Sospendere gli Psicofarmaci

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    Sospendere gli PsicofarmaciManuale per la riduzione del danno

    RealizzatodaTheIcarusProjectedalFreedomCenter

    Edizioneitaliana

    acura

    di

    Progetto Contraria-Mente

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    Questo manuale raccoglie le migliori informazioni che abbiamo scoperto e le lezioniche abbiamo appreso al Freedom Center e allIcarus Project. Non destinato a

    convincere qualcuno a sospendere lassunzione dei farmaci psichiatrici, mentre mira ad

    educare gli individui sulle loro possibilit di scelta qualora avessero deciso di prendere

    in considerazione la possibilit di sospenderli.In una cultura polarizzata tra la propaganda delle compagnie farmaceutiche a favore

    degli psicofarmaci, da un lato, e il programma contro gli psicofarmaci di alcuni attivisti,

    dallaltro, noi proponiamo un approccio di riduzione del danno che possa aiutare le

    persone a prendere le proprie decisioni. Noi prospettiamo anche idee e informazioniper le persone che decidono di continuare lassunzione o dandare riducendo i propri

    farmaci.

    Molte persone ritengono che gli psicofarmaci siano utili e scelgono di continuare a

    prenderli nonostante i rischi; questa, per qualcuno, pu essere la soluzione migliore in

    rapporto alle proprie personali situazioni e circostanze. Nello stesso tempo, gli

    psicofarmaci comportano enormi pericoli e a volte possono nuocere terribilmente,

    fino a diventare dei problemi pi gravi di quelle condizioni per trattare le quali erano

    stati prescritti. Troppo spesso le persone che hanno bisogno di aiuto per sospendere

    gli psicofarmaci vengono lasciate senza unassistenza, cosicch prendere delle decisionisugli psicofarmaci pu essere vissuto come un cercare la propria strada attraverso unlabirinto. Allora abbiamo bisogno di informazioni oneste che possano ampliare la

    discussione e ci auguriamo che questo manuale possa aiutare gli individui ad avere pi

    fiducia in se stessi e prendersi cura meglio gli uni degli altri.

    www.theicarusproject.net

    www.freedom-center.org

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    The Icarus Project

    [email protected]

    C/o Fountain House425 West 47th Street

    New York, NY 10036(877) 787-5883

    The Icarus Project una web-community, una rete disupporto di gruppi locali, ed un progetto mediatico creato

    dalle e per le persone che devono fare i conti con il disturbobipolare e altre doti scomode comunemente etichettati

    come malattie mentali. The Icarus Project sta creando unacultura e una lingua nuove che sono in risonanza con le

    nostre effettive esperienze della follia, anzich tentare diincastrare le nostre vite in schemi convenzionali.

    Freedom [email protected]

    Box 623Northampton, MA 01062

    (877) 677-6424

    Il Freedom Center una comunit di supporto, difesa edattivismo riconosciuta e premiata con sede nel

    Massachusetts Occidentale. gestita dalle e per le personeetichettate con diagnosi quali il disturbo borderline, ildisturbo bipolare, la schizofrenia, o che vivono stati di

    coscienza estremi. Il Freedom Center si batte per garantirelaccesso ad alternative olistiche, una cura compassionevole,

    e per mettere fine al trattamento sanitario obbligatorio.

    Edizione italiana a cura di Progetto Contraria-Mente http://www.contraria-mente.org

    Traduzione italiana a cura di: Tristano Ajmone, Ilaria Bologna, Manuel Bona, Gaetano Bonanno, Francesca Capozzi.

    Scritto da Will Hall. Pubblicatoda the Icarus Project e dal Freedom Center.

    Si ringraziano: Amy Bookbinder, Dave Burns, Oryx Cohen, Mary Kate Connor, Marc Dinacola, Dianne Dragon, Sascha DuBrul,Empties, Vikki Gilbert, Chaya Grossberg, Richard Gilluly, Molly Hardison, Gail Hornstein, Mollie Hurter, Jonah, Krista MacKinnon,Ashley McNamara, Alex Samets, Seven, Bonfire Madigan Shive, Jessica Max Stein, Terramuggus, e molti altri collaboratori ed alleati.Grafica di copertina: Ashley McNamara. Art design: Carrie Bergman.Artisti che hanno collaborato: Fly, Gheena, Miss Led, Ashley McNamara, Erik Ruin, Janice Sorensen, e Bec Young.

    Ledizione italiana di questo manuale disponibile in scaricamento gratuito da LIncompatibile -A-periodico di criticaallIstituzione psichiatrica, al sito: http://www.incompatibile.altervista.org

    Prima edizione americana, Settembre 2 007. Prima edizione italiana, Maggio 2010.

    Licenza Creative Commons: sei libero di copiare e distribuire questopera, preservandone la paternit e lefonti, senza alterazione dei contenuti, e senza fini commerciali.http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/

    Disclaimer Medico:Questo manuale concepito nello spirito del mutuo aiuto e supporto tra pari. Non inteso

    come un consiglio medico o professionale. Siccome ciascuno diverso, e gli psicofarmaci sono

    potenti, interromperne lassunzione da soli pu a volte rivelarsi pericoloso.

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    ContenutiPrefazione allEdizione Italiana....................................................................................5

    Nota dellAutore21

    Introduzione.................................................................................................................22

    Riduzione del Danno Per la Salute Mentale.......................................................22

    Bibliografia Essenziale dApprofondimento......................................................24

    Critica dei Disturbi Mentali e della Psichiatria.................................................25

    Quale Difficolt Comporta Sospendere gli Psicofarmaci?.................................26

    Dichiarazione Universale dei Diritti Mentali.............................27

    I Principi di Questo Manuale....................................................................................28

    In Che Modo Agiscono Gli Psicofarmaci?.............................................................29

    Gli Psicofarmaci Correggono La Vostra Chimica?..............................................29

    Di chi la colpa? Vostra? Della vostra biologia? O di nessuno dei due?.......31Come Agiscono Questi Psicofarmaci Sul Tuo Cervello?...................................32

    Perch La Gente Considera Gli Psicofarmaci Utili?............................................33

    Dati Che Potreste Non Conoscere Sugli Psicofarmaci.....................................34

    Rischi delle Droghe Psichiatriche per la Salute....................................................35

    Come LAstinenza Influisce Sul Vostro Cervello e Sul Vostro Corpo..38

    Perch le Persone Vogliono Smettere di Assumere gli Psicofarmaci.............39Si pu ridurre il danno pur continuando ad assumere psicofarmaci..........40

    Voglio Sospendere LAssunzione di Psicofarmaci Ma il Mio Medico Non

    Vuole. Cosa Devo Fare?............................................................................................41

    Prima di Iniziare la Sospensione...............................................................................42

    Lavorate Sulle Paure...................................................................................................44

    Un Uso Intermittente: Prendere Psicofarmaci Solo di Tanto in Tanto..........45Quali Sono le Alternative AllUso di Psicofarmaci?.............................................45

    Disintossicarsi: Passo Dopo Passo..........................................................................47

    Considerazioni Particolari.........................................................................................50

    Risorse......................................................................................................................54

    Consulenti Sanitari......................................................................................................56

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    Prefazione allEdizione Italiana

    a cura di Gaetano Bonanno Sono nelle loro mani.

