Spinoza - Un libro serissimo

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Sui giusti e sugli iniqui

Terremoto a L’Aquila: l’Abruzzo è in ginocchio. Ma non di-venterà ministro.

Il papa aveva detto: «Basta tragedie del mare». Accontentato.

Soddisfazione al Tg1 per i dati auditel: nella giornata del ter-remoto gli ascolti volano. In cerchio.

Sui luoghi del disastro Berlusconi è apparso tranquillo: «Le vit-time sono molte, ma siamo ancora il partito di maggioranza».

(A L’Aquila sono andati completamente distrutti il tribunale e la questura. Praticamente ora è la città ideale per Berlusconi)

Il cardinal Bagnasco alle famiglie colpite: «La Chiesa è vicina a voi. Per cui fate poco casino».

Berlusconi: «Gli sfollati devono prendere questa situazione come un campeggio del fine settimana. Ma senza la rottura di coglioni delle serate karaoke».

«Andate al mare, paghiamo noi». Chi ha perso i parenti può portare gli amici.

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L’Italia si conferma molto indietro in tema di edilizia antisismi-ca. C’è persino chi ha costruito una maggioranza su Mastella.

Ragazza estratta viva dalle macerie della sua casa dopo qua-rantadue ore. «Cazzo, proprio ora che mi si era aperto Vista!»

Il premier si dice pronto a ospitare i terremotati. A Villa Cer-tosa gli sfollati saranno accolti da una festosa eruzione del vulcano artificiale.

Da Barack Obama solidarietà al popolo italiano. Anche per la tragedia del terremoto. Anche per la tragedia del terremoto.

Il papa ha promesso che visiterà le terre colpite dal sisma. Ma prima gli impegni urgenti.

L’arcivescovo Castellani sulla tragedia: «Non è stato un caso né una fatalità». Cos’è, una rivendicazione?

Per la raccolta fondi Berlusconi annuncia l’apertura di un nuo-vo conto corrente. Per abitudine lo ha intestato a suo fratello.

Il Pd: «Davanti a una tragedia è necessario fermarsi e restare in silenzio». Finalmente spiegati due anni di opposizione.

Da più parti si cerca di smorzare le polemiche: «Il terremoto non è né di destra né di sinistra». Sempre a dare la colpa a Veltroni.

Recuperato dalle macerie il corpo di Celestino V. Purtroppo non c’era più nulla da fare.

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Papi ciulo

Berlusconi in un locale napoletano per festeggiare il comple-anno di una diciottenne. È uno che non ama perdere tempo.

(Dalle feste con vulcano a Porto Cervo a quelle delle ragazzi-ne a Casoria. Questa crisi non ha pietà per nessuno)

La ragazza, Noemi Letizia, ha conosciuto Silvio perché il pa-dre era socialista: era abituata a vederselo arrivare in casa con dei farabutti.

Il premier: «Mi ricorda mia figlia Barbara. O come diavolo si chiama».

Berlusconi ai giornalisti: «Mai avuto rapporti piccanti con quella ragazza. Per colpa vostra».

Alcuni parlamentari promuovono un’interrogazione sul caso Noemi. Vorrebbero il suo numero di cellulare.

Noemi era ospite d’onore alla festa del Milan. Ora resta solo da chiarire cosa cazzo avesse il Milan da festeggiare.

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La Cei chiede sobrietà a chi governa e sconsiglia di frequen-tare minorenni. Sanno bene che poi le cause sono lunghe e costose.

Sulle minorenni Berlusconi si difende: «Nessuna illegalità: ero consenziente».

(Ha deciso di non giurare più sulla testa dei suoi figli: rischia di mettere in pericolo troppa gente)

Il Times intervista Noemi. Ha già più credibilità internazio-nale di Gasparri.

Noemi afferma che «la verginità è un valore». Finalmente una donna con il senso degli affari.

La madre: «Mia figlia è cresciuta alla luce del Vangelo e nel mito di Berlusconi». Però Gesù si fece processare.

