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Il combatti- mento nostro non è contro sangue e carne. Efes. 6:12 Il combatti- mento nostro non è contro sangue e carne. Efes. 6:12 GRIDO di BATTAGLIA - PERIODICO MISSIONARIO di CRISTO È LA RISPOSTA - ANNO XVII n. 59 Dicembre 2005 Dir. Resp. Tina della Cananea Sped. in A.P. - Art. 2 comma 20/C Legge 662/96 Benevento CPO

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Il combatti-mento nostronon è contro

sanguee carne.Efes. 6:12

Il combatti-mento nostronon è contro

sanguee carne.Efes. 6:12

GGRRIIDDOO ddii BBAATTTTAAGGLLIIAA -- PPEERRIIOODDIICCOO MMIISSSSIIOONNAARRIIOO ddii CCRRIISSTTOO ÈÈ LLAA RRIISSPPOOSSTTAA -- AANNNNOO XXVVIIII nn.. 5599 DDiicceemmbbrree 22000055DDiirr.. RReesspp.. TTiinnaa ddeellllaa CCaannaanneeaa

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Non ha un’altra reli-gione da presentare,né un’altra dottrina

da insegnare. Noi predichia-mo Cr isto crocifisso, e i lnostro obbiettivo è quello diraggiungere più per sonepossibi le , in ogni luogo,prima che il nostro Signoreritorni. Noi vogliamo tra-smettere una visione per l’e-vangelizzazione del mondoalla Chiesa e stimolare lecomunità locali a mandarepiù operai in missione; unavisione che farà crescere undesiderio ardente nel cuoredi ogni credente per conqui-stare anime dovunque sitrovi ! Abbiamo visto peresperienza che l’opera dievangelizzazione può pro-gredire dando l’opportunitàa per sone senza alcunaesperienza, e senza avanzarealcuna richiesta economica.L’unico requisito è un cuorefervente e pieno d’amore.Questo giornale vuole esse-re un incoraggiamento adalimentare questa visione atutta la Chiesa Italiana, attra-verso notizie di vari gruppinel mondo, testimonianze etraduzioni di ar ticoli chetrattano vari aspetti dellavita cristiana. Il giornale èsostenuto dalle libere offertedei credenti e viene inviatogratuitamente, senza abbo-namento, a chiunque ne faràr ichiesta, scr ivendoci otelefonandoci al nostro reca-pito.

Cristo Ł la risposta

C Cari fratelli, vi saluto da Acilia, un quartiere che fa parte delXIII Municipio della città di Roma. Questa parte della città conta circa350.000 abitanti tra cittadini italiani e stranieri, di cui una parte sonoclandestini. Durante questo primo tempo di evangelizzazione per lestrade e piazze, abbiamo avuto diversi buoni contatti ed altri menobuoni. C’è chi ha chiamato i membri del gruppo “angeli mandati daDio” ed altri che ci hanno definiti “un disturbo” o dei “falsi”. Una cosa ècer ta, anche se può apparire strana: proclamare il nome di GesùCristo, anche nella città di Roma, produce diverse reazioni. A voltepiangiamo davanti al Signore nel vedere quanti altri nomi come Maria,Maometto, il nome di un politico, di uno sportivo od altri ancora, acce-cano molte persone, non permettendo loro di conoscere la gloria diDio rivelataci soltanto in Gesù. Pregate con noi, affinché con la predi-cazione del Vangelo e l’azione dello Spirito Santo, “quel velo” vengaloro tolto, per poter contemplare insieme lo splendore del Salvatore eSignore: Gesù il Messia.

Per spostare la tenda ed il campo mobile da Latina a Romaabbiamo incontrato parecchie difficoltà. I primi dieci giorni ha piovuto,rendendo il terreno di Latina e quello di Acilia molto fangosi. Così èstato molto faticoso caricare i containers sugli autocarri e quasi impos-sibile uscire dal terreno. Ad un certo punto, abbiamo dovuto chiedereai Vigili del Fuoco di venire con una loro grande pala meccanica gom-mata, per trainare gli autocarri fino alla strada asfaltata. Poi, ad Acilia èstato ugualmente difficile entrare nel terreno con gli automezzi perposare i containers. La situazione ad Acilia, si è complicata quando ilMunicipio ci ha comunicato l’inizio del processo di revoca dell’autoriz-zazione ed, in seguito, la minaccia del sequestro di tutto ciò che era giàstato scaricato e sistemato sul terreno. Con ciò, sono iniziate alcunesettimane di lavoro sul terreno per renderlo praticabile. Abbiamo spar-so a mano più di 150 metricubi di ghiaia, scavato canali per l’acqua pio-vana, allestito un recinto di 200 metri sull’argine di un canalone dietroal campo, ecc. Abbiamo presentato documenti, dichiarazioni, lettere daparte di un avvocato, per soddisfare le richieste dell’autorità, e lorohanno mandato tre volte i tecnici dell’A.S.L. e dell’Ufficio Tecnico perfare vari sopralluoghi (tutti con esito positivo). Oggi, mentre vi scrivo,dopo circa 40 giorni di lavoro e attesa, non abbiamo ancora ricevutoda loro la riconferma dell’autorizzazione. Mentre aspettiamo sia questache la proroga fino al 12/01/06, ci stiamo muovendo facendo evange-lizzazioni all’aperto attraverso tutto questo grande quartiere.

È accaduta una cosa buffa e triste, che dimostra la realtà dellavita di molte persone qui. Dopo aver avuto l’aiuto dei Vigili del Fuoco aLatina per far uscire gli autocarri dal fango, i Carabinieri di Acilia, unasera, hanno chiesto il nostro aiuto per trainare il camion dei Vigili delFuoco fuori dal fango dove era rimasto impantanato. Erano andati aspegnere il fuoco in un casolare abbandonato dove vivevano alcuniclandestini. Ora stiamo aiutando gli altri quattro scampati dall’incendio,

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ma se continueranno a vivere come hannovissuto fino ad ora per certo la loro fine saràpeggiore, eternamente peggiore!

Vedete, intorno a noi c’è un grandebisogno di sentir parlare della potenza diDio che cambia le persone e le loro situa-zioni. Ringraziamo tutti voi che, durante que-ste settimane, avete pregato per noi e avetemandato un’offerta. Tutti i membri del grup-po sono stati molto consapevoli della graziadi Dio che ci ha sostenuti, ed il Signore hausato molti di voi per coprire tutte le spesein più che abbiamo dovuto affrontare. Perfavore, continuate ad aiutarci perché c’èmolto da fare, ma possiamo sostenere ilpeso soltanto insieme al popolo del Signore.

Voglio ancora una volta chiedervi direnderci partecipi delle vostre necessità eurgenze. Siamo un corpo, e come tale voglia-mo interagire gli uni con gli altri sostenendo-ci con la preghiera. Ogni venerdi mattinapreghiamo per ognuna delle vostre richieste.

Clark e Sue vi salutano dagli U.S.A.dove stanno continuando a visitare diversechiese per presentare le opportunità ed ibisogni che abbiamo nelle nazioni, dove ilnostro gruppo è all’opera. Clark e Sue rin-graziano il Signore che li ha protetti dai treuragani che, purtroppo, hanno colpito alcunistati negli U.S.A.. Sperano di essere di nuovocon noi verso l’8 dicembre.

In questi giorni il Signore mi ha parla-to con un versetto in Atti 13:36 che dice: “OrDavide, dopo aver eseguito il volere di Dio nellasua generazione …”. Noi, come Davide,siamo chiamati ad eseguire tutto il volere diDio nell’arco della nostra vita; per questodobbiamo conoscere i particolari della Suavolontà, ciò che Egli ha preparato per ognu-

no di noi, da compiere a favoredella nostra generazione. Hai latua par te da svolgere ed è

importante! Chiedi a Dio la costanza ela determinazione, ogni giorno, per rice-vere dalla “fonte” della Sua parola e dallaSua presenza quello che, per grazia,potrai dare a ogni persona che incontre-rai nella realtà che vivi giornalmente.Non rimandare il compito che Dio tiha affidato nell’attesa delle “grandioccasioni” o delle “situazioni ideali”;le oppor tunità si presenteranno,...saprai tu coglierle? Ti incoraggio adubbidire a quella voce che “solleti-ca” il tuo spirito per metter ti inazione. Ogni qualvolta che saraitempestivo nel cogliere le occasio-ni che realizzeranno la volontà diDio per te, oltre a ricevere lagioia e la benedizione chederiva dall’essere sotto-messo a Lui, vedrai intornoa te vite trasformate dalSignore!

Paul Schafer

VVuuooii ccoonnttaattttaarrccii??

Il nostro indirizzo: Cristo è la RispostaC.P. 163 82100 BENEVENTOInfo 328/4861536La nostra pagina Web:www.citaitaly.comL’indirizzo e-mail:[email protected]

SSee vvuuooii rriicceevveerree llaa nnoossttrraa rriivviissttaa ssccrriivviiccii!!

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M i chiamo Silvana,ho 31 anni e vengodalla splendida

città di Siracusa. Vorrei rac-contarvi come il SignoreGesù ha cominciato unaopera nella mia vita. Sononata in una famiglia nume-rosa e per svariati proble-mi mia madre prese la diffi-cile decisione di affidare mee la mia sorella gemella allecure di un collegio all’età diappena tre anni. Crescendoiniziai a comprendere quan-to sentissi la mancanza degliaffetti familiari ed in più ilcomportamento molto rigidodelle suore mi portò a chiu-dermi in me stessa, facendocrescere in me sentimenti di:amarezza, rabbia e rancoreverso mia madre, per la suascelta di farci crescere in un istitu-to e soprattutto invidia verso chiaveva una vita “facile” o comunquenon come la mia. Nonostante in quegli anni avessiricevuto un forte insegnamentocattolico, mi era difficile credereche ci fosse veramente un Dio, ese davvero ci fosse stato non si eramai interessato a me. Intanto, crescendo, avevo semprepiù forte il desiderio di uscire fuorida quel luogo. All’età di tredici annifinalmente realizzai il mio progetto,tornando a vivere con la mia fami-glia. In un primo momento ebbidelle difficoltà ad inserirmi nellasocietà e in ogni modo fu moltostrano, perché dovetti affrontaredelle situazioni per me assoluta-mente nuove. Nonostante tuttoriuscii a crearmi, dopo un brevetempo, delle amicizie che però miportarono a fare delle scelte nonbuone come: fumare, bere, fre-quentare discoteche. Di lì nacquela mia curiosità di provare il cosid-

