Speciale Green Ecologia nl'orto incasa · Torraca:1200 anime in provincia di Salerno diventati i...

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Speciale Green Ecologia n l'orto in casa Collivarsi l'iasalata. Bere l'acqua del mbineHo. Usare detersivi senza conlezione. Per salvare il pianeta. E spendere poco DI STEFANO VERGINE

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Speciale Green Ecologia

n l'orto in casaCollivarsi l'iasalata. Bere l'acqua del mbineHo. Usare detersivisenza conlezione. Per salvare il pianeta. E spendere pocoDI STEFANO VERGINE

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BeviamoUll bicchiere d'acqua appena svegli. Già, mache acqua? Facciamo la doccia in un bagno ben pu-lito. Con quale detersivo? Poi la colazione, il tragit-to casa-lavoro, quello che indossiamo. Ogni volta,ogni nostro gesto, ogni nostro consumo ha una im-

pronta ecologica. Lascia un segno sul pianeta. E i super espertiche detteranno da Rio de ]aneiro la nuova road map per salva-re la Terra partiranno proprio da qui. Perché la rivoluzione ver-de inizia nel frigorifero di casa, nel sacco della spazzatura, nel-la lavatrice. E la buona notizia è che è una rivoluzione con unvantaggio non indifferente: ci fa risparmiare da subito qualchequattrino. Il risultato non sarà I utopia ecologista, ma scommet-

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tiamo che vivere eco fa bene a noi, non solo alla Terra.QUI CI VUOLE UNA FONTANELLAPartiamo dall'acqua. Agli italiani quella del rubinetto non pia-ce. Siamo primi in Europa per consumo di bottiglie di plastica,addirittura terzi al mondo dopo Arabia Saudita e Messico.«Una famiglia di tre persone che beve solo acqua in bottigliaspende in un anno almeno 280 euro», ha scritto Andrea Pog-gio nella sua guida "Con stile, cambio vita a Milano".

Ma il conto più salato riguarda l'ambiente. Ogni anno im-bottigliamo 12 miliardi di litri di acqua. Il problema è che laplastica è un derivato del petrolio, dunque inquina. E per tra-sportare le bottiglie dall'azienda produttrice al supermercato

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finale serve parecchio carburante, se è ve-ro che in media l'acqua percorre circamille chilometri prima di essere bevuta.Insomma, secondo i calcoli di AzzeroC02, una società specializzata in rispar-mio energetico, le bottiglie made in Italyemettono 5 milioni di tonnellate di bios-sido di carboni o all'anno. È la stessaquantità prodotta da una centrale a car-bone di medie dimensioni. Che fare? Lesoluzioni sono due. Una, facilissima, è be-re acqua del rubinetto. Le ricerche dico-no che quella italiana è mediamente sicu-ra, a volta anche più salutare di quella inbottiglia. Ma, è vero, non lo è ovunque:l'Istituto superiore per la protezione e la

. ricerca ambientale (Ispra) nel 2009 ri-scontrò che nel 36,6 per cento dei cam-pioni raccolti l'acqua era contaminata dapesticidi in quantità superiori ai limiti dilegge. Chi non si fida del rubinetto haun'altra via: le case dell'acqua, evoluzio-ne delle antiche fontanelle dove un tem-po si andavano a riempire i secchi. Oggici si mette in fila con le bottiglie, quasisempre in vetro, garantendosi un triplovantaggio: inquinare meno, bere sano, ri-sparrniare soldi. Le casette sono dotate diun sistema di filtraggio che mantiene invariate le proprietà 0[-