Emma Bonino: «Berlusconi disprezza le donne». E tutti sap-piamo cosa fa chi disprezza.

Noemi: «Dimenticatemi!» Inizia già a comandare.

La madre e il manager di Noemi Letizia denunciano: «C’è chi abusa del nome di una diciottenne per farsi soltanto della pubblicità». Per esempio loro.

Pare che i coniugi Berlusconi abbiano litigato aspramente per questa vicenda. Lui ora dorme sul divano. In Sardegna.

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Le avventure in codesto reame

Pubblicate le registrazioni di Patrizia D’Addario a letto con Berlusconi. Sono così compromettenti che Minzolini aveva quasi pensato di parlarne.

Il premier: «Vai ad aspettarmi nel letto grande». Se trovi posto.

(Toccherà aggiornare la favola di Cappuccetto Rosso: «Che letto grande che hai!» «Per governare meglio!»)

La D’Addario a Berlusconi: «Mi hai fatto un male pazzesco». Anche Boldi trovò lavoro così.

(In effetti dev’essere dura quando dentro c’è già un registra-tore)

Ghedini assicura: «Presto sentiremo l’intercettazione della smentita».

Pubblicate le foto scattate dalle ragazze nei bagni di Palazzo Grazioli. Una domanda inquieta più di ogni altra: cazzo ci deve fare Berlusconi con il fon?

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Per le feste a Palazzo Grazioli la regola era «trucco leggero». Eh, sennò sembrano mignotte.

Si parla di festini con ragazze slave travestite da Babbo Na-tale. Dev’essere uno stratagemma per poter poi dire che non esistono.

Registrazioni, il commento di Gasparri: «Ma non si vede niente!»

Gasparri sostiene che «se Berlusconi fosse andato con un uomo sarebbe stato meglio tutelato». Che romantico modo per dirglielo.

Ammirevole anche la linea difensiva di Libero: «La figa piace a tutti, Prodi è impotente, i negri stiano a casa loro, non rom-peteci i coglioni».

Berlusconi: «Non sono un santo». Ora comincia direttamente dalle smentite.

«Non sapevo fosse una escort. Io avevo chiesto una brava».

Il premier al contrattacco: «La D’Addario pagata dall’opposi-zione». Franceschini legge la notizia e rivendica un pompino.

(Naturale che la pensi così. Se vedi la sinistra nel Pd, la vedi veramente ovunque)

«La D’Addario è stata pagata!». Embè, Capezzone lo fa gratis?

Da Famiglia Cristiana bacchettate a Berlusconi. Pure il sado-maso adesso.

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Barbara, Eleonora e Luigi: «È un ottimo padre, lo giuriamo sulla sua testa».

Importanti reperti archeologici a Villa Certosa. Aumentano le analogie con Troia.

Berlusconi si vanta con la D’Addario: «Qui sotto ci sono tren-ta tombe fenicie. O almeno è quel che mi ha sempre raccon-tato Dell’Utri».

(Pare invece che la sede del Pd sorga su un cimitero indiano)

Si attende la reazione del premier. Probabilmente salterà fuo-ri che anche lui una volta è stato un fenicio.

Berlusconi non usa il preservativo. Teme di restare senza te-ste su cui giurare.

Berlusconi non usa il preservativo. Se lo fa aggiungere con Photoshop.

Berlusconi non usa il preservativo. Purtroppo è un vizio di famiglia.

Berlusconi non usa il preservativo. Ma ne ha sentito parlare.

Berlusconi non usa il preservativo. Gli rovina il lifting.

La D’Addario è stata poi candidata nella lista “La Puglia pri-ma di tutto”. Si chiama Puglia, adesso?

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Tempo scaduto!

È morto Mike Bongiorno. Il notaio conferma.

È morto Mike Bongiorno. Sempre più in alto!

È morto Mike Bongiorno. Ma potrebbe giocare il jolly.

È morto Mike Bongiorno. Con lo spot Bocchino diede la linea.