    Il loro controllo ormai interessalintero pianeta.

    Non ho pi azioni miema solo quelle che loro mimpongono

    attraverso il controllo.

    Nessuno riuscito a convincermiche non sia cos.

    Non ne posso pi.Vi pentirete di stare mani nelle mani.

    Devo fare qualcosa.

    (Tanti e Tanti)

    Ci sono poeti della relazione. Fondamentale primaancora del venire duna vita al mondo. Da psichiatri che

    si contaminano con sociologi e viceversa,scientificamente documentata e spiattellata in faccia agliastanti, anche nei convegni della Salute Mentale cheparlano di maccheroni fatti in casa con sugo di lepre,come segno dun sapere profondo raggiunto ormai sullamente. Esponeva capelli a caschetto ed esibente un'ariad'autosufficienza sullequilibrio di un tacco a spillo da 15piantato al suolo su una schiena dritta passata apiombo, con lo sguardo fiero, puntato sullocchiosbigottito dun pubblico in panico, intimava: pi di menon ne sa nessuno e vho raccontato limportanzadella relazione. Mi viene su un violento senso di vomitopreso come sono da quel profondo e nauseabondoalito di lezzo manicomiale, senza possibilit diristrutturazione alcuna che lo dilegui, fatto di piscio chefluidifica in rivoli la stagionata merda, di pelle putridalasciata a marcire su panchine assolate, di qualche

    povero dimenticato a putrefare sotto la biancheriasporca accatastata lontano dalla camera da letto deldirettore, delle gangrenose piaghe alle gambe leccatesolo dalla commovente piet dun cane randagio al di ldel cancello. Come fa una mente cos fresca, cosgiovane, cos profondamente studiata, coltivata nellareligione e nel mito della contaminazione, a lasciarsisfuggire che la metodologia istituzionale, qualsiasi sia ilnome col quale lIstituzione si battezza, non ha spazio,non ne pu avere, n occasione alcuna, per quellarelazione dallaltisonante eco, fino a rappresentarne eorganizzarne la morte. Per le acciaiose catene della

    buona educazione che spesso mimpediscedesprimermi di cuore, trattengo a stento il fetido

    meteorico galoppo intestinale. Eppure quella unafaccia amica, una faccia pulita, duna professionista che tid del tu, di una che tesprime il suo focoso desiderio diun subitaneo feedback, invocandotelo come il bisognoduna spinta ancora senza la quale dopo una focosasanguigna e pubblicamente eccitante masturbazionementale, non ce lavrebbe proprio fatta a raggiungere iltanto spasimato orgasmo. Non ha mica una faccia daManicomio. Anche se al Manicomio, dove ci trovavamo,le grida non provenivano pi dalla fossa dei serpentirappresentata da ogni camerata che rinserrava,pendenti dalle inferriate alle finestre, corpi ridottiallultimo grido ma provenivano ormai dalle varie vie,dalle varie case, dalle varie strutture sanitarie della citt,dalle case private. Ma c bisogno proprio di unacontaminazione per sfoggiare pubblicamente la propriaapplaudita miserabilit della quale mi schiferebbe gi il

    solo ricordo se non fosse il segno di quella sofisticata edemocratica modalit duna relazionalit autoritariamoneta sonante della Salute Mentale attuale?

    La relazione in quale metodologia prende corpo e si favita? E la stessa lotta in quale metodo si muove e sisviluppa? I mezzi che la lotta si d sono adeguati ai finiche si vogliono raggiungere? Come fare per nonistituzionalizzare n mezzi n fini? LIstituzione non

    conosce occasionalit, provvisoriet. Ha tempi e spazienormemente dilatati come lo erano quelli delManicomio. La metodologia istituzionale non conosce

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    fugacit, transitoriet. Vive di perennit, irrevocabilit,di stanzialit, di fissit strutturale. Oggi alla perennit haaggiunto la precariet. Frequenta la normalit, lasistematicit e la stabilit fino alleternit. Si stagarantendo una precariet nella perennit. Una perenneprecariet che altro non garantisce se non una pura esemplice gestione del potere in uno Stato di Polizia.Frequenta i corridoi infiniti del Manicomio di Palermo.Un corridoio immagine dellIstituzione: unentrata, unalunga galleria conduce in un punto sulla lineadorizzonte. Un punto di fuga. Speranza dunuscita.Speranza svanita da cui non si esce mai. Non abbiamopi questi immensi corridoi, budella dun famelicomostro di Stato. Camicie di forza dei nostri corpi

    mandano lanima altrove attraverso le cui fessurelocchio pu cadere sul budello di fronte. Nuovebudella inghiottono e digeriscono le nostre vite. Senzapareti su cui sbattere langosciata mente, senza mura sucui scrivere distorte parole col poco ancora rutilantesangue residuo dai denti rotti del non ultimoelettroshock, dal cuoio rasato ancora pidocchioso dunatesta sbattuta sul muro, o a fiotti espettorato dallabocca per i calci in pancia presi per aver gridatobastardo e figlio di buttana ad un guardiano. Nonavremo nemmeno la consolazione della speranza chefluida merda da colite cronica, raccolta lontano da occhiindiscreti, potesse raccontare, con sfumature docra suterra di Siena naturale, dentro il segreto dun reconditoangolo, di nostri sogni, damori e di deliri; laconsolazione di lasciare traccia di noi a qualche curiosoche da una feritoia potesse sbirciare dentro per venirci

    a liberare. Non pi lansia dellattesa del liberatore. Nonavremo pi porte dietro cui aspettare nella speranzache qualcuno le venga a sfondare. Nessun cavallo citirer pi fuori per portarci ancora lerci storpi scarnitimummificati e scalzi a mostrarci per le vie della cittcome coloro che sarebbero sopravvissuti e cheavrebbero messo lanimo in pace a tanti infami chehanno costruito forti pi pesanti e non pi tangibilicatene. Con lo spirito religioso che li contraddistingue,subito dopo il mea culpa hanno continuato a coltivaresolo diversi orticelli.

