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Gestione del rischio ambientale e cambiamento climatico
Storie di progetti del Programma CENTRAL EUROPE
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Sebbene si sia profuso il massimo impegno per assicurare
l’accuratezza e veridicità delle informazioni riportate nella
presente pubblicazione, il Programma CENTRAL EUROPE
non potrà in alcun caso essere ritenuto responsabile
dell’accuratezza e veridicità delle informazioni provenienti
da fonti esterne, né di eventuali imprecisioni tecniche, refusi
e altri errori. Le informazioni e i link possono nel frattempo
essere cambiati senza preavviso.
La presente pubblicazione è finanziata dal programma CENTRAL EUROPE - Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR).
Pubblicato da: CENTRAL EUROPE Programme
Joint Technical Secretariat
Museumstrasse 3/A/III
1070 Vienna
Austria
Progettazione e redazione: CENTRAL EUROPE Programme
Assistente editoriale: Tom Popper
Testi e immagini: CENTRAL EUROPE Projects
Grafica: Hermann Kienesberger
Carta: Biotop (FSC-certified)
Aggiornamento: Maggio 2013
Gestione del rischio ambientale e cambiamento climatico
Storie di progetti del Programma CENTRAL EUROPE
4 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Indice
CENTRAL EUROPE Cooperare attraverso le frontiere per le regioni 6 Cooperare nel settore ambientale nell’EUROPA CENTRALE 10
Gestione del rischio ambientale e cambiamento climatico 12
ACT CLEAN – Rendere l’Europa centrale pulita e competitiva 14
CEframe – Cooperare per migliorare la protezione dalle inondazioni 16
CircUse – Riutilizzo del suolo per preservare l’ambiente 18
COBRAMAN – Formazione della figura professionale di “manager di aree industriali dismesse” 20
EULAKES – Protezione dei laghi durante i cambiamenti climatici 22
FOKS – Affrontare l’inquinamento delle acque sotterranee a partire dalle sue cause 24
HABIT-CHANGE – Salvare gli habitat protetti dal cambiamento climatico 26
INARMA – Prevedere le inondazioni per ridurre il rischio 28
INCA-CE – Riduzione dei rischi di condizioni atmosferiche estreme 30
LABEL – Unire le forze per combattere le inondazioni 32
ReSource – Scoperta del nuovo oro nelle ex regioni minerarie 34
REURIS – Salvaguardia dei fiumi che delimitano le nostre città 36
SALVERE – Piantare i semi della biodiversità 38
TransEcoNet – Costruzione di reti di paesaggi protetti 40
TransWaste – Dal commercio informale di rifiuti al riutilizzo formale 42
URBAN SMS – Migliorare le città dalle fondamenta 44
UrbSpace – Creazione di grandi spazi urbani per tutti 46
VITAL LANDSCAPES – Mantenimento della vitalità dei nostri paesaggi 48
Le Prossime storie di progetti 50
Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE 5
L’Europa centrale vanta un’impressionante diversità di risorse naturali, tra cui il Danubio, le Alpi, i Carpazi, il Mar Baltico e il Mar Adriatico. Questo straordinario patrimonio naturale costituisce uno dei beni maggiori dell’area per quanto concerne il raggiungimento di uno sviluppo sosteni-bile.Purtroppo, negli ultimi anni, l’Europa centrale è stata esposta a pesanti inondazioni fluviali e a un uso intensivo e spesso insostenibile del suolo. I rischi naturali e gli impatti dell’uomo costituiscono una minaccia considerevole per quest’area.
Come risposta, i progetti CENTRAL EUROPE aiutano le regioni a gestire e ridurre i rischi e gli impatti dei pericoli ambientali e ad adeguarsi ai cambiamenti climatici. CEframe (pag.16), per esempio, rafforza la gestione transazionale della protezione dalle inondazioni nei bacini fluviali. Progetti come HABIT-CHANGE (pag. 26) e EULAKES (pag. 22) prepa-rano strategie di adeguamento ai cambiamenti climatici.
Le attività umane come l’industrializzazione, l’agricoltura in-tensiva, il maggiore traffico veicolare e il turismo minacciano di trasformare in maniera sostanziale gli ecosistemi attuali in Europa, riducendo il numero delle specie sopravvissute e cambiando drasticamente il luogo in cui queste specie vivono e il modo in cui esse interagiscono. Pertanto, proteg-gere la biodiversità e gli ecosistemi e rivitalizzare i paesaggi naturali sono argomenti importanti nell’Europa centrale.
In risposta, i progetti CENTRAL EUROPE come TransEcoNet (pag. 40) sviluppano e proteggono la biodiversità in reti ecologiche o visualizzano scenari di sviluppo del paesag-gio in 3D, come Vital Landscapes (pag. 48). REURIS (pag. 36) presenta strategie di rivitalizzazione urbana delle zone fluviali, mentre URBAN SMS (pag. 44) e progetti analoghi valutano la qualità del suolo e migliorano la gestione dello stesso. Altri progetti come TransWaste (pag.42) promuovono la raccolta dei rifiuti e il riutilizzo tra i confini.
Questo opuscolo introduce il lettore alla storia di CENTRAL EUROPE, illustrando in particolare i 18 progetti ambientali cofinanziati a seguito dei primi due bandi per la presentazio-ne di idee progettuali del 2008 e 2009. Ci auguriamo che questo documento possa essere un valido punto di partenza per la discussione dei risultati dei nostri progetti e che sia d’ispirazione per lo sviluppo di nuove idee sulle possibili azioni future e sulle strade da seguire per il prossimo perio-do 2014-2020.
Editoriale
Christiane Breznik Città di Vienna,Autorità di Gestione diCENTRAL EUROPE
6 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Le città e le regioni rurali dell’Europa centrale sono accomunate dalla storia e da
reciproche analogie socioculturali. L’area si estende per oltre un milione di chilometri
quadrati, dal Mar Baltico a nord fino al Mar Mediterraneo a sud, con confini sfumati a
est e a ovest. I 150 milioni di persone che popolano l’area sono i beneficiari cui si rivolge
la cooperazione transnazionale avviata dal programma CENTRAL EUROPE.
Cooperare attraverso le frontiere per le regioni
CENTRAL EUROPE
Pur nella comunanza di molte caratteristiche, le regioni dell’Europa centrale si distinguono reciprocamente per diversi aspetti. Le differenze maggiori si notano in termini di condizioni climatiche, utilizzo del suolo, insediamenti e strut-ture economiche, accessibilità e sfide ambientali. Vi sono inoltre significative differenze nella strutturazione dei sistemi politici e amministrativi, tra i più eterogenei in seno all’U-nione europea. La sfida consiste nello sfruttare le diversità che coesistono nell’Europa centrale come opportunità per la promozione di uno sviluppo più sostenibile nell’intera area, sollecitando una maggiore cooperazione tra la vasta gamma di attori dei diversi Stati e regioni.
Il programma CENTRAL EUROPE
Il programma CENTRAL EUROPE genera ampie opportuni-tà per una più stretta cooperazione tra gli enti pubblici, le istituzioni e le imprese private dei nove Paesi dell’Europa centrale: Austria, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ucraina. Mediante gli oltre 120 progetti cofinanziati, il programma CENTRAL EU-ROPE contribuisce a migliorare il livello d’innovazione locale e regionale, ad accrescere l’accessibilità dei luoghi, a tutelare
l’ambiente e a promuovere la competitività e l’attrattività delle regioni centroeuropee.Dal 2007, anno d’inizio del periodo di programmazione attualmente in corso, il programma CENTRAL EUROPE ha investito più di 230 milioni di Euro in progetti transnazionali sui seguenti temi:
patrimonio culturale e risorse creative
trasferimento tecnologico e innovazione per l’impresa
trasporto pubblico e logistica sostenibili
gestione del rischio ambientale e del cambiamento climatico
efficienza energetica ed energie rinnovabili
cambiamento demografico e sviluppo della conoscenza
Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE 7
Programma: CENTRAL EUROPEFondi FESR: € 231 milioniDurata: 2007 – 2013Sito internet: www.central2013.eu
8 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Cooperare per i cittadini
I progetti CENTRAL EUROPE prevedono, senza eccezione, l’impegno congiunto degli stakeholder dei diversi Paesi. Tale approccio mira a migliorare la vita quotidiana dei cittadini affrontando problemi che non si esauriscono necessaria-mente entro i confini nazionali. I problemi sono affrontati a livello territoriale là dove emergono, ovvero nelle regioni dell’Europa centrale. La cooperazione transnazionale con-sente ai partner di beneficiare del valore aggiunto dell’agire insieme, con l’effetto di evitare la duplicazione delle azioni e di rendere più rapidi gli sviluppi positivi, con un impatto maggiore.
In concreto, i progetti CENTRAL EUROPE:
498 000 000 Euro l’ammontare degli investimenti in preparazionea cura dei progetti CENTRAL EUROPE
supportano l’adeguamento delle direttive UE ai contesti regionali
implementano investimenti e azioni pilota
catalizzano nuovi investimenti e contributi finanziari
propongono nuove strategie economiche e coinvolgono le comunità locali
aumentano l’efficienza a vari livelli
migliorano l’utilizzo dei fondi pubblici
rafforzano le reti regionali e coinvolgono le comunità locali
1 331i partner coinvolti nei progettiCENTRAL EUROPE
influenzano l’agenda politica a tutti i livelli
22centesimi di Euro il costo annuale pro capite per il finanziamento dei progetti CENTRAL EUROPE
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Contributo a Europa 2020
Nell’ambito del programma CENTRAL EUROPE, la coopera-zione transnazionale è saldamente radicata nel quadro delle politiche strategiche recentemente lanciate a livello europeo, nazionale e regionale. Molti dei progetti CENTRAL EUROPE stanno già manifestando concretamente il proprio contributo alla Strategia Europa 2020 e ai suoi obiettivi (mutualmente interdipendenti), volti a una crescita europea intelligente, inclusiva e sostenibile. Tale approccio allo sviluppo dovrebbe portare l’UE e gli Stati Membri a livelli di occupazione, pro-duttività e coesione sociale maggiori. Le azioni della Strategia 2020 si pongo obiettivi ambiziosi in 5 diverse aree; occupa-zione, innovazione, istruzione, integrazione sociale, clima ed energia. Il programma CENTRAL EUROPE, generando coope-razione di livello transnazionale tra gli attori coinvolti, ha un ruolo fondamentale nel conseguimento degli obiettivi a livello regionale, anche se impiega solo lo 0,07 percento del budget stanziato per la Politica di coesione dell’UE.
CENTRAL EUROPE 2014-2020
Nel prossimo periodo di programmazione 2014-2020 il programma CENTRAL EUROPE continuerà la propria opera di supporto alla cooperazione regionale tra i Paesi centro-europei. L’area geografica eleggibile, le priorità tematiche, il budget e le altre (numerose) variabili del nuovo programma sono attualmente in discussione, anche con il coinvolgi-mento degli stakeholder attraverso apposite consultazioni. Il nuovo Programma Operativo dovrebbe essere approvato dalla Commissione europea nella prima metà del 2014, con la pubblicazione di un bando per la presentazione di propo-ste progettuali a seguire nello stesso anno.
Dobbiamo far tesoro della ricca e
validissima esperienza che ci viene
dalla cooperazione transnazionale. È
assolutamente evidente che la serie
di sfide che ci si pone non può essere
affrontata individualmente dai singoli
Stati Membri ne’ dalle singole regioni
ma va affrontata in un contesto
transnazionale.
