Sotto Il Segno Di Cagliostro

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  • 7/28/2019 Sotto Il Segno Di Cagliostro

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    Sotto il segno di CagliostroNell'affrontare la vita, la via iniziatica, la missione esoterica delconte di Cagliostro, bene premettere qualcosa di molto preciso:egli non fu un uomo dell'Illuminismo e del razionalismo, fu un

    maestro della Tradizione, della conoscenza segreta, della Gnosi.Si pone sulla scia della grande stagione medievale, come Paracelso,Agrippa, Faust, solo per fare alcuni nomi. Affonda le radicinell'antico Egitto, sino al punto di chiamare "egiziano" il ritomassonico da lui fondato e presieduto, come Gran Cofto. Anche sela sua figura viene accostata alla rivoluzione francese, non feceparte di quel mondo antitradizionale e controiniziatico: col suoagire, ma soprattutto per il sistema insostenibile di un tempo cheandava spegnendosi sul piano politico, contribu al crollo di un

    mondo ormai inaccettabile. Ma che non aveva nulla a che spartirecon la Tradizione, l'esoterismo, la verit segreta.Mentre agiva Cagliostro, altre grandi personalit erano sulla scena:il medico Anton Mesmer, col suo magnetismo animale, che non eraaltro che la neurologia scoperta e applicata da un genio; il conte diSaint-Germain, l'immortale, che fu amico di Maria Antonietta etent di salvarla, sino all'ultimo momento, anche quando era giprigioniera nella torre del Tempio. Avrebbe dovuto essere morto, einvece era ancora vivo, tanto che fu visto in diversi luoghi, sempregiovane, sempre uguale, anche decenni dopo; il filosofo occultoLouis-Claude de Saint-Martin e fondatore del Martinismo.Gli orpelli e i vizi di certe societ iniziatiche e, come vedremo, dellamassoneria, spinsero il grande iniziato a ritirarsi da tutte le societesoteriche, che secondo lui avevano perso la via iniziatica, a partele strette, occultissime osservanze dei Templari e dei Rosacroce,per iniziare un solitario cammino sulla via secca, o eroica, che loavrebbe poi portato ad avere nuovi discepoli, a penetrare a fondonel mondo della Gnosi, arrivando sino ai nostri tempi. Nel mio libro"Le profezie di Papa Giovanni", (Edizioni Mediterranee, 1976)pubblico qualcosa di illuminante, che lega questi personaggisingolari e unici. l'ormai famosa "tavola dei tre maestri", redatta a Parigi da Louis-Claude de Saint-Martin, dal conte di Saint-Germain e da Cagliostro,che per questo si erano incontrati nel laboratorio alchemico del"maestro sconosciuto". Sui significati di questo testo si discute damolti anni e le sue interpretazioni sono diverse. Si tratta comunquedi un documento che porta a un ritorno alla Tradizione da parte deimassimi possessori della "conoscenza" sul "piano sottile". I puntiniche precedono e seguono il testo sono "colpi di batteria" a scopoevocativo e di unione delle forze benefiche, soprattutto coi "maestri

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    nella polvere chi non era stato degno del trono e dell'altare e deirelativi doveri, i massimi esoteristi ritennero giusto trovarsi esancire una "tavola" che ribadisse il valore tradizionale dellaconoscenza esoterica, che doveva restare immutata nel solco della

    Tradizione. Una testimonianza di verit in un mondo, quellodell'occulto, ormai fatto di menzogne, di caricature, di riti e simboli,di esoterismo che non era pi tale, di ordini improvvisati, diprofanizzazione, per moda, per noia, per ambizioni spessoinconfessabili e pi spesso ancora per superficialit, di cose

    esteriori ma prive di contenuti reali, che si erano perduti. Ed ecco lavolont di fermare, da parte dei tre grandi iniziati, i punti chiave diuna conoscenza che non doveva essere n profanata n perduta.Dopo la firma di Saint-Martin, ci sono sei punti: il doppio triangolo,con tre punti in basso e tre in alto, del martinismo, qui messi informa di "batteria". In quanto al S.I.I., significa Superiore IncognitoIniziatore, il massimo grado nel martinismo, che ha s i suoiconventi e le sue logge, ma ha soprattutto "maestri liberi iniziatori",che possono iniziare chiunque ne ritengano degno e pronto sul"piano sottile".I S.I.I. hanno una discendenza diretta, di maestro in maestro, con ilfondatore. Il rituale di iniziazione molto affascinante e prevedeche l'adepto firmi il giuramento, che poi verr bruciatodall'iniziatore, perch il legame nel martinismo quello del cuore,non della parola profana. lo stesso concetto che esige che i grandimaestri templari siano analfabeti. Come lo era Jacques de Molay,l'ultimo gran maestro "palese", arso sull'isolotto degli Ebrei, aParigi. Analfabeti in quanto incontaminati dal pensiero contorto edeviante del mondo profano, dalla sua cultura che deve nonimparentarsi con quella iniziatica. Del resto anche il Cristo e ilProfeta Maometto erano analfabeti.Il Profeta aveva steso al sole una pelle di cammello, quando i raggisolari, fortificati dalla volont dell'Altissimo, incisero su quella pelle iprimi versi di uno dei libri pi grandi di ogni tempo, il Corano.E nel Cristianesimo, quanti mistici e santi parlavano la loro lingua, oaddirittura il loro dialetto, a stranieri venuti da ogni dove, eppure sifacevano capire, ottenevano conversioni, confessioni, testimonianzedi verit? Uno dei tanti doni dello Spirito Santo.