    Petix avrebbe gradito questo manuale tradotto initaliano, quando, senza guida alcuna, sospendevaperiodicamente i suoi psicofarmaci. Da giovanissimo, eormai da pi di ventanni, assume psicofarmaci. Ancoragiovane, una delle pi grandi sofferenze accusate era la

    difficolt derezione. Cambiando psicofarmacosembrava ci fosse un momentaneo cambiamento perverificare, solo dopo qualche giorno, che il problema

    era rimasto in tutto il suo tragico peso. La lungafrequenza della Salute Mentale, il ritenersi, ormai in ognioccasione, un malato serio ed il mettere, in ognisituazione, in primo piano sempre la malattia,lespressione dallaspetto cereo e dal corpoincellophanato dallo psicofarmaco, non laiutavano apensare ad un normale approccio allaltro sesso.Nonostante le risorse economiche fossero scarse,anche per lui che di famiglia se la passava meglio di tantialtri, periodicamente urgeva una spedizione a sesso apagamento. Tra le ripetute difficolt, qualche volta ilmiracolo che gli faceva odiare ancora di pi quella suaormai cronicizzata situazione. Eppure non avevaconosciuto un giorno di manicomio. Lambivalenza si

    toccava con mano. A fianco dellodio, certamente tra isintomi della sua stessa malattia, si dipanava unosperticato amore per la psichiatra che gli riconfermavail farmaco e che, meglio ancora, gli riconfermava lamalattia. Un buon numero per le statistiche dei CentriDiurni e per il controllo della produttivit. Ma anche unriconoscimento del potere di uno psichiatra che,nellabitudinario ripresentarsi di Petix al suo tavolotrova occasione, nel riconfermare il farmaco, pergiustificare e ridare validit alle sue perpetuedichiarazioni, pi o meno in sordina, di sfiducia in ogniforma di riabilitazione e nella possibilit di guarigionedalla malattia mentale. Eppure non siamo in Manicomio.Sto parlando di dirigenti di Centri Diurni di SaluteMentale, non sto certo parlando di direttori diManicomio della vecchia Psichiatria. A fianco dellesperticate dichiarazioni damore, le siringate di dura

    critica per un comportamento autoritario, per unafalsit, una inautenticit, una insensibilit, unacafonaggine, unarroganza, una caprigna ignoranza, chefaceva venire fuori una delle pi importanti risorse diquella persona da tenere nascosta e segretata perevitare che andassero a fare parte di quella classe disintomi addebitabili alla stessa malattia e da sottoporrea nuovo controllo farmacologico. A seconda di chi leavrebbe sentite, quelle critiche potevano rappresentarequella che gli psichiatri chiamano la parte sana delpaziente o sintomi della stessa malattia che non accennaa guarire.

    La psichiatra poteva cambiargli psicofarmaco ma eratassativa: per lei, lo psicofarmaco come linsulina per ildiabete, da prendere a vita. Lei deve convincersi che hauna malattia seria. Cos era impensabile un progetto di

    sospensione in comune tra Petix e la psichiatra o tra luie il responsabile del Centro Diurno.

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    Cosa aveva Petix? Capire che cosa una persona abbiamolto dipende dal punto dosservazione e dallarelazione osservatore-osservato. Dopo tutte lecontaminazioni possibili e immaginabili, quando si parladi Salute Mentale, losservatore valido e validante puessere solo ed esclusivamente non la gi problematica ecriticabile scienza medica psichiatrica ma lo psichiatra,suo malgrado, al di l di ogni scienza. Osservato dallopsichiatra, nelle strutture della Salute Mentale, avevauna delle tante terribili malattie mentali catalogate nelDSM. Dovremmo allora parlare di disturbi, perchnemmeno il DSM parla ormai di malattia: ManualeDiagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali; il DSM-IV-TR non fa uso di termini quali infermit o malattia, ma

    ricorre al pi generale concetto di disturbo mentale.Anche se per lo psichiatra, per gli psichiatri, la sua eraed una malattia a tutti gli effetti.

    Perch lo psichiatra che prescrive psicofarmaco perventanni, al momento che il suo paziente, in unasperanza di guarigione e di ripresa, e comunque in untentativo di allontanarsi dalla cronicizzazione, vuolesperimentarsi in un progetto di disintossicazione o diprogrammatica sospensione, si trova contrario? Perinteressi con la casa farmaceutica? Perch la sua scienzagli dice che la malattia mentale non guarisce? Perchlunica risorsa che ha lo psicofarmaco? Perch non haconoscenze farmacologiche relative alla tecnica dellasospensione? Perch una prescrizione di psicofarmacorichiede un tempo mentre un processo didisintossicazione richiede un tempo che lo psichiatra

    non ha? Perch il coinvolgimento in una prescrizione di un tipo mentre quello nella disintossicazione di untipo per il quale lo psichiatra non pu impegnarsi?Perch simpongono logiche dellEconomia chepreferiscono una persona cronicizzata ad una che siemancipa dalla sofferenza? Perch quella dellIstituzionedella Salute Mentale una logica pi che autoritaria chenon consente una reale relazione di rispettodellindividuo e della sua dignit? O forse perch purimanere fedele al suo giuramento che gli prescrive dinon nuocere solo prescrivendo farmaci a vita e nonaiutando il suo paziente quando questo vuolesospendere gli psicofarmaci?

    veramente impressionante di quanto le problematichee le difficolt, come le stesse giustificazioni che danno alloro operato, degli psichiatri dalla Salute Mentale siano

    enormemente affini a quelle degli psichiatri manicomiali.Sentire le giustificazioni di un direttore di DSM o diModulo Dipartimentale e confrontarle con quelle che

    poteva dare un direttore di Manicomio veramente diuna sconfortante assonanza.

