SportivissimoDicembre

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Andrea Cervellin Campione Italiano motocross

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La rivista dell sport vicentino

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Andrea CervellinCampione Italiano motocross

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TINTARELLA DI SCIALPINISMOUNA SERATA SUGLI SCI GRAZIE A DYNAFITC’è una novità che animerà le fredde serate di quindici rifugi alpini, e non solo: Nachtspektakel - Tour the

Moon, un circuito di quaranta date dove tutti potranno vivere l’esperienza di “una notturna” e, soprattutto,

di una cena in quota insieme a tanti amici.

Dynafi t mette fi ne alle no-iose serate in-vernali e offre la possibilità di sciare di

notte, sotto il cielo stellato. Un appuntamento itinerante sulle nostre montagne dove liberamente si può vivere lo scialpinismo in modo ludico e divertente, rigenerante per il fi sico e ritemprante per la mente. Un progetto Dynafi t che coinvolge alcuni tra i più accoglienti rifugi alpini e i più qualifi cati punti vendita di scialpinismo. Nella maggior parte dei casi Dynafi t metterà a disposizione dei partecipan-ti sci e attacchi di prova.Grazie alla collaborazione con un totale di 15 negozi specializzati in articoli sporti-vi nelle immediate vicinanze delle rispettive location per lo sci notturno, tutti i parte-cipanti avranno la possibilità

Lo sci in notturna di Dynafi t coinvolgerà 15 rifugi alpini:Rifugio LocalitàMont Seuc (1700 m.) Alpe di Siusi (BZ)

Innerhofer Alm (1.743 m.) Valle Aurina/Rio Bianco (BZ)

Rifugio Bristot al Col Toront (1612 m.) Nevegal (BL)

Bar Ristoro La Grava (1300 m.) Nevegal (BL)

Pfeifer Huisele (1720 m.) Colle Isarco (BZ)

Baita del Cacciatore (1830 m.) San Candido - Monte Elmo (BZ)

Höferalm (2010 m.) Burgusio - Watles ski area (BZ)

Bar Ristoro Spirito di Vino (1894 m.) Laris, Champorcher (AO)

Bar Ristorante Campo (1600 m.) Alpe Mera, Scopello (VC)

Rifugio Crosta (1751 m.) Alpe Solcio, Varzo (VB)

Rifugio Meira Garneri (1800 m.) Vallone di Sant’Anna, Sampeyre (CN)

Rifugio Graffer (2261 m.) Pian del Grostè, Madonna di Campiglio (TN)

Rifugio Campogrosso (1457 m.) Campogrosso, Recoaro Terme (VI)

Rifugio Franchetti (2433 m.) Vallone delle Cornacchie, Prati di Tivo (TE)

Rifugio Montecristo Località Le Steppe-Montecristo, Assergi (AQ)

di noleggiare l’attrezzatura di prova Dynafi t per il tour dei rifugi. Lo scopo del progetto è soprattutto quello di divertirsi praticando lo scialpinismo e avvicinare e incoraggiare anche i principianti di questo sport. La praticità e la facilità di utilizzo delle attrezzatu-re Dynafi t renderanno i tour divertenti anche per i novizi dello sport, inoltre i rivendi-tori specializzati forniranno tutta l’assistenza necessaria.Con 15 percorsi diversi, tra i 250 e gli 900 metri di dislivel-lo, principianti o professioni-sti dello scialpinismo trove-ranno il tour che fa per loro: nel bosco, lungo i sentieri forestali o a margine delle piste che risultano ovviamen-te vuote durante la notte. La sicurezza sarà come sempre al primo posto: lungo i vari percorsi, infatti, nelle serate di sci notturno non saranno impiegati gatti delle nevi né

alpinismo

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cannoni sparaneve.Chi parteciperà alle serate potrà vivere per una volta l’esperien-za di sentire lo scricchiolio della neve fresca nell’altrimenti si-lenziosissimo paesaggio alpino, osservare le ombre degli alberi innevati al chiaro di luna e go-dersi una tranquilla salita su una montagna dove di giorno sfer-ragliano le cabine della funivia.Su, ad attendere gli sportivi, vi saranno squisiti banchetti per gli escursionisti e tante perso-ne che condividono la stessa passione e che non resistono al fascino dello sci escursionismo in notturna. L’atmosfera auten-tica dei rifugi farà sì che molti si tratterranno più del previsto, con nuovi o vecchi amici, e la promessa di tornare la settima-na successiva. E alla fi ne vi sarà un altro piacere da gustare: la discesa alla luce delle lampade e della luna! Ai piedi delle Piccole Dolomiti, il Rifugio Campogrosso in col-laborazione con il negozio Valli Sport di Schio, apre agli scialpi-nisti tutti i venerdì dal 07-01-11 al 04-03-11. Si può raggiungere da due versanti, quello trentino da Rovereto, quello vicenti-no da Schio fi no al Pian delle Fugazze dove si parcheggia nei pressi di Malga Fratte det-ta anche „Mangia e bevi“ e si continua per il segnavia n° 173 (ex 13) per Malga Boffetal; il rifugio è raggiungibile anche da Recoaro Terme fi no al Rifugio La Guardia, dove è disponibile un ampio parcheggio, da qui si prosegue seguendo la strada carrozzabile o il sentiero n° 151 (ex 1). Per ulteriori informazio-ni: Valli Sport tel. 0445/517626 [email protected] www.valli-sport.itPer conoscere tutti i rifugi che partecipano all’iniziativa, le specialità offerte, come rag-giungerli e il partner specializ-zato per le attrezzature di pro-va, si può visitare il sito www.dynafi t.itTutte le informazioni sul-la stagione di sci notturno 2010/2011 saranno disponibili anche sulla pagina face book di DYNAFIT.

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editoriale5

magazine mensile di sportdistribuito gratuitamente

direttore responsabileLuigi Borgo

[email protected]

direzione commercialeLaura Danzo

laura@tipografi adanzo.it

redazionePaola Dal Bosco

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segreteria di redazioneGiuliana Lucato

giuliana@tipografi adanzo.it

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via Monte Ortigara, 8336073 Cornedo Vicentino (VI)

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registrazioneIscrizione al Tribunale di Vicenza

il 21 dicembre 2005 n.1124

Per inserzioni pubblicitarieo per inviare notizie sportive scrivere a:

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oppure telefonare al numero0445 430985

SSIMOSPORTIwww.sportivissimo.net

A me, ma sono pronto a scom-mettere di non essere il solo, viene spontaneo

dividere l’umanità in due ma-cro categorie: chi ha fatto sport e chi no. Trovandovi, in questa distinzione, molti più signifi cati di chi si ostina a cercare un briciolo di senso nelle vecchie e logore catego-rie: ebrei e gentili, bianchi e neri, essere di destra o di sini-stra. Termini oggi completa-mente svuotati di senso, come guelfi e ghibellini o come ri-formisti e conservatori. Faccio solo un esempio: Messner in una bella intervista che vi con-siglio, “La mia vita al limite”, si defi nisce un riformista, ma in tema di tutela dell’ambiente dice di essere un convinto conservatore. Invece, basta essere in un luogo qualsiasi, meglio se non sportivo, e si percepisce subito chi ha rice-vuto un’educazione da sporti-vo e chi no. In spiaggia o sulla neve, al supermercato o in au-tostrada i non sportivi si di-

stinguono a colpo d’occhio. Primo, perché sono imbranati. In spiaggia possono inciampa-re sulla sabbia, al supermerca-to accorgersi di aver dimenti-cato il portafoglio al momento di pagare, in autostrada viag-giare a 100 all’ora sulla corsia di sorpasso, che se così faces-sero in coda a uno skilift, per esempio, sarebbero ancora lì chissà da quale stagione. Se-condo, perché sono maleduca-ti: sporcano, gridano, fanno i prepotenti, che per loro maga-ri vuol dire avere carattere, ma è vero il contrario. Terzo, per-ché sono brutti, forse non ne-cessariamente in senso geneti-co, sono brutti perché, la frase è di Winston Churchill, “non sono baciati dalla simmetria classica tra mente e corpo”. Corpi casualmente belli con teste fatalmente vuote; intelli-genze brillanti in corpi grossi, grassi, goffi . Chi, invece, ha fatto fi n da piccolo un’attività sportiva ha una luce diversa. Dei modi di comportarsi di-versi. E’ più sveglio, sa orga-nizzarsi, è indipendente. E’

Sportivie non

di Luigi Borgo

educato. Poche attività sanno trasmettere il senso della di-sciplina senza cadere nell’au-toritarismo come lo sport. Non c’è modo migliore della prati-ca sportiva per insegnare ai giovani il valore delle regole. Lo sport è il massimo educa-tore. Forse il senso di certi va-lori a molti ragazzini sfugge mentre vivono lo sport, forse talvolta anche qualche genito-re non capisce la severità degli allenatori, il loro pretendere impegno, serietà, determina-zione, forse non si capisce il signifi cato di allenarsi alle pri-me luci dell’alba o dopo il tra-monto, quando fuori fa freddo o piove o nevica, eppure sono convinto che alla lunga ogni giovane atleta intuisce che dietro a tutto ciò c’è uno spiri-to razionale dalla cui obbe-dienza si assicura una società più seria, più ordinata; una so-cietà di belle persone. Questa è la vera missione del vero sport. Chi parla di vittorie, po-verino, non ha capito molto.

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magico 141Andrea Cervellin con la sua Husqvarna numero 141 vince il titolo di Campione Italiano di motocross classe 250

Di lui e delle sue vit-torie avevamo già scritto qualche anno fa, ma di Andrea Cer-vellin si continuerà a scrivere a lungo,

perché Andrea è uno che con la moto ci sa fare davvero e a soli 20 anni è già tra i più forti piloti d’Europa. Nato a Valdagno nel 1990, Andrea cresce in una famiglia di sportivi. Il padre, Fabrizio, è maestro di sci e la madre, Emanuela, è un’Anto-niazzi, cioè sorella di quel Giorgio Antoniazzi, grande talento del cross italiano, vincitore di tre titoli italia-ni e per molti anni uno tra i piloti di vertice del cross made in Italy. Fin da piccolo, quindi, Andrea vive di pane e sport, e soprattutto dimostra di avere il gene di famiglia per la moto cross, per i salti, le corse nello sterrato. La pista dei Parlati diventa la sua seconda casa. Vince da subito, prima nel Minicross, nel campiona-to regionale, poi in quello nazionale, fi no a che non si accorgono di lui i grandi Team Cross. Diventa pilota nel team Fly Cross Kawasaki e poi è l’Honda Martin a offrirgli moto e contratto. Ma due anni fa Andrea passa alla Husqvarna che ha un av-veniristico progetto per una nuova

moto. La Husqvarna, casa motoci-clistica svedese, è oggi di proprietà della BMW ed è prodotta in Italia, a Varese. Andrea Cervellin corre per il Moto Club Free Racing di Vicenza sia il campionato Europeo sia quel-lo Italiano e questo è il suo secondo anno in sella alla nuova moto. “E’ stata una stagione fantastica! Dopo la caduta in Slovenia dello scorso anno, dove mi sono fratturato una spalla, sono riuscito a rimettermi subito in sella, grazie soprattutto all’eccellen-te intervento del professor Rigon di Villa Berica e subito ho trovato quel feeling con la moto che da un po’ sta-vo inseguendo”. La sua Husqvarna, dice, è quasi un prototipo, “con un motore piccolo, il più piccolo che c’è al mondo ma per questo anche il più leggero. Da un lato, quindi, non dà ancora il massimo della potenza che può esprimere e ha bisogno ancora di sviluppo, ma dall’altro ha dato alla moto una ciclistica straordinaria. Una moto, quindi, super maneggevo-le che non andava guidata contando sulla potenza del motore ma sulle sue qualità telaistiche”. Andrea comincia a capire la sua moto, a sfruttarne la scorrevolezza, l’agilità nei cambi di direzione, il suo essere leggera nei salti e questo gli ha permesso di

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7motocross

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lottare sempre nelle posizioni di vertice. “Con questa moto ho im-parato a essere veloce contando non solo sulla potenza del motore ma sull’insieme delle qualità del mezzo. Quando, e sarà presto, i miei meccanici riusciranno a dare qualche cavallo in più al motore, saremo arrivati alla perfezione”. Nel campionato Europeo, Andrea si è dovuto accontentare della se-conda posizione, dopo che nella fase centrale si era trovato a lungo in testa. “Abbiamo avuto qualche problema tecnico dovuto essen-zialmente all’aver cercato uno

sviluppo troppo celere del nostro motore”. Il ritiro in due gare deci-sive lo ha fatto chiudere al secondo posto, dietro al francese Lenoar su Suzuki. Ma Andrea non si è perso d’animo e ha cercato e trovato nel campionato Italiano il titolo che voleva. Sebbene con una gara in meno, in quanto una tappa dell’Ita-liano era in concomitanza con una valevole per il titolo Europeo, An-drea Cervellin si è aggiudicato il titolo di Campione d’Italia. E, cosa rarissima, se l’è aggiudicato nello stesso anno in cui l’ha conquistato

anche il fratello Michele, che corre nella categoria Minicross Senior su Honda 150 4T e che fa parte del team Martin Honda e del proget-to “Talenti Azzurri”, una speciale squadra che la Federazione Italiana ha ideato per far crescere le speran-ze del cross tricolore. Di Michele Cervellin parleremo nel numero di febbraio di Sportivissimo. Prima dei due super fratelli Cervellin era stato Franco Picco l’ultimo vicen-tino a conquistare il titolo Italiano e, altra curiosità, Andrea è il secon-

do vicentino che conquista il titolo su una moto Husqvarna. Prima di lui è stato il cornede-se Bruno Battilana, pilota degli anni ’70, ad aver conquistato il tricolore su una moto arancione, la quale aveva, altra coinciden-za, il numero 14 che, se non è simile, poco gli manca al 141 di Andrea. Per il prossimo anno Andrea punterà al titolo Europeo e cor-rerà la fase fi nale del Mondiale. Aspettiamo grandi notizie.

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Vai sempre a tutta birra

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Sempre nella categoria Senior grandi soddisfazioni sono arrivate anche da Damiano Batti-

stin, che con 22 gare disputate, oltre ai vari piazzamenti, si è aggiudicato la gara su strada

per amatori ASTICO-BRENTA , conquistando anche il secondo gradino del podio nella

LUGO-MONTE CORNO e nella prova di CAMPIONATO VENETO di M.T.B.

