermaus alla Deutsche Oper di Berlino, Fenton in Falstaff a Montecarlo, Leopold ne La Juive ad Antwerpen, Rodrigo ne La donna del lago e Rigoletto a Marsiglia.

Marco SpottiNato a Parma, ha conseguito il diploma a pieni voti in canto lirico presso il Conservatorio Arrigo Boito della sua cittá natale. È stato vincitore di numerosi concorsi lirici internazionali tra i quali il Concorso Riccardo Zandonai di Riva del Gar-

da, il Concorso Voci Verdiane di Busseto, il Concorso Viotti-Valsesia e Sanremo. La sua carriera inizia al Teatro Regio di Parma con Un ballo in maschera e in breve tempo è ospite in molti teatri italiani ed interna-zionali, come l´Opera di Roma, il Teatro Comunale di Bologna, Liege, Rossini Opera Festival di Pesaro, Teatro Massimo di Palermo, Teatro Bellini di Catania, l´Opera di Atene, il Teatro Filarmonico di Verona e il

Vespri di Rachmaninov, lo Stabat Mater di Rossini e la Cantata di Ros-sini “Giovanna D’Arco” a Mosca, La traviata e Gala-concerto di Opera Italiana a Novosibirsk.

Enea ScalaNato a Ragusa, dopo la maturità classica intra-prende lo studio del canto lirico al Conservato-rio di Bologna sotto la guida del soprano Wilma Vernocchi perfezionandosi successivamente con il tenore Fernando Cordeiro Opa con il qua-

le sta tuttora studiando.Ha debuttato nel 2006 a Bologna come Il matto nel Paolo e Francesca di Mancinelli e da allora ha spaziato in un repertorio che compren-de il barocco di Rameau e Haydn, Mozart e il belcanto Italiano con Rossini, Bellini e Donizetti. Ha collaborato con direttori quali R. Abba-do, Bartoletti, Battistoni, Bisanti, Carignani, Carminati, Ettinger, Haïm, López-Cobos, Luisi, Mariotti, Mazzola, Noseda, C. Rizzi, Rousset, Rustio-ni, Sacripanti, e con i registi Bernard, Ceresa, Clement, Cucchi, Font, Grinda, Lescot, Michieletto, Py, Pountney, Vick, Vizioli, Wake-Walker. Fra i suoi impegni recenti e futuri: L’heure espagnole a Palermo, L’a-mico Fritz a Cagliari, Don Giovanni a Sao Paulo, Il cappello di paglia di Firenze a Firenze, La finta giardiniera a Lille e Glyndebourne, Gu-glielmo Tell come Arnoldo al Regio di Torino e a Toronto in tournée negli USA e Roudi nella produzione inaugurale dei Festspiele della Bayerische Staatsoper,  Caterina Cornaro  al Festival di Montpellier, Stabat Mater di Rossini a Bari, i debutti come Edgardo in Lucia di Lam-mermoor a Genova, Arturo ne I Puritani a Torino, Fenton in Falstaff a

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Emanuele CordaroNasce a Catania nel 1987 e inizia lo studio del canto privatamente. Partecipa a diverse master class di alto perfezionamento con docenti di fama internazionale quali Mariella Devia, Mar-cello Giordani, Marcello Lippi, Bonaldo Giaiotti.

Tra i premi e i ricononoscimenti internazionali: vincitore del ruolo di Pistola in Falstaff al concorso lirico internazionale “Marcello Giorda-ni”; secondo premio assoluto al concorso lirico internazionale “Voci del Mediterraneo”; finalista al concorso Operalia 2017 ad Astana.Inizia ad esibirsi fin da subito nei più importanti teatri italiani: Teatro Regio di Parma, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Massimo di Pa-lermo, Teatro Verdi di Pisa, Teatro antico di Taormina, Festival della Valle d’Itria a Martina Franca, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro della Fortuna di Fano, Teatro Goldoni di Livorno, Teatro del Giglio di Lucca. Si è esibito inoltre a Chicago, Saragozza e in diverse città francesi. Recentemente ha interpretato: Anna Bolena (Rochefort) al Teatro Bel-lini di Catania; Don Giovanni (Masetto) al Teatro Verdi di Salerno; Ri-goletto (Sparafucile) al Teatro Aurora di Gozo; La bohème e Rigoletto con Opera Zuid, in tour in Olanda; Falstaff (Pistola) e Il trovatore al Teatro Lirico di Cagliari; Manon Lescaut a Catania; Madama Butterfly a Lecce; La traviata e Tosca a Tokyo con il Teatro Massimo di Palermo. È stato Jorg nello Stiffelio di Verdi al Teatro Farnese di Parma nella nuova ed acclamata produzione di Graham Vick, nell’ambito del Fe-stival Verdi 2017. È appena stato impegnato nella prima mondiale della nuova opera di Salvatore Sciarrino Ti vedo, ti sento, mi perdo al Teatro alla Scala di Milano, opera che sarà poi in scena alla Staatsoper

Teatro Real di Madrid. Nel 2003 debutta al Teatro alla Scala di Milano in Iphigénie en Aulide sotto la direzione musicale di Riccardo Muti. Da allora si esibisce regolarmente nel teatro milanese interpretando Sparafucile con James Conlon, Il Re in Aida con Riccardo Chailly e Daniel Barenboim, Loredano ne I due Foscari, Timur in Turandot con Valery Gergiev e recentemente Wurm in Luisa Miller con la direzione di Gianandrea Noseda e La bohème con Gustavo Dudamel. Grazie al suo timbro scuro ed all´emissione generosa ed elegante, si afferma in breve tempo come uno dei bassi verdiani più richiesti.Tra i numerosi debutti delle ultime stagioni ricordiamo: Royal Opera House Covent Garden di Londra con Don Giovanni, Pimen in Boris Godunov al Teatro Massimo di Palermo, Timur in Turandot al Festival di Orange, Grande Inquisitore in Don Carlo al Teatro Regio di Torino, Walther in Guillaume Tell all´Opera di Amsterdam e alla Monnaie di Bruxelles, Basilio ne Il barbiere di Siviglia al Teatro Colon di Buenos Aires e Oroveso in Norma al Teatro Massimo di Palermo, Fiesco in Simon Boccanegra al Teatro Carlo Felice di Genova. Nel novembre 2016 ha fatto il suo debutto al MET di New York come Walther in Guillaume Tell: sono seguiti Anna Bolena al Teatro Regio di Parma, Rigoletto alla Semperoper di Dresda, Il trovatore al Liceu di Barcel-lona e Norma al Grand Théâtre di Ginevra. Tra i progetti più recenti e futuri ricordiamo Il barbiere di Siviglia a Ginevra, Król Roger con l´Orchestra dell´Accademia di Santa Cecilia con Antonio Pappano, Don Carlo al Palau de les Artes di Valencia e il debutto all´Opéra di Parigi come Papa Clemente in Benvenuto Cellini.