    Tornando alla "tavola", la sigla G.C., dopo il nome di Cagliostro,significa Gran Cofto, ci che era nella massoneria di rito egiziano.

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    Per il conte di Saint Germain, R.C. significa Rosa Croce, com'facilmente intuibile. Leggiamola, dunque, la "tavola dei tre maestri",che si pone sulla scia della Tavola di Smeraldo di Hermes

    Trismegistus.

    "Essi non capivano quelle parole. Eranotanto oscure per essi che non ne afferravanoil senso, ma temevano di interrogarlo suquesto punto."(Luca, 9,45)

    ...................................Per colui che non si deve nominarePace. Pace nel triangolo nella piramide nei tre punti cheabbiamo conosciuto, riconosciuto, rivelato. (Rivelare significasvelare, ma anche rimettere il velo, n.d.a.).La pace delle fiamme dei maestri passati nei tre colori sacri.Ci riconosciamo nel rosso del sacrificio che cementa ilmatrimonio del bianco e del nero, che nessuno sapr maiseparare sino alla fine dei tempi nascosti nei templi. Sonoaperte le ali del pellicano.Squarciato il petto, dai nostri maestri a noi, ai discepoli.A coloro che chiameremo maestri.Ai fratelli.Oggi la rosa fiorir sulla croce.H.M.T.Liberi i fratelli, liberi i maestri nel disegno che continua.Liberi nella spada, nella maschera, nella mano.Quando fu chiesto distruggete venne conservato. Ma i figlidella discendenza dell'aquila e del serpente, della freccia e delserpente, sapranno riconoscersi fuori delle celle.Oggi escono e si trovano sulla strada con la carne viva deimaestri passati. E uniti sono luce.Il Tempio stato distrutto, perch immortale. Non aveva tetto,oggi non ha pareti. lo stesso della tavola del sole.Ovunque il Tempio e i nostri passi saranno sempre pileggeri. Scegliete il tempo e l'uomo. Scegliete l'uomo. Eimponete per la forza che possedete. Conoscete il gesto e la

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    parola. Siate liberi, come liberi furono i maestri.E solo sul silenzio costruite la Parola.Cercatela in voi. Sia sempre la stessa dell'operazione del sole.Nel grande Tempio rinato rinasce il Tempio del momento

    quando vi incontrate. E mai spezzate la catena. Noi vi siamotestimoni.H.M.T.Spendetevi e vi arricchirete.Lasciate profonde orme sul vostro cammino, sempre da sud anord, come il vento vuole. E non vi volgete.E queste sono le quattro parti del mondo.La prima luce.La catena di luce.

    La luce nel pugno.La prima luce che donerete.Siate liberi nel farlo. Ascoltate la chiamata di chi vuole. Siateliberi di scegliere. E del giuramento fate fuoco per la libert diessere.H.M.T.Cercate i sepolcri. Non li ebbero i nostri maestri, non li avremonoi, voi non li avrete. Essi vivono, cercateli.Per colui che non si deve nominare.

    ...(firme autografe)LOUIS-CLAAUDE DE SAINT-MARTIN S.I.I. (......)LE COMTE DE SAINT-GERMAIN R + CLE COMTE DE CAGLIOSTRO G.C.

    Uno dei punti chiave di questo libro la distinzione, ben chiarae inequivocabile tra le persone del palermitano GiuseppeBalsamo e del conte Alessandro di Cagliostro, di origineportoghese.

    La confusione tra i due personaggi fu voluta dai nemici diCagliostro, tanto che nel famoso processo, ai testimoni venivapresentato Balsamo, e le accuse riguardavano poi Cagliostro.

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    Balsamo fu pagato per recitare, con sua moglie, il ruolo diCagliostro, in un'epoca dove non c'erano i mass-media e dovequesti giochetti si potevano anche fare. Ma Cagliostro disse eripet sempre: "lo non sono Balsamo".

