Sport People14 2008

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IN QUESTO NUMERO Foto e news: Taranto-Ancona p.off pag. 67 Foto e news: Roma-Inter C.Italia pag. 2 Foto e news: Cremonese-Foggia p.o. pag. 70 Foto e news: Livorno-Torino pag. 7 Foto e news: Foggia-Cremonese p.o. pag. 73 Foto e news: Sampdoria-Juve pag. 12 Foto e news: Ancona-Perugia p.off pag. 75 Foto e news: Atalanta-Genoa pag. 18 Foto e news: Pro Patria-Verona p.o. pag. 79 Foto e news: Empoli-Livorno pag. 20 Foto e news: Foggia-Monza pag. 81 Foto e news: Inter-Sampdoria - Finale Foto e news: Itala S.M.-Cosenza pag. 83 Scudetto Campionato Primavera pag. 25 Foto e news: Manfredonia-Foggia pag. 86 Foto e news: Pisa-Lecce play-off pag. 27 Foto e news: Massese-Salernitana pag. 88 Foto e news: Bologna-Pisa pag. 32 Foto e news: Foggia-Foligno pag. 90 Foto e news: Rimini-Brescia pag. 40 Foto e news: Portogruaro-Spal pag. 93 Foto e news: Rimini-Messina pag. 44 Foto e news: Foggia-Padova pag. 96 Foto e news: Pisa-Spezia pag. 48 Foto e news: Pergocrema-Genoa pag. 98 Foto e news: Ravenna-Messina pag. 52 Foto e news: S.Colombano-S.Angelo pag.100 Foto e news: Avellino-Triestina pag. 56 Foto e news: Savona-Sestri Levante pag.103 Foto e news: Ravenna-Pisa pag. 57 NonSoloCalcio: Benetton Treviso-Cammi Foto e news: Pisa-Rimini pag. 60 Calvisano Finale Scudetto Rugby pag.104 Foto e news: Ancona-Taranto p.off pag. 64 NonSoloCalcio: Viareggio-Follonica Finali Scudetto Hockey pista pag.108 Anno 5 - Numero 14 13 Luglio 2008 OGNUNO HA QUEL CHE SI MERITA La stagione calcistica 2007-2008 non poteva concludersi in maniera migliore. Non parlo di Scudetto, classifica cannonieri, Coppe varie: non è il luogo adatto e, in tutta franchezza (credo non solo a me, ma ad una fetta sempre più larga di vecchi appassionati di calcio), di quello che succede sul rettangolo verde me ne frega più o meno di quanto me ne potrebbe fregare delle nozze di Carla Bruni con Sarkozy. Non è soltanto ché la dominanza economico- politica abbia sovvertito la fatalità di quella palla tonda che gira, annullando di fatto le sorprese che ciclicamente ci facevano sospirare per l'imprevedibile bellezza di questo gioco deci- -dendo, di tanto in tanto, di incoronare Sampdoria, Verona, Cagliari, Napoli, piccole provinciali che potevano permettersi il lusso di giganteggiare sui Golia metropolitani. Quello che più ancora mi comprime, m'intristice, mi porta a chiedere quale dannata logica ci sia nel seguire questo gioco al massacro, se davvero sia così coerente colpire di lancia i mulini a vento, è l'assurdo che ci circonda. L'assurdo a cui hanno dato il nome di Legge Anti-violenza, scritta dalla mano dei signori Amato e Melandri, avvallata dal blocco della casta bipartisan. L'assurdo a guardia del quale hanno messo un ancora più assurdo ente farlocco a cui hanno dato il nome di Osservatorio, i cui ultimi colpi di genio sono (continua a pag. 111)

Transcript of Sport People14 2008

IN QUESTO NUMERO

Foto e news: Taranto-Ancona p.off pag. 67

Foto e news: Roma-Inter C.Italia pag. 2

Foto e news: Cremonese-Foggia p.o. pag. 70

Foto e news: Livorno-Torino pag. 7

Foto e news: Foggia-Cremonese p.o. pag. 73

Foto e news: Sampdoria-Juve pag. 12

Foto e news: Ancona-Perugia p.off pag. 75

Foto e news: Atalanta-Genoa pag. 18

Foto e news: Pro Patria-Verona p.o.

pag. 79

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Scudetto Campionato Primavera

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NonSoloCalcio: Benetton Treviso-Cammi

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Calvisano Finale Scudetto Rugby pag.104

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NonSoloCalcio: Viareggio-Follonica

Finali Scudetto Hockey pista pag.108

Anno 5 - Numero 14

13 Lug l io 2008

OGNUNO HA QUEL CHE SI MERITA

La stagione calcistica 2007-2008 non poteva concludersi in maniera migliore. Non parlo di Scudetto, classifica cannonieri, Coppe varie: non è il luogo adatto e, in tutta franchezza (credo non solo a me, ma ad una fetta sempre più larga di vecchi appassionati di calcio), di quello che succede sul rettangolo verde me ne frega più o meno di quanto me ne potrebbe fregare delle nozze di Carla Bruni con Sarkozy.

Non è soltanto ché la dominanza economico-politica abbia sovvertito la fatalità di quella palla tonda che gira, annullando di fatto le sorprese che ciclicamente ci facevano sospirare per l'imprevedibile bellezza di questo gioco deci-

-dendo, di tanto in tanto, di incoronare Sampdoria, Verona, Cagliari, Napoli, piccole provinciali che potevano permettersi il lusso di giganteggiare sui Golia metropolitani. Quello che più ancora mi comprime, m'intristice, mi porta a chiedere quale dannata logica ci sia nel seguire questo gioco al massacro, se davvero sia così coerente colpire di lancia i mulini a vento, è l'assurdo che ci circonda. L'assurdo a cui hanno dato il nome di Legge Anti-violenza, scritta dalla mano dei signori Amato e Melandri, avvallata dal blocco della casta bipartisan. L'assurdo a guardia del quale hanno messo un ancora più assurdo ente farlocco a cui hanno dato il nome di Osservatorio, i cui ultimi colpi di genio sono

(continua a pag. 111)

LA ROMA FESTEGGIA

LA NONA COPPA ITALIA

Ultima partita della stagione all Olimpico di Roma, dove va di scena la finale di Tim Cup. Dopo appena sette giorni dalle sfide incrociate che hanno visto trionfare i nerazzurri milanesi, tornano a sfidarsi le due migliori formazioni della stagione. Arrivo di primo pomeriggio nello splendido stadio romano,

il clima è di calma apparente con l Osservatorio che ha dato l ok per la presenza degli interisti anche se intorno allo stadio è nutrita la presenza delle Fdo:

si dice che siano 2000 gli agenti impegnati per questo incontro! Le misure di sicurezza sono state rinforzate perchè si temono incidenti,

anche se al momento sono presenti soltanto i tifosi giallorossi. Proprio alcuni tifosi romanisti mentre giocano al pallone notano la nostra presenza e non trovano meglio di indirizzarci due pallonate: per fortuna

riusciamo a scansarci e grazie all intervento di uno steward entriamo al di ...

(continua a pag. 3)

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Sport People n°14/2008

pag. 2

(continua da pag. 2)

... là della cancellata,

il tutto ad evitare

antipatiche discussioni. Già nel riscaldamento la sud è una vera polveriera,

con cori che per potenza fanno

tremare lo stadio mentre gli interisti - anche se all appello mancano ancora

i gruppi

provenienti da Milano - inveiscono contro i giallorossi e li sbeffeggiano ricordando la vittoria dello scudetto. Proprio in questo frangente vengo a sapere di un tentativo di carica verso gli ospiti fuori lo stadio, con la celere che ha sedato il tutto. Nutritissima naturalmente

la presenza di fotografi a bordo campo,

così come non mancano bellezze nostrane,

una su tutte la splendida ragazza che controlla la Coppa già esposta in bella mostra. Nel frattempo nella Sud si ricorda di chi non c è più mentre arrivano gli ultras interisti che vanno a riempire ulteriormente il settore a loro disposizione. Quando poi viene lanciato l inno romanista la sud è uno splendore di colori e bandiere il tutto grazie anche ...

(continua a pag. 4)

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pag. 3

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... all accensione di qualche fumogeno. Prima che le squadre facciano il loro ingresso in campo viene suonato l inno di Mameli dalla banda dei Carabinieri: la sud scandisce slogan contro l Arma mentre nel settore degli Irish Clan,

così come in quello

dei Boys,

vengono sventolate bandierine

tricolori. Le squadre tardano ad entrare in campo e allora mi porto sotto il settore occupato dagli interisti che, in virtù del gemellaggio che li lega con i laziali, ricordano ai giallo rossi come Roma sia soltanto biancoazzurra. Nello spicchio sono state

distribuite bandierine con lo sfondo bianco e

la classica croce rossa, simbolo di Milano:

il colpo d occhio nel settore è buono, così come i battimani ed i treni esibiti dagli ospiti. Nella curva romanista vengono sciorinati uno ad uno gli slogan del tifo giallorosso non dimenticando gli avversari milanesi. Quando poi viene fatta riposare la voce continuo e ...

(continua a pag. 5)

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pag. 4

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... incessante sventolio di bandiere ed il muro di mani alzate che si materializza in più di un occasione . Non posso fare a meno di notare come in fondo alla tribuna, davanti agli ospiti, c è

un

gruppo composto da 150 persone circa che si danno un gran daffare a tifare:

trattassi

proprio degli ultras che risiedevano nella parte centrale della curva romanista e che, dopo le vicissitudini del recente incontro con i napoletani in un autogrill,

non hanno condiviso alcune scelte del gruppo in questione ed allora si sono spostati altrove. In campo le cose si mettono bene per la squadra allenata da Spalletti che passa in vantaggio grazie a Mexes fra la gioia ed

il tripudio incontenibile dei presenti. I primi 45 minuti passano in un lampo, nel secondo tempo mi porto dall altra parte dove gli interisti ironizzano ricordando ai presenti di essere i campioni d Italia. Nel settore occupato dai ragazzi casual vengono mostrati di tanto in tanto i propri drappi, ...

(continua a pag. 6)

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(continua da pag. 5)

...

presenti all appello con tanto di piccolo

striscione i gemellati del Panathinaikos. In

campo la Roma raddoppia e dopo

qualche minuto la curva romanista si cimenta in un paio di treni da pelle d oca: non basta la rete dell Inter ed al triplice fischio la festa è solo giallorossa,

con capitan Totti che alza al

cielo la nona Coppa Italia e raggiunge

nel palmares la Juventus. Gli altoparlanti dello stadio scandiscono sulle note

prima del celebre pezzo dei Queen la festa romanista con la Sud che partecipa attivamente alla festa e con i giocatori che dopo il giro di campo si portano a festeggiare proprio sotto la propria curva,

del resto la vittoria è merito anche degli ultras romanisti che mai hanno smesso di incitare i propri colori dimostrando se casomai ce ne fosse stato bisogno un grosso attaccamento. Gli ospiti inneggiano ugualmente

nonostante la sconfitta ancora una volta la prova della sud superlativa .

Testo e foto di Sauro Subbiani

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pag. 6

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pag. 7

punto in più in classif ica e sulla possibil i tà di salvezza anticipata in caso di vittoria. I l diverso approccio alla gara lo si vede f in dal prepart ita, nel quale

i

sorrisi del presidente Cairo

hanno

fatto da contr altare alla faccia pensierosa di Nando Orsi, al lenatore del Livorno, alla sua ult ima apparizione nel catino del Picchi. Ma la differenza vera oggi la fa i l pubblico presente sugli

spalti. Se la Nord si mostra con diversi vuoti ai lat i, nessun drappo e soprattutto muta e si lente, i l settore ospit i appare in tutta la sua vivacità colorato di mil le drappi e bandiere granata portati nella città dei Quattro Mori

da più di duemila torinist i che non si sono fatt i certo pregare per apportare, all undici di mister De Biasi, tutto i l loro supporto e la passione che da sempre contraddistingue i l popolo granata. I l prepart ita è un monologo degli ospit i che salutano i giocatori chiedendo a gran voce la salvezza.

(continua a pag. 8)

TORO SALVO, LIVORNO IN B:

LE DIVERSE SFUMATURE TRA

GRANATA E AMARANTO

Solo i veri appassionati di calcio r iescono a percepire la differenza cromatica fra i l colore amaranto ed

il

granata perché fra la due tonalità lo scarto è minimo e non sempre valorizzato. Ma oggi più che mai quella sott i le l inea che separa i due colori

ha condizionato le emozioni delle r ispett ive t i foserie e l avvenire delle due squadre per i l prossimo campionato. Sul terreno labronico infatt i si scontrano due compagini al la r icerca del medesimo obiett ivo, la salvezza, ma dist inte da una posizione in classif ica e una situazione societaria completamente diversa. I l Livorno, reduce da un girone di r i torno disastroso, è alla r icerca

di una vittoria che possa ancora far sperare in una salvezza miracolo,

mentre i l Toro può contare su qualche

(continua da pag. 7)

La voce non manca ed i l t i fo dei granata lo si può quasi definire ininterrotto per tutto i l durare della part ita. Molt i i cori originali,

soprattutto contro gli odiati juventini

e

l affaire calciopoli, ma non sono mancati i cori a favore degli ultras e quell i classici come il r ipetuto Toro, Toro vero e proprio boato da far accapponare la pelle. Ma i torinist i non sono gente che si fa

mancare qualcosa e allora tutto i l t i fo vocale è stato accompagnato dallo sventolio di bandiere -

alcune formato maxi -

dall uso di sciarpe e da batt imani davvero bell i e compatt i. Da segnalare i l coordinamento di impavidi lanciacori che, issati in modo incerto sulle balaustre, hanno spinto l intero settore a t ifare per i propri colori in modo incessante e continuo e con grande armonia. Insomma non si scoprono certo ora le grandi ...

(continua a pag. 9)

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pag. 8

(continua da pag. 8)

.. . potenzialità dei granata, ma ogni volta stupiscono sempre di più. La Nord, quasi rassegnata al destino della squadra, ha f in da subito esposto il proprio pensiero dedicando

cori poco cortesi al presidentissimo Spinell i , oggi in panchina, all al lenatore Orsi ed

a tutta la compagine amaranto,

invitando i giocatori a trovarsi un nuovo lavoro. A coronare i l

tutto, una grossa B attaccata al vetro di centro curva a r imarcare i l tr iste destino della squadra toscana. Diverso l umore nel settore ospit i dove i cori si sono susseguit i e potenziati con i l passare dei minuti tanto che, all ennesimo boato granata, la parte centrale della Nord ha risposto con un grosso applauso che riconosce i l valore del t ifo torinista. A chiosa di questo intermezzo corale

da segnalare, da parte della Nord,

l ormai canonizzato coro contro i l ...

(continua a pag. 10)

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pag. 9

(continua da pag. 9)

.. . presidente del Consiglio al quale si è unito buona parte del settore facendo eco ai dirimpettai toscani. I l campo mette di fronte due squadre agguerrite ma, f in da subito, i l Toro pone sul piatto della bilancia la sua determinazione che sgretola la forza della disperazione dei giocatori labronici. I l gol è nell aria e non tarda ad arrivare, così i l settore esplode in tutta la sua tensione,

mentre la Nord inizia ad inasprire la contestazione f ino ad ora solo verbale. Vengono bruciati alcuni cartoni e sulla pista vengono lanciati alcuni fumogeni. Pur non creando grossi problemi di visibi l ità, l arbitro si vede costretto a sospendere la part ita per ben due volte. In entrambi i casi si forma un capannello intorno al direttore di gara nel quale, membri delle società, giocatori, addett i al la sicurezza e forze dell ordine, gesticolano e discutono, quasi un summit internazionale. Alla f ine, e con giudizio, decidono per la r ipresa del gioco anche perché le intenzioni

della curva più che bell icose sembrano provocatorie tanto che, dopo l intermezzo sono anche ripresi i cori, seppur offensivi, nei confronti di squadra e società. Al tr ipl ice f ischio

il campo dà i l suo verdetto che vede i l Torino uscire vincitore dallo scontro con i l Livorno. Per i granata partono i festeggiamenti, la salvezza è stata raggiunta e con una giornata di anticipo e per i l Toro si prospetta una nuova stagione

(continua a pag. 11)

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Sport People n°14/2008

pag. 10

(continua da pag. 10)

.. . nella massima serie. Per i colori granata grande festa sotto i l settore con uno scatenato De Biasi pronto a r icambiare l affetto dei t ifosi indicandoli più volte come i destinatari del traguardo raggiunto. E come dargli torto considerato che la rappresentanza della Maratona giunta oggi in Toscana, è stata davvero i l 12° uomo in campo. I l tono granata si diffonde su un Picchi attonito che vede i colori amaranto del Livorno sprofondare, dopo i l sogno della A e della Uefa, nel duro campionato cadetto, dal quale r itornare

su è sempre un impresa, qualunque sia i l blasone della squadra. Sfumature si diceva, da oggi fra amaranto e granata c è più di un piccolo scarto cromatico, c è

un nuovo e diverso futuro che l i vedrà divisi da due opposti destini.

Testo e foto di Barbara Salamone [email protected]

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SAMP-JUVE:

LA FESTA E QUI

Ultima partita della stagione per i blucerchiati, che festeggiano il ritorno della propria squadra in Uefa. La visita del Pontefice nella cittadina ligure ha fatto sì

che

la partita contro la Juventus venisse anticipata al sabato. Così come l anno scorso anche per questa stagione che va concludendosi gli Ultras Tito Cucchiaroni organizzano la manifestazione Coloriamo la città siamo gli ultras della

Samp : scooterata con partenza da Piazza De Ferrari. L idea di un corteo mi intriga non poco e allora decido di essere presente all evento. Sveglia di prima mattina e subito in viaggio direzione Genova: il tragitto scorre sereno e tranquillo e arrivato a destinazione

posso subito concedermi una sempre piacevole colazione. Non essendo particolarmente pratico della città chiedo ad un tifoso doriano dove si trovi la piazza e dopo le indicazioni ...

(continua a pag. 13)

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pag. 12

(continua da pag. 12)

... scambio quattro chiacchiere con il giovane che prima mi racconta delle sua ultima trasferta appena sette

giorni fa in quel di

Palermo e poi di

alcune trasferte non proprio

tranquille come Roma in Coppa Italia e Livorno, dove le forze dell ordine non accolsero bene i doriani (notizia che non mi giunge nuova perché conosco il clima che si respira all Ardenza). Quando sono passate da poco le 12 mi incammino verso la piazza in tutta calma e

giunto nei pressi si iniziano a sentire rumori dei clacson dei motorini. Appena svoltato l angolo lo scenario che mi si prospetta dinanzi agli occhi è magnifico:

ultras doriani con tanto di striscione sorretto a mano che sa tanto d altri tempi dietro circondato da una miriade di bandierine con questi colori magici . Il tempo di estrarre la mia digitale che intanto

vengono accese torce e fumogeni e sarà così durante tutto il tragitto. Il corteo può partire dopo qualche minuto:

davanti i motorini poi un furgone con tanto ...

(continua a pag. 14)

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Sport People n°14/2008

pag. 13

(continua da pag. 13)

... di impianto voce a bordo ed

il lanciacori a

dettare e scandire slogan mentre

la

maggioranza dei presenti a piedi segue scrupolosamente i ritmi. Gli slogan sono molteplici: si va da quelli contro le Fdo a quelli contro i cugini rossoblù, ma

non

mancano inoltre quelli per ricordare i propri diffidati. Per ricordare la conquista dell Europa viene cantata

più volte la sigla che una volta venivano trasmessi programmi

in Eurovisione. Il corteo si snoda lungo le vie del centro chiassoso e molto colorato con lo stupore dei passanti che, muniti di digitale o telefonino, riprendono l evento. Lascio il serpentone quando

oltrepassa il ponte che porta all ingresso della gradinata sud, passo a ritirare il mio accredito e mi porto a bordo campo. Gli juventini occupano i due spicchi, con in basso Drughi

e Bravi ragazzi mentre sopra il Nucleo con i Viking. Proprio sullo striscione del gruppo milanese è esposta una ....