È morto Mike Bongiorno. Ecco cosa succede a chi rompe l’amicizia con Berlusconi.

È morto Mike Bongiorno. Finalmente Corrado ha qualcuno con cui sparlare di Baudo.

È morto Mike Bongiorno. Con lui se ne va un pezzo di storia di Mediaset. Purtroppo il pezzo sbagliato.

È morto Mike Bongiorno. Lo spegnimento del segnale analo-gico non conosce ostacoli.

È morto Mike Bongiorno. Finalmente avrà un padrone con meno manie di grandezza.

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Mike Bongiorno ci ha lasciati. L’alternativa era raddoppiarci.

È morto Mike Bongiorno. La notizia è che fino a ieri era vivo.

È morto Mike Bongiorno. Vabbè, continuerà ad arrangiarsi con qualche televendita.

È morto Mike Bongiorno. Non avranno la sfacciataggine di processare Berlusconi proprio adesso!

Il re dei telequiz è stato stroncato da un infarto all’età di a) 84 b) 85 c) 86 anni.

(Pare che i coccodrilli fossero pronti da tempo. Oggi ne ho visto uno di Enzo Biagi)

Grande cordoglio in tutta Italia. E poi dicono che ce ne fre-ghiamo degli immigrati.

Mike Bongiorno fu membro della Resistenza e poi sostenitore di Forza Italia. Non sempre si sceglie la busta giusta.

Berlusconi: «Aveva il sogno di diventare senatore e io mi ero attivato per realizzarlo». A cosa servono gli amici, se non a rinfacciarti i favori quando sei morto?

Maurizio Costanzo: «Lo ricordo per l’ultima telefonata». Era a carico del destinatario.

Ora riposerà in pace. Grazie a Eminflex.

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Allodole

Incostituzionale il lodo Alfano. Facoltativi i caroselli.

La Corte costituzionale ha detto no all’immunità per le alte cariche dello Stato: farla franca tornerà a essere solo una que-stione di soldi.

Napolitano: «Sto dalla parte della Costituzione». Facile ora salire sul carro del vincitore.

Bocciato il lodo Alfano. Renzo Bossi è meno solo.

Bocciato il lodo Alfano. Ad Hammamet stanno già dando aria alle stanze.

Bocciato il lodo Alfano. Ma senza dubbio ci riproverà il pros-simo anno.

Bocciato il lodo Alfano. Nonostante avesse dietro un Gran Maestro.

Blindata la sede di Forza Italia. Prove tecniche di detenzione.

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Per il Pdl è una «decisione a orologeria». Eh sì, proprio ora che il premier cominciava ad avere guai con la giustizia.

Prudente la reazione del Pd: «Niente elezioni anticipate». Fi-nalmente qualcuno che non abbandona gli amici alle prime difficoltà.

Il premier accusa: «La Consulta è di sinistra, come i magistra-ti, la stampa e il Quirinale». Praticamente manca solo il Pd.

«Napolitano è di sinistra». Finalmente qualcuno che glielo ricorda!

Ghedini: «Sarà certamente riconosciuta l’estraneità di Silvio Berlusconi da qualsiasi ipotesi di reato». Non è granché come piano B.

Berlusconi: «Farò vedere di che pasta sono fatto». Sicuramen-te pasta corta.

Bossi: «Trascinerò il popolo leghista in piazza». Ottimo: non dovremo neanche andarli a cercare uno per uno!

Il Pdl non dà seguito all’idea di una manifestazione di prote-sta. L’ora d’aria preferiscono sfruttarla più avanti.

Sto preparando un’analisi articolata sulla bocciatura del lodo Alfano. Posso anticiparvi solo che contiene le parole «meu amigo Charlie Brown».

Già pronto il nuovo lodo: è una lima dentro una torta.

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Il cliente ha sempre regione

Piero Marrazzo ricattato con un video compromettente: pro-verebbe che in passato ha lavorato per il Tg2.