    In diritto stabilito che una verit tale fino a quando non sidimostra il contrario. E nessuno ha mai dimostrato cheBalsamo e Cagliostro fossero la stessa persona, come ci hannovoluto far credere i gesuiti e il "Compendio", il testo fasulloredatto da monsignor Barbri, o il falso atto di morte redatto inSan Leo.Ma se Cagliostro una vittima, lo anche Giuseppe Balsamo.Costretto a essere Cagliostro, entr veramente nella parte,tanto che, entrato in un paese dove quasi tutti erano morti per

    epidemia, si disse Cagliostro e voleva curare i moribondi, coscome Cagliostro aveva guarito, in una sola mattina, tutti imalati del lazzaretto di Strasburgo. Fu sua moglie a riportarloalla ragione, a farlo desistere, sino al punto di trascinarlo via.L'invenzione dell'identit stessa tra Cagliostro e Balsamo,trasse molti in inganno. Tra essi, Giacomo Casanova, checonobbe Balsamo e Lorenza, e credette fossero, comedicevano, Cagliostro e la sua pupilla. Anche il grande Goethecadde nell'inganno, durante il suo famoso "Viaggio in Italia". APalermo, si finse un ricco nobile inglese che voleva conoscere,pagando in monete d'oro, i parenti di Balsamo per scoprire sesi trattava veramente di Cagliostro.I parenti di Balsamo, pur di incassare, dissero, millantando,che il loro Giuseppe Balsamo era veramente Cagliostro e se neattribuirono meriti e fama. L'inganno inquisitoriale fu dunquefacile a diffondersi. Ma lo stesso Giuseppe Balsamo, quando fuimprigionato in Castel Sant'Angelo con la promessa dellalibert per lui e la moglie, se avesse continuato a fingersiCagliostro anche durante il processo, ebbe una reazione dura,di grande dignit.Quando cap che per lui era finita e che si voleva uccidereCagliostro scambiandolo con Balsamo, disse che era infameche lui, seppur prezzolato e costretto, si fosse spacciato perCagliostro. Ma era ancora pi infame, disse, che Cagliostrodiventasse Giuseppe Balsamo. Ormai non serviva pi, e venneassassinato.Col duplice nome di Cagliostro e Balsamo, il maestrosconosciuto venne rinchiuso a vita nel forte di San Leo diMontefeltro. Prima nella cella del "tesoro", dalla quale riusc auscire e venne fermato prima che l'evasione si completasse,

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    poi murato vivo in una cella con una piccola apertura dall'alto,una finestrella con tre grate sull'abisso, una feritoia attraversola quale veniva torturato a colpi di lancia pi volte al giorno,non potendosi muovere molto, perch aveva un piede

    incatenato alla parete.A parte l'affaire della collana e il relativo processo, nel qualeCagliostro ridicolizz Maria Antonietta, fu assolto e acclamatodal popolo, quali sono le vere ragioni dell'odio della delfina, poiregina, nei confronti di Cagliostro? Al punto che, uscito dallaBastiglia, Cagliostro venne esiliato in poche ore, dopo che laregina convinse Luigi XVI che la troppa popolarit di Cagliostropoteva scatenare la folla contro di lui e la monarchia.Maria Antonietta, venendo dall'Austria in carrozza per

    raggiungere il delfino a Parigi, si ripeteva, come le era statoprofetizzato dai suoi occultisti di fiducia, che il suo destino diregina sarebbe dipeso dal primo uomo che avesse incontratoentrando in terra di Francia. E quell'uomo fu Cagliostro. Ilquale si trovava ospite del castello di Maison Rouge,decadente e impoverito, a causa della decadenza dellafamiglia. Cagliostro disse ai presenti che sarebbe venuta ladelfina e che dovevano ospitarla.

    Terrorizzati per la miseria che non consentiva di accogliere uns alto personaggio, il cavaliere di Maison Rouge e i membridella sua famiglia furono tranquillizzati da Cagliostro che, conuno dei suoi prodigi, trasform piatti e candelabri, posate etovaglie, arazzi e dipinti, nel meglio che ci potesse essere:servizi d'oro, coppe con gemme. Un'illusione, disse Cagliostro,sino a quando la delfina non se ne sarebbe andata. Un modoper aiutare i suoi amici a far bella figura. Trasform i loro abiti,le livree dei loro servi, le carrozze, tutto nel lusso pi sfrenato.Arrivata a Maison Rouge, Maria Antonietta venne accolta daCagliostro, all'ingresso: il primo uomo che incontrava sullaterra di Francia, quello legato al suo destino. Venne accoltacon ogni onore e, dopo le libagioni, quando seppe che l'uomotanto misterioso e impenetrabile era il famoso Cagliostro, notoanche presso la corte austriaca dalla quale veniva, glidomand di dirle il proprio destino. Cagliostro chiese diesserne dispensato, ma la delfina insistette, arrivando, conarroganza, a ordinarglielo. Allora Cagliostro la condussedinanzi a uno specchio nero e la invit a guardarvi dentro.Maria Antonietta vide la ghigliottina che le mozzava la testa.Furente, se ne and. E a Maison Rouge tutto torn comeCagliostro l'aveva trovato.

