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Sostenere la pratica clinica con reali supporti scientifici A Milano il congresso internazionale della Società italiana di implantologia osteointegrata Anno VII Numero 1/2012 EUGENIO ROMEO, Presidente SIO Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue ISSN 1970-7428 GRIFFIN EDITORE www.griffineditore.it Fatti e Persone Dental Market Gestione Fiscale SPECIALE Implantologia XVII CONGRESSO SIdP LA TERAPIA PARODONTALE E IMPLANTARE NELLA SOCIETÀ CHE CAMBIA: L'ECCELLENZA CLINICA SOSTENIBILE Bologna, 15-17 marzo Palazzo della Cultura e dei Congressi Per informazioni e iscrizioni: www.sidp.it - [email protected] Tel. 055.0197867 - Fax 055.2345637

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Sostenere la pratica clinicacon reali supporti scientificiA Milano il congresso internazionaledella Società italiana di implantologia osteointegrata

A n n o V I I N u m e r o 1 / 2 0 1 2

EUGENIO ROMEO, Presidente SIO

Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue

ISSN 1970-7428GRIFFIN EDITOREwww.griffineditore.it

Fatti e Persone

Dental Market Gestione Fiscale

SPECIALE Implantologia

XVII CONGRESSO SIdPLA TERAPIA PARODONTALE E IMPLANTARE

NELLA SOCIETÀ CHE CAMBIA: L'ECCELLENZA CLINICA SOSTENIBILE

Bologna, 15-17 marzoPalazzo della Cultura e dei Congressi

Per informazioni e iscrizioni:www.sidp.it - [email protected]

Tel. 055.0197867 - Fax 055.2345637

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Il congresso di Milano dellaSocietà italiana di implantolo-gia osteointegrata ha previstoun panel di eccezionale rile-vanza: la presenza di nomiquali Jan Lindhe, TomasAlbrektsson, MatteoChiapasco, Hui Wang,Andrea Mombelli, MichaelMcGuire – e tronchiamo quiun elenco che sarebbe notevol-mente più lungo – rende chia-ro l’impegno di Sio per il ven-tennale ma anche la forza diattrazione che ormai la societàscientifica è in grado di eserci-tare a livello internazionale.Del resto, la presenza alla ceri-monia d’apertura del professorPer-Ingvar Branemark – alquale Sio consegna la mem-bership onoraria – sigilla l’im-portanza del congresso:Branemark è forse la figura piùsignificativa di tutta la storiadell’implantologia. Vale la pe-na di ricordare che il grandemerito di Branemark fu quellodi studiare con rigore i mecca-nismi più intimi della guari-gione ossea, approfondendonel'istologia e le reazioni alla pre-senza di materiali estranei al-l'organismo. Questo gli permi-se di mettere a punto un siste-ma, o protocollo operativo,che è poi la strada per il suc-cesso implantologico, cioé l’o-steointegrazione, termine cheBranemark stesso coniò alla fi-ne degli anni Sessanta, gettan-do le basi dell’implantologiaendossea contemporanea.Un congresso, insomma, diportata scientifica tale da po-ter in apparenza intimorire l’o-dontoiatra che viaggia con unbagaglio di conoscenze un po’leggero: ma non è affatto così,perché gli ingredienti dell’e-vento sono stati dosati in mo-do da garantire un livello di in-teresse e di fuibilità pratica

sempre notevolissimo.Il professor Eugenio Romeoha avuto in sorte l’onere e l’o-nore – come si suol dire – dimettere la propria firma in cal-ce a questo congresso partico-larmente impegnativo e intempi di crisi, di depressionestrisciante e facile demotiva-zione, organizzare un eventocome quello di Milano puòdavvero dirsi un modo feliceper iniziare il 2012.

I temi del congressoAlla luce di questo percorso(evidence based dentistry equalità clinica) i temi d’inte-resse implantologico sono sta-ti trattati in modo completo:dalla diagnosi al rapporto co-sti-benefici della terapia im-plantare, ai fattori di rischio si-stemici e locali, agli aspettimerceologici, chirurgici e pro-tesici, con particolare attenzio-ne al risultato a lungo terminedal punto di vista funzionaleed estetico. In sessioni parallele, un corsodi aggiornamento per igienistitenuto dal professor Mombellisulla diagnosi e il trattamentodelle perimplantiti, compli-canza ad alta prevalenza equindi molto temuta; un se-condo corso è stato progettatoper gli odontotecnici, che si af-facciano – volenti o nolenti –all’era del digitale in laborato-rio e che dalle nuove tecnolo-gie possono trarre, sapendolegestire, nuove opportunità. Inparticolare, l’obiettivo dellasessione per odontotecnici èstato – ha detto EugenioRomeo – quello di «valutarepro e contro dei materiali edelle metodiche attualmenteutilizzate per la costruzionedei manufatti protesici in ma-niera rigorosa e al di sopra de-

gli interessi commerciali, chein questo campo sono altissi-mi».Un congresso sempre aderentealla realtà dei fatti, quindi.Eppure il programma ha sapu-to miscelare – in modo chepossiamo tranquillamente de-finire spettacolare, nel sensostretto del termine – ingre-dienti di interesse diverso, permantenere il pubblico davveroincollato alla poltrona.Già la lectio magistralis, affi-data a Massimo Cacciari eimpostata sul tema «informa-zione e comunicazione», sco-pre la voglia di far cultura diuna società che è aperta a in-terventi in apparenza total-mente estranei all’odontoia-tria. Il professor Cacciari –noto anche al grande pubbli-co – è sindaco di Venezia e or-dinario di estetica pressol’Università Vita-Salute SanRaffaele di Milano. Filosofo,accademico e politico:Cacciari è uomo del nostrotempo e ben comprende l’im-portanza vitale della comuni-cazione, che ormai è al centrodi ogni approccio clinico.Informare correttamente ilpaziente è la pietra angolaredi ogni terapia ben riuscita,come dimostra lo sviluppostesso di software dedicati(del resto, siamo in epoca di-gitale) come Chairside, soloper citarne uno tra i più diffu-si: veri strumenti di lavoro,indispensabili quanto mani-polo e turbine.Altro intervento originalissi-mo quello di FrancoRustichelli, ordinario di fisicaapplicata: tema del suo inter-vento sarà «il paradosso del-l’immortalità». «La paura della veccchiaia edella morte – dice Rustichelli –è sempre stata usata da poeti,

filosofi, religioni, artisti, mamai affrontata con la necessa-ria freddezza. Oggi la biologiasembra poter intervenire suquel processo che nelle celluleporta inevitabilmente allamorte, e questo non può chescatenare la fantasia e l’intellet-to di quanti lavorano su organivitali e sul corpo dell’uomo».Una possibile via per l’immor-talità passa dall’utilizzo di cel-lule staminali, alcune dellequali – totipotenti – possonodifferenziarsi in qualsiasi tipodi cellula e dare origine aqualsiasi tipo di tessuto, rige-nerando nuovi organi. Il pro-fessor Rustichelli, che è unoscienziato e contemporanea-mente un artista, amico e fre-quentatore di artisti e autoreegli stesso di testi letterari,fonda le sue parole su datiscientifici ma anche sul mon-do immaginario e immagini-fico del suo amico artistaGino De Dominicis che, at-tratto dalla questione dell’irre-versibilità del tempo, sostene-va che per esistere veramentedovremmo fermarci nel tem-po «…e finalmente così ini-ziare noi stessi a vivere, quindiessere noi stessi». Evidenze, eccellenza e qualità:i grandi temi delle scienze ap-plicate al centro dell’attività diuna società scientifica che og-gi è davvero un punto di riferi-mento e una scuola. Non faci-le replicare il successo di que-st’anno, ma abbiamo buonimotivi per credere che il pros-simo anno questo accadrà.Quali motivi? È semplice: lascienza si basa sul presuppostoche un fenomeno è valido se èripetibile e riproducibile... Appuntamento al 2013, dun-que.

P. P.

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Guidare il passaggio

dai desideri ai bisogni

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Eccoci all’alba dell’anno fatidico: al di là di ogni

previsione Maja, sarà certamente un anno di gran-

di cambiamenti.

Molti nodi stanno venendo al pettine. Nel nostro

Paese, in particolare, il brusco passaggio dalla go-

liardia di regime all’attuale austerità controriformi-

stica ha segnato il gelido risveglio a una realtà

spiacevole, da affrontare a muso duro.

In tutto il mondo, però, è chiaro a tutti che non è più

possibile perseguire l’irragionevole obiettivo di

un’infinita espansione economica ma che occorre

invece seguire una politica che si può definire di re-

silienza.

La resilienza è la capacità di far fronte in maniera

positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare posi-

tivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la

capacità di ricostruirsi restando sensibili alle op-

portunità positive che la vita offre, è la capacità di

un sistema di non collassare se sottoposto a uno

stress.

Intendo dire che nella fase attuale occorre – benin-

teso, una volta che avremo provveduto con i nostri

soldi a rifinanziare un sistema bancario inefficace e

voracissimo – operare una rivisitazione profonda

degli obiettivi, a partire da una nuova consapevo-

lezza dei limiti ambientali.

È la nostra grande occasione. Carbone e petrolio

sono stati i fondamenti della nostra civiltà, hanno

rappresentato risorse eccezionali emancipando

centinaia di milioni di individui dalla schiavitù della

sussistenza rurale. Eppure oggi sappiamo che il

petrolio finirà.

Il succo è chiaro: o rallentiamo i consumi, o lasce-

remo in eredità alle future generazioni problemi for-

se insolubili. È necessaria la nascita di una nuova

mentalità, che porti ad agire in vista del soddisfaci-

mento dei bisogni reali e non dei desideri.

Tradotto in termini reali e attuali, il passaggio dal

piano dei desideri a quello dei bisogni reali (come

dire, il passaggio all’età adulta) significa dare la

priorità alla cultura e alla formazione: la propria su

un piano professionale e personale, quella dei figli

su un piano di investimento affettivo e generaziona-

le. E qui c’è poco da lesinare, anzi occorre spende-

re di più. Il ritorno è garantito.

Investendo su se stessi dovrebbero ridimensionar-

si le pulsioni all’autogratificazione (beni di lusso),

che in genere derivano dalla frustrazione.

L’investimento sul soggetto e non sull’oggetto ri-

chiede uno sforzo mentale forse insolito e dà risul-

tati non subito visibili: perciò occorre pazientare e

imparare ad analizzare in modo freddo e non cata-

strofico la situazione.

Un calo di fatturato nello studio, per esempio, è un

segnale da interpretare: non è detto che sia per

sempre, e anche se fosse, non è la fine del mondo.

Ecco rispuntare il concetto di resilienza: persone

resilienti sono coloro che immerse in circostanze

avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro

ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le

contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esi-

stenza e perfino a raggiungere mete importanti.

È una sfida, è affascinante, è vitale.

EDITORIALE

Paolo [email protected]

Dall’evidenza scientificaalla qualità clinicaIl programma del ventennale Sio è stato costruito sulla traccia del messaggio culturale storico della società scientifica: qualità ed evidenze scientifiche. Numerosi gli ospiti illustri al congresso

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4<<DENTAL PRESS <<

Si fanno le valigie per cerca-re maggiori aspettative dicarriera, una stabilità piùcerta e un trattamento eco-nomico migliore: i camicibianchi italiani guardano dasempre alle mete extra-ita-liane per poter ottenere lagiusta considerazione dalpunto di vista professionale,della ricerca e delle prospet-tive di crescita sia conosciti-va sia remunerativa. Almenoquesto è quanto asserito dal-le ultime ricerche europee.L'Italia, soprattutto in perio-di di crisi economica comequella in atto, assiste alla ri-presa della crescita d'interes-se da parte dei laureati inmedicina verso Paesi chefungono da richiamo, secon-do quanto emerge dalla pub-blicazione dell'EuropeanObservatory on HealthSystems and Policies sullamobilità dei professionistidella salute e sistemi sanita-ri: evidenze provenienti da17 Paesi europei (lo studio èstato condotto all'interno

del progetto Prometheus).La Commissione europea ri-leva che entro il 2020 si regi-strerà una scarsità di opera-tori sanitari in Europa, alpunto che «non saranno as-sicurate circa il 15 per centodelle cure necessarie». Aquesto pronostico laFnOmceo replica osservan-do come, in realtà, questidati riguardino un calcolo diportata limitata, dal mo-mento che, ad esempio, nonhanno coperto la generalitàdelle professioni: l'indagineinfatti non ha preso in con-siderazione gli odontoiatri,mentre si è concentrata sulleprofessioni di medico, far-macista, infermiere e fisiote-rapista. L'Ue sta ponendo laquestione del futuro del per-sonale sanitario nella patriacomune in nome di quell'e-quilibrio da raggiungere fra«livello elevato di protezionedella salute umana» che de-ve essere assicurato in «tuttele politiche dell'Unione» e leforze di mercato inerenti la

libera circolazione tanto deiprofessionisti quanto deimedici. L'Ue, dopo averprovveduto alla raccolta deidati in Austria, Belgio,Estonia, Finlandia, Francia,Germania, Ungheria, Italia,Lituania, Polonia, Romania,Serbia, Slovacchia, Slovenia,Spagna, Turchia, RegnoUnito, si appresta a redarreun piano per la gestione diquesta forza lavoro.

Le mete degli italianiSeguendo il rapporto sullamobilità per quanto attieneil nostro Paese, ai vertici del-la lista delle Nazioni che at-traggono il personale sanita-rio italiano troviamo RegnoUnito e Germania, principa-li destinazioni di quanti di-cono addio per sempre, o –in misura inferiore - per pe-riodi, all'Italia dove la ricer-ca, la progressione di carrie-ra e le opportunità di cresci-ta sembrano ridursi sempredi più a un'utopia. Fra i professionisti che emi-grano in Inghilerra eGermania il rapporto indicasoprattutto medici di base,specialisti – in primis psi-chiatri e neuropsichiatri in-fantili diretti soprattuttoverso la terra inglese – e ri-cercatori, stretti anche dallamorsa di una burocratizza-zione eccessiva oltre che dacondizioni lavorative spessoinadeguate, a rischio burn-out, di un sistema ingessatoe, fattore rilevante, dalla so-vrabbondanza di personalemedico che inflaziona loStivale. Il mancato ricono-scimento del merito e i sala-ri bassi fungono da mollache induce molte menti no-strane a intraprendere lastrada dell'emigrazione. In relazione agli emolumenti,però, un'indagine dellaFederazione europea dei me-dici salariati (Fems) mostraun altro copione, per certiversi inaspettato: i nostri ca-mici bianchi possono vantaregli stipendi tra i più alti nelVecchio Continente: l'Italia èterza, dopo Belgio eDanimarca nella classifica deisalari massimi; nella classificadi quelli minimi si piazzaquinta dopo Olanda, Belgio(che però negli ospedali han-no un rapporto libero-profes-sionale), Danimarca eFrancia. E ora affrontiamo la presen-

za dei medici italiani oltral-pe. Le registrazioni di medi-ci italiani in Inghilterra am-montano a 1.692 fra il 2003e il 2008; in Germania si èpassati dalle 325 nel 1988 al-le 755 registrazioni di pro-fessionisti italiani nel 2008(con un trend crescente: era-no 584 nel 2003; 615 nel2004; 660 nel 2005; 694 nel2006; 719 nel 2007 e 755 nel2008); in Francia, nel 2007,si annoverano 566 registra-zioni. In Gran Bretagnamolti medici italiani vanno alavorare anche per periodibrevi, magari per supplire acarenze locali. Parecchiprendono l'aereo anche peruna settimana in cambio diuna sostanziosa retribuzio-ne: ciò avviene in specialmodo in quelle zone pocoservite come le highlandsscozzesi, i micro paesinisparsi nel Galles o alcunearee urbane molto popolate.

Da surplus a carenzaIl nostro Paese, stando allafotografia scattata dall'Oms,si piazza fra quelli con mag-gior numero di dottori almondo: il rapporto fra me-dici e cittadini è di quattroogni mille contro la mediaOcse di tre ogni mille.Dunque, il surplus di mediciche si è accumulato in questianni non ha giocato a favoredella scelta di permanenzain patria fra quanti potevanoscegliere l'alternativa estera.Proiettandosi in avanti,però, si guarda a possibilicarenze di personale non ap-pena molti professionisti an-dranno in pensione. Un campanello d'allarmesull'effettiva mancanza inItalia di chirurghi connessaalla perdita d'attrattiva diquesta disciplina fra i giova-ni è stato lanciato daFrancesco Tonelli, direttoredel reparto chirurgia dell’ap-parto digerente all’AziendaOspedaliera Universitaria diCareggi/Firenze in occasio-ne del congresso nazionaledella Società italiana di chi-rurgia (Sic), conclusosi loscorso ottobre a Firenze.«L’attuale scarsa attrattivadella chirurgia per i giovani– ha dichiarato – comportail problema del ricambio ge-nerazionale. Per completaregli organici si prospetta in-fatti la necessità di importa-re chirurghi dai Paesi sotto-

sviluppati. E per la patriadella chirurgia moderna èun evidente e clamoroso pa-radosso. Non si tiene contodell’incredibile progresso diquesta disciplina non soloper lo sviluppo tecnologico,ma anche per la dedizione el’impegno giornaliero al li-mite del sacrificio.Purtroppo in Italia si parladel chirurgo solo quandosbaglia».

Gli stranieri in ItaliaAd ogni modo, è evidente,almeno fino a quando lasupposta carenza non si ma-nifesterà, che per i medicistranieri in Italia, alla lucedel surplus attuale, non èproprio facilissimo trovareoccupazione e il mercato dellavoro, per loro, è abbastan-za off limits.Stando ai dati forniti dallaFnOmceo e aggiornati al2009, il 4% della forza lavoroè straniera: i Paesi di prove-nienza sono Germania(1276), Svizzera (869),Grecia (851), Iran (752),Francia (686), Stati Uniti(618), Argentina (584),Romania (555), Albania(431); nel 2004 i camici stra-nieri ammontavano al 3,4%,ovvero poco più di 12mila,oggi toccano il tetto delle15mila presenze. La metàdei dottori stranieri lavoranel Nord Italia, il 25% alCentro e il 20% al Sud. Il 4%del totale dei professionistiin servizio scende all'1% seteniamo conto del numerodi medici italiani nati all'e-stero o stranieri che hannoottenuto la cittadinanza ita-liana. Complessivamente,dunque, si può asserire chela quota di dottori stranieriin Italia oscilla fra l'1 e il 4%del totale di quelli in servi-zio. Si tratta soprattutto dicamici tedeschi. Risulta di particolare inte-resse inadagare, in questoquadro di mobilità, il feno-meno dei medici immigratiin Italia provenienti da Paesimusulmani: il loro numero siattesta a quota 4mila, unafetta considerevole dei 15mi-la camici bianchi stranierinella Penisola. Più di 9 su 10– il 92% – professano la reli-gione musulmana; la restan-te parte raggruppa cristianimaroniti e copti. Si tratta dispecialisti soprattutto in gi-necologia, seguita da pedia-

tria, chirurgia generale, or-topedia, fisiatria, nefrologiae diabetologia, ovvero quellespecializzazioni legate allemaggiori criticità dei Paesid'origine. La ginecologia, adesempio, è un settore in cuila sensibilità religiosa ha lasua specifica influenza: «perla religione musulmana la vi-ta è sacra, vietato quindi l'a-borto – afferma Foad Aodi,presidente dell'Associazionemedici stranieri in Italia(Amsi) –; c'è molta attenzio-ne alle fasi iniziali della gra-vidanza – i primi 40 giorni ei primi quattro mesi, chehanno particolare significato– e l'interruzione è permessasolo in casi di rischio graveper la madre, da qui il ricor-so all'obiezione per i medicipiù osservanti». La specializ-zazione è in overdose: gine-cologi e ginecologhe stranie-re in Italia incontrano nonpochi problemi per trovarelavoro, «visto che sono dipiù: nel Lazio, ad esempio, cisono 80 pediatri e 75 gineco-logi stranieri», afferma Aodiche dichiara di ricevere«continuamente lettere dicolleghi che non riescono ainserirsi e trovare occupa-zione».Tutto un altro discorso inve-ce per gli infermieri: per ilfuturo di questo settorel'Oms ha reso noto il fabbi-sogno di 70mila addetti inItalia. Attualmente si anno-verano 33mila infermieriprofessionali immigrati dicui un quarto romeni e unosu dieci polacco. Ad oggi ilpersonale infermieristicostraniero si attesta all'11%con una crescita progressivae costante negli anni. Nel2002 – ricorda il rapportodella Commissione europeache si basa sul registro deiCollegi degli infermieriIpasvi – erano 2.612, nel2005 6.730 (il 2%) e nel2008, anno del vero e pro-prio boom, erano addirittu-ra poco più di 34mila, di cui33.364 infermieri professio-nali. I Paesi di origine sonoRomania (25%), Polonia(10,7%), Svizzera (7%),Germania (5,6%), Perù(5,3%). Da Albania, Francia,India e Spagna arrivano fra i1.000 e i 1.300 infermiericiascuno, ognuno pari al3,5% degli infermieri stra-nieri in Italia.

Irene Giurovich

Cause e dinamichedella mobilità sanitariaCarriera, ricerca, migliori condizioni di lavoro e stipendi più alti le causedella "fuga" dei medici italiani, che oggi sono in troppi ma domani saranno troppo pochi. E si dovranno aprire le frontiere a specialisti stranieri

I NUMERI DELLA MOBILITÀ

MMeeddiiccii iittaalliiaannii aallll''eesstteerroo

1.692 registrazioni in Inghilterra fra il 2003 e il 2008

755 nel 2008 in Germania contro i 325 nel 1988

566 in Francia (2007)

Partono medici di base, psichiatri e neuropischiatri infantili

MMeeddiiccii ssttrraanniieerrii iinn IIttaalliiaa

Tra 1 e 4% del totale dei medici in servizio

Principalmente di provenienza tedesca

2011: 15 mila; 14.747 nel 2008 (3,7% forza lavoro);

12.527 nel 2004 50% al Nord, 25% al Centro, 20% al Sud

oltre 4 mila i medici provenienti da paesi a maggioranza

musulmana 92 per cento sono di religione musulmana

IInnffeerrmmiieerrii

33mila immigrati (11%) di cui:

un quarto romeni (8.497), pari al 25%

1 su 10 è polacco (10,7%)

2.386 dalla Svizzera (7%)

1.877 dalla Germania (5,6%)

1.766 dal Perù (5,3%)

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è possibile fare una sorta distima del rischio di esseresottoposti a controllo da par-te dell'Agenzia delle entrate.

La formula della tranquillità fiscaleLa strategia fiscale che convie-ne seguire è, in base alla miaesperienza, quella di dotarsi diuna tecnologia capace diproiettare a fine anno la situa-zione fiscale in corso di for-mazione, potendo così pren-dere per tempo, cioè primadel 31 dicembre di ogni anno,gli opportuni provvedimentinel caso si stesse uscendo dal-l’area tutta verde della tabella.Si tratta di strumenti di usopersonale: il commercialistanon può fare molto in quanto,di solito, il suo compito si li-mita a trasmettere al Fisco idati che periodicamente rice-ve dal cliente. Egli lavora aconsuntivo. La strategia pro-posta invece prevede di inter-venire sulle decisioni che cau-sano le entrate e le uscite ditutti i giorni, lavorando pre-ventivamente, verificando set-timana dopo settimana, con isoftware dell’Agenzia o condei loro sostituti, se la formuladella tranquillità fiscale è sod-disfatta.Grazie a queste previsioni, chisi troverà ad avere in prospet-

tiva un avanzo fiscale, cioè ilrisultato della formula è supe-riore a zero, potrà, perché losaprà per tempo, decidere diinvestirlo in riduzione di prez-zi, in spese di aggiornamentoprofessionale e tecnologico, inorganizzazione, insomma perpotenziare la sua professioneanziché darne, di questo avan-zo, una gran parte in tasse. Perinciso, si noterà che chiuden-do l’anno con il risultato dellaformula vicino a zero si va apagare il minimo possibile.Chi invece si trovasse, in pro-spettiva, nelle zone più rossedella tabellina, osservandoquesta formula avrà sempre ilpunto preciso della sua situa-zione, dinamico e quotidiano,e potrà lavorare in corso d’an-no andando ad aggiustare lecose sul piano privato o suquello delle spese dell’attivitàfinché la formula non saràsoddisfatta. Forse dovrà pren-dere decisioni che all’inizio sa-ranno spiacevoli, ma nel tem-po queste accortezze libere-ranno delle risorse da poterreinvestire nello sviluppo del-l’attività, quindi in un miglio-ramento del servizio allaclientela, con una piena sere-nità per il professionista neiconfronti della dichiarazionedei redditi.

Paolo Bortolini

Lo Stato italiano incassa l’im-posta sul reddito delle personefisiche, l’Irpef, con l’autotassa-zione: il cittadino organizza isuoi dati, calcola quanto deve,dichiara e paga. Il problemadel Fisco italiano è dunqueconvincere i cittadini ad esserediligenti, sinceri e puntuali, adadottare cioè quel comporta-mento che viene detto di taxcompliance. Una situazionedalla quale siamo ancora mol-to lontani, come dimostra l'al-to tasso di evasione fiscale che

caratterizza il nostro Paese.La tax compliance all’italianafunziona però con un mecca-nismo perverso che non portail cittadino a dichiarare i suoireali redditi ma piuttosto a "pi-lotare" le proprie dichiarazioniai parametri precalcolati dalFisco: per non essere trattatida evasori le dichiarazioni de-vono presentare valori almenouguali a quelli ipotizzati dalFisco. In caso contrario, laprobabilità di ricevere un ac-certamento è piuttosto alta.

