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SPUDASDASD MATABAND 134

ISBN 978-3-487-14386-6

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Secondo la communis opinio i Preso-cratici segnano lrsquoinizio della fi losofi a come disciplina e del relativo linguaggio specialistico Tali presupposti vengono qui messi in discussione in base ad unrsquoanalisi semantica del linguaggio pre-socratico piuttosto che ridurre esso po-tenzia ambiguitagrave e ridondanza sfruttan-dole come risorse del senso Lrsquoesame si concentra sullrsquouso non terminologico di logos in Eraclito Il signifi cato del lessema stabilito in base ai contesti drsquouso attestati fi no allrsquoepoca dellrsquoEfesio ed affrancato dalla successiva Wirkungs-geschichte egrave ancora contraddistinto dallrsquoidea del lsquoraccogliere insiemersquo (leg-ein) il lsquodiscorsorsquo infatti consiste nella sintesi di singoli epea (detti) ed onomata (nomi) Mostrando il farsi uno dei molti il logos assume dunque una funzione euristica per la comprensione dellrsquounitagrave di fenomeni apparentemente irrelati o contraddittori Sia a livello formale nei modi della ldquori-semantizzazionerdquo della pa-rola-chiave sia a livello contenutistico nella specifi ca interdipendenza scorta tra linguaggio e mondo si riconoscono nel logos di Eraclito caratteristiche salienti del compromesso tra oralitagrave e scrittura

Im allgemeinen Verstaumlndnis begruumlnden die Vorsokratiker das philosophische Fach-wissen und die philosophische Fachspra-che Diese Annahme wird in der vor-liegenden Arbeit mittels einer semanti-schen Analyse revidiert die Sprache der Vorsokratiker meidet nicht sondern zielt geradezu auf mehrdeutige und redundante Ausdrucksweisen Hier ist der nicht-ter-minologische Gebrauch von logos bei Heraklit besonders aufschlussreich In der Bedeutung dieses Lexems die an den bis zur Zeit des Ephesiers belegten Verwen-dungskontexten untersucht wird zeigt sich die noch wirkende Kontinuitaumlt mit der legein-Grundbedeutung bdquosammelnldquo die bdquoRedeldquo besteht naumlmlich aus einer Sammlung einzelner epea bzw onomata Aufgrund ihrer synthetischen Struktur ist sie geeignet eine heuristische Funktion fuumlr das menschliche Verstehen der latenten Einheit scheinbar loser Erscheinungen zu erfuumlllen Sowohl formal in der Art wie das Lexem semantisch aufgeladen wird als auch inhaltlich in der spezifi sch heraklite-ischen Interdependenz zwischen Realitaumlt und Sprache lassen sich in dem logos des Heraklit Charakteristika erkennen die auf den Uumlbergang von der Muumlndlichkeit zur Schriftlichkeit zuruumlckgefuumlhrt werden koumlnnen

Laura Gianvittorio

Il discorso di EraclitoUn modello semantico e cosmologico nel passaggio dalllsquo oralitagrave alla scrittura

Laura Gianvittorio

Il discorso di EraclitoUn modello semantico e cosmologico nel passaggio dalllsquo oralitagrave alla scrittura

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SPUDASMATA 134

SPUDASMATA

Studien zur Klassischen Philologie und ihren Grenzgebieten Begruumlndet von Hildebrecht Hommel und Ernst Zinn Herausgegeben von Gottfried Kiefner und Ulrich Koumlpf

Band 134

LAURA GIANVITTORIO

IL DISCORSO DI ERACLITO

2010

GEORG OLMS VERLAG HILDESHEIM middot ZUumlRICH middot NEW YORK

LAURA GIANVITTORIO

IL DISCORSO DI ERACLITO

Un modello semantico e cosmologico nel passaggio dall oralitagrave alla scrittura

2010

GEORG OLMS VERLAG HILDESHEIM middot ZUumlRICH middot NEW YORK

Veroumlffentlicht mit Unterstuumltzung des Fonds zur Foumlrderung der wissenschaftlichen Forschung (Wien)

Das Werk ist urheberrechtlich geschuumltzt Jede Verwertung auszligerhalb der engen Grenzen des Urheberrechtsgesetzes ist ohne Zustimmung des Verlages unzulaumlssig Das gilt insbesondere fuumlr Vervielfaumlltigungen Uumlbersetzungen Mikroverfilmungen und die Einspeicherung und Verarbeitung in elektronischen Systemen

Die Deutsche Nationalbibliothek verzeichnet diese Publikation in der Deutschen Nationalbibliografie detaillierte bibliografische Daten sind im Internet uumlber httpdnbd-nbde abrufbar

ISO 9706 Gedruckt auf saumlurefreiem und alterungsbestaumlndigem Papier Herstellung Beltz Druckpartner 69502 Hemsbach Umschlagentwurf Inga Guumlnther Hildesheim Alle Rechte vorbehalten Printed in Germany copy Georg Olms Verlag AG Hildesheim 2010 wwwolmsde ISBN 978-3-487-14386-6 ISSN 0548-9705

Ringraziamenti

A prescindere dalle opportune modifiche questa egrave la pubblicazione della tesidi dottorato accolta dallrsquouniversitagrave degli Studi di Palermo nel 2008 Le espe-rienze scientifiche e umane da me maturate negli ultimi anni sono confluite inmisura determinante nella ricerca che pertanto ferme restando le mie re-sponsabilitagrave come autrice considero come il prodotto di una sinergia

Oltre alla mia tutor la Professoressa Patrizia Laspia (Palermo) il cui ric-chissimo patrimonio di idee egrave stato determinante per i miei studi desideroringraziare il Professor Wolfgang Roumlsler (HU Berlin) percheacute il suo corso suipresocratici e le sue osservazioni sul lavoro hanno focalizzato temi per me sa-lienti ed il Professor Thomas Schirren (Salzburg) del cui influsso si egrave giovatasoprattutto lrsquoultima fase della stesura della tesi Un pensiero commosso vaalla memoria del Professor Massimo Vetta (Chieti) che ha costantemente se-guito ed incoraggiato i miei studi perfino quando le sue condizioni di salutesembravano non poterglielo piugrave permettere Ringrazio inoltre gli editori diSpudasmata di accogliere il libro in questa collana che egrave ricca di tradizione inmateria di studi eraclitei

Non solo a preziosi contributi scientifici ma anche a fondamentali contri-buti umani questo lavoro deve molto Rivolgo un vivo ringraziamento ai mieiamici di sempre ed in particolare a Peter M Fischer percheacute continuano adarricchire la mia umanitagrave Non conosco parole che bastino a ringraziare delloro incondizionato sostegno morale mia madre e mio padre Annamaria Ri-dolfi e Luciano Gianvittorio ai quali dedico questo libro con lrsquoaugurio piugrave ca-ro Χρόνια Πολλά

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Indice

Ringraziamenti VIndice VIIIntroduzione IX

Parte I Il discorso di Eraclito come modello semantico 11 Densitagrave semantica 1

11 Coordinate teoriche 112 Esempi di densitagrave semantica 513 Coscienza della densitagrave semantica 27

2 Strategie di risemantizzazione 3321 Reti di significazione 3322 Giochi di parole 4023 Polivalenza sintattica 46

3 Semantica aurale 5931 Un linguaggio non specialistico 5932 Semantica della contestualitagrave 68

Conclusioni della Parte I 79Parte II Il discorso di Eraclito come modello cosmologico 83

4 Il cosmo come unitagrave articolata 8341 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 8342 Immagini dellrsquounitagrave articolata unione 10743 hellip e divisione 128

5 Linguaggio e cosmo 13951 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 13952 Cosmogonie linguistiche un excursus antropologico 16753 Lrsquoanalogia eraclitea tra linguaggio e mondo 172

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VIII Indice

6 Il discorso come unitagrave articolata 18561 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 18562 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 234

Conclusioni della Parte II 247Bibliografia 251

Abbreviazioni 251Edizioni di Eraclito 252Altre edizioni 252Opere di consultazione 253Letteratura secondaria 254

Index locorum 265Indice degli autori moderni 279Indice delle cose e dei concetti notevoli 285

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Introduzione

Oggetto di studio e approcci ermeneutici Questo lavoro legge i frammentidi Eraclito dalla prospettiva degli studi su oralitagrave e scrittura inquadrandoliladdove risulti utile entro un contesto piugrave ampio quello fornito dalla testua-litagrave filosofica greca a cavallo tra il VI ed il V sec a C ossia principalmentelrsquoopera di Senofane e di Parmenide1 I testi suddetti costituiscono lrsquooggettopiugrave adatto per una doppia indagine in primo luogo quella circa il compro-messo dinamico intrecciato in etagrave arcaica tra i modi espressivi tipici dellrsquoora-litagrave e quelli favoriti dallrsquoalfabetizzazione in secondo luogo quella che vertesulla nuova funzionalizzione del linguaggio della tradizione epica e lirica in vi-sta di contenuti sapienziali ad essa alternativi il che egrave quanto gli storici dellafilosofia piuttosto impropriamente tendono a considerare come il primoldquolinguaggio filosoficordquo

E A Havelock egrave stato il primo a porsi il problema del linguaggio dei ldquopre-socraticirdquo alla luce dei fenomeni culturali legati allrsquooralitagrave e alla scrittura2 malo ha fatto semplificando in modo eccessivo la complessitagrave dellrsquointerazionetra i due media ossia con scarsa attenzione per le specificitagrave prodotte dal loroincontro3 Occorre pertanto considerare con maggior realismo il dialogo tra

1 Non egrave possibile includere in una simile analisi anche i milesi per i quali non siamo confor-tati da evidenze testuali sufficienti cfr Havelock 1982 p 234 ldquoin determining the orig-inal lines of Greek philosophic activity the so-called Milesians must be discarded Ourknowledge of them as speculative thinkers depends wholy on the later doxographies [hellip]Our business in testing out propositions lies with Xenophanes Heraclitus Parmenides[hellip]rdquo argomenti ripresi poi piugrave diffusamente in idem 1996 Il problema egrave giagrave rilevato daKahn 1960 p 3

2 Havelock 1982 pp 232ndash260 idem 1996 Sui rapporti tra scienze e tecniche da un lato eprosa dallrsquoaltro cfr Kahn 1973 Piugrave in generale del rapporto tra alfabeto e sapere arcaicosi occupano Goody e Watt 1973

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X Introduzione

le due formae mentis quale emerge nei testi in esame evitando quanto piugravepossibile categorizzazioni binarie e riduttive In questrsquoottica risultano prezio-si gli studi concentrati sulle situazioni di transizione da una modalitagrave comu-nicativa allrsquoaltra e sulla loro coesistenza come quello pionieristico condottoda J Goody4 Non sembra condivisibile inoltre la totale sfiducia di Havelockcirca la capacitagrave della cosiddetta ldquomente oralerdquo di operare in modo razionaleed astratto5 cosigrave come la sua opinione che la scrittura alfabetica abbia deter-minato lrsquoinsorgere di un pensiero ed un linguaggio ldquofilosoficirdquo deliberatamen-te opposti alla σοφία tradizionale6 Stabilire una rigida catena di causa ed effet-to tra i due fenomeni egrave infatti incauto piuttosto la nascita di una mentalitagraveprotoalfabetizzata e quella della filosofia costituiscono due punti solo teori-camente e a posteriori distinguibili Inoltre bencheacute la scrittura costituisca unincentivo (non la conditio sine qua non7) ad una riflessione sul linguaggio fon-damentale per il pensiero presocratico va tenuto presente che la sua primadiffusione non trasforma automaticamente i soggetti in homines typographicineacute in specialisti di nuove discipline scientifiche8

Lrsquoapproccio ermeneutico attento al compromesso tra oralitagrave e scritturarappresenta un tentativo nuovo nel panorama degli studi eraclitei Eppuresotto una molteplicitagrave di punti di vista Eraclito egrave il grande rappresentante delcompromesso tra i due media Da un canto egli enfatizza il ruolo dello scritto

3 Lrsquoanacronismo insito nella semplificazione havelockiana specialmente per quantoriguarda il ruolo storico della scrittura nella comunicazione arcaica egrave stato giustamentecriticato da Nieddu 1982 1984 1985 sulla scorta di documenti letterari ed epigrafici

4 Goody 19895 In Havelock 1973 lrsquoopposizione tra il pensiero orale ritenuto legato alla concretezza e

quello alfabetizzato visto come lrsquounico capace di astrazione risulta netta Tuttavia la dif-ferenza fondamentale tra ldquomente oralerdquo e ldquomente alfabetizzatardquo non consiste nella capacitagraveo incapacitagrave di astrarre ma nella maggiore o minore propensione a decontestualizzare cfrcap 32

6 Cfr Havelock 1983 (The Linguistic Task) p 207 Auroux 1998 pp 30ndash34 invertendo i termini del problema sostiene anzi che la rifles-

sione sul linguaggio costituisca un presupposto necessario per lrsquoelaborazione di un sistemadi scrittura

8 Lrsquoespressione homines typographici risale a McLuhan 1991 Gluumlck 1987 p 12 sottolineache ldquodie geschriebene Sprachform und ihre gesellschaftlichen Funktionen und Wirkun-gen sind zweierlei Dinge die man empirisch wie theoretisch saumluberlich auseinanderhaltenmuszligrdquo e seguita (ivi p 14) ldquoTeilhabe an den Prozessen der Schriftlichkeit setzt weit mehrvoraus als bloszlige lsquoBeherrschung der Schriftrsquo Es genuumlgt nicht das Lesen und Schreiben tech-nisch zu beherrschen um am Schriftlichkeitsprozeszlig umfassend teilhaben zu koumlnnenrdquo

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Introduzione XI

non solo affidando il suo insegnamento al testo e sotto forma di prosa ma an-che ricorrendo assiduamente ad espedienti che funzionano solo a patto di es-sere letti9 Drsquoaltro canto egli resta profondamente debitore ai modi espressividellrsquooralitagrave quanto Eraclito scrive sembra ispirato dalle Muse10 la sua prosa egraveestremamente ritmica11 si risolve in apoftegmi facilmente memorizzabili dagravespazio agli enigmi12 ai proverbi13 allrsquoetimologia (o paretimologia)14 ldquopensaper immaginirdquo15

Spunti metodologicamente importanti provengono inoltre dalla ricercaantropologica che soggiace al presente studio in modo talvolta latente e dicui perciograve conviene esplicitare qui lrsquoapporto Nella prima parte della ricercala comparazione con altre culture oro-aurali aiuta a comprendere alcune spe-cificitagrave espressive dello stile eracliteo nella seconda essa egrave utile ad accostarsi aconcezioni cosmologiche in cui il ruolo giocato dal linguaggio egrave centrale Gra-zie alla comparazione con altre culture oro-aurali specialmente con quellecontemporanee che sono meglio conosciute diventa forse possibile spogliarealcuni apoftegmi di Eraclito da vesti razionalistiche e metafisiche cucite loroaddosso dalla Wirkungsgeschichte piugrave in generale attraverso il confronto in-terculturale sembra possibile guadagnare un accesso nuovo alla grecitagrave scien-tificamente promettente e finalmente piugrave aperto al sociale

Forma e ricezione dello scritto eracliteo Tradizionalmente lrsquoidea della ri-cezione di Eraclito da parte dei suoi contemporanei egrave fondata sulla lettura delldquolibrordquo e sullrsquoesclusione di qualunque performance16 Il problema della ricezio-

9 Cosigrave egrave ad esempio per numerosi casi di polivalenza sintattica illustrati nel cap 23 o per ilgioco di parole del fr 48 basato sullrsquoomografia di due parole cfr cap 22 p 44 Un con-tributo recente circa il rapporto tra la nascita della prosa greca e il passaggio dallrsquooralitagrave allascrittura egrave offerto da Asper 2007

10 Suda commenta ἔγραψε πολλὰ ποιητικῶς (DK 22 A 1a) Stando ad alcuni lrsquoopera era inti-tolata alle Muse cfr DK 22 A 1 (12)

11 Indispensabile egrave il riferimento a Deichgraumlber 1962 Forse egrave per questa caratteristica che ilpoeta giambico Scitino di Teo volle mettere ldquoil discorso di Eraclito in versirdquo cfr DK 22 A1 (16) DK 22 C 3

12 Ad es frr 56 92 93 12313 Ad es frr 34 85 cfr cap 31 p 6614 Nelle culture connotate dallrsquooralitagrave che presuppongono un legame tra nome e nominato

particolarmente stretto etimologia e paretimologia rappresentano delle chiavi di com-prensione del mondo (cfr gli esempi riportati in Calame-Griaule 1982 pp 29ndash30)

15 Secondo la bella formulazione di Havelock 1973 (titolo alla lsquoParte primarsquo dellrsquoopera)

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XII Introduzione

ne dellrsquoopera egrave strettamente connesso con quello della sua forma non sappia-mo se il testo di Eraclito consistesse in una prosa continua oppure in unaraccolta di γνῶμαι In genere sostenere la prima ipotesi invita a ritenere che laricezione dellrsquoopera avvenisse prevalentemente mediante la lettura mentreappoggiare la seconda equivale a riconoscere una piugrave ampia circolazione oraledellrsquoopera o di sue parti17

Anche a proposito della ricezione dellrsquoopera eraclitea il compromesso traoralitagrave e scrittura si profila come unrsquoipotesi vantaggiosa in quanto storica-mente piugrave plausibile Infatti nei decenni compresi tra la fine del VI e lrsquoiniziodel V sec a C il medium scritto interagisce ancora profondamente con quel-lo orale Senofane aedo di professione contesta la poesia di contenuto miti-co e inoltre gli stessi Omero ed Esiodo18 Parmenide enuncia in esametrodattilico dizione formulare e cornice mitica i principi logico-formali drsquoiden-titagrave e del terzo escluso Eraclito si esprime con bocca folle ed ispirata come laSibilla ma al contempo scrive in prosa proprio come gli ionici autori delle hi-storiai e volentieri farebbe frustare Omero ed Archiloco

Per Senofane e Parmenide il contesto della riflessione orale coincideragrave conlrsquoinsegnamento orale (cfr Pl Sph 217c) tuttavia se si deve accordare fiduciaalle notizie dossografiche altrettanto non vale stricto sensu per Eraclito19 An-

16 Circa i problemi sollevati dallo scritto eracliteo (forme composizione pubblicazione etrasmissione) egrave molto chiarificatore Nieddu 1984 pp 216ndash224 Secondo unrsquoipotesirecente (Gemelli Marciano 2007 p 333) lrsquoespressione τοῖς ἀγάλμασι δὲ τουτέοισιν inHeraclit fr 5 proverebbe che lo scritto sia stato esposto o per lo meno dibattuto in un tem-pio da indentificare naturalmente nellrsquo Artemision Sullrsquoimportanza dei templi arcaicicome centri di archiviazione e di ldquopubblicazionerdquo di testi cfr Perilli 2007

17 Per dirimere la questione un criterio promettente percheacute interno al testo sembrerebberappresentato dallrsquoesame delle particelle connettive ma anche in questo campo i parerisono contrastanti Confrontando le particelle connettive eraclitee con quelle di altri scrittiaforistici Barnes 1983 p 104 deduce che il testo doveva costituire un trattato in prosacontinua drsquoaltro canto Kirk 31970 p 7 sostiene che le suddette particelle siano spesso daattribuire alle fonti e non ad Eraclito stesso e che le massime fondamentalmente irrelatee ben lungi dal costituire unrsquoopera organica erano destinate alla fruizione orale come con-fermato dalla loro composizione adatta ad una facile memorizzazione Nel presentelavoro si preferisce fare riferimento allo lsquoscrittorsquo o al lsquotestorsquo di Eraclito piuttosto che al suolsquolibrorsquo dato che la parola lsquolibrorsquo inevitabilmente suggerisce al lettore moderno lrsquoidea di undeterminato modello di organizzazione dei contenuti e di determinate forme di ricezionedellrsquoopera da parte del pubblico

18 Molto appropriato egrave il commento di Heitsch 1994 p 8 ldquoUnkonventionell ist Xenopha-nes uumlberall und gerade auch dort wo er konventionelle Aufgaben zu uumlbernehmen scheintrdquo

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Introduzione XIII

che ammettendo lrsquoassenza di discepoli lrsquoestromissione di una qualsiasi formadi ricezione orale non egrave realistica essa doveva essere storicamente necessariase egrave vero che ldquo[la scrittura] egrave da principio uno strumento espressivo acciden-tale come si egrave osservato per Eraclito o puograve essere stato il caso ancor primaper Ferecide Anassimandro o Ecateo E di regola essa egrave dapprima un semplicemezzo mnemonico senza che le tocchi una considerazione intrinseca e senzaunrsquoautonomia espressivardquo20 Lrsquoidea del filosofo che solo nelle sue stanze in si-lenzio pensa e mette per iscritto il proprio sistema di pensiero per consegnar-lo alla posteritagrave non ha nulla a che vedere con la pratica del sapere nella Greciaarcaica che egrave pratica linguistica e dunque necessariamente sociale e condivi-sa21 Lrsquointerazione tra il medium scritto e quello orale egrave spiegata da Cerri comesegue ldquoquesti detti e questi scritti sintetici erano stati pienamente significati-vi nel contesto vivo delle ricerche fisiche effettivamente svolte e del piugrave ampioinsegnamento orale ad esse correlato [hellip]rdquo22 precisando che tuttavia ldquoil pro-cesso di ricerca e lrsquoorganizzazione delle singole tesi in un discorso unitario re-stavano fuori dalla scrittura Il libro con la sua struttura minimale di indiceanalitico o table des matiegraveres era destinato a pubblici diversi tra loro e si pre-figgeva rispetto a ciascuno di essi scopi diversificatirdquo23 Anche lrsquoinfluenza po-litica di cui gode Eraclito puograve rappresentare un indizio in questo senso dato

19 Secondo la tradizione Eraclito tramanda il suo sapere solo attraverso lo scritto e senzaalcuna interazione diretta con discepoli cfr D L IX 6 (= DK 22 A 16) ldquoIl suo scrittoebbe tanta fama che da lui si formograve anche una setta i cui seguaci furono chiamati EracliteirdquoSi puograve tuttavia osservare che lrsquoimplausibilitagrave storica dellrsquoaneddoto riferito da DiogeneLaerzio (D L IX 13 omesso in DK βασιλεὺς οὖν Δαρεῖος Ὑστάσπου βούλεται τῆς σῆςἀκροάσεως μετασχεῖν καὶ παιδείας Ἑλληνικῆς) non lo priva del suo valore di indicatore cul-turale la richiesta del persiano conferma che lrsquoascolto del sapiente (ἀκρόασις) era conside-rato una prassi normale e tanto piugrave necessaria laddove il testo fosse oscuro neacute esclude chetali audizioni avessero una dimensione collettiva (μετέχειν)

20 Colli 1980 vol III p 173 (corsivo mio) Cfr anche Fraumlnkel 31969 pp 294 s21 Cfr Barck 1976 p 26 ldquoFuumlr den in ganz besonderer Weise oumlffentlich orientierten Grie-

chen gewinnt der Gedanke jedenfalls erst Geltung und Gewicht wenn er im Wort veroumlf-fentlicht wurde [hellip] Denken ist nur innerhalb der Sprache und in Sprache moumlglichrdquo cfrivi nota 72 Giagrave Diels 1887 (Uumlber die aumlltesten Philosophenschulen der Griechen) criticavaa ragione lrsquoeccessiva attenzione posta dai moderni sui pensatori arcaici in qualitagrave di singoliindividui dal momento che la loro temperie storico-culturale suggerisce invece di inqua-drarli piugrave decisamente entro una dimensione sociale di condivisione del sapere Sulla que-stione si egrave espresso di recente Laks 2005 Durante il periodo arcaico il sapere egrave inteso comeprodotto in qualche misura collettivo cfr Guthrie 1952 Kahn 1960 pp 3ndash8

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XIV Introduzione

che in etagrave arcaica qualunque ruolo di potere egrave particolarmente coinvolto conlrsquoesercizio pubblico della parola24

I riscontri antropologici confermano che nelle societagrave tradizionali (sia an-tiche sia moderne) tra le quali va sicuramente inclusa quella greca arcaica an-che in presenza di scrittura il sapere non egrave affidato al libro ma allrsquoinsegna-mento ad personam o quanto meno il libro non egrave autosufficiente non basta aspiegare se stesso ma funge da mero ausilio al canale orale Il sapere provieneda un maestro dalla sua viva voce in praesentia e fondamentale egrave lrsquoinstaurarsidi un profondo rapporto umano con il discente condizioni che invece sareb-bero precluse da una divulgazione sapienziale esclusivamente scritta Drsquoal-tronde Eraclito egrave amaramente consapevole del fatto che nonostante il suotesto sia depositato nel tempio di Artemide ad Efeso e con ciograve reso disponibi-le alla lettura e ad eventuali trascrizioni25 esso resta in realtagrave incomprensibilea gran parte degli uomini E infatti per gli ldquoesperti di lettererdquo (D L IX 13)egli rimane ὁ Σκοτεινός

Chiarimenti terminologici In senso proprio o manualistico lsquoauralitagraversquo signi-fica la ldquosituazione culturale in cui convivono oralitagrave e scrittura La composi-zione e la trasmissione del testo sono affidate alla scrittura la pubblicazione

22 Cerri 1999 pp 82 s che in questo individua anche una causa della difficile interpreta-zione dei testi sapienziali arcaici ldquouna volta decontestualizzati dallrsquoambiente umano che liha prodotti la loro stessa coincisione che spesso assumeva lo stile criptico dei responsi ora-colari divenne un altro fattore non secondario di progressivo appannamento semanticordquoCfr ivi p 94 ldquo[hellip] il poema non era di per se stesso sufficiente a trasmettere la dottrina[hellip] ma integrandosi dialetticamente con lrsquoinsegnamento orale e con lrsquoeffettivo lavoro digruppo costituiva la garanzia che il giagrave detto non fosse a poco a poco obliterato [hellip]rdquoCome vivida immagine dellrsquoldquointeragire continuo tra poema e insegnamento oralerdquo lo stu-dioso ricorda Pl Sph 237a Benchegrave lrsquoautore si pronunci in questi termini circa il poema diParmenide le sue parole possono essere estese allrsquoopera di altri sapienti dellrsquoepoca Eraclitoin primis

23 Ivi p 8824 Eraclito egrave ἑταῖρος di Ermodoro riceve la richiesta di redigere una costituzione per Efeso

cfr DK 22 A 1 (2) esercita la sua influenza sul tiranno Melancoma cfr DK 22 A 3 e nelleassemblee cittadine cfr DK 22 A 3b Per molti dei sapienti arcaici di cui ci egrave giunta notizialrsquoinfluenza politica quando non addirittura il potere egrave una costante Parmenide propriocome Solone fu legislatore per la sua cittagrave Elea (cfr DK 28 A 123) sulla natura politicadei fini e degli insegnamenti di Pitagora non vi sono dubbi (cfr DK 14 A 14) tanto che ilsapiente fu costretto a lasciare Crotone per riparare a Metaponto in seguito ad unrsquoinsurre-zione antipitagorica

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Introduzione XV

alla comunicazione oralerdquo26 In questo lavoro il termine egrave usato in unrsquoaccezio-ne piugrave ampia e senza specifico riferimento alla natura orale o scritta dei tre mo-menti vitali del testo (composizione pubblicazione trasmissione) ossia perindicare lrsquoegemonia dellrsquooralitagrave pur in presenza di scrittura Viene definitadunque lsquoauralitagraversquo una situazione comunicativa analoga a quella talvolta dettalsquooralitagrave mistarsquo ossia il compromesso tra modi espressivi dellrsquooralitagrave e quellidella protoalfabetizzazione27

Se si preferisce la definizione atipica di lsquoauralitagraversquo a quella non realmenteconsolidata ma per lo meno giagrave esistente di lsquooralitagrave mistarsquo non egrave dunque perragioni intrinseche ma per conferire maggiore autonomia terminologica econcettuale ad una situazione comunicativa che ha specificitagrave culturali lin-guistiche e cognitive sue proprie28 La fase aurale non puograve essere consideratavia negationis ossia come ldquolrsquoevo di mezzordquo tra gli evi positivamente caratteriz-zati dellrsquooralitagrave e della scrittura Lrsquoinadeguatezza o carenza terminologica inproposito29 appare tanto piugrave grave se ci si rende conto che ldquoOralitagrave Scritturanon sono che opposti generalizzati laddove storicamente i loro modi ap-

25 Sullrsquoofferta dello scritto al tempio cfr Nieddu 1984 pp 222 s con note relative Lo stu-dioso ha ragione nellrsquoaffermare che ldquouna dedica in un santuario dellrsquoimportanza dellrsquo Arte-mision non puograve essere intesa in termini di mera conservazione La scelta del tempio luogodi pubblica frequentazione per eccellenza suggerisce che quellrsquoatto [hellip] assolvesse ancheuna funzione di lsquopropagandarsquo Lrsquoofferta saragrave probabilmente venuta dopo (e comunque nonera incompatibile con) la pubblicazione mediante lettura davanti a un uditorio [hellip]rdquo Leg-germente diversa egrave la posizione di Roumlsler 1980 p 89 nota 145 ldquoDas Werk lag im Tempelvermutlich fuumlr Abschriften bereitrdquo ma lrsquoautore respinge lrsquoipotesi che vi siano state pubbli-che letture delle opere dei primi presocratici

26 Rossi 1995 p 853 sv cfr Gentili 1984 p 527 Secondo Zumthor 1984 pp 32ndash33 per denominare tutta la variegata gamma di situa-

zioni comprese tra i due estremi rappresentati dallrsquooralitagrave primaria e dalla matura alfabe-tizzazione disponiamo solo di due categorie La prima egrave appunto quella di lsquooralitagrave mistarsquocioegrave ldquoquando lrsquoinfluenza dello scritto rimane ad essa esterna parziale e ritardatardquo e che ldquoegravedovuta allrsquoesistenza di una cultura lsquoscrittarsquo (vale a dire lsquoin possesso di scritturarsquo)rdquo La secondaegrave quella di lsquooralitagrave secondariarsquo ldquoche si (ri)compone a partire dalla scrittura e in seno ad unambiente in cui questrsquoultima predomina sui valori della voce nellrsquouso e nellrsquoimmaginariordquoe che ldquoegrave dovuta allrsquoesistenza di una cultura lsquoletteratarsquo (dove ogni espressione egrave marcata dallapresenza dello scritto)rdquo

28 Su questi aspetti cfr Roumlsler 199729 Nemmeno lrsquoassai produttivo Sonderforschungsbereich 321 (ldquoUumlbergaumlnge und Spannungsfel-

der zwischen Muumlndlichkeit und Schriftlichkeitrdquo i cui risultati nel corso di piugrave di un decenniosono agilmente presentati in Raible 1998) sembra aver presentato una soluzione defini-tiva al problema di unrsquoequa denominazione

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XVI Introduzione

paiono piuttosto mistirdquo30 Parlando della storia dei media inoltre occorreconsiderarne non solo la documentabilitagrave epigrafica e archeologica ma anchelrsquointeriorizzazione da parte degli attanti della comunicazione31 che il sillaba-rio fenicio sia stato modificato dai Greci circa due secoli prima di Eraclitonon significa che questi sia giagrave membro di una cultura letteraria Egrave noto chenella Grecia antica neacute lrsquoacquisizione dellrsquoabilitagrave neacute la pratica della lettura si-gnificano di per seacute un divorzio dalle abitudini e dai modi dellrsquooralitagrave32

Il secondo chiarimento riguarda i termini lsquorisemantizzazionersquo e lsquodensitagraversquoCon lsquorisemantizzazionersquo si intende la contestualizzazione diversificata di pa-role-chiave attraverso la quale un significato ancora coeso inizia ad articolarsiin accezioni differenti divenendo appunto ldquodensordquo (cfr cap 11)

Infine per motivi funzionali al presente lavoro ovvero indipendentemen-te da criteri storici o storico-filosofici viene ammessa la definizione tradizio-nale di lsquopresocraticirsquo33 a scapito di altre quali ad esempio quella di lsquopreplato-nicirsquo suggerita seppur per ragioni teoriche molto differenti sia da Nietzsche

30 Zumthor 1984 pp 35ndash36 Per una critica sistematica alla ldquodicotomia tra oralitagrave e scrit-turardquo cfr Hornberger 1994 (HSK) che propone invece il modello del ldquocontinuumrdquo tra idue media

31 Infatti egrave fuorviante considerare lsquoletterariarsquo una cultura semplicemente in quanto in pos-sesso di scrittura Come esempio di tale posizione puograve fungere Latacz 1990 pp 231 sssecondo il quale a documentare la letterarietagrave della cultura arcaica sarebbero evidenzequali la coppa di Nestore Secondo lrsquoautore ulteriori argomentazioni (la cui inattendibilitagravenon sembra necessitare di alcun commento) andrebbero tratte da caratteristiche psicolo-giche attribuibili al popolo greco quali la curiositagrave o lrsquoapertura al nuovo ldquoWer sieht wieder Saumlnger Homer [hellip] den Neuerer feiert [hellip] der kann sich das Ausmaszlig der Indolenz garnicht vorstellen das die ἀοιδοί des 8 Jhs besessen haben muumlszligten um an der Verwendbar-keit und Effizienz der Schrift [hellip] vorbeizusehen Hier mit Jahrzehnten zu rechnen [hellip] istsicherlich ganz griechen- (und uumlbrigens auch welt-) fremdrdquo (ivi p 232)

32 Le osservazioni che seguono immediatamente lrsquoarticolo di Nieddu 1985 in particolarequelle di Gentili (ivi p 93 e pp 96ndash97) e di Cerri (ivi pp 93ndash95) aiutano a comprenderecome il passaggio da una cultura orale ad una cultura scritta avvenga con maggior lentezzadi quanto spesso si presume e soprattutto che il diffondersi della tecnica della scritturanon coincide automaticamente con la nascita di una mentalitagrave letteraria cfr Gentili ivi p93 ldquoil processo di alfabetizzazione fu molto piugrave lento di quanto possiamo immaginare enella gradualitagrave del suo sviluppo non mutograve sostanzialmente nella societagrave greca in largamisura alfabetizzata il sistema comunicativo e lrsquoattitudine psicologica di vita e di pensieroconnaturata con la tradizionale cultura orale Il potere della memoria restograve immutato eimmutato rimase il carattere orale sia della comunicazione sia della trasmissionerdquo

33 Sulle ragioni storiche e sul valore della denominazione lsquopresocraticirsquo cfr Leszl 1982 pp 9ss Laks 2002 (DNP)

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Introduzione XVII

nelle sue lezioni del 1872ndash187634 sia da Heidegger nel corso tenuto a Fribur-go nel 194435 sia infine da Havelock36 lsquopreatticarsquo che ricorre in Praechter37e anche a quella piugrave recente di lsquopresofistirsquo38 Dal punto di vista della riflessio-ne sul significato delle parole Socrate puograve rappresentare infatti un punto disvolta nettamente distinto dai pensatori a lui precedenti stando almeno alletestimonianze di Platone ed Aristotele39 giaccheacute la sua insistente domandamaieutica lsquoτί ἐστιrsquo sollecita ad una definizione esplicita dei concetti Nellaprospettiva del presente studio ciograve puograve assumere il valore simbolico di unacesura tra due diversi modi della significazione il primo basato sulla densitagravesemantica di parole del linguaggio comune il secondo invece sulla loro di-sambiguazione terminologica Ma in realtagrave la designazione piugrave propria restaquella di G Colli40 generale come il sapere arcaico e che purtroppo non si egraveaffermata come meritava σοφοί lsquosapientirsquo Tutte le altre designazioni ricor-date (lsquopre-socraticirsquo lsquopre-platonicirsquo lsquopre-sofistirsquo) in primo luogo ricorrendoal prefisso lsquopre-rsquo negano ai sapienti in oggetto unrsquoidentitagrave storica e culturaleautonoma situandoli solo in rapporto a qualcosrsquoaltro in secondo luogo li si-tuano segnatamente entro un sapere ldquofilosoficordquo avallando cosigrave lrsquoidea di unamentalitagrave precocemente specializzata41

Struttura del lavoro La ricerca si compone di due parti Nella prima vengonoesaminate alcune caratteristiche semantiche dei testi considerati in base allequali egrave possibile delineare i tratti salienti del linguaggio sapienziale di testi da-tabili tra la fine del VI e lrsquoinizio del V sec a C Tali specificitagrave sono intese come

34 Nietzsche 199435 Heidegger 1993 p 15736 Havelock 1996 p 2537 Praechter 1926 pp 39ndash11138 Cosigrave ad esempio Cleve 196539 Oltre ai numerosi esempi platonici cfr Arist Metaph A 6 987b 3ndash4 M 4 1078b 17 ss

M 9 1086b 2 ss40 Colli 1977ndash198041 Sulla natura non specialistica del sapere cosiddetto ldquofilosoficordquo allrsquoepoca qui considerata

cfr Nightingale 1995 p 14 ldquoThe discipline emerged at a certain moment of history Itwas not born as a natural organism Rather it was an artificial construct that had to beinvented and legitimized as a new and unique cultural practice This took place in Athensin the fourth century BCE when Plato appropriated the term lsquophilosophyrsquo for a new andspecialized discipline ndash a discipline that was constructed in opposition to the many varie-ties of sophia or lsquowisdomrsquo recognized by Platorsquos predecessors and contemporariesrdquo

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XVIII Introduzione

influenzate dalla vigente situazione comunicativa aurale Nella seconda partelrsquoanalisi si concentra su una parola-chiave del pensiero eracliteo (ed in seguitodel pensiero greco tutto) λόγος Qui lrsquointento egrave di proporre e di verificare sul-la scorta dei frammenti un significato unitario e non specialistico per λόγοςquello di lsquodiscorsorsquoSalvo dove diversamente indicato le citazioni di frammenti dei presocraticiEraclito incluso seguono il testo e la numerazione dellrsquoedizione Diels-Kranz

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Parte IIl discorso di Eraclitocome modello semantico

1 Densitagrave semantica

11 Coordinate teoriche

Nelle pagine che introducono il suo commento ai frammenti di EraclitoKahn delinea un approccio ermeneutico del tutto nuovo Tre sono le intui-zioni fondamentali dello studioso la non linearitagrave dellrsquoespressione eraclitea ilprincipio di densitagrave linguistica ed il principio di risonanza Per darne contoconviene cedere la parola direttamente allrsquoautore Circa la non linearitagravedellrsquoespressione Kahn osserva che il merito di Eraclito egrave di aver concepitoldquounrsquoespressione non lineare per la sua struttura concettuale un sistema di cor-rispondenze latenti (a hidden fitting-together) che sono piugrave potenti dellrsquoordi-ne linearerdquo ricostruito dallrsquointerprete42 Densitagrave linguistica e risonanza sonointese da Kahn come le due facce di una stessa medaglia43 Infatti la lsquodensitagrave

42 Kahn 1979 p 9043 Ivi p 89 ldquoQuesti due principi sono formalmente complementari la risonanza egrave un fattore

che produce la densitagrave di un certo testo e per converso egrave a causa della densitagrave del testo chela risonanza diventa possibile e portatrice di significatordquo

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2 1 Densitagrave semantica

linguisticarsquo egrave definita come ldquoil fenomeno per il quale una molteplicitagrave di idee egraveespressa in una singola parola o fraserdquo44 o ancora ldquoil ricorso allrsquoindetermina-tezza lessicale e sintattica come espediente per dire piugrave cose in una sola mos-sardquo45 con lsquorisonanzarsquo egli intende drsquoaltra parte ldquola relazione tra i frammenti perla quale un singolo tema verbale o unrsquoimmagine egrave riecheggiata da un testoallrsquoaltro in modo che il significato di ciascuna egrave arricchito se le immagini sonocomprese insiemerdquo46 Tale riecheggiamento puograve aver luogo sia ripetendo pa-role o sintagmi identici (ldquorisonanza formalerdquo) sia attraverso richiami tematicie contenutistici di varia natura (ldquorisonanza non formalerdquo) Lo studioso affer-ma inoltre che lrsquoambiguitagrave di Eraclito egrave ldquodeliberata o intenzionalerdquo47

Le intuizioni di Kahn sono centrali per il presente studio ma necessitanodi alcune puntualizzazioni Circa il principio di densitagrave linguistica egrave proficuauna distinzione tra il livello semantico e quello sintattico ossia rispettiva-mente tra lsquodensitagrave semanticarsquo propria delle parole e lsquopolivalenza sintatticarsquopropria delle frasi Inoltre lrsquoaffermazione secondo cui la densitagrave serve adesprimere una ldquomolteplicitagrave di ideerdquo puograve risultare fuorviante la parola densainfatti non veicola una congerie di idee tra loro irrelate percheacute il suo signifi-cato resta fondamentalmente unitario Nei capitoli seguenti verranno espli-citati appunto gli espedienti linguistici che producono la densitagrave semanticala quale egrave intesa come adattamento del linguaggio della tradizione epica e liri-ca a nuovi contenuti sapienziali e come modalitagrave di espressione e di significa-zione in stretto rapporto con la situazione comunicativa aurale vigente tra lafine del VI e lrsquoinizio del V sec a C Di conseguenza il concetto di densitagrave ri-sulta utile non solo allrsquointerpretazione di Eraclito ma piugrave in generale a quelladella sua temperie culturale e in questrsquoottica ci si soffermeragrave sui casi di Seno-fane e di Parmenide48 Sotto questo profilo dunque il valore del linguaggioeracliteo come oggetto di studio non risiede nella sua atipicitagrave rispetto al restodella testualitagrave sapienziale arcaica ma piuttosto nella particolare evidenzacon cui esso mostra delle caratteristiche tipiche di tale testualitagrave Analoga-mente allrsquointerno del corpus eracliteo λόγος saragrave inteso come caso paradigma-tico di fenomeni semantici che interessano anche altre parole-chiave

44 Ivi p 89 (corsivo mio)45 Ivi p 91 (corsivo mio)46 Ivi p 8947 Ivi p 9148 Per la ragione delle scelta della testualitagrave filosofica cfr cap 31 p 62

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11 Coordinate teoriche 3

Dopo il necessario riferimento a Kahn si puograve focalizzare lrsquoattenzione sulconcetto di lsquodensitagrave semanticarsquo La critica egrave concorde nel riconoscere che pernumerose parole eraclitee occorre ammettere una modificazione del signifi-cato rispetto agli usi precedenti si pensi ad esempio a λόγος σοφία ψυχή νοεῖνetc Il problema egrave che nelle traduzioni e nelle interpretazioni delle parole inquestione vengono spesso proposti significati anche molto distanti da quelliattestati nel periodo arcaico Il caso di λόγος sul quale egrave concentrata la secon-da parte del lavoro puograve fungere da esempio traduzioni come lsquolegge del mon-dorsquo lsquoragionersquo lsquocriterio numericorsquo etc non sono facilmente riconducibili al si-gnificato attestato allrsquoepoca dellrsquoEfesio che egrave sostanzialmente quello di lsquodi-scorsorsquo49 La posizione di Dilcher che sottolinea come λόγος in Eraclito debbaessere inteso in base al significato arcaico della parola e come gli usi arcaicinon attestino valori matematici o razionalistici50 resta dunque minoritariaAnalogamente scarsa attenzione egrave concessa alla Bedeutungsverwandtschaftpostulata da von Fritz51 ovvero alla necessaria continuitagrave tra la semantica del-la parola prefilosofica e quella della parola filosofica almeno quando si trattadi tradurre parole che a partire dallrsquoetagrave classica assumono valore terminologi-co nel linguaggio filosofico Nondimeno Eraclito doveva intendere conλόγος ciograve che intendevano anche i suoi contemporanei ossia il lsquodiscorsorsquo at-tribuendo tuttavia al discorso qualitagrave e funzioni precedentemente non con-template

Numerosi interpreti presumono che i sapienti arcaici attribuiscano alleloro parole-chiave un significato sostanzialmente diverso da quello docu-mentato dai testi a loro immediatamente precedenti o contemporanei Ciogravenon egrave plausibile dal momento che in generale lrsquoevoluzione semantica delleparole non consiste in una successione di unitagrave discrete Piuttosto quando ilsignificato di una parola inizia a differenziarsi le accezioni sono ancora stret-tamente collegate ed interagiscono lrsquouna con lrsquoaltra unrsquoaffinitagrave di cui il par-

49 Sul significato di λόγος da Omero fino allrsquoepoca di Eraclito e sulle traduzioni proposte peril λόγος eracliteo cfr cap 51 rispettivamente pp 146 ss e pp 158 s

50 Per spiegare lrsquouso da lui definito ldquoenfaticordquo della parola Dilcher 1995 p 40 osserva ldquonelcontesto di una certa teoria [hellip] il senso di una parola puograve acquistare una valenza nuovae piugrave profonda Si prenda ad esempio lrsquolsquoidearsquo di Platone Platone non attribuiva un sensodiverso alla parola ἰδέα ma la intendeva in modo fondamentalmente filosofico che nes-suno dei suoi contemporanei sarebbe stato in grado di afferrare senza prima conoscere lafilosofia platonicardquo (corsivo mio) argomenti analoghi ed il medesimo esempio sono giagrave inHavelock 1973 p 208

51 Von Fritz 1968 p 246

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4 1 Densitagrave semantica

lante egrave ben consapevole La densitagrave semantica corrisponde appunto a quellostadio iniziale di articolazione semantica della parola in cui il significato egrave an-cora coeso ovvero le accezioni non sono ancora cristallizzate in nuovi signifi-cati autonomi52 Essa egrave il prodotto di una diversificazione dei contesti drsquousodella parola alla quale qui si assegna il nome di lsquorisemantizzazionersquo Infattildquo[hellip] la formazione di una nuova accezione nasce da unrsquooperazione di tra-sporto della parola di lsquometaforarsquo da un ambito a un altro ambito [hellip]rdquo53 Lestrategie di risemantizzazione ovvero contestualizzazione diversificata delleparole sono varie in questa ricerca ne saranno esaminate tre quelle che ap-paiono particolarmente frequenti ed incidenti nel linguaggio eracliteo54

A livello diacronico la parola densa puograve diventare successivamente polise-mica tuttavia mentre la parola polisemica ha molti significati il significatodella parola densa egrave ancora fondamentalmente unitario55 Inoltre il contestodrsquouso della parola polisemica ldquoporta allrsquoenucleamento di uno solo dei signifi-cati [hellip] salvo nei casi piuttosto rari di ambiguitagrave [hellip]rdquo56 al contrario la pa-rola densa resta costituzionalmente ambigua proprio a causa della maggioreindistinzione tra le accezioni Queste osservazioni sono opportune dal mo-mento che la critica di Eraclito suole fare tacito ma sistematico ricorso al mo-dello polisemico ossia ad una molteplicitagrave di significati per lrsquointerpretazionedelle sue parole-chiave Anche a questo proposito le traduzioni di λόγος for-niscono dei chiari esempi57

52 Havelock 1983 (Dike) nel suo studio sullrsquoevoluzione semantica della parola δίκη si avvaledellrsquoespressione ldquocampo di significatirdquo (ivi pp 284ndash285) Tale denominazione tuttavianon pone lrsquoaccento sulla sostanziale unitagrave semantica della parola e perciograve non vi faccioricorso

53 De Mauro 1983 p 121 obbligato egrave il riferimento alla definizione di μεταφορά in AristPo 1457b 5ndash9

54 Cfr capp 21 22 23 Sulla contestualizzazione come caratteristica della semantica deitesti filosofici greci cfr Stokes 1971 pp 3ndash7

55 Il termine lsquopolisemiarsquo compare per la prima volta in Breacuteal 1992 In genere ldquovon Polysemiespricht man dann wenn ein Ausdruck mehrere Bedeutungen aufweist die auf eineGrundbedeutung zuruumlckgefuumlhrt werden koumlnnen Bruumlcke a) als Verbindung zweier Tal-oder Flussseiten b) als Zahnersatz c) als Turnuumlbung d) als schmaler Teppich [hellip]Grundbedeutung Uumlberbruumlckung eines Zwischenraumsrdquo (Homberger 2003 sv) Egrave que-sta lrsquoaccezione del termine a cui qui si fa riferimento Non mancano poi definizionisecondo le quali i significati abbinati allo stesso segno possono essere tra loro anche indi-pendenti cfr Cardona 1988 sv ldquo[hellip] coesistenza di piugrave segni (del tutto distinti o coordi-nati) in uno stesso segno [hellip]rdquo (corsivo mio)

56 Beccaria 32004 sv lsquopolisemiarsquo

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12 Esempi di densitagrave semantica 5

Si puograve infine notare come essendo contraddistinta dalla densitagrave la signifi-cazione dei sapienti arcaici pone in particolare evidenza i modi della produt-tivitagrave semantica tipici dei linguaggi naturali basati appunto su contestualitagraveed ambiguitagrave Secondo Vygotsky il ldquosensordquo di una parola egrave unrsquoentitagrave dinami-ca continuamente modificata dallrsquointerazione tra differenti contesti drsquousodella parola stessa esso puograve arricchirsi ed articolarsi nonostante il ldquosignifica-tordquo resti unico58

12 Esempi di densitagrave semantica

In questo capitolo viene messa in luce la densitagrave semantica di alcune parole-chiave La rassegna non pretende di essere esaustiva ma si propone di esem-plificare attraverso lrsquoesame dei testi il concetto di densitagrave semantica giagrave pre-sentato a livello teorico Lo scopo egrave di evidenziare la compresenza di contestidrsquouso e dunque accezioni sia tradizionali sia non tradizionali per le parole in-teressate tra le une e le altre non egrave possibile tracciare una netta linea di confi-ne59 Tale compresenza di contesti drsquouso diversificati indica che tra le varieaccezioni non sussiste alcuna cesura e che dunque il significato della parola re-sta unitario esso appare piuttosto arricchito nel segno di una fondamentalecontinuitagrave con il significato precedentemente attestato Accanto agli esempidi parole dense tratti da Eraclito ne vengono proposti anche altri attinti daSenofane e Parmenide per illustrare come il fenomeno della densitagrave semanti-

57 Cfr la tabella del cap 51 pp 158 s in particolare le rese di Marcovich e West58 Per la distinzione terminologica adottata dallo studioso tra lsquosensorsquo e lsquosignificatorsquo cfr

Vygotsky 1966 p 212 Cfr ibidem ldquola parola [hellip] ha [hellip] un solo significato ma questosignificato non egrave altro che una potenza realizzabile nel linguaggio vivente nellrsquoambito delquale esso egrave solo una pietra dellrsquoedificio del lsquosensorsquo [hellip]rdquo Cfr ivi pp 213 s ldquoUna parola cioegraveassume dal contesto nel quale egrave inserita dei contenuti concettuali ed affettivi e viene adesignare a un tempo qualcosa di piugrave e qualcosa di meno di quanto egrave contenuto nel signi-ficato strettamente considerato [hellip] Sotto questo aspetto il lsquosensorsquo della parola egrave inesauri-bile I lsquosensirsquo in un certo qual modo lsquoin-fluisconorsquo lrsquouno nellrsquoaltro e si influenzano lrsquoun lrsquoaltrotanto da poter dire che quelli precedentemente acquisiti sono giagrave contenuti nel successivoo lo modificano [hellip] una parola ricorrente in unrsquoopera letteraria finisce per assorbire tuttala varietagrave di lsquosensirsquo contenuti in tale opera [hellip]rdquo

59 Una simile distinzione al contrario sembra essere esattamente lo scopo di Busse 1926 pp209 ss che intende mostrare come il Wortsinn di λόγος in Eraclito sia in realtagrave un Doppel-sinn Anche Hammer 1991 pp 69 ss punta a separare gli usi comuni di λόγος da quelli dalui definiti ldquoterminologicirdquo

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6 1 Densitagrave semantica

ca non sia appannaggio esclusivo di un autore bensigrave una specificitagrave semanticacondivisa da unrsquointera temperie culturale

Essendo determinata dalla coalescenza delle accezioni la densitagrave semanti-ca egrave un fenomeno linguistico che va osservato sul piano sincronico60 occorrequindi confrontare i contesti drsquouso della parola entro ciascun corpus conside-rato I confronti con altri testi specie se cronologicamente distanti dellrsquoauto-re in oggetto non rappresentano di per seacute alcuna prova della densitagrave semanti-ca Egrave nondimeno utile ricorrere al confronto con testi precedenti al fine dicomprendere quale sia il significato in continuitagrave con il quale avviene la rise-mantizzazione Nel capitolo precedente si egrave giagrave accennato che sul piano dia-cronico in uno stadio successivo dellrsquoevoluzione del significato le varie acce-zioni possono allontanarsi progressivamente lrsquouna dallrsquoaltra spesso a causa diuna crescente specializzazione terminologica fino ad emanciparsi nella co-scienza linguistica dei parlanti come significati distinti a quel punto il segnosfocia nella polisemia

Eraclito egrave probabilmente lrsquoautore che maggiormente sperimenta nuovicontesti drsquouso per le sue parole-chiave egrave proprio questo a renderlo il campo distudio privilegiato per la presente ricerca Molte delle parole-chiave eraclitee(ad esempio λόγος κόσμος νόος σοφία ψυχή) evidenziano una evoluzione se-mantica nel periodo compreso tra lrsquoetagrave tardo-arcaica e quella classica In par-ticolare il percorso storico di modificazione semantica delle parole che in etagraveclassica costituiscono il lessico filosofico ha inizio appunto con sapienti qualiEraclito Parmenide ed in misura minore Senofane ovvero con il loro adat-tamento del linguaggio della tradizione epica e lirica a nuovi contenuti sa-pienziali Egrave dunque comprensibile che tali parole siano state al centro dellrsquoat-tenzione degli storici della lingua e delle idee diventando oggetto di una vastaletteratura secondaria61

60 La necessitagrave di privilegiare il piano sincronico della lingua nelle analisi semantiche egrave stataaffermata giagrave a partire dalla dalla linguistica strutturalista ma viene spesso trascurata daifilologi classici ad appannaggio del piano diacronico (storia della lingua etimologia) cfrSchirren 1998 pp xviii s

61 La letteratura secondaria sullrsquoargomento tende spesso ad interpretare la storia semanticadelle parole in una chiave di lettura che puograve essere definita ldquoevoluzionistardquo secondo laquale cioegrave i significati tenderebbero costantemente a perfezionarsi a raggiungere di voltain volta tappe di sviluppo qualitativamente superiore alle precedenti sotto il profilo dellaconcettualizzazione razionale ed astratta

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12 Esempi di densitagrave semantica 7

In pochi casi invece le parole che evidenziano densitagrave semantica in Eracli-to non confluiscono nel linguaggio filosofico dellrsquoetagrave classica egrave il caso diπόλεμος e πῦρ La rassegna ha inizio proprio da queste che formano il gruppomeno cospicuo

πόλεμος Una contestualizzazione della parola coerente con la semantica tra-dizionale egrave nel fr 67 dove πόλεμος costituisce insieme a εἰρήνη una coppia an-titetica62 Atipico appare invece lrsquouso del fr 80 (ldquo[hellip] πόλεμος egrave generalerdquo)Lrsquooccorrenza del fr 53 si pone come una perfetta cerniera tra lrsquoaccezione ati-pica che predica lrsquouniversalitagrave di πόλεμος (ldquoπόλεμος egrave padre di tutte le coserdquo) equella tradizionale (ldquoπόλεμος [hellip] rende gli uni schiavi gli altri liberirdquo)

πῦρ A parte il pur non trascurabile paragone con il dio πῦρ occorre in un con-testo drsquouso non problematico nel fr 67 (ldquo[hellip] come ltπῦρgt se commisto agliincensi prende nomi secondo lrsquoaroma di ciascunordquo)63 Ma la parola assumeevidentemente accezioni atipiche ogni volta che il fuoco egrave responsabile del di-venire nel mondo fisico Ciograve si riscontra nel fr 30 (ldquoquesto κόσμος [hellip] era edegrave e saragrave πῦρ sempreviventerdquo) dove il πῦρ non solo egrave identificato con il κόσμοςma egrave anche caratterizzato come ldquosempreviventerdquo (ἀείζωον) In Omero il fuocoegrave connotato frequentemente dallrsquoepiteto ἀκάματον ldquoinstancabilerdquo ovveroldquoinestinguibilerdquo64 il tratto dellrsquoeternitagrave trova dunque riscontro seppur convalore presumibilmente metaforico negli usi tradizionali della parola ma lanovitagrave consiste nel fatto che per Eraclito il fuoco egrave un vivente65 Nel seguito delframmento πῦρ egrave interessato da un secondo riferimento cosmologico quelloespresso dai μέτρα che indicano gli intervalli prestabiliti percorsi dagli astriUn altro contesto drsquouso cosmologico ed anomalo si trova nel fr 31 a (ldquorivol-

62 Cfr Hom Il II 797 Hes Op 228 s Callin 13 s W Thgn 885 s W Per chiare ragionicontenutistiche lrsquoopposizione tra πόλεμος ed εἰρήνη egrave particolarmente frequente in Tuci-dide es Th I 4026 12032 ss 12423 ss etc

63 Egrave accolta quindi lrsquointegrazione ltπῦρgt dellrsquoedizione DK Per le cooccorrenze di πῦρ eσυμμείγνυμι cfr ad esempio Thgn 1245 W Pl Plt 303e 1 (diversi casi anche in Ti) inol-tre DK 28 A 3712 s e DK 31 A 602 Neanche lrsquouso del verbo ldquobruciarerdquo nel fr 58 sollevadifficoltagrave οἱ γοῦν ἰατροί [hellip] τέμνοντες καίοντες [hellip] Nella medicina antica infattildquotagliarerdquo e ldquobruciarerdquo costituiscono un binomio ricorrente cfr ad esempio A A 848 ss[hellip] ὅτωι δὲ καὶ δεῖ φαρμάκων παιωνίων ἤτοι κέαντες ἢ τεμόντες εὐφρόνως πειρασόμεθα πῆμrsquoἀποστρέψαι νόσου

64 Cfr Hom Il V 4 XV 597 s XVI 122 XVIII 225 XXI 13 XXIII 52 Il fuoco (o lafiamma) egrave detto inoltre ἀθάνατος in Ar Th 1052 E Ba 523 e fr 1221052 (Nauck) etc

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8 1 Densitagrave semantica

gimenti del πῦρ [sono] dapprima il mare [hellip]rdquo) Innanzitutto non egrave chiarocome dal fuoco possano generarsi gli altri elementi cosmici (e in particolarmodo il suo contrario θάλασσα) Inoltre il genitivo πυρός egrave riferito a τροπαίche egrave termine tecnico indicante i punti del cielo in cui il sole seguendo il suopercorso inverte la direzione del moto Lrsquoaccostamento del πῦρ alle τροπαί (fr31 a) ed ai μέτρα (fr 30) crea dunque una sovrapposizione forse identificantetra fuoco e sole Inusitate sono poi le occorrenze dei frr 90 ldquodel πῦρ sonoscambio tutte le cose e il πῦρ di tutte quante [hellip]rdquo e 66 (ldquoil πῦρ sopraggiuntosepareragrave e comprenderagrave tutte le coserdquo) percheacute nella sua relazione con ldquotutte lecoserdquo il fuoco assume un valore universale che egrave sconosciuto alla tradizioneprecedente

Gran parte delle parole dense in Eraclito confluiscono in seguito con signifi-cati specializzati nella terminologia filosofica dellrsquoetagrave classica A questo pro-posito λόγος rappresenta un caso emblematico che saragrave esaminato nel cap51 insieme alla storia semantica della parola nellrsquoarco di tempo compreso traOmero e lrsquoinizio del V sec Fatta questa premessa si passa ora a quelle paroleper le quali la densitagrave semantica riscontrabile in Eraclito prelude ai successivivalori terminologico-filosofici

ψυχή In Omero ψυχή indica fondamentalmente quel che resta del defuntolrsquoombra incorporea e priva di forze che abita lrsquoAde66 con i lirici essa diventaanche lrsquoanima del vivente vista soprattutto nella sua capacitagrave di provare emo-zioni67 Secondo Kahn il concetto di ψυχή come ldquoprincipio cognitivordquo proba-bilmente ldquoera nellrsquoariardquo nel V sec aC68 ed Eraclito egrave appunto uno dei primiad aprire la strada alla nuova accezione della parola In effetti lrsquounica occor-renza eraclitea strettamente collegata al concetto tradizionale di ψυχή e dun-que al regno dei morti egrave quella del fr 98 (ldquole ψυχαί hanno nellrsquoAdelrsquoodoratordquo) sebbene il senso complessivo del frammento sia molto enigmati-

65 Cfr Pi P I 5 s καὶ τὸν αἰχματὰν κεραυνὸν σβεννύεις αἰενάου πυρός Verbi ed aggettivi com-posti con lrsquoavverbio ἀεί non sono infrequenti cfr ad esempio la forma participiale ἀενάων(ovvero αἰενάων) ουσα ον morfologicamente del tutto simile allrsquoeracliteo ἀείζωον la qualeoccorre oltre che in Pindaro (non soltanto nel passo sopra citato) anche in Hom OdXIII 109 Hes Op 550 737 etc

66 Sulla storia semantica della parola cfr Snell 1955 pp 34 ss Nussbaum 1972 I pp 1ndash467 Cfr ad esempio Sapph 628 LP Archil 213 W 1932 W Sol 1346 W Pi N IX 3868 Kahn 1979 p 127

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12 Esempi di densitagrave semantica 9

co Il fr 85 (ldquoCombattere contro il cuore egrave difficile infatti quello che vuole locompra a prezzo della ψυχήrdquo) egrave il rifacimento di un proverbio (o forse di due)il che dagrave motivo di ritenere che Eraclito non si discostasse dallrsquoaccezione tra-dizionale della parola69

Per le restanti otto occorrenze invece (si tratta di una delle parole piugrave fre-quenti nel corpus) ψυχή riceve caratterizzazioni nuove un fatto questo sucui vi egrave ampio consenso da parte della critica Le occorrenze di ψυχή possonoessere ripartite in due gruppi in base al Leitmotiv che le accompagna ungruppo avente a che fare con lrsquoacqua (nel fr 118 con la secchezza il suo con-trario70) lrsquoaltro avente a che fare con il λόγος come Nussbaum ha acutamenteevidenziato71

Quanto al primo gruppo (frr 12 36 77 117 118) caratterizzato da tonimistico-esoterici non egrave possibile sapere se Eraclito alludesse a correnti reli-giose che nelle credenze o nei rituali stabilivano una relazione tra la ψυχήlrsquoombra del defunto e lrsquoacqua dispensatrice di vita

Il secondo gruppo (frr 45 107 115) egrave qui di particolare interesse in questiframmenti della ψυχή si dice sempre che essa ldquopossiederdquo il λόγος (rispettiva-mente ψυχὴ λόγον ἔχει βάρβαροι ψυχαί ψυχῆς ἐστι λόγος) Conviene esplicita-re che nel fr 107 (ldquocattivi testimoni sono per gli uomini gli occhi e le orecchiese hanno anime barbarerdquo) ldquobarbarerdquo significa ldquoche non parlano neacute intendonoil λόγοςrdquo72 Lrsquoaggettivo lsquobarbarorsquo egrave infatti una connotazione innanzitutto lin-guistica ed esprime lrsquoincapacitagrave di parlare e di intendere la lingua greca73come suggerisce lrsquoonomatopea della parola74

Da queste evidenze testuali emerge che per Eraclito ψυχή rappresentalrsquoorgano preposto ad unrsquoattivitagrave cognitiva ed in particolare allrsquoelaborazionedei dati sensibili percepiti dagli organi di senso (ὀφθαλμοὶ καὶ ὦτα) e alla lorovalorizzazione come conoscenza effettiva75 Lrsquoesperienza sensibile egrave dunque

69 Sul frammento cfr Verdenius 1943 vi si torna anche oltre al cap 31 p 6770 Il fr 118 (ldquosplendore secco egrave lrsquoanima piugrave saggia e la migliorerdquo) potrebbe anche essere con-

siderato come il punto nodale tra i frammenti del primo gruppo aventi a che fare conlrsquoacqua e quelli del secondo gruppo che attribuiscono alla ψυχή il λόγος e le proprietagravecognitive ad esso connesse

71 Nussbaum 1972 (I e II) Il suo esame della parola a differenza di quello presentato quiinclude anche il dibattuto fr 67a (cfr ivi I pp 6ndash9)

72 Cfr Nussbaum 1972 I p 10 con argomenti diversi ma comunque riconoscendo il rife-rimento al linguaggio insito nellrsquoaggettivo βάρβαρος cfr anche Kirk 31970 p 376 Mar-covich 1978 p 32

73 Cfr a puro titolo di esempio A Pers 255 337 391 etc

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necessaria ma non sufficiente a conoscere (cfr frr 1 34) Il requisito indi-spensabile affincheacute la ψυχή assolva alla sua funzione di organo cognitivo egrave cheessa non sia barbara ossia come giagrave precisato che intenda il λόγος Lrsquoaccezio-ne eraclitea della ψυχή non puograve essere dunque separata da quella del λόγοςlrsquouno ha infatti sede nellrsquoaltra ed Eraclito coinvolge entrambe le parole nelprocesso di risemantizzazione intrecciandone i contesti drsquouso76 PertantoKahn ha completamente ragione quando in controtendenza rispetto a granparte della critica afferma che ldquothe new concept of the psycheacute is expressed interms of the power of articulate speech rationality is understood as the ca-pacity to partecipate in the life of language lsquoknowing how to listen and howto speakrsquordquo77 Neanche i frr 45 (ldquoI confini dellrsquoanima per quanto tu vada nonpuoi trovarli nemmeno percorrendo ogni strada cosigrave profondo egrave il suoλόγοςrdquo) e 115 (ldquoegrave della ψυχή un λόγος che accresce se stessordquo) possono esserecompresi sulla base dellrsquoaccezione tradizionale di ψυχή parlare di lsquoconfinirsquoper la ψυχή omerica non ha alcun senso poichegrave essa non egrave che lrsquoεἴδωλον deltutto privo di corporeitagrave della persona in vita78 Lrsquoautoaccrescimento poi egraveun aspetto vitale affatto estraneo allrsquoombra del defunto nellrsquoAde

74 Sulla qualifica onomatopeica di βάρβαρος originariamente quasi sinonimica diπαχύστομος (ldquodalla bocca impastatardquo) τραχύστομος (ldquodalla pronuncia asprardquo) e solo inseguito designante una provenienza etnica non greca cfr Str XIV 22838 ss Anche altrelingue ricorrono a delle onomatopee per designare il parlante di una lingua straniera Insanscrito mlecca e successivamente bhara-bhara designano ldquocolui che parla indistinta-menterdquo Un atteggiamento simile egrave riscontrabile anche in alcune lingue moderne in russodalla radice нем- si formano gli aggettivi немой ldquomutordquo e немецкий ldquotedescordquo cosigrave comein ungherese dal gruppo fonetico corrispondente neacutem- si formano gli aggettivi neacutema eneacutemet di nuovo rispettivamente ldquomutordquo e ldquotedescordquo In entrambi i casi per un retaggio cul-turale residuo di circostanze storiche i tedeschi sono designati appunto come ldquoquelli chenon parlano la linguardquo

75 Sulla ψυχή eraclitea come organo dellrsquoelaborazione dei dati sensibili cfr Nussbaum 1972I p 8 ldquoIt is an active faculty and not merely the seat of the πάθη [hellip]rdquo

76 Cfr Nussbaum 1972 I p 14 ldquoWe see then that Heraclitus taking two terms whosemeanings before his time had most often been negatively defined in explicit use has giventhem central positions in his philosophy ψυχή as the connecting and knowing facultyλόγος as the primary object of knowledge [hellip] certainly the senses of ψυχή and λόγος whichhe develops were in some way inherent in the senses of the words as earlier used and it isthe contexts in which it occurred to earlier men to speak about ψυχή and λόγος rather thanwhat men meant by the words themselves that were formerly restrictedrdquo

77 Kahn 1979 p 107

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Insistendo sullrsquoeffetto cognitivo del λόγος (cfr frr 1 2 50 e forse anche1979) Eraclito propone un modello gnoseologico innovativo rispetto a quellotradizionale che cioegrave subordina i pur indispensabili dati sensoriali al λόγοςcome facoltagrave della ψυχή In base a questa nuova accezione della conoscenza ildato ldquoantiempiricordquo viene preferito a quello empirico (cfr fr 54) percheacute imeri dati sensoriali nella pluralitagrave delle loro impressioni non permettono al-cuna vera conoscenza bensigrave solo πολυμαθίη Spetta dunque alla ψυχή ovveroal λόγος di cui una buona ψυχή dispone ricomporre questa pluralitagrave e dotarladi senso compito che puograve essere assolto dal λόγος in virtugrave della sua azione uni-ficante (cfr cap 62 pp 241 ss)

θεός Allrsquoepoca di Eraclito θεός egrave giagrave stata la parola-chiave dellrsquoinsegnamentodi Senofane che egrave il primo ad avviarne la risemantizzazione Eraclito dovevaessere a conoscenza dellrsquoaccezione senofanea nel fr 40 egli ricorda e giudicaespressamente lrsquoaedo di Colofone (insieme a Esiodo Pitagora ed Ecateo) lecui idee dunque dovevano essergli in qualche modo note Corrispondenti allarappresentazione tradizionale della divinitagrave80 sono innanzitutto le occorren-ze che propongono lrsquoabbinamento lsquodei uominirsquo come i frr 24 (ldquoi caduti lionorano dei e uominirdquo) 30 (ldquoquesto cosmo [hellip] non lo fece alcuno degli dei neacutedegli uomini [hellip]rdquo)81 53 (ldquola guerra [hellip] mostra gli uni come dei gli altri comeuominirdquo dove θεός ha probabilmente lo statuto di ldquosemidivinitagraverdquo ldquoeroerdquo) eanalogamente per quanto riguarda lrsquoabbinamento degli aggettivi corrispon-denti lsquodivino umanorsquo i frr 78 (ldquola natura umana infatti non ha facoltagrave di ca-pire ma quella divina sigraverdquo) e 114 (ldquo[hellip] infatti tutte le leggi umane sono nutritedallrsquounica divinardquo) Anche lrsquoaccostamento lsquoeroe diorsquo del fr 5 (ldquo[hellip] senza co-noscere dei ed eroi per quelli che sonordquo)82 e quello lsquodio profetarsquo del fr 92 (ldquola

78 Cfr Hom Od XI 206ndash208 218 ss Egrave singolare tra lrsquoaltro che in Omero proprio la capa-citagrave di parlare della ψυχή sia alterata le manca infatti la forza vitale necessaria e questaforza puograve essere temporaneamente raccolta bevendo sangue solo in questo modo le ψυχαίpossono dire ldquocose vererdquo cfr Hom Od XI 96 e 147ndash148

79 Cfr Bartling 1985 pp 42 ss80 Unrsquoanaloga classificazione degli usi eraclitei di θεός si trova in Kirk 31970 p 188 Kahn

1979 pp 277 s81 Circa i frr 24 e 30 si noti che lsquodei e uominirsquo egrave espressione polare attestata ad esempio in

Hom Il II 669 Od XX 112 XXII 346 XXIV 64 Hes Th 204 296 407 535 586588 Xenoph fr 231 etc

82 Cfr Pi O II 2 N III 23 Hecat fr 3006 (FGrH 1) = Hdt II14318 Hdt VIII 109 13Th IV 8726 etc

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Sibilla [hellip] per opera del diordquo) non sollevano difficoltagrave e comprensibilmentesono ben documentati nei testi precedenti e contemporanei ad Eraclito

Egrave invece eraclitea lrsquoaccezione dei frr 67 (ὁ θεὸς ἡμέρη εὐφρόνη χειμὼν θέροςπόλεμος εἰρήνη κόρος λιμός [hellip]) e 102 (τῶι μὲν θεῶι καλὰ πάντα καὶ ἀγαθὰ καὶδίκαια [hellip]) Infatti le divinitagrave omeriche non armonizzano in seacute aspetti con-trastanti della natura neacute dellrsquoindole umana al contrario la caratterizzazionedella loro identitagrave piuttosto che assorbire i contrasti li incarna Neacute si puograve af-fermare che secondo i loro giudizi tutte le cose siano belle buone e giuste isoggetti del πάνθεον tradizionale si mostrano permalosi inclini allrsquoingiuria ealle liti In effetti il θεός del fr 67 condivide con quello senofaneo dei trattiche lo contraddistinguono da precedenti occorrenze della parola (non solo alplurale ma anche al singolare) nella sua coincidentia oppositorum egli egrave ne-cessariamente unico conforme dunque allrsquoεἷς θεός senofaneo (Xenoph 231)e soprattutto al dio οὖλος ldquotutto interordquo (Xenoph 24) immune da qualun-que scissione interna83

ὄνομα Anche in questo caso occorre premettere un excursus sulla storia se-mantica della parola Prima di Eraclito e di Parmenide ὄνομα significa sempree soltanto ldquonome propriordquo come mostrato dallrsquoesame condotto da Kraus84 su-gli usi di ὄνομα (epico οὔνομα) ed ὀνομάζειν in Omero ed Esiodo Ὄνομα signi-fica in entrambi ldquonome propriordquo (di persona o piugrave raramente di luogo) e lostesso significato fa da sfondo ai composti ἐπώνυμος e ὁμώνυμος attestati inOmero Anche il verbo ὀνομάζειν conferma la centralitagrave del concetto di lsquonomepropriorsquo Esso evidenzia in Omero tre valori 1) lsquochiamare enumerandorsquo ovve-ro lsquoannoverare uno per unorsquo85 2) lsquochiamare per nomersquo lsquorivolgersi a qualcunofacendone il nomersquo86 e 3) lsquoproferire il nome ad alta vocersquo87 La formula ἔπος τrsquoἔφατrsquo ἔκ τrsquo ὀνόμαζε(ν) introduce in genere il discorso diretto rivolto ad una solapersona Con tale formula ldquowe apparently have to do with a fossilized stock

83 Sullrsquoaffinitagrave della concezione della divinitagrave in Senofane ed Eraclito cfr Gemelli Marciano2005 pp 125ndash134 Cfr inoltre Kahn 1960 p 4 ldquoXenophanes Heraclitus and Parme-nides all speak of a cosmic deity with functions quite different from those of the tradi-tional Greek pantheonrdquo A sostegno di questa affermazione lo studioso ricorda in notaXenoph frr 23ndash26 Heraclit frr 32 41 64 67 Parm frr 12 e 13

84 Kraus 1987 pp 25ndash27 cfr anche Traglia 1979 pp 151ndash152 85 Il IX 515 Il XVIII 449 Od XXIV 339 86 Il X 68 Il XXII 415 Od IV 278 87 Od IV 551 Od XIV 145

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verse-element that from meaning lsquoaddressed by namersquo [hellip] came to be usedwhere it could only mean lsquoaddressedrsquo [hellip]rdquo88 In sintesi lrsquoazione espressa daὀνομάζω consiste nel fare appello o nellrsquoidentificare un soggetto specifico en-tro il gruppo drsquoappartenenza mediante il proferimento del nome proprio InEsiodo le accezioni attestate sono due 1) lsquochiamare enumerandorsquo (come inOmero) e in piugrave 2) lsquoassegnare un nome propriorsquo89

Consideriamo ora i valori di ὄνομα in Eraclito Lrsquooccorrenza del fr 32(Ζηνὸς ὄνομα) aderisce allrsquoaccezione tradizionale di ldquonome propriordquo Ma lostesso non puograve dirsi evidentemente per il fr 48 (τῶι οὖν τόξωι ὄνομα βίοςἔργον δὲ θάνατος ldquolrsquoarco ha come nome vita come effetto morterdquo) dove ὄνομαindica per la prima volta la singola lsquoparolarsquo90 o il lsquonome comunersquo(Dingwort91) Lrsquouso di ὄνομα nel fr 48 documentando questa nuova accezio-ne dovrebbe infondere dubbi circa il suo reale valore nel fr 23 (Δίκης δίκηςὄνομα οὐκ ἂν ἤιδεσαν εἰ ταῦτα μὴ ἦν ldquonon conoscerebbero il nome di Giustizia giustizia se non esistessero queste coserdquo) Giaccheacute ΔΙΚΗ poteva indicare siail concetto del giusto δίκη sia la sua personificazione divina Δίκη apporre lamaiuscola senza alcuna problematizzazione non sembra prudente92

νόος Nel linguaggio della tradizione νοεῖν egrave innanzitutto un verbo della per-cezione non meno che ἰδεῖν e γιγνώσκειν93 Von Fritz94 autore di tre esaurienticontributi sulla storia del significato di νόος e νοεῖν ha sottolineato come nellastoria semantica di νόος Parmenide rappresenti un punto di svolta fondamen-tale ciograve induce lo studioso ad accomunare gli usi precedenti di νόος e νοεῖν purse differenziati sotto la denominazione di lsquopre-parmenideirsquo Egrave vero che Par-menide incide profondamente sullrsquoevoluzione semantica di νόος e νοεῖν inquesto senso il suo ruolo egrave paragonabile a quello svolto da Eraclito per le pa-role λόγος e λέγειν Tuttavia questo dato non deve indurre ad eccessive sem-

88 OrsquoSullivan 2004 (LFE)89 Hes frr 235 2 e 296 3 Merkelbach-West Op 80 90 Ciograve sfugge a Lallot 1992 che individua le prime attestazioni del concetto di lsquosingola

parolarsquo solo in Platone (λέξις)91 Cosigrave Kraus 1987 p 4492 Sul problema delle maiuscole e delle minuscole per i nomi di eventuali personificazioni

divine cfr Ramnoux 1970 pp 461 s (ma anche lo studioso intende lrsquooccorrenza diΔΙΚΗ nel fr 23 come un nome proprio cfr ivi p 462)

93 Cfr Snell 1991 p 51 nota 53 von Fritz 1968 pp 265ndash266 e 277ndash278 Si consideri adesempio Hom Od XVIII 228 αὐτὰρ ἐγὼ θυμῶι νοέω καὶ οἶδα ἕκαστα

94 Von Fritz 1968

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plificazioni Pur imprimendo un nuovo corso nellrsquoevoluzione semantica diqueste parole lrsquoEleate non egrave il solo a promuoverne la risemantizzazione inol-tre occorre tenere presente che in questo stadio iniziale dellrsquoevoluzione se-mantica della parola le accezioni innovative mostrano ancora profondacontinuitagrave con quelle tradizionali95

Accogliendo dunque pur con queste precisazioni lo spartiacque di vonFritz si puograve affermare che gli usi ldquopre-parmenideirdquo di νόος e νοεῖν designano ldquoicasi in cui contemporaneamente al riconoscimento di un oggetto si provve-de anche alla sua collocazione entro un piugrave vasto contesto di esperienze aven-te come risultato la conoscenza e la valutazione di una situazione complessiva[hellip] νοεῖν significa [hellip] una lsquopercezione che comprendersquordquo96 La percezioneespressa da νοεῖν puograve quindi essere definita come quella visione drsquoinsieme chepermette di inquadrare lrsquooggetto entro una determinata costellazione fattua-le e di valutarlo in rapporto alla situazione specifica proprio come accade inIl IV 199 ss βῆ δrsquo ἰέναι κατὰ λαὸν Ἀχαιῶν χαλκοχιτώνων παπταίνων ἥρωαΜαχάονα τὸν δrsquo ἐνόησεν ἑσταότrsquo ἀμφὶ δέ μιν κρατεραὶ στίχες ἀσπιστάων λαῶν[hellip] In altre parole secondo questa modalitagrave della conoscenza lrsquoatto conosci-tivo consiste in unrsquoadeguata contestualizzazione dellrsquooggetto sia tra gli ogget-ti circostanti sia in relazione al soggetto conoscente non si ha νόος di alcunoggetto visto come isolato o di per seacute Analogamente il sostantivo νοῦς signi-fica certo ldquocomprensionerdquo ldquopianordquo ma lo fa serbando a lungo memoria

95 Schirren 1998 pp 194ndash199 critica lrsquointerpretazione del νόος parmenideo come res cogi-tans soffermandosi in particolare su Parm fr 16 Cerri 1999 p 59 nota 82 ricorda chelrsquouso di νοεῖν in Parm fr 22 aderisce al ldquosenso corrente genericordquo del verbo e non a quelloldquospecificamente parmenideordquo siccheacute il risultato egrave di affiancare ldquosignificato tradizionale esignificato nuovo di una stessa parolardquo

96 Egrave la pregnante definizione di Kraus 1987 p 75 il quale cita come esempi del significatotradizionale di νοεῖν Hom Il XV 422 XXIV 294 Hes Op 267 e rimanda a LSJ sv νοέωper ulteriori esempi Cfr von Fritz 1968 p 259 ldquo[hellip] das bestimmte Objekt [des νοεῖν ist]nur der Anlaszlig durch den eine Person ploumltzlich die volle Bedeutung einer Situationerkennt Diese Situation ist das eigentliche Objekt des geistigen Aktes den das verbumνοεῖν bezeichnetrdquo Il primato della sensorialitagrave del verbo sugli aspetti razionali egrave ribadita allepp 261 ldquo[Das vielleicht Wichtigste ist daszlig] wo immer νόος und νοεῖν bei Homer im Sinneeines Plans oder Planens verwendet werden [hellip] dieser Plan dann in der Gestalt einerVision [erscheint] die sozusagen die gegenwaumlrtige Situation in die Zukunft erweitertrdquo e264 ldquo[So koumlnnen wir sagen daszlig] soweit Homer in Frage kommt es keine Spur einesUumlbergangs aus der Bedeutung des Plans zu der der Erkenntnis einer Situation gibt daszligdagegen klare Tatsachen fuumlr die Moumlglichkeit eines Uumlbergangs in die umgekehrte Richtungsprechenrdquo cfr anche ivi p 272

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dellrsquooriginario significato percettivo della radice Lrsquooccorrenza di νοεῖν in Xe-noph fr 24 posta tra i verbi lsquovederersquo e lsquoudirersquo (οὖλος ὁρᾶι οὖλος δὲ νοεῖ οὖλοςδέ τrsquo ἀκούει) testimonia che la sfera percettiva del verbo egrave ancora dominanteper questo poeta97 Ancora in Epich fr 12 (νοῦς ὁρῆι καὶ νοῦς ἀκούειmiddot τἆλλακωφὰ καὶ τυφλά) la percezione ha esito fallimentare se non egrave condotta dalνοῦς che egrave soggetto del lsquovederersquo e dellrsquolsquoascoltarersquo esso pertanto egrave inteso comepreposto alla percezione

Tra gli usi ldquopre-parmenideirdquo di νόος e νοεῖν von Fritz include quelli eracli-tei Tuttavia anche nellrsquoEfesio egrave possibile riscontrare gli indizi di una rise-mantizzazione in atto In Eraclito νόος egrave probabilmente conforme allrsquoaccezio-ne tradizionale nel fr 104 (ldquoqual egrave infatti il loro νόος e la loro intelligenza[hellip]rdquo) dove forma unrsquoendiadi con φρήν98 Ma altrove la caratteristica unifi-cante del sostantivo e del verbo comunque implicita giagrave in Omero assumeun rilievo speciale analogo a quello osservato in Parmenide al punto che sipuograve affermare che per i due sapienti νόος e νοεῖν designano una vera e proprialdquocomprensione sinteticardquo Egrave in virtugrave di questo valore che νόος puograve essere util-mente contrapposto a πολυμαθίη la ldquonozione-di-molte-coserdquo come accadenel fr 40 (πολυμαθίη νόον ἔχειν οὐ διδάσκει [hellip] ldquola nozione-di-molte-cose noninsegna ad avere νόος [hellip]rdquo) La caratteristica unificante egrave sottolineata nel fr114 dalla paronomasia tra ξὺν νόωι e ξυνῶι ξὺν νόωι λέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴτῶι ξυνῶι πάντων [hellip] ldquoper fare un discorso con senso occorre valersi del con-senso di tutte le coserdquo99 Anche in questo caso la risemantizzazione della paro-la non conosce fratture ma va intesa in base alla continuitagrave con il significatogiagrave attestato nel linguaggio della tradizione epica e lirica ldquoDoch sind der fruuml-here und der neue Begriff verwandt In beiden Faumlllen ist νόος nicht einem iso-lierten Gegenstand oder selbst einzelnen Umstaumlnden zugewandt sondernetwas Umfassenderem [hellip]rdquo100

97 Cfr von Fritz 1968 pp 289 s Nemmeno per lrsquouso parmenideo la sfera sensoriale hasmesso di giocare un ruolo nel significato della parola cfr Parm fr 6 6ndash7 dove gli effettidi un πλακτὸς νόος sono descritti appunto come svilimento delle facoltagrave percettive (οἱ δὲφοροῦνται κωφοὶ ὁμῶς τυφλοί τε [hellip])

98 Le occorrenze di νόος e νοεῖν (talvolta anche νόημα) unitamente a φρήν sono frequenti cfrad esempio Hom Il IX 600 XV 80 s XVIII 419 XXII 235 Od I 322 III 26 etc

99 La traduzione di Lami 52000 rende bene il gioco di parole100 Von Fritz 1968 p 297 per la Bedeutungsverwandtschaft tra il νόος omerico e quello era-

cliteo cfr ivi p 299

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Gli esordi dellrsquoaccezione risemantizzata del gruppo νόος νοεῖν possono es-sere rintracciati proprio in Senofane Si pensi al giagrave ricordato fr 24 ldquotutto in-tero [οὖλος] vede tutto intero νοεῖ tutto intero ascoltardquo ed al fr 25 ldquoma senzafatica agita tutte le cose con il senno della mente [νόου φρενὶ]rdquo)101 lrsquoanafora diοὖλος e la contrapposizione tra movimento dei πάντα da un canto e immobi-litagrave del νόος che li governa dallrsquoaltro rappresentano degli indizi a favore diunrsquoaccezione unificante del νόος divino in Senofane102 Di certo tale accezio-ne unificante egrave promossa da Parmenide egli infatti nei frr 3 61 e 834ndash36insiste sullrsquoequivalenza tra il νοεῖν e lrsquoεἶναι laddove questrsquoultimo egrave appuntouno e drsquoun solo pezzo (οὐλομελές fr 84) Coerenti con il valore al contempopercettivo ed unificante sono anche gli usi del sostantivo νόος come risulta daParm frr 41 (ἀπεόντα νόωι παρεόντα βεβαίως ldquole cose assenti sono presentiper mezzo del νόος saldamenterdquo) 66 in cui il νόος egrave ldquodebolerdquo (πλακτὸν νόον)proprio percheacute i suoi detentori sono come sdoppiati ldquoa due testerdquo (δίκρανοιfr 65) ossia illusi che per ogni cosa esista un contrario (πάντων δὲπαλίντροπός ἐστι κέλευθος fr 69) ed incapaci di riconoscere lrsquoἐόν nella sua ne-cessaria unitagrave 16 1ndash2 (ὡς γὰρ ἕκαστος ἔχει κρᾶσιν μελέων πολυπλάγκτων τὼςνόος ἀνθρώποισι παρίσταται [hellip] ldquoinfatti come ciascuno ha unrsquounione dimembra molto erranti cosigrave si dispone il νόος per gli uomini [hellip]rdquo) dove il νόοςegrave paragonato allrsquoorgano che unifica e coordina le membra dellrsquoanatomia uma-na103

σοφίησοφός Per Omero σοφίη egrave lrsquoabilitagrave tecnica del carpentiere allrsquoopera(cfr Il XV412104) Esiodo (fr 306 Merkelbach-West105) riferisce la parola ad

101 Quanto la sfera percettiva sia presente nellrsquoespressione νόου φρενί egrave illustrato da Darcus1978 Non sussiste dunque alcuna contraddizione con la dimensione sensoriale del fr 24cfr von Fritz 1968 pp 290 s

102 Sul νόος della divinitagrave senofanea cfr Schirren 1998 pp 142 ss che lo paragona a quellodello Zeus omerico

103 Cfr Emp fr 27ndash8 che descrive un modello fallace di conoscenza in cui i dati sensibili(ἐπιδερκτά ἐπακουστά) non sono ldquoabbracciatirdquo (περιληπτά aggettivo verbale daπεριλαμβάνω) dal νόος

104 Ma per alcuni il passo egrave sospetto trattandosi forse di unrsquointerpolazione posteriore cfrCole 1993 p 756 (nota 4) Il significato originariamente tecnico-artigianale della parolaegrave confermato dalle co-occorrenze ldquoomericherdquo di σοφίη e τέχνη in h Merc 483 e 511 A pro-posito della co-occorrenza in Margites fr 32 (Gostoli) Gostoli 2007 p 75 conferma ilsignificato di σοφός come ldquoespertordquo Cole 1993 scorge qui un riferimento ironico

105 Cfr inoltre Hes Op 649 dove Esiodo riferisce a se stesso lrsquoattributo di σεσοφισμένος

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12 Esempi di densitagrave semantica 17

un citaredo indicandone di nuovo lrsquoabilitagrave Dalle origini fino ad Eraclito in-cluso σοφία puograve essere descritta come lrsquoabilitagrave di compiere le giuste mosse almomento giusto in vista di quella realizzazione conclusiva che le motiva Unasimile accezione del sapere dunque intende le fasi della realizzazione comemomenti integranti del prodotto finale106

Egrave stato sostenuto107 che con i lirici si riscontra unrsquoevoluzione del significa-to di σοφία la quale inizierebbe ad indicare un sapere teorico sentito in oppo-sizione ad un sapere pratico espresso invece da τέχνη Questo parere non egravecondivisibile In epoca arcaica la coppia σοφία τέχνη egrave spesso sinonimica edi lirici Senofane incluso iniziano a stabilire sulla scorta dellrsquoaccezione origi-naria unrsquoanalogia sempre piugrave stretta tra σοφία ed unrsquoabilitagrave determinata quel-la poetica (cfr Xenoph fr 214 Thgn 19 682 770 etc) Tale atteggiamen-to egrave sintomatico di una persistente concezione del poeta come ldquoartigiano del-la parolardquo Le occorrenze di σοφία σοφός presso i lirici108 dunque non muta-no di significato ma piuttosto documentano che quella del poeta o delmusico egrave intesa come una maestria tecnico-artigianale Tale concezione arcai-ca dellrsquoattivitagrave poetica egrave storicamente determinata dal momento che quelladel poeta era allrsquoepoca una vera e propria professione la quale almeno sotto ilprofilo della necessitagrave di un apprendistato e della padronanza di competenzetecniche (musicali-metriche musicali-strumentali mnemoniche) non diffe-riva sostanzialmente da altre professioni artigianali

La scarsa funzionalitagrave o rilevanza per questrsquoepoca della distinzione tra sa-pere pratico e sapere teorico ed in particolare il fatto che σοφία non si sia an-cora specializzata nellrsquoindicare il lato teorico del sapere risulta dalle evidenzetestuali Ad esempio per Alcmane σοφοί sono tanto gli ἱππόται (fr 2 P) quan-to gli ldquoascoltatori espertirdquo del poeta (fr 162 s P) la radice σοφ- indica dunquelrsquoarea delle abilitagrave e delle competenze tecniche o artigianali tra le quali sonoincluse anche quelle poetiche Intorno al 550 aC lo scultore ateniese Fidi-

106 Su questo aspetto cfr Gladigow 1965 pp 73 s Sul concetto di σοφία arcaica piugrave in gene-rale egrave degno di nota Cole 1993 il quale segue le linee evolutive dalla ldquosophia oralerdquo checoincide con ldquolrsquointelligenza euristica o ingegnositagrave la capacitagrave di trovare soluzioni e diescogitare espedienti per situazioni almeno in parte impreviste e imprevedibilirdquo fino allaldquosophia scrittardquo che rappresenta invece la conoscenza teorica e lrsquoerudizione

107 Gladigow 1965 p 13108 Attestazioni della radice σοφ- sono ad esempio Archil fr 211 W Sapph fr 562 LP Ibyc

fr 123 P Simon frr 54212 P 604 P B Epinic XII 1 SM fr 143 SM 26 SM Pi O I116 O II 86 O IX 28 e 38 O XI 10 O XIV 7 P I 41 P IV 248 P VIII 74 Pae VIIb 20 Pae IX 4 I VII 18 I VIII 47 N V 18 N VIII 41 frr 611 S 1334 S

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mo riferendosi alla sua professione puograve definirsi appunto σοφός (Friedl 169Peek 74) seguiacuteto in questo da Onata (Paus V2510) nellrsquoElegia alle Muse diSolone (1347 ss W) lrsquoequivalenza tra τέχναι e σοφία poetica (ma anche pro-fetica) egrave espressa in modo esplicito ldquo[hellip] un altro avendo appreso le arti diAtena e di Efesto ingegnoso mette insieme i mezzi per vivere con (il lavorodelle) sue mani un altro istruito nei doni delle Muse Olimpie (si guadagnada vivere) conoscendo il metro dellrsquoamabile σοφίη [hellip]rdquo109

Anche per il gruppo σοφίη σοφός Eraclito si iscrive dunque entro un pro-cesso storico di evoluzione semantica imprimendovi la propria traccia110 Ac-canto ad usi tradizionali ne compaiono altri non del tutto corrispondenti alleaspettative Probabilmente questi ultimi costituiscono le premesse per i suc-cessivi valori specialistici della parola meno legati a quella sfera dellrsquoazionepratica che invece per Eraclito egrave ancora essenziale Si possono classificare leoccorrenze come conformi allo standard quando coerentemente con la sto-ria semantica fin qui ricostruita il gruppo σοφίη σοφός ha a che fare tantocon la tecnica in generale quanto con specifiche tecniche poetiche o comun-que verbali in particolare Di questo tipo sono le occorrenze dei frr 56 (ldquo[hellip]Omero che era il piugrave sapiente [σοφώτερος] di tutti i Greci [hellip]rdquo)111 e 129 (ldquoPi-tagora [hellip] dopo essersi scelto questi scritti si mise a punto una sapienza[σοφίη] tutta sua nozione-di-molte-cose cattiva arte [κακοτεχνίη]rdquo)112 neiquali lrsquouso di Eraclito appare ironico riferito cioegrave a quanti vengono reputatidei falsi sapienti Circa il fr 129 egrave interessante sottolineare come Pitagoranella critica al suo sapere ldquolibrescordquo venga rappresentato come una sorta di

109 La tesi di Gladigow 1965 pp 16 ss ossia che qui σοφία acquisirebbe ldquoeinen neuen Inhaltund eine neue Weiterdquo (ivi p 19) appare come una forzatura interpretativa (che difatti nongode di ampio credito tra i critici cfr ivi p 17 nota 1) Quanto alla motivazione addottacioegrave che Solone non fu ldquopoeta di professionerdquo egrave sufficiente ricordare che il politico nellaGrecia arcaica non puograve non essere anche artigiano della parola giaccheacute lrsquouso esperto dellaparola rappresenta uno strumento fondamentale di legittimazione del potere

110 Per una rassegna delle principali interpretazioni di σοφίη σοφός in Eraclito cfr Gladigow1965 pp 75ndash84

111 Cfr Gladigow 1965 pp 102 s ldquoDie Tatsache daszlig Homer alle Faumlhigkeiten der Erkennt-nis die in den Fragmenten 50 und 41 als σοφόν bezeichnet werden abgesprochen werdenweist darauf hin daszlig σοφώτερος in fr 56 im traditionellen d h nicht heraklitischen Sinngebraucht istrdquo

112 Heraclit fr 129 pur comparendo nellrsquoedizione DK tra i frammenti dubbi o falsi egrave stato datempo riabilitato come genuinamente eracliteo Sulla questione cfr Marcovich 1978 p47 e Kahn 1973 pp 111 ss

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12 Esempi di densitagrave semantica 19

sofista ante litteram e questo sia per la dimestichezza con la scrittura(συγγραφάς) sia per lrsquouso finalizzato allrsquoimbroglio della sua τέχνη che egrave evi-dentemente ancora sinonimica di σοφίη113

Un nutrito gruppo di occorrenze egrave implicato con lrsquoattivitagrave verbale indicatada λόγος λέγειν egrave il caso dei frr 32 (ldquola sola cosa sapiente [τὸ σοφόν] non vuo-le e vuole essere detta [λέγεσθαι] [hellip]rdquo) 50 (ldquodato ascolto non a me ma al di-scorso [λόγου] egrave saggio [σοφόν] dire lo stesso [ὁμολογεῖν] [hellip]rdquo) 108 (ldquodiquanti ho ascoltato i discorsi [λόγους] nessuno arriva al punto di ritenere chequanto egrave saggio [σοφόν] [hellip]rdquo) e 112 (ldquo[hellip] sapienza [σοφίη] egrave cose vere dire[λέγειν] e fare secondo natura prestando ascoltordquo) In questi casi il traitdrsquounion tra accezione tradizionale e accezione risemantizzata risiede a) nellalinguisticitagrave della σοφία ossia come giagrave per la σοφία poetica nellrsquouso accortodel linguaggio che essa favorisce e b) nel suo indicare un sapere che ldquoriconoscela posizione delle parti entro il tuttordquo114 come giagrave osservato per i predecessoridi Eraclito Entrambe le caratteristiche sono conformi allrsquoaccezione eracliteadi λόγος e λέγειν che coerentemente con il significato-base della radice λεγ-attiene allrsquoarea semantica dellrsquoldquounificazionerdquo e della produzione linguisti-ca115 Pertanto non sembra affatto casuale che σοφία e σοφός occorrano concostanza insieme a λόγος e λέγειν queste parole-chiave sono coinvolte nel me-desimo processo di risemantizzazione (cfr cap 21 pp 35 ss) Coerente conla caratteristica a) egrave anche il fr 118 (ldquolrsquoanima secca egrave la piugrave saggia [σοφωτάτη]e la migliorerdquo)116 esso infatti indica nella ψυχή la sede della σοφίη che aumen-ta appunto in condizioni di secchezza ma al contempo i frr 45 107 e 115(come saragrave illustrato nel cap 61 in sede di analisi degli stessi) indicano chia-ramente la ψυχή come sede del λόγος117 La caratteristica b) egrave esplicitata nei frr50 (ἓν πάντα εἶναι) e 41 ldquouna egrave la cosa saggia [τὸ σοφόν] capire lrsquointelligenzache governa tutte le cose attraverso tutterdquo Per Eraclito dunque la σοφίη coin-

113 Dello stesso tenore egrave Heraclit fr 81114 Gladigow 1965 p 74115 Questi aspetti saranno approfonditi nella seconda parte del lavoro116 Il testo del fr 118 evidenzia corruttele sin dallrsquoantichitagrave i dubbi vertono soprattutto sulle

parole αὐγὴ ξηρή Marcovich 1978 p 264 rifacendosi nella sostanza a Stephanus rico-struisce come segue le tappe del processo di corruzione dellrsquooriginale αὔη αὔη ξηρή (ovveroξηρά giaccheacute la forma ionica dovette subentrare solo in seguito) in cui lrsquoaggettivo sarebbeuna glossa apposta al sostantivo piuttosto desueto αὐγὴ ξηρή attestato giagrave in Plu Rom288 e nella maggior parte dei testimonia ed infine soltanto ξηρή (ovvero ξηρά) traman-dato per primo da Porph Antr 11

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cide con il riconoscimento dellrsquointerconnessione tra tutte le cose al di lagrave dellaloro apparente indipendenza reciproca opersino contraddittorietagrave

κόσμος Il significato omerico della parola egrave sia ldquoordinerdquo o ldquoordinamentordquo118sia ldquoornamentordquo119 entrambi i valori sono attestati con continuitagrave finoallrsquoepoca di Eraclito120 Con essi collima verosimilmente il fr 124 (ldquocome pat-tume sparso a caso egrave il piugrave bellrsquoordinamentordquo)121 il motivo di questa supposi-zione egrave che nonostante il senso complessivo risulti tuttrsquoaltro che chiarolrsquoldquoordinerdquo o ldquoordinamentordquo costituirebbe unrsquoopposizione paradossale con illdquopattume sparso a casordquo in unrsquoantitesi del tutto ammissibile per lo stile diEraclito122

Nonostante la storia arcaica della parola sia scarsamente documentataemerge che Eraclito contribuisce ad avviarne la trasformazione semantica123Allrsquoepoca dellrsquoEfesio il significato di κόσμος come ldquoordine del mondordquo e dun-que ldquomondordquo ldquorealtagraverdquo egrave solo in statu nascendi124 Secondo la tradizione dosso-grafica il primo ad usare κόσμος nel senso di ldquomondordquo fu Pitagora125 ma il va-lore di ldquoordinerdquo resta comunque centrale fino al V sec aC126 Lrsquoaccezione co-

117 Anche sulla scorta di questo indizio sono dellrsquoavviso che convenga intendere σοφία e λόγοςcome profondamente affini e per certi versi interscambiabili piuttosto che ipotizzare chela ψυχή ospiti due principi o attivitagrave della conoscenza ben distinti (da un canto la σοφίαdallrsquoaltro il λόγος)

118 Cfr ad esempio Hom Il XII 225 Od XIII 77 etc Frequenti sono i costrutti εὖ κατὰκόσμον (Il XI 48 XII 85 etc) e οὐ κατὰ κόσμον (Il II 214 V 759 Od III 138 etc)

119 Per monili da donna cfr ad esempio Hom Il XIV 187 per finimenti di cavalli Il IV 145120 Cfr ad esempio Hes Th 587 ed Op 76 Sol frr 1311 W e 12 W Thgn 677 W Hippon

fr 1282 W Pi O III13 VIII 83 XI 13 P II 10 III 82 N II 8 I VI 69 A Pers 400833 849 920 Th 397 Supp 246 A 1271 Eu 55

121 σάρμα egrave emendatio di Diels a fronte di σάρξ tramandato dai manoscritti contraMcDiarmid 1941 e Friedlaender 1942 (seguiti da Kirk 31970 pp 82 220 313) secondoil quale il frammento va ricostruito come segue σὰρξ εἰκῆ κεχυμένltη ἀνθρώπgtων ὁκάλλιστος dunque κόσμος andrebbe attribuito alla fonte Teofrasto Cfr inoltre Gladigow1965 pp 117 ss

122 Cfr Kerschensteiner 1962 p 97123 Cfr Kahn 1960 pp 226 s Circa la stratificazione dei sensi della parola in Eraclito cfr

idem 1979 p 133124 Cfr Kirk 31970 pp 312ndash313 che conduce un esame delle occorrenze precedenti al IV

sec a C Giagrave Reinhardt 41985 pp 174 s aveva mostrato che il significato lsquomondorsquo non egraveancora pienamente affermato nel linguaggio dei presocratici

125 Le fonti sono riportate in TLG sv 1871 A cfr Frisk 1954 sv p 929126 Cfr Lanza 1966 p 217 (in riferimento ad Anaxag fr 8)

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smologica si affaccia nel fr 30 di Eraclito κόσμον τόνδε τὸν αὐτὸν ἁπάντωνοὔτε τις θεῶν οὔτε ἀνθρώπων ἐποίησεν [hellip] ldquoquesto κόσμος lo stesso per tuttinon lo fece alcuno degli dei neacute degli uomini [hellip]rdquo127 Similmente per i frr 75(καθεύδοντας ἐργάτας εἶναι καὶ συνεργοὺς τῶν ἐν τῶι κόσμωι γινομένων ldquoi dor-mienti operano e cooperano agli avvenimenti nel κόσμοςrdquo) e 89 (τοῖςἐγρηγορόσιν ἕνα καὶ κοινὸν κόσμον εἶναι ldquoper gli svegli uno e comune egrave ilκόσμοςrdquo) lrsquoaccezione puramente tradizionale sembra difficilmente ammissi-bile qui si tratta perlomeno di un ldquoordinamento generalerdquo valido tanto per glisvegli quanto per i dormienti Il riferimento cosmologico egrave dunque moltoprobabile anche se non strettamente necessario giaccheacute Eraclito potrebbeanche riferirsi ad esempio ad un ordinamento generale di tipo sociale

Anche nel caso di κόσμος si osserva che Parmenide contribuisce non menodi Eraclito ad avviare un percorso storico di risemantizzazione Il sapiente diElea infatti conserva lrsquoaccezione originaria di ldquoordinamentordquo nel fr 852(μάνθανε κόσμον ἐμῶν ἐπέων ἀπατηλὸν ἀκούων) mentre 860 (ἐγὼ διάκοσμονἐοικότα πάντα φατίζω) e 43 (οὔτε σκιδνάμενον πάντηι πάντως κατὰ κόσμονdove κόσμος egrave inserito in una clausola omerica) sono a metagrave strada tra lrsquoacce-zione tradizionale ldquoordinerdquo e quella nuova ldquo(ordine del) mondordquo propriocome si egrave osservato a proposito di Eraclito frr 75 e 89128

Nellrsquoesaminare la densitagrave semantica di alcune parole-chiave eraclitee si sonoresi spesso necessari riferimenti ad usi analoghi da parte di Senofane e piugrave fre-quentemente di Parmenide Ciograve conferma il fatto che il fenomeno non inte-ressa in via esclusiva un singolo autore bensigrave piugrave in generale una temperieculturale

Senofane che precede di poco Eraclito promuove una nuova accezionedella parola θεός la densitagrave semantica pertanto non riguarda argomenti peri-ferici della sua riflessione ma ne centra un punto cruciale Lrsquoinsegnamentosenofaneo si appunta infatti sulla critica agli dei omerici (pars destruens) aiquali il sapiente contrappone una divinitagrave dalle caratterizzazioni nuove (parsconstruens) Occorre notare che nelle elegie che appaiono del tutto conformial sentimento religioso tradizionale dellrsquoεὐσέβεια gli usi del sostantivo θεός

127 Contra Kahn 1979 p 133 che valuta lrsquointerpretazione di κόσμος nel senso di ldquoordine delmondordquo nel fr 30 quale una mistaken assumption Sulle interpretazioni di κόσμος nel fr 30cfr Vlastos 1982 p 192 nota 4

128 Contra Kerschensteiner 1962 p 122 il quale ritiene che lrsquouso parmenideo di κόσμος sia deltutto conforme a quello omerico

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(fr 113 e 24) e degli appellativi delle divinitagrave (frr 121ndash22 22) non tradi-scono le aspettative Anche in quella che si puograve definire la pars destruens dellariflessione senofanea sulla divinitagrave i Σίλλοι la parola-chiave occorre solo incontesti drsquouso coerenti con quelli tradizionali ciograve egrave necessario dal momentoche egrave proprio la divinitagrave tradizionale ad essere bersaglio di critica (Xenophanfrr 111 121 141 154) Viceversa in corrispondenza della pars construensche coincide con il cosiddetto Περὶ φύσεως al θεός sono attribuite caratteristi-che nuove ovvero non contemplate dalla religione tradizionale e dunque ti-picamente senofanee come si riscontra nel fr 231 (εἷς θεός) il cui θεός fungeda soggetto anche per i frammenti seguenti (frr 24 25 e 26)129 Per Senofanedunque egrave possibile delineare una separazione piuttosto netta tra le occorren-ze rispondenti allrsquoaccezione tradizionale e quelle risemantizzate Lrsquounica ec-cezione egrave il caso ambiguo della seconda occorrenza del fr 231 che saragrave con-siderata nel cap 13 (pp 30 s)

Parmenide contemporaneo di Eraclito non soltanto piega le sue parole-chiave a contestualizzazioni atipiche ma proprio come il sapiente di Efesocollega fittamente tra loro le parole oggetto della risemantizzazione questedunque non seguono percorsi di modificazione semantica indipendenti gliuni dagli altri ma costituiscono un sistema

Analogamente a quanto osservato per Senofane anche in Parmenide egravepossibile riconoscere una significativa distribuzione delle occorrenze aderen-ti allrsquoaccezione tradizionale da un lato e di quelle risemantizzate dallrsquoaltro Leprime si concentrano prevalentemente nel proemio ossia prima della rivela-zione sapienziale della dea le seconde invece compaiono soltanto nella rive-lazione sapienziale

129 La classificazione dei frammenti senofanei sotto i titoli Ἐλεγεῖαι Σίλλοι e Περὶ φύσεως nonegrave opera dellrsquoautore in particolare su Περὶ φύσεως cfr Schmalzriedt 1970 secondo cui apartire da denominazioni giagrave platoniche quali ad esempio οἱ περὶ φύσεως il titolo si cristal-lizza successivamente in ambito peripatetico A prescindere da questo resta il fatto chenella produzione senofanea egrave possibile individuare componimenti a) conformi al senti-mento religioso tradizionale b) critici nei confronti della religione tradizionale ovveroomerica e c) propositivi di una divinitagrave propriamente senofanea e che ai suddetti conte-nuti corrispondono forme metriche diverse rispettivamente il distico elegiaco la mesco-lanza di esametri e trimetri giambici e lrsquoesametro Lrsquoipotesi secondo cui il cosiddetto Περὶφύσεως costituirebbe una raccolta seriore effettuata in base a criteri tematici di versi trattidal resto dellrsquoopera senofanea (cosigrave ad esempio Burnet 31920 p 115 s) non scalfisce que-sto dato

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Sui valori di εἶναι (e forme relative ἐστί ἐόν) in Parmenide egrave stato scrittomoltissimo In effetti la natura stessa e la frequenza del verbo lsquoesserersquo pongo-no le occorrenze sotto il segno dellrsquoambiguitagrave I valori di εἶναι possono essereragionevolmente riassunti come segue 1) valore copulativo 2) valore esisten-ziale 3) valore veritativo130 Egrave evidente che in Parmenide numerose occorren-ze del verbo sono del tutto conformi a questi valori131 Tuttavia laddove εἶναιegrave coinvolto in costruzioni sintattiche per cosigrave dire autoreferenziali ad esem-pio laddove lsquoesserersquo funge da predicato non per un soggetto altro bensigrave peruna voce dello stesso verbo lsquoesserersquo le occorrenze si lasciano difficilmentecomprendere secondo le accezioni sopra elencate Egrave il caso dei frr 23 e 5(ldquolrsquouna in quanto ἔστιν e non ἔστι che non εἶναι [hellip] lrsquoaltra in quanto non ἔστινed ἐστι necessario che non εἶναιrdquo) 42 (ldquoinfatti non potragrave recidere lrsquoἐόν dallasua contiguitagrave con lrsquoἐόντοςrdquo) 61ndash2 (ldquoἔστι infatti εἶναι mentre niente nonἔστινrdquo) 71 (ldquomai si potragrave dimostrare questo che εἶναι i non ἐόνταrdquo) 836ndash37(ldquonientrsquoaltro ἔστιν o ἔσται allrsquoinfuori dellrsquoἐόντοςrdquo) e 46ndash47 (ldquoneacute infatti ἔστιnon ἐόν [hellip] neacute ἐὸν ἔστιν tale che dellrsquoἐόν εἴη ora piugrave ora menordquo) etc Nella ri-

130 Cfr Kahn 1973 rispettivamente pp 184 ss 228 ss 331 ss Va anche ricordata la querellecirca la presunta differenza di significato tra la forma enclitica della terza persona singolaredel verbo lsquoesserersquo che avrebbe valore copulativo e quella ortotonica con valore esisten-ziale La teorizzazione della differenza risale a G Hermann (De emendanda ratione graecaegrammaticae Leipzig 1801 pp 84 s) ed egrave stata recentemente sostenuta anche da PhProbert (A New Short Guide to the Accentuation of Ancient Greek Bristol 2003 pp 144ndash146) Questi cita come fonte Eustazio secondo cui ldquogli antichirdquo avrebbero usato ἔστι (laforma ortotonica) come sinonimo di ὑπάρχει ldquoesisterdquo ldquocrsquoegraverdquo Contra J Wackernagel (Dergriechische Verbalakzent Zeitschrift fuumlr vergleichende Sprachforschung Bd 23 1877 pp457ndash470) seguito tra gli altri da W S Barrett (Euripides Hyppolitos Oxford 1964) e lostesso Kahn 1973 pp 420 ss i quali si rifanno ad Erodiano secondo cui a determinare laforma ortotonica o piuttosto quella enclitica sono condizioni puramente formali ossia laposizione della voce verbale entro la frase (o il verso) e lrsquoaccentuazione della parola che laprecede

131 Cfr ad esempio frr 1 vv 11 (ἔνθα πύλαι [hellip] εἰσι κελεύθων) 27 (ἦ γὰρ ἀπrsquo ἀνθρώπων ἐκτὸςπάτου ἐστίν) e 32 (ὡς τὰ δοκοῦντα χρῆν δοκίμως εἶναι) 2 vv 2 (αἵπερ ὁδοὶ μοῦναι διζήσιός εἰσινοῆσαι) e 4 (Πειθοῦς ἐστι κέλευθος) 51 (ξυνὸν δέ μοί ἐστιν [hellip]) 69 (παλίντροπός ἐστικέλευθος) 82 (σήματrsquo ἔασι πολλά) Nel fr 8 il verbo occorre ripetutamente sia in funzionecopulativa nellrsquoelenco degli attributi dellrsquolsquoesserersquo sia come predicato verbale cfr vv 17ndash18(ἀληθὴς ἔστιν ὁδός) 27 (ἔστιν ἄναρχον ἄπαυστον) 33 (ἔστι γὰρ οὐκ ἐπιδευές) 38 (οὖλονἀκίνητόν τrsquo ἔμεναι τῶι παντrsquo ὄνομα ἔσται) 39 (πεποιθότες εἶναι ἀληθῆ) 42 (τετελεσμένονἐστί) 45 (χρεόν ἐστι) 48 (ἐπεὶ πᾶν ἐστιν ἄσυλον) 54 (οὐ χρεών ἐστιν ndash ἐν ὧι πεπλανημένοιεἰσίν) 57 (ἤπιον ὄν) etc

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velazione divina un confine netto fra accezioni tradizionali e accezioni rise-mantizzate del verbo egrave indiscernibile percheacute non egrave tracciato dal sapiente

Sono poi frequenti i casi in cui gli usi anomali delle voci di εἶναι vengonointrecciati con quelli di altre parole dense specialmente νόος νοεῖν e λόγος λέγειν o i loro rispettivi sinonimi Lrsquointreccio tra lsquoesserersquo lsquopensarersquo e lsquodirersquo egravetanto stretto che anche solo dal punto di vista puramente grammaticalecomprendere (e tradurre) queste costruzioni risulta spesso un compito ar-duo132 si considerino ad esempio i frr 3 τὸ γὰρ αὐτὸ νοεῖν ἐστίν τε καὶ εἶναι61 χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐὸν ἔμμεναι (dove il valore di ἐόν dipende tra lrsquoaltroda quello di τὸ133) 8 8ndash9 οὐ γὰρ φατὸν οὐδὲ νοητὸν ἔστιν ὅπως οὐκ ἔστι 8 34ndash36 ταὐτὸν δrsquo ἐστὶ νοεῖν τε καὶ οὕνεκεν ἔστι νόημα οὐ γὰρ ἄνευ τοῦ ἐόντος ἐν ὧιπεφατισμένον ἐστίν εὑρήσεις τὸ νοεῖν Ciograve non egrave casuale tra le parole riseman-tizzate da Parmenide vanno infatti annoverate anche νόος νοεῖν e λόγος

Per quanto riguarda νόος νοεῖν usi conformi a quelli tradizionali sonoammissibili per i frr 22 e 66134 mentre nei giagrave ricordati nodi sintattici traνόος νοεῖν λόγος λέγειν e ἐόν εἶναι lrsquoaccezione tradizionale risulta insoddi-sfacente Come giagrave rilevato a proposito di Eraclito anche per Parmenide ilνόος si configura come una facoltagrave intellettiva capace di unificare elementisparsi Ciograve egrave documentato dai frr 41 dove il νόος egrave responsabile della com-prensione dellrsquoἐόν nella sua coesione e 161ndash2 dove esso egrave paragonato (ὡςhellipτώς) allrsquounione delle membra corporee (κρᾶσις μελέων)

Quanto a λόγος la parola evidenzia usi tradizionali nei frr 115 e 850mentre risemantizzato sembra quello del fr 75 κρῖναι δὲ λόγωι Nonostantemolti interpreti traducano questa occorrenza ldquogiudica con raziociniordquo o inmodo simile tale resa non egrave condivisibile per motivi sia contestuali che stori-co-linguistici Il motivo contestuale egrave il riferimento immediatamente prece-dente alla menzione di λόγος alla produzione ed alla percezione acustica dellinguaggio νωμᾶν ἄσκοπον ὄμμα καὶ ἠχήεσσαν ἀκουὴν καὶ γλῶσσαν (fr 74ndash5)non si vede dunque percheacute qui si dovrebbe fare riferimento ad unrsquoastratta ldquora-gionerdquo piuttosto che alla tessitura dellrsquoargomentazione di Parmenide ovveroal suo ldquodiscorsordquo Il motivo storico-linguistico egrave che come saragrave argomentato

132 Cfr Calogero 1967 pp 126 ss133 Se τὸ funge da articolo i due infiniti seguenti sono sostantivati e costituiscono il soggetto

ldquooccorre che il dire ed il pensare siano lrsquoἐόνrdquo se τὸ funge da pronome si avragrave ldquooccorre chequanto crsquoegrave da dire e da pensare sia lrsquo ἐόνrdquo

134 Circa πλακτὸς νόος si puograve ricordare che nellrsquoepica arcaica riferiti a νόος si trovano attributiquali ἀεικής ἀπηνής ἀργαλέος κακός κύνεος etc cfr Fuumlhrer 2004 (LFE)

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nel cap 51 significati di λόγος come ldquoragionerdquo o ldquoraziociniordquo sono successiviallrsquoepoca qui considerata fino allrsquoinizio del V sec a C λόγος significa esclusi-vamente ldquoazione risultato del λέγεινrdquo ossia ldquoraccoltardquo o come egrave nella mag-gioranza dei casi ldquodiscorsordquo135

Infine vanno considerate le occorrenze parmenidee di ὄνομα ὀνομάζεινnon rispondenti alle accezioni tradizionali ossia rispettivamente ldquonome pro-priordquo e ldquofare uso del nome propriordquo Sebbene la tradizione manoscritta relati-va al fr 838 sia problematica ed attesti da un canto πάντrsquo ὄνομ(α) ἔσταιdallrsquoaltro πάντrsquo ὀνόμασται136 egrave chiaro che in entrambi i casi ὄνομα ovveroὀνομάζειν eludono lrsquoaccezione tradizionale percheacute non hanno a che fare conlrsquoidea del lsquonome propriorsquo ovvero dellrsquolsquouso del nome propriorsquo137 Certa egrave invecelrsquooccorrenza di ὄνομα nel fr 19 οὕτω τοι κατὰ δόξαν ἔφυ τάδε καί νυν ἔασι καὶμετέπειτrsquo ἀπὸ τοῦδε τελευτήσουσι τραφέντα τοῖς δrsquo ὄνομrsquo ἄνθρωποι κατέθεντrsquoἐπίσημον ἑκάστωι dove contestualmente ad ὄνομα compaiono di nuovo i ldquose-gnirdquo del mondo fenomenico elencati in 838 ss φύειν ldquonascererdquo τρέφεσθαιldquocrescererdquo τελευτᾶν ldquoperirerdquo In questo contesto va anche ricordato il cosid-detto ldquoframmento di Cornfordrdquo Si tratta del breve passo in Pl Tht 180e 1interpretato da molti studiosi come una libera citazione di Parm fr 838 mache secondo Cornford rappresenterebbe invece un vero e proprio frammen-to138 οἷον (oppure οἶον) ἀκίνητον τελέθει τῶι πάντὶ ὄνομrsquo εἶναι Qui cosigrave comenei frr 19 e se si accoglie la lectio πάντrsquo ὄνομ(α) ἔσται anche 838 ὄνομα evi-denzia lrsquoaccezione di ldquosingola parolardquo139 analogamente a quanto rilevato circaHeraclit frr 48 e forse anche 23 Nei frr 853 μορφὰς γὰρ κατέθεντο δύο

135 Cfr Gomperz 1922ndash23 Verdenius 1947 p 276 idem 1966 136 Il verso egrave citato da Simplicio in due passi Quanto al primo (In Ph 871) il codex E tra-

manda ὀνόμασται un perfetto privo di aumento (cfr Parm fr 91) mentre i codices D ed Friportano ὄνομα (οὔνομα) ἔσται Nel secondo passo di Simplicio (In Ph 14611) i mano-scritti sono invece concordi e tramandano ὠνόμασται

137 Per gli editori che accettano la prima lectio una traduzione diffusa del frammento egrave ldquotuttele cose saranno solo un nomerdquo essa dunque inserisce un avverbio (lsquosolorsquo) assente nel testocfr DK Taraacuten 1965 p 86 etc Ma in questo modo si attribuisce a Parmenide una conce-zione estranea alla mentalitagrave arcaica quella del ldquomero nomerdquo o della ldquomera parolardquo comeimmagine di vacuitagrave del linguaggio in antitesi alla pienezza ed al primato delle cose e deifatti (cfr Kraus 1987 p 93) Per Parmenide dire πάντrsquo ὄνομ(α) ἔσται non significa neces-sariamente che tutte le cose saranno solo arbitrio e finzione Lrsquoinserimento dellrsquoavverbiolsquosolorsquo corrisponde evidentemente alle intenzioni di quegli interpreti i quali sostengonoche per Parmenide i πάντα non sono che vuota apparenza destituita di qualunque esi-stenza reale Sulla questione si torna nel cap 41 pp 94 s

138 Cornford 1935

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γνώμας ὀνομάζειν e 91ndash2 αὐτὰρ ἐπειδὴ πάντα φάος καὶ νὺξ ὀνόμασται καὶ τὰκατὰ σφετέρας δυνάμεις ἐπὶ τοῖσί τε καὶ τοῖς140 il verbo ὀνομάζειν significa ldquode-nominare qualcosardquo senza riferimento allrsquouso del nome proprio esattamentecome in Heraclit fr 67

Dagli esempi di densitagrave semantica considerati emergono due dati principaliIn primo luogo risulta che la risemantizzazione non modificando alcune pa-role prese singolarmente neacute le linee della loro evoluzione semantica si svilup-pano in modo parallelo ovvero indipendentemente lrsquouna dallrsquoaltra Piuttostotra le parole risemantizzate tendono ad istaurarsi delle relazioni semantichesi pensi ai rimandi individuati tra i gruppi ψυχή ndash σοφία σοφός ψυχή ndash λόγοςλόγος ndash σοφία σοφός in Eraclito νοεῖν ndash θεός in Senofane νοεῖν ndash λέγειν ndash εἶναιin Parmenide Pertanto lo studio della densitagrave semantica deve essere condot-to prendendo in esame insiemi di parole dense che evidenziano relazioni se-mantiche pertinenti (cap 21) e non singole parole risemantizzate

In secondo luogo i sapienti in esame non solo mostrano affinitagrave nella mo-dalitagrave di significazione definita lsquodensitagrave semanticarsquo che egrave prodotta attraversola risemantizzazione di parole della tradizione epica e lirica ma spesso anchele parole fatte oggetto di risemantizzazione tendono a coincidere si pensi aθεός (Senofane ed Eraclito) λόγος λέγειν (Eraclito e Parmenide) νόος νοεῖν(Parmenide Eraclito ed eventualmente Senofane) ὄνομα ὀνομάζειν (Eracli-to e Parmenide) In questi casi si riscontra che le nuove accezioni promosseper la parola risemantizzata coincidono nei diversi autori

Tali convergenze che riguardano aspetti sia formali sia contenutistici de-gli scritti sapienziali arcaici suggeriscono che il pensiero dei σοφοί sia profon-damente radicato entro un contesto culturale condiviso In effetti nella se-conda metagrave del Novecento sono stati approfonditi gli studi sulle radici comu-ni della sapienza greca arcaica sia essa religiosa poetica cosmologica o filoso-fica141 La riflessione di ciascun σοφός puograve essere dunque considerata come

139 Viene preferita qui la resa con ldquosingola parolardquo piuttosto che con ldquonome comunerdquo dalmomento che Parm fr 838 ss elenca come spiegazione di ὄνομα sei infiniti non sostanti-vati e dunque sei forme verbali similmente nel ldquoframmento di Cornfordrdquo il referente diὄνομα egrave lrsquoinfinito εἶναι

140 Questo frammento presenta la difficoltagrave linguistica della relazione di τά Numerosi inter-preti integrano ὀνόματα giaccheacute i ldquonomirdquo potrebbero riferirsi a φάος καὶ νύξ (nel verso pre-cedente) cosigrave come a πῦρ καὶ νύξ (fr 855 ss) Se si ammette questa ragionevoleintegrazione lrsquoaccezione di ὄνομα divergerebbe di nuovo da quella di lsquonome propriorsquo

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elaborazione o soluzione di quesiti importanti per un determinato contestocuturale Ciograve contrasta con la posizione di una cospicua parte della criticache ha interpretato il pensiero di questi autori in base ad oggetti di riflessionee problemi intesi come individuali esclusivi e nettamente distinti per cia-scun sapiente142

13 Coscienza della densitagrave semantica

Dopo aver descritto il fenomeno della densitagrave semantica (cap 11) ed avernefornito alcuni esempi (cap 12) egrave lecito porsi una domanda la densitagrave seman-tica rappresenta un esito indesiderato derivante ad esempio dalla frammen-tarietagrave della nostra documentazione o da una involontaria sovrapposizione divalori semantici distinti da parte dei sapienti oppure egrave deliberata

Nel primo caso la densitagrave semantica dovrebbe manifestarsi in modo nonsistematico ovvero casuale Egrave proprio questo il motivo per cui le spiegazionidel fenomeno basate sulla casualitagrave come ad esempio la presunta imperizialinguistico-espressiva degli autori arcaici o semplicemente lo stato frammen-tario della documentazione a disposizione risultano insufficienti esse nonrendono conto della coerenza con cui ricorre il fenomeno

I σοφοί non sembrano confondere inavvertitamente sfere semantiche poconitide Al contrario alcuni elementi suggeriscono che essi promuovano volu-

141 Per fare solo alcuni e ben noti esempi cfr Cornford 1952 Fraumlnkel 1962 In particolaresulla cosmologia arcaica che saragrave al centro dellrsquoattenzione nel cap 41 cfr Guthrie 1952p 87 ldquo[hellip] a common picture of the nature of the Universe of living creatures and ofdivinity was shared by a surprising number of Greek philosophical and religious thinkersof the 6th and early 5th centuries BC [hellip] This world-picture was not the creation of anyone of them but rather seems to have been assumed by all at the outset [hellip]rdquo Su unrsquoanalogalinea argomentativa si attesta Kahn 1960 p 4 Dopo aver individuato dei concetti por-tanti comuni ai primi ldquofilosofirdquo (ad esempio le idee di φύσις e κόσμος una divinitagrave differenteda quella tradizionale la trasformazione degli elementi etc) lo studioso afferma che ldquothiscommon body of ideas attested for different thinkers of approximately the same date can-not be explained as the personal innovation of any one of them [hellip] The resemblancebetween these widely separated developments may be due in part to an active interchangeof persons and ideas above all however it presupposes a common seed from which theregional types have arisenrdquo

142 Egrave ben fondata la critica di Kahn 1960 p 5 ldquoIn practice the moderns have generally fol-lowed the ancients in treating these early philosophers as so many exalted individualistswhose relationship to one another must be largely a matter of polemicrdquo

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tamente la densitagrave semantica di parole attinte al linguaggio della tradizioneepico-lirica contestualizzandole in modo nuovo e rendendole cosigrave adatte aveicolare contenuti sapienziali innovativi La densitagrave semantica si accompa-gna inevitabilmente ad una generale ambiguitagrave dei testi in oggetto Per quan-to riguarda Eraclito Kahn ha mostrato come ci si trovi di fronte ad ldquounrsquoam-biguitagrave deliberata o intenzionalerdquo143 una posizione questa che viene condi-visa da numerosi critici Tuttavia la questione dellrsquointenzionalitagrave non egrave anco-ra stata approfondita in modo adeguato anche laddove venga espressamentetematizzata essa egrave ricondotta in via esclusiva allrsquoadozione dello stile oracola-re144 Un simile approccio tralascia che anche altri autori dellrsquoepoca pur senzaricorrere allo stile oracolare evidenziano analoghi tratti di ambiguitagrave spessoriconducibile appunto alla densitagrave semantica delle parole-chiave

Egrave possibile individuare nei testi due indizi a sostegno dellrsquoipotesi della den-sitagrave semantica e dellrsquoambiguitagrave come risorse linguistiche intenzionali e abil-mente sfruttate Uno concerne il tipo di parole dense lrsquoaltro la loro posizioneentro il corpus in generale o il frammento in particolare Per quanto attiene alprimo dato la densitagrave semantica investe non genericamente alcune parolebensigrave proprio quelle centrali nella riflessione dei sapienti per limitarsi a degliesempi emblematici λόγος in Eraclito θεός in Senofane εἶναι in ParmenideIn secondo luogo si osserva che sistematicamente quando si arriva ai punti sa-lienti per un chiarimento della parola-chiave emerge un autentico quid proquo fra le contestualizzazioni ovvero le accezioni tradizionali e quelle rise-mantizzate A questo proposito occorre anche ricordare che nellrsquoopera di Se-nofane e di Parmenide vige una separazione coerente e dunque non casualetra usi tradizionali ed usi risemantizzati delle parole-chiave (cfr cap 12 p 21e p 22) le occorrenze aderenti alla semantica tradizionale sono concentratenelle parti dellrsquoopera che si rifanno esplicitamente alla tradizione sia per con-formarvisi sia per criticarla (per Senofane nelle opere successivamente intito-late Ἐλεγεῖαι e Σίλλοι per Parmenide nel proemio del poema) quelle denseinvece compaiono laddove i sapienti esprimono il loro contributo teoricopiugrave precipuo (rispettivamente il cosiddetto Περὶ φύσεως e la rivelazione divi-na sullrsquoessere) A fronte di questi elementi lrsquoipotesi secondo cui le ambiguitagravesemantiche non sarebbero desiderate e anzi in alcuni casi data la loro posizio-ne strategica ldquoprogrammaticherdquo risulta piuttosto antieconomica

143 Kahn 1979 p 91 cfr anche Hussey 1982 p 54 144 Questa egrave la posizione di Calabi 1977ndash78

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Si passa ora a considerare alcuni frammenti in cui lrsquoambiguitagrave tra le diverseaccezioni delle parole-chiave appare come una deliberata scelta espressiva145Quanto ad Eraclito sia Aristotele146 che Sesto Empirico147 testimoniano cheil fr 1 si trovava allrsquoinizio dellrsquoopera in forza di queste testimonianze la posi-zione drsquoincipit egrave ammessa dalla grande maggioranza degli studiosi148 ldquoPur es-sendo questo λόγος sempre gli uomini ne sono allrsquooscuro sia prima di ascoltaresia dopo aver ascoltato infatti sebbene tutte le cose accadano secondo questoλόγος essi assomigliano ad inesperti [hellip]rdquo La prima occorrenza della parola-chiave puograve passare a prima vista inosservata Infatti sia nella prosa ionica ar-caica149 sia mutatis mutandis nella lirica150 il riferimento al λόγος allrsquoiniziodellrsquoopera o al suo interno nel passaggio da un argomento allrsquoaltro egrave piutto-sto frequente In questi casi la parola indica chiaramente il ldquodiscorsordquolrsquoldquoesposizionerdquo lrsquoldquoargomentazionerdquo e si riferisce appunto al discorso di chiscrive Tuttavia il seguito del fr 1 costringe presto a ricredersi Il λόγος men-zionato da Eraclito non coincide in toto con lrsquoorizzonte semantico preceden-temente attestato per la parola infatti nessuno puograve avere esperienza di un di-scorso ancor prima di averlo ascoltato e soprattutto non egrave chiaro come tuttele cose possano accadere in base ad un discorso comunemente inteso Consi-derate queste difficoltagrave anche la posizione di ἀεί inizia a destare sospetti e ri-vela la sua natura ancipite occorre forse intendere che il discorso egrave ldquosemprerdquoTale quid pro quo semantico dunque non solo riguarda la parola-chiaveλόγος ma come indicato da testimoni fededegni occorre proprio in aperturadello scritto nel periodo che ne dichiara le intenzioni e che dunque ha valoreprogrammatico In un passo di grande importanza strategica come prima pa-rola (almeno dopo lrsquoarticolo e la particella) Eraclito presenta λόγος in un con-

145 Per le difficoltagrave sintattiche sollevate dai frammenti esaminati qui di seguito (Heraclit 1Xenoph 231 Parm 23ndash5) cfr cap 23 (rispettivamente pp 49 ss p 54 pp 55 s)

146 Arist Rh Γ 5 1407b 14 ss [hellip] οἷον ἐν τῆι ἀρχῆι αὐτῆι τοῦ συγγράμματος φησὶ γάρ [hellip]147 S E M VII 132 ἐναρχόμενος γοῦν τῶν περὶ φύσεως ὁ προειρημένος ἀνὴρ (sc Ἡράκλειτος)

καὶ τρόπον τινὰ δεικνὺς τὸ περιέχον φησί [hellip]148 Contra Colli 1980 vol III che pone in apertura dello scritto eracliteo il fr 93 Conche

1986 p 23 ss che opta per il fr 50 Capelle 1924 pp 202ndash203 (che cita a sua voltaSusemihl Jbb f kl Phil 107 1873 p 716) il quale tuttavia non propone un frammentoiniziale alternativo

149 Ecateo di Mileto (FGrH 1 fr 1) Ione di Chio (DK 36 B 1) Diogene di Apollonia (DK 64B 1) ma anche Antioco di Siracusa (FGrH 555 fr 2) cfr cap 51 p 155

150 Cfr ad esempio Tyrt fr 121 W Thgn 1055 W Xenoph 71 Espressioni del tipo ἀλλὰλόγον μὲν τοῦτον ἐάσομεν sono comuni formule di passaggio da un discorso allrsquoaltro

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testo drsquouso ambiguo che al tempo stesso suggerisce e smentisce lrsquoaccezionetradizionale

Casi analoghi si riscontrano anche in Senofane e Parmenide Si consideri Se-nofane fr 231 ldquouno (egrave) il dio [θεός] fra gli dei [ἔν τε θεοῖσι] e gli uomini il piugravegrande [hellip]rdquo I commentatori hanno spesso negato lrsquoattrito generato dalla giu-stapposizione delle due occorrenze di θεός presentate nel paradosso dellrsquoldquouni-co dio [hellip] fra gli deirdquo Il motivo addotto egrave che ldquodei e uominirdquo giagrave in Omero egraveunrsquoespressione polare per indicare generalitagrave e assolutezza151 Senofane dun-que non direbbe nientrsquoaltro che ldquouno (egrave) il dio in assoluto il piugrave granderdquo Inrealtagrave egrave un misconoscimento del testo negare che ldquofra gli dei e gli uominirdquo egrave indiretta relazione con il ldquodio unordquo che occorre immediatamente prima lrsquousoanomalo dellrsquoespressione polare egrave stato giustamente sottolineato daHeitsch152 Considerata la densitagrave semantica della parola-chiave senofanea siegrave indotti a ritenere che lrsquoeffetto per cosigrave dire ldquoenantiosemicordquo sia cercatoespressamente allo scopo di intercalare un contesto drsquouso tradizionale ovverounrsquoaccezione tipica della parola (ἔν τε θεοῖσι καὶ ἀνθρώποισι) con una densa re-cante i tratti della divinitagrave propriamente senofanea (εἷς θεός) A proposito diquesto frammento va ribadito per inciso come non solo le tradizionali inter-pretazioni che sostengono il monoteismo153 ma anche quelle in favoredellrsquoenoteismo154 senofaneo siano fondamentalmente scorrette Infatti ben-cheacute il dio μέγιστος sia uno solo neacute lrsquoesistenza neacute il culto delle divinitagrave tradizio-nali vengono in alcun modo negati155 al contrario essi costituiscono ilpresupposto necessario per lrsquouso stesso del superlativo Storicamente il pen-siero greco arcaico non sembra orientato verso il monoteismo ma piuttosto

151 Cfr ad esempio Hom Il VIII 27 XIV 342 cfr anche Heraclit frr 24 30 (circaquestrsquoultimo frammento tuttavia Guthrie 1962 p 375 nota 2 e Stokes 1971 p 76 sotto-lineano che lrsquoespressione puograve anche essere intesa alla lettera)

152 Heitsch 1983 p 149 commenta ldquonessuno dei passi a me noti egrave davvero paragonabile alnostro la seconda affermazione contraddice proprio le prime parolerdquo

153 Cfr Zeller Wilamowitz Kranz Gigon etc Per lrsquoincidenza della tradizione dossograficasullrsquointerpretazione di Senofane in senso monoteistico cfr cap 31 p 64

154 Contro lrsquoipotesi del monoteismo ma in favore dellrsquoenoteismo senofaneo egrave Schaumlfer 1996pp 165 ss (per la storia del termine cfr ivi p 168 nota 162)

155 Nel corpus di Senofane non mancano attestazioni di θεός (fr 113 e 24) e riferimenti alledivinitagrave (frr 121ndash22 22) conformi al sentimento religioso tradizionale cfr Heitsch1994 pp 17 s

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verso la convinzione che ldquotutto egrave pieno di deirdquo (πάντα ψυχῶν εἶναι καὶ δαιμόνωνπλήρη)156

Infine si consideri un caso di coscienza della densitagrave semantica in Parme-nide In controtendenza rispetto al resto della critica Kahn riconosce cheldquolrsquoambiguitagrave dello stile di Parmenide egrave intenzionale Egli come Pindaro scri-ve lsquoper quanti comprendonorsquo (per lrsquoεἰδὼς φώς B 13 non per i βροτοὶ εἰδότεςοὐδέν B 64)rdquo157

Anche per Parmenide si osserva non solo che lrsquoambiguitagrave riguarda segnata-mente le parole-chiave del suo insegnamento in primis εἶναι e le sue voci maanche che essa si fa strada sistematicamente nei passi di maggior rilievo teori-co circa la natura dellrsquoessere Nel proemio εἶναι compare tre volte come pre-dicato sempre in modo conforme agli usi tradizionali ldquoligrave sono le porte [hellip]rdquoldquoegrave fuori dal sentiero battuto dagli uominirdquo e ldquo[hellip] bisogna che siano genuina-menterdquo (fr 1 rispettivamente vv 11 27 e 32) Come notato nel cap 12 p22 solo quando lo scenario mitico diventa sfondo e la dea della teofania iniziala sua rivelazione sapienziale il verbo inizia ad occorrere in contesti drsquousoanomali Si puograve prendere come esempio il fr 2 3ndash5 Nei versi 3 e 5 il lettoreegrave di fronte ad una serie molto fitta di occorrenze del verbo lsquoesserersquo ben sei treper ciascun esametro Dichiarando quali sono le strade della ricerca la deaspiega ldquolrsquouna che egrave [a) ἔστιν] e non egrave possibile [b) ἔστι] che non sia [c) μὴεἶναι] [hellip] lrsquoaltra che non egrave [d) οὐκ ἔστιν] ed egrave necessario [e) χρεών ἐστι] chenon sia [f) μὴ εἶναι]rdquo Una ricorrenza cosigrave pervasiva delle voci di εἶναι non puograveessere casuale gli usi tradizionali e quelli densi sono intrecciati tra di loro equesto in un passo della massima importanza per la chiarificazione della pa-rola-chiave Le occorrenze centrali di ciascun verso ovvero b) ed e) corri-spondono perfettamente alla semantica tradizionale del verbo ma le occor-renze a) c) d) ed f) in qualche misura la eludono Secondo lrsquouso tradizionaleinfatti avrebbe ben poco senso dire di una strada che essa egrave ed egrave impossibileche non sia e di unrsquoaltra che essa non egrave ed egrave necessario che non sia occorredunque ammettere che il verbo lsquoesserersquo acquisisce una pregnanza particolarenelle intenzioni dellrsquoautore Anche in questo caso come giagrave osservato circaλόγος in Heraclit fr 1 le prime occorrenze della parola-chiave in ciascun ver-so a) e d) possono apparire prima facie non problematiche tuttavia lrsquoimpres-sione dura poco percheacute subito gli usi del verbo lsquoesserersquo prendono per cosigrave dire

156 D L IX 7 (= DK 22 A 17) cfr anche DK 11 A 3157 Kahn 1960 p 227

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ad avvitarsi su se stessi158 Alla luce delle occorrenze immediatamente succes-sive viene smascherato un valore di εἶναι non piugrave coincidente con quello con-sueto nella tradizione epica e lirica

Simili equivoci (quid pro quo) generati dalla commistione di contestidrsquouso ed accezioni sia tradizionali sia innovativi rappresentano degli indizi asostegno dellrsquoipotesi per cui i sapienti considerati alimentano coscientementela densitagrave semantica delle parole-chiave sfruttando lrsquoambiguitagrave che ne derivacome una risorsa espressiva La risemantizzazione delle parole-chiave si profi-la pertanto come un percorso consapevolmente imboccato dai sapienti arcai-ci al fine di ri-funzionalizzare il linguaggio della tradizione epica e lirica adat-tandolo cosigrave a nuovi contenuti sapienziali

Per capire in che modo ovvero attraverso quali espedienti linguistici la ri-semantizzazione venga prodotta occorre ora approfondire lrsquoanalisi dei testi

158 Analoga egrave la frequenza delle occorrenze delle voci del verbo lsquoesserersquo nei frr 61ndash2 χρὴ τὸλέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐὸν ἔμμεναι ἔστι γὰρ εὶναι μηδὲν δrsquo οὐκ ἔστιν 846ndash48 οὔτε γὰρ οὐκ ἐὸν ἔστι[hellip] οὔτrsquo ἐὸν ἔστιν ὅπως εἴη κεν ἐόντος τῆι μᾶλλον τῆι δrsquo ἧσσον [hellip]

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2 Strategie di risemantizzazione

21 Reti di significazione

Lrsquointento dei capitoli 21 22 e 23 egrave di considerare in statu nascendi lrsquoevolu-zione del significato di alcune parole-chiave entro il pensiero dei sapienti ar-caici in esame La densitagrave semantica delle parole-chiave egrave lrsquoesito della lororisemantizzazione ovvero dellrsquoincremento di variabilitagrave dei contesti drsquouso lacompresenza di contesti drsquouso tradizionali e non tradizionali schiude accezio-ni nuove entro un significato ancora fondamentalmente coeso In base allrsquoesa-me dei testi saranno considerate tre strategie di risemantizzazione le reti disignificazione (cap 21) i giochi di parole (cap 22) e la polivalenza sintattica(cap 23) In generale poicheacute basata sulla contestualizzazione diversificata larisemantizzazione non riguarda parole prese singolarmente ma necessaria-mente relazioni tra le parole In effetti tutte e tre le strategie di risemantizza-zione condividono la prerogativa di stabilire collegamenti per lo piugraveinaspettati tra le parole al fine di ampliare il ventaglio dei loro usi

La nuova funzionalizzazione del linguaggio della tradizione epica e liricava compresa nella sua dimensione sociale essa non riguarda Eraclito in quali-tagrave di singolo parlante bensigrave la sua temperie culturale e dunque almeno inparte la comunitagrave linguistica a cui egli appartiene quella costituita dai sa-pienti arcaici o tardo-arcaici Per loro la risemantizzazione delle parole-chia-ve rappresenta una sperimentazione linguistica in cui sono a disposizionenon metodi prestabiliti o soluzioni univoche ma piuttosto una variegatagamma di espedienti Ciograve egrave coerente con il quadro generale della riflessionesul linguaggio nella cultura greca arcaica riflessione che non si configuracome teorizzazione sistematica bensigrave come vivo esercizio di sapienza Nel ri-corso alle strategie di risemantizzazione egrave possibile nondimeno individuare

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34 2 Strategie di risemantizzazione

delle tendenze ad esempio se Eraclito sfrutta particolarmente i giochi di pa-role evocando cosigrave collegamenti tra diverse immagini Parmenide si avvalepiuttosto della polivalenza sintattica che autorizzando molteplici interpre-tazioni concorre a lasciare indefinito il significato delle parole-chiave Ma sitratta per lrsquoappunto solo di tendenze non di scelte esclusive ed egrave opportunosottolineare la commistione tra le strategie della risemantizzazione rilevabilenei sapienti considerati

A questo punto il proposito egrave di tradurre in pratica lo spunto teorico of-ferto da Kahn con il suo ldquoprincipio di risonanzardquo159 intendendolo perograve in unsenso piugrave forte di quello voluto dallo studioso Si tenta dunque di individua-re nei corpora quelle che vengono qui definite lsquoreti di significazionersquo ossia si-stemi di parole tra le quali viene riconosciuta o istituita una correlazione se-mantica adatti pertanto a veicolare un determinato senso solo se colti nellaloro complesso Qualunque sistema infatti esige di essere compreso nella suaorganicitagrave Nella seconda parte del lavoro (specialmente nei capp 42 e 43)lrsquoesame delle reti di significazione costituiragrave un fondamentale approccio er-meneutico ai frammenti di Eraclito Il criterio adottato per stabilire lrsquoappar-tenenza di una parola ad una rete di significazione egrave necessariamente seman-tico esso consiste nel rintracciare affinitagrave di significato che risultano tantopiugrave indicative laddove esse non siano previste tra le accezioni della parola pre-cedentemente attestate160

Volendo illustrare il funzionamento di una rete di significazione si puograve af-fermare che il contenuto da essa espresso non viene enucleato in una sola im-magine ma emerge attraverso una famiglia di immagini solidali che si richia-mano lrsquoun lrsquoaltra Almeno sotto un profilo funzionale le immagini apparte-nenti ad una medesima rete di significazione rappresentano dunque delle va-rianti contestualmente equivalenti in quanto tutte concorrono a suggerire ilmedesimo contenuto Il problema di un vaglio di una scelta esclusiva tra levarianti non si pone affatto se ne deduce che la pluralitagrave dei significanti non

159 Kahn 1979 p 89 la ldquorisonanzardquo egrave opportuno ricordare egrave la ldquorelazione tra i frammenti perla quale un singolo tema verbale o unrsquoimmagine egrave riecheggiata da un testo allrsquoaltro in modoche il significato di ciascuna si arricchisce se le immagini sono comprese insiemerdquo

160 Le teorie ed i metodi della semantica strutturale (Saussure 21968 Trier 1931) costitui-scono dei presupposti necessari per lrsquoindagine delle reti di significazione anche se diver-samente da opere quali Lyons 21972 e Schirren 1998 al centro dellrsquoattenzione qui non viegrave uno specifico ldquocampo semanticordquo

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21 Reti di significazione 35

egrave sentita neacute come dissonanza neacute come ridondanza bensigrave come accordo ar-monico

Veniamo dunque allrsquoesame dei testi Nella rete di significazione eracliteasu cui si focalizza lrsquoattenzione che egrave quella che interessa λόγος tutte le imma-gini coinvolte evidenziano come tratto dominante e al contempo nuovo ri-spetto alle accezioni precedentemente attestate lrsquounitagrave e la portata generale ouniversale esse dunque sono valide per ldquotutti gli uominirdquo o ldquotutte le coserdquo161La caratteristica dellrsquouniversalitagrave egrave riferita con costanza al gruppo λόγος λέγειν Circa λόγος Eraclito afferma ldquopur accadendo infatti tutte le cose[πάντων] in base a questo λόγοςrdquo (fr 1) ldquopur essendo il λόγος generale [ξυνοῦ]rdquo(fr 2) ldquodato ascolto non a me ma al λόγος egrave saggio dire lo stesso [ὁμολογεῖν]che tutte le cose sono una [ἓν πάντα εἶναι]rdquo (fr 50) Quanto al verbo λέγειν ol-tre al composto ὁμολογεῖν giagrave evidenziato nel fr 50 vi egrave lrsquooccorrenza del fr114 ldquoper fare un λόγος [λέγοντας] con senso [ξὺν νόωι] occorre valersi del con-senso di tutte le cose [τῶι ξυνῶι πάντων]rdquo Allrsquouniversalitagrave di λόγος fa eco quelladi πόλεμος (fr 53 ldquoπόλεμος egrave padre di tutte le cose di tutte egrave il re [hellip]rdquo) anchecon una ripresa verbatim del medesimo aggettivo (fr 80 ldquoπόλεμος egrave generale[ξυνόν]rdquo cfr fr 2) Lo stesso vale per νόος poicheacute il gioco di parole in dialettoionico del giagrave ricordato fr 114 (ξὺν νόωι τῶι ξυνῶι πάντων) vuole appunto ri-velare la natura ldquocomunerdquo del νόος rispetto a ldquotutte le coserdquo come conferma ilsuccessivo paragone con la legge divina rispetto alle leggi umane Universal-mente validi sono anche ciograve che egrave σοφόν (fr 50 giagrave citato fr 32 ldquolrsquounica cosaσοφόν [hellip]rdquo fr 41 ldquouna egrave la cosa σοφόν conoscere lrsquointelligenza che governatutte le cose attraverso tutte [πάντα διὰ πάντων]rdquo fr 108 ldquo[hellip] nessuno arrivaal punto di ritenere che il σοφόν egrave diverso da tutte le cose [πάντων]rdquo162) κόσμος(fr 30 ldquoquesto κόσμος lo stesso per tutti [τὸν αὐτὸν ἁπάντων]rdquo fr 89 ldquouno ecomune [ἕνα καὶ κοινόν] egrave il κόσμοςrdquo) e dunque non da ultimo in virtugravedellrsquoequivalenza tra κόσμος e πῦρ stabilita da Eraclito nel fr 30 anche πῦρ ap-punto (ldquoquesto cosmo lo stesso per tutti [hellip] πῦρ sempreviventerdquo dello stes-so tenore egrave il fr 90 ldquotutte le cose [τὰ πάντα] sono scambio del πῦρ e il πῦρ ditutte le cose [ἁπάντων]rdquo)163 Allo stesso modo lrsquoessere comprensivo degli op-

161 Nel cap 42 saranno esaminate ulteriori affinitagrave tra le parole incluse in questa rete di signi-ficazione

162 Il fr 108 va incluso tra quelli che sostengono la portata universale di σοφόν percheacute non rap-presenta a mio avviso una dichiarazione della trascendenza del σοφόν stesso bensigrave unmonito a non confondere la generalitagrave della σοφίη con la particolaritagrave della πολυμαθίη cfrcap 61 pp 224 s

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36 2 Strategie di risemantizzazione

posti fenomenici rende il θεός eracliteo autenticamente universale e validoper tutti loro (fr 67 ldquoil θεός [egrave] giorno notte inverno estate guerra pace sa-zietagrave famerdquo)164

Lrsquoaffinitagrave delle immagini sopra ricordate egrave confermata dagli accostamentiistituiti da Eraclito Questi possono essere sia espliciti come lrsquoequivalenza delfr 30 che pone sullo stesso piano κόσμος e πῦρ165 e quella del fr 67 in cui egraveistituita la similitudine [ὅκωσπερ] tra θεός e πῦρ sia impliciti ad esempio rea-lizzati grazie a riprese verbatim come quella dellrsquoavverbio ἀεί che accomunaλόγος (fr 1) e πῦρ (fr 30 ἀείζωον) o quella dellrsquoaggettivo ξυνός riferito sia aλόγος (fr 2) sia a πόλεμος (fr 80) sia a νόος (fr 114)

Unrsquoulteriore conferma giunge dai rimandi tematici tra le immagini in que-stione Si prenda ad esempio il fr 118 (ldquosplendore secco egrave lrsquoanima piugrave saggia ela migliorerdquo) qui la virtugrave della σοφίη egrave attribuita alla ψυχή Al tempo stesso se-condo i frr 45 107 e 115 virtugrave della ψυχή egrave il λόγος pertanto tra λόγος e σοφίηsussiste uno stretto legame Inoltre per possedere σοφίη lrsquoanima deve esseresplendente e secca secondo due caratteristiche che come notato dagli inter-preti rimandano immediatamente al πῦρ Se ne deduce che il fr 118 presentauna triangolazione di immagini in certa misura interscambiabili o per lomeno strettamente collegate sia nelle loro caratteristiche intrinseche sia nellaloro relazione con lrsquoanima λόγος σοφίη e πῦρ Simili associazioni sono stateampiamente riconosciute ed illustrate dalla critica e quindi non egrave proficuosoffermarvisi nuovamente in questa sede166

Altri tratti non conformi alla semantica tradizionale delle parole conside-rate sono attribuite in modo esplicito solo ad alcune di esse non a tutte Ad

163 La critica si trova in sostanziale accordo circa lrsquoldquounique and universal valuerdquo (cosigrave Kahn1979 p 146) del fuoco eracliteo anche se parte di essa lo interpreta come substratummateriale del mondo Sulla questione si torna nel cap 42 sv πῦρ pp 108 s

164 Lrsquoaccezione unitaria del θεός ricorda la divinitagrave senofanea che egrave εἷς ed οὖλος (Xenoph 2324 cfr Stokes 1971 p 106) e questo indipendentemente dal fatto che Eraclito laddovedia prova di conoscere Senofane lo critica aspramente (fr 40) Per lrsquoanalogia tra λόγος e πῦρcfr Kirk 31970 pp 198 s

165 Tale equivalenza non egrave minacciata da nessuna delle due possibili interpretazioni del verbolsquoesserersquo e di conseguenza del valore logico-grammaticale del gruppo seguente ldquofuoco sem-previventerdquo In ἦν ἀεὶ καὶ ἔστιν καὶ ἔσται le voci di εἶναι possono avere valore sia copulativosia esistenziale se si ammette il valore copulativo ldquofuoco sempreviventerdquo vale come nomedel predicato se si ammette il valore esistenziale lo stesso sintagma funge da apposizioneper lrsquoiniziale κόσμον τόνδε (lo si puograve immaginare chiuso tra due virgole) In entrambi i casiκόσμος e πῦρ condividono la caratteristica di essere lsquolo stesso per tuttirsquo

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esempio la caratteristica dellrsquoeternitagrave egrave predicata verosimilmente167 per λόγος(fr 1) per πῦρ e come si deduce dalla giagrave ricordata analogia istituita traκόσμος e πῦρ nel fr 30 appunto anche per κόσμος168 tuttavia essa non egrave rile-vabile per νόος σοφίη σοφόν πόλεμος e θεός Non si puograve escludere che questadifformitagrave sia dovuta anche allo stato frammentario dei testi in particolarelrsquoimmortalitagrave di θεός puograve essere data per assodata anche se Eraclito non ne famenzione169 Ad ogni modo una volta individuate le parole adibite allrsquoespres-sione di un medesimo contenuto ovvero coinvolte nella stessa rete di signifi-cazione in virtugrave della proprietagrave transitiva sembra ragionevole attribuire ca-ratteristiche (specialmente caratteristiche non conformi allrsquoaccezione tradi-zionale) rilevabili per alcune immagini anche ad altre per le quali esse non sia-no espressamente tematizzate Per tornare al nostro esempio egrave lecito dunqueammettere lrsquoeternitagrave di νόος σοφίη σοφόν πόλεμος (oltre che naturalmentedi θεός) in quanto appartenenti ad una rete di significazione che nel suo com-plesso evidenzia tale proprietagrave

Se le reti di significazione rappresentano una strategia di risemantizzazio-ne e se a sua volta la risemantizzazione produce densitagrave semantica allora leparole coinvolte nelle reti di significazione dovrebbero risultare semantica-mente dense e in effetti le parole relative alla rete di significazione sopra con-siderata figurano tutte tra gli esempi del cap 12170 Ciograve conferma la teoria diKahn circa la necessaria complementaritagrave tra il principio di ldquorisonanzardquo che egravealla base delle reti di significazione e quello di ldquodensitagraverdquo171 Inoltre egrave propriodalle occorrenze contestualizzate in modo atipico che emerge per tutte le pa-role considerate la medesima accezione connessa con le caratteristiche diunicitagrave e validitagrave universale Soltanto due delle immagini che evidenziano lacaratteristica della validitagrave universale non sono classificabili come lsquodensersquogiaccheacute nei frammenti pervenutici esse occorrono esclusivamente in contesti

166 Soltanto exempli gratia Kirk 31970 p 189 accomuna θεός e λόγος Stokes 1971 pp 102ss πῦρ θεός e λόγος come rappresentazione del polo dellrsquounitagrave in Eraclito similmenteKahn 1979 pp 278 s individua in πόλεμος θεός e πῦρ un ldquoprinciple of total orderrdquo in par-ticolare per lrsquoaccostamento di πῦρ e λόγος cfr ivi pp 94 e 98 Bartling 1985 pp 114 e135ndash137 accosta πῦρ λόγος θεός e κόσμος Diano-Serra 41993 p 107 enumera le imma-gini eraclitee definite ldquocomunirdquo il ldquodiscorsordquo il ldquopensarerdquo la ldquoleggerdquo il ldquomondordquo il ldquocon-flittordquo etc

167 Ma la posizione di ἀεί egrave notoriamente ambigua cfr cap 23 pp 49 s168 Cfr Bartling 1985 p 140 nota 2 169 In Omero ed Esiodo gli dei bencheacute generati sono detti essere αἰεὶ ἐόντες170 Per λόγος si rimanda al cap 51 pp 153 ss

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38 2 Strategie di risemantizzazione

drsquouso classificabili come tradizionali (sebbene dato lo stato frammentario deitesti e lo stile σκοτεινός di Eraclito distinguere nettamente tra contesti drsquousotipici ed atipici non sia sempre facile) si tratta di χρυσός172 e νόμος173 Peraltroentrambe le immagini evidenziano collegamenti con quelle incluse nella retedi significazione χρυσός viene equiparato a πῦρ attraverso la similitudine delfr 90 νόμος egrave ricondotto a λόγος λέγειν e a νόος mediante la similitudine delfr 114

Per inciso egrave opportuno notare che anche in Parmenide egrave possibile ricono-scere una rete di significazione finalizzata allrsquoenucleazione di un concettoportante nel suo pensiero Essa egrave composta dal gruppo εἶναι ndash νοεῖν ndash λέγειν(ovvero ἐόν ndash νόος ndash λόγος) insieme ai rispettivi sinonimi174 Calogero ha giu-stamente insistito sul profondo nesso che unisce questi tre concetti175 Effet-

171 Sui principi di ldquorisonanzardquo e ldquodensitagraverdquo come facce di una stessa medaglia cfr Kahn 1979p 89 Cfr anche ivi p 279 ldquoThere is no one term that can designate the principle of totalorder without ambiguityrdquo (corsivo dellrsquoautore) Ciograve comporta da un lato che diverseparole stanno ad indicare il medesimo ldquoprincipiordquo dallrsquoaltro che tutte quante sono seman-ticamente dense Tuttavia lo studioso sostiene la ldquoduality in the rolerdquo (ivi p 278) di cia-scuna delle immagini entro il pensiero eracliteo mentre a mio avviso il ruolo di ciascunaimmagine egrave unico a cambiare sono piuttosto i contesti drsquouso (ora tradizionali ora eracli-tei) delle parole risemantizzate

172 Segue una rassegna succinta delle attestazioni eraclitee di χρυσός e dei relativi contestidrsquouso Il fr 9 ὄνους σύρματrsquo ἂν ἑλέσθαι μᾶλλον ἢ χρυσόν presenta un paradosso in perfettostile eracliteo che contrappone lrsquooggetto vile e privo di valore per antonomasia lo stramea quello maggiormente apprezzato ed ambito lrsquooro egrave necessario dunque che questrsquoultimosia inteso nella sua accezione tradizionale Anche lrsquooccorrenza del fr 22 χρυσὸν γὰρ οἱδιζήμενοι γῆν πολλὴν ὀρύσσουσι καὶ εὑρίσκουσιν ὀλίγον che descrive lrsquoattivitagrave dei cercatoridrsquooro egrave comprensibile solo in base allrsquoaccezione ordinaria di χρυσός Quanto al fr 90 πυρόςτε ἀνταμοιβὴ τὰ πάντα καὶ πῦρ ἁπάντων ὅκωσπερ χρυσοῦ χρήματα καὶ χρημάτων χρυσός ilcontesto drsquouso non desta perplessitagrave infatti come egrave comprensibile χρυσός e χρήματαoccorrono spesso insieme (anche in qualitagrave di sinonimi) cfr Hdt III 13022 IX 802 ssIX 832 E Ph 985 Isoc XVII (Trapeziticus) 358 367 444 etc

173 Circa il fr 33 νόμος καὶ βουλῆι πείθεσθαι ἑνός il detto proverbiale νόμοις πείθου egrave attribuitoa Chilone (DK 10319) Pittaco (Mullach 1860 p 216 9 = detto 14)e Solone (Mullach1860 p 216 38 = detto 7) cfr inoltre Isoc I (ad Demonicum) 164 366 II (Areopagiti-cus) 336 numerose co-occorrenze di νόμος e πείθομαι sono in X Mem (ad esempio I2342 IV 4147 IV 4153 ss etc) Il fr 44 μάχεσθαι χρὴ τὸν δῆμον ὑπὲρ τοῦ νόμουὅκωσπερ τείχεος attesta νόμος in un complemento di vantaggio cfr Pl Cri 50b 7 Lg 887b8 907e 6 D XXI (in Midiam) 207 XXV (in Aristogitonem) 145 Infine per lrsquoaccosta-mento νόμος κρατέω del fr 114 [hellip] τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦθειοῦ κρατεῖ γὰρ τοσοῦτον ὁκόσον ἐθέλει καὶ ἐξαρκεῖ πᾶσι καὶ περιγίνεται cfr ad esempio ESupp 430 s Aeschin in Ctesiphontem 47 Arist Pol 1324b 7

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tivamente non egrave possibile occuparsi di uno dei tre nodi di questa rete di signi-ficazione senza incorrere negli altri due Ciograve si verifica soprattutto per via difrequenti costruzioni sintattiche che li coinvolgono simultaneamente e chesaranno considerate piugrave ampiamente nel cap 23 Per ora basta limitarsi a de-gli esempi come quelli dei frr 27ndash8 ldquoneacute infatti potresti conoscere il μὴ ἐόν (egraveinfatti impossibile) neacute potresti parlarne [φράσαις]rdquo 3 ldquoinfatti sono la stessacosa νοεῖν ed εἶναιrdquo 41 ldquo[hellip] gli ἀπ-εόντα sono saldamente παρ-εόντα per mez-zo del νόωιrdquo 61 ldquooccorre che il λέγειν ed il νοεῖν siano ἐόνrdquo 87ndash8 ldquo[hellip] dal nonἐόν non ti permetterograve neacute di φάσθαι neacute di νοεῖν infatti non egrave neacute φατόν neacute νοητόνche non ἔστιrdquo 834ndash36 ldquola stessa cosa ἐστὶ νοεῖν e il νόημα che ἔστι Infatti sen-za lrsquoἐόν in cui πεφατισμένον ἐστίν non troverai il νοεῖνrdquo176 Anche per Parmeni-de dunque il significato delle parole-chiave non puograve essere realmente com-preso fincheacute queste vengono considerate isolatamente ma solo nella loro in-tegrazione reciproca ossia allrsquointerno delle reti di significazione nelle quali leparole acquisiscono la loro densitagrave semantica

Egrave opportuno concludere lrsquoesame delle reti di significazione con alcuneconsiderazioni di carattere generale Innanzitutto si osserva che lrsquoenucleazio-ne di contenuti mediante reti di significazione egrave in profonda continuitagrave conle consuetudini espressive orali che hanno tenacemente educato generazionidi parlanti alla ldquovariazione nellrsquoidenticordquo177 ovvero alla ripetizione variataTale modus egrave alla base del pensiero greco arcaico e tardo-arcaico ed informa icriteri non solo estetici ma anche funzionali in base ai quali una formulazio-ne egrave sentita o meno come ldquoappropriatardquo Il ricorso da parte dei sapienti arcai-ci ad una pluralitagrave di immagini contestualmente equivalenti per lrsquoespressionedi un unico contenuto conferma che da parte loro la pur innegabile modifi-cazione degli schemi di pensiero tradizionali non assume le sembianze di unafrattura neacute di una critica di modelli rispetto ai quali ci si sia definitivamenteemancipati ma consiste piuttosto in un processo di trasformazione lento egraduale germinato allrsquointerno di quegli stessi schemi di pensiero

In secondo luogo egrave evidente che il linguaggio sapienziale arcaico ed i lin-guaggi specialistici risultano agli antipodi dal punto di vista della disambigua-zione e dellrsquoeconomia dei significanti da momento che nei testi considerati il

174 Sulla sostanziale indifferenziazione dei verba dicendi in Parmenide cfr Gambarara 1984p 233

175 Calogero 1967 specie pp 126 ss cfr anche Reale-Ruggiu 1991 pp 61ndash65176 I problemi di traduzione sollevati dagli esempi citati sono discussi nel cap 23 alle pp 54 ss177 Havelock 1973 p 121

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contenuto spesso non egrave espresso da un unico significante bensigrave dal sodaliziodi molti

Inoltre egrave opportuno sottolineare come il funzionamento delle reti di si-gnificazione metta in luce con particolare evidenza una caratteristica dei lin-guaggi naturali quella per la quale le parole non costituiscono delle unitagrave se-mantiche discrete come invece accade nei linguaggi artificiali e sebbene soloidealmente ed in misura minore anche in quelli specialistici In questo sensolo studio dei testi sapienziali arcaici in cui viene sperimentata la modalitagrave disignificazione definita lsquodensarsquo puograve risultare particolarmente utile a compren-dere le dinamiche della produttivitagrave semantica dei linguaggi naturali

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Nelle culture oro-aurali il linguaggio assume un ruolo centrale per lrsquointerpre-tazione e la comprensione del mondo Le parole rappresentano la via maestradella conoscenza e fungono da principi euristici infatti i fenomeni tendonoad essere spiegati in base alle espressioni che li designano giaccheacute si ritiene cheil rapporto tra nome e nominato sia naturale non arbitrario Egrave dunque com-prensibile come lo studio del nome quale categoria antropologica e filosoficavanti una lunga e prestigiosa tradizione178

Sullo sfondo generale della funzione conoscitiva assegnata al linguaggio lascoperta di analogie tra le parole riveste una particolare importanza richiamifonici (omofonia assonanza allitterazione etc) e paretimologici si prestanocome modelli interpretativi per i fatti corrispondenti179 Risulta cosigrave incenti-vata lrsquoinvenzione di giochi di parole che consiste appunto nellrsquoistituire rela-zioni inaspettate tra parole a prima vista indipendenti le une dalle altre Perfare un esempio in lingua dogon ldquomugraveyotilde lsquopazienzarsquo viene accostato al verbo

178 Considerando il fenomeno dei tabugrave dei nomi propri giagrave Frazer 1913 p 318 osserva pre-liminarmente ldquo[hellip] lrsquoindigeno ritiene in genere che fra un nome e la persona che con quelnome egrave indicata non esista un nesso puramente arbitrario e ideale bensigrave un legame realee sostanziale talmente vincolante che si puograve intervenire magicamente su una persona [hellip]anche attraverso il suo nome In effetti il primitivo vede nel nome una parte vitale di seacuterdquoPer la tradizione filosofica si puograve ricordare ad esempio Cassirer 1965 p 64 ldquoLa visionemitica del linguaggio che ovunque precede la visione filosofica egrave da cima a fondo contras-segnata da questa equivalenza di parola e cosa [hellip] Tutta la magia della parola e del nomepoggia sul presupposto che il mondo delle cose e quello dei nomi siano unrsquounica realtagrave per-cheacute costituenti un unico nesso di azione e in se stesso indivisordquo Lrsquoargomento egrave affrontatoin chiave etnolinguistica da Cardona 2006 pp 113ndash132

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mugraveyotilde lsquoimmergere nellrsquoacquarsquo quindi lsquorinfrescarersquo Nella collera il cuore egrave ros-so e caldo chiedere scusa equivale a versare acqua fresca sul cuore e placar-lordquo180 Esplicitando i collegamenti celati nel tessuto linguistico i giochi di pa-role fanno emergere e rappresentano lrsquoaltrettanto invisibile interconnessionetra i distinti fenomenici (elementi naturali esseri viventi individui umanietc) e dunque la segreta unitagrave del mondo

Anche per i sapienti greci arcaici egrave ldquocosa seria anzi sacra il muovere dalleparole come da veritagrave rivelate nello sforzo verso la conoscenzardquo181 Come ri-conosciuto pressocheacute allrsquounanimitagrave dagli interpreti moderni i giochi di paro-le di Eraclito non sono mero ornatus ma rivestono un fondamentale ruoloconoscitivo Da esperto artigiano della parola lrsquoEfesio intesse la sua opera disottili trame foniche e di riecheggiamenti al fine di rivelare le affinitagrave nasco-ste tra le cose Egrave evidente che egli considera il medium della voce indispensa-bile per la ricezione dellrsquoopera pena la vanificazione dellrsquoeffetto di numerosirichiami fonici tra parole182 Sia lrsquoimportanza attribuita ai giochi di parole siala loro natura prevalentemente acustica mostrano lrsquoingente debito contrattoda Eraclito con i modi espressivi orali

Bencheacute si possano riconoscere dei giochi di parole anche in Senofane183 ein Parmenide184 egrave di certo Eraclito ad avvalersi con particolare frequenza diquesto modo della risemantizzazione avallato anche dal ricorso allo stile ora-colare I giochi di parole eraclitei sono giagrave stati riconosciuti e spiegati da nu-

179 Per degli esempi cfr Calame-Griaule 1982 p 30 cfr ivi p 29 ldquo[hellip] i Dogon si dedicanoa esercizi di riflessione sulla lingua che li conducono ad accostare tra loro parole simili e ainterpretare queste somiglianze alla luce di rapporti simbolici latenti nella loro visionedelle cose La ricerca etimologica egrave loro familiare e gli accostamenti che propongono sep-pure quasi mai accettabili per un linguista sono tuttavia significativi per la comprensionedel loro pensiero I giochi di parole (che ricordano talvolta quelli dei Greci) sono lrsquoesito diuna riflessione sempre tesa a cogliere segni In questo procedimento il significante egrave messoin rapporto con il significato solo in quanto lo si puograve associare ad altri significanti simili icui significati sono uniti da rapporti simbolici lsquodimostrabilirsquo attraverso la realtagrave materialeRiappare cosigrave la trama di corrispondenze complessa ma precisa che racchiude il mondo egli dagrave [hellip] la sua giustificazionerdquo Sul valore dellrsquoassonanza e dellrsquoallitterazione nel pensierogreco cfr Silk 1974 cap 8

180 Calame-Griaule 1982 p 144181 Norden 1986 p 34182 Sulla necessitagrave di leggere Eraclito ad alta voce resta fondamentale Deichgraumlber 1962183 Xenoph fr 31 ἠέλιός θrsquo ὑπεριέμενος γαῖάν τrsquo ἐπιθάλπων ldquosole che si solleva sopra la terra e

la riscaldardquo (trad Lami 52000) La paretimologia riguarda il sole al cui epiteto lsquoIperionersquoallude qui il participio ὑπεριέμενος Un gioco di parole paraetimologizzante sul sole egrave anchein Emp fr 41 (ἀλλrsquo ὁ μὲν ἁλισθεὶς μέγαν οὐρανὸν ἀμφιπολεύει) cfr Bollack 1969 pp 273 s

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merosi interpreti185 ciograve che qui interessa tuttavia egrave comprenderli ora comestrategie vogravelte a stabilire collegamenti tra parole apparentemente indipen-denti Infatti in virtugrave della rispondenza scorta da Eraclito tra linguaggio erealtagrave186 la loro funzione egrave precisamente quella di mostrare che se non si haanima barbara ovvero se si intende il λόγος (fr 107)187 i dati empirici trasmes-si da occhi e orecchie come sparsi ed irrelati possono essere vantaggiosamentecollegati gli uni agli altri La conoscenza cosigrave acquisita permette di riconosce-re nei πάντα unrsquounitagrave (frr 10 50) Per il pubblico di Eraclito dunque com-prendere i giochi di parole egrave un esercizio di σοφία sollecitando il riconosci-mento di relazioni tra parole prima facie indipendenti essi svelano lrsquounitagrave chesoggiace ai distinti fenomenici188

Egrave possibile distinguere in Eraclito due categorie di giochi di parole quellildquoesplicitirdquo e quelli ldquoimplicitirdquo Nei giochi espliciti tutte le parole coinvoltesono presenti nel testo Nei giochi impliciti invece una o piugrave parole presentinel testo suggeriscono in genere attraverso allusioni foniche parole che difatto non occorrono

Passiamo dunque allrsquoesame dei giochi di parole eraclitei Egrave utile iniziarecon due giochi di parole espliciti i quali spiegando il bisogno di riconoscerelrsquounitagrave dei distinti per mezzo del λόγος o del λέγειν danno conto dellrsquoobiettivoe della ragion drsquoessere di tutti gli altri Uno egrave il gioco tra λόγος e ὁμολογεῖν nelfr 50 ascoltando il λόγος si comprende che tutte le cose sono una sola (ἓνπάντα εἶναι) la modalitagrave di tale comprensione egrave chiamata appunto ὁμο-λογεῖνldquoconvenirerdquo ldquoessere drsquoaccordordquo ma letteralmente ldquodire la stessa cosardquo Nonsolo il verbo esprime la convergenza di distinte opinioni ma nella sua stessacomposizione suggerisce che lo strumento di tale convergenza in unitagrave egrave ap-punto il λόγος189 Lrsquoaltro egrave il gioco di parole allitterante nel fr 114 tra ξὺν νοῶιλέγοντας e τῶι ξυνῶι πάντων ldquoper condurre un λόγος con sensordquo occorre basarsi

184 Parm frr 131ndash32 τὰ δοκοῦντα δοκίμως ldquoquel che appare [hellip] ad un valido parereldquo (tradLami 52000 cfr Heraclit fr 28) 41 ἀπεόντα παρεόντα ldquocose assenti [hellip] sono presentirdquo(trad Lami 52000 per il detto assonante cfr Heraclit fr 34)

185 Cfr ad esempio Snell 1989 p 22186 Cfr cap 53 pp 177 ss187 Per questa interpretazione del fr 107 cfr Nussbaum 1972 I p 10 i cui argomenti saranno

ripresi e sviluppati nel cap 62188 Sulla teoria della conoscenza eraclitea e sul ruolo di primo piano in essa giocato dallrsquoespe-

rienza cfr cap 62189 Cfr Heidegger 1993 p 165 Kirk 31970 p 68 Held 1970 p 176 Kraus 1987 p 116

ldquolrsquoessere identici nel col λόγοςrdquo Cfr cap 61 pp 209 s

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sul ldquoconsenso di tutte le coserdquo190 Ciograve egrave esattamente quanto Eraclito intendefare con il suo scritto tessere un λόγος a regola drsquoarte cosigrave da rendere udibili evisibili (per il suo pubblico di lettori ad alta voce) le connessioni che leganoparole e detti distinti in unitagrave

Vi egrave poi un folto gruppo di giochi di parole in cui attraverso due parolemolto simili (ad esempio fortemente assonanti) lati antitetici della realtagrave simescolano in una paradossale unitagrave In questi casi dunque la convergenzanon interessa dei generici ldquodistintirdquo bensigrave degli ldquooppostirdquo Il fr 25 μόροι γὰρμέζονες μέζονας μοίρας λαγχάνουσι ldquomaggiori morti ottengono maggiori sor-tirdquo191 esibisce tra le due parole coinvolte nel gioco esplicito (μόρος μοῖρα) unacomune etimologia (μείρομαι) ed un fortissimo richiamo fonico sottolineatoperaltro dal poliptoto del comparativo (μέζονες [hellip] μέζονας) e dalla costruzio-ne chiasmatica Eraclito evidenzia qui il rapporto di antitesi e al contempo diunitagrave che corre tra μόρος e μοῖρα due parole che per rifarsi al fr 48 possonoessere considerate simili per ὄνομα ma dissimili per ἔργον

Riferendosi ai culti fallici in onore di Dioniso il fr 15 osserva che ldquole cosepiugrave svergognaterdquo (ἀναιδέστατα) sono anche le piugrave venerabili qualora esse sia-no compiute in onore delle ldquovergognerdquo (αἰδοίοισιν) ovvero delle pudenda ilgioco di parole esplicito suggella un nuovo rovesciamento della realtagrave192

Secondo un arguto suggerimento di Verdenius193 nel fr 72 lrsquoavverbioδιηνεκῶς alluderebbe ad un gioco di parole mplicito fondato sullrsquoassonanzatra διηνεκῶς (ὁμιλοῦσι) ldquocontinuamente (hanno a che fare)rdquo e διαφέρονταιldquodivergonordquo Lrsquoavverbio infatti egrave assonante con le forme dellrsquoaoristo di

190 Questa traduzione prende spunto da quella di Lami 52000 che rende bene in italiano ilrichiamo fonico dellrsquooriginale Il valore di νόος come principio di intelligenza unificantecontrapposto alla dispersione della πολυμαθίη egrave giagrave stato ricordato nel cap 12 pp 14 sse saragrave approfondito del cap 62

191 Cosigrave Walzer 1939 p 64 cfr la traduzione di Diano-Serra 41993 ldquoDestino di morte piugravegrande ha sorte piugrave granderdquo Snell 1989 p 22 commenta il gioco di parole come segueldquoQuanto maggiore il trapasso tanto maggiore egrave lrsquoelevazione Morte maggiore significamaggiore vita ndash questa unitagrave si esprime giagrave nel linguaggio nella radice della parola μόροςse si aggiunge uno iota appena percettibilerdquo Cfr A Ch 911 καὶ τόνδε τοίνυν Μοῖρrsquoἐπόρσυνεν μόρον

192 Cfr Kahn 1979 p 265 Probabilmente la paradossale equivalenza tra Dioniso dio dellavitalitagrave e della sessualitagrave ed Ade dio dei morti si spiega in base allrsquoassonanza tra αἰδώς edἍιδης

193 Verdenius 1966 p 96

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διαφέρω (aor 1 διήνεγκα ion διήνεικα aor 2 διήνεγκον) pertanto proprio laparola che significa continuitagrave alluderebbe anche alla discontinuitagrave

Tra i giochi basati su parole simili dal punto di vista fonico ma esprimenticoncetti opposti si puograve includere anche il ben noto fr 48 τῶι οὖν τόξωι ὄνομαβίος ἔργον δὲ θάνατος Circa questo frammento occorre ricordare che gli ac-centi sono rappresentati nella scrittura greca solo a partire dai grammaticialessandrini per Eraclito e per i lettori dellrsquoetagrave arcaica e classica βίος e βιόςsono dunque perfettamente omografi anche se non omofoni194 Pertanto sulsupporto scrittorio le due parole appaiono identiche realizzando la conver-genza nel segno BIOΣ di una cosa (βίος ldquovitardquo) e del suo contrario (βιός ldquoar-cordquo e dunque ldquomorterdquo) Tale ambivalenza diventa tuttavia riconoscibile eproblematica viva voce ed egrave quindi entro la dimensione uditiva che essa ac-quista forma e significato diventando apprezzabile per il lettore ad alta voceIl gioco di parole egrave dunque sapientemente affidato allrsquointerazione tra il me-dium scritto e quello della voce Senza dubbio lrsquoautore intende cristallizzarein un unico segno (BIOΣ) lrsquounitagrave di due opposti forse nel pensiero eracliteofunzionali a questo scopo risultano anche le fattezze dellrsquoarco esso infattinella sua stessa struttura egrave contraddistinto da una παλίντονος ἁρμονίη (fr 51cfr p 123) e inoltre la sua forma si presta bene a rappresentare lrsquounitagrave degliopposti195 Il fr 48 sembra dunque sviluppare allrsquoennesima potenza la finalitagravedel gioco di parole in Eraclito prima facie gli aspetti della realtagrave consideratinon solo non hanno nulla a che vedere lrsquouno con lrsquoaltro ma anzi sono antite-tici per giunta le parole che li esprimono non sono soltanto simili bensigrave ad-dirittura identiche

Un altro gruppo di giochi di parole non riguarda la coincidenza di aspettiopposti della realtagrave ma il principio di fondo resta invariato stabilire tra le pa-role relazioni inaspettate Si considerino ad esempio le coppie ἀπείροισιν πειρώμενοι e λανθάνει ἐπιλανθάνονται (fr 1) δοκέοντα δοκιμώτατος (fr 28)e forse anche μιαινόμενοι μαίνεσθαι (fr 5) anche se il consenso degli interpre-

194 Cfr Calogero 1967 p 73 Nieddu 1984 pp 221 s195 Se a riposo lrsquoarco ha la forma di un semicerchio per scoccare la freccia assume invece forma

pressocheacute circolare percheacute alla curva descritta dalle due corna saldate insieme si opponequella del tendine flesso verso lrsquoesterno Se ne trova una descrizione in Hom Il IV 124 ssdove si descrivono le manovre dellrsquoarciere Pandaro Questi nel tendere al massimo lrsquoarcoper scoccare la sua freccia lo incurva appunto a forma di cerchio αὐτὰρ ἐπεὶ δὴ κυκλοτερὲςμέγα τόξον ἔτεινε λίγξε βιός [hellip] E per Eraclito proprio il cerchio egrave la figura geometricadella coincidentia oppositorum cfr fr 103 ξυνὸν γὰρ ἀρχὴ καὶ πέρας ἐπὶ κύκλου περιφερείας

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ti circa il significato di questi giochi di parole egrave ancor piugrave fragile che per i pre-cedenti Sulla scorta di Bollack-Wismann Kahn196 ricorda lrsquoeventualitagrave di ungioco implicito nel fr 56 dove dei giovani pescatori si fanno beffe di Omerocon un paradossale indovinello ldquole cose che abbiamo visto e afferrato questele lasciamo mentre le cose che non abbiamo neacute visto neacute afferrato queste ce leportiamordquo197 I pidocchi sono la soluzione dellrsquoenigma e proprio la parolaφθείρ innescherebbe il gioco di parole implicito essa ricorda infatti il verboφθείρω ldquodistruggererdquo per cui il messaggio cifrato dei ragazzi sarebbe che loroldquodistruggono i distruttorirdquo198

Paretimologico puograve essere considerato il gioco di parole implicito del fr94 Ἥλιος γὰρ οὐχ ὑπερβήσεται μέτρα [hellip] Infatti Ἥλιος egrave chiamato tradizio-nalmente Ὑπερίων199 che a sua volta puograve essere inteso come allusione al par-ticipio presente ὑπὲρ ἰών ldquoche oltrepassardquo come probabilmente avviene in Xe-noph fr 31 (ἠέλιός θrsquo ὑπεριέμενος) Pertanto il passo di Eraclito potrebbe es-sere letto come ldquocolui che oltrepassa non oltrepasseragrave [hellip]rdquo200 Ulteriori giochidi parole anchrsquoessi ipotetici ma del tutto plausibili danno conferma in gene-rale del linguaggio come oggetto della riflessione di Eraclito ed in particolaredel suo interesse per lrsquoanalisi etimologica o paretimologica Infatti scompo-nendo la parola nelle sue parti costituenti se ne svela un significato costitutivoche egrave diverso e piugrave profondo rispetto a quello presupposto Si consideri il casodi ἀοιδοί (fr 104) i poeti-cantori comunemente reputati saggi e ldquomaestri diveritagraverdquo201 essi possono essere intesi tuttavia anche come ἀ-οιδοί ldquoche non san-nordquo202 Ampiamente accettata dalla critica egrave infine la paretimologia del fr 32dove il genitivo Ζηνός variante ionica del piugrave frequente Διός richiama lrsquoinfi-nito ζῆν ldquovivererdquo203

196 Kahn 1979 p 112197 Schirren 1998 pp 164 s coglie un possibile riferimento del fr 56 alla conoscenza del

λόγος che egrave percepito dai sensi ma resta incompreso (ὅσα εἴδομεν καὶ ἐλάβομεν ταῦταἀπολείπομεν) anche se continuamente presente allrsquoesperienza umana (ὅσα δὲ οὔτε εἴδομενοὔτrsquo ἐλάβομεν ταῦτα φέρομεν) cfr anche Heraclit fr 72

198 Se questa ipotesi egrave fondata Eraclito potrebbe alludere alla pura apparenza dellrsquoalternanzadi vita e morte come avviene anche nel fr 62

199 Cfr ad esempio Hom Il VIII 480 Od I 8200 Cosigrave interpreta ad esempio Hussey 1982 p 55201 Detienne 1977202 Verdenius 1966 p 96

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46 2 Strategie di risemantizzazione

23 Polivalenza sintattica

Spesso le affermazioni di Eraclito possono essere interpretate in base ad unagamma di possibili soluzioni sintattiche tutte accettabili in base a criteri gram-maticali a questo fenomeno attribuisco il nome di lsquopolivalenza sintatticarsquo

In questi casi i traduttori operano in genere una scelta esclusiva tra le variepossibilitagrave sintattiche Cosigrave facendo tuttavia il traduttore si conferma cometraditore non solo percheacute respinge le restanti pur legittime soluzioni (dannocollaterale) ma soprattutto percheacute offusca lrsquoambiguitagrave sintattica del testooriginale (danno principale) Anche a proposito della polivalenza sintatticainquadrando lo scritto di Eraclito entro la testualitagrave filosofica a lui contem-poranea si riscontra come lrsquoEfesio non rappresenti un caso isolato ma piutto-sto un campo di osservazione propizio per un fenomeno linguistico piuttostodiffuso Nei testi dei σοφοί arcaici il linguaggio in generale e la sintassi in par-ticolare sono criptici i sensi molteplici e a loro ben si addice il detto di Eracli-to non dicono neacute nascondono ma danno dei segni (fr 93)

In parte la polivalenza sintattica egrave sicuramente riconducibile allo statoframmentario della nostra documentazione e dunque non attribuibile allavolontagrave degli autori Tuttavia alcuni elementi inducono ad ipotizzare chealla polivalenza sintattica non sia estraneo un grado significativo di intenzio-nalitagrave Per quanto riguarda la frammentarietagrave dei testi va notato che inEraclito un chiaro esempio di polivalenza sintattica interessa proprio lrsquoincipitdel fr 1 che egrave il piugrave ampio frammento a noi pervenuto inoltre i casi di poli-valenza sintattica sono particolarmente numerosi in Parmenide per il qualesiamo in possesso di circa nove decimi della parte del poema concentratasullrsquoἀλήθεια e di frammenti anche molto estesi (frr 1 7ndash8) Inoltre il feno-meno della polivalenza sintattica sembra manifestarsi in modo coerente piut-tosto che casuale costrutti passibili di polivalenza sintattica occorrono co-stantemente proprio nei passi decisivi e di maggiore intensitagrave teorica Laddo-ve il lettore si aspetta un chiarimento risolutivo ligrave si imbatte piuttosto in co-strutti sintattici polivalenti che infittiscono lrsquooscuritagrave del testo invece chediradarla Lrsquoesame degli equivoci sul modello del quid pro quo tra accezionitradizionali e risemantizzate condotto nel cap 13 (Xenoph fr 231 He-

203 Lrsquoipotesi egrave tanto piugrave credibile se si considera che altrove (fr 120) Eraclito ricorre invece allaforma Διός La stessa paretimologia compare anche in A Supp 584 s E Or 1635 Pl Cra396andashb etc Respingono invece lrsquoipotesi del gioco di parole Ζενός ζῆν Kirk 31970 p 392Marcovich 1978 p 309

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23 Polivalenza sintattica 47

raclit fr 1 Parm fr 23ndash5) ha permesso di riconoscere nella densitagrave seman-tica un effetto desiderato gli stessi passi considerati in quella sede costituisco-no in particolare dei validi esempi dellrsquointenzionalitagrave della polivalenza sintat-tica come si vedragrave piugrave avanti Occorre anche constatare che se lrsquoambiguitagravesintattica fosse da ricondurre soltanto allo stato frammentario della docu-mentazione a nostra disposizione essa non verrebbe necessariamente riscon-trata anche dai lettori antichi come invece avviene per Eraclito204

Le difficoltagrave non solo interpretative ma anche segnatamente linguistichesollevate dai testi dei sapienti tardo-arcaici sollecitano la formulazione di nuo-ve ipotesi circa la loro originaria ricezione giaccheacute i testi sembrano richiedereuna chiave ermeneutica extratestuale Drsquoaltronde i confronti interculturali(ma anche lrsquoesperienza comune) indicano che testi di paragonabile comples-sitagrave vengono compresi attraverso la lettura solo a determinate condizioni adesempio conoscendone preventivamente almeno in parte il contenuto ograzie allrsquoaiuto di un loro conoscitore Ad ogni modo la situazione storica del-la comunicazione nella Grecia arcaica consiste in un articolato compromessotra oralitagrave e scrittura nel quale il testo non egrave ancora svincolato dal suo autoreovvero dai suoi sostanziali contributi orali e dove pertanto allo scritto com-pete un ruolo coadiuvante non reggente nellrsquoelaborazione e nella comunica-zione dei contenuti sapienziali205 In particolare il ricorso allrsquoambiguitagrave neipunti focali della trattazione puograve essere messo in relazione con specifiche tec-niche di memorizzazione in uso presso altre culture che similmente a quellagreca arcaica sono in possesso di un sistema di scrittura ma restano fonda-mentalmente basate sulla trasmissione orale in simili contesti pensieri com-

204 Per il rilievo della polivalenza sintattica eraclitea cfr Arist Rh Γ 5 1407b 11 ss (v oltrepp 49 s) per quanto riguarda piugrave in generale lrsquoambiguitagrave dello stile di Eraclito (che glivalse il soprannome di ὁ Σκοτεινός) la tradizione egrave ricca di aneddoti Cfr D L II 22 ldquoNar-rano che Euripide dopo aver dato a Socrate lo scritto di Eraclito gli chiese lsquoChe cosa nepensirsquo e che Socrate rispose lsquoLe cose che ho capito sono eccellenti e credo anche quelleche non ho capito solo che ci vuole un tuffatore di Delorsquordquo IX 12 (= DK 22 A 112) ldquo[hellip]un tale Crotone nellrsquoopera intitolata Il tuffatore narrava che il primo a portare nellrsquoElladeil libro [di Eraclito] fu un certo Cratete e che fu lui a dire che ci voleva un tuffatore di Deloper non rimanervi affogatirdquo Secondo D L IX 13 nemmeno un madrelingua ldquoesperto dilettere grecherdquo che si trovasse per la prima volta a leggere il testo eracliteo poteva compren-derlo cfr Mouraviev 2002 III3A pp 13 ss Sulla percezione dellrsquooscuritagrave di Eraclito daparte degli antichi cfr Barnes 1983 pp 100 ss Alcune brachilogie sono commentate daKirk 31970 pp 51 197

205 Cfr Introduzione Forma e ricezione dello scritto eracliteo

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plessi vengono formulati deliberatamente attraverso sentenze brevissimecondensate sino alla saturazione le quali richiedono le spiegazioni del saggioper essere comprese206 In un mondo che ancora sperimenta lrsquoaffidabilitagrave dellascrittura come veicolo di idee ed in assenza di copyright lrsquoimpenetrabilitagrave deltesto e la necessitagrave di interpretarne i punti cruciali con lrsquoaiuto di un maestropermettono di esercitare una forma di controllo sulla divulgazione dellrsquooperaassolvendo in questo senso una funzione paragonabile a quella della σφραγίς

Si puograve ora passare ad un esame dei testi vogravelto ad esemplificare il fenomeno inquestione In Eraclito i casi di polivalenza sintattica sono particolarmentenumerosi Inizialmente alcuni possono passare inosservati il lettore moder-no li nota solo in un secondo momento dopo essere per cosigrave dire ldquoinciampa-tordquo in una qualche nascosta irregolaritagrave del terreno linguistico La polivalenzasintattica eraclitea egrave spesso di tipo amfibologico in quanto prevede diversepossibilitagrave di lettura a seconda dellrsquointonazione e della punteggiatura Essa sibasa sulla posizione mediana e dunque ambigua di una parola o di un sintag-ma allrsquointerno della frase lrsquoelemento mediano puograve essere inteso in modo an-cipite cioegrave sia insieme a ciograve che precede sia insieme a ciograve che segue ma talvoltaanche ἀπὸ κοινοῦ il senso complessivo della proposizione cambia notevol-mente a seconda dellrsquoopzione scelta Egrave opportuno sottolineare che tali casi dipolivalenza sintattica sfruttano le possibilitagrave messe a disposizione da entram-bi i media quello scritto e quello orale facendo affidamento sulla lettura adalta voce dellrsquoopera Infatti in una performance orale il concreto andamentodella pronunciazione espliciterebbe necessariamente una ed una sola coeren-za sintattica per la parola o il sintagma in posizione mediana legandoli a ciograveche precede o a ciograve che segue Drsquoaltro canto la lettura silenziosa permette diignorare ovvero non costringe a problematizzare lrsquoambivalenza della parola odel sintagma in posizione mediana offuscandone cosigrave lrsquoambiguitagrave Il lettoread alta voce invece si trova di fronte alla necessitagrave materiale di interpretare epoi esprimere attraverso la propria pronunciazione le coerenze sintattichedel testo che dunque non possono essere sorvolate Anche a questo propositolrsquointerazione del medium orale e di quello scritto risulta importante per com-prendere le specificitagrave dellrsquoopera eraclitea Giagrave i lettori antichi hanno lamen-

206 Cfr ad esempio Tambiah 1968 pp 100ndash101 ldquoTwo methods were adopted in India to aidthis power of memory One adopted chiefly by the grammarians was to clothe the rules tobe remembered in very short enigmatical phrases [hellip] which taxed the memory but littlewhile they required elaborate commentaries to render them intelligiblerdquo (corsivo mio)

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tato la difficoltagrave di apporre la punteggiatura al testo eracliteo in cui non egravechiaro cosa vada insieme a cosa e dove ciascun κῶλον inizi e finisca come ri-scontrano Aristotele207 e Demetrio208

Emblematico dellrsquointenzionalitagrave della polivalenza sintattica egrave il fr 1 cheassolve una funzione programmatica in riferimento allrsquointero scritto Comericordato giagrave Aristotele osserva che la posizione di ἀεί egrave ambigua lrsquoavverbio egraveinserito in modo ancipite tra la proposizione subordinata iniziale e la propo-sizione principale e puograve essere inteso in relazione sia a ciograve che precede sia aciograve che segue Entrambe le opzioni sono plausibili per la sintassi greca209 Per-ciograve si otterrebbe da un lato ldquoPur essendo questo λόγος sempre gli uomini nesono allrsquooscuro [hellip]rdquo dallrsquoaltro ldquoPur essendo questo λόγος sempre gli uominine sono allrsquooscuro [hellip]rdquo Lrsquoinclusione di ἀεί allrsquouna o allrsquoaltra proposizione egravetuttavia decisiva per lrsquointerpretazione di λόγος nel primo caso si affermerebbeche lrsquoumana ignoranza circa il λόγος egrave perenne il che non costringe ad attri-buire alcuna proprietagrave straordinaria al λόγος nel secondo caso invece si par-

207 Arist Rh Γ 5 1407b 11 ss ὅλως δὲ δεῖ εὐανάγνωστον εἶναι τὸ γεγραμμένον καὶ εὔφραστονἔστιν δὲ τὸ αὐτό ὅπερ οἱ πολλοὶ σύνδεσμοι οὐκ ἔχουσιν οὐδrsquo ἃ μὴ ῥάιδιον διαστίξαι ὥσπερ τὰἩρακλείτου τὰ γὰρ Ἡρακλείτου διαστίξαι ἔργον διὰ τὸ ἄδηλον εἶναι ποτέρωι πρόσκειται τῶιὕστερον ἢ τῶι πρότερον οἷον ἐν τῆι ἀρχῆι αὐτῆι τοῦ συγγράμματος φησὶ γὰρ lsquoτοῦ λόγου τοῦδrsquoἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι ἄνθρωποι γίγνονταιrsquo ἄδηλον γὰρ τὸ ἀεί πρὸς ποτέρωι ltδεῖgt διαστίξαιldquoQuello che uno scrive deve essere facile da leggere e da pronunciare che egrave la stessa cosaCiograve non egrave proprio neacute di molte congiunzioni neacute di frasi difficili da punteggiare comequelle di Eraclito Infatti egrave unrsquoimpresa mettere la punteggiatura alle frasi di Eraclito percheacutenon egrave chiaro con quale delle due parti una parola vada unita con ciograve che segue o con ciograve cheprecede Una cosa simile si verifica proprio allrsquoinizio del suo scritto dove dice lsquoPur essendoquesto λόγος sempre gli uomini ne sono allrsquooscurorsquo Non egrave chiaro insieme a quale delle dueparti bisogna intendere attraverso la punteggiatura il lsquosemprersquordquo

208 Demetr Eloc 192 τὸ δὲ ἀσύνδετον καὶ διαλελυμένον ὅλον ἀσαφὲς πᾶν ἄδηλος γὰρ ἡ ἑκάστουκώλου ἀρχὴ διὰ τὴν λύσιν ὥσπερ τὰ Ἡρακλείτου καὶ γὰρ ταῦτα σκοτεινὰ ποιεῖ τὸ πλεῖστον ἡλύσις ldquolo scritto privo di congiunzioni e non interconnesso risulta del tutto incomprensi-bile infatti a causa della struttura disgiunta non egrave chiaro dove ciascuna parte del periodoabbia inizio come avviene in Eraclito a renderle oscure egrave soprattutto la loro strutturadisgiuntardquo

209 Talvolta nella diatriba circa la posizione di ἀεί i sostenitori dellrsquouna o dellrsquoaltra ipotesihanno voluto offuscare le ragioni altrui si veda ad esempio Capelle 1924 che rigetta condecisione la possibilitagrave di annettere lrsquoavverbio alla proposizione principale sulla scorta dimotivi non solo stilistici o interpretativi bensigrave anche grammaticali Ma egrave evidente che lacompetenza linguistica di un greco madrelingua egrave superiore a quella di qualunque grecistabisogna dunque credere ad Aristotele quando sostiene che la posizione di ἀεί egrave ἄδηλοςldquonon chiarardquo

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lerebbe di un λόγος svincolato da ogni limite temporale Se la prima lettura egravecompatibile con un contesto drsquouso tradizionale per parola lo stesso non puogravedirsi della seconda Unrsquoulteriore possibilitagrave interpretativa non consideratada Aristotele210 egrave quella ἀπὸ κοινοῦ secondo la quale ἀεί egrave riferito ad entram-be le frasi Lrsquoipotesi di questa figura per detractionem211 appare tanto piugrave vero-simile considerando lo stile raffinatamente brachilogico di Eraclito e lrsquointen-zionalitagrave della sua ambiguitagrave

Ancora nel fr 1 il gruppo κατὰ φύσιν egrave segnato dalla stessa ambivalenza sideve intendere qui che Eraclito espone ldquosecondo naturardquo (διηγεῦμαι κατὰφύσιν) o invece che divide e dice ldquosecondo naturardquo (κατὰ φύσιν διαιρέωνἕκαστον καὶ φράζων) Entrambe le soluzioni sono ammissibili e anche questavolta lrsquoipotesi ἀπὸ κοινοῦ sembra accettabile212 in entrambi i casi ne risultache il λόγος ovvero lrsquoargomentazione a cui lrsquoautore si sta accingendo saragrave svol-to ldquosecondo naturardquo Il collegamento tra linguaggio e mondo fisico giagrave istitui-to con lrsquoaffermazione γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε viene dun-que ribadito e per lrsquointerpretazione cosmologica del λόγος che verragrave propostanella Parte II egrave significativo che in apertura dello scritto e dunque in posizio-ne di rilievo Eraclito vi insista in questo modo

Egrave forse suscettibile di due interpretazioni sintattiche il perfetto chiasmodel fr 62 ἀθάνατοι θνητοὶ θνητοὶ ἀθάνατοι ossia ldquoimmortali mortali mortaliimmortalirdquo Gli editori solitamente inseriscono una virgola tra la prima e laseconda occorrenza di θνητοί suggerendo cosigrave che bisogna integrare due co-pule e dunque ripristinare due equivalenze lsquo(gli) immortali sono (i) mortalirsquo elsquo(i) mortali sono (gli) immortalirsquo Una alquanto sofisticata interpretazione diValiulis sottolinea tuttavia come anche lrsquointegrazione di una sola copula siaammissibile lsquo(gli) immortali mortali sono (i) mortali immortalirsquo213 ragioneper cui lo studioso rinuncia prudentemente a qualunque punteggiatura Inquesto motto lrsquoartigiano della parola esprime con perizia la mescolanza divita e morte attraverso una sintassi dinamica che cioegrave consente diverse possi-bilitagrave nella costituzione dei sintagmi e delle frasi e inoltre intrecciando in

210 Eppure proprio in Rh Γ 5 Aristotele parla dello zeugma di cui la figura sintattica e retoricadellrsquoἀπὸ κοινοῦ egrave una variante

211 Cosigrave classifica la figura retorica Phoeb Fig p 46 (Spengel) cfr inoltre Tib Fig p 76(Spengel) Hdn Fig p 94 (Spengel)

212 Cfr cap 61 p 190213 Su questa possibilitagrave e piugrave in generale sullrsquoambiguitagrave sintattica del frammento in que-

stione cfr Valiulis 1983 pp 163 s

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23 Polivalenza sintattica 51

chiasmo concetti comunemente intesi come antipodici La permeabilitagrave delconfine tra vita e morte egrave suggellata dalle parole immediatamente seguentiζῶντες τὸν ἐκείνων θάνατον τὸν δὲ ἐκείνων βίον τεθνεῶτες In greco come in ita-liano i verbi lsquoviverersquo e lsquomorirersquo sono generalmente intransitivi potendo reg-gere tuttrsquoal piugrave un accusativo interno214 Lrsquouso eracliteo devia dunque com-pletamente dalle aspettative del pubblico lasciandolo perplesso ldquoEraclito hadetto di proposito lsquovivendo la mortersquo laddove il pubblico si aspetterebbe ditrovare lsquovivendo la vitarsquo [hellip] La sostituzione inaspettata di vita per morte (emorte per vita) funge [hellip] da esempio per lrsquoequivalenza di vita e morte [hellip]vita e morte sono talmente collegate da essere intercambiabilirdquo215

Controverso egrave anche il fr 112 secondo cui la σοφίη consiste nel ἀληθέαλέγειν καὶ ποιεῖν κατὰ φύσιν ἐπαΐοντας Per il verbo ποιεῖν si profilano due pos-sibilitagrave o insieme a quanto precede esso regge lo stesso complemento ogget-to di λέγειν cioegrave ἀληθέα (ldquodire e fare cose vererdquo)216 oppure esso si unisce aquanto segue senza reggere alcun complemento oggetto (ldquoe agire secondo na-turardquo)217 Anche in questo caso conviene riconoscere con Kahn cheldquoHeraclitus has cunningly left us in suspense between two constructions (asin the first clause in I1) to provoke us into some reflection on what lsquoacting inaccordance with [hellip] the nature of thingsrsquo might mean and how that mightrelate to the other reading lsquoto speak and act what is truersquordquo218

A questo si aggiunge il problema del verbo ἐπαΐω a cui molti commentato-ri per la veritagrave non prestano attenzione e che in chiusura del frammento nondispone di un contesto sufficiente ad unrsquointerpretazione certa Esso puograve si-gnificare sia ldquoudirerdquo sia ldquointendererdquo tuttavia mentre il secondo significatonon presenta alcuna coerenza immediata con il resto del frammento quellodi ldquoudirerdquo puograve essere messo in proficua relazione con ἀληθέα λέγειν Esatta-mente come nel fr 1 anche in questo frammento il complemento di modoκατὰ φύσιν egrave collocato in ambiguamente tra due verbi ποιεῖν ed ἐπαΐοντας e di

214 Delle due figure etimologiche la piugrave frequente egrave βίον βιόω cfr lat vivere vitam215 Valiulis 1983 p 167 Lrsquoautore non omette che nello stesso frammento anche il genitivo

plurale ἐκείνων egrave ldquoterribly ambiguousrdquo (ivi p 165)216 Cosigrave ad esempio Kirk 31970 p 391 ldquoThe final sense is lsquoIt is wisdom to say-and-act the

truth perceiving things according to their real constitutionrsquordquo Cfr anche Kahn 1979 p121 n 96

217 Cosigrave ad esempio DK e Marcovich 1978 p 67 questrsquoultimo con lrsquoargomentazione cheldquoἀληθέα ποιεῖν non sembra dare sensordquo

218 Kahn 1979 p 122

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nuovo in un contesto in cui sono tematizzati il linguaggio (fr 1 λόγος πρόσθενἢ ἀκοῦσαι καὶ ἀκούσαντες τὸ πρῶτον fr 112 λέγειν ἐπαΐοντας) e la conoscenza(fr 1 ἀξύνετοι ἀπείροισιν ἐοίκασι πειρώμενοι fr 112 σωφρονεῖν σοφίη) Il con-cetto di saggezza torna ad essere interessato da una costruzione ambigua nelfr 32 in cui la posizione di μοῦνον risulta non chiara Per la sintassi del fram-mento si puograve rimandare alle cinque possibilitagrave enumerate da Kirk219 o alladettagliatissima analisi in Diano-Serra220

Vi sono poi altri casi di polivalenza sintattica i quali tuttavia non sfruttanola posizione mediana di una parola o di un sintagma tra ciograve che precede e ciograveche segue il problema dunque non egrave quello dellrsquointerpunzione ovverodellrsquoambiguitagrave delle coerenze sintagmatiche e sintattiche

Di nuovo occorre considerare lrsquoinizio del fr 1 per il quale oltre alle que-stioni giagrave discusse quelle dellrsquoavverbio ἀεί e del complemento κατὰ φύσιν sene pongono anche altre Il gruppo τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος puograve rappresentaresia un genitivo assoluto sia un genitivo retto dallrsquoaggettivo ἀξύνετοι secondola costruzione ἀξύνετός τινος ldquoche non capisce qualcosardquo A questo si aggiungeil dubbio sul valore del participio ἐόντος che puograve essere sia esistenziale sia ve-ritativo Considerando le variabili sintattiche del fr 1 nel loro insieme (posi-zione di ἀεί posizione di κατὰ φύσιν valore di ἐόντος dipendenza del gruppoin genitivo)221 risulta evidente che lo scritto di Eraclito si apre allrsquoinsegna diunrsquoambiguitagrave ricercata con grande perizia per assegnare al lettore sin dalprincipio il ruolo di interprete del λόγος al quale si accosta

Probabilmente un altro caso di polivalenza sintattica a sostegno dellrsquoam-biguitagrave semantica di λόγος si trova nel fr 72222 ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσιλόγωι τούτωι διαφέρονται καὶ οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσι ταῦτα αὐτοῖς ξέναφαίνεται Il frammento presenta diverse possibilitagrave di traduzione a seconda1) della relazione che corre tra il relativo (pronome o nesso) iniziale ὧι ed ilsostantivo ad esso posposto λόγωι e conseguentemente 2) dellrsquoaccezione deldativo λόγωι strumentale oppure retto dal verbo ὁμιλέω (secondo la costru-

219 Kirk 31970 p 393 s ldquo[hellip] the phrase ἓν τὸ σοφὸν μοῦνον might conceivably mean any oneof five different things (i) lsquoone thing the only wisersquo (ii) lsquoone thing alone the wisersquo (iii)lsquothe one wise thing alonersquo (iv) lsquothe wise is one thing onlyrsquo (punctuating strongly afterμοῦνον) (v) lsquothe only wise thing is onersquo (punctuating as in (iv))rdquo

220 Diano-Serra 41993 pp 162 ss221 Cfr Robinson 1983 pp 67 ss222 Ma va ricordato che questa occorrenza di λόγος non egrave certa potrebbe trattarsi di una spie-

gazione della fonte Marco Aurelio cfr cap 61 pp 213 s

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zione ὁμιλέω τινί) Circa il secondo punto occorre tenere presente che tra leaccezioni del verbo ὁμιλέω vi egrave anche quella di ldquoavere verbalmente a che fa-rerdquo223 suggerita dallrsquooccorrenza di λόγος Sostanzialmente per il frammentosono possibili due rese sintattiche a) ldquoNel λόγος col quale (ὧι) soprattutto ein continuazione hanno a che fare in questo divergonordquo224 b) ldquoIn ciograve con cui(ὧι) soprattutto e in continuazione hanno a che fare per mezzo del λόγος inquesto divergonordquo225

Infine Kahn sottolinea a piugrave riprese lrsquoambiguitagrave delle occorrenze eracliteedellrsquoaggettivo e pronome πᾶς πᾶσα πᾶν nei casi genitivo e dativo ed in nume-ro plurale si tratta di un neutro ldquotutte le coserdquo oppure di un maschile ldquotuttigli uominirdquo Pur tenendo conto del principio di ldquogenerositagrave ermeneuticardquo226

formulato dallo studioso nei frammenti incentrati sul concetto di validitagraveuniversale (che come osservato nel cap 21 p 35 caratterizza λόγος πόλεμοςνόος σοφόν θεός etc) lrsquoopzione del neutro ldquotutte le coserdquo sembra piugrave funzio-nale allrsquoespressione della generalitagrave e dunque preferibile

Questo vale ad esempio per i frr 1 (γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγοντόνδε) 114 (ξὺν νόωι λέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων) 53 (πόλεμοςπάντων μὲν πατήρ ἐστι πάντων δὲ βασιλεύς227) 108 (οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐς τοῦτοὥστε γινώσκειν ὅτι σοφόν ἐστι πάντων κεχωρισμένον) 113 (ξυνόν ἐστι πᾶσι τὸφρονέειν228)

223 Egrave a partire da questa accezione che si sviluppa in seguito quella di ldquoconversarerdquo cfr gliesempi riportati in LSJ sv III 3

224 Dove ὧι vale come pronome relativo ὧι e λόγωι sono intesi come coinvolti nella costru-zione ὁμιλέω τινί

225 Dove ὧι vale come nesso relativo (dunque indipendentemente da λόγωι) ed egrave retto dalverbo ὁμιλέω nella costruzione ὁμιλέω τινί λόγωι egrave invece dativo strumentale

226 Cfr Kahn 1979 p 115 ldquoHeraclitus could easily have specified his meaning by adding theword lsquomenrsquo or lsquothingsrsquo after lsquoallrsquo Since he did not choose to eliminate the ambiguity it is notup to us to do so the principle of hermeneutical generosity requires us to keep both opin-ions openrdquo

227 Per πάντων come neutro si pronunciano ad esempio DK Diano-Serra 41993 p 115 perπάντων come maschile Kirk 31970 p 246 Marcovich 1978 p 103 (ldquoandrebbe sottintesoἀνδρῶν τε θεῶν τεrdquo)

228 A differenza di quanto puograve suggerire il senso comune dei moderni lrsquointerpretazione diπᾶσι come neutro egrave ben plausibile nella temperie culturale della Grecia arcaica cfr adesempio Emp fr 110 10 πάντα γὰρ ἴσθι φρόνησιν ἔχειν

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54 2 Strategie di risemantizzazione

Per quanto riguarda la testualitagrave sapienziale coeva di Eraclito vengono presiin esame ora i frammenti considerati nel cap 13 come indizi della coscienzadella densitagrave semantica infatti gli equivoci tra accezioni tradizionali ed acce-zioni risemantizzate sono causati anche dallrsquoambiguitagrave sintattica di questipassi

Senofane presenta una sintassi ambivalente proprio in corrispondenza conla pars construens della critica alle divinitagrave tradizionali e con il quid pro quo traaccezione tradizionale ed accezione risemantizzata della sua parola-chiaveθεός εἷς θεός ἔν τε θεοῖσι καὶ ἀνθρώποισι μέγιστος οὔτι δέμας θνητοῖσιν ὁμοίιοςοὐδὲ νόημα (fr 23) Innanzitutto non egrave chiaro se Senofane stia semplicemen-te menzionando il θεός o se invece sottintendendo il verbo lsquoesserersquo ne stia as-serendo lrsquoesistenza229 Ma il problema principale egrave se ci siano tre (εἷς μέγιστοςὁμοίιος) oppure due (μέγιστος ὁμοίιος) nomi del predicato in quanto il nume-rale εἷς puograve fungere sia da nome del predicato sia da attributo del soggetto Aseconda di come si inserisce la copula tuttavia si ottengono affermazioni di-verse ldquouno solo egrave il θεός il piugrave grande tra i θεοί e gli uomini [hellip]rdquo230 oppureldquoun solo θεός egrave il piugrave grande tra i θεοί e gli uomini [hellip]rdquo231

Piugrave numerosi sono i casi di polivalenza sintattica in Parmenide Essi insi-stono in genere su poche parole-chiave sottoponendole allrsquoattenzione del let-tore in una ricchezza di contesti drsquouso tale da produrre un effetto quasi calei-doscopico di sfaccettature semantiche

Nel suo poema didascalico lrsquoEleate parlando attraverso la rivelazione delladea si rivolge costantemente al lsquotursquo del discente232 esortandolo ripetutamenteallrsquoattenzione dispone per lui il complesso contenuto sapienziale in modo or-dinato e distingue ciograve che egrave sommamente importante da ciograve che pure egrave da co-noscere ma che sembra meno attendibile (fr 850 ss) lrsquointento didattico ri-sulta dunque evidente ed esso esige chiarezza Al contrario subito dopo ilproemio non appena giunto ad un passaggio cruciale il linguaggio parmeni-

229 Sulle possibili interpretazioni dellrsquoaffermazione senofanea cfr Stokes 1971 pp 76ndash79Hershbell 1983 pp 129 s Lesher 1992 p 96

230 Contro questa soluzione che suggerisce unrsquointerpretazione di Senofane in senso mono-teistico Stokes 1971 p 77 osserva che εἷς egrave spesso usato per rafforzare un superlativo (esHom Il XII 243 εἷς οἰωνὸς ἄριστος [hellip] cfr ibidem nota 35) e che dunque separare εἷς eμέγιστος per mezzo di una virgola come fanno DK e numerosi altri editori (ibidem nota33) non egrave consigliabile

231 Propensi a tale lettura sono ad esempio Heitsch 1983 pp 147 s Schaumlfer 1996 pp 165 s232 Cfr Parm frr 21 41 62 72 s 836 850 ss 860 101 ss

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23 Polivalenza sintattica 55

deo diventa ellittico e quasi criptico Il fr 2 ha valore programmatico per tut-to il poema qui Parmenide attraverso la metafora delle due strade di ricercapossibili presenta lrsquooggetto del suo insegnamento ed offre una fondamentalechiave di lettura circa temi e scansione dellrsquoopera Dopo una decisa richiestadrsquoattenzione (v 1) Parmenide espone ex abrupto il nocciolo della dottrinadellrsquoessere attraverso una fitta successione di occorrenze di εἶναι (vv 3ndash5)presentate in differenti accezioni Questo passo egrave un esempio di come le am-biguitagrave sintattiche possano essere funzionali alla risemantizzazione delle pa-role coinvolte La sapiente cesellatura dei versi sfrutta lrsquoellissi del soggetto persovrapporre usi personali ed impersonali della terza persona singolare ἐστί ἡμὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς οὐκ ἔστι μὴ εἶναι [hellip] ἡ δrsquo ὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεώνἐστι μὴ εἶναι Il perfetto parallelismo formale dei due versi ne sottolinea lrsquoop-posizione logica I correlativi ἡ μέν ed ἡ δέ che sottintendono il sostantivoὁδός (v 2) sono seguiti direttamente dalle congiunzioni subordinanti ὅπως eὡς introducenti in ciascun verso due subordinate tra loro coordinate permezzo di τε καί Il senso di ὅπως e ὡς ovvero quello delle proposizioni da lorointrodotte egrave dichiarativo-esplicativo si spiega cioegrave in cosa consista ciascunadelle due strade di ricerca Tuttavia le ambiguitagrave sintattiche del verbo lsquoesserersquosi concentrano proprio nelle subordinate dichiarative che dovrebbero invecerappresentare dei passaggi chiarificatori Non essendo manifesto quale sia ilsoggetto del verbo lsquoesserersquo nelle subordinate dichiarative i critici formulanoipotesi discordanti233 Le proposte che sollevano maggiori perplessitagrave sono inprimo luogo quella secondo cui i soggetti sarebbero espressi234 in secondoluogo quella in base alla quale nel passo non andrebbe inserito alcun sogget-to235 infine quella che ipotizza due diversi soggetti per le proposizioni di-chiarative236 Tuttavia lrsquoipotesi con maggior fondamento e sostenuta dallamaggior parte degli interpreti egrave che il soggetto sia sottinteso e che sia unicoper entrambe le proposizioni dichiarative La soluzione piugrave realistica sembra

233 Una rassegna delle possibilitagrave sintattiche da prendere in considerazione egrave in Houmllscher1969 pp 77 ss

234 Di questo avviso egrave Heitsch 1995 che li identifica rispettivamente negli infiniti εἶναι (v 3)e μὴ εἶναι (v 5) ldquoDer eine (der lautet) lsquoes ist und Sein ist notwendigrsquo [hellip] Der andere (derlautet) lsquoes ist nicht und Nicht-Sein ist notwendigrsquordquo Per la traduzione ldquound Sein ist not-wendigrdquo lrsquoautore spiega nel commento ldquoes ist nicht moumlglich nicht zu sein = es ist notwen-dig zu seinrdquo (ivi p 88)

235 Cfr ad esempio Taraacuten 1965 p 36 Contra Owen 1960 pp 93ndash95 Houmllscher 1969 p 78nota 30 Heitsch 1995 p 78

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56 2 Strategie di risemantizzazione

quella che fa perno sulla generalitagrave del soggetto inespresso cosigrave traducono adesempio Coxon (ldquothe one that a thing is and that it is not for not being [hellip]the other that a thing is not and that it must needs not berdquo)237 Houmllscher(ldquoDer eine daszlig [etwas] ist und daszlig nicht zu sein unmoumlglich ist [hellip] Der and-re daszlig [etwas] nicht ist und daszlig nicht zu sein richtig istrdquo)238 e cosigrave lascia in-tendere anche Cerri239

Un problema sintattico-interpretativo del tutto analogo si pone per il fr82 dove non egrave chiarito il soggetto della proposizione dichiarativa ὡς ἔστινComprensibilmente dunque gli schieramenti di opinioni a questo proposi-to sono analoghi a quelli appena ricordati alcuni interpreti suggerisconoldquoche qualcosa egraverdquo240 ovvero optano per il pronome neutro (ites)241 altri inse-riscono come soggetto una voce di εἶναι di cui in effetti non vi egrave traccia nel te-sto242 Nel verso immediatamente successivo (fr 83) una voce del verbo lsquoes-serersquo continua a trovarsi al centro di interpretazioni differenti giaccheacute ἐόνpuograve sia essere soggetto243 sia esprimere una proposizione subordinata partici-piale244

Un altro caso molto controverso di polivalenza sintattica riguarda i primidue versi del fr 6 che conviene esaminare in modo analitico Il v 1a esordisceχρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐὸν ἔμμεναι Per questo periodo si egrave pensato fondamen-

236 Ad esempio Diels 41922 traduce come se nella prima subordinata il soggetto fosse sottin-teso e lo esplicita appunto con ἐόν mentre per la seconda assume come soggetto μὴ εἶναιldquoder eine Weg daszlig das Seiende ist und daszlig es unmoumlglich nicht sein kann [hellip] der andereaber daszlig es nicht ist und daszlig dies Nichtsein notwendig seirdquo

237 Coxon 1986 p 52 cfr ivi p 174 ldquoNo subject is expressed and the sense of the finite andinfinitival forms of the verb lsquoto bersquo is left indeterminate Both omissions are intentional andsignificant [hellip] the finite verb in the phrase οὐκ ἔστι μὴ εἶναι is not to be taken as impersonalwith the sense lsquoit is not possible for it not to bersquo but having the same unexpressed subjectas the preceding affirmative ἔστινrdquo Cfr anche Gallop 1984 ldquoThe one ndash that [it] is andthat [it] cannot not be [hellip] the other ndash that [it] is not and [it] needs must not berdquo (corsivimiei)

238 Houmllscher 1969 p 15239 Ciograve risulta dal commento dello studioso cfr Cerri 1999 p 60 ldquoLrsquolsquoegraversquo del v 3 [hellip] egrave una

copula il cui soggetto e il cui predicato nominale non sono espressi ma sottintesi unacopula usata in senso generalizzante completabile con qualsiasi soggetto e predicatolsquocomrsquo laquoegraveraquorsquo cioegrave lsquocome una cosa egrave unrsquoaltrarsquo lsquocome A egrave B X egrave Yrsquordquo

240 Coxon 1986 p 60 ldquothat a thing isrdquo Houmllscher 1969 p 19 ldquodaszlig (etwas) istrdquo241 Gallop 1984 p 65 Heitsch 1995 p 25 ldquodie Beschreibung des Weges lsquoes istrsquordquo (cfr Wies-

ner 1966 p 254 ldquodie Kunde vom Wege des Seinsrdquo) Mansfeld 1983 p 319 ldquodaszlig es istrdquo242 Diels 41922 ldquodaszlig das Seiende existiertrdquo cfr DK ldquodaszlig IST istrdquo

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23 Polivalenza sintattica 57

talmente a tre tipi possibili di costruzioni sintattiche corrispondenti a tre di-verse traduzioni245 a) ldquoegrave necessario dire e comprendere questo che lsquociograve che egraversquoegraverdquo τό vale come pronome in accusativo oggetto di λέγειν e νοεῖν a loro voltaλέγειν e νοεῖν sono retti direttamente da χρή ἐόν vale come soggetto diἔμμεναι246 b) ldquoegrave necessario che quanto puograve venire detto e compreso siardquo Ilgruppo τὸ λέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐόν egrave soggetto di ἔμμεναι a sua volta ἐόν vale comesoggetto di λέγειν e νοεῖν247 c) ldquoegrave necessario che il dire e (il) comprendere lsquociograveche egraversquo siardquo τό vale come articolo che sostantiva lrsquoinfinito λέγειν il gruppo τὸλέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐόν costituisce il soggetto di ἔμμεναι ἐόν egrave lrsquooggetto degli infi-niti sostantivati λέγειν e νοεῖν248 Il verso seguita (61b) ἔστι γὰρ εἶναι La tra-duzione piugrave frequente egrave ldquoinfatti (lrsquo) essere egraverdquo249 dove εἶναι vale come soggettoed ἔστι ha valore esistenziale Tuttavia intendendo ἔστι come impersonale di-ventano sostenibili anche altri valori Houmllscher e OrsquoBrien ad esempio so-stengono lrsquoaccezione di ldquoegrave possibilerdquo e dunque ldquoinfatti (questo) lsquoegrave possibileche siarsquo lsquopuograve esserersquordquo250 Mansfeld propone quella veritativa251 Proseguen-do 62a afferma μηδὲν δrsquo οὐκ ἔστιν Lrsquointerpretazione piugrave ricorrente porta atradurre ldquomentre niente non egraverdquo252 intendendo μηδέν come soggetto e dunque

243 Secondo la traduzione piugrave comune cfr Houmllscher 1969 p 19 ldquodaszlig Seiendes ungewordenund unvergaumlnglich istrdquo Gallop 1984 ldquothat what-is is ungenerated and imperishablerdquoCoxon 1986 p 60 ldquothat Being is ungenerated and imperishablerdquo Heitsch 1995 p 25ldquosofern Seiendes ungeworden und ohne Vernichtung istrdquo Cerri 1999 p 153 ldquoche senzanascita egrave lrsquoEssere e senza morterdquo Mansfeld 1983 p 319 ldquodaszlig Seiendes nicht hervorge-bracht und unzerstoumlrbar istrdquo

244 Cfr Diels 41922 ldquoweil ungeboren ist es auch unvergaumlnglichrdquo245 Cfr il riepilogo di Kraus 1987 pp 79ndash80246 Questa costruzione sintattica viene adottata ad esempio da DK Reinhardt 41985 p 35

Houmllscher 1969 p 16247 Kraus 1987 pp 79ndash80 propende per questa soluzione (e ricorda Burnet Cornford Kirk-

Raven Owen Houmllscher [1956] Bormann) cfr anche Gallop 1984248 Cfr Untersteiner 1958 p 135 Taraacuten 1965 pp 54ndash59 Wiesner 1966 p 252 Heitsch

1995 p 23 (Kraus 1987 pp 79ndash80 ricorda anche Ueberweg-Praechter VerdeniusFraumlnkel)

249 Di questo avviso ad esempio sono DK Untersteiner 1958 p 135 Wiesner 1966 p 252Heitsch 1995 p 23 Cerri 1999 p 151

250 Cfr Houmllscher 1969 OrsquoBrien 1987251 Mansfeld 1983 p 317 ldquodenn es ist [nun einmal der Fall] daszlig es istrdquo252 Egrave la linea seguita da DK Wiesner 1966 p 252 Coxon 1986 p 54 Heitsch 1995 p 23

Cerri 1999 p 151

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58 2 Strategie di risemantizzazione

ἔστιν come personale Ma anche in questo caso le alternative non mancanogiaccheacute ἔστιν puograve essere inteso come impersonale253

A fronte di tanta complessitagrave diventa del tutto legittimo dubitare che i te-sti considerati risultassero facilmente comprensibili ai lettori dellrsquoepoca senzalrsquoausilio delle spiegazioni orali del maestro La concreta situazione comunica-tiva in cui interagiscono il maestro-autore ed il suo pubblico di uditori-lettoriegrave tipica di quellrsquoarticolato compromesso tra oralitagrave e scrittura che domina ladiffusione del sapere in epoca tardo-arcaica

253 Per fare due esempi OrsquoBrien 1987 e Mansfeld 1983 sostengono soluzioni sintattichealternative

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3 Semantica aurale

31 Un linguaggio non specialistico

Gli interpreti dei presocratici tendono a considerare le loro parole-chiavecome ldquoterminirdquo Se tale qualifica puograve passare inosservata nella letteratura se-condaria in lingua italiana dove in contesti non specialistici lsquoterminersquo e lsquoparo-larsquo possono essere usati in modo quasi ambivalente essa diventa evidente nellacritica tedesca e inglese dove rispettivamente Terminus e term stanno per ter-minus technicus e sono cosa ben distinta da qualunque lsquoparolarsquo (Wort word)o anche lsquoparola-chiaversquo (Schluumlsselwort Stichwort keyword)254 Egrave infatti larga-mente diffuso il presupposto che ldquomit dem Aufkommen philosophischerSpekulation im engeren Sinn beginnen sich Alltagssprache und philosophi-sche Terminologie allmaumlhlich in verschiedenen Richtungen zu entwic-kelnrdquo255 Questo capitolo ed il successivo propongono tuttavia unavalutazione diversa del linguaggio sapienziale arcaico

Preliminarmente egrave opportuno considerare in breve la semantica dei lin-guaggi specialistici Lo specialista ad esempio lo scienziato o il filosofo chevoglia introdurre un concetto nuovo rispetto alla propria tradizione di sape-re pone un unico termine per tale concetto Si tratta di solito di un nuovo co-

254 Cfr a puro titolo di esempio Held 1970 p 162 Hammer 1991 p 69 Bremer 1996 p82 che qualificano le occorrenze di λόγος di Heraclit frr 1 2 e 50 come ldquoterminologicherdquo

255 Von Fritz 1968 p 285 Piugrave articolato ma simile nella sostanza egrave lrsquoapproccio di Snell1955 cap 11 che intende il ldquopassaggio dalla concezione mitica al pensiero logicordquo ovverodai rispettivi modi espressivi come evoluzione da similitudini particolaristiche e narrative(si pensi alle similitudini omeriche) ad analogie piugrave formali ed astratte laddove le seconderappresenterebbero un deciso superamento delle prime lrsquoesito naturale di tale processoevolutivo coinciderebbe con la formazione dei ldquoconcetti scientificirdquo

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60 3 Semantica aurale

nio lessicale che puograve consistere in un prestito o un calco da una o piugrave linguesia vive che morte In alternativa il termine egrave una parola tratta dal linguaggiocomune ed in seguito specializzata Il suo significato viene disambiguato ereso univoco attraverso una definizione esplicita in quanto le comunitagrave lin-guistiche che fruiscono dei linguaggi specialistici si aspettano che lrsquoambiguitagraveconnaturata nel linguaggio comune sia ridotta quanto piugrave possibile Egrave infattilrsquounivocitagrave semantica a distinguere il ldquotermine tecnicordquo del linguaggio specia-listico dalla ldquoparolardquo del linguaggio comune cosigrave che almeno idealmente256per i termini tecnici il rapporto fra significante e significato si avvicina ad unrapporto 11 Ad esempio il termine lsquoelettronersquo significheragrave necessariamenteuna cosa precisa ed una soltanto lsquoparticella subatomica elementare con caricanegativa costituente leggero degli atomi e appartenente alla famiglia dei lep-tonirsquo Dal punto di vista dellrsquoambiguitagrave e della produttivitagrave semantica dun-que i linguaggi specialistici si collocano per cosigrave dire alla periferia del linguag-gio naturale seguendo piuttosto il modello rappresentato dai linguaggi artifi-ciali logicamente perfetti e scevri da qualunque sovrapposizione semanticaQuesto era perlomeno lrsquoobiettivo dellrsquoIdeografia di Frege257

Si prendano ora in considerazione i testi dei cosiddetti presocratici Indub-biamente nella storia della lingua greca essi rappresentano una tappa fonda-mentale nel processo di concettualizzazione filosofica di parole attinte al lin-guaggio della tradizione epica e lirica Attraverso la risemantizzazione delleparole i σοφοί pongono in atto una funzionalizzazione di tale linguaggio invista di nuovi contenuti sapienziali gettando al contempo le premesse per ivalori terminologici attestati a partire dallrsquoetagrave classica

Ma il riconoscimento a posteriori della sua funzione storica appunto quel-la di ldquocernierardquo tra il linguaggio della tradizione epica e lirica e quello filosofi-co dellrsquoetagrave classica non autorizza ad intendere il linguaggio sapienziale arcai-co come proto-specialistico258 Questo equivarrebbe infatti ad interpretareun fenomeno non di per seacute ed entro la sua dimensione storica bensigrave in fun-zione degli sviluppi successivi considerando la sapienza arcaica alla luce della

256 Cfr Fraas 1998 (HSK) pp 430 ss che sottolinea come in realtagrave anche nei linguaggi spe-cialistici sebbene si cerchi di evitarle si riscontrano sinonimia polisemia ed omonimia

257 Frege 1965 pp 104 ss258 Cosigrave procede invece Kalverkaumlmper 1998 (HSK) pp 64 ss Wenskus 1998 (HSK) p 295

ponendosi delle domande di metodo legate alla nostra scarsa conoscenza del linguaggionon letterario usato nellrsquoantichitagrave dimostra maggior cautela e sottolinea (ivi p 297)come una deliberata volontagrave terminologica non compaia prima di Aristotele

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31 Un linguaggio non specialistico 61

filosofia classica e post-classica e come forma di sapere giagrave distinta dalle altreil che rappresenta un anacronismo259 In effetti il linguaggio dei sapienti ar-caici egrave contrassegnato da unrsquoambiguitagrave intenzionale260 che egrave agli antipodidellrsquoideale di disambiguazione ed univocitagrave semantica distintivo dei linguaggispecialistici La densitagrave semantica della parola ossia la proliferazione delle ac-cezioni incentivata dalla diversificazione dei contesti drsquouso egrave opposta allaspecializzazione terminologica in cui lrsquouniformitagrave dei contesti drsquouso deter-mina una sostanziale improduttivitagrave semantica261

Scorgere nei sapienti arcaici gli inventori del linguaggio specialistico egrave unamossa fuorviante non solo sotto il profilo metodologico ma anche sottoquello ermeneutico Un simile atteggiamento infatti invita ad unrsquointerpre-tazione giagrave disciplinarmente orientata delle parole-chiave Invece il θεός diSenofane non egrave ldquoteologicordquo il λόγος di Eraclito non egrave ldquologicordquo lrsquoἐόν di Parme-nide non egrave ldquoontologicordquo Soltanto a patto di intendere la filosofia come eineArt Gesamtwissenschaft262 egrave possibile parlare per questi testi di un ldquolinguaggiofilosoficordquo Anche a questo proposito egrave opportuno prendere le distanze daHavelock il quale egrave convinto che nei presocratici abbia luogo una ldquocollisionetra il linguaggio del lsquosenso comunersquo e quello della filosofiardquo263 al contrarioper questi testi ldquola difficoltagrave dellrsquointerpretazione sta nella vaghezza e poliva-lenza dei vocaboli piuttosto che in uno o in un altro significato ristretto va-ghezza e polivalenza dovute al fatto che [hellip] non sono ancora intervenute di-stinzioni categoriali per noi invece lsquonaturalirsquo ed ineliminabilirdquo264

Certamente sono sempre esistite delle forme di sapere dotate di caratteri-stiche distintive come ad esempio varie τέχναι e con queste anche i loro ri-

259 Di questo atteggiamento filosofico-storiografico come di una Illusion im Ruumlckblick rendeconto Laks 2005 p 29 anche se su posizioni diverse

260 Cfr Kahn 1979 p 91 e le argomentazioni addotte nel cap 13261 Cfr cap 32 p 73262 Kalverkaumlmper 1998 (HSK) p 64263 Havelock 1983 (The Linguistic Task) p 20264 Cosigrave si esprime Lanza 1966 p 187 a proposito di Anassagora e dunque anche oltre la

soglia cronologica qui considerata Lo studioso esprime il suo ldquorifiuto di tutti i modernitentativi esegetici fondati su particolari e ristretti significati da assegnare a termini (sic)come χρήματα ἄπειρος πλῆθος etc che vanno invece riportati al generale (e talvolta gene-rico) contesto linguistico del tempordquo (sullrsquoaccezione non specialistica di χρήματα cfranche Sider 1981 p 45) Lo stesso vale per ἀποκρίνομαι (ivi p 195) e anche per νοῦς (ivip 220 e poi piugrave diffusamente pp 222 ss dove se ne ripercorre anche la Wirkungsge-schichte) Schofield 1980 pp 11 s

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62 3 Semantica aurale

spettivi esperti E laddove si sviluppa una certa disciplina ligrave si sviluppa ancheun lessico specialistico corrispondente nascono cioegrave dei termini technici265 Ilsapere di Eraclito non consiste tuttavia in una o piugrave discipline specialisticheed egrave questa la ragione per cui non gli corrisponde alcuna Fachsprache una si-mile specializzazione significherebbe per il sapiente il misconoscimentodellrsquounitagrave del σοφόν e sfocerebbe nella biasimata πολυμαθίη266

Eraclito Senofane e Parmenide sono i rappresentanti di un sapere onni-comprensivo come emerge sia sul piano contenutistico ossia dalla generalitagravee dallrsquoeclettismo dei temi affrontati sia sul piano espressivo ossia appuntodalla non specificitagrave del loro linguaggio Sul finire del VI sec a C non sonostati ancora enucleati quei settori disciplinari nettamente delimitati lrsquounodallrsquoaltro che la critica tende spesso ad individuare Egrave questa la ragione per cuigli interpreti potrebbero benissimo ricostruire per la sapienza arcaica ldquostoriedel sapere differenti da quelle soliterdquo267 adottando criteri diversi nello stabili-re relazioni tra i testi Poicheacute alla sapienza arcaica egrave estranea sia la specializza-zione del sapere sia quella del linguaggio in questa indagine la scelta di con-siderare accanto ad Eraclito esempi tratti proprio dalla testualitagrave cosiddettaldquofilosoficardquo non egrave dettata da ragioni metodologiche ma puramente estrinse-che lrsquoobiettivo egrave cioegrave tentare di scardinare segnatamente quel paradigma sto-rico o storico-filosofico che vede nei ldquofilosofi presocraticirdquo gli inventori di unldquolinguaggio filosoficordquo inteso in senso specialistico Da un canto infatti la ri-flessione sul significato delle parole non egrave un fenomeno esclusivamente filo-sofico268 dallrsquoaltro sapienti quali Pindaro ed Eschilo il cui linguaggio egrave statodrsquoaltronde spesso paragonato a quello eracliteo269 e la cui oscuritagrave egrave rimasta al-

265 Giagrave nella lingua omerica egrave possibile individuare lessici corrispondenti a sfere del saperesentite come distinte si rileva ad esempio una gamma di termini nautici e di carpenterianavale (es Od V 228ndash277 per uno studio del passo cfr Janni 1996 pp 49ndash76) di metal-lurgia (es Hom Il XVIII 372ndash379 470ndash482) etc

266 Per la teoria della conoscenza eraclitea ed in particolare per lrsquoopposizione tra σοφίη eπολυμαθίη cfr cap 62

267 Cozzo 2006 pp 211ndash217268 Snell 1966 pp 213 ss riconosce che la prima modificazione del linguaggio della tradi-

zione epica consiste in un uso definito ldquopregnanterdquo delle parole della stessa tradizionericonoscibile non soltanto nei testi filosofici ldquoGiagrave i primi lirici greci cominciano a riflet-tere su che cosa sia il bello reale (Saffo fr 27 Diehl) chi sia il vero amico (per es Alceo 104Diehl) che cosa sia un uomo veramente buono (Simonide fr 4 Diehl) Essi tentano diandare al di lagrave dellrsquouso quotidiano delle parole [hellip]rdquo

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trettanto proverbiale270 si prestano bene allrsquoesame delle caratteristicheespressive e semantiche qui considerate271

In questrsquoepoca il sapere egrave inteso come uno solo ed indiviso (ἓν τὸ σοφόνHeraclit fr 41) il sapiente si occupa di tutto le sue conoscenze sono ampieed eclettiche le espressioni della sua saggezza generali piuttosto che partico-laristiche I σοφοί e φιλόσοφοι arcaici sono al tempo stesso cosmologi teologifisici spesso legislatori e sempre artigiani della parola in questo contesto cul-turale Eraclito non rappresenta affatto unrsquoeccezione272 Egrave piuttosto la tradi-zione posteriore a scorgere in loro gli specialisti di distinte ldquomaterierdquo cosigrave chead esempio giagrave Diogene Laerzio puograve individuare nellrsquoopera eraclitea tre di-stinte aree di competenza cosmologia politica e teologia273

269 Analogie tra il linguaggio di Pindaro Eschilo ed Eraclito sono state osservate ad esempioda Kahn 1964 p 190 e idem 1979 p 7 Hussey 1982 p 53 Molto calzanti egravelrsquoosservazione di Bremer 1996 p 82 ldquoFuumlr alle drei gilt das von Dionys v Halikarnaszlig her-ausgestellte Stilprinzip der lsquoharten Fuumlgungrsquo [hellip]rdquo di seguito (ivi p 83) viene approfonditalrsquoanalogia con lo stile laconico e apparentemente ldquodisunitordquo di Pindaro (sulla cui ambiguitagravecfr Gallet 1990) Circa la necessitagrave di applicare il principio di ldquogenerositagrave ermeneuticardquo siaad Eraclito sia ad Eschilo cfr Kahn 1979 p 92

270 Si pensi ad esempio alla caratterizzazione di Eschilo offerta in Ar Ra ma ancheallrsquoespressione italiana lsquovolo pindaricorsquo (ingl Pindaric flight) per indicare un passaggio let-terario che non evidenzia alcuna connessione logica con il contesto entro cui egrave inserito

271 Ma ambiguitagrave ed allusivitagrave intenzionali sono state rilevate anche ad esempio nel linguag-gio teognideo (Thgn 667ndash682 W) Secondo Nagy 1985 p 24 a queste il poeta ricorreper veicolare messaggi politici delicati in un momento storico in cui gli equilibri di potereentro la polis sono profondamente instabili Il poeta comunica in una modalitagrave poeticaldquothat is unmistakably understandable only to its intended audiencerdquo e si rivolge al σοφός (v682) ldquowhich means in the context of the ainos not just lsquoskilledrsquo but lsquoskilled in understand-ing poetryrsquordquo Cfr Cobb-Stevens 1985 p 172 ldquoThe kakoi have managed to dominate theagathoi by lying cheating pretending to be philoi and adopting the language of theagathoi Theognisrsquo response to this shifting semantic context is [hellip] to forge his own ambi-guities in the hope that those things that are hidden for the truly agathoi can be deciphredby them [hellip] because the community of true philoi to whom it is addressed have the sophienecessary for understanding the messagerdquo

272 Cfr Bremer 1996 p 83 ldquoNeuere Versuche einer systematischen Anordnung [der herakli-tischen Spruumlche] beruhen auf einem Miszligverstaumlndnis Sie setzen die Unterscheidung ver-schiedener Sachbereiche wie Kosmologie Ethik Theologie usw voraus die es vorAristoteles nicht gibtrdquo

273 D L IX 5 (= DK 22 A 15) τὸ δὲ φερόμενον αὐτοῦ βιβλίον ἐστὶ μὲν ἀπὸ τοῦ συνέχοντος Περὶφύσεως διήιρηται δὲ εἰς τρεῖς λόγους εἴς τε τὸν περὶ τοῦ παντὸς καὶ πολιτικὸν καὶ θεολογικόν

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Per illustrare questo fenomeno egrave sufficiente limitarsi ai tre esempi sopra ci-tati ossia la ldquoteologiardquo di Senofane la ldquodottrina del λόγοςrdquo di Eraclito e lrsquoldquoon-tologiardquo di Parmenide Egrave noto come la cosiddetta ldquoontology-cum-theologyrdquosenofanea sia il prodotto di una tradizione dossografica sostanzialmente in-fluenzata dalla ricezione del pensiero parmenideo (interpretatio eleatica)274Quanto al λόγος eracliteo esso egrave stato a lungo interpretato in senso razionali-stico e metafisico sebbene la parola allrsquoepoca di Eraclito non significhi neacuteldquolegge regolatricerdquo neacute ldquointelligenza cosmicardquo e simili bensigrave in quanto nomenactionis et rei actae di λέγειν semplicemente ldquoraccoltardquo e soprattutto ldquodiscor-sordquo275 Infine la voce di Kahn egrave alquanto isolata nellrsquoaffermare che ldquothe ἐόν ofParmenides is itself no technical expression but means lsquowhat is in fact thecase what is real and truersquo just as in Herodotus [hellip]rdquo276 Gran parte della cri-tica al contrario intende il pensiero parmenideo come la fondazione di unanuova scienza quella dellrsquoessere o ontologia insistendo sul fatto che ldquobisognaabituarsi a questrsquouso convenzionale e tecnicizzato della copula isolata dal suocontesto potenziale se si vuole comprendere il discorso epistemologico svol-to da Parmenide nella prima sezione del poema [hellip]rdquo277

Piugrave in generale la classificazione dei testi arcaici pervenuti in ldquostoricirdquo ldquofi-losoficirdquo ldquoletterarirdquo etc egrave frutto di concezioni culturali e di classificazioni se-riori che poco o nulla hanno a che vedere con la tradizione sapienziale allaquale si riferiscono278

Al sapere onnicomprensivo dellrsquoetagrave arcaica corrisponde dunque un lin-guaggio non specialistico Sottintendere un valore terminologico per le paro-le-chiave dei sapienti arcaici comporta non solo le giagrave accennate conseguenzeermeneutiche derivanti da unrsquointerpretazione disciplinarmente orientata

274 Cosigrave Mansfeld 1990 pp 147ndash173 Giagrave Untersteiner 1956 p XLVII notava che la fontedi Xenoph fr 23 (Clem Al Strom V 109) deve averne influenzato la ricezione in sensomonoteistico cfr inoltre Heitsch 1994 p 17 Mansfeld 1990 p 161 nota 44 etc Circala fondamentale testimonianza di Arist Metaph 986b 18 (= DK 21 A 30) sul dio unicosenofaneo Schirren (in corso di pubblicazione) sect 4 a) commenta ldquoOffenbar wusste Ari-stoteles nicht genau warum Xenophanes ein lsaquoHenologersaquo sein sollte sondern fand diesedoxographische Rubrizierung bereits vor Da sich aber ein expliziter Hinweis auf die lsaquoDia-dochersaquo [hellip] durch Parmenides findet koumlnnte dies ein Hinweis auf die Doxographie derSophisten seinrdquo

275 Cfr cap 51 pp 146 ss276 Kahn 1960 p 175277 Cerri 1999 p 60278 Con la massima chiarezza su questo punto si esprime Cozzo 2006 sect 35

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della loro σοφία ma anche conseguenze valutative Infatti se inteso comeFachsprache questo linguaggio non puograve che risultare inadeguato e deficita-rio la ragione di tale presunta carenza viene poi spesso individuata nella co-siddetta ldquoprimitivitagraverdquo del pensiero arcaico279

Il maggiore ostacolo alla comprensione della coesione semantica delle pa-role dense da parte dei moderni egrave probabilmente rappresentato dalla naturaletendenza dellrsquointerprete a proiettare la propria forma mentis su quelle che vainterpretando In questa prospettiva lrsquoidea di un sapere generale risulta piut-tosto vaga e viene concretizzata sotto forma di distinte discipline a ciascunadelle quali corrisponde il relativo linguaggio specialistico Simili aspettativevengono proiettate anche sul sapere greco arcaico Il problema egrave che la diver-sificazione dei contesti drsquouso nel linguaggio dei σοφοί elude il principale desi-deratum dei linguaggi specialistici ossia lrsquounivocitagrave semantica Nel tentativodi linearizzare quella che egrave sentita come una ldquodifformitagraverdquo semantica lrsquointer-prete attribuisce dunque al segno tanti significati quanti gli sembrano soddi-sfare i diversi contesti drsquouso ricorrendo cosigrave inevitabilmente al modello dellapolisemia Dato che ai testi in questione risultano estranee le caratteristichedistintive dei linguaggi specialistici280 una spiegazione linguisticamente piugravefondata e meno pregiudicante sotto il profilo ermeneutico consiste tuttavianellrsquoaccantonare lrsquoipotesi dei ldquoterminirdquo e nel considerare piuttosto le ldquoparolerdquocome calate entro lorizzonte del linguaggio comune281 Per quanto inciden-tale ed isolata la seguente affermazione di Fraumlnkel dovrebbe rappresentaredunque un cardine per lrsquoermeneutica dei testi sapienziali arcaici ldquoHeraclitusdoes not use technical language for the expression of his pattern All the early

279 Occupandosi della formazione dei concetti scientifici nella lingua greca Snell 1955 pp301 ss coerentemente con lrsquoassetto generale della sua opera delinea le linee di sviluppoche vanno da quella definita come ldquolingua primitivardquo ad uno stadio linguistico ritenuto piugraveprogredito (ossia capace di maggiore astrazione) In questo contesto lrsquoautore giudica leespressioni di Eraclito come ldquopresupposti necessari del pensiero scientificordquo ovvero comeforme ancora immature del pensiero scientifico stesso Come un esito particolare di questaposizione teorica generale che interpreta la storia della lingua greca arcaica come processodi evoluzione fino alla compiuta razionalitagrave dellrsquoetagrave classica puograve essere considerata anchela fortunata ipotesi di Busse 1926 pp 207ndash208 circa la Verschiebung semantica che saragraveconsiderata nel cap 51 pp 162 s

280 Sulle quali cfr Kalverkaumlmper 1998 (HSK) pp 60 s sect 13 e 14281 Fraas 1998 (HSK) p 429 ricorda che tradizionalmente a distinguere il ldquoterminerdquo dalla

ldquoparolardquo sono caratteristiche come ldquoKlarheit Exaktheit Eindeutigkeit GenauigkeitExplizitheit Wohldefiniertheit und Kontextunabhaumlngigkeitrdquo

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Greek philosophers abstain from developing technical language The specificmeaning is not couched in specific terms or stereotyped schemes but it resultsby implication from an unlimited variety of expression in current languageand style including instances images and other devices to guide the imagina-tion The philosophical ideas are intimated to the reader instead of beingforced upon him with rigid and coercive strictnessrdquo282

Oltre ad alcune caratteristiche sintattiche283 a mettere in guardia dal con-siderare il linguaggio sapienziale arcaico come un prototipo di linguaggioscientifico o specialistico284 sono principalmente le specificitagrave semanticheche verranno illustrate nel capitolo successivo (cap 32 pp 73 ss) Per il mo-mento si prendono in considerazione due ulteriori indizi della non specificitagravedel linguaggio eracliteo la scelta dello stile oracolare e il ricorso ai proverbiCirca il primo punto che egrave giagrave stato tematizzato dalla critica285 egrave sufficienterilevare che esso attesta la volontagrave di accrescere e sfruttare lrsquoambiguitagrave conna-turata nel linguaggio comune (e invece accuratamente evitata dai linguaggispecialistici) come fondamentale risorsa espressiva Egrave infatti il linguaggio co-mune non quello specialistico ad essere per sua natura duttile ed allusivo of-frendo dunque risorse piugrave adeguate agli effetti espressivi ricercati dal sapien-te Per Eraclito infatti ldquola stessa intima ambiguitagrave che egrave inerente alla parolanon costituisce un difetto [hellip] del linguaggio ma egrave un elemento essenziale epositivo della facoltagrave espressiva riposta in essordquo in questo modo il linguaggioacquisisce valore euristico e ldquola parola puograve diventare guida e norma della co-noscenzardquo286

Quanto al ricorso ai proverbi va rilevato che essi rappresentano il linguag-gio della tradizione per antonomasia rispetto al quale evidentemente lrsquoEfesionon ritiene di operare una rottura Lrsquoimportanza dei proverbi in una culturaoro-aurale egrave ben maggiore che nella nostra287 essi fungono da ldquoformulerdquo ac-

282 Fraumlnkel 1938 p 316 nota 14 Ciononostante lrsquoautore intende il λόγος eracliteo comeldquolaw of proportionsrdquo (ivi p 329 cfr anche p 333)

283 La sintassi dei sapienti arcaici egrave profondamente diversa da quella tipica dei linguaggi spe-cialistici della quale rende conto L Hoffmann 1998 (HSK)

284 Sulla differenza tra ldquolinguaggio specialisticordquo e ldquolinguaggio scientificordquo cfr Kretzenbacher1998 (HSK) pp 133 s

285 Cfr ad esempio Calabi 1977ndash1978286 Cassirer 1965 p 68287 Per le funzioni e la pratica dei proverbi in alcune culture oro-aurali contemporanee cfr ad

esempio Miruka 2001 pp 44ndash81 Griefenow-Mewis Bitima 2004 pp 71ndash80 corredatida antologie di proverbi Cfr inoltre Zahan 1963 pp 103 ss Cardona 2006 pp 166 s

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cessibili a larga parte della comunitagrave dei parlanti i quali anche senza possede-re alcuna competenza specifica sono in grado di padroneggiarne il ricco re-pertorio I proverbi contribuiscono a fissare e a tramandare in forma facil-mente comprensibile e memorizzabile aspetti fondamentali della tradizioneculturale decodificando le norme di condotta sociale e favorendo lrsquoaccesso adun patrimonio esperienziale condiviso288 Il ricorso di Eraclito ai proverbinon egrave sporadico ldquo[hellip] di loro rende testimonianza il detto i presenti sono as-sentirdquo (fr 34)289 ldquooccorre sedare la ὕβρις ancora piugrave che un incendiordquo (fr43)290 Il fr 85 egrave composto da due adagi popolari accostati lrsquouno allrsquoaltro ri-spettivamente ldquoegrave difficile combattere col cuorerdquo e ldquocomprare qualcosa a prez-zo dellrsquoanimardquo291 Sono poi frequenti i casi in cui i contenuti riconducibili allasaggezza popolare e la loro espressione in stile gnomico suggeriscono cheEraclito ricorra a locuzioni drsquouso comune tuttavia altrimenti non attestatecome proverbi o che vi si voglia approssimare A questo gruppo appartengo-no espressioni quali lsquole Ore che apportano tutte le cosersquo (fr 100)292 lsquofigli deigenitorirsquo (fr 74)293 lsquoi cercatori drsquooro scavano molta terra e ne trovano pocorsquo(fr 22)294 lsquoai caduti in guerra rendono onore gli dei e gli uominirsquo (fr 24) lsquoipiugrave se ne stanno satolli come bestiersquo (fr 29) lsquonon tirare conclusioni a caso sul-le cose piugrave importantirsquo (fr 47) lsquouno ne vale per me migliaia se egrave ottimorsquo (fr

288 In questo senso la funzione sociale e culturale assolta dai proverbi egrave analoga mutatismutandis a quella del cantore anchrsquoessi rappresentano infatti dei ldquomaestri di veritagraverdquo(Detienne 1977) le voci di unrsquoldquoenciclopedia tribalerdquo (Havelock 1973 pp 54 ss) i depo-sitari della ldquomemoria collettivardquo (Halbwachs 2001)

289 Cfr Leutsch-Schneidewin 1965 vol I p 446 (55) vol II p 766 (53) παρὼν ἀποδημεῖcfr Ar Eq 1119 s similmente Parm fr 41 Nussbaum 1972 I p 12 sostiene che i riscon-tri filologici per il significato di φάτις come ldquoproverbiordquo siano insufficienti e propone ditradurre come segue ldquociograve che dicono (φάτις) testimonia che i presenti sono assentirdquo

290 Per lrsquoespressione drsquouso comune ὕβριν σβεννύναι Marcovich 1978 p 366 ricorda ad esem-pio Hdt V 774 VIII 771 Pl Lg 835d commentando ldquopenso che lrsquointero detto seguaun antico luogo comune politico lsquola sommossa sociale egrave pericolosa per la cittagrave come unincendiorsquordquo

291 Per le testimonianze dei due adagi cfr Marcovich 1978 p 267 rispettivamente nota 1 adasup1 e p 268 nota 4 ad asup1 Per il primo dei due (θυμῶι μάχεσθαι) cfr anche Leutsch-Schnei-dewin 1965 vol II p 460 (96 b) quanto al secondo un senso paragonabile si trovaespresso in Hes Op 686

292 Kirk 31970 pp 294 s ipotizza che data la metrica dattilica del frammento si tratti di unverso rimasto celebre

293 Cfr Marcovich 1978 p 327294 Ivi p 28

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49) lsquolrsquoignoranza egrave meglio nasconderlarsquo (fr 95) lsquoi cani abbaiano contro chinon conosconorsquo (fr 97) lsquoper gli uomini che avvenga quello che vogliono nonegrave la cosa migliorersquo (fr 110) etc Il ricorso ai proverbi e la predilezione per lostile gnomico indicano come il linguaggio di Eraclito sia profondamente lega-to a quello del contesto culturale di appartenenza

Ricorrendo ad una metafora spaziale allrsquoinizio del capitolo egrave stato sostenu-to che dal punto di vista dellrsquoambiguitagrave e della produttivitagrave semantica i lin-guaggi specialistici si collocano alla periferia del linguaggio naturale mentre illinguaggio generico ne costituisce il cuore pulsante A fronte delle osservazio-ni svolte in questo capitolo si puograve aggiungere che sviluppando lrsquoambiguitagravedel linguaggio generico nella densitagrave semantica e sfruttandola come risorsaespressiva funzionale ad una proliferazione del senso il linguaggio sapienzialearcaico si pone come terreno di osservazione privilegiato per la produttivitagravesemantica dei linguaggi naturali

32 Semantica della contestualitagrave

Il rapporto tra il pensiero greco arcaico e quello successivo egrave stato tradizional-mente interpretato in base ad una progressione da ldquoprimitivordquo ad ldquoevolutordquoda ldquoa-logicordquo (o ldquopre-logicordquo) a ldquologicordquo da ldquoconcretordquo ad ldquoastrattordquo da ldquolin-guisticordquo a ldquometalinguisticordquo etc Come egrave prevedibile ciograve emerge con parti-colare evidenza nelle opere che si sono proposte di rappresentare lo sviluppostorico del pensiero greco Per ricordare due volumi particolarmente noti sipuograve pensare a Snell295 che si propone di delineare le tappe evolutive della lin-gua letteraria greca a partire dal linguaggio omerico ritenuto incapace diastrarre ovvero di produrre concetti generali e pertanto costituito da unacongerie di concetti particolari e a Nestle296 il cui titolo ldquoVom Mythos zumLogosrdquo giagrave riassume fedelmente la tesi portante Ad Havelock va attribuito ilmerito di aver individuato la specificitagrave del pensiero arcaico da una parte e diquello classico e post-classico dallrsquoaltra in una maggiore incidenza rispettiva-mente del medium orale e di quello scritto egli nondimeno oltre a non pre-stare attenzione alle caratteristiche proprie della fase aurale di transizione trai due media297 fa ricorso ad analoghe categorie di giudizio valutando come

295 Snell 1955296 Nestle 21975

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reificanti ed incapaci di astrazione le culture orali298 Questo non sorprendedal momento che perfino i professionisti degli studi comparativi come antro-pologi e psicologi cognitivi hanno applicato a lungo criteri di giudizio auto-referenziali e ritenuto che la diversitagrave tra la cosiddetta mente orale e quellaalfabetizzata consistesse nella capacitagrave ovvero nellrsquoincapacitagrave di effettuareldquocorrettamenterdquo operazioni mentali quali deduzione e classificazione e dun-que di pensare in modo logico astratto e razionale

Egrave necessario illustrare brevemente questa diffusa impostazione teorica pri-ma di confutarla ricordando gli studi di A R Lurija299 autorevole sostenito-re dellrsquoinettitudine dei non alfabetizzati a ragionamenti logici ed astratti Eglitrae argomenti in favore della sua tesi intervistando soggetti non alfabetizzatidella Russia Meridionale300 In realtagrave gli intervistati risultano in grado di ela-borare soluzioni sensate e anche ldquoastratterdquo (ad esempio ipotetiche) e di stabi-lire associazioni valide tra i dati presentati dagli intervistatori tuttavia le lorosoluzioni ed associazioni non si lasciano inquadrare entro gli schemi della lo-gica aristotelica e post-aristotelica eludendo pertanto le aspettative dei ricer-catori La formulazione dei quesiti fa riferimento a circostanze sentite comefortemente improbabili o affatto irrealizzabili gli intervistatori partono dalpresupposto che gli intervistati estrapoleranno le informazioni ldquoutilirdquo ovvero

297 Cfr Introduzione Oggetto di studio e approcci ermeneutici298 Ciograve emerge in Havelock 1973 in particolare pp 135 ss Questa posizione viene radicaliz-

zata in idem 1993 che giunge ad affermare la supremazia intellettuale dellrsquoalfabeto siarispetto ad altri sistemi di scrittura sia a maggior ragione rispetto alla loro assenza Conuna grave forzatura ideologica lrsquoalfabeto (ma non eventi ed abusi storici quali ad esempioil colonialismo) viene additato come spiegazione e giustificazione per lrsquoegemonia della cul-tura occidentale a livello mondiale cfr ivi pp 84 s ldquo[hellip] lrsquoinformazione alfabetica [hellip]assume la funzione di guida e le culture non-alfabetiche si incanalano lungo la via da essatracciata [hellip] un giapponese puograve esprimere oralmente quel che lrsquoOccidente gli ha inse-gnato Trasferendo lrsquoenunciato nel proprio sistema di scrittura potragrave allora riconoscere eleggere quel che giagrave sa come facevano gli scribi dellrsquoantichitagrave Ma la libera produzione dienunciati originali nel proprio sistema di scrittura risulta difficile [hellip] LrsquoAmerica elrsquoEuropa per un verso la Russia per lrsquoaltro unite in questi punti dalla loro comune superio-ritagrave alfabetica sono oggi nella condizione di fornire idee e tecnologia assorbite comeinfluenze straniere e accolte probabilmente non senza qualche rancore ma avidamente dailoro clienti non-alfabetici Non egrave quindi casuale che mentalitagrave forme di esperienza eforme letterarie fondamentalmente orali siano sopravvissute in modo molto piugrave tenacenei paesi arabi in Cina e in Giapponerdquo

299 Lurija 1986300 Ivi pp 79 ss

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utili agli scopi dellrsquoesperimento Al contrario gli intervistati considerano se-riamente e soppesano le circostanze indicate nella formulazione dei quesitiriferendole ad una coerenza esperienziale sentita come irrinunciabile perqualunque discorso sensato Lo stesso vale per gli esperimenti sullrsquoabilitagrave diconcludere correttamente i sillogismi avendo a disposizione la premessa mag-giore e quella minore i problemi di ragionamento basati sul modus ponens dicui il sillogismo egrave un ottimo esempio non sono risolvibili in base al riferimen-to situazionale il che ostacola la comprensione dei quesiti da parte dei non al-fabetizzati301 In questa procedura si rilevano dunque sia un errore metodolo-gico giaccheacute la tipologia delle prove risulta inadeguata ai soggetti esamina-ti302 sia un corrispondente errore valutativo percheacute il fallimento degli esperi-menti viene interpretato da Lurija come una prova dellrsquoinsufficienzacognitiva dei non alfabetizzati

Riconosciuto il carattere pregiudiziale di questa impostazione303 J PDenny ritiene piugrave proficuo porre alla base delle molteplici diversitagrave tra le dueformae mentis unrsquounica matrice la tendenza alla contestualizzazione tipica

301 Ne riporto qui un esempio (ivi pp 126 s) ldquoEgrave dato il seguente sillogismo lsquoLe lepri vivonoin grandi boschi In cittagrave non ci sono grandi boschi Ci sono cittagrave dove vivono delle leprirsquo[Risposta 1] lsquoConosco una cittagrave dove crsquoegrave un bosco non so se ligrave ci siano delle lepri E crsquoegraveanche un secondo bosco forse le lepri sono ligraversquo [Risposta 2] lsquoCegrave un villaggio con un boscoe ligrave si trovano delle lepri E crsquoegrave un altro grande villaggio ma senza bosco non so se ligrave ci sianodelle leprirsquo [Risposta 3] lsquoQui ci sono dei grandi boschi forse ci vivono delle lepri [hellip] Quici sono dei grandi boschi dove vivono le lepri Percheacute nelle grandi cittagrave non ci sono leprirsquo[Risposta 4] lsquoLe lepri vivono nei boschi Ma nelle grandi cittagrave ci sono le lepri oppure norsquordquo

302 Hutchins 1980 intende evitare tale errore metodologico purtroppo molto diffuso nellapreparazione di prove psicologiche rinunciando alle prove stesse in quanto situazionicomunicative innaturali o ldquoda laboratoriordquo ed analizzando piuttosto la produzione lingui-stica spontanea dei nativi interferendo il meno possibile

303 Una rassegna critica dei differenti approcci di ricerca sullrsquoargomento a partire da Lurija egravein Hutchins 1980 pp 8ndash12 Lrsquoautore rifiuta le posizioni correnti circa lrsquoinsufficienzalogica e la primitivitagrave della comunitagrave da lui studiata (la popolazione delle isole Trobriand)e del pensiero non occidentale in generale cfr ivi pp 127 s ldquoThere is no need to posit adifferent logic whether alogical (Levy-Bruhl 1910 1923) preoperational (Piaget 1951)or three-valued lsquoL-3rsquo (Cooper 1975) [hellip] It is clear that Trobrianders cut the world intoa different set of categories from those we entertain and that those categories are linkedtogether in unfamiliar structures But the same types of logical relations underlie the con-nections of propositions in our conceptions and in theirs and the inferences that areapparent in their reasoning appear to be the same as the inferences we makerdquo Cfr inoltreCole Gay Glick Sharp 1976 Contro pregiudizi recenti e meno circa la mancanza diastrazione nelle lingue dei cosiddetti ldquopopoli primitivirdquo cfr Cardona 2006 pp 36 s

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del pensiero orale ovvero quella alla decontestualizzazione tipica del pensie-ro alfabetizzato304 Egli mostra come numerosi altri tipi di opposizione adesempio ldquocontrastivo vs additivordquo ldquoanalitico vs aggregativordquo ldquoobiettivo vsempaticordquo etc305 siano sostanzialmente riconducibili a questa differenzafondamentale Lrsquoipotesi presenta vantaggi importanti non solo sul piano eti-co dove il giudizio di merito espresso da categorizzazioni quali ldquoprimitivo vsevolutordquo e ldquoa-logico (pre-logico) vs logicordquo egrave lesivo della dignitagrave umana maanche sotto il profilo scientifico percheacute non si appella ad indimostrabili pre-cetti evoluzionistici e al contempo costituisce una spiegazione piugrave economi-ca che cioegrave da sola dagrave conto di unrsquoampia gamma di fenomeni a cui qui di se-guito si puograve accennare solo brevemente

Ad esempio in questrsquoottica si possono considerare determinate concezio-ni sociali Le culture tradizionali tra cui vanno certamente incluse quelle ora-li sono improntate infatti ad una maggiore integrazione degli individui neltessuto sociale il che tende a determinare un giudizio negativo circa idee edatteggiamenti individualisti o eversivi I singoli percepiscono la propria iden-titagrave non come autodeterminata ossia come il risultato di tratti della persona-litagrave connotativi dei soggetti stessi ma come sancita dai rapporti che legano ilsoggetto al contesto sociale di appartenenza rapporti di parentela clan ami-cizia ostilitagrave ospitalitagrave competizione subordinazione etc306 Il legame traindividuo e comunitagrave egrave dunque insolubile Egrave per queste ragioni che nelle so-cietagrave tradizionali il giudizio della comunitagrave circa lrsquoindividuo ed il suo operatorisulta fondamentale A proposito della societagrave omerica Dodds ha formulatoil fortunato concetto di ldquociviltagrave della vergognardquo307 in cui il senso dellrsquoonore(τιμή) che necessariamente coincide con le convenienze sociali costituisce laprincipale direttiva morale della condotta umana Al contrario nelle societagrave

304 Denny 1995 specialmente pp 81 ss individua il fattore principale della tendenza al pen-siero contestualizzante nella ridotta complessitagrave del sistema sociale viceversa nelle societagravecomplesse aumenterebbe la capacitagrave di decontestualizzazione Lrsquoautore sottolinea ripetu-tamente che lrsquooralitagrave e la scrittura favoriscono rispettivamente il pensiero contestualiz-zante e quello decontestualizzante

305 Si tratta delle coppie antitetiche adottate da Ong 1986306 Leenhardt 1984 p 203 offre una rappresentazione grafica dellrsquoidentitagrave dellrsquoindividuo

malesiano come risultato delle sue relazioni sociali Infatti ldquo[lrsquouomo] conosce se stessosolo attraverso le relazioni che intrattiene con gli altri Egli esiste solo nella misura in cuigioca il suo ruolo entro il sistema di queste relazioni localizza se stesso solo in rapporto adesserdquo Cfr anche Cornford 2002 pp 102 s

307 Dodds 2000 pp 29ndash31

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industrializzate ed alfabetizzate egrave facile riscontrare la presenza di modelli eticied esistenziali orientati verso uno spiccato individualismo il che consente divalutare positivamente idee ed atteggiamenti socialmente disgreganti comead esempio lrsquoindipendenza lrsquooriginalitagrave lrsquoemancipazione la disobbedienza ilboicottaggio la sovversione

Non solo modelli sociali ma anche alcune concezioni e modalitagrave della co-noscenza possono essere messe in relazione con il pensiero contestualizzanteInfatti il rapporto tra parti e totalitagrave egrave cruciale nel processo di acquisizionedella conoscenza per conoscere un oggetto occorre innanzitutto identificar-lo nella sua determinazione e distinguerlo da uno sfondo originariamente in-differenziato ovvero da un contesto circostante308 Le culture occidentalimoderne sono in grado di mettere bene a fuoco i diversi oggetti della cono-scenza dopo averli nettamente distinti gli uni dagli altri esse promuovonouna crescente specializzazione dei saperi allo scopo di approfondire lrsquoanalisidegli oggetti fino alle loro componenti minime giaccheacute il progresso della co-noscenza egrave inteso come un aumento delle distinzioni pertinenti Per le suestesse peculiaritagrave un sistema di conoscenze cosigrave strutturato tende a non valo-rizzare lrsquointerconnessione degli elementi concentrandosi piugrave sugli oggettidella conoscenza che sulle loro relazioni reciproche A questo modello dellaconoscenza corrisponde unrsquointerpretazione della realtagrave come pluralitagrave so-stanzialmente disgregata di fenomeni indipendenti Al contrario egrave caratteri-stico delle culture tradizionali che i distinti fenomenici non siano intesi comeinesorabilmente separati gli uni dagli altri ma piuttosto come componenti diun sistema unitario il quale egrave stato icasticamente definito come un ldquoconti-nuum simpaticordquo309 Saperi e pratiche riconducibili allrsquoomeopatia al totemi-smo e alla magia simpatica affondano tutti la loro ragion drsquoessere nella cre-denza circa lrsquointima e spesso invisibile interconnessione di enti e fenomeniapparentemente indipendenti gli uni dagli altri

A livello di produzione linguistica310 sembra che la maggiore contestualiz-zazione del pensiero orale tenda a coincidere con una piugrave elevata frequenzadellrsquouso dei deittici e della proposizione relativa311 In generale il medium

308 Per questo approccio alla cognizione cfr Maturana 1988 specie pp 82 s309 Cornford 2002 pp 129ndash133 illustra il concetto di continuum simpatico che secondo lo

studioso soggiace costantemente alle riflessioni presocratiche sulla φύσις Sulla necessitagravecoesiva sottesa al totemismo cfr ivi pp 122 ss Damman 1963 p 37

310 Cfr Olson Torrance Hildyard 1985 ed in particolare ivi Chafe pp 116ndash118 Tannenpp 127ndash8 e 137

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orale si affida maggiormente al riferimento situazionale percheacute esso come co-municazione in praesentia e a differenza di quello scritto permette al parlantedi disporre di maggiori informazioni circa lrsquoidentitagrave il retroterra socio-cultu-rale e le aspettative di chi lo ascolta e dunque di astenersi dal fornire le infor-mazioni non necessarie nel contesto comunicativo contingente inoltre ilmedium orale puograve sfruttare canali non verbali e prettamente situazionali nondisponibili in quello scritto quali la mimica e la gestualitagrave312

In che modo queste riflessioni sono utili allo studio dei sapienti arcaici Fi-nora non egrave stato posto lrsquoaccento sul fatto che i loro testi riflettendo la transi-zione di una cultura orale che va lentamente alfabetizzandosi siano profon-damente contrassegnati dalla contestualitagrave Ed egrave sotto lrsquoaspetto della conte-stualitagrave che in particolare la semantica dei sapienti arcaici si oppone diame-tralmente a quella teorizzata dai linguaggi specialistici

Lrsquoesame delle specificitagrave semantiche condotto nei capitoli precedenti haevidenziato che la densitagrave egrave ottenuta attraverso strategie di contestualizzazio-ne diversificata delle parole Infatti le reti di significazione (cap 21) inseri-scono la parola entro un sistema di immagini tutte veicolanti il medesimocontenuto sistema entro il quale le nuove accezioni emergono grazie alla ldquori-sonanzardquo tra unrsquoimmagine e lrsquoaltra I giochi di parole (cap 22) mirano a sta-bilire collegamenti inaspettati tra parole che prima facie nulla hanno a chevedere le une con le altre Infine la polivalenza sintattica (cap 23) consentedi instaurare coerenze sintattiche flessibili e non univoche

La varietagrave dei contesti drsquouso delle parole egrave un indice importante della diffe-renza tra il linguaggio sapienziale arcaico ed i linguaggi specialistici Infatti icontesti drsquouso dei termini dei linguaggi specialistici sono poco variabili e que-sto determina scarsa produttivitagrave semantica ossia un significato tendenzial-mente univoco e poco articolato Al contrario la spiccata variabilitagrave dei con-testi drsquouso delle parole propria del linguaggio comune e promossa dal lin-guaggio sapienziale arcaico incentiva la proliferazione delle accezioni e dun-que la produttivitagrave del significato313 A livello ermeneutico ne consegue che ilsignificato della parola e a maggior ragione della parola densa non puograve essere

311 Denny 1995 pp 78 ss 312 Sulla gestualitagrave nella performance cfr Calame-Griaule 1985 pp 301ndash310 corredato da

un indispensabile repertorio fotografico Un tentativo di ricostruire la gestualitagrave attribui-bile ai testi greci arcaici e classici egrave intrapreso da Boegehold 1999

313 Sul rapporto tra variabilitagrave del contesto drsquouso e produttivitagrave semantica cfr De Mauro1983 p 121

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74 3 Semantica aurale

compreso di per seacute ma solo entro lrsquoorizzonte delle contestualizzazioni dellaparola ossia delle sue relazioni con altre parole

Per quanto riguarda la contestualitagrave il modello di significazione basatosulla densitagrave tipica del linguaggio sapienziale arcaico puograve essere consideratoopposto a quello basato sulla definizione che invece caratterizza i linguaggispecialistici e scientifici come un irrinunciabile strumento di disambiguazio-ne dei termini314 Per ldquodefinizionerdquo si intende lrsquoanalisi esplicita del segno lin-guistico in un definiendum (che coincide con il significante) ed un definiens(che corrisponde al significato) In genere la definizione si prefigge di chiari-re e fissare il significato del segno spiegandolo in modo lineare esaustivo e ap-punto ldquodefinitivordquo Tale obiettivo egrave perseguito per mezzo della delimitazionedel valore semantico del definiendum rispetto ad altri segni del sistema lingui-stico ossia come indica lrsquoetimologia del termine (lat de-finitio de-finio) at-traverso una netta circoscrizione del suo perimetro semantico alla quale ingenere segue un elenco sistematico di tutte le possibili accezioni Una voltadefinito il significato del termine guadagna una notevole autonomia espres-siva nel senso che non necessita di ulteriori chiarimenti (ad es descrizioniperifrasi esempi etc) per essere applicato dallrsquoautore e compreso dal pubbli-co Il ricorso alla definizione presuppone dunque una certa linearizzazionedellrsquoargomentazione e dellrsquoesposizione egrave evidente ad esempio che per sfrut-tarne a pieno lrsquoefficacia saragrave indicato premetterla a tutte le occorrenze del ter-mine definito315 In quanto analisi linguistica di un segno linguistico la defi-nizione puograve essere considerata come un procedimento sostanzialmente me-talinguistico

Nei testi sapienziali arcaici non si riscontra lrsquouso della definizione neacute di al-tre forme di analisi esplicita dei significati Poicheacute tra gli esperti delle conse-guenze cognitive dellrsquoalfabetizzazione egrave diffuso il pregiudizio per cui il par-lante non alfabetizzato non egrave in grado di pensare in modo metalinguistico316

314 Cfr Beccaria 32004 sv lsquolinguaggio scientificorsquo ldquoCaratteristica necessaria di ogni linguag-gio scientifico egrave la rigorosa univocitagrave semantica Lo scienziato necessita di una terminolo-gia priva di quellrsquoalone di incertezza evocativa talora vera e propria ambiguitagrave che esistesempre nel linguaggio comune [hellip] Lo scienziato deve definire rigorosamente i termini cheusa (se non sono giagrave codificati) e attenersi al significato fissatordquo (corsivo mio)

315 Strutturare la propria argomentazione tenendo conto di simili sequenzialitagrave non rappre-senta un problema per chi disponga di una tecnologia di visualizzazione ed oggettivazionedel linguaggio come appunto quella scrittoria diversa egrave invece la situazione del parlantenon alfabetizzato

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32 Semantica della contestualitagrave 75

lrsquoassenza della definizione nei testi sapienziali arcaici potrebbe essere facil-mente imputata ad una presunta insufficienza della loro ldquoconsapevolezza lin-guisticardquo frutto dellrsquoancora scarsa dimestichezza con la scrittura317 Lrsquoipotesidi uso irriflesso del linguaggio da parte dei popoli senza scrittura egrave tuttaviaimmotivata la scrittura costituisce solo un incentivo e non la conditio sinequa non della riflessione sul linguaggio che invece egrave propria anche dei parlan-ti non alfabetizzati e proto-alfabetizzati318

Passando ad osservare il modello semantico basato sulla densitagrave emergonocaratteristiche di segno opposto Qui il significato non viene neacute fissato neacuteanalizzato bensigrave emerge direttamente dai contesti drsquouso del segno Piuttostoche ridurre lrsquoambiguitagrave del significato la densitagrave semantica la acutizza persfruttarla come risorsa espressiva al posto di de-limitare la parola ovverotracciare nitidamente i confini del suo valore semantico la collega con altreparole in modi inaspettati diversificandone i contesti drsquouso anzicheacute lineariz-

316 Fleisher Feldman 1995 pp 51ndash58 critica e traccia in breve il quadro di questa ldquoafferma-zione generalerdquo (sic) sostenuta dagli studiosi dei fenomeni culturali riconducibili allrsquooralitagravee alla scrittura Nello stesso volume le posizioni contestate sono sostenute da Olson 1995pp 273ndash277

317 Havelock 1983 (Dike) pp 302ndash306 sostiene che in epoca arcaica il verbo lsquoesserersquo nonabbia valore copulativo e che questa sia la ragione per lrsquoassenza di definizioni in Omero edEsiodo si tratta di una teoria molto ingenua e ancor piugrave infondata Piugrave in generale circale presunte lacune nella ldquoconsapevolezza linguisticardquo dei non alfabetizzati cfr Olson 1995pp 271 ss e letteratura ivi citata

318 Cfr Fleisher Feldman 1995 pp 58 ss La riflessione sul linguaggio egrave ldquointrinseca nellanatura stessa della facoltagrave del linguaggiordquo il che autorizza a parlare di una ldquoistintiva rifles-sione metalinguistica del parlanterdquo della quale il metalinguaggio adoperato nelle scienzemoderne rappresenta una formalizzazione (cosigrave Beccaria 32004 sv lsquometalinguaggiorsquo)Questa linea teorica egrave stata approfondita da Culioli attraverso il concetto di epilinguismorsquoossia di ldquoattivitagrave metalinguistica non coscienterdquo (Culioli 1999 pp 19 74) grazie al qualeegrave riconosciuta una dimensione della riflessione linguistica indipendente dalle formalizza-zioni che contraddistinguono le scienze linguistiche occidentali moderne Rifacendosi alconcetto di lsquoepilinguismorsquo formulato da Culioli Auroux 1998 pp 15 s sottolinea comeil rapporto tra il dominio epilinguistico e quello metalinguistico deve essere rappresentatocome un continuum ldquoil primo non cessa con lrsquoapparizione del secondo questrsquoultimo nonapporta automaticamente un contenuto nuovo e infine egrave possibile senza entrare nellametalinguistica elaborare delle procedure codificate (controlli di correttezza giochi lin-guistici ecc) per rendere manifesta ciograve che egrave possibile definire lsquocoscienza epilinguisticarsquo Lacoscienza epilinguistica non egrave il sapere epilinguistico non cosciente divenuto cosciente egravesemplicemente un rapporto cosciente con certi contenuti del sapere epilinguistico che per-mangono non coscienti vale a dire non rappresentati in quanto talirdquo

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zare lrsquoespressione ne intensifica la non-linearitagrave319 Anche laddove i testi sa-pienziali arcaici tematizzano piugrave apertamente il significato delle parole denseegrave costante il ricorso ad una ldquosintassi dellrsquoevento e dellrsquoazionerdquo320 tipicamentenarrativa contrapposta a quella puramente descrittiva della definizioneConsideriamo alcuni casi del genere Senofane Parmenide ed Eraclito elu-dendo schemi del tipo lsquoθεός ἐόν λόγος egrave x y zrsquo presentano direttamente laparola densa entro una gamma variegata di contesti ldquoUnico dio tra gli dei[hellip]rdquo esordisce Senofane (fr 231) per poi mostrare subito in azione la sua in-solita divinitagrave Egrave appunto dalla sua azione che emergono i tratti distintivi ri-spetto agli dei omerici ldquotutto intero vede tutto intero comprende tutto in-tero ascoltardquo (fr 24) ldquosenza fatica agita tutte le cose con lrsquointelligenza dellamenterdquo (fr 25)321 ldquosempre resta nello stesso luogo senza muoversi affatto neacutegli si addice spostarsi di qua e di lagraverdquo (fr 26) Lrsquoaedo Senofane dunque ldquorac-contardquo il suo θεός322 Analogamente nel fr 82 ss Parmenide non procede aduna secca definizione dellrsquoldquoessererdquo ma si diffonde nella descrizione deiσήματα πολλά che ne costellano la via Esso egrave ingenerato imperituro tutto in-tero continuo immobile perfetto a ciascun σῆμα successivamente egrave dedica-ta unrsquoapposita sezione argomentativa323 Anche in questo caso il chiarimentosemantico egrave affidato ad una ldquosintassi dellrsquoevento e dellrsquoazionerdquo contraddistin-ta da agenti animati quali divinitagrave e personificazioni324 lrsquoἐόν egrave ingenerato edimperituro percheacute Giustizia lo tiene ben fermo ed in catene (vv 13ndash15) egrave im-mobile percheacute nascita e perimento errano molto lontani da lui (vv 27ndash28)infatti la convinzione della veritagrave sa tenerli alla larga (v 28) Necessitagrave lo av-vince nei legami del limite (vv 30ndash31)325 la Moira lo tiene legato ed immobi-le (v 37) Lo stesso si riscontra in Eraclito ad esempio egli non si limita ad

319 Sulla non-linearitagrave dellrsquoespressione eraclitea cfr Kahn 1979 p 90320 La formulazione egrave di Havelock 1973 pp 139 ss321 Cfr A Supp 96ndash103322 Al contrario Havelock 1982 p 237 sostiene che in questi versi Senofane critichi la sin-

tassi dellrsquoevento e dellrsquoazione omerica negando al suo dio il movimento Ciograve non toglie cheil dio senofaneo egrave ancora autore di azioni ed interventi sul mondo egrave lui a ldquovedere com-prendere ed ascoltarerdquo ad ldquoagitare tutte le coserdquo dunque come richiede la polemica neiconfronti degli dei omerici e del loro operato le sue azioni appaiono qualitativamentemodificate ma non per questo sono cessate Pur avviandone la trasformazione Senofanenon taglia drsquoun tratto i ponti con costumi mentali ed espressivi della tradizione aedica allaquale appartiene

323 Parm fr 86ndash21 per ldquoingeneratordquo e ldquoimperiturordquo 22ndash25 per ldquotutto interordquo e ldquocontinuordquo26ndash33 per ldquoimmobilerdquo 42ndash49 per ldquoperfettordquo

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una secca affermazione come ldquola guerra egrave padrerdquo o ldquola guerra egrave rerdquo ma ne rac-conta le circostanze e le conseguenze ldquola guerra egrave padre di tutte le cose di tutteegrave il re e mostra gli uni come dei gli altri come uomini rende gli uni schiavi glialtri liberirdquo (fr 53) similmente non solo ldquoil tempo egrave un bambinordquo ma ldquo[hellip] egraveun bambino che gioca che tira i dadi il regno di un bambinordquo (fr 52)326Nemmeno il fr 67 offre una definizione le quattro coppie di immagini anti-tetiche che seguono il sostantivo lsquodiorsquo hanno valore puramente esemplificati-vo327 ldquoil dio (egrave) giorno notte inverno estate guerra pace sazietagrave famerdquo il sen-so dellrsquoaffermazione egrave poi illustrato dalla similitudine con lrsquoazione del fuocosugli aromi I sapienti arcaici forniscono dunque un chiarimento funzionaleal passo in cui la parola egrave inserita Questo tipo di tematizzazione del significa-to non ha carattere onnivalente non vale cioegrave a priori ma piuttosto situazio-nale in quanto appaga di volta in volta un contesto determinato Al contra-rio lo scopo della definizione egrave di analizzare il segno linguistico in modo in-dipendente dai suoi specifici contesti drsquouso e dunque esaustivo

Dal confronto proposto in questo capitolo emerge che la semantica dei lin-guaggi specialistici la quale fa ampio ricorso alla definizione evidenzia quellatendenza decontestualizzante che egrave facilmente riscontrabile nelle culture al-fabetizzate quella dei sapienti arcaici il cui tratto distintivo egrave stato indivi-duato nella densitagrave procede invece in modo contestualizzante e si rivela inquesto piugrave simile alle culture orali o scarsamente alfabetizzate Le differenzetra i due modelli possono essere sintetizzate come nello schema della paginache segue

324 Cfr Emp fr 6 che identifica le quattro radici in quattro divinitagrave corrispondenti Zeus =fuoco Era = aria Aidoneo = terra Nesti = acqua (sul problema cfr Guthrie 1965 pp 144ss) e le forze di attrazione e repulsione rispettivamente in Amicizia e Contesa La tabelladi Wright 21995 p 23 presentando sinotticamente le numerose denominazioni possibiliper ognuna delle quattro radici illustra inoltre come per il sapiente arcaico il rapporto trasignificante e significato non sia affatto 11 (come esigono invece i linguaggi specialistici)il che era ben chiaro giagrave agli antichi cfr ad esempio Arist GC 315a 10 s

325 Cfr Parm fr 106ndash7 326 Per πεσσεύειν cfr Marcovich 1978 p 341 il verbo significa sia ldquogiocare a damardquo sia ldquogio-

care a dadirdquo 327 Lrsquointento esemplificativo giagrave ammesso dalla fonte Ippolito egrave posto in rilievo da Fraumlnkel

1955 p 238 seguito in questo da buona parte della critica Contra Kahn 1979 p 277

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78 3 Semantica aurale

A fronte delle osservazioni svolte nei capp 31 e 32 egrave possibile riscontrarelrsquoinfluenza della situazione comunicativa aurale ossia del compromesso traoralitagrave e scrittura nelle specificitagrave semantiche dei testi sapienziali arcaici Daun canto infatti la scrittura facilitando lrsquoattivitagrave epi- e metalinguistica grazieallrsquooggettivizzazione del linguaggio contribuisce a porre il significato delleparole della tradizione epica e lirica come oggetto di riflessione e di elabora-zione Dallrsquoaltro il modo di tale riflessione semantica appare ancora profon-damente segnato dalla forma mentis orale esso infatti egrave fondato sulla conte-stualitagrave ovvero sulla densitagrave come prodotto di una contestualizzazione diver-sificata delle parole ed evidenzia caratteristiche quali variazione dellrsquoidenti-co per cui il medesimo contenuto egrave veicolato attraverso una molteplicitagrave diimmagini (reti di significazione) sintassi dellrsquoevento e dellrsquoazione etc

Definizione Densitagrave

semanticamente decontestualizzante isola la parola da altre parole de-finitio

semanticamente contestualizzante collega la parola ad altre parole es reti di significazione

accresce lrsquoautonomia semantica della singola parola

riduce lrsquoautonomia semantica della singola parola

riduce lrsquoambiguitagrave della parola accresce lrsquoambiguitagrave della parola

ambisce ad un chiarimento esaustivo permette un chiarimento situazionale

intensifica la linearitagrave dellrsquoespressione intensifica la non-linearitagrave dellrsquoespressione

privilegia la sintassi descrittiva privilegia la sintassi narrativa

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Conclusioni della Parte I

In questa prima parte del lavoro sono stati esaminati alcuni aspetti salientidella significazione di Eraclito intesa come modello esemplare della significa-zione della sua temperie culturale Lo scopo egrave comprendere in che modo iσοφοί considerati adattano il linguaggio della tradizione epica e liricaallrsquoespressione di nuovi contenuti sapienziali Qui di seguito vengono riassun-ti i punti salienti dellrsquoargomentazione sostenuta

I sapienti arcaici risemantizzano le loro parole-chiave Il quadro teorico dipartenza egrave quello fornito da Kahn (1979) che enuclea i principi di ldquorisonanzardquoe di ldquodensitagrave linguisticardquo a mio avviso riferibili non solo ad Eraclito ma mu-tatis mutandis anche a Senofane e Parmenide (cap 11 p 2)

Allrsquoambiguitagrave del linguaggio sapienziale arcaico concorre in misura signifi-cativa la risemantizzazione di parole attinte al linguaggio della tradizione epi-ca e lirica che consiste in una diversificazione dei loro contesti drsquouso e dun-que delle loro accezioni Lrsquoarricchimento semantico cosigrave prodotto resta coe-rente con il significato giagrave in uso tra accezioni ldquotradizionalirdquo da una parte eldquorisemantizzaterdquo dallrsquoaltra vige necessariamente un nesso di continuitagrave No-nostante il significato delle parole-chiave del linguaggio sapienziale arcaicosia ancora profondamente unitario per lrsquointerprete risulta talvolta arduoscorgere un legame di continuitagrave tra le differenti accezioni della parola rise-mantizzata egrave per questa ragione che la critica fa costante ricorso al modellosemantico della polisemia

In quanto funzionale alla promozione di nuove accezioni tale ambiguitagrave egravevolutamente prodotta dai σοφοί (cap 13) Il fenomeno non si lascia spiegaredunque come imperizia linguistico-espressiva del pensatore arcaico che inav-vertitamente sovrappone diverse accezioni della parola Essa investe soltanto

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80 Conclusioni della Parte I

le parole-chiave e occorre costantemente nei punti teorici di maggior rilievodando adito ad un autentico quid pro quo tra accezione tradizionale ed acce-zione risemantizzata si considerino ad esempio Xenoph fr 231 Heraclit fr1 Parm fr 23ndash5

La diversificazione dei contesti drsquouso egrave ottenuta attraverso varie strategieespressive Nella tessitura di reti di significazione (cap 21) trova riscontro ilprincipio di risonanza formulato da Kahn si possono individuare infattigruppi di immagini tutte veicolanti un contenuto analogo le quali dunque siriecheggiano a vicenda In Eraclito ad esempio parole quali λόγος πῦρπόλεμος θεός σοφίη σοφός etc evidenziano come prerogativa condivisa (einvece estranea allrsquoaccezione tradizionale) quella di essere ldquocomunirdquo e valideper tutti gli uomini o per tutte le cose Vi sono poi i giochi di parole (cap 22)che consentono di stabilire analogie e richiami inaspettati tra parole apparen-temente irrelate specialmente grazie allrsquoassonanza e alla paretimologia Lrsquoin-superato maestro di giochi di parole egrave Eraclito facilitato nel suo compito an-che dal ricorso allo stile oracolare per sua natura allusivo e doppio328 Anchela polivalenza sintattica (cap 23) egrave un mezzo efficace sicuramente il predi-letto da Parmenide tuttavia numerosi sono i casi anche in Eraclito si pensiallrsquoambigua posizione dellrsquoavverbio ἀεί proprio allrsquoincipit dello scritto (fr 1cfr Arist Reth Γ 5 1407b 11)

Il paradigma storico-filosofico che individua nei presocratici i pionieri delldquolinguaggio filosoficordquo non egrave attendibile Per scardinare il suddetto paradig-ma egrave proficuo mettere a confronto da una parte la significazione teorizzata dailessici specialistici dallrsquoaltra quella della sapienza arcaica (cap 31) I due mo-delli di significazione risultano sotto molti aspetti antitetici il principale cri-terio di discriminazione egrave stato individuato nella disambiguazione ovveronellrsquoambiguitagrave Infatti mentre i linguaggi specialistici si adoperano per ridur-re al minimo lrsquoambiguitagrave dei segni e si avvalgono di una terminologia propriaal contrario il linguaggio sapienziale arcaico resta completamente compresoentro lrsquoorizzonte del linguaggio comune e ricorre deliberatamente ad espe-dienti che ne acuiscono lrsquoambiguitagrave

Pertanto il θεός di Senofane non egrave ldquoteologicordquo il λόγος di Eraclito non egraveldquologicordquo lrsquoἐόν di Parmenide non egrave ldquoontologicordquo lrsquoimpressione contraria egraveavallata semmai dalla prospettiva storica e dalla Wirkungsgeschichte in cui si

328 Ma per giochi di parole sul sole cfr ad es Xenoph fr 31 Emp fr 41

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32 Semantica della contestualitagrave 81

colloca lrsquointerprete ossia da una retrospettiva che consente la sovrapposizio-ne della terminologia seriore agli usi arcaici delle suddette parole Tuttaviaprima dellrsquoetagrave classica non prende piede la specializzazione terminologica diparole attinte al linguaggio comune e dunque non si puograve parlare di un lin-guaggio filosofico

Lrsquoesigenza di una specializzazione terminologica del linguaggio non egrave av-vertita per la semplice ragione che la sapienza arcaica non egrave specializzata Ilσοφός sa tutto e si occupa di tutto ed i primi presocratici lungi dallrsquoessere purildquofilosofirdquo sono al contempo cosmologi teologi fisici politologi e necessaria-mente artigiani della parola Il pregio del loro sapere risiede nellrsquointerezza (ἓντὸ σοφόν Heraclit frr 32 41) e non nella differenziazione entro le angusteprovince delle specializzazioni (si consideri la critica alla πολυμαθίη Heraclitfrr 40 e 129)

Le specificitagrave semantiche osservate possono essere poste in relazione con lasituazione comunicativa aurale La scrittura oggettivando la produzionelinguistica nel manufatto del testo scritto facilita la riflessione epi- e metalin-guistica in questo senso essa sicuramente contribuisce a porre anche il signi-ficato delle parole come problema Sotto questo aspetto dunque larisemantizzazione attuata dai sapienti arcaici va considerata in stretto rappor-to con lrsquoacquisizione della scrittura da parte della cultura greca Nondimenocome si egrave mostrato lrsquoelaborazione dei significati procede secondo modalitagravecomunicative tipiche della forma mentis orale prima fra tutte la contestualitagravele strategie di risemantizzazione (reti di significazione giochi di parole poli-valenza sintattica) sono infatti dei modi per diversificare la contestualizzazio-ne della parola-chiave Anche il frequente ricorso alle immagini lapredilezione per la sintassi dellrsquoevento e dellrsquoazione e la variazione dellrsquoidenti-co rientrano in questo quadro

Le specificitagrave semantiche dei sapienti considerati sembrano dunque pro-fondamente influenzate dalla situazione comunicativa vigente ossia daquellrsquoarticolato compromesso tra oralitagrave e scrittura che per le ragioni espostenellrsquoIntroduzione viene definita ldquoauralitagraverdquo

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Parte IIIl discorso di Eraclito come modello cosmologico

4 Il cosmo come unitagrave articolata

41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica

Prima di entrare nel vivo delle considerazioni sulla cosmologia greca arcaicaegrave opportuno fornire alcune delucidazioni circa obiettivi e metodi della secon-da parte della presente ricerca

Si egrave giagrave osservato che numerose parole in Eraclito sono interessate da unadiversificazione dei contesti drsquouso definita come ldquorisemantizzazionerdquo a que-sto punto ci si occupa piugrave diffusamente di un caso specifico di risemantizza-zione la parola λόγος nomen actionis et rei actae del verbo λέγειν329 Il metodoadottato per appurare il significato di λόγος in Eraclito consiste sostanzial-mente nel ripercorrere i tre livelli delle solidarietagrave semantiche documentabiliper le parole in esame ossia a) le reti di significazione attinenti a λόγος allrsquoin-terno del corpus eracliteo (capp 42 43) b) gli usi di λόγος attestati preceden-

329 Sul valore di λόγος non solo come nomen actionis ma anche come nomen rei actae del verboλέγειν si rimanda a Verdenius 1966 pp 83 ss

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84 4 Il cosmo come unitagrave articolata

temente e contemporaneamente ad Eraclito (cap 51) c) le occorrenze diλόγος allrsquointerno del corpus eracliteo (cap 61)

I punti a) e c) prendendo in considerazione i soli frammenti di Eraclitonon si riferiscono alla storia della lingua La semantica strutturalista ha mo-strato come nello studio dei significati sia necessario concentrare lrsquoattenzio-ne sul piano linguistico sincronico piugrave che su quello diacronico indagando irapporti tra segni di cui il ldquovalorerdquo egrave il prodotto330 Se questa regola ha valenzagenerale essa saragrave tanto piugrave imprescindibile laddove come nel caso del sa-piente di Efeso il significato dei segni viene modificato esclusivamente attra-verso le sue contestualizzazioni ovvero senza una riflessione esplicita qualead esempio la definizione (cfr cap 32 pp 73 ss) Pertanto il criterio erme-neutico adottato per la comprensione di λόγος egrave fondamentalmente internoal corpus e prevede unrsquoindagine preliminare del repertorio delle immaginieraclitee in base alle loro analogie e differenze reciproche Il punto b) cheprende invece in esame il piano diacronico della lingua non ha come fine laricerca etimologica o erudita ma mira a stabilire cosa significassero abitual-mente λόγος e λέγειν per il parlante greco tra VI e inizio del V sec a C331 egrave in-fatti in continuitagrave con questo significato che Eraclito procede alla risemantiz-zazione della parola-chiave

Lrsquoargomentazione poggia su due cardini Da una parte vi egrave lrsquoindividuazio-ne dellrsquounitagrave articolata come modello teorico portante per la visione eracliteadel mondo fenomenico disgiungendo e al tempo stesso congiungendo sestesso lrsquoἕν si organizza nei πάντα dando luogo al dispiegarsi della realtagraveDallrsquoaltra vi egrave lrsquointerpretazione del λόγος come unitagrave articolata avente comesuoi costituenti gli ὀνόματα Questa trattazione separata del modello articola-torio considerato prima nel cosmo e poi nel linguaggio non trova riscontrineacute giustificazione nei frammenti eraclitei bensigrave corrisponde a mere esigenzedi esposizione ed organizzazione della materia di studio Lo stesso puograve dirsicirca la ripartizione in capitoli differenti delle immagini di unitagrave (cap 42) edi quelle di divisione (cap 43) che invece Eraclito tende a presentare simul-taneamente e nella loro interazione332

330 Saussure 21968331 Sono molti gli interpreti di Eraclito che hanno avvertito lrsquoesigenza di uno studio prelimi-

nare sulla storia semantica di λόγος e λέγειν pur giungendo a conclusioni talvolta diver-genti Cfr ad esempio Guthrie 1962 pp 420ndash424 Verdenius 1966 pp 81 ss Kurtz1971 pp 69 ss Hammer 1991 pp 46 ss Diano-Serra 41993 pp 90 ss Dilcher 1995pp 31 ss etc

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 85

ldquo[Heraclitus] was the first thinker [hellip] explicitly to define a connexion be-tween the apparent plurality of the phenomenal world and an underlying uni-ty which in some form or other was automatically presupposed by the earlierPresocraticsrdquo333 Questa affermazione di Kirk chiarisce dei punti importantiper lrsquoargomentazione che segue in primo luogo che le concezioni cosmologi-che arcaiche nonostante le specifiche diversitagrave sono nel complesso omogeneeper obiettivi e conoscenze presupposte e che in questo orizzonte culturaleEraclito si inscrive con coerenza piugrave in particolare un problema fondamen-tale per questi sapienti egrave di comprendere la relazione intercorrente tra unitagrave emolteplicitagrave334

Come nella prima parte del lavoro alcune specificitagrave espressive e semanti-che sono state riconosciute comuni ad unrsquointera temperie culturale anzicheacutecaratteristiche esclusive dello stile eracliteo analogamente individuare ora unmodello di funzionamento della natura ampiamente condiviso significa stu-diare Eraclito in qualitagrave di rappresentante del sapere della sua epoca il suocaso interessa in quanto tipico e non per la sua presunta anomalia rispetto alquadro storico-culturale di appartenenza Egrave noto come la tradizione filosofi-ca successiva a partire da Platone (Sph 242cndash243a) e Aristotele (Metaph A

332 Simili precisazioni sollecitano ad una riflessione di carattere generale per lrsquointerprete diEraclito la difficoltagrave maggiore consiste probabilmente nel dover impartire nella propriaesposizione un ordine lineare ad un pensiero non-lineare Sotto questo punto di vistanellrsquointerpretare Eraclito sembra acutizzarsi un problema ermeneutico che fondamental-mente si pone per il pensiero arcaico in generale La mentalitagrave dellrsquointerprete modernoimpone di procedere in modo sequenziale nella comunicazione scientifica ossia secondoordini prestabiliti e concatenazioni di pensiero alquanto irrigidite La centralitagrave attribuitaai rapporti di causa-effetto al modus ponens etc corrisponde ad una pronunciata lineariz-zazione del pensiero (cfr McLuhan 1991 es pp 89ndash91 316ndash320) Per contro la trasmis-sione del sapere nella Grecia arcaica sostanzialmente orale e dunque incentratasullrsquointerazione diretta dei soggetti adotta modi di comunicare meno lineari promuo-vendo ad esempio una maggiore libertagrave di associazione e facendo ampio ricorso al poten-ziale espressivo insito nella variazione dellrsquoidentico nellrsquoevocazione nella metafora etcPer questi motivi ogni esposizione scientifica nel senso moderno del termine rappresentaun inevitabile tradimento del pensiero arcaico percheacute ldquotraducerdquo (in senso etimologico)contenuti e forme del sapere in base a paradigmi della conoscenza e di trasmissione dellaconoscenza ad esso estranei

333 Kirk 31970 p 70334 Questa egrave appunto la chiave di lettura adottata nel secondo libro di Arist Ph per lrsquoapproc-

cio ai suoi predecessori che il rapporto lsquouno moltirsquo sia ancora centrale per Aristotelestesso egrave spiegato da Stokes 1971 pp 7 ss

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86 4 Il cosmo come unitagrave articolata

Ph 187a 12 ss etc) abbia suddiviso le concezioni περὶ φύσεως arcaiche e tar-do-arcaiche in gruppi antitetici cosigrave Platone oppone allrsquoἘλεατικὸν ἔθνος leἸάδες καὶ Σικελαὶ Μοῦσαι Aristotele ai monisti i pluralisti etc Ma al di lagrave del-le differenti classificazioni le cui ragioni sono dettate in misura non trascu-rabile dalle esigenze dei loro autori le letture offerte dalla tradizione confer-mano il fatto che la sapienza arcaica ferme restando le specificitagrave della rifles-sione di ciascun sapiente affronta quesiti fondamentali comuni un datoquesto sottolineato e assunto come presupposto da molti studiosi335 Uno ditali quesiti fondamentali tematizzato in una monografia di Stokes336 riguar-da il rapporto tra lrsquounitagrave e la molteplicitagrave come si spiega la varietagrave degli ogget-ti e dei fenomeni osservabili nel mondo e quale necessario legame sussiste tradi essi In base allrsquoipotesi che viene presentata qui di seguito la sapienza fisi-co-cosmologica arcaica puograve essere intesa come lrsquoavvicendarsi di risposte di-verse a domande di questo tipo in seguito la tradizione filosofica e dossogra-fica ha distinto tra soluzioni concentrate sullrsquouno etichettate come ldquomoni-sterdquo e quelle sbilanciate sui molti definite ldquopluralisterdquo

Come mostrato giagrave da Cornford in una delle sue prime pubblicazioni337per i sapienti arcaici lrsquoorigine di tutte le cose egrave comune la partecipazione ditutto a tutto338 dovuta appunto allrsquointima connessione di fenomeni apparen-temente distinti egrave continuamente ribadita laddove non costituisca una taci-ta premessa Nonostante la cangiante varietagrave del fenomenico e dunque al dilagrave delle apparenze sensibili i distinti provengono come consanguinei piugrave omeno stretti da unrsquounica matrice che senza posa si ritaglia e si rimescola innuovi enti339 La nascita dei distinti nella loro individualitagrave non coincide tut-tavia con il loro affrancamento lrsquouno dallrsquoaltro ovvero dallrsquounitagrave latente essi

335 Ad esempio Cornford 1952 Guthrie 1952 Kahn 1960 Havelock 1996336 Stokes 1971 considera il dualismo lsquouno moltirsquo nel pensiero presocratico In modo com-

prensibilmente meno sistematico ma a piugrave riprese torna sullrsquoargomento OrsquoBrien 1969evidenziando come esso sia alla base del pensiero fisico e cosmologico del V sec (ivi pp238 ss) il quale prevede unrsquoassociazione ricorrente tra unitagrave e quiete da una parte pluralitagravee moto dallrsquoaltra (ivi pp 38 ss)

337 Cornford 2002338 Cfr ad esempio Heraclit fr 41 [hellip] πάντα διὰ πάντων ldquo[hellip] tutte le cose attraverso tutterdquo

Anaxag frr 614ndash16 [hellip] ἐν παντὶ πάντα [hellip] πάντα παντὸς μοῖραν μετέχει [hellip] in ogni cosatutte [hellip] tutte le cose hanno parte a tutto 11 ἐν παντὶ παντὸς μοῖρα ἔνεστι [hellip] ldquoin tutto egravecontenuto una parte di tutto [hellip]rdquo 121 τὰ μὲν ἄλλα παντὸς μοῖραν μετέχει [hellip] ldquole altrecose hanno parte a tutto [hellip]rdquo Diog Apoll fr 5 8ndash9 [hellip] καὶ ἐν παντὶ ἐνεῖναι καὶ ἔστιν οὐδὲἓν ὅ τι μὴ μετέχει τούτου ldquo[hellip] ed egrave in tutto E non vi egrave una cosa che non ne faccia parterdquo

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 87

continuano piuttosto a co-appartenersi nella totalitagrave del mondo che dunquein questo senso resta unitario Giustamente Cornford ha definito tale matri-ce comune ldquophysis animatardquo340 essa infatti non costituisce un mero substratomateriale inerte soggiacente agli enti ma piuttosto il sistema di forze che li in-forma Ciograve egrave coerente con lrsquoimpostazione generale della fisica ilozoista nellaGrecia arcaica secondo la quale (analogamente a quanto puograve dirsi per la fisicaodierna e al contrario dei modelli meccanicistici della natura) ricorrendo atermini seriori si puograve affermare che la materia ὕλη egrave provvista di energiaδύναμις

Idee simili sembrano costituire il nucleo ispiratore del concetto di ἄπειρονossia del ldquonon-definitordquo primigenio di Anassimandro341 Bencheacute lrsquoetimologiaed il significato della parola siano controversi342 indubbiamente lrsquoἄπειρονrappresenta unrsquounitagrave non ancora frammentata negli ὄντα343 Egrave in virtugrave di taleunitagrave originaria che la nascita delle cose nella loro distinzione reciproca egrave vistadal milesio come un atto di prevaricazione alla quale solo lrsquoestinzione ovveroil riassorbimento entro la matrice comune puograve porre rimedio Egrave utile ribadi-re come lrsquointrinseca unitagrave del mondo sia presupposta non solo dagli Eleati

339 Lrsquoassunzione dellrsquounitagrave latente dei distinti fenomenici appare coerente con la tendenzacontestualizzante del pensiero greco arcaico osservata nel cap 32

340 Cornford 2002 p 54 Per lrsquooriginaria concezione greca della φύσις come struttura viventecfr Bremer 1989 pp 242 s il quale ripercorre le linee di evoluzione storiche che condu-cono dallrsquoidea arcaica di φύσις a quella moderna di ldquonaturardquo

341 Anaximand fr 1 [hellip] ἀρχὴν [hellip] τῶν ὄντων τὸ ἄπειρον [hellip] ἐξ ὧν δὲ ἡ γένεσίς ἐστι τοῖς οὖσικαὶ τὴν φθορὰν εἰς ταῦτα γίνεσθαι κατὰ τὸ χρεώνmiddot διδόναι γὰρ αὐτὰ δίκην καὶ τίσιν ἀλλήλοις τῆςἀδικίας κατὰ τὴν τοῦ χρόνου τάξιν ldquo[hellip] principio [hellip] di tutte le cose che sono egrave lrsquoindefinito[hellip] ciograve da cui vi egrave nascita per le cose che sono ed estinzione viene loro secondo necessitagraveinfatti pagano lrsquouna allrsquoaltra giusta pena e ammenda della loro ingiustizia secondo lrsquoordinedel tempordquo

342 In genere (cfr ad es LSJ sv) ἄπειρος egrave inteso come un composto (con α privativum) con-nesso con il sostantivo πέρας ldquolimiterdquo ma non mancano ipotesi alternative Kahn 1960pp 231 s chiama in causa la radice verbale per (cfr πείρω περαίνω etc) suggerendo cheἄπειρος sia propriamente ldquowhat cannot be passed over or traversed from end to endrdquo usatoin Omero nel senso di ldquomolto vastordquo ldquosconfinatordquo Secondo Semerano 2001 pp 49 sslrsquoἄπειρον di Anassimandro sarebbe una ldquoentitagrave corporea pluridinamicardquo e designerebbe ilpulviscolo cosmico (cfr ebraico biblico lsquoafar ldquopolvererdquo) Lrsquoipotesi di una natura pulvisco-lare dellrsquoἄπειρον di per seacute piuttosto ardita non egrave tuttavia incompatibile con la concezionequi proposta di ἄπειρον come unitagrave originaria nella cui mescolanza sono potenzialmentecontenuti tutti gli enti

343 Sulla questione se nel frammento anassimandreo τὰ ὄντα si riferisca ai singoli oggetti edenti del mondo oppure ai principi contrari cfr Kahn 1960 pp 180ndash183

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88 4 Il cosmo come unitagrave articolata

ma in generale da tutti i σοφοί arcaici Notoriamente Parmenide dichiara chela contiguitagrave dellrsquoἐόν con se stesso ovvero la sua interezza non puograve essere re-cisa344 concetto ampiamente chiarito nellrsquoelenco dei σήματα dellrsquoἐόν345 Masolo per accennare ad alcuni esempi la ldquosferardquo della Musa di Sicilia Empedo-cle non egrave meno omogenea e indivisa (ἀπείρων fr 281)346 lrsquooriginaria coale-scenza dei πάντα egrave assunta da Anassagora come incipit programmatico del suoscritto347 poi rimasto infatti proverbiale348 (ἄπειρος frr 1 e 2) e per Diogenedi Apollonia tutte le cose (πάντα) si modificano (ἑτεροιοῦσθαι) a partire dauna medesima matrice da identificare con lrsquoaria (cfr fr 5) cosigrave che in defini-tiva lrsquoautore puograve considerarle tutte la stessa cosa (τὸ αὐτό)349

In che modo dunque a partire dallrsquounitagrave originaria viene ad essere la plu-ralitagrave dei distinti fenomenici Alla base del divenire cosmico vi egrave lo scambiotra lrsquounitagrave e la molteplicitagrave che puograve essere immaginato come interazione tradue forze complementari di segno uguale e contrario lrsquouna egrave la forza di divi-

344 Parm fr 42 οὐ γὰρ ἀποτμήξει τὸ ἐὸν τοῦ ἐόντος ἔχεσθαι [hellip] ldquoinfatti non potragrave recidere lrsquoἐόνdalla sua contiguitagrave con lrsquoἐόνrdquo

345 Parm fr 85ndash6 [hellip] ἐπεὶ νῦν ἔστιν ὁμοῦ πᾶν ἕν συνεχές [hellip] ldquo[hellip] poicheacute egrave adesso tuttoinsieme uno continuo [hellip]rdquo 822ndash25 οὐδὲ διαιρετόν ἐστιν ἐπεὶ πᾶν ἐστιν ὁμοῖονmiddot οὐδέ τι τῆιμᾶλλον τό κεν εἴργοι μιν συνέχεσθαι οὐδέ τι χειρότερον πᾶν δrsquo ἔμπλεόν ἐστιν ἐόντος τῶιξυνεχὲς πᾶν ἐστινmiddot ἐὸν γὰρ ἐόντι πελάζει ldquoNeacute egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale nonqui qualcosa in piugrave che gli precluderebbe di essere continuo neacute (ligrave) qualcosa in meno maegrave tutto quanto pieno di ἐόν Perciograve egrave tutto quanto continuo infatti lrsquoἐόν si accosta allrsquoἐόν[hellip]rdquo 847ndash48 [hellip] οὔτrsquo ἐὸν ἔστιν ὅπως εἴη κεν ἐόντος τῆι μᾶλλον τῆι δrsquo ἧσσον ἐπεὶ πᾶν ἐστινἄσυλον [hellip] ldquo[hellip] neacute egrave un ἐόν tale per cui qui vi sia piugrave ἐόν e ligrave meno percheacute egrave tutto quantoinviolato [hellip]rdquo

346 Emp frr 27ndash29 (lrsquoultimo dei tre frammenti egrave poi ripreso da Pl Ti 33bndash34a)347 Anaxag fr 1 ὁμοῦ πάντα χρήματα ἦν ldquotutte le cose erano insiemerdquo (cfr fr 618) ma Roumlsler

1971 ritiene che lrsquoordine esatto doveva essere piuttosto ὁμοῦ χρήματα πάντα ἦν Schofield1980 pp 36ndash40 confronta il frammento che verosimilmente costituiva lrsquoincipit delloscritto anassagoreo con lrsquouso corrente nella prosa precedente e contemporanea e rilevacome lrsquoesordio in medias res ovvero la rinuncia ad una formula introduttiva del tipo ldquox sonof y citizen of z says thisrdquo sia indicativo della volontagrave dellrsquoautore di rimanere impressonella memoria del pubblico (ldquo[hellip] Anaxagorasrsquo wholly dogmatic beginning caught the earof posterityrdquo) Per lrsquounitagrave di tutte le cose cfr inoltre i frr 424ndash25 [hellip] ἐν τῶι σύμπαντι χρὴδοκεῖν ἐνεῖναι πάντα χρήματα ldquo[hellip] bisogna ritenere che tutte le cose sono contenute nellatotalitagraverdquo 81ndash2 οὐ κεχώρισται ἀλλήλων τὰ ἐν τῶι ἑνὶ κόσμωι οὐδὲ ἀποκέκοπται πελέκει [hellip]ldquonon sono separate lrsquouna dallrsquoaltra le cose in questrsquounico mondo neacute sono tagliate via (lrsquounadallrsquoaltra) con lrsquoaccetta [hellip]rdquo

348 Ad esempio Pl Phd 72c Grg 465d Arist Metaph 1056b 28 s 1069b 20 s cfr le cita-zioni riportate da Roumlsler 1971

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sione centrifuga che spinge alla disgregazione nella pluralitagrave delle cose lrsquoal-tra egrave la forza di unione centripeta che lavora alla loro coesione Il sapere co-smologico arcaico mostra costantemente allrsquoopera queste due forze La di-sgiunzione egrave il moto per cui lrsquounitagrave divide se stessa e genera i distinti egrave perquesto che in maniera forse controintuitiva per i moderni la sapienza grecaintende lrsquoorigine del mondo come χάος ldquospalancamentordquo (cfr χαίνω)350 In-fatti solo dopo la scissione originaria la generazione procede per unioni ἐκΧάεος δrsquo Ἔρεβός τε μέλαινά τε Νὺξ ἐγένοντοmiddot Νυκτὸς δrsquo αὖτrsquo Αἰθήρ τε καὶ Ἡμέρηἐξεγένοντο οὓς τέκε κυσαμένη Ἐρέβει φιλότητι μιγεῖσα ldquoDa Caos nacqueroErebo e la nera Notte da Notte poi Etere e Giorno che lei concepigrave unita inamore con Erebordquo351 Per inciso lrsquoidea che la genesi del mondo consista nonin una congiunzione ma al contrario nella divisione dellrsquounitagrave originaria-mente in seacute non delimitata egrave fortemente radicata anche in altre culture com-presa quella giudaico-cristiana (LXX Ge 11 ss)352

La concezione dellrsquoorigine del mondo come scissione di un tutto indiffe-renziato egrave ancora valida piugrave di due secoli dopo Esiodo quando egrave sostenuta daAnassagora Subito dopo353 aver presentato nellrsquoincipit la coalescenza origi-naria di tutte le cose ed il loro essere contenute (κατέχω) nellrsquoaria e nellrsquoetereancora in-definiti (ἄπειρος)354 lrsquoautore procede ad illustrare la loro formazio-ne attraverso la separazione355 καὶ γὰρ ἀήρ τε καὶ αἰθὴρ ἀποκρίνονται ἀπὸ τοῦπολλοῦ τοῦ περιέχοντος καὶ τό γε περιέχον ἄπειρόν ἐστι τὸ πλῆθος ldquoe infatti ariaed etere si formano per separazione dal molto che li circonda e ciograve che li cir-conda per quantitagrave egrave in-definitordquo (fr 2)356 Un esempio cromatico illustra

349 Diog Apoll fr 2 Lrsquounitagrave e la coappartenenza di tutte le cose potrebbe essere sottolineatadal sapiente grazie allrsquoespressione τὸ ξύμπαν εἰπεῖν ldquodire tutto insiemerdquo che appunto alludeai contenuti che immediatamente seguono (non si tratta di unrsquoespressione logora esempidi attestazioni sono in Hdt II 912 e VII 14315 Th I 13839 e VII 4931 Pl Sph230a 2 Arist Mu 392a 34) Qualcosa di simile puograve essere riconosciuto nellrsquoaria (cfr fr 5)ldquoche governa ed ha potere su tutte le coserdquo e che ldquoanima tutti i viventirdquo la quale si modificacontinuamente

350 Cfr Stokes 1971 p 42351 Hes Th vv 123ndash125 cfr anche v 116 (e Schol ad v 116) e vv 700 ss E fr 484 (Nauck)

A R I 496352 Sulla cosmologia romana si sofferma Laumlmmli 1962 cfr piugrave brevemente Cornford 2002

pp 106 ss che tratta anche delle cosmogonie cosiddette pre-scientifiche fondate sullaseparazione del tutto originario per la cosmologia sanscrita cita Rig Veda VII 86 lecosmologie babilonese egiziana e taoista vengono considerate succintamente

353 Cfr Simp in Ph 15530 καὶ μετrsquo ὀλίγον

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90 4 Il cosmo come unitagrave articolata

come nellrsquoimpasto originario non esista alcun singolo colore la realtagrave attual-mente esperibile in cui i colori sono distinti deriva dunque dalla scomposi-zione di tale amalgama πρὶν δὲ ἀποκριθῆναι ταῦτα πάντων ὁμοῦ ἐόντων οὐδὲχροιὴ ἔνδηλος ἦν οὐδεμίαmiddot ἀπεκώλυε γὰρ ἡ σύμμιξις πάντων χρημάτων [hellip] ldquoMaprima che queste cose si fossero formate per separazione quando erano tutteinsieme nessun colore era visibile lo impediva infatti la mescolanza di tuttele cose [hellip]rdquo (fr 417ndash19) Solo dopo la scissione dellrsquounitagrave subentra il motoopposto e complementare la congiunzione infatti i distinti cosigrave venuti adessere ne generano di nuovi attraverso la reciproca mescolanza responsabiledella loro proliferazione La congiunzione dei distinti opera a tutti i livelliessa egrave ad esempio unione degli elementi naturali357 accoppiamento di ma-schio e femmina358 etc Una volta scaturiti dallo ldquospalancamentordquo primor-diale i distinti si intrecciano in una fitta danza di unioni e di separazioni pro-ducendo cosigrave la varietagrave ed il divenire del mondo

Le due forze di segno uguale e contrario di disgiunzione e congiunzionesono rappresentate con costanza dalla sapienza fisico-cosmologica arcaicaNon egrave possibile stabilire con certezza se la rarefazione (μάνωσις) e la conden-

354 Lrsquointerpretazione del verbo κατέχω egrave controversa (cfr Lanza 1966 pp 191 s Sider 1981pp 47 s) la critica si attesta sostanzialmente su due posizioni ldquoprevalererdquo (cosigrave ad esempioDK ldquoniederhaltenrdquo Sider 1981 p 48) oppure ldquocontenererdquo (cosigrave ad esempio Lanza 1966Schofield 1980 pp 70 ss) laddove la seconda egrave tuttavia quella che gode del consensomaggiore Le difficoltagrave sollevate da κατέχω sono collegate al problema dellrsquoaggettivoἄπειρος ovvero della presenza o meno di limiti e suddivisioni interne allrsquoἀήρ e αἰθήρ

355 Lanza 1966 p 195 sottolinea giustamente che almeno fino allrsquoinizio della κοινήἀποκρίνομαι evidenzia usi biologici significando ldquovenire a formazionerdquo ldquoformarsirdquo tutta-via alla base di questo significato vi egrave pur sempre lrsquoidea della lsquoseparazionersquo di ciograve che vienea formarsi rispetto al suo ambiente originario

356 Della separazione reciproca come premessa necessaria alla nascita dei distinti fenomeniciparlano anche i frr 5 τούτων δὲ οὕτω διακεκριμένων [hellip] 13 καὶ ἐπεὶ ἤρξατο ὁ νοῦς κινεῖνἀπὸ τοῦ κινουμένου παντὸς ἀπεκρίνετο καὶ ὅσον ἐκίνησεν ὁ νοῦς πᾶν τοῦτο διεκρίθηκινουμένων δὲ καὶ διακρινομένων ἡ περιχώρησις πολλῶι μᾶλλον ἐποίει διακρίνεσθαι 16 ἀπὸτουτέων ἀποκρινομένων [hellip]

357 Emped fr 71 εἰ δέ τί σοι περὶ τῶνδε λιπόξυλος ἔπλετο πίστις πῶς ὕδατος γαίης τε καὶ αἰθέροςἠελίου τε κιρναμένων εἴδη τε γενοίατο χροῖά τε θνητῶν τόσσrsquo ὅσα νῦν γεγάασι συναρμοσθέντrsquoἈφροδίτηι Qui e piugrave diffusamente nel fr 23 ricorre il giagrave osservato paragone con i colori(cfr Anaxag fr 417ndash19) questa volta per illustrare la proliferazione dei distinti fenome-nici causata dalla mescolanza degli elementi

358 Parm fr 124ndash6 [hellip] πάντα γὰρ ltἣgt στυγεροῖο τόκου καὶ μίξιος ἄρχει πέμπουσrsquo ἄρσενι θῆλυμιγῆν τό τrsquo ἐναντίον αὖτις ἄρσεν θηλυτέρωι Lrsquoidentificazione del δαίμων femminile chefunge qui da soggetto resta incerta

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sazione (πύκνωσις) che secondo la tradizione filosofica e dossografica359 co-stituivano la dottrina di Anassimene circa il dispiegamento del mondo pos-sano essere messe in relazione con il movimento doppio (rispettivamenteldquocentrifugordquo e ldquocentripetordquo) che trasforma lrsquoelemento primo identificato conlrsquoaria360 Lrsquointerazione delle due forze acquista invece maggiore evidenza lad-dove si dispone di frammenti piugrave cospicui

Per quanto riguarda Eraclito conviene rimandare ai capp 42 e 43 dove siosserva come numerose immagini esprimano rispettivamente lrsquoistanza uni-ficante e quella disgregatrice Lrsquoalternanza delle due forze emerge con la mas-sima chiarezza in Empedocle ed Anassagora361 Empedocle tematizza nelmodo piugrave ampio ed esplicito la forza di unione e quella di divisione362 parlan-do con insistenza di ldquomescolanza e separazionerdquo (μίξις τε διάλλαξίς τε fr 83)delle cosiddette ldquocose mortalirdquo e descrivendo un movimento doppio Allrsquoini-zio del suo poema363 egli annuncia δίπλrsquo ἐρέωmiddot τοτὲ μὲν γὰρ ἓν ηὐξήθη μόνονεἶναι ἐκ πλεόνων τοτὲ δrsquo αὖ διέφυ πλέονrsquo ἐξ ἑνὸς εἶναι δοιὴ δὲ θνητῶν γένεσις δοιὴδrsquo ἀπόλειψις τὴν μὲν γὰρ πάντων σύνοδος τίκτει τrsquo ὀλέκει τε ἡ δὲ πάλινδιαφυομένων θρεφθεῖσα διέπτη καὶ ταῦτrsquo ἀλλάσσοντα διαμπερὲς οὐδαμὰ λήγειἄλλοτε μὲν Φιλότητι συνερχόμενrsquo εἰς ἓν ἅπαντα ἄλλοτε δrsquo αὖ δίχrsquo ἕκασταφορεύμενα Νείκεος ἔχθει ldquoDirograve cosa duplice ora infatti [scill πάντα]364 sono

359 DK 13 A 5 e 7 (3 s) cfr la critica di Meliss fr 7 (8)360 Secondo Stokes 1971 pp 43ndash48 il problema egrave capire se in seguito alla rarefazione ovvero

alla condensazione lrsquoaria sia per Anassimene aria rarefatta ovvero condensata oppurequalcosa di qualitativamente diverso dallrsquoaria Nel primo caso il sapiente sarebbe un moni-sta e dunque secondo Stokes negherebbe la trasformazione dellrsquouno nei molti nelsecondo ldquoAnaximenes considered the result of condensing as applied to air as to be not aswe should say condensed air but simply water earth or any other appropriate substancerdquo(ivi p 48) Ma anche per i cosiddetti ldquomonistirdquo il punto egrave fornire una spiegazione di comelrsquounitagrave originaria si trasformi nella pluralitagrave esperibile nel mondo cfr Arist Ph 187a 12ss οἱ μὲν γὰρ ἓν ποιήσαντες τὸ [ὂν] σῶμα τὸ ὑποκείμενον [hellip] τἆλλα γεννῶσι πυκνότητι καὶμανότητι πολλὰ ποιοῦντες

361 Proprio in conseguenza dello stretto nesso tra uno e molti Arist Ph 187 a 22 ss puograve clas-sificare Anassagora ed Empedocle al contempo come monisti e pluralisti [hellip] ὅσοι δrsquo ἓν καὶπολλά φασιν εἶναι ὥσπερ Ἐμπεδοκλῆς καὶ Ἀναξαγόρας ἐκ τοῦ μίγματος γὰρ καὶ οὖτοιἐκκρίνουσι τἆλλα

362 Per un quadro circa lrsquointerpretazione delle due forze empedoclee da parte degli antichi especialmente di Aristotele cfr Wright 21995 pp 34ndash40

363 Cfr Simp in Ph 16114364 Il soggetto sottinteso di ηὐξήθη e di διέφυ puograve essere τὸ ὅλον (cfr fr 26) oppure appunto

πάντα (v 6)

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accresciuti cosigrave da essere uno solo a partire da molti ora invece a loro voltamolti nascono per separazione dallrsquouno Doppia egrave la venuta ad essere dellecose mortali doppio egrave il loro venir meno infatti lrsquouna la genera e la distruggeil concorso di tutte le cose lrsquoaltro365 per contro una volta allevato si disperdein volo allorcheacute quelle nascono per separazione E queste cose non cessanomai il loro continuo scambio a volte convergendo tutte quante in una graziead Amicizia a volte invece discostandosi ciascuna per lrsquoodio di Contesardquo (fr171ndash8 cfr vv 16ndash17)366 Il sapiente personifica la forza di divisione e quelladi unione rispettivamente in Νεῖκος (o nei suoi sinonimi Ἐρις Κότος) e Φιλία(o Φιλότης Ἀφροδίτη Ἁρμονία)367 Nessuno dei due agenti prevale definitiva-mente sullrsquoaltro nel corso del ciclo cosmico se Νεῖκος isola gli elementi e dagraveorigine ai distinti fenomenici entro lrsquoomogeneitagrave coesa della ldquosferardquo nondi-meno essa non ne risulta irrimediabilmente fratturata ma egrave in grado di rico-stituire la propria interezza grazie a Φιλία368 Secondo la corrispondenza tramacrocosmo e microcosmo suggerita anche dal linguaggio antropomorficoadottato per la ldquosferardquo (fr 29) lo stesso vale per la biologia animale nel corpole membra si diversificano per effetto di Contesa369 ciononostante Armoniale tiene insieme (fr 96) Dallrsquointerazione delle due forze risulta il mondo in-teso nella sua condizione di equilibrio dinamico370

365 I pareri circa il riferimento di τὴν μὲν e ἡ δὲ sono discordanti a livello formale τὴν μὲν sta-rebbe per γένεσις ἡ δὲ per ἀπόλειψις tuttavia secondo Wright 21995 p 168 ipotizza cheldquoboth pronouns should refer to both nounsrdquo

366 Per la storia delle interpretazioni del frammento cfr OrsquoBrien 1969 pp 166 ss (il quale sioppone allrsquoidea che alterius vita mors sit alterius et contra)

367 Su Contesa e Amicizia come ldquoforzerdquo e non come ldquosostanzerdquo cfr OrsquoBrien 1969 p 101 (twomoving causes) Wright 21995 pp 32ndash34 (powers) Ma Guthrie 1965 pp 155 ss (in pole-mica con Cornford) sottolinea come non si tratti di forze puramente meccaniche ovverodevitalizzate come tra lrsquoaltro testimoniano i loro nomi divini ldquoWhat fr 17 says of thenature and working of the two forces [hellip] casts serious doubts on the view that Empedocleshad at last achieved the distinction between inert matter and mechanical forcerdquo (ivi pp156 s) ldquoalthough their influence is in the first place a psychological one their spiritualcharacter is not yet completely divorced from physical formrdquo (ivi p 159) Lrsquoeffetto da essesortito egrave osservabile ad esempio nei frr 201ndash5 217ndash8 265ndash6 353ndash13

368 Se Contesa separi completamente gli elementi lrsquouno dallrsquoaltro o meno egrave una questionedibattuta sulla quale cfr Graham 1999 p 161 nota 5

369 Il fr 82 potrebbe rappresentare lrsquoulteriore differenziazione e parcellizzazione delle mem-bra in costituenti via via sempre minori

370 A ragione Guthrie 1965 p 155 paragona lrsquoeffetto complementare di Φιλία e Νεῖκος inEmpedocle alla παλίντονος ἁρμονίη eraclitea

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Come Empedocle371 cosigrave anche Anassagora dagrave conto dellrsquoesistenza dellecose (χρήματα) ricorrendo alle azioni opposte e complementari dellrsquoἀπο-κρίνομαι ldquosepararerdquo372 e del συν-κρίνομαι ldquocollegarerdquo373 o ai loro sinonimi[hellip] οὐδὲν γὰρ χρῆμα γίνεται οὐδὲ ἀπόλλυται ἀλλrsquo ἀπὸ ἐόντων χρημάτωνσυμμίσγεταί τε καὶ διακρίνεται καὶ οὕτως ἂν ὀρθῶς καλοῖεν τό τε γίνεσθαισυμμίσγεσθαι καὶ τὸ ἀπόλλυσθαι διακρίνεσθαι ldquo[hellip] infatti nessuna cosa nasceneacute perisce ma a partire dalle altre cose esistenti si mescola e si separa E cosigrave [iGreci] farebbero bene a chiamare il lsquonascerersquo lsquomescolarsirsquo e il lsquoperirersquo lsquoseparar-sirsquordquo (fr 17 cfr anche fr 9) Il risultato dellrsquointerazione tra le due forze egraveunrsquounitagrave composta che al suo interno contiene ogni sorta di pluralitagrave comeindicato nel fr 4374 [hellip] χρὴ δοκεῖν ἐνεῖναι πολλά τε καὶ παντοῖα ἐν πᾶσι τοῖςσυγκρινομένοις [hellip] ldquo[hellip] bisogna ritenere che molte e disparate cose sianocontenute in tutto ciograve che si combina insieme [hellip]rdquo (fr 4 [a]1ndash2)375 [hellip] ἐντῶι σύμπαντι χρὴ δοκεῖν ἐνεῖναι πάντα χρήματα ldquo[hellip] bisogna ritenere che nellatotalitagrave siano incluse tutte le coserdquo (fr 4 [b]8ndash9)376 Tuttavia ai sensi eallrsquoesperienza si offrono soltanto i πολλά τε καὶ παντοῖα ossia i prodotti discomposizione e composizione

Se lrsquointerazione a livello cosmico tra una forza coesiva ed una disgregatriceegrave comunemente riconosciuta dalla critica per quanto riguarda i cosiddettildquopluralistirdquo altrettanto non puograve dirsi per Parmenide Vi egrave ampio consenso sulfatto che Empedocle ed Anassagora riprendono dallrsquoEleate lrsquoinsegnamento

371 Emp fr 8 per la critica allrsquoidea del lsquonascerersquo e del lsquoperirersquo cfr frr 9 11 12372 Il verbo indica unrsquoazione analoga a quella espressa da διακρίνομαι (contra Lanza 1966 pp

195 233 s 240 etc) χωρίζω ἀποκόπτω dai quali tuttavia si distingue per il suo valorebiologico (cfr lrsquouso del verbo διαφύομαι in Empedocle)

373 Il verbo non egrave frequente se ne ha unrsquounica occorrenza nel fr 4 quella successiva comparesolo in Pl Phd 72c (in un contesto in cui si parla appunto di Anassagora) il verbo egrave invecegeneralizzato in Aristotele ed Epicuro come osserva Lanza 1996 pp 201 s Piugrave frequentisono i verbi usati da Anassagora come sinonimi di συνκρίνομαι ossia συμμείγνυμαι eσυμμίσγομαι

374 Burnet 31920 pp 258 s egrave il primo a considerare il fr 4 il cui testo prima di lui era editosolitamente in due o tre distinti frammenti come un unico passo (cfr ivi p 259 nota 1ldquo[hellip] Simplicius quotes this three times as a continuous fragment and [hellip] we are not enti-tled to break it uprdquo) di questo avviso sono anche DK Tuttavia non egrave certo che si tratti diunrsquounica citazione come illustrato da Sider 1981 pp 16 e 73 da ciograve deriva la prassi di con-trassegnare parti del frammento con le lettere lsquoarsquo e lsquobrsquo come per i passi che seguono

375 Sider 1981 p 64 interpreta συγκρινομένοις semplicemente come ldquooggettirdquo376 Che ἐν τῶι σύμπαντι abbia valore cosmologico ldquonellrsquouniversordquo (cfr Isoc XI Busiris 12 τὴν

