SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in...

32
rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre - dicembre 2010 della anrp mensile socio-culturale SOSTIENI L’ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Roma L’ ANRP VERSO IL FUTURO: DA ASSOCIAZIONE A FONDAZIONE

Transcript of SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in...

Page 1: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

rassegnamensile socio-culturale

n.9-12settembre - dicembre 2010

della anrp

mensile socio-culturale

SOSTIENI

L’ANRP

Post

e It

alia

ne S

.p.A

. - S

pedi

zion

e in

abb

onam

ento

pos

tale

- D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7-02

-200

4 n.

46)

art

. 1, c

omm

a 2

- DC

B R

oma

L’ANRP VERSO IL FUTURO: DA ASSOCIAZIONE A FONDAZIONE

Page 2: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

gli articoli firmati impegnanosolo la responsabilità dell’autore.tutti gli articoli e i testidi “rassegna” possono essere,citandone la fonte, ripresi epubblicati.

ai sensi della legge n. 675/96 (tuteladati personali) l’anrP garantisce lamassima riservatezza dei dati personaliforniti dagli associati lettori e lapossibilità di richiederne gratuitamentela rettifica o la cancellazione, scrivendoad anrP, via labicana, 15/a00184 roma.

stampaEdizioni Grafiche Manfredi sncVia Gaetano Mazzoni, 39/a00166 RomaDato alle stampe il 6 dicembre 2010

sommariosettembre - dicembre 2010

anno XXXii - n. 9-12settembre - Dicembre 2010

Archivio NazionaleRicordo e Progresso

Hanno collaborato

Giorgio Cerioni

Massimo Coltrinari

Alessandro Ferioli

Angelo Ferrari

Ferruccio Ferrucci

Gino Galuppini

Alfonso Gambacurta

Doriana Leotta

Vincenzo Porcasi

Claudio Sommaruga

AssociazioneNazionaleReduci dalla

Prigioniadall’Internamento

dalla Guerra di Liberazione

e loro familiari

rassegnadella anrp

mensile socio-culturale

Rinnova l’iscrizioneper l’anno 2010

€ 25,00

c/c postale 000051610004intestato: ANRP Roma

Un target mirato di 15.000 lettori

3 Un altro anno volge al termine quale il bilancio

4 Sì dell’Aja a Berlino di E. Orlanducci

6 Una nuova ricerca sui deportati e gli IMI di R. Zucco

9 8 settembre 1943 di M. Cammilletti 10 Le Forze Armate in piazza tra la gente di M. Botta

12 2 agosto 1980: il dovere della memoria di A. Ferioli

15 La California si scusa di A. Gambacurta

16 Coo e i suoi venti giorni di resistenza ai tedeschi di F. Ferrucci

17 Il P.O.W. N° 10 di G. Galuppini

19 Oro alla Patria di M. Coltrinari

20 16 ottobre ’43 di G. Cerioni

21 Immigrazione e cittadinanza di A. Ferrari

23 Umanità e dignità nell’accoglienza di D. Leotta

25 Italia-Libia trattato di amicizia di V. Porcasi

L’ANRP augura a tutti gli associati e alle loro famiglie

un sereno Natale e un felice 2011

Direzione e reDazione

00184 Roma - Via Labicana, 15a

Tel. 06.70.04.253

Fax 06.70.47.64.19

internet: www.anrp.it

e-mail: [email protected]

PresiDente onorario

Francesco Cavalera

PresiDente nazionale

Umberto Cappuzzo

PresiDente esecutivo

Enzo Orlanducci

Direttore resPonsabile

Salvatore Chiriatti

reDattore caPo

Giovanni Mazzà

reDazione

Barbara Bechelloni

Maristella Botta

Matteo Cammilletti

Alvaro Riccardi

Rosina Zucco

seDe legale

00184 Roma - Via Sforza, 4

registrazione- Tribunale di Roma

n. 17530 - 31 gennaio 1979

- Registro Nazionale della Stampa

n. 6195 - 17 febbraio 1998

Poste Italiane S.p.A.

Spedizione in abbonamento postale

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-04

n. 46) art. 1 comma 2, DCB Roma

Page 3: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

3editoriale

stabilire una sorta di bilancio dell’anno chesta per terminare è consueto appuntamentodi questo periodo che si presta tradizional-mente ad essere tempo di consuntivi. unmomento di pausa che, grazie anche allaserenità delle vacanze natalizie, ci induce asmussare le asperità del divenire.Questa regola vale anche per un’organizza-zione come l’anrP, che trae da simili analisi le premes-se per programmare al meglio la propria attività futura.l’editoriale di questo numero vuole essere impostatoall’insegna della “fiducia” che vogliamo condividerecon i nostri associati, anche se privilegiando, con breviriflessioni, alcuni accadimenti esterni, in quanto quelliinterni all’anrP sono noti a tutti, essendone stati con-giuntamente artefici e protagonisti.il 2010 è stato uno degli anni più difficili di questonuovo millennio, specialmente per l’economia. lo scenario finanziario è grave fonte di confusione eincertezze. i mercati fanno i conti con molteplici varian-ti economiche e sociali che, a livello planetario, inter-vengono a definire nuovi assetti, purtroppo non rassicu-ranti. sviluppi che si presentano, a nostro avviso, comeprospettiva minacciosa di cambiamenti “al peggio” chesi stanno delineando all’orizzonte, se non si intervienecon la massima severità, determinazione, scevri da egoi-smi e da onestà condivisa.numerosi e seri sono i campanelli d’allarme, quali,nell’aerea dell’euro, la grave crisi della grecia e, di que-sti giorni, dell’irlanda, con avvisaglie sui bilanci diPortogallo e spagna. in questo contesto il nostro Paesesembra, fino ad ora, reggere l’onda d’urto e, nonostantegli imprevisti determinati da degenerazioni del tessutosociale, dall’anarchia ladresca degli uomini che “gesti-scono il potere” e delle sempre più potenti “coschemalavitose”, potrebbe con l’aiuto di tutti gli uomini dibuona volontà arginare gli “attacchi esterni” e pianpiano risalire la china dalle proiezioni più nere, confer-mando presumibilmente, nonostante tutto, un leggerotrend migliorativo per il 2011.ciò, grazie alla capacità previdente dei risparmiatori edei piccoli e medi operatori del nostro popolo, inguari-bili fiduciosi che hanno sempre respinto la tentazione

mossa dalla situazione di crisi che minavaprofondamente ogni “fiducia”.a fronte di tutto questo, specialmente noi“anziani”, abbiamo bisogno continuamentedi maggiore tranquillità e rassicurazioni neivari campi (previdenza, assistenza, sanità,servizi alla persona, sicurezza etc.).rassicurazioni che solo una classe politica

onestamente responsabile ci può dare. i nostri governantia tutto ciò ci stanno pensando seriamente? Da partenostra ce la stiamo mettendo tutta con sacrifici e rinunce. l’anrP guarda a questi interrogativi con particolareattenzione, in quanto le attese dei nostri associati sonotra le priorità della nostra società; l’associazione farà ditali bisogni il “tormentone”, lo “stimolo” e il “pungolo”quotidiano verso i nostri “politici”, per la ricerca dellesoluzioni più adatte e più indolore per dare risposte con-crete, in termini di valorizzazione, ma anche, e soprat-tutto, di tutela sociale e di serenità.Proprio la serenità è l’elemento essenziale per coloro,come noi, che sono stati impegnati negli anni a difende-re quei valori “che non giacciono in banca” ma nellafamiglia, nella società, perché vogliamo che siano lanostra eredità per i nostri figli, nipoti e pronipoti. valoricome onestà, solidarietà, giustizia, lavoro, sicurezza,pace etc. noi dell’anrP abbiamo dimostrato, attraverso lenostre scelte, centrate sull’agire e sulla nostra pelle, ladifesa di detti valori. Parliamoci chiaro: avanzeremo,senza risparmiare, se sarà il caso, critiche verso tutti iresponsabili della cosa pubblica, qualora scelte e solu-zioni non rispondessero ai reali bisogni della gentecomune come noi.non ci resta, a questo punto, che augurare a tutti i nostriassociati e alle loro famiglie, così come agli amministra-tori pubblici “onesti”, agli imprenditori e ai dipendentiche lavorano con dedizione, professionalità ed entusia-smo, impegnandosi giorno dopo giorno alla crescita edal successo della nostra “azienda italia”, un serenonatale ed un Felice anno nuovo, nella convinzione cheil 2011 – anno che finalmente vedrà pure la trasforma-zione definitiva dell’anrP in Fondazione partecipata –possa essere foriero di grandi soddisfazioni per tutti.

UN ALTRO ANNO VOLGE AL TERMINEQUALE IL BILANCIO?

Page 4: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

4sentenze

la corte internazionale di giusti-zia dell’ aja ha dichiarato inam-missibile una domanda riconven-zionale dell’italia contro lagermania in base all’art. 80 delregolamento della corte. il giu-dizio dell’aja l’avevamo facil-mente previsto. il ricorso è statorespinto con 13 voti su 14. i giu-dici internazionali hanno affer-mato che la richiesta italiana “èirricevibile in quanto tale e non faparte dell’istanza in corso”, manon si sono pronunciati nel meri-to. in parole povere la cortedell’aja ha accolto la tesi dellagermania contro la sentenzadella cassazione italiana che lacondannava al risarcimento dellevittime di una strage di guerra initalia. a questa sentenza lagermania potrà replicare entro il14 ottobre 2010 e l’italia contro-replicare entro il 14 gennaio2011.

Sulla ragione etica, ma già da

prima di Machiavelli, prevale la

ragion di stato. Viva la doppia

morale! Quella personale, appre-

sa da papà e mamma, confessore

e scuola e quella collettiva dei

politici!

la vicenda che ha portato al giu-dizio è delicata e nel 2008 haanche assunto caratteristichepolitiche rilevanti nei rapportiitalo-tedeschi. all’origine deltutto è una strage che i nazisticompirono il 29 giugno 1944 neipressi di arezzo, a civitella,cornia e san Pancrazio: 203 vit-time civili uccise con un colpoalla nuca da militari della divisio-ne Hermann göring.alcuni familiari degli uccisi nel2003 si costituirono parte civiledurante un processo che ha con-dannato un sergente tedesco chepartecipò alla strage: su questa

base, un tribunale ha stabilito chela germania avrebbe dovutorisarcirli con 800 mila euro.successivamente, nell’ottobre2008, la cassazione confermò lasentenza, anzi stabilì un prece-dente che, se accettato, avrebbeaperto una voragine di richiestedi risarcimento. Più di un giuri-sta, quando la sentenza fu pubbli-cata, la salutò come una positivanovità che avrebbe messo indiscussione alcune parti del dirit-to internazionale ritenute ingiu-ste. alti però espressero profondoscetticismo.i crimini contro l’umanità sonoimprescrivibili secondo il dirittointernazionale, ma di fatto, sericonosciuti e risarciti, provoche-rebbero poi una reazione a cate-na, un effetto domino, una cata-strofe mondiale, la bancarottadella germania e analogamentequella dell’italia per i crimini diguerra nei balcani, libia eetiopia: berlusconi ha già rico-nosciuto quelli italiani in libia(genocidio “graziani”, ecc.) e leex colonie francesi e inglesid’asia e africa non starebbero aguardare!

La prescrivibilità dei criminicontro l’umanità, a parer nostro,andrebbe abbreviata nei tempi,altrimenti i “sabini”, oggi, po-trebbero reclamare dai “roma-ni” un risarcimento per il rattodelle loro donne, l’Africa per loschiavismo nelle Americhe emagari un contenzioso turco-greco per la guerra di Troia ol’occupazione balcanica!

50 anni? 100? o quando i direttiinteressati sono ormai deceduti,senza scuse e risarcimenti e resta-no gli eredi, sempre più lontanida quei drammi?

e vogliamo banalizzare i tortisubiti, compresa la schiavitù deimilitari e dei civili italiani, conun calcolo arido di salari non per-cepiti, rivalutati, più gli interessi,per il lavoro gratuito svolto 65anni fa per l’economia di guerratedesca? uno schiavo, non riven-dibile, quindi spremuto biologi-camente al massimo, come unlimone, quanto vale? Per i tedeschi i crimini di guerrasono prescrivibili in 20 anni senon gravi, come per esempio la“mattanza di cefalonia” degli ita-liani “traditori”. la nostra Marcella De negri si èvista così respingere i ricorsi allamagistratura tedesca per la fuci-lazione del padre, nella completaindifferenza dello stato italiano!immediata e inflessibile, alla sen-tenza della nostra alta corte, fu lareazione di berlino, che ammisela colpa morale della strage, marifiutò di pagare sulla base di duemotivi:- primo, uno stato gode di unaimmunità internazionale che gliconsente di non rispondere delleazioni dei suoi cittadini, anche sesono militari del suo esercito;- secondo, nel 1961 roma e bonn(allora capitale) firmarono unaccordo sulla base del quale lagermania versava un indennizzodi 40 milioni di marchi a titolo diriparazioni dei crimini di guerra.su queste basi berlino ricorsealla corte dell’aja contro la sen-tenza della cassazione italiana.non solo. chiese al governo ita-liano un segno di condivisione edi sostegno delle sue posizioniunicamente fondate sul dirittointernazionale e non sulla morale.addirittura, qualche esponentetedesco avanzò l’ipotesi cheroma affiancasse berlino nelricorso all’aja.

SÌ DELL’AJA A BERLINO!di Enzo Orlanducci

Page 5: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

5sentenze

in realtà, il governo berlusconicontro-ricorse alla corte digiustizia, anche se approvò il 28aprile scorso un decreto-legge, inattesa della sentenza dei giudicidell’aja, che mirava a interrom-pere “le tensioni internazionali”.Decreto che, in un certo qualmodo, sembrava dare ragione allaferma opposizione tedesca aqualsiasi risarcimento.

Acqua passata non macinapiù! Chi ha avuto e chi hadato: scordiamoci il passato!

c’è da ricordare che, poco dopo iricorsi, durante un vertice bilate-rale italo-tedesco tenutosi atrieste nel novembre 2008, ilministro degli esteri FrancoFrattini e l’allora suo pari tedescoFrank-Walter steinmeier, cerca-rono di abbassare i toni e i conte-nuti della disputa, che nessunodei due governi voleva.atteggiamenti e parole chel’anrP definì “cortina fumoge-na dietro cui nascondere il pattodi immunità fra i due paesi”.infatti, Frattini e steinmeier isti-tuirono (chissà perché?) unacommissione di storici, che staancora lavorando sui rapporti tratedeschi e italiani nella secondaguerra mondiale. tornando alla sentenza dellacorte di giustizia - di cui ancoranon si conoscono esattamente lememorie depositate dal governoitaliano  e nemmeno da quello

tedesco, perché ambedue i gover-ni si rifiutano di pubblicare  i loroscritti - dalla dichiarazione stam-pa della corte dell’ aja del 20settembre - l’ordinanza stessanon è stata ancora pubblicata - sipuò evincere che l’italia avevachiesto alla corte di constatare chela germania avrebbe violato ildiritto internazionale, perchérifiutava una effettiva riparazionedelle vittime  dei   crimini com-messi durante la seconda guerramondiale. Questa domanda riconvenziona-le   in se stessa, a nostro avviso,era  inutile perché la germania siera già obbligata di pagare le vit-time.  il regolamento della corteprevede che un controricorso(domanda riconvenzionale) èinammissibile se la corte non hala competenza giurisdizionale.il ricorso della germania, e vice-versa quello dell’italia, si basavasull’ art. 1 della convenzioneeuropea per il rimedio  pacificodelle vertenze tra gli stati europeidel  1957.