detto “spinello”. Fuquello il mio primoapproccio con le droghe leggere el’ inizio del lungo percorso didipendenza da loro. Quello che mipiacque subito era il loro effettosul mio comportamento: mi rende-vano una persona allegra, socievolee spigliata, esattamente l’oppostodi quella ragazzina timida che erosempre stata. Un po’ di tempo dopo, in seguitoad un incendio scoppiato a casamia, ci trasferimmo in un paesinovicino. Dopo pochi mesi, a causadel terremoto del ‘90, fummocostretti a spostarci nuovamente,per andare a vivere negli alloggiorganizzati dalla Protezione Civile.Ero più che mai convinta che miandasse sempre tutto storto, ma fuproprio in quel periodo checonobbi un ragazzo che divenneper me il mio punto di riferimento,e scoprii quanto potesse esserebella la vita se condivisa con chi siama. In quegli anni dimenticai il

mio triste passato, riu-scendo per amor suo amettere da parte il mioattaccamento alle drogheed all’alcool. Inoltre eglimi fu molto vicino, aiu-tandomi a superare laperdita di mio fratello,morto d’overdose. Tuttoquesto mi legò a lui,tanto da non poterimmaginare la mia vitasenza di lui. Dopo tresplendidi anni passatiassieme, decise inaspetta-tamente di lasciarmifacendomi crollare nuova-mente il mondo addosso.Non ero in grado diaccettare d’aver perso lapersona che amavo, epensavo di non averepiù una ragione percontinuare a vivere.Così ripresi a farmi

del male con le droghe econ tutto ciò che poteva distrug-germi fisicamente e moralmente:ero letteralmente a pezzi! Peralcuni mesi mi chiusi in casa pas-sando tutto il giorno nella miastanza, volevo isolarmi da tutto eda tutti meditando sul come farlafinita: non volevo più vivere! Ormaiero in uno stato pietoso, al puntoche non avevo neppure il coraggiodi guardarmi allo specchio, perchénon mi riconoscevo più nella mianuova immagine. Una mattina misvegliai sentendo il desiderio ed ilbisogno di reagire a quella situazio-ne, così decisi d’uscire e mi misi avagare senza una meta. Cominciaia cercare di stare il più possibilefuori casa. I miei genitori nonerano a conoscenza di cosa stavopassando e di quanto male mistavo facendo. Proprio in quelperiodo particolare ritrovai delleamiche d’infanzia, le quali mi volle-

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ro aiutare ospitandomi in casaloro. Stando lì cominciai a lavorareper mantenermi e, trovandomi adessere indipendente economica-mente, iniziai a spendere i mieisoldi anche per quello che poidivenne un altro mio vizio, il “giocod’azzardo alle macchinette”. Stavosprofondando sempre più giù edero ormai stanca di condurre que-sto stile sregolato di vita, mi stavoproprio auto-distruggendo. Fu allo-ra che Dio m’incontrò, mostrando-mi il Suo grande amore e la Suainfinita grazia per me. Conobbi,tramite un mio cugino, una famigliadi credenti evangelici che avevanonel cuore d’ospitare in casa lororagazzi/e con problemi di tossico-dipendenza. La cosa che mi spinsea conoscere questa famiglia, fu ilfatto che mi chiedevo com’erapossibile che accogliessero in casaloro questo tipo di persone, espo-nendosi al punto da compromette-re la tranquillità familiare disinte-ressatamente, mostrando davveroun amore sincero per il prossimo.Avendo modo di raccontare la miatriste storia a queste persone, dissiche mi sentivo un caso senza nes-suna speranza e se anche avessivoluto uscire dalle mie dipendenzenon ci sarei mai riuscita. Loro mirisposero che invece c’era ancorasperanza per me se aprivo il cuoreal Signor Gesù e, se avessi volutoloro mi avrebbero ospitato in casaper prendersi cura di me, comeavevano già fatto con tanti altrigiovani. Quelle parole mi feceroriflettere e mi chiesi se davveroDio avesse potuto ascoltarmi efare qualcosa anche per me! Lastessa sera mi dissi che se tuttociò che mi era stato detto eravero, non volevo più svegliarmidesiderando come era mia abitudi-ne di fumare, o meglio di farmi lacosi detta “canna”. La mattinaseguente che ricordo fu una gior-nata molto tranquilla, come nonaccadeva ormai da tanto tempo.Questo mi portò a prendere ladecisione di trasferirmi nella lorocasa, cominciando una cura sotto

controllo medico. Dovevo prende-re forti medicinali per attenuarel’astinenza, in particolare dall’al-cool, ed astenermi completamentedall’assunzione di alcolici. Com’eramio solito fare da persona testar-da, non volli rinunciare all’alcool edi conseguenza una sera, dopoaver bevuto solo una birra, ebbiuna reazione al medicinale: la miapelle diventò tutta a chiazze e misentii come se mi stesse per scop-piare il cuore. Mi presi allora ungrandissimo spavento e da quelmomento decisi di non rischiareun’altra volta: smisi con l’alcool!Cercai di impegnarmi per dare unasvolta alla mia vita, iniziai a lavorare

e, nello stesso tempo, consolidai lamia fede frequentando una chiesa.Mi accorsi ben presto che i mieimodi di pensare e di agire stavanocambiando grazie all’opera di Dioin me. Volevo essere una vera cre-dente e così feci il battesimo inacqua. Poco tempo dopo però, amotivo d’alcune situazioni, iniziaiad avere dei forti combattimenti ea dubitare della mia fede, facendonuovamente le cose sbagliate chefacevo nel passato. Mentre attra-versavo questo momento di crisiavevo sempre un certo timore diDio. Mi ricordo che Gli chiesi unlavoro meglio retribuito e Luiprontamente mi rispose facendo-melo trovare presso un bar gestitoda credenti. Per un certo temporiuscii a conciliare il lavoro con la

chiesa, continuando a frequentarele riunioni, ma sia per la distanzache dovevo percorrere che peraltri motivi, ci andai sempre menofino ad allontanarmi del tutto.Ricominciando con le droghe, misorprese che non ricevevo da lorola stessa soddisfazione che avevoprima, perché sapevo di fare qual-cosa che dispiaceva al mio Dio eciò mi faceva stare molto male. Miveniva spesso in mente il versodella Bibbia che parlava di duestrade che possiamo percorrere:una larga e spaziosa e l’altra strettae tortuosa, difficile da seguire per-ché l’unica che porta a Dio e quin-di alla salvezza dell’anima.Riconobbi che, se avessi continua-to ad andare avanti così, mi sareiritrovata dritta all’inferno. Nonpotevo più ignorare quella veritàche era entrata nel mio cuore.Avendo sentito parlare di un grup-po di missionari chiamato “Cristoè la Risposta”, decisi di andarci perfare un’esperienza più profondacon il Signore.Sono ormai passati due anni daquel giorno e vedo nel tempocome Lui continua a lavorare nellamia vita. Vorrei fare un invito perquanti hanno vissuto un’esperienzasimile alla mia a non arrendersiquando si cade, ma a continuaresempre a lottare afferrandosi dipiù al Signore, perché Lui solo puòfare ciò che ai nostri occhi sembraimpossibile. Lui ascolta le preghiereche vengono da un cuore sinceroche grida a Lui. Inoltre Lo ringrazioper aver messo sulla mia stradatante persone che mi sono statevicine nei miei momenti bui, e perl’opportunità che mi ha dato diessere qui per essere al Suo servi-zio.

“Non arrenderti “Non arrenderti quando cadi quando cadi ma continua ma continua a lottare a lottare

afferrandosi sempreafferrandosi semprepiù al Signore, più al Signore, perché Lui solo perché Lui solo può fare ciò può fare ciò

che ai nostri occhiche ai nostri occhisembra impossibile” sembra impossibile”

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Gruppo Italia

Gruppo Kazakistan

Mariella e Giosuè

Gruppo del Kazakistan

Pipiet

L’avventura è iniziata per la famiglia Franzese.Finalmente il 3 novembre è arrivato il nostropiccolo Giosuè (non tanto piccolo, quando ènato pesava kg 4). Preghiamo per loro.

Pregate anche per Davide eMary Cubit (al quinto mese digravidanza); aspettano con gioia l’arrivo del loro quarto figlio, eancora non è finita qui ... Mirko e Lavinia Negri (al quartomese di gravidanza) saranno rallegrati dalla gioia del loroprimo figlio. Le nostre due sorelle si stanno preparando psico-logicamente a questo grande evento: che Dio possa protegge-re queste nuove vite insieme alle loro mamme!

In questo momento io e Giordana citroviamo in Europa per un periodo di3 mesi. Quando guardo un po’ indie-tro a quello che il Signore ci ha per-messo di fare in una nazione musul-mana, realizzo che é solo una graziadi Dio. Ecco, che abbiamo trascorsopiù di un anno ad Alga, una città dovela violenza e le aggressioni sono quasiall’ordine del giorno. L’ inverno scorso,il freddo è stato intenso e la tempera-tura è scesa fino a 32 gradi sottozero. Il gruppo è stato impegnato asoccorrere i poveri e i senza tetto.Molte donne non conoscono cosasignifichi la famiglia, la sua struttura,con un padre ad esempio che eserci-ta il suo ruolo e mostra l’amore. Chine soffre, come sempre, sono i bam-bini che senza rendersene conto,vivono la stessa vita sbandata delleloro madri. Dal mese di maggio finoalla metà di ottobre abbiamo potutodedicarci all’evangelizzazione all’aper-to: evento che il gruppo aspettavacon impazienza. In Kazakistan ottene-re il permesso per montare una gran-

de tenda non è facile perché sembrasia l’occasione ideale per sollevare deiconflitti religiosi violenti da parte deimusulmani. E’ con i bambini che inve-ce abbiamo lavorato di più ed indiverse occasioni. Il giorno della chiu-sura delle campagne più di 200 bam-bini hanno riempito la nostra piccolatenda. Certo la presenza del clown“Pipiet” ha contribuito a tale folla,infatti la maggior parte di loro sonovenuti per vedere il clown. Pipiet nonera altro che mia madre che all’età di73 anni ha allietato il cuore di questipiccoli. Lei ci ha visitato insieme a miofratello Patrice. Continuate a pregareper noi affinché l’Evangelo possa rag-giungere molti kazak e nello stessotempo approfittiamo dell’occasioneper ringraziare la Chiesa Italiana per ilsostegno spirituale nella preghiera equello finanziario. Dio vi benedica,Thierry e Giordana!

Thierry, Patrice e la loro mammadavanti ad una tenda tipica kazak.

ORACI SONO ANCH IO! Ma

gli altri

Mary C. e Lavinia N.

