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58 58 Anno XV - n. 58 - Giugno 2016 - Periodico Trimestrale - Spedizione in A.P. - 70% - Bergamo - c/c 16386245

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“Se vuoi un anno di prosperità, fai crescere il grano

Se vuoi dieci anni di prosperità, fai crescere gli alberi

Se vuoi cent’anni di prosperità, fai crescere le persone.”

Ringraziamo le aziende che con il loro contributo ci permettono di crescere giorno per giorno e portare avanti iniziative come questo giornale.

“Se vuoi un anno di prosperità, fai crescere il grano

Se vuoi dieci anni di prosperità, fai crescere gli alberi

Se vuoi cent’anni di prosperità, fai crescere le persone.”

EDITORIALE 3“Emozioni ‘in’volontarieCarissimi Amici ”Angelo Frigerio

SPAZIO SCIENTIFICO 4“Il piacere di riscoprirsi coppia”Paolo Bonetti

SPAZIO ASSOCIAZIONE 6“Onco+Ematologia=Onco-Ematologia”Marco Cremonesi

SPAZIO TECNICO 8“Oncoematologia”Giovanni Locatelli

SPAZIO CULTURA 10“Treviglio tra il X e il XIV secolo”Luigi Minuti

SPAZIO PSICOLOGICO 12“La prima visita: persone prima di pazienti”Pinuccia Ruggieri

SPAZIO TERRITORIO 14“Conosciamo il direttore sanitariodott.ssa Barbara Mangiacavalli”Domenico Durante

SPAZIO BENESSERE 16“Curarsi con le erbe:

la Curcuma”Giusi De Agostini

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SOMMARIO

COMITATO SCIENTIFICOBarni Sandro Bonetti Luisa Cremonesi Marco Cabiddu Mary Petrelli Fausto

COMITATO Dl REDAZIONEBonetti Luisa Barni Sandro Durante DomenicoCabiddu Mary

DIRETTORE RESPONSABILEFrigerio Angelo

VICEDIRETTORECremonesi Marco

SEGRETERIAFrigerio Enrico Tel. 0363-314151 Fax 0363-314121 [email protected]

PROGETTO GRAFICOStudio Origgi Via Mac Mahon, 78 - 20155 MILANO

REALIZZAZIONE GRAFICAVenturini Fiorenzo - Treviglio

STAMPATipocarto Via L. D a Vinci - 24043 Caravaggio (Bg)

EDITOREAssociazione “Amici di Gabry” ONLUSVia Matteotti, 125 - 24045 Fara G. d’Adda (Bg)

N. AUTORIZZAZIONE 34Del 06 Luglio 2001 Tribunale di Bergamo

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Copertina:Di Lena“Omaggio alla nostra Bassa

Un’azienda che comunica bene, si sente meglio.

Venturini Grafica & Pubblicità < Treviglio - Bg > Tel. 328 3330481 < [email protected]

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ASSOCIAZIONEAMICI DI GABRYTel. e Fax 0363 [email protected]

CHI INCONTRATE?Donne disponibili all'ascoltoMedicoSpecialisti del settore: Oncologo, Senologo, Esperti di Medicina AlternativaPsicologo

DOVE SIAMO:"Associazione Amici di Gabry"V.le Oriano, 2024047 Treviglio (BG)Martedì e Venerdì dalle ore 9.30 alle 11.30Tel. 0363 305153

DH OncologicoOspedale di TreviglioLunedì, Mercoledì e Giovedìdalle ore 9,30 alle 11,30Tel. 0363 424739

Centro formazione e ascolto“Clotilde Finardi” via Fermo Stella, 13Caravaggio (BG)

COLLABORAZIONESe diventi socio/a sostenitore, anche conun piccolo contributo, potenzierai il progetto che coinvolge ognuno di noi.

ASSOCIAZIONE “AMICI DI GABRY”ONLUSSede legale:Via Matteotti 12524045 Fara d’AddaP.I.: 02645050168Cod. IBAN: IT 92 D 08899 53643 000000210230Credito Cooperativo di Treviglio

c/c postale 16386245

Emozioni ‘in’volontarie

Carissimi Amicinon è un editoriale ma bensì una letteracome si scriveva una volta, quando bisogna-va prendere un foglio e riempirlo di parolesemplici come se chi ti ascoltava fosse unapersona che aspettava il contatto per sentireche non c’ era un rapporto solo formale ma ildesiderio di creare o continuare una relazio-ne.Scusate ma mi sento emozionato. Entrando nell’ Hospice, ...di fronte ad unastanza, la numero sei, dove si trova una pic-cola targa che cita: “non importa da quantoconosci una persona, l’ importante è quelloche può darti in poco tempo” Amici di Gabry.

All’ inizio della nostra esperienza di volonta-riato, in una serata conviviale di ringrazia-mento, mi ricordo che c’era don Piero chesorrideva, uno sparuto gruppo di amici siavviava alla conoscenza reciproca... eraforse il duemila: io sono il lunedì... io si sonoil martedì... e alla fine tutti sorridevano,...lascio a voi condividere le emozioni e iricordi...…poi ognuno ha preso la sua strada, ha con-tinuato la sua vita... …però ognuno ha posto un mattone in que-sta grande costruzione.

“...sai sono diventata nonna e non posso piùvenire ma mi mancate... mi ricordo di quelgiorno che l’ amico che trasportavo mi èscappato sui binari della ferrovia, ...quanticaffè con quella pazza che non voleva rinun-ciare a vivere...” piccole storie che ognuno di noi porta dentroil cuore.Lacrime, sorrisi, follie... ma quanti insegna-menti ad ascoltare e vivere la cultura dell’in-contro e non all’indottrinamento o nell’ideolo-gia.

L’ ascolto che giunge all’empatia e che ha unvalore immenso e che permette un eserciziosaggio a farsi amico dell’altro.

Mi sento fortunato di aver vissuto accanto a questi volontari... grazie per tutto.

