SPECIALE PORTINNESTI CILIEGIO portinnesti del... · lizzati di bassa (3-400/piante ad ettaro) e...

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CILIEGIO DI STEFANO LUGLI 1 E GINO BASSI 2 1 Dipartimento Colture Arboree, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna 2 Istituto Sperimentale di Frutticoltura, Provincia di Verona Con la collaborazione di: Tiziano Caruso, Antonio Raimondo, Marcello Cutuli - DCA Università di Palermo Giovanni Continella - DOFATA Università di Catania Luca Folini - Fondazione Fojanini, Sondrio Rossano Massai - DCDSL Università di Pisa Bruno Mezzetti, Capocasa F. - DSAPV Università Politecnica delle Marche, Ancona Riccardo Correale, Michelangelo Grandi - DCA Università di Bologna Felice Pennone, Armando Carbone, Luigi Scarpato, Pietro Fusani - CRA URF Caserta Daniela Satta, Gianni Luvicu, Giovanni De Pau, Mauro Sedda - ARA DRA Regione Sardegna, Cagliari Raffaele Testolin, Giorgio Comuzzo - DISA Università di Udine Massimo Zago - CSAF Laimburg, Bolzano SPECIALE PORTINNESTI pianta quanto più possibile da terra e dunque orientata ad una riduzione dei costi colturali (raccolta e potatura) (Lu- gli e Musacchi, 2009). L’esperienza ultra decennale con- dotta in ambito interregionale dal progetto finalizzato Mipaf-Regioni “Liste di orientamento varietale dei fruttiferi – sottoprogetto Portinnesti” (De Salvador e Lugli, 2002; Lugli e Bassi, 2010) integrata da alcune spe- rimentazioni condotte localmente ma altamente significative per i risultati ottenuti (Bassi, 2005; Quartieri et al., 2008; Lugli et al., 2009), ha ampliato e indirizzato la scelta verso nuovi soggetti più adatti ad una cerasicoltu- ra di tipo intensivo o comunque alter- nativi ai soggetti finora consigliati per il ciliegio. Prove sperimentali Per l’aggiornamento di questa quarta edizione delle liste di orienta- mento sui portinnesti del ciliegio so- no stati presi in considerazione i ri- sultati ottenuti in Italia da cinque pro- ve sperimentali condotte in ambito regionale e interregionale su nuovi portinnesti: 1. Nuovo Progetto Mi- paaf-Regioni “Liste di orientamento varietale dei fruttiferi”; 2. Progetto Alpe Adria; 3. Nuovo Pro- getto Alpe-Adria; 4. International Cherry Rootstock Trial; 5. Alta densità di piantagione. I risultati di queste sperimentazioni pluriennali, consulta- Premessa La scelta del portinnesto più ido- neo per la realizzazione di ceraseti specializzati è fortemente condizio- nata dall’ambiente di coltivazione (clima e terreno), dai sistemi di im- pianto adottati (densità di piantagio- ne), dalle tecniche colturali (gestio- ne suolo, apporti idrici e nutriziona- li) e dall’interazione tra il soggetto e la varietà. Tutti questi fattori condi- zionano le risposte vegeto-produtti- ve degli alberi, la qualità delle pro- duzioni ottenute e l’efficienza del sistema. La scelta del portinnesto è stata per lungo tempo legata ad un con- cetto di cerasicoltura di tipo semi-in- tensivo, talora marginale, non neces- sariamente irrigua, con densità di impianto basse (< 400 alberi /ha) o medie (400-500 alberi /ha), forme di allevamento in volume (vaso) o in parete (palmetta e bandiera), svilup- po delle chioma degli alberi in altez- za e raccolta con scale o carri a piat- taforme laterali. In queste situazioni la scelta del portinnesto, indipendente dalla va- rietà, è sempre ricaduta verso sogget- ti caratterizzati da elevata rusticità con buon adattamento a condizioni pedo-climatiche anche precarie e dunque con una certa tolleranza a stress abiotici, basse percentuali di mortalità e lunga longevità degli im- pianti. In queste condizioni la prefe- 36 FRUTTICOLTURA - n. 7/8 - 2010 renza verso il soggetto più adatto alla realizzazione dei nuovi impianti di ciliegio è sempre ricaduta verso por- tinnesti di tipo tradizionale, vigorosi e con un buon sviluppo degli appara- ti radicali in ampiezza e profondità: il Magaleppo da seme e il clone SL 64 di Prunus mahaleb per le aree meri- dionali, ma anche nelle colline vene- te, anche non irrigue; il Franco (Pru- nus avium) per gli areali più fertili e i terreni vergini; l’ibrido Colt ( Prunus avium x Prunus pseudocerasus) per i terreni fertili e irrigui delle zone di pianura o media collina già coltivate a ciliegio; i cloni CAB, 6P e 11E (Pru- nus cerasus) per i territori caratteriz- zati da terreni più o meno pesanti purché irrigui. Più recentemente, un nuovo soggetto ibrido clonale, il MaxMa 14 (Prunus mahaleb x Prunus avium) è stato proposto come portin- nesto ad ampia adattabilità per im- pianti semi-intensivi di ciliegio. In questi ultimi anni l’attività di ri- cerca e sperimentazione ha permesso l’individuazione e la costituzione di portinnesti semi-nanizzanti e naniz- zanti idonei ai vari ambienti di coltiva- zione e ciò ha consentito un’evoluzio- ne dei sistemi di coltivazione del cilie- gio verso densità di impianto medio-al- te (600-800 alberi/ha), alte (800-1.200 alberi/ha) e proprio ultimamente molto alte (> 5000 alberi /ha) con incremento delle rese produttive ettariali e riduzio- ne della taglia degli alberi verso altezze conciliabili con una gestione della