(continua a pag. 15)

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pag. 14

(continua da pag. 14)

... bandierina del Den Haag, tifoseria

gemellata proprio con i Viking. Ad

inizio partita splendida come da

consuetudine la sbandierata blucerchiata: anche se quest anno ho potuto assistere a tutto questo ben più di una volta, per me ogni volta è sempre un emozione grande e solo chi ama il colore ed

il folklore delle in maniera sviscerata come il sottoscritto può capire tutto questo. Mi posiziono vicino agli juventini che si cimentano in bei battimani, con la parte in basso decisamente più attiva. Le squadre in campo onorano l impegno e si affrontano a viso aperto

favorendo lo spettacolo,

mentre dall una e dall altra parte ci si manda vicendevolmente a quel paese. In particolare gli juventini ce

l hanno quest oggi particolarmente con i parmensi presenti quest oggi a fianco dei gemellati doriani e con tanto di striscione al seguito Curva nord Matteo Bagnaresi . I tifosi

bianconeri ricordano con slogan e sfottò il ...

(continua a pag. 16)

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pag. 15

(continua da pag. 15)

... proprio astio nei confronti degli interisti e

punzecchiano Cassano in ripetute circostanze. In campo la Juve passa in vantaggio con un 1-2 messo a segno dalla coppia del gol Del Piero Trezeguet mentre lo stesso

Cassano

accorcia le distanze per i suoi. La Sud ricorda

con uno striscione Claudio Bellucci che in settimana è stato operato e che

dalla clinica di Anversa ha potuto assistere all incontro in tv. Allo scadere del primo

tempo viene assegnato un calcio di rigore alla Samp: tira Cassano, che sbaglia ma

i suoi tifosi lo incitano e lo applaudono costantemente. Ancora il tempo della danza della pioggia in curva doriana mentre per gli juventini si alza Diffidati sempre presenti .

Nella ripresa la Juve resta in 10 ma va ancora a segno,

mentre la Sud è in continua ebollizione con splendidi treni e battimani. Esce il capocannoniere Del Piero ed i suoi

tifosi lanciano messaggi a Donadoni. Ancora il tempo dell inno di Mameli intonato ...

(continua a pag. 17)

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(continua da pag. 16)

... dagli juventini mentre entra Montella fra l ovazione dei presenti. Ancora una volta la curva blucerchiata è un delirio sull aria di una celebre canzone di Fausto Leali, poi la Samp pareggia proprio con l aeroplano. Si alza incessante Chi non salta è genoano ed ancora c è spazio per Il cielo è sempre più blu mentre al triplice fischio sampdoriani che festeggiano l Europa con un giro di campo. La sud sfotte i cugini e ringrazia

ancora una volta i propri calciatori; anche in questa circostanza Cassano è

autentico mattatore e trascinatore. C è chi vorrebbe fare invasione ma gli stewards

invitano i presenti a restare al proprio posto anche perché al minimo accenno vengono subito filmati e fotografati e allora con l aria che tira

meglio restare ai propri posti. Ancora una volta ho assistito ad uno spettacolo come sempre più raramente oramai capita di vedere; ancora una volta Avanti ultras .

Testo e foto di Sauro Subbiani

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pag. 17

ATALANTA-GENOA,

ASPETTANDO TEMPI MIGLIORI

Ultima di campionato al Comunale di Bergamo, dove arrivano i grifoni genoani. Poteva essere una sfida epica dal punto di vista ultras, se non fosse stata l ennesima stagione balorda, anzi tragica, cominciata con il pesante fardello del Decreto Melandri-Amato, passata per l omicidio di Gabriele Sandri e proseguita con la morte di Matteo Bagnaresi. Una stagione tragica, dicevamo, ma non da dimenticare: ognuno si porti nel cuore la rabbia e le ingiustizie subite, aiuteranno a continuare il nostro cammino controcorrente. Il pensiero corre inevitabile ad un Atalanta-Genoa di quasi vent anni, sempre ultima di campionato, con i rossoblu freschi di ritorno in massima divisione -

ed anzi proiettati verso quelle stagioni gloriose che culmineranno con l indimenticabile notte di Anfield Road

che riempirono quasi l intera curva sud. Ma sono speranze vane, siamo distanti anni luce da quel clima e da quei numeri, ed anche il meteo ci mette lo zampino: se allora picchiava un sole verticale, oggi cielo bigio dopo una settimana di pioggia ad oltranza. Ottimo pranzo da Lello e poi dritti sul manto erboso, chè fuori non è (più) tempo per gustosi incontri ravvicinati. La Nord sfoggia una gran quantità di bandiere old style, ottimo l effetto cromatico regalato. Il contingente genoano si assesta su numeri accettabili ma regala poco dal punto di vista coreografico, mentre nelle dirette adiacenze gli Again Atalanta si sono attrezzati con coriandoli e piccoli

cannoncini che sparano stelle filanti. Complice il terreno pesante, il match stenta a decollare e non da meno le due tifoserie: gli orobici toccano i migliori

picchi con svariati cori offensivi, gli

(continua a pag. 19)

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pag. 18

(continua a pag. 18)

ospiti regalano un repertorio variegato ma in molti non hanno voglia di scaldare le ugole. Da citare i cori a sostegno dei gemellati genoani. Se il primo tempo può meritarsi una comunque stiracchiata sufficienza, nella ripresa si naviga decisamente a vista: saltano gli schemi in campo ed in curva, con i genoani in palese anarchia ed i berghem che alternano lunghe pause a qualche coro. Il triplice fischio arriva quasi come

una liberazione, atteso non senza un piccolo pathos per via di un manipolo di genoani che per un attimo sembravano intenzionati a saltare in campo, e forse non proprio per raccattare qualche mutanda sudata Invece nulla di nulla: grifoni sotto il settore a salutare i propri fedeli sostenitori, orobici che salutano con un giro di campo il pubblico amico. Au revoir mes amis

Testo e foto di Lele Viganò

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pag. 19

EMPOLI E LIVORNO:

SONATA A DUE PER SALUTARE LA A

Il campionato suona le trombe dell ultima giornata. A Parma e Catania si decide lo scudetto, a Torino e Milano la zona Champions, a Empoli si spera in

una doppia combinazione che possa far strappare all undici azzurro l ultimo tagliando per la permanenza nella massima serie. Occorre in primis battere il Livorno ormai retrocesso e rassegnato, occorre che l Inter non perda e che, soprattutto, la Roma batta l agguerrito Catania. Combinazione difficile ma non impossibile e fin che si può sperare tutti devono fare il loro dovere. Così, complice una politica di prezzi bassi, la Maratona azzurra si presenta piena e ben infoltita soprattutto nella zona più calda dove, per l ennesima volta, Rangers e Desperados guidano il tifo nella speranza di poter festeggiare una salvezza last minutes proprio

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pag. 20

nell anno dell epica trasferta in Uefa. Il riscaldamento dei giocatori è seguito passo passo ed i cori iniziano fin dal prepartita con un crescendo che cela la tensione diffusa al Castellani. Un occhio al campo ed

un orecchio alla

radio, questa sarà la giornata del tifoso azzurro,

senza disdegnare un coro di

incitamento ai giocatori. Il settore ospiti si presenta vuoto, pochi sono i labronici presenti, tre drappi raffiguranti Che Guevara troneggiano ma di ultras nemmeno l ombra. La partita inizia quindi sotto il segno empolese con la Maratona in grande spolvero,

mai doma e soprattutto continua nei cori. La possibilità di poter compiere un impresa si fa più vicina quando arriva la notizia del gol della Roma così le forze messe in campo dai tifosi raddoppiano aumentando i decibel del tifo. La speranza è quella di spingere la squadra alla vittoria e c è da dire che l undici in campo sembra percepire

(continua a pag. 21)

(continua da pag. 20)

... percepire l adrenalina degli spalti. I giocatori di mister Cagni lottano su ogni pallone con grinta e determinazione anche perché il Livorno non rinuncia a giocare e si oppone colpo su colpo alle iniziative azzurre. Ma nulla può contro un tiro preciso di Buscè, uno dei simboli dell Empoli, che porta in vantaggio i suoi festeggiando a lungo sotto la Maratona. Inutile descrivere il grande entusiasmo dei tifosi di casa, se i giochi finissero qui l Empoli sarebbe salvo. Dagli ospiti non si leva alcun coro

ma solo qualche singolo urlo di disapprovazione contro Nando Orsi e il presidente Spinelli,

nonché i classico Andate a lavorare .

Ma a primo tempo inoltrato alcuni cori si odono fuori dall impianto e, quasi dal nulla, un nutrito gruppetto di tifosi amaranto appare sui gradoni della tribuna laterale. In questo gruppetto si riconosce lo ...

(continua a pag. 22)

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(continua da pag. 21)

... zoccolo duro della Nord amaranto che si compatta dietro ad un drappo giallo marcato AEK Atene,

la cui tifoseria è

molto amica dei labronici. Gli ospiti iniziano a cantare ma i loro inni non sono certo di incitamento: ormai rassegnati alla serie B, gli amaranto mettono su una serie di cori ben realizzati ma tutti incentrati sulla goliardia e sulla presa in giro. Promettono scontri ai livornesi che sono nel settore ospiti, inneggiano alla serie B come fosse un traguardo agognato, e si dicono felicissimi del campionato portato avanti dalla loro squadra. Insomma non si prendono sul serio e sdrammatizzano con ironia il destino che li attenderà nella prossima stagione. Naturalmente non mancano veri e propri cori per i diffidati, contro le forze dell ordine e politicanti vari e, inevitabili, cori contro la società e i giocatori ai ...

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Sport People n°14/2008

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... quali si consiglia un valido cambio di mestiere. Il gol dell Empoli non inasprisce i toni ma rafforza nei tifosi livornesi la convinzione che squadra e società non sono degni della loro considerazione. Il secondo tempo si riapre ai ritmi del primo, con la tifoseria empolese impegnata in un tifo estenuante per spingere i giocatori verso la salvezza, considerato anche il momentaneo vantaggio interista a Parma e il raddoppio di

Saudati che mette in cassaforte la vittoria sul Livorno. È dopo il secondo gol empolese che i tifosi del Livorno accentuano la loro vena goliardica offrono

un teatrino davvero gustoso. Uno di loro, sicuramente non fortunatissimo, ha indossato un impermeabile giallo, tipico del presidente Spinelli, e, posto al centro della tribunetta ha ricalcato le veci del presidente, prima offeso a gran voce e

poi rispedito al mittente in malo modo. Per gli spettatori uno show esilarante, per il povero malcapitato nella parte del presidente, qualche leggera ammaccatura!!! Comunque devo dire che i livornesi oggi hanno davvero sorpreso,

soprattutto per la leggerezza che li ha caratterizzati

e per l inventiva nei cori e nelle prestazioni scenografiche .

Con l avvicinarsi del fischio finale le ...

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Sport People n°14/2008

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... orecchie di tutti si sono incollati alle radio,

che però hanno portato solo tristi

notizie. Al secondo gol interista infatti ha fatto subito seguito il pareggio del Catania sulla Roma e quindi si sono dissolte in un attimo le speranze di salvezza per gli azzurri. Il pubblico empolese è rimasto attonito anche se la Maratona non ha mai smesso di cantare seppur con tono minore. La delusione dei tifosi azzurri è stata in parte mitigata dal sostegno degli amaranto che hanno intonato cori contro i tifosi catanesi, visti anche i passati burrascosi fra etnei e amaranto. E al fischio finale il verdetto è stato sancito:

a far compagnia al Livorno in B scendono Empoli e Parma. Con le lacrime di qualche giocatore azzurro ed

il saluto di Cagni si conclude la stagione calcistica al Castellani, rimandando tutti al prossimo campionato. Purtroppo è serie B.

Testo e foto di Barbara Salamone [email protected]

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Sport People n°14/2006

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QUANDO CONTANO

SOLO I COLORI

La f inale del campionato Primavera si gioca a Chieti, dove arrivano la Sampdoria e l Inter di Balotell i . Nonostante i l maltempo grande cornice di pubblico, con oltre seimila spettatori paganti. Da Genova arrivano due pullman di UTC e Fedelissimi ed a loro è riservata la curva Volpi , tempio degli ultras neroverdi. Ott imo i l t i fo blucerchiato, caratterizzato da cori di produzione propria e lo sventolio di tante bandiere, come da collaudata tradizione. Gli interist i sono tanti ma per lo più della zona, si notano infatt i tanti str iscioni di Clubs e la presenza dei Boys sez. Roma, che si danno un

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Sport People n°14/2008

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gran daffare per sostenere i propri colori, accendendo a r ipetizione tantissimi fumogeni e torce e facendo gruppo nella parte inferiore dei dist int i. Da notare anche lo stendardo Milano Centro tra i sostenitori

nerazzurri che sventolano anche alcune bandierine. Bello i l confronto in campo, ravvivato da tanti goal; anche sugli spalt i buon t ifo da ambedue le fazioni. Alla f ine grande festa sotto la curva blucerchiata per i l tr icolore conquistato dalla Primavera doriana. Per quanto visto in campo e fuori sembra per un giorno di essere tornati al buon vecchio calcio , sperando non sia stata solo una parentesi

Testo e foto di Mario D Andrea

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Sport People n°14/2008

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PLAY-OFF:

LECCE, BUONA LA PRIMA!

La coda del lungo campionato di serie B quest anno ha luogo in pieno rispetto delle assurdità delle quali il calcio ormai si nutre. Come se non fossero stati abbastanza i posticipi serali in pieno inverno e in orario da lupi, le giornate giocate

alle 19.30, i recuperi pomeridiani e le ultime gare giocate alle 15.00 sotto il solleone, ecco che la formula dai play off offre due gare in orario sfalsato, di mercoledì con inizio alle 19.00. Una beffa per chi lavora e vuole seguire la propria squadra, una beffa per tutti i cittadini che invece vogliono solo tornare a casa dal lavoro e si trovano mezza città chiusa al traffico, senza parlare dei tifosi ospiti costretti a prendersi almeno un giorno di ferie. E se si considera che Pisa e Lecce non distano pochi chilometri, per i pugliesi i giorni saranno anche un paio. Insomma al peggio non c è mai fine . Comunque la prima semifinale play off

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Sport People n°14/2008

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non sembra risentire di tutte queste difficoltà e l Arena Garibaldi si presenta piena in ogni ordine di posto,

con un

settore ospiti colorato da un nutrito gruppo di leccesi, quasi un migliaio. Visti i tempi davvero un pubblico delux. La Nord sente l evento e tarda a riempirsi infatti si ultimano i preparativi per il fischio di inizio accompagnati dai soliti cori per i giocatori che danno il bentornato ai tifosi durante il riscaldamento. I leccesi non sono da meno e cercano subito di compattarsi formando una macchia giallorossa a centro settore pronta al saluto dei beniamini. L ingresso delle squadre in campo è così salutato dallo sventolio di bandiere da entrambe le parti. Nerazzurre e rosse per il Pisa, mentre il classico giallorosso per i leccesi che danno il via anche a diversi treni davvero ben realizzati. Purtroppo il gioioso clamore della Nord,

oggi è rattristato dalla scomparsa di un giovane tifoso deceduto, dopo diversi

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giorni di coma, a seguito di un incidente stradale. A lui, Marco, era stato dedicato anche uno striscione nelle gare precedenti con l augurio di riuscire a tornare sui gradoni

della Nord. La sorte

ha giocato pesante e Marco non è potuto tornare a tifare per i colori nerazzurri. Per lui, oltre che gli applausi di tutto lo stadio ed

i fiori di capitan Raimondi, i ragazzi hanno issato un lungo striscione accompagnato da un ultimo coro di saluto UN RAGAZZO COME TANTI, UN ULTRAS DI 16 ANNI COME POCHI. CIAO MARCHINO . E dopo il cordoglio e le lacrime la Nord ha sfoderato le unghie partendo con il tifo per i propri

colori oggi sospinti da una motivazione in più, vincere per andare in finale e vincere per dedicare a Marco la partita. Così il tifo si è sviluppato secondo i canonici binari con l uso delle mani e delle voci come sempre ben dirette dai lanciacori

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-se. Da parte pisana nel primo tempo è stato esposto un altro striscione 28/05/08 OTTO GIORNI DI GALERA

PER NON AVER FATTO NIENTE, VERGONGA ULTRAS LIBERI . Non so bene a che episodio si riferisca ma il senso è chiaro a tutti. La prima frazione si chiude in parità ed

il riposo serve a far riprender voce ai tifosi che non si sono certo risparmiati. Al rientro delle squadre in capo il tifo

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davvero inesauribili. I dirimpettai salentini non sono stati da meno e

non si

sono certo risparmiati sul lato canoro. La loro prestazione è stata maiuscola, davvero ottima anche perché sono riusciti a compattarsi e far partecipare al tifo quasi la totalità del settore. Prova ne sono i robusti battimani e due sciarpate fittissime che hanno portato i gradoni del settore a divenire un tappeto giallorosso. Diversi cori sono stati dedicati ai diffidati mentre per la squadra un eloquente striscione DEVI VINCERE! che poco lascia alle interpretazioni. Fra le due tifoserie praticamente indifferenza se si tralasciano alcuni battibecchi con la gradinata. Di fatto le due parti hanno tentato di dare il massimo apporto alle squadre concentrandosi sul tifo per

più che sul tifo contro . Non sono mancati riferimenti ironici ai rivali di sempre, Bari e Livorno,

ma nel complesso il tifo è stato tutto di incitamento anche perché la posta in palio è davvero di quelle prezio-

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riprende come se non si fosse mai interrotto seguendo il copione ormai tracciato. Treni, cori sciarpe, entrambe le tifoserie non si fanno mancar niente. Da segnalare in Nord

una coreografia con

tre bandieroni, uno con la croce armena simbolo della città e altri due con su scritto LIBERTA PER GLI ULTRAS SEMPRE COMUNQUE DOVUNQUE rinnovando la vecchia usanza di dedicare l inizio della ripresa alla lotta contro la repressione e pro diffidati. Con il passare dei minuti il tifo si è fatto più tirato seguendo le sorti della gara. Il gol del vantaggio salentino ha dato un netto segno non solo alla partita sul campo. Mentre il settore è esploso in un boato accompagnato da un euforico sventolio di bandiere e sciarpe, la Nord ha preferito aumentare i decibel sonori e proporre un tifo rabbioso come la ricerca del gol da parte dell undici di Ventura.

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Malgrado il tifo e la determinazione della Curva e la grinta dei giocatori, il gol tanto atteso non è arrivato così a far festa è stato il Lecce,

chiamato a gran voce

sotto il settore dove lo aspettava il suo generoso pubblico. E

generosa è stata anche la Nord che,

nonostante la sconfitta,

non ha lesinato complimenti ai giocatori. Complimenti ricambiati dalla squadra e dal mister Ventura per primo giunto sotto la curva ad applaudire il pubblico che lo ha incitato durante tutto questo campionato. La partita di ritorno sfornerà il verdetto. Al Lecce basterà un pareggio per accedere alla finale, al Pisa servono tre punti e non basta un solo gol. Comunque andrà le due tifoserie hanno già vinto il loro campionato anche se per una di loro ci sarà ancora la speranza di salire nella serie regina. In ogni caso complimenti.

Testo e foto di Barbara Salamone [email protected]

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IL BOLOGNA RICONQUISTA

LA SERIE A

Ultima partita della regular season per quanto riguarda il campionato cadetto e,

se i

giochi in chiave salvezza sono già stati fatti,

nelle parti alte della classifica rimane ancora da stabilire chi è promosso direttamente

insieme al Chievo e chi dovrà vedersela

dopo appena tre giorni nella lotteria dei play off. I tifosi bolognesi sognano di ritornare nel calcio che conta dopo tre

stagioni di purgatorio e sperano che il Pisa, già destinato ai play-off, tiri un po il fiato. Stadio Dall Ara esaurito come da previsione,

del resto la posta in palio è altissima e chi tifa Bologna non può mancare all appello:

non è un caso se per la prima

volta in questa stagione viene

aperta in via del tutto straordinaria anche la curva San Luca,

adiacente al settore ospite. In settimana i gruppi della Costa ed il Centro Bologna Club avevano diramato un ...

