Stage2006-2007
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Il motivo della scelta di questo argomento è l’importanza che secondo noi hanno, e che stanno assumendo, il commercio Equo e Solidale e lo sviluppo sostenibile nel mondo contemporaneo. Approfondire questi argomenti ci sembra molto interessante ma soprattutto utile al fine di comprendere l’organizzazione e gli effetti di questi fenomeni. Inoltre crediamo che, in quanto appartenenti a uno dei paesi più industrializzati, abbiamo un dovere morale, ma anche pratico nei confronti dei paesi in via di sviluppo.
Il commercio Equo e Solidale
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Globalizzazione e forme alternative di consumo
La nostra è una società dei consumi
La società dei consumi cambia l’identità individuale (la persona viene identificata in base ai beni che possiede)
In passato l’identità sociale era costruita sulle capacità professionali e il tipo di lavoro che si svolgeva, oggi è basata sulla quantità e sulla qualità dei beni che l’individuo acquista
Il lavoro non garantisce più stabilità e quindi non garantisce più un’identità all’interno della società
Nell’epoca industriale l’uomo doveva essere soprattutto produttore, nelle società moderne deve essere consumatore
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Epoca dell’ iperconsumismo
Trasformazione della struttura del commercio
Supermercati Centri commerciali Mall Supermall
commercio on-line
La città si trasforma in oggetto di consumo
Consumo visuale: si consumano le immagini e i segni.
Se di massa, deteriora la città
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Il povero nella società del consumo che ruolo possiede?
Essere povero significa non avere la possibilità di vivere una vita normale con la persistente sensazione di essere rimasti in dietro provocando la perdita di autostima, sensi di colpa e vergogna
Globalizzazione e forme alternative di consumo
“ i poveri non appartengono a una cultura diversa da quella dei ricchi, essi devono vivere nello stesso modo che è stato creato a beneficio di chi possiede denaro. E la loro distanza dai ricchi aumenta con la crescita economica cosi come la loro povertà è aggravata dalla recessione e dalla stagnazione”
Bauman “ Lavoro, consumismo e nuove povertà”
La società attuale forma i propri membri al fine primario che essi svolgano il ruolo di consumatori. Ai propri membri la nostra società impone una norma: saper e voler consumare.
Il fatto che consumare prenda del tempo è in realtà la rovina della società dei consumi.
La soddisfazione del consumatore dovrebbe essere istantanea: in un duplice senso. I beni consumati dovrebbero soddisfare nell’immediato e la soddisfazione dovrebbe anche cessare immediatamente.
La necessaria riduzione del tempo viene ottenuta meglio se i consumatori non possono concentrare troppo a lungo la propria attenzione o i propri desideri su uno specifico oggetto.
La cultura della società dei consumi riguarda piuttosto il dimenticare che non l’imparare
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Nella società dei consumi si è sviluppato un grande apparato di pubblicità, televendite e promozioni per convincere la gente a consumare
Il rovescio della medaglia sono i rifiuti
Ogni persona produce mezza tonnellata di rifiuti domestici all’anno
Questo sistema materialista ci fa credere che il benessere consista esclusivamente nel possesso di oggetti. Più ne abbiamo, più dovremmo considerarci benestanti.
Origine nella rivoluzione industriale
La riduzione impone scelte di qualità e quantità. Se selezioniamo i prodotti in base alla qualità, ci rendiamo conto che molti vanno scartati perché dannosi. Altri invece vanno scartati perché sono inutili
Recupero del senso della sufficienza
La foga con cui compriamo ha indotto alcuni studiosi a pensare che per noi il consumismo ha la stessa funzione che il biberon ha per il bambino: serve a rassicurarsi e a compensare le nostre insoddisfazioni
Ridurre, riutilizzare, riparare, riciclare, rallentare
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Consumare con rispetto e cioè trattare bene gli oggetti affinché possano durare a lungo.
La società dei consumi ci ha abituati a buttare via le cose quando sono ancora utilizzabili solo perché non sono più di moda o perché non sono più all’avanguardia tecnologica
Un tempo la cultura del rispetto era molto radicata. Oggi non è facile riparare perché gli oggetti vengono costruiti per essere sostituiti
Quasi ogni materiale potrebbe essere riciclato e se oggi questa pratica è ancora poco sviluppata è solo per mancanza di volontà
Globalizzazione e forme alternative di consumo
I paesi industrializzati sanno che l’esaurirsi delle risorse e l’accumulo di inquinanti è il loro problema, ma finchè possono, nascondono la testa sotto la sabbia o cercano dei rimedi che sono peggiori dei mali
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Globalizzazione e forme alternative di consumo
La diffusa sensazione di ansia e incertezza nella quotidianità, segnala che qualcosa nell’idea di sviluppo che finora è prevalsa non ha funzionato.