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CILIEGIODI STEFANO LUGLI1 E GINO BASSI21 Dipartimento Colture Arboree, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna2 Istituto Sperimentale di Frutticoltura, Provincia di Verona

Con la collaborazione di:

Tiziano Caruso, Antonio Raimondo, Marcello Cutuli - DCA Università di PalermoGiovanni Continella - DOFATA Università di CataniaLuca Folini - Fondazione Fojanini, SondrioRossano Massai - DCDSL Università di PisaBruno Mezzetti, Capocasa F. - DSAPV Università Politecnica delle Marche, AnconaRiccardo Correale, Michelangelo Grandi - DCA Università di BolognaFelice Pennone, Armando Carbone, Luigi Scarpato, Pietro Fusani - CRA URF CasertaDaniela Satta, Gianni Luvicu, Giovanni De Pau, Mauro Sedda - ARA DRA Regione Sardegna, CagliariRaffaele Testolin, Giorgio Comuzzo - DISA Università di UdineMassimo Zago - CSAF Laimburg, Bolzano

SPECIALE PORTINNESTI

pianta quanto più possibile da terra edunque orientata ad una riduzione deicosti colturali (raccolta e potatura) (Lu-gli e Musacchi, 2009).

L’esperienza ultra decennale con-dotta in ambito interregionale dalprogetto finalizzato Mipaf-Regioni“Liste di orientamento varietale deifruttiferi – sottoprogetto Portinnesti”(De Salvador e Lugli, 2002; Lugli eBassi, 2010) integrata da alcune spe-rimentazioni condotte localmente maaltamente significative per i risultatiottenuti (Bassi, 2005; Quartieri et al.,2008; Lugli et al., 2009), ha ampliatoe indirizzato la scelta verso nuovisoggetti più adatti ad una cerasicoltu-ra di tipo intensivo o comunque alter-nativi ai soggetti finora consigliati peril ciliegio.

Prove sperimentali Per l’aggiornamento di questa

quarta edizione delle liste di orienta-mento sui portinnesti del ciliegio so-no stati presi in considerazione i ri-sultati ottenuti in Italia da cinque pro-ve sperimentali condotte in ambitoregionale e interregionale su nuoviportinnesti: 1. Nuovo Progetto Mi-paaf-Regioni “Liste di orientamentovarietale dei fruttiferi”; 2. Progetto Alpe Adria; 3. Nuovo Pro-getto Alpe-Adria; 4. InternationalCherry Rootstock Trial; 5. Alta densitàdi piantagione. I risultati di questesperimentazioni pluriennali, consulta-

PremessaLa scelta del portinnesto più ido-

neo per la realizzazione di cerasetispecializzati è fortemente condizio-nata dall’ambiente di coltivazione(clima e terreno), dai sistemi di im-pianto adottati (densità di piantagio-ne), dalle tecniche colturali (gestio-ne suolo, apporti idrici e nutriziona-li) e dall’interazione tra il soggetto ela varietà. Tutti questi fattori condi-zionano le risposte vegeto-produtti-ve degli alberi, la qualità delle pro-duzioni ottenute e l’efficienza delsistema.

La scelta del portinnesto è stataper lungo tempo legata ad un con-cetto di cerasicoltura di tipo semi-in-tensivo, talora marginale, non neces-sariamente irrigua, con densità diimpianto basse (< 400 alberi /ha) omedie (400-500 alberi /ha), forme diallevamento in volume (vaso) o inparete (palmetta e bandiera), svilup-po delle chioma degli alberi in altez-za e raccolta con scale o carri a piat-taforme laterali.