La Convenzione stabilisce chela Corte Internazionale è com-petente per decidere su tutte levertenze nate dopo la suaentrata in vigore.

la domanda dell’italia così for-mulata era quindi palesementeinammissibile.la dichiarazione dell’inammissi-bilità, però,  non ha deciso alcuna

questione sulla immunità giuri-sdizionale dello stato tedesco enemmeno sulle pretese dei citta-dini   italiani, vittime dei criminitedeschi.a nostro avviso (però non siamo

dei giuristi) il governo italiano,in considerazione del fatto che lagermania e l’italia avevano con-cordato nella convenzione dilondra 1953 il pagamento deldanno dell’occupazione bellicadopo la riunificazione tedesca,non  doveva acconsentire allagermania di fare causa  dinanzialla corte internazionale, men-tre   doveva ricorrere - e lo puòfare ancora - se mai,  al tribunalearbitrale  speciale in base all’arti-colo 28 della convenzione dilondra, che ha competenzaesclusiva in materia, e in quellasede fare stabilire l’importo chela germania deve pagare alle vit-time italiane. l’impostazione della difesa italia-na non appare casuale alla lucedegli accordi con la germania,che non sono pubblicati ma esisto-no, come da più parti affermato.

Speriamo che la Corte Interna-

zionale rigetti,  per inammissibi-

lità, anche  il ricorso principale

della Germania la  quale è

disposta a  fare di tutto per non

pagare le vittime  dei loro cri-

mini.

Page 6: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

il tema della deportazione e dell’in-ternamento dei militari italiani neilager nazisti dopo l’8 settembre ’43si è arricchito di ulteriori approfon-dimenti e di inedite informazionigrazie ad una nuova interessantericerca di cui l’anrP si è fatta pro-motrice e capofila, nell’ambito delprogramma dell’unione europeaEuropa per i cittadini- promozione

di una cittadinanza attiva europea.incoraggiata dal successo con cuiera stato accolto il precedente lavo-ro, dedicato alla storia orale, raccon-tata attraverso le interviste a exdeportati e internati siciliani, pubbli-cato nel volume Deportati e interna-

ti. Racconti biografici di siciliani nei

campi nazisti, a cura di barbarabechelloni ( Mediascape- edizioni anrP, 2009), l’anrPha voluto estendere il campo di analisi ad altre due areegeografiche, significative nella loro peculiarità, una alnord e una al centro-sud dell’italia, portando avanti il suoimpegno, a livello europeo, di promuovere indagini stori-che sulla memoria delle dittature e dei totalitarismi nelvecchio continente. il nuovo lavoro, coordinato da annaMaria isastia, docente di storia contemporanea pressosapienza-università di roma, è stato svolto da un’equipedi ricercatori, nell’arco di circa un anno in quattro regioniitaliane: abruzzo, Molise, lombardia e veneto. cinquantasono gli ex iMi intervistati.

LA memoRIA oRALe e LA RACCoLtADeLLe teStImonIAnze

l’anrP si sta occupando da tempo della raccolta delletestimonianze; oltre alla pubblicazione di diari, docu-menti di indubbia valenza perché offrono la trascrizionedel racconto immediato, scritto in tempo reale dai prota-gonisti, altrettanto importante è il racconto a posteriori

attraverso la voce dei testimoni ancora in vita.l’esperienza dell’internamento, rivissuta attraverso ilricordo, si colora di nuove implicanze ed è efficace pro-prio in quanto ci fa conoscere la rielaborazione del vissu-to. un vissuto da cui scaturiscono molteplici sollecitazio-ni, inerenti soprattutto al modo in cui le vicende di quelperiodo furono percepite dalla popolazione, in un’italiaper lungo tempo divisa in due, non solo politicamente,

ma anche culturalmente ed econo-micamente. Di qui l’importanza diintegrare in maniera critica il fattostorico e l’aspetto sociologico, conl’obiettivo di offrire una panorami-ca a tutto tondo della realtà specifi-ca, articolata e complessa, qualequella legata alle aree geograficheanalizzate e, di conseguenza, alleripercussioni che il diverso sostratosocio-culturale ha determinato neldrammatico vissuto dei protagoni-sti. i materiali raccolti sono statisottoposti, pertanto, ad una analisipluridisciplinare. in tale ottica levicende individuali e collettive del-l’internamento dei militari italianientrano a far parte di quell’archiviodella memoria conservato nel vis-

suto sociale che i testimoni raccontano e che coloro cheascoltano raccolgono.

LA PuBBLICAzIone DeI RISuLtAtI

i risultati della ricerca sono stati pubblicati nel volumeDeportati e Internati. Racconti biografici di abruzzesi,

molisani, lombardi e veneti nei campi nazisti, a cura diemilio gardini, (Mediascape- edizioni anrP, 2010);un nuovo contributo ai Deportati e internati italiani, chedurante il secondo conflitto mondiale lottarono per laformazione della nuova italia e dell’europa e per la dife-sa della libertà che le generazioni attuali e futuredovranno consolidare. il testo è corredato di due DvDcontenenti il video documentario “Storie dall’interna-

mento” memorie dei deportati e internati abruzzesi,

molisani, lombardi e veneti nei campi nazisti, a cura dithomas radigk, frutto dell’elaborazione delle centinaiadi ore di interviste coordinate da emilio gardini e valterMerazzi. il software, efficace strumento didattico, è difacile visione essendo scandito per tematiche: l’8 set-tembre, il viaggio, il lager, il lavoro, il no!, il campo, laliberazione, il viaggio di ritorno. suggestive le riprese inprimo piano del volto dei protagonisti, una serie di“cammei”, preziosi per la loro sobrietà, sui quali la mac-china da presa si sofferma con rispetto e discrezione.lestesse interviste sono state inserite sul sito www.imiede-portati.eu, già predisposto per illustrare la precedentericerca sui deportati e internati siciliani.

6convegni

UNA NUOVA RICERCA SUI DEPORTATI E GLI IMIdi Rosina Zucco

Page 7: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

7convegni

l’importanza della nuova linea metodologica nell’ambi-to degli studi sul tema della deportazione e dell’interna-mento è stato sottolineata da enzo orlanducci, che hasvolto il ruolo di moderatore nel convegno La deporta-

zione e l’internamento degli abruzzesi, molisani, lom-

bardi e veneti nei campi nazisti durante la seconda

guerra mondiale. Elaborazione, archiviazione, docu-

mentazione e analisi delle testimonianze orali, tenutosiil 28 settembre 2010, presso la sala “la Figlia di Jorio”del Palazzo della Provincia di Pescara. significativa lascelta del capoluogo abruzzese, determinata non solodal suo ruolo geografico nell’ambito dell’indagine effet-tuata, ma anche per un doveroso omaggio alla terrad’abruzzo, martoriata recentemente da drammaticiaccadimenti. all’incontro, sono intervenuti, oltre aicuratori della ricerca gardini e Merazzi, alcuni rappre-sentanti delle organizzazioni partner. numerose le pre-senze degli ex iMi molisani e abruzzesi, accompagnatidai propri familiari; con loro Michele Montagano, exiMi-Kz, nonché Presidente della Fondazione anrP.orlanducci ha illustrato le scelte messe in campo che,oltre alla questione geografica, si differenziano da quel-le relative al preceden-te lavoro sui deportati einternati siciliani:prima di tutto l’averscelto di effettuare l’in-dagine su quattroregioni, al fine di rile-vare comparazioni edifferenze nell’ambitodello stesso tema trat-tato; in secondo luogol’attenzione posta sullecompetenze acquisite,messe a frutto permeglio utilizzare nuovistrumenti di analisi enarrazione. Più conso-ne al linguaggio dellenuove generazioni,sono state adottateanche questa volta stra-tegie di comunicazionee linee metodologichedi taglio diverso. le testimonianze sonostate documentate at-traverso l’uso dellavideocamera, rilevantestrumento di narrazio-ne che ha raccolto lavoce di quei testimoniche ancora oggi è pos-sibile ascoltare. un

racconto immediato, quello reso dagli ex deportati einternati attraverso le videointerviste; uno spaccato epo-cale che è storia e tradizione insieme, nel suo significatoetimologico più profondo, cioè di tramandare, di tra-smettere un vissuto che, pur filtrato dalle stratificazionidel tempo, ha comunque un suo valore autentico perquel che è, nel momento della ricostruzione del ricordo. il nucleo fondante della ricerca è stato commentato dallostudioso pescarese nicola Palombaro che ha evidenziatoquale importante funzione abbia dal punto di vista storico“il recupero della memoria, anzi, dei ricordi individuali diquei cinquanta intervistati che hanno subito la drammati-ca esperienza del lager”. Facendo riferimento alle paroledi luciano zani che ha curato l’introduzione al volume,Palombaro ha osservato come i ricordi siano fatalmenteinfluenzati dai percorsi culturali e personali, oltre chedalla temperie culturale che si è via via modificata neglianni a partire dal dopoguerra. “Proprio questa circostan-za” dice Palombaro, ”rappresenta un valore aggiunto per-ché ci permette di comprendere come e perché si sia for-mata la memoria collettiva, che rappresenta la declinazio-ne di quei valori condivisi che individuano la coesione

sociale e politica di unacomunità”. numerosigli spunti di riflessionecolti dallo studioso,soprattutto per quantoriguarda il percorsodella “pratica totaliz-zante”, approfonditonell’analisi sociologicadi emilio gardini, tesoa minare la personalitàdell’individuo e a fiac-care ogni eventualeforma di resistenza, acui si contrappone ilno ostinato e reiteratodegli iMi. Perché il noostinato e reiterato diquesti uomini? se unostorico può avanzaredelle ipotesi, aggan-ciandole ad un contestonecessariamente piùgenerale e lontano dalvissuto del lager, questacoraggiosa e dolorosascelta può essere debi-tamente analizzata dalsociologo, che possiedegli strumenti per ricon-durre correttamente levicende intime ed intro-durle, altrettanto corret-

Page 8: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

8convegni

tamente, all’interno di una serie di eventi generali. il rifiu-to della guerra, il richiamarsi al giuramento prestato al ree all’italia, la sfiducia nei confronti del fascismo, rappre-sentano atti personali politicamente rilevanti con i qualicessa di esistere l’idea di Patria veicolata dal fascismo;ma resta quell’idea di Patria alta, per la quale sacrifiche-ranno la vita, tra il settembre 1943 e la fine della guerra,migliaia di italiani. Per cui, secondo Palombaro, è assolu-tamente pertinente il titolo dato da valter Merazzi al suosaggio, Il prezzo della pace, della libertà e della demo-

crazia, che parla in primis di resistenza, toccando alcuninodi fondamentali che riguardano le corrispondenze iMi/resistenza nel nord e nel centro-sud dell’italia. gli iMihanno infatti pagato in prima persona il prezzo della pace,della libertà, della democrazia: furono internati a causa diuna guerra, subirono la reclusione e la prigionia, visserola massima espressione del totalitarismo. Ma non cedette-ro. Quella degli iMi fu una resistenza effettiva e cometale va inquadrata nella nostra storia nazionale poiché haconcorso in maniera consapevole all’indebolimento poli-tico e militare del nazismo e del fascismo repubblicano.vi è un autentico fil rouge che unifica le varie resistenze:la rivolta morale, simile per intensità al nord come al sud,come nei lager che furono scelti volontariamente.interessante per Palombaro l’ampio excursus storico diMerazzi, capillare nell’indagine sui fatti politici, sui luoghi,sulle diverse situazioni socio economiche determinatesinelle due diverse aree geografiche dopo l’8 settembre;quanto all’abruzzo, lo stesso studioso pescarese ha confer-mato alcune recenti informazioni su “un elevato numero dicampi di internamento e di località di internamento libero”che, secondo ultime ricerche erano presenti nella regione. la cultura del ventennio fascista e le sue ripercussionisulla vita politica e sociale sono state determinanti nellastoria degli iMi. Da questa osservazione ha preso spuntoenzo Fimiani, Direttore della biblioteca provinciale diPescara, che ha visto in chiave critica quel periodo storicotra le due guerre mondiali, laddove i totalitarismi, presenti

in tutta europa, hanno costituito una sorta di “bubbonestorico”, le cui ripercussioni si fanno ancora sentire. gliiMi, con la loro scelta, si sono messi in discussione, eancora oggi, nel loro raccontare, ancora dimostrano un’in-dubbia capacità di mettersi in gioco. certamente la storiadel passato è legata all’oggi: loro stessi vent’anni fa avreb-bero raccontato diversamente. Determinante in questo per-corso evolutivo è stato il nuovo ruolo delle associazionicome l’anrP che, come ha affermato Fimiani, “hannopassato il rubicone”; da rivendicative sono diventate pro-motrici di ricerca, di studi, di una nuova educazione deigiovani. un plauso, quindi, ai ricercatori, al loro lavoro ealla lezione etico civile che sono riusciti a trasmettere.Fimiani ha concluso manifestando il suo apprezzamentoper la ricerca, non facile per il suo carattere eterogeneo,visto il campione rappresentativo riferito a quattro realtàdiverse. Per quella dell’abruzzo in particolare, essa hacontribuito ad aprire una nuova pagina sulle vicende vis-sute dalla regione durante la seconda guerra mondiale,inserendola a pieno titolo nella storia di quel periodo. in ultima analisi, emilio gardini e valter Merazzi, invitatia relazionare sulla loro esperienza, hanno concluso i lavo-ri del convegno, motivando le scelte operate riguardo allatematica affrontata, le modalità di conduzione della ricer-ca, i criteri metodologici adottati e i risultati conseguiti. in conclusione, questa ricerca fornisce nuovi ed ottimispunti non solo per conoscere le vicende dei deportati einternati, che da qualche anno sono uscite dal “buconero” dell’oblio nel quale erano state relegate, masoprattutto per capirle e per capire le ragioni del no!,capire le ragioni della resistenza. un’ipotesi di partenzacon l’auspicio di poter estendere l’analisi storico-socio-logica ad altre regioni italiane.

