SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La...

23
SPARTACUS, IL GLADIATORE

Transcript of SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La...

Page 1: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

SpartacuS, il gladiatore

Page 2: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e
Page 3: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

ben kane

SpartacuS, il gladiatore

Traduzione di Paolo Falcone

Page 4: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

titolo originale: Spartacus: The Gladiator copyright © ben kane 2012 First published by preface, an imprint of the random House group

limited, london

Questo romanzo è un’opera di fantasia. personaggi e situazioni sono invenzioni dell’autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione e sono quindi utilizzati in modo fittizio. Qualsiasi analogia con fatti, eventi, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.

redazione: Edistudio, Milano

i edizione 2013

iSbn 978-88-566-3112-8

© 2013 - ediZioni pieMMe Spa, Milano www.edizpiemme.it

anno 2013-2014-2015 - edizione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Stampato presso elcograF S.p.a. - Stabilimento di cles (tn)

Page 5: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

La Repubblica di Roma nel i secolo a.C.

A L P E S

Ap

pe

nn

i ni

Ma r e H

a dr i a t i c u m

M a r e T y r r h e n u m

M a r e I o n i u m

M A R E I N T E R N U M

A F R I C A200 miglia150100500

0 100 200 300 km

SARDINIA

CORSICA

SICILIA

I tA L I A

Gallia Cisalpina

Mutina

Pisae

Roma

Capua Venusia

Metapontum

thurii

RhegiumMessana

Brundisium

Pompeii

Via Appia

Padus

Etruria

piC

Enu

m

i l l yr

i a

latium samnium

Campania

luCania

Via Appia

Via Annia

tarentum

Page 6: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

Campania e Lucania

P i c e n t i n i Mo n t e s

Cam

pus Atinas

M a r e T y r r h e n u m

Via Appia

Via Annia

Capua

Neapolis

Nola

Vesuvius

Abella

NuceriaPompeii

Salernum

Paestum

Forum Annii

Venusia

Silarus

Tanager

40 miglia0 10 20

40

30

0 60 km20

Page 7: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e
Page 8: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

9

capitolo i

Tracia sud-occidentale, autunno del 74 a.C.

Quando il villaggio apparve sulla cima di una collina lontana, il pellegrino si sentì riempire di gioia. il viaggio dalla bitinia era stato lungo e faticoso. i piedi erano coperti di vesciche, i muscoli delle gambe gli dolevano e la schiena soffriva sotto il peso della cotta di maglia. Mentre il vento gelido gli sferzava le orecchie, l’uomo si maledì per non aver acquistato un berretto imbottito nel villaggio in cui si era imbattuto due giorni prima. al tipico alopekis tra-cio in pelle di volpe di solito preferiva una fodera di feltro e, se necessario, un elmo di bronzo. Ma con quel freddo, forse un indumento caldo sarebbe stato più indicato di un copricapo militare. per gli dèi, non vedeva l’ora di dor-mire sotto un tetto, lontano dagli elementi. il viaggio dal campo romano dove era stato congedato era durato più di sei settimane, e l’inverno era alle porte. avrebbe dovuto impiegarci meno della metà del tempo, ma il suo cavallo si era azzoppato appena due giorni dopo la partenza, e da allora non aveva più potuto montarlo. per non peggiorare la ferita, adesso l’animale si limitava a trasportare lo scudo e l’equipaggiamento del padrone.

«Se fossi stato un qualsiasi altro cavallo, ti avrei sacri-ficato agli dèi da tempo» disse, strattonando la corda le-gata al muso dello stallone bianco. «Ma in questi ultimi anni mi hai servito fedelmente, vero?» Sorrise quando l’animale nitrì. «no, le mele sono finite, ma presto potrai

Page 9: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

10

consumare un pasto come si deve. Siamo quasi a casa, grazie a Heron.»

