SPETTACOLI PER SAPERNE DI PIÙ - Omara Portuondo · 2015. 6. 9. · lanés, Jorge Drexler, Chucho...

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casa con un po’ di soldi in tasca» A Milano arriva dopo Gracias, il suo ultimo disco, in cui ha suo- nato con gente come Pablo Mi- lanés, Jorge Drexler, Chucho Valdés, Buarque de Hollanda. Come si fa a metterli assieme? «Semplice: gliel’ho chiesto. È un regalo che mi son voluta fare per i miei 60 anni di attività. Ed è, appunto, un grazie, al pubblico e a chi mi ha aiutato nella mia car- riera. Ho solo un rimpianto, che non ci fosse Ibrahim Ferrer. Era un grande artista e un grande amico». Nella canzone che dà il nome al disco, Jorge Drexler scrive che lei “uccide il dolore con una canzo- ne”. Concorda? «La musica è la mia terapia: se ti senti triste basta mettere su un po’ di musica per risollevarti, e se sei felice starai anche meglio. Non potrei immaginare la vita senza musica». Lei è una paladina della tradi- MILANO SPETTACOLI XV @ MARTEDÌ 28 LUGLIO 2009 l a R e p u b b l i c a PER SAPERNE DI PIÙ www.omaraportuondo.com www.latinoamericando.it LUIGI BOLOGNINI L A VITA sa essere bizzarra. Una si batte e si sbatte per decenni portando avanti la bandiera della musica cubana, diventa un mito nel suo Paese, paragonata a Edith Piaf per quanto è un esempio morale e politico, oltre che artistico, ma fuori dall’isola ottiene stima solo dagli addetti ai lavori e da pochi appassionati. Poi Wim Wenders gira Buena vista so- cial club, e di botto Omara Por- tuondo ottiene in età avanzata tutta la fama mondiale che non aveva mai avuto prima. Ora, a quasi 80 anni e a 61 di carriera, la cantante cubana approda al Latinoamericando. Non le fa rabbia essere di- ventata celebre così tardi? «No, anzi mi fa ridere. E co- munque quel film ha reso celebre la musica cubana nel mondo. Per cui preferi- sco emozionarmi all’idea che le canzoni mie e degli altri artisti ora siano ascol- tate e amate a Tokyo, Syd- ney, Mosca. E Milano, ov- vio». Quanto le è cambiata la vita? «Diciamo che è più faci- le trovare date, e questo si- gnifica più tempo lontano da casa, che non è mai faci- le a una certa età. Ma sia- mo tutti professionisti, e l’emozione di salire sul palco, di ricevere calore e applausi, di produrre ar- te, è qualcosa di unico. Ecco, ora torniamo a tono ancor di più. Confido molto in Obama per migliorare un po’ la nostra situazione internaziona- le». Chi è il più grande artista con cui ha mai suonato? «Da dove parto? Non so: Chu- cho Valdés, Herbie Hancock, Ma- ria Bethania, Avishai Cohen, Tri- lok Gurtu...». E di italiani chi stima? «Rita Pavone. Ma anche Modu- gno e Bocelli. Un paio di mesi fa ho avuto il piacere di cantare in una canzone del nuovo disco di Joe Barbieri. I musicisti italiani sono caldi, come il loro pubblico. È sempre così bello suonare in Ita- lia, fin dagli anni Ottanta, quando avevamo pochissimi soldi di dia- ria e dormivamo a casa degli orga- nizzatori dei festival». CLASSE 1930 Omara Portuondo è nata in quartiere povero di L’Havana zione cubana, come il son. Ora imperano la contaminazione tra caraibico, afroa, ericano e altri generi. Le piace? «Da matti. Ora Cuba è piena di ragazzi che hanno studiato al con- servatorio, imparando ogni gene- re, e per loro è giusto e naturale mi- schiare. Mi divertono molto, an- che se io prediligo cose più classi- che. Ma quando ascolti la fusione di jazz e ritmi cubani di Roberto Fonseca, come fai a non amarla?». La sua figura è stata spesso pa- ragonata a Edith Piaf. «Troppo onore. Sarebbe bello essere l’ambasciatrice della musi- ca cubana come lei lo fu della fran- cese. Ma credo che lo potranno di- re gli storici, e io allora non ci sarò più». Com’è la situazione a Cuba ora? «Pessima, ma un po’ come dap- pertutto. Certo in un Paese pove- ro come il nostro certe cose si sen- Il successo Non mi spiace che sia arrivato tardi, anzi mi fa ridere. Con Wenders la musica cubana si ascolta a Tokyo e a Mosca La carriera Ho festeggiato i 60 anni con un disco cui hanno collaborato tanti artisti Unico rimpianto: che non ci fosse più Ferrer Il paragone È un onore essere avvicinata a Edith Piaf: ma lo potranno dire solo gli storici quando io non ci sarò più Il concerto Omara regina del son “Con una canzone si uccide il dolore” Assago Mediolanum Forum, via Di Vittorio, giovedì alle 21.30, biglietti 10 euro. Tel. 199301071 La Portuondo giovedì al Latinoamericando Ibrahim Ferrer Edith Piaf

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casa con un po’ di soldi in tasca» A Milano arriva dopo Gracias,

il suo ultimo disco, in cui ha suo-nato con gente come Pablo Mi-lanés, Jorge Drexler, ChuchoValdés, Buarque de Hollanda.