Page 9: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

9anniversari

in occasione delle celebrazioni comme-morative degli eventi bellici legati all’8settembre 1943 il Ministro della Difesaignazio la russa ha accompagnato ilPresidente della repubblica giorgionapolitano. alle cerimonie a roma,svoltesi a Porta san Paolo e al Parcodella resistenza, sono intervenuti ancheil Presidente della corte costituzionaleFrancesco amirante, i rappresentanti del senato e dellacamera benedetto adragna e renzo lusetti, il Presidentedella regione lazio renata Polverini, il Presidente dellaProvincia di roma nicola zingaretti, il sindaco di romagianni alemanno, il capo di stato Maggioredell’esercito gen. c.a. giuseppe valotto, in rappresen-tanza del capo di stato Maggiore della Difesa, i verticimilitari ed altre autorità civili, militari e religiose.l’8 settembre 1943 si abbattè come una mazzata sugli ita-liani, con l’armistizio di badoglio con gli alleati, impre-parato e mal gestito dai comandi, con l’esercito nel caose i soldati abbandonati alla furia dei tedeschi “traditi”, chese l’aspettavano! Dal 26 luglio, Hitler aveva infatti calatoin italia 15 divisioni e una brigata, in aggiunta alle tredivisioni tedesche già presenti, attuando un piano segreto,del 9 maggio, di disarmare alla prima occasione e depor-tare nel reich, come forza di lavoro, i soldati del nostroesercito sempre meno affidabile!l’esercito italiano contava allora quasi 2.000.000 dicombattenti e territoriali, presenti in italia e all’estero,non considerando più di 1.000.000 di feriti, invalidi,dispersi ai fronti, congedati della riserva e oltre600.000 prigionieri in mano alleata. Ma quel giornofatale, l’esercito, si sciolse come neve al sole nell’illu-sione euforica del “tutti a casa!”, piantato allo sbara-glio senza ordini, piani, mezzi e collegamenti, dal re,badoglio e duecento generali in “fuga” e nell’indiffe-renza degli alleati!i tedeschi, sopraffatte eroiche resistenze di 13 nostre divi-

sioni senza rifornimenti e rinforzi, incorsica, italia, grecia (come a cefalonia)e balcani, disarmarono oltre un milionedi militari italiani con la falsa promessadel rimpatrio, salvo poi dirottare le tra-dotte in germania e in Polonia!gli altri nostri militari, in italia e all’este-ro, sfuggirono alla cattura dandosi allamacchia o formando e addestrando in

montagna le prime formazioni partigiane o raggiungendoil “regno del sud” e gli alleati.le drammatiche vicende politiche dell’italia, seguite all’8settembre 1943, e soprattutto le ripercussioni che esseebbero nello scenario della seconda guerra mondiale,sono state efficacemente analizzate da MicheleMontagano, Presidente vicario dell’anrP che, insieme astefano caccialupi, segretario generale della consorellaanei, è intervenuto la mattina dell’8 settembre 2010 allatrasmissione “… E la chiamano estate”, un programma diinformazione, cronaca, attualità e cultura, condotta daMichele Mirabella e arianna ciampoli. accolto conmolto calore nello studio televisivo, Montagano ha saputoconquistare l’attenzione del pubblico con il suo racconto-testimonianza, delineando i momenti salienti di quellagiornata fatidica, l’8 settembre ’43, che vide lo stravolgi-mento delle alleanze politico-militari, la fuga del re e dibadoglio da roma e il conseguente disorientamentodell’esercito nelle zone teatro della guerra. sintetico escevro di qualsiasi retorica il suo richiamo alla storia degliiMi e a quel no! che, nonostante le sofferenze, ha costi-tuito per quei giovani, educati al fascismo, un primo attodi libertà individuale e collettiva, una vera e propriaforma di “resistenza” senza armi, preludio della futurademocrazia. Quanto alle responsabilità della classe politi-ca di allora, Montagano ha espresso il suo assensoall’operato del re che, per quanto criticabile, fece comun-que l’unica cosa possibile in quel momento: salvare ilregno d’italia.

8 SETTEMBRE 1943di Matteo Cammilletti

Page 10: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

10anniversari

il Ministero della Difesa ha voluto cele-brare, anche quest’anno, il “giornodell’unità nazionale” e la “giornatadelle Forze armate” in modo diverso,portando non solo i cittadini nelle caser-me, ma le stesse Forze armate in piazzatra la gente. in tutte le regioni d’italia, sisono moltiplicate nuove occasioni d’in-contro fra gli uomini e le donne “con lestellette” - Forze armate e guardia diFinanza - e i cittadini, per sottolineare erinnovare il profondo legame che li uni-sce alla società italiana.le commemorazioni e le manifestazionidel 2010 hanno assunto un particolaresignificato perché inserite nel più ampio contesto deglieventi previsti per il 150° anniversario dell’unitàd’italia al cui processo le Forze armate hanno contribu-to in modo determinante.le celebrazioni ufficiali hanno avuto inizio il 4 novem-bre con l’alzabandiera e con la deposizione alle ore 09.00di una corona d’alloro all’altare della Patria da parte delPresidente della repubblica giorgio napolitano accom-pagnato dal Ministro ignazio la russa. alla cerimonia erano presenti i Presidenti del senato edella camera, renato schifani e gianfranco Fini, ilPresidente del consiglio dei Ministri silvio berlusconi,

il Presidente della corte costituzionaleFrancesco amirante, il capo di statoMaggiore della Difesa gen.s.a.vincenzo camporini, autorità poli-tiche, civili, religiose, i vertici delleForze armate e le rappresentanze delleassociazioni combattentistiche e d’arma.successivamente, il Ministro dellaDifesa si è recato alla sinagoga dove,ricevuto dal Presidente dell’unione dellecomunità ebraiche italiane renzogattegna, dal rabbino capo riccardosegni e dal Presidente della comunitàebraica di roma riccardo Pacifici, hadeposto una corona alla lapide dei caduti

della grande guerra.nella tarda mattinata si è svolta, al Palazzo delQuirinale, la cerimonia di consegna delle decorazionidell’ordine Militare d’italia, conferite nell’anno 2010. nella giornata del 3 novembre, era stata inaugurata lamostra “omaggio al tricolore”, allestita presso ilsacrario delle bandiere delle Forze armate alcomplesso monumentale del vittoriano, che rimarràaperta fino al 6 gennaio 2011.Domenica 7 novembre, nelle piazze di 23 tra le princi-pali città italiane, si è svolta la manifestazione “casermein piazza”, realizzata d’intesa con le amministrazionicomunali, che hanno visto l’organizzazione di mostrestatiche e storiche, esibizioni di attività addestrative,concerti di bande e fanfare militari.nelle giornate del 9 e 10 novembre si è tenuto presso ilcentro alti studi per la Difesa (Palazzo salviati) inroma il convegno nazionale della commissioneitaliana di storia Militare sul tema: “il risorgimento el’europa. attori e protagonisti dell’unità d’italia nel150° anniversario”.

meSSAggIo PReSIDente DeLLA RePuBBLICA In oCCA-SIone DeL gIoRno DeLL’unItà nAzIonALe e

gIoRnAtA DeLLe FoRze ARmAte

“il 4 novembre di 92 anni fa aveva termine il primo con-flitto mondiale e si completava il grande disegnodell’italia unita. oggi, all’altare della Patria, a nome ditutti gli italiani, renderò il mio deferente omaggio a tutticoloro che sono caduti per costruire un’italia libera,democratica e prospera. in quel momento di commosso

LE FORZE ARMATE IN PIAZZATRA LA GENTE

di Maristella Botta

Page 11: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

raccoglimento, il mio pensiero andrà in particolare aitanti giovani che, anche recentemente, hanno perso lavita mentre assolvevano il proprio compito nelle missio-ni di pace.il loro ricordo così vivo e doloroso in tutti noi ci deveindurre non a desistere ma a persistere nel nostro impe-gno, a moltiplicare gli sforzi, anche per onorare lamemoria di quei ragazzi e dare il significato più alto alloro sacrificio, che altrimenti sarebbe stato vano.nell’attuale periodo storico di profondi mutamenti edrammatiche trasformazioni che mettono in pericolo ivalori fondanti della nostra società e il nostro stessobenessere economico e sociale, nessun paese libero edemocratico può sottrarsi al dovere di contribuire allastabilità e alla sicurezza della comunità internazionale. le nazioni unite, l’alleanza atlantica, l’unioneeuropea sono interpreti e strumenti operativi di questodovere condiviso. ed è nel quadro dei dispositivi diintervento messi in campo da queste istituzioni e sullabase di decisioni consensuali assunte nell’ambito deiloro organi collegiali di governo che le Forze armateitaliane operano insieme a quelle di moltissimi altri statisovrani, nel pieno rispetto dei principi sanciti dall’arti-colo 11 della nostra costituzione. È perciò dovere delleautorità politiche e militari preposte continuare adaggiornare e migliorare strategie, strutture e capacitàoperative delle Forze armate, per rendere più efficace ilcontrasto delle minacce da fronteggiare, garantendo nelcontempo la massima protezione ai contingenti impie-gati e alle popolazioni civili coinvolte. Ma è anche

dovere di tutte le istituzioni e di ogni cittadino sostenere,in italia e nel contesto sinergico delle organizzazioniinternazionali, a partire dall’unione europea, questoprimario impegno democraticamente condiviso su scalaglobale.nella ricorrenza del 4 novembre, che quest’anno, nelquadro delle celebrazioni per il 150° anniversariodell’unità d’italia, assume significato ancor più profon-do, rendiamo onore ai soldati, ai marinai, agli avieri, aicarabinieri e ai finanzieri che operano nelle aree di crisicon perizia, abnegazione ed entusiasmo.riconosciamone l’impegno e la professionalità e ringra-ziamoli per i progressi che ci hanno permesso di com-piere verso un mondo più stabile, pacifico e sicuro.siamo orgogliosi di quanto essi fanno ogni giorno, innome del nostro paese e della comunità internazionale. viva le Forze armate, viva la repubblica, viva l’italia”.

11anniversari

Page 12: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

12ricorrenze

trent’anni fa, il giorno 2 agosto 1980,alle ore 10.25 precise, una bombaesplose nella sala d’aspetto di secondaclasse della stazione ferroviaria cen-trale di bologna. lo scoppio fu vio-lentissimo: fece crollare le strutturesovrastanti le sale d’aspetto di prima eseconda classe dove avevano sede gliuffici della ristorazione Cigar e unatrentina di metri di pensilina.l’esplosione investì in pieno anche iltreno ancona-chiasso che in quelmomento si trovava in sosta al primobinario. il bilancio finale fu di 85morti e 200 feriti, provenienti da circa50 città italiane ed estere. la deflagra-zione era stata provocata da unamiscela di tritolo e t4. la paura si dif-fuse rapidamente in tutto il mondo:chiunque, in qualunque parte delglobo, avesse un proprio caro in viag-gio, temette seriamente per la suaincolumità.in questa sede non pretendiamo di rie-vocare la strage se non con i nudieventi appena esposti, né di rifletteresul fenomeno dello stragismo in italia,che peraltro esulerebbe alquantorispetto ai temi qui normalmente trat-tati. ritengo però opportuno soffer-marci su alcuni elementi della vicendacomplessiva che non possono noncoinvolgerci eticamente e civilmente eche, nella elaborazione della memoriadelle vittime, presentano analogie, percerti aspetti, con il vissuto tragicodelle vittime dei crimini nazisti.il contesto nazionale, che tutti abbia-mo in mente, è quello successivoall’”autunno caldo”, che vede il rapi-do succedersi delle stragi di PiazzaFontana nel 1969, di brescia edell’Italicus nel 1974, poi dell’oscuroabbattimento del volo Itavia iH870bologna-Palermo nei pressi di ustica,fino a giungere all’episodio più grave,quello appunto della stazione di

bologna. nel contesto emerge condecisione un’azione – ancor oggiinquietante – di depistaggio attuato inmaniera continuativa e “scientifica”per opera di elementi dei servizisegreti militari, per ordine di alti uffi-ciali legati tra loro dalla comuneappartenenza alla loggia massonicaP2. gli anni settanta, in italia, costi-tuiscono dunque un elemento di cesu-ra anche per questo motivo, poiché,dopo il periodo del boom economico edelle facili speranze in una società dibenessere per tutti, danno avvio a unpreoccupante clima segnato dalla“strategia della tensione” e dal terrori-smo di sinistra (due anni prima, nel1978, era stato sequestrato e uccisoaldo Moro).bologna, a prescindere dalla sua colo-razione politica decisamente rossa,era comunque un simbolo importantedella resistenza e dell’antifascismo,che come tale coinvolgeva i cittadinidemocratici di qualunque orientamen-to partitico. era una città decorata diMedaglia d’oro al valor Militare,indocile al potere reazionario fin dalrisorgimento, bene amministrata eaperta a cambiamenti e trasformazionisociali in senso democratico.la memoria “collettiva” delle vittimee dei loro parenti è stata sempresegnata dal dolore incisosi fin da subi-to nell’animo di chi perse uno o piùcari, o rimase ferito o anche semplice-mente coinvolto in quell’evento dram-matico. il disagio dei cittadini chehanno vissuto quegli eventi, contras-segnato dalla paura per l’esposizione auna “potenza del male” irrazionale eimplacabile, è sfociato in un panicogenerale, più sfumato in alcuni, fissatoinvece nel disturbo psichico in altri,caricandosi così di significati oscuri.la conseguenza è il senso di emargi-nazione, di radicale diversità rispetto a

chi non è passato attraverso quellamedesima esperienza.riguardo alla dimensione privatadella memoria, è esemplare il caso diMarina gamberini, che lavorava alpiano soprastante la sala d’aspettodella stazione e che rimase un’orasotto le macerie prima di essere trattain salvo: «sensi di colpa, fortissimisensi di colpa – ha dichiarato a distan-za di trent’anni – non riuscivo adaccettare l’idea di essermi salvata,mentre le mie sei colleghe di lavorono. […] io allora avevo 20 anni, ero lamascotte del gruppo: loro mi insegna-vano il mestiere, le avevo idealizzate.Quella bomba ha distrutto il miomondo, salvando solo me.» (La donna

della foto simbolo: “Mi sento in colpa

per essere sopravvissuta”, “ilcorriere della sera”, ed. bologna, 2agosto 2010). È impressionante cometale meccanismo della psiche avviciniquesta donna ai reduci dai campi diconcentramento: è il medesimo pen-siero di Primo levi, che per tutta lavita si è domandato perché la salvezzafosse toccata proprio a lui.la testimonianza del ferroviereroberto castaldo è altrettanto signifi-cativa: «i botti, gli spari, mi mettonopaura. non posso più stappare unabottiglia di champagne, con una scusami assento. Quando scoppia il pallon-cino di un bambino, mi fermo, nonparlo, sudo freddo, tutto mi porta aquel giorno alla stazione di bologna.[…] e ancora, sulla metropolitana, unragazzo ha smarrito uno zainetto.Pensavo: “e se fosse una bomba?”.come potevo rivolgermi al capotreno?Dirgli che avevo un sospetto? Miavrebbero preso per matto. Fobie, ten-sioni. Questo mi è rimasto dentro dal2 agosto del 1980.» (da Danielebiacchessi, Un attimo... vent’anni.