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    Vi fu poi l'affaire della collana, di cui nel libro si parla neidettagli, e ancora una volta vi fu uno scontro diretto tra MariaAntonietta e Cagliostro, con quest'ultimo vincitore. Prima, unadama di corte aveva riferito alla regina, incinta, che Cagliostro

    aveva detto che il figlio sarebbe stato un maschio e avrebbeavuto il titolo classico di duca di Normandia, ma che la Francianon avrebbe mai conosciuto un Luigi XVII.Facendosi informare dalle sue spie, la regina seppe doveCagliostro e Serafina tenevano una riunione della massoneriadi rito egiziano, ed entr nel tempio, affrontandoviolentemente Cagliostro, che era in piedi all'oriente. Disse chesuo figlio sarebbe stato re e che lei avrebbe lottato con tutte lesue forze, per questo. Ma Cagliostro ribad che un Luigi XVII

    non ci sarebbe mai stato e che Maria Antonietta, sdentata ecoi capelli bianchi, invecchiata anzitempo, non avrebbe potutodifendere nemmeno se stessa dalla furia del popolo. La reginase ne and giurando di distruggere Cagliostro. E fece poi ditutto, tramite il libellista Morande a Londra, l'esilio forzato,l'alleanza con gli altri nemici di Cagliostro. Gi era riuscita afarlo imprigionare alla Bastiglia, nel corso dell'affaire dellacollana.Quando ne usc, Cagliostro disse al governatore che il popoloavrebbe fatto della Bastiglia un pubblico passeggio. Ilgovernatore rise: nessun esercito aveva mai preso la Bastiglia.Sorrise anche Cagliostro, invitando il governatore a nonconfondere gli eserciti coi popoli.Interessanti sono anche i rapporti con papa Clemente XIII, cheebbe come confidente Cagliostro, che aveva libero accessonelle sue stanze. Il Papa voleva conoscere a fondo i "segreti" diCagliostro e teneva in gran conto i suoi consigli anche sullevicende della Chiesa.Clemente XIII venne assassinato per aver sciolto la Compagniadi Ges. Nel frattempo Cagliostro si incontrava in segreto con ilcardinale Braschi, che non voleva si sapesse dei loro rapporti.Il cardinale era molto malato e quando chiese a Cagliostro diguarirlo, quest'ultimo gli diede delle monete d'oro. Cos facevacon i poveri, spieg il taumaturgo: non solo guariva, madistribuiva oro a chi ne aveva bisogno. Infatti Cagliostro statoaccusato di tutto, ma non di aver mai preso un centesimo,come guarito re o alchimista. Nessuno lo accus mai dispeculare; anzi, ci si domandava come mai fosse tanto ricco daelargire oro a chi ne aveva bisogno e da dove venisse tantafortuna. Si disse che fabbricasse l'oro nell'atanr dei suoi

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    laboratori alchemici, che fosse una spia straniera, stessaaccusa lanciata al conte di Saint-Germain, che fosse addiritturaun emissario dei suoi pi spietati avversari, i gesuiti.Cagliostro era arrivato a Roma e introdotto presso alti

    personaggi e il Papa stesso, con lettere del gran maestrodell'ordine di Malta, Immanuel Pinto de Fonseca. La sua famadi guaritore e benefattore si sparse ben presto. Cagliostroguar il cardinale Braschi, ma provvisoriamente: tenne la suasalute nel proprio pugno e ne fece uso, come vedremo inseguito. Dopo la morte, anche questa misteriosa - si pensa peravvelenamento - anche di Clemente XIV, divenne papa proprioil cardinale Braschi, col nome di Pio VI. Era stato sostenuto inconclave, presso i cardinali, dalla potenza e dal denaro dei

    gesuiti. Ma, prima di eleggerlo, i padri conciliari pretesero chegiurasse dinanzi al crocefisso di non riabilitare mai laCompagnia di Ges, seguendo cos la politica dei suoipredecessori. Il cardinale lo fece e non trad la promessa. Ma,nella gestione del potere ecclesiastico e politico, si affiancsempre di gesuiti, che praticamente lo controllavano.Pio VI fu un nemico implacabile di Cagliostro e seppe tessere latela per screditarlo, poi per arrestarlo e condannarlo. Nonriusc per a ucciderlo, anche se la condanna a morte era statasancita dalla Santa Inquisizione. Ogni volta che si accingeva afirmare la condanna, veniva preso da una crisi del suo male,che glielo impediva. Sapeva di essere "prigioniero" diCagliostro. Il quale agiva su di lui a distanza, anche quando eramurato vivo nel carcere di San Leo. Lo faceva ammalare e loguariva a distanza. E, per ottenere la libert, volle dimostrarecosa sapeva fare, per lui. Per ben due volte, dalla cella doveera murato vivo, Cagliostro inform per tempo il governatoredella fortezza di tentativi per assassinare il papa. E tutte e duele volte gli attentatori vennero fermati in tempo, grazie alleindicazioni di Cagliostro. Tra gli altri, una ragazza travestita dapaggio che, con un pugnale nascosto sotto un cuscino, arriv apochi passi dalla persona del papa. Seguendo l'avvertimento diCagliostro l'attentato fu sventato.In Vaticano c'era il terrore che Cagliostro potesse fuggire,nonostante fosse murato vivo e incatenato alla parete. E Pio VItemeva quel personaggio, che aveva tanta influenza su di lui.Sapeva dei suoi rapporti con Clemente XIII e vedeva che anchenel mondo ecclesiastico le sue idee facevano strada, in modosconcertante. Prima che venisse arrestato e processato il GranCofto, un suo grande amico e sostenitore, il grande