Ecco, i figli sono una eredità che viene

dall Eterno;

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AAlice Shevkenek è una missionaria canadesed’ottanta anni. Si conver tì all’età di 20 anni,innamorandosi di Gesù. In meno di due setti-

mane dalla sua conversione diede le sue dimissionicome insegnante e fece tre anni di Scuola Biblica, perprepararsi a servire il Signore, con l’ardente desideriodi far conoscere Gesù a tutti . Dopo aver fondato duechiese nell’ovest del Canada, par tì per Hong Kong,dove trascorse 6 anni e mezzo portando molti giovanibuddisti al Signore. La sua preghiera era ed è: “Ti chie-do in eredità le nazioni e in possesso le estremità dellaterra (Salmo 2:8). Fai di me una madre di centinaia dimigliaia”. Benché ebbe la possibilità di sposarsi, scelse di nonfarlo, comprendendo bene il piano di Dio per la suavita ed il ministero che Dio le voleva affidare. Il suopeso era per l’India ed il Pakistan, dove Dio le aprì leporte. Per quaranta anni servì il Signore in quei paesi,molte chiese furono fondate e stabilite, furono fattimolti discepoli che portano frutto ancora oggi per laSua gloria. (Giovanni 15:8) Lei camminava in ubbidien-za e Dio benediceva con segni e prodigi. Nel 1991 ini-ziò a predicare in Russia e Ukraina, dove va ancora ognianno per fortificare le chiese. Quest’anno nella città diQuetta in Pakistan, insieme a pastori e missionari, haaperto una scuola biblica dove discepoli vengono for-mati per evangelizzare i musulmani. Durante la settima-na, Alice insegna la Parola e nel fine settimana esce congli studenti per i villaggi annunciando il Vangelo, benconsapevole del rischio che corre, ma nella convinzioneche “Per molto tempo la chiesa è stata paralizzata dallapaura di predicare ai musulmani e non ci rimane moltotempo. Non c’è, comunque, onore più grande chequello di morire per la causa dell’Evangelo; se Diovorrà onorarmi a quel punto, sono disposta”.Negli ultimi quattro anni la sorella Alice, mossa da unpeso per la condizione spirituale del nord Italia, è anda-ta a visitare diver se chiese nel Fr iul i , Veneto eLombardia, con lo scopo di veder crollare la resistenzaspirituale (Isaia 25:6,7 e 60:1-4) che trattiene molti inquelle zone dall’accettare il Vangelo, tramite l’interces-

sione mirata e la predicazione della Parola di Dio. Findall’inizio c’è stata una risposta evidente, con conversio-ni, battesimi dello Spirito Santo, liberazioni e guarigioni.Quest’anno il Signore le ha messo in cuore la nazionedella Croazia (4 milioni e mezzo di persone) dove nel2004 aveva visitato le chiese dell’Istria. Così nel mese diottobre il suo viaggio missionario si è allargato alle cittàdi Zagreb (un milione di abitanti), Sibanik e alla regionedella Slavonia (Croazia Orientale), dove a motivo dellaguerra del 1991c’è un grande bisogno spirituale emateriale. La gente riceve a tutt’oggi aiuto umanitario,perché molti sono rimasti senza lavoro dopo che lefabbriche furono bombardate. Si vedono ancora tantiedifici e case mezze distrutte che non vengono demoli-te perché costerebbe troppo. Le piccole chiese cristia-ne sono state incoraggiate e sostenute dal ministerodella nostra sorella Alice. I pastori hanno una visioneevangelistica ed è loro desiderio di veder nascere ungruppo itinerante come il nostro, dedicato alla predica-zione del Vangelo per il bene della loro nazione.Sarebbe molto apprezzato il nostro aiuto come missio-ne e l’aiuto delle chiese italiane. I campi sono maturiper la mietitura in Croazia. Di nuovo la voce delSignore si fa udire: “Chi manderò? E chi andrà per noi?”(Isaia 6:8).

SSLLAAVVOONNIIAA

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Pregate incessantemente e predicate la fedele Parola il più chia-ramente possibile! Qualcuno ci accu-serà di immobilismo, mentre in realtà

è in questo modo che facciamo intervenire Dio direttamente nella battaglia e quando sarà venuto Lui,

vendicherà l’offesa al suo Patto ecompirà l’opera sua in un

momento. «Ergiti, o Dio, difendi latua causa!»

Charles H. Spurgeon

Non c’è mai stato un periodo in cui ilcristianesimo biblico non sia statominacciato dalla mondanità e dallefalse dottrine. Le chiese Evangeli-chedel XX secolo offrono un esempioparticolarmente triste.

Quando la pazzia è sapienzaQuando la pazzia è sapienza

«Nessuno s’inganni. Se qualcuno tradi voi presume di essere un saggio inquesto secolo, diventi pazzo per diven-tare saggio; perché la sapienza diquesto mondo è pazzia davanti a Dio»(I Corinzi 3:18-19). È folle ricercarel’approvazione della sapienza dell’uo-mo; si tratta di un obiettivo di per séincompatibile con l’integrità richiestadalla Scrittura. L’apostolo Paolo affrontò estesamentequesto problema nella sua prima epi-stola ai Corinzi. Consapevole del fatto che il mondoconsidera la verità biblica come purafollia, Paolo scrisse: «La pazzia di Dioè più saggia degli uomini»(I Corinzi 1:25). Il solo parlare di“pazzia di Dio” è sconvolgente, maPaolo usa questa espressione proprioper gettar luce sul conflitto che esistetra la filosofia umana e la verità bibli-ca. La sapienza divina non sempreappare saggia da un punto di vistaumano. In un’epoca come la nostra,ciò che è vero può anche essere in

contrasto con ciò che funziona e ciòche è giusto può anche differireprofondamente da ciò che il mondoconsidera accettabile. Anzi, spesso ècosì! Tuttavia, questo non significache vi sia qualche difetto nel Vangelo.Piuttosto, è la deficienza della sapien-za umana ad essere smascherata.Paolo difendeva il Vangelo dall’accu-sa di essere inferiore alla sapienza delmondo. Egli non tentò mai di dimo-strare l’intellettuale del messaggio diCristo, né ricercò l’apprezzamento e lastima dei cosiddetti sapienti di questomondo.Riconobbe, invece, che il Vangelo èpazzia agli occhi della sapienzaumana. Egli scrisse: “Infatti Cristo non mi ha mandato abattezzare ma a evangelizzare; noncon sapienza di parola, perché lacroce di Cristo non sia resa vana. Poiche la predicazione della croce è paz-zia per quelli che periscono, ma pernoi, che veniamo salvati, è la potenzadi Dio; infatti sta scritto: «Io faròperire la sapienza dei saggi e annien-terò l’intelligenza degli intelligenti».Dov’è il sapiente? Dov’è lo scriba?Dov’è il contestatore di questo seco-lo? Non ha forse Dio reso pazza lasapienza di questo mondo? Poiché ilmondo non ha conosciuto mediante lapropria sapienza, è piaciuto a Dio,nella sua sapienza, di salvare i cre-denti con la pazzia della predicazione.I Giudei infatti chiedono miracoli e iGreci cercano sapienza, ma noi predi-chiamo Cristo crocifisso, che per iGiudei è scandalo, e per gli stranieripazzia; ma per quelli che sono chia-mati, tanto Giudei quanto Greci, pre-dichiamo Cristo, potenza di Dio esapienza di Dio; poiché la pazzia diDio è più saggia degli uomini e ladebolezza di Dio è più forte degliuomini. Infatti, fratelli, guardate lavostra vocazione; non ci sono tra divoi molti sapienti secondo la carne, nemolti potenti, ne molti nobili; ma Dio

ha scelto le cose pazze del mondo persvergognare i sapienti; Dio ha sceltole cose deboli del mondo per svergo-gnare le forti; Dio ha scelto le coseignobili del mondo e le cose disprez-zate, anzi le cose che non sono, perridurre al niente le cose che sono, per-ché nessuno si vanti di fronte a Dio edè grazie a lui che voi siete in CristoGesù, che da Dio è stato fatto per noisapienza, giustizia, santificazione eredenzione; affinché com’è scritto:«Chi si vanta, si vanti nel Signore». E io, fratelli, quando venni da voi, nonvenni ad annunziarvi la testimonianzadi Dio con eccellenza di parola o disapienza; poiché mi proposi di nonsapere altro fra voi, fuorché GesùCristo e lui crocifisso. Io sono statopresso di voi con debolezza, con timo-re e con gran tremore; la mia parola ela mia predicazione non consistetteroin discorsi persuasivi di sapienzaumana, ma in dimostrazione di Spiritoe di potenza, affinché la vostra fedefosse fondata non sulla sapienzaumana, ma sulla potenza di Dio (lCorinzi 1:17-2:5).

L’inferiori tà del la sapienzaL’inferiori tà del la sapienzaumanaumana

Ricordiamoci che Paolo si trovava apredicare in una civiltà che, ai tempidell’imperialismo Greco, aveva avutoun passato glorioso e che adesso, sottoil governo Roma-no, stava godendo diun brillante risveglio culturale. Gliantichi Greci consideravano la filoso-fia come la più alta delle attivitàumane e attorno ad essa ruotò tutta laloro civiltà. I colti Greci considerava-no la loro filosofia molto seriamente.Alcune scuole filosofiche avevano unatendenza religiosa e spiegavano l’ori-gine dell’uomo, la moralità, le relazio-ni sociali ed il destino umano, ricor-rendo a miti vari e loro divinità.Queste scuole filosofiche erano estre-mamente complesse ed influenzavano