Angelo

Angelo FrigerioDirettore responsabile.Presidente della associazione “Amici di Gabry”

superare le difficoltà di vita legatealla malattia e può, anzi deve, esse-re fonte di scoperte nuove sui tantimodi di vivere la sessualità e il rap-porto di coppia. Può essere a volteuna scoperta che stimola una cresci-ta della maturità personale.Nella fase iniziale, quando la malattiaviene diagnosticata e questa diagno-si ci viene comunicata, il mondo sem-bra crollarci addosso e tutte le ener-gie e le risorse sono concentratesulle possibilità di cura e di supera-mento della malattia e i problemidella sessualità sono momentanea-mente giustamente messi da parte.Superato il disagio iniziale, affrontati iproblemi della terapia, è importanteche il discorso della vita sessualevenga ripreso e tutte le possibilità,certamente diverse da prima ma benpresenti, di una vita sessuale soddi-sfacente vengano cercate e vissute.Importante è per questo il rapporto dicoppia e l’aiuto del partner. Dove ilrapporto di coppia era buono primadella malattia è più facile superare ledifficoltà anche sessuali, ma anchedove il rapporto di coppia si era unpo’ deteriorato la malattia può essereun’occasione di recupero e di cresci-ta personale e di coppia. Il primo ele-mento, qualunque siano le conse-guenze della malattia, è il dialogoall’interno della coppia. Occorreavere una grande fiducia nella capa-cità del partner di ascoltare e capirecosa si prova e la capacità, a volte ilcoraggio, di manifestargli i propripensieri, le proprie emozioni e preoc-cupazioni. Se già non c’era è ilmomento di sentirsi liberi di parlaredella propria sessualità come di qual-cosa di normale ma di importante persé e per la coppia, superando vergo-gna e sensi di colpa. È importante

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olti avvenimenti possonoinfluenzare la vita sessualedelle persone, uno di questi,

forse il più grave, è il cancro. Quandonella vita di una persona si presentail tumore, la quotidianità, la sua iden-tità e i suoi valori, i progetti di vitavengono sconvolti. I trattamenti dellamalattia, con la chirurgia, la chemio-terapia, la radioterapia possonodeterminare delle trasformazioni fisi-che e psicologiche, l’immagine di sée del proprio corpo può cambiare,non ci si sente più sé stessi e tuttoquesto può comportare problemi siaper l’esercizio della sessualità in séche nelle relazioni di coppia. La pos-sibile compromissione del funziona-mento sessuale così come era primadell’apparire della malattia, nonnecessariamente comporta la rinun-cia alla vita sessuale, anzi continuarea vivere al meglio la propria sessua-lità può essere di grande aiuto per

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innanzitutto rivedere la propria visio-ne della sessualità… O ripensare i vari miti sulla sessuali-tà…Non esistono regole assolute nellarelazione sessuale, neppure quellache necessariamente tutto si deveconcludere con la completa penetra-zione. Alcuni cambiamenti possonoessere necessari, alcuni solo provvi-soriamente altri definitivi. Ma ciò chenon deve cambiare è la soddisfazio-ne di sentirsi insieme e vicini. È ilmomento di scoprire l’importanzadella sessualità e la varietà di formeche può assumere, ma desideri eemozioni devono assolutamentepoter essere comunicati altrimentil’altro non può saperlo e indovinarlo èdifficile. Il senso della sessualità èsolo il piacere dell’orgasmo penetra-tivo o è anche il piacere della relazio-ne? Quanti modi ci sono per procu-rarsi un reciproco piacere facendoanche in modo di ridurre al minimo iproblemi legati alla malattia? Quantoposto diamo all’intimità? Più tenerez-za, un gesto d’affetto ben preciso,piccole attenzioni, sorprese, il piace-re di sentirsi insieme e di confidarsi,aspetti che potrebbero essere andatiperduti e che è importante riconqui-stare.Vediamo come esempio alcuniaspetti particolari, il tumore al senoper la donna e l’intervento per tumo-re alla prostata per l’uomo. Nelladonna ci può essere la paura di nonpiacere più e di non suscitare piùdesiderio nel proprio compagno. Lachirurgia plastica, le protesi ecc. con-tribuiscono ad attenuare i cambia-menti subiti dal corpo, ma soprattuttoil prendersene cura personalmentecon le cure di bellezza, con l’igienepersonale, con la scelta dei vestiti,cercando di riprendere contatto con ilproprio corpo, di sentirsi di nuovo aproprio agio con il compagno che si èinnamorato sì anche per il corpo masoprattutto si è innamorato della per-sona. Condividendo l’intimità con ilpartner e comunicando, la maggiorparte delle donne scopre che i com-pagni si preoccupano molto menodelle cicatrici di quanto loro immagi-nino. Questo rassicura la donna efacilita il confronto con i cambiamen-ti del corpo e la loro integrazione inun’immagine corporea nuova.

Nell’uomo c’è la difficoltà di erezioneche può far sentire l’uomo menouomo. Nella nostra cultura l’esseremaschio è stato spesso legato airisultati delle proprie prestazioni eaccorgersi che l’erezione non è piùpotente come prima può essere perqualcuno un autentico dramma.Spesso anche la mente influenza laprestazione, quando si è troppo con-centrati su se stessi e sulle proprieprestazioni, sono maggiori le proba-bilità di un calo del desiderio e unpeggioramento dell’erezione. Anchequi perché non superare tali condi-zionamenti culturali ed esploraretutte le altre possibilità che la ses-sualità offre di provare e dare piace-re? Perché non accettare di provarele varie terapie mediche che possonoattenuare il disturbo? Lo scoraggia-mento, la rassegnazione sono sem-pre in agguato, eppure la compagnavorrebbe vederlo reagire e provare eaccettare tutti i vari modi con i quali idue corpi possono entrare in contat-to. A volte può essere utile la consul-tazione di un sessuologo o una tera-pia sessuologica. Serve ad attenuarele ansie ma anche ad esplorare lecause delle difficoltà sessuali e asuggerire possibili modi alternativi divivere la sessualità. Per quantoabbiamo detto dell’importanza deldialogo nella coppia, la terapia ses-suologica si svolge normalmente conpresenza di entrambi i partner: anchese la difficoltà riguarda uno dei due lasoluzione può avvenire solo con lapartecipazione di entrambi alla tera-pia perché in entrambi si deve verifi-care un cambiamento di mentalità edi atteggiamenti. La ripresa di unafelice intesa sessuale oltre che raffor-zare la coppia aiuta a superare conpiù forza le inevitabili difficoltà legatealla malattia e alle cure.