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    elemosiniere di Francia, principe cardinale di Rohan, avevascritto a Pio VI, inviandogli il rituale della massoneria di ritoegiziano di Cagliostro, chiedendo che la Chiesa lo riconoscessecome documento ufficiale e desse all'ordine un riconoscimento

    di istituto laico approvato dalla Chiesa.Questo fatto mand su tutte le furie Pio VI. Il quale disse cheCagliostro e i suoi seguaci, con quel rituale e quell'ordine,volevano riabilitare i templari, volevano instaurareufficialmente l'eresia nel mondo cattolico. Se anche cardinalidell'importanza di Rohan credevano a queste cose, il pericoloper la Chiesa, pensava il Papa, era enorme. Per questobisognava stroncare Cagliostro, distruggerlo, per far piazzapulita delle sue eresie e della sua influenza sia sui re e i

    principi della Chiesa, sia sul popolo.Quando Cagliostro venne condannato, infatti, il suo rituale, glialtri documenti e i simboli del suo rito vennero pubblicamentebruciati a Roma, in piazza della Minerva. Era tanta la pauraecclesiale di Cagliostro e dei suoi seguaci che, dopo lacondanna, tramutata in carcere a vita, dovette esseretrasferito nel carcere nella fortezza papalina di San Leo diMontefeltro e furono prese misure incredibili. I gendarmipontifici, travestiti, stavano nascosti in un bivacco durante ilgiorno, in numero spropositato, tenendo guardato a vistaCagliostro, che era anche incatenato. Marciavano a tappeforzate solo di notte.La paura era dovuta anche a numerosi manifesti apparsi suimuri di Roma che dicevano: "Un'altra ingiustiziadell'Inquisizione, un'altra vittima innocente, il conte diCagliostro". E seguivano minacce di insurrezioni popolari e dicolpi di mano per liberare il prigioniero. Gi, quando era inCastel Sant'Angelo, aveva ricevuto la visita del Papa, che lopregava di guarirlo: come tutta risposta, Cagliostro gli diedeuna moneta d'oro e il Papa si infuri. Da Castel Sant'Angeloera quasi riuscito a fuggire, travestito coi panni di un frateconfessore che aveva tramortito e legato nella sua cella.Il pi duro avversario di Cagliostro, che avrebbe voluto che ilPapa firmasse la condanna a morte, per consegnarlo al bracciosecolare e al boia, fu il cardinale Zelada, segreto protettore deigesuiti e potente segretario di Stato. Quando Cagliostro fu inSan Leo, egli si trasfer nelle vicinanze, a Pesaro, e dissepersonalmente al governatore della fortezza/carcere papalina,che, se Cagliostro fosse fuggito, avrebbe fatto tagliare la testaa lui e a tutte le guardie.

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    tempo di togliere la patina diabolica, messa confusamenteda sprovveduti bigotti o da zelanti nemici di tutto quanto nonera bigotteria, ai grandi personaggi dell'esoterismo e delmagico. Essi furono, nelle loro epoche e nei loro luoghi,

    personaggi straordinari, che per seppero coniugare conrispetto la pratica esoterica con quella exoterica. Come scriveRen Gunon, non si pu seguire una via esoterica, senzapraticare un culto exoterico. E questi personaggi straordinarifurono credenti, profondamente, e fecero molto, per la fede eper la verit religiosa, per la speranza e soprattutto per quellagran luce della pratica religiosa, senza la quale non c'sincerit religiosa, che la carit.Furono maestri nelle scienze esoteriche uomini che