Per il governatore del Lazio festini a base di trans e cocaina. Di una cosa bisogna dargli atto: è sempre stato dalla parte dei consumatori.

L’ex giornalista Rai si giustifica: «Avevo nostalgia del secon-do canale».

(Dopo le escort di Berlusconi, i trans di Marrazzo. Finalmente ci si confronta sui programmi)

Berlusconi avvisò Marrazzo. Si erano incontrati sulle scale.

L’avvertimento del premier: «C’è un video su di te». Ma non sapeva che lo stavano già ricattando.

Pare che Berlusconi abbia custodito il filmato per parecchi mesi. Quando si dice unire l’utile al dilettevole.

Si sospettano mandanti occulti. Il filmato si chiude con il trans che dice «Italia uno!»

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Il governatore del Lazio era solito incontrare dei trans in un vecchio covo delle Br. Colpa dei tagli al bilancio.

(Prima le Br, poi i trans. Una volta i servizi segreti sceglievano inquilini meno appariscenti)

Marrazzo ha detto di non volersi dimettere subito: ha ancora del credito nella chiavetta del caffè.

Adesso è ospite di una struttura gestita da sacerdoti. Ha op-tato per una disintossicazione graduale.

(Una scelta discutibile. Non ne ha abbastanza di uomini che vanno in giro con la gonna?)

Marrazzo: «Getto la spugna». Il vecchio trucco.

Morta in circostanze misteriose la transessuale Brenda: i cara-binieri sono sul posto. Già da prima.

In poche settimane trovati morti uno spacciatore e un trans. Impossibile non pensare a un addio al celibato particolar-mente riuscito.

La Procura: «Nel pc di Brenda ci sono sessantamila file». E ben ottantanove tasti sulla tastiera!

Si fanno insistenti le voci su Gasparri frequentatore di trans. Che adesso temono per la loro reputazione.

Gasparri nega di essere Chiappe d’oro. Si è solo fatto la barba.

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The rat race

Primarie Pd, vince Bersani. Pirro secondo di pochissimo.

(Ora che ha vinto, può rimettersi i baffi)

Pierluigi Bersani trionfa al congresso del Partito democratico. Il 55% degli iscritti vuole che sia lui a perdere le prossime elezioni.

Il primo a telefonare a Bersani è stato D’Alema. Voleva i com-plimenti.

(Bersani che vince un’elezione. Sarà meglio che non ci si abitui)

D’Alema commenta i risultati delle primarie: «Sbagliato trar-re conseguenze politiche».

Bersani: «La politica non è un lenzuolo». Anche se si può usa-re per uscire di galera.

Il simbolo delle primarie: una molletta. Ma i capi sono già stesi da un pezzo.

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Ora Berlusconi dovrà preoccuparsi. Già faticava a gestire un partito solo.

Il nuovo segretario: «Mi occuperò di lavoro e precari». Appe-na capisce il nesso tra le due cose.

Rutelli minaccia di lasciare il Pd. Però non è chiaro a chi sia rivolta la minaccia.

Rutelli: «Andrò da Casini». Porta fuori la spazzatura visto che esci.

Bersani: «Porterò la coalizione alla vittoria, come ho sempre fatto nella mia vita». Precedente.

Anche la Binetti manifesta l’intenzione di abbandonare il Pd. Peccato, si perderà una magnifica via crucis.

Rutelli lascia il Pd. Evidentemente è l’unico a credere che con Bersani cambierà qualcosa.

«È necessario un tragitto differente». Gli piace diversificare le sconfitte.

Dopo le elezioni primarie se ne vanno Rutelli e la Binetti. Fac-ciamone una a settimana!

Rutelli abbandona Bersani per allearsi con Casini. «È una de-cisione che ci sconcerta e certamente ci indebolirà» ha dichia-rato Casini.

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L’amico di famiglia

Repubblica: «La mafia controlla il venti per cento di Media-set». Ottimisti.

Secondo Repubblica il venti per cento di Mediaset sarebbe controllato dalla mafia. Ed è la parte sana!