La fiducia smisurata nelle capacità della scienza e della tecnologia di far progredire l’uomo e di renderlo padrone della natura e della propria vita si rivela sempre più come illusoria e pericolosa
Urgente è la ricerca di alternative credibili che abbiano al centro l’uomo e le sue esigenze, il rispetto per l’ambiente, la tensione alla giustizia sociale e alla redistribuzione dei beni
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Il termine sviluppo implica un fiducia smisurata nelle capacità della scienza e della tecnica di far progredire l’uomo e di renderlo padrone della natura e della propria vita. Gli individui, la società, l’economia sono naturalmente portati allo sviluppo, non all’arresto, alla stagnazione, alla diminuzione, al regresso al peggioramento.
Per sviluppo economico si intende una crescita elevata e prolungata del prodotto pro capite innescata dal progresso tecnologico, accompagnata da importanti trasformazioni strutturali, sociali e culturali e associata a un miglioramento nella distribuzione della ricchezza, nelle condizioni lavorative, nelle condizioni sanitarie e assistenziali della popolazione
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Il più importante indicatore del livello di sviluppo economico è considerato dalla maggior parte degli economisti il Prodotto Interno Lordo. Il PIL può essere considerato un indicatore valido per misurare le capacità produttive di un’economia, ma è assai meno significativo nel valutare il grado di benessere di una data popolazione; esso costituisce un indice “tecnico” ma non socioeconomico.
Proprio dalla insoddisfazione degli economisti ei riguardi degli indicatori come il PIL è sorta l’esigenza di costruire un indicatore composito al quale è stato dato il nome di indice dello sviluppo il quale tiene conto di tre fattori:
- livello di sanità
- livello di istruzione
- reddito
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Un paese è in condizione di sottosviluppo quando, malgrado la disponibilità potenziale di risorse e di tecnologie adeguate, non riesce a produrre un flusso di beni e servizi corrispondenti ai bisogni reali minimi e alle aspettative di progresso di popolazione
Differenza tra povertà e sottosviluppo
Sottosviluppo carenza di produzione e di ricchezza rispetto alle risorse disponibili
Globalizzazione e forme alternative di consumo
povertà: mancanza di risorse umane e naturali a disposizione
•Un paese può essere economicamente sottosviluppato senza essere “povero”. Può anzi avvenire che sia un tempo “naturalmente ricco” ed “economicamente sottosviluppato”. Si ha uno stato di povertà soltanto se risulta che un paese sia privo o particolarmente carente di risorse.
• un paese è comunque sottosviluppato quando, pur possedendo abbondanti risorse, queste vengono utilizzate solo parzialmente, oppure sfruttate con metodi tradizionali e inadeguati ad assicurare un suficente flusso di ricchezza
Globalizzazione e forme alternative di consumo
cause naturali: in taluni casi l’arretratezza economica è il risultato di precarie condizioni naturali
l’eccesso di popolazione Un paese non riesce ad affrancarsi dalla propria condizione di arretratezza perché la sua popolazione è permanente in eccesso rispetto alle risorse disponibili
il colonialismo la dominazione di estese aree dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina da parte di poche potenze occidentali ha provocato un clima di degradazione socio economica oltre che ambientale in molti paesi.
Globalizzazione e forme alternative di consumo
denutrizione: La denutrizione comporta soprattutto la carenza di vitamine e di proteine con risultato che i bambini risultano assai più esposti alle malattie infettive e parassitarie
lavoro minorile: nelle zone di sottosviluppo i bambini vengono adibiti a numerose occupazioni.