Paolo BonettiPsicologo e sessuologoclinico

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Era nell’aria da tempo:

dal 1 di Maggio i pazienti onco-emato-logici sono seguiti nel Day Hospital diOncologia da parte del Dott. GiovanniLocatelli, Ematologo che già se neoccupava all’interno della Divisione diMedicina.

I vantaggi di questo cambiamento sono legati a motivi di vario ordine:

1) Logistico: i locali messi a disposizione sono più accoglienti dei preceden-ti

2) Sicurezza del percorso del farmaco: tutte le raccomandazioni regionalie/o nazionali indicano la massima riduzione possibile dei punti di sommini-strazione dei farmaci antitumorali per ragioni di protezionistica dei pazienti,degli operatori e dei farmaci stessi.

3) Uniformità di modulistica: questo permetterà un miglioramento del lavoroburocratico del medico e di conseguenza un guadagno di tempo per ilpaziente.

4) Nel Day Hospital Oncologico è presente in modo costante un servizio diPsico-Oncologia che è quindi fruibile anche ai pazienti onco-ematologici.

Il Dott. Rosti che per anni ha portato avanti questa attività con grande pro-fessionalità e competenza all’interno del Dipartimento di Oncologia haaccettato questa “rinuncia” di una parte dell’attività del SIMT anche in vistadi un aumento di attività di raccolta del sangue.Come sempre accade i cambiamenti possono provocare qualche inizialedisagio, ma credo che la buona volontà e la collaborazione, tra gli operato-ri sanitari tutti, sapranno trasformare questo cambiamento in miglioramentoe in un ulteriore beneficio per i pazienti che certamente sino ad ora sonostati seguiti in modo esemplare.

L’Associazione Amici di Gabry e i suoi volontari che operano in Oncologiadanno il benvenuto ai “nuovi pazienti” e si mettono a loro disposizione nel-l’accoglienza e nel ristoro loro e dei loro accompagnatori

Marco CremonesiVice presidente dell’Associazione

“ Amici di Gabry”

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Dalla Vostra parte: Lettera da un Amico dottore

Sono arrivato a Treviglio la sera del 6 gennaio 2013. Ad accogliermi una gran neb-bia, almeno per me, nato a pochi metri dal mare. Sono passati più di tre anni daquella sera e la mia esperienza presso l’Oncologia Medica dell’ospedale diTreviglio-Caravaggio si è conclusa.Come sempre ho fatto nella mia vita, mi sono guardato indietro per capire cosa hofatto e mi guardo avanti per capire dove andrò.

Capire dove andrò è ancora complicato dirlo.Mi è invece molto chiaro cosa ho trovato in questi tre anni.Arrivare a Treviglio è stata una fortuna, questo mi è evidente.Una fortuna perché ho conosciuto una organizzazione precisa e attenta, esaltata da persone digrande spessore.Quello che più mi ha colpito è stata la cultura dell’accoglienza. A tutti i livelli. A partire dai volontari,per arrivare allo staff di segreteria e infermieristico davvero unici per competenza, umanitá, dispo-nibilitá, fino alla collaborazione del Servizio di psico-oncologia.Ho avuto la possibilità di lavorare con colleghi che mi hanno aiutato, mi hanno permesso di cre-scere professionalmente e che posso considerare amici.Avere un Direttore di esperienza e lungimiranza come il Dr Barni mi ha permesso di acquisire unmetodo di lavoro che certamente prima non avevo e di vedere l’Oncologia sotto una luce diversa.Non posso non citare la prima persona che ho conosciuto a Treviglio e l’ultima che ho salutato,Marco Cremonesi, di cui ricorderò con affetto il sorriso, l’empatia e il simpatico rumore.Mi porto a casa tante cose, tante facce e tante storie. E sono convinto che con molti sarà soltantoun arrivederci.Un pensiero speciale non può non andare a tutti i pazienti che ho conosciuto, al loro coraggio, allaloro educazione, e dai quali ho ricevuto forse più affetto di quello che in realtà meritassi.

A presto. Andrea Coinu, Oncologo

Il nostro Volontariato a Romano: anche questo anno premiato conmedaglia di riconoscimento per il suoimpegno e la sua attività sul territorio.

Con questo piccolo spa-zio, vorrei ricordare perun momento, insieme atutti voi, un amico moltovicino alla nostra asso-ciazione...si chiamava CARLO...era di Arzago...

“non importa da quantoconosci una persona,l’ importante è quello chepuò darti in poco tempo”

Amici di Gabry Angelo

Con Amici di Gabry è disponibile per ogni necessità di presentazione presso le scuole il progetto di prevenzione> NO SMOKING DAY 2016 <sviluppato e presentatodalla dottoressa Mara Ghilardi

...basta chiederlo!

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ematologia è la branca dellamedicina che studia il sanguee gli organi del sistema emo-

poietico. La parola ematologia derivadai termini greci “aima” (sangue) e“logos” (studio). L’ematologia quindisi occupa delle cause, della diagnosi,del trattamento, della prognosi edella prevenzione delle malattie delsangue. Alcuni degli ambiti di cuioccupa l’ematologo sono le malattiedei globuli rossi e del metabolismodel ferro, la coagulazione e i suoi dis-turbi, i difetti dell’emoglobina, le tra-sfusioni e le tecniche trasfusionali, ilmidollo osseo e i trapianti di midollo. Ma lo studio delle malattie del san-gue in larga parte è costituito dallostudio di malattie neoplastiche, comeleucemie e linfomi; il settore interdi-sciplinare che si occupa di questepatologie è definito oncoematolo-gia . Si caratterizza per i risultatiestremamente favorevoli ottenutinegli ultimi decenni: le malattie onco-logiche del sangue sono oggi guaribi-li in un’alta percentuale di casi equelle non ancora guaribili sono con-trollabili a lungo termine. Le più frequenti patologie di interes-

se dell’oncoematologo sono leuce-mie, linfomi e mielomi.