Johannes Hahn, Commissario europeo per le Politiche Regionali
10 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
PROGETTI
L’EUROPA CENTRALE IN BREVE
COOPERAZIONE NEL SETTORE AMBIENTALENELL’EUROPA CENTRALE
Investimento futuropredisposto dai progetti
0.17milioni di euro
CONTRIBUTO A EUROPA 2020
DENARO PUBBLICO BEN INVESTITO
DURATA DEL PROGRAMMA
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
BUDGET INVESTITO
3.15 Investimento totale effettuato dai progetti
posti dilavorocreati
attivitàpilota alivellolocalesvoltedai progetti
reti permanentidi cooperazionecreate 9
114
80
STATI, REGIONI/CITTÀ E ABITANTI INTERESSATI
9 Stati148 80città e regioni
0.05Con circa
spesi all’anno per cittadino,il programma ottiene:
milioni di cittadini
CENTRAL EUROPE contribuisce alla Strategia 2020dell’Unione europea e al conseguimento dei suoiobiettivi di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile.Si sono stabiliti, a livello europeo, degli obiettivi concretiper l’occupazione, l’innovazione, l’istruzione,l’inclusione sociale., il cambiamento climatico e l’energia;i risultati dei progetti CENTRAL EUROPE contribuisconoal conseguimento di tali obiettivi a livello locale e regionale
Data: Marzo 2013
milionidi euro
1
Numero dei contributi progettualialle iniziative prioritarie di UE 2020
Crescitasostenibile
28
Crescitaintelligente
9
Crescitainclusiva
2
6Unione innovativa
2Agenda digitale
2Piattaforma europea contro la povertà
Numero deicontributi dei
progettialle prioritàdi UE 2020
2Un’Europa efficiente
sotto il profilo delle risorse
26Politica industriale
per la globalizzazione
del budget di programma complessivo pari a 231 milioni di euro 55 = 23 %
milioni di euro
1Youth onthe move
PROGETTI NEL SETTORE AMBIENTALE COFINANZIATI
progetti nel settoreambientalesu 124 in totale
26partner di progetti nel settoreambientale su 1331 partner in totale
272 dei 6 temidel programma1
Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE 11
PROGETTI
L’EUROPA CENTRALE IN BREVE
COOPERAZIONE NEL SETTORE AMBIENTALENELL’EUROPA CENTRALE
Investimento futuropredisposto dai progetti
0.17milioni di euro
CONTRIBUTO A EUROPA 2020
DENARO PUBBLICO BEN INVESTITO
DURATA DEL PROGRAMMA
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
BUDGET INVESTITO
3.15 Investimento totale effettuato dai progetti
posti dilavorocreati
attivitàpilota alivellolocalesvoltedai progetti
reti permanentidi cooperazionecreate 9
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STATI, REGIONI/CITTÀ E ABITANTI INTERESSATI
9 Stati148 80città e regioni
0.05Con circa
spesi all’anno per cittadino,il programma ottiene:
milioni di cittadini
CENTRAL EUROPE contribuisce alla Strategia 2020dell’Unione europea e al conseguimento dei suoiobiettivi di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile.Si sono stabiliti, a livello europeo, degli obiettivi concretiper l’occupazione, l’innovazione, l’istruzione,l’inclusione sociale., il cambiamento climatico e l’energia;i risultati dei progetti CENTRAL EUROPE contribuisconoal conseguimento di tali obiettivi a livello locale e regionale
Data: Marzo 2013
milionidi euro
1
Numero dei contributi progettualialle iniziative prioritarie di UE 2020
Crescitasostenibile
28
Crescitaintelligente
9
Crescitainclusiva
2
6Unione innovativa
2Agenda digitale
2Piattaforma europea contro la povertà
Numero deicontributi dei
progettialle prioritàdi UE 2020
2Un’Europa efficiente
sotto il profilo delle risorse
26Politica industriale
per la globalizzazione
del budget di programma complessivo pari a 231 milioni di euro 55 = 23 %
milioni di euro
1Youth onthe move
PROGETTI NEL SETTORE AMBIENTALE COFINANZIATI
progetti nel settoreambientalesu 124 in totale
26partner di progetti nel settoreambientale su 1331 partner in totale
272 dei 6 temidel programma1
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12 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Cooperare per ridurre i rischi ambientalie ridurre gli effetti negativi del cambiamentoclimatico
Cooperare per proteggere e preservarela natura e i paesaggi
Gestione del rischioambientale ecambiamento climatico
Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE 13
Cooperare per ridurre i rischi ambientalie ridurre gli effetti negativi del cambiamentoclimatico
Cooperare per proteggere e preservarela natura e i paesaggi STORIE dI pROgETTI
14 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Rendere l’Europa centrale pulita e competitiva
La rete ACT CLEAN nunziona grazie alla cooperazione dei “punti di contatto” nazionali ACT CLEAN (PCN), che hanno sviluppato strutture stabili di cooperazione e servizi perma-nenti a supporto delle piccole e medie imprese (PMI) nell’uso e nell’applicazione di tecnologie di produzione e sistemi di gestione più puliti. L’accidentato sentiero della conformità agli standard UE
Una produzione più pulita non solo aumenta l’efficienza e riduce l’inquinamento, ma costituisce anche un obbligo le-
Le aziende dell’Europa centrale possono ridurre enormemente ogni impatto ambientale
negativo creato dall’industria e dal commercio se sanno come trarre vantaggio dalle
tecnologie all’avanguardia. Per far sì che le imprese locali dispongano delle conoscenze
necessarie per essere più ecologiche, il progetto ACT CLEAN ha creato la prima rete
territoriale per una produzione più pulita.
gale: le direttive e i regolamenti UE impongono alle imprese di conformarsi alle norme ambientali e di assicurare processi di produzione efficienti in termini di rispetto dell’ambiente. Molte PMI non hanno accesso alle tecnologie di “produzio-ne più pulita” sviluppate e implementate da altre regioni. Al contempo, molte PMI capaci di fornire tali tecnologie ai propri clienti non hanno un adeguato accesso al mercato. ACT CLEAN affronta questi problemi offrendo alle PMI una gamma di prodotti e servizi utili a rendere i processi pro-duttivi più efficienti in termini ambientali e ad assicurare la conformità alla legislazione UE.
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Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE 15
Per esempio, in qualità di partner del progetto, l’Università Corvinus (Ungheria) ha compiuto un’opera di adeguamento di uno degli strumenti forniti dal Cleaner Production Center slovacco, un database dei regolamenti UE “Complex”, creando un database più semplice, il “Greenlex”, uno strumento interattivo che consente alle PMI di consultare rapidamente i regolamenti UE e le norme ungheresi e quindi di verificare la propria conformità. Non serve reinventare la ruota
Oltre a raccogliere strumenti nel “toolbox” di ACT CLEAN, il progetto ha individuato e propagandato esempi di buone prassi. Molto si può apprendere dallo scambio transnaziona-le di queste buone prassi, denominate “Cleaner Production Highlights”.In uno degli esempi proposti, una società tedesca ha svilup-pato un refrigeratore ad “adsorbimento”, una tecnologia di raffreddamento solare che utilizza molta meno elettri-cità rispetto alle usuali tecniche di raffreddamento ad aria condizionata. L’acqua sostituisce il consueto refrigerante, un idrofluorocarburo altamente dannoso per il riscaldamen-to globale. In inverno, il dispositivo può fungere anche da pompa di calore a supporto dell’impianto di riscaldamento. Ne risulta non solo una maggiore sicurezza ambientale ma anche una maggiore efficienza in termini energetici, con un immediato risparmio per le PMI.ACT CLEAN ha raccolto e valutato esempi analoghi e ha costruito un pool di soluzioni innovative per le PMI. Per il da-tabase del progetto sono stati selezionati circa 500 esempi, disseminati anche mediante opuscoli e altri strumenti. Il supporto diretto degli eventi di “matching”
The ACT CLEAN network has established a continuing programme of industry workshops and business-to-business training on cleaner production. In the last three years, the
Progetto: ACT CLEAN
Fondi FESR: € 2 146 606
Durata: 2008 – 2012
Sito internet: www.act-clean.eu
La rete ACT CLEAN ha introdotto
le nostre imprese a questioni ad
alto contenuto d’innovazione, cui ora
le aziende lavorano. Il concetto di ‘eco-
design’ si è dimostrato particolarmente
interessante e ha portato a iniziative
concrete quali l’organizzazione di eventi
formativi con cadenza regolare.
Carlotta Ranieri, CNA Bologna,Confederazione nazionale per l’artigianato e le piccole e medie imprese, Coordinatrice per le politiche, l’energia e l’ambiente, Italia
main subjects covered by this training work have included resource efficiency, waste management and environmen-tal management systems, but the network can also meet specific requests of SMEs by addressing any important topics pertaining to cleaner production. Promozione della “produzione più pulita” su scala regionale
Il progetto ha inoltre sviluppato l’agenda transnazionale ACT CLEAN, attualmente promossa come strumento a supporto delle politiche per il potenziamento, sviluppo e sfruttamento della “produzione più pulita”. Il piano d’azione dell’agenda si concentra su tre aree:l facilitazione delle attività di rete,l disseminazione delle informazioni sulle soluzioni per una
“produzione più pulita”,l miglioramento del quadro finanziario.
Le raccomandazioni di ogni singolo piano d’azione sono indirizzate all’istituzione responsabile dell’eventuale imple-mentazione. Come proseguire?
Il meccanismo di cooperazione della rete ACT CLEAN è ormai sufficientemente consolidato e robusto da poter continuare anche dopo la conclusione del progetto che l’ha generato. Il sito di ACT CLEAN rimarrà attivo e continuerà a fungere da interfaccia tra i Paesi e le imprese centroeuropei. Le raccomandazioni dei piani d’azione saranno accolte per plasmare e migliorare ulteriormente il quadro della “produ-zione più pulita” nell’Europa centrale. La continua sensibi-lizzazione delle imprese è necessaria non solo per educare le PMI alla “produzione più pulita” ma anche per promuovere e commercializzare gli strumenti già sviluppati.
1990Anno in cui l’UNEP ha coniato l’espressione “produzione più pulita”
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16 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Cooperare per migliorare la protezione dalle inondazioni
Negli ultimi 10-15 anni anni si sono verificate inondazioni particolarmente gravi nell’Europa centrale e come reazione ci si è concentrati in maniera massiccia sul controllo dei baci-ni fluviali. Esperienze recenti hanno tuttavia dimostrato che, anche se i fiumi condivisi appartengono ad un unico territo-rio nazionale, i progetti di controllo delle inondazioni hanno un impatto su un’area più vasta, transazionale. E’ chiaro, ormai, che un controllo efficace delle inondazioni può essere raggiunto solo mediante una cooperazione transazionale.Sono pertanto essenziali dei masterplan ben coordinati per i bacini fluviali transfrontalieri.CEFrame rappresenta la prima occasione in cui le autorità
Negli ultimi anni, piogge da record e inondazioni che capitano “una volta ogni 100
anni” hanno messo in ginocchio gli abitanti e le economie dell’Europa centrale. Ogni
Stato interessato sta adottando precauzioni per una migliore gestione degli argini,
correndo però il rischio di spingere il problema verso i propri vicini, a valle. Per questo
motivo, quattro paesi dell’Europa centrale stanno collaborando per venire incontro alle
esigenze dei loro fiumi e delle loro pianure alluvionali interconnesse.
pubbliche responsabili per le misure di protezione dalle inon-dazioni in Austria, Repubblica ceca, Ungheria e Slovacchia hanno collaborato in un progetto multilaterale comune, volto a sviluppare futuri sistemi di gestione degli argini. Il progetto è specificamente rivolto alle esigenze di controllo delle inondazioni per i fiumi Danubio, Morava, Thaya e Leita, che attraversano, tutti, diversi Paesi.
Un nuovo sguardo ai rischi di inondazione
La prima fase del progetto ha coinvolto la definizione della situazione attuale della protezione dalle inondazioni in pros-
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Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE 17
simità dei fiumi interessati. Si è proceduto a una registrazione dei sistemi di protezione e delle aree di ritenzione esistenti e a una valutazione delle loro funzioni. Un’altra parte di questa ricerca iniziale è consi-stita nella delimitazione delle aree a rischio di inondazione.La fase successiva ha riguardato l’elaborazione congiunta di piani di gestione per misure future di protezione con-tro le inondazioni. Per esempio, progettisti provenienti da tutti i paesi interessati hanno collaborato per coordinare la progettazione e il funzionamento dei sistemi di protezione e la gestione delle aree di ritenzione. L’approccio congiunto è volto a garantire che non vi siano azioni unilaterali che pro-vochino il peggioramento della situazione per una regione confinante. Coinvolgimento di attori chiave per un impatto migliore
Al fine di garantire che il progetto possa avere un impatto e un risultato ottimali con un’azione efficace, CEframe ha coinvolto sin dall’inizio gli enti preposti alla gestione delle acque degli Stati partecipanti. Questi enti hanno concor-dato su uno dei maggiori risultati del progetto, il CEframe Memorandum of Flood Protection (CEframe - Memorandum sulla protezione dalle inondazioni), che definisce le misure necessarie per il coordinamento futuro e la migliore gestione delle inondazioni in tutti i paesi coinvolti.Questa cooperazione avanzata richiede un elevato livello di comunicazione transnazionale tra tutti i paesi partner.Per far sì che ciò avvenga, il progetto ha prodotto una termi-nologia comune nonché un glossario in cinque lingue.Un altro importante prodotto multilinguistico del progetto è rappresentato da un manuale di emergenza, che sottolinea le misure pratiche da adottare in caso di inondazione.