casa. Stentava ancora a crederci. Quale significato aveva quella parola dopo tutto quel tempo? la gioia più grande sarebbe stata rivedere suo padre, anche se ormai invec-chiato. il pellegrino era stato via per quasi un decennio. in questo periodo si era battuto per roma, una potenza che tutti i traci odiavano, ma che in molti servivano. lui lo aveva fatto per una buona ragione. Apprendere le loro tecniche militari in modo che un giorno possa servirmene per combatterli. L’idea di mio padre non era malvagia. pren-dere ordini da quegli stessi soldati che in passato aveva combattuto – soldati che forse avevano ucciso il fratello e di certo avevano conquistato la sua terra – era stata l’espe-rienza più ardua della sua vita. Ma ne era valsa la pena. aveva appreso una miriade di informazioni da quei figli di cagna: come i legionari venissero addestrati senza pietà fino a combattere come un uomo solo, come fossero in grado di tenere testa al nemico anche nelle situazioni più estreme, quanto fosse importante obbedire agli ordini, anche nel pieno di una battaglia. Disciplina, pensò. disci-plina e organizzazione erano elementi di vitale importanza.

non hai lasciato il tuo villaggio solo per questo, ag-giunse la sua parte bellicosa. dopo l’ultima sconfitta su-bita da parte delle legioni, la tua tribù era finita in ginoc-chio. non avresti avuto più la possibilità di combattere nessuno, tanto meno roma. Sei un guerriero, un seguace del dio cavaliere. ami la guerra. il sangue. la morte. i romani ti hanno dato l’opportunità di partecipare a cam-pagne interminabili. nonostante quanto hanno fatto alla tua gente, batterti al loro fianco ti inebriava.

Ma ne avevo fin sopra i capelli di quella vita. È giunta l’ora di trovare una donna e mettere su famiglia. Sorrise. un tempo simili pensieri lo avrebbero nauseato. adesso, invece, ne era attratto. durante il periodo trascorso nelle

Page 10: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

11

legioni, aveva visto cose che avrebbero fatto sbiancare i capelli a un uomo. Vi aveva fatto il callo – nell’agone della battaglia si era comportato più o meno allo stesso modo dei compagni – ma non aveva mai saccheggiato campi e villaggi indifesi, né si era mai macchiato dello stupro di donne e dell’assassinio di bambini.

«pianificare l’attacco a roma mi terrà impegnato per un po’. Verrà ancora il tempo per combattere» disse allo stallone. «nel frattempo, cercherò una brava donna trace con cui mettere al mondo un mucchio di marmocchi.»

il cavallo, che ancora sperava di ottenere qualcosa da mettere sotto i denti, gli diede una musata sul gomito.

«Se vuoi dell’orzo, aumenta l’andatura» disse l’uomo con un grugnito affettuoso. «non mi fermerò a due passi dal villaggio per riempirti la sacchetta.»

alcune pietre rotolarono giù da uno dei pendii che fian-cheggiavano il brullo sentiero. Si maledì per aver abbas-sato la guardia. Solo perché quel giorno non aveva incon-trato nessuno, non significava che fosse al sicuro. eppure gli dèi gli avevano sorriso sin dalla bitinia. era un periodo dell’anno in cui la maggior parte dei traci evitava il clima freddo per oliare e conservare le armi in attesa delle cam-pagne successive. per un viaggiatore solitario, era il mo-mento migliore per spostarsi.

Fino a ora sono riuscito a evitare i banditi, ma questi sono maledettamente vicini al mio villaggio. Speriamo almeno che non siano troppi. Fingendo di sgranchirsi le braccia e il collo, lanciò una rapida occhiata ai suoi fianchi. tre uo-mini, forse quattro, lo stavano osservando dai loro nascon-digli in cima ai pendii rocciosi. da buoni traci, sembra-vano armati di giavellotto. l’ex legionario guardò l’elmo di bronzo stagnato sulla groppa dello stallone, e decise di lasciarlo dov’era: pochi peltasti erano in grado di centrare un bersaglio alla testa. Quanto allo scudo, be’, avrebbe potuto impugnarlo mentre i primi giavellotti erano an-

Page 11: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

12

cora in volo. Se fosse stato colpito, quasi certamente la cotta di maglia lo avrebbe protetto. provare a slacciare la fedele lancia avrebbe richiesto troppo tempo, e quindi si sarebbe battuto con la sica, la lama ricurva trace che por-tava appesa alla cintura dorata. credeva di avere buone possibilità di farcela. Sempre che i briganti non siano tira-tori esperti. Grande Heron, dammi la forza per battermi.