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... un comunicato che invitava i tifosi a vestirsi di rossoblù: direi che l appello è stato raccolto in pieno perchè la macchia rossa

spicca, e non poco, sin da quando arrivo allo

stadio bolognese e trovo i tifosi in fila che aspettano l apertura dei cancelli. L attesa è spasmodica ed

anche se manca

qualche ora all inizio della gara sono tanti

i felsinei che bivaccano all ingresso dei vari settore dello stadio, io intanto ritiro

l accredito ed anche qui la fila è discreta. Ho tutto il tempo per

cercare un posto dove poter pranzare: la tentazione di assaggiare le specialità culinarie romagnole è troppo grande e supera il timore di fare i conti con un tutto esaurito . Nel primo locale infatti

prendo un bel due di picche ed allora vado

oltre: in questo secondo

ristorante le cose vanno diversamente e, grazie ad uno

sveglio cameriere ed all ospitalità di due altri clienti vengo fatto accomodare al loro tavolo. Neanche a farlo apposta i due improvvisati commensali sono tifosi sfegatati del ...

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... Bologna ed allora il pranzo si consuma più piacevolmente fra una chiacchiera e l altra

sul gioco più bello del mondo, il tutto a base di ottimi tortellini. I due commensali, in verità,

non si

sbilanciano particolarmente, forse per questioni scaramantiche; del resto la speranza di poter festeggiare alla fine dei 90 minuti è tantissima ma non dipende unicamente da quanto sarà in grado di fare la squadra di Arrigoni ma anche dal risultato del Lecce, che insegue ad con un punto di distacco. Faccio il mio ingresso nello stadio quando manca un ora abbondante al via, non prima d essermi dissetato visto che la calura

incombe in modo soffocante. Una volta a bordo campo il colpo d occhio è

già splendido, con la curva Andrea Costa gremita e rumorosa; le trombe ad aria compressa regalano ulteriore pathos. Nella storica balaustra posta al centro,

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tempio del gruppo dei Mods,

bandierine

con lo stemma del gruppo bolognese mentre in basso a destra Forever Ultras e URB

hanno bandieroni con gli stemmi dei due gruppi in primo piano. Fra un battimani arriva la prima

sciarpata

della giornata, lanciata proprio dai Mods, mentre dalla parte opposta gli ospiti vengono alleviati dalla calura a colpi di idrante. Il pubblico di casa rumoreggia e dopo qualche minuto acqua a volontà anche per loro, ricambiato dal coro Rispettiamo solo i pompieri! . Dopo la lettura delle formazioni è il momento dell inno ed

allora decido di portarmi al centro del campo per poter immortalare la curva bolognese nel suo splendore e nella sua magnificenza. I pochi pisani al seguito sventolano anch essi le proprie bandierine,

mi chiedo tuttavia dove siano i mancanti dei 1000 previsti e la risposta alla mia domanda arriverà più avanti. Ancora una volta sono le sciarpe ad essere mostrate dal pubblico di

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casa e ancora una volta il risultato è splendido. Il tempo di aprire le ostilità e dopo appena sei minuti il Bologna si vede assegnare un penalty a proprio favore: va sul dischetto Marazzina, calcia di potenza spiazzando il portiere pisano e manda in rete una palla che potrebbe valere una stagione intera. Con quella di oggi sono ben 23 le reti messe a segno dal bravo attaccante, mentre

lo stadio diventa una bolgia infernale. Dopo un bel Bologna alè lo speaker annuncia le

condizioni richieste a chi vuol seguire le sorti della squadra romagnola in trasferta, il comunicato viene accolto da fragorosi fischi e in questa circostanza sono tutt altro che inopportuni. Non mancano sfottò tra le due fazioni, poi sul finire del primo tempo arriva il restante contingente ultras pisano. Adesso il tifo neroazzurro prende tutta un altra piega: la differenza è palese perché se prima era tutto all insegna dell improvvisazione adesso

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grinta e verve da vendere. Ecco la differenza che passa fra essere tifoso invece che ultras!

Fin da subito mani alzate e

battimani mentre devo attendere l inizio della ripresa per la scarpata: chi non possiede il prezioso indumento mostra orgoglioso la propria maglietta e con essa l appartenenza al gruppo. Ho il mio bel daffare per immortalare le gesta degli ospiti, infatti ogni volta che decido di azionare

la mia digitale devo portarmi proprio a ridosso di loro

per dribblare lo stuolo di steward presenti, che diversamente disturberebbero la mia visuale.

Oltre agli uomini in giallo non manca comunque una telecamera puntata

proprio sulle due curve è intenta a registrare il tutto. In campo le emozioni scarseggiano mentre sugli spalti le cose sono ben diverse anche se la tensione in casa bolognese si fa sentire ed è normale che sia così. Dopo un battimani davvero massiccio grazie alla partecipazione consistente del pubblico di casa, arriva il momento per l onda degli

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ultras pisani ed ancora una

volta il tutto è

davvero bello. Il Bologna amministra senza patemi il prezioso vantaggio mentre la Costa regala ancora una sciarpata. Nei minuti finali ci si abbraccia fraternamente e si attende il triplice fischio per festeggiare, il sottoscritto si porta vicino alla curva bolognese mentre Arrigoni invita alla calma i propri calciatori dicendo che ancora non è finita anche se è scaramanzia vera e pura. Al triplice fischio inizia la festa con i pisani che salutano i propri calciatori con un Grazie lo stesso mentre il mister e il presidente bolognese vengono portati in trionfo al centro del campo . Gli ultras di fede bolognese intonano un coro ricordando i propri colori mentre i calciatori festeggiano la vittoria e la promozione proprio sotto la curva e non si fa attendere il tradizionale lancio della maglia. Inizia il giro di campo fra lo scrosciare di applausi e con l inno ufficiale a fare da

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sottofondo in uno scenario bello e particolare. Un tifoso bolognese, peraltro molto giovane,

non riesce a trattenere il suo entusiasmo e allora invade la pista di atletica anche se per lui avvicinarsi ai propri idoli è impossibile e viene accompagnato all uscita, comunque in modo molto garbato e civile. La festa poi si protrae per le vie del centro con i clacson di auto e motorini suonati ininterrottamente fino a raggiungere

piazza Maggiore, epicentro della festa rossoblù. Dopo una ventina di minuti lascio lo stadio bolognese per fare il mio ritorno a casa . Con questo servizio si conclude la mia avventura stagionale con Sport People.

Auguro a tutti i lettori buone vacanze con la speranza, visto che gli Europei sono alle porte, di tornare a vincere questo trofeo

considerando che l ultima vittoria risale a 40 anni fa e che il cielo si tinga sempre più d azzurro.

Testo e foto di Sauro Subbiani

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comprare Ronaldinho, per cui piuttosto che segnalarsi per un gesto di distensione e di avvicinamento vero agli sportivi, preferiscono continuare a guardare al proprio misero orticello e ai propri esclusivi interessi. Ovviamente è un flop clamoroso e solo relativamente la mossa argina la fuga di presenza dal Romeo Neri . Stando dunque alla risposta di pubblico, la Città di Rimini non crede alla Serie A, anche se poi chiede lo stadio nuovo... ed anche se questa constatazione sulla piccolo-borghesità riminese l'avevo già fatta. Sul versante ospiti, i numeri parlano di scarsi duecento tifosi delle Rondinelle, divisi in due gruppi ben distinti e separati: da una parte, il più corposo seguito dei Brescia 1911 , che si piazzano più centralmente ma non hanno alcuno striscione e, se non fosse per le sciarpe o una piccola bandiera, non offrono il minimo segno distintivo; lateralmente Via Veneto , N.C.F. , Curva Sud e Gianca con noi , sono le insegne di un gruppo meno nutrito, che si dimostrerà più altalenante nel sostegno, ma la cui prima linea parla

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RIMINI-BRESCIA:

SENZA GLI ULTRAS SAREBBE NIENTE

Agli sgoccioli di questo interminabile campionato di Serie B, il Brescia del vulcanico Serse Cosmi giunge a Rimini a rendere visita alla compagine guidata da Leo Acori. La squadra lombarda, costruita chiaramente per il salto di categoria, ha ormai accumulato troppo margine dalle battistrada per puntare alla promozione diretta, per cui non le resta altro che centellinare le risorse per tentare l'accesso alla massima serie dalla porta di servizio dei Playoff. I biancorossi di casa, dopo aver cincischiato lungamente credendosi definitivamente tagliati fuori dai giochi, adesso,

dopo la vittoria di Pisa, sono ritornati a credere nella speranza di poter acciuffare l'ultimo treno degli spareggi. In quest'ottica, la società cerca di chiamare a raccolta i tifosi decurtando del 50% i prezzi dei biglietti, ospiti esclusi ovviamente, perché i signori padroni credono che con i soldi di qualche centinaio di tifosi avversari potranno poi

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abbastanza chiaro: non sono club o semplici tifosi, ma inequivocabilmente ultras e pure di una certa esperienza. Tra le tante, oggi, è anche la giornata del ricordo di Bellavista, il patron biancorosso scomparso esattamente un anno fa: nel pre-partita fiori e applausi per la famiglia, mentre gran voci si alzano per scandire il nome dell'indimenticato Vincenzo. Prossimi al calcio d'inizio, quando partono le prime vere schermaglie, mi fa un po' sorridere ma tanto pensare vedere in un solo stadio, in una sola partita, ben quattro diversi assembramenti, ognuno che tifa per conto proprio, creando quel fastidioso effetto accavallamento , tipico dei dischi suonati

fuori battuta che, quando accompagnano il tuo ingresso in un locale, vorresti uscire al volo. Altrettanto non è gradevole in uno stadio, però devo pure rassegnarmi all'idea che per certe divisioni un motivo valido poi c'è sempre, che sarebbe stato senza dubbio più bello un boato unitario e potente da ognuna delle due fazioni contrapposte, ma almeno mi consola che un rumore di fondo ad infastidire questo calcio piatto c'è ancora, piuttosto che il silenzio teatrale che lorsignori vorrebbero. Nel clima vacanziero che imperversa, gli ultras sono gli unici ad onorare al meglio l'impegno, sicuramente più di quanto facciano tutti gli altri convenuti. Certo gli esiti non sono dei più clamorosi, e si capisce che anche sulle ugole pesi una stagione così lunga. Il tifo è comunque costante e non mancano nemmeno le provocazioni reciproche, con i riminesi che rinfacciano ai bresciani l'amicizia con Cesena con Come Cesena, voi siete come Cesena ed i bresciani che, senza troppa noncuranza, rispondono con un laconico Rimini, Rimini Vaffa****o . Dei cesenati però, non rilevo traccia (giustamente, visto che il Cesena gioca a Treviso), mentre è evidente la presenza di alcune maglie rossonere, dei gemellati milanisti, situati in mezzo ai ragazzi del Brescia 1911 . Proprio i 1911 sono il traino del tifo, con cori continui e soprattutto manate ben eseguite, mentre l'altro gruppo

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Un po' meno diverte me la prospettiva di fare affogare la mia macchinetta ma, il rovescio è tanto violento quanto fugace, per cui appena comincia a balenarmi in mente l'idea di dare forfait, smette di piovere. Con l'acqua, finisce

anche il primo tempo. Per la seconda frazione, mi sposto presso la tifoseria locale, a spiarne da vicino l'andamento e coglierne meglio umori e prestazioni: il loro

inizio è, al solito, molto lento a carburare e non è dei

migliori la scelta dei coristi di incalzare sullo stesso motivo, visto che la partecipazione scarseggia e ne viene fuori una mezza cantilena tutt'altro che bella da sentire. Pian piano il gruppo si rinfoltisce e si ricompatta ed anche i cori migliorano, mentre vedo muoversi entrambi i gruppi sul fronte opposto ma questa frammentazione delle forze in campo

rende davvero impossibile permettermi di sentirli, compito già arduo in uno stadio così dispersivo. Davvero scoppiettante è invece l'inizio di ripresa sul terreno di gioco: dopo soli cinque minuti è l'ex pescarese Vantaggiato a .

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...

si scalda solo nei momenti topici,

limitandosi a sventolare un paio di bandiere nel resto del tempo. Gli ultras bresciani della Sud, si segnalano anche per una sciarpata, numericamente commisurata alla loro presenza, ma comunque gradevole. Altrettanto dicasi per i riminesi, che eseguono una sciarpata da non disprezzare, viste le presenze, seppur per come appare desolantemente vuota la curva

si fatica non poco a trovare un'inquadratura che non risulti pietosa e soprattutto impietosa nei confronti dei burdeli che fronteggiano una giornata del genere con il massimo dell'impegno. Ad un certo punto ci si mette anche il tempo: il cielo si copre velocemente e comincia a scendere acqua a secchiate. Ovviamente nessuno s'era preparato e men che meno potevo essere io il fortunato possessore di un ombrello. Sembra il classico acquazzone estivo, sotto il quale però gli ultras si divertono, seppur la riuscita del tifo risulti meno eroica rispetto alla gara contro lo Spezia ed il massimo che ne consegue, sono un paio di spunti altamente goliardici.

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tende se non voglio dire definitivamente addio alla mia macchina fotografica. Fradicio e stanco di questo clima insulso da classica partita di fine campionato, prendo perciò la strada di casa. Anche gli ultras di entrambi i fronti non hanno fatto niente di eclatante, li avevo già visti in momenti migliori di questo, sono stati condizionati dalle pessime condizioni atmosferiche e tutto quello che volete, ma almeno fino alla fine hanno offerto ciò che da loro è lecito attendersi, regalando l'unico motivo valido per non andare via bestemmiando tutti i santi del calendario, dal primo gennaio al 31 dicembre in fila. Oltre i particolari senza dubbio discutibili, il senso della vita in uno stadio oggi è tutto qui: meno male che c'è ancora la caparbietà degli Ultras a tenere vivo nel calcio quel sentimento a tanti alieno che si chiama passione , sennò davvero faremmo meglio a

starcene tutti a casa, in poltrona, ma a televisore spento, perché dieci minuti di questo pseudo-spettacolo freddo e plastificato non vale nemmeno la pena di pagarlo pochi spiccioli sul digitale terrestre.

Testo e foto di Matteo Falcone [email protected]

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...

spezzare gli equilibri e portare in

vantaggio la squadra di casa. Il Brescia evidentemente resta stordito da questo colpo fulmineo, tanto che soli due minuti più tardi

subisce anche il raddoppio firmato dal centrocampista Giovanni La Camera. Mister Cosmi capisce che qualcosa nel suo undici non è registrato al meglio per cui tira fuori Vass ed inserisce Taddei, mossa che si rivela davvero azzeccatissima, tanto che lo stesso esterno, appena entrato, riceve palla, supera con destrezza un paio di avversari e sorprende l'esterrefatto Consigli. Dopo questa vampata, la gara torna su binari definibili più noiosi che ordinari. Poi anche il tempo ricomincia a fare le bizze: piove ancora, inizialmente non troppo forte, per cui resisto,

nascondo la macchina sotto la maglia e la esco solo quando ho qualcosa di interessante da fotografare. Se sugli spalti qualcosa ancora si muove, in campo sembra che i campioncini siano intimoriti dall'acqua e regna l'apatia. L'unico ritmo che incalza è quello della pioggia, sempre più insistente, sempre più grossa. Giusto il tempo di altre due sciarpate bresciane, una per ognuno dei due gruppi, poi decido che è ora di togliere le

RIMINI-MESSINA:

DOMANI ANDRA' MEGLIO...

All'epilogo di questa interminabile stagione di B, si ritorna a santificare la festa, si torna alla domenica, il giorno consacrato al dio pallone. Peccato che più che un vero e proprio ritorno all'antico, si tratta solamente di una effimera opportunità commerciale, sfruttando la fine del campionato maggiore. Continua anche la politica popolare (a scoppio ritardato) del Rimini Calcio che, dopo aver proposto lo sconto del 50%, quest'oggi offre di più, abbassando

il costo dei tagliandi alla simbolica cifra di un euro. Come nel precedente tentativo, la mossa paga pochissimo e solo parzialmente riesce a tamponare l'emorragia di pubblico, tanto più che ormai la squadra biancorossa è ormai tagliata fuori da ogni possibile traguardo e la spiaggia diventa più che invitante con il caldo che fa. Chi c'era e c'è sempre, sono gli Ultras, quelli che non avevano bisogno di alcuno sconto per farsi trovare presenti all'appello. Ovviamente, a parte lo zoccolo duro centrale, la Est è

invece ancora una volta semivuota, più che con il Brescia. Avendo visto recentemente i messinesi a Ravenna, non mi aspetto nemmeno troppo sotto il profilo della sfida tra ultras, da una parte perché sicuramente i siciliani saranno di gran lunga meno dei bresciani, dall'altra perché il livello di conflittualità tra le controparti è davvero minimo oggi, rispetto a due settimane orsono. Curiosando con lo sguardo in giro, oltre ai ragazzini delle giovanili, a cui viene concessa la passerella d'onore, noto l'arrivo dei siciliani che sono contati ventisette, più o meno gli stessi di Ravenna. Anche gli stendardi appesi sono più o meno gli stessi: Gioventù su una croce giallorossa, l'indiano dei gemellati Rangers Pescara , presenti nuovamente al

loro fianco, il tricolore italiano NOCS , il tricolore giallo-bianco-rosso con il pallone di cuoio al centro. La novità è rappresentata da 1973 dei Fedelissimi che la scorsa volta

non avevo visto, mentre il contrario succede con Lions , presenti con lo striscione a Ravenna, mentre oggi si limitano ad

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... attaccare una sciarpa in balaustra a mo' di striscione. Anche la Curva Est, a parte i numeri, si presenta nelle sue solite vesti, eccezion fatta per lo striscione dei gemellati Curva Nord Civitanova , che mi meraviglia per le dimensioni: mi chiedo soprattutto che faccia abbiano fatto le Forze dell'Ordine, sempre piuttosto pignole da queste parti ma, molto probabilmente, saranno anche loro con la testa ormai in vacanza. La repressione può attendere insomma, almeno fino all'inizio del prossimo campionato. Presente anche lo striscione Grazie Leo, nostro condottiero scritto con la vernice spray: è l'ultima panchina di Leo Acori, l'allenatore che ha portato i biancorossi dalla C2 ad un passo dalla Serie A, per cui anche la Est renderà il giusto tributo al tecnico umbro con qualche coro di saluto, cosa che in precedenza non aveva mai fatto. Quando la partita inizia, i riminesi cercano comunque di non farsi trovare impreparati e di rispondere con baldanza, nonostante i numeri: i

presenti, con tutto l'orgoglio, alzano le loro mani al cielo ed il primo coro è un

vero e proprio boato di accusa. Dove sono i riminesi cantano, amplificato maggiormente dal silenzio messinese. Se è vero che due prove fanno un indizio, sarà probabilmente un silenzio di protesta, visto che anche a Ravenna successe altrettanto. Dopo circa cinque minuti partono poi all'attacco con un coro sulle note di Quelli che non hanno età degli Eiffel 65, molto bello nelle parole ed insistito nel ritmo. Dopo un paio di ripetizioni, accompagnano con le mani un Terun, Terun , al quale fanno seguito diversi cori per i pescaresi e contro la Polizia. In barba al

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...

numero esiguo, i messinesi si difendono

bene, dato che solo di rado riesco a distinguere nettamente i riminesi. Questo almeno fino alla mezz'ora, quando La Camera segna la sua seconda rete consecutiva tra le mura amiche e

porta in

vantaggio il Rimini. Il goal mette le ali ai tifosi biancorossi e le tarpa agli avversari, che solidarizzano e applaudono sinceramente

quando la Est canta per Gabriele Sandri chiedendo giustizia. L'occasione è propizia anche per ricordare Marco Caruso, ultras riminese scomparso, al cui striscione commemorativo sono collegate numerose diffide ancora in corso. Ricordare, tenere viva la memoria, in una società come questa che fa di tutto per cancellare, insabbiare, omettere, può essere davvero molto

pericoloso, per cui meglio punire severamente chi osa farlo. A soli cinque minuti di distanza dalla prima rete, il Rimini segna ancora, questa volta con Daniele Vantaggiato, cosa che contribuisce a spezzare ulteriormente le gambe ai messinesi che finiscono per mollare e mettersi seduti, proprio come li vorrebbero i padroni del calcio. Capisco il viaggio infinito, la mortificazione per una squadra ed una società che li prende apertamente per i fondelli ed è proprio per questo che apprezzo maggiormente i loro sforzi, ma se poi si siedono e restano zitti, tutti questi sforzi sono vani, del tutto inutili. Per i riminesi invece, la seconda rete è il pretesto buono per alzare una sciarpata con Romagna mia come sottofondo, però, visti gli esiti a dir poco scadenti, forse era meglio desistere. In un attimo passano i restanti minuti che separano dalla fine del primo tempo e, con loro, anche l'intervallo. La seconda frazione riprende con gli ultras del Rimini al piccolo trotto e i messinesi ancora seduti a guardarsi

la partita, effettivamente indegna, con cui la squadra ha deciso di ricambiare la loro chilometrica prova d'affetto. La gara si assesta su livelli soporiferi, con il Messina che non fa nulla per rimettersi in gioco, ed il Rimini ormai pago del risultato. Solo capitan Ricchiuti scalpita: è in buona forma, si muove molto e cerca insistentemente il goal per concludere al

bacio questa sua stagione. Goal che puntuale arriva al 70' con una zampata di rapina. Quello che sorprende è vedere la sua esultanza sotto la Curva, che abbraccia idealmente tenendo larghe le mani e restando a guardare per un po' gli Ultras, cosa che però resta sospesa a metà tra la provocazione e la riconciliazione. Ad ogni modo, la spinta emotiva della terza rete, permette alla Est di farsi sentire di nuovo, questa volta in maniera molto potente con cori per il patron Vincenzo Bellavista, talmente perentori che arrivano a tutto il...