Storia dell’Associazione tra i familiari

2 AGOSTO 1980:IL DOVERE DELLA MEMORIA

di Alessandro Ferioli

Page 13: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

13ricorrenze

delle vittime della strage alla stazione

di Bologna 2 agosto 1980, Pendragon,bologna 2001, p. 42). Piccoli partico-lari – odori, rumori, ambienti – apronovoragini nella psiche e si perdono inun’angoscia che gli altri possonoascoltare ma non comprendere apieno: è lì che, come nel caso deireduci dai lager, permane una parte dinon detto, anzi di indicibile.una giustizia incompleta, dovuta allamancata individuazione dei mandantie passata attraverso vicende giudizia-rie travagliate, ha fatto perdere aiparenti delle vittime ogni fiducia nelleistituzioni. riguardo a FrancescaMambro e valerio Fioravanti (condan-nati in via definitiva per la strage), lasignora ilda, madre del ventenneroberto Procelli che rimase uccisonello scoppio, così si è espressa: «Michiedo dove viviamo. li ho visti intelevisione ed ho cambiato canale.saperli in galera o meno non toglie néaggiunge niente al mio dolore, chiedosolo che non vengano beatificati.almeno questo. saranno pure statedelle pedine, ma ciò non li sollevadalle loro responsabilità.» e alladomanda se confida che sarà mai fattagiustizia, risponde: «si sono presi miofiglio a vent’anni e me l’hanno riman-dato chiuso dentro una bara. Per me laparola giustizia suona un po’ stridente.non esiste giustizia per una cosa delgenere. un Paese in cui trovano terre-no fertile intrighi di tale portata nonpuò permettersi la parola giustizia.»(l’intervista completa è nel sito<http://www.sindromedistendhal.com/terrorismo/9-alle10.htm>). esistequindi, nella memoria dei famigliari,la convinzione di essere stati abbando-nati dallo stato, sia per gli importantidepistaggi giudiziari che per la scan-dalosa rilevanza mediatica di cuigodono alcuni criminali condannati.

come nel caso del reducismo, è unsentimento nato fin da subito (un con-gruo numero di famigliari rifiutò ifunerali di stato) e poi alimentato nelcorso del tempo ad ogni nuovo smac-co nella ricerca di una piena giustizia.nella memoria “ufficiale” della stra-ge, una grande parte è stata svoltadall’associazione delle famiglie dellevittime, costituitasi nel 1981 alloscopo di “...ottenere con tutte le inizia-tive possibili la giustizia dovuta...”(statuto dell’associazione, art. 3) indialogo con le autorità statali, le altreistituzioni locali e le forze politiche.essa ha avuto quindi il duplice compi-

to di fungere da custode della memo-ria delle vittime e, al tempo stesso, dapropulsore di iniziative civili volte afavorire in tutti i modi le indagini giu-diziarie (in primo luogo con le campa-gne per l’abolizione del segreto distato nei delitti di strage e terrorismo).la strage ha anche il suo naturale“luogo della memoria” nella stazione,ancora in piena attività e sede di tuttele iniziative di commemorazione.all’esterno dell’edificio, all’ingressoprincipale, è collocato il simbolo diquella giornata: l’orologio mantenutofermo all’orario dello scoppio, ele-mento innaturale e straniante in unluogo che a tutt’oggi costituisce un

nodo nevralgico dei trasporti, a ricor-dare al viaggiatore distratto, e magaristupito per quell’apparente segnale diinefficienza e trascuratezza che è unorologio dalle lancette immobili, cheper i bolognesi il tempo, in un certosenso, è davvero ancora fermo aquell’ora del 2 agosto 1980. la vita haripreso il suo corso, naturalmente, main modo diverso. non è casuale che inoccasione del trentennale, un gruppocostituitosi su Facebook («bologna, 2agosto 1980, 2 agosto 2010») ha invi-tato i suoi aderenti a sostituire la loroimmagine-profilo con quella dell’oro-logio della stazione di bologna.

ovviamente, quella della strage nonpuò essere una memoria “condivisa”.infatti, per anni l’aggettivo “fascista”che compare nel testo della lapidecommemorativa collocata in stazionedal comune di bologna (“vittime delterrorismo fascista”) è stato oggetto dicontenzioso. Fu soprattutto ilMovimento sociale italiano, special-mente dopo la discussa prima senten-za d’appello che mandò tutti assolti, arichiederne formalmente la cancella-zione. Quella parola sulla lapide non èmai stata toccata, ed è oggi ancora lì atestimoniare agli immemori che lastrage aveva una matrice ideologicaprecisa.

Page 14: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

tra le iniziative per la conservazionedella memoria spicca quella, adottatasin da subito, di onorare i morti bam-bini piantando altrettanti alberi in ungiardino di periferia, ognuno recanteuna targhetta con il nome della vittimaalla base: oggi gli alberi sono cresciu-ti, le targhette non si leggono più e conla loro presenza scandiscono lo scor-rere lento del tempo nell’attesa di unaverità completa. un’altra iniziativa –questa volta in occasione del trenten-nale, e quindi fra le ultime in ordine ditempo – è di alessandro lanzani,milanese, che ha intitolato il suo pro-getto «la faccia, la testa e il cuore»:l’idea era di riempire il web di volti,appunto, che ricordassero le vittimedella strage; chiunque poteva inviareil proprio video, attenendosi però allarecitazione di un testo prefissato,costituito di poche parole, semplici euguali per tutti. il principio di “metter-ci la faccia” intendeva favorire la par-tecipazione e l’impegno civico.Per concludere, ritengo che dallasede prestigiosa di questa rivista –organo dell’anrP, che da sessan-t’anni si batte per la custodia dellanobile memoria di prigionieri evolontari della libertà – sia partico-larmente significativo lanciare a vivavoce l’auspicio che l’argomento dellostragismo, con in testa i fatti bolo-gnesi del 2 agosto 1980, venga inse-rito senz’altro al suo giusto posto nel-l’ambito della programmazionedidattica di storia di ogni ordine discuola. le domande degli studenti alproposito sono frequenti e, del resto,

si è visto che più i fatti sono a noivicini cronologicamente e più riscuo-tono il loro interesse: troppo spesso,quindi, presi dall’insana preoccupa-zione di svolgere sin nel dettaglioargomenti tradizionali, trascuriamogli anni più recenti, che pure sono fittidi nodi irrisolti e di stimoli per una

militanza civile eticamente ispirata. Penso quindi che dobbiamo tutti fareuno sforzo, a livello sia di program-mazione individuale che di organi col-legiali, allo scopo di coprire anchequesta parte del programma con unatrattazione sintetica, problematica enon faziosa.

14ricorrenze

Page 15: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

15tra storia e cronaca

Hanno dovutoaspettare quasi 70anni. Ma, alla fine,lo stato dellacalifornia ha pre-sentato le scuseufficiali alle mi-gliaia di cittadiniamericani d’origi-ne italiana residen-ti negli usa econsiderati comepotenziali nemicidurante la secondaguerra mondiale.l’Fbi li guardava

con sospetto, ritenendo che potessero trasformarsi inuna quinta colonna del fascismo. e molti di loro, comegli americani di origine giapponese e tedescha, sonostati internati in speciali campi creati in Montana eall’est. altri hanno visto confiscate le proprietà. altriancora hanno subito umiliazioni malgrado non ci fossealcuna prova di attività anti-americane. e se pure c’erastata una simpatia iniziale verso il regime di Mussoliniera poi andata scemando.nel clima di caccia alla streghe, le autorità hanno messosotto inchiesta giornalisti, scrittori, insegnanti, impiega-ti, operai. chiunque, all’epoca, poteva essere considera-to un sostenitore di Mussolini. e anche scritti innocenticome le poesie venivano esaminate con attenzione dagliagenti: temevano che le strofe nascondessero dei mes-saggi in codice.nella zona di Monterey, o a san Francisco dove si erastabilita una folta colonia italiana, l’azione delle autoritàè stata piuttosto dura. come ha raccontato MikeMaiorana al los angeles times un drammatico giornodel 1942 la vita della sua famiglia è cambiata. suopadre, che pure era diventato cittadino americano, agliocchi del governo usa è apparso come una potenzialespia o, peggio, come un sabotatore. il fatto che il suopeschereccio si chiamasse “Dux” non l’ha certo aiutato.gli agenti della Fbi hanno perquisito la casa in cerca diapparati di comunicazione, codici segreti e chissà qualialtre diavolerie che potessero servire a passare informa-zioni al “nemico”. Ma non hanno trovato un bel niente.Poi i poliziotti hanno sequestrato la barca che dava da

vivere ai Maiorana e la famiglia è stata trasferita asalinas.Decine di famiglie che lavoravano nella pesca – come iMaiorana – sono state costrette a cedere i battelli allaMarina statunitense che li ha impiegati per trainare ber-sagli o come unità di supporto alle motovedette. allafine del conflitto, le autorità hanno poi restituito ipescherecci versando anche un indennizzo.i Maiorana hanno ricevuto 20 mila dollari ma per rimet-terlo in ordine ne hanno spesi più del doppio.altra esperienza dolorosa quella della “rilocazione”.con diverse centinaia di oriundi italiani residenti incalifornia che sono finiti in un campo speciale costruitoa Missoula, in Montana. Migliaia sono stati trasferiti inaltre zone dove erano tenuti sotto stretta sorveglianza.severe limitazioni anche agli spostamenti. il padre delcampione di baseball, Joe di Maggio, non poteva recarsinel suo ristorante al Fisherman’s Warf, la famosa areasulla baia di san Francisco. una disposizione, introdottadalle autorità, impediva ad alcuni italiani di allontanarsiper più di 8 chilometri dalla zona dove risiedevano. unasorta di confino che ha lasciato il segno soprattutto suglianziani della comunità. Provvedimenti eccessivi vistoche, come da molti riconosciuto, i 600 mila oriundi ita-liani non erano “nemici”.

LA CALIFORNIA SI SCUSA, 70 ANNI DOPO,CON I “NEMICI” ITALIANI

di Alfonso Gambacurta

Page 16: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

16tra storia e cronaca

nelle ultime ore del 4 ottobre 1943 ilten. Franco Di giovanni, che con lasua compagnia e qualche altro volon-tario continuava a resistere allaschiacciante avanzata dei reparti tede-schi, lanciò l’ultimo messaggio dallependici del Monte timianò a sud-ovest di coo, dove la stazione campa-le r.t. della vedetta della Marina tene-va ancora viva la voce dell’eroica resi-stenza italiana “soccombiamo. vival’italia!”Questo fu il saluto fiero ed accoratodel ten. Di giovanni e dei suoi fantialla Patria, che continuava a viverenelle Forze italiane in lotta a lero, a25 miglia di distanza.Poi, il silenzio della morte sia perl’estremo combattimento sia per laferoce rappresaglia.nel tempo della strategia prossimaunilateralmente dallo stato Maggioreinglese in palese contrasto con quellaconcordata nelle varie conferenzedegli stati Maggiori alleati(casablanca, gennaio 1943 –Washington, maggio – Quebec, ago-sto), l’isola di coo, situata quasi amezza strada tra rodi e lero, avevaraccolto con chiara determinazione gliordini del comando supremo italianoe si era schierata con la base di leroed il suo comandante, l’allora cap.vasc. luigi Mascherpa, contro qual-siasi attacco tedesco.conta ricordare che le anzidetteconferenze alleate si erano concluse,specie per la riluttanza degli usa,impegnati più che mai negli oceaniindiano e Pacifico, con il reiterato erisoluto diniego alla proposta inglesead estendere le azioni nelMediterraneo per approfittare deldecisivo e repentino mutamento deglieventi (25 luglio ed 8 settembre).

il primo Ministro W. churchill non sidiede per vinto ed affidò al gen. H.M.Wilson, comandante delle Forze delMedio oriente, il compito di appog-giare quelle italiane con particolareriguardo alla roccaforte di lero.Quest’isola non aveva campi di avia-zione e di conseguenza, mancandol’appoggio americano con apparecchia lungo raggio e ritardando la conces-sione turca per la utilizzazione dellesue basi aeree, il comando inglese delMedio oriente puntò gli occhi sulcampo di aviazione di coo, deciso afarne la base aerea indispensabile percontrastare gli attacchi tedeschi sem-pre più massicci su lero.tra tecnici e specialisti della r.a.F. edalcune compagnie di fucilieri e repartidi artiglieria, si formò in coo unaforza militare inglese di circa 1.500uomini.Presidiava coo, al comando del col.Felice leggio, il 10° reggimentodella brigata di Fanteria regina, quel-la stessa che a lero aveva dislocato ili° btg comandato dal ten. col.guseppe li volsi; e con gli avieridell’aereoporto di antimachia e imarinai delle stazioni di vedetta, laguarnigione italiana non superava i4000 militari, tutti quanti decisi adopporsi ai tedeschi, rispondendo in talmodo all’appello solenne delcomandante Mascherpa, che con ilgrado di contrammiraglio avevaassunto l’11 settembre, dopo la cadutadi rodi, il comando della zona milita-re marittima dell’egeo.italiani ed inglesi, collegati stretta-mente con lero ed i comandi inglesidi castelrosso e del cairo, atteserocon solerzia alle operazioni di siste-mazione delle attrezzature aeroportua-li di antemachia e all’apertura di altre

piste nella zona di lambi a nord del-l’isola di coo.tuttavia, più avanzavano i lavori econ essi gli sbarchi inglesi di materia-le e di uomini, e più si intensificavanoi bombardamenti tedeschi, tanto che afine settembre, proprio nel momentoin cui venivano avvistati numerosipiroscafi in avvicinamento all’isola, lepiste di antimachia e di lambi risulta-rono impraticabili ed inutilizzabilidagli aerei non ancora completamentedistrutti.Prima dell’alba del 3 ottobre i tedeschiriuscivano a sbarcare in varie zone,nonostante l’accanita reazione deimitraglieri italiani e degli stessi ingle-si. Ma, mentre la guarnigione italianaveniva spronata da lero a resistere atutti i costi, quella inglese venivaautorizzata a riparare sulla vicinacosta turca.così si verificò che quel migliaio ditedeschi, che era sbarcato con le armimoderne e mortai, appoggiato dallamassiccia copertura aerea e rinforzatoda gruppi di agguerriti paracadutisti,ebbe ben presto ragione dei Fanti del10 ° regina, male armati ed espostiinesorabilmente all’accanimento degliaerei e dei soldati nemici. essi furonosopraffatti e a nulla valse la resistenzaed oltranza durata, specie nel settoremeridionale dell’isola, fino alla seradel 4 ottobre.lì, sul Monte timianò, accanto allastazione r.t. campale della Marina, ilten. Di giovanni volle resistere con isuoi Fanti fino all’ultimo, lanciando ilgrido degli eroi: “viva l’italia”.era il tardo pomeriggio di quel pallidogiorno ed era appena iniziato il marti-rio degli ufficiali del 10° reggimentoregina con il loro colonnello in testa.