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Teatro La Fenice cantando Les quatre chansons françaises di Britten, e successivamente Pamina nel Die Zauberflöte di W. A. Mozart. Torna al Teatro Massimo di Palermo come Coraline ne Le Toreador di Adol-phe Adam e Oscar in Un ballo in maschera. È Musetta ne La bohème al Teatro San Carlo di Napoli e al Teatro Municipal de Sao Paulo e Valencienne ne La vedova allegra. Debutta a Toulon ne L’opera da tre soldi di Kurt Weill e in Carmen al Teatro Regio di Torino. Sono quindi seguiti A midsummer night’s dream di Britten nei teatri di Cremona, Como, Pavia, Brescia, Reggio Emilia; Un ballo in maschera a Toulon; Musica/Euridice ne L’Orfeo di Monteverdi a Cremona sotto la direzio-ne di Ottavio Dantone; L’elisir d’amore a Firenze; Fra Diavolo di Auber al Teatro dell’Opera di Roma, che riprenderà al Teatro Massimo di Palermo; seguiranno Il cappello di paglia di Firenze al San Carlo di Napoli; Rinaldo (Armida) a Cremona e in tour in Italia; Requiem di Mozart a Tolone.

Luca TittotoTra i cantanti più interessanti della sua genera-zione, ha saputo spiccare specialmente nel re-pertorio barocco, mozartiano e belcantistico. Di recente ha cantato Il barbiere di Siviglia (Basilio) di Rossini al Teatro Comunale di Bologna, Lucia

di Lammermoor al Teatro Massimo di Palermo, Così fan tutte alla Nor-ske Opera di Oslo. Nella primavera 2017 ha cantato La Cenerentola e Guillaume Tell alla Bayerische Staatsoper, Oroveso in Norma a Paler-mo, I puritani a Piacenza. A settembre ha debuttato come Colline in La bohème al Royal Opera House Covent Garden di Londra, direttore

di Berlino. Tra gli altri progetti futuri si segnalano: I puritani e Le nozze di Figaro al Teatro Massimo di Palermo; Un ballo in maschera a Nancy e in Lussemburgo; Tosca a Sanxay.

Anna Maria SarraSi diploma in canto con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore al Conservatorio di musica “E. R. Duni” di Matera. Si perfeziona in seguito presso la Scuola dell’Opera Italiana di Bologna, con Renata Scotto e Anna Vandi pres-

so l’Accademia di Santa Cecilia (Roma) e all’Accademia Rossiniana a Pesaro sotto la guida di Alberto Zedda. È vincitrice del concorso internazionale “Franco Alfano” (Sanremo) del concorso “Fedora Bar-bieri” (Viterbo) e dell’International singing competition for Baroque Opera “Pietro Antonio Cesti” (Innsbruck) ed è finalista nel concorso “Maria Caniglia” di Sulmona. Ha seguito master di perfezionamento con Mariella Devia, Claudio Desderi, Raul Gimenez, Bruno Bartoletti, Francisco Araiza. È stata membro dello Jugens Ensemble del Theater an der Wien (Vienna) per la stagione 2012/ 2013. È Margret in Feu-ersnot di Strauss presso il Teatro Massimo di Palermo dove è succes-sivamente tornata per interpretare Zerlina in Don Giovanni. Ha colla-borato con direttori quali: Stefano Ranzani, Claudio Scimone, Michele Mariotti, Gabriele Ferro, Jean-Christophe Spinosi, Jonathan Webb e registi come Filippo Crivelli, Moshe Leiser, Patrice Caurier,  Damiano Michieletto, Henning Brockhaus ed Emma Dante. Ha inaugurato la stagione 2014/ 2015 interpretando il ruolo di Adina nel L’elisir d’amo-re di Gaetano Donizetti al Teatro Carlo Felice di Genova. Debutta al

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Matteo MezzaroSi laurea in Canto rinascimentale e barocco ed Organo e composizione organistica; paralle-lamente agli studi accademici si avvicina al re-pertorio operistico che perfeziona con il tenore Sergio Bertocchi. Inizia una brillante carriera de-

buttando: Il matrimonio segreto al Malibran di Venezia; Rita di Doni-zetti a Bergamo; Le convenienze e inconvenienze teatrali a Pisa, Lucca e Livorno; The Fairy Queen a Poznan; Demetrio di Mayr per il Festival OperaObliqua; prima esecuzione in tempi moderni Il tigrane di Vi-valdi per il Festival Opera Barga; Mandragora di Szymanowski e Die Schöpfung al Festival di Santander; L’elisir d’amore ad Asti e al Tea-tro Manoel di Malta; Mozart e Salieri al Verdi di Pisa; Gli equivoci nel sembiante di Scarlatti a Barga; La traviata a San Sebastian; Le nozze di Figaro al Festival Valbelluna di Belluno; Falstaff al Teatro della Fortuna di Fano; La Cecchina al Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia, La fin-ta semplice per il circuito As.Li.Co; Gianni Schicchi al Regio di Parma; L’occasione fa il ladro al Verdi di Trieste; Don Giovanni per il circuito As.Li.Co.; Otello (Roderigo) e Il corsaro al Festival Verdi di Parma; Die Zauberflöte per Opera domani circuito As.Li.Co ed alla Royal Opera House di Muscat in Oman; La vedova allegra al Lirico di Cagliari; Ca-priccio a Metz; Oedipus Rex in tournée con L’OSN della Rai di Torino a Modena, Torino, Ferrara, Napoli; La Grotta di Trofonio al Festival di Martina Franca; Così fan tutte nel circuito As.Li.Co; La Gazza Ladra al Teatro alla Scala di Milano.Ha lavorato con direttori d’orchestra quali: Chailly, Parmeggiani, Rigon, Sardelli Agudin, Bressan, Pasqualetti, Da Ros, Ciampa, Perez-Sierra,

Antonio Pappano, in una produzione di Richard Jones. Nel 2016 ha cantato Gessler in Guillaume Tell, con cui aveva debutta-to al ROF di Pesaro, al Regio di Torino, al Comunale di Bologna e an-cora al Festival di Edimburgo diretto da Gianandrea Noseda. Ha otte-nuto gran successo a Aix-en-Provence come Re di Scozia in Ariodante di Händel diretto Andrea Marcon, ripreso nel gennaio 2016 all’Opera di Amsterdam. Nel dicembre 2014 ha cantato la Messa in Si Minore di Bach al Konzerthaus di Berlino mentre a Basilea nel 2015 ha cantato Creon in Medée di Charpentier, cui sono seguiti il Requiem di Mo-zart all’Accademia di Santa Cecilia, Don Alfonso in Così fan tutte alla Bayerische Staatsoper, Alidoro in La Cenerentola di Rossini al Teatro di San Carlo di Napoli. Ha inoltre registrato di recente un nuovo disco monteverdiano con Magdalena Kozena (DG) e Partenope di Händel con il Pomo d’Oro (ERATO). Nel suo repertorio compaiono titoli barocchi (La fida ninfa di Vival-di al Concertgebouw di Amsterdam, Alcina di Händel al Teatro Real di Madrid, La Calisto di Cavalli alla Bayerische Staatsoper) ma anche Verdi (Trovatore a Bologna), Rossini, Donizetti, Bellini. Ha cantato la IX Sinfonia di Beethoven (Chung, Maazel), a Salisburgo ha cantato La creazione di Haydn con Marc Minkowski sul podio, al Maggio Musi-cale Fiorentino La passione secondo Matteo di Bach, direttore Fabio Biondi. Ha partecipato alla creazione in tempi moderni di La concor-dia dei pianeti di Caldara, a Dortmund, con La Cetra e Andrea Mar-con, registrato per Deutsche Grammophon.