«Vi ho visti» tuonò. «potete anche uscire allo scoperto.»uno scroscio di risate roche si levò nell’aria. a circa

trenta passi di distanza, uno dei banditi si alzò in piedi. occhi spietati su un volto sottile e solcato di cicatrici scru-tarono il viandante. una folata di vento gli aprì il mantello di lana, rivelando una tunica lisa che gli arrivava alle co-sce. Sulla testa era appollaiato un lurido berretto in pelle di volpe. il bandito aveva gambe magre, e gli alti stivali in pelle di vitello avevano visto giorni migliori. nella mano sinistra stringeva un pelte – il tipico scudo a mezzaluna dei traci – e un giavellotto; nella destra, un secondo gia-vellotto leggero.

il pellegrino notò che l’uomo era sprovvisto di arma-tura e, oltre ai due giavellotti, aveva solo un pugnale in-filato nella cintura. Quasi certamente i suoi compari non disponevano di armi più letali.

«gran bel cavallo» disse il brigante. «peccato sia zoppo.»

«proprio così. altrimenti voi luridi maiali avreste visto solo una nuvola di polvere.»

«e invece sei appiedato, e solo» sogghignò un’altra voce.il secondo uomo, più anziano del precedente, aveva il

viso segnato e capelli grigi; nel suo sguardo cupo ardeva una rabbia feroce. anche i suoi indumenti di canapa erano laceri, e lo scudo rotondo, per quanto modesto, era di buona fattura. il giavellotto nel pugno destro aveva l’aria di aver ucciso più volte. era l’avversario più pericoloso. il capo. «immagino vogliate lo stallone» disse il pellegrino.

Page 12: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

13

«ah!» un terzo uomo si tirò su. era il più grosso dei tre, con braccia e gambe possenti. al posto dei giavellotti aveva un grosso pelte e una mazza spaventosa. «Vogliamo tutto. il cavallo, l’equipaggiamento e le armi. e denaro, se ne hai.»

«prenderemo anche il tuo cibo!» il quarto bandito era magro come un chiodo, con guance infossate e una car-nagione giallastra e malaticcia. aveva tre lance leggere, ma nessuno scudo.

«e se vi accontentassi, mi lascerete andare?» il respiro del soldato si condensava nell’aria fredda.

«certo» promise il primo uomo. il suo sguardo fermo e letale e le risate beffarde degli amici lo sbugiardarono.

il pellegrino non si prese la briga di rispondere. Si girò di scatto, mormorando al cavallo di non muoversi. Quando fece scivolare una mano dietro il grosso scudo circolare, liberandolo dal laccetto che lo teneva alla sella, sentì un giavellotto sfrecciargli sopra la testa. un secondo andò a conficcarsi tra gli zoccoli del cavallo, che si mise a saltel-lare avanti e indietro. «buono» gli ordinò. «non è la prima volta che ti trovi in una situazione simile.» tranquillizzato dalla voce del padrone, l’animale si placò.

«eagro, idiota, fermati!» tuonò il capo. «Se colpisci l’animale, ti sbudello con le mie mani!»

Bene, niente più giavellotti. Lo stallone è troppo pre-zioso. l’ex legionario si voltò con lo scudo sollevato ed estrasse la sica. «Se volete farmi la pelle, dovrete venire quaggiù» ghignò.

«come vuoi» ruggì il primo uomo. Frenando la discesa con i talloni, i quattro banditi scesero a valle. Quando il cavallo si accorse che il trace pelle e ossa si era spostato alle spalle del suo padrone, mostrò i denti e lanciò un ni-trito di sfida.

raggiunto il sentiero, i tre confabularono per qualche istante.

Page 13: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

14

«allora?» li irrise il pellegrino.«Figlio di cagna» ringhiò il capo. «Vedremo se farai

ancora lo sbruffone quando ti avrò strappato le palle e te le avrò infilate in gola.»

«almeno io posso dire di averle. a differenza di voi cani.»la rabbia distorse i lineamenti del colosso che, bran-

dendo il pelte e il bastone, caricò urlando a pieni polmoni.l’ex legionario fece due passi in avanti e spostò la gamba

sinistra dietro lo scudo, preparandosi all’impatto. Quindi rafforzò la presa sulla sica. Devo agire in fretta, prima che attacchino anche gli altri.