La strategia del FiscoFino ad oggi il Fisco cercavadi pilotare la dichiarazionecon il solo studio di settore,fissando un valore minimoper i compensi professionaliannuali. L’obiettivo era con-vincere chi a quel valore nonarrivava ad aggiungere la dif-ferenza nella dichiarazione,nel quadro RE, in modo daaumentare il reddito da lavoroautonomo e in proporzionel’Irpef. Con il nuovo redditometro

(vedi box in questa pagina)aggiunge un valore minimoper il reddito complessivo im-ponibile, di cui quello da lavo-ro autonomo è parte. Lo sco-po è anche qui far adeguare ilcontribuente che presentasseun reddito imponibile inferio-re al calcolo redditometrico enon disponesse di giustifica-zioni ritenute valide dal Fisco,così pagherà di più rispetto aquanto dovrebbe versare inbase ai suoi dati originari.La speranza di successo di

questa politica di recupero dibase imponibile altrimentinon dichiarata (la differenzafra quanto i cittadini dichia-rano con, e quanto dichiare-rebbero senza pilotaggio del-la dichiarazione) si fonda sul-la deterrenza di strumentiinformativi, le ormai stermi-nate banche dati, e di normesempre più efficaci, concen-trate attorno alle proceduredell’accertamento e della ri-scossione.

La dichiarazione del 2012Quali sono dunque le conse-guenze del redditometro per iliberi professionisti?Già dalla dichiarazione deiredditi di quest’anno, quindiUnico di giugno 2012, sarànecessario soddisfare sia iltradizionale calcolo dello stu-

dio di settore, cioè del pro-gramma GeRiCo, sia quellonuovo del redditometro. Perquest'ultimo, in febbraio èprevista la pubblicazione delsoftware che permetterà dicapire se i redditi che si inten-de dichiarare sono coerenticon le previsioni del reddito-metro.Chi raggiungerà questoobiettivo naturalmente, cioèsenza bisogno di adeguamen-ti, non avrà problemi. Chi in-vece sarà disposto a far pilo-tare la sua dichiarazione daidue software, cioè ad ade-guarsi, sarà ugualmente a po-sto ma in posizione un po’meno sicura. Chi infine nonvorrà adeguarsi, trova nellenorme gli elementi per valu-tare a priori le conseguenzedi questa scelta.Nella tabella in questa pagina

Come raggiungerela tranquillità fiscaleCon l'aiuto di un esperto analizziamo le strategie e le richieste del Fisco,per scongiurare spiacevoli controlli. L'utilizzo di strumenti previsionali si rivela fondamentale per essere tranquilli anche dal punto di vista fiscale

UN CORSO PER OTTIMIZZARELA GESTIONE DELLO STUDIO

La sesta edizione del corso pratico di management per

l'odontoiatra si terrà tra marzo e dicembre in sei incon-

tri da tre giorni l'uno, nei fine settimana, presso la sede

Dental Trey di Fiumana di Predappio (FC).

Sono tre i capitoli previsti dal corso: liquidità, fiscalità e

rendimento. «Ognuno aggiungerà una porzione al si-

stema concettuale e informatico in costruzione, secon-

do una sequenza ben collaudata - ci ha spiegato PPaaoolloo

BBoorrttoolliinnii, dottore in economia aziendale -. Con il primo

incontro, si prende subito il controllo totale dei movi-

menti di denaro e si dispone dello strumento per pre-

vedere e sostenere la disponibilità di liquidità nell'im-

mediato futuro. Con il secondo incontro si penetra nel

mondo del Fisco, in modo del tutto pragmatico, per

"agganciare" e ridurre un costo fra i più rilevanti, l'Irpef.

Con l'ultimo incontro, si saprà in tempo reale quanto ha

reso realmente ogni singola prestazione eseguita, una

singola giornata di lavoro, ogni categoria di prestazio-

ni, ogni cliente e naturalmente l'intera attività, potendo

così vedere dove e come intervenire per sostenere il lo-

ro utili» ha concluso il relatore del corso.

In questo corso viene proposto un metodo molto effica-

ce per tenere sotto controllo e gestire al meglio l'attività

imprenditoriale attraverso l'utilizzo del software Excel

per Windows e di un pratico manuale redatto dal rela-

tore.

Il partecipante deve usare il suo computer portatile e la

didattica in aula si basa sullo sviluppo di casi concreti

che simulano le reali condizioni in cui ci si troverà ad

impiegare il sistema. In questo modo concetti, metodi

e strumenti ottenuti negli incontri diventano poi stabili

procedure nella gestione dell'attività dello studio odon-

toiatrico.

Per informazioni: Paolo Bortolini

Tel. 049.8962688

[email protected]

www.studiobortolini.com

FOCUS ON << 6<<

> Paolo Bortolini, dottore ineconomia aziendale, ha unaconoscenza specifica dellecondizioni gestionali dellostudio dentistico, maturata inoltre venticinque anni di atti-vità come consulente e relato-re nell'ambiente odontoiatri-co italiano

<< FOCUS ON7 <<

COME FUNZIONA IL REDDITOMETRO

IIll rreeddddiittoommeettrroo rraapppprreesseennttaa uunnoo ddeeii ttaannttii ssttrruummeennttii uuttlliizz--

zzaattii ddaall FFiissccoo ppeerr eeffffeettttuuaarree ccoonnttrroollllii aa ttaavvoolliinnoo,, ccoonn ll''oo--

bbiieettttiivvoo ddii iinnddiivviidduuaarree ii ccoonnttrriibbuueennttii cchhee nnoonn ddiicchhiiaarraannoo

oo cchhee nnaassccoonnddoonnoo llee iimmppoossttee ddaa vveerrssaarree.. IInn ssoossttaannzzaa,,

ssuullllaa bbaassee ddii ddaattii ggiiàà nnoottii ee ccoonntteennuuttii nneellllee bbaanncchhee ddaattii

aa ccuuii iill FFiissccoo hhaa aacccceessssoo,, ll''aammmmiinniissttrraazziioonnee ffiinnaannzzaarriiaa

ttrraammiittee uunn aappppoossiittoo ssooffttwwaarree aarrrriivvaa aa ssttiimmaarree iill rreeddddiittoo oo

ii ccoommppeennssii ppeerrcceeppiittii ddaa uunn ccoonnttrriibbuueennttee ssuullllaa bbaassee ddeell

ssuuoo tteennoorree ddii vviittaa,, iinncclluuddeennddoo nneell ccaallccoolloo aanncchhee llee eevveenn--

ttuuaallii ddiiffffeerreennzzee ggeeooggrraaffiicchhee cchhee iinnfflluuiissccoonnoo ssuullllee ssppeessee..

GGrraazziiee aall rreeddddiittoommeettrroo iinnssoommmmaa iill FFiissccoo vvaa aa ccaacccciiaa ddee--

ggllii ssccoossttaammeennttii ttrraa qquuaannttoo iill ccoonnttrriibbuueennttee hhaa iinnddiiccaattoo iinn

ddiicchhiiaarraazziioonnee ddeeii rreeddddiittii ee qquuaannttoo hhaa ssppeessoo ppeerr iill ssuuoo ttee--

nnoorree ddii vviittaa nneell ccoorrssoo ddeelllloo sstteessssoo aannnnoo.. SSee lloo ssccoossttaa--

mmeennttee èè lliieevvee iill FFiissccoo nnoonn iinntteerrvviieennee,, ssee èè iinnvveeccee uunn eerr--

rroorree mmeeddiioo -- oollttrree iill 2200%% -- cchhiieeddee ssppiieeggaazziioonnii ee ccoonnvvooccaa

ppeerr uunn ccoonnttrraaddddiittttoorriioo iill ssooggggeettttoo ssoottttooppoossttoo aa ccoonnttrroolllloo..

SSee lloo ssccoossttaammeennttoo èè eennoorrmmee,, iill FFiissccoo aattttiivvaa ccoonnttrroollllii mmii--

rraattii ee ffaa ssccaattttaarree uunn aacccceerrttaammeennttoo vveerroo ee pprroopprriioo..

IIll rreeddddiittoommeettrroo ssii aapppplliiccaa eesscclluussiivvaammeennttee aallllee ppeerrssoonnee ffii--

ssiicchhee,, ccoommee ii lliibbeerrii pprrooffeessssiioonniissttii,, ee nnoonn aallllee iimmpprreessee..

DDaa ffeebbbbrraaiioo 22001122 ii ccoonnttrriibbuueennttii ppoottrraannnnoo uuttiilliizzzzaarree uunn

ssooffttwwaarree ppeerr ccaappiirree ssee ii rreeddddiittii ddiicchhiiaarraattii oo cchhee ssii iinntteenn--

ddee ddiicchhiiaarraarree ssoonnoo ccooeerreennttii ccoonn llee ssppeessee ssoosstteennuuttee..

CALCOLARE IL RISCHIO DI ACCERTAMENTO

Nella tabella l'ampia gamma di situazioni in cui ci si può trovare a seguito dell’applicazione alla dichiarazione dei red-

diti della coppia studio di settore-redditometro: il passaggio dei colori dal verde al rosso indica il progressivo allonta-

namento dalla conformità ai calcoli dei due strumenti software dell’Agenzia delle entrate. Parallelamente aumenta la

probabilità di essere controllati e accertati se non si dispone di valide giustificazioni per i “No”.

(1) compensi incassati maggiori o uguali al "compenso puntuale" di GeRiCo

(2) valori dei due indici di coerenza entro le soglie di GeRiCo

(3) reddito dichiarato maggiore o uguale al "reddito di coerenza" del redditometro

Sds congruo (1)

Sds coerente (2)

Redditometro coerente (3)

SI SI NO SI SI NO NO NO

SI SI SI NO NO SI NO NO

SI NO SI SI NO NO SI NO

LA FORMULA DELLA TRANQUILLITÀ FISCALE

(1) calcolo del redditometro per il nucleo famigliare (red-

dito minimo)

(2) spese dell'attività deducibili nel quadro RE di Unico

(3) calcolo del compenso minimo da dichiarare fatto da

GeRiCo

REDDITO DI COERENZA (1)

SPESE PRO-FESSIONALI (2)

COMPENSOPUNTUALE (3)+ - 0

Page 5: Sostenere la pratica clinica con reali supporti scientifici · con reali supporti scientifici A Milano il congresso internazionale della Società italiana di implantologia osteointegrata

DENTAL PRESS << 8<<

Un'analisi effettuata da unostudio professionale di Parmamette in evidenza la contrad-dittorietà di una regola pre-sente nel nostro sistema fisca-le, che contrasta con le dispo-sizioni della Corte di giustiziaeuropea. Contrariamente aquanto prescrive la legge ita-liana, infatti, gli operatori sa-nitari (inclusi i dentisti) do-vrebbero aver diritto a detrar-re per intero dai propri reddi-ti l'imposta sul valore aggiun-to pagata sul materiale acqui-stato. Per questo, si può prova-re a intraprendere un'azionelegale davanti al giudice, perottenere il rimborso dell'Ivapagata indebitamente negli ul-timi due anni. Detraggo o non detraggo?Una sorta di “dubbio amleti-co” assilla gli odontoiatri ita-liani, e i loro commercialisti,ogni volta che si trovano difronte al pagamento di unatassa assai poco gradita aicontribuenti e ai consumatori.Si tratta dell'Iva (imposta sulvalore aggiunto), che pesa ingenere per il 21% sul prezzofinale dei principali beni oservizi di consumo (con l'ec-cezione di alcune categorie dimerci, come gli alimenti, chesono soggetti a un prelievo in-feriore, pari al 4 o al 10%). Per chi esercita le professionisanitarie, odontoiatri compre-si, la normativa italiana pre-senta da tempo una contrad-dizione, che potrebbe aprire lastrada a una valanga di ricorsinei tribunali di tutta la

Penisola, con la richiesta dirimborso dell'imposta già pa-gata negli anni passati da par-te di molti professionisti delsettore sanitario.

La contraddizione nella leggeI dentisti italiani, come moltisapranno, sono infatti deicontribuenti titolari di partitaIva, e devono pagare l'impostasul materiale acquistato per ilproprio studio. Allo stessotempo, però, le prestazioni sa-nitarie erogate al pubblico so-no esentate per legge da que-sta “tassa”, per ovvie finalitàsociali, cioè per evitare un pe-sante salasso ai danni dei pa-zienti bisognosi di cure medi-che. I dentisti si trovano dun-que in una situazione un po'paradossale poiché paganol'Iva sulle operazioni di acqui-sto ma, a differenza di quantoavviene per molti altri lavora-tori autonomi, non possonoapplicare questa imposta sullefatture emesse. Inoltre, nellanormativa fiscale italiana, imedici o gli odontoiatri nonpossono neppure detrarrel'Iva sugli acquisti dal proprioreddito imponibile, proprioperché le prestazioni sanitarienon sono soggette a questatassa.

Il meccanismo del pro-rataA dire il vero, le normative ge-nerali sull'Iva prevedono an-che delle eccezioni, giacché

non tutti i servizi erogati dagliodontoiatri sono esenti dal-l'imposta. Alcune prestazioni(che non riguardano le curemediche fornite direttamenteai pazienti) sono infatti sog-gette all'Iva. È il caso, ad esem-pio, delle consulenze fornitedai dentisti come periti nei tri-bunali oppure dei compensiricevuti per qualche interven-to a conferenze o a convegni. Dunque può accadere che unodontoiatra eroghi sia delleprestazioni soggette all'impo-sta sul valore aggiunto, sia del-le prestazioni esenti. In questocaso, il professionista può de-trarre l'Iva sugli acquisti inmaniera proporzionale allacomposizione dei ricavi dellostudio, con un meccanismoche in gergo tecnico viene de-finito pro-rata. Meglio chia-rirsi le idee con un esempioconcreto: se un dentista incas-sa in un anno 100mila euro, dicui il 15% (cioè 15mila euro)deriva da prestazioni soggetteall'Iva (ad esempio da consu-lenze), potrà detrarre dal pro-prio reddito soltanto il 15%dell'intera imposta sul valoreaggiunto pagata sugli acquisti.

La normativa europeaUn'analisi approfondita effet-tuata nel settembre scorso daMatteo Poli e da GiuseppeZambello, titolare dell'omo-nimo studio di consulenza fi-scale e societaria di Parma(www.studiozambelloparma.it),ha messo però in evidenzauna significativa contraddi-zione tra la normativa italianae quella esistente nella mag-gior parte dei Paesi stranieri anoi più vicini. Diversi pronunciamenti dellaCorte di giustizia europea, in-fatti, hanno ribadito che la de-traibilità dell'imposta rappre-senta «una parte integrantedel meccanismo di applicazio-ne dell'Iva e, in linea di princi-pio, non può essere soggetta alimitazioni». Ciò significa chela normativa fiscale italiana ri-sulta di fatto in contrasto conquella applicata negli altriPaesi del vecchio continente eche il meccanismo della de-traibilità pro-rata, previsto pergli operatori sanitari, potrebberivelarsi del tutto illegittimo.

L'Iva occultaIn altre altre parole, secondola Corte di giustizia europea, identisti dovrebbero aver dirit-

to a detrarre tutta l'Iva pagatasugli acquisti e non soltantouna parte. Per quale ragione?Innanzitutto perché, secondoPoli e Zambello, il meccani-smo dell'indetraibilità porta difatto all'applicazione un'Ivaocculta, che danneggia poi chiusufruisce delle prestazionisanitarie. Non potendo sottrarre dalproprio reddito imponibilel'imposta già pagata sugli ac-quisti, infatti, i medici e gliodontoiatri finiscono per au-mentare le tariffe delle presta-zioni eseguite, facendo pagarecosì ai pazienti i costi di questavessazione fiscale. Dunque,proprio a causa della mancatadetraibilità, la decisione diesentare dall'Iva le prestazionisanitarie non porta in realtàalcun beneficio ai cittadini, co-sa che è in totale contrasto conle finalità della normativa cheha esentato i servizi sanitari daquesta imposta.

Costi anche per lo statoMa il meccanismo dell'inde-traibilità finisce anche peravere delle ripercussioni nega-tive sulle casse dello stato. Tragli operatori che erogano leprestazioni sanitarie, infatti, cisono pure molti soggetti pub-blici, come le Asl e le le azien-de ospedaliere. Anche questienti applicano delle tariffe(cioè i ticket o contributi di al-tro genere) totalmente esentida Iva, ma non possono de-trarre l'imposta sulla merceacquistata, ad esempio suimedicinali o sul materiale sa-nitario forniti dalle case far-maceutiche. Dunque, per le Asl o per gliospedali pubblici, l'impostasul valore aggiunto non de-tratta diventa un costo, chepuò generare consistenti per-dite d'esercizio, le quali fini-scono poi per pesare sul bilan-cio dello stato.

Le soluzioni e i ricorsi in tribunalePer mettere fine a queste di-storsioni presenti nel nostrosistema fiscale, secondo i pro-fessionisti dello studioZambello, basterebbe davveropoco: una piccola modifica al-le principali norme sull'Ivaesistenti in Italia (cioè agli ar-ticoli 10 e 19 del Dpr n. 633del 1972), introducendo an-che per gli operatori sanitari lapossibilità di detrarre l'impo-

sta. Chi ritiene di essere statodanneggiato della attuali rego-le sull'Iva, però, ha qualche ar-ma efficace per difendersi, an-che se non vi sarà una modifi-ca alla legge.Sono molte, infatti, le senten-ze dei tribunali che di recentehanno accolto il ricorso pre-sentato da alcuni professioni-sti del settore sanitario, i qua-li chiedevano la restituzionedell'Iva indebitamente versa-ta. Nello specifico, i giudicihanno stabilito la prevalenzadella giurisdizione europeasu quella italiana, sancendo lapiena detraibilità dell'impo-sta anche per chi eroga delleprestazioni sanitarie esenti.La prima sentenza di questotipo è stata emessa dallaCommissione tributaria re-gionale di Torino, a cui sonoseguiti analoghi pronuncia-menti dei giudici tra il 2008 eil 2011, nelle città di Catania,Alessandria, Catanzaro,Roma e Venezia Mestre.

Due anni per agireCome se non bastasse, il 20settembre scorso si è aggiun-

to anche un pronunciamentodella Commissione tributariaprovinciale di Parma che, difronte a un ricorso presentatoda un professionista sanita-rio, ha inviato una richiesta dichiarimenti alla Corte di giu-stizia europea, per verificarese vi sia un contrasto tra lanormativa italiana sull'Iva equella degli altri Paesi comu-nitari. Un contrasto che, co-me ricordato, porta a una in-giusta penalizzazione deglioperatori del settore sanitarioattivi nel nostro Paese. La strada per una lunga seriedi vittorie dei medici e deidentisti italiani contro l'in-detraibilità dell'imposta sulvalore aggiunto sembradunque quasi spianata, al-meno nelle aule dei tribuna-li. Va ricordato, però, unparticolare tutt'altro che tra-scurabile: il diritto al rim-borso dell'Iva indebitamentepagata si prescrive nell'arcodi due anni. Dunque, i tem-pi per presentare eventualiricorsi sono abbastanza ri-stretti.

Andrea Telara

Detrazione dell'Ivaper le professioni sanitariePer l’Europa i dentisti avrebbero diritto a detrarre tutta l'Iva pagata sugliacquisti. Il meccanismo dell'indetraibilità porta invece a un'Iva occulta verso il paziente. In tribunale alcuni odontoiatri hanno già vinto il ricorso

L'IVA PER GLI ODONTOIATRI (E GLI OPERATORI SANITARI)

Gli odontoiatri, come gran parte dei lavoratori autonomi,

sono formalmente titolari di partita Iva. Tuttavia le presta-

zioni sanitarie sono per legge esenti dall'imposta. Su ogni

prestazione medica, dunque, i dentisti non devono appli-

care la maggiorazione Iva (del 4, del 10 o del 21%) pre-

vista invece per altri beni o servizi.

I dentisti si trovano dunque in una situazione un parados-

sale poiché pagano l'Iva sulle operazioni di acquisto,

cioè sui medicinali o sul materiale comprato per il proprio

studio e, nello stesso tempo, non possono detrarre que-

sta imposta dai propri guadagni, in quanto le prestazioni

erogate ai pazienti sono per legge esenti dall'Iva.

Le normative generali sull'Iva prevedono però delle ecce-

zioni, poiché non tutti i servizi erogati dagli odontoiatri so-

no esenti dall'imposta. Alcune prestazioni che non riguar-

dano le cure mediche fornite direttamente ai pazienti, so-

no infatti soggette all'Iva. È il caso, ad esempio, delle

consulenze fornite come periti ai tribunali oppure dei

compensi ricevuti per qualche intervento a conferenze o

a convegni.

COSA CAMBIA CON IL DECRETO SALVA-ITALIA: L’IVA SALE AL 23%

Una crescita del 3% nell'arco di un anno. È il rialzo su-

bito a partire dall'estate scorsa dall'Iva , per effetto

delle ultime manovre economiche del governo

Berlusconi e del «decreto salva-Italia», cioè il pac-

chetto di misure adottate dall'esecutivo guidato da

MMaarriioo MMoonnttii per mettere a posto i conti pubblici.

Nel luglio 2011, l'ex-ministro dell'Economia GGiiuulliioo

TTrreemmoonnttii aveva già deciso un aumento dell'imposta

sul valore aggiunto di un punto, dal 20 al 21%, ma l'at-

tuale governo ha deciso di spingersi ben oltre, con un

ulteriore rialzo di 2 punti (fino al 23%) che scatterà

però soltanto dal prossimo mese di luglio.

Per gli odontoiatri, in teoria, non cambia nulla, poiché

di solito le loro fatture sono esenti da questa tassa.

Purtroppo, però, molti professionisti si troveranno ad

affrontare maggiori spese, ogni volta che comprano

del materiale per il proprio studio.

Per effetto di questo inasprimento fiscale, saliranno

inoltre i costi per le bollette del telefono, per le connes-

sioni a Internet e per diversi tipi di servizi. Ad esempio,

un professionista che per il proprio studio effettua de-

gli acquisti di beni oggetti all'Iva per un valore di

100mila euro, nel 2013 pagherà 2mila euro in più di

tasse rispetto al 2010. Non è certamente una buona

notizia, anche perché nel 2012 arriverà anche un'altra

imposta: l'Imu (imposta municipale unica) che colpi-

sce gli immobili e sostituisce la vecchia Ici, sulla prima

e la seconda casa.

AAnnddrreeaa TTeellaarraa

Page 6: Sostenere la pratica clinica con reali supporti scientifici · con reali supporti scientifici A Milano il congresso internazionale della Società italiana di implantologia osteointegrata

Igiene dello studio

Igiene dello studio

Ortodonzia

LaserGLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

ImplantologiaImplantologiaimpiantiorali.org, nasce il serviziodi Sympla per dentisti e pazientiDalla «filosofia di attenzione per il cliente» nasce un portale per promuovere l’incontro tra pazienti e strutture odontoiatriche che praticano l’implantologia. All’interno è attivo anche un forum per dialogare e confrontarsi con i colleghi

Sympla è una realtà aziendale che si è affacciata da qual-

che anno in un mercato competitivo e apparentemente

maturo come quello implantologico. «Sympla non è esat-

tamente una nuova società, bensì quello che in termine

tecnico si definisce spin-off della divisione implantologica

Simit Dental attiva sin dagli anni ‘80 - spiega AAnnddrreeaa

VVeennttuurreellllii, Ceo di Sympla -. Nel 2010 da questa scissione

nasce Sympla con l’obiettivo di instaurare un rapporto an-

cora più stretto con la propria clientela. Infatti le linee di im-

pianti attualmente presenti e precedentemente distribuite

da Simit Dental vengono usate con successo da oltre

vent’anni da numerosi professionisti, numero che grazie al-

la nuova struttura di vendita diretta sta crescendo ogni an-

no nonostante un mercato così frammentato come quello

implantologico».

AAnncchhee iill mmeerrccaattoo ddeellll’’iimmppllaannttoollooggiiaa ssttaa rriisseenntteennddoo ddeellllaa

ccrriissii eeccoonnoommiiccaa cchhee ssttaa ttooccccaannddoo uunn ppoo'' ttuuttttii ii ccoommppaarrttii??

Il settore dell'implantologia è cresciuto molto negli ultimi

anni e il mercato italiano è di fatto il primo in Europa in ter-

mini di numero di pezzi venduti.

La stima da una recente ricerca di mercato di Key-Stone è

di un valore settoriale che si aggira intorno ai 230 milioni di

Euro, con un numero di impianti di 1,4 milioni. I pazienti

trattati nel 2010 risultano essere circa un milione mentre

per il 2011 si prevede, nonostante il periodo economico

non favorevole, un aumento del +2%, segnale che l'im-

plantologia rimane sempre un settore in crescita.

TToorrnniiaammoo aa SSyymmppllaa,, qquuaallii ssoonnoo ii mmoottiivvii ddeellllaa sscceellttaa ddii uunnoo

ssppiinn --ooffff ddaa SSiimmiitt DDeennttaall??

Perché l’implantologia richiede il servizio di consulenti spe-

cializzati, che siano molto preparati tecnicamente e cultural-

mente sulla materia. Sympla si avvale di line specialist di plu-

riennale esperienza nel campo implantologico che possano

così offrire una vera e propria consulenza tecnico-scientifica

al servizio del cliente. D’altronde oltre il 90% del mercato im-

plantare oggi opera un rapporto diretto con il medico.

AA dduuee aannnnii ddaallllaa nnaasscciittaa ddii SSyymmppllaa,, ccoossaa llaa ddiiffffeerreennzziiaa

ddaallllee aallttrree aazziieennddee pprreesseennttii ssuull mmeerrccaattoo??

