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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE e AMBIENTALE Sezione Geotecnica Stabilità dei pendii in condizioni sismiche Prof. Ing. Claudia Madiai La letteratura geotecnica è ricca di notizie di frane in pendii naturali e artificiali avvenute in tempi lontani e recenti in MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Terremoti e frane prof. ing. Claudia Madiai Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica naturali e artificiali avvenute in tempi lontani e recenti in occasione di terremoti Dall’osservazione dei fenomeni franosi sismo-indotti è stato rilevato che il rapporto causa-effetto è molto complesso: deboli terremoti possono scatenare frane imponenti terremoti forti possono non attivare movimenti di pendii in condizioni di stabilità precarie Soprattutto le osservazioni più numerose ed attente effettuate negli ultimi 30 anni hanno permesso di: evidenziare che il rapporto causa-effetto dipende dalla combinazione di molti fattori identificare i principali fenomeni fisici e parametri chiave 2

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    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZEDIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE e AMBIENTALE Sezione Geotecnica

    Stabilità dei pendii in condizioni sismichep

    Prof. Ing. Claudia Madiai

    La letteratura geotecnica è ricca di notizie di frane in pendii naturali e artificiali avvenute in tempi lontani e recenti in

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Terremoti e frane

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    naturali e artificiali avvenute in tempi lontani e recenti in occasione di terremoti

    Dall’osservazione dei fenomeni franosi sismo-indotti è stato rilevato che il rapporto causa-effetto è molto complesso: deboli terremoti possono scatenare frane imponenti terremoti forti possono non attivare movimenti di pendii in

    condizioni di stabilità precarie Soprattutto le osservazioni più numerose ed attente effettuate

    negli ultimi 30 anni hanno permesso di: evidenziare che il rapporto causa-effetto dipende dalla

    combinazione di molti fattori identificare i principali fenomeni fisici e parametri chiave

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    Le manifestazioni osservate sono molto varie:

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Terremoti e frane

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    crolli distacchi parziali rotture generalizzate collassi istantanei movimenti ritardati, più o meno lenti

    I materiali coinvolti sono i più diversi: I materiali coinvolti sono i più diversi: rocce lapidee, rocce tenere alterate terreni granulari, argille

    33

    Crollo di una parete rocciosa durante il terremoto di Lisbona 1755

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Terremoti e frane

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    durante il terremoto di Lisbona, 1755

    Trodi - Calabria meridionale, 178344

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    Terranova - Calabria meridionale, 1783

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Terremoti e frane

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    Anchorage - Alaska, 196455

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Terremoti e frane

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    Loma Prieta – California, 198966

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    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Terremoti e frane

    S. Francisco, 1906

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    77

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Terremoti e frane

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    Diga di Pacoima - California, 197188

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    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Terremoti e frane

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    Northridge - California, 1994

    99

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Terremoti e frane

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    Kobe - Japan, 1995

    1010

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    Northridge - California, 1994MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI

    Terremoti e frane

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    1111

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI

    Terremoti e frane

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    Niigata - Japan, 2004

    1212

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    Frana circolare sismoindotta

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Terremoti e frane

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    dopo gli eventi del 1783…

    Frana circolare sismoindottaosservata in Calabria

    ... e oggi

    1313

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI

    Il i t i è il t d

    Calitri - Irpinia, 1980

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    Il movimento si è sviluppato ad una distanza epicentrale di circa 17km dopo 3-4 ore dall’evento principale(MW = 6.9, profondità ipocentrale D 20 km, d 50s) e si è arrestato nelle 24h successive

    1414

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    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI

    Movimento esteso (L750 m prof 100m) e

    Calitri - Irpinia, 1980

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    Movimento esteso (L750 m, prof.100m) e complesso (movimento principale profondo + movimenti secondari profondi e superficiali + diverse colate) in materiali argillitici, fortemente sovraconsolidati, fessurati e dilatanti

    1515

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Alaska, 1964: i maggiori danni all’ambiente fisico derivarono da diffusi fenomeni franosi, talora molto estesi di cui restano ancora tracce. La frana di Turnagain Heightsfu particolarmente spettacolare, con fronte di 2.5 km, formazione di graben e spostamenti orizzontali di blocchi di terreno fino a 600m

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    Il sottosuolo è costituito da terreni argillosi con morfologia quasi piana.Il collasso fu attribuito alla liquefazione di alcune lenti sabbia e alla caduta di resistenza di argille sensitive (quickclays) favorita dalla lunga durata del terremoto (4min!). Il cinematismo fuattribuito al moto asincrono dei blocchi di argilla e al meccanismo di rottura retrogressiva 1616