    Allora, quella di Petix, qualche volta era una decisione asenso unico, con una modalit che certamente a Willnon sarebbe sembrata corretta. In verit nemmeno a

    me sembrava corretta ma senza esito. Ci comportavail suo ripresentarsi dopo qualche giorno in cameracaritatis, di fronte al tavolo della psichiatra, accusandomal di testa, forte stordimento, il bisogno di darsi pugniin testa, di sbattersi la testa alla porta. Disturbi che lofacevano dichiarare impazzito. E se quella non era unamalattia cosa mai avrebbe potuto essere? La diagnosi siriproponeva tassativamente:glielho sempre detto che lei,

    per la malattia che ha, non pu sospendere gli psicofarmaci.Appena lei li sospende, la malattia riprende e poi viene da

    me a lamentarsi. Ecco un nucleo veramente importantedella Scienza Psichiatrica. Di tutto si pu dire sul saperepsichiatrico ma non che su questa conclusione lopsichiatra non abbia raggiunto irremovibili certezzescientifiche.

    Non cera un altro modo di leggere i disturbi di Petix?

    Che arroganza! Che mancanza di discrezione conqueste squalificanti domande. Che mancanza di rispettoe di tatto! Proprio unimpudenza e uninsolenza. Unasfacciataggine. Una sconvenienza. Proprio una manieraimportuna, sconveniente, e irriguardosa. Da irriverente,insolente, sfacciato, poco educato e senza riguardo. InPsichiatria, dove la Scienza ha messo lunico orinale cheaveva in mano allo psichiatra, un pisciare fuori

    dallorinale. Lultima parola alla Salute Mentale? Propriounincompatibilit. Quando si dice: da incompatibileveramente!

    Quando Petix le riferiva di non riuscire ad andare aprostitute, una delle tante volte, la soluzione glielavevatrovata: lei a prostitute si ci deve fare portaredallinfermiere. Ecco, quei segni per lo psichiatra erano isintomi della malattia normalmente tenuta a bada dallo

    psicofarmaco e che si ripresentavano alla suasospensione. Era la stessa indomita malattia. Peranalogia, la malattia considerata come un guastoirreparabile, come in una gamba amputata: la gamba dilegno ti permette di camminare, appena la togli noncammini pi, la menomazione ricompare in tutta la suaprepotenza. Daltra parte la gamba di legno solo unaprotesi che non ha ricostituito la gamba in carne e ossa.

    Cos, il cervello difettoso in qualche cosa. Lopsicofarmaco rappresenta la protesi per quellipotizzatodifetto. Appena togli la protesi al tuo cervello, il difettosi ripresenta. Lo psicofarmaco sar una stampella a vita.

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    Pomp, luomo dalla gamba di legno, abitava sotto casamia. Anche il moncone, residuo duna gamba rubatadalla Patria, reagisce e sviluppa un suo adattamento aicolpi della gamba di legno. Il cervello niente. Rimaneimpassibile. Non succede niente dopo anni di spavaldesomministrazioni di psicofarmaco. Le benzodiazepinepare producano dipendenza come unaltra drogaqualsiasi. Mentre dei neurolettici gli psichiatri diconoche non danno dipendenza. E allora? Niente. Cosafanno al nostro cervello anni di psicofarmaci? In nessunlibro della scienza medica scritto che cosa facciano alcervello e al corpo tutto anni si psicofarmaci? Quandolincompatibilit sintomo di una brutta malattia.

    Eppure quella era una neurologa che lavorava in SaluteMentale. E chiss se era pure una psichiatra. Poteva maisbagliarsi nelle sue conclusioni? Il ripetersi ciclico di talisituazioni convinceva sempre pi fermamente Petix diavere una brutta malattia. E daltra parte che strumentodi paragone poteva avere? Quella psichiatra non erastata lunica a pervenire a quelle conclusioni. Tanti altripsichiatri lavevano fatto prima di lei; tanti altrilavevano fatto dopo di lei. Nonostante tutto le capacitrelazionali e di autonomia personale di Petix, anche conalterne vicende, erano veramente tante. Potevano maisbagliarsi quegli psichiatri? Avrebbero potuto pervenirePetix e la sua famiglia ad una conclusione diversa daquella di una malattia inguaribile? Per verificare quelleipotesi comuni tra psichiatri, paziente e famiglia,sarebbe stato forse necessario un mezzo di confronto.Forse un manuale come quello di Hall avrebbe potuto

    avere un senso per Petix, ma non certo per queglipsichiatri. Per altri s; ma per quelli sicuramente no.Forse potrebbe avere un senso anche per i tanti Petixche sincontrano tutti i giorni e che rimangono chiusinon tanto nel tunnel della malattia quanto nel tunnel diun coprifuoco diagnostico che non lascia spazio se nonad una conclusione di inguaribilit. Per altri avrebbeavuto un senso ma per quegli psichiatri no. Quelli, similialla polizia di Orwelliana memoria, in un Centro Diurnodi riabilitazione, struttura della Salute Mentale e noncerto del Manicomio, avevano ritenuto di doverreprimere linfermiere che aveva permesso che unpaziente, nemmeno ricoverato, mostrasse i suoi dipinti,mai prima dallora realizzati, ad un cittadino. Iriformatori avrebbero detto che l si stavanoincontrando due cittadini e che per un signore, cheaveva conosciuto anche il manicomio, si stava

    esplicando un diritto di cittadinanza attraversounattivit riabilitativa mirante, tra le altre cose, apromuovere lincontro e la relazione tra individui non

    necessariamente psichiatrizzati. Quellinfermiere nonsolo si era permesso di dare il consenso allincontro traun paziente e un non operatore sanitario, ma lavevapure garantito assistendolo con la sua presenza. Cosavolete che sia? Quasi risibil cosa. Non certo un TSOeseguito pistola alla mano.

    Il titolo originale del testo in inglese Harm ReductionGuide to Coming Off Psychiatric Drugs, scritto da WillHall e pubblicato dal The Icarus Project and FreedomCenter. Gli inglesi utilizzano il termine drug ingenerale per tutte le sostanze psicoattive. In Italia laterminologia col tempo ha distinto le droghe daglipsicofarmaci. Per quanto mi riguarda, anche se ci sono

    tipi diversi di droga, tutte sono accomunate dal loroavere capacit psicoattive, e cio dallagire sul nostrocorpo andando in qualche modo a modificare quella chenoi chiamiamo psiche.

    scientificamente certo, quindi sperimentalmenteprovato, che gli psicofarmaci siano sostanze realmenteattive e capaci di indurre modificazioni dei tonidellumore, dei sentimenti dansia e paura e, nel caso

    dei neurolettici, di agire in parte sul contenuto delpensiero. (Gianni Tadolini)1