Le leucemie sono un insieme dimalattie maligne del sangue che ori-ginano dalla trasformazione di unacellula ematopoietica ospitata nelmidollo osseo, la cui funzione èquella di produrre le normali celluledel sangue: globuli rossi, globulibianchi e piastrine. Negli individuiaffetti da leucemia, il midollo osseoperde la capacità di generare cellulenormali perché le cellule tumorali,sfuggendo ai meccanismi di control-lo, si accumulano alterandone pro-gressivamente la funzione; possonoaccumularsi anche nel sangue deter-minando un abnorme aumento delnumero dei globuli bianchi. In base aldecorso si riconoscono leucemieacute (a rapida evoluzione) o croni-che (a lenta evoluzione). In base altipo di cellula coinvolta, si riconosco-no leucemie linfoidi o mieloidi . Sihanno quindi le leucemie linfaticheacute , la leucemia linfatica cronica ,le leucemie mieloidi acute e la leu-cemia mieloide cronica. I sintomisono conseguenza della progressi-va invasione del midollo osseo edella perdita della sua funzione. Nonè infrequente che nelle leucemie cro-niche il paziente non lamenti alcunsintomo e la diagnosi sia posta sullabase di esami di routine. Al contrario,nelle leucemie acute la sintomatolo-gia può essere di notevole intensitàcon un significativo impatto sullaqualità della vita. I sintomi sonodebolezza (dovuta all’anemia),emorragie (conseguenti alla riduzio-ne delle piastrine) e tendenza alleinfezioni (per la riduzione dei globulibianchi normali). La diagnosi richiedel’esecuzione di un esame emocro-mocitometrico e il prelievo dimidollo osseo . Sempre più impor-tanti sono le indagini cromosomichee genetiche, indispensabili per la dia-gnosi e per la scelta terapeutica. Le

strategie terapeutiche per le leuce-mie vanno dalla semplice osserva-zione, nelle forme croniche, a terapieintensive come il trapianto di midollo,passando per la chemioterapia e/o lasomministrazione di moderni farmaciad azione “mirata. La leucemia mie-loide cronica è un esempio in cuinon si richiede più chemioterapia otrapianto di midollo per la disponibili-tà di un’ampia scelta di farmaci bio-logici che colpiscono in modo “mira-to” l’alterazione genetica responsabi-le della malattia, e la leucemia acuta“promielocitica”, il cui trattamento èbasato sulla combinazione di acidoretinoico (derivato della vitamina A) edi arsenico.

I Linfomi classicamente si divido-no in linfoma di Hodgkin e linfominon Hodgkin . Il primo è frequentesoprattutto tra i 20 e i 30 anni; per laterapia è fondamentale una diagnosisicura che necessita dell’esame isto-logico di un linfonodo asportato chi-rurgicamente. La terapia è basata suun trattamento polichemioterapicoassociata o meno alla radioterapia.La guarigione si ottiene in oltre l’80%dei casi. I linfomi non Hodgkin si divi-dono in 2 grandi categorie: i linfomi abasso grado e quelli ad alto gradodi malignità. I primi colpiscono ognietà della vita: vi sono forme in cui sipuò osservare il malato senza tera-pia per lungo tempo, altre formesono da trattare in modo blando edaltre ancora vanno curate in modointensivo. Un approccio terapeuticomolto aggressivo è necessario per ilinfomi ad alto grado di malignità.Con le attuali strategie terapeuticheè possibile ottenere guarigioni addi-rittura superiori al 70% dei casi, conpercentuali variabili in rapporto allecaratteristiche cliniche e biologichedel linfoma.

Il Mieloma è un tumore malignocaratterizzato dalla proliferazioneincontrollata di un singolo clonedi plasmacellule (le cellule respon-sabili della produzione degli anticor-pi) e si caratterizza per la presenza,nel siero e/o nelle urine, di una ele-vata quantità di Immunoglobuline oframmenti di esse, la cosiddettacomponente monoclonale (CM).Se la CM è costituita solo da cateneleggere (? ? ?), la presenza sarà rile-

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vabile solo nelle urine (proteinuria diBence Jones). Il Mieloma viene trat-tato solo se sintomatico, in partico-lare se presenta ipercalcemia [C],insufficienza renale [R], anemia [A],lesioni ossee litiche [B]. Queste alte-razioni sono identificate con l’acroni-mo CRAB . Negli ultimi 15 anni, l’in-troduzione di nuovi farmaci ha modi-ficato la terapia del Mieloma. I pazienti vengono divisi in pazientieleggibili ad autotrapianto di cellu-le staminali ematopoietiche e pazie-nti non eleggibili ad autotrapianto .I pazienti eleggibili ad autotrapiantoricevono una terapia di induzione ;vengono poi sottoposti a chemiotera-pia per mobilizzare le cellule stami-nali autologhe che vengono raccoltee congelate; quindi ricevono unachemioterapia di condizionamentomieloablativa, seguita dall’autotra-pianto. Nei pazienti non eleggibili adautotrapianto la terapia è basatasullo schema classico MP (Melfalane Prednisone) associato ai nuovi far-maci negli schemi VMP (Velcade,Melfalan e Prednisone) o MPT(Melfalan, Prednisone e Talidomide).I nuovi farmaci consentono unmigliore controllo della malattia conmaggiori risposte e un miglioramentodella durata di vita. In caso di recidi-va è possibile utilizzare un immuno-modulatore derivato dalla Talidomi-de, più potente e meno tossico, laLenalidomide. In tutte le patologie oncoematologi-che l’utilizzo di farmaci, più efficaci emeno tossici, attualmente in corso disperimentazione, e la loro introduzio-ne in nuove combinazioni di terapia,consentirà nei prossimi anni un ulte-riore miglioramento di questi già bril-lanti risultati.