Si sono distinti anche Diego Mascella nella categoria veterani, Filippo Filippozzi nella ca-

tegoria Primavera e Vittore Peserico che, nella categoria super gentleman, ha conquistato

il GIRO DELLA PROVINCIA ed è CAMPIONE A CRONOMETRO DI VICENZA, da

segnalare anche Michele Caneva che oltre a vari piazzamenti di rilievo si è aggiudicato il

campionato provinciale di MTB di categoria.segnalcampionato pcampiona

NCIA ed è CAMINLLA PROVI

Caneva che oltre a vari piazzamenti di rilievo si è aggiudicato il

e Cche Michelepropro

Caneva che olte Ce Micheledi MTB di categoria.

e diovincialeoPer quanto riguarda il sesso

“debole” Franca Peretti, al suo primo

anno di agonismo, ha conquistato la ma-

glia di Campione Veneto salita nella gara

di S.PIETRO MUSSOLINO- SANTA

CATERINA, campione Nord Est salita

nella gara VALDAGNO-CASTELVEC-

CHIO, vincendo anche la gara di TRE-

BASELEGHE ed ottenendo poi un 2°

posto a SOAVE ed un 3° posto a DE-

SENZANO . “Ringrazio ancora il Ve-

loclubPiana e questo splendido gruppo

di amici, che mi ha sempre aiutato ed

incentivato ad esprimermi al meglio”

ha dichiarato Franca Peretti al termine

della stagione agonistica. de

Il VELOCLUB PIANA A.S.D. compie 20 anni,storia e vittorie di un grande sodalizio

Quest’anno la nota società sportiva denominata VELOCLUBPIANA A.S.D. taglia il prestigioso traguardo dei 20 anni di attività. Una

tappa sicuramente importante che premia l’impegno e la costanza con la quale il gruppo dirigente si è sempre applicato, per favorire ed

incentivare al meglio la pratica del ciclismo sia a livello agonistico che amatoriale. Ad oggi il Veloclub Piana risulta una delle società sportive con un maggior numero di iscritti prati-canti nella vallata dell’A-gno, circa 250, numero in costante crescita di anno in anno.Dalla stagione 2010 il Veloclub Piana ha uni-to le forze con CICLI CORNALE, gruppo ciclistico storico della vallata. Questa nuova collaborazione ha fornito nuova linfa vitale, per-mettendo di raggiungere risultati di prestigio sia a livello provinciale che regionale.

La squadra ago-nistica annovera tra gli iscritti Massimo Brut-

tomesso, nella categoria senior, che quest’anno con 40 gare di-sputate , ha otte-nuto ben 10 vit-torie ed 8 secondi posti, con la con-quista del GIRO DELLA PRO-VINCIA, il CAM-PIONATO VENE-TO DI SALITA, il C A M P I O N ATO PROVINCIALE MEDIOFONDO.

Una menzione particolare per Marco Fochesato che al debutto in campo agonistico nella categoria junior ha ot-tenuto piazzamenti di presti-gio nelle varie competizioni.( 1°a SOAVE, 2° nella VAL-DAGNO-CASTELVECCHIO, 3°alla G.F. FIZIC , 5°alla G.F. LIOTTO, sfi orando il podio in molte altre competizioni in tutta la regione.“Sono molto soddi-sfatto dei risultati ottenuti e credo di avere ancora dei margini di mi-glioramento per il prossimo anno”, ha dichiarato il portacolori del Ve-loclub Piana

di Orazio Zanatta

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Per quanto riguarda la disciplina della M.T.B Il VeloclubPiana mette a disposizione l’espe-rienza dei suoi istrutto-ri SIMB di terzo livel-lo PIERO ed ENNIO per le uscite accompa-gnate dei fi ne settimana con percorsi naturalisti-ci studiati ed adattati a tutti i Biker, dai più gio-vani ai più esperti.vani ai più esperti.p ù esperti.

Il Velo clubPiana, oltre ad un pulmino a

9 posti per le uscite programmate, dispone di

una accogliente sede in località Ponte Gar-

zaro presso la quale tutti gli appassionati del

pedale , si ritrovano ogni mercoledì, per fi ssare

gli appuntamenti e le uscite settimanali sia in

mountain bike che in bici da strada.

Inoltre sono a disposizione anche delle bici-

prova a tutti gli iscritti che lo richiedono, e per

agevolare la partecipazione degli appassio-

nati alle iniziative, viene fornito un servizio

S.M.S. personalizzato, con le indicazioni rela-

tive agli orari ed ai luoghi di ritrovo.

Sempre presso la sede sociale tutti gli iscritti

trovano l’abbigliamento sportivo

uffi ciale in materiale tecnico, testato diretta-

mente dalla dirigenza, con consigli pratici per

un utilizzo ottimale.

11111111111111111111

Tra le manifestazioni agonistiche organizzate dal Veloclub Piana vi sono:

-LA MEDIO FONDO DEI SETTE ROCOLI gara di MTB valida per il campionato UDACE a livello provinciale, che è giunta

quest’anno alla sua Ventesima edizione

Una gara che ogni anno trova un positivo riscontro da parte dei partecipanti soprattutto per la varietà del percorso e per la perfetta

e rodata macchina organizzativa.

-UNA PROVA DEL CAMPIONATO PROVINCIALE SU STRADA UDACE suddiviso per categoria junior, senior, veterani,

gentleman e supergentleman con una buona partecipazione di atleti da tutta la provincia, che si sono dati battaglia prima nel cir-

cuito ad anello della zona industriale di Valdagno ed infi ne sulla salita fi nale che porta alla frazione di Piana.

- 1° TROFEO SALITA VALDAGNO- CASTELVECCHIO valida come campionato provinciale NORD EST SALITA UDACE,

un percorso che ha messo a dura prova le qualità agonistiche degli atleti con un inizio in circuito pianeggiante, per passare poi alla

salita fi nale di 8 KM con pendenza massima del 16% ed arrivo nella splendida frazione di Castelvecchio.

ciclismo

disciplina della M.T.

- 1° TROpercorso che ha

8 KM con pende

Per quanto riguarda i lina della M T

un percorso ch

salita fi nale di 8 KM co

Per quanto riguarda l’at-tività amato-riale anche quest’anno sono state p r o m o s s e m o l t e p l i c i iniziative, a partire dal G E M E L -L A G G I O CICLISTI-CO con gli amici tede-schi di PRIEN AU CHIEMSEE che in occasione della festa dello

sport, hanno reso la visita fatta dai ciclisti del Veloclub Piana nel

2008 presso la cittadina bavarese.Questa è stata sicuramente una bella occasione di scambio culturale

nonostante le logiche diffi coltà di comunicazione. Comunque la pas-

sione comune per lo sport ha unito ancora una volta .

ome campileti con un inizio in circuito pianeggiante, per passare poi alla

a splendida frazione di Castelvecchio.i con uplendida frazione di Castelvecchio.

Sono state brillantemen-

te organizzate alcune

uscite per gli stradisti

con vari itinerari: IL

GIRO DEL GARDA al

quale hanno partecipa-

to ben 38 iscritti in una

giornata con tempo da

“lupi”lungo tutti i 160

KM del percorso, tutti

arrivati visibilmente

provati ma felici. IL

GIRO ITALIA-AUSTRIA-ITALIA di 270 km, in due giorni

indimenticabili, con 4 passi Alpini e 5000 metri di dislivello I

4 PASSI DOLOMITICI una classica che non può mancare nel

palmares di ogni ciclista. Senza dimenticare le “migliaia” di chi-

lometri percorsi dagli appassionati del VeloclubPiana durante le

uscite dei fi ne settimana.

tte e-o--

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ici-persio-izioela-

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Le uscite escursionistiche in MTB

di quest’anno sono state molto ap-

prezzate, con percorsi di grande

interesse come IL GIRO DELLA

PIATTA, IL GIRO DEL PASUBIO

e IL GIRO DELL’ALTIPIANO DI

LAVARONE E LUSERNA.

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Il Veloclub Piana invita tutti gli ap-passionati dai più giovani ai veterani a svolgere assieme una sana attività sportiva sulle due ruote ricordando che lo sport fa bene alla salute.Per ulteriori in-formazioni con-sultare il sito in-ternet:www.veloclubpia-na.it

Il Presidente Grigolato Giuliano ringraziando tutti gli sponsor, ha trac-ciando un bilancio più che positivo dell’attivi-tà svolta dal Veloclub Piana nell’anno 2010 ed assieme al gruppo Diri-gente ha già in cantiere grosse novità per il pros-simo anno sia a livello amatoriale che a livello agonistico.“Credo che la vera for-za di questo gruppo stia nello spirito di amicizia e di passione comune verso questo magnifi co sport che ci unisce da tanti anni e ci gratifi ca per l’impegno profuso” ha dichiarato Giuliano con visibile soddisfa-zione.

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L’uomo ha da sempre avvertito il fascino misterioso del subli-me e vissuto le più svariate forme di estasi. Uno degli spa-

zi del Pianeta dove si possono più facilmente provare simili ebbrezze ed incanti è senza dubbio la mon-tagna. Radicate nell’uomo ci sono genera-li motivazioni antropologiche che fanno della montagna, delle sue grotte, delle forre, dei suoi boschi infi niti, delle sue sorgenti inconta-minate luoghi in cui si manifesta il sacro e l’uomo che le visita avverte l’incanto della contemplazione. La montagna e la spiritualità ad

essa legata hanno da sempre assun-to moltissimi signifi cati nella sto-ria delle idee, delle credenze e della produzione letteraria.Tutte le culture hanno ritrovato nel profi lo verticale della montagna un’immagine della tensione verso l’Oltre e l’Altro, rispetto al limite terrestre.La montagna con la sua natura spesso incontaminata diventa luo-go preferito per il colloquio con l’eterno e per il rapporto con la di-mensione del divino, per cui l’uo-mo, salendo, è tra l’altro portato alla meditazione ed alla rifl essione spirituale. Il monte così può signifi care ascesi, distacco dal materiale e simboleg-

giare la tensione dell’uomo verso la divinità che abita i cieli. E’ per questo che tradizioni religiose di tutte le culture e di tutti i tempi, alimentate da una inesauribile fan-tasia, hanno conferito a tante mon-tagne un senso ed un valore sacro, spazio di un possibile legame tra cielo e terra. La montagna con il suo potente ca-rico simbolico ha, in ogni tempo, ispirato una sterminata produzione letteraria e pittorica. La cima di un monte quasi ci obbliga anche fi si-camente ad alzare gli occhi verso l’alto laddove ha sede l’invisibile, l’irraggiungibile e il trascendente.Con queste premesse si può ten-tare di comprendere anche perché

l’uomo esplora le montagne, le sale a volte in condizioni ambien-tali e climatiche estreme sino al rischio della vita. Forse è proprio la dimensione dell’ascesa che con-sente, seppure allo stato inconscio, la ricerca dell’Assoluto. L’uomo nell’ascendere lascia il peso del-la materialità, della monotonia, della quotidianità e forse arriva all’intuizione del mistero che abi-ta nell’Alto, nell’Oltre; ne prova struggente desiderio, ne assapora l’insopprimibile bisogno. E’ lassù sulla montagna che si sperimenta la contemplazione, anche tra fatica e sofferenza, che permette di uscire da sé per conoscere l’Altro.Nella Bibbia la montagna è il luogo

LA MONTAGNA, L’UOMO,

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della presenza di Dio, quindi della bellezza, del silenzio meditativo, della perfezione e della prova, si fa così simbolo dell’elevazione dell’uomo.Oggi, così pieni e sicuri del nostro sapere scientifi co, sorridiamo di tutto ciò, ma chi è più attento alla nostra umana avventura, sente con nostalgia che il perdersi allo sguar-do di un fulmine a ciel sereno pote-va essere, e perché no, la coda di un drago incastonata da innumerevoli diamanti; la forma di una nuvola, il volo di un animale fantastico, l’ur-lo del vento, il lamento senza posa delle anime dei defunti; le frane, le valanghe, i crolli delle torri, la pu-nizione della divinità offesa.

Il principale responsabile delle continue devastazioni del patrimo-nio naturale è l’uomo, il quale si è costantemente rivolto con atteggia-menti trionfalistici verso il potere incontrastato della natura.L’immaturità e l’impreparazione scientifi ca, unitamente a superate concezioni fi losofi che e morali, gli ha impedito di usare con discrezio-ne le proprie capacità di dominio sugli altri essere viventi e sull’am-biente. Ciò ha avuto come inevi-tabile conseguenza una profonda alterazione degli ambienti naturali con distruzione di animali e vege-tali, che non hanno avuto il tempo di reagire effi cacemente ad un’e-voluzione così rapida, determinata

artifi ciosamente dalla invadente azione dell’uomo. Le montagne con le loro vette che si innalzano verso il cielo appaiono dimora visi-bile del Dio invisibile, la cui mae-stà è nascosta tra le nubi. La fede biblica, a differenza di altre che fi niscono per ”divinizzare” il monte, afferma però con fermezza il primato di Dio su tutto il creato e quindi anche sui monti.La montagna con la sua natura spesso incontaminata è luogo privi-legiato per il colloquio con l’Eter-no, con ciò che non si può vedere e non si può dire, con il profondo della nostra anima per un rappor-to con la dimensione del divino, pensiamo ai monasteri, agli eremi

e ai luoghi di silenzio in Dio. Nella Bibbia il Monte è un luogo dove si svolgono avvenimenti speciali, rivelatori, è luogo di particolare vicinanza a Dio, Mosè, la trasfi gu-razione, le beatitudini, la crocefi s-sione, addirittura Dio stesso è iden-tifi cato come montagna rocciosa e come rocca. Ma anche noi salendo sulle nostre montagne possiamo dire : ”alzo gli occhi verso i monti, da dove verrà il mio aiuto? Il mio aiuto è dal Signore che ha fatto cie-lo e terra”. Ecco che ancora con la Bibbia si può dire: “il Signore è la mia forza, egli rende i miei piedi come quelli del cervo e sulle alture mi fa camminare”.