In Italia sono presenti oltre 200 aziende tra produttori e

distributori di linee implantologiche e crediamo fortemen-

te che una differenzazione in termini di servizi e qualità

siano fondamentali per guadagnarsi la fiducia dell’odon-

toiatra.

Dando per scontato che i prodotti storici Pitt Easy,

Endopore e i nuovi che vi abbiamo aggiunto sono asso-

lutamente affidabili, abbiamo lavorato su altri valori che

fossero differenzianti.

I passaggi che ci eravamo posti avevano questi obiettivi:

• creare un eccellente servizio per la clientela, affidabile,

rapido ed efficiente;

• strutturare un’azienda attenta al risparmio, snella, sen-

za costi inutili e in rapporto diretto con la fabbrica di pro-

duzione;

• incrementare il numero dei nostri specialisti sul territo-

rio al fine di garantire un miglior servizio;

• diventare un partner importante per i nostri clienti aiu-

tandoli ad avere sempre maggior successo nella loro

professione.

Ai primi tre punti abbiamo dedicato tutto il 2010 e il pri-

mo semestre 2011, rinnovando completamente la gam-

ma dei prodotti e mettendoci a garanzia la nostra firma:

Sympla.

Per aumentare la visibilità dei nostri clienti e procurare lo-

ro nuovi contatti abbiamo invece attivato il nuovo sito

wwwwww..iimmppiiaannttiioorraallii..oorrgg.

AA cchhii èè rriivvoollttoo iimmppiiaannttiioorraallii..oorrgg??

Il sito ha due sezioni ben distinte. Quella pubblica è de-

dicata al paziente, quindi a tutti coloro che desiderano

avere maggiori informazioni sull’implantologia.

Quella specialistica è invece riservata agli odontoiatri,

che posso usufruire di una “vetrina” personalizzabile in

cui presentarsi e di un forum per dialogare con i colleghi.

CCoossaa ooffffrree iill ssiittoo aa uunn uutteennttee cchhee vvoogglliiaa ccaappiirree mmeegglliioo ccoo--

ss’’èè ll’’iimmppllaannttoollooggiiaa??

Un linguaggio semplice e nello stesso tempo professio-

nale. Delle risposte ai suoi dubbi di base: che vantaggi

mi da l’implantologia? Che rischi ho? È dolorosa? È dura-

tura?

Tutte le risposte a questi dubbi sono nel sito, con in più la

possibilità di avere informazioni aggiuntive e personalizza-

te, a richiesta. Infine c’è la possibilità di effettuare una pri-

ma visita gratuita presso uno dei centri specializzati.

QQuuaallii ssoonnoo ii vvaannttaaggggii ppeerr ggllii ooddoonnttooiiaattrrii??

È ovvio a tutti che anche un imprenditore atipico come

l’odontoiatra non deve solo controllare i costi ma anche

operare per un aumento del suo volume d’affari, che

poggia su due obiettivi di base: mantenere i clienti/pa-

zienti attuali e ricercarne di nuovi.

Nel primo caso operiamo con Sympla, che garantisce i

suoi clienti non solo a parole ma con impegni pubblici di

grande rilievo. Questi impegni sono la “CCaarrttaa ddiirriittttii ddeeii

cclliieennttii” e la “GGaarraannzziiaa aaii cclliieennttii”, pubblicati anche sul si-

to www.sympla.it, dove primi e unici nel settore ci impe-

gniamo formalmente nei confronti di chi si affida a noi per

le sue soluzioni implantari.

A procurare nuovi clienti stiamo lavorando con il sito

www.impiantiorali.org in cui offriamo in modo professio-

nale un’area di contatto tra la domanda di una implanto-

logia di qualità e un’offerta di strutture adeguate.

EE ppeerr ll’’aassppeettttoo pprrooffeessssiioonnaallee?? CCoossaa ooffffrriittee aallll’’iimmppllaannttoollooggoo??

Offriamo un libero luogo di colloquio e confronto, molto

basato sull’esperienza clinica, non solo ai clienti Sympla

ma a tutti gli implantologi interessati. Amiamo la sempli-

cità e crediamo che “incontrarsi” tra colleghi resti un fon-

damentale momento di crescita professionale.

> Andrea Venturelli

Unica implantologia possibileè quella di qualitàIl presidente della Sio confessa a Italian Dental Journal le gioie e le fatiche che lo hanno portato all'organizzazione di un congresso internazionale di altissimo livello proprio nell’anno del ventennale della società scientifica

La prima domanda che le ri-volgo è strettamente collega-ta all’iniziativa di questo nu-mero di Italian DentalJournal, ed è un gioco di pa-role: speciale implantologiao implantologia speciale?Esiste certamente un’im-plantologia di serie A, quali-tativa, rispetto ad una di se-rie B, quantitativa e seriale.Come fare perché il pazientepossa distinguerle?L’argomento è molto comples-so. Il paziente non è in gradodi valutare il livello qualitativodei prodotti utilizzati dal pro-prio odontoiatra. È però in grado di riconosceremetodologie operative di qua-lità quali l’illustrazione da par-te dell’odontoiatra delle variealternative terapeutiche; lapreparazione del campo ope-

ratorio, che non può essere lostesso di quello che si attuadurante l’esecuzione ad esem-pio di un’otturazione; la con-segna di un passaporto im-plantare che illustri la marcadell’impianto, il tipo e le carat-teristiche, che consente diidentificare in qualunque par-te del mondo l’impianto uti-lizzato.

Gli argomenti riguardanti leperformance di alta qualità,che sono al centro del vente-simo congresso internazio-nale Sio, sono in sintonia conquello che è diventato il mar-chio di fabbrica della societàscientifica: prestazioni altis-sime, qualità eccellente. È unobiettivo perseguibile anchein tempi di crisi?

Ritengo che sia assolutamenteindispensabile. Infatti è pro-prio nei momenti di crisi chel’unica chance per emergere eraccogliere consensi in un pa-norama culturale così affollatodi eventi culturali più o menodiscutibili.Il problema è riuscire a pro-porre contenuti non soloscientifici ma anche di altaapplicabilità clinica. Perchél’odontoiatra vuole crescerenel saper fare, e non nel sa-pere filosofico.

Oggi la Sio ha una riconosci-bilità scientifica a livello in-ternazionale: come è stataraggiunta e quali ulterioriobiettivi potrebbe proporsiper il futuro?La visibilità e i riconoscimentiche la Sio ha ottenuto neglianni sono ovviamente il fruttodi un lavoro molto impegnati-vo e costante dei vari boardche si sono succeduti negli ul-timi venti anni.La convinzione che una bran-ca che così tanto ha modifica-to l’operatività clinica odon-toiatrica dopo il fluoro, nonpotesse non avere una societàdi riferimento è stato il pallinodei vari presidenti. Credo siadoveroso citarli tutti: il profes-sor Antonino Salvato, il pro-fessor Cesare Brusotti, il pro-fessor Giorgio Vogel, miomaestro, il professor AdrianoPiattelli, il dottor Denis

Cecchinato, il professorLeonardo Trombelli, il dottorGiuseppe Luongo. A tutti lo-ro va il merito di aver combat-tuto, nonstante l’ostilità dimolte altre società scientifi-che, perché la Sio venisse rico-nosciuta come una societàscientifica “con le due S maiu-scole”.

Fare il presidente di una so-cietà scientifica che ha rag-giunto livelli di questo tipo èun impegno non da poco: leha cambiato la vita profes-sionale o anche quella perso-nale? Resteranno segni inde-lebili?Se intendiamo indelebili insenso negativo non direi,mentre se lo intendiamo insenso positivo sicuramente èun’esperienza molto forte. Hacertamente stravolto la mia at-tività professionale e influen-zato fortemente la mia vitapersonale, richiedendo alme-no tre ore al giorno di impe-gno costante.Dirigere una società scientifi-ca come la Sio dà sicuramentemolte preoccupazioni da unpunto di vista gestionale, per-ché oramai i bilanci di societàcome la nostra sono parago-nabili a quelli di una vera epropria azienda.Resta il fatto che tutto questo èstato condiviso con un boardfantastico, che mi ha suppor-tato e aiutato in maniera fatti-

va nelle decisioni importantidi questo biennio. E per que-sto li ringrazio di cuore. Comenon posso che ringraziare lamia famiglia che ha sopporta-to questo uragano che è passa-to nella nostra vita.

Nelle sue intenzioni, qualesarà la traccia maggiore delsuo passaggio in Sio comepresidente?La mia speranza è che lo sfor-zo che stiamo facendo per in-novare il progetto formativoattraverso la Fad e la piattafor-ma sia di vera utilità e ricono-sciuto e apprezzato dai clinici. Altro aspetto sicuramentequalificante è la continua ri-cerca di sinergie con l’univer-sità, perché riteniamo fonda-mentale far comprendere aigiovani laureati che questaprofessione deve fare dellaqualità il principio ispiratore. Infine spero che il congressodi Milano, che prevede un pa-nel di relatori di così alto livel-lo e profilo scientifico e clinicoche molto difficilmente è pos-sibile ricordare in Italia, ri-manga nella storia della no-stra società.

Di che cosa si occupa il presi-dente Sio nel tempo libero, edi che cosa si occuperà quan-do non sarà più presidente?Tempo libero? Intende le seiore che rimangono della gior-

nata per dormire?Sicuramente dopo la presi-denza cercherò di dedicarepiù tempo alla mia famiglia,vale a dire a mia moglie, a miafiglia di 11 anni e a mio figliodi 25. Per ultimo, ma di non minoreimportanza, vorrei dedicarmia imparare una professioneper me sconosciuta: avendo lamia terza figlia avuto da tremesi una splendida bambinadi nome Bianca Maria, vogliocon grandissima applicazionestudiare e fare molto tirocinioper diventare un nonno “diqualità”...

Qual è stata la seduta con unpaziente che, per la sua parti-colarità, non dimenticheràmai?Devo dirle che di aneddotiparticolari non ne ho. Quelloche mi fa felice è l’affetto chemi dimostrano quotidiana-mente i miei pazienti con iquali da sempre ho instauratoun rapporto umano e non so-lo professionale. Quando un paziente mi rac-conta, come se fossi un fratel-lo, i suoi pensieri o le suepreoccupazioni, mi rendoconto di come sia bello fare ilmedico come lo era una volta.Oggi invece spesso il medico èun tecnocrate e questo non mipiace.

Paolo Pegoraro

Ad aprire questo «speciale» che Italian Dental Journal de-

dica a una delle branche più affascinanti dell'odontoiatria,

l'implantologia, è il professor EEuuggeenniioo RRoommeeoo, presidente

della Società italiana di implantologia osteointegrata, (Sio)

che celebra proprio in questi giorni a Milano la ventesima

edizione del suo congresso.

La società scientifica in questi ultimi anni ha concentrato la

sua attenzione sul tema della qualità, vista non solo dal

punto di vista clinico ma anche scientifico e manifatturiero.

Perché il rischio, molto concreto, è quello di uno scadimen-

to degli standard delle terapie: «la deriva alla quale stiamo

assistendo sta portando la nostra professione sempre di

più verso un'odontoiatria a basso costo, senza supporto

scientifico e di conseguenza di bassa qualità» avverte il

professor Romeo.

SISTEMI IMPLANTARI: MANCA LA FASE DI SPERIMENTAZIONE

Nella scelta del sistema implantare da utilizzare concorrono

diverse valutazioni cliniche e altre legate alla sensibilità del-

l'operatore. Se da una parte è certamente difficile esprimere

una preferenza, dall'altra è forse possibile identificare i difet-

ti che un sistema implantare non deve avere.

A questo proposito il professor LLeeoonnaarrddoo TTrroommbbeellllii, direttore

del Centro interdipartimentale di ricerca per lo studio delle

malattie parodontali e perimplantari dell’Università di Ferrara,

ha le idee chiare: «la qualità dei sistemi implantari si misura

soprattutto sul loro successo clinico scientificamente docu-

mentato». Un concetto che era emerso con forza già nel

Forum Qualità della Sio del 2008, quando a guidare la so-

cietà scientifica era proprio Trombelli.

«Troppo spesso purtroppo le tecnologie che ci vengono pro-

poste - biomateriali compresi - sono corredate da una docu-

mentazione scientifica insufficiente dal punto di vista clinico,

anche se sufficiente al processo di accreditamento commer-

ciale. Ad esempio gli impianti vengono testati meccanica-

mente, ma poi ci si dimentica di dirci qual è il livello di

osteointegrazione o il bone-to-implant contact - ammette il

professor Trombelli -. Oggi la garanzia che abbiamo sui nuo-

vi sistemi implantari ha a che fare con la certificazione che

ne consente la commercializzazione, ma la validazione bio-

logica e scientifica viene fatta a posteriori, nella bocca dei

nostri pazienti. È necessario che venga istituito un sistema di

validazione, sull'esempio dell'Aifa o dell'Fda americana, che

si preoccupi non solo che quel dispositivo medico risponda

alla normativa CE ma che abbia superato delle specifiche fa-

si di test clinico che ne garantiscano un certo grado di sicu-

rezza».

La situazione attuale insomma non offrirebbe sufficienti ga-

ranzie ai pazienti. Servono regole, perché chiedere al merca-

to di autoregolamentarsi è certamente utopistico. Ma azien-

de virtuose ce ne sono ancora: «La differenza tra sistemi im-

plantari di qualità e non di qualità sta nell'investimento in ter-

mini di ricerca che fa un'azienda per progettarli, testarli e so-

prattutto validarli clinicamente» ha concluso Leonardo

Trombelli.

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Igiene dello studioGLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

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ImplantologiaImplantologia

> Caso clinico documentato dal professor Eugenio RomeoDirettore del dipartimento di odontostomatologia dell'AziendaOspedaliera San Paolo - Polo Universitario di Milano

> Fig. 1: immagine frontale di una paziente dicirca 55 anni che si presenta per una mobilità diterzo grado dell’incisivo superiore di sinistra

> Fig. 2: particolare della zona incisale superiore > Fig. 3: status radiografico completo dove si evidenzia un certo grado di riassorbimento os-seo generalizzato in paziente con diagnosi di parodontite cronica dell’adulto

> Fig. 5: particolare occlusale del posiziona-mento implantare avvenuto al momentodell’estrazione dell’incisivo centrale superio-re di sinistra

> Fig. 6: riempimento del difetto osseo con ma-teriale eterologo

> Fig. 7: radiografia endora-le dell’impianto posizionato

> Fig. 8: immagine del provvisorio a carico immediato posi-zionato 24 ore dopo l’intervento chirurgico, che si è deciso diapplicare visto il torque di inserimento implantare

> Fig. 9: guarigione dei tessuti molli dopo quattro settimane dalla chi-rurgia

> Fig. 10: immagine dei tessuti condizionati mediante progressi-vo incremento del profilo di emergenza del provvisorio alla pol-trona con materiale composito

> Fig. 11: immagine occlusale dei tessuti molli al termine del condizio-namento

> Fig. 13: particolare della zona riabilitata > Fig. 14: rx endorale del-l’impainto al momento delposizionamento della co-rona in zirconia-ceramica

> Fig. 16: immagine di controllo a quattro anni dal ca-rico

RISCHIO BASSO MEDIO ALTO

Salute generale Paziente sano - Immunodeficienza

Fumo Non fumatore < 10 sigarette/die > 10 sigarette/die

Aspettativa del paziente Bassa Media Alta

Linea del sorriso Bassa Media Alta

Biotipo gengivale Piatto e spesso Intermedio Sottile e festonato

Forma dei denti naturali Rettangolare - Triangolare

Infezioni in sede implantare Nessuna Cronica Acuta

Livello osseo dei denti adiacenti< 5mm al punto di contatto

5-7 mm al punto di contatto

> 7mm al puntodi contatto

Stato riabilitativo dei denti adiacenti Sano - Protesizzato

Larghezza spazio edentulo1 dente RN: > 7 mm 1 dente NN: > 5.5 mm

1 dente RN: < 7 mm1 dente NN: < 5.5 mm 2 o più elementi

Anatomia dei tessuti molli Tessuti intatti - Tessuti imperfetti

Anatomia dei tessuti duri Nessuna carenza ossea Carenza orizzontale Carenza verticale

CASO CLINICO

Riabilitazione di edentulia singola in paziente con parodontite cronica

> Fig. 4: schema di valutazione del rischio estetico dove vengono evidenziati i fattori di rischio sistemici e locali nel-la riabilitazione implantare del paziente

> Fig. 12: visione frontale del caso completato con il trattamentodei tessuti parodontali e dentali, nonché la riabilitazione dell’eden-tulia singola mediante riabilitazione implanto-protesica

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ImplantologiaImplantologia

"Approccio" parodontaleall'implantoprotesiDalla salvaguardia del dente all'eventuale riabilitazione implantoprotesica:lo specialista deve ritrovare gli insegnamenti della parodontologia per operare al meglio, anche quando l'impanto è inevitabile

Professor Trombelli, qual èla struttura didattica delcorso avanzato di parodon-tologia?Nel corso avanzato di paro-dontologia abbiamo datopriorità alle tecniche chirur-giche che consentono il recu-pero di un dente parodontal-mente compromesso. In ogni incontro di tre giorniviene sviluppato un pro-gramma didattico in tre step,dal giovedì al sabato. Il pri-mo giorno si assiste a inter-venti di live surgery a cui se-gue un'attenta revisione dellaletteratura scientifica di rife-rimento. Il giorno successivovengono spiegate indicazionie controindicazioni al tratta-mento e analizzati tutti glistep chirurgici dal punto divista teorico, acquisendo laconsapevolezza sugli obietti-vi del trattamento e sulle mo-dalità di esecuzione. Infine il

sabato il discente si esercitasulla tecnica chirurgica, ac-quisendo dunque anche lamanualità necessaria.

Non sempre però è possibilesalvare l'elemento...Anche se abbiamo un livellodi prevedibilità elevatissimoper queste tecniche chirurgi-che, non sempre è possibilesalvare un elemento denta-rio. Siamo un centro di riferi-mento per le tecniche rico-struttive parodontali e oggiriusciamo a salvare ancheelementi dentali che hannoperso il 70-80% del supportoparodontale. Ma in alcunicasi dobbiamo necessaria-mente arrenderci: alcuni ele-menti sono di fatto irrecupe-rabili, per motivi funzionali,estetici o per entrambe le ra-gioni.

Quando in pazienti paro-dontalmente compressi nonsi riesce a recuperare un ele-mento, allora una possibilesoluzione è l'implantoprotesi.

E qui nasce il percorso di-dattico del corso di riabili-tazione implantoprotesica.Quali specificità presenta?Anzitutto il background: è uncorso di impianti fatto da unteam di parodontologia. Lafilosofia di base dunque èquella per cui gli impianti so-no funzionali alla sostituzio-ne solo ed esclusivamente deidenti che sono stati perduti oirrimediabilmente compro-messi. In altri termini, l'ap-proccio sull'elemento è pri-ma di tutto conservativo;quando il recupero non rap-presenta più un’opzione tera-peutica obiettivamente rag-giungibile, allora scatta l'op-zione implantoprotesica.Un approccio culturale pri-ma ancora che scientifico,che mira a conservare e ri-spettare quanto più possibilela biologia del cavo orale. L’implantoprotesi rimaneun'affidabile possibilità ria-bilitativa, ma rappresenta lasoluzione estrema nell'im-possibilità di salvare l'ele-mento dentario.Una forte impronta a questoparticolare approccio all'im-plantologia viene dato anchedalla presenza, in qualità didocenti, di numerosi soci at-tivi della Società italiana diparodontologia.

Quale il filo conduttore deidue corsi?Se il nostro paziente ha persouno o più elementi per moti-vi parodontali significa che citroviamo di fronte a una si-tuazione anatomica compro-messa, dove la quantità equalità del tessuto osseo e deitessuti molli è molto scarsa. Èquindi necessario mettere inatto strategie di ricostruzionedei tessuti duri e molli cherenda il successivo interven-to implantare non solo accet-tabile dal punto di vista fun-zionale, ma anche da quelloestetico. Ecco perché abbia-mo dato spazio alle metodi-che ricostruttive, sia preim-plantari che perimplantari.Buona parte delle tecniche diricostruzione dei tessuti, nonultimo il management dei

tessuti molli che si associa al-la ricostruzione dei tessutiduri pre o perimplantari, so-no mutuate dalla parodonto-logia. Se so fare un aumentodelle dimensioni gengivaliattorno ai denti, lo saprò fareanche attorno agli impianti;se so avanzare coronalmenteun lembo attorno ai denti, losaprò fare anche attorno agliimpianti. Nel corso si è quindi cercatodi proporre, in maniera pra-tica, i concetti più utili deri-vati dalle nozioni biologichee operative che guidano lescelte terapeutiche in chirur-gia parodontale, quelli chepossono essere esportati eadattati per la ricostruzionepre o perimplantare.

Entrambi i corsi sono forte-mente evidence based. Unapproccio che spesso puòfare la differenza tra un in-tervento di successo e un in-successo. Concretamentecome si pratica l'evidencebased dentistry?Nell'evidence based medicinenoi crediamo molto e in qua-lità di centro di ricerca ci oc-cupiamo anche di corrobora-re con prove di efficacia tuttii procedimenti clinici, comeper esempio le differenti tec-niche chirurgiche, sottopo-nendoli al vaglio di studi cli-nici controllati.Il dottor Roberto Farina -durante le sue lezioni - nonsi limita infatti ad effettuareuna revisione della letteratu-ra pertinente per fornire ilbackground scientifico alleprocedure insegnate, ma sisofferma anche sugli aspettimetodologici della ricerca,per fornire ai partecipantigli strumenti critici per po-ter leggere e interpretare unarticolo scientifico: qual èstato il razionale dello studio(inteso come problematicaclinica da risolvere), comecapire la qualità della ricercapresentata attraverso un’ana-lisi della metodologia adot-tata, come discernere leinformazioni fornite dai di-versi disegni di studio, comeinterpretare i risultati.Insomma una guida al-l'informazione scientifica-mente disponibile che possaservire come una sorta di"Gps" per valutare con con-sapevolezza il livello di evi-denza di quello che ci viene

proposto ai congressi, o lettosulle riviste scientifiche.

Quale spazio invece per l'e-sperienza personale?Anch'essa si rivela molto im-portante. C'è stato un perio-do, che definisco ideologico,in cui l'evidence based medici-ne veniva considerata il farodella pratica clinica, un para-digma in cui era necessarioeliminare ogni filtro derivantedall'esperienza personale peraffidarsi al concetto supremodi "evidenza scientifica". Oggi fortunatamente questoapproccio integralista è statosuperato e l'Ebm serve ora perdirci cosa potenzialmente èefficace e cosa non lo è. Nondimentichiamoci infatti chel'Ebm è costruita sulle infor-mazioni derivanti dagli studiclinici randomizzati, in gene-re svolti in un contesto acca-

demico e su popolazioni distudio selezionate, in condi-zioni dunque che non corri-spondono in tutto e per tuttoalla realtà clinica che ritrovia-mo nei nostri studi professio-nali. L’esperienza clinica ci consen-te di filtrare le informazioniche derivano dall’Ebm in rela-zione alla specificità del pa-ziente (richieste, aspettative,disponibilità di tempo e risor-se, ecc.), alla nostra capacitàoperativa, alle condizioni am-bientali in cui operiamo. Equindi ci consente di adattareo "mediare" l'evidenza scienti-fica sulla base di numerosifattori "ambientali" condizio-nanti. È proprio in questa"mediazione" che ritroviamola massima espressione diquello che definiamo "sensoclinico".

Andrea Peren

L'aggiornamento professionale è da sempre una delle poche

ma salde certezze dell'odontoiatria, in ogni branca. Un assio-

ma che è ancor più vero, se possibile, per l'implantologia, per

vari motivi. Oggi sono molteplici le possibilità di approfondire

le conoscenze in campo implantologico soprattutto attraver-

so specifici percorsi accademici, e grazie al fiorire di società

scientifiche, master e corsi di perfezionamento universitari,

oggi si ritrovano molte occasioni per affinare le proprie tecni-

che, valutare le nuove acquisizioni della comunità scientifica

e imparare a mettere in discussione ciò che si è fatto fino al

giorno prima in studio.

Spesso purtroppo la spinta scientifico-culturale che ci arriva

in direzione implantoprotesica, ci fa dimenticare le “buone e

vecchie” conoscenze sulle metodiche cliniche atte alla salva-

guardia del dente. Ecco dunque la necessità di recuperare le

conoscenze che ci vengono dalla parodontologia, con un du-

plice fine: primo, garantire ai nostri pazienti la longevità della

dentizione permanente attraverso percorsi preventivi e tera-

peutici indirizzati al mantenimento o ripristino della salute dei

tessuti parodontali; secondo, acquisire competenze per la

gestione dei tessuti duri e molli perimplantari, che inevitabil-

mente derivano dal bagaglio di conoscenze teorico-pratiche

specifiche della chirurgia parodontale.

Un esempio di questi percorsi formativi di eccellenza è sen-

za dubbio il «CCoorrssoo aavvaannzzaattoo ddii ppaarrooddoonnttoollooggiiaa» organizzato

dal Centro interdipartimentale di ricerca per lo studio delle

malattie parodontali e perimplantari dell’Università di Ferrara,

che è diretto dal professor LLeeoonnaarrddoo TTrroommbbeellllii, past president

della Società italiana di implantologia osteointegrata (Sio) e

socio attivo della Società italiana di parodontologia (Sidp). Il

corso, che si tiene ogni anno tra aprile e dicembre, affronta

con un taglio pratico le principali problematiche chirurgiche

parodontali. Un percorso didattico che viene ben completato

dall'altro corso attivato dal Centro, quello sulla «RRiiaabbiilliittaazziioonnee

iimmppllaannttoopprrootteessiiccaa nneell ppaazziieennttee ppaarrooddoonnttaallmmeennttee ccoommpprroo--

mmeessssoo», che si tiene tra maggio e ottobre e che rappresenta

idealmente la seconda tappa di un progetto didattico bienna-

le più ampio (per informazioni: www.unife.it/parodontologia).