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pure il caldo, l'incolmabile vuoto dei diffidati e tutto il resto, però anche Rimini è capace di cose migliori. Prendiamo perciò questa come la più classica giornata di fine campionato anche per quel che riguarda i tifosi: quantomeno un altro anno lo si è riusciti a passare indenni, ci si augura dunque che dopo anni bui, sia finalmente in arrivo un domani migliore per gli ultras di ogni latitudine.

Testo e foto di Matteo Falcone [email protected]

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... resto dello stadio che applaude con convinzione. Prima del triplice fischio finale, l'ultimo momento di massimo coinvolgimento è quando parte un Chi non salta è un cesenate , a parte una argentina fallita in occasione del rigore sbagliato da Greco, poi ripetuta goliardicamente qualche minuto più tardi, ma senza effetti particolari. Con il rigore sbagliato, si chiude virtualmente la contesa, senza infierire ulteriormente su un Messina davvero senza più testa. Allo stesso

modo io

non voglio infierire sulla tifoseria messinese, ma qualcosa in più da loro è lecito aspettarsela, perché oggi sono stato davvero molto mediocri e storicamente Messina non è piazza mediocre, per cui mi auguro quanto prima di vedere ben altre prestazioni da parte loro. Anche Rimini oggi non ha entusiasmato: giornata appena sufficiente, in cui gli Ultras hanno fatto di tutto per colmare con la qualità gli evidenti vuoti quantitativi, riuscendoci però solo in rarissime occasioni. L'attenuante numerica l'abbiamo ammessa, mettiamo

PISA SPEZIA:

MICROFONO ALLA NORD

Come sarebbe il calcio senza il pubblico? Qualche anno fa a questa domanda sarebbe stato difficile rispondere, era un evento raro assistere ad una partita senza pubblico. Nel calcio moderno non è certo una novità ed anche per questo Pisa Spezia l Osservatorio del Viminale ha proibito la trasferta agli ospiti e così,

il settore destinato agli spezzini, risulta essere

popolato dai bambini delle scuole di Pisa. Da non dimenticare che anche la gara d andata è stata disputata senza il pubblico ospite e proprio per questo motivo, da più parti,

si è approvata la decisione dell Osservatorio invocando la tanto cara par condicio per cui se i tifosi pisani non

sono andati a Spezia allora neanche quelli

spezzini sarebbero dovuti andare a Pisa nel match di ritorno. Personalmente ritengo la decisione di impedire la trasferta degli aquilotti a Pisa piuttosto cervellotica e questo per almeno

un paio di motivi: pochi giorni prima si è giocata

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la finale di Coppa Italia, Roma Inter, aperta a tutto il pubblico che, vista la rivalità tra le due tifoserie ed il clima incandescente instaurato durante tutto il campionato, ha necessitato di un servizio d ordine sicuramente superiore a quello che sarebbe servito in un Pisa

Spezia aperta agli ospiti.

Il paragone è d obbligo: come mai si è impedito la trasferta degli spezzini a Pisa e si è avvallato quella degli interisti nella Capitale? Altro motivo per cui, secondo me, non andava proibita

la trasferta degli spezzini è un fattore prettamente numerico: con una squadra allo sbando, con la serie C praticamente dietro l angolo, con una società fantasma sull orlo del fallimento, quanti sarebbero stati gli aquilotti al seguito della squadra? Sicuramente non sarebbe stata un invasione come nelle stagioni scorse e perciò sarebbe stato relativamente facile gestire il servizio d ordine. Comunque la decisione finale dell Osservatorio è stata quella di impedire la trasferta e perciò, in questo pomeriggio,

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la scena è rapita dalla curva nord, cuore pulsante del tifo nerazzurro. Il prepartita è decisamente tranquillo, forse anche troppo, con la curva che stenta a riempirsi come mai successo durante la stagione e con la gradinata che presenta larghi vuoti come se la partita importasse davvero poco. Solo a pochi minuti dal via il pubblico sarà ai propri posti e la nord sfodererà il solito colpo d occhio: presenza corposa, qualche bandierina sparsa qua

e là e la solita assenza degli striscioni a causa del Decreto Amato.

Anche la gradinata, al fischio iniziale dell arbitro, non è poi così male, con dei vuoti, comprensibili, ai lati ed una folta presenza a centro settore dove trovano posto parecchi sportivi pisani desiderosi di spingere la squadra ad una vittoria che significherebbe l accesso sicuro ai play off con una giornata di anticipo. Il pregara ricalca le orme delle passate partite: i primi cori sono per Sciascià e Mau, poi la curva passa a dire la propria sul Decreto Amato... e non sono parole tenere!

Ma è ad inizio partita che la curva mette in atto la propria protesta contro il decreto: a centro curva viene alzato lo striscione Fischiamo questo decreto e per i primi venti

minuti di gioco sarà un continuo fischiare tramite i fischietti precedentemente distribuiti. Protesta ampiamente anticipata,

anche se non in questi termini,

che comunque va a colpire un sistema che risulta fare acqua da più parti come ha dimostrato in

questa prima stagione.

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Passati i primi venti minuti,

parte

l incitamento alla squadra che intanto è già passata in vantaggio, grazie alla rete del centrocampista Genevier. Il tifo dei padroni di casa è decisamente buono e rimbomba nell Arena Garibaldi non trovando i dirimpettai pronti a rispondere. Viene riproposto il botta e risposta tra curva e gradinata i cui esiti sono ottimi. Si ricordano i nemici fiorentini ed i cugini labronici che sono retrocessi dalla serie A proprio in questa stagione. Per tutto il primo tempo il tifo dei padroni di casa sarà dedicato alla squadra che sul terreno di gioco incontra davvero poca resistenza contro la truppa di mister Soda

che sembra ormai rassegnata alla serie C. Terminano così i primi quarantacinque minuti

che hanno

visto la curva nord sugli scudi nonostante l assenza, forzata, dei dirimpettai.

La seconda frazione di gioco ricalca la prima fase dell incontro con la curva nord che incita a più non posso una squadra che, sul

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campo, non riesce a segnare il gol della tranquillità e perciò si espone agli attacchi dello Spezia che nella ripresa

prova con più

convinzione a cercare il pareggio. Il sostegno della nord, in questo secondo tempo, risulta essere più incisivo che nei primi quarantacinque minuti anche se c è un leggero calo verso fine partita. L incontro termina con la vittoria dei nerazzurri e con la squadra che festeggia sotto la curva l accesso ai play off. Da segnalare che per tutta la durata dell incontro, la curva nord non ha intonato, come precedentemente anticipato in un comunicato, cori contro i rivali spezzini non certo per una rivalità quanto mai accesa, ma vista l assenza degli avversari sugli spalti, i cori sarebbero stati diretti verso il nulla...

potenza dell Osservatorio!!!

Testo e foto di Valerio Poli [email protected]

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RAVENNA-MESSINA: GLI

ULTRAS CI SONO SEMPRE

Durante la settimana, un paio di telefonate mi hanno messo la pulce nell'orecchio: un amico fotografo di Messina

chiedeva

disperato qualcuno che andasse a fotografare i tifosi siciliani in trasferta a Ravenna. Ed allora, un po' perché i ravennati visti a Rimini mi erano piaciuti, in controtendenza rispetto alle altre volte, un po' perché i messinesi mancavano alla mia collezione, ho deciso di tornare nella città che ospita le spoglie di Dante e verificare se e quanto la buona prova ravennate sia stata casuale e nel contempo osservare da vicino una tifoseria come quella messinese, che non ricordo nemmeno quando ho visto dal vivo l'ultima volta. Arrivo al "Romeo Benelli" con largo anticipo e, guadagnato l'accesso al campo, noto subito con rammarico che la presenza ospite è molto risicata. Nemmeno trenta le unità al seguito: con la squadra ormai tagliata fuori da qualsiasi obiettivo, senza più alcun stimolo, la gran massa dei tifosi emigrati, che

accompagna di

solito le squadre meridionali in trasferta al Nord, si defila come per magia, per cui il compito di rappresentanza è affidato tutto a quei pochissimi volenterosi che si sono dovuti sobbarcare una traversata incredibile per giungere fin qui. Detto questo dunque, tanto di cappello a questi ragazzi. Ovviamente anche le insegne di gruppo sono commisurate numericamente: c'è Gioventù in una croce gialla su sfondo rosso, Lions 1997 e NOCS su una bandiera italiana. Completano il quadro un altro tricolore

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...giallo-bianco-rosso con al centro uno Jascin ed una bandierina appesa con

raffigurato il volto di un indiano, segno inequivocabile della presenza dei gemellati Rangers Pescara , sottolineata più volte

anche dai cori Pescara Pescara o Messina-Pescara nessuno ci separa .

Nonostante i loro ranghi siano da subito ben serrati, il tifo resterà muto per i primi cinque minuti, ma non ho modo di accertare se per protesta o meno. Ravenna,

dopo una stagione molto deludente, alla fine ha cominciato a crederci ed

a combattere per conservare il privilegio della cadetteria, acquisita solo una stagione prima. Anche la Curva Mero sembra aver ritrovato convinzione e compattezza, con un bel nucleo di persone strette al centro di un settore sempre dispersivo in altre occasioni. Fanno eccezione i Viking che si defilano alla sinistra e spesso sono anche di intralcio al tifo dello zoccolo centrale, al quale si oppongono con cori propri che, da una parte sono troppo flebili per sentirsi distintamente, dall'altra creano un fastidioso accavallamen-

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-to

vocale che non giova né alla Curva e né

alla squadra. Ultras in duplice versione (su sfondo nero e

su sfondo giallo), 1994 , Bassa Romagna e Moro Presente , colorano di giallorosso insieme ad un'altra manciata di stendardi dai soggetti più vari, dal Passatore a leoni stilizzati, passando per le classiche croci. Anche dal punto di vista dello stile, la Mero appare più viva delle precedenti volte, ma lo è anche nella sostanza: l'inizio di gara solitamente bello pimpante, grazie anche all'appoggio del resto del pubblico, non si spegne con il passare dei minuti ma resta degnamente sostenuto. Oltre al Ravenna, Ravenna , i primi cori sono in

ricordo di Gabriele Sandri e contro la Polizia. Dopo l'ingresso delle due compagini, decido di piazzarmi sotto il settore degli ospiti che, a parte i primi minuti di silenzio di cui ho già detto, faticheranno a farsi sentire per via dell'esiguità numerica. Con Noi odiamo il calcio moderno rompono il ghiaccio e per proseguire, la scelta più saggia è quella di buttarla sul goliardico con Se prima ero da

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movimento mi lasciano intuire che anche Messina Ultras abbia ripreso le ostilità, anche se non riuscirò mai a sentirli per tutto il resto della partita. Al sesto minuto Sforzini sblocca il risultato, conferendo ancora maggior vigore al tifo e guadagnandosi anche un coro personale. Una selva di braccia si alza con il coro Quando saremo tutti in Curva Nord , mentre

una seconda buona parentesi la hanno con il coro Oh oh Forza Ravenna sulle note di Laudato sì oh mio Signore . La degna

cornice di una buona prova è la sciarpata che arriva a metà del secondo tempo, ma trovandomi in posizione pessima, praticamente schiacciato contro le inferriate, non provo nemmeno ad effettuare qualche scatto. Poco dopo L'Armata Giallorossa , bissano il coro per Sforzini, visto che allo stesso attaccante scuola Lazio viene concessa sostituzione e passerella

finale. Trovandosi in tema calciatori, la curva ravennate omaggia anche bomber Succi e l'ex juventino Mark Iuliano, cosa che mi fa sempre un certo senso, visto che in genere è sempre più difficile sentire cantare per questa categoria inflazionata, in un'epoca

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... solo a cantare Reggio m***a, adesso siamo in due a cantare Reggio m***a , fino ad arrivare a cinquanta ben oltre la realtà odierna. Poi ancora Noi odiamo il Calcio Catania e rivendicazioni d'orgoglio e appartenenza con Terun, Terun e Messina, Messina . Nel complesso

comunque molto poco, tanto che anche dalla parte opposta, posso sentire invece i padroni di casa dominare nettamente: Dai Ravenna alé, sempre insieme a te sulle note di You're not alone di Michael Jackson o I

giallorossi, i giallorossi ale , con continui battimani a sostegno. Il prevedibile copione è insomma rispettato in pieno, tanto in campo quanto sugli spalti: i giallorossi siciliani non hanno più niente da chiedere e si limitano ad onorare con la presenza, i romagnoli invece fanno la partita, faticando però ad imporsi soprattutto sul rettangolo verde, mentre la Curva continua a spingere e a sostenere con tutte le forze i propri ragazzi. Con l'inizio del secondo tempo cambio postazione, portandomi a

ridosso dei ravennati che iniziano da subito ricordando il compianto Vittorio Mero. Qualche minuto più tardi, manate e

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... di bandiere ammainate. Quando mancano pochissimi minuti al termine, l'ultimo coro

coinvolgente è M'innamoro solo se... , poi arriva il sospirato fischio finale senza che il Messina abbia fatto più nulla per guastare la festa al Ravenna. Ugualmente anche i tifosi peloritani non hanno fatto nulla di trascendentale, non impressionandomi per nulla. Bisogna però anche dire che la loro squadra ha tirato i remi in barca quando alla fine del campionato mancavano ancora diverse partite, per cui merito comunque a loro che, a differenza di chi è pagato, continuano a credere in quel che fanno anzi, oltretutto pagando, sia in termini economici che morali. Una sufficienza di rispetto

per i sacrifici fatti, seppur il loro tifo sia stato al di sotto delle aspettative. Per quanto riguarda i ravennati, devo registrare l'ennesima buona prova dopo diverse volte in cui mi avevano lasciato del tutto indifferente. In una sorta di parallelismo tra rettangolo verde e gradinata, rammarica constatare

che solo ora Ravenna abbia cominciato a fare sul serio, perché con questo stesso piglio, avrebbe potuto dire la

sua già da inizio stagione e recitare un ruolo di tutt'altro ordine in questo campionato di Serie B. D'altra parte è altrettanto vero che almeno gli Ultras Ravenna possono dire di aver maturato un'esperienza importante e di aver fatto degli innegabili passi avanti rispetto al recente passato in cui sembravano troppo scollati tra loro e vittime dello stesso entusiasmo che, dopo la gioia della promozione, si è trasformato ben presto in pessimismo ed inerzia per il brutto impatto con la categoria maggiore.

Testo di Matteo Falcone Foto di Fabio Mitidieri

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C1 buttando alle ortiche tutto quello di buono che era stato fatto lo scorso anno. Salire e scendere ogni due anni non fa bene al povero tifoso che con tanti sacrifici segue le sorti della propria squadra, soprattutto in trasferta. La Sud dice basta, basta con queste continue prese in giro, basta a questi campionati fatti con approssimazione e senza un ombra di programmazione. O si cambia o è meglio finirla qui.

Testo e foto di Tobia Conte

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FINE DI UNA LENTA AGONIA

Non era questa la partita che avrebbe potuto decidere le sorti della compagine biancoverde ma certamente si avrebbe avuto la possibilità di giocarsi lo spareggio nei play out. La serie cadetta si è persa nella trasferta di Cesena dove, con una squadra gia condannata alla C1, si va a subire una sconfitta senza attenuanti. Comunque andiamo alla cronaca della partita. La Triestina, già salva, in una giornata di caldo estivo viene in terra irpina a farsi la classica scampagnata, imbottendo la squadra di giovani della primavera. Al seguito troviamo una sparuta rappresentanza che più che fare il tifo è venuta a prendersi il sole del sud. Noto alcune pezze appese -

tra cui cito curva furlan -

sventolano alcune bandierine e nulla più. La Sud, invece, non sta ancora in ferie anche se le premesse non sono alquanto positive. I ragazzi ce la mettono tutta nonostante il gran caldo ma già allo scadere del primo tempo si è sotto di due marcature. La partita del tifo per loro finisce qui e si apre quella delle contestazioni. Si comincia con il presidente Pugliese: dimmi un po , dimmi un po , se la ami oppure no!! e Vattene, vattene, o Pugliese vattene . Questi i primi cori, poi tocca alla squadra: Senza la maglia, giocate senza la maglia , Mercenari pezzi di m***a!! e Senza cog**oni, giocate senza cog**oni , per poi finire con un ironico Grazie RAGAZZE . Così, dopo solo un anno, finisce l esperienza

serie B, si torna nuovamente negli inferi della

LA PARTITA

DELLA SPERANZA

Viene da tre vittorie consecutive il Ravenna che affronta al Benelli un Pisa che,

al

contrario,

non vince una partita da diverse

giornate ma che comunque ha tanto vantaggio

sulle inseguitrici, grazie allo

splendido girone di andata, da stare abbastanza tranquillo in vista degli ormai prossimi spareggi promozione. Oggi arrivano in Romagna più o meno un migliaio di toscani; da sempre sono un gruppo di tutto rispetto ed ancora lo dimostrano con una grandissima prova di tifo che mi impressiona davvero. Arrivano un po alla spicciolata, non so

esattamente

con quali mezzi ma quando arrivo nei pressi dello stadio vedo diversi furgoncini che si avvicinano strombazzando i clacson e con le sciarpe fuori dai finestrini. Entrando noto la ovvia euforia che ha contagiato i ravennati:

c è molta più gente sui gradoni rispetto all ultima volta che sono venuto e la curva Nord è tutta addobbata

(continua da pag. 58)

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(segue da pag. 57)

a festa. Ci sono bandierine a scacchi giallo-rossi attaccate lungo le inferriate del settore e si intravedono già diversi vessilli sbandierati dai presenti;

nel frattempo anche

i pisani entrano portando diversi pacchi incelofanati che fanno presagire una possibile coreografia. All ingresso in campo le due curve eseguono i loro spettacoli:

dalla Mero uno sventolio di bandierine colora il settore meritandosi gli applausi del resto dello stadio, dall altra parte vedo alzare contemporaneamente una

marea di bandiere nero-azzurre, anch essa da applausi per la riuscita. Parte alla grande il Ravenna che sfiora in più di un occasione il vantaggio,

mentre il Pisa sembra bloccato ed in ogni azione non riesce a superare la difesa dei ravennati. La Mero spinge i propri giocatori capendo che questa può essere proprio la partita giusta e proprio nel momento migliore della squadra e della curva, quando davvero tutta la curva canta, arriva il vantaggio dei padroni di casa. E festa grande allo stadio, lo spettro della

(continua da pag. 59)