    Nel 1949 Laborit trova una molecola antistaminica: laprometazina. Laborit, chirurgo, speriment il suococktail sugli operati come preanestetico. PierreKoetschet, della azienda farmaceutica Rhone-Poulenc,propose di ampliare lutilizzazione della prometazina alla

    cura del morbo di Parkinson ed in Psichiatria. Questericerche porteranno alla nascita della modernaPsicofarmacologia. in questo periodo che dalconcetto di droga si stacca quello di psicofarmaco condiverse pretese: la droga rimane il drago ammaliante eammalativo, lo psicofarmaco diventa il farmaco curativo,terapeutico. Secondo Peter Breggin e David Cohen inItalia non ci sono psichiatri che sospendono ineurolettici. Tutti li danno ma nessuno li sospende. Al

    massimo cambiano tipo di psicofarmaco. Una volta chelassunzione si avviata ed seguita, dopo pochesettimane, lassuefazione, si rimane ingabbiati persempre. Certamente Breggin o Cohen appariranno

    1 Gianni Tadolini, psicologo e psicoterapeuta. responsabiledella Sezione di Neuroscienze dellAssociazione per lo Studiodella Psicologia e delle Neuroscienze G.M. Balzarini di Forl.

    Collabora da anni con lUnit di FarmacologiaComportamentale del Laboratorio di NeurofarmacologiadellIstituto di Ricerche Mario Negri di Milano

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    degli eretici agli psichiatri italiani. Ma per chi, come noi,psichiatra non e vuole sapere come stanno le cose,dobbiamo considerare una variet di saperi sullesostanze psicoattive. da questo bisogno che per noinasce la necessit di pubblicare in italiano il manuale diHall.

    Non mi piace il termine guida, mi sembra piappropriato quello di manuale duso per le personeche hanno deciso di sospendere gli psicofarmaci.Propone alla persona alcuni spunti di riflessione alloscopo di meglio capire come fare e cosa fare quandovuole sospendere gli psicofarmaci evitando per dicreare ulteriori danni a se stessa.

    Come per ogni altra sostanza psicoattiva, anche perquesto tipo di sostanza, lapproccio, per chi lodecidesse e lo scegliesse, non pu fare a meno di unacorretta conoscenza; sia nel caso dellassunzione, sia nelcaso della sospensione.

    La sostanza psicoattiva, introdotta per molto temponellorganismo, agisce modificandone il funzionamento

    fin dentro lessenza pi intima delle sue cellule, del suocervello e di quella che, incomprensibile per quanto sia,chiamiamo mente. Lorganismo fa propria lattivit dellasostanza, fino al punto che, in seguito allassunzione, ciche agisce nella relazione con gli altri non sembra piessere lorganismo da solo ma lorganismo preso dallasostanza psicoattiva. Una relazione si stabilisce trasostanza e organismo al punto che il mio organismonon sembra corrispondere pi ad un me stessoquanto ad un me stesso ma anche altro e diverso. Altroper come vengo fuori dalla intima relazione tra me e lasostanza psicoattiva. Prima portavo un me stesso resoaltro dalla follia che comunque era mia, mi apparteneva.Mi permetteva ancora di riconoscermi se pur nel mio iofolle. Oggi porto un me stesso reso altro dallopsicofarmaco. Un altro, troppo altro, che non mipermette di riconoscermi in me stesso. Unazione

    comune che ha portato i ritmi biologici su tempi e modidiversi di funzionare. A questo punto la sospensionedello psicofarmaco, se repentina e non curatacorrettamente pu rappresentare un problema; pucreare delle difficolt. Certamente con modalitspecifiche ma allo stesso modo di ogni altra sostanzapsicoattiva.

    Una critica di una modalit contraddittoria di porsi neiconfronti delle sostanze psicoattive, droghe,psicofarmaci, nata dalla constatazione dei direttiinteressati e dalla consapevolezza di come sia

    importante, e per pi dun motivo, che nei confrontidella sostanza riuscissimo ad avere una relazione diautodeterminazione in un comportamento e in unadimensione autogestionaria. Nata dal consapevoleesperire che, al di fuori dellautogestione edellautodeterminazione, la sostanza psicoattiva primadi tutto una merce, un oggetto dellEconomia che,prima ancora di mettere in funzione le sue doti dipsicoazione, circola come funzione in una logica delleUtilit: si produce, si compra, si vende. Il suo imporsicome oggetto delle Utilit, qualsiasi sia la sostanzapsicoattiva di riferimento, non potr mai consentireallindividuo di poterne sperimentare n gli eventualiaffetti benefici n di poterne prevenire o evitare i

    pericoli, n di potersi relazionare con la sostanzaallinterno di una relazionalit delle inutilit, n in unametodologia autogestionaria e dellempatia. da taleconsapevolezza che si muove la logica della riduzionedel danno?

    Coming off Psychiatric Drugs. Il titolo inglese giconosciuto per il volume di Peter Lehmann (Ed.):Liberarsi dagli psicofarmaci. Avrei tradotto allo stesso

    modo. Dopotutto di questo che si tratta ed laliberazione dagli psicofarmaci che potrebbe volerraggiungere chiunque assume da anni psicofarmaci pi omeno coattivamente. Un libro atteso e perfinotradotto, prenotato e mai uscito. Ci sono per sparsiper internet degli interessanti spezzoni in italiano. Queltipo di traduzione mi sembrata una ripetizione forzataoltre che ormai troppo monotona. Daltra parte, chi ha

    deciso di volersi liberare dagli psicofarmaci deve inqualche modo sospenderli. Cos m sembrato pigarbato tradurre Sospendere gli psicofarmaci ancheperch il primo atto verso una pi completa liberazionedalle sostanze psicoattive inizia proprio con unasospensione ma non una sospensione qualsiasi.