Italian Dental Journal ha incontrato il professor Trombelli per

capire quale sia il corretto approccio a un aggiornamento

professionale - e a una pratica clinica - di qualità.

> Leonardo Trombelli

UNIFE PERIO STUDY CLUBIL FORUM PERMANENTE

Al Centro interdipartimentale di ricerca per lo studio delle

malattie parodontali e perimplantari di Ferrara si sperimen-

ta dal 2009 una nuova modalità didattica: l'Unife Perio

Study Club riunisce coloro che negli anni hanno partecipa-

to a uno dei corsi di formazione post-laurea dell’Università

romagnola.

«L’impostazione didattica che abbiamo scelto è quella

della lezione frontale ma ad alto impatto clinico - ci ha

spiegato il professor LLeeoonnaarrddoo TTrroommbbeellllii, direttore del

Centro -. Si discute prevalentemente di parodontologia e

implantologia, ma vengono affrontate anche le altre bran-

che odontoiatriche nella misura in cui servono da comple-

mento a qualsiasi terapia chirurgica. Oltre alla normale di-

dattica, c'è un utilissimo confronto tra i membri del Club,

che discutono i casi clinici trattati nei loro studi privati». La

didattica continua poi online, con materiali disponibili via

web.

Il Perio Study Club nasce dunque con l’intento di agevola-

re l’aggiornamento continuo di un gruppo limitato di pro-

fessionisti già dotati di una buona conoscenza della mate-

ria e delle competenze cliniche necessarie per trattare il

paziente parodontalmente compromesso. «Oltre che per

agevolare i nostri corsisti, questa scelta è stata adottata

anche per garantire una sufficiente omogeneità nel livello

di preparazione dei partecipanti» spiega Trombelli.

Nel 2012 sono previsti tre incontri (2233 mmaarrzzoo,, 55 oottttoobbrree ee

2233 nnoovveemmbbrree) durante i quali un relatore di riconosciuta

competenza clinica e scientifica tratterà una tematica spe-

cifica, approfondendone gli avanzamenti più recenti e

analizzandone in modo critico gli aspetti clinico-pratici.

La presentazione completa del Perio Study Club e il pro-

gramma dettagliato degli incontri sono disponibili su

www.consorzioferrararicerche.it

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Igiene dello studio

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> Caso clinico documentato da Leonardo Trombelli, AlessandroRizzi, Giovanni Franceschetti e Roberto Farina del Centro di ricer-ca e studio delle malattie parodontali e perimplantari (diretto dalprofessor Trombelli) dell’Università di Ferrara

> Fig. 1: cartella parodontale

> Fig. 2: status radiografico

> Fig. 3: rischio parodontale

> Fig. 4: elemento 1.2 a lembo sollevato > Fig. 5: inserimento impianto post-estrat-tivo sito 1.2

> Fig. 6: osso bovino deproteneizzatoa riempimento del difetto vestibolare

> Fig. 7: membrana riassorbibile a co-pertura dell’innesto

> Fig. 8: difetto intraosseo elemento 2.1 > Fig. 9: biomateriale nel difetto in-traosseo

> Fig. 10: derivato della matrice dello smalto

> Fig. 12: controllo post operatorio a sei mesi. Radiografiaimpianto in regione 1.2

> Fig. 13: controllo post operatorio a sei mesi. Radiografia ele-mento 2.1

CASO CLINICO

Ricostruzione dei tessuti duri e molliattorno a denti e impianti in pazienteaffetto da parodontite cronica severa

> Fig. 11: sutura

Il paziente A. Z., di 55 anni dietà, si presenta presso ilCentro di ricerca e studiodelle malattie parodontali eperimplantari dell’Universitàdi Ferrara, con la richiesta diripristinare la funzione ma-sticatoria, compromessa perla mobilità dentale.All’anamnesi medica il pa-ziente riferisce di non presen-tare alcuna patologia sistemi-ca e di non avere mai fumato.L’esame parodontale (fig. 1) e

il completo radiografico pe-riapicale (fig. 2) rivelano co-me il paziente sia affetto daparodontite cronica severageneralizzata. Secondo il pro-filo di rischio elaborato dalnostro Centro (Trombelli etal. 2009), il paziente è statoconfigurato in una categoriaa rischio elevato per progres-sione della patologia se la-sciata non trattata (fig. 3). Il piano di trattamento haprevisto, pertanto, una prima

fase di terapia parodontalecausale, organizzata in sedu-te multiple di periodontal de-bridement ed istruzioni diigiene orale domiciliare.Dopo aver controllato il livel-lo di infezione ed infiamma-zione parodontale, nell’ambi-to del piu complesso piano ditrattamento chirurgico riabi-litativo sono stati anche pro-grammati l’inserimento di unimpianto post estrattivo insostituzione dell’elemento 1.2

(giudicato irrimediabilmentecompromesso in termini disupporto parodontale resi-duo) e intervento di chirurgiaparodontale rigenerativa acarico dell’elemento 2.1. In posizione 1.2, si è proce-duto ad estrarre l’elementodentale (fig. 4) e ad inserireun impianto (diametro 4.0mm e lunghezza 11.0 mm(fig. 5). Il sito post-estrattivopresentava un’assenza com-pleta della parete vestibolare

che è stata ricostruita me-diante Gbr, mediante bioma-teriale a base di osso bovinodeproteneizzato (fig. 6) e unamembrana riassorbibile incollagene (fig. 7). Si è effet-tuata, infine, una terapia ri-costruttiva del difetto in-traosseo mesiale dell’elemen-to 2.1 (fig. 8), innestando unbiomateriale a base di ossobovino deproteneizzato (fig.9) associato a preparato a ba-se di amelogenine (fig. 10). Si

sono, infine, suturati i lembicon una sutura riassorbibile(fig. 11). Il controllo clinico eradiografico a sei mesi mo-stra la buona integrazione neitessuti duri e molli della ria-bilitazione provvisoria su im-pianto 1.2 (fig. 12) e il miglio-ramento delle condizioni pa-rodontali dell’elemento 2.1(fig. 13).

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CASO CLINICO

L’implantologia nella nostra era:dagli impianti a lama al concetto All-on-4

La riabilitazione completa nelpaziente edentulo con protesirimovibili è generalmente as-sociata a numerose limitazio-ni, rendendo le riabilitazionisostenute da impianti la pri-ma scelta per ripristinare l’e-stetica, la fonetica e le funzio-ni masticatorie, con livelli dicomfort e affidabilità che sipossono raggiungere soltantocon una riabilitazione fissa(1, 2).Gli impianti endossei a lamafurono sviluppati negli anniSessanta da Leonard Linkow(3-5) e furono particolarmen-te impiegati per la mandibolaatrofica “a lama di coltello” (5,6). Sebbene abbiano riscossosuccesso per molti anni (3, 6-8), la necessità di competenzechirurgiche elevate, la man-canza di osteointegrazione,l’alto tasso di morbilità e le

frequenti complicanze posto-peratorie hanno portato al-l’interruzione del suo impiego(4, 9, 10).Il concetto All-on-4 (NobelBiocare) si presenta come latecnica chirugica di elezionenei pazienti completamenteedentuli. Gli impianti sonoposizionati strategicamente –due impianti posteriori incli-nati di 45° e due impianti an-teriori diritti collegati a unaprotesi totale lo stesso giornodella chirurgia (carico imme-diato). Questo protocollo èassociato a molti vantaggi:posizionamento di soli quat-tro impianti nell’osso residuocon protocollo chirurgicosemplificato, evitando cosìtecniche più complesse di ria-bilitazione come le proceduredi innesto osseo; impiego diimpianti più lunghi, che au-

mentano l’area di contatto traosso e impianto, migliorandocosì l’ancoraggio primario e lafunzionalità immediata; mag-giore distanza inter-impiantoper permettere l’eliminazioneo la diminuzione di cantileverprotesici. Questi vantaggi so-no ottenuti senza compro-mettere il risultato (11-15),come dimostrato dalle per-centuali di successo del con-cetto All-on-4: 98% (follow-up a 5 anni) (14) per la ma-scella; 98,1% (follow-up a 5anni) e 94,8% (follow-up a 10anni) (15) per la mandibola.

Descrizione del casoIl caso clinico presentato si ri-ferisce a una paziente di 71anni che si è rivolta all’assi-stenza medica privata (MaloClinic, Lisbona, Portogallo) il

17 ottobre 2010, preoccupatadall’aumentata mobilità e daldolore associati alla riabilita-zione fissa inferiore.Dopo esame clinico e radio-grafico si è valutato che la pa-ziente mostrava un ponte fissoin acrilico cementato su im-pianti endossei a lama, posi-zionati 30 anni prima.L’incapsulazione degli im-pianti e il dolore associato,sintomatico della mancanzadi osteointegrazione, ha deter-minato la loro rimozione chi-rurgica, che ha portato a mi-nore disponibilità ossea inuna mandibola già atrofica(figg. 1-5).Durante la stessa procedurachirurgica, due impianti incli-nati (NobelSpeedy Groovy4x11.5 mm RP, NobelBiocare) e due impianti diritti(NobelSpeedy Groovy 4x10mm RP, Nobel Biocare) sonostati posizionati nella mandi-bola seguendo il protocollochirurgico del concetto All-on-4 e distribuiti lungo l’arca-ta per ottenere il massimovantaggio dall’osso rimanente.La stabilità primaria ha per-messo il carico immediato(figg. 6 e 7).Le sedute postoperatorie diigiene orale si sono svolte algiorno 10 e al mese 2, 4, 6 e 12,senza registrare alcun segno osintomo di patologia perim-plantare cronica né presenzadi riassorbimento osseo mar-ginale (confermato radiologi-camente) (fig. 8).

ConclusioniDa un punto di vista chirurgi-co, protesico e biomeccanico,

> Armando Lopes, DDS1 - Inês Gravito, DDS1 - Bruno Seabra, DDS2 - Ana Santos Ferro, DDS1

Miguel de Araújo Nobre, RDH3 - Paulo Maló, DDS, PhD1

1 Oral Surgery Department, Malo Clinic Lisbon, Portugal2 Radiology Department, Malo Clinic Lisbon, Portugal3 Research and Development Department, Malo Clinic Lisbon, Portugal

> Fig. 1: fotografia intraorale iniziale

> Fig. 5: rimozione chirurgica di impianti endossei a lama

> Fig. 7: fotografia intraorale postoperatoria

> Fig. 2: ortopantomografia iniziale

> Fig. 3: ricostruzione della mandibola in 3D (Kodak Dental ImagingSoftware 6.11.7.0 - Carestream Health)

> Fig. 4: fotografia intraorale preoperatoria

> Fig. 6: posizionamento di quattro impianti NobelSpeedy Groovy(Nobel Biocare AB)

> Fig. 8: ortopantomografia finale (follow-up a 12 mesi)

IN BREVE

Gli impianti endossei a lama furono introdotti attorno agli anni Sessanta e furono im-

piegati per la riabilitazione delle mandibole sottili, a lama di coltello. Divennero molto

popolari, ma attualmente la loro associazione con l’incapsulazione fibro-ossea ha por-

tato all’interruzione del loro impiego.

Il concetto di trattamento All-on-4 (Nobel Biocare) rende possibile la riabilitazione di

una mandibola o di un mascellare edentulo con forte riassorbimento osseo posizio-

nando solo quattro impianti, evitando così complesse manovre chirurgiche di innesto

osseo.

Questo case report, ben documentato da alcuni membri della prestigiosa Malo Clinic

di Lisbona, descrive la completa riabilitazione della mandibola di una paziente eden-

tula attraverso il concetto All-on-4 con la rimozione di una riabilitazione fissa inferiore

sorretta da impianti endossei a lama che si erano incapsulati.

I risultati di questo case report dimostrano la possibilità di riabilitare la mandibola di

un paziente in modo sicuro ed efficace attraverso il concetto All-on-4, permettendo di

far percepire un comfort immediato, estetica e funzionalità a un paziente precedente-

mente riabilitato con protesi fissa sorretta da impianti a lama ormai inadeguati.

KKeeyywwoorrddss:: endosseous implants, blade implants, osteointegration, All-on-4, intraos-

seous anchorage, Vitallium blade-form implant

PPaarroollee cchhiiaavvee:: impianti endossei, impianti a lama, osteointegrazione, All-on-4, anco-

raggio intraosseo, impianti a lama in Vitallium

la riabilitazione secondo ilconcetto All-on-4 si è dimo-strata efficace e sicura, garan-tendo comfort, estetica e fun-zione al paziente.È importante evidenziare laprimaria importanza della pia-nificazione del trattamento –sia nelle fasi preoperatorie chein quelle postoperatorie – sta-bilendo uno schema di follow-up del paziente che permettadi realizzare con successo lariabilitazione e di mantenerlaper un periodo di un anno.

Bibliografia1. Roumanas ED. The socialsolution-denture esthetics,phonetics, and function. JProsthodont 2009; 8:112-5.2. Misch Carl E. Prótese sobreimplantes. São Paulo: Ed.Santos, 2006. p.21-36.3. Strecha J, Jurkovic R, SiebertT, Prachar P, Bartakova S.Fixed bicortical screw and bla-

de implants as a non-standardsolution to an edentulous(toothless) mandible. Int J OralSci 2010; 2:105-110.4. Cappuccilli M, Conte M,Praiss S. Placement and postmortem retrieval of 28-year-old implant – A clinical and hi-stologic report. J Am DentAssoc 2004; 135: 324-329.5. Rudy R, Levi P et al.Intraosseous anchorage ofdental prostheses. An early20th Century Contribution.Compend Contin Educ Dent2008;29: 220-228.6. Veron C, Chanavaz M.Implant rehabilitation of distalmandibular atrophy using ablade implant. Rev StomatolMaxillofac 1997; 98:17-22.7. Stefano D et al. Immediatelyloaded blade implant retrievedfrom a man after 20-year loa-ding period: A histologic andhistomorphometric case re-port. J Oral Implantol 2006;4:171-176.

8. Proussarfs P, Lozada J.Evaluation of two Vitalliumblade-form implants retrievedafter 13 and 21 years of func-tion: a clinical report. JProsthet Dent 2002; 87:412-5.9. Weiss CM. Short – and long-term bone maintenance sur-rounding fibro-osteal andosteal integrated dental im-plants. J Oral Implantol 1990;16:12-19.10. Dahl SA. Osseointegrationvs. fibro-osseous integration.Biomechanical considerations.J Oral Implantol 1987; 13:521-526.11. Maló P, Rangert B, NobreM. All-on-4 immediate-func-tion concept with BranemarkSystem implants for comple-tely edentulous maxillae: a 1-year retrospective clinicalstudy. Clin Implant Dent RelatRes 2005;7:S88-94.12. Maló P, Rangert B, NobreM. "All-on-Four" immediate-function concept with

Branemark System implantsfor completely edentulousmandibles: a retrospective cli-nical study. Clin Implant DentRelat Res 2003;5:S2-S9.13. Zampelis A, Rangert B,Heijl L. Tilting of splinted im-plants for improved prostho-dontic support: a two dimen-sional finite element analysis. JProsthet Dent 2007; 97:35-43.14. Maló P, de Araújo NobreM, Lopes A, Francischone C,Rigolizzo M. "All-on-4"Immediate-Function Conceptfor Completely EdentulousMaxillae: A Clinical Report onthe Medium (3 Years) andLong-Term (5 Years)Outcomes. Clin Implant DentRelat Res 2011 Oct 18.15. Malo P, de Araújo NobreM, Lopes A, Moss SM, MolinaGJ. A longitudinal study of thesurvival of All-on-4 implantsin the mandible with up to 10years of follow-up. J Am DentAssoc 2011; 142:310-20.

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CASO CLINICO

Utilizzo della terapia fotodinamica nel trattamento di una lesione perimplantareL’infezione dei tessuti pe-rimplantari, definita perim-plantite (Mombelli et al,Coir 1992; pp. 162-168),rappresenta ad oggi una del-le complicanze di più diffici-le gestione a carico degli im-pianti. Oltre a questo si devepoi aggiungere che le super-fici trattate degli impianti,una volta esposte, rappre-sentano un’ideale terreno disviluppo per i batteri.L’infezione che quindi si de-termina esita in un processodi riassorbimento osseo concaratteristiche cliniche deltutto simili alle infezioni pa-rodontali, che può portarerapidamente alla perditadell’impianto. La decontaminazione dellesuperfici implantari apparequindi requisito prioritarionel trattamento delle perim-plantiti. Tra i protocolli pro-posti nella letteratura interna-zionale, la terapia antimicro-bica fotodinamica ha dimo-strato elevati livelli di diminu-zione delle quantità delle spe-cie batteriche di particolarerilevanza nell’insorgenza del-la patologia (Neugebauer J.Photodinamische therapieder perimplantaren mucosi-tis, 2007).

Descrizione del casoQuesto lavoro presenta glieffetti della terapia fotodina-mica associata a proceduradi rigenerazione ossea nel

trattamento di un caso clini-co di grave perimplantite.Il paziente, di 72 anni, nelcorso di un controllo perio-dico riferisce la comparsa diun’infiammazione a caricodel settore inferiore sinistronel quale erano stati inseritidue impianti osteointegrati,nei siti 36 e 37, circa 12 anniprima. L’esame radiografico esegui-to evidenziava la presenza diun ampio difetto circonfe-renziale coinvolgente en-trambi gli impianti. In con-siderazione della lesione sidecideva in accordo con ilpaziente di procedere conun intervento di rigenera-zione ossea perimplantare. L’intervento è stato eseguitonel gennaio 2008. Rimosse lecorone protesiche, si eseguivaun lembo con incisione cre-stale estesa fino al trigono re-tromolare. Gli impianti veni-vano quindi trattati con garzasterile imbevuta con soluzio-ne di H2O2 a 10 volumi per 30secondi e quindi nuovamentelavati con soluzione fisiologi-ca. Successivamente, si appli-cava sulla superficie degli im-pianti cloruro di fenotiazinain soluzione sterile, che veni-va lasciato adsorbire per circadue minuti. Trascorso il tem-po necessario, la superficiedegli impianti veniva trattatamediante l’impiego di unafonte di luce laser a diodo abassa frequenza (HelboPhotodynamic Systems GmbH

& Co KG) (fig. 1) per una du-rata di circa 10 secondi suogni versante degli impianti.Completata questa opera-zione il sito veniva di nuovodeterso con soluzione fisio-logica. Si procedeva quindicon l’inserimento un innestodi osso alloplastico di origi-ne bovina (BioOss,Geistlicht, GE), poi copertoda una membrana in acidopolilattico (Vycril, Ethicon,Johnson&Johnson, Usa) (fig.2). Il lembo veniva rilasciatofino ad ottenere una passi-vità sufficiente a mantenereuna chiusura per prima in-tenzione, e quindi chiuso

con una sutura a punti stac-cati. Dopo quattro mesi, allascopertura degli impianti, siverificava il livello di guari-gione ottenuto (fig. 3) equindi venivano riposizio-

nate le vecchie corone prote-siche. Il controllo radiografico adistanza di 12 mesi eviden-zia un buon livello di guari-gione ossea (fig. 4).

> Giovanni Ghirlanda svolge la li-bera professione a Roma

> Fig 1: sistema laser utilizzato

> Fig 2: innesto osseo

> Fig 4: controllo radiografico dopo un anno> Fig 3: controllo a quattro mesi

CASO CLINICO

Riabilitazione con tecnica Flat One BridgeIl Flat One Bridge è una tec-nica chirurgico protesica perla riabilitazione "full arch" acarico immediato entro le 48-72 ore dalla chirurgia. Il ri-spetto dei criteri di inclusioneed esclusione permette di ot-tenere percentuali di successodel 95-97%. Questa tecnica è legata a unrigoroso protocollo chirurgi-co mediante l’utilizzo di im-pianti Intra-lock abbinati alFlat abutment. Gli impiantiIntra-Lock riescono ad otte-nere una guarigione osseaprimaria grazie alla loro ma-cromorfologia (spiraBlossom) e micromorfologia(superfice Ossean arricchitadi CaHa per il 24%). Il Flatabutment permette di ottene-

re una connessione impianto-abutment-travata protesicacon la massima precisione epassivazione reciproca degliimpianti qualunque sia la lo-ro inclinazione.

Descrizione del casoDopo accurata anamnesi pa-tologica remota e prossimadel paziente, di anni 78, siesegue la duplicazione delleprotesi rimovibili superiore einferiore e il montaggio in ar-ticolatore a valori medi conrelativa ceratura diagnosticacorrettiva. Dalla duplicazionedella ceratura si ottengonodue protesi rimovibili perpermettere al paziente di ef-fettuare le prove fonetiche e

di funzionalità. Dalla dupli-cazione delle protesi si otten-gono due dime radiologicheper effettuare il Dentascansuperiore e inferiore. Il piano di trattamento preve-de di effettuare la rimozionedei tre impianti parzialmenteosseointegrati nella mandi-bola (fig. 1) e la contempora-nea inserzione di cinque im-pianti DT 4.0 di 10 mm dilunghezza (fig. 2). La notevo-le perdita ossea derivante dal-la rimozione degli impiantiprecedenti ci indirizza versoun carico precoce a due mesi. Trascorsi i due mesi si confe-ziona un manufatto protesi-co in lega Cr Co e resinacomposita avvitato sugli im-pianti inferiori e contestual-

mente si procede, mediantedima chirurgica, all’inseri-mento nel mascellare supe-riore di cinque impianti dinuovo design (FT 4.0 di 11 e13 mm) con il nuovo profilobisellato del moncone flat fa-cente parte del corpo del-l’impianto. Il protocollo pre-vede l’avvitamento degli im-pianti negli alveoli ossei avalori superiori a 35 Ncm(fig. 3). Eseguita la fase chi-rurgica si avvitano i transfertsugli impianti e si solidariz-zano tra loro utilizzando ladima chirurgica modificata.Colato il modello master congli analoghi da laboratorio sicostruisce la barra in Cr Co.I pilastri in titanio sono staticollegati alla barra mediante

tecnica di incollaggio. Lacomponente estetica-funzio-nale in composito viene ri-prodotta partendo dalla ce-ratura diagnostica iniziale. Imanufatti protesici vengonofissati a 25 Ncm e funziona-lizzati con una funzione digruppo per evitare interfe-renze occlusali dannose(figg. 4 e 5).

Bibliografia1. Maló P, Rangert B, NobreM. "All-on-Four" immediate-function concept withBrånemark System implantsfor completely edentulousmandibles: a retrospective cli-nical study. Clin Implant DentRelat Res 2003;5 Suppl 1:2-9.2. Misch CE, Hahn J, JudyKW, Lemons JE, Linkow LI,Lozada JL, Mills E, MischCM, Salama H, Sharawy M,

Testori T, Wang HL;Immediate function consensusconference. Workshop guideli-nes on immediate loading inimplant dentistry. November7, 2003. J Oral Implantol2004;30(5):283-8.3. Bucci Sabattini V, MinnucciA, D’Ambrosio A. Il carico im-mediato Full Arch Flat Onebridge. Odontoiatria 2008;3,12; pp. 209-219.

> Giuseppe Serino è docente pres-so l’Università Tor Vergata diRomaSi ringrazia per la collaborazione odontotecnica

Luciano Aloisi e il suo staff

> Fig 1: panoramica iniziale

> Fig. 4: panoramica di controllo

> Fig. 3: consegna manufatti protesici a 72 ore

> Fig. 2: impianti posizionati con flat

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CASO CLINICO

Riabilitazione totale fissa a carico immediatoLa riabilitazione totale fissa suquattro impianti (Rf4) prevedeil loro posizionamento interfo-raminale nella mandibola eanteriore ai seni mascellarinell’arcata superiore, a soste-gno di una protesi fissa avvita-ta tipo Toronto funzionalizza-ta immediatamente o in tem-po differito. Gli impianti po-steriori vengono inclinati di-sto-mesialmente di 30-45°,questo permette al chirurgo diutilizzare impianti di lunghez-za maggiore e in osso di mi-gliore qualità (mesialmente alloop del nervo alveolare infe-riore e alla parete anteriore delseno mascellare) ottenendo fa-cilmente la stabilizzazione ne-cessaria alla realizzazione diprotesi a carico immediato.

La distalizzazione dell’impian-to posteriore determina la di-minuzione dei cantilever e lapossibilità di realizzare protesifisse di 12 elementi. La dimi-nuzione degli impianti di sup-porto facilita l’ottenimento delfit passivo della protesi provvi-soria e definitiva e amplia glispazi per le manovre d’igiene.