Il progetto CEframe offre un valido
contributo che lascerà il segno nella
prossima cooperazione intergovernativa
nelle acque di confine.
Konrad Stania, Comitato transfrontaliero sulle acque, Repubblica Ceca-Austria
Progetto: CEframe
Fondi FESR: € 2 393 693
Durata: 2010 – 2013
Sito internet: www.ceframe.eu
680milioni di Euro di danni causati dall’inondazione nella Bassa Austria nel 2002
600chilometri di rive fluviali transazionali comuni nell’area di progetto
200termini comuni definiti nel glossario CEframe sulla gestione delle inondazioni
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18 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Riutilizzo del suolo per preservare l’ambiente
Preservare gli spazi vitali naturali richiede un approccio a lungo termine alla pianificazione, che anticipi i cambiamenti di fattori come la demografia e il clima. CircUse (acronimo di Circular Flow Land Use Management) è un progetto che cerca di anticipare e limitare l’impatto ambientale dello sviluppo mediante una pianificazione che riutilizza il suolo precedentemente occupato. Il motto di CircUse “riduci, riutilizza e compensa” si basa su tre principi di azione:l devono essere stabilite regole più stringenti per ridurre la
creazione di aree edificabili a partire dal suolo precedente-mente non utilizzato;
l il suolo non adatto per il riutilizzo non deve essere ulterior-
L’Europa Centrale sta soffrendo degli impatti negativi di una rapida espansione urbana.
Mentre la terra vergine viene divorata per lo sviluppo, i vecchi cantieri sono abbandona-
ti e lasciati deteriorare. Un nuovo approccio promosso da CircUse coinvolge il riutilizzo
di suolo precedentemente occupato e la conservazione della natura. Tale pianificazione
orientata al futuro va a beneficio dell’ambiente e riduce i costi dell’espansione delle reti
infrastrutturali.
mente reso edificabile;l il potenziale del suolo esistente già utilizzato deve essere
incrementato incoraggiando l’uso di siti industriali in disu-so, lo sviluppo negli spazi vuoti tra edifici esistenti e, non da ultimo, il rinnovo urbano.
Cooperazione regionale
L’approccio di CircUse riguarda l’utilizzo del suolo in regioni di Polonia, Austria, Italia, Repubblica Slovacca, Repubblica Ceca e Germania. Ogni regione partecipante sta intrapren-dendo un progetto pilota per sviluppare un piano di azione
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Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE 19
per l’attuazione della “gestione circolare” dell’uso del suolo, in maniera da poter consolidare centri città, dare un nuovo impulso a siti in disuso, sviluppare lotti di costruzione vacanti e preservare gli spazi aperti nella loro zona. Questo processo consente a diverse regioni di definire un percorso di sviluppo tale da soddisfare le loro specifiche esigenze. In ciascuna regione, il processo coinvolge diversi gruppi di persone e richiede soluzioni creative per garantire la massima parteci-pazione di attori pubblici e privati. Coinvolgere tutti
In questo sforzo di coinvolgere tutti nel garantire un uso migliore del suolo, il progetto CircUse presenta una varietà di risultati che trae beneficio da diversi attori. Per esempio, il progetto ha sviluppato un corso pilota per esperti in modo tale che dei professionisti possano apprendere questo approc-cio innovativo alla gestione sostenibile del suolo. I decisori hanno l’opportunità di trarre vantaggio da uno strumento di gestione dei dati che li aiuta a realizzare il potenziale di svilup-po del suolo su cui si è precedentemente costruito.I piani di azione prodotti dal progetto consentono alle regio-ni partner di definire un corso per il loro processo futuro di utilizzo del suolo.Un documento programmatico offre una panoramica sulle nuove strategie politiche necessarie per supportare la “ge-stione circolare” dell’uso del suolo.Il progetto ha anche sviluppato materiali per gli studenti del-la scuola secondaria in modo tale che essi possano studiare il concetto di uso sostenibile del suolo. Un risultato finale del progetto sarà il “CircUse Compendium”, un manuale che illustra nel dettaglio i risultati dell’iniziativa in un formato utile per gli esperti. Definire un precedente
I risultati di CircUse offrono lezioni chiave per altre regioni che intendano applicare questo nuovo approccio. Il progetto definisce un precedente per dare a vita a strutture di uso sostenibile del suolo e incoraggia la cooperazione per gli anni a venire. I cittadini e gli enti pubblici trarranno vantag-gio dagli sforzi volti a rivitalizzare le strutture urbane e gli immobili per portare nuovi benefici e nuovi servizi alle città e alle regioni dell’Europa centrale.
La nostra partecipazione al progetto
consente ai residenti locali di dis-
cutere di problematiche comuni a tutti in
Europa, il recupero dei siti in disuso e la
rivitalizzazione dei suoli dismessi.
Davide Arri, Vice Sindaco del Comune di Asti, Italia
Progetto: CircUse
Fondi FESR: € 1 923 729
Durata: 2010 – 2013
Sito internet: www.circuse.eu
1 000numero stimato di chilometri quadrati coperti da superfici artificiali in Europa
6progetti pilota CircUse per attuare la gestione sostenibile del suolo
6Piani di azione sviluppati da CircUse per ridefinire la cooperazione degli stake-holder
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20 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Formazione della figura professionale di “manager di aree industriali dismesse”
In tutta Europa, la rivitalizzazione dei siti in disuso occupa un ruolo importante nel combattere l’espansione urbana e migliorare la qualità dello sviluppo nelle città, facilitando uno sviluppo sostenibile. I siti in disuso spesso minaccia-no la salute pubblica e creano rischi ambientali. Inoltre, se abbandonati, possono creare segregazione sociale e spaziale, minacciando la competitività delle città europee. La riabilitazione dei siti in disuso è destinata a diventare sempre più importante nell’Europa centrale, con opere che richiederanno grandi investimenti. Accanto agli aiuti UE per la rigenerazione dei siti in disuso, è importante fornire le
La rigenerazione di siti in disuso, vale a dire edifici industriali o commerciali dismessi,
rappresenta spesso un processo complesso e a lungo termine che coinvolge un’ampia
serie di professionisti. L’Europa ha bisogno di figure professionali dedite alla
rigenerazione dei siti in disuso, dotati di capacità di coordinamento e comunicazione per
fornire i piani migliori e guidare il processo di rivitalizzazione. Il progetto COBRAMAN
aiuta a sviluppare la figura professionale del “manager di aree industriali dismesse” e a
formare tali manager.
conoscenze necessarie per attuare tali investimenti mediante un trasferimento di know-how dai paesi occidentali a quelli orientali nonché un trasferimento dalla ricerca alla pratica. Gestione professionale: la chiave per il successo
Una delle lezioni più importanti apprese dalle precedenti attività europee nel campo della rigenerazione dei siti in disuso è che la gestione professionale è il fattore chiave per il successo del processo. Per questo motivo, il progetto COBRAMAN sta cercando di introdurre la figura professio-
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nale del “manager di aree industriali dismesse”.La creazione di manager qualificati della rigenerazione dei siti in disuso nelle città europee consentirà processi di rinnovo e conversione efficaci e di successo. La formazione per i professionisti è stata condotta in una serie di corsi, tutti imperniati sulle caratteristiche pratiche dei progetti locali pilota già in essere. I partner hanno condiviso le migliori prassi, definito metodi che si sono rivelati efficaci, applicato questi metodi a casi pratici e ora offrono queste informazio-ni ad altri soggetti che necessitino di formazione. Definizione di standard formativi
Per la figura professionale del “manager di aree industriali dismesse” non esistono norme specifiche professionali o formative. Le cose, però, stanno cambiando, con riferimen-to alle facoltà universitarie di pianificazione e ingegneria ambientale/civile nonché agli enti che offrono formazione in campo immobiliare. La creazione di schemi formativi trae beneficio dalla cooperazione transnazionale tra accademici con esperienza, professionisti delle città partner e fornitori di servizi. Un master, un post-dottorato e altri corsi di appren-dimento online sono stati istituiti per supportare gli studenti e lo staff che sta già lavorando sul campo.
Nella pianificazione urbana, ab-
biamo acquisito conoscenze dal
progetto COBRAMAN relativo alla rigen-
erazione dei siti in disuso, che stiamo
integrando nel nostro lavoro
quotidiano
Liljana Jankovi c Grobelšek, Architetto e responsabile della pianificazione urbana, Acer d.o.o., Novo mesto, Slovenia
Progetto: COBRAMAN
Fondi FESR: € 2 982 138
Durata: 2008 – 2012
Sito internet: www.cobraman-ce.eu
150anni di uso industriale dell’area vicino al fiume Brda a Bydgoszcz (Polonia) prima di essere riconvertito per attività del tempo libero
30“manager di aree industriali dismesse” formati e muniti di attestato
3schemi formativi definiti per la rigenerazione dei siti in disuso
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Protezione dei laghi durante i cambiamenti climatici
Al fine di garantire che le persone incaricate della gestione dei laghi d’Europa siano ben informate e preparate ad af-frontare le sfide future, il progetto EULAKES coinvolge scien-ziati impegnati a sviluppare le strategie migliori per mitigare e adeguarsi al cambiamento climatico. Questa straordinaria collaborazione è volta a produrre una strategia comune transnazionale per la gestione dei laghi a livello di bacino idrografico e si occupa di questioni ambientali, economiche e socio-culturali. Idealmente, la strategia sarà integrata in un accordo internazionale sottoscritto da ciascun rappresentan-te dell’area partner per definire le linee guida di un’iniziativa e un processo di pianificazione comuni.
Gli scienziati sono consapevoli del fatto che le pressioni in continuo peggioramento dei
cambiamenti climatici e gli effetti collaterali dell’attività umana stanno minacciando i
laghi d’Europa. I politici responsabili della gestione dei bacini lacustri dovrebbero essere
consapevoli di queste minacce e così cercare soluzioni possibili. Grazie a EULAKES, gli
scienziati e le autorità si stanno adoperando per prepararsi agli impatti del
cambiamento climatico sui laghi.
Accanto al cambiamento climatico, i gestori dei laghi europei sono chiamati ad affrontare problematiche comuni, tra cui l’inquinamento, la necessità della gestione soste-nibile dei litorali e di altre aree e la pianificazione di varie attività. Il progetto Eulakes si occupa di tali problematiche relativamente a quattro laghi diversi: Balaton in Ungheria, Charzykowskie in Polonia, Lago di Garda in Italia e Neusiedl in Austria.
Ricerca e attività sui laghi
La ricerca condotta su questi laghi impone una valutazione
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della loro salute, tra cui uno studio dei sistemi di monito-raggio esistenti e lo sviluppo di nuovi sistemi. È stato altresì necessario migliorare le conoscenze relative alle debolezze ambientali dei laghi e ai rischi connessi e condurre diverse indagini per lo studio degli impatti del cambiamento climati-co specificamente impattanti sui laghi.Il progetto si è focalizzato sul ruolo della gestione locale dei laghi in maniera tale che le comunità locali vengano coin-volte nell’approccio transazionale. Le indagini riguardano quattro diverse azioni pilota, una per lago:
l Balaton: lo studio si è concentrato sulla presenza di specie invasive, come la sinanodont woodiana e il carassius gib-belo, concentrandosi sul loro impatto ecologico. Si prevede che queste e altre specie non autoctone divengano domi-nanti in futuro, mettendo l’ecosistema del lago a rischio e compromettendo le specie ittiche native.
l Charzykowskie: è stata valutata la presenza di pesticidi e e metalli pesanti. Esempi rilevanti mostrano un contenuto di azoto, fosforo, pesticidi e metalli pesanti che potrebbe accelerare l’eutrofizzazione del lago.
l Garda: lo studio è dedicato ai rischi associati alla presenza di cianotossine nell’acqua. Queste sostanze possono essere pericolose per gli animali e per l’uomo. Un risultato signi-ficativo è la scoperta di microcisti nei muscoli del pesce Coregonus lavaretus.
l Neusiedl: lo studio indaga la gestione dei pascoli e delle pratiche agricole per controllare i nutrienti nelle acque del lago. Un nuovo piano di uso del suolo viene proposto per rivedere l’utilizzo dei terreni circostanti e creare una zona tampone tra la riva e le zone agricole.