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    S. Fernando - California 1971: collasso per liquefazione di sabbie sature della sponda di monte della diga in seguito ad un sisma di magnitudo 6.6 e durata significativa di circa 10s

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI

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    Il serbatoio, fortunatamente non era completamente invasato.Poteva essere il più grande disastro naturale nella storia degli USA, perché a valle della diga vivevano circa 80.000 persone

    1717

    Frana di Nikawa

    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI movimenti franosi identificati mediante foto interpretazione

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    Il cinematismo ricostruito indica lo scorrimento lungo una superficie prossima al pelo libero della falda (combinazione più sfavorevole tra

    Frana di Nikawa

    fattori predisponenti e scatenanti)

    affioramento d’acqua

    (m)

    G.W.T.: ground water table(m)

    1818

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    MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI Terremoto del Salvador, 2001

    Frana di Las Colinas (Santa Tecla)

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    Colata rapida di ceneri vulcaniche (tephra), probabilmente per un meccanismo di liquefazione favorito dalla presenza di strati poco permeabili di paleosuolo e da fenomeni di amplificazione delle accelerazioni (>0.6g!) dovuti ad effetti topografici e all'elevato rapporto di impedenza tra substrato e coltre superficiale

    1919

    OGGETTO DELLE ANALISI

    Obiettivo dell’analisi Geometria Stratigrafia Proprietà geotecnicheCondizioni idrauliche

    Pendio Valutazione effetti del sisma sul pendio (frana attiva, quiescente o Complesse, spesso solo parzialmente note

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    Pendio artificiale

    Progetto o verifica sismica del manufatto in terra (diga, argine, rilevato)

    Generalmente semplici e note e/o scelte dal progettista

    naturale di primo distacco) e su eventuali manufatti

    Complesse, spesso solo parzialmente note

    Fronte di scavo

    Verifica o scelta della geometria per assicurare stabilità adeguata in condizioni sismiche

    Semplice e nota e/o scelta dal

    Complesse, spesso solo parzialmente note

    Problemi applicativi diversi a causa di:- natura e origine dei terreni- storia tensionale e deformativa- condizioni idrauliche

    pendio naturale rilevato

    in condizioni sismiche progettista

    fronte di scavo

    2020

  • 11

    Statica Varnes (1978) Sismica

    Keefer & Wilson (1989)

    CLASSIFICAZIONE CINEMATICA DELLE FRANE

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    Cat. II

    Crolli Ribaltamenti

    Cat. I

    Espansioni lateraliColate

    Scorrimenti traslazionali Scorrimenti rotazionali

    Cat. III

    2121

    CLASSIFICAZIONE CINEMATICA (Keefer e Wilson, 1989)

    I. crolli e ribaltamenti (con disgregazione della massa in frana):- in pendii acclivi movimento

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    - in pendii acclivi, movimento veloce, spesso superficiale

    II. scorrimenti (senza disgregazione della massa in frana):-sia in roccia che in terreni sciolti;

    -anche colate lente (in pendii da moderatamentependii da moderatamente acclivi ad acclivi)

    III. espansioni laterali e colate rapide (‘fluidificazione’ del terreno)- movimenti rapidi in pendii da poco a moderatamente acclivi

    2222

  • 12

    Dalle osservazioni sui movimenti franosi sismo-indotti si è visto che: magnitudo e raggio dell’area interessata da frane sono correlati le correlazioni sono diverse per i diversi tipi di movimenti i movimenti franosi più frequenti sono i crolli di roccia

    TERREMOTI E FRANE

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    i movimenti franosi più frequenti sono i crolli di roccia

    Analisi statistica di Keefer & Wilson su 40 terremoti storici + terremoti statunitensi dal1958 al 1977 (M = 5.2 – 8.7)

    Frane rare anche in zona epicentrale se:

    M < 4 per la I categoria

    M < 4.5 per la II categoria

    M < 5 per la III categoria

    2323

    È stato osservato inoltre che : i cinematismi e le fenomenologie sono in generale diversi rispetto ai

    movimenti in condizioni statiche

    TERREMOTI E FRANE

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    movimenti in condizioni statiche in molti casi i movimenti sono ritardati rispetto all’evento sismico il comportamento di un pendio durante l’evento sismico e per un

    periodo successivo all’evento stesso è strettamente legato alla natura del terreno e alle condizioni esistenti prima del terremoto

    le analisi di stabilità di un pendio in zona sismica devono sempre essere effettuate con riferimento alle tre condizioni:

    PERTANTO

    essere effettuate con riferimento alle tre condizioni:

    a) PRIMA del terremoto: condizioni staticheb) DURANTE il terremoto: condizioni dinamichec) DOPO il terremoto: condizioni statiche, con resistenza al taglio

    eventualmente modificata per effetto residuo del carico ciclico

    2424

  • 13

    CARATTERISTICHE DEL PENDIO: caratteristiche morfologiche geologiche e strutturali

    FATTORI CHE INFLUENZANO LA STABILITÀ DIUN PENDIO DURANTE UN TERREMOTO

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    caratteristiche morfologiche, geologiche e strutturali proprietà fisiche e parametri meccanici dei terreni, in condizioni

    statiche, dinamiche e cicliche regime delle pressioni interstiziali

    CONDIZIONI CONTINGENTI: entità e posizione di eventuali carichi esterni uso del suolo difi h ll f l i di i i t i / t l modifiche alla morfologia di origine antropica e/o naturale condizioni climatiche

    CARATTERISTICHE DEL TERREMOTO: forma, ampiezza, durata e contenuto in frequenza del moto

    sismico

    2525

    STUDI, INDAGINI E DATI NECESSARI ALLA VERIFICA DI STABILITÀ DI UN PENDIO IN CONDIZIONI SISMICHE

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    acquisizione e analisi di dati esistenti

    rilievi topografici, indagini geologiche

    prove geotecniche in sito e di laboratorio

    monitoraggio delle pressioni interstiziali

    individuazione e controllo di eventuali movimenti preesistenti

    definizione delle condizioni ambientali e di carico

    identificazione dell’azione sismica di progetto

    2626

  • 14

    tI

    Sommitàa(t)

    effetti litostratigrafici

    MODIFICAZIONI DEL MOTO SISMICO DALLA BASE ALLA SOMMITÀ DI UN PENDIO

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    Base

    II

    IV

    t

    t

    t

    t

    III

    amaxSommità

    effetti topograficiSommità

    ANDAMENTO DELLE ACCELERAZIONI ALL’INTERNO DEL PENDIO+

    agBasezone di concentrazione di

    energia

    direzione (sub)verticale delle onde in arrivo alla base

    Base

    verticalizzazione del cammino di propagazione (legge di Snell)

    2727

    EFFETTI DEL MOTO SISMICO SUI PENDII

    Essendo azioni di tipo dinamico e ciclico, le sollecitazioni sismiche producono rispetto al caso statico:

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    1. Incremento delle forze destabilizzantiTale effetto è legato alla natura dinamica dell’azione sismica per cui all’interno del pendio nascono forze inerziali variabili nel tempo e nello spazio a causa di: eterogeneità del terreno effetti di amplificazione litostratigrafica effetti di amplificazione topografica

    2. Riduzione delle azioni resistenti Tale effetto è legato alla natura ciclica dell’azione sismica che induce nel terreno: fenomeni di fatica con degradazione dei parametri di resistenza accumulo delle pressioni interstiziali

    2828

  • 15

    t

    a (t)

    EFFETTI DEL MOTO SISMICO SUI PENDII

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    W = m·gF(t)

    Incremento delle forze destabilizzanti

    F(t) = m·a(t) = W·a(t)/g = W·K(t)K(t) = coefficiente sismico

    Riduzione delle azioni resistenti

    u accumulo di u f degradazione dei parametri di resistenza

    Fh(t) = W·Kh(t) Fv(t) = W·Kv(t)

    Kh(t) , Kv(t) = coefficienti sismici orizzontale e verticale

    g = accelerazione di gravità

    t t

    f,dyn c nn u u tan f,stf,dyn cu,dyn

    complessivamente si avrà una riduzione delle condizioni di stabilità:momentanea deformazioni e spostamenti durante il sismapermanente accumulo di deformazioni e spostamenti, movimento franosi 2929

    Prima del terremoto

    v

    STATI DI SFORZO NEL PENDIO Prima, durante e al termine del terremoto

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    vcyc(t)

    o o

    0D

    cyc

    Durante il terremoto

    vcyc

    (t) 00

    Al termine del terremoto

    0

    v(R)

    deformazione di taglio post-ciclica

    3030

  • 16

    CASI POSSIBILI

    a - terreni addensatia

    MECCANISMI DI INSTABILITÀ IN CONDIZIONI POST-SISMICHE

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    Terreni tipo a) e tipo b): il movimento si arresta al

    termine del terremoto

    Terreni tipo c) : se R R(1) < (D)

    il movimento si arresta al

    Dr

    P

    r

    P

    a terreni addensatib, c - terreni sciolti

    b

    c t

    (2)( )