Descrizione del casoUna paziente di 61 anni, pereffetto di infezioni parodonta-li, endodontiche e di estese le-sioni cariose è destinata all’e-strazione degli elementi den-tali dell’arcata inferiore.Chiede la realizzazione di unanuova protesi fissa. Valutate le immagini radiogra-fiche (Opt e Tc) e i modelli

montati in articolatore si pro-pone un trattamento Rf4 a ca-rico immediato.Vengono estratti gli elementidentali e scollato un lembo aspessore totale. Si evidenzianoi forami mentonieri e sull’asseperpendicolare ad essi si posi-zionano gli impianti distalicon direzione mesio-medialedi 30-45° (fig. 1). Si posiziona-no quindi gli impianti mesialiortogonali alla superficie os-sea.Utilizziamo impianti wayMilano (Geass, Udine) che performa, superficie (Synthegra) esistema di monconi dedicato(Step - Geass) ben si presta allametodica Rf4. In egual manie-ra si può utilizzare l’impiantoway Venezia (Geass, Udine)

con connessione esterna.Ottenuta la stabilità primariadegli impianti (torque d’inser-zione superiore a 35 Ncm), siposizionano i monconi Step,diritti sugli impianti mesiali eangolati a 30° sugli impiantidistali (fig. 2) e si suturano ilembi. Si rilevano quindi leimpronte di precisione e la di-mensione verticale della pa-ziente. A distanza di 24 oreviene consegnato un provviso-rio armato avvitato, privo diestensioni attentamente equi-librato in centrica e lateralità(fig. 3). Si esegue una Opt pervalutare la precisione del ma-nufatto (fig. 4). Dopo 12 mesisi confezionerà la protesi defi-nitiva tipo Toronto.La metodica implanto-protesi-

ca Rf4 è affidabile e predicibilenel trattamento delle edentulietotali ed è particolarmente in-dicata nei casi di severa atrofiadei settori latero-posteriori.Per velocità, semplicità e mini-ma invasività si è dimostratain questi anni una tecnicamolto gradita ai pazienti.

> Rodolfo Blasone svolge la liberaprofessione a Udine

> Fig. 1: inserimento impianti con direzione disto-mesiale di 30°-45° > Fig. 2: posizionamento dei monconi Step

> Fig. 3: provvisorio armato consegnato entro 24 ore

> Fig. 4: Opt di controllo della protesi provvisoria> Fig. 1

> Fig. 2

> Fig. 3

> Fig. 4

CASO CLINICO

Flap-less con impianto transmucoso a colletto liscioPer anni l’implantologia si è ba-sata prevalentemente sul ripri-stino funzionale della mastica-zione, senza valutare con la do-vuta attenzione parametri qua-li la gestione dei tessuti molli, ilprofilo di emergenza, il cono diriassorbimento e l’estetica, oggiassolutamente fondamentaliper ottenere una riabilitazioneimplanto-protesica corretta. Per ottenere buoni risultati, in-fatti, è necessario avere un ap-proccio che possiamo definirebiologico, morfo-funzionale edestetico che tenga conto di unaserie di parametri ormai benconosciuti: la tecnica chirurgi-ca, la gestione del tessuto osseo(atrofie della cresta, rimodella-mento crestale e tecniche di au-mento volumetrico), le caratte-

ristiche biologiche strutturali ecliniche dei tessuti molli pe-rimplantari, il tipo di impianto(disegno, rivestimento, geome-tria di superficie e posiziona-mento tridimensionale nellospazio anatomico crestale) e ilrispetto dell'ampiezza biologi-ca, che riveste un ruolo di fon-damentale importanza per ilmantenimento a lungo terminedel livello osseo crestale.L’ampiezza biologica verticaleviene definita come la «distan-za tra la cresta alveolare e la ba-se del solco gengivale». È la zo-na cioè dove ha luogo l’attaccofibro-connettivale. Essa misuracirca 3 mm e ha una caratteri-stica fondamentale: tende sem-pre a riformarsi. Questa zona,ricca di fibre, si attacca alla su-

perficie più coronale dell’im-pianto, ne caratterizza il profilodi emergenza ed è la responsa-bile, nel bene e nel male, del co-no di riassorbimento che spes-so si osserva nel tempo intornoal colletto degli impianti. Tutto questo assume ancorapiù importanza quando si usauna tecnica chirurgica tipoflap-less, in cui l’ampiezza bio-logica è predeterminata e nonmodificabile dal riposiziona-mento del lembo chirurgico.Ecco perché Sweden & Martinaha ideato, all’interno della lineaPremium Kohno, un impiantotransmucoso specifico per que-sta tecnica: nella zona dove siforma l’ampiezza biologica pre-senta un colletto liscio, che ser-ve appunto per dare attacco al-

le fibre connettivali, mentre aldi sotto di questa zona si pre-senta rugoso, per l’inserimentonella corticale ossea. Questa ca-ratteristica va controcorrenterispetto alle linee guida attuali ele maggiori case produttrici diimpianti hanno reso rugosoanche il colletto, per tentare dimantenere più alto il livello os-seo nel tempo. In realtà questoaccorgimento non ha risolto ilproblema, che sembra invecedipendere molto più dall’am-piezza biologica, quindi dallaprofondità di inserimento del-l’impianto nella cresta ossea.Altra novità assoluta della so-luzione implantare è rappre-sentata dal fatto di avere laspalla protesica direttamentesull’impianto, quindi il monco-

ne è interamente inglobato al-l’interno, guadagnandone instabilità ed evitando tutti i ba-sculamenti e i microgap tipicidell’accoppiamento moncone-capsula. Inoltre questa confor-mazione consente al chirurgodi gestire bene l’ampiezza bio-logica e di posizionare la spallaprotesica già durante la fasechirurgica, quindi di stabilireintraoperatoriamente la baseper il profilo di emergenza.

Descrizione del casoViene presentato, nelle figureda 1 a 4, un caso clinico in cuivengono inseriti due impiantiPremium TG in posizione 2.4 e2.5 con approccio chirurgicominimamente invasivo (flap-less). Gli impianti vengono po-

sizionati in cresta, non som-mersi, nel rispetto dell’ampiez-za biologica e con la spalla a li-vello del margine gengivale. Nel caso da noi trattato, l’im-pianto si è rivelato di ottimamaneggevolezza, con un buontorque di inserimento. La pos-sibilità di posizionare la spalladel restauro protesico già in fa-se chirurgica ha consentito unottimo profilo di emergenza. Ilcolletto liscio ha permesso l’at-tacco delle fibre connettivalinel rispetto dell’ampiezza bio-logica. Il controllo radiograficoa 12 mesi ci ha confortato nellenostre convinzioni, in quanto ilmantenimento del livello osseocrestale è risultato ottimo e nonvi è nessun cono di riassorbi-mento.

> Michele M. Figliuzzi > Leonzio FortunatoDipartimento di parodontologiae scienze orali dell’Universitàdegli Studi "Magna Graecia" diCatanzaro

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CASO CLINICO

Pianificazione e risoluzione implantoprotesicacon l’ausilio di tecniche tridimensionaliSi presenta alla nostra osser-vazione una paziente di 16 an-ni con i due canini da latte inarcata e i definitivi inclusi.L’Opt, eseguita al momento,conferma la diagnosi, quindila si completa con una dental-scan con tecnica cone beam.Questo tipo di Tc si preferisceormai alla Tc spirale per la bas-sa dose di radiazioni necessa-rie all’acquisizione delle im-magini, in quanto il raggioemesso è “pulsante” e la quan-tità di esposizione cui è sotto-posto il paziente corrisponde adue-otto Opt tradizionali, nondigitali, ed è quindi inferiore

duecento-trecento volte aquelle di una Tc spirale (fig. 1).Al termine delle indagini ra-diografiche si decide di estrar-re l’elemento 13 in inclusioneprofonda-alta-trasversa, im-possibile da estrudere orto-donticamente, di portare inarcata il 23 e di sostituire il 13con un impianto, dopo avereseguito una terapia ortodon-tica.In seguito all’estrazione del 13residua un vacuum che vienecolmato con osso bovino BegoOss e membrana di pericardioa lungo riassorbimento BegoMembrane per rigenerare in

tempi rapidi l’osso in cui allog-gerà l’apice dell’impianto.Quindi si banda il paziente, siscopre e si mette in trazione il23, dopo aver estratto il cani-no deciduo relativo.Una volta raggiunta una stabi-lità occlusale, portato in arca-ta il 23 e creato lo spazio idea-le in corrispondenza dell’ele-mento 13, si estrae il caninodeciduo e si inserisce un im-pianto di diametro 3,75 mmper 13 mm di lunghezza Ri-Line TiPure plus (BegoSemados Implants, Brema,Germania) (fig. 2).La scelta cade su questo im-

pianto per il tipo di inclinazio-ne e passo della spira, oltre altrattamento della superficie,che lo rende ideale per il rag-giungimento di un torque diinserimento di 35-40 Newton,presupposto indispensabileper l’applicazione di un caricoimmediato. Il moncone prov-visorio in peek Bego viene fre-sato alla poltrona al di fuoridel cavo orale, montato su unanalogo e verificato in boccafino a raggiungere la forma el’altezza adeguata. A questopunto si ribasa la corona prov-visoria in Pmma con resinaacrilica. Per la progettazionedella corona provvisoria inPmma si è utilizzato lo scan-ner Bego.La tecnica Cad ci dà la possi-bilità di disegnare un profilodi emergenza gengivale dellacorona prossimo all’ideale peril condizionamento dei tessutiparodontali, presupposto in-dispensabile all’ottenimento diuna buona estetica (fig. 3).Il file ottenuto viene inviato alcentro di produzione CamBego di Brema.La scelta della tecnica flaplessè stata preferita a un accessotradizionale poichè consentedi conservare l’architetturatessutale preesistente, annulla-re i rimodellamenti che conse-guono allo scollamento dellembo, conservare inalteratala vascolarizzazione e ridurrele complicanze postchirurgi-che quale edema e dolore.A distanza di circa tre mesidal posizionamento del prov-visorio, presa l’impronta defi-nitiva e realizzato il modelloin gesso tipo 4, con l’ausiliodel sistema Cad-Cam Begoviene progettato e realizzato ilmoncone definitivo in zirco-nia e la cappetta in zirconia(figg. 4, 5 e 6) che sarà poi ce-ramizzata (fig. 7).Il manufatto protesico defini-tivo ha mostrato da subito unarmonioso e naturale adatta-mento, esteticamente soddi-sfacente, confermato nel tem-po dalla sua stabilità comemostrato dal follow-up a treanni (fig. 8).Il case report che abbiamo

presentato mostra come l’evo-luzione della macro e microgeometria degli impianti, lenuove tecniche di indagine ra-diografica e le potenzialitàprogettuali Cad e costruttiveCam ci vengano incontroquotidianamente nella praticaclinica.

> Francesco Epifani, medico chi-rurgo specialista in odontostoma-tologia svolge la libera professionea Milano

> Fig 3: carico immediato con provvisorio in Pmma

> Fig 6: moncone in ossido di zirconio in sede

> Fig 7: forma e profilo di emergen-za della cappetta ceramizzata > Fig 8: follow up a tre anni

> Fig 5: visione degli spazi relativi al moncone e alla cappetta in zirconia

> Fig 4: fase del progetto Cad del moncone in zirconia con scanner Bego

> Fig 2: chirurgia flapless con im-pianto Ri Semados Bego Brema> Fig 1: immagine rilevata con Tc cone bean

CASO CLINICO

Prevenzione del riassorbimento osseo crestale mediante l'utilizzo di tecnica platform switching

La perdita di tessuto osseomarginale attorno al collo degliimpianti è da sempre uno deiproblemi a cui si è cercato ditrovare una soluzione, dappri-ma valutando il posizionamen-to del margine implantare a di-versi livelli rispetto alla crestaossea; quindi trattando in mo-do differente il colletto implan-tare; infine spostando mesial-mente la giunzione abutment-impianto (platform-switching).Presentiamo qui un caso tratta-to con questa tecnica.

Descrizione del casoUn paziente di 56 anni presen-tava la lussazione traumaticadell’elemento 11: il trauma eraavvenuto circa tre settimaneprima che il paziente giungessealla nostra osservazione, inquanto lo stesso non era incondizioni di essere sottopostoa cure odontoiatriche. La mo-bilità del dente ha aggravato laperdita ossea con compromis-sione dei tessuti molli. Estratto il dente, veniva posi-

zionato un impianto CamlogScrew-Line con superficiePromote Plus (Alta-TechBiotechnologies) del diametrodi 5 mm (fig. 1). L’impianto erainserito a livello dei picchi osseimesiale e distale. La discrepan-za osso-impianto e la partemancante di parete vestibolarevenivano ricostruite con ossoautologo prelevato da siti in-traorali mediante bone scrapere ricoperto con una membranariassorbibile (Bio-Gide,Geistlich Biomaterials). Eseguita una sutura ermetica,l’impianto restava sommersoper tre mesi; quindi si posizio-nava una vite di guarigione conprofilo platform-switching e, adistanza di un mese, si rilevavaun’impronta di precisione perconfezionare un provvisoriocementato su un moncone de-finitivo platform-switching chenon sarà più rimosso nei mesisuccessivi, per non interferirecon la guarigione e maturazio-ne dei tessuti (fig. 2). Dopo ul-teriori sei mesi si provvedeva al

confezionamento della coronadefinitiva (fig. 3). Il controlloradiografico mostrava inizial-mente una guarigione ossea alivello del margine implantare,e nei mesi successivi alla prote-sizzazione, una crescita ossea aldi sopra del margine, direttaverso la giunzione abutment-impianto, come mostrato dallaradiografia a dieci mesi (fig. 4).Conclusioni: la perdita di ossoperimplantare marginale è unodei criteri utilizzati al fine distabilire il successo di una ria-bilitazione implanto-protesica.La conservazione del correttolivello osseo permetterà di evi-tare complicanze infiammato-

rie e infettive e di preservare uncorretto posizionamento delmargine gengivale, presuppo-sto indispensabile per un’esteti-ca soddisfacente. Posizionandola giunzione abutment-impian-to mesialmente al margine del-l’impianto, si sposta la zona delmicrogap fra i due componential di sopra della piattaformaimplantare, sufficientementelontano dalla cresta ossea.Questo, come ormai conferma-to in letteratura, determina unariduzione del riassorbimentoosseo verticale e, come dimo-strato anche attraverso valuta-zioni istologiche, può favorireuna maturazione del tessuto

mineralizzato fin oltre il margi-ne implantare. La tecnicaplatform-switching sembra fa-vorire il mantenimento dell’os-so crestale e diminuire la possi-bilità di perimplantiti.

> Il professor Massimo Pasi è do-cente di patologia speciale odon-tostomatologica del Clid - AteneoVita-Salute San Raffaele diMilano e opera presso l’unità ope-rativa di odontoiatria dell'IrccsSan Raffaele (Direttore: Prof. E. F.Gherlone)

> Fig. 4: la radiografia di con-trollo a dieci mesi dalla protesiz-zazione mostra ricrescita osseasopra la piattaforma implantare

> Fig. 1: posizionamento dell’impianto e discrepanza ossea

> Fig. 2: maturazione dei tessuti molli alla rimozione della vite diguarigione platform-switching

> Fig. 3: la corona protesica dopo la cementazione

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CASO CLINICO

Riabilitazioni complete ad alta valenza estetica con impiantiIl valore estetico di una riabili-tazione nasce nella fase precli-nica, definendo correttamentei parametri anatomici necessa-ri alla naturalezza, salute e bel-lezza del nostro restauro, inse-rito nel cavo orale ma soprat-tutto nel terzo inferiore delvolto. Stabiliti possibilità e li-miti del trattamento, si pongo-no le basi per mettere in con-dizione il team medico eodontotecnico di sviluppareun progetto già definito e con-cordato con il paziente, conuna realizzazione protesicaquanto più semplice possibile.Per realizzare riabilitazionicomplete occorre in primis di-

sporre di una sistematica im-plantoprotesica performante eaffidabile, ma semplice nell’u-tilizzo e flessibile nelle possibi-lità di scelta protesica, caratte-ristiche peculiari della siste-matica Neoss da noi scelta.

Descrizione del casoRiportiamo qui di seguito ladescrizione del caso clinico diun paziente riabilitato circadue anni fa. Il paziente è un57enne in buona salute gene-rale, moderato fumatore, ca-ratterialmente attivo e solare eportatore di due scheletrati adappoggio dentale (fig. 1).Si presenta alla nostra atten-

zione con elementi residui a ri-dotto supporto parodontale(Ppd oltre 6 mm e Bop) e conla richiesta specifica di unariabilitazione affidabile, dura-tura e con estetica naturale estabile nel tempo. Raccolta l’a-namnesi medica, odontoiatri-ca e rilevati i modelli Opt e Ct,si presenta al paziente il pianodi trattamento e dopo adegua-ta profilassi igienica professio-nale e domiciliare hanno ini-zio le terapie.Visto il marcato riassorbimen-to osseo a livello dei seni ma-scellari, si inizia con l’inter-vento di grande rialzo del senomascellare bilaterale con ac-

cesso laterale. Nonostante l’al-tezza ossea mediamente di 3mm, è stato possibile inserirecontestualmente sei fixtureNeoss Proactive raggiungendoi 40 Ncm di torque di inserzio-ne. Dopo due mesi si è proce-duto all’estrazione dei 10 ele-menti parodontali dell’arcatainferiore e al contestuale inse-rimento di sei fixtureProactive, rilevando insertiontorque superiori ai 50 Ncm eprocedendo a rilevazione delleimpronte per arcata fissa prov-visoria a carico immediato.All’integrazione delle fixturesuperiori, dopo sei mesi, si èproceduto all’esposizione e im-

pronta dei sei impianti e si èrealizzata una arcata completapre estrattiva, da posizionarecontestualmente all’estrazionedegli elementi naturali (fig. 2).Contestualmente alle estrazio-ni sono state posizionate duefixture Proactive a livello degliincisivi laterali, da protesizzarein fase definitiva.Funzionalizzati i provvisori,dopo tre mesi, si procede allafase protesica definitiva.Rilevate le impronte dei tessu-ti condizionati, si procede allarealizzazione di due arcate av-vitate in zirconio.Unica eccezione, per la pre-senza di un foro di avvitatura alivello del margine incisale di12 e 22, la presenza di dueabutment fresati in zirconio subase Neolink, allo scopo di evi-

tare zone a ridotto spessore diceramica da rivestimento equindi ridurre i rischi di possi-bile chipping nel tempo (fig.3). Effettuate le prove strutturae biscotto, si applica la riabili-tazione avvitata diretta finitacon viti Neoss Cristalock ad al-ta resistenza. Il paziente si ritiene altamentesoddisfatto del trattamento e, adue anni dalle terapie, presen-ta un buon mantenimentoigienico domiciliare supporta-to da richiami igienici paro-dontali trimestrali (fig. 4).

> Antonio Guida svolge la liberaprofessione ad Arezzo

> Fig. 1: situazione prima del trattamento

> Fig. 2: riabilitazione provvisoria

> Fig. 3: fasi protesiche

> Fig. 4: follow up

CASO CLINICO

Macromorfologia implantare complice nella stabilità dei tessuti duri e molliUna atipica riabilitazione didue canini superiori (fig. 1)offre lo spunto per l’osserva-zione del comportamentodei tessuti duri e molli intor-no alla macromorfologiadell’impianto Stone dell'a-zienda Idi Evolution, realiz-zato con una zona cervicalecaratterizzata da una micro

filettatura a triplo principiosincronizzato con la spiraprincipale.Il paziente arriva alla nostraosservazione con una storiaclinica di tentativi di recupe-ro di una malattia parodon-tale con levigature, chirurgiee rigenerazioni ossee culmi-nate con l’avulsione di en-

trambi i canini superiori. Unapproccio implantologicosenza considerare la rico-struzione dei tessuti può in-ficiare il risultato esteticodella riabilitazione implan-toprotesica. Si esegue l'inserimento didue impianti di diametro3,75 da 12 mm e contestual-mente si esegue una rigene-razione ossea vestibolare perriconformare la bozza nor-malmente presente in posi-zione canina. Il lato sinistroguarisce con una parzialeesposizione del mezzo disintesi riassorbibile senzapregiudicare il risultato (fig.

2). L’esame radiologico postchirurgico conferma il cor-retto posizionamento dei di-spositivi e un controllo aquattro mesi mostra la pro-gressiva mineralizzazionedelle lesioni pre esistenti eun'ottima collocazione deitessuti duri (figg. 3 e 4). A seimesi si espongono gli im-pianti recuperando una quo-ta di tessuto aderente palata-le per conformare l’esteticaperimplantare. Si procedecon il condizionamento delprofilo emergente medianteprotesizzazione provvisoriaper 90 giorni, fino alla stabi-lizzazione dei tessuti molli.

La protesi definitiva vieneallestita in metallo ceramicae vengono monitorati radio-logicamente i parametri os-sei e clinicamente l’adatta-mento gengivale alla protesi. I controlli a sei e a 12 mesiconfermano un'ottima stabi-lizzazione dell’attacco osseoe una maturazione progres-siva della componente mine-ralizzata. I tessuti molli, co-me auspicato, sono maturaticoronalmente, segno di unaperfetta integrazione e lapredisposizione protesica al-la maturazione dei tessutigengivali (fig. 5). La macro-morfologia implantare riferi-

ta alla micro filettatura coro-nale dell’impianto Stone con-tribuisce alla stabilizzazionedel tessuto mineralizzato pe-rimplantare e, qualora si ve-rificasse, anche della compo-nente mucosa ottimizzando irisultati estetici e rendendola prognosi estetico-funzio-nale più favorevole.

> Massimo Dosoli svolge la liberaprofessione a Besana in Brianza(Milano)Si ringrazia il Laboratorio Gierre di Ghisleni e Rota

> Fig 5: protesi definitiva, controllo a 360 giorni

> Fig. 1: immagine clinica preoperatoria

> Fig. 2: post operatorio a sette giorni

> Figg. 3-4: sequenza controlli radiologici destro e sinistro a sette, 120e 360 giorni

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REVISIONE DELLA LETTERATURA

Il ruolo della superficie implantare nella guarigionee nel mantenimento dei tessuti duri e molli

La letteratura odontoiatricamostra un notevole interessenei confronti delle proprietàsuperficiali dei dispositiviimplantari e delle dinamichemolecolari che entrano ingioco a livello dell’interfacciaosso-tessuti perimplantari. Per valutare il comportamen-to biologico all’interfacciaimpianto-tessuti dell’ospiteoccorre prendere in conside-razione la micro-topografia ela struttura chimica superfi-ciale dell’impianto. Gli im-pianti possono infatti presen-tare diverse morfologie su-perficiali.Dalle superfici lisce si è pas-sati, nell’ultimo decennio, al-lo sviluppo di superfici irru-vidite con una maggiore areasuperficiale disponibile alcontatto con l’osso, che per-mette l’instaurarsi di riten-zioni di tipo micro-meccani-co tra l’impianto e il tessutoosseo (tab. 1). Studi più re-centi spostano invece l’atten-zione dalla rugosità superfi-ciale intesa come semplicemezzo per aumentare l’areadi contatto osso-impianto, astrumento per il controllo

dell’attività e differenziazionecellulare. Studi in vitro hanno dimo-strato che la topografia mi-croscopica della superficiepotrebbe avere un ruolo pre-dominante nel guidare la dif-ferenziazione e l’attivitàosteoblastica (1). Le cellule diorigine mesenchimale intera-giscono, attraverso l’adesionefocale del loro citoscheletro,con le proteine adsorbite sul-la superficie del titanio. Taleprocesso di adesione è resopossibile dalle integrine, pro-teine adesive che consentonol’adesione delle cellule al sub-strato. Il numero e la distri-buzione di questi punti dicontatto possono influenzarel’espressione genica cellulare.È quindi evidente l’importan-za della micro-topografia disuperficie nel determinare laforma, la migrazione e la dif-ferenziazione cellulare (figg.1, 2 e 3).Il trattamento utilizzato permodificare la topografia disuperficie influenza anche lacomposizione chimica dellasuperficie implantare.In particolare, il trattamento

di mordenzatura acida con-sente di “purificare” la super-ficie implantare, rimuovendogli strati più superficiali di ti-tanio, insieme alla maggiorparte dei contaminanti car-boniosi che si depositano du-rante il processo di tornitura.Uno studio di Morra eCassinelli (2) ha evidenziatol’elevata percentuale atomicadi carbonio presente sulla su-perficie macchinata dell’im-pianto liscio (66,1%), rispettoalla superficie degli impiantitrattati con doppia morden-zatura acida (Osseotite e FullOsseotite) che registrano unapercentuale atomica di car-bonio superficiale del 42,2%.L’impianto NanoTite (Biomet3i, Palm Beach Gardens, Usa)presenta un’ulteriore riduzio-ne della quantità di carboniosuperficiale (35,1%). Inoltre,essendo costituito dalla legaTi6Al4V, presenta in superfi-cie anche alluminio (0,6%) eun’alta percentuale di calcio(14,3%) e fosforo (7,5%) perla deposizione superficiale dinanocristalli di fosfato di cal-cio, caratteristica peculiare diquesto impianto (tab. 2).Rari sono gli articoli e l’atten-zione che viene posta sull’in-terazione tra superfici modi-ficate e tessuti molli perim-plantari. Il tessuto connettivoe l’epitelio possono integrarsicon il titanio della superficieimplantare suggerendo che lasalute e la resistenza alla ma-lattia perimplantare possanorisultare dallo stato comples-sivo di “integrazione tissuta-le”. Negli anni Novanta si ritene-va che superfici “ruvide” po-tessero dare un’adesione bat-terica fino a 25 volte maggio-re rispetto a superfici machi-ned (3) e conseguentementefavorire l’insorgenza dellaperimplantite (4). La ridu-zione della rugosità superfi-ciale era ritenuta indispensa-bile per ritardare la forma-zione della placca e la suamaturazione.In uno studio di Baldi e col-leghi (5), le reazioni tissutalinei confronti di superfici li-sce/ruvide sono state valuta-te clinicamente in vivo permezzo di pilastri di guari-gione irruviditi. In partico-lare, su impianti ruvidi FullOsseotite sono stati avvitatipilastri con superficie modi-ficata (mordenzata) mentresu impianti ibridi Osseotite,con collare cervicale liscio(machined), sono stati avvi-tati pilastri tradizionali consuperficie machined (fig. 4).Questa procedura simulava

> Fig. 1: osteoblasti a sei ore di coltura su una superficie Osseotite (doppia mordenzatura acida) con for-ma ancora globulare (sferica) e pseudopodi che cercano contatti

> Fig. 2: osteoblasti dopo 24 ore di coltura. Le cellule tendono ad allungarsi cercando gli ancoraggi sulsubstrato (titanio)

> Fig. 3: osteoblasti dopo 72 ore di coltura. La superficie implantare è completamente ricoperta da piùstrati di cellule proliferate

> Paolo Pera> Maria Menini> Francesco Pera> Marco Bevilacqua> Tiziano Tealdo> Domenico Baldi

Processi di modifica della morfologia superficiale implantare

Tornitura Impianti lisci o macchinati

Sabbiatura Al2O3, ZrO2, TiO2, SiC

Ossidazione Con bagno galvanico

Mordenzatura HF, HCl, H2SO4

Apposizione Plasma-spray, HA

NanotecnologieTecnologie che consentono di modificare la superficie a livello nanometrico

Superficibioingegnerizzate

Influenzano direttamente l’interazione con l’ambiente biologico circostante

> Tab. 1: i trattamenti di superficie più utilizzati in campo implantare

> Fig. 4: pilastri di guarigione irruviditi tramite mordenzatura sonostati avvitati su impianti con identica superficie (Full Osseotite),mentre pilastri con superficie machined (a destra) sono stati avvita-ti su impianti ibridi Osseotite con collare cervicale liscio

CASO CLINICO

Impianti ultra corti in caso di atrofia mascellare Il successo in implantologiaorale si ottiene creando unequilibrio fisiologico tra tessu-ti accoglienti e complesso im-planto-protesico, eliminandol'infiltrazione batterica tramoncone e impianto, i micro-movimenti a livello della con-nessione impianto-moncone,il riassorbimento crestale in-torno al margine cresta ossea-impianto e scongiurando uncattivo adattamento dei tessutigengivali intorno al profiloemergente protesico.