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Si definisce sostenibile la gestione di una risorsa il cui sfruttamento non superi un determinato limite, tenuto conto della sua capacità di riproduzione
Il tema della sostenibilità è quindi riferito alle risorse rinnovabili come possono esserlo gli animali e le piante; le risorse non rinnovabili come quelle minerarie vengono in genere dette esauribili
Lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Essa implica la necessità che tutti i diversi fattori concorrono a dare sostenibilità allo sviluppo cioè non soltanto il capitale umano e il capitale tecnico ma anche il capitale ambientale ha un suo rilevante ruolo nel processo evolutivo di ogni sistema economico
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Tanto i paesi industrializzati e altamente sviluppati quanto i paesi in via di sviluppo e quelli a economia fortemente arretrata sono accomunati da un unico destino.
La tradizionale concezione dello sviluppo sembra non essere in grado di assicurare né un’estensione dello sviluppo né una sostenibilità di tale sviluppo in una prospettiva di medio-lungo periodo. Al contrario vi sono serie ragioni per ritenere che le disuguaglianze sociali ed economiche tra aree e paesi diversi del pianeta si accentueranno e inoltre a esse si sommerà il rapido deterioramento dell’ecosistema
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo che non compromette la possibilità delle future generazioni di perdurare nello sviluppo preservando la qualità del patrimonio e delle risorse naturali. L’obiettivo è di mantenere uno sviluppo economico compatibile con l’equità sociale e gli ecosistemi, operante quindi in regime di equilibrio ambientale
Nel 1991 Hermann Daly ricondusse lo sviluppo sostenibile a tre condizioni generali concernenti l’uso delle risorse naturali da parte dell’uomo:
il tasso di utilizzazione delle risorse rinnovabili non deve essere superiore al loro tasso di rigenerazione
l’immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell’ambiente non deve superare la capacità di carico dell’ambiente stesso
lo stock di risorse rinnovabili deve restare costante nel tempo
Globalizzazione e forme alternative di consumo
In tale definizione,viene introdotto un concetto di “equilibrio” auspicabile tra uomo e natura
La sostenibilità pura e semplice può diventare il pretesto per ingiustizie.
Ecco perché bisogna parlare di sostenibilità dell’equità.
Solo se sapremo costruire un’economia capace di rispettare gli equilibri del pianeta e nel contempo garantire a tutti una vita dignitosa, potremmo parlare di vero progresso umano. L’impresa è possibile, ma va comunque ridimensionato il ruolo del mercato
Nel 2001 l’UNESCO ha ampliato il concetto di sviluppo sostenibile indicando che “la diversità culturale è necessaria per l’umanità quanto la biodiversità per la natura (…) la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale” (Art 1 and 3,Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale,UNESCO, 2001) in questa visione , la diversità culturale diventa il quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, accanto al tradizionale equilibrio delle tre E: ecologia, equità, economia
Globalizzazione e forme alternative di consumo
È stato creato e sottoscritto nel 1997 un accordo internazionale noto come protocollo di Kyoto, con il quale 118 nazioni del mondo si sono impiegati a ridurre le emissioni di gas serra per rimediare ai cambiamenti climatici in atto. Grandi assenti furono gli Stati Uniti, i primi produttori di gas serra nel mondo. Per raggiungere questo obbiettivo si lavora su due vie:
il risparmio energetico
Lo sviluppo delle fonti alternative di energia invece
del consumo massiccio di combustibili fossili
“ Alcuni paesi non appoggiano il Protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni climalteranti proprio perché non vogliono rinunciare al loro modello di vita “super-consumistico”: un modo per invertire la rotta sarebbe invece imparare a riutilizzare molte delle risorse che usiamo e gettiamo via”
Premio Nobel per la pace nel 2004 Wangari Maathai
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Definizione
Obiettivi del commercio equo e solidale
Etica e morale
Criteri adottati dalle organizzazioni di commercio equo e solidale
Produttori, esportatori ed importatori
Regole
Prodotti
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Il commercio equo e solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale. È una relazione paritaria fra tutti i suoi oggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: produttori, lavoratori, Botteghe del Mondo, importatori e consumatori.
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Il Commercio Equo e Solidale vuole riequilibrare i rapporti con i paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l’accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati
Garantisce, infatti, ai produttori un giusto guadagno e condizioni di lavoro dignitose. Elimina le intermediazioni speculative e sostiene, con il prefinanziamento progetti di autosviluppo.