    1

    2

    D = sforzo di taglio statico (driving stresses)P = resistenza al taglio di piccor = resistenza al taglio residuaR = deformazione di taglio post-ciclica

    il movimento si arresta al termine del terremoto se R = R(2) > (D)

    il movimento continua dopo il terremoto

    R(2)R(1)(D)

    3131

    EFFETTI DEL MOTO SISMICO SUI PENDII:PARAMETRI CHIAVE

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    Incremento delle azioni destabilizzanti

    Riduzione delle azioni resistenti

    Azione sismica di progetto

    Resistenza al taglio in condizioni dinamiche e

    cicliche

    3232

  • 17

    In relazione al tipo di analisi possono essere necessari:

    uno o più parametri rappresentativi dell’evento sismico, ad es.:

    AZIONE SISMICA DI PROGETTO

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    • accelerazione massima, amax• velocità massima, vmax

    • intensità di Arias,

    • durata, TD

    • potenziale sismico distruttivo,

    dt)t(ag2

    I0t

    0

    2A

    2A

    DIP p

    con 0 = intensità degli incroci con l’asse dei tempi

    l’intera storia sismica (accelerogramma)

    2o

    D

    In generale, nella definizione dell’azione sismica di progetto si dovrà tenere conto anche degli effetti stratigrafici e topografici

    (con metodi semplificati o analisi specifiche della RSL)3333

    Secondo il D.M. 14.01.2008:

    AZIONE SISMICA DI PROGETTO(in termini di accelerazione)

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    ci si deve riferire alle accelerazioni ag su terreno duro di riferimento (Pericolosità Sismica di base) riportate nella Mappa di Pericolosità (allegato B) e definite per 9 periodi di ritorno (da 30 a 2475 anni) in corrispondenza dei nodi di un reticolo che copre tutto il territorio nazionale (http://www.cslp.it)

    l’accelerazione di progetto, in assenza di specifiche analisi della l accelerazione di progetto, in assenza di specifiche analisi della risposta sismica locale, può essere assunta pari a:

    S·ag= Ss · ST ·agcon Ss = fattore di amplificazione stratigrafica

    (basato su categorie di sottosuolo, ag e Fo)ST = fattore di amplificazione topografica

    (basato sulle categorie topografiche)

    v. cap. 12 (RSL)

    3434

  • 18

    RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHE

    La resistenza al taglio di un terreno in condizioni cicliche, f , può essere espressa mediante la relazione:

    Riduzione delle azioni resistenti

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    espressa mediante la relazione:

    Poiché ’ è poco influenzato dalla ciclicità dei carichi:

    'tanu'c n'f con ’n = tensione efficace normale alla giacitura di scorrimento prima dell’applicazione del carico ciclico; u sovrappressione interstiziale generata dal carico; c’ e ’ parametri di resistenza ‘degradati’

    se c’=0 (terreni a grana grossa, terreni a grana fine normalconsolidati)la riduzione della resistenza è legata quasi esclusivamente a u

    se c’ 0 la riduzione della resistenza dipende dall’aumento u delle pressioni interstiziali e dalla degradazione di c’ (per fenomeni di fatica)

    3535

    “Nei terreni saturi si assumono generalmente condizioni di drenaggio impedito. In

    SECONDO IL D.M. 14.01.2008:

    RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHERiduzione delle azioni resistenti

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    Nei terreni saturi si assumono generalmente condizioni di drenaggio impedito. In tal caso, nelle analisi in termini di pressioni efficaci, la resistenza è esprimibile mediante la relazione:

    “Nei terreni a grana fine, le analisi possono essere condotte in termini di tensioni totali esprimendo la resistenza al taglio mediante la resistenza non drenata valutata in condizioni di sollecitazione ciclica:

    c,uf c dove cu,c include gli effetti di degradazione

    'tanu'c n'f

    “Nelle analisi di stabilità in condizioni post-sismiche si deve tener conto della riduzione della resistenza al taglio indotta dal decadimento delle caratteristiche di resistenza per degradazione dei terreni ed eventuale accumulo delle pressioni interstiziali che può verificarsi nei terreni saturi”

    u e cu,c POSSONO ESSERE STIMATI IN PRIMA APPROSSIMAZIONE MEDIANTE OPPORTUNE FORMULE EMPIRICHE

    3636

  • 19

    Es: Seed e Booker (1977)

    a21

    ’0 =pressione efficace media iniziale

    RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHERiduzione delle azioni resistenti - Stima u in terreni granulari