In queste situazioni la scelta delportinnesto, indipendente dalla va-rietà, è sempre ricaduta verso sogget-ti caratterizzati da elevata rusticitàcon buon adattamento a condizionipedo-climatiche anche precarie edunque con una certa tolleranza astress abiotici, basse percentuali dimortalità e lunga longevità degli im-pianti. In queste condizioni la prefe-

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renza verso il soggetto più adatto allarealizzazione dei nuovi impianti diciliegio è sempre ricaduta verso por-tinnesti di tipo tradizionale, vigorosie con un buon sviluppo degli appara-ti radicali in ampiezza e profondità: ilMagaleppo da seme e il clone SL 64di Prunus mahaleb per le aree meri-dionali, ma anche nelle colline vene-te, anche non irrigue; il Franco (Pru-nus avium) per gli areali più fertili e iterreni vergini; l’ibrido Colt (Prunusavium x Prunus pseudocerasus) per iterreni fertili e irrigui delle zone dipianura o media collina già coltivatea ciliegio; i cloni CAB, 6P e 11E (Pru-nus cerasus) per i territori caratteriz-zati da terreni più o meno pesantipurché irrigui. Più recentemente, unnuovo soggetto ibrido clonale, ilMaxMa 14 (Prunus mahaleb x Prunusavium) è stato proposto come portin-nesto ad ampia adattabilità per im-pianti semi-intensivi di ciliegio.

In questi ultimi anni l’attività di ri-cerca e sperimentazione ha permessol’individuazione e la costituzione diportinnesti semi-nanizzanti e naniz-zanti idonei ai vari ambienti di coltiva-zione e ciò ha consentito un’evoluzio-ne dei sistemi di coltivazione del cilie-gio verso densità di impianto medio-al-te (600-800 alberi/ha), alte (800-1.200alberi/ha) e proprio ultimamente moltoalte (> 5000 alberi /ha) con incrementodelle rese produttive ettariali e riduzio-ne della taglia degli alberi verso altezzeconciliabili con una gestione della

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bili negli Atti della Conferenza inter-nazionale sui portinnesti di Pisa (Luglie Bassi, 2010), oltre a fornire utili epuntuali indicazioni sulla scelta delportinnesto più idoneo alla messa adimora dei nuovi impianti di ciliegio,offrono interessanti spunti sulle poten-zialità di alcuni di questi soggetti nel-la realizzazione di innovative tipolo-gie di impianto per il ciliegio.

Descrizione dei portinnesti Vengono di seguito descritte le

caratteristiche dei nuovi portinnesticonsigliati per il ciliegio. Per la de-scrizione completa dei portinnestitradizionali consigliati e dei soggettipromettenti e di quelli sconsigliati,si rimanda alla pubblicazione di Bas-si e Lugli, 2010. Con il simbolo ♣ so-

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no indicati i nuovi portinnesti consi-gliati introdotti ex-novo in questaedizione delle liste di orientamento.

Portinnesti consigliati

a) Portinnesti vigorosi

Colt - Prunus avium x Prunuspseudocerasus

Si adatta a diversi tipi di terrenocompresi quelli pesanti e umidi, mapreferisce quelli freschi. Mal si adattain terreni aridi, sassosi e clorosanti. Ri-sulta tra i più tolleranti alla stanchezzadel terreno. Presenta ottima affinità diinnesto. Vigoria molto elevata, talorasuperiore (10-20%) a quella del Fran-co. Rispetto a questo entra più preco-cemente in produzione, ritarda la fiori-

tura (2-3 giorni) e così pure la matura-zione dei frutti.

Portinnesto adatto per impianti adensità medio-bassa (300-800 pian-te/ha) in ceraseti specializzati e irri-gui (fino a 800 piante /ha). Partico-larmente indicato in terreni stanchie in caso di ristoppio.

Franco - Prunus avium

Si adatta a differenti tipi di terreno mapreferisce quelli di medio impasto, fre-schi, profondi e ben drenati, ricchi di so-stanza organica. Non si adatta ai terreniasfittici, mal drenati o clorosanti. È sensi-bile alla stanchezza del terreno. Presentaottima affinità. La vigoria in campo èmolto elevata, superiore al Magaleppo(+20-30%). Presenta lenta messa a fruttoe scarsa efficienza, caratteristiche peral-

SPECIALE PORTINNESTI

� Foto 1 - Fruttificazione di alberi di Lapins alla VII foglia nei campi sperimentali dell’UO di Palermo (in alto) e dell’UO di Caserta (in basso). Si noti l’ottimo sviluppo delle piante innestate su MM60, SL 64 e Pontaleb nei due siti e il pessimo comportamento evidenziato in Sicilia da Gisela 6(Progetto Mipaaf-Regioni Liste orientamento varietale dei fruttiferi).

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lizzati di bassa (3-400/piante ad ettaro) emedia (700 piante/ha) densita, ma anchenelle colline calcaree del Nord Italia.

SL 64 - Prunus mahaleb

Selezione clonale selezionata inFrancia. Presenta caratteristiche agro-nomiche del tutto simili al Magaleppoda seme; preferito a questo per la mi-gliore omogeneità di sviluppo in vivaioe in pieno campo.

MaxMa Delbard® 60 Broksec* ♣

Origine: selezione clonale diPrunus mahaleb x Prunus avium ot-tenuta in Oregon (USA). Diffuso nel1993, brevettato.