Il SACROUna rifl essione profonda sulla montagna come luogo d’elezione per la nostra spiritualità

montagna

di Vittorio Cappozzofoto di Dorino Stocchero

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di Enzo Casarotto

ciclismo

Il 2010 fi rma il secondo giro di boa del responsabile provinciale F.C.I. Renzo Gandini che assieme a Fran-cesco Cecchin, Max Cerato, Stefano Retis, Stefano Melison e il segretario MariaPia Pegoraro gestisce le sorti

dell’attività ciclistica provinciale. “Un’altra stagione va in archivio – asserisce Gandini - e sostanzialmente anche nel 2010 le cose sono andate per il verso giusto, sotto tutti i punti di vista nonostante un periodo econo-mico che di sicuro non aiuta l’attività spor-tiva di nessun genere. Grazie ai miei validi collaboratori e alla sensibilità delle società vicentine, tutte le problematiche sono state affrontate e risolte nel migliore dei modi e mi riferisco in particolare al grosso lavoro in cui il Comitato Provinciale è stato im-pegnato in prima persona rispetto all’orga-nizzazione del Trofeo dello Scalatore d’O-ro Memorial Sasso-Pelizzari, dei meeting rosa, esordienti e giovanissimi tutti riusciti molto bene con gran partecipazione e che anche nel prossimo anno organizzeremo. Da non dimenticare quanto fatto per il setto-re pista che ha avuto un incremento notevo-le rispetto al passato e che ci ha visti prota-gonisti come Federazione anche per quanto riguarda la gestione dei tre impianti presenti nell’area berica. Ritengo che la linea portata avanti dal questo Comitato sia ampiamente condivisa con la base. L’unico rammarico è stato lo scarso introito che non ci ha per-messo d’investire su qualche gara in più per il settore esordienti. Anche sotto l’aspetto agonistico i corridori vicentini si sono fatti onore con Enrico Battaglin, Andrea Pasqua-lon, Federico Zurlo (il primo vicentino ad aggiudicarsi la prestigiosa Coppa d’Oro), Andrea Giovanelli, Lorenzo Genovese, Mattia Furlan, Luca Tagliapietra, Marco Pi-sano, Alessandro Campese, Emanuele Fu-riassi, Daniele Savio, Roberto Pesavento, Susanna Zorzi, Viviana Gatto, Michela Pa-vin, Silvia Grotto, Jessica Pellizzaro, Katia Ragusa, Jessica Schiavo, Giulia Pironato, Nicole Dal Santo, Maria Vittoria Sperotto, Anna Ferrari, Camilla Zampese, e tanti altri che stanno crescendo nelle società vicenti-ne non solo per quanto riguarda l’aspetto sportivo ma che si distinguono anche in atti di solidarietà non ultimo quello dimostrato nei confronti dell’amico Davide Casarotto coinvolto nella tragica alluvione di Creso-le”. “Colgo l’occasione - afferma per con-cludere Renzo Gandini - per ringraziare gli atleti e tutte quelle persone che in Provincia lavorano dietro le quinte indispensabili per qualifi care sempre più questo meraviglioso sport che nel 2011 avrà alcune novità im-portanti. Augurando a tutti dei giorni sereni e felici di festa in famiglia, siamo a disposi-zione di tutti per far crescere ulteriormente questo sport che amiamo sopra ogni altra cosa e ci auspichiamo anche, visto quanto è successo quest’anno, cresca anche sotto l’aspetto della sicurezza delle gare”.

Il presidente della F.C.I. provinciale, Renzo Gandini,esamina la stagione 2010 del ciclismo vicentino.Il id t d ll FC I i i l R

bici targata Viiscicl

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18 per Thomasciclocross

È stato organizzato dallo Schio Bike il primo trofeo dedicato alla memoria di Thomas Casarotto, gara di altissimo livello, vinta dalla Cicli Pengo

“È un percorso duro con tanti rilanci e delle bel-le gradinate; è lungo al

punto giusto (3 km. n.d.r.) e penso sia abbastanza selettivo, meno male che se non altro non c’è tantissi-mo fango”. Questa è la prima im-pressione raccolta nel pre-gara dal debuttante veronese di Villafranca Elia Mazzuraga e così si presenta anche il 2° Trofeo Keit – 1° Memo-rial Thomas Casarotto e 11^ prova di ciclocross Veneto per amatori Udace organizzata da Edo Sandri presidente del gruppo sportivo Schio Bike e dai suoi tanti appassio-nati. Presenti Calearo il presidente di Vicenza e componente naziona-le Udace, il sindaco di Schio Luigi Dalla Via, l’Assessore allo sport Gabriele Terragin e la famiglia di Thomas Casarotto al completo. 90 gli atleti al via suddivisi nella varie categorie con due partenze. In tota-le sono 47 le società iscritte. Gra-zie ad un percorso apprezzato dai partecipanti già si pensa in futuro ad organizzare qualcosa di più im-portante e si vocifera che grazie alla capacità organizzativa della Schio Bike, questo tracciato potrebbe be-nissimo ospitare la prova tricolore. “Sono contentissimo – afferma Edo Sandri il presidente della Schio Bike - perché siamo stati graziati dal tempo che ci è stato favorevo-le dopo le settimane di poggia che ci hanno preoccupato non poco per le condizioni del terreno di gara; il percorso è stato apprezzato e ciò gratifi ca i nostri sforzi organizzati-vi. Tutti i miei collaboratori hanno dato il massimo della loro disponi-bilità per allestire il tracciato curan-do tutti quei minimi particolari che alla fi ne hanno prodotto un risultato di qualità. La partecipazione poi di atleti sia numericamente che tito-lati con parecchi campioni italiani al via, ci ha oltremodo soddisfatti e stasera torniamo a casa consapevoli che i nostri sforzi sono stati pre-miati. Un grazie va indistintamente a tutti i miei collaboratori, poi la ciliegina sulla torta è stato l’aver dedicato la manifestazione al no-stro concittadino Thomas Casarot-to, spesso compagno di allenamenti di molti di noi. Io sono sempre stato in mezzo allo sport in primis con il motocross e ora con la bici e in più col lavoro che faccio (Vigile del fuoco n.d.r.), la sicurezza è stata sempre un punto fondamentale nel-la mia indole e quindi aver richia-mato anche oggi l’attenzione sulla sicurezza e l’aver fatto di tutto per garantirla agli atleti in gara, per me è una cosa di primaria importanza

rispetto ai premi, alla partecipa-zione e quant’altro, dobbiamo non solo a parole ma con i fatti, portare avanti tutti insieme queste proble-matiche nel mondo del ciclismo”. Per la cronaca, il trofeo Thomas Casarotto è andato alla Cicli Pengo società prima classifi cata con 86 punti davanti alla Pederzolli Elite sport di Trento con 26 punti; terza la Mtb Villafranca con 19 punti. La

Schio bike si piazza all’ottavo po-sto con 14 punti. Questi i vincitori nelle varie categorie: Donne fascia B: Vania Bergamo (Pedali Roven-ti) , Donne fascia A: Sabrina Masin (Cicli Pengo), Debuttanti:Alessio Pederzolli (Cicli Pederzolli Elite sport), Cadetto: Mario Chiodin (Ci-cli Pengo), Junior: Diego Lavarda (Cicli Pengo), Senior: Andrea Pau-letto (Team Racing Mem), Vetera-

ni: Oscar Zantomio (Cicli Pengo), Gentlmen Claudio Dovigo (Benato Bikers), Supergentilmen: Antenore Scarpetta (cicli Pengo), Supergen-tlmen B: Giovanni Bertoldo (Imac Tezze Arzignano), Primavera: Sa-muele Mazzurega (Villafranca). Per le classifi che complete e le foto: [email protected].

di Enzo Casarotto

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un anno di lavoro con lo Siamo giunti alla fi ne anche di questo 2010 e per l’Assessorato allo Sport del Comune di Valdagno è tempo

di un primo bilancio del lavoro svolto in questi mesi, caratterizzati da diversi successi sportivi che hanno

dato lustro all’intera città. Si è trattato anche di mesi piuttosto diffi cili, in cui ci si è dovuti confrontare con la

sempre minor disponibilità di fondi per lo sport ed i crescenti tagli imposti alle Amministrazioni in ogni settore.

Lo sport è per tutti. Ciclo di conferenze sullo sport come stile di vita.Si sono tenuti nei primi mesi dell’an-no alcuni incontri con relatori di livello nazionale per trattare tema-tiche legate al mondo sportivo quali l’alimentazione e le tecniche di alle-namento. Le conferenze sono state rivolte ad un vasto pubblico compo-sto non solo da sportivi, ma anche da genitori, dirigenti e tecnici delle associazioni, personale del mondo scolastico e cittadini interessati.Particolare attenzione è stata rivolta alla promozione di una corretta prati-ca sportiva, non solo intesa come at-tività agonistica, ma anche e soprat-tutto come stile di vita attivo.Considerate le numerose richieste di chiarimenti in merito agli obblighi fondamentali ed agli adempimenti necessari per costituire e ammini-strare correttamente un’associazio-ne sportiva dilettantistica, è stato poi organizzato un incontro ad hoc per trattare il tema. Grazie alla col-laborazione del CONI di Vicenza è stato possibile dipanare la matassa di procedure da rispettare e fornire così un’importante risposta alle diverse associazioni cittadine.Il grande sport a ValdagnoL’intenso lavoro delle società spor-tive valdagnesi ha permesso di ospi-tare in città diversi appuntamenti di alto livello, realizzati in collabora-zione con l’Assessorato allo Sport.Si è tenuta al Palalido, dal 27 al 30 maggio, la Final Six 2010 di hockey su pista, evento conclusivo dell’Eu-rolega, principale competizione europea di questa disciplina. Ospiti a Valdagno, oltre ai padroni di casa dell’Hockey Isello Vernici-Città di Valdagno, l’F.C. Barcellona, l’F.C. Porto, il Roncato Pati Vic, il Ce Noia e il Reus Deportiu. Anche se è sfu-mato il sogno di agguantare l’ambita coppa europea per i valdagnesi un altro sogno è stato realizzato pochi mesi dopo. L’8 giugno, infatti, l’Ho-ckey Isello Vernici-Città di Valdagno ha vinto il primo scudetto della sua storia, traguardo raggiunto con il so-stegno dell’intera città che ha tifato e poi gioito insieme ai giocatori.

Dal 13 al 18 luglio, sempre al Palalido di Valdagno, si è tenu-to il Campionato Italiano Divi-sione Nazionale di pattinaggio artistico a rotelle, organizzato dal Valdagno Castelgomberto ADP Pat-tinaggio Artistico, con i patrocini dei comuni di Valdagno e Castelgomber-to. Quasi 500 atleti provenienti da tutta Italia hanno affollato la città per un appuntamento degno di nota che ha visto di nuovo Valdagno polo at-trattivo di manifestazioni sportive di grande rilevanza.L’assegnazione di questo Campiona-to è stato un ulteriore riconoscimento dell’ottimo lavoro svolto sul territo-rio dalle numerose società sportive che ogni giorno curano con passione la promozione dello sport e dei suoi valori, soprattutto quando svolto a livello dilettantistico.Tra gli eventi di rilievo non va dimenticato il 2° Campionato Nazionale di Arrampicata Sportiva Vigili del Fuoco, tenu-tosi dal 24 al 26 settembre presso la palestra di arrampicata “Sandri e Menti” del Palasoldà. Dopo il suc-cesso della prima edizione, anch’essa svoltasi a Valdagno, è stato deciso di riproporre questa bella competizione per il secondo anno consecutivo, gra-zie all’organizzazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Vicenza ed in collaborazione con la Provincia di Vicenza ed il Comune di Valdagno. L’appuntamento è stato seguito da un folto pubblico accanto alla partecipazione numerosa di at-leti provenienti dai comandi di tutta Italia.Altro appuntamento ormai fi s-so per il ciclismo valdagnese è stata la “Granfondo Liotto Città di Valdagno”, già riconfer-mata anche per il 2011. Quest’anno la gara, giunta alla sua 12a edizione, ha raggiunto i 2200 partecipanti, in rappresentanza di ben 500 teams provenienti da tutte le regioni del nord Italia, dall’Emilia Romagna e dalla Toscana, confermandosi come ambito appuntamento primaverile per tutti gli appassionati.

Opere pubbliche per lo sportSeppur in un periodo di grossi tagli, sono proseguiti alcuni interventi volti al miglioramento dell’offerta di luo-ghi e strutture per l’attività fi sica e la pratica sportiva ad ogni livello. Concluso il tratto di collegamento tra la pista ciclabile Prien Am Chiemsee e la ciclabile di valle che permette ora il collegamento con tutta la pista che sale da Montebello, arrivando nel pieno centro della città, nella zona di Oltreagno e del Parco della Favorita.Immersa nel Parco La Favorita, è stata installata la nuova area fi tness aperta al pubblico. Nel prato tra l’ingresso principale e la fontana antistante le serre, infatti, è stata realizzata un’area con otto attrezzi in acciaio inox speci-fi ci per l’attività fi sica all’esterno, che permetteranno a chiunque lo volesse di tenersi in forma nello splendido contesto del parco. Per gli sportivi e non l’area è fornita anche di appositi pannelli che illustrano tutte le possibi-lità di utilizzo delle macchine con pre-ziosi suggerimenti sugli esercizi fi sici che è possibile svolgere con queste attrezzature.Sono state poi completate la rigene-razione del manto erboso e l’installa-zione dell’impianto di illuminazione presso il campo da calcio comunale di San Quirico. A tal proposito, dispiace di aver creato qualche disagio alle squadre a inizio stagione, ma grazie a questo intervento è stato possibile portare a quattro il numero dei campi da calcio regolamentari presenti sul territorio (Piana, Stadio dei Fiori, Ma-glio di Sopra, San Quirico). Sono pro-seguiti anche i lavori di manutenzione ordinaria presso le altre strutture.Infi ne, grazie anche ad un contributo regionale, inizieranno nei prossimi mesi i lavori di sistemazione dell’a-rea sportiva Valdagno Sud. L’attuale piastra polifunzionale verrà demolita e sarà creato un campetto da calcetto con fondo sintetico più distante dalle abitazioni in modo da arrecare minor disturbo ai residenti. Nella nuova struttura, che verrà anche dotata di illuminazione, sarà possibile giocare anche a basket.Valdagno si muove con la Fes-ta dello Sport 2010L’Assessorato allo Sport del Comune di Valdagno, in collaborazione con la Consulta delle Società Sportive ed il

CONI di Vicenza, al moto di “Val-dagno si muove” ha organizzato, dal 3 al 6 giugno, la Festa dello Sport. Quattro giorni tutti dedicati allo sport valdagnese con dimostrazio-ni, incontri, tornei, ma anche stand gastronomici e buona musica. La manifestazione ha voluto offrire alle diverse società sportive partecipanti la possibilità di godere di una vetrina d’eccellenza per i propri atleti, per le proprie realtà e per le attività svolte con grande impegno durante tutto l’arco dell’anno. Per l’occasione sono state presentate le «10 Passeggiate del Cuore», itine-rari cittadini di varia diffi coltà realiz-zati in collaborazione con l’Associa-zione Amici del Cuore per riscoprire il sapore di una sana passeggiata tra le meraviglie di Valdagno. Altra ini-ziativa che l’Assessorato allo Sport sta portando avanti grazie all’aiuto di associazioni ed amici riguarda la mappatura GPS dei nostri sentie-ri per poi metterli a disposizione di chiunque fosse interessato.

“Abbiamo fatto molto quest’anno, seppur con risorse ridotte – è il com-mento dell’assessore allo sport Ales-sandro Grainer – ma il lavoro svolto dalle società sportive è stato ancora più importante. È nata una Consul-ta delle Società Sportive che si sta impegnando nel mettere in rete le diverse realtà cittadine, raccoglien-do al tempo stesso proposte, idee ed iniziative per il futuro. La collabora-zione tra società e Comune è a dir poco fondamentale per la buona ri-uscita di qualsiasi evento e devo dire che fi nora ho potuto sempre contare su una grande disponibilità e parte-cipazione per cui ringrazio tutti. Un ringraziamento va anche alla Banca San Giorgio e Valle Agno dimostra-tasi sempre attenta allo sport val-dagnese contribuendo a realizzare molte iniziative.Infi ne, ricordare tutti i successi spor-tivi di questo 2010 sarebbe impos-sibile, quindi nel fare gli Auguri di Buone Feste anche a nome dell’Am-ministrazione Comunale, mi congra-tulo con i nostri campioni, grandi e piccoli, che quest’anno hanno raggiunto importanti traguardi per-sonali, ma che sono grandi risultati per tutta Valdagno. In bocca al lupo per i successi futuri!”