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iment con la regia di Filippo Crivelli e le scene di Franco Zeffirelli a Palermo e in Oman, Olivo e Pasquale a Bergamo, Falstaff a Genova, La Cenerentola a Lucca e Ravenna, Il turco in Italia a Bergen, Il viaggio a Reims a Verona, Il barbiere di Siviglia a Firenze. Tra i suoi prossimi impegni La fille du régiment a Roma e al NCPA di Pechino, La Cene-rentola a Piacenza nonché altri debutti in ruoli del repertorio rossinia-no e belcantista.

Paolo OrecchiaNato a Roma, compie gli studi musicali presso il conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara, diplo-mandosi con il massimo dei voti. Debutta nel 1986, nel ruolo di Malatesta in Don Pasquale e prosegue la carriera cantando in tutti i più pres-

tigiosi enti teatrali italiani, teatri di tradizione e sedi di festivals inter-nazionali; dal Regio di Torino allo Sferisterio di Macerata, dalla Scala di Milano al Massimo di Palermo, dal San Carlo di Napoli all’Arena di Verona. È stato Belcore ne L’elisir d’amore, Don Alfonso in Così fan tutte e Leporello in Don Giovanni, Sharpless in Madama Butterfly, Don Carissimo in La Dirindina, Beaupertuis ed Emilio nel Cappello di paglia di Firenze.Apprezzatissimo caratterista, è abituale interprete di ruoli come Il Sagrestano in Tosca, Mathieu in Andrea Chenier, Dancairo in Carmen, Silvano in Un ballo in maschera, Hortensius nella Fille du régiment, Schaunard ne La bohème, ruolo cantato, inoltre, alla Fenice di Vene-zia ed alla Scala di Milano sotto la direzione di Gavazzeni nell’allesti-mento di Zeffirelli.

Rota, Gomez-Rios, Callegari, Rolli, Pionner, Valchua, Grazioli e registi quali: Salvatores, Micheli, Antoniozzi, Kaegi, Corradi, Pizzi, Garattini, Vick, Brusa, Grazzini, Stefanutti, Paloscia, Znaniecki, Marconi.Tra i suoi impegni recenti e futuri: La Rondine (Prunier) all’Opera di Firenze, La vedova allegra (Camillo) al Teatro Massimo Bellini di Cata-nia, Il Corsaro (Selimo) a Piacenza e Modena.

Pietro AdainiGiovane tenore siciliano, ha intrapreso gli studi canori e musicali con il baritono Salvo Todaro; nel 2011 ha partecipato ad una Masterclass con il tenore Marcello Giordani mentre attualmente si sta perfezionando con Salvatore Fisichella.

Particolarmente apprezzato per le sue doti vocali, negli anni 2011 e 2012 è stato finalista del Concorso Lirico Internazionale “Voci dal Me-diterraneo – Premio Archimede” di Siracusa, guadagnandosi la men-zione speciale come “giovane promessa”. Nel 2014 ha vinto la borsa di studio EOS presso il Teatro Carlo Felice di Genova dove ha debut-tato il ruolo di Rodolfo ne La bohème e quello di Nemorino ne L’elisir d’amore. All’inizio del 2015 ha riscosso un personale successo di pubblico a Treviso e Ferrara col suo Albazar nel rossiniano Il turco in Italia.Ha partecipato al Grand Prix dell’Opera a Parma, a Cagliari si è esibito nella  Messa di gloria  di Puccini, allo Sferisterio di Macerata è stato Beppe e Arlecchino nei  Pagliacci  di Leoncavallo ed Ernesto nelle riprese del Don Pasquale bergamasco a Como, Cremona, Pavia e Jesi.Recentemente ha cantato La Cenerentola a Verona e La fille du rég-

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come Mimì alla Los Angeles Opera. Nella stagione 2014/15, ha cantato Violetta ne La traviata di alla Los Angeles Opera e alla Staatsoper di Amburgo, La Contessa di Fol-leville nel Viaggio a Reims alla Nederlandse Opera di Amsterdam, Micaela in Carmen al Teatro alla Scala, il ruolo della protagonista in Luisa Miller alla Staatsoper di Amburgo, Donna Fiorilla nel Turco in Italia al Teatro Regio di Torino, e Ninetta ne la Gazza ladra al Rossini Opera Festival di Pesaro.Diplomatasi dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, alla Scala Nino Machaidze è apparsa come Marie ne La fille du régiment nel 2007, a cui ha fatto seguito il suo debutto al Teatro dell’Opera di Roma nel medesimo ruolo, come lancio della sua carriera internazio-nale. Nell’estate del 2008, Nino Machaidze fatto un debutto sensa-zionale al Festival di Salisburgo come Juliette nella nuova produzio-ne di Roméo et Juliette, al fianco di Rolando Villazon.Altri ruoli che si aggiungeranno al repertorio di Nino Machaidze in-cludono Giulietta ne I Capuleti e i Montecchi, il ruolo della protagoni-sta in Manon di Massenet, e Marfa in Una fidanzata per lo zar.Tra gli impegni recenti di Nino Machaidze La siège de Corinthe a Pesaro e Les Pecheurs de perles a Los Angeles. Tra i prossimi impegni Roméo et Juliette a Karlsruhe, Pagliacci a Ginevra, La traviata a Napoli.

Salome JiciaÈ nata a Zugdidi, Georgia, nel 1986. Dopo la lau-rea in pianoforte, ha iniziato gli studi di canto in Georgia e poi a Santa Cecilia a Roma (con Re-nata Scotto) e presso la Rossini Opera Academy

Tra gli impegni recenti, Un ballo in maschera a Bologna, Faust, La bohème e La traviata a Torino, La bohème a Brescia, Cremona e Reg-gio Emilia, Paolo in Simon Boccanegra a Bordeaux, La bohème a Como e Pavia, Andrea Chénier a Genova, Carmen a Torino, Adriana Lecouvreur a Napoli.