Il Commercio Equo e Solidale propone una nuova visione dell’economia e del mondo, attenta agli interessi di tutti
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Garantire condizioni di lavoro che rispettino i diritti dei lavoratori sanciti dalle convenzioni OIL
Pagare un prezzo equo che garantisca a tutte le organizzazioni un giusto guadagno
Adottare strutture organizzative democratiche e trasparenti
Privilegiare progetti che promuovono il miglioramento della condizione delle categorie più deboli
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Garantire ai lavoratori una giusta retribuzione per il lavoro svolto assicurando pari opportunità lavorative e salariali senza distinzioni di sesso, età, condizione sociale, religione, convinzione politica
Non ricorrere al lavoro minorile
Garantire relazioni commerciali libere e trasparenti
Garantire trasparenza nella gestione economica, con particolare attenzioni alle retribuzioni
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Migliorare le condizioni di vita dei produttori aumentando l’accesso al mercato
Promuovere opportunità di sviluppo per produttori svantaggiati
Proteggere i diritti umani promuovendo giustizia sociale, sostenibilità ambientale, sicurezza economica
Favorire l’incontro fra consumatori critici e produttori dei paesi economicamente meno sviluppati
Promuove un uso equo e sostenibile delle risorse ambientali
Globalizzazione e forme alternative di consumo
I produttori sono organizzazioni di produzione e commercializzazione di artigianato ed alimentari che condividono gi obiettivi del Commercio Equo e Solidale.
I produttori devono:
perseguire logiche di autosviluppo e di autonomia delle popolazioni locali.
evitare una dipendenza economica verso l’esportazione, a scapito della produzione per il mercato locale
Favorire l’uso do materie prime locali
Garantire la qualità del prodotto
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Gli esportatori sono organizzazioni che acquistano dai produttori, essi condividono gli obiettivi del Commercio Equo e Solidale e rispettano i seguenti criteri:
assicurarsi che i principi del Commercio Equo e Solidale siano conosciuti dai produttori e lavorare con questi per applicarli
fornire supporto alle organizzazioni di produzione
Dare ai produttori il prefinanziamento della merce o altre forme di credito equo e microcredito
Fornire informazioni sui prodotti e sui prezzi pagati ai produttori
Garantire rapporti di continuità con i produttori
Gli importatori sono:
-Italia
- Austria
- Germania
- Francia
- Svizzera
- Spagna
-Inghilterra
-Olanda
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Divieto del lavoro minorile
Impiego di materie prime rinnovabili
Cooperazione tra produttori
Sostegno della propria comunità
Creazione, laddove possibile, di un mercato interno dei beni prodotti
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Caffè
Tè
Zucchero
Cacao
Miele
Infusi
Frutta Secca
Spezie
Prodotti trasformati (es. Biscotti)
Il commercio alternativo utilizza una politica “di poche parole, di molta concretezza e lavoro, di rispetto della libertà altrui, culturalmente e praticamente antimonopolista, di sperimentazione, di ricerca di coinvolgimento e spinta al cambiamento di noi stessi e della valorizzazione del contributo, anche quando piccolo e parziale, degli altri, di chiunque voglia e possa far fare passi in avanti verso un mondo migliore.”
Il commercio equo e solidale promuove La lotta allo sfruttamento del lavoro minorile
Questo progetto sostiene le attività dei produttori locali, commercio equo , microcredito e promozione del turismo in Sri Lanka
Il progetto riguarda:
• la sensibilizzazione e la informazione dei cittadini sul tema del lavoro minorile
•La produzione e la commercializzazione di palloni per diversi sport prodotti in Pakistan e certificati Fairtrade
•L’appoggio alle azioni di miglioramento delle condizioni dei lavori che i sindacati locali stanno realizzando
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Via Darsena 176/a 44100 Ferrara
Il commercio Equo e Solidale
Storia del commercio alternativo:
• 1979 Ferrara Terzo Mondo- Gruppo mani tese