Giovanni LocatelliDirigente di I° livelloSpecialista ematologoDivisione Medicina IIAzienda OspedalieraTreviglio-Caravaggio

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Di questi secoli d’oro per il popolosoborgo, non per nulla chiamato ‘Treviglio grasso’, passiamo in rasse-gna gli eventi più significativi

ttorno all’anno Mille Treviglio è unborgo già antico e di rilievo sulterritorio, verosimilmente ben

popoloso, e con un impianto urbanisticocorrispondente all’attuale centro storicoovvero la porzione di città racchiusadalla prima circonvallazione viaria, cui aquel tempo corrispondevano fossati, ter-rapieni e mura, con opportune aree dirispetto tra abitato a mura, utili per ladifesa come il “Quartiere Militare”(attuale Piazza Setti), per le produzioniagricole, i magli, le filande ed i mulini.

Nei due secoli successivi, coincidentialla soggezione al Monastero benedetti-no Cluniacense, Treviglio continua aprosperare grazie alla modestia delcanone corrisposto all’Abate feudatario,ai privilegi dell’esenzione da ulteriorifiscalità e dal servizio militare, al presti-gio indotto dall’essere possessione diuna delle più importanti istituzioni mila-nesi che gestiva tra l’altro la “Basilica

del Carroccio ”. Si era infatti sedimen-tata a quel tempo la leggenda dei treSanti sepolti e venerati in S. Simpliciano(Sisinio, Martirio e Alessandro) che il 29maggio 1176 si sarebbero levati in voloin forma di colombe per posarsi sulCarroccio nel bel mezzo della battagliadi Legnano, poi risultata vittoriosa per iMilanesi.

Al tempo della feudalità cluniacenseTreviglio era cosparsa di Chiese. Oltre aS. Maria Assunta , a S. Pietro che corri-sponde all’attuale ‘Crocera’ del CentroCivico, in vario modo sopravvissute,altre ce n’erano di cui non è rimasta trac-cia come un’altra S. Pietro , una dedica-ta alla Vergine Maria , un’altra a S.Agnese , una dedicata a S. Nicola ,un’altra a Santa Maria in campagna edinfine S. Maria delle Grazie nelle terredei Rozzone, là dove, sulla via perPontirolo sorgerà sul finire del ‘400 lachiesa di S. Maria la Rossa annessa alconvento dei Padri Cappuccini.

Nell’anno 1162 a seguito della distru-zione di Milano da parte del‘Barbarossa’, si rifugiano in Treviglio gliUmiliati che fondano un ospizio e nel1229 una chiesa dedicata a SanGiacomo, nella porzione di territorio chelambiva il Filagno accresciuta dai profu-ghi di Oriano, ricca quindi di manodope-ra da impiegare nella lavorazione dellaseta. E’ noto che gli Umiliati stavanoall’industria come i Cluniacensi prima edi Cistercensi poi stavano all’agricoltura,alternando essi all’hora , il labora secon-do l’antica regola comune di SanBenedetto.

Nell’anno 1215 , scrive il Camerone,“questa terra ebbe la felicità d’albergareper qualche tempo il Patriarca SeraficoS. Francesco d’Assisi, il quale con lapredicazione, e con l’esempio migliorò ilpopolo, ed accrebbe i fasti alla chiesa.Abitava egli in una casetta di due stanzea terra, e due superiori posta alla destradell’uscita di Porta Filagno, la qualedopo la sua morte venne tramutata inchiesa, essendosi tolta la parete, chedivideva le due stanze, e durò quell’edi-

denza e/o la scomparsa delle antichefuori dalle mura.

Nell’anno 1392 vengono promulgatigli Statuti , quelli a noi pervenuti, verosi-milmente la riepilogazione più che il rior-dino ed il compendio di numerose pre-cedenti norme frammentarie di originesia romana che longobarda, disciplinan-ti meticolosamente ogni cosa. Gli Statutidel Castello di Treviglio sono compostida più parti, la prima di procedure civili epenali, la seconda civilistica contrattua-le, con interessanti articoli su servitù,locazioni e contratti agrari, la terza parteriprende la materia penale, la quartariporta norme costituzionali ed ammini-strative riguardo Podestà, Consoli,Procuratori, Notai, Portinai delle porte eCampari ed infine una parte aggiuntadall’evoluzione e dalle esigenze deitempi riguardante ad esempio gli immi-grati ed i forestieri.

Tempi eccezionali, con eventi eccezio-nali per Treviglio che riceve ad esempiole visite di Papi, Imperatori e Santi; nel-l’anno 1418 arrivò Papa Martino V(1368-1431) di ritorno a Roma dopo ilConcilio di Costanza, nell’anno 1419l’imperatore Sigismondo di Lussem-burgo (1361-1437) inaugura la PortaNuova in fondo alla via San Martino,che sostitutiva la Porta di Oriano. Nel medesimo anno, San Bernardinoda Siena (1380-1444) dispose lo spo-stamento del cimitero ed istituisce ilMonte di Pietà che prosperò per 250anni salvo entrare in decadenza dopoessere stato oggetto di spoglio da partedelle truppe francesi nel 1658 e fuori dalBorgo sulla strada per Caravaggio, S.Bernardino pose le premesse per la rea-lizzazione del Conventino (1443) e dellaChiesa (1465) dei Francescani Riformati(trasformati col tempo in filanda e scuo-la agraria).

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ficio fino all’anno 1613” L’edificio è oggicorrispondente alla sede distaccata delTribunale di Bergamo: ex-Pretura inPiazza Insurrezione.

Nell’anno 1224 la Comunità diTreviglio riscatta la propria dipenden-za dal Monastero di S. Simplicianocostituendosi in Libero Comune etale rimanendo sostanzialmente neltempo grazie al riconoscimento di unasorta di dipendenza solo formale madiretta ed esclusiva agli Imperatori, esuccessivamente ai Visconti, agliSforza, agli Imperatori di nuova seriespagnoli ed austriaci, che sempre lehanno riconosciuto lo status di terra libe-ra.