Nino MachaidzeNata a Tbilisi, in Georgia, è oggi uno dei soprani più brillanti a livello internazionale, è si è esibita su prestigiose scene internazionali come il Me-tropolitan, la Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera, la Statsoper di Berlino, il Gran Teatre

del Liceu di Barcellona, il Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles, l’Opéra National de Paris, la Royal Opera House Covent Garden di Londra, e la Los Angeles Opera. Gli impegni per la stagione 2016/17 includono Mimì ne La bohème al Grand Théâtre di Ginevra, Juliette in Roméo et Juliette alla Royal Opera House di Muscat, Desdemona in Otello al Teatro di San Carlo di Napoli, il ruolo della protagonista in Thaïs al Gran Teatre del Liceu di Barcellona, Contessa di Folleville nel Viaggio a Reims alla Royal Danish Opera di Copenhagen, Gilda in Rigoletto al San Francisco Opera. Torna anche al Rossini Opera Festival per Le siège de Corinthe.Gli impegni di Nino Machaidze per la stagione 2015/16 hanno compreso Ines ne L’Africaine alla Deutsche Oper di Berlino, Gilda al Théâtre du Capitole di Tolosa, Desdemona in Otello di Rossini al Theater an der Wien di Vienna, Luisa in Luisa Miller alla Staatsoper di Amburgo, Violetta ne La traviata all’Arena di Verona, e il suo debutto

NOTE BIOGRAFICHE

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Verdi di Milano e nello stesso anno vince il primo premio al Concorso Internazionale Leyla Gencer di Istanbul. Successivamente debutta nei principali teatri italiani ed europei: al Rossini Opera Festival di Pesaro, al Teatro Regio di Torino, al Teatro Donizetti di Bergamo, al Teatro Comunale di Bologna ed al Teatro San Carlo di Napoli. Invitata al Covent Garden di Londra per Rigoletto e Così fan tutte, vi ritorna nelle successive stagioni con Madama Butterfly, La dama di picche e Ma-tilde di Shabran. Hanno fatto seguito altri importanti debutti in teatri come l’Opéra Bastille di Parigi (tra cui la nuova produzione de  Les contes d’Hoffmann), il Théâtre du Châtelet, l’Opéra Garnier, Il Théatre de la Monnaie, il Teatro La Scala di Milano (con la Petite Messe Solen-nelle), la Semperoper di Dresda, la Staatsoper di Vienna (tra cui una nuova produzione di Roberto Devereux). Ha collaborato con direttori quali Colin Davis, Riccardo Chailly, Bruno Campanella, Myung-Whun Chung, James Conlon, Daniel Oren, Antonio Pappano, Fabio Luisi, Daniele Gatti, Evelino Pidò, Gianluigi Gelmetti, Fabio Biondi, Donato Renzetti, Marcello Viotti, Carlo Rizzi, Vladimir Jurowski. Recentemente ha preso parte a Madama Butterfly a Londra e a Ma-drid, Guillaume Tell a Bologna e a Londra, Il trovatore a Toulon, Tene-rife e Tel Aviv, dove ha eseguito inoltre il Requiem di Verdi, L’italiana in Algeri a Treviso e Ferrara e Falstaff (Quickly) al San Carlo di Napoli e a Palma di Mallorca; Requiem di Verdi a Lisbona e a Tenerife; Il tro-vatore allo Sferisterio di Macerata, al Lirico di Cagliari, a Francoforte e al Teatro Regio di Parma; Un ballo in maschera a Tolone; La Forza del Destino a Tel Aviv; Stabat Mater di Rossini al Rossini Opera Festi-val di Pesaro; Gianni Schicchi (Zita) ad Amsterdam. Gli impegni futuri prevedono: Guillaume Tell al Rossini Opera Festival di Pesaro; Stabat

(con il M° Alberto Zedda). Ha vinto molti premi e riconoscimenti come il Grand-Prix al Festival Internazionale di Musica in Turchia, il Primo Pre-mio al Concorso Internazionale di Canto in Armenia e il primo premio nel concorso internazionale di canto Lado Ataneli nel 2012; il Primo Premio e il Premio Maria Foltyn per la migliore esecuzione di un’opera di Stanisław Moniuszko per il 9° Concorso Vocale Stanisław Moniuszko in Polonia nel 2016. Ha cantato numerosi concerti in Polonia, Georgia e Berlino, è stata Aspasia (Mitridate re di Ponto, Mozart) per la Tbilisi State Opera in Georgia e anche per il Festival di Musica Armel a Buda-pest; Rosina ( “La Finta Semplice”, Mozart) in una produzione AsLiCo a Como-Cremona-Pavia (Italia), Contessa di Foleville (Viaggio a Reims) a Pesaro, Italia. Ha anche cantato in Semiramide al Tchaikovsky Con-cert Hall per il X International Music Festival a Mosca, Russia; il Festival Internazionale dell’Opera di Alejandro Granda a Lima in Perù; un con-certo con José Carreras in Qutaisi (Georgia) così come La Donna del Lago al Rossini Opera Festival a Pesaro, Italia. Recentemente è stata Donna Anna nel Don Giovanni a Liege. Tra gli impegni di questa sta-gione citiamo Semiramide a Nancy, Torvaldo e Dorliska e Semiramide al Rossini Opera Festival di Pesaro, La traviata alla Deutsche Oper di Berlino, Il barbiere di Siviglia presso la Seattle Opera, La clemenza di Tito a Losanna, Maria Stuarda a Zurigo, La donna del lago a Liegi.

Enkelejda ShkozaNata a Tirana, ha studiato nel Conservatorio della sua città natale. Ha debuttato a Strasbur-go nello  Stabat Mater  di Pergolesi. Trasferitasi in Italia, si diploma in canto al Conservatorio G.