per sua fortuna, oltre che avventato il bestione era anche maldestro. dopo essersi scagliato con lo scudo su quello dell’avversario, provò a sferrargli un colpo tremendo al capo. il viandante barcollò leggermente all’indietro, spostò la testa di lato per evitare l’attacco e, con un fendente late-rale, gli recise il tendine del ginocchio sinistro. il bandito si accasciò al suolo lanciando un urlo lacerante, ma ebbe la prontezza di sollevare il pelte. il pellegrino lo spazzò via con lo scudo e affondò la lama nel collo. l’uomo morì strozzandosi col proprio sangue.

il soldato liberò la spada con uno strattone e scaraventò il cadavere a terra con un calcio. «chi è il prossimo?»

il capo sibilò un ordine al bandito scheletrico prima di separarsi dal compare col berretto. Spostandosi come granchi, i due si posizionarono ai fianchi del rivale.

lo stallone lanciò un altro nitrito di sfida e si impennò sulle zampe posteriori. il pellegrino fece un passo in avanti per non intralciarlo, e un istante dopo udì un urlo stroz-zato, il tump sordo provocato dall’impatto degli zoccoli sulle ossa e, infine, il suono di un corpo che cadeva a terra. «il mio cavallo sarà anche azzoppato, ma ha ancora grinta da vendere» disse con calma. «Sbaglio o il cervello del vo-stro amico adesso sta decorando la strada?»

i due banditi rimasti si scambiarono un’occhiata scioc-

Page 14: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

15

cata. «non pensare neppure di dartela a gambe!» lo mise in guardia il capo. «eagro era il figlio di mia sorella. Ven-dicherò la sua morte.»

il viaggiatore abbassò appena lo scudo, esponendo il collo. Vediamo se ci casca qualcuno.

il trace con il berretto in pelle di volpe serrò la mascella. «al diavolo il cavallo» disse, scagliando il giavellotto.

il pellegrino non si scansò, limitandosi a sollevare lo scudo. la punta affilata di metallo penetrò negli strati sovrapposti di legno e cuoio e fuoriuscì di un paio di dita dall’altra parte. Scagliò lo scudo ormai inutile contro l’av-versario, che si scansò per evitarlo, e un istante dopo gli fu addosso. il bandito tentò invano di infilzarlo con il se-condo giavellotto.

approfittando dello slancio, l’ex soldato gli sferrò un sinistro al volto e quindi affondò la sica tra il collo e il busto. perdendo sangue a fiotti, con un’espressione leg-germente sorpresa sul volto, il trace cadde a terra su un fianco. pulsando a tempo con il debole battito del cuore, un flusso cremisi si riversò dallo squarcio. Ne manca uno, il più pericoloso.

Si voltò di scatto, sapendo che il bandito superstite lo avrebbe attaccato alle spalle. Quella decisione gli salvò la vita: il giavellotto scheggiò gli anelli della cotta di maglia e proseguì la sua corsa nel vuoto. Sbilanciato dall’affondo, il trace fu colpito al volto da un potente manrovescio e rovinò a terra, perdendo l’arma.

l’uomo fissò il viaggiatore con il terrore negli occhi. «Ho una moglie. una famiglia da sfamare» balbettò.

«avresti dovuto pensarci prima di tendermi un agguato» fu la rabbiosa risposta.

il bandito strillò quando la sica gli trapassò la pancia, riducendo a brandelli le budella. Singhiozzando per il dolore, attese il colpo di grazia. Ma non arrivò. rimase a terra, inerme, perdendo e riacquistando i sensi.

Page 15: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

16

Qualche istante dopo aprì gli occhi. il suo carnefice lo stava osservando con aria impassibile. «non lasciarmi mo-rire» supplicò. «neppure kotys sarebbe capace di tanto.»

«kotys?» non ottenendo alcuna risposta, il soldato gli sferrò un calcio. «Volevi strapparmi le palle e farmele mangiare, ricordi?»

l’uomo deglutì con forza. «ti prego.»«Molto bene.» il soldato sollevò la sica.«per gli dèi, dimmi almeno chi sei.»«Solo un viaggiatore stanco con un cavallo zoppo.»Quando la spada affondò nella carne, il bandito sgranò

gli occhi per l’ultima volta.