COO E I SUOI VENTI GIORNIDI RESISTENZA AI TEDESCHI

Il dramma del 10° Rgt della Brigata di Fanteria “Regina”colta di sorpresa dai tedeschi,

l’isola fu occupata ed espugnata tra il 3 e 4 ottobre 1943 dalle truppe del gen. Muller, il quale ordinò

il massacro di 110 ufficiali della guarnigione e del loro Comandante, il col. Felice Leggio.

di Ferruccio Ferrucci

Page 17: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

17tra storia e cronaca

tutti coloro che in quello che è stato definito “ilsecondo conflitto mondiale” hanno avuto la ventura diessere catturati dal nemico, sono stati identificati, omeglio “classificati” come prigionieri di guerra da un“numero di matricola” costituito da più cifre, e talvoltaanche da un misto di cifre e lettere dell’alfabeto.

come risulta dai documenti che allego in fotocopia eprecisamente:1) statino degli stipendi da me percepiti dal 19 luglio1940 al 31 marzo 1943;2) libretto dei pagamenti del P.o.W. camp 28/9 di Yol:3) dichiarazione “contract on parole” da me firmata indata 18 settembre 1944 all’atto del passaggio dallo “sta-tus” di prigioniero di guerra a quello di ufficiale dellaregia Marina co-belligeranterisulta che il mio numero di matricola come P.o.W. èstato 10 (dieci). come spiegare il perché l’allora sottotenente di vascelloMassimo adrower fu il P.o.W. n.1, e l’alloraguardiamarina Mario albenga fu il P.o.W. n. 9 è uncompito che nessuno degli storici cattedratici, quelli chedi storia della guerra hanno scritto volumi, ovviamentesenza aver mai preso parte ad un combattimento, è statoe sarà in grado di spiegare.infatti è perfettamente inutile andare a consultare archi-vi: nessun documento sarà possibile reperire in merito:solo un poco di buonsenso da parte di chi ha vissuto inprima persona gli eventi, può fornire la semplicissimaspiegazione.come è ben noto, nella guerra dichiarata “pomposamen-te” da Mussolini con un discorso tenuto la sera del 10giugno 1940, l’italia combattè su un “fronte terrestre”

situato sul confine fra libia ed egitto, e su un “frontemarittimo” costituito dal Mediterraneo, e, per alcunigiorni, anche dal Mar rosso.nei primi mesi di guerra non si verificarono importantibattaglie terrestri, viceversa si verificarono numerosiaffondamenti di navi da guerra. in mediterraneo furonoaffondate: 1) il sommergibile liuzzi il 27 giugno 19402) il cacciatorpediniere espero il 28 giugno 19403) l’incrociatore colleoni il 19 luglio 1940in mar rosso furono affondati:1) il r. sommergibile galilei il 19 giugno 19402) il r. sommergibile torricelli il 23 giugno 19403) il r. sommergibile galvani il 24 giugno 1940ovviamente parte degli equipaggi di questi sommergibi-li fu fatta prigioniera a norma della convenzione diginevra per migliorare la sorte delle Forze armate incampagna in data 12 agosto 1940 furono istituiti campiseparati per ufficiali e per sottufficiali e truppa.tuttavia, dato il minimo numero di prigionieri inizial-mente fu istituito un solo campo, come si dirà in seguitoad ahmednagar.come detto sopra, fra il 19 giugno e il 24 giugno furonoaffondati in Mar rosso ben tre sommergibili e catturatoun certo numero di prigionieri da parte di navi inglesi dibase ad aden.Dove alloggiare questi primi “prigionieri di guerra”?ovviamente non ad aden, dove erano di base le navi,ma nelle più vicina colonia inglese cioè in india.in india esisteva già a ahmednagar sin dal 1939 uncampo per gli internati civili tedeschi, a fianco del quale,nel giugno 1940 era sorto un altro campo per gli inter-nati civili italiani.gli italiani residenti in india erano per la quasi totalitàdei sacerdoti missionari, quindi la quasi totalità degliinternati fu costituita da sacerdoti, incluso il Delegatoapostolico: monsignor scuderi.gli inglesi decisero quindi di “aggregare” agli internaticivili anche questa decina di primi prigionieri di guerraprovenienti dal Mar rosso e così fu istituito il PoWcampo di ahmednagar per i 15 ufficiali e 60 marinai deisommergibili del Mar rosso.Questo minimo numero di prigionieri rimase tale finogli ultimi giorni di agosto 1940 quando vi giunsero 20ufficiali e circa 500 sottufficiali e marinai quasi tutti delcolleoni.come detto agli inizi di questo scritto, in Mediterraneoerano stati affondati nel giugno – luglio 1940 il sommer-

IL P.O.W. N° 10di Gino Galuppini

Page 18: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

gibile liuzzi, il cacciatorpediniere espero e l’incrociato-re colleoni catturando numerosi prigionieri che costitui-vano un ingombro nel campo P.o.W. di geneifa, pertan-to a metà agosto 1940 una ventina di ufficiali di Marinae circa 500 marinai e sottufficiali, quasi tutti delcolleoni, furono trasferiti in india nel già esistentecampo di ahmednagar.oltre a “sgomberare in india i suddetti prigionieri, vi fu“sgomberato” anche un prigioniero “molto scomodo” eprecisamente un generale: il gen. del genio romololastrucci fatto prigioniero il 16 giugno 1940 che, per lasua età ed il suo grado, non era alloggiato in tenda comegli altri ufficiali, ma in una camera di baracca per allog-gio degli ufficiali inglesi addetti al campo. anche per ipasti non mangiava con noi ma probabilmente ricevevai pasti dalla mensa degli ufficiali inglesi.così il sottoscritto a fine agosto 1940 giunse in india.come è noto, le vere e proprie operazioni di guerra sul

fronte libico – egiziano ebbero ini-zio nell’autunno 1940, quindi iprimi prigionieri di guerra italianicatturati dagli inglesi, furono“sgomberati” in india a novembre-dicembre 1940 e sistemati in unnuovo campo istituito a ramghar,nel quale furono trasferiti anchequelli precedentemente alloggiati adahmednaghar.ovviamente ufficiali e truppa prove-nienti dall’egitto erano stati regolar-mente “immatricolati” ma non cosìquelli provenienti da ahmednagarche erano “senza numero”.ci fu dunque un piccolo problema darisolvere “con il buon senso”.Pertanto le autorità inglesi con salo-monica decisione presero l’elencoalfabetico degli ufficiali prigionieri

ed assegnaronoloro o numeri dimatricola a comin-ciare dall’uno fincirca a 30.Pertanto, comedetto sopra, ilP.o.W. n. 1 ful’allora s.t. divascello Massimoadrower, il n. 2 ilguardiamar inaMaria albenga edil sottoscritto “let-tera g” ebbe ilnumero 10. comerisulta tutto moltosemplice.

18tra storia e cronaca

SoStieni la noStra azione

aderendo e facendo aderire all’anrP

versando il contributo annuale di € 25.00

sul c/c postale 000051610004 intestato: ANRP Roma

VERSO IL FUTURO: DA ASSOCIAZIONE A FONDAZIONE

Page 19: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

19tra storia e cronaca

la notizia è rilevante. l’italiafascista, che nel maggio del ’39aveva firmato il «patto d’acciaio»con la germania nazista e che il 10giugno del ’40 avrebbe dichiaratoguerra alle democrazie occidentali,«mise al sicuro» una gran quantitàd’oro della banca d’italia neglistati uniti. l’operazione fu spiega-ta in una lettera (2 marzo ’40)dell’allora governatore dibankitalia vincenzo azzolini alministro per gli scambi e le valute,raffaello riccardi. Dai primi dimarzo del ’40 ai giorni immediata-mente precedenti l’intervento mus-soliniano, 25 tonnellate d’oro -valore: 27 milioni di dollari e 541milioni di lire del tempo - vennerotrasportate con il transatlantico«rex» al di là dell’oceano. unaparte di quei fondi fu poi utilizzataper finanziare le ambasciate inamerica latina. Due giovani diplomatici, robertoDucci e girolamo de bosdari, ebbero l’incarico di por-tare a rio de Janeiro due valigie contenenti un milionee mezzo di dollari. completo i cenni fattuali tratti dagente ricordando che la documentazione su questo intri-go politico-economico è custodita nell’archivioriccardi, affidato a un museo creato a genova dalmiliardario di Miami Mitchell Wolfson.i fatti sono chia-ri, lo sono molto meno le deduzioni cui essi si prestano.la più ovvia è che sia stata una manovra finanziaria concui, in vista d’una futura partecipazione al conflitto, ilgoverno italiano intendeva assicurarsi una cospicuadisponibilità di denaro. a conforto di questa tesi, le frasicon cui veniva spiegato che gli usa «non hanno presomisure per i depositi degli stati belligeranti, solo per glistati occupati». in base a questa considerazione formaleuna montagna d’oro sarebbe stata imbarcata sul «rex».il ragionamento non mi pare del tutto convincente.Poteva Mussolini, cui nessuno nega intelligenza, ignora-re che gli usa, pur formalmente estranei al conflitto,erano di fatto al fianco della gran bretagna e dellaFrancia? Poteva ignorare che se si fossero impegnatinell’immane scontro, l’avrebbero fatto contro lagermania? la mossa mussoliniana, se fondata su questoe soltanto su questo, sarebbe una prova clamorosa di

dilettantismo. oltretutto mancava-no gli stimoli temperamentali chedeterminavano i colpi d testa delDuce.Ma la vicenda non è di quelleche sollecitavano i suoi impulsi. Èragioneria, gestita da un personag-gio riflessivo e prudente come ilgovernatore azzolini. si deve allo-ra leggere la manovra come ungesto di sfiducia nei confronti dellagermania? siamo, con le istruzionidi azzolini, ai primi di marzo del’40, e il 18 di quel mese il Duceincontra il Führer al brennero, dovepromise di «marciare con lagermania» riservandosi tuttavia lascelta del momento in cui l’avrebbefatto. nello stato d’animo in cuiera, il Duce poteva ragionevolmen-te osare un gesto anti-tedesco oppu-re - ed è ancor meno verosimile -preoccuparsi della sorte che avreb-be avuto l’oro italiano quando i

tedeschi, vincitori o vinti o chissà cos’altro, avesserovoluto metterci sopra le mani?no, la mossa del governofascista non ebbe - questa è la mia opinione - un moven-te o alcuni moventi che avessero attinenza con le grandistrategie e con le grandi ideologie. Mussolini, ancora indubbio sull’agganciarsi totalmente a Hitler - lo risolse, ildubbio, quando seppe che le Panzerdivisionen irrompe-vano verso Parigi - non ebbe nessuna intenzione di dareuno schiaffo o almeno d’attestare sfiducia allagermania. non questo ci racconta - è sempre, lo ribadi-sco, una mia discutibile opinione - il carteggio ora affio-rato. racconta, secondo me, qualcos’altro. Mussolinisottovalutava gli stati uniti. Diceva giovanni ansaldoche se il Duce, provinciale di talento, avesse visto unavolta l’elenco telefonico di new York - venti volte quel-lo di roma - gli sarebbe passata ogni voglia di stuzzica-re gli americani. in quei giorni vide il sottosegretarioagli esteri sumner Welles inviato da roosevelt. non sipiacquero reciprocamente. sumner Welles descrisseMussolini «statico e massiccio piuttosto che vigoroso».Per Mussolini gli americani, simpatizzanti delle demo-crazie, contavano poco, e non sarebbero entrati in guer-ra, comunque fossero andate le cose. Dunque gli usaerano un santuario sicuro per l’oro di roma. un’altraprofezia che non si può dire fosse proprio azzeccata.

ORO ALLA PATRIAdi Massimo Coltrinari

Page 20: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

20tra storia e cronaca

coinvolgendo le istituzioni, le scuo-le, le associazioni, le vittime delnazismo e la cittadinanza, la tourouniversity rome ha realizzato unincontro con la partecipazione ditestimoni diretti, all’epoca due bam-bini che assistettero alla deportazio-ne dei loro familiari: è il 16 ottobre del 1943, il “sabato

nero” del ghetto di Roma. Alle 0

5.15 del mattino le SS invadono le

strade del Portico d’Ottavia e

rastrellano 1024 persone, tra cui

oltre 200 bambini. Due giorni dopo,

alle 14.05 del 18 ottobre, diciotto

vagoni piombati partono dalla sta-

zione Tiburtina. Dopo sei giorni

arrivano al campo di concentramen-

to di Auschwitz in territorio polacco.

Solo quindici uomini e una donna,

Settimia Spizzichino, ritorneranno a

casa dalla Polonia. Nessuno dei

duecento bambini è mai tornato.

i testimoni invitati sono stati albertosed, che fu anche lui catturato a

roma pochi mesi dopo edeportato ad auschwitzall’età di 15 anni, e settimiaMieli, che a 10 anni fu testi-mone della deportazione deisuoi familiari e all’età di 28anni si trasferì negli statiuniti, Phoenix – arizona, dadove è arrivata in occasionedi questo incontro. il loro rac-conto di quel sabato nero èstato toccante ed è statoseguito con estremo interesseanche dal pubblico più giova-ne. si è trattato di un’occasio-

ne unica per condividere e mettere aconfronto il racconto di due personeche, in età giovanile, hanno vissutoin maniera differente lo stesso tragi-co evento. l’uno era dalla parte dichi è stato catturato, l’altra dallaparte di chi si è salvato dalla depor-tazione nazista. entrambi hannovisto avvicinarsi la propria fine ehanno vissuto la decimazione dellaloro famiglia, dei loro amici, deiloro conoscenti. Dopo la caduta delfascismo e del nazismo, anche leloro scelte di vita sono state diffe-renti: alberto sed è rimasto a viverea roma, settimia Mieli si è trasferitanegli stati uniti. ciò che li accumu-na è, comunque, il saper guardareavanti con il coraggio e con la forzache li hanno contraddistinti fin dapiccoli. ed stato grazie a questa spe-ciale energia che sono riusciti acomunicare, che la loro testimonian-za è servita ad alimentare “consape-volezza” e “senso critico” sia neigiovani che negli adulti.in occasione dell’incontro la tourouniversity rome e l’anrP hannodonato ai numerosi partecipanti libririguardanti la memoria, la deporta-zione, l’internamento e la violazionedei diritti umani.