(Non ci vedo nulla di strano. Le scalate azionarie richiedono tempo)

Pronta la replica dell’azienda: «Il venti per cento di Mediaset non esiste».

Il venti per cento di Mediaset apparterrebbe alla mafia. Il solito giochetto delle scatole cinesi.

Una grossa fetta dell’azienda sarebbe in mano alla mafia. Il resto invece è ai suoi piedi.

Berlusconi: «Sono quello che ha fatto di più contro la mafia». Ora sta tentando di rimediare.

«Il mio governo si è sempre distinto nella guerra alla mafia». Specie nell’accoglienza dei rifugiati.

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Certo, Berlusconi ha fatto molto contro la mafia. Per esempio, scalzarla dal primo posto delle cose per cui ci sfottono all’estero.

Il premier: «Strozzerei chi ha scritto La piovra». Non gli ha neanche fatto fare la prefazione.

Berlusconi rivendica il suo impegno contro la criminalità or-ganizzata. È bastato diventare premier per fermare le stragi.

(In effetti da quando Berlusconi è al governo, la mafia non ha più compiuto attentati. Devono aver usato tutto l’esplosivo per festeggiare)

Italo Bocchino respinge le accuse: «Impossibile che Berlusco-ni si sia messo a trattare con la mafia». Che bisogno c’era se erano già d’accordo su tutto?

«Berlusconi mafioso? Impensabile». A breve l’elenco comple-to delle cose pensabili.

Berlusconi: «Basta fiction sulla mafia». Non ha trovato l’ac-cordo per i diritti tv.

Il premier: «La mafia? È famosa grazie a La piovra e Gomorra». E Primo Levi ha sdoganato il nazismo.

(Secondo Berlusconi, la fama di Cosa nostra è dovuta soltanto a romanzi e sceneggiati. Dunque Falcone era uno stuntman)

In verità Berlusconi ha sempre combattuto la mafia. Spesso nascondeva le ciabatte a Mangano.

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Il sangue dei tinti

Clamoroso a Milano: duomo in miniatura contro miniatura d’uomo.

Berlusconi colpito al volto da un souvenir di Milano. Subito annullato il comizio di Matera.

Il premier dovrà sottoporsi a un intervento per rimuovere dal volto la scritta «onaliM id odrociR».

La prognosi di Berlusconi è di novanta giorni. Deve arrivare il pezzo di ricambio.

(In un certo senso, Berlusconi ha accontentato quanti gli chie-devano un faccia a faccia con la Chiesa)

L’aggressore, Massimo Tartaglia, è incensurato. Subito esclu-sa la pista che porta all’Udc.

L’uomo sarebbe affetto da gravi problemi mentali. Vota Pd.

Pare che Tartaglia sia stato istigato da Facebook: avrebbe frainteso il concetto di “Modifica profilo”.

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È polemica sui social network: nessuno aveva notato il cre-scente numero di iscritti al gruppo “Feriamo lievemente al labbro Berlusconi”.

Su Facebook già nati numerosi gruppi che simpatizzano per lo squilibrato. Fra i più quotati “Rimettiti presto Silvio”.

Secondo Schifani «Facebook è un luogo pericoloso». Potrebbe provare disabilitando “Amici di amici”.

Ora si temono gesti di emulazione. E se qualcuno assalisse Napolitano con un grissino?

Dopo il ferimento, Berlusconi dal dentista: «Ah ah, ma quale ricevuta, dotto’!»

La lastra panoramica ha evidenziato le radici cristiane.

(Prima gli tirano un treppiede, poi un souvenir pacchiano. Secondo me il mandante è Mediashopping)

Dall’ospedale: «L’amore vince sull’odio». Poi si vanta di aver deciso lui la formazione.

Berlusconi: «Perdono Tartaglia, purché i magistrati lo giudi-chino per ciò che ha fatto». Alle stesse condizioni si potrebbe perdonare anche Berlusconi.

Per non alimentare il clima di violenza, da oggi Berlusconi avrà sempre ragione.