Nell’anno 1279 (anno della brutaleresa dei conti tra Torriani e Visconti nelquale Treviglio paga il prezzo di esserecrocevia degli scontri con epicentro ilfiume Adda) due delegati di Treviglio,ottengono dalla Repubblica Ambrosianail riconoscimento di “Borgo” ed ildiritto a tenere mercato il lunedì .

Nell’anno 1315 Beltrame Buttinone,vicino a morte, con suo testamento edote istituisce un Ospedale sotto iltitolo di S. Maria per i poveri infermi diTreviglio nella sua casa vicina alla PortaZeduro. Quindi ospedale e chiesa inquel di Porta Zeduro (imbocco attualeomonima via Beltrame Buttinone), maanche servizio e vanto per tutta la comu-nità, istituzione tra le più antiche di tuttala Lombardia.

Nell’anno 1349 , governando in MilanoGiovanni e Luchino Visconti, a TreviglioMartino de’ Donati fonda un oratorio adonore di S. Cristoforo con cappellaniaperpetua, ed entrata bastante al mante-nimento di un cappellano, e di un chieri-co. Con la realizzazione della chiesa di sanCristoforo, le tre comunità originarie diCusarola Pisgnano e Portoli, e la nuovaarrivata di Oriano ormai identificate inComunità di Porta Zeduro (a nord),Porta Torre (ad ovest), Porta Filagno(a sud) e Porta Oriano (ad est), untempo con le proprie chiese di SanZeno, Sant’Eustropio e S. Maurizio,hanno ora tutte nuovi punti di riferimentoall’interno delle mura (in aggiunta al tem-pio comune di S. Maria Assunta e SanMartino), la chiesa del primitivo ospeda-le e quella di San Pietro per la comunitàdi Porta Zeduro, quelle del Conventodelle monache di S. Agostino e di SanCristoforo per Porta Torre, San Giacomo(cui si aggiungerà S. Bartolomeo/S.Marta nel 1422) e San Francesco/S.Caterina per Porta Filagno e PortaOriano, e davvero le Chiese continuava-no a non mancare nonostante la deca-

Luigi MinutiStorico e amante dellanostra “bassa”

La prima visita con l’oncologo èun momento importante per chi sitrova ad affrontare la malattiatumorale. Di questo primo incon-tro rimarranno tracce indelebiliche, seppur sbiadite poi neltempo, porteremo dentro di noi.

incontro tra il medico e ilpaziente è carico di aspettati-ve, di fantasie, di timori, di spe-

ranza perché il cancro, seppur cura-bile nella maggior parte dei casi,costituisce un’interruzione, spessoradicale e dolorosa, dei nostri proget-ti di vita e apre interrogativi sul nostrofuturo. Stabilire un rapporto di fidu-

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cia, quindi, con chi si prende cura diquesto momento della nostra vita èfondamentale per poter affrontare ilpercorso di cura, spesso lungo e nonprivo di ostacoli. Il “paziente” arriva aquesto appuntamento con un “baga-glio” fatto di esami, di accertamenti,di esiti….e con il proprio vissutorispetto ad une evento spesso ina-spettato che, come un fulmine a cielsereno, ha sconquassato il corpo maanche affetti, relazioni, prospettive.L’oncologo , d’altra parte, accogliequesto bagaglio e tenta di mettervi“ordine”, di capire e di individuare la“meta”, la cura migliore ed opportu-na, consapevole che chi porta il cari-co ha una storia di vita e modalitàpersonali di “viaggiare” ed affrontarele situazioni piacevoli o dolorose cheaccadono lungo il cammino. E’ que-sta l’occasione in cui la comunicazio-ne sulle condizioni cliniche non puòprescindere dalla relazione che si vacostruendo con la persona, ancoraprima che paziente, colpita dallamalattia.In questo primo incontro in genere sidelinea e si definisce il cosiddettopiano terapeutico che oncologo epaziente condividono e per questol’atmosfera è spesso molto caricaemotivamente: le parole qui hannoun senso particolare, come i silenzi,le domande esplicite e quelle chenon riescono ad uscire, le divagazio-ni, le lacrime, i sorrisi, le strette dimano.Alla prima visita, nel nostro DayHospital, partecipa anche la psicolo-

ga a conferma dell’idea che la malat-tia, colpendo la persona ancor primache un organo particolare, comportavissuti, emozioni e costituisce unaprova dolorosa dell’esistenza.Condividere quest’idea con la “parte”medica pensiamo sia molto impor-tante perché consente di prendersicura ed offrire opportunità di suppor-to mirate ed attente ad ognuno, inbase alle proprie condizioni psicofisi-che. Molto spesso la storia della malattiae la storia della persona sembrano“viaggiare” su binari paralleli in modoche la persona sia “solo” malata equindi tutta la vita, compresi interes-si, attività, affetti, ruotano intorno allecure. Oppure, all’opposto, la malattiaresta sullo sfondo e si fatica adaccettare che “sia capitato proprio ame”, negando così la realtà e lanecessità di affrontare adeguata-mente le cure. Inoltre, il contesto familiare è fre-quentemente coinvolto, e spesso tra-volto, da questo evento che puòdestabilizzare gli equilibri e compor-tare numerosi cambiamenti nell’orga-nizzazione familiare e nelle relazioni.Partner, figli, fratelli, genitori…sonospesso presenti in questo primomomento per capire, per chiedere,per stare accanto… Anche la loropresenza (o l’assenza) è importanteper individuare le risorse possibili, siaconcrete che affettive, e per integra-re la malattia nella storia di vita di chine è coinvolto. La possibilità di com-pletare il piano terapeutico con spazidi intervento e sostegno piscologico,sia per i pazienti che per i familiari, èun’ opportunità presentata in questoprimo incontro, nel rispetto dei tempiche ognuno ritiene per sé opportuni.Il punto di vista medico e quello psi-cologico, nelle loro diversità e speci-ficità, la medicina e la psicologia, ilmedico e la psicologa cercano così,quotidianamente, di confrontarsi etrovare un terreno comune per pren-dersi cura di chi, nel corso della pro-pria vita, incrocia la malattia oncolo-gica. La prima visita, effettuata con-giuntamente, è un segnale di questo

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sforzo per integrare il dolore fisicocon quello emotivo, le risorse clinichecon quelle vitali per proseguire ilcammino, nonostante la malattia.