τοῦ σύμπαντος φύσιν) egrave solo probabile

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94 4 Il cosmo come unitagrave articolata

dellrsquoex nihilo nihil (cfr Parm fr 83ndash8)377 mentre le spiegazioni offerte circai fenomeni del mondo fisico sono viste come radicalmente differenti e anziinconciliabili Ciograve dipende naturalmente dallrsquointerpretazione della secondaparte del poema parmenideo Come giagrave ricordato nella parte destinataallrsquoἀλήθεια il sapiente insiste sullrsquoistanza unificante ossia la dottrina della coe-sione e dellrsquoomogeneitagrave dellrsquoἐόν Ma non va trascurato che la ben piugrave estesaparte riservata alla δόξα ossia alle opinioni che gli uomini significativamentechiamati ldquobicefalirdquo (e dunque sdoppiati fr 65) ricavano dallrsquoesperienza sen-sibile si fonda sullrsquoistanza della separazione Infatti egrave a partire dallrsquoopposizio-ne fondamentale tra il fuoco e la notte e dalla conseguente mescolanza dellesostanze che derivano tutte le distinzioni fenomeniche note agli uomini378[hellip] τῆι μὲν φλογὸς αἰθέριον πῦρ [hellip]middot ἀτὰρ κἀκεῖνο κατrsquo αὐτὸ τἀντία νύκτrsquo ἀδαῆπυκινὸν δέμας ἐμβριθές τε ldquo[hellip] da una parte il fuoco etereo della fiamma [hellip]ma anche quello ad esso contrario notte senza luce di fattezza spessa e pesan-terdquo (Parm fr 855 ss) Nel complesso dibattito circa lrsquointerpretazione dellaseconda parte del poema379 probabilmente non egrave stata considerata a suffi-cienza unrsquoopzione molto semplice quella che Parmenide in quanto σοφός sifaccia portavoce dellrsquoinesperibile ma necessaria unitagrave dellrsquoἐόν e per farlo abbianaturalmente bisogno di screditare lrsquoevidenza sensibile in favore di quella me-tasensibile questrsquoultima diventa poi il perno caratteristico della sua teoriaaccuratamente tramandato dalla tradizione Nondimeno lrsquoampio spazio de-dicato alla δόξα suggerisce che la varietagrave e la pluralitagrave del mondo fenomeniconon siano considerate come inesistenti secondo quanto ritenuto da molta

377 Cfr Graham 1999 pp 165 ss378 Su questa mescolanza come principio costitutivo della cosmologia parmenidea cfr Tha-

nassas 2005 pp 280 s379 In seguito allrsquoicastica rappresentazione di Reinhardt 41985 pp 25 s si egrave consolidata una

rappresentazione dualista delle interpretazioni circa la seconda parte del poema parmeni-deo precedenti allo studioso (cfr ad esempio Taraacuten 1965 pp 204 s Bormann 1971 p12 Kraus 1987 p 82) Da una parte si hanno quanti a partire da Zeller 61919 pp 723ss la intendono come una costruzione puramente ipotetica che descrive una cosmologiaforse verosimile ma certamente non vera e dunque inesistente dallrsquoaltra quanti pren-dendo le mosse da Burnet 31920 pp 182 ss e Diels 1897 p 63 la ritengono una polemicacontro altre teorie cosmologiche ad esempio la pitagorica o lrsquoeraclitea Reinhardt 41985pp 24ndash32 rigetta entrambe le linee interpretative e ne inaugura una nuova in base allaquale le due parti del poema costituiscono unrsquounitagrave e non sono in reciproca contraddi-zione una posizione questa con la quale tra plauso e critica fa i conti comunque tutta lacritica successiva

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 95

parte della critica380 bensigrave come fuorvianti parziali e superficiali381 la cono-scenza veicolata dallrsquoesperienza e dai sensi deve essere dunque subordinata aquella del νοεῖν Per questa ragione lrsquoesortazione del maestro al discepolo egravequella di guardare anche oltre al fine di riconoscere la latente unitagrave del tuttoDrsquoaltronde giagrave prima di inoltrarsi nella sua dettagliata spiegazione cosmolo-gica il sapiente ha precisato che lrsquointima connessione dellrsquoἐόν non puograve essererecisa neacute quando lrsquoἐόν si scinde (σκίδνημι) neacute quando si concentra in seacute(συνίστημι)382 Tale interpretazione contribuisce a salvare lrsquoopera di Parmeni-de da unrsquoinsanabile aporia strutturale quella per cui prima si affermerebbeche lrsquounica via di ricerca praticabile sia quella dellrsquoessere per poi dedicare granparte del poema ad illustrare le teorie sul non essere383 Lrsquoἐόν si comportereb-be dunque in modo paragonabile alla ldquosferardquo di Empedocle nella sua interez-za si avvicendano una spinta alla scissione evidente nella multiformitagrave dei fe-nomeni ed una alla coesione invisibile ma riconosciuta e professata dal sa-piente

Delineato il contesto sapienziale al quale Eraclito appartiene si intende ora ri-levare nel suo corpus le tracce di unrsquoanaloga concezione cosmica Anche secon-do Eraclito il mondo nel suo complesso funziona come un intero che

380 Cosigrave ad esempio Taraacuten 1965 che definisce la δόξα ldquoabsolute non-Beingrdquo (ivi pp 227 sdove seguita ldquoFor Parmenides the phenomenal world is non-existant and therefore thereis no sense in supporting one theory about it against any other what he learns from thegoddess is to reduce all phenomenal manifestation to the basic mistake which involves thenotion that non-Being is realrdquo)

381 Che Parmenide non intenda smentire lrsquoesistenza di enti e fenomeni cosmologici egrave soste-nuto sin dallrsquoantichitagrave cfr Plu adv Col 1114b Procl in Prm 7087 (Cousin) Simp inPh 184 Su questa posizione si attestano anche se con argomentazioni tra loro differentiUntersteiner 1958 CLXI ss Kerschensteiner 1962 pp 120 s Reale-Ruggiu 1991 pp41 ss 68 ss Cerri 1999 p 84 e mutatis mutandis Thanassas 2005 Cfr inoltreHeidegger 1953 pp 79ndash80 83 146

382 Parm 43ndash4 [hellip] οὔτε σκιδνάμενον πάντηι πάντως κατὰ κόσμον οὔτε συνιστάμενον Il valoredellrsquoaffermazione egrave praticamente annullato da quanti interpretano i due participi comesegue ldquodas Sich-Zerstreuen [σκιδνάμενον] waumlre eine hypothetische Folge des Absondernsdie von Parmenides negiert wird συνιστάμενον waumlre pleonastisch in polarer Antithesegesetztrdquo (Kerschensteiner 1962 p 120 secondo cui tuttavia i due participi non si riferi-scono allrsquoattivitagrave dellrsquoessere ma alla percezione che ne ha lrsquouomo)

383 Su questo problema egrave opportuno rimandare allrsquoaccurata rassegna bibliografica di Reale1967 sez B n 79 pp 292ndash319

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96 4 Il cosmo come unitagrave articolata

dividendosi dagrave origine ai distinti fenomenici questi sono a loro volta interre-lati costituendo unrsquoinvisibile unitagrave

Per rendere conto del rapporto a livello cosmico tra unitagrave e pluralitagrave inEraclito faccio ricorso al modello concettuale dellrsquoldquounitagrave articolatardquo Nellrsquoin-trodurlo occorre rendere esplicito lrsquoinflusso di tre contributi scientifici indi-pendenti lrsquouno dallrsquoaltro che si sono rivelati di particolare aiuto per lrsquoideazio-ne di tale modello oltre al giagrave citato Cornford384 colmo di suggestioni circalrsquounicum della natura vivente in seguito parcellizzato in province dalla Moirasi tratta della tesi di dottorato di Hammer385 concentrata proprio sul rappor-to tra unitagrave e molteplicitagrave in Eraclito e sulla loro mediazione attraverso ilλόγος e di un volume di Laspia386 avente per oggetto la metafora dellrsquoartico-lazione nella Grecia arcaica e classica

La tesi di Hammer prende le mosse dal fondamentale fr 50 per lrsquointerpre-tazione di buona parte del corpus eracliteo La chiave di lettura egrave il nesso esi-stente tra lrsquounitagrave (ἕν) e la molteplicitagrave (πάντα) che egrave spiegato nei termini diuna differenzierte Einheit387 Lrsquoimportanza della differenzierte Einheit per ilconcetto di unitagrave articolata risulteragrave evidente Tuttavia la natura del λόγος edil suo ruolo in merito alla differenzierte Einheit vengono a mio avviso fraintesida Hammer Il problema fondamentale egrave che λόγος non egrave compreso in base alsignificato pre-filosofico ossia come ldquodiscorsordquo ma in accezione terminolo-gica ldquoer ist [hellip] als einende ordnende Struktur das Verhaumlltnis in dem die Ge-gensaumltze zueinander stehenrdquo388 Lrsquoalternativa che si propone a tale interpreta-zione del λόγος e del rapporto tra λόγος e realtagrave saragrave presentata nel cap 53(pp 177 ss) Un ulteriore punto di disaccordo riguarda la concezione ldquodevi-talizzatardquo della differenzierte Einheit come puro schema logico laddove inve-ce la riflessione di Eraclito cosigrave come la sapienza fisico-cosmologica arcaica ingenerale verte sulla natura vivente (sulla φύσις)389 ed intende altresigrave i processilinguistici e cognitivi come processi vitali

384 Cornford 2002385 Hammer 1991386 Laspia 1997387 Cfr Hammer 1991 pp 182ndash183 (a proposito del fr 10) ldquoDie Aussage X aus Y und Y aus

X [ἐκ πάντων ἕν ἐξ ἑνὸς πάντα] bezeichnet zum einen (1) die Tatsache daszlig alles zu einerEinheit verbunden ist einen Zusammenhang bildet und also wesentlich zusammengehoumlrt[hellip] Man wird wohl kaum zu weit gehen als Grund hierfuumlr den einen alles verbindendenλόγος anzusehen [hellip] Zum anderen (2) aber ist das Eine [hellip] ein in sich gegliedertes Gefuuml-ge eine differenzierte Einheit denn es lsquobestehtrsquo ja gerade aus allemrdquo

388 Hammer 1991 p 125

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 97

Per questo ultimo punto egrave utile avvalersi del concetto di articolazione de-scritto da Laspia Il suo studio concentrato sulla interfaccia tra riflessione lin-guistica e biologica in Grecia evidenzia come la nozione moderna di ldquoartico-lazione linguisticardquo differisca da quella greca la prima fa perno sulla divisionein parti di un intero la seconda sulla unitagrave dei distinti Nella concezione grecadi articolazione il rapporto tra unitagrave e pluralitagrave egrave spiegato come ripartizionedelle funzioni e dei ldquoruoli di movimentordquo390 infatti le articolazioni del corpovivente fungono da punti di unione e al contempo di divisione tra le membraPer fare un esempio il braccio egrave certamente un intero eppure grazie allrsquoarti-colazione del gomito esso sa farsi due nel movimento della flessione dunqueda una parte il gomito incastra lrsquouno nellrsquoaltro braccio ed avambraccio tenen-doli uniti dallrsquoaltra esso distingue le parti costituenti allrsquointerno dellrsquounitagraverendendone possibile il movimento Il concetto di articolazione di Laspia adifferenza della differenzierte Einheit di Hammer egrave basato su vita movimen-to e autopoiesi391 idee centrali nellrsquointerpretazione della cosmologia eracliteache si vuole proporre392

Sullo sfondo di questo panorama teorico si puograve procedere alla descrizionedel modello che rende conto del rapporto tra uno e molti in Eraclito Lrsquounitagravearticolata si distingue dunque per le seguenti caratteristiche

389 Lanza 1966 p 195 afferma la necessitagrave di riconoscere la ldquosostanziale indistinzione trafenomeni di natura biologica e fenomeni di natura fisico-astronomica che egrave essenziale percogliere esattamente lrsquoaccento di tutta la sua [di Anassagora] dottrina e dei legami storiciche lo uniscono alla cultura scientifica del suo tempordquo

390 Laspia 1997 p 30 ldquoil punto di articolazione funge da principio di divisione solo inquanto egrave anche principio di unione [hellip] Questa partizione dei ruoli di movimento chetrasforma alternativamente il due in uno e lrsquouno in due egrave resa possibile dai punti di artico-lazione che funzionano come modelli in miniatura del principio vitale [hellip]rdquo p 31 ldquoInquanto tale il punto di articolazione racchiude giagrave in seacute interamente quel principio orga-nizzatore che egrave la vita [hellip]rdquo (tale modello dellrsquoarticolazione egrave riferito ad Aristotele)

391 Ivi pp 26ndash31 (cap 22 ldquoLrsquoarthron come principio autopoieticordquo) particolarmente elo-quenti sono i passi citati Arist MA 698a 8ndashb 2 e 702a 21ndash32 Per un approfondimento delconcetto di autopoiesi coniato da Maturana cfr Maturana-Varela 1980 (sez AutopoiesisThe organization of the Living)

392 A ragione Kahn 1979 p 134 (commento ad Heraclit fr 30) sottolinea come lrsquoautopoiesisia tipica di tutta la cosmologia greca arcaica ldquoThe new philosophical paradox [hellip] is adenial of any fundamental duality between a generated world order and the eternal sourcefrom which it arises or the ruling intelligence by which it is organized Insofar as the kosmosis made it is self-made insofar as it is organized it is self-organized insofar as it is gener-ated it is identical with its own eternal source everliving firerdquo

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98 4 Il cosmo come unitagrave articolata

1) Unitagrave Ai distinti fenomenici soggiace unrsquounitagrave latente Ciograve comporta chele immagini che rappresentano lrsquounitagrave sono per Eraclito ldquocomunirdquo ovvero va-lide per tutti gli uomini tutte le cose il che egrave quanto si egrave rilevato nel cap 21p 35 a proposito delle parole comprese nella medesima rete di significazionedi λόγος2) Conversio Lrsquounitagrave non egrave un mero substrato materiale (ὕλη) bensigrave ancheforza (δύναμις) La sua azione consiste nel dare forma ai distinti e al contemponel tenerli coesi attraverso un movimento doppio da una parte quello cheprocede dallrsquounitagrave ai distinti (ἐξ ἑνὸς πάντα) dallrsquoaltra quello che procede daidistinti allrsquounitagrave (ἐκ πάντων ἕν fr 10) Di conseguenza lrsquounitagrave e la pluralitagravepossono essere considerate come convertibili lrsquounitagrave contiene in seacute i distintie a loro volta i distinti costituiscono lrsquounitagrave3) Autopoiesi Lrsquounitagrave articolata egrave a ben vedere auto-articolantesi infatti nel-le sue parti costituenti e nella sua organizzazione interna costituisce il prodot-to della sua stessa azione le due forze uguali e contrarie della conversioresponsabili della sua struttura e della produzione delle sue componenti sonoimmanenti al sistema Sotto questo aspetto dunque essa evidenzia caratteri-stiche proprie degli organismi viventi

Il modello dellrsquounitagrave articolata risulta efficace per lrsquointerpretazione di nu-merosi frammenti eraclitei Questi pongono costantemente in evidenza lanatura composta dellrsquounitagrave il suo dare origine ad una pluralitagrave di distinti fe-nomenici e anche la convertibilitagrave dellrsquounitagrave nei distinti e viceversa dei di-stinti nellrsquounitagrave Ciograve vale sia per alcune affermazioni di carattere generale (fr10 ldquoda tutte le cose una [ἐκ πάντων ἕν] e da una tutte le cose [ἐξ ἑνὸςπάντα]rdquo393 fr 50 ldquotutte le cose [πάντα] sono una [ἕν]rdquo) sia per i molti esempiconcreti che sono altamente diversificati attinti allrsquoetica (frr 29 ldquouna solacosa a tutte quante preferiscono gli ottimirdquo 49 ldquouno ne vale per me migliaiase egrave ottimordquo) alla politica (fr 114 ldquotutte le leggi umane sono nutrite dallrsquouni-ca divinardquo) alla vita quotidiana (fr 125 ldquoanche il ciceone si decompone senon egrave rimescolatordquo) spesso al mondo fisico (fr 30 ldquoquesto κόσμος lo stessoper tutti per tutte le coserdquo fr 57 ldquogiorno e notte [hellip] sono una sola cosardquo394fr 88 ldquovi egrave (in noi) la stessa cosa viva e morta desta e dormiente giovane e vec-

393 Secondo Stokes 1971 p 108 per Eraclito egrave ammissibile soltanto che ἐκ πάντων ἕν ma nonviceversa ossia che ἐκ ἑνὸς πάντα ma tale interpretazione puograve essere sostenuta solo a pattodi negare la cosmologia eraclitea in generale come appunto fa lo studioso

394 Non egrave escluso che il rimando sia ad Hes Th 123 s

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chia giaccheacute queste si trasformano in quelle e a loro volta quelle in questerdquofr 90 ldquodel fuoco sono scambio tutte le cose ed il fuoco di tutterdquo) etc395

Bencheacute in Eraclito il modello di unitagrave articolata possa essere colto in nu-merose immagini (cfr capp 42 e 43) egrave opportuno iniziare considerando leoccorrenze del numerale εἷς μία ἕν e del pronome e aggettivo πᾶς πᾶσα πᾶνe questo per due ragioni La prima egrave intrinseca la particolare frequenza delleattestazioni di queste voci indica il loro speciale rilievo entro il corpus eracli-teo la seconda egrave una ragione espositiva infatti le altre immagini adibite a rap-presentare lrsquounitagrave e la pluralitagrave nella loro natura metaforica risultano piugrave fa-cilmente comprensibili una volta considerata lrsquointerazione tra ἕν e πάντα

Entro il processo articolatorio εἷς μία ἕν esprime naturalmente lrsquounitagrave396e come emergeragrave dallrsquoanalisi delle occorrenze possiede tutte le caratteristi-che tipiche dellrsquounitagrave articolata bencheacute sia lsquounorsquo egrave al contempo anche lsquotutte lecosersquo cosigrave come lsquotutte le cosersquo costituiscono la sua unitagrave A πᾶς πᾶσα πᾶν (ov-vero al suo composto ἅπας ἅπασα ἅπαν) Eraclito ricorre per indicare il som-mo grado della molteplicitagrave designando cosigrave la totalitagrave dei distinti fenomeni-ci visti nella loro individualitagrave397 Lrsquoesame delle occorrenze di εἷς μία ἕν e diπᾶς πᾶσα πᾶν entro il corpus eracliteo398 mira ad evidenziare che la coppia

395 Anche Stokes 1971 pp 86 s sottolinea lrsquoeterogeneitagrave dei campi di applicazione dellrsquoanti-tesi uno-molti in Eraclito Questo dato egrave coerente con lrsquoidea sostenuta nella prima partedel lavoro che il sapere promosso da Eraclito abbia carattere onnicomprensivo e non spe-cialistico e che voglia penetrare con un unico sguardo drsquoinsieme i fenomeni umani natu-rali e divini

396 Discutendo il significato di ἕν Arist Metaph 1052a 15 ss annovera ἕν come συνεχές e ἕνcome ὅλον il concetto di unitagrave egrave esaminato in modo simile anche in altri passi come Ph185b 5 ss cfr Stokes 1971 pp 13ndash21 Come evidenziato in ivi pp 93 e 100 s il concettodi ldquounitagraverdquo espresso da εἷς μία ἕν egrave strettamente connesso a quelli di ldquointerezzardquo e di ldquoconti-nuitagraverdquo ad esempio in S OT 374 (μιᾶς τρέφει πρὸς νυκτός) μιᾶς sta per ldquotemporally contin-uous without a temporal gap in itrdquo Cfr anche Heidegger 1993 p 172 distingue trepossibilitagrave ldquounordquo come singolaritagrave (vs pluralitagrave) di tutte le cose ldquounordquo come identitagrave ditutte le cose (annullamento delle differenze tra le stesse) ldquounordquo come unione o unifica-zione di tutte le cose la terza opzione egrave quella scelta dal filosofo Lrsquouno pertanto egrave un con-tinuum o un intero e solo superando tale condizione puograve dare origine ai singoli distintifenomenici

397 Cfr Held 1970 p 190 ldquoΠάντα heiszligt nicht einfach lsquoallesrsquo im Sinne der differenzierungs-losen Totalitaumlt des Seienden sondern lsquoalles und jedesrsquo d h es bezeichnet zugleich ein Jeg-liches in seiner Besonderheit mitrdquo

398 Lrsquounica occorrenza qui non considerata egrave quella di ἕν nel fr 32 il cui valore dipende stret-tamente dalle accezioni di ὄνομα e di λέγειν e per la quale si rimanda al cap 61 pp 197 ss

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100 4 Il cosmo come unitagrave articolata

uno-tutti ricorre in quasi tutte le sue numerose attestazioni in modo coerentecon il modello dellrsquounitagrave articolata mentre solo poche di esse compaiono incontesti drsquouso non riferibili a tale modello399

Che εἷς μία ἕν e πᾶς πᾶσα πᾶν costituiscano un unico sistema concettualeegrave indicato dalle loro numerose co-occorrenze (frr 10 29 41 50 106 114)Tra i casi di co-occorrenze una trattazione a parte spetta ai frr 10 50 e 106 iquali stabiliscono lrsquoequivalenza tra lrsquolsquounorsquo ed i lsquotuttirsquo Il fr 10 descrive con trecoppie antitetiche le due forze di segno uguale e contrario alla base dellrsquoarti-colazione ossia quella di unificazione e quella di disgregazione Per ora inte-ressa tuttavia la quarta coppia che esprime il medesimo dinamismo ricorren-do alla polarizzazione e alla complementaritagrave di ἕν e πάντα [hellip] ἐκ πάντων ἓνκαὶ ἐξ ἑνὸς πάντα ldquo[hellip] da tutte le cose una e da una cosa tutterdquo Analogamen-te il fr 50 si conclude affermando lrsquoidentitagrave tra questi due poli [hellip] ἓν πάνταεἶναι ldquo[hellip] tutte le cose sono unardquo (oppure ldquouna sola cosa egrave tutte quanterdquo) Inquesti due frammenti il modello articolatorio della natura trova la sua for-mulazione piugrave limpida ed accessibile per il lettore moderno ossia la meno fi-gurativa e metaforica e anche la meno contestualizzata il principio dellacoincidentia oppositorum egrave formulato qui con la massima generalitagrave giaccheacutelrsquounitagrave egrave identificata con la totalitagrave dei distinti fenomenici400 Anche il fr 106stabilisce unrsquoequivalenza uno-tutti sebbene entro un contesto specifico e conricorso al composto ἅπας [hellip] φύσιν ἡμέρας ἁπάσης μίαν οὖσαν ldquo[hellip] la naturadi ogni giorno egrave una solardquo Dal punto di vista della presente analisi puograve essereconsiderato come una variante molto simile il fr 49 in cui ferma restandolrsquounitagrave espressa da εἷς ad indicare la pluralitagrave non vi sono i ldquotuttirdquo (πάντες) magli ldquoinnumerevolirdquo (μύριοι) εἷς ἐμοὶ μύριοι ἐὰν ἄριστος ἦι ldquouno ne vale per memigliaia se egrave ottimordquo

Veniamo ora alle altre co-occorrenze Appunto il fr 49 sostiene che gli ldquoin-numerevolirdquo possono essere convenientemente scambiati con ldquouno solordquo e lacondizione di tale scambio egrave lrsquoeccellenza La medesima condizione di conver-tibilitagrave distintiva del modello articolatorio (cfr conversio) emerge anche nel

399 Cosigrave egrave per εἷς μία ἕν solo nel fr 121 (ldquo[hellip] fra di noi non uno soltanto sia il migliore altri-menti [che lo sia] altrove e tra altre gentirdquo) per πᾶς πᾶσα πᾶν nei frr 45 (ldquo[hellip] nemmenopercorrendo ogni strada [hellip]rdquo) 56 (ldquo[hellip] il piugrave sapiente di tutti [hellip]rdquo) 87 (ldquo[hellip] ad ognidiscorso [hellip]rdquo) e di nuovo 121 (ldquo[hellip] impiccarsi tutti [hellip]rdquo) il quale comunque sembra esu-lare alquanto dalla tematica sapienziale di Eraclito

400 Sulla Gegensatzlehre come formulazione estrema la piugrave generale (una allumfassende Ver-allgemeinerung) dellrsquounitagrave dei πάντα cfr giagrave Gomperz 1887 p 28

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fr 29 αἱρεῦνται γὰρ ἓν ἀντὶ ἁπάντων οἱ ἄριστοι [hellip] ldquoinfatti gli ottimi preferi-scono una sola cosa a tutte quante [hellip]rdquo Circa il requisito di eccellenza(ἄριστος) che Eraclito associa in entrambi i frammenti allrsquoldquounordquo (εἷς ἕν) egraveopportuno tenere presente la tematica degli svegli e dei dormienti ossia deimolti che non comprendono e dei pochi che lo fanno infatti solo pochi ldquosve-glirdquo sanno riconoscere la fondamentale unitagrave nella varietagrave del fenomenico(cfr fr 89) Il primato dellrsquouno sui tutti egrave dunque primato di sapienza e per-ciograve secondo la mentalitagrave arcaica anche primato etico e politico giaccheacute la sa-pienza egrave virtugrave e precisamente virtugrave in funzione della πόλις401 Il fr 114 ([hellip]τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείου [hellip] ldquo[hellip] infattitutte le leggi umane sono nutrite dallrsquounica divina [hellip]rdquo) mette in luce come itutti in questo caso la totalitagrave delle leggi umane ldquosono nutritirdquo ovvero ldquosonosotto la tutelardquo (τρέφονται)402 dellrsquouno ossia dellrsquounica legge divina il verboindicante lrsquoazione dellrsquoallevare e del crescere egrave coerente con il modello di uni-tagrave articolata in cui lrsquounitagrave svolge un ruolo attivo nella formazione dei distintiche da essa hanno origine e con lrsquoidea di vita e di autopoiesi Anche in questocaso lrsquouno essendo in relazione con la divinitagrave gode di uno statuto privilegia-to rispetto ai tutti di natura umana Nel fr 41 il nesso uno-tutti egrave invece in-diretto ἓν τὸ σοφόν ἐπίστασθαι γνώμην ὁτέη ἐκυβέρνησε πάντα διὰ πάντωνldquouna egrave la cosa saggia capire lrsquointelligenza che guida tutte le cose attraverso tut-terdquo403 Lrsquointerazione reciproca dei πάντα il fatto che ogni cosa influisce sullrsquoal-tra cooperando cosigrave al divenire cosmico egrave possibile solo presupponendo cheldquotutte le coserdquo siano legate insieme e costituiscano un unico sistema secondolrsquoindizio offerto dallrsquoἕν iniziale404 In questo modo Eraclito suggerisce di nuo-vo lrsquounitagrave di tutte le cose al di lagrave del dato empirico

Fin qui si sono considerate le co-occorrenze di εἷς μία ἕν e πᾶς πᾶσα πᾶνtuttavia con questo gruppo non si esauriscono le attestazioni delle due vociche sono molto frequenti Anche laddove non occorrono insieme lrsquousoeracliteo di ldquounordquo e ldquotuttirdquo puograve essere compreso in base al modello articolato-rio Egrave facile constatare come anche laddove lrsquoaccostamento uno-tutti non siaesplicito εἷς μία ἕν sia abbinato con costanza a voci che esemplificano la plu-

401 Cfr Xenoph fr 212ndash22402 Sul valore del verbo cfr Mourelatos 1965403 Per i problemi filologici sollevati dal frammento cfr Diano-Serra 41993 p 113404 In base alla mia interpretazione il lsquotuttorsquo non egrave governato da un principio che lo trascende

(cosigrave ad esempio Diano-Serra 41993 pp 113 s) ma costituendo un sistema autopoieticoegrave capace di auto-organizzarsi

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102 4 Il cosmo come unitagrave articolata

ralitagrave del fenomenico e viceversa πᾶς πᾶσα πᾶν sia assiduamente in relazionecon un principio ritenuto comune e unitario Con riferimento al concetto direte di significazione (cap 21) si puograve affermare che sia i ldquotuttirdquo sia lrsquoldquounordquosono provvisti di immagini diversificate ma funzionalmente equivalenti cherappresentano ed esemplificano in modo vario ma fondamentalmente co-stante la totalitagrave dei distinti fenomenici e la loro latente unitagrave Come egrave com-prensibile tanto piugrave un contenuto risulta controintuitivo tanto piugrave nume-rose saranno le immagini atte a rappresentarlo Comprendere i πάντα riescebene persino ai ldquodormientirdquo ossia a quanti senza avere νόος neacute σοφίη deten-gono non piugrave che una mera ldquonozione-di-molte-coserdquo (πολυμαθίη) infattilrsquoesistenza delle cose prese nella loro separatezza e molteplicitagrave ci egrave suggeritadallrsquoevidenza dei sensi e dellrsquoesperienza405 Di conseguenza in Eraclito nonsono particolarmente numerose le immagini che esemplificano la natura deiπάντα la quale secondo la critica eraclitea al sapere tradizionale egrave fin tropponota Nondimeno allrsquoinizio dello scritto la formula ldquoparole e fattirdquo (ἔπεα καὶἔργα fr 1) puograve essere considerata come una ldquoprecisazione antropomorfica diπάνταrdquo406 inoltre va notato che talvolta εἷς μία ἕν occorre insieme ad unacoppia antitetica della quale si professa appunto lrsquounitagrave (frr 57 [hellip] ἡμέρηνκαὶ εὐφρόνην [hellip] ἔστι γὰρ ἕν ldquo[hellip] giorno e notte [hellip] sono una cosa solardquo 59γναφείωι ὁδὸς εὐθεῖα καὶ σκολιὴ μία ἐστὶ καὶ ἡ αὐτή ldquoper la vite la via dritta e lastorta sono una sola e la stessardquo 60 ὁδὸς ἄνω κάτω μία καὶ ὡυτή ldquola via in giugrave ein su di andata e di ritorno sono una sola e la stessardquo) In questi casi la coppiaantitetica non egrave altro che una vivida esemplificazione dei πάντα il cui ampiospettro si cristallizza in due poli opposti per mostrare come non solo dei ge-nerici distinti ma perfino quei distinti che sembrano tra loro sommamenteincompatibili siano in realtagrave una cosa sola lrsquoaffermazione di fondo pronun-ciata con inconfondibile gusto del paradosso resta dunque quella dellrsquounitagravedei πάντα Dunque lrsquounitagrave dei distinti egrave espressa da Eraclito anche sotto for-ma di unitagrave degli opposti giaccheacute gli opposti non sono altro che fenomeni iquali si offrono ai sensi nella massima distinzione reciproca

Al contrario piugrave arduo e controintuitivo egrave cogliere la natura dellrsquoἕν Per viadi questa difficoltagrave Eraclito esemplifica il principio unitario con numeroseimmagini che saranno prese in esame nel capitolo 42 Per il momento egrave suf-ficiente notare che spesso le voci di πᾶς πᾶσα πᾶν indicanti i distinti nella

405 Sul valore della conoscenza empirica in Eraclito cfr cap 62 pp 236 s406 Colli 1980 vol III p 180 Lo studioso precisa giustamente che ldquola molteplicitagrave ha per

Eraclito un valore reale non apparenterdquo (ibidem)

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 103

loro determinazione vengono messe in relazione con unrsquoimmagine che egrave lorocontroparte in quanto unitaria ossia comune o universalmente valida

Ciograve si verifica sin dal fr 1 ([hellip] γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε[hellip] ldquo[hellip] pur accadendo infatti tutte le cose secondo questo discorso [hellip]rdquo)dove i πάντα vengono ad essere in base allrsquounico λόγος che egrave universalmentevalido (cfr fr 2) Che ldquotutte le coserdquo accadono in base ad un principio unita-rio egrave ribadito anche dai frr 11 (πᾶν γὰρ ἑρπετὸν πληγῆι νέμεται ldquotutto quantosi muove sulla terra egrave pascolato con la sferzardquo) e 64 (τὰ δὲ πάντα οἰακίζεικεραυνός ldquoma tutte le cose dirige il fulminerdquo) dove la prospettiva egrave invertitaπᾶν ovvero πάντα non egrave soggetto come nel fr 1 bensigrave complemento oggettomentre ad esercitare lrsquoazione direttiva o di governo sui distinti fenomenici so-no rispettivamente la sferza ed il fulmine Ma il senso non cambia Secondoil fr 53 (πόλεμος πάντων μὲν πατήρ ἐστι πάντων δὲ βασιλεύς [hellip] ldquola guerra egravepadre di tutte le cose di tutte egrave il re [hellip]rdquo) la guerra egrave lrsquounica radice e guida pre-posta ai πάντα questi ultimi nel seguito del frammento sono esemplificatinelle due coppie antitetiche ldquodei e uominirdquo ldquoschiavi e liberirdquo prodotte dalπόλεμος La medesima funzione assolta dalla guerra rispetto a tutte le cosespetta in altri contesti al fuoco e alla divinitagrave Il fr 90 (πυρός τε ἀνταμοιβὴ τὰπάντα καὶ πῦρ ἁπάντων [hellip] ldquodel fuoco sono scambio tutte le cose e il fuoco egravescambio di tutte quante [hellip]rdquo) esprime la conversio che procede da tutte lecose al principio unitario del fuoco e viceversa La natura dei πάντα come di-stinti407 egrave suggellata dalla similitudine che segue in cui essi sono rappresentatidalle lsquomercirsquo o secondo Musti408 dalle lsquomonetersquo Anche nel fr 66 (πάντα γὰρτὸ πῦρ ἐπελθὸν κρινεῖ καὶ καταλήψεται ldquoinfatti il fuoco sopraggiunto giudiche-ragrave e cattureragrave tutte le coserdquo) i πάντα sono ricondotti al medesimo principiounitario409 Il fr 102 invece (τῶι μὲν θεῶι καλὰ πάντα καὶ ἀγαθὰ καὶ δίκαια

407 Cfr Kirk 31970 p 346 che precisa ldquo[hellip] τὰ πάντα [hellip] means [hellip] not lsquothe wholersquo as ahomogeneous unit but all things individually in the sumrdquo e definisce i χρήματα come ldquothedifferent kinds of object in the worldrdquo dello stesso tenore Marcovich 1978 p 208 ldquoLaparola χρήματα suggerisce che τὰ πάντα e ἅπαντα si riferiscano a molteplici oggetti indivi-duali noncheacute a fenomeni dal mondo dellrsquoesperienza La stessa cosa egrave suggerita da πάντα fr78 (7) e anche da θυώματα fr 77 (67)rdquo (corsivo dellrsquoautore)

408 Musti 1983409 Lrsquointerpretazione offerta da Marcovich 1978 per i πάντα del fr 66 (ldquole personerdquo o meglio

ldquoi malvagirdquo es ldquogli Efesicirc crapulonirdquo) egrave certo utile a corroborare la tesi dello studioso circala negazione della teoria della ἐκπύρωσις ma non regge dal punto di vista linguistico Dellostesso parere egrave Diano-Serra 41993 p 189 ldquoPurtroppo πάντα non puograve voler dire che lsquotuttele cosersquo sia quelle animate che quelle inanimaterdquo

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ἄνθρωποι δὲ ἃ μὲν ἄδικα ὑπειλήφασιν ἃ δὲ δίκαια ldquoper il dio tutte le cose sonobelle buone e giuste mentre gli uomini hanno preso le une per ingiuste le al-tre per giusterdquo) rivela che al cospetto della divinitagrave tutte le cose sono indistin-te ossia perdono la loro determinazione per somigliarsi tutte ed amalgamarsimentre per gli uomini esse si mostrano nella loro differenziazione reciprocaInfine per un cospicuo gruppo di frammenti il principio unificatore rispettoalla totalitagrave dei distinti fenomenici egrave rappresentato da parole afferenti allrsquoareasemantica della conoscenza che egrave comune (ξυνός frr 113 114 μέτειμι fr116) a tutti gli uomini o a tutte le cose410

Di questo gruppo fanno parte i frr 113 (ξυνόν ἐστι πᾶσι τὸ φρονέειν ldquocomu-ne a tutti gli uomini a tutte le cose egrave lrsquoavere menterdquo) 114 (ξὺν νόωι λέγονταςἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων [hellip] ldquoper fare un discorso con senso occorrevalersi del consenso di tutti gli uomini di tutte le cose [hellip]rdquo) e 116(ἀνθρώποισι πᾶσι μέτεστι γινώσκειν ἑωυτοὺς καὶ σωφρονεῖν ldquoa tutti gli uomini egravecomune il conoscere se stessi e lrsquoessere saggirdquo) Come verragrave considerato oltrevi si puograve includere anche il fr 108 (ὁκόσων λόγους ἤκουσα οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐςτοῦτο ὥστε γινώσκειν ὅτι σοφόν ἐστι πάντων κεχωρισμένον ldquodi quanti ho ascol-tato i discorsi nessuno arriva al punto di ritenere che quanto egrave saggio egrave diver-so da tutti gli uomini da tutte le coserdquo) Infatti il senso sembra essere chequanto egrave saggio ldquoegrave diverso dai πάντωνrdquo in quanto non si identifica con la loroparticolaritagrave come invece vale per la πολυμαθίη ma egrave piuttosto conoscenzaunitaria conformemente alle affermazioni dei frr 41 e 50411 Probabilmentedunque Eraclito si riferisce non tanto ai pochi discorsi a suo parere apprezza-bili come il λόγος di Biante (fr 39) quanto piuttosto a quelli dei falsi sapientida lui criticati come Omero Esiodo Archiloco Senofane Ecateo e Pitagora(cfr frr 40 42 56 57 81 105 106 129) Infatti lrsquoaccusa rivolta loro egrave ap-punto quella di πολυμαθίη ldquonozione-di-molte-coserdquo che egrave lrsquoesatto contrariodella σοφίη eraclitea consistente nella conoscenza dellrsquounitagrave di tutte le coseDunque nemmeno i discorsi dei falsi sapienti pur essendo privi di conoscen-za possono arrivare al punto di sostenere che la sapienza egrave avulsa ed estraneaalla totalitagrave delle cose

410 A seconda che si intendano i casi indiretti plurali di πᾶς πᾶσα πᾶν al maschile oppure alneutro come egrave possibile nei frr 113 108 e 114

411 Diversa ossia trascendentale egrave lrsquointerpretazione di κεχωρισμένον offerta ad esempio daReinhardt 41985 p 205 Marcovich 1978 p 290 etc Per il valore di questa voce verbalecfr cap 61 p 224

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 105

Nei rari casi in cui lrsquoabbinamento di εἷς μία ἕν e πᾶς πᾶσα πᾶν con rispet-tivamente la pluralitagrave e lrsquounitagrave non egrave esplicito esso egrave pur sempre intuibilecome egrave per i casi seguenti Nellrsquoipotesi formulata dal fr 7 (εἰ πάντα τὰ ὄντακαπνὸς γένοιτο ῥῖνες ἂν διαγνοῖεν ldquose tutte le cose esistenti diventassero fumole narici le distinguerebberordquo) tutte le cose sono ricondotte ad una sola il fu-mo il fumo costituisce lrsquounitagrave composta entro la quale le narici possono rico-noscere le singole componenti (πάντα) appunto distinguendole le une dallealtre (δια-γιγνώσκω) Il fr 33 (νόμος καὶ βουλῆι πείθεσθαι ἑνός ldquolegge egrave ancheobbedire alla volontagrave di uno solordquo) parla probabilmente dellrsquoobbedienza adun unico capo e come egrave nella natura stessa della legge e data la somma gene-ralitagrave dellrsquoaforisma si puograve dedurre che a dover prestare obbedienza sono lsquotut-tirsquo ad esempio tutti i cittadini il riferimento ai tutti egrave suggerito anche dallacoppia νόμος ndash ἕν che richiama il fr 114 in cui lrsquounica legge quella divina egraveconsiderata origine appunto di tutte le leggi umane Nel fr 89 (τοῖςἐγρηγορόσιν ἕνα καὶ κοινὸν κόσμον εἶναι ldquoper gli svegli uno e comune egrave il co-smordquo) lrsquounitagrave del cosmo non solo egrave condivisa dal gruppo degli svegli ma stan-do allrsquointegrazione della fonte Plutarco (ldquoinvece i dormienti si rivolgono cia-scuno verso un proprio mondo particolarerdquo) racchiude in seacute tutta la pluralitagravedei mondi particolari lrsquoanalogia con il fr 2 egrave evidente Anche in questo casocome nel fr 33 ciograve che egrave uno (il cosmo la legge) vale per tutti

Per il sapiente di Efeso coerentemente con il quadro delineato circa la sa-pienza fisico-cosmologica arcaica si puograve ammettere lrsquoazione delle due forzeuguali e contrarie di divisione e di unione da una parte vi egrave la spinta che ana-lizza e separa i distinti gli uni dagli altri dallrsquoaltra quella che li fa convergere insintesi412 Nella storia degli studi eraclitei tale coppia di forze non sembra es-sere stata adeguatamente tematizzata neacute sfruttata a fini esegetici al contrariosono numerosi i frammenti che si prestano ad essere interpretati alla luce diquesto movimento doppio

Di solito la forza di congiunzione e quella di disgiunzione sono presentateda Eraclito in un fitto intreccio che ne sottolinea con efficacia la complemen-taritagrave e lrsquoappartenenza ad un unico sistema Tale coalescenza non egrave che un ul-teriore macroscopico caso del principio ritenuto da Eraclito universalmente

412 Nei capp 42 e 43 la ritessitura delle due reti di significazione opposte e complementarilrsquouna delle immagini di unione lrsquoaltra delle immagini di divisione mira appunto ad inserireEraclito entro il contesto sapienziale arcaico circa la natura e dunque a riconoscere lrsquoappar-tenenza storico-culturale di una figura spesso intesa come irrimediabilmente ldquoanomalardquo eben poco figlia del proprio tempo

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valido della coincidentia oppositorum Rappresentando la forza di congiun-zione col segno + e quella di disgiunzione col segno ndash si nota che Eraclito ten-de a mettere in relazione ciascuna espressione con una di segno opposto evi-denziando ripetutamente la conversione reciproca che va dallrsquoἕν ai πάντα edai πάντα allrsquoἕν (cfr fr 10)413 Questo si rileva ad esempio nei frr 8 τὸἀντίξουν (ndash) συμφέρον (+) [καὶ] ἐκ τῶν διαφερόντων (ndash) καλλίστην ἁρμονίαν(+) (ldquofacendo convergere quel che si contrappone [e] dalle cose divergenti ilpiugrave bel collegamentordquo) 10 [hellip] ὅλα (+) καὶ οὐχ ὅλα (ndash) συμφερόμενον (+)διαφερόμενον (ndash) συνᾶιδον (+) διᾶιδον (ndash) [hellip] (ldquo[hellip] interi invero414 non inte-ri convergente divergente consonante dissonante [hellip]rdquo)415 51 [hellip]διαφερόμενον (ndash) ἑωυτῶι ὁμολογέει (+) [hellip] (ldquo[hellip] quello che diverge convergecon se stesso [hellip]rdquo) 91 σκίδνησι (ndash) καὶ πάλιν συνάγει (+) καὶ πρόσεισι (+) καὶἄπεισι (ndash) (ldquosi disperde e di nuovo si raccoglie e si accosta e si discostardquo)416

Gli esempi fin qui citati presentano le due forze in una forma linguisticaestremamente chiara conforme al significato letterale delle parole la separa-zione egrave resa con i verbi διαφέρω διάιδω σκίδναμαι ἄπειμι e con lrsquoaggettivoἀντίξους (da ἀντιξοέω) lrsquounione al contrario con i verbi συμφέρω συνάιδωσυνάγω ὁμολογέω πρόσειμι e con il sostantivo ἁρμονίη Tuttavia in molti casile spinte alla disgregazione ed allrsquointegrazione sono espresse in modo non al-trettanto evidente ma come egrave proprio dello stile eracliteo attraverso un ric-

413 Anche lrsquoattribuzione dei segni + alle immagini di unione e ndash a quelle di separazione egrave arbi-traria Ad esempio si potrebbe sostenere altrettanto validamente che alla congiunzionedeve corrispondere il ndash giaccheacute essa equivale ad una riduzione del numero dei distintimentre alla disgiunzione il + percheacute essa equivale ad un aumento del numero dei distinti

414 Per il valore di καί cfr cap 42 p 126415 A proposito di questo frammento cfr Hammer 1991 p 182 ldquoDann aber laumlszligt sich vermu-

ten daszlig [hellip] das ἐκ πάντων ἕν dem ὅλα συμφερόμενον und συνᾶιδον in der ersten Haumllfte desFragments entspricht und das ἐξ ἑνὸς πάντα dem οὐχ ὅλα διαφερόμενον und διᾶιδονrdquo

416 Il fr 91 egrave oggetto di un dibattito filologico (del quale dagrave conto Marcovich 1978 pp 148s) La scelta riguarda le tre coppie di verbi non egrave chiaro se tutte e tre siano da attribuire adEraclito ed in caso negativo quali siano quelle autentiche Kirk 31970 e Diano-Serra41993 ammettono tre coppie su tre σκίδνησι καὶ πάλιν συνάγει συνίσταται καὶ ἀπολείπει eπρόσεισι καὶ ἄπεισι DK ammettono la prima e la terza coppia σκίδνησι καὶ πάλιν συνάγειe πρόσεισι καὶ ἄπεισι Reinhardt 41985 p 207 ammette la seconda e la terza coppiaσυνίσταται καὶ ἀπολείπει e πρόσεισι καὶ ἄπεισι Marcovich 1978 pp 149 s le respinge tuttee tre Anche in questo caso seguo convenzionalmente il testo DK prendere posizioneentro il dibattito avrebbe unrsquoimportanza solo relativa infatti tutte le lectiones proposte(eccetto quella di Marcovich naturalmente) soddisfano seppur con diversi verbi la carat-teristica articolatoria cioegrave la compresenza di unione e separazione

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42 Immagini dellrsquounitagrave articolata unionehellip 107

co ventaglio di immagini Nei capitoli seguenti (42 e 43) si procede pertantoallrsquoesame delle due reti di significazione corrispondenti composte da imma-gini opposte e secondo la visione eraclitea complementari Si egrave chiarito che laconversio poggia sulla complementaritagrave delle due forze pertanto lrsquoordineespositivo che saragrave adottato e che prevede un capitolo (42) dedicato alle im-magini di unione ed uno (43) concentrato su quelle di separazione non egravedettato da ragioni intrinseche Tale organizzazione sebbene utile dal puntodi vista funzionale egrave estranea al pensiero e alle intenzioni di Eraclito che alcontrario mostra le due forze nella loro interdipendenza e come facenti partedi un sistema

42 Immagini dellrsquounitagrave articolata unionehellip

A questo punto occorre mettere alla prova il modello dellrsquoarticolazione rin-tracciandolo entro i frammenti eraclitei

Lrsquounitagrave di tutte le cose egrave il punto determinante ma come Eraclito palesanella critica allrsquoincomprensione dei ldquodormientirdquo anche quello piugrave difficile daafferrare percheacute controintuitivo Proprio per questa ragione egli lo esempli-fica attraverso una ricca gamma di immagini che fungono da agenti nei pro-cessi del divenire cosmico esse costituiscono una rete di significazione aventeper contenuto lrsquounitagrave latente della realtagrave e la sua auto-organizzazione nei di-stinti fenomenici417 Tale modus espressivo pur se ancora profondamente le-gato alla ldquosintassi dellrsquoevento e dellrsquoazionerdquo e alla ldquovariazione dellrsquoidenticordquo418

tipiche delle culture orali (cfr cap 32) consente di funzionalizzare il lin-guaggio della tradizione epica e lirica in vista di nuovi contenuti sapienziali

Nel cap 21 sono state individuate le parole che possono essere ascritte allamedesima rete di significazione di λόγος si tratta per la maggior parte di paro-le risemantizzate come oltre a λόγος stesso πόλεμος νόος σοφίη σοφόνκόσμος πῦρ θεός Il criterio semantico adottato per individuare le parole inte-ressate era stato il riscontro di unrsquoaccezione non prevista dal significato pre-cedentemente attestato quella della validitagrave universale ovvero estesa a tutti

417 Kerschensteiner 1962 pp 107ndash114 (ossia nel capitolo dedicato ad Eraclito e Parmenidedal titolo eloquente Einheit und Vielheit) individua in κόσμος λόγος θεός πῦρ e πόλεμος leimmagini deputate ad esprimere lrsquounitagrave specialmente dal punto di vista dei rapporti daessa intrattenuti con la molteplicitagrave

418 Havelock 1973 rispettivamente pp 139 ss e p 121

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gli uomini tutte le cose Con riferimento alla descrizione del modello arti-colatorio fornita nel capitolo precedente questa nuova accezione corrispon-de esattamente alla prima delle tre caratteristiche distintive dellrsquounitagrave artico-lata Tuttavia se lrsquoipotesi di una rete di significazione eraclitea veicolante ilcontenuto dellrsquounitagrave articolata egrave fondata le immagini incluse in tale rete di si-gnificazione devono evidenziare anche gli altri due tratti distintivi denomi-nati conversio ed autopoiesi E in effetti ad una lettura orientata dei fram-menti le immagini in questione possono essere riconosciute come esemplifi-cazioni del modello articolatorio la cui funzione consiste dunque nellrsquoillu-strare la struttura ed il funzionamento della natura e del cosmo419 Inoltrecome giagrave notato nel cap 21 pp 35 ss circa la caratteristica dellrsquounitagrave ovverodella validitagrave universale cosigrave anche nel corso dellrsquoanalisi seguente si riscontrache conversio ed autopoiesi emergono sistematicamente nelle occorrenze rise-mantizzate delle parole in questione non in quelle non conformi allrsquouso eallrsquoaccezione tradizionali un dato che conferma la coscienza eraclitea della ri-semantizzazione (cfr cap 13)

πῦρ Sulle ragioni che inducono Eraclito a scegliere il fuoco come immaginedellrsquoarticolazione cosmica si possono avanzare soltanto delle ipotesi puograve trat-tarsi di suggestioni tratte dalla sfera empirica420 tecnica421 rituale422 etc Al dilagrave di queste supposizioni ciograve che qui interessa egrave verificare la validitagrave di πῦρcome immagine di unitagrave articolata Influenzata dalla tradizione successiva423

419 Per il λόγος stesso come modello di unitagrave articolata cfr capp 53 e 61420 Di sicuro al tempo di Eraclito poche reazioni chimiche sono tanto comuni e facili da

osservare quanto la combustione Essa non appare inadatta a rappresentare il moto doppiouno-molti e molti-uno della conversio Ad esempio il fuoco divide il combustibile nei suoielementi costituenti (il che potrebbe rappresentare il moto dallrsquouno ai molti) percheacutelrsquoacqua che evapora sotto forma di fumo e vapore viene separata dalla terra che resta sottoforma di ceneri drsquoaltro canto sostanze diverse tra loro ardono in unrsquounica fiamma che riu-nendole in seacute sembra ldquounificarlerdquo (il che potrebbe rappresentare il moto dai molti allrsquouno)Cfr Kahn 1979 p 146 ldquoThe universal exchange for fire is in one sense a fact of humanexperience we see all sorts of things going up in flames But the reverse process the gen-eration of all things from fire is not a fact of observation at all It is a pure requirement oftheory a consequence of the principle of symmetryrdquo

421 Si pensi alle tecniche metallurgiche basate sulla fusione mediante il fuoco ad esempio peril conio di monete a questo proposito cfr lrsquointerpretazione di Musti 1983 circa il fr 90In processi simili egrave possibile convertire lrsquouno (ad esempio la pepita) in molti (le monete)e viceversa i molti in uno come accade nella fusione di preziosi in vista di nuovi impieghidel metallo

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42 Immagini dellrsquounitagrave articolata unionehellip 109

parte della critica eraclitea interpreta il fuoco come substratum materiale delmondo424 Questa posizione tuttavia egrave ammissibile solo a patto di intendere ilsubstratum non quale materia inerte dunque non solo come oggetto ma alcontempo anche come soggetto della trasformazione che va dallrsquouno ai moltie viceversa425

Nel cap 21 (pp 35 s) egrave giagrave stato colto il requisito della validitagrave universalee dellrsquounitagrave a fronte della molteplicitagrave del fenomenico entro i frr 30 in cui sene fa garante lrsquoequivalenza stabilita col κόσμος (κόσμον τόνδε τὸν αὐτὸνἁπάντων οὔτε τις θεῶν οὔτε ἀνθρώπων ἐποίησεν ἀλλrsquo ἦν ἀεὶ καὶ ἔστιν καὶ ἔσταιπῦρ ἀείζωον ἁπτόμενον μέτρα καὶ ἀποσβεννύμενον μέτρα) e 90 (πυρός τεἀνταμοιβὴ τὰ πάντα καὶ πῦρ ἁπάντων ὅκωσπερ χρυσοῦ χρήματα καὶ χρημάτωνχρυσός) la rassegna delle occorrenze risemantizzate di πῦρ volta a rintraccia-re anche altri tratti distintivi dellrsquounitagrave articolata puograve dunque avere inizio daquesti frammenti

Nel fr 30 ἐποίησεν egrave usato nel senso di διεκόσμησεν infatti ldquowhat is deniedhere is not of course creation ex nihilo an idea quite foreign to Greekthought but only the creation of κόσμος out of previous disorder The denialis no doubt primarily aimed at the parcelling out of the world into sky sea andearth symbolized by the distribution (δασμός) between the chief gods of whichthe old poets spokerdquo426 Secondo questa interpretazione del verbo la naturaarticolatoria del κόσμος e dunque in virtugrave della similitudine istituita daEraclito anche del πῦρ trova una ulteriore conferma Allo stesso tempo la

422 Non occorre ricordare qui la ricca simbologia religiosa del fuoco a cui dati i riferimenti adio e agli incensi non sembra estraneo il fr 67 Sul valore rituale del fuoco per Eraclito sisofferma brevemente Kahn 1964 pp 195 s idem 1979 p 138

423 Cfr Arist Cael 298b 29 ss Metaph 984a 7424 Un portavoce di questa posizione egrave Marcovich 1978 p 207 ldquoCome lrsquooro egrave il controvalore

(lrsquoequivalente) universale per ogni genere di merci cosiacute anche il fuoco andrebbe conside-rato come la parte costitutiva comune ad ogni oggetto fisicordquo (corsivo dellrsquoautore) cfr ivip 287 dove il fuoco egrave definito come ldquolrsquoessenza sottostante a tutte le cose che soggiace acambiamenti qualitativirdquo (corsivo dellrsquoautore) Contro la teoria del fuoco come substra-tum cfr ad esempio McDiarmid 1953 pp 93 ss Cherniss 31983 pp 380 s Stokes 1971pp 102 ss Kahn 1979 p 279

425 Cfr a riguardo Kerschensteiner 1962 p 110 ldquoHeraklit ndash wie uumlberhaupt das fruumlhe grie-chische Denken ndash kennt noch keine klare Scheidung von stofflichem und geistigem Prin-zip Substanz-Qualitaumlt (Feuer) Kraft (Logos) und Form (Kosmos) stellen sich ihm als einund dasselbe darrdquo

426 Guthrie 1962 p 454 nota 3 (corsivo mio) Per il riferimento agli antichi poeti cfr HomIl XV 187 ss Hes Th 74 885

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negazione di un principio organizzatore (sia divino che umano) esterno rap-presenta un indizio della natura autopoietica del κόσμος e del πῦρ che si auto-organizzano Eraclito seguita dicendo del fuoco che esso ἁπτόμενον μέτρα καὶἀποσβεννύμενον μέτρα ldquoper intervalli si accende e per intervalli si spegnerdquoAnche in questo caso dunque si egrave di fronte ad unrsquounitagrave che organizza se stes-sa in modo diadico (cfr la coppia di opposti ldquofame-sazietagraverdquo del fr 65) Unaquestione finora trascurata dalla critica egrave quella della natura per cosigrave dire ldquose-manticardquo (nel senso di σημαίνειν) del fuoco nel mondo greco arcaico il πῦρ edil κάπνος sono deputati a ldquodare dei segnirdquo τὸ πῦρ σημαίνειhellip ldquoil fuoco segnalaindicahelliprdquo egrave nel contesto storico-tecnologico di Eraclito una frase non solosensata ma anche di uso comune427 Si tratta infatti del piugrave diffuso sistema dicomunicazione in absentia a disposizione428 e probabilmente dellrsquounico cheagisca in tempo reale senza le attese ed i rischi che sempre accompagnano ilmessaggero Quanto Eraclito descrive nel fr 30 egrave perfettamente adeguato allatecnologia di comunicazione per mezzo del fuoco non verbale e ldquobinariardquofondata cioegrave su due tipi di segnale presenza o assenza del fuoco stesso Secon-do questa interpretazione dunque i μέτρα429 rappresentano gli intervallitemporali convenzionali o codificati in base ai quali il fuoco alterna la propriapresenza430 comunicando cosigrave il messaggio a distanza431

Il fr 90 esprime chiaramente il movimento doppio della conversio insitonel fuoco il moto disgregante che va dallrsquouno a tutte le cose egrave racchiuso nellaformula πυρός τε ἀνταμοιβὴ τὰ πάντα quello integrante che va da tutte le coseallrsquouno nellrsquoespressione inversa καὶ πῦρ (ἀνταμοιβὴ) ἁπάντων La convertibi-

427 Ciograve si evince molto chiaramente dallrsquoAgamennone di Eschilo (cfr ad esempio i vv 8 s 21ndash23 30 293 475 497 588ndash590 818 etc cfr Longo 1976 Goldhill 1986 p 10) in cuifuoco e fumo ricorrono spesso come soggetti del verbo σημαίνειν e dove la rilevanza (nonsolo sociale ma anche strategica) di questa prassi di comunicazione diventa tangibile peril lettore moderno

428 Sullrsquoimpiego dei segnali di fuoco e fumo nel mondo antico cfr Hershbell 1981429 Per i μέτρα intesi come immagini di divisione entro il processo articolatorio cfr cap 43

sv pp 135 s430 A favore dellrsquointerpretazione temporale dei μέτρα egrave Gigon 1935 p 61 il quale individua

nellrsquoavverbio di tempo ἀεί una chiave di lettura interna al frammento e pertanto piugrave atten-dibile cfr Kahn 1979 p 140 Contra Marcovich 1978 p 193 che intende i μέτρα comemisure quantitative il fuoco a suo giudizio si accende e si spegne in una certa quantitagrave(poniamo ad esempio al 30) laddove naturalmente essa deve restare parziale giaccheacute ilfuoco egrave ldquosempreviventerdquo e dunque non puograve estinguersi al 100 (similmente giagrave Kirk31970 p 317)

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litagrave del πῦρ e dei πάντα egrave espressa dalla parola ἀνταμοιβή432 (ἀντί ἀμείβομαι) incui ldquoἀντ- reinforces the idea of exact reciprocity in ἀμοιβήrdquo433 e che indica laperfetta reciprocitagrave dello scambio434 Questrsquoultima egrave anche sottolineata gra-zie a degli accorgimenti stilistici come i chiasmi πυρός τὰ πάντα πῦρ ἁπάντων (in cui si alternano genitivo nominativo nominativo genitivo) eχρυσοῦ χρήματα χρημάτων χρυσός (oro beni beni oro) e le congiunzio-ni correlative τεhellip καί La similitudine ὅκωσπερ χρυσοῦ χρήματα καὶ χρημάτωνχρυσός esemplifica il medesimo gioco di forze ora riferito al rapporto tra ilχρυσός che prende il posto del πῦρ ed i χρήματα che rappresentano i πάνταMusti ha dimostrato come i χρήματα possano indicare qui non solo i ldquobenirdquo ole ldquomercirdquo ma anche le ldquomoneterdquo435 il suggerimento egrave certo sagace bencheacuteprobabilmente le ldquomoneterdquo soddisfino meno dei ldquobenirdquo quel criterio di gene-ralitagrave a cui i χρήματα dovrebbero rispondere per poter rappresentare i πάνταnella similitudine

La conversio del fuoco si presenta in tutta la sua valenza cosmologica nel fr31a436 che descrive il dispiegarsi della differenziazione del mondo unicamen-

431 Lrsquointerpretazione ldquosemanticardquo del fuoco aiuta tra lrsquoaltro a superare lo stridore tra lrsquoafferma-zione di un ldquofuoco semprevivente che era egrave e saragraverdquo e quella del fuoco che ldquoper intervalli sispegnerdquo dato che lo spegnimento suggerisce altrimenti lrsquoidea dellrsquoestinzione del fuoco Alcontrario nel codice di comunicazione dei segnali col fuoco le fasi di oscuramento sonoaltrettanto necessarie e significative come quelle di accensione (egrave appunto lrsquoalternanza dientrambe a rendere il fuoco σημαντικόν) pertanto i μέτρα di spegnimento non equival-gono a fasi di cessazione del fuoco ma a momenti dellrsquoarticolazione del messaggio Puressendo semprevivente (ἀείζωον) la presenza del fuoco non egrave costante ma ritmica Si notiinoltre che anche nel fr 26 i verbi ἅπτομαι e ἀποσβέννυμι sono usati da Eraclito come ldquoverbitecnicirdquo del fuoco in quanto elemento tecnologicamente gestito dallrsquouomo

432 Sulla correttezza della lectio ἀνταμοιβὴ τά cfr Kirk 31970 pp 345 s433 Cosigrave Kirk 31970 p 346 che aggiunge ldquoThe exchanges of fire must obviously refer to the

πυρὸς τροπαί described in fr 31rdquo434 Cfr Kahn 1979 p 146 ldquoThe polar movement between lsquofire all thingsrsquo and lsquoall things

firersquo finds a parallel in CXXIV (DK 10) lsquofrom all things one and from one thing allrsquordquo e ibi-dem ldquo[ἀνταμοιβή] suggests some principle of compensation or retribution antamoibemay imply reward or punishment or both at once The term is perhaps an echo of Anax-imanderrsquos phrase about elemental principles lsquopaying the penalty and making retribution toone anotherrsquordquo

435 Musti 1983 pp 231 ss Lo storico considerando lrsquooccorrenza di ἀνταμοιβή che significaldquocambiordquo anche in senso economico e monetario e di πῦρ impiegato per la fusionedellrsquooro riferisce la similitudine al procedimento tecnico del conio e di conseguenza optaper la resa di χρήματα come ldquomoneterdquo Per la datazione dellrsquointroduzione della moneta adEfeso cfr Picard 1992 pp 206 ss

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112 4 Il cosmo come unitagrave articolata

te a partire dal πῦρ πυρὸς τροπαὶ πρῶτον θάλασσα θαλάσσης δὲ τὸ μὲν ἥμισυ γῆτὸ δὲ ἥμισυ πρηστήρ In primo luogo conviene soffermarsi sul valore diτροπαί437 La funzione di questi ldquorivolgimenti del fuocordquo (πυρὸς τροπαί) sem-bra analoga a quella dello ldquoscambio del fuocordquo del fr 90 (πυρὸς ἀνταμοιβή)con entrambe le espressioni viene descritta la dinamica attraverso cui il fuocosi fa altro a partire da se stesso differenziandosi in una pluralitagrave di enti Se nelfr 90 lrsquoesito della differenziazione interna egrave la nascita dei πάντα nel fr 31aesso consiste nella formazione dei distinti costituenti cosmici il mare che asua volta si dimezza (τὸ μὲν ἥμισυ [hellip] τὸ δὲ ἥμισυ [hellip]) in terra e folgore438Qui dunque Eraclito si concentra sulla spinta centrifuga ovvero parcellizzan-te del processo articolatorio

Il sintagma πυρὸς τροπαί egrave interessante anche a proposito della caratteristi-ca autopoietica dellrsquounitagrave articolata A livello grammaticale πυρός puograve essereinteso sia come genitivo oggettivo (rivolgimenti prodotti sullrsquooggetto lsquofuo-corsquo) sia come genitivo soggettivo (rivolgimenti prodotti dal soggetto lsquofuocorsquo)Tuttavia sul piano del contenuto un genitivo oggettivo che dunque veda nelfuoco soltanto il trasformato spiegherebbe poco o nulla circa il concreto av-venimento delle τροπαί in quanto non chiarisce chi o che cosa ne sia lrsquoarteficee dunque come i ldquorivolgimentirdquo avvengano Al contrario la soluzione del ge-nitivo soggettivo permette di scorgere nel fuoco stesso lrsquoiniziatore del diveni-re cosmico ovvero un agente cosmico che a partire dalla propria unitagrave si arti-cola in distinti dapprima il mare e poi per discernimento del lsquomarersquo i due di-stinti lsquoterrarsquo e lsquofolgorersquo Drsquoaltronde anche lrsquoesperienza comune suggerisce discorgere nel fuoco un principio attivo in grado di trasformare se stesso e lamateria piuttosto che un corpo inerte plasmato da un agente esterno Un in-dizio a favore di questa interpretazione egrave rappresentato dal probabile riecheg-giamento esiodeo di 31b dove la terra viene presentata allo stato liquido(ldquoltla terragt si spande come mare [hellip]rdquo)439 in Esiodo responsabile dello scio-

436 A quanti come Marcovich 1978 pp 204 s negano la portata cosmologica di questoframmento risponde validamente Kahn 1979 p 135 alcuni interpreti moderni sem-brano vittime di una ldquooverreactionrdquo nei confronti delle interpretazioni storiche e dosso-grafiche la quale spesso induce a disconoscere la riflessione cosmologica anche laddoveessa sia chiaramente presente

437 Per τροπαί come immagine di separazione entro il processo articolatorio cfr cap 43 svpp 135 s

438 Sul valore di πρηστήρ nella fisica greca arcaica e sulla sua analogia con il fuoco cfr Kahn1979 pp 141ndash143

439 Per le difficoltagrave testuali ed interpretative sollevate dal passo cfr cap 61 pp 193 ss

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glimento della terra era appunto il fuoco440 Il πῦρ del fr 31a rappresenta dun-que non tanto lrsquooggetto trasformato quanto il soggetto trasformatore di sestesso secondo il carattere autopoietico dellrsquounitagrave articolata Piugrave in generaledai frammenti eraclitei emerge che qualunque intervento interessi il fuocoesso egrave sempre esercitato dal fuoco stesso in questo senso egrave indicativo il ricor-rere della diatesi media per i verbi riferiti a πῦρ (fr 30 ἁπτόμενονἀποσβεννύμενον fr 67 ἀλλοιοῦται ὀνομάζεται)

Paradigmatico della natura del fuoco come principio attivo e responsabiledella conversio egrave il fr 66 πάντα γὰρ τὸ πῦρ ἐπελθὸν κρινεῖ καὶ καταλήψεται ldquoin-fatti una volta sopraggiunto il fuoco separeragrave e prenderagrave per seacute tutte le co-serdquo441 Invero la traduzione piugrave diffusa per questo frammento egrave che il fuocoldquogiudicheragrave e cattureragraverdquo tutte le cose ovvero interpretando i due verbi quasicome unrsquoendiadi La traduzione qui proposta mira a sottolineare che prima-riamente κρίνω e καταλαμβάνω esprimono rispettivamente lrsquoidea di divisionee di presa e che solo piugrave tardi442 diventano anche verbi tecnici del procedereprocessuale443 Di conseguenza egrave opportuno attribuire a ciascuno dei dueverbi un valore specifico sciogliendoli dallrsquoendiadi in cui spesso gli interpretili hanno legati In questo modo la doppia azione del πῦρ nei confronti deiπάντα emerge con vividezza esso da un canto li discerne ossia li volge in plu-ralitagrave dallrsquoaltro se ne appropria ossia li unifica entro di seacute444 Perfino nel fr65 tramandato da Ippolito insieme al 66 egrave possibile scorgere il rapporto uni-tagrave-molteplicitagrave tipico del modello articolatorio ldquoChiamare il fuoco lsquosazietagrave

440 Hes Th 867 ldquo[hellip] cosigrave dunque si liquefaceva la terra (τήκετο γαῖα) alla vampa del fuocosplendente (πυρὸς αἰθομένοιο)rdquo

441 Reinhardt 41985 pp 163 ss si pronuncia sullrsquoinattendibilitagrave del fr 66 attribuendolo allafonte Ippolito Pur essendo condivisibile il rifiuto della teoria dellrsquoἐκπύρωσις per la qualetradizionalmente gli interpreti hanno trovato un forte sostegno nel passo in oggetto tut-tavia non egrave prudente (neacute tantomeno necessario) espungere questo frammento che egrave con-sono in generale con il pensiero di Eraclito ed in particolare con la sua risemantizzazionedi πῦρ

442 Secondo Reinhardt 41985 pp 164 ss il significato di καταλαμβάνω come ldquocatturarerdquo nonegrave plausibile per lrsquoepoca di Eraclito Diversamente κρίνω acquista valore giuridico giagrave in etagravearcaica come indica la reggenza dellrsquoaccusativo δίκην (o pl δίκας) cfr ad esempio Hdt II1294ndash5 A Eu 433 e 682 Non egrave da escludere che lrsquoambiguitagrave tra ldquogiudicare e catturarerdquoda una parte e ldquoseparare e prendererdquo dallrsquoaltra sia intenzionale

443 Kahn 1979 p 272 traduce κρίνω con ldquoto distinguishrdquo Coerentemente con le idee base dildquoseparazionerdquo e ldquopresardquo egrave anche possibile una traduzione dei due verbi con ldquodiscernererdquo eldquocomprendererdquo cosa che accentuerebbe la natura intelligente del fuoco eracliteo

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114 4 Il cosmo come unitagrave articolata

famersquo significa [hellip] che in esso sono inerenti le tensioni opposte quella di go-dere della propria pienezza ignea (unitagrave) e quella di stancarsene e privarsenecambiando stato (molteplicitagrave)rdquo445

Lrsquooccorrenza di πῦρ nel fr 67 non egrave certa446 tuttavia questa lectio egrave partico-larmente plausibile per una serie di ragioni quali la centralitagrave del fuoco entrola riflessione eraclitea il confronto con altri testi447 lrsquoeventualitagrave di unrsquoaplo-grafia tra ὅκωσπερ e πῦρ con conseguente omissione della seconda parola e latestimonianza di Ippolito448 Accogliendo dunque questa integrazione si ot-tiene ὁ θεὸς [hellip] ἀλλοιοῦται δὲ ὅκωσπερ ltπῦρgt ὁπόταν συμμιγῆι θυώμασινὀνομάζεται καθrsquo ἡδονὴν ἑκάστου ldquoil dio [hellip] si altera come ltil fuocogt qualorasi mescoli agli incensi prende nomi secondo lrsquoaroma di ciascunordquo449 Anchein questo caso il fuoco evidenzia la natura composta della sua unitagrave in unsolo fuoco infatti si mescolano bruciando molti incensi secondo il moto cheprocede dai molti allrsquouno drsquoaltro canto in questo modo ciograve che prima eraunitario si mostra ora nella differenziazione fenomenica degli aromi secondoil moto che va dallrsquouno ai molti Il movimento doppio della conversio non pro-viene al fuoco dallrsquoesterno ma gli egrave immanente Ciograve conferma il πῦρ comeprincipio autopoietico esso non egrave neacute oggetto articolato (in senso passivo) neacutesoggetto articolante (in senso attivo) ma rappresenta il principio auto-arti-colantesi (in senso riflessivo) come espresso da ἀλλοιοῦται450 Sul verboὀνομάζεται ldquoprende nomirdquo che significativamente occorre laddove lrsquounitagrave si egravemutata in una pluralitagrave si torna nel cap 61 (pp 212 s)

444 Come giagrave osservato a proposito del fr 31 a anche per il fr 66 non vi sono ostacoli allrsquointer-pretazione cosmologica contra Marcovich 1978 p 304 ldquoci muoviamo dunque in unasfera teologica piuttosto che cosmologica e lrsquoatmosfera egrave un misto di naїf e folklorico lsquoUnbel giorno verragrave il Fuoco allrsquoimprovviso per giudicare tutti gli uomini e condannare i mal-fattori (leggi gli Efesicirc crapuloni [hellip])rsquordquo (corsivo dellrsquoautore)

445 Cosigrave Mondolfo citato in Diano-Serra 41993 p 189 (corsivo mio)446 ltπῦρgt egrave integrazione di Diels In luogo di πῦρ sono state proposte le integrazioni ἀήρ

μύρον ἔλαιον οἶνος θύωμα etc (cfr Kirk 31970 pp 191ndash197) Kahn 1979 pp 279 sreputa sbagliato integrare un soggetto

447 Cfr Pi fr 1299 S αἰεὶ θύματα μειγνύντων πυρὶ τηλεφανεῖ [hellip]448 Ippolito sostiene che il fr 67 era ἐν δὲ τούτωι τῶι κεφαλαίωι insieme ai frr 64 e 66 ossia in

un contesto che suggerisce il riferimento al fuoco449 Il fuoco produce mutevoli aromi dunque intendo ἡδονή come nomen rei actae (ldquoprofumordquo

ldquoaromardquo) e non come nomen actionis (ldquopredilezionerdquo ldquogustordquo per cui il senso sarebbe cheldquoil fuoco prende nomi secondo il gusto di ciascunordquo) Cfr Marcovich 1978 p 290 contraKahn 1979 p 280

450 Sul verbo offre un utile excursus Kirk 31970 pp 189ndash191

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A conclusione dellrsquoesame delle occorrenze di πῦρ si puograve anche consideraredata lrsquoaffinitagrave tematica quella di καπνός Kirk suggerisce che il fr 7 (εἰ πάντατὰ ὄντα καπνὸς γένοιτο ῥῖνες ἂν διαγνοῖεν ldquose tutte le cose esistenti diventasse-ro fumo le narici le distinguerebberordquo) rappresenti una situazione opposta aquella descritta nel fr 67 se in questo viene posta in primo piano la diversifi-cazione dellrsquounitagrave del fuoco in quello al contrario ldquoHeraclitus says that if allthings were reduced to the single visual appearance of smoke yet the nostrilswould smell out differences between themrdquo 451 Letto nella prospettiva delmodello articolatorio dunque il fr 7 esemplifica il moto che procede daimolti allrsquouno giaccheacute la varietagrave del fenomenico (πάντα τὰ ὄντα) egrave immaginataraccogliersi tutta nel fumo Data la sua natura composta il fumo serba in seacute latraccia dei πάντα tanto che le narici sanno distinguerli gli uni dagli altri (διά-γιγνώσκω) fiutandolo

κόσμος Circa lrsquounitarietagrave del κόσμος nel cap 21 (pp 35 s) sono stati ricordatii frr 30 (κόσμον τόνδε τὸν αὐτὸν ἁπάντων [hellip]) e 89 (ἕνα καὶ κοινὸν κόσμονεἶναι) Strettamente connesso con il fr 89 egrave il fr 75 (καθεύδοντας ἐργάτας εἶναικαὶ συνεργοὺς τῶν ἐν τῶι κόσμωι γινομένων) dal quale emerge che anche chi sicomporta come se avesse unrsquointelligenza sua propria (cfr fr 2) collabora inrealtagrave allo stesso κόσμος percheacute questo egrave lrsquounico esistente Le caratteristichedella conversio e dellrsquoautopoiesi sono giagrave state considerate sv πῦρ in forza dellasimilitudine tra fuoco e cosmo istituita nel fr 30 In particolare circa il carat-tere autopoietico del κόσμος nel fr 30 che ldquoneacute qualcuno tra gli dei neacute qualcunotra gli uomini ἐποίησενrdquo Kahn ricorda che siamo di fronte ad un ldquo[hellip] denialof any fundamental duality between a generated world order and the eternalsource from which it arises or the ruling intelligence by which it is organizedInsofar as the kosmos is made it is self-made insofar as it is organized it is self-organizedrdquo452

Vale la pena di sottolineare come il rapporto uno-molti proprio dellrsquounitagravearticolata sia insito nel significato stesso della parola κόσμος Infatti lrsquolsquoordina-mentorsquo implica di per seacute una struttura complessa ma unitaria il κόσμος egrave ldquounasorta di composizionerdquo453 Si egrave giagrave ricordato454 che allrsquoepoca di Eraclito il si-gnificato di κόσμος come ldquoordine del mondordquo e dunque ldquomondordquo ldquouniversordquo

451 Cfr Kirk 31970 p 195452 Kahn 1979 p 134 Cfr idem 1960 p 225 ldquothere is no κοσμήτωρ for the world order has

its own unique self-governing wisdom (ἓν τὸ σοφόν)rdquo

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116 4 Il cosmo come unitagrave articolata

egrave solo in statu nascendi Kahn indagando lrsquouso di κόσμος nel linguaggio filoso-fico insiste a ragione sul fatto che ldquoil κόσμος dei filosofi egrave lsquoordinamentorsquo ditutte le cose nel quale ogni potenza della natura ha la propria funzione ed ipropri limiti stabiliti [hellip] il termine implica unrsquounitagrave sistematica in cui diver-si elementi sono combinati o lsquocompostirsquordquo455 Bencheacute lrsquooccorrenza del fr 30evidenzi unrsquoaccezione cosmologica la parola egrave ancora sentita da Eraclito inprofonda dipendenza dal significato originario e di base (la cui presenza la-tente egrave verosimile anche nei frr 75 89 e 124) come viene ribadito sin daGomperz456 Secondo Verdenius457 κόσμος va tradotto in Eraclito comeldquoWeltgefuumlgerdquo e rappresenta un equivalente di λόγος

θεός Lrsquoaffinitagrave tra θεός e λόγος non egrave nuova agli interpreti458 Nel cap 12 svθεός (p 11) si egrave formulata lrsquoipotesi che la divinitagrave di Eraclito a tratti cosigrave di-versa da quella tradizionale sia affine piuttosto a quella di Senofane459 un sa-piente a lui ben noto A proposito dellrsquounicitagrave e della validitagrave universale deldio nel cap 21 (p 36) egrave stato ricordato il fr 67 dove la divinitagrave racchiude ericompone in seacute tutti gli aspetti contraddittori della realtagrave ὁ θεὸς ἡμέρηεὐφρόνη χειμὼν θέρος πόλεμος εἰρήνη κόρος λιμός [hellip] ldquoil dio (egrave) giorno notteinverno estate guerra pace sazietagrave fame [hellip]rdquo460

453 Kirk 31970 p 312 dove si trovano anche esempi di κόσμος nel senso di ldquoordinerdquo nella lin-gua arcaica Sul significato di κόσμος cfr soprattutto Kahn 1960 pp 219 ss Heidegger1993 p 109 afferma ldquo[hellip] κόσμος non indica innanzitutto lrsquoessente nella sua totalitagrave bensigravelrsquoaccordo della compagine strutturata dellrsquoessente [hellip]rdquo il filosofo riconosce tale caratteri-stica di κόσμος anche nellrsquooccorrenza dellrsquoenigmatico fr 124

454 Cfr cap 12 p 20455 Kahn 1960 pp 222 e 229 cfr anche pp 188ndash189 456 Gomperz 1887 p 12 arriva ad ipotizzare che proprio percheacute Eraclito intende κόσμος pri-

mariamente come ldquoordinamentordquo egli avverte lrsquoesigenza di accompagnarlo con un genitivogeneralizzante come ἁπάντων quando con la stessa parola vuole indicare il ldquomondordquo Sem-pre a proposito del fr 30 Kahn 1960 p 223 commenta che ldquoκόσμος va inteso come riferitoallrsquointera sequenza delle condizioni del mondo non ad una sola di lorordquo cfr idem 1979p 133 ldquo[hellip] the older literary sense of kosmos is a natural starting point since Heraclitusdoes not write in a technical language and the new lsquocosmologicalrsquo sense of kosmos is itselfthe heir to all these older nuances of the wordrdquo

457 Verdenius 1966 p 91458 Cfr ad esempio Kirk 31970 pp 188 s Stokes 1971 p 106 Kraus 1987 pp 123ndash126459 Sullrsquoanalogia della divinitagrave enoteista di Senofane ed Eraclito cfr Gemelli Marciano 2005

pp 125ndash134 la quale considera il contesto storico-culturale dei possibili rapporti tra lareligione persiana e quella dei due sapienti ionici della fine del VI sec aC

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Similmente nel fr 102 si legge τῶι μὲν θεῶι καλὰ πάντα καὶ ἀγαθὰ καὶδίκαια [hellip] ldquomentre per il dio tutte le cose sono belle buone e giuste [hellip]rdquo ladivinitagrave dunque al contrario dellrsquouomo possiede una comprensione unifi-cante del fenomenico Questi elementi sono coerenti con lrsquointerezza che con-traddistingue il dio secondo Senofane (οὖλος [hellip] οὖλος [hellip] οὖλος [hellip] fr 24)Coerentemente con questo uso di θεός anche dallrsquooccorrenza dellrsquoaggettivocorrispondente θεῖος risulta che al divino competono portata e validitagrave uni-versali [hellip] τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείουmiddot κρατεῖγὰρ τοσοῦτον ὁκόσον ἐθέλει καὶ ἐξαρκεῖ πᾶσι καὶ περιγίνεται ldquotutte le leggi uma-ne sono nutrite dallrsquounica divina (questa) puograve tutto ciograve che vuole e basta eavanza per tutterdquo461 (fr 114)

Nei testi appena ricordati si riscontra anche il movimento doppio dellaconversio e la caratteristica autopoietica Dopo aver stabilito attraverso unacopula sottintesa lrsquoequivalenza tra il θεός da una parte e la differenziazionedella realtagrave fenomenica dallrsquoaltra il fr 67 chiarisce tale rapporto grazie alla si-militudine con il fuoco che ldquocommisto agli incensi si trasforma come ltilfuocogt qualora sia commisto agli incensi prende nomi a seconda dellrsquoaromadi ciascunordquo In virtugrave di tale similitudine le considerazioni svolte circa il fr 67sv πῦρ valgono anche per θεός il dio pertanto egrave capace di trasformare se stes-so (ἀλλοιοῦται) ossia la propria unitagrave in molti auto-determinando la propriastruttura Per converso il fr 102 illustra la capacitagrave del dio (e lrsquoincapacitagraveumana) di superare lrsquoapparente distinzione tra le cose mentre per lui tutte lecose sono indistinte (e cioegrave belle buone e giuste) lrsquouomo invece le differenziae categorizza le une rispetto alle altre fino a giustapporle come antitetiche e areputarne alcune giuste altre ingiuste La circolaritagrave dei due moti della con-

460 Vi egrave ampio consenso sul fatto che le coppie di opposti indicano lrsquounitagrave del dio Fraumlnkel1955 p 238 ha giustamente osservato che le quattro coppie antitetiche sono soltantoesempi rappresentativi della realtagrave fenomenica in generale affermazione con la quale lacritica egrave oggi sostanzialmente drsquoaccordo cfr Kirk 31970 p 201 Kahn 1979 pp 278 smette in rilievo che il frammento parla dellrsquounitagrave di tutte le coppie antitetiche e in Diano-Serra 41993 p 141 si legge ldquo[hellip] che lrsquoopposizione sia il modo drsquoessere di tutte le cose egravesignificato dalla figura circolare del chiasmordquo (corsivo dellrsquoautore) riferendosi al chiasmodelle prime due coppie antitetiche

461 La traduzione proposta da Mourelatos 1965 p 265 egrave ldquo[hellip] for all human laws are underwardship to one the divine (law) for it rules as far as it wills and protects all (laws) and pre-vails over (them)rdquo Lo studioso intende i verbi τρέφονται κρατεῖ ἐξαρκεῖ e περιγίνεται allaluce degli usi omerici ed esiodei (cfr ivi pp 261 ss) ed in particolare τρέφομαι comeldquoessere sotto la tutela dirdquo ldquoessere protetto dardquo

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118 4 Il cosmo come unitagrave articolata

versio egrave riscontrabile nel fr 114 Qui la spinta disgiuntiva ossia orientatadallrsquouno ai molti (cfr fr 67) egrave testimoniata dal fatto che dallrsquounica legge divi-na deriva il profluvio delle leggi umane mentre quella congiuntiva orientatadai molti allrsquouno (cfr fr 102) egrave sancita nella prima parte del frammento dallaregola che ldquoper fare un discorso con senso bisogna riporre le proprie forze nelconsenso di tutte le coserdquo un imperativo di cui poi il paragone con la legge di-vina egrave esemplificativo

πόλεμος Riguardo a πόλεμος come anche riguardo a πῦρ si possono avanzaresoltanto delle ipotesi sul percheacute Eraclito lo reputi idoneo a rappresentare ilprincipio dellrsquoarticolazione In base al nostro senso comune la guerra si prestaindubbiamente ad esemplificare la forza di divisione ma non altrettanto puogravedirsi di quella di unione A questo proposito egrave forse drsquoaiuto rileggere con unosforzo di concretezza le scene belliche in Omero e riflettere su cosa significas-se una guerra combattuta nel mondo antico dapprima gli eserciti nemici sifronteggiano come i tipici opposti eraclitei ma presto le schiere si penetranolrsquoun lrsquoaltra e si confondono in una mischia indistinta gli avversari combattonocorpo a corpo sangue diverso si mescola per terra462 In Il XVIII 309 al diodella guerra egrave attribuito proprio lrsquoaggettivo ξυνός (ξυνὸς Ἐνυάλιος) A proposi-to della funzione che Eraclito attribuisce a πόλεμος alcuni interpreti hannosottolineato come la guerra nel mondo antico costituisca in effetti un ele-mento di aggregazione sociale ed un fattore importante nella nascita dei grup-pi socio-politici463

A prescindere da simili ipotesi il dato testuale egrave che πόλεμος egrave contrasse-gnato da Eraclito con lo stesso aggettivo riferito a λόγος (fr 2) ldquocomunerdquo

462 Considerazioni simili in Bremer 1996 p 85463 Cfr Bremer-Dilcher (in corso di pubblicazione) p 29 ldquoAusgangspunkt ist die Ambiva-

lenz des Krieges der sowohl differenzierend (B53) als auch zusammenfuumlhrend wirkt(B80) Krieg (πόλεμος) fuumlhrt zusammen und ist allen lsquogemeinsamrsquo (ξυνός) [hellip] So erschei-nen Krieg und Zwist nicht nur als Prozesse politischer Desintegration und sozialer Disso-ziation sondern als elementare Akte der Herstellung von Gemeinsamkeit [hellip] Die Polisist das Paradigma eines in sich differenzierten Ganzen das seine Struktur durch den Krieggewinntrdquo Cfr giagrave Gomperz 1887 p 21 ldquoder Krieg ist nicht wie der oberflaumlchliche Scheindies lehrt und das gemeine Vorurteil voraussetzt ein die Menschen spaltendes ihreGemeinschaft aufloumlsendes ein trennendes und zersetzendes Element der lsquoKoumlnig undVaterrsquo aller Dinge hat vielmehr auch die menschliche Gemeinschaft erst geschaffen sie derZucht unterworfen und die Segnungen geordneten Staatslebens und friedlichen Verkehrsuumlber weite Regionen der Erde verbreitetrdquo (cfr anche ivi pp 15ndash16)

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εἰδέναι δὲ χρὴ τὸν πόλεμον ἐόντα ξυνόν [hellip] ldquoma occorre sapere che la guerra egravecomune [hellip]rdquo (fr 80) La guerra egrave presentata come origo et fons di tutte le coseo di tutti gli uomini come dichiara lrsquoinizio del fr 53 πόλεμος πάντων μὲνπατήρ ἐστι πάντων δὲ βασιλεύς [hellip] ldquola guerra egrave padre di tutte le cose (o di tuttigli uomini) di tutte (tutti) egrave il re [hellip]rdquo Da questi due frammenti si compren-de anche la natura articolata di πόλεμος Nel fr 53 se lrsquoincipit chiarisce ilπόλεμος come matrice comune rispetto ai πάντα il seguito sostiene [πόλεμος]τοὺς μὲν θεοὺς ἔδειξε τοὺς δὲ ἀνθρώπους τοὺς μὲν δούλους ἐποίησε τοὺς δὲἐλευθέρους ldquo[la guerra] mostra gli uni come dei gli altri come uomini rendegli uni schiavi gli altri liberirdquo La reggenza della guerra sul mondo dunquenon si configura come condizione statica bensigrave come azione e precisamentecome azione che produce gli opposti fenomenici464 Come il fuoco del fr 31asi muta dapprima in mare e in seguito per metagrave in terra per metagrave in folgore(τὸ μὲν ἥμισυ [hellip] τὸ δὲ ἥμισυ [hellip]) similmente la guerra fende in due unrsquounitagraveoriginaria (τοὺς μέν [hellip] τοὺς δέ) producendo le due antitesi ldquodei vs uominirdquo eldquoschiavi vs liberirdquo Il chiasmo con cui sono incrociati i poli positivi e quelli ne-gativi delle due coppie antitetiche (dei uomini schiavi liberi) suggerisceprobabilmente la mera apparenza della loro contrarietagrave ed allude alla coinci-dentia oppositorum entro lrsquounitagrave del πόλεμος

Il fr 80 costituisce una valida descrizione del modello articolatorio Lascansione egrave analoga a quella del fr 53 dapprima ci si concentra sullrsquoaspettounitario ribadendo la validitagrave universale del πόλεμος (ldquobisogna sapere che laguerra egrave comune [ξυνός]rdquo) mentre in un secondo momento egrave posto in risaltolrsquoaspetto opposto e complementare quello della disgiunzione attraverso il ri-corso a due immagini della divisione insita nel processo articolatorio ([hellip] καὶδίκην ἔριν [hellip] ldquo[hellip] e che la giustizia egrave contesa [hellip]rdquo)465 Tuttavia egrave verosimileche qui a differenza del fr 53 Eraclito presenti anche una sintesi dei dueaspetti [hellip] καὶ γινόμενα πάντα κατrsquo ἔριν καὶ χρεών ldquo[hellip] e che tutte le cose ven-gono ad essere secondo contesa e necessitagraverdquo Infatti la generazione dei πάνταsembra essere ricondotta alla divisione rappresentata dal sintagma κατrsquo ἔρινed allrsquounione espressa in καὶ χρεών Le ragioni dellrsquoidentificazione della ldquocon-tesardquo con la forza di divisione risultano evidenti la ldquocontesardquo semina tra i con-

464 A questo proposito va notato che probabilmente il verbo δείκνυμι egrave qui usato come sino-nimo di ποιέω giaccheacute col doppio accusativo esso puograve significare appunto ldquorendererdquo Cfrle puntuali osservazioni di Marcovich 1978 p 104

465 Per lrsquoesame di δίκη ed ἔρις come immagini di divisione cfr cap 43 rispettivamente pp 129ss e p 135

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tendenti una discordia che li separa lrsquouno dallrsquoaltro la ldquoliterdquo li oppone ineso-rabilmente senza costituire quel potenziale fattore di aggregazione socialeche invece egrave stato scorto in πόλεμος Meno evidenti sono gli indizi circa κατὰχρεών come forza coesivo-unificante orientata cioegrave dai molti allrsquouno Tali in-dizi sono tre A livello formale accogliendo χρεών come riecheggiamentodellrsquouniversalitagrave di πόλεμος si ottiene di nuovo un chiasmo figura particolar-mente amata e funzionalizzata da Eraclito infatti il frammento nel suo com-plesso presenterebbe dapprima lrsquoaspetto unificante (πόλεμος ξυνός) poilrsquoaspetto dividente (δίκη καὶ ἔρις) ed infine coerentemente con questo qua-dro il divenire dei πάντα secondo divisione (ἔρις) e unitagrave (χρεών) dunque glielementi del chiasmo sarebbero lsquounitagrave divisione divisione unitagraversquo A livellolinguistico egrave ammissibile che χρεών sia in rapporto con il χρή iniziale del pe-riodo che difatti obbligava a conoscere appunto la natura ldquocomunerdquo delπόλεμος Infine non egrave da escludere una ripresa di Anaximand fr 1 [hellip] καὶ τὴνφθορὰν εἰς ταῦτα γίνεσθαι κατὰ τὸ χρεών [hellip] ldquo[hellip] e lrsquoestinzione viene a lorosecondo necessitagrave [hellip]rdquo466 Infatti Anassimandro ha appena descritto la pre-varicazione mediante la quale ldquole cose che sonordquo vengono ad essere rompen-do lrsquoequilibrio iniziale del non-delimitato lrsquoἄπειρον e spiega a questo puntocome per converso lrsquoestinzione di tali enti ripristina κατὰ τὸ χρεών lo statusquo ante Sembra dunque che lrsquoestinzione costringa gli enti ad un ritornoallrsquounitagrave ossia ad essere riassorbiti in seno allrsquoἄπειρον originario La ripresa daparte di Eraclito dellrsquoinsolita espressione (κατὰ) χρεών potrebbe alludere pro-prio a questo passaggio

Vi sono anche altre immagini dellrsquounitagrave articolata alle quali tuttavia Eraclitoricorre con minore assiduitagrave rispetto a quelle sopra considerate siccheacute il lororuolo appare di secondo piano Soprattutto per tali parole non egrave documenta-ta alcuna risemantizzazione in quanto nei frammenti a nostra disposizionenon si riscontrano contesti drsquouso difformi rispetto a quelli precedentementeattestati467

ἁρμονίη La parola occorre tre volte nel corpus fr 8 τὸ ἀντίξουν συμφέρον καὶ ἐκτῶν διαφερόντων καλλίστην ἁρμονίαν ldquoconvergendo ciograve che si contrappone edalle cose divergenti il piugrave bel collegamentordquo fr 51 οὐ ξυνιᾶσιν ὅκως

466 Sulle riprese di Anassimandro da parte di Eraclito cfr Broumlcker 1968467 Ma non egrave da escludere che tale impressione sia dovuta allo stato frammentario dei testi a

disposizione

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διαφερόμενον ἑωυτῶι ὁμολογέειmiddot παλίντονος ἁρμονίη ὅκωσπερ τόξου καὶ λύρηςldquonon comprendono come quanto diverge concorda con se stesso collegamen-to di opposta tensione come (quello) dellrsquoarco e della lirardquo (su παλίντονος cfrp 123) e fr 54 ἁρμονίη ἀφανὴς φανερῆς κρείττων ldquoil collegamento inevidenteegrave piugrave forte di quello evidenterdquo

In nessuno dei tre casi vi egrave ragione di dubitare del fatto che il significatodella parola sia quello di ldquo(elemento di) collegamentordquo ldquo(elemento di) con-nessionerdquo (cfr Chantraine sv ldquochevillerdquo ldquojointrdquo) in continuitagrave con la se-mantica della radice ἁρ-468 Il significato originario non egrave dunque musicalema ha a che fare con lrsquoattivitagrave artigianale e piugrave in particolare con la τέχνη dellacarpenteria in Omero ἁρμονία designa lrsquoelemento di collegamento struttu-rale tra le travi di unrsquoimbarcazione469 Egrave ancora in questo senso che Eraclitoimpiega ἁρμονίη come immagine di congiunzione dei πάντα una funzionequesta di certo meno plausibile in base al successivo significato musicale

Secondo Kirk nei frr 8 e 51 ἁρμονίη non vale ldquoelemento di collegamentordquoma deve giagrave aver assunto la sua prima accezione musicale quella di ldquoscalardquo Ilmotivo egrave che nel primo frammento ἁρμονίη egrave accompagnata dallrsquoaggettivoκάλλιστος considerato dallo studioso come una caratterizzazione squisita-mente estetica nel secondo dal sostantivo λύρη ossia uno strumento musica-le470 In realtagrave non sono reperibili attestazioni preclassiche della parola in ac-cezione indubbiamente musicale le prime accezioni semi-tecniche si trovanosolo allrsquoepoca di Pindaro471 Il fr 51 egrave lrsquounico in cui ἁρμονίη occorre insieme aduna parola dellrsquoarea semantica musicale la lira Ma poicheacute con la lira compa-re anche lrsquoarco lrsquoaccezione musicale di ἁρμονίη puograve essere ragionevolmentemessa in dubbio472 Bisogna credere piuttosto che lrsquoanalogia tra i due manu-

468 Sugli esiti di questa radice ad esempio nei verbi ἀραρίσκω ἁρμόζω ἁρμόττω etc cfrStokes 1971 pp 95 ss Laspia 1997 pp 15ndash20

469 Hom Il V 60 s Od V 248 e 361 (da questa accezione deriva anche quella assunta daἁρμονία in Il XXII 255 ldquopattordquo ldquoaccordordquo cfr inoltre Hdt II 962 Ar Eq 533)

470 Qui di seguito le motivazioni di Kirk 31970 Per il fr 8 ldquo[hellip] The use of καλλίστην can onlybe described as decorative [hellip] In any case the epithet is unsuitable as a description of aἁρμονία unless this word bears its musical sense for Heraclitus it could only mean lsquoscalersquoand one could not say that lsquothe fairest scale is formed out of different notesrsquordquo (ivi p 220)Per il fr 51 ldquoYet in spite of the mention of the lyre in this fragment it is out of the questionthat ἁρμονίη should have its special musical application hererdquo (ivi p 208) Lrsquoaccezione dildquoaccordo musicalerdquo egrave sicuramente piugrave tarda cfr ibidem (ma lrsquoosservazione egrave giagrave in DK rife-rita ad Heraclit fr 8)

471 Pi fr 140b S (v 2) ed eventualmente P VIII 68 cfr anche Pratin fr 6 (Snell Kannicht)

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fatti della lira e dellrsquoarco si fondi sulla loro struttura materiale che egrave in effettiparagonabile entrambi sono costruiti congiungendo due bracci detti inambo i casi πήχεις per mezzo di un ldquoelemento di collegamentordquo (quello dellalira si chiama ζυγόν) e in seguito fissando alle estremitagrave della stuttura ottenu-ta una ovvero piugrave corde che rimangano cosigrave in tensione473 Se il paragone pog-gia dunque sulla struttura materiale ἁρμονίη vale appunto come lrsquoldquo(elementodi) collegamentordquo con il quale entrambi i manufatti sono realizzati In defini-tiva il significato tradizionale presenta innegabili vantaggi rispetto a quellomusicale esso egrave meglio documentabile sul piano storico-linguistico giustificalrsquoaccostamento dellrsquoarco e della lira ed infine egrave piugrave coerente con un aggettivoquale ἀφανής ldquoinevidenterdquo (fr 54) che nega espressamente qualunque sferapercettiva474

Il riconoscimento di ἁρμονίη come immagine di unitagrave articolata non egrave sug-gerito solo dal significato-base della parola come ldquo(elemento di) collegamen-tordquo che implica lrsquounione di elementi altrimenti indipendenti ma anche dalsenso dei frammenti eraclitei specie 8 e 51 che rappresentano con chiarezzale due forze di segno opposto e contrario tipiche dellrsquoarticolazione475 La co-struzione formale del fr 8 abbina in due coppie antitetiche (ἀντίξους συμφέρω e διαφέρω ἁρμονίη)476 la spinta alla disgiunzione e quella alla con-giunzione come si egrave giagrave evidenziato nel cap 41 (p 106) marcando il testocon i segni + e ndash La complementaritagrave dei due moti egrave sottolineata dal chiasmoche le stringe infatti i due elementi centrali συμφέρω e διαφέρω pur apparte-nendo a due distinte coppie antitetiche sono abbinati per via della loro mor-fologia e del conseguente richiamo fonico (cfr fr 10 συμφερόμενον διαφερόμενον) Dunque ad un diverso livello di lettura si rivela una terza cop-

472 Kahn 1979 p 196 s propone unrsquoaccezione contemporaneamente musicale per la lira edartigianale per lrsquoarco tuttavia neanche questa (antieconomica) interpretazione apparenecessaria

473 Sul paragone strutturale dellrsquoarco e della lira cfr anche McIntosh Snyder 1984 Colli1975 e Bremer 1996 p 88 hanno sottolineato che arco e lira sono entrambi oggetti diApollo dio della musica e della guerra

474 Secondo Stokes 1971 p 98 va ricondotto alla ἁρμονίη intesa come ldquo(elemento di) colle-gamentordquo anche il verbo ἅπτομαι usato in Heraclit fr 26 per esprimere appunto il ldquocon-tattordquo tra i due opposti della vita e della morte

475 Tuttavia nemmeno il fr 54 risulta estraneo a tale concezione poicheacute ribadisce che lrsquoespe-rienza da sola non egrave sufficiente a riconoscere lrsquounitagrave latente delle cose

476 Sul valore del verbo ξέω ldquolevigarerdquo ldquoesercitare frizionerdquo cfr Heidegger 1993 p 96 ldquomuo-versi avanti e indietro andando in senso contrariordquo

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pia di opposti che attraversa la struttura chiasmatica come un (pur antiteti-co) trait drsquounion Anche nel fr 51 i due verbi di segno + indicanti unione(ξυνίημι ὁμολογεῖν477) sono alternati dal verbo di segno ndash indicante divisione(διαφέρω) La coalescenza delle due forze dellrsquoarticolazione egrave riassunta nellrsquoat-tributo di ἁρμονίη παλίντονος478

Per la teoria della conoscenza eraclitea che insiste sulla necessitagrave di ricono-scere lrsquoinvisibile unitagrave del reale479 lrsquoἁρμονίη come ldquocollegamentordquo svolge unruolo fondamentale ldquoil collegamento inevidente egrave piugrave forte dellrsquoevidenterdquo(fr 54) Eraclito mette frequentemente in guardia contro il pericolo di nonriconoscere lrsquounitagrave dei distinti siano anche tra loro opposti Spesso a fuorvia-re sono proprio i nomi che gli uomini attribuiscono alle cose Ad esempio nelcerchio (fr 103) ciograve che viene comunemente chiamato lsquoprincipiorsquo e lsquotermi-nersquo della circonferenza in realtagrave coincide Similmente la via in su e in giugrave op-pure di andata e di ritorno480 egrave ldquouna e la stessardquo (fr 60) Sia il fr 103 che il fr60 indicano che a non riconoscere lrsquounitagrave ossia a tenere distinti il principioed il termine della circonferenza oppure la salita e la discesa ci si comportacome Esiodo che considera alcuni giorni fasti ed altri nefasti dimenticandoche ldquola natura di ogni giorno egrave unardquo (fr 106) o ancora come gli uomini checonsiderano alcune cose giuste ed altre ingiuste laddove ldquoper il dio tutte lecose sono belle e giusterdquo (fr 102)

477 Circa il fr 51 egrave doveroso ricordare che vi egrave disaccordo circa la lectio corretta Il verboὁμολογέει riportato da Ippolito egrave accolto da DK e Kahn 1979 p 195 Esso egrave tuttaviaemendato da altri interpreti con συμφέρεται (ovvero ξυμφέρεται) sulla scorta di Pl Sph242e Smp 187a cfr Kirk 31970 pp 205 s Marcovich 1978 pp 85 s e Diano-Serra41993 p 127 Questrsquoultimo osserva (ibidem) ldquoanche se si preferisse ὁμολογέει nulla cam-bierebbe per il significato del frammentordquo e ciograve vale anche per lrsquointerpretazione del fram-mento qui proposta

478 Alcuni editori tra cui DK optano per παλίντροπος composto da τρέπω (secondo HippolHaer IX 92 Plu de tranq an 473f [tutti i codd tranne D] de an procr in Tim 1026b)altri appunto per παλίντονος dunque un composto da τείνω (secondo Plu de Iside et Osi-ride 369b de tranq an 473f [cod D] Porph Antr 29) A favore di παλίντονος depone ilfatto che questo egrave un epiteto tradizionale di τόξον (cfr Marcovich 1978 p 86 LSJ sv) Aldi lagrave delle difficoltagrave filologiche e a livello puramente semantico entrambi gli aggettivi sug-geriscono la perfetta per cosigrave dire ldquopalindromicardquo complementaritagrave tra le due forze equi-valenti quella di disgregazione e quella di integrazione

479 Cfr cap 62480 ἄνω κάτω allrsquoepoca di Eraclito puograve voler dire appunto tanto ldquoin su ed in giugraverdquo quanto ldquodi

andata e di ritornordquo entrambi i sensi richiamano lrsquoattributo di ἁρμονίη παλίντονος

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νόμος In un articolo apposito Mourelatos ha sostenuto che nel fr 114 νόμοςsia una metafora per il λόγος ξυνός481 Nel frammento νόμος ha due occorrenzeNella prima esso egrave adottato come esempio dellrsquoidea di ξυνός ([hellip] ἰσχυρίζεσθαιχρὴ τῶι ξυνῶι πάντων ὅκωσπερ νόμωι πόλις [hellip]) che egrave giagrave attributo di λόγος nelfr 2 Nella seconda occorrenza si fa ricorso a νόμος per illustrare il rapportouno-tutti vigente tra lrsquounica legge divina e tutte le leggi umane che da essa de-rivano ([hellip] τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείου [hellip])νόμος egrave messo in relazione al rapporto ἕν-πάντα anche nel fr 33 (νόμος καὶβουλῆι πείθεσθαι ἑνός) che insegna appunto come la volontagrave di un singolo inqualitagrave di legge debba valere per tutti Circa il fr 44 (μάχεσθαι χρὴ τὸν δῆμονὑπὲρ τοῦ νόμου ὅκωσπερ τείχεος) Hammer osserva come il paragone con lemura cittadine indichi nel νόμος ldquolrsquounitagrave e la coesione interna sulle quali pog-gia la πόλιςrdquo482 inoltre sulla scorta della sua analisi del fr 114 lo studioso in-siste sul concetto di unitagrave (ξυνός) che egrave alla base del paragone eracliteo traνόμος νόος e λόγος483 Se da un lato lrsquoaspetto unitario del νόμος ampiamente ri-levato dagli interpreti egrave ben documentato dai frammenti dallrsquoaltro non egrave daescludere che lrsquoaltro aspetto necessario dellrsquounitagrave articolata ossia lrsquoistanza se-paratrice riposi sul significato primario di νόμος come ldquociograve che compete a cia-scunordquo conformemente al verbo νέμειν ldquodistribuirerdquo ldquospartirerdquoldquoparcellizzarerdquo Se il νόμος eracliteo egrave effettivamente memore di questo signi-ficato originario allora si egrave di fronte a un nuovo sodalizio tra la forza congiun-tiva e quella disgiuntiva corrispondenti alla conversio dellrsquounitagrave articolata

σύναψις La parola conta unrsquounica occorrenza quella del fr 10 συνάψιες ὅλακαὶ οὐχ ὅλα συμφερόμενον διαφερόμενον συνᾶιδον διᾶιδον καὶ ἐκ πάντων ἓν καὶἐξ ἑνὸς πάντα484 Il suo significato letterale egrave quello di un nomen actionis dun-que ldquoazione del mettere insiemerdquo Snell traduce συλλάψιες (= DK συνάψιες)come Zusammenfassung ma nel senso di un nomen rei actae485 Il frammento

481 Mourelatos 1965 p 259 p 266482 Hammer 1991 p 102483 Ivi pp 108 ss p 116 484 Il dibattito filologico circa συνάψιες contempla due differenti lectiones Una egrave appunto

συνάψιες composto di ἅπτω (come intendono DK) lrsquoaltra egrave συλλάψιες (att σύλληψις)composto di λαμβάνω (come suggerisce Snell 1989 pp 59ndash64 seguito da Kirk 31970 pp167ndash179 Marcovich 1978 pp 69ndash75 Kahn 1979 p 281 ss) Poicheacute entrambe le lectio-nes sono ammissibili come immagini di unione in questo contesto e per lrsquointerpretazionegenerale del frammento che qui viene proposta non egrave rilevante che si prenda posizione afavore dellrsquouna o dellrsquoaltra lectio

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risulta fondamentale per la comprensione dellrsquounitagrave articolata Le tre coppieantitetiche che seguono συνάψιες non sono generici esempi di unitagrave degli op-posti come invece egrave ad esempio nei frr 67 e 88 su questo punto la critica egrave pra-ticamente unanime486 Nella prospettiva del modello articolatorio tali coppieesprimono le due forze costituenti dellrsquoarticolazione da un lato quella di in-tegrazione (ὅλα συμφερόμενον συνᾶιδον) dallrsquoaltro quella di disgregazione(οὐχ ὅλα διαφερόμενον διᾶιδον) ciascun membro della coppia egrave di segno ugua-le e contrario rispetto allrsquoaltro i due moti si completano a vicenda nel processodellrsquoarticolazione (qui espresso da σύναψις)

Il fr 10 offre varie possibilitagrave di traduzione determinate dalle differentipossibilitagrave di intendere a) la funzione logica e b) lrsquoesatto significato della pa-rola drsquoincipit συνάψιες La funzione logica (punto a) puograve essere sia di soggettosia di predicato ma a partire da Snell i principali interpreti di Eraclito hannointeso συνάψιες come soggetto e dunque le successive voci (sostantivate)come nomi del predicato487 Questa soluzione egrave in effetti la piugrave plausibile Latraduzione che risulta dalla fortunata interpretazione di Snell egrave dunqueldquoσυνάψιες (sono) interi e non interi convergente divergente consonante dis-sonante e da tutte le cose una e da una tutte le coserdquo Nondimeno egrave possibileanche una terza soluzione sintattica secondo la quale συνάψιες non assolveuna funzione stricto sensu grammaticale ma funge piuttosto da voce intro-duttiva (ldquothe topic upon which the following pairs will commentrdquo488) seguitadalla relativa esemplificazione489 secondo una costruzione ellittica non infre-quente in Eraclito si pensi ai frr 31 πυρὸς τροπαί [hellip] e 67 ὁ θεός [hellip] Quan-to al significato di συνάψιες (punto b) esso puograve essere inteso non solo letteral-mente come nomen actionis ossia ldquoazioni del mettere insiemerdquo490 ma anchecome mostrato da Snell come nomen rei actae ossia ldquocose messe insiemerdquo491

485 Snell 1989 pp 63 s Occorre tuttavia sottolineare che prima di Aristotele lrsquounico signi-ficato attestato per la parola egrave quello di ldquocatturardquo (cfr Heraclit frr 28 66 καταλήψεται)pertanto la traduzione di Snell non si basa su evidenze storico-linguistiche inoppugnabili

486 Fa eccezione Marcovich 1978 p 72487 Sulla questione cfr Snell 1989 p 62 ldquo [Diels] intende lsquoconnessionirsquo come predicato e le

coppie di opposti come soggetto Ma in questo senso egrave impossibile che συμφερόμενονδιαφερόμενον venga definito come σύναψις poicheacute secondo lrsquoopinione di Eraclito il con-corde e il discorde non si lsquoconnettonorsquo bensigrave il discorde si connette in modo che sorga ilconcorde fr 8 [hellip] fr 51rdquo

488 Kahn 1979 p 281489 Come sostiene ad esempio Marcovich 1978 p 72

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Un ulteriore punto da considerare egrave il primo καί (ὅλα καὶ οὐχ ὅλα) il cui valorepotrebbe essere enfatico un fatto tuttavia trascurato dalla critica492

Il senso complessivo del frammento egrave che in base alle συνάψιες συλλάψιεςi non interi si completano quanto egrave sparso si assembla quanto egrave discorde siarmonizza493 Coerentemente con il significato della parola che egrave appunto ri-spettivamente quello di ldquoannodarerdquo (συνάπτω) o ldquoriunirerdquo (συλλαμβάνω) leσυνάψιες συλλάψιες sono atte a rappresentare lrsquounitagrave articolata entro la qua-le un collegamento latente percorre i distinti fenomenici Le due forze com-presenti della conversio sono testimoniate dai primi e dai secondi termini diciascuna coppia ὅλα συμφερόμενον συνᾶιδον per la congiunzione e οὐχ ὅλαδιαφερόμενον διᾶιδον per la disgiunzione presentate nella loro coalescenza

κεραυνός (fr 64) γνώμη (fr 41) πληγή (fr 11) Tutte e tre le immagini svol-gono un ruolo attivo e coordinante rispetto alla totalitagrave dei distinti fenome-nici dirigendoli e pilotandoli La loro azione sui πάντα egrave descrittarispettivamente con i verbi οἰακίζει ἐκυβέρνησε494 νέμεται Data la scarsezza

490 Cosigrave ad esempio Kahn 1979 ldquograspingsrdquo Ma ivi p 282 lo studioso sottolinea giusta-mente che una scelta esclusiva tra lrsquouno e lrsquoaltro significato non egrave necessaria cfr la parafrasidel frammento ivi p 286 ldquoGraspings that is to say groups holding together apprehensionsbringing things togetherrdquo (corsivo dellrsquoautore)

491 Ad esempio Kirk 31970 ldquothings taken togetherrdquo (cfr ivi p 173) Hammer 1991 p 178 492 La congiunzione egrave stata intesa in genere come copulativa Egrave tuttavia possibile anche un

valore copulativo-avversativo ldquoeppurerdquo (cfr Denniston sup21954 p 292 punto 9 ldquoand yetrdquo)o intensivo-enfatico ossia paragonabile a δή ldquopropriordquo ldquoinverordquo ldquoeffettivamenterdquo (cfr ivip 317) Infatti καί egrave usato qui per congiungere un termine e la sua negazione (ldquoxrdquo ndash ldquononxrdquo) secondo un uso atipico e complesso dal punto di vista logico il che autorizza ad ipo-tizzare un valore differente da quelli convenzionali e per cosigrave dire piugrave marcato In base aquesta interpretazione la congiunzione non si limita ad accostare ὅλα ed οὐχ ὅλα ma sot-tolinea con enfasi tale abbinamento A consolidare lrsquoipotesi egrave il fatto che le successive cop-pie di contrari sono congiunte per asindeto in questi casi lrsquoantitesi egrave sempre fra due terminipositivi risultando dunque meno paradossale di quella della coppia ldquoxrdquo ndash ldquonon xrdquo Stilisti-camente congiungere i due poli ldquointerirdquo ndash ldquonon interirdquo con una ldquoerdquo rappresenta una solu-zione meno incisiva che con un ldquoeppurerdquo (valore copulativo-avversativo) o con unldquoappuntordquo ldquoeffettivamenterdquo (valore intensivo-enfatico) tale soluzione rischia di banaliz-zare il senso del frammento Non paragonabile egrave il valore di καί nel fr 49a dove i terminidi entrambe le coppie antitetiche sono congiunti attraverso la correlazione τε καί(ἐμβαίνομέν τε καὶ οὐκ ἐμβαίνομεν εἶμέν τε καὶ οὐκ εἶμεν)

493 Cfr Stokes 1971 pp 100 ss494 Per la metafora del timoniere come guida della cittagrave nella lirica e come guida del cosmo

nella filosofia cfr Kahn 1979 p 272

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42 Immagini dellrsquounitagrave articolata unionehellip 127

delle attestazioni di queste parole entro il corpus eracliteo495 intenderle comeimmagini di unitagrave articolata non egrave piugrave che unrsquoipotesi legittimata tuttavia dalsenso dei frammenti infatti i πάντα presenti in tutti e tre i casi sono ricon-dotti alle immagini in questione come a dei principi-guida organizzativi uni-versalmente validi Il farsi molti dellrsquounitagrave ossia il moto ldquocentrifugordquo dellaconversio emerge in particolare dal fr 41 in cui lrsquoespressione πάντα διὰ πάντωνsuggerisce che il governo della γνώμη si esercita attraverso la dispersione dellrsquoἕνnella pluralitagrave fenomenica Oltre che dal senso dei frammenti lrsquoipotesi diκεραυνός γνώμη e πληγή come immagini di unitagrave articolate egrave suffragata anchedai legami che queste immagini intrattengono con altre In particolare il ful-mine puograve essere verosimilmente inteso come manifestazione oppure pars prototo del fuoco496 lrsquointelligenza come sinonimica del σοφόν497

Infine va specificato che non sussiste alcuna necessitagrave di intendere il fulmi-ne come personificato come invece spesso avviene498 Il fatto che esso sia ca-pace di unrsquoazione intelligente come il dirigere non comporta in alcun modo lasua personificazione almeno a patto di non voler personificare appunto an-che la sferza e lrsquointelligenza oppure per fare soltanto un esempio esterno alcorpus eracliteo lrsquoaria di Diogene di Apollonia che egrave dotata di νόησις (fr 51)

495 κεραυνός e πληγή contano infatti una sola occorrenza in Eraclito γνώμη occorre anche nelfr 78 ma al plurale ed in unrsquoaccezione apparentemente diversa

496 Di questo avviso sono Kahn 1979 p 271 Marcovich 1978 p 297 Diano-Serra 41993p 117 (ldquometonimia per il fuocordquo) Kirk 31970 pp 356 s Lrsquoobiezione di Gigon citata daKirk ossia che il fulmine ed il fuoco non possano essere per Eraclito la stessa cosa percheacuteldquoil cosmo egrave fuoco non egrave diretto dal fuocordquo viene a cadere in base allrsquointerpretazione delcosmo come unitagrave articolata e dunque autopoietica infatti lrsquounitagrave non egrave da intendere solocome sostrato materiale inerte dellrsquouniverso ma al contempo come materia e forza cheimprime da seacute la propria organizzazione nelle cose

497 Per lrsquoaccezione unificante della conoscenza espressa da σοφίη e σοφός cfr cap 62 p 240498 Kirk 31970 p 354 riporta le testimonianze epigrafiche e letterarie dellrsquouso di κεραυνός in

vece del nome proprio Zeus ma ne conclude che tale uso egrave affermato soltanto in etagrave elle-nistica e ritiene ad ogni modo che nel frammento in questione κεραυνός vada scritto conlrsquoiniziale minuscola Il fulmine egrave inteso come personificato tra gli altri da Diano-Serra41993 (trad ldquoFulminerdquo) e Marcovich 1978 p 280 Questrsquoultimo annovera quante a suoavviso vanno considerate come personificazioni in Eraclito ldquoQui il fulmine conforme-mente alle credenze arcaiche sembra personificato cosigrave anche probabilmente τὸ μὴ δῦνόνποτε fr 81 (16) τὸ πῦρ fr 82 (66) σοφόν fr 83 (108) ἕν τὸ σοφὸν μοῦνον fr 84 (32)γνώμη fr 85 (41) Cfr anche Logos fr 26 (50) Polemos fr 29 (53) εἷς νόμος fr 23 (114)rdquocfr ivi p 15 Ma non si vede percheacute la personificazione dei suddetti lessemi debba essereconsiderata necessaria o almeno preferibile

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128 4 Il cosmo come unitagrave articolata

χρυσός La similitudine del fuoco con lrsquooro (fr 90) ed il valore di χρυσός comeimmagine dellrsquounitagrave articolata sono giagrave stati considerati sv πῦρ (pp 110 s)

κυκεών Come composto anche il ciceone (fr 125) puograve rappresentare il fun-zionamento dellrsquounitagrave articolata Si tratta infatti di una bevanda ottenuta dal-la miscela di vari ingredienti (vino o acqua miele o latte in piugrave farina drsquoorzoformaggio aromi)499

Se non mescolata (ltμὴgt κινούμενος) ossia se viene meno la forza che amal-gama i vari ingredienti la soluzione va naturalmente soggetta a decantazione(διίσταται) per cui le componenti solide sedimentano e si separano da quelleliquide il risultato egrave una de-composizione della bevanda In questo contestoi verbi κινέω e διίστημι sono compatibili rispettivamente con la forza unifi-cante e con quella disgregante della conversio Per Eraclito ed il suo pubblicolrsquoimmagine del ciceone similmente a quelle dellrsquoarco e della lira attinge con-cretamente allrsquoesperienza quotidiana ora sottratta alla banalitagrave dellrsquohic etnunc fenomenico e resa portavoce di principi cosmici che sono attivi a qua-lunque livello della realtagrave

43 hellip e divisione

Come osservato nel cap 41 a rappresentare in Eraclito la pluralitagrave dei distintifenomenici che affollano il mondo sono in primo luogo le voci di πᾶς πᾶσαπᾶν500 Esse esprimono tutta la moltitudine di enti e fenomeni tra loro appa-rentemente diversi e perfino opposti che sono prodotti dalla forza di divisio-ne altrettanto costitutiva dellrsquounitagrave articolata come quella di coesione Aquesto punto si procede a considerare le immagini appartenenti alla rete di si-gnificazione che nel suo complesso veicola il contenuto della separazione

Trattandosi anche in questo caso dellrsquoesame di una rete di significazionelrsquoanalisi seguente mostreragrave parecchie affinitagrave con quella condotta nel capitoloprecedente In primo luogo anche entro la rete di significazione veicolante ilcontenuto della divisione lrsquoaffinitagrave tra le immagini interessate egrave sottolineatada Eraclito grazie ad espedienti linguistici e stilistici Ad esempio nel fr 25 il

499 Cfr Hom Il XI 638ndash641 Od X 234ndash235 500 Si egrave giagrave osservato (cfr cap 23 pp 53 s) che numerose occorrenze eraclitee di πᾶς πᾶσα

πᾶν nei casi genitivo e dativo ed in numero plurale possono essere intese tanto come neu-tro ldquotutte le coserdquo quanto come maschile ldquotutti gli uominirdquo

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43 hellip e divisione 129

gioco assonante ed etimologizzante tra μόρος e μοῖρα entrambi derivanti dalverbo μείρομαι (ldquoavere in parterdquo ldquoavere in sorterdquo) egrave in primo luogo un gioco dianalogie nel fr 80 viene stabilita una pura equivalenza tra le due immagini didivisione δίκη ed ἔρις (καὶ δίκην ἔριν) nel fr 94 si rileva un collegamento espli-cito tra μέτρα e Δίκη etc Per questa ragione trattare ciascuna immagine indi-pendentemente dalle altre non risulta sempre possibile lo stesso egrave valso nelcap 42 a causa dei legami esistenti tra κόσμος e πῦρ (fr 30) tra πῦρ e χρυσός(fr 90) etc Infine anche nellrsquoesame di questa rete di significazione vengonoincluse parole scarsamente attestate nel corpus e di cui pertanto non si puograve ac-certare la risemantizzazione ma che ciononostante evidenziano tratti seman-tici pertinenti

δίκη Stando al concetto moderno di lsquogiustiziarsquo nulla invita a scorgere in δίκηun criterio di separazione Ma la δίκη di Eraclito si iscrive entro la concezionereligiosa tradizionale di giustizia concezione alla quale sono intrinseche ap-punto le idee di discrimen e limes501 Ciograve egrave suggerito anche dalla probabile eti-mologia di δίκη da δείκνυμι502 ldquoindicarerdquo ldquomostrarerdquo secondo la quale lagiustizia egrave ldquothe direction indicated by the majorityrdquo503 e puograve essere efficace-mente descritta attraverso la ricorrente metafora spaziale della ldquoretta viardquo504In modo pertinente Cornford ha evidenziato come la giustizia nel pensierogreco arcaico non sia altro che lrsquoosservanza del confine505 E in effetti ldquoin anundifferentiated world there would be no such thing as a proper behavingFor Heraclitus things in the world happen according to a definite plan to arule or measure this is Dikerdquo506

501 Specificamente sulla concezione eraclitea di δίκη come ldquolimiterdquo cfr Battegazzore 1979Jellamo 2005 pp 11 s (cfr anche Calabi 1983 p 154) che a volte tuttavia concedonotroppo spazio allrsquoimmaginazione Fondamentali restano Cornford 2002 pp 49ndash86 perlrsquoaspetto religioso e Havelock 1983 (Dike) specie pp 224ndash225 250 s per lrsquoaspetto piugravepropriamente normativo-giuridico di δίκη

502 Questa ultima voce egrave imparentata con la radice sanscrita diacuteccedil- ldquoindicazionerdquo ldquodirezionerdquo503 Kirk 31970 p 241504 Questo egrave anche il senso dellrsquoebraico halakhah (dal verbo ldquoandarerdquo) che egrave appunto la via da

seguire sotto il cui nome nel Talmud sono comprese le prescrizioni legali Anche perlrsquoantica cultura ebraica dunque le idee etiche di lsquogiustiziarsquo e di lsquolegalitagraversquo sono strettamentelegate a quelle spaziali di lsquodiritturarsquo e di lsquorettitudinersquo

505 Ma proprio in Eraclito Cornford 2002 pp 226ndash227 scorge piuttosto inspiegabilmenteunrsquoeccezione rispetto al quadro da lui stesso tracciato per la concezione della giustizia nellafilosofia greca arcaica

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130 4 Il cosmo come unitagrave articolata

Anche in questo caso il riferimento allrsquoetimologia e soprattutto alla storiadellrsquouso della parola non persegue fini eruditi ma serve ad accostarsi allrsquoacce-zione eraclitea dato che spesso Eraclito si mostra cosciente del senso piugrave ori-ginario delle parole e lo sfrutta ai propri scopi507 In Omero δίκη significaunrsquoabitudine un ordine consolidato che ha valore orientativo ma non anco-ra prescrittivo Egrave a partire da questa idea di lsquovia da seguirersquo che si stabilizzanoin seguito accezioni normative di δίκη come ldquonormardquo ldquoleggerdquo e dunquecome conseguenza della loro trasgressione anche ldquogiudiziordquo e ldquopunizionerdquo508Ma ortodossia ed eterodossia esistono solo in virtugrave di una immaginaria lineadivisoria tracciata attraverso un campo originariamente neutro o indifferen-ziato Egrave opportuno documentare di seguito tale concezione di giustizia sullascorta dei testi letterari

Sin da Omero δίκη egrave costantemente posta in relazione oppositiva conὕβρις509 se ὕβρις egrave lrsquooltraggio il superamento del limite δίκη invece egrave la giustamisura il restare entro il limite Egrave per questo che lrsquoidea di limite egrave insita ed in-dispensabile per il concetto di giustizia arcaica tanto che un verbo tecnico diviolazione della giustizia egrave παρεκβαίνω ldquooltrepassarerdquo ldquotrascendererdquo ldquovalica-rerdquo510 Parlando di ldquogiustiziardquo ovvero della sua violazione Esiodo insiste ri-spettivamente sulle idee di ldquodirittordquo e ldquostortordquo e ribadisce con costanza lrsquoop-posizione δίκη vs ὕβρις ldquoPerse ascolta δίκη e non alimentare ὕβρις infattiὕβρις egrave dannosa per lrsquouomo debole ma nemmeno quello grande la puograve sop-portare facilmente anzi egli stesso per opera di quella rimane oppresso e vaincontro alle sventure Migliore egrave lrsquoaltra strada verso le cose giuste (τὰδίκαια) infatti δίκη vince ὕβριςrdquo511 La stessa antitesi egrave cara anche al legislatoreSolone con il quale si mostra in piena evidenza lrsquoaccezione di giustizia come

506 Kahn 1979 p 129 Lrsquoautore osserva piugrave in generale che ldquoa consideration of the Presocraticoccurrences [hellip] shows that these did not diverge from the general pattern [hellip] there is noinstance where the word means abstract justice it is only opposed to ἀδικία where the lat-ter word means lsquowrongdoingrsquo in a concrete senserdquo (ivi p 128)

507 Cfr Held 1970 p 175508 Cfr Kirk 31970 pp 127 s509 In Omero lrsquoopposizione δίκη vs ὕβρις egrave tipica cfr Od VI 119ndash120 (= XIII 200ndash201) ὤ

μοι ἐγώ τέων αὖτε βροτῶν ἐς γαῖαν ἱκάνω ἦ ῥrsquo οἵ γrsquo ὑβρισταί τε καὶ ἄγριοι οὐδὲ δίκαιοι [hellip]ldquoAhimegrave alla terra di quali uomini sono ancora arrivato Saranno essi autori di ὕβρις sel-vaggi e senza δίκη [hellip]rdquo cfr IX 174ndash175 ἐλθὼν τῶνδrsquo ἀνδρῶν πειρήσομαι οἵ τινές εἰσιν ἤ ῥrsquoοἵ γrsquo ὑβρισταί τε καὶ ἄγριοι οὐδὲ δίκαιοι [hellip] ldquoandrograve a sincerarmi di quegli uomini quali maisono saranno essi autori di ὕβρις selvaggi e senza δίκη [hellip]rdquo

510 Sin da Esiodo cfr Op 225 s παρεκβαίνουσι δικαίου

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43 hellip e divisione 131

appropriato o corretto discrimen ovvero come rispetto della giusta misurache non degenera nellrsquoeccedenza512 LrsquoEunomia egrave da lui descritta come il prin-cipio che riconduce gli eccessi entro limiti convenienti e ldquoraddrizza le δίκαι di-storterdquo513 Altrove lrsquoattivitagrave politica di Solone stesso a guida della πόλις egrave spie-gata come attivitagrave del dirimere la delimitazione ed il contenimento dei cam-pi drsquoazione delle fazioni in lotta deve impedire che si verifichi un soprusodellrsquouna sullrsquoaltra ossia che abbia luogo uno sconfinamento ldquoMi sollevaistringendo il forte scudo su entrambe [le parti contendenti] non permisi cheuna prevalesse sullrsquoaltra ingiustamente (ἀδίκως)rdquo514 Ancora quando si trattadi dirimere una lite dispensando ldquogiustiziardquo (δικάζω δίκη) Teognide fa ricor-so alle metafore del filo a piombo e della squadra strumenti che servonoallrsquoartigiano per tracciare linee ed angoli diritti515

Tale concezione di giustizia non si riscontra soltanto sul piano etico-poli-tico ossia dellrsquoagire umano ma anche su quello medico-anatomico e fisico-

511 Hes Op 212ndash216 (Ὦ Πέρση σὺ δrsquo ἄκουε δίκης μηδrsquo ὕβριν ὄφελλεmiddot ὕβρις γάρ τε κακὴ δειλῶιβροτῶι οὐδὲ μὲν ἐσθλὸς ῥηιδίως φερέμεν δύναται βαρύθει δέ θrsquo ὑπrsquo αὐτῆς ἐγκύρσας ἀάτηισινmiddotὁδὸς δrsquo ἑτέρηφι παρελθεῖν κρείσσων ἐς τὰ δίκαιαmiddot δίκη δrsquo ὑπὲρ ὕβριος ἴσχει [hellip]) Cfr anche Op237 s οἷς δrsquo ὕβρις τε μέμηλε κακὴ καὶ σχέτλια ἔργα τοῖς δὲ δίκην Κρονίδης τεκμαίρεταιεὐρύοπα Ζεύς ldquoa coloro invece nei quali albergano ὕβρις e azioni malvagie a loro Zeus Cro-nide dallrsquoampia pupilla assegna δίκηrdquo

512 Cfr Sol fr 47 ss W δήμου θrsquo ἡγεμόνων ἄδικος νόος οἷσιν ἑτοῖμον ὕβριος ἐκ μεγάλης ἄλγεαπολλὰ παθεῖνmiddot οὐ γὰρ ἐπίστανται κατέχειν κόρον οὐδὲ παρούσας εὐφροσύνας κοσμεῖν δαιτὸς ἐνἡσυχίηι πλουτέουσιν δrsquo ἀδίκοις ἔργμασι πειθόμενοι οὔθrsquo ἱερῶν κτεάνων οὔτέ τι δημοσίωνφειδόμενοι κλέπτουσιν ἀφαρπαγῆι ἄλλοθεν ἄλλος οὐδὲ φυλάσσονται σεμνὰ Δίκης θέμεθλα[hellip] ldquoe il parere ingiusto (ἄδικος) dei capi del popolo per i quali si preparano molte soffe-renze da sopportare derivanti da grande arroganza (ὕβρις μεγάλη) infatti non sono capacidi contenere lrsquoingordigia o di godere in modo ordinato dei piaceri possibili delle feste intranquillitagrave essi si arricchiscono sedotti da opere ingiuste (ἄδικα ἔργματα) senza rispar-miare neacute possessi sacri neacute proprietagrave pubbliche essi rubano da una parte e dallrsquoaltra con indi-scriminata rapacitagrave neacute fanno da guardia alle fondamenta sacre di Giustizia (Δίκη) [hellip]rdquo

513 Ivi vv 32ndash36 Εὐνομίη δrsquo εὔκοσμα καὶ ἄρτια πάντrsquo ἀποφαίνει καὶ θαμὰ τοῖς ἀδίκοις ἀμφιτίθησιπέδαςmiddot τραχέα λειαίνει παύει κόρον ὕβριν ἀμαυροῖ αὑαίνει δrsquo ἄτης ἄνθεα φυόμενα εὐθύνει δὲδίκας σκολιάς [hellip] ldquomentre Eunomia mette in luce tutte le cose in buon ordine e conve-nienti e spesso agli ingiusti (ἄδικοι) stringe i piedi in ceppi smussa le asperitagrave fa cessarelrsquoinsolenza offusca la tracotanza (ὕβρις) secca sul nascere i germogli della sciagura rad-drizza le δίκαι distorte [hellip]rdquo

514 Sol fr 55ndash6 W ἔστην δrsquo ἀμφιβαλὼν κρατερὸν σάκος ἀμφοτέροισι νικᾶν δrsquo οὐκ εἴασrsquoοὐδετέρους ἀδίκως

515 Thgn 543 s W χρή με παρὰ στάθμην καὶ γνώμονα τήνδε δικάσσαι Κύρνε δίκην ἶσόν τἀμφοτέροισι δόμεν [hellip] (cfr anche 805 s W)

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132 4 Il cosmo come unitagrave articolata

cosmologico I medici ad esempio sono soliti caratterizzare gli eccessi re-sponsabili delle malattie col verbo ἀδικεῖν516 Quanto alla cosmologia secon-do Anassimandro in origine non vi egrave altro che un tutto indifferenziato un ἄ-πειρον appunto in questrsquoepoca non esistono neacute giustizia neacute il suo contrariopercheacute il mondo non consta ancora di distinti Nello stadio successivo perogravela totalitagrave originaria appare segregata in province517 e a questo punto ldquola tra-sgressione dei confini il depredarsi reciproco degli elementi per creare la cosaindividuale egrave ingiustizia [hellip] Nessuna cosa singola puograve cominciare ad esiste-re senza infrangere lrsquoordine prestabilito [hellip]rdquo518 Egrave questo il senso sotteso alleparole διδόναι γὰρ αὐτὰ δίκην καὶ τίσιν ἀλλήλοις τῆς ἀδικίας ldquo[le cose esistenti]si rendono lrsquoun lrsquoaltra giustizia ed ammenda dellrsquoingiustizia [commessa]rdquo(Anaximand fr 1) Infatti egrave con un atto di ingiustizia che le cose vengono adessere nella loro singolaritagrave e di conseguenza riparare a tale ingiustizia nonpuograve che coincidere con la loro morte se superare la linea di demarcazione ori-ginaria egrave ἀδικία διδόναι δίκην significa rientrare entro i limiti stabiliti per ri-pristinare lrsquoequilibrio519 Anche in Parmenide la personificazione Δίκη hafunzione eminentemente divisoria tanto che nel proemio (fr 114) la dea egrave laguardiana munita di chiavi della soglia di entrata e di uscita del Giorno e del-la Notte Essa aprendo lrsquouscio rispettivamente allrsquouno o allrsquoaltro dei due met-te in atto la regolare reciprocitagrave cosmica che le attribuisce anche Eraclito520In Parm fr 126ndash28 si conferma il valore spazialmente orientativo e direttivodi δίκη infatti δίκη e θέμις sono dette guidare Parmenide lungo la strada chegiace al di fuori dei percorsi umani In 812ndash15 essa tiene stretti i ceppidellrsquoἐόν per impedirgli tanto di essere generato quanto di perire fissandolo alsuo eterno presente ed impedendo (come una barriera) che lrsquoessere sconfininel non-essere521

516 Per lrsquoesame dei concetti di δίκη ἀδικία e ὕβρις nella letteratura medica si veda Kahn 1960pp 178 s

517 Cfr Kahn 1960 p 199 che sostiene un ordine cronologico nellrsquoesposizione cosmologicadi Anassimandro e commenta ldquoThe life history of the world was described as a process ofgradual evolution and differentiation out of the primordial ἄπειρον First the fundamentalforces of heat and cold are distinguished then through their interaction the earth andheavens take shape [hellip]rdquo

518 Cornford 2002 p 57519 Probabilmente anche lrsquoespressione κατὰ τὴν τοῦ χρόνου τάξιν sottolinea il concetto di per-

tinenza territoriale che soggiace a δίκη poicheacute τάξις (cfr τάσσω) indica la disposizioneordinata

520 Cfr Havelock 1983 (Dike) p 334

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43 hellip e divisione 133

Una volta delineata la concezione arcaica della giustizia si possono consi-derare le occorrenze eraclitee di δίκη e dellrsquoaggettivo corrispondente δίκαιοςponendo attenzione a come queste parole conservano il loro valore in sensoproprio ldquodiscriminanterdquo

Il fr 23 sostiene Δίκης δίκης ὄνομα οὐκ ἂν ἤιδεσαν εἰ ταῦτα μὴ ἦν ldquonon co-noscerebbero il nome di Giustizia giustizia se non esistessero queste co-serdquo522 Circa il significato di ταῦτα gran parte degli interpreti egrave drsquoaccordo checon tale pronome Eraclito si riferisca alle ldquocose ingiusterdquo523 Questa interpre-tazione non egrave incompatibile con la funzione di discrimen attribuita a δίκη cheegrave vista affacciarsi alla coscienza in seguito allrsquoopposizione reciproca di un polopositivo ed uno negativo entro un campo originariamente neutro524 Tutta-via ταῦτα puograve valere anche semplicemente come ldquole coserdquo senza sottintende-re nulla nel senso che non si conoscerebbe giustizia ossia il principio di sepa-razione o la linea di confine se non esistessero le cose date nella loro reciprocadistinzione

Il fr 102 dove occorre lrsquoaggettivo δίκαιος illustra la capacitagrave divina e lrsquoin-capacitagrave umana di accedere alla conoscenza τῶι μὲν θεῶι καλὰ πάντα καὶἀγαθὰ καὶ δίκαια ἄνθρωποι δὲ ἃ μὲν ἄδικα ὑπειλήφασιν ἃ δὲ δίκαια ldquoper il diotutte le cose sono belle buone e giuste invece gli uomini ne hanno prese alcu-ne per giuste altre per ingiusterdquo Eraclito sostiene a piugrave riprese525 che lrsquoerroreconoscitivo umano consiste in una visione particolarista ovvero non unifi-cante della realtagrave egrave questa la ragione per cui la facoltagrave intellettiva non egrave tipicadegli uomini ma del dio (cfr anche il fr 78) Il dio accede alla conoscenza inquanto sa superare lrsquoapparente distinzione tra le cose al contrario il motivodellrsquoignoranza umana risiede appunto nellrsquoopposizione tra lsquocose giustersquo e lsquoco-se ingiustersquo526

Nellrsquoequivalenza del fr 80 δίκην (οὖσαν) ἔριν la critica scorge in generelrsquoennesimo esempio di coincidentia oppositorum Tuttavia intendere la giusti-

521 Sul valore della Δίκη parmenidea cfr Fraumlnkel 1955 pp 162ndash173522 Le difficoltagrave connesse con lrsquoedizione Δίκης piuttosto che δίκης sono state riscontrate nel

cap 12 p 13 sul frammento in generale cfr cap 61 pp 192 s523 Cfr Hammer 1991 p 147 nota 81 Entrambe le soluzioni proposte dagli interpreti

(τἄδικα τἀντία) sono in linea con lrsquointerpretazione generale del frammento qui proposta524 Kahn 1979 p 185 commenta come segue il frammento in merito allrsquoidea di lsquogiustiziarsquo

ldquoHeraclitus seems to be alluding to the old but not obsolete use of δίκη for the decision orlsquoindicationrsquo of a judgerdquo (cfr la nota relativa)

525 Cfr ad esempio frr 2 51 114 Si tratta dellrsquoaspetto centrale della teoria della conoscenzaeraclitea alla quale egrave dedicato il cap 62

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134 4 Il cosmo come unitagrave articolata

zia come discrimen e principio di separazione permette di considerare un di-verso motivo per la sua assimilazione ad ἔρις e cioegrave non lrsquoopposizione di duecontrari ma piuttosto lrsquoaccostamento di due immagini veicolanti il medesi-mo contenuto secondo le modalitagrave espressive della risonanza della variazio-ne dellrsquoidentico che caratterizzano le reti di significazione Infatti sia δίκη cheἔρις separano le parti rompono il sodalizio armonico che tiene insieme lrsquouni-tagrave al cui interno la loro funzione egrave quella di creare una frattura Secondo que-sta interpretazione lrsquointero frammento si presta a rappresentare il movimen-to doppio della conversio Infatti dapprima egrave presentato lrsquoaspetto unificante(τὸν πόλεμον ἐόντα ξυνόν) poi quello disgregante (appunto καὶ δίκην ἔριν) edinfine nella forma di un chiasmo che rimarca lrsquoappartenenza reciproca tra ilmoto di unione e quello di divisione una sintesi delle due forze (γινόμεναπάντα κατrsquo ἔριν καὶ χρεών)527

Infine il fr 94 mostra le Erinni aiutanti di Δίκη528 nel loro compito di sal-vaguardia dei μέτρα del sole Ἥλιος γὰρ οὐχ ὑπερβήσεται μέτραmiddot εἰ δὲ μήἘρινύες μιν Δίκης ἐπίκουροι ἐξευρήσουσιν ldquoinfatti il sole non oltrepasseragrave lemisure altrimenti le Erinni aiutanti di Giustizia lo scoprirannordquo Il ruolosvolto dalla dea Giustizia529 suggella quanto fin qui sostenuto sulla valenza diδίκη come limes essa grazie alle sue guardiane egrave la garante che impedisce losconfinamento della stella oltre gli intervalli prestabiliti μέτρα (cfr oltresv) assicurando cosigrave lrsquoordine cosmico in cui ogni cosa ha il suo posto

526 Dal fr 67 emerge inoltre che entro la divinitagrave le differenziazioni vengono ricondotte ad unprincipio unitario tanto che il dio diventa il luogo di unificazione dei contrari cfr cap 42sv θεός p 116

527 Per questa interpretazione del frammento si rimanda al cap 42 sv πόλεμος pp 119 s528 Cfr Hes Op 254 οἵ ῥα φυλάσσουσίν τε δίκας καὶ σχέτλια ἔργα P Derv col IV 7ndash9 (ed

Jourdan) ἥλι[[ος]] [ἑωυ]τοῦ κατὰ φύσιν ἀνθρω[[π]][η][[ΐου]] εὖρος ποδός [ἐστι τοὺ[ςοὔρο]ς οὐχ ὑπερβάλλων εἰ γά[ρ τι εὔ]ρους ἑ[ωυτοῦ ἐ]κ[βήσετα]ι Ἐρινύε[[ς]] νινἐξευρήσου[[σι Δίκης ἐπίκουροι Non egrave da escludere che Eraclito attribuisca un valore allasomiglianza fonica tra Ἐρινύς ed ἔρις il che rafforzerebbe il legame tra Giustizia di cui leErinni sono collaboratrici e contesa laddove anche questrsquoultima vale come immagine didivisione (cfr oltre sv) Sulla comune etimologia di Ἐρινύς ed ἔρις cfr M Egetmeyer inChantraine 1999 p 1398 sv Ἐρινύς

529 Qui la personificazione di Δίκη diversamente che nel fr 23 egrave attendibile per via dellrsquoatti-vitagrave svolta dalle sue collaboratrici le Erinni

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43 hellip e divisione 135

ἔρις Dato il significato della parola lrsquointerpretazione di ἔρις come fattore didivisione non solleva difficoltagrave Lrsquoequivalenza tra la giustizia e la contesa (fr80) egrave stata presa in esame sv δίκη pp 119 s

μέτρα Nel chiarire il ruolo di Δίκη come garante del rispetto da parte del soledellrsquoorbita che gli compete il fr 94 introduce anche unrsquoaltra immagine di di-visione μέτρα Secondo lrsquoastronomia greca il percorso del sole egrave scandito inintervalli spazio-temporali regolari chiamati appunto μέτρα da un cantoquelli responsabili dellrsquoalternanza giorno notte dallrsquoaltro quelli dellrsquoalter-nanza estate inverno530 Se i μέτρα del fr 94 sono riferiti al sole quelli del fr30 invece sono riferiti al fuoco (ldquo[hellip] πῦρ semprevivente che per misure[μέτρα] si accende e per misure [μέτρα] si spegnerdquo)531 I μέτρα indicano in en-trambi i casi gli intervalli spazio-temporali prestabiliti in cui si scandisce il rit-mo di levata e tramonto del sole ovvero di accensione e spegnimento delfuoco Giunto al termine della lunghezza stabilita il sole deve volgersi e riper-correre il suo cammino in senso contrario come un pendolo che descrivendolrsquoampiezza del suo arco ne abbia appena toccato il punto estremo Sorveglian-do che i μέτρα del sole non vengano oltrepassati (ὑπερβαίνω) le aiutanti diΔίκη proteggono dunque un confine il cui rispetto egrave condizione indispensa-bile per lrsquoordine ed il buon funzionamento cosmico532

τροπαίEgrave precisamente al limite del μέτρον che la stella ha la sua τροπή533 Leτροπαί rappresentano i punti di svolta le soglie o limina invalicabili posti alla

530 Cfr Kahn 1979 pp 159 s Vlastos 1982 p 195 Un uso di μέτρα che rende conto di talesignificato egrave in Diog Apoll fr 3 οὐ γὰρ ἂν οἷόν τε ἦν οὕτω δεδάσθαι ἄνευ νοήσιος ὥστεπάντων μέτρα ἔχειν χειμῶνός τε καὶ θέρους καὶ νυκτὸς καὶ ἡμέρας καὶ ὑετῶν καὶ ἀνέμων καὶεὐδιῶν [hellip] qui la parola occorre in un contesto che spiega la suddivisione (δεδάσθαι)dellrsquointero mediante lrsquoimposizione di limiti e con riferimento astronomico al volgere dellestagioni e allrsquoalternanza del giorno e della notte

531 La rilevanza di questo fatto viene chiarita oltre sv τροπαί532 Kahn 1960 p 222 ldquoWith the philosophers we find this ancient idea of the δασμός

reinterpreted to apply to the rational order of the heavens [hellip] It is this new notion of theδασμός the division of shares among the gods now understood as natural powers whichHeraclitus has in mind when he insists that lsquothe Sun will not overstep his measuresrsquordquo

533 Cfr Kahn 1979 p 140 ldquoIn normal literary usage from Homer to Herodotus trope hastwo senses 1) a rout in battle [hellip] 2) the lsquoturningsrsquo of the sun at solstice ie the extremepoints of sunrise and sunset towards the north in summer and the south in winter or 2A)the two times of year (in June and December) when the sun reaches these points andbegins its movement back in the opposite directionrdquo Cfr anche ivi pp 159 ss

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136 4 Il cosmo come unitagrave articolata

fine delle lunghezze dette μέτρα Anche τροπή egrave un termine astronomico so-litamente riferito al sole che tuttavia proprio come si egrave giagrave osservato a propo-sito di μέτρα (fr 30) Eraclito riferisce al πῦρ parlando infatti di πυρὸς τροπαί(fr 31) I riferimenti cosmologici espressi da μέτρα e τροπαί sia a proposito diπῦρ sia a proposito di Ἥλιος insieme alla plausibile ipotesi che il fuoco indi-chi per sineddoche il sole suggeriscono lrsquoidentificazione di Ἥλιος e πῦρ534

In base alla funzione separatrice di τροπαί e μέτρα egrave possibile intenderelrsquointero fr 31 come descrizione del moto disgregante entro la conversio (cfrcap 61 p 194) πυρὸς τροπαὶ πρῶτον θάλασσα θαλάσσης δὲ τὸ μὲν ἥμισυ γῆ τὸδὲ ἥμισυ πρηστήρ [hellip] ltγῆgt θάλασσα διαχέεται καὶ μετρέεται [hellip] Si inizia in-fatti parlando delle πυρὸς τροπαί e si prosegue con i verbi διαχέω (ldquodisgiunge-rerdquo ldquodisperdererdquo ldquospezzarerdquo se riferito a liquidi ldquospargererdquo) e μετρέω ldquomisu-rarerdquo Il verbo μετρέω deriva appunto dal sostantivo μέτρον lrsquoazione del misu-rare egrave interpretata qui coerentemente con il concetto separatorio espresso daμέτρα e dunque come ldquosegmentare in misurerdquo In effetti la misurazione nonegrave altro che parcellizzazione essa rappresenta una forma di divisione in cui ildividendo egrave costituito dalla grandezza da misurare il divisore dallrsquounitagrave dimisura ovvero dal μέτρον

τέρματα οὖρος Il fr 120 (ldquolimiti [τέρματα] del mattino e della sera (sono)lrsquoOrsa e di fronte allrsquoOrsa il confine [οὖρος] di Zeus luminosordquo) sottolinea lacentralitagrave del concetto di limite nel pensiero cosmologico eracliteo I τέρματα(ldquolimitirdquo ldquoestremitagraverdquo) rappresentano ldquothe goal of a race or the completion ofa journey the stone or pillar around which runners or chariots turn beforeheading back to their starting point and by extension the borders or limitsof a regionrdquo535 Qui la parola egrave impiegata nella sua accezione cosmica per indi-care i punti del cielo raggiunti i quali il sole inverte il suo percorso come rile-vato da Kahn536 tali punti possono essere sia quelli di alba e tramonto chedeterminano lrsquoalternanza giorno-notte sia quelli del solstizio estivo ed inver-nale nel qual caso si alluderebbe invece al ciclo stagionale Lrsquoaffinitagrave di signi-ficato che sussiste tra τέρματα μέτρα e τροπαί rinsalda lrsquoipotesi della loroappartenenza alla medesima rete di significazione Per quanto riguarda il so-stantivo οὖρος -ου esso vuol dire sia ldquolimiterdquo ldquoconfinerdquo (in quanto variante io-nica di ὅρος) sia ldquoguardianordquo ldquodifensorerdquo ldquocustoderdquo537 Il valore di οὖρος come

534 Ivi p 140535 Ivi p 161536 Ivi p 162

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43 hellip e divisione 137

immagine di divisione egrave dunque suggerito dal suo stesso significato Inoltrenon egrave da escludere che Eraclito faccia riferimento simultaneamente tanto alsenso di ldquoconfinerdquo quanto a quello di ldquoguardianordquo in questo modo verrebbeconfermata la centralitagrave dei ldquoguardiani dei confini cosmicirdquo secondo il ruoloassolto dalle Erinni nel fr 94538 Lrsquoipotesi che οὖρος alluda anche al ldquocustoderdquoe quindi alle Ἐρινύες Δίκης ἐπίκουροι egrave avvalorata dal fatto che la stella di fron-te allrsquoOrsa va identificata con Arturo (ἄρκτος οὖρος) chiamata ancheἈρκτοφύλαξ ldquoguardiano dellrsquoOrsardquo539

ὧραι Unrsquoulteriore immagine della forza disgregante e apportatrice di plurali-tagrave egrave espressa nelle ὧραι del fr 100 ὥρας αἳ πάντα φέρουσι ldquole Ore che apporta-no tutte le coserdquo Intendere qui le Ore540 come rappresentanti della forza diseparazione sembra appropriato in base a tre differenti ordini di motivi a) iltesto eracliteo b) il contesto in cui la fonte Plutarco riporta il frammento ec) la concezione religiosa delle Ore

Circa il punto a) Eraclito sostiene che le Ore φέρουσι ldquotutte le coserdquoπάντα I πάντα indicano (cfr cap 41 pp 99 ss) tutti i distinti che costitui-scono il mondo pertanto le Ore sono responsabili della pluralitagrave del feno-menico Il verbo φέρω egrave tradotto da molti interpreti come ldquoportarerdquo tuttaviatra i suoi significati fondamentali vi egrave anche quello di ldquoprodurrerdquo541 unrsquoop-zione del tutto coerente se riferita come in questo caso alle divinitagrave che pre-siedono al ciclo vegetativo e vitale in generale Al tempo stesso lrsquoopzioneldquoprodurrerdquo sottolinea meglio di ldquoportarerdquo la connotazione delle Ore comeprincipi attivi di separazione542 Il passo della fonte (punto b) Plu Quaestplat 1007dndashe543 parla appunto di ldquoordinerdquo (τάξις) ldquomisurerdquo (μέτρον) ldquolimi-

537 Cfr Kirk 31970 pp 290 ss538 Sullrsquoaffinitagrave tematica dei frr 94 e 120 cfr Kahn 1979 pp 159 ss539 Cosigrave Kahn 1964 p 197 idem 1979 pp 162 Cfr Arat Phaenom 91ndash93 ἐξόπιθεν δrsquo

Ἑλίκης φέρεται ἐλάοντι ἐοικὼς Ἀρκτοφύλαξ τόν ῥrsquo ἄνδρες ἐπικλείουσι Βοώτην οὕνεχrsquoἁμαξαίης ἐπαφώμενος εἴδεται Ἄρκτου [hellip]

540 Oppure le non personificate lsquostagionirsquo tuttavia come risulta dal seguito dellrsquoargomenta-zione (punto c) lrsquoipotesi della personificazione risulta piugrave convincente

541 Cfr ad esempio κακόν πῆμα ἄλγεα φέρειν Hom Il VIII 541 Od XII 231 e 427 etc542 La traduzione di φέρω come ldquoapportarerdquo rappresenta una soluzione di compromesso essa

egrave vicina al significato comunemente accolto ldquoportarerdquo ma al contempo sottolinea il ruoloattivo delle Ore nella produzione dei πάντα giaccheacute chi apporta introduce qualcosa cheegli stesso ha contribuito a porre in essere (come nelle espressioni lsquoapportare modifichersquolsquoapportare dannibeneficirsquo lsquoapportare esempirsquo lsquoapportare contributirsquo etc)

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138 4 Il cosmo come unitagrave articolata

tirdquo (πέρας) e ldquoperiodirdquo (περίοδος) del tempo un simile contesto avalla lrsquointer-pretazione delle Ore come principi di separazione ovvero forze produttricidella totalitagrave dei distinti fenomenici Quanto alla connotazione religiosa del-le Ore (punto c) egrave importante ricordarne la genealogia Per Esiodo esse sonofiglie di Zeus e Temi (ldquoleggerdquo) e sorelle delle Moire (μοῖρα cfr oltre sv) inol-tre una delle tre Ore egrave proprio Dike ldquoPer seconda [Zeus] sposograve la splendidaTemi che partorigrave le Ore [Ὧραι] Eunomia Dike e Eirene fiorente che veglia-no sullrsquoopera dei mortali e le Moire a cui il prudente Zeus diede grandissimoonore Cloto Lachesi ed Atropo che fanno spettare ai mortali il bene e il ma-lerdquo544 Dikedike Moiramoira ed Oreore si rivelano dunque a maggior ra-gione come immagini tra loro coerenti non solo esprimono concetti analo-ghi quelli di parcellizzazione liminaritagrave confine ma le loro personificazionicorrispondenti ad altrettante divinitagrave femminili sono sorelle Non egrave verosi-mile che questo aspetto religioso sia sfuggito ad Eraclito membro di una illu-stre famiglia sacerdotale che deposita il suo scritto composto in stile oraco-lare come ἀνάθημα nel tempio di Artemide545

μόρος μοῖρα Si consideri infine μοῖρα la cui personificazione egrave appunto so-rella di Δίκη e delle Ὧραι La concezione spaziale sottesa a μοῖρα egrave stata bril-lantemente chiarita da Cornford546 al quale dunque occorre rimandare In ungioco di parole esplicito547 il fr 25 mette in relazione μόρος e μοῖρα (cfrμείρομαι ldquoavere in parterdquo ldquoavere in sorterdquo) μόροι γὰρ μέζονες μέζονας μοίραςλαγχάνουσι Per la resa di questo gioco di parole la migliore traduzione in ita-liano resta quella di Walzer548 ldquomaggiori morti ottengono maggiori sortirdquo

543 [hellip] κίνησις ἐν τάξει μέτρον ἐχούσηι καὶ πέρατα καὶ περιόδους ὧν ὁ ἥλιος ἐπιστάτης ὢν καὶσκοπὸς ὁρίζειν καὶ βραβεύειν καὶ ἀναδεικνύναι καὶ ἀναφαίνειν μεταβολὰς καὶ ὥρας lsquoαἳ πάνταφέρουσιrsquo καθrsquo Ἡράκλειτον [hellip] Per i problemi testuali cfr Kirk 31970 pp 294 ss

544 Hes Th 901 ss545 Sul ricorso di Eraclito al linguaggio della religione tradizionale cfr Kirk 31970 p 355546 Cornford 2002 ad esempio pp 61ndash64547 Nel quale cioegrave compaiono tutte le parole interessate dal gioco cfr cap 22 p 42548 Walzer 1939 p 64

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5 Linguaggio e cosmo

Lrsquoorganizzazione del presente capitolo prevede in primo luogo un excursuscirca lrsquoeffettivo significato di λέγειν e λόγος in epoca precedente e contempo-ranea ad Eraclito tale excursus condotto ripercorrendo gli usi delle parolemostra che fondamentalmente il significato di λόγος storicamente ammissibi-le per lrsquoEfesio egrave quello di ldquodiscorsordquo Successivamente (cap 53) il ldquodiscorsordquoviene interpretato come modello analogo ed esplicativo del mondo fisico Larispondenza tra discorso e mondo riposa sul loro comune funzionamentocome unitagrave articolate Poicheacute lrsquoidea di unrsquoanalogia profonda tra mondo e lin-guaggio risulta estranea al pensiero occidentale moderno si rende opportunofornire preliminarmente alcuni presupposti antropologici (cap 52) il con-fronto con altre culture oro-aurali mostra infatti che nella riflessione cosmo-gonica e cosmologica lrsquoattribuzione di un ruolo centrale al linguaggiorappresenta una costante

51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti

Prima di parlare di λόγος in Eraclito egrave necessario fornire un excursus sulla pa-rola in esame549 Infatti la Wirkungsgeschichte del concetto di λόγος e in par-ticolare le riprese da parte degli Stoici di Filone di Alessandria e di Plotinoesercitano unrsquoinfluenza notevole sullrsquointerpretazione dei moderni circa ilλόγος eracliteo al quale spesso vengono attribuiti almeno in nuce valori ra-

549 Per un panorama storico circa le interpretazioni filosofiche del λόγος eracliteo si rimandaad esempio alle introduzioni di Kurtz 1971 pp 1ndash62 Bartling 1985 pp 5ndash21 Rath1991 pp 67ndash70 etc Qui invece si focalizza il problema delle traduzioni del lessema inoggetto

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140 5 Linguaggio e cosmo

zionalistici e metafisici attestati solo piugrave tardi Per ovviare a questa difficoltagraveoccorre ripercorrere la storia degli usi di λόγος da Omero fino al sapiente diEfeso550 Gli usi arcaici della parola attestano che per Eraclito e per il suo pub-blico λόγος significa ldquodiscorsordquo ldquocostruzione sistema verbalerdquo non ldquoragio-nerdquo ldquoraziociniordquo ldquocalcolordquo ldquorapportordquo ldquoproporzione matematicardquo etc enemmeno ldquo(singola) parolardquo Nello spirito del presente lavoro nessuna inter-pretazione di λόγος puograve prescindere da questo dato storico-linguistico

Il significato primario di λέγειν egrave come egrave noto ldquoraccogliererdquo ldquoradunarerdquoGli etimologisti551 sono concordi nel sostenere che a partire dal significato-base (Grundbedeutung) della parola si passi dapprima al significato di ldquocon-tarerdquo e solo successivamente a quello di ldquoraccontarerdquo sul modello cioegravedellrsquoevoluzione da zaumlhlen ad erzaumlhlen da ldquocontarerdquo a ldquoraccontarerdquo etc552 Ciogravediviene possibile dal momento che nella Grundbedeutung si scorga come in-sita nella radice e dunque altrettanto originaria unrsquoulteriore accezione per laquale ldquoraccogliererdquo egrave da intendere in modo squisitamente razionale comeldquoscegliererdquo ldquoselezionarerdquo o addirittura ldquocontarerdquo553 Queste teorie godono dienorme credito specie per merito dellrsquoautorevolezza dei loro sostenitori554 edegrave dunque del tutto comprensibile che anche gli interpreti di Eraclito tendanoad allinearvisi

Per quanto questo modello etimologico poggi su un vasto consenso essonon sembra suffragato da evidenze testuali convincenti Infatti in primo luo-

550 Il procedimento qui adottato ossia lrsquoanalisi delle occorrenze della parola da Omero adEraclito incontrerebbe il disprezzo di Heidegger il quale notoriamente disdegna i metodistorico-linguistici nel ldquopensare lrsquooriginerdquo delle parole-chiave della filosofia greca (cfr adesempio Heidegger 1993 p 159 ldquo[hellip] due sono le strade percorribili da colui che compiequesta ricerca inserirsi pensando nellrsquoambito essenziale della parola avvertendo lrsquoappelloche proviene da questo ambito oppure limitarsi a raccogliere in modo ldquolessicograficordquo ipassi nei quali la parola ricorre [hellip]rdquo) Questa egrave nondimeno lrsquounica strada percorribile peril filologo

551 Boisacq 1916 Hofmann 1950 Frisk 1970 Chantraine 1999 solo lievemente discor-dante egrave il parere di Semerano 1994 che pone piugrave attenzione ai significati linguistici diλέγω e λόγος Cfr anche LSJ

552 A titolo di esempio si ricordi che Frisk sv λέγω sostiene che il significato di ldquozaumlhlen auf-zaumlhlen erzaumlhlenrdquo (in questrsquoordine) si puograve rinvenire sin dallrsquoIliade mentre quello di ldquoredensprechenrdquo sarebbe solo postomerico Corrispondentemente come significati di λόγοςFrisk elenca (di nuovo nellrsquoordine) ldquodas Berechnen Rechenschaft Berechnung AnsehenGrund Vernunft das Sprechen Rede Wort Erzaumlhlung Schriftrdquo

553 Cosigrave Chantraine 1999 e Frisk 1970 sv λέγω Fournier 1946 p 53 s Fattal 2005 p 24Cfr anche Ebeling 1963 sv

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 141

go allrsquoesame delle occorrenze arcaiche il significato linguistico di λέγειν appa-re almeno tanto rappresentato quanto quello presunto matematico in secon-do luogo gli esempi citati come probanti del valore originariamente selettivorazionale o matematico di λέγειν non risultano affatto stringenti Per lrsquoesamedi λέγειν egrave proficuo soffermarsi con particolare attenzione sulle occorrenzeomeriche dal momento che quelle in Esiodo nei lirici arcaici e in Erodoto silimitano ad attestare una netta preponderanza dei significati attinenti alla sfe-ra linguistica come ldquodirerdquo ldquofare un discorsordquo ldquoesporre a parolerdquo555 rispetto aquello di ldquoraccogliere insiemerdquo556 senza tuttavia evidenziare modificazioni se-mantiche consistenti

In Omero λέγειν significa senza eccezioni ldquoraggrupparerdquo e ldquonarrarerdquo (o iloro sinonimi)557 In uno studio abbastanza recente dedicato alla storia se-mantica di λόγος dalle origini fino a Plotino Fattal procede ad una rassegna si-stematica delle occorrenze di λέγειν in Omero tra le quali egrave convinto di indi-viduare numerosi usi del verbo nel significato di ldquoselezionarerdquo e ldquocontarerdquo Taliusi testimonierebbero ldquoil valore distributivo e razionale della radicerdquo di λέγεινche dunque significherebbe sigrave ldquoraccogliererdquo e tuttavia ldquonon prendere a casoma secondo un piano che governa questa raccolta e questa riunionerdquo558 Tut-tavia in nessuno dei passi citati dallo studioso il contesto suggerisce di tradur-re λέγειν diversamente dalla Grundbedeutung ldquoradunarerdquo Scorgere un supe-riore criterio razionalistico o proto-matematico negli usi omerici di λέγειν ser-ve piuttosto come una profezia post eventum a gettare le basi per spiegare isuccessivi valori matematici della radice Per usare le parole di Fattal il non

554 Per citare alcuni vocabolari che segnano lrsquoinizio della filologia moderna ricorderemo LSJche sv λέγω enumera 1) ldquopick up gatherrdquo e al medio ldquochoose for oneself pick outrdquo 2)ldquocount tellrdquo 3) ldquosay speakrdquo precisando che questo valore si trova ldquofirst in Hes Th 27 [hellip]never in Homrdquo e Boisacq 1916 ldquorassembler choisir cueillir trier eacutenumeacutererrdquo Perentrambi il significato linguistico di λέγω emerge soltanto dopo quello computativo ematematico inoltre il significato-base di ldquoraccogliererdquo evidenzia precocemente quellavena razionalistica che prelude appunto ai significati matematici immediatamenteseguenti

555 Cfr ad esempio Xenoph frr 84 (εἴπερ ἐγὼ περὶ τῶνδrsquo οἶδα λέγειν ἐτύμως) 342 (ἅσσα λέγωπερὶ πάντων) Sapph fr 1376 LP (τ᾽ ἀλλ᾽ ἔλεγες περὶ τὼ δικαίω)

556 Occorrenze quali Pi P IV 188 s A Pr 972 s sono perfettamente comprensibili in baseal significato ldquoraccogliererdquo ovvero ldquoraggrupparerdquo ldquoincludererdquo e simili (al contrario questied altri passi sono presentati da Horovitz 1978 pp 51 ss come esempi del precoce valorematematico del verbo)

557 Contra Horovitz 1978 pp 42 ss558 Fattal 2005 p 24

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142 5 Linguaggio e cosmo

agire a caso ma secondo un piano che governa lrsquoazione non egrave una prerogativapeculiare di λέγειν ma concerne qualunque verbo (greco e non) esprimenteunrsquoazione finalizzata ad uno scopo

Le occorrenze citate dallo studioso come esempi del ldquovalore razionale e di-stributivo della radice leg-rdquo si rivelano qui di particolare utilitagrave percheacute lo stu-dioso evidenzia un ingente debito intellettuale nei riguardi di Fournier559 edella communis opinio in materia560 Fattal rende con ldquoessere contatirdquo le occor-renze di λέγεσθαι in Il III 188 e Od IX 335 Nel primo caso Priamo nel se-condo Odisseo raccontano di un certo gruppo al quale essi stessi appartengo-no Priamo egrave infatti alleato (ἐπίκουρος) dei Frigi Odisseo si mette a capo delmanipolo estratto a sorte per accecare Polifemo dunque λέγεσθαι non valeldquoessere contatirdquo ma piuttosto ldquoessere inclusirdquo ossia essere ritenuti o ritenersiparte di quel certo gruppo In Il XXI 27 Achille λέξατο dodici guerrieri dalloXanto I versi precedenti tra la fine del ventesimo libro ed inizio del ventune-simo descrivono ricorrendo anche ad estese similitudini animali piene di di-namismo (ὡς βόας ἄρσενας XX 495 ss ὡς ἀκρίδες XXI 12 ss ὡς ἰχθύεςXXI 22 ss) una turbolenta scena di battaglia lo sbaraglio impazzito dei ne-mici la loro caduta tra i gorghi il massacro ligrave compiuto da Achille roteando lasua spada tuttrsquointorno (τύπτε δrsquo ἐπιστροφάδην v 20) i tentativi degli spauritidi acquattarsi tra le rocce e disperdersi Achille egrave il motore della scena dinami-ca dopo aver sospinto la schiera nemica in acqua fa strage attorno a seacute eserci-tando una letale forza centrifuga Solo quando le sue braccia si stancano dimulinare egli si placa Per Fattal a questo punto Achille ldquocontardquo dodici giova-ni Tuttavia per questa occorrenza di λέξατο la Grundbedeutung del verbo nonsolo egrave del tutto soddisfacente ma appare anche suggerita dal contesto inquanto cessato di fare il vuoto attorno a seacute lrsquoeroe al contrario ldquoradunardquo e tirafuori dallrsquoacqua (ἐξῆγε θύραζε v 29) per il sacrificio dodici uomini Similmen-te in Od XXIV 108 si immagina che un ipotetico selezionatore (κρινάμενος)ldquometta insiemerdquo (λέξαιτο) tutti i valorosi coetanei scelti (κεκριμένοι) se qui ilverbo λέγειν assume la sfumatura di ldquoscegliererdquo non egrave per unrsquointrinseca valenzarazionalistica come vuole Fattal ma semplicemente percheacute lrsquoazione del ldquora-dunarerdquo (λέγειν) egrave pensata contestualmente ossia in vista di quella espressa daκρίνω Unrsquoaccezione computazionale o matematica (ldquoenumerarerdquo) egrave attribuita

559 Fournier 1946560 Per lrsquoanalisi che segue cfr Fattal 2005 p 25 con note relative (17 18 19 20 25 26 27)

e pp 43 ss Lrsquooccorrenza di Hom Od IV 450 ss che naturalmente Fattal traduce conldquocontarerdquo saragrave considerata a parte in seguito

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 143

anche ad Od XI 151 dove tuttavia lrsquoombra del defunto Tiresia interrogatoda Odisseo ha appena esposto le sue profezie (θέσφατα) in forma tuttrsquoaltroche enumerativa bensigrave narrativa gettando lo sguardo sulle varie possibilitagrave dicondotta di Odisseo e sulle relative conseguenze introducendo anche sugge-rimenti e la descrizione di un σῆμα premonitore Su questa linea poi laddoveλέγειν regge lrsquoaccusativo plurale ἕκαστα Fattal interpreta ldquoenumerare puntoper puntordquo tuttavia un semplice ldquoraccontarerdquo soddisfa perfettamente il conte-sto (Od XII 165 XIV 362 XV 487)

Che il verbo λέγειν indichi la raccolta in unrsquounitagrave di elementi sparsi egrave con-fermato dal fatto che quando il verbo regge un complemento oggetto lrsquoaccu-sativo egrave sistematicamente al plurale Ciograve vale sia negli esempi appena esamina-ti sia nei seguenti per i quali invece il significato di ldquoraccogliere insiemerdquo ldquora-dunarerdquo non egrave solitamente messo in discussione Τρῶας ldquoi Troianirdquo (Il II125) ξύλα πολλά ldquomolta legnardquo (Il VIII 507 e 547) ἔντεα καλά ldquole belle armirdquo(Il XI 755) ὁστέα Πατρόκλοιο ldquole ossa di Patroclordquo (Il XXIII 239) ὁστέαλευκά ldquole bianche ossardquo (Il XXIV 793)

Il raggruppamento in unitagrave resta lo sfondo costante anche in un impiegodel verbo apparentemente dissimile quello Od IV 450ndash452 Egrave la scena diProteo con le sue foche ἔνδιος δrsquo ὁ γέρων ἦλθrsquo ἐξ ἁλός εὗρε δὲ φώκας ζατρεφέαςπάσας δrsquo ἄρrsquo ἐπώιχετο λέκτο δrsquo ἀριθμόνmiddot ἐν δrsquo ἡμέας πρώτους λέγε κήτεσιν [hellip] ldquoAmezzogiorno il vecchio venne dal mare trovograve le sue pingui foche tutte quan-te le passograve in rassegna ne mise insieme il numero e noi per primi incluse traquelle [hellip]rdquo561 In realtagrave la traduzione piugrave diffusa per λέκτο e λέγε in questopasso egrave ldquocontarerdquo562 secondo unrsquoaccezione computazionale che sembra sugge-rita dallrsquoaccusativo ἀριθμόν Per quanto riguarda λέγε sono giagrave state conside-rate occorrenze di λέγειν nel senso di ldquoincludere in un gruppordquo e questo sem-bra esattamente il caso qui illustrato (ἐν δrsquo ἡμέας πρώτους λέγε κήτεσιν) Quan-to a λέκτο a motivare la traduzione ldquomettere insieme il numerordquo concorronoanche altri elementi Idotea nellrsquoinformare Odisseo che Proteo suo padreconteragrave (ἀριθμήσει) le foche usa il verbo πεμπάζειν (Od IV 412) ldquocontare conle cinque ditardquo ldquocontare cinque a cinque per cinquinerdquo563 Da un esame con-

561 Per un uso analogo di ἀριθμὸν λέγειν cfr Pi O XIII 45ndash47 S OT 844 sta invece per ldquosedunque confermeragrave lo stesso numerordquo

562 Diversamente LSJ sv ΙΙ che traduce ldquohe told him over the numberrdquo563 Vv 411ndash413 φώκας μέν τοι πρῶτον ἀριθμήσει [hellip]middot αὐτὰρ ἐπὴν πάσας πεμπάσσεται ἠδὲ

ἴδηται [hellip] ldquoPer prima cosa conteragrave le foche [hellip] poi quando le avragrave contate tutte cinquea cinque e viste [hellip]rdquo

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144 5 Linguaggio e cosmo

giunto dei due passi Od IV 411ndash413 e 450ndash452 risulta che i verbi ἀριθμεῖν eλέγειν non sono usati per indicare la stessa azione se ἀριθμεῖν significa pro-priamente ldquocontarerdquo λέγειν in questo caso vale (in modo piugrave generico ma pa-ragonabile a πεμπάζειν) ldquomettere insieme delle quantitagraverdquo ldquoraggruppare dellequantitagrave e farne una sommardquo La differenza tra i due verbi si ripropone anchein Il II 123ndash127 ldquoSe infatti noi Achei e Troiani volessimo una volta strettipatti leali essere contati [ἀριθμηθήμεναι] da ambo le parti da un canto radu-nare [λέξασθαι] i Troiani quanti qui hanno dimora se drsquoaltro canto noi Acheivenissimo distribuiti [διακοσμηθεῖμεν] in gruppi da dieci [hellip]rdquo anche quiλέγειν sta per ldquomettere insiemerdquo e in questo senso egrave opposto a ldquodistribuirerdquo ilverbo esprime dunque unrsquoazione che puograve essere funzionale ad operazioni dicalcolo senza tuttavia significare il ldquocalcolarerdquo nellrsquoaccezione corrente del ter-mine564 Va anche considerato che lrsquoaffinitagrave tra ldquoraccogliererdquo e ldquocontarerdquo puograveessere molto stretta presso le culture orali dove di frequente la conta non egrave in-tesa come numerazione progressiva di unitagrave prese singolarmente ma avvieneproprio in base ad operazioni di raggruppamento comprensibilmente inquanto basilare nellrsquoaritmetica antropometrica e nel calcolo digitale la cin-quina (cfr πεμπάζειν) costituisce un tipo di raggruppamento privilegiato565Non da ultimo per spiegare lrsquouso di λέγειν in Od IV 450ndash452 si puograve ricorrereanche ad un argomento vicino allrsquoesperienza quotidiana Egrave facile riscontrareche lrsquooperazione del lsquocontarersquo avviene in modo fondamentalmente diverso aseconda della disposizione nello spazio degli oggetti contare i libri disposti adistanze regolari su uno scaffale non egrave lo stesso che contare delle foche adagia-te sul litorale ovvero dei soggetti vivi distribuiti sigrave in fila (ἑξείης v 440 ἑξῆςv 449) ma verosimilmente a distanze irregolari entro unrsquoampia superficie inquestrsquoultima situazione il conteggio consiste appunto in unrsquooperazione men-tale di raggruppamento

Sulla scorta dei testi considerati diventa legittimo dubitare della validitagrave delmodello etimologico comunemente accettato il quale ammettendo che laGrundbedeutung ldquoraccogliererdquo sia connotata da valori razionalistici o proto-matematici prevede per λέγειν dapprima il significato di ldquocontarerdquo e solo in se-guito quello di ldquoraccontarerdquo Ma a prescindere da questo dubbio il dato da sot-tolineare egrave che lrsquoidea del lsquoraccoglierersquo resta determinante anche quando λέγειν

564 Contra Horovitz 1978 pp 44 s565 Sulla conta per cinquine delle conchiglie presso i LoDagaa (popolazione del Ghana) cfr

Goody 1990 p 22 sulla conta per cinquine ad esempio dei capi di bestiame torna a piugraveriprese Calame-Griaule 1982 Cfr Cozzo 2001 p 75 nota 151

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 145

assume le accezioni linguistiche di ldquoraccontarerdquo e di ldquodirerdquo Cosigrave egrave ad esempioin Il II 222 dove gli oggetti del λέγειν sono gli ὀξέα ὀνείδεα le ldquoingiurie pun-gentirdquo566 o in vari passi dellrsquoOdissea in cui oggetti del λέγειν sono κήδεα πολλάldquomolti patimentirdquo (V 5) θέσκελα ἔργα ldquoimprese mirabilirdquo (XI 374) τὰ ἕκασταldquociascuna cosardquo (XII 165) ἅπαντα ἐμὰ κήδεαhellip ὅσσα ξύμπαντα μόγησα ldquotutte lemie tribolazionihellip tutte insieme quante ne patiirdquo (XIV 196ndash197 e in modoanalogo XXIII 306ndash308 ὅσα κήδεα [hellip] ὅσα ἐμόγησε πάντα ldquoquante tribola-zioni [hellip] quante ne patigrave tutterdquo) ταῦτα ἕκαστα ldquotutte queste coserdquo (XIV 362= XV 487) ψεύδεα πολλά ldquomolte bugierdquo (XIX 203 = Hes Th 27) Queste oc-correnze interessano per due motivi innanzitutto attestano che lrsquoaccezionelinguistica del verbo λέγειν egrave matura giagrave in Omero567 inoltre poicheacute reggonocostantemente degli accusativi plurali sono indizi del nesso tra lsquoraccoglierersquo elsquoparlarersquo secondo la mentalitagrave omerica per la quale parlare equivale a racco-gliere in unrsquounitagrave coerente le cose dicibili siano esse insulti bugie etc

Anche la concezione del lsquoparlarersquo come composizione di unrsquounitagrave a partireda distinti seppur lontana dalla nostra trova riscontro nei confronti intercul-turali che indicano nella buona ldquotessiturardquo dei detti un aspetto fondamentaledellrsquoespressione verbale Ad esempio presso i Dogon ogni singolo aspettodellrsquoazione del parlare trova riscontro nella complessa metafora della tessitu-ra568 lrsquoarte dellrsquointreccio ordinato delle varie componenti La stessa metaforaperaltro non del tutto estranea al greco antico569 soggiace al latino textus illdquodiscorso scrittordquo trasmettendosi poi non solo alle lingue neolatine (it testo fr

566 Egrave del tutto opinabile lrsquointerpretazione di Fattal 2005 p 25 che intende in questo passoλέγειν come ldquoaddebitarerdquo ldquomettere in contordquo significato che saragrave acquisito solo molto piugravetardi dalla radice λεγ- (con apofonia λογ-) a partire da costrutti come ἐν λόγωι τιθέναι Inol-tre egrave il contesto stesso a suggerire che le ingiurie (ossia gli oggetti verbali) sono semplice-mente ldquomesse insiemerdquo (non ldquomesse sul conto dirdquo) infatti precedentemente in Il II 212ss si spiega che lrsquoodioso Tersite ἔτι μοῦνος ἀμετροεπὴς ἐκολώια ὃς ἔπεα φρεσὶν ἧισιν ἄκοσμάτε πολλά τε ἤιδη μάψ ἀτὰρ οὐ κατὰ κόσμον [hellip] Ed egrave precisamente ciograve che Tersite fa ancheora ldquomette insiemerdquo (λέγε) insulti contro un re Agamennone scioccamente (cfr v 258)Nemmeno in questrsquouso vi egrave traccia del significato distributivo selettivo e razionale di cuisi egrave discusso

567 Sulla natura linguistica del λέγειν omerico cfr anche le attestazioni in diatesi media e senzaaccusativo il cui significato egrave semplicemente quello di ldquodiscorrere vanamenterdquo ldquoperdersi inchiacchiererdquo (Il II 435 XIII 292) e dove egrave lasciato imprecisato o sottinteso lrsquooggetto delparlare

568 Cfr Calame-Griaule 1982 pp 72ndash73 Per la metafora della ldquotessitura del pensierordquo pressogli indigeni malesiani cfr Leenhardt 1984 p 38

569 Cfr gli esempi riportati da Muumlller 1974 pp 192ndash232

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146 5 Linguaggio e cosmo

texte sp texto etc) ma anche a quelle germaniche (ted Text in text etc) Apartire dallrsquoetagrave classica le accezioni linguistiche e quelle matematiche del ver-bo λέγειν tenderanno sempre piugrave a distinguersi e a specializzarsi fino a cristal-lizzarsi piugrave tardi in significati sentiti come indipendenti gli uni dagli altri aquesto punto i parlanti perdono progressivamente la percezione della conti-nuitagrave semantica delle accezioni con la Grundbedeutung Ma i documenti a di-sposizione non consentono di retrodatare questo fenomeno nel periodo cheva da Omero ad Eraclito le varie accezioni di λέγειν sono ancora percepite nelloro sodalizio semantico e come permeate dallrsquoidea del lsquoraccogliere insiemersquo

Solo una volta premesso il significato di λέγειν si puograve considerare il sostantivoderivato λόγος Infatti ldquola parola λόγος designa originariamente lrsquoattivitagrave delλέγειν ossia del raccogliererdquo570 e ciograve che si raccoglie insieme per formare unλόγος sono le sue parti costituenti In base allrsquoindagine che segue λόγος alme-no fino allrsquoinizio del V sec aC significa principalmente ldquodiscorsordquo e talvoltaldquoraccoltardquo (intesi come nomina actionis et rei actae di λέγειν571) insieme ai ri-spettivi sinonimi572 Si tratta di un risultato opposto a quello a cui pervieneHeidegger il quale sembra avere perfettamente ragione nel restare sbalorditodalle proprie conclusioni ldquoecco in cosa consiste lrsquoaspetto sconcertante di que-sto enigma λόγος e λέγειν significano discorso parola e dire mentre il signifi-cato originario di λόγος e λέγειν non egrave affatto in relazione col linguaggio e conlrsquoattivitagrave linguisticardquo573

In Omero sono presenti due occorrenze di λόγος entrambe al plurale IlXV 393 e Od I 56574 Una traduzione frequente rende λόγοι con ldquoparolerdquoMa come riconosce Verdenius ldquo[hellip] λόγος originariamente non significa la

570 Verdenius 1966 p 81571 Verdenius ivi pp 83 ss ha spiegato come la parola abbia valore sia ldquoattivordquo (ossia come

ldquoTaumltigkeitrdquo) sia ldquopassivordquo (come ldquoResultatrdquo)572 Cfr Gomperz 1922ndash23 p 125 Verdenius 1966 pp 88 ss Dilcher 1995 pp 30 s573 Heidegger 1993 p 158 A proposito di λόγος in Eraclito il filosofo afferma (ibidem)

ldquoTuttavia dobbiamo imprimerci bene in mente che λόγος non significa lsquoparolarsquo non signi-fica lsquodiscorsorsquo e neppure lsquolinguaggiorsquo Lo si desume giagrave dal fatto che il significato fondamen-tale della parola greca λόγος non puograve essere in alcun modo lsquodiscorsorsquo o lsquolinguaggiorsquo e chenon allude affatto allrsquoambito linguistico e verbalerdquo Tali affermazioni non impediscono alfilosofo di proseguire ldquoDrsquoaltra parte egrave altrettanto sicuro che il termine λόγος e il verbo rela-tivo λέγειν acquistano giagrave dallrsquoinizio presso i Greci il significato di lsquoparlarersquo [reden] e dilsquodirersquo [sagen] Si tratta di due dati di fatto incontestabili con i quali dobbiamo fare i contiIl loro comparire insieme nasconde qualcosa di enigmatico [hellip]rdquo

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singola parola ma si manifesta in una determinata combinazione di parolerdquo575In tutti e due i casi omerici ai λόγοι spetta un compito ldquopsicagogicordquo rispetti-vamente Patroclo tenta di fare animo (ἔτερπε) ad Euripilo durante una dolo-rosa medicazione Calipso vuole esercitare la sua fascinazione (θέλγει) suOdisseo per distoglierlo dallrsquoidea fissa del νόστος ad Itaca Quando si tratta disortire persuasione incanto consolazione istigazione ed altri effetti psicago-gici lrsquoaccento batte tutto sullrsquointreccio ben congegnato e sullrsquoarmonia intrin-seca di una costruzione verbale sapientemente assemblata Dunque i λόγοι inquesti passi non stanno per le ldquo(singole) parolerdquo le quali in Omero non sonomai espressamente designate ma appunto per i ldquodettirdquo i ldquodiscorsirdquo pronun-ciati576 Per la stessa ragione ldquodiscorsirdquo e non ldquoparolerdquo sono anche i λόγοι inEsiodo (Th 229 αἱμύλιοι λόγοι Th 890 Op 78 788577) presso cui si riscon-tra il primo uso di λόγος al singolare εἰ δrsquo ἐθέλεις ἕτερόν τοι ἐγὼ λόγονἐκκορυφώσω ldquose vuoi ti esporrograve per sommi capi un altro raccontordquo (Op 106)

Gli usi di λόγος in Omero e in Esiodo corrispondono alle aspettative circauna cultura ancora prevalentemente orale nella quale le singole parole nonemergono dal tessuto linguistico come unitagrave chiaramente identificabili ovve-ro separate lrsquouna dallrsquoaltra Infatti nellrsquoattivitagrave verbale le parole non si presen-tano come entitagrave isolate ed autonomamente significanti ma costituisconopiuttosto un continuum sia a livello fonico ossia dellrsquoemissione vocale e della

574 Il XV 390ndash394 Πάτροκλος [hellip] τόφρrsquo ὅ γrsquo ἐνὶ κλισίηι ἀγαπήνορος Εὐρυπύλοιο ἧστό τε καὶτὸν ἔτερπε λόγοις ἐπὶ δrsquo ἕλκεϊ λυγρῶι φάρμακrsquo ἀκέσματrsquo ἔπασσε μελαινάων ὀδυνάων ldquoPatroclo[hellip] stava nella tenda dellrsquoamabile Euripilo e lo confortava con discorsi sulla penosa feritaspalmava rimedi sollievo dei neri dolorirdquo Od I 55ndash57 τοῦ θυγάτηρ δύστηνον ὀδυρόμενονκατερύκει αἰεὶ δὲ μαλακοῖσι καὶ αἱμυλίοισι λόγοισι θέλγει ὅπως Ἰθάκης ἐπιλήσεται [hellip] ldquoSuafiglia trattiene lrsquoinfelice piangente sempre lo ammalia con discorsi molli e suadenti affin-cheacute egli si scordi di Itaca [hellip] cfr h Merc 317

575 Verdenius 1966 p 82 (corsivo mio) Giustamente lo studioso (ibidem nota 5) cita Kahnldquo[hellip] the use of λόγος in early epic is restricted to this general meaning of utterancerdquo Cfranche Hammer 1991 pp 52 62 64 etc Opsomer 2002 p 254

576 Cfr Desbordes 1989 p 159 ldquo[hellip] lrsquoideacutee drsquoune composition du sens semble coextensive auterme mecircme de loacutegos [hellip] lrsquoeacutetymologie (lsquoensemble organiseacutersquo) et les premiers emplois [hellip]chez Homegravere et Heacutesiode dans des contextes de tromperie et de lsquoconstructionrsquo verbalevont dans le sens drsquoune parole saise comme un object agrave la fois un et compositerdquo Non si puograveche trovarsi di nuovo in disaccordo con Fattal 2005 p 26 e pp 43 ss il quale invece indi-vidua negli aspetti retorici di λόγος un segno della sua prossimitagrave giagrave in Omero a signifi-cati quali ldquocalcolordquo ldquovalutazionerdquo e ldquocomputordquo

577 Per questa formula cfr anche Hom Od I 56 h Merc 317 Thgn 704 W

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percezione del suono sia a livello del senso giaccheacute lrsquoenunciato veicola uncontenuto inteso come unitario anzicheacute segmentato in costituenti minori578

Come in Omero ed Esiodo λόγος ha il senso di ldquodiscorsordquo o di ldquoargomenta-zionerdquo e non di ldquosingola parolardquo anche nella lirica arcaica cosigrave egrave ad esempio inArchiloco579 Senofane580 Anacreonte581 Teognide582 Pindaro583 Bacchili-de584 etc

I passi citati da alcuni studiosi585 come dimostrazione dellrsquooriginario signi-ficato razionalistico di λόγος e di conseguenza del precoce sviluppo di un si-gnificato proporzionale-matematico attribuibile anche ad Eraclito non sem-brano in alcun modo probanti Contrariamente a quanto da loro sostenuto latraduzione di λόγος come ldquoragionamento logicordquo e simili non egrave affatto neces-saria per Parm fr 850586 e lo stesso vale per quella come ldquorapporto matema-ticordquo in Thgn 415ndash418 W587 Talvolta anzi una simile resa di λόγος sembradecisamente fuori luogo come in Parm 73ndash6 dove la menzione immediata-mente precedente della lingua e delle orecchie suggerisce con forza un conte-sto linguistico588 [hellip] μηδέ σrsquo ἔθος πολύπειρον ὁδὸν κατὰ τήνδε βιάσθω νωμᾶν

578 Lrsquoargomento viene approfondito nel cap 53 pp 175 ss579 Archil fr 2316 W580 Xenoph frr 114 71581 Anacr fr 57c P582 Thgn 704 W 1055 W583 Pi N VI 45 N VII 51 P I94 P III 80 P IV 116 P V 48 O I 110 O VII 68 O IX

12 O XI 5584 B Dith XV 47 SM Anche quanti sostengono che il valore proporzionale-matematico sia

quello originario di λόγος devono ammettere che tuttavia esso si manifesta molto rara-mente in etagrave arcaica (cfr Horovitz 1978 p 99 punto 6) mentre dominante egrave il significatodi ldquodiscorsordquo

585 Ad esempio Kurtz 1971 pp 73 ss Horovitz 1978 pp 69 ss Hammer 1991 pp 55 ss586 ἐν τῶι σοι παύω πιστὸν λόγον ἠδὲ νόημα ἀμφὶς ἀληθείης [hellip] ldquoQui smetto per te il discorso

convincente e la riflessione sulla veritagrave [hellip]rdquo Ciograve che la dea interrompe non egrave nientrsquoaltroche il ldquodiscorsordquo condotto fino a questo punto

587 Lo sfregamento di un pezzo drsquooro era un sistema per saggiarne lrsquoautenticitagrave e questo sem-bra essere il senso sotteso alle parole di Teognide οὐδένrsquo ὁμοῖον ἐμοὶ δύναμαι διζήμενος εὑρεῖνπιστὸν ἑταῖρον ὅτωι μή τις ἔνεστι δόλοςmiddot ἐς βάσανον δrsquo ἐλθὼν παρατρίβομαι ὥστε μολύβδωιχρυσός ὑπερτερίης δrsquo ἄμμιν ἔνεστι λόγος Circa la resa di λόγος (che egrave qui lectio difficiliorrispetto a νόος) niente affatto scontata van Groningen 1966 prende in considerazione trepossibilitagrave ldquo1 lsquoen moi est preacutesente une parole de supeacuterioriteacutersquo savoir lsquoje puis parler (agrave justetitre) de supeacuterioriteacutersquo ou encore lsquojrsquoai le droit de mrsquoappeler supeacuteriorrsquo 2 lsquoen moi est preacutesenteune ideacutee (la convinction) de supeacuterioriteacutersquo 3 lsquoen moi est preacutesent un compte une somme unactif budgeacutetaire de supeacuterioriteacutersquoldquo E saggiamente invita alla prudenza

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 149

ἄσκοπον ὄμμα καὶ ἠχήεσσαν ἀκουὴν καὶ γλῶσσαν κρῖναι δὲ λόγωι πολύδηρινἔλεγχον ἐξ ἐμέθεν ῥηθέντα ldquo[hellip] neacute lrsquoabitudine dalla molteplice esperienza ticostringa giugrave per questa via ad agitare un occhio senza vista un orecchio cheriecheggia e la lingua ma giudica in base allrsquoargomentazione la questione assaidibattuta detta da merdquo Alcuni testi epigrafici della seconda metagrave del V sec do-cumentano un uso di λόγος nel senso di ldquosommardquo ldquoammontarerdquo589 ma maildquocalcolordquo ldquocontordquo e simili anche il valore di ldquosommardquo egrave perfettamente in lineacon il λόγος come ldquoazione risultato del raccogliere insiemerdquo e dimostra quan-to la Grundbedeutung di λέγειν sia ancora percepita fino alla soglia cronologi-ca in questione casi analoghi occorrono in A Pers 338ndash343590 e Hdt III99591 Per contro egrave stato osservato come Empedocle per indicare la ldquopropor-zionerdquo delle quattro radici della cui mistura si compongono le cose mortali(θνητά) non faccia mai ricorso alla parola λόγος592

588 Cfr Verdenius 1967 pp 99 s ldquoDiese goumlttliche Eroumlrterung soll Parmenides lsquoeroumlrterndbeurteilenrsquo (κρῖναι λόγῳ) Dieser letzte Ausdruck wird meistens uumlbersetzt mit lsquobeurteilenmit dem Denkenrsquo oder lsquomit der Vernunftrsquo aber wir haben gesehen dass λόγος diese Bedeu-tung in der vorplatonischen Zeit noch nicht hatrdquo Coxon 1986 ldquo[hellip] but decide by dis-courserdquo Riprese tematiche si trovano in Emp frr 311 e 43 (διασσηθέντος ἐνὶ σπλάγχνοισιλόγοιο)

589 Cfr ad esempio IG Isup2 2322 (anno 4343) 374191 (Rationes Erechthei Annorum 4087ndash4076)

590 καὶ γὰρ Ἕλλησιν μὲν ἦν ὁ πᾶς ἀριθμὸς ἐς τριακάδας δέκα ναῶν δεκὰς δrsquo ἦν τῶνδε χωρὶςἔκκριτος Ξέρξηι δέ καὶ γὰρ οἶδα χιλιὰς μὲν ἦν ὧν ἦγε πλῆθος αἱ δrsquo ὑπέρκοποι τάχει ἑκατὸν δὶςἦσαν ἑπτά θrsquomiddot ὧδrsquo ἔχει λόγος ldquoΙnfatti per gli Elleni lrsquointero numero delle navi ammontava atrecento e oltre a queste ce nrsquoera un gruppo scelto di dieci Invece Serse lo so ne aveva inquantitagrave di mille e quelle di velocitagrave eccezionale erano duecentosette questa egrave la sommardquoMolti interpretano qui λόγος come ldquoproporzionerdquo (cosigrave Kurtz 1971 p 73 Horovitz1978 p 93 etc) tuttavia anche in questo caso a trasparire egrave la natura di λόγος comeldquoazione risultato del radunarerdquo come si addice appunto alle navi che costituiscono unaflotta De Romilly 1974 p 55 traduce addirittura ὧδrsquo ἔχει λόγος con ldquovoici la veacuteriteacuterdquo La suaipotesi risulta plausibile specie considerando lrsquouso da parte dei personaggi tragici di chiu-dere la propria battuta con una sorta di bilancio consuntivo riferito proprio al λόγος soste-nuto (cfr ad esempio A A 582 πάντrsquo ἔχεις λόγον E Or 446 βραχὺς λόγος 1203 εἴρηταιλόγος etc) egrave quanto potrebbe accadere nel passo considerato Va anche rilevato che delleoltre cento occorrenze di λόγος in Eschilo (cfr Italie 1964 sv) questa sarebbe altrimentilrsquounica ad attestare un significato diverso da quello di ldquodiscorsordquo ldquospiegazione verbalerdquo etc

591 ἐς δὲ τούτου λόγον οὐ πολλοί τινες αὐτῶν ἀπικνέονται dove lrsquoetagrave egrave espressa come somma(λόγος) degli anni

592 Guthrie 1965 pp 160 s

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Verosimilmente egrave attraverso costruzioni sintagmatiche come κατὰ τὸνλόγον e εἰς τὸν λόγον entrambe attestate in Eraclito (rispettivamente frr 1 e31) e costrutti come λόγον διδόναι593 ἐν λόγωι τίθεσθαι594 λόγον ἔχειν595οὐδένα λόγον (τινὸς) ποιεῖσθαι596 ἐν οὐδενὶ λόγωι ποιεῖσθαι597 etc che si gettanole basi per futuri usi matematici di λόγος come appunto ldquoproporzionerdquo ldquocon-tordquo ldquocalcolordquo e simili Tuttavia occorre sottolineare che anche in queste co-struzioni il significato di λόγος attiene originariamente alla sfera linguisticanon a quella matematica598 Pertanto traduzioni in italiano come ldquorenderecontordquo (λόγον διδόναι) ldquomettere in contordquo (ἐν λόγωι τίθεσθαι) etc sono fuor-vianti A proposito di λόγον διδόναι Kahn ha giustamente fatto notare che ldquotoexplain something is to give an account of it [hellip] Since the lsquoaccountrsquo is nor-mally rendered in words there is an inevitable blending of sense 2 (accountenumeration) and sense 3 (narration statement on words)rdquo599 Lo stesso valeper ἐν λόγωι τίθεσθαι come si vede ad esempio in Tyrt fr 121 s W οὔτrsquo ἂνμνησαίμην οὔτrsquo ἐν λόγωι ἄνδρα τιθείην οὔτε ποδῶν ἀρετῆς οὔτε παλαιμοσύνης[hellip] ldquoNon ne tramanderei il ricordo neacute farei oggetto di racconto un uomo per lasua eccellenza nella corsa o nella lotta [hellip]rdquo (trad Vetta)600 Tirteo vaglia quilrsquoeventualitagrave di tramandare o meno il ricordo di qualcuno nel suo contesto

593 Cfr ad esempio Hdt I 34 209 III 71 76 142 143 etc594 Tyrt fr 121 s W considerato in seguito595 A Pr 231 s596 Esempi di questa costruzione o della sua variante λόγον ἐλάσσω (τινὸς) ποιεῖσθαι sono in

Hdt I 4 13 117 213 III25 V105 VII13 58 156 218 IX7 analogo egrave il valore dellaforma passiva λόγος οὐδείς ἐλάχιστος πλεῖστος γίγνεταί τινος cfr Hdt I19 IV135 VII223 VIII10 102 IX 80

597 Hdt VII14598 Cfr cap 61 p 195599 Kahn 1964 p 192 nota 11600 Vetta 1999 p 58 (corsivo mio) Sembra questa lrsquointerpretazione piugrave plausibile dei versi e

non quella tuttavia molto diffusa che traduce ldquomettere in contordquo nel senso di ldquofar contoo stimardquo (di questo avviso sono ad esempio Diano-Serra 41993 p 94 nota 1 Kurtz 1971p 76 Horovitz 1978 p 73 Dilcher 1995 p 35) Un altro passo ricordato come esempiodel valore di λόγος come ldquocalcolordquo giagrave in etagrave arcaica (cfr Horovitz 1978 pp 78 s) egrave Pi OX9 ss nonostante il ricorso al lessico economico quando si scusa del ritardo con cui cele-bra un vincitore Pindaro intende dire che egrave possibile saldare il debito contratto celebrandomolti onori in un κοινὸς λόγος un discorso generale appunto il quale come esemplificatodalla similitudine con lrsquoazione dellrsquoonda sui sassolini incorpora in seacute molte cose Il sensodunque egrave ancora quello della ldquoraccoltardquo

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 151

culturale lrsquounico modo di rendere eterno il κλέος consiste infatti nel racconta-re al pubblico di quellrsquouomo

Infine soltanto ldquolrsquoultimo valore assunto da λόγος fu quello di lsquoraziociniorsquo elsquoragionersquordquo601 e anchrsquoesso deriva con ogni evidenza dallrsquoaccezione linguistica diλόγος come ldquoargomentazionerdquo602 Tale significato non egrave ancora maturo nellaprima metagrave del V sec603 nonostante questo dato storico-linguistico non ab-bia fatto desistere alcuni traduttori di Eraclito da rese (e interpretazioni) ra-zionalistiche604

Sulla scorta di simili prove testuali e analogamente a quanto osservato cir-ca il verbo λέγειν si puograve riflettere sullrsquoopportunitagrave di rivedere la communis opi-nio sulla storia e lo sviluppo del significato di λόγος Questa sostiene che ldquoi si-gnificati di ratio matematica proporzione e misura rientrano [hellip] tra quellioriginari della radicerdquo605 e che solo a partire da tali valori si sviluppano poiquelli linguistici di ldquodiscorsordquo ldquoraccontordquo ldquoargomentazione verbalerdquo606 tutta-via la cronologia delle due aree di significati sviluppatesi dal senso di base dildquoazione risultato del raccogliererdquo appare esattamente inversa607 Infatti egrave at-testata dapprima lrsquoarea semantica linguistica (ldquodiscorsordquo ldquoraccontordquo ldquoargo-mentazione verbalerdquo) e soltanto dopo lrsquoarea matematica (ldquocontordquo e ldquocalcolordquo)oltre a profilarsi solo in seguito a quelle linguistiche le accezioni matematicherestano a lungo subordinate a queste ultime per autonomia ed importanzaPer riprendere i paragoni con altre lingue si tratterebbe dunque di privilegia-re per il greco antico la successione contraria ossia quella che va da ldquoracconta-

601 Cfr Diano-Serra 41993 p 99 s che prosegue ldquovi giunse tardi e per via non dotta daespressioni come ἐκ τίνος λόγου τίνι λόγῳ κατὰ τίνα λόγον e simili lsquosu che fondamentorsquo olsquomotivorsquo lsquoin base a quale ragionato discorsorsquordquo (cfr ad esempio A Ch 515)

602 Tale accezione si affaccia giagrave nellrsquoespressione colloquiale ὁ λόγος αἱρεῖ frequente in Ero-doto dove indica unrsquoargomentazione stringente I passi erodotei vengono esaminati daLausdei 1983 Hdt I 132 II 33 III 45 VI 124 insieme ai quali si puograve considerare lrsquoana-loga variante con γνώμη come in Hdt II 43 Tuttavia lo studioso tralascia che qui il sensodi λόγος non egrave ancora quello di una ldquoragionerdquo avulsa dal ldquodiscorsordquo

603 Cfr anche Hammer 1991 pp 60ndash61 Dilcher 1995 pp 30 ss 604 Come ad esempio Lami 52000 che traduce Heraclit fr 1 come ldquoDi questa ragione che

come qui se ne ragiona [hellip]rdquo (e Parm fr 850 come ldquoIn ciograve per te io cesso dal ragionamentoconvincenterdquo)

605 Diano-Serra 41993 p 97 analoga egrave lrsquoopinione di Hammer 1991 cap 11 il quale sostieneche il significato intrinseco di λόγος sia ldquorapportordquo (Verhaumlltnis) anche se riconosce chespesso gli usi arcaici di λόγος-rapporto comprendono una imprescindibile componentesemantica che ha a che fare con il linguaggio (cfr ivi p 60 ldquoDas lsquoVerhaumlltnisrsquo laumlszligt sich aberinsofern nicht vom lsquoWortrsquo trennenrdquo)

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152 5 Linguaggio e cosmo

rerdquo a ldquocontarerdquo da erzaumlhlen a zaumlhlen Ad ogni modo il dato fondamentale egraveche il significato originario di λόγος come ldquoazione risultato del raccogliereinsiemerdquo resta lo sfondo costante ai vari usi della parola almeno fino allrsquoiniziodel V sec aC egrave dunque in questa accezione che Eraclito intende il ldquodiscorsordquo

Che il significato di λόγος attenga alla sfera linguistico-discorsiva egrave docu-mentato al di lagrave di ogni ragionevole dubbio dalle occorrenze arcaiche tutta-via la parola nella lingua greca appare investita da una particolare ricchezzasemantica che rende corretta ma al contempo riduttiva la resa in italiano conldquodiscorsordquo608 Per una traduzione che renda giustizia e che rispecchi la vastagamma di accezioni e sfumature linguistiche sottese al greco λόγος in una lin-gua tuttora parlata occorre probabilmente attingere alle lingue delle cultureoro-aurali In effetti tali culture tendono a sviluppare una straordinaria ric-chezza semantica per le parole indicanti il linguaggio in generale o le sue par-ticolari manifestazioni Valgano come esempi lrsquoebraico dabar che significaldquoparolardquo ldquoaffermazionerdquo ma anche ldquoazionerdquo ldquocosardquo sograve nella lingua dogonldquosoggetto questione discussione giudizio causa nel senso giuridico reso-conto di fatti considerati realirdquo609 kuma nella lingua bambara610 no (ldquodiscor-

606 Come autorevole rappresentante di questa communis opinio si puograve annoverare Fournier1946 pp 53 ss il quale sostiene il ldquovalore etimologico razionale e distributivordquo di λέγεινe pp 217 s dove il valore etimologico di λόγος egrave ldquocalcolo conto ragionerdquo come se si trat-tasse di un equivalente del latino ratio Egrave quasi inevitabile che questa concezione conducaad interpretare il λόγος eracliteo come ldquoordine del mondo ragione universalerdquo come infattiFournier ha fatto Lo studioso non dubita che ldquolrsquoaspetto razionale di λέγειν e di λόγος a par-tire da Omero egrave [hellip] incontestabilerdquo neanche laddove deve ammettere che tuttavia ldquonongiunge mai a quello che potrebbe sembrare il suo esito logico corrispondente alle acce-zioni estreme di ldquocalcolare stimare pensarerdquo [hellip] In veritagrave sono i significati dichiarativiche λέγειν e λόγος sviluppano a partire dalla poesia epicardquo (ivi p 55)

607 Unrsquoipotesi revisionista nei confronti della communis opinio in materia egrave stata prospettatadalla Profssa P Laspia durante le sue lezioni di Storia della Filosofia Antica tenutesi aPalermo nella primavera del 2007

608 Lo stesso vale per le traduzioni in altre lingue moderne cfr Snell 1989 p 18 Dilcher1995 p 32 Schirren 1998 p 158 ldquoOffenbar operiert Heraklit mit einer Bedeutung desWortes λόγος die im Deutschen keine Entsprechung in einem Wort hatrdquo

609 Calame-Griaule 1982 p 24 cfr anche lo schema dei significati di sograve ivi p 26610 Come spiegato da Zahan 1963 p 10 kuma indica al contempo ldquoil vocabolo pronunciato

isolatamente e le diverse parti del discorso [hellip] lrsquoidea di materialitagrave quella di proiezionefuori di seacute [hellip] lrsquoidea di strumentalitagrave [hellip] Il termine kuma concerne tutta lrsquoenunciazionedel pensiero dalla parola [hellip] lrsquoinsieme del linguaggio e dellrsquoinsegnamento Si applica prin-cipalmente al parlare umano al linguaggio articolato Lo si impiega anche per designare laparola di Diordquo

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sordquo) nella lingua degli indigeni polinesiani611 o ancora krsquoop presso la lingua in-digena messicana Tzeltal612

Dopo il necessario excursus sulla storia delle parole λέγειν e λόγος egrave possibileoccuparsi di λόγος in Eraclito Pur restando coerenti con la Grundbedeutungle occorrenze eraclitee attestano una risemantizzazione in corso ossia eviden-ziano una diversificazione dei contesti drsquouso che produce per rubare un ter-mine al linguaggio della critica letteraria un effetto di ldquostraniamentordquo rispettoallrsquoaccezione tradizionale

Nel corpus la parola conta complessivamente undici occorrenze Di questetre sono del tutto pertinenti alle accezioni tradizionali λόγος egrave in senso atti-vo il lsquodiscorsorsquo che puograve essere espresso da ogni singolo uomo come nei frr 87(ldquolrsquouomo stolto egrave solito lasciarsi impressionare ad ogni λόγοςrdquo) e 108 (ldquodiquanti ho ascoltato i λόγοι nessuno arriva al punto [hellip]rdquo) in senso passivo illsquodiscorsorsquo su qualcuno e dunque la sua lsquofamarsquo come nel fr 39 (ldquo[hellip] Biante ilcui λόγος egrave maggiore di quello degli altrirdquo)

Quattro occorrenze invece compaiono in contesti drsquouso insoliti al λόγος egraveattribuito un ruolo entro processi cosmologici e conoscitivi secondo un usoincompatibile con quelli precedenti ad Eraclito Nei frr 31 (ldquoltla terragt sispande come mare e assume misure secondo quello stesso λόγος che valeva

611 Leenhardt 1984 p 174 riferisce che no significa allo stesso tempo ldquoRederdquo ldquoTatrdquo ldquoDen-kenrdquo Per lrsquoaccezione altamente performativa del linguaggio e per la sua ldquoWirkungskraftrdquocfr ivi pp 175 s A p 199 si legge ldquoDiscorso saggio leale giusto etc significa un uomoche in un determinato momento si trova in una condizione di saggezza di giustizia di leal-tagrave etc Il discorso determina queste qualitagrave o condizioni in quanto dagrave loro forma [hellip] e per-tanto esso egrave creatorerdquo La ldquoparolardquo (no) crea il modo di pensare e di agire degli uomini egraveartefice della personalitagrave degli individui (cfr ivi p 202) Il capo di una tribugrave egrave la parolavivente della tribugrave egrave lui a salvaguardare lrsquoassetto della comunitagrave a custodire la sua tradi-zione ad amministrarne la vita indicando di volta in volta ciograve che egrave giusto e ciograve che egrave sba-gliato I termini indicanti le leggi sociali e morali dellrsquoetica tradizionale sono tutticonnotati come differenti ldquodiscorsirdquo quanto noi chiamiamo ldquoproprietagraverdquo ldquoscambiordquo ldquoinde-bitamentordquo ldquoadulteriordquo etc non sono altro che vari tipi di ldquodiscorsordquo nei dialetti locali (cfrBastian 1881 pp 13 s)

612 Cfr Stross 1989 215 ss il quale illustra le innumerevoli traduzioni necessarie in linguainglese per rendere il sintagma lsquomodificatore + krsquoop (ldquospeechrdquo)rsquo la lista stilata alle pp 226ndash239 (che non egrave esaustiva) ne elenca ben 416 Il sintagma lsquomodificatore + krsquooprsquo rende contodi fattori inerenti alla situazione comunicativa quali personalitagrave condizioni fisiche e men-tali stato emotivo postura del parlante numero degli attanti della comunicazione lorodisposizione nello spazio eventuale accompagnamento musicale etc (cfr ivi p 217)

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prima che diventasse terrardquo) e 72 (ldquoin questo λόγος con il quale soprattutto ein continuazione hanno a che fare in questo divergono [hellip]rdquo613) il λόγος evi-denzia un ruolo cosmologico nei frr 45 (ldquoi confini dellrsquoanima per quanto tuvada non puoi trovarli nemmeno percorrendo ogni strada cosigrave profondo egrave ilsuo λόγοςrdquo) e 115 (ldquoegrave dellrsquoanima un λόγος che accresce se stessordquo) esso egrave pro-prio dellrsquoorgano della cognizione (ψυχή) e sembra contenere in segrave una sorta digerme vitale che lo rende illimitato Data lrsquoatipicitagrave dei contesti drsquouso per que-ste occorrenze gli interpreti di Eraclito sono inclini a proporre traduzioni di-sparate tra le quali si rileva tuttavia una consistente prevalenza di valori razio-nalistici (es ldquoragionerdquo ldquointellettordquo ldquoregolardquo) e matematici (es ldquomisurardquo ldquorap-portordquo ldquoproporzionerdquo)614 Questa tendenza ermeneutica egrave dovuta al fatto chele qualitagrave e le funzioni attribuite da Eraclito al λόγος non corrispondono alleaspettative degli interpreti circa il ldquodiscorsordquo il che apre la strada a traduzionianacronistiche della parola dubbia

Infine quattro occorrenze sono ambigue giaccheacute i relativi contesti drsquousopossono essere considerati sia tipici sia atipici Si tratta di entrambe le attesta-zioni del fr 1 (ldquopur essendo questo λόγος sempre [ἀεί] gli uomini ne sonoallrsquooscuro [hellip] infatti sebbene tutte le cose accadano secondo questo λόγος[hellip]rdquo) e di quelle dei frr 2 (ldquopur essendo comune il λόγος i piugrave vivono come seavessero un intendimento particolarerdquo) e 50 (ldquodato ascolto non a me ma alλόγος egrave saggio dire lo stesso [ὁμολογεῖν] che tutte le cose sono unardquo) In questicasi lo sforzo dei commentatori consiste in genere nel decidere se λόγος indi-chi a) il discorso particolare che Eraclito sta conducendo hic et nunc nel suoscritto secondo un uso della parola del tutto in linea con quello tradizionaleoppure b) un discorso di carattere universale che esorbiterebbe dal significatotradizionale e darebbe ragione di parlare per Eraclito di una ldquodottrina delλόγοςrdquo a cui in genere sono attribuite connotazioni alquanto metafisiche Ilfatto che si presuma la necessitagrave di una scelta esclusiva (authellip aut) tra a) e b)tradisce la tacita assunzione del modello semantico della polisemia Infatti sipresuppone che il ldquoλόγος particolarerdquo dello scritto eracliteo ed il ldquoλόγος uni-versalerdquo siano due cose sostanzialmente diverse Al contrario lrsquoambiguitagrave ditali occorrenze ossia la possibilitagrave di comprenderle sia in base allrsquoaccezione

613 Le difficoltagrave sollevate dal testo del fr 72 in cui lrsquooccorrenza di λόγος egrave tuttrsquoaltro che certavengono considerate nella trattazione riservata al frammento nel cap 61 pp 213 ss lepossibili costruzioni sintattiche sono state esaminate nel cap 23 p 52

614 Cfr tabella delle traduzioni moderne di λόγος pp 158 s

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tradizionale sia in base ad unrsquoaccezione risemantizzata615 avvalora lrsquoipotesidella densitagrave semantica di λόγος il cui significato non egrave scisso

Si consideri dunque tale ambivalenza dei contesti drsquouso e delle accezionidella parola che possono essere intesi sia come tipici sia come atipici Circa ilfr 1 la posizione drsquoincipit di λόγος autorizza a pensare che la parola sia usatanella sua accezione tradizionale (lsquodiscorsorsquo ovvero lsquoesposizionersquo secondo unuso analogo a quello del fr 108616) In effetti λόγος ricorre assiduamente inapertura di opere in prosa per lo piugrave ionica per introdurre il lettore allrsquoargo-mento della ἱστορίη ne sono esempi Ecateo di Mileto (τάδε γράφω ὥς μοιδοκεῖ ἀληθέα εἶναιmiddot οἱ γὰρ Ἑλλήνων λόγοι πολλοί τε καὶ γελοῖοι [hellip] εἰσίν FGrH1 fr 1) Ione di Chio (ἀρχὴ δέ μοι τοῦ λόγου [hellip] DK 36 B 1) Diogene di Apol-lonia (λόγου παντὸς ἀρχόμενον δοκεῖ μοι χρεὼν εἶναι τῆν ἀρχὴν ἀναμφισβήτητονπαρέχεσται [hellip] DK 64 B 1) ma anche Antioco di Siracusa (ἈντίοχοςΞενοφάνεος τάδε συνέγραφε περὶ Ἰταλίης ἐκ τῶν ἀρχαίων λόγων τὰ πιστότατακαὶ σαφέστατα FGrH 555 fr 2) Da questo punto di vista Eraclito anchrsquoegliionico ed autore di prosa si inscrive in una ldquotradizione letterariardquo relativamen-te consolidata In base a questi elementi lrsquoavverbio ἀεί prima facie puograve non de-stare dubbi particolari ed essere inteso come riferito a ciograve che segue Tuttaviaproseguendo nella lettura sorgono dubbi sullrsquoeffettivo valore di λόγος gli uo-mini ne sono inesperti sia prima sia dopo averlo ascoltato ma un discorso seinteso nella sua accezione ordinaria non puograve essere noto giagrave prima di essereudito Pertanto se λόγος indicasse qui solo lo specifico discorso dello scrittoeracliteo la critica allrsquoignoranza degli uomini perderebbe buona parte del suofondamento A questo punto il lettore egrave tentato di rileggere lrsquoincipit con mag-giore attenzione per scoprire che la posizione intermedia di ἀεί cela una diffi-coltagrave inizialmente trascurata617

Subito dopo (seconda occorrenza) tutte le cose sono dette accadere ldquoinmodo conforme ardquo o ldquosecondo questo λόγοςrdquo618 unrsquoaffermazione che acutizzale perplessitagrave circa lrsquoaccezione della parola Una considerazione congiuntadelle due occorrenze mostra come in questo caso lrsquoipotesi polisemica ovverodella pluralitagrave di significati espressi dallo stesso segno non sia sostenibile619

615 La quale comunque non coincide a mio avviso con lrsquoopzione b)616 Cfr Hussey 1982 p 56 s617 Per maggiori particolari sulla posizione dellrsquoavverbio cfr cap 23 pp 49 s618 Dunque si intende εἰς con acc come complemento di modo analogamente a Marcovich

1978 p 204 (LSJ sv IV 3) cfr cap 61 p 196619 Contra Kahn 1964 p 192 nota 9

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Lrsquouso del deittico (τὸν λόγον τόνδε) la prossimitagrave delle due occorrenze e la ri-presa coerente del tema dellrsquoinesperienza umana (ἀξύνετοι ἀπείροισιν) non la-sciano dubbi sul fatto che con λόγος Eraclito intenda la stessa cosa in entram-be le occorrenze Il significato egrave uno ma la contestualizzazione ambigua dellaparola lo sta modificando sotto gli occhi del lettore Nel fr 2 il λόγος egrave dettoessere comune (ξυνός) Anche in questo caso non egrave chiaro se ad assumere va-liditagrave universale sia lo specifico discorso esposto nello scritto di Eraclito o seλόγος indichi qualcosa di piugrave generale Il perfetto parallelismo sintattico e te-matico con il fr 1620 mostra chiaramente che la parola λόγος veicola il medesi-mo significato di prima proprio come nel fr 1 anche qui si trova un genitivoassoluto (costruzione soggetto + predicato) seguito dalla proposizione prin-cipale (costruzione predicato + soggetto) in entrambi i casi nel genitivo as-soluto il soggetto egrave λόγος nella proposizione principale ricorre il tema dellrsquoin-comprensione umana rispetto al λόγος621

Anche nel fr 50 come nella prima occorrenza del fr 1 il contesto egrave perfet-tamente compatibile con unrsquoaccezione piana e non problematica della parolasi tratta del verbo ἀκούω che si riferisce al λόγος chiaramente come ad un udi-bile Se la distinzione presentata da Eraclito tra se stesso come parlante scri-vente da un lato ed il λόγος dallrsquoaltro rappresenti effettivamente un uso atipicodella parola egrave una questione aperta622 A questo proposito West sottolineacome nei testi greci le parole dello scrivente possano essere presentate comeindipendenti dallo stesso ragione per cui nel fr 50 λόγος non si riferirebbe anientrsquoaltro che allo scritto di Eraclito623 Tuttavia nella valutazione di questaoccorrenza di λόγος va considerato anche il ricorso al verbo ὁμολογεῖν che nel-la sua stessa composizione (ὅμοιος λέγειν) rappresenta lrsquoinsegnamento attri-buito al λόγος ossia che ἓν πάντα εἶναι Il richiamo tra λόγος e ὁμολογεῖν e lrsquoin-sistenza sulla radice λεγ- λογ- testimoniano una pregnanza semantica scono-sciuta agli usi precedentemente attestati per queste parole

Per delineare i contorni storici e teorici del problema ermeneutico che in-teressa il λόγος eracliteo egrave utile presentare un quadro delle traduzioni della pa-rola Nella tabella delle pp 158 s sono riportati in riga i numeri dei frammenti

620 Cfr cap 61 pp 190 s621 Lrsquoefficacia di questa perfetta ripresa sintattica egrave indipendente dalla collocazione del fr 2 i

frr 1 e 2 comunque non dovevano distare molto lrsquouno dallrsquoaltro cfr gli argomenti inGomperz 1922ndash1923 pp 122 ss Kirk 31970 pp 48 ss Marcovich 1978 p 62

622 Cfr cap 61 pp 206 s623 West 1993 p 162 nota 9 p 173 p 176 nota 42

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in base allrsquoedizione DK contenenti occorrenze di λόγος (il fr 1 conta due oc-correnze) in colonna in ordine cronologico in base allrsquoanno di pubblicazionedella prima edizione compaiono i principali editori e traduttori di Eraclito

Come emerge dalla tabella il traduttore di Eraclito si trova in una situazio-ne analoga a quella descritta da Goethe nel Faust dove lrsquoomonimo protagoni-sta egrave alle prese con la difficile traduzione del Nuovo Testamento sin dallrsquoinci-pit dellrsquoopera (Ev Jo I 1 cfr Heraclit 1) egli deve misurarsi con una parola-chiave λόγος la cui portata non gli appare adeguata al significato comune-mente accolto624

Dilcher ha affermato che per Eraclito ldquoλόγος [hellip] non ha un solo significa-to ma piuttosto vari livelli [hellip] la parola oscilla tra il significato convenzionalee qualcosa di piugrave generale e profondordquo625 Piugrave puntualmente Held626 ha de-scritto una divaricazione nella storia delle interpretazioni del λόγος eracliteoDa una parte esso egrave inteso come ldquoprincipio regolatorerdquo in senso ldquooggettivordquo(con le relative traduzioni ldquolegge del mondordquo ldquointelligenza del mondordquo ldquosen-sordquo ldquostrutturardquo ldquoformula delle coserdquo etc) dallrsquoaltra egrave inteso in modo piugrave ade-rente allrsquouso della parola che egrave un uso ldquosoggettivordquo (e dunque ldquoparolardquo ldquodi-scorsordquo ldquoesposizionerdquo ldquoriflessionerdquo ldquoinsegnamentordquo etc) Lo studioso sottoli-nea che entrambe le interpretazioni appaiono tuttavia fondate Queste posi-zioni riassumono lrsquoimbarazzo della critica di fronte ad unrsquoesigenza tantonaturale quanto apparentemente insoddisfatta quella della coesione seman-tica della parola Eraclito usa λόγος in contesti drsquouso difformi e spesso per lrsquoin-terprete difficilmente riconducibili ad una tale coerenza

Dalla tabella che segue risulta anche evidente che non egrave accolto quasi mai ilpur fondamentale suggerimento di Snell ldquoLogos ha in veritagrave soltanto un si-gnificato che solo non coincide con il senso di una singola parola [tedescahellip]Ma lrsquointerpretazione deve cercare di chiarire lrsquounitagrave di questa parolardquo627

624 Faust I 1224 ss ldquoGeschrieben steht lsquoIm Anfang war das Wortrsquo Hier stock ich schonWer hilft mir weiter fort Ich kann das Wort so hoch unmoumlglich schaumltzen Ich muszlig esanders uumlbersetzen Wenn ich vom Geiste recht erleuchtet bin Geschrieben steht ImAnfang war der Sinn Bedenke wohl die erste Zeile Daszlig deine Feder sich nicht uumlber-eile Ist es der Sinn der alles wirkt und schafft Es sollte stehn Im Anfang war die Kraft Doch auch indem ich dieses niederschreibe Schon warnt mich was daszlig ich dabeinicht bleibe Mir hilft der Geist Auf einmal seh ich Rat Und schreibe getrost ImAnfang war die Tatrdquo

625 Dilcher 1995 p 30626 Held 1970 p 165ndash166627 Snell 1989 p 18

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158 5 Linguaggio e cosmo

Tabella delle moderne traduzioni di λόγος

Autore fr 1 (a) fr 1 (b) fr 2 fr 31 fr 39

Schleiermacher1807

Verhaumlltnis Verhaumlltnis Gesetz (des Denkens)

Verhaumlltnis houmlher zu rechnen

Mullach 1860 ratio ratio ratio mensura famaBurnet 1892 Word Word Word talea

a Burnet 31920 p 135 nota 2 ldquoThe phrase μετρέεται εἰς τὸν αὐτὸν λόγον can only mean thatthe proportion of the measures remains constantrdquo cfr anche ivi p 138 nota 1

accountDiels 1901 Wort Wort Wort Wort RedeDiels 1903 Wort

(Weltgesetz)Wort Wort

(Weltgesetz)Sinn(Verhaumlltnis)

Ruf(Geltung)

Busse 1926 Lehre Lehre Weltgesetz Verhaumlltnis Ruf

Walzer 1939 logo logo logo (modo) famaDK1951

Sinnder Lehre

Sinn Sinn Sinn(Verhaumlltnis)

Ruf(Geltung)

Burckhardt 1952 Wort Wort Wort Maszlig ndashKirk1954b

b Cfr Kirk 31970 p 39

formulaof things

formulaof things

formulaof things

measure account(measure)

Snell 1965 Lehre Sinn Sinn Sinn WortMarcovich1967c

c Identiche a queste sono le traduzioni di λόγος nellrsquoedizione a cura di Marcovich MondolfoTaraacuten 2007

Veritagrave Veritagrave Logos proporzione (famoso)

Held 1970 Logos Logos Logos Verhaumlltnis RufKurtz1971

λόγος λόγος λόγος Verhaumlltnis in Anschlagkommen

West 1971 spiegazione spiegazione spiegazione quantitagrave ndashBollack-Wismann1972

discours discours raison raison estime

Kahn 1979 account account account amount accountColli 1980 espressione espressione espressione espressione espressioneDiano-Serra 1980 Discorso Discorso Discorso rapporto famaMansfeld1983

Auslegung Auslegung Auslegung Verhaumlltnis Aussage

Conche1986

discours discours discours discours(rapport)

discours

Lami 1991 ragione ragione ragione ragione ragioneReale 2006 logos logos logos proporzione famaGemelli Marciano2007

Logos Logos Logos Verhaumlltnis ndash

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 159

fr 45 fr 50 fr 72 fr 87 fr 108 fr 115

ndash ndash ndash Rede Reden ndash

ndash ratio ndash oratio sermones ndashmeasure Word ndash word ndashGrund Wort Wort Wort Worte WortGrund Wort

(Gesetz)Wort Wort Worte Wort

(Weltvernunft)Mass Wahrheitsbeweis Weltgesetz Gedankenaumluszlige-

rungLeheren Mass

logo logo logo parola parole misuraSinn Sinn Sinn Wort Worte Sinn

Grund Rede Wort Wort Lehren Wortmeasure formula of things (Logos) word accounts

(words)measure

Sinn Sinn Sinn sinnvolles Wort Worte Sinnmisura Logos ndash parola

(insegnamento)insegnamenti criterio

numericoLogos Logos Wort (Rede) Wort Darlegungen LogosVerhaumlltnisAusmaszlig

λόγος λόγος Wort Worte VerhaumlltnisAusmaszliga

a Per i frr 45 1 115 cfr Kurtz 1971 p 211 nota 17

misura dottrina ndash ndash ndash valoreraison raison ndash raison discours raison

report report ndash accountword account reportespressione espressione espressione espressione espressione espressioneDiscorso Discorso Discorso parola parola ndashwas zu erklauml-ren ist

Auslegung (Logos) Auslegung Erklaumlrungen ndash

discours discours discours discours discours discours

ragione ragionamento ragione ragionamento discorsi ragioneragione ragione ragione discorso discorsi logosLogos Logos ndash ndash Logoi Logos

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160 5 Linguaggio e cosmo

La parola λόγος in genere non egrave intesa dai principali interpreti di Eraclitoin modo univoco per tutte le sue occorrenze e se ci sono eccezioni a questatendenza esse sfortunatamente scommettono tutto sul significato matemati-co-proporzionale628 o piugrave raramente su quello veritativo629 di λόγος in Eracli-to630 Lrsquointerpretazione di λόγος allrsquoinsegna di unrsquoirriducibile polisemia rap-presenta una costante631 talvolta diventa arduo perfino individuare la matricesemantica comune ai distinti significati la quale invece dovrebbe contraddi-stinguere il segno polisemico Casi molto vistosi sono quelli di traduzioni del-la medesima parola quasi mai uguali a se stesse come accade in Marcovich eWest (cfr tabella) Al fine di scansare il rischio di una ldquodottrina del λόγοςrdquo inEraclito West nega che in Eraclito la parola assuma accezioni e contesti drsquousoinsoliti rispetto a quelli precedentemente attestati tuttavia lo studioso egrave co-stretto a traduzioni differenti ad ogni occorrenza ricorrendo anche a signifi-cati non documentati per lrsquoepoca di Eraclito in base alla sua interpretazionela parola λόγος si profila come una vera e propria congerie di significati632

628 Cosigrave ad esempio Kirk 31970 pp 38 s ldquoAn examination of other extant occurrences of theword in Heraclitus [hellip] may show that for him there was one sense which came to mindmore commonly than others [hellip] I suggest [hellip] the phrase lsquoformula of thingsrsquo as a transla-tion of λόγος in frr 1 2 50 In this formula the idea of measure is implicit [hellip]rdquo e inoltreKurtz 1971 p 63 Horovitz 1978 pp 82 ss Hammer 1991 pp 77ndash78 (che segueSchadewaldt 1978 p 187 359) Secondo questrsquoultimo il λόγος eracliteo indica primaria-mente la struttura proporzionale dellrsquoessere e solo in seconda linea ovvero nella compren-sione che gli uomini hanno di tale struttura il discorso di Eraclito tuttavia taleinterpretazione non fa che ribaltare la semantica (e la storia semantica) della parola λόγοςAddirittura ingenua appare poi la posizione di Lami 52000 che traduce λόγος sistematica-mente come ldquoragionerdquo cfr tabella

629 Cosigrave Conche 1986 che punta tutto sul ldquodiscorso verordquo intendendo perograve il ldquodiscorso sullaveritagraverdquo come coincidente con la ldquoveritagraverdquo stessa ciograve vale per tutte le occorrenze di λόγοςtranne naturalmente quella del fr 31

630 Le uniche accezioni a me note sono Rath 1991 pp 88ndash91 che rende tutte le occorrenzedi λόγος con ldquoSpruchrdquo Silvestri 2003 e idem 2006 che traduce costantemente ldquoprincipiodi legamentordquo Lrsquounitarietagrave del significato la non specializzazione della parola e il suoinscindibile legame con la Grundbedeutung di λέγειν sono dunque tenuti presenti daentrambi gli studiosi tuttavia questi interventi forse anche a causa della loro esiguitagrave sirivelano ben poco chiarificatori della natura del λόγος eracliteo

631 In genere il fatto che la parola λόγος sia polisemica giagrave allrsquoepoca di Eraclito egrave assunto comeuna tacita premessa solo di rado essa viene esplicitata cfr Kahn 1964 p 192 che ipotizzaa questo proposito un ldquosignificant word-playrdquo (ibidem nota 9) Fattal 2005 p 27 e piugrave dif-fusamente ivi pp 58 ss Opsomer 2002 p 255

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 161

Perfino quanti riconoscono per lrsquoepoca di Eraclito lrsquoanacronismo dei valo-ri matematico-proporzionali di λόγος ricorrono appunto a tali accezioni as-sumendo cosigrave di fatto lrsquoipotesi della polisemia della parola ciograve si riscontra inparticolare nella resa dei frr 45 50 115 e soprattutto 31633 Ad esempio selrsquoallievo Serra nel suo commento correttamente sostiene la linguisticitagrave diλόγος fino allrsquoepoca di Eraclito compreso il maestro Diano traduce lrsquooccor-renza del fr 31 con ldquorapportordquo rinunciando al significato linguistico pur pre-ferito in tutti gli altri casi Similmente Conche afferma a piugrave riprese la neces-sitagrave di escludere per il λόγος eracliteo tutte le possibili accezioni dellrsquoarea ma-tematica e di optare per il significato unitario di ldquodiscorso (vero)rdquo ma per que-sto frammento capitola traducendo ldquorapportordquo634

Il problema teorico-ermeneutico che qui si solleva per λόγος egrave stato notatoda Havelock a proposito della parola δίκη Lo studioso afferma ldquoQuando unaparola egrave trattata in maniere cosigrave diverse si egrave tentati di affrontare il problemaparlando della scarsitagrave del vocabolario greco cui si ripara con traduzioni di-verse di uno stesso termine come se si trattasse di uno strano caso di omoni-mia [hellip Ma] sostituire una varietagrave di termini a quello che ossessiona il poeta si-gnifica in pratica distruggere il suo tema nascondere lrsquoopera di integrazioneche egli sta compiendo [hellip] Se un suono continua ad essere ripetuto come unrefrain la traduzione piugrave efficace in unrsquoaltra lingua egrave lrsquoimitazione del re-frainrdquo635

Le combinazioni di significati proposte sono altamente variabili esse ingenere riconducono a due i valori fondamentali del λόγος eracliteo636 tradu-

632 Sebbene West affermi ripetutamente di sostenere unrsquointerpretazione unitaria del λόγοςeracliteo che per lui non egrave altro che lo scritto stesso del sapiente di fatto le traduzioni resenon sono facilmente conciliabili con tale presunta unitarietagrave

633 Per LSJ sv λόγος i frr 31 e 115 sono i primi esempi del significato della parola comeldquomeasurerdquo

634 Conche 1986 p 291 ldquolsquoΛόγοςrsquo signifie lsquodiscoursrsquo (cf ad B50 B1) La terre dissoute en merndash la mer issue de terre ndash est lsquomesureacutee selon le mecircme discoursrsquo on dit la mecircme chose quantagrave sa mesure ie sa quantiteacute Or ce qui mesure la terre ou la mer est leur rapport au feu leureacutequivalent-feu De lagrave traduction par lsquorapportrsquordquo

635 Havelock 1983 (Dike) pp 284 s Per illustrare il problema lrsquoautore ricorda ldquoLa tradu-zione inglese di Esiodo curata per la collezione Loeb traduce δίκη in modo vario negli equi-valenti inglesi di lsquodirittorsquo lsquogiustiziarsquo e lsquopunizionersquo al plurale in lsquogiudizirsquo La versione diPenguin si concede piugrave libertagrave usando al singolare gli equivalenti inglesi di lsquodirittorsquo lsquogiusti-ziarsquo lsquoverdettorsquo lsquopunizionersquo e lsquoleggersquo al plurale abbiamo lsquogiudizirsquo o lsquocausersquo oppure egrave addirit-tura sostituito da una perifrasi gli aggettivi δίκαιος e ἄδικος sono usati per indicare lsquounuomo onestorsquo lsquoun uomo giustorsquo e lsquoun delinquentersquordquo

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162 5 Linguaggio e cosmo

cendolo al contempo come ldquodiscorsordquo e ldquolegge cosmicardquo637 ldquoparolardquo e ldquorap-porto matematicordquo638 ldquolibrordquo e ldquoVeritagrave eternardquo639 ldquoesposizione di Eraclitordquo eldquostruttura ordinatricerdquo640 ldquointelligenza che parlardquo e ldquolegge del mondordquo641 ldquodi-scorso di Eraclitordquo e ldquotrama nascosta del diordquo642 etc

Anche quanti come Snell e poi Verdenius sostengono la necessitagrave di tra-durre le varie occorrenze di λόγος sempre allo stesso modo in genere ricono-scono in λόγος una doppiezza di fondo dovuta a loro avviso allrsquoincapacitagravedel ldquopensiero arcaicordquo di distinguere tra le sfere tradizionalmente denomina-te ldquosoggettivardquo ed ldquooggettivardquo643 per questa ragione Eraclito pur scrivendosempre λόγος intenderebbe con la medesima parola ora una cosa ora unrsquoaltraLa sottigliezza di tale posizione richiede un approfondimento tanto piugrave chela questione avragrave un suo peso in sede di analisi dei frammenti (cap 61) Adinaugurare questa linea interpretativa egrave probabilmente Busse che sostienelrsquoipotesi di una ldquozweifache Bedeutung als Lehrvortrag und Lehrinhaltrdquo avve-nuta a causa di un involontario ldquoslittamentordquo (Verschiebung) semantico tra il

636 Tuttavia non mancano nemmeno le interpretazioni basate su tre valori di λόγος ad esem-pio Schadewaldt 1978 p 427 parla di una ldquoscheinbar dreifache Aufspaltung des Logosals Grundproportionalitaumlt des Seienden die im Geist des Menschen aufgenommen undschlieszliglich ausgesprochen werden kannrdquo anche se sottolinea come questa tripartizionevada compresa in realtagrave come una ldquovollkommene einheitliche und klare Auffassung diesesLogosrdquo (ibidem)

637 Cfr Busse 1926 pp 207ndash208 210638 Kurtz 1971 pp 67 ss p 79639 Gigon 1935 p 4640 Hammer 1991 p 188 Lrsquoautore sostiene anche lrsquoopposizione tra λόγος ldquosoggettivordquo e λόγος

ldquooggettivordquo cfr ivi pp 71 75 76 etc La sua posizione di fondo circa lrsquointerpretazione diλόγος egrave che ldquoDer Versuch den Begriff λόγος in den Fragmenten B1 B2 und B50 nur vomSinnbezirk lsquoWortrsquo lsquoRedersquo lsquoLehrersquo lsquoDarlegungrsquo [hellip] zu verstehen muszlig jedoch aumluszligerst zwei-felhaft erscheinenrdquo (ivi p 74) e ancora ldquoλόγος in B1 (und wie sich noch genauer zeigenwird in B2 und B50) nicht nur Heraklits eigene Darlegung meint sondern auch so etwaswie eine objektive Struktur die wir [hellip] von dem Bedeutungsbereich lsquoVerhaumlltnisrsquo lsquoPropor-tionrsquo lsquoRechnungrsquo her zu verstehen suchen wollenrdquo (ivi p 75)

641 Fattal 2005 pp 66 ss642 Colli 1980 vol III p 172643 La terminologia corrente che ricorre alle categorie di lsquosoggettivorsquo ed lsquooggettivorsquo non risulta

sempre chiara infatti non si tratta di esprimere la differenza tra soggettivitagrave ed oggettivitagravebensigrave quella tra il soggetto e lrsquooggetto grammaticale ovvero per ricorrere alla terminologiadi Verdenius 1966 pp 83 s tra ldquoTaumltigkeitrdquo e ldquoResultatrdquo Per questo motivo dopo aver illu-strato la posizione della critica al riguardo le categorie di lsquosoggettivorsquo ed lsquooggettivorsquo sarannoabbandonate in favore della distinzione tra nomen actionis e nomen rei actae

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 163

discorso ed il suo contenuto644 Tale ldquoslittamentordquo egrave spiegato con lrsquoargomen-to in seguito molto sfruttato645 della mancata distinzione tra nome e nomi-nato che sarebbe tipico del ldquopensiero primitivordquo ed eracliteo in particola-re646 Snell solo in apparenza coerente con il suo stesso suggerimento sopra ci-tato circa lrsquounitagrave di senso della parola λόγος presenta una certa invarianza nel-la traduzione delle occorrenze rese per lo piugrave con Sinn Tuttavia Sinn egraveinteso a sua volta nel segno della duplicitagrave infatti giaccheacute il pensiero arcaicoegrave giudicato incapace di distinguere tra il soggettivo e lrsquooggettivo ldquoil λόγος nonegrave soltanto il discorso umano dotato di senso ma anche il senso che sta nellecoserdquo647 E ancora ldquo[hellip] questo logos egrave innanzi tutto la dottrina di Eraclitoche egli vuole presentare Ma questo logos ha realtagrave effettiva Esso egrave piugrave cheunrsquoopinione di Eraclito Egrave il senso che sta nel mondo [hellip] con terminologiapiugrave tarda si puograve vedere in esso addirittura qualcosa come una ragione univer-sale (Weltvernunft)rdquo648 Quindi lrsquounitagrave di senso di λόγος egrave al tempo stesso af-fermata nella costanza della traduzione Sinn ma anche negata nello sdop-piamento tra un Sinn soggettivo ed uno oggettivo

La posizione di Snell egrave ben illustrata da Verdenius649 il quale drsquoaltronde siavvicina a questa linea interpretativa traducendo λόγος costantemente comeldquoargumentrdquo ma ritenendo allo stesso tempo che ldquoIn Heraclitusrsquo thought hisargument coincides with that which is argued he does not know a fundamen-tal difference between the purport of his doctrine and the real order of thingsrdquo650il che conduce inevitabilmente ad intendere il λόγος come ldquothe system of real-

644 Cfr Busse 1926 p 207 ldquoHeraklit dachte bei der Wahl des Wortes natuumlrlich zunaumlchst andie Rede [hellip] aber unwillkuumlrlich schob sich ihm die Vorstellung von dem Inhalt der Darstel-lung von dem darin ausgedruumlckten Grundgedanken unter Der Kern der neuen Lehreaber ist der Gedanke des Weltgesetzes [hellip] Und dies ist die Bedeutung welche das Wortim zweiten Satz hat [hellip]rdquo (corsivo mio)

645 A tale argomento ricorreranno per interpretare Eraclito anche Snell 1989 Marcovich1978 Di Cesare 1980 eadem 1986 pp 9ndash20 (cfr anche Kraus 1987 p 104)

646 Cfr Busse 1926 p 207 ldquoDenn dem primitiven Geist fehlte noch die Faumlhigkeit Subjek-tives und Objektives Gedachtes und Gegenstaumlndliches scharf zu trennenrdquo

647 Snell 1989 p 18648 Ivi p 19649 Verdenius 1947 p 276 ldquoB Snell offers the translation lsquomeaningrsquo (lsquoSinnrsquo) on account of

the fact that λέγειν refers to the meaning of a discourse as well as to the meaning of itsobject Since ancient thought was not yet conscious of a fundamental difference betweenthe knowing subject and the object which is known λόγος comprises both the meaning ofHeraclitusrsquo doctrine and the meaning of realityrdquo

650 Ivi pp 276ndash277 corsivo mio cfr ibidem nota 41

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ity itselfrdquo651 Questo imprimerebbe nella parola λόγος cosigrave come usata daEraclito unrsquoinevitabile ambivalenza tradotta poi come ldquoargomentazionesoggettivardquo e ldquocorrelato oggettivordquo652 Anche Dilcher sottolinea lrsquoambivalen-za tra ldquoλόγος soggettivordquo e ldquoλόγος oggettivordquo intendendo con questrsquoultimoldquosomething independent being valid beyond the subject who makes use ofitrdquo653 Purtroppo la reazione contro lrsquoidea di una presunta indistinzione tralinguaggio e realtagrave nel pensiero arcaico ed eracliteo in particolare riguardasolo una minoranza degli interpreti654

Egrave vero che numerose parole greche incluso λόγος hanno al contempo dueaccezioni come nomen actionis e come nomen rei actae655 Si pensi ad esempioad ὄψις che come in italiano lsquovistarsquo indica tanto lrsquoazione o la facoltagrave del vede-re (nomen actionis) quanto le sembianze percepite in seguito a tale azione(nomen rei actae)656 Egrave altrettanto vero che in Eraclito sono attestate per λόγοςentrambe le accezioni la parola non indica solo lrsquoazione di dire qualcosa maanche quello che viene detto ossia il contenuto Secondo studiosi comeBusse Snell e Dilcher il λόγος eracliteo come nomen rei actae si identifiche-rebbe con la realtagrave non linguistica da esso espressa ossia il mondo Tuttavia ilsillogismo che stabilisce tale identitagrave linguistico-ontologica non egrave affatto pro-

651 Ivi p 278 corsivo dellrsquoautore652 Cfr ivi p 277 dove lrsquoautore parla di una ldquocoincidenza tra lrsquoaspetto soggettivo e quello

oggettivo della conoscenzardquo insistendo sullrsquounitagrave di soggetto ed oggetto nel pensiero grecoarcaico cfr idem 1966 p 91 ldquoLogos e Kosmos sono quindi in un certo senso equivalenti[hellip] cosigrave che il Logos [hellip] non egrave solo lrsquoargomentazione soggettiva ma anche il suo correlatooggettivo non solo il discorso sui legami nel mondo ma anche [hellip] lrsquoordinamento stessodel mondo [hellip] questa ambivalenza egrave possibile percheacute nella coscienza di Eraclito non esi-ste nessun confine marcato fra il suo pensiero e lrsquooggetto del pensierordquo ed ivi p 93 ldquoIl Logosagrave al contempo lo specifico sistema argomentativo di Eraclito e il sistema obiettivo delmondordquo

653 Dilcher 1995 p 44654 Cfr Held 1970 p 167 e p 181 Schadewaldt 1978 p 163655 Cfr Verdenius 1966 pp 83 s per alcuni esempi tra cui anche λόγος Cfr Snell 1955 pp

307 s656 Cfr LSJ sv ὄψις con i relativi esempi per lrsquoaccezione di nomen rei actae cfr Hom Il VI

468 per quella di nomen actionis cfr Hom Il XX 205 Esempi eraclitei potrebbero essereσύναψις (fr 10) che indica sia lrsquoazione di stabilire un ldquocollegamentordquo sia il suo risultatoossia la condizione del ldquocollegamentordquo ἡδονή (fr 67) che sta sia per il ldquosaporerdquo o lrsquoldquoaromardquopercepito sia per la ldquopreferenzardquo o il ldquogustordquo proprio del soggetto agente γνώμη (frr 4178) che vale sia come ldquofacoltagrave conoscitivardquo sia come ldquorisultato della facoltagrave conoscitivardquoovvero ldquodiscernimentordquo etc

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bante Si consideri come controesempio il fr 39 dove λόγος vale appuntocome nomen rei actae nondimeno anche in questo caso λόγος indica il ldquodi-scorsordquo su Biante ovvero la sua fama e non certo Biante stesso Come perEraclito il λόγος su Biante non coincide con Biante allo stesso modo il λόγοςsul mondo non coincide con il mondo Probabilmente in molti contesti unanetta distinzione tra il discorso da una parte ed il contenuto che esso esprimedallrsquoaltra egrave semplicemente improduttiva ma ciograve non equivale allrsquoincapacitagravedi distinguere tra discorso ed oggetto del discorso ovvero tra linguaggio erealtagrave Come saragrave sottolineato nel cap 53 (pp 182 s) il rapporto istituito daEraclito tra linguaggio e realtagrave non egrave di identitagrave (equiv) ma di analogia (asymp) men-tre il rapporto di identitagrave implica che i due termini della relazione in questocaso linguaggio e realtagrave siano una cosa sola al contrario il rapporto di analo-gia presuppone che essi siano due cose ben distinte Dunque il λόγος diEraclito verte sul mondo ma non egrave il mondo esso egrave e resta ldquodiscorsordquo

Per quanto mi consti Colli egrave lrsquounico a tradurre invariabilmente le occor-renze eraclitee di λόγος reso sempre come ldquoespressionerdquo perfino nel fatidicofr 31 Ma nonostante lrsquoaffermazione che ldquoil significato di λόγος egrave perfetta-mente unitariordquo anche per questo studioso la perfetta unitarietagrave del significa-to si frantuma di fatto in una pluralitagrave di valori del cosiddetto ldquoterminerdquo cosigraveλόγος sta per ldquolegge del fenomeno cioegrave rappresentazione rapporto di sogget-to e oggetto [hellip] Il λόγος saragrave quindi anche espressione in genere in quantomanifestazione apparenza del noumeno cosigrave in particolare parola e pensieroumano [hellip] Naturalmente lrsquouso concreto del termine nei frammenti varieragravedallrsquoindicazione della rappresentazione in quanto tale come legge a quella diuna singola rappresentazionerdquo657 Egrave dunque evidente che il significato di que-sto ldquoterminerdquo esula dallrsquoarea semantica schiettamente linguistica per avvici-narsi a sfere piugrave squisitamente metafisiche658 Pertanto anche allrsquoldquoespressio-nerdquo della colliana ldquodottrina eraclitea del λόγοςrdquo va tolta molta metafisica giac-cheacute λόγος significa semplicemente ldquodiscorsordquo ldquoargomentazione verbalerdquo

Le posizioni sopra ricordate sembrano non considerare che ldquoper quanto lenostre storie della filosofia possano sottolineare le peculiaritagrave della dottrina

657 Colli 1980 vol III p 173 (corsivo mio) Cfr Bremer 1996 p 82 che intende il λόγοςeracliteo come ldquo[hellip] rationales Verhaumlltnis das im Diskurs dargelegt wird Das Medium indem der Logos primaumlr zur Darstellung kommt und aus dem heraus er zunaumlchst gedachtwird ist die Spracherdquo

658 Ad esempio λόγος egrave inteso come la ldquolegge divina che incatena gli oggetti mutevolidellrsquoapparenzardquo cfr Colli 1980 vol III p 172

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di ciascun pensatore non dobbiamo mai dimenticare in che misura essi usas-sero e adattassero concezioni comunirdquo659 e la concezione comune di λόγοςnel mondo di Eraclito egrave quella di ldquodiscorsordquo Pertanto egrave in continuitagrave con ilsignificato tradizionale di λόγος che maturano le nuove accezioni senza chesussistano cesure traumatiche tra lrsquouno e le altre660 Prendendo a modificare icontesti drsquouso di λόγος Eraclito dagrave inizio ad un lungo processo di evoluzionesemantica della parola processo che poi sfoceragrave in accezioni tra loro lontanee difficilmente riconducibili allrsquoidea del lsquoraccoglierersquo originariamente insitanella radice λεγ- questo esito tuttavia non puograve essere datato giagrave alla fine delVI sec aC Per il parlante Eraclito chiamare λόγος qualcosa di diverso dal ldquodi-scorsordquo rappresenterebbe un impossibile gesto di arbitrarietagrave linguistica dalmomento che il significato di qualsiasi segno non costituisce un evento priva-to bensigrave il prodotto storico di unrsquointera comunitagrave linguistica rispetto a cui ilsapiente non puograve fare astrazione Come accade anche per altre parole rise-mantizzate del ldquodiscorsordquo Eraclito comprende e mostra tuttavia aspetti nuo-vi ed inediti Ma se egrave ammesso il paradosso affermare che per questo motivoλόγος non significhi per Eraclito ldquodiscorsordquo sarebbe come sostenere chequando Eratostene predica per la Terra lrsquoattributo della sfericitagrave egli attri-buisca alla parola lsquoTerrarsquo un significato diverso in realtagrave Eratostene si limitaad intendere la lsquoTerrarsquo in modo nuovo rispetto alla tradizione di pensiero chelo ha preceduto

Diversamente da quanto puograve dirsi della sfericitagrave della Terra la compren-sione eraclitea del discorso risulta estranea al pensiero successivo e questo an-che per via delle idee linguistiche avallate dal radicalizzarsi della cultura alfa-betizzata Ciograve induce la critica a proiettare le proprie aspettative sul λόγοςeracliteo misconoscendone e falsandone la natura linguistica in effetti inbase al buonsenso degli interpreti tradurre λόγος come puro e semplice ldquodi-scorsordquo condurrebbe a degli espliciti nonsensi come lrsquoattribuzione al ldquodiscor-sordquo di un ruolo attivo entro il divenire cosmologico Che senso avrebbe adesempio sostenere che ldquotutte le cose avvengono secondo questo discorsordquo (fr1) O che il mare ldquoassume misure secondo quello stesso discorso che valevaprima che diventasse terrardquo (fr 31) Allrsquointerprete tuttavia non egrave consentitotrascurare il fatto che senso buonsenso e nonsenso sono valori culturalmente

659 West 1993 p 179660 La continuitagrave del significato di λόγος in Eraclito ma anche nel pensiero successivo egrave sot-

tolineata da Held 1970 specie pp 204 ss sebbene allo stesso tempo lo studioso qualifichila semantica della parola come ldquoDoppelsinnrdquo (ivi p 192)

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determinati ovvero relativi che assumono parametri diversi in culture diver-se e quella della Grecia di VIndashV sec aC egrave una cultura appunto profonda-mente diversa dalla nostra Porre il discorso in stretta relazione con il funzio-namento del mondo e la venuta ad essere degli enti che lo popolano egrave di sicuroun nonsenso nel contesto culturale occidentale moderno ma non lo egrave affattoad esempio per i Dogon per i Bambara e per numerose altre culture preva-lentemente orali Accostarsi alle concezioni linguistiche dei popoli scarsa-mente o niente affatto alfabetizzati consente di vagliare non solo in base aidati storico-linguistici sinora presentati ma anche in base ad elementi dicomparazione antropologica lrsquoipotesi che in Eraclito al linguaggio competauna funzione cosmologica dimenticata dalle culture del libro

52 Cosmogonie linguistiche un excursus antropologico

Vi egrave unrsquoassociazione ricorrente nel bagaglio sapienziale (mitologico religiosocosmogonico) di numerosi popoli egrave quella tra il linguaggio ed il mondo intesicome due consimili Questa idea egrave comune alle civiltagrave piugrave disparate sorte inluoghi e in epoche tra loro anche molto distanti Il presente capitolo evidenziacome le concezioni cosmologiche intrise di linguisticitagrave siano proprie di nu-merose culture oro-aurali

Se in generale egrave certamente utile accostarsi a civiltagrave che evidenziano prati-che di vita e di pensiero piugrave vicine a quelle della grecitagrave arcaica rispetto a quel-le del moderno interprete occidentale661 per lrsquoermeneutica del λόγος eracliteorisulta particolarmente proficuo il confronto con le concezioni linguistichedelle culture oro-aurali Esso contribuisce infatti a colmare la distanza che se-para le nostre idee sul linguaggio e sui fenomeni ad esso correlati da quelleeraclitee dal momento che le concezioni linguistiche dei parlanti sono infor-mate in misura determinante dai media adoperati Nei media pertanto va in-

661 Non egrave necessario riaffermare in questa sede lrsquoimportanza degli studi antropologici e com-parativi per la comprensione del mondo greco antico e specialmente arcaico lrsquointrodu-zione di metodi antropologicamente fondati in questo campo di studi egrave dovuta a studiosiquali ad esempio F M Cornford (2002) G E Lloyd (Polaritagrave e analogia Napoli 1992[Cambridge 1966]) J P Vernant (cfr Le origini del pensiero greco Roma 1993 [Paris1962] Mito e pensiero presso i Greci Torino 1978 [Paris 1965]) M Detienne (1977) LGernet (cfr I greci senza miracolo Roma 1986 [Paris 1983]) Per ragioni di concretezzaoccorre limitarsi qui solo a pochi autori e titoli particolarmente rappresentativi

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dividuata anche una causa rilevante della diversa percezione e comprensionecirca il rapporto tra linguaggio e mondo In effetti egrave facile constatare che leculture convinte di unrsquoazione del linguaggio a livello cosmico sono in generequelle fondate sulla parola parlata e cantata mentre una volta acquisito edinteriorizzato il medium della scrittura nella coscienza dei parlanti-scriventisi modifica la concezione del linguaggio il cui ruolo viene ridimensionatofino alla sua estromissione dalle spiegazioni riguardo alla natura e al cosmo

Occorre tenere presente che dal punto di vista del tipo di modelli fisici ecosmologici adottati la cultura occidentale moderna (che sotto questo profi-lo ed in generale per quanto riguarda le credenze scientifiche puograve essere con-siderata fondamentalmente omogenea) egrave in minoranza numerica essa conce-pisce infatti il funzionamento della natura in modo completamente a-lingui-stico laddove le culture che al contrario danno conto dellrsquouniverso fisico ri-correndo al linguaggio sono molto numerose Indubbiamente in base allemoderne idee linguistiche il mondo e le sue manifestazioni fisiche non hannonulla a che vedere con il linguaggio nondimeno bisogna prendere in conside-razione lrsquoipotesi che per la cultura aurale a cui il sapiente di Efeso appartienecosigrave come mutatis mutandis per le civiltagrave che qui di seguito vengono ricorda-te le cose stiano diversamente In assenza di un approccio antropologico ocomparativo ad Eraclito la critica ha ammesso finora due principali possibi-litagrave per lrsquointerpretazione dellrsquoaccostamento eracliteo tra λόγος e mondo o ne-garlo oppure ammetterlo solo al prezzo di unrsquointerpretazione razionalistica ometafisica del λόγος stesso ossia con scarsa considerazione del significato sto-ricamente piugrave plausibile per la parola quello di ldquodiscorsordquo (cfr cap 51)

Nelle culture oro-aurali una concezione che ricorre con particolare co-stanza egrave quella della ldquoparola creatricerdquo ovvero della parola che nel momentoin cui viene pronunciata chiama ad essere o realizza il nominato Convienesoffermarsi su questa credenza sia a causa della sua vasta diffusione la qualeautorizza a pensare ad un vero e proprio fenomeno antropologico sia percheacuteessa non egrave rimasta infruttuosa nella storia degli studi eraclitei come si ricordaoltre in questo capitolo (p 172) Il mito della parola creatrice egrave ampiamentedocumentato sin dalle culture piugrave remote quanto di antico si tramanda sullacreazione del mondo e dei suoi abitanti egrave costantemente permeato dalla fedeancestrale nella potenza generatrice del linguaggio Sotto questo punto di vi-sta la Genesi della Torah ebraica662 lrsquoepos cosmogonico babilonese663 i testi

662 LXX Ge 13 ss

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egiziani del divino insegnamento di Menfi664 la cosmologia indiana incentra-ta sulla dea Vāc (e sullo śabdabrahman lrsquoassoluto in forma di parola)665 ed ilVangelo secondo Giovanni666 mostrano evidenti affinitagrave R Houmlnigswald au-tore di unrsquoampia rassegna sui miti della creazione delle prime civiltagrave di cui cisiano pervenuti testi scritti riferisce assiduamente di come il linguaggio fungada agenti del divenire cosmico ad esempio nelle leggende babilonesi667 india-ne668 ed ebraiche669 sulla creazione La tendenza ad attribuire capacitagrave creatri-ci ad atti linguistici viene sottolineata di frequente nelle monografie sulle sin-gole religioni antiche come quella egiziana670 induista671 etc

Per ovvie ragioni la documentazione piugrave ricca ci proviene tuttavia dalleculture orali contemporanee le quali anche in assenza di contatti reciprocievidenziano concezioni analoghe sul linguaggio e sulla sua facoltagrave di generareil cosmo ed i suoi abitanti Venendo a conoscenza dei racconti circa lrsquooriginedel mondo tramandati dagli Uitoto (un gruppo etno-linguistico dellrsquoAmaz-zonia colombiana) gli etnologi non hanno potuto astenersi dal confrontocon lrsquoincipit della Genesi ebraico-cristiana Gli Uitoto ritengono infatti cheldquoin principio la parola diede origine al padrerdquo e tutta la cosmogonia elaboratada questa cultura egrave pervasa da elementi linguistici672 Analogamente le leg-gende sacre dei Polinesiani identificano il momento della creazione con quel-lo in cui il silenzio primordiale venne infranto dallrsquoemissione del primo suo-no673 Le piugrave studiate tra le culture tradizionali contemporanee sono al mo-mento quelle africane si pensi alla vera e propria popolaritagrave di cui ldquogodonordquo iDogon e in misura minore i Bambara ormai da qualche decennio Non soloi fenomeni cosmogonici e cosmologici ma anche quelli fisici e biologici sonospiegati da queste popolazioni in base alle correlazioni scorte con determinati

663 Enūma elīs vv 1ndash10664 Cfr Donadoni 1970 pp 170ndash172665 Cfr Della Casa 1976 pp 63 ss 77 ss 144 254 666 Ev Jo I 1667 Cfr Houmlnigswald 1957 pp 26ndash29668 Ivi pp 80ndash83669 Ivi pp 172 e 175670 Cfr Junker 1940 Morenz 1960 pp 172 ss e 180ndash181 il quale inoltre si sofferma

sullrsquoimportanza attribuita agli organi fonatori671 Gonda 1960 p 182 672 Preuss 1921ndash1923 vol I pp 25 ss per la trascrizione e la traduzione del racconto cfr ivi

vol II p 659 673 Bastian 1881 pp 13 ss

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fenomeni linguistici infatti si presuppone che tra linguaggio e mondo natu-rale vi sia una perfetta corrispondenza Secondo il sapere biologico dogonlrsquoessere umano egrave prodotto dalla parola (sograve) il sostentamento e la crescita delcorpo sono spiegati linguisticamente in quanto si ritiene che nelle parole sia-no contenuti i principi nutritivi necessari alla vita674 inoltre la parola egrave con-siderata responsabile del concepimento Egrave opportuno sottolineare che nellacapacitagrave generatrice e vivificatrice attribuita al linguaggio non vi egrave nulla dimetaforico per i Dogon ldquola parola egrave fecondante [hellip] nel senso proprio del ter-minerdquo675 dal momento che tutta la fisiologia della fecondazione egrave determina-ta in concreto dagli organi linguistici nellrsquoesercizio delle loro specifiche fun-zioni676 Simili idee possono essere messe in relazione con quelle dei Bambarasecondo i quali da un lato gli organi genitali concorrono alla produzione dellinguaggio677 dallrsquoaltro lrsquoessere umano egrave capace di dispensare vita nellrsquoattodella riproduzione appunto percheacute dotato di parola678

Il nesso tra natura e linguaggio egrave confermato dalla concezione dogon deimeccanismi produttivi del sograve Dallo studio sulla fisiologia della parola con-

674 Calame-Griaule 1982 p 63675 Ivi p 66 676 Cfr ivi pp 66ndash70 ad esempio le pp 69 ss ldquoSupponiamo che durante la giornata gli sposi

si siano scambiati lsquobuone parolersquo[hellip] La forza vitale delle parole ascoltate [hellip] sveglia il san-gue [hellip] la parola bolle dolcemente e invece di uscire dalla bocca va nelle articolazioniinsieme allrsquoolio del sangue poi nei reni [hellip] Le buone parole scaldando leggermente ilcuore producono un dolce calore che fonde e fa scorrere lrsquoolio Lrsquouomo egrave colmo di tene-rezza per la sua donna il loro accordo egrave completo lrsquounione saragrave feconda [hellip] Utilizzandoun paragone familiare i Dogon dicono lsquoCome si schiacciano i semi di arachide [hellip] perestrarne olio cosigrave i nervi tirano il corpo dellrsquouomo e schiacciano le buone parole nelle arti-colazioni [hellip] per estrarne lrsquoolio beneficorsquo La forza vitale delle parole [hellip] contribuiragrave allaformazione del bambino [hellip] La trasformazione in disegno compiuto e completo dellacreatura umana [hellip] avviene quando lrsquoolio e lrsquoacqua si combinano egrave lrsquounione di due parolelrsquoabbraccio dellrsquouomo e della donna che fondono insieme i loro corpi e le loro parolerdquo p172 ldquo[hellip] il coito [hellip] egrave lsquola parolarsquo per eccellenza I Dogon ne vedono la prova oltre che nelpotere fecondante del verbo nel fatto che il seme egrave una sorta di lsquoconcentratorsquo di parolerdquo

677 Zahan 1963 pp 19 s Scopi ldquolinguisticirdquo sono perseguiti anche nei trattamenti chirurgiciriservati allrsquoapparato genitale come nelle pratiche della circoncisione e dellrsquoescissione cfrivi pp 77 ss

678 Zahan 1963 p 30 ldquoil verbo egrave la sintesi piugrave completa della divinitagrave del cosmo e dellrsquouomototale Prodotto sui generis nellrsquoinsieme della creazione esso fa dellrsquouomo un lsquocreatorersquo e lolega con legami invisibili allrsquouniverso e a Diordquo Cfr ivi p 29 ldquo[hellip] la persona parlando crealrsquoumano con materiali cosmici e divinirdquo dove si seguita ldquoEgrave proprio qui drsquoaltronde il sensodel termine bocca da che per i Bambara significa allo stesso tempo crearerdquo

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dotto da Calame-Griaule emerge infatti che alla produzione del linguaggiosono indispensabili i quattro elementi cosmici fondamentali (acqua aria ter-ra fuoco) ad esempio la capacitagrave o lrsquoincapacitagrave linguistica del parlante pro-cede di pari passo con lrsquoappropriata combinazione o viceversa con la disgrega-zione di questi costituenti fondamentali679 alla morte del parlante ldquoi quattroelementi della parola si dissolvono con quelli del corpordquo680 In base a questidati egrave possibile rilevare delle affinitagrave con le considerazioni svolte nel cap 41 aproposito del modello articolatorio In primo luogo anche per il pensiero do-gon i medesimi schemi di funzionamento soggiacciono tanto ai fenomeni fi-sici (cosmologici biologici) quanto a quelli linguistici inoltre il linguaggio egraveconcepito come unrsquounitagrave risultante dal giusto assemblamento di parti costi-tuenti681 A ciograve si aggiunge il fatto che per il pensiero dogon lrsquoidea biologicadellrsquoarticolazione682 assume un ruolo primario entro la concezione del lin-guaggio infatti ldquosi definiscono articolazioni della parola i collegamenti tra pa-role e frasi e il susseguirsi delle idee in un ragionamento [hellip] Lrsquouomo saggio[hellip] egrave colui che conosce la lsquoparola delle articolazionirsquo la stessa definizione vie-ne attribuita a un buon musicista che non sbaglia mai la connessione dei ritmie dei cantirdquo683 Pertanto sia nella tradizione di pensiero greca684 che in quelladogon lrsquoidea biologica di articolazione trova un campo di applicazione nellariflessione sul linguaggio risultando funzionale alla sua comprensione

Considerato il ruolo cosmologico svolto dal linguaggio presso altre cultureoro-aurali lrsquointerpretazione del λόγος eracliteo in base al significato storica-mente plausibile di ldquodiscorsordquo anche nei frammenti in cui esso egrave coinvoltocon lrsquouniverso fisico non appare piugrave insensata Nondimeno i confronti inter-

679 Calame-Griaule 1982 pp 46ndash47 e 54680 Ivi p 75681 Ivi p 32 ldquola parola cosigrave come la concepiscono i Dogon si scompone in elementi multi-

plirdquo682 Sullrsquoidea biologica di articolazione cfr ivi p 33 ldquoIl corpo umano egrave un insieme ma egrave dif-

ferenziato in un certo numero di parti individuate dalle articolazioni queste ultime hannounrsquoimportanza fondamentale [hellip] Per spiegare limportanza attribuita alle articolazioni iDogon dicono che poicheacute permettono il movimento e il lavoro esse sono il segno dellacondizione umana Inoltre le articolazioni mobili sono privilegio dei vivi i morti sonorigidi e le loro membra non possono essere piegate se non spezzandone le articolazioni[hellip] infine i Dogon ritengono che le articolazioni abbiano un ruolo importantenellrsquoamore e nella procreazionerdquo cfr anche ivi p 147

683 Ivi p 47 (corsivo mio)684 Cfr Laspia 1997

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172 5 Linguaggio e cosmo

culturali non devono favorire a tutti i costi semplicistici parallelismi egrave questalrsquoingenuitagrave commessa da alcuni critici che in questo modo hanno offuscato lespecificitagrave delle concezioni linguistiche eraclitee Ad esempio scorgendo nelλόγος eracliteo un ldquoSchoumlpfungs- und Gesetzeswortrdquo in continuitagrave con lahonover della religione persiana Lassalle685 ha sostenuto che in Eraclito so-pravvivano tracce della credenza nel potere soprannaturale del linguaggioPiugrave moderato egrave Gladigow686 il quale sulla scorta di giochi di parole comequello del fr 48 ritiene che la riflessione di Eraclito considerato come lrsquoini-ziatore della questione sulla ὀρθότης ὀνομάτων nasca dalla ldquocoscienza arcaicadella potenza del linguaggiordquo e che il linguaggio eracliteo possieda intattalrsquooriginaria vis magica687 Similmente Bartling688 ritiene che la differenza tra imaghi rivelatori ed Eraclito consista nel fatto che gli uni subiscono lrsquoaltro in-vece dagrave forma ai nomi ed in particolare ai nomi divini689 a prescindere daquesta distinzione di fatto viene dunque avallata la teoria della ldquofede nel po-tere della parolardquo da parte del sapiente di Efeso

Prendendo le distanze da simili posizioni e tuttavia tenendo presente ilruolo cosmologico attribuito al linguaggio da numerose culture oro-auralioccorre ora chiarire le specificitagrave del nesso eracliteo tra linguaggio e mondo

53 Lrsquoanalogia eraclitea tra linguaggio e mondo

Dato il nesso istituito da Eraclito tra λόγος e mondo (es frr 1 31 50) partedella critica interpretando il λόγος come un principio razionale ha peroratolrsquoidea di una rispondenza tra ldquocorso del mondordquo e ldquoprocessi del pensierordquo690Tuttavia in base allrsquoesame condotto nel cap 51 alla fine del VI sec aC perλόγος risulta attestato come prioritario il significato di ldquodiscorsordquo si deve per-tanto ritenere che Eraclito individui tale conformitagrave tra il funzionamento del

685 Lassalle 1858 pp 364 ss686 Gladigow 1965 pp 133 ss687 Ivi p 135 Cfr anche p 136 ldquoWeder von Heraklit noch von Parmenides sind direkte

Zeugnisse einer Sprachspekulation erhalten Bei Heraklit koumlnnte man daran zweifeln ober der so aus der Sprache philosophiert auch uumlber die Sprache philosophiert haben kannrdquo

688 Bartling 1985 pp 79 ss689 Lo studioso ritiene infatti che lrsquooperazione condotta da Eraclito sia la sostituzione del

nome divino nella formula ἓν τὸ σοφόν (fr 32)690 Cfr Busse 1926 p 208 ldquo[hellip] so erkannte er [Heraklit] in den Denkvorgaumlngen und in dem

Weltlauf eine wunderbare Uumlbereinstimmungrdquo

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53 Lrsquoanalogia eraclitea tra linguaggio e mondo 173

mondo e quello del discorso Il confronto interculturale (cap 52) ha mostra-to come in numerose culture oro-aurali tra linguaggio e mondo fisico vengastabilito costantemente un rapporto questo tuttavia non vuol dire che perlrsquoEfesio valgano le stesse concezioni sul linguaggio considerate tra le ldquocosmo-gonie linguisticherdquo Qual egrave dunque la relazione scorta da Eraclito tra discorsoe mondo Come verragrave illustrato nel presente capitolo e poi nel successivo sul-la scorta dei frammenti vi egrave ragione di ritenere che tale relazione consista inunrsquoanalogia essi si somigliano profondamente nella struttura e nel funziona-mento dal momento che entrambi sono intesi come unitagrave articolate

Poicheacute lrsquoanalogia tra linguaggio e mondo riposa sul modello articolatorioegrave opportuno innanzitutto introdurre il concetto di articolazione linguisticae poi considerare alcuni studi che esaminano tale concetto nel contesto delpensiero antico

Parlando di λόγος come di unitagrave articolata non si intende riferirsi in toto alconcetto di articolazione linguistica secondo i linguisti moderni comeSaussure691 e Martinet692 Una prima sostanziale differenza consiste nel fatto

691 Per Saussure 21968 p 137 la lingua egrave il ldquoregno delle articolazionirdquo Piugrave precisamente ldquo[hellip]in materia di linguaggio lrsquoarticolazione puograve designare tanto la suddivisione della catenaparlata in sillabe quanto la suddivisione della catena della significazione in unitagrave signifi-cativerdquo (ivi p 20)

692 Martinet conferma il concetto di ldquodoppia articolazione linguisticardquo introdotto daSaussure Da un lato vi egrave lrsquoarticolazione semantica (prima articolazione) dallrsquoaltro quellafonetica (seconda articolazione) ldquoLa prima articolazione del linguaggio egrave quella secondocui ogni fatto drsquoesperienza che si debba trasmettere [hellip] si analizza in una serie di unitagravedotate ciascuna di una forma vocale e di un senso [hellip] se pronuncio la frase ho mal di testa[hellip] nessuna delle unitagrave successive ho mal di testa corrisponde a quello che il mio doloreha di specifico anzi ognuna puograve trovarsi in contesti diversi per comunicare fatti drsquoespe-rienza diversi [hellip] La prima articolazione egrave il modo in cui si ordina lrsquoesperienza comune atutti i membri di una determinata comunitagrave linguistica [hellip] Lrsquooriginalitagrave del pensiero nonsi potragrave manifestare che in una disposizione inattesa delle unitagrave Lrsquoesperienza personale[hellip] si analizza in una successione di unitagrave [hellip] Ognuna di queste unitagrave di prima articola-zione presenta [hellip] un senso e una forma vocale (fonica) Nessuna di queste unitagrave egrave analiz-zabile in unitagrave successive minori dotate di senso lrsquoinsieme testa vuol dire lsquotestarsquo e non sipossono attribuire per es a te- e a -sta due sensi distinti la cui somma sia equivalente a lsquotestarsquoMa la forma vocale egrave invece analizzabile in una successione di unitagrave di cui ciascuna contri-buisce a distinguere testa per es da altre unitagrave come resta tasta tenta ecc Si tratta dellaseconda articolazione del linguaggiordquo (Martinet 1974 pp 21 ss) Rispetto allrsquoaccezionesaussuriana Martinet precisa inoltre entrambi i fronti del concetto di articolazione sosti-tuendo allrsquoldquounitagrave significativardquo il ldquomonemardquo e aspetto piugrave rilevante per chi si occupa disistemi di scrittura alfabetici alla ldquosillabardquo il ldquofonemardquo

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che per Eraclito il modello articolatorio non interessa esclusivamente la sfe-ra linguistica ma trova anche una fondamentale applicazione fisica e cosmo-logica In secondo luogo almeno per la storia delle idee linguistiche dal mon-do romano fino ad oggi nella metafora dellrsquoarticolazione lrsquoaccento egrave postosulla divisibilitagrave dellrsquointero in parti693 viceversa nel pensiero eracliteo risultaessenziale la concezione del linguaggio come unitagrave composta Infine la lin-guistica moderna individua due livelli di articolazione linguistica articolazio-ne semantica ed articolazione fonetica Delle due accezioni tuttavia solo laprima riguarda Eraclito egli infatti riconosce nel discorso unrsquounitagrave di sensocomposta da parti significative minori

Sotto questo profilo egrave possibile definire Eraclito come il πρῶτος εὑρετήςdella concezione del linguaggio come ldquoentitagrave globale e tuttavia segmentabi-lerdquo694 ovvero del ldquolinguaggio articolatordquo Nondimeno tale primato non gli egravestato finora riconosciuto Desbordes ritiene che nellrsquoetagrave arcaica (consideratasolo come preacutehistoire de la penseacutee linguistique) il filone della riflessione sul ldquodi-scorsordquo e quello sul ldquonomerdquo si sviluppino indipendentemente lrsquouno dallrsquoaltroper ricongiungersi solo tardivement quando con lrsquoinsorgere del concetto dilsquoparolarsquo il discorso viene compreso appunto come un composto di parole695e anche Laumlmmli che affronta incidentalmente la questione della gegliederteSprache nella cultura greca e latina si rifagrave ad Archelao696 Inoltre due studi te-matizzano espressamente la storia della metafora dellrsquoarticolazione riferita allinguaggio soffermandosi in particolare su Aristotele si tratta di Belardi697 eLaspia698 Il primo rintraccia le due accezioni di articolazione linguistica sol-tanto a partire da Platone e ritiene che alla metafora dellrsquoarticolazione sia sot-tesa lrsquoidea di divisione dellrsquointero (corpo linguaggio) nelle sue parti699 la se-conda al contrario tiene conto anche dellrsquoetagrave arcaica e sottolinea come la stes-

693 Cfr Laspia 1997 pp 9ndash12694 Belardi 1972 p 21695 Desbordes 1989 p 153 che prosegue ldquoLe passage drsquoune conception globale de la parole-

action agrave une analyse de cette parole est attesteacute agrave partir du VIe s [hellip] Cette analyse a pu ecirctreinfluenceacutee par divers modegraveles exteacuterieurs on pense par exemple agrave lrsquoanatomie de la meacutedicine[hellip] ou agrave des meacutetaphores corporelles dont usera la description linguistique (voir lrsquoideacuteemecircme drsquoarticulation)rdquo (corsivo dellrsquoautore)

696 Laumlmmli 1962 pp 81ndash84697 Belardi 1972698 Laspia 1997699 Cfr Belardi 1972 pp 14 ss

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53 Lrsquoanalogia eraclitea tra linguaggio e mondo 175

sa metafora serbi in seacute lrsquoidea del legame tra le parti (ἄρθρον) e dunque lrsquointimacoesione dellrsquointero

Finora il ruolo giocato dai media disponibili nella concezione del linguag-gio ldquoarticolatordquo egrave stato considerato quasi esclusivamente in merito allrsquoartico-lazione del suono ma non a quella del senso Egrave evidente infatti che lrsquoanalisi fo-netica individua sillabe e singoli fonemi resi chiaramente riconoscibili daiγράμματα della scrittura alfabetica700

Nondimeno anche per ammettere lrsquoarticolazione del senso occorre che ildiscorso venga riconosciuto come unrsquounitagrave non semplice bensigrave composta dacostituenti minori e una simile rappresentazione non egrave tanto intuitiva oscontata quanto il parlante alfabetizzato egrave propenso a credere Per la coscien-za del parlante non alfabetizzato la singola parola non gode di alcuna autono-mia neacute rilevanza come entitagrave linguistica essa non si stacca dallo sfondo deltessuto discorsivo ma vi rimane intrecciata Di solito701 la singola parola nonegrave autosufficiente ai fini della comunicazione giaccheacute si comunica per insiemicoerenti di parole piuttosto che per parole isolate Lungo o breve che sialrsquoenunciato viene percepito come un ὅλον dal punto di vista fonico esso suo-na allrsquoorecchio come un continuum un flusso ininterrotto di modulazionivocali senza necessari intervalli tra le singole parole anche il senso da esso vei-colato si presenta unico e coeso anzicheacute segmentato in unitagrave minori quali ledistinte proposizioni i gruppi sintagmatici le parole Queste ultime non

700 Questo livello di analisi egrave evidente ad esempio in Pl Cra 426dndash427c Cfr Belardi 1972p 21 ldquo[hellip] lrsquointroduzione in Grecia della scrittura alfabetica e il suo perfezionamentocome scrittura fonematica grazie alla elaborazione originale di grafemi per le unitagrave voca-liche offre in un secondo tempo alla mentalitagrave greca un campo eccezionale allrsquoeserciziodelle facoltagrave dellrsquoanalizzare e del classificarerdquo e ancora ldquoLa tassonomia degli elementidellrsquoalfabeto gli στοιχεῖα o γράμματα egrave pertanto il primo programma di analisi che vieneimmaginato e avviato a realizzazione Ma il fine tassonomico egrave perseguibile purcheacute siaffronti almeno il piano della sostanza cioegrave il processo articolatorio o lrsquoimpressione udi-tiva o entrambi insieme [hellip]rdquo Sulla relazione tra lrsquoacquisizione della scrittura e la facoltagrave diriconoscimento dei fonemi cfr Andresen 1985 pp 31 ss secondo la quale la scritturaalfabetica scindendo lrsquounitagrave fonetica minima della sillaba in vocali e consonanti facilitameglio di qualunque altro sistema di scrittura la visualizzazione dellrsquoarticolazione foneticadel linguaggio

701 Delle eccezioni possono essere rappresentate ad esempio dalle olofrasi dei bambini moltopiccoli o da alcuni particolari Sprachspiele come quello descritto da Wittgenstein (PUpar 2) in cui i muratori al lavoro si comprendono al solo nominare gli utensili in questocaso il nome ad esempio ldquolastrardquo sta per una frase compiuta come ldquoora passami la lastrardquoldquoho bisogno della lastrardquo etc

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sono che astrazioni (abstracta) individuabili in sede di analisi sintattica logi-ca e grammaticale del discorso tuttavia dal punto di vista della prassi comu-nicativa lrsquoenucleazione delle singole parole isolandole dal contesto enuncia-tivo cui appartengono e che le dota di senso compiuto rappresenta unrsquoopera-zione innaturale e superflua702 In effetti lrsquoassenza del concetto di ldquoparolardquoentro le culture prevalentemente orali ed in particolare entro i poemi omeri-ci che ne costituiscono un fondamentale documento egrave stato rilevato sin daLord703 Questa concezione ldquoolisticardquo del linguaggio egrave confermata da fenome-ni di diversa natura nelle performances poetiche dei Greci la fine di parolanon egrave rilevante a livello prosodico e dunque metrico704 inoltre la percezionedel discorso come flusso ininterrotto persiste a lungo anche dopo lrsquoinvenzio-ne della scrittura ed egrave rappresentata dapprima nella modalitagrave di scrittura de-finita bustrofedica ed in seguito per molti secoli ancora in quella della scrip-tio continua

Per il parlante alfabetizzato invece la produzione linguistica non egrave soltantoevento e performance bensigrave anche manufatto Lrsquoassimilazione di un sistema discrittura modifica la concezione del linguaggio proprio in quanto ne facilitalrsquooggettivazione Una volta che nella sua forma scritta fissata nel tempo e nelsupporto materiale del testo lrsquoenunciato puograve essere osservato con maggioreautonomia rispetto ai soggetti e ai contesti della comunicazione esso risultapassibile di una piugrave agevole riflessione esplicita e metalinguistica705 Il senso

702 Tale decontestualizzazione appare contraria al procedere contestualizzante il quale egrave statoriconosciuto come un tratto peculiare dei non alfabetizzati cfr cap 32

703 Lord 1960 p 25 ldquoMan without writing thinks in terms of sound groups and not in words[hellip] When asked what a word is he will reply that he does not know or he will give a soundgroup which may vary in length from what we call a word to an entire line of poetry oreven an entire song The word lsquowordrsquo means an lsquoutterancersquordquo Illich 1995 p 37 s ldquoIn unacultura orale non puograve esistere una lsquoparolarsquo come quella che noi siamo abituati a cercare inun dizionario In quel tipo di cultura ciograve che sta fra due silenzi puograve essere una sillaba o unafrase ma non il nostro atomo la parolardquo Laspia 2002 p 476 ldquoAnche se egrave consuetudinetradurre epea con lsquoparolersquo in Omero non troviamo traccia alcuna di una precisa nozione dianalizzabilitagrave dellrsquoenunciato in sottocomponenti lessicali piugrave che lsquoparolersquo nel sensoodierno del termine epea sono i discorsi pronunciati le lsquoenunciazionirsquo i lsquodettirsquo indefinita-mente molteplici e moltiplicabili in virtugrave della varietagrave delle loro funzioni e del loro signi-ficatordquo

704 A questo proposito egrave sufficiente ricordare West 1982 p 4 Danek-Hagel 1995 p 10705 Per tali implicazioni psicologico-cognitive della tecnologia scrittoria cfr Andresen

1985 un approccio di tipo storico-linguistico egrave in Auroux 1998 pp 27 ss Desbordes1989 p 155

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dellrsquoenunciato che prima appariva come un ὅλον si rivela ora come un compo-situm ossia diventa analizzabile nelle parti costituenti che veicolano ldquoporzio-nirdquo del senso complessivo del periodo dalle singole proposizioni alle compo-nenti sintagmatiche fino alle parole ovvero alle unitagrave semantiche minime706

Dopo queste premesse teoriche si puograve passare ad interpretare il λόγος diEraclito come unitagrave articolata

Lrsquoidea di una conformitagrave tra linguaggio e mondo non egrave estranea ai pur po-chissimi critici che ammettono per λόγος il significato di ldquodiscorsordquo dapprimaCassirer707e Hoffmann708 ed in seguito sia Held709 che Bremer710 hanno spie-gato che il discorso per Eraclito funge da modello della realtagrave fenomenicagrazie alla sua natura sintetica ossia al contempo unitaria ma composta Pa-gliaro ha parlato di un ldquoisomorfismordquo tra λόγος e mondo sebbene con fre-quenti ed anacronistici riferimenti a concetti della linguistica moderna711Ciograve nonostante nessuno di questi interpreti ha individuato il comun deno-minatore tra linguaggio e realtagrave nel modello definito lsquounitagrave articolatarsquo ossia inuna struttura in grado di organizzarsi autopoieticamente nella molteplicitagrave

706 Sulla modificazione della coscienza linguistica apportata dalla scrittura e sulla conse-guente identificazione delle parti costituenti del linguaggio cfr Gluumlck 1987 pp 143ldquoDie graphische Fixierung sprachlicher Sachverhalte [hellip] setzt Analysen voraus Diegesprochene Sprache muszlig objektiviert werden sie muszlig als Gegenstand [hellip] identifiziertwerden Es muumlssen Klassenbildungen und Hierarchisierungen vorgenommen werden zB die Festlegung des Wortbegriffs oder des Begriffs des Syntagma [hellip]rdquo Knobloch 1996(HSK) p 986

707 Cfr Cassirer 1965 p 67 a proposito del λόγος di Eraclito ldquoUna volta fissato nella parolail contenuto viene tratto fuori dal flusso continuo del divenire in cui esso si trova [hellip] nonviene coinvolto nella sua totalitagrave ma solo presentato in una determinazione unilateralerdquo

708 E Hoffmann 1991 pp 58 s ldquoIl lsquodiscorsorsquo che egrave lrsquoorgano per cogliere ed abbracciare iltutto (λόγος da λέγω = riunisco metto assieme) e la semplice ldquoparolardquo (ἔπος cfr voc- suono)che in quanto separata nel suo impiego abituale dalla connessione del logos egrave staccata efugace come lrsquooggetto che suppone di determinare entrambi rappresentano in Eraclito[hellip] unrsquoopposizione simile a [hellip] quella tra la sintesi e le sue partirdquo Sullrsquoinflusso esercitato daCassirer su Hoffmann e sulla collaborazione dei due filosofi cfr Most 1995 pp 96 s

709 Held 1970 non solo sottolinea la natura linguistica del λόγος ma individua anche come lafunzione del λόγος sia quella di ricomporre una pluralitagrave (per lo studioso la pluralitagrave delleAnsichten) mettendo tale pluralitagrave in relazione con i nomi

710 Bremer 1996 p 82 ldquoDer synthetische Charakter der Sprache die aus einzelnen Elemen-ten durch Verbindung und Zusammensetzung komplexe Gefuumlge von Saumltzen bildet istfundiert im Logos der aus Elementen das Gefuumlge einer Wirklichkeit bildet die zugleichlsquoaus einemrsquo und lsquoaus allemrsquo besteht [hellip] Das Modell einer derartigen Verbindung bietet dieSpracherdquo

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dei distinti pur restando unitaria (cfr cap 41 specialmente pp 97 s) In virtugravedi questa analogia strutturale con la realtagrave il λόγος funge per Eraclito come unprezioso strumento euristico lrsquoosservazione del linguaggio aiuta a compren-dere il funzionamento del mondo e viceversa712 Tra λόγος ed ὀνόματα vige in-fatti un nesso paragonabile a quello riscontrato sul piano cosmologico tralrsquoἕν ed i πάντα sia il λόγος che lrsquoἕν rappresentano unrsquounitagrave in grado di organiz-zarsi nella molteplicitagrave di distinti rispettivamente gli ὀνόματα ed i πάντα iquali soltanto apparentemente sono irrelati gli uni dagli altri Sotto forma diproporzione matematica si puograve dunque sostenere che lrsquoἕν sta ai πάντα come ilλόγος sta agli ὀνόματα

ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα

In questa formula egrave riassunta lrsquointerpretazione del λόγος eracliteo che vieneproposta nella presente ricerca Essa esprime sia la natura articolata del discor-so sia in virtugrave di questa la sua funzione di modello analogo ed esplicativo delmondo Per Eraclito la struttura ed il funzionamento del discorso sono similia quelli della realtagrave e pertanto adatti a rappresentarla713

Interpretare il λόγος eracliteo come unitagrave articolata permette di compren-dere la parola in base al suo significato primario e di evitare traduzioni anacro-nistiche quali quelle proto-matematiche (ldquoproporzionerdquo ldquorapportordquo ldquomisu-rardquo) e razionalistiche (ldquoragionerdquo) respingendo dunque lrsquoipotesi di λόγος cometermine tecnico Anche in questo caso la risemantizzazione della parola nonmina lrsquounitagrave del significato la nuova accezione di λόγος prodotta attraverso la

711 Pagliaro 1953 p 152 ldquo[Eraclito] vuole affermare lrsquoindissolubilitagrave del rapporto fra il pro-cesso che si esprime nella struttura della proposizione noi diremmo nella predicazione diun soggetto e il processo del realerdquo ivi p 156 ldquo[hellip] il rapporto anzi lrsquoidentitagrave fra il logosparlato e pensato e quello reale che egrave alla base di tale dottrinardquo Cornford 2002 p 229 offresolo unrsquoaffermazione molto isolata in favore di questa linea interpretativa (ldquola struttura dellinguaggio umano riflette la struttura del mondo [hellip]rdquo) mentre profondamente diver-gente da quella qui sostenuta egrave lrsquointerpretazione complessiva dellrsquoautore circa il λόγοςeracliteo Egli lo intende infatti in senso matematico e proporzionale (cfr ivi pp 226 ldquoillogos [hellip] in uno dei suoi sensi egrave la proporzione di equivalenzardquo 227 ldquoper Eraclito il fuocovivo [hellip] era la ragione ndashun altro significato di logosndashrdquo) per lo studioso il λόγος non egrave il lin-guaggio bensigrave la misura o la proporzione rappresentata nel linguaggio (cfr ivi p 229 ldquoIllogos si rivela nel linguaggiordquo)

712 Sullrsquoimportanza dellrsquoanalogia come mezzo di conoscenza nel pensiero greco preclassicocfr Laumlmmli 1962 pp 71ndash75

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modificazione dei contesti drsquouso della parola vede nel discorso un analogodel mondo fisico senza prescindere dal significato precedentemente attesta-to Coerentemente con la Grundbedeutung di λέγειν il discorso λόγος egrave inte-so fondamentalmente come ldquoazione risultato del raccogliere insiemerdquo714 ov-vero come sintesi rispetto alla pluralitagrave dei suoi costituenti

Come sottolineato da Hoffmann allrsquointerno del discorso sono riassorbiteed annullate le contraddizioni insorte assieme alla venuta ad essere delle sin-gole parole ldquoil discorso non vuole denominare alcuncheacute non intende fissarealcuna cosa singola in caso contrario esso sarebbe un ammasso di ἔπεα [hellip] Ildiscorso egrave in grado di far questo percheacute non egrave vocabolo ma frase che graziealla sua natura sintetica puograve accogliere la sintesi degli oppostirdquo715 analoga-mente Darcus riconosce che il discorso vale come spiegazione del mondopercheacute in grado di ricomporre gli opposti ldquoOpposites define each other andfind unity in the whole or in speech itself In this nature of speech Heraclitusapparently found the explanation of how the world was formed and how it ismaintained it was and is spoken [hellip] In his teaching on logos Heraclituspresents a microcosm-macrocosm view of the universe [hellip] The divine logos [hellip]unifies these opposites that it articulatesrdquo716 Sebbene anche altri interpretiquali ad esempio Colli717 e Hammer718 riconoscano la funzione unificantedel λόγος rispetto allrsquoapparente disgregazione di enti e fenomeni dellrsquouniverso

713 Circa lrsquoanalogia tra linguaggio e mondo ed il suo precipuo fondarsi sullrsquoarticolazione nonegrave fuori luogo osservare che proprio nel dialogo platonico che serba piugrave numerose le traccedella dottrina degli eraclitei il Cratilo non solo egrave presentata una perfetta corrispondenzatra linguaggio e mondo (426dndash427c) ma lrsquoarticolazione linguistica (questa volta delsuono) egrave il requisito necessario ad essa Socrate infatti ldquoistituisce un rapporto tra partico-lari articolatoricirc organologici del significante e particolari fisici del denotatordquo (Belardi1972 p 56) e questo indica che ldquoil processo articolatorio egrave assunto [hellip] come mimesi delmondordquo (ivi p 22)

714 Su λόγος sia come nomen actionis sia come nomen rei actae che giustifica la resa ldquoazione risultato del raccogliererdquo cfr Verdenius 1966 pp 83 s

715 E Hoffmann 1991 p 56 Si puograve dunque essere drsquoaccordo e anzi attribuire un significatoradicale alle parole di Snell 1989 p 26 ldquoil logos [hellip] rappresenta davvero un supremoxynon un ultimo elemento comune che puograve racchiudere e tenere insieme tutte le opposi-zioni del mondordquo

716 Darcus 1979 p 90 (corsivo mio) Cfr ibidem ldquoAlthough all men employ speech theunity of the panta revealed in speech escapes them (B 108) Thus the foolish man [hellip] doesnot understand the truth disclosed in speechrdquo

717 Cfr Colli 1980 vol III pp 184ndash188 che attribuisce al λόγος unrsquoaccezione squisitamentemetafisica disancorata dalla natura linguistica del ldquodiscorsordquo

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fisico essi eludono il valore schiettamente linguistico di λόγος e pertanto nonravvisano tale modello cosmico segnatamente nel discorso

Lrsquointerpretazione del λόγος come modello analogo ed esplicativo del mon-do fisico riafferma la centralitagrave della riflessione cosmologica in Eraclito unfatto questo che egrave stato invece negato da alcune generazioni di interpreti719Al contrario in un certo senso il pensiero eracliteo puograve essere consideratocome la forma piugrave autentica e radicale di ldquocosmo-logiardquo si tratta infatti lette-ralmente di un discorso λόγος secondo il quale (κατὰ τόν cfr fr 1) funzionail κόσμος Acquistando valenza cosmologica il λόγος di Eraclito non divieneaffatto metafisico ma al contrario pieno di meravigliosa concretezza

I costituenti dellrsquounitagrave del λόγος sono identificati da Eraclito negli ὀνόματαe probabilmente anche negli ἔπεα in effetti non sembrano sussistere ragionisufficienti a sostenere che il sapiente distingua nettamente tra ὄνομα edἔπος720 Per comprendere tali parti costituenti nella loro natura individuale (eappunto ldquoparzialerdquo) egrave necessario tenere presenti gli usi arcaici di ὄνομα (cfrcap 12 sv pp 12 ss)721 dove la parola indica il ldquonome propriordquo A sua voltaὀνομάζειν presenta una gamma di accezioni riassumibili come ldquousare il nomepropriordquo ldquochiamare enumerandordquo ldquochiamare per nome rivolgersi per nomeardquo ldquochiamare per nome ad alta vocerdquo e successivamente ldquodare un nome a qual-cunordquo Per la linea argomentativa qui sostenuta non egrave superfluo sottolineareche i significati omerici ldquochiamare per nomerdquo ldquorivolgersi ardquo e ldquochiamare pernome ad alta vocerdquo sono riferiti sempre a situazioni in cui attraverso lrsquoazione

718 Secondo Hammer 1991 il λόγος unifica nel senso che egrave ldquoproporzionerdquo o ldquorapportordquo(Verhaumlltnis) tra gli opposti secondo una concezione invero abbastanza sfruttata anchedalla critica precedente (cfr ad esempio Kraus 1987 p 104 che intende il λόγος diEraclito come ldquoil rapporto razionale [rationales Verhaumlltnis] tra le parti di un intero strut-turatordquo)

719 Cfr Heidegger 1993 p 110 Gadamer 2004 pp 19 ss e 60 ss Hammer 1991 p 186Contra Kahn 1979 p 135 il quale osserva che la posizione di questi studiosi rappresentaprobabilmente una reazione eccessiva contro lrsquoautoritagrave tradizionalmente attribuita allefonti dossografiche in sede interpretativa ldquo[hellip] I believe that the recent denial of cosmog-ony for Heraclitus will turn out to be a temporary overreaction an exaggerated by-productof our emancipation from the authority of the Stoic and doxographical interpretationsrdquo

720 Per lrsquointerpretazione di ἔπος cfr E Hoffmann 1991 pp 51 ss Kraus 1987 p 106sostiene ldquoὄνομα ist ebenso wie ἔπος Element und Beispielfall der gesprochenen Spracheund kann deshalb wenn auch nicht ganz mit ἔπος geglichen so doch diesem untergeord-net werdenrdquo Contra Pagliaro 1953 p 140 che intende lrsquoἔπος differente dallrsquoὄνομα e cioegravenon come la singola parola bensigrave come atto linguistico nella sua realtagrave acustica

721 Sulle occorrenze omeriche ed esiodee cfr Kraus 1987 pp 25ndash27

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dellrsquoὀνομάζειν ci si rivolge ad un soggetto per distinguerlo dal suo contestoldquochiamare rivolgersi per nome ad uno entro un gruppordquo ldquochiamare per nomead alta voce uno fra tantirdquo722 Dunque il ldquonominarerdquo espresso da ὀνομάζεινconsiste fondamentalmente in unrsquoazione identificante e distintiva che cioegraveestrapola il nominato dallo sfondo indifferenziato del contesto o del gruppocircostante Allo stesso modo lrsquoὄνομα il ldquonome propriordquo designa la persona ola cosa nella sua individualitagrave e specificitagrave Essendo identificanti i significatidi ὄνομα ed ὀνομάζειν ldquoritaglianordquo una data individualitagrave (animata o inanima-ta) allrsquointerno di un contesto piugrave ampio In questo senso la loro semantica egraveopposta a quella di λόγος e λέγειν che esprimono invece lrsquoazione sintetica oraggruppante Come osservato nel cap 12 (p 13 pp 25 s) Eraclito e Parme-nide sono i primi autori in cui si trova attestato lrsquouso risemantizzato di ὄνομαche designa non soltanto il ldquonome propriordquo ma anche la ldquo(singola) parolardquo723secondo unrsquoaccezione che appare poi stabilizzata con Platone (si pensi al Cra-tilo dialogo περὶ ὀρθότητος ὀνομάτων) ed Aristotele Anche in questo casonella risemantizzazione di ὄνομα ad opera di Eraclito e di Parmenide egrave serbatauna sostanziale continuitagrave con il significato precedentemente attestato per laparola gli ὀνόματα eraclitei e parmenidei colgono ed identificano infatti sol-tanto determinati aspetti e per cosigrave dire frammenti della realtagrave non la realtagravetutta intera

Lrsquoopposizione tra le singole parole (ὀνόματα) da un lato che coincidonocon i distinti fenomenici nella loro determinatezza ed il discorso (λόγος)come ldquoazione risultato del raccogliererdquo dallrsquoaltro getta luce anche sulla teoriadella conoscenza di Eraclito724 I dormienti che costituiscono la maggioranzadegli uomini non accedono alla conoscenza percheacute la loro anima egrave barbara

722 Questo particolare egrave omesso nellrsquoesame di Kraus 1987723 Contra Lallot 1992 secondo il quale il concetto di lsquosingola parolarsquo affiora non prima di

Platone In generale gli storici delle idee linguistiche tendono ad escludere il pensiero pre-socratico dalla propria ricostruzione della riflessione sul linguaggio probabilmente per-cheacute questa viene identificata con una riflessione grammaticale di carattere piugrave esplicitosquisitamente metalinguistico ed in definitiva piugrave moderno Nemmeno Gambarara1984 che si concentra sulla storia del nome proprio da Omero fino a Eraclito e Parmenideinsiste sul fatto che in questi ultimi ὄνομα egrave attestato per la prima volta nel senso di ldquosingolaparolardquo (cfr ad esempio ivi p 109) lo stesso si rileva in idem 1989 Circa la distinzionedelle parole entro la catena parlata come presupposto necessario alla successiva individua-zione e classificazione delle parti del discorso cfr Auroux 1998 pp 145 s

724 Per il ruolo epistemologico giocato dal λόγος entro la teoria della conoscenza eraclitea cfrcap 62 pp 241 ss

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182 5 Linguaggio e cosmo

(fr 107 βαρβάρους ψυχάς) laddove lrsquoaggettivo onomatopeico βάρβαρος egrave unaconnotazione in primo luogo linguistica lrsquoanima barbara non egrave capacedellrsquoazione del λέγειν ovvero di unificare la multiformitagrave dellrsquoesperienza sensi-bile La capacitagrave propria del λόγος permette di comprendere come in realtagravetutte le cose siano una sola e la stessa un dato che resta invece precluso alla co-noscenza umana se ci si limita a dare ascolto alla difformitagrave anzi spesso allacontraddittorietagrave degli ὀνόματα Poicheacute rappresentano la molteplicitagrave deiπάντα in modo sparso ed irrelato725 accordare fiducia agli ὀνόματα conducenon solo a contraddizioni macroscopiche ma anche ad un piugrave radicale frain-tendimento o misconoscimento della realtagrave che egrave arduo da smascherare Egrave perpalesare tale nozione-di-molte-cose la quale necessariamente equivale ad unaconoscenza fallace che Eraclito insiste nel paradosso di presentare dueὀνόματα apparentemente opposti per poi dichiararli essere ldquouna sola cosa e lastessardquo (frr 57 59 60 cfr fr 103) Le analogie con la teoria della conoscenzaparmenidea anchrsquoessa permeata di implicazioni linguistiche appaiono evi-denti Secondo lrsquoEleate ad impedire agli uomini di comprendere la sostanzia-le unitagrave dei distinti egrave appunto la fiducia accordata agli ingannevoli ὀνόματαassegnando diversi ὀνόματα essi si limitano ad individuare una miriade diπάντα laddove invece per riconoscere lrsquounitagrave profonda dellrsquoἐόν dovrebberoldquogiudicare con il λόγοςrdquo (fr 75)

Sono opportune due osservazioni conclusive una riguardo al nesso scortoda Eraclito tra linguaggio e realtagrave lrsquoaltra riguardo alla sua concezione del di-scorso Circa il primo punto conviene esplicitare che lrsquointerpretazione delλόγος proposta in questa sede prende le distanze dallrsquoipotesi formulata da Ca-logero726 ed in seguito sviluppata da Di Cesare727 Secondo Calogero il pen-siero greco arcaico ed in particolare quello eracliteo a causa della sua insuffi-

725 Cfr Snell 1989 p 21 ldquoIl nome mette in rilievo in modo separato soltanto un fenomenoe perciograve distrugge lrsquoessenzialerdquo ivi p 46 nota 50 ldquolrsquoaspetto fecondo della considerazionedel linguaggio di Eraclito sta nellrsquoopposizione del λόγος allrsquoὄνομα [hellip] Si tratta [hellip]dellrsquoopposizione tra ἴδιον e ξυνόνrdquo Cfr E Hoffmann 1991 p 55 ldquo[Eraclito] mostra che ilsingolo epos il singolo vocabolo se lo si isola presenta nella sua separatezza un che diassurdo [hellip] lrsquoepos egrave [hellip] qualcosa di particolare e in quanto tale di contraddittorio [hellip]rdquoivi p 57 ldquoLa massa non comprende la παλίντροπος ἁρμονία del logos essa egrave vittima del cre-dere alle semplici parole [hellip]rdquo Cfr Schmitter 2000 (HSK) p 352

726 Calogero 1936 pp 195 ss idem 1967 pp 44 ss Sul caso specifico di Eraclito come rap-presentante per antonomasia di questa mentalitagrave si basa appunto Calogero 1967 cap 2pp 63ndash107

727 Di Cesare 1980 pp 9ndash20 eadem 1986 pp 1 s e p 9 cfr anche Kraus 1987 p 108

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cienza logica non distinguerebbe tra nome e nominato neacute tra lsquomondorsquo e lsquodi-scorso sul mondorsquo vale a dire tra linguaggio e realtagrave Ma tale ipotesi deve es-sere respinta se si comprende il λόγος come modello analogo del mondo fisicoinfatti il riconoscimento di unrsquoanalogia presuppone la distinzione reciprocadegli oggetti paragonati che dunque non possono coincidere728 Drsquoaltrondeegrave evidente che ciograve che viene detto (λόγος) su Biante per Eraclito non coincidecon lrsquooggetto del discorso ossia con Biante stesso (Heraclit fr 39)

Quanto alla concezione eraclitea del discorso come unitagrave articolata si notacome essa sia ben rappresentativa della situazione aurale ovvero di compro-messo tra i due media in cui il sapiente opera Lrsquoldquointerfaccia tra scrittura e ora-litagraverdquo729 suggerisce la natura al contempo unitaria e molteplice del discorso Daun canto come egrave tipico delle culture orali il linguaggio resta profondamentecoinvolto con una speculazione fisico-cosmologica fondamentalmente olisti-ca che cioegrave presume lrsquounitagrave di distinti fenomenici apparentemente indipen-denti gli uni dagli altri o perfino opposti Dallrsquoaltro lrsquoanalogia tra discorso emondo si fonda sulla loro comune struttura articolata la quale diventa am-missibile a livello linguistico solo una volta che il parlante oggettivato nel te-sto e per mezzo della scrittura lrsquoevento dellrsquoenunciato possa riconoscerne edanalizzarne le componenti

728 Contro la posizione di Calogero cfr Pagliaro 1953 Nussbaum 1972 p 5 nota 12 conmaggior veemenza Held 1970 p 181 Questrsquoultimo prendendo ad esempio il fr 60 rilevache per Eraclito sarebbe stato impossibile identificare (μία καὶ ὡυτή) la ὁδὸς ἄνω con la ὁδὸςκάτω se davvero ad ogni Bezeichnung corrispondesse una Realitaumlt Cfr ivi pp 185 ss Aquesto riguardo Verdenius sembra posizionarsi in modo ambiguo da un canto(Verdenius 1966 p 97) egli cita come esempio dellrsquoopposizione arcaica tra linguaggio emondo Sol fr 11 7ndash8 W dallrsquoaltro (idem 1947 pp 276 ss) afferma la coalescenza tra lin-guaggio e realtagrave in Eraclito

729 Egrave la formulazione di Goody 1989

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6 Il discorso come unitagrave articolata

61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti

La specificitagrave della riflessione linguistica di Eraclito consiste nel fatto che unavolta individuate le componenti minori dette ὀνόματα o ἔπεα egli riconoscenel λόγος unrsquounitagrave articolata in grado cioegrave di farsi molti a partire da uno e unoa partire da molti In quanto tale il discorso egrave assunto come modello del mon-do fisico ed investito dunque di una funzione euristica in vista della conoscen-za della realtagrave

A questo punto occorre procedere allrsquoanalisi delle occorrenze di λόγοςλέγειν ὄνομα e ὀνομάζειν entro il corpus eracliteo Ciograve che si propone non egrave uncommento tout court dei frammenti non da ultimo percheacute nei capitoli pre-cedenti sono giagrave stati considerati aspetti sia stilistici sia contenutistici suiquali sarebbe inutile tornare Piuttosto lrsquoanalisi che segue intende mettere inrilievo la specificitagrave della concezione eraclitea del λόγος In primo luogo se-condo gli esiti della ricerca condotta nel cap 51 viene sottolineato come gliusi della parola in Eraclito restino coerenti con il significato precedentemen-te attestato di ldquodiscorsordquo In secondo luogo si verifica sulla scorta dei fram-menti quanto ipotizzato nel cap 53 ossia che sul piano della riflessione lin-guistica le occorrenze λόγος ed ὄνομα (o ἔπος) possono essere interpretate inbase allo stesso modello di unitagrave articolata giagrave osservato sul piano della rifles-sione cosmologica secondo il rapporto ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα A lorovolta i verbi λέγειν ed ὀνομάζειν esprimono le due forze uguali e contrarie ri-spettivamente quella centripeta o di unione (cfr a livello cosmico συμφέρεινσυνάιδειν etc) e quella centrifuga o di divisione (cfr διαφέρειν διάιδειν etc)proprie dellrsquounitagrave e responsabili della sua articolazione Occorre dunque veri-ficare se anche a λόγος come giagrave a πῦρ κόσμος θεός πόλεμος etc (cfr cap 42)

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possano essere attribuite le caratteristiche distintive dellrsquounitagrave articolata os-sia 1) unitagrave 2) conversio e 3) autopoiesi

τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαι καὶ ἀκούσαντεςτὸ πρῶτον γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε ἀπείροισιν ἐοίκασι πειρώμενοι καὶἐπέων καὶ ἔργων τοιούτων ὁκοίων ἐγὼ διηγεῦμαι κατὰ φύσιν διαιρέων ἕκαστον καὶ φράζων ὅκωςἔχει τοὺς δὲ ἄλλους ἀνθρώπους λανθάνει ὁκόσα ἐγερθέντες ποιοῦσιν ὅκωσπερ ὁκόσα εὕδοντεςἐπιλανθάνονταιPur essendo questo discorso sempre gli uomini ne sono allrsquooscuro sia prima di ascoltare siadopo aver ascoltato infatti sebbene tutte le cose accadano secondo questo discorso essi as-somigliano ad inesperti anche laddove esperiscono sia detti sia fatti di tal sorta quali io lidescrivo secondo natura separando ciascuno e spiegando come egrave Ma agli altri uomini sfug-gono le cose che fanno da svegli cosigrave come essi dimenticano le cose che (fanno) in sonno(Fr 1)

Con i frr 1 2 e 114 Eraclito presenta immediatamente al suo pubblico la na-tura unitaria del λόγος (caratteristica 1) Conviene ricordare che verosimil-mente il fr 114 doveva trovarsi tra i frr 1 e 2730 siccheacute lo scritto eracliteoesordiva con due trame di richiami fonici fittamente intrecciate tra loro quel-la tra λεγ- λογ- da una parte e ξυν- dallrsquoaltra λόγου [hellip] ἀξύνετοι [hellip] λόγον (fr1) ξὺν νόωι [hellip] λέγοντας [hellip] ξυνῶι (fr 114) ltξυνῶιgt [hellip] λόγου [hellip] ξυνοῦ (fr2)731 Questo riecheggiamento sembra voler suggerire lrsquoidea della sintesi ope-rata dal λόγος

In apertura del suo scritto732 Eraclito presenta due occorrenze di λόγοςche egrave parola-chiave La prima occorrenza egrave coinvolta con il tema dellrsquoignoran-za dei piugrave e rivela immediatamente il λόγος come uno strumento di cono-

730 Cfr Gomperz 1922ndash23 pp 122 ss 128 ss Gigon 1935 p 11 Kirk 31970 pp 48 sMarcovich 1978 p 62 etc

731 In favore della lectio del fr 2 ἕπεσθαι τῶι ξυνῶι si pronuncia giagrave Schleiermacher 1807 pp484 ss

732 Per la precisione subito dopo una presumibile σφραγίς alla quale si ricollegherebbe il δὲiniziale I ldquosigillirdquo di Alcmeone di Crotone DK 24 B 1 (Ἀλκμαίων Κροτωνιήτης τάδε ἔλεξεΠειρίθου υἱὸς Βροτίνωι καὶ Λέοντι καὶ Βαθύλλωι) e di Ecateo di Mileto FGrH 1 fr 1(Ἑκαταῖος Μιλήσιος ὧδε μυθεῖται τάδε γράφω ὥς μοι δοκεῖ ἀληθέα εἶναι οἱ γὰρ Ἑλλήνωνλόγοι πολλοί τε καὶ γελοῖοι ὡς ἐμοὶ φαίνονται εἰσίν) inducono a pensare ad un esordio deltipo Ἡράκλειτος Βλόσωνος Ἐφέσιος τάδε λέγει o meglio considerando lrsquoincipit del fr 1Ἡρακλείτου Ἐφεσίου λόγος ὅδε Ma naturalmente non si puograve esser certi neacute del fatto cheEraclito avesse effettivamente apposto una σφραγίς al suo scritto neacute tantomeno delle sueparole esatte

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scenza alla portata degli uomini Il modo in cui si accede al λόγος egrave empirico(cfr ἀπείροισιν πειρώμενοι) e precisamente uditivo (ἀκοῦσαι ἀκούσαντεςἀξύνετοι) pertanto sulla natura niente affatto metafisica bensigrave linguistica delλόγος non ci sono dubbi733 Eraclito indica sin dal principio come avvalersidello strumento conoscitivo del λόγος e lo fa attraverso lrsquoaggettivo ἀξύνετος equindi il verbo ξυνίημι Il significato letterale del verbo egrave ldquofar andare insiemerdquoe a partire da questo valore ldquoascoltare attentamenterdquo ldquocapirerdquo A non com-prendere il λόγος sono appunto gli ἀξύνετοι i quali come giustamente inter-preta Nussbaum734 sono ldquoincapaci di mettere insiemerdquo ldquoincapaci di istituirecollegamentirdquo Lrsquoazione epistemologica del λόγος pertanto consiste inunrsquooperazione di sintesi

Sin dal primo frammento Eraclito indica anche che cosa debba essere mes-so insieme grazie al λόγος i πάντα Come si egrave considerato nel cap 41 (pp 99ss) essi rappresentano la pluralitagrave irrelata e multiforme dei distinti fenome-nici alla quale si contrappone qui lrsquounitagrave sintetica del λόγος Diversamentedal λόγος che egrave (εἶναι) i πάντα cosigrave come gli ἄνθρωποι accadono e diventano(γίγνεσθαι) Mentre il λόγος essendo resta uno il divenire dei πάντα producemutamenti responsabili del loro proliferare735

Dalla seconda occorrenza di λόγος si evince che ad esso compete un ruolocentrale nella spiegazione eraclitea dellrsquouniverso fisico percheacute tutte le cose ac-cadono secondo questo discorso (γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγοντόνδε) Anche il fr 80 propone una spiegazione dellrsquoesistenza dei πάντα e siavvale di un costrutto identico γινόμενα πάντα κατrsquo ἔριν καὶ χρεών736 A menodi non voler tacciare Eraclito di una fondamentale incoerenza circa la venutaad essere dei πάντα egrave necessario ammettere unrsquoanalogia tra i due sintagmi

733 Cfr Burnet 31920 p 133 nota 1 ldquoThe λόγος is primarily the discourse of Herakleitoshimself though as he is a prophet we may call it his lsquoWordrsquo It can neither mean a dis-course addressed to Herakleitos nor yet lsquoreasonrsquordquo Sulla percezione uditiva del λόγος eracli-teo si basa a ragione tutta lrsquointerpretazione di Schirren 1998 pp 156 ss

734 Cfr Nussbaum 1972 I p 11735 Ne egrave un esempio il fiume del fr 91 essendo situato nella dimensione del divenire esso egrave

soggetto a modificazioni come lo scorrere Il mutamento rompe lrsquoidentitagrave sicchegrave immer-gerci due volte in esso non egrave possibile la seconda volta il fiume saragrave infatti giagrave diventatoaltro da seacute Cfr Pl Tht 152dndashe [hellip] ἐκ δὲ δὴ φορᾶς τε καὶ κινήσεως καὶ κράσεως πρὸς ἄλληλαγίγνεται πάντα ἃ δή φαμεν εἶναι οὐκ ὀρθῶς προσαγορεύοντες ἔστι μὲν γὰρ οὐδέποτrsquo οὐδέν ἀεὶδὲ γίγνεται καὶ περὶ τούτου πάντες ἑξῆς οἱ σοφοὶ πλὴν Παρμενίδου συμφερέσθων Πρωταγόραςτε καὶ Ἡράκλειτος καὶ Ἐμπεδοκλῆς [hellip]

736 Stranamente questo parallelismo non viene rilevato dai principali interpreti di Eraclito

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188 6 Il discorso come unitagrave articolata

κατὰ τὸν λόγον τόνδε e κατrsquo ἔριν καὶ χρεών giaccheacute entrambi danno contodellrsquoesistenza delle cose Nellrsquointerpretazione del fr 80 fornita nel cap 42(pp 119 s) si egrave individuato nella coppia ἔριν καὶ χρεών il sodalizio tra le dueforze uguali e contrarie dellrsquoarticolazione Infatti ἔρις la discordia egrave usatacome immagine della forza eversiva che spinge i πάντα a distinguersi e a sepa-rarsi gli uni dagli altri mentre al contrario χρεών il necessario ossia la forzavincolante della necessitagrave rappresenta la coazione che tiene i πάντα coesicontrapposta alla spinta individualistica e dispersiva Se tale interpretazionedel fr 80 egrave corretta allora il λόγος del fr 1 riassume in seacute sia la forza separatri-ce sia quella unificatrice Questo egrave un tratto tipico del modello articolatorioche egrave giagrave stato caratterizzato come conversio (caratteristica 2)737

La natura dei πάντα ossia dei distinti fenomenici che vanno riuniti grazieal λόγος egrave chiarita nel gruppo ἔπεα καὶ ἔργα riferito esplicitamente a πάντα at-traverso il deittico τοιοῦτος (ldquocosiffattordquo ldquodi tal sortardquo) Come prototipi deiπάντα anche gli ἔπεα e gli ἔργα si presentano allrsquoesperienza umana nella loropluralitagrave ovvero non-coesione Il λόγος eracliteo dunque egrave chiamato ad assol-vere alla sua funzione sintetica tanto nei confronti delle parole quanto neiconfronti dei fatti

Si egrave molto dibattuto sulla formula di memoria omerica738 ἔπεα καὶ ἔργα739Certo egrave che essa indica al contempo nel linguaggio e nel mondo gli oggettidella speculazione di Eraclito (ὁκοίων ἐγὼ διηγεῦμαι) Inoltre dalla sintassi delframmento si deduce che se considerati nel loro complesso gli ἔπεα e gli ἔργα

737 Riguardo alla conversio propria del discorso si ricorda che Bremer-Dilcher (in corso dipubblicazione) intendono il λόγος alla luce del doppio movimento cosmico dellrsquo Ausein-anderlegen e del Zusammennehmen ldquoDiese Zusammennahmen [συλλάψιες] lassen sichsomit als die Grundstruktur des Logos selbst begreifen Er stellt sich dar als eine gegen-strebige Fuumlgung die nicht objektbezogen als fixierbare Formel sondern allein im Durch-gang durch ihre divergenten Bestimmungen verstaumlndlich wird Daher muss ihm auf Seitendes Houmlrers ein uumlbereinstimmendes lsquoGleich-redenrsquo (ὁμολογεῖν B50) ein lsquoZusammenneh-menrsquo als ξυνιέναι (B51) entsprechen [hellip] Das Verstaumlndnis der heraklitischen Einheit istdamit von der eigentuumlmlich heraklitischen Sprachform unabloumlsbarrdquo

738 Cfr Barck 1976739 Kraus 1987 pp 99ndash105 delinea un quadro del dibattito Una posizione molto rappresen-

tata ma rispetto alla quale sono giagrave state prese le distanze egrave quella che scorge in ἔπεα καὶἔργα un segno dellrsquoindistinzione eraclitea tra linguaggio e realtagrave Cosigrave intende in linea conlrsquoimpianto generale della sua opera Calogero 1967 p 66 il quale drsquoaltronde sostiene cheil λόγος eracliteo ldquoappartiene [hellip] tanto alla sfera del linguaggio quanto a quella della realtagraverdquogiaccheacute nel pensiero indistinto dellrsquoEfesio ldquotutto egrave egualmente realtagrave e parolardquo (ibidem)Per la variante λέγειν καὶ ποιεῖν cfr Heraclit frr 73 e 112

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(che descrivono due grandi categorie di πάντα) sono convertibili con il λόγοςil che corrisponde alla giagrave ricordata caratteristica 2 dellrsquounitagrave articolata Infat-ti la proposizione reggente ἀπείροισιν ἐοίκασι egrave incastrata tra due subordinateespresse da participi con valore concessivo γινομένων e πειρώμενοι ed entram-be le subordinate spiegano quale sia lrsquooggetto dellrsquoapparente inesperienzaumana Tale oggetto coincide appunto nel primo caso con il λόγος (γινομένωνγὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε che costituisce una ripresa tematica dellrsquoin-cipit) nel secondo con ἔπεα καὶ ἔργα (πειρώμενοι καὶ ἐπέων καὶ ἔργωντοιούτων)

A proposito degli ἔπεα va osservato che in modo del tutto simile secondoParmenide la cangiante multiformitagrave dei πάντα opposta allrsquounitagrave dellrsquoἐόνcoincide con degli ὀνόματα740 I mortali confidando nella fallacia degliὀνόματα non comprendono lrsquounitagrave del reale e lrsquoordine impartito da Parme-nide per ovviare a questo errore suona κρῖναι δὲ λόγωι ldquogiudica con il discor-sordquo (fr 75) Pertanto sembra probabile che anche Parmenide proprio comeEraclito intenda il λόγος come strumento utile alla conoscenza della realtagrave adabilitarlo a tale compito egrave la sua caratteristica di unificare elementi altrimentisparsi fornendoli di senso e di coerenza Questa interpretazione del ruolo dellinguaggio in Parmenide egrave avallata dal fatto che anche lrsquoEleate insieme adEraclito risemantizza la parola ὄνομα nel senso di ldquosingola parolardquo come egrave giagravestato considerato741

Nella costruzione ἐγὼ διηγεῦμαι κατὰ φύσιν διαιρέων ἕκαστον καὶ φράζωνὅκως ἔχει i due participi alludono forse al movimento doppio congiuntivo edisgiuntivo che caratterizza lrsquounitagrave articolata come conversio Certamenteδιαιρέων va inteso nel suo senso letterale di ldquodisgiungererdquo ldquodistinguererdquo edesprime dunque unrsquoesposizione analitica che mira a separare ciascuna cosa(ἕκαστον) dallrsquoaltra742 Se egrave lecito intendere φράζων (verbo che ha qui la suaunica occorrenza in Eraclito) come variante di λέγων cosa che la sinonimiadei due verbi autorizza a supporre allora accanto al movimento ldquoanaliticordquosarebbe espresso anche quello ldquosinteticordquo743 Come lrsquoavverbio ἀεί cosigrave anche il

740 Parm fr 8 38ndash41 τῶι πάντrsquo ὄνομ(α) ἔσται [hellip] γίγνεσθαί τε καὶ ὄλλυσθαι εἶναι τε καὶ οὐχίκαὶ τόπον ἀλλάσσειν διά τε χρόα φανὸν ἀμείβειν

741 Cfr cap 12 sv ὄνομα pp 25 s742 Per διαιρέω come ldquoesporre nei dettaglirdquo cfr ad esempio Hdt VII 47 50 103 etc (cfr

Gigon 1935 p 10 ldquoeinen Sachverhalt durch Aufgliedern in Einzeltatsachen darlegenrdquo)Kirk 31970 traduce διαιρέω come ldquodivide uprdquo e aggiunge (ivi p 42) ldquo[hellip] ἕκαστα empha-sizes the idea of separate treatment of each point in a description of a situationrdquo

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190 6 Il discorso come unitagrave articolata

gruppo κατὰ φύσιν egrave in posizione sintatticamente ambigua percheacute come di-rebbe Aristotele non si capisce ποτέρωι πρόσκειται τῶι ὕστερον ἢ τῶιπρότερον744 E come per ἀεί cosigrave anche per κατὰ φύσιν la soluzione piugrave rispet-tosa dellrsquoambiguitagrave del testo sembra quella ἀπὸ κοινοῦ per cui κατὰ φύσιν si ri-ferirebbe sia alla reggente διηγεῦμαι sia ai due participi che seguono Indican-do che esporragrave il suo λόγος ldquosecondo naturardquo745 Eraclito non solo rinsaldalrsquoanalogia tra discorso e mondo ma fornisce anche un prezioso indizio erme-neutico746 Infatti se in natura occorre saper unificare i πάντα dispersi ancheper comprendere il λόγος di Eraclito egrave necessario far convergere elementi di-stinti e apparentemente indipendenti lrsquouno dallrsquoaltro747

διὸ δεῖ ἕπεσθαι τῶι ltξυνῶιgt [hellip] τοῦ λόγου δrsquo ἐόντος ξυνοῦ ζώουσιν οἱ πολλοὶ ὡς ἰδίαν ἔχοντεςφρόνησινPerciograve occorre seguire ltquanto egrave comunegt [hellip] Pur essendo il discorso comune i piugrave vi-vono come se avessero unrsquointelligenza individuale (Fr 2)

Il frammento ricalca sia sul piano contenutistico sia su quello formale lrsquoinci-pit del fr 1 al quale nello scritto di Eraclito originariamente esso doveva farseguito a breve distanza

Si affronta il tema dellrsquoumana ignoranza circa il λόγος e si spiega cosa con-segue dal separarsi da ciograve che egrave ξυνός748 Esattamente come in apertura delloscritto la costruzione sintattica egrave scandita secondo lo schema ldquogenitivo asso-

743 Schirren 1998 pp 158 s ipotizza che φράζω sia usato da Eraclito nellrsquoaccezione giagrave ome-rica di ldquoauf etwas hinweisenrdquo ossia come segno dello stile oracolare che caratterizzeragrave tuttoil suo scritto

744 Arist Rh Γ 5 1407b745 Analogamente a quanto giagrave osservato per φράζω egrave plausibile che ldquoesporre secondo naturardquo

rappresenti qui una variante dellrsquoespressione ldquotenere un λόγος secondo naturardquo Marcovich1978 p 10 sostiene che κατὰ φύσιν stia per un generico ldquopropriamenterdquo al contrarioanche considerando lrsquointento ldquoprogrammaticordquo del frammento ed il valore cosmologicodellrsquoinsegnamento eracliteo il sintagma egrave da intendere nel suo senso piugrave letterale

746 Tuttavia lrsquoaffermazione di Serra in Diano-Serra 41993 pp 108 s (ldquoEgrave la prima e lrsquounicaindicazione che Eraclito ci dagrave del contenuto del suo lsquodiscorsorsquo e del metodo che lo guidardquo)sembra non considerare a sufficienza lrsquoindizio contenuto nel fr 93 e forse anche nel fr 92

747 Su questo aspetto cfr il cap 62748 Sul valore di ἕπεσθαι cfr Kirk 31970 p 60 che conclude ldquoThe word may be held to apply

especially at this period to obedience of an unquestioned authorityrdquo

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luto + reggenterdquo Considerare parallelamente i frr 1 e 2 aiuta a riconoscernela stretta somiglianza749fr 1 [τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος (ἀεί)] + [(ἀεὶ) ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι]fr 2 [τοῦ λόγου δrsquo ἐόντος ξυνοῦ] + [ζώουσιν οἱ πολλοὶ ὡς ἰδίαν ἔχοντες φρόνησιν]

In entrambi i casi il primo membro chiarisce la natura del λόγος il secondoidentifica lrsquoerrore della conoscenza umana in una insufficiente comprensionedel λόγος

Lrsquoaggettivo ξυνός ldquocomunerdquo egrave il contrario di ἴδιος ldquoparticolarerdquo e su taleopposizione si basa il frammento750 Entrambi i vocaboli sono tratti dal lin-guaggio politico751 La caratterizzazione del λόγος come ξυνός dovrebbe met-tere in guardia dallrsquointenderlo come il mero discorso dello scritto eracliteo752giaccheacute anche questrsquoultimo egrave pur sempre un discorso ldquoprivatordquo dellrsquohic etnunc Il monito ad intendere il discorso nella sua portata sovra-individualetorna probabilmente nel fr 50 che esordisce ldquodato ascolto non a me ma alλόγος [hellip]rdquo753 Lo ξυνὸς λόγος si riferisce appunto al ldquodiscorso di tuttirdquo oppo-sto al ldquomiordquo e al ldquotuordquo ossia al discorso in generale In termini moderni e pre-cisamente saussuriani si potrebbe sostenere che lo ξυνὸς λόγος non rappresen-ti uno specifico atto di parole (nemmeno quello di Eraclito stesso) bensigrave lalangue come fenomeno intersoggettivo e condiviso proprio non del singoloparlante ma della comunitagrave dei parlanti754 Anche ξυνός come giagrave lrsquoἀξύνετοιdel fr 1 grazie al suo richiamo fonico allude allrsquoazione sintetica del λόγος Ciograveegrave tanto piugrave credibile se si considerano anche i giochi allitteranti di ἀξύνετοι nelfr 1 e di ξὺν νόωι ndash ξυνῶι del fr 114 Lrsquoopposizione ξυνός vs ἴδιος rende esplicitaquella espressa nel fr 1 tra la validitagrave universale del λόγος da una parte(γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε) e la parzialitagrave dei πάντα ovvero

749 Cfr Reinhardt 41985 p 61 Kirk 31970 p 59750 Cfr anche il fr 89 Bencheacute la critica diverga su alcune sfumature del significato di ξυνός nel

complesso il senso dellrsquoaggettivo non egrave controverso cfr Verdenius 1966 pp 90 s ldquo[ξυνός]bedeutet zwar nicht dass er [der λόγος] ein Gemeinbesitz aller Menschen ist sonderndoch wohl dass jeder Mensch zu ihm von sich aus Zugang hatrdquo Held 1970 p 177 ldquo[hellip]ξυνός als Attribut des Logos bedeute nicht oder zumindest nicht ausschlieszliglich lsquoGemein-samkeit stiftendrsquo sondern stattdessen oder jedenfalls auch lsquoallgemein allgemeinguumlltigrsquo indem Sinne daszlig der Logos auf jegliches Seiende zutrifftrdquo

751 Secondo la giusta osservazione di Schadewaldt 1978 p 363752 Come vuole invece West 1993 p 166753 Per il collegamento tra i frr 2 e 50 cfr anche Held 1970 pp 174 s754 Kraus 1987 p 106 si esprime contro la validitagrave di questa dicotomia per Eraclito (tuttavia

intendendola diversamente)

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degli ἔπεα καὶ ἔργα dallrsquoaltra Infatti lrsquoincomprensione (ἀξύνετοι fr 1) delλόγος come ξυνός il non seguirlo (ἕπεσθαι) confina la maggior parte degli uo-mini ciascuno in una sua visione privata del mondo (ἰδίαν φρόνησιν) produ-cendo cosigrave una percezione ingannevole della realtagrave come congerie di πάνταLa fallacia di tale posizione egrave confermata dal fr 113 che riprende quasi allalettera il fr 2 ξυνόν ἐστι πᾶσι τὸ φρονέειν

Ancora una volta lrsquoaffinitagrave di pensiero con Parmenide egrave stretta lrsquoEleateinfatti pone il misconoscimento dellrsquounitagrave del reale in relazione con la naturabicefala (δίκρανοι fr 65) dei mortali e con il proliferare delle diverse δόξαι(cfr Eraclito ἰδίαν ἔχοντες φρόνησιν)

Δίκης δίκης ὄνομα οὐκ ἂν ἤιδεσαν εἰ ταῦτα μὴ ἦνNon conoscerebbero il nome di Giustizia della giustizia se non esistessero queste cose (Fr 23)

Secondo lrsquointerpretazione del frammento fornita nel cap 43 sv δίκη alle pp133 s non si conoscerebbe δίκη ossia in base alla concezione arcaica di lsquogiu-stiziarsquo la lsquoseparazionersquo o la lsquolinea di confinersquo se non esistessero i ταῦτα ldquoquestecoserdquo (o forse ldquole cose ingiusterdquo) nella loro reciproca determinazione e distin-zione755 La giustizia eraclitea rappresenta dunque unrsquoimmagine di divisionee precisamente quella del limen o del discrimen

Come si ricorderagrave (cfr cap 53 p 178 ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα) la na-tura degli ὀνόματα che analogamente agli ἔπεα esprimono i πάντα egrave partico-larista ed individualizzante cosigrave come il ldquonome propriordquo secondo lrsquoaccezionetradizionale di ὄνομα denomina il singolo individuo allo stesso modo la sin-gola ldquoparolardquo secondo la nuova accezione promossa da Eraclito e Parmenidecostituisce solo una parte determinata entro lrsquounitagrave del discorso λόγος756 Inquesta chiave di lettura due accostamenti presenti nel fr 23 appaiono parti-colarmente significativi Il primo egrave quello tra ὄνομα e δίκη che si presta a con-fermare la natura divisoria e particolarista di entrambi757 Il secondo egrave lrsquoacco-stamento tra ὄνομα e ταῦτα che stabilisce una relazione tra elementi sparsi ed

755 Nel cap 12 sv ὄνομα p 13 si egrave osservato come lrsquoidentificazione con la dea Giustizia per-sonificata non sia certa Non egrave da escludere che anche in questo frammento (cfr fr 48)ὄνομα valga nellrsquoaccezione di ldquo(singola) parolardquo ovvero ldquonome comunerdquo Non sembra fon-data ad ogni modo la proposta di Marcovich 1978 p 164 che intende qui ὄνομα addirit-tura come ldquoideardquo

756 Cfr E Hoffmann 1991 pp 58 s

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isolati sul piano ontologico e cosmologico da una parte (ταῦτα) e sul pianolinguistico dallrsquoaltra (ὄνομα) confermando cosigrave lrsquoanalogia di fondo tra mon-do e linguaggio

In base a questi argomenti lrsquointerpretazione che viene proposta per ilframmento egrave la seguente poicheacute esistono le cose le cose ingiuste (ossia lecose reciprocamente distinte nella loro pluralitagrave) gli uomini758 vengono a co-noscenza dellrsquoὄνομα (ossia di una parte determinata del λόγος) di δίκη Δίκη(ossia del discrimen divisorio tra le cose stesse)

Si conferma dunque la profonda analogia con il pensiero di Parmenide se-condo il quale come si egrave ricordato a proposito di Heraclit fr 2 gli uomininon riconoscono lrsquounitagrave dei πάντα percheacute confidano nei rispettivi e discor-danti ὀνόματα

πυρὸς τροπαὶ πρῶτον θάλασσα θαλάσσης δὲ τὸ μὲν ἥμισυ γῆ τὸ δὲ ἥμισυ πρηστήρ [hellip] ltγῆgtθάλασσα διαχέεται καὶ μετρέεται εἰς τὸν αὐτὸν λόγον ὁκοῖος πρόσθεν ἦν ἢ γενέσθαι γῆRivolgimenti del fuoco (sono) dapprima il mare del mare poi una metagrave terra lrsquoaltra metagravefolgore [hellip] ltla terragt si spande come mare e assume misure secondo quello stesso discor-so che valeva prima che diventasse terra (Fr 31)

Egrave questo il frammento per il quale come emerge chiaramente dalla tabella delcap 51 (pp 158 s) la quasi totalitagrave degli interpreti rende λόγος con valoreproporzionale-matematico ossia con un valore non sufficientemente attesta-to per la fine del VI e lrsquoinizio del V sec aC Simili traduzioni sembrano ispirateda una cultura filosofica e razionalistica a cui Eraclito non appartiene e dellaquale partecipa invece lrsquointerprete moderno Alla base vi egrave un problema di teo-ria della traduzione il traduttore tenta costantemente di riprodurre un testoper lui quanto piugrave possibile ldquosensatordquo spesso dimenticando tuttavia che le ca-tegorie di senso e non-senso sono culturalmente determinate Cosigrave facendoldquo[hellip] la considerazione del contenuto ha finito col prevalere su quella della for-ma Ma in questo modo si rischia di far dire ad un testo quello che si vuolerdquo759Diversamente da quanto ritengono gli interpreti riportati nella tabella qui di

757 Cfr Nussbaum 1972 I p 11 ldquoThe word Dike which men consider as the name of anindipendent goddess could not have meaning except with reference to its opposite [hellip]And yet men seeing words as ἔπεα miss the essential connection this interdependence ofwordsrdquo

758 Cfr Kirk 31970 p 125 ldquoThus the subject may well have been simply ἄνθρωποιrdquo Kahn1979 p 185

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seguito si sostiene che anche per il fr 31 non si hanno ragioni intrinseche perdubitare del significato storicamente fondato di λόγος come ldquoazione risulta-to del raccogliere insiemerdquo ovvero ldquoazione risultato del direrdquo e che anzi essoegrave suggerito proprio dalla ldquoformardquo linguistica del frammento