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Col resto di due

Roma, grande successo della manifestazione del centrode-stra. Sembrava vera.

Berlusconi: «Voglio cinquecentomila persone in piazza». «Non c’è problema» ha risposto Minzolini.

(Il premier ha chiesto mezzo milione in piazza San Giovanni. In personalità di piccolo taglio)

I militanti convocati via sms: «Ciao, sono Silvio Berlusconi, ti aspetto al Circo Massimo. Ti chiamerei ma non ho più molto credito».

«Mi riconoscerai. Sarò quello con un paese in mano».

(Pare comunque si trattasse di un refuso. L’originale era «Ti aspetto al Circo, Massimo»)

Berlusconi a L’Aquila: «Vi voglio tutti in piazza». Come da un anno a questa parte.

(Berlusconi chiede ai terremotati di venire a Roma. Il caccia-tore di aquilani)

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Gli elettori del Pdl si radunano nel centro di Roma. Finalmen-te un gesto concreto per la riqualificazione della periferia.

La questura stavolta non sbaglierà il conteggio: ha già le foto di quasi tutti i partecipanti.

Lo slogan: «L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio». E nei quarti trova la vincente di accidia-gola.

Preparato un tricolore di cinquecento metri. Bossi si è racco-mandato il doppio velo.

Cento euro per andare in piazza con Berlusconi. Mille per chi si ferma anche la notte.

(Paga persino i manifestanti. Possibile che nessuno sia dispo-sto a frequentarlo gratis?)

Gli organizzatori: «Siamo più di un milione». L’unità di misu-ra è Brunetta.

Il premier sulle regionali: «Abbiamo persone magiche e tra-sparenti». Devono aver candidato i Fantastici Quattro.

La promessa di Berlusconi: «In tre anni configgeremo il can-cro». Ma prima si dedicherà alla vergine.

Contemporamente, a Milano, grande manifestazione di Libe-ra contro le mafie. Il Pdl: «Inaccettabile provocazione».

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Le divisioni imperfette

Braccio di ferro tra Fini e Berlusconi. Ed è il più credibile dei tre.

Berlusconi-Fini, pranzo sulle riforme. Certo che se la potreb-bero permettere una tovaglia.

Il clima si preannuncia teso: Fini si è presentato con l’assag-giatore.

Il presidente della Camera ha chiesto a Berlusconi«un Pdl più moderno, democratico, civile e legalitario». In pratica, senza Berlusconi.

Fini: «Non si può continuare a mettere la polvere sotto il tap-peto». Gli bruciano gli occhi.

Il premier si è limitato a dire: «Ho mangiato benissimo». Rife-rendosi agli ultimi dieci anni.

In un comunicato stampa, Fini dichiara di attendere sere-namente le valutazioni del premier. E di non voler essere bendato.

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Fini ha comunque riconosciuto alcuni meriti a Berlusconi: da quando è al governo nessun asteroide si è schiantato sull’Italia.

Berlusconi convoca i leader del centrodestra. Vuole starsene un po’ da solo.

Riunione straordinaria del Pdl. Sbuffa Berlusconi. Sono quel tipo di riunioni senza figa.

Il premier incontra La Russa, Verdini e Bondi. Vuole sentirsi dire quanto ha ragione.

Berlusconi: «Faremo il congresso del Pdl entro l’anno». Così potrà scaricarselo dalle tasse.

Scajola: «Un partito più democratico di questo non esiste in Italia». Questa è crudeltà.

La Russa, Verdini e Bondi scrivono una nota congiunta sulla vicenda: uno teneva ferma la penna e gli altri due muoveva-no il foglio.

Il Pdl rischia di dividersi in due. Finalmente avremo un’op-posizione.

Per Bondi non ci sarà alcuna scissione. Sembra strano ma Bondi è un’unica persona.

Fini sarebbe pronto a costituire un gruppo autonomo. Si chia-merà “Il presidente della Camera avrà più fan di quello del Consiglio”.