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ogni rapporto sociale, economico,politico ed educativo ed erano com-pletamente in contrasto con la veritàrivelata dalla Scrittura. Evidentemente, ritenevano che lasapienza umana potesse aggiungerevalore alla rivelazione divina, omigliorare ciò che già avevano inCristo. Il brano che abbiamo riportatosopra, fu scritto da Paolo proprio percorreggere questi credenti. Paolo rivolse un ammonimento simileanche nell’epistola ai Colos-sesi:«Guardate che nessuno faccia di voisua preda con la filosofia e con vaniraggiri secondo la tradizione degliuomini e gli elementi del mondo e nonsecondo Cristo» (Colossesi 2:8). Ciòche gli premeva sottolineare, era che icristiani non hanno nulla a che spartirecon la sapienza umana. Essa, dalpunto di vista spirituale, non puògarantire niente di buono ai non cre-denti e non può aggiungere nulla a ciòche i credenti possiedono. La sapienzaumana, infatti, non ha niente da offrireoltre alla confusione e alla divisione.È importante notare come Paolo noncondanni le realtà naturali o la veritàrazionale. Egli non assume un atteg-giamento insensato ed anti intellettua-le. AI contrario, Paolo stesso fa spessoappello alla mente dei discepoli:«Siate trasformati mediante il rinno-vamento della vostra mente» (Romani12:2); «Rinnovati nello spirito dellavostra mente» (Efesini 4:23);«Pensate alle cose di sopra»(Colossesi 3:2); «Siate ricolmi dellaprofonda conoscenza della volontà diDio con ogni sapienza e intelligenzaspirituale» (Colossesi 1:9). L’apostolonon era affatto anti intellettuale! PerPaolo, tutta la verità era oggettiva, sta-bilita, infallibilmente rivelata da Diomediante la Bibbia. Per conoscere laverità occorreva studio e diligenza (IlTimoteo 2:15). Si trattava di compren-

sione, non di sentimento (I Corinzi 14:14-20). Paolo non sotto-valutava l’importanza della mente. L’apostolo non stava attaccando nem-meno la tecnologia e la scienza.All’epoca di Paolo, proprio comeoggi, la medicina, l’architettura, l’in-gegneria, la matematica e le altrescienze, avevano fatto grandi passiavanti. Paolo non stava condannandonessuno di questi settori della cono-scenza. I cristiani possono e devonoringraziare Dio per tutte le benedizioniche derivano da queste scienze. Seusate in modo appropriato, cioè se nondiventano base per speculare su Dio,su ciò che è giusto e sbagliato, sulbene e sul male o sul significato spiri-tuale della vita, le vere scienze nonrappresentano affatto una minaccia perla verità del Vangelo. Ciò cui Paolo si opponeva era lasapienza umana che stava dietro allafilosofia mondana: «Non ha forse Dioreso pazza la sapienza di questomondo?” (l Corinzi 1:20). Altrove,Paolo scrive: «Questo, infatti, è ilnostro vanto: la testimonianza dellanostra coscienza di esserci comportatinel mondo, e specialmente verso divoi, con la semplicità e la sincerità diDio, non con sapienza carnale ma conla grazia di Dio» (Il Corinzi 1:12). AI contrario di Paolo, gli Evangelicidi oggi hanno elevato la sapienzaumana, mondana e carnale, ad unruolo che non le compete. Troppospesso i cristiani, per andare dietro aqueste cose, che sono incompatibilicon la Bibbia e con la semplicità delVangelo, sono stati disposti a torcereed a rimodellare la verità divina percercare di renderla più presentabile almondo. In questo modo, migliaia dicredenti hanno abbracciato la sapienzaumana, perdendo il loro sincero attac-camento alla dottrina biblica. Nellosforzo di perseguire questo falsoobiettivo, la chiesa ha acquisito lamentalità del mondo, imitando tutte lesue mode e assumendo le sue menta-lità. Gli Evangelici che credono dav-vero nella Bibbia, quindi, hanno sem-pre dovuto sostenere una guerra spie-tata contro l’opinione comune degliuomini. Questa volontà di combatterepotrebbe, forse, venire meno oggi,quando un numero sempre crescentedi chiese si conforma al mondo. Èprassi comune, fra i principali gruppiEvangelici, quella di prendere a presti-to dal mondo la psicologia e la meto-dologia. Alcuni credono che sia suffi-ciente condire la Scrittura con consi-derazioni di ordine umano, per poterribattezzare la sapienza mondanacome sa-pienza “cristiana”. Paolo, al

contrario, non aveva alcuna intenzionedi mescolare la verità con la sapienzaumana. Invece, l’attaccò frontalmente,come fosse un nemico odiato: “InfattiCristo non mi ha mandato a battezza-re ma a evangelizzare; non consapienza di parola, perché la croce diCristo non sia resa vana” (I Corinzi1:17). Il compito di Paolo, dunque, eraquello di predicare la Parola di Dio! Potrebbe essere opportuno, a questopunto, domandare se richiamarsi allasapienza umana sia sempre sbagliato,anche nel contesto di un’evangelizza-zione. Se il nostro dovere è quello diraggiungere il mondo con il messag-gio del Vangelo, perché non tentare dicomunicarlo in modo tale da accatti-vare l’intelletto? Paolo risponde a que-sta domanda sostenendo che unapproccio del genere rende vana lacroce di Cristo. Per due ragioni. Primadi tutto, il messaggio della croce “èpazzia per quelli che periscono” (ICorinzi 1:18). Non è possibile pre-scindere dal messaggio ri-manendofedeli al messaggio! In secondo luogo,è impossibile esaltare la sapienzaumana senza abbassare, allo stessotempo, la verità di Dio. La sapienzaumana alimenta l’ostinazione, lasuperbia intellettuale e sociale, le con-cupiscenze carnali e il desiderio d’in-dipendenza da Dio. La sapienzaumana e il Vangelo sono due realtàcostituzionalmente inconciliabili!Secondo Paolo, se proverete ad unirle,annullerete il Vangelo e lo renderetevano! La vera ragione per cui la gente amala religione sofisticata e la mo-ralità ditipo cerebrale, è che queste cose deli-ziano l’ego umano! Allo stesso tempo,la sapienza mondana deride il Vangeloproprio perché questo ultimo sfida lavanità umana. II Vangelo esige che gliuomini riconoscano il proprio peccatoe la propria impotenza spirituale; li

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umilia, li convince e li chiama pecca-tori! Inoltre, presenta la salvezza comeun’opera esclusiva della grazia di Dioe non come qualcosa che l’uomopossa ottenere, in qualche modo,mediante l’ausilio totale o parzialedelle proprie forze. La croce schiacciala testa dell’orgoglio umano!

Il trionfo della sapienza di DioIl trionfo della sapienza di Dio

La sapienza umana liquida la veritàdivina definendola “pazzia”. Coloroche sono sapienti secondo il mon-do,spesso descrivono il Vangelo ri-cor-rendo ad espressioni come “semplici-stico”, “irrilevante”, “ingenuo”,“rozzo” o anche “folle” ed è propriocosì che appare ai loro occhi. II fattoche Cristo fu inchiodato ad un pezzodi legno su una collina lontana, inun’arida zona del mondo, duemilaanni fa, come potrebbe avere unaqualche rilevanza realistica per l’uma-nità oggi o per il nostro destino eter-no? È proprio vero che agli occhi diDio la realizzazione personale, labontà umana, la filantropia o i meritireligiosi non hanno valore? DavveroDio è così severo da punire i peccato-ri? Siamo davvero dei peccatori cosìspregevoli? Ecco come ragiona l’uo-mo decaduto. Ecco perché la predica-zione della croce è pazzia per quelliche periscono. Quando Paolo parladella “predicazione della croce”, stacertamente pensando al messaggio delVangelo. La croce è il centro di tuttociò che noi crediamo e proclamiamo!Ricordiamoci di come, prima che lagente iniziasse a fare della croce unoggetto di gioielleria e ad indossarlacome ornamento, essa non fosse altroche un infame strumento di morte! Eraun mezzo di tortura per i peggiori cri-minali! Cosa poteva esserci di piùspregevole? II discorso di Paolo, tutta-via, non si limita a quella parte del

messaggio che riguarda la croce, maabbraccia tutta la verità salvifica diDio. La croce, essendo il cuore dellarivelazione di Dio, è l’oggetto princi-pale del disprezzo umano, ma è laverità nel suo insieme ad essere consi-derata “pazzia” dal mondo e ad esseredisprezzata dalla sapienza carnale. Paolo aveva sfidato la sapienza umananell’ Areòpago di Atene, proprioprima di giungere a Corinto (Atti17:18-21). I filosofi di Atene si fecerobeffe di lui a proposito della risurre-zione (Atti 17:32). Eppure, come bensapeva, a Corinto, città nota per il suoattaccamento alla filosofia mondana,ai piaceri terreni e agli appetiti carnali,avrebbe dovuto affrontare maggioriopposizioni. Un esperto di marketingavrebbe suggerito a Paolo di modifica-re il suo approccio, di adeguare ilmessaggio, di non calcare troppo lamano sui punti caldi che avrebberoindispettito la gente, di parlar loro dicose più attinenti alla loro vita e ailoro interessi. Tuttavia, l’apostolo sipropose “di non sapere altro fra[loro] fuorché Gesù Cristo e lui croci-fisso” (I Corinzi 2:2). Egli non avreb-be mai modificato il suo messaggioper accontentare i Corinzi! Di opinioniumane e di filosofia terrena ne aveva-no già a sufficienza, senza bisognoche Paolo ne aggiungesse ancora! Ciòdi cui i Corinzi avevano veramentebisogno, era il messaggio della croce,profondamente semplice, ma anchesemplicemente profondo!Sebbene la mente naturale trovi lacroce scandalosa, “per noi, che venia-mo salvati, è la potenza di Dio”. Lacroce è il culmine della sapienza divi-na e la prova della sua superiorità. Lasapienza di Dio è infinitamentemigliore della sapienza umana sottomolti punti di vista.

La sapienza umana è effimera, laLa sapienza umana è effimera, lasapienza divina è eternasapienza divina è eterna

“lo farò perire la sapienza dei saggi eannienterò l’intelligenza degli intelli-genti” è una citazione di Isaia 29:14.In I Corinzi Paolo pone tutta una seriedi domande allo scopo di ironizzaresulla sapienza umana: «Dov’è ilsapiente? Dov’è lo scriba? Dov’è ilcontestatore di questo secolo? Non haforse Dio reso pazza la sapienza diquesto mondo?” (I Corinzi 1:20). Insostanza, Paolo sta chiedendo: «Dovesono quelli che hanno raffinato tantola sapienza umana da potersi riteneresuperiori a Dio?» La sapienza umanaè forse riuscita ad eliminare le guerre,la fame, il crimine, la povertà o l’im-moralità? Dove sono riusciti a condur-

re l’umanità gli Illuministi e i retorivirtuosi? La gente è forse migliore, osemplicemente più soddisfatta di sestessa e più gratificata, grazie ad essi?La sapienza umana non ha cambiatonulla! La vita è ancora piena di tuttiquei problemi e di tutti quei dilemmiche hanno sempre afflitto l’uomo! Le opinioni umane sono spesso con-traddittorie, sempre mutevoli e, avolte, passano di moda per poi ricom-parire nella generazione successiva.Avendo rigettato l’autorità divina, lasapienza “riciclata” di questo mondonon ha più alcuno scoglio al qualeaggrapparsi saldamente.