Anzitutto a rinsaldare lrsquoipotesi dellrsquoanalogia tra linguaggio e mondo fisicovi egrave la co-occorrenza di λόγος insieme a vocaboli del linguaggio astronomicoInfatti anche a prescindere dallrsquointegrazione di Burnet ltγῆgt760 egrave indubbioche qui come giagrave nel fr 1 Eraclito spieghi il comportamento di elementi fisi-ci e cosmologici (πῦρ θάλασσα πρηστήρ) con il ricorso a λόγος Come espostonel cap 43 sotto le rispettive voci anche τροπή e μέτρον sono termini tecnicidel linguaggio cosmologico τροπή indica il limite raggiunto il quale il sole sivolge per ripercorrere allrsquoindietro il suo percorso μέτρον egrave appunto lrsquointerval-lo o la distanza prestabilita conclusa dalla τροπή761 Entrambi i termini dun-que esprimono lrsquoidea di frazionamento dello spazio e conseguentemente diliminaritagrave Inoltre ad avvalorare il riferimento cosmologico del fr 31 vi egrave an-che il fatto che secondo il testimone Clemente il fr 31 seguiva a breve di-stanza (μηνύει τὰ ἐπιφερόμενα) il fr 30 κόσμον τόνδε τὸν αὐτὸν ἁπάντων οὔτετις θεῶν οὔτε ἀνθρώπων ἐποίησεν ἀλλrsquo ἦν ἀεὶ καὶ ἔστιν καὶ ἔσται πῦρ ἀείζωονἁπτόμενον μέτρα καὶ ἀποσβεννύμενον μέτρα

Nel cap 43 pp 136 s si egrave proposto altresigrave di intendere lrsquointero fr 31 comeesplicativo di un determinato momento entro il processo di articolazione ecioegrave quello della disgregazione dellrsquounitagrave Ciograve egrave suggerito dal continuo ricor-rere di vocaboli indicanti la separazione μέτρα (fine del fr 30) e τροπαί il cuisignificato astronomico egrave stato appena ricordato la correlazione τὸ μὲν ἥμισυhellip τὸ δὲ ἥμισυ διαχέω ( ldquospargererdquo ldquodisgiungererdquo ldquospezzarerdquo) e infine μετρέωA suggerire agli interpreti una resa di λόγος come ldquoproporzionerdquo ldquomisurardquo egraveindubbiamente il verbo μετρέω e su di esso occorre concentrarsi

759 Egrave unrsquoosservazione incidentale di Serra in Diano-Serra 41993 p 163 a proposito del fr 32Lrsquoispirazione viene con tutta probabilitagrave da Calogero 1967 p 88 che parlando dellostesso frammento sostiene ldquoMa anche qui lrsquointerpretazione del contenuto non deve fardimenticare quella della formardquo

760 Burnet 31920 p 135 nota 2 Lrsquointegrazione non egrave strettamente necessaria Kirk 31970pp 331 s ricorda come di questo parere siano anche Reinhardt e Snell (ldquoDas Meer geht ausfestem in fluumlssigen Zustand uumlberrdquo) cfr Kahn 1979 pp 143 s Per le difficoltagrave filologichesollevate dal frammento cfr Stokes 1971 pp 296 ss (nota 58)

761 Cfr fr 94

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Il verbo egrave denominale di μέτρον762 e qui richiama esplicitamente le due oc-correnze di μέτρα appena precedenti quelle della fine del fr 30 Per sottoli-neare il riferimento al sostantivo egrave consigliabile tradurre μετρέεται come ldquoas-sume μέτραrdquo ldquoassume misurerdquo in senso medio Lrsquoipotesi egrave che Eraclito ricorraanche a μετρέω per esprimere frazionamento e suddivisione in modo analogoa quanto si egrave detto per μέτρα τροπαί τὸ μὲν ἥμισυ hellip τὸ δὲ ἥμισυ e διαχέω Effet-tivamente la misurazione consiste appunto nella parcellizzazione di unagrandezza in μέτρα763

Veniamo dunque alla dibattuta espressione εἰς τὸν αὐτὸν λόγον ὁκοῖοςπρόσθεν ἦν764 Egrave a partire da contesti drsquouso sintagmatici come questo (cfr an-che fr 1 κατὰ τὸν λόγον) e attraverso costrutti come λόγον διδόναι e ἐν λόγωιτιθέναι che con il tempo la semantica di λόγος si modifica fino a dar luogo asignificati quali ldquoproporzionerdquo ldquocalcolordquo ldquomisurardquo ldquoragionerdquo etc Tuttaviacome ha mostrato lrsquoesame degli usi della parola sino allrsquoinizio del V sec aC(cap 51 pp 146 ss) per Eraclito e per i suoi contemporanei il fr 31 parla an-cora dellrsquoldquoazione risultato del λέγεινrdquo ovvero della ldquoraccoltardquo e soprattuttodel ldquodiscorsordquo

La compresenza nel corpus eracliteo di contesti drsquouso sia tradizionali sianon tradizionali non compromette la fondamentale unitagrave di significato dellaparola risemantizzata La contestualizzazione diversificata di λόγος promuo-ve tratti semantici nuovi nondimeno le accezioni via via assunte restano ori-ginariamente legate allrsquoidea del λέγειν come raccogliere insieme e come espri-mere linguisticamente Con Eraclito si assiste appunto alla prima fase docu-mentabile dellrsquoevoluzione semantica di λόγος nella quale ogni uso della paro-la egrave ancora permeato dal significato originario una fase dunque precedentealla ldquoderiva polisemicardquo attestata negli usi piugrave tardi Perfino volendo ammet-

762 Cfr Chantraine 1999 sv763 Cfr Heraclit fr 3 Si potrebbe anche argomentare che nel fr 31 μετρέω rappresenta

entrambi i momenti dellrsquoarticolazione ovvero sia conversione dallrsquouno ai molti sia quelladai molti allrsquouno Infatti la grandezza da misurare viene suddivisa o segmentata nei μέτρα(dallrsquouno ai molti) ma al contempo solo riunendo insieme tutti i μέτρα (dai molti allrsquouno)si ricompone la grandezza originaria nella sua interezza (nel discutere la nozione dellrsquounoanche Arist Metaph 1052b 20 ss esamina il problema della misurazione) Tuttavia ilframmento egrave caratterizzato piuttosto da espressioni di divisione il che invita ad intendereanche μετρέω in questo senso

764 Circa la genuinitagrave delle parole che seguono ἢ γενέσθαι γῆ non crsquoegrave unanimitagrave Cfr Diano-Serra 41993 p 148 Cherniss Vlastos Ramnoux Wiese e appunto Diano-Serra le con-siderano spurie

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tere per lrsquooccorrenza del fr 31 lrsquoaccezione di ldquoammontarerdquo si tratteragrave pursempre di un ldquoammontarerdquo inteso come ldquoraccoltardquo in stretta dipendenzadallrsquoldquoazione risultato del raccogliere insieme (λέγειν)rdquo Argomenti analoghivalgono per lrsquoaccezione di ldquodiscorso costantemente validordquo e dunque in ter-mini seriori ldquoformulardquo tale nuova accezione sarebbe intesa da Eraclito e daisuoi contemporanei eminentemente come espressione linguistica della ldquofor-mulardquo Invece accezioni piugrave distanti dalla semantica originaria e piugrave schietta-mente matematiche come ad esempio ldquoquantitagraverdquo ldquomisurardquo e ldquoproporzionerdquoappaiono decisamente da escludere per il loro anacronismo

La maggioranza degli interpreti traduce il gruppo lsquoεἰς con accrsquo come com-plemento di misura o distributivo esprimente cioegrave lrsquounitagrave di misura riferita aμετρέεται765 Ciograve naturalmente autorizzerebbe traduzioni di λόγος comeldquoquantitagraverdquo ldquomisurardquo o ldquoproporzionerdquo Tuttavia per quanto mi consta inepoca arcaica e classica766 per specificare lrsquounitagrave o lo strumento di misura inco-occorrenza con il verbo μετρέω si trovano o il dativo oppure κατά con accma non εἰς con acc Nellrsquooccorrenza in questione dunque lrsquounico valore am-missibile per εἰς τὸν αὐτὸν λόγον egrave quello modale767 Inoltre si puograve notare cheil significato di ὁκοῖος (att ὁποῖος ldquoqualerdquo ldquodi quale specierdquo cfr LSJ sv ofwhat sort or quality) riferito a λόγος non ha a che fare con la quantitagrave comesarebbe consono ad un ipotetico λόγος-misura bensigrave con la qualitagrave a confer-ma del λόγος-discorso768

In base ai dati considerati sono possibili due interpretazioni a seconda diintendere λόγος conformemente al suo uso tradizionale (cfr frr 39 87 e 108)o piuttosto a quello denso che cioegrave assume il discorso come modello analogodel cosmo In entrambi i casi il significato resta pertinente con la Grundbe-deutung di λέγειν769

1) Il complemento di modo εἰς τὸν αὐτὸν λόγον costituisce un riferimentoinfratestuale a quanto Eraclito ha giagrave detto un uso analogo del sintagma sitrova ad esempio in Pl Resp 353d770 Dunque il senso di εἰς τὸν αὐτὸν λόγον

765 Si tratta del valore descritto da LSJ sv εἰς III 1 e 2766 Solo con il successivo perfezionamento del linguaggio matematico il verbo μετρέω saragrave

usato anche con εἰς ed acc per indicare lrsquounitagrave di misura adoperata767 Si tratta del valore descritto da LSJ sv εἰς IV 3 Curiosamente Marcovich 1978 p 204

afferma il valore modale di εἰς τὸν αὐτὸν λόγον pur traducendo in senso misurativo-distri-butivo (ldquosi misura nella medesima proporzionerdquo) ed equiparando il λόγος ai μέτρα

768 Se Eraclito intendesse con λόγος ldquoquantitagraverdquo ldquomisurardquo ldquograndezzardquo e simili qui sarebbe piugraveprobabile trovare ὁπόσος o ὅσος al posto di ὁποῖος

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ὁκοῖος πρόσθεν ἦν sarebbe ldquoanalogamente a quanto detto primardquo Secondo taleinterpretazione lrsquooccorrenza di λόγος nel fr 31 sarebbe pertanto in linea conlrsquouso tradizionale della parola

2) Il complemento di modo εἰς τὸν αὐτὸν λόγον illustra come avviene lrsquoazio-ne espressa da μετρέεται o eventualmente sia da διαχέεται che da μετρέεταιdato che entrambi i verbi sono usati per rendere il medesimo concetto di se-parazione In questo caso il ldquodiscorsordquo va inteso come analogo del mondo fi-sico e dunque del modello articolatorio ossia secondo lrsquoaccezione risemantiz-zata della parola Il senso di questo paragone egrave che anche il λόγος propriocome il soggetto della frase (ltγῆgt oppure θάλασσα) ldquoassume μέτραrdquo ossia vasoggetto ad una forza che ne segmenta lrsquounitagrave in costituenti minori Tale for-za non egrave subita passivamente dal λόγος le diatesi medie διαχέεται e μετρέεταιdimostrano che tale organizzazione egrave autopoietica (caratteristica 3)771 A so-stegno di questa interpretazione si ricordi che Eraclito individua entro il di-scorso delle componenti minori chiamate ὀνόματα o ἔπεα In base a tale lettu-ra anche qui come nel resto del frammento ad essere rilevato egrave lrsquoaspetto di-sgiuntivo o analitico della conversio In questo senso il fr 31 egrave dunque com-plementare dei frr 1 2 50 114 che al contrario sottolineano lrsquoazionesintetica del λόγος772

ἓν τὸ σοφὸν μοῦνον λέγεσθαι οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει Ζηνὸς ὄνομαLrsquounica cosa saggia non vuole e vuole essere detta (solo) come nome di Zeus (Fr 32)

Per questo frammento lrsquoattenzione dei commentatori si concentra in generesul concetto di saggezza (divina) secondo Eraclito (cfr fr 78)

Secondo le intenzioni della presente analisi il punto focale consiste tutta-via nellrsquoopposizione tra λέγειν ed ὄνομα di cui si ha qui lrsquounica co-occorrenza

769 Riconducibile alla Grundbedeutung di λέγειν potrebbe essere lrsquointerpretazione di λόγος diSilvestri 2003 pp 277 s ed idem 2006 p 26 il quale intende lrsquooccorrenza del fr 31 comeldquoprincipio di legamentordquo in un senso paragonato dallrsquoautore a quello dello ldquostato di coserdquodi Wittgenstein (cfr TLP 2 201 2001) Ma a fronte di unrsquointerpretazione cosigrave nuova einteressante il lettore si aspetterebbe delle argomentazioni che invece mancano

770 Τίθεμεν οὖν καὶ τἆλλα πάντα εἰς τὸν αὐτὸν λόγον Cfr Isoc Ep VI (ad filios Jasonis) 7 Μὴθαυμάζετε δrsquo ἄν τι φαίνωμαι λέγων ὧν πρότερον ἀκηκόατε [hellip] εἰ πρέπον εἰς τὸν λόγον εἴη [hellip]Per lrsquoespressione ὁ πρόσθεν λόγος cfr ad esempio S OT 851 Εἰ δrsquo οὖν τι κἀκτρέποιτο τοῦπρόσθεν λόγου [hellip]

771 Si ricordi a riguardo la proposta avanzata nel cap 42 p 112 di intendere πυρός comegenitivo soggettivo

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entro il corpus773 Anche per la traduzione del frammento egrave fondamentale te-nere ben distinti λέγεσθαι ed ὄνομα rispettivamente ldquoessere dettordquo e ldquonomerdquoEgrave dunque un peccato che numerosi traduttori rendano λέγεσθαι con ldquoesserechiamatordquo ldquoprendere il nome dirdquo offuscando cosigrave completamente la specifi-citagrave della riflessione linguistica eraclitea Secondo Bartling ad esempio perEraclito in generale e per questo frammento in particolare non vi sarebbe so-stanziale differenza tra le azioni espresse da λέγειν e da ὀνομάζειν774 Al contra-rio Eraclito basandosi sulla Grundbedeutung del verbo λέγειν come ldquoracco-gliere insiemerdquo o ldquoraccogliere in unitagraverdquo la sfrutta in rapporto allrsquoὄνομα che in-vece come si egrave visto sta per individualizzazione e separatezza

Il paradosso espresso da οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει puograve essere spiegato in base atre ordini di cause che lungi dallrsquoescludersi a vicenda trovano piuttosto con-ferma lrsquouna nellrsquoaltra una causa linguistica (1) una religiosa (2) ed una rife-ribile al tema della coincidentia oppositorum (3) Pur considerando tutti e tregli ordini di cause nella prospettiva della presente ricerca la prima egrave quellafondamentale

1) Per lrsquointerpretazione linguistica il genitivo Ζηνός non assume una spe-cifica rilevanza775 quello che conta egrave che si parla di un ὄνομά τι776 che egrave in an-titesi con il verbo λέγεσθαι Egrave di nuovo opportuno fare riferimento al modelloteorico riassunto nella formula ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα in cui ἕν e λόγος

772 Solo in nota alla trattazione del fr 31 si desidera considerare il fr 67a sicltutgt aranea stansin medio telae sentit quam cito musca aliquem filum suum corrumpit itaque illuc celeritercurrit quasi de fili persectione dolens sic hominis anima aliqua parte corporis laesa illucfestine meat quasi impatiens laesionis corporis cui firme et proportionaliter iuncta est Nelcaso piuttosto improbabile in cui il frammento fosse genuino esso renderebbe conlrsquoavverbio modale proportionaliter un complemento di modo come εἰς τὸν λόγον o κατὰ τὸνλόγον Egrave chiaro che la fonte recepisce λόγος come un consolidato termine tecnico per cuila traduzione nellrsquoarea semantica matematica non stupisce Il dato interessante sarebbepiuttosto lrsquoattestazione di λόγος entro un complemento di modo secondo un uso con-forme a quello ipotizzato per il fr 31 Naturalmente data la problematicitagrave del frammento67a simili considerazioni hanno carattere puramente speculativo

773 Unrsquoeco del frammento egrave forse da scorgere in P Derv col 191ndash3 (ed Jourdan) εκ[hellip] τὰἐόντα ἓν [ἕκ]αστογ κέκ[λητ]αι ἀπὸ τοῦ ἐπικρατοῦντος Ζεὺ[ς] πάντα κατὰ τὸν αὐτὸν λόγονἐκλήθη [hellip]

774 Cfr Bartling 1985 p 76 ldquoAuch kann das λέγεσθαι in B32 in seiner Funktion des Benen-nens mit dem ὀνομάζεσθαι von B67 durchaus verglichen werdenrdquo Lo studioso ritiene chela specificitagrave della riflessione linguistica eraclitea consista piuttosto in una precoce ricercaπερὶ ὀρθότητος ὀνομάτων simile a quella che si presenteragrave poi maturamente nel Cratilo diPlatone cfr ivi pp 79 nota 5 Cfr anche Heidegger 2000 p 223

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sono accomunati in qualitagrave di unitagrave articolate composte rispettivamente daidistinti dei πάντα e dagli ὀνόματα Come si vede tre dei quattro membri dellaproporzione compaiono nel fr 32 mancano solo i πάντα In quanto ἕν ilσοφόν ldquovuolerdquo lrsquoazione espressa da λέγειν vuole dunque ldquoessere dettordquo ovveroldquoraccolto insiemerdquo come egrave conforme al suo carattere sintetico Ma appuntoper via di tale carattere sintetico esso ldquonon vuolerdquo essere detto attraverso unὄνομα una denominazione particolare che individua una singola identitagraveCiograve corrisponde al pensiero di Eraclito in base al quale ldquodie ὀνόματα immerzugleich angemessen und unangemessen sindrdquo777 Il paradosso del σοφόν cheal tempo stesso ldquovuole e non vuolerdquo essere detto col nome (di Zeus) poggiadunque sulle opposte istanze espresse da λέγειν e da ὄνομα ossia rispettiva-mente sulla forza centripeta e su quella centrifuga che caratterizzano lrsquounitagravearticolata come conversio (caratteristica 2) Come si egrave giagrave considerato nel cap23 (p 52) μοῦνον egrave ambiguo percheacute secondo la formulazione aristotelica778egrave difficile da interpungere e puograve essere inteso sia insieme a ciograve che precede siainsieme a ciograve che segue Si noti tuttavia come la costruzione sintattica che in-tende μοῦνον con ciograve che segue (ldquovuole e non vuole essere detto soltanto con ilnome di Zeusrdquo)779 mette in evidenza proprio la limitatezza dellrsquoὄνομα

2) Che poi il ldquonomerdquo sia quello di Zeus non fa che accentuare la paradossa-le ambivalenza delle due alternative οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει come egrave rilevato daCalabi780 Infatti sotto il profilo religioso da un canto il σοφόν vuole esseredetto con il nome di Zeus giaccheacute questi egrave ritenuto il piugrave sapiente tra gli dei(cfr lrsquoomerico μητίετα Ζεύς) questa egrave verosimilmente la posizione dei πολλοίin quanto corrisponde alla communis opinio in materia religiosa Drsquoaltro can-to perograve non vuole percheacute identificando il σοφόν con qualcuno o qualcosa inparticolare inevitabilmente se ne fissano certe caratteristiche escludendone

775 Tranne forse quella di sottolineare il carattere determinato legato ad una specifica identi-tagrave di ὄνομα ma questa funzione potrebbe essere assolta anche da un qualunque altro nomeproprio in caso genitivo

776 Ciograve egrave suggerito anche da Calogero 1967 p 88 777 Held 1970 p 180778 Arist Rh Γ 5 1407b 11779 Cosigrave ad esempio Pagliaro 1953 p 144 cfr nota 15 (ldquosolo questo egrave lrsquoesser saggio il nome

di Zeus non vuole eppure vuole essere pronunciato solordquo) Houmllscher 1968 pp 132 s (ldquo[ἓντὸ σοφόν] will nicht allein ndash und will doch ndash mit dem Namen Zeus genannt seinrdquo cfr ivinota 10) West 1993 p 193 (ldquouno solo il saggio vuole e non vuole essere chiamato conil nome di Zeus soltantordquo)

780 Calabi 1977ndash78 p 16

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200 6 Il discorso come unitagrave articolata

altre cosigrave da smentire la sintesi delle opposte determinazioni che invece sta acuore ad Eraclito Considerata la critica eraclitea alla religione tradizionale781non egrave da escludere inoltre che la reticenza ad identificare il σοφόν con Zeusrappresenti un elemento sovversivo rispetto al comune sentimento diεὐσέβεια

3) Inoltre se come riconosce la maggior parte della critica lo ionico Ζηνόςegrave usato per alludere a ζῆν ldquovivererdquo782 allora si puograve cogliere unrsquoulteriore sotti-gliezza nel senso del frammento Infatti in forza di quella coincidentia opposi-torum onnipresente in Eraclito non si dagrave vita senza il suo contrario e pertan-to lrsquoidentificazione del σοφόν in uno solo dei due aspetti complementari egravefuorviante783 Anche in questo caso come giagrave rilevato al punto 2 ἐθέλει corri-sponde allrsquoopinione dei tanto criticati πολλοί mentre οὐκ ἐθέλει esprime ilpensiero controcorrente di Eraclito

ἐν Πριήνηι Βίας ἐγένετο ὁ Τευτάμεω οὗ πλείων λόγος ἢ τῶν ἄλλωνA Priene nacque Biante figlio di Teutame la cui fama egrave maggiore di quella degli altri (Fr 39)

Nonostante alcuni interpreti come Held784 e Kahn785 scorgano in questo usodi λόγος unrsquointenzionale ambiguitagrave o propendano per significati non chiara-mente attinenti allrsquoarea semantica del linguaggio786 lrsquouso della parola franca-mente appare di per seacute piano e non desta dubbi particolari Per questo nel cap

781 Cfr ad esempio Heraclit frr 5 15782 Cfr cap 22 p 45 lrsquoipotesi del gioco di parole egrave avvalorata dal fatto che invece il fr 120

reca Διός Contra Kirk 31970 p 392 Marcovich 1978 p 309783 Cfr Calogero 1967 p 88 ldquosi chiama e non si chiama Zeus percheacute si chiama e non si

chiama Vita Essa infatti egrave e non egrave Vita percheacute egrave Vita-Morte secondo il binomio di oppostiche sommamente esprime lrsquoeterna lsquoguerrarsquo e lsquocontesarsquo del mondordquo

784 Held 1970 p 202 individua anche qui la compresenza di due accezioni di λόγος lrsquouna tra-dizionale ldquofamardquo lrsquoaltra tipicamente eraclitea Infatti secondo lo studioso il λόγος rappre-senta per Eraclito il compimento unificante dei diversi punti di vista soggettivi e nellafama di un individuo convergono appunto tutti i vari pareri circa quellrsquoindividuo

785 Kahn 1979 p 176 s sostiene che λόγος rappresenti qui un gioco di parole tra lrsquoaccezioneimmediatamente comprensibile ldquoesteemrdquo ldquorenownrdquo e quella piugrave recondita di ldquocosmic pat-tern expressed in geometric proportionsrdquo Le due accezioni si rifarebbero alla duplicitagrave diλόγος come rispettivamente ldquolanguagerdquo e ldquocosmic structurerdquo Cfr ivi p 177 ldquoThe oppo-sition [hellip] between the single individual Bias who [hellip] merited an esteem (logos) [hellip] andthe mass of mankind as characterized in his saying (logos) ndash this antithesis exemplifies inhuman terms the proportion (logos) between the one and the many between fire and allthe rest that structures that order the universerdquo

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 201

51 p 153 lrsquooccorrenza egrave stata classificata tra quelle tradizionali Solo nel con-fronto con le affermazioni di universalitagrave del λόγος il frammento puograve stupireInfatti percheacute il confronto tra Biante e gli altri possa reggere egrave necessario chetanto Biante quanto gli altri siano dotati di un proprio λόγος individuale lad-dove come si egrave osservato nel fr 2 il λόγος egrave apertamente messo in antitesi adun simile particolarismo

Lrsquoapparente contraddizione va superata tenendo presente che Eraclito usaλόγος sia in senso soggettivo sia in senso intersoggettivo ossia rispettivamen-te come un certo ldquodiscorso in particolarerdquo e come ldquodiscorso in generalerdquo787

La variabilitagrave del referente non incrina in alcun modo lrsquounitagrave di significatodi λόγος giaccheacute naturalmente un unico significato puograve avere molti referentiIn generale si puograve stabilire che il referente ldquosoggettivordquo corrisponde allrsquoacce-zione tradizionale (frr 39 87 108) mentre il referente ldquointersoggettivordquoallrsquoaccezione densa della parola (es fr 2) quella cioegrave che scorge nel discorsoun analogo del mondo fisico Tuttavia non sempre il confine tra usi tradizio-nali ed usi densi puograve essere tracciato nettamente Si egrave giagrave osservato788 adesempio che la prima occorrenza di λόγος nel fr 1 crea un quid pro quo traλόγος come ldquodiscorso dellrsquohic et nuncrdquo e λόγος come ldquomodello analogo delmondordquo da un lato lrsquoincipit richiamando lrsquouso della prosa ionica dellrsquoepocaallude al λόγος specifico dello scritto eracliteo dallrsquoaltro attraverso la posizio-ne ambigua di ἀεί e le affermazioni seguenti fa pensare al λόγος come metafo-ra cosmica

In effetti quando il referente ldquosoggettivordquo di λόγος egrave lo scritto di Eraclitolrsquoaccezione tradizionale e quella densa appaiono fuse insieme Ciograve egrave possibiledal momento che lo scritto di Eraclito pur nella sua inevitabile soggettivitagrave egravecomposto in modo tale da evidenziare la natura ed il funzionamento del lin-guaggio in generale e dunque del mondo fisico789

786 LSJ sv λόγος I 4 traduce il frammento con ldquowho is more worth than all the restrdquo cfr ancheKirk 31970 p 39 che ipotizza un improbabile ldquowho was of greater measurerdquo Lami52000 ldquodi cui si ragiona piugrave che degli altrirdquo

787 Cfr analisi del fr 2 dove i due usi sono stati definiti con riferimento ai termini saussurianicome langue e parole La sovrapposizione delle due accezioni egrave propria di molte cultureoro-aurali si egrave giagrave accennato ad esempio allrsquoequivalente di λόγος in lingua dogon sograve cfrCalame-Griaule 1982 p 24

788 Cfr cap 13 pp 29 s789 Cfr cap 62 pp 242 ss

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202 6 Il discorso come unitagrave articolata

Nel fr 39 λόγος vale ldquofamardquo ldquoreputazionerdquo ed esprime ciograve che la collettivi-tagrave dice di un suo membro ciograve che egrave detto sul conto di qualcuno790 Il nessoλόγος λέγειν egrave dunque paragonabile a quello κλέος καλεῖν (cfr lat fama fa-ri) Conche egrave pressocheacute il solo a sostenere invece che ldquole logos nrsquoest pas ici ceque lrsquoon dit de Bias mais ce que dit Biasrdquo791 La sua interpretazione egrave dubbiaanche percheacute il senso di πλείων come ldquoqualitativamente superiorerdquo non egrave diuso comune piugrave adatti allo scopo sarebbero stati altri comparativi comeκρείσσων o βελτίων Essa comunque non egrave del tutto insostenibile specie con-siderando alcuni motti attribuiti a Biante che potevano essere particolarmen-te apprezzati da Eraclito innanzitutto il μεγαλόφρων Eraclito792 doveva tro-varsi drsquoaccordo sul punto che οἱ πλεῖστοι ἄνθρωποι κακοί (DK 1061)793 mas-sima riecheggiante probabilmente nel fr 104 ma anche affermazioni qualiμίσει τὸ ταχὺ λαλεῖν [hellip] (DK 1064) ἄκουε πολλά (DK 10610) e λάλει καίρια(DK 10611) potevano suscitare la sua approvazione in quanto esortazioniad unrsquoattivitagrave linguistica piugrave consapevole Ad ogni modo sia che λόγος valgacome nomen actionis (ldquociograve che Biante dicerdquo) sia che valga come nomen reiactae (ldquociograve che egrave detto di Bianterdquo) il significato della parola resta perfetta-mente compatibile con quello tradizionale

ψυχῆς πείρατα ἰὼν οὐκ ἂν ἐξεύροιο πᾶσαν ἐπιπορευόμενος ὁδόν οὕτω βαθὺν λόγον ἔχειI confini dellrsquoanima per quanto tu vada non puoi trovarli nemmeno percorrendo ognistrada cosigrave profondo egrave il suo discorso (Fr 45)

I frr 45 107 e 115 affermano che la ψυχή egrave dotata di λόγος794 Come ha chia-rito Nussbaum795 e come giagrave egrave stato considerato nel cap 12 sv pp 9 s conEraclito ψυχή assurge ad un nuovo ruolo biologico quello di organo della co-gnizione Propriamente λόγος costituisce la funzione ossia lrsquoattivitagrave propria ditale organo la funzione cognitiva Nonostante questa occorrenza di λόγος siaintesa dagli interpreti per lo piugrave in senso proporzionale-matematico796 se si

790 Il medesimo valore di λόγος si riscontra spesso in Pindaro ad esempio Pi N IV 71 cfranche Hdt IX 78

791 Conche 1986 p 138 (corsivo dellrsquoautore)792 Cosigrave D L IX 1 (= DK 22 A 1 1)793 Questo egrave il motivo del rispetto di Eraclito per Biante secondo Kahn 1979 p 177794 Forse un precedente di questa nuova concezione egrave in Xenoph fr 75 [hellip] ψυχή τὴν ἔγνων

φθεγξαμένης ἀίων795 Nussbaum 1972 I pp 8 ss

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considera il ruolo linguistico e cognitivo attribuito da Eraclito alla ψυχή il va-lore di λόγος come ldquodiscorsordquo diventa strettamente necessario797

Il frammento pare esprimere la conclusione o una delle conclusioni a cuiEraclito egrave pervenuto dopo aver indagato se stesso (cfr fr 101)798 La metaforadella ψυχή come locus interiore egrave nuova Essa egrave resa attraverso quattro caratte-rizzazioni spaziali i verbi εἶμι e ἐπιπορεύομαι ed i sostantivi πεῖρας e ὁδός799tutti connotanti in genere la dimensione orizzontale La ragione per cui nonsi trovano i limiti della ψυχή egrave indicata nel suo βαθὺς λόγος800 Considerandolrsquoinsistenza sullrsquoorizzontalitagrave intendere βαθύς nellrsquoaccezione verticale ossiacome ldquoprofondordquo sembra poco appropriato801 mentre egrave preferibile optare ap-punto per lrsquoaccezione orizzontale ldquodensordquo ldquofittordquo ldquoimpenetrabilerdquo questrsquoul-tima egrave ampiamente attestata sin da Omero per esempio a proposito di fore-ste anfratti nebbie802 e significativamente anche a proposito di organi della

796 Rappresenta una lodevole eccezione Darcus 1979 che accetta il pieno valore linguisticodi λόγος per il fr 45 (lo stesso vale per il fr 115 cfr ivi p 91 ldquoLogos is rather I suggest hereas elsewehre lsquospeechrsquordquo) individuando inoltre il referente non nello specifico discorsoeracliteo bensigrave nel discorso in generale (cfr ibidem ldquoThis logos is not simply the specificutterance of Heraclitus [hellip it is hellip] speech itself rdquo) come suggerito anche dal carattere gno-mico del frammento

797 Cfr Nussbaum 1972 I p 13 ldquoIt is with ψυχή the central and connecting life-faculty thatman may potentially understand λόγος or connected discourse Because of the centralimportance of language in understanding the central life-faculty in man is first and fore-most a faculty of language Sense data are referred to ψυχή and are interpreted accordingto the ψυχήrsquos degree of linguistic competencerdquo

798 Non persuade lrsquointerpretazione di Kahn 1979 pp 128 s secondo cui il fr 45 rivelerebbeil panpsichismo eracliteo ed i limiti dellrsquoanima sarebbero irreperibili ldquosince everything ispsychic territoryrdquo per una simile affermazione non egrave sufficiente il contesto in cui DiogeneLaerzio riporta il frammento (DK 22 A 17 καὶ πάντα ψυχῶν εἶναι καὶ δαιμόνων πλήρη)Nella cultura greca arcaica la ψυχή egrave propria di ogni individuo e non possiede connota-zioni cosmologiche o naturalistiche Anche per questa parola la risemantizzazione eracli-tea procede nel solco di una profonda continuitagrave con il significato tradizionale Controlrsquoaccostamento dei frr 45 e 101 egrave Marcovich 1978 p 258

799 Il valore traslato o metaforico di entrambi i sostantivi e specialmente del piugrave comune ὁδόςegrave ampiamente attestato

800 Oltre che in Eraclito lrsquoespressione βαθὺς λόγος ricorre per lo piugrave in autori tardi (cristiani)ma si puograve notare che anche in questi casi λόγος ha prevalentemente valore linguisticononostante abbia ormai sviluppato anche altri significati

801 Come vuole invece Marcovich 1978 p 257 Cfr Diano-Serra 41993 p 154 ldquoCerta-mente da escludere egrave lrsquoidea tipicamente moderna della lsquoprofonditagraversquordquo ma lrsquoipotesi di βαθύςcome ldquoarcanordquo (ibidem) non risulta convincente

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204 6 Il discorso come unitagrave articolata

vita e del pensiero (es φρήν Il XIX 125)803 ossia in un contesto metaforicomolto simile allrsquouso eracliteo Rigorosamente parlando lrsquoimpossibilitagrave di tro-vare (ἐξευρίσκω) i limiti della ψυχή per chi srsquoincammini sulle sue strade po-trebbe dipendere appunto dalla densitagrave impenetrabile del λόγος che la abitapiuttosto che dallrsquoinesistenza dei limiti stessi si consideri a questo riguardo ilfr 18 dove appunto lrsquoimpossibilitagrave di trovare qualcosa (οὐκ ἐξευρήσει) dipen-de da una condizione di difficile percorribilitagrave (ἀνεξερεύνητον καὶ ἄπορον)Tuttavia lrsquoidea che i limiti siano introvabili percheacute inesistenti egrave suggerita conforza dal confronto con il fr 115 secondo cui il λόγος la cui sede egrave la ψυχή egraveἑαυτὸν αὔξων Sempre in base allrsquoautoaccrescimento del fr 115 si fa strada an-che lrsquoipotesi che βαθύς stia anche per ldquoriccordquo ldquocopiosordquo804

Se i πείρατα rappresentano qui unrsquoimmagine di divisione sulla scorta diquelle considerate nel cap 43805 la loro inesistenza entro la ψυχή ha ragioniintrinseche Infatti essendo la ψυχή lrsquoorgano del λόγος la sua funzione egrave quel-la di λέγειν laddove con λέγειν conformemente alla Grundbedeutung del ver-bo Eraclito intende unrsquoazione sintetica Quando lrsquoorgano esercita la propriafunzione esso ldquoraccoglie insiemerdquo i distinti ossia rimuove i πείρατα posti tradi loro per farne unrsquounitagrave Questo procedimento egrave necessario sia alla produ-zione del discorso giaccheacute il λόγος egrave unrsquounitagrave (nel qual caso i distinti sono gliὀνόματα o gli ἔπεα) sia alla cognizione e dunque al sapere intesi come νόος eσοφίη (nel qual caso i distinti sono i percepiti i πάντα) Infatti se lrsquoorgano nonegrave in grado o non lo egrave a sufficienza di espletare la funzione del λέγειν la cono-scenza si ferma alla πολυμαθίη ldquonozione-di-molte-coserdquo slegate lrsquouna dallrsquoal-tra non riunite in una coerenza806 Tale disfunzione della ψυχή egrave chiaramente

802 Cfr Fuumlhrer 1991 (LFE) ldquorel (horizontal) tief (sc wo man tief eindringen kann bzwmuszlig) dicht undurchdringlichrdquo con relativi esempi (3a 3b 3c)

803 Cfr il composto βαθύφρων Sol fr 33 1 W Pi N VII 1 Usi traslati di βαθύς βαθεῖα βαθύ(e composti) in riferimento ad organi e attivitagrave cognitive sono in Thgn 1051 s W Pi NIII 53 N IV 8 O II 54 A Pers 142 Th 592 Supp 407 Ulteriori usi metaforici sonoad esempio in Hdt IV 95 2 (β ἤθεα) Pi O II 54 (β μέριμνα) X Oec XI 10 (β ἀνήρ)etc Secondo Verdenius 1966 p 88 Eraclito allude qui proprio ad espressioni comeβαθύφρων βαθύβουλος βαθυμήτης

804 Cfr LSJ sv 3b e fonti ivi citate Troppo psicologica e modernista risulta invece la tradu-zione di βαθύς come ldquoillimitatordquo grenzenlos (per la quale cfr bibliografia riportata in Mar-covich 1978 p 257)

805 Schofield 1980 pp 10 s suggerisce che lrsquoattributo ἄπειρον sia attribuito da Anassagora alνοῦς proprio sulla scorta dei πείρατα di Heraclit fr 45

806 Sul ruolo cognitivo-unificante del λόγος cfr cap 62 pp 241 ss

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rappresentata nel fr 107 κακοὶ μάρτυρες ἀνθρώποισιν ὀφθαλμοὶ καὶ ὦταβαρβάρους ψυχὰς ἐχόντων dove la ψυχή ldquobarbarardquo egrave appunto ldquoincapace diλέγεινrdquo o ldquoche non conosce il λόγοςrdquo Come giagrave rilevato per gli ἀξύνετοι del fr1 anche in questo caso il fallimento della conoscenza egrave identificato conunrsquoincapacitagrave di istituire connessioni tra le cose Solo la ψυχή dotata di λόγοςpuograve sintetizzare e com-prendere i molteplici dati sensibili superando cosigrave lapluralitagrave e la segmentazione del reale

τῶι οὖν τόξωι ὄνομα βίος ἔργον δὲ θάνατοςlrsquoarco (cfr βιός) ha come nome ldquovitardquo (βίος) ma come effetto morte (Fr 48)

Si trova qui la prima attestazione certa dellrsquouso di ὄνομα come ldquonome comunerdquoo ldquosingola parolardquo807 un dato questo particolarmente rilevante per lrsquointer-pretazione di λόγος come unitagrave articolata

Probabilmente il gioco di parole βίος βιός non egrave unrsquoinvenzione eracli-tea808 ma tutto eracliteo egrave il modo di sfruttarlo Se tanti giochi di parole inEraclito sono affidati a richiami fonici siano essi espliciti809 o impliciti810quello del fr 48 funziona invece grazie alla perfetta omografia (ΒΙΟΣ) di dueparole non omofone (βίος βιός) e dunque grazie al medium della scrittura

Sulla scia di Calogero811 un nutrito gruppo di critici ha scorto in questoframmento una prova dellrsquoidentitagrave ritenuta tipica del pensiero arcaico tralinguaggio e realtagrave812 tale identitagrave sarebbe necessaria per comprendere il

807 Cfr cap 12 sv ὄνομα p 13808 Marcovich 1978 p 136 ricorda a questo proposito S Ph 931ndash933 (ἀπεστέρηκας τὸν βίον

τὰ τόξ᾽ἑλών [hellip] πρὸς θεῶν πατρώιων τὸν βίον με μὴ ἀφέληις) Ar Eccl 563 (μεδ᾽ἀφέληι μουτὸν βίον) e Pl 34 (ἤδη νομίζων ἐκτετοξεῦσθαι βίον)

809 Cfr ad esempio frr 25 μόροι μοίρας 28 δοκέοντα δοκιμώτατος 72 διηνεκῶς διαφέρονται(aor 1 διήνεγκα ion διήνεικα aor 2 διήνεγκον) 114 ξὺν νόωι ξυνῶι

810 Cfr ad esempio frr 56 φθείρ (= φθείρω) 94 Ἥλιος οὐχ ὑπερβήσεται (= ὁ Ὑπερίων οὐχὑπερβήσεται) Per lrsquoesame dei giochi di parole cfr cap 22

811 Calogero 1967 pp 71 ss 812 Cfr ad esempio Kraus 1987 p 108 ldquoUn unico arco ha [hellip] due aspetti opposti il suo

effetto mortale e il suo nome che significa lsquovitarsquo Egrave immediatamente chiaro che si puograve sta-bilire un equilibrio tra nome ed effetto solo se il nome possiede ancora la sua antica forzae la sua funzione identificativa [hellip] Solo a queste condizioni il frammento puograve valere [hellip]come esempio [hellip] di coincidentia oppositorum [hellip] crsquoegrave un solo arco con due aspetti oppostida lui indivisibili (il suo nome = vita il suo effetto = arma mortale)rdquo Marcovich 1978 p136 rdquoNome e funzione [hellip] sono intesi come equivalentildquo (corsivo dellrsquoautore) Di Cesare1986 pp 9ndash20 etc

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206 6 Il discorso come unitagrave articolata

frammento come esempio della coincidentia tra i due opposti vita e morteQuesto non egrave esatto Il presupposto indispensabile allrsquoideazione e alla com-prensione del gioco di parole considerato egrave distinguere tra ciograve che appartieneal piano del linguaggio (ὄνομα) e ciograve che appartiene al piano della realtagrave(ἔργον)813 Egrave solo in virtugrave di tale distinzione di fondo che Eraclito puograve presen-tare un caso ΒΙΟΣ nel quale i due diversi piani quello dellrsquoὄνομα (= βίος) equello dellrsquoἔργον (= θάνατος) sembrano intersecarsi nel farlo egli mostra tralrsquoaltro la sua perizia di artigiano della parola Tale accostamento tra linguag-gio e realtagrave non egrave fine a se stesso ma come drsquoaltronde tutti i giochi di paroleeraclitei mira a produrre un incremento della conoscenza rivelando (o alme-no esemplificando814) lrsquounitagrave di due distinti anzi in questo caso di due oppo-sti βίος e θάνατος Sostanzialmente dunque Eraclito procede in questo fram-mento proprio come fa in generale circa il suo insegnamento sul λόγος mo-strando di saperli distinguere lrsquouno dallrsquoaltro egli paragona linguaggio e realtagravecon lo scopo di evidenziare lrsquounitagrave nascosta dei distinti fenomenici

oὐκ ἐμοῦ ἀλλὰ τοῦ λόγου ἀκούσαντας ὁμολογεῖν σοφόν ἐστιν ἓν πάντα εἶναιDato ascolto non a me ma al discorso egrave saggio dire lo stesso che tutte le cose sono una (Fr 50)

A proposito dei frr 2 e 39 si egrave osservato che il significato di λόγος pur essendounitario prevede referenti diversi i discorsi soggettivi che equivalgono a de-terminati discorsi particolari (frr 39 87 108) ed il discorso intersoggettivoossia il discorso in quanto tale o in generale (es fr 2) Rigorosamente parlan-do nel fr 50 lrsquoopposizione ἐμοῦ τοῦ λόγου non dimostra al di lagrave di ogni dub-bio che il referente di λόγος sia diverso dallo scritto eracliteo Su questo puntoin effetti la critica non egrave unanime815 anche se i confronti con lo ξυνὸς λόγος delfr 2 ovvero con il discorso intersoggettivo e la relativa polemica contro la ἰδίαφρόνησις dei ldquomoltirdquo sono assai frequenti e certamente plausibili816

813 Cfr Held 1970 p 181 Hammer 1991 p 132 (entrambi a proposito del fr 60)814 Secondo Reinhardt 1968 p 202 occorre distinguere tra gli insegnamenti eraclitei e le

loro esemplificazioni come lrsquointerprete potrebbe fare in base alla semplice domandaldquoWas ist das vor Augen Liegende und was das sich Andeutende das Paradoxrdquo Ma lrsquoobiet-tivitagrave e dunque la validitagrave di questo criterio sembrano ampiamente opinabili La coinci-denza tra vita e morte oltre che nel fr 48 ricorre anche nei frr 62 88 e forse 15 e laprudenza consiglia di rinunciare a separare gli insegnamenti dalle esemplificazioni

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Tuttavia per la comprensione del pensiero eracliteo nel caso in cui il di-scorso soggettivo coincida con lo scritto eracliteo (come forse accade nei frr 1e appunto 50) non egrave produttivo fare distinzione tra i due referenti Infattipur essendo inevitabilmente ancorato alla dimensione dellrsquohic et nunc il di-scorso dello scritto eracliteo mira a ldquoricalcarerdquo e a mettere in evidenza proprioi meccanismi di funzionamento del discorso in generale817 e di conseguenzain virtugrave dellrsquoanalogia strutturale tra discorso e mondo il funzionamento dellarealtagrave stessa818 Infatti nel comporre il suo discorso Eraclito ldquoraccoglie insie-merdquo (λέγειν) e stabilisce collegamenti tra gli ὀνόματα piugrave disparati perfino traquelli contrari grazie agli espedienti contestualizzanti esaminati nei capp21 22 e 23 Pertanto ai fini dellrsquointerpretazione che viene proposta qui diseguito non egrave determinante che il λόγος cui prestare ascolto sia quello delloscritto di Eraclito oppure quello generale quanto alla capacitagrave di λέγειν e dirappresentare il mondo entrambi sono efficaci

In primo luogo occorre occuparsi della proposizione infinitiva ἓν πάνταεἶναι che getta luce sullrsquointero frammento Nella prospettiva della presente ri-cerca due sono i punti fondamentali in proposito la validitagrave a livello cosmi-co del modello dellrsquounitagrave articolata e la comprensione di tale modello grazieal discorso

Circa il primo punto si osserva che il fr 10 presenta in forma dinamica ciograveche nel fr 50 egrave dato in forma statica819 Il fr 10 descrive due movimenti ugualie contrari e suggerisce lrsquoidentificazione di ἕν e πάντα invertendo in un chia-smo la posizione dei termini ἐκ πάντων ἕν e viceversa ἐξ ἑνὸς πάντα il fr 50

815 La posizione piugrave frequente della critica moderna consiste nel distinguere il λόγος dalloscritto di Eraclito cfr ad esempio Held 1970 ldquoAuf den Logos houmlren heiszligt nicht aufHeraklit als den Vertreter einer Ansicht houmlrenrdquo Heidegger 2000 p 216 Tuttavia nume-rosi sono gli interpreti che non convengono su questo punto cfr la bibliografia riportatada Marcovich 1978 p 77 alla quale va aggiunto West 1993 (cfr ivi p 176 s ldquoSi trattasempre in realtagrave del discorso di Eraclito ma viene considerato come qualcosa che parla enon qualcosa che viene detto Eraclito intende dire agli uomini che essi dovrebbero esserepersuasi non dalla sua personale autoritagrave ma dallrsquoautonoma autoritagrave del suo argomen-tarerdquo)

816 Bisogna perograve sottolineare che anche ammesso che il fr 50 promuova il discorso intersog-gettivo a scapito del proprio Eraclito non considera il suo discorso alla stregua di quelli deiπολλοί (fr 2) come giagrave osservato egli infatti bada a mettere in luce il funzionamento deldiscorso in generale e dunque della realtagrave

817 Cfr Hammer 1991 pp 111 s818 Cfr cap 62 pp 242 ss

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208 6 Il discorso come unitagrave articolata

cristallizza i due movimenti nella copula εἶναι che allo stesso tempo stabiliscelrsquoidentitagrave di soggetto e predicato nominale Facendo riferimento al modellodi unitagrave articolata delineato nel cap 41 (e riassunto alle pp 97 s) si puograve af-fermare che il fr 10 esprime il movimento doppio della conversio mentre il fr50 rappresenta la condizione di convertibilitagrave tra i due poli che ne deriva820

Passiamo dunque al secondo punto ossia alla comprensione del modelloarticolatorio che egrave valido a livello cosmico per mezzo del discorso821 Eraclitoindica con insistenza che la consapevolezza dellrsquoἓν πάντα εἶναι va acquisita at-traverso il discorso (τοῦ λόγου ἀκούσαντας ὁμολογεῖν) il quale dunque per-mette di guadagnare conoscenza circa il mondo fisico822 Ciograve nonostantesolo raramente gli interpreti hanno cercato di spiegare come il λόγος possa tra-smettere tale insegnamento il che egrave una diretta conseguenza dellrsquointerpreta-zione di λόγος in senso metafisico razionalistico o comunque non schietta-mente linguistico Se λόγος valesse ad esempio come intende Kirk ldquoformulaof thingsrdquo il fr 50 sarebbe un puro postulato esso presenterebbe cioegrave senzaspiegazioni il contenuto della ldquoformulardquo ἓν πάντα εἶναι In base a questa inter-pretazione il participio ἀκούσαντας e lrsquoinfinito ὁμολογεῖν risultano inessen-ziali nellrsquoeconomia del frammento823 percheacute non apportano nessuna infor-mazione di rilievo limitandosi ad affermare che ldquoseguendo la formula egrave saggio

819 Forse sono eccessive le remore di Kirk 31970 pp 177 ss che per il fr 10 si rifiuta di inter-pretare ἐκ ed ἐξ ldquoin a gross temporal senserdquo infatti secondo lrsquoautore soltanto ldquoaccording tothis interpretation of fr 10 there is no inconsistency with fr 50 where the content of theLogos ist said to be that all things are one ἓν πάντα εἶναι Fr 10 also implies this but itdescribes not the fact itself but the human mindrsquos apprehension of it and so uses ἐκ and ἐξto suggest the mindrsquos change from one aspect of the fact to the otherrdquo (ivi p 179 corsivodellrsquoautore)

820 Circa la condizione di convertibilitagrave cfr Hammer 1991 p 183 ldquoDie [hellip] gestellte Frageob die [hellip] Formel ἓν πάντα εἶναι in B 50 lsquoalles ist einsrsquo lsquoeins ist allesrsquo oder beides heiszligt laumlszligtsich unter Voraussetzung des [hellip] B 10 [hellip] beantworten daszlig ἓν πάντα εἶναι beides heiszligt[hellip] wobei allerdings [hellip] Heraklit im Kontext seiner Kritik an den πολλοί eher den Aspektder Einheit hervorgehoben zu haben scheintrdquo

821 Cfr Hammer 1991 pp 190 ss Lrsquoautore tuttavia interpreta il λόγος come ldquoproporzionerdquotra gli opposti il che purtroppo mistifica lrsquointera trattazione

822 Cfr Marcovich 1978 p 79 ldquoLa conclusione che lsquotutte le cose sono unorsquo ha una chiaraimplicazione ontologica lsquosotto la pluralitagrave fenomenica delle cose crsquoegrave unrsquounitagrave sottostantersquo(= fr 25 [10] ἐξ ἑνὸς πάντα)rdquo

823 Cfr Kirk 31970 p 67 ldquoThe use of ἀκούσαντας does not affect the issue in fr 2 τὸ ξυνόνwas the object of ἕπεσθαιwhich thus has a diminished quasi-metaphorical sense lsquoact inaccordance withrsquo So may be here ndash ἀκούσαντας might simply imply lsquoobeyrsquordquo

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concordare [hellip]rdquo Ma egrave piuttosto ovvio che una formula produca dei risultatisoltanto quando viene seguita

Le cose stanno diversamente se si intende λόγος come ldquodiscorsordquo Infatti inquesto modo il frammento spiega come in concreto si puograve arrivare a (ri)co-noscere lrsquounitagrave dei πάντα e cioegrave appunto τοῦ λόγου ἀκούσαντας ascoltando ildiscorso e ὁμολογεῖν ldquodicendo la stessa cosardquo824 Consideriamo in questa pro-spettiva entrambe le voci verbali

Il verbo ἀκούω vale semplicemente ldquoascoltarerdquo825 (cfr fr 1) non ldquoseguirerdquoldquodare rettardquo ldquoubbidirerdquo etc e indica chiaramente la natura linguistica delλόγος Fatta questa premessa ἀκούσαντας assume un ruolo centrale Prima dipoter parlare in modo σοφόν prima di ὁμολογεῖν egrave necessario saper ascoltarequesto egrave il motivo per cui ldquoἀκούσαντας has temporal or logical priority overὁμολογεῖνrdquo826 Per risultare fruttuoso lrsquoascolto deve cogliere lrsquounitagrave sottesa alλόγος in caso contrario si incorre nelle conseguenze descritte nei frr 1 τοῦ δὲλόγου τοῦδrsquo ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαι καὶἀκούσαντες τὸ πρῶτον [hellip] e 34 ἀξύνετοι ἀκούσαντες κωφοῖσιν ἐοίκασι [hellip]827In entrambi i casi ascoltare (ἀκούω) senza stabilire collegamenti (ἀξύνετος)equivale per Eraclito a non ascoltare affatto (rispettivamente καὶ πρόσθεν ἢἀκοῦσαι καὶ ἀκούσαντες τὸ πρῶτον e κωφοῖσιν ἐοίκασι) Nel fr 50 invece si par-la di un ascolto che stabilisce collegamenti quello in base al quale il discorsopuograve illustrare lrsquounitagrave dei distinti fenomenici Infatti il λόγος funziona appun-to ldquoraccogliendordquo (λέγειν) in unitagrave la pluralitagrave degli ὀνόματα o ἔπεα Graziealla sua natura di unitagrave articolata il discorso funge da risorsa euristica e dacampo di osservazione privilegiato del mondo fisico inteso da Eraclito comelrsquounitagrave (ἕν) comprensiva di tutti i distinti fenomenici (πάντα)828

Quanto al verbo ὁμολογεῖν esso ha qui probabilmente829 la sua unica atte-stazione in Eraclito ed egrave di sicuro scelto ad hoc dallrsquoartigiano della parola per

824 Cfr Heidegger 2000 pp 219 ss825 Si puograve anche ammettere la sfumatura di ldquoudire e comprendererdquo cfr Marcovich 1978 p 78

(ldquotenuto conto dei termini epistemologici σοφόν ἐστιν e ὁμολογεῖνrdquo) cfr Schirren 1998 p161 ldquohorchenrdquo

826 Kirk 31970 p 70827 Cfr anche i frr 19 ἀκοῦσαι οὐκ ἐπιστάμενοι οὐδrsquo εἰπεῖν 72 ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσι

λόγωι [hellip] τούτωι διαφέρονται [hellip]828 Diverse sono le ragioni addotte da Kahn 1979 p 131 per la medesima funzione conosci-

tiva ed unificante del linguaggio ldquoBy its rational structure and its public function in bring-ing men into a community language becomes a symbol for the unifying structure of theworld [hellip]rdquo

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210 6 Il discorso come unitagrave articolata

creare una ripresa con λόγος830 Dunque per cogliere questo gioco di parole ilverbo va preso alla lettera (come si constata spesso in Eraclito) il che egrave benechiarire egrave diverso dal sostenere che il valore del verbo sia terminologico831 Latraduzione letterale ldquodire lo stessordquo egrave preferibile a quella corrente ldquoconcorda-rerdquo832 per due motivi Innanzitutto ldquoconcordarerdquo offusca il richiamo traὁμολογεῖν e λόγος che invece egrave unanimemente riconosciuto dagli interpretiLa frequenza ed il tipo dei giochi di parole in Eraclito suggeriscono di inten-dere tale ripresa ad un livello di lettura piugrave profondo lrsquounanimitagrave espressa daὁμολογεῖν non egrave estrinseca stabilita cioegrave con qualcosa o qualcun altro(ὁμολογεῖν τινι) bensigrave intrinseca ossia con il λόγος stesso833 Di nuovo dun-que come giagrave osservato per il participio ἀκούσαντας Eraclito indica nel di-scorso il modo per pervenire alla conoscenza (σοφόν) E di nuovo se si vuolecomprendere percheacute grazie al discorso si possa attingere a tale conoscenza os-

829 Molto dubbia egrave lrsquoattestazione nel fr 51 eventualmente introdotta dalla fonte HippolHaer IX 9 2 il quale usa ὁμολογεῖν immediatamente prima non solo nel citare il fr 50 maanche per introdurre il fr 51 diversamente in Pl Smp 187a si trova συμφέρεσθαι che egrave rite-nuta essere la lectio corretta da molti editori (ad esempio Kirk 31970 p 204 Marcovich1978 pp 81 e 86) Non egrave comunque sostenibile la posizione di Kirk 31970 p 68 secondoil quale ὁμολογεῖν allrsquoepoca di Eraclito sarebbe un verbo raro (contra Marcovich 1978 pp78 s nota 1)

830 Cfr Heidegger 1993 p 165 ldquoCon che cosa concorda questo ὁμολογεῖν Ce lo diceEraclito stesso con le parole τοῦ λόγου ἀκούσαντας [hellip] Con che cosrsquoaltro se non con ilλόγος stesso Puograve esserci ὁμολογία piugrave originaria di quella con il λόγος stessordquo idem 2000pp 215 ss

831 Cfr Held 1970 p 175 ldquoDas schlieszligt allerdings nicht aus daszlig Heraklit zugleich wie er esoffenbar auch bei anderen Woumlrtern tut einen etymologischen Hintersinn mithoumlrt d hin diesem Fall ὁμο-λογία die Uumlbereinkunft mit dem Logos [hellip] Damit wird zugleich klardaszlig ὁμολογεῖν an dieser Stelle zunaumlchst in der Bedeutung gelesen werden muss die dasWort auch im auszligerphilosophischen Sprachgebrauch der Zeit hat [hellip]rdquo

832 Cfr ad esempio Kirk 31970 p 65 ldquoto agreerdquo Marcovich 1978 p 76 ldquoconcordarerdquoKahn 1979 p 130 ldquoto agree ltand saygtrdquo Hammer 1991 p 188 ldquouumlbereinstimmenrdquoDiversamente DK ldquodem Sinne gemaumlszlig zu sagenrdquo Diano-Serra 41993 p 9 ldquodire con esso[con il Discorso]rdquo

833 Cfr Kirk 31970 p 68 ldquoto be similar to in tune with the Logosrdquo Held 1970 p 176 ldquoDieUumlbereinstimmung der Einsichtigen untereinander ist nichts anderes als ihre gemeinsameUumlbereinstimmung mit dem Logos [hellip] Eine Uumlbereinstimmung [hellip] ist immer Uumlberein-stimmung in etwas [hellip] Das Wort ὁμολογεῖν enthaumllt den Hinweis daszlig dieses Worin derUumlbereinkunft der Logos ist was der Aussage in Fragment 2 entspricht der Logos sei daslsquoGemeinsamersquordquo (corsivo dellrsquoautore) Kraus 1987 p 116 ldquoallerwoumlrtlichst lsquoeins sein imoder mit dem λόγοςrsquordquo Hammer 1991 pp 113 s

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sia allrsquoἓν πάντα εἶναι occorre intendere il λόγος come modello di unitagrave dei di-stinti In secondo luogo ldquoconcordarerdquo offusca anche il richiamo del preverboὁμο- allrsquoἕν834 Egrave probabile infatti che in questo composto Eraclito intendaὅμοιος come ldquoidenticordquo ldquomedesimordquo percheacute ldquodire la medesima cosardquo significadire una cosa sola835 e non molte cose diverse tra loro condizione che natu-ralmente non si verifica intendendo ὅμοιος come ldquosimilerdquo e ὁμολογεῖν comeldquoconcordarerdquo Pertanto quando diversi parlanti ldquodicono la medesima cosardquoessi giagrave realizzano quellrsquounitagrave (ἕν) dei distinti (πάντα) che egrave affermata subitodopo nella subordinata infinitiva

Nel contesto del frammento ὁμολογεῖν esprime la realizzazione della mo-dalitagrave della conoscenza indicata con σοφόν Come sempre in Eraclito σοφίη σοφόν indicano il sapere unificante836 e dunque opposto alla πολυμαθίη837Nel caso molto probabile in cui i frr 2 e 50 vadano intesi in stretto sodalizioσοφόν e ὁμολογεῖν rappresenterebbero lrsquoalternativa alla presunta intelligenzaindividuale (ἰδίαν φρόνησιν) e ὁμολογεῖν potrebbe addirittura costituire unavariante dello ξυνὸς λόγος del fr 2838 Nel verbo composto infatti ὅμοιοςldquoidenticordquo realizza la condizione di unitagrave e validitagrave universale espressa daξυνός mentre λέγειν sta ovviamente per λόγος

ὁ θεὸς ἡμέρη εὐφρόνη χειμὼν θέρος πόλεμος εἰρήνη κόρος λιμός [hellip] ἀλλοιοῦται δὲ ὅκωσπερltπῦρgt ὁπόταν συμμιγῆι θυώμασιν ὀνομάζεται καθrsquo ἡδονὴν ἑκάστουIl dio (egrave) giorno notte inverno estate guerra pace sazietagrave fame [hellip] si trasforma come ltilfuocogt qualora sia commisto agli incensi prende nomi secondo lrsquoaroma di ciascuno (Fr 67)

Egrave giagrave stato considerato come in questo frammento il paragone tra θεός e πῦρsia rilevante per la teoria delle reti di significazione eraclitee839 Entrambe le

834 A proposito di ὁμολογεῖν cfr Kirk 31970 p 68 ldquothe reader or hearer should be expectedto understand its specialized meaning here with emphasis on the two component wordsas well as on the wholerdquo

835 La concezione secondo cui lrsquoidentitagrave egrave anche unicitagrave appare centrale nel pensiero eracliteocfr ad esempio Heraclit frr 59 μία ἐστὶ καὶ ἡ αὐτή 60 μία καὶ ὡυτή

836 Diversamente Kirk 31970 p 71 (ldquoa pragmatical necessity for menrdquo) Marcovich 1978 p78 (ldquoegrave logicamente necessariordquo)

837 Sullrsquoopposizione σοφίη vs πολυμαθίη cfr cap 62 p 240838 Cfr Mourelatos 1965 p 265 a proposito del fr 114 ldquoξυνῶς λέγω [hellip] must be very close

to Heraclitusrsquo ὁμολογέω [hellip]rdquo sebbene con lrsquointerpretazione delle due espressioni differiscada quella qui proposta

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212 6 Il discorso come unitagrave articolata

immagini appartengono alla rete in cui egrave incluso anche λόγος ed illustrano ilmodello dellrsquounitagrave articolata Nel fr 67 θεός illustra lrsquounitagrave dei distinti feno-menici (caratteristica 1) esemplificata nelle coppie di opposti anche in que-sto caso (cfr fr 50) la copula qui sottintesa tra soggetto e nomi del predicatosintetizza la conversio (caratteristica 2) tra lrsquouno e gli altri ossia tra lrsquounitagrave e lapluralitagrave dei distinti fenomenici Dal canto suo πῦρ si presta a rappresentareil movimento dallrsquouno ai molti840 giaccheacute egrave a partire dal fuoco che si produ-cono numerosi e diversi θυώματα pertanto ἐξ ἑνὸς πάντα (fr 10) A livellocontenutistico il frammento appare diviso in due metagrave841 La prima costitui-ta dalla proposizione principale appare oscura e disancorata dallrsquoesperienzaquotidiana la seconda che sviluppa una similitudine risulta invece chiara-mente comprensibile La funzione della similitudine egrave appunto di offrire unachiave per comprendere il paradosso del θεός attraverso il rimando ad unrsquoespe-rienza ben nota quella del fuoco e della combustione degli incensi842 In virtugravedi ὅκωσπερ843 le insolite proprietagrave manifestate dal θεός ossia lrsquounitagrave dei distin-ti e la convertibilitagrave tra ἕν e πάντα vanno intese come appannaggio anche delπῦρ che altrimenti perderebbe la sua funzione esplicativa proprio laddove cenrsquoegrave piugrave bisogno Oltre a presentare le caratteristiche dellrsquounitagrave articolata nu-mero 1 e 2 θεός e πῦρ sono descritti come principi autopoietici secondo la ca-ratteristica 3 come attesta la diatesi media in ἀλλοιοῦται e forse ancheὀνομάζεται Pertanto ai fini della comprensione del mondo fisico nelle sue di-sparate manifestazioni come unitagrave articolata il frammento assume unrsquoim-portanza fondamentale

Anche questa volta nel mezzo di una spiegazione circa fenomeni non lin-guistici Eraclito introduce un riferimento al linguaggio cioegrave il verboὀνομάζεται Per lrsquoesattezza ὀνομάζεται occorre quando lrsquounitagrave del fuoco si di-spiega in una pluralitagrave di aromi ossia in concomitanza con il movimento ἐξἑνὸς πάντα Dal punto di vista interpretativo adottato in questo lavoro il fat-

839 Cfr cap 21 p 36840 Per la possibilitagrave di individuare il movimento contrario nel fr 7 (εἰ πάντα τὰ ὄντα καπνὸς

γένοιτο ῥῖνες ἂν διαγνοῖεν) cfr cap 42 sv πῦρ p 115841 Dello stesso fenomeno si egrave occupato a livello stilistico Kahn 1979 pp 276 s842 Decisamente aristotelica egrave lrsquointerpretazione di θεός o di πῦρ come una sorta di ὑποκείμενον

che subisce le trasformazioni come πάθη di questo avviso egrave ad esempio Marcovich 1978p 290 ldquoIl Dio-Fuoco egrave lrsquoessenza sottostante a tutte le cose che soggiace a cambiamentiqualitativirdquo contra Diano-Serra 41993 pp 143 s

843 Bencheacute lrsquoavverbio naturalmente non vada preso stricto sensu come un segno logico diuguaglianza tra due membri

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to egrave rilevante gli ὀνόματα rappresentano sul piano linguistico i distinti feno-menici nella loro pluralitagrave irrelata ed ὀνομάζειν esprime appunto la forza delladivisione (cfr es διαφέρειν) Nel sistema articolatorio ὀνόματα e ὀνομάζειν sioppongono rispettivamente a λόγος lrsquounitagrave articolata e a λέγειν la forza dicoesione (cfr es συμφέρειν) Per sottolineare il riferimento agli ὀνόματα non-cheacute il passaggio dallrsquounitagrave alla pluralitagrave si egrave proposto qui di tradurreὀνομάζεται come ldquoprende ὀνόματαrdquo ovvero ldquoprende nomirdquo844 Il sintagma καθrsquoἡδονὴν ἑκάστου spiega in che modo tale azione avvenga ed il pronome ἕκαστοςsi presta a rimarcare il particolarismo insito nellrsquoὀνομάζειν

In sintesi il modello articolatorio ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα egrave sotteso an-che al fr 67 nella variante θεός coppie di opposti = (λέγειν) ὀνομάζειν ovve-ro πῦρ θυώματα = (λέγειν) ὀνομάζειν

Secondo alcuni interpreti la similitudine ἀλλοιοῦται [hellip] ὅκωσπερ [hellip]ὀνομάζεται sarebbe di nuovo indice della confusione eraclitea tra linguaggio erealtagrave845 Ma egrave vero il contrario infatti una similitudine egrave sempre per sua na-tura tra due oggetti riconosciuti come distinti Piuttosto le due sfere del lin-guaggio e del mondo sono consapevolmente accostate in virtugrave della loro ana-logia strutturale e funzionale individuata nel modello articolatorio

ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσι λόγωι [hellip] τούτωι διαφέρονται καὶ οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσιταῦτα αὐτοῖς ξένα φαίνεταιNel discorso col quale soprattutto e in continuazione hanno a che fare [hellip] in questo di-vergono e le cose nelle quali si imbattono ogni giorno queste appaiono loro estranee (Fr 72)

Unrsquoeco del frammento si trova verosimilmente nel fr 17846 Ma se il contenu-to egrave sostanzialmente eracliteo sulla genuinitagrave degli ipsissima verba si nutronoforti dubbi847 In particolare lrsquooccorrenza di λόγος egrave incerta giaccheacute λόγωι po-trebbe costituire insieme dunque a τῶι τὰ ὅλα διοικοῦντι una spiegazione della

844 Cfr fr 31 μετρέεται ldquoassume μέτραrdquo845 Cfr Kirk 31970 p 198 ldquoMost critics have interpreted ἀλλοιοῦται in the light of

ὀνομάζεται as though the change consisted in a change of name This supposition may bejustified in view of Heraklitusrsquo attitude to names which is (judging from frr 32 48) thatthey represent something real [hellip]rdquo Ad argomenti molto simili ricorre anche Diano-Serra41993 pp 142 s

846 Heraclit fr 17 οὐ γὰρ φρονέουσι τοιαῦτα πολλοί ὁκόσοι ἐγκυρεῦσιν οὐδὲ μαθόντεςγινώσκουσιν ἑωυτοῖσι δὲ δοκέουσι

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214 6 Il discorso come unitagrave articolata

fonte Marco Aurelio848 Tuttavia neanche mancano delle buone ragioni perammettere la genuinitagrave di λόγωι Innanzitutto vi egrave il confronto con la primasezione del fr 1849 che prova come il motivo della massiccia esperienza umanacon il λόγος e tuttavia della sua diffusa incomprensione sia genuinamenteeracliteo850 Inoltre la connotazione linguistica del verbo ὁμιλέω egrave giagrave attestataallrsquoepoca di Eraclito851 il significato di base ldquoavere a che fare con qcnrdquo egrave spessoin realtagrave un ldquoavere verbalmente a che fare con qcnrdquo e questo rende lrsquooccor-renza del ldquodiscorsordquo ancora piugrave plausibile

Anche la traduzione del frammento solleva delle difficoltagrave852 In primoluogo non egrave chiaro percheacute gli interpreti qui traducano frequentementeδιαφέρω τινί come ldquodifferire da qcsrdquo853 in genere διαφέρω τινί vuol dire infattildquodifferire in qcsrdquo mentre ldquodifferire da qcsrdquo si esprime con διαφέρω τινός854 Insecondo luogo vi egrave la resa di λόγος Come si egrave osservato alcuni interpreti pro-pongono significati insostenibili dal punto di vista della storia semantica del-la parola855 Altri scorgendo un uso di λόγος come nomen rei actae identifica-no il contenuto del discorso con la struttura logica soggiacente al mondo ilche rappresenta un espediente piugrave raffinato per intendere comunque di fat-to il λόγος come una sorta di Weltgesetz Il problema egrave stato giagrave affrontato a

847 Kahn 1979 p 104 egrave assai scettico sullrsquointera serie dei frr 71ndash73 tramandati unitamenteda Marco Aurelio ldquo[hellip] there is no clear trace of literal quotation and hence no basis fordetailed commentary [hellip] Marcus Aurelius is citing from memory and since his memoryis not very accurate there is no way to tell whether he is preserving a genuine fragment orsimply developing his own recollection [hellip]rdquo Questo pessimismo tuttavia non viene suffi-cientemente giustificato e pertanto appare eccessivo

848 Cosigrave ad esempio Verdenius 1966 p 91 nota 36 West 1993 p 175 ldquoλόγος τὰ ὅλα διοικῶνegrave una frase indivisibile e senza ombra di dubbio stoicardquo cfr ibidem nota 38 Marcovich1978 p 15 etc

849 Heraclit fr 1 τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαικαὶ ἀκούσαντες τὸ πρῶτον [hellip]

850 Cosigrave ad esempio Diano-Serra 41993 p 109 Un ulteriore argomento si trova in Hammer1991 p 85 nota 57 ldquoDem ἀξύνετοι in B1 (B34) scheint hier in B72 das τούτωι διαφέρονταιzu entsprechenrdquo

851 Cfr LSJ sv III ldquohold converse with be acquainted with associated withrdquo con relativiesempi Hdt III 130 A Pers 753

852 Cfr cap 23 p 52853 Cfr ad esempio DK ldquomit dem entzweien sie sichrdquo Marcovich 1978 p 15 ldquosono in disac-

cordo conrdquo Kahn 1979 p 31 ldquothey are odd withrdquo Diano-Serra 41993 p 7 ldquoda essodiscordanordquo etc

854 Cfr LSJ sv III 1

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proposito dei frr 48 e 50 lrsquoidentificazione di linguaggio e realtagrave riposa su unfraintendimento della cosiddetta ldquologica anticardquo856 e specificamente eracliteaconsiderata incapace di distinguere tra linguaggio e realtagrave

Il fr 72 mostra come i due referenti il λόγος ldquosoggettivordquo ed il λόγος ldquointer-soggettivordquo corrispondano ad un unico significato Infatti il discorso con cuigli uomini hanno continuamente a che fare egrave discorso ldquointersoggettivordquo(langue) ma al contempo essi differiscono nel discorso ldquosoggettivordquo (parole)Se il significato non fosse unico fallirebbe il paradosso dellrsquoaffermazioneeraclitea nonostante la loro ininterrotta (διηνεκῶς) frequentazione o fre-quentazione verbale (ὁμιλέω) con il discorso egrave proprio nel discorso che gliuomini sono diversi Differire nel λόγος (διαφέρω τινί) egrave il contrario diὁμολογεῖν ldquodire lo stessordquo e pertanto equivale a non riconoscere che ἓν πάνταεἶναι (fr 50) In questo senso chi differisce nel λόγος non λέγει ξὺν νόωι ossiabasandosi sullo ξυνὸν πάντων (fr 114) neacute riconosce lo ξυνὸς λόγος bensigrave per-severa nella propria ἰδία φρόνησις (fr 2) Egli conduce un λόγος ma daἀξύνετος cioegrave senza istituire o riconoscere i collegamenti Il suo discorso per-tanto non rivela σοφίη non comprende lrsquounitagrave latente di tutte le cose matuttrsquoal piugrave πολυμαθίη nozione superficiale di tante cose viste come irrelate

Il parallelismo su cui egrave costruito il frammento suggerisce che il senso dellaprima parte (ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσι λόγωι [hellip] τούτωι διαφέρονται) siasoltanto riformulato nella seconda (οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσι ταῦτα αὐτοῖςξένα φαίνεται) senza che tra le due vi siano sostanziali differenze contenutisti-che Considerando il fr 72 in base al modello dellrsquounitagrave articolata risulta cheil parallelismo tra la prima e la seconda parte si basa sulle due forze uguali econtrarie costituenti la conversio Infatti si ha nel primo membro ὧι μάλισταδιηνεκῶς ὁμιλοῦσι λόγωι = congiunzione τούτωι διαφέρονται = disgiunzionenel secondo membro οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσι = congiunzione ταῦτα αὐτοῖς

855 Cfr cap 51 pp 158 s tabella delle traduzioni di λόγος DK ldquoSinnrdquo Busse ldquoWeltgesetzrdquoLami ldquoragionerdquo Reale ldquoragionerdquo etc Cfr invece Held 1970 p 194 ldquoDas erlaubtHeraklit in den Fragmenten 72 und 87 den Wortgebrauch seiner Zeit aufzunehmen indem lsquologosrsquo u a auch lsquoWort Rede Erzaumlhlungrsquo u auml als Weisen sprachlicher Darlegungbezeichnen kann Indem Heraklit in der fuumlr ihn charakteristischen doppelboumldigen Aus-drucksweise (vgl ὁμολογεῖν) lsquologosrsquo zugleich im Sinne der gelaumlufigen Verwendung desWortes und verstecktermaszligen im betonten Sinne versteht kann er unter der Oberflaumlchetrivial klingender Aussagen uumlber Situationen menschlichen Umgangs mit der Sprache dieBeziehung des Menschen zu dem in dieser Sprache sich darlegenden Verhaumlltnisvollzugenthuumlllenrdquo

856 Secondo la formulazione contenuta nel titolo di Calogero 1967

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216 6 Il discorso come unitagrave articolata

ξένα φαίνεται = disgiunzione Egrave necessario dedicare particolare attenzione alprimo membro Certamente λόγος compare in concomitanza con il moto dicongiunzione e dunque esprime ancora una volta unrsquoazione sintetica coe-rente con la Grundbedeutung di λέγειν come ldquoraccogliere insiemerdquo Infatti ilcontesto in cui λόγος egrave inserito allude alle idee di contatto e convergenza nonsolo per via del verbo ὁμιλέω ma anche per lrsquoavverbio διηνεκῶς Per inciso sinota che se lrsquointuizione di Verdenius egrave fondata857 allora va ammesso un giocodi parole tra διηνεκῶς e διαφέρονται858 lrsquoavverbio pur significando continuitagravealluderebbe alla discontinuitagrave lrsquoeffetto desiderato sarebbe proprio quello dievidenziare lrsquointrinseca complementaritagrave tra il moto di unione e quello di se-parazione Inoltre λόγος egrave presentato come polo opposto di διαφέρω In effet-ti questo verbo egrave sempre usato da Eraclito per descrivere il moto disgiuntivoo ἐξ ἑνὸς πάντα e compare sistematicamente in coppia con vocaboli espri-menti il moto uguale e contrario quello congiuntivo o ἐκ πάντων ἕν859 lo stes-so schema appare riproposto dunque nel fr 72 confermando il valore sinte-tico di λόγος

οὐ δεῖ ὥσπερ καθεύδοντας ποιεῖν καὶ λέγεινNon bisogna agire e dire come i dormienti (Fr 73)

La fonte (M Ant IV 46) cita il fr 73 subito dopo il 72 Se le due sentenze era-no contigue anche nello scritto eracliteo i frammenti costituivano un chia-smo che di nuovo incrocia i due analoghi ossia il piano del linguaggio e quellodella realtagrave Infatti si otterrebbe fr 72 ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσι λόγωιτούτωι διαφέρονται = piano del linguaggio καὶ οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσι ταῦτααὐτοῖς ξένα φαίνεται = piano della realtagrave e viceversa fr 73 ποιεῖν = piano dellarealtagrave λέγειν = piano del linguaggio Tuttavia i frammenti non offrono provesufficienti a suffragare questa ipotesi

La metafora dei dormienti ricorre anche nei frr 1 [hellip] ὅκωσπερ ὁκόσαεὕδοντες ἐπιλανθάνονται e 75 καθεύδοντας ἐργάτας εἶναι καὶ συνεργοὺς τῶν ἐν

857 Verdenius 1966 p 96 cosigrave anche Schirren 1998 p 170858 Il gioco di parole implicito ha luogo per via della assonanza tra lrsquoavverbio διηνεκῶς ed

entrambe le forme dellrsquoaoristo di διαφέρω διήνεγκα (ion διήνεικα aor 1) e διήνεγκον (aor2) cfr cap 22 p 43

859 Cfr frr 8 ἀντίξουν vs συμφέρον διαφερόντων vs ἁρμονίαν 10 ὅλα vs οὐχ ὅλα συμφερόμενον vsδιαφερόμενον συνᾶιδον vs διᾶιδον ἐκ πάντων ἕν vs ἐξ ἑνὸς πάντα 51 διαφερόμενον vs ὁμολογέει(ovvero ξυμφέρει)

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τῶι κόσμωι γινομένων860 Il fr 1 informa con chiarezza che tutti i fenomeni av-vengono conformemente al λόγος (γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγοντόνδε) pertanto anche i dormienti del fr 75 cooperando al κόσμος861 con-corrono inevitabilmente al procedere κατὰ τὸν λόγον degli eventi Si potrebbeobiettare a questo punto che al rapporto dei dormienti con il λόγος soggiaceuna contraddizione infatti se i dormienti pur se a loro insaputa concorronoal divenire del mondo κατὰ τὸν λόγον (cfr fr 1) come mai secondo il fr 73 illoro ποιεῖν καὶ λέγειν non egrave da imitare

Nel λόγος del fr 1 (sia esso lo specifico discorso dello scritto eracliteo oppu-re il discorso in generale) Eraclito riconosce un funzionamento analogo aquello del mondo fisico Tuttavia dal punto di vista della conoscenza recatai λόγοι degli uomini non si equivalgono tutti (cfr frr 39 108) ed anche il fr72 sostiene che gli uomini differiscono nel λόγος il referente coincide dun-que in questi casi con i vari ldquodiscorsi soggettivirdquo A fare la differenza tra i di-scorsi soggettivi egrave la loro capacitagrave o incapacitagrave di ὁμολογεῖν ldquodire lo stessordquo delλόγος in generale ossia di evidenziare lrsquounitagrave di tutti i distinti fenomenici (ἓνπάντα εἶναι fr 50)862 Per Eraclito il ldquodirerdquo λέγειν egrave di per seacute sempre un lsquorac-cogliere insiemersquo ἔπεα e ὀνόματα tuttavia tale azione sintetica passa di solitoinosservata e i piugrave ossia i dormienti non ne hanno coscienza Ciograve egrave suggeritosin dal fr 1 in cui ricorre sia la definizione degli uomini come ἀξύνετοι ldquoinca-paci di istituire o riconoscere i collegamentirdquo sia appunto la tematica deidormienti Analogamente secondo il fr 89 (τοῖς ἐγρηγορόσιν ἕνα καὶ κοινὸνκόσμον εἶναι) per gli svegli vi egrave un solo κόσμος comune a tutti se ne deduceche per i dormienti non vale altrettanto E infatti i πολλοί del fr 2 vivono cia-scuno in una visione privata senza riconoscere lo ξυνὸς λόγος Con iκαθεύδοντες dei frr 73 e 75 i πολλοί dei frr 2 29 e 104 e gli ἀξύνετοι dei frr 1e 34 si intendono sempre gli stessi e cioegrave coloro che pur avendovi in conti-nuazione (verbalmente) a che fare (fr 72) non comprendono il λόγος come

860 Diverso egrave il caso del fr 88 dove il dormiente non sembra assumere uno specifico valoremetaforico ταὐτό τrsquo ἔνι ζῶν καὶ τεθνηκὸς καὶ [τὸ] ἐγρηγορὸς καὶ καθεῦδον καὶ νέον καὶγηραιόν τάδε γὰρ μεταπεσόντα ἐκεῖνά ἐστι κἀκεῖνα πάλιν μεταπεσόντα ταῦτα

861 Il riferimento ai γινόμενα (anche alla luce del fr 1) non presuppone necessariamente unsignificato giagrave tecnicizzato di κόσμος che ad ogni modo indica un ordinamento o unassetto generale della realtagrave cfr cap 12 sv κόσμος pp 20 s

862 Come si considera piugrave approfonditamente nel cap 62 pp 242 ss il λόγος di Eraclitointende mettere in risalto quanto piugrave possibile lrsquounitagrave latente nella pluralitagrave dei fenomenituttavia la maggior parte dei λόγοι non assolve a questo compito

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218 6 Il discorso come unitagrave articolata

raccolta dei distinti in unitagrave neacute di conseguenza scorgono lrsquounitagrave del κόσμοςossia lrsquoassetto generale e comune a tutti

In base a questa interpretazione il fr 73 risulta tematicamente affine al 72esortando a non agire neacute a parlare come i dormienti anchrsquoesso rappresenta unmonito a non differire nel λόγος e ad aprire piuttosto gli occhi sullrsquounitagrave chesoggiace alla multiforme apparenza del reale863

βλὰξ ἄνθρωπος ἐπὶ παντὶ λόγωι ἐπτοῆσθαι φιλεῖLrsquouomo stolto egrave solito lasciarsi impressionare ad ogni discorso (Fr 87)

Insieme a quelle dei frr 39 e 108 anche questa occorrenza di λόγος rientra tragli usi tradizionali della parola il discorso egrave dato come un fatto accidentale emutevole come egrave tipico di ogni atto di parole

Nonostante questo il senso della sentenza non risulta del tutto chiaro Egraveprobabile che con lrsquoldquouomo stoltordquo Eraclito intenda designare un tipico rap-presentante di quella categoria altrove chiamata dei καθεύδοντες dei πολλοί odegli ἀξύνετοι Il verbo πτοέω vuol dire sia ldquoterrorizzarerdquo sia piugrave in generaleldquosuscitare violente emozionirdquo Dato che il contesto offerto dal frammento egravescarso egrave piugrave cauto optare per la seconda accezione appunto percheacute alquantogenerica piuttosto che per la prima che invece egrave piugrave interpretante e dunquein questo caso piugrave arbitraria Il verbo φιλέω avalla questa soluzione giaccheacuteesso laddove nellrsquouso postomerico regga un infinito indica di norma la con-suetudine a fare qualcosa per (o almeno con) piacere864 Tale sentimento diamenitagrave sottinteso in φιλέω risulta piugrave adatto allo stato drsquoanimo indetermina-to espresso da πτοέω come ldquosuscitare violente emozionirdquo (stato drsquoanimo chepuograve coincidere ad esempio con passione stupore meraviglia etc) piuttostoche a quello del terrore Il sentimento di tipo piugrave ordinario egrave tanto piugrave plau-sibile dal momento che a provarlo egrave appunto il βλὰξ ἄνθρωπος da cui Eraclitonon si aspetta molto Buona egrave lrsquointuizione di Marcovich secondo cui ldquoil dettorispecchierebbe [hellip] la reazione del pubblico a qualche insegnamento radicaledi Eraclito [hellip]rdquo865 accoglierla significa tuttavia rivisitare le idee correnti circala ricezione di Eraclito da parte dei suoi contemporanei866

863 Tale affinitagrave tematica potrebbe costituire un indizio dellrsquoeffettiva vicinanza dei due fram-menti nellrsquooriginale eracliteo

864 Cfr LSJ sv II865 Cfr Marcovich 1978 pp 386 corsivo dellrsquoautore866 Cfr Introduzione Forma e ricezione dello scritto eracliteo

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 219

Tutti i traduttori rendono λόγος attingendo allrsquoarea semantica del linguag-gio in questo caso dunque la linguisticitagrave del λόγος non egrave messa in discussio-ne Ciograve nonostante occorre fare dei distinguo Infatti numerosi interpreti867

ammettono o almeno non escludono la traduzione di λόγος con ldquoparolardquoMa in Eraclito la singola lsquoparolarsquo egrave espressa da ὄνομα o ἔπος mentre λόγος si-gnifica sempre il ldquodiscorsordquo ossia in linea con la Grundbedeutung di λέγεινuna raccolta o un raggruppamento coerente di ὀνόματα o ἔπεα Tradurreλόγος con ldquoparolardquo equivale quindi ad offuscare completamente la specificitagravedella riflessione linguistica eraclitea (cfr fr 32)

ὁ ἄναξ οὗ τὸ μαντεῖόν ἐστι τὸ ἐν Δελφοῖς οὔτε λέγει οὔτε κρύπτει ἀλλὰ σημαίνειIl Signore il cui oracolo egrave a Delfi non dice neacute nasconde ma dagrave dei segni (Fr 93)

ldquoIl verbo λέγειν egrave qui inequivocabilmente usato come contrario di κρύπτειν edindica perciograve [hellip] il lsquodisvelarersquo La nostra interpretazione del significato fon-damentale del verbo λέγειν nel senso di lsquoraccoglierersquo e lsquoriunirersquo trova qui unachiara conferma pensato grecamente lsquoriunirersquo significa lasciar manifestarelrsquounitagrave [hellip]rdquo868 Con le parole di Heidegger lrsquointerpretazione dellrsquooccorrenzadi λέγειν in base al modello dellrsquounitagrave articolata puograve dirsi giagrave conclusa se sipensa in special modo agli usi di λόγος e ὁμολογεῖν nel fr 50 la sua posizionerisulta ancor piugrave convincente Restano tuttavia alcune osservazioni di carat-tere piugrave generale sul frammento data la sua oscuritagrave la prudenza consiglia dilimitarsi a delle ipotesi

I maggiori interpreti concordano nellrsquointendere il fr 93 come un riferi-mento di Eraclito allo stile oscuro ed oracolare del proprio scritto869 Si puogravenotare che a ciograve egrave funzionale anche il verbo σημαίνειν percheacute nel pensierogreco arcaico le modalitagrave di comunicazione espresse da σημαίνειν e da λέγεινappaiono in genere ben distinte870 In particolare la comunicazione espressada σημαίνειν a differenza di quella indicata da λέγειν implica spesso la neces-

867 Cfr tabella cap 51 pp 158 s Burnet Diels Walzer DK Burckhardt Kirk Snell Mar-covich Held Kurtz Kahn Diano-Serra

868 Heidegger 1993 p 117 che seguita ldquoPer questo motivo in Parmenide lrsquoaltro pensatoreiniziale troviamo il termine νοεῖν ndash il prestare ascolto allrsquouno ndash insieme al termine λέγεινrdquoCfr ivi p 118 ldquoil termine λόγος [hellip] per [Eraclito] non significa lsquodottrinarsquo lsquodiscorsorsquo olsquosensorsquo bensigrave la lsquoriunificazionersquo [hellip] Λόγος ndash ἁρμονία ndash φύσις ndash κόσμος dicono la stessa cosardquo

869 Cfr Calabi 1977ndash78 Un compendio sulle principali caratteristiche dello stile oracolaresi trova ad esempio in Catenacci 2001 pp 165 ss

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220 6 Il discorso come unitagrave articolata

sitagrave di uno speciale apporto ermeneutico da parte del ricevente Il messaggiodel σημαίνειν egrave per lo piugrave non completamente esplicitato mentre quello delλέγειν almeno nelle intenzioni dellrsquoemittente egrave piano e immediatamentecomprensibile Egrave evidente che questa differenza egrave attiva nel fr 93 dove si negaapertamente la modalitagrave del λέγειν al linguaggio oracolare e dunque a quelloeracliteo attribuendogli invece quella del σημαίνειν

Se si intende il fr 93 come riferito allo scritto eracliteo non vi egrave alcun mo-tivo per non interpretare allo stesso modo anche il fr 92871 Infatti il conte-nuto dei due frammenti egrave molto affine specialmente per il riferimento alledue profetesse la Sibilla872 e la Pizia La modalitagrave della loro profezia egrave parago-nabile a quella dei profeti dellrsquoAntico Testamento una volta colta dalla μανία(μαινομένωι στόματι cfr Pl Phdr 244andashc) la profetessa diventa un puro stru-mento medium e ldquoparla per contordquo (προφήτης προφητεύειν) della divinitagraveche la possiede873 Eraclito starebbe dunque affermando lrsquoautoritagrave del proprioλόγος nel modo tipico della sua epoca ossia rivendicando per seacute unrsquoispirazio-ne divina874 Questa segna la differenza qualitativa tra il λόγος di Eraclito ed iλόγοι degli altri come quelli dei molto biasimati Omero Esiodo Archiloco

870 La differenza risiede principalmente nel fatto che σημαίνειν (e σῆμα) puograve indicare sia lacomunicazione verbale che quella non verbale mentre λέγειν (e λόγος) indica esclusiva-mente quella verbale Ciograve emerge con grande chiarezza ad esempio in molte scenedellrsquoAgamennone di Eschilo Si considerino i vv 496 ss [hellip] ὡς οὔτrsquo ἄναυδος οὔτε σοι δαίωνφλόγα ὕλης ὀρείας σημανεῖ καπνῶι πυρός ἀλλrsquo ἢ τὸ χαίρειν μᾶλλον ἐκβάξει λέγων Qui sonopresentati in nitida opposizione un modo di comunicare senza parole e uno con le paroleCfr Serra 1998 p 194 ldquoil termine σῆμα non egrave impiegato nel lessico arcaico per indicarelrsquoespressione linguistica in senso strettamente fonologico [hellip] il campo semantico di σῆμαnon implica mai un tipo di comunicazione lsquosolorsquo verbale tanto egrave vero che quando egrave la vocea funzionare da σῆμα ciograve viene specificato da opportuno complementordquo

871 Σίβυλλα μαινομένωι στόματι ἀγέλαστα καὶ ἀκαλλώπιστα καὶ ἀμύριστα φθεγγομένη [hellip] διὰτὸν θεόν Per il dibattito filologico sul frammento cfr Marcovich 1978 p 281

872 Il fr 92 egrave la fonte piugrave antica a nominare una Sibilla Allrsquoepoca di Eraclito la profetessa godegiagrave di una fama consolidata La piugrave antica Sibilla vissuta a quanto pare nellrsquoVIII sec a Cegrave quella eritrea che anche in seguito tende ad essere ritenuta quella piugrave credibile (almenoin Oriente in Occidente tale primato spetta alla Sibilla cumana) Lrsquoepiteto deriva dalla cit-tagrave di provenienza Ἐρυθραί sita sulla costa ionica a poca distanza da Efeso Lrsquoantichitagrave lafama e la coerenza geografica autorizzano a supporre che la Sibilla ricordata da Eraclito siaappunto quella eritrea

873 Forse non egrave casuale che per lrsquoattivitagrave linguistica della Sibilla che funge da mera ldquocassa dirisonanzardquo per le parole del dio Eraclito non adoperi il verbo λέγειν bensigrave φθέγγεσθαιldquoemettere suonirdquo

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Ecateo Senofane e Pitagora (o anche i λόγοι del fr 108 cfr p 223) Poicheacute laconoscenza egrave propria non tanto dellrsquouomo quanto della divinitagrave (cfr fr 78)il λόγος ispirato dal dio egrave il piugrave adatto ad indicare il σοφόν ossia lrsquounitagrave di tuttele cose (fr 50) mentre i λόγοι umani tendono ad esibire tuttrsquoal piugrave una vacuaπολυμαθίη

Ma se lrsquoipotesi dellrsquoautoreferenzialitagrave egrave fondata dai due frammenti si pos-sono dedurre anche altri indizi circa lo scritto eracliteo finora non considera-ti dalla critica In primo luogo egrave possibile che Eraclito alluda alla propria scel-ta della prosa niente affatto scontata alla sua epoca Il fr 92 parla del linguag-gio della Sibilla come di ἀγέλαστα καὶ ἀκαλλώπιστα καὶ ἀμύριστα in effettialla prosa mancano non solo le caratteristiche formali ovvero ldquoesteticherdquo tipi-che della poesia (ἀκαλλώπιστα καὶ ἀμύριστα) ma anche la componente edoni-stica (ἀγέλαστα875) che come efficacemente spiegato da Havelock contraddi-stingue invece la comunicazione poetica sia nellrsquoesecuzione sia nella ricezio-ne876 Nemmeno un riferimento alla natura ritmica della prosa eraclitea egrave daescludere giaccheacute come egrave noto i responsi profetici erano espressi in versi877

Per quanto riguarda il fr 93 una volta scorto in σημαίνειν un riferimento diEraclito al proprio scritto (cfr supra) diventa lecito cogliere nel verbo uncenno allrsquouso della scrittura878 Lrsquoipotesi del riferimento di σημαίνειν alla scrit-tura si basa su due dati Il primo egrave che ldquodare σήματαrdquo nei documenti letteraripiugrave antichi significa principalmente dare segni visivi non uditivi879 Il secon-do dato riguarda il giagrave ricordato apporto ermeneutico sollecitato dalla moda-

874 Se il λόγος del fr 50 indica lo scritto eracliteo (come ritengono West 1993 pp 176 s edaltri) anche nellrsquoopposizione ἐμοῦ λόγου potrebbe celarsi una rivendicazione dellrsquoispira-zione divina cfr Kahn 1979 p 126

875 Marcovich 1978 p 281 intende lrsquoaggettivo con un valore passivo (ldquonon risibile cupordquo)Kahn 1979 p 125 vede in ἀγέλαστα un riferimento allrsquoesperienza profetica come ldquoa formof suffering a kind of spiritual raperdquo Ciograve egrave ammissibile giaccheacute la possessione divina sog-gioga la volontagrave umana e non cerca il consenso del profeta

876 Cfr Havelock 1973 cap IX (ldquoPsicologia dellrsquoesecuzione poeticardquo) pp 119 ss Anche inDiano-Serra 41993 p 190 il fr 92 egrave inteso come un riferimento alla prosa

877 Per le qualitagrave ritmiche della prosa eraclitea cfr Deichgraumlber 1962 Sullrsquoimportanza delverso per i responsi oracolari cfr ad esempio Rosenberger 2001 pp 172ndash175

878 Questo sarebbe compatibile con la spiccata coscienza del mezzo scrittorio giagrave osservata inEraclito in sede di analisi del fr 48

879 Cfr Serra 1998 p 196 ed esempi ivi citati per σῆμα e per σημαίνειν Hom Il II 805 e 814X 58 XI 166 XVII 250 XXII 30 XXIII 45 455 e 843 Od I 291 II 222 VIII 195Hes Th 500

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litagrave espressiva del σημαίνειν infatti la comunicazione in absentia richiede ingenere uno sforzo interpretativo superiore a quella in praesentia880 e la scrit-tura specie in una societagrave non maturamente alfabetizzata come quella diEraclito non fa certo eccezione Egrave possibile dunque che con σημαίνεινEraclito alluda alla scrittura come modalitagrave di comunicazione a) affidata aσήματα ossia a segni visivi e b) in absentia e dunque bisognosa di uno specialeapporto ermeneutico da parte del ricevente

Egrave legittimo chiedersi che cosa il dio e quindi Eraclito nel suo discorso nondica neacute nasconda ma ldquoaccennirdquo Accogliendo lrsquoipotesi del riferimento alloscritto eracliteo egrave probabile che lrsquooggetto del σημαίνειν coincida con il λόγοςstesso881 Con lrsquoammissione di non ldquodirerdquo (λέγειν) il ldquodiscorsordquo (λόγος) Eracli-to avverte che la materia del suo insegnamento ossia il λόγος nella sua qualitagravedi unitagrave articolata (e dunque di strumento euristico per la comprensione delmondo fisico) non egrave del tutto esplicitata dal λόγος appositamente compostoper illustrarlo quello del suo scritto dunque tra il λόγος-forma che coincidecon lo scritto di Eraclito ed il λόγος-contenuto che ne egrave lrsquooggetto di insegna-mento non va scorta alcuna insanabile frattura giaccheacute il primo si proponedi rappresentare la struttura ed il funzionamento del secondo882 Eraclitodunque ldquodagrave segnirdquo ma non ldquodicerdquo il λόγος anche in questo caso con λέγειν siintende il lsquodirersquo come operazione di raggruppamento Dunque il compito dildquoraccogliere insiemerdquo i segni sparsi dal sapiente nel suo discorso al fine dicomprenderlo spetta al lettore Comunicando nella modalitagrave del σημαίνειν ildiscorso eracliteo sollecita alla raccolta in unitagrave di distinti apparentemente ir-relati e con questo esercizio promuove la conquista della σοφίη Esso rappre-senta unrsquoesperienza viva e una messa in pratica dellο ξὺν νόωι λέγειν (fr 114) edellrsquoὁμολογεῖν (fr 50) e mira a far riconoscere lrsquounitagrave di tutte le cose attraver-so lrsquooperazione del ldquodirerdquo come ldquoraccogliere insiemerdquo Ciograve comporta che la

880 Si pensi ad esempio alla tecnologia di comunicazione consistente nei segnali di fuoco e difumo che come comunicazione in absentia richiede unrsquoaccorta interpretazione Cfr dinuovo A A 281 ss dove Clitennestra egrave pensata nellrsquoerrore quando senza esitazioni tra-duce il brillare delle fiaccole con la caduta di Troia (Ἥφαιστος Ἴδης λαμπρὸν ἐκπέμπωνσέλας [hellip]) qui il verbo tecnico della comunicazione per mezzo del fuoco egrave appuntoσημαίνειν Sulla teoria della comunicazione sottesa al passo cfr Goldhill 1986 pp 4 e 9 s

881 Marcovich 1978 pp 34 s ammette per il fr 93 unrsquoldquoallusione al λόγοςrdquo nel senso che ilresponso oracolare sarebbe una metafora del λόγος oggetto dellrsquoinsegnamento di Eraclitotuttavia per lo studioso questo esclude il riferimento allo specifico λόγος dello scrittoeracliteo

882 Cfr cap 62 pp 242 ss

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comunicazione eraclitea non avviene nella modalitagrave del σημαίνειν per ragionipuramente stilistiche o formali come sembrano intendere numerosi inter-preti ma per ragioni intrinseche ossia funzionali al contenuto sapienzialedello scritto

Dunque per quanto gli uomini facciano esperienza del discorso (di quelloin generale e di quello eracliteo in particolare) che quindi non egrave affatto ldquona-scostordquo esso resta inevidente per i πολλοί per comprenderlo adeguatamenteinfatti egrave necessario non solo un attento ascolto (ἀκούω frr 1 50) ma ancheunrsquoappropriata interpretazione come per i responsi dellrsquooracolo Se lrsquoogget-to sottinteso o perlomeno alluso dei verbi del fr 93 egrave λόγος vi egrave un doppio li-vello di lettura per λέγει a livello superficiale esso egrave lrsquoantitesi di κρύπτει nelsenso di lsquodire (apertamente) vs nasconderersquo a livello profondo egrave il verbo pro-prio del λόγος e dunque va compreso in base alla sua Grundbedeutung

ὁκόσων λόγους ἤκουσα οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐς τοῦτο ὥστε γινώσκειν ὅτι σοφόν ἐστι πάντωνκεχωρισμένονDi quanti ho ascoltato i discorsi nessuno arriva al punto di ritenere che quanto egrave saggio egravediverso da tutte le cose (Fr 108)

Tutti i traduttori attingono allrsquoarea semantica del linguaggio per rendere lrsquooc-correnza di λόγος Questo tuttavia come osservato a proposito dei frr 32(λέγειν) e 87 (λόγος) non mette al riparo da equivoci di frequente egrave ammessoil significato di lsquoparolarsquo883 il che offusca la specificitagrave della riflessione linguisti-ca di Eraclito

Posto dunque che λόγους vale ldquodiscorsirdquo occorre soffermarsi sul referenteIl plurale indica che deve trattarsi di λόγοι ldquosoggettivirdquo poicheacute il λόγος ldquointer-soggettivordquo ossia comune a tutti gli uomini egrave unico Secondo unrsquoopinionediffusa e non inverosimile questi λόγοι vanno identificati non solo con leldquodottrinerdquo o gli ldquoinsegnamentirdquo dei Milesi di Senofane e di Pitagora ma an-che con quelli dei poeti come Omero Esiodo ed Archiloco884

883 Cfr tabella cap 51 pp 158 s Cfr Kirk 31970 p 398 ldquoHere λόγους is more likely to meanlsquoaccountsrsquo (almost lsquotheoriesrsquo) than lsquowordsrsquo though the distinction is not a large onerdquo (corsivomio) Cfr Bartling 1985 p 76 (giagrave citato a proposito del fr 32)

884 Cosigrave ad esempio Reinhardt 41985 p 205 Marcovich 1978 p 307 Kirk 31970 p 398Forse si puograve ricondurre al fr 108 la testimonianza di D L IX 12 (= DK 22 A 1 [12])secondo cui Eraclito taceva affincheacute gli altri ciarlassero (ἵνrsquo ὑμεῖς λαλῆτε)

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Un altro interrogativo riguarda il genitivo πάντων che puograve valere sia comemaschile (ldquotutti gli uominirdquo) sia come neutro (ldquotutte le coserdquo)885 BencheacuteKahn abbia ragione in generale nel sottolineare lrsquointenzionalitagrave dellrsquoambi-guitagrave del linguaggio eracliteo886 dal confronto con i frr 41 e 50 dove le occor-renze in caso diretto mostrano che il genere di πᾶς πᾶσα πᾶν egrave neutro emer-ge con sufficiente chiarezza che in questo caso la σοφίη ha a che fare con iπάντα non con i πάντες887 il che tra lrsquoaltro soddisfa meglio la condizione digeneralitagrave posta dal contesto del frammento

Come osservato da Kirk888 il σοφόν del fr 108 non egrave affatto trascendenteAllrsquoepoca di Eraclito il participio perfetto κεχωρισμένον egrave usato non tanto perindicare la separatezza fisica di un oggetto dallrsquoaltro quanto la sua diversaconsiderazione da parte dellrsquoosservatore889 Anche il confronto con altriframmenti eraclitei induce ad escludere la possibilitagrave della trascendenza delσοφόν Nel corpus la fondamentale unitagrave di tutte le cose egrave ribadita con insi-stenza e attraverso esempi diversificati e σοφίη indica appunto quel tipo diconoscenza attraverso cui allrsquouomo egrave dato di riconoscere tale latente unitagraveMolto espliciti in proposito sono i frr 41 secondo cui il σοφόν consiste nel ri-conoscere come tutte le cose siano reciprocamente compenetrate e 50 doveil σοφόν equivale a dire che ldquotutte le cose sono unardquo Nei frr 32 41 e 50 delσοφόν si dice che esso egrave ἕν Proprio in qualitagrave di comprensione unificante laσοφίη egrave considerata da Eraclito in stretto rapporto con lrsquoἕν ed il λόγος890 ecome opposta invece alla ldquonozione-di-molte-coserdquo πολυμαθίη (cfr cap 62 p240) ed egrave per questa ragione che il σοφόν egrave ldquoben distintordquo (κεχωρισμένον) ri-spetto ai πάντα891 Considerata dunque la concezione eraclitea di σοφίη e

885 Queste sono le uniche due ipotesi fondate cfr invece Marcovich 1978 p 308 ldquotutte lecose (o idee)rdquo (corsivo mio)

886 Cfr Kahn 1979 p 115887 Kirk 31970 p 398 formula quattro ipotesi ldquo(i) wisdom is separated from all men (ii) wis-

dom is separated from all things (iii) the wise is separated from all men (iv) the wise isseparated from all thingsrdquo per poi screditare le ipotesi (i) e (iii) cfr ivi pp 399 s

888 Kirk 31970 pp 399 s Contra Reinhardt 41985 p 205 Marcovich 1978 pp 307 sKahn 1979 p 115

889 Ad esempio Hdt I 1725 III 209 IV 118 V 6110 VII 465 (cfr LSJ sv χωρίζω ΙΙ)890 Cfr lrsquoanalisi dei frr 32 (ἓν τὸ σοφὸν μοῦνον λέγεσθαι οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει Ζηνὸς ὄνομα) 50

(τοῦ λόγου ἀκούσαντας ὁμολογεῖν σοφόν ἐστιν ἓν πάντα εἶναι) 112 (σοφίη ἀθηλέα λέγειν )891 Cfr Diano-Serra 41993 p 170 ldquolsquoLa polemica egrave contro la πολυμαθίαrsquo (Diano) Il

πολυμαθής (ved frr 82 [DK 40] e 88 [DK 129]) srsquoillude che la sapienza sia la somma disapienze o abilitagrave particolarirdquo

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σοφόν appare inverosimile che il fr 108 possa improvvisamente affermarelrsquoesistenza di un sapere in qualche misura μετὰ τὰ φυσικά892 il che tra lrsquoaltrosarebbe estraneo al significato originario della parola quello di ldquoabilitagraverdquo (cfrcap 12 sv pp 16 ss) In realtagrave il concetto di una ldquosapienza trascendenterdquonon si lascia facilmente conciliare con il contesto culturale greco arcaico893

Anche ammettendo un improbabile uso di κεχωρισμένον come ldquofisicamen-te separatordquo piuttosto che come ldquodifferenterdquo vi egrave un altro punto da conside-rare in favore dellrsquoimmanenza di σοφόν I traduttori intendono il frammentoin modo praticamente unanime nellrsquoinfinitiva Eraclito esprimerebbe il pro-prio pensiero ossia che σοφόν ἐστι πάντων κεχωρισμένον In realtagrave non egrave datosapere se qui la consecutiva abbia valore oggettivo per cui il contenuto egrave inte-so da Eraclito come un fenomeno che si verifica effettivamente nella realtagrave osoggettivo per cui il contenuto esprime invece una pura teoria894 Tuttavia lacostruzione di ἀφικνεῖσθαι con complemento di moto a luogo figurato assu-me spesso connotazione negativa indicando un eccesso dannoso o comun-que lrsquoesito di un processo degenerativo895 come nelle espressioni italiane ldquoar-rivare a tal puntordquo ldquogiungere a tantordquo Analogamente nella sequenza compo-sta da un verbo di movimento dalla prolessi ἐς τοῦτο e dalla proposizione con-secutiva questrsquoultima tende ad esprimere lrsquoinasprimento della condizione

892 Cosigrave invece Kahn 1979 p 131 Marcovich 1978 p 290 sostiene che ldquonella maggiorparte dei frammenti teologici il dio di Eraclito appare come separato dalle cose comePilota o Governatore supremo (frr 79 [64] 85 [41]) Pastore (fr 80 [11]) e Giudice (frr81 [16] 82 [66]) [hellip]rdquo (corsivo dellrsquoautore)

893 Coloro i quali per il frammento in questione sostengono la trascendenza di σοφόν siappellano di frequente al νοῦς anassagoreo notoriamente non mescolato con le cose cfrAnaxag frr 11 12 13 14 A prescindere dalla discutibile legittimitagrave di questo confrontova osservato che Anassagora nega in primo luogo la divisibilitagrave del νοῦς (circa Anaxag fr11 cfr Lanza 1966 p 221 ldquoQui egrave importante notare come dopo aver escluso la parteci-pazione del νοῦς alle cose A poi ammetta il suo possibile trovarsi in alcune cose ma nonsi esprima mai in termini di partecipazione egrave il νοῦς in alcune cose non μοῖρα νοῦrdquo quantoal fr 13 idem p 235 riconosce la possibilitagrave che νοῦς non sia il soggetto di ἀπεκρίνετοverbo che sarebbe invece impersonale e traduce ldquoE dopo che lrsquointelligenza ebbe iniziatoa muovere da tutto ciograve che era mosso si svolgeva il processo di formazionerdquo)

894 Infatti il pronome negativo οὐδείς contenuto nella reggente costringe comunque a coniu-gare allrsquoinfinito il verbo della consecutiva (γινώσκειν)

895 Cfr LSJ sv I 2ndash3 con relativi esempi ἀ ἐς πᾶν κακοῦ ἐς ἀπορίην πολλήν ἐς τοσοῦτο τύχηςἐς τοῦτο δυστυχίας ἐς ὀλίγον ἀ νικηθῆναι εἰς ὀργήν ἐς ἔχθεα ἐς ἔριν etc Cfr inoltre εἰςἀθυμίαν ἀ (E Ba 610) ἐς τοῦτο θάρσεος (Ηdt VII 934) e gli usi fraseologici quali εἰςτοσοῦτο μανίας ἦλθε ldquogiunse a tal punto di folliardquo (cfr lat eo furoris progressus est)

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226 6 Il discorso come unitagrave articolata

negativa anticipata dalla reggente896 Il fr 108 potrebbe essere proprio uncaso del genere οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐς τοῦτο ὥστε γινώσκειν [hellip] ldquonessuno arrivaal punto di ritenere [hellip]rdquo897 dove la consecutiva e lrsquoinfinitiva esprimerebberouna conclusione ritenuta inammissibile da chi parla

Quanto al senso del frammento ogni λόγος si egrave visto poggia sullrsquounitagrave de-gli ὀνόματα Come ldquoazione risultato del λέγεινrdquo esso funge da traccia utilealla comprensione dellrsquounitagrave dei πάντα comprensione che egrave appunto σοφίηUna simile interpretazione egrave accennata da Darcus ldquoAlthough all men em-ploy speech the unity of the panta revealed in speech escapes them (108)rdquo898Pertanto una certa funzione conoscitiva puograve essere assolta da qualunque di-scorso in virtugrave della sua stessa struttura di unitagrave articolata e indipendente-mente dal contenuto In questa chiave di lettura diventa accettabile lrsquoipotesidi Kurtz che non individua necessariamente il referente dei λόγοι negli inse-gnamenti dei sapienti (o dal punto di vista eracliteo dei falsi sapienti) bensigravepossibilmente nei discorsi comuni899 ἀκούω che gli interpreti spiegano perlo piugrave in senso generico e senza attribuirgli grande rilievo900 va perciograve rivalu-

896 Tralasciando i pur numerosi casi di etagrave post-classica si possono considerare ad esempio PlLg 781b ἦκται τὸ τῶν ἀνθρώπων γένος οὐδαμῶς εἰς τοῦτο εὐτυχῶς ὥστε [hellip] Lys XXVII (inEpicratem) 10 εἰς τοσοῦτον ἥκομεν ὥστε [hellip] Th I 49 7 ξυνέπεσεν ἐς τοῦτο ἀνάγκης ὥστε[hellip] Th IV 12 3 ἐς τοῦτό τε περιέστη ἡ τύχη ὥστε [hellip] Arist Pol 1305a 31 εἰς τοῦτοκαθιστᾶσιν ὥστε [hellip] Lycurg in Leocratem 34 περιέστηκεν ἐς τοῦτο ὥστε [hellip] 384 εἰςτοσοῦτον προδοσίας ἦλθεν ὥστε [hellip] etc

897 Il verbo γινώσκω sarebbe usato qui in modo simile al fr 28 (δοκέοντα γὰρ ὁ δοκιμώτατοςγινώσκει [hellip]) per indicare un ldquoconoscererdquo che egrave piuttosto un ldquomisconoscererdquo oppure sem-plicemente come ldquoritenererdquo ldquogiudicarerdquo (cfr LSJ sv I 2 che per questa accezione cita pro-prio Heraclit fr 108) secondo un valore ben attestato allrsquoepoca di Eraclito (cfr ad esempioHdt IX 2 A Th 650 etc) Contra Schirren 1998 p 167 secondo il quale γινώσκω inEraclito indica esclusivamente conoscenza positiva ossia il riconoscimento di ciograve che real-mente egrave e che dunque intende il fr 28 alla luce dellrsquoipotetico gioco di parole γινώσκω δοκέω entrambi ldquoritenererdquo ldquogiudicarerdquo Ciograve tuttavia appare poco probabile considerandoil fatto che la grande maggioranza dei giochi di parole eraclitei si fonda su allusioni foniche(cfr cap 22) mentre indubitabile egrave quello δοκέω δοκιμώτατος Pertanto il fr 28 puograve essereconsiderato piuttosto come un esempio dellrsquouso eracliteo di γινώσκω per esprimere unaconoscenza sul cui valore di veritagrave il giudizio resta sospeso (cfr Snell 1989 p 22)

898 Darcus 1979 p 90899 Kurtz 1971 p 66 nota 8 ldquoJedoch koumlnnten λόγοι auch alles meinen was Menschen uumlber-

haupt in den verschiedenen Situationen des Lebens sprechen z B auch im taumlglichenGespraumlchrdquo

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 227

tato come verbo fondamentale per la conoscenza come si rileva anche nei frr1 19 34 e 50

σωφρονεῖν ἀρετὴ μεγίστη καὶ σοφίη ἀληθέα λέγειν καὶ ποιεῖν κατὰ φύσιν ἐπαΐονταςEssere saggi egrave la virtugrave piugrave grande e sapienza egrave cose vere dire e fare secondo natura prestandoascolto (Fr 112)

La polivalenza sintattica del frammento egrave giagrave stata considerata nel cap 23(pp 51 s) Due sono le domande da porsi qual egrave la costruzione da preferireσοφίη ἀληθέα λέγειν καὶ ποιεῖν [hellip] oppure σοφίη ἀληθέα λέγειν καὶ ποιεῖν [hellip]E ancora bisogna intendere κατὰ φύσιν come riferito a (λέγειν καὶ) ποιεῖν op-pure ad ἐπαΐοντας

Pur ammettendo lrsquointenzionalitagrave dellrsquoambivalenza901 alla prima domandasi puograve rispondere con relativa sicurezza sulla scorta dei frr 1 (ἔπεα καὶ ἔργα)e 73 (ποιεῖν καὶ λέγειν) dividere il gruppo λέγειν καὶ ποιεῖν non sembra oppor-tuno902 Circa il secondo quesito si tratta di un tipico caso di polivalenza sin-tattica eraclitea prodotto grazie allrsquoambigua posizione mediana di un ele-mento qui κατὰ φύσιν che per usare le parole di Aristotele903 puograve essere let-to sia con quel che precede sia con quel che segue Anche nel fr 1 si egrave osserva-to che il gruppo κατὰ φύσιν posto tra due voci verbali dagrave luogo adunrsquoambiguitagrave analoga per la quale egrave preferibile la soluzione ἀπὸ κοινοῦ ossiaδιηγεῦμαι κατὰ φύσιν διαιρέων [hellip] Oltre a questo le due occorrenze eracliteedel sintagma κατὰ φύσιν evidenziano unrsquoaltra caratteristica in comune en-trambe si trovano in contesti in cui si parla della conoscenza e di λόγος λέγειν e per la precisione lagrave dove viene stretto un sodalizio tra linguaggio emondo come mostrano rispettivamente i gruppi ἔπεα καὶ ἔργα (fr 1) e λέγεινκαὶ ποιεῖν (fr 112) Ciograve egrave coerente con il valore conoscitivo che lrsquoEfesio asse-gna al linguaggio per la comprensione del mondo (cfr cap 62 pp 241 ss)

900 Cfr Kirk 31970 p 398 ldquoἤκουσα may mean no more than lsquoheard of rsquo implying quite asuperficial acquaintancerdquo Marcovich 1978 p 307 ldquoἤκουσα significa lsquosentir dirersquo lsquoappren-derersquo (col valore anche di lsquoleggerersquo) e non lsquoudire di personarsquo [hellip]rdquo

901 Cfr Kahn 1979 p 122902 Dello stesso avviso Reinhardt 41985 p 223 nota 1 Kirk 31970 p 391 Numerose sono

le attestazioni del gruppo λέγειν καὶ ποιεῖν in etagrave classica cfr Isoc IV (Antidosis) 164 3 PlResp 383a 3 D XXV (in Aristogitonem) 25 5 etc

903 Arist Rh Γ 5 1407b

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228 6 Il discorso come unitagrave articolata

Allrsquoepoca di Eraclito φύσις non ha ancora specializzato il suo significatonella ldquonaturardquo cosigrave come intesa dai filosofi successivi904 il vocabolo indica lequalitagrave costitutive di un oggetto come egrave anche nel fr 106905 ovvero tenendoconto del valore del verbo φύω la sua ldquogewachsene Strukturrdquo906 Conforme-mente a tale significato si puograve ipotizzare che nei frr 1 e 112 con il sintagmaκατὰ φύσιν Eraclito accenni proprio alla gewachsene Struktur del linguaggio edel mondo come unitagrave articolate struttura nella quale risiede la loro analogiaDato che tale analogia resta celata alla maggior parte degli uomini un simileuso di φύσις sarebbe coerente anche con il fr 123 φύσις κρύπτεσθαι φιλεῖ907

Il verbo ἐπαΐω merita particolare attenzione esso vuol dire in primo luogoldquoudirerdquo e solo conseguentemente anche ldquocomprendererdquo ldquointendersi dirdquo908 Ilvalore uditivo insito nel verbo egrave da mettere in relazione con λέγειν e con le im-plicazioni linguistiche di σοφίη σοφόν Ancora una volta dunque come giagravenel fr 50 Eraclito indica nellrsquoascolto il modo per conseguire la σοφίη la com-prensione unificante e questo percheacute il discorso stesso in quanto ldquoazione risultato del λέγεινrdquo funge da modello analogo ed esplicativo del mondo fisi-co La σοφίη conseguita con lrsquoascolto consiste appunto nella consapevolezzadel parlare e dellrsquoagire κατὰ φύσιν ossia in modo conforme allrsquounitagrave articolata

Se si tiene conto del valore ἀπὸ κοινοῦ del sintagma κατὰ φύσιν risulta cheEraclito da una parte sostiene la necessitagrave di dire e fare (λέγειν καὶ ποιεῖν) κατὰφύσιν ossia di parlare badando allrsquounitagrave articolata del λόγος e di agire comecollaboratori dellrsquounico κόσμος dallrsquoaltra invita ad ascoltare (ἐπαΐοντας) κατὰφύσιν ossia a guadagnare conoscenza (σοφίη) dallrsquoesperienza del discorsoλόγος intendendolo come unitagrave articolata egrave lo stesso monito del fr 50 Na-turalmente anche il ldquodirerdquo (λέγειν) degli ἀξύνετοι o dei dormienti egrave un ldquoracco-gliere insiemerdquo e anchrsquoessi sono cooperatori del κόσμος (fr 75) tuttavia senzaaverne coscienza per cui intendono le cose non nella loro coerenza bensigravecome irrelate

904 Cfr Reinhardt 41985 p 223 nota 1 ldquoAuch in Fr 112 [hellip] heiszligt κατὰ φύσιν nicht lsquogemaumlszligder Naturrsquo in unserem und im stoischen Sinne sondern lsquonach der wahren Beschaffenheitder Dingersquo Ebenso Fr 1 [hellip]rdquo Kirk 31970 p 391 traduce ldquo[hellip] according to their real con-stitutionrdquo (corsivo mio)

905 Ἡσιόδωι [hellip] ἀγνοοῦντι φύσιν ἡμέρας ἁπάσης μίαν οὖσαν906 Schirren 1998 p 163907 Cfr anche il fr 54 ἁρμονίη ἀφανὴς φανερῆς κρείττων908 Ma anche il valore del verbo come ldquocomprendererdquo serba un fondamentale legame con

ldquoudirerdquo esso infatti egrave spesso riferito alla comprensione linguistica come egrave in S Aj 1263τὴν βάρβαρον γὰρ γλῶσσαν οὐκ ἐπαΐω

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ξὺν νόωι λέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων ὅκωσπερ νόμωι πόλις καὶ πολὺἰσχυροτέρως τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείου κρατεῖ γὰρτοσοῦτον ὁκόσον ἐθέλει καὶ ἐξαρκεῖ πᾶσι καὶ περιγίνεταιPer fare un discorso con senso occorre valersi del consenso di tutte le cose come la cittagravedella legge e ancor piugrave validamente Infatti tutte le leggi umane sono nutrite dallrsquounica di-vina (questa) puograve tutto ciograve che vuole e basta e avanza per tutte (Fr 114)

Egrave verosimile che gran parte delle torsioni drsquouso con cui Eraclito risemantizzale sue parole-chiave ci sfugga ma la similitudine (ὅκωσπερ) e la metafora(τρέφονται) del fr 114 offrono appunto un esempio di questo procedere

Per la comprensione del λόγος come unitagrave articolata il frammento risultaparticolarmente rilevante esso esprime infatti sia la validitagrave universale a fron-te della pluralitagrave fenomenica (caratteristica 1) sia la conversio (caratteristica2) ed entrambe trovano conferma nella similitudine con la legge

La validitagrave universale del λέγεινλόγος egrave affermata nella paronomasia ξὺννόωι (λέγοντας) τῶι ξυνῶι (πάντων)909 Come sempre in occorrenza di un gio-co di parole anche qui i vocaboli coinvolti assumono un valore pregnante ξὺννόωι egrave unrsquoespressione piuttosto comune910 ma nel frammento essa fa appelloal νόος nella sua qualitagrave di attivitagrave cognitiva sintetica911 che appuntoἰσχυρίζεται τῶι ξυνῶι πάντων La formulazione generalizzante con cui si apre ilframmento invita ad intendere πάντων come neutro ldquodi tutte le coserdquo e noncome maschile ldquodi tutti gli uominirdquo912 la tematica umana subentra solo in se-guito nella similitudine come chiarimento

Mourelatos ha ragione nel sostenere che λέγοντας essendo afferente aλόγος assume un grande peso nellrsquoeconomia complessiva del detto tuttaviaproprio per questo motivo la sua traduzione non puograve essere accolta913 Come

909 Cfr Kahn 1979 p 115 ldquoThe community of logos is expressed here by the phrase lsquoholdingfast to [hellip] what is common to all [hellip]rsquo after the initial word play of lsquospeaking (together)with understanding [hellip]rsquo with its double allusion to the logos (lsquospeechrsquo) and to lsquowhat is com-monrsquo (xyn)rdquo

910 Anche se usata per lo piugrave accompagnata da una negazione cfr ad esempio Hdt VIII 86([hellip] οὔτε σὺν νόωι) Pl Cri 48c (οὐδενὶ ξὺν νῶι) Ar Nu 580 (μηδενὶ ξὺν νῶι)

911 Cfr cap 12 sv νόος pp 13 ss e cap 62 p 239912 Contra Marcovich 1978 pp 63 e 65913 Mourelatos 1965 p 265 ldquoThose who gauge things with intelligence [hellip]rdquo (corsivo mio)

con la motivazione ldquoI prefer lsquogauging thingsrsquo over lsquospeakingrsquo in this fragment sinceλέγοντας is here emphatic The word must be carrying special weight in a statement whichthough obviously concerning the purview of the λόγος contains no explicit reference to itrdquo

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230 6 Il discorso come unitagrave articolata

egrave frequente per lrsquouso di λέγω senza oggetto anche qui il verbo vuol dire sem-plicemente ldquofare un λόγοςrdquo914 Pertanto offuscare il riferimento eracliteo alλόγος non egrave produttivo per la comprensione del frammento un punto su cuia giudicare dalle traduzioni concorda buona parte degli interpreti915 Sullabase del fr 2 che tra lrsquoaltro come si egrave ricordato916 nello scritto eracliteo si tro-vava verosimilmente in prossimitagrave del fr 114 Mourelatos917 e Hammer918

giungono ad identificare lo ξυνὸν πάντων con il λόγος stesso secondo unrsquoipo-tesi che merita considerazione

ldquoPer fare un λόγος con νόοςrdquo919 occorre fare ricorso a ciograve che egrave ξυνός ossialdquocomunerdquo (ma anche ldquoindivisordquo920) percheacute il dire egrave inteso da Eraclito comeun ldquoraccogliere insiemerdquo ἔπεα ed ὀνόματα Si egrave giagrave osservato che ξυνός alludeallo ξυνιέναι ossia al comprendere come ldquofar andare insiemerdquo e unrsquoanalogamodalitagrave cognitiva unificante egrave espressa da νοεῖν e νόος come sottolinea la pa-ronomasia ξὺν νόωι ξυνῶι Egrave proprio in virtugrave della caratteristica unificanteche Eraclito oppone il νόος (e la σοφίη) alla πολυμαθίη921 Dunque la primaparte del frammento ξὺν νόωι λέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων in-sieme alla similitudine seguente allude tutta alla forza coesiva o centripetache fa di molti distinti unrsquounitagrave

914 Diversamente Marcovich 1978 p 64 (che traduce ldquoQuelli che vogliono parlare [cioegraveagire] sensatamenterdquo corsivo mio) e soprattutto Kirk 31970 pp 51 s sostengono cheλέγοντας pur indicando lrsquoattivitagrave verbale si riferisca allrsquoattivitagrave in generale (ldquoto behaverdquo)Questa interpretazione suggerita probabilmente da Diels 1901 (ldquoBloszlig zum Reden Ichvermute λέγοντας ltκαὶ ποιοῦνταςgt nach frr 73 112rdquo contra Reinhardt 41985 p 215)trova terreno propizio presso gli interpreti che come Kirk appunto sono convinti dellanon differenziazione eraclitea tra ldquospeech and actionrdquo Sul carattere pregiudizievole di taleteoria cfr cap 53 pp 182 s

915 Cfr Diels 1901 e DK ldquoWenn man mit Verstand reden willrdquo Snell 1965 ldquoUm beimReden Verstaumlndiges zu meinenrdquo Burckhardt 1952 ldquoDie mit Einsicht RedendenrdquoReinhardt 41985 ldquoUm mit Verstand zu redenrdquo Kahn 1979 ldquoSpeaking with understand-ingrdquo Diano-Serra 41993 ldquoChi vuole che la sua parola abbia sensordquo etc

916 Cfr analisi del fr 1917 Mourelatos 1965 p 258918 Hammer 1991 p 108919 Il valore finale diventa ammissibile intendendo λέγοντας come praesens pro futuro920 Quando in Omero si spiega come tutto sia stato spartito nei tre regni di Zeus Ade e Posei-

done questrsquoultimo per precisare che tuttavia la terra e lrsquoOlimpo restano esenti da tale divi-sione afferma γαῖα δrsquoἔτι ξυνὴ πάντων καὶ μακρὸς Ὄλυμπος (Il XV 193) in Il I 124 ξυνήϊα(derivato di ξυνός) sono detti i beni ldquoindivisirdquo (cfr Il XXIII 809)

921 Cfr fr 40 πολυμαθίη νόον ἔχειν οὐ διδάσκει [hellip]

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La seconda parte τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦθείου egrave alla prima per cosigrave dire speculare ed esprime il movimento opposto econtrario quello disgregante o centrifugo che procede dallrsquounitagrave ai distintitutte le leggi umane ldquosono nutriterdquo922 (τρέφονται) dallrsquounica legge divina923Come nel fr 1 la dimensione dei distinti fenomenici egrave il divenire (γίνονταιἄνθρωποι γινομένων γὰρ πάντων) mentre quella del λόγος egrave lrsquoessere (τοῦ δὲλόγου τοῦδrsquo ἐόντος [ἀεί]) similmente nel fr 114 per esprimere la provenienzadei νόμοι ἀνθρώπειοι dal νόμος θεῖος egrave usato τρέφεσθαι verbo del transeuntePer lrsquoartigiano della parola Eraclito la cui accortezza linguistica egrave particolar-mente evidente in questo frammento (cfr i giochi di parole ξὺν νόωι ξυνῶιἰσχυρίζεσθαι ἰσχυροτέρως924) la similitudine ὅκωσπερ νόμωι πόλις serve nonsolo ad illustrare lrsquounione ma anche ad introdurre la metafora che segue nelsecondo periodo utile alla rappresentazione della divisione

Il νόμος dunque fungendo da trait drsquounion tra la prima e la seconda partedel frammento sottolinea la complementaritagrave tra rispettivamente il movi-mento dellrsquounione e quello della divisione

Ne risulta che la legge funge da ulteriore esemplificazione925 del modellodellrsquounitagrave articolata926 Tale modello che egrave sotteso al linguaggio (λόγος ὀνόματα) e al mondo (ἕν πάντα) egrave valido quindi anche sul piano politologi-co-sociale dove lrsquounitagrave egrave rappresentata dal νόμος θεῖος la pluralitagrave dei distintifenomenici dai νόμοι ἀνθρώπειοι La valenza di νόμος come immagine di unitagravearticolata egrave confermata dal fatto che ad esso si riferiscono le parole ἕν e θεῖος

922 In modo diverso intende τρέφεσθαι Mourelatos 1965 pp 262 ss923 Qui dunque si intende ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείου come ὑπὸ ἑνὸς (νόμου) τοῦ θείου e non come deri-

vante da ἕν τὸ θεῖον cfr Kirk 31970 p 53 e Marcovich 1978 p 65 che come egrave sua con-suetudine riporta dettagliatamente pareri favorevoli e contrari

924 Per ἰσχυρίζεσθαι cfr LSJ sv II 2 ldquoput firm trust in a thing rely on itrdquo che tra gli esempi citaproprio Heraclit fr 114

925 Sul valore esemplificativo della legge cfr Reinhardt 41985 p 215 (anche se lrsquoopposizionedel tipo νόμος vs φύσις scorta dallo studioso tra leggi umane e legge divina non convince)Mourelatos 1965 p 259 e p 266 Kahn 1979 p 117 Marcovich 1978 p 65 Non egrave con-divisibile il parere di Diano-Serra 41993 p 112 che scorge in questa similitudine ldquolaprima connotazione esplicita della trascendenzardquo trascendenti sono naturalmente leriprese stoiche (cfr Plu de Iside et Osiride 369a 7 ἕνα λόγον καὶ μίαν πρόνοιαν) ma non lrsquoori-ginale eracliteo

926 Cfr il cap 21 p 37 per νόμος (cosigrave come χρυσός) che pure non evidenzia usi risemantiz-zati entro il corpus eracliteo si riscontra una significativa analogia con le immagini appar-tenenti alla rete di significazione in cui egrave coinvolto anche λόγος

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232 6 Il discorso come unitagrave articolata

Infatti θεός egrave parola risemantizzata che facendo parte della rete di significa-zione esaminata nel cap 42 rappresenta lrsquounitagrave articolata e ἕν anche quicontrapposto a πᾶς πᾶσα πᾶν egrave lrsquoimmagine piugrave frequente in Eraclito per ladescrizione del medesimo modello (cfr cap 41 pp 99 ss) Circa νόμος comeimmagine di unitagrave articolata si noti che anche nel fr 33 (νόμος καὶ βουλῆιπείθεσθαι ἑνός) νόμος ed ἕν occorrono insieme laddove νόμος evidenzia la ca-ratteristica dellrsquounicitagrave ovvero della validitagrave universale a fronte della pluralitagravedel fenomenico Forse egrave perfino lecito ipotizzare che il significato del verboνέμειν ldquodividererdquo ldquospartirerdquo giochi un ruolo nella concezione eraclitea delνόμος927 se cosigrave fosse il νόμος riassumerebbe in seacute entrambi i movimenti dellaconversio In effetti Eraclito presenta il νόμος in relazione alla cittagrave sia comeforza coesiva sia come forza divisoria da una parte esso egrave paragonato(ὅκωσπερ) allo ξυνόν ossia al collante della πόλις (fr 114) dallrsquoaltra egrave parago-nato (ὅκωσπερ) perograve anche alle mura perimetrali della πόλις cioegrave al limite didemarcazione territoriale della cittagrave (fr 44)

ψυχῆς ἐστι λόγος ἑαυτὸν αὔξωνEgrave dellrsquoanima un discorso che accresce se stesso (Fr 115)

Lrsquoautenticitagrave di questo frammento egrave molto dibattuta928 Tra gli editori mo-derni Marcovich929 e Diano-Serra930 lo ritengono spurio sebbene con moti-vazioni non del tutto persuasive In realtagrave non vi sono ragioni filologiche e

927 Sarebbe addirittura possibile unrsquoallusione basata sullrsquoomografia di due parole non omo-fone analoga a quella del fr 48 (βίος βιός) per cui νόμος ldquoleggerdquo richiamerebbe νομός ldquopor-zione territorialerdquo

928 Il fr 115 egrave attestato solo da Stob III 1180a La fonte lo cita come un detto di Socratesubito dopo il fr 114 attribuito invece ad Eraclito

929 Marcovich 1978 pp 389 s ldquo[hellip] mi sembra possibile che il detto sia spurio [hellip] 1) percheacutela tradizione lo attribuisce a Socrate 2) a causa dellrsquoanalogia tra questo frammento edesempi come Plotin VI 5 [23] 9 13 [hellip] Plu de an procr 1012d[hellip] Aristot de anima404b 29 [hellip] A4 408b 32 ss Aet IV 2 3ndash4 [hellip] 3) La misura nella fisica eraclitea sem-bra avere il valore di qualcosa di costante [hellip] poco verosimile che Eraclito concepisca unalsquomisura che si autoaccrescersquo [hellip]rdquo (corsivo dellrsquoautore) Delle tre argomentazioni di Marco-vich lrsquoultima appare decisamente da scartare percheacute λόγος non vale ldquomisurardquo

930 Diano-Serra 41993 p 103 nota 1 ldquoQuesta sentenza va restituita a Socrate secondolrsquoesatto lemma di Stobeo La correzione dello Hense e dello Schenkel che han sostituitoEraclito a Socrate egrave arbitraria Per quello che egrave lrsquouso linguistico di Eraclito e per quella cheegrave la sua dottrina dire che il discorso della ψυχή accresce se stesso non ha sensordquo

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 233

linguistiche stringenti per accogliere o per respingere il frammento Il criterioquindi non puograve che essere arbitrario e consiste nel giudizio di ciascun inter-prete circa la coerenza o meno della massima con il complesso dellrsquoinsegna-mento eracliteo Sulla scorta dei frr 45 e 107 che pure indicano nel λόγος unaproprietagrave della ψυχή la coerenza del fr 115 con il resto del corpus risulta suf-ficiente a concedergli perlomeno il beneficio del dubbio

Contrariamente a quanto sostengono alcuni interpreti931 la concezioneeraclitea della ψυχή non egrave da mettere in relazione alle teorie riportate (e con-futate) da Aristotele secondo le quali lrsquoanima sarebbe un numero (ἀριθμός)automoventesi932 Tale associazione egrave suggerita evidentemente dal frainten-dimento di λόγος come ldquocriterio numericordquo ldquomisurardquo ldquorapportordquo933 etc lad-dove invece il numero non gioca alcun ruolo nel pensiero di Eraclito neacute tan-tomeno nella sua concezione della ψυχή

Anche in questo frammento λόγος significa ldquodiscorsordquo Come nei frr 45 e107 del λόγος si dice che esso appartiene alla ψυχή poicheacute ogni uomo ha unaψυχή il referente di λόγος egrave soggettivo e coincide con la capacitagrave di λέγειν pro-pria di ciascun individuo Dal confronto con il fr 45 risulta verosimile che i li-miti della ψυχή siano irreperibili percheacute inesistenti il λόγος abitando la ψυχήla rende infinita proprio percheacute ldquoaccresce se stessordquo Nellrsquoesame del fr 45 se-guendo la teoria di Nussbaum934 egrave stato sottolineato come la ψυχή conEraclito assurga al ruolo di organo della vita e della cognizione e come ilλόγος che la abita vada identificato con la funzione specifica di tale organo Egraveper questo che quando la ψυχή non adempie la sua funzione essa riceve laconnotazione linguistica di βάρβαρος ldquoche non parla comprende la lingua(greca)rdquo (cfr fr 107)935

Il frammento esprime la capacitagrave del discorso di accrescere se stesso(ἑαυτὸν αὔξων) Come per il fr 45 anche per il fr 115 Darcus egrave tra i pochissi-mi interpreti che intendono λόγος come ldquodiscorsordquo e spiega lrsquoaffermazione

931 Cfr ad esempio Marcovich 1978 p 390 (giagrave citato) Kahn 1979 p 237 nota 20932 Si consideri Arist de An 404b 30 [hellip] ἀποφηνάμενοι τὴν ψυχὴν ἀριθμὸν κινοῦνθrsquo ἑαυτόν

408b 32 ss πολὺ δὲ τῶν εἰρημένων ἀλογώτατον τὸ λέγειν ἀριθμὸν εἶναι τὴν ψυχὴν κινοῦνθrsquoἑαυτόν

933 Cfr cap 51 tabella pp 158 s934 Nussbaum 1972 I935 Cfr ivi p 10 a proposito del fr 107 ldquo[hellip] your senses will deceive you if you do not have

an accurate understanding of your own languagerdquo

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234 6 Il discorso come unitagrave articolata

nel senso di ldquoan unlimited capacity for speech [hellip] there seems no limit to[human] ability to learn new words and expressionsrdquo936

Per quanto riguarda lrsquointerpretazione del discorso come unitagrave articolata ilverbo αὐξάνειν indica che il λόγος non egrave inerte e passivo bensigrave dotato di unaforza intrinseca che ne determina lrsquoevoluzione La forza ed il dinamismo in-siti nel λόγος sono coerenti con la conversio (caratteristica 2) che contraddi-stingue lrsquounitagrave articolata percorsa da due forze o movimenti uguali e contra-ri Ma egrave soprattutto lrsquoautopoiesi (caratteristica 3) a trovare conferma per viadel pronome riflessivo ἑαυτόν

62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza

Argomento di questo capitolo egrave la teoria della conoscenza eraclitea ed in par-ticolare il ruolo che in essa compete al λόγος

Molti critici moderni937 sulla scia di Schleiermacher938 hanno riconosciu-to nel λόγος eracliteo il ldquorapportordquo (Verhaumlltnis) unificante che soggiace allacontraddittorietagrave e al divenire del mondo altri939 nel solco di Diels940 vi han-no scorto prevalentemente la ldquolegge del mondordquo (Weltgesetz) Allo stessotempo al λόγος egrave stato costantemente attribuito un ruolo fondamentale nellaconoscenza grazie ad esso il φιλόσοφος941 lrsquouomo amante della σοφίη puograve ve-nire a capo della pluralitagrave e perfino della contraddittorietagrave del mondo

Tuttavia la critica non sembra aver realmente appurato come il λόγος sor-tisca tale effetto conoscitivo A che titolo lrsquoanima che non capisce il ldquorappor-tordquo o la ldquolegge del mondordquo egrave da Eraclito definita ldquobarbarardquo (fr 107) E in chemodo in concreto gli uomini possono ldquoascoltarerdquo (frr 1 50) tale ldquorapportordquo oldquolegge del mondordquo avendovi continuamente a che fare (fr 72) Inoltre comepossono anche i dormienti ossia quanti non comprendono il ldquorapportordquo op-pure la ldquolegge del mondordquo collaborare attivamente (συνεργεῖν) allrsquounico

936 Darcus 1979 p 92937 Ad esempio Held 1970 pp 191 s Kurtz 1971 Kraus 1987 p 104 Hammer 1991 etc938 Schleiermacher 1807939 Ad esempio Capelle 1924 Busse 1926 ma anche Kirk 31970 (ldquoformula of thingsrdquo) Per

le traduzioni di λόγος si rinvia di nuovo alla tabella delle pp 158 s940 Diels 41922941 Heraclit fr 35 Egrave la prima attestazione della parola il cui significato non egrave ancora specia-

lizzato e va dunque inteso letteralmente

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62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 235

κόσμος (fr 75) Infatti se λόγος indica il ldquorapportordquo o la ldquolegge del mondordquosoggiacente al κόσμος allora collaborare al κόσμος equivale ad una collabora-zione con il suo λόγος e tuttavia non egrave affatto chiaro come si possa collaborarecon un rapporto o una legge a maggior ragione se questi non vengono com-presi In definitiva sembra che le modalitagrave della cognizione umana e i suoirapporti con il λόγος non siano ancora stati chiariti a sufficienza

Anche nel presente studio si ravvisa nel λόγος un ruolo conoscitivo fonda-mentale ma fermo restando che per Eraclito cosigrave come per i suoi predecesso-ri e contemporanei λόγος vale sostanzialmente ldquodiscorsordquo942

Intendendo λόγος come ldquodiscorsordquo trovano risposta anche le domandeprecedentemente poste la connotazione linguistica del fr 107 appare piena-mente giustificata altrettanto evidente egrave che tutti gli uomini ldquoascoltinordquo il di-scorso (frr 1 50) e che vi abbiano continuamente a che fare (fr 72) Inoltreanche chi come il dormiente non comprende il potenziale cognitivo del di-scorso nondimeno produce discorsi cooperando in tal modo al κόσμος (fr75) sebbene a sua insaputa

Correttamente Bartling riconosce che lrsquoesperienza del λόγος avviene neiseguenti modi a) con lrsquoascolto del λόγος943 b) con la produzione del λόγος944c) con la comprensione del λόγος come operazione di sintesi945

Ma la posizione piugrave convincente circa il valore conoscitivo del λόγος egraveespressa in un fondamentale articolo di Nussbaum946 Premesso che in quali-tagrave di ldquoconnected statementrdquo il λόγος rappresenta un modello analogo dellarealtagrave lrsquoautrice riconosce come se la maggior parte degli uomini non coglie lalatente (ἀφανής fr 54) unitagrave che soggiace ai distinti fenomenici egrave percheacuteldquomen are misled by their atomistic conception of language [hellip] so long as they re-main on the level of ἔπεα and fail to grasp the λόγος they are ἀξύνετοι not mak-ing connectionsrdquo947 In termini fisiologici per Nussbaum λόγος egrave la funzionecognitiva propria dellrsquoorgano ψυχή948 funzione per mezzo della quale egrave possi-

942 Sul valore conoscitivo del λόγος e piugrave in generale dellrsquoattivitagrave linguistica cfr ad esempioParm fr 75 Emp frr 310ndash11 43 1726

943 Cfr Bartling 1985 pp 31ndash42944 Ivi pp 42ndash45945 Ivi pp 45ndash52946 Nussbaum 1972 I947 Ivi p 11 (corsivo mio) Questo egrave anche il fondamentale errore conoscitivo attribuito agli

uomini da Parmenide essi credono agli ὀνόματα che impediscono di riconoscere lrsquounitagravelatente dellrsquoἐόν

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236 6 Il discorso come unitagrave articolata

bile comprendere la realtagrave Egrave a partire da queste idee che il presente capitoloprende le mosse

Per occuparsi della teoria della conoscenza eraclitea occorre in primo luo-go chiarire il valore dellrsquoempiria Come dimostra il gran numero dei fram-menti che ne parlano essa egrave per Eraclito necessaria e tuttavia non sufficientea comprendere il mondo in profonditagrave949

Circa lrsquoesperienza sensibile Eraclito distingue fra quella rivelatrice ed utileda una parte e quella fallace e scevra di autentica conoscenza dallrsquoaltraLrsquoesperienza utile rivela lrsquounitagrave latente dei distinti fenomenici producendoσοφίη quella fallace invece si limita a percepire i distinti nella loro determi-natezza conducendo solo alla πολυμαθίη Al primo tipo di ἐμπειρία si riferi-scono i frr 35 (ldquocrsquoegrave bisogno infatti che gli uomini amanti della σοφίη[φιλοσόφους] siano avveduti osservatori [ἵστορας] di moltissime cose [μάλαπολλῶν]rdquo)950 e 55 (ldquoquante sono le cose di cui crsquoegrave vista udito apprendimento[ὄψις ἀκοὴ μάθησις] queste io preferiscordquo)951

Il discrimen tra lrsquoesperienza proficua e quella sterile egrave tracciato chiaramen-te nel fr 107 (ldquocattivi testimoni sono per gli uomini occhi ed orecchie[ὀφθαλμοὶ καὶ ὦτα] se hanno anima barbara [βαρβάρους ψυχάς])rdquo ed egrave sancitodallrsquoanima solo con una ψυχή non barbara ossia una ψυχή che intenda il

948 Cfr cap 61 analisi dei frr 45 (pp 202 ss) e 115 (pp 232 ss) Contra Verdenius 1947 p276 ldquoHowever [hellip] there is no evidence for λόγος as a mental faculty a meaning whichdoes not seem to make its appearance before Democritusrdquo

949 Cfr Colli 1980 vol III pp 176ndash177 e poi piugrave diffusamente ivi pp 181 ss idem 1988pp 194 ss Sul valore dellrsquoesperienza sensibile per Eraclito si sofferma anche Schirren1998 pp 161 ss

950 Ma se egrave vero che Pitagora fu il primo a definirsi φιλόσοφος (cfr D L I12) allora questoframmento potrebbe rappresentare piuttosto una polemica di Eraclito contro di lui e la suaπολυμαθίη analogamente a quanto avviene nei frr 40 e 129

951 Per ciascuno di questi due frammenti egrave stata avanzata unrsquoipotesi di lettura alternativa chetuttavia non persuade Nel fr 35 si puograve intendere come soggetto φιλοσόφους ἄνδρας comefa la maggioranza dei traduttori o piuttosto ἵστορας (Cozzo 2006 p 203 nota 70 ricordacome Bollack e Lallot si pronuncino in favore di questrsquoultima lettura) Il fr 55 puograve essereinteso in due modi opposti a seconda del valore del genitivo plurale ὅσων ovvero allacostruzione del verbo προτιμέω I due esiti saranno a) ldquoquelle cose di cui crsquoegrave vista uditoapprendimento queste io prediligordquo (dove προτιμέω egrave costruito solo con lrsquoaccusativoταῦτα) b) ldquoio prediligo quelle cose (es le cose invisibili non udibili non apprendibili) aquelle di cui crsquoegrave vista udito apprendimentordquo dove προτιμέω egrave costruito con accusativoταῦτα e genitivo ὅσων secondo la costruzione προτιμέω τί τινος ldquopreferire qcs a qcs altrordquoPer la seconda traduzione che egrave indubbiamente piugrave rara cfr Diano-Serra 41993 p 158

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λόγος e capace dellrsquoazione del λέγειν (ldquoraccogliere insiemerdquo) egrave possibile com-prendere lrsquounitagrave di fenomeni apparentemente irrelati o addirittura oppo-sti952 Lrsquounitagrave del reale e quella del discorso si rispecchiano a vicenda comesanciscono i frr 50 (ldquodato ascolto non a me ma al discorso [λόγος] egrave saggiodire lo stesso che tutte le cose sono unardquo) e 114 (ldquoPer fare un discorso[λέγοντας] con senso occorre valersi del consenso di tutte le cose [hellip]rdquo) Quan-do invece lrsquoanima non intende il λόγος lrsquoesperienza egrave del tipo deteriore comequella illustrata nei frr 1 (ldquo[hellip] gli uomini ne sono allrsquooscuro sia prima diascoltare [il λόγος] sia dopo aver ascoltato [καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαι καὶἀκούσαντες τὸ πρῶτον] infatti sebbene tutte le cose accadano secondo que-sto discorso [λόγος] essi assomigliano ad inesperti [ἀπείροισιν] anche laddoveesperiscono [πειρώμενοι] sia detti sia fatti di tal sorta [hellip]) e 34 (ldquoavendo ascol-tato [ἀκούσαντες] senza comprendere assomigliano a sordi [κωφοῖσιν][hellip]rdquo)953 Lrsquoopposizione polemica tra i molti stolti e i pochi sapienti fra iπολλοί che sono ldquodormientirdquo e la minoranza degli ldquosveglirdquo indica chiaramenteche secondo Eraclito la maggior parte degli uomini possiede unrsquoanima bar-bara Egrave questa prevalenza numerica a determinare lrsquoinsistenza sullrsquoaspetto ne-gativo dellrsquoesperienza spesso per i πολλοί essa non egrave foriera di conoscenza e siconcentra sulla molteplicitagrave piuttosto che sullrsquounitagrave del reale mentre solo ra-ramente per pochi conduce alla σοφίη In questo senso sono da intendere imoniti a diffidare dellrsquoesperienza sensibile come ad esempio i frr 54 (ldquoil col-legamento inevidente [ἀφανής] egrave piugrave forte954 di quello evidente [φανερῆς]rdquo) e56 (ldquosrsquoingannano gli uomini di fronte alla conoscenza delle cose apparenti[τῶν φανερῶν] [hellip]rdquo)

Nella cultura greca arcaica la critica al vano sapere di molte cose a cui egravesenzrsquoaltro preferibile la conoscenza autentica di unrsquounica cosa egrave proverbia-le955 probabilmente Eraclito si richiama dunque ad un ben noto assunto chetuttavia alla luce delle sue affermazioni acquisisce nuova efficacia Lrsquoerrore

952 Per questa interpretazione del fr 107 cfr Nussbaum 1972 I pp 9ndash13 Per un quadro circale interpretazioni dellrsquoaggettivo βάρβαρος cfr Marcovich 1978 p 32 e letteratura ivicitata In particolare egrave diffusa lrsquointerpretazione metaforica per cui ldquodie Seele die Sprachein der die Sinne ihre Zeugen-Aussagen machen nicht verstehtrdquo (Snell 1955 p 194) inquesto caso si scorge dunque unrsquoallusione ad un metaforico ldquolinguaggio dei sensirdquo inveceche al linguaggio verbale vero e proprio

953 I frr 1 34 e 108 sottolineano la rilevanza della sfera uditiva Bartling 1985 pp 42 ss riva-luta in questo senso anche il fr 19

954 ldquoPiugrave forterdquo egrave traduzione letterale ma anche ldquomigliorerdquo sulla scorta di unrsquoaccezione fre-quente di questo comparativo egrave accettabile (cfr Diano-Serra 41993 p 137)

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238 6 Il discorso come unitagrave articolata

diffuso della conoscenza umana consiste nel percepire i distinti e gli oppostifenomenici nella loro separatezza e non come reciprocamente collegati lrsquouo-mo si limita a vedere i ldquonon interirdquo il ldquodivergenterdquo ed il ldquodissonanterdquo (fr 10)ossia il diramarsi dellrsquounitagrave nella molteplicitagrave ma gli restano celati i ldquocollega-mentirdquo ovvero lrsquoἁρμονίη tra le cose956 Poicheacute coincide con lrsquounitagrave degli oppo-sti fenomenici (fr 67) egrave la divinitagrave eraclitea a detenere realmente la sapienza(cfr fr 102) non lrsquouomo questi in genere non possiede ldquointelligenzardquo (νόονfr 40) neacute ldquofacoltagrave conoscitiverdquo (γνώμας fr 78) Pertanto le conoscenze accet-tate dalla communis opinio957 sono in realtagrave inattendibili In effetti nella teo-ria della conoscenza eraclitea alla pars destruens ossia al discredito di formedella conoscenza ritenute fallaci spetta un ruolo di primo piano958 come pro-va lrsquoaspra critica contro i piugrave celebrati falsi sapienti del passato sia remoto cherecente Omero Esiodo Archiloco Ecateo Senofane Pitagora959 Essi pro-prio come la maggioranza degli uomini non sono in grado di seguire il λόγοςcome ciograve che egrave ξυνός mentre ldquo[hellip] vivono come se avessero unrsquointelligenza in-dividualerdquo (fr 2) e ldquonon comprendono (ξυνιᾶσιν) come quanto diverge con-corda con se stesso [hellip]rdquo (fr 51)

Consideriamo a questo punto le parole che in Eraclito esprimono una co-noscenza autentica960 In questrsquoarea semantica sono compresi ξυνίημι νόος eσοφίησοφός

Innanzitutto a confermare la concezione unificante della conoscenza egrave ilverbo ξυνίημι alla lettera ldquomandare insiemerdquo che esprime nella sua stessamorfologia lrsquoazione sintetica del conoscere961 Da questo verbo deriva lrsquoagget-tivo ἀξύνετος nei frr 1 e 34 gli ἀξύνετοι sono tali percheacute non sanno ascoltare(ἀκούειν) correttamente ossia istituendo collegamenti962 allo stesso modo

955 Si consideri a tal proposito il proverbio πόλλrsquo οἶδrsquo ἀλώπηξ ἀλλrsquo ἐχῖνος ἓν μέγα (Archil fr201 W Margites fr 5 (Gostoli) cfr Leutsch-Schneidewin 1965 vol I p 147 [7] ed ilcommento di Gostoli 2007 p 77) Paragonabile egrave lrsquoaffermazione di A fr 390 (Nauck) ὁχρήσιμrsquo εἰδώς οὐχ ὁ πόλλrsquo εἰδὼς σοφός

956 Cfr Hammer 1991 pp 169 s957 Cfr frr 28 47 e forse anche 74958 Cfr Held 1970 pp 168 ss959 Cfr frr 40 42 56 57 (dove il riferimento egrave verosimilmente ad Hes Th 124 e 746 ss) 81

105 106 129 Lrsquounico sapiente a cui egrave accordata fiducia egrave Biante cfr cap 61 analisi del fr39 (pp 200 ss)

960 Cfr Schirren 1998 pp 166ndash171961 Secondo D L II 22 il verbo egrave adoperato anche da Socrate nel suo giudizio circa lrsquoopera

dellrsquoEfesio [hellip] ἃ μὲν συνῆκα γενναῖαmiddot οἶμαι δὲ καὶ ἃ μὴ συνῆκα [hellip]

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nel fr 51 il fallimento dello ξυνιέναι coincide con il mancato riconoscimentodel συμφέρειν (o dellrsquoὁμολογεῖν a seconda della lectio accolta) di ciograve che appa-rentemente differisce Si puograve inoltre osservare che come λέγειν ancheξυνιέναι indica unrsquoazione non aspettualmente puntuale o con risultato imme-diato963 bensigrave un processo avente una sua durata nel tempo ciograve egrave coerentecon la concezione della conoscenza come operazione di sintesi piuttosto chead esempio come intuizione improvvisa

La facoltagrave della conoscenza egrave chiamata νόος964 Nel fr 114 (ξὺν νόωιλέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων [hellip]) lrsquoidea di unificazione che gliegrave propria egrave sottolineata dal gioco di parole paronomastico ξὺν νόωι τῶι ξυνῶιdove il νόος risulta essere la facoltagrave che va messa in azione nel ldquofare discorsirdquoovvero nel ldquomettere insiemerdquo (λέγοντας) Il fr 40 pone il νόος in antitesi allaπολυμαθίη che come si vedragrave a breve indica una conoscenza qualitativamen-te deteriore percheacute non risolve la contraddittorietagrave del mondo in unitagrave dalche si deduce che il νόος invece ne egrave capace Si puograve osservare che come ilλόγος anche il νόος della risemantizzazione eraclitea e parmenidea965 assolvead una funzione conoscitiva sintetica pertanto secondo quanto rilevato daSnell966 λόγος λέγειν intesi da Eraclito ancora come esperienze eminente-mente uditive e νόος νοεῖν che riconducono invece al campo esperienzialevisivo sortiscono un analogo tipo di conoscenza Non egrave da escludere che il ri-corso ad entrambi i domini sensoriali quello uditivo e quello visivo sia sugge-rito ad Eraclito dalla situazione comunicativa aurale

962 Cosigrave intende ἀξύνετοι Nussbaum 1972 I p 11963 Come invece γιγνώσκειν cfr Snell 1991 pp 30 ss964 Accettabile egrave la proposta di Fattal 2005 p 65 circa la ldquosinonimiardquo in Eraclito tra νόος

νοεῖν ed il verbo φρονεῖν ldquoΝοέω e φρονέω νόος e φρόνησις sono sinonimi come risulta dalfr 104 dove νόος e φρήν sono usati per designare la medesima realtagrave lsquoMa qual egrave la lorointelligenza (νόος) il loro pensiero (φρήν)rsquo Drsquoaltra parte il φρονέειν del fr 113 dice piugrave omeno la stessa cosa del νόος del fr 114 lsquoLrsquointelligenza (τὸ φρονέειν) egrave comune a tuttirsquo (fr113) e lsquoQuelli che parlano con intelligenza (νόωι) si basano su ciograve che egrave comune a tuttirsquo (fr114) Φρονέω e νόος sono in stretto rapporto con ciograve che egrave comune (ξυνός) a tutti (πάντα)e designano la stessa cosardquo Tale sinonimia non riguarda invece il verbo γιγνώσκειν (ovveroγινώσκειν) che in nessuna delle sue occorrenze (frr 5 17 28 57 86 97 108 116) sembraindicare la conoscenza unificante del tipo qui esaminato neacute il verbo εἰδέναι (frr 23 57 80104) Entrambi infatti possono indicare indifferentemente sia la conoscenza fallace siaquella veritiera Contra Schirren 1998 p 167 Pressocheacute sinonimico egrave lrsquouso omerico cfrHom Od XVI 136 XVII 193 e 281 γινώσκω φρονέω τά γε δὴ νοέοντι κελεύεις

965 Cfr cap 12 sv pp 13 ss

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La caratterizzazione della conoscenza piugrave frequente in Eraclito egrave quellaespressa dal gruppo σοφίη σοφός Nel cap 12 sv (pp 19 s) si egrave giagrave osservatoche le due voci occorrono con costanza insieme a λόγος λέγειν come accadenei frr 32 50 108 112 A questi va aggiunto il fr 118 secondo il quale a de-terminate condizioni la ψυχή egrave dotata di somma σοφίη (σοφωτάτη) infatti ifrr 45 e 115 sostengono che la ψυχή egrave sede del λόγος ed il fr 107 lascia inten-dere che le ψυχαί in grado di comprendere sono appunto quelle che padro-neggiano il λόγος Per Eraclito la σοφίη consiste nel comprendere la latenteunitagrave dei distinti collegando i dati sensibili apparentemente irrelati in basead un criterio unificante967 Pertanto essa egrave una ed onnicomprensiva (ἓν τὸσοφόν cfr frr 32 41) opposta alla πολυμαθίη ldquonozione-di-molte-coserdquo econsiste nel ldquo[hellip] comprendere lrsquointelligenza [γνώμη] che governa tutte lecose attraverso tutte [πάντα διὰ πάντων]rdquo (fr 41)

Il fallimento a livello conoscitivo del ldquoraccogliere insiemerdquo e dunque lanetta antitesi alla σοφίη egrave rappresentato dalla πολυμαθίη (frr 40 129) In que-sto nome composto la qualitagrave deteriore della conoscenza egrave espressa indub-biamente dallrsquoaggettivo πολύς che si oppone allrsquounitagrave della σοφίη ma forseanche dalla radice del verbo μανθάνειν che in Omero968 tende ad indicare laconoscenza come messa in atto irriflessiva e quasi automatica di quanto egravetramandato o delle abitudini comuni969 Ad ogni modo la differenza sostan-ziale tra σοφίη e πολυμαθίη egrave che la prima riconosce lrsquounitagrave celata nella molte-plicitagrave mentre la seconda non sa farlo Intendendo lrsquoopposizione lsquoσοφίη vsπολυμαθίηrsquo come una traduzione sul piano cognitivo dellrsquoopposizione eracli-tea di lsquounitagrave vs molteplicitagraversquo si dissolve la contraddizione che alcuni studiosihanno scorto tra il fr 35 (χρὴ γὰρ εὖ μάλα πολλῶν ἵστορας φιλοσόφους ἄνδραςεἶναι) ed il fr 40 (πολυμαθίη νόον ἔχειν οὐ διδάσκει [hellip])970 a rendere positiva la

966 Snell 1991 p 45 ldquoEraclito [hellip] incrocia (come dimostra proprio questo frammento [il40] ma vedi anche frr 17 104 114) la concezione del logos che si ode e comprende conquella del noos della lsquovisionersquo (lsquoEinsichtrsquo) che appartiene piuttosto al vedere e al ricono-scererdquo Cfr anche Houmllscher 1968 p 139 che a proposito dello stile oracolare di Eraclitoafferma ldquonon solo il visibile ma anche lrsquoudibile diventa un simbolo la linguardquo citandocome esempio il frammento 48 in cui occorre ldquoscovare nel senso il controsensordquo

967 Sulla connotazione epistemologica ed etica dellrsquoopposizione eraclitea tra unorsquo e lsquomoltirsquo cfrStokes 1971 pp 87 ss

968 Cfr ad esempio Il VI 444 Od XVII 226969 Cfr Snell 1991 pp 47 ss La critica al tipo di conoscenza implicita in μανθάνειν sarebbe in

linea con il senso presunto del fr 74 secondo il quale non bisogna agire come ci viene tra-mandato dai genitori

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62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 241

conoscenza del fr 35 egrave in primis il fatto che essa viene condotta da φιλόσοφοιossia da amanti della σοφίη come sapere unificante mentre la conoscenza delfr 40 egrave giudicata negativamente percheacute si tratta di πολυμαθίη

A questo punto occorre affrontare la questione del ruolo del λόγος nellaconoscenza Sono opportune due osservazioni preliminari In primo luogopoicheacute il λόγος egrave lsquodiscorsorsquo si chiarisce il fondamentale ruolo conoscitivo dellaconoscenza sensibile in generale e uditiva in particolare971 In secondo luogopoicheacute il discorso egrave inteso come ldquoazione risultato del raccogliere insiemerdquo sicomprende il motivo della sua costante occorrenza entro contesti in cui siparla della conoscenza la Grundbedeutung di λέγειν egrave coerente con la conce-zione sintetica della σοφίη972

Essendo entrambi delle unitagrave articolate discorso e mondo per Eraclitosono simili nella struttura e nel funzionamento (cfr cap 53 pp 177 ss) egravequesta analogia a conferire al discorso il suo valore euristico e conoscitivo Aben vedere si tratta di un valore doppio da un lato in quanto modello analo-go della realtagrave il λόγος costituisce un importante oggetto della conoscenzagiaccheacute anchrsquoesso necessita di essere compreso dagli uomini al di lagrave delle appa-renze dallrsquoaltro in quanto funzione dellrsquoorgano cognitivo ψυχή (cfr frr 45107 e 115) il λόγος funge anche da strumento con cui pervenire alla cono-scenza ldquoascoltandordquo con attenzione il discorso (proprio ed altrui) il parlantedispone infatti di un ottimo terreno di osservazione per inferire il funziona-mento del mondo fisico In altre parole gli uomini possono comprendere ildiscorso solo attraverso il discorso e tuttavia in questo processo cognitivonon vi egrave nulla di meramente autoreferenziale (circulus vitiosus) infatti ilλόγος costituisce unrsquoefficace chiave interpretativa del mondo fenomenicouna volta che si sia compresa la sua natura articolata

970 La percezione della contraddizione ha indotto alcuni interpreti ad ipotizzare la non auten-ticitagrave del fr 35 Altri lrsquohanno spiegata in base a diverse sfumature di significato dei verbiἱστορεῖν (fr 35 ἵστορας) e μανθάνειν (fr 40 πολυμαθίη) ἱστορεῖν insisterebbe maggior-mente sullrsquoattivitagrave del soggetto conoscente sulla sua ricerca del sapere mentre μανθάνεινindicherebbe come si egrave giagrave osservato una forma di acquisizione del sapere tendenzial-mente passiva o ricettiva dunque lrsquoopposizione dei due frammenti sarebbe giocatasullrsquoattivitagrave (fr 35) giudicata positivamente da Eraclito o al contrario sulla passivitagrave (fr40) dellrsquoacquisizione della conoscenza bocciata dal sapiente (per un ragguaglio sulla que-stione cfr Verdenius 1947 pp 280 s)

971 Questo egrave lrsquoapproccio interpretativo di Schirren 1998 pp 156 s972 Cfr Heidegger 2000 pp 219 ss

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242 6 Il discorso come unitagrave articolata

A fronte di queste posizioni egrave lecito chiedersi quale ruolo conoscitivocompeta allo specifico λόγος che Eraclito depositograve nel tempio dellrsquoArtemisionallrsquoinizio del V sec a C

Nel cap 61 contestualmente allrsquoanalisi dei frr 2 39 e 50 (rispettivamentep 191 p 201 p 206) egrave stato osservato che in Eraclito egrave possibile distingueredue tipi di referenti per λόγος i discorsi lsquosoggettivirsquo ossia discorsi determinatie particolari (frr 39 87 e 108) ed il discorso lsquointersoggettivorsquo ossia quello ingenerale o il linguaggio973 Lo scritto eracliteo rappresenta indubbiamenteuna determinata attuazione del linguaggio (in termini saussuriani si puograve af-fermare che esso coincide con un atto di parole non con la langue) Tuttaviaquesto specifico discorso intende mettere in evidenza proprio il funziona-mento del linguaggio in generale e in virtugrave dellrsquoanalogia tra linguaggio e mon-do anche quello della realtagrave fenomenica

In linea di massima qualunque λόγος in quanto ldquoazione risultato delλέγεινrdquo presenta una struttura ed un funzionamento in qualche misura similia quelli del mondo fisico e puograve pertanto risultare utile (se adeguatamente re-cepito) alla comprensione della realtagrave come unitagrave articolata Questa costanteesperienza di ἔπεα καὶ ἔργα (fr 1) non egrave tuttavia sufficiente per i πολλοί i qualirestano nellrsquoincoscienza (cfr fr 72) A differenza di altri discorsi974 quelloeracliteo ha intenzioni didattiche e si pone come obiettivo precipuo la rap-presentazione del modello articolatorio comun denominatore di linguaggioe mondo Il σοφός e φιλόσοφος Eraclito da esperto artigiano della parola nelcomporre il proprio discorso intende rappresentare in modo direttamenteesperibile la struttura articolata del linguaggio e della realtagrave il suo farsi moltipur restando uno offrendone per cosigrave dire una μίμησις975 Tale obiettivo egraveraggiunto grazie allrsquoimprescindibile sodalizio tra ldquoformardquo e ldquocontenutordquo delλόγος eracliteo

Il messaggio di Eraclito sta tutto nella forma in cui ci egrave offerto ossia nellapregiata trama di collegamenti fonici ritmici e tematici che percorre il discor-so In primo luogo la dottrina dellrsquointimo collegamento dei distinti ossia il

973 Egrave stato anche sottolineato che la diversitagrave dei referenti (ldquoun certo xrdquo in particolare o piut-tosto ldquoxrdquo in generale) non compromette lrsquounitagrave del significato di λόγος

974 Si pensi ad esempio a quelli a cui il sapiente si riferisce nel fr 108975 Kirk 31970 p 55 parla di μίμησις καὶ μέθεξις Cfr Hammer 1991 p 189 ldquoDer lsquoobjektiversquo

λόγος also der λόγος der Welt und Heraklits λόγος (Darlegung) sind zwei lsquoAspektersquo ein undderselben Sacherdquo (ma lo studioso intende il λόγος ldquooggettivordquo non come ldquodiscorsordquo bensigravecome ldquorapportordquo Verhaumlltnis unificante gli opposti)

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62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 243

piano del contenuto egrave veicolata sul piano della forma dagli espedienti lin-guistici considerati nella prima parte del lavoro le reti di significazione i gio-chi di parole e la polivalenza sintattica Tali espedienti sono tutti finalizzatialla contestualizzazione diversificata delle parole-chiave ossia a stabilire tradi loro coerenze eterogenee976 le reti di significazione traducono in atto ilprincipio di risonanza rimandando continuamente immagini ad altre imma-gini e sollecitando alla loro contestualizzazione reciproca (cap 21) i giochidi parole stabiliscono collegamenti tra immagini apparentemente irrelate(cap 22) la polivalenza sintattica invita il lettore-ascoltatore a diventare an-che interprete componendo e scomponendo i raggruppamenti sintattici esintagmatici secondo una nuova flessibilitagrave (cap 23) Queste strategie dicontestualizzazione fungono da tracce (tracce acustiche tracce grafiche trac-ce etimologiche o paretimologiche tracce sintattiche etc) a partire dallequali individuare ed esperire i collegamenti latenti e dunque lrsquounitagrave degliὀνόματα nel λόγος che corrisponde a quella dei πάντα nellrsquoἕν

Nellrsquoottica dellrsquoosmosi tra forma e contenuto vanno riconsiderate anche leintuizioni di Kahn977 circa ldquodensitagraverdquo e ldquorisonanzardquo Da un canto Eraclitoesprime con un solo significante una molteplicitagrave di contenuti egrave questo ilcaso delle parole dense che hanno plurime accezioni a seconda dei contestidrsquouso e delle proposizioni contrassegnate da polivalenza sintattica (la linguis-tic density di Kahn) Dallrsquoaltro al contrario il sapiente ricorre ad una molte-plicitagrave di significanti per esprimere un unico contenuto ciograve si verifica adesempio nelle reti di significazione costituite da immagini che riecheggian-dosi lrsquoun lrsquoaltra veicolano un unico senso Per lrsquointerprete la compresenza didensitagrave e risonanza si traduce in un movimento ermeneutico doppio diestensione e contrazione da una parte dove vi egrave densitagrave (parola densa o sin-tassi polivalente) allrsquointerno di un unico segno si schiude un orizzonte se-mantico piugrave vasto cosigrave che lrsquointerpretazione procede dallrsquouno al molteplicedallrsquoaltra per via della risonanza lo stesso contenuto egrave reso in un caleidosco-pio di forme diverse per cui lrsquointerpretazione deve risalire dal molteplice finoallrsquounitagrave

Questo duplice movimento ermeneutico rivolto nelle due direzioni ἐκπάντων ἓν καὶ ἐξ ἑνὸς πάντα (fr 10) riproduce il moto della conversio essodunque fornisce al lettore-ascoltatore attento e partecipante unrsquoesperienza

976 Sulla loro funzione contestualizzante cfr cap 32 p 73977 Kahn 1979 pp 91 s

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244 6 Il discorso come unitagrave articolata

diretta dellrsquounitagrave articolata In particolare numerosi casi di polivalenza sin-tattica rappresentano dei ldquopunti di articolazionerdquo del discorso eracliteo checonferiscono dinamismo allrsquounitagrave del λόγος attraverso la sua ripartizione incoerenze variabili Infatti le parole o i sintagmi mediani cioegrave interpretabili siainsieme a ciograve che precede sia insieme a ciograve che segue problematizzando la let-tura e la comprensione del testo rivelano diverse possibilitagrave di raggruppare lecomponenti del discorso A titolo di esempio si puograve ricordare il noto casodellrsquoincipit τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι [hellip] grazie alla sua posizioneambigua tra le due proposizioni lrsquoavverbio ἀεί assume funzione di cernierapercheacute divide e al tempo stesso unisce due membri costitutivi del λόγος Ciogravesottolinea la natura una e molteplice del discorso e chiama il lettore-ascolta-tore a dividere e unire disgiungere e congiungere abstrahere e cumtrahere

Non egrave da escludere che lrsquoimpianto stesso dello scritto eracliteo promuoves-se la ricerca di unrsquounitagrave forte ma latente Alcuni interpreti sono dellrsquoavvisoche lrsquoopera non doveva consistere in una prosa continua ma piuttosto in unaraccolta di γνῶμαι apparentemente indipendenti in realtagrave coerenti lrsquouna conlrsquoaltra978 Una formulazione piugrave cauta di questa ipotesi viene da Bremer ilquale paragona lo scritto eracliteo alle Odi di Pindaro per il comune ldquoprinci-pio di composizionerdquo che consiste in una coerenza interna tanto profondaquanto ardua da riconoscere Egrave appunto questa caratteristica a suggellare lacoalescenza tra ldquocontenutordquo e ldquoformardquo del λόγος eracliteo ldquo[hellip] dieses am Mo-dell der Sprache entwickelte universale Darstellungsprinzip gilt nicht zuletztfuumlr die sprachliche Darstellung selbst Daszlig lsquodas Ganze eine Einheit istrsquo (B50)ist nicht nur die inhaltliche sondern zugleich die formale Bestimmung des Lo-gos So scheint Heraklits Werk als Selbstdarstellung des Logos Jeder einzelneSatz ist als Verbindung von Verschiedenem ein lsquoGanzesrsquo und lsquoNichtganzesrsquoEr ist im Miteinander und Gegeneinander der Rhythmen und Klaumlnge diesprachliche Gestalt der Einheit in der Vielheitrdquo979 La fondamentale ma ine-

978 Cosigrave Havelock 1973 p 268 nota 7 e p 319 nota 38 Kirk 31970 pp 7 s Cfr Hussey1982 p 56 ldquoHeraclitus wishes to use the language to lsquoshow how [each thing] isrsquo (B1) Forthis reason language properly used is cryptic to the uninitiated just a sense-experience is[hellip] The interpreting consists in the finding of a meaning which casts a unifying light andenables the different parts to be understood as parts of a structure [hellip] To understand is lit-erally to lsquoassemblersquo the parts For this reason it seems likely that Heraclitusrsquo own work wasmeant to be read as a whole though the individual sayings were clearly almost completelydisjoint from one anotherrdquo

979 Bremer 1996 p 84 (corsivo mio)

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62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 245

vidente coesione sottesa al discorso di Eraclito egrave dunque il mezzo espressivoprecipuo per il fulcro del suo insegnamento ossia lrsquoarmonia (il collegamento)dei distinti fenomenici e rende lrsquoopera stessa un modello esemplare di unitagravearticolata

Se per i fruitori di una cultura letteraria abituati ad una netta demarcazio-ne tra mezzi espressivi e contenuti espressi la loro compenetrazione puograve ve-nire intesa come un raffinato artificio stilistico in grado di far convergere duesfere separate per le culture oro-aurali (e dunque anche per Eraclito e per ilsuo pubblico) forma linguistica e contenuto si compenetrano reciprocamen-te e in una certa misura coincidono Quando il bardo celta Taliesin (VI sec)celebra lrsquounitagrave profonda che soggiace al mondo egli ricorre ad una fitta tramadi risonanze e di richiami metrici e fonici980 Lrsquointreccio tra lrsquoespressione lin-guistica ed il suo contenuto egrave per le civiltagrave della parola cantata un fatto di na-tura piugrave che di artificio negli enunciati poetici profetici e sapienziali il suo-no stesso della voce egrave il principale portatore di significato Rigorosamenteparlando dunque la distinzione stessa tra un ldquopiano della formardquo ed un ldquopia-no del contenutordquo entro il discorso eracliteo egrave snaturante percheacute fa a pezziquanto per lrsquoartigiano della parola egrave fuso insieme Tale distinzione egrave utileesclusivamente allrsquointerprete che con acribia filologica desideri individuareed analizzare le componenti di una coalescenza

Per il pubblico dellrsquoinizio del V sec a C lo scritto di Eraclito vuole funge-re da efficace strumento per la conquista di una conoscenza che riconoscasulla scorta del modello del discorso lrsquounitagrave latente dei distinti fenomeniciLa concreta esperienza sia uditiva che visiva del λόγος egrave il punto di partenzaineliminabile per tale conoscenza ragione per cui chi si accosti allrsquooperaeraclitea deve essere oggi come allora lettore ad alta voce981 Dopo aver fattoda ldquoaccorti osservatori di moltissime coserdquo (fr 35) esperienza del λόγος i let-tori-ascoltatori sono chiamati ad un ruolo attivo quello di sintetizzare allaluce di un principio unificante impressioni e dati emergenti da un complessodi formulazioni apparentemente sconnesse In questo senso lo scritto diEraclito non si configura come insegnamento puramente teorico e descritti-vo circa lrsquounitagrave dei distinti ma piuttosto come il mezzo di un apprendimento

980 Lengyel 1976 p 205 commenta come segue la poesia Le Kat Godeu attribuita appuntoa Taliesin ldquoCon questo [hellip] sistema poetico si voleva portare alla coscienza il legamelrsquointerdipendenza di tutte le cose nel senso piugrave ampio della parola La metrica doveva cor-rispondere al contenuto della poesia e trasmettere qualcosa dellrsquoinevitabile sorte comunedi tutti i fenomenirdquo

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246 6 Il discorso come unitagrave articolata

vivo partecipante e sinestetico982 Per ricorrere ad una metafora il λόγοςeracliteo egrave uno specifico ldquoginnasiordquo ossia un luogo deputato alla pratica eallrsquoesercizio del λέγειν di questo allenamento si giova lrsquoorgano della ψυχή ed ilλόγος egrave la funzione che ne risulta sviluppata

Riepilogando si puograve affermare che per Eraclito un unico processo dellaconoscenza soggiace alla comprensione di tre oggetti analoghi per struttura efunzionamento lo scritto eracliteo il linguaggio e la realtagrave Tale processoprende le mosse dallrsquoesperienza che egrave necessaria ma non sufficiente Ai sensisi offre unrsquoirrelata pluralitagrave di distinti tra i quali prima facie non si scorge re-lazione di continuitagrave egrave necessario dunque un apporto ermeneutico che risol-va la multiformitagrave e contraddittorietagrave dei dati sensibili La modalitagrave erme-neutica indicata da Eraclito consiste nel cogliere i collegamenti tra i distintiovvero nellrsquooperazione del λέγειν come reductio ad unum Ciograve coincide con ilconseguimento della σοφίη sapienza unificante che permette di riconoscerela struttura dinamica del discorso e del mondo capaci di farsi molti pur re-stando uno

981 La decisa affermazione di questa necessitagrave rappresenta probabilmente il maggiore contri-buto di Deichgraumlber 1962 agli studi non solo su Eraclito ma sulla letteratura greca arcaicain generale Quanto al problema storico della lettura ad alta voce lrsquoabilitagrave e la diffusionedella lettura silenziosa non possono essere retrodatate a prima dellrsquoetagrave classica almeno suquesto dato la letteratura specialistica appare pressocheacute unanime Nondimeno in unrecente contributo sullrsquoargomento Roumlsler 2006 sostiene che lrsquoopera di Erodoto sarebbe laprima a forzare con la sua lunghezza i limiti imposti dalla lettura ad alta voce (ivi p 69)tendenza che appare poi consolidata con Tucidide ed il suo antioraler Stil (ivi p 71)

982 Circa la funzionalitagrave del medium scritto per lrsquoesercizio cognitivo ldquoattivordquo da parte del let-tore egrave utile ricordare le affermazioni di Roumlsler 1997 p 722 che profila le differenze psi-cologico-cognitive tra la ricezione orale (o ldquocomunicazione face to facerdquo cfr ivi p 721) equella scritta ldquo[hellip] lrsquoassenza dei vantaggi dellrsquoesecuzione orale potrebbe apparire una per-dita ma egrave proprio questrsquoassenza che funziona da impulso per qualcosa il cui spazio era statoridotto nella situazione face to face dellrsquoesecuzione orale il processo immaginativo Comeha mostrato W Iser nella sua analisi del processo di lettura il lsquovuoto costitutivorsquo della situa-zione testo-lettore [hellip] esige dal lettore unrsquoattivitagrave di adattamento tale vuoto vienelsquocostantemente occupato da proiezionirsquo e si realizza cosigrave in un gioco combinato di lsquoatti dicomprensionersquo e lsquosintesi passiversquo la costituzione del testo come prestazione creativa e per-ciograve individuale del lettore Al posto del soggetto che asseconda ndasho credendo o dubi-tandondash subentra il soggetto che crea che nel processo di lettura collabora attivamente allaproduzione dellrsquooperardquo

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Conclusioni della Parte II

Se la prima parte del lavoro ha considerato aspetti stilistici e formali del di-scorso di Eraclito allrsquoinsegna del compromesso tra oralitagrave e scrittura la secon-da interpreta seguendo lo stesso filo conduttore anche i suoi contenutisapienziali

Alla base della riflessione eraclitea sul linguaggio e sul mondo egrave possibileindividuare un modello portante che egrave stato definito lsquounitagrave articolatarsquoEssa egrave contraddistinta dalle seguenti caratteristiche 1) Unitagrave Alla moltepli-citagrave dei distinti fenomenici soggiace unrsquounitagrave inevidente che li comprendetutti 2) Conversio Allrsquointerno dellrsquounitagrave agiscono due forze di segno uguale econtrario una egrave la spinta centrifuga o divisoria che procede dallrsquouno ai moltilrsquoaltra egrave la spinta centripeta o coesiva che va dai molti allrsquouno Per effetto diquesto sistema di forze unitagrave e molteplicitagrave possono essere considerate inter-scambiabili 3) Autopoiesi Poicheacute le due forze uguali e contrarie della conver-sio sono immanenti allrsquounitagrave essa stessa egrave artefice della propria organizzazioneinterna in parti costituenti Con ciograve lrsquounitagrave evidenzia caratteristiche tipichedegli organismi viventi

Nel cap 41 egrave stato illustrato dapprima in generale il rapporto tra unitagrave emolteplicitagrave che egrave sotteso alla riflessione greca arcaica sulla natura poi in par-ticolare il rapporto tra ἕν e πάντα caratterizzante la visione cosmologica diEraclito Solo poche delle numerose occorrenze eraclitee di εἷς μία ἕν e di πᾶςπᾶσα πᾶν non si prestano (o si prestano poco agevolmente) ad essere inter-pretate in base al modello dellrsquounitagrave articolata Successivamente sono state in-dividuate due reti di significazione atte ad illustrare tale modello quella delleimmagini veicolanti lrsquoidea di coesione ed unitagrave (cap 42) e quella delle imma-gini veicolanti lrsquoidea di divisione e pluralitagrave (cap 43) In effetti lo stesso rap-

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248 Conclusioni della Parte II

porto vigente tra ἕν e πάντα lega anche il fuoco e gli aromi (fr 67) lrsquooro e lemerci (fr 90) la legge divina e le leggi umane (fr 114) etc Non solo parolecome πῦρ κόσμος θεός πόλεμος etc sono tutte semanticamente dense ovve-ro risemantizzate rispetto allrsquoorizzonte semantico tradizionale ma dalla lororisemantizzazione emergono anche rilevanti tratti in comune coincidentiappunto con le caratteristiche dellrsquounitagrave articolata (1 2 e 3) Queste ed altreimmagini dunque illustrano ed esemplificano il modello articolatorioLrsquoenucleazione di un determinato senso per mezzo di una pluralitagrave di signifi-canti reciprocamente solidali (cfr la ldquorisonanzardquo descritta da Kahn983) basatasulla variazione dellrsquoidentico e sul pensiero per immagini risulta coerente conle modalitagrave espressive diffuse presso le culture oro-aurali

Attribuire al discorso un ruolo cosmologico non rappresenta un nonsen-so I capitoli raggruppati sotto il n 5 (51 52 53) fungono da cerniera con-cettuale tra quelli del n 4 dedicati al cosmo e quelli del n 6 dedicati allinguaggio viene infatti considerato il nesso presente nel pensiero di Eraclitotra linguaggio e cosmo A questo scopo occorre innanzitutto comprendereattraverso un esame storico-linguistico che va da Omero fino allrsquoinizio del Vsec a C quale sia la semantica del nomen actionis et rei actae λόγος ovvero delverbo λέγειν allrsquoepoca dellrsquoEfesio (cap 51) Secondo lrsquoesito dellrsquoindagine finoad Eraclito incluso non si riscontrano occorrenze di λόγος con valori raziona-listici neacute matematici come quelli di ldquoragionerdquo ldquoproporzionerdquo ldquomisurardquo etcFondamentalmente nellrsquoarco di tempo considerato λόγος significa ldquoazione risultato del λέγεινrdquo ossia del ldquoraccogliere insiemerdquo e del ldquoraccontarerdquo dunqueldquoraccoltardquo e soprattutto ldquodiscorsordquo Questi dunque sono i significati storica-mente attribuibili ad Eraclito Al contrario commentatori e traduttori fini-scono per attribuire a λόγος significati anacronistici oltre che talvolta fra loroquasi irrelati A riservare le maggiori difficoltagrave interpretative sono i frammen-ti che istituiscono una relazione diretta tra λόγος e ψυχή da una parte (frr 45115) e tra λόγος e mondo fisico dallrsquoaltra (es frr 1 31) Ciograve egrave dovuto al fattoche in base al nostro comune sentire il discorso non gioca alcun ruolo rispet-tivamente cognitivo neacute cosmologico di conseguenza proprio in corrispon-denza di queste occorrenze vengono proposte le piugrave disparate (eproblematiche) traduzioni ed interpretazioni di λόγος Ma lrsquoattribuzione diruoli simili al discorso egrave davvero un nonsenso

983 Kahn 1979 pp 89 s

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Conclusioni della Parte II 249

Circa il ruolo cognitivo una risposta convincente egrave data da Nussbaum laquale ha mostrato come per Eraclito ψυχή sia lrsquoorgano della cognizione ecome λόγος rappresenti proprio in qualitagrave di connected discourse984 la sua spe-cifica funzione cognitiva Occorre pertanto concentrarsi sul ruolo cosmolo-gico assolto dal λόγος

Gli studi antropologici sono drsquoaiuto nel ricordare che le categorie di lsquosensorsquoe lsquononsensorsquo sono culturalmente relative Dal confronto interculturale sievince che nel pensiero informato dallrsquooralitagrave il linguaggio ricorre costante-mente come protagonista delle concezioni fisiche e specificamente cosmogo-niche e cosmologiche si pensi ad esempio ai numerosi miti della ldquoparola crea-tricerdquo che chiama ad essere il nominato (cap 52)

Con questo tuttavia non si egrave ancora toccata la specificitagrave della concezioneeraclitea del λόγος Qui il modello non egrave quello creazionista delle culturedellrsquooralitagrave primaria bensigrave egrave di tipo analogico-esplicativo Eraclito scorge unarispondenza tra discorso e mondo che si somigliano nella struttura e nel fun-zionamento in quanto entrambi unitagrave articolate (ἕν πάντα = λόγος ὀνόματαcfr cap 53) tale analogia fa del λόγος uno strumento euristico utile a capirela realtagrave La concezione del discorso come unitagrave articolata egrave imprescindibiledalla Grundbedeutung di λέγειν come ldquoraccogliere insiemerdquo giaccheacute il λόγος egraveinteso come composto da costituenti minori tra loro collegati gli ὀνόματα oἔπεα Una conferma a questa interpretazione viene dalla risemantizzazione diὄνομα usato da Eraclito non solo nel significato tradizionale di ldquonome pro-priordquo ma anche nellrsquoaccezione di ldquo(singola) parolardquo985 Bencheacute intesi daEraclito come parti del λόγος gli ὀνόματα serbano una funzione caratteristicadel nome proprio quella di individuare ciascun nominato nella sua determi-natezza e nel suo particolarismo986 egrave appunto questo a causare lrsquoimpressionedellrsquoincongruenza dei fenomeni Nel λόγος dunque si trovano ad agire le dueforze di segno uguale e contrario della conversio da un canto esso si segmentain una pluralitagrave di ὀνόματα dallrsquoaltro resta perograve coeso ed unitario Egrave la stessaπαλίντονος ἁρμονίη che caratterizza anche lrsquoarco e la lira (fr 51)

Nella sua concezione del λόγος come unitagrave articolata Eraclito si confermacome un sapiente aurale per il quale cioegrave egrave determinante lrsquoincontro tra il me-dium orale e quello scritto Infatti nella sua speculazione circa la natura vi-vente ed il cosmo per i quali viene assunta lrsquoinesperibile unitagrave di fenomeni ap-

984 Nussbaum 1972 I p 13985 Cfr cap 12 sv p 13986 Cfr E Hoffmann 1991 pp 58 s

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250 Conclusioni della Parte II

parentemente irrelati un ruolo centrale egrave attribuito al linguaggio ciograve egrave tipicodelle culture orali Al contempo la modificazione della percezione del lin-guaggio avallata dalla scrittura che oggettiva lrsquoenunciato sotto forma di ma-nufatto davanti agli occhi del lettore ne facilita lrsquoanalisi il discorso non egrave piugraveinteso in maniera olistica (ὅλον) come egrave intuitivo per il parlante non alfabe-tizzato bensigrave come una struttura composta analizzabile in costituenti se-mantici minori

Lrsquoesame delle occorrenze conferma la natura articolata del λόγος ed il suovalore euristico nella comprensione del mondo fenomenico Il cap 61 im-piega a fini ermeneutici i risultati della prima e della seconda parte della ricer-ca interpretando le occorrenze di λόγος λέγειν ὄνομα ed ὀνομάζεινprincipalmente in base a due linee-guida quella del significato unitario e nonspecialistico di λόγος come lsquodiscorsorsquo e quella del discorso come unitagrave artico-lata Infine nel cap 62 viene considerata la duplice funzione conoscitiva as-solta dal λόγος che per Eraclito non rappresenta soltanto lrsquooggetto ma anchelo strumento della conoscenza in qualitagrave di unitagrave articolata esso egrave visto infatticome un analogo del mondo fisico facilmente esperibile da ogni parlante Sededel λόγος egrave lrsquoorgano cognitivo della ψυχή (cfr frr 45 107 115) grazie alla suaazione sintetica (λέγειν) il λόγος conferisce ad essa la capacitagrave di assemblare ladifformitagrave contraddittoria dellrsquoesperienza sensibile per comprendere lrsquounitagravelatente delle cose

A fronte di questi argomenti occorre riconoscere allo scritto eracliteo quelmarcato intento didattico che invece gli viene spesso negato dalla critica Vei-colando il messaggio dellrsquoinvisibile coesione dei distinti attraverso un testofortemente asindetico composto di γνῶμαι apparentemente irrelate ma aben guardare percorso da una fitta trama di richiami fonici ritmici e temati-ci lrsquoartigiano della parola sprona continuamente il suo pubblico allrsquoeserciziodel comprendere come ldquofar andare insiemerdquo (ξυνιέναι) In questo modo eglipromuove i lettori-ascoltatori ad interpreti partecipanti e a discenti del pro-prio λόγος Invitando con il suo scritto ad unrsquoesperienza diretta del ldquoraccoglie-rerdquo (λέγειν) Eraclito indica la strada per il conseguimento della σοφίη

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Bibliografia

La traduzione dei brani di opere che nella presente bibliografia non compaiono in linguaitaliana egrave a cura dellrsquoautrice

AbbreviazioniOpere ed autori antichi vengono citati in base alle abbreviazioni usate nel Greek-EnglishLexicon di H G Liddell R Scott e H S Jones (LSJ) Per edizioni ed opere di consultazionesi egrave fatto ricorso alle seguenti sigle

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Buch Heraklitbook Seite 264 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

AAeschines (Aeschin)

in Ctesiphontem47 38

Aeschylus (A)Agamemnon (A)

8 s 11021 ss 11030 110281 ss 222293 110475 110496 ss 220497 110582 149588 ss 110818 110848 ss 71271 20

Choephori (Ch)515 151911 43

Eumenides (Eu)55 20433 113682 113

Persae (Pers)142 204255 9337 9338 ss 149391 9400 20753 214833 20849 20920 20

Prometheus Vinctus (Pr)231 s 150972 s 141

Septem contra Thebas (Th)397 20592 204650 226

Supplices (Supp)96 ss 76246 20407 204584 s 46

fr 390 238Aetius (Aet)

423 s 232

Index locorum

Buch Heraklitbook Seite 265 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

266 Index locorum

AlcmaeonB (fragmenta)

1 186Alcman (Alcm)

fr 2 17fr 162 s 17

Anacreon (Anacr)fr 57c 148

Anaxagoras (Anaxag)B (fragmenta)

1 882 88 894 93417 ss 90424 s 885 90614 ss 868 2081 s 889 9311 86 22512 225121 8613 90 22514 22516 9017 93

Anaximander (Anaximand)B (fragmenta)

1 87 120 132Anaximenes (Anaximen)

A (testimonia)5 917 91

Antiochus (Antioch Hist)fr 2 29 155

Apollonius Rhodius (A R)1496 89

Aratus (Arat)Phaenomena

91 ss 137

Archilochus (Archil)fr 2316 148fr 1932 8fr 201 238fr 211 17fr 213 8

Aristophanes (Ar)Ecclesiazusae (Ec)

563 205Equites (Eq)

533 1211119 s 67

Nubes (Nu)580 229

Plutus (Pl)34 205

Thesmophoriazusae (Th)1052 7

Aristoteles (Arist)de Anima (de An)

404b 29 232404b 30 233408b 32 ss 232 233

de Caelo (Cael)298b 29 ss 109

de Generatione et Corruptione (GC)315a 10 s 77

de Motu Animalium (MA)698a 8 ss 97702a 21 ss 97

de Mundo (Mu)392a 34 89

Metaphysica (Metaph)984a 7 109987b 3 s XVII1052a 15 ss 991052b 20 ss 1951056b 28 s 881069b 20 s 881078b 17 ss XVII1086b 2 ss XVII

Buch Heraklitbook Seite 266 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 267

Aristoteles (Arist) continuaPhysica (Ph)

185b 5 ss 99187a 12 ss 86 91187a 22 ss 91

Poetica (Po)1457b 5 ss 4

Politica (Pol)1305a 31 2261324b 7 38

Rhetorica (Rh)1407b 11 ss 29 47 49 80 190

199 227Γ 5 50

BBacchylides (B)

Dithyrambi (Dith)1547 148

Epinicia (Epinic)121 17

fr143 1726 17

Bias1 2024 20210 20211 202

CCallinus (Callin)

fr 13 s 7Chilon

19 38Clemens Alexandrinus (Clem Al)

Stromateis (Strom)5109 64

DDemetrius Phalereus (Demetr)

de Elocutione (Eloc)192 49

Demosthenes (D)21 (in Midiam)

207 3825 (in Aristogitonem)

145 38255 227

Diogenes Apolloniates (Diog Apoll)B (fragmenta)

1 29 1552 893 1355 86 88 128

Diogenes Laertius (D L)112 236222 47 238913 XIII XIV 47

EEmpedocles (Emp)

A (testimonia)602 7

B (fragmenta)26 9127 s 16310 s 149 23543 149 2356 778 9383 919 9311 9312 93171 ss 91ndash921716 s 921726 235201 ss 92217 s 9223 90265 s 9227 8828 88

Buch Heraklitbook Seite 267 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

268 Index locorum

Empedocles (Emp) continuaB (fragmenta)

29 88 92353 ss 9241 41 8071 9082 9296 92110 10 53

Epicharmus (Epich)B (fragmenta)

12 15Euripides (E)

Bacchae (Ba)523 7610 225

Orestes (Or)446 1491203 1491635 46

Phoenissae (Ph)985 38

Supplices (Supp)430 s 38

fr1221052 7484 89

Evangelium (Ev)Iohannes (Jo)

11 157 169HHecataeus Milesius (Hecat)

fr 1 29 155 186fr 3006 11

Heraclitus (Heraclit)A (testimonia)

11 2021a XI12 XIV15 6316 XIII17 31 203112 XI 47 223

116 XI3 XIV3b XIV

B (fragmenta)1 11 29 31 35 36 37 44 46

49ndash50 52 53 59 80102 103 150 151154 155ndash156 157158 166 180 186ndash190 190ndash192 194197 201 205 207209 214 216ndash217223 227ndash228 230231 234 235 237238 242 244 248

2 11 35 36 59 103 105 115118 124 133 154156 158 186 190ndash192 193 197 201206 207 211 215217 230 238 242

3 1955 XII 11 44 200 2397 103 105 115 2128 106 120 121ndash123 125 2169 3810 42 98 100 106 111 122

124ndash126 164 207ndash208 212 216 238243

11 103 126ndash127 22512 915 43 200 20616 127 22517 213 239 24018 20419 11 209 227 23722 38 6723 13 25 133 134 192ndash193

23924 11 30 6725 43 129 138 20526 111 122

Buch Heraklitbook Seite 268 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 269

Heraclitus (Heraclit) continuaB (fragmenta)

28 42 44 125 205 226 238239

29 67 98 100 101 21730 7 8 11 21 30 35 36 37 97

98 109 109ndash110113 115 115 116129 135 136 194195

31 7 111ndash113 114 119 125135ndash136 150 153158 161 165 166193ndash197 213 248

32 13 19 35 45 52 81 99 127172 194 197ndash200219 223 224 240

33 38 105 124 23234 XI 10 42 67 209 214 218

227 237 23835 234 236 240ndash241 24536 939 104 153 158 165 183 196

200ndash202 206 217218 242

40 11 15 36 81 104 224 230236 238 239 240240ndash241

41 19 35 63 81 86 100 101104 126ndash127 164224 225 240

42 104 23843 6744 38 124 23245 9 10 19 36 100 154 159

161 202ndash205 233ndash234 236 240 241248 250

47 67 23848 XI 13 25 44 172 192 205ndash

206 215 221 232

49 67 98 10049a 12650 11 19 35 42 59 98 100

104 127 154 156159 161 188 191197 206ndash211 212215 217 219 221222 223 224 227228 234 235 237240

51 44 106 120 121ndash123 125133 188 210 216238 239 249

52 7753 7 11 35 53 77 103 118ndash

119 12754 11 121 122 123 228 235

23755 23656 XI 18 45 100 104 205 237

23857 98 102 104 182 238 23958 759 102 182 21160 102 123 182 183 206 21162 50ndash51 20664 103 114 126ndash127 22565 110 11366 8 103 113ndash114 125 127

22567 7 12 26 36 77 103 109

113 114 115 116117 118 125 134164 198 211ndash213238 248

67a 9 19872 43 45 52 154 159 205 209

213ndash216 217 218234 235 242

73 188 216ndash218 23074 67 238 24075 21 115 116 217 228 23577 9

Buch Heraklitbook Seite 269 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

270 Index locorum

Heraclitus (Heraclit) continuaB (fragmenta)

78 11 127 133 164 197 221238

80 7 35 36 118 119ndash120 129133ndash134 135 187ndash188 239

81 19 104 23885 XI 9 6786 23987 100 153 159 196 201 206

218ndash219 223 24288 98 125 206 21789 21 35 101 105 115 116

191 21790 8 35 38 99 103 108 109

110ndash111 112 128129 248

91 106 18792 XI 11 190 220ndash22193 XI 46 190 219ndash22394 45 129 134ndash135 135 137

194 20595 6897 68 23998 8100 67 137ndash138101 203102 12 103ndash104 117 118 123

133ndash134 238103 44 123 182104 15 45 202 217 239 240105 104 238106 100 104 123 228 238107 9 19 36 42 182 202 205

233 234 235 236237 240 241 250

108 19 35 53 104 127 153155 159 179 196201 206 217 218221 223ndash227 237239 240 242

110 68112 19 51ndash52 188 224 227ndash

228 230 240113 53 104 192 239114 11 15 35 36 38 42 53 98

100 101 104 105117 117ndash118 124127 133 186 191197 205 211 215222 229ndash232 237239 240 248

115 9 10 19 36 154 159 161202 203 204 232ndash234 236 240 241248 250

116 104 239117 9118 9 19 36 240120 46 136ndash137 200121 100123 XI 228124 20 116125 98 128129 18 81 104 224 236 238

240C (imitationes)

3 XIHerodianus (Hdn)

de Figuris (Fig) p 94 50Herodotus (Hdt)

14 15013 15019 15034 150117 150132 1511725 224209 150213 150

Buch Heraklitbook Seite 270 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 271

Herodotus (Hdt) continua2

33 15143 151912 89962 1211294 s 11314318 11

3209 22425 15045 15171 15076 15099 149130 21413022 38142 150143 150

4118 224952 204135 150

56110 224774 67105 150

6124 151

7934 22513 15014 150465 22447 18950 18958 150103 18914315 89156 150218 150223 150

810 150771 6786 229102 15010913 11

92 2267 15078 20280 150802 38832 38

Hesiodus (Hes)Opera et Dies (Op)

76 2078 14780 13106 147212 ss 130 131225 s 130228 s 7237 131254 134267 14550 8649 16686 67737 8788 147

Theogonia (Th)27 14574 109116 89123 ss 89 98 238204 11229 147296 11407 11500 221535 11586 11587 20

Buch Heraklitbook Seite 271 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

272 Index locorum

Hesiodus (Hes) continuaTheogonia (Th)

588 11700 ss 89746 ss 238867 113885 109890 147901 ss 138

fr2352 132963 13306 16

Hippolytus (Hippol)Refutatio omnium Haeresium (Haer)

992 210 123Hipponax (Hippon)

fr 1282 20Homerus (Hom)

Ilias (Il)1124 2302123 ss 1442125 1432212 ss 1452214 202222 1452258 1452435 1452669 112797 72805 2212814 2213188 1424124 ss 444145 204199 ss 1454 7560 s 1215759 206468 164827 308480 458507 1438541 137

8547 1439515 129600 151058 2211068 121148 2011166 22111638 ss 12811755 1431285 2012225 2012243 5413292 14514187 2014342 301580 1515187 ss 10915193 23015390 ss 14715393 14615412 1615422 1415597 s 716122 717250 22118225 718309 11818372 ss 6218419 1518449 1218470 ss 6219125 20420205 16420495 ss 1422112 ss 1422113 72120 1422122 ss 1422127 1422129 1422230 22122235 1522255 12122415 12

Buch Heraklitbook Seite 272 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 273

Homerus (Hom) continuaIlias (Il)

2345 2212352 723239 14323455 22123809 23023843 22124294 1424793 143

Odyssea (Od)18 45155 ss 1461471291 2211322 152222 221326 153138 204278 124411 ss 143 1444440 1444449 1444450 ss 142 143ndash1444551 1255 1455228 ss 625248 1215361 1216119 s 1308195 2219174 s 1309335 14210234 s 1281196 1111147 s 1111151 14311206 ss 1111218 ss 1111374 14512165 143 14512231 13712427 1371377 20

13109 813200 s 13014145 1214196 s 14514362 143 14515487 143 14516136 23917193 23917281 23918228 1319203 14520112 1122346 1123306 ss 1452464 1124108 14224339 12

hymnus ad Mercurium (h Merc)317 147483 16511 16

Margitesfr 32 16fr 5 238

IIbycus (Ibyc)

fr 123 17Inscriptiones Graecae (IG) 1sup2

2322 149374191 149

Ion ChiusB (fragmenta)

1 29 155Isocrates (Isoc)

1 (ad Demonicum)164 38366 38

2 (Areopagiticus)336 38

4 (Antidosis)1643 227

11 (Busiris)12 93

Buch Heraklitbook Seite 273 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

274 Index locorum

Isocrates (Isoc) continua17 (Trapeziticus)

358 38367 38444 38

Epistula 6 (Ep ad filios Jasonis)67 197

LLycurgus (Lycurg)

in Leocratem34 226384 226

Lysias (Lys)27 (in Epicratem)

10 226MMarcus Antoninus (M Ant)

446 216Melissus (Meliss)

B (fragmenta)7 91

PPapyrus Derveni (P Derv)

col 47 ss 134col 191 ss 198

Parmenides (Parm)A (testimonia)

123 XIV3712 s 7

B (fragmenta)1 4613 31111 23 31114 132115 24126 ss 132127 23 31131 s 42132 23 3121 5422 14 23 2423 ss 23 29 31 47 55ndash56 8024 23

27 s 393 16 24 3941 16 24 39 42 54 6742 23 8843 2143 s 9551 2361 s 1623 24 32 39 56ndash5862 5464 3165 16 94 19266 1516 2469 16 237 4671 2372 s 5473 ss 148ndash14974 s 2475 24 182 189 2358 4682 23 5682 ss 7683 5683 ss 9484 1685 s 8886 ss 7687 s 3988 s 24812 ss 133813 ss 76817 s 23822 ss 76 88826 ss 76827 23827 s 77830 s 77833 23834 ss 16 24 39836 54836 s 23837 76838 23 25 26

Buch Heraklitbook Seite 274 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 275

Parmenides (Parm) continuaB (fragmenta)

838 ss 189839 23842 23842 ss 76845 23846 ss 23 32847 s 88848 23850 24 148 151850 ss 54852 21853 25854 23855 ss 26 94857 23860 21 5491 2591 s 26101 ss 54106 s 77124 ss 9016 14161 s 16 2419 25

Pausanias (Paus)52510 18

Phoebammon (Phoeb)de Figuris (Fig) p 46 50

Pindarus (Pi)Isthmia (I)

669 20718 17847 17

Nemea (N)28 20323 11353 20448 204471 202518 17645 148

71 204751 148841 17938 8

Olympia (O)1110 1481116 1722 11254 204286 17313 20768 148883 20912 148928 17938 17109 ss 150115 1481110 171113 201345 ss 143147 17

Paeanes (Pae)7b20 1794 17

Pythia (P)15 s 8141 17194 148210 20380 148382 204116 1484188 s 1414248 17548 148868 121874 17

fr611 171299 1141334 17140b 121

Buch Heraklitbook Seite 275 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

276 Index locorum

Pittacus (Pittac) ed Mullach14 38

Plato (Pl)Cratylus (Cra)

396a 46426d ss 175 179

Crito (Cri)48c 22950b 7 38

Gorgias (Grg)465d 88

Leges (Lg)781b 226835d 67887b 8 38907e 6 38

Phaedo (Phd)72c 88 93

Phaedrus (Phdr)244a ss 220

Politicus (Plt)303e 1 7

Respublica (Resp)353d 196383a 3 227

Sophista (Sph)217c XII230a 2 89237a XIV242c ss 85242e 123

Symposium (Smp)187a 123 210

Theaetetus (Tht)152d s 187180e 1 25

Timaeus (Ti)33b ss 88

Plotinus (Plot)65913 232

Plutarchus (Plu)adversus Colotem (adv Col)

1114b 95de animae procreatione in Timaeo

(de an procr in Tim)1012d 2321026b 123

de Iside et Osiride369a 231369b 123

de tranquillitate animi (de tranq an)473f 123

Quaestiones platonicae (Quaest plat)1007d 137ndash138

Romulus (Rom)288 19

Porphyrius Tyrius (Porph)de Antro Nympharum (Antr)

11 1929 123

Pratinas (Pratin)fr 6 121

Proclus (Procl)in Pl Parm commentarii (in Prm)

7087 95Pythagoras (Pythag)

A (testimonia)14 XIV

SSappho (Sapph)

fr 562 17fr 628 8fr 1376 141

Scholia (Schol)in Hesiodi Theogoniam 116 89

Sextus Empiricus (S E)adversus Mathematicos (M)

7132 29Simonides (Simon)

fr 54212 17fr 604 17

Buch Heraklitbook Seite 276 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 277

Simplicius (Simp)in Arist Physica commentaria (in Ph)

871 2514611 2515530 8916114 91184 95

Solon (Sol)fr 12 20fr 432 ss 131fr 47 ss 131fr 55 s 131fr 7 (Mullach) 38fr 117 s 183fr 1311 20fr 1346 8fr 1347 ss 18fr 331 204

Sophocles (S)Ajax (Aj)

1263 228Oedipus Tyrannus (OT)

374 99844 143851 197

Philoctetes (Ph)931 ss 205

Stobaeus Iohannes (Stob)31180a 232

Strabo (Str)1422838 10

TThales (Thal)

A (testimonia)3 31

Theognis (Thgn)19 17415 ss 148543 s 131667 ss 63677 20682 17

704 147 148770 17805 s 131885 s 71051 s 2041055 29 1481245 7

Thucydides (Th)1

4026 7497 22612032 ss 712423 ss 713839 89

4123 2268726 11

74931 89

Tiberius (Tib)de Figuris (Fig) p 76 50

Tyrtaeus (Tyrt)fr 121 29 150

VVetus Testamentum Septuaginta (LXX)

Genesis (Ge)11 ss 8913 ss 168

XXenophanes (Xenoph)

A (testimonia)30 64

B (fragmenta)113 22 30114 148121 s 22 30124 2222 22 30212 ss 101214 1771 29 14875 202

Buch Heraklitbook Seite 277 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

278 Index locorum

Xenophanes (Xenoph) continuaB (fragmenta)

84 141111 22121 22141 22154 2223 11 12 22 29 30 36 46 54

76 8024 12 15 16 22 30 76 11725 16 22 7626 22 7631 41 45 80342 141

Xenophon (X)Memorabilia (Mem)

12342 38

44147 384153 ss 38

Oeconomicus (Oec)1110 204

Buch Heraklitbook Seite 278 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

AAndresen 175 176Asper XIAuroux X 75 176 181

BBarck XIII 188Barnes XII 47Barrett 23Bartling 11 37 139 172 198 223 235237Bastian 153 169Battegazzore 129Beccaria 4 74 75Belardi 174 175 179Boegehold 73Boisacq 140 141Bollack 41 236Bollack-Wismann 45 158Bormann 57 94Breacuteal 4Bremer 59 63 87 118 122 165 177 244ndash245Bremer-Dilcher 118 188Broumlcker 120Burckhardt 158 219 230

Burnet 22 57 93 94 158 187 194 219Busse 5 65 158 162ndash163 164 172 215234

CCalabi 28 66 129 199 219Calame-Griaule XI 41 73 144 145 152170ndash171 201Calogero 24 38 39 44 182ndash183 188 194199 200 205 215Capelle 29 49 234Cardona 4 40 66 70Cassirer 40 66 177Catenacci 219Cerri XIII XIV XVI 14 56 57 64 95Chafe 73Chantraine 121 134 140 195Cherniss 109 195Cleve XVIICobb-Stevens 63Cole 16 17Cole Gay Glick Sharp 70Colli XIII XVII 29 102 122 158 162165 179 236Conche 29 158 160 161 202Cooper 70

Indice degli autori moderni

Buch Heraklitbook Seite 279 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

280 Indice degli autori moderni

Cornford 25 27 57 71 72 86 87 89 9296 129 132 138 167 178Coxon 56 57 149Cozzo 62 64 144 236Culioli 75

DDamman 72Danek-Hagel 176Darcus 16 179 203 226 233ndash234De Mauro 4 74Deichgraumlber XI 41 221 246Della Casa 169Denniston 126Denny 70ndash71 73Desbordes 147 174 176Detienne 45 67 167Di Cesare 163 182 205Diano-Serra 37 43 52 53 84 101 103106 114 117 123 127 150 151 158 161190 194 195 203 210 212 213 214 219221 224 230 231 232 236 237Diels XIII 20 56 57 94 114 125 158219 230 234Diels-Kranz XVIII 25 51 53 54 56 5790 106 121 123 124 158 210 214 215219 230Dilcher 3 84 146 150 151 152 157 164Dodds 71Donadoni 169

EEbeling 140Egetmeyer 134

FFattal 140 141ndash144 145 147 160 162239Fleisher Feldman 75Fournier 140 142 152Fraas 60 65Fraumlnkel XIII 27 57 65ndash66 77 117 133Frazer 40Frege 60Friedlaender 20

Frisk 20 140von Fritz 3 13 14 15 16 59Fuumlhrer 24 204

GGadamer 180Gallet 63Gallop 56 57Gambarara 39 181Gemelli Marciano XII 12 116 158Gentili XV XVIGernet 167Gigon 30 110 127 162 186 189Gladigow 17 18 19 20 172Gluumlck X 177Goethe 157Goldhill 110 222Gomperz H 25 146 156 186Gomperz Th 100 116 118Gonda 169Goody X 144 183Goody-Watt IXGostoli 16 238Graham 92 94Griefenow-Mewis Bitima 66van Groningen 148Guthrie XIII 27 30 77 84 86 92 109149

HHalbwachs 67Hammer 5 59 84 96 96 97 106 124126 133 147 148 151 160 162 179 180206 207 208 210 214 230 234 238 242Havelock IX X XI XVII 3 4 39 61 6768 69 75 76 86 107 129 132 161 221244Heidegger XVII 42 95 99 116 122 140146 180 198 207 209 210 219 241Heitsch XII 30 54 55 56 57 64Held 42 59 99 130 157 158 164 166177 183 191 199 200 207 210 215 219234 238Hense 232

Buch Heraklitbook Seite 280 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Indice degli autori moderni 281

Hermann 23Hershbell 54 110Hoffmann E 177 179 180 182 192 249Hoffmann L 66Hofmann 140Houmllscher 55 56 57 199 240Homberger 4Houmlnigswald 169Hornberger XVIHorovitz 141 144 148 149 150 160Hussey 28 45 63 155 244Hutchins 70

IIllich 176Iser 246Italie 149

JJanni 62Jellamo 129Junker 169

KKahn IX XIII 1ndash2 8 10 11 12 18 20 2123 27 28 31 34 36 37 38 43 45 51 5361 63 64 76 77 79 80 86 87 97 108109 110 111 112 113 114 115 116 117122 123 124 125 126 127 130 132 133135 136 137 147 150 155 158 160 180193 194 200 202 203 209 210 212 214219 221 224 225 227 229 230 231 233243 248Kalverkaumlmper 60 61 65Kerschensteiner 20 21 95 107 109Kirk XII 9 11 20 36 37 42 46 47 5152 53 67 85 103 106 110 111 114 115116 117 121 123 124 126 127 129 130137 138 156 158 160 186 189 190 191193 194 200 201 208 209 210 211 213219 223 224 227 230 231 234 242 244Kirk-Raven 57Knobloch 177Kranz 30

Kraus 12 13 14 25 42 57 94 116 163180 181 182 188 191 205 210 234Kretzenbacher 66Kurtz 84 139 148 149 150 158 159 160162 219 226 234

LLaks XIII XVI 61Lallot 13 181 236Lami 15 41 42 43 151 158 160 201 215Laumlmmli 89 174 178Lanza 20 61 90 93 97 225Laspia 96 97 121 152 171 174 176Lassalle 172Latacz XVILausdei 151Leenhardt 71 145 153Lengyel 245Lesher 54Leszl XVILeutsch-Schneidewin 67 238Levy-Bruhl 70Lloyd 167Longo 110Lord 176LSJ 14 53 87 123 140 141 143 155 161164 196 201 204 214 218 224 225 226231Lurija 69ndash70Lyons 34

MMansfeld 56 57 58 64 158Marcovich 5 9 18 19 46 51 53 67 77103 104 106 109 110 112 114 119 123124 125 127 155 156 158 160 163 186190 192 196 200 203 204 205 207 208209 210 211 212 214 218 219 220 221222 223 224 225 227 229 230 231 232233 237Marcovich Mondolfo Taraacuten 158Martinet 173Maturana 72Maturana-Varela 97

Buch Heraklitbook Seite 281 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

282 Indice degli autori moderni

McDiarmid 20 109McIntosh Snyder 122McLuhan X 85Miruka 66Mondolfo 114Morenz 169Most 177Mouraviev 47Mourelatos 101 117 124 211 229 230231Mullach 158Muumlller 145Musti 103 108 111

NNagy 63Nestle 68Nieddu X XII XV XVI 44Nietzsche XVI XVIINightingale XVIINorden 41Nussbaum 8 9 10 42 67 183 187 193202 203 233 235ndash236 237 239 249

OOrsquoBrien 57 58 86 92OrsquoSullivan 13Olson 75Olson Torrance Hildyard 73Ong 71Opsomer 147 160Owen 55 57

PPagliaro 177 178 180 183 199Perilli XIIPiaget 70Picard 111Praechter XVIIPreuss 169Probert 23

RRaible XVRamnoux 13 195

Rath 139 160Reale 95 158 215Reale-Ruggiu 39 95Reinhardt 20 57 94 104 106 113 191194 206 223 227 228 230 231Robinson 52de Romilly 149Rosenberger 221Roumlsler XV 88 246Rossi XV

Sde Saussure 34 84 173Schadewaldt 160 162 164 191Schaumlfer 30 54Schenkel 232Schirren 6 14 16 34 45 64 152 187 190209 216 226 228 236 238 239Schleiermacher 158 186 234Schmalzriedt 22Schmitter 182Schofield 61 88 204Semerano 87 140Serra 220 222Sider 61 90 93Silk 41Silvestri 160 197Snell 8 13 42 43 59 62 65 68 124 125152 157 158 162 163 164 179 182 194219 226 230 237 239 240Stokes 4 30 36 37 54 85 86 89 91 9899 109 116 121 122 126 194 240Stross 153Susemihl 29

TTaliesin 245Tambiah 48Tannen 73Taraacuten 25 55 57 94 95Thanassas 94 95Traglia 12Trier 34

Buch Heraklitbook Seite 282 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Indice degli autori moderni 283

UUeberweg-Praechter 57Untersteiner 57 64 95

VValiulis 50 51Verdenius 9 25 43 45 57 83 84 116146 147 149 162 163ndash164 179 183 191204 214 216 236Vernant 167Vetta 150Vlastos 21 135 195Vygotsky 5

WWackernagel 23Walzer 43 138 158 219Wenskus 60West 5 156 158 160 161 166 176 191199 207 214 221Wiese 195Wiesner 56 57Wilamowitz 30Wittgenstein 175 197Wright 77 91 92

ZZahan 66 152 170Zeller 30 94Zumthor XV XVI

Buch Heraklitbook Seite 283 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Buch Heraklitbook Seite 284 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Aambiguitagrave 2 4 5 46 53 60 68 78 79 80 154

intenzionale 28 29 31 32 47 47ndash48 50 52 54ndash58 61 63 66 68 76 79 80 224

amfibologia 48articolazione linguistica 97 173ndash175auralitagrave XIVndashXVI 78 81 183 249ndash250autopoiesi 97 98 101 108 109ndash110 112ndash113 114 115 117 127 197 212 234 247Ccontesto drsquouso 4 5ndash6 32 33 38 61 65 73 195contestualitagrave contestualizzazione XVI 4 5 28 33 70ndash78 84 156 195 243conversio 98 100 103 105ndash107 108 110ndash112 113 114 115 117ndash118 124 126 128 134 136 188 189 197 199 208 212 215ndash216 229 243 247 249Ddefinizione esplicita XVII 60 74 75 76 77 78 84densitagrave semantica XVI 3ndash4 5ndash6 26 33 37 73ndash74 243

come modo della significazione 74ndash78intenzionale 28ndash32

Eepilinguistica riflessione 75 78 81Ggiochi di parole

espliciti 42 42ndash43 44 138 205impliciti 42 43ndash45 205nelle culture orali 40ndash41

Llettura ad alta voce 41 43 44 48 245 246linguaggio specialistico 39 40 59ndash60 61 68 73 74 77 80

parole vs termini 59ndash60 61ndash62 64ndash65 65ndash66 80ndash81 178ndash179

Mmetalinguistica riflessione 74ndash75 78 81 176Oolistica concezione del linguaggio 175ndash177 250oracolare stile XIV 28 41 66 80 138 219

come σημαίνειν 219ndash220 221ndash223Pparola creatrice 168ndash171polisemia 4 6 65 79 154 155 160 195presocratici XVIndashXVII

Indice delle cose e dei concetti notevoli

Ai fini di una maggiore funzionalitagrave si egrave preferito riportare qui di seguito i passaggi rilevan-ti per il chiarimento dei concetti piuttosto che elencare tutte le occorrenze dei lessemi

Buch Heraklitbook Seite 285 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

286 Indice delle cose e dei concetti notevoli

Rrete di significazione 34ndash35 37 39ndash40 73 80 102 107ndash108 128ndash129 211 243risemantizzazione XVI 4 26 32 33ndash34 37 60 79 153risonanza 1ndash2 34 37 79 80 134 243 248Sscritto eracliteo

forma XIndashXII 244ndash245ricezione XIndashXIV 41 47ndash48 218sodalizio di forma e contenuto 222ndash

223 242ndash246sintassi dellrsquoevento e dellrsquoazione 76ndash77 78 81 107Uunitagrave articolata 84 96ndash98Vvariazione dellrsquoidentico 39 78 81 107 134 248

ἁρμονίη 106 120ndash123 249βάρβαρος 9 181ndash182 205 233 236ndash237γνώμη 126ndash128δίκη 120 129ndash134 192ἕν πάντα rapporto

in Eraclito 99ndash105nella cosmologia arcaica 85ndash95

ἔρις 120 129 134 135 188θεός

come esempio di densitagrave semantica 11ndash12

come immagine di unitagrave articolata 116ndash118

κεραυνός 103 126ndash128κόσμος

come esempio di densitagrave semantica 20ndash21

come immagine dellrsquounitagrave articolata 115ndash116

κυκεών 128λέγειν

significato 140ndash146λόγος

come risorsa euristica 178 185 209 222 241ndash246 249

come unitagrave articolata 177ndash179 185ndash234 242ndash245

significato 146ndash153μέτρον 7 110 129 135ndash136 194ndash195μοῖρα 138μόρος 138νόμος 38 105 124 231ndash232νόος

come esempio di densitagrave semantica 13ndash16

e conoscenza 35 229 230 239ξυνιέναι 187 230 238ndash239 250

ἀξύνετος 187 209 215 217 228 235 238

ὄνομαcome esempio di densitagrave semantica

12ndash13 205entro lrsquounitagrave articolata 180ndash182 192ndash

193 197ndash199 207 213 249

Buch Heraklitbook Seite 286 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Indice delle cose e dei concetti notevoli 287

οὖρος 136ndash137πληγή 103 126ndash128πόλεμος

come esempio di densitagrave semantica 7come immagine dellrsquounitagrave articolata

118ndash120πολυμαθίη 11 15 62 102 104 204 211 215 221 224 230 236 239 240ndash241πῦρ

come esempio di densitagrave semantica 7ndash8

come immagine dellrsquounitagrave articolata 108ndash115

σημαίνειν 110 219ndash220 221ndash222σοφίη σοφός

come esempio di densitagrave semantica 16ndash20

e conoscenza 42 62 104 211 224ndash225 228 240ndash241

σύναψις 124ndash126τέρμα 136ndash137τροπή 8 112 135ndash136 194χρυσός 38 111 128ψυχή

come esempio di densitagrave semantica 8ndash11

e conoscenza 9ndash11 181ndash182 202ndash205 233 236ndash237 240 241

ὥρα 137ndash138

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OLMS

SPUDASDASD MATABAND 134

ISBN 978-3-487-14386-6

134

Laur

a G

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ittor

io middot

Il

dis

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i Er

acli

to

Secondo la communis opinio i Preso-cratici segnano lrsquoinizio della fi losofi a come disciplina e del relativo linguaggio specialistico Tali presupposti vengono qui messi in discussione in base ad unrsquoanalisi semantica del linguaggio pre-socratico piuttosto che ridurre esso po-tenzia ambiguitagrave e ridondanza sfruttan-dole come risorse del senso Lrsquoesame si concentra sullrsquouso non terminologico di logos in Eraclito Il signifi cato del lessema stabilito in base ai contesti drsquouso attestati fi no allrsquoepoca dellrsquoEfesio ed affrancato dalla successiva Wirkungs-geschichte egrave ancora contraddistinto dallrsquoidea del lsquoraccogliere insiemersquo (leg-ein) il lsquodiscorsorsquo infatti consiste nella sintesi di singoli epea (detti) ed onomata (nomi) Mostrando il farsi uno dei molti il logos assume dunque una funzione euristica per la comprensione dellrsquounitagrave di fenomeni apparentemente irrelati o contraddittori Sia a livello formale nei modi della ldquori-semantizzazionerdquo della pa-rola-chiave sia a livello contenutistico nella specifi ca interdipendenza scorta tra linguaggio e mondo si riconoscono nel logos di Eraclito caratteristiche salienti del compromesso tra oralitagrave e scrittura

Im allgemeinen Verstaumlndnis begruumlnden die Vorsokratiker das philosophische Fach-wissen und die philosophische Fachspra-che Diese Annahme wird in der vor-liegenden Arbeit mittels einer semanti-schen Analyse revidiert die Sprache der Vorsokratiker meidet nicht sondern zielt geradezu auf mehrdeutige und redundante Ausdrucksweisen Hier ist der nicht-ter-minologische Gebrauch von logos bei Heraklit besonders aufschlussreich In der Bedeutung dieses Lexems die an den bis zur Zeit des Ephesiers belegten Verwen-dungskontexten untersucht wird zeigt sich die noch wirkende Kontinuitaumlt mit der legein-Grundbedeutung bdquosammelnldquo die bdquoRedeldquo besteht naumlmlich aus einer Sammlung einzelner epea bzw onomata Aufgrund ihrer synthetischen Struktur ist sie geeignet eine heuristische Funktion fuumlr das menschliche Verstehen der latenten Einheit scheinbar loser Erscheinungen zu erfuumlllen Sowohl formal in der Art wie das Lexem semantisch aufgeladen wird als auch inhaltlich in der spezifi sch heraklite-ischen Interdependenz zwischen Realitaumlt und Sprache lassen sich in dem logos des Heraklit Charakteristika erkennen die auf den Uumlbergang von der Muumlndlichkeit zur Schriftlichkeit zuruumlckgefuumlhrt werden koumlnnen

Laura Gianvittorio

Il discorso di EraclitoUn modello semantico e cosmologico nel passaggio dalllsquo oralitagrave alla scrittura

Laura Gianvittorio

Il discorso di EraclitoUn modello semantico e cosmologico nel passaggio dalllsquo oralitagrave alla scrittura

2-farbig Tiefe entspricht Pantone 5507grau Magenta entspricht Pantone 7427rot

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SPUDASMATA 134

SPUDASMATA

Studien zur Klassischen Philologie und ihren Grenzgebieten Begruumlndet von Hildebrecht Hommel und Ernst Zinn Herausgegeben von Gottfried Kiefner und Ulrich Koumlpf

Band 134

LAURA GIANVITTORIO

IL DISCORSO DI ERACLITO

2010

GEORG OLMS VERLAG HILDESHEIM middot ZUumlRICH middot NEW YORK

LAURA GIANVITTORIO

IL DISCORSO DI ERACLITO

Un modello semantico e cosmologico nel passaggio dall oralitagrave alla scrittura

2010

GEORG OLMS VERLAG HILDESHEIM middot ZUumlRICH middot NEW YORK

Veroumlffentlicht mit Unterstuumltzung des Fonds zur Foumlrderung der wissenschaftlichen Forschung (Wien)

Das Werk ist urheberrechtlich geschuumltzt Jede Verwertung auszligerhalb der engen Grenzen des Urheberrechtsgesetzes ist ohne Zustimmung des Verlages unzulaumlssig Das gilt insbesondere fuumlr Vervielfaumlltigungen Uumlbersetzungen Mikroverfilmungen und die Einspeicherung und Verarbeitung in elektronischen Systemen

Die Deutsche Nationalbibliothek verzeichnet diese Publikation in der Deutschen Nationalbibliografie detaillierte bibliografische Daten sind im Internet uumlber httpdnbd-nbde abrufbar

ISO 9706 Gedruckt auf saumlurefreiem und alterungsbestaumlndigem Papier Herstellung Beltz Druckpartner 69502 Hemsbach Umschlagentwurf Inga Guumlnther Hildesheim Alle Rechte vorbehalten Printed in Germany copy Georg Olms Verlag AG Hildesheim 2010 wwwolmsde ISBN 978-3-487-14386-6 ISSN 0548-9705

Ringraziamenti

A prescindere dalle opportune modifiche questa egrave la pubblicazione della tesidi dottorato accolta dallrsquouniversitagrave degli Studi di Palermo nel 2008 Le espe-rienze scientifiche e umane da me maturate negli ultimi anni sono confluite inmisura determinante nella ricerca che pertanto ferme restando le mie re-sponsabilitagrave come autrice considero come il prodotto di una sinergia

Oltre alla mia tutor la Professoressa Patrizia Laspia (Palermo) il cui ric-chissimo patrimonio di idee egrave stato determinante per i miei studi desideroringraziare il Professor Wolfgang Roumlsler (HU Berlin) percheacute il suo corso suipresocratici e le sue osservazioni sul lavoro hanno focalizzato temi per me sa-lienti ed il Professor Thomas Schirren (Salzburg) del cui influsso si egrave giovatasoprattutto lrsquoultima fase della stesura della tesi Un pensiero commosso vaalla memoria del Professor Massimo Vetta (Chieti) che ha costantemente se-guito ed incoraggiato i miei studi perfino quando le sue condizioni di salutesembravano non poterglielo piugrave permettere Ringrazio inoltre gli editori diSpudasmata di accogliere il libro in questa collana che egrave ricca di tradizione inmateria di studi eraclitei

Non solo a preziosi contributi scientifici ma anche a fondamentali contri-buti umani questo lavoro deve molto Rivolgo un vivo ringraziamento ai mieiamici di sempre ed in particolare a Peter M Fischer percheacute continuano adarricchire la mia umanitagrave Non conosco parole che bastino a ringraziare delloro incondizionato sostegno morale mia madre e mio padre Annamaria Ri-dolfi e Luciano Gianvittorio ai quali dedico questo libro con lrsquoaugurio piugrave ca-ro Χρόνια Πολλά

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Buch Heraklitbook Seite VI Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Indice

Ringraziamenti VIndice VIIIntroduzione IX

Parte I Il discorso di Eraclito come modello semantico 11 Densitagrave semantica 1

11 Coordinate teoriche 112 Esempi di densitagrave semantica 513 Coscienza della densitagrave semantica 27

2 Strategie di risemantizzazione 3321 Reti di significazione 3322 Giochi di parole 4023 Polivalenza sintattica 46

3 Semantica aurale 5931 Un linguaggio non specialistico 5932 Semantica della contestualitagrave 68

Conclusioni della Parte I 79Parte II Il discorso di Eraclito come modello cosmologico 83

4 Il cosmo come unitagrave articolata 8341 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 8342 Immagini dellrsquounitagrave articolata unione 10743 hellip e divisione 128

5 Linguaggio e cosmo 13951 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 13952 Cosmogonie linguistiche un excursus antropologico 16753 Lrsquoanalogia eraclitea tra linguaggio e mondo 172

Buch Heraklitbook Seite VII Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

VIII Indice

6 Il discorso come unitagrave articolata 18561 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 18562 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 234

Conclusioni della Parte II 247Bibliografia 251

Abbreviazioni 251Edizioni di Eraclito 252Altre edizioni 252Opere di consultazione 253Letteratura secondaria 254

Index locorum 265Indice degli autori moderni 279Indice delle cose e dei concetti notevoli 285

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Introduzione

Oggetto di studio e approcci ermeneutici Questo lavoro legge i frammentidi Eraclito dalla prospettiva degli studi su oralitagrave e scrittura inquadrandoliladdove risulti utile entro un contesto piugrave ampio quello fornito dalla testua-litagrave filosofica greca a cavallo tra il VI ed il V sec a C ossia principalmentelrsquoopera di Senofane e di Parmenide1 I testi suddetti costituiscono lrsquooggettopiugrave adatto per una doppia indagine in primo luogo quella circa il compro-messo dinamico intrecciato in etagrave arcaica tra i modi espressivi tipici dellrsquoora-litagrave e quelli favoriti dallrsquoalfabetizzazione in secondo luogo quella che vertesulla nuova funzionalizzione del linguaggio della tradizione epica e lirica in vi-sta di contenuti sapienziali ad essa alternativi il che egrave quanto gli storici dellafilosofia piuttosto impropriamente tendono a considerare come il primoldquolinguaggio filosoficordquo

E A Havelock egrave stato il primo a porsi il problema del linguaggio dei ldquopre-socraticirdquo alla luce dei fenomeni culturali legati allrsquooralitagrave e alla scrittura2 malo ha fatto semplificando in modo eccessivo la complessitagrave dellrsquointerazionetra i due media ossia con scarsa attenzione per le specificitagrave prodotte dal loroincontro3 Occorre pertanto considerare con maggior realismo il dialogo tra

1 Non egrave possibile includere in una simile analisi anche i milesi per i quali non siamo confor-tati da evidenze testuali sufficienti cfr Havelock 1982 p 234 ldquoin determining the orig-inal lines of Greek philosophic activity the so-called Milesians must be discarded Ourknowledge of them as speculative thinkers depends wholy on the later doxographies [hellip]Our business in testing out propositions lies with Xenophanes Heraclitus Parmenides[hellip]rdquo argomenti ripresi poi piugrave diffusamente in idem 1996 Il problema egrave giagrave rilevato daKahn 1960 p 3

2 Havelock 1982 pp 232ndash260 idem 1996 Sui rapporti tra scienze e tecniche da un lato eprosa dallrsquoaltro cfr Kahn 1973 Piugrave in generale del rapporto tra alfabeto e sapere arcaicosi occupano Goody e Watt 1973

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X Introduzione

le due formae mentis quale emerge nei testi in esame evitando quanto piugravepossibile categorizzazioni binarie e riduttive In questrsquoottica risultano prezio-si gli studi concentrati sulle situazioni di transizione da una modalitagrave comu-nicativa allrsquoaltra e sulla loro coesistenza come quello pionieristico condottoda J Goody4 Non sembra condivisibile inoltre la totale sfiducia di Havelockcirca la capacitagrave della cosiddetta ldquomente oralerdquo di operare in modo razionaleed astratto5 cosigrave come la sua opinione che la scrittura alfabetica abbia deter-minato lrsquoinsorgere di un pensiero ed un linguaggio ldquofilosoficirdquo deliberatamen-te opposti alla σοφία tradizionale6 Stabilire una rigida catena di causa ed effet-to tra i due fenomeni egrave infatti incauto piuttosto la nascita di una mentalitagraveprotoalfabetizzata e quella della filosofia costituiscono due punti solo teori-camente e a posteriori distinguibili Inoltre bencheacute la scrittura costituisca unincentivo (non la conditio sine qua non7) ad una riflessione sul linguaggio fon-damentale per il pensiero presocratico va tenuto presente che la sua primadiffusione non trasforma automaticamente i soggetti in homines typographicineacute in specialisti di nuove discipline scientifiche8

Lrsquoapproccio ermeneutico attento al compromesso tra oralitagrave e scritturarappresenta un tentativo nuovo nel panorama degli studi eraclitei Eppuresotto una molteplicitagrave di punti di vista Eraclito egrave il grande rappresentante delcompromesso tra i due media Da un canto egli enfatizza il ruolo dello scritto

3 Lrsquoanacronismo insito nella semplificazione havelockiana specialmente per quantoriguarda il ruolo storico della scrittura nella comunicazione arcaica egrave stato giustamentecriticato da Nieddu 1982 1984 1985 sulla scorta di documenti letterari ed epigrafici

4 Goody 19895 In Havelock 1973 lrsquoopposizione tra il pensiero orale ritenuto legato alla concretezza e

quello alfabetizzato visto come lrsquounico capace di astrazione risulta netta Tuttavia la dif-ferenza fondamentale tra ldquomente oralerdquo e ldquomente alfabetizzatardquo non consiste nella capacitagraveo incapacitagrave di astrarre ma nella maggiore o minore propensione a decontestualizzare cfrcap 32

6 Cfr Havelock 1983 (The Linguistic Task) p 207 Auroux 1998 pp 30ndash34 invertendo i termini del problema sostiene anzi che la rifles-

sione sul linguaggio costituisca un presupposto necessario per lrsquoelaborazione di un sistemadi scrittura

8 Lrsquoespressione homines typographici risale a McLuhan 1991 Gluumlck 1987 p 12 sottolineache ldquodie geschriebene Sprachform und ihre gesellschaftlichen Funktionen und Wirkun-gen sind zweierlei Dinge die man empirisch wie theoretisch saumluberlich auseinanderhaltenmuszligrdquo e seguita (ivi p 14) ldquoTeilhabe an den Prozessen der Schriftlichkeit setzt weit mehrvoraus als bloszlige lsquoBeherrschung der Schriftrsquo Es genuumlgt nicht das Lesen und Schreiben tech-nisch zu beherrschen um am Schriftlichkeitsprozeszlig umfassend teilhaben zu koumlnnenrdquo

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Introduzione XI

non solo affidando il suo insegnamento al testo e sotto forma di prosa ma an-che ricorrendo assiduamente ad espedienti che funzionano solo a patto di es-sere letti9 Drsquoaltro canto egli resta profondamente debitore ai modi espressividellrsquooralitagrave quanto Eraclito scrive sembra ispirato dalle Muse10 la sua prosa egraveestremamente ritmica11 si risolve in apoftegmi facilmente memorizzabili dagravespazio agli enigmi12 ai proverbi13 allrsquoetimologia (o paretimologia)14 ldquopensaper immaginirdquo15

Spunti metodologicamente importanti provengono inoltre dalla ricercaantropologica che soggiace al presente studio in modo talvolta latente e dicui perciograve conviene esplicitare qui lrsquoapporto Nella prima parte della ricercala comparazione con altre culture oro-aurali aiuta a comprendere alcune spe-cificitagrave espressive dello stile eracliteo nella seconda essa egrave utile ad accostarsi aconcezioni cosmologiche in cui il ruolo giocato dal linguaggio egrave centrale Gra-zie alla comparazione con altre culture oro-aurali specialmente con quellecontemporanee che sono meglio conosciute diventa forse possibile spogliarealcuni apoftegmi di Eraclito da vesti razionalistiche e metafisiche cucite loroaddosso dalla Wirkungsgeschichte piugrave in generale attraverso il confronto in-terculturale sembra possibile guadagnare un accesso nuovo alla grecitagrave scien-tificamente promettente e finalmente piugrave aperto al sociale

Forma e ricezione dello scritto eracliteo Tradizionalmente lrsquoidea della ri-cezione di Eraclito da parte dei suoi contemporanei egrave fondata sulla lettura delldquolibrordquo e sullrsquoesclusione di qualunque performance16 Il problema della ricezio-

9 Cosigrave egrave ad esempio per numerosi casi di polivalenza sintattica illustrati nel cap 23 o per ilgioco di parole del fr 48 basato sullrsquoomografia di due parole cfr cap 22 p 44 Un con-tributo recente circa il rapporto tra la nascita della prosa greca e il passaggio dallrsquooralitagrave allascrittura egrave offerto da Asper 2007

10 Suda commenta ἔγραψε πολλὰ ποιητικῶς (DK 22 A 1a) Stando ad alcuni lrsquoopera era inti-tolata alle Muse cfr DK 22 A 1 (12)

11 Indispensabile egrave il riferimento a Deichgraumlber 1962 Forse egrave per questa caratteristica che ilpoeta giambico Scitino di Teo volle mettere ldquoil discorso di Eraclito in versirdquo cfr DK 22 A1 (16) DK 22 C 3

12 Ad es frr 56 92 93 12313 Ad es frr 34 85 cfr cap 31 p 6614 Nelle culture connotate dallrsquooralitagrave che presuppongono un legame tra nome e nominato

particolarmente stretto etimologia e paretimologia rappresentano delle chiavi di com-prensione del mondo (cfr gli esempi riportati in Calame-Griaule 1982 pp 29ndash30)

15 Secondo la bella formulazione di Havelock 1973 (titolo alla lsquoParte primarsquo dellrsquoopera)

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XII Introduzione

ne dellrsquoopera egrave strettamente connesso con quello della sua forma non sappia-mo se il testo di Eraclito consistesse in una prosa continua oppure in unaraccolta di γνῶμαι In genere sostenere la prima ipotesi invita a ritenere che laricezione dellrsquoopera avvenisse prevalentemente mediante la lettura mentreappoggiare la seconda equivale a riconoscere una piugrave ampia circolazione oraledellrsquoopera o di sue parti17

Anche a proposito della ricezione dellrsquoopera eraclitea il compromesso traoralitagrave e scrittura si profila come unrsquoipotesi vantaggiosa in quanto storica-mente piugrave plausibile Infatti nei decenni compresi tra la fine del VI e lrsquoiniziodel V sec a C il medium scritto interagisce ancora profondamente con quel-lo orale Senofane aedo di professione contesta la poesia di contenuto miti-co e inoltre gli stessi Omero ed Esiodo18 Parmenide enuncia in esametrodattilico dizione formulare e cornice mitica i principi logico-formali drsquoiden-titagrave e del terzo escluso Eraclito si esprime con bocca folle ed ispirata come laSibilla ma al contempo scrive in prosa proprio come gli ionici autori delle hi-storiai e volentieri farebbe frustare Omero ed Archiloco

Per Senofane e Parmenide il contesto della riflessione orale coincideragrave conlrsquoinsegnamento orale (cfr Pl Sph 217c) tuttavia se si deve accordare fiduciaalle notizie dossografiche altrettanto non vale stricto sensu per Eraclito19 An-

16 Circa i problemi sollevati dallo scritto eracliteo (forme composizione pubblicazione etrasmissione) egrave molto chiarificatore Nieddu 1984 pp 216ndash224 Secondo unrsquoipotesirecente (Gemelli Marciano 2007 p 333) lrsquoespressione τοῖς ἀγάλμασι δὲ τουτέοισιν inHeraclit fr 5 proverebbe che lo scritto sia stato esposto o per lo meno dibattuto in un tem-pio da indentificare naturalmente nellrsquo Artemision Sullrsquoimportanza dei templi arcaicicome centri di archiviazione e di ldquopubblicazionerdquo di testi cfr Perilli 2007

17 Per dirimere la questione un criterio promettente percheacute interno al testo sembrerebberappresentato dallrsquoesame delle particelle connettive ma anche in questo campo i parerisono contrastanti Confrontando le particelle connettive eraclitee con quelle di altri scrittiaforistici Barnes 1983 p 104 deduce che il testo doveva costituire un trattato in prosacontinua drsquoaltro canto Kirk 31970 p 7 sostiene che le suddette particelle siano spesso daattribuire alle fonti e non ad Eraclito stesso e che le massime fondamentalmente irrelatee ben lungi dal costituire unrsquoopera organica erano destinate alla fruizione orale come con-fermato dalla loro composizione adatta ad una facile memorizzazione Nel presentelavoro si preferisce fare riferimento allo lsquoscrittorsquo o al lsquotestorsquo di Eraclito piuttosto che al suolsquolibrorsquo dato che la parola lsquolibrorsquo inevitabilmente suggerisce al lettore moderno lrsquoidea di undeterminato modello di organizzazione dei contenuti e di determinate forme di ricezionedellrsquoopera da parte del pubblico

18 Molto appropriato egrave il commento di Heitsch 1994 p 8 ldquoUnkonventionell ist Xenopha-nes uumlberall und gerade auch dort wo er konventionelle Aufgaben zu uumlbernehmen scheintrdquo

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Introduzione XIII

che ammettendo lrsquoassenza di discepoli lrsquoestromissione di una qualsiasi formadi ricezione orale non egrave realistica essa doveva essere storicamente necessariase egrave vero che ldquo[la scrittura] egrave da principio uno strumento espressivo acciden-tale come si egrave osservato per Eraclito o puograve essere stato il caso ancor primaper Ferecide Anassimandro o Ecateo E di regola essa egrave dapprima un semplicemezzo mnemonico senza che le tocchi una considerazione intrinseca e senzaunrsquoautonomia espressivardquo20 Lrsquoidea del filosofo che solo nelle sue stanze in si-lenzio pensa e mette per iscritto il proprio sistema di pensiero per consegnar-lo alla posteritagrave non ha nulla a che vedere con la pratica del sapere nella Greciaarcaica che egrave pratica linguistica e dunque necessariamente sociale e condivi-sa21 Lrsquointerazione tra il medium scritto e quello orale egrave spiegata da Cerri comesegue ldquoquesti detti e questi scritti sintetici erano stati pienamente significati-vi nel contesto vivo delle ricerche fisiche effettivamente svolte e del piugrave ampioinsegnamento orale ad esse correlato [hellip]rdquo22 precisando che tuttavia ldquoil pro-cesso di ricerca e lrsquoorganizzazione delle singole tesi in un discorso unitario re-stavano fuori dalla scrittura Il libro con la sua struttura minimale di indiceanalitico o table des matiegraveres era destinato a pubblici diversi tra loro e si pre-figgeva rispetto a ciascuno di essi scopi diversificatirdquo23 Anche lrsquoinfluenza po-litica di cui gode Eraclito puograve rappresentare un indizio in questo senso dato

19 Secondo la tradizione Eraclito tramanda il suo sapere solo attraverso lo scritto e senzaalcuna interazione diretta con discepoli cfr D L IX 6 (= DK 22 A 16) ldquoIl suo scrittoebbe tanta fama che da lui si formograve anche una setta i cui seguaci furono chiamati EracliteirdquoSi puograve tuttavia osservare che lrsquoimplausibilitagrave storica dellrsquoaneddoto riferito da DiogeneLaerzio (D L IX 13 omesso in DK βασιλεὺς οὖν Δαρεῖος Ὑστάσπου βούλεται τῆς σῆςἀκροάσεως μετασχεῖν καὶ παιδείας Ἑλληνικῆς) non lo priva del suo valore di indicatore cul-turale la richiesta del persiano conferma che lrsquoascolto del sapiente (ἀκρόασις) era conside-rato una prassi normale e tanto piugrave necessaria laddove il testo fosse oscuro neacute esclude chetali audizioni avessero una dimensione collettiva (μετέχειν)

20 Colli 1980 vol III p 173 (corsivo mio) Cfr anche Fraumlnkel 31969 pp 294 s21 Cfr Barck 1976 p 26 ldquoFuumlr den in ganz besonderer Weise oumlffentlich orientierten Grie-

chen gewinnt der Gedanke jedenfalls erst Geltung und Gewicht wenn er im Wort veroumlf-fentlicht wurde [hellip] Denken ist nur innerhalb der Sprache und in Sprache moumlglichrdquo cfrivi nota 72 Giagrave Diels 1887 (Uumlber die aumlltesten Philosophenschulen der Griechen) criticavaa ragione lrsquoeccessiva attenzione posta dai moderni sui pensatori arcaici in qualitagrave di singoliindividui dal momento che la loro temperie storico-culturale suggerisce invece di inqua-drarli piugrave decisamente entro una dimensione sociale di condivisione del sapere Sulla que-stione si egrave espresso di recente Laks 2005 Durante il periodo arcaico il sapere egrave inteso comeprodotto in qualche misura collettivo cfr Guthrie 1952 Kahn 1960 pp 3ndash8

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XIV Introduzione

che in etagrave arcaica qualunque ruolo di potere egrave particolarmente coinvolto conlrsquoesercizio pubblico della parola24

I riscontri antropologici confermano che nelle societagrave tradizionali (sia an-tiche sia moderne) tra le quali va sicuramente inclusa quella greca arcaica an-che in presenza di scrittura il sapere non egrave affidato al libro ma allrsquoinsegna-mento ad personam o quanto meno il libro non egrave autosufficiente non basta aspiegare se stesso ma funge da mero ausilio al canale orale Il sapere provieneda un maestro dalla sua viva voce in praesentia e fondamentale egrave lrsquoinstaurarsidi un profondo rapporto umano con il discente condizioni che invece sareb-bero precluse da una divulgazione sapienziale esclusivamente scritta Drsquoal-tronde Eraclito egrave amaramente consapevole del fatto che nonostante il suotesto sia depositato nel tempio di Artemide ad Efeso e con ciograve reso disponibi-le alla lettura e ad eventuali trascrizioni25 esso resta in realtagrave incomprensibilea gran parte degli uomini E infatti per gli ldquoesperti di lettererdquo (D L IX 13)egli rimane ὁ Σκοτεινός

Chiarimenti terminologici In senso proprio o manualistico lsquoauralitagraversquo signi-fica la ldquosituazione culturale in cui convivono oralitagrave e scrittura La composi-zione e la trasmissione del testo sono affidate alla scrittura la pubblicazione

22 Cerri 1999 pp 82 s che in questo individua anche una causa della difficile interpreta-zione dei testi sapienziali arcaici ldquouna volta decontestualizzati dallrsquoambiente umano che liha prodotti la loro stessa coincisione che spesso assumeva lo stile criptico dei responsi ora-colari divenne un altro fattore non secondario di progressivo appannamento semanticordquoCfr ivi p 94 ldquo[hellip] il poema non era di per se stesso sufficiente a trasmettere la dottrina[hellip] ma integrandosi dialetticamente con lrsquoinsegnamento orale e con lrsquoeffettivo lavoro digruppo costituiva la garanzia che il giagrave detto non fosse a poco a poco obliterato [hellip]rdquoCome vivida immagine dellrsquoldquointeragire continuo tra poema e insegnamento oralerdquo lo stu-dioso ricorda Pl Sph 237a Benchegrave lrsquoautore si pronunci in questi termini circa il poema diParmenide le sue parole possono essere estese allrsquoopera di altri sapienti dellrsquoepoca Eraclitoin primis

23 Ivi p 8824 Eraclito egrave ἑταῖρος di Ermodoro riceve la richiesta di redigere una costituzione per Efeso

cfr DK 22 A 1 (2) esercita la sua influenza sul tiranno Melancoma cfr DK 22 A 3 e nelleassemblee cittadine cfr DK 22 A 3b Per molti dei sapienti arcaici di cui ci egrave giunta notizialrsquoinfluenza politica quando non addirittura il potere egrave una costante Parmenide propriocome Solone fu legislatore per la sua cittagrave Elea (cfr DK 28 A 123) sulla natura politicadei fini e degli insegnamenti di Pitagora non vi sono dubbi (cfr DK 14 A 14) tanto che ilsapiente fu costretto a lasciare Crotone per riparare a Metaponto in seguito ad unrsquoinsurre-zione antipitagorica

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Introduzione XV

alla comunicazione oralerdquo26 In questo lavoro il termine egrave usato in unrsquoaccezio-ne piugrave ampia e senza specifico riferimento alla natura orale o scritta dei tre mo-menti vitali del testo (composizione pubblicazione trasmissione) ossia perindicare lrsquoegemonia dellrsquooralitagrave pur in presenza di scrittura Viene definitadunque lsquoauralitagraversquo una situazione comunicativa analoga a quella talvolta dettalsquooralitagrave mistarsquo ossia il compromesso tra modi espressivi dellrsquooralitagrave e quellidella protoalfabetizzazione27

Se si preferisce la definizione atipica di lsquoauralitagraversquo a quella non realmenteconsolidata ma per lo meno giagrave esistente di lsquooralitagrave mistarsquo non egrave dunque perragioni intrinseche ma per conferire maggiore autonomia terminologica econcettuale ad una situazione comunicativa che ha specificitagrave culturali lin-guistiche e cognitive sue proprie28 La fase aurale non puograve essere consideratavia negationis ossia come ldquolrsquoevo di mezzordquo tra gli evi positivamente caratteriz-zati dellrsquooralitagrave e della scrittura Lrsquoinadeguatezza o carenza terminologica inproposito29 appare tanto piugrave grave se ci si rende conto che ldquoOralitagrave Scritturanon sono che opposti generalizzati laddove storicamente i loro modi ap-

25 Sullrsquoofferta dello scritto al tempio cfr Nieddu 1984 pp 222 s con note relative Lo stu-dioso ha ragione nellrsquoaffermare che ldquouna dedica in un santuario dellrsquoimportanza dellrsquo Arte-mision non puograve essere intesa in termini di mera conservazione La scelta del tempio luogodi pubblica frequentazione per eccellenza suggerisce che quellrsquoatto [hellip] assolvesse ancheuna funzione di lsquopropagandarsquo Lrsquoofferta saragrave probabilmente venuta dopo (e comunque nonera incompatibile con) la pubblicazione mediante lettura davanti a un uditorio [hellip]rdquo Leg-germente diversa egrave la posizione di Roumlsler 1980 p 89 nota 145 ldquoDas Werk lag im Tempelvermutlich fuumlr Abschriften bereitrdquo ma lrsquoautore respinge lrsquoipotesi che vi siano state pubbli-che letture delle opere dei primi presocratici

26 Rossi 1995 p 853 sv cfr Gentili 1984 p 527 Secondo Zumthor 1984 pp 32ndash33 per denominare tutta la variegata gamma di situa-

zioni comprese tra i due estremi rappresentati dallrsquooralitagrave primaria e dalla matura alfabe-tizzazione disponiamo solo di due categorie La prima egrave appunto quella di lsquooralitagrave mistarsquocioegrave ldquoquando lrsquoinfluenza dello scritto rimane ad essa esterna parziale e ritardatardquo e che ldquoegravedovuta allrsquoesistenza di una cultura lsquoscrittarsquo (vale a dire lsquoin possesso di scritturarsquo)rdquo La secondaegrave quella di lsquooralitagrave secondariarsquo ldquoche si (ri)compone a partire dalla scrittura e in seno ad unambiente in cui questrsquoultima predomina sui valori della voce nellrsquouso e nellrsquoimmaginariordquoe che ldquoegrave dovuta allrsquoesistenza di una cultura lsquoletteratarsquo (dove ogni espressione egrave marcata dallapresenza dello scritto)rdquo

28 Su questi aspetti cfr Roumlsler 199729 Nemmeno lrsquoassai produttivo Sonderforschungsbereich 321 (ldquoUumlbergaumlnge und Spannungsfel-

der zwischen Muumlndlichkeit und Schriftlichkeitrdquo i cui risultati nel corso di piugrave di un decenniosono agilmente presentati in Raible 1998) sembra aver presentato una soluzione defini-tiva al problema di unrsquoequa denominazione

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XVI Introduzione

paiono piuttosto mistirdquo30 Parlando della storia dei media inoltre occorreconsiderarne non solo la documentabilitagrave epigrafica e archeologica ma anchelrsquointeriorizzazione da parte degli attanti della comunicazione31 che il sillaba-rio fenicio sia stato modificato dai Greci circa due secoli prima di Eraclitonon significa che questi sia giagrave membro di una cultura letteraria Egrave noto chenella Grecia antica neacute lrsquoacquisizione dellrsquoabilitagrave neacute la pratica della lettura si-gnificano di per seacute un divorzio dalle abitudini e dai modi dellrsquooralitagrave32

Il secondo chiarimento riguarda i termini lsquorisemantizzazionersquo e lsquodensitagraversquoCon lsquorisemantizzazionersquo si intende la contestualizzazione diversificata di pa-role-chiave attraverso la quale un significato ancora coeso inizia ad articolarsiin accezioni differenti divenendo appunto ldquodensordquo (cfr cap 11)

Infine per motivi funzionali al presente lavoro ovvero indipendentemen-te da criteri storici o storico-filosofici viene ammessa la definizione tradizio-nale di lsquopresocraticirsquo33 a scapito di altre quali ad esempio quella di lsquopreplato-nicirsquo suggerita seppur per ragioni teoriche molto differenti sia da Nietzsche

30 Zumthor 1984 pp 35ndash36 Per una critica sistematica alla ldquodicotomia tra oralitagrave e scrit-turardquo cfr Hornberger 1994 (HSK) che propone invece il modello del ldquocontinuumrdquo tra idue media

31 Infatti egrave fuorviante considerare lsquoletterariarsquo una cultura semplicemente in quanto in pos-sesso di scrittura Come esempio di tale posizione puograve fungere Latacz 1990 pp 231 sssecondo il quale a documentare la letterarietagrave della cultura arcaica sarebbero evidenzequali la coppa di Nestore Secondo lrsquoautore ulteriori argomentazioni (la cui inattendibilitagravenon sembra necessitare di alcun commento) andrebbero tratte da caratteristiche psicolo-giche attribuibili al popolo greco quali la curiositagrave o lrsquoapertura al nuovo ldquoWer sieht wieder Saumlnger Homer [hellip] den Neuerer feiert [hellip] der kann sich das Ausmaszlig der Indolenz garnicht vorstellen das die ἀοιδοί des 8 Jhs besessen haben muumlszligten um an der Verwendbar-keit und Effizienz der Schrift [hellip] vorbeizusehen Hier mit Jahrzehnten zu rechnen [hellip] istsicherlich ganz griechen- (und uumlbrigens auch welt-) fremdrdquo (ivi p 232)

32 Le osservazioni che seguono immediatamente lrsquoarticolo di Nieddu 1985 in particolarequelle di Gentili (ivi p 93 e pp 96ndash97) e di Cerri (ivi pp 93ndash95) aiutano a comprenderecome il passaggio da una cultura orale ad una cultura scritta avvenga con maggior lentezzadi quanto spesso si presume e soprattutto che il diffondersi della tecnica della scritturanon coincide automaticamente con la nascita di una mentalitagrave letteraria cfr Gentili ivi p93 ldquoil processo di alfabetizzazione fu molto piugrave lento di quanto possiamo immaginare enella gradualitagrave del suo sviluppo non mutograve sostanzialmente nella societagrave greca in largamisura alfabetizzata il sistema comunicativo e lrsquoattitudine psicologica di vita e di pensieroconnaturata con la tradizionale cultura orale Il potere della memoria restograve immutato eimmutato rimase il carattere orale sia della comunicazione sia della trasmissionerdquo

33 Sulle ragioni storiche e sul valore della denominazione lsquopresocraticirsquo cfr Leszl 1982 pp 9ss Laks 2002 (DNP)

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Introduzione XVII

nelle sue lezioni del 1872ndash187634 sia da Heidegger nel corso tenuto a Fribur-go nel 194435 sia infine da Havelock36 lsquopreatticarsquo che ricorre in Praechter37e anche a quella piugrave recente di lsquopresofistirsquo38 Dal punto di vista della riflessio-ne sul significato delle parole Socrate puograve rappresentare infatti un punto disvolta nettamente distinto dai pensatori a lui precedenti stando almeno alletestimonianze di Platone ed Aristotele39 giaccheacute la sua insistente domandamaieutica lsquoτί ἐστιrsquo sollecita ad una definizione esplicita dei concetti Nellaprospettiva del presente studio ciograve puograve assumere il valore simbolico di unacesura tra due diversi modi della significazione il primo basato sulla densitagravesemantica di parole del linguaggio comune il secondo invece sulla loro di-sambiguazione terminologica Ma in realtagrave la designazione piugrave propria restaquella di G Colli40 generale come il sapere arcaico e che purtroppo non si egraveaffermata come meritava σοφοί lsquosapientirsquo Tutte le altre designazioni ricor-date (lsquopre-socraticirsquo lsquopre-platonicirsquo lsquopre-sofistirsquo) in primo luogo ricorrendoal prefisso lsquopre-rsquo negano ai sapienti in oggetto unrsquoidentitagrave storica e culturaleautonoma situandoli solo in rapporto a qualcosrsquoaltro in secondo luogo li si-tuano segnatamente entro un sapere ldquofilosoficordquo avallando cosigrave lrsquoidea di unamentalitagrave precocemente specializzata41

Struttura del lavoro La ricerca si compone di due parti Nella prima vengonoesaminate alcune caratteristiche semantiche dei testi considerati in base allequali egrave possibile delineare i tratti salienti del linguaggio sapienziale di testi da-tabili tra la fine del VI e lrsquoinizio del V sec a C Tali specificitagrave sono intese come

34 Nietzsche 199435 Heidegger 1993 p 15736 Havelock 1996 p 2537 Praechter 1926 pp 39ndash11138 Cosigrave ad esempio Cleve 196539 Oltre ai numerosi esempi platonici cfr Arist Metaph A 6 987b 3ndash4 M 4 1078b 17 ss

M 9 1086b 2 ss40 Colli 1977ndash198041 Sulla natura non specialistica del sapere cosiddetto ldquofilosoficordquo allrsquoepoca qui considerata

cfr Nightingale 1995 p 14 ldquoThe discipline emerged at a certain moment of history Itwas not born as a natural organism Rather it was an artificial construct that had to beinvented and legitimized as a new and unique cultural practice This took place in Athensin the fourth century BCE when Plato appropriated the term lsquophilosophyrsquo for a new andspecialized discipline ndash a discipline that was constructed in opposition to the many varie-ties of sophia or lsquowisdomrsquo recognized by Platorsquos predecessors and contemporariesrdquo

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XVIII Introduzione

influenzate dalla vigente situazione comunicativa aurale Nella seconda partelrsquoanalisi si concentra su una parola-chiave del pensiero eracliteo (ed in seguitodel pensiero greco tutto) λόγος Qui lrsquointento egrave di proporre e di verificare sul-la scorta dei frammenti un significato unitario e non specialistico per λόγοςquello di lsquodiscorsorsquoSalvo dove diversamente indicato le citazioni di frammenti dei presocraticiEraclito incluso seguono il testo e la numerazione dellrsquoedizione Diels-Kranz

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Parte IIl discorso di Eraclitocome modello semantico

1 Densitagrave semantica

11 Coordinate teoriche

Nelle pagine che introducono il suo commento ai frammenti di EraclitoKahn delinea un approccio ermeneutico del tutto nuovo Tre sono le intui-zioni fondamentali dello studioso la non linearitagrave dellrsquoespressione eraclitea ilprincipio di densitagrave linguistica ed il principio di risonanza Per darne contoconviene cedere la parola direttamente allrsquoautore Circa la non linearitagravedellrsquoespressione Kahn osserva che il merito di Eraclito egrave di aver concepitoldquounrsquoespressione non lineare per la sua struttura concettuale un sistema di cor-rispondenze latenti (a hidden fitting-together) che sono piugrave potenti dellrsquoordi-ne linearerdquo ricostruito dallrsquointerprete42 Densitagrave linguistica e risonanza sonointese da Kahn come le due facce di una stessa medaglia43 Infatti la lsquodensitagrave

42 Kahn 1979 p 9043 Ivi p 89 ldquoQuesti due principi sono formalmente complementari la risonanza egrave un fattore

che produce la densitagrave di un certo testo e per converso egrave a causa della densitagrave del testo chela risonanza diventa possibile e portatrice di significatordquo

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2 1 Densitagrave semantica

linguisticarsquo egrave definita come ldquoil fenomeno per il quale una molteplicitagrave di idee egraveespressa in una singola parola o fraserdquo44 o ancora ldquoil ricorso allrsquoindetermina-tezza lessicale e sintattica come espediente per dire piugrave cose in una sola mos-sardquo45 con lsquorisonanzarsquo egli intende drsquoaltra parte ldquola relazione tra i frammenti perla quale un singolo tema verbale o unrsquoimmagine egrave riecheggiata da un testoallrsquoaltro in modo che il significato di ciascuna egrave arricchito se le immagini sonocomprese insiemerdquo46 Tale riecheggiamento puograve aver luogo sia ripetendo pa-role o sintagmi identici (ldquorisonanza formalerdquo) sia attraverso richiami tematicie contenutistici di varia natura (ldquorisonanza non formalerdquo) Lo studioso affer-ma inoltre che lrsquoambiguitagrave di Eraclito egrave ldquodeliberata o intenzionalerdquo47

Le intuizioni di Kahn sono centrali per il presente studio ma necessitanodi alcune puntualizzazioni Circa il principio di densitagrave linguistica egrave proficuauna distinzione tra il livello semantico e quello sintattico ossia rispettiva-mente tra lsquodensitagrave semanticarsquo propria delle parole e lsquopolivalenza sintatticarsquopropria delle frasi Inoltre lrsquoaffermazione secondo cui la densitagrave serve adesprimere una ldquomolteplicitagrave di ideerdquo puograve risultare fuorviante la parola densainfatti non veicola una congerie di idee tra loro irrelate percheacute il suo signifi-cato resta fondamentalmente unitario Nei capitoli seguenti verranno espli-citati appunto gli espedienti linguistici che producono la densitagrave semanticala quale egrave intesa come adattamento del linguaggio della tradizione epica e liri-ca a nuovi contenuti sapienziali e come modalitagrave di espressione e di significa-zione in stretto rapporto con la situazione comunicativa aurale vigente tra lafine del VI e lrsquoinizio del V sec a C Di conseguenza il concetto di densitagrave ri-sulta utile non solo allrsquointerpretazione di Eraclito ma piugrave in generale a quelladella sua temperie culturale e in questrsquoottica ci si soffermeragrave sui casi di Seno-fane e di Parmenide48 Sotto questo profilo dunque il valore del linguaggioeracliteo come oggetto di studio non risiede nella sua atipicitagrave rispetto al restodella testualitagrave sapienziale arcaica ma piuttosto nella particolare evidenzacon cui esso mostra delle caratteristiche tipiche di tale testualitagrave Analoga-mente allrsquointerno del corpus eracliteo λόγος saragrave inteso come caso paradigma-tico di fenomeni semantici che interessano anche altre parole-chiave

44 Ivi p 89 (corsivo mio)45 Ivi p 91 (corsivo mio)46 Ivi p 8947 Ivi p 9148 Per la ragione delle scelta della testualitagrave filosofica cfr cap 31 p 62

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11 Coordinate teoriche 3

Dopo il necessario riferimento a Kahn si puograve focalizzare lrsquoattenzione sulconcetto di lsquodensitagrave semanticarsquo La critica egrave concorde nel riconoscere che pernumerose parole eraclitee occorre ammettere una modificazione del signifi-cato rispetto agli usi precedenti si pensi ad esempio a λόγος σοφία ψυχή νοεῖνetc Il problema egrave che nelle traduzioni e nelle interpretazioni delle parole inquestione vengono spesso proposti significati anche molto distanti da quelliattestati nel periodo arcaico Il caso di λόγος sul quale egrave concentrata la secon-da parte del lavoro puograve fungere da esempio traduzioni come lsquolegge del mon-dorsquo lsquoragionersquo lsquocriterio numericorsquo etc non sono facilmente riconducibili al si-gnificato attestato allrsquoepoca dellrsquoEfesio che egrave sostanzialmente quello di lsquodi-scorsorsquo49 La posizione di Dilcher che sottolinea come λόγος in Eraclito debbaessere inteso in base al significato arcaico della parola e come gli usi arcaicinon attestino valori matematici o razionalistici50 resta dunque minoritariaAnalogamente scarsa attenzione egrave concessa alla Bedeutungsverwandtschaftpostulata da von Fritz51 ovvero alla necessaria continuitagrave tra la semantica del-la parola prefilosofica e quella della parola filosofica almeno quando si trattadi tradurre parole che a partire dallrsquoetagrave classica assumono valore terminologi-co nel linguaggio filosofico Nondimeno Eraclito doveva intendere conλόγος ciograve che intendevano anche i suoi contemporanei ossia il lsquodiscorsorsquo at-tribuendo tuttavia al discorso qualitagrave e funzioni precedentemente non con-template

Numerosi interpreti presumono che i sapienti arcaici attribuiscano alleloro parole-chiave un significato sostanzialmente diverso da quello docu-mentato dai testi a loro immediatamente precedenti o contemporanei Ciogravenon egrave plausibile dal momento che in generale lrsquoevoluzione semantica delleparole non consiste in una successione di unitagrave discrete Piuttosto quando ilsignificato di una parola inizia a differenziarsi le accezioni sono ancora stret-tamente collegate ed interagiscono lrsquouna con lrsquoaltra unrsquoaffinitagrave di cui il par-

49 Sul significato di λόγος da Omero fino allrsquoepoca di Eraclito e sulle traduzioni proposte peril λόγος eracliteo cfr cap 51 rispettivamente pp 146 ss e pp 158 s

50 Per spiegare lrsquouso da lui definito ldquoenfaticordquo della parola Dilcher 1995 p 40 osserva ldquonelcontesto di una certa teoria [hellip] il senso di una parola puograve acquistare una valenza nuovae piugrave profonda Si prenda ad esempio lrsquolsquoidearsquo di Platone Platone non attribuiva un sensodiverso alla parola ἰδέα ma la intendeva in modo fondamentalmente filosofico che nes-suno dei suoi contemporanei sarebbe stato in grado di afferrare senza prima conoscere lafilosofia platonicardquo (corsivo mio) argomenti analoghi ed il medesimo esempio sono giagrave inHavelock 1973 p 208

51 Von Fritz 1968 p 246

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4 1 Densitagrave semantica

lante egrave ben consapevole La densitagrave semantica corrisponde appunto a quellostadio iniziale di articolazione semantica della parola in cui il significato egrave an-cora coeso ovvero le accezioni non sono ancora cristallizzate in nuovi signifi-cati autonomi52 Essa egrave il prodotto di una diversificazione dei contesti drsquousodella parola alla quale qui si assegna il nome di lsquorisemantizzazionersquo Infattildquo[hellip] la formazione di una nuova accezione nasce da unrsquooperazione di tra-sporto della parola di lsquometaforarsquo da un ambito a un altro ambito [hellip]rdquo53 Lestrategie di risemantizzazione ovvero contestualizzazione diversificata delleparole sono varie in questa ricerca ne saranno esaminate tre quelle che ap-paiono particolarmente frequenti ed incidenti nel linguaggio eracliteo54

A livello diacronico la parola densa puograve diventare successivamente polise-mica tuttavia mentre la parola polisemica ha molti significati il significatodella parola densa egrave ancora fondamentalmente unitario55 Inoltre il contestodrsquouso della parola polisemica ldquoporta allrsquoenucleamento di uno solo dei signifi-cati [hellip] salvo nei casi piuttosto rari di ambiguitagrave [hellip]rdquo56 al contrario la pa-rola densa resta costituzionalmente ambigua proprio a causa della maggioreindistinzione tra le accezioni Queste osservazioni sono opportune dal mo-mento che la critica di Eraclito suole fare tacito ma sistematico ricorso al mo-dello polisemico ossia ad una molteplicitagrave di significati per lrsquointerpretazionedelle sue parole-chiave Anche a questo proposito le traduzioni di λόγος for-niscono dei chiari esempi57

52 Havelock 1983 (Dike) nel suo studio sullrsquoevoluzione semantica della parola δίκη si avvaledellrsquoespressione ldquocampo di significatirdquo (ivi pp 284ndash285) Tale denominazione tuttavianon pone lrsquoaccento sulla sostanziale unitagrave semantica della parola e perciograve non vi faccioricorso

53 De Mauro 1983 p 121 obbligato egrave il riferimento alla definizione di μεταφορά in AristPo 1457b 5ndash9

54 Cfr capp 21 22 23 Sulla contestualizzazione come caratteristica della semantica deitesti filosofici greci cfr Stokes 1971 pp 3ndash7

55 Il termine lsquopolisemiarsquo compare per la prima volta in Breacuteal 1992 In genere ldquovon Polysemiespricht man dann wenn ein Ausdruck mehrere Bedeutungen aufweist die auf eineGrundbedeutung zuruumlckgefuumlhrt werden koumlnnen Bruumlcke a) als Verbindung zweier Tal-oder Flussseiten b) als Zahnersatz c) als Turnuumlbung d) als schmaler Teppich [hellip]Grundbedeutung Uumlberbruumlckung eines Zwischenraumsrdquo (Homberger 2003 sv) Egrave que-sta lrsquoaccezione del termine a cui qui si fa riferimento Non mancano poi definizionisecondo le quali i significati abbinati allo stesso segno possono essere tra loro anche indi-pendenti cfr Cardona 1988 sv ldquo[hellip] coesistenza di piugrave segni (del tutto distinti o coordi-nati) in uno stesso segno [hellip]rdquo (corsivo mio)

56 Beccaria 32004 sv lsquopolisemiarsquo

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12 Esempi di densitagrave semantica 5

Si puograve infine notare come essendo contraddistinta dalla densitagrave la signifi-cazione dei sapienti arcaici pone in particolare evidenza i modi della produt-tivitagrave semantica tipici dei linguaggi naturali basati appunto su contestualitagraveed ambiguitagrave Secondo Vygotsky il ldquosensordquo di una parola egrave unrsquoentitagrave dinami-ca continuamente modificata dallrsquointerazione tra differenti contesti drsquousodella parola stessa esso puograve arricchirsi ed articolarsi nonostante il ldquosignifica-tordquo resti unico58

12 Esempi di densitagrave semantica

In questo capitolo viene messa in luce la densitagrave semantica di alcune parole-chiave La rassegna non pretende di essere esaustiva ma si propone di esem-plificare attraverso lrsquoesame dei testi il concetto di densitagrave semantica giagrave pre-sentato a livello teorico Lo scopo egrave di evidenziare la compresenza di contestidrsquouso e dunque accezioni sia tradizionali sia non tradizionali per le parole in-teressate tra le une e le altre non egrave possibile tracciare una netta linea di confi-ne59 Tale compresenza di contesti drsquouso diversificati indica che tra le varieaccezioni non sussiste alcuna cesura e che dunque il significato della parola re-sta unitario esso appare piuttosto arricchito nel segno di una fondamentalecontinuitagrave con il significato precedentemente attestato Accanto agli esempidi parole dense tratti da Eraclito ne vengono proposti anche altri attinti daSenofane e Parmenide per illustrare come il fenomeno della densitagrave semanti-

57 Cfr la tabella del cap 51 pp 158 s in particolare le rese di Marcovich e West58 Per la distinzione terminologica adottata dallo studioso tra lsquosensorsquo e lsquosignificatorsquo cfr

Vygotsky 1966 p 212 Cfr ibidem ldquola parola [hellip] ha [hellip] un solo significato ma questosignificato non egrave altro che una potenza realizzabile nel linguaggio vivente nellrsquoambito delquale esso egrave solo una pietra dellrsquoedificio del lsquosensorsquo [hellip]rdquo Cfr ivi pp 213 s ldquoUna parola cioegraveassume dal contesto nel quale egrave inserita dei contenuti concettuali ed affettivi e viene adesignare a un tempo qualcosa di piugrave e qualcosa di meno di quanto egrave contenuto nel signi-ficato strettamente considerato [hellip] Sotto questo aspetto il lsquosensorsquo della parola egrave inesauri-bile I lsquosensirsquo in un certo qual modo lsquoin-fluisconorsquo lrsquouno nellrsquoaltro e si influenzano lrsquoun lrsquoaltrotanto da poter dire che quelli precedentemente acquisiti sono giagrave contenuti nel successivoo lo modificano [hellip] una parola ricorrente in unrsquoopera letteraria finisce per assorbire tuttala varietagrave di lsquosensirsquo contenuti in tale opera [hellip]rdquo

59 Una simile distinzione al contrario sembra essere esattamente lo scopo di Busse 1926 pp209 ss che intende mostrare come il Wortsinn di λόγος in Eraclito sia in realtagrave un Doppel-sinn Anche Hammer 1991 pp 69 ss punta a separare gli usi comuni di λόγος da quelli dalui definiti ldquoterminologicirdquo

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6 1 Densitagrave semantica

ca non sia appannaggio esclusivo di un autore bensigrave una specificitagrave semanticacondivisa da unrsquointera temperie culturale

Essendo determinata dalla coalescenza delle accezioni la densitagrave semanti-ca egrave un fenomeno linguistico che va osservato sul piano sincronico60 occorrequindi confrontare i contesti drsquouso della parola entro ciascun corpus conside-rato I confronti con altri testi specie se cronologicamente distanti dellrsquoauto-re in oggetto non rappresentano di per seacute alcuna prova della densitagrave semanti-ca Egrave nondimeno utile ricorrere al confronto con testi precedenti al fine dicomprendere quale sia il significato in continuitagrave con il quale avviene la rise-mantizzazione Nel capitolo precedente si egrave giagrave accennato che sul piano dia-cronico in uno stadio successivo dellrsquoevoluzione del significato le varie acce-zioni possono allontanarsi progressivamente lrsquouna dallrsquoaltra spesso a causa diuna crescente specializzazione terminologica fino ad emanciparsi nella co-scienza linguistica dei parlanti come significati distinti a quel punto il segnosfocia nella polisemia

Eraclito egrave probabilmente lrsquoautore che maggiormente sperimenta nuovicontesti drsquouso per le sue parole-chiave egrave proprio questo a renderlo il campo distudio privilegiato per la presente ricerca Molte delle parole-chiave eraclitee(ad esempio λόγος κόσμος νόος σοφία ψυχή) evidenziano una evoluzione se-mantica nel periodo compreso tra lrsquoetagrave tardo-arcaica e quella classica In par-ticolare il percorso storico di modificazione semantica delle parole che in etagraveclassica costituiscono il lessico filosofico ha inizio appunto con sapienti qualiEraclito Parmenide ed in misura minore Senofane ovvero con il loro adat-tamento del linguaggio della tradizione epica e lirica a nuovi contenuti sa-pienziali Egrave dunque comprensibile che tali parole siano state al centro dellrsquoat-tenzione degli storici della lingua e delle idee diventando oggetto di una vastaletteratura secondaria61

60 La necessitagrave di privilegiare il piano sincronico della lingua nelle analisi semantiche egrave stataaffermata giagrave a partire dalla dalla linguistica strutturalista ma viene spesso trascurata daifilologi classici ad appannaggio del piano diacronico (storia della lingua etimologia) cfrSchirren 1998 pp xviii s

61 La letteratura secondaria sullrsquoargomento tende spesso ad interpretare la storia semanticadelle parole in una chiave di lettura che puograve essere definita ldquoevoluzionistardquo secondo laquale cioegrave i significati tenderebbero costantemente a perfezionarsi a raggiungere di voltain volta tappe di sviluppo qualitativamente superiore alle precedenti sotto il profilo dellaconcettualizzazione razionale ed astratta

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In pochi casi invece le parole che evidenziano densitagrave semantica in Eracli-to non confluiscono nel linguaggio filosofico dellrsquoetagrave classica egrave il caso diπόλεμος e πῦρ La rassegna ha inizio proprio da queste che formano il gruppomeno cospicuo

πόλεμος Una contestualizzazione della parola coerente con la semantica tra-dizionale egrave nel fr 67 dove πόλεμος costituisce insieme a εἰρήνη una coppia an-titetica62 Atipico appare invece lrsquouso del fr 80 (ldquo[hellip] πόλεμος egrave generalerdquo)Lrsquooccorrenza del fr 53 si pone come una perfetta cerniera tra lrsquoaccezione ati-pica che predica lrsquouniversalitagrave di πόλεμος (ldquoπόλεμος egrave padre di tutte le coserdquo) equella tradizionale (ldquoπόλεμος [hellip] rende gli uni schiavi gli altri liberirdquo)

πῦρ A parte il pur non trascurabile paragone con il dio πῦρ occorre in un con-testo drsquouso non problematico nel fr 67 (ldquo[hellip] come ltπῦρgt se commisto agliincensi prende nomi secondo lrsquoaroma di ciascunordquo)63 Ma la parola assumeevidentemente accezioni atipiche ogni volta che il fuoco egrave responsabile del di-venire nel mondo fisico Ciograve si riscontra nel fr 30 (ldquoquesto κόσμος [hellip] era edegrave e saragrave πῦρ sempreviventerdquo) dove il πῦρ non solo egrave identificato con il κόσμοςma egrave anche caratterizzato come ldquosempreviventerdquo (ἀείζωον) In Omero il fuocoegrave connotato frequentemente dallrsquoepiteto ἀκάματον ldquoinstancabilerdquo ovveroldquoinestinguibilerdquo64 il tratto dellrsquoeternitagrave trova dunque riscontro seppur convalore presumibilmente metaforico negli usi tradizionali della parola ma lanovitagrave consiste nel fatto che per Eraclito il fuoco egrave un vivente65 Nel seguito delframmento πῦρ egrave interessato da un secondo riferimento cosmologico quelloespresso dai μέτρα che indicano gli intervalli prestabiliti percorsi dagli astriUn altro contesto drsquouso cosmologico ed anomalo si trova nel fr 31 a (ldquorivol-

62 Cfr Hom Il II 797 Hes Op 228 s Callin 13 s W Thgn 885 s W Per chiare ragionicontenutistiche lrsquoopposizione tra πόλεμος ed εἰρήνη egrave particolarmente frequente in Tuci-dide es Th I 4026 12032 ss 12423 ss etc

63 Egrave accolta quindi lrsquointegrazione ltπῦρgt dellrsquoedizione DK Per le cooccorrenze di πῦρ eσυμμείγνυμι cfr ad esempio Thgn 1245 W Pl Plt 303e 1 (diversi casi anche in Ti) inol-tre DK 28 A 3712 s e DK 31 A 602 Neanche lrsquouso del verbo ldquobruciarerdquo nel fr 58 sollevadifficoltagrave οἱ γοῦν ἰατροί [hellip] τέμνοντες καίοντες [hellip] Nella medicina antica infattildquotagliarerdquo e ldquobruciarerdquo costituiscono un binomio ricorrente cfr ad esempio A A 848 ss[hellip] ὅτωι δὲ καὶ δεῖ φαρμάκων παιωνίων ἤτοι κέαντες ἢ τεμόντες εὐφρόνως πειρασόμεθα πῆμrsquoἀποστρέψαι νόσου

64 Cfr Hom Il V 4 XV 597 s XVI 122 XVIII 225 XXI 13 XXIII 52 Il fuoco (o lafiamma) egrave detto inoltre ἀθάνατος in Ar Th 1052 E Ba 523 e fr 1221052 (Nauck) etc

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gimenti del πῦρ [sono] dapprima il mare [hellip]rdquo) Innanzitutto non egrave chiarocome dal fuoco possano generarsi gli altri elementi cosmici (e in particolarmodo il suo contrario θάλασσα) Inoltre il genitivo πυρός egrave riferito a τροπαίche egrave termine tecnico indicante i punti del cielo in cui il sole seguendo il suopercorso inverte la direzione del moto Lrsquoaccostamento del πῦρ alle τροπαί (fr31 a) ed ai μέτρα (fr 30) crea dunque una sovrapposizione forse identificantetra fuoco e sole Inusitate sono poi le occorrenze dei frr 90 ldquodel πῦρ sonoscambio tutte le cose e il πῦρ di tutte quante [hellip]rdquo e 66 (ldquoil πῦρ sopraggiuntosepareragrave e comprenderagrave tutte le coserdquo) percheacute nella sua relazione con ldquotutte lecoserdquo il fuoco assume un valore universale che egrave sconosciuto alla tradizioneprecedente

Gran parte delle parole dense in Eraclito confluiscono in seguito con signifi-cati specializzati nella terminologia filosofica dellrsquoetagrave classica A questo pro-posito λόγος rappresenta un caso emblematico che saragrave esaminato nel cap51 insieme alla storia semantica della parola nellrsquoarco di tempo compreso traOmero e lrsquoinizio del V sec Fatta questa premessa si passa ora a quelle paroleper le quali la densitagrave semantica riscontrabile in Eraclito prelude ai successivivalori terminologico-filosofici

ψυχή In Omero ψυχή indica fondamentalmente quel che resta del defuntolrsquoombra incorporea e priva di forze che abita lrsquoAde66 con i lirici essa diventaanche lrsquoanima del vivente vista soprattutto nella sua capacitagrave di provare emo-zioni67 Secondo Kahn il concetto di ψυχή come ldquoprincipio cognitivordquo proba-bilmente ldquoera nellrsquoariardquo nel V sec aC68 ed Eraclito egrave appunto uno dei primiad aprire la strada alla nuova accezione della parola In effetti lrsquounica occor-renza eraclitea strettamente collegata al concetto tradizionale di ψυχή e dun-que al regno dei morti egrave quella del fr 98 (ldquole ψυχαί hanno nellrsquoAdelrsquoodoratordquo) sebbene il senso complessivo del frammento sia molto enigmati-

65 Cfr Pi P I 5 s καὶ τὸν αἰχματὰν κεραυνὸν σβεννύεις αἰενάου πυρός Verbi ed aggettivi com-posti con lrsquoavverbio ἀεί non sono infrequenti cfr ad esempio la forma participiale ἀενάων(ovvero αἰενάων) ουσα ον morfologicamente del tutto simile allrsquoeracliteo ἀείζωον la qualeoccorre oltre che in Pindaro (non soltanto nel passo sopra citato) anche in Hom OdXIII 109 Hes Op 550 737 etc

66 Sulla storia semantica della parola cfr Snell 1955 pp 34 ss Nussbaum 1972 I pp 1ndash467 Cfr ad esempio Sapph 628 LP Archil 213 W 1932 W Sol 1346 W Pi N IX 3868 Kahn 1979 p 127

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co Il fr 85 (ldquoCombattere contro il cuore egrave difficile infatti quello che vuole locompra a prezzo della ψυχήrdquo) egrave il rifacimento di un proverbio (o forse di due)il che dagrave motivo di ritenere che Eraclito non si discostasse dallrsquoaccezione tra-dizionale della parola69

Per le restanti otto occorrenze invece (si tratta di una delle parole piugrave fre-quenti nel corpus) ψυχή riceve caratterizzazioni nuove un fatto questo sucui vi egrave ampio consenso da parte della critica Le occorrenze di ψυχή possonoessere ripartite in due gruppi in base al Leitmotiv che le accompagna ungruppo avente a che fare con lrsquoacqua (nel fr 118 con la secchezza il suo con-trario70) lrsquoaltro avente a che fare con il λόγος come Nussbaum ha acutamenteevidenziato71

Quanto al primo gruppo (frr 12 36 77 117 118) caratterizzato da tonimistico-esoterici non egrave possibile sapere se Eraclito alludesse a correnti reli-giose che nelle credenze o nei rituali stabilivano una relazione tra la ψυχήlrsquoombra del defunto e lrsquoacqua dispensatrice di vita

Il secondo gruppo (frr 45 107 115) egrave qui di particolare interesse in questiframmenti della ψυχή si dice sempre che essa ldquopossiederdquo il λόγος (rispettiva-mente ψυχὴ λόγον ἔχει βάρβαροι ψυχαί ψυχῆς ἐστι λόγος) Conviene esplicita-re che nel fr 107 (ldquocattivi testimoni sono per gli uomini gli occhi e le orecchiese hanno anime barbarerdquo) ldquobarbarerdquo significa ldquoche non parlano neacute intendonoil λόγοςrdquo72 Lrsquoaggettivo lsquobarbarorsquo egrave infatti una connotazione innanzitutto lin-guistica ed esprime lrsquoincapacitagrave di parlare e di intendere la lingua greca73come suggerisce lrsquoonomatopea della parola74

Da queste evidenze testuali emerge che per Eraclito ψυχή rappresentalrsquoorgano preposto ad unrsquoattivitagrave cognitiva ed in particolare allrsquoelaborazionedei dati sensibili percepiti dagli organi di senso (ὀφθαλμοὶ καὶ ὦτα) e alla lorovalorizzazione come conoscenza effettiva75 Lrsquoesperienza sensibile egrave dunque

69 Sul frammento cfr Verdenius 1943 vi si torna anche oltre al cap 31 p 6770 Il fr 118 (ldquosplendore secco egrave lrsquoanima piugrave saggia e la migliorerdquo) potrebbe anche essere con-

siderato come il punto nodale tra i frammenti del primo gruppo aventi a che fare conlrsquoacqua e quelli del secondo gruppo che attribuiscono alla ψυχή il λόγος e le proprietagravecognitive ad esso connesse

71 Nussbaum 1972 (I e II) Il suo esame della parola a differenza di quello presentato quiinclude anche il dibattuto fr 67a (cfr ivi I pp 6ndash9)

72 Cfr Nussbaum 1972 I p 10 con argomenti diversi ma comunque riconoscendo il rife-rimento al linguaggio insito nellrsquoaggettivo βάρβαρος cfr anche Kirk 31970 p 376 Mar-covich 1978 p 32

73 Cfr a puro titolo di esempio A Pers 255 337 391 etc

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necessaria ma non sufficiente a conoscere (cfr frr 1 34) Il requisito indi-spensabile affincheacute la ψυχή assolva alla sua funzione di organo cognitivo egrave cheessa non sia barbara ossia come giagrave precisato che intenda il λόγος Lrsquoaccezio-ne eraclitea della ψυχή non puograve essere dunque separata da quella del λόγοςlrsquouno ha infatti sede nellrsquoaltra ed Eraclito coinvolge entrambe le parole nelprocesso di risemantizzazione intrecciandone i contesti drsquouso76 PertantoKahn ha completamente ragione quando in controtendenza rispetto a granparte della critica afferma che ldquothe new concept of the psycheacute is expressed interms of the power of articulate speech rationality is understood as the ca-pacity to partecipate in the life of language lsquoknowing how to listen and howto speakrsquordquo77 Neanche i frr 45 (ldquoI confini dellrsquoanima per quanto tu vada nonpuoi trovarli nemmeno percorrendo ogni strada cosigrave profondo egrave il suoλόγοςrdquo) e 115 (ldquoegrave della ψυχή un λόγος che accresce se stessordquo) possono esserecompresi sulla base dellrsquoaccezione tradizionale di ψυχή parlare di lsquoconfinirsquoper la ψυχή omerica non ha alcun senso poichegrave essa non egrave che lrsquoεἴδωλον deltutto privo di corporeitagrave della persona in vita78 Lrsquoautoaccrescimento poi egraveun aspetto vitale affatto estraneo allrsquoombra del defunto nellrsquoAde

74 Sulla qualifica onomatopeica di βάρβαρος originariamente quasi sinonimica diπαχύστομος (ldquodalla bocca impastatardquo) τραχύστομος (ldquodalla pronuncia asprardquo) e solo inseguito designante una provenienza etnica non greca cfr Str XIV 22838 ss Anche altrelingue ricorrono a delle onomatopee per designare il parlante di una lingua straniera Insanscrito mlecca e successivamente bhara-bhara designano ldquocolui che parla indistinta-menterdquo Un atteggiamento simile egrave riscontrabile anche in alcune lingue moderne in russodalla radice нем- si formano gli aggettivi немой ldquomutordquo e немецкий ldquotedescordquo cosigrave comein ungherese dal gruppo fonetico corrispondente neacutem- si formano gli aggettivi neacutema eneacutemet di nuovo rispettivamente ldquomutordquo e ldquotedescordquo In entrambi i casi per un retaggio cul-turale residuo di circostanze storiche i tedeschi sono designati appunto come ldquoquelli chenon parlano la linguardquo

75 Sulla ψυχή eraclitea come organo dellrsquoelaborazione dei dati sensibili cfr Nussbaum 1972I p 8 ldquoIt is an active faculty and not merely the seat of the πάθη [hellip]rdquo

76 Cfr Nussbaum 1972 I p 14 ldquoWe see then that Heraclitus taking two terms whosemeanings before his time had most often been negatively defined in explicit use has giventhem central positions in his philosophy ψυχή as the connecting and knowing facultyλόγος as the primary object of knowledge [hellip] certainly the senses of ψυχή and λόγος whichhe develops were in some way inherent in the senses of the words as earlier used and it isthe contexts in which it occurred to earlier men to speak about ψυχή and λόγος rather thanwhat men meant by the words themselves that were formerly restrictedrdquo

77 Kahn 1979 p 107

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Insistendo sullrsquoeffetto cognitivo del λόγος (cfr frr 1 2 50 e forse anche1979) Eraclito propone un modello gnoseologico innovativo rispetto a quellotradizionale che cioegrave subordina i pur indispensabili dati sensoriali al λόγοςcome facoltagrave della ψυχή In base a questa nuova accezione della conoscenza ildato ldquoantiempiricordquo viene preferito a quello empirico (cfr fr 54) percheacute imeri dati sensoriali nella pluralitagrave delle loro impressioni non permettono al-cuna vera conoscenza bensigrave solo πολυμαθίη Spetta dunque alla ψυχή ovveroal λόγος di cui una buona ψυχή dispone ricomporre questa pluralitagrave e dotarladi senso compito che puograve essere assolto dal λόγος in virtugrave della sua azione uni-ficante (cfr cap 62 pp 241 ss)

θεός Allrsquoepoca di Eraclito θεός egrave giagrave stata la parola-chiave dellrsquoinsegnamentodi Senofane che egrave il primo ad avviarne la risemantizzazione Eraclito dovevaessere a conoscenza dellrsquoaccezione senofanea nel fr 40 egli ricorda e giudicaespressamente lrsquoaedo di Colofone (insieme a Esiodo Pitagora ed Ecateo) lecui idee dunque dovevano essergli in qualche modo note Corrispondenti allarappresentazione tradizionale della divinitagrave80 sono innanzitutto le occorren-ze che propongono lrsquoabbinamento lsquodei uominirsquo come i frr 24 (ldquoi caduti lionorano dei e uominirdquo) 30 (ldquoquesto cosmo [hellip] non lo fece alcuno degli dei neacutedegli uomini [hellip]rdquo)81 53 (ldquola guerra [hellip] mostra gli uni come dei gli altri comeuominirdquo dove θεός ha probabilmente lo statuto di ldquosemidivinitagraverdquo ldquoeroerdquo) eanalogamente per quanto riguarda lrsquoabbinamento degli aggettivi corrispon-denti lsquodivino umanorsquo i frr 78 (ldquola natura umana infatti non ha facoltagrave di ca-pire ma quella divina sigraverdquo) e 114 (ldquo[hellip] infatti tutte le leggi umane sono nutritedallrsquounica divinardquo) Anche lrsquoaccostamento lsquoeroe diorsquo del fr 5 (ldquo[hellip] senza co-noscere dei ed eroi per quelli che sonordquo)82 e quello lsquodio profetarsquo del fr 92 (ldquola

78 Cfr Hom Od XI 206ndash208 218 ss Egrave singolare tra lrsquoaltro che in Omero proprio la capa-citagrave di parlare della ψυχή sia alterata le manca infatti la forza vitale necessaria e questaforza puograve essere temporaneamente raccolta bevendo sangue solo in questo modo le ψυχαίpossono dire ldquocose vererdquo cfr Hom Od XI 96 e 147ndash148

79 Cfr Bartling 1985 pp 42 ss80 Unrsquoanaloga classificazione degli usi eraclitei di θεός si trova in Kirk 31970 p 188 Kahn

1979 pp 277 s81 Circa i frr 24 e 30 si noti che lsquodei e uominirsquo egrave espressione polare attestata ad esempio in

Hom Il II 669 Od XX 112 XXII 346 XXIV 64 Hes Th 204 296 407 535 586588 Xenoph fr 231 etc

82 Cfr Pi O II 2 N III 23 Hecat fr 3006 (FGrH 1) = Hdt II14318 Hdt VIII 109 13Th IV 8726 etc

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Sibilla [hellip] per opera del diordquo) non sollevano difficoltagrave e comprensibilmentesono ben documentati nei testi precedenti e contemporanei ad Eraclito

Egrave invece eraclitea lrsquoaccezione dei frr 67 (ὁ θεὸς ἡμέρη εὐφρόνη χειμὼν θέροςπόλεμος εἰρήνη κόρος λιμός [hellip]) e 102 (τῶι μὲν θεῶι καλὰ πάντα καὶ ἀγαθὰ καὶδίκαια [hellip]) Infatti le divinitagrave omeriche non armonizzano in seacute aspetti con-trastanti della natura neacute dellrsquoindole umana al contrario la caratterizzazionedella loro identitagrave piuttosto che assorbire i contrasti li incarna Neacute si puograve af-fermare che secondo i loro giudizi tutte le cose siano belle buone e giuste isoggetti del πάνθεον tradizionale si mostrano permalosi inclini allrsquoingiuria ealle liti In effetti il θεός del fr 67 condivide con quello senofaneo dei trattiche lo contraddistinguono da precedenti occorrenze della parola (non solo alplurale ma anche al singolare) nella sua coincidentia oppositorum egli egrave ne-cessariamente unico conforme dunque allrsquoεἷς θεός senofaneo (Xenoph 231)e soprattutto al dio οὖλος ldquotutto interordquo (Xenoph 24) immune da qualun-que scissione interna83

ὄνομα Anche in questo caso occorre premettere un excursus sulla storia se-mantica della parola Prima di Eraclito e di Parmenide ὄνομα significa sempree soltanto ldquonome propriordquo come mostrato dallrsquoesame condotto da Kraus84 su-gli usi di ὄνομα (epico οὔνομα) ed ὀνομάζειν in Omero ed Esiodo Ὄνομα signi-fica in entrambi ldquonome propriordquo (di persona o piugrave raramente di luogo) e lostesso significato fa da sfondo ai composti ἐπώνυμος e ὁμώνυμος attestati inOmero Anche il verbo ὀνομάζειν conferma la centralitagrave del concetto di lsquonomepropriorsquo Esso evidenzia in Omero tre valori 1) lsquochiamare enumerandorsquo ovve-ro lsquoannoverare uno per unorsquo85 2) lsquochiamare per nomersquo lsquorivolgersi a qualcunofacendone il nomersquo86 e 3) lsquoproferire il nome ad alta vocersquo87 La formula ἔπος τrsquoἔφατrsquo ἔκ τrsquo ὀνόμαζε(ν) introduce in genere il discorso diretto rivolto ad una solapersona Con tale formula ldquowe apparently have to do with a fossilized stock

83 Sullrsquoaffinitagrave della concezione della divinitagrave in Senofane ed Eraclito cfr Gemelli Marciano2005 pp 125ndash134 Cfr inoltre Kahn 1960 p 4 ldquoXenophanes Heraclitus and Parme-nides all speak of a cosmic deity with functions quite different from those of the tradi-tional Greek pantheonrdquo A sostegno di questa affermazione lo studioso ricorda in notaXenoph frr 23ndash26 Heraclit frr 32 41 64 67 Parm frr 12 e 13

84 Kraus 1987 pp 25ndash27 cfr anche Traglia 1979 pp 151ndash152 85 Il IX 515 Il XVIII 449 Od XXIV 339 86 Il X 68 Il XXII 415 Od IV 278 87 Od IV 551 Od XIV 145

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verse-element that from meaning lsquoaddressed by namersquo [hellip] came to be usedwhere it could only mean lsquoaddressedrsquo [hellip]rdquo88 In sintesi lrsquoazione espressa daὀνομάζω consiste nel fare appello o nellrsquoidentificare un soggetto specifico en-tro il gruppo drsquoappartenenza mediante il proferimento del nome proprio InEsiodo le accezioni attestate sono due 1) lsquochiamare enumerandorsquo (come inOmero) e in piugrave 2) lsquoassegnare un nome propriorsquo89

Consideriamo ora i valori di ὄνομα in Eraclito Lrsquooccorrenza del fr 32(Ζηνὸς ὄνομα) aderisce allrsquoaccezione tradizionale di ldquonome propriordquo Ma lostesso non puograve dirsi evidentemente per il fr 48 (τῶι οὖν τόξωι ὄνομα βίοςἔργον δὲ θάνατος ldquolrsquoarco ha come nome vita come effetto morterdquo) dove ὄνομαindica per la prima volta la singola lsquoparolarsquo90 o il lsquonome comunersquo(Dingwort91) Lrsquouso di ὄνομα nel fr 48 documentando questa nuova accezio-ne dovrebbe infondere dubbi circa il suo reale valore nel fr 23 (Δίκης δίκηςὄνομα οὐκ ἂν ἤιδεσαν εἰ ταῦτα μὴ ἦν ldquonon conoscerebbero il nome di Giustizia giustizia se non esistessero queste coserdquo) Giaccheacute ΔΙΚΗ poteva indicare siail concetto del giusto δίκη sia la sua personificazione divina Δίκη apporre lamaiuscola senza alcuna problematizzazione non sembra prudente92

νόος Nel linguaggio della tradizione νοεῖν egrave innanzitutto un verbo della per-cezione non meno che ἰδεῖν e γιγνώσκειν93 Von Fritz94 autore di tre esaurienticontributi sulla storia del significato di νόος e νοεῖν ha sottolineato come nellastoria semantica di νόος Parmenide rappresenti un punto di svolta fondamen-tale ciograve induce lo studioso ad accomunare gli usi precedenti di νόος e νοεῖν purse differenziati sotto la denominazione di lsquopre-parmenideirsquo Egrave vero che Par-menide incide profondamente sullrsquoevoluzione semantica di νόος e νοεῖν inquesto senso il suo ruolo egrave paragonabile a quello svolto da Eraclito per le pa-role λόγος e λέγειν Tuttavia questo dato non deve indurre ad eccessive sem-

88 OrsquoSullivan 2004 (LFE)89 Hes frr 235 2 e 296 3 Merkelbach-West Op 80 90 Ciograve sfugge a Lallot 1992 che individua le prime attestazioni del concetto di lsquosingola

parolarsquo solo in Platone (λέξις)91 Cosigrave Kraus 1987 p 4492 Sul problema delle maiuscole e delle minuscole per i nomi di eventuali personificazioni

divine cfr Ramnoux 1970 pp 461 s (ma anche lo studioso intende lrsquooccorrenza diΔΙΚΗ nel fr 23 come un nome proprio cfr ivi p 462)

93 Cfr Snell 1991 p 51 nota 53 von Fritz 1968 pp 265ndash266 e 277ndash278 Si consideri adesempio Hom Od XVIII 228 αὐτὰρ ἐγὼ θυμῶι νοέω καὶ οἶδα ἕκαστα

94 Von Fritz 1968

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plificazioni Pur imprimendo un nuovo corso nellrsquoevoluzione semantica diqueste parole lrsquoEleate non egrave il solo a promuoverne la risemantizzazione inol-tre occorre tenere presente che in questo stadio iniziale dellrsquoevoluzione se-mantica della parola le accezioni innovative mostrano ancora profondacontinuitagrave con quelle tradizionali95

Accogliendo dunque pur con queste precisazioni lo spartiacque di vonFritz si puograve affermare che gli usi ldquopre-parmenideirdquo di νόος e νοεῖν designano ldquoicasi in cui contemporaneamente al riconoscimento di un oggetto si provve-de anche alla sua collocazione entro un piugrave vasto contesto di esperienze aven-te come risultato la conoscenza e la valutazione di una situazione complessiva[hellip] νοεῖν significa [hellip] una lsquopercezione che comprendersquordquo96 La percezioneespressa da νοεῖν puograve quindi essere definita come quella visione drsquoinsieme chepermette di inquadrare lrsquooggetto entro una determinata costellazione fattua-le e di valutarlo in rapporto alla situazione specifica proprio come accade inIl IV 199 ss βῆ δrsquo ἰέναι κατὰ λαὸν Ἀχαιῶν χαλκοχιτώνων παπταίνων ἥρωαΜαχάονα τὸν δrsquo ἐνόησεν ἑσταότrsquo ἀμφὶ δέ μιν κρατεραὶ στίχες ἀσπιστάων λαῶν[hellip] In altre parole secondo questa modalitagrave della conoscenza lrsquoatto conosci-tivo consiste in unrsquoadeguata contestualizzazione dellrsquooggetto sia tra gli ogget-ti circostanti sia in relazione al soggetto conoscente non si ha νόος di alcunoggetto visto come isolato o di per seacute Analogamente il sostantivo νοῦς signi-fica certo ldquocomprensionerdquo ldquopianordquo ma lo fa serbando a lungo memoria

95 Schirren 1998 pp 194ndash199 critica lrsquointerpretazione del νόος parmenideo come res cogi-tans soffermandosi in particolare su Parm fr 16 Cerri 1999 p 59 nota 82 ricorda chelrsquouso di νοεῖν in Parm fr 22 aderisce al ldquosenso corrente genericordquo del verbo e non a quelloldquospecificamente parmenideordquo siccheacute il risultato egrave di affiancare ldquosignificato tradizionale esignificato nuovo di una stessa parolardquo

96 Egrave la pregnante definizione di Kraus 1987 p 75 il quale cita come esempi del significatotradizionale di νοεῖν Hom Il XV 422 XXIV 294 Hes Op 267 e rimanda a LSJ sv νοέωper ulteriori esempi Cfr von Fritz 1968 p 259 ldquo[hellip] das bestimmte Objekt [des νοεῖν ist]nur der Anlaszlig durch den eine Person ploumltzlich die volle Bedeutung einer Situationerkennt Diese Situation ist das eigentliche Objekt des geistigen Aktes den das verbumνοεῖν bezeichnetrdquo Il primato della sensorialitagrave del verbo sugli aspetti razionali egrave ribadita allepp 261 ldquo[Das vielleicht Wichtigste ist daszlig] wo immer νόος und νοεῖν bei Homer im Sinneeines Plans oder Planens verwendet werden [hellip] dieser Plan dann in der Gestalt einerVision [erscheint] die sozusagen die gegenwaumlrtige Situation in die Zukunft erweitertrdquo e264 ldquo[So koumlnnen wir sagen daszlig] soweit Homer in Frage kommt es keine Spur einesUumlbergangs aus der Bedeutung des Plans zu der der Erkenntnis einer Situation gibt daszligdagegen klare Tatsachen fuumlr die Moumlglichkeit eines Uumlbergangs in die umgekehrte Richtungsprechenrdquo cfr anche ivi p 272

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dellrsquooriginario significato percettivo della radice Lrsquooccorrenza di νοεῖν in Xe-noph fr 24 posta tra i verbi lsquovederersquo e lsquoudirersquo (οὖλος ὁρᾶι οὖλος δὲ νοεῖ οὖλοςδέ τrsquo ἀκούει) testimonia che la sfera percettiva del verbo egrave ancora dominanteper questo poeta97 Ancora in Epich fr 12 (νοῦς ὁρῆι καὶ νοῦς ἀκούειmiddot τἆλλακωφὰ καὶ τυφλά) la percezione ha esito fallimentare se non egrave condotta dalνοῦς che egrave soggetto del lsquovederersquo e dellrsquolsquoascoltarersquo esso pertanto egrave inteso comepreposto alla percezione

Tra gli usi ldquopre-parmenideirdquo di νόος e νοεῖν von Fritz include quelli eracli-tei Tuttavia anche nellrsquoEfesio egrave possibile riscontrare gli indizi di una rise-mantizzazione in atto In Eraclito νόος egrave probabilmente conforme allrsquoaccezio-ne tradizionale nel fr 104 (ldquoqual egrave infatti il loro νόος e la loro intelligenza[hellip]rdquo) dove forma unrsquoendiadi con φρήν98 Ma altrove la caratteristica unifi-cante del sostantivo e del verbo comunque implicita giagrave in Omero assumeun rilievo speciale analogo a quello osservato in Parmenide al punto che sipuograve affermare che per i due sapienti νόος e νοεῖν designano una vera e proprialdquocomprensione sinteticardquo Egrave in virtugrave di questo valore che νόος puograve essere util-mente contrapposto a πολυμαθίη la ldquonozione-di-molte-coserdquo come accadenel fr 40 (πολυμαθίη νόον ἔχειν οὐ διδάσκει [hellip] ldquola nozione-di-molte-cose noninsegna ad avere νόος [hellip]rdquo) La caratteristica unificante egrave sottolineata nel fr114 dalla paronomasia tra ξὺν νόωι e ξυνῶι ξὺν νόωι λέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴτῶι ξυνῶι πάντων [hellip] ldquoper fare un discorso con senso occorre valersi del con-senso di tutte le coserdquo99 Anche in questo caso la risemantizzazione della paro-la non conosce fratture ma va intesa in base alla continuitagrave con il significatogiagrave attestato nel linguaggio della tradizione epica e lirica ldquoDoch sind der fruuml-here und der neue Begriff verwandt In beiden Faumlllen ist νόος nicht einem iso-lierten Gegenstand oder selbst einzelnen Umstaumlnden zugewandt sondernetwas Umfassenderem [hellip]rdquo100

97 Cfr von Fritz 1968 pp 289 s Nemmeno per lrsquouso parmenideo la sfera sensoriale hasmesso di giocare un ruolo nel significato della parola cfr Parm fr 6 6ndash7 dove gli effettidi un πλακτὸς νόος sono descritti appunto come svilimento delle facoltagrave percettive (οἱ δὲφοροῦνται κωφοὶ ὁμῶς τυφλοί τε [hellip])

98 Le occorrenze di νόος e νοεῖν (talvolta anche νόημα) unitamente a φρήν sono frequenti cfrad esempio Hom Il IX 600 XV 80 s XVIII 419 XXII 235 Od I 322 III 26 etc

99 La traduzione di Lami 52000 rende bene il gioco di parole100 Von Fritz 1968 p 297 per la Bedeutungsverwandtschaft tra il νόος omerico e quello era-

cliteo cfr ivi p 299

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16 1 Densitagrave semantica

Gli esordi dellrsquoaccezione risemantizzata del gruppo νόος νοεῖν possono es-sere rintracciati proprio in Senofane Si pensi al giagrave ricordato fr 24 ldquotutto in-tero [οὖλος] vede tutto intero νοεῖ tutto intero ascoltardquo ed al fr 25 ldquoma senzafatica agita tutte le cose con il senno della mente [νόου φρενὶ]rdquo)101 lrsquoanafora diοὖλος e la contrapposizione tra movimento dei πάντα da un canto e immobi-litagrave del νόος che li governa dallrsquoaltro rappresentano degli indizi a favore diunrsquoaccezione unificante del νόος divino in Senofane102 Di certo tale accezio-ne unificante egrave promossa da Parmenide egli infatti nei frr 3 61 e 834ndash36insiste sullrsquoequivalenza tra il νοεῖν e lrsquoεἶναι laddove questrsquoultimo egrave appuntouno e drsquoun solo pezzo (οὐλομελές fr 84) Coerenti con il valore al contempopercettivo ed unificante sono anche gli usi del sostantivo νόος come risulta daParm frr 41 (ἀπεόντα νόωι παρεόντα βεβαίως ldquole cose assenti sono presentiper mezzo del νόος saldamenterdquo) 66 in cui il νόος egrave ldquodebolerdquo (πλακτὸν νόον)proprio percheacute i suoi detentori sono come sdoppiati ldquoa due testerdquo (δίκρανοιfr 65) ossia illusi che per ogni cosa esista un contrario (πάντων δὲπαλίντροπός ἐστι κέλευθος fr 69) ed incapaci di riconoscere lrsquoἐόν nella sua ne-cessaria unitagrave 16 1ndash2 (ὡς γὰρ ἕκαστος ἔχει κρᾶσιν μελέων πολυπλάγκτων τὼςνόος ἀνθρώποισι παρίσταται [hellip] ldquoinfatti come ciascuno ha unrsquounione dimembra molto erranti cosigrave si dispone il νόος per gli uomini [hellip]rdquo) dove il νόοςegrave paragonato allrsquoorgano che unifica e coordina le membra dellrsquoanatomia uma-na103

σοφίησοφός Per Omero σοφίη egrave lrsquoabilitagrave tecnica del carpentiere allrsquoopera(cfr Il XV412104) Esiodo (fr 306 Merkelbach-West105) riferisce la parola ad

101 Quanto la sfera percettiva sia presente nellrsquoespressione νόου φρενί egrave illustrato da Darcus1978 Non sussiste dunque alcuna contraddizione con la dimensione sensoriale del fr 24cfr von Fritz 1968 pp 290 s

102 Sul νόος della divinitagrave senofanea cfr Schirren 1998 pp 142 ss che lo paragona a quellodello Zeus omerico

103 Cfr Emp fr 27ndash8 che descrive un modello fallace di conoscenza in cui i dati sensibili(ἐπιδερκτά ἐπακουστά) non sono ldquoabbracciatirdquo (περιληπτά aggettivo verbale daπεριλαμβάνω) dal νόος

104 Ma per alcuni il passo egrave sospetto trattandosi forse di unrsquointerpolazione posteriore cfrCole 1993 p 756 (nota 4) Il significato originariamente tecnico-artigianale della parolaegrave confermato dalle co-occorrenze ldquoomericherdquo di σοφίη e τέχνη in h Merc 483 e 511 A pro-posito della co-occorrenza in Margites fr 32 (Gostoli) Gostoli 2007 p 75 conferma ilsignificato di σοφός come ldquoespertordquo Cole 1993 scorge qui un riferimento ironico

105 Cfr inoltre Hes Op 649 dove Esiodo riferisce a se stesso lrsquoattributo di σεσοφισμένος

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un citaredo indicandone di nuovo lrsquoabilitagrave Dalle origini fino ad Eraclito in-cluso σοφία puograve essere descritta come lrsquoabilitagrave di compiere le giuste mosse almomento giusto in vista di quella realizzazione conclusiva che le motiva Unasimile accezione del sapere dunque intende le fasi della realizzazione comemomenti integranti del prodotto finale106

Egrave stato sostenuto107 che con i lirici si riscontra unrsquoevoluzione del significa-to di σοφία la quale inizierebbe ad indicare un sapere teorico sentito in oppo-sizione ad un sapere pratico espresso invece da τέχνη Questo parere non egravecondivisibile In epoca arcaica la coppia σοφία τέχνη egrave spesso sinonimica edi lirici Senofane incluso iniziano a stabilire sulla scorta dellrsquoaccezione origi-naria unrsquoanalogia sempre piugrave stretta tra σοφία ed unrsquoabilitagrave determinata quel-la poetica (cfr Xenoph fr 214 Thgn 19 682 770 etc) Tale atteggiamen-to egrave sintomatico di una persistente concezione del poeta come ldquoartigiano del-la parolardquo Le occorrenze di σοφία σοφός presso i lirici108 dunque non muta-no di significato ma piuttosto documentano che quella del poeta o delmusico egrave intesa come una maestria tecnico-artigianale Tale concezione arcai-ca dellrsquoattivitagrave poetica egrave storicamente determinata dal momento che quelladel poeta era allrsquoepoca una vera e propria professione la quale almeno sotto ilprofilo della necessitagrave di un apprendistato e della padronanza di competenzetecniche (musicali-metriche musicali-strumentali mnemoniche) non diffe-riva sostanzialmente da altre professioni artigianali

La scarsa funzionalitagrave o rilevanza per questrsquoepoca della distinzione tra sa-pere pratico e sapere teorico ed in particolare il fatto che σοφία non si sia an-cora specializzata nellrsquoindicare il lato teorico del sapere risulta dalle evidenzetestuali Ad esempio per Alcmane σοφοί sono tanto gli ἱππόται (fr 2 P) quan-to gli ldquoascoltatori espertirdquo del poeta (fr 162 s P) la radice σοφ- indica dunquelrsquoarea delle abilitagrave e delle competenze tecniche o artigianali tra le quali sonoincluse anche quelle poetiche Intorno al 550 aC lo scultore ateniese Fidi-

106 Su questo aspetto cfr Gladigow 1965 pp 73 s Sul concetto di σοφία arcaica piugrave in gene-rale egrave degno di nota Cole 1993 il quale segue le linee evolutive dalla ldquosophia oralerdquo checoincide con ldquolrsquointelligenza euristica o ingegnositagrave la capacitagrave di trovare soluzioni e diescogitare espedienti per situazioni almeno in parte impreviste e imprevedibilirdquo fino allaldquosophia scrittardquo che rappresenta invece la conoscenza teorica e lrsquoerudizione

107 Gladigow 1965 p 13108 Attestazioni della radice σοφ- sono ad esempio Archil fr 211 W Sapph fr 562 LP Ibyc

fr 123 P Simon frr 54212 P 604 P B Epinic XII 1 SM fr 143 SM 26 SM Pi O I116 O II 86 O IX 28 e 38 O XI 10 O XIV 7 P I 41 P IV 248 P VIII 74 Pae VIIb 20 Pae IX 4 I VII 18 I VIII 47 N V 18 N VIII 41 frr 611 S 1334 S

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mo riferendosi alla sua professione puograve definirsi appunto σοφός (Friedl 169Peek 74) seguiacuteto in questo da Onata (Paus V2510) nellrsquoElegia alle Muse diSolone (1347 ss W) lrsquoequivalenza tra τέχναι e σοφία poetica (ma anche pro-fetica) egrave espressa in modo esplicito ldquo[hellip] un altro avendo appreso le arti diAtena e di Efesto ingegnoso mette insieme i mezzi per vivere con (il lavorodelle) sue mani un altro istruito nei doni delle Muse Olimpie (si guadagnada vivere) conoscendo il metro dellrsquoamabile σοφίη [hellip]rdquo109

Anche per il gruppo σοφίη σοφός Eraclito si iscrive dunque entro un pro-cesso storico di evoluzione semantica imprimendovi la propria traccia110 Ac-canto ad usi tradizionali ne compaiono altri non del tutto corrispondenti alleaspettative Probabilmente questi ultimi costituiscono le premesse per i suc-cessivi valori specialistici della parola meno legati a quella sfera dellrsquoazionepratica che invece per Eraclito egrave ancora essenziale Si possono classificare leoccorrenze come conformi allo standard quando coerentemente con la sto-ria semantica fin qui ricostruita il gruppo σοφίη σοφός ha a che fare tantocon la tecnica in generale quanto con specifiche tecniche poetiche o comun-que verbali in particolare Di questo tipo sono le occorrenze dei frr 56 (ldquo[hellip]Omero che era il piugrave sapiente [σοφώτερος] di tutti i Greci [hellip]rdquo)111 e 129 (ldquoPi-tagora [hellip] dopo essersi scelto questi scritti si mise a punto una sapienza[σοφίη] tutta sua nozione-di-molte-cose cattiva arte [κακοτεχνίη]rdquo)112 neiquali lrsquouso di Eraclito appare ironico riferito cioegrave a quanti vengono reputatidei falsi sapienti Circa il fr 129 egrave interessante sottolineare come Pitagoranella critica al suo sapere ldquolibrescordquo venga rappresentato come una sorta di

109 La tesi di Gladigow 1965 pp 16 ss ossia che qui σοφία acquisirebbe ldquoeinen neuen Inhaltund eine neue Weiterdquo (ivi p 19) appare come una forzatura interpretativa (che difatti nongode di ampio credito tra i critici cfr ivi p 17 nota 1) Quanto alla motivazione addottacioegrave che Solone non fu ldquopoeta di professionerdquo egrave sufficiente ricordare che il politico nellaGrecia arcaica non puograve non essere anche artigiano della parola giaccheacute lrsquouso esperto dellaparola rappresenta uno strumento fondamentale di legittimazione del potere

110 Per una rassegna delle principali interpretazioni di σοφίη σοφός in Eraclito cfr Gladigow1965 pp 75ndash84

111 Cfr Gladigow 1965 pp 102 s ldquoDie Tatsache daszlig Homer alle Faumlhigkeiten der Erkennt-nis die in den Fragmenten 50 und 41 als σοφόν bezeichnet werden abgesprochen werdenweist darauf hin daszlig σοφώτερος in fr 56 im traditionellen d h nicht heraklitischen Sinngebraucht istrdquo

112 Heraclit fr 129 pur comparendo nellrsquoedizione DK tra i frammenti dubbi o falsi egrave stato datempo riabilitato come genuinamente eracliteo Sulla questione cfr Marcovich 1978 p47 e Kahn 1973 pp 111 ss

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sofista ante litteram e questo sia per la dimestichezza con la scrittura(συγγραφάς) sia per lrsquouso finalizzato allrsquoimbroglio della sua τέχνη che egrave evi-dentemente ancora sinonimica di σοφίη113

Un nutrito gruppo di occorrenze egrave implicato con lrsquoattivitagrave verbale indicatada λόγος λέγειν egrave il caso dei frr 32 (ldquola sola cosa sapiente [τὸ σοφόν] non vuo-le e vuole essere detta [λέγεσθαι] [hellip]rdquo) 50 (ldquodato ascolto non a me ma al di-scorso [λόγου] egrave saggio [σοφόν] dire lo stesso [ὁμολογεῖν] [hellip]rdquo) 108 (ldquodiquanti ho ascoltato i discorsi [λόγους] nessuno arriva al punto di ritenere chequanto egrave saggio [σοφόν] [hellip]rdquo) e 112 (ldquo[hellip] sapienza [σοφίη] egrave cose vere dire[λέγειν] e fare secondo natura prestando ascoltordquo) In questi casi il traitdrsquounion tra accezione tradizionale e accezione risemantizzata risiede a) nellalinguisticitagrave della σοφία ossia come giagrave per la σοφία poetica nellrsquouso accortodel linguaggio che essa favorisce e b) nel suo indicare un sapere che ldquoriconoscela posizione delle parti entro il tuttordquo114 come giagrave osservato per i predecessoridi Eraclito Entrambe le caratteristiche sono conformi allrsquoaccezione eracliteadi λόγος e λέγειν che coerentemente con il significato-base della radice λεγ-attiene allrsquoarea semantica dellrsquoldquounificazionerdquo e della produzione linguisti-ca115 Pertanto non sembra affatto casuale che σοφία e σοφός occorrano concostanza insieme a λόγος e λέγειν queste parole-chiave sono coinvolte nel me-desimo processo di risemantizzazione (cfr cap 21 pp 35 ss) Coerente conla caratteristica a) egrave anche il fr 118 (ldquolrsquoanima secca egrave la piugrave saggia [σοφωτάτη]e la migliorerdquo)116 esso infatti indica nella ψυχή la sede della σοφίη che aumen-ta appunto in condizioni di secchezza ma al contempo i frr 45 107 e 115(come saragrave illustrato nel cap 61 in sede di analisi degli stessi) indicano chia-ramente la ψυχή come sede del λόγος117 La caratteristica b) egrave esplicitata nei frr50 (ἓν πάντα εἶναι) e 41 ldquouna egrave la cosa saggia [τὸ σοφόν] capire lrsquointelligenzache governa tutte le cose attraverso tutterdquo Per Eraclito dunque la σοφίη coin-

113 Dello stesso tenore egrave Heraclit fr 81114 Gladigow 1965 p 74115 Questi aspetti saranno approfonditi nella seconda parte del lavoro116 Il testo del fr 118 evidenzia corruttele sin dallrsquoantichitagrave i dubbi vertono soprattutto sulle

parole αὐγὴ ξηρή Marcovich 1978 p 264 rifacendosi nella sostanza a Stephanus rico-struisce come segue le tappe del processo di corruzione dellrsquooriginale αὔη αὔη ξηρή (ovveroξηρά giaccheacute la forma ionica dovette subentrare solo in seguito) in cui lrsquoaggettivo sarebbeuna glossa apposta al sostantivo piuttosto desueto αὐγὴ ξηρή attestato giagrave in Plu Rom288 e nella maggior parte dei testimonia ed infine soltanto ξηρή (ovvero ξηρά) traman-dato per primo da Porph Antr 11

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cide con il riconoscimento dellrsquointerconnessione tra tutte le cose al di lagrave dellaloro apparente indipendenza reciproca opersino contraddittorietagrave

κόσμος Il significato omerico della parola egrave sia ldquoordinerdquo o ldquoordinamentordquo118sia ldquoornamentordquo119 entrambi i valori sono attestati con continuitagrave finoallrsquoepoca di Eraclito120 Con essi collima verosimilmente il fr 124 (ldquocome pat-tume sparso a caso egrave il piugrave bellrsquoordinamentordquo)121 il motivo di questa supposi-zione egrave che nonostante il senso complessivo risulti tuttrsquoaltro che chiarolrsquoldquoordinerdquo o ldquoordinamentordquo costituirebbe unrsquoopposizione paradossale con illdquopattume sparso a casordquo in unrsquoantitesi del tutto ammissibile per lo stile diEraclito122

Nonostante la storia arcaica della parola sia scarsamente documentataemerge che Eraclito contribuisce ad avviarne la trasformazione semantica123Allrsquoepoca dellrsquoEfesio il significato di κόσμος come ldquoordine del mondordquo e dun-que ldquomondordquo ldquorealtagraverdquo egrave solo in statu nascendi124 Secondo la tradizione dosso-grafica il primo ad usare κόσμος nel senso di ldquomondordquo fu Pitagora125 ma il va-lore di ldquoordinerdquo resta comunque centrale fino al V sec aC126 Lrsquoaccezione co-

117 Anche sulla scorta di questo indizio sono dellrsquoavviso che convenga intendere σοφία e λόγοςcome profondamente affini e per certi versi interscambiabili piuttosto che ipotizzare chela ψυχή ospiti due principi o attivitagrave della conoscenza ben distinti (da un canto la σοφίαdallrsquoaltro il λόγος)

118 Cfr ad esempio Hom Il XII 225 Od XIII 77 etc Frequenti sono i costrutti εὖ κατὰκόσμον (Il XI 48 XII 85 etc) e οὐ κατὰ κόσμον (Il II 214 V 759 Od III 138 etc)

119 Per monili da donna cfr ad esempio Hom Il XIV 187 per finimenti di cavalli Il IV 145120 Cfr ad esempio Hes Th 587 ed Op 76 Sol frr 1311 W e 12 W Thgn 677 W Hippon

fr 1282 W Pi O III13 VIII 83 XI 13 P II 10 III 82 N II 8 I VI 69 A Pers 400833 849 920 Th 397 Supp 246 A 1271 Eu 55

121 σάρμα egrave emendatio di Diels a fronte di σάρξ tramandato dai manoscritti contraMcDiarmid 1941 e Friedlaender 1942 (seguiti da Kirk 31970 pp 82 220 313) secondoil quale il frammento va ricostruito come segue σὰρξ εἰκῆ κεχυμένltη ἀνθρώπgtων ὁκάλλιστος dunque κόσμος andrebbe attribuito alla fonte Teofrasto Cfr inoltre Gladigow1965 pp 117 ss

122 Cfr Kerschensteiner 1962 p 97123 Cfr Kahn 1960 pp 226 s Circa la stratificazione dei sensi della parola in Eraclito cfr

idem 1979 p 133124 Cfr Kirk 31970 pp 312ndash313 che conduce un esame delle occorrenze precedenti al IV

sec a C Giagrave Reinhardt 41985 pp 174 s aveva mostrato che il significato lsquomondorsquo non egraveancora pienamente affermato nel linguaggio dei presocratici

125 Le fonti sono riportate in TLG sv 1871 A cfr Frisk 1954 sv p 929126 Cfr Lanza 1966 p 217 (in riferimento ad Anaxag fr 8)

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smologica si affaccia nel fr 30 di Eraclito κόσμον τόνδε τὸν αὐτὸν ἁπάντωνοὔτε τις θεῶν οὔτε ἀνθρώπων ἐποίησεν [hellip] ldquoquesto κόσμος lo stesso per tuttinon lo fece alcuno degli dei neacute degli uomini [hellip]rdquo127 Similmente per i frr 75(καθεύδοντας ἐργάτας εἶναι καὶ συνεργοὺς τῶν ἐν τῶι κόσμωι γινομένων ldquoi dor-mienti operano e cooperano agli avvenimenti nel κόσμοςrdquo) e 89 (τοῖςἐγρηγορόσιν ἕνα καὶ κοινὸν κόσμον εἶναι ldquoper gli svegli uno e comune egrave ilκόσμοςrdquo) lrsquoaccezione puramente tradizionale sembra difficilmente ammissi-bile qui si tratta perlomeno di un ldquoordinamento generalerdquo valido tanto per glisvegli quanto per i dormienti Il riferimento cosmologico egrave dunque moltoprobabile anche se non strettamente necessario giaccheacute Eraclito potrebbeanche riferirsi ad esempio ad un ordinamento generale di tipo sociale

Anche nel caso di κόσμος si osserva che Parmenide contribuisce non menodi Eraclito ad avviare un percorso storico di risemantizzazione Il sapiente diElea infatti conserva lrsquoaccezione originaria di ldquoordinamentordquo nel fr 852(μάνθανε κόσμον ἐμῶν ἐπέων ἀπατηλὸν ἀκούων) mentre 860 (ἐγὼ διάκοσμονἐοικότα πάντα φατίζω) e 43 (οὔτε σκιδνάμενον πάντηι πάντως κατὰ κόσμονdove κόσμος egrave inserito in una clausola omerica) sono a metagrave strada tra lrsquoacce-zione tradizionale ldquoordinerdquo e quella nuova ldquo(ordine del) mondordquo propriocome si egrave osservato a proposito di Eraclito frr 75 e 89128

Nellrsquoesaminare la densitagrave semantica di alcune parole-chiave eraclitee si sonoresi spesso necessari riferimenti ad usi analoghi da parte di Senofane e piugrave fre-quentemente di Parmenide Ciograve conferma il fatto che il fenomeno non inte-ressa in via esclusiva un singolo autore bensigrave piugrave in generale una temperieculturale

Senofane che precede di poco Eraclito promuove una nuova accezionedella parola θεός la densitagrave semantica pertanto non riguarda argomenti peri-ferici della sua riflessione ma ne centra un punto cruciale Lrsquoinsegnamentosenofaneo si appunta infatti sulla critica agli dei omerici (pars destruens) aiquali il sapiente contrappone una divinitagrave dalle caratterizzazioni nuove (parsconstruens) Occorre notare che nelle elegie che appaiono del tutto conformial sentimento religioso tradizionale dellrsquoεὐσέβεια gli usi del sostantivo θεός

127 Contra Kahn 1979 p 133 che valuta lrsquointerpretazione di κόσμος nel senso di ldquoordine delmondordquo nel fr 30 quale una mistaken assumption Sulle interpretazioni di κόσμος nel fr 30cfr Vlastos 1982 p 192 nota 4

128 Contra Kerschensteiner 1962 p 122 il quale ritiene che lrsquouso parmenideo di κόσμος sia deltutto conforme a quello omerico

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22 1 Densitagrave semantica

(fr 113 e 24) e degli appellativi delle divinitagrave (frr 121ndash22 22) non tradi-scono le aspettative Anche in quella che si puograve definire la pars destruens dellariflessione senofanea sulla divinitagrave i Σίλλοι la parola-chiave occorre solo incontesti drsquouso coerenti con quelli tradizionali ciograve egrave necessario dal momentoche egrave proprio la divinitagrave tradizionale ad essere bersaglio di critica (Xenophanfrr 111 121 141 154) Viceversa in corrispondenza della pars construensche coincide con il cosiddetto Περὶ φύσεως al θεός sono attribuite caratteristi-che nuove ovvero non contemplate dalla religione tradizionale e dunque ti-picamente senofanee come si riscontra nel fr 231 (εἷς θεός) il cui θεός fungeda soggetto anche per i frammenti seguenti (frr 24 25 e 26)129 Per Senofanedunque egrave possibile delineare una separazione piuttosto netta tra le occorren-ze rispondenti allrsquoaccezione tradizionale e quelle risemantizzate Lrsquounica ec-cezione egrave il caso ambiguo della seconda occorrenza del fr 231 che saragrave con-siderata nel cap 13 (pp 30 s)

Parmenide contemporaneo di Eraclito non soltanto piega le sue parole-chiave a contestualizzazioni atipiche ma proprio come il sapiente di Efesocollega fittamente tra loro le parole oggetto della risemantizzazione questedunque non seguono percorsi di modificazione semantica indipendenti gliuni dagli altri ma costituiscono un sistema

Analogamente a quanto osservato per Senofane anche in Parmenide egravepossibile riconoscere una significativa distribuzione delle occorrenze aderen-ti allrsquoaccezione tradizionale da un lato e di quelle risemantizzate dallrsquoaltro Leprime si concentrano prevalentemente nel proemio ossia prima della rivela-zione sapienziale della dea le seconde invece compaiono soltanto nella rive-lazione sapienziale

129 La classificazione dei frammenti senofanei sotto i titoli Ἐλεγεῖαι Σίλλοι e Περὶ φύσεως nonegrave opera dellrsquoautore in particolare su Περὶ φύσεως cfr Schmalzriedt 1970 secondo cui apartire da denominazioni giagrave platoniche quali ad esempio οἱ περὶ φύσεως il titolo si cristal-lizza successivamente in ambito peripatetico A prescindere da questo resta il fatto chenella produzione senofanea egrave possibile individuare componimenti a) conformi al senti-mento religioso tradizionale b) critici nei confronti della religione tradizionale ovveroomerica e c) propositivi di una divinitagrave propriamente senofanea e che ai suddetti conte-nuti corrispondono forme metriche diverse rispettivamente il distico elegiaco la mesco-lanza di esametri e trimetri giambici e lrsquoesametro Lrsquoipotesi secondo cui il cosiddetto Περὶφύσεως costituirebbe una raccolta seriore effettuata in base a criteri tematici di versi trattidal resto dellrsquoopera senofanea (cosigrave ad esempio Burnet 31920 p 115 s) non scalfisce que-sto dato

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12 Esempi di densitagrave semantica 23

Sui valori di εἶναι (e forme relative ἐστί ἐόν) in Parmenide egrave stato scrittomoltissimo In effetti la natura stessa e la frequenza del verbo lsquoesserersquo pongo-no le occorrenze sotto il segno dellrsquoambiguitagrave I valori di εἶναι possono essereragionevolmente riassunti come segue 1) valore copulativo 2) valore esisten-ziale 3) valore veritativo130 Egrave evidente che in Parmenide numerose occorren-ze del verbo sono del tutto conformi a questi valori131 Tuttavia laddove εἶναιegrave coinvolto in costruzioni sintattiche per cosigrave dire autoreferenziali ad esem-pio laddove lsquoesserersquo funge da predicato non per un soggetto altro bensigrave peruna voce dello stesso verbo lsquoesserersquo le occorrenze si lasciano difficilmentecomprendere secondo le accezioni sopra elencate Egrave il caso dei frr 23 e 5(ldquolrsquouna in quanto ἔστιν e non ἔστι che non εἶναι [hellip] lrsquoaltra in quanto non ἔστινed ἐστι necessario che non εἶναιrdquo) 42 (ldquoinfatti non potragrave recidere lrsquoἐόν dallasua contiguitagrave con lrsquoἐόντοςrdquo) 61ndash2 (ldquoἔστι infatti εἶναι mentre niente nonἔστινrdquo) 71 (ldquomai si potragrave dimostrare questo che εἶναι i non ἐόνταrdquo) 836ndash37(ldquonientrsquoaltro ἔστιν o ἔσται allrsquoinfuori dellrsquoἐόντοςrdquo) e 46ndash47 (ldquoneacute infatti ἔστιnon ἐόν [hellip] neacute ἐὸν ἔστιν tale che dellrsquoἐόν εἴη ora piugrave ora menordquo) etc Nella ri-

130 Cfr Kahn 1973 rispettivamente pp 184 ss 228 ss 331 ss Va anche ricordata la querellecirca la presunta differenza di significato tra la forma enclitica della terza persona singolaredel verbo lsquoesserersquo che avrebbe valore copulativo e quella ortotonica con valore esisten-ziale La teorizzazione della differenza risale a G Hermann (De emendanda ratione graecaegrammaticae Leipzig 1801 pp 84 s) ed egrave stata recentemente sostenuta anche da PhProbert (A New Short Guide to the Accentuation of Ancient Greek Bristol 2003 pp 144ndash146) Questi cita come fonte Eustazio secondo cui ldquogli antichirdquo avrebbero usato ἔστι (laforma ortotonica) come sinonimo di ὑπάρχει ldquoesisterdquo ldquocrsquoegraverdquo Contra J Wackernagel (Dergriechische Verbalakzent Zeitschrift fuumlr vergleichende Sprachforschung Bd 23 1877 pp457ndash470) seguito tra gli altri da W S Barrett (Euripides Hyppolitos Oxford 1964) e lostesso Kahn 1973 pp 420 ss i quali si rifanno ad Erodiano secondo cui a determinare laforma ortotonica o piuttosto quella enclitica sono condizioni puramente formali ossia laposizione della voce verbale entro la frase (o il verso) e lrsquoaccentuazione della parola che laprecede