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sport e per lo sport di Giulio CentomoFoto di Gianpietro

Bevilacqua

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Grazie alle abbondanti nevicate dei primi giorni di dicembre, la stagione sciistica a Recoaro Mille è iniziata già dal ponte di Sant’Ambrogio con la

Scuola Italiana di Sci, diretta da Carlo Pianalto, protagonista fi n da subito nel ricevere i tanti sciatori che hanno voluto iniziare nel modo più giusto

una stagione che si preannuncia ricca di giornate sugli sci. La Scuola di Sci Recoaro Mille, nella nuova sede del Tunche, propone varie possibilità

di lezioni sia individuali sia collettive per tutti i livelli, da quello di bronzo, per chi inizia, fi no a livello d’oro, per gli sciatori più bravi. Sono possi-

bili anche lezioni di preagonismo e di agonismo su tracciati. Recoaro Mille e la sua Scuola di Sci sono un’ottima opportunità per i residenti della

nostra provincia, i quali possono raggiungere le piste e fare due ore intense di sci sfruttando al meglio il proprio tempo. La vicinanza di Recoaro

Mille con la pianura costituisce, soprattutto, un grande vantaggio per gli studenti che possono sciare dopo la scuola senza, tuttavia, perdere l’intero pomeriggio.

Sono molti, infatti, quelli che hanno imparato a sciare proprio a Recoaro Mille, partecipando ai corsi che la Scuola di Sci organizza.

La Scuola di Sci Recoaro Mille protagonista

della stagione sciistica

2010/2011

sci

a lezione di sci

di F.S.Foto di Riccardo Corà

Per informazioni 333.9001771

Novità pizza al mezzo metro

via S.Cristoforo, 10 - 36078 VALDAGNO (VI) - tel. 0445/404771 - CHIUSO IL GIOVEDì

Trattoria Pizzeria Capri

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La prima notizia è questa: lo scorso inverno, sotto l’egida della Scuola di Sci Melette, tre allenatori dell’Unione Sportiva Asiago, Pietro e Alberto Bonomo e Luigi Borgo, con Ross Zampese e Gianni Sartori hanno partecipato al campionato inter regionale per Maestri di Sci sulle nevi della pista Cola del Nevegal, ri-uscendo a conquistare il terzo posto, sebbene fossero solo

in cinque e corressero contro Scuole che si erano presentate con un gran numero di maestri. La seconda notizia è che gli allenatori dell’Usa sono prima di tutto grandi appassionati di sci: ecco, in sintesi, chi sono: Laura Tescari, ex atleta del Comitato Veneto, è da sempre allenatrice dell’Unione Sportiva Asiago. Segue la categoria baby e cuccioli e vanta una grandissima esperienza nell’insegnamento dello sci ai bambini. Valeria Pizzo-lato, anche lei è una ex atleta del Comitato Veneto, quest’anno si è laureata in Ingegneria a Trento, segue la categoria baby e cuccioli. Stefano Reniero, ex atleta azzurro, è laureato in Scienze Forestali ed ammini-stratore di una società d’in-gegneria specializzata, tra l’altro, nella realizzazione di piste di sci.

Breve profi lo degli allenatori dell’Unione Sportiva Asiago, settore sci alpino

LO STAFF DELLOSKI FORCE ONE

sci

Luigi Borgo, laureato in Lettere, ha varie pubblicazioni nel mondo dello sci, è editorialista di Sciare Magazine e da quest’anno è consigliere dei maestri di sci del Veneto. Pie-tro Bonomo, ex atleta del Comitato Veneto, oltre a sciare fa l’imprenditore, è suo il caffè più in di Asiago, il “Keple”, come Fabrizio Cappelletti, anch’egli allenatore e imprendi-tore, suo il caffè più in di Vicenza, il “Venticinque” in piazza

dei Signori. Alberto Bonomo è laureando in Economia e Commercio a Vene-zia e da quest’anno gli è stata affi data la categoria giovani. Sciare con l’Unione Sportiva Asiago è anche sciare assieme a dei professio-nisti impegnati che vivono intensamente la loro grande passione per lo sci.

Per Informazioni:UNIONE SPORTIVA ASIAGO SCI via Cinque – 36012 – Asiago (Vi)

Tel e fax 0424.462668 www.usasiago.com e-mail [email protected]

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una maxi Mini

IL PADREFRANCOCECCATO

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Un grande debutto per il vicentino Michele Ceccato su Mini Cooper S nel primo Campionato Italiano Turismo: ben 5 vittoriesu 7 gare

MICHELECECCATOè fi glio d’arte, il padre Franco, nel 1982 è stato Campione Italiano rally, con la 131 Abarth uffi ciale 4 Rombi, gli ha trasmes-so la passione e la grinta per diventare un buon pilota. La Ceccato Motors Con-cessionaria di famiglia in via Venezia a Padova, con il marchio BMW e MINI, ha permesso a Michele di avvicinarsi nel primo Campionato Italiano Turismo a bordo di una Mini Cooper S che l’ha visto protagonista nel CITS, il Campio-nato Italiano Turismo di Serie, lanciato dal Gruppo Peroni e riservato alle vet-ture fi no a 2000 cc. E’ stato un doppio debutto, per il CITS al suo primo appun-tamento con gli appassionati del genere. Michele Ceccato con il preparatore Giu-seppe Zarpellon di Bassano e con il suo staff ha scelto l’assetto Eibach- Bilstein, che s’è rivelato subito vincente, quello su base Bilstein B14 PSS è regolabile in altezza, ma non in taratura, formula a cui Michele ha saputo adeguarsi e sfruttare a suo vantaggio facendo sognare il pub-blico, conquistando tre pole position e cinque primi posti assoluti, sfi orando per un soffi o la vittoria di tutto il campiona-to. Sette gare disputate, dove il pilota vicentino ha sempre fatto la differenza nei circuiti di Vallelunga, Franciacorta, Misano, Mugello, Varano, Imola. Alla prima tappa di Vallelunga ha conquistato subito la pole position, dove ha segna-to il giro più veloce, e la sua 1ª vittoria non è mai stata messa in dubbio fi n dai primi giri di gara. Giri perfetti e prove autorevoli si sono confermati con il pri-mo posto assoluto anche nella prima gara di Franciacorta, in quella di Imola, dove c’è stato un vero trionfo partendo dalla pole per conquistare come una furia la vittoria sia nella prima che nella secon-da gara. Da fi ato sospeso, fi no all’ultimo giro, anche l’ultima gara, quella che si è disputata il 23 e 24 ottobre a Vallelunga, dove una pole seguita da un primo posto nella prima gara avevano fatto sogna-re per qualche minuto tutto il team che segue Ceccato. Una prima esperienza di campionato questa, che non è passata di certo inosservata agli addetti ai lavori e che riserverà nuove soddisfazioni nel campionato CITS del 2011.

Michele Ceccato è nato a

SCHIO l’8 ottobre 1984.

Debutta come pilota nel

2010 con la MINI COOPER S.

Nel 2011 sarà ancora in

pista con la BMW MINI.

Dirige la concessionaria di

famiglia TOYOTA FERRI di

Limena Padova.

rallya cura Demitri Brunello

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Maestro Giuseppe Boncon il suo Maestro Shin Dae Woung

Maestro Giuseppe Boncon il Maestro Mario Mandrà

Oscar Higa - Bao Lan - Severino Maistrello

arti marziali

storie di maestri

il Maestro Giuseppe Bon

Con questo artico-lo vorrei iniziare un percorso che ci porterà a conosce-re meglio alcuni tra i più famosi ed

importanti Maestri che insegnano o hanno dato molto nelle varie discipline delle Arti Marziali nel-la nostra provincia che per molti versi si può considerare, relati-vamente a questo sport, tra le più importanti in Italia. Non solo perché è il mio diretto Maestro ma anche perché è stra-ordinariamente conosciuto per il suo valore nell’Arte e nelle Com-petizioni prima, e oggi nell’inse-gnamento, comincerò dal Maestro Giuseppe Bon, Maestro di Kung Fu, sia di stili esterni che di stili interni tra i quali il più conosciuto è sicuramente il Tai Chi Chuan.Il Maestro Giuseppe Bon, nato il 19 agosto 1956 a Vicenza, è il direttore tecnico ed il presidente della scuola di Arti Marziali cine-si “A. S.D. Italia Ponn-Zè Team”, che letteralmente signifi ca “Stel-la che Brilla” in lingua coreana in onore del suo primo Maestro. Egli pratica Arti Marziali cinesi dal 1976 e per 15 anni è rimasto sotto la rigida guida del Maestro Shin Dae Woung, di origini corea-ne e giunto in Italia per addestrare l’esercito americano; il carisma e l’abilità del Maestro Shin, nonché l’impegno e la dedizione dimo-strati dal Maestro Bon stesso, gli anno impresso uno stile ed un’im-pronta indelebili.Attualmente il Maestro Bon è cin-tura nera 6° grado, pluricampione italiano di Kung fu, primo classi-fi cato per ben 8 volte nelle gare di forma, 3 volte nei combattimenti Sanda e due primi posti nel Tai Chi Chuan. Vincitore nella cate-goria Maestri al 1° Word Kung Fu Cup 1997 svoltosi a Perugia. Par-tecipante al 5° campionato mon-diale di Kung fu e Sanda tenutosi a Taiwan si è distinto nel maneggio della sciabola e pur non riuscendo in “casa cinese” a salire sul podio, più volte è stato menzionato come il “migliore occidentale”, pote-

di Massimo Neresini

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A.S.D. ITALIA POON-ZE TEAM

SCUOLA DI KUNG FU

E TAI CHI CHUAN

AUGURA A TUTTI I

LETTORI DI

SPORTIVISSIMO

UN FELICE NATALE

ED ENERGETICO 2011

DAN di Bologna del Maestro Flavio Daniele. Si è recato in Cina ultimamente per al-tre due volte e altrettante in Canada per approfondire, con il Maestro Chen Zhonghua di cui oggi è diretto discepo-lo, le tecniche di applicazione e lotta del Tai Chi Chuan stile Chen, metodo pra-tico fondato dal Grande Maestro Hong Junshen.Queste e molte altre esperienze ne han-no fatto un insegnante serio ed un per-sonaggio di spicco nel panorama del Kung Fu italiano ed europeo, tant’è vero che il suo Team è sempre presente agli avvenimenti più prestigiosi qua-li: Golden Dragon, European

Dacascos Cham-p i o n s h i p ,

W o r l d

Kung Fu Cup, Inter-national Tournament, salendo sempre sul podio.Volete imparare l’Arte del Kung Fu e del Tai Chi Chuan… cosa

aspettate a

te ben capire a quel tempo, con la Cina estremamente chiusa, cosa quelle parole potessero signifi care; nel 1990 si è recato nella Cina centrale, nel famosissimo Mo-nastero di Shaolin a studiare ed allenarsi con i monaci guerrieri del Tempio. Nel 1992 è stato inoltre invitato all’Istituto di Educazione Fisica di Pechino dove per un mese ha potuto approfondire lo studio dello stile Pa Kwa, Tai Chi Chuan stile Chen e del Sanda, pratica di puro e duro combattimento, perfezionando inoltre l’uso di antiche armi particolari. In que-sta occasione ha partecipato ad una gara dimostrativa svoltasi a Tianjin (Tien Jin) dove ha ricevuto applausi ed elogi da an-ziani Maestri.Il Maestro Bon si è recato in Cina per la terza volta nell’Ago-sto del 2000, portando con se alcuni allievi della propria scuola, per praticare ed ap-profondire le pro-prie conoscenze con maestri dell’Universi-tà di Educa-zione Fisica di Pechino e di una del-le maggiori scuole di Shaolin, nei pressi del monastero. Oltre al normale allenamento affi na le sue tecniche partecipando a vari sta-ge tenuti da rinomati Maestri cinesi (il Maestro Ho Bing Quan, il Maestro Go Ming Xu, il Maestro Chen Xiao Wang) ed inoltre collabora con l’associazione N E I

contattare uno dei mi-gliori Maestri che po-

tete trovare in Italia, proprio qui vicino a casa… quante vol-te si cerca un tesoro

lontano e si pensa di non poterlo trovare mai, invece è proprio lì vicino a voi che aspetta

solo di essere “visto”.

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29calcio A5

Qu a n d o alla fi ne dell’esta-te il dott. Michele Pellizzari,

imprenditore di Arzignano e titolare del rinomato cen-tro sportivo polifunzionale The Game di Zermeghedo, e Fabrizio Amoroso, famo-so attaccante dell’Arzignano Futsal, sono entrati in contatto, subito hanno unito mezzi e idee al fi ne di creare qualcosa di utile e allo stesso tempo divertente per i bambini, per il loro apprendimento e per la loro formazione. Nasce così la scuola di calcio a 5, aperta a tutti i bam-bini nati dal 1997 al 2005. Questo format, inusuale in Italia, trae l’ispirazione dai paesi sudamericani. Grandi campioni come Ro-naldo, Ronaldinho, Cambiasso e Messi hanno iniziato da bambini giocando a calcio a 5, e dopo aver dimostrato di possedere grandi doti atletiche, sono arrivati dove oggi li vediamo. Richiedendo, il calcio a 5, un maggiore slancio tecnico del calcio a 11, più atletico, risulta più adatto alla propedeutica. Si è sempre nel vivo del gioco: tutto si fa più veloce e le azioni sono più numerose, come più numerosi sono i gol. La tecnica è proporzionata alla velocità, basta una distrazione di un attimo per subire gol dall’av-versario. Un bambino che vuole imparare i se-greti del calcio, può apprendere meglio se ha maggiore spinta tecnica, e il calcio a 5 appunto si basa sul controllo di palla, sul passaggio velo-ce e sulla capacità di esaltarsi negli spazi stretti; senza contare le ridotte dimensioni del campo, che consentono di toccare palla in continuazio-ne, lasciando quindi ad ogni bambino modo di rendersi partecipe durante il gioco. Il The Game inoltre, non essendo legato a nessuna squadra, non segue alcuna logica economica: diversa-mente da ciò che accade di solito nelle scuole calcio di paese, l’obiettivo principale è l’inse-gnamento; tutti i bambini sono seguiti allo stes-so modo e con la stessa premura, dal momento che non vi è come obiettivo fi nale il crescere dei futuri talenti per la prima squadra. L’iniziativa è particolarmente interessante anche per i metodi di insegnamento e apprendimento che vengono utilizzati: quello deduttivo, che si basa sulla ca-pacità dell’insegnante di mostrare al bambino il gesto atletico, il quale lo ripeterà fi no a che non