NOTE BIOGRAFICHE

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lavorando, tra gli altri, con Luca Ronconi, Patrice Chéreau, Franco Zeffirelli, Ermanno Olmi, Sandro Sequi, Mauro Bolognini. Nel 1985 debutta nella regia con La scala di seta di Rossini, scene e costumi di Mino Maccari, e inaugura la stagione del Teatro Rossini di Lugo. Nel 1986 affianca Filippo Crivelli lavorando con Nicola Benois a La forza del destino per i teatri di Ravenna e di Busseto. Dal 1986 al 1992 è at-tivo con l’AsLiCo come regista collaboratore. Dal 1999 al 2003 segue come responsabile del progetto il “Festival Scarlatti” organizzato dal Teatro Massimo di Palermo. Dal 1987 ad oggi è Regista collaboratore del Teatro Massimo di Palermo, dove realizza le regie di A Ceremony of Carrols e L’arca di Noé di Britten, White Christmas di Berlin, Shalom, Concerto di Natale con Amii Stewart, Un sogno per Natale con Danie-la Mazzucato e Oh! Che armonico fracasso (da Il maestro di cappel-la di Cimarosa), la mise en éspace per il concerto Le Tre regine con Mariella Devia.. Sempre per il Teatro Massimo cura inoltre le riprese di Turandot (regia di Zhang Yimou), I vespri siciliani (regia di Nicolas Joel, ripresa a Tokyo e al Teatro San Carlo di Napoli), Maria Stuarda (regia di Denis Krief), Nabucco (regia di Saverio Marconi), Bianco Ros-so e Verdi e Il barbiere di Siviglia (regia di Francesco Micheli). Ha cura-to i costumi di Singerella e Follie! Follie!, spettacolo di Dosto & Yevsky, per L’oca del Cairo con la regia di Davide Enia e per Passione secondo Giovanni con la regia di Pippo Delbono. Ha collaborato come attore nelle produzioni Alice e Scene da Bohème, regia di Francesco Micheli e per Superflumina di Sciarrino.

Mater di Dvorák a Bologna; Aida a Nancy; Nabucco a Lione e Parigi; Falstaff a Tokyo; Madama Butterfly ad Amsterdam e a Londra; La fille du régiment a Londra.

Cosimo DianoSi diploma in canto al conservatorio “Cilea” di Reggio Calabria e consegue la Laurea in Musi-cologia al DAMS di Bologna.Vince il Concorso “Mario Del Monaco” di Mar-sala ed è finalista al concorso “Adriano Belli” di

Spoleto. Vince il premio “Primo Palcoscenico” indetto dal Conserva-torio di Cesena e debutta nel ruolo di Germont ne La Traviata al Te-atro Bonci di Cesena. Canta poi in Turandot e Madama Butterfly al Festival Pucciniano di Torre del Lago. Tra i ruoli intrepretati: Sharpless (Madama Butterfly), Marcello e Schaunard (La bohème), Simon Boc-canegra, Belcore (L’elisir d’amore), Tonio (Pagliacci), Alfio (Cavalleria Rusticana), Figaro (Il barbiere di Siviglia), Scarpia (Tosca). Ha inciso con I Solisti Veneti, diretti dal maestro Claudio Scimone, la Messa di Gloria di Mascagni per la Warner Music Italy.

Alberto CavallottiAlla Scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta da Giorgio Strelher consegue il diploma in Re-gia teatrale. Vince poi la borsa di studio per la specializzazione in regia lirica al Teatro alla Sca-la, dove rimane come aiuto regista fino al 1985

NOTE BIOGRAFICHE

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FONDAZIONETEATRO MASSIMO

Sovrintendente Francesco GiambroneDirettore operativo Elisabetta TesiDirettore artistico Oscar PizzoDirettore musicale Gabriele Ferro

Maestro del Coro Piero MontiCoordinatore del Corpo di ballo Marco Bellone

Direttore della programmazione Giovanni Mazzara

Direttore dell’allestimento scenico Renzo Milan

Segretario artistico Marcello Iozzia

Casting Manager e assistente del direttore musicale Alessandro Di Gloria

Direttore comunicazione, nuovi media e marketing Gery Palazzotto

Stampa ed Editoria Angela Fodale

Responsabile delle relazioni nazionali e internazionali della Fondazione e del coordinamento delle attività di staff Chiara Zarcone

Coordinatore delle coproduzioni Andrea Bonadio

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Segretario artistico Marcello Iozzia Casting manager e assistente del direttore musicale Alessandro Di Gloria Direttore musicale di palcoscenico Danilo Lombardini Direttore di scena Ludovico RajataRegista collaboratore Alberto Cavallotti Maestri collaboratori di sala e di palcoscenico Giuseppe Cinà, Giacomo Gati, Giorgio Mirandola, Steven Rizzo Maestro collaboratore ai sopratitoli Simone Piraino

ORCHESTRA

Violini primi Salvatore Greco*, Giacomo Mazzola, Patrizia Richichi, Marco Spadi, James Hutchings, Daniele Malinverno, Rossana Rocca, Vincenzo Cecere, Francesco Palmisano°, Daniele Cappello°,

Violini secondi Marcello Spina**°, Cristina Pantaleone°, Alessandro Purpura, Maurizio Giordano, Giuseppe Arcuri, Luca Gira, Nicoletta Conigliaro, Antonio G. Geraci, Lorenzo Marcuccio°, Alessandro Zambito°,

Viole Gaspare D’Amato**, Matteo Giacosa°, Francesco Mineo, Francesco Biondo, Anna Schillaci, Andrea Bertucci, Placido Carini, Francesco Chinnici

Violoncelli Kristi Curb**, Viviana Caiolo, Marcello Insinna, Massimo Frangipane, Emanuela Zanghi°, Mauro Greco°,

Contrabbassi Daniele Pisanelli**°, Fausto Patassi, Vincenzo Licata, Antonio Mezzapelle

Arpe Francesca Luppino**, Valentina Rindi**°

Organo Pasquale Lo Cascio**

Flauti (ottavino) Antonino Saladino**, Elisa Alibrandi°

Oboi (corno inglese) Pier Ugo Franchin**, Francesca Ciccateri°

Clarinetti Alessio Vicario**, Vincenzo Davì°

Fagotti Giuseppe Davì**°, Cristoforo Caradonna

AREA ARTISTICA

Corni Giampiero Riccio**, Gianfranco Cappello, Pietro Anzalone, Francesco Modica

Trombe Filippo D’Asta**°, Davide Pezzino°, Gabriele Puglisi°, Vincenzo Buscemi°

Tromboni Michele De Luca**, Antonio Bontempo°, Gianluca Gagliardi

Timpani Davide Ravioli**

Percussioni Rosario Barretta, Elio Anselmo, Silvia De Checchi°

DALL’INTERNO

Corni Andrea Mastini**, Antonino Cappello, Antonino Alba°, Giuseppe Russo°

Arpe Francesca Luppino**, Valentina Rindi**°

Percussioni Santo Campanella

* spalla** prime parti° a tempo determinato

Assistente musicale Domenico PirroneAddetta Orchestra Claudia Di Mattei

ORCHESTRA

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CORO

Maestro del Coro Piero MontiAltro Maestro del Coro Salvatore Punturo

Soprani primi Maria Luisa Amodeo, Gabriella Barresi, Alfonsa Fantaci, Donatella Gugliuzza, Rosalba Mongiovì, Daniela Montelione, Claudia Munda°, Caterina Notaro, Maria Randazzo

Soprani secondi Domenica Alotta, Maria Fiordaliso, Rosana Lo Bosco, Angela Lo Presti, Mariella Maisano, Francesca Martorana, Daniela Pedi°, Simona Scrima°