131 Cfr ad esempio frr 1 vv 11 (ἔνθα πύλαι [hellip] εἰσι κελεύθων) 27 (ἦ γὰρ ἀπrsquo ἀνθρώπων ἐκτὸςπάτου ἐστίν) e 32 (ὡς τὰ δοκοῦντα χρῆν δοκίμως εἶναι) 2 vv 2 (αἵπερ ὁδοὶ μοῦναι διζήσιός εἰσινοῆσαι) e 4 (Πειθοῦς ἐστι κέλευθος) 51 (ξυνὸν δέ μοί ἐστιν [hellip]) 69 (παλίντροπός ἐστικέλευθος) 82 (σήματrsquo ἔασι πολλά) Nel fr 8 il verbo occorre ripetutamente sia in funzionecopulativa nellrsquoelenco degli attributi dellrsquolsquoesserersquo sia come predicato verbale cfr vv 17ndash18(ἀληθὴς ἔστιν ὁδός) 27 (ἔστιν ἄναρχον ἄπαυστον) 33 (ἔστι γὰρ οὐκ ἐπιδευές) 38 (οὖλονἀκίνητόν τrsquo ἔμεναι τῶι παντrsquo ὄνομα ἔσται) 39 (πεποιθότες εἶναι ἀληθῆ) 42 (τετελεσμένονἐστί) 45 (χρεόν ἐστι) 48 (ἐπεὶ πᾶν ἐστιν ἄσυλον) 54 (οὐ χρεών ἐστιν ndash ἐν ὧι πεπλανημένοιεἰσίν) 57 (ἤπιον ὄν) etc

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24 1 Densitagrave semantica

velazione divina un confine netto fra accezioni tradizionali e accezioni rise-mantizzate del verbo egrave indiscernibile percheacute non egrave tracciato dal sapiente

Sono poi frequenti i casi in cui gli usi anomali delle voci di εἶναι vengonointrecciati con quelli di altre parole dense specialmente νόος νοεῖν e λόγος λέγειν o i loro rispettivi sinonimi Lrsquointreccio tra lsquoesserersquo lsquopensarersquo e lsquodirersquo egravetanto stretto che anche solo dal punto di vista puramente grammaticalecomprendere (e tradurre) queste costruzioni risulta spesso un compito ar-duo132 si considerino ad esempio i frr 3 τὸ γὰρ αὐτὸ νοεῖν ἐστίν τε καὶ εἶναι61 χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐὸν ἔμμεναι (dove il valore di ἐόν dipende tra lrsquoaltroda quello di τὸ133) 8 8ndash9 οὐ γὰρ φατὸν οὐδὲ νοητὸν ἔστιν ὅπως οὐκ ἔστι 8 34ndash36 ταὐτὸν δrsquo ἐστὶ νοεῖν τε καὶ οὕνεκεν ἔστι νόημα οὐ γὰρ ἄνευ τοῦ ἐόντος ἐν ὧιπεφατισμένον ἐστίν εὑρήσεις τὸ νοεῖν Ciograve non egrave casuale tra le parole riseman-tizzate da Parmenide vanno infatti annoverate anche νόος νοεῖν e λόγος

Per quanto riguarda νόος νοεῖν usi conformi a quelli tradizionali sonoammissibili per i frr 22 e 66134 mentre nei giagrave ricordati nodi sintattici traνόος νοεῖν λόγος λέγειν e ἐόν εἶναι lrsquoaccezione tradizionale risulta insoddi-sfacente Come giagrave rilevato a proposito di Eraclito anche per Parmenide ilνόος si configura come una facoltagrave intellettiva capace di unificare elementisparsi Ciograve egrave documentato dai frr 41 dove il νόος egrave responsabile della com-prensione dellrsquoἐόν nella sua coesione e 161ndash2 dove esso egrave paragonato (ὡςhellipτώς) allrsquounione delle membra corporee (κρᾶσις μελέων)

Quanto a λόγος la parola evidenzia usi tradizionali nei frr 115 e 850mentre risemantizzato sembra quello del fr 75 κρῖναι δὲ λόγωι Nonostantemolti interpreti traducano questa occorrenza ldquogiudica con raziociniordquo o inmodo simile tale resa non egrave condivisibile per motivi sia contestuali che stori-co-linguistici Il motivo contestuale egrave il riferimento immediatamente prece-dente alla menzione di λόγος alla produzione ed alla percezione acustica dellinguaggio νωμᾶν ἄσκοπον ὄμμα καὶ ἠχήεσσαν ἀκουὴν καὶ γλῶσσαν (fr 74ndash5)non si vede dunque percheacute qui si dovrebbe fare riferimento ad unrsquoastratta ldquora-gionerdquo piuttosto che alla tessitura dellrsquoargomentazione di Parmenide ovveroal suo ldquodiscorsordquo Il motivo storico-linguistico egrave che come saragrave argomentato

132 Cfr Calogero 1967 pp 126 ss133 Se τὸ funge da articolo i due infiniti seguenti sono sostantivati e costituiscono il soggetto

ldquooccorre che il dire ed il pensare siano lrsquoἐόνrdquo se τὸ funge da pronome si avragrave ldquooccorre chequanto crsquoegrave da dire e da pensare sia lrsquo ἐόνrdquo

134 Circa πλακτὸς νόος si puograve ricordare che nellrsquoepica arcaica riferiti a νόος si trovano attributiquali ἀεικής ἀπηνής ἀργαλέος κακός κύνεος etc cfr Fuumlhrer 2004 (LFE)

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nel cap 51 significati di λόγος come ldquoragionerdquo o ldquoraziociniordquo sono successiviallrsquoepoca qui considerata fino allrsquoinizio del V sec a C λόγος significa esclusi-vamente ldquoazione risultato del λέγεινrdquo ossia ldquoraccoltardquo o come egrave nella mag-gioranza dei casi ldquodiscorsordquo135

Infine vanno considerate le occorrenze parmenidee di ὄνομα ὀνομάζεινnon rispondenti alle accezioni tradizionali ossia rispettivamente ldquonome pro-priordquo e ldquofare uso del nome propriordquo Sebbene la tradizione manoscritta relati-va al fr 838 sia problematica ed attesti da un canto πάντrsquo ὄνομ(α) ἔσταιdallrsquoaltro πάντrsquo ὀνόμασται136 egrave chiaro che in entrambi i casi ὄνομα ovveroὀνομάζειν eludono lrsquoaccezione tradizionale percheacute non hanno a che fare conlrsquoidea del lsquonome propriorsquo ovvero dellrsquolsquouso del nome propriorsquo137 Certa egrave invecelrsquooccorrenza di ὄνομα nel fr 19 οὕτω τοι κατὰ δόξαν ἔφυ τάδε καί νυν ἔασι καὶμετέπειτrsquo ἀπὸ τοῦδε τελευτήσουσι τραφέντα τοῖς δrsquo ὄνομrsquo ἄνθρωποι κατέθεντrsquoἐπίσημον ἑκάστωι dove contestualmente ad ὄνομα compaiono di nuovo i ldquose-gnirdquo del mondo fenomenico elencati in 838 ss φύειν ldquonascererdquo τρέφεσθαιldquocrescererdquo τελευτᾶν ldquoperirerdquo In questo contesto va anche ricordato il cosid-detto ldquoframmento di Cornfordrdquo Si tratta del breve passo in Pl Tht 180e 1interpretato da molti studiosi come una libera citazione di Parm fr 838 mache secondo Cornford rappresenterebbe invece un vero e proprio frammen-to138 οἷον (oppure οἶον) ἀκίνητον τελέθει τῶι πάντὶ ὄνομrsquo εἶναι Qui cosigrave comenei frr 19 e se si accoglie la lectio πάντrsquo ὄνομ(α) ἔσται anche 838 ὄνομα evi-denzia lrsquoaccezione di ldquosingola parolardquo139 analogamente a quanto rilevato circaHeraclit frr 48 e forse anche 23 Nei frr 853 μορφὰς γὰρ κατέθεντο δύο

135 Cfr Gomperz 1922ndash23 Verdenius 1947 p 276 idem 1966 136 Il verso egrave citato da Simplicio in due passi Quanto al primo (In Ph 871) il codex E tra-

manda ὀνόμασται un perfetto privo di aumento (cfr Parm fr 91) mentre i codices D ed Friportano ὄνομα (οὔνομα) ἔσται Nel secondo passo di Simplicio (In Ph 14611) i mano-scritti sono invece concordi e tramandano ὠνόμασται

137 Per gli editori che accettano la prima lectio una traduzione diffusa del frammento egrave ldquotuttele cose saranno solo un nomerdquo essa dunque inserisce un avverbio (lsquosolorsquo) assente nel testocfr DK Taraacuten 1965 p 86 etc Ma in questo modo si attribuisce a Parmenide una conce-zione estranea alla mentalitagrave arcaica quella del ldquomero nomerdquo o della ldquomera parolardquo comeimmagine di vacuitagrave del linguaggio in antitesi alla pienezza ed al primato delle cose e deifatti (cfr Kraus 1987 p 93) Per Parmenide dire πάντrsquo ὄνομ(α) ἔσται non significa neces-sariamente che tutte le cose saranno solo arbitrio e finzione Lrsquoinserimento dellrsquoavverbiolsquosolorsquo corrisponde evidentemente alle intenzioni di quegli interpreti i quali sostengonoche per Parmenide i πάντα non sono che vuota apparenza destituita di qualunque esi-stenza reale Sulla questione si torna nel cap 41 pp 94 s

138 Cornford 1935

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γνώμας ὀνομάζειν e 91ndash2 αὐτὰρ ἐπειδὴ πάντα φάος καὶ νὺξ ὀνόμασται καὶ τὰκατὰ σφετέρας δυνάμεις ἐπὶ τοῖσί τε καὶ τοῖς140 il verbo ὀνομάζειν significa ldquode-nominare qualcosardquo senza riferimento allrsquouso del nome proprio esattamentecome in Heraclit fr 67

Dagli esempi di densitagrave semantica considerati emergono due dati principaliIn primo luogo risulta che la risemantizzazione non modificando alcune pa-role prese singolarmente neacute le linee della loro evoluzione semantica si svilup-pano in modo parallelo ovvero indipendentemente lrsquouna dallrsquoaltra Piuttostotra le parole risemantizzate tendono ad istaurarsi delle relazioni semantichesi pensi ai rimandi individuati tra i gruppi ψυχή ndash σοφία σοφός ψυχή ndash λόγοςλόγος ndash σοφία σοφός in Eraclito νοεῖν ndash θεός in Senofane νοεῖν ndash λέγειν ndash εἶναιin Parmenide Pertanto lo studio della densitagrave semantica deve essere condot-to prendendo in esame insiemi di parole dense che evidenziano relazioni se-mantiche pertinenti (cap 21) e non singole parole risemantizzate

In secondo luogo i sapienti in esame non solo mostrano affinitagrave nella mo-dalitagrave di significazione definita lsquodensitagrave semanticarsquo che egrave prodotta attraversola risemantizzazione di parole della tradizione epica e lirica ma spesso anchele parole fatte oggetto di risemantizzazione tendono a coincidere si pensi aθεός (Senofane ed Eraclito) λόγος λέγειν (Eraclito e Parmenide) νόος νοεῖν(Parmenide Eraclito ed eventualmente Senofane) ὄνομα ὀνομάζειν (Eracli-to e Parmenide) In questi casi si riscontra che le nuove accezioni promosseper la parola risemantizzata coincidono nei diversi autori

Tali convergenze che riguardano aspetti sia formali sia contenutistici de-gli scritti sapienziali arcaici suggeriscono che il pensiero dei σοφοί sia profon-damente radicato entro un contesto culturale condiviso In effetti nella se-conda metagrave del Novecento sono stati approfonditi gli studi sulle radici comu-ni della sapienza greca arcaica sia essa religiosa poetica cosmologica o filoso-fica141 La riflessione di ciascun σοφός puograve essere dunque considerata come

139 Viene preferita qui la resa con ldquosingola parolardquo piuttosto che con ldquonome comunerdquo dalmomento che Parm fr 838 ss elenca come spiegazione di ὄνομα sei infiniti non sostanti-vati e dunque sei forme verbali similmente nel ldquoframmento di Cornfordrdquo il referente diὄνομα egrave lrsquoinfinito εἶναι

140 Questo frammento presenta la difficoltagrave linguistica della relazione di τά Numerosi inter-preti integrano ὀνόματα giaccheacute i ldquonomirdquo potrebbero riferirsi a φάος καὶ νύξ (nel verso pre-cedente) cosigrave come a πῦρ καὶ νύξ (fr 855 ss) Se si ammette questa ragionevoleintegrazione lrsquoaccezione di ὄνομα divergerebbe di nuovo da quella di lsquonome propriorsquo

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elaborazione o soluzione di quesiti importanti per un determinato contestocuturale Ciograve contrasta con la posizione di una cospicua parte della criticache ha interpretato il pensiero di questi autori in base ad oggetti di riflessionee problemi intesi come individuali esclusivi e nettamente distinti per cia-scun sapiente142

13 Coscienza della densitagrave semantica

Dopo aver descritto il fenomeno della densitagrave semantica (cap 11) ed avernefornito alcuni esempi (cap 12) egrave lecito porsi una domanda la densitagrave seman-tica rappresenta un esito indesiderato derivante ad esempio dalla frammen-tarietagrave della nostra documentazione o da una involontaria sovrapposizione divalori semantici distinti da parte dei sapienti oppure egrave deliberata

Nel primo caso la densitagrave semantica dovrebbe manifestarsi in modo nonsistematico ovvero casuale Egrave proprio questo il motivo per cui le spiegazionidel fenomeno basate sulla casualitagrave come ad esempio la presunta imperizialinguistico-espressiva degli autori arcaici o semplicemente lo stato frammen-tario della documentazione a disposizione risultano insufficienti esse nonrendono conto della coerenza con cui ricorre il fenomeno

I σοφοί non sembrano confondere inavvertitamente sfere semantiche poconitide Al contrario alcuni elementi suggeriscono che essi promuovano volu-

141 Per fare solo alcuni e ben noti esempi cfr Cornford 1952 Fraumlnkel 1962 In particolaresulla cosmologia arcaica che saragrave al centro dellrsquoattenzione nel cap 41 cfr Guthrie 1952p 87 ldquo[hellip] a common picture of the nature of the Universe of living creatures and ofdivinity was shared by a surprising number of Greek philosophical and religious thinkersof the 6th and early 5th centuries BC [hellip] This world-picture was not the creation of anyone of them but rather seems to have been assumed by all at the outset [hellip]rdquo Su unrsquoanalogalinea argomentativa si attesta Kahn 1960 p 4 Dopo aver individuato dei concetti por-tanti comuni ai primi ldquofilosofirdquo (ad esempio le idee di φύσις e κόσμος una divinitagrave differenteda quella tradizionale la trasformazione degli elementi etc) lo studioso afferma che ldquothiscommon body of ideas attested for different thinkers of approximately the same date can-not be explained as the personal innovation of any one of them [hellip] The resemblancebetween these widely separated developments may be due in part to an active interchangeof persons and ideas above all however it presupposes a common seed from which theregional types have arisenrdquo

142 Egrave ben fondata la critica di Kahn 1960 p 5 ldquoIn practice the moderns have generally fol-lowed the ancients in treating these early philosophers as so many exalted individualistswhose relationship to one another must be largely a matter of polemicrdquo

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tamente la densitagrave semantica di parole attinte al linguaggio della tradizioneepico-lirica contestualizzandole in modo nuovo e rendendole cosigrave adatte aveicolare contenuti sapienziali innovativi La densitagrave semantica si accompa-gna inevitabilmente ad una generale ambiguitagrave dei testi in oggetto Per quan-to riguarda Eraclito Kahn ha mostrato come ci si trovi di fronte ad ldquounrsquoam-biguitagrave deliberata o intenzionalerdquo143 una posizione questa che viene condi-visa da numerosi critici Tuttavia la questione dellrsquointenzionalitagrave non egrave anco-ra stata approfondita in modo adeguato anche laddove venga espressamentetematizzata essa egrave ricondotta in via esclusiva allrsquoadozione dello stile oracola-re144 Un simile approccio tralascia che anche altri autori dellrsquoepoca pur senzaricorrere allo stile oracolare evidenziano analoghi tratti di ambiguitagrave spessoriconducibile appunto alla densitagrave semantica delle parole-chiave

Egrave possibile individuare nei testi due indizi a sostegno dellrsquoipotesi della den-sitagrave semantica e dellrsquoambiguitagrave come risorse linguistiche intenzionali e abil-mente sfruttate Uno concerne il tipo di parole dense lrsquoaltro la loro posizioneentro il corpus in generale o il frammento in particolare Per quanto attiene alprimo dato la densitagrave semantica investe non genericamente alcune parolebensigrave proprio quelle centrali nella riflessione dei sapienti per limitarsi a degliesempi emblematici λόγος in Eraclito θεός in Senofane εἶναι in ParmenideIn secondo luogo si osserva che sistematicamente quando si arriva ai punti sa-lienti per un chiarimento della parola-chiave emerge un autentico quid proquo fra le contestualizzazioni ovvero le accezioni tradizionali e quelle rise-mantizzate A questo proposito occorre anche ricordare che nellrsquoopera di Se-nofane e di Parmenide vige una separazione coerente e dunque non casualetra usi tradizionali ed usi risemantizzati delle parole-chiave (cfr cap 12 p 21e p 22) le occorrenze aderenti alla semantica tradizionale sono concentratenelle parti dellrsquoopera che si rifanno esplicitamente alla tradizione sia per con-formarvisi sia per criticarla (per Senofane nelle opere successivamente intito-late Ἐλεγεῖαι e Σίλλοι per Parmenide nel proemio del poema) quelle denseinvece compaiono laddove i sapienti esprimono il loro contributo teoricopiugrave precipuo (rispettivamente il cosiddetto Περὶ φύσεως e la rivelazione divi-na sullrsquoessere) A fronte di questi elementi lrsquoipotesi secondo cui le ambiguitagravesemantiche non sarebbero desiderate e anzi in alcuni casi data la loro posizio-ne strategica ldquoprogrammaticherdquo risulta piuttosto antieconomica

143 Kahn 1979 p 91 cfr anche Hussey 1982 p 54 144 Questa egrave la posizione di Calabi 1977ndash78

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Si passa ora a considerare alcuni frammenti in cui lrsquoambiguitagrave tra le diverseaccezioni delle parole-chiave appare come una deliberata scelta espressiva145Quanto ad Eraclito sia Aristotele146 che Sesto Empirico147 testimoniano cheil fr 1 si trovava allrsquoinizio dellrsquoopera in forza di queste testimonianze la posi-zione drsquoincipit egrave ammessa dalla grande maggioranza degli studiosi148 ldquoPur es-sendo questo λόγος sempre gli uomini ne sono allrsquooscuro sia prima di ascoltaresia dopo aver ascoltato infatti sebbene tutte le cose accadano secondo questoλόγος essi assomigliano ad inesperti [hellip]rdquo La prima occorrenza della parola-chiave puograve passare a prima vista inosservata Infatti sia nella prosa ionica ar-caica149 sia mutatis mutandis nella lirica150 il riferimento al λόγος allrsquoiniziodellrsquoopera o al suo interno nel passaggio da un argomento allrsquoaltro egrave piutto-sto frequente In questi casi la parola indica chiaramente il ldquodiscorsordquolrsquoldquoesposizionerdquo lrsquoldquoargomentazionerdquo e si riferisce appunto al discorso di chiscrive Tuttavia il seguito del fr 1 costringe presto a ricredersi Il λόγος men-zionato da Eraclito non coincide in toto con lrsquoorizzonte semantico preceden-temente attestato per la parola infatti nessuno puograve avere esperienza di un di-scorso ancor prima di averlo ascoltato e soprattutto non egrave chiaro come tuttele cose possano accadere in base ad un discorso comunemente inteso Consi-derate queste difficoltagrave anche la posizione di ἀεί inizia a destare sospetti e ri-vela la sua natura ancipite occorre forse intendere che il discorso egrave ldquosemprerdquoTale quid pro quo semantico dunque non solo riguarda la parola-chiaveλόγος ma come indicato da testimoni fededegni occorre proprio in aperturadello scritto nel periodo che ne dichiara le intenzioni e che dunque ha valoreprogrammatico In un passo di grande importanza strategica come prima pa-rola (almeno dopo lrsquoarticolo e la particella) Eraclito presenta λόγος in un con-

145 Per le difficoltagrave sintattiche sollevate dai frammenti esaminati qui di seguito (Heraclit 1Xenoph 231 Parm 23ndash5) cfr cap 23 (rispettivamente pp 49 ss p 54 pp 55 s)

146 Arist Rh Γ 5 1407b 14 ss [hellip] οἷον ἐν τῆι ἀρχῆι αὐτῆι τοῦ συγγράμματος φησὶ γάρ [hellip]147 S E M VII 132 ἐναρχόμενος γοῦν τῶν περὶ φύσεως ὁ προειρημένος ἀνὴρ (sc Ἡράκλειτος)

καὶ τρόπον τινὰ δεικνὺς τὸ περιέχον φησί [hellip]148 Contra Colli 1980 vol III che pone in apertura dello scritto eracliteo il fr 93 Conche

1986 p 23 ss che opta per il fr 50 Capelle 1924 pp 202ndash203 (che cita a sua voltaSusemihl Jbb f kl Phil 107 1873 p 716) il quale tuttavia non propone un frammentoiniziale alternativo

149 Ecateo di Mileto (FGrH 1 fr 1) Ione di Chio (DK 36 B 1) Diogene di Apollonia (DK 64B 1) ma anche Antioco di Siracusa (FGrH 555 fr 2) cfr cap 51 p 155

150 Cfr ad esempio Tyrt fr 121 W Thgn 1055 W Xenoph 71 Espressioni del tipo ἀλλὰλόγον μὲν τοῦτον ἐάσομεν sono comuni formule di passaggio da un discorso allrsquoaltro

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testo drsquouso ambiguo che al tempo stesso suggerisce e smentisce lrsquoaccezionetradizionale

Casi analoghi si riscontrano anche in Senofane e Parmenide Si consideri Se-nofane fr 231 ldquouno (egrave) il dio [θεός] fra gli dei [ἔν τε θεοῖσι] e gli uomini il piugravegrande [hellip]rdquo I commentatori hanno spesso negato lrsquoattrito generato dalla giu-stapposizione delle due occorrenze di θεός presentate nel paradosso dellrsquoldquouni-co dio [hellip] fra gli deirdquo Il motivo addotto egrave che ldquodei e uominirdquo giagrave in Omero egraveunrsquoespressione polare per indicare generalitagrave e assolutezza151 Senofane dun-que non direbbe nientrsquoaltro che ldquouno (egrave) il dio in assoluto il piugrave granderdquo Inrealtagrave egrave un misconoscimento del testo negare che ldquofra gli dei e gli uominirdquo egrave indiretta relazione con il ldquodio unordquo che occorre immediatamente prima lrsquousoanomalo dellrsquoespressione polare egrave stato giustamente sottolineato daHeitsch152 Considerata la densitagrave semantica della parola-chiave senofanea siegrave indotti a ritenere che lrsquoeffetto per cosigrave dire ldquoenantiosemicordquo sia cercatoespressamente allo scopo di intercalare un contesto drsquouso tradizionale ovverounrsquoaccezione tipica della parola (ἔν τε θεοῖσι καὶ ἀνθρώποισι) con una densa re-cante i tratti della divinitagrave propriamente senofanea (εἷς θεός) A proposito diquesto frammento va ribadito per inciso come non solo le tradizionali inter-pretazioni che sostengono il monoteismo153 ma anche quelle in favoredellrsquoenoteismo154 senofaneo siano fondamentalmente scorrette Infatti ben-cheacute il dio μέγιστος sia uno solo neacute lrsquoesistenza neacute il culto delle divinitagrave tradizio-nali vengono in alcun modo negati155 al contrario essi costituiscono ilpresupposto necessario per lrsquouso stesso del superlativo Storicamente il pen-siero greco arcaico non sembra orientato verso il monoteismo ma piuttosto

151 Cfr ad esempio Hom Il VIII 27 XIV 342 cfr anche Heraclit frr 24 30 (circaquestrsquoultimo frammento tuttavia Guthrie 1962 p 375 nota 2 e Stokes 1971 p 76 sotto-lineano che lrsquoespressione puograve anche essere intesa alla lettera)

152 Heitsch 1983 p 149 commenta ldquonessuno dei passi a me noti egrave davvero paragonabile alnostro la seconda affermazione contraddice proprio le prime parolerdquo

153 Cfr Zeller Wilamowitz Kranz Gigon etc Per lrsquoincidenza della tradizione dossograficasullrsquointerpretazione di Senofane in senso monoteistico cfr cap 31 p 64

154 Contro lrsquoipotesi del monoteismo ma in favore dellrsquoenoteismo senofaneo egrave Schaumlfer 1996pp 165 ss (per la storia del termine cfr ivi p 168 nota 162)

155 Nel corpus di Senofane non mancano attestazioni di θεός (fr 113 e 24) e riferimenti alledivinitagrave (frr 121ndash22 22) conformi al sentimento religioso tradizionale cfr Heitsch1994 pp 17 s

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verso la convinzione che ldquotutto egrave pieno di deirdquo (πάντα ψυχῶν εἶναι καὶ δαιμόνωνπλήρη)156

Infine si consideri un caso di coscienza della densitagrave semantica in Parme-nide In controtendenza rispetto al resto della critica Kahn riconosce cheldquolrsquoambiguitagrave dello stile di Parmenide egrave intenzionale Egli come Pindaro scri-ve lsquoper quanti comprendonorsquo (per lrsquoεἰδὼς φώς B 13 non per i βροτοὶ εἰδότεςοὐδέν B 64)rdquo157

Anche per Parmenide si osserva non solo che lrsquoambiguitagrave riguarda segnata-mente le parole-chiave del suo insegnamento in primis εἶναι e le sue voci maanche che essa si fa strada sistematicamente nei passi di maggior rilievo teori-co circa la natura dellrsquoessere Nel proemio εἶναι compare tre volte come pre-dicato sempre in modo conforme agli usi tradizionali ldquoligrave sono le porte [hellip]rdquoldquoegrave fuori dal sentiero battuto dagli uominirdquo e ldquo[hellip] bisogna che siano genuina-menterdquo (fr 1 rispettivamente vv 11 27 e 32) Come notato nel cap 12 p22 solo quando lo scenario mitico diventa sfondo e la dea della teofania iniziala sua rivelazione sapienziale il verbo inizia ad occorrere in contesti drsquousoanomali Si puograve prendere come esempio il fr 2 3ndash5 Nei versi 3 e 5 il lettoreegrave di fronte ad una serie molto fitta di occorrenze del verbo lsquoesserersquo ben sei treper ciascun esametro Dichiarando quali sono le strade della ricerca la deaspiega ldquolrsquouna che egrave [a) ἔστιν] e non egrave possibile [b) ἔστι] che non sia [c) μὴεἶναι] [hellip] lrsquoaltra che non egrave [d) οὐκ ἔστιν] ed egrave necessario [e) χρεών ἐστι] chenon sia [f) μὴ εἶναι]rdquo Una ricorrenza cosigrave pervasiva delle voci di εἶναι non puograveessere casuale gli usi tradizionali e quelli densi sono intrecciati tra di loro equesto in un passo della massima importanza per la chiarificazione della pa-rola-chiave Le occorrenze centrali di ciascun verso ovvero b) ed e) corri-spondono perfettamente alla semantica tradizionale del verbo ma le occor-renze a) c) d) ed f) in qualche misura la eludono Secondo lrsquouso tradizionaleinfatti avrebbe ben poco senso dire di una strada che essa egrave ed egrave impossibileche non sia e di unrsquoaltra che essa non egrave ed egrave necessario che non sia occorredunque ammettere che il verbo lsquoesserersquo acquisisce una pregnanza particolarenelle intenzioni dellrsquoautore Anche in questo caso come giagrave osservato circaλόγος in Heraclit fr 1 le prime occorrenze della parola-chiave in ciascun ver-so a) e d) possono apparire prima facie non problematiche tuttavia lrsquoimpres-sione dura poco percheacute subito gli usi del verbo lsquoesserersquo prendono per cosigrave dire

156 D L IX 7 (= DK 22 A 17) cfr anche DK 11 A 3157 Kahn 1960 p 227

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32 1 Densitagrave semantica

ad avvitarsi su se stessi158 Alla luce delle occorrenze immediatamente succes-sive viene smascherato un valore di εἶναι non piugrave coincidente con quello con-sueto nella tradizione epica e lirica

Simili equivoci (quid pro quo) generati dalla commistione di contestidrsquouso ed accezioni sia tradizionali sia innovativi rappresentano degli indizi asostegno dellrsquoipotesi per cui i sapienti considerati alimentano coscientementela densitagrave semantica delle parole-chiave sfruttando lrsquoambiguitagrave che ne derivacome una risorsa espressiva La risemantizzazione delle parole-chiave si profi-la pertanto come un percorso consapevolmente imboccato dai sapienti arcai-ci al fine di ri-funzionalizzare il linguaggio della tradizione epica e lirica adat-tandolo cosigrave a nuovi contenuti sapienziali

Per capire in che modo ovvero attraverso quali espedienti linguistici la ri-semantizzazione venga prodotta occorre ora approfondire lrsquoanalisi dei testi

158 Analoga egrave la frequenza delle occorrenze delle voci del verbo lsquoesserersquo nei frr 61ndash2 χρὴ τὸλέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐὸν ἔμμεναι ἔστι γὰρ εὶναι μηδὲν δrsquo οὐκ ἔστιν 846ndash48 οὔτε γὰρ οὐκ ἐὸν ἔστι[hellip] οὔτrsquo ἐὸν ἔστιν ὅπως εἴη κεν ἐόντος τῆι μᾶλλον τῆι δrsquo ἧσσον [hellip]

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2 Strategie di risemantizzazione

21 Reti di significazione

Lrsquointento dei capitoli 21 22 e 23 egrave di considerare in statu nascendi lrsquoevolu-zione del significato di alcune parole-chiave entro il pensiero dei sapienti ar-caici in esame La densitagrave semantica delle parole-chiave egrave lrsquoesito della lororisemantizzazione ovvero dellrsquoincremento di variabilitagrave dei contesti drsquouso lacompresenza di contesti drsquouso tradizionali e non tradizionali schiude accezio-ni nuove entro un significato ancora fondamentalmente coeso In base allrsquoesa-me dei testi saranno considerate tre strategie di risemantizzazione le reti disignificazione (cap 21) i giochi di parole (cap 22) e la polivalenza sintattica(cap 23) In generale poicheacute basata sulla contestualizzazione diversificata larisemantizzazione non riguarda parole prese singolarmente ma necessaria-mente relazioni tra le parole In effetti tutte e tre le strategie di risemantizza-zione condividono la prerogativa di stabilire collegamenti per lo piugraveinaspettati tra le parole al fine di ampliare il ventaglio dei loro usi

La nuova funzionalizzazione del linguaggio della tradizione epica e liricava compresa nella sua dimensione sociale essa non riguarda Eraclito in quali-tagrave di singolo parlante bensigrave la sua temperie culturale e dunque almeno inparte la comunitagrave linguistica a cui egli appartiene quella costituita dai sa-pienti arcaici o tardo-arcaici Per loro la risemantizzazione delle parole-chia-ve rappresenta una sperimentazione linguistica in cui sono a disposizionenon metodi prestabiliti o soluzioni univoche ma piuttosto una variegatagamma di espedienti Ciograve egrave coerente con il quadro generale della riflessionesul linguaggio nella cultura greca arcaica riflessione che non si configuracome teorizzazione sistematica bensigrave come vivo esercizio di sapienza Nel ri-corso alle strategie di risemantizzazione egrave possibile nondimeno individuare

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34 2 Strategie di risemantizzazione

delle tendenze ad esempio se Eraclito sfrutta particolarmente i giochi di pa-role evocando cosigrave collegamenti tra diverse immagini Parmenide si avvalepiuttosto della polivalenza sintattica che autorizzando molteplici interpre-tazioni concorre a lasciare indefinito il significato delle parole-chiave Ma sitratta per lrsquoappunto solo di tendenze non di scelte esclusive ed egrave opportunosottolineare la commistione tra le strategie della risemantizzazione rilevabilenei sapienti considerati

A questo punto il proposito egrave di tradurre in pratica lo spunto teorico of-ferto da Kahn con il suo ldquoprincipio di risonanzardquo159 intendendolo perograve in unsenso piugrave forte di quello voluto dallo studioso Si tenta dunque di individua-re nei corpora quelle che vengono qui definite lsquoreti di significazionersquo ossia si-stemi di parole tra le quali viene riconosciuta o istituita una correlazione se-mantica adatti pertanto a veicolare un determinato senso solo se colti nellaloro complesso Qualunque sistema infatti esige di essere compreso nella suaorganicitagrave Nella seconda parte del lavoro (specialmente nei capp 42 e 43)lrsquoesame delle reti di significazione costituiragrave un fondamentale approccio er-meneutico ai frammenti di Eraclito Il criterio adottato per stabilire lrsquoappar-tenenza di una parola ad una rete di significazione egrave necessariamente seman-tico esso consiste nel rintracciare affinitagrave di significato che risultano tantopiugrave indicative laddove esse non siano previste tra le accezioni della parola pre-cedentemente attestate160

Volendo illustrare il funzionamento di una rete di significazione si puograve af-fermare che il contenuto da essa espresso non viene enucleato in una sola im-magine ma emerge attraverso una famiglia di immagini solidali che si richia-mano lrsquoun lrsquoaltra Almeno sotto un profilo funzionale le immagini apparte-nenti ad una medesima rete di significazione rappresentano dunque delle va-rianti contestualmente equivalenti in quanto tutte concorrono a suggerire ilmedesimo contenuto Il problema di un vaglio di una scelta esclusiva tra levarianti non si pone affatto se ne deduce che la pluralitagrave dei significanti non

159 Kahn 1979 p 89 la ldquorisonanzardquo egrave opportuno ricordare egrave la ldquorelazione tra i frammenti perla quale un singolo tema verbale o unrsquoimmagine egrave riecheggiata da un testo allrsquoaltro in modoche il significato di ciascuna si arricchisce se le immagini sono comprese insiemerdquo

160 Le teorie ed i metodi della semantica strutturale (Saussure 21968 Trier 1931) costitui-scono dei presupposti necessari per lrsquoindagine delle reti di significazione anche se diver-samente da opere quali Lyons 21972 e Schirren 1998 al centro dellrsquoattenzione qui non viegrave uno specifico ldquocampo semanticordquo

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21 Reti di significazione 35

egrave sentita neacute come dissonanza neacute come ridondanza bensigrave come accordo ar-monico

Veniamo dunque allrsquoesame dei testi Nella rete di significazione eracliteasu cui si focalizza lrsquoattenzione che egrave quella che interessa λόγος tutte le imma-gini coinvolte evidenziano come tratto dominante e al contempo nuovo ri-spetto alle accezioni precedentemente attestate lrsquounitagrave e la portata generale ouniversale esse dunque sono valide per ldquotutti gli uominirdquo o ldquotutte le coserdquo161La caratteristica dellrsquouniversalitagrave egrave riferita con costanza al gruppo λόγος λέγειν Circa λόγος Eraclito afferma ldquopur accadendo infatti tutte le cose[πάντων] in base a questo λόγοςrdquo (fr 1) ldquopur essendo il λόγος generale [ξυνοῦ]rdquo(fr 2) ldquodato ascolto non a me ma al λόγος egrave saggio dire lo stesso [ὁμολογεῖν]che tutte le cose sono una [ἓν πάντα εἶναι]rdquo (fr 50) Quanto al verbo λέγειν ol-tre al composto ὁμολογεῖν giagrave evidenziato nel fr 50 vi egrave lrsquooccorrenza del fr114 ldquoper fare un λόγος [λέγοντας] con senso [ξὺν νόωι] occorre valersi del con-senso di tutte le cose [τῶι ξυνῶι πάντων]rdquo Allrsquouniversalitagrave di λόγος fa eco quelladi πόλεμος (fr 53 ldquoπόλεμος egrave padre di tutte le cose di tutte egrave il re [hellip]rdquo) anchecon una ripresa verbatim del medesimo aggettivo (fr 80 ldquoπόλεμος egrave generale[ξυνόν]rdquo cfr fr 2) Lo stesso vale per νόος poicheacute il gioco di parole in dialettoionico del giagrave ricordato fr 114 (ξὺν νόωι τῶι ξυνῶι πάντων) vuole appunto ri-velare la natura ldquocomunerdquo del νόος rispetto a ldquotutte le coserdquo come conferma ilsuccessivo paragone con la legge divina rispetto alle leggi umane Universal-mente validi sono anche ciograve che egrave σοφόν (fr 50 giagrave citato fr 32 ldquolrsquounica cosaσοφόν [hellip]rdquo fr 41 ldquouna egrave la cosa σοφόν conoscere lrsquointelligenza che governatutte le cose attraverso tutte [πάντα διὰ πάντων]rdquo fr 108 ldquo[hellip] nessuno arrivaal punto di ritenere che il σοφόν egrave diverso da tutte le cose [πάντων]rdquo162) κόσμος(fr 30 ldquoquesto κόσμος lo stesso per tutti [τὸν αὐτὸν ἁπάντων]rdquo fr 89 ldquouno ecomune [ἕνα καὶ κοινόν] egrave il κόσμοςrdquo) e dunque non da ultimo in virtugravedellrsquoequivalenza tra κόσμος e πῦρ stabilita da Eraclito nel fr 30 anche πῦρ ap-punto (ldquoquesto cosmo lo stesso per tutti [hellip] πῦρ sempreviventerdquo dello stes-so tenore egrave il fr 90 ldquotutte le cose [τὰ πάντα] sono scambio del πῦρ e il πῦρ ditutte le cose [ἁπάντων]rdquo)163 Allo stesso modo lrsquoessere comprensivo degli op-

161 Nel cap 42 saranno esaminate ulteriori affinitagrave tra le parole incluse in questa rete di signi-ficazione

162 Il fr 108 va incluso tra quelli che sostengono la portata universale di σοφόν percheacute non rap-presenta a mio avviso una dichiarazione della trascendenza del σοφόν stesso bensigrave unmonito a non confondere la generalitagrave della σοφίη con la particolaritagrave della πολυμαθίη cfrcap 61 pp 224 s

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posti fenomenici rende il θεός eracliteo autenticamente universale e validoper tutti loro (fr 67 ldquoil θεός [egrave] giorno notte inverno estate guerra pace sa-zietagrave famerdquo)164

Lrsquoaffinitagrave delle immagini sopra ricordate egrave confermata dagli accostamentiistituiti da Eraclito Questi possono essere sia espliciti come lrsquoequivalenza delfr 30 che pone sullo stesso piano κόσμος e πῦρ165 e quella del fr 67 in cui egraveistituita la similitudine [ὅκωσπερ] tra θεός e πῦρ sia impliciti ad esempio rea-lizzati grazie a riprese verbatim come quella dellrsquoavverbio ἀεί che accomunaλόγος (fr 1) e πῦρ (fr 30 ἀείζωον) o quella dellrsquoaggettivo ξυνός riferito sia aλόγος (fr 2) sia a πόλεμος (fr 80) sia a νόος (fr 114)

Unrsquoulteriore conferma giunge dai rimandi tematici tra le immagini in que-stione Si prenda ad esempio il fr 118 (ldquosplendore secco egrave lrsquoanima piugrave saggia ela migliorerdquo) qui la virtugrave della σοφίη egrave attribuita alla ψυχή Al tempo stesso se-condo i frr 45 107 e 115 virtugrave della ψυχή egrave il λόγος pertanto tra λόγος e σοφίηsussiste uno stretto legame Inoltre per possedere σοφίη lrsquoanima deve esseresplendente e secca secondo due caratteristiche che come notato dagli inter-preti rimandano immediatamente al πῦρ Se ne deduce che il fr 118 presentauna triangolazione di immagini in certa misura interscambiabili o per lomeno strettamente collegate sia nelle loro caratteristiche intrinseche sia nellaloro relazione con lrsquoanima λόγος σοφίη e πῦρ Simili associazioni sono stateampiamente riconosciute ed illustrate dalla critica e quindi non egrave proficuosoffermarvisi nuovamente in questa sede166

Altri tratti non conformi alla semantica tradizionale delle parole conside-rate sono attribuite in modo esplicito solo ad alcune di esse non a tutte Ad

163 La critica si trova in sostanziale accordo circa lrsquoldquounique and universal valuerdquo (cosigrave Kahn1979 p 146) del fuoco eracliteo anche se parte di essa lo interpreta come substratummateriale del mondo Sulla questione si torna nel cap 42 sv πῦρ pp 108 s

164 Lrsquoaccezione unitaria del θεός ricorda la divinitagrave senofanea che egrave εἷς ed οὖλος (Xenoph 2324 cfr Stokes 1971 p 106) e questo indipendentemente dal fatto che Eraclito laddovedia prova di conoscere Senofane lo critica aspramente (fr 40) Per lrsquoanalogia tra λόγος e πῦρcfr Kirk 31970 pp 198 s

165 Tale equivalenza non egrave minacciata da nessuna delle due possibili interpretazioni del verbolsquoesserersquo e di conseguenza del valore logico-grammaticale del gruppo seguente ldquofuoco sem-previventerdquo In ἦν ἀεὶ καὶ ἔστιν καὶ ἔσται le voci di εἶναι possono avere valore sia copulativosia esistenziale se si ammette il valore copulativo ldquofuoco sempreviventerdquo vale come nomedel predicato se si ammette il valore esistenziale lo stesso sintagma funge da apposizioneper lrsquoiniziale κόσμον τόνδε (lo si puograve immaginare chiuso tra due virgole) In entrambi i casiκόσμος e πῦρ condividono la caratteristica di essere lsquolo stesso per tuttirsquo

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esempio la caratteristica dellrsquoeternitagrave egrave predicata verosimilmente167 per λόγος(fr 1) per πῦρ e come si deduce dalla giagrave ricordata analogia istituita traκόσμος e πῦρ nel fr 30 appunto anche per κόσμος168 tuttavia essa non egrave rile-vabile per νόος σοφίη σοφόν πόλεμος e θεός Non si puograve escludere che questadifformitagrave sia dovuta anche allo stato frammentario dei testi in particolarelrsquoimmortalitagrave di θεός puograve essere data per assodata anche se Eraclito non ne famenzione169 Ad ogni modo una volta individuate le parole adibite allrsquoespres-sione di un medesimo contenuto ovvero coinvolte nella stessa rete di signifi-cazione in virtugrave della proprietagrave transitiva sembra ragionevole attribuire ca-ratteristiche (specialmente caratteristiche non conformi allrsquoaccezione tradi-zionale) rilevabili per alcune immagini anche ad altre per le quali esse non sia-no espressamente tematizzate Per tornare al nostro esempio egrave lecito dunqueammettere lrsquoeternitagrave di νόος σοφίη σοφόν πόλεμος (oltre che naturalmentedi θεός) in quanto appartenenti ad una rete di significazione che nel suo com-plesso evidenzia tale proprietagrave

Se le reti di significazione rappresentano una strategia di risemantizzazio-ne e se a sua volta la risemantizzazione produce densitagrave semantica allora leparole coinvolte nelle reti di significazione dovrebbero risultare semantica-mente dense e in effetti le parole relative alla rete di significazione sopra con-siderata figurano tutte tra gli esempi del cap 12170 Ciograve conferma la teoria diKahn circa la necessaria complementaritagrave tra il principio di ldquorisonanzardquo che egravealla base delle reti di significazione e quello di ldquodensitagraverdquo171 Inoltre egrave propriodalle occorrenze contestualizzate in modo atipico che emerge per tutte le pa-role considerate la medesima accezione connessa con le caratteristiche diunicitagrave e validitagrave universale Soltanto due delle immagini che evidenziano lacaratteristica della validitagrave universale non sono classificabili come lsquodensersquogiaccheacute nei frammenti pervenutici esse occorrono esclusivamente in contesti

166 Soltanto exempli gratia Kirk 31970 p 189 accomuna θεός e λόγος Stokes 1971 pp 102ss πῦρ θεός e λόγος come rappresentazione del polo dellrsquounitagrave in Eraclito similmenteKahn 1979 pp 278 s individua in πόλεμος θεός e πῦρ un ldquoprinciple of total orderrdquo in par-ticolare per lrsquoaccostamento di πῦρ e λόγος cfr ivi pp 94 e 98 Bartling 1985 pp 114 e135ndash137 accosta πῦρ λόγος θεός e κόσμος Diano-Serra 41993 p 107 enumera le imma-gini eraclitee definite ldquocomunirdquo il ldquodiscorsordquo il ldquopensarerdquo la ldquoleggerdquo il ldquomondordquo il ldquocon-flittordquo etc

167 Ma la posizione di ἀεί egrave notoriamente ambigua cfr cap 23 pp 49 s168 Cfr Bartling 1985 p 140 nota 2 169 In Omero ed Esiodo gli dei bencheacute generati sono detti essere αἰεὶ ἐόντες170 Per λόγος si rimanda al cap 51 pp 153 ss

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drsquouso classificabili come tradizionali (sebbene dato lo stato frammentario deitesti e lo stile σκοτεινός di Eraclito distinguere nettamente tra contesti drsquousotipici ed atipici non sia sempre facile) si tratta di χρυσός172 e νόμος173 Peraltroentrambe le immagini evidenziano collegamenti con quelle incluse nella retedi significazione χρυσός viene equiparato a πῦρ attraverso la similitudine delfr 90 νόμος egrave ricondotto a λόγος λέγειν e a νόος mediante la similitudine delfr 114

Per inciso egrave opportuno notare che anche in Parmenide egrave possibile ricono-scere una rete di significazione finalizzata allrsquoenucleazione di un concettoportante nel suo pensiero Essa egrave composta dal gruppo εἶναι ndash νοεῖν ndash λέγειν(ovvero ἐόν ndash νόος ndash λόγος) insieme ai rispettivi sinonimi174 Calogero ha giu-stamente insistito sul profondo nesso che unisce questi tre concetti175 Effet-

171 Sui principi di ldquorisonanzardquo e ldquodensitagraverdquo come facce di una stessa medaglia cfr Kahn 1979p 89 Cfr anche ivi p 279 ldquoThere is no one term that can designate the principle of totalorder without ambiguityrdquo (corsivo dellrsquoautore) Ciograve comporta da un lato che diverseparole stanno ad indicare il medesimo ldquoprincipiordquo dallrsquoaltro che tutte quante sono seman-ticamente dense Tuttavia lo studioso sostiene la ldquoduality in the rolerdquo (ivi p 278) di cia-scuna delle immagini entro il pensiero eracliteo mentre a mio avviso il ruolo di ciascunaimmagine egrave unico a cambiare sono piuttosto i contesti drsquouso (ora tradizionali ora eracli-tei) delle parole risemantizzate

172 Segue una rassegna succinta delle attestazioni eraclitee di χρυσός e dei relativi contestidrsquouso Il fr 9 ὄνους σύρματrsquo ἂν ἑλέσθαι μᾶλλον ἢ χρυσόν presenta un paradosso in perfettostile eracliteo che contrappone lrsquooggetto vile e privo di valore per antonomasia lo stramea quello maggiormente apprezzato ed ambito lrsquooro egrave necessario dunque che questrsquoultimosia inteso nella sua accezione tradizionale Anche lrsquooccorrenza del fr 22 χρυσὸν γὰρ οἱδιζήμενοι γῆν πολλὴν ὀρύσσουσι καὶ εὑρίσκουσιν ὀλίγον che descrive lrsquoattivitagrave dei cercatoridrsquooro egrave comprensibile solo in base allrsquoaccezione ordinaria di χρυσός Quanto al fr 90 πυρόςτε ἀνταμοιβὴ τὰ πάντα καὶ πῦρ ἁπάντων ὅκωσπερ χρυσοῦ χρήματα καὶ χρημάτων χρυσός ilcontesto drsquouso non desta perplessitagrave infatti come egrave comprensibile χρυσός e χρήματαoccorrono spesso insieme (anche in qualitagrave di sinonimi) cfr Hdt III 13022 IX 802 ssIX 832 E Ph 985 Isoc XVII (Trapeziticus) 358 367 444 etc

173 Circa il fr 33 νόμος καὶ βουλῆι πείθεσθαι ἑνός il detto proverbiale νόμοις πείθου egrave attribuitoa Chilone (DK 10319) Pittaco (Mullach 1860 p 216 9 = detto 14)e Solone (Mullach1860 p 216 38 = detto 7) cfr inoltre Isoc I (ad Demonicum) 164 366 II (Areopagiti-cus) 336 numerose co-occorrenze di νόμος e πείθομαι sono in X Mem (ad esempio I2342 IV 4147 IV 4153 ss etc) Il fr 44 μάχεσθαι χρὴ τὸν δῆμον ὑπὲρ τοῦ νόμουὅκωσπερ τείχεος attesta νόμος in un complemento di vantaggio cfr Pl Cri 50b 7 Lg 887b8 907e 6 D XXI (in Midiam) 207 XXV (in Aristogitonem) 145 Infine per lrsquoaccosta-mento νόμος κρατέω del fr 114 [hellip] τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦθειοῦ κρατεῖ γὰρ τοσοῦτον ὁκόσον ἐθέλει καὶ ἐξαρκεῖ πᾶσι καὶ περιγίνεται cfr ad esempio ESupp 430 s Aeschin in Ctesiphontem 47 Arist Pol 1324b 7

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21 Reti di significazione 39

tivamente non egrave possibile occuparsi di uno dei tre nodi di questa rete di signi-ficazione senza incorrere negli altri due Ciograve si verifica soprattutto per via difrequenti costruzioni sintattiche che li coinvolgono simultaneamente e chesaranno considerate piugrave ampiamente nel cap 23 Per ora basta limitarsi a de-gli esempi come quelli dei frr 27ndash8 ldquoneacute infatti potresti conoscere il μὴ ἐόν (egraveinfatti impossibile) neacute potresti parlarne [φράσαις]rdquo 3 ldquoinfatti sono la stessacosa νοεῖν ed εἶναιrdquo 41 ldquo[hellip] gli ἀπ-εόντα sono saldamente παρ-εόντα per mez-zo del νόωιrdquo 61 ldquooccorre che il λέγειν ed il νοεῖν siano ἐόνrdquo 87ndash8 ldquo[hellip] dal nonἐόν non ti permetterograve neacute di φάσθαι neacute di νοεῖν infatti non egrave neacute φατόν neacute νοητόνche non ἔστιrdquo 834ndash36 ldquola stessa cosa ἐστὶ νοεῖν e il νόημα che ἔστι Infatti sen-za lrsquoἐόν in cui πεφατισμένον ἐστίν non troverai il νοεῖνrdquo176 Anche per Parmeni-de dunque il significato delle parole-chiave non puograve essere realmente com-preso fincheacute queste vengono considerate isolatamente ma solo nella loro in-tegrazione reciproca ossia allrsquointerno delle reti di significazione nelle quali leparole acquisiscono la loro densitagrave semantica

Egrave opportuno concludere lrsquoesame delle reti di significazione con alcuneconsiderazioni di carattere generale Innanzitutto si osserva che lrsquoenucleazio-ne di contenuti mediante reti di significazione egrave in profonda continuitagrave conle consuetudini espressive orali che hanno tenacemente educato generazionidi parlanti alla ldquovariazione nellrsquoidenticordquo177 ovvero alla ripetizione variataTale modus egrave alla base del pensiero greco arcaico e tardo-arcaico ed informa icriteri non solo estetici ma anche funzionali in base ai quali una formulazio-ne egrave sentita o meno come ldquoappropriatardquo Il ricorso da parte dei sapienti arcai-ci ad una pluralitagrave di immagini contestualmente equivalenti per lrsquoespressionedi un unico contenuto conferma che da parte loro la pur innegabile modifi-cazione degli schemi di pensiero tradizionali non assume le sembianze di unafrattura neacute di una critica di modelli rispetto ai quali ci si sia definitivamenteemancipati ma consiste piuttosto in un processo di trasformazione lento egraduale germinato allrsquointerno di quegli stessi schemi di pensiero

In secondo luogo egrave evidente che il linguaggio sapienziale arcaico ed i lin-guaggi specialistici risultano agli antipodi dal punto di vista della disambigua-zione e dellrsquoeconomia dei significanti da momento che nei testi considerati il

174 Sulla sostanziale indifferenziazione dei verba dicendi in Parmenide cfr Gambarara 1984p 233

175 Calogero 1967 specie pp 126 ss cfr anche Reale-Ruggiu 1991 pp 61ndash65176 I problemi di traduzione sollevati dagli esempi citati sono discussi nel cap 23 alle pp 54 ss177 Havelock 1973 p 121

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40 2 Strategie di risemantizzazione

contenuto spesso non egrave espresso da un unico significante bensigrave dal sodaliziodi molti

Inoltre egrave opportuno sottolineare come il funzionamento delle reti di si-gnificazione metta in luce con particolare evidenza una caratteristica dei lin-guaggi naturali quella per la quale le parole non costituiscono delle unitagrave se-mantiche discrete come invece accade nei linguaggi artificiali e sebbene soloidealmente ed in misura minore anche in quelli specialistici In questo sensolo studio dei testi sapienziali arcaici in cui viene sperimentata la modalitagrave disignificazione definita lsquodensarsquo puograve risultare particolarmente utile a compren-dere le dinamiche della produttivitagrave semantica dei linguaggi naturali

22 Giochi di parole

Nelle culture oro-aurali il linguaggio assume un ruolo centrale per lrsquointerpre-tazione e la comprensione del mondo Le parole rappresentano la via maestradella conoscenza e fungono da principi euristici infatti i fenomeni tendonoad essere spiegati in base alle espressioni che li designano giaccheacute si ritiene cheil rapporto tra nome e nominato sia naturale non arbitrario Egrave dunque com-prensibile come lo studio del nome quale categoria antropologica e filosoficavanti una lunga e prestigiosa tradizione178

Sullo sfondo generale della funzione conoscitiva assegnata al linguaggio lascoperta di analogie tra le parole riveste una particolare importanza richiamifonici (omofonia assonanza allitterazione etc) e paretimologici si prestanocome modelli interpretativi per i fatti corrispondenti179 Risulta cosigrave incenti-vata lrsquoinvenzione di giochi di parole che consiste appunto nellrsquoistituire rela-zioni inaspettate tra parole a prima vista indipendenti le une dalle altre Perfare un esempio in lingua dogon ldquomugraveyotilde lsquopazienzarsquo viene accostato al verbo

178 Considerando il fenomeno dei tabugrave dei nomi propri giagrave Frazer 1913 p 318 osserva pre-liminarmente ldquo[hellip] lrsquoindigeno ritiene in genere che fra un nome e la persona che con quelnome egrave indicata non esista un nesso puramente arbitrario e ideale bensigrave un legame realee sostanziale talmente vincolante che si puograve intervenire magicamente su una persona [hellip]anche attraverso il suo nome In effetti il primitivo vede nel nome una parte vitale di seacuterdquoPer la tradizione filosofica si puograve ricordare ad esempio Cassirer 1965 p 64 ldquoLa visionemitica del linguaggio che ovunque precede la visione filosofica egrave da cima a fondo contras-segnata da questa equivalenza di parola e cosa [hellip] Tutta la magia della parola e del nomepoggia sul presupposto che il mondo delle cose e quello dei nomi siano unrsquounica realtagrave per-cheacute costituenti un unico nesso di azione e in se stesso indivisordquo Lrsquoargomento egrave affrontatoin chiave etnolinguistica da Cardona 2006 pp 113ndash132

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22 Giochi di parole 41

mugraveyotilde lsquoimmergere nellrsquoacquarsquo quindi lsquorinfrescarersquo Nella collera il cuore egrave ros-so e caldo chiedere scusa equivale a versare acqua fresca sul cuore e placar-lordquo180 Esplicitando i collegamenti celati nel tessuto linguistico i giochi di pa-role fanno emergere e rappresentano lrsquoaltrettanto invisibile interconnessionetra i distinti fenomenici (elementi naturali esseri viventi individui umanietc) e dunque la segreta unitagrave del mondo

Anche per i sapienti greci arcaici egrave ldquocosa seria anzi sacra il muovere dalleparole come da veritagrave rivelate nello sforzo verso la conoscenzardquo181 Come ri-conosciuto pressocheacute allrsquounanimitagrave dagli interpreti moderni i giochi di paro-le di Eraclito non sono mero ornatus ma rivestono un fondamentale ruoloconoscitivo Da esperto artigiano della parola lrsquoEfesio intesse la sua opera disottili trame foniche e di riecheggiamenti al fine di rivelare le affinitagrave nasco-ste tra le cose Egrave evidente che egli considera il medium della voce indispensa-bile per la ricezione dellrsquoopera pena la vanificazione dellrsquoeffetto di numerosirichiami fonici tra parole182 Sia lrsquoimportanza attribuita ai giochi di parole siala loro natura prevalentemente acustica mostrano lrsquoingente debito contrattoda Eraclito con i modi espressivi orali

Bencheacute si possano riconoscere dei giochi di parole anche in Senofane183 ein Parmenide184 egrave di certo Eraclito ad avvalersi con particolare frequenza diquesto modo della risemantizzazione avallato anche dal ricorso allo stile ora-colare I giochi di parole eraclitei sono giagrave stati riconosciuti e spiegati da nu-

179 Per degli esempi cfr Calame-Griaule 1982 p 30 cfr ivi p 29 ldquo[hellip] i Dogon si dedicanoa esercizi di riflessione sulla lingua che li conducono ad accostare tra loro parole simili e ainterpretare queste somiglianze alla luce di rapporti simbolici latenti nella loro visionedelle cose La ricerca etimologica egrave loro familiare e gli accostamenti che propongono sep-pure quasi mai accettabili per un linguista sono tuttavia significativi per la comprensionedel loro pensiero I giochi di parole (che ricordano talvolta quelli dei Greci) sono lrsquoesito diuna riflessione sempre tesa a cogliere segni In questo procedimento il significante egrave messoin rapporto con il significato solo in quanto lo si puograve associare ad altri significanti simili icui significati sono uniti da rapporti simbolici lsquodimostrabilirsquo attraverso la realtagrave materialeRiappare cosigrave la trama di corrispondenze complessa ma precisa che racchiude il mondo egli dagrave [hellip] la sua giustificazionerdquo Sul valore dellrsquoassonanza e dellrsquoallitterazione nel pensierogreco cfr Silk 1974 cap 8

180 Calame-Griaule 1982 p 144181 Norden 1986 p 34182 Sulla necessitagrave di leggere Eraclito ad alta voce resta fondamentale Deichgraumlber 1962183 Xenoph fr 31 ἠέλιός θrsquo ὑπεριέμενος γαῖάν τrsquo ἐπιθάλπων ldquosole che si solleva sopra la terra e

la riscaldardquo (trad Lami 52000) La paretimologia riguarda il sole al cui epiteto lsquoIperionersquoallude qui il participio ὑπεριέμενος Un gioco di parole paraetimologizzante sul sole egrave anchein Emp fr 41 (ἀλλrsquo ὁ μὲν ἁλισθεὶς μέγαν οὐρανὸν ἀμφιπολεύει) cfr Bollack 1969 pp 273 s

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merosi interpreti185 ciograve che qui interessa tuttavia egrave comprenderli ora comestrategie vogravelte a stabilire collegamenti tra parole apparentemente indipen-denti Infatti in virtugrave della rispondenza scorta da Eraclito tra linguaggio erealtagrave186 la loro funzione egrave precisamente quella di mostrare che se non si haanima barbara ovvero se si intende il λόγος (fr 107)187 i dati empirici trasmes-si da occhi e orecchie come sparsi ed irrelati possono essere vantaggiosamentecollegati gli uni agli altri La conoscenza cosigrave acquisita permette di riconosce-re nei πάντα unrsquounitagrave (frr 10 50) Per il pubblico di Eraclito dunque com-prendere i giochi di parole egrave un esercizio di σοφία sollecitando il riconosci-mento di relazioni tra parole prima facie indipendenti essi svelano lrsquounitagrave chesoggiace ai distinti fenomenici188

Egrave possibile distinguere in Eraclito due categorie di giochi di parole quellildquoesplicitirdquo e quelli ldquoimplicitirdquo Nei giochi espliciti tutte le parole coinvoltesono presenti nel testo Nei giochi impliciti invece una o piugrave parole presentinel testo suggeriscono in genere attraverso allusioni foniche parole che difatto non occorrono

Passiamo dunque allrsquoesame dei giochi di parole eraclitei Egrave utile iniziarecon due giochi di parole espliciti i quali spiegando il bisogno di riconoscerelrsquounitagrave dei distinti per mezzo del λόγος o del λέγειν danno conto dellrsquoobiettivoe della ragion drsquoessere di tutti gli altri Uno egrave il gioco tra λόγος e ὁμολογεῖν nelfr 50 ascoltando il λόγος si comprende che tutte le cose sono una sola (ἓνπάντα εἶναι) la modalitagrave di tale comprensione egrave chiamata appunto ὁμο-λογεῖνldquoconvenirerdquo ldquoessere drsquoaccordordquo ma letteralmente ldquodire la stessa cosardquo Nonsolo il verbo esprime la convergenza di distinte opinioni ma nella sua stessacomposizione suggerisce che lo strumento di tale convergenza in unitagrave egrave ap-punto il λόγος189 Lrsquoaltro egrave il gioco di parole allitterante nel fr 114 tra ξὺν νοῶιλέγοντας e τῶι ξυνῶι πάντων ldquoper condurre un λόγος con sensordquo occorre basarsi

184 Parm frr 131ndash32 τὰ δοκοῦντα δοκίμως ldquoquel che appare [hellip] ad un valido parereldquo (tradLami 52000 cfr Heraclit fr 28) 41 ἀπεόντα παρεόντα ldquocose assenti [hellip] sono presentirdquo(trad Lami 52000 per il detto assonante cfr Heraclit fr 34)

185 Cfr ad esempio Snell 1989 p 22186 Cfr cap 53 pp 177 ss187 Per questa interpretazione del fr 107 cfr Nussbaum 1972 I p 10 i cui argomenti saranno

ripresi e sviluppati nel cap 62188 Sulla teoria della conoscenza eraclitea e sul ruolo di primo piano in essa giocato dallrsquoespe-

rienza cfr cap 62189 Cfr Heidegger 1993 p 165 Kirk 31970 p 68 Held 1970 p 176 Kraus 1987 p 116

ldquolrsquoessere identici nel col λόγοςrdquo Cfr cap 61 pp 209 s

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sul ldquoconsenso di tutte le coserdquo190 Ciograve egrave esattamente quanto Eraclito intendefare con il suo scritto tessere un λόγος a regola drsquoarte cosigrave da rendere udibili evisibili (per il suo pubblico di lettori ad alta voce) le connessioni che leganoparole e detti distinti in unitagrave

Vi egrave poi un folto gruppo di giochi di parole in cui attraverso due parolemolto simili (ad esempio fortemente assonanti) lati antitetici della realtagrave simescolano in una paradossale unitagrave In questi casi dunque la convergenzanon interessa dei generici ldquodistintirdquo bensigrave degli ldquooppostirdquo Il fr 25 μόροι γὰρμέζονες μέζονας μοίρας λαγχάνουσι ldquomaggiori morti ottengono maggiori sor-tirdquo191 esibisce tra le due parole coinvolte nel gioco esplicito (μόρος μοῖρα) unacomune etimologia (μείρομαι) ed un fortissimo richiamo fonico sottolineatoperaltro dal poliptoto del comparativo (μέζονες [hellip] μέζονας) e dalla costruzio-ne chiasmatica Eraclito evidenzia qui il rapporto di antitesi e al contempo diunitagrave che corre tra μόρος e μοῖρα due parole che per rifarsi al fr 48 possonoessere considerate simili per ὄνομα ma dissimili per ἔργον

Riferendosi ai culti fallici in onore di Dioniso il fr 15 osserva che ldquole cosepiugrave svergognaterdquo (ἀναιδέστατα) sono anche le piugrave venerabili qualora esse sia-no compiute in onore delle ldquovergognerdquo (αἰδοίοισιν) ovvero delle pudenda ilgioco di parole esplicito suggella un nuovo rovesciamento della realtagrave192

Secondo un arguto suggerimento di Verdenius193 nel fr 72 lrsquoavverbioδιηνεκῶς alluderebbe ad un gioco di parole mplicito fondato sullrsquoassonanzatra διηνεκῶς (ὁμιλοῦσι) ldquocontinuamente (hanno a che fare)rdquo e διαφέρονταιldquodivergonordquo Lrsquoavverbio infatti egrave assonante con le forme dellrsquoaoristo di

190 Questa traduzione prende spunto da quella di Lami 52000 che rende bene in italiano ilrichiamo fonico dellrsquooriginale Il valore di νόος come principio di intelligenza unificantecontrapposto alla dispersione della πολυμαθίη egrave giagrave stato ricordato nel cap 12 pp 14 sse saragrave approfondito del cap 62

191 Cosigrave Walzer 1939 p 64 cfr la traduzione di Diano-Serra 41993 ldquoDestino di morte piugravegrande ha sorte piugrave granderdquo Snell 1989 p 22 commenta il gioco di parole come segueldquoQuanto maggiore il trapasso tanto maggiore egrave lrsquoelevazione Morte maggiore significamaggiore vita ndash questa unitagrave si esprime giagrave nel linguaggio nella radice della parola μόροςse si aggiunge uno iota appena percettibilerdquo Cfr A Ch 911 καὶ τόνδε τοίνυν Μοῖρrsquoἐπόρσυνεν μόρον

192 Cfr Kahn 1979 p 265 Probabilmente la paradossale equivalenza tra Dioniso dio dellavitalitagrave e della sessualitagrave ed Ade dio dei morti si spiega in base allrsquoassonanza tra αἰδώς edἍιδης

193 Verdenius 1966 p 96

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διαφέρω (aor 1 διήνεγκα ion διήνεικα aor 2 διήνεγκον) pertanto proprio laparola che significa continuitagrave alluderebbe anche alla discontinuitagrave

Tra i giochi basati su parole simili dal punto di vista fonico ma esprimenticoncetti opposti si puograve includere anche il ben noto fr 48 τῶι οὖν τόξωι ὄνομαβίος ἔργον δὲ θάνατος Circa questo frammento occorre ricordare che gli ac-centi sono rappresentati nella scrittura greca solo a partire dai grammaticialessandrini per Eraclito e per i lettori dellrsquoetagrave arcaica e classica βίος e βιόςsono dunque perfettamente omografi anche se non omofoni194 Pertanto sulsupporto scrittorio le due parole appaiono identiche realizzando la conver-genza nel segno BIOΣ di una cosa (βίος ldquovitardquo) e del suo contrario (βιός ldquoar-cordquo e dunque ldquomorterdquo) Tale ambivalenza diventa tuttavia riconoscibile eproblematica viva voce ed egrave quindi entro la dimensione uditiva che essa ac-quista forma e significato diventando apprezzabile per il lettore ad alta voceIl gioco di parole egrave dunque sapientemente affidato allrsquointerazione tra il me-dium scritto e quello della voce Senza dubbio lrsquoautore intende cristallizzarein un unico segno (BIOΣ) lrsquounitagrave di due opposti forse nel pensiero eracliteofunzionali a questo scopo risultano anche le fattezze dellrsquoarco esso infattinella sua stessa struttura egrave contraddistinto da una παλίντονος ἁρμονίη (fr 51cfr p 123) e inoltre la sua forma si presta bene a rappresentare lrsquounitagrave degliopposti195 Il fr 48 sembra dunque sviluppare allrsquoennesima potenza la finalitagravedel gioco di parole in Eraclito prima facie gli aspetti della realtagrave consideratinon solo non hanno nulla a che vedere lrsquouno con lrsquoaltro ma anzi sono antite-tici per giunta le parole che li esprimono non sono soltanto simili bensigrave ad-dirittura identiche

Un altro gruppo di giochi di parole non riguarda la coincidenza di aspettiopposti della realtagrave ma il principio di fondo resta invariato stabilire tra le pa-role relazioni inaspettate Si considerino ad esempio le coppie ἀπείροισιν πειρώμενοι e λανθάνει ἐπιλανθάνονται (fr 1) δοκέοντα δοκιμώτατος (fr 28)e forse anche μιαινόμενοι μαίνεσθαι (fr 5) anche se il consenso degli interpre-

194 Cfr Calogero 1967 p 73 Nieddu 1984 pp 221 s195 Se a riposo lrsquoarco ha la forma di un semicerchio per scoccare la freccia assume invece forma

pressocheacute circolare percheacute alla curva descritta dalle due corna saldate insieme si opponequella del tendine flesso verso lrsquoesterno Se ne trova una descrizione in Hom Il IV 124 ssdove si descrivono le manovre dellrsquoarciere Pandaro Questi nel tendere al massimo lrsquoarcoper scoccare la sua freccia lo incurva appunto a forma di cerchio αὐτὰρ ἐπεὶ δὴ κυκλοτερὲςμέγα τόξον ἔτεινε λίγξε βιός [hellip] E per Eraclito proprio il cerchio egrave la figura geometricadella coincidentia oppositorum cfr fr 103 ξυνὸν γὰρ ἀρχὴ καὶ πέρας ἐπὶ κύκλου περιφερείας

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ti circa il significato di questi giochi di parole egrave ancor piugrave fragile che per i pre-cedenti Sulla scorta di Bollack-Wismann Kahn196 ricorda lrsquoeventualitagrave di ungioco implicito nel fr 56 dove dei giovani pescatori si fanno beffe di Omerocon un paradossale indovinello ldquole cose che abbiamo visto e afferrato questele lasciamo mentre le cose che non abbiamo neacute visto neacute afferrato queste ce leportiamordquo197 I pidocchi sono la soluzione dellrsquoenigma e proprio la parolaφθείρ innescherebbe il gioco di parole implicito essa ricorda infatti il verboφθείρω ldquodistruggererdquo per cui il messaggio cifrato dei ragazzi sarebbe che loroldquodistruggono i distruttorirdquo198

Paretimologico puograve essere considerato il gioco di parole implicito del fr94 Ἥλιος γὰρ οὐχ ὑπερβήσεται μέτρα [hellip] Infatti Ἥλιος egrave chiamato tradizio-nalmente Ὑπερίων199 che a sua volta puograve essere inteso come allusione al par-ticipio presente ὑπὲρ ἰών ldquoche oltrepassardquo come probabilmente avviene in Xe-noph fr 31 (ἠέλιός θrsquo ὑπεριέμενος) Pertanto il passo di Eraclito potrebbe es-sere letto come ldquocolui che oltrepassa non oltrepasseragrave [hellip]rdquo200 Ulteriori giochidi parole anchrsquoessi ipotetici ma del tutto plausibili danno conferma in gene-rale del linguaggio come oggetto della riflessione di Eraclito ed in particolaredel suo interesse per lrsquoanalisi etimologica o paretimologica Infatti scompo-nendo la parola nelle sue parti costituenti se ne svela un significato costitutivoche egrave diverso e piugrave profondo rispetto a quello presupposto Si consideri il casodi ἀοιδοί (fr 104) i poeti-cantori comunemente reputati saggi e ldquomaestri diveritagraverdquo201 essi possono essere intesi tuttavia anche come ἀ-οιδοί ldquoche non san-nordquo202 Ampiamente accettata dalla critica egrave infine la paretimologia del fr 32dove il genitivo Ζηνός variante ionica del piugrave frequente Διός richiama lrsquoinfi-nito ζῆν ldquovivererdquo203

196 Kahn 1979 p 112197 Schirren 1998 pp 164 s coglie un possibile riferimento del fr 56 alla conoscenza del

λόγος che egrave percepito dai sensi ma resta incompreso (ὅσα εἴδομεν καὶ ἐλάβομεν ταῦταἀπολείπομεν) anche se continuamente presente allrsquoesperienza umana (ὅσα δὲ οὔτε εἴδομενοὔτrsquo ἐλάβομεν ταῦτα φέρομεν) cfr anche Heraclit fr 72

198 Se questa ipotesi egrave fondata Eraclito potrebbe alludere alla pura apparenza dellrsquoalternanzadi vita e morte come avviene anche nel fr 62

199 Cfr ad esempio Hom Il VIII 480 Od I 8200 Cosigrave interpreta ad esempio Hussey 1982 p 55201 Detienne 1977202 Verdenius 1966 p 96

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23 Polivalenza sintattica

Spesso le affermazioni di Eraclito possono essere interpretate in base ad unagamma di possibili soluzioni sintattiche tutte accettabili in base a criteri gram-maticali a questo fenomeno attribuisco il nome di lsquopolivalenza sintatticarsquo

In questi casi i traduttori operano in genere una scelta esclusiva tra le variepossibilitagrave sintattiche Cosigrave facendo tuttavia il traduttore si conferma cometraditore non solo percheacute respinge le restanti pur legittime soluzioni (dannocollaterale) ma soprattutto percheacute offusca lrsquoambiguitagrave sintattica del testooriginale (danno principale) Anche a proposito della polivalenza sintatticainquadrando lo scritto di Eraclito entro la testualitagrave filosofica a lui contem-poranea si riscontra come lrsquoEfesio non rappresenti un caso isolato ma piutto-sto un campo di osservazione propizio per un fenomeno linguistico piuttostodiffuso Nei testi dei σοφοί arcaici il linguaggio in generale e la sintassi in par-ticolare sono criptici i sensi molteplici e a loro ben si addice il detto di Eracli-to non dicono neacute nascondono ma danno dei segni (fr 93)

In parte la polivalenza sintattica egrave sicuramente riconducibile allo statoframmentario della nostra documentazione e dunque non attribuibile allavolontagrave degli autori Tuttavia alcuni elementi inducono ad ipotizzare chealla polivalenza sintattica non sia estraneo un grado significativo di intenzio-nalitagrave Per quanto riguarda la frammentarietagrave dei testi va notato che inEraclito un chiaro esempio di polivalenza sintattica interessa proprio lrsquoincipitdel fr 1 che egrave il piugrave ampio frammento a noi pervenuto inoltre i casi di poli-valenza sintattica sono particolarmente numerosi in Parmenide per il qualesiamo in possesso di circa nove decimi della parte del poema concentratasullrsquoἀλήθεια e di frammenti anche molto estesi (frr 1 7ndash8) Inoltre il feno-meno della polivalenza sintattica sembra manifestarsi in modo coerente piut-tosto che casuale costrutti passibili di polivalenza sintattica occorrono co-stantemente proprio nei passi decisivi e di maggiore intensitagrave teorica Laddo-ve il lettore si aspetta un chiarimento risolutivo ligrave si imbatte piuttosto in co-strutti sintattici polivalenti che infittiscono lrsquooscuritagrave del testo invece chediradarla Lrsquoesame degli equivoci sul modello del quid pro quo tra accezionitradizionali e risemantizzate condotto nel cap 13 (Xenoph fr 231 He-

203 Lrsquoipotesi egrave tanto piugrave credibile se si considera che altrove (fr 120) Eraclito ricorre invece allaforma Διός La stessa paretimologia compare anche in A Supp 584 s E Or 1635 Pl Cra396andashb etc Respingono invece lrsquoipotesi del gioco di parole Ζενός ζῆν Kirk 31970 p 392Marcovich 1978 p 309

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raclit fr 1 Parm fr 23ndash5) ha permesso di riconoscere nella densitagrave seman-tica un effetto desiderato gli stessi passi considerati in quella sede costituisco-no in particolare dei validi esempi dellrsquointenzionalitagrave della polivalenza sintat-tica come si vedragrave piugrave avanti Occorre anche constatare che se lrsquoambiguitagravesintattica fosse da ricondurre soltanto allo stato frammentario della docu-mentazione a nostra disposizione essa non verrebbe necessariamente riscon-trata anche dai lettori antichi come invece avviene per Eraclito204

Le difficoltagrave non solo interpretative ma anche segnatamente linguistichesollevate dai testi dei sapienti tardo-arcaici sollecitano la formulazione di nuo-ve ipotesi circa la loro originaria ricezione giaccheacute i testi sembrano richiedereuna chiave ermeneutica extratestuale Drsquoaltronde i confronti interculturali(ma anche lrsquoesperienza comune) indicano che testi di paragonabile comples-sitagrave vengono compresi attraverso la lettura solo a determinate condizioni adesempio conoscendone preventivamente almeno in parte il contenuto ograzie allrsquoaiuto di un loro conoscitore Ad ogni modo la situazione storica del-la comunicazione nella Grecia arcaica consiste in un articolato compromessotra oralitagrave e scrittura nel quale il testo non egrave ancora svincolato dal suo autoreovvero dai suoi sostanziali contributi orali e dove pertanto allo scritto com-pete un ruolo coadiuvante non reggente nellrsquoelaborazione e nella comunica-zione dei contenuti sapienziali205 In particolare il ricorso allrsquoambiguitagrave neipunti focali della trattazione puograve essere messo in relazione con specifiche tec-niche di memorizzazione in uso presso altre culture che similmente a quellagreca arcaica sono in possesso di un sistema di scrittura ma restano fonda-mentalmente basate sulla trasmissione orale in simili contesti pensieri com-

204 Per il rilievo della polivalenza sintattica eraclitea cfr Arist Rh Γ 5 1407b 11 ss (v oltrepp 49 s) per quanto riguarda piugrave in generale lrsquoambiguitagrave dello stile di Eraclito (che glivalse il soprannome di ὁ Σκοτεινός) la tradizione egrave ricca di aneddoti Cfr D L II 22 ldquoNar-rano che Euripide dopo aver dato a Socrate lo scritto di Eraclito gli chiese lsquoChe cosa nepensirsquo e che Socrate rispose lsquoLe cose che ho capito sono eccellenti e credo anche quelleche non ho capito solo che ci vuole un tuffatore di Delorsquordquo IX 12 (= DK 22 A 112) ldquo[hellip]un tale Crotone nellrsquoopera intitolata Il tuffatore narrava che il primo a portare nellrsquoElladeil libro [di Eraclito] fu un certo Cratete e che fu lui a dire che ci voleva un tuffatore di Deloper non rimanervi affogatirdquo Secondo D L IX 13 nemmeno un madrelingua ldquoesperto dilettere grecherdquo che si trovasse per la prima volta a leggere il testo eracliteo poteva compren-derlo cfr Mouraviev 2002 III3A pp 13 ss Sulla percezione dellrsquooscuritagrave di Eraclito daparte degli antichi cfr Barnes 1983 pp 100 ss Alcune brachilogie sono commentate daKirk 31970 pp 51 197

205 Cfr Introduzione Forma e ricezione dello scritto eracliteo

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plessi vengono formulati deliberatamente attraverso sentenze brevissimecondensate sino alla saturazione le quali richiedono le spiegazioni del saggioper essere comprese206 In un mondo che ancora sperimenta lrsquoaffidabilitagrave dellascrittura come veicolo di idee ed in assenza di copyright lrsquoimpenetrabilitagrave deltesto e la necessitagrave di interpretarne i punti cruciali con lrsquoaiuto di un maestropermettono di esercitare una forma di controllo sulla divulgazione dellrsquooperaassolvendo in questo senso una funzione paragonabile a quella della σφραγίς

Si puograve ora passare ad un esame dei testi vogravelto ad esemplificare il fenomeno inquestione In Eraclito i casi di polivalenza sintattica sono particolarmentenumerosi Inizialmente alcuni possono passare inosservati il lettore moder-no li nota solo in un secondo momento dopo essere per cosigrave dire ldquoinciampa-tordquo in una qualche nascosta irregolaritagrave del terreno linguistico La polivalenzasintattica eraclitea egrave spesso di tipo amfibologico in quanto prevede diversepossibilitagrave di lettura a seconda dellrsquointonazione e della punteggiatura Essa sibasa sulla posizione mediana e dunque ambigua di una parola o di un sintag-ma allrsquointerno della frase lrsquoelemento mediano puograve essere inteso in modo an-cipite cioegrave sia insieme a ciograve che precede sia insieme a ciograve che segue ma talvoltaanche ἀπὸ κοινοῦ il senso complessivo della proposizione cambia notevol-mente a seconda dellrsquoopzione scelta Egrave opportuno sottolineare che tali casi dipolivalenza sintattica sfruttano le possibilitagrave messe a disposizione da entram-bi i media quello scritto e quello orale facendo affidamento sulla lettura adalta voce dellrsquoopera Infatti in una performance orale il concreto andamentodella pronunciazione espliciterebbe necessariamente una ed una sola coeren-za sintattica per la parola o il sintagma in posizione mediana legandoli a ciograveche precede o a ciograve che segue Drsquoaltro canto la lettura silenziosa permette diignorare ovvero non costringe a problematizzare lrsquoambivalenza della parola odel sintagma in posizione mediana offuscandone cosigrave lrsquoambiguitagrave Il lettoread alta voce invece si trova di fronte alla necessitagrave materiale di interpretare epoi esprimere attraverso la propria pronunciazione le coerenze sintattichedel testo che dunque non possono essere sorvolate Anche a questo propositolrsquointerazione del medium orale e di quello scritto risulta importante per com-prendere le specificitagrave dellrsquoopera eraclitea Giagrave i lettori antichi hanno lamen-

206 Cfr ad esempio Tambiah 1968 pp 100ndash101 ldquoTwo methods were adopted in India to aidthis power of memory One adopted chiefly by the grammarians was to clothe the rules tobe remembered in very short enigmatical phrases [hellip] which taxed the memory but littlewhile they required elaborate commentaries to render them intelligiblerdquo (corsivo mio)

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tato la difficoltagrave di apporre la punteggiatura al testo eracliteo in cui non egravechiaro cosa vada insieme a cosa e dove ciascun κῶλον inizi e finisca come ri-scontrano Aristotele207 e Demetrio208

Emblematico dellrsquointenzionalitagrave della polivalenza sintattica egrave il fr 1 cheassolve una funzione programmatica in riferimento allrsquointero scritto Comericordato giagrave Aristotele osserva che la posizione di ἀεί egrave ambigua lrsquoavverbio egraveinserito in modo ancipite tra la proposizione subordinata iniziale e la propo-sizione principale e puograve essere inteso in relazione sia a ciograve che precede sia aciograve che segue Entrambe le opzioni sono plausibili per la sintassi greca209 Per-ciograve si otterrebbe da un lato ldquoPur essendo questo λόγος sempre gli uomini nesono allrsquooscuro [hellip]rdquo dallrsquoaltro ldquoPur essendo questo λόγος sempre gli uominine sono allrsquooscuro [hellip]rdquo Lrsquoinclusione di ἀεί allrsquouna o allrsquoaltra proposizione egravetuttavia decisiva per lrsquointerpretazione di λόγος nel primo caso si affermerebbeche lrsquoumana ignoranza circa il λόγος egrave perenne il che non costringe ad attri-buire alcuna proprietagrave straordinaria al λόγος nel secondo caso invece si par-

207 Arist Rh Γ 5 1407b 11 ss ὅλως δὲ δεῖ εὐανάγνωστον εἶναι τὸ γεγραμμένον καὶ εὔφραστονἔστιν δὲ τὸ αὐτό ὅπερ οἱ πολλοὶ σύνδεσμοι οὐκ ἔχουσιν οὐδrsquo ἃ μὴ ῥάιδιον διαστίξαι ὥσπερ τὰἩρακλείτου τὰ γὰρ Ἡρακλείτου διαστίξαι ἔργον διὰ τὸ ἄδηλον εἶναι ποτέρωι πρόσκειται τῶιὕστερον ἢ τῶι πρότερον οἷον ἐν τῆι ἀρχῆι αὐτῆι τοῦ συγγράμματος φησὶ γὰρ lsquoτοῦ λόγου τοῦδrsquoἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι ἄνθρωποι γίγνονταιrsquo ἄδηλον γὰρ τὸ ἀεί πρὸς ποτέρωι ltδεῖgt διαστίξαιldquoQuello che uno scrive deve essere facile da leggere e da pronunciare che egrave la stessa cosaCiograve non egrave proprio neacute di molte congiunzioni neacute di frasi difficili da punteggiare comequelle di Eraclito Infatti egrave unrsquoimpresa mettere la punteggiatura alle frasi di Eraclito percheacutenon egrave chiaro con quale delle due parti una parola vada unita con ciograve che segue o con ciograve cheprecede Una cosa simile si verifica proprio allrsquoinizio del suo scritto dove dice lsquoPur essendoquesto λόγος sempre gli uomini ne sono allrsquooscurorsquo Non egrave chiaro insieme a quale delle dueparti bisogna intendere attraverso la punteggiatura il lsquosemprersquordquo

208 Demetr Eloc 192 τὸ δὲ ἀσύνδετον καὶ διαλελυμένον ὅλον ἀσαφὲς πᾶν ἄδηλος γὰρ ἡ ἑκάστουκώλου ἀρχὴ διὰ τὴν λύσιν ὥσπερ τὰ Ἡρακλείτου καὶ γὰρ ταῦτα σκοτεινὰ ποιεῖ τὸ πλεῖστον ἡλύσις ldquolo scritto privo di congiunzioni e non interconnesso risulta del tutto incomprensi-bile infatti a causa della struttura disgiunta non egrave chiaro dove ciascuna parte del periodoabbia inizio come avviene in Eraclito a renderle oscure egrave soprattutto la loro strutturadisgiuntardquo

209 Talvolta nella diatriba circa la posizione di ἀεί i sostenitori dellrsquouna o dellrsquoaltra ipotesihanno voluto offuscare le ragioni altrui si veda ad esempio Capelle 1924 che rigetta condecisione la possibilitagrave di annettere lrsquoavverbio alla proposizione principale sulla scorta dimotivi non solo stilistici o interpretativi bensigrave anche grammaticali Ma egrave evidente che lacompetenza linguistica di un greco madrelingua egrave superiore a quella di qualunque grecistabisogna dunque credere ad Aristotele quando sostiene che la posizione di ἀεί egrave ἄδηλοςldquonon chiarardquo

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lerebbe di un λόγος svincolato da ogni limite temporale Se la prima lettura egravecompatibile con un contesto drsquouso tradizionale per parola lo stesso non puogravedirsi della seconda Unrsquoulteriore possibilitagrave interpretativa non consideratada Aristotele210 egrave quella ἀπὸ κοινοῦ secondo la quale ἀεί egrave riferito ad entram-be le frasi Lrsquoipotesi di questa figura per detractionem211 appare tanto piugrave vero-simile considerando lo stile raffinatamente brachilogico di Eraclito e lrsquointen-zionalitagrave della sua ambiguitagrave

Ancora nel fr 1 il gruppo κατὰ φύσιν egrave segnato dalla stessa ambivalenza sideve intendere qui che Eraclito espone ldquosecondo naturardquo (διηγεῦμαι κατὰφύσιν) o invece che divide e dice ldquosecondo naturardquo (κατὰ φύσιν διαιρέωνἕκαστον καὶ φράζων) Entrambe le soluzioni sono ammissibili e anche questavolta lrsquoipotesi ἀπὸ κοινοῦ sembra accettabile212 in entrambi i casi ne risultache il λόγος ovvero lrsquoargomentazione a cui lrsquoautore si sta accingendo saragrave svol-to ldquosecondo naturardquo Il collegamento tra linguaggio e mondo fisico giagrave istitui-to con lrsquoaffermazione γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε viene dun-que ribadito e per lrsquointerpretazione cosmologica del λόγος che verragrave propostanella Parte II egrave significativo che in apertura dello scritto e dunque in posizio-ne di rilievo Eraclito vi insista in questo modo

Egrave forse suscettibile di due interpretazioni sintattiche il perfetto chiasmodel fr 62 ἀθάνατοι θνητοὶ θνητοὶ ἀθάνατοι ossia ldquoimmortali mortali mortaliimmortalirdquo Gli editori solitamente inseriscono una virgola tra la prima e laseconda occorrenza di θνητοί suggerendo cosigrave che bisogna integrare due co-pule e dunque ripristinare due equivalenze lsquo(gli) immortali sono (i) mortalirsquo elsquo(i) mortali sono (gli) immortalirsquo Una alquanto sofisticata interpretazione diValiulis sottolinea tuttavia come anche lrsquointegrazione di una sola copula siaammissibile lsquo(gli) immortali mortali sono (i) mortali immortalirsquo213 ragioneper cui lo studioso rinuncia prudentemente a qualunque punteggiatura Inquesto motto lrsquoartigiano della parola esprime con perizia la mescolanza divita e morte attraverso una sintassi dinamica che cioegrave consente diverse possi-bilitagrave nella costituzione dei sintagmi e delle frasi e inoltre intrecciando in

210 Eppure proprio in Rh Γ 5 Aristotele parla dello zeugma di cui la figura sintattica e retoricadellrsquoἀπὸ κοινοῦ egrave una variante

211 Cosigrave classifica la figura retorica Phoeb Fig p 46 (Spengel) cfr inoltre Tib Fig p 76(Spengel) Hdn Fig p 94 (Spengel)

212 Cfr cap 61 p 190213 Su questa possibilitagrave e piugrave in generale sullrsquoambiguitagrave sintattica del frammento in que-

stione cfr Valiulis 1983 pp 163 s

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chiasmo concetti comunemente intesi come antipodici La permeabilitagrave delconfine tra vita e morte egrave suggellata dalle parole immediatamente seguentiζῶντες τὸν ἐκείνων θάνατον τὸν δὲ ἐκείνων βίον τεθνεῶτες In greco come in ita-liano i verbi lsquoviverersquo e lsquomorirersquo sono generalmente intransitivi potendo reg-gere tuttrsquoal piugrave un accusativo interno214 Lrsquouso eracliteo devia dunque com-pletamente dalle aspettative del pubblico lasciandolo perplesso ldquoEraclito hadetto di proposito lsquovivendo la mortersquo laddove il pubblico si aspetterebbe ditrovare lsquovivendo la vitarsquo [hellip] La sostituzione inaspettata di vita per morte (emorte per vita) funge [hellip] da esempio per lrsquoequivalenza di vita e morte [hellip]vita e morte sono talmente collegate da essere intercambiabilirdquo215

Controverso egrave anche il fr 112 secondo cui la σοφίη consiste nel ἀληθέαλέγειν καὶ ποιεῖν κατὰ φύσιν ἐπαΐοντας Per il verbo ποιεῖν si profilano due pos-sibilitagrave o insieme a quanto precede esso regge lo stesso complemento ogget-to di λέγειν cioegrave ἀληθέα (ldquodire e fare cose vererdquo)216 oppure esso si unisce aquanto segue senza reggere alcun complemento oggetto (ldquoe agire secondo na-turardquo)217 Anche in questo caso conviene riconoscere con Kahn cheldquoHeraclitus has cunningly left us in suspense between two constructions (asin the first clause in I1) to provoke us into some reflection on what lsquoacting inaccordance with [hellip] the nature of thingsrsquo might mean and how that mightrelate to the other reading lsquoto speak and act what is truersquordquo218

A questo si aggiunge il problema del verbo ἐπαΐω a cui molti commentato-ri per la veritagrave non prestano attenzione e che in chiusura del frammento nondispone di un contesto sufficiente ad unrsquointerpretazione certa Esso puograve si-gnificare sia ldquoudirerdquo sia ldquointendererdquo tuttavia mentre il secondo significatonon presenta alcuna coerenza immediata con il resto del frammento quellodi ldquoudirerdquo puograve essere messo in proficua relazione con ἀληθέα λέγειν Esatta-mente come nel fr 1 anche in questo frammento il complemento di modoκατὰ φύσιν egrave collocato in ambiguamente tra due verbi ποιεῖν ed ἐπαΐοντας e di

214 Delle due figure etimologiche la piugrave frequente egrave βίον βιόω cfr lat vivere vitam215 Valiulis 1983 p 167 Lrsquoautore non omette che nello stesso frammento anche il genitivo

plurale ἐκείνων egrave ldquoterribly ambiguousrdquo (ivi p 165)216 Cosigrave ad esempio Kirk 31970 p 391 ldquoThe final sense is lsquoIt is wisdom to say-and-act the

truth perceiving things according to their real constitutionrsquordquo Cfr anche Kahn 1979 p121 n 96

217 Cosigrave ad esempio DK e Marcovich 1978 p 67 questrsquoultimo con lrsquoargomentazione cheldquoἀληθέα ποιεῖν non sembra dare sensordquo

218 Kahn 1979 p 122

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nuovo in un contesto in cui sono tematizzati il linguaggio (fr 1 λόγος πρόσθενἢ ἀκοῦσαι καὶ ἀκούσαντες τὸ πρῶτον fr 112 λέγειν ἐπαΐοντας) e la conoscenza(fr 1 ἀξύνετοι ἀπείροισιν ἐοίκασι πειρώμενοι fr 112 σωφρονεῖν σοφίη) Il con-cetto di saggezza torna ad essere interessato da una costruzione ambigua nelfr 32 in cui la posizione di μοῦνον risulta non chiara Per la sintassi del fram-mento si puograve rimandare alle cinque possibilitagrave enumerate da Kirk219 o alladettagliatissima analisi in Diano-Serra220

Vi sono poi altri casi di polivalenza sintattica i quali tuttavia non sfruttanola posizione mediana di una parola o di un sintagma tra ciograve che precede e ciograveche segue il problema dunque non egrave quello dellrsquointerpunzione ovverodellrsquoambiguitagrave delle coerenze sintagmatiche e sintattiche

Di nuovo occorre considerare lrsquoinizio del fr 1 per il quale oltre alle que-stioni giagrave discusse quelle dellrsquoavverbio ἀεί e del complemento κατὰ φύσιν sene pongono anche altre Il gruppo τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος puograve rappresentaresia un genitivo assoluto sia un genitivo retto dallrsquoaggettivo ἀξύνετοι secondola costruzione ἀξύνετός τινος ldquoche non capisce qualcosardquo A questo si aggiungeil dubbio sul valore del participio ἐόντος che puograve essere sia esistenziale sia ve-ritativo Considerando le variabili sintattiche del fr 1 nel loro insieme (posi-zione di ἀεί posizione di κατὰ φύσιν valore di ἐόντος dipendenza del gruppoin genitivo)221 risulta evidente che lo scritto di Eraclito si apre allrsquoinsegna diunrsquoambiguitagrave ricercata con grande perizia per assegnare al lettore sin dalprincipio il ruolo di interprete del λόγος al quale si accosta

Probabilmente un altro caso di polivalenza sintattica a sostegno dellrsquoam-biguitagrave semantica di λόγος si trova nel fr 72222 ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσιλόγωι τούτωι διαφέρονται καὶ οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσι ταῦτα αὐτοῖς ξέναφαίνεται Il frammento presenta diverse possibilitagrave di traduzione a seconda1) della relazione che corre tra il relativo (pronome o nesso) iniziale ὧι ed ilsostantivo ad esso posposto λόγωι e conseguentemente 2) dellrsquoaccezione deldativo λόγωι strumentale oppure retto dal verbo ὁμιλέω (secondo la costru-

219 Kirk 31970 p 393 s ldquo[hellip] the phrase ἓν τὸ σοφὸν μοῦνον might conceivably mean any oneof five different things (i) lsquoone thing the only wisersquo (ii) lsquoone thing alone the wisersquo (iii)lsquothe one wise thing alonersquo (iv) lsquothe wise is one thing onlyrsquo (punctuating strongly afterμοῦνον) (v) lsquothe only wise thing is onersquo (punctuating as in (iv))rdquo

220 Diano-Serra 41993 pp 162 ss221 Cfr Robinson 1983 pp 67 ss222 Ma va ricordato che questa occorrenza di λόγος non egrave certa potrebbe trattarsi di una spie-

gazione della fonte Marco Aurelio cfr cap 61 pp 213 s

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zione ὁμιλέω τινί) Circa il secondo punto occorre tenere presente che tra leaccezioni del verbo ὁμιλέω vi egrave anche quella di ldquoavere verbalmente a che fa-rerdquo223 suggerita dallrsquooccorrenza di λόγος Sostanzialmente per il frammentosono possibili due rese sintattiche a) ldquoNel λόγος col quale (ὧι) soprattutto ein continuazione hanno a che fare in questo divergonordquo224 b) ldquoIn ciograve con cui(ὧι) soprattutto e in continuazione hanno a che fare per mezzo del λόγος inquesto divergonordquo225

Infine Kahn sottolinea a piugrave riprese lrsquoambiguitagrave delle occorrenze eracliteedellrsquoaggettivo e pronome πᾶς πᾶσα πᾶν nei casi genitivo e dativo ed in nume-ro plurale si tratta di un neutro ldquotutte le coserdquo oppure di un maschile ldquotuttigli uominirdquo Pur tenendo conto del principio di ldquogenerositagrave ermeneuticardquo226

formulato dallo studioso nei frammenti incentrati sul concetto di validitagraveuniversale (che come osservato nel cap 21 p 35 caratterizza λόγος πόλεμοςνόος σοφόν θεός etc) lrsquoopzione del neutro ldquotutte le coserdquo sembra piugrave funzio-nale allrsquoespressione della generalitagrave e dunque preferibile

Questo vale ad esempio per i frr 1 (γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγοντόνδε) 114 (ξὺν νόωι λέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων) 53 (πόλεμοςπάντων μὲν πατήρ ἐστι πάντων δὲ βασιλεύς227) 108 (οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐς τοῦτοὥστε γινώσκειν ὅτι σοφόν ἐστι πάντων κεχωρισμένον) 113 (ξυνόν ἐστι πᾶσι τὸφρονέειν228)

223 Egrave a partire da questa accezione che si sviluppa in seguito quella di ldquoconversarerdquo cfr gliesempi riportati in LSJ sv III 3

224 Dove ὧι vale come pronome relativo ὧι e λόγωι sono intesi come coinvolti nella costru-zione ὁμιλέω τινί

225 Dove ὧι vale come nesso relativo (dunque indipendentemente da λόγωι) ed egrave retto dalverbo ὁμιλέω nella costruzione ὁμιλέω τινί λόγωι egrave invece dativo strumentale

226 Cfr Kahn 1979 p 115 ldquoHeraclitus could easily have specified his meaning by adding theword lsquomenrsquo or lsquothingsrsquo after lsquoallrsquo Since he did not choose to eliminate the ambiguity it is notup to us to do so the principle of hermeneutical generosity requires us to keep both opin-ions openrdquo

227 Per πάντων come neutro si pronunciano ad esempio DK Diano-Serra 41993 p 115 perπάντων come maschile Kirk 31970 p 246 Marcovich 1978 p 103 (ldquoandrebbe sottintesoἀνδρῶν τε θεῶν τεrdquo)

228 A differenza di quanto puograve suggerire il senso comune dei moderni lrsquointerpretazione diπᾶσι come neutro egrave ben plausibile nella temperie culturale della Grecia arcaica cfr adesempio Emp fr 110 10 πάντα γὰρ ἴσθι φρόνησιν ἔχειν

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Per quanto riguarda la testualitagrave sapienziale coeva di Eraclito vengono presiin esame ora i frammenti considerati nel cap 13 come indizi della coscienzadella densitagrave semantica infatti gli equivoci tra accezioni tradizionali ed acce-zioni risemantizzate sono causati anche dallrsquoambiguitagrave sintattica di questipassi

Senofane presenta una sintassi ambivalente proprio in corrispondenza conla pars construens della critica alle divinitagrave tradizionali e con il quid pro quo traaccezione tradizionale ed accezione risemantizzata della sua parola-chiaveθεός εἷς θεός ἔν τε θεοῖσι καὶ ἀνθρώποισι μέγιστος οὔτι δέμας θνητοῖσιν ὁμοίιοςοὐδὲ νόημα (fr 23) Innanzitutto non egrave chiaro se Senofane stia semplicemen-te menzionando il θεός o se invece sottintendendo il verbo lsquoesserersquo ne stia as-serendo lrsquoesistenza229 Ma il problema principale egrave se ci siano tre (εἷς μέγιστοςὁμοίιος) oppure due (μέγιστος ὁμοίιος) nomi del predicato in quanto il nume-rale εἷς puograve fungere sia da nome del predicato sia da attributo del soggetto Aseconda di come si inserisce la copula tuttavia si ottengono affermazioni di-verse ldquouno solo egrave il θεός il piugrave grande tra i θεοί e gli uomini [hellip]rdquo230 oppureldquoun solo θεός egrave il piugrave grande tra i θεοί e gli uomini [hellip]rdquo231

Piugrave numerosi sono i casi di polivalenza sintattica in Parmenide Essi insi-stono in genere su poche parole-chiave sottoponendole allrsquoattenzione del let-tore in una ricchezza di contesti drsquouso tale da produrre un effetto quasi calei-doscopico di sfaccettature semantiche

Nel suo poema didascalico lrsquoEleate parlando attraverso la rivelazione delladea si rivolge costantemente al lsquotursquo del discente232 esortandolo ripetutamenteallrsquoattenzione dispone per lui il complesso contenuto sapienziale in modo or-dinato e distingue ciograve che egrave sommamente importante da ciograve che pure egrave da co-noscere ma che sembra meno attendibile (fr 850 ss) lrsquointento didattico ri-sulta dunque evidente ed esso esige chiarezza Al contrario subito dopo ilproemio non appena giunto ad un passaggio cruciale il linguaggio parmeni-

229 Sulle possibili interpretazioni dellrsquoaffermazione senofanea cfr Stokes 1971 pp 76ndash79Hershbell 1983 pp 129 s Lesher 1992 p 96

230 Contro questa soluzione che suggerisce unrsquointerpretazione di Senofane in senso mono-teistico Stokes 1971 p 77 osserva che εἷς egrave spesso usato per rafforzare un superlativo (esHom Il XII 243 εἷς οἰωνὸς ἄριστος [hellip] cfr ibidem nota 35) e che dunque separare εἷς eμέγιστος per mezzo di una virgola come fanno DK e numerosi altri editori (ibidem nota33) non egrave consigliabile

231 Propensi a tale lettura sono ad esempio Heitsch 1983 pp 147 s Schaumlfer 1996 pp 165 s232 Cfr Parm frr 21 41 62 72 s 836 850 ss 860 101 ss

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deo diventa ellittico e quasi criptico Il fr 2 ha valore programmatico per tut-to il poema qui Parmenide attraverso la metafora delle due strade di ricercapossibili presenta lrsquooggetto del suo insegnamento ed offre una fondamentalechiave di lettura circa temi e scansione dellrsquoopera Dopo una decisa richiestadrsquoattenzione (v 1) Parmenide espone ex abrupto il nocciolo della dottrinadellrsquoessere attraverso una fitta successione di occorrenze di εἶναι (vv 3ndash5)presentate in differenti accezioni Questo passo egrave un esempio di come le am-biguitagrave sintattiche possano essere funzionali alla risemantizzazione delle pa-role coinvolte La sapiente cesellatura dei versi sfrutta lrsquoellissi del soggetto persovrapporre usi personali ed impersonali della terza persona singolare ἐστί ἡμὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς οὐκ ἔστι μὴ εἶναι [hellip] ἡ δrsquo ὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεώνἐστι μὴ εἶναι Il perfetto parallelismo formale dei due versi ne sottolinea lrsquoop-posizione logica I correlativi ἡ μέν ed ἡ δέ che sottintendono il sostantivoὁδός (v 2) sono seguiti direttamente dalle congiunzioni subordinanti ὅπως eὡς introducenti in ciascun verso due subordinate tra loro coordinate permezzo di τε καί Il senso di ὅπως e ὡς ovvero quello delle proposizioni da lorointrodotte egrave dichiarativo-esplicativo si spiega cioegrave in cosa consista ciascunadelle due strade di ricerca Tuttavia le ambiguitagrave sintattiche del verbo lsquoesserersquosi concentrano proprio nelle subordinate dichiarative che dovrebbero invecerappresentare dei passaggi chiarificatori Non essendo manifesto quale sia ilsoggetto del verbo lsquoesserersquo nelle subordinate dichiarative i critici formulanoipotesi discordanti233 Le proposte che sollevano maggiori perplessitagrave sono inprimo luogo quella secondo cui i soggetti sarebbero espressi234 in secondoluogo quella in base alla quale nel passo non andrebbe inserito alcun sogget-to235 infine quella che ipotizza due diversi soggetti per le proposizioni di-chiarative236 Tuttavia lrsquoipotesi con maggior fondamento e sostenuta dallamaggior parte degli interpreti egrave che il soggetto sia sottinteso e che sia unicoper entrambe le proposizioni dichiarative La soluzione piugrave realistica sembra

233 Una rassegna delle possibilitagrave sintattiche da prendere in considerazione egrave in Houmllscher1969 pp 77 ss

234 Di questo avviso egrave Heitsch 1995 che li identifica rispettivamente negli infiniti εἶναι (v 3)e μὴ εἶναι (v 5) ldquoDer eine (der lautet) lsquoes ist und Sein ist notwendigrsquo [hellip] Der andere (derlautet) lsquoes ist nicht und Nicht-Sein ist notwendigrsquordquo Per la traduzione ldquound Sein ist not-wendigrdquo lrsquoautore spiega nel commento ldquoes ist nicht moumlglich nicht zu sein = es ist notwen-dig zu seinrdquo (ivi p 88)

235 Cfr ad esempio Taraacuten 1965 p 36 Contra Owen 1960 pp 93ndash95 Houmllscher 1969 p 78nota 30 Heitsch 1995 p 78

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quella che fa perno sulla generalitagrave del soggetto inespresso cosigrave traducono adesempio Coxon (ldquothe one that a thing is and that it is not for not being [hellip]the other that a thing is not and that it must needs not berdquo)237 Houmllscher(ldquoDer eine daszlig [etwas] ist und daszlig nicht zu sein unmoumlglich ist [hellip] Der and-re daszlig [etwas] nicht ist und daszlig nicht zu sein richtig istrdquo)238 e cosigrave lascia in-tendere anche Cerri239

Un problema sintattico-interpretativo del tutto analogo si pone per il fr82 dove non egrave chiarito il soggetto della proposizione dichiarativa ὡς ἔστινComprensibilmente dunque gli schieramenti di opinioni a questo proposi-to sono analoghi a quelli appena ricordati alcuni interpreti suggerisconoldquoche qualcosa egraverdquo240 ovvero optano per il pronome neutro (ites)241 altri inse-riscono come soggetto una voce di εἶναι di cui in effetti non vi egrave traccia nel te-sto242 Nel verso immediatamente successivo (fr 83) una voce del verbo lsquoes-serersquo continua a trovarsi al centro di interpretazioni differenti giaccheacute ἐόνpuograve sia essere soggetto243 sia esprimere una proposizione subordinata partici-piale244

Un altro caso molto controverso di polivalenza sintattica riguarda i primidue versi del fr 6 che conviene esaminare in modo analitico Il v 1a esordisceχρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐὸν ἔμμεναι Per questo periodo si egrave pensato fondamen-

236 Ad esempio Diels 41922 traduce come se nella prima subordinata il soggetto fosse sottin-teso e lo esplicita appunto con ἐόν mentre per la seconda assume come soggetto μὴ εἶναιldquoder eine Weg daszlig das Seiende ist und daszlig es unmoumlglich nicht sein kann [hellip] der andereaber daszlig es nicht ist und daszlig dies Nichtsein notwendig seirdquo

237 Coxon 1986 p 52 cfr ivi p 174 ldquoNo subject is expressed and the sense of the finite andinfinitival forms of the verb lsquoto bersquo is left indeterminate Both omissions are intentional andsignificant [hellip] the finite verb in the phrase οὐκ ἔστι μὴ εἶναι is not to be taken as impersonalwith the sense lsquoit is not possible for it not to bersquo but having the same unexpressed subjectas the preceding affirmative ἔστινrdquo Cfr anche Gallop 1984 ldquoThe one ndash that [it] is andthat [it] cannot not be [hellip] the other ndash that [it] is not and [it] needs must not berdquo (corsivimiei)

238 Houmllscher 1969 p 15239 Ciograve risulta dal commento dello studioso cfr Cerri 1999 p 60 ldquoLrsquolsquoegraversquo del v 3 [hellip] egrave una

copula il cui soggetto e il cui predicato nominale non sono espressi ma sottintesi unacopula usata in senso generalizzante completabile con qualsiasi soggetto e predicatolsquocomrsquo laquoegraveraquorsquo cioegrave lsquocome una cosa egrave unrsquoaltrarsquo lsquocome A egrave B X egrave Yrsquordquo

240 Coxon 1986 p 60 ldquothat a thing isrdquo Houmllscher 1969 p 19 ldquodaszlig (etwas) istrdquo241 Gallop 1984 p 65 Heitsch 1995 p 25 ldquodie Beschreibung des Weges lsquoes istrsquordquo (cfr Wies-

ner 1966 p 254 ldquodie Kunde vom Wege des Seinsrdquo) Mansfeld 1983 p 319 ldquodaszlig es istrdquo242 Diels 41922 ldquodaszlig das Seiende existiertrdquo cfr DK ldquodaszlig IST istrdquo

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talmente a tre tipi possibili di costruzioni sintattiche corrispondenti a tre di-verse traduzioni245 a) ldquoegrave necessario dire e comprendere questo che lsquociograve che egraversquoegraverdquo τό vale come pronome in accusativo oggetto di λέγειν e νοεῖν a loro voltaλέγειν e νοεῖν sono retti direttamente da χρή ἐόν vale come soggetto diἔμμεναι246 b) ldquoegrave necessario che quanto puograve venire detto e compreso siardquo Ilgruppo τὸ λέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐόν egrave soggetto di ἔμμεναι a sua volta ἐόν vale comesoggetto di λέγειν e νοεῖν247 c) ldquoegrave necessario che il dire e (il) comprendere lsquociograveche egraversquo siardquo τό vale come articolo che sostantiva lrsquoinfinito λέγειν il gruppo τὸλέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐόν costituisce il soggetto di ἔμμεναι ἐόν egrave lrsquooggetto degli infi-niti sostantivati λέγειν e νοεῖν248 Il verso seguita (61b) ἔστι γὰρ εἶναι La tra-duzione piugrave frequente egrave ldquoinfatti (lrsquo) essere egraverdquo249 dove εἶναι vale come soggettoed ἔστι ha valore esistenziale Tuttavia intendendo ἔστι come impersonale di-ventano sostenibili anche altri valori Houmllscher e OrsquoBrien ad esempio so-stengono lrsquoaccezione di ldquoegrave possibilerdquo e dunque ldquoinfatti (questo) lsquoegrave possibileche siarsquo lsquopuograve esserersquordquo250 Mansfeld propone quella veritativa251 Proseguen-do 62a afferma μηδὲν δrsquo οὐκ ἔστιν Lrsquointerpretazione piugrave ricorrente porta atradurre ldquomentre niente non egraverdquo252 intendendo μηδέν come soggetto e dunque

243 Secondo la traduzione piugrave comune cfr Houmllscher 1969 p 19 ldquodaszlig Seiendes ungewordenund unvergaumlnglich istrdquo Gallop 1984 ldquothat what-is is ungenerated and imperishablerdquoCoxon 1986 p 60 ldquothat Being is ungenerated and imperishablerdquo Heitsch 1995 p 25ldquosofern Seiendes ungeworden und ohne Vernichtung istrdquo Cerri 1999 p 153 ldquoche senzanascita egrave lrsquoEssere e senza morterdquo Mansfeld 1983 p 319 ldquodaszlig Seiendes nicht hervorge-bracht und unzerstoumlrbar istrdquo

244 Cfr Diels 41922 ldquoweil ungeboren ist es auch unvergaumlnglichrdquo245 Cfr il riepilogo di Kraus 1987 pp 79ndash80246 Questa costruzione sintattica viene adottata ad esempio da DK Reinhardt 41985 p 35

Houmllscher 1969 p 16247 Kraus 1987 pp 79ndash80 propende per questa soluzione (e ricorda Burnet Cornford Kirk-

Raven Owen Houmllscher [1956] Bormann) cfr anche Gallop 1984248 Cfr Untersteiner 1958 p 135 Taraacuten 1965 pp 54ndash59 Wiesner 1966 p 252 Heitsch

1995 p 23 (Kraus 1987 pp 79ndash80 ricorda anche Ueberweg-Praechter VerdeniusFraumlnkel)

249 Di questo avviso ad esempio sono DK Untersteiner 1958 p 135 Wiesner 1966 p 252Heitsch 1995 p 23 Cerri 1999 p 151

250 Cfr Houmllscher 1969 OrsquoBrien 1987251 Mansfeld 1983 p 317 ldquodenn es ist [nun einmal der Fall] daszlig es istrdquo252 Egrave la linea seguita da DK Wiesner 1966 p 252 Coxon 1986 p 54 Heitsch 1995 p 23

Cerri 1999 p 151

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ἔστιν come personale Ma anche in questo caso le alternative non mancanogiaccheacute ἔστιν puograve essere inteso come impersonale253

A fronte di tanta complessitagrave diventa del tutto legittimo dubitare che i te-sti considerati risultassero facilmente comprensibili ai lettori dellrsquoepoca senzalrsquoausilio delle spiegazioni orali del maestro La concreta situazione comunica-tiva in cui interagiscono il maestro-autore ed il suo pubblico di uditori-lettoriegrave tipica di quellrsquoarticolato compromesso tra oralitagrave e scrittura che domina ladiffusione del sapere in epoca tardo-arcaica

253 Per fare due esempi OrsquoBrien 1987 e Mansfeld 1983 sostengono soluzioni sintattichealternative

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3 Semantica aurale

31 Un linguaggio non specialistico

Gli interpreti dei presocratici tendono a considerare le loro parole-chiavecome ldquoterminirdquo Se tale qualifica puograve passare inosservata nella letteratura se-condaria in lingua italiana dove in contesti non specialistici lsquoterminersquo e lsquoparo-larsquo possono essere usati in modo quasi ambivalente essa diventa evidente nellacritica tedesca e inglese dove rispettivamente Terminus e term stanno per ter-minus technicus e sono cosa ben distinta da qualunque lsquoparolarsquo (Wort word)o anche lsquoparola-chiaversquo (Schluumlsselwort Stichwort keyword)254 Egrave infatti larga-mente diffuso il presupposto che ldquomit dem Aufkommen philosophischerSpekulation im engeren Sinn beginnen sich Alltagssprache und philosophi-sche Terminologie allmaumlhlich in verschiedenen Richtungen zu entwic-kelnrdquo255 Questo capitolo ed il successivo propongono tuttavia unavalutazione diversa del linguaggio sapienziale arcaico

Preliminarmente egrave opportuno considerare in breve la semantica dei lin-guaggi specialistici Lo specialista ad esempio lo scienziato o il filosofo chevoglia introdurre un concetto nuovo rispetto alla propria tradizione di sape-re pone un unico termine per tale concetto Si tratta di solito di un nuovo co-

254 Cfr a puro titolo di esempio Held 1970 p 162 Hammer 1991 p 69 Bremer 1996 p82 che qualificano le occorrenze di λόγος di Heraclit frr 1 2 e 50 come ldquoterminologicherdquo

255 Von Fritz 1968 p 285 Piugrave articolato ma simile nella sostanza egrave lrsquoapproccio di Snell1955 cap 11 che intende il ldquopassaggio dalla concezione mitica al pensiero logicordquo ovverodai rispettivi modi espressivi come evoluzione da similitudini particolaristiche e narrative(si pensi alle similitudini omeriche) ad analogie piugrave formali ed astratte laddove le seconderappresenterebbero un deciso superamento delle prime lrsquoesito naturale di tale processoevolutivo coinciderebbe con la formazione dei ldquoconcetti scientificirdquo

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nio lessicale che puograve consistere in un prestito o un calco da una o piugrave linguesia vive che morte In alternativa il termine egrave una parola tratta dal linguaggiocomune ed in seguito specializzata Il suo significato viene disambiguato ereso univoco attraverso una definizione esplicita in quanto le comunitagrave lin-guistiche che fruiscono dei linguaggi specialistici si aspettano che lrsquoambiguitagraveconnaturata nel linguaggio comune sia ridotta quanto piugrave possibile Egrave infattilrsquounivocitagrave semantica a distinguere il ldquotermine tecnicordquo del linguaggio specia-listico dalla ldquoparolardquo del linguaggio comune cosigrave che almeno idealmente256per i termini tecnici il rapporto fra significante e significato si avvicina ad unrapporto 11 Ad esempio il termine lsquoelettronersquo significheragrave necessariamenteuna cosa precisa ed una soltanto lsquoparticella subatomica elementare con caricanegativa costituente leggero degli atomi e appartenente alla famiglia dei lep-tonirsquo Dal punto di vista dellrsquoambiguitagrave e della produttivitagrave semantica dun-que i linguaggi specialistici si collocano per cosigrave dire alla periferia del linguag-gio naturale seguendo piuttosto il modello rappresentato dai linguaggi artifi-ciali logicamente perfetti e scevri da qualunque sovrapposizione semanticaQuesto era perlomeno lrsquoobiettivo dellrsquoIdeografia di Frege257

Si prendano ora in considerazione i testi dei cosiddetti presocratici Indub-biamente nella storia della lingua greca essi rappresentano una tappa fonda-mentale nel processo di concettualizzazione filosofica di parole attinte al lin-guaggio della tradizione epica e lirica Attraverso la risemantizzazione delleparole i σοφοί pongono in atto una funzionalizzazione di tale linguaggio invista di nuovi contenuti sapienziali gettando al contempo le premesse per ivalori terminologici attestati a partire dallrsquoetagrave classica

Ma il riconoscimento a posteriori della sua funzione storica appunto quel-la di ldquocernierardquo tra il linguaggio della tradizione epica e lirica e quello filosofi-co dellrsquoetagrave classica non autorizza ad intendere il linguaggio sapienziale arcai-co come proto-specialistico258 Questo equivarrebbe infatti ad interpretareun fenomeno non di per seacute ed entro la sua dimensione storica bensigrave in fun-zione degli sviluppi successivi considerando la sapienza arcaica alla luce della

256 Cfr Fraas 1998 (HSK) pp 430 ss che sottolinea come in realtagrave anche nei linguaggi spe-cialistici sebbene si cerchi di evitarle si riscontrano sinonimia polisemia ed omonimia

257 Frege 1965 pp 104 ss258 Cosigrave procede invece Kalverkaumlmper 1998 (HSK) pp 64 ss Wenskus 1998 (HSK) p 295

ponendosi delle domande di metodo legate alla nostra scarsa conoscenza del linguaggionon letterario usato nellrsquoantichitagrave dimostra maggior cautela e sottolinea (ivi p 297)come una deliberata volontagrave terminologica non compaia prima di Aristotele

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filosofia classica e post-classica e come forma di sapere giagrave distinta dalle altreil che rappresenta un anacronismo259 In effetti il linguaggio dei sapienti ar-caici egrave contrassegnato da unrsquoambiguitagrave intenzionale260 che egrave agli antipodidellrsquoideale di disambiguazione ed univocitagrave semantica distintivo dei linguaggispecialistici La densitagrave semantica della parola ossia la proliferazione delle ac-cezioni incentivata dalla diversificazione dei contesti drsquouso egrave opposta allaspecializzazione terminologica in cui lrsquouniformitagrave dei contesti drsquouso deter-mina una sostanziale improduttivitagrave semantica261

Scorgere nei sapienti arcaici gli inventori del linguaggio specialistico egrave unamossa fuorviante non solo sotto il profilo metodologico ma anche sottoquello ermeneutico Un simile atteggiamento infatti invita ad unrsquointerpre-tazione giagrave disciplinarmente orientata delle parole-chiave Invece il θεός diSenofane non egrave ldquoteologicordquo il λόγος di Eraclito non egrave ldquologicordquo lrsquoἐόν di Parme-nide non egrave ldquoontologicordquo Soltanto a patto di intendere la filosofia come eineArt Gesamtwissenschaft262 egrave possibile parlare per questi testi di un ldquolinguaggiofilosoficordquo Anche a questo proposito egrave opportuno prendere le distanze daHavelock il quale egrave convinto che nei presocratici abbia luogo una ldquocollisionetra il linguaggio del lsquosenso comunersquo e quello della filosofiardquo263 al contrarioper questi testi ldquola difficoltagrave dellrsquointerpretazione sta nella vaghezza e poliva-lenza dei vocaboli piuttosto che in uno o in un altro significato ristretto va-ghezza e polivalenza dovute al fatto che [hellip] non sono ancora intervenute di-stinzioni categoriali per noi invece lsquonaturalirsquo ed ineliminabilirdquo264

Certamente sono sempre esistite delle forme di sapere dotate di caratteri-stiche distintive come ad esempio varie τέχναι e con queste anche i loro ri-

259 Di questo atteggiamento filosofico-storiografico come di una Illusion im Ruumlckblick rendeconto Laks 2005 p 29 anche se su posizioni diverse

260 Cfr Kahn 1979 p 91 e le argomentazioni addotte nel cap 13261 Cfr cap 32 p 73262 Kalverkaumlmper 1998 (HSK) p 64263 Havelock 1983 (The Linguistic Task) p 20264 Cosigrave si esprime Lanza 1966 p 187 a proposito di Anassagora e dunque anche oltre la

soglia cronologica qui considerata Lo studioso esprime il suo ldquorifiuto di tutti i modernitentativi esegetici fondati su particolari e ristretti significati da assegnare a termini (sic)come χρήματα ἄπειρος πλῆθος etc che vanno invece riportati al generale (e talvolta gene-rico) contesto linguistico del tempordquo (sullrsquoaccezione non specialistica di χρήματα cfranche Sider 1981 p 45) Lo stesso vale per ἀποκρίνομαι (ivi p 195) e anche per νοῦς (ivip 220 e poi piugrave diffusamente pp 222 ss dove se ne ripercorre anche la Wirkungsge-schichte) Schofield 1980 pp 11 s

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spettivi esperti E laddove si sviluppa una certa disciplina ligrave si sviluppa ancheun lessico specialistico corrispondente nascono cioegrave dei termini technici265 Ilsapere di Eraclito non consiste tuttavia in una o piugrave discipline specialisticheed egrave questa la ragione per cui non gli corrisponde alcuna Fachsprache una si-mile specializzazione significherebbe per il sapiente il misconoscimentodellrsquounitagrave del σοφόν e sfocerebbe nella biasimata πολυμαθίη266

Eraclito Senofane e Parmenide sono i rappresentanti di un sapere onni-comprensivo come emerge sia sul piano contenutistico ossia dalla generalitagravee dallrsquoeclettismo dei temi affrontati sia sul piano espressivo ossia appuntodalla non specificitagrave del loro linguaggio Sul finire del VI sec a C non sonostati ancora enucleati quei settori disciplinari nettamente delimitati lrsquounodallrsquoaltro che la critica tende spesso ad individuare Egrave questa la ragione per cuigli interpreti potrebbero benissimo ricostruire per la sapienza arcaica ldquostoriedel sapere differenti da quelle soliterdquo267 adottando criteri diversi nello stabili-re relazioni tra i testi Poicheacute alla sapienza arcaica egrave estranea sia la specializza-zione del sapere sia quella del linguaggio in questa indagine la scelta di con-siderare accanto ad Eraclito esempi tratti proprio dalla testualitagrave cosiddettaldquofilosoficardquo non egrave dettata da ragioni metodologiche ma puramente estrinse-che lrsquoobiettivo egrave cioegrave tentare di scardinare segnatamente quel paradigma sto-rico o storico-filosofico che vede nei ldquofilosofi presocraticirdquo gli inventori di unldquolinguaggio filosoficordquo inteso in senso specialistico Da un canto infatti la ri-flessione sul significato delle parole non egrave un fenomeno esclusivamente filo-sofico268 dallrsquoaltro sapienti quali Pindaro ed Eschilo il cui linguaggio egrave statodrsquoaltronde spesso paragonato a quello eracliteo269 e la cui oscuritagrave egrave rimasta al-

265 Giagrave nella lingua omerica egrave possibile individuare lessici corrispondenti a sfere del saperesentite come distinte si rileva ad esempio una gamma di termini nautici e di carpenterianavale (es Od V 228ndash277 per uno studio del passo cfr Janni 1996 pp 49ndash76) di metal-lurgia (es Hom Il XVIII 372ndash379 470ndash482) etc

266 Per la teoria della conoscenza eraclitea ed in particolare per lrsquoopposizione tra σοφίη eπολυμαθίη cfr cap 62

267 Cozzo 2006 pp 211ndash217268 Snell 1966 pp 213 ss riconosce che la prima modificazione del linguaggio della tradi-

zione epica consiste in un uso definito ldquopregnanterdquo delle parole della stessa tradizionericonoscibile non soltanto nei testi filosofici ldquoGiagrave i primi lirici greci cominciano a riflet-tere su che cosa sia il bello reale (Saffo fr 27 Diehl) chi sia il vero amico (per es Alceo 104Diehl) che cosa sia un uomo veramente buono (Simonide fr 4 Diehl) Essi tentano diandare al di lagrave dellrsquouso quotidiano delle parole [hellip]rdquo

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trettanto proverbiale270 si prestano bene allrsquoesame delle caratteristicheespressive e semantiche qui considerate271

In questrsquoepoca il sapere egrave inteso come uno solo ed indiviso (ἓν τὸ σοφόνHeraclit fr 41) il sapiente si occupa di tutto le sue conoscenze sono ampieed eclettiche le espressioni della sua saggezza generali piuttosto che partico-laristiche I σοφοί e φιλόσοφοι arcaici sono al tempo stesso cosmologi teologifisici spesso legislatori e sempre artigiani della parola in questo contesto cul-turale Eraclito non rappresenta affatto unrsquoeccezione272 Egrave piuttosto la tradi-zione posteriore a scorgere in loro gli specialisti di distinte ldquomaterierdquo cosigrave chead esempio giagrave Diogene Laerzio puograve individuare nellrsquoopera eraclitea tre di-stinte aree di competenza cosmologia politica e teologia273

269 Analogie tra il linguaggio di Pindaro Eschilo ed Eraclito sono state osservate ad esempioda Kahn 1964 p 190 e idem 1979 p 7 Hussey 1982 p 53 Molto calzanti egravelrsquoosservazione di Bremer 1996 p 82 ldquoFuumlr alle drei gilt das von Dionys v Halikarnaszlig her-ausgestellte Stilprinzip der lsquoharten Fuumlgungrsquo [hellip]rdquo di seguito (ivi p 83) viene approfonditalrsquoanalogia con lo stile laconico e apparentemente ldquodisunitordquo di Pindaro (sulla cui ambiguitagravecfr Gallet 1990) Circa la necessitagrave di applicare il principio di ldquogenerositagrave ermeneuticardquo siaad Eraclito sia ad Eschilo cfr Kahn 1979 p 92

270 Si pensi ad esempio alla caratterizzazione di Eschilo offerta in Ar Ra ma ancheallrsquoespressione italiana lsquovolo pindaricorsquo (ingl Pindaric flight) per indicare un passaggio let-terario che non evidenzia alcuna connessione logica con il contesto entro cui egrave inserito

271 Ma ambiguitagrave ed allusivitagrave intenzionali sono state rilevate anche ad esempio nel linguag-gio teognideo (Thgn 667ndash682 W) Secondo Nagy 1985 p 24 a queste il poeta ricorreper veicolare messaggi politici delicati in un momento storico in cui gli equilibri di potereentro la polis sono profondamente instabili Il poeta comunica in una modalitagrave poeticaldquothat is unmistakably understandable only to its intended audiencerdquo e si rivolge al σοφός (v682) ldquowhich means in the context of the ainos not just lsquoskilledrsquo but lsquoskilled in understand-ing poetryrsquordquo Cfr Cobb-Stevens 1985 p 172 ldquoThe kakoi have managed to dominate theagathoi by lying cheating pretending to be philoi and adopting the language of theagathoi Theognisrsquo response to this shifting semantic context is [hellip] to forge his own ambi-guities in the hope that those things that are hidden for the truly agathoi can be deciphredby them [hellip] because the community of true philoi to whom it is addressed have the sophienecessary for understanding the messagerdquo

272 Cfr Bremer 1996 p 83 ldquoNeuere Versuche einer systematischen Anordnung [der herakli-tischen Spruumlche] beruhen auf einem Miszligverstaumlndnis Sie setzen die Unterscheidung ver-schiedener Sachbereiche wie Kosmologie Ethik Theologie usw voraus die es vorAristoteles nicht gibtrdquo

273 D L IX 5 (= DK 22 A 15) τὸ δὲ φερόμενον αὐτοῦ βιβλίον ἐστὶ μὲν ἀπὸ τοῦ συνέχοντος Περὶφύσεως διήιρηται δὲ εἰς τρεῖς λόγους εἴς τε τὸν περὶ τοῦ παντὸς καὶ πολιτικὸν καὶ θεολογικόν

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Per illustrare questo fenomeno egrave sufficiente limitarsi ai tre esempi sopra ci-tati ossia la ldquoteologiardquo di Senofane la ldquodottrina del λόγοςrdquo di Eraclito e lrsquoldquoon-tologiardquo di Parmenide Egrave noto come la cosiddetta ldquoontology-cum-theologyrdquosenofanea sia il prodotto di una tradizione dossografica sostanzialmente in-fluenzata dalla ricezione del pensiero parmenideo (interpretatio eleatica)274Quanto al λόγος eracliteo esso egrave stato a lungo interpretato in senso razionali-stico e metafisico sebbene la parola allrsquoepoca di Eraclito non significhi neacuteldquolegge regolatricerdquo neacute ldquointelligenza cosmicardquo e simili bensigrave in quanto nomenactionis et rei actae di λέγειν semplicemente ldquoraccoltardquo e soprattutto ldquodiscor-sordquo275 Infine la voce di Kahn egrave alquanto isolata nellrsquoaffermare che ldquothe ἐόν ofParmenides is itself no technical expression but means lsquowhat is in fact thecase what is real and truersquo just as in Herodotus [hellip]rdquo276 Gran parte della cri-tica al contrario intende il pensiero parmenideo come la fondazione di unanuova scienza quella dellrsquoessere o ontologia insistendo sul fatto che ldquobisognaabituarsi a questrsquouso convenzionale e tecnicizzato della copula isolata dal suocontesto potenziale se si vuole comprendere il discorso epistemologico svol-to da Parmenide nella prima sezione del poema [hellip]rdquo277

Piugrave in generale la classificazione dei testi arcaici pervenuti in ldquostoricirdquo ldquofi-losoficirdquo ldquoletterarirdquo etc egrave frutto di concezioni culturali e di classificazioni se-riori che poco o nulla hanno a che vedere con la tradizione sapienziale allaquale si riferiscono278

Al sapere onnicomprensivo dellrsquoetagrave arcaica corrisponde dunque un lin-guaggio non specialistico Sottintendere un valore terminologico per le paro-le-chiave dei sapienti arcaici comporta non solo le giagrave accennate conseguenzeermeneutiche derivanti da unrsquointerpretazione disciplinarmente orientata

274 Cosigrave Mansfeld 1990 pp 147ndash173 Giagrave Untersteiner 1956 p XLVII notava che la fontedi Xenoph fr 23 (Clem Al Strom V 109) deve averne influenzato la ricezione in sensomonoteistico cfr inoltre Heitsch 1994 p 17 Mansfeld 1990 p 161 nota 44 etc Circala fondamentale testimonianza di Arist Metaph 986b 18 (= DK 21 A 30) sul dio unicosenofaneo Schirren (in corso di pubblicazione) sect 4 a) commenta ldquoOffenbar wusste Ari-stoteles nicht genau warum Xenophanes ein lsaquoHenologersaquo sein sollte sondern fand diesedoxographische Rubrizierung bereits vor Da sich aber ein expliziter Hinweis auf die lsaquoDia-dochersaquo [hellip] durch Parmenides findet koumlnnte dies ein Hinweis auf die Doxographie derSophisten seinrdquo

275 Cfr cap 51 pp 146 ss276 Kahn 1960 p 175277 Cerri 1999 p 60278 Con la massima chiarezza su questo punto si esprime Cozzo 2006 sect 35

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della loro σοφία ma anche conseguenze valutative Infatti se inteso comeFachsprache questo linguaggio non puograve che risultare inadeguato e deficita-rio la ragione di tale presunta carenza viene poi spesso individuata nella co-siddetta ldquoprimitivitagraverdquo del pensiero arcaico279

Il maggiore ostacolo alla comprensione della coesione semantica delle pa-role dense da parte dei moderni egrave probabilmente rappresentato dalla naturaletendenza dellrsquointerprete a proiettare la propria forma mentis su quelle che vainterpretando In questa prospettiva lrsquoidea di un sapere generale risulta piut-tosto vaga e viene concretizzata sotto forma di distinte discipline a ciascunadelle quali corrisponde il relativo linguaggio specialistico Simili aspettativevengono proiettate anche sul sapere greco arcaico Il problema egrave che la diver-sificazione dei contesti drsquouso nel linguaggio dei σοφοί elude il principale desi-deratum dei linguaggi specialistici ossia lrsquounivocitagrave semantica Nel tentativodi linearizzare quella che egrave sentita come una ldquodifformitagraverdquo semantica lrsquointer-prete attribuisce dunque al segno tanti significati quanti gli sembrano soddi-sfare i diversi contesti drsquouso ricorrendo cosigrave inevitabilmente al modello dellapolisemia Dato che ai testi in questione risultano estranee le caratteristichedistintive dei linguaggi specialistici280 una spiegazione linguisticamente piugravefondata e meno pregiudicante sotto il profilo ermeneutico consiste tuttavianellrsquoaccantonare lrsquoipotesi dei ldquoterminirdquo e nel considerare piuttosto le ldquoparolerdquocome calate entro lorizzonte del linguaggio comune281 Per quanto inciden-tale ed isolata la seguente affermazione di Fraumlnkel dovrebbe rappresentaredunque un cardine per lrsquoermeneutica dei testi sapienziali arcaici ldquoHeraclitusdoes not use technical language for the expression of his pattern All the early

279 Occupandosi della formazione dei concetti scientifici nella lingua greca Snell 1955 pp301 ss coerentemente con lrsquoassetto generale della sua opera delinea le linee di sviluppoche vanno da quella definita come ldquolingua primitivardquo ad uno stadio linguistico ritenuto piugraveprogredito (ossia capace di maggiore astrazione) In questo contesto lrsquoautore giudica leespressioni di Eraclito come ldquopresupposti necessari del pensiero scientificordquo ovvero comeforme ancora immature del pensiero scientifico stesso Come un esito particolare di questaposizione teorica generale che interpreta la storia della lingua greca arcaica come processodi evoluzione fino alla compiuta razionalitagrave dellrsquoetagrave classica puograve essere considerata anchela fortunata ipotesi di Busse 1926 pp 207ndash208 circa la Verschiebung semantica che saragraveconsiderata nel cap 51 pp 162 s

280 Sulle quali cfr Kalverkaumlmper 1998 (HSK) pp 60 s sect 13 e 14281 Fraas 1998 (HSK) p 429 ricorda che tradizionalmente a distinguere il ldquoterminerdquo dalla

ldquoparolardquo sono caratteristiche come ldquoKlarheit Exaktheit Eindeutigkeit GenauigkeitExplizitheit Wohldefiniertheit und Kontextunabhaumlngigkeitrdquo

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Greek philosophers abstain from developing technical language The specificmeaning is not couched in specific terms or stereotyped schemes but it resultsby implication from an unlimited variety of expression in current languageand style including instances images and other devices to guide the imagina-tion The philosophical ideas are intimated to the reader instead of beingforced upon him with rigid and coercive strictnessrdquo282

Oltre ad alcune caratteristiche sintattiche283 a mettere in guardia dal con-siderare il linguaggio sapienziale arcaico come un prototipo di linguaggioscientifico o specialistico284 sono principalmente le specificitagrave semanticheche verranno illustrate nel capitolo successivo (cap 32 pp 73 ss) Per il mo-mento si prendono in considerazione due ulteriori indizi della non specificitagravedel linguaggio eracliteo la scelta dello stile oracolare e il ricorso ai proverbiCirca il primo punto che egrave giagrave stato tematizzato dalla critica285 egrave sufficienterilevare che esso attesta la volontagrave di accrescere e sfruttare lrsquoambiguitagrave conna-turata nel linguaggio comune (e invece accuratamente evitata dai linguaggispecialistici) come fondamentale risorsa espressiva Egrave infatti il linguaggio co-mune non quello specialistico ad essere per sua natura duttile ed allusivo of-frendo dunque risorse piugrave adeguate agli effetti espressivi ricercati dal sapien-te Per Eraclito infatti ldquola stessa intima ambiguitagrave che egrave inerente alla parolanon costituisce un difetto [hellip] del linguaggio ma egrave un elemento essenziale epositivo della facoltagrave espressiva riposta in essordquo in questo modo il linguaggioacquisisce valore euristico e ldquola parola puograve diventare guida e norma della co-noscenzardquo286

Quanto al ricorso ai proverbi va rilevato che essi rappresentano il linguag-gio della tradizione per antonomasia rispetto al quale evidentemente lrsquoEfesionon ritiene di operare una rottura Lrsquoimportanza dei proverbi in una culturaoro-aurale egrave ben maggiore che nella nostra287 essi fungono da ldquoformulerdquo ac-

282 Fraumlnkel 1938 p 316 nota 14 Ciononostante lrsquoautore intende il λόγος eracliteo comeldquolaw of proportionsrdquo (ivi p 329 cfr anche p 333)

283 La sintassi dei sapienti arcaici egrave profondamente diversa da quella tipica dei linguaggi spe-cialistici della quale rende conto L Hoffmann 1998 (HSK)

284 Sulla differenza tra ldquolinguaggio specialisticordquo e ldquolinguaggio scientificordquo cfr Kretzenbacher1998 (HSK) pp 133 s

285 Cfr ad esempio Calabi 1977ndash1978286 Cassirer 1965 p 68287 Per le funzioni e la pratica dei proverbi in alcune culture oro-aurali contemporanee cfr ad

esempio Miruka 2001 pp 44ndash81 Griefenow-Mewis Bitima 2004 pp 71ndash80 corredatida antologie di proverbi Cfr inoltre Zahan 1963 pp 103 ss Cardona 2006 pp 166 s

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cessibili a larga parte della comunitagrave dei parlanti i quali anche senza possede-re alcuna competenza specifica sono in grado di padroneggiarne il ricco re-pertorio I proverbi contribuiscono a fissare e a tramandare in forma facil-mente comprensibile e memorizzabile aspetti fondamentali della tradizioneculturale decodificando le norme di condotta sociale e favorendo lrsquoaccesso adun patrimonio esperienziale condiviso288 Il ricorso di Eraclito ai proverbinon egrave sporadico ldquo[hellip] di loro rende testimonianza il detto i presenti sono as-sentirdquo (fr 34)289 ldquooccorre sedare la ὕβρις ancora piugrave che un incendiordquo (fr43)290 Il fr 85 egrave composto da due adagi popolari accostati lrsquouno allrsquoaltro ri-spettivamente ldquoegrave difficile combattere col cuorerdquo e ldquocomprare qualcosa a prez-zo dellrsquoanimardquo291 Sono poi frequenti i casi in cui i contenuti riconducibili allasaggezza popolare e la loro espressione in stile gnomico suggeriscono cheEraclito ricorra a locuzioni drsquouso comune tuttavia altrimenti non attestatecome proverbi o che vi si voglia approssimare A questo gruppo appartengo-no espressioni quali lsquole Ore che apportano tutte le cosersquo (fr 100)292 lsquofigli deigenitorirsquo (fr 74)293 lsquoi cercatori drsquooro scavano molta terra e ne trovano pocorsquo(fr 22)294 lsquoai caduti in guerra rendono onore gli dei e gli uominirsquo (fr 24) lsquoipiugrave se ne stanno satolli come bestiersquo (fr 29) lsquonon tirare conclusioni a caso sul-le cose piugrave importantirsquo (fr 47) lsquouno ne vale per me migliaia se egrave ottimorsquo (fr

288 In questo senso la funzione sociale e culturale assolta dai proverbi egrave analoga mutatismutandis a quella del cantore anchrsquoessi rappresentano infatti dei ldquomaestri di veritagraverdquo(Detienne 1977) le voci di unrsquoldquoenciclopedia tribalerdquo (Havelock 1973 pp 54 ss) i depo-sitari della ldquomemoria collettivardquo (Halbwachs 2001)

289 Cfr Leutsch-Schneidewin 1965 vol I p 446 (55) vol II p 766 (53) παρὼν ἀποδημεῖcfr Ar Eq 1119 s similmente Parm fr 41 Nussbaum 1972 I p 12 sostiene che i riscon-tri filologici per il significato di φάτις come ldquoproverbiordquo siano insufficienti e propone ditradurre come segue ldquociograve che dicono (φάτις) testimonia che i presenti sono assentirdquo

290 Per lrsquoespressione drsquouso comune ὕβριν σβεννύναι Marcovich 1978 p 366 ricorda ad esem-pio Hdt V 774 VIII 771 Pl Lg 835d commentando ldquopenso che lrsquointero detto seguaun antico luogo comune politico lsquola sommossa sociale egrave pericolosa per la cittagrave come unincendiorsquordquo

291 Per le testimonianze dei due adagi cfr Marcovich 1978 p 267 rispettivamente nota 1 adasup1 e p 268 nota 4 ad asup1 Per il primo dei due (θυμῶι μάχεσθαι) cfr anche Leutsch-Schnei-dewin 1965 vol II p 460 (96 b) quanto al secondo un senso paragonabile si trovaespresso in Hes Op 686

292 Kirk 31970 pp 294 s ipotizza che data la metrica dattilica del frammento si tratti di unverso rimasto celebre

293 Cfr Marcovich 1978 p 327294 Ivi p 28

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49) lsquolrsquoignoranza egrave meglio nasconderlarsquo (fr 95) lsquoi cani abbaiano contro chinon conosconorsquo (fr 97) lsquoper gli uomini che avvenga quello che vogliono nonegrave la cosa migliorersquo (fr 110) etc Il ricorso ai proverbi e la predilezione per lostile gnomico indicano come il linguaggio di Eraclito sia profondamente lega-to a quello del contesto culturale di appartenenza

Ricorrendo ad una metafora spaziale allrsquoinizio del capitolo egrave stato sostenu-to che dal punto di vista dellrsquoambiguitagrave e della produttivitagrave semantica i lin-guaggi specialistici si collocano alla periferia del linguaggio naturale mentre illinguaggio generico ne costituisce il cuore pulsante A fronte delle osservazio-ni svolte in questo capitolo si puograve aggiungere che sviluppando lrsquoambiguitagravedel linguaggio generico nella densitagrave semantica e sfruttandola come risorsaespressiva funzionale ad una proliferazione del senso il linguaggio sapienzialearcaico si pone come terreno di osservazione privilegiato per la produttivitagravesemantica dei linguaggi naturali

32 Semantica della contestualitagrave

Il rapporto tra il pensiero greco arcaico e quello successivo egrave stato tradizional-mente interpretato in base ad una progressione da ldquoprimitivordquo ad ldquoevolutordquoda ldquoa-logicordquo (o ldquopre-logicordquo) a ldquologicordquo da ldquoconcretordquo ad ldquoastrattordquo da ldquolin-guisticordquo a ldquometalinguisticordquo etc Come egrave prevedibile ciograve emerge con parti-colare evidenza nelle opere che si sono proposte di rappresentare lo sviluppostorico del pensiero greco Per ricordare due volumi particolarmente noti sipuograve pensare a Snell295 che si propone di delineare le tappe evolutive della lin-gua letteraria greca a partire dal linguaggio omerico ritenuto incapace diastrarre ovvero di produrre concetti generali e pertanto costituito da unacongerie di concetti particolari e a Nestle296 il cui titolo ldquoVom Mythos zumLogosrdquo giagrave riassume fedelmente la tesi portante Ad Havelock va attribuito ilmerito di aver individuato la specificitagrave del pensiero arcaico da una parte e diquello classico e post-classico dallrsquoaltra in una maggiore incidenza rispettiva-mente del medium orale e di quello scritto egli nondimeno oltre a non pre-stare attenzione alle caratteristiche proprie della fase aurale di transizione trai due media297 fa ricorso ad analoghe categorie di giudizio valutando come

295 Snell 1955296 Nestle 21975

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reificanti ed incapaci di astrazione le culture orali298 Questo non sorprendedal momento che perfino i professionisti degli studi comparativi come antro-pologi e psicologi cognitivi hanno applicato a lungo criteri di giudizio auto-referenziali e ritenuto che la diversitagrave tra la cosiddetta mente orale e quellaalfabetizzata consistesse nella capacitagrave ovvero nellrsquoincapacitagrave di effettuareldquocorrettamenterdquo operazioni mentali quali deduzione e classificazione e dun-que di pensare in modo logico astratto e razionale

Egrave necessario illustrare brevemente questa diffusa impostazione teorica pri-ma di confutarla ricordando gli studi di A R Lurija299 autorevole sostenito-re dellrsquoinettitudine dei non alfabetizzati a ragionamenti logici ed astratti Eglitrae argomenti in favore della sua tesi intervistando soggetti non alfabetizzatidella Russia Meridionale300 In realtagrave gli intervistati risultano in grado di ela-borare soluzioni sensate e anche ldquoastratterdquo (ad esempio ipotetiche) e di stabi-lire associazioni valide tra i dati presentati dagli intervistatori tuttavia le lorosoluzioni ed associazioni non si lasciano inquadrare entro gli schemi della lo-gica aristotelica e post-aristotelica eludendo pertanto le aspettative dei ricer-catori La formulazione dei quesiti fa riferimento a circostanze sentite comefortemente improbabili o affatto irrealizzabili gli intervistatori partono dalpresupposto che gli intervistati estrapoleranno le informazioni ldquoutilirdquo ovvero

297 Cfr Introduzione Oggetto di studio e approcci ermeneutici298 Ciograve emerge in Havelock 1973 in particolare pp 135 ss Questa posizione viene radicaliz-

zata in idem 1993 che giunge ad affermare la supremazia intellettuale dellrsquoalfabeto siarispetto ad altri sistemi di scrittura sia a maggior ragione rispetto alla loro assenza Conuna grave forzatura ideologica lrsquoalfabeto (ma non eventi ed abusi storici quali ad esempioil colonialismo) viene additato come spiegazione e giustificazione per lrsquoegemonia della cul-tura occidentale a livello mondiale cfr ivi pp 84 s ldquo[hellip] lrsquoinformazione alfabetica [hellip]assume la funzione di guida e le culture non-alfabetiche si incanalano lungo la via da essatracciata [hellip] un giapponese puograve esprimere oralmente quel che lrsquoOccidente gli ha inse-gnato Trasferendo lrsquoenunciato nel proprio sistema di scrittura potragrave allora riconoscere eleggere quel che giagrave sa come facevano gli scribi dellrsquoantichitagrave Ma la libera produzione dienunciati originali nel proprio sistema di scrittura risulta difficile [hellip] LrsquoAmerica elrsquoEuropa per un verso la Russia per lrsquoaltro unite in questi punti dalla loro comune superio-ritagrave alfabetica sono oggi nella condizione di fornire idee e tecnologia assorbite comeinfluenze straniere e accolte probabilmente non senza qualche rancore ma avidamente dailoro clienti non-alfabetici Non egrave quindi casuale che mentalitagrave forme di esperienza eforme letterarie fondamentalmente orali siano sopravvissute in modo molto piugrave tenacenei paesi arabi in Cina e in Giapponerdquo

299 Lurija 1986300 Ivi pp 79 ss

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utili agli scopi dellrsquoesperimento Al contrario gli intervistati considerano se-riamente e soppesano le circostanze indicate nella formulazione dei quesitiriferendole ad una coerenza esperienziale sentita come irrinunciabile perqualunque discorso sensato Lo stesso vale per gli esperimenti sullrsquoabilitagrave diconcludere correttamente i sillogismi avendo a disposizione la premessa mag-giore e quella minore i problemi di ragionamento basati sul modus ponens dicui il sillogismo egrave un ottimo esempio non sono risolvibili in base al riferimen-to situazionale il che ostacola la comprensione dei quesiti da parte dei non al-fabetizzati301 In questa procedura si rilevano dunque sia un errore metodolo-gico giaccheacute la tipologia delle prove risulta inadeguata ai soggetti esamina-ti302 sia un corrispondente errore valutativo percheacute il fallimento degli esperi-menti viene interpretato da Lurija come una prova dellrsquoinsufficienzacognitiva dei non alfabetizzati

Riconosciuto il carattere pregiudiziale di questa impostazione303 J PDenny ritiene piugrave proficuo porre alla base delle molteplici diversitagrave tra le dueformae mentis unrsquounica matrice la tendenza alla contestualizzazione tipica

301 Ne riporto qui un esempio (ivi pp 126 s) ldquoEgrave dato il seguente sillogismo lsquoLe lepri vivonoin grandi boschi In cittagrave non ci sono grandi boschi Ci sono cittagrave dove vivono delle leprirsquo[Risposta 1] lsquoConosco una cittagrave dove crsquoegrave un bosco non so se ligrave ci siano delle lepri E crsquoegraveanche un secondo bosco forse le lepri sono ligraversquo [Risposta 2] lsquoCegrave un villaggio con un boscoe ligrave si trovano delle lepri E crsquoegrave un altro grande villaggio ma senza bosco non so se ligrave ci sianodelle leprirsquo [Risposta 3] lsquoQui ci sono dei grandi boschi forse ci vivono delle lepri [hellip] Quici sono dei grandi boschi dove vivono le lepri Percheacute nelle grandi cittagrave non ci sono leprirsquo[Risposta 4] lsquoLe lepri vivono nei boschi Ma nelle grandi cittagrave ci sono le lepri oppure norsquordquo

302 Hutchins 1980 intende evitare tale errore metodologico purtroppo molto diffuso nellapreparazione di prove psicologiche rinunciando alle prove stesse in quanto situazionicomunicative innaturali o ldquoda laboratoriordquo ed analizzando piuttosto la produzione lingui-stica spontanea dei nativi interferendo il meno possibile

303 Una rassegna critica dei differenti approcci di ricerca sullrsquoargomento a partire da Lurija egravein Hutchins 1980 pp 8ndash12 Lrsquoautore rifiuta le posizioni correnti circa lrsquoinsufficienzalogica e la primitivitagrave della comunitagrave da lui studiata (la popolazione delle isole Trobriand)e del pensiero non occidentale in generale cfr ivi pp 127 s ldquoThere is no need to posit adifferent logic whether alogical (Levy-Bruhl 1910 1923) preoperational (Piaget 1951)or three-valued lsquoL-3rsquo (Cooper 1975) [hellip] It is clear that Trobrianders cut the world intoa different set of categories from those we entertain and that those categories are linkedtogether in unfamiliar structures But the same types of logical relations underlie the con-nections of propositions in our conceptions and in theirs and the inferences that areapparent in their reasoning appear to be the same as the inferences we makerdquo Cfr inoltreCole Gay Glick Sharp 1976 Contro pregiudizi recenti e meno circa la mancanza diastrazione nelle lingue dei cosiddetti ldquopopoli primitivirdquo cfr Cardona 2006 pp 36 s

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del pensiero orale ovvero quella alla decontestualizzazione tipica del pensie-ro alfabetizzato304 Egli mostra come numerosi altri tipi di opposizione adesempio ldquocontrastivo vs additivordquo ldquoanalitico vs aggregativordquo ldquoobiettivo vsempaticordquo etc305 siano sostanzialmente riconducibili a questa differenzafondamentale Lrsquoipotesi presenta vantaggi importanti non solo sul piano eti-co dove il giudizio di merito espresso da categorizzazioni quali ldquoprimitivo vsevolutordquo e ldquoa-logico (pre-logico) vs logicordquo egrave lesivo della dignitagrave umana maanche sotto il profilo scientifico percheacute non si appella ad indimostrabili pre-cetti evoluzionistici e al contempo costituisce una spiegazione piugrave economi-ca che cioegrave da sola dagrave conto di unrsquoampia gamma di fenomeni a cui qui di se-guito si puograve accennare solo brevemente

Ad esempio in questrsquoottica si possono considerare determinate concezio-ni sociali Le culture tradizionali tra cui vanno certamente incluse quelle ora-li sono improntate infatti ad una maggiore integrazione degli individui neltessuto sociale il che tende a determinare un giudizio negativo circa idee edatteggiamenti individualisti o eversivi I singoli percepiscono la propria iden-titagrave non come autodeterminata ossia come il risultato di tratti della persona-litagrave connotativi dei soggetti stessi ma come sancita dai rapporti che legano ilsoggetto al contesto sociale di appartenenza rapporti di parentela clan ami-cizia ostilitagrave ospitalitagrave competizione subordinazione etc306 Il legame traindividuo e comunitagrave egrave dunque insolubile Egrave per queste ragioni che nelle so-cietagrave tradizionali il giudizio della comunitagrave circa lrsquoindividuo ed il suo operatorisulta fondamentale A proposito della societagrave omerica Dodds ha formulatoil fortunato concetto di ldquociviltagrave della vergognardquo307 in cui il senso dellrsquoonore(τιμή) che necessariamente coincide con le convenienze sociali costituisce laprincipale direttiva morale della condotta umana Al contrario nelle societagrave

304 Denny 1995 specialmente pp 81 ss individua il fattore principale della tendenza al pen-siero contestualizzante nella ridotta complessitagrave del sistema sociale viceversa nelle societagravecomplesse aumenterebbe la capacitagrave di decontestualizzazione Lrsquoautore sottolinea ripetu-tamente che lrsquooralitagrave e la scrittura favoriscono rispettivamente il pensiero contestualiz-zante e quello decontestualizzante

305 Si tratta delle coppie antitetiche adottate da Ong 1986306 Leenhardt 1984 p 203 offre una rappresentazione grafica dellrsquoidentitagrave dellrsquoindividuo

malesiano come risultato delle sue relazioni sociali Infatti ldquo[lrsquouomo] conosce se stessosolo attraverso le relazioni che intrattiene con gli altri Egli esiste solo nella misura in cuigioca il suo ruolo entro il sistema di queste relazioni localizza se stesso solo in rapporto adesserdquo Cfr anche Cornford 2002 pp 102 s

307 Dodds 2000 pp 29ndash31

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industrializzate ed alfabetizzate egrave facile riscontrare la presenza di modelli eticied esistenziali orientati verso uno spiccato individualismo il che consente divalutare positivamente idee ed atteggiamenti socialmente disgreganti comead esempio lrsquoindipendenza lrsquooriginalitagrave lrsquoemancipazione la disobbedienza ilboicottaggio la sovversione

Non solo modelli sociali ma anche alcune concezioni e modalitagrave della co-noscenza possono essere messe in relazione con il pensiero contestualizzanteInfatti il rapporto tra parti e totalitagrave egrave cruciale nel processo di acquisizionedella conoscenza per conoscere un oggetto occorre innanzitutto identificar-lo nella sua determinazione e distinguerlo da uno sfondo originariamente in-differenziato ovvero da un contesto circostante308 Le culture occidentalimoderne sono in grado di mettere bene a fuoco i diversi oggetti della cono-scenza dopo averli nettamente distinti gli uni dagli altri esse promuovonouna crescente specializzazione dei saperi allo scopo di approfondire lrsquoanalisidegli oggetti fino alle loro componenti minime giaccheacute il progresso della co-noscenza egrave inteso come un aumento delle distinzioni pertinenti Per le suestesse peculiaritagrave un sistema di conoscenze cosigrave strutturato tende a non valo-rizzare lrsquointerconnessione degli elementi concentrandosi piugrave sugli oggettidella conoscenza che sulle loro relazioni reciproche A questo modello dellaconoscenza corrisponde unrsquointerpretazione della realtagrave come pluralitagrave so-stanzialmente disgregata di fenomeni indipendenti Al contrario egrave caratteri-stico delle culture tradizionali che i distinti fenomenici non siano intesi comeinesorabilmente separati gli uni dagli altri ma piuttosto come componenti diun sistema unitario il quale egrave stato icasticamente definito come un ldquoconti-nuum simpaticordquo309 Saperi e pratiche riconducibili allrsquoomeopatia al totemi-smo e alla magia simpatica affondano tutti la loro ragion drsquoessere nella cre-denza circa lrsquointima e spesso invisibile interconnessione di enti e fenomeniapparentemente indipendenti gli uni dagli altri

A livello di produzione linguistica310 sembra che la maggiore contestualiz-zazione del pensiero orale tenda a coincidere con una piugrave elevata frequenzadellrsquouso dei deittici e della proposizione relativa311 In generale il medium

308 Per questo approccio alla cognizione cfr Maturana 1988 specie pp 82 s309 Cornford 2002 pp 129ndash133 illustra il concetto di continuum simpatico che secondo lo

studioso soggiace costantemente alle riflessioni presocratiche sulla φύσις Sulla necessitagravecoesiva sottesa al totemismo cfr ivi pp 122 ss Damman 1963 p 37

310 Cfr Olson Torrance Hildyard 1985 ed in particolare ivi Chafe pp 116ndash118 Tannenpp 127ndash8 e 137

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orale si affida maggiormente al riferimento situazionale percheacute esso come co-municazione in praesentia e a differenza di quello scritto permette al parlantedi disporre di maggiori informazioni circa lrsquoidentitagrave il retroterra socio-cultu-rale e le aspettative di chi lo ascolta e dunque di astenersi dal fornire le infor-mazioni non necessarie nel contesto comunicativo contingente inoltre ilmedium orale puograve sfruttare canali non verbali e prettamente situazionali nondisponibili in quello scritto quali la mimica e la gestualitagrave312

In che modo queste riflessioni sono utili allo studio dei sapienti arcaici Fi-nora non egrave stato posto lrsquoaccento sul fatto che i loro testi riflettendo la transi-zione di una cultura orale che va lentamente alfabetizzandosi siano profon-damente contrassegnati dalla contestualitagrave Ed egrave sotto lrsquoaspetto della conte-stualitagrave che in particolare la semantica dei sapienti arcaici si oppone diame-tralmente a quella teorizzata dai linguaggi specialistici

Lrsquoesame delle specificitagrave semantiche condotto nei capitoli precedenti haevidenziato che la densitagrave egrave ottenuta attraverso strategie di contestualizzazio-ne diversificata delle parole Infatti le reti di significazione (cap 21) inseri-scono la parola entro un sistema di immagini tutte veicolanti il medesimocontenuto sistema entro il quale le nuove accezioni emergono grazie alla ldquori-sonanzardquo tra unrsquoimmagine e lrsquoaltra I giochi di parole (cap 22) mirano a sta-bilire collegamenti inaspettati tra parole che prima facie nulla hanno a chevedere le une con le altre Infine la polivalenza sintattica (cap 23) consentedi instaurare coerenze sintattiche flessibili e non univoche

La varietagrave dei contesti drsquouso delle parole egrave un indice importante della diffe-renza tra il linguaggio sapienziale arcaico ed i linguaggi specialistici Infatti icontesti drsquouso dei termini dei linguaggi specialistici sono poco variabili e que-sto determina scarsa produttivitagrave semantica ossia un significato tendenzial-mente univoco e poco articolato Al contrario la spiccata variabilitagrave dei con-testi drsquouso delle parole propria del linguaggio comune e promossa dal lin-guaggio sapienziale arcaico incentiva la proliferazione delle accezioni e dun-que la produttivitagrave del significato313 A livello ermeneutico ne consegue che ilsignificato della parola e a maggior ragione della parola densa non puograve essere

311 Denny 1995 pp 78 ss 312 Sulla gestualitagrave nella performance cfr Calame-Griaule 1985 pp 301ndash310 corredato da

un indispensabile repertorio fotografico Un tentativo di ricostruire la gestualitagrave attribui-bile ai testi greci arcaici e classici egrave intrapreso da Boegehold 1999

313 Sul rapporto tra variabilitagrave del contesto drsquouso e produttivitagrave semantica cfr De Mauro1983 p 121

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compreso di per seacute ma solo entro lrsquoorizzonte delle contestualizzazioni dellaparola ossia delle sue relazioni con altre parole

Per quanto riguarda la contestualitagrave il modello di significazione basatosulla densitagrave tipica del linguaggio sapienziale arcaico puograve essere consideratoopposto a quello basato sulla definizione che invece caratterizza i linguaggispecialistici e scientifici come un irrinunciabile strumento di disambiguazio-ne dei termini314 Per ldquodefinizionerdquo si intende lrsquoanalisi esplicita del segno lin-guistico in un definiendum (che coincide con il significante) ed un definiens(che corrisponde al significato) In genere la definizione si prefigge di chiari-re e fissare il significato del segno spiegandolo in modo lineare esaustivo e ap-punto ldquodefinitivordquo Tale obiettivo egrave perseguito per mezzo della delimitazionedel valore semantico del definiendum rispetto ad altri segni del sistema lingui-stico ossia come indica lrsquoetimologia del termine (lat de-finitio de-finio) at-traverso una netta circoscrizione del suo perimetro semantico alla quale ingenere segue un elenco sistematico di tutte le possibili accezioni Una voltadefinito il significato del termine guadagna una notevole autonomia espres-siva nel senso che non necessita di ulteriori chiarimenti (ad es descrizioniperifrasi esempi etc) per essere applicato dallrsquoautore e compreso dal pubbli-co Il ricorso alla definizione presuppone dunque una certa linearizzazionedellrsquoargomentazione e dellrsquoesposizione egrave evidente ad esempio che per sfrut-tarne a pieno lrsquoefficacia saragrave indicato premetterla a tutte le occorrenze del ter-mine definito315 In quanto analisi linguistica di un segno linguistico la defi-nizione puograve essere considerata come un procedimento sostanzialmente me-talinguistico

Nei testi sapienziali arcaici non si riscontra lrsquouso della definizione neacute di al-tre forme di analisi esplicita dei significati Poicheacute tra gli esperti delle conse-guenze cognitive dellrsquoalfabetizzazione egrave diffuso il pregiudizio per cui il par-lante non alfabetizzato non egrave in grado di pensare in modo metalinguistico316

314 Cfr Beccaria 32004 sv lsquolinguaggio scientificorsquo ldquoCaratteristica necessaria di ogni linguag-gio scientifico egrave la rigorosa univocitagrave semantica Lo scienziato necessita di una terminolo-gia priva di quellrsquoalone di incertezza evocativa talora vera e propria ambiguitagrave che esistesempre nel linguaggio comune [hellip] Lo scienziato deve definire rigorosamente i termini cheusa (se non sono giagrave codificati) e attenersi al significato fissatordquo (corsivo mio)

315 Strutturare la propria argomentazione tenendo conto di simili sequenzialitagrave non rappre-senta un problema per chi disponga di una tecnologia di visualizzazione ed oggettivazionedel linguaggio come appunto quella scrittoria diversa egrave invece la situazione del parlantenon alfabetizzato

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lrsquoassenza della definizione nei testi sapienziali arcaici potrebbe essere facil-mente imputata ad una presunta insufficienza della loro ldquoconsapevolezza lin-guisticardquo frutto dellrsquoancora scarsa dimestichezza con la scrittura317 Lrsquoipotesidi uso irriflesso del linguaggio da parte dei popoli senza scrittura egrave tuttaviaimmotivata la scrittura costituisce solo un incentivo e non la conditio sinequa non della riflessione sul linguaggio che invece egrave propria anche dei parlan-ti non alfabetizzati e proto-alfabetizzati318

Passando ad osservare il modello semantico basato sulla densitagrave emergonocaratteristiche di segno opposto Qui il significato non viene neacute fissato neacuteanalizzato bensigrave emerge direttamente dai contesti drsquouso del segno Piuttostoche ridurre lrsquoambiguitagrave del significato la densitagrave semantica la acutizza persfruttarla come risorsa espressiva al posto di de-limitare la parola ovverotracciare nitidamente i confini del suo valore semantico la collega con altreparole in modi inaspettati diversificandone i contesti drsquouso anzicheacute lineariz-

316 Fleisher Feldman 1995 pp 51ndash58 critica e traccia in breve il quadro di questa ldquoafferma-zione generalerdquo (sic) sostenuta dagli studiosi dei fenomeni culturali riconducibili allrsquooralitagravee alla scrittura Nello stesso volume le posizioni contestate sono sostenute da Olson 1995pp 273ndash277

317 Havelock 1983 (Dike) pp 302ndash306 sostiene che in epoca arcaica il verbo lsquoesserersquo nonabbia valore copulativo e che questa sia la ragione per lrsquoassenza di definizioni in Omero edEsiodo si tratta di una teoria molto ingenua e ancor piugrave infondata Piugrave in generale circale presunte lacune nella ldquoconsapevolezza linguisticardquo dei non alfabetizzati cfr Olson 1995pp 271 ss e letteratura ivi citata

318 Cfr Fleisher Feldman 1995 pp 58 ss La riflessione sul linguaggio egrave ldquointrinseca nellanatura stessa della facoltagrave del linguaggiordquo il che autorizza a parlare di una ldquoistintiva rifles-sione metalinguistica del parlanterdquo della quale il metalinguaggio adoperato nelle scienzemoderne rappresenta una formalizzazione (cosigrave Beccaria 32004 sv lsquometalinguaggiorsquo)Questa linea teorica egrave stata approfondita da Culioli attraverso il concetto di epilinguismorsquoossia di ldquoattivitagrave metalinguistica non coscienterdquo (Culioli 1999 pp 19 74) grazie al qualeegrave riconosciuta una dimensione della riflessione linguistica indipendente dalle formalizza-zioni che contraddistinguono le scienze linguistiche occidentali moderne Rifacendosi alconcetto di lsquoepilinguismorsquo formulato da Culioli Auroux 1998 pp 15 s sottolinea comeil rapporto tra il dominio epilinguistico e quello metalinguistico deve essere rappresentatocome un continuum ldquoil primo non cessa con lrsquoapparizione del secondo questrsquoultimo nonapporta automaticamente un contenuto nuovo e infine egrave possibile senza entrare nellametalinguistica elaborare delle procedure codificate (controlli di correttezza giochi lin-guistici ecc) per rendere manifesta ciograve che egrave possibile definire lsquocoscienza epilinguisticarsquo Lacoscienza epilinguistica non egrave il sapere epilinguistico non cosciente divenuto cosciente egravesemplicemente un rapporto cosciente con certi contenuti del sapere epilinguistico che per-mangono non coscienti vale a dire non rappresentati in quanto talirdquo

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zare lrsquoespressione ne intensifica la non-linearitagrave319 Anche laddove i testi sa-pienziali arcaici tematizzano piugrave apertamente il significato delle parole denseegrave costante il ricorso ad una ldquosintassi dellrsquoevento e dellrsquoazionerdquo320 tipicamentenarrativa contrapposta a quella puramente descrittiva della definizioneConsideriamo alcuni casi del genere Senofane Parmenide ed Eraclito elu-dendo schemi del tipo lsquoθεός ἐόν λόγος egrave x y zrsquo presentano direttamente laparola densa entro una gamma variegata di contesti ldquoUnico dio tra gli dei[hellip]rdquo esordisce Senofane (fr 231) per poi mostrare subito in azione la sua in-solita divinitagrave Egrave appunto dalla sua azione che emergono i tratti distintivi ri-spetto agli dei omerici ldquotutto intero vede tutto intero comprende tutto in-tero ascoltardquo (fr 24) ldquosenza fatica agita tutte le cose con lrsquointelligenza dellamenterdquo (fr 25)321 ldquosempre resta nello stesso luogo senza muoversi affatto neacutegli si addice spostarsi di qua e di lagraverdquo (fr 26) Lrsquoaedo Senofane dunque ldquorac-contardquo il suo θεός322 Analogamente nel fr 82 ss Parmenide non procede aduna secca definizione dellrsquoldquoessererdquo ma si diffonde nella descrizione deiσήματα πολλά che ne costellano la via Esso egrave ingenerato imperituro tutto in-tero continuo immobile perfetto a ciascun σῆμα successivamente egrave dedica-ta unrsquoapposita sezione argomentativa323 Anche in questo caso il chiarimentosemantico egrave affidato ad una ldquosintassi dellrsquoevento e dellrsquoazionerdquo contraddistin-ta da agenti animati quali divinitagrave e personificazioni324 lrsquoἐόν egrave ingenerato edimperituro percheacute Giustizia lo tiene ben fermo ed in catene (vv 13ndash15) egrave im-mobile percheacute nascita e perimento errano molto lontani da lui (vv 27ndash28)infatti la convinzione della veritagrave sa tenerli alla larga (v 28) Necessitagrave lo av-vince nei legami del limite (vv 30ndash31)325 la Moira lo tiene legato ed immobi-le (v 37) Lo stesso si riscontra in Eraclito ad esempio egli non si limita ad

319 Sulla non-linearitagrave dellrsquoespressione eraclitea cfr Kahn 1979 p 90320 La formulazione egrave di Havelock 1973 pp 139 ss321 Cfr A Supp 96ndash103322 Al contrario Havelock 1982 p 237 sostiene che in questi versi Senofane critichi la sin-

tassi dellrsquoevento e dellrsquoazione omerica negando al suo dio il movimento Ciograve non toglie cheil dio senofaneo egrave ancora autore di azioni ed interventi sul mondo egrave lui a ldquovedere com-prendere ed ascoltarerdquo ad ldquoagitare tutte le coserdquo dunque come richiede la polemica neiconfronti degli dei omerici e del loro operato le sue azioni appaiono qualitativamentemodificate ma non per questo sono cessate Pur avviandone la trasformazione Senofanenon taglia drsquoun tratto i ponti con costumi mentali ed espressivi della tradizione aedica allaquale appartiene

323 Parm fr 86ndash21 per ldquoingeneratordquo e ldquoimperiturordquo 22ndash25 per ldquotutto interordquo e ldquocontinuordquo26ndash33 per ldquoimmobilerdquo 42ndash49 per ldquoperfettordquo

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una secca affermazione come ldquola guerra egrave padrerdquo o ldquola guerra egrave rerdquo ma ne rac-conta le circostanze e le conseguenze ldquola guerra egrave padre di tutte le cose di tutteegrave il re e mostra gli uni come dei gli altri come uomini rende gli uni schiavi glialtri liberirdquo (fr 53) similmente non solo ldquoil tempo egrave un bambinordquo ma ldquo[hellip] egraveun bambino che gioca che tira i dadi il regno di un bambinordquo (fr 52)326Nemmeno il fr 67 offre una definizione le quattro coppie di immagini anti-tetiche che seguono il sostantivo lsquodiorsquo hanno valore puramente esemplificati-vo327 ldquoil dio (egrave) giorno notte inverno estate guerra pace sazietagrave famerdquo il sen-so dellrsquoaffermazione egrave poi illustrato dalla similitudine con lrsquoazione del fuocosugli aromi I sapienti arcaici forniscono dunque un chiarimento funzionaleal passo in cui la parola egrave inserita Questo tipo di tematizzazione del significa-to non ha carattere onnivalente non vale cioegrave a priori ma piuttosto situazio-nale in quanto appaga di volta in volta un contesto determinato Al contra-rio lo scopo della definizione egrave di analizzare il segno linguistico in modo in-dipendente dai suoi specifici contesti drsquouso e dunque esaustivo

Dal confronto proposto in questo capitolo emerge che la semantica dei lin-guaggi specialistici la quale fa ampio ricorso alla definizione evidenzia quellatendenza decontestualizzante che egrave facilmente riscontrabile nelle culture al-fabetizzate quella dei sapienti arcaici il cui tratto distintivo egrave stato indivi-duato nella densitagrave procede invece in modo contestualizzante e si rivela inquesto piugrave simile alle culture orali o scarsamente alfabetizzate Le differenzetra i due modelli possono essere sintetizzate come nello schema della paginache segue

324 Cfr Emp fr 6 che identifica le quattro radici in quattro divinitagrave corrispondenti Zeus =fuoco Era = aria Aidoneo = terra Nesti = acqua (sul problema cfr Guthrie 1965 pp 144ss) e le forze di attrazione e repulsione rispettivamente in Amicizia e Contesa La tabelladi Wright 21995 p 23 presentando sinotticamente le numerose denominazioni possibiliper ognuna delle quattro radici illustra inoltre come per il sapiente arcaico il rapporto trasignificante e significato non sia affatto 11 (come esigono invece i linguaggi specialistici)il che era ben chiaro giagrave agli antichi cfr ad esempio Arist GC 315a 10 s

325 Cfr Parm fr 106ndash7 326 Per πεσσεύειν cfr Marcovich 1978 p 341 il verbo significa sia ldquogiocare a damardquo sia ldquogio-

care a dadirdquo 327 Lrsquointento esemplificativo giagrave ammesso dalla fonte Ippolito egrave posto in rilievo da Fraumlnkel

1955 p 238 seguito in questo da buona parte della critica Contra Kahn 1979 p 277

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A fronte delle osservazioni svolte nei capp 31 e 32 egrave possibile riscontrarelrsquoinfluenza della situazione comunicativa aurale ossia del compromesso traoralitagrave e scrittura nelle specificitagrave semantiche dei testi sapienziali arcaici Daun canto infatti la scrittura facilitando lrsquoattivitagrave epi- e metalinguistica grazieallrsquooggettivizzazione del linguaggio contribuisce a porre il significato delleparole della tradizione epica e lirica come oggetto di riflessione e di elabora-zione Dallrsquoaltro il modo di tale riflessione semantica appare ancora profon-damente segnato dalla forma mentis orale esso infatti egrave fondato sulla conte-stualitagrave ovvero sulla densitagrave come prodotto di una contestualizzazione diver-sificata delle parole ed evidenzia caratteristiche quali variazione dellrsquoidenti-co per cui il medesimo contenuto egrave veicolato attraverso una molteplicitagrave diimmagini (reti di significazione) sintassi dellrsquoevento e dellrsquoazione etc

Definizione Densitagrave

semanticamente decontestualizzante isola la parola da altre parole de-finitio

semanticamente contestualizzante collega la parola ad altre parole es reti di significazione

accresce lrsquoautonomia semantica della singola parola

riduce lrsquoautonomia semantica della singola parola

riduce lrsquoambiguitagrave della parola accresce lrsquoambiguitagrave della parola

ambisce ad un chiarimento esaustivo permette un chiarimento situazionale

intensifica la linearitagrave dellrsquoespressione intensifica la non-linearitagrave dellrsquoespressione

privilegia la sintassi descrittiva privilegia la sintassi narrativa

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Conclusioni della Parte I

In questa prima parte del lavoro sono stati esaminati alcuni aspetti salientidella significazione di Eraclito intesa come modello esemplare della significa-zione della sua temperie culturale Lo scopo egrave comprendere in che modo iσοφοί considerati adattano il linguaggio della tradizione epica e liricaallrsquoespressione di nuovi contenuti sapienziali Qui di seguito vengono riassun-ti i punti salienti dellrsquoargomentazione sostenuta

I sapienti arcaici risemantizzano le loro parole-chiave Il quadro teorico dipartenza egrave quello fornito da Kahn (1979) che enuclea i principi di ldquorisonanzardquoe di ldquodensitagrave linguisticardquo a mio avviso riferibili non solo ad Eraclito ma mu-tatis mutandis anche a Senofane e Parmenide (cap 11 p 2)

Allrsquoambiguitagrave del linguaggio sapienziale arcaico concorre in misura signifi-cativa la risemantizzazione di parole attinte al linguaggio della tradizione epi-ca e lirica che consiste in una diversificazione dei loro contesti drsquouso e dun-que delle loro accezioni Lrsquoarricchimento semantico cosigrave prodotto resta coe-rente con il significato giagrave in uso tra accezioni ldquotradizionalirdquo da una parte eldquorisemantizzaterdquo dallrsquoaltra vige necessariamente un nesso di continuitagrave No-nostante il significato delle parole-chiave del linguaggio sapienziale arcaicosia ancora profondamente unitario per lrsquointerprete risulta talvolta arduoscorgere un legame di continuitagrave tra le differenti accezioni della parola rise-mantizzata egrave per questa ragione che la critica fa costante ricorso al modellosemantico della polisemia

In quanto funzionale alla promozione di nuove accezioni tale ambiguitagrave egravevolutamente prodotta dai σοφοί (cap 13) Il fenomeno non si lascia spiegaredunque come imperizia linguistico-espressiva del pensatore arcaico che inav-vertitamente sovrappone diverse accezioni della parola Essa investe soltanto

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80 Conclusioni della Parte I

le parole-chiave e occorre costantemente nei punti teorici di maggior rilievodando adito ad un autentico quid pro quo tra accezione tradizionale ed acce-zione risemantizzata si considerino ad esempio Xenoph fr 231 Heraclit fr1 Parm fr 23ndash5

La diversificazione dei contesti drsquouso egrave ottenuta attraverso varie strategieespressive Nella tessitura di reti di significazione (cap 21) trova riscontro ilprincipio di risonanza formulato da Kahn si possono individuare infattigruppi di immagini tutte veicolanti un contenuto analogo le quali dunque siriecheggiano a vicenda In Eraclito ad esempio parole quali λόγος πῦρπόλεμος θεός σοφίη σοφός etc evidenziano come prerogativa condivisa (einvece estranea allrsquoaccezione tradizionale) quella di essere ldquocomunirdquo e valideper tutti gli uomini o per tutte le cose Vi sono poi i giochi di parole (cap 22)che consentono di stabilire analogie e richiami inaspettati tra parole apparen-temente irrelate specialmente grazie allrsquoassonanza e alla paretimologia Lrsquoin-superato maestro di giochi di parole egrave Eraclito facilitato nel suo compito an-che dal ricorso allo stile oracolare per sua natura allusivo e doppio328 Anchela polivalenza sintattica (cap 23) egrave un mezzo efficace sicuramente il predi-letto da Parmenide tuttavia numerosi sono i casi anche in Eraclito si pensiallrsquoambigua posizione dellrsquoavverbio ἀεί proprio allrsquoincipit dello scritto (fr 1cfr Arist Reth Γ 5 1407b 11)

Il paradigma storico-filosofico che individua nei presocratici i pionieri delldquolinguaggio filosoficordquo non egrave attendibile Per scardinare il suddetto paradig-ma egrave proficuo mettere a confronto da una parte la significazione teorizzata dailessici specialistici dallrsquoaltra quella della sapienza arcaica (cap 31) I due mo-delli di significazione risultano sotto molti aspetti antitetici il principale cri-terio di discriminazione egrave stato individuato nella disambiguazione ovveronellrsquoambiguitagrave Infatti mentre i linguaggi specialistici si adoperano per ridur-re al minimo lrsquoambiguitagrave dei segni e si avvalgono di una terminologia propriaal contrario il linguaggio sapienziale arcaico resta completamente compresoentro lrsquoorizzonte del linguaggio comune e ricorre deliberatamente ad espe-dienti che ne acuiscono lrsquoambiguitagrave

Pertanto il θεός di Senofane non egrave ldquoteologicordquo il λόγος di Eraclito non egraveldquologicordquo lrsquoἐόν di Parmenide non egrave ldquoontologicordquo lrsquoimpressione contraria egraveavallata semmai dalla prospettiva storica e dalla Wirkungsgeschichte in cui si

328 Ma per giochi di parole sul sole cfr ad es Xenoph fr 31 Emp fr 41

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32 Semantica della contestualitagrave 81

colloca lrsquointerprete ossia da una retrospettiva che consente la sovrapposizio-ne della terminologia seriore agli usi arcaici delle suddette parole Tuttaviaprima dellrsquoetagrave classica non prende piede la specializzazione terminologica diparole attinte al linguaggio comune e dunque non si puograve parlare di un lin-guaggio filosofico

Lrsquoesigenza di una specializzazione terminologica del linguaggio non egrave av-vertita per la semplice ragione che la sapienza arcaica non egrave specializzata Ilσοφός sa tutto e si occupa di tutto ed i primi presocratici lungi dallrsquoessere purildquofilosofirdquo sono al contempo cosmologi teologi fisici politologi e necessaria-mente artigiani della parola Il pregio del loro sapere risiede nellrsquointerezza (ἓντὸ σοφόν Heraclit frr 32 41) e non nella differenziazione entro le angusteprovince delle specializzazioni (si consideri la critica alla πολυμαθίη Heraclitfrr 40 e 129)

Le specificitagrave semantiche osservate possono essere poste in relazione con lasituazione comunicativa aurale La scrittura oggettivando la produzionelinguistica nel manufatto del testo scritto facilita la riflessione epi- e metalin-guistica in questo senso essa sicuramente contribuisce a porre anche il signi-ficato delle parole come problema Sotto questo aspetto dunque larisemantizzazione attuata dai sapienti arcaici va considerata in stretto rappor-to con lrsquoacquisizione della scrittura da parte della cultura greca Nondimenocome si egrave mostrato lrsquoelaborazione dei significati procede secondo modalitagravecomunicative tipiche della forma mentis orale prima fra tutte la contestualitagravele strategie di risemantizzazione (reti di significazione giochi di parole poli-valenza sintattica) sono infatti dei modi per diversificare la contestualizzazio-ne della parola-chiave Anche il frequente ricorso alle immagini lapredilezione per la sintassi dellrsquoevento e dellrsquoazione e la variazione dellrsquoidenti-co rientrano in questo quadro

Le specificitagrave semantiche dei sapienti considerati sembrano dunque pro-fondamente influenzate dalla situazione comunicativa vigente ossia daquellrsquoarticolato compromesso tra oralitagrave e scrittura che per le ragioni espostenellrsquoIntroduzione viene definita ldquoauralitagraverdquo

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Parte IIIl discorso di Eraclito come modello cosmologico

4 Il cosmo come unitagrave articolata

41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica

Prima di entrare nel vivo delle considerazioni sulla cosmologia greca arcaicaegrave opportuno fornire alcune delucidazioni circa obiettivi e metodi della secon-da parte della presente ricerca

Si egrave giagrave osservato che numerose parole in Eraclito sono interessate da unadiversificazione dei contesti drsquouso definita come ldquorisemantizzazionerdquo a que-sto punto ci si occupa piugrave diffusamente di un caso specifico di risemantizza-zione la parola λόγος nomen actionis et rei actae del verbo λέγειν329 Il metodoadottato per appurare il significato di λόγος in Eraclito consiste sostanzial-mente nel ripercorrere i tre livelli delle solidarietagrave semantiche documentabiliper le parole in esame ossia a) le reti di significazione attinenti a λόγος allrsquoin-terno del corpus eracliteo (capp 42 43) b) gli usi di λόγος attestati preceden-

329 Sul valore di λόγος non solo come nomen actionis ma anche come nomen rei actae del verboλέγειν si rimanda a Verdenius 1966 pp 83 ss

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temente e contemporaneamente ad Eraclito (cap 51) c) le occorrenze diλόγος allrsquointerno del corpus eracliteo (cap 61)

I punti a) e c) prendendo in considerazione i soli frammenti di Eraclitonon si riferiscono alla storia della lingua La semantica strutturalista ha mo-strato come nello studio dei significati sia necessario concentrare lrsquoattenzio-ne sul piano linguistico sincronico piugrave che su quello diacronico indagando irapporti tra segni di cui il ldquovalorerdquo egrave il prodotto330 Se questa regola ha valenzagenerale essa saragrave tanto piugrave imprescindibile laddove come nel caso del sa-piente di Efeso il significato dei segni viene modificato esclusivamente attra-verso le sue contestualizzazioni ovvero senza una riflessione esplicita qualead esempio la definizione (cfr cap 32 pp 73 ss) Pertanto il criterio erme-neutico adottato per la comprensione di λόγος egrave fondamentalmente internoal corpus e prevede unrsquoindagine preliminare del repertorio delle immaginieraclitee in base alle loro analogie e differenze reciproche Il punto b) cheprende invece in esame il piano diacronico della lingua non ha come fine laricerca etimologica o erudita ma mira a stabilire cosa significassero abitual-mente λόγος e λέγειν per il parlante greco tra VI e inizio del V sec a C331 egrave in-fatti in continuitagrave con questo significato che Eraclito procede alla risemantiz-zazione della parola-chiave

Lrsquoargomentazione poggia su due cardini Da una parte vi egrave lrsquoindividuazio-ne dellrsquounitagrave articolata come modello teorico portante per la visione eracliteadel mondo fenomenico disgiungendo e al tempo stesso congiungendo sestesso lrsquoἕν si organizza nei πάντα dando luogo al dispiegarsi della realtagraveDallrsquoaltra vi egrave lrsquointerpretazione del λόγος come unitagrave articolata avente comesuoi costituenti gli ὀνόματα Questa trattazione separata del modello articola-torio considerato prima nel cosmo e poi nel linguaggio non trova riscontrineacute giustificazione nei frammenti eraclitei bensigrave corrisponde a mere esigenzedi esposizione ed organizzazione della materia di studio Lo stesso puograve dirsicirca la ripartizione in capitoli differenti delle immagini di unitagrave (cap 42) edi quelle di divisione (cap 43) che invece Eraclito tende a presentare simul-taneamente e nella loro interazione332

330 Saussure 21968331 Sono molti gli interpreti di Eraclito che hanno avvertito lrsquoesigenza di uno studio prelimi-

nare sulla storia semantica di λόγος e λέγειν pur giungendo a conclusioni talvolta diver-genti Cfr ad esempio Guthrie 1962 pp 420ndash424 Verdenius 1966 pp 81 ss Kurtz1971 pp 69 ss Hammer 1991 pp 46 ss Diano-Serra 41993 pp 90 ss Dilcher 1995pp 31 ss etc

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ldquo[Heraclitus] was the first thinker [hellip] explicitly to define a connexion be-tween the apparent plurality of the phenomenal world and an underlying uni-ty which in some form or other was automatically presupposed by the earlierPresocraticsrdquo333 Questa affermazione di Kirk chiarisce dei punti importantiper lrsquoargomentazione che segue in primo luogo che le concezioni cosmologi-che arcaiche nonostante le specifiche diversitagrave sono nel complesso omogeneeper obiettivi e conoscenze presupposte e che in questo orizzonte culturaleEraclito si inscrive con coerenza piugrave in particolare un problema fondamen-tale per questi sapienti egrave di comprendere la relazione intercorrente tra unitagrave emolteplicitagrave334

Come nella prima parte del lavoro alcune specificitagrave espressive e semanti-che sono state riconosciute comuni ad unrsquointera temperie culturale anzicheacutecaratteristiche esclusive dello stile eracliteo analogamente individuare ora unmodello di funzionamento della natura ampiamente condiviso significa stu-diare Eraclito in qualitagrave di rappresentante del sapere della sua epoca il suocaso interessa in quanto tipico e non per la sua presunta anomalia rispetto alquadro storico-culturale di appartenenza Egrave noto come la tradizione filosofi-ca successiva a partire da Platone (Sph 242cndash243a) e Aristotele (Metaph A

332 Simili precisazioni sollecitano ad una riflessione di carattere generale per lrsquointerprete diEraclito la difficoltagrave maggiore consiste probabilmente nel dover impartire nella propriaesposizione un ordine lineare ad un pensiero non-lineare Sotto questo punto di vistanellrsquointerpretare Eraclito sembra acutizzarsi un problema ermeneutico che fondamental-mente si pone per il pensiero arcaico in generale La mentalitagrave dellrsquointerprete modernoimpone di procedere in modo sequenziale nella comunicazione scientifica ossia secondoordini prestabiliti e concatenazioni di pensiero alquanto irrigidite La centralitagrave attribuitaai rapporti di causa-effetto al modus ponens etc corrisponde ad una pronunciata lineariz-zazione del pensiero (cfr McLuhan 1991 es pp 89ndash91 316ndash320) Per contro la trasmis-sione del sapere nella Grecia arcaica sostanzialmente orale e dunque incentratasullrsquointerazione diretta dei soggetti adotta modi di comunicare meno lineari promuo-vendo ad esempio una maggiore libertagrave di associazione e facendo ampio ricorso al poten-ziale espressivo insito nella variazione dellrsquoidentico nellrsquoevocazione nella metafora etcPer questi motivi ogni esposizione scientifica nel senso moderno del termine rappresentaun inevitabile tradimento del pensiero arcaico percheacute ldquotraducerdquo (in senso etimologico)contenuti e forme del sapere in base a paradigmi della conoscenza e di trasmissione dellaconoscenza ad esso estranei

333 Kirk 31970 p 70334 Questa egrave appunto la chiave di lettura adottata nel secondo libro di Arist Ph per lrsquoapproc-

cio ai suoi predecessori che il rapporto lsquouno moltirsquo sia ancora centrale per Aristotelestesso egrave spiegato da Stokes 1971 pp 7 ss

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Ph 187a 12 ss etc) abbia suddiviso le concezioni περὶ φύσεως arcaiche e tar-do-arcaiche in gruppi antitetici cosigrave Platone oppone allrsquoἘλεατικὸν ἔθνος leἸάδες καὶ Σικελαὶ Μοῦσαι Aristotele ai monisti i pluralisti etc Ma al di lagrave del-le differenti classificazioni le cui ragioni sono dettate in misura non trascu-rabile dalle esigenze dei loro autori le letture offerte dalla tradizione confer-mano il fatto che la sapienza arcaica ferme restando le specificitagrave della rifles-sione di ciascun sapiente affronta quesiti fondamentali comuni un datoquesto sottolineato e assunto come presupposto da molti studiosi335 Uno ditali quesiti fondamentali tematizzato in una monografia di Stokes336 riguar-da il rapporto tra lrsquounitagrave e la molteplicitagrave come si spiega la varietagrave degli ogget-ti e dei fenomeni osservabili nel mondo e quale necessario legame sussiste tradi essi In base allrsquoipotesi che viene presentata qui di seguito la sapienza fisi-co-cosmologica arcaica puograve essere intesa come lrsquoavvicendarsi di risposte di-verse a domande di questo tipo in seguito la tradizione filosofica e dossogra-fica ha distinto tra soluzioni concentrate sullrsquouno etichettate come ldquomoni-sterdquo e quelle sbilanciate sui molti definite ldquopluralisterdquo

Come mostrato giagrave da Cornford in una delle sue prime pubblicazioni337per i sapienti arcaici lrsquoorigine di tutte le cose egrave comune la partecipazione ditutto a tutto338 dovuta appunto allrsquointima connessione di fenomeni apparen-temente distinti egrave continuamente ribadita laddove non costituisca una taci-ta premessa Nonostante la cangiante varietagrave del fenomenico e dunque al dilagrave delle apparenze sensibili i distinti provengono come consanguinei piugrave omeno stretti da unrsquounica matrice che senza posa si ritaglia e si rimescola innuovi enti339 La nascita dei distinti nella loro individualitagrave non coincide tut-tavia con il loro affrancamento lrsquouno dallrsquoaltro ovvero dallrsquounitagrave latente essi

335 Ad esempio Cornford 1952 Guthrie 1952 Kahn 1960 Havelock 1996336 Stokes 1971 considera il dualismo lsquouno moltirsquo nel pensiero presocratico In modo com-

prensibilmente meno sistematico ma a piugrave riprese torna sullrsquoargomento OrsquoBrien 1969evidenziando come esso sia alla base del pensiero fisico e cosmologico del V sec (ivi pp238 ss) il quale prevede unrsquoassociazione ricorrente tra unitagrave e quiete da una parte pluralitagravee moto dallrsquoaltra (ivi pp 38 ss)

337 Cornford 2002338 Cfr ad esempio Heraclit fr 41 [hellip] πάντα διὰ πάντων ldquo[hellip] tutte le cose attraverso tutterdquo

Anaxag frr 614ndash16 [hellip] ἐν παντὶ πάντα [hellip] πάντα παντὸς μοῖραν μετέχει [hellip] in ogni cosatutte [hellip] tutte le cose hanno parte a tutto 11 ἐν παντὶ παντὸς μοῖρα ἔνεστι [hellip] ldquoin tutto egravecontenuto una parte di tutto [hellip]rdquo 121 τὰ μὲν ἄλλα παντὸς μοῖραν μετέχει [hellip] ldquole altrecose hanno parte a tutto [hellip]rdquo Diog Apoll fr 5 8ndash9 [hellip] καὶ ἐν παντὶ ἐνεῖναι καὶ ἔστιν οὐδὲἓν ὅ τι μὴ μετέχει τούτου ldquo[hellip] ed egrave in tutto E non vi egrave una cosa che non ne faccia parterdquo

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continuano piuttosto a co-appartenersi nella totalitagrave del mondo che dunquein questo senso resta unitario Giustamente Cornford ha definito tale matri-ce comune ldquophysis animatardquo340 essa infatti non costituisce un mero substratomateriale inerte soggiacente agli enti ma piuttosto il sistema di forze che li in-forma Ciograve egrave coerente con lrsquoimpostazione generale della fisica ilozoista nellaGrecia arcaica secondo la quale (analogamente a quanto puograve dirsi per la fisicaodierna e al contrario dei modelli meccanicistici della natura) ricorrendo atermini seriori si puograve affermare che la materia ὕλη egrave provvista di energiaδύναμις

Idee simili sembrano costituire il nucleo ispiratore del concetto di ἄπειρονossia del ldquonon-definitordquo primigenio di Anassimandro341 Bencheacute lrsquoetimologiaed il significato della parola siano controversi342 indubbiamente lrsquoἄπειρονrappresenta unrsquounitagrave non ancora frammentata negli ὄντα343 Egrave in virtugrave di taleunitagrave originaria che la nascita delle cose nella loro distinzione reciproca egrave vistadal milesio come un atto di prevaricazione alla quale solo lrsquoestinzione ovveroil riassorbimento entro la matrice comune puograve porre rimedio Egrave utile ribadi-re come lrsquointrinseca unitagrave del mondo sia presupposta non solo dagli Eleati

339 Lrsquoassunzione dellrsquounitagrave latente dei distinti fenomenici appare coerente con la tendenzacontestualizzante del pensiero greco arcaico osservata nel cap 32

340 Cornford 2002 p 54 Per lrsquooriginaria concezione greca della φύσις come struttura viventecfr Bremer 1989 pp 242 s il quale ripercorre le linee di evoluzione storiche che condu-cono dallrsquoidea arcaica di φύσις a quella moderna di ldquonaturardquo

341 Anaximand fr 1 [hellip] ἀρχὴν [hellip] τῶν ὄντων τὸ ἄπειρον [hellip] ἐξ ὧν δὲ ἡ γένεσίς ἐστι τοῖς οὖσικαὶ τὴν φθορὰν εἰς ταῦτα γίνεσθαι κατὰ τὸ χρεώνmiddot διδόναι γὰρ αὐτὰ δίκην καὶ τίσιν ἀλλήλοις τῆςἀδικίας κατὰ τὴν τοῦ χρόνου τάξιν ldquo[hellip] principio [hellip] di tutte le cose che sono egrave lrsquoindefinito[hellip] ciograve da cui vi egrave nascita per le cose che sono ed estinzione viene loro secondo necessitagraveinfatti pagano lrsquouna allrsquoaltra giusta pena e ammenda della loro ingiustizia secondo lrsquoordinedel tempordquo

342 In genere (cfr ad es LSJ sv) ἄπειρος egrave inteso come un composto (con α privativum) con-nesso con il sostantivo πέρας ldquolimiterdquo ma non mancano ipotesi alternative Kahn 1960pp 231 s chiama in causa la radice verbale per (cfr πείρω περαίνω etc) suggerendo cheἄπειρος sia propriamente ldquowhat cannot be passed over or traversed from end to endrdquo usatoin Omero nel senso di ldquomolto vastordquo ldquosconfinatordquo Secondo Semerano 2001 pp 49 sslrsquoἄπειρον di Anassimandro sarebbe una ldquoentitagrave corporea pluridinamicardquo e designerebbe ilpulviscolo cosmico (cfr ebraico biblico lsquoafar ldquopolvererdquo) Lrsquoipotesi di una natura pulvisco-lare dellrsquoἄπειρον di per seacute piuttosto ardita non egrave tuttavia incompatibile con la concezionequi proposta di ἄπειρον come unitagrave originaria nella cui mescolanza sono potenzialmentecontenuti tutti gli enti

343 Sulla questione se nel frammento anassimandreo τὰ ὄντα si riferisca ai singoli oggetti edenti del mondo oppure ai principi contrari cfr Kahn 1960 pp 180ndash183

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ma in generale da tutti i σοφοί arcaici Notoriamente Parmenide dichiara chela contiguitagrave dellrsquoἐόν con se stesso ovvero la sua interezza non puograve essere re-cisa344 concetto ampiamente chiarito nellrsquoelenco dei σήματα dellrsquoἐόν345 Masolo per accennare ad alcuni esempi la ldquosferardquo della Musa di Sicilia Empedo-cle non egrave meno omogenea e indivisa (ἀπείρων fr 281)346 lrsquooriginaria coale-scenza dei πάντα egrave assunta da Anassagora come incipit programmatico del suoscritto347 poi rimasto infatti proverbiale348 (ἄπειρος frr 1 e 2) e per Diogenedi Apollonia tutte le cose (πάντα) si modificano (ἑτεροιοῦσθαι) a partire dauna medesima matrice da identificare con lrsquoaria (cfr fr 5) cosigrave che in defini-tiva lrsquoautore puograve considerarle tutte la stessa cosa (τὸ αὐτό)349

In che modo dunque a partire dallrsquounitagrave originaria viene ad essere la plu-ralitagrave dei distinti fenomenici Alla base del divenire cosmico vi egrave lo scambiotra lrsquounitagrave e la molteplicitagrave che puograve essere immaginato come interazione tradue forze complementari di segno uguale e contrario lrsquouna egrave la forza di divi-

344 Parm fr 42 οὐ γὰρ ἀποτμήξει τὸ ἐὸν τοῦ ἐόντος ἔχεσθαι [hellip] ldquoinfatti non potragrave recidere lrsquoἐόνdalla sua contiguitagrave con lrsquoἐόνrdquo

345 Parm fr 85ndash6 [hellip] ἐπεὶ νῦν ἔστιν ὁμοῦ πᾶν ἕν συνεχές [hellip] ldquo[hellip] poicheacute egrave adesso tuttoinsieme uno continuo [hellip]rdquo 822ndash25 οὐδὲ διαιρετόν ἐστιν ἐπεὶ πᾶν ἐστιν ὁμοῖονmiddot οὐδέ τι τῆιμᾶλλον τό κεν εἴργοι μιν συνέχεσθαι οὐδέ τι χειρότερον πᾶν δrsquo ἔμπλεόν ἐστιν ἐόντος τῶιξυνεχὲς πᾶν ἐστινmiddot ἐὸν γὰρ ἐόντι πελάζει ldquoNeacute egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale nonqui qualcosa in piugrave che gli precluderebbe di essere continuo neacute (ligrave) qualcosa in meno maegrave tutto quanto pieno di ἐόν Perciograve egrave tutto quanto continuo infatti lrsquoἐόν si accosta allrsquoἐόν[hellip]rdquo 847ndash48 [hellip] οὔτrsquo ἐὸν ἔστιν ὅπως εἴη κεν ἐόντος τῆι μᾶλλον τῆι δrsquo ἧσσον ἐπεὶ πᾶν ἐστινἄσυλον [hellip] ldquo[hellip] neacute egrave un ἐόν tale per cui qui vi sia piugrave ἐόν e ligrave meno percheacute egrave tutto quantoinviolato [hellip]rdquo

346 Emp frr 27ndash29 (lrsquoultimo dei tre frammenti egrave poi ripreso da Pl Ti 33bndash34a)347 Anaxag fr 1 ὁμοῦ πάντα χρήματα ἦν ldquotutte le cose erano insiemerdquo (cfr fr 618) ma Roumlsler

1971 ritiene che lrsquoordine esatto doveva essere piuttosto ὁμοῦ χρήματα πάντα ἦν Schofield1980 pp 36ndash40 confronta il frammento che verosimilmente costituiva lrsquoincipit delloscritto anassagoreo con lrsquouso corrente nella prosa precedente e contemporanea e rilevacome lrsquoesordio in medias res ovvero la rinuncia ad una formula introduttiva del tipo ldquox sonof y citizen of z says thisrdquo sia indicativo della volontagrave dellrsquoautore di rimanere impressonella memoria del pubblico (ldquo[hellip] Anaxagorasrsquo wholly dogmatic beginning caught the earof posterityrdquo) Per lrsquounitagrave di tutte le cose cfr inoltre i frr 424ndash25 [hellip] ἐν τῶι σύμπαντι χρὴδοκεῖν ἐνεῖναι πάντα χρήματα ldquo[hellip] bisogna ritenere che tutte le cose sono contenute nellatotalitagraverdquo 81ndash2 οὐ κεχώρισται ἀλλήλων τὰ ἐν τῶι ἑνὶ κόσμωι οὐδὲ ἀποκέκοπται πελέκει [hellip]ldquonon sono separate lrsquouna dallrsquoaltra le cose in questrsquounico mondo neacute sono tagliate via (lrsquounadallrsquoaltra) con lrsquoaccetta [hellip]rdquo

348 Ad esempio Pl Phd 72c Grg 465d Arist Metaph 1056b 28 s 1069b 20 s cfr le cita-zioni riportate da Roumlsler 1971

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sione centrifuga che spinge alla disgregazione nella pluralitagrave delle cose lrsquoal-tra egrave la forza di unione centripeta che lavora alla loro coesione Il sapere co-smologico arcaico mostra costantemente allrsquoopera queste due forze La di-sgiunzione egrave il moto per cui lrsquounitagrave divide se stessa e genera i distinti egrave perquesto che in maniera forse controintuitiva per i moderni la sapienza grecaintende lrsquoorigine del mondo come χάος ldquospalancamentordquo (cfr χαίνω)350 In-fatti solo dopo la scissione originaria la generazione procede per unioni ἐκΧάεος δrsquo Ἔρεβός τε μέλαινά τε Νὺξ ἐγένοντοmiddot Νυκτὸς δrsquo αὖτrsquo Αἰθήρ τε καὶ Ἡμέρηἐξεγένοντο οὓς τέκε κυσαμένη Ἐρέβει φιλότητι μιγεῖσα ldquoDa Caos nacqueroErebo e la nera Notte da Notte poi Etere e Giorno che lei concepigrave unita inamore con Erebordquo351 Per inciso lrsquoidea che la genesi del mondo consista nonin una congiunzione ma al contrario nella divisione dellrsquounitagrave originaria-mente in seacute non delimitata egrave fortemente radicata anche in altre culture com-presa quella giudaico-cristiana (LXX Ge 11 ss)352

La concezione dellrsquoorigine del mondo come scissione di un tutto indiffe-renziato egrave ancora valida piugrave di due secoli dopo Esiodo quando egrave sostenuta daAnassagora Subito dopo353 aver presentato nellrsquoincipit la coalescenza origi-naria di tutte le cose ed il loro essere contenute (κατέχω) nellrsquoaria e nellrsquoetereancora in-definiti (ἄπειρος)354 lrsquoautore procede ad illustrare la loro formazio-ne attraverso la separazione355 καὶ γὰρ ἀήρ τε καὶ αἰθὴρ ἀποκρίνονται ἀπὸ τοῦπολλοῦ τοῦ περιέχοντος καὶ τό γε περιέχον ἄπειρόν ἐστι τὸ πλῆθος ldquoe infatti ariaed etere si formano per separazione dal molto che li circonda e ciograve che li cir-conda per quantitagrave egrave in-definitordquo (fr 2)356 Un esempio cromatico illustra

349 Diog Apoll fr 2 Lrsquounitagrave e la coappartenenza di tutte le cose potrebbe essere sottolineatadal sapiente grazie allrsquoespressione τὸ ξύμπαν εἰπεῖν ldquodire tutto insiemerdquo che appunto alludeai contenuti che immediatamente seguono (non si tratta di unrsquoespressione logora esempidi attestazioni sono in Hdt II 912 e VII 14315 Th I 13839 e VII 4931 Pl Sph230a 2 Arist Mu 392a 34) Qualcosa di simile puograve essere riconosciuto nellrsquoaria (cfr fr 5)ldquoche governa ed ha potere su tutte le coserdquo e che ldquoanima tutti i viventirdquo la quale si modificacontinuamente

350 Cfr Stokes 1971 p 42351 Hes Th vv 123ndash125 cfr anche v 116 (e Schol ad v 116) e vv 700 ss E fr 484 (Nauck)

A R I 496352 Sulla cosmologia romana si sofferma Laumlmmli 1962 cfr piugrave brevemente Cornford 2002

pp 106 ss che tratta anche delle cosmogonie cosiddette pre-scientifiche fondate sullaseparazione del tutto originario per la cosmologia sanscrita cita Rig Veda VII 86 lecosmologie babilonese egiziana e taoista vengono considerate succintamente

353 Cfr Simp in Ph 15530 καὶ μετrsquo ὀλίγον

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come nellrsquoimpasto originario non esista alcun singolo colore la realtagrave attual-mente esperibile in cui i colori sono distinti deriva dunque dalla scomposi-zione di tale amalgama πρὶν δὲ ἀποκριθῆναι ταῦτα πάντων ὁμοῦ ἐόντων οὐδὲχροιὴ ἔνδηλος ἦν οὐδεμίαmiddot ἀπεκώλυε γὰρ ἡ σύμμιξις πάντων χρημάτων [hellip] ldquoMaprima che queste cose si fossero formate per separazione quando erano tutteinsieme nessun colore era visibile lo impediva infatti la mescolanza di tuttele cose [hellip]rdquo (fr 417ndash19) Solo dopo la scissione dellrsquounitagrave subentra il motoopposto e complementare la congiunzione infatti i distinti cosigrave venuti adessere ne generano di nuovi attraverso la reciproca mescolanza responsabiledella loro proliferazione La congiunzione dei distinti opera a tutti i livelliessa egrave ad esempio unione degli elementi naturali357 accoppiamento di ma-schio e femmina358 etc Una volta scaturiti dallo ldquospalancamentordquo primor-diale i distinti si intrecciano in una fitta danza di unioni e di separazioni pro-ducendo cosigrave la varietagrave ed il divenire del mondo

Le due forze di segno uguale e contrario di disgiunzione e congiunzionesono rappresentate con costanza dalla sapienza fisico-cosmologica arcaicaNon egrave possibile stabilire con certezza se la rarefazione (μάνωσις) e la conden-

354 Lrsquointerpretazione del verbo κατέχω egrave controversa (cfr Lanza 1966 pp 191 s Sider 1981pp 47 s) la critica si attesta sostanzialmente su due posizioni ldquoprevalererdquo (cosigrave ad esempioDK ldquoniederhaltenrdquo Sider 1981 p 48) oppure ldquocontenererdquo (cosigrave ad esempio Lanza 1966Schofield 1980 pp 70 ss) laddove la seconda egrave tuttavia quella che gode del consensomaggiore Le difficoltagrave sollevate da κατέχω sono collegate al problema dellrsquoaggettivoἄπειρος ovvero della presenza o meno di limiti e suddivisioni interne allrsquoἀήρ e αἰθήρ

355 Lanza 1966 p 195 sottolinea giustamente che almeno fino allrsquoinizio della κοινήἀποκρίνομαι evidenzia usi biologici significando ldquovenire a formazionerdquo ldquoformarsirdquo tutta-via alla base di questo significato vi egrave pur sempre lrsquoidea della lsquoseparazionersquo di ciograve che vienea formarsi rispetto al suo ambiente originario

356 Della separazione reciproca come premessa necessaria alla nascita dei distinti fenomeniciparlano anche i frr 5 τούτων δὲ οὕτω διακεκριμένων [hellip] 13 καὶ ἐπεὶ ἤρξατο ὁ νοῦς κινεῖνἀπὸ τοῦ κινουμένου παντὸς ἀπεκρίνετο καὶ ὅσον ἐκίνησεν ὁ νοῦς πᾶν τοῦτο διεκρίθηκινουμένων δὲ καὶ διακρινομένων ἡ περιχώρησις πολλῶι μᾶλλον ἐποίει διακρίνεσθαι 16 ἀπὸτουτέων ἀποκρινομένων [hellip]

357 Emped fr 71 εἰ δέ τί σοι περὶ τῶνδε λιπόξυλος ἔπλετο πίστις πῶς ὕδατος γαίης τε καὶ αἰθέροςἠελίου τε κιρναμένων εἴδη τε γενοίατο χροῖά τε θνητῶν τόσσrsquo ὅσα νῦν γεγάασι συναρμοσθέντrsquoἈφροδίτηι Qui e piugrave diffusamente nel fr 23 ricorre il giagrave osservato paragone con i colori(cfr Anaxag fr 417ndash19) questa volta per illustrare la proliferazione dei distinti fenome-nici causata dalla mescolanza degli elementi

358 Parm fr 124ndash6 [hellip] πάντα γὰρ ltἣgt στυγεροῖο τόκου καὶ μίξιος ἄρχει πέμπουσrsquo ἄρσενι θῆλυμιγῆν τό τrsquo ἐναντίον αὖτις ἄρσεν θηλυτέρωι Lrsquoidentificazione del δαίμων femminile chefunge qui da soggetto resta incerta

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 91

sazione (πύκνωσις) che secondo la tradizione filosofica e dossografica359 co-stituivano la dottrina di Anassimene circa il dispiegamento del mondo pos-sano essere messe in relazione con il movimento doppio (rispettivamenteldquocentrifugordquo e ldquocentripetordquo) che trasforma lrsquoelemento primo identificato conlrsquoaria360 Lrsquointerazione delle due forze acquista invece maggiore evidenza lad-dove si dispone di frammenti piugrave cospicui

Per quanto riguarda Eraclito conviene rimandare ai capp 42 e 43 dove siosserva come numerose immagini esprimano rispettivamente lrsquoistanza uni-ficante e quella disgregatrice Lrsquoalternanza delle due forze emerge con la mas-sima chiarezza in Empedocle ed Anassagora361 Empedocle tematizza nelmodo piugrave ampio ed esplicito la forza di unione e quella di divisione362 parlan-do con insistenza di ldquomescolanza e separazionerdquo (μίξις τε διάλλαξίς τε fr 83)delle cosiddette ldquocose mortalirdquo e descrivendo un movimento doppio Allrsquoini-zio del suo poema363 egli annuncia δίπλrsquo ἐρέωmiddot τοτὲ μὲν γὰρ ἓν ηὐξήθη μόνονεἶναι ἐκ πλεόνων τοτὲ δrsquo αὖ διέφυ πλέονrsquo ἐξ ἑνὸς εἶναι δοιὴ δὲ θνητῶν γένεσις δοιὴδrsquo ἀπόλειψις τὴν μὲν γὰρ πάντων σύνοδος τίκτει τrsquo ὀλέκει τε ἡ δὲ πάλινδιαφυομένων θρεφθεῖσα διέπτη καὶ ταῦτrsquo ἀλλάσσοντα διαμπερὲς οὐδαμὰ λήγειἄλλοτε μὲν Φιλότητι συνερχόμενrsquo εἰς ἓν ἅπαντα ἄλλοτε δrsquo αὖ δίχrsquo ἕκασταφορεύμενα Νείκεος ἔχθει ldquoDirograve cosa duplice ora infatti [scill πάντα]364 sono

359 DK 13 A 5 e 7 (3 s) cfr la critica di Meliss fr 7 (8)360 Secondo Stokes 1971 pp 43ndash48 il problema egrave capire se in seguito alla rarefazione ovvero

alla condensazione lrsquoaria sia per Anassimene aria rarefatta ovvero condensata oppurequalcosa di qualitativamente diverso dallrsquoaria Nel primo caso il sapiente sarebbe un moni-sta e dunque secondo Stokes negherebbe la trasformazione dellrsquouno nei molti nelsecondo ldquoAnaximenes considered the result of condensing as applied to air as to be not aswe should say condensed air but simply water earth or any other appropriate substancerdquo(ivi p 48) Ma anche per i cosiddetti ldquomonistirdquo il punto egrave fornire una spiegazione di comelrsquounitagrave originaria si trasformi nella pluralitagrave esperibile nel mondo cfr Arist Ph 187a 12ss οἱ μὲν γὰρ ἓν ποιήσαντες τὸ [ὂν] σῶμα τὸ ὑποκείμενον [hellip] τἆλλα γεννῶσι πυκνότητι καὶμανότητι πολλὰ ποιοῦντες

361 Proprio in conseguenza dello stretto nesso tra uno e molti Arist Ph 187 a 22 ss puograve clas-sificare Anassagora ed Empedocle al contempo come monisti e pluralisti [hellip] ὅσοι δrsquo ἓν καὶπολλά φασιν εἶναι ὥσπερ Ἐμπεδοκλῆς καὶ Ἀναξαγόρας ἐκ τοῦ μίγματος γὰρ καὶ οὖτοιἐκκρίνουσι τἆλλα

362 Per un quadro circa lrsquointerpretazione delle due forze empedoclee da parte degli antichi especialmente di Aristotele cfr Wright 21995 pp 34ndash40

363 Cfr Simp in Ph 16114364 Il soggetto sottinteso di ηὐξήθη e di διέφυ puograve essere τὸ ὅλον (cfr fr 26) oppure appunto

πάντα (v 6)

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92 4 Il cosmo come unitagrave articolata

accresciuti cosigrave da essere uno solo a partire da molti ora invece a loro voltamolti nascono per separazione dallrsquouno Doppia egrave la venuta ad essere dellecose mortali doppio egrave il loro venir meno infatti lrsquouna la genera e la distruggeil concorso di tutte le cose lrsquoaltro365 per contro una volta allevato si disperdein volo allorcheacute quelle nascono per separazione E queste cose non cessanomai il loro continuo scambio a volte convergendo tutte quante in una graziead Amicizia a volte invece discostandosi ciascuna per lrsquoodio di Contesardquo (fr171ndash8 cfr vv 16ndash17)366 Il sapiente personifica la forza di divisione e quelladi unione rispettivamente in Νεῖκος (o nei suoi sinonimi Ἐρις Κότος) e Φιλία(o Φιλότης Ἀφροδίτη Ἁρμονία)367 Nessuno dei due agenti prevale definitiva-mente sullrsquoaltro nel corso del ciclo cosmico se Νεῖκος isola gli elementi e dagraveorigine ai distinti fenomenici entro lrsquoomogeneitagrave coesa della ldquosferardquo nondi-meno essa non ne risulta irrimediabilmente fratturata ma egrave in grado di rico-stituire la propria interezza grazie a Φιλία368 Secondo la corrispondenza tramacrocosmo e microcosmo suggerita anche dal linguaggio antropomorficoadottato per la ldquosferardquo (fr 29) lo stesso vale per la biologia animale nel corpole membra si diversificano per effetto di Contesa369 ciononostante Armoniale tiene insieme (fr 96) Dallrsquointerazione delle due forze risulta il mondo in-teso nella sua condizione di equilibrio dinamico370

365 I pareri circa il riferimento di τὴν μὲν e ἡ δὲ sono discordanti a livello formale τὴν μὲν sta-rebbe per γένεσις ἡ δὲ per ἀπόλειψις tuttavia secondo Wright 21995 p 168 ipotizza cheldquoboth pronouns should refer to both nounsrdquo

366 Per la storia delle interpretazioni del frammento cfr OrsquoBrien 1969 pp 166 ss (il quale sioppone allrsquoidea che alterius vita mors sit alterius et contra)

367 Su Contesa e Amicizia come ldquoforzerdquo e non come ldquosostanzerdquo cfr OrsquoBrien 1969 p 101 (twomoving causes) Wright 21995 pp 32ndash34 (powers) Ma Guthrie 1965 pp 155 ss (in pole-mica con Cornford) sottolinea come non si tratti di forze puramente meccaniche ovverodevitalizzate come tra lrsquoaltro testimoniano i loro nomi divini ldquoWhat fr 17 says of thenature and working of the two forces [hellip] casts serious doubts on the view that Empedocleshad at last achieved the distinction between inert matter and mechanical forcerdquo (ivi pp156 s) ldquoalthough their influence is in the first place a psychological one their spiritualcharacter is not yet completely divorced from physical formrdquo (ivi p 159) Lrsquoeffetto da essesortito egrave osservabile ad esempio nei frr 201ndash5 217ndash8 265ndash6 353ndash13

368 Se Contesa separi completamente gli elementi lrsquouno dallrsquoaltro o meno egrave una questionedibattuta sulla quale cfr Graham 1999 p 161 nota 5

369 Il fr 82 potrebbe rappresentare lrsquoulteriore differenziazione e parcellizzazione delle mem-bra in costituenti via via sempre minori

370 A ragione Guthrie 1965 p 155 paragona lrsquoeffetto complementare di Φιλία e Νεῖκος inEmpedocle alla παλίντονος ἁρμονίη eraclitea

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 93

Come Empedocle371 cosigrave anche Anassagora dagrave conto dellrsquoesistenza dellecose (χρήματα) ricorrendo alle azioni opposte e complementari dellrsquoἀπο-κρίνομαι ldquosepararerdquo372 e del συν-κρίνομαι ldquocollegarerdquo373 o ai loro sinonimi[hellip] οὐδὲν γὰρ χρῆμα γίνεται οὐδὲ ἀπόλλυται ἀλλrsquo ἀπὸ ἐόντων χρημάτωνσυμμίσγεταί τε καὶ διακρίνεται καὶ οὕτως ἂν ὀρθῶς καλοῖεν τό τε γίνεσθαισυμμίσγεσθαι καὶ τὸ ἀπόλλυσθαι διακρίνεσθαι ldquo[hellip] infatti nessuna cosa nasceneacute perisce ma a partire dalle altre cose esistenti si mescola e si separa E cosigrave [iGreci] farebbero bene a chiamare il lsquonascerersquo lsquomescolarsirsquo e il lsquoperirersquo lsquoseparar-sirsquordquo (fr 17 cfr anche fr 9) Il risultato dellrsquointerazione tra le due forze egraveunrsquounitagrave composta che al suo interno contiene ogni sorta di pluralitagrave comeindicato nel fr 4374 [hellip] χρὴ δοκεῖν ἐνεῖναι πολλά τε καὶ παντοῖα ἐν πᾶσι τοῖςσυγκρινομένοις [hellip] ldquo[hellip] bisogna ritenere che molte e disparate cose sianocontenute in tutto ciograve che si combina insieme [hellip]rdquo (fr 4 [a]1ndash2)375 [hellip] ἐντῶι σύμπαντι χρὴ δοκεῖν ἐνεῖναι πάντα χρήματα ldquo[hellip] bisogna ritenere che nellatotalitagrave siano incluse tutte le coserdquo (fr 4 [b]8ndash9)376 Tuttavia ai sensi eallrsquoesperienza si offrono soltanto i πολλά τε καὶ παντοῖα ossia i prodotti discomposizione e composizione

Se lrsquointerazione a livello cosmico tra una forza coesiva ed una disgregatriceegrave comunemente riconosciuta dalla critica per quanto riguarda i cosiddettildquopluralistirdquo altrettanto non puograve dirsi per Parmenide Vi egrave ampio consenso sulfatto che Empedocle ed Anassagora riprendono dallrsquoEleate lrsquoinsegnamento

371 Emp fr 8 per la critica allrsquoidea del lsquonascerersquo e del lsquoperirersquo cfr frr 9 11 12372 Il verbo indica unrsquoazione analoga a quella espressa da διακρίνομαι (contra Lanza 1966 pp

195 233 s 240 etc) χωρίζω ἀποκόπτω dai quali tuttavia si distingue per il suo valorebiologico (cfr lrsquouso del verbo διαφύομαι in Empedocle)

373 Il verbo non egrave frequente se ne ha unrsquounica occorrenza nel fr 4 quella successiva comparesolo in Pl Phd 72c (in un contesto in cui si parla appunto di Anassagora) il verbo egrave invecegeneralizzato in Aristotele ed Epicuro come osserva Lanza 1996 pp 201 s Piugrave frequentisono i verbi usati da Anassagora come sinonimi di συνκρίνομαι ossia συμμείγνυμαι eσυμμίσγομαι

374 Burnet 31920 pp 258 s egrave il primo a considerare il fr 4 il cui testo prima di lui era editosolitamente in due o tre distinti frammenti come un unico passo (cfr ivi p 259 nota 1ldquo[hellip] Simplicius quotes this three times as a continuous fragment and [hellip] we are not enti-tled to break it uprdquo) di questo avviso sono anche DK Tuttavia non egrave certo che si tratti diunrsquounica citazione come illustrato da Sider 1981 pp 16 e 73 da ciograve deriva la prassi di con-trassegnare parti del frammento con le lettere lsquoarsquo e lsquobrsquo come per i passi che seguono

375 Sider 1981 p 64 interpreta συγκρινομένοις semplicemente come ldquooggettirdquo376 Che ἐν τῶι σύμπαντι abbia valore cosmologico ldquonellrsquouniversordquo (cfr Isoc XI Busiris 12 τὴν

τοῦ σύμπαντος φύσιν) egrave solo probabile

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94 4 Il cosmo come unitagrave articolata

dellrsquoex nihilo nihil (cfr Parm fr 83ndash8)377 mentre le spiegazioni offerte circai fenomeni del mondo fisico sono viste come radicalmente differenti e anziinconciliabili Ciograve dipende naturalmente dallrsquointerpretazione della secondaparte del poema parmenideo Come giagrave ricordato nella parte destinataallrsquoἀλήθεια il sapiente insiste sullrsquoistanza unificante ossia la dottrina della coe-sione e dellrsquoomogeneitagrave dellrsquoἐόν Ma non va trascurato che la ben piugrave estesaparte riservata alla δόξα ossia alle opinioni che gli uomini significativamentechiamati ldquobicefalirdquo (e dunque sdoppiati fr 65) ricavano dallrsquoesperienza sen-sibile si fonda sullrsquoistanza della separazione Infatti egrave a partire dallrsquoopposizio-ne fondamentale tra il fuoco e la notte e dalla conseguente mescolanza dellesostanze che derivano tutte le distinzioni fenomeniche note agli uomini378[hellip] τῆι μὲν φλογὸς αἰθέριον πῦρ [hellip]middot ἀτὰρ κἀκεῖνο κατrsquo αὐτὸ τἀντία νύκτrsquo ἀδαῆπυκινὸν δέμας ἐμβριθές τε ldquo[hellip] da una parte il fuoco etereo della fiamma [hellip]ma anche quello ad esso contrario notte senza luce di fattezza spessa e pesan-terdquo (Parm fr 855 ss) Nel complesso dibattito circa lrsquointerpretazione dellaseconda parte del poema379 probabilmente non egrave stata considerata a suffi-cienza unrsquoopzione molto semplice quella che Parmenide in quanto σοφός sifaccia portavoce dellrsquoinesperibile ma necessaria unitagrave dellrsquoἐόν e per farlo abbianaturalmente bisogno di screditare lrsquoevidenza sensibile in favore di quella me-tasensibile questrsquoultima diventa poi il perno caratteristico della sua teoriaaccuratamente tramandato dalla tradizione Nondimeno lrsquoampio spazio de-dicato alla δόξα suggerisce che la varietagrave e la pluralitagrave del mondo fenomeniconon siano considerate come inesistenti secondo quanto ritenuto da molta

377 Cfr Graham 1999 pp 165 ss378 Su questa mescolanza come principio costitutivo della cosmologia parmenidea cfr Tha-

nassas 2005 pp 280 s379 In seguito allrsquoicastica rappresentazione di Reinhardt 41985 pp 25 s si egrave consolidata una

rappresentazione dualista delle interpretazioni circa la seconda parte del poema parmeni-deo precedenti allo studioso (cfr ad esempio Taraacuten 1965 pp 204 s Bormann 1971 p12 Kraus 1987 p 82) Da una parte si hanno quanti a partire da Zeller 61919 pp 723ss la intendono come una costruzione puramente ipotetica che descrive una cosmologiaforse verosimile ma certamente non vera e dunque inesistente dallrsquoaltra quanti pren-dendo le mosse da Burnet 31920 pp 182 ss e Diels 1897 p 63 la ritengono una polemicacontro altre teorie cosmologiche ad esempio la pitagorica o lrsquoeraclitea Reinhardt 41985pp 24ndash32 rigetta entrambe le linee interpretative e ne inaugura una nuova in base allaquale le due parti del poema costituiscono unrsquounitagrave e non sono in reciproca contraddi-zione una posizione questa con la quale tra plauso e critica fa i conti comunque tutta lacritica successiva

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 95

parte della critica380 bensigrave come fuorvianti parziali e superficiali381 la cono-scenza veicolata dallrsquoesperienza e dai sensi deve essere dunque subordinata aquella del νοεῖν Per questa ragione lrsquoesortazione del maestro al discepolo egravequella di guardare anche oltre al fine di riconoscere la latente unitagrave del tuttoDrsquoaltronde giagrave prima di inoltrarsi nella sua dettagliata spiegazione cosmolo-gica il sapiente ha precisato che lrsquointima connessione dellrsquoἐόν non puograve essererecisa neacute quando lrsquoἐόν si scinde (σκίδνημι) neacute quando si concentra in seacute(συνίστημι)382 Tale interpretazione contribuisce a salvare lrsquoopera di Parmeni-de da unrsquoinsanabile aporia strutturale quella per cui prima si affermerebbeche lrsquounica via di ricerca praticabile sia quella dellrsquoessere per poi dedicare granparte del poema ad illustrare le teorie sul non essere383 Lrsquoἐόν si comportereb-be dunque in modo paragonabile alla ldquosferardquo di Empedocle nella sua interez-za si avvicendano una spinta alla scissione evidente nella multiformitagrave dei fe-nomeni ed una alla coesione invisibile ma riconosciuta e professata dal sa-piente

Delineato il contesto sapienziale al quale Eraclito appartiene si intende ora ri-levare nel suo corpus le tracce di unrsquoanaloga concezione cosmica Anche secon-do Eraclito il mondo nel suo complesso funziona come un intero che

380 Cosigrave ad esempio Taraacuten 1965 che definisce la δόξα ldquoabsolute non-Beingrdquo (ivi pp 227 sdove seguita ldquoFor Parmenides the phenomenal world is non-existant and therefore thereis no sense in supporting one theory about it against any other what he learns from thegoddess is to reduce all phenomenal manifestation to the basic mistake which involves thenotion that non-Being is realrdquo)

381 Che Parmenide non intenda smentire lrsquoesistenza di enti e fenomeni cosmologici egrave soste-nuto sin dallrsquoantichitagrave cfr Plu adv Col 1114b Procl in Prm 7087 (Cousin) Simp inPh 184 Su questa posizione si attestano anche se con argomentazioni tra loro differentiUntersteiner 1958 CLXI ss Kerschensteiner 1962 pp 120 s Reale-Ruggiu 1991 pp41 ss 68 ss Cerri 1999 p 84 e mutatis mutandis Thanassas 2005 Cfr inoltreHeidegger 1953 pp 79ndash80 83 146

382 Parm 43ndash4 [hellip] οὔτε σκιδνάμενον πάντηι πάντως κατὰ κόσμον οὔτε συνιστάμενον Il valoredellrsquoaffermazione egrave praticamente annullato da quanti interpretano i due participi comesegue ldquodas Sich-Zerstreuen [σκιδνάμενον] waumlre eine hypothetische Folge des Absondernsdie von Parmenides negiert wird συνιστάμενον waumlre pleonastisch in polarer Antithesegesetztrdquo (Kerschensteiner 1962 p 120 secondo cui tuttavia i due participi non si riferi-scono allrsquoattivitagrave dellrsquoessere ma alla percezione che ne ha lrsquouomo)

383 Su questo problema egrave opportuno rimandare allrsquoaccurata rassegna bibliografica di Reale1967 sez B n 79 pp 292ndash319

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96 4 Il cosmo come unitagrave articolata

dividendosi dagrave origine ai distinti fenomenici questi sono a loro volta interre-lati costituendo unrsquoinvisibile unitagrave

Per rendere conto del rapporto a livello cosmico tra unitagrave e pluralitagrave inEraclito faccio ricorso al modello concettuale dellrsquoldquounitagrave articolatardquo Nellrsquoin-trodurlo occorre rendere esplicito lrsquoinflusso di tre contributi scientifici indi-pendenti lrsquouno dallrsquoaltro che si sono rivelati di particolare aiuto per lrsquoideazio-ne di tale modello oltre al giagrave citato Cornford384 colmo di suggestioni circalrsquounicum della natura vivente in seguito parcellizzato in province dalla Moirasi tratta della tesi di dottorato di Hammer385 concentrata proprio sul rappor-to tra unitagrave e molteplicitagrave in Eraclito e sulla loro mediazione attraverso ilλόγος e di un volume di Laspia386 avente per oggetto la metafora dellrsquoartico-lazione nella Grecia arcaica e classica

La tesi di Hammer prende le mosse dal fondamentale fr 50 per lrsquointerpre-tazione di buona parte del corpus eracliteo La chiave di lettura egrave il nesso esi-stente tra lrsquounitagrave (ἕν) e la molteplicitagrave (πάντα) che egrave spiegato nei termini diuna differenzierte Einheit387 Lrsquoimportanza della differenzierte Einheit per ilconcetto di unitagrave articolata risulteragrave evidente Tuttavia la natura del λόγος edil suo ruolo in merito alla differenzierte Einheit vengono a mio avviso fraintesida Hammer Il problema fondamentale egrave che λόγος non egrave compreso in base alsignificato pre-filosofico ossia come ldquodiscorsordquo ma in accezione terminolo-gica ldquoer ist [hellip] als einende ordnende Struktur das Verhaumlltnis in dem die Ge-gensaumltze zueinander stehenrdquo388 Lrsquoalternativa che si propone a tale interpreta-zione del λόγος e del rapporto tra λόγος e realtagrave saragrave presentata nel cap 53(pp 177 ss) Un ulteriore punto di disaccordo riguarda la concezione ldquodevi-talizzatardquo della differenzierte Einheit come puro schema logico laddove inve-ce la riflessione di Eraclito cosigrave come la sapienza fisico-cosmologica arcaica ingenerale verte sulla natura vivente (sulla φύσις)389 ed intende altresigrave i processilinguistici e cognitivi come processi vitali

384 Cornford 2002385 Hammer 1991386 Laspia 1997387 Cfr Hammer 1991 pp 182ndash183 (a proposito del fr 10) ldquoDie Aussage X aus Y und Y aus

X [ἐκ πάντων ἕν ἐξ ἑνὸς πάντα] bezeichnet zum einen (1) die Tatsache daszlig alles zu einerEinheit verbunden ist einen Zusammenhang bildet und also wesentlich zusammengehoumlrt[hellip] Man wird wohl kaum zu weit gehen als Grund hierfuumlr den einen alles verbindendenλόγος anzusehen [hellip] Zum anderen (2) aber ist das Eine [hellip] ein in sich gegliedertes Gefuuml-ge eine differenzierte Einheit denn es lsquobestehtrsquo ja gerade aus allemrdquo

388 Hammer 1991 p 125

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Per questo ultimo punto egrave utile avvalersi del concetto di articolazione de-scritto da Laspia Il suo studio concentrato sulla interfaccia tra riflessione lin-guistica e biologica in Grecia evidenzia come la nozione moderna di ldquoartico-lazione linguisticardquo differisca da quella greca la prima fa perno sulla divisionein parti di un intero la seconda sulla unitagrave dei distinti Nella concezione grecadi articolazione il rapporto tra unitagrave e pluralitagrave egrave spiegato come ripartizionedelle funzioni e dei ldquoruoli di movimentordquo390 infatti le articolazioni del corpovivente fungono da punti di unione e al contempo di divisione tra le membraPer fare un esempio il braccio egrave certamente un intero eppure grazie allrsquoarti-colazione del gomito esso sa farsi due nel movimento della flessione dunqueda una parte il gomito incastra lrsquouno nellrsquoaltro braccio ed avambraccio tenen-doli uniti dallrsquoaltra esso distingue le parti costituenti allrsquointerno dellrsquounitagraverendendone possibile il movimento Il concetto di articolazione di Laspia adifferenza della differenzierte Einheit di Hammer egrave basato su vita movimen-to e autopoiesi391 idee centrali nellrsquointerpretazione della cosmologia eracliteache si vuole proporre392

Sullo sfondo di questo panorama teorico si puograve procedere alla descrizionedel modello che rende conto del rapporto tra uno e molti in Eraclito Lrsquounitagravearticolata si distingue dunque per le seguenti caratteristiche

389 Lanza 1966 p 195 afferma la necessitagrave di riconoscere la ldquosostanziale indistinzione trafenomeni di natura biologica e fenomeni di natura fisico-astronomica che egrave essenziale percogliere esattamente lrsquoaccento di tutta la sua [di Anassagora] dottrina e dei legami storiciche lo uniscono alla cultura scientifica del suo tempordquo

390 Laspia 1997 p 30 ldquoil punto di articolazione funge da principio di divisione solo inquanto egrave anche principio di unione [hellip] Questa partizione dei ruoli di movimento chetrasforma alternativamente il due in uno e lrsquouno in due egrave resa possibile dai punti di artico-lazione che funzionano come modelli in miniatura del principio vitale [hellip]rdquo p 31 ldquoInquanto tale il punto di articolazione racchiude giagrave in seacute interamente quel principio orga-nizzatore che egrave la vita [hellip]rdquo (tale modello dellrsquoarticolazione egrave riferito ad Aristotele)

391 Ivi pp 26ndash31 (cap 22 ldquoLrsquoarthron come principio autopoieticordquo) particolarmente elo-quenti sono i passi citati Arist MA 698a 8ndashb 2 e 702a 21ndash32 Per un approfondimento delconcetto di autopoiesi coniato da Maturana cfr Maturana-Varela 1980 (sez AutopoiesisThe organization of the Living)

392 A ragione Kahn 1979 p 134 (commento ad Heraclit fr 30) sottolinea come lrsquoautopoiesisia tipica di tutta la cosmologia greca arcaica ldquoThe new philosophical paradox [hellip] is adenial of any fundamental duality between a generated world order and the eternal sourcefrom which it arises or the ruling intelligence by which it is organized Insofar as the kosmosis made it is self-made insofar as it is organized it is self-organized insofar as it is gener-ated it is identical with its own eternal source everliving firerdquo

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98 4 Il cosmo come unitagrave articolata

1) Unitagrave Ai distinti fenomenici soggiace unrsquounitagrave latente Ciograve comporta chele immagini che rappresentano lrsquounitagrave sono per Eraclito ldquocomunirdquo ovvero va-lide per tutti gli uomini tutte le cose il che egrave quanto si egrave rilevato nel cap 21p 35 a proposito delle parole comprese nella medesima rete di significazionedi λόγος2) Conversio Lrsquounitagrave non egrave un mero substrato materiale (ὕλη) bensigrave ancheforza (δύναμις) La sua azione consiste nel dare forma ai distinti e al contemponel tenerli coesi attraverso un movimento doppio da una parte quello cheprocede dallrsquounitagrave ai distinti (ἐξ ἑνὸς πάντα) dallrsquoaltra quello che procede daidistinti allrsquounitagrave (ἐκ πάντων ἕν fr 10) Di conseguenza lrsquounitagrave e la pluralitagravepossono essere considerate come convertibili lrsquounitagrave contiene in seacute i distintie a loro volta i distinti costituiscono lrsquounitagrave3) Autopoiesi Lrsquounitagrave articolata egrave a ben vedere auto-articolantesi infatti nel-le sue parti costituenti e nella sua organizzazione interna costituisce il prodot-to della sua stessa azione le due forze uguali e contrarie della conversioresponsabili della sua struttura e della produzione delle sue componenti sonoimmanenti al sistema Sotto questo aspetto dunque essa evidenzia caratteri-stiche proprie degli organismi viventi

Il modello dellrsquounitagrave articolata risulta efficace per lrsquointerpretazione di nu-merosi frammenti eraclitei Questi pongono costantemente in evidenza lanatura composta dellrsquounitagrave il suo dare origine ad una pluralitagrave di distinti fe-nomenici e anche la convertibilitagrave dellrsquounitagrave nei distinti e viceversa dei di-stinti nellrsquounitagrave Ciograve vale sia per alcune affermazioni di carattere generale (fr10 ldquoda tutte le cose una [ἐκ πάντων ἕν] e da una tutte le cose [ἐξ ἑνὸςπάντα]rdquo393 fr 50 ldquotutte le cose [πάντα] sono una [ἕν]rdquo) sia per i molti esempiconcreti che sono altamente diversificati attinti allrsquoetica (frr 29 ldquouna solacosa a tutte quante preferiscono gli ottimirdquo 49 ldquouno ne vale per me migliaiase egrave ottimordquo) alla politica (fr 114 ldquotutte le leggi umane sono nutrite dallrsquouni-ca divinardquo) alla vita quotidiana (fr 125 ldquoanche il ciceone si decompone senon egrave rimescolatordquo) spesso al mondo fisico (fr 30 ldquoquesto κόσμος lo stessoper tutti per tutte le coserdquo fr 57 ldquogiorno e notte [hellip] sono una sola cosardquo394fr 88 ldquovi egrave (in noi) la stessa cosa viva e morta desta e dormiente giovane e vec-

393 Secondo Stokes 1971 p 108 per Eraclito egrave ammissibile soltanto che ἐκ πάντων ἕν ma nonviceversa ossia che ἐκ ἑνὸς πάντα ma tale interpretazione puograve essere sostenuta solo a pattodi negare la cosmologia eraclitea in generale come appunto fa lo studioso

394 Non egrave escluso che il rimando sia ad Hes Th 123 s

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 99

chia giaccheacute queste si trasformano in quelle e a loro volta quelle in questerdquofr 90 ldquodel fuoco sono scambio tutte le cose ed il fuoco di tutterdquo) etc395

Bencheacute in Eraclito il modello di unitagrave articolata possa essere colto in nu-merose immagini (cfr capp 42 e 43) egrave opportuno iniziare considerando leoccorrenze del numerale εἷς μία ἕν e del pronome e aggettivo πᾶς πᾶσα πᾶνe questo per due ragioni La prima egrave intrinseca la particolare frequenza delleattestazioni di queste voci indica il loro speciale rilievo entro il corpus eracli-teo la seconda egrave una ragione espositiva infatti le altre immagini adibite a rap-presentare lrsquounitagrave e la pluralitagrave nella loro natura metaforica risultano piugrave fa-cilmente comprensibili una volta considerata lrsquointerazione tra ἕν e πάντα

Entro il processo articolatorio εἷς μία ἕν esprime naturalmente lrsquounitagrave396e come emergeragrave dallrsquoanalisi delle occorrenze possiede tutte le caratteristi-che tipiche dellrsquounitagrave articolata bencheacute sia lsquounorsquo egrave al contempo anche lsquotutte lecosersquo cosigrave come lsquotutte le cosersquo costituiscono la sua unitagrave A πᾶς πᾶσα πᾶν (ov-vero al suo composto ἅπας ἅπασα ἅπαν) Eraclito ricorre per indicare il som-mo grado della molteplicitagrave designando cosigrave la totalitagrave dei distinti fenomeni-ci visti nella loro individualitagrave397 Lrsquoesame delle occorrenze di εἷς μία ἕν e diπᾶς πᾶσα πᾶν entro il corpus eracliteo398 mira ad evidenziare che la coppia

395 Anche Stokes 1971 pp 86 s sottolinea lrsquoeterogeneitagrave dei campi di applicazione dellrsquoanti-tesi uno-molti in Eraclito Questo dato egrave coerente con lrsquoidea sostenuta nella prima partedel lavoro che il sapere promosso da Eraclito abbia carattere onnicomprensivo e non spe-cialistico e che voglia penetrare con un unico sguardo drsquoinsieme i fenomeni umani natu-rali e divini

396 Discutendo il significato di ἕν Arist Metaph 1052a 15 ss annovera ἕν come συνεχές e ἕνcome ὅλον il concetto di unitagrave egrave esaminato in modo simile anche in altri passi come Ph185b 5 ss cfr Stokes 1971 pp 13ndash21 Come evidenziato in ivi pp 93 e 100 s il concettodi ldquounitagraverdquo espresso da εἷς μία ἕν egrave strettamente connesso a quelli di ldquointerezzardquo e di ldquoconti-nuitagraverdquo ad esempio in S OT 374 (μιᾶς τρέφει πρὸς νυκτός) μιᾶς sta per ldquotemporally contin-uous without a temporal gap in itrdquo Cfr anche Heidegger 1993 p 172 distingue trepossibilitagrave ldquounordquo come singolaritagrave (vs pluralitagrave) di tutte le cose ldquounordquo come identitagrave ditutte le cose (annullamento delle differenze tra le stesse) ldquounordquo come unione o unifica-zione di tutte le cose la terza opzione egrave quella scelta dal filosofo Lrsquouno pertanto egrave un con-tinuum o un intero e solo superando tale condizione puograve dare origine ai singoli distintifenomenici

397 Cfr Held 1970 p 190 ldquoΠάντα heiszligt nicht einfach lsquoallesrsquo im Sinne der differenzierungs-losen Totalitaumlt des Seienden sondern lsquoalles und jedesrsquo d h es bezeichnet zugleich ein Jeg-liches in seiner Besonderheit mitrdquo

398 Lrsquounica occorrenza qui non considerata egrave quella di ἕν nel fr 32 il cui valore dipende stret-tamente dalle accezioni di ὄνομα e di λέγειν e per la quale si rimanda al cap 61 pp 197 ss

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100 4 Il cosmo come unitagrave articolata

uno-tutti ricorre in quasi tutte le sue numerose attestazioni in modo coerentecon il modello dellrsquounitagrave articolata mentre solo poche di esse compaiono incontesti drsquouso non riferibili a tale modello399

Che εἷς μία ἕν e πᾶς πᾶσα πᾶν costituiscano un unico sistema concettualeegrave indicato dalle loro numerose co-occorrenze (frr 10 29 41 50 106 114)Tra i casi di co-occorrenze una trattazione a parte spetta ai frr 10 50 e 106 iquali stabiliscono lrsquoequivalenza tra lrsquolsquounorsquo ed i lsquotuttirsquo Il fr 10 descrive con trecoppie antitetiche le due forze di segno uguale e contrario alla base dellrsquoarti-colazione ossia quella di unificazione e quella di disgregazione Per ora inte-ressa tuttavia la quarta coppia che esprime il medesimo dinamismo ricorren-do alla polarizzazione e alla complementaritagrave di ἕν e πάντα [hellip] ἐκ πάντων ἓνκαὶ ἐξ ἑνὸς πάντα ldquo[hellip] da tutte le cose una e da una cosa tutterdquo Analogamen-te il fr 50 si conclude affermando lrsquoidentitagrave tra questi due poli [hellip] ἓν πάνταεἶναι ldquo[hellip] tutte le cose sono unardquo (oppure ldquouna sola cosa egrave tutte quanterdquo) Inquesti due frammenti il modello articolatorio della natura trova la sua for-mulazione piugrave limpida ed accessibile per il lettore moderno ossia la meno fi-gurativa e metaforica e anche la meno contestualizzata il principio dellacoincidentia oppositorum egrave formulato qui con la massima generalitagrave giaccheacutelrsquounitagrave egrave identificata con la totalitagrave dei distinti fenomenici400 Anche il fr 106stabilisce unrsquoequivalenza uno-tutti sebbene entro un contesto specifico e conricorso al composto ἅπας [hellip] φύσιν ἡμέρας ἁπάσης μίαν οὖσαν ldquo[hellip] la naturadi ogni giorno egrave una solardquo Dal punto di vista della presente analisi puograve essereconsiderato come una variante molto simile il fr 49 in cui ferma restandolrsquounitagrave espressa da εἷς ad indicare la pluralitagrave non vi sono i ldquotuttirdquo (πάντες) magli ldquoinnumerevolirdquo (μύριοι) εἷς ἐμοὶ μύριοι ἐὰν ἄριστος ἦι ldquouno ne vale per memigliaia se egrave ottimordquo

Veniamo ora alle altre co-occorrenze Appunto il fr 49 sostiene che gli ldquoin-numerevolirdquo possono essere convenientemente scambiati con ldquouno solordquo e lacondizione di tale scambio egrave lrsquoeccellenza La medesima condizione di conver-tibilitagrave distintiva del modello articolatorio (cfr conversio) emerge anche nel

399 Cosigrave egrave per εἷς μία ἕν solo nel fr 121 (ldquo[hellip] fra di noi non uno soltanto sia il migliore altri-menti [che lo sia] altrove e tra altre gentirdquo) per πᾶς πᾶσα πᾶν nei frr 45 (ldquo[hellip] nemmenopercorrendo ogni strada [hellip]rdquo) 56 (ldquo[hellip] il piugrave sapiente di tutti [hellip]rdquo) 87 (ldquo[hellip] ad ognidiscorso [hellip]rdquo) e di nuovo 121 (ldquo[hellip] impiccarsi tutti [hellip]rdquo) il quale comunque sembra esu-lare alquanto dalla tematica sapienziale di Eraclito

400 Sulla Gegensatzlehre come formulazione estrema la piugrave generale (una allumfassende Ver-allgemeinerung) dellrsquounitagrave dei πάντα cfr giagrave Gomperz 1887 p 28

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 101

fr 29 αἱρεῦνται γὰρ ἓν ἀντὶ ἁπάντων οἱ ἄριστοι [hellip] ldquoinfatti gli ottimi preferi-scono una sola cosa a tutte quante [hellip]rdquo Circa il requisito di eccellenza(ἄριστος) che Eraclito associa in entrambi i frammenti allrsquoldquounordquo (εἷς ἕν) egraveopportuno tenere presente la tematica degli svegli e dei dormienti ossia deimolti che non comprendono e dei pochi che lo fanno infatti solo pochi ldquosve-glirdquo sanno riconoscere la fondamentale unitagrave nella varietagrave del fenomenico(cfr fr 89) Il primato dellrsquouno sui tutti egrave dunque primato di sapienza e per-ciograve secondo la mentalitagrave arcaica anche primato etico e politico giaccheacute la sa-pienza egrave virtugrave e precisamente virtugrave in funzione della πόλις401 Il fr 114 ([hellip]τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείου [hellip] ldquo[hellip] infattitutte le leggi umane sono nutrite dallrsquounica divina [hellip]rdquo) mette in luce come itutti in questo caso la totalitagrave delle leggi umane ldquosono nutritirdquo ovvero ldquosonosotto la tutelardquo (τρέφονται)402 dellrsquouno ossia dellrsquounica legge divina il verboindicante lrsquoazione dellrsquoallevare e del crescere egrave coerente con il modello di uni-tagrave articolata in cui lrsquounitagrave svolge un ruolo attivo nella formazione dei distintiche da essa hanno origine e con lrsquoidea di vita e di autopoiesi Anche in questocaso lrsquouno essendo in relazione con la divinitagrave gode di uno statuto privilegia-to rispetto ai tutti di natura umana Nel fr 41 il nesso uno-tutti egrave invece in-diretto ἓν τὸ σοφόν ἐπίστασθαι γνώμην ὁτέη ἐκυβέρνησε πάντα διὰ πάντωνldquouna egrave la cosa saggia capire lrsquointelligenza che guida tutte le cose attraverso tut-terdquo403 Lrsquointerazione reciproca dei πάντα il fatto che ogni cosa influisce sullrsquoal-tra cooperando cosigrave al divenire cosmico egrave possibile solo presupponendo cheldquotutte le coserdquo siano legate insieme e costituiscano un unico sistema secondolrsquoindizio offerto dallrsquoἕν iniziale404 In questo modo Eraclito suggerisce di nuo-vo lrsquounitagrave di tutte le cose al di lagrave del dato empirico

Fin qui si sono considerate le co-occorrenze di εἷς μία ἕν e πᾶς πᾶσα πᾶνtuttavia con questo gruppo non si esauriscono le attestazioni delle due vociche sono molto frequenti Anche laddove non occorrono insieme lrsquousoeracliteo di ldquounordquo e ldquotuttirdquo puograve essere compreso in base al modello articolato-rio Egrave facile constatare come anche laddove lrsquoaccostamento uno-tutti non siaesplicito εἷς μία ἕν sia abbinato con costanza a voci che esemplificano la plu-

401 Cfr Xenoph fr 212ndash22402 Sul valore del verbo cfr Mourelatos 1965403 Per i problemi filologici sollevati dal frammento cfr Diano-Serra 41993 p 113404 In base alla mia interpretazione il lsquotuttorsquo non egrave governato da un principio che lo trascende

(cosigrave ad esempio Diano-Serra 41993 pp 113 s) ma costituendo un sistema autopoieticoegrave capace di auto-organizzarsi

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102 4 Il cosmo come unitagrave articolata

ralitagrave del fenomenico e viceversa πᾶς πᾶσα πᾶν sia assiduamente in relazionecon un principio ritenuto comune e unitario Con riferimento al concetto direte di significazione (cap 21) si puograve affermare che sia i ldquotuttirdquo sia lrsquoldquounordquosono provvisti di immagini diversificate ma funzionalmente equivalenti cherappresentano ed esemplificano in modo vario ma fondamentalmente co-stante la totalitagrave dei distinti fenomenici e la loro latente unitagrave Come egrave com-prensibile tanto piugrave un contenuto risulta controintuitivo tanto piugrave nume-rose saranno le immagini atte a rappresentarlo Comprendere i πάντα riescebene persino ai ldquodormientirdquo ossia a quanti senza avere νόος neacute σοφίη deten-gono non piugrave che una mera ldquonozione-di-molte-coserdquo (πολυμαθίη) infattilrsquoesistenza delle cose prese nella loro separatezza e molteplicitagrave ci egrave suggeritadallrsquoevidenza dei sensi e dellrsquoesperienza405 Di conseguenza in Eraclito nonsono particolarmente numerose le immagini che esemplificano la natura deiπάντα la quale secondo la critica eraclitea al sapere tradizionale egrave fin tropponota Nondimeno allrsquoinizio dello scritto la formula ldquoparole e fattirdquo (ἔπεα καὶἔργα fr 1) puograve essere considerata come una ldquoprecisazione antropomorfica diπάνταrdquo406 inoltre va notato che talvolta εἷς μία ἕν occorre insieme ad unacoppia antitetica della quale si professa appunto lrsquounitagrave (frr 57 [hellip] ἡμέρηνκαὶ εὐφρόνην [hellip] ἔστι γὰρ ἕν ldquo[hellip] giorno e notte [hellip] sono una cosa solardquo 59γναφείωι ὁδὸς εὐθεῖα καὶ σκολιὴ μία ἐστὶ καὶ ἡ αὐτή ldquoper la vite la via dritta e lastorta sono una sola e la stessardquo 60 ὁδὸς ἄνω κάτω μία καὶ ὡυτή ldquola via in giugrave ein su di andata e di ritorno sono una sola e la stessardquo) In questi casi la coppiaantitetica non egrave altro che una vivida esemplificazione dei πάντα il cui ampiospettro si cristallizza in due poli opposti per mostrare come non solo dei ge-nerici distinti ma perfino quei distinti che sembrano tra loro sommamenteincompatibili siano in realtagrave una cosa sola lrsquoaffermazione di fondo pronun-ciata con inconfondibile gusto del paradosso resta dunque quella dellrsquounitagravedei πάντα Dunque lrsquounitagrave dei distinti egrave espressa da Eraclito anche sotto for-ma di unitagrave degli opposti giaccheacute gli opposti non sono altro che fenomeni iquali si offrono ai sensi nella massima distinzione reciproca

Al contrario piugrave arduo e controintuitivo egrave cogliere la natura dellrsquoἕν Per viadi questa difficoltagrave Eraclito esemplifica il principio unitario con numeroseimmagini che saranno prese in esame nel capitolo 42 Per il momento egrave suf-ficiente notare che spesso le voci di πᾶς πᾶσα πᾶν indicanti i distinti nella

405 Sul valore della conoscenza empirica in Eraclito cfr cap 62 pp 236 s406 Colli 1980 vol III p 180 Lo studioso precisa giustamente che ldquola molteplicitagrave ha per

Eraclito un valore reale non apparenterdquo (ibidem)

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 103

loro determinazione vengono messe in relazione con unrsquoimmagine che egrave lorocontroparte in quanto unitaria ossia comune o universalmente valida

Ciograve si verifica sin dal fr 1 ([hellip] γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε[hellip] ldquo[hellip] pur accadendo infatti tutte le cose secondo questo discorso [hellip]rdquo)dove i πάντα vengono ad essere in base allrsquounico λόγος che egrave universalmentevalido (cfr fr 2) Che ldquotutte le coserdquo accadono in base ad un principio unita-rio egrave ribadito anche dai frr 11 (πᾶν γὰρ ἑρπετὸν πληγῆι νέμεται ldquotutto quantosi muove sulla terra egrave pascolato con la sferzardquo) e 64 (τὰ δὲ πάντα οἰακίζεικεραυνός ldquoma tutte le cose dirige il fulminerdquo) dove la prospettiva egrave invertitaπᾶν ovvero πάντα non egrave soggetto come nel fr 1 bensigrave complemento oggettomentre ad esercitare lrsquoazione direttiva o di governo sui distinti fenomenici so-no rispettivamente la sferza ed il fulmine Ma il senso non cambia Secondoil fr 53 (πόλεμος πάντων μὲν πατήρ ἐστι πάντων δὲ βασιλεύς [hellip] ldquola guerra egravepadre di tutte le cose di tutte egrave il re [hellip]rdquo) la guerra egrave lrsquounica radice e guida pre-posta ai πάντα questi ultimi nel seguito del frammento sono esemplificatinelle due coppie antitetiche ldquodei e uominirdquo ldquoschiavi e liberirdquo prodotte dalπόλεμος La medesima funzione assolta dalla guerra rispetto a tutte le cosespetta in altri contesti al fuoco e alla divinitagrave Il fr 90 (πυρός τε ἀνταμοιβὴ τὰπάντα καὶ πῦρ ἁπάντων [hellip] ldquodel fuoco sono scambio tutte le cose e il fuoco egravescambio di tutte quante [hellip]rdquo) esprime la conversio che procede da tutte lecose al principio unitario del fuoco e viceversa La natura dei πάντα come di-stinti407 egrave suggellata dalla similitudine che segue in cui essi sono rappresentatidalle lsquomercirsquo o secondo Musti408 dalle lsquomonetersquo Anche nel fr 66 (πάντα γὰρτὸ πῦρ ἐπελθὸν κρινεῖ καὶ καταλήψεται ldquoinfatti il fuoco sopraggiunto giudiche-ragrave e cattureragrave tutte le coserdquo) i πάντα sono ricondotti al medesimo principiounitario409 Il fr 102 invece (τῶι μὲν θεῶι καλὰ πάντα καὶ ἀγαθὰ καὶ δίκαια

407 Cfr Kirk 31970 p 346 che precisa ldquo[hellip] τὰ πάντα [hellip] means [hellip] not lsquothe wholersquo as ahomogeneous unit but all things individually in the sumrdquo e definisce i χρήματα come ldquothedifferent kinds of object in the worldrdquo dello stesso tenore Marcovich 1978 p 208 ldquoLaparola χρήματα suggerisce che τὰ πάντα e ἅπαντα si riferiscano a molteplici oggetti indivi-duali noncheacute a fenomeni dal mondo dellrsquoesperienza La stessa cosa egrave suggerita da πάντα fr78 (7) e anche da θυώματα fr 77 (67)rdquo (corsivo dellrsquoautore)

408 Musti 1983409 Lrsquointerpretazione offerta da Marcovich 1978 per i πάντα del fr 66 (ldquole personerdquo o meglio

ldquoi malvagirdquo es ldquogli Efesicirc crapulonirdquo) egrave certo utile a corroborare la tesi dello studioso circala negazione della teoria della ἐκπύρωσις ma non regge dal punto di vista linguistico Dellostesso parere egrave Diano-Serra 41993 p 189 ldquoPurtroppo πάντα non puograve voler dire che lsquotuttele cosersquo sia quelle animate che quelle inanimaterdquo

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104 4 Il cosmo come unitagrave articolata

ἄνθρωποι δὲ ἃ μὲν ἄδικα ὑπειλήφασιν ἃ δὲ δίκαια ldquoper il dio tutte le cose sonobelle buone e giuste mentre gli uomini hanno preso le une per ingiuste le al-tre per giusterdquo) rivela che al cospetto della divinitagrave tutte le cose sono indistin-te ossia perdono la loro determinazione per somigliarsi tutte ed amalgamarsimentre per gli uomini esse si mostrano nella loro differenziazione reciprocaInfine per un cospicuo gruppo di frammenti il principio unificatore rispettoalla totalitagrave dei distinti fenomenici egrave rappresentato da parole afferenti allrsquoareasemantica della conoscenza che egrave comune (ξυνός frr 113 114 μέτειμι fr116) a tutti gli uomini o a tutte le cose410

Di questo gruppo fanno parte i frr 113 (ξυνόν ἐστι πᾶσι τὸ φρονέειν ldquocomu-ne a tutti gli uomini a tutte le cose egrave lrsquoavere menterdquo) 114 (ξὺν νόωι λέγονταςἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων [hellip] ldquoper fare un discorso con senso occorrevalersi del consenso di tutti gli uomini di tutte le cose [hellip]rdquo) e 116(ἀνθρώποισι πᾶσι μέτεστι γινώσκειν ἑωυτοὺς καὶ σωφρονεῖν ldquoa tutti gli uomini egravecomune il conoscere se stessi e lrsquoessere saggirdquo) Come verragrave considerato oltrevi si puograve includere anche il fr 108 (ὁκόσων λόγους ἤκουσα οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐςτοῦτο ὥστε γινώσκειν ὅτι σοφόν ἐστι πάντων κεχωρισμένον ldquodi quanti ho ascol-tato i discorsi nessuno arriva al punto di ritenere che quanto egrave saggio egrave diver-so da tutti gli uomini da tutte le coserdquo) Infatti il senso sembra essere chequanto egrave saggio ldquoegrave diverso dai πάντωνrdquo in quanto non si identifica con la loroparticolaritagrave come invece vale per la πολυμαθίη ma egrave piuttosto conoscenzaunitaria conformemente alle affermazioni dei frr 41 e 50411 Probabilmentedunque Eraclito si riferisce non tanto ai pochi discorsi a suo parere apprezza-bili come il λόγος di Biante (fr 39) quanto piuttosto a quelli dei falsi sapientida lui criticati come Omero Esiodo Archiloco Senofane Ecateo e Pitagora(cfr frr 40 42 56 57 81 105 106 129) Infatti lrsquoaccusa rivolta loro egrave ap-punto quella di πολυμαθίη ldquonozione-di-molte-coserdquo che egrave lrsquoesatto contrariodella σοφίη eraclitea consistente nella conoscenza dellrsquounitagrave di tutte le coseDunque nemmeno i discorsi dei falsi sapienti pur essendo privi di conoscen-za possono arrivare al punto di sostenere che la sapienza egrave avulsa ed estraneaalla totalitagrave delle cose

410 A seconda che si intendano i casi indiretti plurali di πᾶς πᾶσα πᾶν al maschile oppure alneutro come egrave possibile nei frr 113 108 e 114

411 Diversa ossia trascendentale egrave lrsquointerpretazione di κεχωρισμένον offerta ad esempio daReinhardt 41985 p 205 Marcovich 1978 p 290 etc Per il valore di questa voce verbalecfr cap 61 p 224

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 105

Nei rari casi in cui lrsquoabbinamento di εἷς μία ἕν e πᾶς πᾶσα πᾶν con rispet-tivamente la pluralitagrave e lrsquounitagrave non egrave esplicito esso egrave pur sempre intuibilecome egrave per i casi seguenti Nellrsquoipotesi formulata dal fr 7 (εἰ πάντα τὰ ὄντακαπνὸς γένοιτο ῥῖνες ἂν διαγνοῖεν ldquose tutte le cose esistenti diventassero fumole narici le distinguerebberordquo) tutte le cose sono ricondotte ad una sola il fu-mo il fumo costituisce lrsquounitagrave composta entro la quale le narici possono rico-noscere le singole componenti (πάντα) appunto distinguendole le une dallealtre (δια-γιγνώσκω) Il fr 33 (νόμος καὶ βουλῆι πείθεσθαι ἑνός ldquolegge egrave ancheobbedire alla volontagrave di uno solordquo) parla probabilmente dellrsquoobbedienza adun unico capo e come egrave nella natura stessa della legge e data la somma gene-ralitagrave dellrsquoaforisma si puograve dedurre che a dover prestare obbedienza sono lsquotut-tirsquo ad esempio tutti i cittadini il riferimento ai tutti egrave suggerito anche dallacoppia νόμος ndash ἕν che richiama il fr 114 in cui lrsquounica legge quella divina egraveconsiderata origine appunto di tutte le leggi umane Nel fr 89 (τοῖςἐγρηγορόσιν ἕνα καὶ κοινὸν κόσμον εἶναι ldquoper gli svegli uno e comune egrave il co-smordquo) lrsquounitagrave del cosmo non solo egrave condivisa dal gruppo degli svegli ma stan-do allrsquointegrazione della fonte Plutarco (ldquoinvece i dormienti si rivolgono cia-scuno verso un proprio mondo particolarerdquo) racchiude in seacute tutta la pluralitagravedei mondi particolari lrsquoanalogia con il fr 2 egrave evidente Anche in questo casocome nel fr 33 ciograve che egrave uno (il cosmo la legge) vale per tutti

Per il sapiente di Efeso coerentemente con il quadro delineato circa la sa-pienza fisico-cosmologica arcaica si puograve ammettere lrsquoazione delle due forzeuguali e contrarie di divisione e di unione da una parte vi egrave la spinta che ana-lizza e separa i distinti gli uni dagli altri dallrsquoaltra quella che li fa convergere insintesi412 Nella storia degli studi eraclitei tale coppia di forze non sembra es-sere stata adeguatamente tematizzata neacute sfruttata a fini esegetici al contrariosono numerosi i frammenti che si prestano ad essere interpretati alla luce diquesto movimento doppio

Di solito la forza di congiunzione e quella di disgiunzione sono presentateda Eraclito in un fitto intreccio che ne sottolinea con efficacia la complemen-taritagrave e lrsquoappartenenza ad un unico sistema Tale coalescenza non egrave che un ul-teriore macroscopico caso del principio ritenuto da Eraclito universalmente

412 Nei capp 42 e 43 la ritessitura delle due reti di significazione opposte e complementarilrsquouna delle immagini di unione lrsquoaltra delle immagini di divisione mira appunto ad inserireEraclito entro il contesto sapienziale arcaico circa la natura e dunque a riconoscere lrsquoappar-tenenza storico-culturale di una figura spesso intesa come irrimediabilmente ldquoanomalardquo eben poco figlia del proprio tempo

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106 4 Il cosmo come unitagrave articolata

valido della coincidentia oppositorum Rappresentando la forza di congiun-zione col segno + e quella di disgiunzione col segno ndash si nota che Eraclito ten-de a mettere in relazione ciascuna espressione con una di segno opposto evi-denziando ripetutamente la conversione reciproca che va dallrsquoἕν ai πάντα edai πάντα allrsquoἕν (cfr fr 10)413 Questo si rileva ad esempio nei frr 8 τὸἀντίξουν (ndash) συμφέρον (+) [καὶ] ἐκ τῶν διαφερόντων (ndash) καλλίστην ἁρμονίαν(+) (ldquofacendo convergere quel che si contrappone [e] dalle cose divergenti ilpiugrave bel collegamentordquo) 10 [hellip] ὅλα (+) καὶ οὐχ ὅλα (ndash) συμφερόμενον (+)διαφερόμενον (ndash) συνᾶιδον (+) διᾶιδον (ndash) [hellip] (ldquo[hellip] interi invero414 non inte-ri convergente divergente consonante dissonante [hellip]rdquo)415 51 [hellip]διαφερόμενον (ndash) ἑωυτῶι ὁμολογέει (+) [hellip] (ldquo[hellip] quello che diverge convergecon se stesso [hellip]rdquo) 91 σκίδνησι (ndash) καὶ πάλιν συνάγει (+) καὶ πρόσεισι (+) καὶἄπεισι (ndash) (ldquosi disperde e di nuovo si raccoglie e si accosta e si discostardquo)416

Gli esempi fin qui citati presentano le due forze in una forma linguisticaestremamente chiara conforme al significato letterale delle parole la separa-zione egrave resa con i verbi διαφέρω διάιδω σκίδναμαι ἄπειμι e con lrsquoaggettivoἀντίξους (da ἀντιξοέω) lrsquounione al contrario con i verbi συμφέρω συνάιδωσυνάγω ὁμολογέω πρόσειμι e con il sostantivo ἁρμονίη Tuttavia in molti casile spinte alla disgregazione ed allrsquointegrazione sono espresse in modo non al-trettanto evidente ma come egrave proprio dello stile eracliteo attraverso un ric-

413 Anche lrsquoattribuzione dei segni + alle immagini di unione e ndash a quelle di separazione egrave arbi-traria Ad esempio si potrebbe sostenere altrettanto validamente che alla congiunzionedeve corrispondere il ndash giaccheacute essa equivale ad una riduzione del numero dei distintimentre alla disgiunzione il + percheacute essa equivale ad un aumento del numero dei distinti

414 Per il valore di καί cfr cap 42 p 126415 A proposito di questo frammento cfr Hammer 1991 p 182 ldquoDann aber laumlszligt sich vermu-

ten daszlig [hellip] das ἐκ πάντων ἕν dem ὅλα συμφερόμενον und συνᾶιδον in der ersten Haumllfte desFragments entspricht und das ἐξ ἑνὸς πάντα dem οὐχ ὅλα διαφερόμενον und διᾶιδονrdquo

416 Il fr 91 egrave oggetto di un dibattito filologico (del quale dagrave conto Marcovich 1978 pp 148s) La scelta riguarda le tre coppie di verbi non egrave chiaro se tutte e tre siano da attribuire adEraclito ed in caso negativo quali siano quelle autentiche Kirk 31970 e Diano-Serra41993 ammettono tre coppie su tre σκίδνησι καὶ πάλιν συνάγει συνίσταται καὶ ἀπολείπει eπρόσεισι καὶ ἄπεισι DK ammettono la prima e la terza coppia σκίδνησι καὶ πάλιν συνάγειe πρόσεισι καὶ ἄπεισι Reinhardt 41985 p 207 ammette la seconda e la terza coppiaσυνίσταται καὶ ἀπολείπει e πρόσεισι καὶ ἄπεισι Marcovich 1978 pp 149 s le respinge tuttee tre Anche in questo caso seguo convenzionalmente il testo DK prendere posizioneentro il dibattito avrebbe unrsquoimportanza solo relativa infatti tutte le lectiones proposte(eccetto quella di Marcovich naturalmente) soddisfano seppur con diversi verbi la carat-teristica articolatoria cioegrave la compresenza di unione e separazione

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42 Immagini dellrsquounitagrave articolata unionehellip 107

co ventaglio di immagini Nei capitoli seguenti (42 e 43) si procede pertantoallrsquoesame delle due reti di significazione corrispondenti composte da imma-gini opposte e secondo la visione eraclitea complementari Si egrave chiarito che laconversio poggia sulla complementaritagrave delle due forze pertanto lrsquoordineespositivo che saragrave adottato e che prevede un capitolo (42) dedicato alle im-magini di unione ed uno (43) concentrato su quelle di separazione non egravedettato da ragioni intrinseche Tale organizzazione sebbene utile dal puntodi vista funzionale egrave estranea al pensiero e alle intenzioni di Eraclito che alcontrario mostra le due forze nella loro interdipendenza e come facenti partedi un sistema

42 Immagini dellrsquounitagrave articolata unionehellip

A questo punto occorre mettere alla prova il modello dellrsquoarticolazione rin-tracciandolo entro i frammenti eraclitei

Lrsquounitagrave di tutte le cose egrave il punto determinante ma come Eraclito palesanella critica allrsquoincomprensione dei ldquodormientirdquo anche quello piugrave difficile daafferrare percheacute controintuitivo Proprio per questa ragione egli lo esempli-fica attraverso una ricca gamma di immagini che fungono da agenti nei pro-cessi del divenire cosmico esse costituiscono una rete di significazione aventeper contenuto lrsquounitagrave latente della realtagrave e la sua auto-organizzazione nei di-stinti fenomenici417 Tale modus espressivo pur se ancora profondamente le-gato alla ldquosintassi dellrsquoevento e dellrsquoazionerdquo e alla ldquovariazione dellrsquoidenticordquo418

tipiche delle culture orali (cfr cap 32) consente di funzionalizzare il lin-guaggio della tradizione epica e lirica in vista di nuovi contenuti sapienziali

Nel cap 21 sono state individuate le parole che possono essere ascritte allamedesima rete di significazione di λόγος si tratta per la maggior parte di paro-le risemantizzate come oltre a λόγος stesso πόλεμος νόος σοφίη σοφόνκόσμος πῦρ θεός Il criterio semantico adottato per individuare le parole inte-ressate era stato il riscontro di unrsquoaccezione non prevista dal significato pre-cedentemente attestato quella della validitagrave universale ovvero estesa a tutti

417 Kerschensteiner 1962 pp 107ndash114 (ossia nel capitolo dedicato ad Eraclito e Parmenidedal titolo eloquente Einheit und Vielheit) individua in κόσμος λόγος θεός πῦρ e πόλεμος leimmagini deputate ad esprimere lrsquounitagrave specialmente dal punto di vista dei rapporti daessa intrattenuti con la molteplicitagrave

418 Havelock 1973 rispettivamente pp 139 ss e p 121

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108 4 Il cosmo come unitagrave articolata

gli uomini tutte le cose Con riferimento alla descrizione del modello arti-colatorio fornita nel capitolo precedente questa nuova accezione corrispon-de esattamente alla prima delle tre caratteristiche distintive dellrsquounitagrave artico-lata Tuttavia se lrsquoipotesi di una rete di significazione eraclitea veicolante ilcontenuto dellrsquounitagrave articolata egrave fondata le immagini incluse in tale rete di si-gnificazione devono evidenziare anche gli altri due tratti distintivi denomi-nati conversio ed autopoiesi E in effetti ad una lettura orientata dei fram-menti le immagini in questione possono essere riconosciute come esemplifi-cazioni del modello articolatorio la cui funzione consiste dunque nellrsquoillu-strare la struttura ed il funzionamento della natura e del cosmo419 Inoltrecome giagrave notato nel cap 21 pp 35 ss circa la caratteristica dellrsquounitagrave ovverodella validitagrave universale cosigrave anche nel corso dellrsquoanalisi seguente si riscontrache conversio ed autopoiesi emergono sistematicamente nelle occorrenze rise-mantizzate delle parole in questione non in quelle non conformi allrsquouso eallrsquoaccezione tradizionali un dato che conferma la coscienza eraclitea della ri-semantizzazione (cfr cap 13)

πῦρ Sulle ragioni che inducono Eraclito a scegliere il fuoco come immaginedellrsquoarticolazione cosmica si possono avanzare soltanto delle ipotesi puograve trat-tarsi di suggestioni tratte dalla sfera empirica420 tecnica421 rituale422 etc Al dilagrave di queste supposizioni ciograve che qui interessa egrave verificare la validitagrave di πῦρcome immagine di unitagrave articolata Influenzata dalla tradizione successiva423

419 Per il λόγος stesso come modello di unitagrave articolata cfr capp 53 e 61420 Di sicuro al tempo di Eraclito poche reazioni chimiche sono tanto comuni e facili da

osservare quanto la combustione Essa non appare inadatta a rappresentare il moto doppiouno-molti e molti-uno della conversio Ad esempio il fuoco divide il combustibile nei suoielementi costituenti (il che potrebbe rappresentare il moto dallrsquouno ai molti) percheacutelrsquoacqua che evapora sotto forma di fumo e vapore viene separata dalla terra che resta sottoforma di ceneri drsquoaltro canto sostanze diverse tra loro ardono in unrsquounica fiamma che riu-nendole in seacute sembra ldquounificarlerdquo (il che potrebbe rappresentare il moto dai molti allrsquouno)Cfr Kahn 1979 p 146 ldquoThe universal exchange for fire is in one sense a fact of humanexperience we see all sorts of things going up in flames But the reverse process the gen-eration of all things from fire is not a fact of observation at all It is a pure requirement oftheory a consequence of the principle of symmetryrdquo

421 Si pensi alle tecniche metallurgiche basate sulla fusione mediante il fuoco ad esempio peril conio di monete a questo proposito cfr lrsquointerpretazione di Musti 1983 circa il fr 90In processi simili egrave possibile convertire lrsquouno (ad esempio la pepita) in molti (le monete)e viceversa i molti in uno come accade nella fusione di preziosi in vista di nuovi impieghidel metallo

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parte della critica eraclitea interpreta il fuoco come substratum materiale delmondo424 Questa posizione tuttavia egrave ammissibile solo a patto di intendere ilsubstratum non quale materia inerte dunque non solo come oggetto ma alcontempo anche come soggetto della trasformazione che va dallrsquouno ai moltie viceversa425

Nel cap 21 (pp 35 s) egrave giagrave stato colto il requisito della validitagrave universalee dellrsquounitagrave a fronte della molteplicitagrave del fenomenico entro i frr 30 in cui sene fa garante lrsquoequivalenza stabilita col κόσμος (κόσμον τόνδε τὸν αὐτὸνἁπάντων οὔτε τις θεῶν οὔτε ἀνθρώπων ἐποίησεν ἀλλrsquo ἦν ἀεὶ καὶ ἔστιν καὶ ἔσταιπῦρ ἀείζωον ἁπτόμενον μέτρα καὶ ἀποσβεννύμενον μέτρα) e 90 (πυρός τεἀνταμοιβὴ τὰ πάντα καὶ πῦρ ἁπάντων ὅκωσπερ χρυσοῦ χρήματα καὶ χρημάτωνχρυσός) la rassegna delle occorrenze risemantizzate di πῦρ volta a rintraccia-re anche altri tratti distintivi dellrsquounitagrave articolata puograve dunque avere inizio daquesti frammenti

Nel fr 30 ἐποίησεν egrave usato nel senso di διεκόσμησεν infatti ldquowhat is deniedhere is not of course creation ex nihilo an idea quite foreign to Greekthought but only the creation of κόσμος out of previous disorder The denialis no doubt primarily aimed at the parcelling out of the world into sky sea andearth symbolized by the distribution (δασμός) between the chief gods of whichthe old poets spokerdquo426 Secondo questa interpretazione del verbo la naturaarticolatoria del κόσμος e dunque in virtugrave della similitudine istituita daEraclito anche del πῦρ trova una ulteriore conferma Allo stesso tempo la

422 Non occorre ricordare qui la ricca simbologia religiosa del fuoco a cui dati i riferimenti adio e agli incensi non sembra estraneo il fr 67 Sul valore rituale del fuoco per Eraclito sisofferma brevemente Kahn 1964 pp 195 s idem 1979 p 138

423 Cfr Arist Cael 298b 29 ss Metaph 984a 7424 Un portavoce di questa posizione egrave Marcovich 1978 p 207 ldquoCome lrsquooro egrave il controvalore

(lrsquoequivalente) universale per ogni genere di merci cosiacute anche il fuoco andrebbe conside-rato come la parte costitutiva comune ad ogni oggetto fisicordquo (corsivo dellrsquoautore) cfr ivip 287 dove il fuoco egrave definito come ldquolrsquoessenza sottostante a tutte le cose che soggiace acambiamenti qualitativirdquo (corsivo dellrsquoautore) Contro la teoria del fuoco come substra-tum cfr ad esempio McDiarmid 1953 pp 93 ss Cherniss 31983 pp 380 s Stokes 1971pp 102 ss Kahn 1979 p 279

425 Cfr a riguardo Kerschensteiner 1962 p 110 ldquoHeraklit ndash wie uumlberhaupt das fruumlhe grie-chische Denken ndash kennt noch keine klare Scheidung von stofflichem und geistigem Prin-zip Substanz-Qualitaumlt (Feuer) Kraft (Logos) und Form (Kosmos) stellen sich ihm als einund dasselbe darrdquo

426 Guthrie 1962 p 454 nota 3 (corsivo mio) Per il riferimento agli antichi poeti cfr HomIl XV 187 ss Hes Th 74 885

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110 4 Il cosmo come unitagrave articolata

negazione di un principio organizzatore (sia divino che umano) esterno rap-presenta un indizio della natura autopoietica del κόσμος e del πῦρ che si auto-organizzano Eraclito seguita dicendo del fuoco che esso ἁπτόμενον μέτρα καὶἀποσβεννύμενον μέτρα ldquoper intervalli si accende e per intervalli si spegnerdquoAnche in questo caso dunque si egrave di fronte ad unrsquounitagrave che organizza se stes-sa in modo diadico (cfr la coppia di opposti ldquofame-sazietagraverdquo del fr 65) Unaquestione finora trascurata dalla critica egrave quella della natura per cosigrave dire ldquose-manticardquo (nel senso di σημαίνειν) del fuoco nel mondo greco arcaico il πῦρ edil κάπνος sono deputati a ldquodare dei segnirdquo τὸ πῦρ σημαίνειhellip ldquoil fuoco segnalaindicahelliprdquo egrave nel contesto storico-tecnologico di Eraclito una frase non solosensata ma anche di uso comune427 Si tratta infatti del piugrave diffuso sistema dicomunicazione in absentia a disposizione428 e probabilmente dellrsquounico cheagisca in tempo reale senza le attese ed i rischi che sempre accompagnano ilmessaggero Quanto Eraclito descrive nel fr 30 egrave perfettamente adeguato allatecnologia di comunicazione per mezzo del fuoco non verbale e ldquobinariardquofondata cioegrave su due tipi di segnale presenza o assenza del fuoco stesso Secon-do questa interpretazione dunque i μέτρα429 rappresentano gli intervallitemporali convenzionali o codificati in base ai quali il fuoco alterna la propriapresenza430 comunicando cosigrave il messaggio a distanza431

Il fr 90 esprime chiaramente il movimento doppio della conversio insitonel fuoco il moto disgregante che va dallrsquouno a tutte le cose egrave racchiuso nellaformula πυρός τε ἀνταμοιβὴ τὰ πάντα quello integrante che va da tutte le coseallrsquouno nellrsquoespressione inversa καὶ πῦρ (ἀνταμοιβὴ) ἁπάντων La convertibi-

427 Ciograve si evince molto chiaramente dallrsquoAgamennone di Eschilo (cfr ad esempio i vv 8 s 21ndash23 30 293 475 497 588ndash590 818 etc cfr Longo 1976 Goldhill 1986 p 10) in cuifuoco e fumo ricorrono spesso come soggetti del verbo σημαίνειν e dove la rilevanza (nonsolo sociale ma anche strategica) di questa prassi di comunicazione diventa tangibile peril lettore moderno

428 Sullrsquoimpiego dei segnali di fuoco e fumo nel mondo antico cfr Hershbell 1981429 Per i μέτρα intesi come immagini di divisione entro il processo articolatorio cfr cap 43

sv pp 135 s430 A favore dellrsquointerpretazione temporale dei μέτρα egrave Gigon 1935 p 61 il quale individua

nellrsquoavverbio di tempo ἀεί una chiave di lettura interna al frammento e pertanto piugrave atten-dibile cfr Kahn 1979 p 140 Contra Marcovich 1978 p 193 che intende i μέτρα comemisure quantitative il fuoco a suo giudizio si accende e si spegne in una certa quantitagrave(poniamo ad esempio al 30) laddove naturalmente essa deve restare parziale giaccheacute ilfuoco egrave ldquosempreviventerdquo e dunque non puograve estinguersi al 100 (similmente giagrave Kirk31970 p 317)

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litagrave del πῦρ e dei πάντα egrave espressa dalla parola ἀνταμοιβή432 (ἀντί ἀμείβομαι) incui ldquoἀντ- reinforces the idea of exact reciprocity in ἀμοιβήrdquo433 e che indica laperfetta reciprocitagrave dello scambio434 Questrsquoultima egrave anche sottolineata gra-zie a degli accorgimenti stilistici come i chiasmi πυρός τὰ πάντα πῦρ ἁπάντων (in cui si alternano genitivo nominativo nominativo genitivo) eχρυσοῦ χρήματα χρημάτων χρυσός (oro beni beni oro) e le congiunzio-ni correlative τεhellip καί La similitudine ὅκωσπερ χρυσοῦ χρήματα καὶ χρημάτωνχρυσός esemplifica il medesimo gioco di forze ora riferito al rapporto tra ilχρυσός che prende il posto del πῦρ ed i χρήματα che rappresentano i πάνταMusti ha dimostrato come i χρήματα possano indicare qui non solo i ldquobenirdquo ole ldquomercirdquo ma anche le ldquomoneterdquo435 il suggerimento egrave certo sagace bencheacuteprobabilmente le ldquomoneterdquo soddisfino meno dei ldquobenirdquo quel criterio di gene-ralitagrave a cui i χρήματα dovrebbero rispondere per poter rappresentare i πάνταnella similitudine

La conversio del fuoco si presenta in tutta la sua valenza cosmologica nel fr31a436 che descrive il dispiegarsi della differenziazione del mondo unicamen-

431 Lrsquointerpretazione ldquosemanticardquo del fuoco aiuta tra lrsquoaltro a superare lo stridore tra lrsquoafferma-zione di un ldquofuoco semprevivente che era egrave e saragraverdquo e quella del fuoco che ldquoper intervalli sispegnerdquo dato che lo spegnimento suggerisce altrimenti lrsquoidea dellrsquoestinzione del fuoco Alcontrario nel codice di comunicazione dei segnali col fuoco le fasi di oscuramento sonoaltrettanto necessarie e significative come quelle di accensione (egrave appunto lrsquoalternanza dientrambe a rendere il fuoco σημαντικόν) pertanto i μέτρα di spegnimento non equival-gono a fasi di cessazione del fuoco ma a momenti dellrsquoarticolazione del messaggio Puressendo semprevivente (ἀείζωον) la presenza del fuoco non egrave costante ma ritmica Si notiinoltre che anche nel fr 26 i verbi ἅπτομαι e ἀποσβέννυμι sono usati da Eraclito come ldquoverbitecnicirdquo del fuoco in quanto elemento tecnologicamente gestito dallrsquouomo

432 Sulla correttezza della lectio ἀνταμοιβὴ τά cfr Kirk 31970 pp 345 s433 Cosigrave Kirk 31970 p 346 che aggiunge ldquoThe exchanges of fire must obviously refer to the

πυρὸς τροπαί described in fr 31rdquo434 Cfr Kahn 1979 p 146 ldquoThe polar movement between lsquofire all thingsrsquo and lsquoall things

firersquo finds a parallel in CXXIV (DK 10) lsquofrom all things one and from one thing allrsquordquo e ibi-dem ldquo[ἀνταμοιβή] suggests some principle of compensation or retribution antamoibemay imply reward or punishment or both at once The term is perhaps an echo of Anax-imanderrsquos phrase about elemental principles lsquopaying the penalty and making retribution toone anotherrsquordquo

435 Musti 1983 pp 231 ss Lo storico considerando lrsquooccorrenza di ἀνταμοιβή che significaldquocambiordquo anche in senso economico e monetario e di πῦρ impiegato per la fusionedellrsquooro riferisce la similitudine al procedimento tecnico del conio e di conseguenza optaper la resa di χρήματα come ldquomoneterdquo Per la datazione dellrsquointroduzione della moneta adEfeso cfr Picard 1992 pp 206 ss

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112 4 Il cosmo come unitagrave articolata

te a partire dal πῦρ πυρὸς τροπαὶ πρῶτον θάλασσα θαλάσσης δὲ τὸ μὲν ἥμισυ γῆτὸ δὲ ἥμισυ πρηστήρ In primo luogo conviene soffermarsi sul valore diτροπαί437 La funzione di questi ldquorivolgimenti del fuocordquo (πυρὸς τροπαί) sem-bra analoga a quella dello ldquoscambio del fuocordquo del fr 90 (πυρὸς ἀνταμοιβή)con entrambe le espressioni viene descritta la dinamica attraverso cui il fuocosi fa altro a partire da se stesso differenziandosi in una pluralitagrave di enti Se nelfr 90 lrsquoesito della differenziazione interna egrave la nascita dei πάντα nel fr 31aesso consiste nella formazione dei distinti costituenti cosmici il mare che asua volta si dimezza (τὸ μὲν ἥμισυ [hellip] τὸ δὲ ἥμισυ [hellip]) in terra e folgore438Qui dunque Eraclito si concentra sulla spinta centrifuga ovvero parcellizzan-te del processo articolatorio

Il sintagma πυρὸς τροπαί egrave interessante anche a proposito della caratteristi-ca autopoietica dellrsquounitagrave articolata A livello grammaticale πυρός puograve essereinteso sia come genitivo oggettivo (rivolgimenti prodotti sullrsquooggetto lsquofuo-corsquo) sia come genitivo soggettivo (rivolgimenti prodotti dal soggetto lsquofuocorsquo)Tuttavia sul piano del contenuto un genitivo oggettivo che dunque veda nelfuoco soltanto il trasformato spiegherebbe poco o nulla circa il concreto av-venimento delle τροπαί in quanto non chiarisce chi o che cosa ne sia lrsquoarteficee dunque come i ldquorivolgimentirdquo avvengano Al contrario la soluzione del ge-nitivo soggettivo permette di scorgere nel fuoco stesso lrsquoiniziatore del diveni-re cosmico ovvero un agente cosmico che a partire dalla propria unitagrave si arti-cola in distinti dapprima il mare e poi per discernimento del lsquomarersquo i due di-stinti lsquoterrarsquo e lsquofolgorersquo Drsquoaltronde anche lrsquoesperienza comune suggerisce discorgere nel fuoco un principio attivo in grado di trasformare se stesso e lamateria piuttosto che un corpo inerte plasmato da un agente esterno Un in-dizio a favore di questa interpretazione egrave rappresentato dal probabile riecheg-giamento esiodeo di 31b dove la terra viene presentata allo stato liquido(ldquoltla terragt si spande come mare [hellip]rdquo)439 in Esiodo responsabile dello scio-

436 A quanti come Marcovich 1978 pp 204 s negano la portata cosmologica di questoframmento risponde validamente Kahn 1979 p 135 alcuni interpreti moderni sem-brano vittime di una ldquooverreactionrdquo nei confronti delle interpretazioni storiche e dosso-grafiche la quale spesso induce a disconoscere la riflessione cosmologica anche laddoveessa sia chiaramente presente

437 Per τροπαί come immagine di separazione entro il processo articolatorio cfr cap 43 svpp 135 s

438 Sul valore di πρηστήρ nella fisica greca arcaica e sulla sua analogia con il fuoco cfr Kahn1979 pp 141ndash143

439 Per le difficoltagrave testuali ed interpretative sollevate dal passo cfr cap 61 pp 193 ss

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glimento della terra era appunto il fuoco440 Il πῦρ del fr 31a rappresenta dun-que non tanto lrsquooggetto trasformato quanto il soggetto trasformatore di sestesso secondo il carattere autopoietico dellrsquounitagrave articolata Piugrave in generaledai frammenti eraclitei emerge che qualunque intervento interessi il fuocoesso egrave sempre esercitato dal fuoco stesso in questo senso egrave indicativo il ricor-rere della diatesi media per i verbi riferiti a πῦρ (fr 30 ἁπτόμενονἀποσβεννύμενον fr 67 ἀλλοιοῦται ὀνομάζεται)

Paradigmatico della natura del fuoco come principio attivo e responsabiledella conversio egrave il fr 66 πάντα γὰρ τὸ πῦρ ἐπελθὸν κρινεῖ καὶ καταλήψεται ldquoin-fatti una volta sopraggiunto il fuoco separeragrave e prenderagrave per seacute tutte le co-serdquo441 Invero la traduzione piugrave diffusa per questo frammento egrave che il fuocoldquogiudicheragrave e cattureragraverdquo tutte le cose ovvero interpretando i due verbi quasicome unrsquoendiadi La traduzione qui proposta mira a sottolineare che prima-riamente κρίνω e καταλαμβάνω esprimono rispettivamente lrsquoidea di divisionee di presa e che solo piugrave tardi442 diventano anche verbi tecnici del procedereprocessuale443 Di conseguenza egrave opportuno attribuire a ciascuno dei dueverbi un valore specifico sciogliendoli dallrsquoendiadi in cui spesso gli interpretili hanno legati In questo modo la doppia azione del πῦρ nei confronti deiπάντα emerge con vividezza esso da un canto li discerne ossia li volge in plu-ralitagrave dallrsquoaltro se ne appropria ossia li unifica entro di seacute444 Perfino nel fr65 tramandato da Ippolito insieme al 66 egrave possibile scorgere il rapporto uni-tagrave-molteplicitagrave tipico del modello articolatorio ldquoChiamare il fuoco lsquosazietagrave

440 Hes Th 867 ldquo[hellip] cosigrave dunque si liquefaceva la terra (τήκετο γαῖα) alla vampa del fuocosplendente (πυρὸς αἰθομένοιο)rdquo

441 Reinhardt 41985 pp 163 ss si pronuncia sullrsquoinattendibilitagrave del fr 66 attribuendolo allafonte Ippolito Pur essendo condivisibile il rifiuto della teoria dellrsquoἐκπύρωσις per la qualetradizionalmente gli interpreti hanno trovato un forte sostegno nel passo in oggetto tut-tavia non egrave prudente (neacute tantomeno necessario) espungere questo frammento che egrave con-sono in generale con il pensiero di Eraclito ed in particolare con la sua risemantizzazionedi πῦρ

442 Secondo Reinhardt 41985 pp 164 ss il significato di καταλαμβάνω come ldquocatturarerdquo nonegrave plausibile per lrsquoepoca di Eraclito Diversamente κρίνω acquista valore giuridico giagrave in etagravearcaica come indica la reggenza dellrsquoaccusativo δίκην (o pl δίκας) cfr ad esempio Hdt II1294ndash5 A Eu 433 e 682 Non egrave da escludere che lrsquoambiguitagrave tra ldquogiudicare e catturarerdquoda una parte e ldquoseparare e prendererdquo dallrsquoaltra sia intenzionale

443 Kahn 1979 p 272 traduce κρίνω con ldquoto distinguishrdquo Coerentemente con le idee base dildquoseparazionerdquo e ldquopresardquo egrave anche possibile una traduzione dei due verbi con ldquodiscernererdquo eldquocomprendererdquo cosa che accentuerebbe la natura intelligente del fuoco eracliteo

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famersquo significa [hellip] che in esso sono inerenti le tensioni opposte quella di go-dere della propria pienezza ignea (unitagrave) e quella di stancarsene e privarsenecambiando stato (molteplicitagrave)rdquo445

Lrsquooccorrenza di πῦρ nel fr 67 non egrave certa446 tuttavia questa lectio egrave partico-larmente plausibile per una serie di ragioni quali la centralitagrave del fuoco entrola riflessione eraclitea il confronto con altri testi447 lrsquoeventualitagrave di unrsquoaplo-grafia tra ὅκωσπερ e πῦρ con conseguente omissione della seconda parola e latestimonianza di Ippolito448 Accogliendo dunque questa integrazione si ot-tiene ὁ θεὸς [hellip] ἀλλοιοῦται δὲ ὅκωσπερ ltπῦρgt ὁπόταν συμμιγῆι θυώμασινὀνομάζεται καθrsquo ἡδονὴν ἑκάστου ldquoil dio [hellip] si altera come ltil fuocogt qualorasi mescoli agli incensi prende nomi secondo lrsquoaroma di ciascunordquo449 Anchein questo caso il fuoco evidenzia la natura composta della sua unitagrave in unsolo fuoco infatti si mescolano bruciando molti incensi secondo il moto cheprocede dai molti allrsquouno drsquoaltro canto in questo modo ciograve che prima eraunitario si mostra ora nella differenziazione fenomenica degli aromi secondoil moto che va dallrsquouno ai molti Il movimento doppio della conversio non pro-viene al fuoco dallrsquoesterno ma gli egrave immanente Ciograve conferma il πῦρ comeprincipio autopoietico esso non egrave neacute oggetto articolato (in senso passivo) neacutesoggetto articolante (in senso attivo) ma rappresenta il principio auto-arti-colantesi (in senso riflessivo) come espresso da ἀλλοιοῦται450 Sul verboὀνομάζεται ldquoprende nomirdquo che significativamente occorre laddove lrsquounitagrave si egravemutata in una pluralitagrave si torna nel cap 61 (pp 212 s)

444 Come giagrave osservato a proposito del fr 31 a anche per il fr 66 non vi sono ostacoli allrsquointer-pretazione cosmologica contra Marcovich 1978 p 304 ldquoci muoviamo dunque in unasfera teologica piuttosto che cosmologica e lrsquoatmosfera egrave un misto di naїf e folklorico lsquoUnbel giorno verragrave il Fuoco allrsquoimprovviso per giudicare tutti gli uomini e condannare i mal-fattori (leggi gli Efesicirc crapuloni [hellip])rsquordquo (corsivo dellrsquoautore)

445 Cosigrave Mondolfo citato in Diano-Serra 41993 p 189 (corsivo mio)446 ltπῦρgt egrave integrazione di Diels In luogo di πῦρ sono state proposte le integrazioni ἀήρ

μύρον ἔλαιον οἶνος θύωμα etc (cfr Kirk 31970 pp 191ndash197) Kahn 1979 pp 279 sreputa sbagliato integrare un soggetto

447 Cfr Pi fr 1299 S αἰεὶ θύματα μειγνύντων πυρὶ τηλεφανεῖ [hellip]448 Ippolito sostiene che il fr 67 era ἐν δὲ τούτωι τῶι κεφαλαίωι insieme ai frr 64 e 66 ossia in

un contesto che suggerisce il riferimento al fuoco449 Il fuoco produce mutevoli aromi dunque intendo ἡδονή come nomen rei actae (ldquoprofumordquo

ldquoaromardquo) e non come nomen actionis (ldquopredilezionerdquo ldquogustordquo per cui il senso sarebbe cheldquoil fuoco prende nomi secondo il gusto di ciascunordquo) Cfr Marcovich 1978 p 290 contraKahn 1979 p 280

450 Sul verbo offre un utile excursus Kirk 31970 pp 189ndash191

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A conclusione dellrsquoesame delle occorrenze di πῦρ si puograve anche consideraredata lrsquoaffinitagrave tematica quella di καπνός Kirk suggerisce che il fr 7 (εἰ πάντατὰ ὄντα καπνὸς γένοιτο ῥῖνες ἂν διαγνοῖεν ldquose tutte le cose esistenti diventasse-ro fumo le narici le distinguerebberordquo) rappresenti una situazione opposta aquella descritta nel fr 67 se in questo viene posta in primo piano la diversifi-cazione dellrsquounitagrave del fuoco in quello al contrario ldquoHeraclitus says that if allthings were reduced to the single visual appearance of smoke yet the nostrilswould smell out differences between themrdquo 451 Letto nella prospettiva delmodello articolatorio dunque il fr 7 esemplifica il moto che procede daimolti allrsquouno giaccheacute la varietagrave del fenomenico (πάντα τὰ ὄντα) egrave immaginataraccogliersi tutta nel fumo Data la sua natura composta il fumo serba in seacute latraccia dei πάντα tanto che le narici sanno distinguerli gli uni dagli altri (διά-γιγνώσκω) fiutandolo

κόσμος Circa lrsquounitarietagrave del κόσμος nel cap 21 (pp 35 s) sono stati ricordatii frr 30 (κόσμον τόνδε τὸν αὐτὸν ἁπάντων [hellip]) e 89 (ἕνα καὶ κοινὸν κόσμονεἶναι) Strettamente connesso con il fr 89 egrave il fr 75 (καθεύδοντας ἐργάτας εἶναικαὶ συνεργοὺς τῶν ἐν τῶι κόσμωι γινομένων) dal quale emerge che anche chi sicomporta come se avesse unrsquointelligenza sua propria (cfr fr 2) collabora inrealtagrave allo stesso κόσμος percheacute questo egrave lrsquounico esistente Le caratteristichedella conversio e dellrsquoautopoiesi sono giagrave state considerate sv πῦρ in forza dellasimilitudine tra fuoco e cosmo istituita nel fr 30 In particolare circa il carat-tere autopoietico del κόσμος nel fr 30 che ldquoneacute qualcuno tra gli dei neacute qualcunotra gli uomini ἐποίησενrdquo Kahn ricorda che siamo di fronte ad un ldquo[hellip] denialof any fundamental duality between a generated world order and the eternalsource from which it arises or the ruling intelligence by which it is organizedInsofar as the kosmos is made it is self-made insofar as it is organized it is self-organizedrdquo452

Vale la pena di sottolineare come il rapporto uno-molti proprio dellrsquounitagravearticolata sia insito nel significato stesso della parola κόσμος Infatti lrsquolsquoordina-mentorsquo implica di per seacute una struttura complessa ma unitaria il κόσμος egrave ldquounasorta di composizionerdquo453 Si egrave giagrave ricordato454 che allrsquoepoca di Eraclito il si-gnificato di κόσμος come ldquoordine del mondordquo e dunque ldquomondordquo ldquouniversordquo

451 Cfr Kirk 31970 p 195452 Kahn 1979 p 134 Cfr idem 1960 p 225 ldquothere is no κοσμήτωρ for the world order has

its own unique self-governing wisdom (ἓν τὸ σοφόν)rdquo

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116 4 Il cosmo come unitagrave articolata

egrave solo in statu nascendi Kahn indagando lrsquouso di κόσμος nel linguaggio filoso-fico insiste a ragione sul fatto che ldquoil κόσμος dei filosofi egrave lsquoordinamentorsquo ditutte le cose nel quale ogni potenza della natura ha la propria funzione ed ipropri limiti stabiliti [hellip] il termine implica unrsquounitagrave sistematica in cui diver-si elementi sono combinati o lsquocompostirsquordquo455 Bencheacute lrsquooccorrenza del fr 30evidenzi unrsquoaccezione cosmologica la parola egrave ancora sentita da Eraclito inprofonda dipendenza dal significato originario e di base (la cui presenza la-tente egrave verosimile anche nei frr 75 89 e 124) come viene ribadito sin daGomperz456 Secondo Verdenius457 κόσμος va tradotto in Eraclito comeldquoWeltgefuumlgerdquo e rappresenta un equivalente di λόγος

θεός Lrsquoaffinitagrave tra θεός e λόγος non egrave nuova agli interpreti458 Nel cap 12 svθεός (p 11) si egrave formulata lrsquoipotesi che la divinitagrave di Eraclito a tratti cosigrave di-versa da quella tradizionale sia affine piuttosto a quella di Senofane459 un sa-piente a lui ben noto A proposito dellrsquounicitagrave e della validitagrave universale deldio nel cap 21 (p 36) egrave stato ricordato il fr 67 dove la divinitagrave racchiude ericompone in seacute tutti gli aspetti contraddittori della realtagrave ὁ θεὸς ἡμέρηεὐφρόνη χειμὼν θέρος πόλεμος εἰρήνη κόρος λιμός [hellip] ldquoil dio (egrave) giorno notteinverno estate guerra pace sazietagrave fame [hellip]rdquo460

453 Kirk 31970 p 312 dove si trovano anche esempi di κόσμος nel senso di ldquoordinerdquo nella lin-gua arcaica Sul significato di κόσμος cfr soprattutto Kahn 1960 pp 219 ss Heidegger1993 p 109 afferma ldquo[hellip] κόσμος non indica innanzitutto lrsquoessente nella sua totalitagrave bensigravelrsquoaccordo della compagine strutturata dellrsquoessente [hellip]rdquo il filosofo riconosce tale caratteri-stica di κόσμος anche nellrsquooccorrenza dellrsquoenigmatico fr 124

454 Cfr cap 12 p 20455 Kahn 1960 pp 222 e 229 cfr anche pp 188ndash189 456 Gomperz 1887 p 12 arriva ad ipotizzare che proprio percheacute Eraclito intende κόσμος pri-

mariamente come ldquoordinamentordquo egli avverte lrsquoesigenza di accompagnarlo con un genitivogeneralizzante come ἁπάντων quando con la stessa parola vuole indicare il ldquomondordquo Sem-pre a proposito del fr 30 Kahn 1960 p 223 commenta che ldquoκόσμος va inteso come riferitoallrsquointera sequenza delle condizioni del mondo non ad una sola di lorordquo cfr idem 1979p 133 ldquo[hellip] the older literary sense of kosmos is a natural starting point since Heraclitusdoes not write in a technical language and the new lsquocosmologicalrsquo sense of kosmos is itselfthe heir to all these older nuances of the wordrdquo

457 Verdenius 1966 p 91458 Cfr ad esempio Kirk 31970 pp 188 s Stokes 1971 p 106 Kraus 1987 pp 123ndash126459 Sullrsquoanalogia della divinitagrave enoteista di Senofane ed Eraclito cfr Gemelli Marciano 2005

pp 125ndash134 la quale considera il contesto storico-culturale dei possibili rapporti tra lareligione persiana e quella dei due sapienti ionici della fine del VI sec aC

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Similmente nel fr 102 si legge τῶι μὲν θεῶι καλὰ πάντα καὶ ἀγαθὰ καὶδίκαια [hellip] ldquomentre per il dio tutte le cose sono belle buone e giuste [hellip]rdquo ladivinitagrave dunque al contrario dellrsquouomo possiede una comprensione unifi-cante del fenomenico Questi elementi sono coerenti con lrsquointerezza che con-traddistingue il dio secondo Senofane (οὖλος [hellip] οὖλος [hellip] οὖλος [hellip] fr 24)Coerentemente con questo uso di θεός anche dallrsquooccorrenza dellrsquoaggettivocorrispondente θεῖος risulta che al divino competono portata e validitagrave uni-versali [hellip] τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείουmiddot κρατεῖγὰρ τοσοῦτον ὁκόσον ἐθέλει καὶ ἐξαρκεῖ πᾶσι καὶ περιγίνεται ldquotutte le leggi uma-ne sono nutrite dallrsquounica divina (questa) puograve tutto ciograve che vuole e basta eavanza per tutterdquo461 (fr 114)

Nei testi appena ricordati si riscontra anche il movimento doppio dellaconversio e la caratteristica autopoietica Dopo aver stabilito attraverso unacopula sottintesa lrsquoequivalenza tra il θεός da una parte e la differenziazionedella realtagrave fenomenica dallrsquoaltra il fr 67 chiarisce tale rapporto grazie alla si-militudine con il fuoco che ldquocommisto agli incensi si trasforma come ltilfuocogt qualora sia commisto agli incensi prende nomi a seconda dellrsquoaromadi ciascunordquo In virtugrave di tale similitudine le considerazioni svolte circa il fr 67sv πῦρ valgono anche per θεός il dio pertanto egrave capace di trasformare se stes-so (ἀλλοιοῦται) ossia la propria unitagrave in molti auto-determinando la propriastruttura Per converso il fr 102 illustra la capacitagrave del dio (e lrsquoincapacitagraveumana) di superare lrsquoapparente distinzione tra le cose mentre per lui tutte lecose sono indistinte (e cioegrave belle buone e giuste) lrsquouomo invece le differenziae categorizza le une rispetto alle altre fino a giustapporle come antitetiche e areputarne alcune giuste altre ingiuste La circolaritagrave dei due moti della con-

460 Vi egrave ampio consenso sul fatto che le coppie di opposti indicano lrsquounitagrave del dio Fraumlnkel1955 p 238 ha giustamente osservato che le quattro coppie antitetiche sono soltantoesempi rappresentativi della realtagrave fenomenica in generale affermazione con la quale lacritica egrave oggi sostanzialmente drsquoaccordo cfr Kirk 31970 p 201 Kahn 1979 pp 278 smette in rilievo che il frammento parla dellrsquounitagrave di tutte le coppie antitetiche e in Diano-Serra 41993 p 141 si legge ldquo[hellip] che lrsquoopposizione sia il modo drsquoessere di tutte le cose egravesignificato dalla figura circolare del chiasmordquo (corsivo dellrsquoautore) riferendosi al chiasmodelle prime due coppie antitetiche

461 La traduzione proposta da Mourelatos 1965 p 265 egrave ldquo[hellip] for all human laws are underwardship to one the divine (law) for it rules as far as it wills and protects all (laws) and pre-vails over (them)rdquo Lo studioso intende i verbi τρέφονται κρατεῖ ἐξαρκεῖ e περιγίνεται allaluce degli usi omerici ed esiodei (cfr ivi pp 261 ss) ed in particolare τρέφομαι comeldquoessere sotto la tutela dirdquo ldquoessere protetto dardquo

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versio egrave riscontrabile nel fr 114 Qui la spinta disgiuntiva ossia orientatadallrsquouno ai molti (cfr fr 67) egrave testimoniata dal fatto che dallrsquounica legge divi-na deriva il profluvio delle leggi umane mentre quella congiuntiva orientatadai molti allrsquouno (cfr fr 102) egrave sancita nella prima parte del frammento dallaregola che ldquoper fare un discorso con senso bisogna riporre le proprie forze nelconsenso di tutte le coserdquo un imperativo di cui poi il paragone con la legge di-vina egrave esemplificativo

πόλεμος Riguardo a πόλεμος come anche riguardo a πῦρ si possono avanzaresoltanto delle ipotesi sul percheacute Eraclito lo reputi idoneo a rappresentare ilprincipio dellrsquoarticolazione In base al nostro senso comune la guerra si prestaindubbiamente ad esemplificare la forza di divisione ma non altrettanto puogravedirsi di quella di unione A questo proposito egrave forse drsquoaiuto rileggere con unosforzo di concretezza le scene belliche in Omero e riflettere su cosa significas-se una guerra combattuta nel mondo antico dapprima gli eserciti nemici sifronteggiano come i tipici opposti eraclitei ma presto le schiere si penetranolrsquoun lrsquoaltra e si confondono in una mischia indistinta gli avversari combattonocorpo a corpo sangue diverso si mescola per terra462 In Il XVIII 309 al diodella guerra egrave attribuito proprio lrsquoaggettivo ξυνός (ξυνὸς Ἐνυάλιος) A proposi-to della funzione che Eraclito attribuisce a πόλεμος alcuni interpreti hannosottolineato come la guerra nel mondo antico costituisca in effetti un ele-mento di aggregazione sociale ed un fattore importante nella nascita dei grup-pi socio-politici463

A prescindere da simili ipotesi il dato testuale egrave che πόλεμος egrave contrasse-gnato da Eraclito con lo stesso aggettivo riferito a λόγος (fr 2) ldquocomunerdquo

462 Considerazioni simili in Bremer 1996 p 85463 Cfr Bremer-Dilcher (in corso di pubblicazione) p 29 ldquoAusgangspunkt ist die Ambiva-

lenz des Krieges der sowohl differenzierend (B53) als auch zusammenfuumlhrend wirkt(B80) Krieg (πόλεμος) fuumlhrt zusammen und ist allen lsquogemeinsamrsquo (ξυνός) [hellip] So erschei-nen Krieg und Zwist nicht nur als Prozesse politischer Desintegration und sozialer Disso-ziation sondern als elementare Akte der Herstellung von Gemeinsamkeit [hellip] Die Polisist das Paradigma eines in sich differenzierten Ganzen das seine Struktur durch den Krieggewinntrdquo Cfr giagrave Gomperz 1887 p 21 ldquoder Krieg ist nicht wie der oberflaumlchliche Scheindies lehrt und das gemeine Vorurteil voraussetzt ein die Menschen spaltendes ihreGemeinschaft aufloumlsendes ein trennendes und zersetzendes Element der lsquoKoumlnig undVaterrsquo aller Dinge hat vielmehr auch die menschliche Gemeinschaft erst geschaffen sie derZucht unterworfen und die Segnungen geordneten Staatslebens und friedlichen Verkehrsuumlber weite Regionen der Erde verbreitetrdquo (cfr anche ivi pp 15ndash16)

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εἰδέναι δὲ χρὴ τὸν πόλεμον ἐόντα ξυνόν [hellip] ldquoma occorre sapere che la guerra egravecomune [hellip]rdquo (fr 80) La guerra egrave presentata come origo et fons di tutte le coseo di tutti gli uomini come dichiara lrsquoinizio del fr 53 πόλεμος πάντων μὲνπατήρ ἐστι πάντων δὲ βασιλεύς [hellip] ldquola guerra egrave padre di tutte le cose (o di tuttigli uomini) di tutte (tutti) egrave il re [hellip]rdquo Da questi due frammenti si compren-de anche la natura articolata di πόλεμος Nel fr 53 se lrsquoincipit chiarisce ilπόλεμος come matrice comune rispetto ai πάντα il seguito sostiene [πόλεμος]τοὺς μὲν θεοὺς ἔδειξε τοὺς δὲ ἀνθρώπους τοὺς μὲν δούλους ἐποίησε τοὺς δὲἐλευθέρους ldquo[la guerra] mostra gli uni come dei gli altri come uomini rendegli uni schiavi gli altri liberirdquo La reggenza della guerra sul mondo dunquenon si configura come condizione statica bensigrave come azione e precisamentecome azione che produce gli opposti fenomenici464 Come il fuoco del fr 31asi muta dapprima in mare e in seguito per metagrave in terra per metagrave in folgore(τὸ μὲν ἥμισυ [hellip] τὸ δὲ ἥμισυ [hellip]) similmente la guerra fende in due unrsquounitagraveoriginaria (τοὺς μέν [hellip] τοὺς δέ) producendo le due antitesi ldquodei vs uominirdquo eldquoschiavi vs liberirdquo Il chiasmo con cui sono incrociati i poli positivi e quelli ne-gativi delle due coppie antitetiche (dei uomini schiavi liberi) suggerisceprobabilmente la mera apparenza della loro contrarietagrave ed allude alla coinci-dentia oppositorum entro lrsquounitagrave del πόλεμος

Il fr 80 costituisce una valida descrizione del modello articolatorio Lascansione egrave analoga a quella del fr 53 dapprima ci si concentra sullrsquoaspettounitario ribadendo la validitagrave universale del πόλεμος (ldquobisogna sapere che laguerra egrave comune [ξυνός]rdquo) mentre in un secondo momento egrave posto in risaltolrsquoaspetto opposto e complementare quello della disgiunzione attraverso il ri-corso a due immagini della divisione insita nel processo articolatorio ([hellip] καὶδίκην ἔριν [hellip] ldquo[hellip] e che la giustizia egrave contesa [hellip]rdquo)465 Tuttavia egrave verosimileche qui a differenza del fr 53 Eraclito presenti anche una sintesi dei dueaspetti [hellip] καὶ γινόμενα πάντα κατrsquo ἔριν καὶ χρεών ldquo[hellip] e che tutte le cose ven-gono ad essere secondo contesa e necessitagraverdquo Infatti la generazione dei πάνταsembra essere ricondotta alla divisione rappresentata dal sintagma κατrsquo ἔρινed allrsquounione espressa in καὶ χρεών Le ragioni dellrsquoidentificazione della ldquocon-tesardquo con la forza di divisione risultano evidenti la ldquocontesardquo semina tra i con-

464 A questo proposito va notato che probabilmente il verbo δείκνυμι egrave qui usato come sino-nimo di ποιέω giaccheacute col doppio accusativo esso puograve significare appunto ldquorendererdquo Cfrle puntuali osservazioni di Marcovich 1978 p 104

465 Per lrsquoesame di δίκη ed ἔρις come immagini di divisione cfr cap 43 rispettivamente pp 129ss e p 135

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tendenti una discordia che li separa lrsquouno dallrsquoaltro la ldquoliterdquo li oppone ineso-rabilmente senza costituire quel potenziale fattore di aggregazione socialeche invece egrave stato scorto in πόλεμος Meno evidenti sono gli indizi circa κατὰχρεών come forza coesivo-unificante orientata cioegrave dai molti allrsquouno Tali in-dizi sono tre A livello formale accogliendo χρεών come riecheggiamentodellrsquouniversalitagrave di πόλεμος si ottiene di nuovo un chiasmo figura particolar-mente amata e funzionalizzata da Eraclito infatti il frammento nel suo com-plesso presenterebbe dapprima lrsquoaspetto unificante (πόλεμος ξυνός) poilrsquoaspetto dividente (δίκη καὶ ἔρις) ed infine coerentemente con questo qua-dro il divenire dei πάντα secondo divisione (ἔρις) e unitagrave (χρεών) dunque glielementi del chiasmo sarebbero lsquounitagrave divisione divisione unitagraversquo A livellolinguistico egrave ammissibile che χρεών sia in rapporto con il χρή iniziale del pe-riodo che difatti obbligava a conoscere appunto la natura ldquocomunerdquo delπόλεμος Infine non egrave da escludere una ripresa di Anaximand fr 1 [hellip] καὶ τὴνφθορὰν εἰς ταῦτα γίνεσθαι κατὰ τὸ χρεών [hellip] ldquo[hellip] e lrsquoestinzione viene a lorosecondo necessitagrave [hellip]rdquo466 Infatti Anassimandro ha appena descritto la pre-varicazione mediante la quale ldquole cose che sonordquo vengono ad essere rompen-do lrsquoequilibrio iniziale del non-delimitato lrsquoἄπειρον e spiega a questo puntocome per converso lrsquoestinzione di tali enti ripristina κατὰ τὸ χρεών lo statusquo ante Sembra dunque che lrsquoestinzione costringa gli enti ad un ritornoallrsquounitagrave ossia ad essere riassorbiti in seno allrsquoἄπειρον originario La ripresa daparte di Eraclito dellrsquoinsolita espressione (κατὰ) χρεών potrebbe alludere pro-prio a questo passaggio

Vi sono anche altre immagini dellrsquounitagrave articolata alle quali tuttavia Eraclitoricorre con minore assiduitagrave rispetto a quelle sopra considerate siccheacute il lororuolo appare di secondo piano Soprattutto per tali parole non egrave documenta-ta alcuna risemantizzazione in quanto nei frammenti a nostra disposizionenon si riscontrano contesti drsquouso difformi rispetto a quelli precedentementeattestati467

ἁρμονίη La parola occorre tre volte nel corpus fr 8 τὸ ἀντίξουν συμφέρον καὶ ἐκτῶν διαφερόντων καλλίστην ἁρμονίαν ldquoconvergendo ciograve che si contrappone edalle cose divergenti il piugrave bel collegamentordquo fr 51 οὐ ξυνιᾶσιν ὅκως

466 Sulle riprese di Anassimandro da parte di Eraclito cfr Broumlcker 1968467 Ma non egrave da escludere che tale impressione sia dovuta allo stato frammentario dei testi a

disposizione

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διαφερόμενον ἑωυτῶι ὁμολογέειmiddot παλίντονος ἁρμονίη ὅκωσπερ τόξου καὶ λύρηςldquonon comprendono come quanto diverge concorda con se stesso collegamen-to di opposta tensione come (quello) dellrsquoarco e della lirardquo (su παλίντονος cfrp 123) e fr 54 ἁρμονίη ἀφανὴς φανερῆς κρείττων ldquoil collegamento inevidenteegrave piugrave forte di quello evidenterdquo

In nessuno dei tre casi vi egrave ragione di dubitare del fatto che il significatodella parola sia quello di ldquo(elemento di) collegamentordquo ldquo(elemento di) con-nessionerdquo (cfr Chantraine sv ldquochevillerdquo ldquojointrdquo) in continuitagrave con la se-mantica della radice ἁρ-468 Il significato originario non egrave dunque musicalema ha a che fare con lrsquoattivitagrave artigianale e piugrave in particolare con la τέχνη dellacarpenteria in Omero ἁρμονία designa lrsquoelemento di collegamento struttu-rale tra le travi di unrsquoimbarcazione469 Egrave ancora in questo senso che Eraclitoimpiega ἁρμονίη come immagine di congiunzione dei πάντα una funzionequesta di certo meno plausibile in base al successivo significato musicale

Secondo Kirk nei frr 8 e 51 ἁρμονίη non vale ldquoelemento di collegamentordquoma deve giagrave aver assunto la sua prima accezione musicale quella di ldquoscalardquo Ilmotivo egrave che nel primo frammento ἁρμονίη egrave accompagnata dallrsquoaggettivoκάλλιστος considerato dallo studioso come una caratterizzazione squisita-mente estetica nel secondo dal sostantivo λύρη ossia uno strumento musica-le470 In realtagrave non sono reperibili attestazioni preclassiche della parola in ac-cezione indubbiamente musicale le prime accezioni semi-tecniche si trovanosolo allrsquoepoca di Pindaro471 Il fr 51 egrave lrsquounico in cui ἁρμονίη occorre insieme aduna parola dellrsquoarea semantica musicale la lira Ma poicheacute con la lira compa-re anche lrsquoarco lrsquoaccezione musicale di ἁρμονίη puograve essere ragionevolmentemessa in dubbio472 Bisogna credere piuttosto che lrsquoanalogia tra i due manu-

468 Sugli esiti di questa radice ad esempio nei verbi ἀραρίσκω ἁρμόζω ἁρμόττω etc cfrStokes 1971 pp 95 ss Laspia 1997 pp 15ndash20

469 Hom Il V 60 s Od V 248 e 361 (da questa accezione deriva anche quella assunta daἁρμονία in Il XXII 255 ldquopattordquo ldquoaccordordquo cfr inoltre Hdt II 962 Ar Eq 533)

470 Qui di seguito le motivazioni di Kirk 31970 Per il fr 8 ldquo[hellip] The use of καλλίστην can onlybe described as decorative [hellip] In any case the epithet is unsuitable as a description of aἁρμονία unless this word bears its musical sense for Heraclitus it could only mean lsquoscalersquoand one could not say that lsquothe fairest scale is formed out of different notesrsquordquo (ivi p 220)Per il fr 51 ldquoYet in spite of the mention of the lyre in this fragment it is out of the questionthat ἁρμονίη should have its special musical application hererdquo (ivi p 208) Lrsquoaccezione dildquoaccordo musicalerdquo egrave sicuramente piugrave tarda cfr ibidem (ma lrsquoosservazione egrave giagrave in DK rife-rita ad Heraclit fr 8)

471 Pi fr 140b S (v 2) ed eventualmente P VIII 68 cfr anche Pratin fr 6 (Snell Kannicht)

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fatti della lira e dellrsquoarco si fondi sulla loro struttura materiale che egrave in effettiparagonabile entrambi sono costruiti congiungendo due bracci detti inambo i casi πήχεις per mezzo di un ldquoelemento di collegamentordquo (quello dellalira si chiama ζυγόν) e in seguito fissando alle estremitagrave della stuttura ottenu-ta una ovvero piugrave corde che rimangano cosigrave in tensione473 Se il paragone pog-gia dunque sulla struttura materiale ἁρμονίη vale appunto come lrsquoldquo(elementodi) collegamentordquo con il quale entrambi i manufatti sono realizzati In defini-tiva il significato tradizionale presenta innegabili vantaggi rispetto a quellomusicale esso egrave meglio documentabile sul piano storico-linguistico giustificalrsquoaccostamento dellrsquoarco e della lira ed infine egrave piugrave coerente con un aggettivoquale ἀφανής ldquoinevidenterdquo (fr 54) che nega espressamente qualunque sferapercettiva474

Il riconoscimento di ἁρμονίη come immagine di unitagrave articolata non egrave sug-gerito solo dal significato-base della parola come ldquo(elemento di) collegamen-tordquo che implica lrsquounione di elementi altrimenti indipendenti ma anche dalsenso dei frammenti eraclitei specie 8 e 51 che rappresentano con chiarezzale due forze di segno opposto e contrario tipiche dellrsquoarticolazione475 La co-struzione formale del fr 8 abbina in due coppie antitetiche (ἀντίξους συμφέρω e διαφέρω ἁρμονίη)476 la spinta alla disgiunzione e quella alla con-giunzione come si egrave giagrave evidenziato nel cap 41 (p 106) marcando il testocon i segni + e ndash La complementaritagrave dei due moti egrave sottolineata dal chiasmoche le stringe infatti i due elementi centrali συμφέρω e διαφέρω pur apparte-nendo a due distinte coppie antitetiche sono abbinati per via della loro mor-fologia e del conseguente richiamo fonico (cfr fr 10 συμφερόμενον διαφερόμενον) Dunque ad un diverso livello di lettura si rivela una terza cop-

472 Kahn 1979 p 196 s propone unrsquoaccezione contemporaneamente musicale per la lira edartigianale per lrsquoarco tuttavia neanche questa (antieconomica) interpretazione apparenecessaria

473 Sul paragone strutturale dellrsquoarco e della lira cfr anche McIntosh Snyder 1984 Colli1975 e Bremer 1996 p 88 hanno sottolineato che arco e lira sono entrambi oggetti diApollo dio della musica e della guerra

474 Secondo Stokes 1971 p 98 va ricondotto alla ἁρμονίη intesa come ldquo(elemento di) colle-gamentordquo anche il verbo ἅπτομαι usato in Heraclit fr 26 per esprimere appunto il ldquocon-tattordquo tra i due opposti della vita e della morte

475 Tuttavia nemmeno il fr 54 risulta estraneo a tale concezione poicheacute ribadisce che lrsquoespe-rienza da sola non egrave sufficiente a riconoscere lrsquounitagrave latente delle cose

476 Sul valore del verbo ξέω ldquolevigarerdquo ldquoesercitare frizionerdquo cfr Heidegger 1993 p 96 ldquomuo-versi avanti e indietro andando in senso contrariordquo

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pia di opposti che attraversa la struttura chiasmatica come un (pur antiteti-co) trait drsquounion Anche nel fr 51 i due verbi di segno + indicanti unione(ξυνίημι ὁμολογεῖν477) sono alternati dal verbo di segno ndash indicante divisione(διαφέρω) La coalescenza delle due forze dellrsquoarticolazione egrave riassunta nellrsquoat-tributo di ἁρμονίη παλίντονος478

Per la teoria della conoscenza eraclitea che insiste sulla necessitagrave di ricono-scere lrsquoinvisibile unitagrave del reale479 lrsquoἁρμονίη come ldquocollegamentordquo svolge unruolo fondamentale ldquoil collegamento inevidente egrave piugrave forte dellrsquoevidenterdquo(fr 54) Eraclito mette frequentemente in guardia contro il pericolo di nonriconoscere lrsquounitagrave dei distinti siano anche tra loro opposti Spesso a fuorvia-re sono proprio i nomi che gli uomini attribuiscono alle cose Ad esempio nelcerchio (fr 103) ciograve che viene comunemente chiamato lsquoprincipiorsquo e lsquotermi-nersquo della circonferenza in realtagrave coincide Similmente la via in su e in giugrave op-pure di andata e di ritorno480 egrave ldquouna e la stessardquo (fr 60) Sia il fr 103 che il fr60 indicano che a non riconoscere lrsquounitagrave ossia a tenere distinti il principioed il termine della circonferenza oppure la salita e la discesa ci si comportacome Esiodo che considera alcuni giorni fasti ed altri nefasti dimenticandoche ldquola natura di ogni giorno egrave unardquo (fr 106) o ancora come gli uomini checonsiderano alcune cose giuste ed altre ingiuste laddove ldquoper il dio tutte lecose sono belle e giusterdquo (fr 102)

477 Circa il fr 51 egrave doveroso ricordare che vi egrave disaccordo circa la lectio corretta Il verboὁμολογέει riportato da Ippolito egrave accolto da DK e Kahn 1979 p 195 Esso egrave tuttaviaemendato da altri interpreti con συμφέρεται (ovvero ξυμφέρεται) sulla scorta di Pl Sph242e Smp 187a cfr Kirk 31970 pp 205 s Marcovich 1978 pp 85 s e Diano-Serra41993 p 127 Questrsquoultimo osserva (ibidem) ldquoanche se si preferisse ὁμολογέει nulla cam-bierebbe per il significato del frammentordquo e ciograve vale anche per lrsquointerpretazione del fram-mento qui proposta

478 Alcuni editori tra cui DK optano per παλίντροπος composto da τρέπω (secondo HippolHaer IX 92 Plu de tranq an 473f [tutti i codd tranne D] de an procr in Tim 1026b)altri appunto per παλίντονος dunque un composto da τείνω (secondo Plu de Iside et Osi-ride 369b de tranq an 473f [cod D] Porph Antr 29) A favore di παλίντονος depone ilfatto che questo egrave un epiteto tradizionale di τόξον (cfr Marcovich 1978 p 86 LSJ sv) Aldi lagrave delle difficoltagrave filologiche e a livello puramente semantico entrambi gli aggettivi sug-geriscono la perfetta per cosigrave dire ldquopalindromicardquo complementaritagrave tra le due forze equi-valenti quella di disgregazione e quella di integrazione

479 Cfr cap 62480 ἄνω κάτω allrsquoepoca di Eraclito puograve voler dire appunto tanto ldquoin su ed in giugraverdquo quanto ldquodi

andata e di ritornordquo entrambi i sensi richiamano lrsquoattributo di ἁρμονίη παλίντονος

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νόμος In un articolo apposito Mourelatos ha sostenuto che nel fr 114 νόμοςsia una metafora per il λόγος ξυνός481 Nel frammento νόμος ha due occorrenzeNella prima esso egrave adottato come esempio dellrsquoidea di ξυνός ([hellip] ἰσχυρίζεσθαιχρὴ τῶι ξυνῶι πάντων ὅκωσπερ νόμωι πόλις [hellip]) che egrave giagrave attributo di λόγος nelfr 2 Nella seconda occorrenza si fa ricorso a νόμος per illustrare il rapportouno-tutti vigente tra lrsquounica legge divina e tutte le leggi umane che da essa de-rivano ([hellip] τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείου [hellip])νόμος egrave messo in relazione al rapporto ἕν-πάντα anche nel fr 33 (νόμος καὶβουλῆι πείθεσθαι ἑνός) che insegna appunto come la volontagrave di un singolo inqualitagrave di legge debba valere per tutti Circa il fr 44 (μάχεσθαι χρὴ τὸν δῆμονὑπὲρ τοῦ νόμου ὅκωσπερ τείχεος) Hammer osserva come il paragone con lemura cittadine indichi nel νόμος ldquolrsquounitagrave e la coesione interna sulle quali pog-gia la πόλιςrdquo482 inoltre sulla scorta della sua analisi del fr 114 lo studioso in-siste sul concetto di unitagrave (ξυνός) che egrave alla base del paragone eracliteo traνόμος νόος e λόγος483 Se da un lato lrsquoaspetto unitario del νόμος ampiamente ri-levato dagli interpreti egrave ben documentato dai frammenti dallrsquoaltro non egrave daescludere che lrsquoaltro aspetto necessario dellrsquounitagrave articolata ossia lrsquoistanza se-paratrice riposi sul significato primario di νόμος come ldquociograve che compete a cia-scunordquo conformemente al verbo νέμειν ldquodistribuirerdquo ldquospartirerdquoldquoparcellizzarerdquo Se il νόμος eracliteo egrave effettivamente memore di questo signi-ficato originario allora si egrave di fronte a un nuovo sodalizio tra la forza congiun-tiva e quella disgiuntiva corrispondenti alla conversio dellrsquounitagrave articolata

σύναψις La parola conta unrsquounica occorrenza quella del fr 10 συνάψιες ὅλακαὶ οὐχ ὅλα συμφερόμενον διαφερόμενον συνᾶιδον διᾶιδον καὶ ἐκ πάντων ἓν καὶἐξ ἑνὸς πάντα484 Il suo significato letterale egrave quello di un nomen actionis dun-que ldquoazione del mettere insiemerdquo Snell traduce συλλάψιες (= DK συνάψιες)come Zusammenfassung ma nel senso di un nomen rei actae485 Il frammento

481 Mourelatos 1965 p 259 p 266482 Hammer 1991 p 102483 Ivi pp 108 ss p 116 484 Il dibattito filologico circa συνάψιες contempla due differenti lectiones Una egrave appunto

συνάψιες composto di ἅπτω (come intendono DK) lrsquoaltra egrave συλλάψιες (att σύλληψις)composto di λαμβάνω (come suggerisce Snell 1989 pp 59ndash64 seguito da Kirk 31970 pp167ndash179 Marcovich 1978 pp 69ndash75 Kahn 1979 p 281 ss) Poicheacute entrambe le lectio-nes sono ammissibili come immagini di unione in questo contesto e per lrsquointerpretazionegenerale del frammento che qui viene proposta non egrave rilevante che si prenda posizione afavore dellrsquouna o dellrsquoaltra lectio

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42 Immagini dellrsquounitagrave articolata unionehellip 125

risulta fondamentale per la comprensione dellrsquounitagrave articolata Le tre coppieantitetiche che seguono συνάψιες non sono generici esempi di unitagrave degli op-posti come invece egrave ad esempio nei frr 67 e 88 su questo punto la critica egrave pra-ticamente unanime486 Nella prospettiva del modello articolatorio tali coppieesprimono le due forze costituenti dellrsquoarticolazione da un lato quella di in-tegrazione (ὅλα συμφερόμενον συνᾶιδον) dallrsquoaltro quella di disgregazione(οὐχ ὅλα διαφερόμενον διᾶιδον) ciascun membro della coppia egrave di segno ugua-le e contrario rispetto allrsquoaltro i due moti si completano a vicenda nel processodellrsquoarticolazione (qui espresso da σύναψις)

Il fr 10 offre varie possibilitagrave di traduzione determinate dalle differentipossibilitagrave di intendere a) la funzione logica e b) lrsquoesatto significato della pa-rola drsquoincipit συνάψιες La funzione logica (punto a) puograve essere sia di soggettosia di predicato ma a partire da Snell i principali interpreti di Eraclito hannointeso συνάψιες come soggetto e dunque le successive voci (sostantivate)come nomi del predicato487 Questa soluzione egrave in effetti la piugrave plausibile Latraduzione che risulta dalla fortunata interpretazione di Snell egrave dunqueldquoσυνάψιες (sono) interi e non interi convergente divergente consonante dis-sonante e da tutte le cose una e da una tutte le coserdquo Nondimeno egrave possibileanche una terza soluzione sintattica secondo la quale συνάψιες non assolveuna funzione stricto sensu grammaticale ma funge piuttosto da voce intro-duttiva (ldquothe topic upon which the following pairs will commentrdquo488) seguitadalla relativa esemplificazione489 secondo una costruzione ellittica non infre-quente in Eraclito si pensi ai frr 31 πυρὸς τροπαί [hellip] e 67 ὁ θεός [hellip] Quan-to al significato di συνάψιες (punto b) esso puograve essere inteso non solo letteral-mente come nomen actionis ossia ldquoazioni del mettere insiemerdquo490 ma anchecome mostrato da Snell come nomen rei actae ossia ldquocose messe insiemerdquo491

485 Snell 1989 pp 63 s Occorre tuttavia sottolineare che prima di Aristotele lrsquounico signi-ficato attestato per la parola egrave quello di ldquocatturardquo (cfr Heraclit frr 28 66 καταλήψεται)pertanto la traduzione di Snell non si basa su evidenze storico-linguistiche inoppugnabili

486 Fa eccezione Marcovich 1978 p 72487 Sulla questione cfr Snell 1989 p 62 ldquo [Diels] intende lsquoconnessionirsquo come predicato e le

coppie di opposti come soggetto Ma in questo senso egrave impossibile che συμφερόμενονδιαφερόμενον venga definito come σύναψις poicheacute secondo lrsquoopinione di Eraclito il con-corde e il discorde non si lsquoconnettonorsquo bensigrave il discorde si connette in modo che sorga ilconcorde fr 8 [hellip] fr 51rdquo

488 Kahn 1979 p 281489 Come sostiene ad esempio Marcovich 1978 p 72

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126 4 Il cosmo come unitagrave articolata

Un ulteriore punto da considerare egrave il primo καί (ὅλα καὶ οὐχ ὅλα) il cui valorepotrebbe essere enfatico un fatto tuttavia trascurato dalla critica492

Il senso complessivo del frammento egrave che in base alle συνάψιες συλλάψιεςi non interi si completano quanto egrave sparso si assembla quanto egrave discorde siarmonizza493 Coerentemente con il significato della parola che egrave appunto ri-spettivamente quello di ldquoannodarerdquo (συνάπτω) o ldquoriunirerdquo (συλλαμβάνω) leσυνάψιες συλλάψιες sono atte a rappresentare lrsquounitagrave articolata entro la qua-le un collegamento latente percorre i distinti fenomenici Le due forze com-presenti della conversio sono testimoniate dai primi e dai secondi termini diciascuna coppia ὅλα συμφερόμενον συνᾶιδον per la congiunzione e οὐχ ὅλαδιαφερόμενον διᾶιδον per la disgiunzione presentate nella loro coalescenza

κεραυνός (fr 64) γνώμη (fr 41) πληγή (fr 11) Tutte e tre le immagini svol-gono un ruolo attivo e coordinante rispetto alla totalitagrave dei distinti fenome-nici dirigendoli e pilotandoli La loro azione sui πάντα egrave descrittarispettivamente con i verbi οἰακίζει ἐκυβέρνησε494 νέμεται Data la scarsezza

490 Cosigrave ad esempio Kahn 1979 ldquograspingsrdquo Ma ivi p 282 lo studioso sottolinea giusta-mente che una scelta esclusiva tra lrsquouno e lrsquoaltro significato non egrave necessaria cfr la parafrasidel frammento ivi p 286 ldquoGraspings that is to say groups holding together apprehensionsbringing things togetherrdquo (corsivo dellrsquoautore)

491 Ad esempio Kirk 31970 ldquothings taken togetherrdquo (cfr ivi p 173) Hammer 1991 p 178 492 La congiunzione egrave stata intesa in genere come copulativa Egrave tuttavia possibile anche un

valore copulativo-avversativo ldquoeppurerdquo (cfr Denniston sup21954 p 292 punto 9 ldquoand yetrdquo)o intensivo-enfatico ossia paragonabile a δή ldquopropriordquo ldquoinverordquo ldquoeffettivamenterdquo (cfr ivip 317) Infatti καί egrave usato qui per congiungere un termine e la sua negazione (ldquoxrdquo ndash ldquononxrdquo) secondo un uso atipico e complesso dal punto di vista logico il che autorizza ad ipo-tizzare un valore differente da quelli convenzionali e per cosigrave dire piugrave marcato In base aquesta interpretazione la congiunzione non si limita ad accostare ὅλα ed οὐχ ὅλα ma sot-tolinea con enfasi tale abbinamento A consolidare lrsquoipotesi egrave il fatto che le successive cop-pie di contrari sono congiunte per asindeto in questi casi lrsquoantitesi egrave sempre fra due terminipositivi risultando dunque meno paradossale di quella della coppia ldquoxrdquo ndash ldquonon xrdquo Stilisti-camente congiungere i due poli ldquointerirdquo ndash ldquonon interirdquo con una ldquoerdquo rappresenta una solu-zione meno incisiva che con un ldquoeppurerdquo (valore copulativo-avversativo) o con unldquoappuntordquo ldquoeffettivamenterdquo (valore intensivo-enfatico) tale soluzione rischia di banaliz-zare il senso del frammento Non paragonabile egrave il valore di καί nel fr 49a dove i terminidi entrambe le coppie antitetiche sono congiunti attraverso la correlazione τε καί(ἐμβαίνομέν τε καὶ οὐκ ἐμβαίνομεν εἶμέν τε καὶ οὐκ εἶμεν)