AAAA5A5AA

Una straordinaria iniziativa per insegnare il calcio ai bambini: il metodo sudamericano di formazione e divertimento nel centro polifunzionale THE GAME di Zermeghedo

a p -p r e n -derà il m o v i m e n t o corretto, e quello in-duttivo, basato al contrario sulla capacità dello stesso bambino, che compie il gesto atletico spontaneamente e che viene migliorato o corretto tramite gli accorgimenti tecnici dell’allenatore. Il tutto è avvalorato dalla presenza di due allenatori d’eccezione che fanno la differenza, lo stesso Fabrizio Amoroso e il collega Luciano Anto-nelli, altro riconosciuto campione di calcio a 5. Atleti professionisti quindi, che nel tempo libero dagli allenamenti coltivano la passione dell’insegnamento ai bambini, per trasmettere i segreti del mestiere. “Non ci limitiamo a far giocare i ragazzi liberamente,” dice Amoroso, “io e Luciano giochiamo assieme a loro in modo tale da mostrargli gesti e tecniche. Sia-mo convinti che giocare con i ragazzi possa dare a loro una spinta.” L’utilizzo di un metodo deduttivo, è certifi cato dalla presenza di que-sto personale pienamente qualifi cato. La qua-lità dei servizi offerti è incrementata oltretutto dall’alto livello degli impianti; racconta Mi-chele Pellizzari “la scintilla che ha fatto scaturi-re in me l’idea di istituire una scuola calcio è il fatto che un campo di calcio a 5 è più a misura di bambino.” Al The Game gli impianti sono

sicuri: i bambini hanno la possibilità di fare pratica in una superfi cie di un centimetro di gomma, liscia e riscaldata, mentre nel calcio a 11 i campi sono grandi, di-spersivi e spesso pericolosi. “Le famiglie hanno la certezza di lasciare i loro fi gli in buonissime mani. I ragazzi sono seguiti e si allenano in un ambiente protetto, al riparo dalle intemperie, igienico e confortevole!” continua Pellizzari. Inutile dire che il The Game è una struttura pen-sata su misura per il calcio a 5: oltre alla scuola calcio, ospita gli allenamenti di molte squadre prestigiose: dall’Arzignano Futsal al Pugnello-Tezze, dal Giemme ai Goonies, ai Rowdies. Senza contare le 5 squadre di CSI (Montecchio, Becks United, Futura Futsal, Four Four, Olym-pia Gambellara) che si allenano e disputano il campionato presso l’impianto e la nuova squa-dra dell’Arso Calcio Femminile che gioca il sa-bato sera. Non a caso i professionisti scelgono come punto di riferimento i luoghi che reputano più adatti alle loro attività; ciò non può essere che l’ulteriore riprova della qualità ed il sento-re che da quest’iniziativa nasceranno dei futuri campioni.

saranno famosidi Giulia Marcigaglia

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Descrivendo una zona circoscrit-ta sulla d o r s a l e tra la val-

le dell’Agno e quella del Chiampo, denominata 7 Roccoli per la presenza di sette caratteristiche ragnaie, Dorino Stoc-chero, fi rma storica di Sportivissimo, e Diego Dal Cengio, grande appassionato di caccia, ci accom-pagnano attraverso l’antichissima arte dell’uccellagione, raccontandoci i suoi riti, i suoi strumen-ti, le sue tecniche, la struttura dei suoi roccoli. Un libro denso di sapere che ci riporta indietro di decenni, quando l’andare “a roccolare” era una vera e propria professione delle genti venete che si tramandava di padre in fi glio con la proprietà stessa del roccolo. Prima che il tempo estin-guesse le ultime tracce di queste sette ragnaie, tanto importanti da aver dato il nome al territorio in cui sorgevano, Stocchero e Dal Cengio le hanno salvate dall’oblio, ricostruendo per ciascuna le caratteristiche del sito, del casello, della vegetazione con cui era realizzata l’arconà e, quindi, le misure di questa, l’ampiezza del suo arco, la distanza dal casello e ogni altro dettaglio utile per poter conoscere com’era il roccolo nel tempo della sua attività. Da que-sti studi Dal Cengio ha potuto ricostruirne un esemplare in scala, mentre Stocchero con l’attenzione e la profonda conoscenza del mondo venatorio che i lettori di Sportivissimo ben conoscono, ci fa entrare nei valori della caccia di un tempo, quando non si usavano armi da fuoco ma l’intelligenza e la raffi nata operosità dell’uomo. Il libro ha avuto uno straordinario successo tanto che è alla sua seconda edizione. Esso contiene anche un prezioso DVD con le testimonianze di Gino Zordan, classe 1920, che racconta la sua vita di “roccolatore”.

i 7 RoccoliIn libreria la seconda edizionedel bel libro più DVDdi Stocchero e Dal Cengio

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i 7 ROCCOLi

Diego Dal Cengio - Dorino Stocchero

Cent’anni di tradizione venatorianell’alta valle dell’Agno e del Chiampo

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32ciclismo

Ragazza semplice e molto motivata, Maria Vittoria Spe-rotto ha la bici da corsa nel sangue: in una recente in-tervista così diceva: “la bici mi rende libera e mi fa sentire leggera”. E’ una bellissima affermazione che esprime compiutamente il signifi cato di cosa sia il ci-clismo per Maria Vittoria, una ragazza esile ma tenace,

longilinea ma con una buona massa muscolare. Pesa circa 52 kg ed è alta 1 metro e 72 cm, ha tredici anni e mezzo ma con quei suoi occhi furbi color nocciola – verdi dorato sa già quello che vuole: pedalare tanto e diventare una grande del ciclismo azzurro. E come giovane ciclista Maria Vittoria ha già dimostrato di avere talento: sa concentrarsi, sa essere determinata, sa sfoderare quella fantasia agonistica capace di dare un volto sempre imprevedibile alla corsa, ed è anche un po’ selvaggia, cioè segue le regole, ma se po-tesse fare a modo suo, sarebbe una ragazza ancora più indipendente di quanto già non lo sia. (Fin da quando era piccola, diceva alla sua mamma: “quando avrò il mio primo stipendio, porto te e il babbo in America). Però, nel frattempo, con i suoi risparmi - è una ragazza molto parsimoniosa – dice di voler acquistare una motocicletta, forse per non pedalare sempre! La ragazza è una tipetta sveglia, un cavallo selvaggio. Per questo non le è diffi cile spingere a tutta in una nuvola di ciclisti che sembra si sfi orino. Al meeting giovanissimi di Treviso G5 faceva togliere il fi ato per come volava! In un gruppetto di 4 atlete ha compiuto 12 giri, spingendo al massimo, “sembrava un’ape regi-na” in quello sciame velocissimo. Maria Vittoria ha cominciato da piccola a preferire le due ruote: a cinque anni viaggiava in casa con il monopattino elettrico ciopper, casco mimetico da skate competition, occhiali gialli da sci e via tra porte e spigoli; con degli elastici aveva fi ssato un cuscino sulla pedana per poter stare seduta, mentre ai lati del manubrio aveva legato dei nastri di raso gialli e rosa svolazzanti. Che numeri! Che grinta! La stessa di oggi, quando vuole fare della bicicletta il suo futuro di sportiva. Si allena costantemente tre volte alla settimana con le sue compagne della CMB. Sono un gruppo affi atato e simpatico. E’ felicissima di aver conquistato e indossato la maglia rosa di campionessa Trivenen-to esordiente 2° anno 2010. Il titolo è stato conquistato con la vittoria del meeting interregionale (Trentino, Veneto, Friuli) su ben 4 prove. Maria Vittoria ne ha vinto una ed è arrivata seconda nelle altre tre. Questo meeting esprime il meglio del ciclismo femminile italiano. La quarta e ultima prova per l’assegnazione della maglia rosa di Campio-ne Triveneto si è svolta domenica 28 agosto a Sarnonico in provincia di Trento. Prima di gareggiare per la CMB Cycle Woman, Maria Vit-toria ha corso per due indimenticabili anni con la Scuola Ciclismo Piovene Cicli Rampon (G5-G6) e prima ancora con il Veloce Club Schio (G2 e G3) e per un anno con i Giovani Ciclisti Santorso (G4).La campionessa triveneta è un’atleta completa che sa destreggiarsi in piano ma è nella salita che esprime il meglio di sé, dimostrando doti da vera scalatrice.Maria Vittoria dedica la sua vittoria ai suoi Ds del cuore: al caro ami-co Remigio, Claudio, Claudio Franco e ai due Beppe; ai suoi pre-sidenti: signor Antonio Cannata, presidente della Scuola Ciclismo Piovene, e Mario Dalla Guarda, presidente del CMB Cycle Woman.Rivolge un caloroso ringraziamento e un abbraccio “stritolante” ai genitori, al papà Lucio e alla mamma che alla domenica lavora e la segue con la forza del pensiero. Rivolge un saluto ai nonni: Adelia, Teresa, Ottorino e Antonio. Grazie a zia Livia, Giacomo Giuliano, Silvano, Martina. Allo staff dei giornalisti Luigi, Laura, Andrea, Ma-ria Luisa, Eros, Alessandro, Paolo. Tutti le dimostrano il loro affetto e il loro entusiasmo e si complimentano per il suo impegno e per i suoi brillanti risultati.

Anno 2010 Maria Vittoria Sperotto oltre alla maglia di Campionessa

Triveneto ha vinto 4 gare, ha ottenuto 5 secondi posti, 2 terzi e 5

piazzamenti; è arrivata quarta al meeting Campionato Italiano a

Chiaveri; ha conquistato il titolo di Ruota d’Oro, premio datole dal

signor Rino Piccoli domenica 24 ottobre 2010, trofeo, questo, che viene

aggiudicato ai migliori esordienti e allievi sia femminile che maschile.

vittoriain rosaMaria Vittoria Sperotto è la fortissima ciclista di Schio che si è aggiudicata il titolo di Campionessa Triveneto; storia e passione di una promessa del ciclismo italianodi Donatella Brunello

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33basket

Famila fans clubStavolta i protagonisti non

sono i numeri, i risultati, e le giocatrici del Famila; stavolta lo spazio del ba-sket femminile è dedicato ai suoi tifosi e a quello che

hanno da dirci, alle loro sensazioni e al loro umore. I tifosi in casa Famila sono sempre esistiti e da sempre hanno inci-tato le arancioni del presidente Marcello Cestaro. Il Famila Fans Club è un Club da poco rinnovato le cui redini sono in mano ad Antonella Nardello che con la vice presidente Antonella Cornolò e il tesoriere Leda Signore forma il ter-zetto ai vertici di un consiglio diretti-vo che comprende altri 12 elementi: Gianni, Giuseppe, Paolo, Luigino, Ar-mando, Gianfranco, Mario, Giovanni, Bruno,Marco, Nicolò e Alessandro. Nel club comandano quindi le donne e non può essere diversamente trattandosi di sport al femminile! C’è anche da sotto-lineare che sono però maschietti, quelli della curva “Kommandos”, i tifosi più calorosi: il cuore pulsante, instancabile e coinvolgente del tifo al Palacampa-gnola (teniamo a sottolineare, incita-menti verso la propria squadra dal primo all’ultimo secondo senza mai essere volgari o offensivi nei confronti degli avversari). “La fortuna del Famila Fans Club – sostiene Antonella Nardello - è basata sulla collaborazione che da sem-pre esiste tra noi supporter e i dirigenti della società. Loro sono sempre dispo-nibili per sostenere ed incoraggiare le nostre numerose iniziative è poi con un presidente come Marcello Cestaro… tutto è sempre fattibile…”. – Di cosa si occupa il club? “Oltre a realizzare il vo-

Conosciamo i tifosi arancioni,il sesto giocatore del Famila

di Enzo CasarottoFoto di Codiferro

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lantino gara delle partite interne, il Famila Fans Club organizza tutte le trasferte del campionato (andremo anche a Valencia per l’Eurolega), alle quali partecipano numerosi sportivi, talmente tanti che in più di un’occasione un pullman non è ba-stato. Un altro obbiettivo è portare le ragazze della squadra ad un con-tatto più diretto con noi che seguia-mo le partite dalla tribuna; un’espe-rienza bellissima quest’ultima che ci ha fatto apprezzare l’umiltà e la disponibilità di tutte loro nei nostri confronti (alleghiamo anche alcune foto)”. – Come mai tanto successo con ben 210 iscritti? “Il rapporto

con i dirigenti della società Famila è splendido e spesso condividia-mo i loro consigli anche se il club mantiene la propria autonomia e la propria libertà organizzativa e gestionale. Le cose vanno bene per-ché c’impegniamo a fare le cose per bene ma il successo è comunque scontato perché a Schio il basket femminile è molto seguito”. –Cosa fate per farvi conoscere? “Siamo presenti all’ingresso del Palacam-pagnola per ascoltare i suggerimen-ti di tutti i tifosi e per proporre le nostre iniziative e poi, grazie al sito

www.familafans.net tutti possono seguirci”. – Infi ne… “Con la spe-ranza di riuscire a far crescere que-sta bellissima realtà che è il basket femminile, capace da parecchio tempo di dare visibilità alla città di Schio anche oltre confi ne, invitia-mo calorosamente tutti i vicentini al Palacampagnola convinti che anche chi viene per la prima volta, s’in-

namorerà dell’atmosfera sana che si respira in occasione delle partite della nostra meravigliosa squadra. Il nostro è un ambiente dove le fa-miglie possono trascorre assieme ai fi gli, alcune ore senza tensioni e nel puro divertimento. Aspettiamo an-che voi di Sportivissimo e FORZA FAMILA!!!”