Mezzosoprani Annarita Alaimo, Rita Bua, Giuseppina Caltagirone, Manuela Ciotto, Antonella De Luca, Carmen Ghegghi, Damiana Li Vecchi, Giuseppina Notararigo

Contralti Silvia Bacioccola°, Anna Campanella, Maria Rosalia Gottuso, Monica Iraci, Ambra Mancuso, Patrizia Martorana, Daniela Nicoletti

Tenori primi Vincenzo Bonomo°, Biagio Di Gesù, Giovanni Di Pasquale, Francesco Fontana, Nunzio Gallì°, Antonio Li Vigni, AlfioMarletta°,MarcoAntonioPastorelli°,FabrizioPollicino, RaimondoPonticelli°,SalvoRandazzo°,MarianoSanfilippo°, AndreaScafidi°,FrancoTralongo°,EmanueleUrso

Tenori secondi Antonino Alotta, Gianmarco Avellino°, Giuseppe Di Adamo°, Manuel Epis°, Luca Favaron°, Domenico Ghegghi°, Vincenzo Leone°, Antonino Lo Presti, Pietro Luppina, Carlo Morgante, Marco Palmeri°

Baritoni Antonio Barbagallo, Gianfranco Barcia, Antonio Corbisiero°, Paolo Cutolo, Cosimo Diano, Mario Di Peri, Simone Di Trapani, Davide Romeo°, Riccardo Schirò, Giuseppe Tagliarino, Velthur Tognoni°

Bassi Vincenzo Alaimo°, Gaspare Barrale°, Daniele Bonomolo, Giuseppe Caruso, Federico Cucinotta°, Filippo Di Giorgio, Enrico Gaudino°, Gianfranco Giordano, Antonio Gottuso, Giovanni Lo Re°, Tommaso Smeraldi

Addetto Coro Nicola Pedone

° a tempo determinato

PERSONALE DELLA FONDAZIONE

SOVRINTENDENZA Ernesta Insalaco segreteria Carlo Graziano autista

DIREZIONE OPERATIVA Francesco Caltagirone responsabile del controllo di gestione e responsabile di staff della direzione operativa

Contenzioso Francesco Caltagirone assistente del responsabile dell’ufficio contenzioso

Ufficio Marketing, Progetti educativi e Servizio scuole Marida Cassarà coordinatrice MariaCastiglione,FrancescaFalconi,MargheritaSafinaaddette

Servizi di sala Antonino Sampognaro direttore di sala

Biglietteria Antonio Renna coordinatore CrocifissaAbbate,SofiaMaiorinoaddette

Biblioteca Silvana Danzé gestione biblioteca Santo Rizzo gestione conservazione e uso di materiali musicali

Ufficio Amministrazione Elisabetta Tesi direzione Giuseppe Tamburella coordinatore ufficio ragioneria Vincenza De Luca gestione contabilità artisti Silvia Giannetto, Giorgia Paganelli gestione contabilità fornitori Maurizio Alessi C.E.D.

Ufficio del Personale Elisabetta Tesi capoufficio ad interim Michele La Mattina ufficio presenze AlfioScaglioneufficio paghe e contributi Alessandro Semplice ufficio contratti e protocollo

Ufficio Acquisti Elisabetta Tesi responsabile ad interim Antonio Ciappa ufficio acquisti Vincenzo Carollo, Silvana Danzé, Giovanni Montalbano, Vincenzo Monteleone addetti ufficio acquisti

AREA ARTISTICA

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Servizi tecnici generali e vigilanza Cosimo De Santis coordinatore servizi tecnici e vigilanza Francesco Canepa segreteria Antonino Costanzo servizio vigilanza e coordinatore impianti tecnologici Bartolomeo Martorana coordinatore impianti elettrici ed elettromeccanici Vincenzo Milazzo servizio vigilanza e coordinatore vigilanza Gioele Chinnici servizio vigilanza e addetto al controllo degli ascensori e degli apparati di sollevamento Giuseppe De Corcelli servizio vigilanza e addetto al controllo e alla vigilanza sull’esecuzione delle manutenzioni di porte, finestre e porte REI Salvatore La Barbera servizio vigilanza e addetto al controllo e alla vigilanza sull’esecuzione delle manutenzioni edili ed idrauliche Giuseppe Martorana servizio vigilanza e addetto al controllo e alla vigilanza sull’esecuzione delle pulizie Lorenzo Megna servizio vigilanza e addetto al controllo degli evacuatori fumo e reti idranti del servizio antincendio Franco Salvatore Sidoti servizio vigilanza e addetto al controllo delle attrezzature ed estintori del servizio antincendio Salvatore Di Piazza addetto manutenzione Lorenzo Mazzola, Vincenzo Trapani portieri

DIREZIONE ARTISTICA Maria Pia Lenglet segreteria Deborah Boga, Filippo Barrale, Rosa Scuderi archivio musicale Simone Piraino arrangiatore e assistente Kids Orchestra e referente per l’organizzazione dell’archivio musicale

Direzione Programmazione Vincenzo Vitale monitoraggio e verifica del budget della produzione artistica Maria Pia Di Mattei segreteria

DIREZIONE ALLESTIMENTI SCENICI Giuseppe Cangemi assistente direttore allestimenti scenici Patrizia Sansica, Rosalba Di Maggio segreteria Maurizio Costanza vice caporeparto della Movimentazione scene, costumi e attrezzeria

Reparto Sartoria

Marja Hoffmann Direttore della sartoria Nino Pollari caporeparto Anna Maria Chiarelli, Anna Maria D’Agostino, Anna Maria Di Carlo, Vincenza Scalisi,

Stefano Sciortino, Antonina Tantillo, Felicia Uccello sarti MariaRuffinosegreteria

Reparto Trucco e Parrucco Monica Amato, Ileana Zarbo vice caporeparto Maria Cusimano, Maria Di Fiore, Rosalia Dragotto, Maria Lucchese, Francesca Maniscalco, Teresa Romano trucco e parrucco

Reparto Macchinisti di palcoscenico Sebastiano Demma caporeparto Carlo Gulotta, Alfonso La Rosa vice caporeparto Vincenzo Brasile, Vincenzo Vella caposquadra Giuseppe Buscemi, Massimiliano Cannova, Vincenzo Fricano, Giuseppe Messina, Vincenzo Pisano, Bartolomeo Tusa macchinisti Riccardo Onofrio Cuccia°, Alessandro De Santis°, Claudio La Fata°, Alessandro La Spadola°, Calogero Magliocco°, Marco Medulla°, Salvatore Melarosa°, Marinella Muratore°, Massimiliano Pipi°, Domenico Previte°, Giacomo Sciuto° aiuto macchinisti