•1987 prima importazione di caffè dall’Ecuador
• 1989 apertura del primo negozio Ferrara Terzo Mondo (FTM)
• 1992 nasce la federazione Commercio Alternativo
Il Commercio Alternativo è una cooperativa senza fini di lucro dell’area no profit che dal 1992, anno della sua fondazione, opera nell’ambito del commercio equo e solidale, importando e distribuendo, senza intermediari, prodotti alimentari ed artigianali provenienti dai Paesi del Sud del Mondo
Il commercio Equo e Solidale
Garantisce ai produttori prezzi equi decisi da loro stessi
Le relazioni fra le persone devono essere pacifiche, solidali, mutuamente arricchenti, basate sulla giustizia e sull’equità
Il commercio è una relazione “chiave” fra le persone soprattutto nel forte contesto di globalizzazione delle società attuali
La Soc. Commercio Alternativo opera con successo nel settore del Commercio Equo e Solidale, condividendone valori, obiettivi, pratiche, essendone attore fondamentale e protagonista attivo
Il commercio Equo e Solidale
ESEMPIO Prezzo di vendita al consumatore: 4,34
0,72 euro IVA
1 euro al produttore
0,20 euro trasporto
0,05 prefinanziamento
1,63 margine BdM
0,17 euro trasporto
interno
Il commercio Equo e Solidale
I produttori sono contadini del sud del mondo che non hanno possibilità di accesso al mondo del mercato tradizionale
Gli importatori acquistano i prodotti direttamente dai produttori
Le botteghe del mondo oltre a vendere i prodotti del CEeS propongono iniziative che vanno nela direzione di un modello di sviluppo più giusto, umano e sostenibile
I consumatori condizionano le scelte delle aziende e quindi il commercio mondiale. Per fortuna l’eticità sta diventando sempre più un motivo nella scelta del prodotto
Assemblea dei soci DIREZIONE
Amministrazione
5 persone
Grafica - Comunicazione
3 persone
Logistica e Show Room
11 persone
Acquisti Food e Controllo
Qualità Nuovi prodotti
4 persone
Acquisti Esteri Food e
ArtigianatoProgetti
5 persone
Commerciale6 persone in sede
6 resp.li territoriali
Il commercio Equo e Solidale
Il commercio Equo e Solidale
Il Commercio Alternativo aderisce alle seguenti organizzazioni di “accreditamento”
IFAT International
Fair Trade Association
FLO Fairtrade Labelling Organization
TRANSFARIR
AGICES Associazione Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale
• Nata nel 1989.E’ composta da oltre 200 membri di 55 paesi diversiI membri sono organizzazioni di produttori e ATO’S
• Certifica l’organizzazione
• il nuovo marchio
• Autovalutazione• Controllo
reciproco• Verifica esterna
• Riunisce 16 marchi (Transfair, Max Havelaar)
• Certificazione reale• Garantisce prezzi minimi di acquisto• “Più commerciale”
Il commercio Equo e Solidale
AFRICA:Benin, Burkina Faso, Camerun, Costa D’Avorio, Egitto, Etiopia, Ghana, Guinea Bissau, Kenya, Madagascar, Marocco, Mauritius, Mozambico, RD Congo, Rwanda, Sud Africa, Senegal, Tanzania, Uganda, Zambia, Zimbabwe
ASIA:Bangladesh, Cina, Filippine, India, Indonesia, Nepal, Pakistan, Palestina, Pakistan, Sri Lanka, Thailandia, Uzbekistan, Vietnam
AMERICA LATINA:Argentina, Bolivia, Brasile, Chile, Colombia, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Paraguay, Perù, Uruguau,Venezuela,.
EUROPA:Croazia, Romania., Albania, Germania, Italia
RAPPORTI DIRETTI CONpiù di 40 PAESI più di 150 GRUPPI DI PRODUTTORI
Il commercio Equo e Solidale
Progetto Tsunami ( Sri Lanka)
Progetto micro- Interventi Di water supply ( Burkina Faso)
Progetto Europa Africa ( Italia, Africa)
La via dell’oro (Bosnia Herzegovina)
cooperative agricole di donne nel distretto di Ramallah (Palestina)
tutela dei minori nelle produzioni di palloni da calcio ( Pakistan)
Il commercio Equo e Solidale
Un bazar con capi di abbigliamento e accessori usati selezionati per bambino, uomo e donna.
Vasto assortimento di pezzi unici di artigianato provenirnti dal sud nel Mondo: batik strumenti musicali, cesteria, oggettistica per la casa ecc…
Prodotti alimentari del commercio equo e solidale come caffè, the, tisane, cioccolato, marmellate ecc…
gestito da volontari
Il commercio Equo e Solidale
Il centro di documentazione Alexander Langher è stata fondata dall’Associazione Gruppo Ferrara Terzo Mondo nel 1985.