ganolettiche dell'acqua, offerta sia con che senza le bollicine.IL tutto senza dover spendere un euro. Solo in alcuni casi lagassata si paga: cinque centesimi a bottiglia, almeno quattrovolte meno rispetto al supermercato. Risultato? A gennaio diquest'anno, secondo Federutility, disseminate per lo Stivalec'erano 355 casette, un centinaio in più rispetto al semestreprecedente. E ogni mese ne sorgono di nuove. Insomma, se lemoderne fontanelle diventeranno una presenza fissa in ognicomune italiano, è probabile che le piazze torneranno ad es-sere più frequentate dei centri commerciali.CONTADINO SULLO SCAFFALEI dati di Confagricoltura dicono che nel 2011, mentre la spesaalimentare degli italiani calava, una nicchia andava in contro-tendenza: quella della cosiddetta spesa alternativa. Il numerodi persone che ha scelto di acquistare direttamente dai produt-tori, recandosi alla fonte o al mercato agricolo, è cresciuto del53 per cento, raggiungendo quota 9 milioni di utenti. Ma il ve-ro boom è quello dei gruppi d'acquisto solidale (gas) che in treanni sono addirittura triplicati, arrivando a quota 800 su tut-ta la Penisola. Il sistema organizzativo dei gas è semplice. Inve-ce di fare la spesa singolarmente, un gruppo di famiglie si uni-sce per ottenere prezzi migliori. Ci si mette d'accordo con ivi-cini di casa, i parenti, i colleghi di lavoro. E si fa la spesa insie-me. Insomma, direbbero i tecnici, si sfrutta il principio delleeconomie di scala. A differenza di Groupon o società del gene-re, alla questione finanziaria i gas aggiungono esigenze mora-li: non inquinare, mangiare sano, rispettare i lavoratori, soste-nere le produzioni locali. L'obiettivo è scavalcare la grande ~

IL MAGAZZINO DIUN'AZIENDA DI ACQUEMINERALI A SINISTRA:

ERMETE REALACCI.NELL'ALTRA PAGINA: UN

ORTO URBANO A MILANO

J:llaUa che cambiaLa strada per battere la crisi? Una propostala fa Ermete Realacci, parlamentaree presidente di Symbola la Fondazione perle Qualità italiane. E la racconta, propriopartendo da una ricerca di Symbola nel suo"Green Italy' (Chiarelettere, pp. 336, eurof.5). Storie di un'alleanza tra imprese e comunità, traambiente e nuovi modi di vivere. Il filo rosso è la qualità,la ricerca e la conoscenza per creare nei prossimi anni oltre1 milione di posti di lavoro. Ecco il caso emblematico delsettore enotogico: produciamo oggi il 40 per cento in menodel vino rispetto a 30 anni fa, ma il valore dell'export èquintuplicato. Un successo che in Sicilia ha, per esempio,il nome dell'azienda vitivinicola Donnafugata che producel'energia necessaria dal sole e sfrutta la vendemmia notturnaper conservare intatto il sapore delle uve e ridurre del 70 percento i costi. L'unione fa la forza in Toscana dove le impreseconciarie della provincia di Firenzee Pisa hanno dato vita alConsorzio vera pelle italiana conciata al vegetale, con lo scopodi realizzare prodotti non inquinanti. E ancora nella vicinaModena, dove Polis Manifatture Ceramiche riutilizza materialidi scarto come il vetro per creare la piastrella ecologica.Imprese private ma anche Comuni all'avanguardia comeTorraca: 1200 anime in provincia di Salerno diventati i primi almondo ad aver convertito tutta la pubblica illuminazione a Led,dispositivi di illuminazione che hanno consentito di realizzarerisparmio energetico e riduzione dell'inquinamento luminosodel 90 per cento. E sempre in tema luce&ambiente ci sonoi fari che illuminano Buenos Aires, Barcellona, Venezia: un'ideatutta italiana targata Umpi per la gestione dell'illuminazionein tempo reale con tagli significativi della manutenzionee della bolletta elettrica. lungomare, un emiciclo di cementoda 90 mila metri cubi (senza) vista mare.

Michele Sasso

7 giugno 20121 ~ L133

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Speciale Green

ROBOT PER TAGLIARE IL PRATO. A LATO: SERRA CONL'INSALATA COLTIVATA DA UN GAS A LUSIA, ROVIGO.NELL'ALTRA PAGINA: LUNGOMARE DI BARCELLONA

distribuzione. Così facendo si eliminanointermediari economici, si conosce la fon-te del cibo, si abbatte l'inquinamento degliimballaggi e del trasporto della merce, siconoscono persone.

In teoria, se da fenomeno minoritario igas prendessero il posto dei supermercati,le città del futuro avrebbero bisogno dimeno spazio per i camion e più per campi da coltivare e alleva-re. Anche perché, in parallelo, c'è un altro fenomeno in nettaespansione. È quello degli orti in città. Che piacciono moltoagli italiani. Lo ha fotografato il secondo rapporto sull'hobbyfarming redatto da Nomisma. Secondo la società di ricerca,nella Penisola ci sono 2,7 milioni di abitanti che si dedicano aquesta attività, oltre il 5 per cento della popolazione maggio-renne. Sono per lo più pensionati che coltivano l'orticello di ca-sa, ma da qualche tempo stanno aumentano i casi di terreni de-maniali inutilizzati e riconvertiti all'agricoltura dal Comunecittadino. È il caso di tanti paesini di provincia ma anche digrandi città come Torino, dove in alcuni vecchi quartieri dor-mitorio sono stati creati spazi per coltivare, oppure. Napoli, do-