Caratteristiche intrinseche: soggettodotato di una buona attitudine rizoge-na. Si moltiplica bene per micropropa-gazione. In vivaio il vigore iniziale è si-mile o superiore all’SL 64. Fornisce ele-vate percentuali di attecchimento coninnesti estivi (T e “chip budding”), in-vernali (triangolo e spacco) e primaveri-li (T e “chip budding” vegetante) e coninnesti a banco. Il periodo ideale perl’innesto a gemma è estivo-precoce.L’apparato radicale è ben sviluppato inampiezza e profondità, con grosse radi-ci con folto cappillizio. Attività polloni-fera nulla. Ottimo l’ancoraggio.

Adattabilità all’ambiente: si adattabene ad un’ampia gamma di tipi disuolo, compresi quelli tendenzialmen-te pesanti e quelli scheletrici. Risultamolto tollerante a terreni calcarei e asituazioni di scarsa disponibilità idrica.Mediamente adatto anche in suoli ca-ratterizzati da scarsa fertilità. Risulta re-sistente al marciume del colletto daPhytophthora cactorum e abbastanzatollerante al cancro batterico da Pseu-domonas spp.

Caratteristiche indotte alle cultivar:l’affinità di innesto è risultata buona conle principali varietà di ciliegio dolce sag-giate. La vigoria indotta è elevata, supe-riore (+10-20%) rispetto al franco (Pru-nus avium). La messa a frutto è simile aquella del franco mentre la produttivitàrisulta superiore; scarsa l’efficienza pro-duttiva, specie nei primi anni di fruttifica-zione. La qualità dei frutti risulta ottima.

Giudizio d’insieme: soggetto clona-le, vigoroso e rustico, interessante co-me possibile alternativa al magaleppoe al franco in situazioni meno favore-voli sia del suolo sia della gestione col-

tro influenzate anche dal nesto. Non ne-cessita di sostegni. Produttività buonacon ottima qualità e pezzatura dei frutti.

Portinnesto adatto ad ambienti prividi irrigazione soprattutto in collina emontagna grazie alla sua rusticità.Adatto per impianti a bassa densità(300-400 piante/ha).

Magaleppo - Prunus mahaleb

Si adatta a terreni sciolti, ben drenati,leggeri, ma anche ricchi di scheletro opietrosi e con scarso franco di coltivazio-ne. Molto tollerante al calcare attivo e al-la scarsa disponibilità idrica. Teme

l’asfissia radicale e non si adatta a terre-ni pesanti, asfittici, mal drenati. Nonadatto al ristoppio. Presenta ottima affi-nità con tutte le cultivar di ciliegio. La vi-goria in campo è elevata ma inferiore aquella del Franco (80-90%) anche se losviluppo nei primi anni appare superio-re. Non necessita di sostegni. Rispetto alFranco entra più precocemente in pro-duzione, anticipa leggermente la fioritu-ra, è un po’ più efficiente e produttivocon qualità dei frutti paragonabile.

Portinnesto molto rustico adatto interreni privi di irrigazione, poveri, aridi ecalcarei con elevato calcare attivo. Mol-to impiegato in Puglia in ceraseti specia-

FRUTTICOLTURA – Supplemento al n. 7/8 – 201038

TAB. 1 - MODELLI DI IMPIANTO PER IL CILIEGIODensità (indicativa) Forma di allevamento Distanze (m) Portinnesti

Bassa(fino a 500)

LDP

Vaso tradizionale 6,0-5,5 x 4,0-5,0

VigorosiPalmetta 5,5-5,0 x 4,0-5,0

Bandiera 5,5-5,0 x 3,5-4,5

Media(da 500 a 800)

MDP

Vasetto basso 5,0-5,5 x 4,5-3,5

VigorosiSeminanizzanti

Vaso multiasse 5,0-5,5 x 4,5-3,5

Palmetta 5,0-5,5 x 4,5-3,5

Bandiera 5,0-5,5 x 4,0-3,5

Alta(da 800 a 1200)

HDP

Vasetto basso 4,5-5,0 x 4,0-3,0Seminanizzanti

NanizzantiFusetto 4,5-5,0 x 3,5-2,5

Solaxe 4,5-5,0 x 3,5-2,5

Altissima(oltre 1200)

VHDP

Fusetto 4,0-3,5 x 2,5-1,5

NanizzantiForma a V 4,0-3,5 x 1,5-0,5-0,3

Asse colonnare 4,0-3,5 x 1,5-0,5

� Foto 2 - Differente gradiente di sviluppo di piante di Lapins innestate su un soggetto nanizzante(Gisela 5, a sinistra), uno semi-nanizzante (Pi-Ku 1, al centro) e uno vigoroso (Weiroot 13, a destra).Alberi alla VI foglia presso la prova sperimentale Alpe Adria dell’UO di Verona.