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    a

    L

    NN N

    Nsenuu21

    1'0

    * 2 83,0r96.0 Da

    '0

    hv

    1) analisi di risposta sismica locale2) formule approssimate, ad es:

    con max ricavabile da

    N L=n. di cicli che portano il terreno a liquefazione(da letteratura o prove di laboratorio)

    (Dr = densità relativa)

    maxeqhv 65.0

    NL

    0

    N = numero di cicli equivalente al sisma (da letteratura, es. Biondi et al., 2003):

    aD

    a

    ITvaNIvaN

    log2613.1log2278.0log8657.0log5467.29231.1loglog1911.1log9194.0log3460.23679.2log

    0max

    0max

    dvmax

    max rga

    con rd = 1- 0.015 z (z in m)

    3737

    Es: Matsui et al. (1980)

    RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHE

    Riduzione delle azioni resistenti - Stima u in terreni coesivi

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    v

    max,clog'pu

    0

    p’0=pressione efficace media iniziale 0.45 (coefficiente sperimentale)v=deformazione di soglia volumetrica (da prove di laboratorio cicliche o correlazioni di letteratura, ad es. in funzione di IP)c, max= deformazione di taglio max indotta dal sisma

    con c,max ricavabile da

    1) analisi di risposta sismica locale

    2) formule approssimate, ad es:

    dvmax

    max rga

    Gcmax

    max,

    ) pp ,

    dove

    NB: corrispondente al livello deformativo c, max raggiunto(si possono utilizzare curve G()/G0 di letteratura: è

    necessario conoscere almeno il valore di G0)

    con rd = 1- 0.015 z (z in m)

    3838

  • 20

    Nei terreni coesivi la resistenza non drenata (analisi in t.t.) in condizioni cicliche è esprimibile mediante la relazione:

    RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHE

    Riduzione delle azioni resistenti - Degradazione di cu

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    st,uc,uf cc

    tN

    t

    dove:

    cu,st = coesione non drenata in condizioni statiche

    N = numero di cicli equivalente al sisma

    t = parametro di degradazione (funzione di IP e OCR) che può essere stimato da grafici o correlazioni, ad es:

    v può essere ricavato da prove di laboratorio o da correlazioni in funzione di IP; s ed r da tabelle, p. es.

    c ( %)

    p g ,

    OCR = 1 OCR = 2 OCR = 4 IP = 15 IP = 30 IP = 50 IP = 50 IP = 50

    s 0.195 0.095 0.075 0.054 0.042 r 0.600 0.600 0.495 0.480 0.423

    oppure t = s(c – v) r dove

    G65.0

    Gmaxeq

    c

    3939

    si assume G di tentativo (G0 al 1° passo)

    RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHE

    Stima della deformazione di taglio indotta

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    G

    rg

    a

    G

    dvmax

    eq

    valutasi curva sperimentale o di letteratura

    (G0 deve essere noto), ad es:

    per =1: eq max

    Di norma =0.65

    si aggiorna Ge si ricalcola

    no si

    STOP

    G e compatibili ?

    Deformazione di taglio (%)

    =0.65

    4040

  • 21

    Per terreni a comportamento fragile occorre distinguere tra condizioni di:

    - picco (c' ≥ 0, ' = 'p)post picco (c' 0 ' = ' )

    RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHEScelta dei parametri di resistenza

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    - post-picco (c 0, = pp)- residue (c' 0, ' = 'r)

    picco

    post-picco

    residuo

    In genere si assume:- frane di primo distacco rottura progressiva Resistenza post-picco + u- frane attive o quiescenti superficie pre-esistente Resistenza residua e u=0 4141

    RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHECriteri di scelta dei parametri di resistenza

    ARGILLEE

    LIMI ARGILLOSI

    In letteratura esistono criteri per stabilire se tener conto della degradazione della resistenza per

    prof. ing. Claudia MadiaiCorso di Ingegneria Geotecnica Sismica

    Contenuto d’acquaW < 0.9 Wl

    DistribuzionegranulometricaD15 < 0.005 mm

    Una perdita di resistenzadurante un terremoto

    è improbabile(terreni coesivi non saturi a

    SI

    NO

    SI

    NO

    terreni coesivi (es. Silver, 1987):

    Limite liquidoWl > 35%

    Occorre accertare con prove dinamiche

    la perdita di resistenza

    (comportamento duttile)

    NO

    NO

    SI

    4242