Descrizione del casoPaziente di 50 anni, con un’e-dentulia superiore totale.L’osservazione clinica intra-orale confermava presenza di

una cresta alveolare assotti-gliata nella zona anteriore,l’osservazione radiograficamostrava un’atrofia dell’ossomascellare. L’anamnesi clinicanon presentava alcuna con-troindicazione ad una terapiaimplantare.La scelta degli impianti dautilizzare cadeva su ShortImplant Bicon. Questi, aven-do una lunghezza di 6 mm,eviteranno alla paziente lachirurgia invasiva del senomascellare.Si procede con apertura dellembo, a spessore totale, lun-go l’intero perimetro crestale.Con una fresa pilota Bicon di2mm si perfora la corticale a1000rpm, con irrigazioneesterna. Così si definisce la

profondita delle singoleosteotomie oltre alla direzio-ne mesio-distale e vestibolo-orale.Si procede poi all’allargamen-to progressivo delle osteoto-mie tramite alesatori mecca-nici che girano a 50rpm senzairrigazione e senza taglio inpunta così da evitare perfora-zioni o sprofondamenti e re-cuperando osso autologo.Una volta definite le osteoto-mie, vengono inseriti gli im-pianti 5mm X 6mm immersisotto cresta e coperti con ossoautologo. Si sutura il lembo.Trascorsi 4 mesi, si procede al-la riapertura degli impianti. Ilcontrollo radiografico eviden-zia il posizionamento sotto-crestale degli impianti (fig. 1).

L’apertura del lembo scopre itappi di guarigione che pro-teggono il pozzetto della con-nessione conometrica degliimpianti. Una volta sfilati itappi e liberati i pozzetti si in-seriscono i transfer d’im-pronta. Si trasferisce la posi-zione degli impianti al model-lo di laboratorio.

Materiali e metodiSono stati utilizzati impiantiBicon (Bicon LLC, Boston, Ma,Usa) e come materiale protesi-co le poli-ceramiche Ceramage(Shofu Inc, Kyoto, Giappone).L’impianto Bicon ha una parti-colare macro-struttura carat-terizzata da design radicolare aplateau, collo convergente e

pozzetto che accoglie il gambodel moncone con connessioneconometrica. I plateau nelleperformance biomeccanichepermettono di utilizzare im-pianti corti con ampio diame-tro in qualsiasi posizione delcavo orale. L’inserzione nell’o-steotomia avviene a pressionemeccanica. Le innumerevolimicro-ritenzioni che si creanoa livello della superficie deibordi delle alette con le paretidell’osteotomia assicurano al-l’impianto la stabilità primaria.Gli ampi spazi tra ogni plateauevitano una compressione ver-ticale sulle pareti ossee e accol-gono rapidamente il coagulosanguigno con rapida forma-zione ossea, senza che inter-vengano i classici processi ma-crofagici e osteoclastici di rias-sorbimento osseo. In tal modol’impianto avrà stabilità inqualsiasi situazione di stimolobiomeccanico.

DiscussioneQuesto caso evidenzia la ne-cessità della conoscenza sullapredicibilità degli impianticorti ed in particolare, di quel-li ultra corti. Entrambi sonostati ampiamente descritti inletteratura e numerosi studilongitudinali hanno dimostra-to la loro validità a lungo ter-mine; la geometria unica con-

ferisce all’impianto una stabi-lità ossea capace di poter sup-portare una ratio corona/im-pianto tale da superare spessoil rapporto 2:1. Con le attualiconoscenze circa l’importanzadel design implantare nell’eser-citare le capacità funzionali delcomplesso corona/impianto, siè dimostrato come sia impor-tante l’area di contatto (Bic)della superficie dell’impiantocon l’osso accogliente. In talmodo, l’importanza viene dataal diametro e alla macro geo-metria della fixture e non ne-cessariamente alla sua lun-ghezza.

Per richiesta bibliografia: mail: [email protected]

> Mauro Marincola (foto) è diret-tore clinico all’Implant DentistryCenter di Boston (Usa) e direttoredel Centro internazionale di im-plantologia orale dell’Università diCartagena (Colombia).Gli altri autori del caso clinico pre-sentato sono Stefano Carelli,Vincent Morgan, Shad Daher eAngelo Perpetuini

> Fig. 1: gli impianti 11, 12, 13, 21, 22 e 23 vengono inseriti nelle osteoto-mie previa espansione crestale, mentre 16 e 26 con la tecnica di minirialzo

> Fig. 2: i tecnici eseguono delle corone integrate al moncone (Iac)

> Fig. 3: una volta completata ogni singola corona Iac, viene inseritacon il gambo nel pozzetto dell’ impianto e attivata tramite compressio-ne sulle corone stesse

> Fig. 4: i profili emergenti individualizzati di ogni singola corona fan-no modellare la gengiva circostante

Si ringrazia Quintessenza Edizioni Italia per la gentile concessione di pub-blicazione dell’articolo

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Diversi interventi chirurgicisono stati proposti per au-mentare la quantità di ossodisponibile per il posiziona-mento degli impianti dentali.Innesti ossei, rigenerazioneossea guidata, distrazioneosteogenica, elevazione delseno mascellare, trasposizio-ne del nervo alveolare, im-pianti zigomatici o inclina-ti… In generale queste tecni-che si sono dimostrate predi-cibili ma prevedono un ap-proccio invasivo. Nel frattempo, gli impianticorti (fino a 10 mm) hannoofferto negli ultimi anni nuo-ve prospettive per superare lelimitazioni dimensionali del-l’osso per l’inserimento di im-pianti. In questo contesto siinserisce una revisione siste-matica condotta per valutare,negli studi pubblicati finorain letteratura, il successo de-gli impianti corti in pazienticon cresta alveolare atrofica.Ne è autore un gruppo italia-no di ricercatori coordinatodalla professoressa SusannaAnnibali dell’UniversitàSapienza di Roma e i risultatidell’analisi sono stati pubbli-cati sul Journal of DentalResearch.«Gli impianti più lunghi –fanno osservare i ricercatoriromani – sono sempre statiritenuti più affidabili in ra-gione del miglior rapportocorona-impianto e per la piùampia superficie disponibileper l’osteointegrazione e perla distribuzione delle forzeocclusali; nell’ultimo decen-nio sono state però introdottenovità nel disegno degli im-pianti nonchè superfici mi-crostrutturate hanno aiutatoa compensare lo svantaggiodella minore lunghezza im-plantare». Lo confermano an-che i risultati di questa revi-sione, soprattutto in riferi-mento agli ultimi lavori pub-blicati. La professoressa Annibali e isuoi ricercatori hanno esami-

nato gli studi che riportanodati sul tasso di sopravviven-za, sull’incidenza delle com-plicazioni biologiche e bio-meccaniche e sulla perdita diosso marginale perimplanta-re degli impianti corti. Sonostati selezionati e analizzatidue trial randomizzati con-trollati oltre a 14 studi osser-vazionali, per un totale di6.193 impianti corti applicatia 3.848 pazienti. Il follow-upmedio è stato di 3,2 anni e, inquesto ambito temporale, gliimpianti corti si sono dimo-strati un trattamento di suc-cesso: il tasso di sopravviven-za cumulativa è stato del99,1%, il successo biologicodel 98,8% e il successo bio-meccanico del 99,9%.Gli autori di sei degli studi se-lezionati hanno sottolineatol’importanza dello specificoimpianto utilizzato, ricono-scendo nella microstrutturadi superficie il fattore di suc-cesso principale. Alcuni han-no identificato in un proto-collo chirurgico ottimizzatola chiave per ottenere unabuona stabilità dell’impianto.«È probabile che l’adozione diprotocolli chirurgici efficacigiochino un ruolo fonda-mentale nella prognosi degliimpianti corti – commentanoi ricercatori della Sapienza –ancor più delle caratteristicheprotesiche».La brevità del periodo di fol-low-up, motivata dalla recen-te introduzione degli impian-ti corti, è certamente un limi-te che dovrà essere superatoda ulteriori approfondimenti;ma lo studio che riporta il piùlungo periodo osservazionalefa rilevare che la maggiorparte delle perdite di impian-ti dentali si è verificata entro iprimissimi anni successivi al-l’intervento e che non si sonoavute complicazioni signifi-cative col passare del tempo.L’autrice della revisione, nelcommentare i risultati otte-nuti, ha spiegato a Italian

Dental Journal che «gli im-pianti corti possono costitui-re una valida alternativa atecniche più invasive; pertan-to rappresentano una novitàimportante, nell'ottica di unaodontoiatria che metta le esi-genze del paziente al centrodella scelta terapeutica».

Renato Torlaschi

Annibali S, Cristalli MP,Dell'aquila D, Bignozzi I, LaMonaca G, Pilloni A. Shortdental implants: a systematicreview. J Dent Res 2011 Oct27.

Impianti cortiuna scelta di successo

Journal of Dental Research

> Numero, lunghezza e caratteristiche di superficie degli impianti studiati negli articoli inclusi nella re-visione dei ricercatori della Sapienza di Roma. Il numero di impianti persi per ciascun gruppo è riporta-to tra parentesi

una recessione dei tessutiperimplantari, per cui le duesuperfici valutate (morden-zata e machined) si trovava-no non solo in contatto conil tessuto osseo, ma anchecon i tessuti molli perim-plantari ed esposti nel cavoorale.A livello dei pilastri ruvidi èstato riscontrato, tramite ri-levazione degli indici diplacca, un maggior accumu-lo di placca e una maggiordifficoltà di rimozione dellastessa dopo le manovre diigiene orale professionale.Non è stata riscontrata unadifferenza significativa fragli indici di sanguinamentoregistrati a livello delle duepopolazioni implantari. Un prelievo bioptico è statoeffettuato a tre mesi dall’in-serzione degli impianti, a li-vello sia del pilastro con su-perficie ruvida sia del pila-

stro machined, prelevandouna porzione di mucosa pe-rimplantare. L’esame al microscopio otti-co non ha riscontrato diffe-renze nella composizionecellulare e dell’infiltrato in-fiammatorio nella mucosaperimplantare dei due siti.Anche gli esami microbiolo-gici hanno confermatoquanto emerso dalla rileva-zione degli indici di placca:sulle superfici machined laplacca batterica è numerica-mente più esigua rispetto al-le superfici modificate.Tuttavia, in nessun caso laflora batterica è rientratanelle condizioni di patogeni-cità e il tipo di superficienon influenza la composi-zione della flora batterica.Inoltre sono state eseguiteradiografie periapicali concentratore personalizzato esono state evidenziate diffe-

renze statisticamente signi-ficative nel riassorbimentoosseo perimplantare a tremesi, sei mesi e un anno conun minor riassorbimento alivello degli impianti FullOsseotite.In conclusione, questo stu-dio ha evidenziato che sullesuperfici irruvidite FullOsseotite la placca è presentein quantità maggiore, manon in misura sufficiente adiventare pericolosa per itessuti in un campione dipazienti sottoposti a con-trolli di igiene orale. Tealdo e colleghi (6), in unrecente studio retrospettivo,hanno valutato il riassorbi-mento osseo perimplantareattorno a superfici implanta-ri ibride con collare liscio(Osseotite) e superfici com-pletamente ruvide (FullOsseotite) a 36 mesi di fol-low-up. Il campione era for-

mato da 34 pazienti riabili-tati al mascellare superiorecon carico immediato se-condo il protocolloColumbus Bridge (7) cheprevede il rispetto di un pro-tocollo codificato chirurgicoe protesico (figg. 5 e 6).Sono stati inseriti 163 im-pianti con una media di 4,8impianti per paziente. Il tas-so di sopravvivenza implan-tare riportato è stato del93.9% (dieci impianti fallitinei primi tre mesi, di cui seisituati in posizione distale),mentre quello protesico èstato del 100%. Dei 163 im-pianti inseriti, sono statimonitorati 116 impianti FullOsseotite con superficie ru-vida mordenzata e 47 im-pianti Osseotite con collarecervicale liscio.Sono state eseguite radio-grafie periapicali con la tec-nica dei raggi paralleli e bitein silicone personalizzatoper valutare il livello osseoperimplantare al tempo zero(subito dopo l’inserzione de-gli impianti), a 12, 24 e 36mesi dall’intervento. Il livel-lo osseo è stato misurato a li-vello mesiale e distale perciascun sito implantare apartire dalla giunzione im-pianto-moncone da un os-servatore esterno con l’ausi-lio di un diafanoscopio elente di ingrandimento (fig.7). Il test Anova non ha evi-denziato differenze statisti-camente significative nelriassorbimento osseo fra idue gruppi di impianti, no-

nostante la popolazione diimpianti con superficiecompletamente ruvida abbiaevidenziato un riassorbi-mento minore rispetto aquella con impianti ibridi ecollare liscio a 24 e 36 mesidi guarigione (tab. 3).Da questo studio si può con-cludere che gli impianti concollare ruvido favoriscono ilmantenimento dell’integritàdei tessuti ossei perimplan-tari riducendo il riassorbi-mento osseo crestale anchein protocolli con carico im-mediato con protocollo pro-tesico Columbus Bridge (fig.8). Questo effetto positivodella superficie ruvida pre-vale sul potenziale effettonegativo di un maggior ac-cumulo di placca in caso diesposizione di alcune spireimplantari nel cavo orale.

Bibliografia1. Conserva E, Menini M,Pera F, Tealdo T, Pera P. Therole of surface implant treat-ments on the biological beha-vior of SaOS-2 osteoblast-likecells. An in vitro comparativestudy. Clin Oral Implants Res2012; in press.2. Morra M,CassinelliC,Bruzzone G, Carpi A, DiSanti G, Giardino R, Fini M.Surface chemistry effects oftopographic modification oftitanium dental implant sur-faces. 1: Surface analysis. IntJ Oral Maxillofac Implants2003;18:40-45.3. Quirynen M, van der Mei

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Riassorbimento osseo a 0,12, 24 e 36 mesi

Impianti Full Osseotite Impianti Osseotite

Tempo M D MEDIA M D MEDIA

T 0 0,57 0,44 0,50 0,69 0,22 0,45

T 12 1,39 1,30 1,35 1,35 1,23 1,29

T 24 1,52 1,31 1,41 1,69 1,47 1,58

T 36 1,60 1,48 1,54 1,66 1,63 1,65

> Tab. 3: valori espressi in millimetri. M: sito mesiale, D: sito distale

> Fig. 5: visione frontale di riabilitazione mascellare “ColumbusBridge” a 24 ore dall’inserimento degli impianti

> Fig. 6: visione occlusale del ponte fisso circolare a carico immedia-to secondo il Columbus Bridge Protocol

> Fig 7: misurazione osso perimplantare. Linea arancione: livello osseoperimplantare; linea azzurra: giunzione impianto-pilastro; linea rossa:distanza misurata; D: versante distale; M: versante mesiale; A: pilastro;F: framework protesico

> Fig. 8: grafico raffigurante il riassorbimento perimplantare medioa 0, 12, 24 e 36 mesi attorno a impianti Osseotite e Full Osseotite.Linea rossa: impianti Osseotite con collare cervicale liscio; Linea blu:impianti Full Osseotite con superficie ruvida mordenzata. Valori di riassorbimento espressi in millimetri

Composizione superficiale (% atomico) ottenuta mediante analisi XPS

Campione C O Ti N S Si P Ca Al Cl

Liscio 66,1 22,3 8,6 0,6 1,8 0,6

Osseotite 42,2 33,5 18,1 0,8 0,5 2,1 0,4 0,4

Full Osseotite 42,2 36,6 18,8 0,9 0,1 1,1 0,3

NanoTite 35,1 34,9 6,4 0,5 0,7 7,5 14,3 0,6

> Tab. 2: il trattamento di irruvidimento consente di “purificare” la superficie implantare, rimuovendo i residui del processo di lavorazione

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<< CHECK POINT33 <<<<

Igiene dello studioGLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

Igiene dello studio

Ortodonzia

Laser

Implantologia

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Igiene dello studioGLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

Igiene dello studio

Ortodonzia

Laser

Implantologia

Igiene dello studio

Igiene dello studio

Ortodonzia

Laser

ImplantologiaImplantologia

Il concetto di qualità osseanon è definito in modo chia-ro e univoco in letteratura ecomprende aspetti fisiologicie strutturali oltre al grado dimineralizzazione del tessutoosseo. In implantologia, persemplicità, si tende a far coin-cidere la qualità ossea con ladensità minerale ossea (Bmd– bone mineral density), cheha il vantaggio di poter esseremisurata con criteri oggettivi.Se in endocrinologia e orto-pedia la densitometria ossea èconsiderata il gold standardper rilevare la Bmd, in im-plantologia è sempre più dif-

fusa la tecnologia cone beam(Cbct – cone beam computedtomography) che consente,attraverso un’analisi tridi-mensionale, di quantificare laBmd in siti specifici, oltre apermettere la misura delle di-mensioni dell’osso. D’altro canto la stabilità, inte-sa come assenza di mobilitànel letto osseo dopo l’inseri-mento dell’impianto, è ovvia-mente un importante requisi-to a cui punta ogni interven-to implantare. Ma in che mi-sura la Bmd si associa allastabilità degli impianti?Una risposta basata sulle evi-

denze scientifiche è fornitada Mariana Marquezan e daisuoi colleghi del dipartimen-to di pedodonzia e ortodon-zia dell’Ufrj di Rio de Janeiro,che hanno condotto una revi-sione della letteratura pubbli-cata su Clinical Oral ImplantsResearch.Nei sette studi individuatidalla ricerca, la densità osseaè stata misurata con la Cbct,mentre la stabilità primaria èstata valutata attraverso quo-ziente di stabilità dell'impian-to (Isq), il periotest time va-lue (Ptv) o il torque di inseri-mento (It).

L’analisi dei risultati ha evi-denziato una generale asso-ciazione positiva tra la den-sità ossea e la stabilità degliimpianti. Nei diversi studi, la correla-zione dell’Isq è variata da unlivello moderato di 0,46 finoa un notevole 0,882. Secondola dottoressa Marquezan «èprobabile che valori tanto di-versi siano dovuti a differen-ze metodologiche». Alcunistudi hanno infatti valutato laBmd sia dell’osso trabecolareche dell’osso corticale e han-no ottenuto un grado di cor-relazione maggiore rispetto achi ha preso in considerazio-ne soltanto la densità dell’os-so trabecolare.La correlazione tra It e den-sità minerale ossea è stataforte, da 0,768 a 0,859. Anchein questo caso si rilevano dif-ferenze nelle metodiche im-piegate: alcuni hanno valuta-to l’It solo nella fase finale

dell’inserimento, altri duran-te l’intera procedura di posi-zionamento dell’impianto. Inun solo studio si sono misu-rati i valori di It in diverseparti dell’osso: nella mandi-bola sono stati trovati più altiche nella mascella e nella re-gione anteriore più che inquella posteriore, in accordocon i livelli di Bmd.La qualità metodologica deglistudi pubblicati sull’argo-mento è mediamente piutto-sto scarsa e anche questospiega certe differenze nei ri-

sultati, ma la correlazione tradensità ossea e stabilità pri-maria degli impianti, se purdi diversa entità, è stata con-fermata invariabilmente intutte le sperimentazioni.

Giampiero Pilat

Marquezan M, Osório A,Sant'Anna E, Souza MM,Maia L. Does bone mineraldensity influence the primarystability of dental implants? Asystematic review. Clin OralImplants Res 2011 Jun 2.

Densità minerale ossea e stabilità primaria

Clinical Oral Implants Research

Il titanio è il materiale piùusato nelle protesi ortopedi-che e negli impianti dentali:alle notevoli qualità meccani-che, infatti, il metallo unisceuna straordinaria capacità diosteointegrazione.Recentemente alcuni studiosihanno espresso preoccupa-zioni legate alla possibilitàche processi di corrosione edegrado degli impianti pos-sano mettere in circolo parti-celle metalliche. Per quantominuscoli, questi detriti po-trebbero avere effetti biologi-ci dannosi sul lungo termine,che vanno dalle lesioni renaliai danni al fegato. Ma per ca-pire l’entità di queste perdite ènecessario quantificarle equindi riuscire a distinguerela quota di titanio derivatadagli impianti rispetto ai li-velli normali di titanio pre-senti nel sangue.Arriva dalla Spagna un nuo-vo metodo – basato sull’ana-lisi di diluizione isotopica espettrometria di massa – permisurare le particelle di tita-nio in circolo nel flusso san-guigno, con una precisionetale da permettere la deter-minazione del livello basale,ai quali riferire gli eventualiaumenti nei soggetti porta-tori di protesi. Yoana Nuevo-Ordóñez e i colleghi delgruppo di ricerca Sanz-Medel presso l’Università diOviedo presentano la sco-perta sulle pagine diAnalytical and BioanalyticalChemistry.I ricercatori asturiani hannoraccolto campioni di sangue

da 40 individui sani e da 37con protesi al titanio: 15 pro-tesi alla tibia, otto al femore e14 all’omero (otto interni e seia fissazione esterna). I risul-tati confermano i timori cheavevano dato origine alla ri-cerca: i soggetti inseriti nelgruppo di controllo hannofatto registrare livelli di tita-nio molto inferiori rispetto aiportatori di protesi.L’alta sensibilità della metodi-ca di analisi ha permesso dirilevare differenze significati-ve tra i diversi tipi di protesi.Le protesi più invasive hannorilasciato più residui di tita-nio nel flusso sanguigno ri-spetto ai sistemi a fissazioneesterna. Nessun test è stato condottosu soggetti con impianti den-tali ma, con le debite propor-zioni, è ipotizzabile un mecca-nismo simile di corrosione edegrado delle superfici. È que-sto uno dei motivi per i quali èimportante preferire, nellascelta del sistema implantareda utilizzare, quello che offremaggiori garanzie anche daquesto punto di vista.

Renato Torlaschi

Nuevo-Ordóñez Y, Montes-Bayón M, Blanco-González E,Paz-Aparicio J, RaimundezJD, Tejerina JM, Peña MA,Sanz-Medel A. Titanium re-lease in serum of patients withdifferent bone fixation im-plants and its interaction withserum biomolecules at physio-logical levels. Anal BioanalChem 2011 Jul 23.

Rilascio di titanio dagli impianti

Analytical and Bioanalytical Chemistry

In base alla descrizione del caso

clinico e alle immagini proposte,

prova a formulare una diagnosi

che spieghi la natura della lesione

Lesione mucosadel labbro inferioreUna giovane paziente si presenta presso ilreparto di patologia e chirurgia orale dell’o-spedale San Paolo di Milano per una tume-fazione a carico delle mucose del cavo ora-le. A seguito della compilazione della cartel-la di anamnesi non emerge nessuna patolo-gia sistemica. La paziente riferisce di esser-si sottoposta all’asportazione di una lesionedel labbro inferiore. In corrispondenza dell’area di intervento, adistanza di circa due settimane, è ricompar-sa una tumefazione della mucosa del labbro.La paziente non lamenta alcuna sintomato-logia dolorosa ma solo fastidio durante lamasticazione per l’ingombro determinatodalla lesione. L’esame obiettivo extraoraleevidenzia una lieve tumefazione in corri-

spondenza di una piccola area mediale delbordo vermiglio del labbro inferiore. In corri-spondenza del versante mucoso è presenteuna tumefazione, rivestita da tessuto sanocon modesti segni cicatriziali esito del prece-dente intervento. Alla palpazione la lesionerisulta duro elastica, di forma ovalare e di cir-ca 1cm di asse maggiore, è mobile rispettoai piani sottostanti e adesa alla mucosa di ri-vestimento, non è dolente. Il resto delle mu-cose orali sono indenni da patologia.Quale la diagnosi?

> Fig. 1: immagine extraorale

FAI LA TUA DIAGNOSI Rubrica a cura di Alberto Pispero,odontoiatra specialista in chirurgia orale Universitàdegli Studi di Milano, dipartimento di medicina,chirurgia e odontoiatria Ospedale San Paolo,unità dipatologia echirurgia orale, Direttore: prof. Antonio Carrassi

> Fig. 2: immagine intraorale

La risposta al quesito diagnostico nella

pagina seguente

??