arianna si raccolse i capelli all’indietro e appuntò un paio di spille d’osso nelle lunghe trecce corvine. Seduta su uno sgabello a tre piedi davanti a un basso tavolo di legno, direzionò lo specchio di bronzo in modo da catturare la luce pallida che filtrava dalla porta aperta della capanna. lo specchio rosso e oro era il suo unico bene di lusso, e se ne serviva di tanto in tanto per ricordare a se stessa chi era. come quel giorno. per la maggior parte degli abitanti dell’insediamento non era una donna, una conoscente o un’amica, ma una sacerdotessa di dioniso, e come tale veniva venerata. il più delle volte arianna era felice del suo prestigio. dopo la rigida educazione ricevuta, la po-sizione che aveva raggiunto aveva superato ogni più rosea aspettativa. Ma questo non voleva dire che non avesse esi-genze e desideri. Che c’è di male a bramare un uomo? Un marito? contrasse le labbra. al momento, l’unico uomo ad aver mostrato interesse nei suoi confronti era kotys, il re dei Medi. il suo interessamento aveva però tagliato fuori qualsiasi altro spasimante. chiunque osasse ostaco-lare kotys veniva ammazzato, o almeno queste erano le voci che circolavano. non che prima di lui ci fossero stati pretendenti, rifletté amaramente la donna. uomini suffi-

Page 16: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

17

cientemente coraggiosi da corteggiare una sacerdotessa erano merce rara.

Sebbene arianna non gradisse gli apprezzamenti licen-ziosi di kotys, non poteva respingerli. il re non aveva an-cora tentato un approccio esplicito, ma lei era certa che fosse per via della venerazione di cui godeva… e del ser-pente velenoso che teneva nella cesta ai piedi del letto. la sua situazione era complicata dal fatto che non poteva abbandonare il villaggio, dove era stata inviata dagli alti sacerdoti di cabilia, l’unica città della tracia, a diverse mi-gliaia di miglia a nord-est. a meno di circostanze straordi-narie, quell’incarico l’avrebbe impegnata per tutta la vita. Se fosse tornata a cabilia, con ogni probabilità sarebbe finita a sbrigare mansioni umili nel tempio principale per il resto dei suoi giorni.

non poteva neppure tornare dalla sua famiglia. arianna amava la madre, e pregava per lei ogni giorno, ma pro-vava odio e disgusto per il padre, che per tutta l’infanzia le aveva inflitto punizioni corporali, umiliazioni e ben di peggio. l’uomo, un guerriero della tribù degli odrisi, la disprezzava perché al suo posto avrebbe desiderato un fi-glio maschio. per anni, l’unico modo per sfuggire a quelle sofferenze era stato pregare dioniso, il dio dell’estasi e della liberazione dei sensi. la donna riusciva a raggiungere la pace interiore solo quando comunicava con lui. ancora oggi, era convinta che dioniso l’avesse aiutata a soppor-tare gli infiniti maltrattamenti.

l’idea di scappare dal padre non le aveva mai sfiorato la mente, dal momento che non aveva alcun posto dove andare. poi, il giorno del suo tredicesimo compleanno, le cose erano cambiate. la madre oppressa aveva convinto il marito a lasciare che arianna entrasse nel tempio dio-nisiaco di cabilia, nella speranza che diventasse sacerdo-tessa. la sua determinazione aveva colpito i sacerdoti, che le avevano permesso di restare. a distanza di più di un de-

Page 17: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

18

cennio, arianna non aveva ancora alcun desiderio di tor-nare a casa. a meno che, ovviamente, non avesse deciso di uccidere il padre. Ma si sarebbe trattato di un’azione insensata. Sebbene il titolo di sacerdotessa le garantisse privilegi preclusi a una donna comune, una parricida po-teva andare incontro a un solo destino.

no, avrebbe resistito alle attenzioni di kotys – Dioniso, fa’ che il sovrano incontri al più presto una donna avve-nente – e si sarebbe stabilita in quel villaggio. erano tra-scorsi solo sei mesi da quando era arrivata nel maggiore insediamento dei Medi. Sollevò il mento. c’era un’altra opzione, ovviamente. Se kotys fosse stato deposto, un re migliore avrebbe potuto sostituirlo sul trono. Si trovava in quella regione da abbastanza tempo da aver capito che il suo governo era causa di malcontento. Quasi nessuno sentiva la mancanza di reso, il vecchio re, e di suo figlio andrisco, mentre Sitalce, il nobile che avrebbe potuto so-stituirli, aveva goduto di grande popolarità. Facendo molta attenzione a non farsi sentire dalle guardie del corpo di kotys, molti guerrieri parlavano nostalgicamente di Si-talce e dei suoi due figli, uno dei quali era stato ammaz-zato in battaglia dai romani; l’altro si era arruolato tra le file dei conquistatori come mercenario, e non aveva mai più fatto ritorno.