Pinuccia RuggieriPsicologa dell’U.O. di Oncologia MedicaAzienda OspedalieraTreviglio-Caravaggio

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26 giugno 2016Dopo l’indimenticabileesperienza del 2015,

anche quest’anno si parte per Fuipiano

per trascorrere insiemeuna giornata tra i monti!!

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Intervista alla Dottoressa Barbara Mangiacavalli dal 1 Gennaio 2016 direttore sociosanita-rio dell’Asst Bergamo Ovest

a nostra rivista, da sempre attentaalla migliore sinergia tra ospedale edassociazione Amici di Gabry, l’ha

intervistata, convinti come siamo che solouna comunicazione-conoscenza possa favo-rire l’integrazione tra paziente e strutturaospedaliera.Il punto di riferimento su cui ruota la nostraintervista è la legge 23/2015, riforma delsistema socio sanitario in Lombardia. Untitolo pieno di termini già conosciuti, territoriosu tutti ma declinati con target operativi bendefiniti.Intanto partiamo da una considerazionemolto pratica, facendo un primo bilancio di

esperienza professionale trevigliese.Alla soglia dei miei primi sei mesi all’AsstBergamo Ovest devo dire che non ci sonostati davvero momenti “morti” nelle giornatedi lavoro. Quando ho accettato l’incaricosapevo che sarebbe stata una sfida percreare quella continuità ospedale-territoriotanto annunciata – e scritta sulle carte – datutti, ma che di fatto deve ancora strutturarsi.La mia certezza è che il futuro dell’assisten-za sanitaria, di quella di qualità, si intende,sia proprio qui e ce l’ho messa tutta, conrisultati finora eccellenti. Un bilancio più chepositivo quindi, anche se siamo solo ai primigradini di una lunga scala che deve portarein alto l’assistenza sanitaria e soprattuttodeve condurci in cima alla scala dei bisognie delle aspettative dei nostri cittadini. Legge 23/2015, si può definire un passaggiodecisivo per consolidare un vero e struttura-to rapporto con il territorio?Se è proprio grazie a quella legge che stia-mo realizzando ciò che ho accennato, direiproprio di si. Con la legge di evoluzione laLombardia sta investendo nel cambiamentoe sulla integrazione tra i diversi attori checompongono il sistema socio-assistenziale.E sta consentendo di realizzare un tasselloalla volta il modello di assistenza extraospe-daliera sviluppato finora attraverso ricerche,studi ed evidenze in grado di contestualizza-re i principi rimasti fino a oggi nel limbo teo-rico. Questa riforma non apre solo possibili-tà operative, ma contiene in sé elementi epossibilità di governance e gestione delsistema sociosanitario che solo unendo leconoscenze cliniche a quelle assistenziali,sociali e relazionali si possono esercitare nelrispetto delle economie gestionali che l’at-tuale assetto economico della sanità impo-ne. Direi che la legge è un passaggio decisi-vo per rispondere delle esigenze di riorga-nizzazione del Servizio sanitario regionale,che potranno trovare risposta nella valoriz-zazione di tutte le professionalità coinvolte alivello di territorio e di comunità con i nuovimodelli di continuità delle cure a favore delcittadino che stiamo via via mettendo incampo, proponendo e offrendo ai nostri assi-stiti.Quanto è importante l’abbinamento in uni-

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che mani delle competenze del socio e delsanitario?Se questa è stata la scelta che la Regioneha fatto per ottenere risultati positivi nel set-tore sociosanitario, direi che più di una scaladi importanza si dovrebbe parlare di un livel-lo di necessità. A cui, è chiaro, va datoriscontro nei fatti che mi sembra tutte leaziende dove la riforma è applicata, stannorealizzando a favore dei cittadini. E’ qui lavera importanza: dare la garanzie cheaccennavo prima che l’assistenza non sifermi alle porte dell’ospedale, ma segua chine ha bisogno sul territorio, vicino e anchedentro la sua abitazione. Anzi, vorrei dire dipiù: dare anche la garanzia che non si parlipiù di una medicina di attesa, dove chi habisogno di cure le chiede per ottenerle, ma diiniziativa, con i professionisti e le struttureimpegnate a conoscere e seguire i pazientie, soprattutto, a dare spazi reali a quelle atti-vità di prevenzione in grado di garantire piùsalute e una qualità di vita migliore ai nostricittadini.Come si possono accorgere, sul piano deiservizi, i cittadini dei benefici della nuovanorma?Mi piacerebbe dire come possono nonaccorgersene, in questi mesi abbiamo pro-posto campagne contro l’alcol nei giovani,per il controllo della pressione arteriosa,perl’assistenza al paziente oncologico, sulleallergie, per la prevenzione otorinolaringoia-trica, sulle patologie femminili dando spazionel territorio non solo alla medicina, maanche alla prevenzione di genere, abbiamodefinito e spiegato le priorità aziendali e par-lato ai cittadini di cuore, rene e malattie rare.E molte altre iniziative di prevenzione, con-trollo e cura della salute, tutte sul territorio.Senza dimenticare ovviamente la ridefinizio-ne in senso positivo e migliorativo deglispazi di cura, dagli ambulatori ai repartiospedalieri, che abbiamo cercato di poten-ziare e orientare ognuno verso la sua attivitàdi elezione, senza più lasciare cure e assi-stenza al caso e/o alla buona volontà. Ditutto questo e di molto altro ancora i cittadinisono stati regolarmente informati e speroche al di là della visibilità informativa che leiniziative hanno avuto, possano essersiaccorti del nostro lavoro anche dalla qualitàdei servizi offerti e, soprattutto, dal loro livel-lo di salute. Su quali segmenti specifici nel nostro territo-rio questa legge ed il vostro lavoro potrannoincidere maggiormente?Grazie alla legge abbiamo cercato di sposta-re il focus dell’assistenza, da sempre orien-tato soprattutto verso gli ospedali, sull’invec-chiamento della popolazione che richiede unapproccio diverso, che coinvolga il passag-gio dall’acuzie, episodica e ospedalocentri-ca, alla gestione delle malattie croniche, allacontinuità della somministrazione delle cure