    praticarono la fede exoterica con zelo e impegno: daRaimondo Lullo, che fu anche frate francescano, oltre chealchimista e iniziato, a Nostradamus, la cui rettitudine religiosavenne messa sotto osservazione, di continuo, dalla SantaInquisizione. Furono maestri della conoscenza occulta, maanche credenti, uomini come Paracelso, Cornelius Agrippa,Maitre Philippe, Mesmer, fino al mistico Rasputin, solo per farealcuni nomi. Altri, soprattutto Rosacroce, praticavano la virtdi venerare e rispettare le divinit dei paesi in cui si trovavanoo solo anche passavano, nel nome del Dio unico e della solaverit finale.C'era una gran confusione, in quel tempo, sulle veritesoteriche e iniziatiche. In tutti i tempi, possiamo dire, ma inquello in modo particolarmente accentuato. L'esoterista pienodi desiderio, ma sulla via sbagliata si trovava ovunque, in ogniclasse sociale, a ogni livello culturale. Classico esempio i!cardinale di Rohan, che divenne poi amico e protettore diCagliostro: si impegnava nell'alchimia per trovare la pietrafilosofale, non gi quella che cambia l'anima e porta allanascita dell'uomo nuovo, ma quella speculativa pertrasformare il piombo in oro. Rohan, in disgrazia presso MariaAntonietta, venne coinvolto dalla contessa de La Motte nelloscandalo della collana, che lui compr per rientrare nellegrazie della regina. Un uomo diviso tra potere religioso,politico, ambizioni occultistiche.Cagliostro lo inizi al suo rito egiziano e fece dei prodigi, perlui, trasformando, per esempio, un diamante in un altro diecivolte pi grande. Ma disse al cardinale che queste cose noncontavano nulla. Che la verit era altrove, dentro l'uomo. Cheil suo potere Cagliostro lo traeva in "verbis, herbis et

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    Waterloo. Era massone Simon Bolivar che, una volta al potere,bruci le logge e mise in galera i massoni.Nel periodo di Cagliostro, in Francia, erano massoni i piacerrimi nemici tra loro, legati a logge improvvisate o a grandi

    logge di diverse obbedienze. Cagliostro prov a trovare unavia unica, esoterica ed iniziatica, senza scorie politiche esociali, per la massoneria, con il suo rito. Non gli riusc, coscome non sempre riusc a distogliere gli ingenui della praticaesoterica dagli alambicchi e delle sfere di cristallo, per portarlisulla giusta via. Per impedire, come lasci scritto, che siinoltrassero "in una di quelle strade da cui non si fa ritorno".Cagliostro cambi il suo tempo e cambi gli uomini cheincontr. Si radic nel popolo, ove ancora vive, si spese

    avanzando, come il vento del sud, seminando se stesso e lasua verit. Dimostr che il male viene dal male e che solo laverit pu salvarci. Non per nulla il suo nome celebre nelmondo, ancora nel nostro tempo.Pier Carpi

    1. Il maestro sconosciuto:"La verit su di me non sar mai scritta, perch nessuno laconosce". Sono parole del conte di Cagliostro che tengo benpresenti nell'iniziare questo libro su di lui, un libro che non hadunque la pretesa di dire tutta la verit su questo straordinariopersonaggio, ma che ha la ferma ambizione di tentare di dargliquella giusta dimensione che sino a oggi gli stata negata."lo sar l'ultima vittima". Questo disse ancora il conte di Cagliostro,e lo fece nella cella ove era stato murato vivo, nel carcere papalinodi San Leo. E fu davvero l'ultima vittima dell'Inquisizione. "lo sarl'ultima vittima, perch una volta giunto ai piedi dell'Eterno, saprtanto piangere e pregare finch sulla terra non vi sar un nuovoordine di cose. Versate una lacrima sul mio sepolcro". Cagliostro fuanche l'ultimo grande perseguitato a non rinnegare le proprie idee,a non piegarsi alla tortura e alle umiliazioni. Questi i due motiviprincipali per cui contro il conte di Cagliostro stata montata,durante la sua vita e dopo la sua misteriosa scomparsa, la pigrande montagna di calunnie, libelli, falsi storici. stata dedicata aquesto personaggio - pur stranamente giudicato un volgarissimoimbroglioncello - tutta la fatica della grande macchina temporale, inproporzioni gigantesche, nemmeno sfiorate nel far guerra apersonaggi che pure sono parsi pi scomodi e pericolosi, daSavonarola a Lutero, da Galileo a Giordano Bruno, da Enrico VIII aimille altri riformisti, ribelli, liberi pensatori, mistici e scienziati

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    giudicati figli del demonio.Nessuno si mai chiesto perch Cagliostro faccia ancora tantapaura ai suoi nemici, che sono rimasti gli stessi. Perch ladocumentazione sul suo allucinante processo venga tenuta

    nascosta, perch nessuno osi pronunciarsi su di lui, perch sisubiscano pressioni, ricatti e minacce quando si propone di fargli unprocesso di riabilitazione, come quello che era in programma a SanLeo, con precisi impegni da parte delle autorit nei confronti di chiscrive, anche con insistenti dichiarazioni alla stampa, e poisubdolamente affossato. Nessuno si mai chiesto perch San Leo,che della prigionia di Cagliostro vive in turismo, rifiuticostantemente di dedicare una via o anche solo una lapide a coluiche tenne murato vivo nella sua fortezza.