16 OTTOBRE ’43 LA DEPORTAZIONE DEGLI EBREI DI ROMA

di Giorgio Cerioni

“... quanto è avvenuto non si può comprendere,

anzi, non si devecomprendere, perché

comprendereè quasi giustificare…”

(Primo Levi)

Page 21: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

21inclusione sociale

immigrazione e citta-dinanza, titolo dellagiornata di studiotenutasi martedì 26ottobre presso lacamera dei Deputati,Palazzo san Macuto,con il patrocinio dellaFondazione romaMediterraneo e orga-nizzata dall’associa-zione investire incultura sia attraversoil Progetto MneMo (centro dieducazione Permanente a Distanza)promosso d’intesa con sapienzauniversità di roma – centroapplicazioni televisione e tecnicheistruzione a Distanza – (cattiD),l’anrP e il cnr nell’ambito delprogramma Firb del Ministerodell’università e della ricercaeuromed cooperation: Pubblicaamministrazione, impresa, cittadi-no. la giornata è nata per favorire lacooperazione e lo scambio culturale,dedicata agli immigrati e per trovaregli strumenti più idonei e dare loroinformazioni e formazione gratuita.lavorare per l’integrazione e lafutura cittadinanza significa indivi-duare e gestire percorsi formativiculturali che coinvolgano sia gliimmigrati sia gli operatori italianiinteressati all’integrazione culturaledei futuri cittadini, utilizzando anchele moderne tecnologie informatiche.la Fondazione roma Mediterraneo,nata per iniziativa della Fondazioneroma, una delle più antiche istitu-zioni filantropiche italiane, promuo-ve lo sviluppo economico, culturalee sociale dei Paesi che si affaccianosul Mar Mediterraneo, favorendo lacreazione di un dialogo costante tragli stessi per il superamento di ogniostilità sociale e intensificando ini-ziative comun al fine di favorire il

rispetto tra i popoli e l’affermazionedi una comune identità mediterraneaha messo in rete dal 2008 il portale

www.purenoi.it completamentededicato agli immigrati, in conclusione dei lavori della gior-nata di studio sono stati premiati,con una targa d’argento, le organiz-zazioni che si sono maggiormenteadoperati nell’impegno per la pro-mozione di una cultura dell’integra-zione nel nostro Paese.Hanno inviato i loro saluti ai parte-cipanti ai lavori il Presidente dellacamera dei Deputati gianfrancoFini, il giudice costituzionaleMaria rita saulle e il Ministro dellavoro e delle Politiche socialiMaurizio sacconi.i lavori sono stati aperti dall’inter-

vento del Prof.angelo guarino conun interessante inter-vento sul clamoreche sta suscitando ingermania il recentelibro di sarrazin, “lagermania si autodi-strugge”, che parten-do dallo studio anali-tico dei dati relativiall’immigrazione ingermania giunge a

delle preoccupanti considerazioniriguardo ai rapporti tra società tede-sca e immigrazione. sono seguiti gliinterventi del Prof. giovannicordini dell’università di Pavia cheha illustrato importanti sviluppi siasulla legislazione italiana e europeasul tema dell’immigrazione ed hapresentato i due volumi riguardanti“il diritto dell’immigrazione” a curadi v. gasparini e g. cordini pubbli-cato da Mucchi editore di Modena edella Prof. Maria immacolataMacioti del Dipartimento di scienzedella comunicazione dell’universitàsapienza di roma.Di seguito i sindacalisti giuseppecasucci della uil e alfredo zolladella cgil hanno illustrato le attualipolitiche sindacali relative alle pro-blematiche degli immigrati, in parti-colare per quanto riguarda il mondodel lavoro.il Dr. M. vitiello dell’istituto diricerca delle Popolazioni ePolitiche sociali ha esposto signifi-cative considerazioni riferite allapopolazione straniera residente initalia al gennaio 2010, ai permessi disoggiorno per lavoro e famiglia, alleiscrizioni scolastiche degli alunnistranieri e alla occupazione deglistranieri residenti in italia.infine il Prof. emmanuele F. M.emanuele, presidente della Fon-

IMMIGRAZIONE E CITTADINANZAdi Angelo Ferrari

Page 22: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

dazione roma, dopo aver presentatole varie ed interessanti attività che laFondazione roma e in particolare laFondazione roma – Mediterraneoriguardo alle relazioni interculturalitra i popoli del bacino delMediterraneo, ha consegnato le targhed’argento alle fondazioni premiate.tra i premiati la FondazioneMigrantes, rappresentata dai sac.agostino Perreca e Pasqualeviolante, l’organismo costituito dallaconferenza episcopale italiana(cei) per assicurare l’assistenza reli-giosa ai migranti italiani e stranieri eper promuovere nelle comunità cri-stiane atteggiamenti ed opere di fra-terna accoglienza nei loro riguardi eper stimolare nella stessa comunitàcivile la comprensione e la valorizza-zione della loro identità in un climadi pacifica convivenza rispettosa deidiritti della persona umana.in particolare la FondazioneMigrantes promuove la crescita inte-grale dei migranti affinché, nelrispetto e nello sviluppo dei lorovalori culturali e religiosi specifici,possano essere protagonisti nellasocietà civile di cui fanno parte.inoltre la Fondazione cura una ade-guata informazione dell’opinionepubblica stimolando l’elaborazionedi leggi di tutela dei migranti per unaconvivenza più giusta e pacifica. il Prof. tullio De Mauro ha ritiratola targa per la Fondazione “MondoDigitale” che lavora per una societàdella conoscenza inclusiva coniu-gando innovazione, educazione,inclusione e valori fondamentali. i

benefici che provengono da cono-scenze, nuove tecnologie e innova-zione devono essere a vantaggio ditutte le persone senza alcun tipo didiscriminazione.

Missione della Fondazione è contri-buire alla realizzazione di una socie-tà democratica della conoscenza,promuovendo l’apprendimento el’uso delle tecnologie digitali daparte di tutti gli individui della socie-tà con particolare riferimento ai set-tori di maggior rischio di esclusione.obiettivo della Fondazione è la for-mazione di movimenti di persone,comunità e organizzazioni che sap-piano operare congiuntamente percreare un movimento di “electronicinclusion” o “e-inclusion” globale.la terza targa è stata assegnata alProgetto “roma Multietnica” ed èstata ritirata dalla Dr.ssa gabriellasanna responsabile del Progetto.“roma Multietnica” nasce dall’espe-rienza del settore multiculturale dellebiblioteche del comune di roma,impegnate da molti anni in un pro-getto di conoscenza e comunicazionecon le diverse culture che coesistonoe interagiscono nel nostro Paese e inparticolare a roma.a questa struttura collaborano studio-si che si occupano di paesi arabi eturchia, africa subsahariana, africalusofona, asia orientale, Filippine,iran, america latina, cultura ebraica,rom, sinti e camminanti. oltre alle informazioni e agli aggior-namenti sulla realtà multietnicaromana, sempre in continua evolu-zione, “roma Multietnica” offre unorientamento su guide, libri e per-corsi bibliografici, sulle letteraturedel sud del mondo e sulla problema-tica della integrazione dei nuovi cit-tadini migranti.

22inclusione sociale

Page 23: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

credo fermamente che un paese che si pone nella condi-zione di accogliere persone provenienti da luoghi cultu-ralmente diversi, abbia responsabilità ben precise neiconfronti di queste entità.come sancisce la Dichiarazione dei diritti umani, que-sti si riferiscono ad ogni persona, senza discriminazio-ne ed in ogni circostanza, e possono essere ristretti sol-tanto quando siano messi in pericolo analoghi dirittidegli altri.ritengo quindi che assumersi la responsabilità di garan-tire la salute psico-fisica anche degli immigrati irregola-ri permetta a questi ultimi di divenire a loro voltaresponsabili della salute della comunità che li accoglie.lo scopo principale di un medico di ambulatorio perstranieri è questo: collaborare per il raggiungimento diquello stato di completo benessere fisico, mentale esociale che garantisce una migliore qualità di vita.la mia è l’esperienza di un medico di ambulatoriostP/eni. ciò che ho imparato sui flussi migratori lodevo soprattutto agli immigrati comunitari od extraco-munitari che hanno riposto in me fiducia, sia comemedico che come persona.Devo loro le conoscenze che ho acquisito relative a cul-tura, credenze religiose, abitudini di vita, tendenze ali-mentari caratteristiche dei diversi paesi di provenienza.Ho imparato a rispettare atteggiamenti, come l’esagera-to pudore che dimostrano molte donne, e spesso anchedegli uomini, quando devono essere visitati.Ho celato il mio stupore nel constatare che alcuni prova-no vergogna nel dichiarare di essere affetti da malattietipo il diabete che percepiscono non come una comunepatologia, ma come un disonore.Ho compreso che è giusto rispettare l’usanza o la sceltadi generare numerosi figli, anche quando le condizionieconomiche suggerirebbero di comportarsi in manieradel tutto contraria.Ho fatto fatica ad accettare sia come donna, ma soprat-tutto come medico, la decisione, la fermezza di moltegestanti che si oppongono alle mie richieste di volerlesottoporre ai controlli sanitari così come previsto, pertutto il periodo della gravidanza.condivido le paure, le resistenze che provano nel viverein maniera diversa dalle loro abitudini, dalle tradizioniculturali tipiche dell’etnia di appartenenza.ricordo che più di 50 anni fa l’art. 25 dellaDichiarazione universale dei diritti dell’uomo stabilivaquanto segue: “ogni individuo ha diritto ad un tenore di

vita sufficiente a garantire la salute ed il benessere pro-prio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’ali-mentazione, al vestiario, all’abitazione, alle cure medi-che ed ai servizi sociali ed ha diritto alla sicurezza incaso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza,vecchiaia…”.e’ nel rispetto di quanto esposto precedentemente che iopropongo il mio intervento sanitario, di addetta al con-seguimento e al mantenimento dello stato di salute degliimmigrati irregolari; e devo dire che i più hanno dimo-strato di voler collaborare, sottoponendosi volentieri acure, controlli e, ove possibile, ad esami preventivi rela-tivi a quelle malattie che, tra l’altro, potrebbero metterea repentaglio il benessere di tutta la comunità, anche diquella ospitante.la mia esperienza mi ha dato modo di constatare chesono le donne quelle che più frequentemente richiedonoassistenza medica, sono più attente alle modificazionidel proprio corpo, più sensibili nei confronti dei familia-ri, dotate naturalmente di una maggiore capacità dicomunicare e socializzare con gli altri, sono spesso por-tavoce dei malesseri fisici o psichici dei congiunti.Molte sono riuscite ad ottenere rispetto e considerazionedella loro persona e del lavoro che svolgono grazie allapropensione, che dimostrano di possedere, all’accudi-mento soprattutto dei bambini e degli anziani.e’ questa loro tendenza a prendersi cura degli altri che lerende preziose e molto spesso insostituibili sia comebaby-sitter che come badanti.Per fare la badante è indubbio che servano qualità parti-colari, la pazienza e la forza fisica, ma prima di tuttosono necessarie l’intelligenza e la forza interiore, due

23inclusione sociale

UMANITÀ E DIGNITÀNELL’ACCOGLIENZA

di Doriana Leotta

Page 24: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

24inclusione sociale

requisiti indispensabili per gestire i rapporti umani. e’proprio l’atteggiamento interiore che garantisce di poteraffrontare con la dovuta consapevolezza e disposizioned’animo la malattia e la sofferenza del proprio assistito.la sensibilità, il rispetto che mostrano di possedere neiconfronti degli anziani, in buona salute o malati, rendequeste figure impagabili assistenti e accompagnatricinegli ultimi anni di vita di molti malati gravi.rendo omaggio a tutti coloro, donne e uomini, cheaccettano lavori umili, spesso mal retribuiti e che, puressendo in possesso di diploma o di laurea, costrettidalla necessità, si adattano a svolgere attività assoluta-mente inadeguate al titoloconseguito nel loro paesee alla loro professionalità.e’ con notevole sorpresa,ma anche con soddisfa-zione, che ho constatatoche sempre più spessosono le donne rom che sirivolgono a me per pro-blemi di salute. Questaaumentata affluenza deinomadi ad un servizioistituzionale come quellodi un ambulatoriostP/eni mi ha fatto sup-porre che la campagna dialcuni anni fa, sostenutadall’azienda della quale faccio parte, per sensibilizzarela popolazione nomade ad usufruire dei servizi sanitari,ha conseguito risultati insperati ed irraggiungibili agliocchi di molti.i nomadi hanno abitudini, tradizioni molto diverse dalnostro vivere comune; molte delle loro convinzionisono differenti da quelle anche degli immigrati prove-nienti dall’europa dell’est o da altri continenti, ma ildesiderio di integrazione credo si stia diffondendoanche tra loro. le loro numerose famiglie ruotano intor-no a figure femminili importanti quali suocere, madri,figlie già sposate.la coabitazione tra queste donne è stretta e proficuasotto l’aspetto della reciproca assistenza.Molte delle mie visite sono rivolte soprattutto ai bambi-ni che, inseriti nella scuola, sono spesso costretti a rivol-gersi a me per il rilascio di certificati di riammissioneper assenze più o meno giustificate, lunghi periodi chevanno bel oltre il decorso di una comune sindromeinfluenzale. assenze protratte a causa dell’insofferenzache molti di questi bambini manifestano nei confrontidegli ambienti chiusi e delimitati.Molte giovani donne rom ricoprono il ruolo, oltre che dinuore, di traduttrici simultanee delle richieste o delledescrizioni delle malattie delle suocere, la cui reticenzaa parlare italiano spesso non è dovuta alla mancataconoscenza della lingua, ma piuttosto al pudore di dover

descrivere un disturbo che le affligge, del quale hannoprofonda vergogna a causa delle convinzioni culturali.non è infrequente per me trovarmi di fronte a suocera enuora o madre e figlia in avanzato stato di gravidanza edi dover verificare che i controlli alle quali avrebberodovuto sottoporsi nel corso della gravidanza non sonostati assolutamente eseguiti.Devo dire che qualche cosa si sta modificando anche inquesta particolare situazione, perché ho notato che sedue donne unite da stretti legami di parentela arrivanoall’ambulatorio, la più giovane delle due, nuora o figliache sia, ha insistito o letteralmente trascinato la sua

familiare da me per con-sultarmi.spesso però gli utenti diun ambulatorio stP sonopersone con gravi e avolte insuperabili proble-mi di comunicazione,legati alla mancata cono-scenza della lingua delpaese che li accoglie ed èin questo contesto che ilruolo del mediatore cultu-rale costituisce il punto diforza indispensabile alraggiungimento di unarelazione medico-pazien-te equilibrata anche dal

punto di vista psicologico.non credo che in situazioni di diversità culturale sia suf-ficiente conoscere il codice linguistico dell’altro per riu-scire ad instaurare una comunicazione valida.ritengo che anche le competenze linguistiche, per risul-tare efficaci sul piano della comunicazione, abbianobisogno di integrarsi con una serie di conoscenze parti-colari, quali ad esempio: la capacità di cogliere variazio-ni del tono di voce, le cadenze, i silenzi, la gestualità, lamimica, i movimenti del corpo, la ricerca o l’evitamentodel contatto visivo e ultima, ma non meno importante, ladistanza e la disposizione nello spazio delle personedurante l’interazione.il mediatore culturale a mio avviso dovrebbe possedere,oltre alle competenze linguistiche, anche quelle comuni-cative di carattere più ampio che comprendono i vari lin-guaggi non verbali che possono quindi essere decodifi-cati, interpretati e tradotti al meglio in virtù anche dellaspesso comune origine etnica.impegnarsi in un lavoro interculturale vuol dire quindi:essere capace di instaurare una relazione empatica checonsenta di capire il vissuto che gli altri hanno dei pro-blemi; essere in grado di mettere in atto quel distaccoindispensabile per non rimanere invischiati in un coin-volgimento troppo identificatorio con l’interlocutore.in sintesi un mediatore culturale dovrebbe possederequeste caratteristiche: sapere, saper essere e saper fare.