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pag. 58

(segue da pag. 58)

retrocessione sembra allontanarsi dalle

menti dei tifosi del Ravenna. La speranza

per la probabile vittoria cresce

quando il Pisa sbaglia un rigore ed ormai tutto sembra che giri per il verso giusto al Ravenna. La curva pisana, come se niente fosse accaduto,

continua ad intonare

canzoni, ad alzare al cielo le mani in treni fantastici. Poi,

proprio allo scadere del primo tempo,

gli ospiti pareggiano facendo esplodere il settore dei propri sostenitori. Nella ripresa i

giallorossi dedicano il loro pensiero a Vittorio Mero, mentre dirimpetto le stesse bandiere sventolate nel primo tempo si aprono formando un bandierone. La partita cambia faccia

con il Pisa che segna e dilaga. La Mero

finisce la carica e nello stadio si sentono solo i toscani; sul riultato di 1 a 4 uno scatto di orgoglio fa alzare le sciarpe agli ultras ravennati, che di nuovo con la loro canzone popolare più famosa salutano i propri giocatori - ai quali oggi non credo

si possa rimproverare niente -

e forse salutano anche la serie B

Testo e foto di Fabio Mitidieri

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PISA E RIMINI IN GUERRA

PER I PLAY OFF

A quattro giornate dal termine del campionato di serie B

alcuni verdetti

potrebbero essere segnati e l incontro tra Pisa e Rimini ha questa valenza. Entrambe le

squadre sono in corsa per un posto nei

play off,

ma i romagnoli sono staccati in classifica di ben otto punti e perciò un

eventuale sconfitta potrebbe sancire l addio definitivo alla speranza di salire nella massima serie. Al Pisa potrebbe bastare anche un pareggio,

che consentirebbe di lasciar invariato il vantaggio ma,

in caso di sconfitta,

potrebbe essere messo tutto in discussione. L incontro riveste così un importanza primaria e perciò c è da aspettarsi una buona affluenza di pubblico malgrado il periodo di scarsa vena della squadra di casa. Ed in effetti la curva nord risponde decisamente bene essendo ben piena come in tutte le altre domeniche; qualche vuoto in più si registra in gradinata dove rimangono

dei biglietti invenduti. Sicuramente gli ultimi

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risultati sfavorevoli del Pisa,

hanno inciso

negativamente su quelle persone che seguono la squadra solo nei momenti positivi,

mentre lo zoccolo duro rimane,

fedelmente, a fianco della maglia. Il contingente ospite arriva con un buon anticipo rispetto all inizio dell incontro e subito si divide in due gruppi ben distinti: quello che fa ingresso per primo

all Arena

Garibaldi è il più numeroso, che si contraddistingue per lo stendardo attaccato alla vetrata Collettivo riminese più qualche altro stendardo che viene tenuto in mano. La loro presenza è abbastanza colorata anche se non si può parlare di gruppo ultras in senso lato ma di un club molto attivo, sicuramente più animato rispetto alle comuni associazioni di tifosi che popolano gli stadi italiani. Gli ultras biancorossi si posizionano su un terrazzino dietro la porta del settore ospite e, dopo aver attaccato alcuni stendardi alla balaustra, si compattano e cominciano a tifare. Il pre partita è molto tranquillo, durante il riscaldamento delle squadre il gruppo del

(continua a pag. 61)

(continua da pag. 60)

Collettivo riminese incita i propri giocatori

con grida per lo più personali,

mentre la

curva nord, ancora parzialmente vuota, prova ad imbastire un paio di cori che comunque arriveranno chiaramente alla squadra che si scalda proprio sotto quel settore. Pochi minuti prima del via parte l incitamento delle due curve: il primo coro dei biancorossi è un secco Rimini Rimini a cui seguono un paio di cori in ricordo di Gabbo per

il cui episodio viene chiesta una giustizia che sembra ancora molto lontana. La curva nord inizia contestando il Decreto Amato, poi passa a contestare le forze dell ordine con il comune coro che racchiude tutte le categorie e continua ricordando Maurizio e Sciascià, due ragazzi deceduti in episodi diversi ma ugualmente tragici. All ingresso delle squadre in campo,

dal settore ospite non c è niente da segnalare mentre la curva nord estrae dal cilindro un paio di striscioni: Porteremo sempre nei nostri cuori il tuo sorriso

Ciao Maurino

e Forza Marchino che verrà tenuto in bella

vista per tutta la partita. Inizia la gara sul terreno di gioco ed anche le due curve devono iniziare a carburare: la nord sfrutta il potenziale a sua disposizione, i cori risultano essere potenti e decisamente continui. A livello di colore non c è molto da segnalare se non qualche bandiera sventolata, in diverse occasioni, per tutta la partita. Il gruppo dei riminesi più continuo nell incitamento è quello che si sistema sul terrazzino: per loro molti treni e già nel primo tempo si producono in tre sciarpate. I cori sono continui e spaziano dall incitamento alla squadra a cori contro la repressione fino all esaltazione della regione Romagna per finire a quelli in ricordo dei diffidati. Seguono tutta la partita a torso nudo, vista la temperatura decisamente estiva,

e, nonostante il numero esiguo, hanno poche pause e sono abbastanza colorati esibendo continuamente sciarpe e bandierine biancorosse. Tra le due tifoserie reciproca indifferenza, ognuna tifa per i propri colori disinteressandosi dell avversario di turno.

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Sempre per quanto riguarda i riminesi, non male,

tutto sommato, anche il gruppo del

Collettivo che sostiene la squadra con cori classici e magari non continui ma comunque si fa apprezzare dandosi da fare per tutto l arco della partita. Organizzano anche una sciarpata più che discreta e,

se devo trovare

un difetto evidente,

è che mancano di quella compattezza che, invece, abbonda nell altro gruppo. Le due fazioni che si spartiscono il settore

non si considerano per tutta la partita ed ognuna svolge il proprio compito come meglio crede: i cori, in parecchie occasioni, si sovrapporranno creando un po di caos che influenza negativamente il sostegno alla squadra. Peccato perchè i numeri messi in campo dai tifosi riminesi non sono così elevati e forse sarebbe stato meglio compattarsi per cercare di farsi sentire in uno

stadio che comunque è stato rumoroso e vociante per tutta la partita. Per tutto il primo tempo, comunque, i romagnoli si fanno apprezzare vocalmente non mollando un attimo e anche la curva nord offre un incitamento caloroso,

spalleggiata in diverse occasioni

anche dalla gradinata dove risiedono tanti tifosi che non aspettano altro che essere chiamati in causa per poter sostenere la squadra nerazzurra. Il primo tempo termina a reti inviolate e tale risultato sta sicuramente bene alla squadra di casa che si può, sulla carta, permettere

due risultati su tre mentre il Rimini per poter sperare nei play off deve riuscire a vincere contro una diretta concorrente. Il secondo

tempo inizia con una doccia fredda per la squadra nerazzurra:

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l attaccante riminese Vantaggiato trova la

rete con un bel tiro da fuori area che trafigge il portiere Morello non del tutto incolpevole sull episodio. Grande euforia nel settore ospite che prende coraggio e comincia a credere in una vittoria che rilancerebbe il Rimini alla conquista di un posto nei play off. Diametralmente opposto lo stato d animo del resto dello stadio che vede la squadra in seria difficoltà e, come succede spesso, è la curva a suonare la carica chiedendo a gran voce un gol che servirebbe, almeno, ad agguantare il pareggio. La prova della curva nord nel secondo tempo è davvero buona: cori continui, braccia tese al cielo ed una sciarpata sono le armi che mette

in campo per cercare di spingere la squadra al pareggio. Da menzionare il coro, riuscito benissimo, Forza Pisa olè non ha senso per me la mia vita senza te... che raggiunge i picchi più alti della giornata, ma nonostante questo, è il Rimini, verso il finale di gara,

a trovare ancora la via della rete ed a chiudere la gara. Facile immaginare la gioia dei biancorossi

mentre il resto dello stadio si divide tra chi abbandona l impianto imprecando verso la squadra, e chi, curva in primis, continua a sostenere gli undici in campo inveendo

verso i contestatori. Finisce così, con gli ospiti a gioire con la squadra che corre verso il settore e con la curva di casa che assicura fedeltà ad una squadra che, comunque vada, ha saputo regalare tante emozioni.

Testo e foto di Valerio Poli

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Sport People n°14/2008

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ANCONA E TARANTO:

L ULTIMO ATTO VERSO LA B

Ancona e Taranto, due società dal grande passato calcistico, la prima che negli ultimi quindici anni ha anche giocato in serie A, mentre la seconda che proprio negli ultimi 15 anni ha visto infangato

sempre più il nome

della società e della città militando sempre e soltanto in categorie inferiori. Nella storia recente proprio queste società sono state legate da un uomo che ha fatto fallire entrambe meritandosi sentimenti di rancore dai tifosi di tutte e due le squadre. Oggi si disputa la finalissima per la promozione in serie B, anche lo stadio di Ancona, come quello di Taranto nella partita di andata, è ridotto ad una capienza di soli 7500 posti e per questo motivo i biglietti destinati agli ospiti sono solo 1200 nonostante la richiesta ben maggiore. Giungo al bellissimo stadio del Conero di Ancona un ora prima dell inizio della partita, i settori dei tifosi locali sono tutti pieni, la curva degli ospiti va

via via riempiendosi con qualche difficoltà per quei tifosi giunti nelle ...

(segue a pag. 65)

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pag. 64

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Marche anche senza biglietto che però chiedono comunque di entrare. Alla fine ad occhio e croce saranno più di duemila i tarantini presenti con una rappresentanza anche nel settore di tribuna. La Curva Nord di Ancona

prima della partita

saluta con dei cori tutti i gemellati e gli amici accorsi oggi per l occasione:

ci sono napoletani, genoani, cosentini e spallini. E

davvero pienissimo il settore di casa ed il loro tifo ha picchi

incredibili quando gli Ultras riescono a coinvolgere tutti i presenti. Tante le bandiere che accolgono i giocatori in campo: nei distinti migliaia di bandierine biancorosse colorano interamente il settore, la curva invece sventola dei vessilli a scacchi,

alza stendardi e sciarpe ed accende anche una torcia. Lo stadio è una vera bolgia con tutti i settori che incitano! I tarantini, come di consueto,

riescono a fare una bellissima sciarpata riuscendo ad alzare anche qualche piccolo stendardo, insomma una bellissima atmosfera

anche nel settore ospiti. La tensione è tanta e si sente tutta,

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l Ancona dopo solo 9 minuti passa in

vantaggio: è un colpo pesantissimo per il Taranto costretto a fare due gol per essere promosso. Esplode lo stadio dopo il goal, i cori contro i tarantini si sprecano e le risposte non si fanno attendere, tra gli altri

diversi i

cori rivolti anche ai genoani. Ci mettono un po per riprendersi gli

ospiti, poi iniziano con quel Ci devi credere che diventa un tormentone per tutto il primo tempo. Nella ripresa il Taranto attacca, ma proprio non riesce a segnare;

rimbombano i cori in entrambe le curve ma,

proprio durante l assedio rossoblu, l Ancona raddoppia e scatena la gioia immensa dell intero stadio. I

primi sostenitori Jonici iniziano ad abbandonare lo stadio, ma a cinque minuti dalla fine il goal della bandiera riaccende qualche debole speranza che però dura poco. Dopo tre minuti di recupero l arbitro fischia la fine ed è festa grande ad Ancona,

con i giocatori che girano strafelici in lungo ed in largo su quello stesso terreno di gioco dove, come è

ovvio che sia, i giocatori del Taranto si riversano invece disperati.

Testo e foto di Fabio Mitidieri

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A DUE PASSI DALLA SERIE B

Ci siamo:

dopo 6 anni dall ultima volta, il

Taranto disputa un altra finale dei play-off per la promozione in serie B. Questa volta affronta l Ancona,

arrivato secondo in

classifica al termine del campionato, battendo proprio all ultima giornata i tarantini che si sono dovuti accontentare del terzo posto. Causa la capienza ridottissima dello Iacovone, allo stadio in questa occasione possono accedere solamente 7500 spettatori,

600 dei quali saranno marchigiani. La prevendita, è abbastanza tranquilla, con la precedenza data agli abbonati, quasi 3500, per i restanti biglietti disponibili è il solito problema di lunghe file nella speranza di riuscire ad essere presenti all evento. La domenica è davvero torrida, quasi trenta gradi di temperatura, ma gli spalti sono pieni già un paio di ore prima dall inizio della partita, mancano solo gli ospiti che entreranno solo verso le 16.00. Durante il riscaldamento delle squadre,

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(segue da pag. 67)

vengono bombardati di fischi i marchigiani

e, al contrario,

veri boati accolgono i locali

quando iniziano la sgambatura prepartita. In gradinata, nel settore inferiore precluso ai tifosi, viene aperto un

enorme bandierone

rosso-blu che colora l altrimenti troppo grigio stadio. Qualche minuto prima del fischio d inizio entrano gli anconetani che, tutti compatti, si sistemano in curva sud appendendo un paio di stendardi. I loro treni di mani sono fantastici e, nonostante la netta minoranza,

fanno sentire la loro voce. All ingresso in campo la curva Nord alza le sciarpe accendendo qualche piccolo fumogeno che però non ha una buona riuscita, la gradinata invece tira su dei palloncini. Il tifo di oggi non è dei migliori, le cause potrebbero essere diverse:

l assenza di megafoni sicuramente incide e nonostante i lanciacori si sistemino lungo tutta la balconata superiore della curva, non sempre riescono a far partire, i cori in maniera

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compatta. Altro motivo sicuramente la sistemazione obbligata

nell anello superiore,

molto più dispersivo del normale reparto occupato dagli Ultras Taranto, ed ovviamente il gran caldo. I marchigiani ce la mettono tutta,

alzano le

braccia al cielo in diverse occasioni, fanno una bella sciarpata nella ripresa, ma anche loro sono costretti a delle pause per riprendere un po il fiato. Al termine della partita, finita con un pareggio che sicuramente facilita la gara di ritorno all Ancona, i giocatori biancorossi corrono a salutare i propri sostenitori che,

alzando le sciarpe. ricambiano il saluto. Dall altra parte la Nord saluta gli undici scesi in campo con un Ci devi credere che viene ripetuto per diverso tempo,

cercando di spronare la squadra che ormai deve solo vincere per poter essere promossa.

Testo e foto di Fabio Mitidieri

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CREMO-FOGGIA:

E SOLO SEMIFINALE

Se non fosse stato per un debito d onore forse mi sarei spinto f in sotto al Torrazzo per una semifinale di r i torno di serie C. Dovevo però ricambiare un servizio

fotografico e

quindi r ispetto la parola data, peraltro sono curioso di r ivedere dal vivo, dopo 15 anni e tanta ma tanta acqua sotto i ponti, i l pubblico foggiano. Arrivo decisamente lungo sui tempi e non riesco a salutare gli amici grigiorossi: attraverso

qualche centinaio di t ifosi rossoneri in attesa di entrare allo Zini, r it iro l accredito e quando tocco l erba le due curve sono già quasi al completo. Effetto muraglia per i padroni di casa: tanto rosso e poco grigio ad accogliere gli undici beniamini. New entry in tr ibuna, dove staziona i l manipolo del

NEP in puro sti le casual. In curva ospite c è maggiore varianza di colore e soprattutto c è tanta voglia di gridare: da brividi i primi cori che accolgono la squadra al r iscaldamento pre-gara. Presente tra

i dauni un buon contingente monzese a r insaldare un amicizia che non conosce crisi. Sciarpe e batt imani i l

piatto forte dei padroni di casa, mentre dei dir impettai

piacciono molto i vari stendardi appesi

alla vetrata e stupiscono i fumogeni ad inizio match.

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Sul piano vocale l inizio sembra più favorevole agli ospit i , la sud fatica un po a carburare ma dopo una decina di minuti le due fazioni si assestano su l ivell i di sostanziale parità: nulla di trascendentale anche perché, come spesso capita in queste circostanze, la tensione per l importanza della posta in palio è come un freno t irato.

Sul f inale di primo tempo i l Foggia corona con i l vantaggio una prestazione che l ha vista senz altro più convinta e motivata r ispetto agli uomini di Mondonico. Immaginabile i l giubilo dei rossoneri, ma al termine mancano ancora 45 . La Cremo torna in campo con un piglio più determinato e proprio sotto la Sud trova un pareggio che potrebbe valere la f inale. Gli undici rossoneri e le centinaia in curva hanno la colpa di non reagire a tono, ed alla f ine dovranno nuovamente riporre nel cassetto i migliori sogni di gloria: brutto colpo, certo, ma forse ai cremonesi andrà anche peggio due part ite più avanti quando i l Cittadella festeggerà proprio qui al lo Zini

un inattesa promozione.

Testo e foto di Lele Viganò

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la tifoseria lombarda vengono conservati 750 tagliandi. A fine settimana di questi biglietti ne ritornano a Foggia 600, che nel breve tempo di qualche ora verranno poi messi in commercio al solo uso dei tifosi di casa. Proprio ad essere puntigliosi, questa mancata trasferta dei tifosi ospiti può

essere la nota dolente di questa quasi festa degli adoratori del calcio. Una partita che vale una stagione ed una buona parte della Curva Sud dello Zini decide di rimanere a casa mistero. Leggendo su qualche blog della Sud di Cremona qualcuno accenna a dei problemi di organizzazione, nessuno sembra voler fornire loro degli automezzi per farli giungere a Foggia. Fortuna vuole che i 150 ultras di Cremona valgano per tutti quelli che abbiano poi deciso di desistere. I primi loro cori sono per i diffidati, coro alzato mentre alla spicciolata entrano gli ultimi ritardatari. Nello stupore delle FdO vengono accesi due fumogeni che alzano un buon nuvolone colorato, che proprio come ai bei tempi viene portato a spasso per tutto il settore senza nessun timore. Il gruppo ospite,

nonostante sia in numero nettamente inferiore alla loro ultima apparizione allo Zaccheria,

riesce a farsi sentire spesso e volentieri senza mai rendersi particolarmente offensivo verso i tifosi del Foggia. Nell intervallo assisto ad una scena abbastanza comica. Un ragazzino foggiano tenta di arrampicarsi sulle inferriate della tribuna vicina ai tifosi ospiti, noncurante dei poliziotti decisi a farlo scendere, lui inizia a scalciarli con una furia che solo i ragazzini sanno fare. I tifosi della Cremonese iniziano ad incitarlo con un Ti vogliamo così ,

salvo poi lasciarsi andare ad un Via, via la polizia quando i signori in blu decidano di fare sul serio ponendo fine a questa allegro siparietto. Tutto sommato alla fine si può dire che gli ospiti abbiano badato a portarsi dietro più tifosi di qualità

e che abbiano lasciato a casa persone inutili al tifo e dannose alla prioria immagine, come quelli che il 1° novembre decisero di regolare i conti in un singolar

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tenzone a suon di pugni e sangue. Passiamo ai tifosi di casa. Le intenzioni erano ottime ma i soliti tifosi che durante la stagione hanno preferito altri divertimenti quest oggi non hanno reso come si sperava.

La Curva Sud, così come gli altri settori dello stadio, appare ben più piena del solito nonostante tutte le restrizioni del caso. Un comunicato della curva chiede a tutti i partecipanti di giungere alla partita con indosso la maglia rossonera, in maniera da rendere compatta ( cromaticamente ) la curva stessa come un muro impenetrabile. Viene inoltre chiesto di portare bandiere e stendardi e di colorare il più possibile la curva stessa, nonostante gli

ultimi divieti, solo per il bene della squadra. Sebbene la scelta di far indossare a tutti una maglietta rossonera non abbia avuto, per vari motivi, lo stesso effetto visivo d impatto di queste occasioni, il tutto può aver contribuito ad unire ancora una volta pubblico e

squadra. La sciarpata della Sud appare compatta e

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FOGGIA E CREMONESE, L ORA DELLA VERITA

E ARRIVATA

Ancora una volta play-off, ancora una volta il Foggia di Nanu Galderisi incontra la Cremonese di Mondonico. Le due squadre che dovevano distruggere

il campionato (insieme al ricchissimo Padova) si ritrovano a gareggiare per un posto nella finale che garantirà poi la tanto agognata serie B. L entusiasmo a Foggia è talmente corposo che lo si potrebbe tastare con le mani, l occasione renderebbe felici i

cassieri di entrambe le squadre se non fosse per i freni imposti dalla Lega Calcio e alla loro

irrefrenabile voglia di

mettere a tutti i costi gli stadi a norma. Così, si passa da un probabile pienone da 25.000 spettatori ad un misero 7.500 spettatori paganti. La caccia al biglietto parte da subito, le file ai botteghini ci sono ma non sono critiche come l anno scorso. Nel giro di due giorni si esauriscono i 6750 biglietti destinati ai tifosi foggiani mentre per

(continua a pag. 73)

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coinvolge tutta la parte superiore superiore della curva: roba di altri tempi

Vengono sventolate tutte le bandiere dei gruppi più importanti e l atmosfera si fa seria.