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34<<CHECK POINT <<

Il caso predentemente descritto è di semplice soluzio-ne in quanto la paziente, già sottoposta a intereventochirurgico, è in possesso del referto dell’anatomopato-logo. La lesione asportata è un mucocele, e come spessoaccade nella stessa zona è comparsa una recidivadella lesione. Questa lesione è molto frequente neibambini e nei giovani adulti dai 10 ai 30 anni. Si trattadi una lesione traumatica del dotto escretore che de-termina l’accumulo di muco nel tessuto connettivo in-ducendo una reazione da corpo estraneo con il richia-mo di neutrofili e macrofagi. Come conseguenza diquesta reazione si viene a formare una pseudocisticon una parete formata da tessuto di granulazione einfiltrato infiammatorio. Nel caso in esame, trattandosidi reintervento chirurgico, è molto probabile che lacomponente cicatriziale abbia determinato aderenzealle strutture circostanti. Sarà quindi necessario am-pliare l’area di intervento ed asportare completamentetutte le ghiandole salivari minori presenti attorno allalesione per ridurre il rischio di una ulteriore recidiva.Per l’intervento chirurgico è necessaria una modestadose di anestetico con adrenalina attorno ai marginidella lesione. L’infiltrazione di mezza tubofiala è suffi-ciente per condurre l’intervento in tranquillità senzacompromettere la visibilità dei margini di interventocon la tumefazione indotta dall’anestetico. Con un bi-sturi a lama fredda 15c si disegna una losanga checomprenda interamente la cicatrice mucosa. Questoci permette di evitare il clivaggio della lesione nell’areadi massima aderenza cicatriziale. L’incisione primaria,che interessa solo la componente mucosa, permettedi raggiungere il piano sottomucoso dove utilizzandodelle forbici per via smussa è possibile evidenziarecorrettamente il corpo della lesione. Alla base della le-sione è presente un’area di fibrosi biancastra e induri-ta, utilizzando un bisturi tangente alla superficie muco-sa si completa la separazione. A questo punto è pos-sibile asportare interamente la lesione e immergerla informalina per l’analisi anatomopatologica. Il fondo del-la ferita chirurgica appare pulito e privo di ghiandolesalivari. I margini dei lembi mucosi sono suturati conpolifiamento intrecciato 5/o riassorbibile. Il referto dell’anatomopatologo conferma la diagnosidel primo intervento: mucocele. La paziente rivista adistanza di un mese non presenta alcuna alterazionedel tessuto di rivestimento del labbro inferiore.

Ecco la risposta al quesito diagnostico presentato nella pagina precedente

> Fig. 4: incisione primaria

> Fig. 6: resezione del margine inferiore

> Fig. 3: infiltrazione di anestetico

> Fig. 5: dissezione dei tessuti sottomucosi

> Fig. 8: sutura> Fig. 7: lesione asportata

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Da diversi anni il provider Odontes propone con successo corsidi formazione di chirurgia implantare e pre implantare con dis-sezione anatomica presso l’Università di Innsbruck, in Austria,alternando alle insostituibili sessioni teoriche in aula magna unintenso programma di lezioni pratiche in sala autoptica, dove icorsisti lavorano in coppia su preparati anatomici stabilizzati.I prossimi corsi si svolgeranno a Innsbruck dal 13 al 16 giugnoe dal 12 al 15 settembre e saranno tenuti, come sempre, da do-centi estremamente qualificati, di fama internazionale:Massimo Pasi, Raffaele Vinci, Stefano Zandonella Necca eGiampaolo Folegatti Istituto Scientifico Universitario SanRaffaele di Milano e Petra Alessandrini dell'Istituto di Anatomiadell’Università di Innsbruck.

Odontes srlTel. [email protected]

Corso di anatomia e chirurgia implantare

Per informazioni

EDUCATION & MEETING NEWS << 36<< << EDUCATION & MEETING NEWS37 <<

L’Università degli studi di Paviaha attivato anche per l’anno ac-cademico 2011/2012 presso lafacoltà di medicina e chirurgia,dipartimento di scienze odonto-stomatologiche, il corso di per-fezionamento in odontoiatrialaser assistita, diretto dalla pro-fessoressa Marina ConsueloVitale.Il corso, rivolto a chi abbia con-seguito il diploma di laurea spe-cialistica in odontoiatria e pro-

tesi dentaria e ai laureati in medicina e chirurgia iscritti al-l'albo degli odontoiatri, ha lo scopo di dare una formazioneavanzata nell’acquisizione di competenze specifiche e alta-mente tecnologiche dell’area medico-odontoiatrica, confe-rendo al professionista competenze specifiche nell’utilizzodelle varie lunghezze d’onda la corretta applicazione dei pa-rametri da utilizzarsi su tutti i tessuti del cavo orale.Il corso di formazione, durante il suo percorso didattico, èorientato a sviluppare diverse competenze: gestire meglio ilrapporto medico-paziente, soprattutto nel paziente odon-tofobico, offrire nuove opportunità terapeutiche, migliorarela qualità di assistenza odontoiatrica, favorire la ricerca diquesta nuova tecnologia.Il corso prevede un monte ore articolato in didattica fronta-le, esercitazioni pratiche e attività di studio individuale e sisvolgerà in otto incontri, da marzo a novembre.

Dr.ssa Giorgia Prandini Tel. 349.3569014Fax [email protected]

Corso di perfezionamentoin odontoiatria laser assistita

> Immagini della situazione iniziale del caso clinico semplice (immagini in alto, per gentile concessione del Dott. P. Cortellini) e di quello com-plesso (immagini in basso, per gentile concessione del Dott. M. Merli).Durante il simposio Osteology Rimini, l’approccio diagnostico e terapeutico a questi due casi clinici sarà oggetto di approfondimento e discus-sione, oltre che di coinvolgimento attivo dei partecipanti attraverso il televoto.

Da giovedì 9 a sabato 11 febbraio a Roma la Società italiana diodontoiatria conservatrice (Sidoc), realtà associativa di forte im-pronta universitaria, darà vita al suo congresso nazionale, ormaida tempo denominato «Roma Winter Meeting» (www.romawin-termeeting.com).«La ricerca scientifica è alla base della nostra attività e caratteriz-za prevalentemente il nostro operato» ci ha spiegato LivioGallottini, presidente della società scientifica e del congresso,che rappresenta ormai un appuntamento fisso nel panoramaodontoiatrico.Come ogni anno verrà dato grande risalto ai temi della conser-vativa e dell'endodonzia, associati ad aggiornamenti su temi dicompetenza di altre discipline odontoiatriche che concorrononella gestione dei piani di trattamento multidisciplinari.Come ci ha spiegato il professor Gallottini, docente di malattieodontostomatologiche all'Università Sapienza di Roma, ci saran-no quattro sale in contemporanea: la sala principale ospiterà ilprogramma Sidoc, che sarà strutturato con un corso di protesiadesiva il giovedì mattina; il venerdì, la mattina si svolgerà unasessione sullo stato dell’arte in odontoiatria ricostruttiva e il po-meriggio due sessioni sullo stato dell’arte in odontoiatria adesivae sull’uso dei cementi a base portland; il sabato mattina si svolge-ranno due sessioni sullo stato dell’arte in endodonzia e in prote-si adesiva. «Le relazioni forniranno le più aggiornate linee guidasullo stato dell’arte della moderna conservativa ed endodonzia»ci ha detto il presidente.Nella giornata di giovedì, in tre sale parallele si terrano due cor-si precongressuali e la sessione di ricerca del premio «Pietro DeFazio», giunto alla sua decima edizione; il venerdì le comunica-zioni tenute dai soci attivi Sidoc, la sessione congiunta a cura del-le società scientifiche Adi e Oci e la sessione degli odontoveteri-nari; il sabato, infine, le sessioni dedicate all’aggiornamento perigienisti e assistenti alla poltrona.

Roma Winter MeetingNelle giornate di venerdì 2 e sabato 3marzo a Bologna (Hotel Europa),l'Accademia italiana di stomatologiaimplantoprotesica (Aisi) terrà la do-dicesima edizione del suo congressointernazionale dal titolo «implanto-protesi clinica: tecniche a confronto»,evento presieduto dal professorClaudio Marchetti.Il congresso metterà a confronto tec-niche e scuole diverse, in modo da of-frire una panoramica ampia e varie-gata sull’implantoprotesi e sulle disci-

pline collaterali, quali la chirurgia maxillo-facciale, la chirurgiaorale avanzata, l’ortodonzia e la gnatologia. Perché, come spiegaPier Luigi Floris, presidente nazionale Aisi, «in medicina c’èsempre qualcosa da imparare, ed è per questo che è così impor-tante lo scambio di informazioni e di esperienze non solo fra col-leghi italiani, ma anche con professionisti provenienti da diversiPaesi di tutto il mondo».Il programma scientifico promette davvero molto, con un ap-proccio globale teso ad analizzare e comprendere i moltepliciaspetti che concorrono in una riabilitazione implantoprotesica disuccesso. Un aspetto extra clinico che avrà un grande risalto al-l'interno dei lavori congressuali sarà il problema medico legale.La società scientifica infatti ha recentemente stipulato una con-

venzione affinché i propri iscritti abbiano una polizza assicurati-va che li tuteli a 360°. Ha poi attivato un pool di esperti (avvoca-ti, medici legali, odontoiatri forensi, radiologi, periti) a disposi-zione per consulti a difesa degli associati, nel rispetto dell’eticaprofessionale e dei diritti del paziente.

I CORSI PRECONGRESSUALIL'incontro scientifico si aprirà in realtà già il giovedì con unagiornata intera di corsi precongressuali dal taglio estremamentepratico. I partecipanti potranno scegliere tra tre differenti propo-ste didattiche: il corso «Carico immediato: estetica, funzione,meno tempo, meno dolore, meno soldi» sarà tenuto da VincenzoBucci Sabattini; «La documentazione e i requisiti strutturali ob-bligatori per gli studi mono professionali: un approccio pragma-tico» vedrà alternarsi sul palco Sergio Morena, Paolo Mezzanottee Annalisa Crespi; infine il corso «L’equilibrio neuro-muscolarequale fattore di successo nella riabilitazione orale. Stato dell’artee applicazioni cliniche» sarà animato dagli interventi di FedericoMarin e Franco Rossi per la parte clinica e dal contributo dell'in-gegner Enrico Fermi per quanto riguarda la raccolta delle evi-denze strumentali.

Segreteria Aisi - Dr.ssa Stefania FarnetiTel. 051.4210755 - Fax 051.4213987www.aisiitalia.com - [email protected]

Congresso Aisi

Per informazioni

«Abbiamo pensato di dedicare ilprossimo Meeting MediterraneoAiop al tema che rappresenta il car-dine della terapia odontoiatrica ingenerale e protesica in particolare: ilpiano di trattamento» spiegano ildottor Maurizio Zilli e l'odontotec-nico Stefano Petreni, rispettiva-mente presidente e dirigente dellasezione odontotecnicadell'Accademia italiana di odontoia-tria protesica (Aiop), presentandol'evento che si terrà venerdì 30 e sa-

bato 31 marzo al Palazzo dei congressi di Riccione.«Un progetto derivante da una diagnosi corretta, formulatain seguito alla raccolta e successiva elaborazione di datianamnestici, clinici e strumentali, rappresenta l’elementochiave per ottenere il successo a lungo termine delle nostreterapie - continua il dottor Zilli -. Se nella fase diagnostica eprogettuale l’utilità delle nuove tecnologie è limitata alle in-dagini strumentali, nell’esecuzione del piano di trattamentole tecniche e i materiali, in rapida e continua evoluzione,possono essere in grado di orientare, in alcune situazioni, gliapprocci clinici e quelli tecnici correlati».Nella giornata di venerdì, il dottor Konrad Meyenberg e l'o-dontotecnico Nicola Pietrobon saranno protagonisti del cor-so di aggiornamento dal titolo «Il trattamento dell’edentuliasingola e multipla nella zona estetica: denti o impianti?» nelquale illustreranno come si imposta e come si realizza oggi

un corretto piano di trattamento per le aree estetiche utiliz-zando sia i denti naturali che gli impianti. La discussionepartirà naturalmente dalla considerazione preliminare, seestrarre o conservare l'elemento, analizzando le linee guidadisponibili e le regole cliniche da seguire.Nella giornata di sabato verranno presentati due casi clinicicomplessi, uno trattato con approccio tradizionale e uno conle nuove tecnologie, enfatizzando sia gli aspetti diagnosticoprogettuali che quelli di realizzazione clinico tecnica.Seguirà un intenso dibattito sugli elementi di maggiore cam-biamento in odontoiatria protesica, per chiarire fino a chepunto le tecnologie che abbiamo oggi a disposizione possa-no influenzare il lavoro quotidiano.Questa edizione del Meeting Mediterraneo aprirà infine unprogetto di aggiornamento continuo pensato esclusivamen-te per i più giovani: il progetto “Aiop Young”, una serie dicorsi di base non solo sulle principali procedure protesichema anche su diversi aspetti fondamentali correlati con laprotesi di altre discipline odontoiatriche. Il corso di que-st’anno è dedicato alla preparazione protesica e all’impronta,che verranno spiegate in modo molto didattico dai soci atti-vi, grazie anche all’utilizzo di supporti video, proprio perpermettere a chi si sta avvicinando alla protesi di apprende-re i fondamenti pratici di queste procedure.

Pls EducationalTel. 055.24621 - Fax [email protected] - www.aiop.com

Meeting Mediterraneo Aiop

Per informazioni

Un percorso coinvolgente tra temi multidisciplinari e approfon-dimenti sulle problematiche dentali, parodontali e implantariper risolvere due casi clinici di differente difficoltà: ecco alcunedelle novità della quarta edizione italiana del SimposioOsteology, che si svolgerà a Rimini dal 19 al 21 aprile.Si rinnova anche nel 2012 l’appuntamento con l’eccellenza inmedicina rigenerativa in campo odontoiatrico e il program-ma scientifico di Osteology Rimini colpisce subito per il per-corso di alto profilo culturale messo a punto dai chiarmenPierpaolo Cortellini, Mauro Merli e Massimo Simion. Oltrea vantare la presenza di alcuni dei migliori ricercatori e clini-ci internazionali tra i relatori, i punti di forza di questo pro-gramma sono l’approccio multidisciplinare, il livello di ap-profondimento delle tematiche e il coinvolgimento dei parte-cipanti. In primo luogo si nota che il contributo di esperti specializza-ti in discipline diverse si integrerà armonicamente per fornireuna visione ampia e completa degli elementi utili alla risolu-zione dei casi. Inoltre, i casi semplici e complessi verranno af-frontati in sessioni parallele della durata di due giorni, permet-

tendo ai partecipanti di scegliere il percorso culturale più adat-to al proprio interesse, focalizzando quindi la preparazionediagnostica e terapeutica attraverso un percorso “mirato”. Infine, i partecipanti saranno coinvolti in prima persona nellarisoluzione di un caso clinico semplice e di uno complesso,presentati dettagliatamente durante la giornata inaugurale:nella sessione conclusiva del simposio sarà possibile sceglierein modo interattivo la soluzione terapeutica preferita, sulla ba-se della propria esperienza clinica e delle nozioni approfondi-te durante le sessioni scientifiche. Le sessioni sono infatti ap-positamente studiate per mettere ognuno nelle migliori condi-zioni per valutare i casi. I risultati del televoto saranno discus-si ampiamente durante la Tavola Rotonda con gli esperti dellevarie discipline. È possibile visionare e studiare questi casi cli-nici già da ora, consultando il sito web dedicato all’evento(www.osteology-rimini.org/casi.html).

[email protected]

Approccio multidisciplinare a Osteology Rimini 2012

Per informazioni

Per informazioni

Corsi regionali Sie

Per informazioni

> Maurizio Zilli

> Marina Consuelo Vitale> Livio Gallottini

> Pier Luigi Floris

La Società italiana di endodon-zia (Sie), grazie all’impegno del-le sezioni regionali, anche per il2012 ha previsto un ampio pro-gramma di eventi su tutto il ter-ritorio nazionale. La Sezione endodontica puglie-se (Sep), in accordo con la suafinalità di divulgazione dellacultura endodontica sul territo-rio, organizza una giornata sultema dell’infezione endodonti-ca, un argomento di grande ri-

chiamo sia per il dentista generico che per lo specialista.L’appuntamento è fissato per la giornata di sabato 4 feb-braio.Una parte della giornata verrà dedicata al chiarimento di te-matiche ancora oggi avvolte da un nebuloso alone di miste-ro, per causa del quale tanti elementi dentari recuperabilivengono invece, con pressapochismo e faciloneria, condan-nati all'estrazione; verranno trattati argomenti di grande at-tualità come la codificazione e la reale indicazione alla "me-dicazione intermedia" o l'interpretazione del "dolore odon-togeno" le cui caratteristiche, alla luce delle più recenti ac-quisizioni, variano a seconda della tipologia dell'infezione.La seconda parte della giornata, viceversa, sarà volta ad ap-profondire, secondo i più recenti risultati della ricerca scien-tifica, le implicazioni sistemiche (malattie coronariche ecc.)che sempre vi sono in conseguenza di infezioni localizzateche, se non diagnosticate o mal curate, potrebbero portare aconseguenze gravi e non trascurabili anche sotto l'aspettomedico-legale.

Raniero BarattoloSegretario Regionale Sep

Segreteria Sie Tel. 02.8376799Fax 02.89424876 [email protected] www.endodonzia.it

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FATTI & PERSONE << 38<< << FATTI & PERSONE39 <<

Congresso Aio nel segno dell'unità della professione

«Se si potesse esprimere conuna sola parola il segreto delsuccesso del congresso cer-tamente la scelta cadrebbesulla parola “unità”» spiega-no i vertici dell'Associazioneitaliana odontoiatri, riunita-si a Palermo lo scorso di-cembre. I quasi 500 parteci-panti che hanno assistito ailavori congressuali hannoinfatti potuto sperimentareun rinnovato clima di siner-gia e di comunione di inten-ti, indispensabile per affron-tare un momento così deli-cato del panorama sociale edella professione odontoia-trica.In apertura del congresso ilpresidente Aio PierluigiDelogu ha sottolineato che l’o-

biettivo comune della profes-sione odontoiatrica è la salva-guardia della salute del pazien-te e che per raggiungere questoobiettivo bisogna allontanarsidalla logica della commercia-lizzazione delle prestazioniodontoiatriche. Ha richiamatopoi l’attenzione sull’impegnodell'Associazione di presentareal pubblico una “carta dei va-lori” che con trasparenza testi-moni l’attenzione e la volontàdi promuovere un atteggia-mento professionale etico alservizio del cittadino. Lo stes-so invito all’unitarietà della ca-tegoria è scaturito anche dallatestimonianza del presidentedella Cao nazionale GiuseppeRenzo, che ha affermato chein questo momento storico è

necessario ricalibrare la pro-fessione odontoiatrica per unasocializzazione delle presta-zioni. Renzo ha poi vigorosa-mente sostenuto che per tute-lare la salute del cittadino lacategoria deve essere unita e li-bera dal legame con strutture ecapitali economici che nullahanno a che vedere con la qua-lità delle prestazioni erogate.David Fulton, futuro presi-dente della Chicago DentalSociety, ha sottolineato l’impe-gno di Aio nei confronti dell’e-tica e dell'attenzione dedicataal paziente, identificando que-sto importante approccio allaprofessione come il modo piùefficace per contrastare qua-lunque crisi.Anche il programma scientifi-co ha testimoniato l’importan-za dell’unità. Dall’approcciomultidisciplinare per risolverenel modo più efficace possibi-le il singolo caso clinico, allacollaborazione per l’organizza-zione della prima edizione delsimposio Aio-Sido, il coinvol-gimento delle diverse profes-sionalità pone sempre al cen-tro dell’attenzione il paziente ele sue esigenze di salute e be-nessere.

L'ortodonzia olistica di Giannì

Lo scorso giugno il professorEnnio Giannì, illustre rappre-sentante dell'odontoiatria ita-liana, ha compiuto ben 70 an-ni di laurea in medicina e chi-

rurgia, titolo conseguito nel1941 a soli 22 anni. Un tra-guardo che è stato idealmentefesteggiato dal grande maestrodell'ortodonzia italiana, fon-datore nel 1977 della terzascuola di specializzazione inortognatodonzia all'Universitàdi Milano, con la pubblicazio-ne del libro «Genetica e modu-latori dinamici in ortognato-donzia. Continuità nella di-scontinuità», edito da EdiErmes. «Settant'anni di distillazione emeditazione della sua filosofiaortodontica» commentaDamaso Caprioglio, decanodegli specialisti in ortodonzia,che descrive la vita professio-nale dell'amico Giannì comedensa di passione, energia, ab-negazione, sacrifici, dedizione,sofferenza.«Libro superbo, incisivo, at-traente ed emozionante, con

punti di grande pathos e com-mozione; l'abilità del grandemaestro si è rivelata nella suacompletezza» affermaCaprioglio. Emozioni tra-smesse attraverso la fluidità eincisività dello scritto, con fra-si irruenti e appassionate.Una grande lucidità rende at-tuale e armonioso il libro, chetrasmette una forte passioneper la disciplina, «in continuoe necessario superamento di sestessa» come afferma lo stessoGiannì, a cui si deve l'oggetti-vazione del significato medicodell'apparato stomatognaticointeso nella sua globalità mio-funzionale e in stretta correla-zione organismica. Da qui sisviluppò la concezione olisticadell'ortognatodonzia, le cui te-rapie tendono a ripristinarel'armonia morfofunzionale trale diverse parti dell'apparatostomatognatico.

> A sinistra il professor EnnioGiannì: 70 anni di laurea in medi-cina e chirurgia. A destra il profes-sor Damaso Caprioglio, decanodegli specialisti in ortodonzia

Sioi, un convegno via internet

Lo scorso novembre a Milanosi è tenuto il convegno autun-nale della Società italiana diodontoiatria infantile (Sioi)che ha chiuso il biennio di pre-sidenza di Roberto Ferro.Per la prima volta nel settoreodontoiatrico è stato inaugu-rato il nuovo sistema di diffu-sione via internet del conve-gno in diretta con tutta l’Italia.Questo format, già consolida-to in altre realtà operative, haconsentito di abbattere i costidell’aggiornamento professio-nale in modo comodo ed eco-logico e soprattutto di metterea disposizione di ognuno unostrumento educativo di altissi-ma qualità. E senza escluderela possibilità di partecipare at-tivamente ponendo domandeai relatori. «Una modalità diaggiornamento particolar-mente congeniale ai più giova-ni e che pertanto guarda allenuove generazioni» ha com-mentato Antonella Polimeni,presidente del Collegio dei do-centi di odontoiatria.Dall’Auditorium DonAlberione di Milano, grazie auno staff nutrito di tecnici, ca-meramen e una grande sala diregia, tutto si è svolto in modopreciso e con un rispetto deitempi rigoroso.

Oltre 700 internauti hannopotuto così seguire in direttal’evento, oltre ai 200 parteci-panti in auditorium, e in parti-colare molti medici interni deireparti di odontoiatria pedia-trica e specializzandi in orto-donzia delle varie universitàlombarde.Dalla sala di regia i tecnicihanno potuto seguire in tem-po reale e monitorare l’indicedi ascolto che è stato altissimo,con diverse centinaia di con-tatti e messaggi che conferma-vano la precisione tecnica del-l’avvenimento, da un lato conun segnale ottimo e preciso siain bassa che alta frequenza econ una perfetta ricezione siaper i fruitori con postazionefissa, sia per chi ha usato il si-stema wireless.Il gradimento delle relazioni èstato poi dimostrato dal fattoche buona parte dei partecian-ti non ha mai staccato il con-tatto. Infatti dal numero deiflussi si evince una media altaper singolo utente, con unamedia di ascolto per utente pa-ri a quasi l’80% della duratadelle relazioni.Un grande successo quindi perquesta “prima" su internet,merito anche del gruppoGiovani dentisti coordinato da

Luigi Paglia, ClaudiaCaprioglio e GiuliaBorromeo, che hanno lavora-to all’evento per ben due anni.«Le tematiche sviluppate dalvostro convegno autunnalerappresentano il meglio perl’interesse clinico pratico e diricerca e gli oratori fra i mi-gliori in campo internazionale- ha commentato EnricoGherlone, membro delConsiglio superiore di sanità epresidente eletto del Collegiodei docenti di odontoiatria -.Sono felice che la vostra disci-plina stia andando per il me-glio e con un futuro roseo diimportanti traguardi raggiun-ti» ha concluso Gherlone.E in effetti l'odontoiatria pe-diatrica sta compiendo inquesti anni importanti passiin avanti, non solo dal puntodi vista clinico.«L’odontoiatria pediatricarappresenta ancora una voltal’avanguardia di un maturoprocesso nell’ambito della for-mazione post laurea, final-mente arricchita dalla scuoladi specialità che confidiamopossa vedere la luce il prossi-mo anno accademico - ha di-chiarato Antonella Polimeni -. Sulla Gazzetta ufficiale del28 ottobre sono stati infattipubblicati i requisiti e glistandard strutturali, ultimoineludibile passaggio primadell’attivazione. Un risultatoconcreto per l’accademia, pertutti i professori di odontoia-tria pediatrica e per le pro-spettive di una formazionepostgraduate di qualità per inostri più giovani laureati» haconcluso il presidente delCollegio dei docenti di odon-toiatria.