Page 25: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

25inclusione sociale

il trattato di amicizia fraitalia e libia, che è statocelebrato in italia,affonda le proprie radicinella necessità di rico-noscere le responsabilitàitaliane per il trattamen-to riservato alle popola-zioni libiche di qualsiasicomponente sociale ereligiosa fra il 1912 e il1943.il coraggio di ammetterei propri torti è stato accompagnato poi dalla individuazionedi un concreto intenso programma di iniziative che vannodalla creazione dell’università italo libica, a numeroseopere civili pubbliche, realizzate con fondi italiani spendi-bili attraverso l’affidamento dei relativi incarichi realizza-tivi ad imprese e consorzi italiani che si innestano nel piùampio  processo degli investimenti libici in italia, in settoristrategici. tale processo di maturazione e di coraggio civilefu a suo tempo impostato dal presidente andreotti, svilup-pato dai governi Dini, Dalema e Prodi e poi concluso dal-l’ultimo. non solo, il nostro paese ha attivato nel trattato laconcessione di numerose borse di studio a favore di  stu-denti libici. il tema è estremamente importante, stante ilfatto che, sia pure con un notevole ritardo rispetto a quantofatto da Francia, gran bretagna, stati uniti, germania egiappone, si concorrerà finalmente alla formazione dellafutura classe dirigente libica e sappiamo bene quanto laformazione possa, già dalla semplice conoscenza linguisti-ca, consentire lo stabilimento di un legame anche psicolo-gico fra l’apprendista e il suo maestro, in tal caso il suomaestro, essendo la conoscenza dell’italianistica.Ha ragione il leader della rivoluzione libica quando affermache c’è voluto molto coraggio da parte del paese tutto e nonda parte del solo capo del governo, cioè dal parlamento edal Presidente della repubblica far diventare il trattatolegge della repubblica. la festa del 30 agosto è stata lafesta degli italiani e dei libici. erano presenti alla cerimoniae alla cena i rappresentanti delle varie associazioni degli ita-liani cacciati, così come i discendenti di quegli ebrei libici edi quei tunisini che avevano corso il rischio di essere ster-minati tutti come era stato ordinato ai loro carcerieri, legge-re al riguardo gli scritti di eric salerno.Quando l’italia lasciò la libia, il cittadino libico araboresidente giovane aveva come livello d’istruzione media la

quinta elementare. larivoluzione del colon-nello ha rimesso in cam-mino quel paese, princi-piando dalla messa inestrazione del petrolio,pur individuato daivalenti ingegneri italia-ni, cui era stato rispostodal governo dell’epoca:non abbiamo il denaroper comprare le macchi-ne da estrazione! le

scuole, finalmente aperte alla frequenza di tutti i residenti,la libertà di culto per i fedeli delle religioni abramiticheassicurata, al punto che quando chiesi di recarmi in libiaper ragioni professionali alla fine degli anni ‘80, ottenni ilvisto solo dopo aver presentato il certificato di battesimo.la evocata prospettiva di un’europa islamica non si collo-ca se non che in chiave demografica, essendo prevedibileil sorpasso nell’arco di un cinquantennio, profittandoanche della laicità a tutti i costi voluta attraverso la rinun-cia ai fondamenti valoriali ebraico cristiani e poi a quelli dimatrice giuridica romanistica.Questione tipica  delle società occidentali e non propriadelle società ortodosse, dove i due soli non si sono mairealmente separati. e’stata quella del 30 agosto festa dipopolo e di carabinieri, lo squadrone di cavalleria magi-stralmente capace di far vedere l’efficacia di una scuola dialtissima classe, accompagnata dai lussureggianti e bellis-simi puledri libici, ancora storditi per il lungo viaggio.la libia estremamente estesa per territorio e con un nume-ro di abitanti relativamente modesto, che per potere realiz-zare la propria rivoluzione culturale economica esociale deve avvalersi di quasi quattro milioni di stranieriche hanno trovato un futuro in quel paese, talora comedocenti universitari a Misurata o/e in altre università, taloracome insegnanti, talaltra come braccianti o muratori, com-mercianti o artigiani o imprenditori. chi entra in libia hatre mesi di tempo per trovare un impiego e ottenere il per-messo di soggiorno, mentre nei campi di raccolta si ha lasicurezza di un pasto caldo e di servizi adeguati ad un con-testo nel quale facilmente d’estate si raggiungono i 49gradi centigradi, specie quando soffia il vento del desertoche trasforma il cielo azzurro in un manto di sabbia, ma ciòvale per tutti e non solo per gli stranieri. cessato il regno,è stato necessario creare lo stato, innanzi tutto estendendo

ITALIA-LIBIA TRATTATO DI AMICIZIAdi Vincenzo Porcasi

Page 26: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

26inclusione sociale

all’intera popolazione la capacità di esprimere la scala deibisogni da soddisfare e di definire la propria identità in uncontesto unitario, in un quadro fino a quel momento inde-finito, per il prevalere di componenti esterne. eliminata lapresenza esterna, si è fatto ricorso in maniera selezionata aconsulenti tecnici e imprese prevalentemente operative nelsettore delle costruzioni civili e delle estrazioni, per rende-re fruibile il territorio e per consentire lo sviluppo di note-vole introito dal settore petrolifero al fine di consentire ilpagamento delle risorse da importare dall’estero. beni dilargo consumo dalla tunisia e servizi dall’egitto. realizzato ciò, il leader della rivoluzione ha dato vita apoderoso programma di edilizia urbana, al fine di assicurareun alloggio adeguato alla sua popolazione e, nonostante ilventennale embargo dovuto a fattori internazionali, inco-minciare a far entrare di nuovo in azione le attività commer-ciali e di distribuzione, prima attraverso supermercati e poiattraverso la ripresa dell’iniziativa privata e la nascita diapposite leggi, dirette a consentire un’ adeguata ripresa degliinvestimenti stranieri; tale azione è stata accompagnata dallaripresa sul territorio di un qualificato turismo archeologico ereligioso, teso alla valorizzazione dei giacimenti culturalicolà esistenti: apollonia, cirene, sabrata, leptis Magna, ilFezzan, i villaggi dei nostri architetti futuristi, solo per citar-ne alcuni. tuttavia, in un paese dove l’acqua dei pozzi arte-siani anche in zona costiera richiede per essereraggiunta  scavi per almeno 280/300 metri di profondità,occorreva affrontare il problema dell’acqua. la soluzione inatto è stata immaginare la captazione e l’adduzione dell’ac-qua dell’epoca pliocenica proveniente dai confini meridio-nali del paese attraverso la realizzazione di un immensoacquedotto, accompagnato su un diverso piano dalla messain sfruttamento delle riserve di gas naturale, al fine di passa-re dalla politica di mero sfruttamento delle risorse ad unpiano di politica energetica riproducibile e alternativa ade-guata e sostenibile. Da ciò il passo è stato breve ad avviarela politica della c.d. Green Economy, fondata sulla ripresadelle coltivazioni agricole intensive, nelle zone possibili,dalla riforestazione di intere aree partendo dalla cirenaica,spalancando le porte alla produzione di energia solare, in ciòpienamente in linea con le priorità dell’unione europea nelsuo programma di transizione al 2020.intanto, superata la crisi nei rapporti internazionali, il paeseha assunto ruoli e funzioni sempre più importanti sia nelcampo della tutela dei diritti umani, sia nell’ambitodell’oua, organizzazione per l’unità africana, facendosicarico anche finanziario di iniziative dirette a migliorare lecondizioni di vita nei paesi limitrofi anche attraverso lasponsorizzazione di iniziative di volontariato: tale disegnonon ha fini neo colonialistici ma si ricompone in un quadroregionale di politica esterna verso l’africa subsahariana,condotta con l’unione Maghrebina araba- uMa, nonessendo un caso che l’attuale ambasciatore tunisino atripoli, un grande medico, sia presidente, inter alia, del-l’associazione tunisina giovani medici senza frontiere.l’argomento porta a trattare la questione dei migranti

dall’africa che attraversano, in un viaggio della speranza,il deserto e poi il mare Mediterraneo, provenienti dai last

devellopped countries- ldc . indagini puntuali hanno dimo-strato come trattasi di persone in proporzione altamenteistruite, che rinunciando ad una qual certa ricchezza econo-mica, priva di funzioni di rilevanza sociale e politica , viag-giano alla ricerca di una nuova dignità propria dell’essereumano portatore naturale di diverse dimensioni, che appel-landosi ad un diritto naturale delle genti ad aver un’altaqualità della vita includente il riconoscimento della irri-nunciabile funzione sociale di ciascuno, si avviano allaricerca del proprio diritto a partecipare alla costruzione diun mondo nuovo, non violento e partecipativo e quindionnicratico.nel iii, iv secolo d. c. la ricerca delle genti dell’asia set-tentrionale fu indirizzata dall’impero cinese verso il ricco ecadente impero romano. oggi la memoria di un mondocoloniale bianco e classista, vissuto come paradisiaco,spinge genti dei diversi continenti alla ricerca di una simi-lare aspettativa di vita.il mondo globalizzato ci insegna che dinanzi ad un proble-ma globale la risposta non possa essere che globale. Daalcuni anni le nazioni unite hanno invitato l’europa a faresistema con i paesi suoi nuovi vicini creando la wider euro-

pean integration attraverso la creazione di un pan econo-

mic european space, non militare, ma utile alla creazionedi un nuovo sistema produttivo capace di riproporsi comecompetitivo e concorrenziale nei confronti dei bric, nuovicolossi dell’economia mondiale; riducendo così i costi diproduzione, servendo un mercato interno di dimensioniadeguate, disponendo di una quantità di risorse naturali,servizi e prodotti finiti capaci di servire il mercato mondia-le sulla base di politiche  commerciali, tributarie, moneta-rie, sociali adeguate ed omogenee nonché di qualità e stan-dard elevati, sulla via di un confronto specialistico e nonviolento - si pensi alle società sino francesi e sino italianeper la produzione di vino in cina.l’invecchiamento demografico richiede all’unioneeuropea l’inserimento di sempre nuovi soggetti che sosti-tuiscano e integrino i fattori umani della produzione e delvivere civile, sempre meno presenti. Ma la società civileeuropea non ha le condizioni anche territoriali per acco-gliere hic et nunc una sterminata massa di soggetti che simuovono nello spazio.accogliere, significa soddisfare sin da subito i bisogni fon-damentali dei nuovi venuti: abitazione, alimentazione,vestizione, locomozione e contestualmente il diritto allavoro congeniale e adeguato, all’amore e alla previdenzae assistenza: da qui l’esigenza espressa dalle nazioni unitee dall’unione europea di intervenire costruendo nuovimodelli produttivi e di organizzazione sociale negli ldc, attia migliorare la qualità della vita e a tutelare la dignitàdell’essere umano, quindi a formare quei quadri e quei por-tatori di funzioni che prontamente possano essere inseriti apieno titolo nel contesto sociale, umano e produttivodell’europa.

Page 27: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

27inclusione sociale

in questo senso si muovono lepolitiche migratorie italo libi-che e le trattative in corso frala libia e l’unione europeaper il finanziamentodell’accoglienza dei migrantiin libia e per l’interventoassistenziale  nei paesi vici-niori di cui si è detto. i cinquemiliardi di euro richiesti das.e. Muammar  al Kaddafisembrano forse tanti, ma aben vedere si tratta di unintervento non solo finanzia-rio, bensì di assistenza anchetecnica completa e sinergica,volta verso un mondo cheabbisogna di tutto, compostoda alcune centinaia di milioni di persone umane, da educa-re alla nuova cittadinanza mondiale, che il futuro mondounito cui tutti aspiriamo, comporta  e richiede.occorre evitare che il buonismo ricorrente consenta il ripe-tersi delle tragiche vicende, conseguenti alla caduta delmuro di berlino, nei paesi  passati da un giorno all’altrodall’economia collettiva al capitalismo più sfrenato, travol-gendo in un istante tutto quel bene comune che il sociali-smo reale aveva con sé: la solidarietà, id est case per anzia-ni, appartamenti per le giovani coppie, istruzione gratuita egarantita, ferie pagate al mare, nelle spa o in montagna,asili nido, attività ludiche o sportive di massa , assistenzamedica e sanitaria, pensioni e lavoro garantito, assistenzaai diversamente abili. ciò che oggi con gli stati sempre piùpoveri è riservato in larga misura all’economia etica e allacsr- corporate social responsability.occorre sempre aver presente la grande lezione del presi-dente Mao, dopo la grande marcia, quando si trovò a rico-struire il suo paese, privato anche della dignità della suasovranità, nel soddisfare i bisogni primari della sua gentead ogni costo, avendo contro il resto del mondo.Passo dopo passo oggi la cina sta riprendendo quel Pilche aveva al tempo della guerra dell’oppio; così la libiacome tutto il Magrheb è in cammino per superare la storiacoloniale che ha subito e l’europa dopo il fallimento delprocesso di barcellona non deve fallire nelle nuove politi-che di vicinato nell’ambito dell’uPM- unione per ilMediterraneo, perchè il fallimento dell’ attuale programmaenPi sarebbe come affermato dalle nazioni unite il falli-mento dell’unione stessa.Peraltro, la politica di vicinato non può trascurare il futurodei balcani occidentali, perché nel Mediterraneo globale ilcammino comune verso una casa comune è l’unico antido-to in termini giuridici ed economici alla colonizzazione deipiù avveduti protagonisti oggi dell’economia mondiale, incrisi per molti, ma non per loro.la politica di vicinatorichiede poi il continuo travaso di conoscenza fra i vari par-tecipanti al processo. ben gradite siano quindi  le visite dei

relativi capi di stato e digoverno, gli scambi cultura-li reciproci la coltivazionedi nuovi centri di ricerca sulmodello dell’accademialibica in italia, ottimamentediretta dal prof. ibrahimMagdud, che apre la propriaofferta formativa e conosci-tiva  anche a roma, la rina-scita della scuola giuridicadi byblos, lo sviluppodi centri per il negoziato e laconciliazione a Mazara,gorizia, tunisi e beyrut, laconoscenza dei testi religio-si e letterari nelle singolelingue, con la presentazione

degli autori fondamentali in termini di reciprocità, iviincluse quelle fondamentali dell’attuale pontefice, checostituiscono la base per un processo di sviluppo frapari dignità, finalmente capaci di riconoscersi nella comu-ne discendenza da noè.Felice in tal senso l’insegnamento solidaristico e partecipa-tivo espresso in tunisia, così come in libia; così comein libia si sta procedendo alla restituzione dei beni presi incustodia agli aventi diritto, a suo tempo allontanati, e allaequa liquidazione dei crediti degli operatori, costretti adallontanarsi all’epoca della crisi internazionale.non è da passare sotto silenzio poi l’iniziativa diretta allarisoluzione del conflitto israele-palestinese di tipo federali-sta, chiamata isratin, proposta tre anni fa dal leader libico,di cui si sta tenendo ampio conto nei colloqui voluti dalPresidente obama: indiscutibilmente, peraltro l’individua-to modello federativo sta trovando buone applicazioninell’ambito del superamento dei conflitti nei balcani occi-dentali ed utile strumento operativo per le nazioni unitenella Palestina, anche per l’avvio degli strumenti di dialo-go sociale, nell’ambito delle nuove competenze attribuitealle autonomie locali dall’ufficio internazionale del lavorodi ginevra.