La sapienza umana è debole, laLa sapienza umana è debole, lasapienza divina è potentesapienza divina è potente

Nei versetti 21-25, l’apostolo mette inevidenza come la sapienza mondanasia spiritualmente impotente, Essa nonè in grado di migliorare la naturaumana, ne di avvicinare gli uomini aDio. La chiesa di oggi ha un disperato biso-gno di comprendere questa verità.Tutti i filosofi, gli intellettuali, i socio-logi, gli antropologi, gli psicologi, ipolitici e tutti gli altri sapienti messiinsieme, non sono mai riusciti a trova-re una soluzione al problema del pec-cato, ne hanno mai portato l’umanitàpiù vicina a Dio anche di un passo! Lanostra “razza”, infatti, è spiritualmentepeggiore oggi di quanto non sia maistata! I tassi dei suicidi sono più eleva-ti, la minaccia di una guerra nucleare,di epidemie, il livello di frustrazione,confusione, depressione e dissolutezzahanno raggiunto una vetta spaventosa.La sapienza umana, ai nostri giorni, èfallita, proprio come tutte le filosofiedell’antica Corinto e, forse, ancor peg-

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gio! La verità è che la sapienza e la filoso-fia umana peggiorano lo stato dell’uo-mo e non lo migliorano. Problemiattuali come la guerra, il razzismo,l’alcolismo, il crimine, il divorzio, latossicodipendenza e la povertà lo atte-stano. Tali realtà, universalmente con-siderate “mali”, continuano a svilup-parsi e a diffondersi sempre di più, inmodo sempre più grave, senza che siriesca a trovare alcun rimedio. Anzi,più il mondo si affida alla sapienzaumana, più questi problemi si accen-tuano. Allora che soluzione c’è? “È piaciutoa Dio, nella sua sapienza, di salvare icredenti con la pazzia della predica-zione”! Questa parola enfatizza tantoil messaggio quanto il metodo che Dioha scelto per essere lo strumento fon-damentale nel salvare il peccatore: ilsemplice annuncio del Vangelo. Lostrumento stabilito da Dio per la sal-vezza è, letteralmente, una pazzia agliocchi della sapienza umana. Eppure, èl’unico modo che abbiamo a disposi-zione. «Per noi, che veniamo salvati, è lapotenza di Dio». Coloro che rifiute-ranno la sapienza umana in favoredella pazzia di Dio, otterranno vitaeterna. Questa “pazzia” è la nostrasola speranza. Il semplice Vangelo, inquesto modo, provvede tutto ciò che lacontorta sapienza umana ha semprericercato: «Se qualcuno tra di voi pre-sume di essere un saggio in questosecolo, diventi pazzo per diventaresaggio» (I Corinzi 3:18). Notate come Dio non supponga nem-meno che gli uomini giungano ad unacomprensione salvifica della verità,mediante il loro ingegno. No, è lui ascegliere la pazzia della predicazione!Questo è il suo piano, stabilito secon-

do la “sapienza di Dio”. Gli uomininon possono giungere a Dio percor-rendo la via che a loro sembra miglio-re.Paolo, certo, non incoraggiava unapredicazione folle. Stava semplice-mente mettendo in evidenza che lapredicazione del Vangelo è pazzia perla sapienza del mondo. Chi promuovei principi del marketing nel ministeropastorale, suggerisce che, se la gentenon vuole la predicazione, alloradovremmo dare loro ciò che vogliono.Qual era l’opinione di Paolo in propo-sito?Inequivocabilmente: «I Giudei infattichiedono miracoli e i Greci cercanosapienza, ma noi predichiamo Cristocrocifisso, che per i Giudei è scanda-lo, e per gli stranieri pazzia». I Giudeivogliono un miracolo, perché non dar-glielo? I Greci amano la filosofia, per-ché non presentare il Vangelo sottoforma di dialettica filosofica? Dopotutto, non fu lo stesso apostolo a dire:«Mi sono fatto ogni cosa a tutti»? Maqui vediamo ancora una volta che,sebbene Paolo desiderasse diventareservo di tutti, non era disposto a modi-ficare il Vangelo o ad alterare il pianostabilito da Dio per la sua predicazio-ne. Egli non avrebbe mai appagato lepreferenze della sapienza umana com-piendo, platealmente, prodigi e mira-coli per accontentare coloro che cerca-vano qualcosa di sensazionale, oppurepresentando il messaggio sotto formadi confronto filosofico per piacere acoloro che avevano gusti più intellet-tuali! Paolo, invece, predicò Cristocrocifisso, pietra d’inciampo per iGiudei increduli, pazzia per i Grecifilosofi. I Giudei volevano vedere la potenza, iGreci volevano ascoltare la sapienza,ma solo coloro che risposero alla paz-zia della predicazione trovaronoentrambe le cose: «Per quelli che sonochiamati, tanto Giudei quanto Greci,predichiamo Cristo, potenza di Dio esapienza di Dio» Paradossalmente etragicamente, ciò che la sapienzaumana considera pazza e debole è pro-prio l’espressione più chiara possibiledella potenza e della sapienza diDio:«La [cosiddetta] pazzia di Dio èpiù saggia degli uomini, e la [presun-ta] debolezza di Dio è più forte degliuomini».

La sapienza umana è per pochi, laLa sapienza umana è per pochi, lasapienza divina è per tuttisapienza divina è per tutti

Paolo conosceva molto bene i membridella chiesa di Corinto. Per questoricordò loro, che erano in pochi quelliche avevano raggiunto una buona

posizione nel mondo: «Infatti, fratelli,guardate la vostra vocazione; non cisono tra di voi molti sapienti secondola carne, ne molti potenti, ne moltinobili; ma Dio ha scelto le cose pazzedel mondo per svergognare i sapienti;Dio ha scelto Ie cose deboli delmondo per svergognare le forti».Insistendo sul contrasto fra sapiente epazzo e fra debole e forte, Paolo mettein evidenza che c’erano davvero pochicristiani a Corinto ad essere colti,potenti, ricchi o famosi. Di certo,quelli che lo erano, dovevano averperso gran parte del loro prestigiosociale nel momento stesso in cui sierano convertiti. La potenza di Dio si dimostra perfettanella debolezza dell’ uomo (II Corinzi12:9). Noi tendiamo a pensare che Diodebba usare gli intellettuali per con-quistare altri intellettuali! Il fatto è chenessuno si converte a causa dell’abi-lità o della profondità intellettuale! AIcontrario, quelli che hanno sondato leprofondità della sapienza mondana ele hanno trovate vuote, non hannobisogno di grandi ragionamenti peressere convinti del Vangelo. Conoscodegli accademici e dei docenti univer-sitari che sono stati salvati dai bidelli edalle donne delle pulizie. Il Signore havoluto che il Vangelo fosse tale “per-ché nessuno si vanti di fronte a Dio”.

La sapienza umana esalta La sapienza umana esalta l’uomo, la sapienza divinal’uomo, la sapienza divina

glorifica Dio glorifica Dio

«Ed è grazie a lui che voi siete inCristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia. santifica-zione e redenzione; affinché com’èscritto: «Chi si vanta, si vanti nelSignore». La salvezza è interamenteopera di Dio: «Infatti è per grazia che

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siete stati salvati,mediante la fede; eciò non viene da voi;è il dono di Dio. Nonè in virtù di opereaffinché nessuno sene vanti; infattisiamo opera sua» Lasapienza umana vor-rebbe escogitare unavia di salvezza chedipenda, in qualchemodo, dai meritiumani. Se proprionon possono averetutto il merito, nepotranno accumularealmeno un po’! Masecondo il piano diDio nessuno di colo-ro che saranno salvati, potrà vantarsi!Il motivo è che Dio compie tutto ciòdi cui c’è bisogno affinché il peccatoresia salvato! È il Signore che li sceglie,li chiama, li attira e li rende capaci dicredere! Tutto è “opera sua”! «CristoGesù ... da Dio è stato fatto per noisapienza, giustizia, santificazione eredenzione»! Dio, nella sua volontàsovrana, ci unisce a Cristo, in modotale che tutto ciò che egli è diventanostro! Considerate la perfezione dell’operasalvifica di Dio,ogni tentativo diaumentare ciò che Dio ha fatto pernoi, non fa altro che annullare la suagrazia (Galati 2:21). Ogni sforzo diaggiungere qualcosa al suo dono per-fetto, non fa altro che sminuirlo(Giacomo 1:17). Ogni tendenza adamplificare la sapienza divina conragionamenti terreni, non fa altro chedeturpare la sua armoniosa bellezza.Come potremmo mai migliorareCristo e la sua Parola? A differenza della sapienza umana,che esalta il peccatore, la sapienzadivina glorifica Dio, Paolo scrive:«Non sia mai che io mi vanti di altroche della croce del nostro SignoreGesù Cristo, mediante la quale ilmondo, per me, è stato crocifisso e iosono stato crocifIsso per il mondo»(Galati 6:14). Non fa meraviglia il fatto che Paolo sipropose di non sapere altro, fuorchéGesù Cristo crocifisso. Perché avrebbedovuto discutere di filosofia o di altriargomenti umani? Tutte queste cosenon hanno nulla da offrire! GesùCristo, invece, il Salvatore crocifisso,risorto e redentore, offre la sola verasperanza per il mondo! Il predicatorefedele, anzi, ogni vero discepolo, devepresentare ad un mondo increduloGesù Cristo come l’unica via, l’unicaverità e l’unica vera vita (Giovanni

14:6). Se cercheremo di conquistare ipeccatori con l’intrattenimento, conragionamenti brillanti, con le nostrecredenziali accademiche o con lasapienza mondana, falliremo misera-mente e finiremo con il perderli!Paolo disse ai Corinzi: «La mia parolae la mia predicazione non consistette-ro in discorsi persuasivi di sapienzaumana, ma in dimostrazione di Spiritoe di potenza, affinché la vostra fedefosse fondata non sulla sapienzaumana, ma sulla potenza di Dio».Ricordate che Paolo era giunto aCorinto dopo essere stato picchiato edincarcerato a Filippi, dopo aver dovu-to fuggire da Tessalonica e da Berea edopo esser stato schernito ad Atene(Atti 16:22-24; 17:10,13,14,32).Sapeva che Corinto era una cittàmoralmente corrotta, un centro di dis-solutezza e di prostituzione. La cittàera la “quintessenza” dello stile di vitapagano. Paolo, forse, fu tentato di atte-nuare i suoi toni, di svolgere diversa-mente il suo ministero, di alleviare loscandalo della croce. Tuttavia, egliafferma esplicitamente di aver deter-minato fermamente in se stesso di nonfare niente di tutto ciò. La sua “parolae la [sua] predicazione non consistet-tero in discorsi persuasivi di sapienzaumana”. A lui non interessava cambia-re il pensiero delle persone. Volevache Dio trasformasse la loro vita. Nonaveva alcun messaggio proprio da pre-dicare. Era stato chiamato a predicareil Vangelo e ciò rese potente il suoministero! Nella storia, Dio ha ripetutamente resopazza la sapienza del mondo. Tuttavia,la chiesa è stata più volte ammaliatadall’idea che la sapienza mondanaabbia un certo valore, una sua utilitàpeculiare che dovremmo conoscere afondo per avere un ministero efficace.Paolo la pensava diversamente! Gli

uomini di Dio, nelcorso dei secoli,l’hanno semprepensata diversamen-te! La nostra fedenon può fondarsisulla sapienzaumana, ma solosulla potenza di Dio(I Corinzi 2:5).