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Per la prima squadra del Rugby Alto Vi-centino la stagione 2010-2011 vorreb-be essere quella dei grandi obiettivi, del-

la riscossa, del salto di qualità. Tutto questo passa per le mani di Filippo Vittadello, nuovo coach del XV vicentino con un passato di tutto rispetto.Padovano, classe ‘63 e cresciu-to rugbisticamente tra le fi la del Petrarca Padova dall’età di 12 anni. L’esordio in prima squa-dra avviene nel 1980, a 17 anni, dopo aver fatto tutta la gavetta attraverso le formazioni giovanili di club e le nazionali U15, U17 e U19. Nel 1985 per Vittadello c’è anche la convocazione nella rosa della Nazionale maggiore.3 campionati nazionali vinti con il Petrarca Padova (1985-1986-1987), nel 1992 a Thiene con lo storico Titanus coglie la promo-zione alla serie A e nel 1994, a Monselice arriva la promozione in B.Dal 1996 inizia la sua carriera di allenatore anch’essa non priva di risultati di riguardo.Perchè il rugby e non un qualsia-si altro sport?In realtà li ho provati un po’ tutti quand’ero giovane. Nuoto, cicli-smo, pallavolo, baseball, tennis, calcio, ma quello che più mi dava soddisfazione era il rugby, sport collettivo per eccellenza dove l’individuo è a disposizione del-la squadra e il cooperare diventa basilare per ottenere un qualcosa. È proprio questo spirito agonisti-co che mi ha insegnato a perdere o vincere sacrifi candomi, ma an-che divertendomi.Qual è la tua maggiore soddisfa-zione fi no ad oggi nella tua car-riera rugbistica? E qual è la tua maggiore delusione?Come giocatore ho avuto la sod-disfazione di vincere dei cam-pionati con il Petrarca, compreso l’ultimo scudetto che risale al lontano 1987. La mia delusione invece è di non aver giocato a Twickenham contro l’Inghilterra con la Nazionale nel 1985. Era la prima volta che l’Italia entrava nel tempio del rugby mondiale ed io purtroppo ero in panchina. Come allenatore l’aver vinto il campionato nazionale U21 nel 2003 con il Petrarca e la promo-zione in serie A2 nel 2009 con il C.U.S. Verona sono due risultati di cui vado senz’altro fi ero.Cosa vuol dire per te allenare una squadra di rugby?Trasmettere, confrontarsi prima con se stessi e poi con gli altri, insegnare a stare assieme, capi-re valutare e produrre una me-todologia adattata alle risorse a disposizione, proporre sempre obiettivi chiari e sensati, rappor-

cambio al verticeIntervista a Filippo Vittadello, nuovo allenatore

della formazione seniores del Rugby Alto Vicentino

tati e condivisi da tutti. La forza dell’allenatore sta nel sapersi mettere in gioco sfruttando al meglio l’organico.Da giocatore, quali sono le carat-teristiche che deve avere un alle-natore per dare qualità?Obiettivi precisi e di facile in-tendimento, saper comprendere

e stimolare in ogni occa-sione, allena-mento o par-tita, vittoria o sconfi tta che sia. Deve saper adattare ed or-

ganizzare il gioco sulle capacità di tutti, rapportandole al collet-tivo, interloquendo sempre con i giocatori in maniera propositiva e collaborativa, nel rispetto dei vari ruoli che ci devono essere in una squadra.Da allenatore, quali sono le ca-ratteristiche che deve avere un

giocatore per essere di qualità?L’aspetto mentale prima di tut-to. Quindi impegno, disciplina, motivazione, caratteristiche base per praticare questo sport. In Ita-lia si fa una selezione dei gioca-tori partendo dall’aspetto fi sico, parametro importante ma non fondamentale, dato che non è di sicuro l’unica dote che deve ave-re un giocatore per fare la diffe-renza. In questo modo perdiamo potenziali giocatori per il nostro già povero movimento.Il ritorno a Valdagno, che cosa ti ha spinto ad accettare questa chiamata?

rugby

di Giulio Centomo

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Un’altra scommessa, soprat-tutto stimolato dalla voglia, la passione e la volontà del-le persone che hanno creato questa società dal nulla e che ambiscono a migliorar-la, coinvolgendomi in que-sto diffi cile ma stimolante progetto. Poi, lontano da re-altà più consolidate, diven-terà ancora più interessante e signifi cativo se si riuscirà in questo intento. Spero di dare il mio contributo, an-che se devo dire che è un bel viaggetto per arrivare a Valdagno.Cosa hai ritrovato nel grup-po di giocatori che già avevi conosciuto qualche anno fa?Molti più giocatori come nu-mero, ragazzi che ora sono uomini, giovani cresciuti nel vivaio e meno giovani che hanno esperienza e si mettono ancora in gioco, in un’ambiente dove tutti sono motivati a migliorare e a crescere, percependo una grande voglia di apprendere, imparare, conoscere. Una bella sensazione, condita da buone intenzioni, stimolante e de-cisamente di buon auspicio per il futuro.Come sarà a tuo parere la stagio-ne 2010/2011?Sicuramente sarà un anno di tran-sizione a causa delle nuove regole che riguardano la mischia. Mute-rà di fatto il valore di ogni squa-dra. Le formazioni più forti in mi-schia subiranno un danno, mentre chi aveva diffi coltà in questa fase di gioco sarà agevolato. Evidente-mente nel gioco gli equilibri cam-bieranno e la squadra che riuscirà ad adattarli al meglio farà bene.

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Quali obiettivi ti sei posto per questa stagione?Provare a trasmettere un’idea di gioco, capita e condivisa da tutti, organizzando un collettivo dove ogni singolo giocatore sarà a di-sposizione della squadra. Sarà una sfi da mentale innanzitutto, poi si tratterà di combattere con intelligenza, sapendosi adattare al meglio. Posso contare anche sull’aiuto e la collaborazione di uno Staff Tecnico di tutto rispetto composto dal prepara-tore atletico, Marco Canistri, e dai tecnici Giordano Zaranto-nello e Paolo Piovan, miei ex compagni di squadra a Thiene e al Petrarca.

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37motori

Giovanni Zonta, classe 1939, un appas-sionato di sport con i motori ed il cicli-smo in primo piano, ora è un pensionato sereno. Il suo passato lo ha visto avvia-re una carrozzeria a Villaraspa che nel 1982 ha trasferito in Via De Gasperi a

Pianezze San Lorenzo. La sua carrozzeria Europa ora gestita con i fi gli, è meta di continue visite di tanti spor-tivi che apprezzano la cordialità del personaggio che trattiamo oggi. Zonta “Mistero” per gli amici, è un per-sonaggio saggio, serio, un uomo vero, amabile e dispo-nibilissimo. La sua sportività lo ha visto protagonista in Svizzera (dal 1959 al ’66), con la Berna Thun una formazione dilettantistica di emigranti italiani, con la quale, difendendo la porta, si è concessa il lusso di vin-cere il campionato delle colonie italiane oltre confi ne nel 1959. Rientrato nel vicentino ha poi proseguito col calcio nelle fi la della Marosticense e nel Nove. Ha però

chiuso presto questa parentesi per dedicarsi al lavoro in carrozzeria. Il suo tempo libero lo ha trascorso da oltre 40 anni con la passione del ciclismo prima come dirigente tra le fi la del Velo Junior Nove di Giacomo Comacchio (seguiva le gare in moto) e successivamen-te ha operato per 5 anni nella squadra del cambio ruote Iscaselle gestita da Flavio Milani attuale vice presiden-te vicario della Federazione ciclistica italiana, girando in lungo e in largo per l’Italia fornendo una professio-nalità non comune al ciclismo. Dopo questa esperienza ha messo a disposizione in prima persona le sue vetture sponsorizzate Carrozzeria Europa al servizio del cicli-smo ospitando in gara soprattutto direttori di corsa e di organizzazione. - E’ famoso anche per un “gioiello che si ritrova tra le mani. “Si – esordisce con fi erez-za Zonta – 13 anni fa ho trovato una Fiat 1500 cabrio della Rai Radiotelevisione Italiana carrozzata nel 1964 a Torino da un certo Savio e ho visto che poteva fare al caso mio; l’ho ristrutturata e tuttora seguo le gare ciclistiche del Veneto con questa fantastica vettura che è molto ammirata da chi la incrocia e molti sono gli ap-passionati che mi chiedono informazioni; è il mio fi ore all’occhiello!”. – Non le mancano di certo aneddoti e ricordi legati a questa vettura. “Sono spesso invitato a mostre d’auto d’epoca perché tutti gli organizzatori fan-no bella fi gura se possono annoverare il mio gioiello tra le auto in esposizione e qualche volta le auto vengono abbinate a mostre di bici d’epoca; per me in questi casi la soddisfazione è doppia perché contemporaneamente posso seguire entrambi i mondi a cui sono affezionato. In quest’auto sono saliti Adriano De Zan e tantissimi personaggi del mondo sportivo e dello spettacolo e non lo nascondo, anche le miss sono “passeggeri da tenere in considerazione…”, ho seguito anche molte tappe del

tra bici e motoriVita, passioni e valori di Giovanni

Zonta, un grande uomo di sport

di Enzo Casarotto

Giro ciclistico d’Italia e due anni fa a Valdobbiadene c’è stata l’ultima attenzione della Rai che ha dedicato un servizio proprio al mio “gioiello”. – Anche il cicli-smo di oggi è diverso rispetto a quello degli anni ’60. “C’è un’enorme differenza; le strade sono completa-mente diverse, i mezzi meccanici altrettanto, ora un

corridore lo fa a tempo pieno, allora la cosa primaria era il lavoro e poi c’era la passione per la bici che spesso equivaleva a tanto sacrifi cio per allenarsi, per sostenere trasferte impossibili e faticare in gare quasi sempre in-torno ai 200 km.”. – Cosa le viene in mente sfogliando il libro fotografi co dei suoi ricordi sportivi? “Dalle parti di Villaraspa tanto tempo fa ho notato un ragazzino che era sempre in bici; mi ha incuriosito è gli ho procurato un paio di ruote: è così iniziata l’avventura ciclistica per Gianni Faresin poi più tardi gli ho detto che se rimane-va umile e serio per lui si sarebbero spalancate le porte del professionismo… e così è stato. Da queste parti ab-biamo avuto campioni oltre a Faresin: Battaglin, Loro, Vedovello, Colpo, Bertacco, Moro, grandi personaggi che sono maturati anche ai loro dirigenti sportivi. Ora c’è anche Enrico Battaglin che sta crescendo. I ricordi sono tanti legati a questa mia passione è ogni giorno provocano emozioni importanti” – Cosa le costa in ter-mini economici la sua passione per lo sport? “Nel tem-po è stato un buon investimento: anche la Carrozzeria si è fatto un nome e quindi oltre alle tante soddisfa-zioni di carattere umano e sociale (ora sto raccoglien-do qualcosa per gli sfortunati alluvionati di Cresole e Caldogno), c’è stato anche un ritorno economico che ha compensato le spese. Io per lo sport e in particolare per il ciclismo, sono sempre in prima fi la laddove c’è la lungimiranza di educare e far crescere i ragazzini nel modo giusto mediante la bici”.

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Al termine del primo corso di archeologia subacquea FIPSAS di Vicenza è stata organizzata una immersio-ne al sito palafi tticolo “la Quercia” di Lazise, presso

Verona, nel lago di Garda, uno dei più im-portanti del Veneto.L’insediamento si estende per 500 metri per 150, parallelo all’antica linea di riva e l’ambiente di lavoro subacqueo è costi-tuito da un fondale ricoperto da ciottoli di varia misura, da cui af fi orano un gran numero di teste di palo. E’ presente una leggera corrente e la visibilità si mantie ne sui tre, quattro metri.L’area di scavo era localizzata lontano da riva, a circa tre metri di profondità. Tito-lare dello scavo la dottoressa Alessandra Aspes, del Museo Civico di Storia Natura-le di Verona, di cui ne diverrà direttrice, su permesso della Soprintendenza Archeolo-gica. Alla ricerca hanno partecipato oltre che il personale scientifi co del museo an-che numerosi subacquei veronesi appas-sionati di archeologia del Club Subacqueo Asso dei quali Giuliano Dolci ne era il co-ordinatore ed il motore.Le campagne di lavoro sono durate per oltre 10 anni durante i quali sono stati rile-vati circa 6000 pali quasi completamente costituiti da legno di quercia.Lo strato ar cheologico è risultato spesso oltre un metro e di diffi cile lettura per le numerose unità stratigrafi che. Sono stati riconosciuti due livelli antropizzati, inse-riti in tre fasi evolutive che sono terminate con la copertura del l’area a opera di una conoide fl uviale, ancor oggi ben visibile.La palafi tta è stata datata quasi totalmente alla fase media dell’età del bronzo e forse è stata impiantata nell’ultimo periodo del Bronzo antico (XVII sec. a.C.). Pur essendo tutta la zona del Garda inte-ressata da palafi tte, questa è stata l’ultima ad essere scoperta, nel 1983. L’area è stata delimitata in set tori di 30 metri suddivisi in cor sie di tre metri per poter individuare con ordine I pali e contrassegnarli con un disco di Pvc precedentemen te punzonato con numeri pro gressivi. Contemporaneamente su una la vagnetta i sub ne indicavano l’essenza (latifoglia o resinosa), la forma, la sezione e l’eventua-le lavorazione. Successivamente è stata rilevata la posizione di ogni palo con un tacheometro elettronico ed i dati hanno così consentito di ottenere la planimetria completa del sito.Per lo scavo è stata impiantata una base galleg giante costituita da un pontone di cinque metri per quattro su cui venivano anche lavati i materiali. Lo scavo avanza-va mediante sfogliatura ma nuale dei livel-li con tagli di cin que centimetri l’uno su due settori di un metro quadrato ognuno e in quattro quadranti. Sul fondo la visibi-lità era garantita da due eiettori ad acqua limpida ed erano disponibili due aspiratori (sorbone), una ad acqua e una ad aria per eventuali operazioni di pulizia. Tutti gli operatori hanno lavo rato in coppia ed era-

Palaf itte nel lagodi Garda

Cronaca di uno straordinario sito archeologico risalente al XVII secolo avanti Cristo

la piattaforma galleggiante usata per l’assistenza

allo scavo subacqueo

fasi di lavoro

fasi di lavoro

la struttura subacquea

per portare in superfi cie

la posizione del palo

le teste di palo indicate dai

galleggianti

un frammento di ceramica

dell’età del bronzo dopo il suo

ritrovamento

di Antonio Rosso

sub

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no radiocollegati con il pontone su cui era pronta una imbarcazione.La documentazione fi nale è risulta-ta composta dal giornale di scavo, dai rilevamen ti di ogni livello sfo gliato in scala 1:1 realizzati con fo gli di acetato, dalle riprese video e da un fotomosaico giornaliero della pianta e delle sezioni di lavoro. Tale metodologia è stata premia-ta dai ritrovamenti.Tra i materiali particolarmente inte-ressanti che sono stati rinvenu ti uno spillone di bronzo lungo più di 50 centi-metri con testa a disco e gambo avvolto a tortiglione, una “ta voletta enigmatica” in terracot ta ed una forma di pane par-zialmente carbonizzata. Ricca l’industria

ceramica con bicchieri globosi, ciotole emisferiche e carenate, vasi tron coconici, orci e dolii con nume rosi elementi deco-rativi. Sono state recuperate fusarole, pesi da telaio, soffi atoi; tra i bronzi, pu-gnali, tubicini, bottoni e penda gli. In sel-ce, numerose le punte di freccia, gli ele-menti di falcet to, i pendagli in pietra, le maci ne e macinelle. In osso, punteruoli, spatole, immanicature. Moltissimi i resti di ossa di animali e di semi in particolare di nocciolo e cor niolo. Il cantiere attualmente è chiuso, l’area è vincolata e tutelata dalla Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto e, natu-ralmente, sono vietate le immersioni.

alcuni frammenti

di ceramica sopra il

fondale

preparativi per

l’immersione

preparativi per

l’immersione

preparativi per l’immersione

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42tennis meeting

giovaneRingiovanire il circolo

sviluppando progetti nuovi e interessan-ti rivolti soprattutto ai ragazzi è il deno-minatore comune

di un’idea di circolo tennis che sta popolando a Valdagno. “Sono loro il nostro futuro, la nostra linfa – ha dichiarato il presente del Meeting Sereno Zarantonello. E su di loro vogliamo investire il nostro doma-ni”. Sono in previsione una serie di lavori per rendere ancora più funzio-nale la struttura sportiva che è costi-tuita da ben 4 campi, di cui 2 coperti durante la stagione invernale. A rendere più invitante il centro tennis una club house dotata di ristorante e spogliatoi, una zona relax dotata di piscina e giardino, e per fi nire un angolo barbecue molto sfruttato in questi ultimi anni in occasione del-le feste estive. Sì perché il Meeting Club, quale circolo ludico privato, chiaramente nasce come circolo ten-nis ma dà molta importanza anche alle relazioni umane ed è diventato, soprattutto di recente, luogo di in-contro di molti sportivi che termina-ta la partita di tennis si fermano con gli amici per una cena in compagnia. E’ infatti il secondo anno che riscuo-te moltissimo successo il “Summer Party” di luglio, una festa ad invito alla quale quest’anno hanno parteci-pato ben 120 persone. Il 2010 ha registrato 250 soci, una ventina in più rispetto al 2008, un dato davvero positivo per la real-tà sportiva valdagnese. Una scuola tennis gestita in modo eccellente dal maestro Luca Antoniazzi che, assieme al maestro Daniele Danzo, gestisce i ragazzi del Centro Tennis Unifi cato (una scuola tennis che per l’appunto unisce due scuole tennis, il Meeting e l’altro circolo di Valda-gno il Tennis Club). Antoniazzi da 2 anni gestisce la scuola tennis e da quest’anno, supportato dalla vetera-na Victoria Sokolova, sta svolgendo un ottimo lavoro con i suoi ragazzi.