    Will Hall racconta della Psichiatria come specialitmedica riconosciuta, quindi istituzionale, come lo pu

    essere lAllergologia, la Geriatria, la Cardiologia,lEmatologia. Quando parliamo di Cardiologia non ciriferiamo certo allIstituzione cardiologica. LIstituzionerimane quella della Medicina, del sapere della quale laCardiologia una branca e una pratica. Come laPsichiatria una branca dellistituzione della Medicina,una branca del sapere medico. La Psichiatria che primaveniva praticata nel Manicomio, oggi viene praticata

    nella Salute Mentale ma non per questo finisce di esserebranca di una istituzione pi ampia che la Medicina.Che poi, per estensione, si fatto corrispondere iltermine Psichiatria con le sue diverse organizzazioni

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    istituzionali date nel tempo un altro paio di maniche.Ci parla pure di una fallimentare (system) Istituzionedella Salute Mentale che fonda la sua organizzazione suun sapere che, non solo in Italia, una specialitMedica, la Psichiatria. Questa, che pure si distinta persue chiare ed inequivocabili pratiche autoritarie erepressive pi che curative, non era un sapere unico edesclusivo nemmeno quando lIstituzione psichiatrica sipresentava come Manicomio. Anzi, nel suo funzionarecentralizzato, spesso di citt nella citt, tendenteallautarchia economica, allinterno del Manicomiopotevano confluire saperi e specialit mediche diversein integrazione con la Psichiatria. Allontanandosi dalManicomio verso listituzione della Salute Mentale, la

    Psichiatria diventa sempre meno sapere unico, infatti siscinde, a sua volta essa stessa, in branche diverse esviluppa una forte capacit di contaminazione con glialtri saperi, fino al punto che in Salute Mentale afferisceuna multiformit di conoscenze che si raccorda con unnucleo base ormai debole che per nulla si puconfrontare al sapere psichiatrico che troviamo ancoranel Manicomio. Anche solo relativamente al sapereprettamente psichiatrico di oggi, gi sarebbemistificatorio parlare di Psichiatria; al massimopotremmo parlare di Psichiatrie. Da unanalisi attuale neviene fuori limmagine di unistituzione della SaluteMentale con un sapere psichiatrico fortementefluidificato che, paradossalmente, s fortificato proprioabbattendo le sue recinzioni murarie, scindendosi invarie branche e contaminandosi con altri saperi.

    Certo che per gli amanti della Psichiatria, dalla qualehanno ricevuto motivazione e scopo allAnti-psichiatria,vedersela sfumare da sotto il naso veramente unabeffa. Nostalgici come tanti, come i nostalgici dellaPsichiatria manicomiale. Vedove alle quali la dipartitadellamato toglie motivo desistenza. Nella faticosa eormai troppo lunga elaborazione del lutto non siaccorgono delle democratiche pratiche autoritarie dellaSalute Mentale ma non si accorgono nemmeno, sempredisponibili a salire sul carro di una chiesa qualsiasi bastasolo che loro si offra un palco che, anche fittiziamente,li faccia immaginare blasonati dellAnti-psichiatria, che aldi l della Psichiatria, al di l dellAnti-psichiatria,lautoritarismo della Psichiatria riformata in SaluteMentale dimostra che si sono cambiati i nomi, si sonocambiate le manifestazioni istituzionali, cambiataliconografia, ma non cambiato il metodo che rimane

    quello della relazione di potere e della relazionalitautoritaria nella logica delle Utilit. Veramente unabeffa.

    Hall di cosa sta parlando allora? Sta parlando di unabranca della Medicina, della Psichiatria, quando dicedessersi convinto che gli psichiatri non sanno niente diriduzione, di sospensione, di disintossicazione daglipsicofarmaci. Cosa che io non trovo realistica. Perchmai uno psichiatra non dovrebbe sapere come ridurreuno psicofarmaco o come ci si possa disintossicare daglipsicofarmaci? Ci sono psichiatri e psichiatri, ma ladisintossicazione dalle sostanze psicoattive credo cheormai sia un sapere a disposizione di tutti e, prima ditutto, dei medici. Poi sta parlando anche dellIstituzionedella Salute Mentale, quando racconta dei trattamenti,della carenza di informazioni, della mancanza diconsenso informato. Ma non per questo sta

    descrivendo una realt e una relazionalit menoautoritaria. Sta allora descrivendo una Istituzione nonpi organizzata come il Manicomio lo era da noi, chenon pratica pi elettroshock o shock insulinico e che siorganizza in moderna Salute Mentale pur rimanendodiversamente autoritaria. Concludere che la Psichiatriapossa essere autoritaria in quanto non sappia cosa sia ilconsenso informato della Medicina o perch non nesappia di strategie per la sospensione di unopsicofarmaco mi sembra magra conclusione. Mi sembraveramente una scemenza volere trovare riscontroallautoritarismo in quello che una branca della Medicinasappia o meno. Siamo allora di fronte ad un altro saltodi qualit che la critica che ha per oggetto il DisagioRelazionale deve compiere. Non troveremo mailautoritarismo che nega a Will il consenso informato,sicuramente per motivi che esulano dal giuramento di

    Ippocrate, a cui, forse, ha prestato fede solo Ippocrate;che gli nega una modalit duso corretta dellopsicofarmaco o che gli nega il sostegno e laiuto quandos voluto mettere alla prova di una sospensione, senon lo andiamo a trovare nella relazionalit istituzionaledella Salute Mentale. LIstituzione, prima ancora ditrovare un suo oggetto dinteresse, si fonda su unarelazionalit autoritaria; Istituzione anche un metodo,prima ancora di essere struttura muraria, Manicomio ocittadinanza, ed un metodo di relazionalit autoritaria.

    I diversamente vedovi del Manicomio in Italia forsedovrebbero andare a trovare lautoritarsmo della SaluteMentale nelle Case Famiglia, nelle Comunit Alloggio,nelle Comunit Terapeutiche che, nate come struttureintermedie, quindi provvisorie e a scadenza, dal 1978 adoggi stanno rinchiudendo la nuova cronicit: gente che

    non s mai fatta un solo giorno di Manicomiopsichiatrico ma andata a popolare le nuove strutture

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    di esclusione sociale della Salute Mentale sparsi sulterritorio.

    La critica storica alla Psichiatria non nata certamentedal nome che una tale organizzazione di potere haportato nel suo sapere n dai nomi che tale sapere ha

    dato alle sue realizzazioni. Nemmeno la criticadistruttiva rivolta al Manicomio era certo indirizzata alnome che quellistituzione di potere portava. Dove fuindirizzata, per dovere dufficio, solo al nome, si cambisolamente il nome alle strutture che rimaserofunzionanti allinterno dello stesso Manicomio che sidichiarava abolito. A Palermo, ma non solo, ci furonosezioni di manicomio che presero il nome di Comunit

    Terapeutica e rimasero nello stesso posto doveranoprima. Per cui, landare a definire oggi listituzione dellaSalute Mentale, quale , col nome di Psichiatria, qualenon , mi sembra il frutto della balzana aspirazione dichi, allinterno dellAnti-psichiatria, aspetta un blasonein pi o rivendica una pensione di caduto in guerra che,se perde la Psichiatria, teme di non potere pirivendicare le proprie aspirazioni alla Salute Mentale. Ache serve dichiarare attuale quella Psichiatria seppellita

    col suo stesso Manicomio, e pretendere perfino dipoterla criticare, quando Francesco Mastrogiovanni non morto certamente n in manicomio n per unaqualche pur criticabile Medicina Psichiatrica ma statoassassinato tra le mura della Salute Mentale e per manodellAnti-psichiatria istituzionalizzata? Solo levideocamere si sono accorte di come Francesco venivafatto morire. Nessuno pi se n accorto nel delirio del

    Regime dellAmore; nessuno se n accorto in tutto ilmovimento anti-psichiatrico.