493 Cfr Stokes 1971 pp 100 ss494 Per la metafora del timoniere come guida della cittagrave nella lirica e come guida del cosmo

nella filosofia cfr Kahn 1979 p 272

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delle attestazioni di queste parole entro il corpus eracliteo495 intenderle comeimmagini di unitagrave articolata non egrave piugrave che unrsquoipotesi legittimata tuttavia dalsenso dei frammenti infatti i πάντα presenti in tutti e tre i casi sono ricon-dotti alle immagini in questione come a dei principi-guida organizzativi uni-versalmente validi Il farsi molti dellrsquounitagrave ossia il moto ldquocentrifugordquo dellaconversio emerge in particolare dal fr 41 in cui lrsquoespressione πάντα διὰ πάντωνsuggerisce che il governo della γνώμη si esercita attraverso la dispersione dellrsquoἕνnella pluralitagrave fenomenica Oltre che dal senso dei frammenti lrsquoipotesi diκεραυνός γνώμη e πληγή come immagini di unitagrave articolate egrave suffragata anchedai legami che queste immagini intrattengono con altre In particolare il ful-mine puograve essere verosimilmente inteso come manifestazione oppure pars prototo del fuoco496 lrsquointelligenza come sinonimica del σοφόν497

Infine va specificato che non sussiste alcuna necessitagrave di intendere il fulmi-ne come personificato come invece spesso avviene498 Il fatto che esso sia ca-pace di unrsquoazione intelligente come il dirigere non comporta in alcun modo lasua personificazione almeno a patto di non voler personificare appunto an-che la sferza e lrsquointelligenza oppure per fare soltanto un esempio esterno alcorpus eracliteo lrsquoaria di Diogene di Apollonia che egrave dotata di νόησις (fr 51)

495 κεραυνός e πληγή contano infatti una sola occorrenza in Eraclito γνώμη occorre anche nelfr 78 ma al plurale ed in unrsquoaccezione apparentemente diversa

496 Di questo avviso sono Kahn 1979 p 271 Marcovich 1978 p 297 Diano-Serra 41993p 117 (ldquometonimia per il fuocordquo) Kirk 31970 pp 356 s Lrsquoobiezione di Gigon citata daKirk ossia che il fulmine ed il fuoco non possano essere per Eraclito la stessa cosa percheacuteldquoil cosmo egrave fuoco non egrave diretto dal fuocordquo viene a cadere in base allrsquointerpretazione delcosmo come unitagrave articolata e dunque autopoietica infatti lrsquounitagrave non egrave da intendere solocome sostrato materiale inerte dellrsquouniverso ma al contempo come materia e forza cheimprime da seacute la propria organizzazione nelle cose

497 Per lrsquoaccezione unificante della conoscenza espressa da σοφίη e σοφός cfr cap 62 p 240498 Kirk 31970 p 354 riporta le testimonianze epigrafiche e letterarie dellrsquouso di κεραυνός in

vece del nome proprio Zeus ma ne conclude che tale uso egrave affermato soltanto in etagrave elle-nistica e ritiene ad ogni modo che nel frammento in questione κεραυνός vada scritto conlrsquoiniziale minuscola Il fulmine egrave inteso come personificato tra gli altri da Diano-Serra41993 (trad ldquoFulminerdquo) e Marcovich 1978 p 280 Questrsquoultimo annovera quante a suoavviso vanno considerate come personificazioni in Eraclito ldquoQui il fulmine conforme-mente alle credenze arcaiche sembra personificato cosigrave anche probabilmente τὸ μὴ δῦνόνποτε fr 81 (16) τὸ πῦρ fr 82 (66) σοφόν fr 83 (108) ἕν τὸ σοφὸν μοῦνον fr 84 (32)γνώμη fr 85 (41) Cfr anche Logos fr 26 (50) Polemos fr 29 (53) εἷς νόμος fr 23 (114)rdquocfr ivi p 15 Ma non si vede percheacute la personificazione dei suddetti lessemi debba essereconsiderata necessaria o almeno preferibile

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128 4 Il cosmo come unitagrave articolata

χρυσός La similitudine del fuoco con lrsquooro (fr 90) ed il valore di χρυσός comeimmagine dellrsquounitagrave articolata sono giagrave stati considerati sv πῦρ (pp 110 s)

κυκεών Come composto anche il ciceone (fr 125) puograve rappresentare il fun-zionamento dellrsquounitagrave articolata Si tratta infatti di una bevanda ottenuta dal-la miscela di vari ingredienti (vino o acqua miele o latte in piugrave farina drsquoorzoformaggio aromi)499

Se non mescolata (ltμὴgt κινούμενος) ossia se viene meno la forza che amal-gama i vari ingredienti la soluzione va naturalmente soggetta a decantazione(διίσταται) per cui le componenti solide sedimentano e si separano da quelleliquide il risultato egrave una de-composizione della bevanda In questo contestoi verbi κινέω e διίστημι sono compatibili rispettivamente con la forza unifi-cante e con quella disgregante della conversio Per Eraclito ed il suo pubblicolrsquoimmagine del ciceone similmente a quelle dellrsquoarco e della lira attinge con-cretamente allrsquoesperienza quotidiana ora sottratta alla banalitagrave dellrsquohic etnunc fenomenico e resa portavoce di principi cosmici che sono attivi a qua-lunque livello della realtagrave

43 hellip e divisione

Come osservato nel cap 41 a rappresentare in Eraclito la pluralitagrave dei distintifenomenici che affollano il mondo sono in primo luogo le voci di πᾶς πᾶσαπᾶν500 Esse esprimono tutta la moltitudine di enti e fenomeni tra loro appa-rentemente diversi e perfino opposti che sono prodotti dalla forza di divisio-ne altrettanto costitutiva dellrsquounitagrave articolata come quella di coesione Aquesto punto si procede a considerare le immagini appartenenti alla rete di si-gnificazione che nel suo complesso veicola il contenuto della separazione

Trattandosi anche in questo caso dellrsquoesame di una rete di significazionelrsquoanalisi seguente mostreragrave parecchie affinitagrave con quella condotta nel capitoloprecedente In primo luogo anche entro la rete di significazione veicolante ilcontenuto della divisione lrsquoaffinitagrave tra le immagini interessate egrave sottolineatada Eraclito grazie ad espedienti linguistici e stilistici Ad esempio nel fr 25 il

499 Cfr Hom Il XI 638ndash641 Od X 234ndash235 500 Si egrave giagrave osservato (cfr cap 23 pp 53 s) che numerose occorrenze eraclitee di πᾶς πᾶσα

πᾶν nei casi genitivo e dativo ed in numero plurale possono essere intese tanto come neu-tro ldquotutte le coserdquo quanto come maschile ldquotutti gli uominirdquo

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43 hellip e divisione 129

gioco assonante ed etimologizzante tra μόρος e μοῖρα entrambi derivanti dalverbo μείρομαι (ldquoavere in parterdquo ldquoavere in sorterdquo) egrave in primo luogo un gioco dianalogie nel fr 80 viene stabilita una pura equivalenza tra le due immagini didivisione δίκη ed ἔρις (καὶ δίκην ἔριν) nel fr 94 si rileva un collegamento espli-cito tra μέτρα e Δίκη etc Per questa ragione trattare ciascuna immagine indi-pendentemente dalle altre non risulta sempre possibile lo stesso egrave valso nelcap 42 a causa dei legami esistenti tra κόσμος e πῦρ (fr 30) tra πῦρ e χρυσός(fr 90) etc Infine anche nellrsquoesame di questa rete di significazione vengonoincluse parole scarsamente attestate nel corpus e di cui pertanto non si puograve ac-certare la risemantizzazione ma che ciononostante evidenziano tratti seman-tici pertinenti

δίκη Stando al concetto moderno di lsquogiustiziarsquo nulla invita a scorgere in δίκηun criterio di separazione Ma la δίκη di Eraclito si iscrive entro la concezionereligiosa tradizionale di giustizia concezione alla quale sono intrinseche ap-punto le idee di discrimen e limes501 Ciograve egrave suggerito anche dalla probabile eti-mologia di δίκη da δείκνυμι502 ldquoindicarerdquo ldquomostrarerdquo secondo la quale lagiustizia egrave ldquothe direction indicated by the majorityrdquo503 e puograve essere efficace-mente descritta attraverso la ricorrente metafora spaziale della ldquoretta viardquo504In modo pertinente Cornford ha evidenziato come la giustizia nel pensierogreco arcaico non sia altro che lrsquoosservanza del confine505 E in effetti ldquoin anundifferentiated world there would be no such thing as a proper behavingFor Heraclitus things in the world happen according to a definite plan to arule or measure this is Dikerdquo506

501 Specificamente sulla concezione eraclitea di δίκη come ldquolimiterdquo cfr Battegazzore 1979Jellamo 2005 pp 11 s (cfr anche Calabi 1983 p 154) che a volte tuttavia concedonotroppo spazio allrsquoimmaginazione Fondamentali restano Cornford 2002 pp 49ndash86 perlrsquoaspetto religioso e Havelock 1983 (Dike) specie pp 224ndash225 250 s per lrsquoaspetto piugravepropriamente normativo-giuridico di δίκη

502 Questa ultima voce egrave imparentata con la radice sanscrita diacuteccedil- ldquoindicazionerdquo ldquodirezionerdquo503 Kirk 31970 p 241504 Questo egrave anche il senso dellrsquoebraico halakhah (dal verbo ldquoandarerdquo) che egrave appunto la via da

seguire sotto il cui nome nel Talmud sono comprese le prescrizioni legali Anche perlrsquoantica cultura ebraica dunque le idee etiche di lsquogiustiziarsquo e di lsquolegalitagraversquo sono strettamentelegate a quelle spaziali di lsquodiritturarsquo e di lsquorettitudinersquo

505 Ma proprio in Eraclito Cornford 2002 pp 226ndash227 scorge piuttosto inspiegabilmenteunrsquoeccezione rispetto al quadro da lui stesso tracciato per la concezione della giustizia nellafilosofia greca arcaica

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130 4 Il cosmo come unitagrave articolata

Anche in questo caso il riferimento allrsquoetimologia e soprattutto alla storiadellrsquouso della parola non persegue fini eruditi ma serve ad accostarsi allrsquoacce-zione eraclitea dato che spesso Eraclito si mostra cosciente del senso piugrave ori-ginario delle parole e lo sfrutta ai propri scopi507 In Omero δίκη significaunrsquoabitudine un ordine consolidato che ha valore orientativo ma non anco-ra prescrittivo Egrave a partire da questa idea di lsquovia da seguirersquo che si stabilizzanoin seguito accezioni normative di δίκη come ldquonormardquo ldquoleggerdquo e dunquecome conseguenza della loro trasgressione anche ldquogiudiziordquo e ldquopunizionerdquo508Ma ortodossia ed eterodossia esistono solo in virtugrave di una immaginaria lineadivisoria tracciata attraverso un campo originariamente neutro o indifferen-ziato Egrave opportuno documentare di seguito tale concezione di giustizia sullascorta dei testi letterari

Sin da Omero δίκη egrave costantemente posta in relazione oppositiva conὕβρις509 se ὕβρις egrave lrsquooltraggio il superamento del limite δίκη invece egrave la giustamisura il restare entro il limite Egrave per questo che lrsquoidea di limite egrave insita ed in-dispensabile per il concetto di giustizia arcaica tanto che un verbo tecnico diviolazione della giustizia egrave παρεκβαίνω ldquooltrepassarerdquo ldquotrascendererdquo ldquovalica-rerdquo510 Parlando di ldquogiustiziardquo ovvero della sua violazione Esiodo insiste ri-spettivamente sulle idee di ldquodirittordquo e ldquostortordquo e ribadisce con costanza lrsquoop-posizione δίκη vs ὕβρις ldquoPerse ascolta δίκη e non alimentare ὕβρις infattiὕβρις egrave dannosa per lrsquouomo debole ma nemmeno quello grande la puograve sop-portare facilmente anzi egli stesso per opera di quella rimane oppresso e vaincontro alle sventure Migliore egrave lrsquoaltra strada verso le cose giuste (τὰδίκαια) infatti δίκη vince ὕβριςrdquo511 La stessa antitesi egrave cara anche al legislatoreSolone con il quale si mostra in piena evidenza lrsquoaccezione di giustizia come

506 Kahn 1979 p 129 Lrsquoautore osserva piugrave in generale che ldquoa consideration of the Presocraticoccurrences [hellip] shows that these did not diverge from the general pattern [hellip] there is noinstance where the word means abstract justice it is only opposed to ἀδικία where the lat-ter word means lsquowrongdoingrsquo in a concrete senserdquo (ivi p 128)

507 Cfr Held 1970 p 175508 Cfr Kirk 31970 pp 127 s509 In Omero lrsquoopposizione δίκη vs ὕβρις egrave tipica cfr Od VI 119ndash120 (= XIII 200ndash201) ὤ

μοι ἐγώ τέων αὖτε βροτῶν ἐς γαῖαν ἱκάνω ἦ ῥrsquo οἵ γrsquo ὑβρισταί τε καὶ ἄγριοι οὐδὲ δίκαιοι [hellip]ldquoAhimegrave alla terra di quali uomini sono ancora arrivato Saranno essi autori di ὕβρις sel-vaggi e senza δίκη [hellip]rdquo cfr IX 174ndash175 ἐλθὼν τῶνδrsquo ἀνδρῶν πειρήσομαι οἵ τινές εἰσιν ἤ ῥrsquoοἵ γrsquo ὑβρισταί τε καὶ ἄγριοι οὐδὲ δίκαιοι [hellip] ldquoandrograve a sincerarmi di quegli uomini quali maisono saranno essi autori di ὕβρις selvaggi e senza δίκη [hellip]rdquo

510 Sin da Esiodo cfr Op 225 s παρεκβαίνουσι δικαίου

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43 hellip e divisione 131

appropriato o corretto discrimen ovvero come rispetto della giusta misurache non degenera nellrsquoeccedenza512 LrsquoEunomia egrave da lui descritta come il prin-cipio che riconduce gli eccessi entro limiti convenienti e ldquoraddrizza le δίκαι di-storterdquo513 Altrove lrsquoattivitagrave politica di Solone stesso a guida della πόλις egrave spie-gata come attivitagrave del dirimere la delimitazione ed il contenimento dei cam-pi drsquoazione delle fazioni in lotta deve impedire che si verifichi un soprusodellrsquouna sullrsquoaltra ossia che abbia luogo uno sconfinamento ldquoMi sollevaistringendo il forte scudo su entrambe [le parti contendenti] non permisi cheuna prevalesse sullrsquoaltra ingiustamente (ἀδίκως)rdquo514 Ancora quando si trattadi dirimere una lite dispensando ldquogiustiziardquo (δικάζω δίκη) Teognide fa ricor-so alle metafore del filo a piombo e della squadra strumenti che servonoallrsquoartigiano per tracciare linee ed angoli diritti515

Tale concezione di giustizia non si riscontra soltanto sul piano etico-poli-tico ossia dellrsquoagire umano ma anche su quello medico-anatomico e fisico-

511 Hes Op 212ndash216 (Ὦ Πέρση σὺ δrsquo ἄκουε δίκης μηδrsquo ὕβριν ὄφελλεmiddot ὕβρις γάρ τε κακὴ δειλῶιβροτῶι οὐδὲ μὲν ἐσθλὸς ῥηιδίως φερέμεν δύναται βαρύθει δέ θrsquo ὑπrsquo αὐτῆς ἐγκύρσας ἀάτηισινmiddotὁδὸς δrsquo ἑτέρηφι παρελθεῖν κρείσσων ἐς τὰ δίκαιαmiddot δίκη δrsquo ὑπὲρ ὕβριος ἴσχει [hellip]) Cfr anche Op237 s οἷς δrsquo ὕβρις τε μέμηλε κακὴ καὶ σχέτλια ἔργα τοῖς δὲ δίκην Κρονίδης τεκμαίρεταιεὐρύοπα Ζεύς ldquoa coloro invece nei quali albergano ὕβρις e azioni malvagie a loro Zeus Cro-nide dallrsquoampia pupilla assegna δίκηrdquo

512 Cfr Sol fr 47 ss W δήμου θrsquo ἡγεμόνων ἄδικος νόος οἷσιν ἑτοῖμον ὕβριος ἐκ μεγάλης ἄλγεαπολλὰ παθεῖνmiddot οὐ γὰρ ἐπίστανται κατέχειν κόρον οὐδὲ παρούσας εὐφροσύνας κοσμεῖν δαιτὸς ἐνἡσυχίηι πλουτέουσιν δrsquo ἀδίκοις ἔργμασι πειθόμενοι οὔθrsquo ἱερῶν κτεάνων οὔτέ τι δημοσίωνφειδόμενοι κλέπτουσιν ἀφαρπαγῆι ἄλλοθεν ἄλλος οὐδὲ φυλάσσονται σεμνὰ Δίκης θέμεθλα[hellip] ldquoe il parere ingiusto (ἄδικος) dei capi del popolo per i quali si preparano molte soffe-renze da sopportare derivanti da grande arroganza (ὕβρις μεγάλη) infatti non sono capacidi contenere lrsquoingordigia o di godere in modo ordinato dei piaceri possibili delle feste intranquillitagrave essi si arricchiscono sedotti da opere ingiuste (ἄδικα ἔργματα) senza rispar-miare neacute possessi sacri neacute proprietagrave pubbliche essi rubano da una parte e dallrsquoaltra con indi-scriminata rapacitagrave neacute fanno da guardia alle fondamenta sacre di Giustizia (Δίκη) [hellip]rdquo

513 Ivi vv 32ndash36 Εὐνομίη δrsquo εὔκοσμα καὶ ἄρτια πάντrsquo ἀποφαίνει καὶ θαμὰ τοῖς ἀδίκοις ἀμφιτίθησιπέδαςmiddot τραχέα λειαίνει παύει κόρον ὕβριν ἀμαυροῖ αὑαίνει δrsquo ἄτης ἄνθεα φυόμενα εὐθύνει δὲδίκας σκολιάς [hellip] ldquomentre Eunomia mette in luce tutte le cose in buon ordine e conve-nienti e spesso agli ingiusti (ἄδικοι) stringe i piedi in ceppi smussa le asperitagrave fa cessarelrsquoinsolenza offusca la tracotanza (ὕβρις) secca sul nascere i germogli della sciagura rad-drizza le δίκαι distorte [hellip]rdquo

514 Sol fr 55ndash6 W ἔστην δrsquo ἀμφιβαλὼν κρατερὸν σάκος ἀμφοτέροισι νικᾶν δrsquo οὐκ εἴασrsquoοὐδετέρους ἀδίκως

515 Thgn 543 s W χρή με παρὰ στάθμην καὶ γνώμονα τήνδε δικάσσαι Κύρνε δίκην ἶσόν τἀμφοτέροισι δόμεν [hellip] (cfr anche 805 s W)

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cosmologico I medici ad esempio sono soliti caratterizzare gli eccessi re-sponsabili delle malattie col verbo ἀδικεῖν516 Quanto alla cosmologia secon-do Anassimandro in origine non vi egrave altro che un tutto indifferenziato un ἄ-πειρον appunto in questrsquoepoca non esistono neacute giustizia neacute il suo contrariopercheacute il mondo non consta ancora di distinti Nello stadio successivo perogravela totalitagrave originaria appare segregata in province517 e a questo punto ldquola tra-sgressione dei confini il depredarsi reciproco degli elementi per creare la cosaindividuale egrave ingiustizia [hellip] Nessuna cosa singola puograve cominciare ad esiste-re senza infrangere lrsquoordine prestabilito [hellip]rdquo518 Egrave questo il senso sotteso alleparole διδόναι γὰρ αὐτὰ δίκην καὶ τίσιν ἀλλήλοις τῆς ἀδικίας ldquo[le cose esistenti]si rendono lrsquoun lrsquoaltra giustizia ed ammenda dellrsquoingiustizia [commessa]rdquo(Anaximand fr 1) Infatti egrave con un atto di ingiustizia che le cose vengono adessere nella loro singolaritagrave e di conseguenza riparare a tale ingiustizia nonpuograve che coincidere con la loro morte se superare la linea di demarcazione ori-ginaria egrave ἀδικία διδόναι δίκην significa rientrare entro i limiti stabiliti per ri-pristinare lrsquoequilibrio519 Anche in Parmenide la personificazione Δίκη hafunzione eminentemente divisoria tanto che nel proemio (fr 114) la dea egrave laguardiana munita di chiavi della soglia di entrata e di uscita del Giorno e del-la Notte Essa aprendo lrsquouscio rispettivamente allrsquouno o allrsquoaltro dei due met-te in atto la regolare reciprocitagrave cosmica che le attribuisce anche Eraclito520In Parm fr 126ndash28 si conferma il valore spazialmente orientativo e direttivodi δίκη infatti δίκη e θέμις sono dette guidare Parmenide lungo la strada chegiace al di fuori dei percorsi umani In 812ndash15 essa tiene stretti i ceppidellrsquoἐόν per impedirgli tanto di essere generato quanto di perire fissandolo alsuo eterno presente ed impedendo (come una barriera) che lrsquoessere sconfininel non-essere521

516 Per lrsquoesame dei concetti di δίκη ἀδικία e ὕβρις nella letteratura medica si veda Kahn 1960pp 178 s

517 Cfr Kahn 1960 p 199 che sostiene un ordine cronologico nellrsquoesposizione cosmologicadi Anassimandro e commenta ldquoThe life history of the world was described as a process ofgradual evolution and differentiation out of the primordial ἄπειρον First the fundamentalforces of heat and cold are distinguished then through their interaction the earth andheavens take shape [hellip]rdquo

518 Cornford 2002 p 57519 Probabilmente anche lrsquoespressione κατὰ τὴν τοῦ χρόνου τάξιν sottolinea il concetto di per-

tinenza territoriale che soggiace a δίκη poicheacute τάξις (cfr τάσσω) indica la disposizioneordinata

520 Cfr Havelock 1983 (Dike) p 334

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Una volta delineata la concezione arcaica della giustizia si possono consi-derare le occorrenze eraclitee di δίκη e dellrsquoaggettivo corrispondente δίκαιοςponendo attenzione a come queste parole conservano il loro valore in sensoproprio ldquodiscriminanterdquo

Il fr 23 sostiene Δίκης δίκης ὄνομα οὐκ ἂν ἤιδεσαν εἰ ταῦτα μὴ ἦν ldquonon co-noscerebbero il nome di Giustizia giustizia se non esistessero queste co-serdquo522 Circa il significato di ταῦτα gran parte degli interpreti egrave drsquoaccordo checon tale pronome Eraclito si riferisca alle ldquocose ingiusterdquo523 Questa interpre-tazione non egrave incompatibile con la funzione di discrimen attribuita a δίκη cheegrave vista affacciarsi alla coscienza in seguito allrsquoopposizione reciproca di un polopositivo ed uno negativo entro un campo originariamente neutro524 Tutta-via ταῦτα puograve valere anche semplicemente come ldquole coserdquo senza sottintende-re nulla nel senso che non si conoscerebbe giustizia ossia il principio di sepa-razione o la linea di confine se non esistessero le cose date nella loro reciprocadistinzione

Il fr 102 dove occorre lrsquoaggettivo δίκαιος illustra la capacitagrave divina e lrsquoin-capacitagrave umana di accedere alla conoscenza τῶι μὲν θεῶι καλὰ πάντα καὶἀγαθὰ καὶ δίκαια ἄνθρωποι δὲ ἃ μὲν ἄδικα ὑπειλήφασιν ἃ δὲ δίκαια ldquoper il diotutte le cose sono belle buone e giuste invece gli uomini ne hanno prese alcu-ne per giuste altre per ingiusterdquo Eraclito sostiene a piugrave riprese525 che lrsquoerroreconoscitivo umano consiste in una visione particolarista ovvero non unifi-cante della realtagrave egrave questa la ragione per cui la facoltagrave intellettiva non egrave tipicadegli uomini ma del dio (cfr anche il fr 78) Il dio accede alla conoscenza inquanto sa superare lrsquoapparente distinzione tra le cose al contrario il motivodellrsquoignoranza umana risiede appunto nellrsquoopposizione tra lsquocose giustersquo e lsquoco-se ingiustersquo526

Nellrsquoequivalenza del fr 80 δίκην (οὖσαν) ἔριν la critica scorge in generelrsquoennesimo esempio di coincidentia oppositorum Tuttavia intendere la giusti-

521 Sul valore della Δίκη parmenidea cfr Fraumlnkel 1955 pp 162ndash173522 Le difficoltagrave connesse con lrsquoedizione Δίκης piuttosto che δίκης sono state riscontrate nel

cap 12 p 13 sul frammento in generale cfr cap 61 pp 192 s523 Cfr Hammer 1991 p 147 nota 81 Entrambe le soluzioni proposte dagli interpreti

(τἄδικα τἀντία) sono in linea con lrsquointerpretazione generale del frammento qui proposta524 Kahn 1979 p 185 commenta come segue il frammento in merito allrsquoidea di lsquogiustiziarsquo

ldquoHeraclitus seems to be alluding to the old but not obsolete use of δίκη for the decision orlsquoindicationrsquo of a judgerdquo (cfr la nota relativa)

525 Cfr ad esempio frr 2 51 114 Si tratta dellrsquoaspetto centrale della teoria della conoscenzaeraclitea alla quale egrave dedicato il cap 62

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zia come discrimen e principio di separazione permette di considerare un di-verso motivo per la sua assimilazione ad ἔρις e cioegrave non lrsquoopposizione di duecontrari ma piuttosto lrsquoaccostamento di due immagini veicolanti il medesi-mo contenuto secondo le modalitagrave espressive della risonanza della variazio-ne dellrsquoidentico che caratterizzano le reti di significazione Infatti sia δίκη cheἔρις separano le parti rompono il sodalizio armonico che tiene insieme lrsquouni-tagrave al cui interno la loro funzione egrave quella di creare una frattura Secondo que-sta interpretazione lrsquointero frammento si presta a rappresentare il movimen-to doppio della conversio Infatti dapprima egrave presentato lrsquoaspetto unificante(τὸν πόλεμον ἐόντα ξυνόν) poi quello disgregante (appunto καὶ δίκην ἔριν) edinfine nella forma di un chiasmo che rimarca lrsquoappartenenza reciproca tra ilmoto di unione e quello di divisione una sintesi delle due forze (γινόμεναπάντα κατrsquo ἔριν καὶ χρεών)527

Infine il fr 94 mostra le Erinni aiutanti di Δίκη528 nel loro compito di sal-vaguardia dei μέτρα del sole Ἥλιος γὰρ οὐχ ὑπερβήσεται μέτραmiddot εἰ δὲ μήἘρινύες μιν Δίκης ἐπίκουροι ἐξευρήσουσιν ldquoinfatti il sole non oltrepasseragrave lemisure altrimenti le Erinni aiutanti di Giustizia lo scoprirannordquo Il ruolosvolto dalla dea Giustizia529 suggella quanto fin qui sostenuto sulla valenza diδίκη come limes essa grazie alle sue guardiane egrave la garante che impedisce losconfinamento della stella oltre gli intervalli prestabiliti μέτρα (cfr oltresv) assicurando cosigrave lrsquoordine cosmico in cui ogni cosa ha il suo posto

526 Dal fr 67 emerge inoltre che entro la divinitagrave le differenziazioni vengono ricondotte ad unprincipio unitario tanto che il dio diventa il luogo di unificazione dei contrari cfr cap 42sv θεός p 116

527 Per questa interpretazione del frammento si rimanda al cap 42 sv πόλεμος pp 119 s528 Cfr Hes Op 254 οἵ ῥα φυλάσσουσίν τε δίκας καὶ σχέτλια ἔργα P Derv col IV 7ndash9 (ed

Jourdan) ἥλι[[ος]] [ἑωυ]τοῦ κατὰ φύσιν ἀνθρω[[π]][η][[ΐου]] εὖρος ποδός [ἐστι τοὺ[ςοὔρο]ς οὐχ ὑπερβάλλων εἰ γά[ρ τι εὔ]ρους ἑ[ωυτοῦ ἐ]κ[βήσετα]ι Ἐρινύε[[ς]] νινἐξευρήσου[[σι Δίκης ἐπίκουροι Non egrave da escludere che Eraclito attribuisca un valore allasomiglianza fonica tra Ἐρινύς ed ἔρις il che rafforzerebbe il legame tra Giustizia di cui leErinni sono collaboratrici e contesa laddove anche questrsquoultima vale come immagine didivisione (cfr oltre sv) Sulla comune etimologia di Ἐρινύς ed ἔρις cfr M Egetmeyer inChantraine 1999 p 1398 sv Ἐρινύς

529 Qui la personificazione di Δίκη diversamente che nel fr 23 egrave attendibile per via dellrsquoatti-vitagrave svolta dalle sue collaboratrici le Erinni

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ἔρις Dato il significato della parola lrsquointerpretazione di ἔρις come fattore didivisione non solleva difficoltagrave Lrsquoequivalenza tra la giustizia e la contesa (fr80) egrave stata presa in esame sv δίκη pp 119 s

μέτρα Nel chiarire il ruolo di Δίκη come garante del rispetto da parte del soledellrsquoorbita che gli compete il fr 94 introduce anche unrsquoaltra immagine di di-visione μέτρα Secondo lrsquoastronomia greca il percorso del sole egrave scandito inintervalli spazio-temporali regolari chiamati appunto μέτρα da un cantoquelli responsabili dellrsquoalternanza giorno notte dallrsquoaltro quelli dellrsquoalter-nanza estate inverno530 Se i μέτρα del fr 94 sono riferiti al sole quelli del fr30 invece sono riferiti al fuoco (ldquo[hellip] πῦρ semprevivente che per misure[μέτρα] si accende e per misure [μέτρα] si spegnerdquo)531 I μέτρα indicano in en-trambi i casi gli intervalli spazio-temporali prestabiliti in cui si scandisce il rit-mo di levata e tramonto del sole ovvero di accensione e spegnimento delfuoco Giunto al termine della lunghezza stabilita il sole deve volgersi e riper-correre il suo cammino in senso contrario come un pendolo che descrivendolrsquoampiezza del suo arco ne abbia appena toccato il punto estremo Sorveglian-do che i μέτρα del sole non vengano oltrepassati (ὑπερβαίνω) le aiutanti diΔίκη proteggono dunque un confine il cui rispetto egrave condizione indispensa-bile per lrsquoordine ed il buon funzionamento cosmico532

τροπαίEgrave precisamente al limite del μέτρον che la stella ha la sua τροπή533 Leτροπαί rappresentano i punti di svolta le soglie o limina invalicabili posti alla

530 Cfr Kahn 1979 pp 159 s Vlastos 1982 p 195 Un uso di μέτρα che rende conto di talesignificato egrave in Diog Apoll fr 3 οὐ γὰρ ἂν οἷόν τε ἦν οὕτω δεδάσθαι ἄνευ νοήσιος ὥστεπάντων μέτρα ἔχειν χειμῶνός τε καὶ θέρους καὶ νυκτὸς καὶ ἡμέρας καὶ ὑετῶν καὶ ἀνέμων καὶεὐδιῶν [hellip] qui la parola occorre in un contesto che spiega la suddivisione (δεδάσθαι)dellrsquointero mediante lrsquoimposizione di limiti e con riferimento astronomico al volgere dellestagioni e allrsquoalternanza del giorno e della notte

531 La rilevanza di questo fatto viene chiarita oltre sv τροπαί532 Kahn 1960 p 222 ldquoWith the philosophers we find this ancient idea of the δασμός

reinterpreted to apply to the rational order of the heavens [hellip] It is this new notion of theδασμός the division of shares among the gods now understood as natural powers whichHeraclitus has in mind when he insists that lsquothe Sun will not overstep his measuresrsquordquo

533 Cfr Kahn 1979 p 140 ldquoIn normal literary usage from Homer to Herodotus trope hastwo senses 1) a rout in battle [hellip] 2) the lsquoturningsrsquo of the sun at solstice ie the extremepoints of sunrise and sunset towards the north in summer and the south in winter or 2A)the two times of year (in June and December) when the sun reaches these points andbegins its movement back in the opposite directionrdquo Cfr anche ivi pp 159 ss

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fine delle lunghezze dette μέτρα Anche τροπή egrave un termine astronomico so-litamente riferito al sole che tuttavia proprio come si egrave giagrave osservato a propo-sito di μέτρα (fr 30) Eraclito riferisce al πῦρ parlando infatti di πυρὸς τροπαί(fr 31) I riferimenti cosmologici espressi da μέτρα e τροπαί sia a proposito diπῦρ sia a proposito di Ἥλιος insieme alla plausibile ipotesi che il fuoco indi-chi per sineddoche il sole suggeriscono lrsquoidentificazione di Ἥλιος e πῦρ534

In base alla funzione separatrice di τροπαί e μέτρα egrave possibile intenderelrsquointero fr 31 come descrizione del moto disgregante entro la conversio (cfrcap 61 p 194) πυρὸς τροπαὶ πρῶτον θάλασσα θαλάσσης δὲ τὸ μὲν ἥμισυ γῆ τὸδὲ ἥμισυ πρηστήρ [hellip] ltγῆgt θάλασσα διαχέεται καὶ μετρέεται [hellip] Si inizia in-fatti parlando delle πυρὸς τροπαί e si prosegue con i verbi διαχέω (ldquodisgiunge-rerdquo ldquodisperdererdquo ldquospezzarerdquo se riferito a liquidi ldquospargererdquo) e μετρέω ldquomisu-rarerdquo Il verbo μετρέω deriva appunto dal sostantivo μέτρον lrsquoazione del misu-rare egrave interpretata qui coerentemente con il concetto separatorio espresso daμέτρα e dunque come ldquosegmentare in misurerdquo In effetti la misurazione nonegrave altro che parcellizzazione essa rappresenta una forma di divisione in cui ildividendo egrave costituito dalla grandezza da misurare il divisore dallrsquounitagrave dimisura ovvero dal μέτρον

τέρματα οὖρος Il fr 120 (ldquolimiti [τέρματα] del mattino e della sera (sono)lrsquoOrsa e di fronte allrsquoOrsa il confine [οὖρος] di Zeus luminosordquo) sottolinea lacentralitagrave del concetto di limite nel pensiero cosmologico eracliteo I τέρματα(ldquolimitirdquo ldquoestremitagraverdquo) rappresentano ldquothe goal of a race or the completion ofa journey the stone or pillar around which runners or chariots turn beforeheading back to their starting point and by extension the borders or limitsof a regionrdquo535 Qui la parola egrave impiegata nella sua accezione cosmica per indi-care i punti del cielo raggiunti i quali il sole inverte il suo percorso come rile-vato da Kahn536 tali punti possono essere sia quelli di alba e tramonto chedeterminano lrsquoalternanza giorno-notte sia quelli del solstizio estivo ed inver-nale nel qual caso si alluderebbe invece al ciclo stagionale Lrsquoaffinitagrave di signi-ficato che sussiste tra τέρματα μέτρα e τροπαί rinsalda lrsquoipotesi della loroappartenenza alla medesima rete di significazione Per quanto riguarda il so-stantivo οὖρος -ου esso vuol dire sia ldquolimiterdquo ldquoconfinerdquo (in quanto variante io-nica di ὅρος) sia ldquoguardianordquo ldquodifensorerdquo ldquocustoderdquo537 Il valore di οὖρος come

534 Ivi p 140535 Ivi p 161536 Ivi p 162

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immagine di divisione egrave dunque suggerito dal suo stesso significato Inoltrenon egrave da escludere che Eraclito faccia riferimento simultaneamente tanto alsenso di ldquoconfinerdquo quanto a quello di ldquoguardianordquo in questo modo verrebbeconfermata la centralitagrave dei ldquoguardiani dei confini cosmicirdquo secondo il ruoloassolto dalle Erinni nel fr 94538 Lrsquoipotesi che οὖρος alluda anche al ldquocustoderdquoe quindi alle Ἐρινύες Δίκης ἐπίκουροι egrave avvalorata dal fatto che la stella di fron-te allrsquoOrsa va identificata con Arturo (ἄρκτος οὖρος) chiamata ancheἈρκτοφύλαξ ldquoguardiano dellrsquoOrsardquo539

ὧραι Unrsquoulteriore immagine della forza disgregante e apportatrice di plurali-tagrave egrave espressa nelle ὧραι del fr 100 ὥρας αἳ πάντα φέρουσι ldquole Ore che apporta-no tutte le coserdquo Intendere qui le Ore540 come rappresentanti della forza diseparazione sembra appropriato in base a tre differenti ordini di motivi a) iltesto eracliteo b) il contesto in cui la fonte Plutarco riporta il frammento ec) la concezione religiosa delle Ore

Circa il punto a) Eraclito sostiene che le Ore φέρουσι ldquotutte le coserdquoπάντα I πάντα indicano (cfr cap 41 pp 99 ss) tutti i distinti che costitui-scono il mondo pertanto le Ore sono responsabili della pluralitagrave del feno-menico Il verbo φέρω egrave tradotto da molti interpreti come ldquoportarerdquo tuttaviatra i suoi significati fondamentali vi egrave anche quello di ldquoprodurrerdquo541 unrsquoop-zione del tutto coerente se riferita come in questo caso alle divinitagrave che pre-siedono al ciclo vegetativo e vitale in generale Al tempo stesso lrsquoopzioneldquoprodurrerdquo sottolinea meglio di ldquoportarerdquo la connotazione delle Ore comeprincipi attivi di separazione542 Il passo della fonte (punto b) Plu Quaestplat 1007dndashe543 parla appunto di ldquoordinerdquo (τάξις) ldquomisurerdquo (μέτρον) ldquolimi-

537 Cfr Kirk 31970 pp 290 ss538 Sullrsquoaffinitagrave tematica dei frr 94 e 120 cfr Kahn 1979 pp 159 ss539 Cosigrave Kahn 1964 p 197 idem 1979 pp 162 Cfr Arat Phaenom 91ndash93 ἐξόπιθεν δrsquo

Ἑλίκης φέρεται ἐλάοντι ἐοικὼς Ἀρκτοφύλαξ τόν ῥrsquo ἄνδρες ἐπικλείουσι Βοώτην οὕνεχrsquoἁμαξαίης ἐπαφώμενος εἴδεται Ἄρκτου [hellip]

540 Oppure le non personificate lsquostagionirsquo tuttavia come risulta dal seguito dellrsquoargomenta-zione (punto c) lrsquoipotesi della personificazione risulta piugrave convincente

541 Cfr ad esempio κακόν πῆμα ἄλγεα φέρειν Hom Il VIII 541 Od XII 231 e 427 etc542 La traduzione di φέρω come ldquoapportarerdquo rappresenta una soluzione di compromesso essa

egrave vicina al significato comunemente accolto ldquoportarerdquo ma al contempo sottolinea il ruoloattivo delle Ore nella produzione dei πάντα giaccheacute chi apporta introduce qualcosa cheegli stesso ha contribuito a porre in essere (come nelle espressioni lsquoapportare modifichersquolsquoapportare dannibeneficirsquo lsquoapportare esempirsquo lsquoapportare contributirsquo etc)

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tirdquo (πέρας) e ldquoperiodirdquo (περίοδος) del tempo un simile contesto avalla lrsquointer-pretazione delle Ore come principi di separazione ovvero forze produttricidella totalitagrave dei distinti fenomenici Quanto alla connotazione religiosa del-le Ore (punto c) egrave importante ricordarne la genealogia Per Esiodo esse sonofiglie di Zeus e Temi (ldquoleggerdquo) e sorelle delle Moire (μοῖρα cfr oltre sv) inol-tre una delle tre Ore egrave proprio Dike ldquoPer seconda [Zeus] sposograve la splendidaTemi che partorigrave le Ore [Ὧραι] Eunomia Dike e Eirene fiorente che veglia-no sullrsquoopera dei mortali e le Moire a cui il prudente Zeus diede grandissimoonore Cloto Lachesi ed Atropo che fanno spettare ai mortali il bene e il ma-lerdquo544 Dikedike Moiramoira ed Oreore si rivelano dunque a maggior ra-gione come immagini tra loro coerenti non solo esprimono concetti analo-ghi quelli di parcellizzazione liminaritagrave confine ma le loro personificazionicorrispondenti ad altrettante divinitagrave femminili sono sorelle Non egrave verosi-mile che questo aspetto religioso sia sfuggito ad Eraclito membro di una illu-stre famiglia sacerdotale che deposita il suo scritto composto in stile oraco-lare come ἀνάθημα nel tempio di Artemide545

μόρος μοῖρα Si consideri infine μοῖρα la cui personificazione egrave appunto so-rella di Δίκη e delle Ὧραι La concezione spaziale sottesa a μοῖρα egrave stata bril-lantemente chiarita da Cornford546 al quale dunque occorre rimandare In ungioco di parole esplicito547 il fr 25 mette in relazione μόρος e μοῖρα (cfrμείρομαι ldquoavere in parterdquo ldquoavere in sorterdquo) μόροι γὰρ μέζονες μέζονας μοίραςλαγχάνουσι Per la resa di questo gioco di parole la migliore traduzione in ita-liano resta quella di Walzer548 ldquomaggiori morti ottengono maggiori sortirdquo

543 [hellip] κίνησις ἐν τάξει μέτρον ἐχούσηι καὶ πέρατα καὶ περιόδους ὧν ὁ ἥλιος ἐπιστάτης ὢν καὶσκοπὸς ὁρίζειν καὶ βραβεύειν καὶ ἀναδεικνύναι καὶ ἀναφαίνειν μεταβολὰς καὶ ὥρας lsquoαἳ πάνταφέρουσιrsquo καθrsquo Ἡράκλειτον [hellip] Per i problemi testuali cfr Kirk 31970 pp 294 ss

544 Hes Th 901 ss545 Sul ricorso di Eraclito al linguaggio della religione tradizionale cfr Kirk 31970 p 355546 Cornford 2002 ad esempio pp 61ndash64547 Nel quale cioegrave compaiono tutte le parole interessate dal gioco cfr cap 22 p 42548 Walzer 1939 p 64

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5 Linguaggio e cosmo

Lrsquoorganizzazione del presente capitolo prevede in primo luogo un excursuscirca lrsquoeffettivo significato di λέγειν e λόγος in epoca precedente e contempo-ranea ad Eraclito tale excursus condotto ripercorrendo gli usi delle parolemostra che fondamentalmente il significato di λόγος storicamente ammissibi-le per lrsquoEfesio egrave quello di ldquodiscorsordquo Successivamente (cap 53) il ldquodiscorsordquoviene interpretato come modello analogo ed esplicativo del mondo fisico Larispondenza tra discorso e mondo riposa sul loro comune funzionamentocome unitagrave articolate Poicheacute lrsquoidea di unrsquoanalogia profonda tra mondo e lin-guaggio risulta estranea al pensiero occidentale moderno si rende opportunofornire preliminarmente alcuni presupposti antropologici (cap 52) il con-fronto con altre culture oro-aurali mostra infatti che nella riflessione cosmo-gonica e cosmologica lrsquoattribuzione di un ruolo centrale al linguaggiorappresenta una costante

51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti

Prima di parlare di λόγος in Eraclito egrave necessario fornire un excursus sulla pa-rola in esame549 Infatti la Wirkungsgeschichte del concetto di λόγος e in par-ticolare le riprese da parte degli Stoici di Filone di Alessandria e di Plotinoesercitano unrsquoinfluenza notevole sullrsquointerpretazione dei moderni circa ilλόγος eracliteo al quale spesso vengono attribuiti almeno in nuce valori ra-

549 Per un panorama storico circa le interpretazioni filosofiche del λόγος eracliteo si rimandaad esempio alle introduzioni di Kurtz 1971 pp 1ndash62 Bartling 1985 pp 5ndash21 Rath1991 pp 67ndash70 etc Qui invece si focalizza il problema delle traduzioni del lessema inoggetto

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140 5 Linguaggio e cosmo

zionalistici e metafisici attestati solo piugrave tardi Per ovviare a questa difficoltagraveoccorre ripercorrere la storia degli usi di λόγος da Omero fino al sapiente diEfeso550 Gli usi arcaici della parola attestano che per Eraclito e per il suo pub-blico λόγος significa ldquodiscorsordquo ldquocostruzione sistema verbalerdquo non ldquoragio-nerdquo ldquoraziociniordquo ldquocalcolordquo ldquorapportordquo ldquoproporzione matematicardquo etc enemmeno ldquo(singola) parolardquo Nello spirito del presente lavoro nessuna inter-pretazione di λόγος puograve prescindere da questo dato storico-linguistico

Il significato primario di λέγειν egrave come egrave noto ldquoraccogliererdquo ldquoradunarerdquoGli etimologisti551 sono concordi nel sostenere che a partire dal significato-base (Grundbedeutung) della parola si passi dapprima al significato di ldquocon-tarerdquo e solo successivamente a quello di ldquoraccontarerdquo sul modello cioegravedellrsquoevoluzione da zaumlhlen ad erzaumlhlen da ldquocontarerdquo a ldquoraccontarerdquo etc552 Ciogravediviene possibile dal momento che nella Grundbedeutung si scorga come in-sita nella radice e dunque altrettanto originaria unrsquoulteriore accezione per laquale ldquoraccogliererdquo egrave da intendere in modo squisitamente razionale comeldquoscegliererdquo ldquoselezionarerdquo o addirittura ldquocontarerdquo553 Queste teorie godono dienorme credito specie per merito dellrsquoautorevolezza dei loro sostenitori554 edegrave dunque del tutto comprensibile che anche gli interpreti di Eraclito tendanoad allinearvisi

Per quanto questo modello etimologico poggi su un vasto consenso essonon sembra suffragato da evidenze testuali convincenti Infatti in primo luo-

550 Il procedimento qui adottato ossia lrsquoanalisi delle occorrenze della parola da Omero adEraclito incontrerebbe il disprezzo di Heidegger il quale notoriamente disdegna i metodistorico-linguistici nel ldquopensare lrsquooriginerdquo delle parole-chiave della filosofia greca (cfr adesempio Heidegger 1993 p 159 ldquo[hellip] due sono le strade percorribili da colui che compiequesta ricerca inserirsi pensando nellrsquoambito essenziale della parola avvertendo lrsquoappelloche proviene da questo ambito oppure limitarsi a raccogliere in modo ldquolessicograficordquo ipassi nei quali la parola ricorre [hellip]rdquo) Questa egrave nondimeno lrsquounica strada percorribile peril filologo

551 Boisacq 1916 Hofmann 1950 Frisk 1970 Chantraine 1999 solo lievemente discor-dante egrave il parere di Semerano 1994 che pone piugrave attenzione ai significati linguistici diλέγω e λόγος Cfr anche LSJ

552 A titolo di esempio si ricordi che Frisk sv λέγω sostiene che il significato di ldquozaumlhlen auf-zaumlhlen erzaumlhlenrdquo (in questrsquoordine) si puograve rinvenire sin dallrsquoIliade mentre quello di ldquoredensprechenrdquo sarebbe solo postomerico Corrispondentemente come significati di λόγοςFrisk elenca (di nuovo nellrsquoordine) ldquodas Berechnen Rechenschaft Berechnung AnsehenGrund Vernunft das Sprechen Rede Wort Erzaumlhlung Schriftrdquo

553 Cosigrave Chantraine 1999 e Frisk 1970 sv λέγω Fournier 1946 p 53 s Fattal 2005 p 24Cfr anche Ebeling 1963 sv

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 141

go allrsquoesame delle occorrenze arcaiche il significato linguistico di λέγειν appa-re almeno tanto rappresentato quanto quello presunto matematico in secon-do luogo gli esempi citati come probanti del valore originariamente selettivorazionale o matematico di λέγειν non risultano affatto stringenti Per lrsquoesamedi λέγειν egrave proficuo soffermarsi con particolare attenzione sulle occorrenzeomeriche dal momento che quelle in Esiodo nei lirici arcaici e in Erodoto silimitano ad attestare una netta preponderanza dei significati attinenti alla sfe-ra linguistica come ldquodirerdquo ldquofare un discorsordquo ldquoesporre a parolerdquo555 rispetto aquello di ldquoraccogliere insiemerdquo556 senza tuttavia evidenziare modificazioni se-mantiche consistenti

In Omero λέγειν significa senza eccezioni ldquoraggrupparerdquo e ldquonarrarerdquo (o iloro sinonimi)557 In uno studio abbastanza recente dedicato alla storia se-mantica di λόγος dalle origini fino a Plotino Fattal procede ad una rassegna si-stematica delle occorrenze di λέγειν in Omero tra le quali egrave convinto di indi-viduare numerosi usi del verbo nel significato di ldquoselezionarerdquo e ldquocontarerdquo Taliusi testimonierebbero ldquoil valore distributivo e razionale della radicerdquo di λέγεινche dunque significherebbe sigrave ldquoraccogliererdquo e tuttavia ldquonon prendere a casoma secondo un piano che governa questa raccolta e questa riunionerdquo558 Tut-tavia in nessuno dei passi citati dallo studioso il contesto suggerisce di tradur-re λέγειν diversamente dalla Grundbedeutung ldquoradunarerdquo Scorgere un supe-riore criterio razionalistico o proto-matematico negli usi omerici di λέγειν ser-ve piuttosto come una profezia post eventum a gettare le basi per spiegare isuccessivi valori matematici della radice Per usare le parole di Fattal il non

554 Per citare alcuni vocabolari che segnano lrsquoinizio della filologia moderna ricorderemo LSJche sv λέγω enumera 1) ldquopick up gatherrdquo e al medio ldquochoose for oneself pick outrdquo 2)ldquocount tellrdquo 3) ldquosay speakrdquo precisando che questo valore si trova ldquofirst in Hes Th 27 [hellip]never in Homrdquo e Boisacq 1916 ldquorassembler choisir cueillir trier eacutenumeacutererrdquo Perentrambi il significato linguistico di λέγω emerge soltanto dopo quello computativo ematematico inoltre il significato-base di ldquoraccogliererdquo evidenzia precocemente quellavena razionalistica che prelude appunto ai significati matematici immediatamenteseguenti

555 Cfr ad esempio Xenoph frr 84 (εἴπερ ἐγὼ περὶ τῶνδrsquo οἶδα λέγειν ἐτύμως) 342 (ἅσσα λέγωπερὶ πάντων) Sapph fr 1376 LP (τ᾽ ἀλλ᾽ ἔλεγες περὶ τὼ δικαίω)

556 Occorrenze quali Pi P IV 188 s A Pr 972 s sono perfettamente comprensibili in baseal significato ldquoraccogliererdquo ovvero ldquoraggrupparerdquo ldquoincludererdquo e simili (al contrario questied altri passi sono presentati da Horovitz 1978 pp 51 ss come esempi del precoce valorematematico del verbo)

557 Contra Horovitz 1978 pp 42 ss558 Fattal 2005 p 24

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142 5 Linguaggio e cosmo

agire a caso ma secondo un piano che governa lrsquoazione non egrave una prerogativapeculiare di λέγειν ma concerne qualunque verbo (greco e non) esprimenteunrsquoazione finalizzata ad uno scopo

Le occorrenze citate dallo studioso come esempi del ldquovalore razionale e di-stributivo della radice leg-rdquo si rivelano qui di particolare utilitagrave percheacute lo stu-dioso evidenzia un ingente debito intellettuale nei riguardi di Fournier559 edella communis opinio in materia560 Fattal rende con ldquoessere contatirdquo le occor-renze di λέγεσθαι in Il III 188 e Od IX 335 Nel primo caso Priamo nel se-condo Odisseo raccontano di un certo gruppo al quale essi stessi appartengo-no Priamo egrave infatti alleato (ἐπίκουρος) dei Frigi Odisseo si mette a capo delmanipolo estratto a sorte per accecare Polifemo dunque λέγεσθαι non valeldquoessere contatirdquo ma piuttosto ldquoessere inclusirdquo ossia essere ritenuti o ritenersiparte di quel certo gruppo In Il XXI 27 Achille λέξατο dodici guerrieri dalloXanto I versi precedenti tra la fine del ventesimo libro ed inizio del ventune-simo descrivono ricorrendo anche ad estese similitudini animali piene di di-namismo (ὡς βόας ἄρσενας XX 495 ss ὡς ἀκρίδες XXI 12 ss ὡς ἰχθύεςXXI 22 ss) una turbolenta scena di battaglia lo sbaraglio impazzito dei ne-mici la loro caduta tra i gorghi il massacro ligrave compiuto da Achille roteando lasua spada tuttrsquointorno (τύπτε δrsquo ἐπιστροφάδην v 20) i tentativi degli spauritidi acquattarsi tra le rocce e disperdersi Achille egrave il motore della scena dinami-ca dopo aver sospinto la schiera nemica in acqua fa strage attorno a seacute eserci-tando una letale forza centrifuga Solo quando le sue braccia si stancano dimulinare egli si placa Per Fattal a questo punto Achille ldquocontardquo dodici giova-ni Tuttavia per questa occorrenza di λέξατο la Grundbedeutung del verbo nonsolo egrave del tutto soddisfacente ma appare anche suggerita dal contesto inquanto cessato di fare il vuoto attorno a seacute lrsquoeroe al contrario ldquoradunardquo e tirafuori dallrsquoacqua (ἐξῆγε θύραζε v 29) per il sacrificio dodici uomini Similmen-te in Od XXIV 108 si immagina che un ipotetico selezionatore (κρινάμενος)ldquometta insiemerdquo (λέξαιτο) tutti i valorosi coetanei scelti (κεκριμένοι) se qui ilverbo λέγειν assume la sfumatura di ldquoscegliererdquo non egrave per unrsquointrinseca valenzarazionalistica come vuole Fattal ma semplicemente percheacute lrsquoazione del ldquora-dunarerdquo (λέγειν) egrave pensata contestualmente ossia in vista di quella espressa daκρίνω Unrsquoaccezione computazionale o matematica (ldquoenumerarerdquo) egrave attribuita

559 Fournier 1946560 Per lrsquoanalisi che segue cfr Fattal 2005 p 25 con note relative (17 18 19 20 25 26 27)

e pp 43 ss Lrsquooccorrenza di Hom Od IV 450 ss che naturalmente Fattal traduce conldquocontarerdquo saragrave considerata a parte in seguito

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anche ad Od XI 151 dove tuttavia lrsquoombra del defunto Tiresia interrogatoda Odisseo ha appena esposto le sue profezie (θέσφατα) in forma tuttrsquoaltroche enumerativa bensigrave narrativa gettando lo sguardo sulle varie possibilitagrave dicondotta di Odisseo e sulle relative conseguenze introducendo anche sugge-rimenti e la descrizione di un σῆμα premonitore Su questa linea poi laddoveλέγειν regge lrsquoaccusativo plurale ἕκαστα Fattal interpreta ldquoenumerare puntoper puntordquo tuttavia un semplice ldquoraccontarerdquo soddisfa perfettamente il conte-sto (Od XII 165 XIV 362 XV 487)

Che il verbo λέγειν indichi la raccolta in unrsquounitagrave di elementi sparsi egrave con-fermato dal fatto che quando il verbo regge un complemento oggetto lrsquoaccu-sativo egrave sistematicamente al plurale Ciograve vale sia negli esempi appena esamina-ti sia nei seguenti per i quali invece il significato di ldquoraccogliere insiemerdquo ldquora-dunarerdquo non egrave solitamente messo in discussione Τρῶας ldquoi Troianirdquo (Il II125) ξύλα πολλά ldquomolta legnardquo (Il VIII 507 e 547) ἔντεα καλά ldquole belle armirdquo(Il XI 755) ὁστέα Πατρόκλοιο ldquole ossa di Patroclordquo (Il XXIII 239) ὁστέαλευκά ldquole bianche ossardquo (Il XXIV 793)

Il raggruppamento in unitagrave resta lo sfondo costante anche in un impiegodel verbo apparentemente dissimile quello Od IV 450ndash452 Egrave la scena diProteo con le sue foche ἔνδιος δrsquo ὁ γέρων ἦλθrsquo ἐξ ἁλός εὗρε δὲ φώκας ζατρεφέαςπάσας δrsquo ἄρrsquo ἐπώιχετο λέκτο δrsquo ἀριθμόνmiddot ἐν δrsquo ἡμέας πρώτους λέγε κήτεσιν [hellip] ldquoAmezzogiorno il vecchio venne dal mare trovograve le sue pingui foche tutte quan-te le passograve in rassegna ne mise insieme il numero e noi per primi incluse traquelle [hellip]rdquo561 In realtagrave la traduzione piugrave diffusa per λέκτο e λέγε in questopasso egrave ldquocontarerdquo562 secondo unrsquoaccezione computazionale che sembra sugge-rita dallrsquoaccusativo ἀριθμόν Per quanto riguarda λέγε sono giagrave state conside-rate occorrenze di λέγειν nel senso di ldquoincludere in un gruppordquo e questo sem-bra esattamente il caso qui illustrato (ἐν δrsquo ἡμέας πρώτους λέγε κήτεσιν) Quan-to a λέκτο a motivare la traduzione ldquomettere insieme il numerordquo concorronoanche altri elementi Idotea nellrsquoinformare Odisseo che Proteo suo padreconteragrave (ἀριθμήσει) le foche usa il verbo πεμπάζειν (Od IV 412) ldquocontare conle cinque ditardquo ldquocontare cinque a cinque per cinquinerdquo563 Da un esame con-

561 Per un uso analogo di ἀριθμὸν λέγειν cfr Pi O XIII 45ndash47 S OT 844 sta invece per ldquosedunque confermeragrave lo stesso numerordquo

562 Diversamente LSJ sv ΙΙ che traduce ldquohe told him over the numberrdquo563 Vv 411ndash413 φώκας μέν τοι πρῶτον ἀριθμήσει [hellip]middot αὐτὰρ ἐπὴν πάσας πεμπάσσεται ἠδὲ

ἴδηται [hellip] ldquoPer prima cosa conteragrave le foche [hellip] poi quando le avragrave contate tutte cinquea cinque e viste [hellip]rdquo

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giunto dei due passi Od IV 411ndash413 e 450ndash452 risulta che i verbi ἀριθμεῖν eλέγειν non sono usati per indicare la stessa azione se ἀριθμεῖν significa pro-priamente ldquocontarerdquo λέγειν in questo caso vale (in modo piugrave generico ma pa-ragonabile a πεμπάζειν) ldquomettere insieme delle quantitagraverdquo ldquoraggruppare dellequantitagrave e farne una sommardquo La differenza tra i due verbi si ripropone anchein Il II 123ndash127 ldquoSe infatti noi Achei e Troiani volessimo una volta strettipatti leali essere contati [ἀριθμηθήμεναι] da ambo le parti da un canto radu-nare [λέξασθαι] i Troiani quanti qui hanno dimora se drsquoaltro canto noi Acheivenissimo distribuiti [διακοσμηθεῖμεν] in gruppi da dieci [hellip]rdquo anche quiλέγειν sta per ldquomettere insiemerdquo e in questo senso egrave opposto a ldquodistribuirerdquo ilverbo esprime dunque unrsquoazione che puograve essere funzionale ad operazioni dicalcolo senza tuttavia significare il ldquocalcolarerdquo nellrsquoaccezione corrente del ter-mine564 Va anche considerato che lrsquoaffinitagrave tra ldquoraccogliererdquo e ldquocontarerdquo puograveessere molto stretta presso le culture orali dove di frequente la conta non egrave in-tesa come numerazione progressiva di unitagrave prese singolarmente ma avvieneproprio in base ad operazioni di raggruppamento comprensibilmente inquanto basilare nellrsquoaritmetica antropometrica e nel calcolo digitale la cin-quina (cfr πεμπάζειν) costituisce un tipo di raggruppamento privilegiato565Non da ultimo per spiegare lrsquouso di λέγειν in Od IV 450ndash452 si puograve ricorrereanche ad un argomento vicino allrsquoesperienza quotidiana Egrave facile riscontrareche lrsquooperazione del lsquocontarersquo avviene in modo fondamentalmente diverso aseconda della disposizione nello spazio degli oggetti contare i libri disposti adistanze regolari su uno scaffale non egrave lo stesso che contare delle foche adagia-te sul litorale ovvero dei soggetti vivi distribuiti sigrave in fila (ἑξείης v 440 ἑξῆςv 449) ma verosimilmente a distanze irregolari entro unrsquoampia superficie inquestrsquoultima situazione il conteggio consiste appunto in unrsquooperazione men-tale di raggruppamento

Sulla scorta dei testi considerati diventa legittimo dubitare della validitagrave delmodello etimologico comunemente accettato il quale ammettendo che laGrundbedeutung ldquoraccogliererdquo sia connotata da valori razionalistici o proto-matematici prevede per λέγειν dapprima il significato di ldquocontarerdquo e solo in se-guito quello di ldquoraccontarerdquo Ma a prescindere da questo dubbio il dato da sot-tolineare egrave che lrsquoidea del lsquoraccoglierersquo resta determinante anche quando λέγειν

564 Contra Horovitz 1978 pp 44 s565 Sulla conta per cinquine delle conchiglie presso i LoDagaa (popolazione del Ghana) cfr

Goody 1990 p 22 sulla conta per cinquine ad esempio dei capi di bestiame torna a piugraveriprese Calame-Griaule 1982 Cfr Cozzo 2001 p 75 nota 151

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assume le accezioni linguistiche di ldquoraccontarerdquo e di ldquodirerdquo Cosigrave egrave ad esempioin Il II 222 dove gli oggetti del λέγειν sono gli ὀξέα ὀνείδεα le ldquoingiurie pun-gentirdquo566 o in vari passi dellrsquoOdissea in cui oggetti del λέγειν sono κήδεα πολλάldquomolti patimentirdquo (V 5) θέσκελα ἔργα ldquoimprese mirabilirdquo (XI 374) τὰ ἕκασταldquociascuna cosardquo (XII 165) ἅπαντα ἐμὰ κήδεαhellip ὅσσα ξύμπαντα μόγησα ldquotutte lemie tribolazionihellip tutte insieme quante ne patiirdquo (XIV 196ndash197 e in modoanalogo XXIII 306ndash308 ὅσα κήδεα [hellip] ὅσα ἐμόγησε πάντα ldquoquante tribola-zioni [hellip] quante ne patigrave tutterdquo) ταῦτα ἕκαστα ldquotutte queste coserdquo (XIV 362= XV 487) ψεύδεα πολλά ldquomolte bugierdquo (XIX 203 = Hes Th 27) Queste oc-correnze interessano per due motivi innanzitutto attestano che lrsquoaccezionelinguistica del verbo λέγειν egrave matura giagrave in Omero567 inoltre poicheacute reggonocostantemente degli accusativi plurali sono indizi del nesso tra lsquoraccoglierersquo elsquoparlarersquo secondo la mentalitagrave omerica per la quale parlare equivale a racco-gliere in unrsquounitagrave coerente le cose dicibili siano esse insulti bugie etc

Anche la concezione del lsquoparlarersquo come composizione di unrsquounitagrave a partireda distinti seppur lontana dalla nostra trova riscontro nei confronti intercul-turali che indicano nella buona ldquotessiturardquo dei detti un aspetto fondamentaledellrsquoespressione verbale Ad esempio presso i Dogon ogni singolo aspettodellrsquoazione del parlare trova riscontro nella complessa metafora della tessitu-ra568 lrsquoarte dellrsquointreccio ordinato delle varie componenti La stessa metaforaperaltro non del tutto estranea al greco antico569 soggiace al latino textus illdquodiscorso scrittordquo trasmettendosi poi non solo alle lingue neolatine (it testo fr

566 Egrave del tutto opinabile lrsquointerpretazione di Fattal 2005 p 25 che intende in questo passoλέγειν come ldquoaddebitarerdquo ldquomettere in contordquo significato che saragrave acquisito solo molto piugravetardi dalla radice λεγ- (con apofonia λογ-) a partire da costrutti come ἐν λόγωι τιθέναι Inol-tre egrave il contesto stesso a suggerire che le ingiurie (ossia gli oggetti verbali) sono semplice-mente ldquomesse insiemerdquo (non ldquomesse sul conto dirdquo) infatti precedentemente in Il II 212ss si spiega che lrsquoodioso Tersite ἔτι μοῦνος ἀμετροεπὴς ἐκολώια ὃς ἔπεα φρεσὶν ἧισιν ἄκοσμάτε πολλά τε ἤιδη μάψ ἀτὰρ οὐ κατὰ κόσμον [hellip] Ed egrave precisamente ciograve che Tersite fa ancheora ldquomette insiemerdquo (λέγε) insulti contro un re Agamennone scioccamente (cfr v 258)Nemmeno in questrsquouso vi egrave traccia del significato distributivo selettivo e razionale di cuisi egrave discusso

567 Sulla natura linguistica del λέγειν omerico cfr anche le attestazioni in diatesi media e senzaaccusativo il cui significato egrave semplicemente quello di ldquodiscorrere vanamenterdquo ldquoperdersi inchiacchiererdquo (Il II 435 XIII 292) e dove egrave lasciato imprecisato o sottinteso lrsquooggetto delparlare

568 Cfr Calame-Griaule 1982 pp 72ndash73 Per la metafora della ldquotessitura del pensierordquo pressogli indigeni malesiani cfr Leenhardt 1984 p 38

569 Cfr gli esempi riportati da Muumlller 1974 pp 192ndash232

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texte sp texto etc) ma anche a quelle germaniche (ted Text in text etc) Apartire dallrsquoetagrave classica le accezioni linguistiche e quelle matematiche del ver-bo λέγειν tenderanno sempre piugrave a distinguersi e a specializzarsi fino a cristal-lizzarsi piugrave tardi in significati sentiti come indipendenti gli uni dagli altri aquesto punto i parlanti perdono progressivamente la percezione della conti-nuitagrave semantica delle accezioni con la Grundbedeutung Ma i documenti a di-sposizione non consentono di retrodatare questo fenomeno nel periodo cheva da Omero ad Eraclito le varie accezioni di λέγειν sono ancora percepite nelloro sodalizio semantico e come permeate dallrsquoidea del lsquoraccogliere insiemersquo

Solo una volta premesso il significato di λέγειν si puograve considerare il sostantivoderivato λόγος Infatti ldquola parola λόγος designa originariamente lrsquoattivitagrave delλέγειν ossia del raccogliererdquo570 e ciograve che si raccoglie insieme per formare unλόγος sono le sue parti costituenti In base allrsquoindagine che segue λόγος alme-no fino allrsquoinizio del V sec aC significa principalmente ldquodiscorsordquo e talvoltaldquoraccoltardquo (intesi come nomina actionis et rei actae di λέγειν571) insieme ai ri-spettivi sinonimi572 Si tratta di un risultato opposto a quello a cui pervieneHeidegger il quale sembra avere perfettamente ragione nel restare sbalorditodalle proprie conclusioni ldquoecco in cosa consiste lrsquoaspetto sconcertante di que-sto enigma λόγος e λέγειν significano discorso parola e dire mentre il signifi-cato originario di λόγος e λέγειν non egrave affatto in relazione col linguaggio e conlrsquoattivitagrave linguisticardquo573

In Omero sono presenti due occorrenze di λόγος entrambe al plurale IlXV 393 e Od I 56574 Una traduzione frequente rende λόγοι con ldquoparolerdquoMa come riconosce Verdenius ldquo[hellip] λόγος originariamente non significa la

570 Verdenius 1966 p 81571 Verdenius ivi pp 83 ss ha spiegato come la parola abbia valore sia ldquoattivordquo (ossia come

ldquoTaumltigkeitrdquo) sia ldquopassivordquo (come ldquoResultatrdquo)572 Cfr Gomperz 1922ndash23 p 125 Verdenius 1966 pp 88 ss Dilcher 1995 pp 30 s573 Heidegger 1993 p 158 A proposito di λόγος in Eraclito il filosofo afferma (ibidem)

ldquoTuttavia dobbiamo imprimerci bene in mente che λόγος non significa lsquoparolarsquo non signi-fica lsquodiscorsorsquo e neppure lsquolinguaggiorsquo Lo si desume giagrave dal fatto che il significato fondamen-tale della parola greca λόγος non puograve essere in alcun modo lsquodiscorsorsquo o lsquolinguaggiorsquo e chenon allude affatto allrsquoambito linguistico e verbalerdquo Tali affermazioni non impediscono alfilosofo di proseguire ldquoDrsquoaltra parte egrave altrettanto sicuro che il termine λόγος e il verbo rela-tivo λέγειν acquistano giagrave dallrsquoinizio presso i Greci il significato di lsquoparlarersquo [reden] e dilsquodirersquo [sagen] Si tratta di due dati di fatto incontestabili con i quali dobbiamo fare i contiIl loro comparire insieme nasconde qualcosa di enigmatico [hellip]rdquo

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singola parola ma si manifesta in una determinata combinazione di parolerdquo575In tutti e due i casi omerici ai λόγοι spetta un compito ldquopsicagogicordquo rispetti-vamente Patroclo tenta di fare animo (ἔτερπε) ad Euripilo durante una dolo-rosa medicazione Calipso vuole esercitare la sua fascinazione (θέλγει) suOdisseo per distoglierlo dallrsquoidea fissa del νόστος ad Itaca Quando si tratta disortire persuasione incanto consolazione istigazione ed altri effetti psicago-gici lrsquoaccento batte tutto sullrsquointreccio ben congegnato e sullrsquoarmonia intrin-seca di una costruzione verbale sapientemente assemblata Dunque i λόγοι inquesti passi non stanno per le ldquo(singole) parolerdquo le quali in Omero non sonomai espressamente designate ma appunto per i ldquodettirdquo i ldquodiscorsirdquo pronun-ciati576 Per la stessa ragione ldquodiscorsirdquo e non ldquoparolerdquo sono anche i λόγοι inEsiodo (Th 229 αἱμύλιοι λόγοι Th 890 Op 78 788577) presso cui si riscon-tra il primo uso di λόγος al singolare εἰ δrsquo ἐθέλεις ἕτερόν τοι ἐγὼ λόγονἐκκορυφώσω ldquose vuoi ti esporrograve per sommi capi un altro raccontordquo (Op 106)

Gli usi di λόγος in Omero e in Esiodo corrispondono alle aspettative circauna cultura ancora prevalentemente orale nella quale le singole parole nonemergono dal tessuto linguistico come unitagrave chiaramente identificabili ovve-ro separate lrsquouna dallrsquoaltra Infatti nellrsquoattivitagrave verbale le parole non si presen-tano come entitagrave isolate ed autonomamente significanti ma costituisconopiuttosto un continuum sia a livello fonico ossia dellrsquoemissione vocale e della

574 Il XV 390ndash394 Πάτροκλος [hellip] τόφρrsquo ὅ γrsquo ἐνὶ κλισίηι ἀγαπήνορος Εὐρυπύλοιο ἧστό τε καὶτὸν ἔτερπε λόγοις ἐπὶ δrsquo ἕλκεϊ λυγρῶι φάρμακrsquo ἀκέσματrsquo ἔπασσε μελαινάων ὀδυνάων ldquoPatroclo[hellip] stava nella tenda dellrsquoamabile Euripilo e lo confortava con discorsi sulla penosa feritaspalmava rimedi sollievo dei neri dolorirdquo Od I 55ndash57 τοῦ θυγάτηρ δύστηνον ὀδυρόμενονκατερύκει αἰεὶ δὲ μαλακοῖσι καὶ αἱμυλίοισι λόγοισι θέλγει ὅπως Ἰθάκης ἐπιλήσεται [hellip] ldquoSuafiglia trattiene lrsquoinfelice piangente sempre lo ammalia con discorsi molli e suadenti affin-cheacute egli si scordi di Itaca [hellip] cfr h Merc 317

575 Verdenius 1966 p 82 (corsivo mio) Giustamente lo studioso (ibidem nota 5) cita Kahnldquo[hellip] the use of λόγος in early epic is restricted to this general meaning of utterancerdquo Cfranche Hammer 1991 pp 52 62 64 etc Opsomer 2002 p 254

576 Cfr Desbordes 1989 p 159 ldquo[hellip] lrsquoideacutee drsquoune composition du sens semble coextensive auterme mecircme de loacutegos [hellip] lrsquoeacutetymologie (lsquoensemble organiseacutersquo) et les premiers emplois [hellip]chez Homegravere et Heacutesiode dans des contextes de tromperie et de lsquoconstructionrsquo verbalevont dans le sens drsquoune parole saise comme un object agrave la fois un et compositerdquo Non si puograveche trovarsi di nuovo in disaccordo con Fattal 2005 p 26 e pp 43 ss il quale invece indi-vidua negli aspetti retorici di λόγος un segno della sua prossimitagrave giagrave in Omero a signifi-cati quali ldquocalcolordquo ldquovalutazionerdquo e ldquocomputordquo

577 Per questa formula cfr anche Hom Od I 56 h Merc 317 Thgn 704 W

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percezione del suono sia a livello del senso giaccheacute lrsquoenunciato veicola uncontenuto inteso come unitario anzicheacute segmentato in costituenti minori578

Come in Omero ed Esiodo λόγος ha il senso di ldquodiscorsordquo o di ldquoargomenta-zionerdquo e non di ldquosingola parolardquo anche nella lirica arcaica cosigrave egrave ad esempio inArchiloco579 Senofane580 Anacreonte581 Teognide582 Pindaro583 Bacchili-de584 etc

I passi citati da alcuni studiosi585 come dimostrazione dellrsquooriginario signi-ficato razionalistico di λόγος e di conseguenza del precoce sviluppo di un si-gnificato proporzionale-matematico attribuibile anche ad Eraclito non sem-brano in alcun modo probanti Contrariamente a quanto da loro sostenuto latraduzione di λόγος come ldquoragionamento logicordquo e simili non egrave affatto neces-saria per Parm fr 850586 e lo stesso vale per quella come ldquorapporto matema-ticordquo in Thgn 415ndash418 W587 Talvolta anzi una simile resa di λόγος sembradecisamente fuori luogo come in Parm 73ndash6 dove la menzione immediata-mente precedente della lingua e delle orecchie suggerisce con forza un conte-sto linguistico588 [hellip] μηδέ σrsquo ἔθος πολύπειρον ὁδὸν κατὰ τήνδε βιάσθω νωμᾶν

578 Lrsquoargomento viene approfondito nel cap 53 pp 175 ss579 Archil fr 2316 W580 Xenoph frr 114 71581 Anacr fr 57c P582 Thgn 704 W 1055 W583 Pi N VI 45 N VII 51 P I94 P III 80 P IV 116 P V 48 O I 110 O VII 68 O IX

12 O XI 5584 B Dith XV 47 SM Anche quanti sostengono che il valore proporzionale-matematico sia

quello originario di λόγος devono ammettere che tuttavia esso si manifesta molto rara-mente in etagrave arcaica (cfr Horovitz 1978 p 99 punto 6) mentre dominante egrave il significatodi ldquodiscorsordquo

585 Ad esempio Kurtz 1971 pp 73 ss Horovitz 1978 pp 69 ss Hammer 1991 pp 55 ss586 ἐν τῶι σοι παύω πιστὸν λόγον ἠδὲ νόημα ἀμφὶς ἀληθείης [hellip] ldquoQui smetto per te il discorso

convincente e la riflessione sulla veritagrave [hellip]rdquo Ciograve che la dea interrompe non egrave nientrsquoaltroche il ldquodiscorsordquo condotto fino a questo punto

587 Lo sfregamento di un pezzo drsquooro era un sistema per saggiarne lrsquoautenticitagrave e questo sem-bra essere il senso sotteso alle parole di Teognide οὐδένrsquo ὁμοῖον ἐμοὶ δύναμαι διζήμενος εὑρεῖνπιστὸν ἑταῖρον ὅτωι μή τις ἔνεστι δόλοςmiddot ἐς βάσανον δrsquo ἐλθὼν παρατρίβομαι ὥστε μολύβδωιχρυσός ὑπερτερίης δrsquo ἄμμιν ἔνεστι λόγος Circa la resa di λόγος (che egrave qui lectio difficiliorrispetto a νόος) niente affatto scontata van Groningen 1966 prende in considerazione trepossibilitagrave ldquo1 lsquoen moi est preacutesente une parole de supeacuterioriteacutersquo savoir lsquoje puis parler (agrave justetitre) de supeacuterioriteacutersquo ou encore lsquojrsquoai le droit de mrsquoappeler supeacuteriorrsquo 2 lsquoen moi est preacutesenteune ideacutee (la convinction) de supeacuterioriteacutersquo 3 lsquoen moi est preacutesent un compte une somme unactif budgeacutetaire de supeacuterioriteacutersquoldquo E saggiamente invita alla prudenza

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ἄσκοπον ὄμμα καὶ ἠχήεσσαν ἀκουὴν καὶ γλῶσσαν κρῖναι δὲ λόγωι πολύδηρινἔλεγχον ἐξ ἐμέθεν ῥηθέντα ldquo[hellip] neacute lrsquoabitudine dalla molteplice esperienza ticostringa giugrave per questa via ad agitare un occhio senza vista un orecchio cheriecheggia e la lingua ma giudica in base allrsquoargomentazione la questione assaidibattuta detta da merdquo Alcuni testi epigrafici della seconda metagrave del V sec do-cumentano un uso di λόγος nel senso di ldquosommardquo ldquoammontarerdquo589 ma maildquocalcolordquo ldquocontordquo e simili anche il valore di ldquosommardquo egrave perfettamente in lineacon il λόγος come ldquoazione risultato del raccogliere insiemerdquo e dimostra quan-to la Grundbedeutung di λέγειν sia ancora percepita fino alla soglia cronologi-ca in questione casi analoghi occorrono in A Pers 338ndash343590 e Hdt III99591 Per contro egrave stato osservato come Empedocle per indicare la ldquopropor-zionerdquo delle quattro radici della cui mistura si compongono le cose mortali(θνητά) non faccia mai ricorso alla parola λόγος592

588 Cfr Verdenius 1967 pp 99 s ldquoDiese goumlttliche Eroumlrterung soll Parmenides lsquoeroumlrterndbeurteilenrsquo (κρῖναι λόγῳ) Dieser letzte Ausdruck wird meistens uumlbersetzt mit lsquobeurteilenmit dem Denkenrsquo oder lsquomit der Vernunftrsquo aber wir haben gesehen dass λόγος diese Bedeu-tung in der vorplatonischen Zeit noch nicht hatrdquo Coxon 1986 ldquo[hellip] but decide by dis-courserdquo Riprese tematiche si trovano in Emp frr 311 e 43 (διασσηθέντος ἐνὶ σπλάγχνοισιλόγοιο)

589 Cfr ad esempio IG Isup2 2322 (anno 4343) 374191 (Rationes Erechthei Annorum 4087ndash4076)

590 καὶ γὰρ Ἕλλησιν μὲν ἦν ὁ πᾶς ἀριθμὸς ἐς τριακάδας δέκα ναῶν δεκὰς δrsquo ἦν τῶνδε χωρὶςἔκκριτος Ξέρξηι δέ καὶ γὰρ οἶδα χιλιὰς μὲν ἦν ὧν ἦγε πλῆθος αἱ δrsquo ὑπέρκοποι τάχει ἑκατὸν δὶςἦσαν ἑπτά θrsquomiddot ὧδrsquo ἔχει λόγος ldquoΙnfatti per gli Elleni lrsquointero numero delle navi ammontava atrecento e oltre a queste ce nrsquoera un gruppo scelto di dieci Invece Serse lo so ne aveva inquantitagrave di mille e quelle di velocitagrave eccezionale erano duecentosette questa egrave la sommardquoMolti interpretano qui λόγος come ldquoproporzionerdquo (cosigrave Kurtz 1971 p 73 Horovitz1978 p 93 etc) tuttavia anche in questo caso a trasparire egrave la natura di λόγος comeldquoazione risultato del radunarerdquo come si addice appunto alle navi che costituiscono unaflotta De Romilly 1974 p 55 traduce addirittura ὧδrsquo ἔχει λόγος con ldquovoici la veacuteriteacuterdquo La suaipotesi risulta plausibile specie considerando lrsquouso da parte dei personaggi tragici di chiu-dere la propria battuta con una sorta di bilancio consuntivo riferito proprio al λόγος soste-nuto (cfr ad esempio A A 582 πάντrsquo ἔχεις λόγον E Or 446 βραχὺς λόγος 1203 εἴρηταιλόγος etc) egrave quanto potrebbe accadere nel passo considerato Va anche rilevato che delleoltre cento occorrenze di λόγος in Eschilo (cfr Italie 1964 sv) questa sarebbe altrimentilrsquounica ad attestare un significato diverso da quello di ldquodiscorsordquo ldquospiegazione verbalerdquo etc

591 ἐς δὲ τούτου λόγον οὐ πολλοί τινες αὐτῶν ἀπικνέονται dove lrsquoetagrave egrave espressa come somma(λόγος) degli anni

592 Guthrie 1965 pp 160 s

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Verosimilmente egrave attraverso costruzioni sintagmatiche come κατὰ τὸνλόγον e εἰς τὸν λόγον entrambe attestate in Eraclito (rispettivamente frr 1 e31) e costrutti come λόγον διδόναι593 ἐν λόγωι τίθεσθαι594 λόγον ἔχειν595οὐδένα λόγον (τινὸς) ποιεῖσθαι596 ἐν οὐδενὶ λόγωι ποιεῖσθαι597 etc che si gettanole basi per futuri usi matematici di λόγος come appunto ldquoproporzionerdquo ldquocon-tordquo ldquocalcolordquo e simili Tuttavia occorre sottolineare che anche in queste co-struzioni il significato di λόγος attiene originariamente alla sfera linguisticanon a quella matematica598 Pertanto traduzioni in italiano come ldquorenderecontordquo (λόγον διδόναι) ldquomettere in contordquo (ἐν λόγωι τίθεσθαι) etc sono fuor-vianti A proposito di λόγον διδόναι Kahn ha giustamente fatto notare che ldquotoexplain something is to give an account of it [hellip] Since the lsquoaccountrsquo is nor-mally rendered in words there is an inevitable blending of sense 2 (accountenumeration) and sense 3 (narration statement on words)rdquo599 Lo stesso valeper ἐν λόγωι τίθεσθαι come si vede ad esempio in Tyrt fr 121 s W οὔτrsquo ἂνμνησαίμην οὔτrsquo ἐν λόγωι ἄνδρα τιθείην οὔτε ποδῶν ἀρετῆς οὔτε παλαιμοσύνης[hellip] ldquoNon ne tramanderei il ricordo neacute farei oggetto di racconto un uomo per lasua eccellenza nella corsa o nella lotta [hellip]rdquo (trad Vetta)600 Tirteo vaglia quilrsquoeventualitagrave di tramandare o meno il ricordo di qualcuno nel suo contesto

593 Cfr ad esempio Hdt I 34 209 III 71 76 142 143 etc594 Tyrt fr 121 s W considerato in seguito595 A Pr 231 s596 Esempi di questa costruzione o della sua variante λόγον ἐλάσσω (τινὸς) ποιεῖσθαι sono in

Hdt I 4 13 117 213 III25 V105 VII13 58 156 218 IX7 analogo egrave il valore dellaforma passiva λόγος οὐδείς ἐλάχιστος πλεῖστος γίγνεταί τινος cfr Hdt I19 IV135 VII223 VIII10 102 IX 80

597 Hdt VII14598 Cfr cap 61 p 195599 Kahn 1964 p 192 nota 11600 Vetta 1999 p 58 (corsivo mio) Sembra questa lrsquointerpretazione piugrave plausibile dei versi e

non quella tuttavia molto diffusa che traduce ldquomettere in contordquo nel senso di ldquofar contoo stimardquo (di questo avviso sono ad esempio Diano-Serra 41993 p 94 nota 1 Kurtz 1971p 76 Horovitz 1978 p 73 Dilcher 1995 p 35) Un altro passo ricordato come esempiodel valore di λόγος come ldquocalcolordquo giagrave in etagrave arcaica (cfr Horovitz 1978 pp 78 s) egrave Pi OX9 ss nonostante il ricorso al lessico economico quando si scusa del ritardo con cui cele-bra un vincitore Pindaro intende dire che egrave possibile saldare il debito contratto celebrandomolti onori in un κοινὸς λόγος un discorso generale appunto il quale come esemplificatodalla similitudine con lrsquoazione dellrsquoonda sui sassolini incorpora in seacute molte cose Il sensodunque egrave ancora quello della ldquoraccoltardquo

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culturale lrsquounico modo di rendere eterno il κλέος consiste infatti nel racconta-re al pubblico di quellrsquouomo

Infine soltanto ldquolrsquoultimo valore assunto da λόγος fu quello di lsquoraziociniorsquo elsquoragionersquordquo601 e anchrsquoesso deriva con ogni evidenza dallrsquoaccezione linguistica diλόγος come ldquoargomentazionerdquo602 Tale significato non egrave ancora maturo nellaprima metagrave del V sec603 nonostante questo dato storico-linguistico non ab-bia fatto desistere alcuni traduttori di Eraclito da rese (e interpretazioni) ra-zionalistiche604

Sulla scorta di simili prove testuali e analogamente a quanto osservato cir-ca il verbo λέγειν si puograve riflettere sullrsquoopportunitagrave di rivedere la communis opi-nio sulla storia e lo sviluppo del significato di λόγος Questa sostiene che ldquoi si-gnificati di ratio matematica proporzione e misura rientrano [hellip] tra quellioriginari della radicerdquo605 e che solo a partire da tali valori si sviluppano poiquelli linguistici di ldquodiscorsordquo ldquoraccontordquo ldquoargomentazione verbalerdquo606 tutta-via la cronologia delle due aree di significati sviluppatesi dal senso di base dildquoazione risultato del raccogliererdquo appare esattamente inversa607 Infatti egrave at-testata dapprima lrsquoarea semantica linguistica (ldquodiscorsordquo ldquoraccontordquo ldquoargo-mentazione verbalerdquo) e soltanto dopo lrsquoarea matematica (ldquocontordquo e ldquocalcolordquo)oltre a profilarsi solo in seguito a quelle linguistiche le accezioni matematicherestano a lungo subordinate a queste ultime per autonomia ed importanzaPer riprendere i paragoni con altre lingue si tratterebbe dunque di privilegia-re per il greco antico la successione contraria ossia quella che va da ldquoracconta-

601 Cfr Diano-Serra 41993 p 99 s che prosegue ldquovi giunse tardi e per via non dotta daespressioni come ἐκ τίνος λόγου τίνι λόγῳ κατὰ τίνα λόγον e simili lsquosu che fondamentorsquo olsquomotivorsquo lsquoin base a quale ragionato discorsorsquordquo (cfr ad esempio A Ch 515)

602 Tale accezione si affaccia giagrave nellrsquoespressione colloquiale ὁ λόγος αἱρεῖ frequente in Ero-doto dove indica unrsquoargomentazione stringente I passi erodotei vengono esaminati daLausdei 1983 Hdt I 132 II 33 III 45 VI 124 insieme ai quali si puograve considerare lrsquoana-loga variante con γνώμη come in Hdt II 43 Tuttavia lo studioso tralascia che qui il sensodi λόγος non egrave ancora quello di una ldquoragionerdquo avulsa dal ldquodiscorsordquo

603 Cfr anche Hammer 1991 pp 60ndash61 Dilcher 1995 pp 30 ss 604 Come ad esempio Lami 52000 che traduce Heraclit fr 1 come ldquoDi questa ragione che

come qui se ne ragiona [hellip]rdquo (e Parm fr 850 come ldquoIn ciograve per te io cesso dal ragionamentoconvincenterdquo)

605 Diano-Serra 41993 p 97 analoga egrave lrsquoopinione di Hammer 1991 cap 11 il quale sostieneche il significato intrinseco di λόγος sia ldquorapportordquo (Verhaumlltnis) anche se riconosce chespesso gli usi arcaici di λόγος-rapporto comprendono una imprescindibile componentesemantica che ha a che fare con il linguaggio (cfr ivi p 60 ldquoDas lsquoVerhaumlltnisrsquo laumlszligt sich aberinsofern nicht vom lsquoWortrsquo trennenrdquo)

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rerdquo a ldquocontarerdquo da erzaumlhlen a zaumlhlen Ad ogni modo il dato fondamentale egraveche il significato originario di λόγος come ldquoazione risultato del raccogliereinsiemerdquo resta lo sfondo costante ai vari usi della parola almeno fino allrsquoiniziodel V sec aC egrave dunque in questa accezione che Eraclito intende il ldquodiscorsordquo

Che il significato di λόγος attenga alla sfera linguistico-discorsiva egrave docu-mentato al di lagrave di ogni ragionevole dubbio dalle occorrenze arcaiche tutta-via la parola nella lingua greca appare investita da una particolare ricchezzasemantica che rende corretta ma al contempo riduttiva la resa in italiano conldquodiscorsordquo608 Per una traduzione che renda giustizia e che rispecchi la vastagamma di accezioni e sfumature linguistiche sottese al greco λόγος in una lin-gua tuttora parlata occorre probabilmente attingere alle lingue delle cultureoro-aurali In effetti tali culture tendono a sviluppare una straordinaria ric-chezza semantica per le parole indicanti il linguaggio in generale o le sue par-ticolari manifestazioni Valgano come esempi lrsquoebraico dabar che significaldquoparolardquo ldquoaffermazionerdquo ma anche ldquoazionerdquo ldquocosardquo sograve nella lingua dogonldquosoggetto questione discussione giudizio causa nel senso giuridico reso-conto di fatti considerati realirdquo609 kuma nella lingua bambara610 no (ldquodiscor-

606 Come autorevole rappresentante di questa communis opinio si puograve annoverare Fournier1946 pp 53 ss il quale sostiene il ldquovalore etimologico razionale e distributivordquo di λέγεινe pp 217 s dove il valore etimologico di λόγος egrave ldquocalcolo conto ragionerdquo come se si trat-tasse di un equivalente del latino ratio Egrave quasi inevitabile che questa concezione conducaad interpretare il λόγος eracliteo come ldquoordine del mondo ragione universalerdquo come infattiFournier ha fatto Lo studioso non dubita che ldquolrsquoaspetto razionale di λέγειν e di λόγος a par-tire da Omero egrave [hellip] incontestabilerdquo neanche laddove deve ammettere che tuttavia ldquonongiunge mai a quello che potrebbe sembrare il suo esito logico corrispondente alle acce-zioni estreme di ldquocalcolare stimare pensarerdquo [hellip] In veritagrave sono i significati dichiarativiche λέγειν e λόγος sviluppano a partire dalla poesia epicardquo (ivi p 55)

607 Unrsquoipotesi revisionista nei confronti della communis opinio in materia egrave stata prospettatadalla Profssa P Laspia durante le sue lezioni di Storia della Filosofia Antica tenutesi aPalermo nella primavera del 2007

608 Lo stesso vale per le traduzioni in altre lingue moderne cfr Snell 1989 p 18 Dilcher1995 p 32 Schirren 1998 p 158 ldquoOffenbar operiert Heraklit mit einer Bedeutung desWortes λόγος die im Deutschen keine Entsprechung in einem Wort hatrdquo

609 Calame-Griaule 1982 p 24 cfr anche lo schema dei significati di sograve ivi p 26610 Come spiegato da Zahan 1963 p 10 kuma indica al contempo ldquoil vocabolo pronunciato

isolatamente e le diverse parti del discorso [hellip] lrsquoidea di materialitagrave quella di proiezionefuori di seacute [hellip] lrsquoidea di strumentalitagrave [hellip] Il termine kuma concerne tutta lrsquoenunciazionedel pensiero dalla parola [hellip] lrsquoinsieme del linguaggio e dellrsquoinsegnamento Si applica prin-cipalmente al parlare umano al linguaggio articolato Lo si impiega anche per designare laparola di Diordquo

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sordquo) nella lingua degli indigeni polinesiani611 o ancora krsquoop presso la lingua in-digena messicana Tzeltal612

Dopo il necessario excursus sulla storia delle parole λέγειν e λόγος egrave possibileoccuparsi di λόγος in Eraclito Pur restando coerenti con la Grundbedeutungle occorrenze eraclitee attestano una risemantizzazione in corso ossia eviden-ziano una diversificazione dei contesti drsquouso che produce per rubare un ter-mine al linguaggio della critica letteraria un effetto di ldquostraniamentordquo rispettoallrsquoaccezione tradizionale

Nel corpus la parola conta complessivamente undici occorrenze Di questetre sono del tutto pertinenti alle accezioni tradizionali λόγος egrave in senso atti-vo il lsquodiscorsorsquo che puograve essere espresso da ogni singolo uomo come nei frr 87(ldquolrsquouomo stolto egrave solito lasciarsi impressionare ad ogni λόγοςrdquo) e 108 (ldquodiquanti ho ascoltato i λόγοι nessuno arriva al punto [hellip]rdquo) in senso passivo illsquodiscorsorsquo su qualcuno e dunque la sua lsquofamarsquo come nel fr 39 (ldquo[hellip] Biante ilcui λόγος egrave maggiore di quello degli altrirdquo)

Quattro occorrenze invece compaiono in contesti drsquouso insoliti al λόγος egraveattribuito un ruolo entro processi cosmologici e conoscitivi secondo un usoincompatibile con quelli precedenti ad Eraclito Nei frr 31 (ldquoltla terragt sispande come mare e assume misure secondo quello stesso λόγος che valeva

611 Leenhardt 1984 p 174 riferisce che no significa allo stesso tempo ldquoRederdquo ldquoTatrdquo ldquoDen-kenrdquo Per lrsquoaccezione altamente performativa del linguaggio e per la sua ldquoWirkungskraftrdquocfr ivi pp 175 s A p 199 si legge ldquoDiscorso saggio leale giusto etc significa un uomoche in un determinato momento si trova in una condizione di saggezza di giustizia di leal-tagrave etc Il discorso determina queste qualitagrave o condizioni in quanto dagrave loro forma [hellip] e per-tanto esso egrave creatorerdquo La ldquoparolardquo (no) crea il modo di pensare e di agire degli uomini egraveartefice della personalitagrave degli individui (cfr ivi p 202) Il capo di una tribugrave egrave la parolavivente della tribugrave egrave lui a salvaguardare lrsquoassetto della comunitagrave a custodire la sua tradi-zione ad amministrarne la vita indicando di volta in volta ciograve che egrave giusto e ciograve che egrave sba-gliato I termini indicanti le leggi sociali e morali dellrsquoetica tradizionale sono tutticonnotati come differenti ldquodiscorsirdquo quanto noi chiamiamo ldquoproprietagraverdquo ldquoscambiordquo ldquoinde-bitamentordquo ldquoadulteriordquo etc non sono altro che vari tipi di ldquodiscorsordquo nei dialetti locali (cfrBastian 1881 pp 13 s)

612 Cfr Stross 1989 215 ss il quale illustra le innumerevoli traduzioni necessarie in linguainglese per rendere il sintagma lsquomodificatore + krsquoop (ldquospeechrdquo)rsquo la lista stilata alle pp 226ndash239 (che non egrave esaustiva) ne elenca ben 416 Il sintagma lsquomodificatore + krsquooprsquo rende contodi fattori inerenti alla situazione comunicativa quali personalitagrave condizioni fisiche e men-tali stato emotivo postura del parlante numero degli attanti della comunicazione lorodisposizione nello spazio eventuale accompagnamento musicale etc (cfr ivi p 217)

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prima che diventasse terrardquo) e 72 (ldquoin questo λόγος con il quale soprattutto ein continuazione hanno a che fare in questo divergono [hellip]rdquo613) il λόγος evi-denzia un ruolo cosmologico nei frr 45 (ldquoi confini dellrsquoanima per quanto tuvada non puoi trovarli nemmeno percorrendo ogni strada cosigrave profondo egrave ilsuo λόγοςrdquo) e 115 (ldquoegrave dellrsquoanima un λόγος che accresce se stessordquo) esso egrave pro-prio dellrsquoorgano della cognizione (ψυχή) e sembra contenere in segrave una sorta digerme vitale che lo rende illimitato Data lrsquoatipicitagrave dei contesti drsquouso per que-ste occorrenze gli interpreti di Eraclito sono inclini a proporre traduzioni di-sparate tra le quali si rileva tuttavia una consistente prevalenza di valori razio-nalistici (es ldquoragionerdquo ldquointellettordquo ldquoregolardquo) e matematici (es ldquomisurardquo ldquorap-portordquo ldquoproporzionerdquo)614 Questa tendenza ermeneutica egrave dovuta al fatto chele qualitagrave e le funzioni attribuite da Eraclito al λόγος non corrispondono alleaspettative degli interpreti circa il ldquodiscorsordquo il che apre la strada a traduzionianacronistiche della parola dubbia

Infine quattro occorrenze sono ambigue giaccheacute i relativi contesti drsquousopossono essere considerati sia tipici sia atipici Si tratta di entrambe le attesta-zioni del fr 1 (ldquopur essendo questo λόγος sempre [ἀεί] gli uomini ne sonoallrsquooscuro [hellip] infatti sebbene tutte le cose accadano secondo questo λόγος[hellip]rdquo) e di quelle dei frr 2 (ldquopur essendo comune il λόγος i piugrave vivono come seavessero un intendimento particolarerdquo) e 50 (ldquodato ascolto non a me ma alλόγος egrave saggio dire lo stesso [ὁμολογεῖν] che tutte le cose sono unardquo) In questicasi lo sforzo dei commentatori consiste in genere nel decidere se λόγος indi-chi a) il discorso particolare che Eraclito sta conducendo hic et nunc nel suoscritto secondo un uso della parola del tutto in linea con quello tradizionaleoppure b) un discorso di carattere universale che esorbiterebbe dal significatotradizionale e darebbe ragione di parlare per Eraclito di una ldquodottrina delλόγοςrdquo a cui in genere sono attribuite connotazioni alquanto metafisiche Ilfatto che si presuma la necessitagrave di una scelta esclusiva (authellip aut) tra a) e b)tradisce la tacita assunzione del modello semantico della polisemia Infatti sipresuppone che il ldquoλόγος particolarerdquo dello scritto eracliteo ed il ldquoλόγος uni-versalerdquo siano due cose sostanzialmente diverse Al contrario lrsquoambiguitagrave ditali occorrenze ossia la possibilitagrave di comprenderle sia in base allrsquoaccezione

613 Le difficoltagrave sollevate dal testo del fr 72 in cui lrsquooccorrenza di λόγος egrave tuttrsquoaltro che certavengono considerate nella trattazione riservata al frammento nel cap 61 pp 213 ss lepossibili costruzioni sintattiche sono state esaminate nel cap 23 p 52

614 Cfr tabella delle traduzioni moderne di λόγος pp 158 s

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 155

tradizionale sia in base ad unrsquoaccezione risemantizzata615 avvalora lrsquoipotesidella densitagrave semantica di λόγος il cui significato non egrave scisso

Si consideri dunque tale ambivalenza dei contesti drsquouso e delle accezionidella parola che possono essere intesi sia come tipici sia come atipici Circa ilfr 1 la posizione drsquoincipit di λόγος autorizza a pensare che la parola sia usatanella sua accezione tradizionale (lsquodiscorsorsquo ovvero lsquoesposizionersquo secondo unuso analogo a quello del fr 108616) In effetti λόγος ricorre assiduamente inapertura di opere in prosa per lo piugrave ionica per introdurre il lettore allrsquoargo-mento della ἱστορίη ne sono esempi Ecateo di Mileto (τάδε γράφω ὥς μοιδοκεῖ ἀληθέα εἶναιmiddot οἱ γὰρ Ἑλλήνων λόγοι πολλοί τε καὶ γελοῖοι [hellip] εἰσίν FGrH1 fr 1) Ione di Chio (ἀρχὴ δέ μοι τοῦ λόγου [hellip] DK 36 B 1) Diogene di Apol-lonia (λόγου παντὸς ἀρχόμενον δοκεῖ μοι χρεὼν εἶναι τῆν ἀρχὴν ἀναμφισβήτητονπαρέχεσται [hellip] DK 64 B 1) ma anche Antioco di Siracusa (ἈντίοχοςΞενοφάνεος τάδε συνέγραφε περὶ Ἰταλίης ἐκ τῶν ἀρχαίων λόγων τὰ πιστότατακαὶ σαφέστατα FGrH 555 fr 2) Da questo punto di vista Eraclito anchrsquoegliionico ed autore di prosa si inscrive in una ldquotradizione letterariardquo relativamen-te consolidata In base a questi elementi lrsquoavverbio ἀεί prima facie puograve non de-stare dubbi particolari ed essere inteso come riferito a ciograve che segue Tuttaviaproseguendo nella lettura sorgono dubbi sullrsquoeffettivo valore di λόγος gli uo-mini ne sono inesperti sia prima sia dopo averlo ascoltato ma un discorso seinteso nella sua accezione ordinaria non puograve essere noto giagrave prima di essereudito Pertanto se λόγος indicasse qui solo lo specifico discorso dello scrittoeracliteo la critica allrsquoignoranza degli uomini perderebbe buona parte del suofondamento A questo punto il lettore egrave tentato di rileggere lrsquoincipit con mag-giore attenzione per scoprire che la posizione intermedia di ἀεί cela una diffi-coltagrave inizialmente trascurata617

Subito dopo (seconda occorrenza) tutte le cose sono dette accadere ldquoinmodo conforme ardquo o ldquosecondo questo λόγοςrdquo618 unrsquoaffermazione che acutizzale perplessitagrave circa lrsquoaccezione della parola Una considerazione congiuntadelle due occorrenze mostra come in questo caso lrsquoipotesi polisemica ovverodella pluralitagrave di significati espressi dallo stesso segno non sia sostenibile619

615 La quale comunque non coincide a mio avviso con lrsquoopzione b)616 Cfr Hussey 1982 p 56 s617 Per maggiori particolari sulla posizione dellrsquoavverbio cfr cap 23 pp 49 s618 Dunque si intende εἰς con acc come complemento di modo analogamente a Marcovich

1978 p 204 (LSJ sv IV 3) cfr cap 61 p 196619 Contra Kahn 1964 p 192 nota 9

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156 5 Linguaggio e cosmo

Lrsquouso del deittico (τὸν λόγον τόνδε) la prossimitagrave delle due occorrenze e la ri-presa coerente del tema dellrsquoinesperienza umana (ἀξύνετοι ἀπείροισιν) non la-sciano dubbi sul fatto che con λόγος Eraclito intenda la stessa cosa in entram-be le occorrenze Il significato egrave uno ma la contestualizzazione ambigua dellaparola lo sta modificando sotto gli occhi del lettore Nel fr 2 il λόγος egrave dettoessere comune (ξυνός) Anche in questo caso non egrave chiaro se ad assumere va-liditagrave universale sia lo specifico discorso esposto nello scritto di Eraclito o seλόγος indichi qualcosa di piugrave generale Il perfetto parallelismo sintattico e te-matico con il fr 1620 mostra chiaramente che la parola λόγος veicola il medesi-mo significato di prima proprio come nel fr 1 anche qui si trova un genitivoassoluto (costruzione soggetto + predicato) seguito dalla proposizione prin-cipale (costruzione predicato + soggetto) in entrambi i casi nel genitivo as-soluto il soggetto egrave λόγος nella proposizione principale ricorre il tema dellrsquoin-comprensione umana rispetto al λόγος621

Anche nel fr 50 come nella prima occorrenza del fr 1 il contesto egrave perfet-tamente compatibile con unrsquoaccezione piana e non problematica della parolasi tratta del verbo ἀκούω che si riferisce al λόγος chiaramente come ad un udi-bile Se la distinzione presentata da Eraclito tra se stesso come parlante scri-vente da un lato ed il λόγος dallrsquoaltro rappresenti effettivamente un uso atipicodella parola egrave una questione aperta622 A questo proposito West sottolineacome nei testi greci le parole dello scrivente possano essere presentate comeindipendenti dallo stesso ragione per cui nel fr 50 λόγος non si riferirebbe anientrsquoaltro che allo scritto di Eraclito623 Tuttavia nella valutazione di questaoccorrenza di λόγος va considerato anche il ricorso al verbo ὁμολογεῖν che nel-la sua stessa composizione (ὅμοιος λέγειν) rappresenta lrsquoinsegnamento attri-buito al λόγος ossia che ἓν πάντα εἶναι Il richiamo tra λόγος e ὁμολογεῖν e lrsquoin-sistenza sulla radice λεγ- λογ- testimoniano una pregnanza semantica scono-sciuta agli usi precedentemente attestati per queste parole

Per delineare i contorni storici e teorici del problema ermeneutico che in-teressa il λόγος eracliteo egrave utile presentare un quadro delle traduzioni della pa-rola Nella tabella delle pp 158 s sono riportati in riga i numeri dei frammenti

620 Cfr cap 61 pp 190 s621 Lrsquoefficacia di questa perfetta ripresa sintattica egrave indipendente dalla collocazione del fr 2 i

frr 1 e 2 comunque non dovevano distare molto lrsquouno dallrsquoaltro cfr gli argomenti inGomperz 1922ndash1923 pp 122 ss Kirk 31970 pp 48 ss Marcovich 1978 p 62

622 Cfr cap 61 pp 206 s623 West 1993 p 162 nota 9 p 173 p 176 nota 42

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 157

in base allrsquoedizione DK contenenti occorrenze di λόγος (il fr 1 conta due oc-correnze) in colonna in ordine cronologico in base allrsquoanno di pubblicazionedella prima edizione compaiono i principali editori e traduttori di Eraclito

Come emerge dalla tabella il traduttore di Eraclito si trova in una situazio-ne analoga a quella descritta da Goethe nel Faust dove lrsquoomonimo protagoni-sta egrave alle prese con la difficile traduzione del Nuovo Testamento sin dallrsquoinci-pit dellrsquoopera (Ev Jo I 1 cfr Heraclit 1) egli deve misurarsi con una parola-chiave λόγος la cui portata non gli appare adeguata al significato comune-mente accolto624

Dilcher ha affermato che per Eraclito ldquoλόγος [hellip] non ha un solo significa-to ma piuttosto vari livelli [hellip] la parola oscilla tra il significato convenzionalee qualcosa di piugrave generale e profondordquo625 Piugrave puntualmente Held626 ha de-scritto una divaricazione nella storia delle interpretazioni del λόγος eracliteoDa una parte esso egrave inteso come ldquoprincipio regolatorerdquo in senso ldquooggettivordquo(con le relative traduzioni ldquolegge del mondordquo ldquointelligenza del mondordquo ldquosen-sordquo ldquostrutturardquo ldquoformula delle coserdquo etc) dallrsquoaltra egrave inteso in modo piugrave ade-rente allrsquouso della parola che egrave un uso ldquosoggettivordquo (e dunque ldquoparolardquo ldquodi-scorsordquo ldquoesposizionerdquo ldquoriflessionerdquo ldquoinsegnamentordquo etc) Lo studioso sottoli-nea che entrambe le interpretazioni appaiono tuttavia fondate Queste posi-zioni riassumono lrsquoimbarazzo della critica di fronte ad unrsquoesigenza tantonaturale quanto apparentemente insoddisfatta quella della coesione seman-tica della parola Eraclito usa λόγος in contesti drsquouso difformi e spesso per lrsquoin-terprete difficilmente riconducibili ad una tale coerenza

Dalla tabella che segue risulta anche evidente che non egrave accolto quasi mai ilpur fondamentale suggerimento di Snell ldquoLogos ha in veritagrave soltanto un si-gnificato che solo non coincide con il senso di una singola parola [tedescahellip]Ma lrsquointerpretazione deve cercare di chiarire lrsquounitagrave di questa parolardquo627

624 Faust I 1224 ss ldquoGeschrieben steht lsquoIm Anfang war das Wortrsquo Hier stock ich schonWer hilft mir weiter fort Ich kann das Wort so hoch unmoumlglich schaumltzen Ich muszlig esanders uumlbersetzen Wenn ich vom Geiste recht erleuchtet bin Geschrieben steht ImAnfang war der Sinn Bedenke wohl die erste Zeile Daszlig deine Feder sich nicht uumlber-eile Ist es der Sinn der alles wirkt und schafft Es sollte stehn Im Anfang war die Kraft Doch auch indem ich dieses niederschreibe Schon warnt mich was daszlig ich dabeinicht bleibe Mir hilft der Geist Auf einmal seh ich Rat Und schreibe getrost ImAnfang war die Tatrdquo

625 Dilcher 1995 p 30626 Held 1970 p 165ndash166627 Snell 1989 p 18

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158 5 Linguaggio e cosmo

Tabella delle moderne traduzioni di λόγος

Autore fr 1 (a) fr 1 (b) fr 2 fr 31 fr 39

Schleiermacher1807

Verhaumlltnis Verhaumlltnis Gesetz (des Denkens)

Verhaumlltnis houmlher zu rechnen

Mullach 1860 ratio ratio ratio mensura famaBurnet 1892 Word Word Word talea

a Burnet 31920 p 135 nota 2 ldquoThe phrase μετρέεται εἰς τὸν αὐτὸν λόγον can only mean thatthe proportion of the measures remains constantrdquo cfr anche ivi p 138 nota 1

accountDiels 1901 Wort Wort Wort Wort RedeDiels 1903 Wort

(Weltgesetz)Wort Wort

(Weltgesetz)Sinn(Verhaumlltnis)

Ruf(Geltung)

Busse 1926 Lehre Lehre Weltgesetz Verhaumlltnis Ruf

Walzer 1939 logo logo logo (modo) famaDK1951

Sinnder Lehre

Sinn Sinn Sinn(Verhaumlltnis)

Ruf(Geltung)

Burckhardt 1952 Wort Wort Wort Maszlig ndashKirk1954b

b Cfr Kirk 31970 p 39

formulaof things

formulaof things

formulaof things

measure account(measure)

Snell 1965 Lehre Sinn Sinn Sinn WortMarcovich1967c

c Identiche a queste sono le traduzioni di λόγος nellrsquoedizione a cura di Marcovich MondolfoTaraacuten 2007

Veritagrave Veritagrave Logos proporzione (famoso)

Held 1970 Logos Logos Logos Verhaumlltnis RufKurtz1971

λόγος λόγος λόγος Verhaumlltnis in Anschlagkommen

West 1971 spiegazione spiegazione spiegazione quantitagrave ndashBollack-Wismann1972

discours discours raison raison estime

Kahn 1979 account account account amount accountColli 1980 espressione espressione espressione espressione espressioneDiano-Serra 1980 Discorso Discorso Discorso rapporto famaMansfeld1983

Auslegung Auslegung Auslegung Verhaumlltnis Aussage

Conche1986

discours discours discours discours(rapport)

discours

Lami 1991 ragione ragione ragione ragione ragioneReale 2006 logos logos logos proporzione famaGemelli Marciano2007

Logos Logos Logos Verhaumlltnis ndash

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 159

fr 45 fr 50 fr 72 fr 87 fr 108 fr 115

ndash ndash ndash Rede Reden ndash

ndash ratio ndash oratio sermones ndashmeasure Word ndash word ndashGrund Wort Wort Wort Worte WortGrund Wort

(Gesetz)Wort Wort Worte Wort

(Weltvernunft)Mass Wahrheitsbeweis Weltgesetz Gedankenaumluszlige-

rungLeheren Mass

logo logo logo parola parole misuraSinn Sinn Sinn Wort Worte Sinn

Grund Rede Wort Wort Lehren Wortmeasure formula of things (Logos) word accounts

(words)measure

Sinn Sinn Sinn sinnvolles Wort Worte Sinnmisura Logos ndash parola

(insegnamento)insegnamenti criterio

numericoLogos Logos Wort (Rede) Wort Darlegungen LogosVerhaumlltnisAusmaszlig

λόγος λόγος Wort Worte VerhaumlltnisAusmaszliga

a Per i frr 45 1 115 cfr Kurtz 1971 p 211 nota 17

misura dottrina ndash ndash ndash valoreraison raison ndash raison discours raison

report report ndash accountword account reportespressione espressione espressione espressione espressione espressioneDiscorso Discorso Discorso parola parola ndashwas zu erklauml-ren ist

Auslegung (Logos) Auslegung Erklaumlrungen ndash

discours discours discours discours discours discours

ragione ragionamento ragione ragionamento discorsi ragioneragione ragione ragione discorso discorsi logosLogos Logos ndash ndash Logoi Logos

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160 5 Linguaggio e cosmo

La parola λόγος in genere non egrave intesa dai principali interpreti di Eraclitoin modo univoco per tutte le sue occorrenze e se ci sono eccezioni a questatendenza esse sfortunatamente scommettono tutto sul significato matemati-co-proporzionale628 o piugrave raramente su quello veritativo629 di λόγος in Eracli-to630 Lrsquointerpretazione di λόγος allrsquoinsegna di unrsquoirriducibile polisemia rap-presenta una costante631 talvolta diventa arduo perfino individuare la matricesemantica comune ai distinti significati la quale invece dovrebbe contraddi-stinguere il segno polisemico Casi molto vistosi sono quelli di traduzioni del-la medesima parola quasi mai uguali a se stesse come accade in Marcovich eWest (cfr tabella) Al fine di scansare il rischio di una ldquodottrina del λόγοςrdquo inEraclito West nega che in Eraclito la parola assuma accezioni e contesti drsquousoinsoliti rispetto a quelli precedentemente attestati tuttavia lo studioso egrave co-stretto a traduzioni differenti ad ogni occorrenza ricorrendo anche a signifi-cati non documentati per lrsquoepoca di Eraclito in base alla sua interpretazionela parola λόγος si profila come una vera e propria congerie di significati632

628 Cosigrave ad esempio Kirk 31970 pp 38 s ldquoAn examination of other extant occurrences of theword in Heraclitus [hellip] may show that for him there was one sense which came to mindmore commonly than others [hellip] I suggest [hellip] the phrase lsquoformula of thingsrsquo as a transla-tion of λόγος in frr 1 2 50 In this formula the idea of measure is implicit [hellip]rdquo e inoltreKurtz 1971 p 63 Horovitz 1978 pp 82 ss Hammer 1991 pp 77ndash78 (che segueSchadewaldt 1978 p 187 359) Secondo questrsquoultimo il λόγος eracliteo indica primaria-mente la struttura proporzionale dellrsquoessere e solo in seconda linea ovvero nella compren-sione che gli uomini hanno di tale struttura il discorso di Eraclito tuttavia taleinterpretazione non fa che ribaltare la semantica (e la storia semantica) della parola λόγοςAddirittura ingenua appare poi la posizione di Lami 52000 che traduce λόγος sistematica-mente come ldquoragionerdquo cfr tabella

629 Cosigrave Conche 1986 che punta tutto sul ldquodiscorso verordquo intendendo perograve il ldquodiscorso sullaveritagraverdquo come coincidente con la ldquoveritagraverdquo stessa ciograve vale per tutte le occorrenze di λόγοςtranne naturalmente quella del fr 31

630 Le uniche accezioni a me note sono Rath 1991 pp 88ndash91 che rende tutte le occorrenzedi λόγος con ldquoSpruchrdquo Silvestri 2003 e idem 2006 che traduce costantemente ldquoprincipiodi legamentordquo Lrsquounitarietagrave del significato la non specializzazione della parola e il suoinscindibile legame con la Grundbedeutung di λέγειν sono dunque tenuti presenti daentrambi gli studiosi tuttavia questi interventi forse anche a causa della loro esiguitagrave sirivelano ben poco chiarificatori della natura del λόγος eracliteo

631 In genere il fatto che la parola λόγος sia polisemica giagrave allrsquoepoca di Eraclito egrave assunto comeuna tacita premessa solo di rado essa viene esplicitata cfr Kahn 1964 p 192 che ipotizzaa questo proposito un ldquosignificant word-playrdquo (ibidem nota 9) Fattal 2005 p 27 e piugrave dif-fusamente ivi pp 58 ss Opsomer 2002 p 255

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 161

Perfino quanti riconoscono per lrsquoepoca di Eraclito lrsquoanacronismo dei valo-ri matematico-proporzionali di λόγος ricorrono appunto a tali accezioni as-sumendo cosigrave di fatto lrsquoipotesi della polisemia della parola ciograve si riscontra inparticolare nella resa dei frr 45 50 115 e soprattutto 31633 Ad esempio selrsquoallievo Serra nel suo commento correttamente sostiene la linguisticitagrave diλόγος fino allrsquoepoca di Eraclito compreso il maestro Diano traduce lrsquooccor-renza del fr 31 con ldquorapportordquo rinunciando al significato linguistico pur pre-ferito in tutti gli altri casi Similmente Conche afferma a piugrave riprese la neces-sitagrave di escludere per il λόγος eracliteo tutte le possibili accezioni dellrsquoarea ma-tematica e di optare per il significato unitario di ldquodiscorso (vero)rdquo ma per que-sto frammento capitola traducendo ldquorapportordquo634

Il problema teorico-ermeneutico che qui si solleva per λόγος egrave stato notatoda Havelock a proposito della parola δίκη Lo studioso afferma ldquoQuando unaparola egrave trattata in maniere cosigrave diverse si egrave tentati di affrontare il problemaparlando della scarsitagrave del vocabolario greco cui si ripara con traduzioni di-verse di uno stesso termine come se si trattasse di uno strano caso di omoni-mia [hellip Ma] sostituire una varietagrave di termini a quello che ossessiona il poeta si-gnifica in pratica distruggere il suo tema nascondere lrsquoopera di integrazioneche egli sta compiendo [hellip] Se un suono continua ad essere ripetuto come unrefrain la traduzione piugrave efficace in unrsquoaltra lingua egrave lrsquoimitazione del re-frainrdquo635

Le combinazioni di significati proposte sono altamente variabili esse ingenere riconducono a due i valori fondamentali del λόγος eracliteo636 tradu-

632 Sebbene West affermi ripetutamente di sostenere unrsquointerpretazione unitaria del λόγοςeracliteo che per lui non egrave altro che lo scritto stesso del sapiente di fatto le traduzioni resenon sono facilmente conciliabili con tale presunta unitarietagrave

633 Per LSJ sv λόγος i frr 31 e 115 sono i primi esempi del significato della parola comeldquomeasurerdquo

634 Conche 1986 p 291 ldquolsquoΛόγοςrsquo signifie lsquodiscoursrsquo (cf ad B50 B1) La terre dissoute en merndash la mer issue de terre ndash est lsquomesureacutee selon le mecircme discoursrsquo on dit la mecircme chose quantagrave sa mesure ie sa quantiteacute Or ce qui mesure la terre ou la mer est leur rapport au feu leureacutequivalent-feu De lagrave traduction par lsquorapportrsquordquo

635 Havelock 1983 (Dike) pp 284 s Per illustrare il problema lrsquoautore ricorda ldquoLa tradu-zione inglese di Esiodo curata per la collezione Loeb traduce δίκη in modo vario negli equi-valenti inglesi di lsquodirittorsquo lsquogiustiziarsquo e lsquopunizionersquo al plurale in lsquogiudizirsquo La versione diPenguin si concede piugrave libertagrave usando al singolare gli equivalenti inglesi di lsquodirittorsquo lsquogiusti-ziarsquo lsquoverdettorsquo lsquopunizionersquo e lsquoleggersquo al plurale abbiamo lsquogiudizirsquo o lsquocausersquo oppure egrave addirit-tura sostituito da una perifrasi gli aggettivi δίκαιος e ἄδικος sono usati per indicare lsquounuomo onestorsquo lsquoun uomo giustorsquo e lsquoun delinquentersquordquo

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162 5 Linguaggio e cosmo

cendolo al contempo come ldquodiscorsordquo e ldquolegge cosmicardquo637 ldquoparolardquo e ldquorap-porto matematicordquo638 ldquolibrordquo e ldquoVeritagrave eternardquo639 ldquoesposizione di Eraclitordquo eldquostruttura ordinatricerdquo640 ldquointelligenza che parlardquo e ldquolegge del mondordquo641 ldquodi-scorso di Eraclitordquo e ldquotrama nascosta del diordquo642 etc

Anche quanti come Snell e poi Verdenius sostengono la necessitagrave di tra-durre le varie occorrenze di λόγος sempre allo stesso modo in genere ricono-scono in λόγος una doppiezza di fondo dovuta a loro avviso allrsquoincapacitagravedel ldquopensiero arcaicordquo di distinguere tra le sfere tradizionalmente denomina-te ldquosoggettivardquo ed ldquooggettivardquo643 per questa ragione Eraclito pur scrivendosempre λόγος intenderebbe con la medesima parola ora una cosa ora unrsquoaltraLa sottigliezza di tale posizione richiede un approfondimento tanto piugrave chela questione avragrave un suo peso in sede di analisi dei frammenti (cap 61) Adinaugurare questa linea interpretativa egrave probabilmente Busse che sostienelrsquoipotesi di una ldquozweifache Bedeutung als Lehrvortrag und Lehrinhaltrdquo avve-nuta a causa di un involontario ldquoslittamentordquo (Verschiebung) semantico tra il

636 Tuttavia non mancano nemmeno le interpretazioni basate su tre valori di λόγος ad esem-pio Schadewaldt 1978 p 427 parla di una ldquoscheinbar dreifache Aufspaltung des Logosals Grundproportionalitaumlt des Seienden die im Geist des Menschen aufgenommen undschlieszliglich ausgesprochen werden kannrdquo anche se sottolinea come questa tripartizionevada compresa in realtagrave come una ldquovollkommene einheitliche und klare Auffassung diesesLogosrdquo (ibidem)

637 Cfr Busse 1926 pp 207ndash208 210638 Kurtz 1971 pp 67 ss p 79639 Gigon 1935 p 4640 Hammer 1991 p 188 Lrsquoautore sostiene anche lrsquoopposizione tra λόγος ldquosoggettivordquo e λόγος

ldquooggettivordquo cfr ivi pp 71 75 76 etc La sua posizione di fondo circa lrsquointerpretazione diλόγος egrave che ldquoDer Versuch den Begriff λόγος in den Fragmenten B1 B2 und B50 nur vomSinnbezirk lsquoWortrsquo lsquoRedersquo lsquoLehrersquo lsquoDarlegungrsquo [hellip] zu verstehen muszlig jedoch aumluszligerst zwei-felhaft erscheinenrdquo (ivi p 74) e ancora ldquoλόγος in B1 (und wie sich noch genauer zeigenwird in B2 und B50) nicht nur Heraklits eigene Darlegung meint sondern auch so etwaswie eine objektive Struktur die wir [hellip] von dem Bedeutungsbereich lsquoVerhaumlltnisrsquo lsquoPropor-tionrsquo lsquoRechnungrsquo her zu verstehen suchen wollenrdquo (ivi p 75)

641 Fattal 2005 pp 66 ss642 Colli 1980 vol III p 172643 La terminologia corrente che ricorre alle categorie di lsquosoggettivorsquo ed lsquooggettivorsquo non risulta

sempre chiara infatti non si tratta di esprimere la differenza tra soggettivitagrave ed oggettivitagravebensigrave quella tra il soggetto e lrsquooggetto grammaticale ovvero per ricorrere alla terminologiadi Verdenius 1966 pp 83 s tra ldquoTaumltigkeitrdquo e ldquoResultatrdquo Per questo motivo dopo aver illu-strato la posizione della critica al riguardo le categorie di lsquosoggettivorsquo ed lsquooggettivorsquo sarannoabbandonate in favore della distinzione tra nomen actionis e nomen rei actae

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 163

discorso ed il suo contenuto644 Tale ldquoslittamentordquo egrave spiegato con lrsquoargomen-to in seguito molto sfruttato645 della mancata distinzione tra nome e nomi-nato che sarebbe tipico del ldquopensiero primitivordquo ed eracliteo in particola-re646 Snell solo in apparenza coerente con il suo stesso suggerimento sopra ci-tato circa lrsquounitagrave di senso della parola λόγος presenta una certa invarianza nel-la traduzione delle occorrenze rese per lo piugrave con Sinn Tuttavia Sinn egraveinteso a sua volta nel segno della duplicitagrave infatti giaccheacute il pensiero arcaicoegrave giudicato incapace di distinguere tra il soggettivo e lrsquooggettivo ldquoil λόγος nonegrave soltanto il discorso umano dotato di senso ma anche il senso che sta nellecoserdquo647 E ancora ldquo[hellip] questo logos egrave innanzi tutto la dottrina di Eraclitoche egli vuole presentare Ma questo logos ha realtagrave effettiva Esso egrave piugrave cheunrsquoopinione di Eraclito Egrave il senso che sta nel mondo [hellip] con terminologiapiugrave tarda si puograve vedere in esso addirittura qualcosa come una ragione univer-sale (Weltvernunft)rdquo648 Quindi lrsquounitagrave di senso di λόγος egrave al tempo stesso af-fermata nella costanza della traduzione Sinn ma anche negata nello sdop-piamento tra un Sinn soggettivo ed uno oggettivo

La posizione di Snell egrave ben illustrata da Verdenius649 il quale drsquoaltronde siavvicina a questa linea interpretativa traducendo λόγος costantemente comeldquoargumentrdquo ma ritenendo allo stesso tempo che ldquoIn Heraclitusrsquo thought hisargument coincides with that which is argued he does not know a fundamen-tal difference between the purport of his doctrine and the real order of thingsrdquo650il che conduce inevitabilmente ad intendere il λόγος come ldquothe system of real-

644 Cfr Busse 1926 p 207 ldquoHeraklit dachte bei der Wahl des Wortes natuumlrlich zunaumlchst andie Rede [hellip] aber unwillkuumlrlich schob sich ihm die Vorstellung von dem Inhalt der Darstel-lung von dem darin ausgedruumlckten Grundgedanken unter Der Kern der neuen Lehreaber ist der Gedanke des Weltgesetzes [hellip] Und dies ist die Bedeutung welche das Wortim zweiten Satz hat [hellip]rdquo (corsivo mio)

645 A tale argomento ricorreranno per interpretare Eraclito anche Snell 1989 Marcovich1978 Di Cesare 1980 eadem 1986 pp 9ndash20 (cfr anche Kraus 1987 p 104)

646 Cfr Busse 1926 p 207 ldquoDenn dem primitiven Geist fehlte noch die Faumlhigkeit Subjek-tives und Objektives Gedachtes und Gegenstaumlndliches scharf zu trennenrdquo

647 Snell 1989 p 18648 Ivi p 19649 Verdenius 1947 p 276 ldquoB Snell offers the translation lsquomeaningrsquo (lsquoSinnrsquo) on account of

the fact that λέγειν refers to the meaning of a discourse as well as to the meaning of itsobject Since ancient thought was not yet conscious of a fundamental difference betweenthe knowing subject and the object which is known λόγος comprises both the meaning ofHeraclitusrsquo doctrine and the meaning of realityrdquo

650 Ivi pp 276ndash277 corsivo mio cfr ibidem nota 41

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164 5 Linguaggio e cosmo

ity itselfrdquo651 Questo imprimerebbe nella parola λόγος cosigrave come usata daEraclito unrsquoinevitabile ambivalenza tradotta poi come ldquoargomentazionesoggettivardquo e ldquocorrelato oggettivordquo652 Anche Dilcher sottolinea lrsquoambivalen-za tra ldquoλόγος soggettivordquo e ldquoλόγος oggettivordquo intendendo con questrsquoultimoldquosomething independent being valid beyond the subject who makes use ofitrdquo653 Purtroppo la reazione contro lrsquoidea di una presunta indistinzione tralinguaggio e realtagrave nel pensiero arcaico ed eracliteo in particolare riguardasolo una minoranza degli interpreti654

Egrave vero che numerose parole greche incluso λόγος hanno al contempo dueaccezioni come nomen actionis e come nomen rei actae655 Si pensi ad esempioad ὄψις che come in italiano lsquovistarsquo indica tanto lrsquoazione o la facoltagrave del vede-re (nomen actionis) quanto le sembianze percepite in seguito a tale azione(nomen rei actae)656 Egrave altrettanto vero che in Eraclito sono attestate per λόγοςentrambe le accezioni la parola non indica solo lrsquoazione di dire qualcosa maanche quello che viene detto ossia il contenuto Secondo studiosi comeBusse Snell e Dilcher il λόγος eracliteo come nomen rei actae si identifiche-rebbe con la realtagrave non linguistica da esso espressa ossia il mondo Tuttavia ilsillogismo che stabilisce tale identitagrave linguistico-ontologica non egrave affatto pro-

651 Ivi p 278 corsivo dellrsquoautore652 Cfr ivi p 277 dove lrsquoautore parla di una ldquocoincidenza tra lrsquoaspetto soggettivo e quello

oggettivo della conoscenzardquo insistendo sullrsquounitagrave di soggetto ed oggetto nel pensiero grecoarcaico cfr idem 1966 p 91 ldquoLogos e Kosmos sono quindi in un certo senso equivalenti[hellip] cosigrave che il Logos [hellip] non egrave solo lrsquoargomentazione soggettiva ma anche il suo correlatooggettivo non solo il discorso sui legami nel mondo ma anche [hellip] lrsquoordinamento stessodel mondo [hellip] questa ambivalenza egrave possibile percheacute nella coscienza di Eraclito non esi-ste nessun confine marcato fra il suo pensiero e lrsquooggetto del pensierordquo ed ivi p 93 ldquoIl Logosagrave al contempo lo specifico sistema argomentativo di Eraclito e il sistema obiettivo delmondordquo

653 Dilcher 1995 p 44654 Cfr Held 1970 p 167 e p 181 Schadewaldt 1978 p 163655 Cfr Verdenius 1966 pp 83 s per alcuni esempi tra cui anche λόγος Cfr Snell 1955 pp

307 s656 Cfr LSJ sv ὄψις con i relativi esempi per lrsquoaccezione di nomen rei actae cfr Hom Il VI

468 per quella di nomen actionis cfr Hom Il XX 205 Esempi eraclitei potrebbero essereσύναψις (fr 10) che indica sia lrsquoazione di stabilire un ldquocollegamentordquo sia il suo risultatoossia la condizione del ldquocollegamentordquo ἡδονή (fr 67) che sta sia per il ldquosaporerdquo o lrsquoldquoaromardquopercepito sia per la ldquopreferenzardquo o il ldquogustordquo proprio del soggetto agente γνώμη (frr 4178) che vale sia come ldquofacoltagrave conoscitivardquo sia come ldquorisultato della facoltagrave conoscitivardquoovvero ldquodiscernimentordquo etc

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 165

bante Si consideri come controesempio il fr 39 dove λόγος vale appuntocome nomen rei actae nondimeno anche in questo caso λόγος indica il ldquodi-scorsordquo su Biante ovvero la sua fama e non certo Biante stesso Come perEraclito il λόγος su Biante non coincide con Biante allo stesso modo il λόγοςsul mondo non coincide con il mondo Probabilmente in molti contesti unanetta distinzione tra il discorso da una parte ed il contenuto che esso esprimedallrsquoaltra egrave semplicemente improduttiva ma ciograve non equivale allrsquoincapacitagravedi distinguere tra discorso ed oggetto del discorso ovvero tra linguaggio erealtagrave Come saragrave sottolineato nel cap 53 (pp 182 s) il rapporto istituito daEraclito tra linguaggio e realtagrave non egrave di identitagrave (equiv) ma di analogia (asymp) men-tre il rapporto di identitagrave implica che i due termini della relazione in questocaso linguaggio e realtagrave siano una cosa sola al contrario il rapporto di analo-gia presuppone che essi siano due cose ben distinte Dunque il λόγος diEraclito verte sul mondo ma non egrave il mondo esso egrave e resta ldquodiscorsordquo

Per quanto mi consti Colli egrave lrsquounico a tradurre invariabilmente le occor-renze eraclitee di λόγος reso sempre come ldquoespressionerdquo perfino nel fatidicofr 31 Ma nonostante lrsquoaffermazione che ldquoil significato di λόγος egrave perfetta-mente unitariordquo anche per questo studioso la perfetta unitarietagrave del significa-to si frantuma di fatto in una pluralitagrave di valori del cosiddetto ldquoterminerdquo cosigraveλόγος sta per ldquolegge del fenomeno cioegrave rappresentazione rapporto di sogget-to e oggetto [hellip] Il λόγος saragrave quindi anche espressione in genere in quantomanifestazione apparenza del noumeno cosigrave in particolare parola e pensieroumano [hellip] Naturalmente lrsquouso concreto del termine nei frammenti varieragravedallrsquoindicazione della rappresentazione in quanto tale come legge a quella diuna singola rappresentazionerdquo657 Egrave dunque evidente che il significato di que-sto ldquoterminerdquo esula dallrsquoarea semantica schiettamente linguistica per avvici-narsi a sfere piugrave squisitamente metafisiche658 Pertanto anche allrsquoldquoespressio-nerdquo della colliana ldquodottrina eraclitea del λόγοςrdquo va tolta molta metafisica giac-cheacute λόγος significa semplicemente ldquodiscorsordquo ldquoargomentazione verbalerdquo

Le posizioni sopra ricordate sembrano non considerare che ldquoper quanto lenostre storie della filosofia possano sottolineare le peculiaritagrave della dottrina

657 Colli 1980 vol III p 173 (corsivo mio) Cfr Bremer 1996 p 82 che intende il λόγοςeracliteo come ldquo[hellip] rationales Verhaumlltnis das im Diskurs dargelegt wird Das Medium indem der Logos primaumlr zur Darstellung kommt und aus dem heraus er zunaumlchst gedachtwird ist die Spracherdquo

658 Ad esempio λόγος egrave inteso come la ldquolegge divina che incatena gli oggetti mutevolidellrsquoapparenzardquo cfr Colli 1980 vol III p 172

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di ciascun pensatore non dobbiamo mai dimenticare in che misura essi usas-sero e adattassero concezioni comunirdquo659 e la concezione comune di λόγοςnel mondo di Eraclito egrave quella di ldquodiscorsordquo Pertanto egrave in continuitagrave con ilsignificato tradizionale di λόγος che maturano le nuove accezioni senza chesussistano cesure traumatiche tra lrsquouno e le altre660 Prendendo a modificare icontesti drsquouso di λόγος Eraclito dagrave inizio ad un lungo processo di evoluzionesemantica della parola processo che poi sfoceragrave in accezioni tra loro lontanee difficilmente riconducibili allrsquoidea del lsquoraccoglierersquo originariamente insitanella radice λεγ- questo esito tuttavia non puograve essere datato giagrave alla fine delVI sec aC Per il parlante Eraclito chiamare λόγος qualcosa di diverso dal ldquodi-scorsordquo rappresenterebbe un impossibile gesto di arbitrarietagrave linguistica dalmomento che il significato di qualsiasi segno non costituisce un evento priva-to bensigrave il prodotto storico di unrsquointera comunitagrave linguistica rispetto a cui ilsapiente non puograve fare astrazione Come accade anche per altre parole rise-mantizzate del ldquodiscorsordquo Eraclito comprende e mostra tuttavia aspetti nuo-vi ed inediti Ma se egrave ammesso il paradosso affermare che per questo motivoλόγος non significhi per Eraclito ldquodiscorsordquo sarebbe come sostenere chequando Eratostene predica per la Terra lrsquoattributo della sfericitagrave egli attri-buisca alla parola lsquoTerrarsquo un significato diverso in realtagrave Eratostene si limitaad intendere la lsquoTerrarsquo in modo nuovo rispetto alla tradizione di pensiero chelo ha preceduto

Diversamente da quanto puograve dirsi della sfericitagrave della Terra la compren-sione eraclitea del discorso risulta estranea al pensiero successivo e questo an-che per via delle idee linguistiche avallate dal radicalizzarsi della cultura alfa-betizzata Ciograve induce la critica a proiettare le proprie aspettative sul λόγοςeracliteo misconoscendone e falsandone la natura linguistica in effetti inbase al buonsenso degli interpreti tradurre λόγος come puro e semplice ldquodi-scorsordquo condurrebbe a degli espliciti nonsensi come lrsquoattribuzione al ldquodiscor-sordquo di un ruolo attivo entro il divenire cosmologico Che senso avrebbe adesempio sostenere che ldquotutte le cose avvengono secondo questo discorsordquo (fr1) O che il mare ldquoassume misure secondo quello stesso discorso che valevaprima che diventasse terrardquo (fr 31) Allrsquointerprete tuttavia non egrave consentitotrascurare il fatto che senso buonsenso e nonsenso sono valori culturalmente

659 West 1993 p 179660 La continuitagrave del significato di λόγος in Eraclito ma anche nel pensiero successivo egrave sot-

tolineata da Held 1970 specie pp 204 ss sebbene allo stesso tempo lo studioso qualifichila semantica della parola come ldquoDoppelsinnrdquo (ivi p 192)

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determinati ovvero relativi che assumono parametri diversi in culture diver-se e quella della Grecia di VIndashV sec aC egrave una cultura appunto profonda-mente diversa dalla nostra Porre il discorso in stretta relazione con il funzio-namento del mondo e la venuta ad essere degli enti che lo popolano egrave di sicuroun nonsenso nel contesto culturale occidentale moderno ma non lo egrave affattoad esempio per i Dogon per i Bambara e per numerose altre culture preva-lentemente orali Accostarsi alle concezioni linguistiche dei popoli scarsa-mente o niente affatto alfabetizzati consente di vagliare non solo in base aidati storico-linguistici sinora presentati ma anche in base ad elementi dicomparazione antropologica lrsquoipotesi che in Eraclito al linguaggio competauna funzione cosmologica dimenticata dalle culture del libro

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Vi egrave unrsquoassociazione ricorrente nel bagaglio sapienziale (mitologico religiosocosmogonico) di numerosi popoli egrave quella tra il linguaggio ed il mondo intesicome due consimili Questa idea egrave comune alle civiltagrave piugrave disparate sorte inluoghi e in epoche tra loro anche molto distanti Il presente capitolo evidenziacome le concezioni cosmologiche intrise di linguisticitagrave siano proprie di nu-merose culture oro-aurali

Se in generale egrave certamente utile accostarsi a civiltagrave che evidenziano prati-che di vita e di pensiero piugrave vicine a quelle della grecitagrave arcaica rispetto a quel-le del moderno interprete occidentale661 per lrsquoermeneutica del λόγος eracliteorisulta particolarmente proficuo il confronto con le concezioni linguistichedelle culture oro-aurali Esso contribuisce infatti a colmare la distanza che se-para le nostre idee sul linguaggio e sui fenomeni ad esso correlati da quelleeraclitee dal momento che le concezioni linguistiche dei parlanti sono infor-mate in misura determinante dai media adoperati Nei media pertanto va in-

661 Non egrave necessario riaffermare in questa sede lrsquoimportanza degli studi antropologici e com-parativi per la comprensione del mondo greco antico e specialmente arcaico lrsquointrodu-zione di metodi antropologicamente fondati in questo campo di studi egrave dovuta a studiosiquali ad esempio F M Cornford (2002) G E Lloyd (Polaritagrave e analogia Napoli 1992[Cambridge 1966]) J P Vernant (cfr Le origini del pensiero greco Roma 1993 [Paris1962] Mito e pensiero presso i Greci Torino 1978 [Paris 1965]) M Detienne (1977) LGernet (cfr I greci senza miracolo Roma 1986 [Paris 1983]) Per ragioni di concretezzaoccorre limitarsi qui solo a pochi autori e titoli particolarmente rappresentativi

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dividuata anche una causa rilevante della diversa percezione e comprensionecirca il rapporto tra linguaggio e mondo In effetti egrave facile constatare che leculture convinte di unrsquoazione del linguaggio a livello cosmico sono in generequelle fondate sulla parola parlata e cantata mentre una volta acquisito edinteriorizzato il medium della scrittura nella coscienza dei parlanti-scriventisi modifica la concezione del linguaggio il cui ruolo viene ridimensionatofino alla sua estromissione dalle spiegazioni riguardo alla natura e al cosmo

Occorre tenere presente che dal punto di vista del tipo di modelli fisici ecosmologici adottati la cultura occidentale moderna (che sotto questo profi-lo ed in generale per quanto riguarda le credenze scientifiche puograve essere con-siderata fondamentalmente omogenea) egrave in minoranza numerica essa conce-pisce infatti il funzionamento della natura in modo completamente a-lingui-stico laddove le culture che al contrario danno conto dellrsquouniverso fisico ri-correndo al linguaggio sono molto numerose Indubbiamente in base allemoderne idee linguistiche il mondo e le sue manifestazioni fisiche non hannonulla a che vedere con il linguaggio nondimeno bisogna prendere in conside-razione lrsquoipotesi che per la cultura aurale a cui il sapiente di Efeso appartienecosigrave come mutatis mutandis per le civiltagrave che qui di seguito vengono ricorda-te le cose stiano diversamente In assenza di un approccio antropologico ocomparativo ad Eraclito la critica ha ammesso finora due principali possibi-litagrave per lrsquointerpretazione dellrsquoaccostamento eracliteo tra λόγος e mondo o ne-garlo oppure ammetterlo solo al prezzo di unrsquointerpretazione razionalistica ometafisica del λόγος stesso ossia con scarsa considerazione del significato sto-ricamente piugrave plausibile per la parola quello di ldquodiscorsordquo (cfr cap 51)

Nelle culture oro-aurali una concezione che ricorre con particolare co-stanza egrave quella della ldquoparola creatricerdquo ovvero della parola che nel momentoin cui viene pronunciata chiama ad essere o realizza il nominato Convienesoffermarsi su questa credenza sia a causa della sua vasta diffusione la qualeautorizza a pensare ad un vero e proprio fenomeno antropologico sia percheacuteessa non egrave rimasta infruttuosa nella storia degli studi eraclitei come si ricordaoltre in questo capitolo (p 172) Il mito della parola creatrice egrave ampiamentedocumentato sin dalle culture piugrave remote quanto di antico si tramanda sullacreazione del mondo e dei suoi abitanti egrave costantemente permeato dalla fedeancestrale nella potenza generatrice del linguaggio Sotto questo punto di vi-sta la Genesi della Torah ebraica662 lrsquoepos cosmogonico babilonese663 i testi

662 LXX Ge 13 ss

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egiziani del divino insegnamento di Menfi664 la cosmologia indiana incentra-ta sulla dea Vāc (e sullo śabdabrahman lrsquoassoluto in forma di parola)665 ed ilVangelo secondo Giovanni666 mostrano evidenti affinitagrave R Houmlnigswald au-tore di unrsquoampia rassegna sui miti della creazione delle prime civiltagrave di cui cisiano pervenuti testi scritti riferisce assiduamente di come il linguaggio fungada agenti del divenire cosmico ad esempio nelle leggende babilonesi667 india-ne668 ed ebraiche669 sulla creazione La tendenza ad attribuire capacitagrave creatri-ci ad atti linguistici viene sottolineata di frequente nelle monografie sulle sin-gole religioni antiche come quella egiziana670 induista671 etc

Per ovvie ragioni la documentazione piugrave ricca ci proviene tuttavia dalleculture orali contemporanee le quali anche in assenza di contatti reciprocievidenziano concezioni analoghe sul linguaggio e sulla sua facoltagrave di generareil cosmo ed i suoi abitanti Venendo a conoscenza dei racconti circa lrsquooriginedel mondo tramandati dagli Uitoto (un gruppo etno-linguistico dellrsquoAmaz-zonia colombiana) gli etnologi non hanno potuto astenersi dal confrontocon lrsquoincipit della Genesi ebraico-cristiana Gli Uitoto ritengono infatti cheldquoin principio la parola diede origine al padrerdquo e tutta la cosmogonia elaboratada questa cultura egrave pervasa da elementi linguistici672 Analogamente le leg-gende sacre dei Polinesiani identificano il momento della creazione con quel-lo in cui il silenzio primordiale venne infranto dallrsquoemissione del primo suo-no673 Le piugrave studiate tra le culture tradizionali contemporanee sono al mo-mento quelle africane si pensi alla vera e propria popolaritagrave di cui ldquogodonordquo iDogon e in misura minore i Bambara ormai da qualche decennio Non soloi fenomeni cosmogonici e cosmologici ma anche quelli fisici e biologici sonospiegati da queste popolazioni in base alle correlazioni scorte con determinati

663 Enūma elīs vv 1ndash10664 Cfr Donadoni 1970 pp 170ndash172665 Cfr Della Casa 1976 pp 63 ss 77 ss 144 254 666 Ev Jo I 1667 Cfr Houmlnigswald 1957 pp 26ndash29668 Ivi pp 80ndash83669 Ivi pp 172 e 175670 Cfr Junker 1940 Morenz 1960 pp 172 ss e 180ndash181 il quale inoltre si sofferma

sullrsquoimportanza attribuita agli organi fonatori671 Gonda 1960 p 182 672 Preuss 1921ndash1923 vol I pp 25 ss per la trascrizione e la traduzione del racconto cfr ivi

vol II p 659 673 Bastian 1881 pp 13 ss

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fenomeni linguistici infatti si presuppone che tra linguaggio e mondo natu-rale vi sia una perfetta corrispondenza Secondo il sapere biologico dogonlrsquoessere umano egrave prodotto dalla parola (sograve) il sostentamento e la crescita delcorpo sono spiegati linguisticamente in quanto si ritiene che nelle parole sia-no contenuti i principi nutritivi necessari alla vita674 inoltre la parola egrave con-siderata responsabile del concepimento Egrave opportuno sottolineare che nellacapacitagrave generatrice e vivificatrice attribuita al linguaggio non vi egrave nulla dimetaforico per i Dogon ldquola parola egrave fecondante [hellip] nel senso proprio del ter-minerdquo675 dal momento che tutta la fisiologia della fecondazione egrave determina-ta in concreto dagli organi linguistici nellrsquoesercizio delle loro specifiche fun-zioni676 Simili idee possono essere messe in relazione con quelle dei Bambarasecondo i quali da un lato gli organi genitali concorrono alla produzione dellinguaggio677 dallrsquoaltro lrsquoessere umano egrave capace di dispensare vita nellrsquoattodella riproduzione appunto percheacute dotato di parola678

Il nesso tra natura e linguaggio egrave confermato dalla concezione dogon deimeccanismi produttivi del sograve Dallo studio sulla fisiologia della parola con-

674 Calame-Griaule 1982 p 63675 Ivi p 66 676 Cfr ivi pp 66ndash70 ad esempio le pp 69 ss ldquoSupponiamo che durante la giornata gli sposi

si siano scambiati lsquobuone parolersquo[hellip] La forza vitale delle parole ascoltate [hellip] sveglia il san-gue [hellip] la parola bolle dolcemente e invece di uscire dalla bocca va nelle articolazioniinsieme allrsquoolio del sangue poi nei reni [hellip] Le buone parole scaldando leggermente ilcuore producono un dolce calore che fonde e fa scorrere lrsquoolio Lrsquouomo egrave colmo di tene-rezza per la sua donna il loro accordo egrave completo lrsquounione saragrave feconda [hellip] Utilizzandoun paragone familiare i Dogon dicono lsquoCome si schiacciano i semi di arachide [hellip] perestrarne olio cosigrave i nervi tirano il corpo dellrsquouomo e schiacciano le buone parole nelle arti-colazioni [hellip] per estrarne lrsquoolio beneficorsquo La forza vitale delle parole [hellip] contribuiragrave allaformazione del bambino [hellip] La trasformazione in disegno compiuto e completo dellacreatura umana [hellip] avviene quando lrsquoolio e lrsquoacqua si combinano egrave lrsquounione di due parolelrsquoabbraccio dellrsquouomo e della donna che fondono insieme i loro corpi e le loro parolerdquo p172 ldquo[hellip] il coito [hellip] egrave lsquola parolarsquo per eccellenza I Dogon ne vedono la prova oltre che nelpotere fecondante del verbo nel fatto che il seme egrave una sorta di lsquoconcentratorsquo di parolerdquo

677 Zahan 1963 pp 19 s Scopi ldquolinguisticirdquo sono perseguiti anche nei trattamenti chirurgiciriservati allrsquoapparato genitale come nelle pratiche della circoncisione e dellrsquoescissione cfrivi pp 77 ss

678 Zahan 1963 p 30 ldquoil verbo egrave la sintesi piugrave completa della divinitagrave del cosmo e dellrsquouomototale Prodotto sui generis nellrsquoinsieme della creazione esso fa dellrsquouomo un lsquocreatorersquo e lolega con legami invisibili allrsquouniverso e a Diordquo Cfr ivi p 29 ldquo[hellip] la persona parlando crealrsquoumano con materiali cosmici e divinirdquo dove si seguita ldquoEgrave proprio qui drsquoaltronde il sensodel termine bocca da che per i Bambara significa allo stesso tempo crearerdquo

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dotto da Calame-Griaule emerge infatti che alla produzione del linguaggiosono indispensabili i quattro elementi cosmici fondamentali (acqua aria ter-ra fuoco) ad esempio la capacitagrave o lrsquoincapacitagrave linguistica del parlante pro-cede di pari passo con lrsquoappropriata combinazione o viceversa con la disgrega-zione di questi costituenti fondamentali679 alla morte del parlante ldquoi quattroelementi della parola si dissolvono con quelli del corpordquo680 In base a questidati egrave possibile rilevare delle affinitagrave con le considerazioni svolte nel cap 41 aproposito del modello articolatorio In primo luogo anche per il pensiero do-gon i medesimi schemi di funzionamento soggiacciono tanto ai fenomeni fi-sici (cosmologici biologici) quanto a quelli linguistici inoltre il linguaggio egraveconcepito come unrsquounitagrave risultante dal giusto assemblamento di parti costi-tuenti681 A ciograve si aggiunge il fatto che per il pensiero dogon lrsquoidea biologicadellrsquoarticolazione682 assume un ruolo primario entro la concezione del lin-guaggio infatti ldquosi definiscono articolazioni della parola i collegamenti tra pa-role e frasi e il susseguirsi delle idee in un ragionamento [hellip] Lrsquouomo saggio[hellip] egrave colui che conosce la lsquoparola delle articolazionirsquo la stessa definizione vie-ne attribuita a un buon musicista che non sbaglia mai la connessione dei ritmie dei cantirdquo683 Pertanto sia nella tradizione di pensiero greca684 che in quelladogon lrsquoidea biologica di articolazione trova un campo di applicazione nellariflessione sul linguaggio risultando funzionale alla sua comprensione

Considerato il ruolo cosmologico svolto dal linguaggio presso altre cultureoro-aurali lrsquointerpretazione del λόγος eracliteo in base al significato storica-mente plausibile di ldquodiscorsordquo anche nei frammenti in cui esso egrave coinvoltocon lrsquouniverso fisico non appare piugrave insensata Nondimeno i confronti inter-

679 Calame-Griaule 1982 pp 46ndash47 e 54680 Ivi p 75681 Ivi p 32 ldquola parola cosigrave come la concepiscono i Dogon si scompone in elementi multi-

plirdquo682 Sullrsquoidea biologica di articolazione cfr ivi p 33 ldquoIl corpo umano egrave un insieme ma egrave dif-

ferenziato in un certo numero di parti individuate dalle articolazioni queste ultime hannounrsquoimportanza fondamentale [hellip] Per spiegare limportanza attribuita alle articolazioni iDogon dicono che poicheacute permettono il movimento e il lavoro esse sono il segno dellacondizione umana Inoltre le articolazioni mobili sono privilegio dei vivi i morti sonorigidi e le loro membra non possono essere piegate se non spezzandone le articolazioni[hellip] infine i Dogon ritengono che le articolazioni abbiano un ruolo importantenellrsquoamore e nella procreazionerdquo cfr anche ivi p 147

683 Ivi p 47 (corsivo mio)684 Cfr Laspia 1997

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172 5 Linguaggio e cosmo

culturali non devono favorire a tutti i costi semplicistici parallelismi egrave questalrsquoingenuitagrave commessa da alcuni critici che in questo modo hanno offuscato lespecificitagrave delle concezioni linguistiche eraclitee Ad esempio scorgendo nelλόγος eracliteo un ldquoSchoumlpfungs- und Gesetzeswortrdquo in continuitagrave con lahonover della religione persiana Lassalle685 ha sostenuto che in Eraclito so-pravvivano tracce della credenza nel potere soprannaturale del linguaggioPiugrave moderato egrave Gladigow686 il quale sulla scorta di giochi di parole comequello del fr 48 ritiene che la riflessione di Eraclito considerato come lrsquoini-ziatore della questione sulla ὀρθότης ὀνομάτων nasca dalla ldquocoscienza arcaicadella potenza del linguaggiordquo e che il linguaggio eracliteo possieda intattalrsquooriginaria vis magica687 Similmente Bartling688 ritiene che la differenza tra imaghi rivelatori ed Eraclito consista nel fatto che gli uni subiscono lrsquoaltro in-vece dagrave forma ai nomi ed in particolare ai nomi divini689 a prescindere daquesta distinzione di fatto viene dunque avallata la teoria della ldquofede nel po-tere della parolardquo da parte del sapiente di Efeso

Prendendo le distanze da simili posizioni e tuttavia tenendo presente ilruolo cosmologico attribuito al linguaggio da numerose culture oro-auralioccorre ora chiarire le specificitagrave del nesso eracliteo tra linguaggio e mondo

53 Lrsquoanalogia eraclitea tra linguaggio e mondo

Dato il nesso istituito da Eraclito tra λόγος e mondo (es frr 1 31 50) partedella critica interpretando il λόγος come un principio razionale ha peroratolrsquoidea di una rispondenza tra ldquocorso del mondordquo e ldquoprocessi del pensierordquo690Tuttavia in base allrsquoesame condotto nel cap 51 alla fine del VI sec aC perλόγος risulta attestato come prioritario il significato di ldquodiscorsordquo si deve per-tanto ritenere che Eraclito individui tale conformitagrave tra il funzionamento del

685 Lassalle 1858 pp 364 ss686 Gladigow 1965 pp 133 ss687 Ivi p 135 Cfr anche p 136 ldquoWeder von Heraklit noch von Parmenides sind direkte

Zeugnisse einer Sprachspekulation erhalten Bei Heraklit koumlnnte man daran zweifeln ober der so aus der Sprache philosophiert auch uumlber die Sprache philosophiert haben kannrdquo

688 Bartling 1985 pp 79 ss689 Lo studioso ritiene infatti che lrsquooperazione condotta da Eraclito sia la sostituzione del

nome divino nella formula ἓν τὸ σοφόν (fr 32)690 Cfr Busse 1926 p 208 ldquo[hellip] so erkannte er [Heraklit] in den Denkvorgaumlngen und in dem

Weltlauf eine wunderbare Uumlbereinstimmungrdquo

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53 Lrsquoanalogia eraclitea tra linguaggio e mondo 173

mondo e quello del discorso Il confronto interculturale (cap 52) ha mostra-to come in numerose culture oro-aurali tra linguaggio e mondo fisico vengastabilito costantemente un rapporto questo tuttavia non vuol dire che perlrsquoEfesio valgano le stesse concezioni sul linguaggio considerate tra le ldquocosmo-gonie linguisticherdquo Qual egrave dunque la relazione scorta da Eraclito tra discorsoe mondo Come verragrave illustrato nel presente capitolo e poi nel successivo sul-la scorta dei frammenti vi egrave ragione di ritenere che tale relazione consista inunrsquoanalogia essi si somigliano profondamente nella struttura e nel funziona-mento dal momento che entrambi sono intesi come unitagrave articolate

Poicheacute lrsquoanalogia tra linguaggio e mondo riposa sul modello articolatorioegrave opportuno innanzitutto introdurre il concetto di articolazione linguisticae poi considerare alcuni studi che esaminano tale concetto nel contesto delpensiero antico

Parlando di λόγος come di unitagrave articolata non si intende riferirsi in toto alconcetto di articolazione linguistica secondo i linguisti moderni comeSaussure691 e Martinet692 Una prima sostanziale differenza consiste nel fatto

691 Per Saussure 21968 p 137 la lingua egrave il ldquoregno delle articolazionirdquo Piugrave precisamente ldquo[hellip]in materia di linguaggio lrsquoarticolazione puograve designare tanto la suddivisione della catenaparlata in sillabe quanto la suddivisione della catena della significazione in unitagrave signifi-cativerdquo (ivi p 20)

692 Martinet conferma il concetto di ldquodoppia articolazione linguisticardquo introdotto daSaussure Da un lato vi egrave lrsquoarticolazione semantica (prima articolazione) dallrsquoaltro quellafonetica (seconda articolazione) ldquoLa prima articolazione del linguaggio egrave quella secondocui ogni fatto drsquoesperienza che si debba trasmettere [hellip] si analizza in una serie di unitagravedotate ciascuna di una forma vocale e di un senso [hellip] se pronuncio la frase ho mal di testa[hellip] nessuna delle unitagrave successive ho mal di testa corrisponde a quello che il mio doloreha di specifico anzi ognuna puograve trovarsi in contesti diversi per comunicare fatti drsquoespe-rienza diversi [hellip] La prima articolazione egrave il modo in cui si ordina lrsquoesperienza comune atutti i membri di una determinata comunitagrave linguistica [hellip] Lrsquooriginalitagrave del pensiero nonsi potragrave manifestare che in una disposizione inattesa delle unitagrave Lrsquoesperienza personale[hellip] si analizza in una successione di unitagrave [hellip] Ognuna di queste unitagrave di prima articola-zione presenta [hellip] un senso e una forma vocale (fonica) Nessuna di queste unitagrave egrave analiz-zabile in unitagrave successive minori dotate di senso lrsquoinsieme testa vuol dire lsquotestarsquo e non sipossono attribuire per es a te- e a -sta due sensi distinti la cui somma sia equivalente a lsquotestarsquoMa la forma vocale egrave invece analizzabile in una successione di unitagrave di cui ciascuna contri-buisce a distinguere testa per es da altre unitagrave come resta tasta tenta ecc Si tratta dellaseconda articolazione del linguaggiordquo (Martinet 1974 pp 21 ss) Rispetto allrsquoaccezionesaussuriana Martinet precisa inoltre entrambi i fronti del concetto di articolazione sosti-tuendo allrsquoldquounitagrave significativardquo il ldquomonemardquo e aspetto piugrave rilevante per chi si occupa disistemi di scrittura alfabetici alla ldquosillabardquo il ldquofonemardquo

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che per Eraclito il modello articolatorio non interessa esclusivamente la sfe-ra linguistica ma trova anche una fondamentale applicazione fisica e cosmo-logica In secondo luogo almeno per la storia delle idee linguistiche dal mon-do romano fino ad oggi nella metafora dellrsquoarticolazione lrsquoaccento egrave postosulla divisibilitagrave dellrsquointero in parti693 viceversa nel pensiero eracliteo risultaessenziale la concezione del linguaggio come unitagrave composta Infine la lin-guistica moderna individua due livelli di articolazione linguistica articolazio-ne semantica ed articolazione fonetica Delle due accezioni tuttavia solo laprima riguarda Eraclito egli infatti riconosce nel discorso unrsquounitagrave di sensocomposta da parti significative minori

Sotto questo profilo egrave possibile definire Eraclito come il πρῶτος εὑρετήςdella concezione del linguaggio come ldquoentitagrave globale e tuttavia segmentabi-lerdquo694 ovvero del ldquolinguaggio articolatordquo Nondimeno tale primato non gli egravestato finora riconosciuto Desbordes ritiene che nellrsquoetagrave arcaica (consideratasolo come preacutehistoire de la penseacutee linguistique) il filone della riflessione sul ldquodi-scorsordquo e quello sul ldquonomerdquo si sviluppino indipendentemente lrsquouno dallrsquoaltroper ricongiungersi solo tardivement quando con lrsquoinsorgere del concetto dilsquoparolarsquo il discorso viene compreso appunto come un composto di parole695e anche Laumlmmli che affronta incidentalmente la questione della gegliederteSprache nella cultura greca e latina si rifagrave ad Archelao696 Inoltre due studi te-matizzano espressamente la storia della metafora dellrsquoarticolazione riferita allinguaggio soffermandosi in particolare su Aristotele si tratta di Belardi697 eLaspia698 Il primo rintraccia le due accezioni di articolazione linguistica sol-tanto a partire da Platone e ritiene che alla metafora dellrsquoarticolazione sia sot-tesa lrsquoidea di divisione dellrsquointero (corpo linguaggio) nelle sue parti699 la se-conda al contrario tiene conto anche dellrsquoetagrave arcaica e sottolinea come la stes-

693 Cfr Laspia 1997 pp 9ndash12694 Belardi 1972 p 21695 Desbordes 1989 p 153 che prosegue ldquoLe passage drsquoune conception globale de la parole-

action agrave une analyse de cette parole est attesteacute agrave partir du VIe s [hellip] Cette analyse a pu ecirctreinfluenceacutee par divers modegraveles exteacuterieurs on pense par exemple agrave lrsquoanatomie de la meacutedicine[hellip] ou agrave des meacutetaphores corporelles dont usera la description linguistique (voir lrsquoideacuteemecircme drsquoarticulation)rdquo (corsivo dellrsquoautore)

696 Laumlmmli 1962 pp 81ndash84697 Belardi 1972698 Laspia 1997699 Cfr Belardi 1972 pp 14 ss

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53 Lrsquoanalogia eraclitea tra linguaggio e mondo 175

sa metafora serbi in seacute lrsquoidea del legame tra le parti (ἄρθρον) e dunque lrsquointimacoesione dellrsquointero

Finora il ruolo giocato dai media disponibili nella concezione del linguag-gio ldquoarticolatordquo egrave stato considerato quasi esclusivamente in merito allrsquoartico-lazione del suono ma non a quella del senso Egrave evidente infatti che lrsquoanalisi fo-netica individua sillabe e singoli fonemi resi chiaramente riconoscibili daiγράμματα della scrittura alfabetica700

Nondimeno anche per ammettere lrsquoarticolazione del senso occorre che ildiscorso venga riconosciuto come unrsquounitagrave non semplice bensigrave composta dacostituenti minori e una simile rappresentazione non egrave tanto intuitiva oscontata quanto il parlante alfabetizzato egrave propenso a credere Per la coscien-za del parlante non alfabetizzato la singola parola non gode di alcuna autono-mia neacute rilevanza come entitagrave linguistica essa non si stacca dallo sfondo deltessuto discorsivo ma vi rimane intrecciata Di solito701 la singola parola nonegrave autosufficiente ai fini della comunicazione giaccheacute si comunica per insiemicoerenti di parole piuttosto che per parole isolate Lungo o breve che sialrsquoenunciato viene percepito come un ὅλον dal punto di vista fonico esso suo-na allrsquoorecchio come un continuum un flusso ininterrotto di modulazionivocali senza necessari intervalli tra le singole parole anche il senso da esso vei-colato si presenta unico e coeso anzicheacute segmentato in unitagrave minori quali ledistinte proposizioni i gruppi sintagmatici le parole Queste ultime non

700 Questo livello di analisi egrave evidente ad esempio in Pl Cra 426dndash427c Cfr Belardi 1972p 21 ldquo[hellip] lrsquointroduzione in Grecia della scrittura alfabetica e il suo perfezionamentocome scrittura fonematica grazie alla elaborazione originale di grafemi per le unitagrave voca-liche offre in un secondo tempo alla mentalitagrave greca un campo eccezionale allrsquoeserciziodelle facoltagrave dellrsquoanalizzare e del classificarerdquo e ancora ldquoLa tassonomia degli elementidellrsquoalfabeto gli στοιχεῖα o γράμματα egrave pertanto il primo programma di analisi che vieneimmaginato e avviato a realizzazione Ma il fine tassonomico egrave perseguibile purcheacute siaffronti almeno il piano della sostanza cioegrave il processo articolatorio o lrsquoimpressione udi-tiva o entrambi insieme [hellip]rdquo Sulla relazione tra lrsquoacquisizione della scrittura e la facoltagrave diriconoscimento dei fonemi cfr Andresen 1985 pp 31 ss secondo la quale la scritturaalfabetica scindendo lrsquounitagrave fonetica minima della sillaba in vocali e consonanti facilitameglio di qualunque altro sistema di scrittura la visualizzazione dellrsquoarticolazione foneticadel linguaggio

701 Delle eccezioni possono essere rappresentate ad esempio dalle olofrasi dei bambini moltopiccoli o da alcuni particolari Sprachspiele come quello descritto da Wittgenstein (PUpar 2) in cui i muratori al lavoro si comprendono al solo nominare gli utensili in questocaso il nome ad esempio ldquolastrardquo sta per una frase compiuta come ldquoora passami la lastrardquoldquoho bisogno della lastrardquo etc

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sono che astrazioni (abstracta) individuabili in sede di analisi sintattica logi-ca e grammaticale del discorso tuttavia dal punto di vista della prassi comu-nicativa lrsquoenucleazione delle singole parole isolandole dal contesto enuncia-tivo cui appartengono e che le dota di senso compiuto rappresenta unrsquoopera-zione innaturale e superflua702 In effetti lrsquoassenza del concetto di ldquoparolardquoentro le culture prevalentemente orali ed in particolare entro i poemi omeri-ci che ne costituiscono un fondamentale documento egrave stato rilevato sin daLord703 Questa concezione ldquoolisticardquo del linguaggio egrave confermata da fenome-ni di diversa natura nelle performances poetiche dei Greci la fine di parolanon egrave rilevante a livello prosodico e dunque metrico704 inoltre la percezionedel discorso come flusso ininterrotto persiste a lungo anche dopo lrsquoinvenzio-ne della scrittura ed egrave rappresentata dapprima nella modalitagrave di scrittura de-finita bustrofedica ed in seguito per molti secoli ancora in quella della scrip-tio continua

Per il parlante alfabetizzato invece la produzione linguistica non egrave soltantoevento e performance bensigrave anche manufatto Lrsquoassimilazione di un sistema discrittura modifica la concezione del linguaggio proprio in quanto ne facilitalrsquooggettivazione Una volta che nella sua forma scritta fissata nel tempo e nelsupporto materiale del testo lrsquoenunciato puograve essere osservato con maggioreautonomia rispetto ai soggetti e ai contesti della comunicazione esso risultapassibile di una piugrave agevole riflessione esplicita e metalinguistica705 Il senso

702 Tale decontestualizzazione appare contraria al procedere contestualizzante il quale egrave statoriconosciuto come un tratto peculiare dei non alfabetizzati cfr cap 32

703 Lord 1960 p 25 ldquoMan without writing thinks in terms of sound groups and not in words[hellip] When asked what a word is he will reply that he does not know or he will give a soundgroup which may vary in length from what we call a word to an entire line of poetry oreven an entire song The word lsquowordrsquo means an lsquoutterancersquordquo Illich 1995 p 37 s ldquoIn unacultura orale non puograve esistere una lsquoparolarsquo come quella che noi siamo abituati a cercare inun dizionario In quel tipo di cultura ciograve che sta fra due silenzi puograve essere una sillaba o unafrase ma non il nostro atomo la parolardquo Laspia 2002 p 476 ldquoAnche se egrave consuetudinetradurre epea con lsquoparolersquo in Omero non troviamo traccia alcuna di una precisa nozione dianalizzabilitagrave dellrsquoenunciato in sottocomponenti lessicali piugrave che lsquoparolersquo nel sensoodierno del termine epea sono i discorsi pronunciati le lsquoenunciazionirsquo i lsquodettirsquo indefinita-mente molteplici e moltiplicabili in virtugrave della varietagrave delle loro funzioni e del loro signi-ficatordquo

704 A questo proposito egrave sufficiente ricordare West 1982 p 4 Danek-Hagel 1995 p 10705 Per tali implicazioni psicologico-cognitive della tecnologia scrittoria cfr Andresen

1985 un approccio di tipo storico-linguistico egrave in Auroux 1998 pp 27 ss Desbordes1989 p 155

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dellrsquoenunciato che prima appariva come un ὅλον si rivela ora come un compo-situm ossia diventa analizzabile nelle parti costituenti che veicolano ldquoporzio-nirdquo del senso complessivo del periodo dalle singole proposizioni alle compo-nenti sintagmatiche fino alle parole ovvero alle unitagrave semantiche minime706

Dopo queste premesse teoriche si puograve passare ad interpretare il λόγος diEraclito come unitagrave articolata

Lrsquoidea di una conformitagrave tra linguaggio e mondo non egrave estranea ai pur po-chissimi critici che ammettono per λόγος il significato di ldquodiscorsordquo dapprimaCassirer707e Hoffmann708 ed in seguito sia Held709 che Bremer710 hanno spie-gato che il discorso per Eraclito funge da modello della realtagrave fenomenicagrazie alla sua natura sintetica ossia al contempo unitaria ma composta Pa-gliaro ha parlato di un ldquoisomorfismordquo tra λόγος e mondo sebbene con fre-quenti ed anacronistici riferimenti a concetti della linguistica moderna711Ciograve nonostante nessuno di questi interpreti ha individuato il comun deno-minatore tra linguaggio e realtagrave nel modello definito lsquounitagrave articolatarsquo ossia inuna struttura in grado di organizzarsi autopoieticamente nella molteplicitagrave

706 Sulla modificazione della coscienza linguistica apportata dalla scrittura e sulla conse-guente identificazione delle parti costituenti del linguaggio cfr Gluumlck 1987 pp 143ldquoDie graphische Fixierung sprachlicher Sachverhalte [hellip] setzt Analysen voraus Diegesprochene Sprache muszlig objektiviert werden sie muszlig als Gegenstand [hellip] identifiziertwerden Es muumlssen Klassenbildungen und Hierarchisierungen vorgenommen werden zB die Festlegung des Wortbegriffs oder des Begriffs des Syntagma [hellip]rdquo Knobloch 1996(HSK) p 986

707 Cfr Cassirer 1965 p 67 a proposito del λόγος di Eraclito ldquoUna volta fissato nella parolail contenuto viene tratto fuori dal flusso continuo del divenire in cui esso si trova [hellip] nonviene coinvolto nella sua totalitagrave ma solo presentato in una determinazione unilateralerdquo

708 E Hoffmann 1991 pp 58 s ldquoIl lsquodiscorsorsquo che egrave lrsquoorgano per cogliere ed abbracciare iltutto (λόγος da λέγω = riunisco metto assieme) e la semplice ldquoparolardquo (ἔπος cfr voc- suono)che in quanto separata nel suo impiego abituale dalla connessione del logos egrave staccata efugace come lrsquooggetto che suppone di determinare entrambi rappresentano in Eraclito[hellip] unrsquoopposizione simile a [hellip] quella tra la sintesi e le sue partirdquo Sullrsquoinflusso esercitato daCassirer su Hoffmann e sulla collaborazione dei due filosofi cfr Most 1995 pp 96 s

709 Held 1970 non solo sottolinea la natura linguistica del λόγος ma individua anche come lafunzione del λόγος sia quella di ricomporre una pluralitagrave (per lo studioso la pluralitagrave delleAnsichten) mettendo tale pluralitagrave in relazione con i nomi

710 Bremer 1996 p 82 ldquoDer synthetische Charakter der Sprache die aus einzelnen Elemen-ten durch Verbindung und Zusammensetzung komplexe Gefuumlge von Saumltzen bildet istfundiert im Logos der aus Elementen das Gefuumlge einer Wirklichkeit bildet die zugleichlsquoaus einemrsquo und lsquoaus allemrsquo besteht [hellip] Das Modell einer derartigen Verbindung bietet dieSpracherdquo

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dei distinti pur restando unitaria (cfr cap 41 specialmente pp 97 s) In virtugravedi questa analogia strutturale con la realtagrave il λόγος funge per Eraclito come unprezioso strumento euristico lrsquoosservazione del linguaggio aiuta a compren-dere il funzionamento del mondo e viceversa712 Tra λόγος ed ὀνόματα vige in-fatti un nesso paragonabile a quello riscontrato sul piano cosmologico tralrsquoἕν ed i πάντα sia il λόγος che lrsquoἕν rappresentano unrsquounitagrave in grado di organiz-zarsi nella molteplicitagrave di distinti rispettivamente gli ὀνόματα ed i πάντα iquali soltanto apparentemente sono irrelati gli uni dagli altri Sotto forma diproporzione matematica si puograve dunque sostenere che lrsquoἕν sta ai πάντα come ilλόγος sta agli ὀνόματα

ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα

In questa formula egrave riassunta lrsquointerpretazione del λόγος eracliteo che vieneproposta nella presente ricerca Essa esprime sia la natura articolata del discor-so sia in virtugrave di questa la sua funzione di modello analogo ed esplicativo delmondo Per Eraclito la struttura ed il funzionamento del discorso sono similia quelli della realtagrave e pertanto adatti a rappresentarla713

Interpretare il λόγος eracliteo come unitagrave articolata permette di compren-dere la parola in base al suo significato primario e di evitare traduzioni anacro-nistiche quali quelle proto-matematiche (ldquoproporzionerdquo ldquorapportordquo ldquomisu-rardquo) e razionalistiche (ldquoragionerdquo) respingendo dunque lrsquoipotesi di λόγος cometermine tecnico Anche in questo caso la risemantizzazione della parola nonmina lrsquounitagrave del significato la nuova accezione di λόγος prodotta attraverso la

711 Pagliaro 1953 p 152 ldquo[Eraclito] vuole affermare lrsquoindissolubilitagrave del rapporto fra il pro-cesso che si esprime nella struttura della proposizione noi diremmo nella predicazione diun soggetto e il processo del realerdquo ivi p 156 ldquo[hellip] il rapporto anzi lrsquoidentitagrave fra il logosparlato e pensato e quello reale che egrave alla base di tale dottrinardquo Cornford 2002 p 229 offresolo unrsquoaffermazione molto isolata in favore di questa linea interpretativa (ldquola struttura dellinguaggio umano riflette la struttura del mondo [hellip]rdquo) mentre profondamente diver-gente da quella qui sostenuta egrave lrsquointerpretazione complessiva dellrsquoautore circa il λόγοςeracliteo Egli lo intende infatti in senso matematico e proporzionale (cfr ivi pp 226 ldquoillogos [hellip] in uno dei suoi sensi egrave la proporzione di equivalenzardquo 227 ldquoper Eraclito il fuocovivo [hellip] era la ragione ndashun altro significato di logosndashrdquo) per lo studioso il λόγος non egrave il lin-guaggio bensigrave la misura o la proporzione rappresentata nel linguaggio (cfr ivi p 229 ldquoIllogos si rivela nel linguaggiordquo)

712 Sullrsquoimportanza dellrsquoanalogia come mezzo di conoscenza nel pensiero greco preclassicocfr Laumlmmli 1962 pp 71ndash75

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modificazione dei contesti drsquouso della parola vede nel discorso un analogodel mondo fisico senza prescindere dal significato precedentemente attesta-to Coerentemente con la Grundbedeutung di λέγειν il discorso λόγος egrave inte-so fondamentalmente come ldquoazione risultato del raccogliere insiemerdquo714 ov-vero come sintesi rispetto alla pluralitagrave dei suoi costituenti

Come sottolineato da Hoffmann allrsquointerno del discorso sono riassorbiteed annullate le contraddizioni insorte assieme alla venuta ad essere delle sin-gole parole ldquoil discorso non vuole denominare alcuncheacute non intende fissarealcuna cosa singola in caso contrario esso sarebbe un ammasso di ἔπεα [hellip] Ildiscorso egrave in grado di far questo percheacute non egrave vocabolo ma frase che graziealla sua natura sintetica puograve accogliere la sintesi degli oppostirdquo715 analoga-mente Darcus riconosce che il discorso vale come spiegazione del mondopercheacute in grado di ricomporre gli opposti ldquoOpposites define each other andfind unity in the whole or in speech itself In this nature of speech Heraclitusapparently found the explanation of how the world was formed and how it ismaintained it was and is spoken [hellip] In his teaching on logos Heraclituspresents a microcosm-macrocosm view of the universe [hellip] The divine logos [hellip]unifies these opposites that it articulatesrdquo716 Sebbene anche altri interpretiquali ad esempio Colli717 e Hammer718 riconoscano la funzione unificantedel λόγος rispetto allrsquoapparente disgregazione di enti e fenomeni dellrsquouniverso

713 Circa lrsquoanalogia tra linguaggio e mondo ed il suo precipuo fondarsi sullrsquoarticolazione nonegrave fuori luogo osservare che proprio nel dialogo platonico che serba piugrave numerose le traccedella dottrina degli eraclitei il Cratilo non solo egrave presentata una perfetta corrispondenzatra linguaggio e mondo (426dndash427c) ma lrsquoarticolazione linguistica (questa volta delsuono) egrave il requisito necessario ad essa Socrate infatti ldquoistituisce un rapporto tra partico-lari articolatoricirc organologici del significante e particolari fisici del denotatordquo (Belardi1972 p 56) e questo indica che ldquoil processo articolatorio egrave assunto [hellip] come mimesi delmondordquo (ivi p 22)

714 Su λόγος sia come nomen actionis sia come nomen rei actae che giustifica la resa ldquoazione risultato del raccogliererdquo cfr Verdenius 1966 pp 83 s

715 E Hoffmann 1991 p 56 Si puograve dunque essere drsquoaccordo e anzi attribuire un significatoradicale alle parole di Snell 1989 p 26 ldquoil logos [hellip] rappresenta davvero un supremoxynon un ultimo elemento comune che puograve racchiudere e tenere insieme tutte le opposi-zioni del mondordquo

716 Darcus 1979 p 90 (corsivo mio) Cfr ibidem ldquoAlthough all men employ speech theunity of the panta revealed in speech escapes them (B 108) Thus the foolish man [hellip] doesnot understand the truth disclosed in speechrdquo

717 Cfr Colli 1980 vol III pp 184ndash188 che attribuisce al λόγος unrsquoaccezione squisitamentemetafisica disancorata dalla natura linguistica del ldquodiscorsordquo

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fisico essi eludono il valore schiettamente linguistico di λόγος e pertanto nonravvisano tale modello cosmico segnatamente nel discorso

Lrsquointerpretazione del λόγος come modello analogo ed esplicativo del mon-do fisico riafferma la centralitagrave della riflessione cosmologica in Eraclito unfatto questo che egrave stato invece negato da alcune generazioni di interpreti719Al contrario in un certo senso il pensiero eracliteo puograve essere consideratocome la forma piugrave autentica e radicale di ldquocosmo-logiardquo si tratta infatti lette-ralmente di un discorso λόγος secondo il quale (κατὰ τόν cfr fr 1) funzionail κόσμος Acquistando valenza cosmologica il λόγος di Eraclito non divieneaffatto metafisico ma al contrario pieno di meravigliosa concretezza

I costituenti dellrsquounitagrave del λόγος sono identificati da Eraclito negli ὀνόματαe probabilmente anche negli ἔπεα in effetti non sembrano sussistere ragionisufficienti a sostenere che il sapiente distingua nettamente tra ὄνομα edἔπος720 Per comprendere tali parti costituenti nella loro natura individuale (eappunto ldquoparzialerdquo) egrave necessario tenere presenti gli usi arcaici di ὄνομα (cfrcap 12 sv pp 12 ss)721 dove la parola indica il ldquonome propriordquo A sua voltaὀνομάζειν presenta una gamma di accezioni riassumibili come ldquousare il nomepropriordquo ldquochiamare enumerandordquo ldquochiamare per nome rivolgersi per nomeardquo ldquochiamare per nome ad alta vocerdquo e successivamente ldquodare un nome a qual-cunordquo Per la linea argomentativa qui sostenuta non egrave superfluo sottolineareche i significati omerici ldquochiamare per nomerdquo ldquorivolgersi ardquo e ldquochiamare pernome ad alta vocerdquo sono riferiti sempre a situazioni in cui attraverso lrsquoazione

718 Secondo Hammer 1991 il λόγος unifica nel senso che egrave ldquoproporzionerdquo o ldquorapportordquo(Verhaumlltnis) tra gli opposti secondo una concezione invero abbastanza sfruttata anchedalla critica precedente (cfr ad esempio Kraus 1987 p 104 che intende il λόγος diEraclito come ldquoil rapporto razionale [rationales Verhaumlltnis] tra le parti di un intero strut-turatordquo)

719 Cfr Heidegger 1993 p 110 Gadamer 2004 pp 19 ss e 60 ss Hammer 1991 p 186Contra Kahn 1979 p 135 il quale osserva che la posizione di questi studiosi rappresentaprobabilmente una reazione eccessiva contro lrsquoautoritagrave tradizionalmente attribuita allefonti dossografiche in sede interpretativa ldquo[hellip] I believe that the recent denial of cosmog-ony for Heraclitus will turn out to be a temporary overreaction an exaggerated by-productof our emancipation from the authority of the Stoic and doxographical interpretationsrdquo

720 Per lrsquointerpretazione di ἔπος cfr E Hoffmann 1991 pp 51 ss Kraus 1987 p 106sostiene ldquoὄνομα ist ebenso wie ἔπος Element und Beispielfall der gesprochenen Spracheund kann deshalb wenn auch nicht ganz mit ἔπος geglichen so doch diesem untergeord-net werdenrdquo Contra Pagliaro 1953 p 140 che intende lrsquoἔπος differente dallrsquoὄνομα e cioegravenon come la singola parola bensigrave come atto linguistico nella sua realtagrave acustica

721 Sulle occorrenze omeriche ed esiodee cfr Kraus 1987 pp 25ndash27

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dellrsquoὀνομάζειν ci si rivolge ad un soggetto per distinguerlo dal suo contestoldquochiamare rivolgersi per nome ad uno entro un gruppordquo ldquochiamare per nomead alta voce uno fra tantirdquo722 Dunque il ldquonominarerdquo espresso da ὀνομάζεινconsiste fondamentalmente in unrsquoazione identificante e distintiva che cioegraveestrapola il nominato dallo sfondo indifferenziato del contesto o del gruppocircostante Allo stesso modo lrsquoὄνομα il ldquonome propriordquo designa la persona ola cosa nella sua individualitagrave e specificitagrave Essendo identificanti i significatidi ὄνομα ed ὀνομάζειν ldquoritaglianordquo una data individualitagrave (animata o inanima-ta) allrsquointerno di un contesto piugrave ampio In questo senso la loro semantica egraveopposta a quella di λόγος e λέγειν che esprimono invece lrsquoazione sintetica oraggruppante Come osservato nel cap 12 (p 13 pp 25 s) Eraclito e Parme-nide sono i primi autori in cui si trova attestato lrsquouso risemantizzato di ὄνομαche designa non soltanto il ldquonome propriordquo ma anche la ldquo(singola) parolardquo723secondo unrsquoaccezione che appare poi stabilizzata con Platone (si pensi al Cra-tilo dialogo περὶ ὀρθότητος ὀνομάτων) ed Aristotele Anche in questo casonella risemantizzazione di ὄνομα ad opera di Eraclito e di Parmenide egrave serbatauna sostanziale continuitagrave con il significato precedentemente attestato per laparola gli ὀνόματα eraclitei e parmenidei colgono ed identificano infatti sol-tanto determinati aspetti e per cosigrave dire frammenti della realtagrave non la realtagravetutta intera

Lrsquoopposizione tra le singole parole (ὀνόματα) da un lato che coincidonocon i distinti fenomenici nella loro determinatezza ed il discorso (λόγος)come ldquoazione risultato del raccogliererdquo dallrsquoaltro getta luce anche sulla teoriadella conoscenza di Eraclito724 I dormienti che costituiscono la maggioranzadegli uomini non accedono alla conoscenza percheacute la loro anima egrave barbara

722 Questo particolare egrave omesso nellrsquoesame di Kraus 1987723 Contra Lallot 1992 secondo il quale il concetto di lsquosingola parolarsquo affiora non prima di

Platone In generale gli storici delle idee linguistiche tendono ad escludere il pensiero pre-socratico dalla propria ricostruzione della riflessione sul linguaggio probabilmente per-cheacute questa viene identificata con una riflessione grammaticale di carattere piugrave esplicitosquisitamente metalinguistico ed in definitiva piugrave moderno Nemmeno Gambarara1984 che si concentra sulla storia del nome proprio da Omero fino a Eraclito e Parmenideinsiste sul fatto che in questi ultimi ὄνομα egrave attestato per la prima volta nel senso di ldquosingolaparolardquo (cfr ad esempio ivi p 109) lo stesso si rileva in idem 1989 Circa la distinzionedelle parole entro la catena parlata come presupposto necessario alla successiva individua-zione e classificazione delle parti del discorso cfr Auroux 1998 pp 145 s

724 Per il ruolo epistemologico giocato dal λόγος entro la teoria della conoscenza eraclitea cfrcap 62 pp 241 ss

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(fr 107 βαρβάρους ψυχάς) laddove lrsquoaggettivo onomatopeico βάρβαρος egrave unaconnotazione in primo luogo linguistica lrsquoanima barbara non egrave capacedellrsquoazione del λέγειν ovvero di unificare la multiformitagrave dellrsquoesperienza sensi-bile La capacitagrave propria del λόγος permette di comprendere come in realtagravetutte le cose siano una sola e la stessa un dato che resta invece precluso alla co-noscenza umana se ci si limita a dare ascolto alla difformitagrave anzi spesso allacontraddittorietagrave degli ὀνόματα Poicheacute rappresentano la molteplicitagrave deiπάντα in modo sparso ed irrelato725 accordare fiducia agli ὀνόματα conducenon solo a contraddizioni macroscopiche ma anche ad un piugrave radicale frain-tendimento o misconoscimento della realtagrave che egrave arduo da smascherare Egrave perpalesare tale nozione-di-molte-cose la quale necessariamente equivale ad unaconoscenza fallace che Eraclito insiste nel paradosso di presentare dueὀνόματα apparentemente opposti per poi dichiararli essere ldquouna sola cosa e lastessardquo (frr 57 59 60 cfr fr 103) Le analogie con la teoria della conoscenzaparmenidea anchrsquoessa permeata di implicazioni linguistiche appaiono evi-denti Secondo lrsquoEleate ad impedire agli uomini di comprendere la sostanzia-le unitagrave dei distinti egrave appunto la fiducia accordata agli ingannevoli ὀνόματαassegnando diversi ὀνόματα essi si limitano ad individuare una miriade diπάντα laddove invece per riconoscere lrsquounitagrave profonda dellrsquoἐόν dovrebberoldquogiudicare con il λόγοςrdquo (fr 75)

Sono opportune due osservazioni conclusive una riguardo al nesso scortoda Eraclito tra linguaggio e realtagrave lrsquoaltra riguardo alla sua concezione del di-scorso Circa il primo punto conviene esplicitare che lrsquointerpretazione delλόγος proposta in questa sede prende le distanze dallrsquoipotesi formulata da Ca-logero726 ed in seguito sviluppata da Di Cesare727 Secondo Calogero il pen-siero greco arcaico ed in particolare quello eracliteo a causa della sua insuffi-

725 Cfr Snell 1989 p 21 ldquoIl nome mette in rilievo in modo separato soltanto un fenomenoe perciograve distrugge lrsquoessenzialerdquo ivi p 46 nota 50 ldquolrsquoaspetto fecondo della considerazionedel linguaggio di Eraclito sta nellrsquoopposizione del λόγος allrsquoὄνομα [hellip] Si tratta [hellip]dellrsquoopposizione tra ἴδιον e ξυνόνrdquo Cfr E Hoffmann 1991 p 55 ldquo[Eraclito] mostra che ilsingolo epos il singolo vocabolo se lo si isola presenta nella sua separatezza un che diassurdo [hellip] lrsquoepos egrave [hellip] qualcosa di particolare e in quanto tale di contraddittorio [hellip]rdquoivi p 57 ldquoLa massa non comprende la παλίντροπος ἁρμονία del logos essa egrave vittima del cre-dere alle semplici parole [hellip]rdquo Cfr Schmitter 2000 (HSK) p 352

726 Calogero 1936 pp 195 ss idem 1967 pp 44 ss Sul caso specifico di Eraclito come rap-presentante per antonomasia di questa mentalitagrave si basa appunto Calogero 1967 cap 2pp 63ndash107

727 Di Cesare 1980 pp 9ndash20 eadem 1986 pp 1 s e p 9 cfr anche Kraus 1987 p 108

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cienza logica non distinguerebbe tra nome e nominato neacute tra lsquomondorsquo e lsquodi-scorso sul mondorsquo vale a dire tra linguaggio e realtagrave Ma tale ipotesi deve es-sere respinta se si comprende il λόγος come modello analogo del mondo fisicoinfatti il riconoscimento di unrsquoanalogia presuppone la distinzione reciprocadegli oggetti paragonati che dunque non possono coincidere728 Drsquoaltrondeegrave evidente che ciograve che viene detto (λόγος) su Biante per Eraclito non coincidecon lrsquooggetto del discorso ossia con Biante stesso (Heraclit fr 39)

Quanto alla concezione eraclitea del discorso come unitagrave articolata si notacome essa sia ben rappresentativa della situazione aurale ovvero di compro-messo tra i due media in cui il sapiente opera Lrsquoldquointerfaccia tra scrittura e ora-litagraverdquo729 suggerisce la natura al contempo unitaria e molteplice del discorso Daun canto come egrave tipico delle culture orali il linguaggio resta profondamentecoinvolto con una speculazione fisico-cosmologica fondamentalmente olisti-ca che cioegrave presume lrsquounitagrave di distinti fenomenici apparentemente indipen-denti gli uni dagli altri o perfino opposti Dallrsquoaltro lrsquoanalogia tra discorso emondo si fonda sulla loro comune struttura articolata la quale diventa am-missibile a livello linguistico solo una volta che il parlante oggettivato nel te-sto e per mezzo della scrittura lrsquoevento dellrsquoenunciato possa riconoscerne edanalizzarne le componenti

728 Contro la posizione di Calogero cfr Pagliaro 1953 Nussbaum 1972 p 5 nota 12 conmaggior veemenza Held 1970 p 181 Questrsquoultimo prendendo ad esempio il fr 60 rilevache per Eraclito sarebbe stato impossibile identificare (μία καὶ ὡυτή) la ὁδὸς ἄνω con la ὁδὸςκάτω se davvero ad ogni Bezeichnung corrispondesse una Realitaumlt Cfr ivi pp 185 ss Aquesto riguardo Verdenius sembra posizionarsi in modo ambiguo da un canto(Verdenius 1966 p 97) egli cita come esempio dellrsquoopposizione arcaica tra linguaggio emondo Sol fr 11 7ndash8 W dallrsquoaltro (idem 1947 pp 276 ss) afferma la coalescenza tra lin-guaggio e realtagrave in Eraclito

729 Egrave la formulazione di Goody 1989

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6 Il discorso come unitagrave articolata

61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti

La specificitagrave della riflessione linguistica di Eraclito consiste nel fatto che unavolta individuate le componenti minori dette ὀνόματα o ἔπεα egli riconoscenel λόγος unrsquounitagrave articolata in grado cioegrave di farsi molti a partire da uno e unoa partire da molti In quanto tale il discorso egrave assunto come modello del mon-do fisico ed investito dunque di una funzione euristica in vista della conoscen-za della realtagrave

A questo punto occorre procedere allrsquoanalisi delle occorrenze di λόγοςλέγειν ὄνομα e ὀνομάζειν entro il corpus eracliteo Ciograve che si propone non egrave uncommento tout court dei frammenti non da ultimo percheacute nei capitoli pre-cedenti sono giagrave stati considerati aspetti sia stilistici sia contenutistici suiquali sarebbe inutile tornare Piuttosto lrsquoanalisi che segue intende mettere inrilievo la specificitagrave della concezione eraclitea del λόγος In primo luogo se-condo gli esiti della ricerca condotta nel cap 51 viene sottolineato come gliusi della parola in Eraclito restino coerenti con il significato precedentemen-te attestato di ldquodiscorsordquo In secondo luogo si verifica sulla scorta dei fram-menti quanto ipotizzato nel cap 53 ossia che sul piano della riflessione lin-guistica le occorrenze λόγος ed ὄνομα (o ἔπος) possono essere interpretate inbase allo stesso modello di unitagrave articolata giagrave osservato sul piano della rifles-sione cosmologica secondo il rapporto ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα A lorovolta i verbi λέγειν ed ὀνομάζειν esprimono le due forze uguali e contrarie ri-spettivamente quella centripeta o di unione (cfr a livello cosmico συμφέρεινσυνάιδειν etc) e quella centrifuga o di divisione (cfr διαφέρειν διάιδειν etc)proprie dellrsquounitagrave e responsabili della sua articolazione Occorre dunque veri-ficare se anche a λόγος come giagrave a πῦρ κόσμος θεός πόλεμος etc (cfr cap 42)

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186 6 Il discorso come unitagrave articolata

possano essere attribuite le caratteristiche distintive dellrsquounitagrave articolata os-sia 1) unitagrave 2) conversio e 3) autopoiesi

τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαι καὶ ἀκούσαντεςτὸ πρῶτον γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε ἀπείροισιν ἐοίκασι πειρώμενοι καὶἐπέων καὶ ἔργων τοιούτων ὁκοίων ἐγὼ διηγεῦμαι κατὰ φύσιν διαιρέων ἕκαστον καὶ φράζων ὅκωςἔχει τοὺς δὲ ἄλλους ἀνθρώπους λανθάνει ὁκόσα ἐγερθέντες ποιοῦσιν ὅκωσπερ ὁκόσα εὕδοντεςἐπιλανθάνονταιPur essendo questo discorso sempre gli uomini ne sono allrsquooscuro sia prima di ascoltare siadopo aver ascoltato infatti sebbene tutte le cose accadano secondo questo discorso essi as-somigliano ad inesperti anche laddove esperiscono sia detti sia fatti di tal sorta quali io lidescrivo secondo natura separando ciascuno e spiegando come egrave Ma agli altri uomini sfug-gono le cose che fanno da svegli cosigrave come essi dimenticano le cose che (fanno) in sonno(Fr 1)

Con i frr 1 2 e 114 Eraclito presenta immediatamente al suo pubblico la na-tura unitaria del λόγος (caratteristica 1) Conviene ricordare che verosimil-mente il fr 114 doveva trovarsi tra i frr 1 e 2730 siccheacute lo scritto eracliteoesordiva con due trame di richiami fonici fittamente intrecciate tra loro quel-la tra λεγ- λογ- da una parte e ξυν- dallrsquoaltra λόγου [hellip] ἀξύνετοι [hellip] λόγον (fr1) ξὺν νόωι [hellip] λέγοντας [hellip] ξυνῶι (fr 114) ltξυνῶιgt [hellip] λόγου [hellip] ξυνοῦ (fr2)731 Questo riecheggiamento sembra voler suggerire lrsquoidea della sintesi ope-rata dal λόγος

In apertura del suo scritto732 Eraclito presenta due occorrenze di λόγοςche egrave parola-chiave La prima occorrenza egrave coinvolta con il tema dellrsquoignoran-za dei piugrave e rivela immediatamente il λόγος come uno strumento di cono-

730 Cfr Gomperz 1922ndash23 pp 122 ss 128 ss Gigon 1935 p 11 Kirk 31970 pp 48 sMarcovich 1978 p 62 etc

731 In favore della lectio del fr 2 ἕπεσθαι τῶι ξυνῶι si pronuncia giagrave Schleiermacher 1807 pp484 ss

732 Per la precisione subito dopo una presumibile σφραγίς alla quale si ricollegherebbe il δὲiniziale I ldquosigillirdquo di Alcmeone di Crotone DK 24 B 1 (Ἀλκμαίων Κροτωνιήτης τάδε ἔλεξεΠειρίθου υἱὸς Βροτίνωι καὶ Λέοντι καὶ Βαθύλλωι) e di Ecateo di Mileto FGrH 1 fr 1(Ἑκαταῖος Μιλήσιος ὧδε μυθεῖται τάδε γράφω ὥς μοι δοκεῖ ἀληθέα εἶναι οἱ γὰρ Ἑλλήνωνλόγοι πολλοί τε καὶ γελοῖοι ὡς ἐμοὶ φαίνονται εἰσίν) inducono a pensare ad un esordio deltipo Ἡράκλειτος Βλόσωνος Ἐφέσιος τάδε λέγει o meglio considerando lrsquoincipit del fr 1Ἡρακλείτου Ἐφεσίου λόγος ὅδε Ma naturalmente non si puograve esser certi neacute del fatto cheEraclito avesse effettivamente apposto una σφραγίς al suo scritto neacute tantomeno delle sueparole esatte

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 187

scenza alla portata degli uomini Il modo in cui si accede al λόγος egrave empirico(cfr ἀπείροισιν πειρώμενοι) e precisamente uditivo (ἀκοῦσαι ἀκούσαντεςἀξύνετοι) pertanto sulla natura niente affatto metafisica bensigrave linguistica delλόγος non ci sono dubbi733 Eraclito indica sin dal principio come avvalersidello strumento conoscitivo del λόγος e lo fa attraverso lrsquoaggettivo ἀξύνετος equindi il verbo ξυνίημι Il significato letterale del verbo egrave ldquofar andare insiemerdquoe a partire da questo valore ldquoascoltare attentamenterdquo ldquocapirerdquo A non com-prendere il λόγος sono appunto gli ἀξύνετοι i quali come giustamente inter-preta Nussbaum734 sono ldquoincapaci di mettere insiemerdquo ldquoincapaci di istituirecollegamentirdquo Lrsquoazione epistemologica del λόγος pertanto consiste inunrsquooperazione di sintesi

Sin dal primo frammento Eraclito indica anche che cosa debba essere mes-so insieme grazie al λόγος i πάντα Come si egrave considerato nel cap 41 (pp 99ss) essi rappresentano la pluralitagrave irrelata e multiforme dei distinti fenome-nici alla quale si contrappone qui lrsquounitagrave sintetica del λόγος Diversamentedal λόγος che egrave (εἶναι) i πάντα cosigrave come gli ἄνθρωποι accadono e diventano(γίγνεσθαι) Mentre il λόγος essendo resta uno il divenire dei πάντα producemutamenti responsabili del loro proliferare735

Dalla seconda occorrenza di λόγος si evince che ad esso compete un ruolocentrale nella spiegazione eraclitea dellrsquouniverso fisico percheacute tutte le cose ac-cadono secondo questo discorso (γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγοντόνδε) Anche il fr 80 propone una spiegazione dellrsquoesistenza dei πάντα e siavvale di un costrutto identico γινόμενα πάντα κατrsquo ἔριν καὶ χρεών736 A menodi non voler tacciare Eraclito di una fondamentale incoerenza circa la venutaad essere dei πάντα egrave necessario ammettere unrsquoanalogia tra i due sintagmi

733 Cfr Burnet 31920 p 133 nota 1 ldquoThe λόγος is primarily the discourse of Herakleitoshimself though as he is a prophet we may call it his lsquoWordrsquo It can neither mean a dis-course addressed to Herakleitos nor yet lsquoreasonrsquordquo Sulla percezione uditiva del λόγος eracli-teo si basa a ragione tutta lrsquointerpretazione di Schirren 1998 pp 156 ss

734 Cfr Nussbaum 1972 I p 11735 Ne egrave un esempio il fiume del fr 91 essendo situato nella dimensione del divenire esso egrave

soggetto a modificazioni come lo scorrere Il mutamento rompe lrsquoidentitagrave sicchegrave immer-gerci due volte in esso non egrave possibile la seconda volta il fiume saragrave infatti giagrave diventatoaltro da seacute Cfr Pl Tht 152dndashe [hellip] ἐκ δὲ δὴ φορᾶς τε καὶ κινήσεως καὶ κράσεως πρὸς ἄλληλαγίγνεται πάντα ἃ δή φαμεν εἶναι οὐκ ὀρθῶς προσαγορεύοντες ἔστι μὲν γὰρ οὐδέποτrsquo οὐδέν ἀεὶδὲ γίγνεται καὶ περὶ τούτου πάντες ἑξῆς οἱ σοφοὶ πλὴν Παρμενίδου συμφερέσθων Πρωταγόραςτε καὶ Ἡράκλειτος καὶ Ἐμπεδοκλῆς [hellip]

736 Stranamente questo parallelismo non viene rilevato dai principali interpreti di Eraclito

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188 6 Il discorso come unitagrave articolata

κατὰ τὸν λόγον τόνδε e κατrsquo ἔριν καὶ χρεών giaccheacute entrambi danno contodellrsquoesistenza delle cose Nellrsquointerpretazione del fr 80 fornita nel cap 42(pp 119 s) si egrave individuato nella coppia ἔριν καὶ χρεών il sodalizio tra le dueforze uguali e contrarie dellrsquoarticolazione Infatti ἔρις la discordia egrave usatacome immagine della forza eversiva che spinge i πάντα a distinguersi e a sepa-rarsi gli uni dagli altri mentre al contrario χρεών il necessario ossia la forzavincolante della necessitagrave rappresenta la coazione che tiene i πάντα coesicontrapposta alla spinta individualistica e dispersiva Se tale interpretazionedel fr 80 egrave corretta allora il λόγος del fr 1 riassume in seacute sia la forza separatri-ce sia quella unificatrice Questo egrave un tratto tipico del modello articolatorioche egrave giagrave stato caratterizzato come conversio (caratteristica 2)737

La natura dei πάντα ossia dei distinti fenomenici che vanno riuniti grazieal λόγος egrave chiarita nel gruppo ἔπεα καὶ ἔργα riferito esplicitamente a πάντα at-traverso il deittico τοιοῦτος (ldquocosiffattordquo ldquodi tal sortardquo) Come prototipi deiπάντα anche gli ἔπεα e gli ἔργα si presentano allrsquoesperienza umana nella loropluralitagrave ovvero non-coesione Il λόγος eracliteo dunque egrave chiamato ad assol-vere alla sua funzione sintetica tanto nei confronti delle parole quanto neiconfronti dei fatti

Si egrave molto dibattuto sulla formula di memoria omerica738 ἔπεα καὶ ἔργα739Certo egrave che essa indica al contempo nel linguaggio e nel mondo gli oggettidella speculazione di Eraclito (ὁκοίων ἐγὼ διηγεῦμαι) Inoltre dalla sintassi delframmento si deduce che se considerati nel loro complesso gli ἔπεα e gli ἔργα

737 Riguardo alla conversio propria del discorso si ricorda che Bremer-Dilcher (in corso dipubblicazione) intendono il λόγος alla luce del doppio movimento cosmico dellrsquo Ausein-anderlegen e del Zusammennehmen ldquoDiese Zusammennahmen [συλλάψιες] lassen sichsomit als die Grundstruktur des Logos selbst begreifen Er stellt sich dar als eine gegen-strebige Fuumlgung die nicht objektbezogen als fixierbare Formel sondern allein im Durch-gang durch ihre divergenten Bestimmungen verstaumlndlich wird Daher muss ihm auf Seitendes Houmlrers ein uumlbereinstimmendes lsquoGleich-redenrsquo (ὁμολογεῖν B50) ein lsquoZusammenneh-menrsquo als ξυνιέναι (B51) entsprechen [hellip] Das Verstaumlndnis der heraklitischen Einheit istdamit von der eigentuumlmlich heraklitischen Sprachform unabloumlsbarrdquo

738 Cfr Barck 1976739 Kraus 1987 pp 99ndash105 delinea un quadro del dibattito Una posizione molto rappresen-

tata ma rispetto alla quale sono giagrave state prese le distanze egrave quella che scorge in ἔπεα καὶἔργα un segno dellrsquoindistinzione eraclitea tra linguaggio e realtagrave Cosigrave intende in linea conlrsquoimpianto generale della sua opera Calogero 1967 p 66 il quale drsquoaltronde sostiene cheil λόγος eracliteo ldquoappartiene [hellip] tanto alla sfera del linguaggio quanto a quella della realtagraverdquogiaccheacute nel pensiero indistinto dellrsquoEfesio ldquotutto egrave egualmente realtagrave e parolardquo (ibidem)Per la variante λέγειν καὶ ποιεῖν cfr Heraclit frr 73 e 112

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(che descrivono due grandi categorie di πάντα) sono convertibili con il λόγοςil che corrisponde alla giagrave ricordata caratteristica 2 dellrsquounitagrave articolata Infat-ti la proposizione reggente ἀπείροισιν ἐοίκασι egrave incastrata tra due subordinateespresse da participi con valore concessivo γινομένων e πειρώμενοι ed entram-be le subordinate spiegano quale sia lrsquooggetto dellrsquoapparente inesperienzaumana Tale oggetto coincide appunto nel primo caso con il λόγος (γινομένωνγὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε che costituisce una ripresa tematica dellrsquoin-cipit) nel secondo con ἔπεα καὶ ἔργα (πειρώμενοι καὶ ἐπέων καὶ ἔργωντοιούτων)

A proposito degli ἔπεα va osservato che in modo del tutto simile secondoParmenide la cangiante multiformitagrave dei πάντα opposta allrsquounitagrave dellrsquoἐόνcoincide con degli ὀνόματα740 I mortali confidando nella fallacia degliὀνόματα non comprendono lrsquounitagrave del reale e lrsquoordine impartito da Parme-nide per ovviare a questo errore suona κρῖναι δὲ λόγωι ldquogiudica con il discor-sordquo (fr 75) Pertanto sembra probabile che anche Parmenide proprio comeEraclito intenda il λόγος come strumento utile alla conoscenza della realtagrave adabilitarlo a tale compito egrave la sua caratteristica di unificare elementi altrimentisparsi fornendoli di senso e di coerenza Questa interpretazione del ruolo dellinguaggio in Parmenide egrave avallata dal fatto che anche lrsquoEleate insieme adEraclito risemantizza la parola ὄνομα nel senso di ldquosingola parolardquo come egrave giagravestato considerato741

Nella costruzione ἐγὼ διηγεῦμαι κατὰ φύσιν διαιρέων ἕκαστον καὶ φράζωνὅκως ἔχει i due participi alludono forse al movimento doppio congiuntivo edisgiuntivo che caratterizza lrsquounitagrave articolata come conversio Certamenteδιαιρέων va inteso nel suo senso letterale di ldquodisgiungererdquo ldquodistinguererdquo edesprime dunque unrsquoesposizione analitica che mira a separare ciascuna cosa(ἕκαστον) dallrsquoaltra742 Se egrave lecito intendere φράζων (verbo che ha qui la suaunica occorrenza in Eraclito) come variante di λέγων cosa che la sinonimiadei due verbi autorizza a supporre allora accanto al movimento ldquoanaliticordquosarebbe espresso anche quello ldquosinteticordquo743 Come lrsquoavverbio ἀεί cosigrave anche il

740 Parm fr 8 38ndash41 τῶι πάντrsquo ὄνομ(α) ἔσται [hellip] γίγνεσθαί τε καὶ ὄλλυσθαι εἶναι τε καὶ οὐχίκαὶ τόπον ἀλλάσσειν διά τε χρόα φανὸν ἀμείβειν

741 Cfr cap 12 sv ὄνομα pp 25 s742 Per διαιρέω come ldquoesporre nei dettaglirdquo cfr ad esempio Hdt VII 47 50 103 etc (cfr

Gigon 1935 p 10 ldquoeinen Sachverhalt durch Aufgliedern in Einzeltatsachen darlegenrdquo)Kirk 31970 traduce διαιρέω come ldquodivide uprdquo e aggiunge (ivi p 42) ldquo[hellip] ἕκαστα empha-sizes the idea of separate treatment of each point in a description of a situationrdquo

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190 6 Il discorso come unitagrave articolata

gruppo κατὰ φύσιν egrave in posizione sintatticamente ambigua percheacute come di-rebbe Aristotele non si capisce ποτέρωι πρόσκειται τῶι ὕστερον ἢ τῶιπρότερον744 E come per ἀεί cosigrave anche per κατὰ φύσιν la soluzione piugrave rispet-tosa dellrsquoambiguitagrave del testo sembra quella ἀπὸ κοινοῦ per cui κατὰ φύσιν si ri-ferirebbe sia alla reggente διηγεῦμαι sia ai due participi che seguono Indican-do che esporragrave il suo λόγος ldquosecondo naturardquo745 Eraclito non solo rinsaldalrsquoanalogia tra discorso e mondo ma fornisce anche un prezioso indizio erme-neutico746 Infatti se in natura occorre saper unificare i πάντα dispersi ancheper comprendere il λόγος di Eraclito egrave necessario far convergere elementi di-stinti e apparentemente indipendenti lrsquouno dallrsquoaltro747

διὸ δεῖ ἕπεσθαι τῶι ltξυνῶιgt [hellip] τοῦ λόγου δrsquo ἐόντος ξυνοῦ ζώουσιν οἱ πολλοὶ ὡς ἰδίαν ἔχοντεςφρόνησινPerciograve occorre seguire ltquanto egrave comunegt [hellip] Pur essendo il discorso comune i piugrave vi-vono come se avessero unrsquointelligenza individuale (Fr 2)

Il frammento ricalca sia sul piano contenutistico sia su quello formale lrsquoinci-pit del fr 1 al quale nello scritto di Eraclito originariamente esso doveva farseguito a breve distanza

Si affronta il tema dellrsquoumana ignoranza circa il λόγος e si spiega cosa con-segue dal separarsi da ciograve che egrave ξυνός748 Esattamente come in apertura delloscritto la costruzione sintattica egrave scandita secondo lo schema ldquogenitivo asso-

743 Schirren 1998 pp 158 s ipotizza che φράζω sia usato da Eraclito nellrsquoaccezione giagrave ome-rica di ldquoauf etwas hinweisenrdquo ossia come segno dello stile oracolare che caratterizzeragrave tuttoil suo scritto

744 Arist Rh Γ 5 1407b745 Analogamente a quanto giagrave osservato per φράζω egrave plausibile che ldquoesporre secondo naturardquo

rappresenti qui una variante dellrsquoespressione ldquotenere un λόγος secondo naturardquo Marcovich1978 p 10 sostiene che κατὰ φύσιν stia per un generico ldquopropriamenterdquo al contrarioanche considerando lrsquointento ldquoprogrammaticordquo del frammento ed il valore cosmologicodellrsquoinsegnamento eracliteo il sintagma egrave da intendere nel suo senso piugrave letterale

746 Tuttavia lrsquoaffermazione di Serra in Diano-Serra 41993 pp 108 s (ldquoEgrave la prima e lrsquounicaindicazione che Eraclito ci dagrave del contenuto del suo lsquodiscorsorsquo e del metodo che lo guidardquo)sembra non considerare a sufficienza lrsquoindizio contenuto nel fr 93 e forse anche nel fr 92

747 Su questo aspetto cfr il cap 62748 Sul valore di ἕπεσθαι cfr Kirk 31970 p 60 che conclude ldquoThe word may be held to apply

especially at this period to obedience of an unquestioned authorityrdquo

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luto + reggenterdquo Considerare parallelamente i frr 1 e 2 aiuta a riconoscernela stretta somiglianza749fr 1 [τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος (ἀεί)] + [(ἀεὶ) ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι]fr 2 [τοῦ λόγου δrsquo ἐόντος ξυνοῦ] + [ζώουσιν οἱ πολλοὶ ὡς ἰδίαν ἔχοντες φρόνησιν]

In entrambi i casi il primo membro chiarisce la natura del λόγος il secondoidentifica lrsquoerrore della conoscenza umana in una insufficiente comprensionedel λόγος

Lrsquoaggettivo ξυνός ldquocomunerdquo egrave il contrario di ἴδιος ldquoparticolarerdquo e su taleopposizione si basa il frammento750 Entrambi i vocaboli sono tratti dal lin-guaggio politico751 La caratterizzazione del λόγος come ξυνός dovrebbe met-tere in guardia dallrsquointenderlo come il mero discorso dello scritto eracliteo752giaccheacute anche questrsquoultimo egrave pur sempre un discorso ldquoprivatordquo dellrsquohic etnunc Il monito ad intendere il discorso nella sua portata sovra-individualetorna probabilmente nel fr 50 che esordisce ldquodato ascolto non a me ma alλόγος [hellip]rdquo753 Lo ξυνὸς λόγος si riferisce appunto al ldquodiscorso di tuttirdquo oppo-sto al ldquomiordquo e al ldquotuordquo ossia al discorso in generale In termini moderni e pre-cisamente saussuriani si potrebbe sostenere che lo ξυνὸς λόγος non rappresen-ti uno specifico atto di parole (nemmeno quello di Eraclito stesso) bensigrave lalangue come fenomeno intersoggettivo e condiviso proprio non del singoloparlante ma della comunitagrave dei parlanti754 Anche ξυνός come giagrave lrsquoἀξύνετοιdel fr 1 grazie al suo richiamo fonico allude allrsquoazione sintetica del λόγος Ciograveegrave tanto piugrave credibile se si considerano anche i giochi allitteranti di ἀξύνετοι nelfr 1 e di ξὺν νόωι ndash ξυνῶι del fr 114 Lrsquoopposizione ξυνός vs ἴδιος rende esplicitaquella espressa nel fr 1 tra la validitagrave universale del λόγος da una parte(γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε) e la parzialitagrave dei πάντα ovvero

749 Cfr Reinhardt 41985 p 61 Kirk 31970 p 59750 Cfr anche il fr 89 Bencheacute la critica diverga su alcune sfumature del significato di ξυνός nel

complesso il senso dellrsquoaggettivo non egrave controverso cfr Verdenius 1966 pp 90 s ldquo[ξυνός]bedeutet zwar nicht dass er [der λόγος] ein Gemeinbesitz aller Menschen ist sonderndoch wohl dass jeder Mensch zu ihm von sich aus Zugang hatrdquo Held 1970 p 177 ldquo[hellip]ξυνός als Attribut des Logos bedeute nicht oder zumindest nicht ausschlieszliglich lsquoGemein-samkeit stiftendrsquo sondern stattdessen oder jedenfalls auch lsquoallgemein allgemeinguumlltigrsquo indem Sinne daszlig der Logos auf jegliches Seiende zutrifftrdquo

751 Secondo la giusta osservazione di Schadewaldt 1978 p 363752 Come vuole invece West 1993 p 166753 Per il collegamento tra i frr 2 e 50 cfr anche Held 1970 pp 174 s754 Kraus 1987 p 106 si esprime contro la validitagrave di questa dicotomia per Eraclito (tuttavia

intendendola diversamente)

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192 6 Il discorso come unitagrave articolata

degli ἔπεα καὶ ἔργα dallrsquoaltra Infatti lrsquoincomprensione (ἀξύνετοι fr 1) delλόγος come ξυνός il non seguirlo (ἕπεσθαι) confina la maggior parte degli uo-mini ciascuno in una sua visione privata del mondo (ἰδίαν φρόνησιν) produ-cendo cosigrave una percezione ingannevole della realtagrave come congerie di πάνταLa fallacia di tale posizione egrave confermata dal fr 113 che riprende quasi allalettera il fr 2 ξυνόν ἐστι πᾶσι τὸ φρονέειν

Ancora una volta lrsquoaffinitagrave di pensiero con Parmenide egrave stretta lrsquoEleateinfatti pone il misconoscimento dellrsquounitagrave del reale in relazione con la naturabicefala (δίκρανοι fr 65) dei mortali e con il proliferare delle diverse δόξαι(cfr Eraclito ἰδίαν ἔχοντες φρόνησιν)

Δίκης δίκης ὄνομα οὐκ ἂν ἤιδεσαν εἰ ταῦτα μὴ ἦνNon conoscerebbero il nome di Giustizia della giustizia se non esistessero queste cose (Fr 23)

Secondo lrsquointerpretazione del frammento fornita nel cap 43 sv δίκη alle pp133 s non si conoscerebbe δίκη ossia in base alla concezione arcaica di lsquogiu-stiziarsquo la lsquoseparazionersquo o la lsquolinea di confinersquo se non esistessero i ταῦτα ldquoquestecoserdquo (o forse ldquole cose ingiusterdquo) nella loro reciproca determinazione e distin-zione755 La giustizia eraclitea rappresenta dunque unrsquoimmagine di divisionee precisamente quella del limen o del discrimen

Come si ricorderagrave (cfr cap 53 p 178 ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα) la na-tura degli ὀνόματα che analogamente agli ἔπεα esprimono i πάντα egrave partico-larista ed individualizzante cosigrave come il ldquonome propriordquo secondo lrsquoaccezionetradizionale di ὄνομα denomina il singolo individuo allo stesso modo la sin-gola ldquoparolardquo secondo la nuova accezione promossa da Eraclito e Parmenidecostituisce solo una parte determinata entro lrsquounitagrave del discorso λόγος756 Inquesta chiave di lettura due accostamenti presenti nel fr 23 appaiono parti-colarmente significativi Il primo egrave quello tra ὄνομα e δίκη che si presta a con-fermare la natura divisoria e particolarista di entrambi757 Il secondo egrave lrsquoacco-stamento tra ὄνομα e ταῦτα che stabilisce una relazione tra elementi sparsi ed

755 Nel cap 12 sv ὄνομα p 13 si egrave osservato come lrsquoidentificazione con la dea Giustizia per-sonificata non sia certa Non egrave da escludere che anche in questo frammento (cfr fr 48)ὄνομα valga nellrsquoaccezione di ldquo(singola) parolardquo ovvero ldquonome comunerdquo Non sembra fon-data ad ogni modo la proposta di Marcovich 1978 p 164 che intende qui ὄνομα addirit-tura come ldquoideardquo

756 Cfr E Hoffmann 1991 pp 58 s

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 193

isolati sul piano ontologico e cosmologico da una parte (ταῦτα) e sul pianolinguistico dallrsquoaltra (ὄνομα) confermando cosigrave lrsquoanalogia di fondo tra mon-do e linguaggio

In base a questi argomenti lrsquointerpretazione che viene proposta per ilframmento egrave la seguente poicheacute esistono le cose le cose ingiuste (ossia lecose reciprocamente distinte nella loro pluralitagrave) gli uomini758 vengono a co-noscenza dellrsquoὄνομα (ossia di una parte determinata del λόγος) di δίκη Δίκη(ossia del discrimen divisorio tra le cose stesse)

Si conferma dunque la profonda analogia con il pensiero di Parmenide se-condo il quale come si egrave ricordato a proposito di Heraclit fr 2 gli uomininon riconoscono lrsquounitagrave dei πάντα percheacute confidano nei rispettivi e discor-danti ὀνόματα

πυρὸς τροπαὶ πρῶτον θάλασσα θαλάσσης δὲ τὸ μὲν ἥμισυ γῆ τὸ δὲ ἥμισυ πρηστήρ [hellip] ltγῆgtθάλασσα διαχέεται καὶ μετρέεται εἰς τὸν αὐτὸν λόγον ὁκοῖος πρόσθεν ἦν ἢ γενέσθαι γῆRivolgimenti del fuoco (sono) dapprima il mare del mare poi una metagrave terra lrsquoaltra metagravefolgore [hellip] ltla terragt si spande come mare e assume misure secondo quello stesso discor-so che valeva prima che diventasse terra (Fr 31)

Egrave questo il frammento per il quale come emerge chiaramente dalla tabella delcap 51 (pp 158 s) la quasi totalitagrave degli interpreti rende λόγος con valoreproporzionale-matematico ossia con un valore non sufficientemente attesta-to per la fine del VI e lrsquoinizio del V sec aC Simili traduzioni sembrano ispirateda una cultura filosofica e razionalistica a cui Eraclito non appartiene e dellaquale partecipa invece lrsquointerprete moderno Alla base vi egrave un problema di teo-ria della traduzione il traduttore tenta costantemente di riprodurre un testoper lui quanto piugrave possibile ldquosensatordquo spesso dimenticando tuttavia che le ca-tegorie di senso e non-senso sono culturalmente determinate Cosigrave facendoldquo[hellip] la considerazione del contenuto ha finito col prevalere su quella della for-ma Ma in questo modo si rischia di far dire ad un testo quello che si vuolerdquo759Diversamente da quanto ritengono gli interpreti riportati nella tabella qui di

757 Cfr Nussbaum 1972 I p 11 ldquoThe word Dike which men consider as the name of anindipendent goddess could not have meaning except with reference to its opposite [hellip]And yet men seeing words as ἔπεα miss the essential connection this interdependence ofwordsrdquo

758 Cfr Kirk 31970 p 125 ldquoThus the subject may well have been simply ἄνθρωποιrdquo Kahn1979 p 185

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194 6 Il discorso come unitagrave articolata

seguito si sostiene che anche per il fr 31 non si hanno ragioni intrinseche perdubitare del significato storicamente fondato di λόγος come ldquoazione risulta-to del raccogliere insiemerdquo ovvero ldquoazione risultato del direrdquo e che anzi essoegrave suggerito proprio dalla ldquoformardquo linguistica del frammento

Anzitutto a rinsaldare lrsquoipotesi dellrsquoanalogia tra linguaggio e mondo fisicovi egrave la co-occorrenza di λόγος insieme a vocaboli del linguaggio astronomicoInfatti anche a prescindere dallrsquointegrazione di Burnet ltγῆgt760 egrave indubbioche qui come giagrave nel fr 1 Eraclito spieghi il comportamento di elementi fisi-ci e cosmologici (πῦρ θάλασσα πρηστήρ) con il ricorso a λόγος Come espostonel cap 43 sotto le rispettive voci anche τροπή e μέτρον sono termini tecnicidel linguaggio cosmologico τροπή indica il limite raggiunto il quale il sole sivolge per ripercorrere allrsquoindietro il suo percorso μέτρον egrave appunto lrsquointerval-lo o la distanza prestabilita conclusa dalla τροπή761 Entrambi i termini dun-que esprimono lrsquoidea di frazionamento dello spazio e conseguentemente diliminaritagrave Inoltre ad avvalorare il riferimento cosmologico del fr 31 vi egrave an-che il fatto che secondo il testimone Clemente il fr 31 seguiva a breve di-stanza (μηνύει τὰ ἐπιφερόμενα) il fr 30 κόσμον τόνδε τὸν αὐτὸν ἁπάντων οὔτετις θεῶν οὔτε ἀνθρώπων ἐποίησεν ἀλλrsquo ἦν ἀεὶ καὶ ἔστιν καὶ ἔσται πῦρ ἀείζωονἁπτόμενον μέτρα καὶ ἀποσβεννύμενον μέτρα

Nel cap 43 pp 136 s si egrave proposto altresigrave di intendere lrsquointero fr 31 comeesplicativo di un determinato momento entro il processo di articolazione ecioegrave quello della disgregazione dellrsquounitagrave Ciograve egrave suggerito dal continuo ricor-rere di vocaboli indicanti la separazione μέτρα (fine del fr 30) e τροπαί il cuisignificato astronomico egrave stato appena ricordato la correlazione τὸ μὲν ἥμισυhellip τὸ δὲ ἥμισυ διαχέω ( ldquospargererdquo ldquodisgiungererdquo ldquospezzarerdquo) e infine μετρέωA suggerire agli interpreti una resa di λόγος come ldquoproporzionerdquo ldquomisurardquo egraveindubbiamente il verbo μετρέω e su di esso occorre concentrarsi

759 Egrave unrsquoosservazione incidentale di Serra in Diano-Serra 41993 p 163 a proposito del fr 32Lrsquoispirazione viene con tutta probabilitagrave da Calogero 1967 p 88 che parlando dellostesso frammento sostiene ldquoMa anche qui lrsquointerpretazione del contenuto non deve fardimenticare quella della formardquo

760 Burnet 31920 p 135 nota 2 Lrsquointegrazione non egrave strettamente necessaria Kirk 31970pp 331 s ricorda come di questo parere siano anche Reinhardt e Snell (ldquoDas Meer geht ausfestem in fluumlssigen Zustand uumlberrdquo) cfr Kahn 1979 pp 143 s Per le difficoltagrave filologichesollevate dal frammento cfr Stokes 1971 pp 296 ss (nota 58)

761 Cfr fr 94

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 195

Il verbo egrave denominale di μέτρον762 e qui richiama esplicitamente le due oc-correnze di μέτρα appena precedenti quelle della fine del fr 30 Per sottoli-neare il riferimento al sostantivo egrave consigliabile tradurre μετρέεται come ldquoas-sume μέτραrdquo ldquoassume misurerdquo in senso medio Lrsquoipotesi egrave che Eraclito ricorraanche a μετρέω per esprimere frazionamento e suddivisione in modo analogoa quanto si egrave detto per μέτρα τροπαί τὸ μὲν ἥμισυ hellip τὸ δὲ ἥμισυ e διαχέω Effet-tivamente la misurazione consiste appunto nella parcellizzazione di unagrandezza in μέτρα763

Veniamo dunque alla dibattuta espressione εἰς τὸν αὐτὸν λόγον ὁκοῖοςπρόσθεν ἦν764 Egrave a partire da contesti drsquouso sintagmatici come questo (cfr an-che fr 1 κατὰ τὸν λόγον) e attraverso costrutti come λόγον διδόναι e ἐν λόγωιτιθέναι che con il tempo la semantica di λόγος si modifica fino a dar luogo asignificati quali ldquoproporzionerdquo ldquocalcolordquo ldquomisurardquo ldquoragionerdquo etc Tuttaviacome ha mostrato lrsquoesame degli usi della parola sino allrsquoinizio del V sec aC(cap 51 pp 146 ss) per Eraclito e per i suoi contemporanei il fr 31 parla an-cora dellrsquoldquoazione risultato del λέγεινrdquo ovvero della ldquoraccoltardquo e soprattuttodel ldquodiscorsordquo

La compresenza nel corpus eracliteo di contesti drsquouso sia tradizionali sianon tradizionali non compromette la fondamentale unitagrave di significato dellaparola risemantizzata La contestualizzazione diversificata di λόγος promuo-ve tratti semantici nuovi nondimeno le accezioni via via assunte restano ori-ginariamente legate allrsquoidea del λέγειν come raccogliere insieme e come espri-mere linguisticamente Con Eraclito si assiste appunto alla prima fase docu-mentabile dellrsquoevoluzione semantica di λόγος nella quale ogni uso della paro-la egrave ancora permeato dal significato originario una fase dunque precedentealla ldquoderiva polisemicardquo attestata negli usi piugrave tardi Perfino volendo ammet-

762 Cfr Chantraine 1999 sv763 Cfr Heraclit fr 3 Si potrebbe anche argomentare che nel fr 31 μετρέω rappresenta

entrambi i momenti dellrsquoarticolazione ovvero sia conversione dallrsquouno ai molti sia quelladai molti allrsquouno Infatti la grandezza da misurare viene suddivisa o segmentata nei μέτρα(dallrsquouno ai molti) ma al contempo solo riunendo insieme tutti i μέτρα (dai molti allrsquouno)si ricompone la grandezza originaria nella sua interezza (nel discutere la nozione dellrsquounoanche Arist Metaph 1052b 20 ss esamina il problema della misurazione) Tuttavia ilframmento egrave caratterizzato piuttosto da espressioni di divisione il che invita ad intendereanche μετρέω in questo senso

764 Circa la genuinitagrave delle parole che seguono ἢ γενέσθαι γῆ non crsquoegrave unanimitagrave Cfr Diano-Serra 41993 p 148 Cherniss Vlastos Ramnoux Wiese e appunto Diano-Serra le con-siderano spurie

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tere per lrsquooccorrenza del fr 31 lrsquoaccezione di ldquoammontarerdquo si tratteragrave pursempre di un ldquoammontarerdquo inteso come ldquoraccoltardquo in stretta dipendenzadallrsquoldquoazione risultato del raccogliere insieme (λέγειν)rdquo Argomenti analoghivalgono per lrsquoaccezione di ldquodiscorso costantemente validordquo e dunque in ter-mini seriori ldquoformulardquo tale nuova accezione sarebbe intesa da Eraclito e daisuoi contemporanei eminentemente come espressione linguistica della ldquofor-mulardquo Invece accezioni piugrave distanti dalla semantica originaria e piugrave schietta-mente matematiche come ad esempio ldquoquantitagraverdquo ldquomisurardquo e ldquoproporzionerdquoappaiono decisamente da escludere per il loro anacronismo

La maggioranza degli interpreti traduce il gruppo lsquoεἰς con accrsquo come com-plemento di misura o distributivo esprimente cioegrave lrsquounitagrave di misura riferita aμετρέεται765 Ciograve naturalmente autorizzerebbe traduzioni di λόγος comeldquoquantitagraverdquo ldquomisurardquo o ldquoproporzionerdquo Tuttavia per quanto mi consta inepoca arcaica e classica766 per specificare lrsquounitagrave o lo strumento di misura inco-occorrenza con il verbo μετρέω si trovano o il dativo oppure κατά con accma non εἰς con acc Nellrsquooccorrenza in questione dunque lrsquounico valore am-missibile per εἰς τὸν αὐτὸν λόγον egrave quello modale767 Inoltre si puograve notare cheil significato di ὁκοῖος (att ὁποῖος ldquoqualerdquo ldquodi quale specierdquo cfr LSJ sv ofwhat sort or quality) riferito a λόγος non ha a che fare con la quantitagrave comesarebbe consono ad un ipotetico λόγος-misura bensigrave con la qualitagrave a confer-ma del λόγος-discorso768

In base ai dati considerati sono possibili due interpretazioni a seconda diintendere λόγος conformemente al suo uso tradizionale (cfr frr 39 87 e 108)o piuttosto a quello denso che cioegrave assume il discorso come modello analogodel cosmo In entrambi i casi il significato resta pertinente con la Grundbe-deutung di λέγειν769

1) Il complemento di modo εἰς τὸν αὐτὸν λόγον costituisce un riferimentoinfratestuale a quanto Eraclito ha giagrave detto un uso analogo del sintagma sitrova ad esempio in Pl Resp 353d770 Dunque il senso di εἰς τὸν αὐτὸν λόγον

765 Si tratta del valore descritto da LSJ sv εἰς III 1 e 2766 Solo con il successivo perfezionamento del linguaggio matematico il verbo μετρέω saragrave

usato anche con εἰς ed acc per indicare lrsquounitagrave di misura adoperata767 Si tratta del valore descritto da LSJ sv εἰς IV 3 Curiosamente Marcovich 1978 p 204

afferma il valore modale di εἰς τὸν αὐτὸν λόγον pur traducendo in senso misurativo-distri-butivo (ldquosi misura nella medesima proporzionerdquo) ed equiparando il λόγος ai μέτρα

768 Se Eraclito intendesse con λόγος ldquoquantitagraverdquo ldquomisurardquo ldquograndezzardquo e simili qui sarebbe piugraveprobabile trovare ὁπόσος o ὅσος al posto di ὁποῖος

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ὁκοῖος πρόσθεν ἦν sarebbe ldquoanalogamente a quanto detto primardquo Secondo taleinterpretazione lrsquooccorrenza di λόγος nel fr 31 sarebbe pertanto in linea conlrsquouso tradizionale della parola

2) Il complemento di modo εἰς τὸν αὐτὸν λόγον illustra come avviene lrsquoazio-ne espressa da μετρέεται o eventualmente sia da διαχέεται che da μετρέεταιdato che entrambi i verbi sono usati per rendere il medesimo concetto di se-parazione In questo caso il ldquodiscorsordquo va inteso come analogo del mondo fi-sico e dunque del modello articolatorio ossia secondo lrsquoaccezione risemantiz-zata della parola Il senso di questo paragone egrave che anche il λόγος propriocome il soggetto della frase (ltγῆgt oppure θάλασσα) ldquoassume μέτραrdquo ossia vasoggetto ad una forza che ne segmenta lrsquounitagrave in costituenti minori Tale for-za non egrave subita passivamente dal λόγος le diatesi medie διαχέεται e μετρέεταιdimostrano che tale organizzazione egrave autopoietica (caratteristica 3)771 A so-stegno di questa interpretazione si ricordi che Eraclito individua entro il di-scorso delle componenti minori chiamate ὀνόματα o ἔπεα In base a tale lettu-ra anche qui come nel resto del frammento ad essere rilevato egrave lrsquoaspetto di-sgiuntivo o analitico della conversio In questo senso il fr 31 egrave dunque com-plementare dei frr 1 2 50 114 che al contrario sottolineano lrsquoazionesintetica del λόγος772

ἓν τὸ σοφὸν μοῦνον λέγεσθαι οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει Ζηνὸς ὄνομαLrsquounica cosa saggia non vuole e vuole essere detta (solo) come nome di Zeus (Fr 32)

Per questo frammento lrsquoattenzione dei commentatori si concentra in generesul concetto di saggezza (divina) secondo Eraclito (cfr fr 78)

Secondo le intenzioni della presente analisi il punto focale consiste tutta-via nellrsquoopposizione tra λέγειν ed ὄνομα di cui si ha qui lrsquounica co-occorrenza

769 Riconducibile alla Grundbedeutung di λέγειν potrebbe essere lrsquointerpretazione di λόγος diSilvestri 2003 pp 277 s ed idem 2006 p 26 il quale intende lrsquooccorrenza del fr 31 comeldquoprincipio di legamentordquo in un senso paragonato dallrsquoautore a quello dello ldquostato di coserdquodi Wittgenstein (cfr TLP 2 201 2001) Ma a fronte di unrsquointerpretazione cosigrave nuova einteressante il lettore si aspetterebbe delle argomentazioni che invece mancano

770 Τίθεμεν οὖν καὶ τἆλλα πάντα εἰς τὸν αὐτὸν λόγον Cfr Isoc Ep VI (ad filios Jasonis) 7 Μὴθαυμάζετε δrsquo ἄν τι φαίνωμαι λέγων ὧν πρότερον ἀκηκόατε [hellip] εἰ πρέπον εἰς τὸν λόγον εἴη [hellip]Per lrsquoespressione ὁ πρόσθεν λόγος cfr ad esempio S OT 851 Εἰ δrsquo οὖν τι κἀκτρέποιτο τοῦπρόσθεν λόγου [hellip]

771 Si ricordi a riguardo la proposta avanzata nel cap 42 p 112 di intendere πυρός comegenitivo soggettivo

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entro il corpus773 Anche per la traduzione del frammento egrave fondamentale te-nere ben distinti λέγεσθαι ed ὄνομα rispettivamente ldquoessere dettordquo e ldquonomerdquoEgrave dunque un peccato che numerosi traduttori rendano λέγεσθαι con ldquoesserechiamatordquo ldquoprendere il nome dirdquo offuscando cosigrave completamente la specifi-citagrave della riflessione linguistica eraclitea Secondo Bartling ad esempio perEraclito in generale e per questo frammento in particolare non vi sarebbe so-stanziale differenza tra le azioni espresse da λέγειν e da ὀνομάζειν774 Al contra-rio Eraclito basandosi sulla Grundbedeutung del verbo λέγειν come ldquoracco-gliere insiemerdquo o ldquoraccogliere in unitagraverdquo la sfrutta in rapporto allrsquoὄνομα che in-vece come si egrave visto sta per individualizzazione e separatezza

Il paradosso espresso da οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει puograve essere spiegato in base atre ordini di cause che lungi dallrsquoescludersi a vicenda trovano piuttosto con-ferma lrsquouna nellrsquoaltra una causa linguistica (1) una religiosa (2) ed una rife-ribile al tema della coincidentia oppositorum (3) Pur considerando tutti e tregli ordini di cause nella prospettiva della presente ricerca la prima egrave quellafondamentale

1) Per lrsquointerpretazione linguistica il genitivo Ζηνός non assume una spe-cifica rilevanza775 quello che conta egrave che si parla di un ὄνομά τι776 che egrave in an-titesi con il verbo λέγεσθαι Egrave di nuovo opportuno fare riferimento al modelloteorico riassunto nella formula ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα in cui ἕν e λόγος

772 Solo in nota alla trattazione del fr 31 si desidera considerare il fr 67a sicltutgt aranea stansin medio telae sentit quam cito musca aliquem filum suum corrumpit itaque illuc celeritercurrit quasi de fili persectione dolens sic hominis anima aliqua parte corporis laesa illucfestine meat quasi impatiens laesionis corporis cui firme et proportionaliter iuncta est Nelcaso piuttosto improbabile in cui il frammento fosse genuino esso renderebbe conlrsquoavverbio modale proportionaliter un complemento di modo come εἰς τὸν λόγον o κατὰ τὸνλόγον Egrave chiaro che la fonte recepisce λόγος come un consolidato termine tecnico per cuila traduzione nellrsquoarea semantica matematica non stupisce Il dato interessante sarebbepiuttosto lrsquoattestazione di λόγος entro un complemento di modo secondo un uso con-forme a quello ipotizzato per il fr 31 Naturalmente data la problematicitagrave del frammento67a simili considerazioni hanno carattere puramente speculativo

773 Unrsquoeco del frammento egrave forse da scorgere in P Derv col 191ndash3 (ed Jourdan) εκ[hellip] τὰἐόντα ἓν [ἕκ]αστογ κέκ[λητ]αι ἀπὸ τοῦ ἐπικρατοῦντος Ζεὺ[ς] πάντα κατὰ τὸν αὐτὸν λόγονἐκλήθη [hellip]

774 Cfr Bartling 1985 p 76 ldquoAuch kann das λέγεσθαι in B32 in seiner Funktion des Benen-nens mit dem ὀνομάζεσθαι von B67 durchaus verglichen werdenrdquo Lo studioso ritiene chela specificitagrave della riflessione linguistica eraclitea consista piuttosto in una precoce ricercaπερὶ ὀρθότητος ὀνομάτων simile a quella che si presenteragrave poi maturamente nel Cratilo diPlatone cfr ivi pp 79 nota 5 Cfr anche Heidegger 2000 p 223

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sono accomunati in qualitagrave di unitagrave articolate composte rispettivamente daidistinti dei πάντα e dagli ὀνόματα Come si vede tre dei quattro membri dellaproporzione compaiono nel fr 32 mancano solo i πάντα In quanto ἕν ilσοφόν ldquovuolerdquo lrsquoazione espressa da λέγειν vuole dunque ldquoessere dettordquo ovveroldquoraccolto insiemerdquo come egrave conforme al suo carattere sintetico Ma appuntoper via di tale carattere sintetico esso ldquonon vuolerdquo essere detto attraverso unὄνομα una denominazione particolare che individua una singola identitagraveCiograve corrisponde al pensiero di Eraclito in base al quale ldquodie ὀνόματα immerzugleich angemessen und unangemessen sindrdquo777 Il paradosso del σοφόν cheal tempo stesso ldquovuole e non vuolerdquo essere detto col nome (di Zeus) poggiadunque sulle opposte istanze espresse da λέγειν e da ὄνομα ossia rispettiva-mente sulla forza centripeta e su quella centrifuga che caratterizzano lrsquounitagravearticolata come conversio (caratteristica 2) Come si egrave giagrave considerato nel cap23 (p 52) μοῦνον egrave ambiguo percheacute secondo la formulazione aristotelica778egrave difficile da interpungere e puograve essere inteso sia insieme a ciograve che precede siainsieme a ciograve che segue Si noti tuttavia come la costruzione sintattica che in-tende μοῦνον con ciograve che segue (ldquovuole e non vuole essere detto soltanto con ilnome di Zeusrdquo)779 mette in evidenza proprio la limitatezza dellrsquoὄνομα

2) Che poi il ldquonomerdquo sia quello di Zeus non fa che accentuare la paradossa-le ambivalenza delle due alternative οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει come egrave rilevato daCalabi780 Infatti sotto il profilo religioso da un canto il σοφόν vuole esseredetto con il nome di Zeus giaccheacute questi egrave ritenuto il piugrave sapiente tra gli dei(cfr lrsquoomerico μητίετα Ζεύς) questa egrave verosimilmente la posizione dei πολλοίin quanto corrisponde alla communis opinio in materia religiosa Drsquoaltro can-to perograve non vuole percheacute identificando il σοφόν con qualcuno o qualcosa inparticolare inevitabilmente se ne fissano certe caratteristiche escludendone

775 Tranne forse quella di sottolineare il carattere determinato legato ad una specifica identi-tagrave di ὄνομα ma questa funzione potrebbe essere assolta anche da un qualunque altro nomeproprio in caso genitivo

776 Ciograve egrave suggerito anche da Calogero 1967 p 88 777 Held 1970 p 180778 Arist Rh Γ 5 1407b 11779 Cosigrave ad esempio Pagliaro 1953 p 144 cfr nota 15 (ldquosolo questo egrave lrsquoesser saggio il nome

di Zeus non vuole eppure vuole essere pronunciato solordquo) Houmllscher 1968 pp 132 s (ldquo[ἓντὸ σοφόν] will nicht allein ndash und will doch ndash mit dem Namen Zeus genannt seinrdquo cfr ivinota 10) West 1993 p 193 (ldquouno solo il saggio vuole e non vuole essere chiamato conil nome di Zeus soltantordquo)

780 Calabi 1977ndash78 p 16

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altre cosigrave da smentire la sintesi delle opposte determinazioni che invece sta acuore ad Eraclito Considerata la critica eraclitea alla religione tradizionale781non egrave da escludere inoltre che la reticenza ad identificare il σοφόν con Zeusrappresenti un elemento sovversivo rispetto al comune sentimento diεὐσέβεια

3) Inoltre se come riconosce la maggior parte della critica lo ionico Ζηνόςegrave usato per alludere a ζῆν ldquovivererdquo782 allora si puograve cogliere unrsquoulteriore sotti-gliezza nel senso del frammento Infatti in forza di quella coincidentia opposi-torum onnipresente in Eraclito non si dagrave vita senza il suo contrario e pertan-to lrsquoidentificazione del σοφόν in uno solo dei due aspetti complementari egravefuorviante783 Anche in questo caso come giagrave rilevato al punto 2 ἐθέλει corri-sponde allrsquoopinione dei tanto criticati πολλοί mentre οὐκ ἐθέλει esprime ilpensiero controcorrente di Eraclito

ἐν Πριήνηι Βίας ἐγένετο ὁ Τευτάμεω οὗ πλείων λόγος ἢ τῶν ἄλλωνA Priene nacque Biante figlio di Teutame la cui fama egrave maggiore di quella degli altri (Fr 39)

Nonostante alcuni interpreti come Held784 e Kahn785 scorgano in questo usodi λόγος unrsquointenzionale ambiguitagrave o propendano per significati non chiara-mente attinenti allrsquoarea semantica del linguaggio786 lrsquouso della parola franca-mente appare di per seacute piano e non desta dubbi particolari Per questo nel cap

781 Cfr ad esempio Heraclit frr 5 15782 Cfr cap 22 p 45 lrsquoipotesi del gioco di parole egrave avvalorata dal fatto che invece il fr 120

reca Διός Contra Kirk 31970 p 392 Marcovich 1978 p 309783 Cfr Calogero 1967 p 88 ldquosi chiama e non si chiama Zeus percheacute si chiama e non si

chiama Vita Essa infatti egrave e non egrave Vita percheacute egrave Vita-Morte secondo il binomio di oppostiche sommamente esprime lrsquoeterna lsquoguerrarsquo e lsquocontesarsquo del mondordquo

784 Held 1970 p 202 individua anche qui la compresenza di due accezioni di λόγος lrsquouna tra-dizionale ldquofamardquo lrsquoaltra tipicamente eraclitea Infatti secondo lo studioso il λόγος rappre-senta per Eraclito il compimento unificante dei diversi punti di vista soggettivi e nellafama di un individuo convergono appunto tutti i vari pareri circa quellrsquoindividuo

785 Kahn 1979 p 176 s sostiene che λόγος rappresenti qui un gioco di parole tra lrsquoaccezioneimmediatamente comprensibile ldquoesteemrdquo ldquorenownrdquo e quella piugrave recondita di ldquocosmic pat-tern expressed in geometric proportionsrdquo Le due accezioni si rifarebbero alla duplicitagrave diλόγος come rispettivamente ldquolanguagerdquo e ldquocosmic structurerdquo Cfr ivi p 177 ldquoThe oppo-sition [hellip] between the single individual Bias who [hellip] merited an esteem (logos) [hellip] andthe mass of mankind as characterized in his saying (logos) ndash this antithesis exemplifies inhuman terms the proportion (logos) between the one and the many between fire and allthe rest that structures that order the universerdquo

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51 p 153 lrsquooccorrenza egrave stata classificata tra quelle tradizionali Solo nel con-fronto con le affermazioni di universalitagrave del λόγος il frammento puograve stupireInfatti percheacute il confronto tra Biante e gli altri possa reggere egrave necessario chetanto Biante quanto gli altri siano dotati di un proprio λόγος individuale lad-dove come si egrave osservato nel fr 2 il λόγος egrave apertamente messo in antitesi adun simile particolarismo

Lrsquoapparente contraddizione va superata tenendo presente che Eraclito usaλόγος sia in senso soggettivo sia in senso intersoggettivo ossia rispettivamen-te come un certo ldquodiscorso in particolarerdquo e come ldquodiscorso in generalerdquo787

La variabilitagrave del referente non incrina in alcun modo lrsquounitagrave di significatodi λόγος giaccheacute naturalmente un unico significato puograve avere molti referentiIn generale si puograve stabilire che il referente ldquosoggettivordquo corrisponde allrsquoacce-zione tradizionale (frr 39 87 108) mentre il referente ldquointersoggettivordquoallrsquoaccezione densa della parola (es fr 2) quella cioegrave che scorge nel discorsoun analogo del mondo fisico Tuttavia non sempre il confine tra usi tradizio-nali ed usi densi puograve essere tracciato nettamente Si egrave giagrave osservato788 adesempio che la prima occorrenza di λόγος nel fr 1 crea un quid pro quo traλόγος come ldquodiscorso dellrsquohic et nuncrdquo e λόγος come ldquomodello analogo delmondordquo da un lato lrsquoincipit richiamando lrsquouso della prosa ionica dellrsquoepocaallude al λόγος specifico dello scritto eracliteo dallrsquoaltro attraverso la posizio-ne ambigua di ἀεί e le affermazioni seguenti fa pensare al λόγος come metafo-ra cosmica

In effetti quando il referente ldquosoggettivordquo di λόγος egrave lo scritto di Eraclitolrsquoaccezione tradizionale e quella densa appaiono fuse insieme Ciograve egrave possibiledal momento che lo scritto di Eraclito pur nella sua inevitabile soggettivitagrave egravecomposto in modo tale da evidenziare la natura ed il funzionamento del lin-guaggio in generale e dunque del mondo fisico789

786 LSJ sv λόγος I 4 traduce il frammento con ldquowho is more worth than all the restrdquo cfr ancheKirk 31970 p 39 che ipotizza un improbabile ldquowho was of greater measurerdquo Lami52000 ldquodi cui si ragiona piugrave che degli altrirdquo

787 Cfr analisi del fr 2 dove i due usi sono stati definiti con riferimento ai termini saussurianicome langue e parole La sovrapposizione delle due accezioni egrave propria di molte cultureoro-aurali si egrave giagrave accennato ad esempio allrsquoequivalente di λόγος in lingua dogon sograve cfrCalame-Griaule 1982 p 24

788 Cfr cap 13 pp 29 s789 Cfr cap 62 pp 242 ss

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202 6 Il discorso come unitagrave articolata

Nel fr 39 λόγος vale ldquofamardquo ldquoreputazionerdquo ed esprime ciograve che la collettivi-tagrave dice di un suo membro ciograve che egrave detto sul conto di qualcuno790 Il nessoλόγος λέγειν egrave dunque paragonabile a quello κλέος καλεῖν (cfr lat fama fa-ri) Conche egrave pressocheacute il solo a sostenere invece che ldquole logos nrsquoest pas ici ceque lrsquoon dit de Bias mais ce que dit Biasrdquo791 La sua interpretazione egrave dubbiaanche percheacute il senso di πλείων come ldquoqualitativamente superiorerdquo non egrave diuso comune piugrave adatti allo scopo sarebbero stati altri comparativi comeκρείσσων o βελτίων Essa comunque non egrave del tutto insostenibile specie con-siderando alcuni motti attribuiti a Biante che potevano essere particolarmen-te apprezzati da Eraclito innanzitutto il μεγαλόφρων Eraclito792 doveva tro-varsi drsquoaccordo sul punto che οἱ πλεῖστοι ἄνθρωποι κακοί (DK 1061)793 mas-sima riecheggiante probabilmente nel fr 104 ma anche affermazioni qualiμίσει τὸ ταχὺ λαλεῖν [hellip] (DK 1064) ἄκουε πολλά (DK 10610) e λάλει καίρια(DK 10611) potevano suscitare la sua approvazione in quanto esortazioniad unrsquoattivitagrave linguistica piugrave consapevole Ad ogni modo sia che λόγος valgacome nomen actionis (ldquociograve che Biante dicerdquo) sia che valga come nomen reiactae (ldquociograve che egrave detto di Bianterdquo) il significato della parola resta perfetta-mente compatibile con quello tradizionale

ψυχῆς πείρατα ἰὼν οὐκ ἂν ἐξεύροιο πᾶσαν ἐπιπορευόμενος ὁδόν οὕτω βαθὺν λόγον ἔχειI confini dellrsquoanima per quanto tu vada non puoi trovarli nemmeno percorrendo ognistrada cosigrave profondo egrave il suo discorso (Fr 45)

I frr 45 107 e 115 affermano che la ψυχή egrave dotata di λόγος794 Come ha chia-rito Nussbaum795 e come giagrave egrave stato considerato nel cap 12 sv pp 9 s conEraclito ψυχή assurge ad un nuovo ruolo biologico quello di organo della co-gnizione Propriamente λόγος costituisce la funzione ossia lrsquoattivitagrave propria ditale organo la funzione cognitiva Nonostante questa occorrenza di λόγος siaintesa dagli interpreti per lo piugrave in senso proporzionale-matematico796 se si

790 Il medesimo valore di λόγος si riscontra spesso in Pindaro ad esempio Pi N IV 71 cfranche Hdt IX 78

791 Conche 1986 p 138 (corsivo dellrsquoautore)792 Cosigrave D L IX 1 (= DK 22 A 1 1)793 Questo egrave il motivo del rispetto di Eraclito per Biante secondo Kahn 1979 p 177794 Forse un precedente di questa nuova concezione egrave in Xenoph fr 75 [hellip] ψυχή τὴν ἔγνων

φθεγξαμένης ἀίων795 Nussbaum 1972 I pp 8 ss

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considera il ruolo linguistico e cognitivo attribuito da Eraclito alla ψυχή il va-lore di λόγος come ldquodiscorsordquo diventa strettamente necessario797

Il frammento pare esprimere la conclusione o una delle conclusioni a cuiEraclito egrave pervenuto dopo aver indagato se stesso (cfr fr 101)798 La metaforadella ψυχή come locus interiore egrave nuova Essa egrave resa attraverso quattro caratte-rizzazioni spaziali i verbi εἶμι e ἐπιπορεύομαι ed i sostantivi πεῖρας e ὁδός799tutti connotanti in genere la dimensione orizzontale La ragione per cui nonsi trovano i limiti della ψυχή egrave indicata nel suo βαθὺς λόγος800 Considerandolrsquoinsistenza sullrsquoorizzontalitagrave intendere βαθύς nellrsquoaccezione verticale ossiacome ldquoprofondordquo sembra poco appropriato801 mentre egrave preferibile optare ap-punto per lrsquoaccezione orizzontale ldquodensordquo ldquofittordquo ldquoimpenetrabilerdquo questrsquoul-tima egrave ampiamente attestata sin da Omero per esempio a proposito di fore-ste anfratti nebbie802 e significativamente anche a proposito di organi della

796 Rappresenta una lodevole eccezione Darcus 1979 che accetta il pieno valore linguisticodi λόγος per il fr 45 (lo stesso vale per il fr 115 cfr ivi p 91 ldquoLogos is rather I suggest hereas elsewehre lsquospeechrsquordquo) individuando inoltre il referente non nello specifico discorsoeracliteo bensigrave nel discorso in generale (cfr ibidem ldquoThis logos is not simply the specificutterance of Heraclitus [hellip it is hellip] speech itself rdquo) come suggerito anche dal carattere gno-mico del frammento

797 Cfr Nussbaum 1972 I p 13 ldquoIt is with ψυχή the central and connecting life-faculty thatman may potentially understand λόγος or connected discourse Because of the centralimportance of language in understanding the central life-faculty in man is first and fore-most a faculty of language Sense data are referred to ψυχή and are interpreted accordingto the ψυχήrsquos degree of linguistic competencerdquo

798 Non persuade lrsquointerpretazione di Kahn 1979 pp 128 s secondo cui il fr 45 rivelerebbeil panpsichismo eracliteo ed i limiti dellrsquoanima sarebbero irreperibili ldquosince everything ispsychic territoryrdquo per una simile affermazione non egrave sufficiente il contesto in cui DiogeneLaerzio riporta il frammento (DK 22 A 17 καὶ πάντα ψυχῶν εἶναι καὶ δαιμόνων πλήρη)Nella cultura greca arcaica la ψυχή egrave propria di ogni individuo e non possiede connota-zioni cosmologiche o naturalistiche Anche per questa parola la risemantizzazione eracli-tea procede nel solco di una profonda continuitagrave con il significato tradizionale Controlrsquoaccostamento dei frr 45 e 101 egrave Marcovich 1978 p 258

799 Il valore traslato o metaforico di entrambi i sostantivi e specialmente del piugrave comune ὁδόςegrave ampiamente attestato

800 Oltre che in Eraclito lrsquoespressione βαθὺς λόγος ricorre per lo piugrave in autori tardi (cristiani)ma si puograve notare che anche in questi casi λόγος ha prevalentemente valore linguisticononostante abbia ormai sviluppato anche altri significati

801 Come vuole invece Marcovich 1978 p 257 Cfr Diano-Serra 41993 p 154 ldquoCerta-mente da escludere egrave lrsquoidea tipicamente moderna della lsquoprofonditagraversquordquo ma lrsquoipotesi di βαθύςcome ldquoarcanordquo (ibidem) non risulta convincente

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204 6 Il discorso come unitagrave articolata

vita e del pensiero (es φρήν Il XIX 125)803 ossia in un contesto metaforicomolto simile allrsquouso eracliteo Rigorosamente parlando lrsquoimpossibilitagrave di tro-vare (ἐξευρίσκω) i limiti della ψυχή per chi srsquoincammini sulle sue strade po-trebbe dipendere appunto dalla densitagrave impenetrabile del λόγος che la abitapiuttosto che dallrsquoinesistenza dei limiti stessi si consideri a questo riguardo ilfr 18 dove appunto lrsquoimpossibilitagrave di trovare qualcosa (οὐκ ἐξευρήσει) dipen-de da una condizione di difficile percorribilitagrave (ἀνεξερεύνητον καὶ ἄπορον)Tuttavia lrsquoidea che i limiti siano introvabili percheacute inesistenti egrave suggerita conforza dal confronto con il fr 115 secondo cui il λόγος la cui sede egrave la ψυχή egraveἑαυτὸν αὔξων Sempre in base allrsquoautoaccrescimento del fr 115 si fa strada an-che lrsquoipotesi che βαθύς stia anche per ldquoriccordquo ldquocopiosordquo804

Se i πείρατα rappresentano qui unrsquoimmagine di divisione sulla scorta diquelle considerate nel cap 43805 la loro inesistenza entro la ψυχή ha ragioniintrinseche Infatti essendo la ψυχή lrsquoorgano del λόγος la sua funzione egrave quel-la di λέγειν laddove con λέγειν conformemente alla Grundbedeutung del ver-bo Eraclito intende unrsquoazione sintetica Quando lrsquoorgano esercita la propriafunzione esso ldquoraccoglie insiemerdquo i distinti ossia rimuove i πείρατα posti tradi loro per farne unrsquounitagrave Questo procedimento egrave necessario sia alla produ-zione del discorso giaccheacute il λόγος egrave unrsquounitagrave (nel qual caso i distinti sono gliὀνόματα o gli ἔπεα) sia alla cognizione e dunque al sapere intesi come νόος eσοφίη (nel qual caso i distinti sono i percepiti i πάντα) Infatti se lrsquoorgano nonegrave in grado o non lo egrave a sufficienza di espletare la funzione del λέγειν la cono-scenza si ferma alla πολυμαθίη ldquonozione-di-molte-coserdquo slegate lrsquouna dallrsquoal-tra non riunite in una coerenza806 Tale disfunzione della ψυχή egrave chiaramente

802 Cfr Fuumlhrer 1991 (LFE) ldquorel (horizontal) tief (sc wo man tief eindringen kann bzwmuszlig) dicht undurchdringlichrdquo con relativi esempi (3a 3b 3c)

803 Cfr il composto βαθύφρων Sol fr 33 1 W Pi N VII 1 Usi traslati di βαθύς βαθεῖα βαθύ(e composti) in riferimento ad organi e attivitagrave cognitive sono in Thgn 1051 s W Pi NIII 53 N IV 8 O II 54 A Pers 142 Th 592 Supp 407 Ulteriori usi metaforici sonoad esempio in Hdt IV 95 2 (β ἤθεα) Pi O II 54 (β μέριμνα) X Oec XI 10 (β ἀνήρ)etc Secondo Verdenius 1966 p 88 Eraclito allude qui proprio ad espressioni comeβαθύφρων βαθύβουλος βαθυμήτης

804 Cfr LSJ sv 3b e fonti ivi citate Troppo psicologica e modernista risulta invece la tradu-zione di βαθύς come ldquoillimitatordquo grenzenlos (per la quale cfr bibliografia riportata in Mar-covich 1978 p 257)

805 Schofield 1980 pp 10 s suggerisce che lrsquoattributo ἄπειρον sia attribuito da Anassagora alνοῦς proprio sulla scorta dei πείρατα di Heraclit fr 45

806 Sul ruolo cognitivo-unificante del λόγος cfr cap 62 pp 241 ss

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rappresentata nel fr 107 κακοὶ μάρτυρες ἀνθρώποισιν ὀφθαλμοὶ καὶ ὦταβαρβάρους ψυχὰς ἐχόντων dove la ψυχή ldquobarbarardquo egrave appunto ldquoincapace diλέγεινrdquo o ldquoche non conosce il λόγοςrdquo Come giagrave rilevato per gli ἀξύνετοι del fr1 anche in questo caso il fallimento della conoscenza egrave identificato conunrsquoincapacitagrave di istituire connessioni tra le cose Solo la ψυχή dotata di λόγοςpuograve sintetizzare e com-prendere i molteplici dati sensibili superando cosigrave lapluralitagrave e la segmentazione del reale

τῶι οὖν τόξωι ὄνομα βίος ἔργον δὲ θάνατοςlrsquoarco (cfr βιός) ha come nome ldquovitardquo (βίος) ma come effetto morte (Fr 48)

Si trova qui la prima attestazione certa dellrsquouso di ὄνομα come ldquonome comunerdquoo ldquosingola parolardquo807 un dato questo particolarmente rilevante per lrsquointer-pretazione di λόγος come unitagrave articolata

Probabilmente il gioco di parole βίος βιός non egrave unrsquoinvenzione eracli-tea808 ma tutto eracliteo egrave il modo di sfruttarlo Se tanti giochi di parole inEraclito sono affidati a richiami fonici siano essi espliciti809 o impliciti810quello del fr 48 funziona invece grazie alla perfetta omografia (ΒΙΟΣ) di dueparole non omofone (βίος βιός) e dunque grazie al medium della scrittura

Sulla scia di Calogero811 un nutrito gruppo di critici ha scorto in questoframmento una prova dellrsquoidentitagrave ritenuta tipica del pensiero arcaico tralinguaggio e realtagrave812 tale identitagrave sarebbe necessaria per comprendere il

807 Cfr cap 12 sv ὄνομα p 13808 Marcovich 1978 p 136 ricorda a questo proposito S Ph 931ndash933 (ἀπεστέρηκας τὸν βίον

τὰ τόξ᾽ἑλών [hellip] πρὸς θεῶν πατρώιων τὸν βίον με μὴ ἀφέληις) Ar Eccl 563 (μεδ᾽ἀφέληι μουτὸν βίον) e Pl 34 (ἤδη νομίζων ἐκτετοξεῦσθαι βίον)

809 Cfr ad esempio frr 25 μόροι μοίρας 28 δοκέοντα δοκιμώτατος 72 διηνεκῶς διαφέρονται(aor 1 διήνεγκα ion διήνεικα aor 2 διήνεγκον) 114 ξὺν νόωι ξυνῶι

810 Cfr ad esempio frr 56 φθείρ (= φθείρω) 94 Ἥλιος οὐχ ὑπερβήσεται (= ὁ Ὑπερίων οὐχὑπερβήσεται) Per lrsquoesame dei giochi di parole cfr cap 22

811 Calogero 1967 pp 71 ss 812 Cfr ad esempio Kraus 1987 p 108 ldquoUn unico arco ha [hellip] due aspetti opposti il suo

effetto mortale e il suo nome che significa lsquovitarsquo Egrave immediatamente chiaro che si puograve sta-bilire un equilibrio tra nome ed effetto solo se il nome possiede ancora la sua antica forzae la sua funzione identificativa [hellip] Solo a queste condizioni il frammento puograve valere [hellip]come esempio [hellip] di coincidentia oppositorum [hellip] crsquoegrave un solo arco con due aspetti oppostida lui indivisibili (il suo nome = vita il suo effetto = arma mortale)rdquo Marcovich 1978 p136 rdquoNome e funzione [hellip] sono intesi come equivalentildquo (corsivo dellrsquoautore) Di Cesare1986 pp 9ndash20 etc

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206 6 Il discorso come unitagrave articolata

frammento come esempio della coincidentia tra i due opposti vita e morteQuesto non egrave esatto Il presupposto indispensabile allrsquoideazione e alla com-prensione del gioco di parole considerato egrave distinguere tra ciograve che appartieneal piano del linguaggio (ὄνομα) e ciograve che appartiene al piano della realtagrave(ἔργον)813 Egrave solo in virtugrave di tale distinzione di fondo che Eraclito puograve presen-tare un caso ΒΙΟΣ nel quale i due diversi piani quello dellrsquoὄνομα (= βίος) equello dellrsquoἔργον (= θάνατος) sembrano intersecarsi nel farlo egli mostra tralrsquoaltro la sua perizia di artigiano della parola Tale accostamento tra linguag-gio e realtagrave non egrave fine a se stesso ma come drsquoaltronde tutti i giochi di paroleeraclitei mira a produrre un incremento della conoscenza rivelando (o alme-no esemplificando814) lrsquounitagrave di due distinti anzi in questo caso di due oppo-sti βίος e θάνατος Sostanzialmente dunque Eraclito procede in questo fram-mento proprio come fa in generale circa il suo insegnamento sul λόγος mo-strando di saperli distinguere lrsquouno dallrsquoaltro egli paragona linguaggio e realtagravecon lo scopo di evidenziare lrsquounitagrave nascosta dei distinti fenomenici

oὐκ ἐμοῦ ἀλλὰ τοῦ λόγου ἀκούσαντας ὁμολογεῖν σοφόν ἐστιν ἓν πάντα εἶναιDato ascolto non a me ma al discorso egrave saggio dire lo stesso che tutte le cose sono una (Fr 50)

A proposito dei frr 2 e 39 si egrave osservato che il significato di λόγος pur essendounitario prevede referenti diversi i discorsi soggettivi che equivalgono a de-terminati discorsi particolari (frr 39 87 108) ed il discorso intersoggettivoossia il discorso in quanto tale o in generale (es fr 2) Rigorosamente parlan-do nel fr 50 lrsquoopposizione ἐμοῦ τοῦ λόγου non dimostra al di lagrave di ogni dub-bio che il referente di λόγος sia diverso dallo scritto eracliteo Su questo puntoin effetti la critica non egrave unanime815 anche se i confronti con lo ξυνὸς λόγος delfr 2 ovvero con il discorso intersoggettivo e la relativa polemica contro la ἰδίαφρόνησις dei ldquomoltirdquo sono assai frequenti e certamente plausibili816

813 Cfr Held 1970 p 181 Hammer 1991 p 132 (entrambi a proposito del fr 60)814 Secondo Reinhardt 1968 p 202 occorre distinguere tra gli insegnamenti eraclitei e le

loro esemplificazioni come lrsquointerprete potrebbe fare in base alla semplice domandaldquoWas ist das vor Augen Liegende und was das sich Andeutende das Paradoxrdquo Ma lrsquoobiet-tivitagrave e dunque la validitagrave di questo criterio sembrano ampiamente opinabili La coinci-denza tra vita e morte oltre che nel fr 48 ricorre anche nei frr 62 88 e forse 15 e laprudenza consiglia di rinunciare a separare gli insegnamenti dalle esemplificazioni

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Tuttavia per la comprensione del pensiero eracliteo nel caso in cui il di-scorso soggettivo coincida con lo scritto eracliteo (come forse accade nei frr 1e appunto 50) non egrave produttivo fare distinzione tra i due referenti Infattipur essendo inevitabilmente ancorato alla dimensione dellrsquohic et nunc il di-scorso dello scritto eracliteo mira a ldquoricalcarerdquo e a mettere in evidenza proprioi meccanismi di funzionamento del discorso in generale817 e di conseguenzain virtugrave dellrsquoanalogia strutturale tra discorso e mondo il funzionamento dellarealtagrave stessa818 Infatti nel comporre il suo discorso Eraclito ldquoraccoglie insie-merdquo (λέγειν) e stabilisce collegamenti tra gli ὀνόματα piugrave disparati perfino traquelli contrari grazie agli espedienti contestualizzanti esaminati nei capp21 22 e 23 Pertanto ai fini dellrsquointerpretazione che viene proposta qui diseguito non egrave determinante che il λόγος cui prestare ascolto sia quello delloscritto di Eraclito oppure quello generale quanto alla capacitagrave di λέγειν e dirappresentare il mondo entrambi sono efficaci

In primo luogo occorre occuparsi della proposizione infinitiva ἓν πάνταεἶναι che getta luce sullrsquointero frammento Nella prospettiva della presente ri-cerca due sono i punti fondamentali in proposito la validitagrave a livello cosmi-co del modello dellrsquounitagrave articolata e la comprensione di tale modello grazieal discorso

Circa il primo punto si osserva che il fr 10 presenta in forma dinamica ciograveche nel fr 50 egrave dato in forma statica819 Il fr 10 descrive due movimenti ugualie contrari e suggerisce lrsquoidentificazione di ἕν e πάντα invertendo in un chia-smo la posizione dei termini ἐκ πάντων ἕν e viceversa ἐξ ἑνὸς πάντα il fr 50

815 La posizione piugrave frequente della critica moderna consiste nel distinguere il λόγος dalloscritto di Eraclito cfr ad esempio Held 1970 ldquoAuf den Logos houmlren heiszligt nicht aufHeraklit als den Vertreter einer Ansicht houmlrenrdquo Heidegger 2000 p 216 Tuttavia nume-rosi sono gli interpreti che non convengono su questo punto cfr la bibliografia riportatada Marcovich 1978 p 77 alla quale va aggiunto West 1993 (cfr ivi p 176 s ldquoSi trattasempre in realtagrave del discorso di Eraclito ma viene considerato come qualcosa che parla enon qualcosa che viene detto Eraclito intende dire agli uomini che essi dovrebbero esserepersuasi non dalla sua personale autoritagrave ma dallrsquoautonoma autoritagrave del suo argomen-tarerdquo)

816 Bisogna perograve sottolineare che anche ammesso che il fr 50 promuova il discorso intersog-gettivo a scapito del proprio Eraclito non considera il suo discorso alla stregua di quelli deiπολλοί (fr 2) come giagrave osservato egli infatti bada a mettere in luce il funzionamento deldiscorso in generale e dunque della realtagrave

817 Cfr Hammer 1991 pp 111 s818 Cfr cap 62 pp 242 ss

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cristallizza i due movimenti nella copula εἶναι che allo stesso tempo stabiliscelrsquoidentitagrave di soggetto e predicato nominale Facendo riferimento al modellodi unitagrave articolata delineato nel cap 41 (e riassunto alle pp 97 s) si puograve af-fermare che il fr 10 esprime il movimento doppio della conversio mentre il fr50 rappresenta la condizione di convertibilitagrave tra i due poli che ne deriva820

Passiamo dunque al secondo punto ossia alla comprensione del modelloarticolatorio che egrave valido a livello cosmico per mezzo del discorso821 Eraclitoindica con insistenza che la consapevolezza dellrsquoἓν πάντα εἶναι va acquisita at-traverso il discorso (τοῦ λόγου ἀκούσαντας ὁμολογεῖν) il quale dunque per-mette di guadagnare conoscenza circa il mondo fisico822 Ciograve nonostantesolo raramente gli interpreti hanno cercato di spiegare come il λόγος possa tra-smettere tale insegnamento il che egrave una diretta conseguenza dellrsquointerpreta-zione di λόγος in senso metafisico razionalistico o comunque non schietta-mente linguistico Se λόγος valesse ad esempio come intende Kirk ldquoformulaof thingsrdquo il fr 50 sarebbe un puro postulato esso presenterebbe cioegrave senzaspiegazioni il contenuto della ldquoformulardquo ἓν πάντα εἶναι In base a questa inter-pretazione il participio ἀκούσαντας e lrsquoinfinito ὁμολογεῖν risultano inessen-ziali nellrsquoeconomia del frammento823 percheacute non apportano nessuna infor-mazione di rilievo limitandosi ad affermare che ldquoseguendo la formula egrave saggio

819 Forse sono eccessive le remore di Kirk 31970 pp 177 ss che per il fr 10 si rifiuta di inter-pretare ἐκ ed ἐξ ldquoin a gross temporal senserdquo infatti secondo lrsquoautore soltanto ldquoaccording tothis interpretation of fr 10 there is no inconsistency with fr 50 where the content of theLogos ist said to be that all things are one ἓν πάντα εἶναι Fr 10 also implies this but itdescribes not the fact itself but the human mindrsquos apprehension of it and so uses ἐκ and ἐξto suggest the mindrsquos change from one aspect of the fact to the otherrdquo (ivi p 179 corsivodellrsquoautore)

820 Circa la condizione di convertibilitagrave cfr Hammer 1991 p 183 ldquoDie [hellip] gestellte Frageob die [hellip] Formel ἓν πάντα εἶναι in B 50 lsquoalles ist einsrsquo lsquoeins ist allesrsquo oder beides heiszligt laumlszligtsich unter Voraussetzung des [hellip] B 10 [hellip] beantworten daszlig ἓν πάντα εἶναι beides heiszligt[hellip] wobei allerdings [hellip] Heraklit im Kontext seiner Kritik an den πολλοί eher den Aspektder Einheit hervorgehoben zu haben scheintrdquo

821 Cfr Hammer 1991 pp 190 ss Lrsquoautore tuttavia interpreta il λόγος come ldquoproporzionerdquotra gli opposti il che purtroppo mistifica lrsquointera trattazione

822 Cfr Marcovich 1978 p 79 ldquoLa conclusione che lsquotutte le cose sono unorsquo ha una chiaraimplicazione ontologica lsquosotto la pluralitagrave fenomenica delle cose crsquoegrave unrsquounitagrave sottostantersquo(= fr 25 [10] ἐξ ἑνὸς πάντα)rdquo

823 Cfr Kirk 31970 p 67 ldquoThe use of ἀκούσαντας does not affect the issue in fr 2 τὸ ξυνόνwas the object of ἕπεσθαιwhich thus has a diminished quasi-metaphorical sense lsquoact inaccordance withrsquo So may be here ndash ἀκούσαντας might simply imply lsquoobeyrsquordquo

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concordare [hellip]rdquo Ma egrave piuttosto ovvio che una formula produca dei risultatisoltanto quando viene seguita

Le cose stanno diversamente se si intende λόγος come ldquodiscorsordquo Infatti inquesto modo il frammento spiega come in concreto si puograve arrivare a (ri)co-noscere lrsquounitagrave dei πάντα e cioegrave appunto τοῦ λόγου ἀκούσαντας ascoltando ildiscorso e ὁμολογεῖν ldquodicendo la stessa cosardquo824 Consideriamo in questa pro-spettiva entrambe le voci verbali

Il verbo ἀκούω vale semplicemente ldquoascoltarerdquo825 (cfr fr 1) non ldquoseguirerdquoldquodare rettardquo ldquoubbidirerdquo etc e indica chiaramente la natura linguistica delλόγος Fatta questa premessa ἀκούσαντας assume un ruolo centrale Prima dipoter parlare in modo σοφόν prima di ὁμολογεῖν egrave necessario saper ascoltarequesto egrave il motivo per cui ldquoἀκούσαντας has temporal or logical priority overὁμολογεῖνrdquo826 Per risultare fruttuoso lrsquoascolto deve cogliere lrsquounitagrave sottesa alλόγος in caso contrario si incorre nelle conseguenze descritte nei frr 1 τοῦ δὲλόγου τοῦδrsquo ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαι καὶἀκούσαντες τὸ πρῶτον [hellip] e 34 ἀξύνετοι ἀκούσαντες κωφοῖσιν ἐοίκασι [hellip]827In entrambi i casi ascoltare (ἀκούω) senza stabilire collegamenti (ἀξύνετος)equivale per Eraclito a non ascoltare affatto (rispettivamente καὶ πρόσθεν ἢἀκοῦσαι καὶ ἀκούσαντες τὸ πρῶτον e κωφοῖσιν ἐοίκασι) Nel fr 50 invece si par-la di un ascolto che stabilisce collegamenti quello in base al quale il discorsopuograve illustrare lrsquounitagrave dei distinti fenomenici Infatti il λόγος funziona appun-to ldquoraccogliendordquo (λέγειν) in unitagrave la pluralitagrave degli ὀνόματα o ἔπεα Graziealla sua natura di unitagrave articolata il discorso funge da risorsa euristica e dacampo di osservazione privilegiato del mondo fisico inteso da Eraclito comelrsquounitagrave (ἕν) comprensiva di tutti i distinti fenomenici (πάντα)828

Quanto al verbo ὁμολογεῖν esso ha qui probabilmente829 la sua unica atte-stazione in Eraclito ed egrave di sicuro scelto ad hoc dallrsquoartigiano della parola per

824 Cfr Heidegger 2000 pp 219 ss825 Si puograve anche ammettere la sfumatura di ldquoudire e comprendererdquo cfr Marcovich 1978 p 78

(ldquotenuto conto dei termini epistemologici σοφόν ἐστιν e ὁμολογεῖνrdquo) cfr Schirren 1998 p161 ldquohorchenrdquo

826 Kirk 31970 p 70827 Cfr anche i frr 19 ἀκοῦσαι οὐκ ἐπιστάμενοι οὐδrsquo εἰπεῖν 72 ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσι

λόγωι [hellip] τούτωι διαφέρονται [hellip]828 Diverse sono le ragioni addotte da Kahn 1979 p 131 per la medesima funzione conosci-

tiva ed unificante del linguaggio ldquoBy its rational structure and its public function in bring-ing men into a community language becomes a symbol for the unifying structure of theworld [hellip]rdquo

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210 6 Il discorso come unitagrave articolata

creare una ripresa con λόγος830 Dunque per cogliere questo gioco di parole ilverbo va preso alla lettera (come si constata spesso in Eraclito) il che egrave benechiarire egrave diverso dal sostenere che il valore del verbo sia terminologico831 Latraduzione letterale ldquodire lo stessordquo egrave preferibile a quella corrente ldquoconcorda-rerdquo832 per due motivi Innanzitutto ldquoconcordarerdquo offusca il richiamo traὁμολογεῖν e λόγος che invece egrave unanimemente riconosciuto dagli interpretiLa frequenza ed il tipo dei giochi di parole in Eraclito suggeriscono di inten-dere tale ripresa ad un livello di lettura piugrave profondo lrsquounanimitagrave espressa daὁμολογεῖν non egrave estrinseca stabilita cioegrave con qualcosa o qualcun altro(ὁμολογεῖν τινι) bensigrave intrinseca ossia con il λόγος stesso833 Di nuovo dun-que come giagrave osservato per il participio ἀκούσαντας Eraclito indica nel di-scorso il modo per pervenire alla conoscenza (σοφόν) E di nuovo se si vuolecomprendere percheacute grazie al discorso si possa attingere a tale conoscenza os-

829 Molto dubbia egrave lrsquoattestazione nel fr 51 eventualmente introdotta dalla fonte HippolHaer IX 9 2 il quale usa ὁμολογεῖν immediatamente prima non solo nel citare il fr 50 maanche per introdurre il fr 51 diversamente in Pl Smp 187a si trova συμφέρεσθαι che egrave rite-nuta essere la lectio corretta da molti editori (ad esempio Kirk 31970 p 204 Marcovich1978 pp 81 e 86) Non egrave comunque sostenibile la posizione di Kirk 31970 p 68 secondoil quale ὁμολογεῖν allrsquoepoca di Eraclito sarebbe un verbo raro (contra Marcovich 1978 pp78 s nota 1)

830 Cfr Heidegger 1993 p 165 ldquoCon che cosa concorda questo ὁμολογεῖν Ce lo diceEraclito stesso con le parole τοῦ λόγου ἀκούσαντας [hellip] Con che cosrsquoaltro se non con ilλόγος stesso Puograve esserci ὁμολογία piugrave originaria di quella con il λόγος stessordquo idem 2000pp 215 ss

831 Cfr Held 1970 p 175 ldquoDas schlieszligt allerdings nicht aus daszlig Heraklit zugleich wie er esoffenbar auch bei anderen Woumlrtern tut einen etymologischen Hintersinn mithoumlrt d hin diesem Fall ὁμο-λογία die Uumlbereinkunft mit dem Logos [hellip] Damit wird zugleich klardaszlig ὁμολογεῖν an dieser Stelle zunaumlchst in der Bedeutung gelesen werden muss die dasWort auch im auszligerphilosophischen Sprachgebrauch der Zeit hat [hellip]rdquo

832 Cfr ad esempio Kirk 31970 p 65 ldquoto agreerdquo Marcovich 1978 p 76 ldquoconcordarerdquoKahn 1979 p 130 ldquoto agree ltand saygtrdquo Hammer 1991 p 188 ldquouumlbereinstimmenrdquoDiversamente DK ldquodem Sinne gemaumlszlig zu sagenrdquo Diano-Serra 41993 p 9 ldquodire con esso[con il Discorso]rdquo

833 Cfr Kirk 31970 p 68 ldquoto be similar to in tune with the Logosrdquo Held 1970 p 176 ldquoDieUumlbereinstimmung der Einsichtigen untereinander ist nichts anderes als ihre gemeinsameUumlbereinstimmung mit dem Logos [hellip] Eine Uumlbereinstimmung [hellip] ist immer Uumlberein-stimmung in etwas [hellip] Das Wort ὁμολογεῖν enthaumllt den Hinweis daszlig dieses Worin derUumlbereinkunft der Logos ist was der Aussage in Fragment 2 entspricht der Logos sei daslsquoGemeinsamersquordquo (corsivo dellrsquoautore) Kraus 1987 p 116 ldquoallerwoumlrtlichst lsquoeins sein imoder mit dem λόγοςrsquordquo Hammer 1991 pp 113 s

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sia allrsquoἓν πάντα εἶναι occorre intendere il λόγος come modello di unitagrave dei di-stinti In secondo luogo ldquoconcordarerdquo offusca anche il richiamo del preverboὁμο- allrsquoἕν834 Egrave probabile infatti che in questo composto Eraclito intendaὅμοιος come ldquoidenticordquo ldquomedesimordquo percheacute ldquodire la medesima cosardquo significadire una cosa sola835 e non molte cose diverse tra loro condizione che natu-ralmente non si verifica intendendo ὅμοιος come ldquosimilerdquo e ὁμολογεῖν comeldquoconcordarerdquo Pertanto quando diversi parlanti ldquodicono la medesima cosardquoessi giagrave realizzano quellrsquounitagrave (ἕν) dei distinti (πάντα) che egrave affermata subitodopo nella subordinata infinitiva

Nel contesto del frammento ὁμολογεῖν esprime la realizzazione della mo-dalitagrave della conoscenza indicata con σοφόν Come sempre in Eraclito σοφίη σοφόν indicano il sapere unificante836 e dunque opposto alla πολυμαθίη837Nel caso molto probabile in cui i frr 2 e 50 vadano intesi in stretto sodalizioσοφόν e ὁμολογεῖν rappresenterebbero lrsquoalternativa alla presunta intelligenzaindividuale (ἰδίαν φρόνησιν) e ὁμολογεῖν potrebbe addirittura costituire unavariante dello ξυνὸς λόγος del fr 2838 Nel verbo composto infatti ὅμοιοςldquoidenticordquo realizza la condizione di unitagrave e validitagrave universale espressa daξυνός mentre λέγειν sta ovviamente per λόγος

ὁ θεὸς ἡμέρη εὐφρόνη χειμὼν θέρος πόλεμος εἰρήνη κόρος λιμός [hellip] ἀλλοιοῦται δὲ ὅκωσπερltπῦρgt ὁπόταν συμμιγῆι θυώμασιν ὀνομάζεται καθrsquo ἡδονὴν ἑκάστουIl dio (egrave) giorno notte inverno estate guerra pace sazietagrave fame [hellip] si trasforma come ltilfuocogt qualora sia commisto agli incensi prende nomi secondo lrsquoaroma di ciascuno (Fr 67)

Egrave giagrave stato considerato come in questo frammento il paragone tra θεός e πῦρsia rilevante per la teoria delle reti di significazione eraclitee839 Entrambe le

834 A proposito di ὁμολογεῖν cfr Kirk 31970 p 68 ldquothe reader or hearer should be expectedto understand its specialized meaning here with emphasis on the two component wordsas well as on the wholerdquo

835 La concezione secondo cui lrsquoidentitagrave egrave anche unicitagrave appare centrale nel pensiero eracliteocfr ad esempio Heraclit frr 59 μία ἐστὶ καὶ ἡ αὐτή 60 μία καὶ ὡυτή

836 Diversamente Kirk 31970 p 71 (ldquoa pragmatical necessity for menrdquo) Marcovich 1978 p78 (ldquoegrave logicamente necessariordquo)

837 Sullrsquoopposizione σοφίη vs πολυμαθίη cfr cap 62 p 240838 Cfr Mourelatos 1965 p 265 a proposito del fr 114 ldquoξυνῶς λέγω [hellip] must be very close

to Heraclitusrsquo ὁμολογέω [hellip]rdquo sebbene con lrsquointerpretazione delle due espressioni differiscada quella qui proposta

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212 6 Il discorso come unitagrave articolata

immagini appartengono alla rete in cui egrave incluso anche λόγος ed illustrano ilmodello dellrsquounitagrave articolata Nel fr 67 θεός illustra lrsquounitagrave dei distinti feno-menici (caratteristica 1) esemplificata nelle coppie di opposti anche in que-sto caso (cfr fr 50) la copula qui sottintesa tra soggetto e nomi del predicatosintetizza la conversio (caratteristica 2) tra lrsquouno e gli altri ossia tra lrsquounitagrave e lapluralitagrave dei distinti fenomenici Dal canto suo πῦρ si presta a rappresentareil movimento dallrsquouno ai molti840 giaccheacute egrave a partire dal fuoco che si produ-cono numerosi e diversi θυώματα pertanto ἐξ ἑνὸς πάντα (fr 10) A livellocontenutistico il frammento appare diviso in due metagrave841 La prima costitui-ta dalla proposizione principale appare oscura e disancorata dallrsquoesperienzaquotidiana la seconda che sviluppa una similitudine risulta invece chiara-mente comprensibile La funzione della similitudine egrave appunto di offrire unachiave per comprendere il paradosso del θεός attraverso il rimando ad unrsquoespe-rienza ben nota quella del fuoco e della combustione degli incensi842 In virtugravedi ὅκωσπερ843 le insolite proprietagrave manifestate dal θεός ossia lrsquounitagrave dei distin-ti e la convertibilitagrave tra ἕν e πάντα vanno intese come appannaggio anche delπῦρ che altrimenti perderebbe la sua funzione esplicativa proprio laddove cenrsquoegrave piugrave bisogno Oltre a presentare le caratteristiche dellrsquounitagrave articolata nu-mero 1 e 2 θεός e πῦρ sono descritti come principi autopoietici secondo la ca-ratteristica 3 come attesta la diatesi media in ἀλλοιοῦται e forse ancheὀνομάζεται Pertanto ai fini della comprensione del mondo fisico nelle sue di-sparate manifestazioni come unitagrave articolata il frammento assume unrsquoim-portanza fondamentale

Anche questa volta nel mezzo di una spiegazione circa fenomeni non lin-guistici Eraclito introduce un riferimento al linguaggio cioegrave il verboὀνομάζεται Per lrsquoesattezza ὀνομάζεται occorre quando lrsquounitagrave del fuoco si di-spiega in una pluralitagrave di aromi ossia in concomitanza con il movimento ἐξἑνὸς πάντα Dal punto di vista interpretativo adottato in questo lavoro il fat-

839 Cfr cap 21 p 36840 Per la possibilitagrave di individuare il movimento contrario nel fr 7 (εἰ πάντα τὰ ὄντα καπνὸς

γένοιτο ῥῖνες ἂν διαγνοῖεν) cfr cap 42 sv πῦρ p 115841 Dello stesso fenomeno si egrave occupato a livello stilistico Kahn 1979 pp 276 s842 Decisamente aristotelica egrave lrsquointerpretazione di θεός o di πῦρ come una sorta di ὑποκείμενον

che subisce le trasformazioni come πάθη di questo avviso egrave ad esempio Marcovich 1978p 290 ldquoIl Dio-Fuoco egrave lrsquoessenza sottostante a tutte le cose che soggiace a cambiamentiqualitativirdquo contra Diano-Serra 41993 pp 143 s

843 Bencheacute lrsquoavverbio naturalmente non vada preso stricto sensu come un segno logico diuguaglianza tra due membri

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 213

to egrave rilevante gli ὀνόματα rappresentano sul piano linguistico i distinti feno-menici nella loro pluralitagrave irrelata ed ὀνομάζειν esprime appunto la forza delladivisione (cfr es διαφέρειν) Nel sistema articolatorio ὀνόματα e ὀνομάζειν sioppongono rispettivamente a λόγος lrsquounitagrave articolata e a λέγειν la forza dicoesione (cfr es συμφέρειν) Per sottolineare il riferimento agli ὀνόματα non-cheacute il passaggio dallrsquounitagrave alla pluralitagrave si egrave proposto qui di tradurreὀνομάζεται come ldquoprende ὀνόματαrdquo ovvero ldquoprende nomirdquo844 Il sintagma καθrsquoἡδονὴν ἑκάστου spiega in che modo tale azione avvenga ed il pronome ἕκαστοςsi presta a rimarcare il particolarismo insito nellrsquoὀνομάζειν

In sintesi il modello articolatorio ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα egrave sotteso an-che al fr 67 nella variante θεός coppie di opposti = (λέγειν) ὀνομάζειν ovve-ro πῦρ θυώματα = (λέγειν) ὀνομάζειν

Secondo alcuni interpreti la similitudine ἀλλοιοῦται [hellip] ὅκωσπερ [hellip]ὀνομάζεται sarebbe di nuovo indice della confusione eraclitea tra linguaggio erealtagrave845 Ma egrave vero il contrario infatti una similitudine egrave sempre per sua na-tura tra due oggetti riconosciuti come distinti Piuttosto le due sfere del lin-guaggio e del mondo sono consapevolmente accostate in virtugrave della loro ana-logia strutturale e funzionale individuata nel modello articolatorio

ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσι λόγωι [hellip] τούτωι διαφέρονται καὶ οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσιταῦτα αὐτοῖς ξένα φαίνεταιNel discorso col quale soprattutto e in continuazione hanno a che fare [hellip] in questo di-vergono e le cose nelle quali si imbattono ogni giorno queste appaiono loro estranee (Fr 72)

Unrsquoeco del frammento si trova verosimilmente nel fr 17846 Ma se il contenu-to egrave sostanzialmente eracliteo sulla genuinitagrave degli ipsissima verba si nutronoforti dubbi847 In particolare lrsquooccorrenza di λόγος egrave incerta giaccheacute λόγωι po-trebbe costituire insieme dunque a τῶι τὰ ὅλα διοικοῦντι una spiegazione della

844 Cfr fr 31 μετρέεται ldquoassume μέτραrdquo845 Cfr Kirk 31970 p 198 ldquoMost critics have interpreted ἀλλοιοῦται in the light of

ὀνομάζεται as though the change consisted in a change of name This supposition may bejustified in view of Heraklitusrsquo attitude to names which is (judging from frr 32 48) thatthey represent something real [hellip]rdquo Ad argomenti molto simili ricorre anche Diano-Serra41993 pp 142 s

846 Heraclit fr 17 οὐ γὰρ φρονέουσι τοιαῦτα πολλοί ὁκόσοι ἐγκυρεῦσιν οὐδὲ μαθόντεςγινώσκουσιν ἑωυτοῖσι δὲ δοκέουσι

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214 6 Il discorso come unitagrave articolata

fonte Marco Aurelio848 Tuttavia neanche mancano delle buone ragioni perammettere la genuinitagrave di λόγωι Innanzitutto vi egrave il confronto con la primasezione del fr 1849 che prova come il motivo della massiccia esperienza umanacon il λόγος e tuttavia della sua diffusa incomprensione sia genuinamenteeracliteo850 Inoltre la connotazione linguistica del verbo ὁμιλέω egrave giagrave attestataallrsquoepoca di Eraclito851 il significato di base ldquoavere a che fare con qcnrdquo egrave spessoin realtagrave un ldquoavere verbalmente a che fare con qcnrdquo e questo rende lrsquooccor-renza del ldquodiscorsordquo ancora piugrave plausibile

Anche la traduzione del frammento solleva delle difficoltagrave852 In primoluogo non egrave chiaro percheacute gli interpreti qui traducano frequentementeδιαφέρω τινί come ldquodifferire da qcsrdquo853 in genere διαφέρω τινί vuol dire infattildquodifferire in qcsrdquo mentre ldquodifferire da qcsrdquo si esprime con διαφέρω τινός854 Insecondo luogo vi egrave la resa di λόγος Come si egrave osservato alcuni interpreti pro-pongono significati insostenibili dal punto di vista della storia semantica del-la parola855 Altri scorgendo un uso di λόγος come nomen rei actae identifica-no il contenuto del discorso con la struttura logica soggiacente al mondo ilche rappresenta un espediente piugrave raffinato per intendere comunque di fat-to il λόγος come una sorta di Weltgesetz Il problema egrave stato giagrave affrontato a

847 Kahn 1979 p 104 egrave assai scettico sullrsquointera serie dei frr 71ndash73 tramandati unitamenteda Marco Aurelio ldquo[hellip] there is no clear trace of literal quotation and hence no basis fordetailed commentary [hellip] Marcus Aurelius is citing from memory and since his memoryis not very accurate there is no way to tell whether he is preserving a genuine fragment orsimply developing his own recollection [hellip]rdquo Questo pessimismo tuttavia non viene suffi-cientemente giustificato e pertanto appare eccessivo

848 Cosigrave ad esempio Verdenius 1966 p 91 nota 36 West 1993 p 175 ldquoλόγος τὰ ὅλα διοικῶνegrave una frase indivisibile e senza ombra di dubbio stoicardquo cfr ibidem nota 38 Marcovich1978 p 15 etc

849 Heraclit fr 1 τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαικαὶ ἀκούσαντες τὸ πρῶτον [hellip]

850 Cosigrave ad esempio Diano-Serra 41993 p 109 Un ulteriore argomento si trova in Hammer1991 p 85 nota 57 ldquoDem ἀξύνετοι in B1 (B34) scheint hier in B72 das τούτωι διαφέρονταιzu entsprechenrdquo

851 Cfr LSJ sv III ldquohold converse with be acquainted with associated withrdquo con relativiesempi Hdt III 130 A Pers 753

852 Cfr cap 23 p 52853 Cfr ad esempio DK ldquomit dem entzweien sie sichrdquo Marcovich 1978 p 15 ldquosono in disac-

cordo conrdquo Kahn 1979 p 31 ldquothey are odd withrdquo Diano-Serra 41993 p 7 ldquoda essodiscordanordquo etc

854 Cfr LSJ sv III 1

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proposito dei frr 48 e 50 lrsquoidentificazione di linguaggio e realtagrave riposa su unfraintendimento della cosiddetta ldquologica anticardquo856 e specificamente eracliteaconsiderata incapace di distinguere tra linguaggio e realtagrave

Il fr 72 mostra come i due referenti il λόγος ldquosoggettivordquo ed il λόγος ldquointer-soggettivordquo corrispondano ad un unico significato Infatti il discorso con cuigli uomini hanno continuamente a che fare egrave discorso ldquointersoggettivordquo(langue) ma al contempo essi differiscono nel discorso ldquosoggettivordquo (parole)Se il significato non fosse unico fallirebbe il paradosso dellrsquoaffermazioneeraclitea nonostante la loro ininterrotta (διηνεκῶς) frequentazione o fre-quentazione verbale (ὁμιλέω) con il discorso egrave proprio nel discorso che gliuomini sono diversi Differire nel λόγος (διαφέρω τινί) egrave il contrario diὁμολογεῖν ldquodire lo stessordquo e pertanto equivale a non riconoscere che ἓν πάνταεἶναι (fr 50) In questo senso chi differisce nel λόγος non λέγει ξὺν νόωι ossiabasandosi sullo ξυνὸν πάντων (fr 114) neacute riconosce lo ξυνὸς λόγος bensigrave per-severa nella propria ἰδία φρόνησις (fr 2) Egli conduce un λόγος ma daἀξύνετος cioegrave senza istituire o riconoscere i collegamenti Il suo discorso per-tanto non rivela σοφίη non comprende lrsquounitagrave latente di tutte le cose matuttrsquoal piugrave πολυμαθίη nozione superficiale di tante cose viste come irrelate

Il parallelismo su cui egrave costruito il frammento suggerisce che il senso dellaprima parte (ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσι λόγωι [hellip] τούτωι διαφέρονται) siasoltanto riformulato nella seconda (οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσι ταῦτα αὐτοῖςξένα φαίνεται) senza che tra le due vi siano sostanziali differenze contenutisti-che Considerando il fr 72 in base al modello dellrsquounitagrave articolata risulta cheil parallelismo tra la prima e la seconda parte si basa sulle due forze uguali econtrarie costituenti la conversio Infatti si ha nel primo membro ὧι μάλισταδιηνεκῶς ὁμιλοῦσι λόγωι = congiunzione τούτωι διαφέρονται = disgiunzionenel secondo membro οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσι = congiunzione ταῦτα αὐτοῖς

855 Cfr cap 51 pp 158 s tabella delle traduzioni di λόγος DK ldquoSinnrdquo Busse ldquoWeltgesetzrdquoLami ldquoragionerdquo Reale ldquoragionerdquo etc Cfr invece Held 1970 p 194 ldquoDas erlaubtHeraklit in den Fragmenten 72 und 87 den Wortgebrauch seiner Zeit aufzunehmen indem lsquologosrsquo u a auch lsquoWort Rede Erzaumlhlungrsquo u auml als Weisen sprachlicher Darlegungbezeichnen kann Indem Heraklit in der fuumlr ihn charakteristischen doppelboumldigen Aus-drucksweise (vgl ὁμολογεῖν) lsquologosrsquo zugleich im Sinne der gelaumlufigen Verwendung desWortes und verstecktermaszligen im betonten Sinne versteht kann er unter der Oberflaumlchetrivial klingender Aussagen uumlber Situationen menschlichen Umgangs mit der Sprache dieBeziehung des Menschen zu dem in dieser Sprache sich darlegenden Verhaumlltnisvollzugenthuumlllenrdquo

856 Secondo la formulazione contenuta nel titolo di Calogero 1967

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216 6 Il discorso come unitagrave articolata

ξένα φαίνεται = disgiunzione Egrave necessario dedicare particolare attenzione alprimo membro Certamente λόγος compare in concomitanza con il moto dicongiunzione e dunque esprime ancora una volta unrsquoazione sintetica coe-rente con la Grundbedeutung di λέγειν come ldquoraccogliere insiemerdquo Infatti ilcontesto in cui λόγος egrave inserito allude alle idee di contatto e convergenza nonsolo per via del verbo ὁμιλέω ma anche per lrsquoavverbio διηνεκῶς Per inciso sinota che se lrsquointuizione di Verdenius egrave fondata857 allora va ammesso un giocodi parole tra διηνεκῶς e διαφέρονται858 lrsquoavverbio pur significando continuitagravealluderebbe alla discontinuitagrave lrsquoeffetto desiderato sarebbe proprio quello dievidenziare lrsquointrinseca complementaritagrave tra il moto di unione e quello di se-parazione Inoltre λόγος egrave presentato come polo opposto di διαφέρω In effet-ti questo verbo egrave sempre usato da Eraclito per descrivere il moto disgiuntivoo ἐξ ἑνὸς πάντα e compare sistematicamente in coppia con vocaboli espri-menti il moto uguale e contrario quello congiuntivo o ἐκ πάντων ἕν859 lo stes-so schema appare riproposto dunque nel fr 72 confermando il valore sinte-tico di λόγος

οὐ δεῖ ὥσπερ καθεύδοντας ποιεῖν καὶ λέγεινNon bisogna agire e dire come i dormienti (Fr 73)

La fonte (M Ant IV 46) cita il fr 73 subito dopo il 72 Se le due sentenze era-no contigue anche nello scritto eracliteo i frammenti costituivano un chia-smo che di nuovo incrocia i due analoghi ossia il piano del linguaggio e quellodella realtagrave Infatti si otterrebbe fr 72 ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσι λόγωιτούτωι διαφέρονται = piano del linguaggio καὶ οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσι ταῦτααὐτοῖς ξένα φαίνεται = piano della realtagrave e viceversa fr 73 ποιεῖν = piano dellarealtagrave λέγειν = piano del linguaggio Tuttavia i frammenti non offrono provesufficienti a suffragare questa ipotesi

La metafora dei dormienti ricorre anche nei frr 1 [hellip] ὅκωσπερ ὁκόσαεὕδοντες ἐπιλανθάνονται e 75 καθεύδοντας ἐργάτας εἶναι καὶ συνεργοὺς τῶν ἐν

857 Verdenius 1966 p 96 cosigrave anche Schirren 1998 p 170858 Il gioco di parole implicito ha luogo per via della assonanza tra lrsquoavverbio διηνεκῶς ed

entrambe le forme dellrsquoaoristo di διαφέρω διήνεγκα (ion διήνεικα aor 1) e διήνεγκον (aor2) cfr cap 22 p 43

859 Cfr frr 8 ἀντίξουν vs συμφέρον διαφερόντων vs ἁρμονίαν 10 ὅλα vs οὐχ ὅλα συμφερόμενον vsδιαφερόμενον συνᾶιδον vs διᾶιδον ἐκ πάντων ἕν vs ἐξ ἑνὸς πάντα 51 διαφερόμενον vs ὁμολογέει(ovvero ξυμφέρει)

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τῶι κόσμωι γινομένων860 Il fr 1 informa con chiarezza che tutti i fenomeni av-vengono conformemente al λόγος (γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγοντόνδε) pertanto anche i dormienti del fr 75 cooperando al κόσμος861 con-corrono inevitabilmente al procedere κατὰ τὸν λόγον degli eventi Si potrebbeobiettare a questo punto che al rapporto dei dormienti con il λόγος soggiaceuna contraddizione infatti se i dormienti pur se a loro insaputa concorronoal divenire del mondo κατὰ τὸν λόγον (cfr fr 1) come mai secondo il fr 73 illoro ποιεῖν καὶ λέγειν non egrave da imitare

Nel λόγος del fr 1 (sia esso lo specifico discorso dello scritto eracliteo oppu-re il discorso in generale) Eraclito riconosce un funzionamento analogo aquello del mondo fisico Tuttavia dal punto di vista della conoscenza recatai λόγοι degli uomini non si equivalgono tutti (cfr frr 39 108) ed anche il fr72 sostiene che gli uomini differiscono nel λόγος il referente coincide dun-que in questi casi con i vari ldquodiscorsi soggettivirdquo A fare la differenza tra i di-scorsi soggettivi egrave la loro capacitagrave o incapacitagrave di ὁμολογεῖν ldquodire lo stessordquo delλόγος in generale ossia di evidenziare lrsquounitagrave di tutti i distinti fenomenici (ἓνπάντα εἶναι fr 50)862 Per Eraclito il ldquodirerdquo λέγειν egrave di per seacute sempre un lsquorac-cogliere insiemersquo ἔπεα e ὀνόματα tuttavia tale azione sintetica passa di solitoinosservata e i piugrave ossia i dormienti non ne hanno coscienza Ciograve egrave suggeritosin dal fr 1 in cui ricorre sia la definizione degli uomini come ἀξύνετοι ldquoinca-paci di istituire o riconoscere i collegamentirdquo sia appunto la tematica deidormienti Analogamente secondo il fr 89 (τοῖς ἐγρηγορόσιν ἕνα καὶ κοινὸνκόσμον εἶναι) per gli svegli vi egrave un solo κόσμος comune a tutti se ne deduceche per i dormienti non vale altrettanto E infatti i πολλοί del fr 2 vivono cia-scuno in una visione privata senza riconoscere lo ξυνὸς λόγος Con iκαθεύδοντες dei frr 73 e 75 i πολλοί dei frr 2 29 e 104 e gli ἀξύνετοι dei frr 1e 34 si intendono sempre gli stessi e cioegrave coloro che pur avendovi in conti-nuazione (verbalmente) a che fare (fr 72) non comprendono il λόγος come

860 Diverso egrave il caso del fr 88 dove il dormiente non sembra assumere uno specifico valoremetaforico ταὐτό τrsquo ἔνι ζῶν καὶ τεθνηκὸς καὶ [τὸ] ἐγρηγορὸς καὶ καθεῦδον καὶ νέον καὶγηραιόν τάδε γὰρ μεταπεσόντα ἐκεῖνά ἐστι κἀκεῖνα πάλιν μεταπεσόντα ταῦτα

861 Il riferimento ai γινόμενα (anche alla luce del fr 1) non presuppone necessariamente unsignificato giagrave tecnicizzato di κόσμος che ad ogni modo indica un ordinamento o unassetto generale della realtagrave cfr cap 12 sv κόσμος pp 20 s

862 Come si considera piugrave approfonditamente nel cap 62 pp 242 ss il λόγος di Eraclitointende mettere in risalto quanto piugrave possibile lrsquounitagrave latente nella pluralitagrave dei fenomenituttavia la maggior parte dei λόγοι non assolve a questo compito

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218 6 Il discorso come unitagrave articolata

raccolta dei distinti in unitagrave neacute di conseguenza scorgono lrsquounitagrave del κόσμοςossia lrsquoassetto generale e comune a tutti

In base a questa interpretazione il fr 73 risulta tematicamente affine al 72esortando a non agire neacute a parlare come i dormienti anchrsquoesso rappresenta unmonito a non differire nel λόγος e ad aprire piuttosto gli occhi sullrsquounitagrave chesoggiace alla multiforme apparenza del reale863

βλὰξ ἄνθρωπος ἐπὶ παντὶ λόγωι ἐπτοῆσθαι φιλεῖLrsquouomo stolto egrave solito lasciarsi impressionare ad ogni discorso (Fr 87)

Insieme a quelle dei frr 39 e 108 anche questa occorrenza di λόγος rientra tragli usi tradizionali della parola il discorso egrave dato come un fatto accidentale emutevole come egrave tipico di ogni atto di parole

Nonostante questo il senso della sentenza non risulta del tutto chiaro Egraveprobabile che con lrsquoldquouomo stoltordquo Eraclito intenda designare un tipico rap-presentante di quella categoria altrove chiamata dei καθεύδοντες dei πολλοί odegli ἀξύνετοι Il verbo πτοέω vuol dire sia ldquoterrorizzarerdquo sia piugrave in generaleldquosuscitare violente emozionirdquo Dato che il contesto offerto dal frammento egravescarso egrave piugrave cauto optare per la seconda accezione appunto percheacute alquantogenerica piuttosto che per la prima che invece egrave piugrave interpretante e dunquein questo caso piugrave arbitraria Il verbo φιλέω avalla questa soluzione giaccheacuteesso laddove nellrsquouso postomerico regga un infinito indica di norma la con-suetudine a fare qualcosa per (o almeno con) piacere864 Tale sentimento diamenitagrave sottinteso in φιλέω risulta piugrave adatto allo stato drsquoanimo indetermina-to espresso da πτοέω come ldquosuscitare violente emozionirdquo (stato drsquoanimo chepuograve coincidere ad esempio con passione stupore meraviglia etc) piuttostoche a quello del terrore Il sentimento di tipo piugrave ordinario egrave tanto piugrave plau-sibile dal momento che a provarlo egrave appunto il βλὰξ ἄνθρωπος da cui Eraclitonon si aspetta molto Buona egrave lrsquointuizione di Marcovich secondo cui ldquoil dettorispecchierebbe [hellip] la reazione del pubblico a qualche insegnamento radicaledi Eraclito [hellip]rdquo865 accoglierla significa tuttavia rivisitare le idee correnti circala ricezione di Eraclito da parte dei suoi contemporanei866

863 Tale affinitagrave tematica potrebbe costituire un indizio dellrsquoeffettiva vicinanza dei due fram-menti nellrsquooriginale eracliteo

864 Cfr LSJ sv II865 Cfr Marcovich 1978 pp 386 corsivo dellrsquoautore866 Cfr Introduzione Forma e ricezione dello scritto eracliteo

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Tutti i traduttori rendono λόγος attingendo allrsquoarea semantica del linguag-gio in questo caso dunque la linguisticitagrave del λόγος non egrave messa in discussio-ne Ciograve nonostante occorre fare dei distinguo Infatti numerosi interpreti867

ammettono o almeno non escludono la traduzione di λόγος con ldquoparolardquoMa in Eraclito la singola lsquoparolarsquo egrave espressa da ὄνομα o ἔπος mentre λόγος si-gnifica sempre il ldquodiscorsordquo ossia in linea con la Grundbedeutung di λέγεινuna raccolta o un raggruppamento coerente di ὀνόματα o ἔπεα Tradurreλόγος con ldquoparolardquo equivale quindi ad offuscare completamente la specificitagravedella riflessione linguistica eraclitea (cfr fr 32)

ὁ ἄναξ οὗ τὸ μαντεῖόν ἐστι τὸ ἐν Δελφοῖς οὔτε λέγει οὔτε κρύπτει ἀλλὰ σημαίνειIl Signore il cui oracolo egrave a Delfi non dice neacute nasconde ma dagrave dei segni (Fr 93)

ldquoIl verbo λέγειν egrave qui inequivocabilmente usato come contrario di κρύπτειν edindica perciograve [hellip] il lsquodisvelarersquo La nostra interpretazione del significato fon-damentale del verbo λέγειν nel senso di lsquoraccoglierersquo e lsquoriunirersquo trova qui unachiara conferma pensato grecamente lsquoriunirersquo significa lasciar manifestarelrsquounitagrave [hellip]rdquo868 Con le parole di Heidegger lrsquointerpretazione dellrsquooccorrenzadi λέγειν in base al modello dellrsquounitagrave articolata puograve dirsi giagrave conclusa se sipensa in special modo agli usi di λόγος e ὁμολογεῖν nel fr 50 la sua posizionerisulta ancor piugrave convincente Restano tuttavia alcune osservazioni di carat-tere piugrave generale sul frammento data la sua oscuritagrave la prudenza consiglia dilimitarsi a delle ipotesi

I maggiori interpreti concordano nellrsquointendere il fr 93 come un riferi-mento di Eraclito allo stile oscuro ed oracolare del proprio scritto869 Si puogravenotare che a ciograve egrave funzionale anche il verbo σημαίνειν percheacute nel pensierogreco arcaico le modalitagrave di comunicazione espresse da σημαίνειν e da λέγεινappaiono in genere ben distinte870 In particolare la comunicazione espressada σημαίνειν a differenza di quella indicata da λέγειν implica spesso la neces-

867 Cfr tabella cap 51 pp 158 s Burnet Diels Walzer DK Burckhardt Kirk Snell Mar-covich Held Kurtz Kahn Diano-Serra

868 Heidegger 1993 p 117 che seguita ldquoPer questo motivo in Parmenide lrsquoaltro pensatoreiniziale troviamo il termine νοεῖν ndash il prestare ascolto allrsquouno ndash insieme al termine λέγεινrdquoCfr ivi p 118 ldquoil termine λόγος [hellip] per [Eraclito] non significa lsquodottrinarsquo lsquodiscorsorsquo olsquosensorsquo bensigrave la lsquoriunificazionersquo [hellip] Λόγος ndash ἁρμονία ndash φύσις ndash κόσμος dicono la stessa cosardquo

869 Cfr Calabi 1977ndash78 Un compendio sulle principali caratteristiche dello stile oracolaresi trova ad esempio in Catenacci 2001 pp 165 ss

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220 6 Il discorso come unitagrave articolata

sitagrave di uno speciale apporto ermeneutico da parte del ricevente Il messaggiodel σημαίνειν egrave per lo piugrave non completamente esplicitato mentre quello delλέγειν almeno nelle intenzioni dellrsquoemittente egrave piano e immediatamentecomprensibile Egrave evidente che questa differenza egrave attiva nel fr 93 dove si negaapertamente la modalitagrave del λέγειν al linguaggio oracolare e dunque a quelloeracliteo attribuendogli invece quella del σημαίνειν

Se si intende il fr 93 come riferito allo scritto eracliteo non vi egrave alcun mo-tivo per non interpretare allo stesso modo anche il fr 92871 Infatti il conte-nuto dei due frammenti egrave molto affine specialmente per il riferimento alledue profetesse la Sibilla872 e la Pizia La modalitagrave della loro profezia egrave parago-nabile a quella dei profeti dellrsquoAntico Testamento una volta colta dalla μανία(μαινομένωι στόματι cfr Pl Phdr 244andashc) la profetessa diventa un puro stru-mento medium e ldquoparla per contordquo (προφήτης προφητεύειν) della divinitagraveche la possiede873 Eraclito starebbe dunque affermando lrsquoautoritagrave del proprioλόγος nel modo tipico della sua epoca ossia rivendicando per seacute unrsquoispirazio-ne divina874 Questa segna la differenza qualitativa tra il λόγος di Eraclito ed iλόγοι degli altri come quelli dei molto biasimati Omero Esiodo Archiloco

870 La differenza risiede principalmente nel fatto che σημαίνειν (e σῆμα) puograve indicare sia lacomunicazione verbale che quella non verbale mentre λέγειν (e λόγος) indica esclusiva-mente quella verbale Ciograve emerge con grande chiarezza ad esempio in molte scenedellrsquoAgamennone di Eschilo Si considerino i vv 496 ss [hellip] ὡς οὔτrsquo ἄναυδος οὔτε σοι δαίωνφλόγα ὕλης ὀρείας σημανεῖ καπνῶι πυρός ἀλλrsquo ἢ τὸ χαίρειν μᾶλλον ἐκβάξει λέγων Qui sonopresentati in nitida opposizione un modo di comunicare senza parole e uno con le paroleCfr Serra 1998 p 194 ldquoil termine σῆμα non egrave impiegato nel lessico arcaico per indicarelrsquoespressione linguistica in senso strettamente fonologico [hellip] il campo semantico di σῆμαnon implica mai un tipo di comunicazione lsquosolorsquo verbale tanto egrave vero che quando egrave la vocea funzionare da σῆμα ciograve viene specificato da opportuno complementordquo

871 Σίβυλλα μαινομένωι στόματι ἀγέλαστα καὶ ἀκαλλώπιστα καὶ ἀμύριστα φθεγγομένη [hellip] διὰτὸν θεόν Per il dibattito filologico sul frammento cfr Marcovich 1978 p 281

872 Il fr 92 egrave la fonte piugrave antica a nominare una Sibilla Allrsquoepoca di Eraclito la profetessa godegiagrave di una fama consolidata La piugrave antica Sibilla vissuta a quanto pare nellrsquoVIII sec a Cegrave quella eritrea che anche in seguito tende ad essere ritenuta quella piugrave credibile (almenoin Oriente in Occidente tale primato spetta alla Sibilla cumana) Lrsquoepiteto deriva dalla cit-tagrave di provenienza Ἐρυθραί sita sulla costa ionica a poca distanza da Efeso Lrsquoantichitagrave lafama e la coerenza geografica autorizzano a supporre che la Sibilla ricordata da Eraclito siaappunto quella eritrea

873 Forse non egrave casuale che per lrsquoattivitagrave linguistica della Sibilla che funge da mera ldquocassa dirisonanzardquo per le parole del dio Eraclito non adoperi il verbo λέγειν bensigrave φθέγγεσθαιldquoemettere suonirdquo

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Ecateo Senofane e Pitagora (o anche i λόγοι del fr 108 cfr p 223) Poicheacute laconoscenza egrave propria non tanto dellrsquouomo quanto della divinitagrave (cfr fr 78)il λόγος ispirato dal dio egrave il piugrave adatto ad indicare il σοφόν ossia lrsquounitagrave di tuttele cose (fr 50) mentre i λόγοι umani tendono ad esibire tuttrsquoal piugrave una vacuaπολυμαθίη

Ma se lrsquoipotesi dellrsquoautoreferenzialitagrave egrave fondata dai due frammenti si pos-sono dedurre anche altri indizi circa lo scritto eracliteo finora non considera-ti dalla critica In primo luogo egrave possibile che Eraclito alluda alla propria scel-ta della prosa niente affatto scontata alla sua epoca Il fr 92 parla del linguag-gio della Sibilla come di ἀγέλαστα καὶ ἀκαλλώπιστα καὶ ἀμύριστα in effettialla prosa mancano non solo le caratteristiche formali ovvero ldquoesteticherdquo tipi-che della poesia (ἀκαλλώπιστα καὶ ἀμύριστα) ma anche la componente edoni-stica (ἀγέλαστα875) che come efficacemente spiegato da Havelock contraddi-stingue invece la comunicazione poetica sia nellrsquoesecuzione sia nella ricezio-ne876 Nemmeno un riferimento alla natura ritmica della prosa eraclitea egrave daescludere giaccheacute come egrave noto i responsi profetici erano espressi in versi877

Per quanto riguarda il fr 93 una volta scorto in σημαίνειν un riferimento diEraclito al proprio scritto (cfr supra) diventa lecito cogliere nel verbo uncenno allrsquouso della scrittura878 Lrsquoipotesi del riferimento di σημαίνειν alla scrit-tura si basa su due dati Il primo egrave che ldquodare σήματαrdquo nei documenti letteraripiugrave antichi significa principalmente dare segni visivi non uditivi879 Il secon-do dato riguarda il giagrave ricordato apporto ermeneutico sollecitato dalla moda-

874 Se il λόγος del fr 50 indica lo scritto eracliteo (come ritengono West 1993 pp 176 s edaltri) anche nellrsquoopposizione ἐμοῦ λόγου potrebbe celarsi una rivendicazione dellrsquoispira-zione divina cfr Kahn 1979 p 126

875 Marcovich 1978 p 281 intende lrsquoaggettivo con un valore passivo (ldquonon risibile cupordquo)Kahn 1979 p 125 vede in ἀγέλαστα un riferimento allrsquoesperienza profetica come ldquoa formof suffering a kind of spiritual raperdquo Ciograve egrave ammissibile giaccheacute la possessione divina sog-gioga la volontagrave umana e non cerca il consenso del profeta

876 Cfr Havelock 1973 cap IX (ldquoPsicologia dellrsquoesecuzione poeticardquo) pp 119 ss Anche inDiano-Serra 41993 p 190 il fr 92 egrave inteso come un riferimento alla prosa

877 Per le qualitagrave ritmiche della prosa eraclitea cfr Deichgraumlber 1962 Sullrsquoimportanza delverso per i responsi oracolari cfr ad esempio Rosenberger 2001 pp 172ndash175

878 Questo sarebbe compatibile con la spiccata coscienza del mezzo scrittorio giagrave osservata inEraclito in sede di analisi del fr 48

879 Cfr Serra 1998 p 196 ed esempi ivi citati per σῆμα e per σημαίνειν Hom Il II 805 e 814X 58 XI 166 XVII 250 XXII 30 XXIII 45 455 e 843 Od I 291 II 222 VIII 195Hes Th 500

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litagrave espressiva del σημαίνειν infatti la comunicazione in absentia richiede ingenere uno sforzo interpretativo superiore a quella in praesentia880 e la scrit-tura specie in una societagrave non maturamente alfabetizzata come quella diEraclito non fa certo eccezione Egrave possibile dunque che con σημαίνεινEraclito alluda alla scrittura come modalitagrave di comunicazione a) affidata aσήματα ossia a segni visivi e b) in absentia e dunque bisognosa di uno specialeapporto ermeneutico da parte del ricevente

Egrave legittimo chiedersi che cosa il dio e quindi Eraclito nel suo discorso nondica neacute nasconda ma ldquoaccennirdquo Accogliendo lrsquoipotesi del riferimento alloscritto eracliteo egrave probabile che lrsquooggetto del σημαίνειν coincida con il λόγοςstesso881 Con lrsquoammissione di non ldquodirerdquo (λέγειν) il ldquodiscorsordquo (λόγος) Eracli-to avverte che la materia del suo insegnamento ossia il λόγος nella sua qualitagravedi unitagrave articolata (e dunque di strumento euristico per la comprensione delmondo fisico) non egrave del tutto esplicitata dal λόγος appositamente compostoper illustrarlo quello del suo scritto dunque tra il λόγος-forma che coincidecon lo scritto di Eraclito ed il λόγος-contenuto che ne egrave lrsquooggetto di insegna-mento non va scorta alcuna insanabile frattura giaccheacute il primo si proponedi rappresentare la struttura ed il funzionamento del secondo882 Eraclitodunque ldquodagrave segnirdquo ma non ldquodicerdquo il λόγος anche in questo caso con λέγειν siintende il lsquodirersquo come operazione di raggruppamento Dunque il compito dildquoraccogliere insiemerdquo i segni sparsi dal sapiente nel suo discorso al fine dicomprenderlo spetta al lettore Comunicando nella modalitagrave del σημαίνειν ildiscorso eracliteo sollecita alla raccolta in unitagrave di distinti apparentemente ir-relati e con questo esercizio promuove la conquista della σοφίη Esso rappre-senta unrsquoesperienza viva e una messa in pratica dellο ξὺν νόωι λέγειν (fr 114) edellrsquoὁμολογεῖν (fr 50) e mira a far riconoscere lrsquounitagrave di tutte le cose attraver-so lrsquooperazione del ldquodirerdquo come ldquoraccogliere insiemerdquo Ciograve comporta che la

880 Si pensi ad esempio alla tecnologia di comunicazione consistente nei segnali di fuoco e difumo che come comunicazione in absentia richiede unrsquoaccorta interpretazione Cfr dinuovo A A 281 ss dove Clitennestra egrave pensata nellrsquoerrore quando senza esitazioni tra-duce il brillare delle fiaccole con la caduta di Troia (Ἥφαιστος Ἴδης λαμπρὸν ἐκπέμπωνσέλας [hellip]) qui il verbo tecnico della comunicazione per mezzo del fuoco egrave appuntoσημαίνειν Sulla teoria della comunicazione sottesa al passo cfr Goldhill 1986 pp 4 e 9 s

881 Marcovich 1978 pp 34 s ammette per il fr 93 unrsquoldquoallusione al λόγοςrdquo nel senso che ilresponso oracolare sarebbe una metafora del λόγος oggetto dellrsquoinsegnamento di Eraclitotuttavia per lo studioso questo esclude il riferimento allo specifico λόγος dello scrittoeracliteo

882 Cfr cap 62 pp 242 ss

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comunicazione eraclitea non avviene nella modalitagrave del σημαίνειν per ragionipuramente stilistiche o formali come sembrano intendere numerosi inter-preti ma per ragioni intrinseche ossia funzionali al contenuto sapienzialedello scritto

Dunque per quanto gli uomini facciano esperienza del discorso (di quelloin generale e di quello eracliteo in particolare) che quindi non egrave affatto ldquona-scostordquo esso resta inevidente per i πολλοί per comprenderlo adeguatamenteinfatti egrave necessario non solo un attento ascolto (ἀκούω frr 1 50) ma ancheunrsquoappropriata interpretazione come per i responsi dellrsquooracolo Se lrsquoogget-to sottinteso o perlomeno alluso dei verbi del fr 93 egrave λόγος vi egrave un doppio li-vello di lettura per λέγει a livello superficiale esso egrave lrsquoantitesi di κρύπτει nelsenso di lsquodire (apertamente) vs nasconderersquo a livello profondo egrave il verbo pro-prio del λόγος e dunque va compreso in base alla sua Grundbedeutung

ὁκόσων λόγους ἤκουσα οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐς τοῦτο ὥστε γινώσκειν ὅτι σοφόν ἐστι πάντωνκεχωρισμένονDi quanti ho ascoltato i discorsi nessuno arriva al punto di ritenere che quanto egrave saggio egravediverso da tutte le cose (Fr 108)

Tutti i traduttori attingono allrsquoarea semantica del linguaggio per rendere lrsquooc-correnza di λόγος Questo tuttavia come osservato a proposito dei frr 32(λέγειν) e 87 (λόγος) non mette al riparo da equivoci di frequente egrave ammessoil significato di lsquoparolarsquo883 il che offusca la specificitagrave della riflessione linguisti-ca di Eraclito

Posto dunque che λόγους vale ldquodiscorsirdquo occorre soffermarsi sul referenteIl plurale indica che deve trattarsi di λόγοι ldquosoggettivirdquo poicheacute il λόγος ldquointer-soggettivordquo ossia comune a tutti gli uomini egrave unico Secondo unrsquoopinionediffusa e non inverosimile questi λόγοι vanno identificati non solo con leldquodottrinerdquo o gli ldquoinsegnamentirdquo dei Milesi di Senofane e di Pitagora ma an-che con quelli dei poeti come Omero Esiodo ed Archiloco884

883 Cfr tabella cap 51 pp 158 s Cfr Kirk 31970 p 398 ldquoHere λόγους is more likely to meanlsquoaccountsrsquo (almost lsquotheoriesrsquo) than lsquowordsrsquo though the distinction is not a large onerdquo (corsivomio) Cfr Bartling 1985 p 76 (giagrave citato a proposito del fr 32)

884 Cosigrave ad esempio Reinhardt 41985 p 205 Marcovich 1978 p 307 Kirk 31970 p 398Forse si puograve ricondurre al fr 108 la testimonianza di D L IX 12 (= DK 22 A 1 [12])secondo cui Eraclito taceva affincheacute gli altri ciarlassero (ἵνrsquo ὑμεῖς λαλῆτε)

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Un altro interrogativo riguarda il genitivo πάντων che puograve valere sia comemaschile (ldquotutti gli uominirdquo) sia come neutro (ldquotutte le coserdquo)885 BencheacuteKahn abbia ragione in generale nel sottolineare lrsquointenzionalitagrave dellrsquoambi-guitagrave del linguaggio eracliteo886 dal confronto con i frr 41 e 50 dove le occor-renze in caso diretto mostrano che il genere di πᾶς πᾶσα πᾶν egrave neutro emer-ge con sufficiente chiarezza che in questo caso la σοφίη ha a che fare con iπάντα non con i πάντες887 il che tra lrsquoaltro soddisfa meglio la condizione digeneralitagrave posta dal contesto del frammento

Come osservato da Kirk888 il σοφόν del fr 108 non egrave affatto trascendenteAllrsquoepoca di Eraclito il participio perfetto κεχωρισμένον egrave usato non tanto perindicare la separatezza fisica di un oggetto dallrsquoaltro quanto la sua diversaconsiderazione da parte dellrsquoosservatore889 Anche il confronto con altriframmenti eraclitei induce ad escludere la possibilitagrave della trascendenza delσοφόν Nel corpus la fondamentale unitagrave di tutte le cose egrave ribadita con insi-stenza e attraverso esempi diversificati e σοφίη indica appunto quel tipo diconoscenza attraverso cui allrsquouomo egrave dato di riconoscere tale latente unitagraveMolto espliciti in proposito sono i frr 41 secondo cui il σοφόν consiste nel ri-conoscere come tutte le cose siano reciprocamente compenetrate e 50 doveil σοφόν equivale a dire che ldquotutte le cose sono unardquo Nei frr 32 41 e 50 delσοφόν si dice che esso egrave ἕν Proprio in qualitagrave di comprensione unificante laσοφίη egrave considerata da Eraclito in stretto rapporto con lrsquoἕν ed il λόγος890 ecome opposta invece alla ldquonozione-di-molte-coserdquo πολυμαθίη (cfr cap 62 p240) ed egrave per questa ragione che il σοφόν egrave ldquoben distintordquo (κεχωρισμένον) ri-spetto ai πάντα891 Considerata dunque la concezione eraclitea di σοφίη e

885 Queste sono le uniche due ipotesi fondate cfr invece Marcovich 1978 p 308 ldquotutte lecose (o idee)rdquo (corsivo mio)

886 Cfr Kahn 1979 p 115887 Kirk 31970 p 398 formula quattro ipotesi ldquo(i) wisdom is separated from all men (ii) wis-

dom is separated from all things (iii) the wise is separated from all men (iv) the wise isseparated from all thingsrdquo per poi screditare le ipotesi (i) e (iii) cfr ivi pp 399 s

888 Kirk 31970 pp 399 s Contra Reinhardt 41985 p 205 Marcovich 1978 pp 307 sKahn 1979 p 115

889 Ad esempio Hdt I 1725 III 209 IV 118 V 6110 VII 465 (cfr LSJ sv χωρίζω ΙΙ)890 Cfr lrsquoanalisi dei frr 32 (ἓν τὸ σοφὸν μοῦνον λέγεσθαι οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει Ζηνὸς ὄνομα) 50

(τοῦ λόγου ἀκούσαντας ὁμολογεῖν σοφόν ἐστιν ἓν πάντα εἶναι) 112 (σοφίη ἀθηλέα λέγειν )891 Cfr Diano-Serra 41993 p 170 ldquolsquoLa polemica egrave contro la πολυμαθίαrsquo (Diano) Il

πολυμαθής (ved frr 82 [DK 40] e 88 [DK 129]) srsquoillude che la sapienza sia la somma disapienze o abilitagrave particolarirdquo

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σοφόν appare inverosimile che il fr 108 possa improvvisamente affermarelrsquoesistenza di un sapere in qualche misura μετὰ τὰ φυσικά892 il che tra lrsquoaltrosarebbe estraneo al significato originario della parola quello di ldquoabilitagraverdquo (cfrcap 12 sv pp 16 ss) In realtagrave il concetto di una ldquosapienza trascendenterdquonon si lascia facilmente conciliare con il contesto culturale greco arcaico893

Anche ammettendo un improbabile uso di κεχωρισμένον come ldquofisicamen-te separatordquo piuttosto che come ldquodifferenterdquo vi egrave un altro punto da conside-rare in favore dellrsquoimmanenza di σοφόν I traduttori intendono il frammentoin modo praticamente unanime nellrsquoinfinitiva Eraclito esprimerebbe il pro-prio pensiero ossia che σοφόν ἐστι πάντων κεχωρισμένον In realtagrave non egrave datosapere se qui la consecutiva abbia valore oggettivo per cui il contenuto egrave inte-so da Eraclito come un fenomeno che si verifica effettivamente nella realtagrave osoggettivo per cui il contenuto esprime invece una pura teoria894 Tuttavia lacostruzione di ἀφικνεῖσθαι con complemento di moto a luogo figurato assu-me spesso connotazione negativa indicando un eccesso dannoso o comun-que lrsquoesito di un processo degenerativo895 come nelle espressioni italiane ldquoar-rivare a tal puntordquo ldquogiungere a tantordquo Analogamente nella sequenza compo-sta da un verbo di movimento dalla prolessi ἐς τοῦτο e dalla proposizione con-secutiva questrsquoultima tende ad esprimere lrsquoinasprimento della condizione

892 Cosigrave invece Kahn 1979 p 131 Marcovich 1978 p 290 sostiene che ldquonella maggiorparte dei frammenti teologici il dio di Eraclito appare come separato dalle cose comePilota o Governatore supremo (frr 79 [64] 85 [41]) Pastore (fr 80 [11]) e Giudice (frr81 [16] 82 [66]) [hellip]rdquo (corsivo dellrsquoautore)

893 Coloro i quali per il frammento in questione sostengono la trascendenza di σοφόν siappellano di frequente al νοῦς anassagoreo notoriamente non mescolato con le cose cfrAnaxag frr 11 12 13 14 A prescindere dalla discutibile legittimitagrave di questo confrontova osservato che Anassagora nega in primo luogo la divisibilitagrave del νοῦς (circa Anaxag fr11 cfr Lanza 1966 p 221 ldquoQui egrave importante notare come dopo aver escluso la parteci-pazione del νοῦς alle cose A poi ammetta il suo possibile trovarsi in alcune cose ma nonsi esprima mai in termini di partecipazione egrave il νοῦς in alcune cose non μοῖρα νοῦrdquo quantoal fr 13 idem p 235 riconosce la possibilitagrave che νοῦς non sia il soggetto di ἀπεκρίνετοverbo che sarebbe invece impersonale e traduce ldquoE dopo che lrsquointelligenza ebbe iniziatoa muovere da tutto ciograve che era mosso si svolgeva il processo di formazionerdquo)

894 Infatti il pronome negativo οὐδείς contenuto nella reggente costringe comunque a coniu-gare allrsquoinfinito il verbo della consecutiva (γινώσκειν)

895 Cfr LSJ sv I 2ndash3 con relativi esempi ἀ ἐς πᾶν κακοῦ ἐς ἀπορίην πολλήν ἐς τοσοῦτο τύχηςἐς τοῦτο δυστυχίας ἐς ὀλίγον ἀ νικηθῆναι εἰς ὀργήν ἐς ἔχθεα ἐς ἔριν etc Cfr inoltre εἰςἀθυμίαν ἀ (E Ba 610) ἐς τοῦτο θάρσεος (Ηdt VII 934) e gli usi fraseologici quali εἰςτοσοῦτο μανίας ἦλθε ldquogiunse a tal punto di folliardquo (cfr lat eo furoris progressus est)

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negativa anticipata dalla reggente896 Il fr 108 potrebbe essere proprio uncaso del genere οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐς τοῦτο ὥστε γινώσκειν [hellip] ldquonessuno arrivaal punto di ritenere [hellip]rdquo897 dove la consecutiva e lrsquoinfinitiva esprimerebberouna conclusione ritenuta inammissibile da chi parla

Quanto al senso del frammento ogni λόγος si egrave visto poggia sullrsquounitagrave de-gli ὀνόματα Come ldquoazione risultato del λέγεινrdquo esso funge da traccia utilealla comprensione dellrsquounitagrave dei πάντα comprensione che egrave appunto σοφίηUna simile interpretazione egrave accennata da Darcus ldquoAlthough all men em-ploy speech the unity of the panta revealed in speech escapes them (108)rdquo898Pertanto una certa funzione conoscitiva puograve essere assolta da qualunque di-scorso in virtugrave della sua stessa struttura di unitagrave articolata e indipendente-mente dal contenuto In questa chiave di lettura diventa accettabile lrsquoipotesidi Kurtz che non individua necessariamente il referente dei λόγοι negli inse-gnamenti dei sapienti (o dal punto di vista eracliteo dei falsi sapienti) bensigravepossibilmente nei discorsi comuni899 ἀκούω che gli interpreti spiegano perlo piugrave in senso generico e senza attribuirgli grande rilievo900 va perciograve rivalu-

896 Tralasciando i pur numerosi casi di etagrave post-classica si possono considerare ad esempio PlLg 781b ἦκται τὸ τῶν ἀνθρώπων γένος οὐδαμῶς εἰς τοῦτο εὐτυχῶς ὥστε [hellip] Lys XXVII (inEpicratem) 10 εἰς τοσοῦτον ἥκομεν ὥστε [hellip] Th I 49 7 ξυνέπεσεν ἐς τοῦτο ἀνάγκης ὥστε[hellip] Th IV 12 3 ἐς τοῦτό τε περιέστη ἡ τύχη ὥστε [hellip] Arist Pol 1305a 31 εἰς τοῦτοκαθιστᾶσιν ὥστε [hellip] Lycurg in Leocratem 34 περιέστηκεν ἐς τοῦτο ὥστε [hellip] 384 εἰςτοσοῦτον προδοσίας ἦλθεν ὥστε [hellip] etc

897 Il verbo γινώσκω sarebbe usato qui in modo simile al fr 28 (δοκέοντα γὰρ ὁ δοκιμώτατοςγινώσκει [hellip]) per indicare un ldquoconoscererdquo che egrave piuttosto un ldquomisconoscererdquo oppure sem-plicemente come ldquoritenererdquo ldquogiudicarerdquo (cfr LSJ sv I 2 che per questa accezione cita pro-prio Heraclit fr 108) secondo un valore ben attestato allrsquoepoca di Eraclito (cfr ad esempioHdt IX 2 A Th 650 etc) Contra Schirren 1998 p 167 secondo il quale γινώσκω inEraclito indica esclusivamente conoscenza positiva ossia il riconoscimento di ciograve che real-mente egrave e che dunque intende il fr 28 alla luce dellrsquoipotetico gioco di parole γινώσκω δοκέω entrambi ldquoritenererdquo ldquogiudicarerdquo Ciograve tuttavia appare poco probabile considerandoil fatto che la grande maggioranza dei giochi di parole eraclitei si fonda su allusioni foniche(cfr cap 22) mentre indubitabile egrave quello δοκέω δοκιμώτατος Pertanto il fr 28 puograve essereconsiderato piuttosto come un esempio dellrsquouso eracliteo di γινώσκω per esprimere unaconoscenza sul cui valore di veritagrave il giudizio resta sospeso (cfr Snell 1989 p 22)

898 Darcus 1979 p 90899 Kurtz 1971 p 66 nota 8 ldquoJedoch koumlnnten λόγοι auch alles meinen was Menschen uumlber-

haupt in den verschiedenen Situationen des Lebens sprechen z B auch im taumlglichenGespraumlchrdquo

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tato come verbo fondamentale per la conoscenza come si rileva anche nei frr1 19 34 e 50

σωφρονεῖν ἀρετὴ μεγίστη καὶ σοφίη ἀληθέα λέγειν καὶ ποιεῖν κατὰ φύσιν ἐπαΐονταςEssere saggi egrave la virtugrave piugrave grande e sapienza egrave cose vere dire e fare secondo natura prestandoascolto (Fr 112)

La polivalenza sintattica del frammento egrave giagrave stata considerata nel cap 23(pp 51 s) Due sono le domande da porsi qual egrave la costruzione da preferireσοφίη ἀληθέα λέγειν καὶ ποιεῖν [hellip] oppure σοφίη ἀληθέα λέγειν καὶ ποιεῖν [hellip]E ancora bisogna intendere κατὰ φύσιν come riferito a (λέγειν καὶ) ποιεῖν op-pure ad ἐπαΐοντας