Se solo qualcuno decidesse di approfittare della rabbia re-pressa nei confronti di Kotys. una battaglia breve e intensa e quel bastardo sarebbe sparito per sempre. non per la prima volta, arianna maledì il fatto di essere nata donna. Nessuno mi seguirebbe. osservò attentamente il riflesso nello specchio di bronzo. un viso a forma di cuore, con un naso dritto e zigomi alti, incorniciato da lunghi riccioli neri. un mento risoluto. pelle bianca e vellutata, per nulla adatta al sole cocente che ogni estate infuocava la tracia. una spirale di puntini tatuata su entrambi gli avambracci. Spalle esili ma robuste. un seno acerbo. Cosa ci trova in

Page 18: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

19

me Kotys? Non sono una donna bella. Affascinante, forse, ma non bella. come sempre, la solita risposta si fece strada nella sua testa. Gli piace il mio spirito libero e lo vuole per sé. Si trattava di quella stessa fierezza che più di una volta l’aveva cacciata nei guai nel tempio di cabilia, e che l’aveva aiutata a diventare sacerdotessa prima di quanto chiunque avesse potuto prevedere. arianna teneva in gran conto la sua natura turbolenta. grazie a essa, infatti, riusciva a rag-giungere facilmente la frenesia estatica e a entrare in con-tatto con dioniso per apprenderne i voleri. Il mio spirito non appartiene ad alcun uomo, ma solo al dio.

Si alzò dallo sgabello e raggiunse il semplice giaciglio – uno spesso strato di paglia avvolto da una coperta – in un angolo della capanna. tutti nel villaggio avevano un letto simile: i traci erano noti per la loro austerità, e lei non faceva eccezione. dopo aver indossato il mantello di lana rosso scuro, un indumento che, oltre a proteggerla dal freddo della sera, ne contraddistingueva il rango, prese la cesta di vimini e vi posò sopra un orecchio. com’era prevedibile, non udì alcun suono. il serpente non amava il clima autunnale, ed era già tanto se arianna riusciva a ridestarlo dal torpore e ad avvolgerselo intorno al collo prima di eseguire un rito al tempio. Fortunatamente, quella semplice cerimonia era sufficiente a infondere soggezione nelle menti degli abitanti del villaggio. per arianna, tut-tavia, il serpente non era che uno strumento utile a man-tenere l’aura di mistero che la circondava. lo rispettava – anzi, un po’ lo temeva – ma a cabilia le avevano inse-gnato a controllarlo.

uscì con la cesta sotto un braccio. come molte altre capanne nell’insediamento, anche la sua era stata realiz-zata stendendo uno strato di fango su una struttura di rami intrecciati. il tetto a due falde era coperto di paglia e fango, con un’apertura a un’estremità per la fuoriuscita del fumo. alle spalle della capanna si ergeva parte del ter-

Page 19: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

20

rapieno che circondava il quartier generale di kotys. era un sistema difensivo interno alle mura che sottolineava la posizione elevata del re e lo proteggeva da eventuali tra-ditori nel villaggio. Su ciascun fianco del quartier generale c’erano altre capanne, ognuna con un pezzo di terra re-cintato all’interno del quale pascolava il bestiame del pro-prietario. le abitazioni sorgevano lungo i sentieri tortuosi che, come i cumuli di escrementi e le montagne di rifiuti, si erano formati nel corso di secoli. arianna era grata che la sua capanna si trovasse a una distanza ragionevole da una di quelle pile necessarie ma nauseabonde.

la donna imboccò il sentiero che portava al centro dell’insediamento, rispondendo con un sorriso grave o un cenno della testa ai saluti deferenti della gente. donne con poppanti al seno e anziani l’avvicinavano in cerca di benedizioni e consigli, ma tutti, a eccezione dei guerrieri più coraggiosi, tendevano a evitarne lo sguardo. i bambini si dividevano in due gruppi: quelli che erano terrorizzati da lei e quelli che le chiedevano di vedere il serpente. il primo gruppo era molto più nutrito del secondo. nulla o quasi riusciva a mitigare la sua solitudine. arianna allon-tanò con decisione quei pensieri tristi. dioniso le avrebbe mandato un uomo, se questo era il suo volere. in caso con-trario, lei avrebbe continuato a servirlo fedelmente, come aveva giurato durante l’iniziazione.