con diverse impostazioni, con un ruoloimportante per i professionisti di cure prima-rie. Altra criticità affrontata è la demenza,che colpisce un numero crescente di perso-ne in tutto il mondo e tra i paesi Ocse, laFrancia, l’Italia, la Svizzera, la Spagna, laSvezia e la Norvegia hanno il tasso di pre-valenza più alto (6,3%-6,5% della popolazio-ne >60 anni)E abbiamo potuto orientarci verso modelliinnovativi grazie ai quali si può operare sulterritorio per la gestione delle patologie cro-niche e dei pazienti come le cooperativeMMG-CReG, i POT e PReSST, i percorsiospedalieri per i cronici, le unità d’offerta e iservizi sociosanitari, la farmacia dei servizi.Stiamo lavorando sul cambio di modello daseguire: da verticale a orizzontale, puntandosulla presa in carico dei pazienti suddivisiper tipologia.Dove intravede le maggiori difficoltà allapiena realizzazione del cammino della leggeSe devo essere sincera vorrei non vederneproprio. Tuttavia mi rendo conto che tutto ciòche stiamo facendo e che ho descritto inmodo sommario, richiede un cambio di cul-tura del sistema e degli operatori che proba-bilmente è il muro più difficile da superare.Le esperienze nazionali ci insegnano comespesso idee e norme positive per l’assisten-za siano lasciate in attesa per una difesastrenua che molti cercano di fare di situazio-ni ormai vecchie, non solo professionali, maanche assistenziali. Non è la capacità dicambiare che li spaventa, ma il cambiamen-to in sé per il quale, se accettato, è evidenteche tanti presupposti e abitudini dovrannoessere riviste e modificate. Il nuovo fa pauraa molti ed è questo il pericolo maggiore chela legge può incontrare sulla sua strada. Maè un pericolo che va corso e che corriamoogni giorno con pazienza e determinazione.Accanto all’attività che ho descritto, infatti,ce n’è una meno evidente , ma direi più deli-cata e forse faticosa e continua che consistenell’illustrare, socializzare e condividere icambiamenti e le novità con tutte le catego-rie coinvolte. Un lavoro spesso silenzioso, èvero, ma che serve ed è indispensabile pro-prio perché non sia “silenziosa” la continuitàdell’assistenza e la sua realizzazione pienadal punto di vista sanitario e sociale.

Domenico Durante Volontario dell’ Associazione“Amici di Gabry”

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a Curcuma è utilizzata nellamedicina ayurvedica damigliaia di anni e vanta molte-

plici proprietà benefiche, scopriamoleinsieme.La Curcuma è una spezia che si rica-va da una pianta chiamata CurcumaLonga, coltivata principalmente nelsud dell’India. È nota anche con ilnome di zafferano delle Indie ed è lar-gamente utilizzata nella cucina india-na e mediorientale.Le proprietà benefiche di questa spe-zia sono note da secoli alle popola-zioni asiatiche e da tempo hannosuscitato anche l’attenzione di alcuniricercatori scientifici. Ciò che hasuscitato la loro attenzione è il perchédella bassissima incidenza di tumorinei paesi in cui si registra il maggiorconsumo di questa spezia.Numerosi studi attribuiscono allaCurcuma proprietà antiossidanti,infiammatorie, digestive ed apatopro-tettrici. La curcumina, sostanza pre-sente nella spezia, inibisce un enzi-ma che stimola produzione di sostan-ze che facilitano i processi infiamma-tori, riducendo così i livelli nel san-gue, ecco perché è un noto rimediocontro artriti, artrosi ed infiammazioni

Giusi De AgostiniPsicologa dell’U.O. di Oncologia MedicaAzienda OspedalieraTreviglio-Caravaggio

muscolari. La Curcuma esercita inol-tre una forte azione disintossicantesul fegato depurandolo da eccessi escorie accumulate nel tempo, perquesto motivo è spesso indicata incaso di abuso di alcol e farmaci, cir-rosi o come digestivo per digestionelenta, pesantezza o disturbi intestina-li.Ma i benefici della Curcuma non fini-scono qui, la curcumina gode di pro-prietà cicatrizzanti, in India vieneapplicato il rizoma di curcuma percurare ferite, scottature, punture diinsetti e malattie della pelle comel’acne.È possibile reperire la Curcuma inpolvere o in rizoma(fusto) fresco osecco in negozi specializzati, la dosegiornaliera va da 8 a 10 mg per Kg dipeso corporeo, suddivisi in due som-ministrazioni lontano dai pasti.Tuttavia la forma orale viene pocoassorbita per cui viene normalmenteassociata alla Piperina che ne favori-sce l’assorbimento.In un soggetto sano la curcuma nonpresenta particolari controindicazioni,si consiglia però di chiedere sempre ilparere del proprio medico prima diassumerla. Dosi eccessive di questaspezia possono provocare nausea oacidità gastrica. Sono inoltre possibilidelle interazioni con alcuni farmaciipoglicemizzanti, anticoagulanti edimmunosoppressivi. Infine è sconsi-gliata in gravidanza, allattamento enei bambini sotto i 2 anni di età.

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ha come obiettivo quello di accogliere i bisogni della persona e di aiutarla a conoscere la realtà del nostro lavoro attraverso la presentazione dei servizi che offriamo.

• SPORTELLO DI CONSULENZA PSICOLOGICAE’ uno spazio di ascolto e di elaborazione dei vissuti legati alla malattia al quale potersi rivolgere per una consulenza o individuale o familiare, presso Day Hospital Oncologico

• SPORTELLO DI CONSULENZA LEGALEIl servizio è a disposizione esclusivamente per i soci dell’Associazione

per problematiche inerenti alla malattia.Per appuntamento telefonare negli orari di apertura alla sede associativa

in Viale Oriano a Treviglio

Promuoviamo incontri formativi rivolti alla popolazione e/o a piccoli gruppi su tematiche legate alla malattia tumorale.

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