Il progetto è insolito in quanto trae vantaggio dalla sinergia di ricercatori, autorità locali ed enti di gestione territoriali
Grazie al progetto EULAKES, le sfide
del cambiamento climatico rappre-
sentano una delle questioni più importanti
per le comunità che vivono lungo i laghi
e le comunità locali stanno considerando
molto attentamente le azioni da
intraprendere.
Giorgio Passionelli, Sindaco di Torri del Benaco, Lago di Garda, Italia
Progetto: EULAKES
Fondi FESR: € 2 208 772
Durata: 2010 – 2013
Sito internet: www.eulakes.eu
3tecniche innovative per il monitoraggio delle condizioni di salute degli ecosistemi acquatici del lago
4grandi laghi europei coinvolti nel progetto
2100ultimo anno coperto dalle previsioni sul cam-biamento climatico
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da nell’affrontare le esigenze dei laghi europei. Il progetto offre altresì confronti a livello europeo, in maniera tale che i risultati scientifici e le migliori prassi individuate da EULAKES acquisiscano un valore internazionale.
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Affrontare l’inquinamento delle acque sotterranee a partire dalle sue cause
Poiché sono numerose le cause che spesso contribuiscono alle larghe chiazze di inquinamento che seguono il flusso delle acque sotterranee, le autorità idriche che stanno ge-stendo le problematiche derivanti dalle attività industriali del presente e del passato stanno affrontano la sfida dell’attua-zione del principio “chi inquina paga” per le attività di puli-zia. Se esse riescono a individuare le fonti principali, ovvero chi sono i pochi siti che rilasciano la maggior parte del carico contaminante in queste vecchie aree industriali, è possibile semplificare il chiarimento delle responsabilità e dei processi decisionali e consentire azioni di recupero ben mirate ed efficaci in termini economici.Nuove tecnologie di misurazione e interpretazione sul
Come in molte città dell’Europa centrale, l’inquinamento industriale ha comportato
gravi impatti negativi sulle acque sotterranee a Jaworzno (Polonia), Novy Bydzow
(Repubblica ceca), Stoccarda (Germania), Milano e Treviso (Italia). FOKS ha definito per
queste città piani di gestione e di recupero delle acque sotterranee e ha fornito alle
autorità un pacchetto di strumenti e un elenco di buone prassi di aiuto nell’applicazione
di nuove soluzioni.
campo hanno consentito una caratterizzazione aerea della qualità delle acque sotterranee.I carichi inquinanti sono stati valutati in diversi luoghi, con-sentendo di evidenziare i punti “caldi” della contaminazione nelle aree di studio. Idrogeologi e chimici sono stati in grado di dimostrare che la chiazza di inquinamento trae origine da questi punti “caldi”. L’applicazione di nuove tecnologie in diversi contesti idrogeologici con diverse caratteristiche di contaminazione ha fornito validi input per il pacchetto di strumenti FOKS.I risultati di queste misure di inquinamento offrono un orientamento per i tecnici esperti che intendono applicare tali nuove tecnologie in futuro.
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Gestione del rischio e bonifica
Una volta individuate le fonti principali dell’inquinamento, gli esperti che lavorano con FOKS hanno pianificato azioni mirate di bonifica che comprendono la valutazione e la spe-rimentazione di tecnologie innovative. Le azioni di recupero sono integrate nei concept per la gestione dei rischi delle acque sotterranee proposti dalle autorità idriche locali, i quali sono basati sui principi della nuova direttiva europea in materia di acque sotterranee. L’esperienza maturata con le azioni di recupero fornisce esempi di buone prassi per coloro che sono agli inizi del processo di coordinamento dell’attua-zione naturale della menzionata direttiva UE. Garantire il massimo beneficio dai risultati
Le autorità si trovano ora nella fase di richiesta di approva-zione e finanziamento da parte dei programmi operativi e dei fondi nazionali per i loro piani di recupero specifici per i siti, sviluppati attraverso le conoscenze ottenute da FOKS. Nel complesso, i risultati del progetto FOKS sono stati utili per una serie di attori:l le autorità idriche beneficiano dell’introduzione di recuperi
e assistenza innovativi nello sviluppo di concept per la ge-stione dei rischi delle acque sotterranee, i quali supportano il processo decisionale;
l gli esperti in materia traggono vantaggio dai documenti tecnici di orientamento che vengono prodotti;
l chi inquina trae vantaggio dalle azioni di bonifica;l i cittadini benediciano del miglioramento delle risorse
idriche. Le informazioni raccolte nell’ambito del progetto sono state condivise mediante seminari formativi e conferenze pubbli-che. Tra gli altri, 110 esperti italiani hanno partecipato a un seminario sulle azioni di recupero a Treviso e a una confe-renza intitolata “Innovative Solutions for Revitalisation of Degraded Areas” (Soluzioni innovative per la rivitalizzazione delle aree in degrado) a Ustro, Polonia, che ha coinvolto più di 100 scienziati e professionisti provenienti da tutta Europa in una sessione speciale sul progetto FOKS.
Il progetto FOKS ha sottolineato
l’elevato rischio di inquinamento
delle acque sotterranee e ha fornito
soluzioni tecniche ed economiche ap-
propriate per affrontare il problema
della contaminazione.
Jerzy Buzek, Membro del Parlamento europeo, Polonia
Progetto: FOKS
Fondi FESR: € 2 662 025
Durata: 2008 – 2012
Sito internet: www.projectfoks.eu
100 192 000litri di acque sotterranee pompate durante le campagne di indagine a Jaworzno,Stoccarda, Milano e Treviso
645ettari di terreno analizzati sui siti del progetto pilota
1 350Esperti in acque sotterranee che partecipano a eventi pubblici del progetto
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Salvare gli habitat protetti dal cambiamento climatico
Il progetto HABIT-CHANGE ci aiuta a meglio comprendere gli effetti che il cambiamento climatico probabilmente avrà sugli habitat più sensibili all’interno di parchi nazionali e riserve della biosfera, creando inoltre strategie per affron-tare tali impatti. Il progetto raggruppa manager e agenzie di conservazione nonché istituti di ricerca provenienti da tutta l’Europa centrale. Questa straordinaria partnership di scienziati e professionisti lavora assieme sull’analisi degli effetti locali del cambiamento climatico e sulle risposte degli habitat naturali e degli ecosistemi.Nell’ambito di HABIT-CHANGE è stata installata una rete di stazioni meteorologiche in aree protette dell’Europa
Il cambiamento climatico presenta impatti negativi su importanti siti di conservazione
naturale, dove assistiamo al prosciugamento delle zone umide, all’innalzamento del
livello del mare, al dilagare di specie invasive e si prevede che questi fenomeni siano
destinati a peggiorare ulteriormente. Il progetto HABIT-CHANGE mira a migliorare la
gestione della conservazione misurando gli effetti attuali e futuri del cambiamento
climatico in punti nevralgici e cercando strategie di adattamento a questa minaccia.
centrale. Il progetto applica tecnologie all’avanguardia per l’osservazione satellitare e il monitoraggio sul campo. Ciò offre il background scientifico e dati affidabili per individuare i cambiamenti in natura le sfide attuali per la conservazione della biodiversità. Modelli di proiezione dei cambiamenti futuri
Oltre all’individuazione delle tendenze attuali nel cambia-mento climatico e nell’uso del suolo, il progetto ha anche analizzato gli impatti del futuro cambiamento climatico. Modelli predittivi sui cambiamenti regionali climatici e sugli
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impatti locali sono usati per prevedere gli effetti potenziali su specifici habitat fino all’anno 2050 e oltre. I ricercatori del progetto hanno condotto discussioni intense con esperti locali per validare le valutazioni dei loro modelli e accertarsi che queste valutazioni considerino attentamente le caratte-ristiche locali. Le proiezioni risultanti sono presentate in car-tine che indicano la sensibilità degli habitat e i cambiamenti potenziali futuri. Il progetto fornisce altresì un orientamento per individuare le strategie locali di adattamento al fine di garantire che i risultati delle valutazioni sugli impatti climatici siano riflesse nelle decisioni di gestione future. Condivisione del sapere
La necessità di anticipare e adattarsi agli impatti del cam-biamento climatico non è solo vitale per i manager della conservazione. La questione riguarda un’ampia serie di stakeholder e utilizzatori quali agricoltori, silvicoltori, pesca-tori e coloro che sono coinvolti nell’imprenditoria turistica. Per questo motivo, HABIT-CHANGE punta all’aumento della consapevolezza e al coinvolgimento degli attori. Le pro-blematiche presenti e future sono discusse con il pubblico locale nell’ambito di workshop, prove sul campo e contatto personale. Il personale forestale e amministrativo viene formato per la comunicazione delle problematiche relative al cambiamento climatico e la spiegazione di idonee strategie di adattamento, mentre esibizioni e presentazioni alle fiere locali hanno lo scopo di informare i visitatori dei parchi e l’ampio pubblico sulla tematica.Le lezioni apprese dalla cooperazione tra amministratori locali e scienziati all’interno di HABIT-CHANGE sono state documentate sotto forma di raccomandazioni e linee guida in modo tale da poter essere usate da altri manager della conservazione che cercano di preparare strategie per le conseguenze ambientali del cambiamento climatico. Questi manager possono trarre vantaggio anche dallo strumento di supporto al processo decisionale basato su web di HABIT-CHANGE, arricchito delle conoscenze maturate nell’esecu-zione del progetto.
Trovo che HABIT-CHANGE sia un
progetto interessante per il delta del
Danubio, in quanto intende aumentare la
consapevolezza pubblica tra gli abitanti
della regione. Vedo attorno a me persone
che hanno iniziato a comprendere gli ef-
fetti del cambiamento climatico sulle
loro vite quotidiane.
Adnana Mihaela Patrascoiu, Direttrice di Scoala cu clasele I-VIIISfintu Gheorghe/Tulcea, Romania
Progetto: HABIT-CHANGE
Fondi FESR: € 2 812 784
Durata: 2010 – 2013
Sito internet: www.habit-change.eu
18 percentuale di terreno nell’UE all’interno di aree protette da Natura 2000
89tipi di habitat dell’importanza europea (Natura 2000) che si rilevano nelle aree di indagine e che sono stati analizzati nell’ambito del progetto HABITAT-CHANGE
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2050anno fino al quale arrivano le previsioni di progetto
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Prevedere le inondazioni per ridurre il rischio
Le strategie per ridurre al minimo l’impatto delle inonda-zioni sulle principali pianure alluvionali sono migliorate, ma molti bacini più piccoli non sono governati da alcun tipo di disposizioni specifiche per la prevenzione delle alluvioni.Ciò significa che grandi gruppi di popolazione sono lasciati senza protezione contro le “flash flood”, queste inonda-zioni improvvise che si verificano con maggiore frequenza nell’Europa centrale, portando con sé talvolta tragiche conseguenze. In una strategia di gestione delle inondazioni moderna, efficace e consapevole sotto il profilo ambientale, è necessario porre rimedio a questa carenza di preparazione. Le soluzioni offerte dal progetto INARMA comprendono
Poiché la maggior parte dei progetti di prevenzione delle inondazioni in Europa si
concentra su fiumi di grande portata, sappiamo ancora troppo poco sulle calamità
incombenti nei bacini di dimensioni inferiori. Questa lacuna dev’essere colmata,
specialmente ora che il cambiamento climatico sta creando delle variazioni climatiche
più estreme che rendono le gravi minacce ambientali più comuni. INARMA affronta
questa sfida in un impegno transnazionale.
tecnologia per la mappatura degli impatti delle inondazioni future.
Raccolta di dati su bacini fluviali più piccoli
INARMA raggruppa rappresentanti di Austria, Germania, Ungheria, Italia e Polonia. In ciascuno di questi paesi, i parte-cipanti al progetto si sono focalizzati su una regione con un bacino fluviale ridotto, generalmente un tributario rispetto a un fiume più grande, per i quali non esistono misurazioni finalizzate alla prevenzione delle inondazioni o solo misure insufficienti. I partner hanno raccolto una grande mole di
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informazioni su questi bacini. inondazioni passate, aree vulne-rabili, regolamenti in vigore in materia di gestione delle risorse idriche, ecc. Utilizzando questi dati, sono stati sviluppati mo-delli digitali di previsione per creare caratterizzazioni grafiche delle aree esposte a inondazioni, in modo tale che queste aree possano essere rappresentate in un ambiente software.