La curva,

nonostante la prestazione non

esaltante della propria squadra,

riesce a

reggere per una buona mezz ora, poi la mancanza di un megafono ed il caldo hanno la meglio. Il secondo tempo vedrà la sud

balbettare qualche coro alzato bene e qualcuno no, nonostante il continuo incitamento dei propri lanciacori. La Curva Nord decide come consuetudine di dedicare i primi cori, partiti nel prepartita, alle vari tematiche del mondo ultras ricevendo qualche timido applauso anche dai tifosi ospiti. Le squadre vengono accolte da una buona sbandierata dietro

le sciarpe dei tre gruppi alzate, mentre poi faranno la comparsa i classici stendardi a due aste come macchia nera e ultras nella mente nella parte inferiore

e i soliti del Vecchio Regime nella parte superiore. La sbandierata sarà continua per tutta la partita e sarà,

in questi tempi di magra, il fulcro del pensiero della curva. La bandiera mai abbassata!. Qualche coro di sfottò verso i tifosi ospiti senza mai scadere nello scontato, pensando di più alla propria squadra ed

a quel salto di categoria che fa sognare Foggia. La partita finisce 0-0, senza emozioni, le squadre sfilano a ringraziare i priori tifosi. Tra una settimana sarà una storia diversa di una unica guerra .

Testo e foto di Alex Bevilacqua

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Editore Ragazzi di Stadio

Associazione culturale senza fini di lucro Via Adda, 22 - 23898 Imbersago (LC) Telefono e fax 039.9277088 E-mail: [email protected]

Direttore responsabile Gabriele Viganò

Redazione Gabriele Viganò, Matteo Falcone, Roberto Ramaccia

Iscrizione al Registro Giornali e Periodici del Tribunale di Lecco n°11/2003

Numero 14 del 2008 chiuso il 13-07-2004 Copyright by Sport People

Sport People: la prima rivista on-line di cultura e cronaca ultras

IL PERUGIA VINCE,

LA NORD CONVINCE

Play off di Serie C1 al Curi, dove arriva l'Ancona seconda della classe, mentre i perugini approdano agli spareggi da quinti classificati, ultima posizione utile per cercare la scalata alla cadetteria. Il tempo minaccioso non promette nulla di buono, tanto che al seguito devo portarmi necessariamente l ombrello. La prima sorpresa la trovo all ingresso del settore dello stadio perugino, dove uno steward mi dice di lasciare li l oggetto, quest oggi ritenuto proibito. Mostrato l accesso per il campo, un tutore dell ordine mi dà il via libera, avvertendomi che al prossimo ingresso dovrò lasciarlo fuori. Al secondo cancello arriva un altro zelante steward: spiego le mie ragioni e si rasenta il comico quando, spiegandogli che in caso di pioggia la mia attrezzatura si sarebbe rovinata, comincia a farneticare, fino a quando ammette che...

(continua a pag. 76)

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(continua da pag. 75)

... l ordine dato è Se piove, bisogna bagnarsi : e

poi ci si chiede come mai la

gente fugge dagli stadi... Alla fine prevale il buonsenso ed entro finalmente a bordo campo quando mancano trenta minuti all inizio della gara. La curva perugina è già bella gremita, buona anche la presenza dei dorici. Rapida occhiata in tribuna, dove Novellino con consorte prende posto per assistere alla gara. Con l ingresso delle squadre in campo partono gli sfottò reciproci a base di due aste. Coreografia con palloncini bianco rossi nel settore degli ospiti, bandierine bianco rosse nel settore degli Ingrifati ed

un fumogeno rosso. Dall altra parte, bandierone copri-curva della Brigata Ultrà . Entrambe le tifoserie partono subito con il piglio giusto: per gli ospiti molteplici ed insistiti i treni ed i battimani, mentre gli umbri invece danno il meglio di sé soprattutto sotto l'aspetto vocale. In campo, la squadra...

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(continua da pag. 75)

... l ordine dato è Se piove, bisogna bagnarsi : e

poi ci si chiede come mai la

gente fugge dagli stadi... Alla fine prevale il buonsenso ed entro finalmente a bordo campo quando mancano trenta minuti all inizio della gara. La curva perugina è già bella gremita, buona anche la presenza dei dorici. Rapida occhiata in tribuna, dove Novellino con consorte prende posto per assistere alla gara. Con l ingresso delle squadre in campo partono gli sfottò reciproci a base di due aste. Coreografia con palloncini bianco rossi nel settore degli ospiti, bandierine bianco rosse nel settore degli Ingrifati ed

un fumogeno rosso. Dall altra parte, bandierone copri-curva della Brigata Ultrà . Entrambe le tifoserie partono subito con il piglio giusto: per gli ospiti molteplici ed insistiti i treni ed i battimani, mentre gli umbri invece danno il meglio di sé soprattutto sotto l'aspetto vocale. In campo, la squadra...

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... allenata da Cuccureddu gioca davvero un buon calcio, creando diverse occasioni e tenendo bene il campo. Gli ospiti sono pressoché inesistenti ed

in

questa situazione non serve certo un genio per prevedere la rete, che arriverà puntuale di lì a poco. Conseguentemente alla rete, Curva perugina davvero in auge, con gli Ingrifati che festeggiano con l accensione di una torcia: subito dopo, lo speaker annuncia il divieto di accensione, sommerso dai fischi fragorosi dei presenti. I padroni di casa si cimentano anche in una riuscita sciarpata, gesto che viene emulato dagli ospiti mentre in campo il Perugia raddoppia. Si va all intervallo con il doppio vantaggio in favore degli Umbri e nel settore ospite succede qualcosa di strano, con gli anconetani che si dirigono verso l esterno del settore. Dalla mia posizione non riesco a vedere e capire nulla, intravedo giusto alcuni blu che effettuano una carica di alleggerimento. Con l inizio del secondo...

(continua a pag. 78)

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(continua da pag. 77)

... tempo continuano le discussioni fra i dorici, mentre in campo il Perugia porta a tre le marcature. Gli ospiti rimangono senza parole, del resto nessuno si aspettava una prestazione del genere dall'Ancona, che mai in questo campionato aveva subito tre reti in una sola gara. I perugini accusano gli ospiti di essere soltanto dei chiacchieroni, i dorici controbattono con Vi picchiamo quando vogliamo . Gli ultras umbri proseguono nella loro marcia inarrestabile, esprimendo un

ottimo tifo, facendosi sentire soprattutto ed ottimamente con la voce. Per gli ospiti tanto sconforto: gli inviti a tirare fuori gli attributi sono molteplici e nei minuti finali l Ancona realizza la rete della bandiera che restituisce qualche speranza in più vista del ritorno. Gli ospiti alzano un emblematico Noi non molleremo mai . Appuntamento

dunque tra sette giorni, aspettando un prevedibile esodo perugino.

Testo e foto di Sauro Subbiani

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VERONA SALVO

ALL ULTIMO RESPIRO

Le tigri di Busto affrontano gli Scaligeri veronesi, ultimo atto di una classifica infame che mette in palio la salvezza... Una delle due dovrà salutare la C1 e scendere un ulteriore gradino nella scena pallonara italiana. Amici, certo, ma la posta in palio è altissima.

Fin dal primo mattino Busto e zone limitrofe sono piene di veronesi che, agevolati anche dal clima amichevole fra le opposte fazioni, mostrano i loro vessilli in giro per la cittadina bustocca. Presenza dunque come se in palio ci fosse un posto UEFA: i veronesi non deludono, sono giunti in massa pronti a spingere le maglie giallo-blù verso la salvezza. L'attesa che si respira in città è alta, almeno apparentemente. Sì,perchè allo stadio, se si fa eccezione per quel manipolo di afecionados, il popolo di Busto non risponde alla chiamata come nelle previsioni. Il piccolo "Speroni" viene stravolto nella disposizione del settore ospiti: il piccolo segmento che di solito viene dato agli ospiti, viene allargato e l'impatto visivo è stravolgente. Gli Hellas riempono subito le gradinate, molti andranno ad occupare la tribuna coperta (dove non mancheranno di beccarsi con locali), i soliti stendardi appesi fanno da cornice ad un tifo massiccio. Sembra quasi che in quei novanta minuti

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Sport People n°14/2008

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esploda tutta la rabbia accumulata in questa stagione. Treni potenti,e cori da brivido che coinvolgono tutto il settore, fino ad invogliare anche quelli della tribuna... Un boato costante che non finisce mai, nemmeno quando sono sotto, e che non ha sosta fino al novantesimo. Si notano anche una bandiera doriana ed uno stendardo viola... Ed i Bustocchi? Beh, sarà la repressione, sarà che non ci sia stato molto feeling con la

squadra negli ultimi anni, ma deludono per il numero. Giocavano in casa solo sulla carta...Per loro poche cose da segnalare, ma sicuramente molto significative. Innanzitutto l'attaccamento dimostrato: nonostante non si sentissero hanno sempre cercato di farsi vedere, notare. Poi un paio di torce accese, di cui lanciata in campo, due sciarpate poco fitte, bei battimani ed uno striscione che racchiudeva tutto il loro pensiero: VINCERE O MORIRE! Il Verona si salva per miracolo. Per loro si preannuncia una nuova stagione in C1 e se si pensa che alla fine del girone di ritorno erano ultimi con soli sei reti segnate, beh allora si può anche parlare di miracolo. Un'altra annata in C1, sperando per loro che sia l'ultima. Cosa diversa per la Pro Patria: sarà dura risalire la china e gli stessi ultras bustocchi hanno pagato caro gli scarsi risultati... Non posso che augurare alla città che mi ha adottato,un pronto ritorno a palcoscenici più dignitosi.

Testo e foto di Gabriele Capaldo

FOGGIA-MONZA:

VOGLIAMOCI BENE

Ritornano i monzesi allo Zaccheria, da quel lontano 27 maggio del 1990 ad oggi sembra che l amicizia tra le due tifoserie sia rimasta intatta sin da allora, nonostante la caduta in disgrazia delle due rispettive squadre di rappresentanza,

divise e costrette a girovagare tra i campetti delle divisioni minori e magari ad incontrarsi per supportarsi a vicenda in qualche occasione. Nel 90 come oggi scende a Foggia un manipolo di ultras, sono ben lontani i lunghissimi striscioni monzesi (Eagles Monza e Monza Metallica), differenti sicuramente le età dei ragazzi e soprattutto l organizzazione del gruppo portato. Come annunciato su vari siti del Foggia, i tifosi monzesi tiferanno per il Foggia oltre che per la loro squadra, già al sicuro in classifica. Nel pre-partita si assiste ad un revaivalisico giro di campo con le bandiere della Curva Sud foggiana e

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(continua da pag. 81)

i ragazzi del Sab di Monza. Numerosi i cori di affetto anche da parte dei gruppi della Curva Nord,

che poi come

sempre ricorderà anche gli amici di Cagliari. La partita

inizia sotto un caldo estivo, la Sud

esibisce un ottima coreografia con le tre fiammelle, simbolo storico della città. Fatta richiesta alle autorità competenti in materia? La curva ha fatto a testa propria? Chi lo sa, rimane comunque un ottima coreografia di quelle che rimarranno nella storia del tifo foggiano. Per il resto la partita si svolge nell amicizia più completa, sia in campo e sia sulle gradinate. Il Monza spreca, il Foggia segna ed esultano anche i monzesi, intonano un Vi vogliamo così , roba da far aprire un fascicolo sul calcio scommesse .. Già ma vai a far capire certe cose

Testo e foto di Alex Bevilacqua

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ITALA S.MARCO COSENZA:

EMOZIONI

Certo, a volte il calcio è strano: ti fa passare un intera stagione quasi senza sussulti, domeniche e sabati a chiederti se c è un futuro oltre i decreti imposti dai

soliti

benpensanti e,

quando ormai non te lo

aspetti più, ecco che ti regala emozioni che ti resteranno scolpite nella mente a lungo. Emozioni che la maggior parte delle volte, come nel caso odierno, poco hanno a che fare con le gesta dei ventidue artisti

pedatori che si aggirano sul prato verde, e invece sono legate a doppio filo con quello che gli ultras, i demoni sociali per eccellenza degli ultimi dieci anni, combinano a pochi metri dal campo. E quello che è successo al sottoscritto in questa domenica di fine maggio in quel di Gradisca d Isonzo. Tutto volge per il meglio fin dall inizio, con i saluti a vecchi e nuovi amici, le chiacchiere nel parcheggio, una birretta in compagnia prima di entrare allo

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stadio, e poi ecco che comincia a farsi largo l impressione che oggi non sarà una partita come tutte le altre. Grazie al prezioso aiuto di Nicola e dei 1919 riesco ad accedere al campo ed

a spostarmi

sotto il settore ospiti, che poi è la metà di destra della tribuna coperta: i cosentini presenti per questa poule scudetto già sono numerosi quando mancano trenta minuti al calcio d inizio, e alla fine

ad assiepare i gradoni dell impianto isontino

saranno circa centocinquanta, di cui una parte residenti al nord. Già questo basterebbe a rimarcare lo spessore dei rossoblù, chiassosi ed intenti a stendere sulla balaustra una miriade di drappi e striscioni, compresi quelli dei gemellati veneziani e della Virtus Verona, prima di salutare i propri giocatori impegnati nel riscaldamento. Ma come tradizione vuole, il bello deve ancora venire. Al fischio d inizio comincia anche lo spettacolo vero e proprio, con il gruppo centrale cosentino a dar vita ad un tifo da pelle d oca, fatto di cori potenti, partecipati e continui, accompagnati da un abbondante sventolio di bandierine. Non servono particolari incentivi da parte dei tre coordinatori per coinvolgere i presenti in un sostegno caloroso

che fa scappare agli addetti ai lavori (atleti compresi ) più di

qualche esclamazione ammirata. Quello che lascia a bocca aperta, oltre alla già citata intensità, è quanto siano sentiti e sinceri i boati che si alzano nella notte isontina: l amore per quella maglia e per quella squadra emergono con una forza vista in poche altre occasioni. Il risultato sul campo, per quanto possa contare in simili circostanze, vede il Cosenza prevalere per due a uno, ulteriore incentivo per continuare la festa sulle gradinate prima di dedicare ai veronesi sponda Hellas un paio di messaggi non certo di stima (forse come omaggio ai virtusini?). Unica pecca, per quanto riguarda il sottoscritto, l eccessiva ostentazione di simbologie politiche: non sono poche le stelle rosse e i Che Guevara

che fanno capolino tra i vessilli rossoblù, ma, d altra parte, da che parte tendano i

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difendono il proprio spazio con la giusta fierezza. Il triplice fischio arriva così ad interrompere una gara che alla vigilia pareva null altro che un inutile appendice di fine stagione e che invece si è dimostrata degna dei vecchi tempi, emozionante e capace di ridare al sottoscritto un po di ottimismo per il futuro del mondo ultras. Ottimismo ulteriormente incentivato dalla piacevole chiacchierata post-partita davanti ad una birra con gli isontini. God save the soccer scene.

Testo e foto di Mauro Bonvicini

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calabresi è cosa nota, e non è stata certo una sorpresa. I ragazzi di casa si ritrovano, come detto, in palese inferiorità numerica e sono poco (meglio dire per nulla) aiutati

dal letargico

pubblico della tribuna. Ma, spesso, è proprio in circostanze come questa che emergono tutto l orgoglio e la grinta di una tifoseria. A giudizio dello scrivente, infatti, la prova odierna dei biancoblù è la migliore tra quelle cui ho avuto modo di assistere quest anno: decisi, arrabbiati al punto giusto e vogliosi di non farsi mettere i piedi in testa non smetteranno un momento di sostenere l undici di casa ed il nome della propria città nel loro consueto approccio, fatto di molti battimani e cori secchi. Di fronte alla bolgia ospite non è per nulla facile farsi sentire

ma dietro lo striscione del gruppo le mani sono sempre in alto e l incitamento non ha cali di intensità. Ad inizio gara, poi, danno colore al proprio settore alzando un copricurva con lo stemma cittadino, onorando una sfida comunque importante sotto molti punti di vista. Inoltre

UN PAREGGIO INUTILE

Ancora una volta il Foggia esce malconcio dal derby al Miramare di Manfredonia, derby con buone dose di goal (3-3) ma che

regala un pareggio inutile per entrambe le compagini. Il Foggia rallenta la sua rincora ai playoff mentre il Manfredonia inguaia la sua posizione traballante in coda alla classifica del girone A della C1. Come sempre stadio esaurito in ogni ordine di posto, sia nella gradinata riservata ai tifosi del Foggia e che nei restanti settori. Grazie anche alle numerose deviazioni imposte dalla Polizia riesco ad arrivare, con i miei compagni di viaggio, allo stadio una mezzora prima dell inizio della partita. Numerose macchine delle FdO impediscono qualunque vicinanza tra le due tifoserie, neanche nei soliti posti di ristoro nel classico pre-partita, riesco nell impresa di perdermi la sciarpata del settore ospiti effettuata dio solo sa quando. Visti i tempi, penso di aver perso pure abba-

-stanza per oggi. A cinque minuti dall inizio della partita, grazie anche ad un sostanzioso numero di biglietti falsi venduti in settimana, si rischia la sospensione della stessa a causa del sovrannumero dei tifosi rossoneri pressati dentro il loro settore e per quelli ancora fuori ma con il biglietto in mano. La pubblica sicurezza decide allora di aprire il vecchio settore ospiti dello stadio per poterli far confluire tutti dentro. Nasce un battibecco tra i tifosi del Donia presenti nella Curva Nord ed i carabinieri,

poichè

i primi non vogliono i tifosi del Foggia nella loro curva. Per evitare ulteriori problemi (?!) viene fatto entrare un gruppo di carabinieri in campo, attrezzati con manganelli scudi e caschi. Tutto il pubblico fischia sonoramente. La soluzione finale costringe i tifosi ospti a guardarsi la partita su una sorta di torretta vicino alla tribuna. L atmosfera non sembra la solita, forse anche per colpa dell ultimo decreto, lo stadio sembra abbastanza spoglio e presenta ...

(continua a pag. 87)

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solo nella Nord lo striscione delle Panze Scozzesi e qualche pezza dei gruppi nel settore ospiti. Ad inizio partita viene esposto dai tifosi rossoneri uno striscione a ricordo di un ragazzo cagliaritano morto il sabato prima. La partita sembra incanalarsi agevolmente a favore della squadra Sipontina,

capace quest oggi come non mai

di aggredire la squadra ospite: arriva addirittura per loro il 3-1. Questo risultato sveglia la compagine dauna che riesce a pareggiare meritatamente sul 3-3 al 65 ,

salvo poi sfiorare in qualche disorganizzata occasione il goal del sorpasso. Il pubblico di casa non gradisce, soprattutto quelli della curva che mugugnano non poco, per loro la vittoria era vitale ed il pareggio non permette loro di staccare i loro diretti concorrenti per la retrocessione. Il tifo dei tifosi foggiani soffre l andamento della partita, buono all inizio e alla fine, qualche coro di sfottò verso i cugini doniani. Anche per loro il pareggio appare come un risultato totalmente inutile, la vittoria non

non avrebbe fatto altro che rinforzare la cavalcata trionfale di Mister Galderisi, rafforzando la propria posizione di classifica.

A fine partita il deflusso dei tifosi appare abbastanza tranquillo per entrambe le tifoserie,

tranne per qualche battibecco tra semplici tifosi della domenica.

Testo e foto di Alex Bevilacqua

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-zione di tifo -

se non qualche coro spontaneo -

e penso che si tratti soprattutto sostenitori del nord. Poi a metà primo tempo arriva un pullman che porta finalmente calore e colore. Parlo quindi ovviamente di ultras al seguito che si sistemano a centro curva ed iniziano il proprio tifo senza mai fermarsi. Continuo il tifo dei supporters...