Page 28: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

28attività associativa

RomAil 5 ottobre 2010 al teatro Palladiumdi roma si è tenuto lo spettacolo“bucefalo il pugilatore e gli altri...storie di una resistenza “ un proget-to presentato dall’associazioneMiriam novitch e dalla sezioneromana dell’anrP.lo spettacolo scritto, diretto edinterpretato da alessio de caprio,racconta la storia di lazzaroanticoli, pugile ebreo romano ucci-so alle Fosse ardeatine il 24 marzodel 1944. attorno a lui ruotano tuttigli avvenimenti politici e sociali cheavvennero a roma, dall’avvento delfascismo, all’occupazione nazista,alla retata del 16 ottobre 1943 dovepiù di mille ebrei furono deportatinei campi di concentramento tede-schi, ma al tempo stesso racconta lavita che si viveva in quegli anninell’ex ghetto ebraico di roma e nelresto della città: le persone, i lavori,le abitudini di una città e di unacomunità alla quale improvvisamen-te, nel 1938, fu tolto tutto.Hanno aperto lo spettacolo gli inter-venti del consigliere regionale enzoFoschi, dell’assessore alla culturadell’Xi municipio carla di veroli edel consigliere comunale PaoloMasini. Dopo lo spettacolo rebeccabraccialarghe ha letto la “ lettera aDio “ di zvy Kolitz, una riflessionecollettiva sulla vita negata che divie-ne un bene prezioso.sulla necessità di vivere la propriavita non come qualcosa di dovuto e sopportabile ma come una continua

possibilità di rinnovamento e digioia.Ha concluso lo spettacolo l’inter-vento di adolfo Perugia, presidentedella Miriam novitch e dellasezione romana dell’anrP che nelsuo intervento ha sottolineato: “…settantatrè anni fa con l’avvento delfascismo e del nazismo, si abbattero-no, sull’europa, tragici e funestieventi, che oltre a minare le demo-crazie, significarono lo sterminio diinteri popoli.con questo spettacolo vorremmocoinvolgere i giovani, emotivamen-te, attraverso i ricordi del passato peraiutarli ad essere spinti ad intrapren-dere un cammino di riflessione piùserio e profondo… attraverso le per-secuzioni, le deportazioni, la storiadel nostro paese può avvicinare lenuove generazioni ad una realtàdolorosa e drammatica, ma anchericca di valori e animata da un posi-tivo desiderio di proiettarsi, graziealla profonda fede nella libertà enella giustizia, verso un futuro dirinnovamento, di democrazia e dipace. la democrazia è un bene che non ciè dato in assoluto, ma è piuttosto unameta verso la quale si è sempre incammino.ogni volta che il seme della seces-sione, della xenofobia, della discri-minazione, dell’intolleranza, neiconfronti di ogni diverso al quale sidovrebbe rispetto, ogni volta chel’avidità, la violenza, la corruzione,prendono piede in un paese, questo

non riesce più a garantire una solidademocrazia”.

BARBIAneLLoDomenica 7 novembre si è svolta abarbianello (Pv) la commemorazio-ne per il 92° anniversario della finedella grande guerra. l’evento, come di consueto, orga-nizzato dall’amministrazione co-munale d’intesa con la localesezione dell’anrP, ha visto la sen-tita partecipazione dei cittadini edelle associazioni combattentistichee d’arma del circondario.Dopo l’alzabandiera e gli onori aicaduti di tutte le guerre, che hannoavuto luogo presso il Monumento aicaduti, il corteo si è diretto nella

chiesa Parrocchiale dove il parrocoMons. gianfranco Maggi ha cele-brato la santa Messa.successivamente in P.za “gen. e.Pizzi” si sono tenuti i discorsi uffi-ciali del Presidente della sezioneanrP, cav.uff. Franco del vecchio,e del sindaco sig. giorgio Falbo.il Presidente Del vecchio ha ram-mentato la storica data del 4novembre anche e soprattutto come“giornata delle Forze armate edell’unità nazionale” ricordandol’importante significato del nostrotricolore.il sindaco Falbo ha sottolineato ilvalore e le virtù dei nostri soldati chesi sono battuti nelle trincee delcarso e sulle sponde del Piave concoraggio e immensi sacrifici lascian-do sui campi di battaglia ben seicen-tomila morti che meritano di esserecostantemente ricordati, come i gio-vani militari italiani impegnati nellevarie missioni di pace.

BuCeFALo IL PugILAtoRe e gLI ALtRI… StoRIe DI unA ReSIStenzA

Page 29: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

29attività associativa

ChIetIlunedì, 29 novembre, il prefettovincenzo greco, ha consegnato le

medaglie d’onore, riconoscimentoconcesso ai cittadini italiani, militarie civili deportati nei lager nazisti. inomi degli insigniti: Francescobarone, Michele basso, antoniocanosa, genoino Domenico cauto,giulio D’amario, rocco Di lizio,Pamfilo Di santo, nicola Di tullio,nicola Fabucci, tito Marchioli,Donato tiberio e Mario vespa.  

Beneventoil prefetto dott. Michele Mazza haconsegnato le medaglie d’onore aquattro cittadini sanniti deportati einternati nei lager nazisti. la meda-glia è andata ad andrea tanucci chel’ha ritirata personalmente, mentrehanno ritirato le altre medaglie ifamiliari dei defunti giuseppeciancialo, cosimo Musco e Michelelombardi. la cerimonia si è conclu-

sa con un concerto della Fanfarasannita dei bersaglieri.

CAgLIARIotto cittadini della provincia dicagliari, civili e militari, deportati einternati in lager nazisti e destinati allavoro coatto per l’economia diguerra e i loro familiari, hanno rice-vuto a cagliari le medaglie d’onoreconcesse dal Presidente dellarepubblica.

il nostro Presidente vicarioMichele Montagano ha presentato il 24/9/2010 aguardialfiera il libro diMaria acierno che narra levicende del prigioniero diguerra n° 50860 in terratedesca negli anni 1943-1945.Montagano ha detto: “...attra-ente, piacevole e premurosalettura, ho rivissuto la miastessa esperienza e la tenaceresistenza al nazifascismoche, con qualche variante, è stata simile a quella dicosimo acierno. Per questa ragione, il mio non è un acca-demico e cattedratico intervento perché non ho né titoli néconsuetudine, ma è un parlare col cuore di una storia tristeed eroica che tutti insieme i 650 mila militari italiani abbia-mo vissuto negli anni della nostra giovinezza, nei lagerdella germania e della Polonia. (...)come tantissimi altri reduci, ci siamo chiusi in un silen-zio di pudore e di umiltà, di disgusto e di rabbia e non cisiamo mai aperti, neanche con i nostri cari. non ci siamolamentati, non abbiamo versato lacrime, non abbiamosollecitato compassione. il perché del nostro rifiuto adaderire alle profferte dei nazifascisti, preferendo rischia-re la morte, ce lo siamo tenuto dentro di noi, come sicustodisce qualcosa di sacro e di troppo intimo per darlo

in pasto a chicchessia.non crediate che sia faciletestimoniare le proprie soffe-renze ed avere il coraggio difare un resoconto del propriocomportamento spinto sinoad un cosciente eroismo.Maria, nipote di cosimo,non soltanto è riuscita, condolce e caparbia insistenza,a stimolare nello zio il libe-ro sfogo alle confessioni,ma le ha ascoltate con taleprofonda intensità da riu-

scire a interiorizzarle così bene che tu, lettore, hai lasensazione che lei si è talmente immedesimata neipanni del personaggio da diventare lei stessa prigionie-ra dei tedeschi. (...) era un uomo, cosimo, come tantialtri di guardialfiera, ma da persona intelligente e pienadi senso pratico ha saputo conseguire il grado di sergen-te ed assumere superiori compiti di responsabilità edelicatezza quando è stato scaraventato nel turbiniodella guerra in terra greca; e da prigioniero di guerra hasaputo dimostrare ed esprimere un comportamento alta-mente dignitoso come uomo e come soldato tanto che,resa notoria la sua vicenda con l’aiuto della nipote, èdiventato in effetti un personaggio che suscita le stesseemozioni e gli (...)stessi sentimenti che ispirano i piùfamosi e celebri deportati della levatura di Primo levi”.

CoSImo ACIeRno:un veRo e PuRo ReSIStente

CeRImonIA DI ConSegnA DeLLe meDAgLIe D’onoReAI DePoRtAtI e InteRnAtI neI LAgeR nAzIStI

Page 30: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

30attività associativa

la cerimonia si è svolta nell’ambitodelle manifestazioni organizzatedalla prefettura e dal comando mili-tare autonomo della sardegna, unita-mente all’amministrazione comu-nale, in occasione del  giornodell’unità nazionale e delle Forzearmate che quest’anno, in particolare,ha come tema il “150° anniversariodell’unità d’italia”. la celebrazione solenne della ricor-renza si è svolta alla presenza dellemassime autorità civili e militaripresso la caserma ‘Monfenera’ –sede del 151° reggimento fanteria‘sassari’.

PRAto

nella giornata delle solenni celebra-zioni della Festa dell’unitànazionale e delle Forze armate, ini-ziate alle ore 10,15, con la cerimoniamilitare dell’alzabandiera e la depo-sizione di una corona di alloro alMonumento ai caduti, alle 11,00,nei locali della Prefettura, sono stateconsegnate 7 Medaglie d’onore aicittadini italiani, militari e civili,

deportati e internati nei lager nazistie ai famigliari dei deceduti.gli insigniti sono stati: baldiniruggero, bartolini brunero, corsiniPietro,  lastrucci arturo,  Marangongiuseppe, Pollazzi alberto giosuè etotilo salvatore.

LoDIgiovedì 4 novembre 2010, in occa-sione dell’anniversario della finedella Prima guerra mondiale e dellagiornata delle Forze armate, alleore 12.30, presso i locali del palazzodel governo di lodi, il prefettodott.ssa Peg strano Materia, allapresenza delle autorità della provin-cia e di una rappresentanza delle

scolaresche, ha consegnato agli insi-gniti le medaglie d’onore conferitedal Presidente della repubblica eriservate ai cittadini italiani, militarie civili, deportati ed internati neilager nazisti e destinati al lavorocoatto per l’economia di guerra.

SIDney (AuStRALIA)il 1 settembre 2010 presso ilconsolato generale d’italia insydnye, il console benedettolaterri, ha consegnato 21 medaglied’onore a ex deportati e internati neilager nazisti o ai loro familiari resi-denti in australia. berluti antonio, bongiolatti luigi,caradonna giuseppe, colonnaantonino, consalvo sal-vatore, cunzo gaetano,cussigh giacomo, Dusinabortolo, giubiani emilio,guetti antonino, ingaldogiuseppe, lo Presti cos-tantino basilio, Maritatosalvatore, Melocco vit-torio, Meoli cosimo,Minati giuseppe, Peruch

agostino, Piani isidoro, Primeranogiuseppe, rigon adelchi, scarfòsalvatore, severi agostino, questi inomi degli insigniti.

tanta è stata l’emozione dei nostriconnazionali, che nonostante lontaninon hanno mai dimenticato la loroitalia. il console nel suo intervento haelogiato il sacrificio di questi uominiaffermando: “… la storia e la giustizialo esigono; e lo pretendono, ne siamocerti, soprattutto i giovani, che deiloro anziani predecessori sono glieredi naturali e morali ed ai quali èaffidata la custodia delle memorie daessi tramandate”. (A. Galazzo)

Page 31: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -

Milano, 4 dicembre 2010

Care amiche e amici ,

addio mia bella addio, l’ “amato” se ne va...Da giugno, dalla cima dei miei “90”, la slavina: rotolano vista, udito,artrosi ... tutti incurabili . Prossime analisi all’occhio destro, già operato, per decidere se ècompatibile con l’età un’ iniezione di “chi me lo fa fare” nell’occhio destro,con vista deformata, per tentare un eventuale recupero per leggereancora... visto che l’occhio sinistro, inabile... vede doppio!Vivo orizzontale per buona parte della giornata, pochi passi coldeambulatore ed ho in corso una lunga (come da copione) praticaburocratica per carrozzella e accompagnatore, pur già riconosciuto“invalido 100%” e “invalido di guerra” per la deportazione.Riduco ulteriormente l’uso del PC, limito la mia attività al riordino delle“carte” storiche e dei “sassi” preistorici in trasferimento a archivi , musei ... e cassonetti .“Occhio non vede”, orecchio non sente... ma per fortuna “cuore non duole” ecosì pure il colon...Purtroppo “peggio soli che bene accompagnati ...”Vi dispenso da litanie che già conosco o intuisco. Potete sempre telefonarmi“finché la testa va..” perché vi voglio bene e venire a trovarmi nel mioLager milanese dove, come nei Lager di allora, posso solo ricordare,pensare e avvertire un futuro inutile... e invidiare quelli che non possonopiù pensare!Non parole, ma opere di bene pro memoria degli IMI, inutili eroi ... Scusate la retorica, ma non mi resta altro.

Vi abbraccio, confortato dal vostro affetto che ricambio.Claudio

claudio sommaruga - ex iMi e deportato,  dirigente dell’anrP, ricercatore delle associazioni,  targato“pioniere” agiP e  “decano” degli speleologi, dei geotermici e dei cineamatori...

Page 32: SOSTIENI ANRP Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in …lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/10/9-12-2010.pdf · 2016. 10. 5. · rassegna mensile socio-culturale n.9-12 settembre -