Organizza amichevoli, accompagna i suoi allievi, anche i più piccolini, a tornei provinciali e regionali, e durante il periodo estivo puntua-li come tutti gli anni i centri estivi che sono diventati ormai un appun-tamento fi sso e costante per molti bambini della vallata. Addirittura per il prossimo anno c’è l’intenzio-ne di allungare il periodo portandolo ad un mese e mezzo e proporre più attività ludico sportive che occupino i ragazzi per l’intera giornata. Accanto alla scuola tennis che, gra-zie al lavoro costante del maestro Antoniazzi sta svelando numerose giovani promesse, esiste da anni un portafoglio importante di squadre agonistiche. Non solamente le ca-tegorie under, dai più giovani agli under 16, bensì la D1 maschile, due D3 maschili (di cui una realizza-ta esclusivamente per far giocare i giovani ragazzi della scuola tennis per acquisire più esperienza), e la D1 femminile. Ma non è fi nita qui perché altre due categorie, questa volta un po’ più anziane, da anni mi-litano sul territorio regionale e han-no raggiunto ottimi risultati: stiamo parlando dell’over 45 e l’over 60. E’ proprio il caso di nominare le ge-sta di quest’ultima: esattamente un anno fa in coppia Marcello Vigolo e Piero Farina hanno vinto il Campio-nato Regionale Over 60 e con onore si sono pure aggiudicati il quarto po-sto ai Campionati Italiani. Ma veniamo ai giorni nostri: è in corso il campionato invernale al quale stanno partecipando due squa-dre di 4° categoria, gruppo C e si sta svolgendo proprio in questi giorni il torneo di quarta categoria maschile 4Winter che è alla sua seconda edi-zione. “L’anno scorso ci sono stati ben 88 iscritti -ha commentato Al-berto Arici, Giudice Arbitro e socio storico del Meeting. Quest’anno di certo gli iscritti saranno di più!” Si tratta dell’unico torneo in regione organizzato durante il periodo inver-nale e che, a differenza dei classici tornei di quarta, vanta un montepre-mi davvero molto alto per questo tipo di categoria. Iniziato il 17 di-cembre, si concluderà il 6 gennaio. Arici, affi ancato dal Giudice France-sco Sabino, dal maestro Antoniazzi e dal direttore di gara Elisa Piccoli danno la disponibilità di entrambi i campi coperti. Atteso il vincitore dello scorso anno Tommaso Co-stalonga, giovanissimo atleta fi glio d’arte!

Per i simpatizzanti del tennis il Meeting Club offre la possibilità di ac-quistare anche solo la quota piscina: l’ospite può ugualmente usufruire dei campi ma deve giocare assieme ad un socio. E’ questo un modo per allargare i confi ni del circolo tennis, attirare giovani sportivi per rendere più piacevole ed interessante una realtà sportiva locale in espansione. In calendario tutti gli anni il torneo “24ore” il 15 di Agosto: un full immer-sion di tennis no stop per 24 ore fi late. Un appuntamento che ogni anno riunisce numerosi soci, giovani e meno giovani. Imperdibile il classico torneo sociale che quest’anno si è concluso il 4 dicembre con la consueta cena al ristorante La Villa di San Quirico alla quale hanno partecipato più di 60 persone a dimostrazione che il Meeting è un circolo sempre più unito e compatto. Durante la serata sono stati premiati i vincitori del torneo sociale: Luca Mazzaretto per il singolare maschile, la cop-pia Zorzan Andrea-Sgorbati Lorenzo per il doppio maschile e la coppia Francesca Pisi-Luca Antoniazzi per il doppio misto. Per tutti i giovani interessati alla scuola tennis contattare il numero 0445/410535.

Un vivaio di ragazzi in visibile crescita, l’impegno

di un direttivo che investe soprattutto su di loro e

una struttura sportiva che molti addetti ai lavori

invidiano, il Meeting Club Valdagno è questo e

molto altro. 4Winter, il torneo di Natale, al via dal

17 dicembre al 6 gennaio 2011.

di Chiara Guiotto

Page 43: SportivissimoDicembre

43hockey

C’è qualche serio motivo di preoccu-pazione nella Isello Vernici capolista nella massima di-visione. E’ tutto

incentrato sulle condizioni fi siche dei due estremi difensori. Forse mai, in precedenza, come ora s’era verifi cato il caso di trovarsi sia con il portiere titolare che con il secon-do in precarie condizioni fi siche a causa di malattia o infortuni. E dato che un portiere, come concor-dano gli addetti del settore, costi-tuisce almeno il sessanta percento delle fortune di una squadra allora la situazione attuale per la Isello Vernici è davvero delicatissima vi-sto che ad essere in ballo non c’è soltanto la difesa del primo posto nella massima divisione, ma anche

h

la porta è aperta

Gli infortuni ai portieri hanno reso diffi cile questa fi ne d’anno per la capolista Isello Vernici Valdagno

di Giannino Danieliil cammino in Eurolega per cerca-re di centrare la Final Eight.Bisogna tenere conto pure degli infortuni che hanno interessato al-tre pedine importanti della forma-zione biancoceleste. Il difensore Michele Panizza (guai alla schie-na) ha recuperato da poco, anco-ra più recente invece il recupero del-l’attaccante Valerio Antezza (strappo al tendine). La formazio-ne del tecnico Gaetano Marozin ha dovuto stringere i denti e fare leva sul supplemento di buona volontà della parte di rosa che era effetti-vamente a disposizione.Poco prima della trasferta di cam-pionato a Sarzana, il portiere titola-re Juan Oviedo (ancora interessato da una dolorosa infi ammazione al nervo sciatico) aveva ammes-so che “non sono ancora guarito

del tutto, sarebbe necessario un adeguato periodo di riposo, ma nell’ordine delle priorità ci sono gli interessi della squadra”. Come dire che pur in quelle condizioni il tenacissimo e mai domo estremo biancoceleste era disponibile ad una chiamata del suo allenatore.Sensatamente sia il tecnico Ma-rozin, che tutto il resto dello staff medico, unitamente alla società del presidente Repele hanno deci-so di concedere al portiere titolare un periodo di assoluto riposo. Così a Sarzana e nel successivo turno interno per il derby con il Roller Bassano è entrato in scena, come sostituto, Marco Vallortigara. “Ol-tre alla slogatura della caviglia – ha detto al termine dell’ottimo match che ha disputato contro i biancorossi bassanesi - c’è pure

una microfrattura ad acuire il dolo-re. La situazione, però, impone di guardare avanti nonostante questi problemi”.Il calendario di dicembre, due partite alla settimana tra antici-pi di campionato e Eurolega, era proprio di quelli meno adatti per consentire un recupero normale degli infortunati. La tregua, per le festività, scattava solamente il 19 dicembre (il giorno prima era in programma la seconda giornata di Eurolega, ospite al PalaLido il Porto) per un ritorno alle ostilità l’8 gennaio con la trasferta a Fol-lonica per la penultima (dodicesi-ma) giornata del girone di andata. Nell’am-biente biancoceleste, quindi, una speranza comprensibi-le per un inizio di 2011 migliore.

Page 44: SportivissimoDicembre

come neve tra la nevecome neve tra la neveLA PERNICE BIANCA ALPINA (lagopus mutus) è un animale fantastico

che sa, come nessun altro, diventare un tutt’uno con la natura

È l’unica specie di tetraonide che non ab-bandona mai le alte prate-rie alpine e

sincronizza perfettamente le colorazioni del piumag-gio con i cicli stagionali e le condizioni ambientali, e per questo è detta anche “simbolo delle Alpi”.La pernice bianca è una specie caratteristica dell’ambiente alpino e ni-vale, in Italia vive esclu-sivamente nelle Alpi oltre al limite della vegetazione arborea, sui pendi erbosi ricchi di massi sparsi, tra le morene e le pietraie, ai margini delle nevi perenni.E’ il tipico uccello di mon-tagna capace di vivere fi no a tremila metri di quota sa-pendo difendersi dal fred-do e resistere alle più basse temperature procurandosi il cibo laddove altre specie morirebbero. Chi non avrebbe mai detto che ci fossero uccelli capa-ci di digerire la cellulosa non ha considerato il caso dei tetraonidi, famiglia compresa nell’ordine dei galliformi.Il suo habitat va oltre le ultime foreste e si esten-de sulle vette e i pendii rocciosi delle montagne, dove vento e neve battono inclementi, per questo per difendersi dal freddo ha piume perfi no sulle zampe e sulle narici.La pernice bianca si è adattata alla vita delle alte quote, sa sfoggiare un abi-to per ogni stagione ed è in grado di celarlo alla vista, tra la vegetazione, le sassa-ie e la candida neve.La pernice si nutre essen-zialmente di fi ori, germo-gli, gemme, foglie, mirtilli, semi di piante e altre bac-che; il tipo di nutrimento varia a seconda della sta-gione e delle condizioni di innevamento.Le livree principali sono due: quella estiva e quella invernale.La livrea estiva è caratte-rizzata da una colorazione di fondo tendente al bruno-nerastro o al bruno rossa-stro, con barrature grigie, nere e fulve tranne che

sull’addome, il sottoco-da e buona parte delle ali che sono del tipico colore bianco. In inverno invece il colore del piumaggio è completa-mente bianco ad esclusio-ne delle timoniere esterne della coda, di colore nero, che però sono in gran par-te coperte dalle copritrici bianche.Il maschio presenta due righe nere che vanno dal becco agli occhi, inoltre porta due vistose carunco-le rosse. Le dimensioni sono medie, la struttura è massiccia e raccolta, il becco breve è di colore nero e le ali sono corte e rotonde. Il peso de-gli esemplari di entrambi i sessi si aggira intorno ai 400-500 grammi.Le pernici sono delle gran-di pedinatrici (camminatri-ci) e molte volte per sfug-gire ai predatori tendono a camminare e non a volare allo scopo di celarsi tra le pietraie.Una caratteristica propria di questa specie, in ogni stagione e di entrambi i sessi, è quella di avere ol-tre ai tarsi, anche le dita interamente ricoperte da piume, particolarità di ri-vestimento che negli altri tetraonidi si arresta all’at-taccatura delle dita. Questa caratteristica aiuta la pernice bianca soprattut-to nella stagione invernale quando sono fondamentali la termoregolazione e la deambulazione sul manto nevoso (in tal modo au-menta la superfi cie di ap-poggio). Le piume candide che ricoprono abbondan-temente il piede, tranne le unghie, lo fanno assomi-gliare a quello della lepre, come indica chiaramente l’etimologia del nome la-tino Lagopus.La pernice bianca è di abi-tudini gregarie, eccetto in primavera nel periodo da marzo a maggio quando, a seconda delle condizio-ni di innevamento e dello stato della muta, ha luogo la formazione delle coppie.L’accoppiamento avviene nel territorio prescelto che viene difeso con tenacia dai maschi; i medesimi mettono in atto le parate nuziali, che consistono in

piccoli voli di qualche deci-na di metri e in pavoneggia-menti: ali abbassate, coda aperta a ventaglio e carun-cole turgide, proprio innanzi alla femmina.La pernice bianca prepara il nido con muschio, licheni e qualche piuma, in una cavi-tà del terreno riparato tra i sassi e la bassa vegetazione. La deposizione delle uova avviene nel mese di giugno con un numero variabile da 8 a 10, esse sono di colore giallastro con macchie bru-no-nere o bruno-rossicce e vengono incubate dalla sola femmina per 24-26 giorni. I piccoli nati vengono al-levati dalla madre che li controlla in ogni movimen-to, pronta a mettere in atto parate di distrazione in pre-senza di un potenziale pre-datore. Dal canto loro i pul-cini si immobilizzano sul terreno, confi dando delle doti di mimetismo oppure corrono rapidamente tra le pietre se ri-levano un peri-colo.Poco dopo la settimana di vita vengono sperimentati i primi voli, ma è solo verso il mese di vita che la tecnica viene svilup-pata perfetta-mente. Il ciclo riproduttivo si conclude con una sola covata all’anno, men-tre la maturità sessuale viene raggiunta al primo anno di vita.In Italia la specie non è in estinzione ma la sua sopravvivenza è in forte crisi, for-se perché le condizioni atmosferiche negli ultimi anni, nel momento della schiusa dei pulcini, sono state proibitive a causa delle piogge abbondanti e degli sbalzi di tempe-ratura, con oscillazioni intorno allo zero grado termico, che hanno provocato una mortalità dei pullus che si aggira sul 70-80 %. Inoltre dagli studi scientifi ci internazionali si è costatato che, a causa dell’innalzamen-to termico, la specie ha aumentato di circa 150 metri il proprio areale, cioè se in una data stagione essa stanziava sui 2000 metri adesso il proprio habitat si trova a 2150 sul livello del mare.La Pernice Bianca è specie cacciabile se-condo piani numerici di prelievo.

di Dorino Stocchero

Omo donaMonte Zevola

Page 45: SportivissimoDicembre

4545caccia4

Passo della Lora (cima Tre Croci)Rifugio Scalorbi, campo Brum

Fiorentini

Pernici Bianche

in livrea estiva

Pernice Bianca

Monte Zevola,

Vaio Neve

Alba nel fondo valle

Gruppo del Carega

Page 46: SportivissimoDicembre

46

ILE DE

REUNION

FRANC

E

ILE DE

REUNION

FRANC

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DIAGONAL

E DES

FOUS”