Pur ammettendo lrsquointenzionalitagrave dellrsquoambivalenza901 alla prima domandasi puograve rispondere con relativa sicurezza sulla scorta dei frr 1 (ἔπεα καὶ ἔργα)e 73 (ποιεῖν καὶ λέγειν) dividere il gruppo λέγειν καὶ ποιεῖν non sembra oppor-tuno902 Circa il secondo quesito si tratta di un tipico caso di polivalenza sin-tattica eraclitea prodotto grazie allrsquoambigua posizione mediana di un ele-mento qui κατὰ φύσιν che per usare le parole di Aristotele903 puograve essere let-to sia con quel che precede sia con quel che segue Anche nel fr 1 si egrave osserva-to che il gruppo κατὰ φύσιν posto tra due voci verbali dagrave luogo adunrsquoambiguitagrave analoga per la quale egrave preferibile la soluzione ἀπὸ κοινοῦ ossiaδιηγεῦμαι κατὰ φύσιν διαιρέων [hellip] Oltre a questo le due occorrenze eracliteedel sintagma κατὰ φύσιν evidenziano unrsquoaltra caratteristica in comune en-trambe si trovano in contesti in cui si parla della conoscenza e di λόγος λέγειν e per la precisione lagrave dove viene stretto un sodalizio tra linguaggio emondo come mostrano rispettivamente i gruppi ἔπεα καὶ ἔργα (fr 1) e λέγεινκαὶ ποιεῖν (fr 112) Ciograve egrave coerente con il valore conoscitivo che lrsquoEfesio asse-gna al linguaggio per la comprensione del mondo (cfr cap 62 pp 241 ss)

900 Cfr Kirk 31970 p 398 ldquoἤκουσα may mean no more than lsquoheard of rsquo implying quite asuperficial acquaintancerdquo Marcovich 1978 p 307 ldquoἤκουσα significa lsquosentir dirersquo lsquoappren-derersquo (col valore anche di lsquoleggerersquo) e non lsquoudire di personarsquo [hellip]rdquo

901 Cfr Kahn 1979 p 122902 Dello stesso avviso Reinhardt 41985 p 223 nota 1 Kirk 31970 p 391 Numerose sono

le attestazioni del gruppo λέγειν καὶ ποιεῖν in etagrave classica cfr Isoc IV (Antidosis) 164 3 PlResp 383a 3 D XXV (in Aristogitonem) 25 5 etc

903 Arist Rh Γ 5 1407b

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Allrsquoepoca di Eraclito φύσις non ha ancora specializzato il suo significatonella ldquonaturardquo cosigrave come intesa dai filosofi successivi904 il vocabolo indica lequalitagrave costitutive di un oggetto come egrave anche nel fr 106905 ovvero tenendoconto del valore del verbo φύω la sua ldquogewachsene Strukturrdquo906 Conforme-mente a tale significato si puograve ipotizzare che nei frr 1 e 112 con il sintagmaκατὰ φύσιν Eraclito accenni proprio alla gewachsene Struktur del linguaggio edel mondo come unitagrave articolate struttura nella quale risiede la loro analogiaDato che tale analogia resta celata alla maggior parte degli uomini un simileuso di φύσις sarebbe coerente anche con il fr 123 φύσις κρύπτεσθαι φιλεῖ907

Il verbo ἐπαΐω merita particolare attenzione esso vuol dire in primo luogoldquoudirerdquo e solo conseguentemente anche ldquocomprendererdquo ldquointendersi dirdquo908 Ilvalore uditivo insito nel verbo egrave da mettere in relazione con λέγειν e con le im-plicazioni linguistiche di σοφίη σοφόν Ancora una volta dunque come giagravenel fr 50 Eraclito indica nellrsquoascolto il modo per conseguire la σοφίη la com-prensione unificante e questo percheacute il discorso stesso in quanto ldquoazione risultato del λέγεινrdquo funge da modello analogo ed esplicativo del mondo fisi-co La σοφίη conseguita con lrsquoascolto consiste appunto nella consapevolezzadel parlare e dellrsquoagire κατὰ φύσιν ossia in modo conforme allrsquounitagrave articolata

Se si tiene conto del valore ἀπὸ κοινοῦ del sintagma κατὰ φύσιν risulta cheEraclito da una parte sostiene la necessitagrave di dire e fare (λέγειν καὶ ποιεῖν) κατὰφύσιν ossia di parlare badando allrsquounitagrave articolata del λόγος e di agire comecollaboratori dellrsquounico κόσμος dallrsquoaltra invita ad ascoltare (ἐπαΐοντας) κατὰφύσιν ossia a guadagnare conoscenza (σοφίη) dallrsquoesperienza del discorsoλόγος intendendolo come unitagrave articolata egrave lo stesso monito del fr 50 Na-turalmente anche il ldquodirerdquo (λέγειν) degli ἀξύνετοι o dei dormienti egrave un ldquoracco-gliere insiemerdquo e anchrsquoessi sono cooperatori del κόσμος (fr 75) tuttavia senzaaverne coscienza per cui intendono le cose non nella loro coerenza bensigravecome irrelate

904 Cfr Reinhardt 41985 p 223 nota 1 ldquoAuch in Fr 112 [hellip] heiszligt κατὰ φύσιν nicht lsquogemaumlszligder Naturrsquo in unserem und im stoischen Sinne sondern lsquonach der wahren Beschaffenheitder Dingersquo Ebenso Fr 1 [hellip]rdquo Kirk 31970 p 391 traduce ldquo[hellip] according to their real con-stitutionrdquo (corsivo mio)

905 Ἡσιόδωι [hellip] ἀγνοοῦντι φύσιν ἡμέρας ἁπάσης μίαν οὖσαν906 Schirren 1998 p 163907 Cfr anche il fr 54 ἁρμονίη ἀφανὴς φανερῆς κρείττων908 Ma anche il valore del verbo come ldquocomprendererdquo serba un fondamentale legame con

ldquoudirerdquo esso infatti egrave spesso riferito alla comprensione linguistica come egrave in S Aj 1263τὴν βάρβαρον γὰρ γλῶσσαν οὐκ ἐπαΐω

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ξὺν νόωι λέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων ὅκωσπερ νόμωι πόλις καὶ πολὺἰσχυροτέρως τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείου κρατεῖ γὰρτοσοῦτον ὁκόσον ἐθέλει καὶ ἐξαρκεῖ πᾶσι καὶ περιγίνεταιPer fare un discorso con senso occorre valersi del consenso di tutte le cose come la cittagravedella legge e ancor piugrave validamente Infatti tutte le leggi umane sono nutrite dallrsquounica di-vina (questa) puograve tutto ciograve che vuole e basta e avanza per tutte (Fr 114)

Egrave verosimile che gran parte delle torsioni drsquouso con cui Eraclito risemantizzale sue parole-chiave ci sfugga ma la similitudine (ὅκωσπερ) e la metafora(τρέφονται) del fr 114 offrono appunto un esempio di questo procedere

Per la comprensione del λόγος come unitagrave articolata il frammento risultaparticolarmente rilevante esso esprime infatti sia la validitagrave universale a fron-te della pluralitagrave fenomenica (caratteristica 1) sia la conversio (caratteristica2) ed entrambe trovano conferma nella similitudine con la legge

La validitagrave universale del λέγεινλόγος egrave affermata nella paronomasia ξὺννόωι (λέγοντας) τῶι ξυνῶι (πάντων)909 Come sempre in occorrenza di un gio-co di parole anche qui i vocaboli coinvolti assumono un valore pregnante ξὺννόωι egrave unrsquoespressione piuttosto comune910 ma nel frammento essa fa appelloal νόος nella sua qualitagrave di attivitagrave cognitiva sintetica911 che appuntoἰσχυρίζεται τῶι ξυνῶι πάντων La formulazione generalizzante con cui si apre ilframmento invita ad intendere πάντων come neutro ldquodi tutte le coserdquo e noncome maschile ldquodi tutti gli uominirdquo912 la tematica umana subentra solo in se-guito nella similitudine come chiarimento

Mourelatos ha ragione nel sostenere che λέγοντας essendo afferente aλόγος assume un grande peso nellrsquoeconomia complessiva del detto tuttaviaproprio per questo motivo la sua traduzione non puograve essere accolta913 Come

909 Cfr Kahn 1979 p 115 ldquoThe community of logos is expressed here by the phrase lsquoholdingfast to [hellip] what is common to all [hellip]rsquo after the initial word play of lsquospeaking (together)with understanding [hellip]rsquo with its double allusion to the logos (lsquospeechrsquo) and to lsquowhat is com-monrsquo (xyn)rdquo

910 Anche se usata per lo piugrave accompagnata da una negazione cfr ad esempio Hdt VIII 86([hellip] οὔτε σὺν νόωι) Pl Cri 48c (οὐδενὶ ξὺν νῶι) Ar Nu 580 (μηδενὶ ξὺν νῶι)

911 Cfr cap 12 sv νόος pp 13 ss e cap 62 p 239912 Contra Marcovich 1978 pp 63 e 65913 Mourelatos 1965 p 265 ldquoThose who gauge things with intelligence [hellip]rdquo (corsivo mio)

con la motivazione ldquoI prefer lsquogauging thingsrsquo over lsquospeakingrsquo in this fragment sinceλέγοντας is here emphatic The word must be carrying special weight in a statement whichthough obviously concerning the purview of the λόγος contains no explicit reference to itrdquo

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230 6 Il discorso come unitagrave articolata

egrave frequente per lrsquouso di λέγω senza oggetto anche qui il verbo vuol dire sem-plicemente ldquofare un λόγοςrdquo914 Pertanto offuscare il riferimento eracliteo alλόγος non egrave produttivo per la comprensione del frammento un punto su cuia giudicare dalle traduzioni concorda buona parte degli interpreti915 Sullabase del fr 2 che tra lrsquoaltro come si egrave ricordato916 nello scritto eracliteo si tro-vava verosimilmente in prossimitagrave del fr 114 Mourelatos917 e Hammer918

giungono ad identificare lo ξυνὸν πάντων con il λόγος stesso secondo unrsquoipo-tesi che merita considerazione

ldquoPer fare un λόγος con νόοςrdquo919 occorre fare ricorso a ciograve che egrave ξυνός ossialdquocomunerdquo (ma anche ldquoindivisordquo920) percheacute il dire egrave inteso da Eraclito comeun ldquoraccogliere insiemerdquo ἔπεα ed ὀνόματα Si egrave giagrave osservato che ξυνός alludeallo ξυνιέναι ossia al comprendere come ldquofar andare insiemerdquo e unrsquoanalogamodalitagrave cognitiva unificante egrave espressa da νοεῖν e νόος come sottolinea la pa-ronomasia ξὺν νόωι ξυνῶι Egrave proprio in virtugrave della caratteristica unificanteche Eraclito oppone il νόος (e la σοφίη) alla πολυμαθίη921 Dunque la primaparte del frammento ξὺν νόωι λέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων in-sieme alla similitudine seguente allude tutta alla forza coesiva o centripetache fa di molti distinti unrsquounitagrave

914 Diversamente Marcovich 1978 p 64 (che traduce ldquoQuelli che vogliono parlare [cioegraveagire] sensatamenterdquo corsivo mio) e soprattutto Kirk 31970 pp 51 s sostengono cheλέγοντας pur indicando lrsquoattivitagrave verbale si riferisca allrsquoattivitagrave in generale (ldquoto behaverdquo)Questa interpretazione suggerita probabilmente da Diels 1901 (ldquoBloszlig zum Reden Ichvermute λέγοντας ltκαὶ ποιοῦνταςgt nach frr 73 112rdquo contra Reinhardt 41985 p 215)trova terreno propizio presso gli interpreti che come Kirk appunto sono convinti dellanon differenziazione eraclitea tra ldquospeech and actionrdquo Sul carattere pregiudizievole di taleteoria cfr cap 53 pp 182 s

915 Cfr Diels 1901 e DK ldquoWenn man mit Verstand reden willrdquo Snell 1965 ldquoUm beimReden Verstaumlndiges zu meinenrdquo Burckhardt 1952 ldquoDie mit Einsicht RedendenrdquoReinhardt 41985 ldquoUm mit Verstand zu redenrdquo Kahn 1979 ldquoSpeaking with understand-ingrdquo Diano-Serra 41993 ldquoChi vuole che la sua parola abbia sensordquo etc

916 Cfr analisi del fr 1917 Mourelatos 1965 p 258918 Hammer 1991 p 108919 Il valore finale diventa ammissibile intendendo λέγοντας come praesens pro futuro920 Quando in Omero si spiega come tutto sia stato spartito nei tre regni di Zeus Ade e Posei-

done questrsquoultimo per precisare che tuttavia la terra e lrsquoOlimpo restano esenti da tale divi-sione afferma γαῖα δrsquoἔτι ξυνὴ πάντων καὶ μακρὸς Ὄλυμπος (Il XV 193) in Il I 124 ξυνήϊα(derivato di ξυνός) sono detti i beni ldquoindivisirdquo (cfr Il XXIII 809)

921 Cfr fr 40 πολυμαθίη νόον ἔχειν οὐ διδάσκει [hellip]

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 231

La seconda parte τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦθείου egrave alla prima per cosigrave dire speculare ed esprime il movimento opposto econtrario quello disgregante o centrifugo che procede dallrsquounitagrave ai distintitutte le leggi umane ldquosono nutriterdquo922 (τρέφονται) dallrsquounica legge divina923Come nel fr 1 la dimensione dei distinti fenomenici egrave il divenire (γίνονταιἄνθρωποι γινομένων γὰρ πάντων) mentre quella del λόγος egrave lrsquoessere (τοῦ δὲλόγου τοῦδrsquo ἐόντος [ἀεί]) similmente nel fr 114 per esprimere la provenienzadei νόμοι ἀνθρώπειοι dal νόμος θεῖος egrave usato τρέφεσθαι verbo del transeuntePer lrsquoartigiano della parola Eraclito la cui accortezza linguistica egrave particolar-mente evidente in questo frammento (cfr i giochi di parole ξὺν νόωι ξυνῶιἰσχυρίζεσθαι ἰσχυροτέρως924) la similitudine ὅκωσπερ νόμωι πόλις serve nonsolo ad illustrare lrsquounione ma anche ad introdurre la metafora che segue nelsecondo periodo utile alla rappresentazione della divisione

Il νόμος dunque fungendo da trait drsquounion tra la prima e la seconda partedel frammento sottolinea la complementaritagrave tra rispettivamente il movi-mento dellrsquounione e quello della divisione

Ne risulta che la legge funge da ulteriore esemplificazione925 del modellodellrsquounitagrave articolata926 Tale modello che egrave sotteso al linguaggio (λόγος ὀνόματα) e al mondo (ἕν πάντα) egrave valido quindi anche sul piano politologi-co-sociale dove lrsquounitagrave egrave rappresentata dal νόμος θεῖος la pluralitagrave dei distintifenomenici dai νόμοι ἀνθρώπειοι La valenza di νόμος come immagine di unitagravearticolata egrave confermata dal fatto che ad esso si riferiscono le parole ἕν e θεῖος

922 In modo diverso intende τρέφεσθαι Mourelatos 1965 pp 262 ss923 Qui dunque si intende ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείου come ὑπὸ ἑνὸς (νόμου) τοῦ θείου e non come deri-

vante da ἕν τὸ θεῖον cfr Kirk 31970 p 53 e Marcovich 1978 p 65 che come egrave sua con-suetudine riporta dettagliatamente pareri favorevoli e contrari

924 Per ἰσχυρίζεσθαι cfr LSJ sv II 2 ldquoput firm trust in a thing rely on itrdquo che tra gli esempi citaproprio Heraclit fr 114

925 Sul valore esemplificativo della legge cfr Reinhardt 41985 p 215 (anche se lrsquoopposizionedel tipo νόμος vs φύσις scorta dallo studioso tra leggi umane e legge divina non convince)Mourelatos 1965 p 259 e p 266 Kahn 1979 p 117 Marcovich 1978 p 65 Non egrave con-divisibile il parere di Diano-Serra 41993 p 112 che scorge in questa similitudine ldquolaprima connotazione esplicita della trascendenzardquo trascendenti sono naturalmente leriprese stoiche (cfr Plu de Iside et Osiride 369a 7 ἕνα λόγον καὶ μίαν πρόνοιαν) ma non lrsquoori-ginale eracliteo

926 Cfr il cap 21 p 37 per νόμος (cosigrave come χρυσός) che pure non evidenzia usi risemantiz-zati entro il corpus eracliteo si riscontra una significativa analogia con le immagini appar-tenenti alla rete di significazione in cui egrave coinvolto anche λόγος

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232 6 Il discorso come unitagrave articolata

Infatti θεός egrave parola risemantizzata che facendo parte della rete di significa-zione esaminata nel cap 42 rappresenta lrsquounitagrave articolata e ἕν anche quicontrapposto a πᾶς πᾶσα πᾶν egrave lrsquoimmagine piugrave frequente in Eraclito per ladescrizione del medesimo modello (cfr cap 41 pp 99 ss) Circa νόμος comeimmagine di unitagrave articolata si noti che anche nel fr 33 (νόμος καὶ βουλῆιπείθεσθαι ἑνός) νόμος ed ἕν occorrono insieme laddove νόμος evidenzia la ca-ratteristica dellrsquounicitagrave ovvero della validitagrave universale a fronte della pluralitagravedel fenomenico Forse egrave perfino lecito ipotizzare che il significato del verboνέμειν ldquodividererdquo ldquospartirerdquo giochi un ruolo nella concezione eraclitea delνόμος927 se cosigrave fosse il νόμος riassumerebbe in seacute entrambi i movimenti dellaconversio In effetti Eraclito presenta il νόμος in relazione alla cittagrave sia comeforza coesiva sia come forza divisoria da una parte esso egrave paragonato(ὅκωσπερ) allo ξυνόν ossia al collante della πόλις (fr 114) dallrsquoaltra egrave parago-nato (ὅκωσπερ) perograve anche alle mura perimetrali della πόλις cioegrave al limite didemarcazione territoriale della cittagrave (fr 44)

ψυχῆς ἐστι λόγος ἑαυτὸν αὔξωνEgrave dellrsquoanima un discorso che accresce se stesso (Fr 115)

Lrsquoautenticitagrave di questo frammento egrave molto dibattuta928 Tra gli editori mo-derni Marcovich929 e Diano-Serra930 lo ritengono spurio sebbene con moti-vazioni non del tutto persuasive In realtagrave non vi sono ragioni filologiche e

927 Sarebbe addirittura possibile unrsquoallusione basata sullrsquoomografia di due parole non omo-fone analoga a quella del fr 48 (βίος βιός) per cui νόμος ldquoleggerdquo richiamerebbe νομός ldquopor-zione territorialerdquo

928 Il fr 115 egrave attestato solo da Stob III 1180a La fonte lo cita come un detto di Socratesubito dopo il fr 114 attribuito invece ad Eraclito

929 Marcovich 1978 pp 389 s ldquo[hellip] mi sembra possibile che il detto sia spurio [hellip] 1) percheacutela tradizione lo attribuisce a Socrate 2) a causa dellrsquoanalogia tra questo frammento edesempi come Plotin VI 5 [23] 9 13 [hellip] Plu de an procr 1012d[hellip] Aristot de anima404b 29 [hellip] A4 408b 32 ss Aet IV 2 3ndash4 [hellip] 3) La misura nella fisica eraclitea sem-bra avere il valore di qualcosa di costante [hellip] poco verosimile che Eraclito concepisca unalsquomisura che si autoaccrescersquo [hellip]rdquo (corsivo dellrsquoautore) Delle tre argomentazioni di Marco-vich lrsquoultima appare decisamente da scartare percheacute λόγος non vale ldquomisurardquo

930 Diano-Serra 41993 p 103 nota 1 ldquoQuesta sentenza va restituita a Socrate secondolrsquoesatto lemma di Stobeo La correzione dello Hense e dello Schenkel che han sostituitoEraclito a Socrate egrave arbitraria Per quello che egrave lrsquouso linguistico di Eraclito e per quella cheegrave la sua dottrina dire che il discorso della ψυχή accresce se stesso non ha sensordquo

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 233

linguistiche stringenti per accogliere o per respingere il frammento Il criterioquindi non puograve che essere arbitrario e consiste nel giudizio di ciascun inter-prete circa la coerenza o meno della massima con il complesso dellrsquoinsegna-mento eracliteo Sulla scorta dei frr 45 e 107 che pure indicano nel λόγος unaproprietagrave della ψυχή la coerenza del fr 115 con il resto del corpus risulta suf-ficiente a concedergli perlomeno il beneficio del dubbio

Contrariamente a quanto sostengono alcuni interpreti931 la concezioneeraclitea della ψυχή non egrave da mettere in relazione alle teorie riportate (e con-futate) da Aristotele secondo le quali lrsquoanima sarebbe un numero (ἀριθμός)automoventesi932 Tale associazione egrave suggerita evidentemente dal frainten-dimento di λόγος come ldquocriterio numericordquo ldquomisurardquo ldquorapportordquo933 etc lad-dove invece il numero non gioca alcun ruolo nel pensiero di Eraclito neacute tan-tomeno nella sua concezione della ψυχή

Anche in questo frammento λόγος significa ldquodiscorsordquo Come nei frr 45 e107 del λόγος si dice che esso appartiene alla ψυχή poicheacute ogni uomo ha unaψυχή il referente di λόγος egrave soggettivo e coincide con la capacitagrave di λέγειν pro-pria di ciascun individuo Dal confronto con il fr 45 risulta verosimile che i li-miti della ψυχή siano irreperibili percheacute inesistenti il λόγος abitando la ψυχήla rende infinita proprio percheacute ldquoaccresce se stessordquo Nellrsquoesame del fr 45 se-guendo la teoria di Nussbaum934 egrave stato sottolineato come la ψυχή conEraclito assurga al ruolo di organo della vita e della cognizione e come ilλόγος che la abita vada identificato con la funzione specifica di tale organo Egraveper questo che quando la ψυχή non adempie la sua funzione essa riceve laconnotazione linguistica di βάρβαρος ldquoche non parla comprende la lingua(greca)rdquo (cfr fr 107)935

Il frammento esprime la capacitagrave del discorso di accrescere se stesso(ἑαυτὸν αὔξων) Come per il fr 45 anche per il fr 115 Darcus egrave tra i pochissi-mi interpreti che intendono λόγος come ldquodiscorsordquo e spiega lrsquoaffermazione

931 Cfr ad esempio Marcovich 1978 p 390 (giagrave citato) Kahn 1979 p 237 nota 20932 Si consideri Arist de An 404b 30 [hellip] ἀποφηνάμενοι τὴν ψυχὴν ἀριθμὸν κινοῦνθrsquo ἑαυτόν

408b 32 ss πολὺ δὲ τῶν εἰρημένων ἀλογώτατον τὸ λέγειν ἀριθμὸν εἶναι τὴν ψυχὴν κινοῦνθrsquoἑαυτόν

933 Cfr cap 51 tabella pp 158 s934 Nussbaum 1972 I935 Cfr ivi p 10 a proposito del fr 107 ldquo[hellip] your senses will deceive you if you do not have

an accurate understanding of your own languagerdquo

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234 6 Il discorso come unitagrave articolata

nel senso di ldquoan unlimited capacity for speech [hellip] there seems no limit to[human] ability to learn new words and expressionsrdquo936

Per quanto riguarda lrsquointerpretazione del discorso come unitagrave articolata ilverbo αὐξάνειν indica che il λόγος non egrave inerte e passivo bensigrave dotato di unaforza intrinseca che ne determina lrsquoevoluzione La forza ed il dinamismo in-siti nel λόγος sono coerenti con la conversio (caratteristica 2) che contraddi-stingue lrsquounitagrave articolata percorsa da due forze o movimenti uguali e contra-ri Ma egrave soprattutto lrsquoautopoiesi (caratteristica 3) a trovare conferma per viadel pronome riflessivo ἑαυτόν

62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza

Argomento di questo capitolo egrave la teoria della conoscenza eraclitea ed in par-ticolare il ruolo che in essa compete al λόγος

Molti critici moderni937 sulla scia di Schleiermacher938 hanno riconosciu-to nel λόγος eracliteo il ldquorapportordquo (Verhaumlltnis) unificante che soggiace allacontraddittorietagrave e al divenire del mondo altri939 nel solco di Diels940 vi han-no scorto prevalentemente la ldquolegge del mondordquo (Weltgesetz) Allo stessotempo al λόγος egrave stato costantemente attribuito un ruolo fondamentale nellaconoscenza grazie ad esso il φιλόσοφος941 lrsquouomo amante della σοφίη puograve ve-nire a capo della pluralitagrave e perfino della contraddittorietagrave del mondo

Tuttavia la critica non sembra aver realmente appurato come il λόγος sor-tisca tale effetto conoscitivo A che titolo lrsquoanima che non capisce il ldquorappor-tordquo o la ldquolegge del mondordquo egrave da Eraclito definita ldquobarbarardquo (fr 107) E in chemodo in concreto gli uomini possono ldquoascoltarerdquo (frr 1 50) tale ldquorapportordquo oldquolegge del mondordquo avendovi continuamente a che fare (fr 72) Inoltre comepossono anche i dormienti ossia quanti non comprendono il ldquorapportordquo op-pure la ldquolegge del mondordquo collaborare attivamente (συνεργεῖν) allrsquounico

936 Darcus 1979 p 92937 Ad esempio Held 1970 pp 191 s Kurtz 1971 Kraus 1987 p 104 Hammer 1991 etc938 Schleiermacher 1807939 Ad esempio Capelle 1924 Busse 1926 ma anche Kirk 31970 (ldquoformula of thingsrdquo) Per

le traduzioni di λόγος si rinvia di nuovo alla tabella delle pp 158 s940 Diels 41922941 Heraclit fr 35 Egrave la prima attestazione della parola il cui significato non egrave ancora specia-

lizzato e va dunque inteso letteralmente

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62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 235

κόσμος (fr 75) Infatti se λόγος indica il ldquorapportordquo o la ldquolegge del mondordquosoggiacente al κόσμος allora collaborare al κόσμος equivale ad una collabora-zione con il suo λόγος e tuttavia non egrave affatto chiaro come si possa collaborarecon un rapporto o una legge a maggior ragione se questi non vengono com-presi In definitiva sembra che le modalitagrave della cognizione umana e i suoirapporti con il λόγος non siano ancora stati chiariti a sufficienza

Anche nel presente studio si ravvisa nel λόγος un ruolo conoscitivo fonda-mentale ma fermo restando che per Eraclito cosigrave come per i suoi predecesso-ri e contemporanei λόγος vale sostanzialmente ldquodiscorsordquo942

Intendendo λόγος come ldquodiscorsordquo trovano risposta anche le domandeprecedentemente poste la connotazione linguistica del fr 107 appare piena-mente giustificata altrettanto evidente egrave che tutti gli uomini ldquoascoltinordquo il di-scorso (frr 1 50) e che vi abbiano continuamente a che fare (fr 72) Inoltreanche chi come il dormiente non comprende il potenziale cognitivo del di-scorso nondimeno produce discorsi cooperando in tal modo al κόσμος (fr75) sebbene a sua insaputa

Correttamente Bartling riconosce che lrsquoesperienza del λόγος avviene neiseguenti modi a) con lrsquoascolto del λόγος943 b) con la produzione del λόγος944c) con la comprensione del λόγος come operazione di sintesi945

Ma la posizione piugrave convincente circa il valore conoscitivo del λόγος egraveespressa in un fondamentale articolo di Nussbaum946 Premesso che in quali-tagrave di ldquoconnected statementrdquo il λόγος rappresenta un modello analogo dellarealtagrave lrsquoautrice riconosce come se la maggior parte degli uomini non coglie lalatente (ἀφανής fr 54) unitagrave che soggiace ai distinti fenomenici egrave percheacuteldquomen are misled by their atomistic conception of language [hellip] so long as they re-main on the level of ἔπεα and fail to grasp the λόγος they are ἀξύνετοι not mak-ing connectionsrdquo947 In termini fisiologici per Nussbaum λόγος egrave la funzionecognitiva propria dellrsquoorgano ψυχή948 funzione per mezzo della quale egrave possi-

942 Sul valore conoscitivo del λόγος e piugrave in generale dellrsquoattivitagrave linguistica cfr ad esempioParm fr 75 Emp frr 310ndash11 43 1726

943 Cfr Bartling 1985 pp 31ndash42944 Ivi pp 42ndash45945 Ivi pp 45ndash52946 Nussbaum 1972 I947 Ivi p 11 (corsivo mio) Questo egrave anche il fondamentale errore conoscitivo attribuito agli

uomini da Parmenide essi credono agli ὀνόματα che impediscono di riconoscere lrsquounitagravelatente dellrsquoἐόν

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236 6 Il discorso come unitagrave articolata

bile comprendere la realtagrave Egrave a partire da queste idee che il presente capitoloprende le mosse

Per occuparsi della teoria della conoscenza eraclitea occorre in primo luo-go chiarire il valore dellrsquoempiria Come dimostra il gran numero dei fram-menti che ne parlano essa egrave per Eraclito necessaria e tuttavia non sufficientea comprendere il mondo in profonditagrave949

Circa lrsquoesperienza sensibile Eraclito distingue fra quella rivelatrice ed utileda una parte e quella fallace e scevra di autentica conoscenza dallrsquoaltraLrsquoesperienza utile rivela lrsquounitagrave latente dei distinti fenomenici producendoσοφίη quella fallace invece si limita a percepire i distinti nella loro determi-natezza conducendo solo alla πολυμαθίη Al primo tipo di ἐμπειρία si riferi-scono i frr 35 (ldquocrsquoegrave bisogno infatti che gli uomini amanti della σοφίη[φιλοσόφους] siano avveduti osservatori [ἵστορας] di moltissime cose [μάλαπολλῶν]rdquo)950 e 55 (ldquoquante sono le cose di cui crsquoegrave vista udito apprendimento[ὄψις ἀκοὴ μάθησις] queste io preferiscordquo)951

Il discrimen tra lrsquoesperienza proficua e quella sterile egrave tracciato chiaramen-te nel fr 107 (ldquocattivi testimoni sono per gli uomini occhi ed orecchie[ὀφθαλμοὶ καὶ ὦτα] se hanno anima barbara [βαρβάρους ψυχάς])rdquo ed egrave sancitodallrsquoanima solo con una ψυχή non barbara ossia una ψυχή che intenda il

948 Cfr cap 61 analisi dei frr 45 (pp 202 ss) e 115 (pp 232 ss) Contra Verdenius 1947 p276 ldquoHowever [hellip] there is no evidence for λόγος as a mental faculty a meaning whichdoes not seem to make its appearance before Democritusrdquo

949 Cfr Colli 1980 vol III pp 176ndash177 e poi piugrave diffusamente ivi pp 181 ss idem 1988pp 194 ss Sul valore dellrsquoesperienza sensibile per Eraclito si sofferma anche Schirren1998 pp 161 ss

950 Ma se egrave vero che Pitagora fu il primo a definirsi φιλόσοφος (cfr D L I12) allora questoframmento potrebbe rappresentare piuttosto una polemica di Eraclito contro di lui e la suaπολυμαθίη analogamente a quanto avviene nei frr 40 e 129

951 Per ciascuno di questi due frammenti egrave stata avanzata unrsquoipotesi di lettura alternativa chetuttavia non persuade Nel fr 35 si puograve intendere come soggetto φιλοσόφους ἄνδρας comefa la maggioranza dei traduttori o piuttosto ἵστορας (Cozzo 2006 p 203 nota 70 ricordacome Bollack e Lallot si pronuncino in favore di questrsquoultima lettura) Il fr 55 puograve essereinteso in due modi opposti a seconda del valore del genitivo plurale ὅσων ovvero allacostruzione del verbo προτιμέω I due esiti saranno a) ldquoquelle cose di cui crsquoegrave vista uditoapprendimento queste io prediligordquo (dove προτιμέω egrave costruito solo con lrsquoaccusativoταῦτα) b) ldquoio prediligo quelle cose (es le cose invisibili non udibili non apprendibili) aquelle di cui crsquoegrave vista udito apprendimentordquo dove προτιμέω egrave costruito con accusativoταῦτα e genitivo ὅσων secondo la costruzione προτιμέω τί τινος ldquopreferire qcs a qcs altrordquoPer la seconda traduzione che egrave indubbiamente piugrave rara cfr Diano-Serra 41993 p 158

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62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 237

λόγος e capace dellrsquoazione del λέγειν (ldquoraccogliere insiemerdquo) egrave possibile com-prendere lrsquounitagrave di fenomeni apparentemente irrelati o addirittura oppo-sti952 Lrsquounitagrave del reale e quella del discorso si rispecchiano a vicenda comesanciscono i frr 50 (ldquodato ascolto non a me ma al discorso [λόγος] egrave saggiodire lo stesso che tutte le cose sono unardquo) e 114 (ldquoPer fare un discorso[λέγοντας] con senso occorre valersi del consenso di tutte le cose [hellip]rdquo) Quan-do invece lrsquoanima non intende il λόγος lrsquoesperienza egrave del tipo deteriore comequella illustrata nei frr 1 (ldquo[hellip] gli uomini ne sono allrsquooscuro sia prima diascoltare [il λόγος] sia dopo aver ascoltato [καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαι καὶἀκούσαντες τὸ πρῶτον] infatti sebbene tutte le cose accadano secondo que-sto discorso [λόγος] essi assomigliano ad inesperti [ἀπείροισιν] anche laddoveesperiscono [πειρώμενοι] sia detti sia fatti di tal sorta [hellip]) e 34 (ldquoavendo ascol-tato [ἀκούσαντες] senza comprendere assomigliano a sordi [κωφοῖσιν][hellip]rdquo)953 Lrsquoopposizione polemica tra i molti stolti e i pochi sapienti fra iπολλοί che sono ldquodormientirdquo e la minoranza degli ldquosveglirdquo indica chiaramenteche secondo Eraclito la maggior parte degli uomini possiede unrsquoanima bar-bara Egrave questa prevalenza numerica a determinare lrsquoinsistenza sullrsquoaspetto ne-gativo dellrsquoesperienza spesso per i πολλοί essa non egrave foriera di conoscenza e siconcentra sulla molteplicitagrave piuttosto che sullrsquounitagrave del reale mentre solo ra-ramente per pochi conduce alla σοφίη In questo senso sono da intendere imoniti a diffidare dellrsquoesperienza sensibile come ad esempio i frr 54 (ldquoil col-legamento inevidente [ἀφανής] egrave piugrave forte954 di quello evidente [φανερῆς]rdquo) e56 (ldquosrsquoingannano gli uomini di fronte alla conoscenza delle cose apparenti[τῶν φανερῶν] [hellip]rdquo)

Nella cultura greca arcaica la critica al vano sapere di molte cose a cui egravesenzrsquoaltro preferibile la conoscenza autentica di unrsquounica cosa egrave proverbia-le955 probabilmente Eraclito si richiama dunque ad un ben noto assunto chetuttavia alla luce delle sue affermazioni acquisisce nuova efficacia Lrsquoerrore

952 Per questa interpretazione del fr 107 cfr Nussbaum 1972 I pp 9ndash13 Per un quadro circale interpretazioni dellrsquoaggettivo βάρβαρος cfr Marcovich 1978 p 32 e letteratura ivicitata In particolare egrave diffusa lrsquointerpretazione metaforica per cui ldquodie Seele die Sprachein der die Sinne ihre Zeugen-Aussagen machen nicht verstehtrdquo (Snell 1955 p 194) inquesto caso si scorge dunque unrsquoallusione ad un metaforico ldquolinguaggio dei sensirdquo inveceche al linguaggio verbale vero e proprio

953 I frr 1 34 e 108 sottolineano la rilevanza della sfera uditiva Bartling 1985 pp 42 ss riva-luta in questo senso anche il fr 19

954 ldquoPiugrave forterdquo egrave traduzione letterale ma anche ldquomigliorerdquo sulla scorta di unrsquoaccezione fre-quente di questo comparativo egrave accettabile (cfr Diano-Serra 41993 p 137)

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238 6 Il discorso come unitagrave articolata

diffuso della conoscenza umana consiste nel percepire i distinti e gli oppostifenomenici nella loro separatezza e non come reciprocamente collegati lrsquouo-mo si limita a vedere i ldquonon interirdquo il ldquodivergenterdquo ed il ldquodissonanterdquo (fr 10)ossia il diramarsi dellrsquounitagrave nella molteplicitagrave ma gli restano celati i ldquocollega-mentirdquo ovvero lrsquoἁρμονίη tra le cose956 Poicheacute coincide con lrsquounitagrave degli oppo-sti fenomenici (fr 67) egrave la divinitagrave eraclitea a detenere realmente la sapienza(cfr fr 102) non lrsquouomo questi in genere non possiede ldquointelligenzardquo (νόονfr 40) neacute ldquofacoltagrave conoscitiverdquo (γνώμας fr 78) Pertanto le conoscenze accet-tate dalla communis opinio957 sono in realtagrave inattendibili In effetti nella teo-ria della conoscenza eraclitea alla pars destruens ossia al discredito di formedella conoscenza ritenute fallaci spetta un ruolo di primo piano958 come pro-va lrsquoaspra critica contro i piugrave celebrati falsi sapienti del passato sia remoto cherecente Omero Esiodo Archiloco Ecateo Senofane Pitagora959 Essi pro-prio come la maggioranza degli uomini non sono in grado di seguire il λόγοςcome ciograve che egrave ξυνός mentre ldquo[hellip] vivono come se avessero unrsquointelligenza in-dividualerdquo (fr 2) e ldquonon comprendono (ξυνιᾶσιν) come quanto diverge con-corda con se stesso [hellip]rdquo (fr 51)

Consideriamo a questo punto le parole che in Eraclito esprimono una co-noscenza autentica960 In questrsquoarea semantica sono compresi ξυνίημι νόος eσοφίησοφός

Innanzitutto a confermare la concezione unificante della conoscenza egrave ilverbo ξυνίημι alla lettera ldquomandare insiemerdquo che esprime nella sua stessamorfologia lrsquoazione sintetica del conoscere961 Da questo verbo deriva lrsquoagget-tivo ἀξύνετος nei frr 1 e 34 gli ἀξύνετοι sono tali percheacute non sanno ascoltare(ἀκούειν) correttamente ossia istituendo collegamenti962 allo stesso modo

955 Si consideri a tal proposito il proverbio πόλλrsquo οἶδrsquo ἀλώπηξ ἀλλrsquo ἐχῖνος ἓν μέγα (Archil fr201 W Margites fr 5 (Gostoli) cfr Leutsch-Schneidewin 1965 vol I p 147 [7] ed ilcommento di Gostoli 2007 p 77) Paragonabile egrave lrsquoaffermazione di A fr 390 (Nauck) ὁχρήσιμrsquo εἰδώς οὐχ ὁ πόλλrsquo εἰδὼς σοφός

956 Cfr Hammer 1991 pp 169 s957 Cfr frr 28 47 e forse anche 74958 Cfr Held 1970 pp 168 ss959 Cfr frr 40 42 56 57 (dove il riferimento egrave verosimilmente ad Hes Th 124 e 746 ss) 81

105 106 129 Lrsquounico sapiente a cui egrave accordata fiducia egrave Biante cfr cap 61 analisi del fr39 (pp 200 ss)

960 Cfr Schirren 1998 pp 166ndash171961 Secondo D L II 22 il verbo egrave adoperato anche da Socrate nel suo giudizio circa lrsquoopera

dellrsquoEfesio [hellip] ἃ μὲν συνῆκα γενναῖαmiddot οἶμαι δὲ καὶ ἃ μὴ συνῆκα [hellip]

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62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 239

nel fr 51 il fallimento dello ξυνιέναι coincide con il mancato riconoscimentodel συμφέρειν (o dellrsquoὁμολογεῖν a seconda della lectio accolta) di ciograve che appa-rentemente differisce Si puograve inoltre osservare che come λέγειν ancheξυνιέναι indica unrsquoazione non aspettualmente puntuale o con risultato imme-diato963 bensigrave un processo avente una sua durata nel tempo ciograve egrave coerentecon la concezione della conoscenza come operazione di sintesi piuttosto chead esempio come intuizione improvvisa

La facoltagrave della conoscenza egrave chiamata νόος964 Nel fr 114 (ξὺν νόωιλέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων [hellip]) lrsquoidea di unificazione che gliegrave propria egrave sottolineata dal gioco di parole paronomastico ξὺν νόωι τῶι ξυνῶιdove il νόος risulta essere la facoltagrave che va messa in azione nel ldquofare discorsirdquoovvero nel ldquomettere insiemerdquo (λέγοντας) Il fr 40 pone il νόος in antitesi allaπολυμαθίη che come si vedragrave a breve indica una conoscenza qualitativamen-te deteriore percheacute non risolve la contraddittorietagrave del mondo in unitagrave dalche si deduce che il νόος invece ne egrave capace Si puograve osservare che come ilλόγος anche il νόος della risemantizzazione eraclitea e parmenidea965 assolvead una funzione conoscitiva sintetica pertanto secondo quanto rilevato daSnell966 λόγος λέγειν intesi da Eraclito ancora come esperienze eminente-mente uditive e νόος νοεῖν che riconducono invece al campo esperienzialevisivo sortiscono un analogo tipo di conoscenza Non egrave da escludere che il ri-corso ad entrambi i domini sensoriali quello uditivo e quello visivo sia sugge-rito ad Eraclito dalla situazione comunicativa aurale

962 Cosigrave intende ἀξύνετοι Nussbaum 1972 I p 11963 Come invece γιγνώσκειν cfr Snell 1991 pp 30 ss964 Accettabile egrave la proposta di Fattal 2005 p 65 circa la ldquosinonimiardquo in Eraclito tra νόος

νοεῖν ed il verbo φρονεῖν ldquoΝοέω e φρονέω νόος e φρόνησις sono sinonimi come risulta dalfr 104 dove νόος e φρήν sono usati per designare la medesima realtagrave lsquoMa qual egrave la lorointelligenza (νόος) il loro pensiero (φρήν)rsquo Drsquoaltra parte il φρονέειν del fr 113 dice piugrave omeno la stessa cosa del νόος del fr 114 lsquoLrsquointelligenza (τὸ φρονέειν) egrave comune a tuttirsquo (fr113) e lsquoQuelli che parlano con intelligenza (νόωι) si basano su ciograve che egrave comune a tuttirsquo (fr114) Φρονέω e νόος sono in stretto rapporto con ciograve che egrave comune (ξυνός) a tutti (πάντα)e designano la stessa cosardquo Tale sinonimia non riguarda invece il verbo γιγνώσκειν (ovveroγινώσκειν) che in nessuna delle sue occorrenze (frr 5 17 28 57 86 97 108 116) sembraindicare la conoscenza unificante del tipo qui esaminato neacute il verbo εἰδέναι (frr 23 57 80104) Entrambi infatti possono indicare indifferentemente sia la conoscenza fallace siaquella veritiera Contra Schirren 1998 p 167 Pressocheacute sinonimico egrave lrsquouso omerico cfrHom Od XVI 136 XVII 193 e 281 γινώσκω φρονέω τά γε δὴ νοέοντι κελεύεις

965 Cfr cap 12 sv pp 13 ss

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240 6 Il discorso come unitagrave articolata

La caratterizzazione della conoscenza piugrave frequente in Eraclito egrave quellaespressa dal gruppo σοφίη σοφός Nel cap 12 sv (pp 19 s) si egrave giagrave osservatoche le due voci occorrono con costanza insieme a λόγος λέγειν come accadenei frr 32 50 108 112 A questi va aggiunto il fr 118 secondo il quale a de-terminate condizioni la ψυχή egrave dotata di somma σοφίη (σοφωτάτη) infatti ifrr 45 e 115 sostengono che la ψυχή egrave sede del λόγος ed il fr 107 lascia inten-dere che le ψυχαί in grado di comprendere sono appunto quelle che padro-neggiano il λόγος Per Eraclito la σοφίη consiste nel comprendere la latenteunitagrave dei distinti collegando i dati sensibili apparentemente irrelati in basead un criterio unificante967 Pertanto essa egrave una ed onnicomprensiva (ἓν τὸσοφόν cfr frr 32 41) opposta alla πολυμαθίη ldquonozione-di-molte-coserdquo econsiste nel ldquo[hellip] comprendere lrsquointelligenza [γνώμη] che governa tutte lecose attraverso tutte [πάντα διὰ πάντων]rdquo (fr 41)

Il fallimento a livello conoscitivo del ldquoraccogliere insiemerdquo e dunque lanetta antitesi alla σοφίη egrave rappresentato dalla πολυμαθίη (frr 40 129) In que-sto nome composto la qualitagrave deteriore della conoscenza egrave espressa indub-biamente dallrsquoaggettivo πολύς che si oppone allrsquounitagrave della σοφίη ma forseanche dalla radice del verbo μανθάνειν che in Omero968 tende ad indicare laconoscenza come messa in atto irriflessiva e quasi automatica di quanto egravetramandato o delle abitudini comuni969 Ad ogni modo la differenza sostan-ziale tra σοφίη e πολυμαθίη egrave che la prima riconosce lrsquounitagrave celata nella molte-plicitagrave mentre la seconda non sa farlo Intendendo lrsquoopposizione lsquoσοφίη vsπολυμαθίηrsquo come una traduzione sul piano cognitivo dellrsquoopposizione eracli-tea di lsquounitagrave vs molteplicitagraversquo si dissolve la contraddizione che alcuni studiosihanno scorto tra il fr 35 (χρὴ γὰρ εὖ μάλα πολλῶν ἵστορας φιλοσόφους ἄνδραςεἶναι) ed il fr 40 (πολυμαθίη νόον ἔχειν οὐ διδάσκει [hellip])970 a rendere positiva la

966 Snell 1991 p 45 ldquoEraclito [hellip] incrocia (come dimostra proprio questo frammento [il40] ma vedi anche frr 17 104 114) la concezione del logos che si ode e comprende conquella del noos della lsquovisionersquo (lsquoEinsichtrsquo) che appartiene piuttosto al vedere e al ricono-scererdquo Cfr anche Houmllscher 1968 p 139 che a proposito dello stile oracolare di Eraclitoafferma ldquonon solo il visibile ma anche lrsquoudibile diventa un simbolo la linguardquo citandocome esempio il frammento 48 in cui occorre ldquoscovare nel senso il controsensordquo

967 Sulla connotazione epistemologica ed etica dellrsquoopposizione eraclitea tra unorsquo e lsquomoltirsquo cfrStokes 1971 pp 87 ss

968 Cfr ad esempio Il VI 444 Od XVII 226969 Cfr Snell 1991 pp 47 ss La critica al tipo di conoscenza implicita in μανθάνειν sarebbe in

linea con il senso presunto del fr 74 secondo il quale non bisogna agire come ci viene tra-mandato dai genitori

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conoscenza del fr 35 egrave in primis il fatto che essa viene condotta da φιλόσοφοιossia da amanti della σοφίη come sapere unificante mentre la conoscenza delfr 40 egrave giudicata negativamente percheacute si tratta di πολυμαθίη

A questo punto occorre affrontare la questione del ruolo del λόγος nellaconoscenza Sono opportune due osservazioni preliminari In primo luogopoicheacute il λόγος egrave lsquodiscorsorsquo si chiarisce il fondamentale ruolo conoscitivo dellaconoscenza sensibile in generale e uditiva in particolare971 In secondo luogopoicheacute il discorso egrave inteso come ldquoazione risultato del raccogliere insiemerdquo sicomprende il motivo della sua costante occorrenza entro contesti in cui siparla della conoscenza la Grundbedeutung di λέγειν egrave coerente con la conce-zione sintetica della σοφίη972

Essendo entrambi delle unitagrave articolate discorso e mondo per Eraclitosono simili nella struttura e nel funzionamento (cfr cap 53 pp 177 ss) egravequesta analogia a conferire al discorso il suo valore euristico e conoscitivo Aben vedere si tratta di un valore doppio da un lato in quanto modello analo-go della realtagrave il λόγος costituisce un importante oggetto della conoscenzagiaccheacute anchrsquoesso necessita di essere compreso dagli uomini al di lagrave delle appa-renze dallrsquoaltro in quanto funzione dellrsquoorgano cognitivo ψυχή (cfr frr 45107 e 115) il λόγος funge anche da strumento con cui pervenire alla cono-scenza ldquoascoltandordquo con attenzione il discorso (proprio ed altrui) il parlantedispone infatti di un ottimo terreno di osservazione per inferire il funziona-mento del mondo fisico In altre parole gli uomini possono comprendere ildiscorso solo attraverso il discorso e tuttavia in questo processo cognitivonon vi egrave nulla di meramente autoreferenziale (circulus vitiosus) infatti ilλόγος costituisce unrsquoefficace chiave interpretativa del mondo fenomenicouna volta che si sia compresa la sua natura articolata

970 La percezione della contraddizione ha indotto alcuni interpreti ad ipotizzare la non auten-ticitagrave del fr 35 Altri lrsquohanno spiegata in base a diverse sfumature di significato dei verbiἱστορεῖν (fr 35 ἵστορας) e μανθάνειν (fr 40 πολυμαθίη) ἱστορεῖν insisterebbe maggior-mente sullrsquoattivitagrave del soggetto conoscente sulla sua ricerca del sapere mentre μανθάνεινindicherebbe come si egrave giagrave osservato una forma di acquisizione del sapere tendenzial-mente passiva o ricettiva dunque lrsquoopposizione dei due frammenti sarebbe giocatasullrsquoattivitagrave (fr 35) giudicata positivamente da Eraclito o al contrario sulla passivitagrave (fr40) dellrsquoacquisizione della conoscenza bocciata dal sapiente (per un ragguaglio sulla que-stione cfr Verdenius 1947 pp 280 s)

971 Questo egrave lrsquoapproccio interpretativo di Schirren 1998 pp 156 s972 Cfr Heidegger 2000 pp 219 ss

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A fronte di queste posizioni egrave lecito chiedersi quale ruolo conoscitivocompeta allo specifico λόγος che Eraclito depositograve nel tempio dellrsquoArtemisionallrsquoinizio del V sec a C

Nel cap 61 contestualmente allrsquoanalisi dei frr 2 39 e 50 (rispettivamentep 191 p 201 p 206) egrave stato osservato che in Eraclito egrave possibile distingueredue tipi di referenti per λόγος i discorsi lsquosoggettivirsquo ossia discorsi determinatie particolari (frr 39 87 e 108) ed il discorso lsquointersoggettivorsquo ossia quello ingenerale o il linguaggio973 Lo scritto eracliteo rappresenta indubbiamenteuna determinata attuazione del linguaggio (in termini saussuriani si puograve af-fermare che esso coincide con un atto di parole non con la langue) Tuttaviaquesto specifico discorso intende mettere in evidenza proprio il funziona-mento del linguaggio in generale e in virtugrave dellrsquoanalogia tra linguaggio e mon-do anche quello della realtagrave fenomenica

In linea di massima qualunque λόγος in quanto ldquoazione risultato delλέγεινrdquo presenta una struttura ed un funzionamento in qualche misura similia quelli del mondo fisico e puograve pertanto risultare utile (se adeguatamente re-cepito) alla comprensione della realtagrave come unitagrave articolata Questa costanteesperienza di ἔπεα καὶ ἔργα (fr 1) non egrave tuttavia sufficiente per i πολλοί i qualirestano nellrsquoincoscienza (cfr fr 72) A differenza di altri discorsi974 quelloeracliteo ha intenzioni didattiche e si pone come obiettivo precipuo la rap-presentazione del modello articolatorio comun denominatore di linguaggioe mondo Il σοφός e φιλόσοφος Eraclito da esperto artigiano della parola nelcomporre il proprio discorso intende rappresentare in modo direttamenteesperibile la struttura articolata del linguaggio e della realtagrave il suo farsi moltipur restando uno offrendone per cosigrave dire una μίμησις975 Tale obiettivo egraveraggiunto grazie allrsquoimprescindibile sodalizio tra ldquoformardquo e ldquocontenutordquo delλόγος eracliteo

Il messaggio di Eraclito sta tutto nella forma in cui ci egrave offerto ossia nellapregiata trama di collegamenti fonici ritmici e tematici che percorre il discor-so In primo luogo la dottrina dellrsquointimo collegamento dei distinti ossia il

973 Egrave stato anche sottolineato che la diversitagrave dei referenti (ldquoun certo xrdquo in particolare o piut-tosto ldquoxrdquo in generale) non compromette lrsquounitagrave del significato di λόγος

974 Si pensi ad esempio a quelli a cui il sapiente si riferisce nel fr 108975 Kirk 31970 p 55 parla di μίμησις καὶ μέθεξις Cfr Hammer 1991 p 189 ldquoDer lsquoobjektiversquo

λόγος also der λόγος der Welt und Heraklits λόγος (Darlegung) sind zwei lsquoAspektersquo ein undderselben Sacherdquo (ma lo studioso intende il λόγος ldquooggettivordquo non come ldquodiscorsordquo bensigravecome ldquorapportordquo Verhaumlltnis unificante gli opposti)

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piano del contenuto egrave veicolata sul piano della forma dagli espedienti lin-guistici considerati nella prima parte del lavoro le reti di significazione i gio-chi di parole e la polivalenza sintattica Tali espedienti sono tutti finalizzatialla contestualizzazione diversificata delle parole-chiave ossia a stabilire tradi loro coerenze eterogenee976 le reti di significazione traducono in atto ilprincipio di risonanza rimandando continuamente immagini ad altre imma-gini e sollecitando alla loro contestualizzazione reciproca (cap 21) i giochidi parole stabiliscono collegamenti tra immagini apparentemente irrelate(cap 22) la polivalenza sintattica invita il lettore-ascoltatore a diventare an-che interprete componendo e scomponendo i raggruppamenti sintattici esintagmatici secondo una nuova flessibilitagrave (cap 23) Queste strategie dicontestualizzazione fungono da tracce (tracce acustiche tracce grafiche trac-ce etimologiche o paretimologiche tracce sintattiche etc) a partire dallequali individuare ed esperire i collegamenti latenti e dunque lrsquounitagrave degliὀνόματα nel λόγος che corrisponde a quella dei πάντα nellrsquoἕν

Nellrsquoottica dellrsquoosmosi tra forma e contenuto vanno riconsiderate anche leintuizioni di Kahn977 circa ldquodensitagraverdquo e ldquorisonanzardquo Da un canto Eraclitoesprime con un solo significante una molteplicitagrave di contenuti egrave questo ilcaso delle parole dense che hanno plurime accezioni a seconda dei contestidrsquouso e delle proposizioni contrassegnate da polivalenza sintattica (la linguis-tic density di Kahn) Dallrsquoaltro al contrario il sapiente ricorre ad una molte-plicitagrave di significanti per esprimere un unico contenuto ciograve si verifica adesempio nelle reti di significazione costituite da immagini che riecheggian-dosi lrsquoun lrsquoaltra veicolano un unico senso Per lrsquointerprete la compresenza didensitagrave e risonanza si traduce in un movimento ermeneutico doppio diestensione e contrazione da una parte dove vi egrave densitagrave (parola densa o sin-tassi polivalente) allrsquointerno di un unico segno si schiude un orizzonte se-mantico piugrave vasto cosigrave che lrsquointerpretazione procede dallrsquouno al molteplicedallrsquoaltra per via della risonanza lo stesso contenuto egrave reso in un caleidosco-pio di forme diverse per cui lrsquointerpretazione deve risalire dal molteplice finoallrsquounitagrave

Questo duplice movimento ermeneutico rivolto nelle due direzioni ἐκπάντων ἓν καὶ ἐξ ἑνὸς πάντα (fr 10) riproduce il moto della conversio essodunque fornisce al lettore-ascoltatore attento e partecipante unrsquoesperienza

976 Sulla loro funzione contestualizzante cfr cap 32 p 73977 Kahn 1979 pp 91 s

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diretta dellrsquounitagrave articolata In particolare numerosi casi di polivalenza sin-tattica rappresentano dei ldquopunti di articolazionerdquo del discorso eracliteo checonferiscono dinamismo allrsquounitagrave del λόγος attraverso la sua ripartizione incoerenze variabili Infatti le parole o i sintagmi mediani cioegrave interpretabili siainsieme a ciograve che precede sia insieme a ciograve che segue problematizzando la let-tura e la comprensione del testo rivelano diverse possibilitagrave di raggruppare lecomponenti del discorso A titolo di esempio si puograve ricordare il noto casodellrsquoincipit τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι [hellip] grazie alla sua posizioneambigua tra le due proposizioni lrsquoavverbio ἀεί assume funzione di cernierapercheacute divide e al tempo stesso unisce due membri costitutivi del λόγος Ciogravesottolinea la natura una e molteplice del discorso e chiama il lettore-ascolta-tore a dividere e unire disgiungere e congiungere abstrahere e cumtrahere

Non egrave da escludere che lrsquoimpianto stesso dello scritto eracliteo promuoves-se la ricerca di unrsquounitagrave forte ma latente Alcuni interpreti sono dellrsquoavvisoche lrsquoopera non doveva consistere in una prosa continua ma piuttosto in unaraccolta di γνῶμαι apparentemente indipendenti in realtagrave coerenti lrsquouna conlrsquoaltra978 Una formulazione piugrave cauta di questa ipotesi viene da Bremer ilquale paragona lo scritto eracliteo alle Odi di Pindaro per il comune ldquoprinci-pio di composizionerdquo che consiste in una coerenza interna tanto profondaquanto ardua da riconoscere Egrave appunto questa caratteristica a suggellare lacoalescenza tra ldquocontenutordquo e ldquoformardquo del λόγος eracliteo ldquo[hellip] dieses am Mo-dell der Sprache entwickelte universale Darstellungsprinzip gilt nicht zuletztfuumlr die sprachliche Darstellung selbst Daszlig lsquodas Ganze eine Einheit istrsquo (B50)ist nicht nur die inhaltliche sondern zugleich die formale Bestimmung des Lo-gos So scheint Heraklits Werk als Selbstdarstellung des Logos Jeder einzelneSatz ist als Verbindung von Verschiedenem ein lsquoGanzesrsquo und lsquoNichtganzesrsquoEr ist im Miteinander und Gegeneinander der Rhythmen und Klaumlnge diesprachliche Gestalt der Einheit in der Vielheitrdquo979 La fondamentale ma ine-

978 Cosigrave Havelock 1973 p 268 nota 7 e p 319 nota 38 Kirk 31970 pp 7 s Cfr Hussey1982 p 56 ldquoHeraclitus wishes to use the language to lsquoshow how [each thing] isrsquo (B1) Forthis reason language properly used is cryptic to the uninitiated just a sense-experience is[hellip] The interpreting consists in the finding of a meaning which casts a unifying light andenables the different parts to be understood as parts of a structure [hellip] To understand is lit-erally to lsquoassemblersquo the parts For this reason it seems likely that Heraclitusrsquo own work wasmeant to be read as a whole though the individual sayings were clearly almost completelydisjoint from one anotherrdquo

979 Bremer 1996 p 84 (corsivo mio)

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vidente coesione sottesa al discorso di Eraclito egrave dunque il mezzo espressivoprecipuo per il fulcro del suo insegnamento ossia lrsquoarmonia (il collegamento)dei distinti fenomenici e rende lrsquoopera stessa un modello esemplare di unitagravearticolata

Se per i fruitori di una cultura letteraria abituati ad una netta demarcazio-ne tra mezzi espressivi e contenuti espressi la loro compenetrazione puograve ve-nire intesa come un raffinato artificio stilistico in grado di far convergere duesfere separate per le culture oro-aurali (e dunque anche per Eraclito e per ilsuo pubblico) forma linguistica e contenuto si compenetrano reciprocamen-te e in una certa misura coincidono Quando il bardo celta Taliesin (VI sec)celebra lrsquounitagrave profonda che soggiace al mondo egli ricorre ad una fitta tramadi risonanze e di richiami metrici e fonici980 Lrsquointreccio tra lrsquoespressione lin-guistica ed il suo contenuto egrave per le civiltagrave della parola cantata un fatto di na-tura piugrave che di artificio negli enunciati poetici profetici e sapienziali il suo-no stesso della voce egrave il principale portatore di significato Rigorosamenteparlando dunque la distinzione stessa tra un ldquopiano della formardquo ed un ldquopia-no del contenutordquo entro il discorso eracliteo egrave snaturante percheacute fa a pezziquanto per lrsquoartigiano della parola egrave fuso insieme Tale distinzione egrave utileesclusivamente allrsquointerprete che con acribia filologica desideri individuareed analizzare le componenti di una coalescenza

Per il pubblico dellrsquoinizio del V sec a C lo scritto di Eraclito vuole funge-re da efficace strumento per la conquista di una conoscenza che riconoscasulla scorta del modello del discorso lrsquounitagrave latente dei distinti fenomeniciLa concreta esperienza sia uditiva che visiva del λόγος egrave il punto di partenzaineliminabile per tale conoscenza ragione per cui chi si accosti allrsquooperaeraclitea deve essere oggi come allora lettore ad alta voce981 Dopo aver fattoda ldquoaccorti osservatori di moltissime coserdquo (fr 35) esperienza del λόγος i let-tori-ascoltatori sono chiamati ad un ruolo attivo quello di sintetizzare allaluce di un principio unificante impressioni e dati emergenti da un complessodi formulazioni apparentemente sconnesse In questo senso lo scritto diEraclito non si configura come insegnamento puramente teorico e descritti-vo circa lrsquounitagrave dei distinti ma piuttosto come il mezzo di un apprendimento

980 Lengyel 1976 p 205 commenta come segue la poesia Le Kat Godeu attribuita appuntoa Taliesin ldquoCon questo [hellip] sistema poetico si voleva portare alla coscienza il legamelrsquointerdipendenza di tutte le cose nel senso piugrave ampio della parola La metrica doveva cor-rispondere al contenuto della poesia e trasmettere qualcosa dellrsquoinevitabile sorte comunedi tutti i fenomenirdquo

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vivo partecipante e sinestetico982 Per ricorrere ad una metafora il λόγοςeracliteo egrave uno specifico ldquoginnasiordquo ossia un luogo deputato alla pratica eallrsquoesercizio del λέγειν di questo allenamento si giova lrsquoorgano della ψυχή ed ilλόγος egrave la funzione che ne risulta sviluppata

Riepilogando si puograve affermare che per Eraclito un unico processo dellaconoscenza soggiace alla comprensione di tre oggetti analoghi per struttura efunzionamento lo scritto eracliteo il linguaggio e la realtagrave Tale processoprende le mosse dallrsquoesperienza che egrave necessaria ma non sufficiente Ai sensisi offre unrsquoirrelata pluralitagrave di distinti tra i quali prima facie non si scorge re-lazione di continuitagrave egrave necessario dunque un apporto ermeneutico che risol-va la multiformitagrave e contraddittorietagrave dei dati sensibili La modalitagrave erme-neutica indicata da Eraclito consiste nel cogliere i collegamenti tra i distintiovvero nellrsquooperazione del λέγειν come reductio ad unum Ciograve coincide con ilconseguimento della σοφίη sapienza unificante che permette di riconoscerela struttura dinamica del discorso e del mondo capaci di farsi molti pur re-stando uno

981 La decisa affermazione di questa necessitagrave rappresenta probabilmente il maggiore contri-buto di Deichgraumlber 1962 agli studi non solo su Eraclito ma sulla letteratura greca arcaicain generale Quanto al problema storico della lettura ad alta voce lrsquoabilitagrave e la diffusionedella lettura silenziosa non possono essere retrodatate a prima dellrsquoetagrave classica almeno suquesto dato la letteratura specialistica appare pressocheacute unanime Nondimeno in unrecente contributo sullrsquoargomento Roumlsler 2006 sostiene che lrsquoopera di Erodoto sarebbe laprima a forzare con la sua lunghezza i limiti imposti dalla lettura ad alta voce (ivi p 69)tendenza che appare poi consolidata con Tucidide ed il suo antioraler Stil (ivi p 71)

982 Circa la funzionalitagrave del medium scritto per lrsquoesercizio cognitivo ldquoattivordquo da parte del let-tore egrave utile ricordare le affermazioni di Roumlsler 1997 p 722 che profila le differenze psi-cologico-cognitive tra la ricezione orale (o ldquocomunicazione face to facerdquo cfr ivi p 721) equella scritta ldquo[hellip] lrsquoassenza dei vantaggi dellrsquoesecuzione orale potrebbe apparire una per-dita ma egrave proprio questrsquoassenza che funziona da impulso per qualcosa il cui spazio era statoridotto nella situazione face to face dellrsquoesecuzione orale il processo immaginativo Comeha mostrato W Iser nella sua analisi del processo di lettura il lsquovuoto costitutivorsquo della situa-zione testo-lettore [hellip] esige dal lettore unrsquoattivitagrave di adattamento tale vuoto vienelsquocostantemente occupato da proiezionirsquo e si realizza cosigrave in un gioco combinato di lsquoatti dicomprensionersquo e lsquosintesi passiversquo la costituzione del testo come prestazione creativa e per-ciograve individuale del lettore Al posto del soggetto che asseconda ndasho credendo o dubi-tandondash subentra il soggetto che crea che nel processo di lettura collabora attivamente allaproduzione dellrsquooperardquo

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Conclusioni della Parte II

Se la prima parte del lavoro ha considerato aspetti stilistici e formali del di-scorso di Eraclito allrsquoinsegna del compromesso tra oralitagrave e scrittura la secon-da interpreta seguendo lo stesso filo conduttore anche i suoi contenutisapienziali

Alla base della riflessione eraclitea sul linguaggio e sul mondo egrave possibileindividuare un modello portante che egrave stato definito lsquounitagrave articolatarsquoEssa egrave contraddistinta dalle seguenti caratteristiche 1) Unitagrave Alla moltepli-citagrave dei distinti fenomenici soggiace unrsquounitagrave inevidente che li comprendetutti 2) Conversio Allrsquointerno dellrsquounitagrave agiscono due forze di segno uguale econtrario una egrave la spinta centrifuga o divisoria che procede dallrsquouno ai moltilrsquoaltra egrave la spinta centripeta o coesiva che va dai molti allrsquouno Per effetto diquesto sistema di forze unitagrave e molteplicitagrave possono essere considerate inter-scambiabili 3) Autopoiesi Poicheacute le due forze uguali e contrarie della conver-sio sono immanenti allrsquounitagrave essa stessa egrave artefice della propria organizzazioneinterna in parti costituenti Con ciograve lrsquounitagrave evidenzia caratteristiche tipichedegli organismi viventi

Nel cap 41 egrave stato illustrato dapprima in generale il rapporto tra unitagrave emolteplicitagrave che egrave sotteso alla riflessione greca arcaica sulla natura poi in par-ticolare il rapporto tra ἕν e πάντα caratterizzante la visione cosmologica diEraclito Solo poche delle numerose occorrenze eraclitee di εἷς μία ἕν e di πᾶςπᾶσα πᾶν non si prestano (o si prestano poco agevolmente) ad essere inter-pretate in base al modello dellrsquounitagrave articolata Successivamente sono state in-dividuate due reti di significazione atte ad illustrare tale modello quella delleimmagini veicolanti lrsquoidea di coesione ed unitagrave (cap 42) e quella delle imma-gini veicolanti lrsquoidea di divisione e pluralitagrave (cap 43) In effetti lo stesso rap-

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248 Conclusioni della Parte II

porto vigente tra ἕν e πάντα lega anche il fuoco e gli aromi (fr 67) lrsquooro e lemerci (fr 90) la legge divina e le leggi umane (fr 114) etc Non solo parolecome πῦρ κόσμος θεός πόλεμος etc sono tutte semanticamente dense ovve-ro risemantizzate rispetto allrsquoorizzonte semantico tradizionale ma dalla lororisemantizzazione emergono anche rilevanti tratti in comune coincidentiappunto con le caratteristiche dellrsquounitagrave articolata (1 2 e 3) Queste ed altreimmagini dunque illustrano ed esemplificano il modello articolatorioLrsquoenucleazione di un determinato senso per mezzo di una pluralitagrave di signifi-canti reciprocamente solidali (cfr la ldquorisonanzardquo descritta da Kahn983) basatasulla variazione dellrsquoidentico e sul pensiero per immagini risulta coerente conle modalitagrave espressive diffuse presso le culture oro-aurali

Attribuire al discorso un ruolo cosmologico non rappresenta un nonsen-so I capitoli raggruppati sotto il n 5 (51 52 53) fungono da cerniera con-cettuale tra quelli del n 4 dedicati al cosmo e quelli del n 6 dedicati allinguaggio viene infatti considerato il nesso presente nel pensiero di Eraclitotra linguaggio e cosmo A questo scopo occorre innanzitutto comprendereattraverso un esame storico-linguistico che va da Omero fino allrsquoinizio del Vsec a C quale sia la semantica del nomen actionis et rei actae λόγος ovvero delverbo λέγειν allrsquoepoca dellrsquoEfesio (cap 51) Secondo lrsquoesito dellrsquoindagine finoad Eraclito incluso non si riscontrano occorrenze di λόγος con valori raziona-listici neacute matematici come quelli di ldquoragionerdquo ldquoproporzionerdquo ldquomisurardquo etcFondamentalmente nellrsquoarco di tempo considerato λόγος significa ldquoazione risultato del λέγεινrdquo ossia del ldquoraccogliere insiemerdquo e del ldquoraccontarerdquo dunqueldquoraccoltardquo e soprattutto ldquodiscorsordquo Questi dunque sono i significati storica-mente attribuibili ad Eraclito Al contrario commentatori e traduttori fini-scono per attribuire a λόγος significati anacronistici oltre che talvolta fra loroquasi irrelati A riservare le maggiori difficoltagrave interpretative sono i frammen-ti che istituiscono una relazione diretta tra λόγος e ψυχή da una parte (frr 45115) e tra λόγος e mondo fisico dallrsquoaltra (es frr 1 31) Ciograve egrave dovuto al fattoche in base al nostro comune sentire il discorso non gioca alcun ruolo rispet-tivamente cognitivo neacute cosmologico di conseguenza proprio in corrispon-denza di queste occorrenze vengono proposte le piugrave disparate (eproblematiche) traduzioni ed interpretazioni di λόγος Ma lrsquoattribuzione diruoli simili al discorso egrave davvero un nonsenso

983 Kahn 1979 pp 89 s

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Conclusioni della Parte II 249

Circa il ruolo cognitivo una risposta convincente egrave data da Nussbaum laquale ha mostrato come per Eraclito ψυχή sia lrsquoorgano della cognizione ecome λόγος rappresenti proprio in qualitagrave di connected discourse984 la sua spe-cifica funzione cognitiva Occorre pertanto concentrarsi sul ruolo cosmolo-gico assolto dal λόγος

Gli studi antropologici sono drsquoaiuto nel ricordare che le categorie di lsquosensorsquoe lsquononsensorsquo sono culturalmente relative Dal confronto interculturale sievince che nel pensiero informato dallrsquooralitagrave il linguaggio ricorre costante-mente come protagonista delle concezioni fisiche e specificamente cosmogo-niche e cosmologiche si pensi ad esempio ai numerosi miti della ldquoparola crea-tricerdquo che chiama ad essere il nominato (cap 52)

Con questo tuttavia non si egrave ancora toccata la specificitagrave della concezioneeraclitea del λόγος Qui il modello non egrave quello creazionista delle culturedellrsquooralitagrave primaria bensigrave egrave di tipo analogico-esplicativo Eraclito scorge unarispondenza tra discorso e mondo che si somigliano nella struttura e nel fun-zionamento in quanto entrambi unitagrave articolate (ἕν πάντα = λόγος ὀνόματαcfr cap 53) tale analogia fa del λόγος uno strumento euristico utile a capirela realtagrave La concezione del discorso come unitagrave articolata egrave imprescindibiledalla Grundbedeutung di λέγειν come ldquoraccogliere insiemerdquo giaccheacute il λόγος egraveinteso come composto da costituenti minori tra loro collegati gli ὀνόματα oἔπεα Una conferma a questa interpretazione viene dalla risemantizzazione diὄνομα usato da Eraclito non solo nel significato tradizionale di ldquonome pro-priordquo ma anche nellrsquoaccezione di ldquo(singola) parolardquo985 Bencheacute intesi daEraclito come parti del λόγος gli ὀνόματα serbano una funzione caratteristicadel nome proprio quella di individuare ciascun nominato nella sua determi-natezza e nel suo particolarismo986 egrave appunto questo a causare lrsquoimpressionedellrsquoincongruenza dei fenomeni Nel λόγος dunque si trovano ad agire le dueforze di segno uguale e contrario della conversio da un canto esso si segmentain una pluralitagrave di ὀνόματα dallrsquoaltro resta perograve coeso ed unitario Egrave la stessaπαλίντονος ἁρμονίη che caratterizza anche lrsquoarco e la lira (fr 51)

Nella sua concezione del λόγος come unitagrave articolata Eraclito si confermacome un sapiente aurale per il quale cioegrave egrave determinante lrsquoincontro tra il me-dium orale e quello scritto Infatti nella sua speculazione circa la natura vi-vente ed il cosmo per i quali viene assunta lrsquoinesperibile unitagrave di fenomeni ap-

984 Nussbaum 1972 I p 13985 Cfr cap 12 sv p 13986 Cfr E Hoffmann 1991 pp 58 s

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250 Conclusioni della Parte II

parentemente irrelati un ruolo centrale egrave attribuito al linguaggio ciograve egrave tipicodelle culture orali Al contempo la modificazione della percezione del lin-guaggio avallata dalla scrittura che oggettiva lrsquoenunciato sotto forma di ma-nufatto davanti agli occhi del lettore ne facilita lrsquoanalisi il discorso non egrave piugraveinteso in maniera olistica (ὅλον) come egrave intuitivo per il parlante non alfabe-tizzato bensigrave come una struttura composta analizzabile in costituenti se-mantici minori

Lrsquoesame delle occorrenze conferma la natura articolata del λόγος ed il suovalore euristico nella comprensione del mondo fenomenico Il cap 61 im-piega a fini ermeneutici i risultati della prima e della seconda parte della ricer-ca interpretando le occorrenze di λόγος λέγειν ὄνομα ed ὀνομάζεινprincipalmente in base a due linee-guida quella del significato unitario e nonspecialistico di λόγος come lsquodiscorsorsquo e quella del discorso come unitagrave artico-lata Infine nel cap 62 viene considerata la duplice funzione conoscitiva as-solta dal λόγος che per Eraclito non rappresenta soltanto lrsquooggetto ma anchelo strumento della conoscenza in qualitagrave di unitagrave articolata esso egrave visto infatticome un analogo del mondo fisico facilmente esperibile da ogni parlante Sededel λόγος egrave lrsquoorgano cognitivo della ψυχή (cfr frr 45 107 115) grazie alla suaazione sintetica (λέγειν) il λόγος conferisce ad essa la capacitagrave di assemblare ladifformitagrave contraddittoria dellrsquoesperienza sensibile per comprendere lrsquounitagravelatente delle cose

A fronte di questi argomenti occorre riconoscere allo scritto eracliteo quelmarcato intento didattico che invece gli viene spesso negato dalla critica Vei-colando il messaggio dellrsquoinvisibile coesione dei distinti attraverso un testofortemente asindetico composto di γνῶμαι apparentemente irrelate ma aben guardare percorso da una fitta trama di richiami fonici ritmici e temati-ci lrsquoartigiano della parola sprona continuamente il suo pubblico allrsquoeserciziodel comprendere come ldquofar andare insiemerdquo (ξυνιέναι) In questo modo eglipromuove i lettori-ascoltatori ad interpreti partecipanti e a discenti del pro-prio λόγος Invitando con il suo scritto ad unrsquoesperienza diretta del ldquoraccoglie-rerdquo (λέγειν) Eraclito indica la strada per il conseguimento della σοφίη

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Bibliografia

La traduzione dei brani di opere che nella presente bibliografia non compaiono in linguaitaliana egrave a cura dellrsquoautrice

AbbreviazioniOpere ed autori antichi vengono citati in base alle abbreviazioni usate nel Greek-EnglishLexicon di H G Liddell R Scott e H S Jones (LSJ) Per edizioni ed opere di consultazionesi egrave fatto ricorso alle seguenti sigle

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Buch Heraklitbook Seite 257 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

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Buch Heraklitbook Seite 258 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Letteratura secondaria 259

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Letteratura secondaria 261

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OrsquoSullivan J N ὀνομάζω in LFE Bd 3 Goumlttingen 2004 pp 714ndash716Olson D R Lrsquo alfabetizzazione come attivitagrave metalinguistica in Alfabetizzazione e oralitagrave a

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Snell B Die Entdeckung des Geistes Studien zur Entstehung des europaumlischen Denkens bei denGriechen Hamburg 1955

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Letteratura secondaria 263

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Buch Heraklitbook Seite 263 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Buch Heraklitbook Seite 264 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

AAeschines (Aeschin)

in Ctesiphontem47 38

Aeschylus (A)Agamemnon (A)

8 s 11021 ss 11030 110281 ss 222293 110475 110496 ss 220497 110582 149588 ss 110818 110848 ss 71271 20

Choephori (Ch)515 151911 43

Eumenides (Eu)55 20433 113682 113

Persae (Pers)142 204255 9337 9338 ss 149391 9400 20753 214833 20849 20920 20

Prometheus Vinctus (Pr)231 s 150972 s 141

Septem contra Thebas (Th)397 20592 204650 226

Supplices (Supp)96 ss 76246 20407 204584 s 46

fr 390 238Aetius (Aet)

423 s 232

Index locorum

Buch Heraklitbook Seite 265 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

266 Index locorum

AlcmaeonB (fragmenta)

1 186Alcman (Alcm)

fr 2 17fr 162 s 17

Anacreon (Anacr)fr 57c 148

Anaxagoras (Anaxag)B (fragmenta)

1 882 88 894 93417 ss 90424 s 885 90614 ss 868 2081 s 889 9311 86 22512 225121 8613 90 22514 22516 9017 93

Anaximander (Anaximand)B (fragmenta)

1 87 120 132Anaximenes (Anaximen)

A (testimonia)5 917 91

Antiochus (Antioch Hist)fr 2 29 155

Apollonius Rhodius (A R)1496 89

Aratus (Arat)Phaenomena

91 ss 137

Archilochus (Archil)fr 2316 148fr 1932 8fr 201 238fr 211 17fr 213 8

Aristophanes (Ar)Ecclesiazusae (Ec)

563 205Equites (Eq)

533 1211119 s 67

Nubes (Nu)580 229

Plutus (Pl)34 205

Thesmophoriazusae (Th)1052 7

Aristoteles (Arist)de Anima (de An)

404b 29 232404b 30 233408b 32 ss 232 233

de Caelo (Cael)298b 29 ss 109

de Generatione et Corruptione (GC)315a 10 s 77

de Motu Animalium (MA)698a 8 ss 97702a 21 ss 97

de Mundo (Mu)392a 34 89

Metaphysica (Metaph)984a 7 109987b 3 s XVII1052a 15 ss 991052b 20 ss 1951056b 28 s 881069b 20 s 881078b 17 ss XVII1086b 2 ss XVII

Buch Heraklitbook Seite 266 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 267

Aristoteles (Arist) continuaPhysica (Ph)

185b 5 ss 99187a 12 ss 86 91187a 22 ss 91

Poetica (Po)1457b 5 ss 4

Politica (Pol)1305a 31 2261324b 7 38

Rhetorica (Rh)1407b 11 ss 29 47 49 80 190

199 227Γ 5 50

BBacchylides (B)

Dithyrambi (Dith)1547 148

Epinicia (Epinic)121 17

fr143 1726 17

Bias1 2024 20210 20211 202

CCallinus (Callin)

fr 13 s 7Chilon

19 38Clemens Alexandrinus (Clem Al)

Stromateis (Strom)5109 64

DDemetrius Phalereus (Demetr)

de Elocutione (Eloc)192 49

Demosthenes (D)21 (in Midiam)

207 3825 (in Aristogitonem)

145 38255 227

Diogenes Apolloniates (Diog Apoll)B (fragmenta)

1 29 1552 893 1355 86 88 128

Diogenes Laertius (D L)112 236222 47 238913 XIII XIV 47

EEmpedocles (Emp)

A (testimonia)602 7

B (fragmenta)26 9127 s 16310 s 149 23543 149 2356 778 9383 919 9311 9312 93171 ss 91ndash921716 s 921726 235201 ss 92217 s 9223 90265 s 9227 8828 88

Buch Heraklitbook Seite 267 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

268 Index locorum

Empedocles (Emp) continuaB (fragmenta)

29 88 92353 ss 9241 41 8071 9082 9296 92110 10 53

Epicharmus (Epich)B (fragmenta)

12 15Euripides (E)

Bacchae (Ba)523 7610 225

Orestes (Or)446 1491203 1491635 46

Phoenissae (Ph)985 38

Supplices (Supp)430 s 38

fr1221052 7484 89

Evangelium (Ev)Iohannes (Jo)

11 157 169HHecataeus Milesius (Hecat)

fr 1 29 155 186fr 3006 11

Heraclitus (Heraclit)A (testimonia)

11 2021a XI12 XIV15 6316 XIII17 31 203112 XI 47 223

116 XI3 XIV3b XIV

B (fragmenta)1 11 29 31 35 36 37 44 46

49ndash50 52 53 59 80102 103 150 151154 155ndash156 157158 166 180 186ndash190 190ndash192 194197 201 205 207209 214 216ndash217223 227ndash228 230231 234 235 237238 242 244 248

2 11 35 36 59 103 105 115118 124 133 154156 158 186 190ndash192 193 197 201206 207 211 215217 230 238 242

3 1955 XII 11 44 200 2397 103 105 115 2128 106 120 121ndash123 125 2169 3810 42 98 100 106 111 122

124ndash126 164 207ndash208 212 216 238243

11 103 126ndash127 22512 915 43 200 20616 127 22517 213 239 24018 20419 11 209 227 23722 38 6723 13 25 133 134 192ndash193

23924 11 30 6725 43 129 138 20526 111 122

Buch Heraklitbook Seite 268 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 269

Heraclitus (Heraclit) continuaB (fragmenta)

28 42 44 125 205 226 238239

29 67 98 100 101 21730 7 8 11 21 30 35 36 37 97

98 109 109ndash110113 115 115 116129 135 136 194195

31 7 111ndash113 114 119 125135ndash136 150 153158 161 165 166193ndash197 213 248

32 13 19 35 45 52 81 99 127172 194 197ndash200219 223 224 240

33 38 105 124 23234 XI 10 42 67 209 214 218

227 237 23835 234 236 240ndash241 24536 939 104 153 158 165 183 196

200ndash202 206 217218 242

40 11 15 36 81 104 224 230236 238 239 240240ndash241

41 19 35 63 81 86 100 101104 126ndash127 164224 225 240

42 104 23843 6744 38 124 23245 9 10 19 36 100 154 159

161 202ndash205 233ndash234 236 240 241248 250

47 67 23848 XI 13 25 44 172 192 205ndash

206 215 221 232

49 67 98 10049a 12650 11 19 35 42 59 98 100

104 127 154 156159 161 188 191197 206ndash211 212215 217 219 221222 223 224 227228 234 235 237240

51 44 106 120 121ndash123 125133 188 210 216238 239 249

52 7753 7 11 35 53 77 103 118ndash

119 12754 11 121 122 123 228 235

23755 23656 XI 18 45 100 104 205 237

23857 98 102 104 182 238 23958 759 102 182 21160 102 123 182 183 206 21162 50ndash51 20664 103 114 126ndash127 22565 110 11366 8 103 113ndash114 125 127

22567 7 12 26 36 77 103 109

113 114 115 116117 118 125 134164 198 211ndash213238 248

67a 9 19872 43 45 52 154 159 205 209

213ndash216 217 218234 235 242

73 188 216ndash218 23074 67 238 24075 21 115 116 217 228 23577 9

Buch Heraklitbook Seite 269 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

270 Index locorum

Heraclitus (Heraclit) continuaB (fragmenta)

78 11 127 133 164 197 221238

80 7 35 36 118 119ndash120 129133ndash134 135 187ndash188 239

81 19 104 23885 XI 9 6786 23987 100 153 159 196 201 206

218ndash219 223 24288 98 125 206 21789 21 35 101 105 115 116

191 21790 8 35 38 99 103 108 109

110ndash111 112 128129 248

91 106 18792 XI 11 190 220ndash22193 XI 46 190 219ndash22394 45 129 134ndash135 135 137

194 20595 6897 68 23998 8100 67 137ndash138101 203102 12 103ndash104 117 118 123

133ndash134 238103 44 123 182104 15 45 202 217 239 240105 104 238106 100 104 123 228 238107 9 19 36 42 182 202 205

233 234 235 236237 240 241 250

108 19 35 53 104 127 153155 159 179 196201 206 217 218221 223ndash227 237239 240 242

110 68112 19 51ndash52 188 224 227ndash

228 230 240113 53 104 192 239114 11 15 35 36 38 42 53 98

100 101 104 105117 117ndash118 124127 133 186 191197 205 211 215222 229ndash232 237239 240 248

115 9 10 19 36 154 159 161202 203 204 232ndash234 236 240 241248 250

116 104 239117 9118 9 19 36 240120 46 136ndash137 200121 100123 XI 228124 20 116125 98 128129 18 81 104 224 236 238

240C (imitationes)

3 XIHerodianus (Hdn)

de Figuris (Fig) p 94 50Herodotus (Hdt)

14 15013 15019 15034 150117 150132 1511725 224209 150213 150

Buch Heraklitbook Seite 270 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 271

Herodotus (Hdt) continua2

33 15143 151912 89962 1211294 s 11314318 11

3209 22425 15045 15171 15076 15099 149130 21413022 38142 150143 150

4118 224952 204135 150

56110 224774 67105 150

6124 151

7934 22513 15014 150465 22447 18950 18958 150103 18914315 89156 150218 150223 150

810 150771 6786 229102 15010913 11

92 2267 15078 20280 150802 38832 38

Hesiodus (Hes)Opera et Dies (Op)

76 2078 14780 13106 147212 ss 130 131225 s 130228 s 7237 131254 134267 14550 8649 16686 67737 8788 147

Theogonia (Th)27 14574 109116 89123 ss 89 98 238204 11229 147296 11407 11500 221535 11586 11587 20

Buch Heraklitbook Seite 271 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

272 Index locorum

Hesiodus (Hes) continuaTheogonia (Th)

588 11700 ss 89746 ss 238867 113885 109890 147901 ss 138

fr2352 132963 13306 16

Hippolytus (Hippol)Refutatio omnium Haeresium (Haer)

992 210 123Hipponax (Hippon)

fr 1282 20Homerus (Hom)

Ilias (Il)1124 2302123 ss 1442125 1432212 ss 1452214 202222 1452258 1452435 1452669 112797 72805 2212814 2213188 1424124 ss 444145 204199 ss 1454 7560 s 1215759 206468 164827 308480 458507 1438541 137

8547 1439515 129600 151058 2211068 121148 2011166 22111638 ss 12811755 1431285 2012225 2012243 5413292 14514187 2014342 301580 1515187 ss 10915193 23015390 ss 14715393 14615412 1615422 1415597 s 716122 717250 22118225 718309 11818372 ss 6218419 1518449 1218470 ss 6219125 20420205 16420495 ss 1422112 ss 1422113 72120 1422122 ss 1422127 1422129 1422230 22122235 1522255 12122415 12

Buch Heraklitbook Seite 272 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 273

Homerus (Hom) continuaIlias (Il)

2345 2212352 723239 14323455 22123809 23023843 22124294 1424793 143

Odyssea (Od)18 45155 ss 1461471291 2211322 152222 221326 153138 204278 124411 ss 143 1444440 1444449 1444450 ss 142 143ndash1444551 1255 1455228 ss 625248 1215361 1216119 s 1308195 2219174 s 1309335 14210234 s 1281196 1111147 s 1111151 14311206 ss 1111218 ss 1111374 14512165 143 14512231 13712427 1371377 20

13109 813200 s 13014145 1214196 s 14514362 143 14515487 143 14516136 23917193 23917281 23918228 1319203 14520112 1122346 1123306 ss 1452464 1124108 14224339 12

hymnus ad Mercurium (h Merc)317 147483 16511 16

Margitesfr 32 16fr 5 238

IIbycus (Ibyc)

fr 123 17Inscriptiones Graecae (IG) 1sup2

2322 149374191 149

Ion ChiusB (fragmenta)

1 29 155Isocrates (Isoc)

1 (ad Demonicum)164 38366 38

2 (Areopagiticus)336 38

4 (Antidosis)1643 227

11 (Busiris)12 93

Buch Heraklitbook Seite 273 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

274 Index locorum

Isocrates (Isoc) continua17 (Trapeziticus)

358 38367 38444 38

Epistula 6 (Ep ad filios Jasonis)67 197

LLycurgus (Lycurg)

in Leocratem34 226384 226

Lysias (Lys)27 (in Epicratem)

10 226MMarcus Antoninus (M Ant)

446 216Melissus (Meliss)

B (fragmenta)7 91

PPapyrus Derveni (P Derv)

col 47 ss 134col 191 ss 198

Parmenides (Parm)A (testimonia)

123 XIV3712 s 7

B (fragmenta)1 4613 31111 23 31114 132115 24126 ss 132127 23 31131 s 42132 23 3121 5422 14 23 2423 ss 23 29 31 47 55ndash56 8024 23

27 s 393 16 24 3941 16 24 39 42 54 6742 23 8843 2143 s 9551 2361 s 1623 24 32 39 56ndash5862 5464 3165 16 94 19266 1516 2469 16 237 4671 2372 s 5473 ss 148ndash14974 s 2475 24 182 189 2358 4682 23 5682 ss 7683 5683 ss 9484 1685 s 8886 ss 7687 s 3988 s 24812 ss 133813 ss 76817 s 23822 ss 76 88826 ss 76827 23827 s 77830 s 77833 23834 ss 16 24 39836 54836 s 23837 76838 23 25 26

Buch Heraklitbook Seite 274 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 275

Parmenides (Parm) continuaB (fragmenta)

838 ss 189839 23842 23842 ss 76845 23846 ss 23 32847 s 88848 23850 24 148 151850 ss 54852 21853 25854 23855 ss 26 94857 23860 21 5491 2591 s 26101 ss 54106 s 77124 ss 9016 14161 s 16 2419 25

Pausanias (Paus)52510 18

Phoebammon (Phoeb)de Figuris (Fig) p 46 50

Pindarus (Pi)Isthmia (I)

669 20718 17847 17

Nemea (N)28 20323 11353 20448 204471 202518 17645 148

71 204751 148841 17938 8

Olympia (O)1110 1481116 1722 11254 204286 17313 20768 148883 20912 148928 17938 17109 ss 150115 1481110 171113 201345 ss 143147 17

Paeanes (Pae)7b20 1794 17

Pythia (P)15 s 8141 17194 148210 20380 148382 204116 1484188 s 1414248 17548 148868 121874 17

fr611 171299 1141334 17140b 121

Buch Heraklitbook Seite 275 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

276 Index locorum

Pittacus (Pittac) ed Mullach14 38

Plato (Pl)Cratylus (Cra)

396a 46426d ss 175 179

Crito (Cri)48c 22950b 7 38

Gorgias (Grg)465d 88

Leges (Lg)781b 226835d 67887b 8 38907e 6 38

Phaedo (Phd)72c 88 93

Phaedrus (Phdr)244a ss 220

Politicus (Plt)303e 1 7

Respublica (Resp)353d 196383a 3 227

Sophista (Sph)217c XII230a 2 89237a XIV242c ss 85242e 123

Symposium (Smp)187a 123 210

Theaetetus (Tht)152d s 187180e 1 25

Timaeus (Ti)33b ss 88

Plotinus (Plot)65913 232

Plutarchus (Plu)adversus Colotem (adv Col)

1114b 95de animae procreatione in Timaeo

(de an procr in Tim)1012d 2321026b 123

de Iside et Osiride369a 231369b 123

de tranquillitate animi (de tranq an)473f 123

Quaestiones platonicae (Quaest plat)1007d 137ndash138

Romulus (Rom)288 19

Porphyrius Tyrius (Porph)de Antro Nympharum (Antr)

11 1929 123

Pratinas (Pratin)fr 6 121

Proclus (Procl)in Pl Parm commentarii (in Prm)

7087 95Pythagoras (Pythag)

A (testimonia)14 XIV

SSappho (Sapph)

fr 562 17fr 628 8fr 1376 141

Scholia (Schol)in Hesiodi Theogoniam 116 89

Sextus Empiricus (S E)adversus Mathematicos (M)

7132 29Simonides (Simon)

fr 54212 17fr 604 17

Buch Heraklitbook Seite 276 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 277

Simplicius (Simp)in Arist Physica commentaria (in Ph)

871 2514611 2515530 8916114 91184 95

Solon (Sol)fr 12 20fr 432 ss 131fr 47 ss 131fr 55 s 131fr 7 (Mullach) 38fr 117 s 183fr 1311 20fr 1346 8fr 1347 ss 18fr 331 204

Sophocles (S)Ajax (Aj)

1263 228Oedipus Tyrannus (OT)

374 99844 143851 197

Philoctetes (Ph)931 ss 205

Stobaeus Iohannes (Stob)31180a 232

Strabo (Str)1422838 10

TThales (Thal)

A (testimonia)3 31

Theognis (Thgn)19 17415 ss 148543 s 131667 ss 63677 20682 17

704 147 148770 17805 s 131885 s 71051 s 2041055 29 1481245 7

Thucydides (Th)1

4026 7497 22612032 ss 712423 ss 713839 89

4123 2268726 11

74931 89

Tiberius (Tib)de Figuris (Fig) p 76 50

Tyrtaeus (Tyrt)fr 121 29 150

VVetus Testamentum Septuaginta (LXX)

Genesis (Ge)11 ss 8913 ss 168

XXenophanes (Xenoph)

A (testimonia)30 64

B (fragmenta)113 22 30114 148121 s 22 30124 2222 22 30212 ss 101214 1771 29 14875 202

Buch Heraklitbook Seite 277 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

278 Index locorum

Xenophanes (Xenoph) continuaB (fragmenta)

84 141111 22121 22141 22154 2223 11 12 22 29 30 36 46 54

76 8024 12 15 16 22 30 76 11725 16 22 7626 22 7631 41 45 80342 141

Xenophon (X)Memorabilia (Mem)

12342 38

44147 384153 ss 38

Oeconomicus (Oec)1110 204

Buch Heraklitbook Seite 278 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

AAndresen 175 176Asper XIAuroux X 75 176 181

BBarck XIII 188Barnes XII 47Barrett 23Bartling 11 37 139 172 198 223 235237Bastian 153 169Battegazzore 129Beccaria 4 74 75Belardi 174 175 179Boegehold 73Boisacq 140 141Bollack 41 236Bollack-Wismann 45 158Bormann 57 94Breacuteal 4Bremer 59 63 87 118 122 165 177 244ndash245Bremer-Dilcher 118 188Broumlcker 120Burckhardt 158 219 230

Burnet 22 57 93 94 158 187 194 219Busse 5 65 158 162ndash163 164 172 215234

CCalabi 28 66 129 199 219Calame-Griaule XI 41 73 144 145 152170ndash171 201Calogero 24 38 39 44 182ndash183 188 194199 200 205 215Capelle 29 49 234Cardona 4 40 66 70Cassirer 40 66 177Catenacci 219Cerri XIII XIV XVI 14 56 57 64 95Chafe 73Chantraine 121 134 140 195Cherniss 109 195Cleve XVIICobb-Stevens 63Cole 16 17Cole Gay Glick Sharp 70Colli XIII XVII 29 102 122 158 162165 179 236Conche 29 158 160 161 202Cooper 70

Indice degli autori moderni

Buch Heraklitbook Seite 279 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

280 Indice degli autori moderni

Cornford 25 27 57 71 72 86 87 89 9296 129 132 138 167 178Coxon 56 57 149Cozzo 62 64 144 236Culioli 75

DDamman 72Danek-Hagel 176Darcus 16 179 203 226 233ndash234De Mauro 4 74Deichgraumlber XI 41 221 246Della Casa 169Denniston 126Denny 70ndash71 73Desbordes 147 174 176Detienne 45 67 167Di Cesare 163 182 205Diano-Serra 37 43 52 53 84 101 103106 114 117 123 127 150 151 158 161190 194 195 203 210 212 213 214 219221 224 230 231 232 236 237Diels XIII 20 56 57 94 114 125 158219 230 234Diels-Kranz XVIII 25 51 53 54 56 5790 106 121 123 124 158 210 214 215219 230Dilcher 3 84 146 150 151 152 157 164Dodds 71Donadoni 169

EEbeling 140Egetmeyer 134

FFattal 140 141ndash144 145 147 160 162239Fleisher Feldman 75Fournier 140 142 152Fraas 60 65Fraumlnkel XIII 27 57 65ndash66 77 117 133Frazer 40Frege 60Friedlaender 20

Frisk 20 140von Fritz 3 13 14 15 16 59Fuumlhrer 24 204

GGadamer 180Gallet 63Gallop 56 57Gambarara 39 181Gemelli Marciano XII 12 116 158Gentili XV XVIGernet 167Gigon 30 110 127 162 186 189Gladigow 17 18 19 20 172Gluumlck X 177Goethe 157Goldhill 110 222Gomperz H 25 146 156 186Gomperz Th 100 116 118Gonda 169Goody X 144 183Goody-Watt IXGostoli 16 238Graham 92 94Griefenow-Mewis Bitima 66van Groningen 148Guthrie XIII 27 30 77 84 86 92 109149

HHalbwachs 67Hammer 5 59 84 96 96 97 106 124126 133 147 148 151 160 162 179 180206 207 208 210 214 230 234 238 242Havelock IX X XI XVII 3 4 39 61 6768 69 75 76 86 107 129 132 161 221244Heidegger XVII 42 95 99 116 122 140146 180 198 207 209 210 219 241Heitsch XII 30 54 55 56 57 64Held 42 59 99 130 157 158 164 166177 183 191 199 200 207 210 215 219234 238Hense 232

Buch Heraklitbook Seite 280 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Indice degli autori moderni 281

Hermann 23Hershbell 54 110Hoffmann E 177 179 180 182 192 249Hoffmann L 66Hofmann 140Houmllscher 55 56 57 199 240Homberger 4Houmlnigswald 169Hornberger XVIHorovitz 141 144 148 149 150 160Hussey 28 45 63 155 244Hutchins 70

IIllich 176Iser 246Italie 149

JJanni 62Jellamo 129Junker 169

KKahn IX XIII 1ndash2 8 10 11 12 18 20 2123 27 28 31 34 36 37 38 43 45 51 5361 63 64 76 77 79 80 86 87 97 108109 110 111 112 113 114 115 116 117122 123 124 125 126 127 130 132 133135 136 137 147 150 155 158 160 180193 194 200 202 203 209 210 212 214219 221 224 225 227 229 230 231 233243 248Kalverkaumlmper 60 61 65Kerschensteiner 20 21 95 107 109Kirk XII 9 11 20 36 37 42 46 47 5152 53 67 85 103 106 110 111 114 115116 117 121 123 124 126 127 129 130137 138 156 158 160 186 189 190 191193 194 200 201 208 209 210 211 213219 223 224 227 230 231 234 242 244Kirk-Raven 57Knobloch 177Kranz 30

Kraus 12 13 14 25 42 57 94 116 163180 181 182 188 191 205 210 234Kretzenbacher 66Kurtz 84 139 148 149 150 158 159 160162 219 226 234

LLaks XIII XVI 61Lallot 13 181 236Lami 15 41 42 43 151 158 160 201 215Laumlmmli 89 174 178Lanza 20 61 90 93 97 225Laspia 96 97 121 152 171 174 176Lassalle 172Latacz XVILausdei 151Leenhardt 71 145 153Lengyel 245Lesher 54Leszl XVILeutsch-Schneidewin 67 238Levy-Bruhl 70Lloyd 167Longo 110Lord 176LSJ 14 53 87 123 140 141 143 155 161164 196 201 204 214 218 224 225 226231Lurija 69ndash70Lyons 34

MMansfeld 56 57 58 64 158Marcovich 5 9 18 19 46 51 53 67 77103 104 106 109 110 112 114 119 123124 125 127 155 156 158 160 163 186190 192 196 200 203 204 205 207 208209 210 211 212 214 218 219 220 221222 223 224 225 227 229 230 231 232233 237Marcovich Mondolfo Taraacuten 158Martinet 173Maturana 72Maturana-Varela 97

Buch Heraklitbook Seite 281 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

282 Indice degli autori moderni

McDiarmid 20 109McIntosh Snyder 122McLuhan X 85Miruka 66Mondolfo 114Morenz 169Most 177Mouraviev 47Mourelatos 101 117 124 211 229 230231Mullach 158Muumlller 145Musti 103 108 111

NNagy 63Nestle 68Nieddu X XII XV XVI 44Nietzsche XVI XVIINightingale XVIINorden 41Nussbaum 8 9 10 42 67 183 187 193202 203 233 235ndash236 237 239 249

OOrsquoBrien 57 58 86 92OrsquoSullivan 13Olson 75Olson Torrance Hildyard 73Ong 71Opsomer 147 160Owen 55 57

PPagliaro 177 178 180 183 199Perilli XIIPiaget 70Picard 111Praechter XVIIPreuss 169Probert 23

RRaible XVRamnoux 13 195

Rath 139 160Reale 95 158 215Reale-Ruggiu 39 95Reinhardt 20 57 94 104 106 113 191194 206 223 227 228 230 231Robinson 52de Romilly 149Rosenberger 221Roumlsler XV 88 246Rossi XV

Sde Saussure 34 84 173Schadewaldt 160 162 164 191Schaumlfer 30 54Schenkel 232Schirren 6 14 16 34 45 64 152 187 190209 216 226 228 236 238 239Schleiermacher 158 186 234Schmalzriedt 22Schmitter 182Schofield 61 88 204Semerano 87 140Serra 220 222Sider 61 90 93Silk 41Silvestri 160 197Snell 8 13 42 43 59 62 65 68 124 125152 157 158 162 163 164 179 182 194219 226 230 237 239 240Stokes 4 30 36 37 54 85 86 89 91 9899 109 116 121 122 126 194 240Stross 153Susemihl 29

TTaliesin 245Tambiah 48Tannen 73Taraacuten 25 55 57 94 95Thanassas 94 95Traglia 12Trier 34

Buch Heraklitbook Seite 282 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Indice degli autori moderni 283

UUeberweg-Praechter 57Untersteiner 57 64 95

VValiulis 50 51Verdenius 9 25 43 45 57 83 84 116146 147 149 162 163ndash164 179 183 191204 214 216 236Vernant 167Vetta 150Vlastos 21 135 195Vygotsky 5

WWackernagel 23Walzer 43 138 158 219Wenskus 60West 5 156 158 160 161 166 176 191199 207 214 221Wiese 195Wiesner 56 57Wilamowitz 30Wittgenstein 175 197Wright 77 91 92

ZZahan 66 152 170Zeller 30 94Zumthor XV XVI

Buch Heraklitbook Seite 283 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Buch Heraklitbook Seite 284 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Aambiguitagrave 2 4 5 46 53 60 68 78 79 80 154

intenzionale 28 29 31 32 47 47ndash48 50 52 54ndash58 61 63 66 68 76 79 80 224

amfibologia 48articolazione linguistica 97 173ndash175auralitagrave XIVndashXVI 78 81 183 249ndash250autopoiesi 97 98 101 108 109ndash110 112ndash113 114 115 117 127 197 212 234 247Ccontesto drsquouso 4 5ndash6 32 33 38 61 65 73 195contestualitagrave contestualizzazione XVI 4 5 28 33 70ndash78 84 156 195 243conversio 98 100 103 105ndash107 108 110ndash112 113 114 115 117ndash118 124 126 128 134 136 188 189 197 199 208 212 215ndash216 229 243 247 249Ddefinizione esplicita XVII 60 74 75 76 77 78 84densitagrave semantica XVI 3ndash4 5ndash6 26 33 37 73ndash74 243

come modo della significazione 74ndash78intenzionale 28ndash32

Eepilinguistica riflessione 75 78 81Ggiochi di parole

espliciti 42 42ndash43 44 138 205impliciti 42 43ndash45 205nelle culture orali 40ndash41

Llettura ad alta voce 41 43 44 48 245 246linguaggio specialistico 39 40 59ndash60 61 68 73 74 77 80

parole vs termini 59ndash60 61ndash62 64ndash65 65ndash66 80ndash81 178ndash179

Mmetalinguistica riflessione 74ndash75 78 81 176Oolistica concezione del linguaggio 175ndash177 250oracolare stile XIV 28 41 66 80 138 219

come σημαίνειν 219ndash220 221ndash223Pparola creatrice 168ndash171polisemia 4 6 65 79 154 155 160 195presocratici XVIndashXVII

Indice delle cose e dei concetti notevoli

Ai fini di una maggiore funzionalitagrave si egrave preferito riportare qui di seguito i passaggi rilevan-ti per il chiarimento dei concetti piuttosto che elencare tutte le occorrenze dei lessemi

Buch Heraklitbook Seite 285 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

286 Indice delle cose e dei concetti notevoli

Rrete di significazione 34ndash35 37 39ndash40 73 80 102 107ndash108 128ndash129 211 243risemantizzazione XVI 4 26 32 33ndash34 37 60 79 153risonanza 1ndash2 34 37 79 80 134 243 248Sscritto eracliteo

forma XIndashXII 244ndash245ricezione XIndashXIV 41 47ndash48 218sodalizio di forma e contenuto 222ndash

223 242ndash246sintassi dellrsquoevento e dellrsquoazione 76ndash77 78 81 107Uunitagrave articolata 84 96ndash98Vvariazione dellrsquoidentico 39 78 81 107 134 248

ἁρμονίη 106 120ndash123 249βάρβαρος 9 181ndash182 205 233 236ndash237γνώμη 126ndash128δίκη 120 129ndash134 192ἕν πάντα rapporto

in Eraclito 99ndash105nella cosmologia arcaica 85ndash95

ἔρις 120 129 134 135 188θεός

come esempio di densitagrave semantica 11ndash12

come immagine di unitagrave articolata 116ndash118

κεραυνός 103 126ndash128κόσμος

come esempio di densitagrave semantica 20ndash21

come immagine dellrsquounitagrave articolata 115ndash116

κυκεών 128λέγειν

significato 140ndash146λόγος

come risorsa euristica 178 185 209 222 241ndash246 249

come unitagrave articolata 177ndash179 185ndash234 242ndash245

significato 146ndash153μέτρον 7 110 129 135ndash136 194ndash195μοῖρα 138μόρος 138νόμος 38 105 124 231ndash232νόος

come esempio di densitagrave semantica 13ndash16

e conoscenza 35 229 230 239ξυνιέναι 187 230 238ndash239 250

ἀξύνετος 187 209 215 217 228 235 238

ὄνομαcome esempio di densitagrave semantica

12ndash13 205entro lrsquounitagrave articolata 180ndash182 192ndash

193 197ndash199 207 213 249

Buch Heraklitbook Seite 286 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Indice delle cose e dei concetti notevoli 287

οὖρος 136ndash137πληγή 103 126ndash128πόλεμος

come esempio di densitagrave semantica 7come immagine dellrsquounitagrave articolata

118ndash120πολυμαθίη 11 15 62 102 104 204 211 215 221 224 230 236 239 240ndash241πῦρ

come esempio di densitagrave semantica 7ndash8

come immagine dellrsquounitagrave articolata 108ndash115

σημαίνειν 110 219ndash220 221ndash222σοφίη σοφός

come esempio di densitagrave semantica 16ndash20

e conoscenza 42 62 104 211 224ndash225 228 240ndash241

σύναψις 124ndash126τέρμα 136ndash137τροπή 8 112 135ndash136 194χρυσός 38 111 128ψυχή

come esempio di densitagrave semantica 8ndash11

e conoscenza 9ndash11 181ndash182 202ndash205 233 236ndash237 240 241

ὥρα 137ndash138

Buch Heraklitbook Seite 287 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Buch Heraklitbook Seite 287 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

OLMS

SPUDASDASD MATABAND 134

ISBN 978-3-487-14386-6

134

Laur

a G

ianv

ittor

io middot

Il

dis

cors

o d

i Er

acli

to

Secondo la communis opinio i Preso-cratici segnano lrsquoinizio della fi losofi a come disciplina e del relativo linguaggio specialistico Tali presupposti vengono qui messi in discussione in base ad unrsquoanalisi semantica del linguaggio pre-socratico piuttosto che ridurre esso po-tenzia ambiguitagrave e ridondanza sfruttan-dole come risorse del senso Lrsquoesame si concentra sullrsquouso non terminologico di logos in Eraclito Il signifi cato del lessema stabilito in base ai contesti drsquouso attestati fi no allrsquoepoca dellrsquoEfesio ed affrancato dalla successiva Wirkungs-geschichte egrave ancora contraddistinto dallrsquoidea del lsquoraccogliere insiemersquo (leg-ein) il lsquodiscorsorsquo infatti consiste nella sintesi di singoli epea (detti) ed onomata (nomi) Mostrando il farsi uno dei molti il logos assume dunque una funzione euristica per la comprensione dellrsquounitagrave di fenomeni apparentemente irrelati o contraddittori Sia a livello formale nei modi della ldquori-semantizzazionerdquo della pa-rola-chiave sia a livello contenutistico nella specifi ca interdipendenza scorta tra linguaggio e mondo si riconoscono nel logos di Eraclito caratteristiche salienti del compromesso tra oralitagrave e scrittura

Im allgemeinen Verstaumlndnis begruumlnden die Vorsokratiker das philosophische Fach-wissen und die philosophische Fachspra-che Diese Annahme wird in der vor-liegenden Arbeit mittels einer semanti-schen Analyse revidiert die Sprache der Vorsokratiker meidet nicht sondern zielt geradezu auf mehrdeutige und redundante Ausdrucksweisen Hier ist der nicht-ter-minologische Gebrauch von logos bei Heraklit besonders aufschlussreich In der Bedeutung dieses Lexems die an den bis zur Zeit des Ephesiers belegten Verwen-dungskontexten untersucht wird zeigt sich die noch wirkende Kontinuitaumlt mit der legein-Grundbedeutung bdquosammelnldquo die bdquoRedeldquo besteht naumlmlich aus einer Sammlung einzelner epea bzw onomata Aufgrund ihrer synthetischen Struktur ist sie geeignet eine heuristische Funktion fuumlr das menschliche Verstehen der latenten Einheit scheinbar loser Erscheinungen zu erfuumlllen Sowohl formal in der Art wie das Lexem semantisch aufgeladen wird als auch inhaltlich in der spezifi sch heraklite-ischen Interdependenz zwischen Realitaumlt und Sprache lassen sich in dem logos des Heraklit Charakteristika erkennen die auf den Uumlbergang von der Muumlndlichkeit zur Schriftlichkeit zuruumlckgefuumlhrt werden koumlnnen

Laura Gianvittorio

Il discorso di EraclitoUn modello semantico e cosmologico nel passaggio dalllsquo oralitagrave alla scrittura

Laura Gianvittorio

Il discorso di EraclitoUn modello semantico e cosmologico nel passaggio dalllsquo oralitagrave alla scrittura

2-farbig Tiefe entspricht Pantone 5507grau Magenta entspricht Pantone 7427rot

  • 0001-0004_1100905-OLMS-Gianvittorio_1c_I0
  • 0005-0302_1100905-OLMS-Gianvittorio_1c_I0
Page 3: SPUDASMATA 134 - OAPEN · E. A. Havelock è stato il primo a pors i il problema del linguaggio dei “pre-socratici” alla luce dei fenomeni cultur ali legati all’oralità e alla

SPUDASMATA

Studien zur Klassischen Philologie und ihren Grenzgebieten Begruumlndet von Hildebrecht Hommel und Ernst Zinn Herausgegeben von Gottfried Kiefner und Ulrich Koumlpf

Band 134

LAURA GIANVITTORIO

IL DISCORSO DI ERACLITO

2010

GEORG OLMS VERLAG HILDESHEIM middot ZUumlRICH middot NEW YORK

LAURA GIANVITTORIO

IL DISCORSO DI ERACLITO

Un modello semantico e cosmologico nel passaggio dall oralitagrave alla scrittura

2010

GEORG OLMS VERLAG HILDESHEIM middot ZUumlRICH middot NEW YORK

Veroumlffentlicht mit Unterstuumltzung des Fonds zur Foumlrderung der wissenschaftlichen Forschung (Wien)

Das Werk ist urheberrechtlich geschuumltzt Jede Verwertung auszligerhalb der engen Grenzen des Urheberrechtsgesetzes ist ohne Zustimmung des Verlages unzulaumlssig Das gilt insbesondere fuumlr Vervielfaumlltigungen Uumlbersetzungen Mikroverfilmungen und die Einspeicherung und Verarbeitung in elektronischen Systemen

Die Deutsche Nationalbibliothek verzeichnet diese Publikation in der Deutschen Nationalbibliografie detaillierte bibliografische Daten sind im Internet uumlber httpdnbd-nbde abrufbar

ISO 9706 Gedruckt auf saumlurefreiem und alterungsbestaumlndigem Papier Herstellung Beltz Druckpartner 69502 Hemsbach Umschlagentwurf Inga Guumlnther Hildesheim Alle Rechte vorbehalten Printed in Germany copy Georg Olms Verlag AG Hildesheim 2010 wwwolmsde ISBN 978-3-487-14386-6 ISSN 0548-9705

Ringraziamenti

A prescindere dalle opportune modifiche questa egrave la pubblicazione della tesidi dottorato accolta dallrsquouniversitagrave degli Studi di Palermo nel 2008 Le espe-rienze scientifiche e umane da me maturate negli ultimi anni sono confluite inmisura determinante nella ricerca che pertanto ferme restando le mie re-sponsabilitagrave come autrice considero come il prodotto di una sinergia

Oltre alla mia tutor la Professoressa Patrizia Laspia (Palermo) il cui ric-chissimo patrimonio di idee egrave stato determinante per i miei studi desideroringraziare il Professor Wolfgang Roumlsler (HU Berlin) percheacute il suo corso suipresocratici e le sue osservazioni sul lavoro hanno focalizzato temi per me sa-lienti ed il Professor Thomas Schirren (Salzburg) del cui influsso si egrave giovatasoprattutto lrsquoultima fase della stesura della tesi Un pensiero commosso vaalla memoria del Professor Massimo Vetta (Chieti) che ha costantemente se-guito ed incoraggiato i miei studi perfino quando le sue condizioni di salutesembravano non poterglielo piugrave permettere Ringrazio inoltre gli editori diSpudasmata di accogliere il libro in questa collana che egrave ricca di tradizione inmateria di studi eraclitei

Non solo a preziosi contributi scientifici ma anche a fondamentali contri-buti umani questo lavoro deve molto Rivolgo un vivo ringraziamento ai mieiamici di sempre ed in particolare a Peter M Fischer percheacute continuano adarricchire la mia umanitagrave Non conosco parole che bastino a ringraziare delloro incondizionato sostegno morale mia madre e mio padre Annamaria Ri-dolfi e Luciano Gianvittorio ai quali dedico questo libro con lrsquoaugurio piugrave ca-ro Χρόνια Πολλά

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Indice

Ringraziamenti VIndice VIIIntroduzione IX

Parte I Il discorso di Eraclito come modello semantico 11 Densitagrave semantica 1

11 Coordinate teoriche 112 Esempi di densitagrave semantica 513 Coscienza della densitagrave semantica 27

2 Strategie di risemantizzazione 3321 Reti di significazione 3322 Giochi di parole 4023 Polivalenza sintattica 46

3 Semantica aurale 5931 Un linguaggio non specialistico 5932 Semantica della contestualitagrave 68

Conclusioni della Parte I 79Parte II Il discorso di Eraclito come modello cosmologico 83

4 Il cosmo come unitagrave articolata 8341 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 8342 Immagini dellrsquounitagrave articolata unione 10743 hellip e divisione 128

5 Linguaggio e cosmo 13951 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 13952 Cosmogonie linguistiche un excursus antropologico 16753 Lrsquoanalogia eraclitea tra linguaggio e mondo 172

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VIII Indice

6 Il discorso come unitagrave articolata 18561 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 18562 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 234

Conclusioni della Parte II 247Bibliografia 251

Abbreviazioni 251Edizioni di Eraclito 252Altre edizioni 252Opere di consultazione 253Letteratura secondaria 254

Index locorum 265Indice degli autori moderni 279Indice delle cose e dei concetti notevoli 285

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Introduzione

Oggetto di studio e approcci ermeneutici Questo lavoro legge i frammentidi Eraclito dalla prospettiva degli studi su oralitagrave e scrittura inquadrandoliladdove risulti utile entro un contesto piugrave ampio quello fornito dalla testua-litagrave filosofica greca a cavallo tra il VI ed il V sec a C ossia principalmentelrsquoopera di Senofane e di Parmenide1 I testi suddetti costituiscono lrsquooggettopiugrave adatto per una doppia indagine in primo luogo quella circa il compro-messo dinamico intrecciato in etagrave arcaica tra i modi espressivi tipici dellrsquoora-litagrave e quelli favoriti dallrsquoalfabetizzazione in secondo luogo quella che vertesulla nuova funzionalizzione del linguaggio della tradizione epica e lirica in vi-sta di contenuti sapienziali ad essa alternativi il che egrave quanto gli storici dellafilosofia piuttosto impropriamente tendono a considerare come il primoldquolinguaggio filosoficordquo

E A Havelock egrave stato il primo a porsi il problema del linguaggio dei ldquopre-socraticirdquo alla luce dei fenomeni culturali legati allrsquooralitagrave e alla scrittura2 malo ha fatto semplificando in modo eccessivo la complessitagrave dellrsquointerazionetra i due media ossia con scarsa attenzione per le specificitagrave prodotte dal loroincontro3 Occorre pertanto considerare con maggior realismo il dialogo tra

1 Non egrave possibile includere in una simile analisi anche i milesi per i quali non siamo confor-tati da evidenze testuali sufficienti cfr Havelock 1982 p 234 ldquoin determining the orig-inal lines of Greek philosophic activity the so-called Milesians must be discarded Ourknowledge of them as speculative thinkers depends wholy on the later doxographies [hellip]Our business in testing out propositions lies with Xenophanes Heraclitus Parmenides[hellip]rdquo argomenti ripresi poi piugrave diffusamente in idem 1996 Il problema egrave giagrave rilevato daKahn 1960 p 3

2 Havelock 1982 pp 232ndash260 idem 1996 Sui rapporti tra scienze e tecniche da un lato eprosa dallrsquoaltro cfr Kahn 1973 Piugrave in generale del rapporto tra alfabeto e sapere arcaicosi occupano Goody e Watt 1973

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X Introduzione

le due formae mentis quale emerge nei testi in esame evitando quanto piugravepossibile categorizzazioni binarie e riduttive In questrsquoottica risultano prezio-si gli studi concentrati sulle situazioni di transizione da una modalitagrave comu-nicativa allrsquoaltra e sulla loro coesistenza come quello pionieristico condottoda J Goody4 Non sembra condivisibile inoltre la totale sfiducia di Havelockcirca la capacitagrave della cosiddetta ldquomente oralerdquo di operare in modo razionaleed astratto5 cosigrave come la sua opinione che la scrittura alfabetica abbia deter-minato lrsquoinsorgere di un pensiero ed un linguaggio ldquofilosoficirdquo deliberatamen-te opposti alla σοφία tradizionale6 Stabilire una rigida catena di causa ed effet-to tra i due fenomeni egrave infatti incauto piuttosto la nascita di una mentalitagraveprotoalfabetizzata e quella della filosofia costituiscono due punti solo teori-camente e a posteriori distinguibili Inoltre bencheacute la scrittura costituisca unincentivo (non la conditio sine qua non7) ad una riflessione sul linguaggio fon-damentale per il pensiero presocratico va tenuto presente che la sua primadiffusione non trasforma automaticamente i soggetti in homines typographicineacute in specialisti di nuove discipline scientifiche8

Lrsquoapproccio ermeneutico attento al compromesso tra oralitagrave e scritturarappresenta un tentativo nuovo nel panorama degli studi eraclitei Eppuresotto una molteplicitagrave di punti di vista Eraclito egrave il grande rappresentante delcompromesso tra i due media Da un canto egli enfatizza il ruolo dello scritto

3 Lrsquoanacronismo insito nella semplificazione havelockiana specialmente per quantoriguarda il ruolo storico della scrittura nella comunicazione arcaica egrave stato giustamentecriticato da Nieddu 1982 1984 1985 sulla scorta di documenti letterari ed epigrafici

4 Goody 19895 In Havelock 1973 lrsquoopposizione tra il pensiero orale ritenuto legato alla concretezza e

quello alfabetizzato visto come lrsquounico capace di astrazione risulta netta Tuttavia la dif-ferenza fondamentale tra ldquomente oralerdquo e ldquomente alfabetizzatardquo non consiste nella capacitagraveo incapacitagrave di astrarre ma nella maggiore o minore propensione a decontestualizzare cfrcap 32

6 Cfr Havelock 1983 (The Linguistic Task) p 207 Auroux 1998 pp 30ndash34 invertendo i termini del problema sostiene anzi che la rifles-

sione sul linguaggio costituisca un presupposto necessario per lrsquoelaborazione di un sistemadi scrittura

8 Lrsquoespressione homines typographici risale a McLuhan 1991 Gluumlck 1987 p 12 sottolineache ldquodie geschriebene Sprachform und ihre gesellschaftlichen Funktionen und Wirkun-gen sind zweierlei Dinge die man empirisch wie theoretisch saumluberlich auseinanderhaltenmuszligrdquo e seguita (ivi p 14) ldquoTeilhabe an den Prozessen der Schriftlichkeit setzt weit mehrvoraus als bloszlige lsquoBeherrschung der Schriftrsquo Es genuumlgt nicht das Lesen und Schreiben tech-nisch zu beherrschen um am Schriftlichkeitsprozeszlig umfassend teilhaben zu koumlnnenrdquo

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Introduzione XI

non solo affidando il suo insegnamento al testo e sotto forma di prosa ma an-che ricorrendo assiduamente ad espedienti che funzionano solo a patto di es-sere letti9 Drsquoaltro canto egli resta profondamente debitore ai modi espressividellrsquooralitagrave quanto Eraclito scrive sembra ispirato dalle Muse10 la sua prosa egraveestremamente ritmica11 si risolve in apoftegmi facilmente memorizzabili dagravespazio agli enigmi12 ai proverbi13 allrsquoetimologia (o paretimologia)14 ldquopensaper immaginirdquo15

Spunti metodologicamente importanti provengono inoltre dalla ricercaantropologica che soggiace al presente studio in modo talvolta latente e dicui perciograve conviene esplicitare qui lrsquoapporto Nella prima parte della ricercala comparazione con altre culture oro-aurali aiuta a comprendere alcune spe-cificitagrave espressive dello stile eracliteo nella seconda essa egrave utile ad accostarsi aconcezioni cosmologiche in cui il ruolo giocato dal linguaggio egrave centrale Gra-zie alla comparazione con altre culture oro-aurali specialmente con quellecontemporanee che sono meglio conosciute diventa forse possibile spogliarealcuni apoftegmi di Eraclito da vesti razionalistiche e metafisiche cucite loroaddosso dalla Wirkungsgeschichte piugrave in generale attraverso il confronto in-terculturale sembra possibile guadagnare un accesso nuovo alla grecitagrave scien-tificamente promettente e finalmente piugrave aperto al sociale

Forma e ricezione dello scritto eracliteo Tradizionalmente lrsquoidea della ri-cezione di Eraclito da parte dei suoi contemporanei egrave fondata sulla lettura delldquolibrordquo e sullrsquoesclusione di qualunque performance16 Il problema della ricezio-

9 Cosigrave egrave ad esempio per numerosi casi di polivalenza sintattica illustrati nel cap 23 o per ilgioco di parole del fr 48 basato sullrsquoomografia di due parole cfr cap 22 p 44 Un con-tributo recente circa il rapporto tra la nascita della prosa greca e il passaggio dallrsquooralitagrave allascrittura egrave offerto da Asper 2007

10 Suda commenta ἔγραψε πολλὰ ποιητικῶς (DK 22 A 1a) Stando ad alcuni lrsquoopera era inti-tolata alle Muse cfr DK 22 A 1 (12)

11 Indispensabile egrave il riferimento a Deichgraumlber 1962 Forse egrave per questa caratteristica che ilpoeta giambico Scitino di Teo volle mettere ldquoil discorso di Eraclito in versirdquo cfr DK 22 A1 (16) DK 22 C 3

12 Ad es frr 56 92 93 12313 Ad es frr 34 85 cfr cap 31 p 6614 Nelle culture connotate dallrsquooralitagrave che presuppongono un legame tra nome e nominato

particolarmente stretto etimologia e paretimologia rappresentano delle chiavi di com-prensione del mondo (cfr gli esempi riportati in Calame-Griaule 1982 pp 29ndash30)

15 Secondo la bella formulazione di Havelock 1973 (titolo alla lsquoParte primarsquo dellrsquoopera)

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XII Introduzione

ne dellrsquoopera egrave strettamente connesso con quello della sua forma non sappia-mo se il testo di Eraclito consistesse in una prosa continua oppure in unaraccolta di γνῶμαι In genere sostenere la prima ipotesi invita a ritenere che laricezione dellrsquoopera avvenisse prevalentemente mediante la lettura mentreappoggiare la seconda equivale a riconoscere una piugrave ampia circolazione oraledellrsquoopera o di sue parti17

Anche a proposito della ricezione dellrsquoopera eraclitea il compromesso traoralitagrave e scrittura si profila come unrsquoipotesi vantaggiosa in quanto storica-mente piugrave plausibile Infatti nei decenni compresi tra la fine del VI e lrsquoiniziodel V sec a C il medium scritto interagisce ancora profondamente con quel-lo orale Senofane aedo di professione contesta la poesia di contenuto miti-co e inoltre gli stessi Omero ed Esiodo18 Parmenide enuncia in esametrodattilico dizione formulare e cornice mitica i principi logico-formali drsquoiden-titagrave e del terzo escluso Eraclito si esprime con bocca folle ed ispirata come laSibilla ma al contempo scrive in prosa proprio come gli ionici autori delle hi-storiai e volentieri farebbe frustare Omero ed Archiloco

Per Senofane e Parmenide il contesto della riflessione orale coincideragrave conlrsquoinsegnamento orale (cfr Pl Sph 217c) tuttavia se si deve accordare fiduciaalle notizie dossografiche altrettanto non vale stricto sensu per Eraclito19 An-

16 Circa i problemi sollevati dallo scritto eracliteo (forme composizione pubblicazione etrasmissione) egrave molto chiarificatore Nieddu 1984 pp 216ndash224 Secondo unrsquoipotesirecente (Gemelli Marciano 2007 p 333) lrsquoespressione τοῖς ἀγάλμασι δὲ τουτέοισιν inHeraclit fr 5 proverebbe che lo scritto sia stato esposto o per lo meno dibattuto in un tem-pio da indentificare naturalmente nellrsquo Artemision Sullrsquoimportanza dei templi arcaicicome centri di archiviazione e di ldquopubblicazionerdquo di testi cfr Perilli 2007

17 Per dirimere la questione un criterio promettente percheacute interno al testo sembrerebberappresentato dallrsquoesame delle particelle connettive ma anche in questo campo i parerisono contrastanti Confrontando le particelle connettive eraclitee con quelle di altri scrittiaforistici Barnes 1983 p 104 deduce che il testo doveva costituire un trattato in prosacontinua drsquoaltro canto Kirk 31970 p 7 sostiene che le suddette particelle siano spesso daattribuire alle fonti e non ad Eraclito stesso e che le massime fondamentalmente irrelatee ben lungi dal costituire unrsquoopera organica erano destinate alla fruizione orale come con-fermato dalla loro composizione adatta ad una facile memorizzazione Nel presentelavoro si preferisce fare riferimento allo lsquoscrittorsquo o al lsquotestorsquo di Eraclito piuttosto che al suolsquolibrorsquo dato che la parola lsquolibrorsquo inevitabilmente suggerisce al lettore moderno lrsquoidea di undeterminato modello di organizzazione dei contenuti e di determinate forme di ricezionedellrsquoopera da parte del pubblico

18 Molto appropriato egrave il commento di Heitsch 1994 p 8 ldquoUnkonventionell ist Xenopha-nes uumlberall und gerade auch dort wo er konventionelle Aufgaben zu uumlbernehmen scheintrdquo

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Introduzione XIII

che ammettendo lrsquoassenza di discepoli lrsquoestromissione di una qualsiasi formadi ricezione orale non egrave realistica essa doveva essere storicamente necessariase egrave vero che ldquo[la scrittura] egrave da principio uno strumento espressivo acciden-tale come si egrave osservato per Eraclito o puograve essere stato il caso ancor primaper Ferecide Anassimandro o Ecateo E di regola essa egrave dapprima un semplicemezzo mnemonico senza che le tocchi una considerazione intrinseca e senzaunrsquoautonomia espressivardquo20 Lrsquoidea del filosofo che solo nelle sue stanze in si-lenzio pensa e mette per iscritto il proprio sistema di pensiero per consegnar-lo alla posteritagrave non ha nulla a che vedere con la pratica del sapere nella Greciaarcaica che egrave pratica linguistica e dunque necessariamente sociale e condivi-sa21 Lrsquointerazione tra il medium scritto e quello orale egrave spiegata da Cerri comesegue ldquoquesti detti e questi scritti sintetici erano stati pienamente significati-vi nel contesto vivo delle ricerche fisiche effettivamente svolte e del piugrave ampioinsegnamento orale ad esse correlato [hellip]rdquo22 precisando che tuttavia ldquoil pro-cesso di ricerca e lrsquoorganizzazione delle singole tesi in un discorso unitario re-stavano fuori dalla scrittura Il libro con la sua struttura minimale di indiceanalitico o table des matiegraveres era destinato a pubblici diversi tra loro e si pre-figgeva rispetto a ciascuno di essi scopi diversificatirdquo23 Anche lrsquoinfluenza po-litica di cui gode Eraclito puograve rappresentare un indizio in questo senso dato

19 Secondo la tradizione Eraclito tramanda il suo sapere solo attraverso lo scritto e senzaalcuna interazione diretta con discepoli cfr D L IX 6 (= DK 22 A 16) ldquoIl suo scrittoebbe tanta fama che da lui si formograve anche una setta i cui seguaci furono chiamati EracliteirdquoSi puograve tuttavia osservare che lrsquoimplausibilitagrave storica dellrsquoaneddoto riferito da DiogeneLaerzio (D L IX 13 omesso in DK βασιλεὺς οὖν Δαρεῖος Ὑστάσπου βούλεται τῆς σῆςἀκροάσεως μετασχεῖν καὶ παιδείας Ἑλληνικῆς) non lo priva del suo valore di indicatore cul-turale la richiesta del persiano conferma che lrsquoascolto del sapiente (ἀκρόασις) era conside-rato una prassi normale e tanto piugrave necessaria laddove il testo fosse oscuro neacute esclude chetali audizioni avessero una dimensione collettiva (μετέχειν)

20 Colli 1980 vol III p 173 (corsivo mio) Cfr anche Fraumlnkel 31969 pp 294 s21 Cfr Barck 1976 p 26 ldquoFuumlr den in ganz besonderer Weise oumlffentlich orientierten Grie-

chen gewinnt der Gedanke jedenfalls erst Geltung und Gewicht wenn er im Wort veroumlf-fentlicht wurde [hellip] Denken ist nur innerhalb der Sprache und in Sprache moumlglichrdquo cfrivi nota 72 Giagrave Diels 1887 (Uumlber die aumlltesten Philosophenschulen der Griechen) criticavaa ragione lrsquoeccessiva attenzione posta dai moderni sui pensatori arcaici in qualitagrave di singoliindividui dal momento che la loro temperie storico-culturale suggerisce invece di inqua-drarli piugrave decisamente entro una dimensione sociale di condivisione del sapere Sulla que-stione si egrave espresso di recente Laks 2005 Durante il periodo arcaico il sapere egrave inteso comeprodotto in qualche misura collettivo cfr Guthrie 1952 Kahn 1960 pp 3ndash8

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XIV Introduzione

che in etagrave arcaica qualunque ruolo di potere egrave particolarmente coinvolto conlrsquoesercizio pubblico della parola24

I riscontri antropologici confermano che nelle societagrave tradizionali (sia an-tiche sia moderne) tra le quali va sicuramente inclusa quella greca arcaica an-che in presenza di scrittura il sapere non egrave affidato al libro ma allrsquoinsegna-mento ad personam o quanto meno il libro non egrave autosufficiente non basta aspiegare se stesso ma funge da mero ausilio al canale orale Il sapere provieneda un maestro dalla sua viva voce in praesentia e fondamentale egrave lrsquoinstaurarsidi un profondo rapporto umano con il discente condizioni che invece sareb-bero precluse da una divulgazione sapienziale esclusivamente scritta Drsquoal-tronde Eraclito egrave amaramente consapevole del fatto che nonostante il suotesto sia depositato nel tempio di Artemide ad Efeso e con ciograve reso disponibi-le alla lettura e ad eventuali trascrizioni25 esso resta in realtagrave incomprensibilea gran parte degli uomini E infatti per gli ldquoesperti di lettererdquo (D L IX 13)egli rimane ὁ Σκοτεινός

Chiarimenti terminologici In senso proprio o manualistico lsquoauralitagraversquo signi-fica la ldquosituazione culturale in cui convivono oralitagrave e scrittura La composi-zione e la trasmissione del testo sono affidate alla scrittura la pubblicazione

22 Cerri 1999 pp 82 s che in questo individua anche una causa della difficile interpreta-zione dei testi sapienziali arcaici ldquouna volta decontestualizzati dallrsquoambiente umano che liha prodotti la loro stessa coincisione che spesso assumeva lo stile criptico dei responsi ora-colari divenne un altro fattore non secondario di progressivo appannamento semanticordquoCfr ivi p 94 ldquo[hellip] il poema non era di per se stesso sufficiente a trasmettere la dottrina[hellip] ma integrandosi dialetticamente con lrsquoinsegnamento orale e con lrsquoeffettivo lavoro digruppo costituiva la garanzia che il giagrave detto non fosse a poco a poco obliterato [hellip]rdquoCome vivida immagine dellrsquoldquointeragire continuo tra poema e insegnamento oralerdquo lo stu-dioso ricorda Pl Sph 237a Benchegrave lrsquoautore si pronunci in questi termini circa il poema diParmenide le sue parole possono essere estese allrsquoopera di altri sapienti dellrsquoepoca Eraclitoin primis

23 Ivi p 8824 Eraclito egrave ἑταῖρος di Ermodoro riceve la richiesta di redigere una costituzione per Efeso

cfr DK 22 A 1 (2) esercita la sua influenza sul tiranno Melancoma cfr DK 22 A 3 e nelleassemblee cittadine cfr DK 22 A 3b Per molti dei sapienti arcaici di cui ci egrave giunta notizialrsquoinfluenza politica quando non addirittura il potere egrave una costante Parmenide propriocome Solone fu legislatore per la sua cittagrave Elea (cfr DK 28 A 123) sulla natura politicadei fini e degli insegnamenti di Pitagora non vi sono dubbi (cfr DK 14 A 14) tanto che ilsapiente fu costretto a lasciare Crotone per riparare a Metaponto in seguito ad unrsquoinsurre-zione antipitagorica

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Introduzione XV

alla comunicazione oralerdquo26 In questo lavoro il termine egrave usato in unrsquoaccezio-ne piugrave ampia e senza specifico riferimento alla natura orale o scritta dei tre mo-menti vitali del testo (composizione pubblicazione trasmissione) ossia perindicare lrsquoegemonia dellrsquooralitagrave pur in presenza di scrittura Viene definitadunque lsquoauralitagraversquo una situazione comunicativa analoga a quella talvolta dettalsquooralitagrave mistarsquo ossia il compromesso tra modi espressivi dellrsquooralitagrave e quellidella protoalfabetizzazione27

Se si preferisce la definizione atipica di lsquoauralitagraversquo a quella non realmenteconsolidata ma per lo meno giagrave esistente di lsquooralitagrave mistarsquo non egrave dunque perragioni intrinseche ma per conferire maggiore autonomia terminologica econcettuale ad una situazione comunicativa che ha specificitagrave culturali lin-guistiche e cognitive sue proprie28 La fase aurale non puograve essere consideratavia negationis ossia come ldquolrsquoevo di mezzordquo tra gli evi positivamente caratteriz-zati dellrsquooralitagrave e della scrittura Lrsquoinadeguatezza o carenza terminologica inproposito29 appare tanto piugrave grave se ci si rende conto che ldquoOralitagrave Scritturanon sono che opposti generalizzati laddove storicamente i loro modi ap-

25 Sullrsquoofferta dello scritto al tempio cfr Nieddu 1984 pp 222 s con note relative Lo stu-dioso ha ragione nellrsquoaffermare che ldquouna dedica in un santuario dellrsquoimportanza dellrsquo Arte-mision non puograve essere intesa in termini di mera conservazione La scelta del tempio luogodi pubblica frequentazione per eccellenza suggerisce che quellrsquoatto [hellip] assolvesse ancheuna funzione di lsquopropagandarsquo Lrsquoofferta saragrave probabilmente venuta dopo (e comunque nonera incompatibile con) la pubblicazione mediante lettura davanti a un uditorio [hellip]rdquo Leg-germente diversa egrave la posizione di Roumlsler 1980 p 89 nota 145 ldquoDas Werk lag im Tempelvermutlich fuumlr Abschriften bereitrdquo ma lrsquoautore respinge lrsquoipotesi che vi siano state pubbli-che letture delle opere dei primi presocratici

26 Rossi 1995 p 853 sv cfr Gentili 1984 p 527 Secondo Zumthor 1984 pp 32ndash33 per denominare tutta la variegata gamma di situa-

zioni comprese tra i due estremi rappresentati dallrsquooralitagrave primaria e dalla matura alfabe-tizzazione disponiamo solo di due categorie La prima egrave appunto quella di lsquooralitagrave mistarsquocioegrave ldquoquando lrsquoinfluenza dello scritto rimane ad essa esterna parziale e ritardatardquo e che ldquoegravedovuta allrsquoesistenza di una cultura lsquoscrittarsquo (vale a dire lsquoin possesso di scritturarsquo)rdquo La secondaegrave quella di lsquooralitagrave secondariarsquo ldquoche si (ri)compone a partire dalla scrittura e in seno ad unambiente in cui questrsquoultima predomina sui valori della voce nellrsquouso e nellrsquoimmaginariordquoe che ldquoegrave dovuta allrsquoesistenza di una cultura lsquoletteratarsquo (dove ogni espressione egrave marcata dallapresenza dello scritto)rdquo

28 Su questi aspetti cfr Roumlsler 199729 Nemmeno lrsquoassai produttivo Sonderforschungsbereich 321 (ldquoUumlbergaumlnge und Spannungsfel-

der zwischen Muumlndlichkeit und Schriftlichkeitrdquo i cui risultati nel corso di piugrave di un decenniosono agilmente presentati in Raible 1998) sembra aver presentato una soluzione defini-tiva al problema di unrsquoequa denominazione

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XVI Introduzione

paiono piuttosto mistirdquo30 Parlando della storia dei media inoltre occorreconsiderarne non solo la documentabilitagrave epigrafica e archeologica ma anchelrsquointeriorizzazione da parte degli attanti della comunicazione31 che il sillaba-rio fenicio sia stato modificato dai Greci circa due secoli prima di Eraclitonon significa che questi sia giagrave membro di una cultura letteraria Egrave noto chenella Grecia antica neacute lrsquoacquisizione dellrsquoabilitagrave neacute la pratica della lettura si-gnificano di per seacute un divorzio dalle abitudini e dai modi dellrsquooralitagrave32

Il secondo chiarimento riguarda i termini lsquorisemantizzazionersquo e lsquodensitagraversquoCon lsquorisemantizzazionersquo si intende la contestualizzazione diversificata di pa-role-chiave attraverso la quale un significato ancora coeso inizia ad articolarsiin accezioni differenti divenendo appunto ldquodensordquo (cfr cap 11)

Infine per motivi funzionali al presente lavoro ovvero indipendentemen-te da criteri storici o storico-filosofici viene ammessa la definizione tradizio-nale di lsquopresocraticirsquo33 a scapito di altre quali ad esempio quella di lsquopreplato-nicirsquo suggerita seppur per ragioni teoriche molto differenti sia da Nietzsche

30 Zumthor 1984 pp 35ndash36 Per una critica sistematica alla ldquodicotomia tra oralitagrave e scrit-turardquo cfr Hornberger 1994 (HSK) che propone invece il modello del ldquocontinuumrdquo tra idue media

31 Infatti egrave fuorviante considerare lsquoletterariarsquo una cultura semplicemente in quanto in pos-sesso di scrittura Come esempio di tale posizione puograve fungere Latacz 1990 pp 231 sssecondo il quale a documentare la letterarietagrave della cultura arcaica sarebbero evidenzequali la coppa di Nestore Secondo lrsquoautore ulteriori argomentazioni (la cui inattendibilitagravenon sembra necessitare di alcun commento) andrebbero tratte da caratteristiche psicolo-giche attribuibili al popolo greco quali la curiositagrave o lrsquoapertura al nuovo ldquoWer sieht wieder Saumlnger Homer [hellip] den Neuerer feiert [hellip] der kann sich das Ausmaszlig der Indolenz garnicht vorstellen das die ἀοιδοί des 8 Jhs besessen haben muumlszligten um an der Verwendbar-keit und Effizienz der Schrift [hellip] vorbeizusehen Hier mit Jahrzehnten zu rechnen [hellip] istsicherlich ganz griechen- (und uumlbrigens auch welt-) fremdrdquo (ivi p 232)

32 Le osservazioni che seguono immediatamente lrsquoarticolo di Nieddu 1985 in particolarequelle di Gentili (ivi p 93 e pp 96ndash97) e di Cerri (ivi pp 93ndash95) aiutano a comprenderecome il passaggio da una cultura orale ad una cultura scritta avvenga con maggior lentezzadi quanto spesso si presume e soprattutto che il diffondersi della tecnica della scritturanon coincide automaticamente con la nascita di una mentalitagrave letteraria cfr Gentili ivi p93 ldquoil processo di alfabetizzazione fu molto piugrave lento di quanto possiamo immaginare enella gradualitagrave del suo sviluppo non mutograve sostanzialmente nella societagrave greca in largamisura alfabetizzata il sistema comunicativo e lrsquoattitudine psicologica di vita e di pensieroconnaturata con la tradizionale cultura orale Il potere della memoria restograve immutato eimmutato rimase il carattere orale sia della comunicazione sia della trasmissionerdquo

33 Sulle ragioni storiche e sul valore della denominazione lsquopresocraticirsquo cfr Leszl 1982 pp 9ss Laks 2002 (DNP)

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Introduzione XVII

nelle sue lezioni del 1872ndash187634 sia da Heidegger nel corso tenuto a Fribur-go nel 194435 sia infine da Havelock36 lsquopreatticarsquo che ricorre in Praechter37e anche a quella piugrave recente di lsquopresofistirsquo38 Dal punto di vista della riflessio-ne sul significato delle parole Socrate puograve rappresentare infatti un punto disvolta nettamente distinto dai pensatori a lui precedenti stando almeno alletestimonianze di Platone ed Aristotele39 giaccheacute la sua insistente domandamaieutica lsquoτί ἐστιrsquo sollecita ad una definizione esplicita dei concetti Nellaprospettiva del presente studio ciograve puograve assumere il valore simbolico di unacesura tra due diversi modi della significazione il primo basato sulla densitagravesemantica di parole del linguaggio comune il secondo invece sulla loro di-sambiguazione terminologica Ma in realtagrave la designazione piugrave propria restaquella di G Colli40 generale come il sapere arcaico e che purtroppo non si egraveaffermata come meritava σοφοί lsquosapientirsquo Tutte le altre designazioni ricor-date (lsquopre-socraticirsquo lsquopre-platonicirsquo lsquopre-sofistirsquo) in primo luogo ricorrendoal prefisso lsquopre-rsquo negano ai sapienti in oggetto unrsquoidentitagrave storica e culturaleautonoma situandoli solo in rapporto a qualcosrsquoaltro in secondo luogo li si-tuano segnatamente entro un sapere ldquofilosoficordquo avallando cosigrave lrsquoidea di unamentalitagrave precocemente specializzata41

Struttura del lavoro La ricerca si compone di due parti Nella prima vengonoesaminate alcune caratteristiche semantiche dei testi considerati in base allequali egrave possibile delineare i tratti salienti del linguaggio sapienziale di testi da-tabili tra la fine del VI e lrsquoinizio del V sec a C Tali specificitagrave sono intese come

34 Nietzsche 199435 Heidegger 1993 p 15736 Havelock 1996 p 2537 Praechter 1926 pp 39ndash11138 Cosigrave ad esempio Cleve 196539 Oltre ai numerosi esempi platonici cfr Arist Metaph A 6 987b 3ndash4 M 4 1078b 17 ss

M 9 1086b 2 ss40 Colli 1977ndash198041 Sulla natura non specialistica del sapere cosiddetto ldquofilosoficordquo allrsquoepoca qui considerata

cfr Nightingale 1995 p 14 ldquoThe discipline emerged at a certain moment of history Itwas not born as a natural organism Rather it was an artificial construct that had to beinvented and legitimized as a new and unique cultural practice This took place in Athensin the fourth century BCE when Plato appropriated the term lsquophilosophyrsquo for a new andspecialized discipline ndash a discipline that was constructed in opposition to the many varie-ties of sophia or lsquowisdomrsquo recognized by Platorsquos predecessors and contemporariesrdquo

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XVIII Introduzione

influenzate dalla vigente situazione comunicativa aurale Nella seconda partelrsquoanalisi si concentra su una parola-chiave del pensiero eracliteo (ed in seguitodel pensiero greco tutto) λόγος Qui lrsquointento egrave di proporre e di verificare sul-la scorta dei frammenti un significato unitario e non specialistico per λόγοςquello di lsquodiscorsorsquoSalvo dove diversamente indicato le citazioni di frammenti dei presocraticiEraclito incluso seguono il testo e la numerazione dellrsquoedizione Diels-Kranz

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Parte IIl discorso di Eraclitocome modello semantico

1 Densitagrave semantica

11 Coordinate teoriche

Nelle pagine che introducono il suo commento ai frammenti di EraclitoKahn delinea un approccio ermeneutico del tutto nuovo Tre sono le intui-zioni fondamentali dello studioso la non linearitagrave dellrsquoespressione eraclitea ilprincipio di densitagrave linguistica ed il principio di risonanza Per darne contoconviene cedere la parola direttamente allrsquoautore Circa la non linearitagravedellrsquoespressione Kahn osserva che il merito di Eraclito egrave di aver concepitoldquounrsquoespressione non lineare per la sua struttura concettuale un sistema di cor-rispondenze latenti (a hidden fitting-together) che sono piugrave potenti dellrsquoordi-ne linearerdquo ricostruito dallrsquointerprete42 Densitagrave linguistica e risonanza sonointese da Kahn come le due facce di una stessa medaglia43 Infatti la lsquodensitagrave

42 Kahn 1979 p 9043 Ivi p 89 ldquoQuesti due principi sono formalmente complementari la risonanza egrave un fattore

che produce la densitagrave di un certo testo e per converso egrave a causa della densitagrave del testo chela risonanza diventa possibile e portatrice di significatordquo

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2 1 Densitagrave semantica

linguisticarsquo egrave definita come ldquoil fenomeno per il quale una molteplicitagrave di idee egraveespressa in una singola parola o fraserdquo44 o ancora ldquoil ricorso allrsquoindetermina-tezza lessicale e sintattica come espediente per dire piugrave cose in una sola mos-sardquo45 con lsquorisonanzarsquo egli intende drsquoaltra parte ldquola relazione tra i frammenti perla quale un singolo tema verbale o unrsquoimmagine egrave riecheggiata da un testoallrsquoaltro in modo che il significato di ciascuna egrave arricchito se le immagini sonocomprese insiemerdquo46 Tale riecheggiamento puograve aver luogo sia ripetendo pa-role o sintagmi identici (ldquorisonanza formalerdquo) sia attraverso richiami tematicie contenutistici di varia natura (ldquorisonanza non formalerdquo) Lo studioso affer-ma inoltre che lrsquoambiguitagrave di Eraclito egrave ldquodeliberata o intenzionalerdquo47

Le intuizioni di Kahn sono centrali per il presente studio ma necessitanodi alcune puntualizzazioni Circa il principio di densitagrave linguistica egrave proficuauna distinzione tra il livello semantico e quello sintattico ossia rispettiva-mente tra lsquodensitagrave semanticarsquo propria delle parole e lsquopolivalenza sintatticarsquopropria delle frasi Inoltre lrsquoaffermazione secondo cui la densitagrave serve adesprimere una ldquomolteplicitagrave di ideerdquo puograve risultare fuorviante la parola densainfatti non veicola una congerie di idee tra loro irrelate percheacute il suo signifi-cato resta fondamentalmente unitario Nei capitoli seguenti verranno espli-citati appunto gli espedienti linguistici che producono la densitagrave semanticala quale egrave intesa come adattamento del linguaggio della tradizione epica e liri-ca a nuovi contenuti sapienziali e come modalitagrave di espressione e di significa-zione in stretto rapporto con la situazione comunicativa aurale vigente tra lafine del VI e lrsquoinizio del V sec a C Di conseguenza il concetto di densitagrave ri-sulta utile non solo allrsquointerpretazione di Eraclito ma piugrave in generale a quelladella sua temperie culturale e in questrsquoottica ci si soffermeragrave sui casi di Seno-fane e di Parmenide48 Sotto questo profilo dunque il valore del linguaggioeracliteo come oggetto di studio non risiede nella sua atipicitagrave rispetto al restodella testualitagrave sapienziale arcaica ma piuttosto nella particolare evidenzacon cui esso mostra delle caratteristiche tipiche di tale testualitagrave Analoga-mente allrsquointerno del corpus eracliteo λόγος saragrave inteso come caso paradigma-tico di fenomeni semantici che interessano anche altre parole-chiave

44 Ivi p 89 (corsivo mio)45 Ivi p 91 (corsivo mio)46 Ivi p 8947 Ivi p 9148 Per la ragione delle scelta della testualitagrave filosofica cfr cap 31 p 62

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11 Coordinate teoriche 3

Dopo il necessario riferimento a Kahn si puograve focalizzare lrsquoattenzione sulconcetto di lsquodensitagrave semanticarsquo La critica egrave concorde nel riconoscere che pernumerose parole eraclitee occorre ammettere una modificazione del signifi-cato rispetto agli usi precedenti si pensi ad esempio a λόγος σοφία ψυχή νοεῖνetc Il problema egrave che nelle traduzioni e nelle interpretazioni delle parole inquestione vengono spesso proposti significati anche molto distanti da quelliattestati nel periodo arcaico Il caso di λόγος sul quale egrave concentrata la secon-da parte del lavoro puograve fungere da esempio traduzioni come lsquolegge del mon-dorsquo lsquoragionersquo lsquocriterio numericorsquo etc non sono facilmente riconducibili al si-gnificato attestato allrsquoepoca dellrsquoEfesio che egrave sostanzialmente quello di lsquodi-scorsorsquo49 La posizione di Dilcher che sottolinea come λόγος in Eraclito debbaessere inteso in base al significato arcaico della parola e come gli usi arcaicinon attestino valori matematici o razionalistici50 resta dunque minoritariaAnalogamente scarsa attenzione egrave concessa alla Bedeutungsverwandtschaftpostulata da von Fritz51 ovvero alla necessaria continuitagrave tra la semantica del-la parola prefilosofica e quella della parola filosofica almeno quando si trattadi tradurre parole che a partire dallrsquoetagrave classica assumono valore terminologi-co nel linguaggio filosofico Nondimeno Eraclito doveva intendere conλόγος ciograve che intendevano anche i suoi contemporanei ossia il lsquodiscorsorsquo at-tribuendo tuttavia al discorso qualitagrave e funzioni precedentemente non con-template

Numerosi interpreti presumono che i sapienti arcaici attribuiscano alleloro parole-chiave un significato sostanzialmente diverso da quello docu-mentato dai testi a loro immediatamente precedenti o contemporanei Ciogravenon egrave plausibile dal momento che in generale lrsquoevoluzione semantica delleparole non consiste in una successione di unitagrave discrete Piuttosto quando ilsignificato di una parola inizia a differenziarsi le accezioni sono ancora stret-tamente collegate ed interagiscono lrsquouna con lrsquoaltra unrsquoaffinitagrave di cui il par-

49 Sul significato di λόγος da Omero fino allrsquoepoca di Eraclito e sulle traduzioni proposte peril λόγος eracliteo cfr cap 51 rispettivamente pp 146 ss e pp 158 s

50 Per spiegare lrsquouso da lui definito ldquoenfaticordquo della parola Dilcher 1995 p 40 osserva ldquonelcontesto di una certa teoria [hellip] il senso di una parola puograve acquistare una valenza nuovae piugrave profonda Si prenda ad esempio lrsquolsquoidearsquo di Platone Platone non attribuiva un sensodiverso alla parola ἰδέα ma la intendeva in modo fondamentalmente filosofico che nes-suno dei suoi contemporanei sarebbe stato in grado di afferrare senza prima conoscere lafilosofia platonicardquo (corsivo mio) argomenti analoghi ed il medesimo esempio sono giagrave inHavelock 1973 p 208

51 Von Fritz 1968 p 246

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4 1 Densitagrave semantica

lante egrave ben consapevole La densitagrave semantica corrisponde appunto a quellostadio iniziale di articolazione semantica della parola in cui il significato egrave an-cora coeso ovvero le accezioni non sono ancora cristallizzate in nuovi signifi-cati autonomi52 Essa egrave il prodotto di una diversificazione dei contesti drsquousodella parola alla quale qui si assegna il nome di lsquorisemantizzazionersquo Infattildquo[hellip] la formazione di una nuova accezione nasce da unrsquooperazione di tra-sporto della parola di lsquometaforarsquo da un ambito a un altro ambito [hellip]rdquo53 Lestrategie di risemantizzazione ovvero contestualizzazione diversificata delleparole sono varie in questa ricerca ne saranno esaminate tre quelle che ap-paiono particolarmente frequenti ed incidenti nel linguaggio eracliteo54

A livello diacronico la parola densa puograve diventare successivamente polise-mica tuttavia mentre la parola polisemica ha molti significati il significatodella parola densa egrave ancora fondamentalmente unitario55 Inoltre il contestodrsquouso della parola polisemica ldquoporta allrsquoenucleamento di uno solo dei signifi-cati [hellip] salvo nei casi piuttosto rari di ambiguitagrave [hellip]rdquo56 al contrario la pa-rola densa resta costituzionalmente ambigua proprio a causa della maggioreindistinzione tra le accezioni Queste osservazioni sono opportune dal mo-mento che la critica di Eraclito suole fare tacito ma sistematico ricorso al mo-dello polisemico ossia ad una molteplicitagrave di significati per lrsquointerpretazionedelle sue parole-chiave Anche a questo proposito le traduzioni di λόγος for-niscono dei chiari esempi57

52 Havelock 1983 (Dike) nel suo studio sullrsquoevoluzione semantica della parola δίκη si avvaledellrsquoespressione ldquocampo di significatirdquo (ivi pp 284ndash285) Tale denominazione tuttavianon pone lrsquoaccento sulla sostanziale unitagrave semantica della parola e perciograve non vi faccioricorso

53 De Mauro 1983 p 121 obbligato egrave il riferimento alla definizione di μεταφορά in AristPo 1457b 5ndash9

54 Cfr capp 21 22 23 Sulla contestualizzazione come caratteristica della semantica deitesti filosofici greci cfr Stokes 1971 pp 3ndash7

55 Il termine lsquopolisemiarsquo compare per la prima volta in Breacuteal 1992 In genere ldquovon Polysemiespricht man dann wenn ein Ausdruck mehrere Bedeutungen aufweist die auf eineGrundbedeutung zuruumlckgefuumlhrt werden koumlnnen Bruumlcke a) als Verbindung zweier Tal-oder Flussseiten b) als Zahnersatz c) als Turnuumlbung d) als schmaler Teppich [hellip]Grundbedeutung Uumlberbruumlckung eines Zwischenraumsrdquo (Homberger 2003 sv) Egrave que-sta lrsquoaccezione del termine a cui qui si fa riferimento Non mancano poi definizionisecondo le quali i significati abbinati allo stesso segno possono essere tra loro anche indi-pendenti cfr Cardona 1988 sv ldquo[hellip] coesistenza di piugrave segni (del tutto distinti o coordi-nati) in uno stesso segno [hellip]rdquo (corsivo mio)

56 Beccaria 32004 sv lsquopolisemiarsquo

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12 Esempi di densitagrave semantica 5

Si puograve infine notare come essendo contraddistinta dalla densitagrave la signifi-cazione dei sapienti arcaici pone in particolare evidenza i modi della produt-tivitagrave semantica tipici dei linguaggi naturali basati appunto su contestualitagraveed ambiguitagrave Secondo Vygotsky il ldquosensordquo di una parola egrave unrsquoentitagrave dinami-ca continuamente modificata dallrsquointerazione tra differenti contesti drsquousodella parola stessa esso puograve arricchirsi ed articolarsi nonostante il ldquosignifica-tordquo resti unico58

12 Esempi di densitagrave semantica

In questo capitolo viene messa in luce la densitagrave semantica di alcune parole-chiave La rassegna non pretende di essere esaustiva ma si propone di esem-plificare attraverso lrsquoesame dei testi il concetto di densitagrave semantica giagrave pre-sentato a livello teorico Lo scopo egrave di evidenziare la compresenza di contestidrsquouso e dunque accezioni sia tradizionali sia non tradizionali per le parole in-teressate tra le une e le altre non egrave possibile tracciare una netta linea di confi-ne59 Tale compresenza di contesti drsquouso diversificati indica che tra le varieaccezioni non sussiste alcuna cesura e che dunque il significato della parola re-sta unitario esso appare piuttosto arricchito nel segno di una fondamentalecontinuitagrave con il significato precedentemente attestato Accanto agli esempidi parole dense tratti da Eraclito ne vengono proposti anche altri attinti daSenofane e Parmenide per illustrare come il fenomeno della densitagrave semanti-

57 Cfr la tabella del cap 51 pp 158 s in particolare le rese di Marcovich e West58 Per la distinzione terminologica adottata dallo studioso tra lsquosensorsquo e lsquosignificatorsquo cfr

Vygotsky 1966 p 212 Cfr ibidem ldquola parola [hellip] ha [hellip] un solo significato ma questosignificato non egrave altro che una potenza realizzabile nel linguaggio vivente nellrsquoambito delquale esso egrave solo una pietra dellrsquoedificio del lsquosensorsquo [hellip]rdquo Cfr ivi pp 213 s ldquoUna parola cioegraveassume dal contesto nel quale egrave inserita dei contenuti concettuali ed affettivi e viene adesignare a un tempo qualcosa di piugrave e qualcosa di meno di quanto egrave contenuto nel signi-ficato strettamente considerato [hellip] Sotto questo aspetto il lsquosensorsquo della parola egrave inesauri-bile I lsquosensirsquo in un certo qual modo lsquoin-fluisconorsquo lrsquouno nellrsquoaltro e si influenzano lrsquoun lrsquoaltrotanto da poter dire che quelli precedentemente acquisiti sono giagrave contenuti nel successivoo lo modificano [hellip] una parola ricorrente in unrsquoopera letteraria finisce per assorbire tuttala varietagrave di lsquosensirsquo contenuti in tale opera [hellip]rdquo

59 Una simile distinzione al contrario sembra essere esattamente lo scopo di Busse 1926 pp209 ss che intende mostrare come il Wortsinn di λόγος in Eraclito sia in realtagrave un Doppel-sinn Anche Hammer 1991 pp 69 ss punta a separare gli usi comuni di λόγος da quelli dalui definiti ldquoterminologicirdquo

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6 1 Densitagrave semantica

ca non sia appannaggio esclusivo di un autore bensigrave una specificitagrave semanticacondivisa da unrsquointera temperie culturale

Essendo determinata dalla coalescenza delle accezioni la densitagrave semanti-ca egrave un fenomeno linguistico che va osservato sul piano sincronico60 occorrequindi confrontare i contesti drsquouso della parola entro ciascun corpus conside-rato I confronti con altri testi specie se cronologicamente distanti dellrsquoauto-re in oggetto non rappresentano di per seacute alcuna prova della densitagrave semanti-ca Egrave nondimeno utile ricorrere al confronto con testi precedenti al fine dicomprendere quale sia il significato in continuitagrave con il quale avviene la rise-mantizzazione Nel capitolo precedente si egrave giagrave accennato che sul piano dia-cronico in uno stadio successivo dellrsquoevoluzione del significato le varie acce-zioni possono allontanarsi progressivamente lrsquouna dallrsquoaltra spesso a causa diuna crescente specializzazione terminologica fino ad emanciparsi nella co-scienza linguistica dei parlanti come significati distinti a quel punto il segnosfocia nella polisemia

Eraclito egrave probabilmente lrsquoautore che maggiormente sperimenta nuovicontesti drsquouso per le sue parole-chiave egrave proprio questo a renderlo il campo distudio privilegiato per la presente ricerca Molte delle parole-chiave eraclitee(ad esempio λόγος κόσμος νόος σοφία ψυχή) evidenziano una evoluzione se-mantica nel periodo compreso tra lrsquoetagrave tardo-arcaica e quella classica In par-ticolare il percorso storico di modificazione semantica delle parole che in etagraveclassica costituiscono il lessico filosofico ha inizio appunto con sapienti qualiEraclito Parmenide ed in misura minore Senofane ovvero con il loro adat-tamento del linguaggio della tradizione epica e lirica a nuovi contenuti sa-pienziali Egrave dunque comprensibile che tali parole siano state al centro dellrsquoat-tenzione degli storici della lingua e delle idee diventando oggetto di una vastaletteratura secondaria61

60 La necessitagrave di privilegiare il piano sincronico della lingua nelle analisi semantiche egrave stataaffermata giagrave a partire dalla dalla linguistica strutturalista ma viene spesso trascurata daifilologi classici ad appannaggio del piano diacronico (storia della lingua etimologia) cfrSchirren 1998 pp xviii s

61 La letteratura secondaria sullrsquoargomento tende spesso ad interpretare la storia semanticadelle parole in una chiave di lettura che puograve essere definita ldquoevoluzionistardquo secondo laquale cioegrave i significati tenderebbero costantemente a perfezionarsi a raggiungere di voltain volta tappe di sviluppo qualitativamente superiore alle precedenti sotto il profilo dellaconcettualizzazione razionale ed astratta

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12 Esempi di densitagrave semantica 7

In pochi casi invece le parole che evidenziano densitagrave semantica in Eracli-to non confluiscono nel linguaggio filosofico dellrsquoetagrave classica egrave il caso diπόλεμος e πῦρ La rassegna ha inizio proprio da queste che formano il gruppomeno cospicuo

πόλεμος Una contestualizzazione della parola coerente con la semantica tra-dizionale egrave nel fr 67 dove πόλεμος costituisce insieme a εἰρήνη una coppia an-titetica62 Atipico appare invece lrsquouso del fr 80 (ldquo[hellip] πόλεμος egrave generalerdquo)Lrsquooccorrenza del fr 53 si pone come una perfetta cerniera tra lrsquoaccezione ati-pica che predica lrsquouniversalitagrave di πόλεμος (ldquoπόλεμος egrave padre di tutte le coserdquo) equella tradizionale (ldquoπόλεμος [hellip] rende gli uni schiavi gli altri liberirdquo)

πῦρ A parte il pur non trascurabile paragone con il dio πῦρ occorre in un con-testo drsquouso non problematico nel fr 67 (ldquo[hellip] come ltπῦρgt se commisto agliincensi prende nomi secondo lrsquoaroma di ciascunordquo)63 Ma la parola assumeevidentemente accezioni atipiche ogni volta che il fuoco egrave responsabile del di-venire nel mondo fisico Ciograve si riscontra nel fr 30 (ldquoquesto κόσμος [hellip] era edegrave e saragrave πῦρ sempreviventerdquo) dove il πῦρ non solo egrave identificato con il κόσμοςma egrave anche caratterizzato come ldquosempreviventerdquo (ἀείζωον) In Omero il fuocoegrave connotato frequentemente dallrsquoepiteto ἀκάματον ldquoinstancabilerdquo ovveroldquoinestinguibilerdquo64 il tratto dellrsquoeternitagrave trova dunque riscontro seppur convalore presumibilmente metaforico negli usi tradizionali della parola ma lanovitagrave consiste nel fatto che per Eraclito il fuoco egrave un vivente65 Nel seguito delframmento πῦρ egrave interessato da un secondo riferimento cosmologico quelloespresso dai μέτρα che indicano gli intervalli prestabiliti percorsi dagli astriUn altro contesto drsquouso cosmologico ed anomalo si trova nel fr 31 a (ldquorivol-

62 Cfr Hom Il II 797 Hes Op 228 s Callin 13 s W Thgn 885 s W Per chiare ragionicontenutistiche lrsquoopposizione tra πόλεμος ed εἰρήνη egrave particolarmente frequente in Tuci-dide es Th I 4026 12032 ss 12423 ss etc

63 Egrave accolta quindi lrsquointegrazione ltπῦρgt dellrsquoedizione DK Per le cooccorrenze di πῦρ eσυμμείγνυμι cfr ad esempio Thgn 1245 W Pl Plt 303e 1 (diversi casi anche in Ti) inol-tre DK 28 A 3712 s e DK 31 A 602 Neanche lrsquouso del verbo ldquobruciarerdquo nel fr 58 sollevadifficoltagrave οἱ γοῦν ἰατροί [hellip] τέμνοντες καίοντες [hellip] Nella medicina antica infattildquotagliarerdquo e ldquobruciarerdquo costituiscono un binomio ricorrente cfr ad esempio A A 848 ss[hellip] ὅτωι δὲ καὶ δεῖ φαρμάκων παιωνίων ἤτοι κέαντες ἢ τεμόντες εὐφρόνως πειρασόμεθα πῆμrsquoἀποστρέψαι νόσου

64 Cfr Hom Il V 4 XV 597 s XVI 122 XVIII 225 XXI 13 XXIII 52 Il fuoco (o lafiamma) egrave detto inoltre ἀθάνατος in Ar Th 1052 E Ba 523 e fr 1221052 (Nauck) etc

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8 1 Densitagrave semantica

gimenti del πῦρ [sono] dapprima il mare [hellip]rdquo) Innanzitutto non egrave chiarocome dal fuoco possano generarsi gli altri elementi cosmici (e in particolarmodo il suo contrario θάλασσα) Inoltre il genitivo πυρός egrave riferito a τροπαίche egrave termine tecnico indicante i punti del cielo in cui il sole seguendo il suopercorso inverte la direzione del moto Lrsquoaccostamento del πῦρ alle τροπαί (fr31 a) ed ai μέτρα (fr 30) crea dunque una sovrapposizione forse identificantetra fuoco e sole Inusitate sono poi le occorrenze dei frr 90 ldquodel πῦρ sonoscambio tutte le cose e il πῦρ di tutte quante [hellip]rdquo e 66 (ldquoil πῦρ sopraggiuntosepareragrave e comprenderagrave tutte le coserdquo) percheacute nella sua relazione con ldquotutte lecoserdquo il fuoco assume un valore universale che egrave sconosciuto alla tradizioneprecedente

Gran parte delle parole dense in Eraclito confluiscono in seguito con signifi-cati specializzati nella terminologia filosofica dellrsquoetagrave classica A questo pro-posito λόγος rappresenta un caso emblematico che saragrave esaminato nel cap51 insieme alla storia semantica della parola nellrsquoarco di tempo compreso traOmero e lrsquoinizio del V sec Fatta questa premessa si passa ora a quelle paroleper le quali la densitagrave semantica riscontrabile in Eraclito prelude ai successivivalori terminologico-filosofici

ψυχή In Omero ψυχή indica fondamentalmente quel che resta del defuntolrsquoombra incorporea e priva di forze che abita lrsquoAde66 con i lirici essa diventaanche lrsquoanima del vivente vista soprattutto nella sua capacitagrave di provare emo-zioni67 Secondo Kahn il concetto di ψυχή come ldquoprincipio cognitivordquo proba-bilmente ldquoera nellrsquoariardquo nel V sec aC68 ed Eraclito egrave appunto uno dei primiad aprire la strada alla nuova accezione della parola In effetti lrsquounica occor-renza eraclitea strettamente collegata al concetto tradizionale di ψυχή e dun-que al regno dei morti egrave quella del fr 98 (ldquole ψυχαί hanno nellrsquoAdelrsquoodoratordquo) sebbene il senso complessivo del frammento sia molto enigmati-

65 Cfr Pi P I 5 s καὶ τὸν αἰχματὰν κεραυνὸν σβεννύεις αἰενάου πυρός Verbi ed aggettivi com-posti con lrsquoavverbio ἀεί non sono infrequenti cfr ad esempio la forma participiale ἀενάων(ovvero αἰενάων) ουσα ον morfologicamente del tutto simile allrsquoeracliteo ἀείζωον la qualeoccorre oltre che in Pindaro (non soltanto nel passo sopra citato) anche in Hom OdXIII 109 Hes Op 550 737 etc

66 Sulla storia semantica della parola cfr Snell 1955 pp 34 ss Nussbaum 1972 I pp 1ndash467 Cfr ad esempio Sapph 628 LP Archil 213 W 1932 W Sol 1346 W Pi N IX 3868 Kahn 1979 p 127

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12 Esempi di densitagrave semantica 9

co Il fr 85 (ldquoCombattere contro il cuore egrave difficile infatti quello che vuole locompra a prezzo della ψυχήrdquo) egrave il rifacimento di un proverbio (o forse di due)il che dagrave motivo di ritenere che Eraclito non si discostasse dallrsquoaccezione tra-dizionale della parola69

Per le restanti otto occorrenze invece (si tratta di una delle parole piugrave fre-quenti nel corpus) ψυχή riceve caratterizzazioni nuove un fatto questo sucui vi egrave ampio consenso da parte della critica Le occorrenze di ψυχή possonoessere ripartite in due gruppi in base al Leitmotiv che le accompagna ungruppo avente a che fare con lrsquoacqua (nel fr 118 con la secchezza il suo con-trario70) lrsquoaltro avente a che fare con il λόγος come Nussbaum ha acutamenteevidenziato71

Quanto al primo gruppo (frr 12 36 77 117 118) caratterizzato da tonimistico-esoterici non egrave possibile sapere se Eraclito alludesse a correnti reli-giose che nelle credenze o nei rituali stabilivano una relazione tra la ψυχήlrsquoombra del defunto e lrsquoacqua dispensatrice di vita

Il secondo gruppo (frr 45 107 115) egrave qui di particolare interesse in questiframmenti della ψυχή si dice sempre che essa ldquopossiederdquo il λόγος (rispettiva-mente ψυχὴ λόγον ἔχει βάρβαροι ψυχαί ψυχῆς ἐστι λόγος) Conviene esplicita-re che nel fr 107 (ldquocattivi testimoni sono per gli uomini gli occhi e le orecchiese hanno anime barbarerdquo) ldquobarbarerdquo significa ldquoche non parlano neacute intendonoil λόγοςrdquo72 Lrsquoaggettivo lsquobarbarorsquo egrave infatti una connotazione innanzitutto lin-guistica ed esprime lrsquoincapacitagrave di parlare e di intendere la lingua greca73come suggerisce lrsquoonomatopea della parola74

Da queste evidenze testuali emerge che per Eraclito ψυχή rappresentalrsquoorgano preposto ad unrsquoattivitagrave cognitiva ed in particolare allrsquoelaborazionedei dati sensibili percepiti dagli organi di senso (ὀφθαλμοὶ καὶ ὦτα) e alla lorovalorizzazione come conoscenza effettiva75 Lrsquoesperienza sensibile egrave dunque

69 Sul frammento cfr Verdenius 1943 vi si torna anche oltre al cap 31 p 6770 Il fr 118 (ldquosplendore secco egrave lrsquoanima piugrave saggia e la migliorerdquo) potrebbe anche essere con-

siderato come il punto nodale tra i frammenti del primo gruppo aventi a che fare conlrsquoacqua e quelli del secondo gruppo che attribuiscono alla ψυχή il λόγος e le proprietagravecognitive ad esso connesse

71 Nussbaum 1972 (I e II) Il suo esame della parola a differenza di quello presentato quiinclude anche il dibattuto fr 67a (cfr ivi I pp 6ndash9)

72 Cfr Nussbaum 1972 I p 10 con argomenti diversi ma comunque riconoscendo il rife-rimento al linguaggio insito nellrsquoaggettivo βάρβαρος cfr anche Kirk 31970 p 376 Mar-covich 1978 p 32

73 Cfr a puro titolo di esempio A Pers 255 337 391 etc

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necessaria ma non sufficiente a conoscere (cfr frr 1 34) Il requisito indi-spensabile affincheacute la ψυχή assolva alla sua funzione di organo cognitivo egrave cheessa non sia barbara ossia come giagrave precisato che intenda il λόγος Lrsquoaccezio-ne eraclitea della ψυχή non puograve essere dunque separata da quella del λόγοςlrsquouno ha infatti sede nellrsquoaltra ed Eraclito coinvolge entrambe le parole nelprocesso di risemantizzazione intrecciandone i contesti drsquouso76 PertantoKahn ha completamente ragione quando in controtendenza rispetto a granparte della critica afferma che ldquothe new concept of the psycheacute is expressed interms of the power of articulate speech rationality is understood as the ca-pacity to partecipate in the life of language lsquoknowing how to listen and howto speakrsquordquo77 Neanche i frr 45 (ldquoI confini dellrsquoanima per quanto tu vada nonpuoi trovarli nemmeno percorrendo ogni strada cosigrave profondo egrave il suoλόγοςrdquo) e 115 (ldquoegrave della ψυχή un λόγος che accresce se stessordquo) possono esserecompresi sulla base dellrsquoaccezione tradizionale di ψυχή parlare di lsquoconfinirsquoper la ψυχή omerica non ha alcun senso poichegrave essa non egrave che lrsquoεἴδωλον deltutto privo di corporeitagrave della persona in vita78 Lrsquoautoaccrescimento poi egraveun aspetto vitale affatto estraneo allrsquoombra del defunto nellrsquoAde

74 Sulla qualifica onomatopeica di βάρβαρος originariamente quasi sinonimica diπαχύστομος (ldquodalla bocca impastatardquo) τραχύστομος (ldquodalla pronuncia asprardquo) e solo inseguito designante una provenienza etnica non greca cfr Str XIV 22838 ss Anche altrelingue ricorrono a delle onomatopee per designare il parlante di una lingua straniera Insanscrito mlecca e successivamente bhara-bhara designano ldquocolui che parla indistinta-menterdquo Un atteggiamento simile egrave riscontrabile anche in alcune lingue moderne in russodalla radice нем- si formano gli aggettivi немой ldquomutordquo e немецкий ldquotedescordquo cosigrave comein ungherese dal gruppo fonetico corrispondente neacutem- si formano gli aggettivi neacutema eneacutemet di nuovo rispettivamente ldquomutordquo e ldquotedescordquo In entrambi i casi per un retaggio cul-turale residuo di circostanze storiche i tedeschi sono designati appunto come ldquoquelli chenon parlano la linguardquo

75 Sulla ψυχή eraclitea come organo dellrsquoelaborazione dei dati sensibili cfr Nussbaum 1972I p 8 ldquoIt is an active faculty and not merely the seat of the πάθη [hellip]rdquo

76 Cfr Nussbaum 1972 I p 14 ldquoWe see then that Heraclitus taking two terms whosemeanings before his time had most often been negatively defined in explicit use has giventhem central positions in his philosophy ψυχή as the connecting and knowing facultyλόγος as the primary object of knowledge [hellip] certainly the senses of ψυχή and λόγος whichhe develops were in some way inherent in the senses of the words as earlier used and it isthe contexts in which it occurred to earlier men to speak about ψυχή and λόγος rather thanwhat men meant by the words themselves that were formerly restrictedrdquo

77 Kahn 1979 p 107

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Insistendo sullrsquoeffetto cognitivo del λόγος (cfr frr 1 2 50 e forse anche1979) Eraclito propone un modello gnoseologico innovativo rispetto a quellotradizionale che cioegrave subordina i pur indispensabili dati sensoriali al λόγοςcome facoltagrave della ψυχή In base a questa nuova accezione della conoscenza ildato ldquoantiempiricordquo viene preferito a quello empirico (cfr fr 54) percheacute imeri dati sensoriali nella pluralitagrave delle loro impressioni non permettono al-cuna vera conoscenza bensigrave solo πολυμαθίη Spetta dunque alla ψυχή ovveroal λόγος di cui una buona ψυχή dispone ricomporre questa pluralitagrave e dotarladi senso compito che puograve essere assolto dal λόγος in virtugrave della sua azione uni-ficante (cfr cap 62 pp 241 ss)

θεός Allrsquoepoca di Eraclito θεός egrave giagrave stata la parola-chiave dellrsquoinsegnamentodi Senofane che egrave il primo ad avviarne la risemantizzazione Eraclito dovevaessere a conoscenza dellrsquoaccezione senofanea nel fr 40 egli ricorda e giudicaespressamente lrsquoaedo di Colofone (insieme a Esiodo Pitagora ed Ecateo) lecui idee dunque dovevano essergli in qualche modo note Corrispondenti allarappresentazione tradizionale della divinitagrave80 sono innanzitutto le occorren-ze che propongono lrsquoabbinamento lsquodei uominirsquo come i frr 24 (ldquoi caduti lionorano dei e uominirdquo) 30 (ldquoquesto cosmo [hellip] non lo fece alcuno degli dei neacutedegli uomini [hellip]rdquo)81 53 (ldquola guerra [hellip] mostra gli uni come dei gli altri comeuominirdquo dove θεός ha probabilmente lo statuto di ldquosemidivinitagraverdquo ldquoeroerdquo) eanalogamente per quanto riguarda lrsquoabbinamento degli aggettivi corrispon-denti lsquodivino umanorsquo i frr 78 (ldquola natura umana infatti non ha facoltagrave di ca-pire ma quella divina sigraverdquo) e 114 (ldquo[hellip] infatti tutte le leggi umane sono nutritedallrsquounica divinardquo) Anche lrsquoaccostamento lsquoeroe diorsquo del fr 5 (ldquo[hellip] senza co-noscere dei ed eroi per quelli che sonordquo)82 e quello lsquodio profetarsquo del fr 92 (ldquola

78 Cfr Hom Od XI 206ndash208 218 ss Egrave singolare tra lrsquoaltro che in Omero proprio la capa-citagrave di parlare della ψυχή sia alterata le manca infatti la forza vitale necessaria e questaforza puograve essere temporaneamente raccolta bevendo sangue solo in questo modo le ψυχαίpossono dire ldquocose vererdquo cfr Hom Od XI 96 e 147ndash148

79 Cfr Bartling 1985 pp 42 ss80 Unrsquoanaloga classificazione degli usi eraclitei di θεός si trova in Kirk 31970 p 188 Kahn

1979 pp 277 s81 Circa i frr 24 e 30 si noti che lsquodei e uominirsquo egrave espressione polare attestata ad esempio in

Hom Il II 669 Od XX 112 XXII 346 XXIV 64 Hes Th 204 296 407 535 586588 Xenoph fr 231 etc

82 Cfr Pi O II 2 N III 23 Hecat fr 3006 (FGrH 1) = Hdt II14318 Hdt VIII 109 13Th IV 8726 etc

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Sibilla [hellip] per opera del diordquo) non sollevano difficoltagrave e comprensibilmentesono ben documentati nei testi precedenti e contemporanei ad Eraclito

Egrave invece eraclitea lrsquoaccezione dei frr 67 (ὁ θεὸς ἡμέρη εὐφρόνη χειμὼν θέροςπόλεμος εἰρήνη κόρος λιμός [hellip]) e 102 (τῶι μὲν θεῶι καλὰ πάντα καὶ ἀγαθὰ καὶδίκαια [hellip]) Infatti le divinitagrave omeriche non armonizzano in seacute aspetti con-trastanti della natura neacute dellrsquoindole umana al contrario la caratterizzazionedella loro identitagrave piuttosto che assorbire i contrasti li incarna Neacute si puograve af-fermare che secondo i loro giudizi tutte le cose siano belle buone e giuste isoggetti del πάνθεον tradizionale si mostrano permalosi inclini allrsquoingiuria ealle liti In effetti il θεός del fr 67 condivide con quello senofaneo dei trattiche lo contraddistinguono da precedenti occorrenze della parola (non solo alplurale ma anche al singolare) nella sua coincidentia oppositorum egli egrave ne-cessariamente unico conforme dunque allrsquoεἷς θεός senofaneo (Xenoph 231)e soprattutto al dio οὖλος ldquotutto interordquo (Xenoph 24) immune da qualun-que scissione interna83

ὄνομα Anche in questo caso occorre premettere un excursus sulla storia se-mantica della parola Prima di Eraclito e di Parmenide ὄνομα significa sempree soltanto ldquonome propriordquo come mostrato dallrsquoesame condotto da Kraus84 su-gli usi di ὄνομα (epico οὔνομα) ed ὀνομάζειν in Omero ed Esiodo Ὄνομα signi-fica in entrambi ldquonome propriordquo (di persona o piugrave raramente di luogo) e lostesso significato fa da sfondo ai composti ἐπώνυμος e ὁμώνυμος attestati inOmero Anche il verbo ὀνομάζειν conferma la centralitagrave del concetto di lsquonomepropriorsquo Esso evidenzia in Omero tre valori 1) lsquochiamare enumerandorsquo ovve-ro lsquoannoverare uno per unorsquo85 2) lsquochiamare per nomersquo lsquorivolgersi a qualcunofacendone il nomersquo86 e 3) lsquoproferire il nome ad alta vocersquo87 La formula ἔπος τrsquoἔφατrsquo ἔκ τrsquo ὀνόμαζε(ν) introduce in genere il discorso diretto rivolto ad una solapersona Con tale formula ldquowe apparently have to do with a fossilized stock

83 Sullrsquoaffinitagrave della concezione della divinitagrave in Senofane ed Eraclito cfr Gemelli Marciano2005 pp 125ndash134 Cfr inoltre Kahn 1960 p 4 ldquoXenophanes Heraclitus and Parme-nides all speak of a cosmic deity with functions quite different from those of the tradi-tional Greek pantheonrdquo A sostegno di questa affermazione lo studioso ricorda in notaXenoph frr 23ndash26 Heraclit frr 32 41 64 67 Parm frr 12 e 13

84 Kraus 1987 pp 25ndash27 cfr anche Traglia 1979 pp 151ndash152 85 Il IX 515 Il XVIII 449 Od XXIV 339 86 Il X 68 Il XXII 415 Od IV 278 87 Od IV 551 Od XIV 145

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verse-element that from meaning lsquoaddressed by namersquo [hellip] came to be usedwhere it could only mean lsquoaddressedrsquo [hellip]rdquo88 In sintesi lrsquoazione espressa daὀνομάζω consiste nel fare appello o nellrsquoidentificare un soggetto specifico en-tro il gruppo drsquoappartenenza mediante il proferimento del nome proprio InEsiodo le accezioni attestate sono due 1) lsquochiamare enumerandorsquo (come inOmero) e in piugrave 2) lsquoassegnare un nome propriorsquo89

Consideriamo ora i valori di ὄνομα in Eraclito Lrsquooccorrenza del fr 32(Ζηνὸς ὄνομα) aderisce allrsquoaccezione tradizionale di ldquonome propriordquo Ma lostesso non puograve dirsi evidentemente per il fr 48 (τῶι οὖν τόξωι ὄνομα βίοςἔργον δὲ θάνατος ldquolrsquoarco ha come nome vita come effetto morterdquo) dove ὄνομαindica per la prima volta la singola lsquoparolarsquo90 o il lsquonome comunersquo(Dingwort91) Lrsquouso di ὄνομα nel fr 48 documentando questa nuova accezio-ne dovrebbe infondere dubbi circa il suo reale valore nel fr 23 (Δίκης δίκηςὄνομα οὐκ ἂν ἤιδεσαν εἰ ταῦτα μὴ ἦν ldquonon conoscerebbero il nome di Giustizia giustizia se non esistessero queste coserdquo) Giaccheacute ΔΙΚΗ poteva indicare siail concetto del giusto δίκη sia la sua personificazione divina Δίκη apporre lamaiuscola senza alcuna problematizzazione non sembra prudente92

νόος Nel linguaggio della tradizione νοεῖν egrave innanzitutto un verbo della per-cezione non meno che ἰδεῖν e γιγνώσκειν93 Von Fritz94 autore di tre esaurienticontributi sulla storia del significato di νόος e νοεῖν ha sottolineato come nellastoria semantica di νόος Parmenide rappresenti un punto di svolta fondamen-tale ciograve induce lo studioso ad accomunare gli usi precedenti di νόος e νοεῖν purse differenziati sotto la denominazione di lsquopre-parmenideirsquo Egrave vero che Par-menide incide profondamente sullrsquoevoluzione semantica di νόος e νοεῖν inquesto senso il suo ruolo egrave paragonabile a quello svolto da Eraclito per le pa-role λόγος e λέγειν Tuttavia questo dato non deve indurre ad eccessive sem-

88 OrsquoSullivan 2004 (LFE)89 Hes frr 235 2 e 296 3 Merkelbach-West Op 80 90 Ciograve sfugge a Lallot 1992 che individua le prime attestazioni del concetto di lsquosingola

parolarsquo solo in Platone (λέξις)91 Cosigrave Kraus 1987 p 4492 Sul problema delle maiuscole e delle minuscole per i nomi di eventuali personificazioni

divine cfr Ramnoux 1970 pp 461 s (ma anche lo studioso intende lrsquooccorrenza diΔΙΚΗ nel fr 23 come un nome proprio cfr ivi p 462)

93 Cfr Snell 1991 p 51 nota 53 von Fritz 1968 pp 265ndash266 e 277ndash278 Si consideri adesempio Hom Od XVIII 228 αὐτὰρ ἐγὼ θυμῶι νοέω καὶ οἶδα ἕκαστα

94 Von Fritz 1968

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plificazioni Pur imprimendo un nuovo corso nellrsquoevoluzione semantica diqueste parole lrsquoEleate non egrave il solo a promuoverne la risemantizzazione inol-tre occorre tenere presente che in questo stadio iniziale dellrsquoevoluzione se-mantica della parola le accezioni innovative mostrano ancora profondacontinuitagrave con quelle tradizionali95

Accogliendo dunque pur con queste precisazioni lo spartiacque di vonFritz si puograve affermare che gli usi ldquopre-parmenideirdquo di νόος e νοεῖν designano ldquoicasi in cui contemporaneamente al riconoscimento di un oggetto si provve-de anche alla sua collocazione entro un piugrave vasto contesto di esperienze aven-te come risultato la conoscenza e la valutazione di una situazione complessiva[hellip] νοεῖν significa [hellip] una lsquopercezione che comprendersquordquo96 La percezioneespressa da νοεῖν puograve quindi essere definita come quella visione drsquoinsieme chepermette di inquadrare lrsquooggetto entro una determinata costellazione fattua-le e di valutarlo in rapporto alla situazione specifica proprio come accade inIl IV 199 ss βῆ δrsquo ἰέναι κατὰ λαὸν Ἀχαιῶν χαλκοχιτώνων παπταίνων ἥρωαΜαχάονα τὸν δrsquo ἐνόησεν ἑσταότrsquo ἀμφὶ δέ μιν κρατεραὶ στίχες ἀσπιστάων λαῶν[hellip] In altre parole secondo questa modalitagrave della conoscenza lrsquoatto conosci-tivo consiste in unrsquoadeguata contestualizzazione dellrsquooggetto sia tra gli ogget-ti circostanti sia in relazione al soggetto conoscente non si ha νόος di alcunoggetto visto come isolato o di per seacute Analogamente il sostantivo νοῦς signi-fica certo ldquocomprensionerdquo ldquopianordquo ma lo fa serbando a lungo memoria

95 Schirren 1998 pp 194ndash199 critica lrsquointerpretazione del νόος parmenideo come res cogi-tans soffermandosi in particolare su Parm fr 16 Cerri 1999 p 59 nota 82 ricorda chelrsquouso di νοεῖν in Parm fr 22 aderisce al ldquosenso corrente genericordquo del verbo e non a quelloldquospecificamente parmenideordquo siccheacute il risultato egrave di affiancare ldquosignificato tradizionale esignificato nuovo di una stessa parolardquo

96 Egrave la pregnante definizione di Kraus 1987 p 75 il quale cita come esempi del significatotradizionale di νοεῖν Hom Il XV 422 XXIV 294 Hes Op 267 e rimanda a LSJ sv νοέωper ulteriori esempi Cfr von Fritz 1968 p 259 ldquo[hellip] das bestimmte Objekt [des νοεῖν ist]nur der Anlaszlig durch den eine Person ploumltzlich die volle Bedeutung einer Situationerkennt Diese Situation ist das eigentliche Objekt des geistigen Aktes den das verbumνοεῖν bezeichnetrdquo Il primato della sensorialitagrave del verbo sugli aspetti razionali egrave ribadita allepp 261 ldquo[Das vielleicht Wichtigste ist daszlig] wo immer νόος und νοεῖν bei Homer im Sinneeines Plans oder Planens verwendet werden [hellip] dieser Plan dann in der Gestalt einerVision [erscheint] die sozusagen die gegenwaumlrtige Situation in die Zukunft erweitertrdquo e264 ldquo[So koumlnnen wir sagen daszlig] soweit Homer in Frage kommt es keine Spur einesUumlbergangs aus der Bedeutung des Plans zu der der Erkenntnis einer Situation gibt daszligdagegen klare Tatsachen fuumlr die Moumlglichkeit eines Uumlbergangs in die umgekehrte Richtungsprechenrdquo cfr anche ivi p 272

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dellrsquooriginario significato percettivo della radice Lrsquooccorrenza di νοεῖν in Xe-noph fr 24 posta tra i verbi lsquovederersquo e lsquoudirersquo (οὖλος ὁρᾶι οὖλος δὲ νοεῖ οὖλοςδέ τrsquo ἀκούει) testimonia che la sfera percettiva del verbo egrave ancora dominanteper questo poeta97 Ancora in Epich fr 12 (νοῦς ὁρῆι καὶ νοῦς ἀκούειmiddot τἆλλακωφὰ καὶ τυφλά) la percezione ha esito fallimentare se non egrave condotta dalνοῦς che egrave soggetto del lsquovederersquo e dellrsquolsquoascoltarersquo esso pertanto egrave inteso comepreposto alla percezione

Tra gli usi ldquopre-parmenideirdquo di νόος e νοεῖν von Fritz include quelli eracli-tei Tuttavia anche nellrsquoEfesio egrave possibile riscontrare gli indizi di una rise-mantizzazione in atto In Eraclito νόος egrave probabilmente conforme allrsquoaccezio-ne tradizionale nel fr 104 (ldquoqual egrave infatti il loro νόος e la loro intelligenza[hellip]rdquo) dove forma unrsquoendiadi con φρήν98 Ma altrove la caratteristica unifi-cante del sostantivo e del verbo comunque implicita giagrave in Omero assumeun rilievo speciale analogo a quello osservato in Parmenide al punto che sipuograve affermare che per i due sapienti νόος e νοεῖν designano una vera e proprialdquocomprensione sinteticardquo Egrave in virtugrave di questo valore che νόος puograve essere util-mente contrapposto a πολυμαθίη la ldquonozione-di-molte-coserdquo come accadenel fr 40 (πολυμαθίη νόον ἔχειν οὐ διδάσκει [hellip] ldquola nozione-di-molte-cose noninsegna ad avere νόος [hellip]rdquo) La caratteristica unificante egrave sottolineata nel fr114 dalla paronomasia tra ξὺν νόωι e ξυνῶι ξὺν νόωι λέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴτῶι ξυνῶι πάντων [hellip] ldquoper fare un discorso con senso occorre valersi del con-senso di tutte le coserdquo99 Anche in questo caso la risemantizzazione della paro-la non conosce fratture ma va intesa in base alla continuitagrave con il significatogiagrave attestato nel linguaggio della tradizione epica e lirica ldquoDoch sind der fruuml-here und der neue Begriff verwandt In beiden Faumlllen ist νόος nicht einem iso-lierten Gegenstand oder selbst einzelnen Umstaumlnden zugewandt sondernetwas Umfassenderem [hellip]rdquo100

97 Cfr von Fritz 1968 pp 289 s Nemmeno per lrsquouso parmenideo la sfera sensoriale hasmesso di giocare un ruolo nel significato della parola cfr Parm fr 6 6ndash7 dove gli effettidi un πλακτὸς νόος sono descritti appunto come svilimento delle facoltagrave percettive (οἱ δὲφοροῦνται κωφοὶ ὁμῶς τυφλοί τε [hellip])

98 Le occorrenze di νόος e νοεῖν (talvolta anche νόημα) unitamente a φρήν sono frequenti cfrad esempio Hom Il IX 600 XV 80 s XVIII 419 XXII 235 Od I 322 III 26 etc

99 La traduzione di Lami 52000 rende bene il gioco di parole100 Von Fritz 1968 p 297 per la Bedeutungsverwandtschaft tra il νόος omerico e quello era-

cliteo cfr ivi p 299

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Gli esordi dellrsquoaccezione risemantizzata del gruppo νόος νοεῖν possono es-sere rintracciati proprio in Senofane Si pensi al giagrave ricordato fr 24 ldquotutto in-tero [οὖλος] vede tutto intero νοεῖ tutto intero ascoltardquo ed al fr 25 ldquoma senzafatica agita tutte le cose con il senno della mente [νόου φρενὶ]rdquo)101 lrsquoanafora diοὖλος e la contrapposizione tra movimento dei πάντα da un canto e immobi-litagrave del νόος che li governa dallrsquoaltro rappresentano degli indizi a favore diunrsquoaccezione unificante del νόος divino in Senofane102 Di certo tale accezio-ne unificante egrave promossa da Parmenide egli infatti nei frr 3 61 e 834ndash36insiste sullrsquoequivalenza tra il νοεῖν e lrsquoεἶναι laddove questrsquoultimo egrave appuntouno e drsquoun solo pezzo (οὐλομελές fr 84) Coerenti con il valore al contempopercettivo ed unificante sono anche gli usi del sostantivo νόος come risulta daParm frr 41 (ἀπεόντα νόωι παρεόντα βεβαίως ldquole cose assenti sono presentiper mezzo del νόος saldamenterdquo) 66 in cui il νόος egrave ldquodebolerdquo (πλακτὸν νόον)proprio percheacute i suoi detentori sono come sdoppiati ldquoa due testerdquo (δίκρανοιfr 65) ossia illusi che per ogni cosa esista un contrario (πάντων δὲπαλίντροπός ἐστι κέλευθος fr 69) ed incapaci di riconoscere lrsquoἐόν nella sua ne-cessaria unitagrave 16 1ndash2 (ὡς γὰρ ἕκαστος ἔχει κρᾶσιν μελέων πολυπλάγκτων τὼςνόος ἀνθρώποισι παρίσταται [hellip] ldquoinfatti come ciascuno ha unrsquounione dimembra molto erranti cosigrave si dispone il νόος per gli uomini [hellip]rdquo) dove il νόοςegrave paragonato allrsquoorgano che unifica e coordina le membra dellrsquoanatomia uma-na103

σοφίησοφός Per Omero σοφίη egrave lrsquoabilitagrave tecnica del carpentiere allrsquoopera(cfr Il XV412104) Esiodo (fr 306 Merkelbach-West105) riferisce la parola ad

101 Quanto la sfera percettiva sia presente nellrsquoespressione νόου φρενί egrave illustrato da Darcus1978 Non sussiste dunque alcuna contraddizione con la dimensione sensoriale del fr 24cfr von Fritz 1968 pp 290 s

102 Sul νόος della divinitagrave senofanea cfr Schirren 1998 pp 142 ss che lo paragona a quellodello Zeus omerico

103 Cfr Emp fr 27ndash8 che descrive un modello fallace di conoscenza in cui i dati sensibili(ἐπιδερκτά ἐπακουστά) non sono ldquoabbracciatirdquo (περιληπτά aggettivo verbale daπεριλαμβάνω) dal νόος

104 Ma per alcuni il passo egrave sospetto trattandosi forse di unrsquointerpolazione posteriore cfrCole 1993 p 756 (nota 4) Il significato originariamente tecnico-artigianale della parolaegrave confermato dalle co-occorrenze ldquoomericherdquo di σοφίη e τέχνη in h Merc 483 e 511 A pro-posito della co-occorrenza in Margites fr 32 (Gostoli) Gostoli 2007 p 75 conferma ilsignificato di σοφός come ldquoespertordquo Cole 1993 scorge qui un riferimento ironico

105 Cfr inoltre Hes Op 649 dove Esiodo riferisce a se stesso lrsquoattributo di σεσοφισμένος

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un citaredo indicandone di nuovo lrsquoabilitagrave Dalle origini fino ad Eraclito in-cluso σοφία puograve essere descritta come lrsquoabilitagrave di compiere le giuste mosse almomento giusto in vista di quella realizzazione conclusiva che le motiva Unasimile accezione del sapere dunque intende le fasi della realizzazione comemomenti integranti del prodotto finale106

Egrave stato sostenuto107 che con i lirici si riscontra unrsquoevoluzione del significa-to di σοφία la quale inizierebbe ad indicare un sapere teorico sentito in oppo-sizione ad un sapere pratico espresso invece da τέχνη Questo parere non egravecondivisibile In epoca arcaica la coppia σοφία τέχνη egrave spesso sinonimica edi lirici Senofane incluso iniziano a stabilire sulla scorta dellrsquoaccezione origi-naria unrsquoanalogia sempre piugrave stretta tra σοφία ed unrsquoabilitagrave determinata quel-la poetica (cfr Xenoph fr 214 Thgn 19 682 770 etc) Tale atteggiamen-to egrave sintomatico di una persistente concezione del poeta come ldquoartigiano del-la parolardquo Le occorrenze di σοφία σοφός presso i lirici108 dunque non muta-no di significato ma piuttosto documentano che quella del poeta o delmusico egrave intesa come una maestria tecnico-artigianale Tale concezione arcai-ca dellrsquoattivitagrave poetica egrave storicamente determinata dal momento che quelladel poeta era allrsquoepoca una vera e propria professione la quale almeno sotto ilprofilo della necessitagrave di un apprendistato e della padronanza di competenzetecniche (musicali-metriche musicali-strumentali mnemoniche) non diffe-riva sostanzialmente da altre professioni artigianali

La scarsa funzionalitagrave o rilevanza per questrsquoepoca della distinzione tra sa-pere pratico e sapere teorico ed in particolare il fatto che σοφία non si sia an-cora specializzata nellrsquoindicare il lato teorico del sapere risulta dalle evidenzetestuali Ad esempio per Alcmane σοφοί sono tanto gli ἱππόται (fr 2 P) quan-to gli ldquoascoltatori espertirdquo del poeta (fr 162 s P) la radice σοφ- indica dunquelrsquoarea delle abilitagrave e delle competenze tecniche o artigianali tra le quali sonoincluse anche quelle poetiche Intorno al 550 aC lo scultore ateniese Fidi-

106 Su questo aspetto cfr Gladigow 1965 pp 73 s Sul concetto di σοφία arcaica piugrave in gene-rale egrave degno di nota Cole 1993 il quale segue le linee evolutive dalla ldquosophia oralerdquo checoincide con ldquolrsquointelligenza euristica o ingegnositagrave la capacitagrave di trovare soluzioni e diescogitare espedienti per situazioni almeno in parte impreviste e imprevedibilirdquo fino allaldquosophia scrittardquo che rappresenta invece la conoscenza teorica e lrsquoerudizione

107 Gladigow 1965 p 13108 Attestazioni della radice σοφ- sono ad esempio Archil fr 211 W Sapph fr 562 LP Ibyc

fr 123 P Simon frr 54212 P 604 P B Epinic XII 1 SM fr 143 SM 26 SM Pi O I116 O II 86 O IX 28 e 38 O XI 10 O XIV 7 P I 41 P IV 248 P VIII 74 Pae VIIb 20 Pae IX 4 I VII 18 I VIII 47 N V 18 N VIII 41 frr 611 S 1334 S

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mo riferendosi alla sua professione puograve definirsi appunto σοφός (Friedl 169Peek 74) seguiacuteto in questo da Onata (Paus V2510) nellrsquoElegia alle Muse diSolone (1347 ss W) lrsquoequivalenza tra τέχναι e σοφία poetica (ma anche pro-fetica) egrave espressa in modo esplicito ldquo[hellip] un altro avendo appreso le arti diAtena e di Efesto ingegnoso mette insieme i mezzi per vivere con (il lavorodelle) sue mani un altro istruito nei doni delle Muse Olimpie (si guadagnada vivere) conoscendo il metro dellrsquoamabile σοφίη [hellip]rdquo109

Anche per il gruppo σοφίη σοφός Eraclito si iscrive dunque entro un pro-cesso storico di evoluzione semantica imprimendovi la propria traccia110 Ac-canto ad usi tradizionali ne compaiono altri non del tutto corrispondenti alleaspettative Probabilmente questi ultimi costituiscono le premesse per i suc-cessivi valori specialistici della parola meno legati a quella sfera dellrsquoazionepratica che invece per Eraclito egrave ancora essenziale Si possono classificare leoccorrenze come conformi allo standard quando coerentemente con la sto-ria semantica fin qui ricostruita il gruppo σοφίη σοφός ha a che fare tantocon la tecnica in generale quanto con specifiche tecniche poetiche o comun-que verbali in particolare Di questo tipo sono le occorrenze dei frr 56 (ldquo[hellip]Omero che era il piugrave sapiente [σοφώτερος] di tutti i Greci [hellip]rdquo)111 e 129 (ldquoPi-tagora [hellip] dopo essersi scelto questi scritti si mise a punto una sapienza[σοφίη] tutta sua nozione-di-molte-cose cattiva arte [κακοτεχνίη]rdquo)112 neiquali lrsquouso di Eraclito appare ironico riferito cioegrave a quanti vengono reputatidei falsi sapienti Circa il fr 129 egrave interessante sottolineare come Pitagoranella critica al suo sapere ldquolibrescordquo venga rappresentato come una sorta di

109 La tesi di Gladigow 1965 pp 16 ss ossia che qui σοφία acquisirebbe ldquoeinen neuen Inhaltund eine neue Weiterdquo (ivi p 19) appare come una forzatura interpretativa (che difatti nongode di ampio credito tra i critici cfr ivi p 17 nota 1) Quanto alla motivazione addottacioegrave che Solone non fu ldquopoeta di professionerdquo egrave sufficiente ricordare che il politico nellaGrecia arcaica non puograve non essere anche artigiano della parola giaccheacute lrsquouso esperto dellaparola rappresenta uno strumento fondamentale di legittimazione del potere

110 Per una rassegna delle principali interpretazioni di σοφίη σοφός in Eraclito cfr Gladigow1965 pp 75ndash84

111 Cfr Gladigow 1965 pp 102 s ldquoDie Tatsache daszlig Homer alle Faumlhigkeiten der Erkennt-nis die in den Fragmenten 50 und 41 als σοφόν bezeichnet werden abgesprochen werdenweist darauf hin daszlig σοφώτερος in fr 56 im traditionellen d h nicht heraklitischen Sinngebraucht istrdquo

112 Heraclit fr 129 pur comparendo nellrsquoedizione DK tra i frammenti dubbi o falsi egrave stato datempo riabilitato come genuinamente eracliteo Sulla questione cfr Marcovich 1978 p47 e Kahn 1973 pp 111 ss

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sofista ante litteram e questo sia per la dimestichezza con la scrittura(συγγραφάς) sia per lrsquouso finalizzato allrsquoimbroglio della sua τέχνη che egrave evi-dentemente ancora sinonimica di σοφίη113

Un nutrito gruppo di occorrenze egrave implicato con lrsquoattivitagrave verbale indicatada λόγος λέγειν egrave il caso dei frr 32 (ldquola sola cosa sapiente [τὸ σοφόν] non vuo-le e vuole essere detta [λέγεσθαι] [hellip]rdquo) 50 (ldquodato ascolto non a me ma al di-scorso [λόγου] egrave saggio [σοφόν] dire lo stesso [ὁμολογεῖν] [hellip]rdquo) 108 (ldquodiquanti ho ascoltato i discorsi [λόγους] nessuno arriva al punto di ritenere chequanto egrave saggio [σοφόν] [hellip]rdquo) e 112 (ldquo[hellip] sapienza [σοφίη] egrave cose vere dire[λέγειν] e fare secondo natura prestando ascoltordquo) In questi casi il traitdrsquounion tra accezione tradizionale e accezione risemantizzata risiede a) nellalinguisticitagrave della σοφία ossia come giagrave per la σοφία poetica nellrsquouso accortodel linguaggio che essa favorisce e b) nel suo indicare un sapere che ldquoriconoscela posizione delle parti entro il tuttordquo114 come giagrave osservato per i predecessoridi Eraclito Entrambe le caratteristiche sono conformi allrsquoaccezione eracliteadi λόγος e λέγειν che coerentemente con il significato-base della radice λεγ-attiene allrsquoarea semantica dellrsquoldquounificazionerdquo e della produzione linguisti-ca115 Pertanto non sembra affatto casuale che σοφία e σοφός occorrano concostanza insieme a λόγος e λέγειν queste parole-chiave sono coinvolte nel me-desimo processo di risemantizzazione (cfr cap 21 pp 35 ss) Coerente conla caratteristica a) egrave anche il fr 118 (ldquolrsquoanima secca egrave la piugrave saggia [σοφωτάτη]e la migliorerdquo)116 esso infatti indica nella ψυχή la sede della σοφίη che aumen-ta appunto in condizioni di secchezza ma al contempo i frr 45 107 e 115(come saragrave illustrato nel cap 61 in sede di analisi degli stessi) indicano chia-ramente la ψυχή come sede del λόγος117 La caratteristica b) egrave esplicitata nei frr50 (ἓν πάντα εἶναι) e 41 ldquouna egrave la cosa saggia [τὸ σοφόν] capire lrsquointelligenzache governa tutte le cose attraverso tutterdquo Per Eraclito dunque la σοφίη coin-

113 Dello stesso tenore egrave Heraclit fr 81114 Gladigow 1965 p 74115 Questi aspetti saranno approfonditi nella seconda parte del lavoro116 Il testo del fr 118 evidenzia corruttele sin dallrsquoantichitagrave i dubbi vertono soprattutto sulle

parole αὐγὴ ξηρή Marcovich 1978 p 264 rifacendosi nella sostanza a Stephanus rico-struisce come segue le tappe del processo di corruzione dellrsquooriginale αὔη αὔη ξηρή (ovveroξηρά giaccheacute la forma ionica dovette subentrare solo in seguito) in cui lrsquoaggettivo sarebbeuna glossa apposta al sostantivo piuttosto desueto αὐγὴ ξηρή attestato giagrave in Plu Rom288 e nella maggior parte dei testimonia ed infine soltanto ξηρή (ovvero ξηρά) traman-dato per primo da Porph Antr 11

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cide con il riconoscimento dellrsquointerconnessione tra tutte le cose al di lagrave dellaloro apparente indipendenza reciproca opersino contraddittorietagrave

κόσμος Il significato omerico della parola egrave sia ldquoordinerdquo o ldquoordinamentordquo118sia ldquoornamentordquo119 entrambi i valori sono attestati con continuitagrave finoallrsquoepoca di Eraclito120 Con essi collima verosimilmente il fr 124 (ldquocome pat-tume sparso a caso egrave il piugrave bellrsquoordinamentordquo)121 il motivo di questa supposi-zione egrave che nonostante il senso complessivo risulti tuttrsquoaltro che chiarolrsquoldquoordinerdquo o ldquoordinamentordquo costituirebbe unrsquoopposizione paradossale con illdquopattume sparso a casordquo in unrsquoantitesi del tutto ammissibile per lo stile diEraclito122

Nonostante la storia arcaica della parola sia scarsamente documentataemerge che Eraclito contribuisce ad avviarne la trasformazione semantica123Allrsquoepoca dellrsquoEfesio il significato di κόσμος come ldquoordine del mondordquo e dun-que ldquomondordquo ldquorealtagraverdquo egrave solo in statu nascendi124 Secondo la tradizione dosso-grafica il primo ad usare κόσμος nel senso di ldquomondordquo fu Pitagora125 ma il va-lore di ldquoordinerdquo resta comunque centrale fino al V sec aC126 Lrsquoaccezione co-

117 Anche sulla scorta di questo indizio sono dellrsquoavviso che convenga intendere σοφία e λόγοςcome profondamente affini e per certi versi interscambiabili piuttosto che ipotizzare chela ψυχή ospiti due principi o attivitagrave della conoscenza ben distinti (da un canto la σοφίαdallrsquoaltro il λόγος)

118 Cfr ad esempio Hom Il XII 225 Od XIII 77 etc Frequenti sono i costrutti εὖ κατὰκόσμον (Il XI 48 XII 85 etc) e οὐ κατὰ κόσμον (Il II 214 V 759 Od III 138 etc)

119 Per monili da donna cfr ad esempio Hom Il XIV 187 per finimenti di cavalli Il IV 145120 Cfr ad esempio Hes Th 587 ed Op 76 Sol frr 1311 W e 12 W Thgn 677 W Hippon

fr 1282 W Pi O III13 VIII 83 XI 13 P II 10 III 82 N II 8 I VI 69 A Pers 400833 849 920 Th 397 Supp 246 A 1271 Eu 55

121 σάρμα egrave emendatio di Diels a fronte di σάρξ tramandato dai manoscritti contraMcDiarmid 1941 e Friedlaender 1942 (seguiti da Kirk 31970 pp 82 220 313) secondoil quale il frammento va ricostruito come segue σὰρξ εἰκῆ κεχυμένltη ἀνθρώπgtων ὁκάλλιστος dunque κόσμος andrebbe attribuito alla fonte Teofrasto Cfr inoltre Gladigow1965 pp 117 ss

122 Cfr Kerschensteiner 1962 p 97123 Cfr Kahn 1960 pp 226 s Circa la stratificazione dei sensi della parola in Eraclito cfr

idem 1979 p 133124 Cfr Kirk 31970 pp 312ndash313 che conduce un esame delle occorrenze precedenti al IV

sec a C Giagrave Reinhardt 41985 pp 174 s aveva mostrato che il significato lsquomondorsquo non egraveancora pienamente affermato nel linguaggio dei presocratici

125 Le fonti sono riportate in TLG sv 1871 A cfr Frisk 1954 sv p 929126 Cfr Lanza 1966 p 217 (in riferimento ad Anaxag fr 8)

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smologica si affaccia nel fr 30 di Eraclito κόσμον τόνδε τὸν αὐτὸν ἁπάντωνοὔτε τις θεῶν οὔτε ἀνθρώπων ἐποίησεν [hellip] ldquoquesto κόσμος lo stesso per tuttinon lo fece alcuno degli dei neacute degli uomini [hellip]rdquo127 Similmente per i frr 75(καθεύδοντας ἐργάτας εἶναι καὶ συνεργοὺς τῶν ἐν τῶι κόσμωι γινομένων ldquoi dor-mienti operano e cooperano agli avvenimenti nel κόσμοςrdquo) e 89 (τοῖςἐγρηγορόσιν ἕνα καὶ κοινὸν κόσμον εἶναι ldquoper gli svegli uno e comune egrave ilκόσμοςrdquo) lrsquoaccezione puramente tradizionale sembra difficilmente ammissi-bile qui si tratta perlomeno di un ldquoordinamento generalerdquo valido tanto per glisvegli quanto per i dormienti Il riferimento cosmologico egrave dunque moltoprobabile anche se non strettamente necessario giaccheacute Eraclito potrebbeanche riferirsi ad esempio ad un ordinamento generale di tipo sociale

Anche nel caso di κόσμος si osserva che Parmenide contribuisce non menodi Eraclito ad avviare un percorso storico di risemantizzazione Il sapiente diElea infatti conserva lrsquoaccezione originaria di ldquoordinamentordquo nel fr 852(μάνθανε κόσμον ἐμῶν ἐπέων ἀπατηλὸν ἀκούων) mentre 860 (ἐγὼ διάκοσμονἐοικότα πάντα φατίζω) e 43 (οὔτε σκιδνάμενον πάντηι πάντως κατὰ κόσμονdove κόσμος egrave inserito in una clausola omerica) sono a metagrave strada tra lrsquoacce-zione tradizionale ldquoordinerdquo e quella nuova ldquo(ordine del) mondordquo propriocome si egrave osservato a proposito di Eraclito frr 75 e 89128

Nellrsquoesaminare la densitagrave semantica di alcune parole-chiave eraclitee si sonoresi spesso necessari riferimenti ad usi analoghi da parte di Senofane e piugrave fre-quentemente di Parmenide Ciograve conferma il fatto che il fenomeno non inte-ressa in via esclusiva un singolo autore bensigrave piugrave in generale una temperieculturale

Senofane che precede di poco Eraclito promuove una nuova accezionedella parola θεός la densitagrave semantica pertanto non riguarda argomenti peri-ferici della sua riflessione ma ne centra un punto cruciale Lrsquoinsegnamentosenofaneo si appunta infatti sulla critica agli dei omerici (pars destruens) aiquali il sapiente contrappone una divinitagrave dalle caratterizzazioni nuove (parsconstruens) Occorre notare che nelle elegie che appaiono del tutto conformial sentimento religioso tradizionale dellrsquoεὐσέβεια gli usi del sostantivo θεός

127 Contra Kahn 1979 p 133 che valuta lrsquointerpretazione di κόσμος nel senso di ldquoordine delmondordquo nel fr 30 quale una mistaken assumption Sulle interpretazioni di κόσμος nel fr 30cfr Vlastos 1982 p 192 nota 4

128 Contra Kerschensteiner 1962 p 122 il quale ritiene che lrsquouso parmenideo di κόσμος sia deltutto conforme a quello omerico

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(fr 113 e 24) e degli appellativi delle divinitagrave (frr 121ndash22 22) non tradi-scono le aspettative Anche in quella che si puograve definire la pars destruens dellariflessione senofanea sulla divinitagrave i Σίλλοι la parola-chiave occorre solo incontesti drsquouso coerenti con quelli tradizionali ciograve egrave necessario dal momentoche egrave proprio la divinitagrave tradizionale ad essere bersaglio di critica (Xenophanfrr 111 121 141 154) Viceversa in corrispondenza della pars construensche coincide con il cosiddetto Περὶ φύσεως al θεός sono attribuite caratteristi-che nuove ovvero non contemplate dalla religione tradizionale e dunque ti-picamente senofanee come si riscontra nel fr 231 (εἷς θεός) il cui θεός fungeda soggetto anche per i frammenti seguenti (frr 24 25 e 26)129 Per Senofanedunque egrave possibile delineare una separazione piuttosto netta tra le occorren-ze rispondenti allrsquoaccezione tradizionale e quelle risemantizzate Lrsquounica ec-cezione egrave il caso ambiguo della seconda occorrenza del fr 231 che saragrave con-siderata nel cap 13 (pp 30 s)

Parmenide contemporaneo di Eraclito non soltanto piega le sue parole-chiave a contestualizzazioni atipiche ma proprio come il sapiente di Efesocollega fittamente tra loro le parole oggetto della risemantizzazione questedunque non seguono percorsi di modificazione semantica indipendenti gliuni dagli altri ma costituiscono un sistema

Analogamente a quanto osservato per Senofane anche in Parmenide egravepossibile riconoscere una significativa distribuzione delle occorrenze aderen-ti allrsquoaccezione tradizionale da un lato e di quelle risemantizzate dallrsquoaltro Leprime si concentrano prevalentemente nel proemio ossia prima della rivela-zione sapienziale della dea le seconde invece compaiono soltanto nella rive-lazione sapienziale

129 La classificazione dei frammenti senofanei sotto i titoli Ἐλεγεῖαι Σίλλοι e Περὶ φύσεως nonegrave opera dellrsquoautore in particolare su Περὶ φύσεως cfr Schmalzriedt 1970 secondo cui apartire da denominazioni giagrave platoniche quali ad esempio οἱ περὶ φύσεως il titolo si cristal-lizza successivamente in ambito peripatetico A prescindere da questo resta il fatto chenella produzione senofanea egrave possibile individuare componimenti a) conformi al senti-mento religioso tradizionale b) critici nei confronti della religione tradizionale ovveroomerica e c) propositivi di una divinitagrave propriamente senofanea e che ai suddetti conte-nuti corrispondono forme metriche diverse rispettivamente il distico elegiaco la mesco-lanza di esametri e trimetri giambici e lrsquoesametro Lrsquoipotesi secondo cui il cosiddetto Περὶφύσεως costituirebbe una raccolta seriore effettuata in base a criteri tematici di versi trattidal resto dellrsquoopera senofanea (cosigrave ad esempio Burnet 31920 p 115 s) non scalfisce que-sto dato

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Sui valori di εἶναι (e forme relative ἐστί ἐόν) in Parmenide egrave stato scrittomoltissimo In effetti la natura stessa e la frequenza del verbo lsquoesserersquo pongo-no le occorrenze sotto il segno dellrsquoambiguitagrave I valori di εἶναι possono essereragionevolmente riassunti come segue 1) valore copulativo 2) valore esisten-ziale 3) valore veritativo130 Egrave evidente che in Parmenide numerose occorren-ze del verbo sono del tutto conformi a questi valori131 Tuttavia laddove εἶναιegrave coinvolto in costruzioni sintattiche per cosigrave dire autoreferenziali ad esem-pio laddove lsquoesserersquo funge da predicato non per un soggetto altro bensigrave peruna voce dello stesso verbo lsquoesserersquo le occorrenze si lasciano difficilmentecomprendere secondo le accezioni sopra elencate Egrave il caso dei frr 23 e 5(ldquolrsquouna in quanto ἔστιν e non ἔστι che non εἶναι [hellip] lrsquoaltra in quanto non ἔστινed ἐστι necessario che non εἶναιrdquo) 42 (ldquoinfatti non potragrave recidere lrsquoἐόν dallasua contiguitagrave con lrsquoἐόντοςrdquo) 61ndash2 (ldquoἔστι infatti εἶναι mentre niente nonἔστινrdquo) 71 (ldquomai si potragrave dimostrare questo che εἶναι i non ἐόνταrdquo) 836ndash37(ldquonientrsquoaltro ἔστιν o ἔσται allrsquoinfuori dellrsquoἐόντοςrdquo) e 46ndash47 (ldquoneacute infatti ἔστιnon ἐόν [hellip] neacute ἐὸν ἔστιν tale che dellrsquoἐόν εἴη ora piugrave ora menordquo) etc Nella ri-

130 Cfr Kahn 1973 rispettivamente pp 184 ss 228 ss 331 ss Va anche ricordata la querellecirca la presunta differenza di significato tra la forma enclitica della terza persona singolaredel verbo lsquoesserersquo che avrebbe valore copulativo e quella ortotonica con valore esisten-ziale La teorizzazione della differenza risale a G Hermann (De emendanda ratione graecaegrammaticae Leipzig 1801 pp 84 s) ed egrave stata recentemente sostenuta anche da PhProbert (A New Short Guide to the Accentuation of Ancient Greek Bristol 2003 pp 144ndash146) Questi cita come fonte Eustazio secondo cui ldquogli antichirdquo avrebbero usato ἔστι (laforma ortotonica) come sinonimo di ὑπάρχει ldquoesisterdquo ldquocrsquoegraverdquo Contra J Wackernagel (Dergriechische Verbalakzent Zeitschrift fuumlr vergleichende Sprachforschung Bd 23 1877 pp457ndash470) seguito tra gli altri da W S Barrett (Euripides Hyppolitos Oxford 1964) e lostesso Kahn 1973 pp 420 ss i quali si rifanno ad Erodiano secondo cui a determinare laforma ortotonica o piuttosto quella enclitica sono condizioni puramente formali ossia laposizione della voce verbale entro la frase (o il verso) e lrsquoaccentuazione della parola che laprecede

131 Cfr ad esempio frr 1 vv 11 (ἔνθα πύλαι [hellip] εἰσι κελεύθων) 27 (ἦ γὰρ ἀπrsquo ἀνθρώπων ἐκτὸςπάτου ἐστίν) e 32 (ὡς τὰ δοκοῦντα χρῆν δοκίμως εἶναι) 2 vv 2 (αἵπερ ὁδοὶ μοῦναι διζήσιός εἰσινοῆσαι) e 4 (Πειθοῦς ἐστι κέλευθος) 51 (ξυνὸν δέ μοί ἐστιν [hellip]) 69 (παλίντροπός ἐστικέλευθος) 82 (σήματrsquo ἔασι πολλά) Nel fr 8 il verbo occorre ripetutamente sia in funzionecopulativa nellrsquoelenco degli attributi dellrsquolsquoesserersquo sia come predicato verbale cfr vv 17ndash18(ἀληθὴς ἔστιν ὁδός) 27 (ἔστιν ἄναρχον ἄπαυστον) 33 (ἔστι γὰρ οὐκ ἐπιδευές) 38 (οὖλονἀκίνητόν τrsquo ἔμεναι τῶι παντrsquo ὄνομα ἔσται) 39 (πεποιθότες εἶναι ἀληθῆ) 42 (τετελεσμένονἐστί) 45 (χρεόν ἐστι) 48 (ἐπεὶ πᾶν ἐστιν ἄσυλον) 54 (οὐ χρεών ἐστιν ndash ἐν ὧι πεπλανημένοιεἰσίν) 57 (ἤπιον ὄν) etc

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velazione divina un confine netto fra accezioni tradizionali e accezioni rise-mantizzate del verbo egrave indiscernibile percheacute non egrave tracciato dal sapiente

Sono poi frequenti i casi in cui gli usi anomali delle voci di εἶναι vengonointrecciati con quelli di altre parole dense specialmente νόος νοεῖν e λόγος λέγειν o i loro rispettivi sinonimi Lrsquointreccio tra lsquoesserersquo lsquopensarersquo e lsquodirersquo egravetanto stretto che anche solo dal punto di vista puramente grammaticalecomprendere (e tradurre) queste costruzioni risulta spesso un compito ar-duo132 si considerino ad esempio i frr 3 τὸ γὰρ αὐτὸ νοεῖν ἐστίν τε καὶ εἶναι61 χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐὸν ἔμμεναι (dove il valore di ἐόν dipende tra lrsquoaltroda quello di τὸ133) 8 8ndash9 οὐ γὰρ φατὸν οὐδὲ νοητὸν ἔστιν ὅπως οὐκ ἔστι 8 34ndash36 ταὐτὸν δrsquo ἐστὶ νοεῖν τε καὶ οὕνεκεν ἔστι νόημα οὐ γὰρ ἄνευ τοῦ ἐόντος ἐν ὧιπεφατισμένον ἐστίν εὑρήσεις τὸ νοεῖν Ciograve non egrave casuale tra le parole riseman-tizzate da Parmenide vanno infatti annoverate anche νόος νοεῖν e λόγος

Per quanto riguarda νόος νοεῖν usi conformi a quelli tradizionali sonoammissibili per i frr 22 e 66134 mentre nei giagrave ricordati nodi sintattici traνόος νοεῖν λόγος λέγειν e ἐόν εἶναι lrsquoaccezione tradizionale risulta insoddi-sfacente Come giagrave rilevato a proposito di Eraclito anche per Parmenide ilνόος si configura come una facoltagrave intellettiva capace di unificare elementisparsi Ciograve egrave documentato dai frr 41 dove il νόος egrave responsabile della com-prensione dellrsquoἐόν nella sua coesione e 161ndash2 dove esso egrave paragonato (ὡςhellipτώς) allrsquounione delle membra corporee (κρᾶσις μελέων)

Quanto a λόγος la parola evidenzia usi tradizionali nei frr 115 e 850mentre risemantizzato sembra quello del fr 75 κρῖναι δὲ λόγωι Nonostantemolti interpreti traducano questa occorrenza ldquogiudica con raziociniordquo o inmodo simile tale resa non egrave condivisibile per motivi sia contestuali che stori-co-linguistici Il motivo contestuale egrave il riferimento immediatamente prece-dente alla menzione di λόγος alla produzione ed alla percezione acustica dellinguaggio νωμᾶν ἄσκοπον ὄμμα καὶ ἠχήεσσαν ἀκουὴν καὶ γλῶσσαν (fr 74ndash5)non si vede dunque percheacute qui si dovrebbe fare riferimento ad unrsquoastratta ldquora-gionerdquo piuttosto che alla tessitura dellrsquoargomentazione di Parmenide ovveroal suo ldquodiscorsordquo Il motivo storico-linguistico egrave che come saragrave argomentato

132 Cfr Calogero 1967 pp 126 ss133 Se τὸ funge da articolo i due infiniti seguenti sono sostantivati e costituiscono il soggetto

ldquooccorre che il dire ed il pensare siano lrsquoἐόνrdquo se τὸ funge da pronome si avragrave ldquooccorre chequanto crsquoegrave da dire e da pensare sia lrsquo ἐόνrdquo

134 Circa πλακτὸς νόος si puograve ricordare che nellrsquoepica arcaica riferiti a νόος si trovano attributiquali ἀεικής ἀπηνής ἀργαλέος κακός κύνεος etc cfr Fuumlhrer 2004 (LFE)

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nel cap 51 significati di λόγος come ldquoragionerdquo o ldquoraziociniordquo sono successiviallrsquoepoca qui considerata fino allrsquoinizio del V sec a C λόγος significa esclusi-vamente ldquoazione risultato del λέγεινrdquo ossia ldquoraccoltardquo o come egrave nella mag-gioranza dei casi ldquodiscorsordquo135

Infine vanno considerate le occorrenze parmenidee di ὄνομα ὀνομάζεινnon rispondenti alle accezioni tradizionali ossia rispettivamente ldquonome pro-priordquo e ldquofare uso del nome propriordquo Sebbene la tradizione manoscritta relati-va al fr 838 sia problematica ed attesti da un canto πάντrsquo ὄνομ(α) ἔσταιdallrsquoaltro πάντrsquo ὀνόμασται136 egrave chiaro che in entrambi i casi ὄνομα ovveroὀνομάζειν eludono lrsquoaccezione tradizionale percheacute non hanno a che fare conlrsquoidea del lsquonome propriorsquo ovvero dellrsquolsquouso del nome propriorsquo137 Certa egrave invecelrsquooccorrenza di ὄνομα nel fr 19 οὕτω τοι κατὰ δόξαν ἔφυ τάδε καί νυν ἔασι καὶμετέπειτrsquo ἀπὸ τοῦδε τελευτήσουσι τραφέντα τοῖς δrsquo ὄνομrsquo ἄνθρωποι κατέθεντrsquoἐπίσημον ἑκάστωι dove contestualmente ad ὄνομα compaiono di nuovo i ldquose-gnirdquo del mondo fenomenico elencati in 838 ss φύειν ldquonascererdquo τρέφεσθαιldquocrescererdquo τελευτᾶν ldquoperirerdquo In questo contesto va anche ricordato il cosid-detto ldquoframmento di Cornfordrdquo Si tratta del breve passo in Pl Tht 180e 1interpretato da molti studiosi come una libera citazione di Parm fr 838 mache secondo Cornford rappresenterebbe invece un vero e proprio frammen-to138 οἷον (oppure οἶον) ἀκίνητον τελέθει τῶι πάντὶ ὄνομrsquo εἶναι Qui cosigrave comenei frr 19 e se si accoglie la lectio πάντrsquo ὄνομ(α) ἔσται anche 838 ὄνομα evi-denzia lrsquoaccezione di ldquosingola parolardquo139 analogamente a quanto rilevato circaHeraclit frr 48 e forse anche 23 Nei frr 853 μορφὰς γὰρ κατέθεντο δύο

135 Cfr Gomperz 1922ndash23 Verdenius 1947 p 276 idem 1966 136 Il verso egrave citato da Simplicio in due passi Quanto al primo (In Ph 871) il codex E tra-

manda ὀνόμασται un perfetto privo di aumento (cfr Parm fr 91) mentre i codices D ed Friportano ὄνομα (οὔνομα) ἔσται Nel secondo passo di Simplicio (In Ph 14611) i mano-scritti sono invece concordi e tramandano ὠνόμασται

137 Per gli editori che accettano la prima lectio una traduzione diffusa del frammento egrave ldquotuttele cose saranno solo un nomerdquo essa dunque inserisce un avverbio (lsquosolorsquo) assente nel testocfr DK Taraacuten 1965 p 86 etc Ma in questo modo si attribuisce a Parmenide una conce-zione estranea alla mentalitagrave arcaica quella del ldquomero nomerdquo o della ldquomera parolardquo comeimmagine di vacuitagrave del linguaggio in antitesi alla pienezza ed al primato delle cose e deifatti (cfr Kraus 1987 p 93) Per Parmenide dire πάντrsquo ὄνομ(α) ἔσται non significa neces-sariamente che tutte le cose saranno solo arbitrio e finzione Lrsquoinserimento dellrsquoavverbiolsquosolorsquo corrisponde evidentemente alle intenzioni di quegli interpreti i quali sostengonoche per Parmenide i πάντα non sono che vuota apparenza destituita di qualunque esi-stenza reale Sulla questione si torna nel cap 41 pp 94 s

138 Cornford 1935

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26 1 Densitagrave semantica

γνώμας ὀνομάζειν e 91ndash2 αὐτὰρ ἐπειδὴ πάντα φάος καὶ νὺξ ὀνόμασται καὶ τὰκατὰ σφετέρας δυνάμεις ἐπὶ τοῖσί τε καὶ τοῖς140 il verbo ὀνομάζειν significa ldquode-nominare qualcosardquo senza riferimento allrsquouso del nome proprio esattamentecome in Heraclit fr 67

Dagli esempi di densitagrave semantica considerati emergono due dati principaliIn primo luogo risulta che la risemantizzazione non modificando alcune pa-role prese singolarmente neacute le linee della loro evoluzione semantica si svilup-pano in modo parallelo ovvero indipendentemente lrsquouna dallrsquoaltra Piuttostotra le parole risemantizzate tendono ad istaurarsi delle relazioni semantichesi pensi ai rimandi individuati tra i gruppi ψυχή ndash σοφία σοφός ψυχή ndash λόγοςλόγος ndash σοφία σοφός in Eraclito νοεῖν ndash θεός in Senofane νοεῖν ndash λέγειν ndash εἶναιin Parmenide Pertanto lo studio della densitagrave semantica deve essere condot-to prendendo in esame insiemi di parole dense che evidenziano relazioni se-mantiche pertinenti (cap 21) e non singole parole risemantizzate

In secondo luogo i sapienti in esame non solo mostrano affinitagrave nella mo-dalitagrave di significazione definita lsquodensitagrave semanticarsquo che egrave prodotta attraversola risemantizzazione di parole della tradizione epica e lirica ma spesso anchele parole fatte oggetto di risemantizzazione tendono a coincidere si pensi aθεός (Senofane ed Eraclito) λόγος λέγειν (Eraclito e Parmenide) νόος νοεῖν(Parmenide Eraclito ed eventualmente Senofane) ὄνομα ὀνομάζειν (Eracli-to e Parmenide) In questi casi si riscontra che le nuove accezioni promosseper la parola risemantizzata coincidono nei diversi autori

Tali convergenze che riguardano aspetti sia formali sia contenutistici de-gli scritti sapienziali arcaici suggeriscono che il pensiero dei σοφοί sia profon-damente radicato entro un contesto culturale condiviso In effetti nella se-conda metagrave del Novecento sono stati approfonditi gli studi sulle radici comu-ni della sapienza greca arcaica sia essa religiosa poetica cosmologica o filoso-fica141 La riflessione di ciascun σοφός puograve essere dunque considerata come

139 Viene preferita qui la resa con ldquosingola parolardquo piuttosto che con ldquonome comunerdquo dalmomento che Parm fr 838 ss elenca come spiegazione di ὄνομα sei infiniti non sostanti-vati e dunque sei forme verbali similmente nel ldquoframmento di Cornfordrdquo il referente diὄνομα egrave lrsquoinfinito εἶναι

140 Questo frammento presenta la difficoltagrave linguistica della relazione di τά Numerosi inter-preti integrano ὀνόματα giaccheacute i ldquonomirdquo potrebbero riferirsi a φάος καὶ νύξ (nel verso pre-cedente) cosigrave come a πῦρ καὶ νύξ (fr 855 ss) Se si ammette questa ragionevoleintegrazione lrsquoaccezione di ὄνομα divergerebbe di nuovo da quella di lsquonome propriorsquo

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13 Coscienza della densitagrave semantica 27

elaborazione o soluzione di quesiti importanti per un determinato contestocuturale Ciograve contrasta con la posizione di una cospicua parte della criticache ha interpretato il pensiero di questi autori in base ad oggetti di riflessionee problemi intesi come individuali esclusivi e nettamente distinti per cia-scun sapiente142

13 Coscienza della densitagrave semantica

Dopo aver descritto il fenomeno della densitagrave semantica (cap 11) ed avernefornito alcuni esempi (cap 12) egrave lecito porsi una domanda la densitagrave seman-tica rappresenta un esito indesiderato derivante ad esempio dalla frammen-tarietagrave della nostra documentazione o da una involontaria sovrapposizione divalori semantici distinti da parte dei sapienti oppure egrave deliberata

Nel primo caso la densitagrave semantica dovrebbe manifestarsi in modo nonsistematico ovvero casuale Egrave proprio questo il motivo per cui le spiegazionidel fenomeno basate sulla casualitagrave come ad esempio la presunta imperizialinguistico-espressiva degli autori arcaici o semplicemente lo stato frammen-tario della documentazione a disposizione risultano insufficienti esse nonrendono conto della coerenza con cui ricorre il fenomeno

I σοφοί non sembrano confondere inavvertitamente sfere semantiche poconitide Al contrario alcuni elementi suggeriscono che essi promuovano volu-

141 Per fare solo alcuni e ben noti esempi cfr Cornford 1952 Fraumlnkel 1962 In particolaresulla cosmologia arcaica che saragrave al centro dellrsquoattenzione nel cap 41 cfr Guthrie 1952p 87 ldquo[hellip] a common picture of the nature of the Universe of living creatures and ofdivinity was shared by a surprising number of Greek philosophical and religious thinkersof the 6th and early 5th centuries BC [hellip] This world-picture was not the creation of anyone of them but rather seems to have been assumed by all at the outset [hellip]rdquo Su unrsquoanalogalinea argomentativa si attesta Kahn 1960 p 4 Dopo aver individuato dei concetti por-tanti comuni ai primi ldquofilosofirdquo (ad esempio le idee di φύσις e κόσμος una divinitagrave differenteda quella tradizionale la trasformazione degli elementi etc) lo studioso afferma che ldquothiscommon body of ideas attested for different thinkers of approximately the same date can-not be explained as the personal innovation of any one of them [hellip] The resemblancebetween these widely separated developments may be due in part to an active interchangeof persons and ideas above all however it presupposes a common seed from which theregional types have arisenrdquo

142 Egrave ben fondata la critica di Kahn 1960 p 5 ldquoIn practice the moderns have generally fol-lowed the ancients in treating these early philosophers as so many exalted individualistswhose relationship to one another must be largely a matter of polemicrdquo

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28 1 Densitagrave semantica

tamente la densitagrave semantica di parole attinte al linguaggio della tradizioneepico-lirica contestualizzandole in modo nuovo e rendendole cosigrave adatte aveicolare contenuti sapienziali innovativi La densitagrave semantica si accompa-gna inevitabilmente ad una generale ambiguitagrave dei testi in oggetto Per quan-to riguarda Eraclito Kahn ha mostrato come ci si trovi di fronte ad ldquounrsquoam-biguitagrave deliberata o intenzionalerdquo143 una posizione questa che viene condi-visa da numerosi critici Tuttavia la questione dellrsquointenzionalitagrave non egrave anco-ra stata approfondita in modo adeguato anche laddove venga espressamentetematizzata essa egrave ricondotta in via esclusiva allrsquoadozione dello stile oracola-re144 Un simile approccio tralascia che anche altri autori dellrsquoepoca pur senzaricorrere allo stile oracolare evidenziano analoghi tratti di ambiguitagrave spessoriconducibile appunto alla densitagrave semantica delle parole-chiave

Egrave possibile individuare nei testi due indizi a sostegno dellrsquoipotesi della den-sitagrave semantica e dellrsquoambiguitagrave come risorse linguistiche intenzionali e abil-mente sfruttate Uno concerne il tipo di parole dense lrsquoaltro la loro posizioneentro il corpus in generale o il frammento in particolare Per quanto attiene alprimo dato la densitagrave semantica investe non genericamente alcune parolebensigrave proprio quelle centrali nella riflessione dei sapienti per limitarsi a degliesempi emblematici λόγος in Eraclito θεός in Senofane εἶναι in ParmenideIn secondo luogo si osserva che sistematicamente quando si arriva ai punti sa-lienti per un chiarimento della parola-chiave emerge un autentico quid proquo fra le contestualizzazioni ovvero le accezioni tradizionali e quelle rise-mantizzate A questo proposito occorre anche ricordare che nellrsquoopera di Se-nofane e di Parmenide vige una separazione coerente e dunque non casualetra usi tradizionali ed usi risemantizzati delle parole-chiave (cfr cap 12 p 21e p 22) le occorrenze aderenti alla semantica tradizionale sono concentratenelle parti dellrsquoopera che si rifanno esplicitamente alla tradizione sia per con-formarvisi sia per criticarla (per Senofane nelle opere successivamente intito-late Ἐλεγεῖαι e Σίλλοι per Parmenide nel proemio del poema) quelle denseinvece compaiono laddove i sapienti esprimono il loro contributo teoricopiugrave precipuo (rispettivamente il cosiddetto Περὶ φύσεως e la rivelazione divi-na sullrsquoessere) A fronte di questi elementi lrsquoipotesi secondo cui le ambiguitagravesemantiche non sarebbero desiderate e anzi in alcuni casi data la loro posizio-ne strategica ldquoprogrammaticherdquo risulta piuttosto antieconomica

143 Kahn 1979 p 91 cfr anche Hussey 1982 p 54 144 Questa egrave la posizione di Calabi 1977ndash78

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Si passa ora a considerare alcuni frammenti in cui lrsquoambiguitagrave tra le diverseaccezioni delle parole-chiave appare come una deliberata scelta espressiva145Quanto ad Eraclito sia Aristotele146 che Sesto Empirico147 testimoniano cheil fr 1 si trovava allrsquoinizio dellrsquoopera in forza di queste testimonianze la posi-zione drsquoincipit egrave ammessa dalla grande maggioranza degli studiosi148 ldquoPur es-sendo questo λόγος sempre gli uomini ne sono allrsquooscuro sia prima di ascoltaresia dopo aver ascoltato infatti sebbene tutte le cose accadano secondo questoλόγος essi assomigliano ad inesperti [hellip]rdquo La prima occorrenza della parola-chiave puograve passare a prima vista inosservata Infatti sia nella prosa ionica ar-caica149 sia mutatis mutandis nella lirica150 il riferimento al λόγος allrsquoiniziodellrsquoopera o al suo interno nel passaggio da un argomento allrsquoaltro egrave piutto-sto frequente In questi casi la parola indica chiaramente il ldquodiscorsordquolrsquoldquoesposizionerdquo lrsquoldquoargomentazionerdquo e si riferisce appunto al discorso di chiscrive Tuttavia il seguito del fr 1 costringe presto a ricredersi Il λόγος men-zionato da Eraclito non coincide in toto con lrsquoorizzonte semantico preceden-temente attestato per la parola infatti nessuno puograve avere esperienza di un di-scorso ancor prima di averlo ascoltato e soprattutto non egrave chiaro come tuttele cose possano accadere in base ad un discorso comunemente inteso Consi-derate queste difficoltagrave anche la posizione di ἀεί inizia a destare sospetti e ri-vela la sua natura ancipite occorre forse intendere che il discorso egrave ldquosemprerdquoTale quid pro quo semantico dunque non solo riguarda la parola-chiaveλόγος ma come indicato da testimoni fededegni occorre proprio in aperturadello scritto nel periodo che ne dichiara le intenzioni e che dunque ha valoreprogrammatico In un passo di grande importanza strategica come prima pa-rola (almeno dopo lrsquoarticolo e la particella) Eraclito presenta λόγος in un con-

145 Per le difficoltagrave sintattiche sollevate dai frammenti esaminati qui di seguito (Heraclit 1Xenoph 231 Parm 23ndash5) cfr cap 23 (rispettivamente pp 49 ss p 54 pp 55 s)

146 Arist Rh Γ 5 1407b 14 ss [hellip] οἷον ἐν τῆι ἀρχῆι αὐτῆι τοῦ συγγράμματος φησὶ γάρ [hellip]147 S E M VII 132 ἐναρχόμενος γοῦν τῶν περὶ φύσεως ὁ προειρημένος ἀνὴρ (sc Ἡράκλειτος)

καὶ τρόπον τινὰ δεικνὺς τὸ περιέχον φησί [hellip]148 Contra Colli 1980 vol III che pone in apertura dello scritto eracliteo il fr 93 Conche

1986 p 23 ss che opta per il fr 50 Capelle 1924 pp 202ndash203 (che cita a sua voltaSusemihl Jbb f kl Phil 107 1873 p 716) il quale tuttavia non propone un frammentoiniziale alternativo

149 Ecateo di Mileto (FGrH 1 fr 1) Ione di Chio (DK 36 B 1) Diogene di Apollonia (DK 64B 1) ma anche Antioco di Siracusa (FGrH 555 fr 2) cfr cap 51 p 155

150 Cfr ad esempio Tyrt fr 121 W Thgn 1055 W Xenoph 71 Espressioni del tipo ἀλλὰλόγον μὲν τοῦτον ἐάσομεν sono comuni formule di passaggio da un discorso allrsquoaltro

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testo drsquouso ambiguo che al tempo stesso suggerisce e smentisce lrsquoaccezionetradizionale

Casi analoghi si riscontrano anche in Senofane e Parmenide Si consideri Se-nofane fr 231 ldquouno (egrave) il dio [θεός] fra gli dei [ἔν τε θεοῖσι] e gli uomini il piugravegrande [hellip]rdquo I commentatori hanno spesso negato lrsquoattrito generato dalla giu-stapposizione delle due occorrenze di θεός presentate nel paradosso dellrsquoldquouni-co dio [hellip] fra gli deirdquo Il motivo addotto egrave che ldquodei e uominirdquo giagrave in Omero egraveunrsquoespressione polare per indicare generalitagrave e assolutezza151 Senofane dun-que non direbbe nientrsquoaltro che ldquouno (egrave) il dio in assoluto il piugrave granderdquo Inrealtagrave egrave un misconoscimento del testo negare che ldquofra gli dei e gli uominirdquo egrave indiretta relazione con il ldquodio unordquo che occorre immediatamente prima lrsquousoanomalo dellrsquoespressione polare egrave stato giustamente sottolineato daHeitsch152 Considerata la densitagrave semantica della parola-chiave senofanea siegrave indotti a ritenere che lrsquoeffetto per cosigrave dire ldquoenantiosemicordquo sia cercatoespressamente allo scopo di intercalare un contesto drsquouso tradizionale ovverounrsquoaccezione tipica della parola (ἔν τε θεοῖσι καὶ ἀνθρώποισι) con una densa re-cante i tratti della divinitagrave propriamente senofanea (εἷς θεός) A proposito diquesto frammento va ribadito per inciso come non solo le tradizionali inter-pretazioni che sostengono il monoteismo153 ma anche quelle in favoredellrsquoenoteismo154 senofaneo siano fondamentalmente scorrette Infatti ben-cheacute il dio μέγιστος sia uno solo neacute lrsquoesistenza neacute il culto delle divinitagrave tradizio-nali vengono in alcun modo negati155 al contrario essi costituiscono ilpresupposto necessario per lrsquouso stesso del superlativo Storicamente il pen-siero greco arcaico non sembra orientato verso il monoteismo ma piuttosto

151 Cfr ad esempio Hom Il VIII 27 XIV 342 cfr anche Heraclit frr 24 30 (circaquestrsquoultimo frammento tuttavia Guthrie 1962 p 375 nota 2 e Stokes 1971 p 76 sotto-lineano che lrsquoespressione puograve anche essere intesa alla lettera)

152 Heitsch 1983 p 149 commenta ldquonessuno dei passi a me noti egrave davvero paragonabile alnostro la seconda affermazione contraddice proprio le prime parolerdquo

153 Cfr Zeller Wilamowitz Kranz Gigon etc Per lrsquoincidenza della tradizione dossograficasullrsquointerpretazione di Senofane in senso monoteistico cfr cap 31 p 64

154 Contro lrsquoipotesi del monoteismo ma in favore dellrsquoenoteismo senofaneo egrave Schaumlfer 1996pp 165 ss (per la storia del termine cfr ivi p 168 nota 162)

155 Nel corpus di Senofane non mancano attestazioni di θεός (fr 113 e 24) e riferimenti alledivinitagrave (frr 121ndash22 22) conformi al sentimento religioso tradizionale cfr Heitsch1994 pp 17 s

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verso la convinzione che ldquotutto egrave pieno di deirdquo (πάντα ψυχῶν εἶναι καὶ δαιμόνωνπλήρη)156

Infine si consideri un caso di coscienza della densitagrave semantica in Parme-nide In controtendenza rispetto al resto della critica Kahn riconosce cheldquolrsquoambiguitagrave dello stile di Parmenide egrave intenzionale Egli come Pindaro scri-ve lsquoper quanti comprendonorsquo (per lrsquoεἰδὼς φώς B 13 non per i βροτοὶ εἰδότεςοὐδέν B 64)rdquo157

Anche per Parmenide si osserva non solo che lrsquoambiguitagrave riguarda segnata-mente le parole-chiave del suo insegnamento in primis εἶναι e le sue voci maanche che essa si fa strada sistematicamente nei passi di maggior rilievo teori-co circa la natura dellrsquoessere Nel proemio εἶναι compare tre volte come pre-dicato sempre in modo conforme agli usi tradizionali ldquoligrave sono le porte [hellip]rdquoldquoegrave fuori dal sentiero battuto dagli uominirdquo e ldquo[hellip] bisogna che siano genuina-menterdquo (fr 1 rispettivamente vv 11 27 e 32) Come notato nel cap 12 p22 solo quando lo scenario mitico diventa sfondo e la dea della teofania iniziala sua rivelazione sapienziale il verbo inizia ad occorrere in contesti drsquousoanomali Si puograve prendere come esempio il fr 2 3ndash5 Nei versi 3 e 5 il lettoreegrave di fronte ad una serie molto fitta di occorrenze del verbo lsquoesserersquo ben sei treper ciascun esametro Dichiarando quali sono le strade della ricerca la deaspiega ldquolrsquouna che egrave [a) ἔστιν] e non egrave possibile [b) ἔστι] che non sia [c) μὴεἶναι] [hellip] lrsquoaltra che non egrave [d) οὐκ ἔστιν] ed egrave necessario [e) χρεών ἐστι] chenon sia [f) μὴ εἶναι]rdquo Una ricorrenza cosigrave pervasiva delle voci di εἶναι non puograveessere casuale gli usi tradizionali e quelli densi sono intrecciati tra di loro equesto in un passo della massima importanza per la chiarificazione della pa-rola-chiave Le occorrenze centrali di ciascun verso ovvero b) ed e) corri-spondono perfettamente alla semantica tradizionale del verbo ma le occor-renze a) c) d) ed f) in qualche misura la eludono Secondo lrsquouso tradizionaleinfatti avrebbe ben poco senso dire di una strada che essa egrave ed egrave impossibileche non sia e di unrsquoaltra che essa non egrave ed egrave necessario che non sia occorredunque ammettere che il verbo lsquoesserersquo acquisisce una pregnanza particolarenelle intenzioni dellrsquoautore Anche in questo caso come giagrave osservato circaλόγος in Heraclit fr 1 le prime occorrenze della parola-chiave in ciascun ver-so a) e d) possono apparire prima facie non problematiche tuttavia lrsquoimpres-sione dura poco percheacute subito gli usi del verbo lsquoesserersquo prendono per cosigrave dire

156 D L IX 7 (= DK 22 A 17) cfr anche DK 11 A 3157 Kahn 1960 p 227

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32 1 Densitagrave semantica

ad avvitarsi su se stessi158 Alla luce delle occorrenze immediatamente succes-sive viene smascherato un valore di εἶναι non piugrave coincidente con quello con-sueto nella tradizione epica e lirica

Simili equivoci (quid pro quo) generati dalla commistione di contestidrsquouso ed accezioni sia tradizionali sia innovativi rappresentano degli indizi asostegno dellrsquoipotesi per cui i sapienti considerati alimentano coscientementela densitagrave semantica delle parole-chiave sfruttando lrsquoambiguitagrave che ne derivacome una risorsa espressiva La risemantizzazione delle parole-chiave si profi-la pertanto come un percorso consapevolmente imboccato dai sapienti arcai-ci al fine di ri-funzionalizzare il linguaggio della tradizione epica e lirica adat-tandolo cosigrave a nuovi contenuti sapienziali

Per capire in che modo ovvero attraverso quali espedienti linguistici la ri-semantizzazione venga prodotta occorre ora approfondire lrsquoanalisi dei testi

158 Analoga egrave la frequenza delle occorrenze delle voci del verbo lsquoesserersquo nei frr 61ndash2 χρὴ τὸλέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐὸν ἔμμεναι ἔστι γὰρ εὶναι μηδὲν δrsquo οὐκ ἔστιν 846ndash48 οὔτε γὰρ οὐκ ἐὸν ἔστι[hellip] οὔτrsquo ἐὸν ἔστιν ὅπως εἴη κεν ἐόντος τῆι μᾶλλον τῆι δrsquo ἧσσον [hellip]

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2 Strategie di risemantizzazione

21 Reti di significazione

Lrsquointento dei capitoli 21 22 e 23 egrave di considerare in statu nascendi lrsquoevolu-zione del significato di alcune parole-chiave entro il pensiero dei sapienti ar-caici in esame La densitagrave semantica delle parole-chiave egrave lrsquoesito della lororisemantizzazione ovvero dellrsquoincremento di variabilitagrave dei contesti drsquouso lacompresenza di contesti drsquouso tradizionali e non tradizionali schiude accezio-ni nuove entro un significato ancora fondamentalmente coeso In base allrsquoesa-me dei testi saranno considerate tre strategie di risemantizzazione le reti disignificazione (cap 21) i giochi di parole (cap 22) e la polivalenza sintattica(cap 23) In generale poicheacute basata sulla contestualizzazione diversificata larisemantizzazione non riguarda parole prese singolarmente ma necessaria-mente relazioni tra le parole In effetti tutte e tre le strategie di risemantizza-zione condividono la prerogativa di stabilire collegamenti per lo piugraveinaspettati tra le parole al fine di ampliare il ventaglio dei loro usi

La nuova funzionalizzazione del linguaggio della tradizione epica e liricava compresa nella sua dimensione sociale essa non riguarda Eraclito in quali-tagrave di singolo parlante bensigrave la sua temperie culturale e dunque almeno inparte la comunitagrave linguistica a cui egli appartiene quella costituita dai sa-pienti arcaici o tardo-arcaici Per loro la risemantizzazione delle parole-chia-ve rappresenta una sperimentazione linguistica in cui sono a disposizionenon metodi prestabiliti o soluzioni univoche ma piuttosto una variegatagamma di espedienti Ciograve egrave coerente con il quadro generale della riflessionesul linguaggio nella cultura greca arcaica riflessione che non si configuracome teorizzazione sistematica bensigrave come vivo esercizio di sapienza Nel ri-corso alle strategie di risemantizzazione egrave possibile nondimeno individuare

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34 2 Strategie di risemantizzazione

delle tendenze ad esempio se Eraclito sfrutta particolarmente i giochi di pa-role evocando cosigrave collegamenti tra diverse immagini Parmenide si avvalepiuttosto della polivalenza sintattica che autorizzando molteplici interpre-tazioni concorre a lasciare indefinito il significato delle parole-chiave Ma sitratta per lrsquoappunto solo di tendenze non di scelte esclusive ed egrave opportunosottolineare la commistione tra le strategie della risemantizzazione rilevabilenei sapienti considerati

A questo punto il proposito egrave di tradurre in pratica lo spunto teorico of-ferto da Kahn con il suo ldquoprincipio di risonanzardquo159 intendendolo perograve in unsenso piugrave forte di quello voluto dallo studioso Si tenta dunque di individua-re nei corpora quelle che vengono qui definite lsquoreti di significazionersquo ossia si-stemi di parole tra le quali viene riconosciuta o istituita una correlazione se-mantica adatti pertanto a veicolare un determinato senso solo se colti nellaloro complesso Qualunque sistema infatti esige di essere compreso nella suaorganicitagrave Nella seconda parte del lavoro (specialmente nei capp 42 e 43)lrsquoesame delle reti di significazione costituiragrave un fondamentale approccio er-meneutico ai frammenti di Eraclito Il criterio adottato per stabilire lrsquoappar-tenenza di una parola ad una rete di significazione egrave necessariamente seman-tico esso consiste nel rintracciare affinitagrave di significato che risultano tantopiugrave indicative laddove esse non siano previste tra le accezioni della parola pre-cedentemente attestate160

Volendo illustrare il funzionamento di una rete di significazione si puograve af-fermare che il contenuto da essa espresso non viene enucleato in una sola im-magine ma emerge attraverso una famiglia di immagini solidali che si richia-mano lrsquoun lrsquoaltra Almeno sotto un profilo funzionale le immagini apparte-nenti ad una medesima rete di significazione rappresentano dunque delle va-rianti contestualmente equivalenti in quanto tutte concorrono a suggerire ilmedesimo contenuto Il problema di un vaglio di una scelta esclusiva tra levarianti non si pone affatto se ne deduce che la pluralitagrave dei significanti non

159 Kahn 1979 p 89 la ldquorisonanzardquo egrave opportuno ricordare egrave la ldquorelazione tra i frammenti perla quale un singolo tema verbale o unrsquoimmagine egrave riecheggiata da un testo allrsquoaltro in modoche il significato di ciascuna si arricchisce se le immagini sono comprese insiemerdquo

160 Le teorie ed i metodi della semantica strutturale (Saussure 21968 Trier 1931) costitui-scono dei presupposti necessari per lrsquoindagine delle reti di significazione anche se diver-samente da opere quali Lyons 21972 e Schirren 1998 al centro dellrsquoattenzione qui non viegrave uno specifico ldquocampo semanticordquo

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21 Reti di significazione 35

egrave sentita neacute come dissonanza neacute come ridondanza bensigrave come accordo ar-monico

Veniamo dunque allrsquoesame dei testi Nella rete di significazione eracliteasu cui si focalizza lrsquoattenzione che egrave quella che interessa λόγος tutte le imma-gini coinvolte evidenziano come tratto dominante e al contempo nuovo ri-spetto alle accezioni precedentemente attestate lrsquounitagrave e la portata generale ouniversale esse dunque sono valide per ldquotutti gli uominirdquo o ldquotutte le coserdquo161La caratteristica dellrsquouniversalitagrave egrave riferita con costanza al gruppo λόγος λέγειν Circa λόγος Eraclito afferma ldquopur accadendo infatti tutte le cose[πάντων] in base a questo λόγοςrdquo (fr 1) ldquopur essendo il λόγος generale [ξυνοῦ]rdquo(fr 2) ldquodato ascolto non a me ma al λόγος egrave saggio dire lo stesso [ὁμολογεῖν]che tutte le cose sono una [ἓν πάντα εἶναι]rdquo (fr 50) Quanto al verbo λέγειν ol-tre al composto ὁμολογεῖν giagrave evidenziato nel fr 50 vi egrave lrsquooccorrenza del fr114 ldquoper fare un λόγος [λέγοντας] con senso [ξὺν νόωι] occorre valersi del con-senso di tutte le cose [τῶι ξυνῶι πάντων]rdquo Allrsquouniversalitagrave di λόγος fa eco quelladi πόλεμος (fr 53 ldquoπόλεμος egrave padre di tutte le cose di tutte egrave il re [hellip]rdquo) anchecon una ripresa verbatim del medesimo aggettivo (fr 80 ldquoπόλεμος egrave generale[ξυνόν]rdquo cfr fr 2) Lo stesso vale per νόος poicheacute il gioco di parole in dialettoionico del giagrave ricordato fr 114 (ξὺν νόωι τῶι ξυνῶι πάντων) vuole appunto ri-velare la natura ldquocomunerdquo del νόος rispetto a ldquotutte le coserdquo come conferma ilsuccessivo paragone con la legge divina rispetto alle leggi umane Universal-mente validi sono anche ciograve che egrave σοφόν (fr 50 giagrave citato fr 32 ldquolrsquounica cosaσοφόν [hellip]rdquo fr 41 ldquouna egrave la cosa σοφόν conoscere lrsquointelligenza che governatutte le cose attraverso tutte [πάντα διὰ πάντων]rdquo fr 108 ldquo[hellip] nessuno arrivaal punto di ritenere che il σοφόν egrave diverso da tutte le cose [πάντων]rdquo162) κόσμος(fr 30 ldquoquesto κόσμος lo stesso per tutti [τὸν αὐτὸν ἁπάντων]rdquo fr 89 ldquouno ecomune [ἕνα καὶ κοινόν] egrave il κόσμοςrdquo) e dunque non da ultimo in virtugravedellrsquoequivalenza tra κόσμος e πῦρ stabilita da Eraclito nel fr 30 anche πῦρ ap-punto (ldquoquesto cosmo lo stesso per tutti [hellip] πῦρ sempreviventerdquo dello stes-so tenore egrave il fr 90 ldquotutte le cose [τὰ πάντα] sono scambio del πῦρ e il πῦρ ditutte le cose [ἁπάντων]rdquo)163 Allo stesso modo lrsquoessere comprensivo degli op-

161 Nel cap 42 saranno esaminate ulteriori affinitagrave tra le parole incluse in questa rete di signi-ficazione

162 Il fr 108 va incluso tra quelli che sostengono la portata universale di σοφόν percheacute non rap-presenta a mio avviso una dichiarazione della trascendenza del σοφόν stesso bensigrave unmonito a non confondere la generalitagrave della σοφίη con la particolaritagrave della πολυμαθίη cfrcap 61 pp 224 s

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36 2 Strategie di risemantizzazione

posti fenomenici rende il θεός eracliteo autenticamente universale e validoper tutti loro (fr 67 ldquoil θεός [egrave] giorno notte inverno estate guerra pace sa-zietagrave famerdquo)164

Lrsquoaffinitagrave delle immagini sopra ricordate egrave confermata dagli accostamentiistituiti da Eraclito Questi possono essere sia espliciti come lrsquoequivalenza delfr 30 che pone sullo stesso piano κόσμος e πῦρ165 e quella del fr 67 in cui egraveistituita la similitudine [ὅκωσπερ] tra θεός e πῦρ sia impliciti ad esempio rea-lizzati grazie a riprese verbatim come quella dellrsquoavverbio ἀεί che accomunaλόγος (fr 1) e πῦρ (fr 30 ἀείζωον) o quella dellrsquoaggettivo ξυνός riferito sia aλόγος (fr 2) sia a πόλεμος (fr 80) sia a νόος (fr 114)

Unrsquoulteriore conferma giunge dai rimandi tematici tra le immagini in que-stione Si prenda ad esempio il fr 118 (ldquosplendore secco egrave lrsquoanima piugrave saggia ela migliorerdquo) qui la virtugrave della σοφίη egrave attribuita alla ψυχή Al tempo stesso se-condo i frr 45 107 e 115 virtugrave della ψυχή egrave il λόγος pertanto tra λόγος e σοφίηsussiste uno stretto legame Inoltre per possedere σοφίη lrsquoanima deve esseresplendente e secca secondo due caratteristiche che come notato dagli inter-preti rimandano immediatamente al πῦρ Se ne deduce che il fr 118 presentauna triangolazione di immagini in certa misura interscambiabili o per lomeno strettamente collegate sia nelle loro caratteristiche intrinseche sia nellaloro relazione con lrsquoanima λόγος σοφίη e πῦρ Simili associazioni sono stateampiamente riconosciute ed illustrate dalla critica e quindi non egrave proficuosoffermarvisi nuovamente in questa sede166

Altri tratti non conformi alla semantica tradizionale delle parole conside-rate sono attribuite in modo esplicito solo ad alcune di esse non a tutte Ad

163 La critica si trova in sostanziale accordo circa lrsquoldquounique and universal valuerdquo (cosigrave Kahn1979 p 146) del fuoco eracliteo anche se parte di essa lo interpreta come substratummateriale del mondo Sulla questione si torna nel cap 42 sv πῦρ pp 108 s

164 Lrsquoaccezione unitaria del θεός ricorda la divinitagrave senofanea che egrave εἷς ed οὖλος (Xenoph 2324 cfr Stokes 1971 p 106) e questo indipendentemente dal fatto che Eraclito laddovedia prova di conoscere Senofane lo critica aspramente (fr 40) Per lrsquoanalogia tra λόγος e πῦρcfr Kirk 31970 pp 198 s

165 Tale equivalenza non egrave minacciata da nessuna delle due possibili interpretazioni del verbolsquoesserersquo e di conseguenza del valore logico-grammaticale del gruppo seguente ldquofuoco sem-previventerdquo In ἦν ἀεὶ καὶ ἔστιν καὶ ἔσται le voci di εἶναι possono avere valore sia copulativosia esistenziale se si ammette il valore copulativo ldquofuoco sempreviventerdquo vale come nomedel predicato se si ammette il valore esistenziale lo stesso sintagma funge da apposizioneper lrsquoiniziale κόσμον τόνδε (lo si puograve immaginare chiuso tra due virgole) In entrambi i casiκόσμος e πῦρ condividono la caratteristica di essere lsquolo stesso per tuttirsquo

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esempio la caratteristica dellrsquoeternitagrave egrave predicata verosimilmente167 per λόγος(fr 1) per πῦρ e come si deduce dalla giagrave ricordata analogia istituita traκόσμος e πῦρ nel fr 30 appunto anche per κόσμος168 tuttavia essa non egrave rile-vabile per νόος σοφίη σοφόν πόλεμος e θεός Non si puograve escludere che questadifformitagrave sia dovuta anche allo stato frammentario dei testi in particolarelrsquoimmortalitagrave di θεός puograve essere data per assodata anche se Eraclito non ne famenzione169 Ad ogni modo una volta individuate le parole adibite allrsquoespres-sione di un medesimo contenuto ovvero coinvolte nella stessa rete di signifi-cazione in virtugrave della proprietagrave transitiva sembra ragionevole attribuire ca-ratteristiche (specialmente caratteristiche non conformi allrsquoaccezione tradi-zionale) rilevabili per alcune immagini anche ad altre per le quali esse non sia-no espressamente tematizzate Per tornare al nostro esempio egrave lecito dunqueammettere lrsquoeternitagrave di νόος σοφίη σοφόν πόλεμος (oltre che naturalmentedi θεός) in quanto appartenenti ad una rete di significazione che nel suo com-plesso evidenzia tale proprietagrave

Se le reti di significazione rappresentano una strategia di risemantizzazio-ne e se a sua volta la risemantizzazione produce densitagrave semantica allora leparole coinvolte nelle reti di significazione dovrebbero risultare semantica-mente dense e in effetti le parole relative alla rete di significazione sopra con-siderata figurano tutte tra gli esempi del cap 12170 Ciograve conferma la teoria diKahn circa la necessaria complementaritagrave tra il principio di ldquorisonanzardquo che egravealla base delle reti di significazione e quello di ldquodensitagraverdquo171 Inoltre egrave propriodalle occorrenze contestualizzate in modo atipico che emerge per tutte le pa-role considerate la medesima accezione connessa con le caratteristiche diunicitagrave e validitagrave universale Soltanto due delle immagini che evidenziano lacaratteristica della validitagrave universale non sono classificabili come lsquodensersquogiaccheacute nei frammenti pervenutici esse occorrono esclusivamente in contesti

166 Soltanto exempli gratia Kirk 31970 p 189 accomuna θεός e λόγος Stokes 1971 pp 102ss πῦρ θεός e λόγος come rappresentazione del polo dellrsquounitagrave in Eraclito similmenteKahn 1979 pp 278 s individua in πόλεμος θεός e πῦρ un ldquoprinciple of total orderrdquo in par-ticolare per lrsquoaccostamento di πῦρ e λόγος cfr ivi pp 94 e 98 Bartling 1985 pp 114 e135ndash137 accosta πῦρ λόγος θεός e κόσμος Diano-Serra 41993 p 107 enumera le imma-gini eraclitee definite ldquocomunirdquo il ldquodiscorsordquo il ldquopensarerdquo la ldquoleggerdquo il ldquomondordquo il ldquocon-flittordquo etc

167 Ma la posizione di ἀεί egrave notoriamente ambigua cfr cap 23 pp 49 s168 Cfr Bartling 1985 p 140 nota 2 169 In Omero ed Esiodo gli dei bencheacute generati sono detti essere αἰεὶ ἐόντες170 Per λόγος si rimanda al cap 51 pp 153 ss

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38 2 Strategie di risemantizzazione

drsquouso classificabili come tradizionali (sebbene dato lo stato frammentario deitesti e lo stile σκοτεινός di Eraclito distinguere nettamente tra contesti drsquousotipici ed atipici non sia sempre facile) si tratta di χρυσός172 e νόμος173 Peraltroentrambe le immagini evidenziano collegamenti con quelle incluse nella retedi significazione χρυσός viene equiparato a πῦρ attraverso la similitudine delfr 90 νόμος egrave ricondotto a λόγος λέγειν e a νόος mediante la similitudine delfr 114

Per inciso egrave opportuno notare che anche in Parmenide egrave possibile ricono-scere una rete di significazione finalizzata allrsquoenucleazione di un concettoportante nel suo pensiero Essa egrave composta dal gruppo εἶναι ndash νοεῖν ndash λέγειν(ovvero ἐόν ndash νόος ndash λόγος) insieme ai rispettivi sinonimi174 Calogero ha giu-stamente insistito sul profondo nesso che unisce questi tre concetti175 Effet-

171 Sui principi di ldquorisonanzardquo e ldquodensitagraverdquo come facce di una stessa medaglia cfr Kahn 1979p 89 Cfr anche ivi p 279 ldquoThere is no one term that can designate the principle of totalorder without ambiguityrdquo (corsivo dellrsquoautore) Ciograve comporta da un lato che diverseparole stanno ad indicare il medesimo ldquoprincipiordquo dallrsquoaltro che tutte quante sono seman-ticamente dense Tuttavia lo studioso sostiene la ldquoduality in the rolerdquo (ivi p 278) di cia-scuna delle immagini entro il pensiero eracliteo mentre a mio avviso il ruolo di ciascunaimmagine egrave unico a cambiare sono piuttosto i contesti drsquouso (ora tradizionali ora eracli-tei) delle parole risemantizzate

172 Segue una rassegna succinta delle attestazioni eraclitee di χρυσός e dei relativi contestidrsquouso Il fr 9 ὄνους σύρματrsquo ἂν ἑλέσθαι μᾶλλον ἢ χρυσόν presenta un paradosso in perfettostile eracliteo che contrappone lrsquooggetto vile e privo di valore per antonomasia lo stramea quello maggiormente apprezzato ed ambito lrsquooro egrave necessario dunque che questrsquoultimosia inteso nella sua accezione tradizionale Anche lrsquooccorrenza del fr 22 χρυσὸν γὰρ οἱδιζήμενοι γῆν πολλὴν ὀρύσσουσι καὶ εὑρίσκουσιν ὀλίγον che descrive lrsquoattivitagrave dei cercatoridrsquooro egrave comprensibile solo in base allrsquoaccezione ordinaria di χρυσός Quanto al fr 90 πυρόςτε ἀνταμοιβὴ τὰ πάντα καὶ πῦρ ἁπάντων ὅκωσπερ χρυσοῦ χρήματα καὶ χρημάτων χρυσός ilcontesto drsquouso non desta perplessitagrave infatti come egrave comprensibile χρυσός e χρήματαoccorrono spesso insieme (anche in qualitagrave di sinonimi) cfr Hdt III 13022 IX 802 ssIX 832 E Ph 985 Isoc XVII (Trapeziticus) 358 367 444 etc

173 Circa il fr 33 νόμος καὶ βουλῆι πείθεσθαι ἑνός il detto proverbiale νόμοις πείθου egrave attribuitoa Chilone (DK 10319) Pittaco (Mullach 1860 p 216 9 = detto 14)e Solone (Mullach1860 p 216 38 = detto 7) cfr inoltre Isoc I (ad Demonicum) 164 366 II (Areopagiti-cus) 336 numerose co-occorrenze di νόμος e πείθομαι sono in X Mem (ad esempio I2342 IV 4147 IV 4153 ss etc) Il fr 44 μάχεσθαι χρὴ τὸν δῆμον ὑπὲρ τοῦ νόμουὅκωσπερ τείχεος attesta νόμος in un complemento di vantaggio cfr Pl Cri 50b 7 Lg 887b8 907e 6 D XXI (in Midiam) 207 XXV (in Aristogitonem) 145 Infine per lrsquoaccosta-mento νόμος κρατέω del fr 114 [hellip] τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦθειοῦ κρατεῖ γὰρ τοσοῦτον ὁκόσον ἐθέλει καὶ ἐξαρκεῖ πᾶσι καὶ περιγίνεται cfr ad esempio ESupp 430 s Aeschin in Ctesiphontem 47 Arist Pol 1324b 7

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tivamente non egrave possibile occuparsi di uno dei tre nodi di questa rete di signi-ficazione senza incorrere negli altri due Ciograve si verifica soprattutto per via difrequenti costruzioni sintattiche che li coinvolgono simultaneamente e chesaranno considerate piugrave ampiamente nel cap 23 Per ora basta limitarsi a de-gli esempi come quelli dei frr 27ndash8 ldquoneacute infatti potresti conoscere il μὴ ἐόν (egraveinfatti impossibile) neacute potresti parlarne [φράσαις]rdquo 3 ldquoinfatti sono la stessacosa νοεῖν ed εἶναιrdquo 41 ldquo[hellip] gli ἀπ-εόντα sono saldamente παρ-εόντα per mez-zo del νόωιrdquo 61 ldquooccorre che il λέγειν ed il νοεῖν siano ἐόνrdquo 87ndash8 ldquo[hellip] dal nonἐόν non ti permetterograve neacute di φάσθαι neacute di νοεῖν infatti non egrave neacute φατόν neacute νοητόνche non ἔστιrdquo 834ndash36 ldquola stessa cosa ἐστὶ νοεῖν e il νόημα che ἔστι Infatti sen-za lrsquoἐόν in cui πεφατισμένον ἐστίν non troverai il νοεῖνrdquo176 Anche per Parmeni-de dunque il significato delle parole-chiave non puograve essere realmente com-preso fincheacute queste vengono considerate isolatamente ma solo nella loro in-tegrazione reciproca ossia allrsquointerno delle reti di significazione nelle quali leparole acquisiscono la loro densitagrave semantica

Egrave opportuno concludere lrsquoesame delle reti di significazione con alcuneconsiderazioni di carattere generale Innanzitutto si osserva che lrsquoenucleazio-ne di contenuti mediante reti di significazione egrave in profonda continuitagrave conle consuetudini espressive orali che hanno tenacemente educato generazionidi parlanti alla ldquovariazione nellrsquoidenticordquo177 ovvero alla ripetizione variataTale modus egrave alla base del pensiero greco arcaico e tardo-arcaico ed informa icriteri non solo estetici ma anche funzionali in base ai quali una formulazio-ne egrave sentita o meno come ldquoappropriatardquo Il ricorso da parte dei sapienti arcai-ci ad una pluralitagrave di immagini contestualmente equivalenti per lrsquoespressionedi un unico contenuto conferma che da parte loro la pur innegabile modifi-cazione degli schemi di pensiero tradizionali non assume le sembianze di unafrattura neacute di una critica di modelli rispetto ai quali ci si sia definitivamenteemancipati ma consiste piuttosto in un processo di trasformazione lento egraduale germinato allrsquointerno di quegli stessi schemi di pensiero

In secondo luogo egrave evidente che il linguaggio sapienziale arcaico ed i lin-guaggi specialistici risultano agli antipodi dal punto di vista della disambigua-zione e dellrsquoeconomia dei significanti da momento che nei testi considerati il

174 Sulla sostanziale indifferenziazione dei verba dicendi in Parmenide cfr Gambarara 1984p 233

175 Calogero 1967 specie pp 126 ss cfr anche Reale-Ruggiu 1991 pp 61ndash65176 I problemi di traduzione sollevati dagli esempi citati sono discussi nel cap 23 alle pp 54 ss177 Havelock 1973 p 121

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contenuto spesso non egrave espresso da un unico significante bensigrave dal sodaliziodi molti

Inoltre egrave opportuno sottolineare come il funzionamento delle reti di si-gnificazione metta in luce con particolare evidenza una caratteristica dei lin-guaggi naturali quella per la quale le parole non costituiscono delle unitagrave se-mantiche discrete come invece accade nei linguaggi artificiali e sebbene soloidealmente ed in misura minore anche in quelli specialistici In questo sensolo studio dei testi sapienziali arcaici in cui viene sperimentata la modalitagrave disignificazione definita lsquodensarsquo puograve risultare particolarmente utile a compren-dere le dinamiche della produttivitagrave semantica dei linguaggi naturali

22 Giochi di parole

Nelle culture oro-aurali il linguaggio assume un ruolo centrale per lrsquointerpre-tazione e la comprensione del mondo Le parole rappresentano la via maestradella conoscenza e fungono da principi euristici infatti i fenomeni tendonoad essere spiegati in base alle espressioni che li designano giaccheacute si ritiene cheil rapporto tra nome e nominato sia naturale non arbitrario Egrave dunque com-prensibile come lo studio del nome quale categoria antropologica e filosoficavanti una lunga e prestigiosa tradizione178

Sullo sfondo generale della funzione conoscitiva assegnata al linguaggio lascoperta di analogie tra le parole riveste una particolare importanza richiamifonici (omofonia assonanza allitterazione etc) e paretimologici si prestanocome modelli interpretativi per i fatti corrispondenti179 Risulta cosigrave incenti-vata lrsquoinvenzione di giochi di parole che consiste appunto nellrsquoistituire rela-zioni inaspettate tra parole a prima vista indipendenti le une dalle altre Perfare un esempio in lingua dogon ldquomugraveyotilde lsquopazienzarsquo viene accostato al verbo

178 Considerando il fenomeno dei tabugrave dei nomi propri giagrave Frazer 1913 p 318 osserva pre-liminarmente ldquo[hellip] lrsquoindigeno ritiene in genere che fra un nome e la persona che con quelnome egrave indicata non esista un nesso puramente arbitrario e ideale bensigrave un legame realee sostanziale talmente vincolante che si puograve intervenire magicamente su una persona [hellip]anche attraverso il suo nome In effetti il primitivo vede nel nome una parte vitale di seacuterdquoPer la tradizione filosofica si puograve ricordare ad esempio Cassirer 1965 p 64 ldquoLa visionemitica del linguaggio che ovunque precede la visione filosofica egrave da cima a fondo contras-segnata da questa equivalenza di parola e cosa [hellip] Tutta la magia della parola e del nomepoggia sul presupposto che il mondo delle cose e quello dei nomi siano unrsquounica realtagrave per-cheacute costituenti un unico nesso di azione e in se stesso indivisordquo Lrsquoargomento egrave affrontatoin chiave etnolinguistica da Cardona 2006 pp 113ndash132

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mugraveyotilde lsquoimmergere nellrsquoacquarsquo quindi lsquorinfrescarersquo Nella collera il cuore egrave ros-so e caldo chiedere scusa equivale a versare acqua fresca sul cuore e placar-lordquo180 Esplicitando i collegamenti celati nel tessuto linguistico i giochi di pa-role fanno emergere e rappresentano lrsquoaltrettanto invisibile interconnessionetra i distinti fenomenici (elementi naturali esseri viventi individui umanietc) e dunque la segreta unitagrave del mondo

Anche per i sapienti greci arcaici egrave ldquocosa seria anzi sacra il muovere dalleparole come da veritagrave rivelate nello sforzo verso la conoscenzardquo181 Come ri-conosciuto pressocheacute allrsquounanimitagrave dagli interpreti moderni i giochi di paro-le di Eraclito non sono mero ornatus ma rivestono un fondamentale ruoloconoscitivo Da esperto artigiano della parola lrsquoEfesio intesse la sua opera disottili trame foniche e di riecheggiamenti al fine di rivelare le affinitagrave nasco-ste tra le cose Egrave evidente che egli considera il medium della voce indispensa-bile per la ricezione dellrsquoopera pena la vanificazione dellrsquoeffetto di numerosirichiami fonici tra parole182 Sia lrsquoimportanza attribuita ai giochi di parole siala loro natura prevalentemente acustica mostrano lrsquoingente debito contrattoda Eraclito con i modi espressivi orali

Bencheacute si possano riconoscere dei giochi di parole anche in Senofane183 ein Parmenide184 egrave di certo Eraclito ad avvalersi con particolare frequenza diquesto modo della risemantizzazione avallato anche dal ricorso allo stile ora-colare I giochi di parole eraclitei sono giagrave stati riconosciuti e spiegati da nu-

179 Per degli esempi cfr Calame-Griaule 1982 p 30 cfr ivi p 29 ldquo[hellip] i Dogon si dedicanoa esercizi di riflessione sulla lingua che li conducono ad accostare tra loro parole simili e ainterpretare queste somiglianze alla luce di rapporti simbolici latenti nella loro visionedelle cose La ricerca etimologica egrave loro familiare e gli accostamenti che propongono sep-pure quasi mai accettabili per un linguista sono tuttavia significativi per la comprensionedel loro pensiero I giochi di parole (che ricordano talvolta quelli dei Greci) sono lrsquoesito diuna riflessione sempre tesa a cogliere segni In questo procedimento il significante egrave messoin rapporto con il significato solo in quanto lo si puograve associare ad altri significanti simili icui significati sono uniti da rapporti simbolici lsquodimostrabilirsquo attraverso la realtagrave materialeRiappare cosigrave la trama di corrispondenze complessa ma precisa che racchiude il mondo egli dagrave [hellip] la sua giustificazionerdquo Sul valore dellrsquoassonanza e dellrsquoallitterazione nel pensierogreco cfr Silk 1974 cap 8

180 Calame-Griaule 1982 p 144181 Norden 1986 p 34182 Sulla necessitagrave di leggere Eraclito ad alta voce resta fondamentale Deichgraumlber 1962183 Xenoph fr 31 ἠέλιός θrsquo ὑπεριέμενος γαῖάν τrsquo ἐπιθάλπων ldquosole che si solleva sopra la terra e

la riscaldardquo (trad Lami 52000) La paretimologia riguarda il sole al cui epiteto lsquoIperionersquoallude qui il participio ὑπεριέμενος Un gioco di parole paraetimologizzante sul sole egrave anchein Emp fr 41 (ἀλλrsquo ὁ μὲν ἁλισθεὶς μέγαν οὐρανὸν ἀμφιπολεύει) cfr Bollack 1969 pp 273 s

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merosi interpreti185 ciograve che qui interessa tuttavia egrave comprenderli ora comestrategie vogravelte a stabilire collegamenti tra parole apparentemente indipen-denti Infatti in virtugrave della rispondenza scorta da Eraclito tra linguaggio erealtagrave186 la loro funzione egrave precisamente quella di mostrare che se non si haanima barbara ovvero se si intende il λόγος (fr 107)187 i dati empirici trasmes-si da occhi e orecchie come sparsi ed irrelati possono essere vantaggiosamentecollegati gli uni agli altri La conoscenza cosigrave acquisita permette di riconosce-re nei πάντα unrsquounitagrave (frr 10 50) Per il pubblico di Eraclito dunque com-prendere i giochi di parole egrave un esercizio di σοφία sollecitando il riconosci-mento di relazioni tra parole prima facie indipendenti essi svelano lrsquounitagrave chesoggiace ai distinti fenomenici188

Egrave possibile distinguere in Eraclito due categorie di giochi di parole quellildquoesplicitirdquo e quelli ldquoimplicitirdquo Nei giochi espliciti tutte le parole coinvoltesono presenti nel testo Nei giochi impliciti invece una o piugrave parole presentinel testo suggeriscono in genere attraverso allusioni foniche parole che difatto non occorrono

Passiamo dunque allrsquoesame dei giochi di parole eraclitei Egrave utile iniziarecon due giochi di parole espliciti i quali spiegando il bisogno di riconoscerelrsquounitagrave dei distinti per mezzo del λόγος o del λέγειν danno conto dellrsquoobiettivoe della ragion drsquoessere di tutti gli altri Uno egrave il gioco tra λόγος e ὁμολογεῖν nelfr 50 ascoltando il λόγος si comprende che tutte le cose sono una sola (ἓνπάντα εἶναι) la modalitagrave di tale comprensione egrave chiamata appunto ὁμο-λογεῖνldquoconvenirerdquo ldquoessere drsquoaccordordquo ma letteralmente ldquodire la stessa cosardquo Nonsolo il verbo esprime la convergenza di distinte opinioni ma nella sua stessacomposizione suggerisce che lo strumento di tale convergenza in unitagrave egrave ap-punto il λόγος189 Lrsquoaltro egrave il gioco di parole allitterante nel fr 114 tra ξὺν νοῶιλέγοντας e τῶι ξυνῶι πάντων ldquoper condurre un λόγος con sensordquo occorre basarsi

184 Parm frr 131ndash32 τὰ δοκοῦντα δοκίμως ldquoquel che appare [hellip] ad un valido parereldquo (tradLami 52000 cfr Heraclit fr 28) 41 ἀπεόντα παρεόντα ldquocose assenti [hellip] sono presentirdquo(trad Lami 52000 per il detto assonante cfr Heraclit fr 34)

185 Cfr ad esempio Snell 1989 p 22186 Cfr cap 53 pp 177 ss187 Per questa interpretazione del fr 107 cfr Nussbaum 1972 I p 10 i cui argomenti saranno

ripresi e sviluppati nel cap 62188 Sulla teoria della conoscenza eraclitea e sul ruolo di primo piano in essa giocato dallrsquoespe-

rienza cfr cap 62189 Cfr Heidegger 1993 p 165 Kirk 31970 p 68 Held 1970 p 176 Kraus 1987 p 116

ldquolrsquoessere identici nel col λόγοςrdquo Cfr cap 61 pp 209 s

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sul ldquoconsenso di tutte le coserdquo190 Ciograve egrave esattamente quanto Eraclito intendefare con il suo scritto tessere un λόγος a regola drsquoarte cosigrave da rendere udibili evisibili (per il suo pubblico di lettori ad alta voce) le connessioni che leganoparole e detti distinti in unitagrave

Vi egrave poi un folto gruppo di giochi di parole in cui attraverso due parolemolto simili (ad esempio fortemente assonanti) lati antitetici della realtagrave simescolano in una paradossale unitagrave In questi casi dunque la convergenzanon interessa dei generici ldquodistintirdquo bensigrave degli ldquooppostirdquo Il fr 25 μόροι γὰρμέζονες μέζονας μοίρας λαγχάνουσι ldquomaggiori morti ottengono maggiori sor-tirdquo191 esibisce tra le due parole coinvolte nel gioco esplicito (μόρος μοῖρα) unacomune etimologia (μείρομαι) ed un fortissimo richiamo fonico sottolineatoperaltro dal poliptoto del comparativo (μέζονες [hellip] μέζονας) e dalla costruzio-ne chiasmatica Eraclito evidenzia qui il rapporto di antitesi e al contempo diunitagrave che corre tra μόρος e μοῖρα due parole che per rifarsi al fr 48 possonoessere considerate simili per ὄνομα ma dissimili per ἔργον

Riferendosi ai culti fallici in onore di Dioniso il fr 15 osserva che ldquole cosepiugrave svergognaterdquo (ἀναιδέστατα) sono anche le piugrave venerabili qualora esse sia-no compiute in onore delle ldquovergognerdquo (αἰδοίοισιν) ovvero delle pudenda ilgioco di parole esplicito suggella un nuovo rovesciamento della realtagrave192

Secondo un arguto suggerimento di Verdenius193 nel fr 72 lrsquoavverbioδιηνεκῶς alluderebbe ad un gioco di parole mplicito fondato sullrsquoassonanzatra διηνεκῶς (ὁμιλοῦσι) ldquocontinuamente (hanno a che fare)rdquo e διαφέρονταιldquodivergonordquo Lrsquoavverbio infatti egrave assonante con le forme dellrsquoaoristo di

190 Questa traduzione prende spunto da quella di Lami 52000 che rende bene in italiano ilrichiamo fonico dellrsquooriginale Il valore di νόος come principio di intelligenza unificantecontrapposto alla dispersione della πολυμαθίη egrave giagrave stato ricordato nel cap 12 pp 14 sse saragrave approfondito del cap 62

191 Cosigrave Walzer 1939 p 64 cfr la traduzione di Diano-Serra 41993 ldquoDestino di morte piugravegrande ha sorte piugrave granderdquo Snell 1989 p 22 commenta il gioco di parole come segueldquoQuanto maggiore il trapasso tanto maggiore egrave lrsquoelevazione Morte maggiore significamaggiore vita ndash questa unitagrave si esprime giagrave nel linguaggio nella radice della parola μόροςse si aggiunge uno iota appena percettibilerdquo Cfr A Ch 911 καὶ τόνδε τοίνυν Μοῖρrsquoἐπόρσυνεν μόρον

192 Cfr Kahn 1979 p 265 Probabilmente la paradossale equivalenza tra Dioniso dio dellavitalitagrave e della sessualitagrave ed Ade dio dei morti si spiega in base allrsquoassonanza tra αἰδώς edἍιδης

193 Verdenius 1966 p 96

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διαφέρω (aor 1 διήνεγκα ion διήνεικα aor 2 διήνεγκον) pertanto proprio laparola che significa continuitagrave alluderebbe anche alla discontinuitagrave

Tra i giochi basati su parole simili dal punto di vista fonico ma esprimenticoncetti opposti si puograve includere anche il ben noto fr 48 τῶι οὖν τόξωι ὄνομαβίος ἔργον δὲ θάνατος Circa questo frammento occorre ricordare che gli ac-centi sono rappresentati nella scrittura greca solo a partire dai grammaticialessandrini per Eraclito e per i lettori dellrsquoetagrave arcaica e classica βίος e βιόςsono dunque perfettamente omografi anche se non omofoni194 Pertanto sulsupporto scrittorio le due parole appaiono identiche realizzando la conver-genza nel segno BIOΣ di una cosa (βίος ldquovitardquo) e del suo contrario (βιός ldquoar-cordquo e dunque ldquomorterdquo) Tale ambivalenza diventa tuttavia riconoscibile eproblematica viva voce ed egrave quindi entro la dimensione uditiva che essa ac-quista forma e significato diventando apprezzabile per il lettore ad alta voceIl gioco di parole egrave dunque sapientemente affidato allrsquointerazione tra il me-dium scritto e quello della voce Senza dubbio lrsquoautore intende cristallizzarein un unico segno (BIOΣ) lrsquounitagrave di due opposti forse nel pensiero eracliteofunzionali a questo scopo risultano anche le fattezze dellrsquoarco esso infattinella sua stessa struttura egrave contraddistinto da una παλίντονος ἁρμονίη (fr 51cfr p 123) e inoltre la sua forma si presta bene a rappresentare lrsquounitagrave degliopposti195 Il fr 48 sembra dunque sviluppare allrsquoennesima potenza la finalitagravedel gioco di parole in Eraclito prima facie gli aspetti della realtagrave consideratinon solo non hanno nulla a che vedere lrsquouno con lrsquoaltro ma anzi sono antite-tici per giunta le parole che li esprimono non sono soltanto simili bensigrave ad-dirittura identiche

Un altro gruppo di giochi di parole non riguarda la coincidenza di aspettiopposti della realtagrave ma il principio di fondo resta invariato stabilire tra le pa-role relazioni inaspettate Si considerino ad esempio le coppie ἀπείροισιν πειρώμενοι e λανθάνει ἐπιλανθάνονται (fr 1) δοκέοντα δοκιμώτατος (fr 28)e forse anche μιαινόμενοι μαίνεσθαι (fr 5) anche se il consenso degli interpre-

194 Cfr Calogero 1967 p 73 Nieddu 1984 pp 221 s195 Se a riposo lrsquoarco ha la forma di un semicerchio per scoccare la freccia assume invece forma

pressocheacute circolare percheacute alla curva descritta dalle due corna saldate insieme si opponequella del tendine flesso verso lrsquoesterno Se ne trova una descrizione in Hom Il IV 124 ssdove si descrivono le manovre dellrsquoarciere Pandaro Questi nel tendere al massimo lrsquoarcoper scoccare la sua freccia lo incurva appunto a forma di cerchio αὐτὰρ ἐπεὶ δὴ κυκλοτερὲςμέγα τόξον ἔτεινε λίγξε βιός [hellip] E per Eraclito proprio il cerchio egrave la figura geometricadella coincidentia oppositorum cfr fr 103 ξυνὸν γὰρ ἀρχὴ καὶ πέρας ἐπὶ κύκλου περιφερείας

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22 Giochi di parole 45

ti circa il significato di questi giochi di parole egrave ancor piugrave fragile che per i pre-cedenti Sulla scorta di Bollack-Wismann Kahn196 ricorda lrsquoeventualitagrave di ungioco implicito nel fr 56 dove dei giovani pescatori si fanno beffe di Omerocon un paradossale indovinello ldquole cose che abbiamo visto e afferrato questele lasciamo mentre le cose che non abbiamo neacute visto neacute afferrato queste ce leportiamordquo197 I pidocchi sono la soluzione dellrsquoenigma e proprio la parolaφθείρ innescherebbe il gioco di parole implicito essa ricorda infatti il verboφθείρω ldquodistruggererdquo per cui il messaggio cifrato dei ragazzi sarebbe che loroldquodistruggono i distruttorirdquo198

Paretimologico puograve essere considerato il gioco di parole implicito del fr94 Ἥλιος γὰρ οὐχ ὑπερβήσεται μέτρα [hellip] Infatti Ἥλιος egrave chiamato tradizio-nalmente Ὑπερίων199 che a sua volta puograve essere inteso come allusione al par-ticipio presente ὑπὲρ ἰών ldquoche oltrepassardquo come probabilmente avviene in Xe-noph fr 31 (ἠέλιός θrsquo ὑπεριέμενος) Pertanto il passo di Eraclito potrebbe es-sere letto come ldquocolui che oltrepassa non oltrepasseragrave [hellip]rdquo200 Ulteriori giochidi parole anchrsquoessi ipotetici ma del tutto plausibili danno conferma in gene-rale del linguaggio come oggetto della riflessione di Eraclito ed in particolaredel suo interesse per lrsquoanalisi etimologica o paretimologica Infatti scompo-nendo la parola nelle sue parti costituenti se ne svela un significato costitutivoche egrave diverso e piugrave profondo rispetto a quello presupposto Si consideri il casodi ἀοιδοί (fr 104) i poeti-cantori comunemente reputati saggi e ldquomaestri diveritagraverdquo201 essi possono essere intesi tuttavia anche come ἀ-οιδοί ldquoche non san-nordquo202 Ampiamente accettata dalla critica egrave infine la paretimologia del fr 32dove il genitivo Ζηνός variante ionica del piugrave frequente Διός richiama lrsquoinfi-nito ζῆν ldquovivererdquo203

196 Kahn 1979 p 112197 Schirren 1998 pp 164 s coglie un possibile riferimento del fr 56 alla conoscenza del

λόγος che egrave percepito dai sensi ma resta incompreso (ὅσα εἴδομεν καὶ ἐλάβομεν ταῦταἀπολείπομεν) anche se continuamente presente allrsquoesperienza umana (ὅσα δὲ οὔτε εἴδομενοὔτrsquo ἐλάβομεν ταῦτα φέρομεν) cfr anche Heraclit fr 72

198 Se questa ipotesi egrave fondata Eraclito potrebbe alludere alla pura apparenza dellrsquoalternanzadi vita e morte come avviene anche nel fr 62

199 Cfr ad esempio Hom Il VIII 480 Od I 8200 Cosigrave interpreta ad esempio Hussey 1982 p 55201 Detienne 1977202 Verdenius 1966 p 96

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46 2 Strategie di risemantizzazione

23 Polivalenza sintattica

Spesso le affermazioni di Eraclito possono essere interpretate in base ad unagamma di possibili soluzioni sintattiche tutte accettabili in base a criteri gram-maticali a questo fenomeno attribuisco il nome di lsquopolivalenza sintatticarsquo

In questi casi i traduttori operano in genere una scelta esclusiva tra le variepossibilitagrave sintattiche Cosigrave facendo tuttavia il traduttore si conferma cometraditore non solo percheacute respinge le restanti pur legittime soluzioni (dannocollaterale) ma soprattutto percheacute offusca lrsquoambiguitagrave sintattica del testooriginale (danno principale) Anche a proposito della polivalenza sintatticainquadrando lo scritto di Eraclito entro la testualitagrave filosofica a lui contem-poranea si riscontra come lrsquoEfesio non rappresenti un caso isolato ma piutto-sto un campo di osservazione propizio per un fenomeno linguistico piuttostodiffuso Nei testi dei σοφοί arcaici il linguaggio in generale e la sintassi in par-ticolare sono criptici i sensi molteplici e a loro ben si addice il detto di Eracli-to non dicono neacute nascondono ma danno dei segni (fr 93)

In parte la polivalenza sintattica egrave sicuramente riconducibile allo statoframmentario della nostra documentazione e dunque non attribuibile allavolontagrave degli autori Tuttavia alcuni elementi inducono ad ipotizzare chealla polivalenza sintattica non sia estraneo un grado significativo di intenzio-nalitagrave Per quanto riguarda la frammentarietagrave dei testi va notato che inEraclito un chiaro esempio di polivalenza sintattica interessa proprio lrsquoincipitdel fr 1 che egrave il piugrave ampio frammento a noi pervenuto inoltre i casi di poli-valenza sintattica sono particolarmente numerosi in Parmenide per il qualesiamo in possesso di circa nove decimi della parte del poema concentratasullrsquoἀλήθεια e di frammenti anche molto estesi (frr 1 7ndash8) Inoltre il feno-meno della polivalenza sintattica sembra manifestarsi in modo coerente piut-tosto che casuale costrutti passibili di polivalenza sintattica occorrono co-stantemente proprio nei passi decisivi e di maggiore intensitagrave teorica Laddo-ve il lettore si aspetta un chiarimento risolutivo ligrave si imbatte piuttosto in co-strutti sintattici polivalenti che infittiscono lrsquooscuritagrave del testo invece chediradarla Lrsquoesame degli equivoci sul modello del quid pro quo tra accezionitradizionali e risemantizzate condotto nel cap 13 (Xenoph fr 231 He-

203 Lrsquoipotesi egrave tanto piugrave credibile se si considera che altrove (fr 120) Eraclito ricorre invece allaforma Διός La stessa paretimologia compare anche in A Supp 584 s E Or 1635 Pl Cra396andashb etc Respingono invece lrsquoipotesi del gioco di parole Ζενός ζῆν Kirk 31970 p 392Marcovich 1978 p 309

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23 Polivalenza sintattica 47

raclit fr 1 Parm fr 23ndash5) ha permesso di riconoscere nella densitagrave seman-tica un effetto desiderato gli stessi passi considerati in quella sede costituisco-no in particolare dei validi esempi dellrsquointenzionalitagrave della polivalenza sintat-tica come si vedragrave piugrave avanti Occorre anche constatare che se lrsquoambiguitagravesintattica fosse da ricondurre soltanto allo stato frammentario della docu-mentazione a nostra disposizione essa non verrebbe necessariamente riscon-trata anche dai lettori antichi come invece avviene per Eraclito204

Le difficoltagrave non solo interpretative ma anche segnatamente linguistichesollevate dai testi dei sapienti tardo-arcaici sollecitano la formulazione di nuo-ve ipotesi circa la loro originaria ricezione giaccheacute i testi sembrano richiedereuna chiave ermeneutica extratestuale Drsquoaltronde i confronti interculturali(ma anche lrsquoesperienza comune) indicano che testi di paragonabile comples-sitagrave vengono compresi attraverso la lettura solo a determinate condizioni adesempio conoscendone preventivamente almeno in parte il contenuto ograzie allrsquoaiuto di un loro conoscitore Ad ogni modo la situazione storica del-la comunicazione nella Grecia arcaica consiste in un articolato compromessotra oralitagrave e scrittura nel quale il testo non egrave ancora svincolato dal suo autoreovvero dai suoi sostanziali contributi orali e dove pertanto allo scritto com-pete un ruolo coadiuvante non reggente nellrsquoelaborazione e nella comunica-zione dei contenuti sapienziali205 In particolare il ricorso allrsquoambiguitagrave neipunti focali della trattazione puograve essere messo in relazione con specifiche tec-niche di memorizzazione in uso presso altre culture che similmente a quellagreca arcaica sono in possesso di un sistema di scrittura ma restano fonda-mentalmente basate sulla trasmissione orale in simili contesti pensieri com-

204 Per il rilievo della polivalenza sintattica eraclitea cfr Arist Rh Γ 5 1407b 11 ss (v oltrepp 49 s) per quanto riguarda piugrave in generale lrsquoambiguitagrave dello stile di Eraclito (che glivalse il soprannome di ὁ Σκοτεινός) la tradizione egrave ricca di aneddoti Cfr D L II 22 ldquoNar-rano che Euripide dopo aver dato a Socrate lo scritto di Eraclito gli chiese lsquoChe cosa nepensirsquo e che Socrate rispose lsquoLe cose che ho capito sono eccellenti e credo anche quelleche non ho capito solo che ci vuole un tuffatore di Delorsquordquo IX 12 (= DK 22 A 112) ldquo[hellip]un tale Crotone nellrsquoopera intitolata Il tuffatore narrava che il primo a portare nellrsquoElladeil libro [di Eraclito] fu un certo Cratete e che fu lui a dire che ci voleva un tuffatore di Deloper non rimanervi affogatirdquo Secondo D L IX 13 nemmeno un madrelingua ldquoesperto dilettere grecherdquo che si trovasse per la prima volta a leggere il testo eracliteo poteva compren-derlo cfr Mouraviev 2002 III3A pp 13 ss Sulla percezione dellrsquooscuritagrave di Eraclito daparte degli antichi cfr Barnes 1983 pp 100 ss Alcune brachilogie sono commentate daKirk 31970 pp 51 197

205 Cfr Introduzione Forma e ricezione dello scritto eracliteo

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plessi vengono formulati deliberatamente attraverso sentenze brevissimecondensate sino alla saturazione le quali richiedono le spiegazioni del saggioper essere comprese206 In un mondo che ancora sperimenta lrsquoaffidabilitagrave dellascrittura come veicolo di idee ed in assenza di copyright lrsquoimpenetrabilitagrave deltesto e la necessitagrave di interpretarne i punti cruciali con lrsquoaiuto di un maestropermettono di esercitare una forma di controllo sulla divulgazione dellrsquooperaassolvendo in questo senso una funzione paragonabile a quella della σφραγίς

Si puograve ora passare ad un esame dei testi vogravelto ad esemplificare il fenomeno inquestione In Eraclito i casi di polivalenza sintattica sono particolarmentenumerosi Inizialmente alcuni possono passare inosservati il lettore moder-no li nota solo in un secondo momento dopo essere per cosigrave dire ldquoinciampa-tordquo in una qualche nascosta irregolaritagrave del terreno linguistico La polivalenzasintattica eraclitea egrave spesso di tipo amfibologico in quanto prevede diversepossibilitagrave di lettura a seconda dellrsquointonazione e della punteggiatura Essa sibasa sulla posizione mediana e dunque ambigua di una parola o di un sintag-ma allrsquointerno della frase lrsquoelemento mediano puograve essere inteso in modo an-cipite cioegrave sia insieme a ciograve che precede sia insieme a ciograve che segue ma talvoltaanche ἀπὸ κοινοῦ il senso complessivo della proposizione cambia notevol-mente a seconda dellrsquoopzione scelta Egrave opportuno sottolineare che tali casi dipolivalenza sintattica sfruttano le possibilitagrave messe a disposizione da entram-bi i media quello scritto e quello orale facendo affidamento sulla lettura adalta voce dellrsquoopera Infatti in una performance orale il concreto andamentodella pronunciazione espliciterebbe necessariamente una ed una sola coeren-za sintattica per la parola o il sintagma in posizione mediana legandoli a ciograveche precede o a ciograve che segue Drsquoaltro canto la lettura silenziosa permette diignorare ovvero non costringe a problematizzare lrsquoambivalenza della parola odel sintagma in posizione mediana offuscandone cosigrave lrsquoambiguitagrave Il lettoread alta voce invece si trova di fronte alla necessitagrave materiale di interpretare epoi esprimere attraverso la propria pronunciazione le coerenze sintattichedel testo che dunque non possono essere sorvolate Anche a questo propositolrsquointerazione del medium orale e di quello scritto risulta importante per com-prendere le specificitagrave dellrsquoopera eraclitea Giagrave i lettori antichi hanno lamen-

206 Cfr ad esempio Tambiah 1968 pp 100ndash101 ldquoTwo methods were adopted in India to aidthis power of memory One adopted chiefly by the grammarians was to clothe the rules tobe remembered in very short enigmatical phrases [hellip] which taxed the memory but littlewhile they required elaborate commentaries to render them intelligiblerdquo (corsivo mio)

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tato la difficoltagrave di apporre la punteggiatura al testo eracliteo in cui non egravechiaro cosa vada insieme a cosa e dove ciascun κῶλον inizi e finisca come ri-scontrano Aristotele207 e Demetrio208

Emblematico dellrsquointenzionalitagrave della polivalenza sintattica egrave il fr 1 cheassolve una funzione programmatica in riferimento allrsquointero scritto Comericordato giagrave Aristotele osserva che la posizione di ἀεί egrave ambigua lrsquoavverbio egraveinserito in modo ancipite tra la proposizione subordinata iniziale e la propo-sizione principale e puograve essere inteso in relazione sia a ciograve che precede sia aciograve che segue Entrambe le opzioni sono plausibili per la sintassi greca209 Per-ciograve si otterrebbe da un lato ldquoPur essendo questo λόγος sempre gli uomini nesono allrsquooscuro [hellip]rdquo dallrsquoaltro ldquoPur essendo questo λόγος sempre gli uominine sono allrsquooscuro [hellip]rdquo Lrsquoinclusione di ἀεί allrsquouna o allrsquoaltra proposizione egravetuttavia decisiva per lrsquointerpretazione di λόγος nel primo caso si affermerebbeche lrsquoumana ignoranza circa il λόγος egrave perenne il che non costringe ad attri-buire alcuna proprietagrave straordinaria al λόγος nel secondo caso invece si par-

207 Arist Rh Γ 5 1407b 11 ss ὅλως δὲ δεῖ εὐανάγνωστον εἶναι τὸ γεγραμμένον καὶ εὔφραστονἔστιν δὲ τὸ αὐτό ὅπερ οἱ πολλοὶ σύνδεσμοι οὐκ ἔχουσιν οὐδrsquo ἃ μὴ ῥάιδιον διαστίξαι ὥσπερ τὰἩρακλείτου τὰ γὰρ Ἡρακλείτου διαστίξαι ἔργον διὰ τὸ ἄδηλον εἶναι ποτέρωι πρόσκειται τῶιὕστερον ἢ τῶι πρότερον οἷον ἐν τῆι ἀρχῆι αὐτῆι τοῦ συγγράμματος φησὶ γὰρ lsquoτοῦ λόγου τοῦδrsquoἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι ἄνθρωποι γίγνονταιrsquo ἄδηλον γὰρ τὸ ἀεί πρὸς ποτέρωι ltδεῖgt διαστίξαιldquoQuello che uno scrive deve essere facile da leggere e da pronunciare che egrave la stessa cosaCiograve non egrave proprio neacute di molte congiunzioni neacute di frasi difficili da punteggiare comequelle di Eraclito Infatti egrave unrsquoimpresa mettere la punteggiatura alle frasi di Eraclito percheacutenon egrave chiaro con quale delle due parti una parola vada unita con ciograve che segue o con ciograve cheprecede Una cosa simile si verifica proprio allrsquoinizio del suo scritto dove dice lsquoPur essendoquesto λόγος sempre gli uomini ne sono allrsquooscurorsquo Non egrave chiaro insieme a quale delle dueparti bisogna intendere attraverso la punteggiatura il lsquosemprersquordquo

208 Demetr Eloc 192 τὸ δὲ ἀσύνδετον καὶ διαλελυμένον ὅλον ἀσαφὲς πᾶν ἄδηλος γὰρ ἡ ἑκάστουκώλου ἀρχὴ διὰ τὴν λύσιν ὥσπερ τὰ Ἡρακλείτου καὶ γὰρ ταῦτα σκοτεινὰ ποιεῖ τὸ πλεῖστον ἡλύσις ldquolo scritto privo di congiunzioni e non interconnesso risulta del tutto incomprensi-bile infatti a causa della struttura disgiunta non egrave chiaro dove ciascuna parte del periodoabbia inizio come avviene in Eraclito a renderle oscure egrave soprattutto la loro strutturadisgiuntardquo

209 Talvolta nella diatriba circa la posizione di ἀεί i sostenitori dellrsquouna o dellrsquoaltra ipotesihanno voluto offuscare le ragioni altrui si veda ad esempio Capelle 1924 che rigetta condecisione la possibilitagrave di annettere lrsquoavverbio alla proposizione principale sulla scorta dimotivi non solo stilistici o interpretativi bensigrave anche grammaticali Ma egrave evidente che lacompetenza linguistica di un greco madrelingua egrave superiore a quella di qualunque grecistabisogna dunque credere ad Aristotele quando sostiene che la posizione di ἀεί egrave ἄδηλοςldquonon chiarardquo

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lerebbe di un λόγος svincolato da ogni limite temporale Se la prima lettura egravecompatibile con un contesto drsquouso tradizionale per parola lo stesso non puogravedirsi della seconda Unrsquoulteriore possibilitagrave interpretativa non consideratada Aristotele210 egrave quella ἀπὸ κοινοῦ secondo la quale ἀεί egrave riferito ad entram-be le frasi Lrsquoipotesi di questa figura per detractionem211 appare tanto piugrave vero-simile considerando lo stile raffinatamente brachilogico di Eraclito e lrsquointen-zionalitagrave della sua ambiguitagrave

Ancora nel fr 1 il gruppo κατὰ φύσιν egrave segnato dalla stessa ambivalenza sideve intendere qui che Eraclito espone ldquosecondo naturardquo (διηγεῦμαι κατὰφύσιν) o invece che divide e dice ldquosecondo naturardquo (κατὰ φύσιν διαιρέωνἕκαστον καὶ φράζων) Entrambe le soluzioni sono ammissibili e anche questavolta lrsquoipotesi ἀπὸ κοινοῦ sembra accettabile212 in entrambi i casi ne risultache il λόγος ovvero lrsquoargomentazione a cui lrsquoautore si sta accingendo saragrave svol-to ldquosecondo naturardquo Il collegamento tra linguaggio e mondo fisico giagrave istitui-to con lrsquoaffermazione γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε viene dun-que ribadito e per lrsquointerpretazione cosmologica del λόγος che verragrave propostanella Parte II egrave significativo che in apertura dello scritto e dunque in posizio-ne di rilievo Eraclito vi insista in questo modo

Egrave forse suscettibile di due interpretazioni sintattiche il perfetto chiasmodel fr 62 ἀθάνατοι θνητοὶ θνητοὶ ἀθάνατοι ossia ldquoimmortali mortali mortaliimmortalirdquo Gli editori solitamente inseriscono una virgola tra la prima e laseconda occorrenza di θνητοί suggerendo cosigrave che bisogna integrare due co-pule e dunque ripristinare due equivalenze lsquo(gli) immortali sono (i) mortalirsquo elsquo(i) mortali sono (gli) immortalirsquo Una alquanto sofisticata interpretazione diValiulis sottolinea tuttavia come anche lrsquointegrazione di una sola copula siaammissibile lsquo(gli) immortali mortali sono (i) mortali immortalirsquo213 ragioneper cui lo studioso rinuncia prudentemente a qualunque punteggiatura Inquesto motto lrsquoartigiano della parola esprime con perizia la mescolanza divita e morte attraverso una sintassi dinamica che cioegrave consente diverse possi-bilitagrave nella costituzione dei sintagmi e delle frasi e inoltre intrecciando in

210 Eppure proprio in Rh Γ 5 Aristotele parla dello zeugma di cui la figura sintattica e retoricadellrsquoἀπὸ κοινοῦ egrave una variante

211 Cosigrave classifica la figura retorica Phoeb Fig p 46 (Spengel) cfr inoltre Tib Fig p 76(Spengel) Hdn Fig p 94 (Spengel)

212 Cfr cap 61 p 190213 Su questa possibilitagrave e piugrave in generale sullrsquoambiguitagrave sintattica del frammento in que-

stione cfr Valiulis 1983 pp 163 s

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chiasmo concetti comunemente intesi come antipodici La permeabilitagrave delconfine tra vita e morte egrave suggellata dalle parole immediatamente seguentiζῶντες τὸν ἐκείνων θάνατον τὸν δὲ ἐκείνων βίον τεθνεῶτες In greco come in ita-liano i verbi lsquoviverersquo e lsquomorirersquo sono generalmente intransitivi potendo reg-gere tuttrsquoal piugrave un accusativo interno214 Lrsquouso eracliteo devia dunque com-pletamente dalle aspettative del pubblico lasciandolo perplesso ldquoEraclito hadetto di proposito lsquovivendo la mortersquo laddove il pubblico si aspetterebbe ditrovare lsquovivendo la vitarsquo [hellip] La sostituzione inaspettata di vita per morte (emorte per vita) funge [hellip] da esempio per lrsquoequivalenza di vita e morte [hellip]vita e morte sono talmente collegate da essere intercambiabilirdquo215

Controverso egrave anche il fr 112 secondo cui la σοφίη consiste nel ἀληθέαλέγειν καὶ ποιεῖν κατὰ φύσιν ἐπαΐοντας Per il verbo ποιεῖν si profilano due pos-sibilitagrave o insieme a quanto precede esso regge lo stesso complemento ogget-to di λέγειν cioegrave ἀληθέα (ldquodire e fare cose vererdquo)216 oppure esso si unisce aquanto segue senza reggere alcun complemento oggetto (ldquoe agire secondo na-turardquo)217 Anche in questo caso conviene riconoscere con Kahn cheldquoHeraclitus has cunningly left us in suspense between two constructions (asin the first clause in I1) to provoke us into some reflection on what lsquoacting inaccordance with [hellip] the nature of thingsrsquo might mean and how that mightrelate to the other reading lsquoto speak and act what is truersquordquo218

A questo si aggiunge il problema del verbo ἐπαΐω a cui molti commentato-ri per la veritagrave non prestano attenzione e che in chiusura del frammento nondispone di un contesto sufficiente ad unrsquointerpretazione certa Esso puograve si-gnificare sia ldquoudirerdquo sia ldquointendererdquo tuttavia mentre il secondo significatonon presenta alcuna coerenza immediata con il resto del frammento quellodi ldquoudirerdquo puograve essere messo in proficua relazione con ἀληθέα λέγειν Esatta-mente come nel fr 1 anche in questo frammento il complemento di modoκατὰ φύσιν egrave collocato in ambiguamente tra due verbi ποιεῖν ed ἐπαΐοντας e di

214 Delle due figure etimologiche la piugrave frequente egrave βίον βιόω cfr lat vivere vitam215 Valiulis 1983 p 167 Lrsquoautore non omette che nello stesso frammento anche il genitivo

plurale ἐκείνων egrave ldquoterribly ambiguousrdquo (ivi p 165)216 Cosigrave ad esempio Kirk 31970 p 391 ldquoThe final sense is lsquoIt is wisdom to say-and-act the

truth perceiving things according to their real constitutionrsquordquo Cfr anche Kahn 1979 p121 n 96

217 Cosigrave ad esempio DK e Marcovich 1978 p 67 questrsquoultimo con lrsquoargomentazione cheldquoἀληθέα ποιεῖν non sembra dare sensordquo

218 Kahn 1979 p 122

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nuovo in un contesto in cui sono tematizzati il linguaggio (fr 1 λόγος πρόσθενἢ ἀκοῦσαι καὶ ἀκούσαντες τὸ πρῶτον fr 112 λέγειν ἐπαΐοντας) e la conoscenza(fr 1 ἀξύνετοι ἀπείροισιν ἐοίκασι πειρώμενοι fr 112 σωφρονεῖν σοφίη) Il con-cetto di saggezza torna ad essere interessato da una costruzione ambigua nelfr 32 in cui la posizione di μοῦνον risulta non chiara Per la sintassi del fram-mento si puograve rimandare alle cinque possibilitagrave enumerate da Kirk219 o alladettagliatissima analisi in Diano-Serra220

Vi sono poi altri casi di polivalenza sintattica i quali tuttavia non sfruttanola posizione mediana di una parola o di un sintagma tra ciograve che precede e ciograveche segue il problema dunque non egrave quello dellrsquointerpunzione ovverodellrsquoambiguitagrave delle coerenze sintagmatiche e sintattiche

Di nuovo occorre considerare lrsquoinizio del fr 1 per il quale oltre alle que-stioni giagrave discusse quelle dellrsquoavverbio ἀεί e del complemento κατὰ φύσιν sene pongono anche altre Il gruppo τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος puograve rappresentaresia un genitivo assoluto sia un genitivo retto dallrsquoaggettivo ἀξύνετοι secondola costruzione ἀξύνετός τινος ldquoche non capisce qualcosardquo A questo si aggiungeil dubbio sul valore del participio ἐόντος che puograve essere sia esistenziale sia ve-ritativo Considerando le variabili sintattiche del fr 1 nel loro insieme (posi-zione di ἀεί posizione di κατὰ φύσιν valore di ἐόντος dipendenza del gruppoin genitivo)221 risulta evidente che lo scritto di Eraclito si apre allrsquoinsegna diunrsquoambiguitagrave ricercata con grande perizia per assegnare al lettore sin dalprincipio il ruolo di interprete del λόγος al quale si accosta

Probabilmente un altro caso di polivalenza sintattica a sostegno dellrsquoam-biguitagrave semantica di λόγος si trova nel fr 72222 ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσιλόγωι τούτωι διαφέρονται καὶ οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσι ταῦτα αὐτοῖς ξέναφαίνεται Il frammento presenta diverse possibilitagrave di traduzione a seconda1) della relazione che corre tra il relativo (pronome o nesso) iniziale ὧι ed ilsostantivo ad esso posposto λόγωι e conseguentemente 2) dellrsquoaccezione deldativo λόγωι strumentale oppure retto dal verbo ὁμιλέω (secondo la costru-

219 Kirk 31970 p 393 s ldquo[hellip] the phrase ἓν τὸ σοφὸν μοῦνον might conceivably mean any oneof five different things (i) lsquoone thing the only wisersquo (ii) lsquoone thing alone the wisersquo (iii)lsquothe one wise thing alonersquo (iv) lsquothe wise is one thing onlyrsquo (punctuating strongly afterμοῦνον) (v) lsquothe only wise thing is onersquo (punctuating as in (iv))rdquo

220 Diano-Serra 41993 pp 162 ss221 Cfr Robinson 1983 pp 67 ss222 Ma va ricordato che questa occorrenza di λόγος non egrave certa potrebbe trattarsi di una spie-

gazione della fonte Marco Aurelio cfr cap 61 pp 213 s

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zione ὁμιλέω τινί) Circa il secondo punto occorre tenere presente che tra leaccezioni del verbo ὁμιλέω vi egrave anche quella di ldquoavere verbalmente a che fa-rerdquo223 suggerita dallrsquooccorrenza di λόγος Sostanzialmente per il frammentosono possibili due rese sintattiche a) ldquoNel λόγος col quale (ὧι) soprattutto ein continuazione hanno a che fare in questo divergonordquo224 b) ldquoIn ciograve con cui(ὧι) soprattutto e in continuazione hanno a che fare per mezzo del λόγος inquesto divergonordquo225

Infine Kahn sottolinea a piugrave riprese lrsquoambiguitagrave delle occorrenze eracliteedellrsquoaggettivo e pronome πᾶς πᾶσα πᾶν nei casi genitivo e dativo ed in nume-ro plurale si tratta di un neutro ldquotutte le coserdquo oppure di un maschile ldquotuttigli uominirdquo Pur tenendo conto del principio di ldquogenerositagrave ermeneuticardquo226

formulato dallo studioso nei frammenti incentrati sul concetto di validitagraveuniversale (che come osservato nel cap 21 p 35 caratterizza λόγος πόλεμοςνόος σοφόν θεός etc) lrsquoopzione del neutro ldquotutte le coserdquo sembra piugrave funzio-nale allrsquoespressione della generalitagrave e dunque preferibile

Questo vale ad esempio per i frr 1 (γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγοντόνδε) 114 (ξὺν νόωι λέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων) 53 (πόλεμοςπάντων μὲν πατήρ ἐστι πάντων δὲ βασιλεύς227) 108 (οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐς τοῦτοὥστε γινώσκειν ὅτι σοφόν ἐστι πάντων κεχωρισμένον) 113 (ξυνόν ἐστι πᾶσι τὸφρονέειν228)

223 Egrave a partire da questa accezione che si sviluppa in seguito quella di ldquoconversarerdquo cfr gliesempi riportati in LSJ sv III 3

224 Dove ὧι vale come pronome relativo ὧι e λόγωι sono intesi come coinvolti nella costru-zione ὁμιλέω τινί

225 Dove ὧι vale come nesso relativo (dunque indipendentemente da λόγωι) ed egrave retto dalverbo ὁμιλέω nella costruzione ὁμιλέω τινί λόγωι egrave invece dativo strumentale

226 Cfr Kahn 1979 p 115 ldquoHeraclitus could easily have specified his meaning by adding theword lsquomenrsquo or lsquothingsrsquo after lsquoallrsquo Since he did not choose to eliminate the ambiguity it is notup to us to do so the principle of hermeneutical generosity requires us to keep both opin-ions openrdquo

227 Per πάντων come neutro si pronunciano ad esempio DK Diano-Serra 41993 p 115 perπάντων come maschile Kirk 31970 p 246 Marcovich 1978 p 103 (ldquoandrebbe sottintesoἀνδρῶν τε θεῶν τεrdquo)

228 A differenza di quanto puograve suggerire il senso comune dei moderni lrsquointerpretazione diπᾶσι come neutro egrave ben plausibile nella temperie culturale della Grecia arcaica cfr adesempio Emp fr 110 10 πάντα γὰρ ἴσθι φρόνησιν ἔχειν

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54 2 Strategie di risemantizzazione

Per quanto riguarda la testualitagrave sapienziale coeva di Eraclito vengono presiin esame ora i frammenti considerati nel cap 13 come indizi della coscienzadella densitagrave semantica infatti gli equivoci tra accezioni tradizionali ed acce-zioni risemantizzate sono causati anche dallrsquoambiguitagrave sintattica di questipassi

Senofane presenta una sintassi ambivalente proprio in corrispondenza conla pars construens della critica alle divinitagrave tradizionali e con il quid pro quo traaccezione tradizionale ed accezione risemantizzata della sua parola-chiaveθεός εἷς θεός ἔν τε θεοῖσι καὶ ἀνθρώποισι μέγιστος οὔτι δέμας θνητοῖσιν ὁμοίιοςοὐδὲ νόημα (fr 23) Innanzitutto non egrave chiaro se Senofane stia semplicemen-te menzionando il θεός o se invece sottintendendo il verbo lsquoesserersquo ne stia as-serendo lrsquoesistenza229 Ma il problema principale egrave se ci siano tre (εἷς μέγιστοςὁμοίιος) oppure due (μέγιστος ὁμοίιος) nomi del predicato in quanto il nume-rale εἷς puograve fungere sia da nome del predicato sia da attributo del soggetto Aseconda di come si inserisce la copula tuttavia si ottengono affermazioni di-verse ldquouno solo egrave il θεός il piugrave grande tra i θεοί e gli uomini [hellip]rdquo230 oppureldquoun solo θεός egrave il piugrave grande tra i θεοί e gli uomini [hellip]rdquo231

Piugrave numerosi sono i casi di polivalenza sintattica in Parmenide Essi insi-stono in genere su poche parole-chiave sottoponendole allrsquoattenzione del let-tore in una ricchezza di contesti drsquouso tale da produrre un effetto quasi calei-doscopico di sfaccettature semantiche

Nel suo poema didascalico lrsquoEleate parlando attraverso la rivelazione delladea si rivolge costantemente al lsquotursquo del discente232 esortandolo ripetutamenteallrsquoattenzione dispone per lui il complesso contenuto sapienziale in modo or-dinato e distingue ciograve che egrave sommamente importante da ciograve che pure egrave da co-noscere ma che sembra meno attendibile (fr 850 ss) lrsquointento didattico ri-sulta dunque evidente ed esso esige chiarezza Al contrario subito dopo ilproemio non appena giunto ad un passaggio cruciale il linguaggio parmeni-

229 Sulle possibili interpretazioni dellrsquoaffermazione senofanea cfr Stokes 1971 pp 76ndash79Hershbell 1983 pp 129 s Lesher 1992 p 96

230 Contro questa soluzione che suggerisce unrsquointerpretazione di Senofane in senso mono-teistico Stokes 1971 p 77 osserva che εἷς egrave spesso usato per rafforzare un superlativo (esHom Il XII 243 εἷς οἰωνὸς ἄριστος [hellip] cfr ibidem nota 35) e che dunque separare εἷς eμέγιστος per mezzo di una virgola come fanno DK e numerosi altri editori (ibidem nota33) non egrave consigliabile

231 Propensi a tale lettura sono ad esempio Heitsch 1983 pp 147 s Schaumlfer 1996 pp 165 s232 Cfr Parm frr 21 41 62 72 s 836 850 ss 860 101 ss

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23 Polivalenza sintattica 55

deo diventa ellittico e quasi criptico Il fr 2 ha valore programmatico per tut-to il poema qui Parmenide attraverso la metafora delle due strade di ricercapossibili presenta lrsquooggetto del suo insegnamento ed offre una fondamentalechiave di lettura circa temi e scansione dellrsquoopera Dopo una decisa richiestadrsquoattenzione (v 1) Parmenide espone ex abrupto il nocciolo della dottrinadellrsquoessere attraverso una fitta successione di occorrenze di εἶναι (vv 3ndash5)presentate in differenti accezioni Questo passo egrave un esempio di come le am-biguitagrave sintattiche possano essere funzionali alla risemantizzazione delle pa-role coinvolte La sapiente cesellatura dei versi sfrutta lrsquoellissi del soggetto persovrapporre usi personali ed impersonali della terza persona singolare ἐστί ἡμὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς οὐκ ἔστι μὴ εἶναι [hellip] ἡ δrsquo ὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεώνἐστι μὴ εἶναι Il perfetto parallelismo formale dei due versi ne sottolinea lrsquoop-posizione logica I correlativi ἡ μέν ed ἡ δέ che sottintendono il sostantivoὁδός (v 2) sono seguiti direttamente dalle congiunzioni subordinanti ὅπως eὡς introducenti in ciascun verso due subordinate tra loro coordinate permezzo di τε καί Il senso di ὅπως e ὡς ovvero quello delle proposizioni da lorointrodotte egrave dichiarativo-esplicativo si spiega cioegrave in cosa consista ciascunadelle due strade di ricerca Tuttavia le ambiguitagrave sintattiche del verbo lsquoesserersquosi concentrano proprio nelle subordinate dichiarative che dovrebbero invecerappresentare dei passaggi chiarificatori Non essendo manifesto quale sia ilsoggetto del verbo lsquoesserersquo nelle subordinate dichiarative i critici formulanoipotesi discordanti233 Le proposte che sollevano maggiori perplessitagrave sono inprimo luogo quella secondo cui i soggetti sarebbero espressi234 in secondoluogo quella in base alla quale nel passo non andrebbe inserito alcun sogget-to235 infine quella che ipotizza due diversi soggetti per le proposizioni di-chiarative236 Tuttavia lrsquoipotesi con maggior fondamento e sostenuta dallamaggior parte degli interpreti egrave che il soggetto sia sottinteso e che sia unicoper entrambe le proposizioni dichiarative La soluzione piugrave realistica sembra

233 Una rassegna delle possibilitagrave sintattiche da prendere in considerazione egrave in Houmllscher1969 pp 77 ss

234 Di questo avviso egrave Heitsch 1995 che li identifica rispettivamente negli infiniti εἶναι (v 3)e μὴ εἶναι (v 5) ldquoDer eine (der lautet) lsquoes ist und Sein ist notwendigrsquo [hellip] Der andere (derlautet) lsquoes ist nicht und Nicht-Sein ist notwendigrsquordquo Per la traduzione ldquound Sein ist not-wendigrdquo lrsquoautore spiega nel commento ldquoes ist nicht moumlglich nicht zu sein = es ist notwen-dig zu seinrdquo (ivi p 88)

235 Cfr ad esempio Taraacuten 1965 p 36 Contra Owen 1960 pp 93ndash95 Houmllscher 1969 p 78nota 30 Heitsch 1995 p 78

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56 2 Strategie di risemantizzazione

quella che fa perno sulla generalitagrave del soggetto inespresso cosigrave traducono adesempio Coxon (ldquothe one that a thing is and that it is not for not being [hellip]the other that a thing is not and that it must needs not berdquo)237 Houmllscher(ldquoDer eine daszlig [etwas] ist und daszlig nicht zu sein unmoumlglich ist [hellip] Der and-re daszlig [etwas] nicht ist und daszlig nicht zu sein richtig istrdquo)238 e cosigrave lascia in-tendere anche Cerri239

Un problema sintattico-interpretativo del tutto analogo si pone per il fr82 dove non egrave chiarito il soggetto della proposizione dichiarativa ὡς ἔστινComprensibilmente dunque gli schieramenti di opinioni a questo proposi-to sono analoghi a quelli appena ricordati alcuni interpreti suggerisconoldquoche qualcosa egraverdquo240 ovvero optano per il pronome neutro (ites)241 altri inse-riscono come soggetto una voce di εἶναι di cui in effetti non vi egrave traccia nel te-sto242 Nel verso immediatamente successivo (fr 83) una voce del verbo lsquoes-serersquo continua a trovarsi al centro di interpretazioni differenti giaccheacute ἐόνpuograve sia essere soggetto243 sia esprimere una proposizione subordinata partici-piale244

Un altro caso molto controverso di polivalenza sintattica riguarda i primidue versi del fr 6 che conviene esaminare in modo analitico Il v 1a esordisceχρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐὸν ἔμμεναι Per questo periodo si egrave pensato fondamen-

236 Ad esempio Diels 41922 traduce come se nella prima subordinata il soggetto fosse sottin-teso e lo esplicita appunto con ἐόν mentre per la seconda assume come soggetto μὴ εἶναιldquoder eine Weg daszlig das Seiende ist und daszlig es unmoumlglich nicht sein kann [hellip] der andereaber daszlig es nicht ist und daszlig dies Nichtsein notwendig seirdquo

237 Coxon 1986 p 52 cfr ivi p 174 ldquoNo subject is expressed and the sense of the finite andinfinitival forms of the verb lsquoto bersquo is left indeterminate Both omissions are intentional andsignificant [hellip] the finite verb in the phrase οὐκ ἔστι μὴ εἶναι is not to be taken as impersonalwith the sense lsquoit is not possible for it not to bersquo but having the same unexpressed subjectas the preceding affirmative ἔστινrdquo Cfr anche Gallop 1984 ldquoThe one ndash that [it] is andthat [it] cannot not be [hellip] the other ndash that [it] is not and [it] needs must not berdquo (corsivimiei)

238 Houmllscher 1969 p 15239 Ciograve risulta dal commento dello studioso cfr Cerri 1999 p 60 ldquoLrsquolsquoegraversquo del v 3 [hellip] egrave una

copula il cui soggetto e il cui predicato nominale non sono espressi ma sottintesi unacopula usata in senso generalizzante completabile con qualsiasi soggetto e predicatolsquocomrsquo laquoegraveraquorsquo cioegrave lsquocome una cosa egrave unrsquoaltrarsquo lsquocome A egrave B X egrave Yrsquordquo

240 Coxon 1986 p 60 ldquothat a thing isrdquo Houmllscher 1969 p 19 ldquodaszlig (etwas) istrdquo241 Gallop 1984 p 65 Heitsch 1995 p 25 ldquodie Beschreibung des Weges lsquoes istrsquordquo (cfr Wies-

ner 1966 p 254 ldquodie Kunde vom Wege des Seinsrdquo) Mansfeld 1983 p 319 ldquodaszlig es istrdquo242 Diels 41922 ldquodaszlig das Seiende existiertrdquo cfr DK ldquodaszlig IST istrdquo

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23 Polivalenza sintattica 57

talmente a tre tipi possibili di costruzioni sintattiche corrispondenti a tre di-verse traduzioni245 a) ldquoegrave necessario dire e comprendere questo che lsquociograve che egraversquoegraverdquo τό vale come pronome in accusativo oggetto di λέγειν e νοεῖν a loro voltaλέγειν e νοεῖν sono retti direttamente da χρή ἐόν vale come soggetto diἔμμεναι246 b) ldquoegrave necessario che quanto puograve venire detto e compreso siardquo Ilgruppo τὸ λέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐόν egrave soggetto di ἔμμεναι a sua volta ἐόν vale comesoggetto di λέγειν e νοεῖν247 c) ldquoegrave necessario che il dire e (il) comprendere lsquociograveche egraversquo siardquo τό vale come articolo che sostantiva lrsquoinfinito λέγειν il gruppo τὸλέγειν τε νοεῖν τrsquo ἐόν costituisce il soggetto di ἔμμεναι ἐόν egrave lrsquooggetto degli infi-niti sostantivati λέγειν e νοεῖν248 Il verso seguita (61b) ἔστι γὰρ εἶναι La tra-duzione piugrave frequente egrave ldquoinfatti (lrsquo) essere egraverdquo249 dove εἶναι vale come soggettoed ἔστι ha valore esistenziale Tuttavia intendendo ἔστι come impersonale di-ventano sostenibili anche altri valori Houmllscher e OrsquoBrien ad esempio so-stengono lrsquoaccezione di ldquoegrave possibilerdquo e dunque ldquoinfatti (questo) lsquoegrave possibileche siarsquo lsquopuograve esserersquordquo250 Mansfeld propone quella veritativa251 Proseguen-do 62a afferma μηδὲν δrsquo οὐκ ἔστιν Lrsquointerpretazione piugrave ricorrente porta atradurre ldquomentre niente non egraverdquo252 intendendo μηδέν come soggetto e dunque

243 Secondo la traduzione piugrave comune cfr Houmllscher 1969 p 19 ldquodaszlig Seiendes ungewordenund unvergaumlnglich istrdquo Gallop 1984 ldquothat what-is is ungenerated and imperishablerdquoCoxon 1986 p 60 ldquothat Being is ungenerated and imperishablerdquo Heitsch 1995 p 25ldquosofern Seiendes ungeworden und ohne Vernichtung istrdquo Cerri 1999 p 153 ldquoche senzanascita egrave lrsquoEssere e senza morterdquo Mansfeld 1983 p 319 ldquodaszlig Seiendes nicht hervorge-bracht und unzerstoumlrbar istrdquo

244 Cfr Diels 41922 ldquoweil ungeboren ist es auch unvergaumlnglichrdquo245 Cfr il riepilogo di Kraus 1987 pp 79ndash80246 Questa costruzione sintattica viene adottata ad esempio da DK Reinhardt 41985 p 35

Houmllscher 1969 p 16247 Kraus 1987 pp 79ndash80 propende per questa soluzione (e ricorda Burnet Cornford Kirk-

Raven Owen Houmllscher [1956] Bormann) cfr anche Gallop 1984248 Cfr Untersteiner 1958 p 135 Taraacuten 1965 pp 54ndash59 Wiesner 1966 p 252 Heitsch

1995 p 23 (Kraus 1987 pp 79ndash80 ricorda anche Ueberweg-Praechter VerdeniusFraumlnkel)

249 Di questo avviso ad esempio sono DK Untersteiner 1958 p 135 Wiesner 1966 p 252Heitsch 1995 p 23 Cerri 1999 p 151

250 Cfr Houmllscher 1969 OrsquoBrien 1987251 Mansfeld 1983 p 317 ldquodenn es ist [nun einmal der Fall] daszlig es istrdquo252 Egrave la linea seguita da DK Wiesner 1966 p 252 Coxon 1986 p 54 Heitsch 1995 p 23

Cerri 1999 p 151

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58 2 Strategie di risemantizzazione

ἔστιν come personale Ma anche in questo caso le alternative non mancanogiaccheacute ἔστιν puograve essere inteso come impersonale253

A fronte di tanta complessitagrave diventa del tutto legittimo dubitare che i te-sti considerati risultassero facilmente comprensibili ai lettori dellrsquoepoca senzalrsquoausilio delle spiegazioni orali del maestro La concreta situazione comunica-tiva in cui interagiscono il maestro-autore ed il suo pubblico di uditori-lettoriegrave tipica di quellrsquoarticolato compromesso tra oralitagrave e scrittura che domina ladiffusione del sapere in epoca tardo-arcaica