    I lunghi anni che ho dedicato allo studio del personaggio Cagliostromi hanno sempre portato a incontrare sulla mia strada un falsoplateale alternato a una calunnia, una contraddizione alternata auna menzogna. E mi sono imbattuto sempre in tentativi diaumentare la confusione attorno alla figura del grandeperseguitato.Ma una verit nessuno mai riuscito a cancellarla. Quella che riscontrabile nei fatti e nell'abitudine quotidiana. Per quanto male sisia tentato di fare a Cagliostro, nessuno riuscito a demolire la suafigura. Personaggi giudicati anche pi importanti e sconcertantisono da secoli nell'oblio, mentre Cagliostro resta. Il suo nome ha unfascino impareggiabile e, sebbene solleciti a ciascuno diverseevocazioni, le pi contrastanti, resta il fatto che questo nomemantiene intatto il suo mistero e che tutti, anche i bambini,conoscono almeno il nome di Cagliostro.Mi sono convinto che tutti i falsi luoghi comuni su di lui non hannoimportanza alcuna. Che la cronaca abbini il suo nome a quello di unavvelenatore o a quello di un plagiatore non importante quanto ilfatto che la cronaca trovi proprio questo parallelo. Che alcuni logiudichino un santo e altri un saltimbanco, non ha importanzaquanto il fatto che tutti lo giudicano. E nemmeno mi chiedo se stata la sproporzionata pubblicistica calunniosa a creare questomito o se il personaggio ha saputo sopravvivere nelle suedimensioni, senza essere scalfito nella sua roccia, nonostante glistrati artefatti. Sebbene io propenda per la seconda tesi.Un libro scritto solo in difesa di Cagliostro sarebbe forse inutile,perch Cagliostro ha dimostrato di sapersi difendere da solo. Unlibro su Cagliostro invece utile, soprattutto perch ne esistonotroppi, quasi tutti infelici.Non abbonder in polemica, dunque, in queste pagine, nemmeno

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    nei confronti di quel "Compendio" di monsignor Barberi, ordinatodall'Inquisizione e al quale hanno attinto quasi tutti gli storiografi diCagliostro. Si tratta di un libro nato gi con la vocazione del suicidioe del ridicolo, e per il quale, se non fosse per le grossolane calunnie

    che riuscito a contrabbandare, basterebbe il sorriso che si dedicaa certi sgrammaticati romanzi d'appendice. Alessandro Dumas, conil suo "Giuseppe Balsamo", gi storicamente molto pi serio.Nel rinunciare comunque alla rissa storiografica e non accettando ildialogo coi parrucconi, da parte mia credo di fare la scelta giusta.Perch desidero presentare Cagliostro qual , nella sua realt nonsoltanto storica, ma anche leggendaria e soprattutto popolare.Perch era il popolo il grande amico dell'amico degli uomini, comefu definito, e nel popolo fu sepolto, dato che le sue spoglie non

    ebbero mai una tomba e sulla sua morte rimase per sempre ilmistero. Cagliostro era immortale? Era giunto alla perfezione deiRosa + Croce, per i quali la materia non un legame, per i quali iltempo non esiste, per i quali c' sempre ritorno? Non vogliocontrabbandare meravigliose leggende o sciocche credulit. E sapranche tacere. Ma chi avr occhi per vedere vedr tra le righe quellache pu essere una spiegazione sulla quale non mi soffermo. Larealt che la fine di Cagliostro resta un mistero.E questo degno del personaggio, anche se l'uomo aveva chiestodi piangere sul suo sepolcro. E sino a quando gli uomini soffriranno,queste lacrime saranno purtroppo versate.La storia che racconto, dunque, la storia di un mito, ben radicatonella realt, ma quasi senza dimensioni, cos come Cagliostro stato in vita, cos come continua a essere. E se qualcuno avessevoglia di contestarmi qualche episodio, qualche ricciolo di leggenda,pu accomodarsi a farlo direttamente con l'animo popolare, che haraccolto e nutrito in Cagliostro una delle sue pi semplici immagini.Accanto a essa, occorre porre il Cagliostro prima discepolo e poimaestro dell'autentica Tradizione, l'iniziato che nessuna fandonia distregoneria, bassa magia, pseudoalchimia riuscir a trasformare inun apprendista stregone. Accanto a Cagliostro, nello stesso periodo,vivevano personaggi singolari come il conte di Saint-Germain, loscienziato Mesmer, lo straordinario Casanova, il grande iniziatoLouis-Claude de Saint-Martin, il fondatore del Martinismo. Egiungeva al suo culmine una corrente di pensiero destinata a esseresuperficialmente travolta dalla rivoluzione francese - ma in realtsua vera ispiratrice - per essere fissata profondamente nelle piantiche ferite del mondo. Quelle che non si rimarginano mai, chesono nel nostro microcosmo, quelle il cui sangue pu essereraccolto solo dal Sacro Graal. Non bisogna dimenticare che il