Questo articolo èstato tratto dal librodi John Mac Arthur “Io... mi vergognodel Vangelo” editoda Alfa & Omega.

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ohn Graham Lakenacque il 18 marzo1870 nell`Ontario,Canada. Nel 1886 si

spostò con la sua famiglia nelMichigan. Era uno di 16 figli.Insieme a molti suoi fratelli svi-luppò una strana malattia dige-stiva. Questa malattia uccise 8di loro, ma egli riuscì a soprav-vivere.Questa eccessiva esposizionealla malattia e al dolore fecescintillare in lui un raro e inten-so desiderio della potenza diDio. Fu salvato all`età di sedicianni e si unì alla chiesa metodi-sta. Decise di confidare in Diosoltanto per la sua guarigione.Egli fu guarito ma crescendo fuaffetto da un`altra malattia, que-sta volta reumatica, che facevacrescere distorte le sue gambe edeformava il suo corpo. Dopoaver udito delle guarigioni cheavevano luogo sotto il ministerodi John Alexander Dowie, andòa Chicago affinché si pregasseper lui. Dopo la preghiera el`imposizione delle mani su dilui nel nome di Gesù, fu com-pletamente guarito e le suegambe furono raddrizzate. Aseguito della sua guarigionemiracolosa, Lake divenne deter-minato che nessun altro membrofamiliare doveva morire.Lake studiò per il ministero

nella chiesa Metodista enell`ottobre 1891 fu ordinatopastore della chiesa di Peshtigo,Wisconsin. Ma piuttosto chefare il pastore lì, egli scelse didarsi agli affari e fondò un gior-nale, The Harvey Citizen.Incontrò e sposò Jennie Stevensnel 1893 nel Michigan. Ebberosette figli. Meno di 5 anni dopoil loro matrimonio, a Jennie fudiagnosticata una tubercolosi eun`incurabile malattia cardiaca,e in poco tempo divenne invali-da. A questo punto egli fu attor-niato da malattie e infermità.Suo fratello era invalido, unasua sorella stava morendo dicancro al seno e un`altra soffri-va di gravi emorragie. E comese non bastasse, sua mogliecadde presto malata in condizio-ni disperate. Allora egli pensò diportare i membri malati dellasua famiglia alle Stanze diGuarigione di John AlexanderDowie, a Chicago, dove era giàstato così miracolosamente gua-rito. Il primo che portò lì fu suofratello invalido da 22 anni.Imposero le mani su lui e, inpochi istanti, si alzò perfetta-mente guarito e poté cammina-re. Poi sua sorella che aveva ilcancro al seno, fu guarita mira-colosamente. Prima di avere lapossibilità di portare l`altra suasorella a Chicago, ricevette una

telefonata, una notte, per comu-nicargli che sua sorella era pro-prio vicina alla morte. Così siprecipitò subito a casa di suasorella ma, arrivato, non trovòalcuna pulsazione in quel corposenza vita. Così mandò imme-diatamente un telegramma aDowie a Chicago, di questotenore: “Mia sorella è evidente-mente morta, ma il mio spiritonon la vuole lasciare andare.Credo che se tu pregherai, Diola guarirà”. Dowie gli inviò unarisposta: “Tieniti stretto a Dio.Sto pregando. Ella vivrà”. Diorispose ancora una volta alleloro preghiere e, nel giro diun`ora, ella fu risuscitata, total-mente guarita.Allora arrivò la svolta decisivanella vita di John G. Lake. Dopoche amici di rilievo gli ebberoconsigliato di rassegnarsi alla“volontà di Dio” riguardo a suamoglie che era malata e moren-te, egli aprì la Bibbia cercandoluce sulla questione. E ricevetteuna rivelazione della Scrittura inAtti 10:38: “Vale a dire, la storiadi Gesù di Nazaret; come Dio loha unto di Spirito Santo e dipotenza; e com’egli è andatodappertutto facendo del bene eguarendo tutti quelli che eranosotto il potere del diavolo, per-ché Dio era con lui”.Improvvisamente scoprì questo:

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la malattia era dal diavolo, nonda Dio. Con una nuova fede inDio egli chiamò e telegrafò atutti i suoi amici, dicendo loroche aveva intenzione di pregareper Jennie alle 9:30 del mattinoseguente e Dio l`avrebbe guari-ta. Il mattino seguente, alle 9:30,egli impose le mani su suamoglie, ed ella guarì istantanea-mente. Gloria a Dio!Questi eventi condussero Lake aseguire la sua chiamata al mini-stero, la quale avrebbe scossodue continenti, l`Africa el`America. Era divenuto estre-mamente ricco mentre questiavvenimenti stavano avendoluogo, ma la chiamata di Dio eracosì forte sulla sua vita che ven-dette tutto ciò che possedeva eportò la sua famiglia in Africa,dove credeva che Dio lo stessechiamando per ministrarel`Evangelo. Questo viaggio in séstesso è una storia della miraco-losa provvidenza di Dio.Per quanto riguarda i suoi affaripassati, Lake aveva costituitoun`agenzia immobiliare,Michigan. Il primo giorno avevaincassato $ 2500, e alla fine diun anno e nove mesi ebbe $100.000 in banca, $ 90.000 in beni immobili, einoltre aveva investito inun`assicurazione sulla vita lasomma di $ 30.000. Egli inoltreaveva aiutato la costituzione delgiornale The Soo Times, eacquistato un posto alla Cameradi Commercio di Chicago. Piùtardi era stato impiegato a diri-gere una delle più grandi com-pagnie assicurative del paese.Una parte del suo lavoro riguar-dava la gestione degli agentidella compagnia. Ma scoprì che nel suo lavoropreferiva parlare della salvezzapiuttosto che degli affari. Disseai suoi soci che aveva bisognodi una vacanza. Avrebbe ricevu-to un salario annuo di $ 50.000 per il proseguimentodell`attività, ma scelse di partirepoco dopo per non ritornare piùnegli affari. Adesso si trovava inun ministero a tempo pieno. Fuin questo periodo che decise

anche di vendere tutti i suoi pos-sedimenti e di devolvere il dena-ro per venire incontro ai bisognidegli altri.

Risveglio SpiritualeRisveglio SpiritualePiù tardi Lake imparò una gran-de lezione da John AlexanderDowie, quando criticò alcunimetodi di Dowie. Presto Dowiegli disse che quando avrebbeavuto la visione che egli avevaavuto, versato le lacrime cheegli aveva versato, sofferto ciò

che egli aveva sofferto, e creatoin Dio una città di dieci mila

Cristiani, allora sarebbe statoabbastanza competente da potercriticare. Lake prese a cuore ciòche aveva ascoltato, e fu qui checominciò a mettere su un`operanel Sud Africa che sarebbe dura-ta per decenni e sarebbe cresciu-ta fino a un numero di settecen-tomila persone in una nazione diquindici milioni di persone.Questa fame per Dio continuò acrescere. Dopo nove mesi dipreghiera, digiuno e molte lacri-me versate, alla fine fu battezza-to nello Spirito Santo, mentre sitrovava nella casa di un altrodove era andato a pregare peruna donna ammalata. La suavita divenne più potente dopoquesta esperienza, Dio agivaattraverso di lui con una nuovaforza. E le guarigioni furono diun ordine più potente. Per Lakeil battesimo dello Spirito Santo

serviva a dare allo Spirito di Dioun controllo assoluto sulla per-sona tale che lo Spirito potesseparlare attraverso di essa in lin-gue sconosciute. Qualunqueesperienza che avesse qualcosain meno rispetto a questa, egli laclassificava come un essere“ricoperti” da profonde unzioni,però non ancora sufficienti dapoter essere definite un vero eproprio battesimo nello SpiritoSanto.Lake ebbe una rivelazione delloscopo che Dio ha in mente per ilgenere umano, cioè quello dielevare le persone in vita ecoscienza allo stesso livellogoduto da Gesù stesso. Questa èla stessa visione che infiammaoggi i nostri cuori. Una visionedella realtà divina della salvezzadi Gesù Cristo. La conoscenzadella relazione tra la tua anima equella di Cristo.

Il suo MinisteroIl suo MinisteroJohn Lake era di carattere fortee ardito con una personalitàaffettuosa e avvincente. Era altocirca 1,85 m, e pesava circa 90kg. Aveva occhi grigio-chiari euna risata cordiale. Nel 1901Lake e la sua famiglia si sposta-rono a Zion City, ma tre annidopo ripartirono. Il 19 aprile1908, con la sua famiglia lasciòIndianapolis per una permanen-za missionaria di cinque anni in

Sud Africa. Lì fondò la ChiesaApostolica e fu eletto presiden-te, con 125 congregazioni dibianchi e 500 di indigeni, allafine organizzate. Ritornò negliStati Uniti nel 1912 dopo chesua moglie morì inaspettatamen-te di infarto. Non ritornò più inAfrica dopo questo. John G.Lake riservava un amoreprofondo per la sua famiglia.Uno dei più grandi colpi per luifu la perdita della moglie mentreegli era in campo di missione.Nel 1913 egli sposò FlorenceSwitzer di Milwaukee e generòaltri cinque figli - ebbe così untotale di dodici figli.

Lake aveva compassione,

santità, audacia,vis ione, umiltà,

fede e preghiera. Tutt i quest i punti giocano un ruolo

importante e sono tutt i necessari .