DIAGONAL

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Reunion è un’ isola dell’ Oceano Indiano che di-sta solo 220 km dalle piu’ famose Mauritius al largo del Madagascar.E’ tuttora un dipartimento francese e ivi si tro-va una grande mescolanza di razze da rendere diffi cile la distinzione dei gruppi etnici. Un an-

golo di Francia trasportato ai tropici. L’isola dei vulcani.E’ un isola bellissima caratterizzata da una varieta’ di am-bienti: belle coste dove a pochi metri dalla spiaggia si trovano le barriere coralline e i fondali profondi. Ottima quindi per il sub,il surf, lo snorkling (il semplice stare sulla spiaggia) ma soprattutto per le escursioni nelle sue montagne. All’ inter-no ci sono due catene montuose principali ed il monte piu’ alto e’ il Piton des neiges (3069 m) un picco circondato da 3 immensi e stupendi anfi teatri naturali: i circhi di Cilaos, Mafate e Salazie.Canyon dalle pareti lisce, vallate, picchi, gole spettacolari, altopiani, vaste zone di foresta allo stato naturale e campi di lava.A sud infatti un vulcano è ancora in attività: il Piton de la Fournaise (2632). Ed è in questa strepitosa isola che i pazzi dei francesi han-no ideato una gara e non una qualsiasi, una diagonale che attraversa l’isola addentrandosi in tutta la sua magnifi cità.Diagonale des fous...la diagonale dei folli, di chi ha il co-raggio di mettersi alla prova, una gara molto dura che è lunga 163 km ed ha un dislivello positivo di 9656 mt.Io ne vengo a conoscenza nel 2008 dopo aver ultimato il mio primo UTMB, l’ultratrail che fa il giro del M.Bianco.Resto affascinata dalle immagini che mi ven-gono mostrate e in me nasce un sogno che re-sta al buio fi nchè nel febbraio di quest’anno, vengo presa da una gran voglia di realizzarlo. Allora parto con la macchina organizzatrice perchè co-munque è lontano, bisogna prenotare un volo non pro-prio economico, trovare una soluzione di soggiorno...ecc. Così dopo aver individuato alcuni italiani parteci-panti alla gara (saremo in totale 9 sul GranRaid ed 1 al SemiRaid) mi organizzo con alcuni di loro.Così è partita parte la mia avventura.... Diagonal des Fous (Diagonale dei Pazzi). Sarà proprio così? Questo mi chiedevo prima di raggiungere l’isola ma sopratutto prima di viverla passo dopo passo. Quasi 2600 atleti sulla linea di partenza, 163 KM di sentieri tecnici e 9656 mt. di dislivello positivo. Tra i parteci-panti solamente 9 gli italiani e 275 le donne.

La diagonale e’ qualcosa di unico,una meraviglia, qualcosa che ti si

presenta davanti e si prende tutto...p p

ROBERTA PERONdi Roberta Maria Dalla Vecchia

la diago

nale dei f

olli!!

Page 47: SportivissimoDicembre

47

La gara è un qualcosa di molto sentito nell’isola, lo dimostra il fatto che la metà dei partecipanti è resi-dente e per loro è necessario un sorteggio per le trop-pe richieste. Lungo il percorso si trovano sempre oasi di fami-gliari ed amici che prestano loro assistenza e ristoro. Alcuni di essi li accompagnano persino di corsa per alcuni tratti. Una grande partecipazione collettiva!Arrivo a Sant Denise senza aspettative, come sempre. Non so a cosa andrò incontro ma penso ad un’avventura fantastica da gustare. E’ così che affronto mentalmente questa ULTRA, con prudenza e umiltà, accompagnata però dal mio solito sano e vincente ottimi-smo che determina la mia riuscita. Il percorso, molto tecnico, richiede una buona dose di concentra-zione.

Il giorno della gara raggiungo, insieme ai miei amici, lo stato di Saint Philippe dove c’è il briefi ng ed il controllo materiali. Una calca emozionante che riempie a poco a poco l’interno dello stadio. Tutti con la t-shirt bianca uf-fi ciale obbligatoria! La partenza avviene alle ore 22,00, dopo il terzo colpo di cannone! Ed è così che il “biscio-ne” parte lentamente uscendo da un varco di poco più di cinque metri; spinti dall’adrenalina, dall’emozione, dall’incitazione di quanti presenti attorno allo stadio esultano al nostro passaggio. Ci avviamo così verso la prima parte della gara che ab-bandona la costa tropicale, a quota zero, per inoltrarsi nella foresta, lungo la quale si arriva all’eterna salita che ci porta a più di 2500 mt di altitudine. Nella salita la calca è così tanta che il procedere in fi la indiana ci fa aspettare un bel pò e vengo assalita da una vio-lenta crisi di sonno. Camminare al buio nonostante la miriade di persone attorno, si rivela molto dura. Mi rendo conto di barcollare ma continuo nel mio procedere per raggiungere in tempo la barriera ora-ria. La crisi passa dopo un’ora, e vengo stranamente risvegliata da dei botti che sento più in alto....??....è il vulcano Piton de la Fournaise! Resto affascinata dalle immagini notturne del vulcano in eruzione, quelle colate rosse mi fanno sorridere e mi mettono un marcia in più per continuare in quello che ora è diventato un sentiero lavico, scivoloso ed instabi-le. Il freddo punge e così, all’alba indosso guanti e giacca a vento. Mi addentro poi in una zona di pascoli. Dopo un’ulteriore discesa, molto dura e tecnica, nel mezzo della foresta, il sentiero và ondulato ma deciso. Aiutandomi con i rami e arbusti mi lancio per la discesa e raggiungo un nuovo pae-saggio uggioso. Sali e scendi con dislivelli im-portanti ci permettono di raggiungere CILAOS al 90 esimo KM , in tarda serata. D’ora in poi, dall’anfi teatro spettacolare di que-sto paese, mi lancio in solitudine al chiarore della luna, alla furiosa rincorsa verso gli atle-ti davanti a me. Arrivo al circo di MAFATE, splendido! Molto bello e totalmente selvaggio. Qui non bisogna sbagliare, non ci sono vie d’u-scita.: c’è un ingresso ed un’uscita che dura un paio di giorni di trekking.Passiamo per Roche Plate. Ora fa caldissimo ma salgo per l’ultima salita, fermandomi più volte sulle corde, viste le forti pendenze. Così arrivo alla Possession. Verso sera raggiungo di nuovo l’oceano, mancano 20 km all’arrivo. Ormai sono 45 ore che sono in giro e ora...è arrivato il momento di andare di fretta! Inizio a spingere per percorrere follemente gli ulti-mi 14 km. L’ultima discesa la corro in modo fantastico per raggiungere lo stadio..il tem-po di fotografare il tabellone ed eccomi alla riconsegna del chip. Sono le 23,30 e scoppia la mia felicità e quella degli atleti presenti. Sono il ritratto della gioia per quello che ho vissuto, visto, toccato..lasciato. Felice per avercela fatta! Contenta per averci credu-to! Come sempre motivata dalla curiosità con il cuore e la mente sempre aperta. Una bella avventura.

Dei 2600

atleti alla

partenza1111

si sono

ritirati

durante il

tragitto

ultra-maratoneta

Page 48: SportivissimoDicembre

48

In occasione dell’annuale Gala dello Sport Cornedese si è tenuto un dibattito dal titolo “Sport a livello Locale: una risorsa indispensabile”. Sono intervenuti il sindaco di Cornedo, il dottor Martino Angiolo Montagna, il professor Umberto Nicolai, presidente Coni Comitato Provinciale di Vicenza e Assessore allo Sport e al Tempo Libero del Comune di Vicenza, Stefano Benincà, cittadino cornedese premiato come Atleta dell’anno 2009 in occasione del Galà dello scorso anno, vincitore per il secondo anno consecutivo del Campionato Italiano di corsa in montagna (cat. MASTER) e del Grand Prix Montagne Vicentine e della Venice Marathon, categoria Over 40 e 24° assoluto, migliorando di 2 minuti il tempo dell’anno scorso.

Nel corso del dibattito sono stati premiati

da Umberto Nicolai gli aggiudicatari del

BONUS SPORT anno sportivo 2009/2010.

Il Comune di Cornedo Vicentino ha aderito all’i-

niziativa promossa dal CONI di Vicenza in col-

laborazione con la Provincia di Vicenza e con il

sostegno delle Latterie Vicentine contribuendo

con uno stanziamento comunale di € 500,00, che

sommato a quanto stanziato dal CONI ci permet-

te oggi di distribuire i Bonus Sport per comples-

sivi € 900,00. Gli aggiudicatari dei Bonus sono:

Lovato Noemi, Bertolini Chiara, Scalzotto

Maria, Massignani Mariapia, Bertolini Da-

vide, Massignani Emanuela, Donà Fran-

cesca, Massignani Giovanni, Pretto Anna,

Verma Aaina, Kumar Saksham

ATLETA SPORTIVO DELL’ANNOPaolo Marangon, dell’Associazione

Polisportiva Dilettantistica Valdagno

Campione Europeo 2010 di Kick Boxing Cate-

goria 79 Kg conseguito ad Atene il 26/11/201

Battilana Guido, dell’Associazione Polisporti-

va Dilettantistica Valdagno,

Campione italiano 2009 di Muay Thai Cate-

goria 75 Kg conseguito a Pisa il 08/12/2010

dicembre 2009

Sara Zarantonello, por-

tiere del G.S. Hockey Tris-

sino.

Campionessa italiana

2010 di Hockey su pista

categoria Under 13 e 1°

posto nel torneo interna-

zionale disputato in Fran-

cia a Lione

PREMIAZIONIATLETA SPORTIVO DELL’ANNO

TUTTI I PREMIATI

galà dello sport 2010

Page 49: SportivissimoDicembre

49

A.S. Cornedo Sport calcio

a 5, rappresentata dal

Presidente Onorario Ema-

nuele Gonzato e dall’at-

tuale Presidente Buleghin

Stefano, la cui squadra

femminile ha vinto il cam-

pionato regionale

2009/2010 della F.G.C.I.

serie C Femminile, com-

posta dalle atlete:

SOCIETÀ SPORTIVA DELL’ANNO

Fodimbi Barbara Centrale Difensore

(capitano)

Busatto Cristina Portiere

Meni Lindita Portiere

Mion Elisa Centrale Difensivo

Maddalena Meri Laterale Difensivo

Orso Martina Laterale Difensivo

Gecchele Fran-cesca

Laterale Offensivo

Menti Michela Laterale Offensivo

Battilana Roberta Pivot

Attaccante

Massignan Lisa Laterale

Offensivo (Capocannoniere

della stagione sportiva

2009/2010 con 60 gol!)

Cavion Debora Laterale Difensivo

Visonà Anna Dalla Pozza

Laterale Offensivo

Roncari Lorena Laterale

Offensivo

Ilaria Cavaliere Pivot

Allenatori: Quaranta Roberto e D’Alessandro Diego

La società A.S. Cornedo Sport calcio a 5 è stata anche

premiata per l’implemento del settore giovanile con la

creazione della nuova società A.S.D. Vicentino Junior

MENZIONI D’ONORE

A.S.D. Spagnago Calcio con il Pre-

sidente Enrico Urbani per la vitto-

ria nella stagione sportiva

2009/2010 della Coppa A.I.C.S.

Città di Vicenza, con gli atleti:

Squadra di Pallavolo Ma-

schile dell’A.S.D. Polisporti-

va Cornedo che ha vinto il

Campionato di 1° divisione

Maschile anno 2009/2010

con promozione in serie D

scendono gli atleti

Alvise Grigolato

Andrea Antoniazzi

Andrea Battistin

Andrea Soldà

Andrea Zarantonello

Angelo Roncari

Cristian Grigolato

Davis Urbani

Diego Farinon

Emanuele Poretto

Enrico Urbani

Federico Gasparella

Flavio Sinigaglia

Galdino Belluzzo

Leonardo D’Andrea

Luca Battilana

Luca Soldà

Marco Battistin

Marco Chiumento

Marco Dal Lago

Massimo Fioraso

Matteo Pretto

Michele Zamperetti

Mirco Schiavo

Paolo Benetti

Roberto Cocco

Roberto Zoso

Stefano Faccin

Il Mister

Stefano Pace

Bertozzo Sebastiano

Venturini Michele

Marcigaglia Simone

Peserico Giovanni

Frighetto Luca

Delmastro Nicola

Battistin Emanuele

Bertoldi Giulio

Danieli Massimo

Savegnago Alessio

Rossato Filippo

Maragon Nicolo’

Fanton Tommaso

Missaglia Fausto

Zorzetto Lorenzo

Allenatore: Luca Meneguzzo

PREMIAZIONI “TORNEO DELLE ASSOCIAZIONI” DI

CALCIO A 5 PROMOSSO DAL CENTRO AGGREGATI-

VO GIOVANILE:

1° classifi cato: “Il muretto”

2° classifi cato: Alpini Cornedo

3° classifi cato: Amministrazione Comunale

Page 50: SportivissimoDicembre

Potete scrivere al Senatore Alberto Filippiinviando le vostre e-mail a:

[email protected]

lettere

Le vostre lettere possono essere letteanche nel sito: albertofi lippi.it

quei nostriamici in bici

Caro Senatore,

vorrei esprimere il mio profondo cordoglio per i sette cicli-sti morti nell’incidente di Lamezia Terme. Sono anch’io un ciclista e, come loro, anch’io faccio parte di un gruppo che ama pedalare assieme. Quanto è accaduto a Lamezia poteva accadere ovunque e a chiunque di noi. Siamo in tantissimi che ogni giorno solcano le nostre strade per fare sport in amicizia e divertirsi. Credo che non ci sia stato ciclista al mondo che non abbia provato un brivido sentendo la notizia di Lamezia e non abbia pianto per questa grande, inspiegabile tragedia. Anche senza conoscersi, tutti i ciclisti sono amici; anche se non li conoscevamo, i 7 di Lamezia erano nostri compagni di sport e la loro morte è stata un dolore per tutti noi.

Francesco, ciclista

Caro Francesco,

mi unisco a te e idealmente a tutti i ciclisti nel dolore di quanto è successo a Lamezia. La bicicletta è uno sport meraviglioso che si adatta, come pochi altri, ad atleti di tutte le età e di tutti i livelli: morire così non ha proprio senso. Adesso, forse, non è il momento per capire come tragedie di questo genere non debbano più ripetersi, ma un giorno bisognerà affrontare il problema. E bisognerà farlo seriamente, mettendo regole per gli automobilisti quanto per i ciclisti. Lo sport non deve mai uccidere. La tua lettera è nobile e mi ha suggerito un’imma-gine che, forse, è già un primo passo affi nché tragedie come questa non si debbano più ripetere. Da adesso, quando dalla macchina vediamo dei ciclisti per strada, ricordiamoci sempre dei 7 nostri amici ciclisti di Lamezia…

Buone Natale e Buon Anno a tee tutti i lettori di Sportivissimo, Alberto.

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