Come si fa a metterli assieme?«Semplice: gliel’ho chiesto.

È un regalo che mi son volutafare per i miei 60 anni di attività. Edè, appunto, un grazie, al pubblicoe a chi mi ha aiutato nella mia car-riera. Ho solo un rimpianto, chenon ci fosse Ibrahim Ferrer. Era ungrande artista e un grande amico».

Nella canzone che dà il nome aldisco, Jorge Drexler scrive che lei“uccide il dolore con una canzo-ne”. Concorda?

«La musica è la mia terapia: se tisenti triste basta mettere su un po’di musica per risollevarti, e se seifelice starai anche meglio. Nonpotrei immaginare la vita senzamusica».

Lei è una paladina della tradi-

MILANO

SPETTACOLI! XV

@MARTEDÌ 28 LUGLIO 2009

la Repubblica PER SAPERNE DI PIÙwww.omaraportuondo.comwww.latinoamericando.it

LUIGI BOLOGNINI

LA VITA sa esserebizzarra. Una sibatte e si sbatte

per decenni portandoavanti la bandiera dellamusica cubana, diventaun mito nel suo Paese,paragonata a Edith Piafper quanto è un esempiomorale e politico, oltre cheartistico, ma fuori dall’isolaottiene stima solo dagli addetti ailavori e da pochi appassionati. PoiWim Wenders gira Buena vista so-

cial club, e di botto Omara Por-tuondo ottiene in età avanzatatutta la fama mondiale che nonaveva mai avuto prima. Ora, aquasi 80 anni e a 61 di carriera, lacantante cubana approda alLatinoamericando.

Non le fa rabbia essere di-ventata celebre così tardi?

«No, anzi mi fa ridere. E co-munque quel film ha resocelebre la musica cubananel mondo. Per cui preferi-sco emozionarmi all’ideache le canzoni mie e deglialtri artisti ora siano ascol-tate e amate a Tokyo, Syd-ney, Mosca. E Milano, ov-vio».

Quanto le è cambiata lavita?

«Diciamo che è più faci-le trovare date, e questo si-gnifica più tempo lontanoda casa, che non è mai faci-le a una certa età. Ma sia-mo tutti professionisti, el’emozione di salire sulpalco, di ricevere calore eapplausi, di produrre ar-te, è qualcosa di unico.Ecco, ora torniamo a

tono ancor di più. Confido moltoin Obama per migliorare un po’ lanostra situazione internaziona-le».

Chi è il più grande artista concui ha mai suonato?

«Da dove parto? Non so: Chu-cho Valdés, Herbie Hancock, Ma-ria Bethania, Avishai Cohen, Tri-lok Gurtu...».

E di italiani chi stima?«Rita Pavone. Ma anche Modu-

gno e Bocelli. Un paio di mesi fa hoavuto il piacere di cantare in unacanzone del nuovo disco di JoeBarbieri. I musicisti italiani sonocaldi, come il loro pubblico. Èsempre così bello suonare in Ita-lia, fin dagli anni Ottanta, quandoavevamo pochissimi soldi di dia-ria e dormivamo a casa degli orga-nizzatori dei festival».

CLASSE 1930Omara Portuondoè nata inquartiere poverodi L’Havana

zione cubana, come il son. Oraimperano la contaminazione tracaraibico, afroa, ericano e altrigeneri. Le piace?

«Da matti. Ora Cuba è piena diragazzi che hanno studiato al con-servatorio, imparando ogni gene-re, e per loro è giusto e naturale mi-schiare. Mi divertono molto, an-che se io prediligo cose più classi-che. Ma quando ascolti la fusionedi jazz e ritmi cubani di RobertoFonseca, come fai a non amarla?».

La sua figura è stata spesso pa-ragonata a Edith Piaf.

«Troppo onore. Sarebbe belloessere l’ambasciatrice della musi-ca cubana come lei lo fu della fran-cese. Ma credo che lo potranno di-re gli storici, e io allora non ci saròpiù».

Com’è la situazione a Cubaora?

«Pessima, ma un po’ come dap-pertutto. Certo in un Paese pove-ro come il nostro certe cose si sen-

Il successo

Non mi spiace che siaarrivato tardi, anzi mi faridere. Con Wenders la

musica cubana si ascoltaa Tokyo e a Mosca

La carriera

Ho festeggiato i 60 annicon un disco cui hannocollaborato tanti artistiUnico rimpianto: chenon ci fosse più Ferrer

Il paragone

È un onore essereavvicinata a Edith Piaf:ma lo potranno dire sologli storici quando io non

ci sarò più

Il concerto

Omara regina del son“Con una canzonesi uccide il dolore”

Assago Mediolanum Forum, viaDi Vittorio, giovedì alle 21.30,biglietti 10 euro. Tel. 199301071

La Portuondo giovedì al Latinoamericando

Ibrahim Ferrer Edith Piaf