Quel caffè è intelligenteCome si vive ecocompatibile

Ma non si può parlare di ecollving senzaparlare di edilizia. E non è un caso cheuno del temi portanti di Sale 2012, lafiera delle costruzioni (a Bologna dal 18al 21 ottobre), sarà dedicato proprio al"Green habltat", Il risparmio energetlcoe la riquallficazione degli edifici. Unobiettivo concreto raggiunto già dadiverse realtà In Italia. Eccone alcune.IlDOTTORE È GREEN.L'Azienda Sanitariadi Rimini, cinque ospedali per 1.200 postiletto, ha installato caldaie acondensazione, pannelli fotovoltaici,impianti di cogenerazione, cassettedei wc a doppio pulsante, motori elettrici.Tecnologie note agli addetti al settore,

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ve in qualche caso oltre a insalata, cavoli e finocchi si coltivaanche la vite e gli alberi da frutta. Perché tornare alla terra? Perconsumare prodotti più sani e genuini, dice la ricerca di Nomi-sma. Per soddisfare il desiderio di una vita più verde senza per-dere le comodità moderne, anche le grandi aziende si stannoadattando. Il gruppo Husqvarna, maggiore produttore mon-diale di articoli motorizzati per le attività all'aperto, sta lan-ciando per esempio sul mercato italiano il primo robot per ta-gliare il prato. La macchina sminuzza l'erba e la deposita sulfondo utilizzandola come fertilizzante naturale.SPESA ALLA SPINAPure i commercianti di professione stanno correndo ai ripari persoddisfare lenuove richieste del mercato. I prodotti biologici so-

a cui però l'azienda pubblica ha volutoaggiungere qualcosa di più: insegnare ai 4mila dipendenti come usare l'energia inmodo più efficiente. Il piano integrato,costato 7 milioni di euro, in due anni hapermesso di risparmiare 18 mila metricubi d'acqua, un milione di metri cubi digas, 4.800 megawatt ora di energia.A SCUOlA COl. SENSORE. Alla scuolaprimaria Rigotti di Malo, nel vicentino, con10 mila euro di investimento, sono statipiazzati 30 sensori che misuranotemperatura, luminosità, umidità e C02.Quando il termometro in classe sale piùdel previsto, su un tablet a disposizionedegli alunni appare una faccina triste.

Così si punta a ridurre di un terzo le speseper il consumo di energia.TAZZI.NEE NUVOlE. A Torino sono iniziati ilavori per il nuovo centro direzionale dellaLavazza, dove si concentreranno gli ufficiora sparpagliati in varie zone della città.Chiamato "la Nuvola" per via della suaforma, l'edificio sarà uno dei cinque inItalia dotato della certificazione Leed, il piùprestìgloso riconoscimento internazionaleper edifici green. Schermature dellefacciate per stare al fresco, sfruttamentodella luce naturale per risparmiareelettricità, recupero dell'acqua piovana,pannelli fotovoltaici, pompe di calore peril condizionamento invernale ed estivo.

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no ormai una realtà consolidata: la nuova tendenza si chiamaspesa alla spina. Consiste nel vendere prodotti senza confezione.Seguendo l'esempio di alcuni negozi, grandi catene commercia-li come Auchan, Coop, Crai, Smau e Carrefour hanno installa-to distributori automatici da cui l'utente attinge per riempire ilrecipiente portato da casa. I primi esperimenti sono iniziati coni detersivi, seguiti da latte, vino, pasta e riso. Potenzialmente sipotrebbe fare per centinaia di prodotti, e infatti cercando benesi trovano negozi sparpagliati per la Penisola che vendono allaspina legumi, frutta secca, caramelle, caffè, spezie varie, ciocco-lata, persino il cibo per gatti e camoAnche in questo caso il van-taggio vale per l'ambiente e il portafoglio.