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MASSESE-SALERNITANA:

CHI SALUTA E CHI PROTESTA

L ultima giornata del campionato regolare del girone B della C1 vede affrontarsi la già promossa Salernitana e la quasi salva Massese. Umori distanti e assai diversi quelli che albergano tra i padroni di casa e gli ospiti campani. In uno stadio degli Oliveti sempre più vuoto l unica speranza di ultras e tifosi apuani è quella di assistere all ultima partita della Massese con la gestione di Ferrara e soci. Oggi uno dei gruppi leader della curva sud, il Massa Kaos, ha deciso di non entrare e di sostare per tutta la durata del match sotto la tribuna per contestare la società. Nonostante la Salernitana sia già promossa sono attesi almeno cinquecento sostenitori al seguito, o almeno così indicavano i quotidiani locali. Ad inizio partita trovo invece una curva ospiti con circa duecento tifosi sparpagliati e con nessuna organizza-

Finisce quindi il campionato come era iniziato: il primo coro è sempre nel ricordo di Alessandro Balloni, ultras al quale è dedicata la curva sud, e così è stato l ultimo.

Testo e foto di Alessandro Amorese

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granata che ritornano nella serie cadetta dopo l esilio in terza serie. La curva di casa è comunque animata dalla Legione Cybea che snocciola tutto il repertorio apuano e non manca poi di sollecitare l attuale presidente della

Massese a cambiare aria. Molti anche i cori per chi deve firmare e per la libertà degli ultras. Nel secondo tempo mi sposto sotto la

curva dei tifosi ospiti, che mi gratificano con la realizzazione di una bella sciarpata. Quando mancano pochi minuti alla fine alcuni tifosi ospiti si avvantaggiano per invadere il campo, sotto l occhio vigile delle forze dell ordine. Infatti al fischio finale una ventina di campani corrono con discreto successo alla ricerca di maglie e calzoncini. Da parte dei padroni di casa salvezza raggiunta con il pareggio di oggi, ma nulla da festeggiare visto che alla

fine girone d andata la Massese era

addirittura sesta in classifica.

ORE 12:10: E IL CALCIO

VENNE SVENDUTO ALLE TV

Eccoli arrivati: le loro mani sulla C1, le tv nostrane che smembrano il calcio italiano per poche lire. Ore 12.10, allo

Stadio Pino

Zaccheria di Foggia, va in scena una partita che vale la stagione:

Foggia e Foligno si contendono un posto tra le grandi, quel posto agognato nei play off del girone A della terza serie. Lo stadio esaurito, per quei poco da riempire in uno stadio buono per 25.000 spettatori

ma costretti a farne entrare solo 7.500. Il sole

picchia dallo zenith come non mai, le pance sono vuote e gradirebbero essere riempite al più presto . Le notizie che giungono in settimana parlano di questa partita come un avvenimento epocale per gli introiti (rimpinguati solo dalle multe dei fumogeni ) della Lega di serie C, questa seconda diretta televisiva propone una partita di un livello buono che sembrava un delitto non darla in pasto ai tifosi in primissima fascia domenicale. Che iddio vi stramaledica! Chi si

prodiga a vendere il prodotto calcio in ogni

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maniera sul territorio italiano, potrebbe anche tenere conto che se anche in Inghilterra certi orari per il calcio sono considerati (a 20 anni dallo start di quello che viene da loro chiamato Modern Football) un ingiuria, perché lo si dovrebbe proporre in un campionato dove incassi e presenze di spettatori vanno su poche migliaia a domenica? Nessuno si accorge dell ennesimo colpo di grazia? Poi vedremo

Presenza esigua per i tifosi ospiti che, nonostante le notizie in settimana parlavano

di un esodo dalla cittadina umbra, raggiungono il capoluogo dauno in un centinaio scarso. Propongono una buona sbandierata iniziale e due sciarpate per tempo, ma non sono mai capaci di farsi sentire con qualche coro. La trasferta di Foggia, dopo le buone presenze di Verona Cava e Padova, appare a tutti gli effetti snobbata sia dagli umbri e sia dai loro gemellati brindisini, annunciati come sicuri presenti indesiderati.

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Le due curve foggiane appaiono in grande spolvero ed entrambe ricordano a loro modo e con cori possenti il mai dimenticato Piero La Salandra, la cui morte ricorreva proprio in questi giorni. La Sud espone in balaustra uno striscione in suo onore sin nella cartata di inizio partita mentre la Nord alza tra i battimani il classico striscione in suo onore. Lodevole l apporto vocale delle due curve

visto anche il risultato positivo della squadra rossonera, il resto viene da se

e come da qualche tempo capita una curva appare più colorata e attiva su alcune tematiche mentre l altra appare più seguita nelle sciarpate e nei battimani ma non sempre seguita da tutti nei cori. Indifferenza tra le due tifoserie con solo qualche sfottò di rito solo nel pre-partita o solo quando la Nord ricorda i nemici di Brindisi.

Testo e foto di Alex Bevilacqua

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PORTOGRUARO SPAL: IL BLASONE NON BASTA

Ci si gioca molto, moltissimo, in questo afoso pomeriggio al Mecchia di Portogruaro: gli estensi rivogliono quel posto nel calcio che conta e che spetta loro per tradizione e storia, i

granata, invece, tentano una scalata storica alla C1, forti di una squadra veramente solida e ben strutturata e di una società in grado di programmare l annata in maniera altrettanto egregia. Il risultato dell andata e la migliore posizione in classifica al termine della stagione regolare sembrano concedere ai veneti un lieve vantaggio, ma la fame degli spallini è tanta e in circa quattrocento invadono Portogruaro,

occupando interamente la gradinata ospiti ed uno spicchio di tribuna. I cori cominciano ad alzarsi molto presto, udibili in maniera chiara anche da chi, come me, arranca fuori dallo stadio. Il colpo d occhio offerto oggi è superbo, con gli spalti gremiti e la tensione di tutti

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chiaramente percepibile. Ad inizio gara entrambe le tifoserie si esibiscono in una gradevole coreografia di palloncini, che riesce meglio sul fronte ospite, forse più avvezzo

dei dirimpettai a

certe pratiche. Anche per quanto riguarda il tifo vero e proprio la predominanza spallina è netta, sebbene il numero lasciasse lecitamente supporre una intensità ed un colore diversi. Mancano, infatti, drappi e bandiere di sorta e molto spesso è solo il gruppo centrale propriamente ultras a sgolarsi, mentre i classici tifosi da spareggio , presenti in massa, si guardano bene dall affaticare le ugole. Ad ogni modo i battimani si sprecano ed

i cori giungono ben scanditi e continui agli atleti in campo, specialmente gli inviti a portare via da questa categoria gli ultras

estensi. A metà primo tempo viene organizzata anche un ottima sciarpata che colora di biancoblù il Mecchia . I locali si limitano a qualche Porto, Porto che coinvolge tutti i presenti e poco altro, se non

il solito frastuono delle grandi occasioni.

(continua a pag. 95)

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Sul campo il match è

comprensibilmente -

assai tosto, e sinceramente non ricordo di aver assistito da fotografo ad una gara tanto ruvida e accesa. Come se non bastasse, ad incendiare gli animi ci pensa anche la decisione del direttore di gara di far calciare alla Spal una punizione dal limite a primo tempo ormai scaduto. Ovviamente gli sviluppi della stessa portano al goal ec

alle conseguenti, e roventi, polemiche. Entusiasmo alle stelle per gli spallini che passano l intervallo in un turbinio di canti, con la mente già alla C1. Ma lo sviluppo della gara sarà imprevedibile, ec

il tre a due finale qualificherà alle finali il Portogruaro. La delusione per gli ospiti è forte, ma il responso meramente sportivo appare corretto. Meno, ovviamente, se la riflessione abbraccia una città e, soprattutto, una Curva che certamente meritano ben altri palcoscenici.

Testo e foto di Mauro Bonvicini

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NO AL CALCIO DEI QUESTORI

(2^ PUNTATA)

Ancora la mano del questore ferma la calata a Foggia dei tifosi del Padova. La decisione viene presa il venerdì prima della partita e,

per evitare ulteriori

strascichi risalenti a qualche anno fa, strascichi passati anche nella partita dell andata (roba già discussa su altre testate giornalistiche di settore, con buona pace di entrambe le tifoserie in questione .), viene deciso a tavolino che i tifosi padovani dovranno starsene a casa in entrambe le ultime due importantissime trasferte (Foggia appunto e Cremona). Chi è causa dei SUOI mali pianga se stesso . La mancata trasferta dei tifosi ospiti azzera ogni speranza di aver quel poco di effervescenza che il calcio

dei giorni nostri non riesce neanche per sbaglio a donare a noi poveri aficionados di vecchia data. La gioia mancata sul poter

sfottere gli altri , i diversi dai propri colori o

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eventualmente di incontrarli fuori ( non necessariamente ) non svuota di entusiasmo gli ultras foggiani presenti anche oggi in buon numero. Buona come sempre la sciarpata ad inizio partita della Sud, quest oggi non sempre presente a livello vocale, forse anche per il velocissimo vantaggio del Foggia,

i presenti in tale curva sprecano le proprie forze nei primi trenta minuti di partita, salvo poi ritornare a sprazzi nei restanti sessanta minuti. Stesso discorso per i ragazzi della Nord, anche se più presenti vocalmente nella partita e più presenti con lo sventolio di bandiere durante la partita. Dopo la pausa dell intervallo ci metteranno un po per carburare nuovamente. La partita finisce 1-1, ancora un passo falso del Foggia, ancora una possibilità persa per allungare il passo. Sarà per le prossime partite

Testo e foto di Alex Bevilacqua

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di bandieroni, come fosse una partita di campionato. In curva ospiti presenti quattro esponenti del gruppo "Vecchia Sestri" che appendono i loro drappi timbrando la presenza ma senza mai tifare.

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PERGO-GENOA: E QUI LA FESTA

Amichevole di lusso questa sera al "Voltini" di Crema, organizzata dalla società per celebrare la promozione in serie C1, che vede impegnato il Pergocrema contro il Genoa. La gara, fissata per le 20:30, è stata anticipata alle 19 su richiesta del Genoa; i rossoblù arriveranno però con un po di ritardo allo stadio a causa del gran traffico incontrato sulla s.s. Paullese: il fischio d'inizio è dunque posticipato di mezz'ora. Piove a tratti, per tutto il giorno e da parecchi giorni ormai, ma il terreno di gioco è pressochè perfetto; sugli spalti ci saranno almeno 400 spettatori, con una buonissima presenza in Sud dove verrà esposto addirittura un bandierone copricurva con la scritta "C1" ed appeso in cancellata lo striscione "Grazie ragazzi": grande tifo per tutto il primo tempo a sostegno della squadra e dei diffidati, battimani e sventolio costante

(continua da pag. 98)

Prima della gara i ragazzi della Curva Sud premiano con due targhe ricordo il presidente Bergamelli ed il presidente onorario Aschedamini ringraziandoli per il lavoro svolto e per il traguardo appena raggiunto. La partita è bella e giocata da entrambe le squadre a viso aperto e mente sgombra, ed il primo tempo si chiude sul risultato di 1-1 grazie al gran gol di Pupita al 39' con un tiro da almeno 25 metri che prima di insaccarsi

sbatte sulla parte bassa della traversa e al pareggio del Genoa su rigore al 45' conquistato e trasformato da Figueroa. Nell'intervallo è ancora tempo di premiazioni: stavolta tocca al Comune di Crema -

sindaco,vice e assessore allo sport -

premiare la squadra con medaglie e la Società con una targa tra i fischi della Sud che chiede a gran voce che venga realizzato in tempi brevi un campo di allenamento a Crema per la squadra (la stagione scorsa infatti il Pergo è sempre stato costretto ad allenarsi fuori città con evidenti problemi logistici); c'è in corso anche un contenzioso per l'adeguamento dell'illuminazione del "Voltini" per renderla a norma con le richieste della tv per gli eventuali posticipi del prossimo campionato. Chiusa questa parentesi (almeno per il mo-

-mento, in estate si attendono sviluppi e fatti concreti) la gara riprende con entrambi gli allenatori che fanno ricorso ad un ampio turn-over ed il Genoa addirittura cambia maglia (nel primo tempo rossoblù, nella ripresa la bellissima maglia bianca da trasferta). Si gioca ancora di più in spazi amplissimi ed il tabellino s'ingrassa fino al 5-6 che chiude una gara scoppiettante; in avvio di secondo tempo il Pergo va in vantaggio per 3-1 grazie alle reti di Savarese e Veron e dalla Sud partono cori goliardici che, nell ordine, chiedono al Presidente la serie B,lo scudetto ed addirittura l'Europa!! Viene poi esposto uno striscione che ricorda a tutti che il Pergo non è mai stato in B, tra le risate il buonumore generale. I gialloblu vengono

superati per 3-4 dal Grifone con Di Vaio, Juric (punizione splendida) e Ledesma, ma ritrovano il pari grazie ad un rigore procurato da Facchetti (che dovrà lasciare il campo per infortunio al piede destro e dopo la partita verrà addirittura portato in ospedale per accertamenti, un vero peccato) e trasformato da Sambugaro; a seguire la doppietta di Figueroa, il gol di Gusmini ed il gol della vittoria del Genoa proprio sul fischio finale. Poi è caccia alla maglia, un fortunato ragazzino conquista quella di Figueroa, un altro i pantaloncini di Di Vaio... mentre il Pergo esce tra gli applausi salutando la propria curva.

Testo e foto di Matteo Mangiarotti

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in tanti, lo striscione degli "Ultras" è già appeso alla recinzione molto prima del fischio d'inizio ed almeno mezz'ora prima della gara si iniziano ad intonare cori a sostegno dei rossoneri: la loro sarà veramente una grande prestazione, peccato solo che il risultato non arriderà alla loro squadra. A San Colombano non c'è nessun gruppo organizzato, solo delle ragazze che provano a far sentire il proprio

tifo per la squadra del paese.

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QUANDO LA PROMOZIONE E UNA RETROCESSIONE

Oggi timbro il cartellino al "F.Riccardi" di San Colombano al Lambro, bellissima cittadina che sorge su una collina in piena pianura padana; qui si produce tra l altro l'unico vino doc della provincia di Milano - cui appartiene in seguito ad un referendum del 1992 quando la maggioranza della popolazione scelse di non far parte della neonata provincia di Lodi e fece di fatto del comune un "enclave" milanese tra le province di Lodi e Pavia. Note storiche a parte, va in scena il ritorno degli spareggi salvezza d'Eccellenza lombarda girone "C", il quarto ed ultimo "derby del Lambro" della stagione tra Sancolombano e Sant'Angelo. La gara è molto attesa e molto sentita, tanto che nel piccolo impianto viene registrato il "sold out" e gli spettatori troveranno posto anche sui prati che circondano la tribuna ed il campo, nonostante il prezzo del biglietto sia tutt'altro che economico (posto unico a 10 ).

Dalla vicina S.Angelo Lodigiano si muovono

di palo alla destra dell'incolpevole Grilli per l'1-0. Il S.Angelo non si scompone ed all'8' perviene al pareggio: rimessa lunga dalla destra, palla in area per Stefani che in girata scarica in rete il gol dell'1-1. Sostenuto a gran voce dai

suoi Ultras il S.Angelo continua a spingere e al 20'

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In palio oggi c'è la sopravvivenza in Eccellenza, la posta è alta e sotto un sole caldo mitigato fortunatamente da un fresca brezza collinare le due squadre fanno il loro ingresso in campo qualche minuto prima dell'orario previsto; gli Ultras S.Angelo propongono una coreografia semplice ma d'impatto lanciando carta igienica e coriandoli, mentre nel settore dei locali si ricorda ancora il compianto "Bigio" Sari con striscioni e bandierine rossoblu. La partita, a differenza dell'andata di sette giorni prima, è combattuta, veloce, si vede molto agonismo a sopperire un tasso tecnico basso e i molti errori che i giocatori commettono; gli ospiti devono solo vincere, altrimenti si spalancherà sotto i loro scarpini il baratro della retrocessione in Promozione (atroce beffa, terribile gioco di parole), però al 3' i locali sono già in vantaggio: punizione da almeno 25 metri, Loprieno calcia forte e rasoterra un pallone che si infila proprio a fil

(continua da pag. 101)

trova addirittura il gol del vantaggio, quando su corner da sinistra Curti raccoglie una palla vagante in area e da pochi passi la mette alle spalle del portiere Ghizzinardi:1-2 e adesso il settore occupato dai supporters rossoneri esplode. La gara è piacevole, numerose occasioni da una parte e dall'altra ci portano velocemente all'intervallo, non prima di segnalare l'occasione più clamorosa fallita da Stefani che al 45' spara la palla dell'1-3 addosso al portiere banino in uscita. Nella ripresa le due squadre sanno che ci si giocherà tutto: una stagione intera in 45 minuti. Si ricomincia con il Sancolombano tutto proteso nella metà campo Barasina e dopo due splendide parate di Grilli i locali trovano il pareggio: Cappellini al 54' va via da metà campo sulla fascia sinistra, entra in area indisturbato e quasi da fondo campo calcia in rete la palla del 2-2. Tutti i giocatori rossoblù corrono ad abbracciare il compagno, mentre il portiere e qualche difensore si rivolgono al settore degli ospiti invitandoli a stare zitti con gesti plateali: pronta risposta degli Ultras, volano insulti e qualche bottiglietta ma per fortuna niente di più e la gara può subito ricominciare, anche grazie all'intervento del capitano barasino Curti. La gara adesso si fa nervosa, sono molti i falli e gli ammoniti ma l'arbitro è bravo a gestire la situazione, che infatti non degenererà mai. Molte azioni da un parte e dall'altra, ma al 79' il Sancolombano passa

ancora: azione confusa in area, Loprieno raccoglie un pallone vagante e dopo aver dribblato Grilli deposita in rete a porta vuota il gol del 3-2. Adesso agli ospiti serve l'impresa, in 10 minuti devono segnare almeno due gol e gli Ultras iniziano ad intonare un coro significativo del loro stato d'animo: "Questa curva non retrocede!" mentre il Bano legittima il vantaggio giocando e creando occasioni. I rossoneri sono sulle gambe e prima della fine, proprio al 90', Bianchi si fa tutta la fascia sinistra e dal lato corto dell'area fa partire un destro morbido che si infila nell'angolo lontano per il 4-2. C'è

ancora tempo per un brutta entrata di frustrazione di Pugliese che si guadagna il rosso diretto e per qualche scaramuccia in tribuna, dove gli Ultras ospiti rispondono a qualche provocazione delle sostenitrici locali. Poi, dopo quattro minuti di recupero il Sancolombano può festeggiare la salvezza coi propri tifosi, mentre i Barasini, salutati comunque dagli applausi dei propri Ultras, si avviano mestamente verso gli spogliatoi. Una curva come quella di S.Angelo non merita la Promozione, e nemmeno una squadra che nel girone d'andata ha raggranellato solo 9 miseri punti, ha raggiunto i play out per demeriti altrui ed ha regalato lo spareggio d'andata sul

proprio campo: troppi errori tutti insieme per non pagare pegno alla fine della stagione.

Testo e foto di Matteo Mangiarotti

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Giuntoli pasticciano in area di rigore, l attaccante rossoblù Chiarlone è lesto a portar via la palla, ma viene atterrato dal numero cinque savonese. Dal dischetto Mariani spiazza Giribaldi, segnando il goal che deciderà la partita. Nel finale saranno inutili gli assalti dei biancoblù. Per il Sestri Levante si tratta di una boccata d ossigeno considerando che domenica ospiterà la Biellese già certa dei playoff. Per il Savona si complica la corsa per la zona play off, e domenica prossima sarà costretta a fare punti a Giaveno.