253 Per fare due esempi OrsquoBrien 1987 e Mansfeld 1983 sostengono soluzioni sintattichealternative

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3 Semantica aurale

31 Un linguaggio non specialistico

Gli interpreti dei presocratici tendono a considerare le loro parole-chiavecome ldquoterminirdquo Se tale qualifica puograve passare inosservata nella letteratura se-condaria in lingua italiana dove in contesti non specialistici lsquoterminersquo e lsquoparo-larsquo possono essere usati in modo quasi ambivalente essa diventa evidente nellacritica tedesca e inglese dove rispettivamente Terminus e term stanno per ter-minus technicus e sono cosa ben distinta da qualunque lsquoparolarsquo (Wort word)o anche lsquoparola-chiaversquo (Schluumlsselwort Stichwort keyword)254 Egrave infatti larga-mente diffuso il presupposto che ldquomit dem Aufkommen philosophischerSpekulation im engeren Sinn beginnen sich Alltagssprache und philosophi-sche Terminologie allmaumlhlich in verschiedenen Richtungen zu entwic-kelnrdquo255 Questo capitolo ed il successivo propongono tuttavia unavalutazione diversa del linguaggio sapienziale arcaico

Preliminarmente egrave opportuno considerare in breve la semantica dei lin-guaggi specialistici Lo specialista ad esempio lo scienziato o il filosofo chevoglia introdurre un concetto nuovo rispetto alla propria tradizione di sape-re pone un unico termine per tale concetto Si tratta di solito di un nuovo co-

254 Cfr a puro titolo di esempio Held 1970 p 162 Hammer 1991 p 69 Bremer 1996 p82 che qualificano le occorrenze di λόγος di Heraclit frr 1 2 e 50 come ldquoterminologicherdquo

255 Von Fritz 1968 p 285 Piugrave articolato ma simile nella sostanza egrave lrsquoapproccio di Snell1955 cap 11 che intende il ldquopassaggio dalla concezione mitica al pensiero logicordquo ovverodai rispettivi modi espressivi come evoluzione da similitudini particolaristiche e narrative(si pensi alle similitudini omeriche) ad analogie piugrave formali ed astratte laddove le seconderappresenterebbero un deciso superamento delle prime lrsquoesito naturale di tale processoevolutivo coinciderebbe con la formazione dei ldquoconcetti scientificirdquo

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60 3 Semantica aurale

nio lessicale che puograve consistere in un prestito o un calco da una o piugrave linguesia vive che morte In alternativa il termine egrave una parola tratta dal linguaggiocomune ed in seguito specializzata Il suo significato viene disambiguato ereso univoco attraverso una definizione esplicita in quanto le comunitagrave lin-guistiche che fruiscono dei linguaggi specialistici si aspettano che lrsquoambiguitagraveconnaturata nel linguaggio comune sia ridotta quanto piugrave possibile Egrave infattilrsquounivocitagrave semantica a distinguere il ldquotermine tecnicordquo del linguaggio specia-listico dalla ldquoparolardquo del linguaggio comune cosigrave che almeno idealmente256per i termini tecnici il rapporto fra significante e significato si avvicina ad unrapporto 11 Ad esempio il termine lsquoelettronersquo significheragrave necessariamenteuna cosa precisa ed una soltanto lsquoparticella subatomica elementare con caricanegativa costituente leggero degli atomi e appartenente alla famiglia dei lep-tonirsquo Dal punto di vista dellrsquoambiguitagrave e della produttivitagrave semantica dun-que i linguaggi specialistici si collocano per cosigrave dire alla periferia del linguag-gio naturale seguendo piuttosto il modello rappresentato dai linguaggi artifi-ciali logicamente perfetti e scevri da qualunque sovrapposizione semanticaQuesto era perlomeno lrsquoobiettivo dellrsquoIdeografia di Frege257

Si prendano ora in considerazione i testi dei cosiddetti presocratici Indub-biamente nella storia della lingua greca essi rappresentano una tappa fonda-mentale nel processo di concettualizzazione filosofica di parole attinte al lin-guaggio della tradizione epica e lirica Attraverso la risemantizzazione delleparole i σοφοί pongono in atto una funzionalizzazione di tale linguaggio invista di nuovi contenuti sapienziali gettando al contempo le premesse per ivalori terminologici attestati a partire dallrsquoetagrave classica

Ma il riconoscimento a posteriori della sua funzione storica appunto quel-la di ldquocernierardquo tra il linguaggio della tradizione epica e lirica e quello filosofi-co dellrsquoetagrave classica non autorizza ad intendere il linguaggio sapienziale arcai-co come proto-specialistico258 Questo equivarrebbe infatti ad interpretareun fenomeno non di per seacute ed entro la sua dimensione storica bensigrave in fun-zione degli sviluppi successivi considerando la sapienza arcaica alla luce della

256 Cfr Fraas 1998 (HSK) pp 430 ss che sottolinea come in realtagrave anche nei linguaggi spe-cialistici sebbene si cerchi di evitarle si riscontrano sinonimia polisemia ed omonimia

257 Frege 1965 pp 104 ss258 Cosigrave procede invece Kalverkaumlmper 1998 (HSK) pp 64 ss Wenskus 1998 (HSK) p 295

ponendosi delle domande di metodo legate alla nostra scarsa conoscenza del linguaggionon letterario usato nellrsquoantichitagrave dimostra maggior cautela e sottolinea (ivi p 297)come una deliberata volontagrave terminologica non compaia prima di Aristotele

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31 Un linguaggio non specialistico 61

filosofia classica e post-classica e come forma di sapere giagrave distinta dalle altreil che rappresenta un anacronismo259 In effetti il linguaggio dei sapienti ar-caici egrave contrassegnato da unrsquoambiguitagrave intenzionale260 che egrave agli antipodidellrsquoideale di disambiguazione ed univocitagrave semantica distintivo dei linguaggispecialistici La densitagrave semantica della parola ossia la proliferazione delle ac-cezioni incentivata dalla diversificazione dei contesti drsquouso egrave opposta allaspecializzazione terminologica in cui lrsquouniformitagrave dei contesti drsquouso deter-mina una sostanziale improduttivitagrave semantica261

Scorgere nei sapienti arcaici gli inventori del linguaggio specialistico egrave unamossa fuorviante non solo sotto il profilo metodologico ma anche sottoquello ermeneutico Un simile atteggiamento infatti invita ad unrsquointerpre-tazione giagrave disciplinarmente orientata delle parole-chiave Invece il θεός diSenofane non egrave ldquoteologicordquo il λόγος di Eraclito non egrave ldquologicordquo lrsquoἐόν di Parme-nide non egrave ldquoontologicordquo Soltanto a patto di intendere la filosofia come eineArt Gesamtwissenschaft262 egrave possibile parlare per questi testi di un ldquolinguaggiofilosoficordquo Anche a questo proposito egrave opportuno prendere le distanze daHavelock il quale egrave convinto che nei presocratici abbia luogo una ldquocollisionetra il linguaggio del lsquosenso comunersquo e quello della filosofiardquo263 al contrarioper questi testi ldquola difficoltagrave dellrsquointerpretazione sta nella vaghezza e poliva-lenza dei vocaboli piuttosto che in uno o in un altro significato ristretto va-ghezza e polivalenza dovute al fatto che [hellip] non sono ancora intervenute di-stinzioni categoriali per noi invece lsquonaturalirsquo ed ineliminabilirdquo264

Certamente sono sempre esistite delle forme di sapere dotate di caratteri-stiche distintive come ad esempio varie τέχναι e con queste anche i loro ri-

259 Di questo atteggiamento filosofico-storiografico come di una Illusion im Ruumlckblick rendeconto Laks 2005 p 29 anche se su posizioni diverse

260 Cfr Kahn 1979 p 91 e le argomentazioni addotte nel cap 13261 Cfr cap 32 p 73262 Kalverkaumlmper 1998 (HSK) p 64263 Havelock 1983 (The Linguistic Task) p 20264 Cosigrave si esprime Lanza 1966 p 187 a proposito di Anassagora e dunque anche oltre la

soglia cronologica qui considerata Lo studioso esprime il suo ldquorifiuto di tutti i modernitentativi esegetici fondati su particolari e ristretti significati da assegnare a termini (sic)come χρήματα ἄπειρος πλῆθος etc che vanno invece riportati al generale (e talvolta gene-rico) contesto linguistico del tempordquo (sullrsquoaccezione non specialistica di χρήματα cfranche Sider 1981 p 45) Lo stesso vale per ἀποκρίνομαι (ivi p 195) e anche per νοῦς (ivip 220 e poi piugrave diffusamente pp 222 ss dove se ne ripercorre anche la Wirkungsge-schichte) Schofield 1980 pp 11 s

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62 3 Semantica aurale

spettivi esperti E laddove si sviluppa una certa disciplina ligrave si sviluppa ancheun lessico specialistico corrispondente nascono cioegrave dei termini technici265 Ilsapere di Eraclito non consiste tuttavia in una o piugrave discipline specialisticheed egrave questa la ragione per cui non gli corrisponde alcuna Fachsprache una si-mile specializzazione significherebbe per il sapiente il misconoscimentodellrsquounitagrave del σοφόν e sfocerebbe nella biasimata πολυμαθίη266

Eraclito Senofane e Parmenide sono i rappresentanti di un sapere onni-comprensivo come emerge sia sul piano contenutistico ossia dalla generalitagravee dallrsquoeclettismo dei temi affrontati sia sul piano espressivo ossia appuntodalla non specificitagrave del loro linguaggio Sul finire del VI sec a C non sonostati ancora enucleati quei settori disciplinari nettamente delimitati lrsquounodallrsquoaltro che la critica tende spesso ad individuare Egrave questa la ragione per cuigli interpreti potrebbero benissimo ricostruire per la sapienza arcaica ldquostoriedel sapere differenti da quelle soliterdquo267 adottando criteri diversi nello stabili-re relazioni tra i testi Poicheacute alla sapienza arcaica egrave estranea sia la specializza-zione del sapere sia quella del linguaggio in questa indagine la scelta di con-siderare accanto ad Eraclito esempi tratti proprio dalla testualitagrave cosiddettaldquofilosoficardquo non egrave dettata da ragioni metodologiche ma puramente estrinse-che lrsquoobiettivo egrave cioegrave tentare di scardinare segnatamente quel paradigma sto-rico o storico-filosofico che vede nei ldquofilosofi presocraticirdquo gli inventori di unldquolinguaggio filosoficordquo inteso in senso specialistico Da un canto infatti la ri-flessione sul significato delle parole non egrave un fenomeno esclusivamente filo-sofico268 dallrsquoaltro sapienti quali Pindaro ed Eschilo il cui linguaggio egrave statodrsquoaltronde spesso paragonato a quello eracliteo269 e la cui oscuritagrave egrave rimasta al-

265 Giagrave nella lingua omerica egrave possibile individuare lessici corrispondenti a sfere del saperesentite come distinte si rileva ad esempio una gamma di termini nautici e di carpenterianavale (es Od V 228ndash277 per uno studio del passo cfr Janni 1996 pp 49ndash76) di metal-lurgia (es Hom Il XVIII 372ndash379 470ndash482) etc

266 Per la teoria della conoscenza eraclitea ed in particolare per lrsquoopposizione tra σοφίη eπολυμαθίη cfr cap 62

267 Cozzo 2006 pp 211ndash217268 Snell 1966 pp 213 ss riconosce che la prima modificazione del linguaggio della tradi-

zione epica consiste in un uso definito ldquopregnanterdquo delle parole della stessa tradizionericonoscibile non soltanto nei testi filosofici ldquoGiagrave i primi lirici greci cominciano a riflet-tere su che cosa sia il bello reale (Saffo fr 27 Diehl) chi sia il vero amico (per es Alceo 104Diehl) che cosa sia un uomo veramente buono (Simonide fr 4 Diehl) Essi tentano diandare al di lagrave dellrsquouso quotidiano delle parole [hellip]rdquo

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trettanto proverbiale270 si prestano bene allrsquoesame delle caratteristicheespressive e semantiche qui considerate271

In questrsquoepoca il sapere egrave inteso come uno solo ed indiviso (ἓν τὸ σοφόνHeraclit fr 41) il sapiente si occupa di tutto le sue conoscenze sono ampieed eclettiche le espressioni della sua saggezza generali piuttosto che partico-laristiche I σοφοί e φιλόσοφοι arcaici sono al tempo stesso cosmologi teologifisici spesso legislatori e sempre artigiani della parola in questo contesto cul-turale Eraclito non rappresenta affatto unrsquoeccezione272 Egrave piuttosto la tradi-zione posteriore a scorgere in loro gli specialisti di distinte ldquomaterierdquo cosigrave chead esempio giagrave Diogene Laerzio puograve individuare nellrsquoopera eraclitea tre di-stinte aree di competenza cosmologia politica e teologia273

269 Analogie tra il linguaggio di Pindaro Eschilo ed Eraclito sono state osservate ad esempioda Kahn 1964 p 190 e idem 1979 p 7 Hussey 1982 p 53 Molto calzanti egravelrsquoosservazione di Bremer 1996 p 82 ldquoFuumlr alle drei gilt das von Dionys v Halikarnaszlig her-ausgestellte Stilprinzip der lsquoharten Fuumlgungrsquo [hellip]rdquo di seguito (ivi p 83) viene approfonditalrsquoanalogia con lo stile laconico e apparentemente ldquodisunitordquo di Pindaro (sulla cui ambiguitagravecfr Gallet 1990) Circa la necessitagrave di applicare il principio di ldquogenerositagrave ermeneuticardquo siaad Eraclito sia ad Eschilo cfr Kahn 1979 p 92

270 Si pensi ad esempio alla caratterizzazione di Eschilo offerta in Ar Ra ma ancheallrsquoespressione italiana lsquovolo pindaricorsquo (ingl Pindaric flight) per indicare un passaggio let-terario che non evidenzia alcuna connessione logica con il contesto entro cui egrave inserito

271 Ma ambiguitagrave ed allusivitagrave intenzionali sono state rilevate anche ad esempio nel linguag-gio teognideo (Thgn 667ndash682 W) Secondo Nagy 1985 p 24 a queste il poeta ricorreper veicolare messaggi politici delicati in un momento storico in cui gli equilibri di potereentro la polis sono profondamente instabili Il poeta comunica in una modalitagrave poeticaldquothat is unmistakably understandable only to its intended audiencerdquo e si rivolge al σοφός (v682) ldquowhich means in the context of the ainos not just lsquoskilledrsquo but lsquoskilled in understand-ing poetryrsquordquo Cfr Cobb-Stevens 1985 p 172 ldquoThe kakoi have managed to dominate theagathoi by lying cheating pretending to be philoi and adopting the language of theagathoi Theognisrsquo response to this shifting semantic context is [hellip] to forge his own ambi-guities in the hope that those things that are hidden for the truly agathoi can be deciphredby them [hellip] because the community of true philoi to whom it is addressed have the sophienecessary for understanding the messagerdquo

272 Cfr Bremer 1996 p 83 ldquoNeuere Versuche einer systematischen Anordnung [der herakli-tischen Spruumlche] beruhen auf einem Miszligverstaumlndnis Sie setzen die Unterscheidung ver-schiedener Sachbereiche wie Kosmologie Ethik Theologie usw voraus die es vorAristoteles nicht gibtrdquo

273 D L IX 5 (= DK 22 A 15) τὸ δὲ φερόμενον αὐτοῦ βιβλίον ἐστὶ μὲν ἀπὸ τοῦ συνέχοντος Περὶφύσεως διήιρηται δὲ εἰς τρεῖς λόγους εἴς τε τὸν περὶ τοῦ παντὸς καὶ πολιτικὸν καὶ θεολογικόν

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Per illustrare questo fenomeno egrave sufficiente limitarsi ai tre esempi sopra ci-tati ossia la ldquoteologiardquo di Senofane la ldquodottrina del λόγοςrdquo di Eraclito e lrsquoldquoon-tologiardquo di Parmenide Egrave noto come la cosiddetta ldquoontology-cum-theologyrdquosenofanea sia il prodotto di una tradizione dossografica sostanzialmente in-fluenzata dalla ricezione del pensiero parmenideo (interpretatio eleatica)274Quanto al λόγος eracliteo esso egrave stato a lungo interpretato in senso razionali-stico e metafisico sebbene la parola allrsquoepoca di Eraclito non significhi neacuteldquolegge regolatricerdquo neacute ldquointelligenza cosmicardquo e simili bensigrave in quanto nomenactionis et rei actae di λέγειν semplicemente ldquoraccoltardquo e soprattutto ldquodiscor-sordquo275 Infine la voce di Kahn egrave alquanto isolata nellrsquoaffermare che ldquothe ἐόν ofParmenides is itself no technical expression but means lsquowhat is in fact thecase what is real and truersquo just as in Herodotus [hellip]rdquo276 Gran parte della cri-tica al contrario intende il pensiero parmenideo come la fondazione di unanuova scienza quella dellrsquoessere o ontologia insistendo sul fatto che ldquobisognaabituarsi a questrsquouso convenzionale e tecnicizzato della copula isolata dal suocontesto potenziale se si vuole comprendere il discorso epistemologico svol-to da Parmenide nella prima sezione del poema [hellip]rdquo277

Piugrave in generale la classificazione dei testi arcaici pervenuti in ldquostoricirdquo ldquofi-losoficirdquo ldquoletterarirdquo etc egrave frutto di concezioni culturali e di classificazioni se-riori che poco o nulla hanno a che vedere con la tradizione sapienziale allaquale si riferiscono278

Al sapere onnicomprensivo dellrsquoetagrave arcaica corrisponde dunque un lin-guaggio non specialistico Sottintendere un valore terminologico per le paro-le-chiave dei sapienti arcaici comporta non solo le giagrave accennate conseguenzeermeneutiche derivanti da unrsquointerpretazione disciplinarmente orientata

274 Cosigrave Mansfeld 1990 pp 147ndash173 Giagrave Untersteiner 1956 p XLVII notava che la fontedi Xenoph fr 23 (Clem Al Strom V 109) deve averne influenzato la ricezione in sensomonoteistico cfr inoltre Heitsch 1994 p 17 Mansfeld 1990 p 161 nota 44 etc Circala fondamentale testimonianza di Arist Metaph 986b 18 (= DK 21 A 30) sul dio unicosenofaneo Schirren (in corso di pubblicazione) sect 4 a) commenta ldquoOffenbar wusste Ari-stoteles nicht genau warum Xenophanes ein lsaquoHenologersaquo sein sollte sondern fand diesedoxographische Rubrizierung bereits vor Da sich aber ein expliziter Hinweis auf die lsaquoDia-dochersaquo [hellip] durch Parmenides findet koumlnnte dies ein Hinweis auf die Doxographie derSophisten seinrdquo

275 Cfr cap 51 pp 146 ss276 Kahn 1960 p 175277 Cerri 1999 p 60278 Con la massima chiarezza su questo punto si esprime Cozzo 2006 sect 35

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della loro σοφία ma anche conseguenze valutative Infatti se inteso comeFachsprache questo linguaggio non puograve che risultare inadeguato e deficita-rio la ragione di tale presunta carenza viene poi spesso individuata nella co-siddetta ldquoprimitivitagraverdquo del pensiero arcaico279

Il maggiore ostacolo alla comprensione della coesione semantica delle pa-role dense da parte dei moderni egrave probabilmente rappresentato dalla naturaletendenza dellrsquointerprete a proiettare la propria forma mentis su quelle che vainterpretando In questa prospettiva lrsquoidea di un sapere generale risulta piut-tosto vaga e viene concretizzata sotto forma di distinte discipline a ciascunadelle quali corrisponde il relativo linguaggio specialistico Simili aspettativevengono proiettate anche sul sapere greco arcaico Il problema egrave che la diver-sificazione dei contesti drsquouso nel linguaggio dei σοφοί elude il principale desi-deratum dei linguaggi specialistici ossia lrsquounivocitagrave semantica Nel tentativodi linearizzare quella che egrave sentita come una ldquodifformitagraverdquo semantica lrsquointer-prete attribuisce dunque al segno tanti significati quanti gli sembrano soddi-sfare i diversi contesti drsquouso ricorrendo cosigrave inevitabilmente al modello dellapolisemia Dato che ai testi in questione risultano estranee le caratteristichedistintive dei linguaggi specialistici280 una spiegazione linguisticamente piugravefondata e meno pregiudicante sotto il profilo ermeneutico consiste tuttavianellrsquoaccantonare lrsquoipotesi dei ldquoterminirdquo e nel considerare piuttosto le ldquoparolerdquocome calate entro lorizzonte del linguaggio comune281 Per quanto inciden-tale ed isolata la seguente affermazione di Fraumlnkel dovrebbe rappresentaredunque un cardine per lrsquoermeneutica dei testi sapienziali arcaici ldquoHeraclitusdoes not use technical language for the expression of his pattern All the early

279 Occupandosi della formazione dei concetti scientifici nella lingua greca Snell 1955 pp301 ss coerentemente con lrsquoassetto generale della sua opera delinea le linee di sviluppoche vanno da quella definita come ldquolingua primitivardquo ad uno stadio linguistico ritenuto piugraveprogredito (ossia capace di maggiore astrazione) In questo contesto lrsquoautore giudica leespressioni di Eraclito come ldquopresupposti necessari del pensiero scientificordquo ovvero comeforme ancora immature del pensiero scientifico stesso Come un esito particolare di questaposizione teorica generale che interpreta la storia della lingua greca arcaica come processodi evoluzione fino alla compiuta razionalitagrave dellrsquoetagrave classica puograve essere considerata anchela fortunata ipotesi di Busse 1926 pp 207ndash208 circa la Verschiebung semantica che saragraveconsiderata nel cap 51 pp 162 s

280 Sulle quali cfr Kalverkaumlmper 1998 (HSK) pp 60 s sect 13 e 14281 Fraas 1998 (HSK) p 429 ricorda che tradizionalmente a distinguere il ldquoterminerdquo dalla

ldquoparolardquo sono caratteristiche come ldquoKlarheit Exaktheit Eindeutigkeit GenauigkeitExplizitheit Wohldefiniertheit und Kontextunabhaumlngigkeitrdquo

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Greek philosophers abstain from developing technical language The specificmeaning is not couched in specific terms or stereotyped schemes but it resultsby implication from an unlimited variety of expression in current languageand style including instances images and other devices to guide the imagina-tion The philosophical ideas are intimated to the reader instead of beingforced upon him with rigid and coercive strictnessrdquo282

Oltre ad alcune caratteristiche sintattiche283 a mettere in guardia dal con-siderare il linguaggio sapienziale arcaico come un prototipo di linguaggioscientifico o specialistico284 sono principalmente le specificitagrave semanticheche verranno illustrate nel capitolo successivo (cap 32 pp 73 ss) Per il mo-mento si prendono in considerazione due ulteriori indizi della non specificitagravedel linguaggio eracliteo la scelta dello stile oracolare e il ricorso ai proverbiCirca il primo punto che egrave giagrave stato tematizzato dalla critica285 egrave sufficienterilevare che esso attesta la volontagrave di accrescere e sfruttare lrsquoambiguitagrave conna-turata nel linguaggio comune (e invece accuratamente evitata dai linguaggispecialistici) come fondamentale risorsa espressiva Egrave infatti il linguaggio co-mune non quello specialistico ad essere per sua natura duttile ed allusivo of-frendo dunque risorse piugrave adeguate agli effetti espressivi ricercati dal sapien-te Per Eraclito infatti ldquola stessa intima ambiguitagrave che egrave inerente alla parolanon costituisce un difetto [hellip] del linguaggio ma egrave un elemento essenziale epositivo della facoltagrave espressiva riposta in essordquo in questo modo il linguaggioacquisisce valore euristico e ldquola parola puograve diventare guida e norma della co-noscenzardquo286

Quanto al ricorso ai proverbi va rilevato che essi rappresentano il linguag-gio della tradizione per antonomasia rispetto al quale evidentemente lrsquoEfesionon ritiene di operare una rottura Lrsquoimportanza dei proverbi in una culturaoro-aurale egrave ben maggiore che nella nostra287 essi fungono da ldquoformulerdquo ac-

282 Fraumlnkel 1938 p 316 nota 14 Ciononostante lrsquoautore intende il λόγος eracliteo comeldquolaw of proportionsrdquo (ivi p 329 cfr anche p 333)

283 La sintassi dei sapienti arcaici egrave profondamente diversa da quella tipica dei linguaggi spe-cialistici della quale rende conto L Hoffmann 1998 (HSK)

284 Sulla differenza tra ldquolinguaggio specialisticordquo e ldquolinguaggio scientificordquo cfr Kretzenbacher1998 (HSK) pp 133 s

285 Cfr ad esempio Calabi 1977ndash1978286 Cassirer 1965 p 68287 Per le funzioni e la pratica dei proverbi in alcune culture oro-aurali contemporanee cfr ad

esempio Miruka 2001 pp 44ndash81 Griefenow-Mewis Bitima 2004 pp 71ndash80 corredatida antologie di proverbi Cfr inoltre Zahan 1963 pp 103 ss Cardona 2006 pp 166 s

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cessibili a larga parte della comunitagrave dei parlanti i quali anche senza possede-re alcuna competenza specifica sono in grado di padroneggiarne il ricco re-pertorio I proverbi contribuiscono a fissare e a tramandare in forma facil-mente comprensibile e memorizzabile aspetti fondamentali della tradizioneculturale decodificando le norme di condotta sociale e favorendo lrsquoaccesso adun patrimonio esperienziale condiviso288 Il ricorso di Eraclito ai proverbinon egrave sporadico ldquo[hellip] di loro rende testimonianza il detto i presenti sono as-sentirdquo (fr 34)289 ldquooccorre sedare la ὕβρις ancora piugrave che un incendiordquo (fr43)290 Il fr 85 egrave composto da due adagi popolari accostati lrsquouno allrsquoaltro ri-spettivamente ldquoegrave difficile combattere col cuorerdquo e ldquocomprare qualcosa a prez-zo dellrsquoanimardquo291 Sono poi frequenti i casi in cui i contenuti riconducibili allasaggezza popolare e la loro espressione in stile gnomico suggeriscono cheEraclito ricorra a locuzioni drsquouso comune tuttavia altrimenti non attestatecome proverbi o che vi si voglia approssimare A questo gruppo appartengo-no espressioni quali lsquole Ore che apportano tutte le cosersquo (fr 100)292 lsquofigli deigenitorirsquo (fr 74)293 lsquoi cercatori drsquooro scavano molta terra e ne trovano pocorsquo(fr 22)294 lsquoai caduti in guerra rendono onore gli dei e gli uominirsquo (fr 24) lsquoipiugrave se ne stanno satolli come bestiersquo (fr 29) lsquonon tirare conclusioni a caso sul-le cose piugrave importantirsquo (fr 47) lsquouno ne vale per me migliaia se egrave ottimorsquo (fr

288 In questo senso la funzione sociale e culturale assolta dai proverbi egrave analoga mutatismutandis a quella del cantore anchrsquoessi rappresentano infatti dei ldquomaestri di veritagraverdquo(Detienne 1977) le voci di unrsquoldquoenciclopedia tribalerdquo (Havelock 1973 pp 54 ss) i depo-sitari della ldquomemoria collettivardquo (Halbwachs 2001)

289 Cfr Leutsch-Schneidewin 1965 vol I p 446 (55) vol II p 766 (53) παρὼν ἀποδημεῖcfr Ar Eq 1119 s similmente Parm fr 41 Nussbaum 1972 I p 12 sostiene che i riscon-tri filologici per il significato di φάτις come ldquoproverbiordquo siano insufficienti e propone ditradurre come segue ldquociograve che dicono (φάτις) testimonia che i presenti sono assentirdquo

290 Per lrsquoespressione drsquouso comune ὕβριν σβεννύναι Marcovich 1978 p 366 ricorda ad esem-pio Hdt V 774 VIII 771 Pl Lg 835d commentando ldquopenso che lrsquointero detto seguaun antico luogo comune politico lsquola sommossa sociale egrave pericolosa per la cittagrave come unincendiorsquordquo

291 Per le testimonianze dei due adagi cfr Marcovich 1978 p 267 rispettivamente nota 1 adasup1 e p 268 nota 4 ad asup1 Per il primo dei due (θυμῶι μάχεσθαι) cfr anche Leutsch-Schnei-dewin 1965 vol II p 460 (96 b) quanto al secondo un senso paragonabile si trovaespresso in Hes Op 686

292 Kirk 31970 pp 294 s ipotizza che data la metrica dattilica del frammento si tratti di unverso rimasto celebre

293 Cfr Marcovich 1978 p 327294 Ivi p 28

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49) lsquolrsquoignoranza egrave meglio nasconderlarsquo (fr 95) lsquoi cani abbaiano contro chinon conosconorsquo (fr 97) lsquoper gli uomini che avvenga quello che vogliono nonegrave la cosa migliorersquo (fr 110) etc Il ricorso ai proverbi e la predilezione per lostile gnomico indicano come il linguaggio di Eraclito sia profondamente lega-to a quello del contesto culturale di appartenenza

Ricorrendo ad una metafora spaziale allrsquoinizio del capitolo egrave stato sostenu-to che dal punto di vista dellrsquoambiguitagrave e della produttivitagrave semantica i lin-guaggi specialistici si collocano alla periferia del linguaggio naturale mentre illinguaggio generico ne costituisce il cuore pulsante A fronte delle osservazio-ni svolte in questo capitolo si puograve aggiungere che sviluppando lrsquoambiguitagravedel linguaggio generico nella densitagrave semantica e sfruttandola come risorsaespressiva funzionale ad una proliferazione del senso il linguaggio sapienzialearcaico si pone come terreno di osservazione privilegiato per la produttivitagravesemantica dei linguaggi naturali

32 Semantica della contestualitagrave

Il rapporto tra il pensiero greco arcaico e quello successivo egrave stato tradizional-mente interpretato in base ad una progressione da ldquoprimitivordquo ad ldquoevolutordquoda ldquoa-logicordquo (o ldquopre-logicordquo) a ldquologicordquo da ldquoconcretordquo ad ldquoastrattordquo da ldquolin-guisticordquo a ldquometalinguisticordquo etc Come egrave prevedibile ciograve emerge con parti-colare evidenza nelle opere che si sono proposte di rappresentare lo sviluppostorico del pensiero greco Per ricordare due volumi particolarmente noti sipuograve pensare a Snell295 che si propone di delineare le tappe evolutive della lin-gua letteraria greca a partire dal linguaggio omerico ritenuto incapace diastrarre ovvero di produrre concetti generali e pertanto costituito da unacongerie di concetti particolari e a Nestle296 il cui titolo ldquoVom Mythos zumLogosrdquo giagrave riassume fedelmente la tesi portante Ad Havelock va attribuito ilmerito di aver individuato la specificitagrave del pensiero arcaico da una parte e diquello classico e post-classico dallrsquoaltra in una maggiore incidenza rispettiva-mente del medium orale e di quello scritto egli nondimeno oltre a non pre-stare attenzione alle caratteristiche proprie della fase aurale di transizione trai due media297 fa ricorso ad analoghe categorie di giudizio valutando come

295 Snell 1955296 Nestle 21975

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reificanti ed incapaci di astrazione le culture orali298 Questo non sorprendedal momento che perfino i professionisti degli studi comparativi come antro-pologi e psicologi cognitivi hanno applicato a lungo criteri di giudizio auto-referenziali e ritenuto che la diversitagrave tra la cosiddetta mente orale e quellaalfabetizzata consistesse nella capacitagrave ovvero nellrsquoincapacitagrave di effettuareldquocorrettamenterdquo operazioni mentali quali deduzione e classificazione e dun-que di pensare in modo logico astratto e razionale

Egrave necessario illustrare brevemente questa diffusa impostazione teorica pri-ma di confutarla ricordando gli studi di A R Lurija299 autorevole sostenito-re dellrsquoinettitudine dei non alfabetizzati a ragionamenti logici ed astratti Eglitrae argomenti in favore della sua tesi intervistando soggetti non alfabetizzatidella Russia Meridionale300 In realtagrave gli intervistati risultano in grado di ela-borare soluzioni sensate e anche ldquoastratterdquo (ad esempio ipotetiche) e di stabi-lire associazioni valide tra i dati presentati dagli intervistatori tuttavia le lorosoluzioni ed associazioni non si lasciano inquadrare entro gli schemi della lo-gica aristotelica e post-aristotelica eludendo pertanto le aspettative dei ricer-catori La formulazione dei quesiti fa riferimento a circostanze sentite comefortemente improbabili o affatto irrealizzabili gli intervistatori partono dalpresupposto che gli intervistati estrapoleranno le informazioni ldquoutilirdquo ovvero

297 Cfr Introduzione Oggetto di studio e approcci ermeneutici298 Ciograve emerge in Havelock 1973 in particolare pp 135 ss Questa posizione viene radicaliz-

zata in idem 1993 che giunge ad affermare la supremazia intellettuale dellrsquoalfabeto siarispetto ad altri sistemi di scrittura sia a maggior ragione rispetto alla loro assenza Conuna grave forzatura ideologica lrsquoalfabeto (ma non eventi ed abusi storici quali ad esempioil colonialismo) viene additato come spiegazione e giustificazione per lrsquoegemonia della cul-tura occidentale a livello mondiale cfr ivi pp 84 s ldquo[hellip] lrsquoinformazione alfabetica [hellip]assume la funzione di guida e le culture non-alfabetiche si incanalano lungo la via da essatracciata [hellip] un giapponese puograve esprimere oralmente quel che lrsquoOccidente gli ha inse-gnato Trasferendo lrsquoenunciato nel proprio sistema di scrittura potragrave allora riconoscere eleggere quel che giagrave sa come facevano gli scribi dellrsquoantichitagrave Ma la libera produzione dienunciati originali nel proprio sistema di scrittura risulta difficile [hellip] LrsquoAmerica elrsquoEuropa per un verso la Russia per lrsquoaltro unite in questi punti dalla loro comune superio-ritagrave alfabetica sono oggi nella condizione di fornire idee e tecnologia assorbite comeinfluenze straniere e accolte probabilmente non senza qualche rancore ma avidamente dailoro clienti non-alfabetici Non egrave quindi casuale che mentalitagrave forme di esperienza eforme letterarie fondamentalmente orali siano sopravvissute in modo molto piugrave tenacenei paesi arabi in Cina e in Giapponerdquo

299 Lurija 1986300 Ivi pp 79 ss

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utili agli scopi dellrsquoesperimento Al contrario gli intervistati considerano se-riamente e soppesano le circostanze indicate nella formulazione dei quesitiriferendole ad una coerenza esperienziale sentita come irrinunciabile perqualunque discorso sensato Lo stesso vale per gli esperimenti sullrsquoabilitagrave diconcludere correttamente i sillogismi avendo a disposizione la premessa mag-giore e quella minore i problemi di ragionamento basati sul modus ponens dicui il sillogismo egrave un ottimo esempio non sono risolvibili in base al riferimen-to situazionale il che ostacola la comprensione dei quesiti da parte dei non al-fabetizzati301 In questa procedura si rilevano dunque sia un errore metodolo-gico giaccheacute la tipologia delle prove risulta inadeguata ai soggetti esamina-ti302 sia un corrispondente errore valutativo percheacute il fallimento degli esperi-menti viene interpretato da Lurija come una prova dellrsquoinsufficienzacognitiva dei non alfabetizzati

Riconosciuto il carattere pregiudiziale di questa impostazione303 J PDenny ritiene piugrave proficuo porre alla base delle molteplici diversitagrave tra le dueformae mentis unrsquounica matrice la tendenza alla contestualizzazione tipica

301 Ne riporto qui un esempio (ivi pp 126 s) ldquoEgrave dato il seguente sillogismo lsquoLe lepri vivonoin grandi boschi In cittagrave non ci sono grandi boschi Ci sono cittagrave dove vivono delle leprirsquo[Risposta 1] lsquoConosco una cittagrave dove crsquoegrave un bosco non so se ligrave ci siano delle lepri E crsquoegraveanche un secondo bosco forse le lepri sono ligraversquo [Risposta 2] lsquoCegrave un villaggio con un boscoe ligrave si trovano delle lepri E crsquoegrave un altro grande villaggio ma senza bosco non so se ligrave ci sianodelle leprirsquo [Risposta 3] lsquoQui ci sono dei grandi boschi forse ci vivono delle lepri [hellip] Quici sono dei grandi boschi dove vivono le lepri Percheacute nelle grandi cittagrave non ci sono leprirsquo[Risposta 4] lsquoLe lepri vivono nei boschi Ma nelle grandi cittagrave ci sono le lepri oppure norsquordquo

302 Hutchins 1980 intende evitare tale errore metodologico purtroppo molto diffuso nellapreparazione di prove psicologiche rinunciando alle prove stesse in quanto situazionicomunicative innaturali o ldquoda laboratoriordquo ed analizzando piuttosto la produzione lingui-stica spontanea dei nativi interferendo il meno possibile

303 Una rassegna critica dei differenti approcci di ricerca sullrsquoargomento a partire da Lurija egravein Hutchins 1980 pp 8ndash12 Lrsquoautore rifiuta le posizioni correnti circa lrsquoinsufficienzalogica e la primitivitagrave della comunitagrave da lui studiata (la popolazione delle isole Trobriand)e del pensiero non occidentale in generale cfr ivi pp 127 s ldquoThere is no need to posit adifferent logic whether alogical (Levy-Bruhl 1910 1923) preoperational (Piaget 1951)or three-valued lsquoL-3rsquo (Cooper 1975) [hellip] It is clear that Trobrianders cut the world intoa different set of categories from those we entertain and that those categories are linkedtogether in unfamiliar structures But the same types of logical relations underlie the con-nections of propositions in our conceptions and in theirs and the inferences that areapparent in their reasoning appear to be the same as the inferences we makerdquo Cfr inoltreCole Gay Glick Sharp 1976 Contro pregiudizi recenti e meno circa la mancanza diastrazione nelle lingue dei cosiddetti ldquopopoli primitivirdquo cfr Cardona 2006 pp 36 s

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del pensiero orale ovvero quella alla decontestualizzazione tipica del pensie-ro alfabetizzato304 Egli mostra come numerosi altri tipi di opposizione adesempio ldquocontrastivo vs additivordquo ldquoanalitico vs aggregativordquo ldquoobiettivo vsempaticordquo etc305 siano sostanzialmente riconducibili a questa differenzafondamentale Lrsquoipotesi presenta vantaggi importanti non solo sul piano eti-co dove il giudizio di merito espresso da categorizzazioni quali ldquoprimitivo vsevolutordquo e ldquoa-logico (pre-logico) vs logicordquo egrave lesivo della dignitagrave umana maanche sotto il profilo scientifico percheacute non si appella ad indimostrabili pre-cetti evoluzionistici e al contempo costituisce una spiegazione piugrave economi-ca che cioegrave da sola dagrave conto di unrsquoampia gamma di fenomeni a cui qui di se-guito si puograve accennare solo brevemente

Ad esempio in questrsquoottica si possono considerare determinate concezio-ni sociali Le culture tradizionali tra cui vanno certamente incluse quelle ora-li sono improntate infatti ad una maggiore integrazione degli individui neltessuto sociale il che tende a determinare un giudizio negativo circa idee edatteggiamenti individualisti o eversivi I singoli percepiscono la propria iden-titagrave non come autodeterminata ossia come il risultato di tratti della persona-litagrave connotativi dei soggetti stessi ma come sancita dai rapporti che legano ilsoggetto al contesto sociale di appartenenza rapporti di parentela clan ami-cizia ostilitagrave ospitalitagrave competizione subordinazione etc306 Il legame traindividuo e comunitagrave egrave dunque insolubile Egrave per queste ragioni che nelle so-cietagrave tradizionali il giudizio della comunitagrave circa lrsquoindividuo ed il suo operatorisulta fondamentale A proposito della societagrave omerica Dodds ha formulatoil fortunato concetto di ldquociviltagrave della vergognardquo307 in cui il senso dellrsquoonore(τιμή) che necessariamente coincide con le convenienze sociali costituisce laprincipale direttiva morale della condotta umana Al contrario nelle societagrave

304 Denny 1995 specialmente pp 81 ss individua il fattore principale della tendenza al pen-siero contestualizzante nella ridotta complessitagrave del sistema sociale viceversa nelle societagravecomplesse aumenterebbe la capacitagrave di decontestualizzazione Lrsquoautore sottolinea ripetu-tamente che lrsquooralitagrave e la scrittura favoriscono rispettivamente il pensiero contestualiz-zante e quello decontestualizzante

305 Si tratta delle coppie antitetiche adottate da Ong 1986306 Leenhardt 1984 p 203 offre una rappresentazione grafica dellrsquoidentitagrave dellrsquoindividuo

malesiano come risultato delle sue relazioni sociali Infatti ldquo[lrsquouomo] conosce se stessosolo attraverso le relazioni che intrattiene con gli altri Egli esiste solo nella misura in cuigioca il suo ruolo entro il sistema di queste relazioni localizza se stesso solo in rapporto adesserdquo Cfr anche Cornford 2002 pp 102 s

307 Dodds 2000 pp 29ndash31

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industrializzate ed alfabetizzate egrave facile riscontrare la presenza di modelli eticied esistenziali orientati verso uno spiccato individualismo il che consente divalutare positivamente idee ed atteggiamenti socialmente disgreganti comead esempio lrsquoindipendenza lrsquooriginalitagrave lrsquoemancipazione la disobbedienza ilboicottaggio la sovversione

Non solo modelli sociali ma anche alcune concezioni e modalitagrave della co-noscenza possono essere messe in relazione con il pensiero contestualizzanteInfatti il rapporto tra parti e totalitagrave egrave cruciale nel processo di acquisizionedella conoscenza per conoscere un oggetto occorre innanzitutto identificar-lo nella sua determinazione e distinguerlo da uno sfondo originariamente in-differenziato ovvero da un contesto circostante308 Le culture occidentalimoderne sono in grado di mettere bene a fuoco i diversi oggetti della cono-scenza dopo averli nettamente distinti gli uni dagli altri esse promuovonouna crescente specializzazione dei saperi allo scopo di approfondire lrsquoanalisidegli oggetti fino alle loro componenti minime giaccheacute il progresso della co-noscenza egrave inteso come un aumento delle distinzioni pertinenti Per le suestesse peculiaritagrave un sistema di conoscenze cosigrave strutturato tende a non valo-rizzare lrsquointerconnessione degli elementi concentrandosi piugrave sugli oggettidella conoscenza che sulle loro relazioni reciproche A questo modello dellaconoscenza corrisponde unrsquointerpretazione della realtagrave come pluralitagrave so-stanzialmente disgregata di fenomeni indipendenti Al contrario egrave caratteri-stico delle culture tradizionali che i distinti fenomenici non siano intesi comeinesorabilmente separati gli uni dagli altri ma piuttosto come componenti diun sistema unitario il quale egrave stato icasticamente definito come un ldquoconti-nuum simpaticordquo309 Saperi e pratiche riconducibili allrsquoomeopatia al totemi-smo e alla magia simpatica affondano tutti la loro ragion drsquoessere nella cre-denza circa lrsquointima e spesso invisibile interconnessione di enti e fenomeniapparentemente indipendenti gli uni dagli altri

A livello di produzione linguistica310 sembra che la maggiore contestualiz-zazione del pensiero orale tenda a coincidere con una piugrave elevata frequenzadellrsquouso dei deittici e della proposizione relativa311 In generale il medium

308 Per questo approccio alla cognizione cfr Maturana 1988 specie pp 82 s309 Cornford 2002 pp 129ndash133 illustra il concetto di continuum simpatico che secondo lo

studioso soggiace costantemente alle riflessioni presocratiche sulla φύσις Sulla necessitagravecoesiva sottesa al totemismo cfr ivi pp 122 ss Damman 1963 p 37

310 Cfr Olson Torrance Hildyard 1985 ed in particolare ivi Chafe pp 116ndash118 Tannenpp 127ndash8 e 137

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orale si affida maggiormente al riferimento situazionale percheacute esso come co-municazione in praesentia e a differenza di quello scritto permette al parlantedi disporre di maggiori informazioni circa lrsquoidentitagrave il retroterra socio-cultu-rale e le aspettative di chi lo ascolta e dunque di astenersi dal fornire le infor-mazioni non necessarie nel contesto comunicativo contingente inoltre ilmedium orale puograve sfruttare canali non verbali e prettamente situazionali nondisponibili in quello scritto quali la mimica e la gestualitagrave312

In che modo queste riflessioni sono utili allo studio dei sapienti arcaici Fi-nora non egrave stato posto lrsquoaccento sul fatto che i loro testi riflettendo la transi-zione di una cultura orale che va lentamente alfabetizzandosi siano profon-damente contrassegnati dalla contestualitagrave Ed egrave sotto lrsquoaspetto della conte-stualitagrave che in particolare la semantica dei sapienti arcaici si oppone diame-tralmente a quella teorizzata dai linguaggi specialistici

Lrsquoesame delle specificitagrave semantiche condotto nei capitoli precedenti haevidenziato che la densitagrave egrave ottenuta attraverso strategie di contestualizzazio-ne diversificata delle parole Infatti le reti di significazione (cap 21) inseri-scono la parola entro un sistema di immagini tutte veicolanti il medesimocontenuto sistema entro il quale le nuove accezioni emergono grazie alla ldquori-sonanzardquo tra unrsquoimmagine e lrsquoaltra I giochi di parole (cap 22) mirano a sta-bilire collegamenti inaspettati tra parole che prima facie nulla hanno a chevedere le une con le altre Infine la polivalenza sintattica (cap 23) consentedi instaurare coerenze sintattiche flessibili e non univoche

La varietagrave dei contesti drsquouso delle parole egrave un indice importante della diffe-renza tra il linguaggio sapienziale arcaico ed i linguaggi specialistici Infatti icontesti drsquouso dei termini dei linguaggi specialistici sono poco variabili e que-sto determina scarsa produttivitagrave semantica ossia un significato tendenzial-mente univoco e poco articolato Al contrario la spiccata variabilitagrave dei con-testi drsquouso delle parole propria del linguaggio comune e promossa dal lin-guaggio sapienziale arcaico incentiva la proliferazione delle accezioni e dun-que la produttivitagrave del significato313 A livello ermeneutico ne consegue che ilsignificato della parola e a maggior ragione della parola densa non puograve essere

311 Denny 1995 pp 78 ss 312 Sulla gestualitagrave nella performance cfr Calame-Griaule 1985 pp 301ndash310 corredato da

un indispensabile repertorio fotografico Un tentativo di ricostruire la gestualitagrave attribui-bile ai testi greci arcaici e classici egrave intrapreso da Boegehold 1999

313 Sul rapporto tra variabilitagrave del contesto drsquouso e produttivitagrave semantica cfr De Mauro1983 p 121

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74 3 Semantica aurale

compreso di per seacute ma solo entro lrsquoorizzonte delle contestualizzazioni dellaparola ossia delle sue relazioni con altre parole

Per quanto riguarda la contestualitagrave il modello di significazione basatosulla densitagrave tipica del linguaggio sapienziale arcaico puograve essere consideratoopposto a quello basato sulla definizione che invece caratterizza i linguaggispecialistici e scientifici come un irrinunciabile strumento di disambiguazio-ne dei termini314 Per ldquodefinizionerdquo si intende lrsquoanalisi esplicita del segno lin-guistico in un definiendum (che coincide con il significante) ed un definiens(che corrisponde al significato) In genere la definizione si prefigge di chiari-re e fissare il significato del segno spiegandolo in modo lineare esaustivo e ap-punto ldquodefinitivordquo Tale obiettivo egrave perseguito per mezzo della delimitazionedel valore semantico del definiendum rispetto ad altri segni del sistema lingui-stico ossia come indica lrsquoetimologia del termine (lat de-finitio de-finio) at-traverso una netta circoscrizione del suo perimetro semantico alla quale ingenere segue un elenco sistematico di tutte le possibili accezioni Una voltadefinito il significato del termine guadagna una notevole autonomia espres-siva nel senso che non necessita di ulteriori chiarimenti (ad es descrizioniperifrasi esempi etc) per essere applicato dallrsquoautore e compreso dal pubbli-co Il ricorso alla definizione presuppone dunque una certa linearizzazionedellrsquoargomentazione e dellrsquoesposizione egrave evidente ad esempio che per sfrut-tarne a pieno lrsquoefficacia saragrave indicato premetterla a tutte le occorrenze del ter-mine definito315 In quanto analisi linguistica di un segno linguistico la defi-nizione puograve essere considerata come un procedimento sostanzialmente me-talinguistico

Nei testi sapienziali arcaici non si riscontra lrsquouso della definizione neacute di al-tre forme di analisi esplicita dei significati Poicheacute tra gli esperti delle conse-guenze cognitive dellrsquoalfabetizzazione egrave diffuso il pregiudizio per cui il par-lante non alfabetizzato non egrave in grado di pensare in modo metalinguistico316

314 Cfr Beccaria 32004 sv lsquolinguaggio scientificorsquo ldquoCaratteristica necessaria di ogni linguag-gio scientifico egrave la rigorosa univocitagrave semantica Lo scienziato necessita di una terminolo-gia priva di quellrsquoalone di incertezza evocativa talora vera e propria ambiguitagrave che esistesempre nel linguaggio comune [hellip] Lo scienziato deve definire rigorosamente i termini cheusa (se non sono giagrave codificati) e attenersi al significato fissatordquo (corsivo mio)

315 Strutturare la propria argomentazione tenendo conto di simili sequenzialitagrave non rappre-senta un problema per chi disponga di una tecnologia di visualizzazione ed oggettivazionedel linguaggio come appunto quella scrittoria diversa egrave invece la situazione del parlantenon alfabetizzato

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32 Semantica della contestualitagrave 75

lrsquoassenza della definizione nei testi sapienziali arcaici potrebbe essere facil-mente imputata ad una presunta insufficienza della loro ldquoconsapevolezza lin-guisticardquo frutto dellrsquoancora scarsa dimestichezza con la scrittura317 Lrsquoipotesidi uso irriflesso del linguaggio da parte dei popoli senza scrittura egrave tuttaviaimmotivata la scrittura costituisce solo un incentivo e non la conditio sinequa non della riflessione sul linguaggio che invece egrave propria anche dei parlan-ti non alfabetizzati e proto-alfabetizzati318

Passando ad osservare il modello semantico basato sulla densitagrave emergonocaratteristiche di segno opposto Qui il significato non viene neacute fissato neacuteanalizzato bensigrave emerge direttamente dai contesti drsquouso del segno Piuttostoche ridurre lrsquoambiguitagrave del significato la densitagrave semantica la acutizza persfruttarla come risorsa espressiva al posto di de-limitare la parola ovverotracciare nitidamente i confini del suo valore semantico la collega con altreparole in modi inaspettati diversificandone i contesti drsquouso anzicheacute lineariz-

316 Fleisher Feldman 1995 pp 51ndash58 critica e traccia in breve il quadro di questa ldquoafferma-zione generalerdquo (sic) sostenuta dagli studiosi dei fenomeni culturali riconducibili allrsquooralitagravee alla scrittura Nello stesso volume le posizioni contestate sono sostenute da Olson 1995pp 273ndash277

317 Havelock 1983 (Dike) pp 302ndash306 sostiene che in epoca arcaica il verbo lsquoesserersquo nonabbia valore copulativo e che questa sia la ragione per lrsquoassenza di definizioni in Omero edEsiodo si tratta di una teoria molto ingenua e ancor piugrave infondata Piugrave in generale circale presunte lacune nella ldquoconsapevolezza linguisticardquo dei non alfabetizzati cfr Olson 1995pp 271 ss e letteratura ivi citata

318 Cfr Fleisher Feldman 1995 pp 58 ss La riflessione sul linguaggio egrave ldquointrinseca nellanatura stessa della facoltagrave del linguaggiordquo il che autorizza a parlare di una ldquoistintiva rifles-sione metalinguistica del parlanterdquo della quale il metalinguaggio adoperato nelle scienzemoderne rappresenta una formalizzazione (cosigrave Beccaria 32004 sv lsquometalinguaggiorsquo)Questa linea teorica egrave stata approfondita da Culioli attraverso il concetto di epilinguismorsquoossia di ldquoattivitagrave metalinguistica non coscienterdquo (Culioli 1999 pp 19 74) grazie al qualeegrave riconosciuta una dimensione della riflessione linguistica indipendente dalle formalizza-zioni che contraddistinguono le scienze linguistiche occidentali moderne Rifacendosi alconcetto di lsquoepilinguismorsquo formulato da Culioli Auroux 1998 pp 15 s sottolinea comeil rapporto tra il dominio epilinguistico e quello metalinguistico deve essere rappresentatocome un continuum ldquoil primo non cessa con lrsquoapparizione del secondo questrsquoultimo nonapporta automaticamente un contenuto nuovo e infine egrave possibile senza entrare nellametalinguistica elaborare delle procedure codificate (controlli di correttezza giochi lin-guistici ecc) per rendere manifesta ciograve che egrave possibile definire lsquocoscienza epilinguisticarsquo Lacoscienza epilinguistica non egrave il sapere epilinguistico non cosciente divenuto cosciente egravesemplicemente un rapporto cosciente con certi contenuti del sapere epilinguistico che per-mangono non coscienti vale a dire non rappresentati in quanto talirdquo

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zare lrsquoespressione ne intensifica la non-linearitagrave319 Anche laddove i testi sa-pienziali arcaici tematizzano piugrave apertamente il significato delle parole denseegrave costante il ricorso ad una ldquosintassi dellrsquoevento e dellrsquoazionerdquo320 tipicamentenarrativa contrapposta a quella puramente descrittiva della definizioneConsideriamo alcuni casi del genere Senofane Parmenide ed Eraclito elu-dendo schemi del tipo lsquoθεός ἐόν λόγος egrave x y zrsquo presentano direttamente laparola densa entro una gamma variegata di contesti ldquoUnico dio tra gli dei[hellip]rdquo esordisce Senofane (fr 231) per poi mostrare subito in azione la sua in-solita divinitagrave Egrave appunto dalla sua azione che emergono i tratti distintivi ri-spetto agli dei omerici ldquotutto intero vede tutto intero comprende tutto in-tero ascoltardquo (fr 24) ldquosenza fatica agita tutte le cose con lrsquointelligenza dellamenterdquo (fr 25)321 ldquosempre resta nello stesso luogo senza muoversi affatto neacutegli si addice spostarsi di qua e di lagraverdquo (fr 26) Lrsquoaedo Senofane dunque ldquorac-contardquo il suo θεός322 Analogamente nel fr 82 ss Parmenide non procede aduna secca definizione dellrsquoldquoessererdquo ma si diffonde nella descrizione deiσήματα πολλά che ne costellano la via Esso egrave ingenerato imperituro tutto in-tero continuo immobile perfetto a ciascun σῆμα successivamente egrave dedica-ta unrsquoapposita sezione argomentativa323 Anche in questo caso il chiarimentosemantico egrave affidato ad una ldquosintassi dellrsquoevento e dellrsquoazionerdquo contraddistin-ta da agenti animati quali divinitagrave e personificazioni324 lrsquoἐόν egrave ingenerato edimperituro percheacute Giustizia lo tiene ben fermo ed in catene (vv 13ndash15) egrave im-mobile percheacute nascita e perimento errano molto lontani da lui (vv 27ndash28)infatti la convinzione della veritagrave sa tenerli alla larga (v 28) Necessitagrave lo av-vince nei legami del limite (vv 30ndash31)325 la Moira lo tiene legato ed immobi-le (v 37) Lo stesso si riscontra in Eraclito ad esempio egli non si limita ad

319 Sulla non-linearitagrave dellrsquoespressione eraclitea cfr Kahn 1979 p 90320 La formulazione egrave di Havelock 1973 pp 139 ss321 Cfr A Supp 96ndash103322 Al contrario Havelock 1982 p 237 sostiene che in questi versi Senofane critichi la sin-

tassi dellrsquoevento e dellrsquoazione omerica negando al suo dio il movimento Ciograve non toglie cheil dio senofaneo egrave ancora autore di azioni ed interventi sul mondo egrave lui a ldquovedere com-prendere ed ascoltarerdquo ad ldquoagitare tutte le coserdquo dunque come richiede la polemica neiconfronti degli dei omerici e del loro operato le sue azioni appaiono qualitativamentemodificate ma non per questo sono cessate Pur avviandone la trasformazione Senofanenon taglia drsquoun tratto i ponti con costumi mentali ed espressivi della tradizione aedica allaquale appartiene

323 Parm fr 86ndash21 per ldquoingeneratordquo e ldquoimperiturordquo 22ndash25 per ldquotutto interordquo e ldquocontinuordquo26ndash33 per ldquoimmobilerdquo 42ndash49 per ldquoperfettordquo

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una secca affermazione come ldquola guerra egrave padrerdquo o ldquola guerra egrave rerdquo ma ne rac-conta le circostanze e le conseguenze ldquola guerra egrave padre di tutte le cose di tutteegrave il re e mostra gli uni come dei gli altri come uomini rende gli uni schiavi glialtri liberirdquo (fr 53) similmente non solo ldquoil tempo egrave un bambinordquo ma ldquo[hellip] egraveun bambino che gioca che tira i dadi il regno di un bambinordquo (fr 52)326Nemmeno il fr 67 offre una definizione le quattro coppie di immagini anti-tetiche che seguono il sostantivo lsquodiorsquo hanno valore puramente esemplificati-vo327 ldquoil dio (egrave) giorno notte inverno estate guerra pace sazietagrave famerdquo il sen-so dellrsquoaffermazione egrave poi illustrato dalla similitudine con lrsquoazione del fuocosugli aromi I sapienti arcaici forniscono dunque un chiarimento funzionaleal passo in cui la parola egrave inserita Questo tipo di tematizzazione del significa-to non ha carattere onnivalente non vale cioegrave a priori ma piuttosto situazio-nale in quanto appaga di volta in volta un contesto determinato Al contra-rio lo scopo della definizione egrave di analizzare il segno linguistico in modo in-dipendente dai suoi specifici contesti drsquouso e dunque esaustivo

Dal confronto proposto in questo capitolo emerge che la semantica dei lin-guaggi specialistici la quale fa ampio ricorso alla definizione evidenzia quellatendenza decontestualizzante che egrave facilmente riscontrabile nelle culture al-fabetizzate quella dei sapienti arcaici il cui tratto distintivo egrave stato indivi-duato nella densitagrave procede invece in modo contestualizzante e si rivela inquesto piugrave simile alle culture orali o scarsamente alfabetizzate Le differenzetra i due modelli possono essere sintetizzate come nello schema della paginache segue

324 Cfr Emp fr 6 che identifica le quattro radici in quattro divinitagrave corrispondenti Zeus =fuoco Era = aria Aidoneo = terra Nesti = acqua (sul problema cfr Guthrie 1965 pp 144ss) e le forze di attrazione e repulsione rispettivamente in Amicizia e Contesa La tabelladi Wright 21995 p 23 presentando sinotticamente le numerose denominazioni possibiliper ognuna delle quattro radici illustra inoltre come per il sapiente arcaico il rapporto trasignificante e significato non sia affatto 11 (come esigono invece i linguaggi specialistici)il che era ben chiaro giagrave agli antichi cfr ad esempio Arist GC 315a 10 s

325 Cfr Parm fr 106ndash7 326 Per πεσσεύειν cfr Marcovich 1978 p 341 il verbo significa sia ldquogiocare a damardquo sia ldquogio-

care a dadirdquo 327 Lrsquointento esemplificativo giagrave ammesso dalla fonte Ippolito egrave posto in rilievo da Fraumlnkel

1955 p 238 seguito in questo da buona parte della critica Contra Kahn 1979 p 277

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78 3 Semantica aurale

A fronte delle osservazioni svolte nei capp 31 e 32 egrave possibile riscontrarelrsquoinfluenza della situazione comunicativa aurale ossia del compromesso traoralitagrave e scrittura nelle specificitagrave semantiche dei testi sapienziali arcaici Daun canto infatti la scrittura facilitando lrsquoattivitagrave epi- e metalinguistica grazieallrsquooggettivizzazione del linguaggio contribuisce a porre il significato delleparole della tradizione epica e lirica come oggetto di riflessione e di elabora-zione Dallrsquoaltro il modo di tale riflessione semantica appare ancora profon-damente segnato dalla forma mentis orale esso infatti egrave fondato sulla conte-stualitagrave ovvero sulla densitagrave come prodotto di una contestualizzazione diver-sificata delle parole ed evidenzia caratteristiche quali variazione dellrsquoidenti-co per cui il medesimo contenuto egrave veicolato attraverso una molteplicitagrave diimmagini (reti di significazione) sintassi dellrsquoevento e dellrsquoazione etc

Definizione Densitagrave

semanticamente decontestualizzante isola la parola da altre parole de-finitio

semanticamente contestualizzante collega la parola ad altre parole es reti di significazione

accresce lrsquoautonomia semantica della singola parola

riduce lrsquoautonomia semantica della singola parola

riduce lrsquoambiguitagrave della parola accresce lrsquoambiguitagrave della parola

ambisce ad un chiarimento esaustivo permette un chiarimento situazionale

intensifica la linearitagrave dellrsquoespressione intensifica la non-linearitagrave dellrsquoespressione

privilegia la sintassi descrittiva privilegia la sintassi narrativa

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Conclusioni della Parte I

In questa prima parte del lavoro sono stati esaminati alcuni aspetti salientidella significazione di Eraclito intesa come modello esemplare della significa-zione della sua temperie culturale Lo scopo egrave comprendere in che modo iσοφοί considerati adattano il linguaggio della tradizione epica e liricaallrsquoespressione di nuovi contenuti sapienziali Qui di seguito vengono riassun-ti i punti salienti dellrsquoargomentazione sostenuta

I sapienti arcaici risemantizzano le loro parole-chiave Il quadro teorico dipartenza egrave quello fornito da Kahn (1979) che enuclea i principi di ldquorisonanzardquoe di ldquodensitagrave linguisticardquo a mio avviso riferibili non solo ad Eraclito ma mu-tatis mutandis anche a Senofane e Parmenide (cap 11 p 2)

Allrsquoambiguitagrave del linguaggio sapienziale arcaico concorre in misura signifi-cativa la risemantizzazione di parole attinte al linguaggio della tradizione epi-ca e lirica che consiste in una diversificazione dei loro contesti drsquouso e dun-que delle loro accezioni Lrsquoarricchimento semantico cosigrave prodotto resta coe-rente con il significato giagrave in uso tra accezioni ldquotradizionalirdquo da una parte eldquorisemantizzaterdquo dallrsquoaltra vige necessariamente un nesso di continuitagrave No-nostante il significato delle parole-chiave del linguaggio sapienziale arcaicosia ancora profondamente unitario per lrsquointerprete risulta talvolta arduoscorgere un legame di continuitagrave tra le differenti accezioni della parola rise-mantizzata egrave per questa ragione che la critica fa costante ricorso al modellosemantico della polisemia

In quanto funzionale alla promozione di nuove accezioni tale ambiguitagrave egravevolutamente prodotta dai σοφοί (cap 13) Il fenomeno non si lascia spiegaredunque come imperizia linguistico-espressiva del pensatore arcaico che inav-vertitamente sovrappone diverse accezioni della parola Essa investe soltanto

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80 Conclusioni della Parte I

le parole-chiave e occorre costantemente nei punti teorici di maggior rilievodando adito ad un autentico quid pro quo tra accezione tradizionale ed acce-zione risemantizzata si considerino ad esempio Xenoph fr 231 Heraclit fr1 Parm fr 23ndash5

La diversificazione dei contesti drsquouso egrave ottenuta attraverso varie strategieespressive Nella tessitura di reti di significazione (cap 21) trova riscontro ilprincipio di risonanza formulato da Kahn si possono individuare infattigruppi di immagini tutte veicolanti un contenuto analogo le quali dunque siriecheggiano a vicenda In Eraclito ad esempio parole quali λόγος πῦρπόλεμος θεός σοφίη σοφός etc evidenziano come prerogativa condivisa (einvece estranea allrsquoaccezione tradizionale) quella di essere ldquocomunirdquo e valideper tutti gli uomini o per tutte le cose Vi sono poi i giochi di parole (cap 22)che consentono di stabilire analogie e richiami inaspettati tra parole apparen-temente irrelate specialmente grazie allrsquoassonanza e alla paretimologia Lrsquoin-superato maestro di giochi di parole egrave Eraclito facilitato nel suo compito an-che dal ricorso allo stile oracolare per sua natura allusivo e doppio328 Anchela polivalenza sintattica (cap 23) egrave un mezzo efficace sicuramente il predi-letto da Parmenide tuttavia numerosi sono i casi anche in Eraclito si pensiallrsquoambigua posizione dellrsquoavverbio ἀεί proprio allrsquoincipit dello scritto (fr 1cfr Arist Reth Γ 5 1407b 11)

Il paradigma storico-filosofico che individua nei presocratici i pionieri delldquolinguaggio filosoficordquo non egrave attendibile Per scardinare il suddetto paradig-ma egrave proficuo mettere a confronto da una parte la significazione teorizzata dailessici specialistici dallrsquoaltra quella della sapienza arcaica (cap 31) I due mo-delli di significazione risultano sotto molti aspetti antitetici il principale cri-terio di discriminazione egrave stato individuato nella disambiguazione ovveronellrsquoambiguitagrave Infatti mentre i linguaggi specialistici si adoperano per ridur-re al minimo lrsquoambiguitagrave dei segni e si avvalgono di una terminologia propriaal contrario il linguaggio sapienziale arcaico resta completamente compresoentro lrsquoorizzonte del linguaggio comune e ricorre deliberatamente ad espe-dienti che ne acuiscono lrsquoambiguitagrave

Pertanto il θεός di Senofane non egrave ldquoteologicordquo il λόγος di Eraclito non egraveldquologicordquo lrsquoἐόν di Parmenide non egrave ldquoontologicordquo lrsquoimpressione contraria egraveavallata semmai dalla prospettiva storica e dalla Wirkungsgeschichte in cui si

328 Ma per giochi di parole sul sole cfr ad es Xenoph fr 31 Emp fr 41

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32 Semantica della contestualitagrave 81

colloca lrsquointerprete ossia da una retrospettiva che consente la sovrapposizio-ne della terminologia seriore agli usi arcaici delle suddette parole Tuttaviaprima dellrsquoetagrave classica non prende piede la specializzazione terminologica diparole attinte al linguaggio comune e dunque non si puograve parlare di un lin-guaggio filosofico

Lrsquoesigenza di una specializzazione terminologica del linguaggio non egrave av-vertita per la semplice ragione che la sapienza arcaica non egrave specializzata Ilσοφός sa tutto e si occupa di tutto ed i primi presocratici lungi dallrsquoessere purildquofilosofirdquo sono al contempo cosmologi teologi fisici politologi e necessaria-mente artigiani della parola Il pregio del loro sapere risiede nellrsquointerezza (ἓντὸ σοφόν Heraclit frr 32 41) e non nella differenziazione entro le angusteprovince delle specializzazioni (si consideri la critica alla πολυμαθίη Heraclitfrr 40 e 129)

Le specificitagrave semantiche osservate possono essere poste in relazione con lasituazione comunicativa aurale La scrittura oggettivando la produzionelinguistica nel manufatto del testo scritto facilita la riflessione epi- e metalin-guistica in questo senso essa sicuramente contribuisce a porre anche il signi-ficato delle parole come problema Sotto questo aspetto dunque larisemantizzazione attuata dai sapienti arcaici va considerata in stretto rappor-to con lrsquoacquisizione della scrittura da parte della cultura greca Nondimenocome si egrave mostrato lrsquoelaborazione dei significati procede secondo modalitagravecomunicative tipiche della forma mentis orale prima fra tutte la contestualitagravele strategie di risemantizzazione (reti di significazione giochi di parole poli-valenza sintattica) sono infatti dei modi per diversificare la contestualizzazio-ne della parola-chiave Anche il frequente ricorso alle immagini lapredilezione per la sintassi dellrsquoevento e dellrsquoazione e la variazione dellrsquoidenti-co rientrano in questo quadro

Le specificitagrave semantiche dei sapienti considerati sembrano dunque pro-fondamente influenzate dalla situazione comunicativa vigente ossia daquellrsquoarticolato compromesso tra oralitagrave e scrittura che per le ragioni espostenellrsquoIntroduzione viene definita ldquoauralitagraverdquo

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Parte IIIl discorso di Eraclito come modello cosmologico

4 Il cosmo come unitagrave articolata

41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica

Prima di entrare nel vivo delle considerazioni sulla cosmologia greca arcaicaegrave opportuno fornire alcune delucidazioni circa obiettivi e metodi della secon-da parte della presente ricerca

Si egrave giagrave osservato che numerose parole in Eraclito sono interessate da unadiversificazione dei contesti drsquouso definita come ldquorisemantizzazionerdquo a que-sto punto ci si occupa piugrave diffusamente di un caso specifico di risemantizza-zione la parola λόγος nomen actionis et rei actae del verbo λέγειν329 Il metodoadottato per appurare il significato di λόγος in Eraclito consiste sostanzial-mente nel ripercorrere i tre livelli delle solidarietagrave semantiche documentabiliper le parole in esame ossia a) le reti di significazione attinenti a λόγος allrsquoin-terno del corpus eracliteo (capp 42 43) b) gli usi di λόγος attestati preceden-

329 Sul valore di λόγος non solo come nomen actionis ma anche come nomen rei actae del verboλέγειν si rimanda a Verdenius 1966 pp 83 ss

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84 4 Il cosmo come unitagrave articolata

temente e contemporaneamente ad Eraclito (cap 51) c) le occorrenze diλόγος allrsquointerno del corpus eracliteo (cap 61)

I punti a) e c) prendendo in considerazione i soli frammenti di Eraclitonon si riferiscono alla storia della lingua La semantica strutturalista ha mo-strato come nello studio dei significati sia necessario concentrare lrsquoattenzio-ne sul piano linguistico sincronico piugrave che su quello diacronico indagando irapporti tra segni di cui il ldquovalorerdquo egrave il prodotto330 Se questa regola ha valenzagenerale essa saragrave tanto piugrave imprescindibile laddove come nel caso del sa-piente di Efeso il significato dei segni viene modificato esclusivamente attra-verso le sue contestualizzazioni ovvero senza una riflessione esplicita qualead esempio la definizione (cfr cap 32 pp 73 ss) Pertanto il criterio erme-neutico adottato per la comprensione di λόγος egrave fondamentalmente internoal corpus e prevede unrsquoindagine preliminare del repertorio delle immaginieraclitee in base alle loro analogie e differenze reciproche Il punto b) cheprende invece in esame il piano diacronico della lingua non ha come fine laricerca etimologica o erudita ma mira a stabilire cosa significassero abitual-mente λόγος e λέγειν per il parlante greco tra VI e inizio del V sec a C331 egrave in-fatti in continuitagrave con questo significato che Eraclito procede alla risemantiz-zazione della parola-chiave

Lrsquoargomentazione poggia su due cardini Da una parte vi egrave lrsquoindividuazio-ne dellrsquounitagrave articolata come modello teorico portante per la visione eracliteadel mondo fenomenico disgiungendo e al tempo stesso congiungendo sestesso lrsquoἕν si organizza nei πάντα dando luogo al dispiegarsi della realtagraveDallrsquoaltra vi egrave lrsquointerpretazione del λόγος come unitagrave articolata avente comesuoi costituenti gli ὀνόματα Questa trattazione separata del modello articola-torio considerato prima nel cosmo e poi nel linguaggio non trova riscontrineacute giustificazione nei frammenti eraclitei bensigrave corrisponde a mere esigenzedi esposizione ed organizzazione della materia di studio Lo stesso puograve dirsicirca la ripartizione in capitoli differenti delle immagini di unitagrave (cap 42) edi quelle di divisione (cap 43) che invece Eraclito tende a presentare simul-taneamente e nella loro interazione332

330 Saussure 21968331 Sono molti gli interpreti di Eraclito che hanno avvertito lrsquoesigenza di uno studio prelimi-

nare sulla storia semantica di λόγος e λέγειν pur giungendo a conclusioni talvolta diver-genti Cfr ad esempio Guthrie 1962 pp 420ndash424 Verdenius 1966 pp 81 ss Kurtz1971 pp 69 ss Hammer 1991 pp 46 ss Diano-Serra 41993 pp 90 ss Dilcher 1995pp 31 ss etc

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 85

ldquo[Heraclitus] was the first thinker [hellip] explicitly to define a connexion be-tween the apparent plurality of the phenomenal world and an underlying uni-ty which in some form or other was automatically presupposed by the earlierPresocraticsrdquo333 Questa affermazione di Kirk chiarisce dei punti importantiper lrsquoargomentazione che segue in primo luogo che le concezioni cosmologi-che arcaiche nonostante le specifiche diversitagrave sono nel complesso omogeneeper obiettivi e conoscenze presupposte e che in questo orizzonte culturaleEraclito si inscrive con coerenza piugrave in particolare un problema fondamen-tale per questi sapienti egrave di comprendere la relazione intercorrente tra unitagrave emolteplicitagrave334

Come nella prima parte del lavoro alcune specificitagrave espressive e semanti-che sono state riconosciute comuni ad unrsquointera temperie culturale anzicheacutecaratteristiche esclusive dello stile eracliteo analogamente individuare ora unmodello di funzionamento della natura ampiamente condiviso significa stu-diare Eraclito in qualitagrave di rappresentante del sapere della sua epoca il suocaso interessa in quanto tipico e non per la sua presunta anomalia rispetto alquadro storico-culturale di appartenenza Egrave noto come la tradizione filosofi-ca successiva a partire da Platone (Sph 242cndash243a) e Aristotele (Metaph A

332 Simili precisazioni sollecitano ad una riflessione di carattere generale per lrsquointerprete diEraclito la difficoltagrave maggiore consiste probabilmente nel dover impartire nella propriaesposizione un ordine lineare ad un pensiero non-lineare Sotto questo punto di vistanellrsquointerpretare Eraclito sembra acutizzarsi un problema ermeneutico che fondamental-mente si pone per il pensiero arcaico in generale La mentalitagrave dellrsquointerprete modernoimpone di procedere in modo sequenziale nella comunicazione scientifica ossia secondoordini prestabiliti e concatenazioni di pensiero alquanto irrigidite La centralitagrave attribuitaai rapporti di causa-effetto al modus ponens etc corrisponde ad una pronunciata lineariz-zazione del pensiero (cfr McLuhan 1991 es pp 89ndash91 316ndash320) Per contro la trasmis-sione del sapere nella Grecia arcaica sostanzialmente orale e dunque incentratasullrsquointerazione diretta dei soggetti adotta modi di comunicare meno lineari promuo-vendo ad esempio una maggiore libertagrave di associazione e facendo ampio ricorso al poten-ziale espressivo insito nella variazione dellrsquoidentico nellrsquoevocazione nella metafora etcPer questi motivi ogni esposizione scientifica nel senso moderno del termine rappresentaun inevitabile tradimento del pensiero arcaico percheacute ldquotraducerdquo (in senso etimologico)contenuti e forme del sapere in base a paradigmi della conoscenza e di trasmissione dellaconoscenza ad esso estranei

333 Kirk 31970 p 70334 Questa egrave appunto la chiave di lettura adottata nel secondo libro di Arist Ph per lrsquoapproc-

cio ai suoi predecessori che il rapporto lsquouno moltirsquo sia ancora centrale per Aristotelestesso egrave spiegato da Stokes 1971 pp 7 ss

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86 4 Il cosmo come unitagrave articolata

Ph 187a 12 ss etc) abbia suddiviso le concezioni περὶ φύσεως arcaiche e tar-do-arcaiche in gruppi antitetici cosigrave Platone oppone allrsquoἘλεατικὸν ἔθνος leἸάδες καὶ Σικελαὶ Μοῦσαι Aristotele ai monisti i pluralisti etc Ma al di lagrave del-le differenti classificazioni le cui ragioni sono dettate in misura non trascu-rabile dalle esigenze dei loro autori le letture offerte dalla tradizione confer-mano il fatto che la sapienza arcaica ferme restando le specificitagrave della rifles-sione di ciascun sapiente affronta quesiti fondamentali comuni un datoquesto sottolineato e assunto come presupposto da molti studiosi335 Uno ditali quesiti fondamentali tematizzato in una monografia di Stokes336 riguar-da il rapporto tra lrsquounitagrave e la molteplicitagrave come si spiega la varietagrave degli ogget-ti e dei fenomeni osservabili nel mondo e quale necessario legame sussiste tradi essi In base allrsquoipotesi che viene presentata qui di seguito la sapienza fisi-co-cosmologica arcaica puograve essere intesa come lrsquoavvicendarsi di risposte di-verse a domande di questo tipo in seguito la tradizione filosofica e dossogra-fica ha distinto tra soluzioni concentrate sullrsquouno etichettate come ldquomoni-sterdquo e quelle sbilanciate sui molti definite ldquopluralisterdquo

Come mostrato giagrave da Cornford in una delle sue prime pubblicazioni337per i sapienti arcaici lrsquoorigine di tutte le cose egrave comune la partecipazione ditutto a tutto338 dovuta appunto allrsquointima connessione di fenomeni apparen-temente distinti egrave continuamente ribadita laddove non costituisca una taci-ta premessa Nonostante la cangiante varietagrave del fenomenico e dunque al dilagrave delle apparenze sensibili i distinti provengono come consanguinei piugrave omeno stretti da unrsquounica matrice che senza posa si ritaglia e si rimescola innuovi enti339 La nascita dei distinti nella loro individualitagrave non coincide tut-tavia con il loro affrancamento lrsquouno dallrsquoaltro ovvero dallrsquounitagrave latente essi

335 Ad esempio Cornford 1952 Guthrie 1952 Kahn 1960 Havelock 1996336 Stokes 1971 considera il dualismo lsquouno moltirsquo nel pensiero presocratico In modo com-

prensibilmente meno sistematico ma a piugrave riprese torna sullrsquoargomento OrsquoBrien 1969evidenziando come esso sia alla base del pensiero fisico e cosmologico del V sec (ivi pp238 ss) il quale prevede unrsquoassociazione ricorrente tra unitagrave e quiete da una parte pluralitagravee moto dallrsquoaltra (ivi pp 38 ss)

337 Cornford 2002338 Cfr ad esempio Heraclit fr 41 [hellip] πάντα διὰ πάντων ldquo[hellip] tutte le cose attraverso tutterdquo

Anaxag frr 614ndash16 [hellip] ἐν παντὶ πάντα [hellip] πάντα παντὸς μοῖραν μετέχει [hellip] in ogni cosatutte [hellip] tutte le cose hanno parte a tutto 11 ἐν παντὶ παντὸς μοῖρα ἔνεστι [hellip] ldquoin tutto egravecontenuto una parte di tutto [hellip]rdquo 121 τὰ μὲν ἄλλα παντὸς μοῖραν μετέχει [hellip] ldquole altrecose hanno parte a tutto [hellip]rdquo Diog Apoll fr 5 8ndash9 [hellip] καὶ ἐν παντὶ ἐνεῖναι καὶ ἔστιν οὐδὲἓν ὅ τι μὴ μετέχει τούτου ldquo[hellip] ed egrave in tutto E non vi egrave una cosa che non ne faccia parterdquo

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 87

continuano piuttosto a co-appartenersi nella totalitagrave del mondo che dunquein questo senso resta unitario Giustamente Cornford ha definito tale matri-ce comune ldquophysis animatardquo340 essa infatti non costituisce un mero substratomateriale inerte soggiacente agli enti ma piuttosto il sistema di forze che li in-forma Ciograve egrave coerente con lrsquoimpostazione generale della fisica ilozoista nellaGrecia arcaica secondo la quale (analogamente a quanto puograve dirsi per la fisicaodierna e al contrario dei modelli meccanicistici della natura) ricorrendo atermini seriori si puograve affermare che la materia ὕλη egrave provvista di energiaδύναμις

Idee simili sembrano costituire il nucleo ispiratore del concetto di ἄπειρονossia del ldquonon-definitordquo primigenio di Anassimandro341 Bencheacute lrsquoetimologiaed il significato della parola siano controversi342 indubbiamente lrsquoἄπειρονrappresenta unrsquounitagrave non ancora frammentata negli ὄντα343 Egrave in virtugrave di taleunitagrave originaria che la nascita delle cose nella loro distinzione reciproca egrave vistadal milesio come un atto di prevaricazione alla quale solo lrsquoestinzione ovveroil riassorbimento entro la matrice comune puograve porre rimedio Egrave utile ribadi-re come lrsquointrinseca unitagrave del mondo sia presupposta non solo dagli Eleati

339 Lrsquoassunzione dellrsquounitagrave latente dei distinti fenomenici appare coerente con la tendenzacontestualizzante del pensiero greco arcaico osservata nel cap 32

340 Cornford 2002 p 54 Per lrsquooriginaria concezione greca della φύσις come struttura viventecfr Bremer 1989 pp 242 s il quale ripercorre le linee di evoluzione storiche che condu-cono dallrsquoidea arcaica di φύσις a quella moderna di ldquonaturardquo

341 Anaximand fr 1 [hellip] ἀρχὴν [hellip] τῶν ὄντων τὸ ἄπειρον [hellip] ἐξ ὧν δὲ ἡ γένεσίς ἐστι τοῖς οὖσικαὶ τὴν φθορὰν εἰς ταῦτα γίνεσθαι κατὰ τὸ χρεώνmiddot διδόναι γὰρ αὐτὰ δίκην καὶ τίσιν ἀλλήλοις τῆςἀδικίας κατὰ τὴν τοῦ χρόνου τάξιν ldquo[hellip] principio [hellip] di tutte le cose che sono egrave lrsquoindefinito[hellip] ciograve da cui vi egrave nascita per le cose che sono ed estinzione viene loro secondo necessitagraveinfatti pagano lrsquouna allrsquoaltra giusta pena e ammenda della loro ingiustizia secondo lrsquoordinedel tempordquo

342 In genere (cfr ad es LSJ sv) ἄπειρος egrave inteso come un composto (con α privativum) con-nesso con il sostantivo πέρας ldquolimiterdquo ma non mancano ipotesi alternative Kahn 1960pp 231 s chiama in causa la radice verbale per (cfr πείρω περαίνω etc) suggerendo cheἄπειρος sia propriamente ldquowhat cannot be passed over or traversed from end to endrdquo usatoin Omero nel senso di ldquomolto vastordquo ldquosconfinatordquo Secondo Semerano 2001 pp 49 sslrsquoἄπειρον di Anassimandro sarebbe una ldquoentitagrave corporea pluridinamicardquo e designerebbe ilpulviscolo cosmico (cfr ebraico biblico lsquoafar ldquopolvererdquo) Lrsquoipotesi di una natura pulvisco-lare dellrsquoἄπειρον di per seacute piuttosto ardita non egrave tuttavia incompatibile con la concezionequi proposta di ἄπειρον come unitagrave originaria nella cui mescolanza sono potenzialmentecontenuti tutti gli enti

343 Sulla questione se nel frammento anassimandreo τὰ ὄντα si riferisca ai singoli oggetti edenti del mondo oppure ai principi contrari cfr Kahn 1960 pp 180ndash183

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88 4 Il cosmo come unitagrave articolata

ma in generale da tutti i σοφοί arcaici Notoriamente Parmenide dichiara chela contiguitagrave dellrsquoἐόν con se stesso ovvero la sua interezza non puograve essere re-cisa344 concetto ampiamente chiarito nellrsquoelenco dei σήματα dellrsquoἐόν345 Masolo per accennare ad alcuni esempi la ldquosferardquo della Musa di Sicilia Empedo-cle non egrave meno omogenea e indivisa (ἀπείρων fr 281)346 lrsquooriginaria coale-scenza dei πάντα egrave assunta da Anassagora come incipit programmatico del suoscritto347 poi rimasto infatti proverbiale348 (ἄπειρος frr 1 e 2) e per Diogenedi Apollonia tutte le cose (πάντα) si modificano (ἑτεροιοῦσθαι) a partire dauna medesima matrice da identificare con lrsquoaria (cfr fr 5) cosigrave che in defini-tiva lrsquoautore puograve considerarle tutte la stessa cosa (τὸ αὐτό)349

In che modo dunque a partire dallrsquounitagrave originaria viene ad essere la plu-ralitagrave dei distinti fenomenici Alla base del divenire cosmico vi egrave lo scambiotra lrsquounitagrave e la molteplicitagrave che puograve essere immaginato come interazione tradue forze complementari di segno uguale e contrario lrsquouna egrave la forza di divi-

344 Parm fr 42 οὐ γὰρ ἀποτμήξει τὸ ἐὸν τοῦ ἐόντος ἔχεσθαι [hellip] ldquoinfatti non potragrave recidere lrsquoἐόνdalla sua contiguitagrave con lrsquoἐόνrdquo

345 Parm fr 85ndash6 [hellip] ἐπεὶ νῦν ἔστιν ὁμοῦ πᾶν ἕν συνεχές [hellip] ldquo[hellip] poicheacute egrave adesso tuttoinsieme uno continuo [hellip]rdquo 822ndash25 οὐδὲ διαιρετόν ἐστιν ἐπεὶ πᾶν ἐστιν ὁμοῖονmiddot οὐδέ τι τῆιμᾶλλον τό κεν εἴργοι μιν συνέχεσθαι οὐδέ τι χειρότερον πᾶν δrsquo ἔμπλεόν ἐστιν ἐόντος τῶιξυνεχὲς πᾶν ἐστινmiddot ἐὸν γὰρ ἐόντι πελάζει ldquoNeacute egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale nonqui qualcosa in piugrave che gli precluderebbe di essere continuo neacute (ligrave) qualcosa in meno maegrave tutto quanto pieno di ἐόν Perciograve egrave tutto quanto continuo infatti lrsquoἐόν si accosta allrsquoἐόν[hellip]rdquo 847ndash48 [hellip] οὔτrsquo ἐὸν ἔστιν ὅπως εἴη κεν ἐόντος τῆι μᾶλλον τῆι δrsquo ἧσσον ἐπεὶ πᾶν ἐστινἄσυλον [hellip] ldquo[hellip] neacute egrave un ἐόν tale per cui qui vi sia piugrave ἐόν e ligrave meno percheacute egrave tutto quantoinviolato [hellip]rdquo

346 Emp frr 27ndash29 (lrsquoultimo dei tre frammenti egrave poi ripreso da Pl Ti 33bndash34a)347 Anaxag fr 1 ὁμοῦ πάντα χρήματα ἦν ldquotutte le cose erano insiemerdquo (cfr fr 618) ma Roumlsler

1971 ritiene che lrsquoordine esatto doveva essere piuttosto ὁμοῦ χρήματα πάντα ἦν Schofield1980 pp 36ndash40 confronta il frammento che verosimilmente costituiva lrsquoincipit delloscritto anassagoreo con lrsquouso corrente nella prosa precedente e contemporanea e rilevacome lrsquoesordio in medias res ovvero la rinuncia ad una formula introduttiva del tipo ldquox sonof y citizen of z says thisrdquo sia indicativo della volontagrave dellrsquoautore di rimanere impressonella memoria del pubblico (ldquo[hellip] Anaxagorasrsquo wholly dogmatic beginning caught the earof posterityrdquo) Per lrsquounitagrave di tutte le cose cfr inoltre i frr 424ndash25 [hellip] ἐν τῶι σύμπαντι χρὴδοκεῖν ἐνεῖναι πάντα χρήματα ldquo[hellip] bisogna ritenere che tutte le cose sono contenute nellatotalitagraverdquo 81ndash2 οὐ κεχώρισται ἀλλήλων τὰ ἐν τῶι ἑνὶ κόσμωι οὐδὲ ἀποκέκοπται πελέκει [hellip]ldquonon sono separate lrsquouna dallrsquoaltra le cose in questrsquounico mondo neacute sono tagliate via (lrsquounadallrsquoaltra) con lrsquoaccetta [hellip]rdquo

348 Ad esempio Pl Phd 72c Grg 465d Arist Metaph 1056b 28 s 1069b 20 s cfr le cita-zioni riportate da Roumlsler 1971

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sione centrifuga che spinge alla disgregazione nella pluralitagrave delle cose lrsquoal-tra egrave la forza di unione centripeta che lavora alla loro coesione Il sapere co-smologico arcaico mostra costantemente allrsquoopera queste due forze La di-sgiunzione egrave il moto per cui lrsquounitagrave divide se stessa e genera i distinti egrave perquesto che in maniera forse controintuitiva per i moderni la sapienza grecaintende lrsquoorigine del mondo come χάος ldquospalancamentordquo (cfr χαίνω)350 In-fatti solo dopo la scissione originaria la generazione procede per unioni ἐκΧάεος δrsquo Ἔρεβός τε μέλαινά τε Νὺξ ἐγένοντοmiddot Νυκτὸς δrsquo αὖτrsquo Αἰθήρ τε καὶ Ἡμέρηἐξεγένοντο οὓς τέκε κυσαμένη Ἐρέβει φιλότητι μιγεῖσα ldquoDa Caos nacqueroErebo e la nera Notte da Notte poi Etere e Giorno che lei concepigrave unita inamore con Erebordquo351 Per inciso lrsquoidea che la genesi del mondo consista nonin una congiunzione ma al contrario nella divisione dellrsquounitagrave originaria-mente in seacute non delimitata egrave fortemente radicata anche in altre culture com-presa quella giudaico-cristiana (LXX Ge 11 ss)352

La concezione dellrsquoorigine del mondo come scissione di un tutto indiffe-renziato egrave ancora valida piugrave di due secoli dopo Esiodo quando egrave sostenuta daAnassagora Subito dopo353 aver presentato nellrsquoincipit la coalescenza origi-naria di tutte le cose ed il loro essere contenute (κατέχω) nellrsquoaria e nellrsquoetereancora in-definiti (ἄπειρος)354 lrsquoautore procede ad illustrare la loro formazio-ne attraverso la separazione355 καὶ γὰρ ἀήρ τε καὶ αἰθὴρ ἀποκρίνονται ἀπὸ τοῦπολλοῦ τοῦ περιέχοντος καὶ τό γε περιέχον ἄπειρόν ἐστι τὸ πλῆθος ldquoe infatti ariaed etere si formano per separazione dal molto che li circonda e ciograve che li cir-conda per quantitagrave egrave in-definitordquo (fr 2)356 Un esempio cromatico illustra

349 Diog Apoll fr 2 Lrsquounitagrave e la coappartenenza di tutte le cose potrebbe essere sottolineatadal sapiente grazie allrsquoespressione τὸ ξύμπαν εἰπεῖν ldquodire tutto insiemerdquo che appunto alludeai contenuti che immediatamente seguono (non si tratta di unrsquoespressione logora esempidi attestazioni sono in Hdt II 912 e VII 14315 Th I 13839 e VII 4931 Pl Sph230a 2 Arist Mu 392a 34) Qualcosa di simile puograve essere riconosciuto nellrsquoaria (cfr fr 5)ldquoche governa ed ha potere su tutte le coserdquo e che ldquoanima tutti i viventirdquo la quale si modificacontinuamente

350 Cfr Stokes 1971 p 42351 Hes Th vv 123ndash125 cfr anche v 116 (e Schol ad v 116) e vv 700 ss E fr 484 (Nauck)

A R I 496352 Sulla cosmologia romana si sofferma Laumlmmli 1962 cfr piugrave brevemente Cornford 2002

pp 106 ss che tratta anche delle cosmogonie cosiddette pre-scientifiche fondate sullaseparazione del tutto originario per la cosmologia sanscrita cita Rig Veda VII 86 lecosmologie babilonese egiziana e taoista vengono considerate succintamente

353 Cfr Simp in Ph 15530 καὶ μετrsquo ὀλίγον

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90 4 Il cosmo come unitagrave articolata

come nellrsquoimpasto originario non esista alcun singolo colore la realtagrave attual-mente esperibile in cui i colori sono distinti deriva dunque dalla scomposi-zione di tale amalgama πρὶν δὲ ἀποκριθῆναι ταῦτα πάντων ὁμοῦ ἐόντων οὐδὲχροιὴ ἔνδηλος ἦν οὐδεμίαmiddot ἀπεκώλυε γὰρ ἡ σύμμιξις πάντων χρημάτων [hellip] ldquoMaprima che queste cose si fossero formate per separazione quando erano tutteinsieme nessun colore era visibile lo impediva infatti la mescolanza di tuttele cose [hellip]rdquo (fr 417ndash19) Solo dopo la scissione dellrsquounitagrave subentra il motoopposto e complementare la congiunzione infatti i distinti cosigrave venuti adessere ne generano di nuovi attraverso la reciproca mescolanza responsabiledella loro proliferazione La congiunzione dei distinti opera a tutti i livelliessa egrave ad esempio unione degli elementi naturali357 accoppiamento di ma-schio e femmina358 etc Una volta scaturiti dallo ldquospalancamentordquo primor-diale i distinti si intrecciano in una fitta danza di unioni e di separazioni pro-ducendo cosigrave la varietagrave ed il divenire del mondo

Le due forze di segno uguale e contrario di disgiunzione e congiunzionesono rappresentate con costanza dalla sapienza fisico-cosmologica arcaicaNon egrave possibile stabilire con certezza se la rarefazione (μάνωσις) e la conden-

354 Lrsquointerpretazione del verbo κατέχω egrave controversa (cfr Lanza 1966 pp 191 s Sider 1981pp 47 s) la critica si attesta sostanzialmente su due posizioni ldquoprevalererdquo (cosigrave ad esempioDK ldquoniederhaltenrdquo Sider 1981 p 48) oppure ldquocontenererdquo (cosigrave ad esempio Lanza 1966Schofield 1980 pp 70 ss) laddove la seconda egrave tuttavia quella che gode del consensomaggiore Le difficoltagrave sollevate da κατέχω sono collegate al problema dellrsquoaggettivoἄπειρος ovvero della presenza o meno di limiti e suddivisioni interne allrsquoἀήρ e αἰθήρ

355 Lanza 1966 p 195 sottolinea giustamente che almeno fino allrsquoinizio della κοινήἀποκρίνομαι evidenzia usi biologici significando ldquovenire a formazionerdquo ldquoformarsirdquo tutta-via alla base di questo significato vi egrave pur sempre lrsquoidea della lsquoseparazionersquo di ciograve che vienea formarsi rispetto al suo ambiente originario

356 Della separazione reciproca come premessa necessaria alla nascita dei distinti fenomeniciparlano anche i frr 5 τούτων δὲ οὕτω διακεκριμένων [hellip] 13 καὶ ἐπεὶ ἤρξατο ὁ νοῦς κινεῖνἀπὸ τοῦ κινουμένου παντὸς ἀπεκρίνετο καὶ ὅσον ἐκίνησεν ὁ νοῦς πᾶν τοῦτο διεκρίθηκινουμένων δὲ καὶ διακρινομένων ἡ περιχώρησις πολλῶι μᾶλλον ἐποίει διακρίνεσθαι 16 ἀπὸτουτέων ἀποκρινομένων [hellip]

357 Emped fr 71 εἰ δέ τί σοι περὶ τῶνδε λιπόξυλος ἔπλετο πίστις πῶς ὕδατος γαίης τε καὶ αἰθέροςἠελίου τε κιρναμένων εἴδη τε γενοίατο χροῖά τε θνητῶν τόσσrsquo ὅσα νῦν γεγάασι συναρμοσθέντrsquoἈφροδίτηι Qui e piugrave diffusamente nel fr 23 ricorre il giagrave osservato paragone con i colori(cfr Anaxag fr 417ndash19) questa volta per illustrare la proliferazione dei distinti fenome-nici causata dalla mescolanza degli elementi

358 Parm fr 124ndash6 [hellip] πάντα γὰρ ltἣgt στυγεροῖο τόκου καὶ μίξιος ἄρχει πέμπουσrsquo ἄρσενι θῆλυμιγῆν τό τrsquo ἐναντίον αὖτις ἄρσεν θηλυτέρωι Lrsquoidentificazione del δαίμων femminile chefunge qui da soggetto resta incerta

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sazione (πύκνωσις) che secondo la tradizione filosofica e dossografica359 co-stituivano la dottrina di Anassimene circa il dispiegamento del mondo pos-sano essere messe in relazione con il movimento doppio (rispettivamenteldquocentrifugordquo e ldquocentripetordquo) che trasforma lrsquoelemento primo identificato conlrsquoaria360 Lrsquointerazione delle due forze acquista invece maggiore evidenza lad-dove si dispone di frammenti piugrave cospicui

Per quanto riguarda Eraclito conviene rimandare ai capp 42 e 43 dove siosserva come numerose immagini esprimano rispettivamente lrsquoistanza uni-ficante e quella disgregatrice Lrsquoalternanza delle due forze emerge con la mas-sima chiarezza in Empedocle ed Anassagora361 Empedocle tematizza nelmodo piugrave ampio ed esplicito la forza di unione e quella di divisione362 parlan-do con insistenza di ldquomescolanza e separazionerdquo (μίξις τε διάλλαξίς τε fr 83)delle cosiddette ldquocose mortalirdquo e descrivendo un movimento doppio Allrsquoini-zio del suo poema363 egli annuncia δίπλrsquo ἐρέωmiddot τοτὲ μὲν γὰρ ἓν ηὐξήθη μόνονεἶναι ἐκ πλεόνων τοτὲ δrsquo αὖ διέφυ πλέονrsquo ἐξ ἑνὸς εἶναι δοιὴ δὲ θνητῶν γένεσις δοιὴδrsquo ἀπόλειψις τὴν μὲν γὰρ πάντων σύνοδος τίκτει τrsquo ὀλέκει τε ἡ δὲ πάλινδιαφυομένων θρεφθεῖσα διέπτη καὶ ταῦτrsquo ἀλλάσσοντα διαμπερὲς οὐδαμὰ λήγειἄλλοτε μὲν Φιλότητι συνερχόμενrsquo εἰς ἓν ἅπαντα ἄλλοτε δrsquo αὖ δίχrsquo ἕκασταφορεύμενα Νείκεος ἔχθει ldquoDirograve cosa duplice ora infatti [scill πάντα]364 sono

359 DK 13 A 5 e 7 (3 s) cfr la critica di Meliss fr 7 (8)360 Secondo Stokes 1971 pp 43ndash48 il problema egrave capire se in seguito alla rarefazione ovvero

alla condensazione lrsquoaria sia per Anassimene aria rarefatta ovvero condensata oppurequalcosa di qualitativamente diverso dallrsquoaria Nel primo caso il sapiente sarebbe un moni-sta e dunque secondo Stokes negherebbe la trasformazione dellrsquouno nei molti nelsecondo ldquoAnaximenes considered the result of condensing as applied to air as to be not aswe should say condensed air but simply water earth or any other appropriate substancerdquo(ivi p 48) Ma anche per i cosiddetti ldquomonistirdquo il punto egrave fornire una spiegazione di comelrsquounitagrave originaria si trasformi nella pluralitagrave esperibile nel mondo cfr Arist Ph 187a 12ss οἱ μὲν γὰρ ἓν ποιήσαντες τὸ [ὂν] σῶμα τὸ ὑποκείμενον [hellip] τἆλλα γεννῶσι πυκνότητι καὶμανότητι πολλὰ ποιοῦντες

361 Proprio in conseguenza dello stretto nesso tra uno e molti Arist Ph 187 a 22 ss puograve clas-sificare Anassagora ed Empedocle al contempo come monisti e pluralisti [hellip] ὅσοι δrsquo ἓν καὶπολλά φασιν εἶναι ὥσπερ Ἐμπεδοκλῆς καὶ Ἀναξαγόρας ἐκ τοῦ μίγματος γὰρ καὶ οὖτοιἐκκρίνουσι τἆλλα

362 Per un quadro circa lrsquointerpretazione delle due forze empedoclee da parte degli antichi especialmente di Aristotele cfr Wright 21995 pp 34ndash40

363 Cfr Simp in Ph 16114364 Il soggetto sottinteso di ηὐξήθη e di διέφυ puograve essere τὸ ὅλον (cfr fr 26) oppure appunto

πάντα (v 6)

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accresciuti cosigrave da essere uno solo a partire da molti ora invece a loro voltamolti nascono per separazione dallrsquouno Doppia egrave la venuta ad essere dellecose mortali doppio egrave il loro venir meno infatti lrsquouna la genera e la distruggeil concorso di tutte le cose lrsquoaltro365 per contro una volta allevato si disperdein volo allorcheacute quelle nascono per separazione E queste cose non cessanomai il loro continuo scambio a volte convergendo tutte quante in una graziead Amicizia a volte invece discostandosi ciascuna per lrsquoodio di Contesardquo (fr171ndash8 cfr vv 16ndash17)366 Il sapiente personifica la forza di divisione e quelladi unione rispettivamente in Νεῖκος (o nei suoi sinonimi Ἐρις Κότος) e Φιλία(o Φιλότης Ἀφροδίτη Ἁρμονία)367 Nessuno dei due agenti prevale definitiva-mente sullrsquoaltro nel corso del ciclo cosmico se Νεῖκος isola gli elementi e dagraveorigine ai distinti fenomenici entro lrsquoomogeneitagrave coesa della ldquosferardquo nondi-meno essa non ne risulta irrimediabilmente fratturata ma egrave in grado di rico-stituire la propria interezza grazie a Φιλία368 Secondo la corrispondenza tramacrocosmo e microcosmo suggerita anche dal linguaggio antropomorficoadottato per la ldquosferardquo (fr 29) lo stesso vale per la biologia animale nel corpole membra si diversificano per effetto di Contesa369 ciononostante Armoniale tiene insieme (fr 96) Dallrsquointerazione delle due forze risulta il mondo in-teso nella sua condizione di equilibrio dinamico370

365 I pareri circa il riferimento di τὴν μὲν e ἡ δὲ sono discordanti a livello formale τὴν μὲν sta-rebbe per γένεσις ἡ δὲ per ἀπόλειψις tuttavia secondo Wright 21995 p 168 ipotizza cheldquoboth pronouns should refer to both nounsrdquo

366 Per la storia delle interpretazioni del frammento cfr OrsquoBrien 1969 pp 166 ss (il quale sioppone allrsquoidea che alterius vita mors sit alterius et contra)

367 Su Contesa e Amicizia come ldquoforzerdquo e non come ldquosostanzerdquo cfr OrsquoBrien 1969 p 101 (twomoving causes) Wright 21995 pp 32ndash34 (powers) Ma Guthrie 1965 pp 155 ss (in pole-mica con Cornford) sottolinea come non si tratti di forze puramente meccaniche ovverodevitalizzate come tra lrsquoaltro testimoniano i loro nomi divini ldquoWhat fr 17 says of thenature and working of the two forces [hellip] casts serious doubts on the view that Empedocleshad at last achieved the distinction between inert matter and mechanical forcerdquo (ivi pp156 s) ldquoalthough their influence is in the first place a psychological one their spiritualcharacter is not yet completely divorced from physical formrdquo (ivi p 159) Lrsquoeffetto da essesortito egrave osservabile ad esempio nei frr 201ndash5 217ndash8 265ndash6 353ndash13

368 Se Contesa separi completamente gli elementi lrsquouno dallrsquoaltro o meno egrave una questionedibattuta sulla quale cfr Graham 1999 p 161 nota 5

369 Il fr 82 potrebbe rappresentare lrsquoulteriore differenziazione e parcellizzazione delle mem-bra in costituenti via via sempre minori

370 A ragione Guthrie 1965 p 155 paragona lrsquoeffetto complementare di Φιλία e Νεῖκος inEmpedocle alla παλίντονος ἁρμονίη eraclitea

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Come Empedocle371 cosigrave anche Anassagora dagrave conto dellrsquoesistenza dellecose (χρήματα) ricorrendo alle azioni opposte e complementari dellrsquoἀπο-κρίνομαι ldquosepararerdquo372 e del συν-κρίνομαι ldquocollegarerdquo373 o ai loro sinonimi[hellip] οὐδὲν γὰρ χρῆμα γίνεται οὐδὲ ἀπόλλυται ἀλλrsquo ἀπὸ ἐόντων χρημάτωνσυμμίσγεταί τε καὶ διακρίνεται καὶ οὕτως ἂν ὀρθῶς καλοῖεν τό τε γίνεσθαισυμμίσγεσθαι καὶ τὸ ἀπόλλυσθαι διακρίνεσθαι ldquo[hellip] infatti nessuna cosa nasceneacute perisce ma a partire dalle altre cose esistenti si mescola e si separa E cosigrave [iGreci] farebbero bene a chiamare il lsquonascerersquo lsquomescolarsirsquo e il lsquoperirersquo lsquoseparar-sirsquordquo (fr 17 cfr anche fr 9) Il risultato dellrsquointerazione tra le due forze egraveunrsquounitagrave composta che al suo interno contiene ogni sorta di pluralitagrave comeindicato nel fr 4374 [hellip] χρὴ δοκεῖν ἐνεῖναι πολλά τε καὶ παντοῖα ἐν πᾶσι τοῖςσυγκρινομένοις [hellip] ldquo[hellip] bisogna ritenere che molte e disparate cose sianocontenute in tutto ciograve che si combina insieme [hellip]rdquo (fr 4 [a]1ndash2)375 [hellip] ἐντῶι σύμπαντι χρὴ δοκεῖν ἐνεῖναι πάντα χρήματα ldquo[hellip] bisogna ritenere che nellatotalitagrave siano incluse tutte le coserdquo (fr 4 [b]8ndash9)376 Tuttavia ai sensi eallrsquoesperienza si offrono soltanto i πολλά τε καὶ παντοῖα ossia i prodotti discomposizione e composizione

Se lrsquointerazione a livello cosmico tra una forza coesiva ed una disgregatriceegrave comunemente riconosciuta dalla critica per quanto riguarda i cosiddettildquopluralistirdquo altrettanto non puograve dirsi per Parmenide Vi egrave ampio consenso sulfatto che Empedocle ed Anassagora riprendono dallrsquoEleate lrsquoinsegnamento

371 Emp fr 8 per la critica allrsquoidea del lsquonascerersquo e del lsquoperirersquo cfr frr 9 11 12372 Il verbo indica unrsquoazione analoga a quella espressa da διακρίνομαι (contra Lanza 1966 pp

195 233 s 240 etc) χωρίζω ἀποκόπτω dai quali tuttavia si distingue per il suo valorebiologico (cfr lrsquouso del verbo διαφύομαι in Empedocle)

373 Il verbo non egrave frequente se ne ha unrsquounica occorrenza nel fr 4 quella successiva comparesolo in Pl Phd 72c (in un contesto in cui si parla appunto di Anassagora) il verbo egrave invecegeneralizzato in Aristotele ed Epicuro come osserva Lanza 1996 pp 201 s Piugrave frequentisono i verbi usati da Anassagora come sinonimi di συνκρίνομαι ossia συμμείγνυμαι eσυμμίσγομαι

374 Burnet 31920 pp 258 s egrave il primo a considerare il fr 4 il cui testo prima di lui era editosolitamente in due o tre distinti frammenti come un unico passo (cfr ivi p 259 nota 1ldquo[hellip] Simplicius quotes this three times as a continuous fragment and [hellip] we are not enti-tled to break it uprdquo) di questo avviso sono anche DK Tuttavia non egrave certo che si tratti diunrsquounica citazione come illustrato da Sider 1981 pp 16 e 73 da ciograve deriva la prassi di con-trassegnare parti del frammento con le lettere lsquoarsquo e lsquobrsquo come per i passi che seguono

375 Sider 1981 p 64 interpreta συγκρινομένοις semplicemente come ldquooggettirdquo376 Che ἐν τῶι σύμπαντι abbia valore cosmologico ldquonellrsquouniversordquo (cfr Isoc XI Busiris 12 τὴν

τοῦ σύμπαντος φύσιν) egrave solo probabile

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94 4 Il cosmo come unitagrave articolata

dellrsquoex nihilo nihil (cfr Parm fr 83ndash8)377 mentre le spiegazioni offerte circai fenomeni del mondo fisico sono viste come radicalmente differenti e anziinconciliabili Ciograve dipende naturalmente dallrsquointerpretazione della secondaparte del poema parmenideo Come giagrave ricordato nella parte destinataallrsquoἀλήθεια il sapiente insiste sullrsquoistanza unificante ossia la dottrina della coe-sione e dellrsquoomogeneitagrave dellrsquoἐόν Ma non va trascurato che la ben piugrave estesaparte riservata alla δόξα ossia alle opinioni che gli uomini significativamentechiamati ldquobicefalirdquo (e dunque sdoppiati fr 65) ricavano dallrsquoesperienza sen-sibile si fonda sullrsquoistanza della separazione Infatti egrave a partire dallrsquoopposizio-ne fondamentale tra il fuoco e la notte e dalla conseguente mescolanza dellesostanze che derivano tutte le distinzioni fenomeniche note agli uomini378[hellip] τῆι μὲν φλογὸς αἰθέριον πῦρ [hellip]middot ἀτὰρ κἀκεῖνο κατrsquo αὐτὸ τἀντία νύκτrsquo ἀδαῆπυκινὸν δέμας ἐμβριθές τε ldquo[hellip] da una parte il fuoco etereo della fiamma [hellip]ma anche quello ad esso contrario notte senza luce di fattezza spessa e pesan-terdquo (Parm fr 855 ss) Nel complesso dibattito circa lrsquointerpretazione dellaseconda parte del poema379 probabilmente non egrave stata considerata a suffi-cienza unrsquoopzione molto semplice quella che Parmenide in quanto σοφός sifaccia portavoce dellrsquoinesperibile ma necessaria unitagrave dellrsquoἐόν e per farlo abbianaturalmente bisogno di screditare lrsquoevidenza sensibile in favore di quella me-tasensibile questrsquoultima diventa poi il perno caratteristico della sua teoriaaccuratamente tramandato dalla tradizione Nondimeno lrsquoampio spazio de-dicato alla δόξα suggerisce che la varietagrave e la pluralitagrave del mondo fenomeniconon siano considerate come inesistenti secondo quanto ritenuto da molta

377 Cfr Graham 1999 pp 165 ss378 Su questa mescolanza come principio costitutivo della cosmologia parmenidea cfr Tha-

nassas 2005 pp 280 s379 In seguito allrsquoicastica rappresentazione di Reinhardt 41985 pp 25 s si egrave consolidata una

rappresentazione dualista delle interpretazioni circa la seconda parte del poema parmeni-deo precedenti allo studioso (cfr ad esempio Taraacuten 1965 pp 204 s Bormann 1971 p12 Kraus 1987 p 82) Da una parte si hanno quanti a partire da Zeller 61919 pp 723ss la intendono come una costruzione puramente ipotetica che descrive una cosmologiaforse verosimile ma certamente non vera e dunque inesistente dallrsquoaltra quanti pren-dendo le mosse da Burnet 31920 pp 182 ss e Diels 1897 p 63 la ritengono una polemicacontro altre teorie cosmologiche ad esempio la pitagorica o lrsquoeraclitea Reinhardt 41985pp 24ndash32 rigetta entrambe le linee interpretative e ne inaugura una nuova in base allaquale le due parti del poema costituiscono unrsquounitagrave e non sono in reciproca contraddi-zione una posizione questa con la quale tra plauso e critica fa i conti comunque tutta lacritica successiva

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 95

parte della critica380 bensigrave come fuorvianti parziali e superficiali381 la cono-scenza veicolata dallrsquoesperienza e dai sensi deve essere dunque subordinata aquella del νοεῖν Per questa ragione lrsquoesortazione del maestro al discepolo egravequella di guardare anche oltre al fine di riconoscere la latente unitagrave del tuttoDrsquoaltronde giagrave prima di inoltrarsi nella sua dettagliata spiegazione cosmolo-gica il sapiente ha precisato che lrsquointima connessione dellrsquoἐόν non puograve essererecisa neacute quando lrsquoἐόν si scinde (σκίδνημι) neacute quando si concentra in seacute(συνίστημι)382 Tale interpretazione contribuisce a salvare lrsquoopera di Parmeni-de da unrsquoinsanabile aporia strutturale quella per cui prima si affermerebbeche lrsquounica via di ricerca praticabile sia quella dellrsquoessere per poi dedicare granparte del poema ad illustrare le teorie sul non essere383 Lrsquoἐόν si comportereb-be dunque in modo paragonabile alla ldquosferardquo di Empedocle nella sua interez-za si avvicendano una spinta alla scissione evidente nella multiformitagrave dei fe-nomeni ed una alla coesione invisibile ma riconosciuta e professata dal sa-piente

Delineato il contesto sapienziale al quale Eraclito appartiene si intende ora ri-levare nel suo corpus le tracce di unrsquoanaloga concezione cosmica Anche secon-do Eraclito il mondo nel suo complesso funziona come un intero che

380 Cosigrave ad esempio Taraacuten 1965 che definisce la δόξα ldquoabsolute non-Beingrdquo (ivi pp 227 sdove seguita ldquoFor Parmenides the phenomenal world is non-existant and therefore thereis no sense in supporting one theory about it against any other what he learns from thegoddess is to reduce all phenomenal manifestation to the basic mistake which involves thenotion that non-Being is realrdquo)

381 Che Parmenide non intenda smentire lrsquoesistenza di enti e fenomeni cosmologici egrave soste-nuto sin dallrsquoantichitagrave cfr Plu adv Col 1114b Procl in Prm 7087 (Cousin) Simp inPh 184 Su questa posizione si attestano anche se con argomentazioni tra loro differentiUntersteiner 1958 CLXI ss Kerschensteiner 1962 pp 120 s Reale-Ruggiu 1991 pp41 ss 68 ss Cerri 1999 p 84 e mutatis mutandis Thanassas 2005 Cfr inoltreHeidegger 1953 pp 79ndash80 83 146

382 Parm 43ndash4 [hellip] οὔτε σκιδνάμενον πάντηι πάντως κατὰ κόσμον οὔτε συνιστάμενον Il valoredellrsquoaffermazione egrave praticamente annullato da quanti interpretano i due participi comesegue ldquodas Sich-Zerstreuen [σκιδνάμενον] waumlre eine hypothetische Folge des Absondernsdie von Parmenides negiert wird συνιστάμενον waumlre pleonastisch in polarer Antithesegesetztrdquo (Kerschensteiner 1962 p 120 secondo cui tuttavia i due participi non si riferi-scono allrsquoattivitagrave dellrsquoessere ma alla percezione che ne ha lrsquouomo)

383 Su questo problema egrave opportuno rimandare allrsquoaccurata rassegna bibliografica di Reale1967 sez B n 79 pp 292ndash319

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96 4 Il cosmo come unitagrave articolata

dividendosi dagrave origine ai distinti fenomenici questi sono a loro volta interre-lati costituendo unrsquoinvisibile unitagrave

Per rendere conto del rapporto a livello cosmico tra unitagrave e pluralitagrave inEraclito faccio ricorso al modello concettuale dellrsquoldquounitagrave articolatardquo Nellrsquoin-trodurlo occorre rendere esplicito lrsquoinflusso di tre contributi scientifici indi-pendenti lrsquouno dallrsquoaltro che si sono rivelati di particolare aiuto per lrsquoideazio-ne di tale modello oltre al giagrave citato Cornford384 colmo di suggestioni circalrsquounicum della natura vivente in seguito parcellizzato in province dalla Moirasi tratta della tesi di dottorato di Hammer385 concentrata proprio sul rappor-to tra unitagrave e molteplicitagrave in Eraclito e sulla loro mediazione attraverso ilλόγος e di un volume di Laspia386 avente per oggetto la metafora dellrsquoartico-lazione nella Grecia arcaica e classica

La tesi di Hammer prende le mosse dal fondamentale fr 50 per lrsquointerpre-tazione di buona parte del corpus eracliteo La chiave di lettura egrave il nesso esi-stente tra lrsquounitagrave (ἕν) e la molteplicitagrave (πάντα) che egrave spiegato nei termini diuna differenzierte Einheit387 Lrsquoimportanza della differenzierte Einheit per ilconcetto di unitagrave articolata risulteragrave evidente Tuttavia la natura del λόγος edil suo ruolo in merito alla differenzierte Einheit vengono a mio avviso fraintesida Hammer Il problema fondamentale egrave che λόγος non egrave compreso in base alsignificato pre-filosofico ossia come ldquodiscorsordquo ma in accezione terminolo-gica ldquoer ist [hellip] als einende ordnende Struktur das Verhaumlltnis in dem die Ge-gensaumltze zueinander stehenrdquo388 Lrsquoalternativa che si propone a tale interpreta-zione del λόγος e del rapporto tra λόγος e realtagrave saragrave presentata nel cap 53(pp 177 ss) Un ulteriore punto di disaccordo riguarda la concezione ldquodevi-talizzatardquo della differenzierte Einheit come puro schema logico laddove inve-ce la riflessione di Eraclito cosigrave come la sapienza fisico-cosmologica arcaica ingenerale verte sulla natura vivente (sulla φύσις)389 ed intende altresigrave i processilinguistici e cognitivi come processi vitali

384 Cornford 2002385 Hammer 1991386 Laspia 1997387 Cfr Hammer 1991 pp 182ndash183 (a proposito del fr 10) ldquoDie Aussage X aus Y und Y aus

X [ἐκ πάντων ἕν ἐξ ἑνὸς πάντα] bezeichnet zum einen (1) die Tatsache daszlig alles zu einerEinheit verbunden ist einen Zusammenhang bildet und also wesentlich zusammengehoumlrt[hellip] Man wird wohl kaum zu weit gehen als Grund hierfuumlr den einen alles verbindendenλόγος anzusehen [hellip] Zum anderen (2) aber ist das Eine [hellip] ein in sich gegliedertes Gefuuml-ge eine differenzierte Einheit denn es lsquobestehtrsquo ja gerade aus allemrdquo

388 Hammer 1991 p 125

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 97

Per questo ultimo punto egrave utile avvalersi del concetto di articolazione de-scritto da Laspia Il suo studio concentrato sulla interfaccia tra riflessione lin-guistica e biologica in Grecia evidenzia come la nozione moderna di ldquoartico-lazione linguisticardquo differisca da quella greca la prima fa perno sulla divisionein parti di un intero la seconda sulla unitagrave dei distinti Nella concezione grecadi articolazione il rapporto tra unitagrave e pluralitagrave egrave spiegato come ripartizionedelle funzioni e dei ldquoruoli di movimentordquo390 infatti le articolazioni del corpovivente fungono da punti di unione e al contempo di divisione tra le membraPer fare un esempio il braccio egrave certamente un intero eppure grazie allrsquoarti-colazione del gomito esso sa farsi due nel movimento della flessione dunqueda una parte il gomito incastra lrsquouno nellrsquoaltro braccio ed avambraccio tenen-doli uniti dallrsquoaltra esso distingue le parti costituenti allrsquointerno dellrsquounitagraverendendone possibile il movimento Il concetto di articolazione di Laspia adifferenza della differenzierte Einheit di Hammer egrave basato su vita movimen-to e autopoiesi391 idee centrali nellrsquointerpretazione della cosmologia eracliteache si vuole proporre392

Sullo sfondo di questo panorama teorico si puograve procedere alla descrizionedel modello che rende conto del rapporto tra uno e molti in Eraclito Lrsquounitagravearticolata si distingue dunque per le seguenti caratteristiche

389 Lanza 1966 p 195 afferma la necessitagrave di riconoscere la ldquosostanziale indistinzione trafenomeni di natura biologica e fenomeni di natura fisico-astronomica che egrave essenziale percogliere esattamente lrsquoaccento di tutta la sua [di Anassagora] dottrina e dei legami storiciche lo uniscono alla cultura scientifica del suo tempordquo

390 Laspia 1997 p 30 ldquoil punto di articolazione funge da principio di divisione solo inquanto egrave anche principio di unione [hellip] Questa partizione dei ruoli di movimento chetrasforma alternativamente il due in uno e lrsquouno in due egrave resa possibile dai punti di artico-lazione che funzionano come modelli in miniatura del principio vitale [hellip]rdquo p 31 ldquoInquanto tale il punto di articolazione racchiude giagrave in seacute interamente quel principio orga-nizzatore che egrave la vita [hellip]rdquo (tale modello dellrsquoarticolazione egrave riferito ad Aristotele)

391 Ivi pp 26ndash31 (cap 22 ldquoLrsquoarthron come principio autopoieticordquo) particolarmente elo-quenti sono i passi citati Arist MA 698a 8ndashb 2 e 702a 21ndash32 Per un approfondimento delconcetto di autopoiesi coniato da Maturana cfr Maturana-Varela 1980 (sez AutopoiesisThe organization of the Living)

392 A ragione Kahn 1979 p 134 (commento ad Heraclit fr 30) sottolinea come lrsquoautopoiesisia tipica di tutta la cosmologia greca arcaica ldquoThe new philosophical paradox [hellip] is adenial of any fundamental duality between a generated world order and the eternal sourcefrom which it arises or the ruling intelligence by which it is organized Insofar as the kosmosis made it is self-made insofar as it is organized it is self-organized insofar as it is gener-ated it is identical with its own eternal source everliving firerdquo

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98 4 Il cosmo come unitagrave articolata

1) Unitagrave Ai distinti fenomenici soggiace unrsquounitagrave latente Ciograve comporta chele immagini che rappresentano lrsquounitagrave sono per Eraclito ldquocomunirdquo ovvero va-lide per tutti gli uomini tutte le cose il che egrave quanto si egrave rilevato nel cap 21p 35 a proposito delle parole comprese nella medesima rete di significazionedi λόγος2) Conversio Lrsquounitagrave non egrave un mero substrato materiale (ὕλη) bensigrave ancheforza (δύναμις) La sua azione consiste nel dare forma ai distinti e al contemponel tenerli coesi attraverso un movimento doppio da una parte quello cheprocede dallrsquounitagrave ai distinti (ἐξ ἑνὸς πάντα) dallrsquoaltra quello che procede daidistinti allrsquounitagrave (ἐκ πάντων ἕν fr 10) Di conseguenza lrsquounitagrave e la pluralitagravepossono essere considerate come convertibili lrsquounitagrave contiene in seacute i distintie a loro volta i distinti costituiscono lrsquounitagrave3) Autopoiesi Lrsquounitagrave articolata egrave a ben vedere auto-articolantesi infatti nel-le sue parti costituenti e nella sua organizzazione interna costituisce il prodot-to della sua stessa azione le due forze uguali e contrarie della conversioresponsabili della sua struttura e della produzione delle sue componenti sonoimmanenti al sistema Sotto questo aspetto dunque essa evidenzia caratteri-stiche proprie degli organismi viventi

Il modello dellrsquounitagrave articolata risulta efficace per lrsquointerpretazione di nu-merosi frammenti eraclitei Questi pongono costantemente in evidenza lanatura composta dellrsquounitagrave il suo dare origine ad una pluralitagrave di distinti fe-nomenici e anche la convertibilitagrave dellrsquounitagrave nei distinti e viceversa dei di-stinti nellrsquounitagrave Ciograve vale sia per alcune affermazioni di carattere generale (fr10 ldquoda tutte le cose una [ἐκ πάντων ἕν] e da una tutte le cose [ἐξ ἑνὸςπάντα]rdquo393 fr 50 ldquotutte le cose [πάντα] sono una [ἕν]rdquo) sia per i molti esempiconcreti che sono altamente diversificati attinti allrsquoetica (frr 29 ldquouna solacosa a tutte quante preferiscono gli ottimirdquo 49 ldquouno ne vale per me migliaiase egrave ottimordquo) alla politica (fr 114 ldquotutte le leggi umane sono nutrite dallrsquouni-ca divinardquo) alla vita quotidiana (fr 125 ldquoanche il ciceone si decompone senon egrave rimescolatordquo) spesso al mondo fisico (fr 30 ldquoquesto κόσμος lo stessoper tutti per tutte le coserdquo fr 57 ldquogiorno e notte [hellip] sono una sola cosardquo394fr 88 ldquovi egrave (in noi) la stessa cosa viva e morta desta e dormiente giovane e vec-

393 Secondo Stokes 1971 p 108 per Eraclito egrave ammissibile soltanto che ἐκ πάντων ἕν ma nonviceversa ossia che ἐκ ἑνὸς πάντα ma tale interpretazione puograve essere sostenuta solo a pattodi negare la cosmologia eraclitea in generale come appunto fa lo studioso

394 Non egrave escluso che il rimando sia ad Hes Th 123 s

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chia giaccheacute queste si trasformano in quelle e a loro volta quelle in questerdquofr 90 ldquodel fuoco sono scambio tutte le cose ed il fuoco di tutterdquo) etc395

Bencheacute in Eraclito il modello di unitagrave articolata possa essere colto in nu-merose immagini (cfr capp 42 e 43) egrave opportuno iniziare considerando leoccorrenze del numerale εἷς μία ἕν e del pronome e aggettivo πᾶς πᾶσα πᾶνe questo per due ragioni La prima egrave intrinseca la particolare frequenza delleattestazioni di queste voci indica il loro speciale rilievo entro il corpus eracli-teo la seconda egrave una ragione espositiva infatti le altre immagini adibite a rap-presentare lrsquounitagrave e la pluralitagrave nella loro natura metaforica risultano piugrave fa-cilmente comprensibili una volta considerata lrsquointerazione tra ἕν e πάντα

Entro il processo articolatorio εἷς μία ἕν esprime naturalmente lrsquounitagrave396e come emergeragrave dallrsquoanalisi delle occorrenze possiede tutte le caratteristi-che tipiche dellrsquounitagrave articolata bencheacute sia lsquounorsquo egrave al contempo anche lsquotutte lecosersquo cosigrave come lsquotutte le cosersquo costituiscono la sua unitagrave A πᾶς πᾶσα πᾶν (ov-vero al suo composto ἅπας ἅπασα ἅπαν) Eraclito ricorre per indicare il som-mo grado della molteplicitagrave designando cosigrave la totalitagrave dei distinti fenomeni-ci visti nella loro individualitagrave397 Lrsquoesame delle occorrenze di εἷς μία ἕν e diπᾶς πᾶσα πᾶν entro il corpus eracliteo398 mira ad evidenziare che la coppia

395 Anche Stokes 1971 pp 86 s sottolinea lrsquoeterogeneitagrave dei campi di applicazione dellrsquoanti-tesi uno-molti in Eraclito Questo dato egrave coerente con lrsquoidea sostenuta nella prima partedel lavoro che il sapere promosso da Eraclito abbia carattere onnicomprensivo e non spe-cialistico e che voglia penetrare con un unico sguardo drsquoinsieme i fenomeni umani natu-rali e divini

396 Discutendo il significato di ἕν Arist Metaph 1052a 15 ss annovera ἕν come συνεχές e ἕνcome ὅλον il concetto di unitagrave egrave esaminato in modo simile anche in altri passi come Ph185b 5 ss cfr Stokes 1971 pp 13ndash21 Come evidenziato in ivi pp 93 e 100 s il concettodi ldquounitagraverdquo espresso da εἷς μία ἕν egrave strettamente connesso a quelli di ldquointerezzardquo e di ldquoconti-nuitagraverdquo ad esempio in S OT 374 (μιᾶς τρέφει πρὸς νυκτός) μιᾶς sta per ldquotemporally contin-uous without a temporal gap in itrdquo Cfr anche Heidegger 1993 p 172 distingue trepossibilitagrave ldquounordquo come singolaritagrave (vs pluralitagrave) di tutte le cose ldquounordquo come identitagrave ditutte le cose (annullamento delle differenze tra le stesse) ldquounordquo come unione o unifica-zione di tutte le cose la terza opzione egrave quella scelta dal filosofo Lrsquouno pertanto egrave un con-tinuum o un intero e solo superando tale condizione puograve dare origine ai singoli distintifenomenici

397 Cfr Held 1970 p 190 ldquoΠάντα heiszligt nicht einfach lsquoallesrsquo im Sinne der differenzierungs-losen Totalitaumlt des Seienden sondern lsquoalles und jedesrsquo d h es bezeichnet zugleich ein Jeg-liches in seiner Besonderheit mitrdquo

398 Lrsquounica occorrenza qui non considerata egrave quella di ἕν nel fr 32 il cui valore dipende stret-tamente dalle accezioni di ὄνομα e di λέγειν e per la quale si rimanda al cap 61 pp 197 ss

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100 4 Il cosmo come unitagrave articolata

uno-tutti ricorre in quasi tutte le sue numerose attestazioni in modo coerentecon il modello dellrsquounitagrave articolata mentre solo poche di esse compaiono incontesti drsquouso non riferibili a tale modello399

Che εἷς μία ἕν e πᾶς πᾶσα πᾶν costituiscano un unico sistema concettualeegrave indicato dalle loro numerose co-occorrenze (frr 10 29 41 50 106 114)Tra i casi di co-occorrenze una trattazione a parte spetta ai frr 10 50 e 106 iquali stabiliscono lrsquoequivalenza tra lrsquolsquounorsquo ed i lsquotuttirsquo Il fr 10 descrive con trecoppie antitetiche le due forze di segno uguale e contrario alla base dellrsquoarti-colazione ossia quella di unificazione e quella di disgregazione Per ora inte-ressa tuttavia la quarta coppia che esprime il medesimo dinamismo ricorren-do alla polarizzazione e alla complementaritagrave di ἕν e πάντα [hellip] ἐκ πάντων ἓνκαὶ ἐξ ἑνὸς πάντα ldquo[hellip] da tutte le cose una e da una cosa tutterdquo Analogamen-te il fr 50 si conclude affermando lrsquoidentitagrave tra questi due poli [hellip] ἓν πάνταεἶναι ldquo[hellip] tutte le cose sono unardquo (oppure ldquouna sola cosa egrave tutte quanterdquo) Inquesti due frammenti il modello articolatorio della natura trova la sua for-mulazione piugrave limpida ed accessibile per il lettore moderno ossia la meno fi-gurativa e metaforica e anche la meno contestualizzata il principio dellacoincidentia oppositorum egrave formulato qui con la massima generalitagrave giaccheacutelrsquounitagrave egrave identificata con la totalitagrave dei distinti fenomenici400 Anche il fr 106stabilisce unrsquoequivalenza uno-tutti sebbene entro un contesto specifico e conricorso al composto ἅπας [hellip] φύσιν ἡμέρας ἁπάσης μίαν οὖσαν ldquo[hellip] la naturadi ogni giorno egrave una solardquo Dal punto di vista della presente analisi puograve essereconsiderato come una variante molto simile il fr 49 in cui ferma restandolrsquounitagrave espressa da εἷς ad indicare la pluralitagrave non vi sono i ldquotuttirdquo (πάντες) magli ldquoinnumerevolirdquo (μύριοι) εἷς ἐμοὶ μύριοι ἐὰν ἄριστος ἦι ldquouno ne vale per memigliaia se egrave ottimordquo

Veniamo ora alle altre co-occorrenze Appunto il fr 49 sostiene che gli ldquoin-numerevolirdquo possono essere convenientemente scambiati con ldquouno solordquo e lacondizione di tale scambio egrave lrsquoeccellenza La medesima condizione di conver-tibilitagrave distintiva del modello articolatorio (cfr conversio) emerge anche nel

399 Cosigrave egrave per εἷς μία ἕν solo nel fr 121 (ldquo[hellip] fra di noi non uno soltanto sia il migliore altri-menti [che lo sia] altrove e tra altre gentirdquo) per πᾶς πᾶσα πᾶν nei frr 45 (ldquo[hellip] nemmenopercorrendo ogni strada [hellip]rdquo) 56 (ldquo[hellip] il piugrave sapiente di tutti [hellip]rdquo) 87 (ldquo[hellip] ad ognidiscorso [hellip]rdquo) e di nuovo 121 (ldquo[hellip] impiccarsi tutti [hellip]rdquo) il quale comunque sembra esu-lare alquanto dalla tematica sapienziale di Eraclito

400 Sulla Gegensatzlehre come formulazione estrema la piugrave generale (una allumfassende Ver-allgemeinerung) dellrsquounitagrave dei πάντα cfr giagrave Gomperz 1887 p 28

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fr 29 αἱρεῦνται γὰρ ἓν ἀντὶ ἁπάντων οἱ ἄριστοι [hellip] ldquoinfatti gli ottimi preferi-scono una sola cosa a tutte quante [hellip]rdquo Circa il requisito di eccellenza(ἄριστος) che Eraclito associa in entrambi i frammenti allrsquoldquounordquo (εἷς ἕν) egraveopportuno tenere presente la tematica degli svegli e dei dormienti ossia deimolti che non comprendono e dei pochi che lo fanno infatti solo pochi ldquosve-glirdquo sanno riconoscere la fondamentale unitagrave nella varietagrave del fenomenico(cfr fr 89) Il primato dellrsquouno sui tutti egrave dunque primato di sapienza e per-ciograve secondo la mentalitagrave arcaica anche primato etico e politico giaccheacute la sa-pienza egrave virtugrave e precisamente virtugrave in funzione della πόλις401 Il fr 114 ([hellip]τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείου [hellip] ldquo[hellip] infattitutte le leggi umane sono nutrite dallrsquounica divina [hellip]rdquo) mette in luce come itutti in questo caso la totalitagrave delle leggi umane ldquosono nutritirdquo ovvero ldquosonosotto la tutelardquo (τρέφονται)402 dellrsquouno ossia dellrsquounica legge divina il verboindicante lrsquoazione dellrsquoallevare e del crescere egrave coerente con il modello di uni-tagrave articolata in cui lrsquounitagrave svolge un ruolo attivo nella formazione dei distintiche da essa hanno origine e con lrsquoidea di vita e di autopoiesi Anche in questocaso lrsquouno essendo in relazione con la divinitagrave gode di uno statuto privilegia-to rispetto ai tutti di natura umana Nel fr 41 il nesso uno-tutti egrave invece in-diretto ἓν τὸ σοφόν ἐπίστασθαι γνώμην ὁτέη ἐκυβέρνησε πάντα διὰ πάντωνldquouna egrave la cosa saggia capire lrsquointelligenza che guida tutte le cose attraverso tut-terdquo403 Lrsquointerazione reciproca dei πάντα il fatto che ogni cosa influisce sullrsquoal-tra cooperando cosigrave al divenire cosmico egrave possibile solo presupponendo cheldquotutte le coserdquo siano legate insieme e costituiscano un unico sistema secondolrsquoindizio offerto dallrsquoἕν iniziale404 In questo modo Eraclito suggerisce di nuo-vo lrsquounitagrave di tutte le cose al di lagrave del dato empirico

Fin qui si sono considerate le co-occorrenze di εἷς μία ἕν e πᾶς πᾶσα πᾶνtuttavia con questo gruppo non si esauriscono le attestazioni delle due vociche sono molto frequenti Anche laddove non occorrono insieme lrsquousoeracliteo di ldquounordquo e ldquotuttirdquo puograve essere compreso in base al modello articolato-rio Egrave facile constatare come anche laddove lrsquoaccostamento uno-tutti non siaesplicito εἷς μία ἕν sia abbinato con costanza a voci che esemplificano la plu-

401 Cfr Xenoph fr 212ndash22402 Sul valore del verbo cfr Mourelatos 1965403 Per i problemi filologici sollevati dal frammento cfr Diano-Serra 41993 p 113404 In base alla mia interpretazione il lsquotuttorsquo non egrave governato da un principio che lo trascende

(cosigrave ad esempio Diano-Serra 41993 pp 113 s) ma costituendo un sistema autopoieticoegrave capace di auto-organizzarsi

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102 4 Il cosmo come unitagrave articolata

ralitagrave del fenomenico e viceversa πᾶς πᾶσα πᾶν sia assiduamente in relazionecon un principio ritenuto comune e unitario Con riferimento al concetto direte di significazione (cap 21) si puograve affermare che sia i ldquotuttirdquo sia lrsquoldquounordquosono provvisti di immagini diversificate ma funzionalmente equivalenti cherappresentano ed esemplificano in modo vario ma fondamentalmente co-stante la totalitagrave dei distinti fenomenici e la loro latente unitagrave Come egrave com-prensibile tanto piugrave un contenuto risulta controintuitivo tanto piugrave nume-rose saranno le immagini atte a rappresentarlo Comprendere i πάντα riescebene persino ai ldquodormientirdquo ossia a quanti senza avere νόος neacute σοφίη deten-gono non piugrave che una mera ldquonozione-di-molte-coserdquo (πολυμαθίη) infattilrsquoesistenza delle cose prese nella loro separatezza e molteplicitagrave ci egrave suggeritadallrsquoevidenza dei sensi e dellrsquoesperienza405 Di conseguenza in Eraclito nonsono particolarmente numerose le immagini che esemplificano la natura deiπάντα la quale secondo la critica eraclitea al sapere tradizionale egrave fin tropponota Nondimeno allrsquoinizio dello scritto la formula ldquoparole e fattirdquo (ἔπεα καὶἔργα fr 1) puograve essere considerata come una ldquoprecisazione antropomorfica diπάνταrdquo406 inoltre va notato che talvolta εἷς μία ἕν occorre insieme ad unacoppia antitetica della quale si professa appunto lrsquounitagrave (frr 57 [hellip] ἡμέρηνκαὶ εὐφρόνην [hellip] ἔστι γὰρ ἕν ldquo[hellip] giorno e notte [hellip] sono una cosa solardquo 59γναφείωι ὁδὸς εὐθεῖα καὶ σκολιὴ μία ἐστὶ καὶ ἡ αὐτή ldquoper la vite la via dritta e lastorta sono una sola e la stessardquo 60 ὁδὸς ἄνω κάτω μία καὶ ὡυτή ldquola via in giugrave ein su di andata e di ritorno sono una sola e la stessardquo) In questi casi la coppiaantitetica non egrave altro che una vivida esemplificazione dei πάντα il cui ampiospettro si cristallizza in due poli opposti per mostrare come non solo dei ge-nerici distinti ma perfino quei distinti che sembrano tra loro sommamenteincompatibili siano in realtagrave una cosa sola lrsquoaffermazione di fondo pronun-ciata con inconfondibile gusto del paradosso resta dunque quella dellrsquounitagravedei πάντα Dunque lrsquounitagrave dei distinti egrave espressa da Eraclito anche sotto for-ma di unitagrave degli opposti giaccheacute gli opposti non sono altro che fenomeni iquali si offrono ai sensi nella massima distinzione reciproca

Al contrario piugrave arduo e controintuitivo egrave cogliere la natura dellrsquoἕν Per viadi questa difficoltagrave Eraclito esemplifica il principio unitario con numeroseimmagini che saranno prese in esame nel capitolo 42 Per il momento egrave suf-ficiente notare che spesso le voci di πᾶς πᾶσα πᾶν indicanti i distinti nella

405 Sul valore della conoscenza empirica in Eraclito cfr cap 62 pp 236 s406 Colli 1980 vol III p 180 Lo studioso precisa giustamente che ldquola molteplicitagrave ha per

Eraclito un valore reale non apparenterdquo (ibidem)

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 103

loro determinazione vengono messe in relazione con unrsquoimmagine che egrave lorocontroparte in quanto unitaria ossia comune o universalmente valida

Ciograve si verifica sin dal fr 1 ([hellip] γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε[hellip] ldquo[hellip] pur accadendo infatti tutte le cose secondo questo discorso [hellip]rdquo)dove i πάντα vengono ad essere in base allrsquounico λόγος che egrave universalmentevalido (cfr fr 2) Che ldquotutte le coserdquo accadono in base ad un principio unita-rio egrave ribadito anche dai frr 11 (πᾶν γὰρ ἑρπετὸν πληγῆι νέμεται ldquotutto quantosi muove sulla terra egrave pascolato con la sferzardquo) e 64 (τὰ δὲ πάντα οἰακίζεικεραυνός ldquoma tutte le cose dirige il fulminerdquo) dove la prospettiva egrave invertitaπᾶν ovvero πάντα non egrave soggetto come nel fr 1 bensigrave complemento oggettomentre ad esercitare lrsquoazione direttiva o di governo sui distinti fenomenici so-no rispettivamente la sferza ed il fulmine Ma il senso non cambia Secondoil fr 53 (πόλεμος πάντων μὲν πατήρ ἐστι πάντων δὲ βασιλεύς [hellip] ldquola guerra egravepadre di tutte le cose di tutte egrave il re [hellip]rdquo) la guerra egrave lrsquounica radice e guida pre-posta ai πάντα questi ultimi nel seguito del frammento sono esemplificatinelle due coppie antitetiche ldquodei e uominirdquo ldquoschiavi e liberirdquo prodotte dalπόλεμος La medesima funzione assolta dalla guerra rispetto a tutte le cosespetta in altri contesti al fuoco e alla divinitagrave Il fr 90 (πυρός τε ἀνταμοιβὴ τὰπάντα καὶ πῦρ ἁπάντων [hellip] ldquodel fuoco sono scambio tutte le cose e il fuoco egravescambio di tutte quante [hellip]rdquo) esprime la conversio che procede da tutte lecose al principio unitario del fuoco e viceversa La natura dei πάντα come di-stinti407 egrave suggellata dalla similitudine che segue in cui essi sono rappresentatidalle lsquomercirsquo o secondo Musti408 dalle lsquomonetersquo Anche nel fr 66 (πάντα γὰρτὸ πῦρ ἐπελθὸν κρινεῖ καὶ καταλήψεται ldquoinfatti il fuoco sopraggiunto giudiche-ragrave e cattureragrave tutte le coserdquo) i πάντα sono ricondotti al medesimo principiounitario409 Il fr 102 invece (τῶι μὲν θεῶι καλὰ πάντα καὶ ἀγαθὰ καὶ δίκαια

407 Cfr Kirk 31970 p 346 che precisa ldquo[hellip] τὰ πάντα [hellip] means [hellip] not lsquothe wholersquo as ahomogeneous unit but all things individually in the sumrdquo e definisce i χρήματα come ldquothedifferent kinds of object in the worldrdquo dello stesso tenore Marcovich 1978 p 208 ldquoLaparola χρήματα suggerisce che τὰ πάντα e ἅπαντα si riferiscano a molteplici oggetti indivi-duali noncheacute a fenomeni dal mondo dellrsquoesperienza La stessa cosa egrave suggerita da πάντα fr78 (7) e anche da θυώματα fr 77 (67)rdquo (corsivo dellrsquoautore)

408 Musti 1983409 Lrsquointerpretazione offerta da Marcovich 1978 per i πάντα del fr 66 (ldquole personerdquo o meglio

ldquoi malvagirdquo es ldquogli Efesicirc crapulonirdquo) egrave certo utile a corroborare la tesi dello studioso circala negazione della teoria della ἐκπύρωσις ma non regge dal punto di vista linguistico Dellostesso parere egrave Diano-Serra 41993 p 189 ldquoPurtroppo πάντα non puograve voler dire che lsquotuttele cosersquo sia quelle animate che quelle inanimaterdquo

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ἄνθρωποι δὲ ἃ μὲν ἄδικα ὑπειλήφασιν ἃ δὲ δίκαια ldquoper il dio tutte le cose sonobelle buone e giuste mentre gli uomini hanno preso le une per ingiuste le al-tre per giusterdquo) rivela che al cospetto della divinitagrave tutte le cose sono indistin-te ossia perdono la loro determinazione per somigliarsi tutte ed amalgamarsimentre per gli uomini esse si mostrano nella loro differenziazione reciprocaInfine per un cospicuo gruppo di frammenti il principio unificatore rispettoalla totalitagrave dei distinti fenomenici egrave rappresentato da parole afferenti allrsquoareasemantica della conoscenza che egrave comune (ξυνός frr 113 114 μέτειμι fr116) a tutti gli uomini o a tutte le cose410

Di questo gruppo fanno parte i frr 113 (ξυνόν ἐστι πᾶσι τὸ φρονέειν ldquocomu-ne a tutti gli uomini a tutte le cose egrave lrsquoavere menterdquo) 114 (ξὺν νόωι λέγονταςἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων [hellip] ldquoper fare un discorso con senso occorrevalersi del consenso di tutti gli uomini di tutte le cose [hellip]rdquo) e 116(ἀνθρώποισι πᾶσι μέτεστι γινώσκειν ἑωυτοὺς καὶ σωφρονεῖν ldquoa tutti gli uomini egravecomune il conoscere se stessi e lrsquoessere saggirdquo) Come verragrave considerato oltrevi si puograve includere anche il fr 108 (ὁκόσων λόγους ἤκουσα οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐςτοῦτο ὥστε γινώσκειν ὅτι σοφόν ἐστι πάντων κεχωρισμένον ldquodi quanti ho ascol-tato i discorsi nessuno arriva al punto di ritenere che quanto egrave saggio egrave diver-so da tutti gli uomini da tutte le coserdquo) Infatti il senso sembra essere chequanto egrave saggio ldquoegrave diverso dai πάντωνrdquo in quanto non si identifica con la loroparticolaritagrave come invece vale per la πολυμαθίη ma egrave piuttosto conoscenzaunitaria conformemente alle affermazioni dei frr 41 e 50411 Probabilmentedunque Eraclito si riferisce non tanto ai pochi discorsi a suo parere apprezza-bili come il λόγος di Biante (fr 39) quanto piuttosto a quelli dei falsi sapientida lui criticati come Omero Esiodo Archiloco Senofane Ecateo e Pitagora(cfr frr 40 42 56 57 81 105 106 129) Infatti lrsquoaccusa rivolta loro egrave ap-punto quella di πολυμαθίη ldquonozione-di-molte-coserdquo che egrave lrsquoesatto contrariodella σοφίη eraclitea consistente nella conoscenza dellrsquounitagrave di tutte le coseDunque nemmeno i discorsi dei falsi sapienti pur essendo privi di conoscen-za possono arrivare al punto di sostenere che la sapienza egrave avulsa ed estraneaalla totalitagrave delle cose

410 A seconda che si intendano i casi indiretti plurali di πᾶς πᾶσα πᾶν al maschile oppure alneutro come egrave possibile nei frr 113 108 e 114

411 Diversa ossia trascendentale egrave lrsquointerpretazione di κεχωρισμένον offerta ad esempio daReinhardt 41985 p 205 Marcovich 1978 p 290 etc Per il valore di questa voce verbalecfr cap 61 p 224

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41 Unitagrave e pluralitagrave nella cosmologia greca arcaica 105

Nei rari casi in cui lrsquoabbinamento di εἷς μία ἕν e πᾶς πᾶσα πᾶν con rispet-tivamente la pluralitagrave e lrsquounitagrave non egrave esplicito esso egrave pur sempre intuibilecome egrave per i casi seguenti Nellrsquoipotesi formulata dal fr 7 (εἰ πάντα τὰ ὄντακαπνὸς γένοιτο ῥῖνες ἂν διαγνοῖεν ldquose tutte le cose esistenti diventassero fumole narici le distinguerebberordquo) tutte le cose sono ricondotte ad una sola il fu-mo il fumo costituisce lrsquounitagrave composta entro la quale le narici possono rico-noscere le singole componenti (πάντα) appunto distinguendole le une dallealtre (δια-γιγνώσκω) Il fr 33 (νόμος καὶ βουλῆι πείθεσθαι ἑνός ldquolegge egrave ancheobbedire alla volontagrave di uno solordquo) parla probabilmente dellrsquoobbedienza adun unico capo e come egrave nella natura stessa della legge e data la somma gene-ralitagrave dellrsquoaforisma si puograve dedurre che a dover prestare obbedienza sono lsquotut-tirsquo ad esempio tutti i cittadini il riferimento ai tutti egrave suggerito anche dallacoppia νόμος ndash ἕν che richiama il fr 114 in cui lrsquounica legge quella divina egraveconsiderata origine appunto di tutte le leggi umane Nel fr 89 (τοῖςἐγρηγορόσιν ἕνα καὶ κοινὸν κόσμον εἶναι ldquoper gli svegli uno e comune egrave il co-smordquo) lrsquounitagrave del cosmo non solo egrave condivisa dal gruppo degli svegli ma stan-do allrsquointegrazione della fonte Plutarco (ldquoinvece i dormienti si rivolgono cia-scuno verso un proprio mondo particolarerdquo) racchiude in seacute tutta la pluralitagravedei mondi particolari lrsquoanalogia con il fr 2 egrave evidente Anche in questo casocome nel fr 33 ciograve che egrave uno (il cosmo la legge) vale per tutti

Per il sapiente di Efeso coerentemente con il quadro delineato circa la sa-pienza fisico-cosmologica arcaica si puograve ammettere lrsquoazione delle due forzeuguali e contrarie di divisione e di unione da una parte vi egrave la spinta che ana-lizza e separa i distinti gli uni dagli altri dallrsquoaltra quella che li fa convergere insintesi412 Nella storia degli studi eraclitei tale coppia di forze non sembra es-sere stata adeguatamente tematizzata neacute sfruttata a fini esegetici al contrariosono numerosi i frammenti che si prestano ad essere interpretati alla luce diquesto movimento doppio

Di solito la forza di congiunzione e quella di disgiunzione sono presentateda Eraclito in un fitto intreccio che ne sottolinea con efficacia la complemen-taritagrave e lrsquoappartenenza ad un unico sistema Tale coalescenza non egrave che un ul-teriore macroscopico caso del principio ritenuto da Eraclito universalmente

412 Nei capp 42 e 43 la ritessitura delle due reti di significazione opposte e complementarilrsquouna delle immagini di unione lrsquoaltra delle immagini di divisione mira appunto ad inserireEraclito entro il contesto sapienziale arcaico circa la natura e dunque a riconoscere lrsquoappar-tenenza storico-culturale di una figura spesso intesa come irrimediabilmente ldquoanomalardquo eben poco figlia del proprio tempo

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valido della coincidentia oppositorum Rappresentando la forza di congiun-zione col segno + e quella di disgiunzione col segno ndash si nota che Eraclito ten-de a mettere in relazione ciascuna espressione con una di segno opposto evi-denziando ripetutamente la conversione reciproca che va dallrsquoἕν ai πάντα edai πάντα allrsquoἕν (cfr fr 10)413 Questo si rileva ad esempio nei frr 8 τὸἀντίξουν (ndash) συμφέρον (+) [καὶ] ἐκ τῶν διαφερόντων (ndash) καλλίστην ἁρμονίαν(+) (ldquofacendo convergere quel che si contrappone [e] dalle cose divergenti ilpiugrave bel collegamentordquo) 10 [hellip] ὅλα (+) καὶ οὐχ ὅλα (ndash) συμφερόμενον (+)διαφερόμενον (ndash) συνᾶιδον (+) διᾶιδον (ndash) [hellip] (ldquo[hellip] interi invero414 non inte-ri convergente divergente consonante dissonante [hellip]rdquo)415 51 [hellip]διαφερόμενον (ndash) ἑωυτῶι ὁμολογέει (+) [hellip] (ldquo[hellip] quello che diverge convergecon se stesso [hellip]rdquo) 91 σκίδνησι (ndash) καὶ πάλιν συνάγει (+) καὶ πρόσεισι (+) καὶἄπεισι (ndash) (ldquosi disperde e di nuovo si raccoglie e si accosta e si discostardquo)416

Gli esempi fin qui citati presentano le due forze in una forma linguisticaestremamente chiara conforme al significato letterale delle parole la separa-zione egrave resa con i verbi διαφέρω διάιδω σκίδναμαι ἄπειμι e con lrsquoaggettivoἀντίξους (da ἀντιξοέω) lrsquounione al contrario con i verbi συμφέρω συνάιδωσυνάγω ὁμολογέω πρόσειμι e con il sostantivo ἁρμονίη Tuttavia in molti casile spinte alla disgregazione ed allrsquointegrazione sono espresse in modo non al-trettanto evidente ma come egrave proprio dello stile eracliteo attraverso un ric-

413 Anche lrsquoattribuzione dei segni + alle immagini di unione e ndash a quelle di separazione egrave arbi-traria Ad esempio si potrebbe sostenere altrettanto validamente che alla congiunzionedeve corrispondere il ndash giaccheacute essa equivale ad una riduzione del numero dei distintimentre alla disgiunzione il + percheacute essa equivale ad un aumento del numero dei distinti

414 Per il valore di καί cfr cap 42 p 126415 A proposito di questo frammento cfr Hammer 1991 p 182 ldquoDann aber laumlszligt sich vermu-

ten daszlig [hellip] das ἐκ πάντων ἕν dem ὅλα συμφερόμενον und συνᾶιδον in der ersten Haumllfte desFragments entspricht und das ἐξ ἑνὸς πάντα dem οὐχ ὅλα διαφερόμενον und διᾶιδονrdquo

416 Il fr 91 egrave oggetto di un dibattito filologico (del quale dagrave conto Marcovich 1978 pp 148s) La scelta riguarda le tre coppie di verbi non egrave chiaro se tutte e tre siano da attribuire adEraclito ed in caso negativo quali siano quelle autentiche Kirk 31970 e Diano-Serra41993 ammettono tre coppie su tre σκίδνησι καὶ πάλιν συνάγει συνίσταται καὶ ἀπολείπει eπρόσεισι καὶ ἄπεισι DK ammettono la prima e la terza coppia σκίδνησι καὶ πάλιν συνάγειe πρόσεισι καὶ ἄπεισι Reinhardt 41985 p 207 ammette la seconda e la terza coppiaσυνίσταται καὶ ἀπολείπει e πρόσεισι καὶ ἄπεισι Marcovich 1978 pp 149 s le respinge tuttee tre Anche in questo caso seguo convenzionalmente il testo DK prendere posizioneentro il dibattito avrebbe unrsquoimportanza solo relativa infatti tutte le lectiones proposte(eccetto quella di Marcovich naturalmente) soddisfano seppur con diversi verbi la carat-teristica articolatoria cioegrave la compresenza di unione e separazione

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42 Immagini dellrsquounitagrave articolata unionehellip 107

co ventaglio di immagini Nei capitoli seguenti (42 e 43) si procede pertantoallrsquoesame delle due reti di significazione corrispondenti composte da imma-gini opposte e secondo la visione eraclitea complementari Si egrave chiarito che laconversio poggia sulla complementaritagrave delle due forze pertanto lrsquoordineespositivo che saragrave adottato e che prevede un capitolo (42) dedicato alle im-magini di unione ed uno (43) concentrato su quelle di separazione non egravedettato da ragioni intrinseche Tale organizzazione sebbene utile dal puntodi vista funzionale egrave estranea al pensiero e alle intenzioni di Eraclito che alcontrario mostra le due forze nella loro interdipendenza e come facenti partedi un sistema

42 Immagini dellrsquounitagrave articolata unionehellip

A questo punto occorre mettere alla prova il modello dellrsquoarticolazione rin-tracciandolo entro i frammenti eraclitei

Lrsquounitagrave di tutte le cose egrave il punto determinante ma come Eraclito palesanella critica allrsquoincomprensione dei ldquodormientirdquo anche quello piugrave difficile daafferrare percheacute controintuitivo Proprio per questa ragione egli lo esempli-fica attraverso una ricca gamma di immagini che fungono da agenti nei pro-cessi del divenire cosmico esse costituiscono una rete di significazione aventeper contenuto lrsquounitagrave latente della realtagrave e la sua auto-organizzazione nei di-stinti fenomenici417 Tale modus espressivo pur se ancora profondamente le-gato alla ldquosintassi dellrsquoevento e dellrsquoazionerdquo e alla ldquovariazione dellrsquoidenticordquo418

tipiche delle culture orali (cfr cap 32) consente di funzionalizzare il lin-guaggio della tradizione epica e lirica in vista di nuovi contenuti sapienziali

Nel cap 21 sono state individuate le parole che possono essere ascritte allamedesima rete di significazione di λόγος si tratta per la maggior parte di paro-le risemantizzate come oltre a λόγος stesso πόλεμος νόος σοφίη σοφόνκόσμος πῦρ θεός Il criterio semantico adottato per individuare le parole inte-ressate era stato il riscontro di unrsquoaccezione non prevista dal significato pre-cedentemente attestato quella della validitagrave universale ovvero estesa a tutti

417 Kerschensteiner 1962 pp 107ndash114 (ossia nel capitolo dedicato ad Eraclito e Parmenidedal titolo eloquente Einheit und Vielheit) individua in κόσμος λόγος θεός πῦρ e πόλεμος leimmagini deputate ad esprimere lrsquounitagrave specialmente dal punto di vista dei rapporti daessa intrattenuti con la molteplicitagrave

418 Havelock 1973 rispettivamente pp 139 ss e p 121

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gli uomini tutte le cose Con riferimento alla descrizione del modello arti-colatorio fornita nel capitolo precedente questa nuova accezione corrispon-de esattamente alla prima delle tre caratteristiche distintive dellrsquounitagrave artico-lata Tuttavia se lrsquoipotesi di una rete di significazione eraclitea veicolante ilcontenuto dellrsquounitagrave articolata egrave fondata le immagini incluse in tale rete di si-gnificazione devono evidenziare anche gli altri due tratti distintivi denomi-nati conversio ed autopoiesi E in effetti ad una lettura orientata dei fram-menti le immagini in questione possono essere riconosciute come esemplifi-cazioni del modello articolatorio la cui funzione consiste dunque nellrsquoillu-strare la struttura ed il funzionamento della natura e del cosmo419 Inoltrecome giagrave notato nel cap 21 pp 35 ss circa la caratteristica dellrsquounitagrave ovverodella validitagrave universale cosigrave anche nel corso dellrsquoanalisi seguente si riscontrache conversio ed autopoiesi emergono sistematicamente nelle occorrenze rise-mantizzate delle parole in questione non in quelle non conformi allrsquouso eallrsquoaccezione tradizionali un dato che conferma la coscienza eraclitea della ri-semantizzazione (cfr cap 13)

πῦρ Sulle ragioni che inducono Eraclito a scegliere il fuoco come immaginedellrsquoarticolazione cosmica si possono avanzare soltanto delle ipotesi puograve trat-tarsi di suggestioni tratte dalla sfera empirica420 tecnica421 rituale422 etc Al dilagrave di queste supposizioni ciograve che qui interessa egrave verificare la validitagrave di πῦρcome immagine di unitagrave articolata Influenzata dalla tradizione successiva423

419 Per il λόγος stesso come modello di unitagrave articolata cfr capp 53 e 61420 Di sicuro al tempo di Eraclito poche reazioni chimiche sono tanto comuni e facili da

osservare quanto la combustione Essa non appare inadatta a rappresentare il moto doppiouno-molti e molti-uno della conversio Ad esempio il fuoco divide il combustibile nei suoielementi costituenti (il che potrebbe rappresentare il moto dallrsquouno ai molti) percheacutelrsquoacqua che evapora sotto forma di fumo e vapore viene separata dalla terra che resta sottoforma di ceneri drsquoaltro canto sostanze diverse tra loro ardono in unrsquounica fiamma che riu-nendole in seacute sembra ldquounificarlerdquo (il che potrebbe rappresentare il moto dai molti allrsquouno)Cfr Kahn 1979 p 146 ldquoThe universal exchange for fire is in one sense a fact of humanexperience we see all sorts of things going up in flames But the reverse process the gen-eration of all things from fire is not a fact of observation at all It is a pure requirement oftheory a consequence of the principle of symmetryrdquo

421 Si pensi alle tecniche metallurgiche basate sulla fusione mediante il fuoco ad esempio peril conio di monete a questo proposito cfr lrsquointerpretazione di Musti 1983 circa il fr 90In processi simili egrave possibile convertire lrsquouno (ad esempio la pepita) in molti (le monete)e viceversa i molti in uno come accade nella fusione di preziosi in vista di nuovi impieghidel metallo

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42 Immagini dellrsquounitagrave articolata unionehellip 109

parte della critica eraclitea interpreta il fuoco come substratum materiale delmondo424 Questa posizione tuttavia egrave ammissibile solo a patto di intendere ilsubstratum non quale materia inerte dunque non solo come oggetto ma alcontempo anche come soggetto della trasformazione che va dallrsquouno ai moltie viceversa425

Nel cap 21 (pp 35 s) egrave giagrave stato colto il requisito della validitagrave universalee dellrsquounitagrave a fronte della molteplicitagrave del fenomenico entro i frr 30 in cui sene fa garante lrsquoequivalenza stabilita col κόσμος (κόσμον τόνδε τὸν αὐτὸνἁπάντων οὔτε τις θεῶν οὔτε ἀνθρώπων ἐποίησεν ἀλλrsquo ἦν ἀεὶ καὶ ἔστιν καὶ ἔσταιπῦρ ἀείζωον ἁπτόμενον μέτρα καὶ ἀποσβεννύμενον μέτρα) e 90 (πυρός τεἀνταμοιβὴ τὰ πάντα καὶ πῦρ ἁπάντων ὅκωσπερ χρυσοῦ χρήματα καὶ χρημάτωνχρυσός) la rassegna delle occorrenze risemantizzate di πῦρ volta a rintraccia-re anche altri tratti distintivi dellrsquounitagrave articolata puograve dunque avere inizio daquesti frammenti

Nel fr 30 ἐποίησεν egrave usato nel senso di διεκόσμησεν infatti ldquowhat is deniedhere is not of course creation ex nihilo an idea quite foreign to Greekthought but only the creation of κόσμος out of previous disorder The denialis no doubt primarily aimed at the parcelling out of the world into sky sea andearth symbolized by the distribution (δασμός) between the chief gods of whichthe old poets spokerdquo426 Secondo questa interpretazione del verbo la naturaarticolatoria del κόσμος e dunque in virtugrave della similitudine istituita daEraclito anche del πῦρ trova una ulteriore conferma Allo stesso tempo la

422 Non occorre ricordare qui la ricca simbologia religiosa del fuoco a cui dati i riferimenti adio e agli incensi non sembra estraneo il fr 67 Sul valore rituale del fuoco per Eraclito sisofferma brevemente Kahn 1964 pp 195 s idem 1979 p 138

423 Cfr Arist Cael 298b 29 ss Metaph 984a 7424 Un portavoce di questa posizione egrave Marcovich 1978 p 207 ldquoCome lrsquooro egrave il controvalore

(lrsquoequivalente) universale per ogni genere di merci cosiacute anche il fuoco andrebbe conside-rato come la parte costitutiva comune ad ogni oggetto fisicordquo (corsivo dellrsquoautore) cfr ivip 287 dove il fuoco egrave definito come ldquolrsquoessenza sottostante a tutte le cose che soggiace acambiamenti qualitativirdquo (corsivo dellrsquoautore) Contro la teoria del fuoco come substra-tum cfr ad esempio McDiarmid 1953 pp 93 ss Cherniss 31983 pp 380 s Stokes 1971pp 102 ss Kahn 1979 p 279

425 Cfr a riguardo Kerschensteiner 1962 p 110 ldquoHeraklit ndash wie uumlberhaupt das fruumlhe grie-chische Denken ndash kennt noch keine klare Scheidung von stofflichem und geistigem Prin-zip Substanz-Qualitaumlt (Feuer) Kraft (Logos) und Form (Kosmos) stellen sich ihm als einund dasselbe darrdquo

426 Guthrie 1962 p 454 nota 3 (corsivo mio) Per il riferimento agli antichi poeti cfr HomIl XV 187 ss Hes Th 74 885

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negazione di un principio organizzatore (sia divino che umano) esterno rap-presenta un indizio della natura autopoietica del κόσμος e del πῦρ che si auto-organizzano Eraclito seguita dicendo del fuoco che esso ἁπτόμενον μέτρα καὶἀποσβεννύμενον μέτρα ldquoper intervalli si accende e per intervalli si spegnerdquoAnche in questo caso dunque si egrave di fronte ad unrsquounitagrave che organizza se stes-sa in modo diadico (cfr la coppia di opposti ldquofame-sazietagraverdquo del fr 65) Unaquestione finora trascurata dalla critica egrave quella della natura per cosigrave dire ldquose-manticardquo (nel senso di σημαίνειν) del fuoco nel mondo greco arcaico il πῦρ edil κάπνος sono deputati a ldquodare dei segnirdquo τὸ πῦρ σημαίνειhellip ldquoil fuoco segnalaindicahelliprdquo egrave nel contesto storico-tecnologico di Eraclito una frase non solosensata ma anche di uso comune427 Si tratta infatti del piugrave diffuso sistema dicomunicazione in absentia a disposizione428 e probabilmente dellrsquounico cheagisca in tempo reale senza le attese ed i rischi che sempre accompagnano ilmessaggero Quanto Eraclito descrive nel fr 30 egrave perfettamente adeguato allatecnologia di comunicazione per mezzo del fuoco non verbale e ldquobinariardquofondata cioegrave su due tipi di segnale presenza o assenza del fuoco stesso Secon-do questa interpretazione dunque i μέτρα429 rappresentano gli intervallitemporali convenzionali o codificati in base ai quali il fuoco alterna la propriapresenza430 comunicando cosigrave il messaggio a distanza431

Il fr 90 esprime chiaramente il movimento doppio della conversio insitonel fuoco il moto disgregante che va dallrsquouno a tutte le cose egrave racchiuso nellaformula πυρός τε ἀνταμοιβὴ τὰ πάντα quello integrante che va da tutte le coseallrsquouno nellrsquoespressione inversa καὶ πῦρ (ἀνταμοιβὴ) ἁπάντων La convertibi-

427 Ciograve si evince molto chiaramente dallrsquoAgamennone di Eschilo (cfr ad esempio i vv 8 s 21ndash23 30 293 475 497 588ndash590 818 etc cfr Longo 1976 Goldhill 1986 p 10) in cuifuoco e fumo ricorrono spesso come soggetti del verbo σημαίνειν e dove la rilevanza (nonsolo sociale ma anche strategica) di questa prassi di comunicazione diventa tangibile peril lettore moderno

428 Sullrsquoimpiego dei segnali di fuoco e fumo nel mondo antico cfr Hershbell 1981429 Per i μέτρα intesi come immagini di divisione entro il processo articolatorio cfr cap 43

sv pp 135 s430 A favore dellrsquointerpretazione temporale dei μέτρα egrave Gigon 1935 p 61 il quale individua

nellrsquoavverbio di tempo ἀεί una chiave di lettura interna al frammento e pertanto piugrave atten-dibile cfr Kahn 1979 p 140 Contra Marcovich 1978 p 193 che intende i μέτρα comemisure quantitative il fuoco a suo giudizio si accende e si spegne in una certa quantitagrave(poniamo ad esempio al 30) laddove naturalmente essa deve restare parziale giaccheacute ilfuoco egrave ldquosempreviventerdquo e dunque non puograve estinguersi al 100 (similmente giagrave Kirk31970 p 317)

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litagrave del πῦρ e dei πάντα egrave espressa dalla parola ἀνταμοιβή432 (ἀντί ἀμείβομαι) incui ldquoἀντ- reinforces the idea of exact reciprocity in ἀμοιβήrdquo433 e che indica laperfetta reciprocitagrave dello scambio434 Questrsquoultima egrave anche sottolineata gra-zie a degli accorgimenti stilistici come i chiasmi πυρός τὰ πάντα πῦρ ἁπάντων (in cui si alternano genitivo nominativo nominativo genitivo) eχρυσοῦ χρήματα χρημάτων χρυσός (oro beni beni oro) e le congiunzio-ni correlative τεhellip καί La similitudine ὅκωσπερ χρυσοῦ χρήματα καὶ χρημάτωνχρυσός esemplifica il medesimo gioco di forze ora riferito al rapporto tra ilχρυσός che prende il posto del πῦρ ed i χρήματα che rappresentano i πάνταMusti ha dimostrato come i χρήματα possano indicare qui non solo i ldquobenirdquo ole ldquomercirdquo ma anche le ldquomoneterdquo435 il suggerimento egrave certo sagace bencheacuteprobabilmente le ldquomoneterdquo soddisfino meno dei ldquobenirdquo quel criterio di gene-ralitagrave a cui i χρήματα dovrebbero rispondere per poter rappresentare i πάνταnella similitudine

La conversio del fuoco si presenta in tutta la sua valenza cosmologica nel fr31a436 che descrive il dispiegarsi della differenziazione del mondo unicamen-

431 Lrsquointerpretazione ldquosemanticardquo del fuoco aiuta tra lrsquoaltro a superare lo stridore tra lrsquoafferma-zione di un ldquofuoco semprevivente che era egrave e saragraverdquo e quella del fuoco che ldquoper intervalli sispegnerdquo dato che lo spegnimento suggerisce altrimenti lrsquoidea dellrsquoestinzione del fuoco Alcontrario nel codice di comunicazione dei segnali col fuoco le fasi di oscuramento sonoaltrettanto necessarie e significative come quelle di accensione (egrave appunto lrsquoalternanza dientrambe a rendere il fuoco σημαντικόν) pertanto i μέτρα di spegnimento non equival-gono a fasi di cessazione del fuoco ma a momenti dellrsquoarticolazione del messaggio Puressendo semprevivente (ἀείζωον) la presenza del fuoco non egrave costante ma ritmica Si notiinoltre che anche nel fr 26 i verbi ἅπτομαι e ἀποσβέννυμι sono usati da Eraclito come ldquoverbitecnicirdquo del fuoco in quanto elemento tecnologicamente gestito dallrsquouomo

432 Sulla correttezza della lectio ἀνταμοιβὴ τά cfr Kirk 31970 pp 345 s433 Cosigrave Kirk 31970 p 346 che aggiunge ldquoThe exchanges of fire must obviously refer to the

πυρὸς τροπαί described in fr 31rdquo434 Cfr Kahn 1979 p 146 ldquoThe polar movement between lsquofire all thingsrsquo and lsquoall things

firersquo finds a parallel in CXXIV (DK 10) lsquofrom all things one and from one thing allrsquordquo e ibi-dem ldquo[ἀνταμοιβή] suggests some principle of compensation or retribution antamoibemay imply reward or punishment or both at once The term is perhaps an echo of Anax-imanderrsquos phrase about elemental principles lsquopaying the penalty and making retribution toone anotherrsquordquo

435 Musti 1983 pp 231 ss Lo storico considerando lrsquooccorrenza di ἀνταμοιβή che significaldquocambiordquo anche in senso economico e monetario e di πῦρ impiegato per la fusionedellrsquooro riferisce la similitudine al procedimento tecnico del conio e di conseguenza optaper la resa di χρήματα come ldquomoneterdquo Per la datazione dellrsquointroduzione della moneta adEfeso cfr Picard 1992 pp 206 ss

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112 4 Il cosmo come unitagrave articolata

te a partire dal πῦρ πυρὸς τροπαὶ πρῶτον θάλασσα θαλάσσης δὲ τὸ μὲν ἥμισυ γῆτὸ δὲ ἥμισυ πρηστήρ In primo luogo conviene soffermarsi sul valore diτροπαί437 La funzione di questi ldquorivolgimenti del fuocordquo (πυρὸς τροπαί) sem-bra analoga a quella dello ldquoscambio del fuocordquo del fr 90 (πυρὸς ἀνταμοιβή)con entrambe le espressioni viene descritta la dinamica attraverso cui il fuocosi fa altro a partire da se stesso differenziandosi in una pluralitagrave di enti Se nelfr 90 lrsquoesito della differenziazione interna egrave la nascita dei πάντα nel fr 31aesso consiste nella formazione dei distinti costituenti cosmici il mare che asua volta si dimezza (τὸ μὲν ἥμισυ [hellip] τὸ δὲ ἥμισυ [hellip]) in terra e folgore438Qui dunque Eraclito si concentra sulla spinta centrifuga ovvero parcellizzan-te del processo articolatorio

Il sintagma πυρὸς τροπαί egrave interessante anche a proposito della caratteristi-ca autopoietica dellrsquounitagrave articolata A livello grammaticale πυρός puograve essereinteso sia come genitivo oggettivo (rivolgimenti prodotti sullrsquooggetto lsquofuo-corsquo) sia come genitivo soggettivo (rivolgimenti prodotti dal soggetto lsquofuocorsquo)Tuttavia sul piano del contenuto un genitivo oggettivo che dunque veda nelfuoco soltanto il trasformato spiegherebbe poco o nulla circa il concreto av-venimento delle τροπαί in quanto non chiarisce chi o che cosa ne sia lrsquoarteficee dunque come i ldquorivolgimentirdquo avvengano Al contrario la soluzione del ge-nitivo soggettivo permette di scorgere nel fuoco stesso lrsquoiniziatore del diveni-re cosmico ovvero un agente cosmico che a partire dalla propria unitagrave si arti-cola in distinti dapprima il mare e poi per discernimento del lsquomarersquo i due di-stinti lsquoterrarsquo e lsquofolgorersquo Drsquoaltronde anche lrsquoesperienza comune suggerisce discorgere nel fuoco un principio attivo in grado di trasformare se stesso e lamateria piuttosto che un corpo inerte plasmato da un agente esterno Un in-dizio a favore di questa interpretazione egrave rappresentato dal probabile riecheg-giamento esiodeo di 31b dove la terra viene presentata allo stato liquido(ldquoltla terragt si spande come mare [hellip]rdquo)439 in Esiodo responsabile dello scio-

436 A quanti come Marcovich 1978 pp 204 s negano la portata cosmologica di questoframmento risponde validamente Kahn 1979 p 135 alcuni interpreti moderni sem-brano vittime di una ldquooverreactionrdquo nei confronti delle interpretazioni storiche e dosso-grafiche la quale spesso induce a disconoscere la riflessione cosmologica anche laddoveessa sia chiaramente presente

437 Per τροπαί come immagine di separazione entro il processo articolatorio cfr cap 43 svpp 135 s

438 Sul valore di πρηστήρ nella fisica greca arcaica e sulla sua analogia con il fuoco cfr Kahn1979 pp 141ndash143

439 Per le difficoltagrave testuali ed interpretative sollevate dal passo cfr cap 61 pp 193 ss

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glimento della terra era appunto il fuoco440 Il πῦρ del fr 31a rappresenta dun-que non tanto lrsquooggetto trasformato quanto il soggetto trasformatore di sestesso secondo il carattere autopoietico dellrsquounitagrave articolata Piugrave in generaledai frammenti eraclitei emerge che qualunque intervento interessi il fuocoesso egrave sempre esercitato dal fuoco stesso in questo senso egrave indicativo il ricor-rere della diatesi media per i verbi riferiti a πῦρ (fr 30 ἁπτόμενονἀποσβεννύμενον fr 67 ἀλλοιοῦται ὀνομάζεται)

Paradigmatico della natura del fuoco come principio attivo e responsabiledella conversio egrave il fr 66 πάντα γὰρ τὸ πῦρ ἐπελθὸν κρινεῖ καὶ καταλήψεται ldquoin-fatti una volta sopraggiunto il fuoco separeragrave e prenderagrave per seacute tutte le co-serdquo441 Invero la traduzione piugrave diffusa per questo frammento egrave che il fuocoldquogiudicheragrave e cattureragraverdquo tutte le cose ovvero interpretando i due verbi quasicome unrsquoendiadi La traduzione qui proposta mira a sottolineare che prima-riamente κρίνω e καταλαμβάνω esprimono rispettivamente lrsquoidea di divisionee di presa e che solo piugrave tardi442 diventano anche verbi tecnici del procedereprocessuale443 Di conseguenza egrave opportuno attribuire a ciascuno dei dueverbi un valore specifico sciogliendoli dallrsquoendiadi in cui spesso gli interpretili hanno legati In questo modo la doppia azione del πῦρ nei confronti deiπάντα emerge con vividezza esso da un canto li discerne ossia li volge in plu-ralitagrave dallrsquoaltro se ne appropria ossia li unifica entro di seacute444 Perfino nel fr65 tramandato da Ippolito insieme al 66 egrave possibile scorgere il rapporto uni-tagrave-molteplicitagrave tipico del modello articolatorio ldquoChiamare il fuoco lsquosazietagrave

440 Hes Th 867 ldquo[hellip] cosigrave dunque si liquefaceva la terra (τήκετο γαῖα) alla vampa del fuocosplendente (πυρὸς αἰθομένοιο)rdquo

441 Reinhardt 41985 pp 163 ss si pronuncia sullrsquoinattendibilitagrave del fr 66 attribuendolo allafonte Ippolito Pur essendo condivisibile il rifiuto della teoria dellrsquoἐκπύρωσις per la qualetradizionalmente gli interpreti hanno trovato un forte sostegno nel passo in oggetto tut-tavia non egrave prudente (neacute tantomeno necessario) espungere questo frammento che egrave con-sono in generale con il pensiero di Eraclito ed in particolare con la sua risemantizzazionedi πῦρ

442 Secondo Reinhardt 41985 pp 164 ss il significato di καταλαμβάνω come ldquocatturarerdquo nonegrave plausibile per lrsquoepoca di Eraclito Diversamente κρίνω acquista valore giuridico giagrave in etagravearcaica come indica la reggenza dellrsquoaccusativo δίκην (o pl δίκας) cfr ad esempio Hdt II1294ndash5 A Eu 433 e 682 Non egrave da escludere che lrsquoambiguitagrave tra ldquogiudicare e catturarerdquoda una parte e ldquoseparare e prendererdquo dallrsquoaltra sia intenzionale

443 Kahn 1979 p 272 traduce κρίνω con ldquoto distinguishrdquo Coerentemente con le idee base dildquoseparazionerdquo e ldquopresardquo egrave anche possibile una traduzione dei due verbi con ldquodiscernererdquo eldquocomprendererdquo cosa che accentuerebbe la natura intelligente del fuoco eracliteo

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114 4 Il cosmo come unitagrave articolata

famersquo significa [hellip] che in esso sono inerenti le tensioni opposte quella di go-dere della propria pienezza ignea (unitagrave) e quella di stancarsene e privarsenecambiando stato (molteplicitagrave)rdquo445

Lrsquooccorrenza di πῦρ nel fr 67 non egrave certa446 tuttavia questa lectio egrave partico-larmente plausibile per una serie di ragioni quali la centralitagrave del fuoco entrola riflessione eraclitea il confronto con altri testi447 lrsquoeventualitagrave di unrsquoaplo-grafia tra ὅκωσπερ e πῦρ con conseguente omissione della seconda parola e latestimonianza di Ippolito448 Accogliendo dunque questa integrazione si ot-tiene ὁ θεὸς [hellip] ἀλλοιοῦται δὲ ὅκωσπερ ltπῦρgt ὁπόταν συμμιγῆι θυώμασινὀνομάζεται καθrsquo ἡδονὴν ἑκάστου ldquoil dio [hellip] si altera come ltil fuocogt qualorasi mescoli agli incensi prende nomi secondo lrsquoaroma di ciascunordquo449 Anchein questo caso il fuoco evidenzia la natura composta della sua unitagrave in unsolo fuoco infatti si mescolano bruciando molti incensi secondo il moto cheprocede dai molti allrsquouno drsquoaltro canto in questo modo ciograve che prima eraunitario si mostra ora nella differenziazione fenomenica degli aromi secondoil moto che va dallrsquouno ai molti Il movimento doppio della conversio non pro-viene al fuoco dallrsquoesterno ma gli egrave immanente Ciograve conferma il πῦρ comeprincipio autopoietico esso non egrave neacute oggetto articolato (in senso passivo) neacutesoggetto articolante (in senso attivo) ma rappresenta il principio auto-arti-colantesi (in senso riflessivo) come espresso da ἀλλοιοῦται450 Sul verboὀνομάζεται ldquoprende nomirdquo che significativamente occorre laddove lrsquounitagrave si egravemutata in una pluralitagrave si torna nel cap 61 (pp 212 s)

444 Come giagrave osservato a proposito del fr 31 a anche per il fr 66 non vi sono ostacoli allrsquointer-pretazione cosmologica contra Marcovich 1978 p 304 ldquoci muoviamo dunque in unasfera teologica piuttosto che cosmologica e lrsquoatmosfera egrave un misto di naїf e folklorico lsquoUnbel giorno verragrave il Fuoco allrsquoimprovviso per giudicare tutti gli uomini e condannare i mal-fattori (leggi gli Efesicirc crapuloni [hellip])rsquordquo (corsivo dellrsquoautore)

445 Cosigrave Mondolfo citato in Diano-Serra 41993 p 189 (corsivo mio)446 ltπῦρgt egrave integrazione di Diels In luogo di πῦρ sono state proposte le integrazioni ἀήρ

μύρον ἔλαιον οἶνος θύωμα etc (cfr Kirk 31970 pp 191ndash197) Kahn 1979 pp 279 sreputa sbagliato integrare un soggetto

447 Cfr Pi fr 1299 S αἰεὶ θύματα μειγνύντων πυρὶ τηλεφανεῖ [hellip]448 Ippolito sostiene che il fr 67 era ἐν δὲ τούτωι τῶι κεφαλαίωι insieme ai frr 64 e 66 ossia in

un contesto che suggerisce il riferimento al fuoco449 Il fuoco produce mutevoli aromi dunque intendo ἡδονή come nomen rei actae (ldquoprofumordquo

ldquoaromardquo) e non come nomen actionis (ldquopredilezionerdquo ldquogustordquo per cui il senso sarebbe cheldquoil fuoco prende nomi secondo il gusto di ciascunordquo) Cfr Marcovich 1978 p 290 contraKahn 1979 p 280

450 Sul verbo offre un utile excursus Kirk 31970 pp 189ndash191

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A conclusione dellrsquoesame delle occorrenze di πῦρ si puograve anche consideraredata lrsquoaffinitagrave tematica quella di καπνός Kirk suggerisce che il fr 7 (εἰ πάντατὰ ὄντα καπνὸς γένοιτο ῥῖνες ἂν διαγνοῖεν ldquose tutte le cose esistenti diventasse-ro fumo le narici le distinguerebberordquo) rappresenti una situazione opposta aquella descritta nel fr 67 se in questo viene posta in primo piano la diversifi-cazione dellrsquounitagrave del fuoco in quello al contrario ldquoHeraclitus says that if allthings were reduced to the single visual appearance of smoke yet the nostrilswould smell out differences between themrdquo 451 Letto nella prospettiva delmodello articolatorio dunque il fr 7 esemplifica il moto che procede daimolti allrsquouno giaccheacute la varietagrave del fenomenico (πάντα τὰ ὄντα) egrave immaginataraccogliersi tutta nel fumo Data la sua natura composta il fumo serba in seacute latraccia dei πάντα tanto che le narici sanno distinguerli gli uni dagli altri (διά-γιγνώσκω) fiutandolo

κόσμος Circa lrsquounitarietagrave del κόσμος nel cap 21 (pp 35 s) sono stati ricordatii frr 30 (κόσμον τόνδε τὸν αὐτὸν ἁπάντων [hellip]) e 89 (ἕνα καὶ κοινὸν κόσμονεἶναι) Strettamente connesso con il fr 89 egrave il fr 75 (καθεύδοντας ἐργάτας εἶναικαὶ συνεργοὺς τῶν ἐν τῶι κόσμωι γινομένων) dal quale emerge che anche chi sicomporta come se avesse unrsquointelligenza sua propria (cfr fr 2) collabora inrealtagrave allo stesso κόσμος percheacute questo egrave lrsquounico esistente Le caratteristichedella conversio e dellrsquoautopoiesi sono giagrave state considerate sv πῦρ in forza dellasimilitudine tra fuoco e cosmo istituita nel fr 30 In particolare circa il carat-tere autopoietico del κόσμος nel fr 30 che ldquoneacute qualcuno tra gli dei neacute qualcunotra gli uomini ἐποίησενrdquo Kahn ricorda che siamo di fronte ad un ldquo[hellip] denialof any fundamental duality between a generated world order and the eternalsource from which it arises or the ruling intelligence by which it is organizedInsofar as the kosmos is made it is self-made insofar as it is organized it is self-organizedrdquo452

Vale la pena di sottolineare come il rapporto uno-molti proprio dellrsquounitagravearticolata sia insito nel significato stesso della parola κόσμος Infatti lrsquolsquoordina-mentorsquo implica di per seacute una struttura complessa ma unitaria il κόσμος egrave ldquounasorta di composizionerdquo453 Si egrave giagrave ricordato454 che allrsquoepoca di Eraclito il si-gnificato di κόσμος come ldquoordine del mondordquo e dunque ldquomondordquo ldquouniversordquo

451 Cfr Kirk 31970 p 195452 Kahn 1979 p 134 Cfr idem 1960 p 225 ldquothere is no κοσμήτωρ for the world order has

its own unique self-governing wisdom (ἓν τὸ σοφόν)rdquo

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116 4 Il cosmo come unitagrave articolata

egrave solo in statu nascendi Kahn indagando lrsquouso di κόσμος nel linguaggio filoso-fico insiste a ragione sul fatto che ldquoil κόσμος dei filosofi egrave lsquoordinamentorsquo ditutte le cose nel quale ogni potenza della natura ha la propria funzione ed ipropri limiti stabiliti [hellip] il termine implica unrsquounitagrave sistematica in cui diver-si elementi sono combinati o lsquocompostirsquordquo455 Bencheacute lrsquooccorrenza del fr 30evidenzi unrsquoaccezione cosmologica la parola egrave ancora sentita da Eraclito inprofonda dipendenza dal significato originario e di base (la cui presenza la-tente egrave verosimile anche nei frr 75 89 e 124) come viene ribadito sin daGomperz456 Secondo Verdenius457 κόσμος va tradotto in Eraclito comeldquoWeltgefuumlgerdquo e rappresenta un equivalente di λόγος

θεός Lrsquoaffinitagrave tra θεός e λόγος non egrave nuova agli interpreti458 Nel cap 12 svθεός (p 11) si egrave formulata lrsquoipotesi che la divinitagrave di Eraclito a tratti cosigrave di-versa da quella tradizionale sia affine piuttosto a quella di Senofane459 un sa-piente a lui ben noto A proposito dellrsquounicitagrave e della validitagrave universale deldio nel cap 21 (p 36) egrave stato ricordato il fr 67 dove la divinitagrave racchiude ericompone in seacute tutti gli aspetti contraddittori della realtagrave ὁ θεὸς ἡμέρηεὐφρόνη χειμὼν θέρος πόλεμος εἰρήνη κόρος λιμός [hellip] ldquoil dio (egrave) giorno notteinverno estate guerra pace sazietagrave fame [hellip]rdquo460

453 Kirk 31970 p 312 dove si trovano anche esempi di κόσμος nel senso di ldquoordinerdquo nella lin-gua arcaica Sul significato di κόσμος cfr soprattutto Kahn 1960 pp 219 ss Heidegger1993 p 109 afferma ldquo[hellip] κόσμος non indica innanzitutto lrsquoessente nella sua totalitagrave bensigravelrsquoaccordo della compagine strutturata dellrsquoessente [hellip]rdquo il filosofo riconosce tale caratteri-stica di κόσμος anche nellrsquooccorrenza dellrsquoenigmatico fr 124

454 Cfr cap 12 p 20455 Kahn 1960 pp 222 e 229 cfr anche pp 188ndash189 456 Gomperz 1887 p 12 arriva ad ipotizzare che proprio percheacute Eraclito intende κόσμος pri-

mariamente come ldquoordinamentordquo egli avverte lrsquoesigenza di accompagnarlo con un genitivogeneralizzante come ἁπάντων quando con la stessa parola vuole indicare il ldquomondordquo Sem-pre a proposito del fr 30 Kahn 1960 p 223 commenta che ldquoκόσμος va inteso come riferitoallrsquointera sequenza delle condizioni del mondo non ad una sola di lorordquo cfr idem 1979p 133 ldquo[hellip] the older literary sense of kosmos is a natural starting point since Heraclitusdoes not write in a technical language and the new lsquocosmologicalrsquo sense of kosmos is itselfthe heir to all these older nuances of the wordrdquo

457 Verdenius 1966 p 91458 Cfr ad esempio Kirk 31970 pp 188 s Stokes 1971 p 106 Kraus 1987 pp 123ndash126459 Sullrsquoanalogia della divinitagrave enoteista di Senofane ed Eraclito cfr Gemelli Marciano 2005

pp 125ndash134 la quale considera il contesto storico-culturale dei possibili rapporti tra lareligione persiana e quella dei due sapienti ionici della fine del VI sec aC

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Similmente nel fr 102 si legge τῶι μὲν θεῶι καλὰ πάντα καὶ ἀγαθὰ καὶδίκαια [hellip] ldquomentre per il dio tutte le cose sono belle buone e giuste [hellip]rdquo ladivinitagrave dunque al contrario dellrsquouomo possiede una comprensione unifi-cante del fenomenico Questi elementi sono coerenti con lrsquointerezza che con-traddistingue il dio secondo Senofane (οὖλος [hellip] οὖλος [hellip] οὖλος [hellip] fr 24)Coerentemente con questo uso di θεός anche dallrsquooccorrenza dellrsquoaggettivocorrispondente θεῖος risulta che al divino competono portata e validitagrave uni-versali [hellip] τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείουmiddot κρατεῖγὰρ τοσοῦτον ὁκόσον ἐθέλει καὶ ἐξαρκεῖ πᾶσι καὶ περιγίνεται ldquotutte le leggi uma-ne sono nutrite dallrsquounica divina (questa) puograve tutto ciograve che vuole e basta eavanza per tutterdquo461 (fr 114)

Nei testi appena ricordati si riscontra anche il movimento doppio dellaconversio e la caratteristica autopoietica Dopo aver stabilito attraverso unacopula sottintesa lrsquoequivalenza tra il θεός da una parte e la differenziazionedella realtagrave fenomenica dallrsquoaltra il fr 67 chiarisce tale rapporto grazie alla si-militudine con il fuoco che ldquocommisto agli incensi si trasforma come ltilfuocogt qualora sia commisto agli incensi prende nomi a seconda dellrsquoaromadi ciascunordquo In virtugrave di tale similitudine le considerazioni svolte circa il fr 67sv πῦρ valgono anche per θεός il dio pertanto egrave capace di trasformare se stes-so (ἀλλοιοῦται) ossia la propria unitagrave in molti auto-determinando la propriastruttura Per converso il fr 102 illustra la capacitagrave del dio (e lrsquoincapacitagraveumana) di superare lrsquoapparente distinzione tra le cose mentre per lui tutte lecose sono indistinte (e cioegrave belle buone e giuste) lrsquouomo invece le differenziae categorizza le une rispetto alle altre fino a giustapporle come antitetiche e areputarne alcune giuste altre ingiuste La circolaritagrave dei due moti della con-

460 Vi egrave ampio consenso sul fatto che le coppie di opposti indicano lrsquounitagrave del dio Fraumlnkel1955 p 238 ha giustamente osservato che le quattro coppie antitetiche sono soltantoesempi rappresentativi della realtagrave fenomenica in generale affermazione con la quale lacritica egrave oggi sostanzialmente drsquoaccordo cfr Kirk 31970 p 201 Kahn 1979 pp 278 smette in rilievo che il frammento parla dellrsquounitagrave di tutte le coppie antitetiche e in Diano-Serra 41993 p 141 si legge ldquo[hellip] che lrsquoopposizione sia il modo drsquoessere di tutte le cose egravesignificato dalla figura circolare del chiasmordquo (corsivo dellrsquoautore) riferendosi al chiasmodelle prime due coppie antitetiche

461 La traduzione proposta da Mourelatos 1965 p 265 egrave ldquo[hellip] for all human laws are underwardship to one the divine (law) for it rules as far as it wills and protects all (laws) and pre-vails over (them)rdquo Lo studioso intende i verbi τρέφονται κρατεῖ ἐξαρκεῖ e περιγίνεται allaluce degli usi omerici ed esiodei (cfr ivi pp 261 ss) ed in particolare τρέφομαι comeldquoessere sotto la tutela dirdquo ldquoessere protetto dardquo

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118 4 Il cosmo come unitagrave articolata

versio egrave riscontrabile nel fr 114 Qui la spinta disgiuntiva ossia orientatadallrsquouno ai molti (cfr fr 67) egrave testimoniata dal fatto che dallrsquounica legge divi-na deriva il profluvio delle leggi umane mentre quella congiuntiva orientatadai molti allrsquouno (cfr fr 102) egrave sancita nella prima parte del frammento dallaregola che ldquoper fare un discorso con senso bisogna riporre le proprie forze nelconsenso di tutte le coserdquo un imperativo di cui poi il paragone con la legge di-vina egrave esemplificativo

πόλεμος Riguardo a πόλεμος come anche riguardo a πῦρ si possono avanzaresoltanto delle ipotesi sul percheacute Eraclito lo reputi idoneo a rappresentare ilprincipio dellrsquoarticolazione In base al nostro senso comune la guerra si prestaindubbiamente ad esemplificare la forza di divisione ma non altrettanto puogravedirsi di quella di unione A questo proposito egrave forse drsquoaiuto rileggere con unosforzo di concretezza le scene belliche in Omero e riflettere su cosa significas-se una guerra combattuta nel mondo antico dapprima gli eserciti nemici sifronteggiano come i tipici opposti eraclitei ma presto le schiere si penetranolrsquoun lrsquoaltra e si confondono in una mischia indistinta gli avversari combattonocorpo a corpo sangue diverso si mescola per terra462 In Il XVIII 309 al diodella guerra egrave attribuito proprio lrsquoaggettivo ξυνός (ξυνὸς Ἐνυάλιος) A proposi-to della funzione che Eraclito attribuisce a πόλεμος alcuni interpreti hannosottolineato come la guerra nel mondo antico costituisca in effetti un ele-mento di aggregazione sociale ed un fattore importante nella nascita dei grup-pi socio-politici463

A prescindere da simili ipotesi il dato testuale egrave che πόλεμος egrave contrasse-gnato da Eraclito con lo stesso aggettivo riferito a λόγος (fr 2) ldquocomunerdquo

462 Considerazioni simili in Bremer 1996 p 85463 Cfr Bremer-Dilcher (in corso di pubblicazione) p 29 ldquoAusgangspunkt ist die Ambiva-

lenz des Krieges der sowohl differenzierend (B53) als auch zusammenfuumlhrend wirkt(B80) Krieg (πόλεμος) fuumlhrt zusammen und ist allen lsquogemeinsamrsquo (ξυνός) [hellip] So erschei-nen Krieg und Zwist nicht nur als Prozesse politischer Desintegration und sozialer Disso-ziation sondern als elementare Akte der Herstellung von Gemeinsamkeit [hellip] Die Polisist das Paradigma eines in sich differenzierten Ganzen das seine Struktur durch den Krieggewinntrdquo Cfr giagrave Gomperz 1887 p 21 ldquoder Krieg ist nicht wie der oberflaumlchliche Scheindies lehrt und das gemeine Vorurteil voraussetzt ein die Menschen spaltendes ihreGemeinschaft aufloumlsendes ein trennendes und zersetzendes Element der lsquoKoumlnig undVaterrsquo aller Dinge hat vielmehr auch die menschliche Gemeinschaft erst geschaffen sie derZucht unterworfen und die Segnungen geordneten Staatslebens und friedlichen Verkehrsuumlber weite Regionen der Erde verbreitetrdquo (cfr anche ivi pp 15ndash16)

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εἰδέναι δὲ χρὴ τὸν πόλεμον ἐόντα ξυνόν [hellip] ldquoma occorre sapere che la guerra egravecomune [hellip]rdquo (fr 80) La guerra egrave presentata come origo et fons di tutte le coseo di tutti gli uomini come dichiara lrsquoinizio del fr 53 πόλεμος πάντων μὲνπατήρ ἐστι πάντων δὲ βασιλεύς [hellip] ldquola guerra egrave padre di tutte le cose (o di tuttigli uomini) di tutte (tutti) egrave il re [hellip]rdquo Da questi due frammenti si compren-de anche la natura articolata di πόλεμος Nel fr 53 se lrsquoincipit chiarisce ilπόλεμος come matrice comune rispetto ai πάντα il seguito sostiene [πόλεμος]τοὺς μὲν θεοὺς ἔδειξε τοὺς δὲ ἀνθρώπους τοὺς μὲν δούλους ἐποίησε τοὺς δὲἐλευθέρους ldquo[la guerra] mostra gli uni come dei gli altri come uomini rendegli uni schiavi gli altri liberirdquo La reggenza della guerra sul mondo dunquenon si configura come condizione statica bensigrave come azione e precisamentecome azione che produce gli opposti fenomenici464 Come il fuoco del fr 31asi muta dapprima in mare e in seguito per metagrave in terra per metagrave in folgore(τὸ μὲν ἥμισυ [hellip] τὸ δὲ ἥμισυ [hellip]) similmente la guerra fende in due unrsquounitagraveoriginaria (τοὺς μέν [hellip] τοὺς δέ) producendo le due antitesi ldquodei vs uominirdquo eldquoschiavi vs liberirdquo Il chiasmo con cui sono incrociati i poli positivi e quelli ne-gativi delle due coppie antitetiche (dei uomini schiavi liberi) suggerisceprobabilmente la mera apparenza della loro contrarietagrave ed allude alla coinci-dentia oppositorum entro lrsquounitagrave del πόλεμος

Il fr 80 costituisce una valida descrizione del modello articolatorio Lascansione egrave analoga a quella del fr 53 dapprima ci si concentra sullrsquoaspettounitario ribadendo la validitagrave universale del πόλεμος (ldquobisogna sapere che laguerra egrave comune [ξυνός]rdquo) mentre in un secondo momento egrave posto in risaltolrsquoaspetto opposto e complementare quello della disgiunzione attraverso il ri-corso a due immagini della divisione insita nel processo articolatorio ([hellip] καὶδίκην ἔριν [hellip] ldquo[hellip] e che la giustizia egrave contesa [hellip]rdquo)465 Tuttavia egrave verosimileche qui a differenza del fr 53 Eraclito presenti anche una sintesi dei dueaspetti [hellip] καὶ γινόμενα πάντα κατrsquo ἔριν καὶ χρεών ldquo[hellip] e che tutte le cose ven-gono ad essere secondo contesa e necessitagraverdquo Infatti la generazione dei πάνταsembra essere ricondotta alla divisione rappresentata dal sintagma κατrsquo ἔρινed allrsquounione espressa in καὶ χρεών Le ragioni dellrsquoidentificazione della ldquocon-tesardquo con la forza di divisione risultano evidenti la ldquocontesardquo semina tra i con-

464 A questo proposito va notato che probabilmente il verbo δείκνυμι egrave qui usato come sino-nimo di ποιέω giaccheacute col doppio accusativo esso puograve significare appunto ldquorendererdquo Cfrle puntuali osservazioni di Marcovich 1978 p 104

465 Per lrsquoesame di δίκη ed ἔρις come immagini di divisione cfr cap 43 rispettivamente pp 129ss e p 135

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tendenti una discordia che li separa lrsquouno dallrsquoaltro la ldquoliterdquo li oppone ineso-rabilmente senza costituire quel potenziale fattore di aggregazione socialeche invece egrave stato scorto in πόλεμος Meno evidenti sono gli indizi circa κατὰχρεών come forza coesivo-unificante orientata cioegrave dai molti allrsquouno Tali in-dizi sono tre A livello formale accogliendo χρεών come riecheggiamentodellrsquouniversalitagrave di πόλεμος si ottiene di nuovo un chiasmo figura particolar-mente amata e funzionalizzata da Eraclito infatti il frammento nel suo com-plesso presenterebbe dapprima lrsquoaspetto unificante (πόλεμος ξυνός) poilrsquoaspetto dividente (δίκη καὶ ἔρις) ed infine coerentemente con questo qua-dro il divenire dei πάντα secondo divisione (ἔρις) e unitagrave (χρεών) dunque glielementi del chiasmo sarebbero lsquounitagrave divisione divisione unitagraversquo A livellolinguistico egrave ammissibile che χρεών sia in rapporto con il χρή iniziale del pe-riodo che difatti obbligava a conoscere appunto la natura ldquocomunerdquo delπόλεμος Infine non egrave da escludere una ripresa di Anaximand fr 1 [hellip] καὶ τὴνφθορὰν εἰς ταῦτα γίνεσθαι κατὰ τὸ χρεών [hellip] ldquo[hellip] e lrsquoestinzione viene a lorosecondo necessitagrave [hellip]rdquo466 Infatti Anassimandro ha appena descritto la pre-varicazione mediante la quale ldquole cose che sonordquo vengono ad essere rompen-do lrsquoequilibrio iniziale del non-delimitato lrsquoἄπειρον e spiega a questo puntocome per converso lrsquoestinzione di tali enti ripristina κατὰ τὸ χρεών lo statusquo ante Sembra dunque che lrsquoestinzione costringa gli enti ad un ritornoallrsquounitagrave ossia ad essere riassorbiti in seno allrsquoἄπειρον originario La ripresa daparte di Eraclito dellrsquoinsolita espressione (κατὰ) χρεών potrebbe alludere pro-prio a questo passaggio

Vi sono anche altre immagini dellrsquounitagrave articolata alle quali tuttavia Eraclitoricorre con minore assiduitagrave rispetto a quelle sopra considerate siccheacute il lororuolo appare di secondo piano Soprattutto per tali parole non egrave documenta-ta alcuna risemantizzazione in quanto nei frammenti a nostra disposizionenon si riscontrano contesti drsquouso difformi rispetto a quelli precedentementeattestati467

ἁρμονίη La parola occorre tre volte nel corpus fr 8 τὸ ἀντίξουν συμφέρον καὶ ἐκτῶν διαφερόντων καλλίστην ἁρμονίαν ldquoconvergendo ciograve che si contrappone edalle cose divergenti il piugrave bel collegamentordquo fr 51 οὐ ξυνιᾶσιν ὅκως

466 Sulle riprese di Anassimandro da parte di Eraclito cfr Broumlcker 1968467 Ma non egrave da escludere che tale impressione sia dovuta allo stato frammentario dei testi a

disposizione

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διαφερόμενον ἑωυτῶι ὁμολογέειmiddot παλίντονος ἁρμονίη ὅκωσπερ τόξου καὶ λύρηςldquonon comprendono come quanto diverge concorda con se stesso collegamen-to di opposta tensione come (quello) dellrsquoarco e della lirardquo (su παλίντονος cfrp 123) e fr 54 ἁρμονίη ἀφανὴς φανερῆς κρείττων ldquoil collegamento inevidenteegrave piugrave forte di quello evidenterdquo

In nessuno dei tre casi vi egrave ragione di dubitare del fatto che il significatodella parola sia quello di ldquo(elemento di) collegamentordquo ldquo(elemento di) con-nessionerdquo (cfr Chantraine sv ldquochevillerdquo ldquojointrdquo) in continuitagrave con la se-mantica della radice ἁρ-468 Il significato originario non egrave dunque musicalema ha a che fare con lrsquoattivitagrave artigianale e piugrave in particolare con la τέχνη dellacarpenteria in Omero ἁρμονία designa lrsquoelemento di collegamento struttu-rale tra le travi di unrsquoimbarcazione469 Egrave ancora in questo senso che Eraclitoimpiega ἁρμονίη come immagine di congiunzione dei πάντα una funzionequesta di certo meno plausibile in base al successivo significato musicale

Secondo Kirk nei frr 8 e 51 ἁρμονίη non vale ldquoelemento di collegamentordquoma deve giagrave aver assunto la sua prima accezione musicale quella di ldquoscalardquo Ilmotivo egrave che nel primo frammento ἁρμονίη egrave accompagnata dallrsquoaggettivoκάλλιστος considerato dallo studioso come una caratterizzazione squisita-mente estetica nel secondo dal sostantivo λύρη ossia uno strumento musica-le470 In realtagrave non sono reperibili attestazioni preclassiche della parola in ac-cezione indubbiamente musicale le prime accezioni semi-tecniche si trovanosolo allrsquoepoca di Pindaro471 Il fr 51 egrave lrsquounico in cui ἁρμονίη occorre insieme aduna parola dellrsquoarea semantica musicale la lira Ma poicheacute con la lira compa-re anche lrsquoarco lrsquoaccezione musicale di ἁρμονίη puograve essere ragionevolmentemessa in dubbio472 Bisogna credere piuttosto che lrsquoanalogia tra i due manu-

468 Sugli esiti di questa radice ad esempio nei verbi ἀραρίσκω ἁρμόζω ἁρμόττω etc cfrStokes 1971 pp 95 ss Laspia 1997 pp 15ndash20

469 Hom Il V 60 s Od V 248 e 361 (da questa accezione deriva anche quella assunta daἁρμονία in Il XXII 255 ldquopattordquo ldquoaccordordquo cfr inoltre Hdt II 962 Ar Eq 533)

470 Qui di seguito le motivazioni di Kirk 31970 Per il fr 8 ldquo[hellip] The use of καλλίστην can onlybe described as decorative [hellip] In any case the epithet is unsuitable as a description of aἁρμονία unless this word bears its musical sense for Heraclitus it could only mean lsquoscalersquoand one could not say that lsquothe fairest scale is formed out of different notesrsquordquo (ivi p 220)Per il fr 51 ldquoYet in spite of the mention of the lyre in this fragment it is out of the questionthat ἁρμονίη should have its special musical application hererdquo (ivi p 208) Lrsquoaccezione dildquoaccordo musicalerdquo egrave sicuramente piugrave tarda cfr ibidem (ma lrsquoosservazione egrave giagrave in DK rife-rita ad Heraclit fr 8)

471 Pi fr 140b S (v 2) ed eventualmente P VIII 68 cfr anche Pratin fr 6 (Snell Kannicht)

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fatti della lira e dellrsquoarco si fondi sulla loro struttura materiale che egrave in effettiparagonabile entrambi sono costruiti congiungendo due bracci detti inambo i casi πήχεις per mezzo di un ldquoelemento di collegamentordquo (quello dellalira si chiama ζυγόν) e in seguito fissando alle estremitagrave della stuttura ottenu-ta una ovvero piugrave corde che rimangano cosigrave in tensione473 Se il paragone pog-gia dunque sulla struttura materiale ἁρμονίη vale appunto come lrsquoldquo(elementodi) collegamentordquo con il quale entrambi i manufatti sono realizzati In defini-tiva il significato tradizionale presenta innegabili vantaggi rispetto a quellomusicale esso egrave meglio documentabile sul piano storico-linguistico giustificalrsquoaccostamento dellrsquoarco e della lira ed infine egrave piugrave coerente con un aggettivoquale ἀφανής ldquoinevidenterdquo (fr 54) che nega espressamente qualunque sferapercettiva474

Il riconoscimento di ἁρμονίη come immagine di unitagrave articolata non egrave sug-gerito solo dal significato-base della parola come ldquo(elemento di) collegamen-tordquo che implica lrsquounione di elementi altrimenti indipendenti ma anche dalsenso dei frammenti eraclitei specie 8 e 51 che rappresentano con chiarezzale due forze di segno opposto e contrario tipiche dellrsquoarticolazione475 La co-struzione formale del fr 8 abbina in due coppie antitetiche (ἀντίξους συμφέρω e διαφέρω ἁρμονίη)476 la spinta alla disgiunzione e quella alla con-giunzione come si egrave giagrave evidenziato nel cap 41 (p 106) marcando il testocon i segni + e ndash La complementaritagrave dei due moti egrave sottolineata dal chiasmoche le stringe infatti i due elementi centrali συμφέρω e διαφέρω pur apparte-nendo a due distinte coppie antitetiche sono abbinati per via della loro mor-fologia e del conseguente richiamo fonico (cfr fr 10 συμφερόμενον διαφερόμενον) Dunque ad un diverso livello di lettura si rivela una terza cop-

472 Kahn 1979 p 196 s propone unrsquoaccezione contemporaneamente musicale per la lira edartigianale per lrsquoarco tuttavia neanche questa (antieconomica) interpretazione apparenecessaria

473 Sul paragone strutturale dellrsquoarco e della lira cfr anche McIntosh Snyder 1984 Colli1975 e Bremer 1996 p 88 hanno sottolineato che arco e lira sono entrambi oggetti diApollo dio della musica e della guerra

474 Secondo Stokes 1971 p 98 va ricondotto alla ἁρμονίη intesa come ldquo(elemento di) colle-gamentordquo anche il verbo ἅπτομαι usato in Heraclit fr 26 per esprimere appunto il ldquocon-tattordquo tra i due opposti della vita e della morte

475 Tuttavia nemmeno il fr 54 risulta estraneo a tale concezione poicheacute ribadisce che lrsquoespe-rienza da sola non egrave sufficiente a riconoscere lrsquounitagrave latente delle cose

476 Sul valore del verbo ξέω ldquolevigarerdquo ldquoesercitare frizionerdquo cfr Heidegger 1993 p 96 ldquomuo-versi avanti e indietro andando in senso contrariordquo

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pia di opposti che attraversa la struttura chiasmatica come un (pur antiteti-co) trait drsquounion Anche nel fr 51 i due verbi di segno + indicanti unione(ξυνίημι ὁμολογεῖν477) sono alternati dal verbo di segno ndash indicante divisione(διαφέρω) La coalescenza delle due forze dellrsquoarticolazione egrave riassunta nellrsquoat-tributo di ἁρμονίη παλίντονος478

Per la teoria della conoscenza eraclitea che insiste sulla necessitagrave di ricono-scere lrsquoinvisibile unitagrave del reale479 lrsquoἁρμονίη come ldquocollegamentordquo svolge unruolo fondamentale ldquoil collegamento inevidente egrave piugrave forte dellrsquoevidenterdquo(fr 54) Eraclito mette frequentemente in guardia contro il pericolo di nonriconoscere lrsquounitagrave dei distinti siano anche tra loro opposti Spesso a fuorvia-re sono proprio i nomi che gli uomini attribuiscono alle cose Ad esempio nelcerchio (fr 103) ciograve che viene comunemente chiamato lsquoprincipiorsquo e lsquotermi-nersquo della circonferenza in realtagrave coincide Similmente la via in su e in giugrave op-pure di andata e di ritorno480 egrave ldquouna e la stessardquo (fr 60) Sia il fr 103 che il fr60 indicano che a non riconoscere lrsquounitagrave ossia a tenere distinti il principioed il termine della circonferenza oppure la salita e la discesa ci si comportacome Esiodo che considera alcuni giorni fasti ed altri nefasti dimenticandoche ldquola natura di ogni giorno egrave unardquo (fr 106) o ancora come gli uomini checonsiderano alcune cose giuste ed altre ingiuste laddove ldquoper il dio tutte lecose sono belle e giusterdquo (fr 102)

477 Circa il fr 51 egrave doveroso ricordare che vi egrave disaccordo circa la lectio corretta Il verboὁμολογέει riportato da Ippolito egrave accolto da DK e Kahn 1979 p 195 Esso egrave tuttaviaemendato da altri interpreti con συμφέρεται (ovvero ξυμφέρεται) sulla scorta di Pl Sph242e Smp 187a cfr Kirk 31970 pp 205 s Marcovich 1978 pp 85 s e Diano-Serra41993 p 127 Questrsquoultimo osserva (ibidem) ldquoanche se si preferisse ὁμολογέει nulla cam-bierebbe per il significato del frammentordquo e ciograve vale anche per lrsquointerpretazione del fram-mento qui proposta

478 Alcuni editori tra cui DK optano per παλίντροπος composto da τρέπω (secondo HippolHaer IX 92 Plu de tranq an 473f [tutti i codd tranne D] de an procr in Tim 1026b)altri appunto per παλίντονος dunque un composto da τείνω (secondo Plu de Iside et Osi-ride 369b de tranq an 473f [cod D] Porph Antr 29) A favore di παλίντονος depone ilfatto che questo egrave un epiteto tradizionale di τόξον (cfr Marcovich 1978 p 86 LSJ sv) Aldi lagrave delle difficoltagrave filologiche e a livello puramente semantico entrambi gli aggettivi sug-geriscono la perfetta per cosigrave dire ldquopalindromicardquo complementaritagrave tra le due forze equi-valenti quella di disgregazione e quella di integrazione

479 Cfr cap 62480 ἄνω κάτω allrsquoepoca di Eraclito puograve voler dire appunto tanto ldquoin su ed in giugraverdquo quanto ldquodi

andata e di ritornordquo entrambi i sensi richiamano lrsquoattributo di ἁρμονίη παλίντονος

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νόμος In un articolo apposito Mourelatos ha sostenuto che nel fr 114 νόμοςsia una metafora per il λόγος ξυνός481 Nel frammento νόμος ha due occorrenzeNella prima esso egrave adottato come esempio dellrsquoidea di ξυνός ([hellip] ἰσχυρίζεσθαιχρὴ τῶι ξυνῶι πάντων ὅκωσπερ νόμωι πόλις [hellip]) che egrave giagrave attributo di λόγος nelfr 2 Nella seconda occorrenza si fa ricorso a νόμος per illustrare il rapportouno-tutti vigente tra lrsquounica legge divina e tutte le leggi umane che da essa de-rivano ([hellip] τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείου [hellip])νόμος egrave messo in relazione al rapporto ἕν-πάντα anche nel fr 33 (νόμος καὶβουλῆι πείθεσθαι ἑνός) che insegna appunto come la volontagrave di un singolo inqualitagrave di legge debba valere per tutti Circa il fr 44 (μάχεσθαι χρὴ τὸν δῆμονὑπὲρ τοῦ νόμου ὅκωσπερ τείχεος) Hammer osserva come il paragone con lemura cittadine indichi nel νόμος ldquolrsquounitagrave e la coesione interna sulle quali pog-gia la πόλιςrdquo482 inoltre sulla scorta della sua analisi del fr 114 lo studioso in-siste sul concetto di unitagrave (ξυνός) che egrave alla base del paragone eracliteo traνόμος νόος e λόγος483 Se da un lato lrsquoaspetto unitario del νόμος ampiamente ri-levato dagli interpreti egrave ben documentato dai frammenti dallrsquoaltro non egrave daescludere che lrsquoaltro aspetto necessario dellrsquounitagrave articolata ossia lrsquoistanza se-paratrice riposi sul significato primario di νόμος come ldquociograve che compete a cia-scunordquo conformemente al verbo νέμειν ldquodistribuirerdquo ldquospartirerdquoldquoparcellizzarerdquo Se il νόμος eracliteo egrave effettivamente memore di questo signi-ficato originario allora si egrave di fronte a un nuovo sodalizio tra la forza congiun-tiva e quella disgiuntiva corrispondenti alla conversio dellrsquounitagrave articolata

σύναψις La parola conta unrsquounica occorrenza quella del fr 10 συνάψιες ὅλακαὶ οὐχ ὅλα συμφερόμενον διαφερόμενον συνᾶιδον διᾶιδον καὶ ἐκ πάντων ἓν καὶἐξ ἑνὸς πάντα484 Il suo significato letterale egrave quello di un nomen actionis dun-que ldquoazione del mettere insiemerdquo Snell traduce συλλάψιες (= DK συνάψιες)come Zusammenfassung ma nel senso di un nomen rei actae485 Il frammento

481 Mourelatos 1965 p 259 p 266482 Hammer 1991 p 102483 Ivi pp 108 ss p 116 484 Il dibattito filologico circa συνάψιες contempla due differenti lectiones Una egrave appunto

συνάψιες composto di ἅπτω (come intendono DK) lrsquoaltra egrave συλλάψιες (att σύλληψις)composto di λαμβάνω (come suggerisce Snell 1989 pp 59ndash64 seguito da Kirk 31970 pp167ndash179 Marcovich 1978 pp 69ndash75 Kahn 1979 p 281 ss) Poicheacute entrambe le lectio-nes sono ammissibili come immagini di unione in questo contesto e per lrsquointerpretazionegenerale del frammento che qui viene proposta non egrave rilevante che si prenda posizione afavore dellrsquouna o dellrsquoaltra lectio

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risulta fondamentale per la comprensione dellrsquounitagrave articolata Le tre coppieantitetiche che seguono συνάψιες non sono generici esempi di unitagrave degli op-posti come invece egrave ad esempio nei frr 67 e 88 su questo punto la critica egrave pra-ticamente unanime486 Nella prospettiva del modello articolatorio tali coppieesprimono le due forze costituenti dellrsquoarticolazione da un lato quella di in-tegrazione (ὅλα συμφερόμενον συνᾶιδον) dallrsquoaltro quella di disgregazione(οὐχ ὅλα διαφερόμενον διᾶιδον) ciascun membro della coppia egrave di segno ugua-le e contrario rispetto allrsquoaltro i due moti si completano a vicenda nel processodellrsquoarticolazione (qui espresso da σύναψις)

Il fr 10 offre varie possibilitagrave di traduzione determinate dalle differentipossibilitagrave di intendere a) la funzione logica e b) lrsquoesatto significato della pa-rola drsquoincipit συνάψιες La funzione logica (punto a) puograve essere sia di soggettosia di predicato ma a partire da Snell i principali interpreti di Eraclito hannointeso συνάψιες come soggetto e dunque le successive voci (sostantivate)come nomi del predicato487 Questa soluzione egrave in effetti la piugrave plausibile Latraduzione che risulta dalla fortunata interpretazione di Snell egrave dunqueldquoσυνάψιες (sono) interi e non interi convergente divergente consonante dis-sonante e da tutte le cose una e da una tutte le coserdquo Nondimeno egrave possibileanche una terza soluzione sintattica secondo la quale συνάψιες non assolveuna funzione stricto sensu grammaticale ma funge piuttosto da voce intro-duttiva (ldquothe topic upon which the following pairs will commentrdquo488) seguitadalla relativa esemplificazione489 secondo una costruzione ellittica non infre-quente in Eraclito si pensi ai frr 31 πυρὸς τροπαί [hellip] e 67 ὁ θεός [hellip] Quan-to al significato di συνάψιες (punto b) esso puograve essere inteso non solo letteral-mente come nomen actionis ossia ldquoazioni del mettere insiemerdquo490 ma anchecome mostrato da Snell come nomen rei actae ossia ldquocose messe insiemerdquo491

485 Snell 1989 pp 63 s Occorre tuttavia sottolineare che prima di Aristotele lrsquounico signi-ficato attestato per la parola egrave quello di ldquocatturardquo (cfr Heraclit frr 28 66 καταλήψεται)pertanto la traduzione di Snell non si basa su evidenze storico-linguistiche inoppugnabili

486 Fa eccezione Marcovich 1978 p 72487 Sulla questione cfr Snell 1989 p 62 ldquo [Diels] intende lsquoconnessionirsquo come predicato e le

coppie di opposti come soggetto Ma in questo senso egrave impossibile che συμφερόμενονδιαφερόμενον venga definito come σύναψις poicheacute secondo lrsquoopinione di Eraclito il con-corde e il discorde non si lsquoconnettonorsquo bensigrave il discorde si connette in modo che sorga ilconcorde fr 8 [hellip] fr 51rdquo

488 Kahn 1979 p 281489 Come sostiene ad esempio Marcovich 1978 p 72

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Un ulteriore punto da considerare egrave il primo καί (ὅλα καὶ οὐχ ὅλα) il cui valorepotrebbe essere enfatico un fatto tuttavia trascurato dalla critica492

Il senso complessivo del frammento egrave che in base alle συνάψιες συλλάψιεςi non interi si completano quanto egrave sparso si assembla quanto egrave discorde siarmonizza493 Coerentemente con il significato della parola che egrave appunto ri-spettivamente quello di ldquoannodarerdquo (συνάπτω) o ldquoriunirerdquo (συλλαμβάνω) leσυνάψιες συλλάψιες sono atte a rappresentare lrsquounitagrave articolata entro la qua-le un collegamento latente percorre i distinti fenomenici Le due forze com-presenti della conversio sono testimoniate dai primi e dai secondi termini diciascuna coppia ὅλα συμφερόμενον συνᾶιδον per la congiunzione e οὐχ ὅλαδιαφερόμενον διᾶιδον per la disgiunzione presentate nella loro coalescenza

κεραυνός (fr 64) γνώμη (fr 41) πληγή (fr 11) Tutte e tre le immagini svol-gono un ruolo attivo e coordinante rispetto alla totalitagrave dei distinti fenome-nici dirigendoli e pilotandoli La loro azione sui πάντα egrave descrittarispettivamente con i verbi οἰακίζει ἐκυβέρνησε494 νέμεται Data la scarsezza

490 Cosigrave ad esempio Kahn 1979 ldquograspingsrdquo Ma ivi p 282 lo studioso sottolinea giusta-mente che una scelta esclusiva tra lrsquouno e lrsquoaltro significato non egrave necessaria cfr la parafrasidel frammento ivi p 286 ldquoGraspings that is to say groups holding together apprehensionsbringing things togetherrdquo (corsivo dellrsquoautore)

491 Ad esempio Kirk 31970 ldquothings taken togetherrdquo (cfr ivi p 173) Hammer 1991 p 178 492 La congiunzione egrave stata intesa in genere come copulativa Egrave tuttavia possibile anche un

valore copulativo-avversativo ldquoeppurerdquo (cfr Denniston sup21954 p 292 punto 9 ldquoand yetrdquo)o intensivo-enfatico ossia paragonabile a δή ldquopropriordquo ldquoinverordquo ldquoeffettivamenterdquo (cfr ivip 317) Infatti καί egrave usato qui per congiungere un termine e la sua negazione (ldquoxrdquo ndash ldquononxrdquo) secondo un uso atipico e complesso dal punto di vista logico il che autorizza ad ipo-tizzare un valore differente da quelli convenzionali e per cosigrave dire piugrave marcato In base aquesta interpretazione la congiunzione non si limita ad accostare ὅλα ed οὐχ ὅλα ma sot-tolinea con enfasi tale abbinamento A consolidare lrsquoipotesi egrave il fatto che le successive cop-pie di contrari sono congiunte per asindeto in questi casi lrsquoantitesi egrave sempre fra due terminipositivi risultando dunque meno paradossale di quella della coppia ldquoxrdquo ndash ldquonon xrdquo Stilisti-camente congiungere i due poli ldquointerirdquo ndash ldquonon interirdquo con una ldquoerdquo rappresenta una solu-zione meno incisiva che con un ldquoeppurerdquo (valore copulativo-avversativo) o con unldquoappuntordquo ldquoeffettivamenterdquo (valore intensivo-enfatico) tale soluzione rischia di banaliz-zare il senso del frammento Non paragonabile egrave il valore di καί nel fr 49a dove i terminidi entrambe le coppie antitetiche sono congiunti attraverso la correlazione τε καί(ἐμβαίνομέν τε καὶ οὐκ ἐμβαίνομεν εἶμέν τε καὶ οὐκ εἶμεν)

493 Cfr Stokes 1971 pp 100 ss494 Per la metafora del timoniere come guida della cittagrave nella lirica e come guida del cosmo

nella filosofia cfr Kahn 1979 p 272

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42 Immagini dellrsquounitagrave articolata unionehellip 127

delle attestazioni di queste parole entro il corpus eracliteo495 intenderle comeimmagini di unitagrave articolata non egrave piugrave che unrsquoipotesi legittimata tuttavia dalsenso dei frammenti infatti i πάντα presenti in tutti e tre i casi sono ricon-dotti alle immagini in questione come a dei principi-guida organizzativi uni-versalmente validi Il farsi molti dellrsquounitagrave ossia il moto ldquocentrifugordquo dellaconversio emerge in particolare dal fr 41 in cui lrsquoespressione πάντα διὰ πάντωνsuggerisce che il governo della γνώμη si esercita attraverso la dispersione dellrsquoἕνnella pluralitagrave fenomenica Oltre che dal senso dei frammenti lrsquoipotesi diκεραυνός γνώμη e πληγή come immagini di unitagrave articolate egrave suffragata anchedai legami che queste immagini intrattengono con altre In particolare il ful-mine puograve essere verosimilmente inteso come manifestazione oppure pars prototo del fuoco496 lrsquointelligenza come sinonimica del σοφόν497

Infine va specificato che non sussiste alcuna necessitagrave di intendere il fulmi-ne come personificato come invece spesso avviene498 Il fatto che esso sia ca-pace di unrsquoazione intelligente come il dirigere non comporta in alcun modo lasua personificazione almeno a patto di non voler personificare appunto an-che la sferza e lrsquointelligenza oppure per fare soltanto un esempio esterno alcorpus eracliteo lrsquoaria di Diogene di Apollonia che egrave dotata di νόησις (fr 51)

495 κεραυνός e πληγή contano infatti una sola occorrenza in Eraclito γνώμη occorre anche nelfr 78 ma al plurale ed in unrsquoaccezione apparentemente diversa

496 Di questo avviso sono Kahn 1979 p 271 Marcovich 1978 p 297 Diano-Serra 41993p 117 (ldquometonimia per il fuocordquo) Kirk 31970 pp 356 s Lrsquoobiezione di Gigon citata daKirk ossia che il fulmine ed il fuoco non possano essere per Eraclito la stessa cosa percheacuteldquoil cosmo egrave fuoco non egrave diretto dal fuocordquo viene a cadere in base allrsquointerpretazione delcosmo come unitagrave articolata e dunque autopoietica infatti lrsquounitagrave non egrave da intendere solocome sostrato materiale inerte dellrsquouniverso ma al contempo come materia e forza cheimprime da seacute la propria organizzazione nelle cose

497 Per lrsquoaccezione unificante della conoscenza espressa da σοφίη e σοφός cfr cap 62 p 240498 Kirk 31970 p 354 riporta le testimonianze epigrafiche e letterarie dellrsquouso di κεραυνός in

vece del nome proprio Zeus ma ne conclude che tale uso egrave affermato soltanto in etagrave elle-nistica e ritiene ad ogni modo che nel frammento in questione κεραυνός vada scritto conlrsquoiniziale minuscola Il fulmine egrave inteso come personificato tra gli altri da Diano-Serra41993 (trad ldquoFulminerdquo) e Marcovich 1978 p 280 Questrsquoultimo annovera quante a suoavviso vanno considerate come personificazioni in Eraclito ldquoQui il fulmine conforme-mente alle credenze arcaiche sembra personificato cosigrave anche probabilmente τὸ μὴ δῦνόνποτε fr 81 (16) τὸ πῦρ fr 82 (66) σοφόν fr 83 (108) ἕν τὸ σοφὸν μοῦνον fr 84 (32)γνώμη fr 85 (41) Cfr anche Logos fr 26 (50) Polemos fr 29 (53) εἷς νόμος fr 23 (114)rdquocfr ivi p 15 Ma non si vede percheacute la personificazione dei suddetti lessemi debba essereconsiderata necessaria o almeno preferibile

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128 4 Il cosmo come unitagrave articolata

χρυσός La similitudine del fuoco con lrsquooro (fr 90) ed il valore di χρυσός comeimmagine dellrsquounitagrave articolata sono giagrave stati considerati sv πῦρ (pp 110 s)

κυκεών Come composto anche il ciceone (fr 125) puograve rappresentare il fun-zionamento dellrsquounitagrave articolata Si tratta infatti di una bevanda ottenuta dal-la miscela di vari ingredienti (vino o acqua miele o latte in piugrave farina drsquoorzoformaggio aromi)499

Se non mescolata (ltμὴgt κινούμενος) ossia se viene meno la forza che amal-gama i vari ingredienti la soluzione va naturalmente soggetta a decantazione(διίσταται) per cui le componenti solide sedimentano e si separano da quelleliquide il risultato egrave una de-composizione della bevanda In questo contestoi verbi κινέω e διίστημι sono compatibili rispettivamente con la forza unifi-cante e con quella disgregante della conversio Per Eraclito ed il suo pubblicolrsquoimmagine del ciceone similmente a quelle dellrsquoarco e della lira attinge con-cretamente allrsquoesperienza quotidiana ora sottratta alla banalitagrave dellrsquohic etnunc fenomenico e resa portavoce di principi cosmici che sono attivi a qua-lunque livello della realtagrave

43 hellip e divisione

Come osservato nel cap 41 a rappresentare in Eraclito la pluralitagrave dei distintifenomenici che affollano il mondo sono in primo luogo le voci di πᾶς πᾶσαπᾶν500 Esse esprimono tutta la moltitudine di enti e fenomeni tra loro appa-rentemente diversi e perfino opposti che sono prodotti dalla forza di divisio-ne altrettanto costitutiva dellrsquounitagrave articolata come quella di coesione Aquesto punto si procede a considerare le immagini appartenenti alla rete di si-gnificazione che nel suo complesso veicola il contenuto della separazione

Trattandosi anche in questo caso dellrsquoesame di una rete di significazionelrsquoanalisi seguente mostreragrave parecchie affinitagrave con quella condotta nel capitoloprecedente In primo luogo anche entro la rete di significazione veicolante ilcontenuto della divisione lrsquoaffinitagrave tra le immagini interessate egrave sottolineatada Eraclito grazie ad espedienti linguistici e stilistici Ad esempio nel fr 25 il

499 Cfr Hom Il XI 638ndash641 Od X 234ndash235 500 Si egrave giagrave osservato (cfr cap 23 pp 53 s) che numerose occorrenze eraclitee di πᾶς πᾶσα

πᾶν nei casi genitivo e dativo ed in numero plurale possono essere intese tanto come neu-tro ldquotutte le coserdquo quanto come maschile ldquotutti gli uominirdquo

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43 hellip e divisione 129

gioco assonante ed etimologizzante tra μόρος e μοῖρα entrambi derivanti dalverbo μείρομαι (ldquoavere in parterdquo ldquoavere in sorterdquo) egrave in primo luogo un gioco dianalogie nel fr 80 viene stabilita una pura equivalenza tra le due immagini didivisione δίκη ed ἔρις (καὶ δίκην ἔριν) nel fr 94 si rileva un collegamento espli-cito tra μέτρα e Δίκη etc Per questa ragione trattare ciascuna immagine indi-pendentemente dalle altre non risulta sempre possibile lo stesso egrave valso nelcap 42 a causa dei legami esistenti tra κόσμος e πῦρ (fr 30) tra πῦρ e χρυσός(fr 90) etc Infine anche nellrsquoesame di questa rete di significazione vengonoincluse parole scarsamente attestate nel corpus e di cui pertanto non si puograve ac-certare la risemantizzazione ma che ciononostante evidenziano tratti seman-tici pertinenti

δίκη Stando al concetto moderno di lsquogiustiziarsquo nulla invita a scorgere in δίκηun criterio di separazione Ma la δίκη di Eraclito si iscrive entro la concezionereligiosa tradizionale di giustizia concezione alla quale sono intrinseche ap-punto le idee di discrimen e limes501 Ciograve egrave suggerito anche dalla probabile eti-mologia di δίκη da δείκνυμι502 ldquoindicarerdquo ldquomostrarerdquo secondo la quale lagiustizia egrave ldquothe direction indicated by the majorityrdquo503 e puograve essere efficace-mente descritta attraverso la ricorrente metafora spaziale della ldquoretta viardquo504In modo pertinente Cornford ha evidenziato come la giustizia nel pensierogreco arcaico non sia altro che lrsquoosservanza del confine505 E in effetti ldquoin anundifferentiated world there would be no such thing as a proper behavingFor Heraclitus things in the world happen according to a definite plan to arule or measure this is Dikerdquo506

501 Specificamente sulla concezione eraclitea di δίκη come ldquolimiterdquo cfr Battegazzore 1979Jellamo 2005 pp 11 s (cfr anche Calabi 1983 p 154) che a volte tuttavia concedonotroppo spazio allrsquoimmaginazione Fondamentali restano Cornford 2002 pp 49ndash86 perlrsquoaspetto religioso e Havelock 1983 (Dike) specie pp 224ndash225 250 s per lrsquoaspetto piugravepropriamente normativo-giuridico di δίκη

502 Questa ultima voce egrave imparentata con la radice sanscrita diacuteccedil- ldquoindicazionerdquo ldquodirezionerdquo503 Kirk 31970 p 241504 Questo egrave anche il senso dellrsquoebraico halakhah (dal verbo ldquoandarerdquo) che egrave appunto la via da

seguire sotto il cui nome nel Talmud sono comprese le prescrizioni legali Anche perlrsquoantica cultura ebraica dunque le idee etiche di lsquogiustiziarsquo e di lsquolegalitagraversquo sono strettamentelegate a quelle spaziali di lsquodiritturarsquo e di lsquorettitudinersquo

505 Ma proprio in Eraclito Cornford 2002 pp 226ndash227 scorge piuttosto inspiegabilmenteunrsquoeccezione rispetto al quadro da lui stesso tracciato per la concezione della giustizia nellafilosofia greca arcaica

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130 4 Il cosmo come unitagrave articolata

Anche in questo caso il riferimento allrsquoetimologia e soprattutto alla storiadellrsquouso della parola non persegue fini eruditi ma serve ad accostarsi allrsquoacce-zione eraclitea dato che spesso Eraclito si mostra cosciente del senso piugrave ori-ginario delle parole e lo sfrutta ai propri scopi507 In Omero δίκη significaunrsquoabitudine un ordine consolidato che ha valore orientativo ma non anco-ra prescrittivo Egrave a partire da questa idea di lsquovia da seguirersquo che si stabilizzanoin seguito accezioni normative di δίκη come ldquonormardquo ldquoleggerdquo e dunquecome conseguenza della loro trasgressione anche ldquogiudiziordquo e ldquopunizionerdquo508Ma ortodossia ed eterodossia esistono solo in virtugrave di una immaginaria lineadivisoria tracciata attraverso un campo originariamente neutro o indifferen-ziato Egrave opportuno documentare di seguito tale concezione di giustizia sullascorta dei testi letterari

Sin da Omero δίκη egrave costantemente posta in relazione oppositiva conὕβρις509 se ὕβρις egrave lrsquooltraggio il superamento del limite δίκη invece egrave la giustamisura il restare entro il limite Egrave per questo che lrsquoidea di limite egrave insita ed in-dispensabile per il concetto di giustizia arcaica tanto che un verbo tecnico diviolazione della giustizia egrave παρεκβαίνω ldquooltrepassarerdquo ldquotrascendererdquo ldquovalica-rerdquo510 Parlando di ldquogiustiziardquo ovvero della sua violazione Esiodo insiste ri-spettivamente sulle idee di ldquodirittordquo e ldquostortordquo e ribadisce con costanza lrsquoop-posizione δίκη vs ὕβρις ldquoPerse ascolta δίκη e non alimentare ὕβρις infattiὕβρις egrave dannosa per lrsquouomo debole ma nemmeno quello grande la puograve sop-portare facilmente anzi egli stesso per opera di quella rimane oppresso e vaincontro alle sventure Migliore egrave lrsquoaltra strada verso le cose giuste (τὰδίκαια) infatti δίκη vince ὕβριςrdquo511 La stessa antitesi egrave cara anche al legislatoreSolone con il quale si mostra in piena evidenza lrsquoaccezione di giustizia come

506 Kahn 1979 p 129 Lrsquoautore osserva piugrave in generale che ldquoa consideration of the Presocraticoccurrences [hellip] shows that these did not diverge from the general pattern [hellip] there is noinstance where the word means abstract justice it is only opposed to ἀδικία where the lat-ter word means lsquowrongdoingrsquo in a concrete senserdquo (ivi p 128)

507 Cfr Held 1970 p 175508 Cfr Kirk 31970 pp 127 s509 In Omero lrsquoopposizione δίκη vs ὕβρις egrave tipica cfr Od VI 119ndash120 (= XIII 200ndash201) ὤ

μοι ἐγώ τέων αὖτε βροτῶν ἐς γαῖαν ἱκάνω ἦ ῥrsquo οἵ γrsquo ὑβρισταί τε καὶ ἄγριοι οὐδὲ δίκαιοι [hellip]ldquoAhimegrave alla terra di quali uomini sono ancora arrivato Saranno essi autori di ὕβρις sel-vaggi e senza δίκη [hellip]rdquo cfr IX 174ndash175 ἐλθὼν τῶνδrsquo ἀνδρῶν πειρήσομαι οἵ τινές εἰσιν ἤ ῥrsquoοἵ γrsquo ὑβρισταί τε καὶ ἄγριοι οὐδὲ δίκαιοι [hellip] ldquoandrograve a sincerarmi di quegli uomini quali maisono saranno essi autori di ὕβρις selvaggi e senza δίκη [hellip]rdquo

510 Sin da Esiodo cfr Op 225 s παρεκβαίνουσι δικαίου

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43 hellip e divisione 131

appropriato o corretto discrimen ovvero come rispetto della giusta misurache non degenera nellrsquoeccedenza512 LrsquoEunomia egrave da lui descritta come il prin-cipio che riconduce gli eccessi entro limiti convenienti e ldquoraddrizza le δίκαι di-storterdquo513 Altrove lrsquoattivitagrave politica di Solone stesso a guida della πόλις egrave spie-gata come attivitagrave del dirimere la delimitazione ed il contenimento dei cam-pi drsquoazione delle fazioni in lotta deve impedire che si verifichi un soprusodellrsquouna sullrsquoaltra ossia che abbia luogo uno sconfinamento ldquoMi sollevaistringendo il forte scudo su entrambe [le parti contendenti] non permisi cheuna prevalesse sullrsquoaltra ingiustamente (ἀδίκως)rdquo514 Ancora quando si trattadi dirimere una lite dispensando ldquogiustiziardquo (δικάζω δίκη) Teognide fa ricor-so alle metafore del filo a piombo e della squadra strumenti che servonoallrsquoartigiano per tracciare linee ed angoli diritti515

Tale concezione di giustizia non si riscontra soltanto sul piano etico-poli-tico ossia dellrsquoagire umano ma anche su quello medico-anatomico e fisico-

511 Hes Op 212ndash216 (Ὦ Πέρση σὺ δrsquo ἄκουε δίκης μηδrsquo ὕβριν ὄφελλεmiddot ὕβρις γάρ τε κακὴ δειλῶιβροτῶι οὐδὲ μὲν ἐσθλὸς ῥηιδίως φερέμεν δύναται βαρύθει δέ θrsquo ὑπrsquo αὐτῆς ἐγκύρσας ἀάτηισινmiddotὁδὸς δrsquo ἑτέρηφι παρελθεῖν κρείσσων ἐς τὰ δίκαιαmiddot δίκη δrsquo ὑπὲρ ὕβριος ἴσχει [hellip]) Cfr anche Op237 s οἷς δrsquo ὕβρις τε μέμηλε κακὴ καὶ σχέτλια ἔργα τοῖς δὲ δίκην Κρονίδης τεκμαίρεταιεὐρύοπα Ζεύς ldquoa coloro invece nei quali albergano ὕβρις e azioni malvagie a loro Zeus Cro-nide dallrsquoampia pupilla assegna δίκηrdquo

512 Cfr Sol fr 47 ss W δήμου θrsquo ἡγεμόνων ἄδικος νόος οἷσιν ἑτοῖμον ὕβριος ἐκ μεγάλης ἄλγεαπολλὰ παθεῖνmiddot οὐ γὰρ ἐπίστανται κατέχειν κόρον οὐδὲ παρούσας εὐφροσύνας κοσμεῖν δαιτὸς ἐνἡσυχίηι πλουτέουσιν δrsquo ἀδίκοις ἔργμασι πειθόμενοι οὔθrsquo ἱερῶν κτεάνων οὔτέ τι δημοσίωνφειδόμενοι κλέπτουσιν ἀφαρπαγῆι ἄλλοθεν ἄλλος οὐδὲ φυλάσσονται σεμνὰ Δίκης θέμεθλα[hellip] ldquoe il parere ingiusto (ἄδικος) dei capi del popolo per i quali si preparano molte soffe-renze da sopportare derivanti da grande arroganza (ὕβρις μεγάλη) infatti non sono capacidi contenere lrsquoingordigia o di godere in modo ordinato dei piaceri possibili delle feste intranquillitagrave essi si arricchiscono sedotti da opere ingiuste (ἄδικα ἔργματα) senza rispar-miare neacute possessi sacri neacute proprietagrave pubbliche essi rubano da una parte e dallrsquoaltra con indi-scriminata rapacitagrave neacute fanno da guardia alle fondamenta sacre di Giustizia (Δίκη) [hellip]rdquo

513 Ivi vv 32ndash36 Εὐνομίη δrsquo εὔκοσμα καὶ ἄρτια πάντrsquo ἀποφαίνει καὶ θαμὰ τοῖς ἀδίκοις ἀμφιτίθησιπέδαςmiddot τραχέα λειαίνει παύει κόρον ὕβριν ἀμαυροῖ αὑαίνει δrsquo ἄτης ἄνθεα φυόμενα εὐθύνει δὲδίκας σκολιάς [hellip] ldquomentre Eunomia mette in luce tutte le cose in buon ordine e conve-nienti e spesso agli ingiusti (ἄδικοι) stringe i piedi in ceppi smussa le asperitagrave fa cessarelrsquoinsolenza offusca la tracotanza (ὕβρις) secca sul nascere i germogli della sciagura rad-drizza le δίκαι distorte [hellip]rdquo

514 Sol fr 55ndash6 W ἔστην δrsquo ἀμφιβαλὼν κρατερὸν σάκος ἀμφοτέροισι νικᾶν δrsquo οὐκ εἴασrsquoοὐδετέρους ἀδίκως

515 Thgn 543 s W χρή με παρὰ στάθμην καὶ γνώμονα τήνδε δικάσσαι Κύρνε δίκην ἶσόν τἀμφοτέροισι δόμεν [hellip] (cfr anche 805 s W)

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132 4 Il cosmo come unitagrave articolata

cosmologico I medici ad esempio sono soliti caratterizzare gli eccessi re-sponsabili delle malattie col verbo ἀδικεῖν516 Quanto alla cosmologia secon-do Anassimandro in origine non vi egrave altro che un tutto indifferenziato un ἄ-πειρον appunto in questrsquoepoca non esistono neacute giustizia neacute il suo contrariopercheacute il mondo non consta ancora di distinti Nello stadio successivo perogravela totalitagrave originaria appare segregata in province517 e a questo punto ldquola tra-sgressione dei confini il depredarsi reciproco degli elementi per creare la cosaindividuale egrave ingiustizia [hellip] Nessuna cosa singola puograve cominciare ad esiste-re senza infrangere lrsquoordine prestabilito [hellip]rdquo518 Egrave questo il senso sotteso alleparole διδόναι γὰρ αὐτὰ δίκην καὶ τίσιν ἀλλήλοις τῆς ἀδικίας ldquo[le cose esistenti]si rendono lrsquoun lrsquoaltra giustizia ed ammenda dellrsquoingiustizia [commessa]rdquo(Anaximand fr 1) Infatti egrave con un atto di ingiustizia che le cose vengono adessere nella loro singolaritagrave e di conseguenza riparare a tale ingiustizia nonpuograve che coincidere con la loro morte se superare la linea di demarcazione ori-ginaria egrave ἀδικία διδόναι δίκην significa rientrare entro i limiti stabiliti per ri-pristinare lrsquoequilibrio519 Anche in Parmenide la personificazione Δίκη hafunzione eminentemente divisoria tanto che nel proemio (fr 114) la dea egrave laguardiana munita di chiavi della soglia di entrata e di uscita del Giorno e del-la Notte Essa aprendo lrsquouscio rispettivamente allrsquouno o allrsquoaltro dei due met-te in atto la regolare reciprocitagrave cosmica che le attribuisce anche Eraclito520In Parm fr 126ndash28 si conferma il valore spazialmente orientativo e direttivodi δίκη infatti δίκη e θέμις sono dette guidare Parmenide lungo la strada chegiace al di fuori dei percorsi umani In 812ndash15 essa tiene stretti i ceppidellrsquoἐόν per impedirgli tanto di essere generato quanto di perire fissandolo alsuo eterno presente ed impedendo (come una barriera) che lrsquoessere sconfininel non-essere521

516 Per lrsquoesame dei concetti di δίκη ἀδικία e ὕβρις nella letteratura medica si veda Kahn 1960pp 178 s

517 Cfr Kahn 1960 p 199 che sostiene un ordine cronologico nellrsquoesposizione cosmologicadi Anassimandro e commenta ldquoThe life history of the world was described as a process ofgradual evolution and differentiation out of the primordial ἄπειρον First the fundamentalforces of heat and cold are distinguished then through their interaction the earth andheavens take shape [hellip]rdquo

518 Cornford 2002 p 57519 Probabilmente anche lrsquoespressione κατὰ τὴν τοῦ χρόνου τάξιν sottolinea il concetto di per-

tinenza territoriale che soggiace a δίκη poicheacute τάξις (cfr τάσσω) indica la disposizioneordinata

520 Cfr Havelock 1983 (Dike) p 334

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43 hellip e divisione 133

Una volta delineata la concezione arcaica della giustizia si possono consi-derare le occorrenze eraclitee di δίκη e dellrsquoaggettivo corrispondente δίκαιοςponendo attenzione a come queste parole conservano il loro valore in sensoproprio ldquodiscriminanterdquo

Il fr 23 sostiene Δίκης δίκης ὄνομα οὐκ ἂν ἤιδεσαν εἰ ταῦτα μὴ ἦν ldquonon co-noscerebbero il nome di Giustizia giustizia se non esistessero queste co-serdquo522 Circa il significato di ταῦτα gran parte degli interpreti egrave drsquoaccordo checon tale pronome Eraclito si riferisca alle ldquocose ingiusterdquo523 Questa interpre-tazione non egrave incompatibile con la funzione di discrimen attribuita a δίκη cheegrave vista affacciarsi alla coscienza in seguito allrsquoopposizione reciproca di un polopositivo ed uno negativo entro un campo originariamente neutro524 Tutta-via ταῦτα puograve valere anche semplicemente come ldquole coserdquo senza sottintende-re nulla nel senso che non si conoscerebbe giustizia ossia il principio di sepa-razione o la linea di confine se non esistessero le cose date nella loro reciprocadistinzione

Il fr 102 dove occorre lrsquoaggettivo δίκαιος illustra la capacitagrave divina e lrsquoin-capacitagrave umana di accedere alla conoscenza τῶι μὲν θεῶι καλὰ πάντα καὶἀγαθὰ καὶ δίκαια ἄνθρωποι δὲ ἃ μὲν ἄδικα ὑπειλήφασιν ἃ δὲ δίκαια ldquoper il diotutte le cose sono belle buone e giuste invece gli uomini ne hanno prese alcu-ne per giuste altre per ingiusterdquo Eraclito sostiene a piugrave riprese525 che lrsquoerroreconoscitivo umano consiste in una visione particolarista ovvero non unifi-cante della realtagrave egrave questa la ragione per cui la facoltagrave intellettiva non egrave tipicadegli uomini ma del dio (cfr anche il fr 78) Il dio accede alla conoscenza inquanto sa superare lrsquoapparente distinzione tra le cose al contrario il motivodellrsquoignoranza umana risiede appunto nellrsquoopposizione tra lsquocose giustersquo e lsquoco-se ingiustersquo526

Nellrsquoequivalenza del fr 80 δίκην (οὖσαν) ἔριν la critica scorge in generelrsquoennesimo esempio di coincidentia oppositorum Tuttavia intendere la giusti-

521 Sul valore della Δίκη parmenidea cfr Fraumlnkel 1955 pp 162ndash173522 Le difficoltagrave connesse con lrsquoedizione Δίκης piuttosto che δίκης sono state riscontrate nel

cap 12 p 13 sul frammento in generale cfr cap 61 pp 192 s523 Cfr Hammer 1991 p 147 nota 81 Entrambe le soluzioni proposte dagli interpreti

(τἄδικα τἀντία) sono in linea con lrsquointerpretazione generale del frammento qui proposta524 Kahn 1979 p 185 commenta come segue il frammento in merito allrsquoidea di lsquogiustiziarsquo

ldquoHeraclitus seems to be alluding to the old but not obsolete use of δίκη for the decision orlsquoindicationrsquo of a judgerdquo (cfr la nota relativa)

525 Cfr ad esempio frr 2 51 114 Si tratta dellrsquoaspetto centrale della teoria della conoscenzaeraclitea alla quale egrave dedicato il cap 62

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134 4 Il cosmo come unitagrave articolata

zia come discrimen e principio di separazione permette di considerare un di-verso motivo per la sua assimilazione ad ἔρις e cioegrave non lrsquoopposizione di duecontrari ma piuttosto lrsquoaccostamento di due immagini veicolanti il medesi-mo contenuto secondo le modalitagrave espressive della risonanza della variazio-ne dellrsquoidentico che caratterizzano le reti di significazione Infatti sia δίκη cheἔρις separano le parti rompono il sodalizio armonico che tiene insieme lrsquouni-tagrave al cui interno la loro funzione egrave quella di creare una frattura Secondo que-sta interpretazione lrsquointero frammento si presta a rappresentare il movimen-to doppio della conversio Infatti dapprima egrave presentato lrsquoaspetto unificante(τὸν πόλεμον ἐόντα ξυνόν) poi quello disgregante (appunto καὶ δίκην ἔριν) edinfine nella forma di un chiasmo che rimarca lrsquoappartenenza reciproca tra ilmoto di unione e quello di divisione una sintesi delle due forze (γινόμεναπάντα κατrsquo ἔριν καὶ χρεών)527

Infine il fr 94 mostra le Erinni aiutanti di Δίκη528 nel loro compito di sal-vaguardia dei μέτρα del sole Ἥλιος γὰρ οὐχ ὑπερβήσεται μέτραmiddot εἰ δὲ μήἘρινύες μιν Δίκης ἐπίκουροι ἐξευρήσουσιν ldquoinfatti il sole non oltrepasseragrave lemisure altrimenti le Erinni aiutanti di Giustizia lo scoprirannordquo Il ruolosvolto dalla dea Giustizia529 suggella quanto fin qui sostenuto sulla valenza diδίκη come limes essa grazie alle sue guardiane egrave la garante che impedisce losconfinamento della stella oltre gli intervalli prestabiliti μέτρα (cfr oltresv) assicurando cosigrave lrsquoordine cosmico in cui ogni cosa ha il suo posto

526 Dal fr 67 emerge inoltre che entro la divinitagrave le differenziazioni vengono ricondotte ad unprincipio unitario tanto che il dio diventa il luogo di unificazione dei contrari cfr cap 42sv θεός p 116

527 Per questa interpretazione del frammento si rimanda al cap 42 sv πόλεμος pp 119 s528 Cfr Hes Op 254 οἵ ῥα φυλάσσουσίν τε δίκας καὶ σχέτλια ἔργα P Derv col IV 7ndash9 (ed

Jourdan) ἥλι[[ος]] [ἑωυ]τοῦ κατὰ φύσιν ἀνθρω[[π]][η][[ΐου]] εὖρος ποδός [ἐστι τοὺ[ςοὔρο]ς οὐχ ὑπερβάλλων εἰ γά[ρ τι εὔ]ρους ἑ[ωυτοῦ ἐ]κ[βήσετα]ι Ἐρινύε[[ς]] νινἐξευρήσου[[σι Δίκης ἐπίκουροι Non egrave da escludere che Eraclito attribuisca un valore allasomiglianza fonica tra Ἐρινύς ed ἔρις il che rafforzerebbe il legame tra Giustizia di cui leErinni sono collaboratrici e contesa laddove anche questrsquoultima vale come immagine didivisione (cfr oltre sv) Sulla comune etimologia di Ἐρινύς ed ἔρις cfr M Egetmeyer inChantraine 1999 p 1398 sv Ἐρινύς

529 Qui la personificazione di Δίκη diversamente che nel fr 23 egrave attendibile per via dellrsquoatti-vitagrave svolta dalle sue collaboratrici le Erinni

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43 hellip e divisione 135

ἔρις Dato il significato della parola lrsquointerpretazione di ἔρις come fattore didivisione non solleva difficoltagrave Lrsquoequivalenza tra la giustizia e la contesa (fr80) egrave stata presa in esame sv δίκη pp 119 s

μέτρα Nel chiarire il ruolo di Δίκη come garante del rispetto da parte del soledellrsquoorbita che gli compete il fr 94 introduce anche unrsquoaltra immagine di di-visione μέτρα Secondo lrsquoastronomia greca il percorso del sole egrave scandito inintervalli spazio-temporali regolari chiamati appunto μέτρα da un cantoquelli responsabili dellrsquoalternanza giorno notte dallrsquoaltro quelli dellrsquoalter-nanza estate inverno530 Se i μέτρα del fr 94 sono riferiti al sole quelli del fr30 invece sono riferiti al fuoco (ldquo[hellip] πῦρ semprevivente che per misure[μέτρα] si accende e per misure [μέτρα] si spegnerdquo)531 I μέτρα indicano in en-trambi i casi gli intervalli spazio-temporali prestabiliti in cui si scandisce il rit-mo di levata e tramonto del sole ovvero di accensione e spegnimento delfuoco Giunto al termine della lunghezza stabilita il sole deve volgersi e riper-correre il suo cammino in senso contrario come un pendolo che descrivendolrsquoampiezza del suo arco ne abbia appena toccato il punto estremo Sorveglian-do che i μέτρα del sole non vengano oltrepassati (ὑπερβαίνω) le aiutanti diΔίκη proteggono dunque un confine il cui rispetto egrave condizione indispensa-bile per lrsquoordine ed il buon funzionamento cosmico532

τροπαίEgrave precisamente al limite del μέτρον che la stella ha la sua τροπή533 Leτροπαί rappresentano i punti di svolta le soglie o limina invalicabili posti alla

530 Cfr Kahn 1979 pp 159 s Vlastos 1982 p 195 Un uso di μέτρα che rende conto di talesignificato egrave in Diog Apoll fr 3 οὐ γὰρ ἂν οἷόν τε ἦν οὕτω δεδάσθαι ἄνευ νοήσιος ὥστεπάντων μέτρα ἔχειν χειμῶνός τε καὶ θέρους καὶ νυκτὸς καὶ ἡμέρας καὶ ὑετῶν καὶ ἀνέμων καὶεὐδιῶν [hellip] qui la parola occorre in un contesto che spiega la suddivisione (δεδάσθαι)dellrsquointero mediante lrsquoimposizione di limiti e con riferimento astronomico al volgere dellestagioni e allrsquoalternanza del giorno e della notte

531 La rilevanza di questo fatto viene chiarita oltre sv τροπαί532 Kahn 1960 p 222 ldquoWith the philosophers we find this ancient idea of the δασμός

reinterpreted to apply to the rational order of the heavens [hellip] It is this new notion of theδασμός the division of shares among the gods now understood as natural powers whichHeraclitus has in mind when he insists that lsquothe Sun will not overstep his measuresrsquordquo

533 Cfr Kahn 1979 p 140 ldquoIn normal literary usage from Homer to Herodotus trope hastwo senses 1) a rout in battle [hellip] 2) the lsquoturningsrsquo of the sun at solstice ie the extremepoints of sunrise and sunset towards the north in summer and the south in winter or 2A)the two times of year (in June and December) when the sun reaches these points andbegins its movement back in the opposite directionrdquo Cfr anche ivi pp 159 ss

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136 4 Il cosmo come unitagrave articolata

fine delle lunghezze dette μέτρα Anche τροπή egrave un termine astronomico so-litamente riferito al sole che tuttavia proprio come si egrave giagrave osservato a propo-sito di μέτρα (fr 30) Eraclito riferisce al πῦρ parlando infatti di πυρὸς τροπαί(fr 31) I riferimenti cosmologici espressi da μέτρα e τροπαί sia a proposito diπῦρ sia a proposito di Ἥλιος insieme alla plausibile ipotesi che il fuoco indi-chi per sineddoche il sole suggeriscono lrsquoidentificazione di Ἥλιος e πῦρ534

In base alla funzione separatrice di τροπαί e μέτρα egrave possibile intenderelrsquointero fr 31 come descrizione del moto disgregante entro la conversio (cfrcap 61 p 194) πυρὸς τροπαὶ πρῶτον θάλασσα θαλάσσης δὲ τὸ μὲν ἥμισυ γῆ τὸδὲ ἥμισυ πρηστήρ [hellip] ltγῆgt θάλασσα διαχέεται καὶ μετρέεται [hellip] Si inizia in-fatti parlando delle πυρὸς τροπαί e si prosegue con i verbi διαχέω (ldquodisgiunge-rerdquo ldquodisperdererdquo ldquospezzarerdquo se riferito a liquidi ldquospargererdquo) e μετρέω ldquomisu-rarerdquo Il verbo μετρέω deriva appunto dal sostantivo μέτρον lrsquoazione del misu-rare egrave interpretata qui coerentemente con il concetto separatorio espresso daμέτρα e dunque come ldquosegmentare in misurerdquo In effetti la misurazione nonegrave altro che parcellizzazione essa rappresenta una forma di divisione in cui ildividendo egrave costituito dalla grandezza da misurare il divisore dallrsquounitagrave dimisura ovvero dal μέτρον

τέρματα οὖρος Il fr 120 (ldquolimiti [τέρματα] del mattino e della sera (sono)lrsquoOrsa e di fronte allrsquoOrsa il confine [οὖρος] di Zeus luminosordquo) sottolinea lacentralitagrave del concetto di limite nel pensiero cosmologico eracliteo I τέρματα(ldquolimitirdquo ldquoestremitagraverdquo) rappresentano ldquothe goal of a race or the completion ofa journey the stone or pillar around which runners or chariots turn beforeheading back to their starting point and by extension the borders or limitsof a regionrdquo535 Qui la parola egrave impiegata nella sua accezione cosmica per indi-care i punti del cielo raggiunti i quali il sole inverte il suo percorso come rile-vato da Kahn536 tali punti possono essere sia quelli di alba e tramonto chedeterminano lrsquoalternanza giorno-notte sia quelli del solstizio estivo ed inver-nale nel qual caso si alluderebbe invece al ciclo stagionale Lrsquoaffinitagrave di signi-ficato che sussiste tra τέρματα μέτρα e τροπαί rinsalda lrsquoipotesi della loroappartenenza alla medesima rete di significazione Per quanto riguarda il so-stantivo οὖρος -ου esso vuol dire sia ldquolimiterdquo ldquoconfinerdquo (in quanto variante io-nica di ὅρος) sia ldquoguardianordquo ldquodifensorerdquo ldquocustoderdquo537 Il valore di οὖρος come

534 Ivi p 140535 Ivi p 161536 Ivi p 162

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43 hellip e divisione 137

immagine di divisione egrave dunque suggerito dal suo stesso significato Inoltrenon egrave da escludere che Eraclito faccia riferimento simultaneamente tanto alsenso di ldquoconfinerdquo quanto a quello di ldquoguardianordquo in questo modo verrebbeconfermata la centralitagrave dei ldquoguardiani dei confini cosmicirdquo secondo il ruoloassolto dalle Erinni nel fr 94538 Lrsquoipotesi che οὖρος alluda anche al ldquocustoderdquoe quindi alle Ἐρινύες Δίκης ἐπίκουροι egrave avvalorata dal fatto che la stella di fron-te allrsquoOrsa va identificata con Arturo (ἄρκτος οὖρος) chiamata ancheἈρκτοφύλαξ ldquoguardiano dellrsquoOrsardquo539

ὧραι Unrsquoulteriore immagine della forza disgregante e apportatrice di plurali-tagrave egrave espressa nelle ὧραι del fr 100 ὥρας αἳ πάντα φέρουσι ldquole Ore che apporta-no tutte le coserdquo Intendere qui le Ore540 come rappresentanti della forza diseparazione sembra appropriato in base a tre differenti ordini di motivi a) iltesto eracliteo b) il contesto in cui la fonte Plutarco riporta il frammento ec) la concezione religiosa delle Ore

Circa il punto a) Eraclito sostiene che le Ore φέρουσι ldquotutte le coserdquoπάντα I πάντα indicano (cfr cap 41 pp 99 ss) tutti i distinti che costitui-scono il mondo pertanto le Ore sono responsabili della pluralitagrave del feno-menico Il verbo φέρω egrave tradotto da molti interpreti come ldquoportarerdquo tuttaviatra i suoi significati fondamentali vi egrave anche quello di ldquoprodurrerdquo541 unrsquoop-zione del tutto coerente se riferita come in questo caso alle divinitagrave che pre-siedono al ciclo vegetativo e vitale in generale Al tempo stesso lrsquoopzioneldquoprodurrerdquo sottolinea meglio di ldquoportarerdquo la connotazione delle Ore comeprincipi attivi di separazione542 Il passo della fonte (punto b) Plu Quaestplat 1007dndashe543 parla appunto di ldquoordinerdquo (τάξις) ldquomisurerdquo (μέτρον) ldquolimi-

537 Cfr Kirk 31970 pp 290 ss538 Sullrsquoaffinitagrave tematica dei frr 94 e 120 cfr Kahn 1979 pp 159 ss539 Cosigrave Kahn 1964 p 197 idem 1979 pp 162 Cfr Arat Phaenom 91ndash93 ἐξόπιθεν δrsquo

Ἑλίκης φέρεται ἐλάοντι ἐοικὼς Ἀρκτοφύλαξ τόν ῥrsquo ἄνδρες ἐπικλείουσι Βοώτην οὕνεχrsquoἁμαξαίης ἐπαφώμενος εἴδεται Ἄρκτου [hellip]

540 Oppure le non personificate lsquostagionirsquo tuttavia come risulta dal seguito dellrsquoargomenta-zione (punto c) lrsquoipotesi della personificazione risulta piugrave convincente

541 Cfr ad esempio κακόν πῆμα ἄλγεα φέρειν Hom Il VIII 541 Od XII 231 e 427 etc542 La traduzione di φέρω come ldquoapportarerdquo rappresenta una soluzione di compromesso essa

egrave vicina al significato comunemente accolto ldquoportarerdquo ma al contempo sottolinea il ruoloattivo delle Ore nella produzione dei πάντα giaccheacute chi apporta introduce qualcosa cheegli stesso ha contribuito a porre in essere (come nelle espressioni lsquoapportare modifichersquolsquoapportare dannibeneficirsquo lsquoapportare esempirsquo lsquoapportare contributirsquo etc)

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138 4 Il cosmo come unitagrave articolata

tirdquo (πέρας) e ldquoperiodirdquo (περίοδος) del tempo un simile contesto avalla lrsquointer-pretazione delle Ore come principi di separazione ovvero forze produttricidella totalitagrave dei distinti fenomenici Quanto alla connotazione religiosa del-le Ore (punto c) egrave importante ricordarne la genealogia Per Esiodo esse sonofiglie di Zeus e Temi (ldquoleggerdquo) e sorelle delle Moire (μοῖρα cfr oltre sv) inol-tre una delle tre Ore egrave proprio Dike ldquoPer seconda [Zeus] sposograve la splendidaTemi che partorigrave le Ore [Ὧραι] Eunomia Dike e Eirene fiorente che veglia-no sullrsquoopera dei mortali e le Moire a cui il prudente Zeus diede grandissimoonore Cloto Lachesi ed Atropo che fanno spettare ai mortali il bene e il ma-lerdquo544 Dikedike Moiramoira ed Oreore si rivelano dunque a maggior ra-gione come immagini tra loro coerenti non solo esprimono concetti analo-ghi quelli di parcellizzazione liminaritagrave confine ma le loro personificazionicorrispondenti ad altrettante divinitagrave femminili sono sorelle Non egrave verosi-mile che questo aspetto religioso sia sfuggito ad Eraclito membro di una illu-stre famiglia sacerdotale che deposita il suo scritto composto in stile oraco-lare come ἀνάθημα nel tempio di Artemide545

μόρος μοῖρα Si consideri infine μοῖρα la cui personificazione egrave appunto so-rella di Δίκη e delle Ὧραι La concezione spaziale sottesa a μοῖρα egrave stata bril-lantemente chiarita da Cornford546 al quale dunque occorre rimandare In ungioco di parole esplicito547 il fr 25 mette in relazione μόρος e μοῖρα (cfrμείρομαι ldquoavere in parterdquo ldquoavere in sorterdquo) μόροι γὰρ μέζονες μέζονας μοίραςλαγχάνουσι Per la resa di questo gioco di parole la migliore traduzione in ita-liano resta quella di Walzer548 ldquomaggiori morti ottengono maggiori sortirdquo

543 [hellip] κίνησις ἐν τάξει μέτρον ἐχούσηι καὶ πέρατα καὶ περιόδους ὧν ὁ ἥλιος ἐπιστάτης ὢν καὶσκοπὸς ὁρίζειν καὶ βραβεύειν καὶ ἀναδεικνύναι καὶ ἀναφαίνειν μεταβολὰς καὶ ὥρας lsquoαἳ πάνταφέρουσιrsquo καθrsquo Ἡράκλειτον [hellip] Per i problemi testuali cfr Kirk 31970 pp 294 ss

544 Hes Th 901 ss545 Sul ricorso di Eraclito al linguaggio della religione tradizionale cfr Kirk 31970 p 355546 Cornford 2002 ad esempio pp 61ndash64547 Nel quale cioegrave compaiono tutte le parole interessate dal gioco cfr cap 22 p 42548 Walzer 1939 p 64

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5 Linguaggio e cosmo

Lrsquoorganizzazione del presente capitolo prevede in primo luogo un excursuscirca lrsquoeffettivo significato di λέγειν e λόγος in epoca precedente e contempo-ranea ad Eraclito tale excursus condotto ripercorrendo gli usi delle parolemostra che fondamentalmente il significato di λόγος storicamente ammissibi-le per lrsquoEfesio egrave quello di ldquodiscorsordquo Successivamente (cap 53) il ldquodiscorsordquoviene interpretato come modello analogo ed esplicativo del mondo fisico Larispondenza tra discorso e mondo riposa sul loro comune funzionamentocome unitagrave articolate Poicheacute lrsquoidea di unrsquoanalogia profonda tra mondo e lin-guaggio risulta estranea al pensiero occidentale moderno si rende opportunofornire preliminarmente alcuni presupposti antropologici (cap 52) il con-fronto con altre culture oro-aurali mostra infatti che nella riflessione cosmo-gonica e cosmologica lrsquoattribuzione di un ruolo centrale al linguaggiorappresenta una costante

51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti

Prima di parlare di λόγος in Eraclito egrave necessario fornire un excursus sulla pa-rola in esame549 Infatti la Wirkungsgeschichte del concetto di λόγος e in par-ticolare le riprese da parte degli Stoici di Filone di Alessandria e di Plotinoesercitano unrsquoinfluenza notevole sullrsquointerpretazione dei moderni circa ilλόγος eracliteo al quale spesso vengono attribuiti almeno in nuce valori ra-

549 Per un panorama storico circa le interpretazioni filosofiche del λόγος eracliteo si rimandaad esempio alle introduzioni di Kurtz 1971 pp 1ndash62 Bartling 1985 pp 5ndash21 Rath1991 pp 67ndash70 etc Qui invece si focalizza il problema delle traduzioni del lessema inoggetto

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140 5 Linguaggio e cosmo

zionalistici e metafisici attestati solo piugrave tardi Per ovviare a questa difficoltagraveoccorre ripercorrere la storia degli usi di λόγος da Omero fino al sapiente diEfeso550 Gli usi arcaici della parola attestano che per Eraclito e per il suo pub-blico λόγος significa ldquodiscorsordquo ldquocostruzione sistema verbalerdquo non ldquoragio-nerdquo ldquoraziociniordquo ldquocalcolordquo ldquorapportordquo ldquoproporzione matematicardquo etc enemmeno ldquo(singola) parolardquo Nello spirito del presente lavoro nessuna inter-pretazione di λόγος puograve prescindere da questo dato storico-linguistico

Il significato primario di λέγειν egrave come egrave noto ldquoraccogliererdquo ldquoradunarerdquoGli etimologisti551 sono concordi nel sostenere che a partire dal significato-base (Grundbedeutung) della parola si passi dapprima al significato di ldquocon-tarerdquo e solo successivamente a quello di ldquoraccontarerdquo sul modello cioegravedellrsquoevoluzione da zaumlhlen ad erzaumlhlen da ldquocontarerdquo a ldquoraccontarerdquo etc552 Ciogravediviene possibile dal momento che nella Grundbedeutung si scorga come in-sita nella radice e dunque altrettanto originaria unrsquoulteriore accezione per laquale ldquoraccogliererdquo egrave da intendere in modo squisitamente razionale comeldquoscegliererdquo ldquoselezionarerdquo o addirittura ldquocontarerdquo553 Queste teorie godono dienorme credito specie per merito dellrsquoautorevolezza dei loro sostenitori554 edegrave dunque del tutto comprensibile che anche gli interpreti di Eraclito tendanoad allinearvisi

Per quanto questo modello etimologico poggi su un vasto consenso essonon sembra suffragato da evidenze testuali convincenti Infatti in primo luo-

550 Il procedimento qui adottato ossia lrsquoanalisi delle occorrenze della parola da Omero adEraclito incontrerebbe il disprezzo di Heidegger il quale notoriamente disdegna i metodistorico-linguistici nel ldquopensare lrsquooriginerdquo delle parole-chiave della filosofia greca (cfr adesempio Heidegger 1993 p 159 ldquo[hellip] due sono le strade percorribili da colui che compiequesta ricerca inserirsi pensando nellrsquoambito essenziale della parola avvertendo lrsquoappelloche proviene da questo ambito oppure limitarsi a raccogliere in modo ldquolessicograficordquo ipassi nei quali la parola ricorre [hellip]rdquo) Questa egrave nondimeno lrsquounica strada percorribile peril filologo

551 Boisacq 1916 Hofmann 1950 Frisk 1970 Chantraine 1999 solo lievemente discor-dante egrave il parere di Semerano 1994 che pone piugrave attenzione ai significati linguistici diλέγω e λόγος Cfr anche LSJ

552 A titolo di esempio si ricordi che Frisk sv λέγω sostiene che il significato di ldquozaumlhlen auf-zaumlhlen erzaumlhlenrdquo (in questrsquoordine) si puograve rinvenire sin dallrsquoIliade mentre quello di ldquoredensprechenrdquo sarebbe solo postomerico Corrispondentemente come significati di λόγοςFrisk elenca (di nuovo nellrsquoordine) ldquodas Berechnen Rechenschaft Berechnung AnsehenGrund Vernunft das Sprechen Rede Wort Erzaumlhlung Schriftrdquo

553 Cosigrave Chantraine 1999 e Frisk 1970 sv λέγω Fournier 1946 p 53 s Fattal 2005 p 24Cfr anche Ebeling 1963 sv

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 141

go allrsquoesame delle occorrenze arcaiche il significato linguistico di λέγειν appa-re almeno tanto rappresentato quanto quello presunto matematico in secon-do luogo gli esempi citati come probanti del valore originariamente selettivorazionale o matematico di λέγειν non risultano affatto stringenti Per lrsquoesamedi λέγειν egrave proficuo soffermarsi con particolare attenzione sulle occorrenzeomeriche dal momento che quelle in Esiodo nei lirici arcaici e in Erodoto silimitano ad attestare una netta preponderanza dei significati attinenti alla sfe-ra linguistica come ldquodirerdquo ldquofare un discorsordquo ldquoesporre a parolerdquo555 rispetto aquello di ldquoraccogliere insiemerdquo556 senza tuttavia evidenziare modificazioni se-mantiche consistenti

In Omero λέγειν significa senza eccezioni ldquoraggrupparerdquo e ldquonarrarerdquo (o iloro sinonimi)557 In uno studio abbastanza recente dedicato alla storia se-mantica di λόγος dalle origini fino a Plotino Fattal procede ad una rassegna si-stematica delle occorrenze di λέγειν in Omero tra le quali egrave convinto di indi-viduare numerosi usi del verbo nel significato di ldquoselezionarerdquo e ldquocontarerdquo Taliusi testimonierebbero ldquoil valore distributivo e razionale della radicerdquo di λέγεινche dunque significherebbe sigrave ldquoraccogliererdquo e tuttavia ldquonon prendere a casoma secondo un piano che governa questa raccolta e questa riunionerdquo558 Tut-tavia in nessuno dei passi citati dallo studioso il contesto suggerisce di tradur-re λέγειν diversamente dalla Grundbedeutung ldquoradunarerdquo Scorgere un supe-riore criterio razionalistico o proto-matematico negli usi omerici di λέγειν ser-ve piuttosto come una profezia post eventum a gettare le basi per spiegare isuccessivi valori matematici della radice Per usare le parole di Fattal il non

554 Per citare alcuni vocabolari che segnano lrsquoinizio della filologia moderna ricorderemo LSJche sv λέγω enumera 1) ldquopick up gatherrdquo e al medio ldquochoose for oneself pick outrdquo 2)ldquocount tellrdquo 3) ldquosay speakrdquo precisando che questo valore si trova ldquofirst in Hes Th 27 [hellip]never in Homrdquo e Boisacq 1916 ldquorassembler choisir cueillir trier eacutenumeacutererrdquo Perentrambi il significato linguistico di λέγω emerge soltanto dopo quello computativo ematematico inoltre il significato-base di ldquoraccogliererdquo evidenzia precocemente quellavena razionalistica che prelude appunto ai significati matematici immediatamenteseguenti

555 Cfr ad esempio Xenoph frr 84 (εἴπερ ἐγὼ περὶ τῶνδrsquo οἶδα λέγειν ἐτύμως) 342 (ἅσσα λέγωπερὶ πάντων) Sapph fr 1376 LP (τ᾽ ἀλλ᾽ ἔλεγες περὶ τὼ δικαίω)

556 Occorrenze quali Pi P IV 188 s A Pr 972 s sono perfettamente comprensibili in baseal significato ldquoraccogliererdquo ovvero ldquoraggrupparerdquo ldquoincludererdquo e simili (al contrario questied altri passi sono presentati da Horovitz 1978 pp 51 ss come esempi del precoce valorematematico del verbo)

557 Contra Horovitz 1978 pp 42 ss558 Fattal 2005 p 24

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142 5 Linguaggio e cosmo

agire a caso ma secondo un piano che governa lrsquoazione non egrave una prerogativapeculiare di λέγειν ma concerne qualunque verbo (greco e non) esprimenteunrsquoazione finalizzata ad uno scopo

Le occorrenze citate dallo studioso come esempi del ldquovalore razionale e di-stributivo della radice leg-rdquo si rivelano qui di particolare utilitagrave percheacute lo stu-dioso evidenzia un ingente debito intellettuale nei riguardi di Fournier559 edella communis opinio in materia560 Fattal rende con ldquoessere contatirdquo le occor-renze di λέγεσθαι in Il III 188 e Od IX 335 Nel primo caso Priamo nel se-condo Odisseo raccontano di un certo gruppo al quale essi stessi appartengo-no Priamo egrave infatti alleato (ἐπίκουρος) dei Frigi Odisseo si mette a capo delmanipolo estratto a sorte per accecare Polifemo dunque λέγεσθαι non valeldquoessere contatirdquo ma piuttosto ldquoessere inclusirdquo ossia essere ritenuti o ritenersiparte di quel certo gruppo In Il XXI 27 Achille λέξατο dodici guerrieri dalloXanto I versi precedenti tra la fine del ventesimo libro ed inizio del ventune-simo descrivono ricorrendo anche ad estese similitudini animali piene di di-namismo (ὡς βόας ἄρσενας XX 495 ss ὡς ἀκρίδες XXI 12 ss ὡς ἰχθύεςXXI 22 ss) una turbolenta scena di battaglia lo sbaraglio impazzito dei ne-mici la loro caduta tra i gorghi il massacro ligrave compiuto da Achille roteando lasua spada tuttrsquointorno (τύπτε δrsquo ἐπιστροφάδην v 20) i tentativi degli spauritidi acquattarsi tra le rocce e disperdersi Achille egrave il motore della scena dinami-ca dopo aver sospinto la schiera nemica in acqua fa strage attorno a seacute eserci-tando una letale forza centrifuga Solo quando le sue braccia si stancano dimulinare egli si placa Per Fattal a questo punto Achille ldquocontardquo dodici giova-ni Tuttavia per questa occorrenza di λέξατο la Grundbedeutung del verbo nonsolo egrave del tutto soddisfacente ma appare anche suggerita dal contesto inquanto cessato di fare il vuoto attorno a seacute lrsquoeroe al contrario ldquoradunardquo e tirafuori dallrsquoacqua (ἐξῆγε θύραζε v 29) per il sacrificio dodici uomini Similmen-te in Od XXIV 108 si immagina che un ipotetico selezionatore (κρινάμενος)ldquometta insiemerdquo (λέξαιτο) tutti i valorosi coetanei scelti (κεκριμένοι) se qui ilverbo λέγειν assume la sfumatura di ldquoscegliererdquo non egrave per unrsquointrinseca valenzarazionalistica come vuole Fattal ma semplicemente percheacute lrsquoazione del ldquora-dunarerdquo (λέγειν) egrave pensata contestualmente ossia in vista di quella espressa daκρίνω Unrsquoaccezione computazionale o matematica (ldquoenumerarerdquo) egrave attribuita

559 Fournier 1946560 Per lrsquoanalisi che segue cfr Fattal 2005 p 25 con note relative (17 18 19 20 25 26 27)

e pp 43 ss Lrsquooccorrenza di Hom Od IV 450 ss che naturalmente Fattal traduce conldquocontarerdquo saragrave considerata a parte in seguito

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 143

anche ad Od XI 151 dove tuttavia lrsquoombra del defunto Tiresia interrogatoda Odisseo ha appena esposto le sue profezie (θέσφατα) in forma tuttrsquoaltroche enumerativa bensigrave narrativa gettando lo sguardo sulle varie possibilitagrave dicondotta di Odisseo e sulle relative conseguenze introducendo anche sugge-rimenti e la descrizione di un σῆμα premonitore Su questa linea poi laddoveλέγειν regge lrsquoaccusativo plurale ἕκαστα Fattal interpreta ldquoenumerare puntoper puntordquo tuttavia un semplice ldquoraccontarerdquo soddisfa perfettamente il conte-sto (Od XII 165 XIV 362 XV 487)

Che il verbo λέγειν indichi la raccolta in unrsquounitagrave di elementi sparsi egrave con-fermato dal fatto che quando il verbo regge un complemento oggetto lrsquoaccu-sativo egrave sistematicamente al plurale Ciograve vale sia negli esempi appena esamina-ti sia nei seguenti per i quali invece il significato di ldquoraccogliere insiemerdquo ldquora-dunarerdquo non egrave solitamente messo in discussione Τρῶας ldquoi Troianirdquo (Il II125) ξύλα πολλά ldquomolta legnardquo (Il VIII 507 e 547) ἔντεα καλά ldquole belle armirdquo(Il XI 755) ὁστέα Πατρόκλοιο ldquole ossa di Patroclordquo (Il XXIII 239) ὁστέαλευκά ldquole bianche ossardquo (Il XXIV 793)

Il raggruppamento in unitagrave resta lo sfondo costante anche in un impiegodel verbo apparentemente dissimile quello Od IV 450ndash452 Egrave la scena diProteo con le sue foche ἔνδιος δrsquo ὁ γέρων ἦλθrsquo ἐξ ἁλός εὗρε δὲ φώκας ζατρεφέαςπάσας δrsquo ἄρrsquo ἐπώιχετο λέκτο δrsquo ἀριθμόνmiddot ἐν δrsquo ἡμέας πρώτους λέγε κήτεσιν [hellip] ldquoAmezzogiorno il vecchio venne dal mare trovograve le sue pingui foche tutte quan-te le passograve in rassegna ne mise insieme il numero e noi per primi incluse traquelle [hellip]rdquo561 In realtagrave la traduzione piugrave diffusa per λέκτο e λέγε in questopasso egrave ldquocontarerdquo562 secondo unrsquoaccezione computazionale che sembra sugge-rita dallrsquoaccusativo ἀριθμόν Per quanto riguarda λέγε sono giagrave state conside-rate occorrenze di λέγειν nel senso di ldquoincludere in un gruppordquo e questo sem-bra esattamente il caso qui illustrato (ἐν δrsquo ἡμέας πρώτους λέγε κήτεσιν) Quan-to a λέκτο a motivare la traduzione ldquomettere insieme il numerordquo concorronoanche altri elementi Idotea nellrsquoinformare Odisseo che Proteo suo padreconteragrave (ἀριθμήσει) le foche usa il verbo πεμπάζειν (Od IV 412) ldquocontare conle cinque ditardquo ldquocontare cinque a cinque per cinquinerdquo563 Da un esame con-

561 Per un uso analogo di ἀριθμὸν λέγειν cfr Pi O XIII 45ndash47 S OT 844 sta invece per ldquosedunque confermeragrave lo stesso numerordquo

562 Diversamente LSJ sv ΙΙ che traduce ldquohe told him over the numberrdquo563 Vv 411ndash413 φώκας μέν τοι πρῶτον ἀριθμήσει [hellip]middot αὐτὰρ ἐπὴν πάσας πεμπάσσεται ἠδὲ

ἴδηται [hellip] ldquoPer prima cosa conteragrave le foche [hellip] poi quando le avragrave contate tutte cinquea cinque e viste [hellip]rdquo

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144 5 Linguaggio e cosmo

giunto dei due passi Od IV 411ndash413 e 450ndash452 risulta che i verbi ἀριθμεῖν eλέγειν non sono usati per indicare la stessa azione se ἀριθμεῖν significa pro-priamente ldquocontarerdquo λέγειν in questo caso vale (in modo piugrave generico ma pa-ragonabile a πεμπάζειν) ldquomettere insieme delle quantitagraverdquo ldquoraggruppare dellequantitagrave e farne una sommardquo La differenza tra i due verbi si ripropone anchein Il II 123ndash127 ldquoSe infatti noi Achei e Troiani volessimo una volta strettipatti leali essere contati [ἀριθμηθήμεναι] da ambo le parti da un canto radu-nare [λέξασθαι] i Troiani quanti qui hanno dimora se drsquoaltro canto noi Acheivenissimo distribuiti [διακοσμηθεῖμεν] in gruppi da dieci [hellip]rdquo anche quiλέγειν sta per ldquomettere insiemerdquo e in questo senso egrave opposto a ldquodistribuirerdquo ilverbo esprime dunque unrsquoazione che puograve essere funzionale ad operazioni dicalcolo senza tuttavia significare il ldquocalcolarerdquo nellrsquoaccezione corrente del ter-mine564 Va anche considerato che lrsquoaffinitagrave tra ldquoraccogliererdquo e ldquocontarerdquo puograveessere molto stretta presso le culture orali dove di frequente la conta non egrave in-tesa come numerazione progressiva di unitagrave prese singolarmente ma avvieneproprio in base ad operazioni di raggruppamento comprensibilmente inquanto basilare nellrsquoaritmetica antropometrica e nel calcolo digitale la cin-quina (cfr πεμπάζειν) costituisce un tipo di raggruppamento privilegiato565Non da ultimo per spiegare lrsquouso di λέγειν in Od IV 450ndash452 si puograve ricorrereanche ad un argomento vicino allrsquoesperienza quotidiana Egrave facile riscontrareche lrsquooperazione del lsquocontarersquo avviene in modo fondamentalmente diverso aseconda della disposizione nello spazio degli oggetti contare i libri disposti adistanze regolari su uno scaffale non egrave lo stesso che contare delle foche adagia-te sul litorale ovvero dei soggetti vivi distribuiti sigrave in fila (ἑξείης v 440 ἑξῆςv 449) ma verosimilmente a distanze irregolari entro unrsquoampia superficie inquestrsquoultima situazione il conteggio consiste appunto in unrsquooperazione men-tale di raggruppamento

Sulla scorta dei testi considerati diventa legittimo dubitare della validitagrave delmodello etimologico comunemente accettato il quale ammettendo che laGrundbedeutung ldquoraccogliererdquo sia connotata da valori razionalistici o proto-matematici prevede per λέγειν dapprima il significato di ldquocontarerdquo e solo in se-guito quello di ldquoraccontarerdquo Ma a prescindere da questo dubbio il dato da sot-tolineare egrave che lrsquoidea del lsquoraccoglierersquo resta determinante anche quando λέγειν

564 Contra Horovitz 1978 pp 44 s565 Sulla conta per cinquine delle conchiglie presso i LoDagaa (popolazione del Ghana) cfr

Goody 1990 p 22 sulla conta per cinquine ad esempio dei capi di bestiame torna a piugraveriprese Calame-Griaule 1982 Cfr Cozzo 2001 p 75 nota 151

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 145

assume le accezioni linguistiche di ldquoraccontarerdquo e di ldquodirerdquo Cosigrave egrave ad esempioin Il II 222 dove gli oggetti del λέγειν sono gli ὀξέα ὀνείδεα le ldquoingiurie pun-gentirdquo566 o in vari passi dellrsquoOdissea in cui oggetti del λέγειν sono κήδεα πολλάldquomolti patimentirdquo (V 5) θέσκελα ἔργα ldquoimprese mirabilirdquo (XI 374) τὰ ἕκασταldquociascuna cosardquo (XII 165) ἅπαντα ἐμὰ κήδεαhellip ὅσσα ξύμπαντα μόγησα ldquotutte lemie tribolazionihellip tutte insieme quante ne patiirdquo (XIV 196ndash197 e in modoanalogo XXIII 306ndash308 ὅσα κήδεα [hellip] ὅσα ἐμόγησε πάντα ldquoquante tribola-zioni [hellip] quante ne patigrave tutterdquo) ταῦτα ἕκαστα ldquotutte queste coserdquo (XIV 362= XV 487) ψεύδεα πολλά ldquomolte bugierdquo (XIX 203 = Hes Th 27) Queste oc-correnze interessano per due motivi innanzitutto attestano che lrsquoaccezionelinguistica del verbo λέγειν egrave matura giagrave in Omero567 inoltre poicheacute reggonocostantemente degli accusativi plurali sono indizi del nesso tra lsquoraccoglierersquo elsquoparlarersquo secondo la mentalitagrave omerica per la quale parlare equivale a racco-gliere in unrsquounitagrave coerente le cose dicibili siano esse insulti bugie etc

Anche la concezione del lsquoparlarersquo come composizione di unrsquounitagrave a partireda distinti seppur lontana dalla nostra trova riscontro nei confronti intercul-turali che indicano nella buona ldquotessiturardquo dei detti un aspetto fondamentaledellrsquoespressione verbale Ad esempio presso i Dogon ogni singolo aspettodellrsquoazione del parlare trova riscontro nella complessa metafora della tessitu-ra568 lrsquoarte dellrsquointreccio ordinato delle varie componenti La stessa metaforaperaltro non del tutto estranea al greco antico569 soggiace al latino textus illdquodiscorso scrittordquo trasmettendosi poi non solo alle lingue neolatine (it testo fr

566 Egrave del tutto opinabile lrsquointerpretazione di Fattal 2005 p 25 che intende in questo passoλέγειν come ldquoaddebitarerdquo ldquomettere in contordquo significato che saragrave acquisito solo molto piugravetardi dalla radice λεγ- (con apofonia λογ-) a partire da costrutti come ἐν λόγωι τιθέναι Inol-tre egrave il contesto stesso a suggerire che le ingiurie (ossia gli oggetti verbali) sono semplice-mente ldquomesse insiemerdquo (non ldquomesse sul conto dirdquo) infatti precedentemente in Il II 212ss si spiega che lrsquoodioso Tersite ἔτι μοῦνος ἀμετροεπὴς ἐκολώια ὃς ἔπεα φρεσὶν ἧισιν ἄκοσμάτε πολλά τε ἤιδη μάψ ἀτὰρ οὐ κατὰ κόσμον [hellip] Ed egrave precisamente ciograve che Tersite fa ancheora ldquomette insiemerdquo (λέγε) insulti contro un re Agamennone scioccamente (cfr v 258)Nemmeno in questrsquouso vi egrave traccia del significato distributivo selettivo e razionale di cuisi egrave discusso

567 Sulla natura linguistica del λέγειν omerico cfr anche le attestazioni in diatesi media e senzaaccusativo il cui significato egrave semplicemente quello di ldquodiscorrere vanamenterdquo ldquoperdersi inchiacchiererdquo (Il II 435 XIII 292) e dove egrave lasciato imprecisato o sottinteso lrsquooggetto delparlare

568 Cfr Calame-Griaule 1982 pp 72ndash73 Per la metafora della ldquotessitura del pensierordquo pressogli indigeni malesiani cfr Leenhardt 1984 p 38

569 Cfr gli esempi riportati da Muumlller 1974 pp 192ndash232

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146 5 Linguaggio e cosmo

texte sp texto etc) ma anche a quelle germaniche (ted Text in text etc) Apartire dallrsquoetagrave classica le accezioni linguistiche e quelle matematiche del ver-bo λέγειν tenderanno sempre piugrave a distinguersi e a specializzarsi fino a cristal-lizzarsi piugrave tardi in significati sentiti come indipendenti gli uni dagli altri aquesto punto i parlanti perdono progressivamente la percezione della conti-nuitagrave semantica delle accezioni con la Grundbedeutung Ma i documenti a di-sposizione non consentono di retrodatare questo fenomeno nel periodo cheva da Omero ad Eraclito le varie accezioni di λέγειν sono ancora percepite nelloro sodalizio semantico e come permeate dallrsquoidea del lsquoraccogliere insiemersquo

Solo una volta premesso il significato di λέγειν si puograve considerare il sostantivoderivato λόγος Infatti ldquola parola λόγος designa originariamente lrsquoattivitagrave delλέγειν ossia del raccogliererdquo570 e ciograve che si raccoglie insieme per formare unλόγος sono le sue parti costituenti In base allrsquoindagine che segue λόγος alme-no fino allrsquoinizio del V sec aC significa principalmente ldquodiscorsordquo e talvoltaldquoraccoltardquo (intesi come nomina actionis et rei actae di λέγειν571) insieme ai ri-spettivi sinonimi572 Si tratta di un risultato opposto a quello a cui pervieneHeidegger il quale sembra avere perfettamente ragione nel restare sbalorditodalle proprie conclusioni ldquoecco in cosa consiste lrsquoaspetto sconcertante di que-sto enigma λόγος e λέγειν significano discorso parola e dire mentre il signifi-cato originario di λόγος e λέγειν non egrave affatto in relazione col linguaggio e conlrsquoattivitagrave linguisticardquo573

In Omero sono presenti due occorrenze di λόγος entrambe al plurale IlXV 393 e Od I 56574 Una traduzione frequente rende λόγοι con ldquoparolerdquoMa come riconosce Verdenius ldquo[hellip] λόγος originariamente non significa la

570 Verdenius 1966 p 81571 Verdenius ivi pp 83 ss ha spiegato come la parola abbia valore sia ldquoattivordquo (ossia come

ldquoTaumltigkeitrdquo) sia ldquopassivordquo (come ldquoResultatrdquo)572 Cfr Gomperz 1922ndash23 p 125 Verdenius 1966 pp 88 ss Dilcher 1995 pp 30 s573 Heidegger 1993 p 158 A proposito di λόγος in Eraclito il filosofo afferma (ibidem)

ldquoTuttavia dobbiamo imprimerci bene in mente che λόγος non significa lsquoparolarsquo non signi-fica lsquodiscorsorsquo e neppure lsquolinguaggiorsquo Lo si desume giagrave dal fatto che il significato fondamen-tale della parola greca λόγος non puograve essere in alcun modo lsquodiscorsorsquo o lsquolinguaggiorsquo e chenon allude affatto allrsquoambito linguistico e verbalerdquo Tali affermazioni non impediscono alfilosofo di proseguire ldquoDrsquoaltra parte egrave altrettanto sicuro che il termine λόγος e il verbo rela-tivo λέγειν acquistano giagrave dallrsquoinizio presso i Greci il significato di lsquoparlarersquo [reden] e dilsquodirersquo [sagen] Si tratta di due dati di fatto incontestabili con i quali dobbiamo fare i contiIl loro comparire insieme nasconde qualcosa di enigmatico [hellip]rdquo

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singola parola ma si manifesta in una determinata combinazione di parolerdquo575In tutti e due i casi omerici ai λόγοι spetta un compito ldquopsicagogicordquo rispetti-vamente Patroclo tenta di fare animo (ἔτερπε) ad Euripilo durante una dolo-rosa medicazione Calipso vuole esercitare la sua fascinazione (θέλγει) suOdisseo per distoglierlo dallrsquoidea fissa del νόστος ad Itaca Quando si tratta disortire persuasione incanto consolazione istigazione ed altri effetti psicago-gici lrsquoaccento batte tutto sullrsquointreccio ben congegnato e sullrsquoarmonia intrin-seca di una costruzione verbale sapientemente assemblata Dunque i λόγοι inquesti passi non stanno per le ldquo(singole) parolerdquo le quali in Omero non sonomai espressamente designate ma appunto per i ldquodettirdquo i ldquodiscorsirdquo pronun-ciati576 Per la stessa ragione ldquodiscorsirdquo e non ldquoparolerdquo sono anche i λόγοι inEsiodo (Th 229 αἱμύλιοι λόγοι Th 890 Op 78 788577) presso cui si riscon-tra il primo uso di λόγος al singolare εἰ δrsquo ἐθέλεις ἕτερόν τοι ἐγὼ λόγονἐκκορυφώσω ldquose vuoi ti esporrograve per sommi capi un altro raccontordquo (Op 106)

Gli usi di λόγος in Omero e in Esiodo corrispondono alle aspettative circauna cultura ancora prevalentemente orale nella quale le singole parole nonemergono dal tessuto linguistico come unitagrave chiaramente identificabili ovve-ro separate lrsquouna dallrsquoaltra Infatti nellrsquoattivitagrave verbale le parole non si presen-tano come entitagrave isolate ed autonomamente significanti ma costituisconopiuttosto un continuum sia a livello fonico ossia dellrsquoemissione vocale e della

574 Il XV 390ndash394 Πάτροκλος [hellip] τόφρrsquo ὅ γrsquo ἐνὶ κλισίηι ἀγαπήνορος Εὐρυπύλοιο ἧστό τε καὶτὸν ἔτερπε λόγοις ἐπὶ δrsquo ἕλκεϊ λυγρῶι φάρμακrsquo ἀκέσματrsquo ἔπασσε μελαινάων ὀδυνάων ldquoPatroclo[hellip] stava nella tenda dellrsquoamabile Euripilo e lo confortava con discorsi sulla penosa feritaspalmava rimedi sollievo dei neri dolorirdquo Od I 55ndash57 τοῦ θυγάτηρ δύστηνον ὀδυρόμενονκατερύκει αἰεὶ δὲ μαλακοῖσι καὶ αἱμυλίοισι λόγοισι θέλγει ὅπως Ἰθάκης ἐπιλήσεται [hellip] ldquoSuafiglia trattiene lrsquoinfelice piangente sempre lo ammalia con discorsi molli e suadenti affin-cheacute egli si scordi di Itaca [hellip] cfr h Merc 317

575 Verdenius 1966 p 82 (corsivo mio) Giustamente lo studioso (ibidem nota 5) cita Kahnldquo[hellip] the use of λόγος in early epic is restricted to this general meaning of utterancerdquo Cfranche Hammer 1991 pp 52 62 64 etc Opsomer 2002 p 254

576 Cfr Desbordes 1989 p 159 ldquo[hellip] lrsquoideacutee drsquoune composition du sens semble coextensive auterme mecircme de loacutegos [hellip] lrsquoeacutetymologie (lsquoensemble organiseacutersquo) et les premiers emplois [hellip]chez Homegravere et Heacutesiode dans des contextes de tromperie et de lsquoconstructionrsquo verbalevont dans le sens drsquoune parole saise comme un object agrave la fois un et compositerdquo Non si puograveche trovarsi di nuovo in disaccordo con Fattal 2005 p 26 e pp 43 ss il quale invece indi-vidua negli aspetti retorici di λόγος un segno della sua prossimitagrave giagrave in Omero a signifi-cati quali ldquocalcolordquo ldquovalutazionerdquo e ldquocomputordquo

577 Per questa formula cfr anche Hom Od I 56 h Merc 317 Thgn 704 W

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percezione del suono sia a livello del senso giaccheacute lrsquoenunciato veicola uncontenuto inteso come unitario anzicheacute segmentato in costituenti minori578

Come in Omero ed Esiodo λόγος ha il senso di ldquodiscorsordquo o di ldquoargomenta-zionerdquo e non di ldquosingola parolardquo anche nella lirica arcaica cosigrave egrave ad esempio inArchiloco579 Senofane580 Anacreonte581 Teognide582 Pindaro583 Bacchili-de584 etc

I passi citati da alcuni studiosi585 come dimostrazione dellrsquooriginario signi-ficato razionalistico di λόγος e di conseguenza del precoce sviluppo di un si-gnificato proporzionale-matematico attribuibile anche ad Eraclito non sem-brano in alcun modo probanti Contrariamente a quanto da loro sostenuto latraduzione di λόγος come ldquoragionamento logicordquo e simili non egrave affatto neces-saria per Parm fr 850586 e lo stesso vale per quella come ldquorapporto matema-ticordquo in Thgn 415ndash418 W587 Talvolta anzi una simile resa di λόγος sembradecisamente fuori luogo come in Parm 73ndash6 dove la menzione immediata-mente precedente della lingua e delle orecchie suggerisce con forza un conte-sto linguistico588 [hellip] μηδέ σrsquo ἔθος πολύπειρον ὁδὸν κατὰ τήνδε βιάσθω νωμᾶν

578 Lrsquoargomento viene approfondito nel cap 53 pp 175 ss579 Archil fr 2316 W580 Xenoph frr 114 71581 Anacr fr 57c P582 Thgn 704 W 1055 W583 Pi N VI 45 N VII 51 P I94 P III 80 P IV 116 P V 48 O I 110 O VII 68 O IX

12 O XI 5584 B Dith XV 47 SM Anche quanti sostengono che il valore proporzionale-matematico sia

quello originario di λόγος devono ammettere che tuttavia esso si manifesta molto rara-mente in etagrave arcaica (cfr Horovitz 1978 p 99 punto 6) mentre dominante egrave il significatodi ldquodiscorsordquo

585 Ad esempio Kurtz 1971 pp 73 ss Horovitz 1978 pp 69 ss Hammer 1991 pp 55 ss586 ἐν τῶι σοι παύω πιστὸν λόγον ἠδὲ νόημα ἀμφὶς ἀληθείης [hellip] ldquoQui smetto per te il discorso

convincente e la riflessione sulla veritagrave [hellip]rdquo Ciograve che la dea interrompe non egrave nientrsquoaltroche il ldquodiscorsordquo condotto fino a questo punto

587 Lo sfregamento di un pezzo drsquooro era un sistema per saggiarne lrsquoautenticitagrave e questo sem-bra essere il senso sotteso alle parole di Teognide οὐδένrsquo ὁμοῖον ἐμοὶ δύναμαι διζήμενος εὑρεῖνπιστὸν ἑταῖρον ὅτωι μή τις ἔνεστι δόλοςmiddot ἐς βάσανον δrsquo ἐλθὼν παρατρίβομαι ὥστε μολύβδωιχρυσός ὑπερτερίης δrsquo ἄμμιν ἔνεστι λόγος Circa la resa di λόγος (che egrave qui lectio difficiliorrispetto a νόος) niente affatto scontata van Groningen 1966 prende in considerazione trepossibilitagrave ldquo1 lsquoen moi est preacutesente une parole de supeacuterioriteacutersquo savoir lsquoje puis parler (agrave justetitre) de supeacuterioriteacutersquo ou encore lsquojrsquoai le droit de mrsquoappeler supeacuteriorrsquo 2 lsquoen moi est preacutesenteune ideacutee (la convinction) de supeacuterioriteacutersquo 3 lsquoen moi est preacutesent un compte une somme unactif budgeacutetaire de supeacuterioriteacutersquoldquo E saggiamente invita alla prudenza

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 149

ἄσκοπον ὄμμα καὶ ἠχήεσσαν ἀκουὴν καὶ γλῶσσαν κρῖναι δὲ λόγωι πολύδηρινἔλεγχον ἐξ ἐμέθεν ῥηθέντα ldquo[hellip] neacute lrsquoabitudine dalla molteplice esperienza ticostringa giugrave per questa via ad agitare un occhio senza vista un orecchio cheriecheggia e la lingua ma giudica in base allrsquoargomentazione la questione assaidibattuta detta da merdquo Alcuni testi epigrafici della seconda metagrave del V sec do-cumentano un uso di λόγος nel senso di ldquosommardquo ldquoammontarerdquo589 ma maildquocalcolordquo ldquocontordquo e simili anche il valore di ldquosommardquo egrave perfettamente in lineacon il λόγος come ldquoazione risultato del raccogliere insiemerdquo e dimostra quan-to la Grundbedeutung di λέγειν sia ancora percepita fino alla soglia cronologi-ca in questione casi analoghi occorrono in A Pers 338ndash343590 e Hdt III99591 Per contro egrave stato osservato come Empedocle per indicare la ldquopropor-zionerdquo delle quattro radici della cui mistura si compongono le cose mortali(θνητά) non faccia mai ricorso alla parola λόγος592

588 Cfr Verdenius 1967 pp 99 s ldquoDiese goumlttliche Eroumlrterung soll Parmenides lsquoeroumlrterndbeurteilenrsquo (κρῖναι λόγῳ) Dieser letzte Ausdruck wird meistens uumlbersetzt mit lsquobeurteilenmit dem Denkenrsquo oder lsquomit der Vernunftrsquo aber wir haben gesehen dass λόγος diese Bedeu-tung in der vorplatonischen Zeit noch nicht hatrdquo Coxon 1986 ldquo[hellip] but decide by dis-courserdquo Riprese tematiche si trovano in Emp frr 311 e 43 (διασσηθέντος ἐνὶ σπλάγχνοισιλόγοιο)

589 Cfr ad esempio IG Isup2 2322 (anno 4343) 374191 (Rationes Erechthei Annorum 4087ndash4076)

590 καὶ γὰρ Ἕλλησιν μὲν ἦν ὁ πᾶς ἀριθμὸς ἐς τριακάδας δέκα ναῶν δεκὰς δrsquo ἦν τῶνδε χωρὶςἔκκριτος Ξέρξηι δέ καὶ γὰρ οἶδα χιλιὰς μὲν ἦν ὧν ἦγε πλῆθος αἱ δrsquo ὑπέρκοποι τάχει ἑκατὸν δὶςἦσαν ἑπτά θrsquomiddot ὧδrsquo ἔχει λόγος ldquoΙnfatti per gli Elleni lrsquointero numero delle navi ammontava atrecento e oltre a queste ce nrsquoera un gruppo scelto di dieci Invece Serse lo so ne aveva inquantitagrave di mille e quelle di velocitagrave eccezionale erano duecentosette questa egrave la sommardquoMolti interpretano qui λόγος come ldquoproporzionerdquo (cosigrave Kurtz 1971 p 73 Horovitz1978 p 93 etc) tuttavia anche in questo caso a trasparire egrave la natura di λόγος comeldquoazione risultato del radunarerdquo come si addice appunto alle navi che costituiscono unaflotta De Romilly 1974 p 55 traduce addirittura ὧδrsquo ἔχει λόγος con ldquovoici la veacuteriteacuterdquo La suaipotesi risulta plausibile specie considerando lrsquouso da parte dei personaggi tragici di chiu-dere la propria battuta con una sorta di bilancio consuntivo riferito proprio al λόγος soste-nuto (cfr ad esempio A A 582 πάντrsquo ἔχεις λόγον E Or 446 βραχὺς λόγος 1203 εἴρηταιλόγος etc) egrave quanto potrebbe accadere nel passo considerato Va anche rilevato che delleoltre cento occorrenze di λόγος in Eschilo (cfr Italie 1964 sv) questa sarebbe altrimentilrsquounica ad attestare un significato diverso da quello di ldquodiscorsordquo ldquospiegazione verbalerdquo etc

591 ἐς δὲ τούτου λόγον οὐ πολλοί τινες αὐτῶν ἀπικνέονται dove lrsquoetagrave egrave espressa come somma(λόγος) degli anni

592 Guthrie 1965 pp 160 s

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Verosimilmente egrave attraverso costruzioni sintagmatiche come κατὰ τὸνλόγον e εἰς τὸν λόγον entrambe attestate in Eraclito (rispettivamente frr 1 e31) e costrutti come λόγον διδόναι593 ἐν λόγωι τίθεσθαι594 λόγον ἔχειν595οὐδένα λόγον (τινὸς) ποιεῖσθαι596 ἐν οὐδενὶ λόγωι ποιεῖσθαι597 etc che si gettanole basi per futuri usi matematici di λόγος come appunto ldquoproporzionerdquo ldquocon-tordquo ldquocalcolordquo e simili Tuttavia occorre sottolineare che anche in queste co-struzioni il significato di λόγος attiene originariamente alla sfera linguisticanon a quella matematica598 Pertanto traduzioni in italiano come ldquorenderecontordquo (λόγον διδόναι) ldquomettere in contordquo (ἐν λόγωι τίθεσθαι) etc sono fuor-vianti A proposito di λόγον διδόναι Kahn ha giustamente fatto notare che ldquotoexplain something is to give an account of it [hellip] Since the lsquoaccountrsquo is nor-mally rendered in words there is an inevitable blending of sense 2 (accountenumeration) and sense 3 (narration statement on words)rdquo599 Lo stesso valeper ἐν λόγωι τίθεσθαι come si vede ad esempio in Tyrt fr 121 s W οὔτrsquo ἂνμνησαίμην οὔτrsquo ἐν λόγωι ἄνδρα τιθείην οὔτε ποδῶν ἀρετῆς οὔτε παλαιμοσύνης[hellip] ldquoNon ne tramanderei il ricordo neacute farei oggetto di racconto un uomo per lasua eccellenza nella corsa o nella lotta [hellip]rdquo (trad Vetta)600 Tirteo vaglia quilrsquoeventualitagrave di tramandare o meno il ricordo di qualcuno nel suo contesto

593 Cfr ad esempio Hdt I 34 209 III 71 76 142 143 etc594 Tyrt fr 121 s W considerato in seguito595 A Pr 231 s596 Esempi di questa costruzione o della sua variante λόγον ἐλάσσω (τινὸς) ποιεῖσθαι sono in

Hdt I 4 13 117 213 III25 V105 VII13 58 156 218 IX7 analogo egrave il valore dellaforma passiva λόγος οὐδείς ἐλάχιστος πλεῖστος γίγνεταί τινος cfr Hdt I19 IV135 VII223 VIII10 102 IX 80

597 Hdt VII14598 Cfr cap 61 p 195599 Kahn 1964 p 192 nota 11600 Vetta 1999 p 58 (corsivo mio) Sembra questa lrsquointerpretazione piugrave plausibile dei versi e

non quella tuttavia molto diffusa che traduce ldquomettere in contordquo nel senso di ldquofar contoo stimardquo (di questo avviso sono ad esempio Diano-Serra 41993 p 94 nota 1 Kurtz 1971p 76 Horovitz 1978 p 73 Dilcher 1995 p 35) Un altro passo ricordato come esempiodel valore di λόγος come ldquocalcolordquo giagrave in etagrave arcaica (cfr Horovitz 1978 pp 78 s) egrave Pi OX9 ss nonostante il ricorso al lessico economico quando si scusa del ritardo con cui cele-bra un vincitore Pindaro intende dire che egrave possibile saldare il debito contratto celebrandomolti onori in un κοινὸς λόγος un discorso generale appunto il quale come esemplificatodalla similitudine con lrsquoazione dellrsquoonda sui sassolini incorpora in seacute molte cose Il sensodunque egrave ancora quello della ldquoraccoltardquo

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 151

culturale lrsquounico modo di rendere eterno il κλέος consiste infatti nel racconta-re al pubblico di quellrsquouomo

Infine soltanto ldquolrsquoultimo valore assunto da λόγος fu quello di lsquoraziociniorsquo elsquoragionersquordquo601 e anchrsquoesso deriva con ogni evidenza dallrsquoaccezione linguistica diλόγος come ldquoargomentazionerdquo602 Tale significato non egrave ancora maturo nellaprima metagrave del V sec603 nonostante questo dato storico-linguistico non ab-bia fatto desistere alcuni traduttori di Eraclito da rese (e interpretazioni) ra-zionalistiche604

Sulla scorta di simili prove testuali e analogamente a quanto osservato cir-ca il verbo λέγειν si puograve riflettere sullrsquoopportunitagrave di rivedere la communis opi-nio sulla storia e lo sviluppo del significato di λόγος Questa sostiene che ldquoi si-gnificati di ratio matematica proporzione e misura rientrano [hellip] tra quellioriginari della radicerdquo605 e che solo a partire da tali valori si sviluppano poiquelli linguistici di ldquodiscorsordquo ldquoraccontordquo ldquoargomentazione verbalerdquo606 tutta-via la cronologia delle due aree di significati sviluppatesi dal senso di base dildquoazione risultato del raccogliererdquo appare esattamente inversa607 Infatti egrave at-testata dapprima lrsquoarea semantica linguistica (ldquodiscorsordquo ldquoraccontordquo ldquoargo-mentazione verbalerdquo) e soltanto dopo lrsquoarea matematica (ldquocontordquo e ldquocalcolordquo)oltre a profilarsi solo in seguito a quelle linguistiche le accezioni matematicherestano a lungo subordinate a queste ultime per autonomia ed importanzaPer riprendere i paragoni con altre lingue si tratterebbe dunque di privilegia-re per il greco antico la successione contraria ossia quella che va da ldquoracconta-

601 Cfr Diano-Serra 41993 p 99 s che prosegue ldquovi giunse tardi e per via non dotta daespressioni come ἐκ τίνος λόγου τίνι λόγῳ κατὰ τίνα λόγον e simili lsquosu che fondamentorsquo olsquomotivorsquo lsquoin base a quale ragionato discorsorsquordquo (cfr ad esempio A Ch 515)

602 Tale accezione si affaccia giagrave nellrsquoespressione colloquiale ὁ λόγος αἱρεῖ frequente in Ero-doto dove indica unrsquoargomentazione stringente I passi erodotei vengono esaminati daLausdei 1983 Hdt I 132 II 33 III 45 VI 124 insieme ai quali si puograve considerare lrsquoana-loga variante con γνώμη come in Hdt II 43 Tuttavia lo studioso tralascia che qui il sensodi λόγος non egrave ancora quello di una ldquoragionerdquo avulsa dal ldquodiscorsordquo

603 Cfr anche Hammer 1991 pp 60ndash61 Dilcher 1995 pp 30 ss 604 Come ad esempio Lami 52000 che traduce Heraclit fr 1 come ldquoDi questa ragione che

come qui se ne ragiona [hellip]rdquo (e Parm fr 850 come ldquoIn ciograve per te io cesso dal ragionamentoconvincenterdquo)

605 Diano-Serra 41993 p 97 analoga egrave lrsquoopinione di Hammer 1991 cap 11 il quale sostieneche il significato intrinseco di λόγος sia ldquorapportordquo (Verhaumlltnis) anche se riconosce chespesso gli usi arcaici di λόγος-rapporto comprendono una imprescindibile componentesemantica che ha a che fare con il linguaggio (cfr ivi p 60 ldquoDas lsquoVerhaumlltnisrsquo laumlszligt sich aberinsofern nicht vom lsquoWortrsquo trennenrdquo)

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152 5 Linguaggio e cosmo

rerdquo a ldquocontarerdquo da erzaumlhlen a zaumlhlen Ad ogni modo il dato fondamentale egraveche il significato originario di λόγος come ldquoazione risultato del raccogliereinsiemerdquo resta lo sfondo costante ai vari usi della parola almeno fino allrsquoiniziodel V sec aC egrave dunque in questa accezione che Eraclito intende il ldquodiscorsordquo

Che il significato di λόγος attenga alla sfera linguistico-discorsiva egrave docu-mentato al di lagrave di ogni ragionevole dubbio dalle occorrenze arcaiche tutta-via la parola nella lingua greca appare investita da una particolare ricchezzasemantica che rende corretta ma al contempo riduttiva la resa in italiano conldquodiscorsordquo608 Per una traduzione che renda giustizia e che rispecchi la vastagamma di accezioni e sfumature linguistiche sottese al greco λόγος in una lin-gua tuttora parlata occorre probabilmente attingere alle lingue delle cultureoro-aurali In effetti tali culture tendono a sviluppare una straordinaria ric-chezza semantica per le parole indicanti il linguaggio in generale o le sue par-ticolari manifestazioni Valgano come esempi lrsquoebraico dabar che significaldquoparolardquo ldquoaffermazionerdquo ma anche ldquoazionerdquo ldquocosardquo sograve nella lingua dogonldquosoggetto questione discussione giudizio causa nel senso giuridico reso-conto di fatti considerati realirdquo609 kuma nella lingua bambara610 no (ldquodiscor-

606 Come autorevole rappresentante di questa communis opinio si puograve annoverare Fournier1946 pp 53 ss il quale sostiene il ldquovalore etimologico razionale e distributivordquo di λέγεινe pp 217 s dove il valore etimologico di λόγος egrave ldquocalcolo conto ragionerdquo come se si trat-tasse di un equivalente del latino ratio Egrave quasi inevitabile che questa concezione conducaad interpretare il λόγος eracliteo come ldquoordine del mondo ragione universalerdquo come infattiFournier ha fatto Lo studioso non dubita che ldquolrsquoaspetto razionale di λέγειν e di λόγος a par-tire da Omero egrave [hellip] incontestabilerdquo neanche laddove deve ammettere che tuttavia ldquonongiunge mai a quello che potrebbe sembrare il suo esito logico corrispondente alle acce-zioni estreme di ldquocalcolare stimare pensarerdquo [hellip] In veritagrave sono i significati dichiarativiche λέγειν e λόγος sviluppano a partire dalla poesia epicardquo (ivi p 55)

607 Unrsquoipotesi revisionista nei confronti della communis opinio in materia egrave stata prospettatadalla Profssa P Laspia durante le sue lezioni di Storia della Filosofia Antica tenutesi aPalermo nella primavera del 2007

608 Lo stesso vale per le traduzioni in altre lingue moderne cfr Snell 1989 p 18 Dilcher1995 p 32 Schirren 1998 p 158 ldquoOffenbar operiert Heraklit mit einer Bedeutung desWortes λόγος die im Deutschen keine Entsprechung in einem Wort hatrdquo

609 Calame-Griaule 1982 p 24 cfr anche lo schema dei significati di sograve ivi p 26610 Come spiegato da Zahan 1963 p 10 kuma indica al contempo ldquoil vocabolo pronunciato

isolatamente e le diverse parti del discorso [hellip] lrsquoidea di materialitagrave quella di proiezionefuori di seacute [hellip] lrsquoidea di strumentalitagrave [hellip] Il termine kuma concerne tutta lrsquoenunciazionedel pensiero dalla parola [hellip] lrsquoinsieme del linguaggio e dellrsquoinsegnamento Si applica prin-cipalmente al parlare umano al linguaggio articolato Lo si impiega anche per designare laparola di Diordquo

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sordquo) nella lingua degli indigeni polinesiani611 o ancora krsquoop presso la lingua in-digena messicana Tzeltal612

Dopo il necessario excursus sulla storia delle parole λέγειν e λόγος egrave possibileoccuparsi di λόγος in Eraclito Pur restando coerenti con la Grundbedeutungle occorrenze eraclitee attestano una risemantizzazione in corso ossia eviden-ziano una diversificazione dei contesti drsquouso che produce per rubare un ter-mine al linguaggio della critica letteraria un effetto di ldquostraniamentordquo rispettoallrsquoaccezione tradizionale

Nel corpus la parola conta complessivamente undici occorrenze Di questetre sono del tutto pertinenti alle accezioni tradizionali λόγος egrave in senso atti-vo il lsquodiscorsorsquo che puograve essere espresso da ogni singolo uomo come nei frr 87(ldquolrsquouomo stolto egrave solito lasciarsi impressionare ad ogni λόγοςrdquo) e 108 (ldquodiquanti ho ascoltato i λόγοι nessuno arriva al punto [hellip]rdquo) in senso passivo illsquodiscorsorsquo su qualcuno e dunque la sua lsquofamarsquo come nel fr 39 (ldquo[hellip] Biante ilcui λόγος egrave maggiore di quello degli altrirdquo)

Quattro occorrenze invece compaiono in contesti drsquouso insoliti al λόγος egraveattribuito un ruolo entro processi cosmologici e conoscitivi secondo un usoincompatibile con quelli precedenti ad Eraclito Nei frr 31 (ldquoltla terragt sispande come mare e assume misure secondo quello stesso λόγος che valeva

611 Leenhardt 1984 p 174 riferisce che no significa allo stesso tempo ldquoRederdquo ldquoTatrdquo ldquoDen-kenrdquo Per lrsquoaccezione altamente performativa del linguaggio e per la sua ldquoWirkungskraftrdquocfr ivi pp 175 s A p 199 si legge ldquoDiscorso saggio leale giusto etc significa un uomoche in un determinato momento si trova in una condizione di saggezza di giustizia di leal-tagrave etc Il discorso determina queste qualitagrave o condizioni in quanto dagrave loro forma [hellip] e per-tanto esso egrave creatorerdquo La ldquoparolardquo (no) crea il modo di pensare e di agire degli uomini egraveartefice della personalitagrave degli individui (cfr ivi p 202) Il capo di una tribugrave egrave la parolavivente della tribugrave egrave lui a salvaguardare lrsquoassetto della comunitagrave a custodire la sua tradi-zione ad amministrarne la vita indicando di volta in volta ciograve che egrave giusto e ciograve che egrave sba-gliato I termini indicanti le leggi sociali e morali dellrsquoetica tradizionale sono tutticonnotati come differenti ldquodiscorsirdquo quanto noi chiamiamo ldquoproprietagraverdquo ldquoscambiordquo ldquoinde-bitamentordquo ldquoadulteriordquo etc non sono altro che vari tipi di ldquodiscorsordquo nei dialetti locali (cfrBastian 1881 pp 13 s)

612 Cfr Stross 1989 215 ss il quale illustra le innumerevoli traduzioni necessarie in linguainglese per rendere il sintagma lsquomodificatore + krsquoop (ldquospeechrdquo)rsquo la lista stilata alle pp 226ndash239 (che non egrave esaustiva) ne elenca ben 416 Il sintagma lsquomodificatore + krsquooprsquo rende contodi fattori inerenti alla situazione comunicativa quali personalitagrave condizioni fisiche e men-tali stato emotivo postura del parlante numero degli attanti della comunicazione lorodisposizione nello spazio eventuale accompagnamento musicale etc (cfr ivi p 217)

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prima che diventasse terrardquo) e 72 (ldquoin questo λόγος con il quale soprattutto ein continuazione hanno a che fare in questo divergono [hellip]rdquo613) il λόγος evi-denzia un ruolo cosmologico nei frr 45 (ldquoi confini dellrsquoanima per quanto tuvada non puoi trovarli nemmeno percorrendo ogni strada cosigrave profondo egrave ilsuo λόγοςrdquo) e 115 (ldquoegrave dellrsquoanima un λόγος che accresce se stessordquo) esso egrave pro-prio dellrsquoorgano della cognizione (ψυχή) e sembra contenere in segrave una sorta digerme vitale che lo rende illimitato Data lrsquoatipicitagrave dei contesti drsquouso per que-ste occorrenze gli interpreti di Eraclito sono inclini a proporre traduzioni di-sparate tra le quali si rileva tuttavia una consistente prevalenza di valori razio-nalistici (es ldquoragionerdquo ldquointellettordquo ldquoregolardquo) e matematici (es ldquomisurardquo ldquorap-portordquo ldquoproporzionerdquo)614 Questa tendenza ermeneutica egrave dovuta al fatto chele qualitagrave e le funzioni attribuite da Eraclito al λόγος non corrispondono alleaspettative degli interpreti circa il ldquodiscorsordquo il che apre la strada a traduzionianacronistiche della parola dubbia

Infine quattro occorrenze sono ambigue giaccheacute i relativi contesti drsquousopossono essere considerati sia tipici sia atipici Si tratta di entrambe le attesta-zioni del fr 1 (ldquopur essendo questo λόγος sempre [ἀεί] gli uomini ne sonoallrsquooscuro [hellip] infatti sebbene tutte le cose accadano secondo questo λόγος[hellip]rdquo) e di quelle dei frr 2 (ldquopur essendo comune il λόγος i piugrave vivono come seavessero un intendimento particolarerdquo) e 50 (ldquodato ascolto non a me ma alλόγος egrave saggio dire lo stesso [ὁμολογεῖν] che tutte le cose sono unardquo) In questicasi lo sforzo dei commentatori consiste in genere nel decidere se λόγος indi-chi a) il discorso particolare che Eraclito sta conducendo hic et nunc nel suoscritto secondo un uso della parola del tutto in linea con quello tradizionaleoppure b) un discorso di carattere universale che esorbiterebbe dal significatotradizionale e darebbe ragione di parlare per Eraclito di una ldquodottrina delλόγοςrdquo a cui in genere sono attribuite connotazioni alquanto metafisiche Ilfatto che si presuma la necessitagrave di una scelta esclusiva (authellip aut) tra a) e b)tradisce la tacita assunzione del modello semantico della polisemia Infatti sipresuppone che il ldquoλόγος particolarerdquo dello scritto eracliteo ed il ldquoλόγος uni-versalerdquo siano due cose sostanzialmente diverse Al contrario lrsquoambiguitagrave ditali occorrenze ossia la possibilitagrave di comprenderle sia in base allrsquoaccezione

613 Le difficoltagrave sollevate dal testo del fr 72 in cui lrsquooccorrenza di λόγος egrave tuttrsquoaltro che certavengono considerate nella trattazione riservata al frammento nel cap 61 pp 213 ss lepossibili costruzioni sintattiche sono state esaminate nel cap 23 p 52

614 Cfr tabella delle traduzioni moderne di λόγος pp 158 s

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tradizionale sia in base ad unrsquoaccezione risemantizzata615 avvalora lrsquoipotesidella densitagrave semantica di λόγος il cui significato non egrave scisso

Si consideri dunque tale ambivalenza dei contesti drsquouso e delle accezionidella parola che possono essere intesi sia come tipici sia come atipici Circa ilfr 1 la posizione drsquoincipit di λόγος autorizza a pensare che la parola sia usatanella sua accezione tradizionale (lsquodiscorsorsquo ovvero lsquoesposizionersquo secondo unuso analogo a quello del fr 108616) In effetti λόγος ricorre assiduamente inapertura di opere in prosa per lo piugrave ionica per introdurre il lettore allrsquoargo-mento della ἱστορίη ne sono esempi Ecateo di Mileto (τάδε γράφω ὥς μοιδοκεῖ ἀληθέα εἶναιmiddot οἱ γὰρ Ἑλλήνων λόγοι πολλοί τε καὶ γελοῖοι [hellip] εἰσίν FGrH1 fr 1) Ione di Chio (ἀρχὴ δέ μοι τοῦ λόγου [hellip] DK 36 B 1) Diogene di Apol-lonia (λόγου παντὸς ἀρχόμενον δοκεῖ μοι χρεὼν εἶναι τῆν ἀρχὴν ἀναμφισβήτητονπαρέχεσται [hellip] DK 64 B 1) ma anche Antioco di Siracusa (ἈντίοχοςΞενοφάνεος τάδε συνέγραφε περὶ Ἰταλίης ἐκ τῶν ἀρχαίων λόγων τὰ πιστότατακαὶ σαφέστατα FGrH 555 fr 2) Da questo punto di vista Eraclito anchrsquoegliionico ed autore di prosa si inscrive in una ldquotradizione letterariardquo relativamen-te consolidata In base a questi elementi lrsquoavverbio ἀεί prima facie puograve non de-stare dubbi particolari ed essere inteso come riferito a ciograve che segue Tuttaviaproseguendo nella lettura sorgono dubbi sullrsquoeffettivo valore di λόγος gli uo-mini ne sono inesperti sia prima sia dopo averlo ascoltato ma un discorso seinteso nella sua accezione ordinaria non puograve essere noto giagrave prima di essereudito Pertanto se λόγος indicasse qui solo lo specifico discorso dello scrittoeracliteo la critica allrsquoignoranza degli uomini perderebbe buona parte del suofondamento A questo punto il lettore egrave tentato di rileggere lrsquoincipit con mag-giore attenzione per scoprire che la posizione intermedia di ἀεί cela una diffi-coltagrave inizialmente trascurata617

Subito dopo (seconda occorrenza) tutte le cose sono dette accadere ldquoinmodo conforme ardquo o ldquosecondo questo λόγοςrdquo618 unrsquoaffermazione che acutizzale perplessitagrave circa lrsquoaccezione della parola Una considerazione congiuntadelle due occorrenze mostra come in questo caso lrsquoipotesi polisemica ovverodella pluralitagrave di significati espressi dallo stesso segno non sia sostenibile619

615 La quale comunque non coincide a mio avviso con lrsquoopzione b)616 Cfr Hussey 1982 p 56 s617 Per maggiori particolari sulla posizione dellrsquoavverbio cfr cap 23 pp 49 s618 Dunque si intende εἰς con acc come complemento di modo analogamente a Marcovich

1978 p 204 (LSJ sv IV 3) cfr cap 61 p 196619 Contra Kahn 1964 p 192 nota 9

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Lrsquouso del deittico (τὸν λόγον τόνδε) la prossimitagrave delle due occorrenze e la ri-presa coerente del tema dellrsquoinesperienza umana (ἀξύνετοι ἀπείροισιν) non la-sciano dubbi sul fatto che con λόγος Eraclito intenda la stessa cosa in entram-be le occorrenze Il significato egrave uno ma la contestualizzazione ambigua dellaparola lo sta modificando sotto gli occhi del lettore Nel fr 2 il λόγος egrave dettoessere comune (ξυνός) Anche in questo caso non egrave chiaro se ad assumere va-liditagrave universale sia lo specifico discorso esposto nello scritto di Eraclito o seλόγος indichi qualcosa di piugrave generale Il perfetto parallelismo sintattico e te-matico con il fr 1620 mostra chiaramente che la parola λόγος veicola il medesi-mo significato di prima proprio come nel fr 1 anche qui si trova un genitivoassoluto (costruzione soggetto + predicato) seguito dalla proposizione prin-cipale (costruzione predicato + soggetto) in entrambi i casi nel genitivo as-soluto il soggetto egrave λόγος nella proposizione principale ricorre il tema dellrsquoin-comprensione umana rispetto al λόγος621

Anche nel fr 50 come nella prima occorrenza del fr 1 il contesto egrave perfet-tamente compatibile con unrsquoaccezione piana e non problematica della parolasi tratta del verbo ἀκούω che si riferisce al λόγος chiaramente come ad un udi-bile Se la distinzione presentata da Eraclito tra se stesso come parlante scri-vente da un lato ed il λόγος dallrsquoaltro rappresenti effettivamente un uso atipicodella parola egrave una questione aperta622 A questo proposito West sottolineacome nei testi greci le parole dello scrivente possano essere presentate comeindipendenti dallo stesso ragione per cui nel fr 50 λόγος non si riferirebbe anientrsquoaltro che allo scritto di Eraclito623 Tuttavia nella valutazione di questaoccorrenza di λόγος va considerato anche il ricorso al verbo ὁμολογεῖν che nel-la sua stessa composizione (ὅμοιος λέγειν) rappresenta lrsquoinsegnamento attri-buito al λόγος ossia che ἓν πάντα εἶναι Il richiamo tra λόγος e ὁμολογεῖν e lrsquoin-sistenza sulla radice λεγ- λογ- testimoniano una pregnanza semantica scono-sciuta agli usi precedentemente attestati per queste parole

Per delineare i contorni storici e teorici del problema ermeneutico che in-teressa il λόγος eracliteo egrave utile presentare un quadro delle traduzioni della pa-rola Nella tabella delle pp 158 s sono riportati in riga i numeri dei frammenti

620 Cfr cap 61 pp 190 s621 Lrsquoefficacia di questa perfetta ripresa sintattica egrave indipendente dalla collocazione del fr 2 i

frr 1 e 2 comunque non dovevano distare molto lrsquouno dallrsquoaltro cfr gli argomenti inGomperz 1922ndash1923 pp 122 ss Kirk 31970 pp 48 ss Marcovich 1978 p 62

622 Cfr cap 61 pp 206 s623 West 1993 p 162 nota 9 p 173 p 176 nota 42

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in base allrsquoedizione DK contenenti occorrenze di λόγος (il fr 1 conta due oc-correnze) in colonna in ordine cronologico in base allrsquoanno di pubblicazionedella prima edizione compaiono i principali editori e traduttori di Eraclito

Come emerge dalla tabella il traduttore di Eraclito si trova in una situazio-ne analoga a quella descritta da Goethe nel Faust dove lrsquoomonimo protagoni-sta egrave alle prese con la difficile traduzione del Nuovo Testamento sin dallrsquoinci-pit dellrsquoopera (Ev Jo I 1 cfr Heraclit 1) egli deve misurarsi con una parola-chiave λόγος la cui portata non gli appare adeguata al significato comune-mente accolto624

Dilcher ha affermato che per Eraclito ldquoλόγος [hellip] non ha un solo significa-to ma piuttosto vari livelli [hellip] la parola oscilla tra il significato convenzionalee qualcosa di piugrave generale e profondordquo625 Piugrave puntualmente Held626 ha de-scritto una divaricazione nella storia delle interpretazioni del λόγος eracliteoDa una parte esso egrave inteso come ldquoprincipio regolatorerdquo in senso ldquooggettivordquo(con le relative traduzioni ldquolegge del mondordquo ldquointelligenza del mondordquo ldquosen-sordquo ldquostrutturardquo ldquoformula delle coserdquo etc) dallrsquoaltra egrave inteso in modo piugrave ade-rente allrsquouso della parola che egrave un uso ldquosoggettivordquo (e dunque ldquoparolardquo ldquodi-scorsordquo ldquoesposizionerdquo ldquoriflessionerdquo ldquoinsegnamentordquo etc) Lo studioso sottoli-nea che entrambe le interpretazioni appaiono tuttavia fondate Queste posi-zioni riassumono lrsquoimbarazzo della critica di fronte ad unrsquoesigenza tantonaturale quanto apparentemente insoddisfatta quella della coesione seman-tica della parola Eraclito usa λόγος in contesti drsquouso difformi e spesso per lrsquoin-terprete difficilmente riconducibili ad una tale coerenza

Dalla tabella che segue risulta anche evidente che non egrave accolto quasi mai ilpur fondamentale suggerimento di Snell ldquoLogos ha in veritagrave soltanto un si-gnificato che solo non coincide con il senso di una singola parola [tedescahellip]Ma lrsquointerpretazione deve cercare di chiarire lrsquounitagrave di questa parolardquo627

624 Faust I 1224 ss ldquoGeschrieben steht lsquoIm Anfang war das Wortrsquo Hier stock ich schonWer hilft mir weiter fort Ich kann das Wort so hoch unmoumlglich schaumltzen Ich muszlig esanders uumlbersetzen Wenn ich vom Geiste recht erleuchtet bin Geschrieben steht ImAnfang war der Sinn Bedenke wohl die erste Zeile Daszlig deine Feder sich nicht uumlber-eile Ist es der Sinn der alles wirkt und schafft Es sollte stehn Im Anfang war die Kraft Doch auch indem ich dieses niederschreibe Schon warnt mich was daszlig ich dabeinicht bleibe Mir hilft der Geist Auf einmal seh ich Rat Und schreibe getrost ImAnfang war die Tatrdquo

625 Dilcher 1995 p 30626 Held 1970 p 165ndash166627 Snell 1989 p 18

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158 5 Linguaggio e cosmo

Tabella delle moderne traduzioni di λόγος

Autore fr 1 (a) fr 1 (b) fr 2 fr 31 fr 39

Schleiermacher1807

Verhaumlltnis Verhaumlltnis Gesetz (des Denkens)

Verhaumlltnis houmlher zu rechnen

Mullach 1860 ratio ratio ratio mensura famaBurnet 1892 Word Word Word talea

a Burnet 31920 p 135 nota 2 ldquoThe phrase μετρέεται εἰς τὸν αὐτὸν λόγον can only mean thatthe proportion of the measures remains constantrdquo cfr anche ivi p 138 nota 1

accountDiels 1901 Wort Wort Wort Wort RedeDiels 1903 Wort

(Weltgesetz)Wort Wort

(Weltgesetz)Sinn(Verhaumlltnis)

Ruf(Geltung)

Busse 1926 Lehre Lehre Weltgesetz Verhaumlltnis Ruf

Walzer 1939 logo logo logo (modo) famaDK1951

Sinnder Lehre

Sinn Sinn Sinn(Verhaumlltnis)

Ruf(Geltung)

Burckhardt 1952 Wort Wort Wort Maszlig ndashKirk1954b

b Cfr Kirk 31970 p 39

formulaof things

formulaof things

formulaof things

measure account(measure)

Snell 1965 Lehre Sinn Sinn Sinn WortMarcovich1967c

c Identiche a queste sono le traduzioni di λόγος nellrsquoedizione a cura di Marcovich MondolfoTaraacuten 2007

Veritagrave Veritagrave Logos proporzione (famoso)

Held 1970 Logos Logos Logos Verhaumlltnis RufKurtz1971

λόγος λόγος λόγος Verhaumlltnis in Anschlagkommen

West 1971 spiegazione spiegazione spiegazione quantitagrave ndashBollack-Wismann1972

discours discours raison raison estime

Kahn 1979 account account account amount accountColli 1980 espressione espressione espressione espressione espressioneDiano-Serra 1980 Discorso Discorso Discorso rapporto famaMansfeld1983

Auslegung Auslegung Auslegung Verhaumlltnis Aussage

Conche1986

discours discours discours discours(rapport)

discours

Lami 1991 ragione ragione ragione ragione ragioneReale 2006 logos logos logos proporzione famaGemelli Marciano2007

Logos Logos Logos Verhaumlltnis ndash

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 159

fr 45 fr 50 fr 72 fr 87 fr 108 fr 115

ndash ndash ndash Rede Reden ndash

ndash ratio ndash oratio sermones ndashmeasure Word ndash word ndashGrund Wort Wort Wort Worte WortGrund Wort

(Gesetz)Wort Wort Worte Wort

(Weltvernunft)Mass Wahrheitsbeweis Weltgesetz Gedankenaumluszlige-

rungLeheren Mass

logo logo logo parola parole misuraSinn Sinn Sinn Wort Worte Sinn

Grund Rede Wort Wort Lehren Wortmeasure formula of things (Logos) word accounts

(words)measure

Sinn Sinn Sinn sinnvolles Wort Worte Sinnmisura Logos ndash parola

(insegnamento)insegnamenti criterio

numericoLogos Logos Wort (Rede) Wort Darlegungen LogosVerhaumlltnisAusmaszlig

λόγος λόγος Wort Worte VerhaumlltnisAusmaszliga

a Per i frr 45 1 115 cfr Kurtz 1971 p 211 nota 17

misura dottrina ndash ndash ndash valoreraison raison ndash raison discours raison

report report ndash accountword account reportespressione espressione espressione espressione espressione espressioneDiscorso Discorso Discorso parola parola ndashwas zu erklauml-ren ist