SPECIALE PORTINNESTI

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� Foto 3 - In alto a sinistra, parcella sperimentale alla VI foglia di Regina su MM60 e, a destra, parcella di Regina su Weiroot 10. In basso, alberi di Lapins su Ceravium® PHL-A (a sin), su Weiroot 158 (al centro) e su Gisela 5 (a destra). Prova sperimentale dell’International Cherry Rootstocks Trial, UO DCA di Bologna.

FRUTTICOLTURA – Supplemento al n. 7/8 – 2010 39

SPECIALE PORTINNESTI

turale. Portinnesto idoneo a cerasetispecializzati con densità di impiantobasse o medio-basse (300-400 alb./ha).

Weiroot 10 ♣

Origine: deriva da una selezioneclonale condotta su una popolazio-ne da seme di Prunus cerasus con-dotta a Weihenstephan (D).

Caratteristiche intrinseche: l’atti- tu-dine rizogena è elevata. Si moltiplica invitro (micropropagazione). L’apparatoradicale è piuttosto superficiale e di ti-po fascicolato. Presenta un’attività pol-lonifera media o alta. L’ancoraggio è ot-timo e non necessita di sostegni.

Adattabilità all’ambiente: portinne-sto di elevato vigore leggermente infe-riore al franco da seme; piuttosto rusti-co e ben adattabile a differenti condi-zioni pedo-climatiche, risulta poco esi-gente dal punto di vista idrico e nutri-zionale. Può essere impiegato in diffe-renti suoli, anche di fertilità medio-scar-sa. Sopporta bene i terreni pesanti. Co-

me altri soggetti della stessa classe di vi-goria, si avvantaggia dell’irrigazione.

Caratteristiche indotte alle cultivar:l’affinità d’innesto è buona con le prin-cipali varietà. Riduce la vigoria del 10-20% rispetto al Franco, è molto simileper sviluppo al CAB 6P. Rispetto a que-sto ultimo, risulta più rapido nella messaa frutto e più produttivo. Ottima la qua-lità dei frutti ottenuta con questo sogget-to. Una buona tecnica colturale e un’a-deguata potatura in allevamento posso-no essere di aiuto per anticipare la mes-sa a frutto e conferire uno sviluppo rela-tivamente contenuto dell’albero.

Giudizio di insieme: portinnesto se-mi-vigoroso interessante per la sua ele-vata adattabilità e rusticità a differenticondizioni pedo-climatiche anche nonottimali per la costituzione di impiantispecializzati di media o medio-altadensità (500-800 alberi/ha). Interessantealternativa ai tradizionali portinnesti vi-gorosi, specie su terreni pesanti, per lemigliori performance produttive e le po-sitive influenze sulla qualità dei frutti.

Weiroot 13 ♣

Origine: selezione clonale condottasu una popolazione da seme di Prunuscerasus condotta a Weihenstephan (D).

Caratteristiche intrinseche: l’atti- tudi-ne rizogena è buona. Si propaga normal-mente in vitro. L’apparato radicale è di ti-po superficiale e fascicolato. Presentaun’elevata attività pollonifera. Induce allacv un habitus assurgente. L’ancoraggio èsoddisfacente e non necessita di sostegni.

Adattabilità all’ambiente: portinnestodi elevato vigore paragonabile a quellodel Maxma 14, è adattabile a differenticondizioni pedo-climatiche, poco esigen-te e piuttosto rustico. Può essere impiega-to con differenti suoli, anche di medio-scarsa fertilità, sciolti e ricchi di scheletro.Sopporta anche terreni pesanti. Parimentia portinnesti di simile o maggior vigore siavvantaggia dell’irrigazione ma è in gradodi sopportare momentanei stress idrici.

Caratteristiche indotte alle cultivar:l’affinità d’innesto è buona con le princi-pali cv. Presenta un comportamento mol-

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to omogeneo al variare dell’ambiente dicoltivazione dimostrando un’ottima adat-tabilità ambientale pedo-climatica e al va-riare delle tecnice di coltivazione. Presen-ta una vigoria del 75% rispetto al Franco,molto simile per sviluppo al Maxma 14,ma più rapido nella messa a frutto, piùproduttivo ed efficiente. Inoltre ha mostra-to sempre un’ottima pezzatura dei fruttisuperiore a quella del Franco e del Max-ma 14. È avvantaggiato da una buona tec-nica colturale e da un’adeguata potaturache favorisca una rapida messa a frutto euno sviluppo contenuto dell’albero comeper gli altri portinnesti di vigore elevato.