Un nuovo strumento per la previsione delle inondazioni
Sulla base dei modelli digitali che sono stati predisposti, i partner hanno creato l’INARMA GIS, uno strumento di previsione e visualizzazione delle inondazioni mirato alla sicurezza, affidabile e di facile uso, costruito su un sistema di informazione geografica (GIS). Lo strumento viene messo a disposizione di sindaci, unità di soccorso e salvataggio, professionisti della difesa civile, volontari e chiunque possa essere coinvolto nella gestione dei rischi di inondazione. Il valore aggiunto è che INARMA GIS è specificamente creato su misura per eventi generati su una scala temporale e spaziale ridotta in maniera tale da meglio conoscere il rischio di flash flood. GIS INARMA testato con successo
Lo strumento GIS del progetto è stato già testato in condi-zioni reali in due simulazioni di emergenza della difesa civile in Polonia, lungo un tributario del fiume Vistula, e nella Provincia di Alessandria in Italia. I risultati di queste prove sono stati rappresentati a beneficio degli stakeholder di altre regioni, che vogliono sapere di più sull’uso del GIS INARMA.Utilizzando tutti i risultati del lavoro dei progetti INARMA, le comunità locali, i governi e le istituzioni per la protezione del suolo dispongono di potenti nuove armi da aggiungere al loro arsenale nella lotta per il controllo delle inondazioni impreviste.
La nostra città è rimasta per troppo tempo
sotto la minaccia delle inondazioni.
Ho fiducia nel fatto che gli strumenti
innovativi e le pratiche elaborati dal pro-
getto INARMA creeranno un ambiente più
sicuro per i miei cittadini.
Maria Rita Rossa, Sindaco di Alessandria, Italia
Progetto: INARMA
Fondi FESR: € 840 420
Durata: 2010 – 2012
Sito internet: www.inarma.eu
22Unità operative decentrate per la gestione delle emergenze nella Provincia di Alessandria
4 200chilometri di argini lungo i fiumi dell’Ungheria
2Simulazioni di emergenze organizzate per testare il software GIS INARMA
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Riduzione dei rischi di condizioni atmosferiche estreme
Il progetto INCA-CE effettua importanti collegamenti tra governance e meteorologia unendo previsioni e allarmi meteo ad applicazioni pratiche previste per la gestione della protezione civile, dell’idrologia e della sicurezza stradale in varie località dell’Europa centrale. INCA, acronimo di Integrated Nowcasting through Comprehensive Analysis, è un modello meteorologico che processa i dati per mostrare le attuali condizioni e creare previsioni sulle caratteristiche meteo a venire. Il sito web del progetto consente al vasto pubblico di vedere un esempio basilare del tipo di visualizza-zione che il modello è in grado di offrire.
Ogni anno, eventi atmosferici estremi nell’Europa centrale pongono di fronte a grandi
sfide le autorità della protezione civile, gli idrologi e i servizi di manutenzione delle
strade di fronte a grandi sfide. Ciascuno di essi necessita di essere avvertito per tempo di
potenziali problemi. Intensificando la cooperazione transazionale tra i metereologi e le
agenzie pubbliche interessate, il progetto INCA-CE migliora il grado di preparazione a
gravi emergenze atmosferiche.
Poiché esso mira a un’ampia gamma di utilizzatori prove-nienti da settori diversi, il lavoro del progetto promuove prodotti meteorologici che sono intuitivi. E poiché si rivolge a diversi paesi, il progetto contribuisce inoltre a sviluppare uno scambio di informazione standardizzato oltre confine, per una migliore cooperazione internazionale in caso di emergenze meteo. INCA-CE è attualmente l’unico progetto al mondo che offre questo tipo di disciplina trasversale este-sa e una cooperazione transnazionale su tematiche correlate a condizioni atmosferiche estreme. Grazie alla sua unicità, il progetto ha già ottenuto un riconoscimento internazionale e
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attira l’interesse di paesi provenienti da tutto il mondo. Catene di allarme migliorate
Il modello atmosferico INCA è ora diffuso in tutti gli stati partecipanti al progetto e ha ottimizzato la sua capacità di prevedere condizioni atmosferiche estreme. Al fine di garantire che il modello sia continuamente rivisto per meglio soddisfare le esigenze delle tre aree di applicazione (pro-tezione civile, idrologia e sicurezza stradale) esso include un circuito di feedback tra sviluppatori e utilizzatori finali. L’input di diversi utilizzatori ha consentito di mettere a punto un modello molto più capillare di quanto avrebbe potuto qualsiasi singolo istituto.La capacità del sistema di assistere la gestione di crisi e la prevenzione dei rischi è anche facilitata dalla cooperazione transazionale coinvolta nel progetto. Poiché le informazioni fluiscono a livello internazionale, il modello è ben adatto a servire le regioni di confine ed è in grado di migliorare azioni tempestive da parte di una serie di autorità, in diversi paesi e campi per prepararsi a un evento atmosferico pericoloso. I vantaggi sono risultati evidenti in molteplici studi pilota. INCA-CE gode di fama internazionale
Il prezioso potenziale di INCA-CE è stato riconosciuto dall’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), che ha scelto il progetto come “Programma di ricerca meteorologi-ca mondiale / Progetto dimostrativo delle previsioni”. Con il supporto dell’OMM, il modello INCA è stato adattato ai vari paesi nel mondo, consentendo uno scambio di know-how, esperienza e conoscenze. Si prevedono nuove collaborazio-ni con i paesi in via di sviluppo per contribuire a garantire una ricerca e uno sviluppo a basso costo a livello locale. Nel complesso, il modello è già usato e analizzato da 24 partner provenienti da Austria, Repubblica ceca, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Slovacchia e Slovenia, oltre che da partner provenienti da Belgio, Cina, Croazia, Israele, Svizzera e Turchia.
Grazie al progetto INCA-CE siamo in
grado di fare ricorso a modernissimi
sistemi di previsione atmosferica e quindi
migliorare la manutenzione invernale delle
strade e la sicurezza sulle autostrade
slovene.
Marko Korošec, Supervisore del sistema di informazione meteorologica per la mobilità stradale (RWIS) della società autostrade slovenaDARS, Slovenia
Progetto: INCA-CE
Fondi FESR: € 2 470 453
Durata: 2010 – 2013
Sito internet: www.inca-ce.eu
10minuti sono sufficienti perché eventi atmosferici estremi causino danni significativi
8azioni pilota dettagliate di INCA-CE che consentono un ampio feedback
1 449visitatori che hanno consultato i dati meteo ad alta risoluzione del portale web in estate e autunno 2012
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Unire le forze per combattere le inondazioni
Per prevenire le inondazioni del fiume Elba, diversi paesi e regioni hanno espresso il loro consenso ad azioni di pianificazione congiunte nell’ambito del progetto finan-ziato dall’UE, ELLA (2003-2006). Gli enti di pianificazione territoriale e le autorità idriche in questi paesi hanno inoltre sviluppato cartine dei punti esposti al pericolo di inonda-zioni e piani di azione basilari per questo importante fiume dell’Europa centrale. L’iniziativa ora continua con LABEL, un progetto che unisce partner chiave provenienti da Germa-nia, Repubblica ceca, Austria e Ungheria.I 20 partner del progetto LABEL stanno collaborando allo
L’Europa centrale ha avuto un risveglio terribile nell’agosto 2002, quando inondazioni
da record in otto paesi hanno portato alla morte di decine di persone e causato miliardi
di euro di danni. Un decennio più tardi, le autorità locali sono meglio preparate a simili
catastrofi, grazie alla cooperazione internazionale guidata dal principio secondo cui le
inondazioni non conoscono confini. LABEL permette a questa cooperazione di
continuare.
sviluppo di una prima strategia comune per affrontare il pro-blema della prevenzione delle inondazioni e l’adattamento ai rischi di inondazione in tutto il bacino fluviale dell’Elba.. L’approccio a questo progetto transazionale comprende valutazioni dei rischi locali, cartine comuni, un sistema di gestione dei rischi e misure per la sensibilizzazione ai rischi di inondazioni. Il progetto ha anche presentato un piano congiunto per l’attuazione a livello di bacino della diret-tiva UE in materia di rischio d’inondazioni. Questo piano sarà considerato dalla Commissione internazionale per la Protezione dell’Elba (ICPE) che inserirà il lavoro e i risultati
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del progetto nell’attuazione della sua strategia di protezione dalle inondazioni.Oltre alla protezione dalle inondazioni, LABEL si concentra sull’individuazione di un equilibrio tra le esigenze in conflitto di utilizzo delle risorse idriche per attività quali la preven-zione dei rischi, il turismo, attività ricreative, trasporto e sviluppo di insediamenti lungo i fiumi. L’Elba e i suoi tributari rappresentano importanti aree ricreative, il che significa che le infrastrutture ciclabili e le strutture turistiche affac-ciate sui corsi d’acqua necessitano sempre più di terreno lungo le rive dei fiumi. Inoltre, l’Elba è anche un percorso di trasporto transnazionale (TEN-T), parte di un sistema di trasporto intermodale, collegata a strade e altre infrastrut-ture di trasporto. Un ulteriore sviluppo delle rive dei fiumi comprende case ed edifici commerciali, in quanto sempre più persone scelgono di vivere sul fiume. Gli insediamenti stanno crescendo in zone esposte al rischio di inondazioni e questa costruzione spesso collide con la prevenzione dei ri-schi. Per garantire una protezione dalle inondazioni davvero affidabile, le pianure alluvionali dovrebbero essere mantenu-te sgombre e libere.
Coordinamento delle domande concorrenti
Gli usi e le domande di spazio concorrenti lungo l’Elba impongono un coordinamento lungimirante. Un metodo per ottenere ciò è rappresentato da buone misure di pianifica-zione territoriale. Il progetto ha contribuito a sviluppare azio-ni pilota volte a coordinare domande concorrenti e questo lavoro è stato incluso nella creazione di una vasta strategia per il bacino dell’Elba.
L’inondazione che abbiamo visto a
Görlitz nel 2010 ha causato danni
enormi. Nel gestire la situazione, una
delle nostre principali risorse proveniva
dal progetto LABEL, che ha prodotto
cartine e software interattivi che ci han-
no aiutato a informare i nostri cittadini
sulla situazione in modo più rapido
ed efficiente
Uwe Restetzki, Capo del Corpo dei Vigili del Fuoco di Gorlitz , Sassonia, Germania.
Progetto: LABEL
Fondi FESR: € 3 317 246
Durata: 2008 – 2012
Sito internet: www.label-eu.eu
10anni di cooperazione transazionale sulla gestione del rischio di inondazionilungo l’Elba
7tappe della mostra itinerante LABEL nel 2012
12giorni in media necessari perché l’acqua attraversi l’Elba dalla sorgente all’estuario
1 094lunghezza dell’Elba in km
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Scoperta del nuovo oro nelle ex regioni minerarie
Le miniere si trovano ovunque in Europa centrale, ma solo poche sono ancora attive. Alcune ex miniere sono comple-tamente esaurite, altre sono state costrette a chiudere per ragioni politiche, economiche o ambientali. Le regioni che contengono queste miniere sono ora afflitte da grossi pro-blemi economici e ambientali. L’attività mineraria spesso è causa di danni al suolo e alle acque di falda, dovuti all’inqui-namento che può permanere per anni. La cessazione delle miniere è anche causa di problemi sociali come l’emigrazio-ne, il degrado urbano e la stagnazione economica.Il progetto ReSource mira a trasformare le caratteristiche
Per decenni il carbone è stato l’oro nero e le miniere hanno rappresentato un simbolo di
prosperità. Nelle aree periferiche dell’Europa centrale, l’attività mineraria spesso è
divenuta il pilastro dello sviluppo economico locale e intere regioni hanno preso forma
per soddisfare le esigenze del settore. Nell’era post-industriale, il boom è imploso: le ex
regioni minerarie soffrono di danni ambientali e di una perdita di posti di lavoro.