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Poi, nel 1914, con la sua fami-glia si spostarono a Spokane,Washington. Lì acquistò alcunestanze in una costruzione di unvecchio ufficio. Lake trasformòquesti uffici nell`Istituto diGuarigione Divina (DivineHealing Institute). Questo era unposto per la guarigione e unluogo dove era possibile impara-re come applicare la potenzaguaritrice di Dio nella vita diogni giorno. Un posto doveavvenivano miracoli.Egli vide molti miracoli in que-ste stanze. Uno in particolare fuquello della signora Teske, laquale a 35 anni aveva sviluppatoun fibroma maligno: “Unamassa contorta di muscoli e ten-dini, arterie e vene, denti e peli.La più disorganizzata massacontorta e confusa che potesseesistere”. Questo tumore pesava30 libbre (circa 13,6 kg), cheequivarrebbe al peso di quattroneonati di 7,5 libbre (circa 3,4kg) ciascuno. Un giorno nonpoté più reggere in piedi, né daseduta, e al culmine della suaagonia implorò Gesù che la gua-risse. La potenza di Dio vennesu lei, ed ella incominciò a con-torcersi e a scricchiolare, e nelgiro di tre minuti fu totalmenteguarita. Il tumore era completa-mente sparito. Lake aveva ungiusto concetto di Dio come unPadre amorevole. Aveva anchecompassione, santità, audacia,visione, umiltà, fede e preghie-ra. Tutti questi punti giocano unruolo importante e sono tuttinecessari.John G. Lake morì il 16 settembre1935, aveva sessantacinque anne.

Il suo Carattere Il suo Carattere e il suo Stile di Vitae il suo Stile di Vita

Egli non esitò mai a risponderea una chiamata da parte di unammalato, né si volgeva altrove.Persino al punto di andare inuna strana città dell`Africa orga-nizzando un programma pergodere lì un po` di riposo. Unavolta che la gente veniva aconoscenza che egli era lì, por-tavano gli ammalati, i ciechi egli zoppi. La sua compassione liraggiungeva e Dio lo fortificava

in quel tempo di necessità. Lasignora Lake era una donna ver-

satile. Ella non sapeva maiquando egli avrebbe portatoqualcuno a casa o quando avreb-be donato delle provviste. Ciònon infastidiva la signora Lake,anch`ella aveva amore per la suagente. Egli era molto arditoquando parlava delle cose diDio. In una conferenza in Africasi discuteva sul tremendo influs-so degli stregoni indigeni. Lakediceva loro: “Perché non scac-

ciate il diavolo da loro e liberatela gente dal loro potere?” Lakericordò loro dalla Scrittura:“Colui che è in voi è più grandedi colui che è nel mondo”. (1Giovanni 4:4) Fu anche chiamato a prgare perun uomo a Johannesburg, SudAfrica. Lo avevano rinchiuso acausa del suo stato di deliriustremens (disordine dovuto allaschiavitù dell`alcool) avendotentato di sopraffare quattro gio-vani, quasi uccidendoli. MaLake restò di nuovo fermo sullapromessa “Colui che è in voi èpiù grande”, e presto quel uomofu liberato e cominciò a piange-re e a pregare sulle sue ginoc-chia: era ridiventato umano.Egli era un uomo di fede, cometutti gli altri uomini di Dio. EDio supplì a ogni suo bisogno.Un giorno tornò a casa e suofiglio gli disse che non avevano

cibo, e che avevano dato proprioil rimanente al figlio più giova-ne. La sua risposta fu “preghia-mo!” e il giorno dopo, primadell`ora della colazione arrivòun veicolo con del cibo per loro.Fu un uomo che rifiutava com-promessi. Nulla l`avrebbe fattodeviare dalla Parola di Dio.Lake era un uomo molto umile,dava sempre a Dio la gloria, erala Sua potenza in lui a fare lecose che egli faceva. Diceva chela sua anima “non era abbastan-za grande da portare le meravi-glie di Dio, né il suo cuore eraabbastanza sottomesso. Eraun`unzione di potenza”. Lakeera anche un uomo di preghiera.Spendeva del tempo pregandosulle sue ginocchia, ma gli pia-ceva anche camminare e prega-re. Questo era il suo modo pre-ferito di mettersi in comunionecon Dio. L`unzione viene dataper servire, uscire e usarla;possa essa usarsi di noi perdistruggere le opere del diavolo!Allora potremo correre e prega-re, e pregare mentre corriamo.Lake aveva un messaggio e unacomprensione completi dellaParola. Non insegnava solo sullaguarigione, ma su ogni altrosoggetto necessario a edificareuna buona vita cristiana equili-brata. I suoi sermoni duravanodai venti ai trenta minuti, ed eglitrattava un punto e lo sviluppavacon illustrazioni vive e reali.Erano messaggi di guida, corag-giosi. E inoltre, ministrando aimalati, aveva una meravigliosacompassione e tenerezza. A con-clusione del paragrafo è signifi-cativa la visione data a John G.Lake mentre era pastore aPortland, Oregon:“In risposta a un grido prove-niente dal cuore di Lake, l`ange-lo prese la Bibbia e aprì il librodegli Atti. Attirò l`attenzionesull`effusione dello SpiritoSanto nel giorno di Pentecoste,e poi proseguì attraverso tutto illibro facendo notare le grandi estraordinarie rivelazioni e feno-meni in esso. Poi l`angelo dissequeste parole:

«Questa è la Pentecoste

“L`unzione viene data per servire, uscire

e usarla;possa essa usarsi di

noi per distruggere

le opere del diavolo! Allora potremo correre e pregare,e pregare mentre

corriamo”

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così come Dio la diede attraver-so il cuore di Gesù. Adoperatiper essa. Combatti per essa.

Insegna alla gente a pregare peressa. Poiché essa, ed essa sol-tanto, verrà incontro al bisognodel cuore umano, ed essa soltan-to avrà la potenza di sopraffare

le forze dell`oscurità».

Mentre l`angelo si dipartiva,disse: «PREGA! PREGA!PREGA! Insegna alla gente apregare! La preghiera e soltantola preghiera, la molta preghiera,la preghiera persistente è laporta d`ingresso al cuore diDio».

Storia delle Stanze di GuarigioneStoria delle Stanze di Guarigionedi John G. Lake fino ai nostridi John G. Lake fino ai nostri

giornigiorniLe Healing Rooms (Stanze diGuarigione) di John G. Lakeebbero il loro primo inizio nel1914, quando Lake cominciò ainsegnare sul soggetto dellaGuarigione Divina in una chiesalocale di Spokane, Washington.Lake prese in affitto un gruppodi stanze nel Rockery Buildingche tramutò nelle “Lake`sHealing Rooms”. Lake iniziò apregare per gli ammalati su unabase giornaliera e presto diven-ne così sopraffatto dalla vere eproprie moltitudini di coloro chevenivano per una guarigione chefu costretto a istruire altri su ciòche chiamò “La Scienza dellaGuarigione Divina”. Le personeche egli istruiva avevano età dif-

ferenti ed erano sia uomini chedonne. Venivano condotti attra-verso una “serie di lezioni” sullaguarigione divina che venivanoprogettate per impartire fede econoscenza in modo da portareguarigione agli ammalati. Ilgruppo di uomini e donne cheLake istruiva venivano chiamatiTecnici di Guarigione Divina.Questi Tecnici venivano istruitiquotidianamente sia attraversol`insegnamento che attraversouna pratica applicazione concre-ta.

A completamento dell`istruzio-ne, veniva loro dato il nome diun paziente ammalato in fin divita e veniva detto loro di anda-re e stare con lui ministrarlo fin-ché non venisse guarito. Se nonerano in grado di realizzare laguarigione dell`ammalato, nondovevano più tornare alleHealing Rooms per proseguirenel ministero. Lake aveva unagrande capacità di impartirefede ai suoi ascoltatori. Facevatutto questo insegnando le realtà

che conosceva della Parola diDio riguardo alla guarigionedivina e all`autorità del creden-te. Lake continuò a ministrare aSpokane fino al 1920. Dal 1915al 1920 il gruppo di 16 Tecnicidi Guarigione Divina e Lakeregistrarono circa 100.000 gua-rigioni, e Spokane venivadichiarata dal Governo degliStati Uniti come la città più insalute d`America. Quando chie-devano a Lake perché stavaavendo tale grande successo,Lake rispondeva: “Il segreto delnostro successo qui, in questoministero, sta nell`istruire inostri lavoratori a esercitare ilpotere di Dio attraverso loSpirito Santo. Noi non preghia-mo affinché Dio venga e guari-sca come nei vecchi giorni, maguardiamo a Lui credendo checi ha battezzati nello SpiritoSanto, e così comandiamo nelnome di Gesù che il diavolo e lesue opere vadano via”. Lakelasciò Spokane nel maggio del1920 per andare a Portland,

Oregon, e incominciare lìun`opera identica. La chiesa diPortland che Lake pasturò tra il1920 e il 1925 crebbe fino a25.000 membri prima che eglilasciasse quella zona. Quellacrescita fenomenale era dovutaalle guarigioni miracolose cheavevano luogo sotto il ministerodi Lake e di quelli che istruiva.Quando Lake lasciò Spokane, leHealing Rooms cessarono dioperare. Ritornato a Spokanenel 1931, trovò che l`opera cheaveva iniziata non esisteva più.Si mise così a ricostituire unachiesa e le stanze di guarigione.Lake morì nel 1935 e le HealingRooms non riaprirono più.L`edificio originario che avevaospitato le Healing Rooms sibruciò, e sullo stesso posto fucostruito un nuovo edificio conlo stesso nome e indirizzo.

«Prega, prega, prega! Insegna alla gente

a pregare! La preghierae soltanto la preghiera, la molta preghiera,

la preghiera persistente è la porta d`ingresso al

cuore di Dio»