Giudizio di insieme: portinnesto vi-goroso interessante per la sua elevataadattabilità e rusticità a differenti condi-zioni pedo-climatiche anche non ottima-li per la costituzione di impianti specia-lizzati di media densità (500 piante etta-ro) che non necessitano di sostegni. Inte-ressante alternativa ai tradizionali portin-nesti vigorosi per le migliori performanceproduttive e qualitative dei frutti.

b) Portinnesti semi-nanizzanti

CAB 6P - Prunus cerasus

Si adatta a differenti tipi di terrenoanche in quelli compatti e pesanti; non

si adatta a suoli siccitosi e stanchi. Sen-sibile alla stanchezza del terreno. Pre-senta buona affinità con molte cultivardi ciliegio dolce. Molto pollonifero. Vi-goria inferiore al 30% rispetto al Fran-co; fioritura e maturazione dei frutticoincidenti al Franco. Non necessita disostegni. L’entrata in produzione, laproduttività e l’efficienza produttiva so-no migliori del Franco. Ottima la qua-lità e la pezzatura dei frutti.

Portinnesto seminanizzante, effi-ciente, impiegabile in terreni compattie pesanti, adatto per impianti irrigui damedie (500 piante /ha) a medio altedensità (fino a 800 piante/ha).

Ceravium® PHL A ♣

Origine: selezione clonale su ibridi diPrunus avium x di RBIP Holouvosy diHorice (Repubblica Ceca) su una popo-lazione di semenzali ottenuti dall’incro-cio tra un genotipo locale di ridotte di-mensioni e il Prunus cerasus cv Shatten-morelle. Ceravium® è un marchio com-merciale di proprietà della società fran-cese Star Fruits.

Caratteristiche intrinseche: soggettodotato di una discreta attitudine rizoge-na. Si moltiplica bene per micropropa-gazione e per talea semi-legnosa. In vi-

vaio presenta uno sviluppo medio-ele-vato. Fornisce elevate percentuali di at-tecchimento soprattutto con innestiestivi (a T e chip budding).

Adattabilità all’ambiente: necessita diterreni fertili, profondi e irrigui. Si adatta acondizioni strutturali di suolo anche di-verse, tollerando sufficientemente benel’asfissia radicale e moderati tenori di cal-care attivo. Non adatto a terreni siccitosi.Poco sensibile al tumore radicale (Agro-bacterium tumefaciens), al cancro batteri-co (Pseudomonas syringae). Suscettibilitàmedio-bassa al marciume radicale fibro-so (Armillaria mellea), al marciume delcolletto (Phytophthora cactorum), a verti-cillosi (Verticillium dahliae) e al marciu-me radicale lanoso (Rosellinia necatrix).Mediamente sensibile a cilindrosporiosi(Blumeriella jaapii). L’apparato radicale èdi tipo espanso e mediamente profondo.Attività pollonifera da media a scarsa. De-bole ancoraggio, necessita di tutori.

Comportamento delle piante innesta-te: in generale, l’affinità di innesto è risul-tata buona con numerose varietà (Burlat,Kordia, Lapins, Sam, Techlovan, Regina,Vanda). La vigoria indotta può variare dal60 al 70% rispetto al franco (Prunusavium). Le epoche di fioritura e di matu-razione risultano leggermente anticipaterispetto al franco. Induce una messa afrutto precoce e buoni livelli di fruttifica-zione; ottima l’efficienza produttiva. Laqualità dei frutti non risulta penalizzatarispetto al franco. Soggetto idoneo a ce-raseti specializzati su terreni fertili e irri-gui con densità di impianto medio-alte(600-800 alb./ha) o alte (1000 alb./ha).

Giudizio d’insieme: soggetto semi-nanizzante interessante per la preco-cità di messa a frutto e la buona e co-stante produttività. Ideale per cerasetispecializzati a densità di impianto me-dio-alte o alte in terreni profondi, fre-schi e irrigui.

MaxMa Delbard® 14 Brokforest* - Prunusmahaleb x Prunus avium

Si adatta bene ad un’ampia gamma disuoli, compresi quelli tendenzialmentepesanti e quelli con ridotto franco di colti-vazione e scheletrici. Molto tollerante aterreni calcarei e a situazioni di scarsa di-sponibilità idrica. Mediamente adatto asuoli di scarsa fertilità. Non adatto a terre-ni stanchi. Affinità di innesto buona. La vi-goria indotta è inferiore (-20-30%) rispettoal franco (Prunus avium). Non necessita disostegni. Rispetto al Franco induce una

FRUTTICOLTURA – Supplemento al n. 7/8 – 201040

SPECIALE PORTINNESTI

TAB. 2 - LISTE DEI PORTINNESTI CONSIGLIATI, PROMETTENTI E SCONSIGLIATI PER IL CILIEGIOConsigliati Promettenti Sconsigliati

VigorosiColt Adara Mazzard F12/1

Franco Avima® Argot MaxMa Delbard® 97 Brokgrowe

Magaleppo Pontaleb® Ferci

MaxMa Delbard® 60 Broksec

SL 64

Weiroot 10

Weiroot 13

Semi-nanizzanti

CAB 6P Gisela® 7 Camil® GM79

Ceravium® PHL A Gisela® 12

MaxMa Delbard® 14 Brokforest Victor

Pi-Ku 1

Nanizzanti

Gisela® 5 Gisela® 3 Damil® GM 61

Gisela® 6 PHL-C Gisela® 1

Weiroot 158 (*) Gisela® 4

Inmil® GM 9

Tabel® Edabriz

Weiroot 72

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FRUTTICOLTURA – Supplemento al n. 7/8 – 2010 41

più precoce messa a frutto e una miglioreproduttività ed efficienza. La pezzaturadei frutti è inferiore rispetto al Franco.