    Certamente, una cosa proprio pragmatica:

    - vivi una situazione che ti fa sentire la vita fuoricontrollo;

    - manifesti dei sintomi legati a questo stato di

    sofferenza;

    - di fatto, esistono delle sostanze psicoattive, tra le qualigli psicofarmaci;

    - lesperienza, anche alternativa, ma non per questomeno clinica delle altre (chi lha fatta, lha fatta oattraverso unosservazione condotta al letto e a fiancodel compagno, o da unosservazione condotta al

    proprio stesso letto), dice che tali sostanze possonoaiutare ad affrontare difficolt ma possono anchearrecare danno;

    - senza santificare ma anche senza demonizzare lesostanze;

    - confronta i benefici e i danni che ti possono veniredalle situazioni che vivi con i danni e i benefici che tipossono venire anche dagli psicofarmaci;

    - quando ti sei ben reso conto di tutte queste cose,sappi che c un metodo, quello della riduzione deldanno, che consente nei confronti degli psicofarmaciun approccio precauzionale: il processo didisintossicazione incomincia man mano che incominciail processo di assunzione;

    - sappi pure che tale approccio ti permette disperimentare la sospensione di uno psicofarmacoassunto per tanti anni attraverso delle tecniche chemirano a ridurre il pi possibile il danno.

    Pi pragmatico di cos si pu anche morire. Per, trauna sofferenza e laltra, se uno ha tempo, voglia e se sela sente, pu anche approfondire largomentoattraverso delle informazioni che Hall mette a

    disposizione su quello che si sa sulle condizioni delDisagio Relazionale, detto malattia mentale, suglipsicofarmaci e sulle alternative.

    Abbiamo tradotto questo libro e pubblicato suLIncompatibile, uno degli A-periodici online delProgetto Contraria-Mente, perch ci piace riflettere sultaglio dato da Hall allo studio, che permette,coerentemente con quanto sostenuto, la possibilit di

    una libera scelta. Infatti pone allattenzione del lettorequel minimo di informazioni, che possono comunqueessere ulteriormente approfondite, necessarie perpoter prendere delle decisioni personali e fare dellescelte nei confronti non solo degli psicofarmaci madellistituzione della Salute Mentale in generale.

    Leggere il testo in italiano ci riporta alla realt italiana

    che, anche in Salute Mentale, diversa da quella inglese,da quella di New York o da quella del WesternMassachusetts, anche se in comune hanno un modo diaffrontare le problematiche dal punto di vista dellalogica delle Utilit. Di questa ultima si pu subito direche si tratta, com sotto gli occhi di tutti, di porre alprimo posto le Utilit a cui subordinare tutto il resto.Alle Utilit subordinata prima di tutto la vita dellaquale fa parte la libert, lindividualit, la dignit umana,

    la salute degli individui nella salute del pianeta.

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    Quando le strategie di riduzione del dannoincominciano ad interessare gli individui, o perchutenti o perch operatori della Salute Mentale,evidentemente perch sia i danni che i rischi dellopsicofarmaco vengono considerati alla stessa stregua diquelli della comune droga da sballo. Le strategie diriduzione del danno proprio negli ambienti che sioccupano di tossicodipendenza che nascono. Alloradovremmo anche chiederci: le strategie della riduzionedel danno, nate negli ambienti che si occupano ditossidipendenza, e non certo in Psichiatria, nascevanopropriamente come un progetto di libert e di rispettodellindividuo e della sua dignit o nascevano, sempre inuna logica autoritaria e per un progetto prima di tutto

    dellEconomia?La riduzione del danno in Italia approda in risposta allecaratteristiche epidemiologiche dell'infezione da HIV.Viene assunta come priorit strategica da adottare perla lotta contro l'AIDS dalla Conferenza nazionale sulladroga (Palermo, Giugno 1993) nel capitoloPrevenzione del Progetto obiettivo AIDS 94-96 enella proposta di conversione in legge del decreto-legge

    19 maggio 1995, n. 181 recante disposizioni urgenti perl'attuazione del D.P.R. 309/90.

    Smarrito il loro vero senso, in verit quelle strategieincominciarono ad interessare pi gli assuntori dipsicofarmaco che non i prescrittori. Infatti, mentre tragli operatori sanitari della tossicodipendenza e lasociet in generale si evidenzia una modalit autoritaria

    e proibizionistica di porsi nei confronti della droga,quando i consumatori ne chiedono il libero accesso; neiconfronti dello psicofarmaco, gli operatori della SaluteMentale e la societ in generale esprimono un bisognoantiproibizionistico, anche se sempre autoritario cheindica, consiglia, somministra lo psicofarmaco,prescrivendolo perfino come una necessit di cura pertutta la vita. Come si spiega che la stessa strategia vengaaccolta sia dagli antiproibizionisti che dai proibizionisti?

    Sembrerebbe allora ovvio concludere che, al di l deglieffetti benefici o malefici della sostanza psicoattiva sullasalute, i proibizionisti come gli antiproibizionisti simuovano prima di tutto allinterno di una logicadellEconomia e delle Utilit.

    Nei confronti del drug psicofarmaco non c unadinamica proibizionistica o antiproibizionisticanemmeno da parte di chi teorizza, certamente per glialtri, una modalit astensiva nei confronti del farmaco.Proibizionismo e antiproibizionismo non sono opinionima, salvaguardati dal Diritto al di l delle opinioni,

    riguardano lo Stato il cui potere si esplicanellautorizzare o nel vietare forme di vita e di relazioneoltre che costumi, abitudini e sostanze diverse.