Nel 2000 il Centro si è arricchito della collaborazione dell’Associazione di Volontariato Legambiente allargando la propria dotazione di libri e riviste
Il centro dispone di un emeroteca con oltre 300 riviste italiane ed estere, di una videoteca con più di 200 titoli e di una biblioteca con oltre 3000 volumi e dispense che trattano di:
tematiche ambientali
commercio equo e solidale
educazione e dialogo tra culture
Finanza etica
politica internazionale
Ecc…
Del 1992 è entrata a far parte del centro la Cooperativa Commercio Alternativo e dal 2004 anche il Movimento Nonviolento
Il commercio Equo e Solidale
Nuova- Mente è una cooperativa Sociale di tipo B, ovvero di inserimento lavorativo per persone svantaggiate così come definita dalla Legge 381/91
il principale settore d’impiego è quello della piccola ristorazione attraverso la gestione del Bar Delizia Del Parco e del Bar della Piscina all’interno del Parco Urbano G. Bassani di Ferrara
Progetto “RiCicletta” con il quale sono stati attivati percorsi di professionalizzazione sul tema della bicicletta finalizzati all’apertura di un’officina per la riparazione, il deposito e il noleggio di cicli incentivando azioni ecologiche
progetto Café de la paix
Il commercio Equo e Solidale
Al café de la paix è possibile degustare caffè, tisane, bevande, cibi, cultura della nostra tradizione e del mondo intero, con un’attenzione particolare ai prodotti equosolidali, tipici ferraresi, naturali, biologici, ma soprattutto di qualità. Sono privilegiati i prodotti del commercio equo e solidale dell’agricoltura biologica e i prodotti tipici dei nostri luoghi perché crediamo in un’economia al servizio dell’uomo.
… pensiamo che ogni prodotto abbia una storia che va al di là delle caratteristiche organolettiche o dal prezzo …
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individualee di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionalee internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che traealimento dallo spirito di violenza.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:1. l'opposizione integrale alla guerra;2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,l'oppressione politica 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale
Il commercio Equo e Solidale
Centro Commerciale Ipercoop IL CASTELLO, All’interno del Progetto”Sulle strade dell’incontro partecipazione a:Insieme con gusto, corso di cucna etnica- ricette dal Marocco.
Cinema S. Spirito partecipazione alla rassegna stampa di Cinema africano “il Pane nudo” di Rachid Benhadj
Il commercio Equo e Solidale
Ilaria Ghelfi: tutor
Claudio Bertoni: presidente cooperativa Commercio Alternativo
Luca Andreoli: ex presidente della cooperativa Ferrara Terzo Mondo fondatore commercio Equo e Solidale Ferrara
Alessandra Ferrarini: responsabile ufficio commerciale commercio alternativo
Eva Occhiali: resposabile ufficio esteri
Barbara Carlini: responsabile showroom
Enrico Bratti: responsabile magazzino commercio alternativo
Simone Paltrinieri: responsabile progetti (commercio alternativo, FTM)
…Lo stage “il Commercio Equo e Solidale” è stato coinvolgente in quanto ho imparato molo sia dal punto di vi sta economico sia dal punto di vista umanistico. ..
…È stato uno stage molto variegato, ogni giorno eravamo in sedi differenti e abbiamo incontrato molte figure professionali operanti in settori diversi…
… Complessivamente lo stage è stato variegato ed ho compreso in maniera più approfondita la complessità che sta dietro ad ogni settore e la globalità di ogni minimo particolare …
Elena Cavallari
Zygmunt Bauman, Lavoro, consumismo e nuove povertà, Lavoro, consumismo e nuove povertà, Città Aperta Edizioni, Torino 2004
Zygmunt Bauman, Dentro la globalizzazione,Dentro la globalizzazione, Laterza, Bari 1999
Serena Viccari Haddock, La città contemporaneaLa città contemporanea,
Il Mulino, Bologna 2004
Francesco Gesualdi, Sobrietà,Sobrietà, Feltrinelli, Milano 2005
Tittarelli e Cardilli, Scienze Sociali: il diritto e l’economia,Scienze Sociali: il diritto e l’economia,
Tramontana, Milano 2004
Rivista “equosolidale” n.1 gennaio/febbraio
Globalizzazione e forme alternative di consumo
Globalizzazione e forme alternative di consumo
www.commercioalternativo.it
www.Commercioequo.org
www.lamiaspesaperlapace.it
www.utopie.it
www.wikipedia.org
www.lanuovaecologia.it