la folla davanti a lei si aprì, rivelando un gruppo di guerrieri in eleganti uniformi. arianna sentì un tuffo al cuore. non fu solo la superbia dei loro modi a farle ca-pire chi erano. le tuniche rosse a manica lunga con strisce verticali bianche, gli elaborati elmi di bronzo e i gambali di argento intarsiato erano una prova evidente della loro levatura e importanza. così come i giavellotti di ottima fattura, i kopis e i lunghi pugnali ricurvi. arianna mimò con le labbra una imprecazione. a giudicare dal numero delle guardie del corpo, kotys non poteva essere lontano.

Page 20: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

21

Si voltò alla sua sinistra per salutare una anziana il cui ma-rito aveva da poco curato. un torrente di lodi a dioniso le inondò le orecchie. Sorridendo, si avvicinò alla capanna della donna, dando la schiena al sentiero. con un po’ di fortuna, i guerrieri non l’avrebbero vista. Forse non sta-vano neppure cercando lei.

«Sacerdotessa!» chiamò una guardia.arianna imprecò tra sé, senza voltarsi. Ma quando sentì

pronunciare di nuovo il suo nome, la guardia era ormai alle sue spalle.

«Sacerdotessa.»

il pellegrino non si attardò sulla scena dell’imboscata. i banditi non avevano nulla che valesse la pena prendere, si limitò a pulire la sica e liberare lo scudo dal giavellotto nemico prima di legarlo alla sacca sul dorso del cavallo. abbandonando i cadaveri là dove erano caduti, riprese il cammino verso il villaggio. a quella velocità, sarebbe stato fortunato se lo avesse raggiunto prima di notte, una even-tualità su cui preferiva non soffermarsi. banchi di nuvole giallastre annunciavano infatti una nevicata imminente. Ma la buona sorte era dalla sua. l’uomo non sapeva se fosse per la scarica di adrenalina provocata dalla battaglia, o per un intervento di Heron, ma adesso l’andatura dello stallone sembrava più spedita nonostante la zampa ferita. percorse un buon tratto di strada, e avvistò l’insediamento quando cominciavano a cadere i primi fiocchi di neve.

l’ex legionario alzò la testa quando udì un forte belato. aiutato da un paio di cani, un ragazzo stava spostando un gregge di pecore e capre in cima a uno dei pendii. «non siamo gli unici a cercare un riparo» disse al cavallo. Si fermò, dando al pastorello lo spazio sufficiente per far scendere le bestie provate sul sentiero roccioso. «il tempo volge al peggio. Saggia decisione tornare a casa adesso» disse con tono amichevole.

Page 21: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

22

il ragazzo sembrava non avere alcuna intenzione di scendere a valle. «chi sei?» chiese con sospetto.

«Mi chiamo peiros» mentì. anche se ormai si trovava a casa, ancora non se la sentiva di rivelare la sua vera identità.

«Mai sentito nominare. Quando ho lasciato il villag-gio, probabilmente strisciavi ancora su una pelle d’orso ai piedi di tua madre.»

la diffidenza abbandonò in parte gli occhi del pastore. «può darsi.» condusse le ultime pecore e capre sulla strada urlando forte e sbracciandosi. i cani correvano su e giù, accertandosi che nessuna bestia restasse indietro. il pellegrino rimase a osservare la scena, e quando l’in-tero gregge fu sceso a valle, si incamminò insieme al gio-vane pastore. Chissà che non scopra qualcosa. «come sta reso?» chiese.

«reso? il vecchio re?»«Sì.»«Sono quattro anni che è morto. Se l’è portato via una

malattia.»«dunque sul trono siede suo figlio andrisco.»il ragazzo gli lanciò un’occhiata sprezzante. «allora è

vero che manchi da tempo. anche andrisco è morto.» Si guardò cautamente intorno prima di bisbigliare: «am-mazzato, come Sitalce». notò il lampo di orrore negli oc-chi dell’uomo. «lo so, è terribile. Mio padre dice che un giorno kotys verrà punito da Heron, ma per adesso dob-biamo conviverci.»