Per rendersi conto del primo aspetto basta pensare a quantiimballaggi, spesso di materiali diversi tra loro e quindi più com-plicati da ricidare, avvolgono i nostri prodotti. Un normale de-tersivo si trova all'interno di una bottiglia di plastica imprezio-sita da un'etichetta di carta che, per essere smaltita al meglio,dovrebbe essere staccata, magari usando il vapore per non la-sciare tracce sulla bottiglia, e gettata separatamente dal restodella confezione. Di esempi del genere inogni casa ce ne sonoparecchi. Il latte, ad esempio, inscatolato nel tetrapak e chiusoda un tappo in plastica. Il riso messo sottovuoto nella busta diplastica, a sua volta infilata in una scatola di cartone. Peggioancora, i salumi o la verdura confezionata in vaschette: perchéquello che ci appare come una semplice confezione di plastica,in realtà spesso è un insieme di strati di diverso tipo, ognunopensato per una diversa funzione, ma al contempo molto dif-ficili da ricidare. Spiega Gianluca Bertazzoli di Corepla, ilCon-sorzio nazionale per la raccolta, il ricidaggio ed il recupero deirifiuti di imballaggi in plastica: «Se esdudiamo i Paesi scan-dinavi e la Germania, in Europa non possiamo lamentarci.Nel 2011 abbiamo aumentato del 7 per cento la raccolta edel 9 per cento il ricido di plastica. Certo, ci sono ancoraparecchi imballaggi non pensati per essere ricidati, ma ilconsumatore ormai è attento a questi aspetti e le aziendestanno capendo che è importante investi-re in un imballaggio sostenibile».

Secondo l'Ispra ogni anno produciamo12 mila tonnellate di imballaggi da spe a,equivalenti a un cassonetto da 210 chilo-grammi per ogni italiano. E solo la metàdi tutto questo viene effettivamente rici-dato. Si dirà che in tempi di crisi econo-mica l'ambiente può passare in secondopiano rispetto al portafoglio. Ma secon-do una ricerca pubblicata un anno fa daFederconsumatori, comprando alla spinasi risparmiano pure dei soldi: 840 euro al-l'anno, per la precisione. Il detersivo perfare il bucato, per esempio, costa media-mente 1,35 euro al litro, contro i 2,06 del-lo stesso prodotto confezionato. Signifi-ca spendere circa il 30 per cento in meno.Va così anche per pasta, riso e ammorbi-denti. Per il latte, il prodotto preferito traquelli alla spina, il risparmio arriva finoal 50 per cento. _

Barcellona è in fuga, ma il gruppone delle italiane è semprepiù numeroso. Nella corsa al bike sharing, il servizio dibiciclette pubbliche, il capoluogo catalano sembra inarrivabilecon i suoi 6 mila mezzi, un terzo in più rispetto a quelli che sicontano nella nostra Penisola. L'abitudine di affidarsi alle dueruote comunali sta però prendendo piede anche da noi. Daun'indagine pubblicata a fine febbraio da Eco-Logica, societàpuglìese di ingegneria e consulenza ambientale, emerge infattiche sono sempre di più le città italiane dove si possono ,-'trovare i parcheggi delle bici pubbliche. E non solo nel Nord:la prossima new entry sarà Palermo, dove entro l'estatedovrebbero arrivare duecento biciclette. Resta da capire selo sviluppo continuerà nonostante la crisi economica. Il bikesharing permette di non inquinare, ma non è certo gratuito peri Comuni, già alle prese con pesanti tagli al bilancio. Eccoperché tra gli addetti ai lavori si discute di quale sia latecnologia migliore. Meccanica o elettronica? Nel primo casol'utilizzatore compra una chiave che inserita nel posteggiolibera la bici e lo identifica. Il secondo si basa invece su unascheda magnetica che, avvicinata al display del parcheggio,mette a disposizione una bici. Il sistema meccanico ha ilvantaggio di essere più economico per l'utente, di avere costidi installazione e manutenzione minori per il Comune e di nonrichiedere energia. Di contro è più scomodo, visto che graziealla scheda è ad esempio possibile riconsegnare il mezzoin qualsiasi posteggio della città; inoltre, essendo spessogratuito per i cittadini, non garantisce alcun ritorno economicodiretto per il Comune. In Italia, dove il maggior numero dibiciclette è controllato elettronicamente, si spartiscono ilmercato due aziende: la ravennate C'entro in bici, che proponeil sistema meccanico, e la piemontese Bicincittà, specializzatanella tecnologia elettronica. Solo il Comune di Milano hadeciso di affidarsi a un altro nome, quello dell'americanaClear Channel, lo stesso scelto da Barcellona. S. V.

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