Soggetto clonale, di medio vigore,rustico, interessante come possibile al-ternativa al Magaleppo e al Franco conottima efficienza e idoneo a cerasetispecializzati, meglio se irrigui, con den-sità di impianto medie (500 alb./ha).

Piku 1 (clone 4,20*) ♣

Origine: incrocio tra brido di Pru-nus avium e l’ibrido Prunus cane-scens x Prunus tormentosa selezio-nato a Dresden Pillnitz (Germania).Brevetto U.E n° 10246 del 2002. Ti-tolare Consortium Deutscher Baum-schulen GmdH, Germania.

Caratteristiche intrinseche: l’atti- tu-dine rizogena è discreta. Si propagacon la micropropagazione e per talealegnosa. L’apparato radicale è di tipo fa-scicolato espanso, mediamente profon-do. L’attività pollonifera è pressoché as-sente. Induce alla cv un habitus espansoe favorisce un angolo di inserzione

aperto delle branche. L’ancoraggio èsoddisfacente ma necessita di sostegni.

Adattabilità all’ambiente: adattabile adifferenti condizioni pedo-climatiche, si-mile o forse addirittura migliore rispettoal Gisela 6 e molto meno esigente e piùrustico del Gisela 5. Può essere impiega-to con differenti suoli, anche di mediafertilità, sciolti e ricchi di scheletro e siadatta in ambienti caldi di pianura e a la-titudini più meridionali. Necessita dell’ir-rigazione anche se è in grado di soppor-tare momentanei stress idrici senza pena-lizzare la pezzatura dei frutti. Poco sensi-bile alle malattie fungine e batterichedell’apparato radicale, risulta tollerante aCytospora spp. e poco suscettibile allebasse temperature invernali.

Caratteristiche indotte alle cultivar:l’affinità d’innesto è buona con le princi-pali cv. Lo sviluppo del portinnesto è mol-to minore rispetto a quello del nesto sen-za evidenziare situazioni di disaffinità an-corché parziale. Presenta una certa varia-bilità dell’accrescimento vegetativo in re-lazione all’ambiente di coltivazione: lavigoria può variare tra il 40 e il 60% ri-

spetto al Franco ma in alcuni ambientifreschi di montagna lo sviluppo può esse-re di poco inferiore. In genere rispetto alGisela 6 ha una vigoria più contenuta del30% in piano che si dimezza in quota. In-duce una messa a frutto precoce ed èmolto produttivo ed efficiente, senza pe-nalizzare la pezzatura dei frutti. Prediligeanch’esso un’attenta tecnica colturalecon una potatura annuale energica per fa-vorire un equilibrato rinnovo vegetativo.

Giudizio di insieme: portinnesto in-teressante per la sua elevata adattabilitàe rusticità a differenti condizioni pedo-climatiche anche non ottimali per la co-stituzione di impianti specializzati ad al-ta densità (833-1250 piante ettaro). Divigore leggermente più contenuto delGisela 6, appare forse più rustico e par-ticolarmente efficiente e produttivo.

c) Portinnesti nanizzanti

Gisela® 5 (clone 148/2*) ♣

Origine: ibrido di Prunus cerasus (cv“Schattenmorelle”) x Prunus canescens

SPECIALE PORTINNESTI

Page 7: SPECIALE PORTINNESTI CILIEGIO portinnesti del... · lizzati di bassa (3-400/piante ad ettaro) e media (700 piante/ha) densita, ma anche nelle colline calcaree del Nord Italia. SL

selezionato presso l’Univer- sità Justus Lie-big a Giessen (Germania). Brevetto U.E n°1268 del 1996. Titolare Consortium Deut-scher Baumschulen GmdH, Germania.

Caratteristiche intrinseche: l’atti-tu-dine rizogena è media. Si propaga pre-feribilmente con la micropropagazio-ne. L’apparato radicale è espanso, dibuon sviluppo in relazione alla parteaerea. L’attività pollonifera è pressochéassente. Induce alla cv un habitusespanso. L’ancoraggio è soddisfacentema necessita di sostegni.

Adattabilità all’ambiente: prediligeclimi freschi ed anche freddi e terreni fer-tili ben irrigati e ben drenati. Il vigore el’efficienza dell’albero sono migliori a la-titudini settentrionali e in altitudine. Inpiano è consigliato solo in terreni moltofertili, freschi, preferibilmente vergini, co-stantemente irrigati tutto il tempo dell’an-no e preferibilmente fertirrigati. Rifugge iterreni pesanti. L’apparato radicale è sen-sibile al marciume radicale (Armillariamellea) e mediamente al colletto (Phy-tophthora cactorum). Poco sensibile altumore radicale (Agrobacterium tumefa-ciens), presenta elevata sensibilità al can-cro batterico (Pseudomonas syringae).