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    trinomio "Libert-Egalit-Fraternit" fu coniato dal conte diCagliostro.Gli anni che stiamo vivendo, per i segni che ci giungono, avvertonoche il tempo vicino e che ancora una volta l'umanit potr trovare

    salvezza e nutrimento in quella forza tradizionale che se a voltepare scomparsa, quando riaffiora sempre identica e forte,impossibile da distruggere, lenta e inesorabile seminatrice di sestessa.Non a caso, alla vigilia di grandi sconvolgimenti storici, appaionopersonaggi singolari, che in molto si assomigliano e che sonodestinati a lasciare dietro di s una grande impronta. Cagliostro perla rivoluzione francese, Pugacioff per la grande Russia, Joseph Smithper la guerra di secessione statunitense, Rasputin per la rivoluzione

    d'ottobre, Alisteir Crowley per il nazismo e l'elenco sarebbeinterminabile, sino alle radici della civilt, con il Simon Mago delladecadenza imperiale romana.Ma non dir, e sarebbe facile, che Cagliostro fu il seminatore dellarivoluzione francese, anche se la profetizz e anche se fu proprio lasua figura a scuotere le fondamenta della monarchia dei Capeto.Uscendo dalla Bastiglia, dove era stato imprigionato ingiustamenteper il celebre affare della collana di Maria Antonietta, Cagliostrodisse che quel posto sarebbe presto diventato il tempio della liberte che il popolo l'avrebbe fatto suo. Cagliostro non era forse ildiscendente iniziatico dei Templari, l'ordine sterminato da Filippo ilBello e Clemente V? Il papa e l'imperatore sterminarono i Templariper impossessarsi dei loro beni e per mettere fine alla loro potenzamilitare: dopo la caduta dei regni latini in Terrasanta, i Templaritornarono in Europa e, tra fortezze, castelli, propriet, numero epotenza di cavalieri, potevano sconfiggere qualunque re. Il papapens di fame una forza supernazionale ai propri comandi, perdissuadere qualunque monarca dal voler espandersi e volerdichiarare guerre: i Templari glielo avrebbero impedito. Clemente V,che difese i Templari nel concilio di Vienna, cedette alle pressioni diFilippo il Bello e li trad. L'ultimo gran maestro dei Templari, Jacquesde Molay, fu messo al rogo a Parigi, ma prima di morire lanci unafamosa maledizione: "Chiamo, entro un anno, dinanzi al tribunale diDio, il papa, il re e il suo primo ministro Nogaret e l'ultimodiscendente di Filippo il Bello sar giustiziato a Parigi da untemplare." I tre maledetti morirono in modo misterioso entro l'anno,e io ne spiego la verit nel mio libro "Testimoni del mistero". LuigiXVI, ultimo discendente di Filippo il Bello, "venne giustiziato a Parigidalla ghigliottina", un mezzo di morte voluto dal dottor Guillotine,iniziato a un rito templare e quasi sicuramente discepolo di

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    Cagliostro. La ghigliottina porta il suo nome ma, contrariamente aquanto si dice, non ne fu lui, l'inventore. Veniva usata da alcunisecoli. Guillotine la fece solo adottare perch credeva che, conquella macchina, i condannati soffrissero di meno. Il medico, e

    rivoluzionario, assisteva per questo alle esecuzioni e, di notte,andava in segreto a trovare il boia Sanson, per farsi dire se secondolui il suo scopo umanitario era stato raggiunto.Una fine non certo pi bella ebbero tutti gli altri nemici diCagliostro. Finirono tutti per morte violenta, dalla contessa Valoisde la Motte al libellista Morande, dai suoi falsi accusatori inglesi aMaria Antonietta, sino al papa, cui Cagliostro profetizz l'esilio e lamorte in cattivit. Stando murato vivo nel carcere di San Leo,Cagliostro fece sapere al papa che qualcuno sarebbe venuto dalla

    terra di Francia per portarlo via. E venne Napoleone, il quale detteanche ordine ai suoi soldati, prima della presa di San Leo, diritrovare la tomba di Cagliostro. Su questo e molti altri avvenimentile leggende si sprecano. certamente non vero che Napoleone bevve ritualmente nelteschio di Cagliostro, cos com' falsa la testimonianza di unavecchia leontina, che giur di aver visto Cagliostro librarsi dalle torridi San Leo, in volo trionfale verso il cielo, alla guida d'un carro difuoco, circondato dagli angeli della vendetta. Ma altrettanto falsoche Cagliostro mor in San Leo secondo le indicazioni dell'atto dimorte ufficiale, una grossolana montatura per salvare la testa deisuoi aguzzini, che temevano le ire del cardinale legato, cui la sortedi Cagliostro stava pi a cuore della stessa cupola di San Pietro.Per quanto riguarda poi l'identificazione tra il conte di Cagliostro eGiuseppe Balsamo, da alcuni indicati come una stessa persona e daaltri come due personaggi ben distinti, la mia opinione certamente la seconda, suffragata ormai da troppe prove.

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