ReSource mira a trovare una soluzione a questo problema.
uniche di sette ex distretti minerari dell’Europa centrale in risorse positive per la promozione di uno sviluppo sostenibi-le. Il supporto scientifico per le attività progettuali è offerto da istituti ben noti specializzati nello sviluppo ecologico e regionale e nella pianificazione urbana. Le lezioni apprese durante l’impegno nell’aiutare queste aree minerarie posso-no essere tra trasferite a siti analoghi in Europa. Azioni locali
In alcuni luoghi, i partner ReSource hanno esplorato l’idea
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di ricavare energia geotermica dall’acqua delle miniere. In Lusazia, Germania, piantagioni pilota hanno mostrato che le aree minerarie degradate possono essere ricoltivate con successo con colture bioenergetiche.L’infrastruttura delle ex aree minerarie fornisce inoltre opportunità. Per esempio, a Sokolov, Repubblica ceca, sono stati preparati piani per convertire il macchinario minerario in una torre d’osservazione. E nel centro della città unghe-rese di Salgótarján, il patrimonio minerario locale è stato trasformato in un’esibizione pubblica: una mostra sotterra-nea è esposta, da visitare sotto un passaggio pubblico. Nella regione slovena di Zasavje, un progetto pilota di ReSource ha compilato un “dizionario minerario” che contiene termini del dialetto minerario, ormai estinto, della regione. Collaborazione e scambio
Una scuola estiva internazionale svolta nell’ambito del pro-getto re-Source ha consentito la collaborazione e lo scambio a livello europeo per potenziare l’attrattività delle ex regioni minerarie. Giovani provenienti da vari ambiti di interesse e diversi paesi hanno esplorato collettivamente queste regioni dell’Europa centrale. Assieme, essi hanno individuato per-corsi minerari turistici e hanno proposto idee per un turismo attraente. Un numero selezionato di queste idee è stato preparato per l’investimento.Uno dei risultati centrali del progetto ReSource è un databa-se basato su Internet che comprende 70 casi di buona prassi ed elenca i centri del sapere. Il database presenta approcci interessanti allo sviluppo post-minerario per professionisti e scienziati.Considerate la complessità e la portata del lavoro coinvolto nell’effettivo riutilizzo delle ex aree minerarie, ogni sforzo di recupero richiede il supporto di un più ampio contesto socio-politico. Per contribuire a costruire questo supporto, il partenariato del progetto ReSource ha formulato richieste politiche per lo sviluppo post-minerario, compilando tali richieste in uno studio. Quest’iniziativa attira l’attenzione dei decisori politici nazionali ed europei a sfide e opportunità che interessano le regioni post-minerarie.
Con lo studio ReSource, non solo
abbiamo scoperto informazioni
sulla domanda di calore delle imprese
locali ma siamo stati anche in grado
di indagare a fondo una soluzione
tecnica
Jörg Hilbig, Sindaco della Città di Aue, Germania
Progetto: ReSource
Fondi FESR: € 2 477 606
Durata: 2009 – 2012
Sito internet: www.resource-ce.eu
32le raccomandazioni fornite in una risoluzione finalizzata a uno sviluppo proattivo di regioni reduci da intensa attività minerari
70Good practises collected in the ReSource post-mining knowledge database
147 000 000 le tonnellate di carbon fossile prodotto nel 1962 in Germania
132 000 000le tonnellate di carbon fossile prodotto nel 2009 negli allora 27 Stati Membri dell’UE
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Salvaguardia dei fiumi che delimitano le nostre città
I corsi d’acqua nel paesaggio urbano e rurale rappresen-tano risorse insostituibili che determinano la diversità delle specie viventi e la stabilità ecologica della zona circostante.L’acqua è uno dei principali elementi estetici che possono contribuire enormemente all’aspetto del paesaggio. Fino a poco tempo fa, tuttavia, il bisogno di gestione degli spazi urbani fluviali non aveva ricevuto l’attenzione necessaria. I partner del progetto REURIS hanno collaborato per cambiare questa situazione, migliorando la gestione al fine di ripristi-nare le condizioni naturali degli ecosistemi acquatici e delle zone umide, rivitalizzando il carattere naturale e l’aspetto
Vi è una crescente domanda di attività che contribuiscono a sviluppare e proteggere
l’attrattività e l’accessibilità dei fiumi che scorrono lungo le aree urbane. Il progetto
REURIS mira a soddisfare questa domanda ricorrendo alla cooperazione transazionale
per attuare strategie e attività volte alla ricostruzione delle risorse naturali e culturali
negli spazi urbani fluviali nonché alla gestione sostenibile di questi spazi.
originario dei fiumi urbani trasformandoli in “spazi vitali”.Usando le buone prassi raccolte dai paesi oggetto di studio attorno alla regione, i partner REURIS hanno pianificato e attuato azioni pilota per la rivitalizzazione degli spazi urbani fluviali in sei zone dell’Europa centrale: Old Ponavka a Brno e l’isola di Božkov a Plzen (Repubblica ceca), Tho-stgrundbach a Grimma e Feuerbach a Stoccarda (Germa-nia), nonché il vecchio canale di Bydgoszcz Bydgoszcz e S´ lepiotka a Katowice (Polonia). Il lavoro svolto dai partner di REURIS era concentrato sul recupero e il mantenimento della funzionalità ecologica del corso d’acqua come ecosistema.
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Ciò ha comportato l’adozione di azioni mirate a:l aumentare la diversità morfologica di ciascun alveo; l aumentare la biodiversità dei biotopi nelle pianure alluvio-
nalil aumentare la qualità dell’acqua; e l rinnovare e migliorare la vegetazione supplementare.
In ciascuno schema di rivitalizzazione sono state incluse an-che soluzioni per la protezione dalle inondazioni. I progetti pilota REURIS hanno coinvolto la partecipazione pubblica e l’accettazione politica della rivitalizzazione sostenibile degli spazi urbani fluviali e hanno contribuito in modo importante a un’analisi dei costi/benefici del lavoro necessario per dare nuova vita a questi corsi d’acqua.
Lezioni apprese
Tre anni di progetto, due in diverse condizioni locali, le azioni pilota si sono trovate in una varietà di diverse fasi di attuazione, dalla piena rivitalizzazione di parte del fiume S´lepiotka, come da progetto, alla visione di un asse blu ver-de lungo il vecchio canale Ponavka a Brno. Tuttavia, tutto il lavoro svolto nei progetti pilota offre apprezzabili lezioni per la rivitalizzazione degli spazi urbani fluviali. Tali lezioni sono state pubblicate in due guide, destinate all’utilizzo da parte di altri soggetti: il “REURIS Manual for Urban River Revitali-sation” e il manuale “Urban Rivers – Vital Spaces. Guide for Urban River Revitalisation”.
Abbiamo bisogno di obiettivi con-
divisi, cooperazione e partecipazio-
ne per la gestione sostenibile degli spazi
fluviali urbani.
Tuttavia, continuiamo a percepire ostacoli
di natura economica e amministrativa a
una buona gestione delle risorse idriche.
REURIS mostra che è possibile
superarli
Waldemar Szendera, Pracownia Zywokost S.C., Suszec, Polonia
Progetto: REURIS
Fondi FESR: € 2 753 798
Durata: 2008 – 2012
Sito internet: www.reuris.gig.eu
6azioni pilota svolte da REURIS, di cui 5 che includono investimenti
145lunghezza in km del canale Warta-Bydgoszcz
12 430Piante e alberi piantati come parte del progetto di rivitalizzazione del fiume S´lepiotka a Katowice
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Piantare i semidella biodiversità
Per quanto riguarda il recupero dell’habitat di una prateria seminaturale, l’unica fonte di materiale di semina che può garantire una riuscita conservazione specifica del luogo è la prateria seminaturale esistente. I luoghi in cui questo tipo di ambiente continua a sopravvivere forniscono una fonte na-turale di biodiversità per un recupero di altre zone all’interno di una regione. Poiché gli habitat sopravvissuti di praterie seminaturali possono contribuire allo sviluppo e al recupero dei terreni agricoli dall’elevato valore naturale, la protezione, la gestione e il recupero di questi habitat sono diventati un punto focale della politica agricola e ambientale. Il progetto SALVERE ha cercato di incoraggiare l’uso di sementi di provenienza locale per il recupero di praterie
Fino a vent’anni fa, era considerato pressoché impossibile recuperare lo stato originario
delle praterie seminaturali. Da allora, numerosi sono stati gli sforzi compiuti, che
coinvolgono diversi livelli di terreno, dal bassopiano fino alle zone alpine. Il progetto
SALVERE promuove il recupero delle praterie seminaturali ricorrendo alle diverse
tecniche disponibili per lo svolgimento di questo lavoro.
seminaturali catalogando tutte le tecniche disponibili per la raccolta dei semi, la propagazione e il commercio per rista-bilire questo tipo di habitat nell’Europa centrale. I metodi esplorati dal progetto includono quanto segue. Sfruttamento
Diversi metodi di successo per la raccolta di materiale di semina regionale sono stati sviluppati negli ultimi anni. La scelta migliore del metodo di raccolta è interessata da fattori quali la topografia, il tempo di recupero rispetto al tempo di raccolta e l’efficacia. Le proporzioni dei semi e il rendimento possono differire a seconda della tecnica di raccolta, del tipo di vegeta-
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zione e delle fasi di maturazione delle singole specie. Un’alter-nativa alla raccolta delle sementi da siti idonei è rappresentata dalla propagazione dei semi di provenienza regionale sui terreni agricoli. In questo caso, singole specie sono raccolte a mano in natura e riprodotte separatamente con l’ausilio di tecniche agricole. Dopo una riuscita raccolta sui campi di propagazione, i semi possono essere piantati su aree di dimensioni più vaste. Questo metodo è già praticato su ampia scala in Austria, Ger-mania e Svizzera. Trattamento e commercio
Considerati i limiti regionali nell’introduzione di piante sel-vatiche, si è sviluppato un commercio di sementi selvatiche. Il mercato commerciale di sementi già offre specie idonee al recupero della prateria seminaturale, ma esse sono gene-ralmente descritte come di provenienza non locale. Si può garantire il recupero dell’ecosistema locale originale solo raccogliendo materiale e sementi provenienti dalla stessa regione. Nel 2010, una nuova direttiva della Commissione (CCE 60/2010) ha approvato il commercio di sementi “selva-tiche” provenienti da piante coltivate. Questa direttiva segna l’inizio di una concorrenza a livello commerciale tra sementi veramente selvatiche e sementi coltivate.
Attecchimento
Un fattore importante per il riuscito recupero è la valutazione e la preparazione di siti ricettori al fine di creare le condizioni ottimali per la germinazione e l’attecchimento delle specie introdotte. La valutazione deve determinare, nel modo più preciso possibile, le richieste speciali e le minacce all’habitat da creare in termini di proprietà del terreno, fornitura di nutrienti, tendenza all’erosione, competizione con altre specie vegetali, tempo di semina e di coltivazione, disponibilità delle sementi e del materiale di coltivazione, ecc. Le praterie semi-naturali sono generalmente create in un periodo di tempo
SALVERE ha un impatto importante
sull’aumento della biodiversità
nell’Europa centrale. Le tecniche descritte
sono ora già attuate in diversi altri pro-
getti, per esempio l’utilizzo di materiale di
trebbiatura per il rinverdimento di tetti e
rotaie del tram con semine specifiche
del luogo
Ulrike Pitha, Assistente dell’Istituto di bioingegneria del suoloFacoltà di scienze naturali dell’Università di Vienna, Austria
Progetto: SALVERE
Fondi FESR: € 1 281 249
Durata: 2009 – 2011
Sito internet: www.salvereproject.eu
molto lungo, attraverso varie forme d’uso. Il successo degli sforzi compiuti per ricreare questi habitat dipende dal livello di copertura derivato dalle specie target e dalla somiglianza della vegetazione al riferimento o allo stato target.