Prof. Damaso Caprioglio

Premium Day,prima edizione spagnola

Debutto in grande stile per laSweden & MartinaMediterranea a Madrid, dovedi fronte a 450 partecipanti siè svolto lo scorso novembre ilI Congreso Internacional deImplanto-prótesis IntegradaPremium Day.Con l’apertura dei lavori affi-data a Leandro Esteban, con-sigliere dell’occupazione eportavoce regionale delGoverno spagnolo, insieme alprofessor Mariano Sanz, aldottor Sandro Martina – pre-sidente di Sweden & Martina– e al professor Ugo Covani,si è esaltato il ruolo di prota-gonista che aziende interna-zionali come Sweden &Martina possono svolgere nelrilancio dell’economia euro-pea.Al congresso si sono succedu-te numerose relazioni scienti-fiche e prove pratiche di appa-recchiature per chirurgia mes-se a disposizione dei parteci-

panti. In particolare il pro-gramma ha alternato inter-venti prettamente di ricercaad altri più pratici, con l’appli-cazione di apparecchiature in-novative e con l’utilizzo di si-stemi di chirurgia guidata. Apartire dalle lectio magistralisdel professor Mariano Sanzsull’importanza dei tessutimolli perimplantari per unacorretta implantologia e deldottor Gaetano Calesini sullaprotesi in implantologia, perpoi passare al confronto tra ilgruppo del dottor DanieleBotticelli, che ha presentato irisultati ottenuti su animalicon i sistemi implantologiciSweden & Martina, e quellodel professor José Luis CalvoGuirado dell’Università diMurcia, che ha mostrato le si-gnificative istologie eseguitedal professor AdrianoPiattelli dell’Università diChieti, a dimostrazione del-l’ottima osteointegrazione de-

gli impianti con superficieDes. Il professor Ugo Covaniha poi sottolineato quali eccel-lenti risultati siano ottenibiliutilizzando impianti postestrattivi con carico immedia-to, mentre il professor MiguelPeñarrocha dell’Università diValencia ha approfondito lastessa tecnica in particolareper le arcate complete.Un panorama degli studi chedimostrano come lo swit-ching platform aiuti a nonperdere osso a livello del col-lo degli impianti è stato pre-sentato dal dottor LuigiCanullo. Interessanti gliaspetti messi in risalto dalprofessor Eugenio Velascodell’università di Siviglia e daldottor Alfonso Gonzalez DeVega Y Pomar di Madrid ri-guardanti l’utilizzo della chi-rurgia guidata in implantolo-gia, nonché il controllo dei ri-sultati chirurgici in 3D pre-sentati dal dottor CarlosGarcia Fajardo. Di notevoleinteresse clinico la relazionedel dottor Antonio Bowen diMadrid sull’utilizzo di appa-recchiature piezoelettriche inchirurgia e implantologia.Infine estremamente esaurien-te e didattica è stata la disami-na del professor Juan CarlosDe Vicente sulle problemati-che dei seni mascellari.

> I relatori e i docenti universitari presenti all'evento di Milano

La sensibilità dell’operatorediventa un dato oggettivoLo strumento Tmm2 di Idi Evolution è in grado di trasformare la sensibilitàdell’operatore in un dato oggettivo. La valutazione della qualità ossea diventa così un parametro altamente riproducibile

Dottor Arosio, quale profilocaratterizza Idi Evolution?Idi è molto più di una realtà nelmercato dell’implantologia ita-liano, nel quale è presente sindal 1989. Si tratta di un’alchi-mia nata dalla fusione di unacollaudata sezione commercia-le con l’esperienza di un gruppodi medici chirurghi protesisti etecnici con l’obiettivo di creareuna linea implantare progettatada clinici per i clinici. Da questa idea è nato non un

semplice un sistema impianta-re, bensì un “metodo” che hacondizionato in primis gli ope-ratori e quindi tutti i professio-nisti che si sono avvicinati allametodica; questo progetto èpartito inizialmente con l’acro-nimo Gsi: guided security im-plants.

In che cosa consiste questometodo Gsi?Il metodo analizza le incognitepresenti nelle procedure di al-lettamento degli impianti econverte i protocolli di inseri-mento, tuttora statici e lasciatialle interpretazioni soggettive,in percorsi dinamici che si ade-guano alla qualità ossea identi-ficata intraoperatoriamente esito specifica o alla stabilità pri-maria programmata.

Cosa significa intraoperatoriae sitospecifica?È stato creato uno strumento, ilTmm2, che è in grado di tra-sformare la sensibilità dell’ope-ratore (unico criterio di valuta-zione intraoperatoria) in undato oggettivo, matematico,che integra la percezione conun nuovo criterio di valutazio-ne della qualità ossea.

Come viene misurata la qua-lità ossea?L’argomento è di estrema at-tualità, affrontato anche da re-latori di fama internazionalenegli ultimi congressi. La qua-lità ossea condiziona innanzi-tutto la possibilità di ottenereuna buona stabilità primariaed è un parametro che, soprat-tutto nel carico immediato, as-sume rilevanza nell’aspettoprognostico della terapia. Lastabilità primaria passa da unvalore unico riferito al massi-mo sforzo raggiunto a un gra-fico contenente l’andamentodegli attriti, i valori medi di in-serzione, quelli di picco ma so-pratutto l’analisi della funzioneforza/profondità, indice più si-gnificativo del reale rapportoosso-impianto ottenuto.Contribuiscono alla definizio-ne di questo rapporto la ma-cromorfologia degli impianti,disegnati in funzione dellaqualità ossea e del piano tera-peutico, e la quantità di prepa-razione dell’alveolo implantaregestita da un sofisticato traychirurgico dotato di percorsidigitalizzati.

Idi Evolution opera esclusiva-mente in Italia o effettua unaparte della produzione all'e-stero?Siamo un'azienda interamenteitaliana, concentrata principal-mente sul mercato nazionale eorientata verso il perfeziona-mento dei propri prodotti e delservizio offerto ai nostri clienti.L’azienda è dotata di un’areaproduttiva altamente tecnolo-gica con strumentazione digi-tale di controllo di massimaprecisione e un centro di pro-duzione interno per la tecnolo-gia Cam, in grado di garantireun servizio completo, dallaproduzione del dispositivo im-plantare sino alla realizzazionedi una struttura protesica per-sonalizzata secondo i più mo-derni standard e qualitativi.

Perché un'azienda che si occu-pa di progettazione di im-pianti si occupa anche di tec-nologia Cad-Cam?È sbagliato pensare che non cisia una stretta attinenza tra laproduzione di impianti dentalie la tecnologia Cad-Cam. Icomponenti protesici possonoessere individualizzati, lavoraticon titanio, leghe leggere o zir-conio. Le sovrastrutture realiz-zate al Cad rispondono a requi-siti di passività e individualità. L’applicazione della progetta-zione computerizzata nelle me-todiche guidate richiede l’atti-vità di un centro di fresaturaper la costruzione dei modelli odelle mascherine. Con questaorganizzazione l’azienda offreal medico un servizio che partedal sistema implantare e sicompleta con la realizzazionedelle strutture protesiche indi-vidualizzate.

Come si avvicina un clinicoalla vostra metodica?L’approccio alla metodica vieneproposto con una presentazio-ne teorico-pratica per com-prendere la potenzialità del si-stema, quindi ci sono diversi li-velli di approfondimento chevanno dalla preparazione dibase fino al carico immediato,passando dalla protesizzazionee valutazione dei casi comples-si. Infine abbiamo creato unservizio di assistenza clinicache consente di eseguire inter-venti su proprio paziente conassistenza di un tutor nel nuovocentro di didattica clinica dellaIdi Evolution.

Idi Evolution, società italiana che opera nel set-

tore dell'implantologia dentale, fonda il suo suc-

cesso su un percorso aziendale che fa seguire

alla ricerca tecnico-scientifica un sistema pro-

duttivo di primissimo livello. All’interno di un pe-

rimetro ipertecnologico, l'unità tecnica di produ-

zione e controllo dei componenti intraossei e

protesici, composta da bioingegneri e operai

specializzati, opera quotidianamente con l’ausi-

lio di strumentazioni digitali di altissima precisio-

ne, allo scopo di garantire la massima qualità dei

prodotti, nel quadro di un sistema che grazie al-

l’introduzione dei programmi Cad-Cam assiste

l’odontoiatra dall'incorporazione dell’impianto al

confezionamento finale del manufatto protesico.

Italian Dental Journal ha intervistato il dottor

PPaaoolloo AArroossiioo, odontoiatra e responsabile scienti-

fico dell'azienda lombarda, nonché titolare delle

unità operative di Vimercate e Mariana

Mantovana, che ci ha spiegato i concetti clinici e

progettuali della sistematica implantare propo-

sta da Idi Evolution.

> Paolo Arosio

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Italian Dental Journal Anno VII - numero 1 - gennaio 2012Mensile di attualità, informazione, cultura

Organo Ufficiale Smom onlusSolidarietà Medico Odontoiatrica nel Mondo

Direttore responsabilePaolo Pegoraro [email protected] Peren [email protected] e impaginazioneMarco Redaelli - www.creativastudio.euFotoArchivio Griffin srlHanno collaborato in questo numero: Paolo Bortolini, DamasoCaprioglio, Irene Giurovich, Giampiero Pilat, Alberto Pispero,Eugenio Romeo, Andrea Telara, Renato Torlaschi, LeonardoTrombelli

PUBBLICITÀ

Direttore commercialeGiuseppe Roccucci [email protected] venditeStefania Bianchi [email protected] Pavan (Agente) [email protected]

EDITORE: Griffin srlP.zza Castello 5/E - 22060 Carimate (Co)www.griffineditore.it - [email protected] - [email protected]. 031.789085 - Fax 031.6853110

L’Editore dichiara di accettare, senza riserve, il Codicedi autodisciplina pubblicitaria. Dichiara altresì di ac-cettare la competenza e le decisioni del Comitato dicontrollo e del Giurì dell’autodisciplina pubblicitaria,anche in ordine alla loro eventuale pubblicazione.

StampaRoto3 Industria Grafica SpAVia Turbigo 11/b - Castano Primo (MI)Italian Dental Journal, periodico mensileCopyright© Griffin srlRegistrazione del Tribunale di Como N. 13/06 del 24.07.2006

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TESTATA ASSOCIATA

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Imaging Digitale

Planmeca Oy, produttore fin-landese di apparecchiaturedentali, aggiunge una nuovaunità radiografica intraoralealla sua vasta collezione diprodotti per l’imaging: si trattadi Planmeca ProX, l’unitàavanzata che offre un posizio-namento semplice e preciso,una procedura lineare e im-magini di alta qualità e ad altarisoluzione.L’unità intraorale PlanmecaProX offre immagini con con-trasto e densità ottimali perqualsiasi esigenza diagnosti-ca e condizione anatomica,grazie a kilovolt (50-70 kV) emilliampere (2-8 mA) variabili.I parametri d’esposizione libe-ramente selezionabili massi-mizzano il valore diagnosticodella radiografia intraorale. Ladimensione della macchia fo-cale del tubo radiogeno è di0,4 mm e garantisce una riso-luzione ottimale e immagininitide. L’unità ha 66 imposta-zioni rapide preprogrammateper le diverse combinazionidel valore di esposizione. Iparametri di imaging si sele-zionano tramite l’intuitivo pan-nello di comando.

Planmeca ProX unisce tecno-logia avanzata con designpratico, compatto e resisten-te. Ad esempio, l’unità possie-de un’elettronica di controllointegrata per i sensori intrao-rali digitali PlanmecaProSensor, a garanzia di unflusso di lavoro continuo.«Grazie al nuovo design del-l’unità, Planmeca ProSensorsi trova sempre nella posizio-ne giusta e a portata di mano- afferma Timo Müller, vice-presidente della divisione ra-diologica presso PlanmecaOy -. Il cavo di interconnes-sione Planmeca ProSensor èposizionato all’interno delbraccio dell’unità radiografica,lasciando l’area di lavoro libe-ra senza l’intralcio dei cavi».Anche l'installazione è versa-tile e favorisce l’adattamentodell’unità ai diversi design del-le cliniche.

Per informazioni:

Dental Network srlTel. 0444.963200Fax 0444.568586info@dentalnetwork.itwww.dentalnetwork.itwww.planmeca.com

PLANMECA PROX

Conservativa

Con il nuovo anno HeraeusKulzer amplia la sua gammaSignum composite, introdu-cendo le masse dentina flui-da, disponibili in 16 coloriVita. Queste nuove dentinepermettono all’odontotecni-co di decidere se lavorarecon un prodotto di consi-

stenza pastosa piuttosto chefluida.Dotate di una speciale con-

sistenza e stabilità, le den-tine fluide rappresentano lascelta ottimale per Il lavorodi ogni giorno e per i restau-ri di precisione, con il van-taggio di poter essere utiliz-zate esattamente come se simodellasse la ceramica.La combinazione dei colori èmolto semplice, veloce e si-cura.Grazie a un elevato conte-nuto di micro particelle di ve-troceramica, pari al 65%, laresistenza all’abrasione rag-giunge nuovi migliorativi li-velli.Grazie alla densità di super-ficie, dopo la lucidatura mec-canica, si otterranno risultati

estremamente estetici e du-raturi. Tre le confezioni disponibili,con differenti dotazioni perpersonalizzare l'acquisto se-condo le proprie esigenze.

Per informazioni:

Heraeus Kulzer srlTel. 02.2100941Fax [email protected]

SIGNUM COMPOSITE FLOW

Informatica

Come è facilmente intuibile,le tastiere dei nostri compu-ter presentano caratteristi-che fortemente antigieniche,perché in grado di raccoglie-re ogni impurità dall’ambien-te senza possibilità di lavar-le in modo accurato. Per questo nasce Cleankeys,la tastiera completamente

lavabile. Più forte di qualsia-si copertura in gomma o pla-stica, la sua superficie in ve-tro (o acrilico nella versione atasti concavi) non richiede cu-re diverse da tutti gli strumen-ti dell’ambiente di lavoro igie-nico e tollera i più comuni de-tersivi igienizzanti, tutti i gior-ni o anche più volte al giorno.La superficie liscia non attrae

la polvere e sul vetro, non po-roso, i liquidi scivolano via. Ilpiano della tastiera è sigillatoe non c'è fessura dove lasporcizia possa annidarsi ol’acqua penetrare.Distribuita da Easy Labs, latastiera Cleankeys è atossi-ca e indistruttibile, ideale pergli ambienti che esigono l’i-giene per tutti gli strumenti,compresi quelli più espostidurante il lavoro. Cleankeysè adatta all'utilizzo persinoin camera sterile, dove puòdialogare wireless con unPC posto fuori dalla sala,dietro una vetrata. Cleankeys utilizza la tecno-logia touch capacitiva: un

piccolo campo elettrico vie-ne creato sopra ciascun ta-sto, che è influenzato dallapresenza di un dito (provatead usare il retro di una mati-ta e vedrete che non funzio-nerà). I sensori capacitivifunzionano anche quando siindossano i guanti sterili.La tastiera naturalmente èadatta a qualsiasi sistemaoperativo e il touchpad è in-tegrato.

Per informazioni:

Easy Labs srlTel. 011.4386140Fax [email protected]

TASTIERACLEANKEYS

I redazionali presentati in queste pagine rapprentano una libera scelta della Redazione di Italian Dental Journal tra i comunicati pervenuti

Testata volontariamente sotto-posta a certificazione di tiratu-ra e diffusione in conformità alREGOLAMENTO CSST

TIRATURA DEL PRESENTE NUMERO: 18.000 copie

Diagnostica

Il bruxismo è una parafun-zione caratterizzata dalserramento e dal digrigna-mento dei denti durante ilsonno, associata ai cosid-detti micro-risvegli. È un di-sturbo che coinvolge dav-vero molti pazienti - si sti-ma che ne soffrano circacinque milioni di italiani -,naturalmente con diversi li-velli di gravità. Se fino ad oggi la diagnosidi bruxismo dei pazienti po-teva essere eseguita solosui segni clinici a posteriori- tipicamente usura dellesuperfici dentali, doloremuscolare e articolare e,nei casi più gravi, cefalea alrisveglio - oggi la tecnolo-gia consente di diagnosti-care con accuratezza pre-

senza ed entità di questodisturbo del sonno.Distribuito da OTBioelettronica, Bruxoff è unholter portatile in grado diregistrare simultaneamen-

te l'attività dei muscoli

masseteri e cardiaca. Laregistrazione del segnalepuò essere effettuata dalpaziente durante la notte di-rettamente a casa propria.Grazie al softwareBruxmeter, distribuito in ab-binata con il dispositivo, l'o-dontoiatra potrà poi visualiz-zare i risultati dell'analisinotturna ed eventualmenteesprimere la diagnosi.Ma come funziona di preci-so? Recenti studi hanno di-mostrato come il bruxismosia associato a un'attivazio-

ne del sistema nervoso au-tonomo, attivazione che de-termina una cascata dieventi fisiologici che si con-clude con un aumento dellafrequenza cardiaca che pre-cede di pochi secondi lacontrazione dei muscolimasseteri. Contrazioni chevengono identificate, rileva-te e registrate da Bruxoffgrazie a specifici e innovati-vi elettrodi CoDe (concentri-ci denominati) che, oltre adavere vantaggi funzionali le-gati alla qualità di prelievodel segnale, agevolano ilpaziente nella loro applica-zione perché evitano pro-blemi di orientamento lungole fibre del muscolo.La sperimentazione clinicacondotta sul dispositivo ha

dimostrato che Bruxoff ègradito dai pazienti ancheperché di basso costo e por-tatile. L'eventuale diagnosiavviene in accordo con i cri-teri diagnostici di bruxismodel sonno dell'AmericanAcademy of SleepMedicine, con una sensibi-lità del 95% e un valore pre-dittivo positivo del 93%.

Per informazioni:

www.bruxoff.com [email protected]

BRUXOFF

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Chirurgia

Nonostante l’osso umanoomologo sia considerato unadelle migliori alternative tra isostituti ossei, frequentemen-te vengono sollevate delle ri-serve sulle sue reali proprietàosteoinduttive, che possonovariare significativamente dadonatore a donatore. enCore

Combinatin Allograft, pro-dotto dall'azienda americanaOsteogenics Biomedical Inc,è il primo sostituto osso omo-logo mineralizzato e demine-ralizzato nella stessa confe-zione, testato ben due volteper l’osteoinduttività duranteil processo di produzione.Questa combinazione vieneusata da molti specialisti conl’intenzione di associare leproprietà spacemaking del-l’osso mineralizzato a quelleosteoinduttive dell’osso de-mineralizzato che, tolta lacomponente minerale, può ri-lasciare più velocemente leBMP, le proteine morfogene-tiche che inducono la forma-zione di nuovo osso. enCore Combination Allograftè preparato da due banchedei tessuti americane e inItalia la sua sicurezza vienecertificata dalla banca dei tes-suti dell’Istituto OrtopedicoRizzoli di Bologna, che con-trolla e valida la selezione deidonatori secondo i criteri delCentro nazionale trapianti. La distribuzione del prodottoin Italia viene gestita diretta-mente da De Ore, aziendaspecializzata nei materiali

per la rigenerazione dei tes-suti in parodontologia e im-plantologia che ha creato unportafoglio di sostituti osseicompleto.«Consultando la letteraturascientifica e confrontandosicon quanti utilizzano sostitutiossei sembra non esista unatipologia di materiale o di tes-suto ideale per ogni morfolo-gia di difetto, per ogni pazien-te, per ogni situazione clinica -sostiene Andrea Nicolis, re-sponsabile di De Ore -. Poichénon ci sono dei protocolli pre-cisi a cui riferirsi un materialeche, ad esempio, può essereimpiegato con successo nel

rialzo del seno mascellare nonè necessariamente altrettantodocumentato per un aumentoverticale di cresta. Con la filo-sofia di associare certe tipolo-gie di difetti a certe categoriedi materiali e a certe situazionicliniche, abbiamo ampliato ilportafoglio delle soluzioni di-sponibili nel settore dei sosti-tuti ossei con nuove alternati-ve di assoluto interesse» con-clude Nicolis.

Per informazioni:

De OreTel. 045.6020924 [email protected]

ENCORE COMBINATIN ALLOGRAFT

Igiene Orale

Gum Ortho è la nuova lineacompleta di igiene orale de-dicata a chi porta apparec-chi ortodontici, periodo du-rante il quale è fondamenta-le curare particolarmente lapulizia della cavità orale,poiché un normale spazzoli-no non è sufficiente per ri-muovere la placca che si for-ma sui denti e attorno all’ap-parecchio ortodontico.Gum Ortho, studiata per pre-venire e risolvere i problemilegati all’utilizzo dell’appa-recchio ortodontico, combat-te l’attacco di batteri, carie e

macchie bianche, l’infiam-mazione delle gengive, lepiaghe o le vesciche causa-te dai fili taglienti e dallestaffette dell’apparecchio.Un sistema per l'igiene oralequotidiana che accompa-gnerà il paziente per tutto il

periodo di trattamento or-

todontico.Ben sei i prodotti della linea:oltre agli indispensabili spaz-zolino, dentifricio e collutorio,il paziente potrà utilizzare ilfilo interdentale o lo scovoli-no per la pulizia interdentale.E per alleviare dolori e in-

fiammazioni Sunstar ha pen-sato a Gum Ortho cera, cheaiuta a prevenire possibili le-sioni della mucosa e a ridaresollievo alle gengive irritatedai fili taglienti e dalle bandemetalliche.I prodotti Gum Ortho sono invendita in farmacia e nellagrande distribuzione.

Per informazioni:

Sunstar Italiana srlTel. 02.96319003Fax [email protected]

GUM ORTHO

Chirurgia

Come noto l’acidità di alcunebevande e cibi, o altri fattori dirischio come il reflusso ga-stroesofageo, possono attac-care e dissolvere gradual-mente lo smalto dei denti.

Il nuovo dentifricio elmexProtezione Erosione, checontiene l’innovativa edesclusiva tecnologiaChitoActive, una combinazio-ne di chitosano, cloruro stan-

noso e fluoruro amminico, èefficace nel ridurre fino al61% la perdita di smalto den-tale. I principi attivi contenuti neldentifricio portano infatti allaformazione di un depositosulle superfici dentali chefunziona come barriera pro-

tettiva contro i continui attac-chi acidi, rendendo lo smaltopiù resistente. Inoltre il fluo-ruro amminico protegge dallacarie.

Per informazioni:

www.gaba-info.it

ELMEX PROTEZIONE EROSIONE

Implantologia

Prodotti facili da usare, un otti-mo servizio al cliente, un buonrapporto qualità-prezzo e i po-sitivi risultati a lungo terminedel sistema implantare Camloghanno fatto dell'aziendaCamlog Biotechnologies AG(distributore esclusivo in Italia:Alta-Tech Biotechnologies) unodei fornitori leader nel campodell’implantologia. Per le équipe implantologicheche preferiscono la connes-sione conica impianto-abut-ment, Camlog ha espanso lasua linea di prodotti con il si-stema implantare Conelog,impianti dotati di un cono in-terno di 7.5° autobloccante ela riconosciuta indicizzazioneCamlog con le tre scanalatu-re nell’impianto e le relativecamme sull’abutment.Caratteristiche che assicura-no facilità e precisione nel po-sizionamento delle parti delsistema. Nel sistema implan-tare Conelog la connessioneconica è applicata solamenteagli abutment, al fine di esclu-dere qualsiasi sfasatura in al-tezza in fase di presa d’im-

pronta. L’apposito strumentofa sì che l’estrazione dell’a-butment risulti il più semplicepossibile.Gli impianti Camlog e gli im-pianti Conelog presentano lastessa geometria esterna(screw-line) e possono esse-re inseriti utilizzando lo stes-so kit chirurgico. Ciò offre unamaggiore flessibilità nella

pratica chirurgica e facilital’utilizzo degli strumenti.

Infine il kit chirurgico dei duesistemi implantari contieneora nuove frese senza raf-freddamento interno e pos-siede un design a quattro ta-glienti per raggiungere eccel-lenti prestazioni di taglio.

Per informazioni:

Alta-Tech Biotechnologies srl Tel. [email protected] www.alta-tech.it

Sistema implantare Conelog

Parodontologia

SONICLINE

Le nuove punte soniche di al-ta qualità della lineaSonicLine di Komet costitui-scono un importante presidioper eseguire la detartrasi so-pragengivale (punte sonicheda SF 1 a SF 3), la detartrasiimplantare (punta polimericaSF1982) e per la parodonto-logia (punte soniche SF4, L eR), vale a dire la rimozione ditartaro sottogengivale in ta-sche fino a 9 mm.Come è noto l’asportazione

meccanica del tartaro risul-

ta più rapida rispetto all’a-sportazione con strumentariomanuale. Con quest’ultimo sipuò eseguire il lavoro di ritoc-co e rifinitura con maggioresensibilità tattile. Va detto chela rimozione di tartaro e diplacca con punte sonichemolto sottili come appunto leSF1-3 risulta efficace e tran-quilla. Il peculiare movimentodi lavoro di tipo ellittico, tipicodelle punte soniche, consen-te di praticare una detartrasiin tutta tranquillità. Smalto etessuti molli vengono rispar-miati. Durante il lavoro sotto-gengivale la punta universalediritta SF4 (insieme alla ver-sioni angolate SF4L e SF4R)riduce in modo consistente la

microflora batterica, a tuttovantaggio della ricostruzionedi un parodonto senza infiam-mazioni. Per valutare l’usura dellepunte SF1-4, Komet consigliauna cartina-calibro, che vienefornita gratuitamente su ri-chiesta. Sul sito web dell'a-zienda è possibile scaricarele informazioni specifiche perla decontaminazione, la puli-zia e la sterilizzazione dellepunte soniche.

Per informazioni:

Komet Italia srlTel. 02.67076654Fax [email protected]> Punta diritta SF4 durante l’uso

> SF1982, punta polimerica per detartrasi implantare

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