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e vi presentassi qualcosa piut-tosto grande che sembrasseun pesce, odorasse di pesce,

si dimenasse come un pesce, ma vidicessi: “È un agnello!”, cosa pense-reste? Probabilmente risponderestecosì: ”Sì, e forse Clark è stato rapi-to dagli alieni!”. Certamente pense-reste che ho qualche problema conla mia naturale capacità di ragiona-re. Voglio condividere come moltiragionino in questo modo nei con-fronti di un male diffuso nel corpodi Cristo (ignorandolo e non trat-tandolo), trascurando così uno deipiù grandi campi di servizio per ilSignore. “Carissimi, ora siamo figli diDio, ma non è ancora stato manife-stato ciò che saremo; sappiamo peròche quando Egli sarà manifestato,saremo simili a Lui, perché lo vedre-mo come Egli è”. I Giovanni 3:2 diceche quando Cristo apparirà, noi lobenediremo in tutta la Sua bellezzaper tutta l’eternità. Oh, sto guar-dando a quel giorno di bellezzaindescrivibile e, a volte, sento dinon poter più aspettare! La stessascrittura dice inoltre che saremosimili a Lui. Uscire dalla nostra car-nalità sarà grandioso, ed aspettoquel giorno per avere la libertà edessere con tutta la fratellanza cheamo così tanto. Sogno di essere allaSua presenza ed assomigliare alnostro Signore. Non ci saranno piùdivisioni, amarezza, discordie, gelo-sie, rabbia, egoismo ed invidia. Nonsarà meraviglioso?! Ma, indovinateuna cosa? Dovrebbe essere unarealtà già in mezzo a noi! Lasciatemispiegare! “Poiché quelli che Egli hapreconosciuti, li ha anche predesti-nati ad essere conformi all’imma-gne del suo Figlio...”. Romani 8:29dice che dovremmo essere confor-mi a Gesù, adesso. È un processoquotidiano nel nostro cammino

con il Signore: “E non vi conformatea questo mondo, ma siate trasformatimediante il rinnovamento della vostramente, affinché conosciate per espe-rienza qual sia la buona, accettevolee perfetta volontà di Dio”. (Romani12:2) Questo è un processo che vaavanti nella vita di tutti quelli chedesiderano, ogni giorno più diGesù; dobbiamo camminare secon-do il Suo esempio nella nostra vitaquotidiana. Forse inciampiamo, e a

volte cadiamo un po’, ma questo èil motivo per cui abbiamo il princi-pio del sangue che copre i nostripeccati. Non dobbiamo sentircicondannati quando cadiamo, dob-biamo ravvederci e scuoterci il pec-cato di dosso e rinnovare il nostrocammino spirituale proseguendocon Gesù. Il problema è quando cisono quelli che credono di potervivere nell’uomo naturale (la carna-lità), praticare gli atti della carneregolarmente, e poi essere consi-derati fratelli.Non sappiamo qual è stata la sem-bianza di Gesù nella carne, tuttaviapossiamo vederlo filtrato attraver-so coloro intorno a noi che Loamano. “Ma il frutto dello Spirito è:amore, gioia, pacce, pazienza, genti-lezza, bontà, fede, mansuetudine edautocontrollo. Contro tali cose non viè legge” .Galati 5:22 descr ive i l

carattere di Gesù, e spiega comedevono essere coloro che voglionoseguirne l’esempio. Dobbiamodesiderare di essere come Lui e,quando notiamo i Suoi attributi inaltri, dovremmo volerlo assomiglia-re. Oh, che desiderio bruciante neinostri cuori di poter vedere ancheuna sola fugace espressione diGesù in qualcuno per poter gioireinsieme! Le nostre anime dovreb-bero aspirare sempre più di esserecome Egli è.È il semplice principio dell’amore edella potenza trasformatr ice diCristo. L’amore ci cambia in modiin cui la legge non può aspirare dipoter fare. La formazione spiritualenon deriva dal seguire determinatediscipline, ma “dall’innamorarsi”.Questo ci cambia a Sua immagine.Riserviamo tempo per ciò che rite-niamo importante, ogni cosa nellenostre vite trova il suo posto, quan-do diamo il giusto valore al fatto disapere cosa significhi essere comeCristo. Quando diamo più valoreagli attributi della carne, o solo aduno di loro (Galati 5:17: La carneinfatti ha desideri contrari allo Spirito,e lo Spirito ha desideri contrari allacarne; e queste cose sono oppostel’una all’altra, cosicché voi non fatequel che vorreste”.), cadiamo dalluogo che Dio desidera per noi.Quando cominciai a frequentaremia moglie Sue, incontrai i suoigenitori. Dopo esserci sposati edaver avuto il nostro primo figlio, honotato qualcosa che mi ha distur-bato: cominciava a somigliare a suamadre, glielo dissi e lei mi rispose:“Non vedi che a tutte noi piacesomigliare a nostra madre?” Laguardai stravolto e risposi: ”Cosa?”Lei mi guardò, poi disse: “Pensi chesia una cosa brutta il fatto che iostia cominciando a somigliare a mia

By Clark

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madre, ma sto per dirti qualcosa dipeggiore…tu stai cominciando asomigliare e ad agire come tuopadre”. Scherzando, replicai: “Mamio padre era un bravo mascalzo-ne”. Lei allora sollevò le sopracci-glia e disse: “Oh, sì”. In seguitoabbiamo trovato un tranquil lopunto d’accordo realizzando chetutti siamo sottoposti al nostroDNA.Se vedeste i miei figli riconoscere-ste immediatamente che sono imiei. Mi somigliano e a volte agisco-no come me, tutti possono vedereche appar tengono alla famiglia“Slone”. Dio ha stabilito così.Tutti noi siamo sottoposti alnostro DNA. Ciascuno assume itratti della propria famiglia, per-ché così è. In altre parole il tuofidanzato/a molto probabilmen-te comincerà a somigliare a suopadre o a sua madre, qualchegiorno…che ti piaccia o no!Spiritualmente è lo stesso quan-do nasciamo di nuovo, tuttivedono che apparteniamo allafamiglia di Dio, dobbiamo somi-gliare a Gesù ed assumerne gliattributi affinché tutti li possanovedere.A volte ci sono quelli che dico-no di appartenere alla famiglia diCristo, ma non ne presentano icaratteri. Gesù parlò di costoroquando sgridò i Farisei. In Giovanni8:44 disse: “ Voi siete come vostropadre il diavolo”. Egli chiarì subito illoro ambiente familiare, a chi somi-gliava il loro modo di agire e di chiportavano il DNA. Perché? Perchéli amava e voleva che cambiassero,ma era necessario che riconosces-sero che stavano agendo noncome Dio, ma come il diavolo.Gesù non li ignorò, ma non agìneppure come se fossero credenti.No, egli andò diretto al puntodicendo che erano testimoni con-tro ciò che Cristo è. Quando qual-cuno si dichiara di essere di Dio maagisce come il diavolo, è un testi-mone contrario a tutto ciò che ègiusto e dà al mondo un’impressio-ne sbagliata del nostro meravigliosoSignore. Ciò va contro tutti coloroche lottano per essere come Coluiche amano…Gesù. Uno che agisce

carnalmente non è di Dio (LeggiRomani capitolo 8). Poiché amia-mo Cristo siamo responsabili diesortare chi sta mostrando i fruttidel la carnal ità in mezzo a noi(Galati 5). Ciò costituisce un verocampo di missione postoci davanti.Certamente dovremo innanzituttobadare al nostro modo di vivere,ma non dobbiamo ignorare coloroche aper tamente offendono ciòche Cristo rappresenta, attraversoil loro modo di vivere e le loroazioni. Il mondo ci sta osservando.Quante volte ci siamo avvicinati aqualcuno con il Vangelo e la rispo-

sta è stata negativa, solo perchéconoscevano qualcun altro che erameschino o di cuore indur ito?Diversamente, come si dimostraaper to i l cuore di coloro chehanno ricevuto la buona testimo-nianza di qualcuno che ha dimo-strato il vero carattere di Cristo, edhanno notato la differenza: la diffe-renza tra la persona che ha il fruttodello Spirito e di uno che vive persoddisfare i desideri di una vita car-nale e peccaminosa.

Più invecchio e più mi rendo contoche non sono le parole che dicia-mo a persuadere. Ho ascol-tato grandi messaggi sull’a-more e l’unità, ma se le paro-le provengono dalla bocca diqualcuno che ha poco amoreo desiderio di amare il corpodi Cristo, e lo dimostra, esse nonhanno lo stesso impatto. E’ sempli-

ce amare se stessi ad avere ambi-zioni egoistiche attraverso parolevuote. Ho udito messaggi in cuil’enfasi era “non desideriamo esse-re innalzati ma solo innalzare ilnome di Gesù”, quando in realtàl’individuo stava innalzando se stes-so fino al soffitto. Finché non vi saràuna vera liberazione da tali attitudi-ni e comportamenti, non vedremoavvenire reali cambiamenti nellavita di molte persone. Per dirla insemplici parole, il messaggio è que-sto: se siamo come Gesù e ciò pro-viene dal profondo del nostrocuore, noi siamo della Sua famiglia.

Abbiamo il giusto DNA e rien-treremo nella promessa che Egliha fatto ai Suoi figli e figlie, mase non abbiamo gli attributi diCristo ed Egli non sta lavorandoregolarmente in noi per render-ci più come Egli è, non entrere-mo nel Regno di Dio, nonimporta i grandi principi di cuiparliamo o le preziose dottrineche proclamiamo di possedereo proteggere. Nessuno che nonsia come Cristo, Lo vedrà mai.Possiamo pensare che un attri-buto cristiano da provare siaquesto: “Beh, Filippo forse èegoista, non amabile, e difficileda conviverci, e si è dato all’e-goismo e all’orgoglio, è opinioni-

sta ma, alleluia, è salvato!” In pocheparole, stiamo dicendo che si puòagire come il diavolo, ma proclama-re di essere di Cr isto. No, noidovremmo, con amore e pazienza,tentare di mostrare al fratello o allasorella che essi non stanno rappre-sentando il principio di Cristo edavvisarli delle eterne conseguenze,se non cambiano.

Sembra un pesce ed è probabileche sia così... “Un pesce”.

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Alto e trionfante, ben diritto e puntato verso il cielo, un mandorlo dominava sull’orto.Era felice quando le leggiadre cocorite dai vivaci colori o le cinciallegre eleganti e signorili si rincorrevano sui suoi rami; ospitava con gioia cardellini, usignoli e altri uccelli canterini.Ma un giorno si posò su uno dei suoi rami un’upupa. L’uccello appoggiò l’orecchio alla corteccia dell’albero e percepì il formicolio delle minuscole ma voraci larve che abbondavano sotto la scorza. Infilò il suo lungo becco ricurvo nel tronco del mandorlo cominciando ad estrarre le larve ed a divorarle.Il mandorlo precipitò in una cupa tristezza.Quell’uccello squallido, che frugava con il becco nella sua corteccia e rovinava la sua perfetta bellezza, era veramente insopportabile.Il superbo mandorlo fece di tutto per scacciare l’upupa, che finalmente un giorno se ne volò via.Da quel momento le piccole larve poterono ingrassare in pace e lentamente invasero tutto il tronco.Bastò un colpo di vento, una sera, a schiantare l’orgoglioso mandorlo.

Se qualcuno ti “becca sotto la pelle”, mostrandoti difetti e manchevolezze, non arrabbiarti. Ringrazialo!

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GGRRIIDDOO DDII BBAATTTTAAGGLLIIAASemestrale Missionario di “CRISTO È LA RISPOSTA”AAnnnnoo XXVVIIII nn..5599 -- DDiicceemmbbrree 22000055SSppeedd.. iinn AA..PP.. AArrtt.. 22 CC 2200//CCLLeeggggee 666622//9966 BBeenneevveennttoo CCPPOODir. Resp. Tina Della Cananea

RReeccaappiittoo ppoossttaalleeAss. Miss. Crist. EvangelicaCRISTO È LA RISPOSTACas. Post.16382100 BENEVENTOTel.328/4861536E.Mail: [email protected]. 10518827 In caso di mancato recapito rispedire al mit-

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