Auslegung (Logos) Auslegung Erklaumlrungen ndash

discours discours discours discours discours discours

ragione ragionamento ragione ragionamento discorsi ragioneragione ragione ragione discorso discorsi logosLogos Logos ndash ndash Logoi Logos

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160 5 Linguaggio e cosmo

La parola λόγος in genere non egrave intesa dai principali interpreti di Eraclitoin modo univoco per tutte le sue occorrenze e se ci sono eccezioni a questatendenza esse sfortunatamente scommettono tutto sul significato matemati-co-proporzionale628 o piugrave raramente su quello veritativo629 di λόγος in Eracli-to630 Lrsquointerpretazione di λόγος allrsquoinsegna di unrsquoirriducibile polisemia rap-presenta una costante631 talvolta diventa arduo perfino individuare la matricesemantica comune ai distinti significati la quale invece dovrebbe contraddi-stinguere il segno polisemico Casi molto vistosi sono quelli di traduzioni del-la medesima parola quasi mai uguali a se stesse come accade in Marcovich eWest (cfr tabella) Al fine di scansare il rischio di una ldquodottrina del λόγοςrdquo inEraclito West nega che in Eraclito la parola assuma accezioni e contesti drsquousoinsoliti rispetto a quelli precedentemente attestati tuttavia lo studioso egrave co-stretto a traduzioni differenti ad ogni occorrenza ricorrendo anche a signifi-cati non documentati per lrsquoepoca di Eraclito in base alla sua interpretazionela parola λόγος si profila come una vera e propria congerie di significati632

628 Cosigrave ad esempio Kirk 31970 pp 38 s ldquoAn examination of other extant occurrences of theword in Heraclitus [hellip] may show that for him there was one sense which came to mindmore commonly than others [hellip] I suggest [hellip] the phrase lsquoformula of thingsrsquo as a transla-tion of λόγος in frr 1 2 50 In this formula the idea of measure is implicit [hellip]rdquo e inoltreKurtz 1971 p 63 Horovitz 1978 pp 82 ss Hammer 1991 pp 77ndash78 (che segueSchadewaldt 1978 p 187 359) Secondo questrsquoultimo il λόγος eracliteo indica primaria-mente la struttura proporzionale dellrsquoessere e solo in seconda linea ovvero nella compren-sione che gli uomini hanno di tale struttura il discorso di Eraclito tuttavia taleinterpretazione non fa che ribaltare la semantica (e la storia semantica) della parola λόγοςAddirittura ingenua appare poi la posizione di Lami 52000 che traduce λόγος sistematica-mente come ldquoragionerdquo cfr tabella

629 Cosigrave Conche 1986 che punta tutto sul ldquodiscorso verordquo intendendo perograve il ldquodiscorso sullaveritagraverdquo come coincidente con la ldquoveritagraverdquo stessa ciograve vale per tutte le occorrenze di λόγοςtranne naturalmente quella del fr 31

630 Le uniche accezioni a me note sono Rath 1991 pp 88ndash91 che rende tutte le occorrenzedi λόγος con ldquoSpruchrdquo Silvestri 2003 e idem 2006 che traduce costantemente ldquoprincipiodi legamentordquo Lrsquounitarietagrave del significato la non specializzazione della parola e il suoinscindibile legame con la Grundbedeutung di λέγειν sono dunque tenuti presenti daentrambi gli studiosi tuttavia questi interventi forse anche a causa della loro esiguitagrave sirivelano ben poco chiarificatori della natura del λόγος eracliteo

631 In genere il fatto che la parola λόγος sia polisemica giagrave allrsquoepoca di Eraclito egrave assunto comeuna tacita premessa solo di rado essa viene esplicitata cfr Kahn 1964 p 192 che ipotizzaa questo proposito un ldquosignificant word-playrdquo (ibidem nota 9) Fattal 2005 p 27 e piugrave dif-fusamente ivi pp 58 ss Opsomer 2002 p 255

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 161

Perfino quanti riconoscono per lrsquoepoca di Eraclito lrsquoanacronismo dei valo-ri matematico-proporzionali di λόγος ricorrono appunto a tali accezioni as-sumendo cosigrave di fatto lrsquoipotesi della polisemia della parola ciograve si riscontra inparticolare nella resa dei frr 45 50 115 e soprattutto 31633 Ad esempio selrsquoallievo Serra nel suo commento correttamente sostiene la linguisticitagrave diλόγος fino allrsquoepoca di Eraclito compreso il maestro Diano traduce lrsquooccor-renza del fr 31 con ldquorapportordquo rinunciando al significato linguistico pur pre-ferito in tutti gli altri casi Similmente Conche afferma a piugrave riprese la neces-sitagrave di escludere per il λόγος eracliteo tutte le possibili accezioni dellrsquoarea ma-tematica e di optare per il significato unitario di ldquodiscorso (vero)rdquo ma per que-sto frammento capitola traducendo ldquorapportordquo634

Il problema teorico-ermeneutico che qui si solleva per λόγος egrave stato notatoda Havelock a proposito della parola δίκη Lo studioso afferma ldquoQuando unaparola egrave trattata in maniere cosigrave diverse si egrave tentati di affrontare il problemaparlando della scarsitagrave del vocabolario greco cui si ripara con traduzioni di-verse di uno stesso termine come se si trattasse di uno strano caso di omoni-mia [hellip Ma] sostituire una varietagrave di termini a quello che ossessiona il poeta si-gnifica in pratica distruggere il suo tema nascondere lrsquoopera di integrazioneche egli sta compiendo [hellip] Se un suono continua ad essere ripetuto come unrefrain la traduzione piugrave efficace in unrsquoaltra lingua egrave lrsquoimitazione del re-frainrdquo635

Le combinazioni di significati proposte sono altamente variabili esse ingenere riconducono a due i valori fondamentali del λόγος eracliteo636 tradu-

632 Sebbene West affermi ripetutamente di sostenere unrsquointerpretazione unitaria del λόγοςeracliteo che per lui non egrave altro che lo scritto stesso del sapiente di fatto le traduzioni resenon sono facilmente conciliabili con tale presunta unitarietagrave

633 Per LSJ sv λόγος i frr 31 e 115 sono i primi esempi del significato della parola comeldquomeasurerdquo

634 Conche 1986 p 291 ldquolsquoΛόγοςrsquo signifie lsquodiscoursrsquo (cf ad B50 B1) La terre dissoute en merndash la mer issue de terre ndash est lsquomesureacutee selon le mecircme discoursrsquo on dit la mecircme chose quantagrave sa mesure ie sa quantiteacute Or ce qui mesure la terre ou la mer est leur rapport au feu leureacutequivalent-feu De lagrave traduction par lsquorapportrsquordquo

635 Havelock 1983 (Dike) pp 284 s Per illustrare il problema lrsquoautore ricorda ldquoLa tradu-zione inglese di Esiodo curata per la collezione Loeb traduce δίκη in modo vario negli equi-valenti inglesi di lsquodirittorsquo lsquogiustiziarsquo e lsquopunizionersquo al plurale in lsquogiudizirsquo La versione diPenguin si concede piugrave libertagrave usando al singolare gli equivalenti inglesi di lsquodirittorsquo lsquogiusti-ziarsquo lsquoverdettorsquo lsquopunizionersquo e lsquoleggersquo al plurale abbiamo lsquogiudizirsquo o lsquocausersquo oppure egrave addirit-tura sostituito da una perifrasi gli aggettivi δίκαιος e ἄδικος sono usati per indicare lsquounuomo onestorsquo lsquoun uomo giustorsquo e lsquoun delinquentersquordquo

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162 5 Linguaggio e cosmo

cendolo al contempo come ldquodiscorsordquo e ldquolegge cosmicardquo637 ldquoparolardquo e ldquorap-porto matematicordquo638 ldquolibrordquo e ldquoVeritagrave eternardquo639 ldquoesposizione di Eraclitordquo eldquostruttura ordinatricerdquo640 ldquointelligenza che parlardquo e ldquolegge del mondordquo641 ldquodi-scorso di Eraclitordquo e ldquotrama nascosta del diordquo642 etc

Anche quanti come Snell e poi Verdenius sostengono la necessitagrave di tra-durre le varie occorrenze di λόγος sempre allo stesso modo in genere ricono-scono in λόγος una doppiezza di fondo dovuta a loro avviso allrsquoincapacitagravedel ldquopensiero arcaicordquo di distinguere tra le sfere tradizionalmente denomina-te ldquosoggettivardquo ed ldquooggettivardquo643 per questa ragione Eraclito pur scrivendosempre λόγος intenderebbe con la medesima parola ora una cosa ora unrsquoaltraLa sottigliezza di tale posizione richiede un approfondimento tanto piugrave chela questione avragrave un suo peso in sede di analisi dei frammenti (cap 61) Adinaugurare questa linea interpretativa egrave probabilmente Busse che sostienelrsquoipotesi di una ldquozweifache Bedeutung als Lehrvortrag und Lehrinhaltrdquo avve-nuta a causa di un involontario ldquoslittamentordquo (Verschiebung) semantico tra il

636 Tuttavia non mancano nemmeno le interpretazioni basate su tre valori di λόγος ad esem-pio Schadewaldt 1978 p 427 parla di una ldquoscheinbar dreifache Aufspaltung des Logosals Grundproportionalitaumlt des Seienden die im Geist des Menschen aufgenommen undschlieszliglich ausgesprochen werden kannrdquo anche se sottolinea come questa tripartizionevada compresa in realtagrave come una ldquovollkommene einheitliche und klare Auffassung diesesLogosrdquo (ibidem)

637 Cfr Busse 1926 pp 207ndash208 210638 Kurtz 1971 pp 67 ss p 79639 Gigon 1935 p 4640 Hammer 1991 p 188 Lrsquoautore sostiene anche lrsquoopposizione tra λόγος ldquosoggettivordquo e λόγος

ldquooggettivordquo cfr ivi pp 71 75 76 etc La sua posizione di fondo circa lrsquointerpretazione diλόγος egrave che ldquoDer Versuch den Begriff λόγος in den Fragmenten B1 B2 und B50 nur vomSinnbezirk lsquoWortrsquo lsquoRedersquo lsquoLehrersquo lsquoDarlegungrsquo [hellip] zu verstehen muszlig jedoch aumluszligerst zwei-felhaft erscheinenrdquo (ivi p 74) e ancora ldquoλόγος in B1 (und wie sich noch genauer zeigenwird in B2 und B50) nicht nur Heraklits eigene Darlegung meint sondern auch so etwaswie eine objektive Struktur die wir [hellip] von dem Bedeutungsbereich lsquoVerhaumlltnisrsquo lsquoPropor-tionrsquo lsquoRechnungrsquo her zu verstehen suchen wollenrdquo (ivi p 75)

641 Fattal 2005 pp 66 ss642 Colli 1980 vol III p 172643 La terminologia corrente che ricorre alle categorie di lsquosoggettivorsquo ed lsquooggettivorsquo non risulta

sempre chiara infatti non si tratta di esprimere la differenza tra soggettivitagrave ed oggettivitagravebensigrave quella tra il soggetto e lrsquooggetto grammaticale ovvero per ricorrere alla terminologiadi Verdenius 1966 pp 83 s tra ldquoTaumltigkeitrdquo e ldquoResultatrdquo Per questo motivo dopo aver illu-strato la posizione della critica al riguardo le categorie di lsquosoggettivorsquo ed lsquooggettivorsquo sarannoabbandonate in favore della distinzione tra nomen actionis e nomen rei actae

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51 Il λόγος di Eraclito e i λόγοι degli interpreti 163

discorso ed il suo contenuto644 Tale ldquoslittamentordquo egrave spiegato con lrsquoargomen-to in seguito molto sfruttato645 della mancata distinzione tra nome e nomi-nato che sarebbe tipico del ldquopensiero primitivordquo ed eracliteo in particola-re646 Snell solo in apparenza coerente con il suo stesso suggerimento sopra ci-tato circa lrsquounitagrave di senso della parola λόγος presenta una certa invarianza nel-la traduzione delle occorrenze rese per lo piugrave con Sinn Tuttavia Sinn egraveinteso a sua volta nel segno della duplicitagrave infatti giaccheacute il pensiero arcaicoegrave giudicato incapace di distinguere tra il soggettivo e lrsquooggettivo ldquoil λόγος nonegrave soltanto il discorso umano dotato di senso ma anche il senso che sta nellecoserdquo647 E ancora ldquo[hellip] questo logos egrave innanzi tutto la dottrina di Eraclitoche egli vuole presentare Ma questo logos ha realtagrave effettiva Esso egrave piugrave cheunrsquoopinione di Eraclito Egrave il senso che sta nel mondo [hellip] con terminologiapiugrave tarda si puograve vedere in esso addirittura qualcosa come una ragione univer-sale (Weltvernunft)rdquo648 Quindi lrsquounitagrave di senso di λόγος egrave al tempo stesso af-fermata nella costanza della traduzione Sinn ma anche negata nello sdop-piamento tra un Sinn soggettivo ed uno oggettivo

La posizione di Snell egrave ben illustrata da Verdenius649 il quale drsquoaltronde siavvicina a questa linea interpretativa traducendo λόγος costantemente comeldquoargumentrdquo ma ritenendo allo stesso tempo che ldquoIn Heraclitusrsquo thought hisargument coincides with that which is argued he does not know a fundamen-tal difference between the purport of his doctrine and the real order of thingsrdquo650il che conduce inevitabilmente ad intendere il λόγος come ldquothe system of real-

644 Cfr Busse 1926 p 207 ldquoHeraklit dachte bei der Wahl des Wortes natuumlrlich zunaumlchst andie Rede [hellip] aber unwillkuumlrlich schob sich ihm die Vorstellung von dem Inhalt der Darstel-lung von dem darin ausgedruumlckten Grundgedanken unter Der Kern der neuen Lehreaber ist der Gedanke des Weltgesetzes [hellip] Und dies ist die Bedeutung welche das Wortim zweiten Satz hat [hellip]rdquo (corsivo mio)

645 A tale argomento ricorreranno per interpretare Eraclito anche Snell 1989 Marcovich1978 Di Cesare 1980 eadem 1986 pp 9ndash20 (cfr anche Kraus 1987 p 104)

646 Cfr Busse 1926 p 207 ldquoDenn dem primitiven Geist fehlte noch die Faumlhigkeit Subjek-tives und Objektives Gedachtes und Gegenstaumlndliches scharf zu trennenrdquo

647 Snell 1989 p 18648 Ivi p 19649 Verdenius 1947 p 276 ldquoB Snell offers the translation lsquomeaningrsquo (lsquoSinnrsquo) on account of

the fact that λέγειν refers to the meaning of a discourse as well as to the meaning of itsobject Since ancient thought was not yet conscious of a fundamental difference betweenthe knowing subject and the object which is known λόγος comprises both the meaning ofHeraclitusrsquo doctrine and the meaning of realityrdquo

650 Ivi pp 276ndash277 corsivo mio cfr ibidem nota 41

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ity itselfrdquo651 Questo imprimerebbe nella parola λόγος cosigrave come usata daEraclito unrsquoinevitabile ambivalenza tradotta poi come ldquoargomentazionesoggettivardquo e ldquocorrelato oggettivordquo652 Anche Dilcher sottolinea lrsquoambivalen-za tra ldquoλόγος soggettivordquo e ldquoλόγος oggettivordquo intendendo con questrsquoultimoldquosomething independent being valid beyond the subject who makes use ofitrdquo653 Purtroppo la reazione contro lrsquoidea di una presunta indistinzione tralinguaggio e realtagrave nel pensiero arcaico ed eracliteo in particolare riguardasolo una minoranza degli interpreti654

Egrave vero che numerose parole greche incluso λόγος hanno al contempo dueaccezioni come nomen actionis e come nomen rei actae655 Si pensi ad esempioad ὄψις che come in italiano lsquovistarsquo indica tanto lrsquoazione o la facoltagrave del vede-re (nomen actionis) quanto le sembianze percepite in seguito a tale azione(nomen rei actae)656 Egrave altrettanto vero che in Eraclito sono attestate per λόγοςentrambe le accezioni la parola non indica solo lrsquoazione di dire qualcosa maanche quello che viene detto ossia il contenuto Secondo studiosi comeBusse Snell e Dilcher il λόγος eracliteo come nomen rei actae si identifiche-rebbe con la realtagrave non linguistica da esso espressa ossia il mondo Tuttavia ilsillogismo che stabilisce tale identitagrave linguistico-ontologica non egrave affatto pro-

651 Ivi p 278 corsivo dellrsquoautore652 Cfr ivi p 277 dove lrsquoautore parla di una ldquocoincidenza tra lrsquoaspetto soggettivo e quello

oggettivo della conoscenzardquo insistendo sullrsquounitagrave di soggetto ed oggetto nel pensiero grecoarcaico cfr idem 1966 p 91 ldquoLogos e Kosmos sono quindi in un certo senso equivalenti[hellip] cosigrave che il Logos [hellip] non egrave solo lrsquoargomentazione soggettiva ma anche il suo correlatooggettivo non solo il discorso sui legami nel mondo ma anche [hellip] lrsquoordinamento stessodel mondo [hellip] questa ambivalenza egrave possibile percheacute nella coscienza di Eraclito non esi-ste nessun confine marcato fra il suo pensiero e lrsquooggetto del pensierordquo ed ivi p 93 ldquoIl Logosagrave al contempo lo specifico sistema argomentativo di Eraclito e il sistema obiettivo delmondordquo

653 Dilcher 1995 p 44654 Cfr Held 1970 p 167 e p 181 Schadewaldt 1978 p 163655 Cfr Verdenius 1966 pp 83 s per alcuni esempi tra cui anche λόγος Cfr Snell 1955 pp

307 s656 Cfr LSJ sv ὄψις con i relativi esempi per lrsquoaccezione di nomen rei actae cfr Hom Il VI

468 per quella di nomen actionis cfr Hom Il XX 205 Esempi eraclitei potrebbero essereσύναψις (fr 10) che indica sia lrsquoazione di stabilire un ldquocollegamentordquo sia il suo risultatoossia la condizione del ldquocollegamentordquo ἡδονή (fr 67) che sta sia per il ldquosaporerdquo o lrsquoldquoaromardquopercepito sia per la ldquopreferenzardquo o il ldquogustordquo proprio del soggetto agente γνώμη (frr 4178) che vale sia come ldquofacoltagrave conoscitivardquo sia come ldquorisultato della facoltagrave conoscitivardquoovvero ldquodiscernimentordquo etc

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bante Si consideri come controesempio il fr 39 dove λόγος vale appuntocome nomen rei actae nondimeno anche in questo caso λόγος indica il ldquodi-scorsordquo su Biante ovvero la sua fama e non certo Biante stesso Come perEraclito il λόγος su Biante non coincide con Biante allo stesso modo il λόγοςsul mondo non coincide con il mondo Probabilmente in molti contesti unanetta distinzione tra il discorso da una parte ed il contenuto che esso esprimedallrsquoaltra egrave semplicemente improduttiva ma ciograve non equivale allrsquoincapacitagravedi distinguere tra discorso ed oggetto del discorso ovvero tra linguaggio erealtagrave Come saragrave sottolineato nel cap 53 (pp 182 s) il rapporto istituito daEraclito tra linguaggio e realtagrave non egrave di identitagrave (equiv) ma di analogia (asymp) men-tre il rapporto di identitagrave implica che i due termini della relazione in questocaso linguaggio e realtagrave siano una cosa sola al contrario il rapporto di analo-gia presuppone che essi siano due cose ben distinte Dunque il λόγος diEraclito verte sul mondo ma non egrave il mondo esso egrave e resta ldquodiscorsordquo

Per quanto mi consti Colli egrave lrsquounico a tradurre invariabilmente le occor-renze eraclitee di λόγος reso sempre come ldquoespressionerdquo perfino nel fatidicofr 31 Ma nonostante lrsquoaffermazione che ldquoil significato di λόγος egrave perfetta-mente unitariordquo anche per questo studioso la perfetta unitarietagrave del significa-to si frantuma di fatto in una pluralitagrave di valori del cosiddetto ldquoterminerdquo cosigraveλόγος sta per ldquolegge del fenomeno cioegrave rappresentazione rapporto di sogget-to e oggetto [hellip] Il λόγος saragrave quindi anche espressione in genere in quantomanifestazione apparenza del noumeno cosigrave in particolare parola e pensieroumano [hellip] Naturalmente lrsquouso concreto del termine nei frammenti varieragravedallrsquoindicazione della rappresentazione in quanto tale come legge a quella diuna singola rappresentazionerdquo657 Egrave dunque evidente che il significato di que-sto ldquoterminerdquo esula dallrsquoarea semantica schiettamente linguistica per avvici-narsi a sfere piugrave squisitamente metafisiche658 Pertanto anche allrsquoldquoespressio-nerdquo della colliana ldquodottrina eraclitea del λόγοςrdquo va tolta molta metafisica giac-cheacute λόγος significa semplicemente ldquodiscorsordquo ldquoargomentazione verbalerdquo

Le posizioni sopra ricordate sembrano non considerare che ldquoper quanto lenostre storie della filosofia possano sottolineare le peculiaritagrave della dottrina

657 Colli 1980 vol III p 173 (corsivo mio) Cfr Bremer 1996 p 82 che intende il λόγοςeracliteo come ldquo[hellip] rationales Verhaumlltnis das im Diskurs dargelegt wird Das Medium indem der Logos primaumlr zur Darstellung kommt und aus dem heraus er zunaumlchst gedachtwird ist die Spracherdquo

658 Ad esempio λόγος egrave inteso come la ldquolegge divina che incatena gli oggetti mutevolidellrsquoapparenzardquo cfr Colli 1980 vol III p 172

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di ciascun pensatore non dobbiamo mai dimenticare in che misura essi usas-sero e adattassero concezioni comunirdquo659 e la concezione comune di λόγοςnel mondo di Eraclito egrave quella di ldquodiscorsordquo Pertanto egrave in continuitagrave con ilsignificato tradizionale di λόγος che maturano le nuove accezioni senza chesussistano cesure traumatiche tra lrsquouno e le altre660 Prendendo a modificare icontesti drsquouso di λόγος Eraclito dagrave inizio ad un lungo processo di evoluzionesemantica della parola processo che poi sfoceragrave in accezioni tra loro lontanee difficilmente riconducibili allrsquoidea del lsquoraccoglierersquo originariamente insitanella radice λεγ- questo esito tuttavia non puograve essere datato giagrave alla fine delVI sec aC Per il parlante Eraclito chiamare λόγος qualcosa di diverso dal ldquodi-scorsordquo rappresenterebbe un impossibile gesto di arbitrarietagrave linguistica dalmomento che il significato di qualsiasi segno non costituisce un evento priva-to bensigrave il prodotto storico di unrsquointera comunitagrave linguistica rispetto a cui ilsapiente non puograve fare astrazione Come accade anche per altre parole rise-mantizzate del ldquodiscorsordquo Eraclito comprende e mostra tuttavia aspetti nuo-vi ed inediti Ma se egrave ammesso il paradosso affermare che per questo motivoλόγος non significhi per Eraclito ldquodiscorsordquo sarebbe come sostenere chequando Eratostene predica per la Terra lrsquoattributo della sfericitagrave egli attri-buisca alla parola lsquoTerrarsquo un significato diverso in realtagrave Eratostene si limitaad intendere la lsquoTerrarsquo in modo nuovo rispetto alla tradizione di pensiero chelo ha preceduto

Diversamente da quanto puograve dirsi della sfericitagrave della Terra la compren-sione eraclitea del discorso risulta estranea al pensiero successivo e questo an-che per via delle idee linguistiche avallate dal radicalizzarsi della cultura alfa-betizzata Ciograve induce la critica a proiettare le proprie aspettative sul λόγοςeracliteo misconoscendone e falsandone la natura linguistica in effetti inbase al buonsenso degli interpreti tradurre λόγος come puro e semplice ldquodi-scorsordquo condurrebbe a degli espliciti nonsensi come lrsquoattribuzione al ldquodiscor-sordquo di un ruolo attivo entro il divenire cosmologico Che senso avrebbe adesempio sostenere che ldquotutte le cose avvengono secondo questo discorsordquo (fr1) O che il mare ldquoassume misure secondo quello stesso discorso che valevaprima che diventasse terrardquo (fr 31) Allrsquointerprete tuttavia non egrave consentitotrascurare il fatto che senso buonsenso e nonsenso sono valori culturalmente

659 West 1993 p 179660 La continuitagrave del significato di λόγος in Eraclito ma anche nel pensiero successivo egrave sot-

tolineata da Held 1970 specie pp 204 ss sebbene allo stesso tempo lo studioso qualifichila semantica della parola come ldquoDoppelsinnrdquo (ivi p 192)

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determinati ovvero relativi che assumono parametri diversi in culture diver-se e quella della Grecia di VIndashV sec aC egrave una cultura appunto profonda-mente diversa dalla nostra Porre il discorso in stretta relazione con il funzio-namento del mondo e la venuta ad essere degli enti che lo popolano egrave di sicuroun nonsenso nel contesto culturale occidentale moderno ma non lo egrave affattoad esempio per i Dogon per i Bambara e per numerose altre culture preva-lentemente orali Accostarsi alle concezioni linguistiche dei popoli scarsa-mente o niente affatto alfabetizzati consente di vagliare non solo in base aidati storico-linguistici sinora presentati ma anche in base ad elementi dicomparazione antropologica lrsquoipotesi che in Eraclito al linguaggio competauna funzione cosmologica dimenticata dalle culture del libro

52 Cosmogonie linguistiche un excursus antropologico

Vi egrave unrsquoassociazione ricorrente nel bagaglio sapienziale (mitologico religiosocosmogonico) di numerosi popoli egrave quella tra il linguaggio ed il mondo intesicome due consimili Questa idea egrave comune alle civiltagrave piugrave disparate sorte inluoghi e in epoche tra loro anche molto distanti Il presente capitolo evidenziacome le concezioni cosmologiche intrise di linguisticitagrave siano proprie di nu-merose culture oro-aurali

Se in generale egrave certamente utile accostarsi a civiltagrave che evidenziano prati-che di vita e di pensiero piugrave vicine a quelle della grecitagrave arcaica rispetto a quel-le del moderno interprete occidentale661 per lrsquoermeneutica del λόγος eracliteorisulta particolarmente proficuo il confronto con le concezioni linguistichedelle culture oro-aurali Esso contribuisce infatti a colmare la distanza che se-para le nostre idee sul linguaggio e sui fenomeni ad esso correlati da quelleeraclitee dal momento che le concezioni linguistiche dei parlanti sono infor-mate in misura determinante dai media adoperati Nei media pertanto va in-

661 Non egrave necessario riaffermare in questa sede lrsquoimportanza degli studi antropologici e com-parativi per la comprensione del mondo greco antico e specialmente arcaico lrsquointrodu-zione di metodi antropologicamente fondati in questo campo di studi egrave dovuta a studiosiquali ad esempio F M Cornford (2002) G E Lloyd (Polaritagrave e analogia Napoli 1992[Cambridge 1966]) J P Vernant (cfr Le origini del pensiero greco Roma 1993 [Paris1962] Mito e pensiero presso i Greci Torino 1978 [Paris 1965]) M Detienne (1977) LGernet (cfr I greci senza miracolo Roma 1986 [Paris 1983]) Per ragioni di concretezzaoccorre limitarsi qui solo a pochi autori e titoli particolarmente rappresentativi

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dividuata anche una causa rilevante della diversa percezione e comprensionecirca il rapporto tra linguaggio e mondo In effetti egrave facile constatare che leculture convinte di unrsquoazione del linguaggio a livello cosmico sono in generequelle fondate sulla parola parlata e cantata mentre una volta acquisito edinteriorizzato il medium della scrittura nella coscienza dei parlanti-scriventisi modifica la concezione del linguaggio il cui ruolo viene ridimensionatofino alla sua estromissione dalle spiegazioni riguardo alla natura e al cosmo

Occorre tenere presente che dal punto di vista del tipo di modelli fisici ecosmologici adottati la cultura occidentale moderna (che sotto questo profi-lo ed in generale per quanto riguarda le credenze scientifiche puograve essere con-siderata fondamentalmente omogenea) egrave in minoranza numerica essa conce-pisce infatti il funzionamento della natura in modo completamente a-lingui-stico laddove le culture che al contrario danno conto dellrsquouniverso fisico ri-correndo al linguaggio sono molto numerose Indubbiamente in base allemoderne idee linguistiche il mondo e le sue manifestazioni fisiche non hannonulla a che vedere con il linguaggio nondimeno bisogna prendere in conside-razione lrsquoipotesi che per la cultura aurale a cui il sapiente di Efeso appartienecosigrave come mutatis mutandis per le civiltagrave che qui di seguito vengono ricorda-te le cose stiano diversamente In assenza di un approccio antropologico ocomparativo ad Eraclito la critica ha ammesso finora due principali possibi-litagrave per lrsquointerpretazione dellrsquoaccostamento eracliteo tra λόγος e mondo o ne-garlo oppure ammetterlo solo al prezzo di unrsquointerpretazione razionalistica ometafisica del λόγος stesso ossia con scarsa considerazione del significato sto-ricamente piugrave plausibile per la parola quello di ldquodiscorsordquo (cfr cap 51)

Nelle culture oro-aurali una concezione che ricorre con particolare co-stanza egrave quella della ldquoparola creatricerdquo ovvero della parola che nel momentoin cui viene pronunciata chiama ad essere o realizza il nominato Convienesoffermarsi su questa credenza sia a causa della sua vasta diffusione la qualeautorizza a pensare ad un vero e proprio fenomeno antropologico sia percheacuteessa non egrave rimasta infruttuosa nella storia degli studi eraclitei come si ricordaoltre in questo capitolo (p 172) Il mito della parola creatrice egrave ampiamentedocumentato sin dalle culture piugrave remote quanto di antico si tramanda sullacreazione del mondo e dei suoi abitanti egrave costantemente permeato dalla fedeancestrale nella potenza generatrice del linguaggio Sotto questo punto di vi-sta la Genesi della Torah ebraica662 lrsquoepos cosmogonico babilonese663 i testi

662 LXX Ge 13 ss

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egiziani del divino insegnamento di Menfi664 la cosmologia indiana incentra-ta sulla dea Vāc (e sullo śabdabrahman lrsquoassoluto in forma di parola)665 ed ilVangelo secondo Giovanni666 mostrano evidenti affinitagrave R Houmlnigswald au-tore di unrsquoampia rassegna sui miti della creazione delle prime civiltagrave di cui cisiano pervenuti testi scritti riferisce assiduamente di come il linguaggio fungada agenti del divenire cosmico ad esempio nelle leggende babilonesi667 india-ne668 ed ebraiche669 sulla creazione La tendenza ad attribuire capacitagrave creatri-ci ad atti linguistici viene sottolineata di frequente nelle monografie sulle sin-gole religioni antiche come quella egiziana670 induista671 etc

Per ovvie ragioni la documentazione piugrave ricca ci proviene tuttavia dalleculture orali contemporanee le quali anche in assenza di contatti reciprocievidenziano concezioni analoghe sul linguaggio e sulla sua facoltagrave di generareil cosmo ed i suoi abitanti Venendo a conoscenza dei racconti circa lrsquooriginedel mondo tramandati dagli Uitoto (un gruppo etno-linguistico dellrsquoAmaz-zonia colombiana) gli etnologi non hanno potuto astenersi dal confrontocon lrsquoincipit della Genesi ebraico-cristiana Gli Uitoto ritengono infatti cheldquoin principio la parola diede origine al padrerdquo e tutta la cosmogonia elaboratada questa cultura egrave pervasa da elementi linguistici672 Analogamente le leg-gende sacre dei Polinesiani identificano il momento della creazione con quel-lo in cui il silenzio primordiale venne infranto dallrsquoemissione del primo suo-no673 Le piugrave studiate tra le culture tradizionali contemporanee sono al mo-mento quelle africane si pensi alla vera e propria popolaritagrave di cui ldquogodonordquo iDogon e in misura minore i Bambara ormai da qualche decennio Non soloi fenomeni cosmogonici e cosmologici ma anche quelli fisici e biologici sonospiegati da queste popolazioni in base alle correlazioni scorte con determinati

663 Enūma elīs vv 1ndash10664 Cfr Donadoni 1970 pp 170ndash172665 Cfr Della Casa 1976 pp 63 ss 77 ss 144 254 666 Ev Jo I 1667 Cfr Houmlnigswald 1957 pp 26ndash29668 Ivi pp 80ndash83669 Ivi pp 172 e 175670 Cfr Junker 1940 Morenz 1960 pp 172 ss e 180ndash181 il quale inoltre si sofferma

sullrsquoimportanza attribuita agli organi fonatori671 Gonda 1960 p 182 672 Preuss 1921ndash1923 vol I pp 25 ss per la trascrizione e la traduzione del racconto cfr ivi

vol II p 659 673 Bastian 1881 pp 13 ss

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fenomeni linguistici infatti si presuppone che tra linguaggio e mondo natu-rale vi sia una perfetta corrispondenza Secondo il sapere biologico dogonlrsquoessere umano egrave prodotto dalla parola (sograve) il sostentamento e la crescita delcorpo sono spiegati linguisticamente in quanto si ritiene che nelle parole sia-no contenuti i principi nutritivi necessari alla vita674 inoltre la parola egrave con-siderata responsabile del concepimento Egrave opportuno sottolineare che nellacapacitagrave generatrice e vivificatrice attribuita al linguaggio non vi egrave nulla dimetaforico per i Dogon ldquola parola egrave fecondante [hellip] nel senso proprio del ter-minerdquo675 dal momento che tutta la fisiologia della fecondazione egrave determina-ta in concreto dagli organi linguistici nellrsquoesercizio delle loro specifiche fun-zioni676 Simili idee possono essere messe in relazione con quelle dei Bambarasecondo i quali da un lato gli organi genitali concorrono alla produzione dellinguaggio677 dallrsquoaltro lrsquoessere umano egrave capace di dispensare vita nellrsquoattodella riproduzione appunto percheacute dotato di parola678

Il nesso tra natura e linguaggio egrave confermato dalla concezione dogon deimeccanismi produttivi del sograve Dallo studio sulla fisiologia della parola con-

674 Calame-Griaule 1982 p 63675 Ivi p 66 676 Cfr ivi pp 66ndash70 ad esempio le pp 69 ss ldquoSupponiamo che durante la giornata gli sposi

si siano scambiati lsquobuone parolersquo[hellip] La forza vitale delle parole ascoltate [hellip] sveglia il san-gue [hellip] la parola bolle dolcemente e invece di uscire dalla bocca va nelle articolazioniinsieme allrsquoolio del sangue poi nei reni [hellip] Le buone parole scaldando leggermente ilcuore producono un dolce calore che fonde e fa scorrere lrsquoolio Lrsquouomo egrave colmo di tene-rezza per la sua donna il loro accordo egrave completo lrsquounione saragrave feconda [hellip] Utilizzandoun paragone familiare i Dogon dicono lsquoCome si schiacciano i semi di arachide [hellip] perestrarne olio cosigrave i nervi tirano il corpo dellrsquouomo e schiacciano le buone parole nelle arti-colazioni [hellip] per estrarne lrsquoolio beneficorsquo La forza vitale delle parole [hellip] contribuiragrave allaformazione del bambino [hellip] La trasformazione in disegno compiuto e completo dellacreatura umana [hellip] avviene quando lrsquoolio e lrsquoacqua si combinano egrave lrsquounione di due parolelrsquoabbraccio dellrsquouomo e della donna che fondono insieme i loro corpi e le loro parolerdquo p172 ldquo[hellip] il coito [hellip] egrave lsquola parolarsquo per eccellenza I Dogon ne vedono la prova oltre che nelpotere fecondante del verbo nel fatto che il seme egrave una sorta di lsquoconcentratorsquo di parolerdquo

677 Zahan 1963 pp 19 s Scopi ldquolinguisticirdquo sono perseguiti anche nei trattamenti chirurgiciriservati allrsquoapparato genitale come nelle pratiche della circoncisione e dellrsquoescissione cfrivi pp 77 ss

678 Zahan 1963 p 30 ldquoil verbo egrave la sintesi piugrave completa della divinitagrave del cosmo e dellrsquouomototale Prodotto sui generis nellrsquoinsieme della creazione esso fa dellrsquouomo un lsquocreatorersquo e lolega con legami invisibili allrsquouniverso e a Diordquo Cfr ivi p 29 ldquo[hellip] la persona parlando crealrsquoumano con materiali cosmici e divinirdquo dove si seguita ldquoEgrave proprio qui drsquoaltronde il sensodel termine bocca da che per i Bambara significa allo stesso tempo crearerdquo

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dotto da Calame-Griaule emerge infatti che alla produzione del linguaggiosono indispensabili i quattro elementi cosmici fondamentali (acqua aria ter-ra fuoco) ad esempio la capacitagrave o lrsquoincapacitagrave linguistica del parlante pro-cede di pari passo con lrsquoappropriata combinazione o viceversa con la disgrega-zione di questi costituenti fondamentali679 alla morte del parlante ldquoi quattroelementi della parola si dissolvono con quelli del corpordquo680 In base a questidati egrave possibile rilevare delle affinitagrave con le considerazioni svolte nel cap 41 aproposito del modello articolatorio In primo luogo anche per il pensiero do-gon i medesimi schemi di funzionamento soggiacciono tanto ai fenomeni fi-sici (cosmologici biologici) quanto a quelli linguistici inoltre il linguaggio egraveconcepito come unrsquounitagrave risultante dal giusto assemblamento di parti costi-tuenti681 A ciograve si aggiunge il fatto che per il pensiero dogon lrsquoidea biologicadellrsquoarticolazione682 assume un ruolo primario entro la concezione del lin-guaggio infatti ldquosi definiscono articolazioni della parola i collegamenti tra pa-role e frasi e il susseguirsi delle idee in un ragionamento [hellip] Lrsquouomo saggio[hellip] egrave colui che conosce la lsquoparola delle articolazionirsquo la stessa definizione vie-ne attribuita a un buon musicista che non sbaglia mai la connessione dei ritmie dei cantirdquo683 Pertanto sia nella tradizione di pensiero greca684 che in quelladogon lrsquoidea biologica di articolazione trova un campo di applicazione nellariflessione sul linguaggio risultando funzionale alla sua comprensione

Considerato il ruolo cosmologico svolto dal linguaggio presso altre cultureoro-aurali lrsquointerpretazione del λόγος eracliteo in base al significato storica-mente plausibile di ldquodiscorsordquo anche nei frammenti in cui esso egrave coinvoltocon lrsquouniverso fisico non appare piugrave insensata Nondimeno i confronti inter-

679 Calame-Griaule 1982 pp 46ndash47 e 54680 Ivi p 75681 Ivi p 32 ldquola parola cosigrave come la concepiscono i Dogon si scompone in elementi multi-

plirdquo682 Sullrsquoidea biologica di articolazione cfr ivi p 33 ldquoIl corpo umano egrave un insieme ma egrave dif-

ferenziato in un certo numero di parti individuate dalle articolazioni queste ultime hannounrsquoimportanza fondamentale [hellip] Per spiegare limportanza attribuita alle articolazioni iDogon dicono che poicheacute permettono il movimento e il lavoro esse sono il segno dellacondizione umana Inoltre le articolazioni mobili sono privilegio dei vivi i morti sonorigidi e le loro membra non possono essere piegate se non spezzandone le articolazioni[hellip] infine i Dogon ritengono che le articolazioni abbiano un ruolo importantenellrsquoamore e nella procreazionerdquo cfr anche ivi p 147

683 Ivi p 47 (corsivo mio)684 Cfr Laspia 1997

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172 5 Linguaggio e cosmo

culturali non devono favorire a tutti i costi semplicistici parallelismi egrave questalrsquoingenuitagrave commessa da alcuni critici che in questo modo hanno offuscato lespecificitagrave delle concezioni linguistiche eraclitee Ad esempio scorgendo nelλόγος eracliteo un ldquoSchoumlpfungs- und Gesetzeswortrdquo in continuitagrave con lahonover della religione persiana Lassalle685 ha sostenuto che in Eraclito so-pravvivano tracce della credenza nel potere soprannaturale del linguaggioPiugrave moderato egrave Gladigow686 il quale sulla scorta di giochi di parole comequello del fr 48 ritiene che la riflessione di Eraclito considerato come lrsquoini-ziatore della questione sulla ὀρθότης ὀνομάτων nasca dalla ldquocoscienza arcaicadella potenza del linguaggiordquo e che il linguaggio eracliteo possieda intattalrsquooriginaria vis magica687 Similmente Bartling688 ritiene che la differenza tra imaghi rivelatori ed Eraclito consista nel fatto che gli uni subiscono lrsquoaltro in-vece dagrave forma ai nomi ed in particolare ai nomi divini689 a prescindere daquesta distinzione di fatto viene dunque avallata la teoria della ldquofede nel po-tere della parolardquo da parte del sapiente di Efeso

Prendendo le distanze da simili posizioni e tuttavia tenendo presente ilruolo cosmologico attribuito al linguaggio da numerose culture oro-auralioccorre ora chiarire le specificitagrave del nesso eracliteo tra linguaggio e mondo

53 Lrsquoanalogia eraclitea tra linguaggio e mondo

Dato il nesso istituito da Eraclito tra λόγος e mondo (es frr 1 31 50) partedella critica interpretando il λόγος come un principio razionale ha peroratolrsquoidea di una rispondenza tra ldquocorso del mondordquo e ldquoprocessi del pensierordquo690Tuttavia in base allrsquoesame condotto nel cap 51 alla fine del VI sec aC perλόγος risulta attestato come prioritario il significato di ldquodiscorsordquo si deve per-tanto ritenere che Eraclito individui tale conformitagrave tra il funzionamento del

685 Lassalle 1858 pp 364 ss686 Gladigow 1965 pp 133 ss687 Ivi p 135 Cfr anche p 136 ldquoWeder von Heraklit noch von Parmenides sind direkte

Zeugnisse einer Sprachspekulation erhalten Bei Heraklit koumlnnte man daran zweifeln ober der so aus der Sprache philosophiert auch uumlber die Sprache philosophiert haben kannrdquo

688 Bartling 1985 pp 79 ss689 Lo studioso ritiene infatti che lrsquooperazione condotta da Eraclito sia la sostituzione del

nome divino nella formula ἓν τὸ σοφόν (fr 32)690 Cfr Busse 1926 p 208 ldquo[hellip] so erkannte er [Heraklit] in den Denkvorgaumlngen und in dem

Weltlauf eine wunderbare Uumlbereinstimmungrdquo

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53 Lrsquoanalogia eraclitea tra linguaggio e mondo 173

mondo e quello del discorso Il confronto interculturale (cap 52) ha mostra-to come in numerose culture oro-aurali tra linguaggio e mondo fisico vengastabilito costantemente un rapporto questo tuttavia non vuol dire che perlrsquoEfesio valgano le stesse concezioni sul linguaggio considerate tra le ldquocosmo-gonie linguisticherdquo Qual egrave dunque la relazione scorta da Eraclito tra discorsoe mondo Come verragrave illustrato nel presente capitolo e poi nel successivo sul-la scorta dei frammenti vi egrave ragione di ritenere che tale relazione consista inunrsquoanalogia essi si somigliano profondamente nella struttura e nel funziona-mento dal momento che entrambi sono intesi come unitagrave articolate

Poicheacute lrsquoanalogia tra linguaggio e mondo riposa sul modello articolatorioegrave opportuno innanzitutto introdurre il concetto di articolazione linguisticae poi considerare alcuni studi che esaminano tale concetto nel contesto delpensiero antico

Parlando di λόγος come di unitagrave articolata non si intende riferirsi in toto alconcetto di articolazione linguistica secondo i linguisti moderni comeSaussure691 e Martinet692 Una prima sostanziale differenza consiste nel fatto

691 Per Saussure 21968 p 137 la lingua egrave il ldquoregno delle articolazionirdquo Piugrave precisamente ldquo[hellip]in materia di linguaggio lrsquoarticolazione puograve designare tanto la suddivisione della catenaparlata in sillabe quanto la suddivisione della catena della significazione in unitagrave signifi-cativerdquo (ivi p 20)

692 Martinet conferma il concetto di ldquodoppia articolazione linguisticardquo introdotto daSaussure Da un lato vi egrave lrsquoarticolazione semantica (prima articolazione) dallrsquoaltro quellafonetica (seconda articolazione) ldquoLa prima articolazione del linguaggio egrave quella secondocui ogni fatto drsquoesperienza che si debba trasmettere [hellip] si analizza in una serie di unitagravedotate ciascuna di una forma vocale e di un senso [hellip] se pronuncio la frase ho mal di testa[hellip] nessuna delle unitagrave successive ho mal di testa corrisponde a quello che il mio doloreha di specifico anzi ognuna puograve trovarsi in contesti diversi per comunicare fatti drsquoespe-rienza diversi [hellip] La prima articolazione egrave il modo in cui si ordina lrsquoesperienza comune atutti i membri di una determinata comunitagrave linguistica [hellip] Lrsquooriginalitagrave del pensiero nonsi potragrave manifestare che in una disposizione inattesa delle unitagrave Lrsquoesperienza personale[hellip] si analizza in una successione di unitagrave [hellip] Ognuna di queste unitagrave di prima articola-zione presenta [hellip] un senso e una forma vocale (fonica) Nessuna di queste unitagrave egrave analiz-zabile in unitagrave successive minori dotate di senso lrsquoinsieme testa vuol dire lsquotestarsquo e non sipossono attribuire per es a te- e a -sta due sensi distinti la cui somma sia equivalente a lsquotestarsquoMa la forma vocale egrave invece analizzabile in una successione di unitagrave di cui ciascuna contri-buisce a distinguere testa per es da altre unitagrave come resta tasta tenta ecc Si tratta dellaseconda articolazione del linguaggiordquo (Martinet 1974 pp 21 ss) Rispetto allrsquoaccezionesaussuriana Martinet precisa inoltre entrambi i fronti del concetto di articolazione sosti-tuendo allrsquoldquounitagrave significativardquo il ldquomonemardquo e aspetto piugrave rilevante per chi si occupa disistemi di scrittura alfabetici alla ldquosillabardquo il ldquofonemardquo

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che per Eraclito il modello articolatorio non interessa esclusivamente la sfe-ra linguistica ma trova anche una fondamentale applicazione fisica e cosmo-logica In secondo luogo almeno per la storia delle idee linguistiche dal mon-do romano fino ad oggi nella metafora dellrsquoarticolazione lrsquoaccento egrave postosulla divisibilitagrave dellrsquointero in parti693 viceversa nel pensiero eracliteo risultaessenziale la concezione del linguaggio come unitagrave composta Infine la lin-guistica moderna individua due livelli di articolazione linguistica articolazio-ne semantica ed articolazione fonetica Delle due accezioni tuttavia solo laprima riguarda Eraclito egli infatti riconosce nel discorso unrsquounitagrave di sensocomposta da parti significative minori

Sotto questo profilo egrave possibile definire Eraclito come il πρῶτος εὑρετήςdella concezione del linguaggio come ldquoentitagrave globale e tuttavia segmentabi-lerdquo694 ovvero del ldquolinguaggio articolatordquo Nondimeno tale primato non gli egravestato finora riconosciuto Desbordes ritiene che nellrsquoetagrave arcaica (consideratasolo come preacutehistoire de la penseacutee linguistique) il filone della riflessione sul ldquodi-scorsordquo e quello sul ldquonomerdquo si sviluppino indipendentemente lrsquouno dallrsquoaltroper ricongiungersi solo tardivement quando con lrsquoinsorgere del concetto dilsquoparolarsquo il discorso viene compreso appunto come un composto di parole695e anche Laumlmmli che affronta incidentalmente la questione della gegliederteSprache nella cultura greca e latina si rifagrave ad Archelao696 Inoltre due studi te-matizzano espressamente la storia della metafora dellrsquoarticolazione riferita allinguaggio soffermandosi in particolare su Aristotele si tratta di Belardi697 eLaspia698 Il primo rintraccia le due accezioni di articolazione linguistica sol-tanto a partire da Platone e ritiene che alla metafora dellrsquoarticolazione sia sot-tesa lrsquoidea di divisione dellrsquointero (corpo linguaggio) nelle sue parti699 la se-conda al contrario tiene conto anche dellrsquoetagrave arcaica e sottolinea come la stes-

693 Cfr Laspia 1997 pp 9ndash12694 Belardi 1972 p 21695 Desbordes 1989 p 153 che prosegue ldquoLe passage drsquoune conception globale de la parole-

action agrave une analyse de cette parole est attesteacute agrave partir du VIe s [hellip] Cette analyse a pu ecirctreinfluenceacutee par divers modegraveles exteacuterieurs on pense par exemple agrave lrsquoanatomie de la meacutedicine[hellip] ou agrave des meacutetaphores corporelles dont usera la description linguistique (voir lrsquoideacuteemecircme drsquoarticulation)rdquo (corsivo dellrsquoautore)

696 Laumlmmli 1962 pp 81ndash84697 Belardi 1972698 Laspia 1997699 Cfr Belardi 1972 pp 14 ss

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53 Lrsquoanalogia eraclitea tra linguaggio e mondo 175

sa metafora serbi in seacute lrsquoidea del legame tra le parti (ἄρθρον) e dunque lrsquointimacoesione dellrsquointero

Finora il ruolo giocato dai media disponibili nella concezione del linguag-gio ldquoarticolatordquo egrave stato considerato quasi esclusivamente in merito allrsquoartico-lazione del suono ma non a quella del senso Egrave evidente infatti che lrsquoanalisi fo-netica individua sillabe e singoli fonemi resi chiaramente riconoscibili daiγράμματα della scrittura alfabetica700

Nondimeno anche per ammettere lrsquoarticolazione del senso occorre che ildiscorso venga riconosciuto come unrsquounitagrave non semplice bensigrave composta dacostituenti minori e una simile rappresentazione non egrave tanto intuitiva oscontata quanto il parlante alfabetizzato egrave propenso a credere Per la coscien-za del parlante non alfabetizzato la singola parola non gode di alcuna autono-mia neacute rilevanza come entitagrave linguistica essa non si stacca dallo sfondo deltessuto discorsivo ma vi rimane intrecciata Di solito701 la singola parola nonegrave autosufficiente ai fini della comunicazione giaccheacute si comunica per insiemicoerenti di parole piuttosto che per parole isolate Lungo o breve che sialrsquoenunciato viene percepito come un ὅλον dal punto di vista fonico esso suo-na allrsquoorecchio come un continuum un flusso ininterrotto di modulazionivocali senza necessari intervalli tra le singole parole anche il senso da esso vei-colato si presenta unico e coeso anzicheacute segmentato in unitagrave minori quali ledistinte proposizioni i gruppi sintagmatici le parole Queste ultime non

700 Questo livello di analisi egrave evidente ad esempio in Pl Cra 426dndash427c Cfr Belardi 1972p 21 ldquo[hellip] lrsquointroduzione in Grecia della scrittura alfabetica e il suo perfezionamentocome scrittura fonematica grazie alla elaborazione originale di grafemi per le unitagrave voca-liche offre in un secondo tempo alla mentalitagrave greca un campo eccezionale allrsquoeserciziodelle facoltagrave dellrsquoanalizzare e del classificarerdquo e ancora ldquoLa tassonomia degli elementidellrsquoalfabeto gli στοιχεῖα o γράμματα egrave pertanto il primo programma di analisi che vieneimmaginato e avviato a realizzazione Ma il fine tassonomico egrave perseguibile purcheacute siaffronti almeno il piano della sostanza cioegrave il processo articolatorio o lrsquoimpressione udi-tiva o entrambi insieme [hellip]rdquo Sulla relazione tra lrsquoacquisizione della scrittura e la facoltagrave diriconoscimento dei fonemi cfr Andresen 1985 pp 31 ss secondo la quale la scritturaalfabetica scindendo lrsquounitagrave fonetica minima della sillaba in vocali e consonanti facilitameglio di qualunque altro sistema di scrittura la visualizzazione dellrsquoarticolazione foneticadel linguaggio

701 Delle eccezioni possono essere rappresentate ad esempio dalle olofrasi dei bambini moltopiccoli o da alcuni particolari Sprachspiele come quello descritto da Wittgenstein (PUpar 2) in cui i muratori al lavoro si comprendono al solo nominare gli utensili in questocaso il nome ad esempio ldquolastrardquo sta per una frase compiuta come ldquoora passami la lastrardquoldquoho bisogno della lastrardquo etc

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sono che astrazioni (abstracta) individuabili in sede di analisi sintattica logi-ca e grammaticale del discorso tuttavia dal punto di vista della prassi comu-nicativa lrsquoenucleazione delle singole parole isolandole dal contesto enuncia-tivo cui appartengono e che le dota di senso compiuto rappresenta unrsquoopera-zione innaturale e superflua702 In effetti lrsquoassenza del concetto di ldquoparolardquoentro le culture prevalentemente orali ed in particolare entro i poemi omeri-ci che ne costituiscono un fondamentale documento egrave stato rilevato sin daLord703 Questa concezione ldquoolisticardquo del linguaggio egrave confermata da fenome-ni di diversa natura nelle performances poetiche dei Greci la fine di parolanon egrave rilevante a livello prosodico e dunque metrico704 inoltre la percezionedel discorso come flusso ininterrotto persiste a lungo anche dopo lrsquoinvenzio-ne della scrittura ed egrave rappresentata dapprima nella modalitagrave di scrittura de-finita bustrofedica ed in seguito per molti secoli ancora in quella della scrip-tio continua

Per il parlante alfabetizzato invece la produzione linguistica non egrave soltantoevento e performance bensigrave anche manufatto Lrsquoassimilazione di un sistema discrittura modifica la concezione del linguaggio proprio in quanto ne facilitalrsquooggettivazione Una volta che nella sua forma scritta fissata nel tempo e nelsupporto materiale del testo lrsquoenunciato puograve essere osservato con maggioreautonomia rispetto ai soggetti e ai contesti della comunicazione esso risultapassibile di una piugrave agevole riflessione esplicita e metalinguistica705 Il senso

702 Tale decontestualizzazione appare contraria al procedere contestualizzante il quale egrave statoriconosciuto come un tratto peculiare dei non alfabetizzati cfr cap 32

703 Lord 1960 p 25 ldquoMan without writing thinks in terms of sound groups and not in words[hellip] When asked what a word is he will reply that he does not know or he will give a soundgroup which may vary in length from what we call a word to an entire line of poetry oreven an entire song The word lsquowordrsquo means an lsquoutterancersquordquo Illich 1995 p 37 s ldquoIn unacultura orale non puograve esistere una lsquoparolarsquo come quella che noi siamo abituati a cercare inun dizionario In quel tipo di cultura ciograve che sta fra due silenzi puograve essere una sillaba o unafrase ma non il nostro atomo la parolardquo Laspia 2002 p 476 ldquoAnche se egrave consuetudinetradurre epea con lsquoparolersquo in Omero non troviamo traccia alcuna di una precisa nozione dianalizzabilitagrave dellrsquoenunciato in sottocomponenti lessicali piugrave che lsquoparolersquo nel sensoodierno del termine epea sono i discorsi pronunciati le lsquoenunciazionirsquo i lsquodettirsquo indefinita-mente molteplici e moltiplicabili in virtugrave della varietagrave delle loro funzioni e del loro signi-ficatordquo

704 A questo proposito egrave sufficiente ricordare West 1982 p 4 Danek-Hagel 1995 p 10705 Per tali implicazioni psicologico-cognitive della tecnologia scrittoria cfr Andresen

1985 un approccio di tipo storico-linguistico egrave in Auroux 1998 pp 27 ss Desbordes1989 p 155

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dellrsquoenunciato che prima appariva come un ὅλον si rivela ora come un compo-situm ossia diventa analizzabile nelle parti costituenti che veicolano ldquoporzio-nirdquo del senso complessivo del periodo dalle singole proposizioni alle compo-nenti sintagmatiche fino alle parole ovvero alle unitagrave semantiche minime706

Dopo queste premesse teoriche si puograve passare ad interpretare il λόγος diEraclito come unitagrave articolata

Lrsquoidea di una conformitagrave tra linguaggio e mondo non egrave estranea ai pur po-chissimi critici che ammettono per λόγος il significato di ldquodiscorsordquo dapprimaCassirer707e Hoffmann708 ed in seguito sia Held709 che Bremer710 hanno spie-gato che il discorso per Eraclito funge da modello della realtagrave fenomenicagrazie alla sua natura sintetica ossia al contempo unitaria ma composta Pa-gliaro ha parlato di un ldquoisomorfismordquo tra λόγος e mondo sebbene con fre-quenti ed anacronistici riferimenti a concetti della linguistica moderna711Ciograve nonostante nessuno di questi interpreti ha individuato il comun deno-minatore tra linguaggio e realtagrave nel modello definito lsquounitagrave articolatarsquo ossia inuna struttura in grado di organizzarsi autopoieticamente nella molteplicitagrave

706 Sulla modificazione della coscienza linguistica apportata dalla scrittura e sulla conse-guente identificazione delle parti costituenti del linguaggio cfr Gluumlck 1987 pp 143ldquoDie graphische Fixierung sprachlicher Sachverhalte [hellip] setzt Analysen voraus Diegesprochene Sprache muszlig objektiviert werden sie muszlig als Gegenstand [hellip] identifiziertwerden Es muumlssen Klassenbildungen und Hierarchisierungen vorgenommen werden zB die Festlegung des Wortbegriffs oder des Begriffs des Syntagma [hellip]rdquo Knobloch 1996(HSK) p 986

707 Cfr Cassirer 1965 p 67 a proposito del λόγος di Eraclito ldquoUna volta fissato nella parolail contenuto viene tratto fuori dal flusso continuo del divenire in cui esso si trova [hellip] nonviene coinvolto nella sua totalitagrave ma solo presentato in una determinazione unilateralerdquo

708 E Hoffmann 1991 pp 58 s ldquoIl lsquodiscorsorsquo che egrave lrsquoorgano per cogliere ed abbracciare iltutto (λόγος da λέγω = riunisco metto assieme) e la semplice ldquoparolardquo (ἔπος cfr voc- suono)che in quanto separata nel suo impiego abituale dalla connessione del logos egrave staccata efugace come lrsquooggetto che suppone di determinare entrambi rappresentano in Eraclito[hellip] unrsquoopposizione simile a [hellip] quella tra la sintesi e le sue partirdquo Sullrsquoinflusso esercitato daCassirer su Hoffmann e sulla collaborazione dei due filosofi cfr Most 1995 pp 96 s

709 Held 1970 non solo sottolinea la natura linguistica del λόγος ma individua anche come lafunzione del λόγος sia quella di ricomporre una pluralitagrave (per lo studioso la pluralitagrave delleAnsichten) mettendo tale pluralitagrave in relazione con i nomi

710 Bremer 1996 p 82 ldquoDer synthetische Charakter der Sprache die aus einzelnen Elemen-ten durch Verbindung und Zusammensetzung komplexe Gefuumlge von Saumltzen bildet istfundiert im Logos der aus Elementen das Gefuumlge einer Wirklichkeit bildet die zugleichlsquoaus einemrsquo und lsquoaus allemrsquo besteht [hellip] Das Modell einer derartigen Verbindung bietet dieSpracherdquo

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dei distinti pur restando unitaria (cfr cap 41 specialmente pp 97 s) In virtugravedi questa analogia strutturale con la realtagrave il λόγος funge per Eraclito come unprezioso strumento euristico lrsquoosservazione del linguaggio aiuta a compren-dere il funzionamento del mondo e viceversa712 Tra λόγος ed ὀνόματα vige in-fatti un nesso paragonabile a quello riscontrato sul piano cosmologico tralrsquoἕν ed i πάντα sia il λόγος che lrsquoἕν rappresentano unrsquounitagrave in grado di organiz-zarsi nella molteplicitagrave di distinti rispettivamente gli ὀνόματα ed i πάντα iquali soltanto apparentemente sono irrelati gli uni dagli altri Sotto forma diproporzione matematica si puograve dunque sostenere che lrsquoἕν sta ai πάντα come ilλόγος sta agli ὀνόματα

ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα

In questa formula egrave riassunta lrsquointerpretazione del λόγος eracliteo che vieneproposta nella presente ricerca Essa esprime sia la natura articolata del discor-so sia in virtugrave di questa la sua funzione di modello analogo ed esplicativo delmondo Per Eraclito la struttura ed il funzionamento del discorso sono similia quelli della realtagrave e pertanto adatti a rappresentarla713

Interpretare il λόγος eracliteo come unitagrave articolata permette di compren-dere la parola in base al suo significato primario e di evitare traduzioni anacro-nistiche quali quelle proto-matematiche (ldquoproporzionerdquo ldquorapportordquo ldquomisu-rardquo) e razionalistiche (ldquoragionerdquo) respingendo dunque lrsquoipotesi di λόγος cometermine tecnico Anche in questo caso la risemantizzazione della parola nonmina lrsquounitagrave del significato la nuova accezione di λόγος prodotta attraverso la

711 Pagliaro 1953 p 152 ldquo[Eraclito] vuole affermare lrsquoindissolubilitagrave del rapporto fra il pro-cesso che si esprime nella struttura della proposizione noi diremmo nella predicazione diun soggetto e il processo del realerdquo ivi p 156 ldquo[hellip] il rapporto anzi lrsquoidentitagrave fra il logosparlato e pensato e quello reale che egrave alla base di tale dottrinardquo Cornford 2002 p 229 offresolo unrsquoaffermazione molto isolata in favore di questa linea interpretativa (ldquola struttura dellinguaggio umano riflette la struttura del mondo [hellip]rdquo) mentre profondamente diver-gente da quella qui sostenuta egrave lrsquointerpretazione complessiva dellrsquoautore circa il λόγοςeracliteo Egli lo intende infatti in senso matematico e proporzionale (cfr ivi pp 226 ldquoillogos [hellip] in uno dei suoi sensi egrave la proporzione di equivalenzardquo 227 ldquoper Eraclito il fuocovivo [hellip] era la ragione ndashun altro significato di logosndashrdquo) per lo studioso il λόγος non egrave il lin-guaggio bensigrave la misura o la proporzione rappresentata nel linguaggio (cfr ivi p 229 ldquoIllogos si rivela nel linguaggiordquo)

712 Sullrsquoimportanza dellrsquoanalogia come mezzo di conoscenza nel pensiero greco preclassicocfr Laumlmmli 1962 pp 71ndash75

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modificazione dei contesti drsquouso della parola vede nel discorso un analogodel mondo fisico senza prescindere dal significato precedentemente attesta-to Coerentemente con la Grundbedeutung di λέγειν il discorso λόγος egrave inte-so fondamentalmente come ldquoazione risultato del raccogliere insiemerdquo714 ov-vero come sintesi rispetto alla pluralitagrave dei suoi costituenti

Come sottolineato da Hoffmann allrsquointerno del discorso sono riassorbiteed annullate le contraddizioni insorte assieme alla venuta ad essere delle sin-gole parole ldquoil discorso non vuole denominare alcuncheacute non intende fissarealcuna cosa singola in caso contrario esso sarebbe un ammasso di ἔπεα [hellip] Ildiscorso egrave in grado di far questo percheacute non egrave vocabolo ma frase che graziealla sua natura sintetica puograve accogliere la sintesi degli oppostirdquo715 analoga-mente Darcus riconosce che il discorso vale come spiegazione del mondopercheacute in grado di ricomporre gli opposti ldquoOpposites define each other andfind unity in the whole or in speech itself In this nature of speech Heraclitusapparently found the explanation of how the world was formed and how it ismaintained it was and is spoken [hellip] In his teaching on logos Heraclituspresents a microcosm-macrocosm view of the universe [hellip] The divine logos [hellip]unifies these opposites that it articulatesrdquo716 Sebbene anche altri interpretiquali ad esempio Colli717 e Hammer718 riconoscano la funzione unificantedel λόγος rispetto allrsquoapparente disgregazione di enti e fenomeni dellrsquouniverso

713 Circa lrsquoanalogia tra linguaggio e mondo ed il suo precipuo fondarsi sullrsquoarticolazione nonegrave fuori luogo osservare che proprio nel dialogo platonico che serba piugrave numerose le traccedella dottrina degli eraclitei il Cratilo non solo egrave presentata una perfetta corrispondenzatra linguaggio e mondo (426dndash427c) ma lrsquoarticolazione linguistica (questa volta delsuono) egrave il requisito necessario ad essa Socrate infatti ldquoistituisce un rapporto tra partico-lari articolatoricirc organologici del significante e particolari fisici del denotatordquo (Belardi1972 p 56) e questo indica che ldquoil processo articolatorio egrave assunto [hellip] come mimesi delmondordquo (ivi p 22)

714 Su λόγος sia come nomen actionis sia come nomen rei actae che giustifica la resa ldquoazione risultato del raccogliererdquo cfr Verdenius 1966 pp 83 s

715 E Hoffmann 1991 p 56 Si puograve dunque essere drsquoaccordo e anzi attribuire un significatoradicale alle parole di Snell 1989 p 26 ldquoil logos [hellip] rappresenta davvero un supremoxynon un ultimo elemento comune che puograve racchiudere e tenere insieme tutte le opposi-zioni del mondordquo

716 Darcus 1979 p 90 (corsivo mio) Cfr ibidem ldquoAlthough all men employ speech theunity of the panta revealed in speech escapes them (B 108) Thus the foolish man [hellip] doesnot understand the truth disclosed in speechrdquo

717 Cfr Colli 1980 vol III pp 184ndash188 che attribuisce al λόγος unrsquoaccezione squisitamentemetafisica disancorata dalla natura linguistica del ldquodiscorsordquo

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fisico essi eludono il valore schiettamente linguistico di λόγος e pertanto nonravvisano tale modello cosmico segnatamente nel discorso

Lrsquointerpretazione del λόγος come modello analogo ed esplicativo del mon-do fisico riafferma la centralitagrave della riflessione cosmologica in Eraclito unfatto questo che egrave stato invece negato da alcune generazioni di interpreti719Al contrario in un certo senso il pensiero eracliteo puograve essere consideratocome la forma piugrave autentica e radicale di ldquocosmo-logiardquo si tratta infatti lette-ralmente di un discorso λόγος secondo il quale (κατὰ τόν cfr fr 1) funzionail κόσμος Acquistando valenza cosmologica il λόγος di Eraclito non divieneaffatto metafisico ma al contrario pieno di meravigliosa concretezza

I costituenti dellrsquounitagrave del λόγος sono identificati da Eraclito negli ὀνόματαe probabilmente anche negli ἔπεα in effetti non sembrano sussistere ragionisufficienti a sostenere che il sapiente distingua nettamente tra ὄνομα edἔπος720 Per comprendere tali parti costituenti nella loro natura individuale (eappunto ldquoparzialerdquo) egrave necessario tenere presenti gli usi arcaici di ὄνομα (cfrcap 12 sv pp 12 ss)721 dove la parola indica il ldquonome propriordquo A sua voltaὀνομάζειν presenta una gamma di accezioni riassumibili come ldquousare il nomepropriordquo ldquochiamare enumerandordquo ldquochiamare per nome rivolgersi per nomeardquo ldquochiamare per nome ad alta vocerdquo e successivamente ldquodare un nome a qual-cunordquo Per la linea argomentativa qui sostenuta non egrave superfluo sottolineareche i significati omerici ldquochiamare per nomerdquo ldquorivolgersi ardquo e ldquochiamare pernome ad alta vocerdquo sono riferiti sempre a situazioni in cui attraverso lrsquoazione

718 Secondo Hammer 1991 il λόγος unifica nel senso che egrave ldquoproporzionerdquo o ldquorapportordquo(Verhaumlltnis) tra gli opposti secondo una concezione invero abbastanza sfruttata anchedalla critica precedente (cfr ad esempio Kraus 1987 p 104 che intende il λόγος diEraclito come ldquoil rapporto razionale [rationales Verhaumlltnis] tra le parti di un intero strut-turatordquo)

719 Cfr Heidegger 1993 p 110 Gadamer 2004 pp 19 ss e 60 ss Hammer 1991 p 186Contra Kahn 1979 p 135 il quale osserva che la posizione di questi studiosi rappresentaprobabilmente una reazione eccessiva contro lrsquoautoritagrave tradizionalmente attribuita allefonti dossografiche in sede interpretativa ldquo[hellip] I believe that the recent denial of cosmog-ony for Heraclitus will turn out to be a temporary overreaction an exaggerated by-productof our emancipation from the authority of the Stoic and doxographical interpretationsrdquo

720 Per lrsquointerpretazione di ἔπος cfr E Hoffmann 1991 pp 51 ss Kraus 1987 p 106sostiene ldquoὄνομα ist ebenso wie ἔπος Element und Beispielfall der gesprochenen Spracheund kann deshalb wenn auch nicht ganz mit ἔπος geglichen so doch diesem untergeord-net werdenrdquo Contra Pagliaro 1953 p 140 che intende lrsquoἔπος differente dallrsquoὄνομα e cioegravenon come la singola parola bensigrave come atto linguistico nella sua realtagrave acustica

721 Sulle occorrenze omeriche ed esiodee cfr Kraus 1987 pp 25ndash27

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dellrsquoὀνομάζειν ci si rivolge ad un soggetto per distinguerlo dal suo contestoldquochiamare rivolgersi per nome ad uno entro un gruppordquo ldquochiamare per nomead alta voce uno fra tantirdquo722 Dunque il ldquonominarerdquo espresso da ὀνομάζεινconsiste fondamentalmente in unrsquoazione identificante e distintiva che cioegraveestrapola il nominato dallo sfondo indifferenziato del contesto o del gruppocircostante Allo stesso modo lrsquoὄνομα il ldquonome propriordquo designa la persona ola cosa nella sua individualitagrave e specificitagrave Essendo identificanti i significatidi ὄνομα ed ὀνομάζειν ldquoritaglianordquo una data individualitagrave (animata o inanima-ta) allrsquointerno di un contesto piugrave ampio In questo senso la loro semantica egraveopposta a quella di λόγος e λέγειν che esprimono invece lrsquoazione sintetica oraggruppante Come osservato nel cap 12 (p 13 pp 25 s) Eraclito e Parme-nide sono i primi autori in cui si trova attestato lrsquouso risemantizzato di ὄνομαche designa non soltanto il ldquonome propriordquo ma anche la ldquo(singola) parolardquo723secondo unrsquoaccezione che appare poi stabilizzata con Platone (si pensi al Cra-tilo dialogo περὶ ὀρθότητος ὀνομάτων) ed Aristotele Anche in questo casonella risemantizzazione di ὄνομα ad opera di Eraclito e di Parmenide egrave serbatauna sostanziale continuitagrave con il significato precedentemente attestato per laparola gli ὀνόματα eraclitei e parmenidei colgono ed identificano infatti sol-tanto determinati aspetti e per cosigrave dire frammenti della realtagrave non la realtagravetutta intera

Lrsquoopposizione tra le singole parole (ὀνόματα) da un lato che coincidonocon i distinti fenomenici nella loro determinatezza ed il discorso (λόγος)come ldquoazione risultato del raccogliererdquo dallrsquoaltro getta luce anche sulla teoriadella conoscenza di Eraclito724 I dormienti che costituiscono la maggioranzadegli uomini non accedono alla conoscenza percheacute la loro anima egrave barbara

722 Questo particolare egrave omesso nellrsquoesame di Kraus 1987723 Contra Lallot 1992 secondo il quale il concetto di lsquosingola parolarsquo affiora non prima di

Platone In generale gli storici delle idee linguistiche tendono ad escludere il pensiero pre-socratico dalla propria ricostruzione della riflessione sul linguaggio probabilmente per-cheacute questa viene identificata con una riflessione grammaticale di carattere piugrave esplicitosquisitamente metalinguistico ed in definitiva piugrave moderno Nemmeno Gambarara1984 che si concentra sulla storia del nome proprio da Omero fino a Eraclito e Parmenideinsiste sul fatto che in questi ultimi ὄνομα egrave attestato per la prima volta nel senso di ldquosingolaparolardquo (cfr ad esempio ivi p 109) lo stesso si rileva in idem 1989 Circa la distinzionedelle parole entro la catena parlata come presupposto necessario alla successiva individua-zione e classificazione delle parti del discorso cfr Auroux 1998 pp 145 s

724 Per il ruolo epistemologico giocato dal λόγος entro la teoria della conoscenza eraclitea cfrcap 62 pp 241 ss

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182 5 Linguaggio e cosmo

(fr 107 βαρβάρους ψυχάς) laddove lrsquoaggettivo onomatopeico βάρβαρος egrave unaconnotazione in primo luogo linguistica lrsquoanima barbara non egrave capacedellrsquoazione del λέγειν ovvero di unificare la multiformitagrave dellrsquoesperienza sensi-bile La capacitagrave propria del λόγος permette di comprendere come in realtagravetutte le cose siano una sola e la stessa un dato che resta invece precluso alla co-noscenza umana se ci si limita a dare ascolto alla difformitagrave anzi spesso allacontraddittorietagrave degli ὀνόματα Poicheacute rappresentano la molteplicitagrave deiπάντα in modo sparso ed irrelato725 accordare fiducia agli ὀνόματα conducenon solo a contraddizioni macroscopiche ma anche ad un piugrave radicale frain-tendimento o misconoscimento della realtagrave che egrave arduo da smascherare Egrave perpalesare tale nozione-di-molte-cose la quale necessariamente equivale ad unaconoscenza fallace che Eraclito insiste nel paradosso di presentare dueὀνόματα apparentemente opposti per poi dichiararli essere ldquouna sola cosa e lastessardquo (frr 57 59 60 cfr fr 103) Le analogie con la teoria della conoscenzaparmenidea anchrsquoessa permeata di implicazioni linguistiche appaiono evi-denti Secondo lrsquoEleate ad impedire agli uomini di comprendere la sostanzia-le unitagrave dei distinti egrave appunto la fiducia accordata agli ingannevoli ὀνόματαassegnando diversi ὀνόματα essi si limitano ad individuare una miriade diπάντα laddove invece per riconoscere lrsquounitagrave profonda dellrsquoἐόν dovrebberoldquogiudicare con il λόγοςrdquo (fr 75)

Sono opportune due osservazioni conclusive una riguardo al nesso scortoda Eraclito tra linguaggio e realtagrave lrsquoaltra riguardo alla sua concezione del di-scorso Circa il primo punto conviene esplicitare che lrsquointerpretazione delλόγος proposta in questa sede prende le distanze dallrsquoipotesi formulata da Ca-logero726 ed in seguito sviluppata da Di Cesare727 Secondo Calogero il pen-siero greco arcaico ed in particolare quello eracliteo a causa della sua insuffi-

725 Cfr Snell 1989 p 21 ldquoIl nome mette in rilievo in modo separato soltanto un fenomenoe perciograve distrugge lrsquoessenzialerdquo ivi p 46 nota 50 ldquolrsquoaspetto fecondo della considerazionedel linguaggio di Eraclito sta nellrsquoopposizione del λόγος allrsquoὄνομα [hellip] Si tratta [hellip]dellrsquoopposizione tra ἴδιον e ξυνόνrdquo Cfr E Hoffmann 1991 p 55 ldquo[Eraclito] mostra che ilsingolo epos il singolo vocabolo se lo si isola presenta nella sua separatezza un che diassurdo [hellip] lrsquoepos egrave [hellip] qualcosa di particolare e in quanto tale di contraddittorio [hellip]rdquoivi p 57 ldquoLa massa non comprende la παλίντροπος ἁρμονία del logos essa egrave vittima del cre-dere alle semplici parole [hellip]rdquo Cfr Schmitter 2000 (HSK) p 352

726 Calogero 1936 pp 195 ss idem 1967 pp 44 ss Sul caso specifico di Eraclito come rap-presentante per antonomasia di questa mentalitagrave si basa appunto Calogero 1967 cap 2pp 63ndash107

727 Di Cesare 1980 pp 9ndash20 eadem 1986 pp 1 s e p 9 cfr anche Kraus 1987 p 108

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cienza logica non distinguerebbe tra nome e nominato neacute tra lsquomondorsquo e lsquodi-scorso sul mondorsquo vale a dire tra linguaggio e realtagrave Ma tale ipotesi deve es-sere respinta se si comprende il λόγος come modello analogo del mondo fisicoinfatti il riconoscimento di unrsquoanalogia presuppone la distinzione reciprocadegli oggetti paragonati che dunque non possono coincidere728 Drsquoaltrondeegrave evidente che ciograve che viene detto (λόγος) su Biante per Eraclito non coincidecon lrsquooggetto del discorso ossia con Biante stesso (Heraclit fr 39)

Quanto alla concezione eraclitea del discorso come unitagrave articolata si notacome essa sia ben rappresentativa della situazione aurale ovvero di compro-messo tra i due media in cui il sapiente opera Lrsquoldquointerfaccia tra scrittura e ora-litagraverdquo729 suggerisce la natura al contempo unitaria e molteplice del discorso Daun canto come egrave tipico delle culture orali il linguaggio resta profondamentecoinvolto con una speculazione fisico-cosmologica fondamentalmente olisti-ca che cioegrave presume lrsquounitagrave di distinti fenomenici apparentemente indipen-denti gli uni dagli altri o perfino opposti Dallrsquoaltro lrsquoanalogia tra discorso emondo si fonda sulla loro comune struttura articolata la quale diventa am-missibile a livello linguistico solo una volta che il parlante oggettivato nel te-sto e per mezzo della scrittura lrsquoevento dellrsquoenunciato possa riconoscerne edanalizzarne le componenti

728 Contro la posizione di Calogero cfr Pagliaro 1953 Nussbaum 1972 p 5 nota 12 conmaggior veemenza Held 1970 p 181 Questrsquoultimo prendendo ad esempio il fr 60 rilevache per Eraclito sarebbe stato impossibile identificare (μία καὶ ὡυτή) la ὁδὸς ἄνω con la ὁδὸςκάτω se davvero ad ogni Bezeichnung corrispondesse una Realitaumlt Cfr ivi pp 185 ss Aquesto riguardo Verdenius sembra posizionarsi in modo ambiguo da un canto(Verdenius 1966 p 97) egli cita come esempio dellrsquoopposizione arcaica tra linguaggio emondo Sol fr 11 7ndash8 W dallrsquoaltro (idem 1947 pp 276 ss) afferma la coalescenza tra lin-guaggio e realtagrave in Eraclito

729 Egrave la formulazione di Goody 1989

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6 Il discorso come unitagrave articolata

61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti

La specificitagrave della riflessione linguistica di Eraclito consiste nel fatto che unavolta individuate le componenti minori dette ὀνόματα o ἔπεα egli riconoscenel λόγος unrsquounitagrave articolata in grado cioegrave di farsi molti a partire da uno e unoa partire da molti In quanto tale il discorso egrave assunto come modello del mon-do fisico ed investito dunque di una funzione euristica in vista della conoscen-za della realtagrave

A questo punto occorre procedere allrsquoanalisi delle occorrenze di λόγοςλέγειν ὄνομα e ὀνομάζειν entro il corpus eracliteo Ciograve che si propone non egrave uncommento tout court dei frammenti non da ultimo percheacute nei capitoli pre-cedenti sono giagrave stati considerati aspetti sia stilistici sia contenutistici suiquali sarebbe inutile tornare Piuttosto lrsquoanalisi che segue intende mettere inrilievo la specificitagrave della concezione eraclitea del λόγος In primo luogo se-condo gli esiti della ricerca condotta nel cap 51 viene sottolineato come gliusi della parola in Eraclito restino coerenti con il significato precedentemen-te attestato di ldquodiscorsordquo In secondo luogo si verifica sulla scorta dei fram-menti quanto ipotizzato nel cap 53 ossia che sul piano della riflessione lin-guistica le occorrenze λόγος ed ὄνομα (o ἔπος) possono essere interpretate inbase allo stesso modello di unitagrave articolata giagrave osservato sul piano della rifles-sione cosmologica secondo il rapporto ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα A lorovolta i verbi λέγειν ed ὀνομάζειν esprimono le due forze uguali e contrarie ri-spettivamente quella centripeta o di unione (cfr a livello cosmico συμφέρεινσυνάιδειν etc) e quella centrifuga o di divisione (cfr διαφέρειν διάιδειν etc)proprie dellrsquounitagrave e responsabili della sua articolazione Occorre dunque veri-ficare se anche a λόγος come giagrave a πῦρ κόσμος θεός πόλεμος etc (cfr cap 42)

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possano essere attribuite le caratteristiche distintive dellrsquounitagrave articolata os-sia 1) unitagrave 2) conversio e 3) autopoiesi

τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαι καὶ ἀκούσαντεςτὸ πρῶτον γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε ἀπείροισιν ἐοίκασι πειρώμενοι καὶἐπέων καὶ ἔργων τοιούτων ὁκοίων ἐγὼ διηγεῦμαι κατὰ φύσιν διαιρέων ἕκαστον καὶ φράζων ὅκωςἔχει τοὺς δὲ ἄλλους ἀνθρώπους λανθάνει ὁκόσα ἐγερθέντες ποιοῦσιν ὅκωσπερ ὁκόσα εὕδοντεςἐπιλανθάνονταιPur essendo questo discorso sempre gli uomini ne sono allrsquooscuro sia prima di ascoltare siadopo aver ascoltato infatti sebbene tutte le cose accadano secondo questo discorso essi as-somigliano ad inesperti anche laddove esperiscono sia detti sia fatti di tal sorta quali io lidescrivo secondo natura separando ciascuno e spiegando come egrave Ma agli altri uomini sfug-gono le cose che fanno da svegli cosigrave come essi dimenticano le cose che (fanno) in sonno(Fr 1)

Con i frr 1 2 e 114 Eraclito presenta immediatamente al suo pubblico la na-tura unitaria del λόγος (caratteristica 1) Conviene ricordare che verosimil-mente il fr 114 doveva trovarsi tra i frr 1 e 2730 siccheacute lo scritto eracliteoesordiva con due trame di richiami fonici fittamente intrecciate tra loro quel-la tra λεγ- λογ- da una parte e ξυν- dallrsquoaltra λόγου [hellip] ἀξύνετοι [hellip] λόγον (fr1) ξὺν νόωι [hellip] λέγοντας [hellip] ξυνῶι (fr 114) ltξυνῶιgt [hellip] λόγου [hellip] ξυνοῦ (fr2)731 Questo riecheggiamento sembra voler suggerire lrsquoidea della sintesi ope-rata dal λόγος

In apertura del suo scritto732 Eraclito presenta due occorrenze di λόγοςche egrave parola-chiave La prima occorrenza egrave coinvolta con il tema dellrsquoignoran-za dei piugrave e rivela immediatamente il λόγος come uno strumento di cono-

730 Cfr Gomperz 1922ndash23 pp 122 ss 128 ss Gigon 1935 p 11 Kirk 31970 pp 48 sMarcovich 1978 p 62 etc

731 In favore della lectio del fr 2 ἕπεσθαι τῶι ξυνῶι si pronuncia giagrave Schleiermacher 1807 pp484 ss

732 Per la precisione subito dopo una presumibile σφραγίς alla quale si ricollegherebbe il δὲiniziale I ldquosigillirdquo di Alcmeone di Crotone DK 24 B 1 (Ἀλκμαίων Κροτωνιήτης τάδε ἔλεξεΠειρίθου υἱὸς Βροτίνωι καὶ Λέοντι καὶ Βαθύλλωι) e di Ecateo di Mileto FGrH 1 fr 1(Ἑκαταῖος Μιλήσιος ὧδε μυθεῖται τάδε γράφω ὥς μοι δοκεῖ ἀληθέα εἶναι οἱ γὰρ Ἑλλήνωνλόγοι πολλοί τε καὶ γελοῖοι ὡς ἐμοὶ φαίνονται εἰσίν) inducono a pensare ad un esordio deltipo Ἡράκλειτος Βλόσωνος Ἐφέσιος τάδε λέγει o meglio considerando lrsquoincipit del fr 1Ἡρακλείτου Ἐφεσίου λόγος ὅδε Ma naturalmente non si puograve esser certi neacute del fatto cheEraclito avesse effettivamente apposto una σφραγίς al suo scritto neacute tantomeno delle sueparole esatte

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scenza alla portata degli uomini Il modo in cui si accede al λόγος egrave empirico(cfr ἀπείροισιν πειρώμενοι) e precisamente uditivo (ἀκοῦσαι ἀκούσαντεςἀξύνετοι) pertanto sulla natura niente affatto metafisica bensigrave linguistica delλόγος non ci sono dubbi733 Eraclito indica sin dal principio come avvalersidello strumento conoscitivo del λόγος e lo fa attraverso lrsquoaggettivo ἀξύνετος equindi il verbo ξυνίημι Il significato letterale del verbo egrave ldquofar andare insiemerdquoe a partire da questo valore ldquoascoltare attentamenterdquo ldquocapirerdquo A non com-prendere il λόγος sono appunto gli ἀξύνετοι i quali come giustamente inter-preta Nussbaum734 sono ldquoincapaci di mettere insiemerdquo ldquoincapaci di istituirecollegamentirdquo Lrsquoazione epistemologica del λόγος pertanto consiste inunrsquooperazione di sintesi

Sin dal primo frammento Eraclito indica anche che cosa debba essere mes-so insieme grazie al λόγος i πάντα Come si egrave considerato nel cap 41 (pp 99ss) essi rappresentano la pluralitagrave irrelata e multiforme dei distinti fenome-nici alla quale si contrappone qui lrsquounitagrave sintetica del λόγος Diversamentedal λόγος che egrave (εἶναι) i πάντα cosigrave come gli ἄνθρωποι accadono e diventano(γίγνεσθαι) Mentre il λόγος essendo resta uno il divenire dei πάντα producemutamenti responsabili del loro proliferare735

Dalla seconda occorrenza di λόγος si evince che ad esso compete un ruolocentrale nella spiegazione eraclitea dellrsquouniverso fisico percheacute tutte le cose ac-cadono secondo questo discorso (γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγοντόνδε) Anche il fr 80 propone una spiegazione dellrsquoesistenza dei πάντα e siavvale di un costrutto identico γινόμενα πάντα κατrsquo ἔριν καὶ χρεών736 A menodi non voler tacciare Eraclito di una fondamentale incoerenza circa la venutaad essere dei πάντα egrave necessario ammettere unrsquoanalogia tra i due sintagmi

733 Cfr Burnet 31920 p 133 nota 1 ldquoThe λόγος is primarily the discourse of Herakleitoshimself though as he is a prophet we may call it his lsquoWordrsquo It can neither mean a dis-course addressed to Herakleitos nor yet lsquoreasonrsquordquo Sulla percezione uditiva del λόγος eracli-teo si basa a ragione tutta lrsquointerpretazione di Schirren 1998 pp 156 ss

734 Cfr Nussbaum 1972 I p 11735 Ne egrave un esempio il fiume del fr 91 essendo situato nella dimensione del divenire esso egrave

soggetto a modificazioni come lo scorrere Il mutamento rompe lrsquoidentitagrave sicchegrave immer-gerci due volte in esso non egrave possibile la seconda volta il fiume saragrave infatti giagrave diventatoaltro da seacute Cfr Pl Tht 152dndashe [hellip] ἐκ δὲ δὴ φορᾶς τε καὶ κινήσεως καὶ κράσεως πρὸς ἄλληλαγίγνεται πάντα ἃ δή φαμεν εἶναι οὐκ ὀρθῶς προσαγορεύοντες ἔστι μὲν γὰρ οὐδέποτrsquo οὐδέν ἀεὶδὲ γίγνεται καὶ περὶ τούτου πάντες ἑξῆς οἱ σοφοὶ πλὴν Παρμενίδου συμφερέσθων Πρωταγόραςτε καὶ Ἡράκλειτος καὶ Ἐμπεδοκλῆς [hellip]

736 Stranamente questo parallelismo non viene rilevato dai principali interpreti di Eraclito

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188 6 Il discorso come unitagrave articolata

κατὰ τὸν λόγον τόνδε e κατrsquo ἔριν καὶ χρεών giaccheacute entrambi danno contodellrsquoesistenza delle cose Nellrsquointerpretazione del fr 80 fornita nel cap 42(pp 119 s) si egrave individuato nella coppia ἔριν καὶ χρεών il sodalizio tra le dueforze uguali e contrarie dellrsquoarticolazione Infatti ἔρις la discordia egrave usatacome immagine della forza eversiva che spinge i πάντα a distinguersi e a sepa-rarsi gli uni dagli altri mentre al contrario χρεών il necessario ossia la forzavincolante della necessitagrave rappresenta la coazione che tiene i πάντα coesicontrapposta alla spinta individualistica e dispersiva Se tale interpretazionedel fr 80 egrave corretta allora il λόγος del fr 1 riassume in seacute sia la forza separatri-ce sia quella unificatrice Questo egrave un tratto tipico del modello articolatorioche egrave giagrave stato caratterizzato come conversio (caratteristica 2)737

La natura dei πάντα ossia dei distinti fenomenici che vanno riuniti grazieal λόγος egrave chiarita nel gruppo ἔπεα καὶ ἔργα riferito esplicitamente a πάντα at-traverso il deittico τοιοῦτος (ldquocosiffattordquo ldquodi tal sortardquo) Come prototipi deiπάντα anche gli ἔπεα e gli ἔργα si presentano allrsquoesperienza umana nella loropluralitagrave ovvero non-coesione Il λόγος eracliteo dunque egrave chiamato ad assol-vere alla sua funzione sintetica tanto nei confronti delle parole quanto neiconfronti dei fatti

Si egrave molto dibattuto sulla formula di memoria omerica738 ἔπεα καὶ ἔργα739Certo egrave che essa indica al contempo nel linguaggio e nel mondo gli oggettidella speculazione di Eraclito (ὁκοίων ἐγὼ διηγεῦμαι) Inoltre dalla sintassi delframmento si deduce che se considerati nel loro complesso gli ἔπεα e gli ἔργα

737 Riguardo alla conversio propria del discorso si ricorda che Bremer-Dilcher (in corso dipubblicazione) intendono il λόγος alla luce del doppio movimento cosmico dellrsquo Ausein-anderlegen e del Zusammennehmen ldquoDiese Zusammennahmen [συλλάψιες] lassen sichsomit als die Grundstruktur des Logos selbst begreifen Er stellt sich dar als eine gegen-strebige Fuumlgung die nicht objektbezogen als fixierbare Formel sondern allein im Durch-gang durch ihre divergenten Bestimmungen verstaumlndlich wird Daher muss ihm auf Seitendes Houmlrers ein uumlbereinstimmendes lsquoGleich-redenrsquo (ὁμολογεῖν B50) ein lsquoZusammenneh-menrsquo als ξυνιέναι (B51) entsprechen [hellip] Das Verstaumlndnis der heraklitischen Einheit istdamit von der eigentuumlmlich heraklitischen Sprachform unabloumlsbarrdquo

738 Cfr Barck 1976739 Kraus 1987 pp 99ndash105 delinea un quadro del dibattito Una posizione molto rappresen-

tata ma rispetto alla quale sono giagrave state prese le distanze egrave quella che scorge in ἔπεα καὶἔργα un segno dellrsquoindistinzione eraclitea tra linguaggio e realtagrave Cosigrave intende in linea conlrsquoimpianto generale della sua opera Calogero 1967 p 66 il quale drsquoaltronde sostiene cheil λόγος eracliteo ldquoappartiene [hellip] tanto alla sfera del linguaggio quanto a quella della realtagraverdquogiaccheacute nel pensiero indistinto dellrsquoEfesio ldquotutto egrave egualmente realtagrave e parolardquo (ibidem)Per la variante λέγειν καὶ ποιεῖν cfr Heraclit frr 73 e 112

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(che descrivono due grandi categorie di πάντα) sono convertibili con il λόγοςil che corrisponde alla giagrave ricordata caratteristica 2 dellrsquounitagrave articolata Infat-ti la proposizione reggente ἀπείροισιν ἐοίκασι egrave incastrata tra due subordinateespresse da participi con valore concessivo γινομένων e πειρώμενοι ed entram-be le subordinate spiegano quale sia lrsquooggetto dellrsquoapparente inesperienzaumana Tale oggetto coincide appunto nel primo caso con il λόγος (γινομένωνγὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε che costituisce una ripresa tematica dellrsquoin-cipit) nel secondo con ἔπεα καὶ ἔργα (πειρώμενοι καὶ ἐπέων καὶ ἔργωντοιούτων)

A proposito degli ἔπεα va osservato che in modo del tutto simile secondoParmenide la cangiante multiformitagrave dei πάντα opposta allrsquounitagrave dellrsquoἐόνcoincide con degli ὀνόματα740 I mortali confidando nella fallacia degliὀνόματα non comprendono lrsquounitagrave del reale e lrsquoordine impartito da Parme-nide per ovviare a questo errore suona κρῖναι δὲ λόγωι ldquogiudica con il discor-sordquo (fr 75) Pertanto sembra probabile che anche Parmenide proprio comeEraclito intenda il λόγος come strumento utile alla conoscenza della realtagrave adabilitarlo a tale compito egrave la sua caratteristica di unificare elementi altrimentisparsi fornendoli di senso e di coerenza Questa interpretazione del ruolo dellinguaggio in Parmenide egrave avallata dal fatto che anche lrsquoEleate insieme adEraclito risemantizza la parola ὄνομα nel senso di ldquosingola parolardquo come egrave giagravestato considerato741

Nella costruzione ἐγὼ διηγεῦμαι κατὰ φύσιν διαιρέων ἕκαστον καὶ φράζωνὅκως ἔχει i due participi alludono forse al movimento doppio congiuntivo edisgiuntivo che caratterizza lrsquounitagrave articolata come conversio Certamenteδιαιρέων va inteso nel suo senso letterale di ldquodisgiungererdquo ldquodistinguererdquo edesprime dunque unrsquoesposizione analitica che mira a separare ciascuna cosa(ἕκαστον) dallrsquoaltra742 Se egrave lecito intendere φράζων (verbo che ha qui la suaunica occorrenza in Eraclito) come variante di λέγων cosa che la sinonimiadei due verbi autorizza a supporre allora accanto al movimento ldquoanaliticordquosarebbe espresso anche quello ldquosinteticordquo743 Come lrsquoavverbio ἀεί cosigrave anche il

740 Parm fr 8 38ndash41 τῶι πάντrsquo ὄνομ(α) ἔσται [hellip] γίγνεσθαί τε καὶ ὄλλυσθαι εἶναι τε καὶ οὐχίκαὶ τόπον ἀλλάσσειν διά τε χρόα φανὸν ἀμείβειν

741 Cfr cap 12 sv ὄνομα pp 25 s742 Per διαιρέω come ldquoesporre nei dettaglirdquo cfr ad esempio Hdt VII 47 50 103 etc (cfr

Gigon 1935 p 10 ldquoeinen Sachverhalt durch Aufgliedern in Einzeltatsachen darlegenrdquo)Kirk 31970 traduce διαιρέω come ldquodivide uprdquo e aggiunge (ivi p 42) ldquo[hellip] ἕκαστα empha-sizes the idea of separate treatment of each point in a description of a situationrdquo

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190 6 Il discorso come unitagrave articolata

gruppo κατὰ φύσιν egrave in posizione sintatticamente ambigua percheacute come di-rebbe Aristotele non si capisce ποτέρωι πρόσκειται τῶι ὕστερον ἢ τῶιπρότερον744 E come per ἀεί cosigrave anche per κατὰ φύσιν la soluzione piugrave rispet-tosa dellrsquoambiguitagrave del testo sembra quella ἀπὸ κοινοῦ per cui κατὰ φύσιν si ri-ferirebbe sia alla reggente διηγεῦμαι sia ai due participi che seguono Indican-do che esporragrave il suo λόγος ldquosecondo naturardquo745 Eraclito non solo rinsaldalrsquoanalogia tra discorso e mondo ma fornisce anche un prezioso indizio erme-neutico746 Infatti se in natura occorre saper unificare i πάντα dispersi ancheper comprendere il λόγος di Eraclito egrave necessario far convergere elementi di-stinti e apparentemente indipendenti lrsquouno dallrsquoaltro747

διὸ δεῖ ἕπεσθαι τῶι ltξυνῶιgt [hellip] τοῦ λόγου δrsquo ἐόντος ξυνοῦ ζώουσιν οἱ πολλοὶ ὡς ἰδίαν ἔχοντεςφρόνησινPerciograve occorre seguire ltquanto egrave comunegt [hellip] Pur essendo il discorso comune i piugrave vi-vono come se avessero unrsquointelligenza individuale (Fr 2)

Il frammento ricalca sia sul piano contenutistico sia su quello formale lrsquoinci-pit del fr 1 al quale nello scritto di Eraclito originariamente esso doveva farseguito a breve distanza

Si affronta il tema dellrsquoumana ignoranza circa il λόγος e si spiega cosa con-segue dal separarsi da ciograve che egrave ξυνός748 Esattamente come in apertura delloscritto la costruzione sintattica egrave scandita secondo lo schema ldquogenitivo asso-

743 Schirren 1998 pp 158 s ipotizza che φράζω sia usato da Eraclito nellrsquoaccezione giagrave ome-rica di ldquoauf etwas hinweisenrdquo ossia come segno dello stile oracolare che caratterizzeragrave tuttoil suo scritto

744 Arist Rh Γ 5 1407b745 Analogamente a quanto giagrave osservato per φράζω egrave plausibile che ldquoesporre secondo naturardquo

rappresenti qui una variante dellrsquoespressione ldquotenere un λόγος secondo naturardquo Marcovich1978 p 10 sostiene che κατὰ φύσιν stia per un generico ldquopropriamenterdquo al contrarioanche considerando lrsquointento ldquoprogrammaticordquo del frammento ed il valore cosmologicodellrsquoinsegnamento eracliteo il sintagma egrave da intendere nel suo senso piugrave letterale

746 Tuttavia lrsquoaffermazione di Serra in Diano-Serra 41993 pp 108 s (ldquoEgrave la prima e lrsquounicaindicazione che Eraclito ci dagrave del contenuto del suo lsquodiscorsorsquo e del metodo che lo guidardquo)sembra non considerare a sufficienza lrsquoindizio contenuto nel fr 93 e forse anche nel fr 92

747 Su questo aspetto cfr il cap 62748 Sul valore di ἕπεσθαι cfr Kirk 31970 p 60 che conclude ldquoThe word may be held to apply

especially at this period to obedience of an unquestioned authorityrdquo

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luto + reggenterdquo Considerare parallelamente i frr 1 e 2 aiuta a riconoscernela stretta somiglianza749fr 1 [τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος (ἀεί)] + [(ἀεὶ) ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι]fr 2 [τοῦ λόγου δrsquo ἐόντος ξυνοῦ] + [ζώουσιν οἱ πολλοὶ ὡς ἰδίαν ἔχοντες φρόνησιν]

In entrambi i casi il primo membro chiarisce la natura del λόγος il secondoidentifica lrsquoerrore della conoscenza umana in una insufficiente comprensionedel λόγος

Lrsquoaggettivo ξυνός ldquocomunerdquo egrave il contrario di ἴδιος ldquoparticolarerdquo e su taleopposizione si basa il frammento750 Entrambi i vocaboli sono tratti dal lin-guaggio politico751 La caratterizzazione del λόγος come ξυνός dovrebbe met-tere in guardia dallrsquointenderlo come il mero discorso dello scritto eracliteo752giaccheacute anche questrsquoultimo egrave pur sempre un discorso ldquoprivatordquo dellrsquohic etnunc Il monito ad intendere il discorso nella sua portata sovra-individualetorna probabilmente nel fr 50 che esordisce ldquodato ascolto non a me ma alλόγος [hellip]rdquo753 Lo ξυνὸς λόγος si riferisce appunto al ldquodiscorso di tuttirdquo oppo-sto al ldquomiordquo e al ldquotuordquo ossia al discorso in generale In termini moderni e pre-cisamente saussuriani si potrebbe sostenere che lo ξυνὸς λόγος non rappresen-ti uno specifico atto di parole (nemmeno quello di Eraclito stesso) bensigrave lalangue come fenomeno intersoggettivo e condiviso proprio non del singoloparlante ma della comunitagrave dei parlanti754 Anche ξυνός come giagrave lrsquoἀξύνετοιdel fr 1 grazie al suo richiamo fonico allude allrsquoazione sintetica del λόγος Ciograveegrave tanto piugrave credibile se si considerano anche i giochi allitteranti di ἀξύνετοι nelfr 1 e di ξὺν νόωι ndash ξυνῶι del fr 114 Lrsquoopposizione ξυνός vs ἴδιος rende esplicitaquella espressa nel fr 1 tra la validitagrave universale del λόγος da una parte(γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε) e la parzialitagrave dei πάντα ovvero

749 Cfr Reinhardt 41985 p 61 Kirk 31970 p 59750 Cfr anche il fr 89 Bencheacute la critica diverga su alcune sfumature del significato di ξυνός nel

complesso il senso dellrsquoaggettivo non egrave controverso cfr Verdenius 1966 pp 90 s ldquo[ξυνός]bedeutet zwar nicht dass er [der λόγος] ein Gemeinbesitz aller Menschen ist sonderndoch wohl dass jeder Mensch zu ihm von sich aus Zugang hatrdquo Held 1970 p 177 ldquo[hellip]ξυνός als Attribut des Logos bedeute nicht oder zumindest nicht ausschlieszliglich lsquoGemein-samkeit stiftendrsquo sondern stattdessen oder jedenfalls auch lsquoallgemein allgemeinguumlltigrsquo indem Sinne daszlig der Logos auf jegliches Seiende zutrifftrdquo

751 Secondo la giusta osservazione di Schadewaldt 1978 p 363752 Come vuole invece West 1993 p 166753 Per il collegamento tra i frr 2 e 50 cfr anche Held 1970 pp 174 s754 Kraus 1987 p 106 si esprime contro la validitagrave di questa dicotomia per Eraclito (tuttavia

intendendola diversamente)

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degli ἔπεα καὶ ἔργα dallrsquoaltra Infatti lrsquoincomprensione (ἀξύνετοι fr 1) delλόγος come ξυνός il non seguirlo (ἕπεσθαι) confina la maggior parte degli uo-mini ciascuno in una sua visione privata del mondo (ἰδίαν φρόνησιν) produ-cendo cosigrave una percezione ingannevole della realtagrave come congerie di πάνταLa fallacia di tale posizione egrave confermata dal fr 113 che riprende quasi allalettera il fr 2 ξυνόν ἐστι πᾶσι τὸ φρονέειν

Ancora una volta lrsquoaffinitagrave di pensiero con Parmenide egrave stretta lrsquoEleateinfatti pone il misconoscimento dellrsquounitagrave del reale in relazione con la naturabicefala (δίκρανοι fr 65) dei mortali e con il proliferare delle diverse δόξαι(cfr Eraclito ἰδίαν ἔχοντες φρόνησιν)

Δίκης δίκης ὄνομα οὐκ ἂν ἤιδεσαν εἰ ταῦτα μὴ ἦνNon conoscerebbero il nome di Giustizia della giustizia se non esistessero queste cose (Fr 23)

Secondo lrsquointerpretazione del frammento fornita nel cap 43 sv δίκη alle pp133 s non si conoscerebbe δίκη ossia in base alla concezione arcaica di lsquogiu-stiziarsquo la lsquoseparazionersquo o la lsquolinea di confinersquo se non esistessero i ταῦτα ldquoquestecoserdquo (o forse ldquole cose ingiusterdquo) nella loro reciproca determinazione e distin-zione755 La giustizia eraclitea rappresenta dunque unrsquoimmagine di divisionee precisamente quella del limen o del discrimen

Come si ricorderagrave (cfr cap 53 p 178 ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα) la na-tura degli ὀνόματα che analogamente agli ἔπεα esprimono i πάντα egrave partico-larista ed individualizzante cosigrave come il ldquonome propriordquo secondo lrsquoaccezionetradizionale di ὄνομα denomina il singolo individuo allo stesso modo la sin-gola ldquoparolardquo secondo la nuova accezione promossa da Eraclito e Parmenidecostituisce solo una parte determinata entro lrsquounitagrave del discorso λόγος756 Inquesta chiave di lettura due accostamenti presenti nel fr 23 appaiono parti-colarmente significativi Il primo egrave quello tra ὄνομα e δίκη che si presta a con-fermare la natura divisoria e particolarista di entrambi757 Il secondo egrave lrsquoacco-stamento tra ὄνομα e ταῦτα che stabilisce una relazione tra elementi sparsi ed

755 Nel cap 12 sv ὄνομα p 13 si egrave osservato come lrsquoidentificazione con la dea Giustizia per-sonificata non sia certa Non egrave da escludere che anche in questo frammento (cfr fr 48)ὄνομα valga nellrsquoaccezione di ldquo(singola) parolardquo ovvero ldquonome comunerdquo Non sembra fon-data ad ogni modo la proposta di Marcovich 1978 p 164 che intende qui ὄνομα addirit-tura come ldquoideardquo

756 Cfr E Hoffmann 1991 pp 58 s

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isolati sul piano ontologico e cosmologico da una parte (ταῦτα) e sul pianolinguistico dallrsquoaltra (ὄνομα) confermando cosigrave lrsquoanalogia di fondo tra mon-do e linguaggio

In base a questi argomenti lrsquointerpretazione che viene proposta per ilframmento egrave la seguente poicheacute esistono le cose le cose ingiuste (ossia lecose reciprocamente distinte nella loro pluralitagrave) gli uomini758 vengono a co-noscenza dellrsquoὄνομα (ossia di una parte determinata del λόγος) di δίκη Δίκη(ossia del discrimen divisorio tra le cose stesse)

Si conferma dunque la profonda analogia con il pensiero di Parmenide se-condo il quale come si egrave ricordato a proposito di Heraclit fr 2 gli uomininon riconoscono lrsquounitagrave dei πάντα percheacute confidano nei rispettivi e discor-danti ὀνόματα

πυρὸς τροπαὶ πρῶτον θάλασσα θαλάσσης δὲ τὸ μὲν ἥμισυ γῆ τὸ δὲ ἥμισυ πρηστήρ [hellip] ltγῆgtθάλασσα διαχέεται καὶ μετρέεται εἰς τὸν αὐτὸν λόγον ὁκοῖος πρόσθεν ἦν ἢ γενέσθαι γῆRivolgimenti del fuoco (sono) dapprima il mare del mare poi una metagrave terra lrsquoaltra metagravefolgore [hellip] ltla terragt si spande come mare e assume misure secondo quello stesso discor-so che valeva prima che diventasse terra (Fr 31)

Egrave questo il frammento per il quale come emerge chiaramente dalla tabella delcap 51 (pp 158 s) la quasi totalitagrave degli interpreti rende λόγος con valoreproporzionale-matematico ossia con un valore non sufficientemente attesta-to per la fine del VI e lrsquoinizio del V sec aC Simili traduzioni sembrano ispirateda una cultura filosofica e razionalistica a cui Eraclito non appartiene e dellaquale partecipa invece lrsquointerprete moderno Alla base vi egrave un problema di teo-ria della traduzione il traduttore tenta costantemente di riprodurre un testoper lui quanto piugrave possibile ldquosensatordquo spesso dimenticando tuttavia che le ca-tegorie di senso e non-senso sono culturalmente determinate Cosigrave facendoldquo[hellip] la considerazione del contenuto ha finito col prevalere su quella della for-ma Ma in questo modo si rischia di far dire ad un testo quello che si vuolerdquo759Diversamente da quanto ritengono gli interpreti riportati nella tabella qui di

757 Cfr Nussbaum 1972 I p 11 ldquoThe word Dike which men consider as the name of anindipendent goddess could not have meaning except with reference to its opposite [hellip]And yet men seeing words as ἔπεα miss the essential connection this interdependence ofwordsrdquo

758 Cfr Kirk 31970 p 125 ldquoThus the subject may well have been simply ἄνθρωποιrdquo Kahn1979 p 185

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seguito si sostiene che anche per il fr 31 non si hanno ragioni intrinseche perdubitare del significato storicamente fondato di λόγος come ldquoazione risulta-to del raccogliere insiemerdquo ovvero ldquoazione risultato del direrdquo e che anzi essoegrave suggerito proprio dalla ldquoformardquo linguistica del frammento

Anzitutto a rinsaldare lrsquoipotesi dellrsquoanalogia tra linguaggio e mondo fisicovi egrave la co-occorrenza di λόγος insieme a vocaboli del linguaggio astronomicoInfatti anche a prescindere dallrsquointegrazione di Burnet ltγῆgt760 egrave indubbioche qui come giagrave nel fr 1 Eraclito spieghi il comportamento di elementi fisi-ci e cosmologici (πῦρ θάλασσα πρηστήρ) con il ricorso a λόγος Come espostonel cap 43 sotto le rispettive voci anche τροπή e μέτρον sono termini tecnicidel linguaggio cosmologico τροπή indica il limite raggiunto il quale il sole sivolge per ripercorrere allrsquoindietro il suo percorso μέτρον egrave appunto lrsquointerval-lo o la distanza prestabilita conclusa dalla τροπή761 Entrambi i termini dun-que esprimono lrsquoidea di frazionamento dello spazio e conseguentemente diliminaritagrave Inoltre ad avvalorare il riferimento cosmologico del fr 31 vi egrave an-che il fatto che secondo il testimone Clemente il fr 31 seguiva a breve di-stanza (μηνύει τὰ ἐπιφερόμενα) il fr 30 κόσμον τόνδε τὸν αὐτὸν ἁπάντων οὔτετις θεῶν οὔτε ἀνθρώπων ἐποίησεν ἀλλrsquo ἦν ἀεὶ καὶ ἔστιν καὶ ἔσται πῦρ ἀείζωονἁπτόμενον μέτρα καὶ ἀποσβεννύμενον μέτρα

Nel cap 43 pp 136 s si egrave proposto altresigrave di intendere lrsquointero fr 31 comeesplicativo di un determinato momento entro il processo di articolazione ecioegrave quello della disgregazione dellrsquounitagrave Ciograve egrave suggerito dal continuo ricor-rere di vocaboli indicanti la separazione μέτρα (fine del fr 30) e τροπαί il cuisignificato astronomico egrave stato appena ricordato la correlazione τὸ μὲν ἥμισυhellip τὸ δὲ ἥμισυ διαχέω ( ldquospargererdquo ldquodisgiungererdquo ldquospezzarerdquo) e infine μετρέωA suggerire agli interpreti una resa di λόγος come ldquoproporzionerdquo ldquomisurardquo egraveindubbiamente il verbo μετρέω e su di esso occorre concentrarsi

759 Egrave unrsquoosservazione incidentale di Serra in Diano-Serra 41993 p 163 a proposito del fr 32Lrsquoispirazione viene con tutta probabilitagrave da Calogero 1967 p 88 che parlando dellostesso frammento sostiene ldquoMa anche qui lrsquointerpretazione del contenuto non deve fardimenticare quella della formardquo

760 Burnet 31920 p 135 nota 2 Lrsquointegrazione non egrave strettamente necessaria Kirk 31970pp 331 s ricorda come di questo parere siano anche Reinhardt e Snell (ldquoDas Meer geht ausfestem in fluumlssigen Zustand uumlberrdquo) cfr Kahn 1979 pp 143 s Per le difficoltagrave filologichesollevate dal frammento cfr Stokes 1971 pp 296 ss (nota 58)

761 Cfr fr 94

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Il verbo egrave denominale di μέτρον762 e qui richiama esplicitamente le due oc-correnze di μέτρα appena precedenti quelle della fine del fr 30 Per sottoli-neare il riferimento al sostantivo egrave consigliabile tradurre μετρέεται come ldquoas-sume μέτραrdquo ldquoassume misurerdquo in senso medio Lrsquoipotesi egrave che Eraclito ricorraanche a μετρέω per esprimere frazionamento e suddivisione in modo analogoa quanto si egrave detto per μέτρα τροπαί τὸ μὲν ἥμισυ hellip τὸ δὲ ἥμισυ e διαχέω Effet-tivamente la misurazione consiste appunto nella parcellizzazione di unagrandezza in μέτρα763

Veniamo dunque alla dibattuta espressione εἰς τὸν αὐτὸν λόγον ὁκοῖοςπρόσθεν ἦν764 Egrave a partire da contesti drsquouso sintagmatici come questo (cfr an-che fr 1 κατὰ τὸν λόγον) e attraverso costrutti come λόγον διδόναι e ἐν λόγωιτιθέναι che con il tempo la semantica di λόγος si modifica fino a dar luogo asignificati quali ldquoproporzionerdquo ldquocalcolordquo ldquomisurardquo ldquoragionerdquo etc Tuttaviacome ha mostrato lrsquoesame degli usi della parola sino allrsquoinizio del V sec aC(cap 51 pp 146 ss) per Eraclito e per i suoi contemporanei il fr 31 parla an-cora dellrsquoldquoazione risultato del λέγεινrdquo ovvero della ldquoraccoltardquo e soprattuttodel ldquodiscorsordquo

La compresenza nel corpus eracliteo di contesti drsquouso sia tradizionali sianon tradizionali non compromette la fondamentale unitagrave di significato dellaparola risemantizzata La contestualizzazione diversificata di λόγος promuo-ve tratti semantici nuovi nondimeno le accezioni via via assunte restano ori-ginariamente legate allrsquoidea del λέγειν come raccogliere insieme e come espri-mere linguisticamente Con Eraclito si assiste appunto alla prima fase docu-mentabile dellrsquoevoluzione semantica di λόγος nella quale ogni uso della paro-la egrave ancora permeato dal significato originario una fase dunque precedentealla ldquoderiva polisemicardquo attestata negli usi piugrave tardi Perfino volendo ammet-

762 Cfr Chantraine 1999 sv763 Cfr Heraclit fr 3 Si potrebbe anche argomentare che nel fr 31 μετρέω rappresenta

entrambi i momenti dellrsquoarticolazione ovvero sia conversione dallrsquouno ai molti sia quelladai molti allrsquouno Infatti la grandezza da misurare viene suddivisa o segmentata nei μέτρα(dallrsquouno ai molti) ma al contempo solo riunendo insieme tutti i μέτρα (dai molti allrsquouno)si ricompone la grandezza originaria nella sua interezza (nel discutere la nozione dellrsquounoanche Arist Metaph 1052b 20 ss esamina il problema della misurazione) Tuttavia ilframmento egrave caratterizzato piuttosto da espressioni di divisione il che invita ad intendereanche μετρέω in questo senso

764 Circa la genuinitagrave delle parole che seguono ἢ γενέσθαι γῆ non crsquoegrave unanimitagrave Cfr Diano-Serra 41993 p 148 Cherniss Vlastos Ramnoux Wiese e appunto Diano-Serra le con-siderano spurie

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tere per lrsquooccorrenza del fr 31 lrsquoaccezione di ldquoammontarerdquo si tratteragrave pursempre di un ldquoammontarerdquo inteso come ldquoraccoltardquo in stretta dipendenzadallrsquoldquoazione risultato del raccogliere insieme (λέγειν)rdquo Argomenti analoghivalgono per lrsquoaccezione di ldquodiscorso costantemente validordquo e dunque in ter-mini seriori ldquoformulardquo tale nuova accezione sarebbe intesa da Eraclito e daisuoi contemporanei eminentemente come espressione linguistica della ldquofor-mulardquo Invece accezioni piugrave distanti dalla semantica originaria e piugrave schietta-mente matematiche come ad esempio ldquoquantitagraverdquo ldquomisurardquo e ldquoproporzionerdquoappaiono decisamente da escludere per il loro anacronismo

La maggioranza degli interpreti traduce il gruppo lsquoεἰς con accrsquo come com-plemento di misura o distributivo esprimente cioegrave lrsquounitagrave di misura riferita aμετρέεται765 Ciograve naturalmente autorizzerebbe traduzioni di λόγος comeldquoquantitagraverdquo ldquomisurardquo o ldquoproporzionerdquo Tuttavia per quanto mi consta inepoca arcaica e classica766 per specificare lrsquounitagrave o lo strumento di misura inco-occorrenza con il verbo μετρέω si trovano o il dativo oppure κατά con accma non εἰς con acc Nellrsquooccorrenza in questione dunque lrsquounico valore am-missibile per εἰς τὸν αὐτὸν λόγον egrave quello modale767 Inoltre si puograve notare cheil significato di ὁκοῖος (att ὁποῖος ldquoqualerdquo ldquodi quale specierdquo cfr LSJ sv ofwhat sort or quality) riferito a λόγος non ha a che fare con la quantitagrave comesarebbe consono ad un ipotetico λόγος-misura bensigrave con la qualitagrave a confer-ma del λόγος-discorso768

In base ai dati considerati sono possibili due interpretazioni a seconda diintendere λόγος conformemente al suo uso tradizionale (cfr frr 39 87 e 108)o piuttosto a quello denso che cioegrave assume il discorso come modello analogodel cosmo In entrambi i casi il significato resta pertinente con la Grundbe-deutung di λέγειν769

1) Il complemento di modo εἰς τὸν αὐτὸν λόγον costituisce un riferimentoinfratestuale a quanto Eraclito ha giagrave detto un uso analogo del sintagma sitrova ad esempio in Pl Resp 353d770 Dunque il senso di εἰς τὸν αὐτὸν λόγον

765 Si tratta del valore descritto da LSJ sv εἰς III 1 e 2766 Solo con il successivo perfezionamento del linguaggio matematico il verbo μετρέω saragrave

usato anche con εἰς ed acc per indicare lrsquounitagrave di misura adoperata767 Si tratta del valore descritto da LSJ sv εἰς IV 3 Curiosamente Marcovich 1978 p 204

afferma il valore modale di εἰς τὸν αὐτὸν λόγον pur traducendo in senso misurativo-distri-butivo (ldquosi misura nella medesima proporzionerdquo) ed equiparando il λόγος ai μέτρα

768 Se Eraclito intendesse con λόγος ldquoquantitagraverdquo ldquomisurardquo ldquograndezzardquo e simili qui sarebbe piugraveprobabile trovare ὁπόσος o ὅσος al posto di ὁποῖος

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ὁκοῖος πρόσθεν ἦν sarebbe ldquoanalogamente a quanto detto primardquo Secondo taleinterpretazione lrsquooccorrenza di λόγος nel fr 31 sarebbe pertanto in linea conlrsquouso tradizionale della parola

2) Il complemento di modo εἰς τὸν αὐτὸν λόγον illustra come avviene lrsquoazio-ne espressa da μετρέεται o eventualmente sia da διαχέεται che da μετρέεταιdato che entrambi i verbi sono usati per rendere il medesimo concetto di se-parazione In questo caso il ldquodiscorsordquo va inteso come analogo del mondo fi-sico e dunque del modello articolatorio ossia secondo lrsquoaccezione risemantiz-zata della parola Il senso di questo paragone egrave che anche il λόγος propriocome il soggetto della frase (ltγῆgt oppure θάλασσα) ldquoassume μέτραrdquo ossia vasoggetto ad una forza che ne segmenta lrsquounitagrave in costituenti minori Tale for-za non egrave subita passivamente dal λόγος le diatesi medie διαχέεται e μετρέεταιdimostrano che tale organizzazione egrave autopoietica (caratteristica 3)771 A so-stegno di questa interpretazione si ricordi che Eraclito individua entro il di-scorso delle componenti minori chiamate ὀνόματα o ἔπεα In base a tale lettu-ra anche qui come nel resto del frammento ad essere rilevato egrave lrsquoaspetto di-sgiuntivo o analitico della conversio In questo senso il fr 31 egrave dunque com-plementare dei frr 1 2 50 114 che al contrario sottolineano lrsquoazionesintetica del λόγος772

ἓν τὸ σοφὸν μοῦνον λέγεσθαι οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει Ζηνὸς ὄνομαLrsquounica cosa saggia non vuole e vuole essere detta (solo) come nome di Zeus (Fr 32)

Per questo frammento lrsquoattenzione dei commentatori si concentra in generesul concetto di saggezza (divina) secondo Eraclito (cfr fr 78)

Secondo le intenzioni della presente analisi il punto focale consiste tutta-via nellrsquoopposizione tra λέγειν ed ὄνομα di cui si ha qui lrsquounica co-occorrenza

769 Riconducibile alla Grundbedeutung di λέγειν potrebbe essere lrsquointerpretazione di λόγος diSilvestri 2003 pp 277 s ed idem 2006 p 26 il quale intende lrsquooccorrenza del fr 31 comeldquoprincipio di legamentordquo in un senso paragonato dallrsquoautore a quello dello ldquostato di coserdquodi Wittgenstein (cfr TLP 2 201 2001) Ma a fronte di unrsquointerpretazione cosigrave nuova einteressante il lettore si aspetterebbe delle argomentazioni che invece mancano

770 Τίθεμεν οὖν καὶ τἆλλα πάντα εἰς τὸν αὐτὸν λόγον Cfr Isoc Ep VI (ad filios Jasonis) 7 Μὴθαυμάζετε δrsquo ἄν τι φαίνωμαι λέγων ὧν πρότερον ἀκηκόατε [hellip] εἰ πρέπον εἰς τὸν λόγον εἴη [hellip]Per lrsquoespressione ὁ πρόσθεν λόγος cfr ad esempio S OT 851 Εἰ δrsquo οὖν τι κἀκτρέποιτο τοῦπρόσθεν λόγου [hellip]

771 Si ricordi a riguardo la proposta avanzata nel cap 42 p 112 di intendere πυρός comegenitivo soggettivo

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entro il corpus773 Anche per la traduzione del frammento egrave fondamentale te-nere ben distinti λέγεσθαι ed ὄνομα rispettivamente ldquoessere dettordquo e ldquonomerdquoEgrave dunque un peccato che numerosi traduttori rendano λέγεσθαι con ldquoesserechiamatordquo ldquoprendere il nome dirdquo offuscando cosigrave completamente la specifi-citagrave della riflessione linguistica eraclitea Secondo Bartling ad esempio perEraclito in generale e per questo frammento in particolare non vi sarebbe so-stanziale differenza tra le azioni espresse da λέγειν e da ὀνομάζειν774 Al contra-rio Eraclito basandosi sulla Grundbedeutung del verbo λέγειν come ldquoracco-gliere insiemerdquo o ldquoraccogliere in unitagraverdquo la sfrutta in rapporto allrsquoὄνομα che in-vece come si egrave visto sta per individualizzazione e separatezza

Il paradosso espresso da οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει puograve essere spiegato in base atre ordini di cause che lungi dallrsquoescludersi a vicenda trovano piuttosto con-ferma lrsquouna nellrsquoaltra una causa linguistica (1) una religiosa (2) ed una rife-ribile al tema della coincidentia oppositorum (3) Pur considerando tutti e tregli ordini di cause nella prospettiva della presente ricerca la prima egrave quellafondamentale

1) Per lrsquointerpretazione linguistica il genitivo Ζηνός non assume una spe-cifica rilevanza775 quello che conta egrave che si parla di un ὄνομά τι776 che egrave in an-titesi con il verbo λέγεσθαι Egrave di nuovo opportuno fare riferimento al modelloteorico riassunto nella formula ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα in cui ἕν e λόγος

772 Solo in nota alla trattazione del fr 31 si desidera considerare il fr 67a sicltutgt aranea stansin medio telae sentit quam cito musca aliquem filum suum corrumpit itaque illuc celeritercurrit quasi de fili persectione dolens sic hominis anima aliqua parte corporis laesa illucfestine meat quasi impatiens laesionis corporis cui firme et proportionaliter iuncta est Nelcaso piuttosto improbabile in cui il frammento fosse genuino esso renderebbe conlrsquoavverbio modale proportionaliter un complemento di modo come εἰς τὸν λόγον o κατὰ τὸνλόγον Egrave chiaro che la fonte recepisce λόγος come un consolidato termine tecnico per cuila traduzione nellrsquoarea semantica matematica non stupisce Il dato interessante sarebbepiuttosto lrsquoattestazione di λόγος entro un complemento di modo secondo un uso con-forme a quello ipotizzato per il fr 31 Naturalmente data la problematicitagrave del frammento67a simili considerazioni hanno carattere puramente speculativo

773 Unrsquoeco del frammento egrave forse da scorgere in P Derv col 191ndash3 (ed Jourdan) εκ[hellip] τὰἐόντα ἓν [ἕκ]αστογ κέκ[λητ]αι ἀπὸ τοῦ ἐπικρατοῦντος Ζεὺ[ς] πάντα κατὰ τὸν αὐτὸν λόγονἐκλήθη [hellip]

774 Cfr Bartling 1985 p 76 ldquoAuch kann das λέγεσθαι in B32 in seiner Funktion des Benen-nens mit dem ὀνομάζεσθαι von B67 durchaus verglichen werdenrdquo Lo studioso ritiene chela specificitagrave della riflessione linguistica eraclitea consista piuttosto in una precoce ricercaπερὶ ὀρθότητος ὀνομάτων simile a quella che si presenteragrave poi maturamente nel Cratilo diPlatone cfr ivi pp 79 nota 5 Cfr anche Heidegger 2000 p 223

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sono accomunati in qualitagrave di unitagrave articolate composte rispettivamente daidistinti dei πάντα e dagli ὀνόματα Come si vede tre dei quattro membri dellaproporzione compaiono nel fr 32 mancano solo i πάντα In quanto ἕν ilσοφόν ldquovuolerdquo lrsquoazione espressa da λέγειν vuole dunque ldquoessere dettordquo ovveroldquoraccolto insiemerdquo come egrave conforme al suo carattere sintetico Ma appuntoper via di tale carattere sintetico esso ldquonon vuolerdquo essere detto attraverso unὄνομα una denominazione particolare che individua una singola identitagraveCiograve corrisponde al pensiero di Eraclito in base al quale ldquodie ὀνόματα immerzugleich angemessen und unangemessen sindrdquo777 Il paradosso del σοφόν cheal tempo stesso ldquovuole e non vuolerdquo essere detto col nome (di Zeus) poggiadunque sulle opposte istanze espresse da λέγειν e da ὄνομα ossia rispettiva-mente sulla forza centripeta e su quella centrifuga che caratterizzano lrsquounitagravearticolata come conversio (caratteristica 2) Come si egrave giagrave considerato nel cap23 (p 52) μοῦνον egrave ambiguo percheacute secondo la formulazione aristotelica778egrave difficile da interpungere e puograve essere inteso sia insieme a ciograve che precede siainsieme a ciograve che segue Si noti tuttavia come la costruzione sintattica che in-tende μοῦνον con ciograve che segue (ldquovuole e non vuole essere detto soltanto con ilnome di Zeusrdquo)779 mette in evidenza proprio la limitatezza dellrsquoὄνομα

2) Che poi il ldquonomerdquo sia quello di Zeus non fa che accentuare la paradossa-le ambivalenza delle due alternative οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει come egrave rilevato daCalabi780 Infatti sotto il profilo religioso da un canto il σοφόν vuole esseredetto con il nome di Zeus giaccheacute questi egrave ritenuto il piugrave sapiente tra gli dei(cfr lrsquoomerico μητίετα Ζεύς) questa egrave verosimilmente la posizione dei πολλοίin quanto corrisponde alla communis opinio in materia religiosa Drsquoaltro can-to perograve non vuole percheacute identificando il σοφόν con qualcuno o qualcosa inparticolare inevitabilmente se ne fissano certe caratteristiche escludendone

775 Tranne forse quella di sottolineare il carattere determinato legato ad una specifica identi-tagrave di ὄνομα ma questa funzione potrebbe essere assolta anche da un qualunque altro nomeproprio in caso genitivo

776 Ciograve egrave suggerito anche da Calogero 1967 p 88 777 Held 1970 p 180778 Arist Rh Γ 5 1407b 11779 Cosigrave ad esempio Pagliaro 1953 p 144 cfr nota 15 (ldquosolo questo egrave lrsquoesser saggio il nome

di Zeus non vuole eppure vuole essere pronunciato solordquo) Houmllscher 1968 pp 132 s (ldquo[ἓντὸ σοφόν] will nicht allein ndash und will doch ndash mit dem Namen Zeus genannt seinrdquo cfr ivinota 10) West 1993 p 193 (ldquouno solo il saggio vuole e non vuole essere chiamato conil nome di Zeus soltantordquo)

780 Calabi 1977ndash78 p 16

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200 6 Il discorso come unitagrave articolata

altre cosigrave da smentire la sintesi delle opposte determinazioni che invece sta acuore ad Eraclito Considerata la critica eraclitea alla religione tradizionale781non egrave da escludere inoltre che la reticenza ad identificare il σοφόν con Zeusrappresenti un elemento sovversivo rispetto al comune sentimento diεὐσέβεια

3) Inoltre se come riconosce la maggior parte della critica lo ionico Ζηνόςegrave usato per alludere a ζῆν ldquovivererdquo782 allora si puograve cogliere unrsquoulteriore sotti-gliezza nel senso del frammento Infatti in forza di quella coincidentia opposi-torum onnipresente in Eraclito non si dagrave vita senza il suo contrario e pertan-to lrsquoidentificazione del σοφόν in uno solo dei due aspetti complementari egravefuorviante783 Anche in questo caso come giagrave rilevato al punto 2 ἐθέλει corri-sponde allrsquoopinione dei tanto criticati πολλοί mentre οὐκ ἐθέλει esprime ilpensiero controcorrente di Eraclito

ἐν Πριήνηι Βίας ἐγένετο ὁ Τευτάμεω οὗ πλείων λόγος ἢ τῶν ἄλλωνA Priene nacque Biante figlio di Teutame la cui fama egrave maggiore di quella degli altri (Fr 39)

Nonostante alcuni interpreti come Held784 e Kahn785 scorgano in questo usodi λόγος unrsquointenzionale ambiguitagrave o propendano per significati non chiara-mente attinenti allrsquoarea semantica del linguaggio786 lrsquouso della parola franca-mente appare di per seacute piano e non desta dubbi particolari Per questo nel cap

781 Cfr ad esempio Heraclit frr 5 15782 Cfr cap 22 p 45 lrsquoipotesi del gioco di parole egrave avvalorata dal fatto che invece il fr 120

reca Διός Contra Kirk 31970 p 392 Marcovich 1978 p 309783 Cfr Calogero 1967 p 88 ldquosi chiama e non si chiama Zeus percheacute si chiama e non si

chiama Vita Essa infatti egrave e non egrave Vita percheacute egrave Vita-Morte secondo il binomio di oppostiche sommamente esprime lrsquoeterna lsquoguerrarsquo e lsquocontesarsquo del mondordquo

784 Held 1970 p 202 individua anche qui la compresenza di due accezioni di λόγος lrsquouna tra-dizionale ldquofamardquo lrsquoaltra tipicamente eraclitea Infatti secondo lo studioso il λόγος rappre-senta per Eraclito il compimento unificante dei diversi punti di vista soggettivi e nellafama di un individuo convergono appunto tutti i vari pareri circa quellrsquoindividuo

785 Kahn 1979 p 176 s sostiene che λόγος rappresenti qui un gioco di parole tra lrsquoaccezioneimmediatamente comprensibile ldquoesteemrdquo ldquorenownrdquo e quella piugrave recondita di ldquocosmic pat-tern expressed in geometric proportionsrdquo Le due accezioni si rifarebbero alla duplicitagrave diλόγος come rispettivamente ldquolanguagerdquo e ldquocosmic structurerdquo Cfr ivi p 177 ldquoThe oppo-sition [hellip] between the single individual Bias who [hellip] merited an esteem (logos) [hellip] andthe mass of mankind as characterized in his saying (logos) ndash this antithesis exemplifies inhuman terms the proportion (logos) between the one and the many between fire and allthe rest that structures that order the universerdquo

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 201

51 p 153 lrsquooccorrenza egrave stata classificata tra quelle tradizionali Solo nel con-fronto con le affermazioni di universalitagrave del λόγος il frammento puograve stupireInfatti percheacute il confronto tra Biante e gli altri possa reggere egrave necessario chetanto Biante quanto gli altri siano dotati di un proprio λόγος individuale lad-dove come si egrave osservato nel fr 2 il λόγος egrave apertamente messo in antitesi adun simile particolarismo

Lrsquoapparente contraddizione va superata tenendo presente che Eraclito usaλόγος sia in senso soggettivo sia in senso intersoggettivo ossia rispettivamen-te come un certo ldquodiscorso in particolarerdquo e come ldquodiscorso in generalerdquo787

La variabilitagrave del referente non incrina in alcun modo lrsquounitagrave di significatodi λόγος giaccheacute naturalmente un unico significato puograve avere molti referentiIn generale si puograve stabilire che il referente ldquosoggettivordquo corrisponde allrsquoacce-zione tradizionale (frr 39 87 108) mentre il referente ldquointersoggettivordquoallrsquoaccezione densa della parola (es fr 2) quella cioegrave che scorge nel discorsoun analogo del mondo fisico Tuttavia non sempre il confine tra usi tradizio-nali ed usi densi puograve essere tracciato nettamente Si egrave giagrave osservato788 adesempio che la prima occorrenza di λόγος nel fr 1 crea un quid pro quo traλόγος come ldquodiscorso dellrsquohic et nuncrdquo e λόγος come ldquomodello analogo delmondordquo da un lato lrsquoincipit richiamando lrsquouso della prosa ionica dellrsquoepocaallude al λόγος specifico dello scritto eracliteo dallrsquoaltro attraverso la posizio-ne ambigua di ἀεί e le affermazioni seguenti fa pensare al λόγος come metafo-ra cosmica

In effetti quando il referente ldquosoggettivordquo di λόγος egrave lo scritto di Eraclitolrsquoaccezione tradizionale e quella densa appaiono fuse insieme Ciograve egrave possibiledal momento che lo scritto di Eraclito pur nella sua inevitabile soggettivitagrave egravecomposto in modo tale da evidenziare la natura ed il funzionamento del lin-guaggio in generale e dunque del mondo fisico789

786 LSJ sv λόγος I 4 traduce il frammento con ldquowho is more worth than all the restrdquo cfr ancheKirk 31970 p 39 che ipotizza un improbabile ldquowho was of greater measurerdquo Lami52000 ldquodi cui si ragiona piugrave che degli altrirdquo

787 Cfr analisi del fr 2 dove i due usi sono stati definiti con riferimento ai termini saussurianicome langue e parole La sovrapposizione delle due accezioni egrave propria di molte cultureoro-aurali si egrave giagrave accennato ad esempio allrsquoequivalente di λόγος in lingua dogon sograve cfrCalame-Griaule 1982 p 24

788 Cfr cap 13 pp 29 s789 Cfr cap 62 pp 242 ss

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202 6 Il discorso come unitagrave articolata

Nel fr 39 λόγος vale ldquofamardquo ldquoreputazionerdquo ed esprime ciograve che la collettivi-tagrave dice di un suo membro ciograve che egrave detto sul conto di qualcuno790 Il nessoλόγος λέγειν egrave dunque paragonabile a quello κλέος καλεῖν (cfr lat fama fa-ri) Conche egrave pressocheacute il solo a sostenere invece che ldquole logos nrsquoest pas ici ceque lrsquoon dit de Bias mais ce que dit Biasrdquo791 La sua interpretazione egrave dubbiaanche percheacute il senso di πλείων come ldquoqualitativamente superiorerdquo non egrave diuso comune piugrave adatti allo scopo sarebbero stati altri comparativi comeκρείσσων o βελτίων Essa comunque non egrave del tutto insostenibile specie con-siderando alcuni motti attribuiti a Biante che potevano essere particolarmen-te apprezzati da Eraclito innanzitutto il μεγαλόφρων Eraclito792 doveva tro-varsi drsquoaccordo sul punto che οἱ πλεῖστοι ἄνθρωποι κακοί (DK 1061)793 mas-sima riecheggiante probabilmente nel fr 104 ma anche affermazioni qualiμίσει τὸ ταχὺ λαλεῖν [hellip] (DK 1064) ἄκουε πολλά (DK 10610) e λάλει καίρια(DK 10611) potevano suscitare la sua approvazione in quanto esortazioniad unrsquoattivitagrave linguistica piugrave consapevole Ad ogni modo sia che λόγος valgacome nomen actionis (ldquociograve che Biante dicerdquo) sia che valga come nomen reiactae (ldquociograve che egrave detto di Bianterdquo) il significato della parola resta perfetta-mente compatibile con quello tradizionale

ψυχῆς πείρατα ἰὼν οὐκ ἂν ἐξεύροιο πᾶσαν ἐπιπορευόμενος ὁδόν οὕτω βαθὺν λόγον ἔχειI confini dellrsquoanima per quanto tu vada non puoi trovarli nemmeno percorrendo ognistrada cosigrave profondo egrave il suo discorso (Fr 45)

I frr 45 107 e 115 affermano che la ψυχή egrave dotata di λόγος794 Come ha chia-rito Nussbaum795 e come giagrave egrave stato considerato nel cap 12 sv pp 9 s conEraclito ψυχή assurge ad un nuovo ruolo biologico quello di organo della co-gnizione Propriamente λόγος costituisce la funzione ossia lrsquoattivitagrave propria ditale organo la funzione cognitiva Nonostante questa occorrenza di λόγος siaintesa dagli interpreti per lo piugrave in senso proporzionale-matematico796 se si

790 Il medesimo valore di λόγος si riscontra spesso in Pindaro ad esempio Pi N IV 71 cfranche Hdt IX 78

791 Conche 1986 p 138 (corsivo dellrsquoautore)792 Cosigrave D L IX 1 (= DK 22 A 1 1)793 Questo egrave il motivo del rispetto di Eraclito per Biante secondo Kahn 1979 p 177794 Forse un precedente di questa nuova concezione egrave in Xenoph fr 75 [hellip] ψυχή τὴν ἔγνων

φθεγξαμένης ἀίων795 Nussbaum 1972 I pp 8 ss

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considera il ruolo linguistico e cognitivo attribuito da Eraclito alla ψυχή il va-lore di λόγος come ldquodiscorsordquo diventa strettamente necessario797

Il frammento pare esprimere la conclusione o una delle conclusioni a cuiEraclito egrave pervenuto dopo aver indagato se stesso (cfr fr 101)798 La metaforadella ψυχή come locus interiore egrave nuova Essa egrave resa attraverso quattro caratte-rizzazioni spaziali i verbi εἶμι e ἐπιπορεύομαι ed i sostantivi πεῖρας e ὁδός799tutti connotanti in genere la dimensione orizzontale La ragione per cui nonsi trovano i limiti della ψυχή egrave indicata nel suo βαθὺς λόγος800 Considerandolrsquoinsistenza sullrsquoorizzontalitagrave intendere βαθύς nellrsquoaccezione verticale ossiacome ldquoprofondordquo sembra poco appropriato801 mentre egrave preferibile optare ap-punto per lrsquoaccezione orizzontale ldquodensordquo ldquofittordquo ldquoimpenetrabilerdquo questrsquoul-tima egrave ampiamente attestata sin da Omero per esempio a proposito di fore-ste anfratti nebbie802 e significativamente anche a proposito di organi della

796 Rappresenta una lodevole eccezione Darcus 1979 che accetta il pieno valore linguisticodi λόγος per il fr 45 (lo stesso vale per il fr 115 cfr ivi p 91 ldquoLogos is rather I suggest hereas elsewehre lsquospeechrsquordquo) individuando inoltre il referente non nello specifico discorsoeracliteo bensigrave nel discorso in generale (cfr ibidem ldquoThis logos is not simply the specificutterance of Heraclitus [hellip it is hellip] speech itself rdquo) come suggerito anche dal carattere gno-mico del frammento

797 Cfr Nussbaum 1972 I p 13 ldquoIt is with ψυχή the central and connecting life-faculty thatman may potentially understand λόγος or connected discourse Because of the centralimportance of language in understanding the central life-faculty in man is first and fore-most a faculty of language Sense data are referred to ψυχή and are interpreted accordingto the ψυχήrsquos degree of linguistic competencerdquo

798 Non persuade lrsquointerpretazione di Kahn 1979 pp 128 s secondo cui il fr 45 rivelerebbeil panpsichismo eracliteo ed i limiti dellrsquoanima sarebbero irreperibili ldquosince everything ispsychic territoryrdquo per una simile affermazione non egrave sufficiente il contesto in cui DiogeneLaerzio riporta il frammento (DK 22 A 17 καὶ πάντα ψυχῶν εἶναι καὶ δαιμόνων πλήρη)Nella cultura greca arcaica la ψυχή egrave propria di ogni individuo e non possiede connota-zioni cosmologiche o naturalistiche Anche per questa parola la risemantizzazione eracli-tea procede nel solco di una profonda continuitagrave con il significato tradizionale Controlrsquoaccostamento dei frr 45 e 101 egrave Marcovich 1978 p 258

799 Il valore traslato o metaforico di entrambi i sostantivi e specialmente del piugrave comune ὁδόςegrave ampiamente attestato

800 Oltre che in Eraclito lrsquoespressione βαθὺς λόγος ricorre per lo piugrave in autori tardi (cristiani)ma si puograve notare che anche in questi casi λόγος ha prevalentemente valore linguisticononostante abbia ormai sviluppato anche altri significati

801 Come vuole invece Marcovich 1978 p 257 Cfr Diano-Serra 41993 p 154 ldquoCerta-mente da escludere egrave lrsquoidea tipicamente moderna della lsquoprofonditagraversquordquo ma lrsquoipotesi di βαθύςcome ldquoarcanordquo (ibidem) non risulta convincente

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204 6 Il discorso come unitagrave articolata

vita e del pensiero (es φρήν Il XIX 125)803 ossia in un contesto metaforicomolto simile allrsquouso eracliteo Rigorosamente parlando lrsquoimpossibilitagrave di tro-vare (ἐξευρίσκω) i limiti della ψυχή per chi srsquoincammini sulle sue strade po-trebbe dipendere appunto dalla densitagrave impenetrabile del λόγος che la abitapiuttosto che dallrsquoinesistenza dei limiti stessi si consideri a questo riguardo ilfr 18 dove appunto lrsquoimpossibilitagrave di trovare qualcosa (οὐκ ἐξευρήσει) dipen-de da una condizione di difficile percorribilitagrave (ἀνεξερεύνητον καὶ ἄπορον)Tuttavia lrsquoidea che i limiti siano introvabili percheacute inesistenti egrave suggerita conforza dal confronto con il fr 115 secondo cui il λόγος la cui sede egrave la ψυχή egraveἑαυτὸν αὔξων Sempre in base allrsquoautoaccrescimento del fr 115 si fa strada an-che lrsquoipotesi che βαθύς stia anche per ldquoriccordquo ldquocopiosordquo804

Se i πείρατα rappresentano qui unrsquoimmagine di divisione sulla scorta diquelle considerate nel cap 43805 la loro inesistenza entro la ψυχή ha ragioniintrinseche Infatti essendo la ψυχή lrsquoorgano del λόγος la sua funzione egrave quel-la di λέγειν laddove con λέγειν conformemente alla Grundbedeutung del ver-bo Eraclito intende unrsquoazione sintetica Quando lrsquoorgano esercita la propriafunzione esso ldquoraccoglie insiemerdquo i distinti ossia rimuove i πείρατα posti tradi loro per farne unrsquounitagrave Questo procedimento egrave necessario sia alla produ-zione del discorso giaccheacute il λόγος egrave unrsquounitagrave (nel qual caso i distinti sono gliὀνόματα o gli ἔπεα) sia alla cognizione e dunque al sapere intesi come νόος eσοφίη (nel qual caso i distinti sono i percepiti i πάντα) Infatti se lrsquoorgano nonegrave in grado o non lo egrave a sufficienza di espletare la funzione del λέγειν la cono-scenza si ferma alla πολυμαθίη ldquonozione-di-molte-coserdquo slegate lrsquouna dallrsquoal-tra non riunite in una coerenza806 Tale disfunzione della ψυχή egrave chiaramente

802 Cfr Fuumlhrer 1991 (LFE) ldquorel (horizontal) tief (sc wo man tief eindringen kann bzwmuszlig) dicht undurchdringlichrdquo con relativi esempi (3a 3b 3c)

803 Cfr il composto βαθύφρων Sol fr 33 1 W Pi N VII 1 Usi traslati di βαθύς βαθεῖα βαθύ(e composti) in riferimento ad organi e attivitagrave cognitive sono in Thgn 1051 s W Pi NIII 53 N IV 8 O II 54 A Pers 142 Th 592 Supp 407 Ulteriori usi metaforici sonoad esempio in Hdt IV 95 2 (β ἤθεα) Pi O II 54 (β μέριμνα) X Oec XI 10 (β ἀνήρ)etc Secondo Verdenius 1966 p 88 Eraclito allude qui proprio ad espressioni comeβαθύφρων βαθύβουλος βαθυμήτης

804 Cfr LSJ sv 3b e fonti ivi citate Troppo psicologica e modernista risulta invece la tradu-zione di βαθύς come ldquoillimitatordquo grenzenlos (per la quale cfr bibliografia riportata in Mar-covich 1978 p 257)

805 Schofield 1980 pp 10 s suggerisce che lrsquoattributo ἄπειρον sia attribuito da Anassagora alνοῦς proprio sulla scorta dei πείρατα di Heraclit fr 45

806 Sul ruolo cognitivo-unificante del λόγος cfr cap 62 pp 241 ss

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rappresentata nel fr 107 κακοὶ μάρτυρες ἀνθρώποισιν ὀφθαλμοὶ καὶ ὦταβαρβάρους ψυχὰς ἐχόντων dove la ψυχή ldquobarbarardquo egrave appunto ldquoincapace diλέγεινrdquo o ldquoche non conosce il λόγοςrdquo Come giagrave rilevato per gli ἀξύνετοι del fr1 anche in questo caso il fallimento della conoscenza egrave identificato conunrsquoincapacitagrave di istituire connessioni tra le cose Solo la ψυχή dotata di λόγοςpuograve sintetizzare e com-prendere i molteplici dati sensibili superando cosigrave lapluralitagrave e la segmentazione del reale

τῶι οὖν τόξωι ὄνομα βίος ἔργον δὲ θάνατοςlrsquoarco (cfr βιός) ha come nome ldquovitardquo (βίος) ma come effetto morte (Fr 48)

Si trova qui la prima attestazione certa dellrsquouso di ὄνομα come ldquonome comunerdquoo ldquosingola parolardquo807 un dato questo particolarmente rilevante per lrsquointer-pretazione di λόγος come unitagrave articolata

Probabilmente il gioco di parole βίος βιός non egrave unrsquoinvenzione eracli-tea808 ma tutto eracliteo egrave il modo di sfruttarlo Se tanti giochi di parole inEraclito sono affidati a richiami fonici siano essi espliciti809 o impliciti810quello del fr 48 funziona invece grazie alla perfetta omografia (ΒΙΟΣ) di dueparole non omofone (βίος βιός) e dunque grazie al medium della scrittura

Sulla scia di Calogero811 un nutrito gruppo di critici ha scorto in questoframmento una prova dellrsquoidentitagrave ritenuta tipica del pensiero arcaico tralinguaggio e realtagrave812 tale identitagrave sarebbe necessaria per comprendere il

807 Cfr cap 12 sv ὄνομα p 13808 Marcovich 1978 p 136 ricorda a questo proposito S Ph 931ndash933 (ἀπεστέρηκας τὸν βίον

τὰ τόξ᾽ἑλών [hellip] πρὸς θεῶν πατρώιων τὸν βίον με μὴ ἀφέληις) Ar Eccl 563 (μεδ᾽ἀφέληι μουτὸν βίον) e Pl 34 (ἤδη νομίζων ἐκτετοξεῦσθαι βίον)

809 Cfr ad esempio frr 25 μόροι μοίρας 28 δοκέοντα δοκιμώτατος 72 διηνεκῶς διαφέρονται(aor 1 διήνεγκα ion διήνεικα aor 2 διήνεγκον) 114 ξὺν νόωι ξυνῶι

810 Cfr ad esempio frr 56 φθείρ (= φθείρω) 94 Ἥλιος οὐχ ὑπερβήσεται (= ὁ Ὑπερίων οὐχὑπερβήσεται) Per lrsquoesame dei giochi di parole cfr cap 22

811 Calogero 1967 pp 71 ss 812 Cfr ad esempio Kraus 1987 p 108 ldquoUn unico arco ha [hellip] due aspetti opposti il suo

effetto mortale e il suo nome che significa lsquovitarsquo Egrave immediatamente chiaro che si puograve sta-bilire un equilibrio tra nome ed effetto solo se il nome possiede ancora la sua antica forzae la sua funzione identificativa [hellip] Solo a queste condizioni il frammento puograve valere [hellip]come esempio [hellip] di coincidentia oppositorum [hellip] crsquoegrave un solo arco con due aspetti oppostida lui indivisibili (il suo nome = vita il suo effetto = arma mortale)rdquo Marcovich 1978 p136 rdquoNome e funzione [hellip] sono intesi come equivalentildquo (corsivo dellrsquoautore) Di Cesare1986 pp 9ndash20 etc

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206 6 Il discorso come unitagrave articolata

frammento come esempio della coincidentia tra i due opposti vita e morteQuesto non egrave esatto Il presupposto indispensabile allrsquoideazione e alla com-prensione del gioco di parole considerato egrave distinguere tra ciograve che appartieneal piano del linguaggio (ὄνομα) e ciograve che appartiene al piano della realtagrave(ἔργον)813 Egrave solo in virtugrave di tale distinzione di fondo che Eraclito puograve presen-tare un caso ΒΙΟΣ nel quale i due diversi piani quello dellrsquoὄνομα (= βίος) equello dellrsquoἔργον (= θάνατος) sembrano intersecarsi nel farlo egli mostra tralrsquoaltro la sua perizia di artigiano della parola Tale accostamento tra linguag-gio e realtagrave non egrave fine a se stesso ma come drsquoaltronde tutti i giochi di paroleeraclitei mira a produrre un incremento della conoscenza rivelando (o alme-no esemplificando814) lrsquounitagrave di due distinti anzi in questo caso di due oppo-sti βίος e θάνατος Sostanzialmente dunque Eraclito procede in questo fram-mento proprio come fa in generale circa il suo insegnamento sul λόγος mo-strando di saperli distinguere lrsquouno dallrsquoaltro egli paragona linguaggio e realtagravecon lo scopo di evidenziare lrsquounitagrave nascosta dei distinti fenomenici

oὐκ ἐμοῦ ἀλλὰ τοῦ λόγου ἀκούσαντας ὁμολογεῖν σοφόν ἐστιν ἓν πάντα εἶναιDato ascolto non a me ma al discorso egrave saggio dire lo stesso che tutte le cose sono una (Fr 50)

A proposito dei frr 2 e 39 si egrave osservato che il significato di λόγος pur essendounitario prevede referenti diversi i discorsi soggettivi che equivalgono a de-terminati discorsi particolari (frr 39 87 108) ed il discorso intersoggettivoossia il discorso in quanto tale o in generale (es fr 2) Rigorosamente parlan-do nel fr 50 lrsquoopposizione ἐμοῦ τοῦ λόγου non dimostra al di lagrave di ogni dub-bio che il referente di λόγος sia diverso dallo scritto eracliteo Su questo puntoin effetti la critica non egrave unanime815 anche se i confronti con lo ξυνὸς λόγος delfr 2 ovvero con il discorso intersoggettivo e la relativa polemica contro la ἰδίαφρόνησις dei ldquomoltirdquo sono assai frequenti e certamente plausibili816

813 Cfr Held 1970 p 181 Hammer 1991 p 132 (entrambi a proposito del fr 60)814 Secondo Reinhardt 1968 p 202 occorre distinguere tra gli insegnamenti eraclitei e le

loro esemplificazioni come lrsquointerprete potrebbe fare in base alla semplice domandaldquoWas ist das vor Augen Liegende und was das sich Andeutende das Paradoxrdquo Ma lrsquoobiet-tivitagrave e dunque la validitagrave di questo criterio sembrano ampiamente opinabili La coinci-denza tra vita e morte oltre che nel fr 48 ricorre anche nei frr 62 88 e forse 15 e laprudenza consiglia di rinunciare a separare gli insegnamenti dalle esemplificazioni

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Tuttavia per la comprensione del pensiero eracliteo nel caso in cui il di-scorso soggettivo coincida con lo scritto eracliteo (come forse accade nei frr 1e appunto 50) non egrave produttivo fare distinzione tra i due referenti Infattipur essendo inevitabilmente ancorato alla dimensione dellrsquohic et nunc il di-scorso dello scritto eracliteo mira a ldquoricalcarerdquo e a mettere in evidenza proprioi meccanismi di funzionamento del discorso in generale817 e di conseguenzain virtugrave dellrsquoanalogia strutturale tra discorso e mondo il funzionamento dellarealtagrave stessa818 Infatti nel comporre il suo discorso Eraclito ldquoraccoglie insie-merdquo (λέγειν) e stabilisce collegamenti tra gli ὀνόματα piugrave disparati perfino traquelli contrari grazie agli espedienti contestualizzanti esaminati nei capp21 22 e 23 Pertanto ai fini dellrsquointerpretazione che viene proposta qui diseguito non egrave determinante che il λόγος cui prestare ascolto sia quello delloscritto di Eraclito oppure quello generale quanto alla capacitagrave di λέγειν e dirappresentare il mondo entrambi sono efficaci

In primo luogo occorre occuparsi della proposizione infinitiva ἓν πάνταεἶναι che getta luce sullrsquointero frammento Nella prospettiva della presente ri-cerca due sono i punti fondamentali in proposito la validitagrave a livello cosmi-co del modello dellrsquounitagrave articolata e la comprensione di tale modello grazieal discorso

Circa il primo punto si osserva che il fr 10 presenta in forma dinamica ciograveche nel fr 50 egrave dato in forma statica819 Il fr 10 descrive due movimenti ugualie contrari e suggerisce lrsquoidentificazione di ἕν e πάντα invertendo in un chia-smo la posizione dei termini ἐκ πάντων ἕν e viceversa ἐξ ἑνὸς πάντα il fr 50

815 La posizione piugrave frequente della critica moderna consiste nel distinguere il λόγος dalloscritto di Eraclito cfr ad esempio Held 1970 ldquoAuf den Logos houmlren heiszligt nicht aufHeraklit als den Vertreter einer Ansicht houmlrenrdquo Heidegger 2000 p 216 Tuttavia nume-rosi sono gli interpreti che non convengono su questo punto cfr la bibliografia riportatada Marcovich 1978 p 77 alla quale va aggiunto West 1993 (cfr ivi p 176 s ldquoSi trattasempre in realtagrave del discorso di Eraclito ma viene considerato come qualcosa che parla enon qualcosa che viene detto Eraclito intende dire agli uomini che essi dovrebbero esserepersuasi non dalla sua personale autoritagrave ma dallrsquoautonoma autoritagrave del suo argomen-tarerdquo)

816 Bisogna perograve sottolineare che anche ammesso che il fr 50 promuova il discorso intersog-gettivo a scapito del proprio Eraclito non considera il suo discorso alla stregua di quelli deiπολλοί (fr 2) come giagrave osservato egli infatti bada a mettere in luce il funzionamento deldiscorso in generale e dunque della realtagrave

817 Cfr Hammer 1991 pp 111 s818 Cfr cap 62 pp 242 ss

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208 6 Il discorso come unitagrave articolata

cristallizza i due movimenti nella copula εἶναι che allo stesso tempo stabiliscelrsquoidentitagrave di soggetto e predicato nominale Facendo riferimento al modellodi unitagrave articolata delineato nel cap 41 (e riassunto alle pp 97 s) si puograve af-fermare che il fr 10 esprime il movimento doppio della conversio mentre il fr50 rappresenta la condizione di convertibilitagrave tra i due poli che ne deriva820

Passiamo dunque al secondo punto ossia alla comprensione del modelloarticolatorio che egrave valido a livello cosmico per mezzo del discorso821 Eraclitoindica con insistenza che la consapevolezza dellrsquoἓν πάντα εἶναι va acquisita at-traverso il discorso (τοῦ λόγου ἀκούσαντας ὁμολογεῖν) il quale dunque per-mette di guadagnare conoscenza circa il mondo fisico822 Ciograve nonostantesolo raramente gli interpreti hanno cercato di spiegare come il λόγος possa tra-smettere tale insegnamento il che egrave una diretta conseguenza dellrsquointerpreta-zione di λόγος in senso metafisico razionalistico o comunque non schietta-mente linguistico Se λόγος valesse ad esempio come intende Kirk ldquoformulaof thingsrdquo il fr 50 sarebbe un puro postulato esso presenterebbe cioegrave senzaspiegazioni il contenuto della ldquoformulardquo ἓν πάντα εἶναι In base a questa inter-pretazione il participio ἀκούσαντας e lrsquoinfinito ὁμολογεῖν risultano inessen-ziali nellrsquoeconomia del frammento823 percheacute non apportano nessuna infor-mazione di rilievo limitandosi ad affermare che ldquoseguendo la formula egrave saggio

819 Forse sono eccessive le remore di Kirk 31970 pp 177 ss che per il fr 10 si rifiuta di inter-pretare ἐκ ed ἐξ ldquoin a gross temporal senserdquo infatti secondo lrsquoautore soltanto ldquoaccording tothis interpretation of fr 10 there is no inconsistency with fr 50 where the content of theLogos ist said to be that all things are one ἓν πάντα εἶναι Fr 10 also implies this but itdescribes not the fact itself but the human mindrsquos apprehension of it and so uses ἐκ and ἐξto suggest the mindrsquos change from one aspect of the fact to the otherrdquo (ivi p 179 corsivodellrsquoautore)

820 Circa la condizione di convertibilitagrave cfr Hammer 1991 p 183 ldquoDie [hellip] gestellte Frageob die [hellip] Formel ἓν πάντα εἶναι in B 50 lsquoalles ist einsrsquo lsquoeins ist allesrsquo oder beides heiszligt laumlszligtsich unter Voraussetzung des [hellip] B 10 [hellip] beantworten daszlig ἓν πάντα εἶναι beides heiszligt[hellip] wobei allerdings [hellip] Heraklit im Kontext seiner Kritik an den πολλοί eher den Aspektder Einheit hervorgehoben zu haben scheintrdquo

821 Cfr Hammer 1991 pp 190 ss Lrsquoautore tuttavia interpreta il λόγος come ldquoproporzionerdquotra gli opposti il che purtroppo mistifica lrsquointera trattazione

822 Cfr Marcovich 1978 p 79 ldquoLa conclusione che lsquotutte le cose sono unorsquo ha una chiaraimplicazione ontologica lsquosotto la pluralitagrave fenomenica delle cose crsquoegrave unrsquounitagrave sottostantersquo(= fr 25 [10] ἐξ ἑνὸς πάντα)rdquo

823 Cfr Kirk 31970 p 67 ldquoThe use of ἀκούσαντας does not affect the issue in fr 2 τὸ ξυνόνwas the object of ἕπεσθαιwhich thus has a diminished quasi-metaphorical sense lsquoact inaccordance withrsquo So may be here ndash ἀκούσαντας might simply imply lsquoobeyrsquordquo

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concordare [hellip]rdquo Ma egrave piuttosto ovvio che una formula produca dei risultatisoltanto quando viene seguita

Le cose stanno diversamente se si intende λόγος come ldquodiscorsordquo Infatti inquesto modo il frammento spiega come in concreto si puograve arrivare a (ri)co-noscere lrsquounitagrave dei πάντα e cioegrave appunto τοῦ λόγου ἀκούσαντας ascoltando ildiscorso e ὁμολογεῖν ldquodicendo la stessa cosardquo824 Consideriamo in questa pro-spettiva entrambe le voci verbali

Il verbo ἀκούω vale semplicemente ldquoascoltarerdquo825 (cfr fr 1) non ldquoseguirerdquoldquodare rettardquo ldquoubbidirerdquo etc e indica chiaramente la natura linguistica delλόγος Fatta questa premessa ἀκούσαντας assume un ruolo centrale Prima dipoter parlare in modo σοφόν prima di ὁμολογεῖν egrave necessario saper ascoltarequesto egrave il motivo per cui ldquoἀκούσαντας has temporal or logical priority overὁμολογεῖνrdquo826 Per risultare fruttuoso lrsquoascolto deve cogliere lrsquounitagrave sottesa alλόγος in caso contrario si incorre nelle conseguenze descritte nei frr 1 τοῦ δὲλόγου τοῦδrsquo ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαι καὶἀκούσαντες τὸ πρῶτον [hellip] e 34 ἀξύνετοι ἀκούσαντες κωφοῖσιν ἐοίκασι [hellip]827In entrambi i casi ascoltare (ἀκούω) senza stabilire collegamenti (ἀξύνετος)equivale per Eraclito a non ascoltare affatto (rispettivamente καὶ πρόσθεν ἢἀκοῦσαι καὶ ἀκούσαντες τὸ πρῶτον e κωφοῖσιν ἐοίκασι) Nel fr 50 invece si par-la di un ascolto che stabilisce collegamenti quello in base al quale il discorsopuograve illustrare lrsquounitagrave dei distinti fenomenici Infatti il λόγος funziona appun-to ldquoraccogliendordquo (λέγειν) in unitagrave la pluralitagrave degli ὀνόματα o ἔπεα Graziealla sua natura di unitagrave articolata il discorso funge da risorsa euristica e dacampo di osservazione privilegiato del mondo fisico inteso da Eraclito comelrsquounitagrave (ἕν) comprensiva di tutti i distinti fenomenici (πάντα)828

Quanto al verbo ὁμολογεῖν esso ha qui probabilmente829 la sua unica atte-stazione in Eraclito ed egrave di sicuro scelto ad hoc dallrsquoartigiano della parola per

824 Cfr Heidegger 2000 pp 219 ss825 Si puograve anche ammettere la sfumatura di ldquoudire e comprendererdquo cfr Marcovich 1978 p 78

(ldquotenuto conto dei termini epistemologici σοφόν ἐστιν e ὁμολογεῖνrdquo) cfr Schirren 1998 p161 ldquohorchenrdquo

826 Kirk 31970 p 70827 Cfr anche i frr 19 ἀκοῦσαι οὐκ ἐπιστάμενοι οὐδrsquo εἰπεῖν 72 ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσι

λόγωι [hellip] τούτωι διαφέρονται [hellip]828 Diverse sono le ragioni addotte da Kahn 1979 p 131 per la medesima funzione conosci-

tiva ed unificante del linguaggio ldquoBy its rational structure and its public function in bring-ing men into a community language becomes a symbol for the unifying structure of theworld [hellip]rdquo

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210 6 Il discorso come unitagrave articolata

creare una ripresa con λόγος830 Dunque per cogliere questo gioco di parole ilverbo va preso alla lettera (come si constata spesso in Eraclito) il che egrave benechiarire egrave diverso dal sostenere che il valore del verbo sia terminologico831 Latraduzione letterale ldquodire lo stessordquo egrave preferibile a quella corrente ldquoconcorda-rerdquo832 per due motivi Innanzitutto ldquoconcordarerdquo offusca il richiamo traὁμολογεῖν e λόγος che invece egrave unanimemente riconosciuto dagli interpretiLa frequenza ed il tipo dei giochi di parole in Eraclito suggeriscono di inten-dere tale ripresa ad un livello di lettura piugrave profondo lrsquounanimitagrave espressa daὁμολογεῖν non egrave estrinseca stabilita cioegrave con qualcosa o qualcun altro(ὁμολογεῖν τινι) bensigrave intrinseca ossia con il λόγος stesso833 Di nuovo dun-que come giagrave osservato per il participio ἀκούσαντας Eraclito indica nel di-scorso il modo per pervenire alla conoscenza (σοφόν) E di nuovo se si vuolecomprendere percheacute grazie al discorso si possa attingere a tale conoscenza os-

829 Molto dubbia egrave lrsquoattestazione nel fr 51 eventualmente introdotta dalla fonte HippolHaer IX 9 2 il quale usa ὁμολογεῖν immediatamente prima non solo nel citare il fr 50 maanche per introdurre il fr 51 diversamente in Pl Smp 187a si trova συμφέρεσθαι che egrave rite-nuta essere la lectio corretta da molti editori (ad esempio Kirk 31970 p 204 Marcovich1978 pp 81 e 86) Non egrave comunque sostenibile la posizione di Kirk 31970 p 68 secondoil quale ὁμολογεῖν allrsquoepoca di Eraclito sarebbe un verbo raro (contra Marcovich 1978 pp78 s nota 1)

830 Cfr Heidegger 1993 p 165 ldquoCon che cosa concorda questo ὁμολογεῖν Ce lo diceEraclito stesso con le parole τοῦ λόγου ἀκούσαντας [hellip] Con che cosrsquoaltro se non con ilλόγος stesso Puograve esserci ὁμολογία piugrave originaria di quella con il λόγος stessordquo idem 2000pp 215 ss

831 Cfr Held 1970 p 175 ldquoDas schlieszligt allerdings nicht aus daszlig Heraklit zugleich wie er esoffenbar auch bei anderen Woumlrtern tut einen etymologischen Hintersinn mithoumlrt d hin diesem Fall ὁμο-λογία die Uumlbereinkunft mit dem Logos [hellip] Damit wird zugleich klardaszlig ὁμολογεῖν an dieser Stelle zunaumlchst in der Bedeutung gelesen werden muss die dasWort auch im auszligerphilosophischen Sprachgebrauch der Zeit hat [hellip]rdquo

832 Cfr ad esempio Kirk 31970 p 65 ldquoto agreerdquo Marcovich 1978 p 76 ldquoconcordarerdquoKahn 1979 p 130 ldquoto agree ltand saygtrdquo Hammer 1991 p 188 ldquouumlbereinstimmenrdquoDiversamente DK ldquodem Sinne gemaumlszlig zu sagenrdquo Diano-Serra 41993 p 9 ldquodire con esso[con il Discorso]rdquo

833 Cfr Kirk 31970 p 68 ldquoto be similar to in tune with the Logosrdquo Held 1970 p 176 ldquoDieUumlbereinstimmung der Einsichtigen untereinander ist nichts anderes als ihre gemeinsameUumlbereinstimmung mit dem Logos [hellip] Eine Uumlbereinstimmung [hellip] ist immer Uumlberein-stimmung in etwas [hellip] Das Wort ὁμολογεῖν enthaumllt den Hinweis daszlig dieses Worin derUumlbereinkunft der Logos ist was der Aussage in Fragment 2 entspricht der Logos sei daslsquoGemeinsamersquordquo (corsivo dellrsquoautore) Kraus 1987 p 116 ldquoallerwoumlrtlichst lsquoeins sein imoder mit dem λόγοςrsquordquo Hammer 1991 pp 113 s

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sia allrsquoἓν πάντα εἶναι occorre intendere il λόγος come modello di unitagrave dei di-stinti In secondo luogo ldquoconcordarerdquo offusca anche il richiamo del preverboὁμο- allrsquoἕν834 Egrave probabile infatti che in questo composto Eraclito intendaὅμοιος come ldquoidenticordquo ldquomedesimordquo percheacute ldquodire la medesima cosardquo significadire una cosa sola835 e non molte cose diverse tra loro condizione che natu-ralmente non si verifica intendendo ὅμοιος come ldquosimilerdquo e ὁμολογεῖν comeldquoconcordarerdquo Pertanto quando diversi parlanti ldquodicono la medesima cosardquoessi giagrave realizzano quellrsquounitagrave (ἕν) dei distinti (πάντα) che egrave affermata subitodopo nella subordinata infinitiva

Nel contesto del frammento ὁμολογεῖν esprime la realizzazione della mo-dalitagrave della conoscenza indicata con σοφόν Come sempre in Eraclito σοφίη σοφόν indicano il sapere unificante836 e dunque opposto alla πολυμαθίη837Nel caso molto probabile in cui i frr 2 e 50 vadano intesi in stretto sodalizioσοφόν e ὁμολογεῖν rappresenterebbero lrsquoalternativa alla presunta intelligenzaindividuale (ἰδίαν φρόνησιν) e ὁμολογεῖν potrebbe addirittura costituire unavariante dello ξυνὸς λόγος del fr 2838 Nel verbo composto infatti ὅμοιοςldquoidenticordquo realizza la condizione di unitagrave e validitagrave universale espressa daξυνός mentre λέγειν sta ovviamente per λόγος

ὁ θεὸς ἡμέρη εὐφρόνη χειμὼν θέρος πόλεμος εἰρήνη κόρος λιμός [hellip] ἀλλοιοῦται δὲ ὅκωσπερltπῦρgt ὁπόταν συμμιγῆι θυώμασιν ὀνομάζεται καθrsquo ἡδονὴν ἑκάστουIl dio (egrave) giorno notte inverno estate guerra pace sazietagrave fame [hellip] si trasforma come ltilfuocogt qualora sia commisto agli incensi prende nomi secondo lrsquoaroma di ciascuno (Fr 67)

Egrave giagrave stato considerato come in questo frammento il paragone tra θεός e πῦρsia rilevante per la teoria delle reti di significazione eraclitee839 Entrambe le

834 A proposito di ὁμολογεῖν cfr Kirk 31970 p 68 ldquothe reader or hearer should be expectedto understand its specialized meaning here with emphasis on the two component wordsas well as on the wholerdquo

835 La concezione secondo cui lrsquoidentitagrave egrave anche unicitagrave appare centrale nel pensiero eracliteocfr ad esempio Heraclit frr 59 μία ἐστὶ καὶ ἡ αὐτή 60 μία καὶ ὡυτή

836 Diversamente Kirk 31970 p 71 (ldquoa pragmatical necessity for menrdquo) Marcovich 1978 p78 (ldquoegrave logicamente necessariordquo)

837 Sullrsquoopposizione σοφίη vs πολυμαθίη cfr cap 62 p 240838 Cfr Mourelatos 1965 p 265 a proposito del fr 114 ldquoξυνῶς λέγω [hellip] must be very close

to Heraclitusrsquo ὁμολογέω [hellip]rdquo sebbene con lrsquointerpretazione delle due espressioni differiscada quella qui proposta

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212 6 Il discorso come unitagrave articolata

immagini appartengono alla rete in cui egrave incluso anche λόγος ed illustrano ilmodello dellrsquounitagrave articolata Nel fr 67 θεός illustra lrsquounitagrave dei distinti feno-menici (caratteristica 1) esemplificata nelle coppie di opposti anche in que-sto caso (cfr fr 50) la copula qui sottintesa tra soggetto e nomi del predicatosintetizza la conversio (caratteristica 2) tra lrsquouno e gli altri ossia tra lrsquounitagrave e lapluralitagrave dei distinti fenomenici Dal canto suo πῦρ si presta a rappresentareil movimento dallrsquouno ai molti840 giaccheacute egrave a partire dal fuoco che si produ-cono numerosi e diversi θυώματα pertanto ἐξ ἑνὸς πάντα (fr 10) A livellocontenutistico il frammento appare diviso in due metagrave841 La prima costitui-ta dalla proposizione principale appare oscura e disancorata dallrsquoesperienzaquotidiana la seconda che sviluppa una similitudine risulta invece chiara-mente comprensibile La funzione della similitudine egrave appunto di offrire unachiave per comprendere il paradosso del θεός attraverso il rimando ad unrsquoespe-rienza ben nota quella del fuoco e della combustione degli incensi842 In virtugravedi ὅκωσπερ843 le insolite proprietagrave manifestate dal θεός ossia lrsquounitagrave dei distin-ti e la convertibilitagrave tra ἕν e πάντα vanno intese come appannaggio anche delπῦρ che altrimenti perderebbe la sua funzione esplicativa proprio laddove cenrsquoegrave piugrave bisogno Oltre a presentare le caratteristiche dellrsquounitagrave articolata nu-mero 1 e 2 θεός e πῦρ sono descritti come principi autopoietici secondo la ca-ratteristica 3 come attesta la diatesi media in ἀλλοιοῦται e forse ancheὀνομάζεται Pertanto ai fini della comprensione del mondo fisico nelle sue di-sparate manifestazioni come unitagrave articolata il frammento assume unrsquoim-portanza fondamentale

Anche questa volta nel mezzo di una spiegazione circa fenomeni non lin-guistici Eraclito introduce un riferimento al linguaggio cioegrave il verboὀνομάζεται Per lrsquoesattezza ὀνομάζεται occorre quando lrsquounitagrave del fuoco si di-spiega in una pluralitagrave di aromi ossia in concomitanza con il movimento ἐξἑνὸς πάντα Dal punto di vista interpretativo adottato in questo lavoro il fat-

839 Cfr cap 21 p 36840 Per la possibilitagrave di individuare il movimento contrario nel fr 7 (εἰ πάντα τὰ ὄντα καπνὸς

γένοιτο ῥῖνες ἂν διαγνοῖεν) cfr cap 42 sv πῦρ p 115841 Dello stesso fenomeno si egrave occupato a livello stilistico Kahn 1979 pp 276 s842 Decisamente aristotelica egrave lrsquointerpretazione di θεός o di πῦρ come una sorta di ὑποκείμενον

che subisce le trasformazioni come πάθη di questo avviso egrave ad esempio Marcovich 1978p 290 ldquoIl Dio-Fuoco egrave lrsquoessenza sottostante a tutte le cose che soggiace a cambiamentiqualitativirdquo contra Diano-Serra 41993 pp 143 s

843 Bencheacute lrsquoavverbio naturalmente non vada preso stricto sensu come un segno logico diuguaglianza tra due membri

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to egrave rilevante gli ὀνόματα rappresentano sul piano linguistico i distinti feno-menici nella loro pluralitagrave irrelata ed ὀνομάζειν esprime appunto la forza delladivisione (cfr es διαφέρειν) Nel sistema articolatorio ὀνόματα e ὀνομάζειν sioppongono rispettivamente a λόγος lrsquounitagrave articolata e a λέγειν la forza dicoesione (cfr es συμφέρειν) Per sottolineare il riferimento agli ὀνόματα non-cheacute il passaggio dallrsquounitagrave alla pluralitagrave si egrave proposto qui di tradurreὀνομάζεται come ldquoprende ὀνόματαrdquo ovvero ldquoprende nomirdquo844 Il sintagma καθrsquoἡδονὴν ἑκάστου spiega in che modo tale azione avvenga ed il pronome ἕκαστοςsi presta a rimarcare il particolarismo insito nellrsquoὀνομάζειν

In sintesi il modello articolatorio ἕν πάντα = λόγος ὀνόματα egrave sotteso an-che al fr 67 nella variante θεός coppie di opposti = (λέγειν) ὀνομάζειν ovve-ro πῦρ θυώματα = (λέγειν) ὀνομάζειν

Secondo alcuni interpreti la similitudine ἀλλοιοῦται [hellip] ὅκωσπερ [hellip]ὀνομάζεται sarebbe di nuovo indice della confusione eraclitea tra linguaggio erealtagrave845 Ma egrave vero il contrario infatti una similitudine egrave sempre per sua na-tura tra due oggetti riconosciuti come distinti Piuttosto le due sfere del lin-guaggio e del mondo sono consapevolmente accostate in virtugrave della loro ana-logia strutturale e funzionale individuata nel modello articolatorio

ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσι λόγωι [hellip] τούτωι διαφέρονται καὶ οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσιταῦτα αὐτοῖς ξένα φαίνεταιNel discorso col quale soprattutto e in continuazione hanno a che fare [hellip] in questo di-vergono e le cose nelle quali si imbattono ogni giorno queste appaiono loro estranee (Fr 72)

Unrsquoeco del frammento si trova verosimilmente nel fr 17846 Ma se il contenu-to egrave sostanzialmente eracliteo sulla genuinitagrave degli ipsissima verba si nutronoforti dubbi847 In particolare lrsquooccorrenza di λόγος egrave incerta giaccheacute λόγωι po-trebbe costituire insieme dunque a τῶι τὰ ὅλα διοικοῦντι una spiegazione della

844 Cfr fr 31 μετρέεται ldquoassume μέτραrdquo845 Cfr Kirk 31970 p 198 ldquoMost critics have interpreted ἀλλοιοῦται in the light of

ὀνομάζεται as though the change consisted in a change of name This supposition may bejustified in view of Heraklitusrsquo attitude to names which is (judging from frr 32 48) thatthey represent something real [hellip]rdquo Ad argomenti molto simili ricorre anche Diano-Serra41993 pp 142 s

846 Heraclit fr 17 οὐ γὰρ φρονέουσι τοιαῦτα πολλοί ὁκόσοι ἐγκυρεῦσιν οὐδὲ μαθόντεςγινώσκουσιν ἑωυτοῖσι δὲ δοκέουσι

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214 6 Il discorso come unitagrave articolata

fonte Marco Aurelio848 Tuttavia neanche mancano delle buone ragioni perammettere la genuinitagrave di λόγωι Innanzitutto vi egrave il confronto con la primasezione del fr 1849 che prova come il motivo della massiccia esperienza umanacon il λόγος e tuttavia della sua diffusa incomprensione sia genuinamenteeracliteo850 Inoltre la connotazione linguistica del verbo ὁμιλέω egrave giagrave attestataallrsquoepoca di Eraclito851 il significato di base ldquoavere a che fare con qcnrdquo egrave spessoin realtagrave un ldquoavere verbalmente a che fare con qcnrdquo e questo rende lrsquooccor-renza del ldquodiscorsordquo ancora piugrave plausibile

Anche la traduzione del frammento solleva delle difficoltagrave852 In primoluogo non egrave chiaro percheacute gli interpreti qui traducano frequentementeδιαφέρω τινί come ldquodifferire da qcsrdquo853 in genere διαφέρω τινί vuol dire infattildquodifferire in qcsrdquo mentre ldquodifferire da qcsrdquo si esprime con διαφέρω τινός854 Insecondo luogo vi egrave la resa di λόγος Come si egrave osservato alcuni interpreti pro-pongono significati insostenibili dal punto di vista della storia semantica del-la parola855 Altri scorgendo un uso di λόγος come nomen rei actae identifica-no il contenuto del discorso con la struttura logica soggiacente al mondo ilche rappresenta un espediente piugrave raffinato per intendere comunque di fat-to il λόγος come una sorta di Weltgesetz Il problema egrave stato giagrave affrontato a

847 Kahn 1979 p 104 egrave assai scettico sullrsquointera serie dei frr 71ndash73 tramandati unitamenteda Marco Aurelio ldquo[hellip] there is no clear trace of literal quotation and hence no basis fordetailed commentary [hellip] Marcus Aurelius is citing from memory and since his memoryis not very accurate there is no way to tell whether he is preserving a genuine fragment orsimply developing his own recollection [hellip]rdquo Questo pessimismo tuttavia non viene suffi-cientemente giustificato e pertanto appare eccessivo

848 Cosigrave ad esempio Verdenius 1966 p 91 nota 36 West 1993 p 175 ldquoλόγος τὰ ὅλα διοικῶνegrave una frase indivisibile e senza ombra di dubbio stoicardquo cfr ibidem nota 38 Marcovich1978 p 15 etc

849 Heraclit fr 1 τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαικαὶ ἀκούσαντες τὸ πρῶτον [hellip]

850 Cosigrave ad esempio Diano-Serra 41993 p 109 Un ulteriore argomento si trova in Hammer1991 p 85 nota 57 ldquoDem ἀξύνετοι in B1 (B34) scheint hier in B72 das τούτωι διαφέρονταιzu entsprechenrdquo

851 Cfr LSJ sv III ldquohold converse with be acquainted with associated withrdquo con relativiesempi Hdt III 130 A Pers 753

852 Cfr cap 23 p 52853 Cfr ad esempio DK ldquomit dem entzweien sie sichrdquo Marcovich 1978 p 15 ldquosono in disac-

cordo conrdquo Kahn 1979 p 31 ldquothey are odd withrdquo Diano-Serra 41993 p 7 ldquoda essodiscordanordquo etc

854 Cfr LSJ sv III 1

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proposito dei frr 48 e 50 lrsquoidentificazione di linguaggio e realtagrave riposa su unfraintendimento della cosiddetta ldquologica anticardquo856 e specificamente eracliteaconsiderata incapace di distinguere tra linguaggio e realtagrave

Il fr 72 mostra come i due referenti il λόγος ldquosoggettivordquo ed il λόγος ldquointer-soggettivordquo corrispondano ad un unico significato Infatti il discorso con cuigli uomini hanno continuamente a che fare egrave discorso ldquointersoggettivordquo(langue) ma al contempo essi differiscono nel discorso ldquosoggettivordquo (parole)Se il significato non fosse unico fallirebbe il paradosso dellrsquoaffermazioneeraclitea nonostante la loro ininterrotta (διηνεκῶς) frequentazione o fre-quentazione verbale (ὁμιλέω) con il discorso egrave proprio nel discorso che gliuomini sono diversi Differire nel λόγος (διαφέρω τινί) egrave il contrario diὁμολογεῖν ldquodire lo stessordquo e pertanto equivale a non riconoscere che ἓν πάνταεἶναι (fr 50) In questo senso chi differisce nel λόγος non λέγει ξὺν νόωι ossiabasandosi sullo ξυνὸν πάντων (fr 114) neacute riconosce lo ξυνὸς λόγος bensigrave per-severa nella propria ἰδία φρόνησις (fr 2) Egli conduce un λόγος ma daἀξύνετος cioegrave senza istituire o riconoscere i collegamenti Il suo discorso per-tanto non rivela σοφίη non comprende lrsquounitagrave latente di tutte le cose matuttrsquoal piugrave πολυμαθίη nozione superficiale di tante cose viste come irrelate

Il parallelismo su cui egrave costruito il frammento suggerisce che il senso dellaprima parte (ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσι λόγωι [hellip] τούτωι διαφέρονται) siasoltanto riformulato nella seconda (οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσι ταῦτα αὐτοῖςξένα φαίνεται) senza che tra le due vi siano sostanziali differenze contenutisti-che Considerando il fr 72 in base al modello dellrsquounitagrave articolata risulta cheil parallelismo tra la prima e la seconda parte si basa sulle due forze uguali econtrarie costituenti la conversio Infatti si ha nel primo membro ὧι μάλισταδιηνεκῶς ὁμιλοῦσι λόγωι = congiunzione τούτωι διαφέρονται = disgiunzionenel secondo membro οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσι = congiunzione ταῦτα αὐτοῖς

855 Cfr cap 51 pp 158 s tabella delle traduzioni di λόγος DK ldquoSinnrdquo Busse ldquoWeltgesetzrdquoLami ldquoragionerdquo Reale ldquoragionerdquo etc Cfr invece Held 1970 p 194 ldquoDas erlaubtHeraklit in den Fragmenten 72 und 87 den Wortgebrauch seiner Zeit aufzunehmen indem lsquologosrsquo u a auch lsquoWort Rede Erzaumlhlungrsquo u auml als Weisen sprachlicher Darlegungbezeichnen kann Indem Heraklit in der fuumlr ihn charakteristischen doppelboumldigen Aus-drucksweise (vgl ὁμολογεῖν) lsquologosrsquo zugleich im Sinne der gelaumlufigen Verwendung desWortes und verstecktermaszligen im betonten Sinne versteht kann er unter der Oberflaumlchetrivial klingender Aussagen uumlber Situationen menschlichen Umgangs mit der Sprache dieBeziehung des Menschen zu dem in dieser Sprache sich darlegenden Verhaumlltnisvollzugenthuumlllenrdquo

856 Secondo la formulazione contenuta nel titolo di Calogero 1967

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216 6 Il discorso come unitagrave articolata

ξένα φαίνεται = disgiunzione Egrave necessario dedicare particolare attenzione alprimo membro Certamente λόγος compare in concomitanza con il moto dicongiunzione e dunque esprime ancora una volta unrsquoazione sintetica coe-rente con la Grundbedeutung di λέγειν come ldquoraccogliere insiemerdquo Infatti ilcontesto in cui λόγος egrave inserito allude alle idee di contatto e convergenza nonsolo per via del verbo ὁμιλέω ma anche per lrsquoavverbio διηνεκῶς Per inciso sinota che se lrsquointuizione di Verdenius egrave fondata857 allora va ammesso un giocodi parole tra διηνεκῶς e διαφέρονται858 lrsquoavverbio pur significando continuitagravealluderebbe alla discontinuitagrave lrsquoeffetto desiderato sarebbe proprio quello dievidenziare lrsquointrinseca complementaritagrave tra il moto di unione e quello di se-parazione Inoltre λόγος egrave presentato come polo opposto di διαφέρω In effet-ti questo verbo egrave sempre usato da Eraclito per descrivere il moto disgiuntivoo ἐξ ἑνὸς πάντα e compare sistematicamente in coppia con vocaboli espri-menti il moto uguale e contrario quello congiuntivo o ἐκ πάντων ἕν859 lo stes-so schema appare riproposto dunque nel fr 72 confermando il valore sinte-tico di λόγος

οὐ δεῖ ὥσπερ καθεύδοντας ποιεῖν καὶ λέγεινNon bisogna agire e dire come i dormienti (Fr 73)

La fonte (M Ant IV 46) cita il fr 73 subito dopo il 72 Se le due sentenze era-no contigue anche nello scritto eracliteo i frammenti costituivano un chia-smo che di nuovo incrocia i due analoghi ossia il piano del linguaggio e quellodella realtagrave Infatti si otterrebbe fr 72 ὧι μάλιστα διηνεκῶς ὁμιλοῦσι λόγωιτούτωι διαφέρονται = piano del linguaggio καὶ οἷς καθrsquo ἡμέραν ἐγκυροῦσι ταῦτααὐτοῖς ξένα φαίνεται = piano della realtagrave e viceversa fr 73 ποιεῖν = piano dellarealtagrave λέγειν = piano del linguaggio Tuttavia i frammenti non offrono provesufficienti a suffragare questa ipotesi

La metafora dei dormienti ricorre anche nei frr 1 [hellip] ὅκωσπερ ὁκόσαεὕδοντες ἐπιλανθάνονται e 75 καθεύδοντας ἐργάτας εἶναι καὶ συνεργοὺς τῶν ἐν

857 Verdenius 1966 p 96 cosigrave anche Schirren 1998 p 170858 Il gioco di parole implicito ha luogo per via della assonanza tra lrsquoavverbio διηνεκῶς ed

entrambe le forme dellrsquoaoristo di διαφέρω διήνεγκα (ion διήνεικα aor 1) e διήνεγκον (aor2) cfr cap 22 p 43

859 Cfr frr 8 ἀντίξουν vs συμφέρον διαφερόντων vs ἁρμονίαν 10 ὅλα vs οὐχ ὅλα συμφερόμενον vsδιαφερόμενον συνᾶιδον vs διᾶιδον ἐκ πάντων ἕν vs ἐξ ἑνὸς πάντα 51 διαφερόμενον vs ὁμολογέει(ovvero ξυμφέρει)

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τῶι κόσμωι γινομένων860 Il fr 1 informa con chiarezza che tutti i fenomeni av-vengono conformemente al λόγος (γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγοντόνδε) pertanto anche i dormienti del fr 75 cooperando al κόσμος861 con-corrono inevitabilmente al procedere κατὰ τὸν λόγον degli eventi Si potrebbeobiettare a questo punto che al rapporto dei dormienti con il λόγος soggiaceuna contraddizione infatti se i dormienti pur se a loro insaputa concorronoal divenire del mondo κατὰ τὸν λόγον (cfr fr 1) come mai secondo il fr 73 illoro ποιεῖν καὶ λέγειν non egrave da imitare

Nel λόγος del fr 1 (sia esso lo specifico discorso dello scritto eracliteo oppu-re il discorso in generale) Eraclito riconosce un funzionamento analogo aquello del mondo fisico Tuttavia dal punto di vista della conoscenza recatai λόγοι degli uomini non si equivalgono tutti (cfr frr 39 108) ed anche il fr72 sostiene che gli uomini differiscono nel λόγος il referente coincide dun-que in questi casi con i vari ldquodiscorsi soggettivirdquo A fare la differenza tra i di-scorsi soggettivi egrave la loro capacitagrave o incapacitagrave di ὁμολογεῖν ldquodire lo stessordquo delλόγος in generale ossia di evidenziare lrsquounitagrave di tutti i distinti fenomenici (ἓνπάντα εἶναι fr 50)862 Per Eraclito il ldquodirerdquo λέγειν egrave di per seacute sempre un lsquorac-cogliere insiemersquo ἔπεα e ὀνόματα tuttavia tale azione sintetica passa di solitoinosservata e i piugrave ossia i dormienti non ne hanno coscienza Ciograve egrave suggeritosin dal fr 1 in cui ricorre sia la definizione degli uomini come ἀξύνετοι ldquoinca-paci di istituire o riconoscere i collegamentirdquo sia appunto la tematica deidormienti Analogamente secondo il fr 89 (τοῖς ἐγρηγορόσιν ἕνα καὶ κοινὸνκόσμον εἶναι) per gli svegli vi egrave un solo κόσμος comune a tutti se ne deduceche per i dormienti non vale altrettanto E infatti i πολλοί del fr 2 vivono cia-scuno in una visione privata senza riconoscere lo ξυνὸς λόγος Con iκαθεύδοντες dei frr 73 e 75 i πολλοί dei frr 2 29 e 104 e gli ἀξύνετοι dei frr 1e 34 si intendono sempre gli stessi e cioegrave coloro che pur avendovi in conti-nuazione (verbalmente) a che fare (fr 72) non comprendono il λόγος come

860 Diverso egrave il caso del fr 88 dove il dormiente non sembra assumere uno specifico valoremetaforico ταὐτό τrsquo ἔνι ζῶν καὶ τεθνηκὸς καὶ [τὸ] ἐγρηγορὸς καὶ καθεῦδον καὶ νέον καὶγηραιόν τάδε γὰρ μεταπεσόντα ἐκεῖνά ἐστι κἀκεῖνα πάλιν μεταπεσόντα ταῦτα

861 Il riferimento ai γινόμενα (anche alla luce del fr 1) non presuppone necessariamente unsignificato giagrave tecnicizzato di κόσμος che ad ogni modo indica un ordinamento o unassetto generale della realtagrave cfr cap 12 sv κόσμος pp 20 s

862 Come si considera piugrave approfonditamente nel cap 62 pp 242 ss il λόγος di Eraclitointende mettere in risalto quanto piugrave possibile lrsquounitagrave latente nella pluralitagrave dei fenomenituttavia la maggior parte dei λόγοι non assolve a questo compito

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218 6 Il discorso come unitagrave articolata

raccolta dei distinti in unitagrave neacute di conseguenza scorgono lrsquounitagrave del κόσμοςossia lrsquoassetto generale e comune a tutti

In base a questa interpretazione il fr 73 risulta tematicamente affine al 72esortando a non agire neacute a parlare come i dormienti anchrsquoesso rappresenta unmonito a non differire nel λόγος e ad aprire piuttosto gli occhi sullrsquounitagrave chesoggiace alla multiforme apparenza del reale863

βλὰξ ἄνθρωπος ἐπὶ παντὶ λόγωι ἐπτοῆσθαι φιλεῖLrsquouomo stolto egrave solito lasciarsi impressionare ad ogni discorso (Fr 87)

Insieme a quelle dei frr 39 e 108 anche questa occorrenza di λόγος rientra tragli usi tradizionali della parola il discorso egrave dato come un fatto accidentale emutevole come egrave tipico di ogni atto di parole

Nonostante questo il senso della sentenza non risulta del tutto chiaro Egraveprobabile che con lrsquoldquouomo stoltordquo Eraclito intenda designare un tipico rap-presentante di quella categoria altrove chiamata dei καθεύδοντες dei πολλοί odegli ἀξύνετοι Il verbo πτοέω vuol dire sia ldquoterrorizzarerdquo sia piugrave in generaleldquosuscitare violente emozionirdquo Dato che il contesto offerto dal frammento egravescarso egrave piugrave cauto optare per la seconda accezione appunto percheacute alquantogenerica piuttosto che per la prima che invece egrave piugrave interpretante e dunquein questo caso piugrave arbitraria Il verbo φιλέω avalla questa soluzione giaccheacuteesso laddove nellrsquouso postomerico regga un infinito indica di norma la con-suetudine a fare qualcosa per (o almeno con) piacere864 Tale sentimento diamenitagrave sottinteso in φιλέω risulta piugrave adatto allo stato drsquoanimo indetermina-to espresso da πτοέω come ldquosuscitare violente emozionirdquo (stato drsquoanimo chepuograve coincidere ad esempio con passione stupore meraviglia etc) piuttostoche a quello del terrore Il sentimento di tipo piugrave ordinario egrave tanto piugrave plau-sibile dal momento che a provarlo egrave appunto il βλὰξ ἄνθρωπος da cui Eraclitonon si aspetta molto Buona egrave lrsquointuizione di Marcovich secondo cui ldquoil dettorispecchierebbe [hellip] la reazione del pubblico a qualche insegnamento radicaledi Eraclito [hellip]rdquo865 accoglierla significa tuttavia rivisitare le idee correnti circala ricezione di Eraclito da parte dei suoi contemporanei866

863 Tale affinitagrave tematica potrebbe costituire un indizio dellrsquoeffettiva vicinanza dei due fram-menti nellrsquooriginale eracliteo

864 Cfr LSJ sv II865 Cfr Marcovich 1978 pp 386 corsivo dellrsquoautore866 Cfr Introduzione Forma e ricezione dello scritto eracliteo

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 219

Tutti i traduttori rendono λόγος attingendo allrsquoarea semantica del linguag-gio in questo caso dunque la linguisticitagrave del λόγος non egrave messa in discussio-ne Ciograve nonostante occorre fare dei distinguo Infatti numerosi interpreti867

ammettono o almeno non escludono la traduzione di λόγος con ldquoparolardquoMa in Eraclito la singola lsquoparolarsquo egrave espressa da ὄνομα o ἔπος mentre λόγος si-gnifica sempre il ldquodiscorsordquo ossia in linea con la Grundbedeutung di λέγεινuna raccolta o un raggruppamento coerente di ὀνόματα o ἔπεα Tradurreλόγος con ldquoparolardquo equivale quindi ad offuscare completamente la specificitagravedella riflessione linguistica eraclitea (cfr fr 32)

ὁ ἄναξ οὗ τὸ μαντεῖόν ἐστι τὸ ἐν Δελφοῖς οὔτε λέγει οὔτε κρύπτει ἀλλὰ σημαίνειIl Signore il cui oracolo egrave a Delfi non dice neacute nasconde ma dagrave dei segni (Fr 93)

ldquoIl verbo λέγειν egrave qui inequivocabilmente usato come contrario di κρύπτειν edindica perciograve [hellip] il lsquodisvelarersquo La nostra interpretazione del significato fon-damentale del verbo λέγειν nel senso di lsquoraccoglierersquo e lsquoriunirersquo trova qui unachiara conferma pensato grecamente lsquoriunirersquo significa lasciar manifestarelrsquounitagrave [hellip]rdquo868 Con le parole di Heidegger lrsquointerpretazione dellrsquooccorrenzadi λέγειν in base al modello dellrsquounitagrave articolata puograve dirsi giagrave conclusa se sipensa in special modo agli usi di λόγος e ὁμολογεῖν nel fr 50 la sua posizionerisulta ancor piugrave convincente Restano tuttavia alcune osservazioni di carat-tere piugrave generale sul frammento data la sua oscuritagrave la prudenza consiglia dilimitarsi a delle ipotesi

I maggiori interpreti concordano nellrsquointendere il fr 93 come un riferi-mento di Eraclito allo stile oscuro ed oracolare del proprio scritto869 Si puogravenotare che a ciograve egrave funzionale anche il verbo σημαίνειν percheacute nel pensierogreco arcaico le modalitagrave di comunicazione espresse da σημαίνειν e da λέγεινappaiono in genere ben distinte870 In particolare la comunicazione espressada σημαίνειν a differenza di quella indicata da λέγειν implica spesso la neces-

867 Cfr tabella cap 51 pp 158 s Burnet Diels Walzer DK Burckhardt Kirk Snell Mar-covich Held Kurtz Kahn Diano-Serra

868 Heidegger 1993 p 117 che seguita ldquoPer questo motivo in Parmenide lrsquoaltro pensatoreiniziale troviamo il termine νοεῖν ndash il prestare ascolto allrsquouno ndash insieme al termine λέγεινrdquoCfr ivi p 118 ldquoil termine λόγος [hellip] per [Eraclito] non significa lsquodottrinarsquo lsquodiscorsorsquo olsquosensorsquo bensigrave la lsquoriunificazionersquo [hellip] Λόγος ndash ἁρμονία ndash φύσις ndash κόσμος dicono la stessa cosardquo

869 Cfr Calabi 1977ndash78 Un compendio sulle principali caratteristiche dello stile oracolaresi trova ad esempio in Catenacci 2001 pp 165 ss

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220 6 Il discorso come unitagrave articolata

sitagrave di uno speciale apporto ermeneutico da parte del ricevente Il messaggiodel σημαίνειν egrave per lo piugrave non completamente esplicitato mentre quello delλέγειν almeno nelle intenzioni dellrsquoemittente egrave piano e immediatamentecomprensibile Egrave evidente che questa differenza egrave attiva nel fr 93 dove si negaapertamente la modalitagrave del λέγειν al linguaggio oracolare e dunque a quelloeracliteo attribuendogli invece quella del σημαίνειν

Se si intende il fr 93 come riferito allo scritto eracliteo non vi egrave alcun mo-tivo per non interpretare allo stesso modo anche il fr 92871 Infatti il conte-nuto dei due frammenti egrave molto affine specialmente per il riferimento alledue profetesse la Sibilla872 e la Pizia La modalitagrave della loro profezia egrave parago-nabile a quella dei profeti dellrsquoAntico Testamento una volta colta dalla μανία(μαινομένωι στόματι cfr Pl Phdr 244andashc) la profetessa diventa un puro stru-mento medium e ldquoparla per contordquo (προφήτης προφητεύειν) della divinitagraveche la possiede873 Eraclito starebbe dunque affermando lrsquoautoritagrave del proprioλόγος nel modo tipico della sua epoca ossia rivendicando per seacute unrsquoispirazio-ne divina874 Questa segna la differenza qualitativa tra il λόγος di Eraclito ed iλόγοι degli altri come quelli dei molto biasimati Omero Esiodo Archiloco

870 La differenza risiede principalmente nel fatto che σημαίνειν (e σῆμα) puograve indicare sia lacomunicazione verbale che quella non verbale mentre λέγειν (e λόγος) indica esclusiva-mente quella verbale Ciograve emerge con grande chiarezza ad esempio in molte scenedellrsquoAgamennone di Eschilo Si considerino i vv 496 ss [hellip] ὡς οὔτrsquo ἄναυδος οὔτε σοι δαίωνφλόγα ὕλης ὀρείας σημανεῖ καπνῶι πυρός ἀλλrsquo ἢ τὸ χαίρειν μᾶλλον ἐκβάξει λέγων Qui sonopresentati in nitida opposizione un modo di comunicare senza parole e uno con le paroleCfr Serra 1998 p 194 ldquoil termine σῆμα non egrave impiegato nel lessico arcaico per indicarelrsquoespressione linguistica in senso strettamente fonologico [hellip] il campo semantico di σῆμαnon implica mai un tipo di comunicazione lsquosolorsquo verbale tanto egrave vero che quando egrave la vocea funzionare da σῆμα ciograve viene specificato da opportuno complementordquo

871 Σίβυλλα μαινομένωι στόματι ἀγέλαστα καὶ ἀκαλλώπιστα καὶ ἀμύριστα φθεγγομένη [hellip] διὰτὸν θεόν Per il dibattito filologico sul frammento cfr Marcovich 1978 p 281

872 Il fr 92 egrave la fonte piugrave antica a nominare una Sibilla Allrsquoepoca di Eraclito la profetessa godegiagrave di una fama consolidata La piugrave antica Sibilla vissuta a quanto pare nellrsquoVIII sec a Cegrave quella eritrea che anche in seguito tende ad essere ritenuta quella piugrave credibile (almenoin Oriente in Occidente tale primato spetta alla Sibilla cumana) Lrsquoepiteto deriva dalla cit-tagrave di provenienza Ἐρυθραί sita sulla costa ionica a poca distanza da Efeso Lrsquoantichitagrave lafama e la coerenza geografica autorizzano a supporre che la Sibilla ricordata da Eraclito siaappunto quella eritrea

873 Forse non egrave casuale che per lrsquoattivitagrave linguistica della Sibilla che funge da mera ldquocassa dirisonanzardquo per le parole del dio Eraclito non adoperi il verbo λέγειν bensigrave φθέγγεσθαιldquoemettere suonirdquo

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Ecateo Senofane e Pitagora (o anche i λόγοι del fr 108 cfr p 223) Poicheacute laconoscenza egrave propria non tanto dellrsquouomo quanto della divinitagrave (cfr fr 78)il λόγος ispirato dal dio egrave il piugrave adatto ad indicare il σοφόν ossia lrsquounitagrave di tuttele cose (fr 50) mentre i λόγοι umani tendono ad esibire tuttrsquoal piugrave una vacuaπολυμαθίη

Ma se lrsquoipotesi dellrsquoautoreferenzialitagrave egrave fondata dai due frammenti si pos-sono dedurre anche altri indizi circa lo scritto eracliteo finora non considera-ti dalla critica In primo luogo egrave possibile che Eraclito alluda alla propria scel-ta della prosa niente affatto scontata alla sua epoca Il fr 92 parla del linguag-gio della Sibilla come di ἀγέλαστα καὶ ἀκαλλώπιστα καὶ ἀμύριστα in effettialla prosa mancano non solo le caratteristiche formali ovvero ldquoesteticherdquo tipi-che della poesia (ἀκαλλώπιστα καὶ ἀμύριστα) ma anche la componente edoni-stica (ἀγέλαστα875) che come efficacemente spiegato da Havelock contraddi-stingue invece la comunicazione poetica sia nellrsquoesecuzione sia nella ricezio-ne876 Nemmeno un riferimento alla natura ritmica della prosa eraclitea egrave daescludere giaccheacute come egrave noto i responsi profetici erano espressi in versi877

Per quanto riguarda il fr 93 una volta scorto in σημαίνειν un riferimento diEraclito al proprio scritto (cfr supra) diventa lecito cogliere nel verbo uncenno allrsquouso della scrittura878 Lrsquoipotesi del riferimento di σημαίνειν alla scrit-tura si basa su due dati Il primo egrave che ldquodare σήματαrdquo nei documenti letteraripiugrave antichi significa principalmente dare segni visivi non uditivi879 Il secon-do dato riguarda il giagrave ricordato apporto ermeneutico sollecitato dalla moda-

874 Se il λόγος del fr 50 indica lo scritto eracliteo (come ritengono West 1993 pp 176 s edaltri) anche nellrsquoopposizione ἐμοῦ λόγου potrebbe celarsi una rivendicazione dellrsquoispira-zione divina cfr Kahn 1979 p 126

875 Marcovich 1978 p 281 intende lrsquoaggettivo con un valore passivo (ldquonon risibile cupordquo)Kahn 1979 p 125 vede in ἀγέλαστα un riferimento allrsquoesperienza profetica come ldquoa formof suffering a kind of spiritual raperdquo Ciograve egrave ammissibile giaccheacute la possessione divina sog-gioga la volontagrave umana e non cerca il consenso del profeta

876 Cfr Havelock 1973 cap IX (ldquoPsicologia dellrsquoesecuzione poeticardquo) pp 119 ss Anche inDiano-Serra 41993 p 190 il fr 92 egrave inteso come un riferimento alla prosa

877 Per le qualitagrave ritmiche della prosa eraclitea cfr Deichgraumlber 1962 Sullrsquoimportanza delverso per i responsi oracolari cfr ad esempio Rosenberger 2001 pp 172ndash175

878 Questo sarebbe compatibile con la spiccata coscienza del mezzo scrittorio giagrave osservata inEraclito in sede di analisi del fr 48

879 Cfr Serra 1998 p 196 ed esempi ivi citati per σῆμα e per σημαίνειν Hom Il II 805 e 814X 58 XI 166 XVII 250 XXII 30 XXIII 45 455 e 843 Od I 291 II 222 VIII 195Hes Th 500

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litagrave espressiva del σημαίνειν infatti la comunicazione in absentia richiede ingenere uno sforzo interpretativo superiore a quella in praesentia880 e la scrit-tura specie in una societagrave non maturamente alfabetizzata come quella diEraclito non fa certo eccezione Egrave possibile dunque che con σημαίνεινEraclito alluda alla scrittura come modalitagrave di comunicazione a) affidata aσήματα ossia a segni visivi e b) in absentia e dunque bisognosa di uno specialeapporto ermeneutico da parte del ricevente

Egrave legittimo chiedersi che cosa il dio e quindi Eraclito nel suo discorso nondica neacute nasconda ma ldquoaccennirdquo Accogliendo lrsquoipotesi del riferimento alloscritto eracliteo egrave probabile che lrsquooggetto del σημαίνειν coincida con il λόγοςstesso881 Con lrsquoammissione di non ldquodirerdquo (λέγειν) il ldquodiscorsordquo (λόγος) Eracli-to avverte che la materia del suo insegnamento ossia il λόγος nella sua qualitagravedi unitagrave articolata (e dunque di strumento euristico per la comprensione delmondo fisico) non egrave del tutto esplicitata dal λόγος appositamente compostoper illustrarlo quello del suo scritto dunque tra il λόγος-forma che coincidecon lo scritto di Eraclito ed il λόγος-contenuto che ne egrave lrsquooggetto di insegna-mento non va scorta alcuna insanabile frattura giaccheacute il primo si proponedi rappresentare la struttura ed il funzionamento del secondo882 Eraclitodunque ldquodagrave segnirdquo ma non ldquodicerdquo il λόγος anche in questo caso con λέγειν siintende il lsquodirersquo come operazione di raggruppamento Dunque il compito dildquoraccogliere insiemerdquo i segni sparsi dal sapiente nel suo discorso al fine dicomprenderlo spetta al lettore Comunicando nella modalitagrave del σημαίνειν ildiscorso eracliteo sollecita alla raccolta in unitagrave di distinti apparentemente ir-relati e con questo esercizio promuove la conquista della σοφίη Esso rappre-senta unrsquoesperienza viva e una messa in pratica dellο ξὺν νόωι λέγειν (fr 114) edellrsquoὁμολογεῖν (fr 50) e mira a far riconoscere lrsquounitagrave di tutte le cose attraver-so lrsquooperazione del ldquodirerdquo come ldquoraccogliere insiemerdquo Ciograve comporta che la

880 Si pensi ad esempio alla tecnologia di comunicazione consistente nei segnali di fuoco e difumo che come comunicazione in absentia richiede unrsquoaccorta interpretazione Cfr dinuovo A A 281 ss dove Clitennestra egrave pensata nellrsquoerrore quando senza esitazioni tra-duce il brillare delle fiaccole con la caduta di Troia (Ἥφαιστος Ἴδης λαμπρὸν ἐκπέμπωνσέλας [hellip]) qui il verbo tecnico della comunicazione per mezzo del fuoco egrave appuntoσημαίνειν Sulla teoria della comunicazione sottesa al passo cfr Goldhill 1986 pp 4 e 9 s

881 Marcovich 1978 pp 34 s ammette per il fr 93 unrsquoldquoallusione al λόγοςrdquo nel senso che ilresponso oracolare sarebbe una metafora del λόγος oggetto dellrsquoinsegnamento di Eraclitotuttavia per lo studioso questo esclude il riferimento allo specifico λόγος dello scrittoeracliteo

882 Cfr cap 62 pp 242 ss

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comunicazione eraclitea non avviene nella modalitagrave del σημαίνειν per ragionipuramente stilistiche o formali come sembrano intendere numerosi inter-preti ma per ragioni intrinseche ossia funzionali al contenuto sapienzialedello scritto

Dunque per quanto gli uomini facciano esperienza del discorso (di quelloin generale e di quello eracliteo in particolare) che quindi non egrave affatto ldquona-scostordquo esso resta inevidente per i πολλοί per comprenderlo adeguatamenteinfatti egrave necessario non solo un attento ascolto (ἀκούω frr 1 50) ma ancheunrsquoappropriata interpretazione come per i responsi dellrsquooracolo Se lrsquoogget-to sottinteso o perlomeno alluso dei verbi del fr 93 egrave λόγος vi egrave un doppio li-vello di lettura per λέγει a livello superficiale esso egrave lrsquoantitesi di κρύπτει nelsenso di lsquodire (apertamente) vs nasconderersquo a livello profondo egrave il verbo pro-prio del λόγος e dunque va compreso in base alla sua Grundbedeutung

ὁκόσων λόγους ἤκουσα οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐς τοῦτο ὥστε γινώσκειν ὅτι σοφόν ἐστι πάντωνκεχωρισμένονDi quanti ho ascoltato i discorsi nessuno arriva al punto di ritenere che quanto egrave saggio egravediverso da tutte le cose (Fr 108)

Tutti i traduttori attingono allrsquoarea semantica del linguaggio per rendere lrsquooc-correnza di λόγος Questo tuttavia come osservato a proposito dei frr 32(λέγειν) e 87 (λόγος) non mette al riparo da equivoci di frequente egrave ammessoil significato di lsquoparolarsquo883 il che offusca la specificitagrave della riflessione linguisti-ca di Eraclito

Posto dunque che λόγους vale ldquodiscorsirdquo occorre soffermarsi sul referenteIl plurale indica che deve trattarsi di λόγοι ldquosoggettivirdquo poicheacute il λόγος ldquointer-soggettivordquo ossia comune a tutti gli uomini egrave unico Secondo unrsquoopinionediffusa e non inverosimile questi λόγοι vanno identificati non solo con leldquodottrinerdquo o gli ldquoinsegnamentirdquo dei Milesi di Senofane e di Pitagora ma an-che con quelli dei poeti come Omero Esiodo ed Archiloco884

883 Cfr tabella cap 51 pp 158 s Cfr Kirk 31970 p 398 ldquoHere λόγους is more likely to meanlsquoaccountsrsquo (almost lsquotheoriesrsquo) than lsquowordsrsquo though the distinction is not a large onerdquo (corsivomio) Cfr Bartling 1985 p 76 (giagrave citato a proposito del fr 32)

884 Cosigrave ad esempio Reinhardt 41985 p 205 Marcovich 1978 p 307 Kirk 31970 p 398Forse si puograve ricondurre al fr 108 la testimonianza di D L IX 12 (= DK 22 A 1 [12])secondo cui Eraclito taceva affincheacute gli altri ciarlassero (ἵνrsquo ὑμεῖς λαλῆτε)

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Un altro interrogativo riguarda il genitivo πάντων che puograve valere sia comemaschile (ldquotutti gli uominirdquo) sia come neutro (ldquotutte le coserdquo)885 BencheacuteKahn abbia ragione in generale nel sottolineare lrsquointenzionalitagrave dellrsquoambi-guitagrave del linguaggio eracliteo886 dal confronto con i frr 41 e 50 dove le occor-renze in caso diretto mostrano che il genere di πᾶς πᾶσα πᾶν egrave neutro emer-ge con sufficiente chiarezza che in questo caso la σοφίη ha a che fare con iπάντα non con i πάντες887 il che tra lrsquoaltro soddisfa meglio la condizione digeneralitagrave posta dal contesto del frammento

Come osservato da Kirk888 il σοφόν del fr 108 non egrave affatto trascendenteAllrsquoepoca di Eraclito il participio perfetto κεχωρισμένον egrave usato non tanto perindicare la separatezza fisica di un oggetto dallrsquoaltro quanto la sua diversaconsiderazione da parte dellrsquoosservatore889 Anche il confronto con altriframmenti eraclitei induce ad escludere la possibilitagrave della trascendenza delσοφόν Nel corpus la fondamentale unitagrave di tutte le cose egrave ribadita con insi-stenza e attraverso esempi diversificati e σοφίη indica appunto quel tipo diconoscenza attraverso cui allrsquouomo egrave dato di riconoscere tale latente unitagraveMolto espliciti in proposito sono i frr 41 secondo cui il σοφόν consiste nel ri-conoscere come tutte le cose siano reciprocamente compenetrate e 50 doveil σοφόν equivale a dire che ldquotutte le cose sono unardquo Nei frr 32 41 e 50 delσοφόν si dice che esso egrave ἕν Proprio in qualitagrave di comprensione unificante laσοφίη egrave considerata da Eraclito in stretto rapporto con lrsquoἕν ed il λόγος890 ecome opposta invece alla ldquonozione-di-molte-coserdquo πολυμαθίη (cfr cap 62 p240) ed egrave per questa ragione che il σοφόν egrave ldquoben distintordquo (κεχωρισμένον) ri-spetto ai πάντα891 Considerata dunque la concezione eraclitea di σοφίη e

885 Queste sono le uniche due ipotesi fondate cfr invece Marcovich 1978 p 308 ldquotutte lecose (o idee)rdquo (corsivo mio)

886 Cfr Kahn 1979 p 115887 Kirk 31970 p 398 formula quattro ipotesi ldquo(i) wisdom is separated from all men (ii) wis-

dom is separated from all things (iii) the wise is separated from all men (iv) the wise isseparated from all thingsrdquo per poi screditare le ipotesi (i) e (iii) cfr ivi pp 399 s

888 Kirk 31970 pp 399 s Contra Reinhardt 41985 p 205 Marcovich 1978 pp 307 sKahn 1979 p 115

889 Ad esempio Hdt I 1725 III 209 IV 118 V 6110 VII 465 (cfr LSJ sv χωρίζω ΙΙ)890 Cfr lrsquoanalisi dei frr 32 (ἓν τὸ σοφὸν μοῦνον λέγεσθαι οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει Ζηνὸς ὄνομα) 50

(τοῦ λόγου ἀκούσαντας ὁμολογεῖν σοφόν ἐστιν ἓν πάντα εἶναι) 112 (σοφίη ἀθηλέα λέγειν )891 Cfr Diano-Serra 41993 p 170 ldquolsquoLa polemica egrave contro la πολυμαθίαrsquo (Diano) Il

πολυμαθής (ved frr 82 [DK 40] e 88 [DK 129]) srsquoillude che la sapienza sia la somma disapienze o abilitagrave particolarirdquo

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σοφόν appare inverosimile che il fr 108 possa improvvisamente affermarelrsquoesistenza di un sapere in qualche misura μετὰ τὰ φυσικά892 il che tra lrsquoaltrosarebbe estraneo al significato originario della parola quello di ldquoabilitagraverdquo (cfrcap 12 sv pp 16 ss) In realtagrave il concetto di una ldquosapienza trascendenterdquonon si lascia facilmente conciliare con il contesto culturale greco arcaico893

Anche ammettendo un improbabile uso di κεχωρισμένον come ldquofisicamen-te separatordquo piuttosto che come ldquodifferenterdquo vi egrave un altro punto da conside-rare in favore dellrsquoimmanenza di σοφόν I traduttori intendono il frammentoin modo praticamente unanime nellrsquoinfinitiva Eraclito esprimerebbe il pro-prio pensiero ossia che σοφόν ἐστι πάντων κεχωρισμένον In realtagrave non egrave datosapere se qui la consecutiva abbia valore oggettivo per cui il contenuto egrave inte-so da Eraclito come un fenomeno che si verifica effettivamente nella realtagrave osoggettivo per cui il contenuto esprime invece una pura teoria894 Tuttavia lacostruzione di ἀφικνεῖσθαι con complemento di moto a luogo figurato assu-me spesso connotazione negativa indicando un eccesso dannoso o comun-que lrsquoesito di un processo degenerativo895 come nelle espressioni italiane ldquoar-rivare a tal puntordquo ldquogiungere a tantordquo Analogamente nella sequenza compo-sta da un verbo di movimento dalla prolessi ἐς τοῦτο e dalla proposizione con-secutiva questrsquoultima tende ad esprimere lrsquoinasprimento della condizione

892 Cosigrave invece Kahn 1979 p 131 Marcovich 1978 p 290 sostiene che ldquonella maggiorparte dei frammenti teologici il dio di Eraclito appare come separato dalle cose comePilota o Governatore supremo (frr 79 [64] 85 [41]) Pastore (fr 80 [11]) e Giudice (frr81 [16] 82 [66]) [hellip]rdquo (corsivo dellrsquoautore)

893 Coloro i quali per il frammento in questione sostengono la trascendenza di σοφόν siappellano di frequente al νοῦς anassagoreo notoriamente non mescolato con le cose cfrAnaxag frr 11 12 13 14 A prescindere dalla discutibile legittimitagrave di questo confrontova osservato che Anassagora nega in primo luogo la divisibilitagrave del νοῦς (circa Anaxag fr11 cfr Lanza 1966 p 221 ldquoQui egrave importante notare come dopo aver escluso la parteci-pazione del νοῦς alle cose A poi ammetta il suo possibile trovarsi in alcune cose ma nonsi esprima mai in termini di partecipazione egrave il νοῦς in alcune cose non μοῖρα νοῦrdquo quantoal fr 13 idem p 235 riconosce la possibilitagrave che νοῦς non sia il soggetto di ἀπεκρίνετοverbo che sarebbe invece impersonale e traduce ldquoE dopo che lrsquointelligenza ebbe iniziatoa muovere da tutto ciograve che era mosso si svolgeva il processo di formazionerdquo)

894 Infatti il pronome negativo οὐδείς contenuto nella reggente costringe comunque a coniu-gare allrsquoinfinito il verbo della consecutiva (γινώσκειν)

895 Cfr LSJ sv I 2ndash3 con relativi esempi ἀ ἐς πᾶν κακοῦ ἐς ἀπορίην πολλήν ἐς τοσοῦτο τύχηςἐς τοῦτο δυστυχίας ἐς ὀλίγον ἀ νικηθῆναι εἰς ὀργήν ἐς ἔχθεα ἐς ἔριν etc Cfr inoltre εἰςἀθυμίαν ἀ (E Ba 610) ἐς τοῦτο θάρσεος (Ηdt VII 934) e gli usi fraseologici quali εἰςτοσοῦτο μανίας ἦλθε ldquogiunse a tal punto di folliardquo (cfr lat eo furoris progressus est)

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226 6 Il discorso come unitagrave articolata

negativa anticipata dalla reggente896 Il fr 108 potrebbe essere proprio uncaso del genere οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐς τοῦτο ὥστε γινώσκειν [hellip] ldquonessuno arrivaal punto di ritenere [hellip]rdquo897 dove la consecutiva e lrsquoinfinitiva esprimerebberouna conclusione ritenuta inammissibile da chi parla

Quanto al senso del frammento ogni λόγος si egrave visto poggia sullrsquounitagrave de-gli ὀνόματα Come ldquoazione risultato del λέγεινrdquo esso funge da traccia utilealla comprensione dellrsquounitagrave dei πάντα comprensione che egrave appunto σοφίηUna simile interpretazione egrave accennata da Darcus ldquoAlthough all men em-ploy speech the unity of the panta revealed in speech escapes them (108)rdquo898Pertanto una certa funzione conoscitiva puograve essere assolta da qualunque di-scorso in virtugrave della sua stessa struttura di unitagrave articolata e indipendente-mente dal contenuto In questa chiave di lettura diventa accettabile lrsquoipotesidi Kurtz che non individua necessariamente il referente dei λόγοι negli inse-gnamenti dei sapienti (o dal punto di vista eracliteo dei falsi sapienti) bensigravepossibilmente nei discorsi comuni899 ἀκούω che gli interpreti spiegano perlo piugrave in senso generico e senza attribuirgli grande rilievo900 va perciograve rivalu-

896 Tralasciando i pur numerosi casi di etagrave post-classica si possono considerare ad esempio PlLg 781b ἦκται τὸ τῶν ἀνθρώπων γένος οὐδαμῶς εἰς τοῦτο εὐτυχῶς ὥστε [hellip] Lys XXVII (inEpicratem) 10 εἰς τοσοῦτον ἥκομεν ὥστε [hellip] Th I 49 7 ξυνέπεσεν ἐς τοῦτο ἀνάγκης ὥστε[hellip] Th IV 12 3 ἐς τοῦτό τε περιέστη ἡ τύχη ὥστε [hellip] Arist Pol 1305a 31 εἰς τοῦτοκαθιστᾶσιν ὥστε [hellip] Lycurg in Leocratem 34 περιέστηκεν ἐς τοῦτο ὥστε [hellip] 384 εἰςτοσοῦτον προδοσίας ἦλθεν ὥστε [hellip] etc

897 Il verbo γινώσκω sarebbe usato qui in modo simile al fr 28 (δοκέοντα γὰρ ὁ δοκιμώτατοςγινώσκει [hellip]) per indicare un ldquoconoscererdquo che egrave piuttosto un ldquomisconoscererdquo oppure sem-plicemente come ldquoritenererdquo ldquogiudicarerdquo (cfr LSJ sv I 2 che per questa accezione cita pro-prio Heraclit fr 108) secondo un valore ben attestato allrsquoepoca di Eraclito (cfr ad esempioHdt IX 2 A Th 650 etc) Contra Schirren 1998 p 167 secondo il quale γινώσκω inEraclito indica esclusivamente conoscenza positiva ossia il riconoscimento di ciograve che real-mente egrave e che dunque intende il fr 28 alla luce dellrsquoipotetico gioco di parole γινώσκω δοκέω entrambi ldquoritenererdquo ldquogiudicarerdquo Ciograve tuttavia appare poco probabile considerandoil fatto che la grande maggioranza dei giochi di parole eraclitei si fonda su allusioni foniche(cfr cap 22) mentre indubitabile egrave quello δοκέω δοκιμώτατος Pertanto il fr 28 puograve essereconsiderato piuttosto come un esempio dellrsquouso eracliteo di γινώσκω per esprimere unaconoscenza sul cui valore di veritagrave il giudizio resta sospeso (cfr Snell 1989 p 22)

898 Darcus 1979 p 90899 Kurtz 1971 p 66 nota 8 ldquoJedoch koumlnnten λόγοι auch alles meinen was Menschen uumlber-

haupt in den verschiedenen Situationen des Lebens sprechen z B auch im taumlglichenGespraumlchrdquo

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 227

tato come verbo fondamentale per la conoscenza come si rileva anche nei frr1 19 34 e 50

σωφρονεῖν ἀρετὴ μεγίστη καὶ σοφίη ἀληθέα λέγειν καὶ ποιεῖν κατὰ φύσιν ἐπαΐονταςEssere saggi egrave la virtugrave piugrave grande e sapienza egrave cose vere dire e fare secondo natura prestandoascolto (Fr 112)

La polivalenza sintattica del frammento egrave giagrave stata considerata nel cap 23(pp 51 s) Due sono le domande da porsi qual egrave la costruzione da preferireσοφίη ἀληθέα λέγειν καὶ ποιεῖν [hellip] oppure σοφίη ἀληθέα λέγειν καὶ ποιεῖν [hellip]E ancora bisogna intendere κατὰ φύσιν come riferito a (λέγειν καὶ) ποιεῖν op-pure ad ἐπαΐοντας

Pur ammettendo lrsquointenzionalitagrave dellrsquoambivalenza901 alla prima domandasi puograve rispondere con relativa sicurezza sulla scorta dei frr 1 (ἔπεα καὶ ἔργα)e 73 (ποιεῖν καὶ λέγειν) dividere il gruppo λέγειν καὶ ποιεῖν non sembra oppor-tuno902 Circa il secondo quesito si tratta di un tipico caso di polivalenza sin-tattica eraclitea prodotto grazie allrsquoambigua posizione mediana di un ele-mento qui κατὰ φύσιν che per usare le parole di Aristotele903 puograve essere let-to sia con quel che precede sia con quel che segue Anche nel fr 1 si egrave osserva-to che il gruppo κατὰ φύσιν posto tra due voci verbali dagrave luogo adunrsquoambiguitagrave analoga per la quale egrave preferibile la soluzione ἀπὸ κοινοῦ ossiaδιηγεῦμαι κατὰ φύσιν διαιρέων [hellip] Oltre a questo le due occorrenze eracliteedel sintagma κατὰ φύσιν evidenziano unrsquoaltra caratteristica in comune en-trambe si trovano in contesti in cui si parla della conoscenza e di λόγος λέγειν e per la precisione lagrave dove viene stretto un sodalizio tra linguaggio emondo come mostrano rispettivamente i gruppi ἔπεα καὶ ἔργα (fr 1) e λέγεινκαὶ ποιεῖν (fr 112) Ciograve egrave coerente con il valore conoscitivo che lrsquoEfesio asse-gna al linguaggio per la comprensione del mondo (cfr cap 62 pp 241 ss)

900 Cfr Kirk 31970 p 398 ldquoἤκουσα may mean no more than lsquoheard of rsquo implying quite asuperficial acquaintancerdquo Marcovich 1978 p 307 ldquoἤκουσα significa lsquosentir dirersquo lsquoappren-derersquo (col valore anche di lsquoleggerersquo) e non lsquoudire di personarsquo [hellip]rdquo

901 Cfr Kahn 1979 p 122902 Dello stesso avviso Reinhardt 41985 p 223 nota 1 Kirk 31970 p 391 Numerose sono

le attestazioni del gruppo λέγειν καὶ ποιεῖν in etagrave classica cfr Isoc IV (Antidosis) 164 3 PlResp 383a 3 D XXV (in Aristogitonem) 25 5 etc

903 Arist Rh Γ 5 1407b

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228 6 Il discorso come unitagrave articolata

Allrsquoepoca di Eraclito φύσις non ha ancora specializzato il suo significatonella ldquonaturardquo cosigrave come intesa dai filosofi successivi904 il vocabolo indica lequalitagrave costitutive di un oggetto come egrave anche nel fr 106905 ovvero tenendoconto del valore del verbo φύω la sua ldquogewachsene Strukturrdquo906 Conforme-mente a tale significato si puograve ipotizzare che nei frr 1 e 112 con il sintagmaκατὰ φύσιν Eraclito accenni proprio alla gewachsene Struktur del linguaggio edel mondo come unitagrave articolate struttura nella quale risiede la loro analogiaDato che tale analogia resta celata alla maggior parte degli uomini un simileuso di φύσις sarebbe coerente anche con il fr 123 φύσις κρύπτεσθαι φιλεῖ907

Il verbo ἐπαΐω merita particolare attenzione esso vuol dire in primo luogoldquoudirerdquo e solo conseguentemente anche ldquocomprendererdquo ldquointendersi dirdquo908 Ilvalore uditivo insito nel verbo egrave da mettere in relazione con λέγειν e con le im-plicazioni linguistiche di σοφίη σοφόν Ancora una volta dunque come giagravenel fr 50 Eraclito indica nellrsquoascolto il modo per conseguire la σοφίη la com-prensione unificante e questo percheacute il discorso stesso in quanto ldquoazione risultato del λέγεινrdquo funge da modello analogo ed esplicativo del mondo fisi-co La σοφίη conseguita con lrsquoascolto consiste appunto nella consapevolezzadel parlare e dellrsquoagire κατὰ φύσιν ossia in modo conforme allrsquounitagrave articolata

Se si tiene conto del valore ἀπὸ κοινοῦ del sintagma κατὰ φύσιν risulta cheEraclito da una parte sostiene la necessitagrave di dire e fare (λέγειν καὶ ποιεῖν) κατὰφύσιν ossia di parlare badando allrsquounitagrave articolata del λόγος e di agire comecollaboratori dellrsquounico κόσμος dallrsquoaltra invita ad ascoltare (ἐπαΐοντας) κατὰφύσιν ossia a guadagnare conoscenza (σοφίη) dallrsquoesperienza del discorsoλόγος intendendolo come unitagrave articolata egrave lo stesso monito del fr 50 Na-turalmente anche il ldquodirerdquo (λέγειν) degli ἀξύνετοι o dei dormienti egrave un ldquoracco-gliere insiemerdquo e anchrsquoessi sono cooperatori del κόσμος (fr 75) tuttavia senzaaverne coscienza per cui intendono le cose non nella loro coerenza bensigravecome irrelate

904 Cfr Reinhardt 41985 p 223 nota 1 ldquoAuch in Fr 112 [hellip] heiszligt κατὰ φύσιν nicht lsquogemaumlszligder Naturrsquo in unserem und im stoischen Sinne sondern lsquonach der wahren Beschaffenheitder Dingersquo Ebenso Fr 1 [hellip]rdquo Kirk 31970 p 391 traduce ldquo[hellip] according to their real con-stitutionrdquo (corsivo mio)

905 Ἡσιόδωι [hellip] ἀγνοοῦντι φύσιν ἡμέρας ἁπάσης μίαν οὖσαν906 Schirren 1998 p 163907 Cfr anche il fr 54 ἁρμονίη ἀφανὴς φανερῆς κρείττων908 Ma anche il valore del verbo come ldquocomprendererdquo serba un fondamentale legame con

ldquoudirerdquo esso infatti egrave spesso riferito alla comprensione linguistica come egrave in S Aj 1263τὴν βάρβαρον γὰρ γλῶσσαν οὐκ ἐπαΐω

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ξὺν νόωι λέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων ὅκωσπερ νόμωι πόλις καὶ πολὺἰσχυροτέρως τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείου κρατεῖ γὰρτοσοῦτον ὁκόσον ἐθέλει καὶ ἐξαρκεῖ πᾶσι καὶ περιγίνεταιPer fare un discorso con senso occorre valersi del consenso di tutte le cose come la cittagravedella legge e ancor piugrave validamente Infatti tutte le leggi umane sono nutrite dallrsquounica di-vina (questa) puograve tutto ciograve che vuole e basta e avanza per tutte (Fr 114)

Egrave verosimile che gran parte delle torsioni drsquouso con cui Eraclito risemantizzale sue parole-chiave ci sfugga ma la similitudine (ὅκωσπερ) e la metafora(τρέφονται) del fr 114 offrono appunto un esempio di questo procedere

Per la comprensione del λόγος come unitagrave articolata il frammento risultaparticolarmente rilevante esso esprime infatti sia la validitagrave universale a fron-te della pluralitagrave fenomenica (caratteristica 1) sia la conversio (caratteristica2) ed entrambe trovano conferma nella similitudine con la legge

La validitagrave universale del λέγεινλόγος egrave affermata nella paronomasia ξὺννόωι (λέγοντας) τῶι ξυνῶι (πάντων)909 Come sempre in occorrenza di un gio-co di parole anche qui i vocaboli coinvolti assumono un valore pregnante ξὺννόωι egrave unrsquoespressione piuttosto comune910 ma nel frammento essa fa appelloal νόος nella sua qualitagrave di attivitagrave cognitiva sintetica911 che appuntoἰσχυρίζεται τῶι ξυνῶι πάντων La formulazione generalizzante con cui si apre ilframmento invita ad intendere πάντων come neutro ldquodi tutte le coserdquo e noncome maschile ldquodi tutti gli uominirdquo912 la tematica umana subentra solo in se-guito nella similitudine come chiarimento

Mourelatos ha ragione nel sostenere che λέγοντας essendo afferente aλόγος assume un grande peso nellrsquoeconomia complessiva del detto tuttaviaproprio per questo motivo la sua traduzione non puograve essere accolta913 Come

909 Cfr Kahn 1979 p 115 ldquoThe community of logos is expressed here by the phrase lsquoholdingfast to [hellip] what is common to all [hellip]rsquo after the initial word play of lsquospeaking (together)with understanding [hellip]rsquo with its double allusion to the logos (lsquospeechrsquo) and to lsquowhat is com-monrsquo (xyn)rdquo

910 Anche se usata per lo piugrave accompagnata da una negazione cfr ad esempio Hdt VIII 86([hellip] οὔτε σὺν νόωι) Pl Cri 48c (οὐδενὶ ξὺν νῶι) Ar Nu 580 (μηδενὶ ξὺν νῶι)

911 Cfr cap 12 sv νόος pp 13 ss e cap 62 p 239912 Contra Marcovich 1978 pp 63 e 65913 Mourelatos 1965 p 265 ldquoThose who gauge things with intelligence [hellip]rdquo (corsivo mio)

con la motivazione ldquoI prefer lsquogauging thingsrsquo over lsquospeakingrsquo in this fragment sinceλέγοντας is here emphatic The word must be carrying special weight in a statement whichthough obviously concerning the purview of the λόγος contains no explicit reference to itrdquo

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230 6 Il discorso come unitagrave articolata

egrave frequente per lrsquouso di λέγω senza oggetto anche qui il verbo vuol dire sem-plicemente ldquofare un λόγοςrdquo914 Pertanto offuscare il riferimento eracliteo alλόγος non egrave produttivo per la comprensione del frammento un punto su cuia giudicare dalle traduzioni concorda buona parte degli interpreti915 Sullabase del fr 2 che tra lrsquoaltro come si egrave ricordato916 nello scritto eracliteo si tro-vava verosimilmente in prossimitagrave del fr 114 Mourelatos917 e Hammer918

giungono ad identificare lo ξυνὸν πάντων con il λόγος stesso secondo unrsquoipo-tesi che merita considerazione

ldquoPer fare un λόγος con νόοςrdquo919 occorre fare ricorso a ciograve che egrave ξυνός ossialdquocomunerdquo (ma anche ldquoindivisordquo920) percheacute il dire egrave inteso da Eraclito comeun ldquoraccogliere insiemerdquo ἔπεα ed ὀνόματα Si egrave giagrave osservato che ξυνός alludeallo ξυνιέναι ossia al comprendere come ldquofar andare insiemerdquo e unrsquoanalogamodalitagrave cognitiva unificante egrave espressa da νοεῖν e νόος come sottolinea la pa-ronomasia ξὺν νόωι ξυνῶι Egrave proprio in virtugrave della caratteristica unificanteche Eraclito oppone il νόος (e la σοφίη) alla πολυμαθίη921 Dunque la primaparte del frammento ξὺν νόωι λέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων in-sieme alla similitudine seguente allude tutta alla forza coesiva o centripetache fa di molti distinti unrsquounitagrave

914 Diversamente Marcovich 1978 p 64 (che traduce ldquoQuelli che vogliono parlare [cioegraveagire] sensatamenterdquo corsivo mio) e soprattutto Kirk 31970 pp 51 s sostengono cheλέγοντας pur indicando lrsquoattivitagrave verbale si riferisca allrsquoattivitagrave in generale (ldquoto behaverdquo)Questa interpretazione suggerita probabilmente da Diels 1901 (ldquoBloszlig zum Reden Ichvermute λέγοντας ltκαὶ ποιοῦνταςgt nach frr 73 112rdquo contra Reinhardt 41985 p 215)trova terreno propizio presso gli interpreti che come Kirk appunto sono convinti dellanon differenziazione eraclitea tra ldquospeech and actionrdquo Sul carattere pregiudizievole di taleteoria cfr cap 53 pp 182 s

915 Cfr Diels 1901 e DK ldquoWenn man mit Verstand reden willrdquo Snell 1965 ldquoUm beimReden Verstaumlndiges zu meinenrdquo Burckhardt 1952 ldquoDie mit Einsicht RedendenrdquoReinhardt 41985 ldquoUm mit Verstand zu redenrdquo Kahn 1979 ldquoSpeaking with understand-ingrdquo Diano-Serra 41993 ldquoChi vuole che la sua parola abbia sensordquo etc

916 Cfr analisi del fr 1917 Mourelatos 1965 p 258918 Hammer 1991 p 108919 Il valore finale diventa ammissibile intendendo λέγοντας come praesens pro futuro920 Quando in Omero si spiega come tutto sia stato spartito nei tre regni di Zeus Ade e Posei-

done questrsquoultimo per precisare che tuttavia la terra e lrsquoOlimpo restano esenti da tale divi-sione afferma γαῖα δrsquoἔτι ξυνὴ πάντων καὶ μακρὸς Ὄλυμπος (Il XV 193) in Il I 124 ξυνήϊα(derivato di ξυνός) sono detti i beni ldquoindivisirdquo (cfr Il XXIII 809)

921 Cfr fr 40 πολυμαθίη νόον ἔχειν οὐ διδάσκει [hellip]

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La seconda parte τρέφονται γὰρ πάντες οἱ ἀνθρώπειοι νόμοι ὑπὸ ἑνὸς τοῦθείου egrave alla prima per cosigrave dire speculare ed esprime il movimento opposto econtrario quello disgregante o centrifugo che procede dallrsquounitagrave ai distintitutte le leggi umane ldquosono nutriterdquo922 (τρέφονται) dallrsquounica legge divina923Come nel fr 1 la dimensione dei distinti fenomenici egrave il divenire (γίνονταιἄνθρωποι γινομένων γὰρ πάντων) mentre quella del λόγος egrave lrsquoessere (τοῦ δὲλόγου τοῦδrsquo ἐόντος [ἀεί]) similmente nel fr 114 per esprimere la provenienzadei νόμοι ἀνθρώπειοι dal νόμος θεῖος egrave usato τρέφεσθαι verbo del transeuntePer lrsquoartigiano della parola Eraclito la cui accortezza linguistica egrave particolar-mente evidente in questo frammento (cfr i giochi di parole ξὺν νόωι ξυνῶιἰσχυρίζεσθαι ἰσχυροτέρως924) la similitudine ὅκωσπερ νόμωι πόλις serve nonsolo ad illustrare lrsquounione ma anche ad introdurre la metafora che segue nelsecondo periodo utile alla rappresentazione della divisione

Il νόμος dunque fungendo da trait drsquounion tra la prima e la seconda partedel frammento sottolinea la complementaritagrave tra rispettivamente il movi-mento dellrsquounione e quello della divisione

Ne risulta che la legge funge da ulteriore esemplificazione925 del modellodellrsquounitagrave articolata926 Tale modello che egrave sotteso al linguaggio (λόγος ὀνόματα) e al mondo (ἕν πάντα) egrave valido quindi anche sul piano politologi-co-sociale dove lrsquounitagrave egrave rappresentata dal νόμος θεῖος la pluralitagrave dei distintifenomenici dai νόμοι ἀνθρώπειοι La valenza di νόμος come immagine di unitagravearticolata egrave confermata dal fatto che ad esso si riferiscono le parole ἕν e θεῖος

922 In modo diverso intende τρέφεσθαι Mourelatos 1965 pp 262 ss923 Qui dunque si intende ὑπὸ ἑνὸς τοῦ θείου come ὑπὸ ἑνὸς (νόμου) τοῦ θείου e non come deri-

vante da ἕν τὸ θεῖον cfr Kirk 31970 p 53 e Marcovich 1978 p 65 che come egrave sua con-suetudine riporta dettagliatamente pareri favorevoli e contrari

924 Per ἰσχυρίζεσθαι cfr LSJ sv II 2 ldquoput firm trust in a thing rely on itrdquo che tra gli esempi citaproprio Heraclit fr 114

925 Sul valore esemplificativo della legge cfr Reinhardt 41985 p 215 (anche se lrsquoopposizionedel tipo νόμος vs φύσις scorta dallo studioso tra leggi umane e legge divina non convince)Mourelatos 1965 p 259 e p 266 Kahn 1979 p 117 Marcovich 1978 p 65 Non egrave con-divisibile il parere di Diano-Serra 41993 p 112 che scorge in questa similitudine ldquolaprima connotazione esplicita della trascendenzardquo trascendenti sono naturalmente leriprese stoiche (cfr Plu de Iside et Osiride 369a 7 ἕνα λόγον καὶ μίαν πρόνοιαν) ma non lrsquoori-ginale eracliteo

926 Cfr il cap 21 p 37 per νόμος (cosigrave come χρυσός) che pure non evidenzia usi risemantiz-zati entro il corpus eracliteo si riscontra una significativa analogia con le immagini appar-tenenti alla rete di significazione in cui egrave coinvolto anche λόγος

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232 6 Il discorso come unitagrave articolata

Infatti θεός egrave parola risemantizzata che facendo parte della rete di significa-zione esaminata nel cap 42 rappresenta lrsquounitagrave articolata e ἕν anche quicontrapposto a πᾶς πᾶσα πᾶν egrave lrsquoimmagine piugrave frequente in Eraclito per ladescrizione del medesimo modello (cfr cap 41 pp 99 ss) Circa νόμος comeimmagine di unitagrave articolata si noti che anche nel fr 33 (νόμος καὶ βουλῆιπείθεσθαι ἑνός) νόμος ed ἕν occorrono insieme laddove νόμος evidenzia la ca-ratteristica dellrsquounicitagrave ovvero della validitagrave universale a fronte della pluralitagravedel fenomenico Forse egrave perfino lecito ipotizzare che il significato del verboνέμειν ldquodividererdquo ldquospartirerdquo giochi un ruolo nella concezione eraclitea delνόμος927 se cosigrave fosse il νόμος riassumerebbe in seacute entrambi i movimenti dellaconversio In effetti Eraclito presenta il νόμος in relazione alla cittagrave sia comeforza coesiva sia come forza divisoria da una parte esso egrave paragonato(ὅκωσπερ) allo ξυνόν ossia al collante della πόλις (fr 114) dallrsquoaltra egrave parago-nato (ὅκωσπερ) perograve anche alle mura perimetrali della πόλις cioegrave al limite didemarcazione territoriale della cittagrave (fr 44)

ψυχῆς ἐστι λόγος ἑαυτὸν αὔξωνEgrave dellrsquoanima un discorso che accresce se stesso (Fr 115)

Lrsquoautenticitagrave di questo frammento egrave molto dibattuta928 Tra gli editori mo-derni Marcovich929 e Diano-Serra930 lo ritengono spurio sebbene con moti-vazioni non del tutto persuasive In realtagrave non vi sono ragioni filologiche e

927 Sarebbe addirittura possibile unrsquoallusione basata sullrsquoomografia di due parole non omo-fone analoga a quella del fr 48 (βίος βιός) per cui νόμος ldquoleggerdquo richiamerebbe νομός ldquopor-zione territorialerdquo

928 Il fr 115 egrave attestato solo da Stob III 1180a La fonte lo cita come un detto di Socratesubito dopo il fr 114 attribuito invece ad Eraclito

929 Marcovich 1978 pp 389 s ldquo[hellip] mi sembra possibile che il detto sia spurio [hellip] 1) percheacutela tradizione lo attribuisce a Socrate 2) a causa dellrsquoanalogia tra questo frammento edesempi come Plotin VI 5 [23] 9 13 [hellip] Plu de an procr 1012d[hellip] Aristot de anima404b 29 [hellip] A4 408b 32 ss Aet IV 2 3ndash4 [hellip] 3) La misura nella fisica eraclitea sem-bra avere il valore di qualcosa di costante [hellip] poco verosimile che Eraclito concepisca unalsquomisura che si autoaccrescersquo [hellip]rdquo (corsivo dellrsquoautore) Delle tre argomentazioni di Marco-vich lrsquoultima appare decisamente da scartare percheacute λόγος non vale ldquomisurardquo

930 Diano-Serra 41993 p 103 nota 1 ldquoQuesta sentenza va restituita a Socrate secondolrsquoesatto lemma di Stobeo La correzione dello Hense e dello Schenkel che han sostituitoEraclito a Socrate egrave arbitraria Per quello che egrave lrsquouso linguistico di Eraclito e per quella cheegrave la sua dottrina dire che il discorso della ψυχή accresce se stesso non ha sensordquo

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61 λόγος e ὀνόματα analisi dei frammenti 233

linguistiche stringenti per accogliere o per respingere il frammento Il criterioquindi non puograve che essere arbitrario e consiste nel giudizio di ciascun inter-prete circa la coerenza o meno della massima con il complesso dellrsquoinsegna-mento eracliteo Sulla scorta dei frr 45 e 107 che pure indicano nel λόγος unaproprietagrave della ψυχή la coerenza del fr 115 con il resto del corpus risulta suf-ficiente a concedergli perlomeno il beneficio del dubbio

Contrariamente a quanto sostengono alcuni interpreti931 la concezioneeraclitea della ψυχή non egrave da mettere in relazione alle teorie riportate (e con-futate) da Aristotele secondo le quali lrsquoanima sarebbe un numero (ἀριθμός)automoventesi932 Tale associazione egrave suggerita evidentemente dal frainten-dimento di λόγος come ldquocriterio numericordquo ldquomisurardquo ldquorapportordquo933 etc lad-dove invece il numero non gioca alcun ruolo nel pensiero di Eraclito neacute tan-tomeno nella sua concezione della ψυχή

Anche in questo frammento λόγος significa ldquodiscorsordquo Come nei frr 45 e107 del λόγος si dice che esso appartiene alla ψυχή poicheacute ogni uomo ha unaψυχή il referente di λόγος egrave soggettivo e coincide con la capacitagrave di λέγειν pro-pria di ciascun individuo Dal confronto con il fr 45 risulta verosimile che i li-miti della ψυχή siano irreperibili percheacute inesistenti il λόγος abitando la ψυχήla rende infinita proprio percheacute ldquoaccresce se stessordquo Nellrsquoesame del fr 45 se-guendo la teoria di Nussbaum934 egrave stato sottolineato come la ψυχή conEraclito assurga al ruolo di organo della vita e della cognizione e come ilλόγος che la abita vada identificato con la funzione specifica di tale organo Egraveper questo che quando la ψυχή non adempie la sua funzione essa riceve laconnotazione linguistica di βάρβαρος ldquoche non parla comprende la lingua(greca)rdquo (cfr fr 107)935

Il frammento esprime la capacitagrave del discorso di accrescere se stesso(ἑαυτὸν αὔξων) Come per il fr 45 anche per il fr 115 Darcus egrave tra i pochissi-mi interpreti che intendono λόγος come ldquodiscorsordquo e spiega lrsquoaffermazione

931 Cfr ad esempio Marcovich 1978 p 390 (giagrave citato) Kahn 1979 p 237 nota 20932 Si consideri Arist de An 404b 30 [hellip] ἀποφηνάμενοι τὴν ψυχὴν ἀριθμὸν κινοῦνθrsquo ἑαυτόν

408b 32 ss πολὺ δὲ τῶν εἰρημένων ἀλογώτατον τὸ λέγειν ἀριθμὸν εἶναι τὴν ψυχὴν κινοῦνθrsquoἑαυτόν

933 Cfr cap 51 tabella pp 158 s934 Nussbaum 1972 I935 Cfr ivi p 10 a proposito del fr 107 ldquo[hellip] your senses will deceive you if you do not have

an accurate understanding of your own languagerdquo

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234 6 Il discorso come unitagrave articolata

nel senso di ldquoan unlimited capacity for speech [hellip] there seems no limit to[human] ability to learn new words and expressionsrdquo936

Per quanto riguarda lrsquointerpretazione del discorso come unitagrave articolata ilverbo αὐξάνειν indica che il λόγος non egrave inerte e passivo bensigrave dotato di unaforza intrinseca che ne determina lrsquoevoluzione La forza ed il dinamismo in-siti nel λόγος sono coerenti con la conversio (caratteristica 2) che contraddi-stingue lrsquounitagrave articolata percorsa da due forze o movimenti uguali e contra-ri Ma egrave soprattutto lrsquoautopoiesi (caratteristica 3) a trovare conferma per viadel pronome riflessivo ἑαυτόν

62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza

Argomento di questo capitolo egrave la teoria della conoscenza eraclitea ed in par-ticolare il ruolo che in essa compete al λόγος

Molti critici moderni937 sulla scia di Schleiermacher938 hanno riconosciu-to nel λόγος eracliteo il ldquorapportordquo (Verhaumlltnis) unificante che soggiace allacontraddittorietagrave e al divenire del mondo altri939 nel solco di Diels940 vi han-no scorto prevalentemente la ldquolegge del mondordquo (Weltgesetz) Allo stessotempo al λόγος egrave stato costantemente attribuito un ruolo fondamentale nellaconoscenza grazie ad esso il φιλόσοφος941 lrsquouomo amante della σοφίη puograve ve-nire a capo della pluralitagrave e perfino della contraddittorietagrave del mondo

Tuttavia la critica non sembra aver realmente appurato come il λόγος sor-tisca tale effetto conoscitivo A che titolo lrsquoanima che non capisce il ldquorappor-tordquo o la ldquolegge del mondordquo egrave da Eraclito definita ldquobarbarardquo (fr 107) E in chemodo in concreto gli uomini possono ldquoascoltarerdquo (frr 1 50) tale ldquorapportordquo oldquolegge del mondordquo avendovi continuamente a che fare (fr 72) Inoltre comepossono anche i dormienti ossia quanti non comprendono il ldquorapportordquo op-pure la ldquolegge del mondordquo collaborare attivamente (συνεργεῖν) allrsquounico

936 Darcus 1979 p 92937 Ad esempio Held 1970 pp 191 s Kurtz 1971 Kraus 1987 p 104 Hammer 1991 etc938 Schleiermacher 1807939 Ad esempio Capelle 1924 Busse 1926 ma anche Kirk 31970 (ldquoformula of thingsrdquo) Per

le traduzioni di λόγος si rinvia di nuovo alla tabella delle pp 158 s940 Diels 41922941 Heraclit fr 35 Egrave la prima attestazione della parola il cui significato non egrave ancora specia-

lizzato e va dunque inteso letteralmente

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62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 235

κόσμος (fr 75) Infatti se λόγος indica il ldquorapportordquo o la ldquolegge del mondordquosoggiacente al κόσμος allora collaborare al κόσμος equivale ad una collabora-zione con il suo λόγος e tuttavia non egrave affatto chiaro come si possa collaborarecon un rapporto o una legge a maggior ragione se questi non vengono com-presi In definitiva sembra che le modalitagrave della cognizione umana e i suoirapporti con il λόγος non siano ancora stati chiariti a sufficienza

Anche nel presente studio si ravvisa nel λόγος un ruolo conoscitivo fonda-mentale ma fermo restando che per Eraclito cosigrave come per i suoi predecesso-ri e contemporanei λόγος vale sostanzialmente ldquodiscorsordquo942

Intendendo λόγος come ldquodiscorsordquo trovano risposta anche le domandeprecedentemente poste la connotazione linguistica del fr 107 appare piena-mente giustificata altrettanto evidente egrave che tutti gli uomini ldquoascoltinordquo il di-scorso (frr 1 50) e che vi abbiano continuamente a che fare (fr 72) Inoltreanche chi come il dormiente non comprende il potenziale cognitivo del di-scorso nondimeno produce discorsi cooperando in tal modo al κόσμος (fr75) sebbene a sua insaputa

Correttamente Bartling riconosce che lrsquoesperienza del λόγος avviene neiseguenti modi a) con lrsquoascolto del λόγος943 b) con la produzione del λόγος944c) con la comprensione del λόγος come operazione di sintesi945

Ma la posizione piugrave convincente circa il valore conoscitivo del λόγος egraveespressa in un fondamentale articolo di Nussbaum946 Premesso che in quali-tagrave di ldquoconnected statementrdquo il λόγος rappresenta un modello analogo dellarealtagrave lrsquoautrice riconosce come se la maggior parte degli uomini non coglie lalatente (ἀφανής fr 54) unitagrave che soggiace ai distinti fenomenici egrave percheacuteldquomen are misled by their atomistic conception of language [hellip] so long as they re-main on the level of ἔπεα and fail to grasp the λόγος they are ἀξύνετοι not mak-ing connectionsrdquo947 In termini fisiologici per Nussbaum λόγος egrave la funzionecognitiva propria dellrsquoorgano ψυχή948 funzione per mezzo della quale egrave possi-

942 Sul valore conoscitivo del λόγος e piugrave in generale dellrsquoattivitagrave linguistica cfr ad esempioParm fr 75 Emp frr 310ndash11 43 1726

943 Cfr Bartling 1985 pp 31ndash42944 Ivi pp 42ndash45945 Ivi pp 45ndash52946 Nussbaum 1972 I947 Ivi p 11 (corsivo mio) Questo egrave anche il fondamentale errore conoscitivo attribuito agli

uomini da Parmenide essi credono agli ὀνόματα che impediscono di riconoscere lrsquounitagravelatente dellrsquoἐόν

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236 6 Il discorso come unitagrave articolata

bile comprendere la realtagrave Egrave a partire da queste idee che il presente capitoloprende le mosse

Per occuparsi della teoria della conoscenza eraclitea occorre in primo luo-go chiarire il valore dellrsquoempiria Come dimostra il gran numero dei fram-menti che ne parlano essa egrave per Eraclito necessaria e tuttavia non sufficientea comprendere il mondo in profonditagrave949

Circa lrsquoesperienza sensibile Eraclito distingue fra quella rivelatrice ed utileda una parte e quella fallace e scevra di autentica conoscenza dallrsquoaltraLrsquoesperienza utile rivela lrsquounitagrave latente dei distinti fenomenici producendoσοφίη quella fallace invece si limita a percepire i distinti nella loro determi-natezza conducendo solo alla πολυμαθίη Al primo tipo di ἐμπειρία si riferi-scono i frr 35 (ldquocrsquoegrave bisogno infatti che gli uomini amanti della σοφίη[φιλοσόφους] siano avveduti osservatori [ἵστορας] di moltissime cose [μάλαπολλῶν]rdquo)950 e 55 (ldquoquante sono le cose di cui crsquoegrave vista udito apprendimento[ὄψις ἀκοὴ μάθησις] queste io preferiscordquo)951

Il discrimen tra lrsquoesperienza proficua e quella sterile egrave tracciato chiaramen-te nel fr 107 (ldquocattivi testimoni sono per gli uomini occhi ed orecchie[ὀφθαλμοὶ καὶ ὦτα] se hanno anima barbara [βαρβάρους ψυχάς])rdquo ed egrave sancitodallrsquoanima solo con una ψυχή non barbara ossia una ψυχή che intenda il

948 Cfr cap 61 analisi dei frr 45 (pp 202 ss) e 115 (pp 232 ss) Contra Verdenius 1947 p276 ldquoHowever [hellip] there is no evidence for λόγος as a mental faculty a meaning whichdoes not seem to make its appearance before Democritusrdquo

949 Cfr Colli 1980 vol III pp 176ndash177 e poi piugrave diffusamente ivi pp 181 ss idem 1988pp 194 ss Sul valore dellrsquoesperienza sensibile per Eraclito si sofferma anche Schirren1998 pp 161 ss

950 Ma se egrave vero che Pitagora fu il primo a definirsi φιλόσοφος (cfr D L I12) allora questoframmento potrebbe rappresentare piuttosto una polemica di Eraclito contro di lui e la suaπολυμαθίη analogamente a quanto avviene nei frr 40 e 129

951 Per ciascuno di questi due frammenti egrave stata avanzata unrsquoipotesi di lettura alternativa chetuttavia non persuade Nel fr 35 si puograve intendere come soggetto φιλοσόφους ἄνδρας comefa la maggioranza dei traduttori o piuttosto ἵστορας (Cozzo 2006 p 203 nota 70 ricordacome Bollack e Lallot si pronuncino in favore di questrsquoultima lettura) Il fr 55 puograve essereinteso in due modi opposti a seconda del valore del genitivo plurale ὅσων ovvero allacostruzione del verbo προτιμέω I due esiti saranno a) ldquoquelle cose di cui crsquoegrave vista uditoapprendimento queste io prediligordquo (dove προτιμέω egrave costruito solo con lrsquoaccusativoταῦτα) b) ldquoio prediligo quelle cose (es le cose invisibili non udibili non apprendibili) aquelle di cui crsquoegrave vista udito apprendimentordquo dove προτιμέω egrave costruito con accusativoταῦτα e genitivo ὅσων secondo la costruzione προτιμέω τί τινος ldquopreferire qcs a qcs altrordquoPer la seconda traduzione che egrave indubbiamente piugrave rara cfr Diano-Serra 41993 p 158

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λόγος e capace dellrsquoazione del λέγειν (ldquoraccogliere insiemerdquo) egrave possibile com-prendere lrsquounitagrave di fenomeni apparentemente irrelati o addirittura oppo-sti952 Lrsquounitagrave del reale e quella del discorso si rispecchiano a vicenda comesanciscono i frr 50 (ldquodato ascolto non a me ma al discorso [λόγος] egrave saggiodire lo stesso che tutte le cose sono unardquo) e 114 (ldquoPer fare un discorso[λέγοντας] con senso occorre valersi del consenso di tutte le cose [hellip]rdquo) Quan-do invece lrsquoanima non intende il λόγος lrsquoesperienza egrave del tipo deteriore comequella illustrata nei frr 1 (ldquo[hellip] gli uomini ne sono allrsquooscuro sia prima diascoltare [il λόγος] sia dopo aver ascoltato [καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαι καὶἀκούσαντες τὸ πρῶτον] infatti sebbene tutte le cose accadano secondo que-sto discorso [λόγος] essi assomigliano ad inesperti [ἀπείροισιν] anche laddoveesperiscono [πειρώμενοι] sia detti sia fatti di tal sorta [hellip]) e 34 (ldquoavendo ascol-tato [ἀκούσαντες] senza comprendere assomigliano a sordi [κωφοῖσιν][hellip]rdquo)953 Lrsquoopposizione polemica tra i molti stolti e i pochi sapienti fra iπολλοί che sono ldquodormientirdquo e la minoranza degli ldquosveglirdquo indica chiaramenteche secondo Eraclito la maggior parte degli uomini possiede unrsquoanima bar-bara Egrave questa prevalenza numerica a determinare lrsquoinsistenza sullrsquoaspetto ne-gativo dellrsquoesperienza spesso per i πολλοί essa non egrave foriera di conoscenza e siconcentra sulla molteplicitagrave piuttosto che sullrsquounitagrave del reale mentre solo ra-ramente per pochi conduce alla σοφίη In questo senso sono da intendere imoniti a diffidare dellrsquoesperienza sensibile come ad esempio i frr 54 (ldquoil col-legamento inevidente [ἀφανής] egrave piugrave forte954 di quello evidente [φανερῆς]rdquo) e56 (ldquosrsquoingannano gli uomini di fronte alla conoscenza delle cose apparenti[τῶν φανερῶν] [hellip]rdquo)

Nella cultura greca arcaica la critica al vano sapere di molte cose a cui egravesenzrsquoaltro preferibile la conoscenza autentica di unrsquounica cosa egrave proverbia-le955 probabilmente Eraclito si richiama dunque ad un ben noto assunto chetuttavia alla luce delle sue affermazioni acquisisce nuova efficacia Lrsquoerrore

952 Per questa interpretazione del fr 107 cfr Nussbaum 1972 I pp 9ndash13 Per un quadro circale interpretazioni dellrsquoaggettivo βάρβαρος cfr Marcovich 1978 p 32 e letteratura ivicitata In particolare egrave diffusa lrsquointerpretazione metaforica per cui ldquodie Seele die Sprachein der die Sinne ihre Zeugen-Aussagen machen nicht verstehtrdquo (Snell 1955 p 194) inquesto caso si scorge dunque unrsquoallusione ad un metaforico ldquolinguaggio dei sensirdquo inveceche al linguaggio verbale vero e proprio

953 I frr 1 34 e 108 sottolineano la rilevanza della sfera uditiva Bartling 1985 pp 42 ss riva-luta in questo senso anche il fr 19

954 ldquoPiugrave forterdquo egrave traduzione letterale ma anche ldquomigliorerdquo sulla scorta di unrsquoaccezione fre-quente di questo comparativo egrave accettabile (cfr Diano-Serra 41993 p 137)

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238 6 Il discorso come unitagrave articolata

diffuso della conoscenza umana consiste nel percepire i distinti e gli oppostifenomenici nella loro separatezza e non come reciprocamente collegati lrsquouo-mo si limita a vedere i ldquonon interirdquo il ldquodivergenterdquo ed il ldquodissonanterdquo (fr 10)ossia il diramarsi dellrsquounitagrave nella molteplicitagrave ma gli restano celati i ldquocollega-mentirdquo ovvero lrsquoἁρμονίη tra le cose956 Poicheacute coincide con lrsquounitagrave degli oppo-sti fenomenici (fr 67) egrave la divinitagrave eraclitea a detenere realmente la sapienza(cfr fr 102) non lrsquouomo questi in genere non possiede ldquointelligenzardquo (νόονfr 40) neacute ldquofacoltagrave conoscitiverdquo (γνώμας fr 78) Pertanto le conoscenze accet-tate dalla communis opinio957 sono in realtagrave inattendibili In effetti nella teo-ria della conoscenza eraclitea alla pars destruens ossia al discredito di formedella conoscenza ritenute fallaci spetta un ruolo di primo piano958 come pro-va lrsquoaspra critica contro i piugrave celebrati falsi sapienti del passato sia remoto cherecente Omero Esiodo Archiloco Ecateo Senofane Pitagora959 Essi pro-prio come la maggioranza degli uomini non sono in grado di seguire il λόγοςcome ciograve che egrave ξυνός mentre ldquo[hellip] vivono come se avessero unrsquointelligenza in-dividualerdquo (fr 2) e ldquonon comprendono (ξυνιᾶσιν) come quanto diverge con-corda con se stesso [hellip]rdquo (fr 51)

Consideriamo a questo punto le parole che in Eraclito esprimono una co-noscenza autentica960 In questrsquoarea semantica sono compresi ξυνίημι νόος eσοφίησοφός

Innanzitutto a confermare la concezione unificante della conoscenza egrave ilverbo ξυνίημι alla lettera ldquomandare insiemerdquo che esprime nella sua stessamorfologia lrsquoazione sintetica del conoscere961 Da questo verbo deriva lrsquoagget-tivo ἀξύνετος nei frr 1 e 34 gli ἀξύνετοι sono tali percheacute non sanno ascoltare(ἀκούειν) correttamente ossia istituendo collegamenti962 allo stesso modo

955 Si consideri a tal proposito il proverbio πόλλrsquo οἶδrsquo ἀλώπηξ ἀλλrsquo ἐχῖνος ἓν μέγα (Archil fr201 W Margites fr 5 (Gostoli) cfr Leutsch-Schneidewin 1965 vol I p 147 [7] ed ilcommento di Gostoli 2007 p 77) Paragonabile egrave lrsquoaffermazione di A fr 390 (Nauck) ὁχρήσιμrsquo εἰδώς οὐχ ὁ πόλλrsquo εἰδὼς σοφός

956 Cfr Hammer 1991 pp 169 s957 Cfr frr 28 47 e forse anche 74958 Cfr Held 1970 pp 168 ss959 Cfr frr 40 42 56 57 (dove il riferimento egrave verosimilmente ad Hes Th 124 e 746 ss) 81

105 106 129 Lrsquounico sapiente a cui egrave accordata fiducia egrave Biante cfr cap 61 analisi del fr39 (pp 200 ss)

960 Cfr Schirren 1998 pp 166ndash171961 Secondo D L II 22 il verbo egrave adoperato anche da Socrate nel suo giudizio circa lrsquoopera

dellrsquoEfesio [hellip] ἃ μὲν συνῆκα γενναῖαmiddot οἶμαι δὲ καὶ ἃ μὴ συνῆκα [hellip]

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nel fr 51 il fallimento dello ξυνιέναι coincide con il mancato riconoscimentodel συμφέρειν (o dellrsquoὁμολογεῖν a seconda della lectio accolta) di ciograve che appa-rentemente differisce Si puograve inoltre osservare che come λέγειν ancheξυνιέναι indica unrsquoazione non aspettualmente puntuale o con risultato imme-diato963 bensigrave un processo avente una sua durata nel tempo ciograve egrave coerentecon la concezione della conoscenza come operazione di sintesi piuttosto chead esempio come intuizione improvvisa

La facoltagrave della conoscenza egrave chiamata νόος964 Nel fr 114 (ξὺν νόωιλέγοντας ἰσχυρίζεσθαι χρὴ τῶι ξυνῶι πάντων [hellip]) lrsquoidea di unificazione che gliegrave propria egrave sottolineata dal gioco di parole paronomastico ξὺν νόωι τῶι ξυνῶιdove il νόος risulta essere la facoltagrave che va messa in azione nel ldquofare discorsirdquoovvero nel ldquomettere insiemerdquo (λέγοντας) Il fr 40 pone il νόος in antitesi allaπολυμαθίη che come si vedragrave a breve indica una conoscenza qualitativamen-te deteriore percheacute non risolve la contraddittorietagrave del mondo in unitagrave dalche si deduce che il νόος invece ne egrave capace Si puograve osservare che come ilλόγος anche il νόος della risemantizzazione eraclitea e parmenidea965 assolvead una funzione conoscitiva sintetica pertanto secondo quanto rilevato daSnell966 λόγος λέγειν intesi da Eraclito ancora come esperienze eminente-mente uditive e νόος νοεῖν che riconducono invece al campo esperienzialevisivo sortiscono un analogo tipo di conoscenza Non egrave da escludere che il ri-corso ad entrambi i domini sensoriali quello uditivo e quello visivo sia sugge-rito ad Eraclito dalla situazione comunicativa aurale

962 Cosigrave intende ἀξύνετοι Nussbaum 1972 I p 11963 Come invece γιγνώσκειν cfr Snell 1991 pp 30 ss964 Accettabile egrave la proposta di Fattal 2005 p 65 circa la ldquosinonimiardquo in Eraclito tra νόος

νοεῖν ed il verbo φρονεῖν ldquoΝοέω e φρονέω νόος e φρόνησις sono sinonimi come risulta dalfr 104 dove νόος e φρήν sono usati per designare la medesima realtagrave lsquoMa qual egrave la lorointelligenza (νόος) il loro pensiero (φρήν)rsquo Drsquoaltra parte il φρονέειν del fr 113 dice piugrave omeno la stessa cosa del νόος del fr 114 lsquoLrsquointelligenza (τὸ φρονέειν) egrave comune a tuttirsquo (fr113) e lsquoQuelli che parlano con intelligenza (νόωι) si basano su ciograve che egrave comune a tuttirsquo (fr114) Φρονέω e νόος sono in stretto rapporto con ciograve che egrave comune (ξυνός) a tutti (πάντα)e designano la stessa cosardquo Tale sinonimia non riguarda invece il verbo γιγνώσκειν (ovveroγινώσκειν) che in nessuna delle sue occorrenze (frr 5 17 28 57 86 97 108 116) sembraindicare la conoscenza unificante del tipo qui esaminato neacute il verbo εἰδέναι (frr 23 57 80104) Entrambi infatti possono indicare indifferentemente sia la conoscenza fallace siaquella veritiera Contra Schirren 1998 p 167 Pressocheacute sinonimico egrave lrsquouso omerico cfrHom Od XVI 136 XVII 193 e 281 γινώσκω φρονέω τά γε δὴ νοέοντι κελεύεις

965 Cfr cap 12 sv pp 13 ss

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La caratterizzazione della conoscenza piugrave frequente in Eraclito egrave quellaespressa dal gruppo σοφίη σοφός Nel cap 12 sv (pp 19 s) si egrave giagrave osservatoche le due voci occorrono con costanza insieme a λόγος λέγειν come accadenei frr 32 50 108 112 A questi va aggiunto il fr 118 secondo il quale a de-terminate condizioni la ψυχή egrave dotata di somma σοφίη (σοφωτάτη) infatti ifrr 45 e 115 sostengono che la ψυχή egrave sede del λόγος ed il fr 107 lascia inten-dere che le ψυχαί in grado di comprendere sono appunto quelle che padro-neggiano il λόγος Per Eraclito la σοφίη consiste nel comprendere la latenteunitagrave dei distinti collegando i dati sensibili apparentemente irrelati in basead un criterio unificante967 Pertanto essa egrave una ed onnicomprensiva (ἓν τὸσοφόν cfr frr 32 41) opposta alla πολυμαθίη ldquonozione-di-molte-coserdquo econsiste nel ldquo[hellip] comprendere lrsquointelligenza [γνώμη] che governa tutte lecose attraverso tutte [πάντα διὰ πάντων]rdquo (fr 41)

Il fallimento a livello conoscitivo del ldquoraccogliere insiemerdquo e dunque lanetta antitesi alla σοφίη egrave rappresentato dalla πολυμαθίη (frr 40 129) In que-sto nome composto la qualitagrave deteriore della conoscenza egrave espressa indub-biamente dallrsquoaggettivo πολύς che si oppone allrsquounitagrave della σοφίη ma forseanche dalla radice del verbo μανθάνειν che in Omero968 tende ad indicare laconoscenza come messa in atto irriflessiva e quasi automatica di quanto egravetramandato o delle abitudini comuni969 Ad ogni modo la differenza sostan-ziale tra σοφίη e πολυμαθίη egrave che la prima riconosce lrsquounitagrave celata nella molte-plicitagrave mentre la seconda non sa farlo Intendendo lrsquoopposizione lsquoσοφίη vsπολυμαθίηrsquo come una traduzione sul piano cognitivo dellrsquoopposizione eracli-tea di lsquounitagrave vs molteplicitagraversquo si dissolve la contraddizione che alcuni studiosihanno scorto tra il fr 35 (χρὴ γὰρ εὖ μάλα πολλῶν ἵστορας φιλοσόφους ἄνδραςεἶναι) ed il fr 40 (πολυμαθίη νόον ἔχειν οὐ διδάσκει [hellip])970 a rendere positiva la

966 Snell 1991 p 45 ldquoEraclito [hellip] incrocia (come dimostra proprio questo frammento [il40] ma vedi anche frr 17 104 114) la concezione del logos che si ode e comprende conquella del noos della lsquovisionersquo (lsquoEinsichtrsquo) che appartiene piuttosto al vedere e al ricono-scererdquo Cfr anche Houmllscher 1968 p 139 che a proposito dello stile oracolare di Eraclitoafferma ldquonon solo il visibile ma anche lrsquoudibile diventa un simbolo la linguardquo citandocome esempio il frammento 48 in cui occorre ldquoscovare nel senso il controsensordquo

967 Sulla connotazione epistemologica ed etica dellrsquoopposizione eraclitea tra unorsquo e lsquomoltirsquo cfrStokes 1971 pp 87 ss

968 Cfr ad esempio Il VI 444 Od XVII 226969 Cfr Snell 1991 pp 47 ss La critica al tipo di conoscenza implicita in μανθάνειν sarebbe in

linea con il senso presunto del fr 74 secondo il quale non bisogna agire come ci viene tra-mandato dai genitori

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62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 241

conoscenza del fr 35 egrave in primis il fatto che essa viene condotta da φιλόσοφοιossia da amanti della σοφίη come sapere unificante mentre la conoscenza delfr 40 egrave giudicata negativamente percheacute si tratta di πολυμαθίη

A questo punto occorre affrontare la questione del ruolo del λόγος nellaconoscenza Sono opportune due osservazioni preliminari In primo luogopoicheacute il λόγος egrave lsquodiscorsorsquo si chiarisce il fondamentale ruolo conoscitivo dellaconoscenza sensibile in generale e uditiva in particolare971 In secondo luogopoicheacute il discorso egrave inteso come ldquoazione risultato del raccogliere insiemerdquo sicomprende il motivo della sua costante occorrenza entro contesti in cui siparla della conoscenza la Grundbedeutung di λέγειν egrave coerente con la conce-zione sintetica della σοφίη972

Essendo entrambi delle unitagrave articolate discorso e mondo per Eraclitosono simili nella struttura e nel funzionamento (cfr cap 53 pp 177 ss) egravequesta analogia a conferire al discorso il suo valore euristico e conoscitivo Aben vedere si tratta di un valore doppio da un lato in quanto modello analo-go della realtagrave il λόγος costituisce un importante oggetto della conoscenzagiaccheacute anchrsquoesso necessita di essere compreso dagli uomini al di lagrave delle appa-renze dallrsquoaltro in quanto funzione dellrsquoorgano cognitivo ψυχή (cfr frr 45107 e 115) il λόγος funge anche da strumento con cui pervenire alla cono-scenza ldquoascoltandordquo con attenzione il discorso (proprio ed altrui) il parlantedispone infatti di un ottimo terreno di osservazione per inferire il funziona-mento del mondo fisico In altre parole gli uomini possono comprendere ildiscorso solo attraverso il discorso e tuttavia in questo processo cognitivonon vi egrave nulla di meramente autoreferenziale (circulus vitiosus) infatti ilλόγος costituisce unrsquoefficace chiave interpretativa del mondo fenomenicouna volta che si sia compresa la sua natura articolata

970 La percezione della contraddizione ha indotto alcuni interpreti ad ipotizzare la non auten-ticitagrave del fr 35 Altri lrsquohanno spiegata in base a diverse sfumature di significato dei verbiἱστορεῖν (fr 35 ἵστορας) e μανθάνειν (fr 40 πολυμαθίη) ἱστορεῖν insisterebbe maggior-mente sullrsquoattivitagrave del soggetto conoscente sulla sua ricerca del sapere mentre μανθάνεινindicherebbe come si egrave giagrave osservato una forma di acquisizione del sapere tendenzial-mente passiva o ricettiva dunque lrsquoopposizione dei due frammenti sarebbe giocatasullrsquoattivitagrave (fr 35) giudicata positivamente da Eraclito o al contrario sulla passivitagrave (fr40) dellrsquoacquisizione della conoscenza bocciata dal sapiente (per un ragguaglio sulla que-stione cfr Verdenius 1947 pp 280 s)

971 Questo egrave lrsquoapproccio interpretativo di Schirren 1998 pp 156 s972 Cfr Heidegger 2000 pp 219 ss

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242 6 Il discorso come unitagrave articolata

A fronte di queste posizioni egrave lecito chiedersi quale ruolo conoscitivocompeta allo specifico λόγος che Eraclito depositograve nel tempio dellrsquoArtemisionallrsquoinizio del V sec a C

Nel cap 61 contestualmente allrsquoanalisi dei frr 2 39 e 50 (rispettivamentep 191 p 201 p 206) egrave stato osservato che in Eraclito egrave possibile distingueredue tipi di referenti per λόγος i discorsi lsquosoggettivirsquo ossia discorsi determinatie particolari (frr 39 87 e 108) ed il discorso lsquointersoggettivorsquo ossia quello ingenerale o il linguaggio973 Lo scritto eracliteo rappresenta indubbiamenteuna determinata attuazione del linguaggio (in termini saussuriani si puograve af-fermare che esso coincide con un atto di parole non con la langue) Tuttaviaquesto specifico discorso intende mettere in evidenza proprio il funziona-mento del linguaggio in generale e in virtugrave dellrsquoanalogia tra linguaggio e mon-do anche quello della realtagrave fenomenica

In linea di massima qualunque λόγος in quanto ldquoazione risultato delλέγεινrdquo presenta una struttura ed un funzionamento in qualche misura similia quelli del mondo fisico e puograve pertanto risultare utile (se adeguatamente re-cepito) alla comprensione della realtagrave come unitagrave articolata Questa costanteesperienza di ἔπεα καὶ ἔργα (fr 1) non egrave tuttavia sufficiente per i πολλοί i qualirestano nellrsquoincoscienza (cfr fr 72) A differenza di altri discorsi974 quelloeracliteo ha intenzioni didattiche e si pone come obiettivo precipuo la rap-presentazione del modello articolatorio comun denominatore di linguaggioe mondo Il σοφός e φιλόσοφος Eraclito da esperto artigiano della parola nelcomporre il proprio discorso intende rappresentare in modo direttamenteesperibile la struttura articolata del linguaggio e della realtagrave il suo farsi moltipur restando uno offrendone per cosigrave dire una μίμησις975 Tale obiettivo egraveraggiunto grazie allrsquoimprescindibile sodalizio tra ldquoformardquo e ldquocontenutordquo delλόγος eracliteo

Il messaggio di Eraclito sta tutto nella forma in cui ci egrave offerto ossia nellapregiata trama di collegamenti fonici ritmici e tematici che percorre il discor-so In primo luogo la dottrina dellrsquointimo collegamento dei distinti ossia il

973 Egrave stato anche sottolineato che la diversitagrave dei referenti (ldquoun certo xrdquo in particolare o piut-tosto ldquoxrdquo in generale) non compromette lrsquounitagrave del significato di λόγος

974 Si pensi ad esempio a quelli a cui il sapiente si riferisce nel fr 108975 Kirk 31970 p 55 parla di μίμησις καὶ μέθεξις Cfr Hammer 1991 p 189 ldquoDer lsquoobjektiversquo

λόγος also der λόγος der Welt und Heraklits λόγος (Darlegung) sind zwei lsquoAspektersquo ein undderselben Sacherdquo (ma lo studioso intende il λόγος ldquooggettivordquo non come ldquodiscorsordquo bensigravecome ldquorapportordquo Verhaumlltnis unificante gli opposti)

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62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 243

piano del contenuto egrave veicolata sul piano della forma dagli espedienti lin-guistici considerati nella prima parte del lavoro le reti di significazione i gio-chi di parole e la polivalenza sintattica Tali espedienti sono tutti finalizzatialla contestualizzazione diversificata delle parole-chiave ossia a stabilire tradi loro coerenze eterogenee976 le reti di significazione traducono in atto ilprincipio di risonanza rimandando continuamente immagini ad altre imma-gini e sollecitando alla loro contestualizzazione reciproca (cap 21) i giochidi parole stabiliscono collegamenti tra immagini apparentemente irrelate(cap 22) la polivalenza sintattica invita il lettore-ascoltatore a diventare an-che interprete componendo e scomponendo i raggruppamenti sintattici esintagmatici secondo una nuova flessibilitagrave (cap 23) Queste strategie dicontestualizzazione fungono da tracce (tracce acustiche tracce grafiche trac-ce etimologiche o paretimologiche tracce sintattiche etc) a partire dallequali individuare ed esperire i collegamenti latenti e dunque lrsquounitagrave degliὀνόματα nel λόγος che corrisponde a quella dei πάντα nellrsquoἕν

Nellrsquoottica dellrsquoosmosi tra forma e contenuto vanno riconsiderate anche leintuizioni di Kahn977 circa ldquodensitagraverdquo e ldquorisonanzardquo Da un canto Eraclitoesprime con un solo significante una molteplicitagrave di contenuti egrave questo ilcaso delle parole dense che hanno plurime accezioni a seconda dei contestidrsquouso e delle proposizioni contrassegnate da polivalenza sintattica (la linguis-tic density di Kahn) Dallrsquoaltro al contrario il sapiente ricorre ad una molte-plicitagrave di significanti per esprimere un unico contenuto ciograve si verifica adesempio nelle reti di significazione costituite da immagini che riecheggian-dosi lrsquoun lrsquoaltra veicolano un unico senso Per lrsquointerprete la compresenza didensitagrave e risonanza si traduce in un movimento ermeneutico doppio diestensione e contrazione da una parte dove vi egrave densitagrave (parola densa o sin-tassi polivalente) allrsquointerno di un unico segno si schiude un orizzonte se-mantico piugrave vasto cosigrave che lrsquointerpretazione procede dallrsquouno al molteplicedallrsquoaltra per via della risonanza lo stesso contenuto egrave reso in un caleidosco-pio di forme diverse per cui lrsquointerpretazione deve risalire dal molteplice finoallrsquounitagrave

Questo duplice movimento ermeneutico rivolto nelle due direzioni ἐκπάντων ἓν καὶ ἐξ ἑνὸς πάντα (fr 10) riproduce il moto della conversio essodunque fornisce al lettore-ascoltatore attento e partecipante unrsquoesperienza

976 Sulla loro funzione contestualizzante cfr cap 32 p 73977 Kahn 1979 pp 91 s

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244 6 Il discorso come unitagrave articolata

diretta dellrsquounitagrave articolata In particolare numerosi casi di polivalenza sin-tattica rappresentano dei ldquopunti di articolazionerdquo del discorso eracliteo checonferiscono dinamismo allrsquounitagrave del λόγος attraverso la sua ripartizione incoerenze variabili Infatti le parole o i sintagmi mediani cioegrave interpretabili siainsieme a ciograve che precede sia insieme a ciograve che segue problematizzando la let-tura e la comprensione del testo rivelano diverse possibilitagrave di raggruppare lecomponenti del discorso A titolo di esempio si puograve ricordare il noto casodellrsquoincipit τοῦ δὲ λόγου τοῦδrsquo ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι [hellip] grazie alla sua posizioneambigua tra le due proposizioni lrsquoavverbio ἀεί assume funzione di cernierapercheacute divide e al tempo stesso unisce due membri costitutivi del λόγος Ciogravesottolinea la natura una e molteplice del discorso e chiama il lettore-ascolta-tore a dividere e unire disgiungere e congiungere abstrahere e cumtrahere

Non egrave da escludere che lrsquoimpianto stesso dello scritto eracliteo promuoves-se la ricerca di unrsquounitagrave forte ma latente Alcuni interpreti sono dellrsquoavvisoche lrsquoopera non doveva consistere in una prosa continua ma piuttosto in unaraccolta di γνῶμαι apparentemente indipendenti in realtagrave coerenti lrsquouna conlrsquoaltra978 Una formulazione piugrave cauta di questa ipotesi viene da Bremer ilquale paragona lo scritto eracliteo alle Odi di Pindaro per il comune ldquoprinci-pio di composizionerdquo che consiste in una coerenza interna tanto profondaquanto ardua da riconoscere Egrave appunto questa caratteristica a suggellare lacoalescenza tra ldquocontenutordquo e ldquoformardquo del λόγος eracliteo ldquo[hellip] dieses am Mo-dell der Sprache entwickelte universale Darstellungsprinzip gilt nicht zuletztfuumlr die sprachliche Darstellung selbst Daszlig lsquodas Ganze eine Einheit istrsquo (B50)ist nicht nur die inhaltliche sondern zugleich die formale Bestimmung des Lo-gos So scheint Heraklits Werk als Selbstdarstellung des Logos Jeder einzelneSatz ist als Verbindung von Verschiedenem ein lsquoGanzesrsquo und lsquoNichtganzesrsquoEr ist im Miteinander und Gegeneinander der Rhythmen und Klaumlnge diesprachliche Gestalt der Einheit in der Vielheitrdquo979 La fondamentale ma ine-

978 Cosigrave Havelock 1973 p 268 nota 7 e p 319 nota 38 Kirk 31970 pp 7 s Cfr Hussey1982 p 56 ldquoHeraclitus wishes to use the language to lsquoshow how [each thing] isrsquo (B1) Forthis reason language properly used is cryptic to the uninitiated just a sense-experience is[hellip] The interpreting consists in the finding of a meaning which casts a unifying light andenables the different parts to be understood as parts of a structure [hellip] To understand is lit-erally to lsquoassemblersquo the parts For this reason it seems likely that Heraclitusrsquo own work wasmeant to be read as a whole though the individual sayings were clearly almost completelydisjoint from one anotherrdquo

979 Bremer 1996 p 84 (corsivo mio)

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62 λόγος come oggetto e strumento della conoscenza 245

vidente coesione sottesa al discorso di Eraclito egrave dunque il mezzo espressivoprecipuo per il fulcro del suo insegnamento ossia lrsquoarmonia (il collegamento)dei distinti fenomenici e rende lrsquoopera stessa un modello esemplare di unitagravearticolata

Se per i fruitori di una cultura letteraria abituati ad una netta demarcazio-ne tra mezzi espressivi e contenuti espressi la loro compenetrazione puograve ve-nire intesa come un raffinato artificio stilistico in grado di far convergere duesfere separate per le culture oro-aurali (e dunque anche per Eraclito e per ilsuo pubblico) forma linguistica e contenuto si compenetrano reciprocamen-te e in una certa misura coincidono Quando il bardo celta Taliesin (VI sec)celebra lrsquounitagrave profonda che soggiace al mondo egli ricorre ad una fitta tramadi risonanze e di richiami metrici e fonici980 Lrsquointreccio tra lrsquoespressione lin-guistica ed il suo contenuto egrave per le civiltagrave della parola cantata un fatto di na-tura piugrave che di artificio negli enunciati poetici profetici e sapienziali il suo-no stesso della voce egrave il principale portatore di significato Rigorosamenteparlando dunque la distinzione stessa tra un ldquopiano della formardquo ed un ldquopia-no del contenutordquo entro il discorso eracliteo egrave snaturante percheacute fa a pezziquanto per lrsquoartigiano della parola egrave fuso insieme Tale distinzione egrave utileesclusivamente allrsquointerprete che con acribia filologica desideri individuareed analizzare le componenti di una coalescenza

Per il pubblico dellrsquoinizio del V sec a C lo scritto di Eraclito vuole funge-re da efficace strumento per la conquista di una conoscenza che riconoscasulla scorta del modello del discorso lrsquounitagrave latente dei distinti fenomeniciLa concreta esperienza sia uditiva che visiva del λόγος egrave il punto di partenzaineliminabile per tale conoscenza ragione per cui chi si accosti allrsquooperaeraclitea deve essere oggi come allora lettore ad alta voce981 Dopo aver fattoda ldquoaccorti osservatori di moltissime coserdquo (fr 35) esperienza del λόγος i let-tori-ascoltatori sono chiamati ad un ruolo attivo quello di sintetizzare allaluce di un principio unificante impressioni e dati emergenti da un complessodi formulazioni apparentemente sconnesse In questo senso lo scritto diEraclito non si configura come insegnamento puramente teorico e descritti-vo circa lrsquounitagrave dei distinti ma piuttosto come il mezzo di un apprendimento

980 Lengyel 1976 p 205 commenta come segue la poesia Le Kat Godeu attribuita appuntoa Taliesin ldquoCon questo [hellip] sistema poetico si voleva portare alla coscienza il legamelrsquointerdipendenza di tutte le cose nel senso piugrave ampio della parola La metrica doveva cor-rispondere al contenuto della poesia e trasmettere qualcosa dellrsquoinevitabile sorte comunedi tutti i fenomenirdquo

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246 6 Il discorso come unitagrave articolata

vivo partecipante e sinestetico982 Per ricorrere ad una metafora il λόγοςeracliteo egrave uno specifico ldquoginnasiordquo ossia un luogo deputato alla pratica eallrsquoesercizio del λέγειν di questo allenamento si giova lrsquoorgano della ψυχή ed ilλόγος egrave la funzione che ne risulta sviluppata

Riepilogando si puograve affermare che per Eraclito un unico processo dellaconoscenza soggiace alla comprensione di tre oggetti analoghi per struttura efunzionamento lo scritto eracliteo il linguaggio e la realtagrave Tale processoprende le mosse dallrsquoesperienza che egrave necessaria ma non sufficiente Ai sensisi offre unrsquoirrelata pluralitagrave di distinti tra i quali prima facie non si scorge re-lazione di continuitagrave egrave necessario dunque un apporto ermeneutico che risol-va la multiformitagrave e contraddittorietagrave dei dati sensibili La modalitagrave erme-neutica indicata da Eraclito consiste nel cogliere i collegamenti tra i distintiovvero nellrsquooperazione del λέγειν come reductio ad unum Ciograve coincide con ilconseguimento della σοφίη sapienza unificante che permette di riconoscerela struttura dinamica del discorso e del mondo capaci di farsi molti pur re-stando uno

981 La decisa affermazione di questa necessitagrave rappresenta probabilmente il maggiore contri-buto di Deichgraumlber 1962 agli studi non solo su Eraclito ma sulla letteratura greca arcaicain generale Quanto al problema storico della lettura ad alta voce lrsquoabilitagrave e la diffusionedella lettura silenziosa non possono essere retrodatate a prima dellrsquoetagrave classica almeno suquesto dato la letteratura specialistica appare pressocheacute unanime Nondimeno in unrecente contributo sullrsquoargomento Roumlsler 2006 sostiene che lrsquoopera di Erodoto sarebbe laprima a forzare con la sua lunghezza i limiti imposti dalla lettura ad alta voce (ivi p 69)tendenza che appare poi consolidata con Tucidide ed il suo antioraler Stil (ivi p 71)

982 Circa la funzionalitagrave del medium scritto per lrsquoesercizio cognitivo ldquoattivordquo da parte del let-tore egrave utile ricordare le affermazioni di Roumlsler 1997 p 722 che profila le differenze psi-cologico-cognitive tra la ricezione orale (o ldquocomunicazione face to facerdquo cfr ivi p 721) equella scritta ldquo[hellip] lrsquoassenza dei vantaggi dellrsquoesecuzione orale potrebbe apparire una per-dita ma egrave proprio questrsquoassenza che funziona da impulso per qualcosa il cui spazio era statoridotto nella situazione face to face dellrsquoesecuzione orale il processo immaginativo Comeha mostrato W Iser nella sua analisi del processo di lettura il lsquovuoto costitutivorsquo della situa-zione testo-lettore [hellip] esige dal lettore unrsquoattivitagrave di adattamento tale vuoto vienelsquocostantemente occupato da proiezionirsquo e si realizza cosigrave in un gioco combinato di lsquoatti dicomprensionersquo e lsquosintesi passiversquo la costituzione del testo come prestazione creativa e per-ciograve individuale del lettore Al posto del soggetto che asseconda ndasho credendo o dubi-tandondash subentra il soggetto che crea che nel processo di lettura collabora attivamente allaproduzione dellrsquooperardquo

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Conclusioni della Parte II

Se la prima parte del lavoro ha considerato aspetti stilistici e formali del di-scorso di Eraclito allrsquoinsegna del compromesso tra oralitagrave e scrittura la secon-da interpreta seguendo lo stesso filo conduttore anche i suoi contenutisapienziali

Alla base della riflessione eraclitea sul linguaggio e sul mondo egrave possibileindividuare un modello portante che egrave stato definito lsquounitagrave articolatarsquoEssa egrave contraddistinta dalle seguenti caratteristiche 1) Unitagrave Alla moltepli-citagrave dei distinti fenomenici soggiace unrsquounitagrave inevidente che li comprendetutti 2) Conversio Allrsquointerno dellrsquounitagrave agiscono due forze di segno uguale econtrario una egrave la spinta centrifuga o divisoria che procede dallrsquouno ai moltilrsquoaltra egrave la spinta centripeta o coesiva che va dai molti allrsquouno Per effetto diquesto sistema di forze unitagrave e molteplicitagrave possono essere considerate inter-scambiabili 3) Autopoiesi Poicheacute le due forze uguali e contrarie della conver-sio sono immanenti allrsquounitagrave essa stessa egrave artefice della propria organizzazioneinterna in parti costituenti Con ciograve lrsquounitagrave evidenzia caratteristiche tipichedegli organismi viventi

Nel cap 41 egrave stato illustrato dapprima in generale il rapporto tra unitagrave emolteplicitagrave che egrave sotteso alla riflessione greca arcaica sulla natura poi in par-ticolare il rapporto tra ἕν e πάντα caratterizzante la visione cosmologica diEraclito Solo poche delle numerose occorrenze eraclitee di εἷς μία ἕν e di πᾶςπᾶσα πᾶν non si prestano (o si prestano poco agevolmente) ad essere inter-pretate in base al modello dellrsquounitagrave articolata Successivamente sono state in-dividuate due reti di significazione atte ad illustrare tale modello quella delleimmagini veicolanti lrsquoidea di coesione ed unitagrave (cap 42) e quella delle imma-gini veicolanti lrsquoidea di divisione e pluralitagrave (cap 43) In effetti lo stesso rap-

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248 Conclusioni della Parte II

porto vigente tra ἕν e πάντα lega anche il fuoco e gli aromi (fr 67) lrsquooro e lemerci (fr 90) la legge divina e le leggi umane (fr 114) etc Non solo parolecome πῦρ κόσμος θεός πόλεμος etc sono tutte semanticamente dense ovve-ro risemantizzate rispetto allrsquoorizzonte semantico tradizionale ma dalla lororisemantizzazione emergono anche rilevanti tratti in comune coincidentiappunto con le caratteristiche dellrsquounitagrave articolata (1 2 e 3) Queste ed altreimmagini dunque illustrano ed esemplificano il modello articolatorioLrsquoenucleazione di un determinato senso per mezzo di una pluralitagrave di signifi-canti reciprocamente solidali (cfr la ldquorisonanzardquo descritta da Kahn983) basatasulla variazione dellrsquoidentico e sul pensiero per immagini risulta coerente conle modalitagrave espressive diffuse presso le culture oro-aurali

Attribuire al discorso un ruolo cosmologico non rappresenta un nonsen-so I capitoli raggruppati sotto il n 5 (51 52 53) fungono da cerniera con-cettuale tra quelli del n 4 dedicati al cosmo e quelli del n 6 dedicati allinguaggio viene infatti considerato il nesso presente nel pensiero di Eraclitotra linguaggio e cosmo A questo scopo occorre innanzitutto comprendereattraverso un esame storico-linguistico che va da Omero fino allrsquoinizio del Vsec a C quale sia la semantica del nomen actionis et rei actae λόγος ovvero delverbo λέγειν allrsquoepoca dellrsquoEfesio (cap 51) Secondo lrsquoesito dellrsquoindagine finoad Eraclito incluso non si riscontrano occorrenze di λόγος con valori raziona-listici neacute matematici come quelli di ldquoragionerdquo ldquoproporzionerdquo ldquomisurardquo etcFondamentalmente nellrsquoarco di tempo considerato λόγος significa ldquoazione risultato del λέγεινrdquo ossia del ldquoraccogliere insiemerdquo e del ldquoraccontarerdquo dunqueldquoraccoltardquo e soprattutto ldquodiscorsordquo Questi dunque sono i significati storica-mente attribuibili ad Eraclito Al contrario commentatori e traduttori fini-scono per attribuire a λόγος significati anacronistici oltre che talvolta fra loroquasi irrelati A riservare le maggiori difficoltagrave interpretative sono i frammen-ti che istituiscono una relazione diretta tra λόγος e ψυχή da una parte (frr 45115) e tra λόγος e mondo fisico dallrsquoaltra (es frr 1 31) Ciograve egrave dovuto al fattoche in base al nostro comune sentire il discorso non gioca alcun ruolo rispet-tivamente cognitivo neacute cosmologico di conseguenza proprio in corrispon-denza di queste occorrenze vengono proposte le piugrave disparate (eproblematiche) traduzioni ed interpretazioni di λόγος Ma lrsquoattribuzione diruoli simili al discorso egrave davvero un nonsenso

983 Kahn 1979 pp 89 s

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Conclusioni della Parte II 249

Circa il ruolo cognitivo una risposta convincente egrave data da Nussbaum laquale ha mostrato come per Eraclito ψυχή sia lrsquoorgano della cognizione ecome λόγος rappresenti proprio in qualitagrave di connected discourse984 la sua spe-cifica funzione cognitiva Occorre pertanto concentrarsi sul ruolo cosmolo-gico assolto dal λόγος

Gli studi antropologici sono drsquoaiuto nel ricordare che le categorie di lsquosensorsquoe lsquononsensorsquo sono culturalmente relative Dal confronto interculturale sievince che nel pensiero informato dallrsquooralitagrave il linguaggio ricorre costante-mente come protagonista delle concezioni fisiche e specificamente cosmogo-niche e cosmologiche si pensi ad esempio ai numerosi miti della ldquoparola crea-tricerdquo che chiama ad essere il nominato (cap 52)

Con questo tuttavia non si egrave ancora toccata la specificitagrave della concezioneeraclitea del λόγος Qui il modello non egrave quello creazionista delle culturedellrsquooralitagrave primaria bensigrave egrave di tipo analogico-esplicativo Eraclito scorge unarispondenza tra discorso e mondo che si somigliano nella struttura e nel fun-zionamento in quanto entrambi unitagrave articolate (ἕν πάντα = λόγος ὀνόματαcfr cap 53) tale analogia fa del λόγος uno strumento euristico utile a capirela realtagrave La concezione del discorso come unitagrave articolata egrave imprescindibiledalla Grundbedeutung di λέγειν come ldquoraccogliere insiemerdquo giaccheacute il λόγος egraveinteso come composto da costituenti minori tra loro collegati gli ὀνόματα oἔπεα Una conferma a questa interpretazione viene dalla risemantizzazione diὄνομα usato da Eraclito non solo nel significato tradizionale di ldquonome pro-priordquo ma anche nellrsquoaccezione di ldquo(singola) parolardquo985 Bencheacute intesi daEraclito come parti del λόγος gli ὀνόματα serbano una funzione caratteristicadel nome proprio quella di individuare ciascun nominato nella sua determi-natezza e nel suo particolarismo986 egrave appunto questo a causare lrsquoimpressionedellrsquoincongruenza dei fenomeni Nel λόγος dunque si trovano ad agire le dueforze di segno uguale e contrario della conversio da un canto esso si segmentain una pluralitagrave di ὀνόματα dallrsquoaltro resta perograve coeso ed unitario Egrave la stessaπαλίντονος ἁρμονίη che caratterizza anche lrsquoarco e la lira (fr 51)

Nella sua concezione del λόγος come unitagrave articolata Eraclito si confermacome un sapiente aurale per il quale cioegrave egrave determinante lrsquoincontro tra il me-dium orale e quello scritto Infatti nella sua speculazione circa la natura vi-vente ed il cosmo per i quali viene assunta lrsquoinesperibile unitagrave di fenomeni ap-

984 Nussbaum 1972 I p 13985 Cfr cap 12 sv p 13986 Cfr E Hoffmann 1991 pp 58 s

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250 Conclusioni della Parte II

parentemente irrelati un ruolo centrale egrave attribuito al linguaggio ciograve egrave tipicodelle culture orali Al contempo la modificazione della percezione del lin-guaggio avallata dalla scrittura che oggettiva lrsquoenunciato sotto forma di ma-nufatto davanti agli occhi del lettore ne facilita lrsquoanalisi il discorso non egrave piugraveinteso in maniera olistica (ὅλον) come egrave intuitivo per il parlante non alfabe-tizzato bensigrave come una struttura composta analizzabile in costituenti se-mantici minori

Lrsquoesame delle occorrenze conferma la natura articolata del λόγος ed il suovalore euristico nella comprensione del mondo fenomenico Il cap 61 im-piega a fini ermeneutici i risultati della prima e della seconda parte della ricer-ca interpretando le occorrenze di λόγος λέγειν ὄνομα ed ὀνομάζεινprincipalmente in base a due linee-guida quella del significato unitario e nonspecialistico di λόγος come lsquodiscorsorsquo e quella del discorso come unitagrave artico-lata Infine nel cap 62 viene considerata la duplice funzione conoscitiva as-solta dal λόγος che per Eraclito non rappresenta soltanto lrsquooggetto ma anchelo strumento della conoscenza in qualitagrave di unitagrave articolata esso egrave visto infatticome un analogo del mondo fisico facilmente esperibile da ogni parlante Sededel λόγος egrave lrsquoorgano cognitivo della ψυχή (cfr frr 45 107 115) grazie alla suaazione sintetica (λέγειν) il λόγος conferisce ad essa la capacitagrave di assemblare ladifformitagrave contraddittoria dellrsquoesperienza sensibile per comprendere lrsquounitagravelatente delle cose

A fronte di questi argomenti occorre riconoscere allo scritto eracliteo quelmarcato intento didattico che invece gli viene spesso negato dalla critica Vei-colando il messaggio dellrsquoinvisibile coesione dei distinti attraverso un testofortemente asindetico composto di γνῶμαι apparentemente irrelate ma aben guardare percorso da una fitta trama di richiami fonici ritmici e temati-ci lrsquoartigiano della parola sprona continuamente il suo pubblico allrsquoeserciziodel comprendere come ldquofar andare insiemerdquo (ξυνιέναι) In questo modo eglipromuove i lettori-ascoltatori ad interpreti partecipanti e a discenti del pro-prio λόγος Invitando con il suo scritto ad unrsquoesperienza diretta del ldquoraccoglie-rerdquo (λέγειν) Eraclito indica la strada per il conseguimento della σοφίη

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Bibliografia

La traduzione dei brani di opere che nella presente bibliografia non compaiono in linguaitaliana egrave a cura dellrsquoautrice

AbbreviazioniOpere ed autori antichi vengono citati in base alle abbreviazioni usate nel Greek-EnglishLexicon di H G Liddell R Scott e H S Jones (LSJ) Per edizioni ed opere di consultazionesi egrave fatto ricorso alle seguenti sigle

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Buch Heraklitbook Seite 264 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

AAeschines (Aeschin)

in Ctesiphontem47 38

Aeschylus (A)Agamemnon (A)

8 s 11021 ss 11030 110281 ss 222293 110475 110496 ss 220497 110582 149588 ss 110818 110848 ss 71271 20

Choephori (Ch)515 151911 43

Eumenides (Eu)55 20433 113682 113

Persae (Pers)142 204255 9337 9338 ss 149391 9400 20753 214833 20849 20920 20

Prometheus Vinctus (Pr)231 s 150972 s 141

Septem contra Thebas (Th)397 20592 204650 226

Supplices (Supp)96 ss 76246 20407 204584 s 46

fr 390 238Aetius (Aet)

423 s 232

Index locorum

Buch Heraklitbook Seite 265 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

266 Index locorum

AlcmaeonB (fragmenta)

1 186Alcman (Alcm)

fr 2 17fr 162 s 17

Anacreon (Anacr)fr 57c 148

Anaxagoras (Anaxag)B (fragmenta)

1 882 88 894 93417 ss 90424 s 885 90614 ss 868 2081 s 889 9311 86 22512 225121 8613 90 22514 22516 9017 93

Anaximander (Anaximand)B (fragmenta)

1 87 120 132Anaximenes (Anaximen)

A (testimonia)5 917 91

Antiochus (Antioch Hist)fr 2 29 155

Apollonius Rhodius (A R)1496 89

Aratus (Arat)Phaenomena

91 ss 137

Archilochus (Archil)fr 2316 148fr 1932 8fr 201 238fr 211 17fr 213 8

Aristophanes (Ar)Ecclesiazusae (Ec)

563 205Equites (Eq)

533 1211119 s 67

Nubes (Nu)580 229

Plutus (Pl)34 205

Thesmophoriazusae (Th)1052 7

Aristoteles (Arist)de Anima (de An)

404b 29 232404b 30 233408b 32 ss 232 233

de Caelo (Cael)298b 29 ss 109

de Generatione et Corruptione (GC)315a 10 s 77

de Motu Animalium (MA)698a 8 ss 97702a 21 ss 97

de Mundo (Mu)392a 34 89

Metaphysica (Metaph)984a 7 109987b 3 s XVII1052a 15 ss 991052b 20 ss 1951056b 28 s 881069b 20 s 881078b 17 ss XVII1086b 2 ss XVII

Buch Heraklitbook Seite 266 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 267

Aristoteles (Arist) continuaPhysica (Ph)

185b 5 ss 99187a 12 ss 86 91187a 22 ss 91

Poetica (Po)1457b 5 ss 4

Politica (Pol)1305a 31 2261324b 7 38

Rhetorica (Rh)1407b 11 ss 29 47 49 80 190

199 227Γ 5 50

BBacchylides (B)

Dithyrambi (Dith)1547 148

Epinicia (Epinic)121 17

fr143 1726 17

Bias1 2024 20210 20211 202

CCallinus (Callin)

fr 13 s 7Chilon

19 38Clemens Alexandrinus (Clem Al)

Stromateis (Strom)5109 64

DDemetrius Phalereus (Demetr)

de Elocutione (Eloc)192 49

Demosthenes (D)21 (in Midiam)

207 3825 (in Aristogitonem)

145 38255 227

Diogenes Apolloniates (Diog Apoll)B (fragmenta)

1 29 1552 893 1355 86 88 128

Diogenes Laertius (D L)112 236222 47 238913 XIII XIV 47

EEmpedocles (Emp)

A (testimonia)602 7

B (fragmenta)26 9127 s 16310 s 149 23543 149 2356 778 9383 919 9311 9312 93171 ss 91ndash921716 s 921726 235201 ss 92217 s 9223 90265 s 9227 8828 88

Buch Heraklitbook Seite 267 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

268 Index locorum

Empedocles (Emp) continuaB (fragmenta)

29 88 92353 ss 9241 41 8071 9082 9296 92110 10 53

Epicharmus (Epich)B (fragmenta)

12 15Euripides (E)

Bacchae (Ba)523 7610 225

Orestes (Or)446 1491203 1491635 46

Phoenissae (Ph)985 38

Supplices (Supp)430 s 38

fr1221052 7484 89

Evangelium (Ev)Iohannes (Jo)

11 157 169HHecataeus Milesius (Hecat)

fr 1 29 155 186fr 3006 11

Heraclitus (Heraclit)A (testimonia)

11 2021a XI12 XIV15 6316 XIII17 31 203112 XI 47 223

116 XI3 XIV3b XIV

B (fragmenta)1 11 29 31 35 36 37 44 46

49ndash50 52 53 59 80102 103 150 151154 155ndash156 157158 166 180 186ndash190 190ndash192 194197 201 205 207209 214 216ndash217223 227ndash228 230231 234 235 237238 242 244 248

2 11 35 36 59 103 105 115118 124 133 154156 158 186 190ndash192 193 197 201206 207 211 215217 230 238 242

3 1955 XII 11 44 200 2397 103 105 115 2128 106 120 121ndash123 125 2169 3810 42 98 100 106 111 122

124ndash126 164 207ndash208 212 216 238243

11 103 126ndash127 22512 915 43 200 20616 127 22517 213 239 24018 20419 11 209 227 23722 38 6723 13 25 133 134 192ndash193

23924 11 30 6725 43 129 138 20526 111 122

Buch Heraklitbook Seite 268 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 269

Heraclitus (Heraclit) continuaB (fragmenta)

28 42 44 125 205 226 238239

29 67 98 100 101 21730 7 8 11 21 30 35 36 37 97

98 109 109ndash110113 115 115 116129 135 136 194195

31 7 111ndash113 114 119 125135ndash136 150 153158 161 165 166193ndash197 213 248

32 13 19 35 45 52 81 99 127172 194 197ndash200219 223 224 240

33 38 105 124 23234 XI 10 42 67 209 214 218

227 237 23835 234 236 240ndash241 24536 939 104 153 158 165 183 196

200ndash202 206 217218 242

40 11 15 36 81 104 224 230236 238 239 240240ndash241

41 19 35 63 81 86 100 101104 126ndash127 164224 225 240

42 104 23843 6744 38 124 23245 9 10 19 36 100 154 159

161 202ndash205 233ndash234 236 240 241248 250

47 67 23848 XI 13 25 44 172 192 205ndash

206 215 221 232

49 67 98 10049a 12650 11 19 35 42 59 98 100

104 127 154 156159 161 188 191197 206ndash211 212215 217 219 221222 223 224 227228 234 235 237240

51 44 106 120 121ndash123 125133 188 210 216238 239 249

52 7753 7 11 35 53 77 103 118ndash

119 12754 11 121 122 123 228 235

23755 23656 XI 18 45 100 104 205 237

23857 98 102 104 182 238 23958 759 102 182 21160 102 123 182 183 206 21162 50ndash51 20664 103 114 126ndash127 22565 110 11366 8 103 113ndash114 125 127

22567 7 12 26 36 77 103 109

113 114 115 116117 118 125 134164 198 211ndash213238 248

67a 9 19872 43 45 52 154 159 205 209

213ndash216 217 218234 235 242

73 188 216ndash218 23074 67 238 24075 21 115 116 217 228 23577 9

Buch Heraklitbook Seite 269 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

270 Index locorum

Heraclitus (Heraclit) continuaB (fragmenta)

78 11 127 133 164 197 221238

80 7 35 36 118 119ndash120 129133ndash134 135 187ndash188 239

81 19 104 23885 XI 9 6786 23987 100 153 159 196 201 206

218ndash219 223 24288 98 125 206 21789 21 35 101 105 115 116

191 21790 8 35 38 99 103 108 109

110ndash111 112 128129 248

91 106 18792 XI 11 190 220ndash22193 XI 46 190 219ndash22394 45 129 134ndash135 135 137

194 20595 6897 68 23998 8100 67 137ndash138101 203102 12 103ndash104 117 118 123

133ndash134 238103 44 123 182104 15 45 202 217 239 240105 104 238106 100 104 123 228 238107 9 19 36 42 182 202 205

233 234 235 236237 240 241 250

108 19 35 53 104 127 153155 159 179 196201 206 217 218221 223ndash227 237239 240 242

110 68112 19 51ndash52 188 224 227ndash

228 230 240113 53 104 192 239114 11 15 35 36 38 42 53 98

100 101 104 105117 117ndash118 124127 133 186 191197 205 211 215222 229ndash232 237239 240 248

115 9 10 19 36 154 159 161202 203 204 232ndash234 236 240 241248 250

116 104 239117 9118 9 19 36 240120 46 136ndash137 200121 100123 XI 228124 20 116125 98 128129 18 81 104 224 236 238

240C (imitationes)

3 XIHerodianus (Hdn)

de Figuris (Fig) p 94 50Herodotus (Hdt)

14 15013 15019 15034 150117 150132 1511725 224209 150213 150

Buch Heraklitbook Seite 270 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 271

Herodotus (Hdt) continua2

33 15143 151912 89962 1211294 s 11314318 11

3209 22425 15045 15171 15076 15099 149130 21413022 38142 150143 150

4118 224952 204135 150

56110 224774 67105 150

6124 151

7934 22513 15014 150465 22447 18950 18958 150103 18914315 89156 150218 150223 150

810 150771 6786 229102 15010913 11

92 2267 15078 20280 150802 38832 38

Hesiodus (Hes)Opera et Dies (Op)

76 2078 14780 13106 147212 ss 130 131225 s 130228 s 7237 131254 134267 14550 8649 16686 67737 8788 147

Theogonia (Th)27 14574 109116 89123 ss 89 98 238204 11229 147296 11407 11500 221535 11586 11587 20

Buch Heraklitbook Seite 271 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

272 Index locorum

Hesiodus (Hes) continuaTheogonia (Th)

588 11700 ss 89746 ss 238867 113885 109890 147901 ss 138

fr2352 132963 13306 16

Hippolytus (Hippol)Refutatio omnium Haeresium (Haer)

992 210 123Hipponax (Hippon)

fr 1282 20Homerus (Hom)

Ilias (Il)1124 2302123 ss 1442125 1432212 ss 1452214 202222 1452258 1452435 1452669 112797 72805 2212814 2213188 1424124 ss 444145 204199 ss 1454 7560 s 1215759 206468 164827 308480 458507 1438541 137

8547 1439515 129600 151058 2211068 121148 2011166 22111638 ss 12811755 1431285 2012225 2012243 5413292 14514187 2014342 301580 1515187 ss 10915193 23015390 ss 14715393 14615412 1615422 1415597 s 716122 717250 22118225 718309 11818372 ss 6218419 1518449 1218470 ss 6219125 20420205 16420495 ss 1422112 ss 1422113 72120 1422122 ss 1422127 1422129 1422230 22122235 1522255 12122415 12

Buch Heraklitbook Seite 272 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 273

Homerus (Hom) continuaIlias (Il)

2345 2212352 723239 14323455 22123809 23023843 22124294 1424793 143

Odyssea (Od)18 45155 ss 1461471291 2211322 152222 221326 153138 204278 124411 ss 143 1444440 1444449 1444450 ss 142 143ndash1444551 1255 1455228 ss 625248 1215361 1216119 s 1308195 2219174 s 1309335 14210234 s 1281196 1111147 s 1111151 14311206 ss 1111218 ss 1111374 14512165 143 14512231 13712427 1371377 20

13109 813200 s 13014145 1214196 s 14514362 143 14515487 143 14516136 23917193 23917281 23918228 1319203 14520112 1122346 1123306 ss 1452464 1124108 14224339 12

hymnus ad Mercurium (h Merc)317 147483 16511 16

Margitesfr 32 16fr 5 238

IIbycus (Ibyc)

fr 123 17Inscriptiones Graecae (IG) 1sup2

2322 149374191 149

Ion ChiusB (fragmenta)

1 29 155Isocrates (Isoc)

1 (ad Demonicum)164 38366 38

2 (Areopagiticus)336 38

4 (Antidosis)1643 227

11 (Busiris)12 93

Buch Heraklitbook Seite 273 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

274 Index locorum

Isocrates (Isoc) continua17 (Trapeziticus)

358 38367 38444 38

Epistula 6 (Ep ad filios Jasonis)67 197

LLycurgus (Lycurg)

in Leocratem34 226384 226

Lysias (Lys)27 (in Epicratem)

10 226MMarcus Antoninus (M Ant)

446 216Melissus (Meliss)

B (fragmenta)7 91

PPapyrus Derveni (P Derv)

col 47 ss 134col 191 ss 198

Parmenides (Parm)A (testimonia)

123 XIV3712 s 7

B (fragmenta)1 4613 31111 23 31114 132115 24126 ss 132127 23 31131 s 42132 23 3121 5422 14 23 2423 ss 23 29 31 47 55ndash56 8024 23

27 s 393 16 24 3941 16 24 39 42 54 6742 23 8843 2143 s 9551 2361 s 1623 24 32 39 56ndash5862 5464 3165 16 94 19266 1516 2469 16 237 4671 2372 s 5473 ss 148ndash14974 s 2475 24 182 189 2358 4682 23 5682 ss 7683 5683 ss 9484 1685 s 8886 ss 7687 s 3988 s 24812 ss 133813 ss 76817 s 23822 ss 76 88826 ss 76827 23827 s 77830 s 77833 23834 ss 16 24 39836 54836 s 23837 76838 23 25 26

Buch Heraklitbook Seite 274 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 275

Parmenides (Parm) continuaB (fragmenta)

838 ss 189839 23842 23842 ss 76845 23846 ss 23 32847 s 88848 23850 24 148 151850 ss 54852 21853 25854 23855 ss 26 94857 23860 21 5491 2591 s 26101 ss 54106 s 77124 ss 9016 14161 s 16 2419 25

Pausanias (Paus)52510 18

Phoebammon (Phoeb)de Figuris (Fig) p 46 50

Pindarus (Pi)Isthmia (I)

669 20718 17847 17

Nemea (N)28 20323 11353 20448 204471 202518 17645 148

71 204751 148841 17938 8

Olympia (O)1110 1481116 1722 11254 204286 17313 20768 148883 20912 148928 17938 17109 ss 150115 1481110 171113 201345 ss 143147 17

Paeanes (Pae)7b20 1794 17

Pythia (P)15 s 8141 17194 148210 20380 148382 204116 1484188 s 1414248 17548 148868 121874 17

fr611 171299 1141334 17140b 121

Buch Heraklitbook Seite 275 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

276 Index locorum

Pittacus (Pittac) ed Mullach14 38

Plato (Pl)Cratylus (Cra)

396a 46426d ss 175 179

Crito (Cri)48c 22950b 7 38

Gorgias (Grg)465d 88

Leges (Lg)781b 226835d 67887b 8 38907e 6 38

Phaedo (Phd)72c 88 93

Phaedrus (Phdr)244a ss 220

Politicus (Plt)303e 1 7

Respublica (Resp)353d 196383a 3 227

Sophista (Sph)217c XII230a 2 89237a XIV242c ss 85242e 123

Symposium (Smp)187a 123 210

Theaetetus (Tht)152d s 187180e 1 25

Timaeus (Ti)33b ss 88

Plotinus (Plot)65913 232

Plutarchus (Plu)adversus Colotem (adv Col)

1114b 95de animae procreatione in Timaeo

(de an procr in Tim)1012d 2321026b 123

de Iside et Osiride369a 231369b 123

de tranquillitate animi (de tranq an)473f 123

Quaestiones platonicae (Quaest plat)1007d 137ndash138

Romulus (Rom)288 19

Porphyrius Tyrius (Porph)de Antro Nympharum (Antr)

11 1929 123

Pratinas (Pratin)fr 6 121

Proclus (Procl)in Pl Parm commentarii (in Prm)

7087 95Pythagoras (Pythag)

A (testimonia)14 XIV

SSappho (Sapph)

fr 562 17fr 628 8fr 1376 141

Scholia (Schol)in Hesiodi Theogoniam 116 89

Sextus Empiricus (S E)adversus Mathematicos (M)

7132 29Simonides (Simon)

fr 54212 17fr 604 17

Buch Heraklitbook Seite 276 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Index locorum 277

Simplicius (Simp)in Arist Physica commentaria (in Ph)

871 2514611 2515530 8916114 91184 95

Solon (Sol)fr 12 20fr 432 ss 131fr 47 ss 131fr 55 s 131fr 7 (Mullach) 38fr 117 s 183fr 1311 20fr 1346 8fr 1347 ss 18fr 331 204

Sophocles (S)Ajax (Aj)

1263 228Oedipus Tyrannus (OT)

374 99844 143851 197

Philoctetes (Ph)931 ss 205

Stobaeus Iohannes (Stob)31180a 232

Strabo (Str)1422838 10

TThales (Thal)

A (testimonia)3 31

Theognis (Thgn)19 17415 ss 148543 s 131667 ss 63677 20682 17

704 147 148770 17805 s 131885 s 71051 s 2041055 29 1481245 7

Thucydides (Th)1

4026 7497 22612032 ss 712423 ss 713839 89

4123 2268726 11

74931 89

Tiberius (Tib)de Figuris (Fig) p 76 50

Tyrtaeus (Tyrt)fr 121 29 150

VVetus Testamentum Septuaginta (LXX)

Genesis (Ge)11 ss 8913 ss 168

XXenophanes (Xenoph)

A (testimonia)30 64

B (fragmenta)113 22 30114 148121 s 22 30124 2222 22 30212 ss 101214 1771 29 14875 202

Buch Heraklitbook Seite 277 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

278 Index locorum

Xenophanes (Xenoph) continuaB (fragmenta)

84 141111 22121 22141 22154 2223 11 12 22 29 30 36 46 54

76 8024 12 15 16 22 30 76 11725 16 22 7626 22 7631 41 45 80342 141

Xenophon (X)Memorabilia (Mem)

12342 38

44147 384153 ss 38

Oeconomicus (Oec)1110 204

Buch Heraklitbook Seite 278 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

AAndresen 175 176Asper XIAuroux X 75 176 181

BBarck XIII 188Barnes XII 47Barrett 23Bartling 11 37 139 172 198 223 235237Bastian 153 169Battegazzore 129Beccaria 4 74 75Belardi 174 175 179Boegehold 73Boisacq 140 141Bollack 41 236Bollack-Wismann 45 158Bormann 57 94Breacuteal 4Bremer 59 63 87 118 122 165 177 244ndash245Bremer-Dilcher 118 188Broumlcker 120Burckhardt 158 219 230

Burnet 22 57 93 94 158 187 194 219Busse 5 65 158 162ndash163 164 172 215234

CCalabi 28 66 129 199 219Calame-Griaule XI 41 73 144 145 152170ndash171 201Calogero 24 38 39 44 182ndash183 188 194199 200 205 215Capelle 29 49 234Cardona 4 40 66 70Cassirer 40 66 177Catenacci 219Cerri XIII XIV XVI 14 56 57 64 95Chafe 73Chantraine 121 134 140 195Cherniss 109 195Cleve XVIICobb-Stevens 63Cole 16 17Cole Gay Glick Sharp 70Colli XIII XVII 29 102 122 158 162165 179 236Conche 29 158 160 161 202Cooper 70

Indice degli autori moderni

Buch Heraklitbook Seite 279 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

280 Indice degli autori moderni

Cornford 25 27 57 71 72 86 87 89 9296 129 132 138 167 178Coxon 56 57 149Cozzo 62 64 144 236Culioli 75

DDamman 72Danek-Hagel 176Darcus 16 179 203 226 233ndash234De Mauro 4 74Deichgraumlber XI 41 221 246Della Casa 169Denniston 126Denny 70ndash71 73Desbordes 147 174 176Detienne 45 67 167Di Cesare 163 182 205Diano-Serra 37 43 52 53 84 101 103106 114 117 123 127 150 151 158 161190 194 195 203 210 212 213 214 219221 224 230 231 232 236 237Diels XIII 20 56 57 94 114 125 158219 230 234Diels-Kranz XVIII 25 51 53 54 56 5790 106 121 123 124 158 210 214 215219 230Dilcher 3 84 146 150 151 152 157 164Dodds 71Donadoni 169

EEbeling 140Egetmeyer 134

FFattal 140 141ndash144 145 147 160 162239Fleisher Feldman 75Fournier 140 142 152Fraas 60 65Fraumlnkel XIII 27 57 65ndash66 77 117 133Frazer 40Frege 60Friedlaender 20

Frisk 20 140von Fritz 3 13 14 15 16 59Fuumlhrer 24 204

GGadamer 180Gallet 63Gallop 56 57Gambarara 39 181Gemelli Marciano XII 12 116 158Gentili XV XVIGernet 167Gigon 30 110 127 162 186 189Gladigow 17 18 19 20 172Gluumlck X 177Goethe 157Goldhill 110 222Gomperz H 25 146 156 186Gomperz Th 100 116 118Gonda 169Goody X 144 183Goody-Watt IXGostoli 16 238Graham 92 94Griefenow-Mewis Bitima 66van Groningen 148Guthrie XIII 27 30 77 84 86 92 109149

HHalbwachs 67Hammer 5 59 84 96 96 97 106 124126 133 147 148 151 160 162 179 180206 207 208 210 214 230 234 238 242Havelock IX X XI XVII 3 4 39 61 6768 69 75 76 86 107 129 132 161 221244Heidegger XVII 42 95 99 116 122 140146 180 198 207 209 210 219 241Heitsch XII 30 54 55 56 57 64Held 42 59 99 130 157 158 164 166177 183 191 199 200 207 210 215 219234 238Hense 232

Buch Heraklitbook Seite 280 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Indice degli autori moderni 281

Hermann 23Hershbell 54 110Hoffmann E 177 179 180 182 192 249Hoffmann L 66Hofmann 140Houmllscher 55 56 57 199 240Homberger 4Houmlnigswald 169Hornberger XVIHorovitz 141 144 148 149 150 160Hussey 28 45 63 155 244Hutchins 70

IIllich 176Iser 246Italie 149

JJanni 62Jellamo 129Junker 169

KKahn IX XIII 1ndash2 8 10 11 12 18 20 2123 27 28 31 34 36 37 38 43 45 51 5361 63 64 76 77 79 80 86 87 97 108109 110 111 112 113 114 115 116 117122 123 124 125 126 127 130 132 133135 136 137 147 150 155 158 160 180193 194 200 202 203 209 210 212 214219 221 224 225 227 229 230 231 233243 248Kalverkaumlmper 60 61 65Kerschensteiner 20 21 95 107 109Kirk XII 9 11 20 36 37 42 46 47 5152 53 67 85 103 106 110 111 114 115116 117 121 123 124 126 127 129 130137 138 156 158 160 186 189 190 191193 194 200 201 208 209 210 211 213219 223 224 227 230 231 234 242 244Kirk-Raven 57Knobloch 177Kranz 30

Kraus 12 13 14 25 42 57 94 116 163180 181 182 188 191 205 210 234Kretzenbacher 66Kurtz 84 139 148 149 150 158 159 160162 219 226 234

LLaks XIII XVI 61Lallot 13 181 236Lami 15 41 42 43 151 158 160 201 215Laumlmmli 89 174 178Lanza 20 61 90 93 97 225Laspia 96 97 121 152 171 174 176Lassalle 172Latacz XVILausdei 151Leenhardt 71 145 153Lengyel 245Lesher 54Leszl XVILeutsch-Schneidewin 67 238Levy-Bruhl 70Lloyd 167Longo 110Lord 176LSJ 14 53 87 123 140 141 143 155 161164 196 201 204 214 218 224 225 226231Lurija 69ndash70Lyons 34

MMansfeld 56 57 58 64 158Marcovich 5 9 18 19 46 51 53 67 77103 104 106 109 110 112 114 119 123124 125 127 155 156 158 160 163 186190 192 196 200 203 204 205 207 208209 210 211 212 214 218 219 220 221222 223 224 225 227 229 230 231 232233 237Marcovich Mondolfo Taraacuten 158Martinet 173Maturana 72Maturana-Varela 97

Buch Heraklitbook Seite 281 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

282 Indice degli autori moderni

McDiarmid 20 109McIntosh Snyder 122McLuhan X 85Miruka 66Mondolfo 114Morenz 169Most 177Mouraviev 47Mourelatos 101 117 124 211 229 230231Mullach 158Muumlller 145Musti 103 108 111

NNagy 63Nestle 68Nieddu X XII XV XVI 44Nietzsche XVI XVIINightingale XVIINorden 41Nussbaum 8 9 10 42 67 183 187 193202 203 233 235ndash236 237 239 249

OOrsquoBrien 57 58 86 92OrsquoSullivan 13Olson 75Olson Torrance Hildyard 73Ong 71Opsomer 147 160Owen 55 57

PPagliaro 177 178 180 183 199Perilli XIIPiaget 70Picard 111Praechter XVIIPreuss 169Probert 23

RRaible XVRamnoux 13 195

Rath 139 160Reale 95 158 215Reale-Ruggiu 39 95Reinhardt 20 57 94 104 106 113 191194 206 223 227 228 230 231Robinson 52de Romilly 149Rosenberger 221Roumlsler XV 88 246Rossi XV

Sde Saussure 34 84 173Schadewaldt 160 162 164 191Schaumlfer 30 54Schenkel 232Schirren 6 14 16 34 45 64 152 187 190209 216 226 228 236 238 239Schleiermacher 158 186 234Schmalzriedt 22Schmitter 182Schofield 61 88 204Semerano 87 140Serra 220 222Sider 61 90 93Silk 41Silvestri 160 197Snell 8 13 42 43 59 62 65 68 124 125152 157 158 162 163 164 179 182 194219 226 230 237 239 240Stokes 4 30 36 37 54 85 86 89 91 9899 109 116 121 122 126 194 240Stross 153Susemihl 29

TTaliesin 245Tambiah 48Tannen 73Taraacuten 25 55 57 94 95Thanassas 94 95Traglia 12Trier 34

Buch Heraklitbook Seite 282 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Indice degli autori moderni 283

UUeberweg-Praechter 57Untersteiner 57 64 95

VValiulis 50 51Verdenius 9 25 43 45 57 83 84 116146 147 149 162 163ndash164 179 183 191204 214 216 236Vernant 167Vetta 150Vlastos 21 135 195Vygotsky 5

WWackernagel 23Walzer 43 138 158 219Wenskus 60West 5 156 158 160 161 166 176 191199 207 214 221Wiese 195Wiesner 56 57Wilamowitz 30Wittgenstein 175 197Wright 77 91 92

ZZahan 66 152 170Zeller 30 94Zumthor XV XVI

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Buch Heraklitbook Seite 284 Mittwoch 3 Maumlrz 2010 1213 12

Aambiguitagrave 2 4 5 46 53 60 68 78 79 80 154

intenzionale 28 29 31 32 47 47ndash48 50 52 54ndash58 61 63 66 68 76 79 80 224

amfibologia 48articolazione linguistica 97 173ndash175auralitagrave XIVndashXVI 78 81 183 249ndash250autopoiesi 97 98 101 108 109ndash110 112ndash113 114 115 117 127 197 212 234 247Ccontesto drsquouso 4 5ndash6 32 33 38 61 65 73 195contestualitagrave contestualizzazione XVI 4 5 28 33 70ndash78 84 156 195 243conversio 98 100 103 105ndash107 108 110ndash112 113 114 115 117ndash118 124 126 128 134 136 188 189 197 199 208 212 215ndash216 229 243 247 249Ddefinizione esplicita XVII 60 74 75 76 77 78 84densitagrave semantica XVI 3ndash4 5ndash6 26 33 37 73ndash74 243

come modo della significazione 74ndash78intenzionale 28ndash32

Eepilinguistica riflessione 75 78 81Ggiochi di parole

espliciti 42 42ndash43 44 138 205impliciti 42 43ndash45 205nelle culture orali 40ndash41

Llettura ad alta voce 41 43 44 48 245 246linguaggio specialistico 39 40 59ndash60 61 68 73 74 77 80

parole vs termini 59ndash60 61ndash62 64ndash65 65ndash66 80ndash81 178ndash179

Mmetalinguistica riflessione 74ndash75 78 81 176Oolistica concezione del linguaggio 175ndash177 250oracolare stile XIV 28 41 66 80 138 219

come σημαίνειν 219ndash220 221ndash223Pparola creatrice 168ndash171polisemia 4 6 65 79 154 155 160 195presocratici XVIndashXVII

Indice delle cose e dei concetti notevoli

Ai fini di una maggiore funzionalitagrave si egrave preferito riportare qui di seguito i passaggi rilevan-ti per il chiarimento dei concetti piuttosto che elencare tutte le occorrenze dei lessemi

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286 Indice delle cose e dei concetti notevoli

Rrete di significazione 34ndash35 37 39ndash40 73 80 102 107ndash108 128ndash129 211 243risemantizzazione XVI 4 26 32 33ndash34 37 60 79 153risonanza 1ndash2 34 37 79 80 134 243 248Sscritto eracliteo

forma XIndashXII 244ndash245ricezione XIndashXIV 41 47ndash48 218sodalizio di forma e contenuto 222ndash

223 242ndash246sintassi dellrsquoevento e dellrsquoazione 76ndash77 78 81 107Uunitagrave articolata 84 96ndash98Vvariazione dellrsquoidentico 39 78 81 107 134 248

ἁρμονίη 106 120ndash123 249βάρβαρος 9 181ndash182 205 233 236ndash237γνώμη 126ndash128δίκη 120 129ndash134 192ἕν πάντα rapporto

in Eraclito 99ndash105nella cosmologia arcaica 85ndash95

ἔρις 120 129 134 135 188θεός

come esempio di densitagrave semantica 11ndash12

come immagine di unitagrave articolata 116ndash118

κεραυνός 103 126ndash128κόσμος

come esempio di densitagrave semantica 20ndash21

come immagine dellrsquounitagrave articolata 115ndash116

κυκεών 128λέγειν

significato 140ndash146λόγος

come risorsa euristica 178 185 209 222 241ndash246 249

come unitagrave articolata 177ndash179 185ndash234 242ndash245

significato 146ndash153μέτρον 7 110 129 135ndash136 194ndash195μοῖρα 138μόρος 138νόμος 38 105 124 231ndash232νόος

come esempio di densitagrave semantica 13ndash16

e conoscenza 35 229 230 239ξυνιέναι 187 230 238ndash239 250

ἀξύνετος 187 209 215 217 228 235 238

ὄνομαcome esempio di densitagrave semantica

12ndash13 205entro lrsquounitagrave articolata 180ndash182 192ndash

193 197ndash199 207 213 249

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Indice delle cose e dei concetti notevoli 287

οὖρος 136ndash137πληγή 103 126ndash128πόλεμος

come esempio di densitagrave semantica 7come immagine dellrsquounitagrave articolata

118ndash120πολυμαθίη 11 15 62 102 104 204 211 215 221 224 230 236 239 240ndash241πῦρ

come esempio di densitagrave semantica 7ndash8

come immagine dellrsquounitagrave articolata 108ndash115

σημαίνειν 110 219ndash220 221ndash222σοφίη σοφός

come esempio di densitagrave semantica 16ndash20

e conoscenza 42 62 104 211 224ndash225 228 240ndash241

σύναψις 124ndash126τέρμα 136ndash137τροπή 8 112 135ndash136 194χρυσός 38 111 128ψυχή

come esempio di densitagrave semantica 8ndash11

e conoscenza 9ndash11 181ndash182 202ndash205 233 236ndash237 240 241

ὥρα 137ndash138

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OLMS

SPUDASDASD MATABAND 134

ISBN 978-3-487-14386-6

134

Laur

a G

ianv

ittor

io middot

Il

dis

cors

o d

i Er

acli

to

Secondo la communis opinio i Preso-cratici segnano lrsquoinizio della fi losofi a come disciplina e del relativo linguaggio specialistico Tali presupposti vengono qui messi in discussione in base ad unrsquoanalisi semantica del linguaggio pre-socratico piuttosto che ridurre esso po-tenzia ambiguitagrave e ridondanza sfruttan-dole come risorse del senso Lrsquoesame si concentra sullrsquouso non terminologico di logos in Eraclito Il signifi cato del lessema stabilito in base ai contesti drsquouso attestati fi no allrsquoepoca dellrsquoEfesio ed affrancato dalla successiva Wirkungs-geschichte egrave ancora contraddistinto dallrsquoidea del lsquoraccogliere insiemersquo (leg-ein) il lsquodiscorsorsquo infatti consiste nella sintesi di singoli epea (detti) ed onomata (nomi) Mostrando il farsi uno dei molti il logos assume dunque una funzione euristica per la comprensione dellrsquounitagrave di fenomeni apparentemente irrelati o contraddittori Sia a livello formale nei modi della ldquori-semantizzazionerdquo della pa-rola-chiave sia a livello contenutistico nella specifi ca interdipendenza scorta tra linguaggio e mondo si riconoscono nel logos di Eraclito caratteristiche salienti del compromesso tra oralitagrave e scrittura

Im allgemeinen Verstaumlndnis begruumlnden die Vorsokratiker das philosophische Fach-wissen und die philosophische Fachspra-che Diese Annahme wird in der vor-liegenden Arbeit mittels einer semanti-schen Analyse revidiert die Sprache der Vorsokratiker meidet nicht sondern zielt geradezu auf mehrdeutige und redundante Ausdrucksweisen Hier ist der nicht-ter-minologische Gebrauch von logos bei Heraklit besonders aufschlussreich In der Bedeutung dieses Lexems die an den bis zur Zeit des Ephesiers belegten Verwen-dungskontexten untersucht wird zeigt sich die noch wirkende Kontinuitaumlt mit der legein-Grundbedeutung bdquosammelnldquo die bdquoRedeldquo besteht naumlmlich aus einer Sammlung einzelner epea bzw onomata Aufgrund ihrer synthetischen Struktur ist sie geeignet eine heuristische Funktion fuumlr das menschliche Verstehen der latenten Einheit scheinbar loser Erscheinungen zu erfuumlllen Sowohl formal in der Art wie das Lexem semantisch aufgeladen wird als auch inhaltlich in der spezifi sch heraklite-ischen Interdependenz zwischen Realitaumlt und Sprache lassen sich in dem logos des Heraklit Charakteristika erkennen die auf den Uumlbergang von der Muumlndlichkeit zur Schriftlichkeit zuruumlckgefuumlhrt werden koumlnnen

Laura Gianvittorio

Il discorso di EraclitoUn modello semantico e cosmologico nel passaggio dalllsquo oralitagrave alla scrittura

Laura Gianvittorio

Il discorso di EraclitoUn modello semantico e cosmologico nel passaggio dalllsquo oralitagrave alla scrittura

2-farbig Tiefe entspricht Pantone 5507grau Magenta entspricht Pantone 7427rot

  • 0001-0004_1100905-OLMS-Gianvittorio_1c_I0
  • 0005-0302_1100905-OLMS-Gianvittorio_1c_I0
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