16esempi di riuscito recupero svolto da SALVERE
6lingue in cui è disponibile il manuale SALVERE sulla raccolta dei semi e il recupero ecologico
220test di capacità di germinazione su singole specie svolti da SALVERE
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40 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Costruzione di reti di paesaggi protetti
Ai fini di di una migliore conoscenza delle reti ecologiche nell’Europa centrale, TransEcoNet ha analizzato i cambia-menti nell’utilizzo della terra degli ultimi due secoli, determi-nando il valore di quelle aree e le minacce al loro patrimonio culturale e naturale. I partner inoltre hanno quindi sviluppa-to misure per mantenere o recuperare la funzione ecologica di questi spazi, nella speranza di creare un migliore collega-mento dei paesaggi protetti e non protetti all’interno delle reti ecologiche transnazionali.L’inventario delle reti ecologiche esistenti eseguito dal pro-getto ha rivelato che vi sono aree caratterizzate da una forte
Le aree naturali protette sono spesso luoghi isolati di biodiversità, collegati l’uno l’altro
da aree non protette, paesaggi che possono contenere corridoi per il traffico o terreni
agricoli ma anche avere ecosistemi intatti che forniscono a piante e animali lo spazio
necessario per la migrazione, la dispersione e la riproduzione. TransEcoNet mira a
mantenere o recuperare la funzione ecologica di quelle aree.
connettività di zone protette ma anche aree non protette che ospitano specie animali e vegetali a rischio. TransEcoNet ha elaborato raccomandazioni su come eliminare queste zone non protette, mediante misure quali l’allargamento delle aree protette o l’applicazione di metodi di agricoltura o silvicoltura estensiva. Ha inoltre rivisto il quadro normativo e politico nazionale in materia di reti ecologiche.Al fine di determinare le pressioni su specie e habitat, il progetto ha analizzato lo stato attuale delle aree protette, degli accordi internazionali e delle misure regionali di con-
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servazione della natura. Ha utilizzato queste informazioni per simulare scenari paesaggistici che riflettano il livello di sostenibilità degli habitat e la connettività delle aree sele-zionate. TransEcoNet ha altresì valutato i benefici che le reti ecologiche offrono, quali acqua, cibo e risorse mediche, per diversi tipi di paesaggi.Creando serie temporali delle cartine storiche di aree di con-fine selezionate, i ricercatori di progetto sono stati in grado di tracciare i cambiamenti nell’uso del suolo fino al XVIII secolo. Queste analisi hanno rivelato la perdita di biodiver-sità e la frammentazione delle reti ecologiche, in particolare nella seconda metà del XX secolo. Consapevolezza pubblica
I paesaggi di confine rappresentano ben più che semplici aree di transizione o periferie urbane per attività ricreative e la fornitura di cibo. Interviste agli abitanti locali hanno evi-denziato forti rapporti personali con il paesaggio, con i gio-vani che scoprono una nuova qualità della vita. Workshop, mostre ed escursioni locali sono stati svolti per presentare le tradizioni culturali di queste aree ed mettere in luce il feno-meno del cambiamento di paesaggio. Un opuscolo tematico che rappresenta lo stato attuale degli strumenti di pianifica-zione utilizzati per considerare le reti ecologiche aiuta coloro che sono impegnati nella pianificazione territoriale, nella conservazione della natura e nello sviluppo rurale a essere più consapevoli della “funzione vitale della biodiversità”.I risultati di TransEconet sono stati divulgati in tutta l’Europa centrale. Progetti locali di follow-up aiutano a colmare le lacune delle reti e attuare altre raccomandazioni di progetto. A livello internazionale vi è la necessità di maggiori iniziative che coinvolgano tutti gli stakeholder nonché uno sforzo comune per armonizzare metodi per la costruzione di una rete ecologica europea.
Progetto: TransEcoNet
Fondi FESR: € 2 293 617
Durata: 2009 – 2012
Sito internet: www.transeconet.eu
221interviste condotte con residenti locali ed es-perti che riguardano i cambiamenti di paesag-gio e le reti ecologiche
5documentari preparati da TransEcoNet, che accompagnano la percezione del cambia-mento di paesaggio in sei paesi dell’Europa centrale
1747anno di pubblicazione della cartina più antica analizzata da TransEcoNet
La raccolta di dati spaziali riguar-
danti le reti ecologiche e la rela-
tiva armonizzazione e interconnessione
transnazionale è il risultato più impor-
tante del progetto.
In particolare, l’analisi delle lacune nelle
reti ecologiche fornisce risultati
interessanti
Ondrej Vítek, Agenzia per la conservazione della natura ela protezione del paesaggio, Repubblica ceca
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42 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Dal commercio informale di rifiuti al riutilizzo formale
Esattamente come nei paesi in via di sviluppo, molti citta-dini dell’Europa centrale sono coinvolti nella raccolta e nel riciclo informale di rifiuti. Viaggiando per lunghe distanze, spesso attraversano i con-fini verso paesi più ricchi nei quali raccolgono oggetti che possono essere venduti o riutilizzati nel loro paese. Il carat-tere informale di questo lavoro è svantaggioso per chi si oc-cupa della raccolta, che versa in precarie condizioni di lavoro senza alcuna sicurezza sociale, e per le autorità di gestione dei rifiuti nei loro paesi di destinazione in cui la raccolta può distorcere le quotazioni dei rifiuti e causare possibili perdite di reddito. Chi effettua la raccolta informale può aiutare
La raccolta informale di rifiuti è cosa comune nell’Europa centrale, dove molte persone
si guadagnano da vivere riparando e rivenendo oggetti di scarto. Quest’attività può
essere vantaggiosa, ma se non è controllata presenta dei rischi. TransWaste mira a
formalizzare questa raccolta di rifiuti in maniera tale da affrontare con successo sfide
economiche, ambientali e sociali.
l’ambiente riciclando beni che altrimenti sarebbero gettati via, ma tale attività può essere pericolosa se parti pericolose degli oggetti raccolti vengono smaltite in modo improprio. Eppure, vi è poca informazione sulla raccolta informale di rifiuti.
Lavoro pionieristico
Poiché l’UE mira ad armonizzare le strutture di gestione dei rifiuti tra i suoi paesi partner, le autorità necessitano di apprezzare e comprendere le sfide che derivano dal settore della raccolta informale di rifiuti. TransWaste si propone di
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colmare le lacune nelle conoscenze in questo settore. Il team di progetto consiste di sette partner provenienti da cinque paesi che sono interessati dalla raccolta informale: Austria, Germania, Ungheria, Polonia e Slovacchia.TransWaste ha analizzato il settore della raccolta informale di rifiuti mediante tecniche quali interviste, questionari, osservatori dei siti e conteggi del traffico sui confini.Sulla base delle misurazioni nell’ambito del progetto, la quantità di rifiuti raccolti informalmente in Austria ammonta a 100.000 tonnellate all’anno, il che è pari a circa il 15-21% dei rifiuti sciolti ufficialmente raccolti nel paese e dei rifiuti elettrici ed elettronici. Circa 70.000 tonnellate di rifiuti raccolti in maniera informale in Austria sono state trasporta-te in Ungheria e la maggior parte di chi effettua la raccolta in Austria (69%) proviene dall’Ungheria. In Germania, la maggior parte di chi effettua la raccolta informale proviene dalla Polonia (27%) e dalla Repubblica ceca (14%), men-tre in Slovacchia la maggior parte di essi proviene da loro paese. In generale, oggetti di raccolta informale sono mobili, elettrodomestici e apparecchiature elettriche ed elettroniche seguite da altri oggetti, tra cui pneumatici, vestiti e legno.
Conservazione mediante riutilizzo
Con una normativa simile alla direttiva quadro in materia di rifiuti 82008), l’UE sta ponendo l’accento sulla necessità del riutilizzo dei rifiuti. TransWaste ha individuato diversi approcci alla gestione informale dei rifiuti, che considera l’importanza del riutilizzo e il suo crescente potenziale di mercato. In un processo che ha coinvolto tutti gli stakeholder, ogni partner ha sviluppato almeno un piano per la formalizzazione, basato su soluzioni specifiche per paese.Tali idee e azioni pilota sono valutate a livello ambientale, sociale ed economico per garantire soluzioni sostenibili. Il “piano di azione transnazionale” offre delle linee guida sull’argomento e fa parte del contributo del progetto a una migliore comprensione della conoscenza informale dei rifiuti e dei mezzi per formalizzarla.
Supporto il progetto TransWaste
perché spero che in futuro mi
aiuti a fare meglio il mio lavoro senza
contrasti con la polizia. La formalizzazi-
one della raccolta di rifiuti è utile perché
così sarò meglio accettato dalla gente
e auspicabilmente riceverò oggetti
migliori più facilmente
Anonimo ungherese che esegue la raccolta informale dei rifiuti
Progetto: TransWaste
Fondi FESR: € 2 423 190
Durata: 2009 – 2012
Sito internet: www.transwaste.eu
2008anno di pubblicazione della direttiva quadro UE in materia di rifiuti
69percentuale di raccolta informale di rifiuti in Austria svolta da ungheresi
80 000vetture che trasportano oggetti raccolti dall’Austria in Ungheria ogni anno
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44 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Migliorare le cittàdalle fondamenta
Il suolo presenta molte funzioni essenziali nello sviluppo della società umana: sostentamento degli organismi viventi, regolazione della circolazione dell’acqua, eliminazione dell’impatto dell’inquinamento, ciclicità dei nutrienti, produ-zione di piante e controllo microclimatico. Una scarsa com-prensione dell’importanza del suolo comporta un consumo e un’impermeabilizzazione del suolo incontrollati. La conseguente riduzione di suolo sano ha un impatto tre-mendo sulla qualità dell’ambiente nelle aree urbane, causan-do una perdita di biodiversità, un aumento di ruscellamento e inondazioni, contaminazione del suolo, deterioramento microclimatico e inquinamento dell’aria dovuto a particolato.
Con l’espandersi delle città, il “consumo di suolo” (land take), che equivale all’aumento
degli insediamenti, e l’“impermeabilizzazione dei suoli” (sealing), vale a dire la
copertura di suolo con superfici artificiali, stanno mettendo a rischio le risorse del suolo
nelle aree urbane. Per aiutare a combattere questo problema, URBAN SMS ha sviluppato
una strategia di gestione del suolo applicabile alla pianificazione urbana che consente di
considerare il valore del suolo e di coinvolgere la salvaguardia dello stesso nel processo
di pianificazione.
Un approccio sostenibile alla gestione del suolo è necessario per evitare questi problemi. Tale necessità è stata ricono-sciuta alla conferenza del 2007 dell’Alleanza europea per il suolo (ELSA) di Stoccarda ed è stata definita nella “Dichiara-zione di Stoccarda”.Al fine di prestare un contributo all’attuazione degli obiettivi di questa dichiarazione, un team di 11 partner - tra cui cinque istituti di ricerca, due autorità regionali e quattro comuni, provenienti da sette paesi dell’Europa centrale – uniti sotto la direzione del Dipartimento per la protezione ambientale della città di Stoccarda, hanno sviluppato il progetto URBAN SMS.
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Due principali risultati del progetto sono il “Municipal Soil Manager” e il “Soil Management Suite”. Il “Municipal Soil Manager” è una guida basata su una valutazione degli approcci esistenti a tematiche legate al suolo nei paesi dell’Europa centrale e della legislazione europea e nazionale in materia. Fornisce un orientamento per l’integrazione della protezione del suolo nella pianificazione urbana.Il “Soil Management Suite” è un insieme di strumenti informatici per la valutazione del suolo e il trattamento di dati territoriali sul suolo come informazioni necessarie per la pianificazione dell’uso del suolo urbano.Comprende un semplice “desktop tool” per l’analisi non spaziale dei dati del suolo, che è stato progettato per gli addetti alla pianificazione urbana e altri esperti che non hanno familiarità con la scienza del suolo. “Soil Manage-ment Suite” comprende anche uno strumento di informa-zioni georeferenziate basato su web per un’analisi spaziale e un’interpretazione dei dati del suolo più ampia e include diversi strumenti specialistici.
Fornire orientamento
Altri risultati comprendono le “Linee guida per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e la Valutazione dell’Impatto Am-bientale (VIA)” che descrive un approccio per il miglioramento della considerazione del suolo negli studi correlati. Il “Pilot Action Case Study Book” sintetizza i risultati di selezionati progetti pilota che hanno testato l’approccio di gestione del suolo del progetto URBAN SMS e fornisce esempi reali di at-tuazione della gestione del suolo in città dell’Europa centrale.
Sensibilizzazione
Il progetto ha inoltre prodotto un “pacchetto di sensibilizza-zione” che si compone di un filmato e una serie di documenti che dimostrano l’importanza di un’appropriata gestione del suolo nelle città, nonché un opuscolo globale intitolato “Suoli in città: URBAN Soil Management Strategy”.