Caratteristiche indotte alle cultivar:l’affinità d’innesto è ottima con le princi-pali cv. Risulta affine con il ciliegio acido.A seconda dell’ambiente di coltivazione edella cv innestata presenta una vigoria va-

riabile tra il 20 e il 40% rispetto al Franco.Induce una messa a frutto molto precoceed abbondante che con gli anni può di-ventare eccessiva con riduzione del cali-bro dei frutti. Per tale motivo non è consi-gliabile l’impiego con le varietà ad elevatafertilità. In queste situazioni è più facileavere uno scarso rinnovo vegetativo e unprecoce invecchiamento dell’albero. Ne-cessita in tutte le situazioni di una potaturaannuale energica per favorire un adeguatoed equilibrato rinnovo vegetativo e per ot-tenere una buona pezzatura dei frutti.

Giudizio di insieme: portinnesto inte-ressante in condizioni pedo-climatiche edi tecniche colturali ottimali se impiega-to con varietà autosterili per la costituzio-ne di impianti fitti (1000-1666 piante et-taro). Si stanno pure sperimentando im-pianti con altissima densità di piantagio-ne (5000 piante/ha). La presenza di fatto-ri che favoriscono stress di vario genere –terreni, tecniche colturali ed irrigazionenon ottimali, varietà autofertili – favori-scono un eccessivo carico produttivocon inevitabile ridotta pezzatura dei frut-ti e rapido invecchiamento dell’albero.

Gisela® 6 (clone 148/1*) ♣

Origine: ibrido di Prunus cerasus (cv“Schattenmorelle”) x Prunus canescens se-lezionato presso l’Università Justus Liebig aGiessen (Germania). Brevetto U.E n°

FRUTTICOLTURA – Supplemento al n. 7/8 – 201042

SPECIALE PORTINNESTI

15835 del 2005. Titolare Consortium Deut-scher Baumschulen GmdH, Germania.

Caratteristiche intrinseche: l’atti- tudi-ne rizogena è discreta. Si propaga preferi-bilmente con la micropropagazione.L’apparato radicale è espanso, caratteriz-zato da radici di buon sviluppo L’attivitàpollonifera è pressoché assente. Inducealla cv un habitus espanso. L’ancoraggioè soddisfacente ma necessita di sostegni.

Adattabilità all’ambiente: è maggior-mente adattabile a differenti condizionipedo-climatiche risultando meno esi-gente e più rustico del Gisela 5. Rispettoa quest’ultimo può essere impiegato condifferenti suoli, anche di media fertilità emediamente clorosanti, purché irrigui,non argillosi ed in ambienti caldi di pia-nura e a latitudini più meridionali qualiquelle dei Paesi europei mediterranei.L’apparato radicale è sensibile al mar-ciume radicale (Armillaria mellea) e me-diamente al colletto (Phytophthora cac-torum). Poco sensibile al tumore radica-le (Agrobacterium tumefaciens) presen-ta elevata sensibilità al cancro batterico(Pseudomonas syringae).

Caratteristiche indotte alle cultivar:l’affinità d’innesto è buona con le princi-pali cv. Lo sviluppo del portinnesto è unpo’ inferiore a quello del nesto. A secon-da dell’ambiente di coltivazione e dellacv innestata presenta una vigoria variabi-le tra il 50 e il 70% rispetto al Franco. In-duce una messa a frutto precoce ed ab-bondante. Può essere impiegato anchecon varietà autofertili (Lapins, SweetHearth) e varietà autosterili di elevata fer-tilità (Giorgia) ma in questo caso è prefe-ribile un ambiente pedo-climatico otti-male per evitare una riduzione della pez-zatura dei frutti. Necessita in tutte le si-tuazioni di una attenta tecnica colturalecon adeguate concimazioni e una pota-tura annuale energica per favorire unequilibrato rinnovo vegetativo e per otte-nere una buona pezzatura dei frutti.

Giudizio di insieme: portinnesto inte-ressante per la sua elevata adattabilità adifferenti condizioni pedo-climatiche an-che non ottimali per la costituzione diimpianti specializzati ad alta densità(833-1250 piante ettaro). Impiegabile an-che con varietà autofertili ma in questocaso necessità di maggiori cure colturalied ambienti pedo-climatici ottimali al fi-ne di mantenere sempre elevate le carat-teristiche qualitative dei frutti. ■

Bibliografia disponibile presso gli autori

� Foto 4 - Abbondante fruttificazione indotta da Gisela 5 su Kordia (a sinistra) e Ferrovia (a destra)in impianti di ciliegio ad altissima densità (5000 alb./ha) alla V foglia. Azienda Beltrami, Ferrara.

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