Testo e foto di Andrea Merola

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SESTRI LEVANTE

CORSARO A SAVONA

Davanti a poco più di 200 spettatori, Savona e Sestri Levante si trovano di fronte per la penultima gara del girone di ritorno. I rossoblù, reduci da due brutte sconfitte, si sono presentati al Bacicalupo in formazione rimaneggiata a causa di squalifiche ed infortuni. Dalla riviera di Levante giunge una delegazione composta da una quindicina di persone tra ultras e semplici tifosi che appendono subito gli striscioni nella parte alta del settore ospiti. La gradinata locale non è affollata quest oggi, si nota subito lo striscione del Savona club Gazzano recante la scritta Dellepiane Presidente , mentre sulla parte

esterna della gradinata ci saranno i due drappi degli US 72. Il primo tempo è tutto di marca savonese, prima Barone poi Soragna impegnano ripetutamente il numero uno rossoblù Casaretto. Sugli spalti c è poco entusiasmo, sia i biancoblù che i genovesi assisteranno all incontro seduti. Dalle tribune si sprecano commenti sia per l arbitro che per i ragazzi in campo. Intorno al 25 della ripresa, il numero uno biancoblù Giriboldi ed il difensore

LO SCUDETTO

E SOLO UN PRETESTO

Il rugby, sport nobile che negli ultimi anni ha conquistato sempre più appassionati nel nostro Paese anche grazie alle imprese della Nazionale, celebra oggi sul palcoscenico del "Brianteo" di Monza (per il 3° anno consecutivo) l'atto conclusivo del "Groupama Super 10", la finale-scudetto tra due delle migliori squadre italiane, il Benetton Treviso (12 titoli, tra cui gli ultimi 2 assegnati proprio a Monza) ed il Cammi Calvisano, alla sua 7° finale in 8 anni (con una sola vittoria, quasi un record). Le due squadre sono arrivate all'appuntamento col titolo per strade diverse; Calvisano ha dominato il Petrarca Padova in semifinale vincendo in trasferta e in casa, mentre Treviso ha conquistato la finale con una meta di Williams al 4' minuto di recupero contro l'MPS Viadana dopo aver perso all'andata in terra mantovana. Tutte le gare di semifinale si sono svolte davanti ad un grande pubblico e per la finale di oggi si attendono almeno 10mila persone; a margine della gara è stata allestita un'Area Village con stand commerciali e gastronomici dove la birra scorre a fiumi fin dalle prime ore del pomeriggio ed esibizioni di giovanissimi rugbisti per intrattenere il pubblico in attesa del kick-off previsto per le 17:15. Attorno allo stadio c'è un bel movimento, si vedono moltissimi bambini, famiglie con le magliette e le bandiere della due squadre, non c'è la tensione cui sono abituato anche per le gare calcistiche tra dilettanti, tutto è vissuto con tranquillità segno che quei valori come rispetto, orgoglio, sportività qui non sono ancora stati intaccati dal business esasperato. L'organizzazione è da manifestazione di grandissimo livello, tanto che anche noi fotografi abbiamo i tempi dettati da una scaletta, alle 16 c'è il briefing (addirittura!) in sala stampa dove ci viene spiegato come muoverci, dove stare durante la gara e le premiazioni: è pur sempre una finale scudetto, la copertura televisiva è di prim'ordine e siamo davvero in tanti a

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(continua da pag. 104)

bordo campo (o,meglio, dietro le porte durante la gara e nello spazio dietro le transenne ricavato per noi tra le panchine prima e durante le premiazioni); alle 16:15 si aprono le porte del campo e possiamo finalmente prendere posto. Il colpo d'occhio è davvero ottimo: chiuse le due curve, i distinti del "Brianteo" sono gremiti e divisi equamente a metà tra tifosi delle due squadre: alla mia destra i gialloneri bresciani e alla mia sinistra i biancoverdi veneti. Nessun cordone di polizia a dividerli, la divisione è più che altro su base "tribale" ma non impedisce che in alcuni punti le bandiere si mischino tranquillamente. Si arriva abbastanza velocemente all'inizio delle "operazioni preliminari", il tempo scorre veloce durante il riscaldamento e si completa l'afflusso allo stadio (si conteranno 11976 spettatori,un numero di tutto rispetto); alle 17 le squadre entrano in campo con effetto scenografico che paga pegno alla diretta televisiva che vuole essere nutrita con qualche luogo comune: davanti al tunnel degli spogliatoi viene applicato un "muro" di carta che gli atleti, uscendo, devono rompere creando un po l'effetto-bulldozer in modo da soddisfare lo stereotipo che vuole il rugbista come l'energumeno un poco animalesco di certe pubblicità.

Le squadre si schierano davanti alla tribuna con in mezzo gli arbitri, e la banda alle loro spalle esegue l'Inno Nazionale cantato da tutto lo stadio. L'ovale viene consegnato al capitano del Benetton, che ha vinto il sorteggio, le squadre si dispongono in campo e Goosen può finalmente calciare e dare il via alla gara (due tempi da 40' ciascuno).

(continua a pag. 106)

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Il primo tempo termina 3-0 per i gialloneri; durante l'intervallo iniziano le premiazioni "minori" gestite dagli sponsor della manifestazione. Nel secondo tempo tutti ci aspettiamo qualcosa di più, e devo dire che almeno in parte siamo accontentati. Treviso continua a sbagliare le rimesse (touche) e Calvisano è sempre brava ad approfittarne per ribaltare l'azione; Griffen al 47' e Goosen al 49' trasformano due piazzati portando il punteggio sul 6-3, ma al 21' Calvisano riesce con una bellissima azione insistita a raggiungere la linea di meta. Purll viene placcato proprio prima di superarla ma riesce a servire con un bellissimo passaggio alto Treolar che schiaccia la palla in meta: boato dalle tribune, 5 punti per Calvisano che diventano 7 quando Griffen "trasforma" in mezzo ai pali per il 13-3. Treviso adesso capisce che deve spingere e provare il tutto per tutto perchè sente che la finale le sta sfuggendo di mano, ma la grande e attenta difesa di Calvisano impedisce ai "Leoni" di segnare alcun punto.

Poi al 76' un brutto fatto macchia la gara: Louw placa senza palla (e in posizione

di fuorigioco) Griffen che reagisce colpendo l'avversario con pugno secco al volto;

(continua a pag. 107)

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Il primo tempo è veramente molto intenso, si lotta su ogni palla ma lo spettacolo non ne beneficia; si gioca molto in mischia, e Calvisano passa in vantaggio al 14' grazie ad una

punizione (calcio piazzato) trasformata

da Griffen (strepitoso, a mio parere uno dei migliori in assoluto per come ha saputo far girare l'ovale e gestire la squadra) con un calcio preciso in mezzo ai pali. Poco dopo Treviso resta in 14 per un cartellino giallo (espulsione temporanea) rimediato da Pavanello per "crollo volontario" della mischia. Ristabilita la parità numerica, è proprio Treviso ad avere l'occasione buona per una meta quando ruba palla in ruck (mischia non organizzata) a pochi metri dalla linea di meta dei bresciani e insiste nella spinta finchè l'ovale arriva a De Jager che, prima di schiacciare in meta, tocca la bandierina: azione confusa, l'arbitro chiede l'intervento del TMO (television match officer, in pratica un "quinto uomo" che segue la gara nel box della televisione davanti ad uno schermo e che viene consultato dall'arbitro nei casi più controversi) che annulla la meta. Palla non più giocabile e l'ovale passa allora a Calvisano che riparte dalla linea dei 22 metri

e tira un sospiro di sollievo.

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breve colluttazione, viene ripristinata la

calma poco dopo e l'arbitro punisce (dopo aver sentito il parere del guardalinee) solo il flanker del Benetton con un giallo. Il capitano Goosen non ci sta e apostrofa l'arbitro in malo modo,e questi gli mostra il rosso e lo caccia dal campo. Treviso in 13, partita ormai segnata! Al 79' Calvisano va vicino alla meta del trionfo, che non manca però un minuto più tardi quando si crea un

vantaggio di quattro uomini contro uno finalizzato in meta da Pratichetti (poi trasformata da Griffen) che porta il risultato sul 20-3 e consegna, dopo 5 minuti di recupero, la vittoria ed il trionfo a Calvisano che conquista il suo secondo scudetto dopo quello del 2005 di Padova, ancora contro i trevigiani. Grande festa sugli spalti, i 4000 tifosi giunti dal paese della Bassa Bresciana (poco più di seimila abitanti!!) possono festeggiare con i loro giocatori quando capitan Ghiraldini (votato man of the match dalla giuria di giornalisti) solleva la Coppa del Campionato e tutta la squadra celebra il trionfo con un giro di campo bagnato dallo champagne. I giocatori del Benetton escono comunque tra gli applausi dei propri sostenitori, nonostante la netta sconfitta, non prima di esser passati sotto il settore occupato dai tifosi di Calvisano per applaudirli e rendere loro il tributo per la vittoria. Un bellissimo pomeriggio di rugby, che termina verso le 19 con l'inizio del Terzo Tempo (quello vero...).

Testo e foto di Matteo Mangiarotti

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NON DI SOLO CALCIO

VIVE L ULTRAS

Viareggio sportiva è in fermento per gli spareggi che decideranno le sorti delle squadre più amate in città. Il Viareggio calcio nei play out ha ottime possibilità di superare la Viterbese e quindi di rimanere in C/2, ma soprattutto il C.G.C. Hockey su pista affronta in una serie scudetto infinita (al meglio delle 5 partite) i maremmani del Follonica. E lo fa partendo da sfavorita, in quanto questi ultimi sono una vera e propria corazzata, vincitrice degli ultimi quattro scudetti e, primi in Italia, due anni fa anche della Champion's League e dell Intercontinentale. Giusto riconoscimento questo ad una piazza che sportivamente vive quasi esclusivamente per questa disciplina. Ma il Viareggio, quest'anno, si presenta alla finale con ottime credenziali ed il pubblico risponde in modo incredibile dopo una settimana di attesa febbrile; biglietti esauriti in poche ore con molti tifosi che restano fuori dal Pala Barsacchi. Una vera bolgia quella organizzata dai Wild Boys, autori di un sostegno da brividi prima, durante e dopo la gara scudetto numero 1. Oltre ad eseguire una bella coreografia con cartoncini bianchi e neri riescono infatti a coinvolgere l'intero pubblico di fede

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viareggina, anche grazie alla prestazione magnifica della squadra. Battimani, sciarpate, cori ripetuti per tutta la durata dell'incontro. I supporters bianco-azzurri, dal canto loro, si presentano in circa 200 unità sostenendo la compagine maremmana un po a singhiozzo. Gli Ultras Eagles si fanno sentire specialmente nei momenti difficili dell'incontro e questo va a loro favore. Nel primo tempo l'equilibrio regna sovrano con il Follonica che passa quasi subito in vantaggio ma viene raggiunto a metà tempo grazie ad un'ottima azione bianconera. All'ultimo secondo il "fattaccio" da moviola che poi risulterà decisivo. Il Follonica segna il secondo gol, ma per gli arbitri appena dopo la sirena di chiusura. Grandi proteste dei maremmani, placate con difficoltà dal tavolo dei giudici. Forse per questo motivo nell'intervallo isolati supporters biancoazzurri si

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ma di sicuro questo risultato accresce il morale della squadra viareggina che fra le due compagini è

quella che ha meno

da perdere. Il tifo viareggino adesso si sposterà in Maremma per i prossimi due incontri, anche se la pista follonichese potrà accogliere solo una parte dei fedelissimi bianconeri. Per i tifosi biancoazzurri sarà l'occasione per rendere sicuramente ostico il clima per il C.G.C. Viareggio, nella speranza di ribaltare l'andamento di questa serie scudetto.

Testo e foto di Sergio Lotti

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rendono protagonisti di lanci di lattine piene ai danni di sportivi viareggini che sostavano nel piazzale esterno al palazzetto. Un atto deprecabile in quanto alcuni genitori

avevano raggiunto il bar

del palazzetto insieme ai loro bambini e devono fuggire a gambe levate. L'atmosfera diviene ancora più tesa e, soprattutto nel dopo partita, si sfiora il contatto fra le due tifoserie. Curioso notare che fino ad un paio di stagioni fa viareggini e follonichesi erano gemellati ma poi, vuoi per la maggiore competitività del Viareggio, vuoi per la ruggine fra i supporters bianconeri e i fratelli Bertolucci (versiliesi di nascita, anche agonistica, ma in forza al Follonica), il rapporto non solo si è interrotto, ma è fra i più astiosi di tutta la serie A hockeystica. Nella seconda parte di gara l'equilibrio viene rotto dalla marcatura viareggina che scatena il pubblico. Solo con un rigore il Follonica riesce a ristabilire la parità, ma un gol a 4 minuti dalla fine regala la vittoria nella prima finale scudetto al Viareggio (3-2). Certo, la strada è ancora lunga e grazie al piazzamento nella stagione regolare saranno i maremmani a giocare 3 partite in casa nell' inespugnabile Capannino,

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... stati a dir poco sbalorditivi. Ultima partita di campionato, Roma e Inter si giocano lo scudetto. Roma a Catania e vabbé, secondo i loro parametri era lecito prevedere la chiusura del settore ospiti. Non dimentichi del fatto che l'Italia è la Repubblica più amata dalla Ciquita, all'ultima giornata però l'ipotesi balzana di riscrivere le regole è subito saltata fuori: dapprima si è creduto ad una flebile speranza di aprire il Cibali anche ai romanisti, ma visto che in

passato avevano alzato bandiera bianca persino a partite come Atletico Vescovio-Cantalice di Prima Categoria o Vicenza-Follonica di Hockey, sulla base di cosa illudersi? Si è passati dunque alla guerra di ripicche tra politici: Se la Roma gioca senza ottima.

Tutti felici, tutti contenti come nelle migliori favole e dei due accoltellati, degli altri tre feriti, degli incidenti, dei sei arresti, non ne ha parlato nessuno se non limitandosi a citare qualche riga di Agenzia Stampa. In passato per cose anche meno

gravi ci avrebbero messo in piedi uno Speciale Porta a Porta , ma oggi è d'imperativo che a prevalere sia la ragion di Stato, perché non si può infangare così l'operato dell'Osservatorio o mettere in secondo piano, o peggio in ridicolo, la presenza onorevolissima del Grande Capo del Regno o dei corrispettivi federcalcistici, polizieschi, ecc. Sempre la solita solfa della violenza, ma dietro il paravento della lotta alla violenza, nascondono invece un più subdolo tentativo di pacificazione coatta: quella

che chiamano pace, come diceva Tacito, laddove hanno invece stanno tentando di fare il deserto, tabula rasa. Dai nostri media ci vogliono far volgere lo sguardo e preoccuparci della mancanza di democrazia in Cina, a Myanmar, in Iran, quando invece proprio

sotto il nostro naso si consuma il più laido il suo pubblico si falsa il campionato, per cui nemmeno ai tifosi dell'Inter deve essere permesso di andare a Parma . Aggiungendoci i serissimi motivi di preoccupazione destati da due o tre messaggini su qualche blog o forum, l'Osservatorio ha dato il suo buon

suggerimento, ma lavandosi prima le mani come Ponzio Pilato e rimandando al Prefetto

Editor iale

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di Parma la decisione finale. Così fu che anche per gli interisti si dispose la chiusura del settore, così fu che l'Osservatorio riuscì a trasformare in una partita a rischio persino una partita prevedibilmente tranquilla come quella di Parma. Ovviamente i tifosi nerazzurri nella città ducale ci sono andati nonostante le chiacchiere morte degli sceriffi e delle loro carte bollate. Sarebbe stato molto più facile e logico accoglierli, controllare e ridurre la conflittualità circoscrivendoli nel loro settore di pertinenza, invece sono riusciti nella missione impossibile di trasformare una festa annunciata in una battaglia. In coda a questo delirante epilogo, due settimane dopo Roma e Inter si sono ritrovate ancora di fronte per la finale di Coppa Italia, pardon Tim Cup , visto che hanno svenduto anche l'anima per due soldi.

Dopo

polemiche, veleni, scontri, minacce, secondo voi Roma-Inter s'è giocata a settore ospiti chiuso? Certo che no: c'era il Presidente della Repubblica col bollino blu, c'erano troppi riflettori puntati, per cui onde evitare di perdere anche l'assegnazione della finale di Champions' 2009, la farsa ha avuto il suo ulteriore sequel. Bella partita, tre bei goal, anche la Roma ha potuto alzare la sua Coppa per suffragare una stagione ottima. Tutti felici, tutti contenti come nelle migliori favole e dei due accoltellati, degli altri tre feriti, degli incidenti, dei sei arresti, non ne ha parlato nessuno se non limitandosi a citare qualche riga di Agenzia Stampa. In passato per cose anche meno gravi ci avrebbero messo in piedi uno Speciale Porta a Porta , ma oggi è d'imperativo che a prevalere sia la ragion di Stato, perché non si può infangare così l'operato dell'Osservatorio o mettere in secondo piano, o peggio in ridicolo, la presenza onorevolissima del Grande Capo del Regno o dei corrispettivi federcalcistici, polizieschi, ecc. Sempre la solita solfa della violenza, ma dietro il paravento della lotta alla violenza, nascondono invece un più subdolo tentativo di pacificazione coatta: quella che chiamano pace, come diceva Tacito, laddove hanno invece stanno tentando di fare il deserto,

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... tabula rasa. Dai nostri media ci vogliono far volgere lo sguardo e preoccuparci della mancanza di democrazia in Cina, a Myanmar, in Iran, quando invece proprio sotto il nostro naso si consuma il più laido

piano di annientamento di qualsivoglia opposizione ideologica al potere costituito. Forse intimoriti dal vento dell'anti-politica, stanno riuscendo in quello che nemmeno Mussolini, Hitler, Stalin o il più feroce dei dittatori si sarebbe sognato di fare. Non hanno i gulag, non hanno l'olio di ricino, ma hanno affinato le armi e sono stronzi malcagati ancora peggio di Hitler, tanto per restare in tema di citazioni eleganti rimandando all'Irvine Welsh di Colla . Qualcuno dimentica colpevolmente che la storia del mondo, la sua

evoluzione, poggia sull'antagonismo e senza la ribellione, se tutti si fossero ammansiti ai capricci di caporioni la cui arroganza era (ed è) seconda solo alla loro ottusità, oggi Galilei avrebbe letto giusto l'oroscopo al posto di Branko, Pasolini avrebbe girato al massimo il prequel di 3 metri sopra il cielo e la Rivoluzione Francese che ha cambiato la storia dell'umanità, sarebbe stigmatizzata come una violenta manifestazione di black block. Che cos'è dunque la violenza? Ogni violenza è sragionata? Ogni violenza è deprecabile? Ogni violenza è senza cause e concause? Cos'è invece quella della tolleranza zero dei politici? Cosa sono invece i manganelli rovesciati? Sono dialogo? Pacifismo? Basterà dunque far entrare qualche ragazzino gratis allo stadio per risolvere ogni problema di intemperanze legate al calcio? Anche la cronaca parla chiaro, anche i titoli dei giornali sono la cartina tornasole del grado di asservimento al potere: qualcuno protesta per la spazzatura? Chiaro, ci sono infiltrazioni di ultras! Qualcuno investe un passante ed è stato allo stadio per almeno

una volta? Ultras! Qualcuno viene denunciato per schiamazzi notturni per aver intonato qualche inno calcistico? Ultras! Ormai è la moda del momento, ultras e

rumeni, è diventato come sparare sulla Croce Rossa e poco importa se il rapporto

annuale del Ministero degli Interni dimostra

che la criminalità o gli incidenti da stadio

Editor iale

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sono in calo, l'importante non è la verità, ma quello che si vuole fare avvertire come realtà, di modo che poi non ci si preoccupi poi troppo di problemi ben più pressanti che attanagliano la nostra nazione e sui quali, i nostri cari amici politici, continuano a tergiversare. Ovviamente poi il popolino minuto, bombardato da Studio Aperto e da programmi di approfondimento di grandissimo spessore indagativo come Lucignolo , non può che schierarsi al fianco

dei suoi governanti e giustificare ogni loro

delirio di onnipotenza: per un opinione pubblica addormentata era sacrosanto manganellare quegli scalmanati al G8 di Genova, era cosa buona e giusta trattare come bestie gli Ultras. Ora si risvegliano e si ritrovano pestati e demonizzati alla stessa stregua quando protestano contro gli inceneritori e le discariche, contro cattedrali nel deserto come la TAV, con i famigerati tonfa che roteano al cielo anche negli scioperi dei pensionati o nella fila che aspetta di entrare ad un concerto di Vasco Rossi. D'altronde la saggezza di certi detti non sbaglia mai: se ci si addormenta in democrazia, inevitabilmente ci si risveglia in dittatura.

A cura di Matteo Falcone

Foto tratte da asromaultras.org