Reparto Elettricisti Salvatore Spataro caporeparto Pietro La Monica, Francesco Randazzo vice caporeparto Michele Bisconti, Giuseppe Morreale, Rosario Principe cabinisti Gioacchino Piazza, Vincenzo Rizzo, Leonardo Librizzi, Vincenzo Traina caposquadra elettricisti Giovanni Bruno, Antonio Giunta, Biagio Ignoffo, Danilo Iraci elettricisti Salvatore Cangemi°, Pietro Carelli°, Orazio Li Vigni°, Giovanni Raia°, Davide Riili°, Giovanni Romano° aiuto elettricisti

Reparto Audiovisivi Santo Benigno vice caporeparto Giuseppe Uccello audiovisivo Manfredi Clemente°, Samuele Mollisi° aiuto audiovisivo

Reparto Attrezzisti di palcoscenico Giuseppe Pizzurro caporeparto Alfredo Arnò vice caporeparto Gino Amato attrezzista

Reparto Scenografia Christian Lanni caporeparto Raffaele Ajovalasit vice caporeparto Maria Abbate, Cinzia Carollo, Vitalba D’Agostino, Alessandra La Barbera, Maria Passavia scenografi Vincenzo Gorgone tappezziere

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Reparto Macchinisti costruzioni Giuseppe Ventura caporeparto Giacomo Romano caposquadra Sebastiano Bruccoleri, Davide Curcio, Michelangelo Li Gammari, Giuseppe Salvato macchinisti costruttori

Reparto Attrezzisti costruttori Roberto Lo Sciuto caporeparto Stefano Canzoneri vice caporeparto Salvatore Vescovo caposquadra Carmelo Chiappara, Giorgio Chiappara attrezzisti costruttori

° a tempo determinato

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L’introduzione all’opera è una rubrica realizzata in collaborazione con la Sezione Musica del Dipar-timento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo; gli autori, coordinati dalla docente Anna Tedesco, sono studenti del Corso di laurea magistrale in Musicologia e del Dottorato di ricerca in Musica e Spettacolo, curriculum Storia e analisi delle culture musicali.Giuseppe Migliore è laureando del Corso di laurea magistrale in Musicologia.Saverio Lamacchia è Ricercatore nell’Università di Udine. Si occupa di drammaturgia musicale del Sette-Ottocento. Alle opere di Rossini ha dedicato due monografie: Zelmira (Pesaro, Fondazione Ros-sini, 2006) e Il vero Figaro o sia il falso factotum: riesame del “Barbiere” di Rossini (Torino, EDT, 2008), tradotto in tedesco (Leipzig, Leipziger Universitätsverlag, 2009).Marco Beghelli, professore associato di Filologia musicale e di Forme della poesia per musica, poi di Drammaturgia musicale, nell’Università di Bologna. È membro del comitato editoriale di “Works of Gioachino Rossini”, Bärenreiter. Tra le maggiori pubblicazioni La retorica del rituale nel melodramma ottocentesco (Parma, Istituto nazionale di Studi verdiani, 2003) ed Ermafrodite armoniche: il contral-to nell’Ottocento, con Raffaele Talmelli (Varese, Zecchini, 2011).Alberto Mattioli è un giornalista della Stampa, dove è stato redattore alla Cultura, caposervizio agli Spettacoli e corrispondente da Parigi. Esperto d’opera, collabora con Classic Voice, Avant-Scène Opéra e numerosi teatri italiani e stranieri. Ha scritto tre libri e due libretti d’opera.

Le fotografie alle pagine 8-9, 10-11, 12, 21,22-23, 24, 29, 33, 34, 41, 44, 49, 50, 60-61, 62-63, 64, 124, 125-126, 127, 133, 137, 147, 148, 191 sono di Rosellina Garbo.Le fotografie alle pagine 138, 141, 142, 144 sono di Lillofoto.

Per la pubblicitàUfficio Marketing del Teatro Massimo, piazza G. Verdi, Palermo (tel. 0916053213) [email protected]

Programma di sala a cura di Angela Fodale [email protected] ringrazia Deborah Boga, Valentina Cardaci, Silvana Danzè, Filippo D’Arpa e Simone Piraino.Grafica e impaginazione: Luca OrlandoStampa: Seristampa (Palermo)

La Fondazione Teatro Massimo è disponibile a regolare eventuali pendenze con gli aventi diritto che non sia stato possibile contattare.

I S B N : 9 7 8 - 8 8 - 9 8 3 8 9 - 6 6 - 7

N O T E S U I C O L L A B O R AT O R I

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Un grazie a:

Artficialla startup che racconterà per simboli tridimensionali

le opere della stagione 2018Alongi

Angolo Ottico Arrediamo Insieme storie&magie

Baffo’s Gentlemen Club Biggi

Bisso BistrotBroadway Libreria dello Spettacolo

Casa E PutiaDell’Oglio

Fecarotta AntichitàFlamant

FUD Bottega Sicula Galleria Caravello Giglio Boutique

iLove Concept Store Ke Palle

Leone Calzature e AccessoriLibreria Novecento

Libreria Modusvivendi Libreria Nike

LONGHO Design Concept Store Matranga

Palumbo & Gigante Passami ù Coppu

Pizzo & Pizzo Polo Store

Sacco Strumenti Musicali Scalia Bags

Siculamente Putia PalermoSpinnato

StoreUfficialePalermoCalcioTalamo Pianoforti

Vinodivino Enoteca Letteraria

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Associazione Amici del Teatro Massimo

Viale del Fante 70/b, Palermo fax 0916891158 martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 10 alle ore 12:30

Invito all’opera

Calendario delle conferenze di presentazione delle operea cura degli Amici del Teatro Massimo

STAGIONE 2018

Guillaume Tell 19 gennaio ore 17.00 Anna Tedesco

Don Chisciotte 16 febbraio Caterina RutaFra Diavolo 17 marzo Anselm GerhardI puritani 11 aprile Graziella SeminaraLe nozze di Figaro 16 maggio Lucio TufanoRapsodia satanicaCavalleria rusticana 6 giugno Dario Oliveri

L’elisir d’amore 14 giugno Marco Beghelli

Carolyn Carlson 19 settembre Roberto Giambrone e Marina Giordano

Rigoletto 10 ottobre Massimo Privitera

La mano felice Il castello del principe Barbablù

14 novembre Amalia Collisani

La bohème 12 dicembre Pietro Misuraca

Le conferenze sono a ingresso libero e si svolgono nella Sala Onu del Teatro Massimo alle ore 18,00, con ingresso da via Volturno

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Orchestra, Coro, Coro di voci bianche, Corpo di ballo e Tecnici del Teatro Massimo

Maestro del Coro Piero Monti Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo

23 / 31 GENNAIO Gioachino Rossini

GUILLAUME TELL in occasione dei 150 anni dalla morte di Rossini

Direttore Gabriele Ferro Regia Damiano Michieletto

20 / 25 FEBBRAIO Ludwig Minkus

DON CHISCIOTTE Direttore Aleksej Baklan Ripresa coreografica Lienz Chang

21 / 27 MARZO Daniel-François-Esprit Auber

FRA DIAVOLO Direttore Jonathan Stockhammer Regia Giorgio Barberio Corsetti

13 / 19 APRILE Vincenzo Bellini

I PURITANI Direttore Jader Bignamini Regia, scene e costumi Pierluigi Pier’Alli

28 APRILE / 5 MAGGIO Gentian Doda / Nacho Duato / Jiří Kylián

LA GRANDE DANZA: DODA, DUATO, KYLIAN Direttore Alessandro Cadario

18 / 26 MAGGIO Wolfgang Amadeus Mozart

LE NOZZE DI FIGARO Direttore Gabriele Ferro Regia Chiara Muti

8 / 23 GIUGNO Pietro Mascagni

RAPSODIA SATANICA CAVALLERIA RUSTICANA

Direttore Francesco Ivan Ciampa Regia Marina Bianchi

16 / 24 GIUGNO Gaetano Donizetti

L’ELISIR D’AMORE Direttore Min Chung Regia e scene Victor García Sierra

20 / 25 SETTEMBRE CAROLYN CARLSON Direttore Farhad G. Mahani Coreografie Carolyn Carlson

13 / 21 OTTOBRE Giuseppe Verdi

RIGOLETTO Direttore Stefano Ranzani Regia John Turturro

18 / 27 NOVEMBRE Arnold Schönberg

LA MANO FELICE Béla Bartók

IL CASTELLO DEL PRINCIPE BARBABLÙ Direttore Gregory Vajda Regia Ricci / Forte

13 / 23 DICEMBRE Giacomo Puccini

LA BOHÈME Direttore Daniel Oren Regia Mario Pontiggia

O P E R E E B A L L E T T I

S T A G I O N E

Biglietteria / dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.00Call center 091 84.86.000 / tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 teatromassimo.it

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Orchestra, Coro, Coro di voci bianche del Teatro Massimo e Massimo Kids Orchestra

Maestro del Coro Piero Monti Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo

8 FEBBRAIO Alexander Zemlinsky, Aleksandr Skrjabin

POEMI DELL’ESTASI Direttore Gabriele Ferro Soprano Twyla Robinson Baritono Albert Dohmen

11 FEBBRAIO ČAJKOVSKIJ Direttore Valentin Uryupin Violino Andrea Obiso

3 MARZO GERSHWIN / ELLINGTON Direttore e pianoforte Wayne Marshall

7 MARZO VERDI REQUIEM Direttore Zubin Mehta Soprano Maria Agresta Mezzosoprano Marianna Pizzolato Tenore Giorgio Berrugi Basso Oleg Tsybulko

14 MAGGIO Michelangelo Falvetti

IL DILUVIO UNIVERSALE Direttore Ignazio Maria Schifani Fratelli Mancuso Coro di voci bianche del Teatro Massimo Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori

21 MAGGIO SWING Direttore Domenico Riina Tromba Fabrizio Bosso Orchestra Jazz Siciliana - The Brass Group

30 MAGGIO Wolfgang Amadeus Mozart, Francesco Pennisi

THAMOS Direttore Gabriele Ferro

14 SETTEMBRE Ludwig van Beethoven, Alban Berg, Richard Strauss

ANGELI ED EROI Direttore Asher Fisch Violino Kolja Blacher

28 SETTEMBRE Wolfgang Amadeus Mozart

MESSA IN DO MINORE Direttore Fabio Biondi Soprano Desirée Rancatore Mezzosoprano Giuseppina Bridelli Tenore Jeremy Ovenden Basso Ugo Guagliardo

31 OTTOBRE MAHLER QUINTA Direttore Michele Mariotti

24 NOVEMBRE TAN DUN / SOLLIMA Direttore Tan Dun Violoncello Giovanni Sollima

2 DICEMBRE BRAHMS / CLEMENTI Direttore Gabriele Ferro Contralto Marianna Pizzolato

C O N C E R T I

S T A G I O N E

Biglietteria / dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.00Call center 091 84.86.000 / tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 teatromassimo.it

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Il Teatro Massimo è di tutti

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Contatta l’Ufficio Marketing della Fondazione Teatro Massimo:

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lunedì 22 gennaio GUILLAUME TELL venerdì 16 marzo FRA DIAVOLO martedi 10 aprile I PURITANI martedì 15 maggio LE NOZZE DI FIGARO martedì 5 giugno CAVALLERIA RUSTICANA martedì 9 ottobre RIGOLETTO venerdì 16 novembre IL CASTELLO DEL PRINCIPE BARBABLÙ mercoledì 5 dicembre LA BOHÈME

INGRESSO GRATUITO FINO A ESAURIMENTO

DEI POSTI DISPONIBILI

S a l a O n u o r e 1 8 . 0 0

R A C C O N T AB E AT R I C E M O N R O Ycon Ester e Mar ia Cucinot t i

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GIOVANIPER ILTEATROMASSIMOSiamo un gruppo di ragazzi talmente appassionati d’opera che crediamo possa piacere a tutti, soprattutto agli UNDER35.

Il nostro scopo è di creare un tramite fra i nostri coetanei e il teatro, organizzando eventi che coinvolgono migliaia di giovani e che fanno scoprire loro la magia della lirica, del balletto e della musica sinfonica.

Questa sarà una stagione ricca di appuntamenti dedicati ai nostri soci e anche per il 2018 il nostro obiettivo sarà quello di preparar l’avvenire.

Per tutte le informazioni:contattaci tramite la nostra pagina Facebookoppure scrivi una e-mail [email protected] un messaggio WhatsAppal numero 3314749409. Info e prenotazioni: tel 329 7260846 - 349 3612353

Biglietteria: 091 6053580 | teatromassimo.it

Costo di 1 laboratorio: 20 euro compresa la merenda / Abbonamento a 7 laboratori: 115 euro

28 gennaio GUILLAUME TELL ovvero “tutto cambia e il ciel s’abbella”

25 febbraio DON CHISCIOTTE ovvero “il fedele Ronzinante”

25 marzo FRA DIAVOLO ovvero “l’amore di Zerlina”

20 maggio LE NOZZE DI FIGARO ovvero “la folle giornata degli amori”

10 giugno CAVALLERIA RUSTICANA ovvero “Per amore... a duello!”

21 ottobre RIGOLETTO ovvero “Questa o quella pari NON son”

25 novembre IL CASTELLO DEL PRINCIPE BARBABLÙ ovvero “Judit e la porta proibita”

Mentre i nonni e i genitori in Sala Grande

si godono lo spettacolo, i bambini, in Sala degli Stemmi,

vivono l’opera in forma di gioco. I laboratori a cura di Libero Gioco

si rivolgono a bambini di età compresa tra i 4 e i 10 anni.

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