Gli strumenti URBAN SMS sono
stati sviluppati per la valutazione
del suolo, in particolar modo lo stru-
mento sulla qualità del terreno agricolo,
che aiuta a individuare i suoli di elevato
livello qualitativo da proteggere e quelli
di basa qualità dove si concentrano
le costruzioni
Dr. Blanka Ilavská, Scienziato del suolo presso l’Ufficio regionale territorialedel distretto di Bratislava, Slovacchia
Progetto: URBAN SMS
Fondi FESR: € 1 741 390
Durata: 2008 – 2012
Sito internet: www.urban-sms.eu
0.61percentuale di aumento del consumo di suolo per area urbana e dell’uso d’infrastruttura in Europa tra il 2000 e il 2006
2020anno entro il quale la Germania mira a ridurre il consumo di suolo urbano a 30 ettari al giorno
8azioni pilota in cui URBAN SMS ha testato nuovi strumenti sviluppati
46 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Creazione di grandi spazi urbani per tutti
Gli spazi urbani hanno un’influenza diretta sul modo in cui la popolazione locale e i visitatori percepiscono l’area ur-bana, s’identificano con essi e sul funzionamento della vita sociale. Essi influiscono anche sulla prosperità economica. La loro importanza ambientale è sottolineata dal loro potenzia-le nel mitigare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici, che è probabile divengano prevalenti nelle aree urbane.Lo sviluppo urbano non riguarda solo la pianificazione di edifici e attività, ma anche la creazione di posti che abbiano un impatto positivo sull’ambiente circostante. La proget-tazione di spazi urbani d’alta qualità, che implica apporti dai gruppi di comunità, è pertanto un aspetto sempre più importante del processo di pianificazione.
Con il 75% della popolazione dell’Europa centrale che vive in città o nei dintorni, gli
spazi pubblici urbani acquistano un’importanza vitale. Il progetto UrbSpace ha
rinnovato 15 aree aperte in un processo innovativo che ha coinvolto i cittadini locali e
concesso una considerazione speciale a preoccupazioni ambientali, aspetti sociali,
necessità specifiche per genere, accessibilità, prevenzione dei crimini e requisiti
progettuali.
Impatti a lungo termine
Durante il rinnovo di 15 spazi urbani aperti in Polonia, Slovacchia, Repubblica ceca, Ungheria e Italia, UrbSpace si è focalizzato sulla preparazione di documenti di pianifica-zione strategica, come il “Piano di accessibilità per la città di Erfurt”, di aiuto anche ad altri che intendono seguire simili passi. Il coinvolgimento dei cittadini, a un livello che non rappresenta la norma nell’Europa centrale, ha comportato il rinnovo di spazi pubblici che sono ampiamente accettati dalla comunità locale. In molti luoghi pilota, i comuni hanno investito cifre considerevoli delle loro risorse economiche per il co-finanziamento accanto ai fondi del FESR. È questo il
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caso dei progetti pilota in l Sidlisko II Prešov, Slovacchial Brno–Novy Liskovec, Repubblica cecal Sentiero alberato urbano a Sopot, Polonial Parco Harangod a Nagykallo, Ungherial Parco dei Comuni vicino a Milano, Italia
Al di là del miglioramento fisico degli spazi aperti, il pro-getto è riuscito a coinvolgere la gente locale nel processo di pianificazione, ha contribuito a cambiare l’approccio dei decisori e ha introdotto nuovi strumenti per gli addetti alla pianificazione urbana, gli architetti, i politici e le autorità locali. Benefici per i cittadini
Gli spazi aperti rinnovati vengono ora usati da cittadini, famiglie, bambini e visitatori. A Erfurt, il vantaggio più evi-dente della pianificazione all’insegna dell’accessibilità è che lo spazio pubblico può essere usato da un certo numero di persone che presentano varie disabilità, da persone anziane e famiglie con bambini in passeggino.Gli strumenti creati, come una “Strategia e metodologia comuni”, sono stati tradotti in otto lingue e sono usati per formare professionisti e dipendenti pubblici su come meglio raggiungere una qualità dello spazio pubblico migliore. Prossimi passi e utilizzo dei risultati
I risultati di UrbSpace sono alla base di continue discussioni nei comuni coinvolti. Per esempio, a Nagykallo, in Ungheria, la metodologia di pianificazione sviluppata assieme all’e-sperienza maturata nel progetto hanno aiutato il comune a preparare il “piano di sviluppo degli spazi pubblici di Nagykallo” che guiderà un sviluppo strategico degli spazi urbani all’interno della città. E il “piano di accessibilità di Erfurt” sarà usato per incoraggiare uno sviluppo più accessi-
La comunità locale dovrebbe essere
al centro di tutti i nostri sforzi nella
pianificazione mirata a rivitalizzare spazi
aperti.
Non ho mai pensato prima che aspetti
ambientali, sociali, progettuali, di sicurez-
za e di genere potessero essere presi in
considerazione nel rinnovo dello
stesso posto
Vladimír Ligus, Capo architetto della città di Prešov, Slovacchia
Progetto: UrbSpace
Fondi FESR: € 1 966 576
Durata: 2008 – 2011
Sito internet: www.urbanspaces.eu
10Spazi urbani rinnovati in cinque città dell’Europa centrale
75percentuale di cittadini dell’Europa centrale che vivono in spazi urbani
bile altrove nella città. Inoltre, i risultati del progetto sono stati presi come pun-to di partenza dalla “Rete europea di esperti degli spazi pubblici” che è attualmente in fase di sviluppo. Le buone pratiche maturate nell’ambito del progetto faranno parte di un processo standardizzato previsto per migliorare la qualità degli spazi pubblici in Europa. Gli esperti che hanno lavorato al progetto trarranno beneficio dalle lezioni apprese e le ap-plicheranno nel loro operato quotidiano con risultati positivi per i cittadini.
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48 Gestione del Rischio ambientale e Cambiamento Climatico nell’EUROPA CENTRALE
Mantenimento dellavitalità dei nostri paesaggi
Il progetto VITAL LANDSCAPE comprende otto partner, provenienti dalle sfere accademica e professionale, che condividono il desiderio di preservare la qualità, la bellezza e la diversità dei nostri paesaggi. Il progetto testa forme innovative di coinvolgimento dei cittadini, tra cui eventi transnazionali come conferenze, meeting di gruppi di lavoro e tour di studio. L’approccio trasferisce agli abitanti locali la responsabilità per l’ambiente circostante apportando esperienza internazionale. Gli attori provenienti dall’Europa centrale discutono approcci per la conservazione del pae-saggio in modo tale da poter apprendere reciprocamente e aumentare la rosa di soluzioni possibili.
Le risorse naturali e il patrimonio storico che costituiscono i nostri paesaggi sono una
parte essenziale della nostra identità territoriale. Eppure, lo sviluppo nella maggior
parte dei paesi europei tiene poco conto dell’importanza dei paesaggi culturali. VITAL
LANDSCAPES intraprende una serie di attività per far sì che questa tematica diventi un
aspetto cruciale del discorso regionale e internazionale.
Consenso attraverso la partecipazione
VITAL LANDSCAPES pone particolare attenzione al coinvol-gimento della popolazione locale nelle decisioni relative allo sviluppo futuro del loro paesaggio. A Unteres Saaletal in Germania, il progetto forma guide culturali paesaggistiche che fungano da ambasciatori della regione, informando il pubblico sulla qualità del panorama di quest’area. Il team di Unteres Saaletal collabora anche con esperti locali per individuare i siti adatti in cui l’ambiente naturale può essere supportato come controbilancia per le aree circostanti sottoposte a uno sviluppo del suolo più intensivo. Nella re-
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gione austriaca di Muhlviertel il progetto organizza dialoghi paesaggistici per accertare le aspettative dei cittadini locali riguardanti lo sviluppo del loro paese e dintorni. Gli esperti di progetti raccolgono opinioni e conducono meeting in cui i partecipanti sono invitati a formulare priorità per la loro comunità e discutere scenari di sviluppo.Nei monti Sumava nella Repubblica ceca, per esempio, incontri periodici aiutano a rafforzare il collegamento dei cit-tadini locali con la nuova riserva della biosfera. A Ljubljansko Barje in Slovenia, gli agricoltori locali insegnano alle famiglie della periferia urbana il valore del cibo locale e spiegano ai bambini l’importanza di un paesaggio naturale intatto.
Rendere invisibili i cambiamenti paesaggistici
I cambiamenti che riguardano il nostro paesaggio spesso si verificano così lentamente da essere difficili da percepire. Possiamo dimostrare più chiaramente il processo di cam-biamento mediante immagini o simulazioni che aiutano gli stakeholder a visualizzare le minacce al paesaggio. Il pro-getto usa una serie di tecniche di visualizzazione come base oggettiva per la discussione. Esamina metodi avanzati per la visualizzazione assieme a metodi convenzionali, come il confronto di immagini storiche, mappe e “orthophoto”, così com’è stato fatto a Male Karpaty in Slovacchia. Tecnologie più all’avanguardia includono lo sviluppo di applicazioni GoogleEarth che rendono possibile creare rappresentazioni dei cambiamenti degli elementi paesaggistici in 3D nella regione Nagyberek in Ungheria. A Msciwojow in Polonia, il progetto collabora con attori locali usando lo strumento di modellizzazione 3dsmax per aiutare i residenti a formulare una visione per il loro villaggio dopo la riabilitazione.Nel suo sforzo di preservare i paesaggi culturali, il progetto sta comunicando modalità per collegare le diverse esigenze dello sviluppo economico, della protezione della natura e del welfare sociale. Incoraggia il dialogo tra gli incaricati alla conservazione paesaggistica, tra cui agricoltori, investitori, ambientalisti e residenti, a livello regionale ed europeo.
Con l’aiuto di VITAL LANDSCAPES
abbiamo completato la nostra banca
dati di misure di manutenzione di aree e
paesaggi a Unteres Saaletal. Oltre a nu-
merosi workshop con cittadini e attori,
abbiamo prodotto nuove idee su come
sviluppare il nostro paesaggio.
Gerd Villwock, Vice presidente del parco naturale Unteres Saaletal,Germania
Progetto: VITAL LANDSCAPES
Fondi FESR: € 1 694 134
Durata: 2010 – 2013
Sito internet: www.vital-landscapes.eu
6Filmati prodotti da bambini che documentano il modo in cui gli agricoltori contribuiscono alla preservazione paesaggistica
25persone formate per diventare guide culturali paesaggistiche
1 050km quadrati dei paesaggi culturali eu-ropei degni di essere gestiti in maniera sostenibile
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LE pROSSImE STORIE dI pROgETTI
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LE pROSSImE STORIE dI pROgETTI
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Ridurre i rifiuti riutilizzandoli
Progetto: CERRECinternet: www.cerrec.eu
Dalla cortina di ferro alla cintura del verde naturale
Progetto: Greennetinternet: www.greennet-project.eu
Migliorare la qualità della carta per il riciclo
Progetto: ECOPAPERLOOPinternet: www.ecopaperloop.eu
Prodotti più verdi grazie a minor utilizzo di risorse
Progetto: PRESOURCEinternet: www.central2013.eu/ environment
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La cooperazione transnazionale aiuta le regioni a ottenere un’aria più pulita
Progetto: TABinternet: www.tabproject.eu
Isole urbane di calore: le città impegnate a ridurre il caldo
Progetto: UHIinternet: www.eu-uhi.eu
Le particelle ultrafini fanno male?
Progetto: UFIREGinternet: www.ufireg-central.eu
Un nuovo approccio alla gestione urbana delle risorse idriche
Progetto: URBAN_WFTPinternet: www.urban-wftp.eu
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Il Segretariato Tecnico Congiunto (STC) del programma CENTRAL EUROPE ha sede a Vienna (Austria) e d è possibile contattarlo in qualsiasi momento per domande relative ai finanziamenti, alla gestione dei pro-getti e alla comunicazione.Potete contattarci anche per telefono o e-mail. Con la speranza e l’augurio di una cooperazione proficua,
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La traduzione italiana di questa pubblicazione è stata curata dal Punto di Contatto Nazionale del Programma CENTRAL EUROPE.Regione del Veneto – Unità di Progetto Cooperazione TransfrontalieraDorsoduro 3494/A – 30123 VeneziaTel. +39-041 279.1495/1497Fax +39-041 [email protected]