«È stato kotys a uccidere Sitalce?»«Sì» rispose il pastorello sputando.«e adesso è lui il re?»«Sì.»«capisco.»Scese il silenzio, che il ragazzo non osò rompere. non

lo avrebbe mai ammesso, ma il cupo pellegrino lo spaven-tava. un istante dopo, l’uomo si fermò. «tu prosegui pure»

Page 22: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

23

disse, indicando il cavallo con un cenno del capo. «Ha una zampa ferita, deve riposare. ci rivedremo al villaggio.»

annuendo con sollievo, il ragazzo spronò il gregge ad aumentare l’andatura. il pellegrino attese che si fosse al-lontanato a sufficienza prima di chiudere gli occhi. il senso di colpa lo stava torturando. Se fossi rimasto, le cose sa-rebbero potute andare diversamente… O forse avrebbero ammazzato anche me. Mio padre ha fatto bene a mandarmi via. in qualche modo, sapeva che neppure Sitalce avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi. ciò nonostante, non poteva negare che il suo assassinio lo rattristava. ripensò al padre così come lo aveva visto l’ultima volta: forte, fiero, robusto. Riposa in pace. la sua morte era già un brutto colpo per lui, ma se era stato davvero ammazzato, difficil-mente al villaggio lo avrebbero accolto a braccia aperte. Fare marcia indietro, però, non era un’opzione. doveva vendicare il padre, era una questione di onore. inoltre, dove avrebbe potuto andare? arruolarsi di nuovo nelle legioni era fuori discussione. no, doveva tornare a casa, quale che fosse l’accoglienza che gli avrebbero riservato. Non discuto la tua volontà, Grande Cavaliere. Ma ti chiedo di proteggermi, come hai sempre fatto, e di aiutarmi a uc-cidere l’assassino di mio padre. non lo avrebbe fermato il fatto che questi era un re.

«andiamo» disse al cavallo. «troviamo una stalla e qualcosa da mangiare.»

arianna si voltò lentamente. «polles, quale sorpresa.» non tentò neppure di nascondere la freddezza nella voce. polles era la migliore guardia del corpo di kotys, ma an-che un uomo arrogante e prepotente che abusava della sua autorità.

«il re desidera parlarti» disse il soldato strascicando le parole.

nonostante l’apparente cortesia, si trattava di un ordine.

Page 23: SpartacuS, il gladiatoreapi2.edizpiemme.it/uploads/2014/02/9788856631128-spartacus-estr… · La Repubblica di Roma nel i secolo a.C. A L P ES i m M a r e Ty r r h e n u m M a r e

24

Come osa? arianna si costrinse a mantenere un’espressione calma. «Ma se abbiamo parlato solo ieri!»

le labbra sottili di polles formarono un sorriso bef-fardo. ogni cosa in lui, dalla bellezza dei lineamenti ai lunghi capelli neri e ai muscoli oliati, sapeva di arroganza. «ciò nonostante, desidera ancora… il piacere della tua compagnia.»

arianna si accorse della pausa breve ma intenzionale e, a giudicare dai risolini che si levarono tra gli altri guerrieri, non era l’unica ad averla notata. Siete dei luridi bastardi, pensò. Come il vostro padrone. «Quando?»

«che domande, adesso» rispose l’uomo con tono sor-preso.

«dov’è il re?»polles indicò qualcosa alle sue spalle. «nell’arena al

centro del villaggio.»Dove tutti potranno vederci. «Sarò lì tra un istante.»«kotys vuole che ti accompagniamo da lui. ora.»«capisco, ma adesso sono impegnata.» arianna indicò

l’anziana donna. «Vedi?»il volto di polles avvampò per l’irritazione. «io…»«il volere del re è più importante dell’operato di dio-

niso?» chiese sollevando il coperchio della cesta.«no, certo che no.»«bene.» arianna gli diede le spalle.Mormorii rabbiosi si levarono dietro di lei. «non lo

so cosa racconterete al re. ditegli che non siamo riusciti a trovarla. ditegli che è impegnata in un rito. inventatevi qualcosa!» sbottò polles. Quando alcune guardie si al-lontanarono a passo svelto, arianna si concesse un mezzo sorriso. Ma la conversazione con la donna si esaurì presto. la presenza dei soldati armati a pochi passi di distanza avrebbe intimidito chiunque. dopo aver mormorato una benedizione alla vecchia, arianna si voltò verso polles. «Sono pronta.»