    Da parte dello Stato, dellEconomia, delle casefarmaceutiche c una condizione di libero mercato, ma

    anche della stessa Salute Mentale, mentre da parte degliindividui c una pi o meno convinzione dassunzione.Lo Stato ha assunto la strategia di riduzione del danno,per le droghe da sballo, che gestir attraverso le sueIstituzioni. Allo stesso modo potr assumere la stessastrategia per le droghe legali. Tutto ci non ci diceniente? Possiamo avere una strategia della riduzione deldanno in comune con lo Stato? Se la riduzione del

    danno una strategia istituzionale che, in quanto tale,non pu che essere autoritaria e nella logica delleUtilit, perch non pu essere anche una strategia dellaSalute Mentale? Ma pu essere una strategia anche per igruppi, le individualit, le comunit che di gi sipongono in una prospettiva autogestionaria? Lastrategia della riduzione del danno parte del metodoautogestionario? Non essenziale che una strategiaautogestionaria si distingua da una autoritaria e di

    Stato?

    Lautore del libro lui stesso consumatore dipsicofarmaco in quanto lui stesso utente dei servizi diSalute Mentale. Il suo vuole allora essere un punto divista sulla riduzione del danno dalla parte dei direttiinteressati; dalla parte di quelle persone che magarihanno fatto uso di psicofarmaci ma ad un certo punto

    vogliono cercare di sospenderli con meno dannopossibile.

    C una diagnosi di disturbo mentale. C labitudine, siada parte della Salute Mentale che, pi o menovolontariamente, da parte degli utenti, di utilizzarepsicofarmaci. Un modo di porsi autoritario non condivisibile. Come non condivisibile una modalitche ci fa o demonizzare o santificare gli psicofarmaci, in

    quanto ideologica e non pragmatica. possibile alloraporsi nei confronti dello psicofarmaco attraverso lastrategia della riduzione del danno senza andare primadi tutto a servire lEconomia ma facendone di fatto unamodalit di lotta autogestionaria della propria vita? Se iSER.T. hanno, almeno teoricamente, assunto tra i loroprogetti la strategia di riduzione del danno per lesostanze psicoattive, perch la stessa strategia non puessere assunta dalla Salute Mentale?

    La sofferenza, fino a sentire la propria vita fuoricontrollo, definita disturbo mentale, non va bene; lo

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    psicofarmaco utilizzato come fa la Psichiatria non vabene. Dello psicofarmaco se ne descrivono beneficicome gravi danni. Come dogni altra sostanzapsicoattiva proibita. Pu essere che, dove se ne avessebisogno, ci si possa incominciare a disintossicare nelmomento stesso in cui si incomincia ad assumere

    psicofarmaco? possibile che, dopo anni di assunzionepi o meno coatta, si possa incominciare un progetto didisintossicazione, attraverso una sospensione graduale eprogrammatica del farmaco?

    Come la strategia della riduzione del danno pupartecipare a realizzare sia un progetto dassunzione siauno di riduzione dello psicofarmaco fino alla totale

    sospensione? Un tale approccio richiede unavalutazione sia dei danni derivanti dal tipo di disagiovissuto, sia dei danni derivanti dallassunzione dipsicofarmaci; partecipa aiutando le persone a capirecome ridurre i danni sia che volessero avviareunassunzione sia che volessero avviare unasospensione.

    Allora la riduzione del danno va considerata in

    relazione a due movimenti diversi; una volta allinternodi una scelta, una progettualit e una dinamicaautogestionaria, unaltra volta allinterno di un contestoe una metodologia istituzionale. In rapporto ad unadimensione istituzionale in verit un punto di vistatroppo asfittico se, relativamente alle condizioni delDisagio Relazionale, si considera una parte, lopsicofarmaco, come se fosse il tutto. Un punto di vista

    che sposta tutte le questioni, che riguardano tutti igiorni una persona che vive condizioni di DisagioRelazionale, sulla sostanza psicoattiva che appena esolamente uno degli strumenti in mano ad un apparatopi ampio, ma anche un mezzo per alcuni di sollievo,per altri di danno. Un punto di vista che, se prioritario,sar pure interessante ma trascura laspetto pipericoloso della Psichiatria prima e della Salute Mentaledopo che non si esaurisce certo nel modo duso dello

    psicofarmaco. I danni che ha fatto la Psichiatriaconsistono certo in un modo duso della sostanzapsicoattiva ma anche in mille altri elementi e pratichecomponenti il suo apparato e che disegnano una tramadi metodo istituzionale e autoritario tuttoggi nellaSalute Mentale.

    Allora la riduzione del danno dal punto di vista dellaquale possiamo approcciarci alla sostanza va vistacriticamente. Ma anche cercando di individuare ipericoli di una mal posta critica. La proposta diriduzione del danno presa in considerazione da individui

    che vivono condizioni di Disagio Relazionale nasce dallecriticit della Salute Mentale, dalle criticit della stessasofferenza, dalle criticit nella relazione della personacon le sostanza psicoattiva. Perch lo stesso approccioche usiamo nei confronti delluso di sostanzepsicoattive non lo dovremmo usare nei confronti

    dellistituzione della Salute Mentale? Con lo stessoapproccio col quale ci avviciniamo alla riduzione deldanno potremmo allora dire (che poi quello che di gi sifa): non santifichiamo n demonizziamo la SaluteMentale (attenzione!!! non la Psichiatria, ma la SaluteMentale). Pu sempre essere uno strumento peraffrontare un problema specie se la usiamo nel sensodella strategia della riduzione del danno. Unoperazione

    semplice. Basta solo allargare il campo dosservazione edi scelta sugli strumenti in uso. Conservando unapproccio dal punto di vista della riduzione del dannonei confronti della Salute Mentale, quello stessoapproccio rimarrebbe valido sia per gli psicofarmaci cheper ogni altro strumento della Salute Mentale. Unatrappola che scatta allorquando ci lasciamo sfuggire chealla base del nostro discorso c prima di tutto ilriferimento ad un metodo, quello autogestionario, chenulla pu avere a che spartire con quello istituzionale.Se la relazione con la sostanza non fosse quella impostadallautoritarismo istituzionale, non avrebbe nessunavalidit la strategia della riduzione del danno:assumeremmo o meno sostanza psicoattiva a secondadella nostra cultura e conoscenza, a seconda dei nostribisogni e a seconda della familiarit che con quellasostanza avremmo preso. La riduzione del danno, senza

    bisogno dessere strategia particolare o da tirare fuorisolo nel caso della sostanza psicoattiva, sarebbe praticaacquisita nelle azioni di tutti i giorni. Quando bevo uncaff penso alla riduzione del danno; ci penso quandobevo del vino, ci penso nella mia alimentazione e intutte le altre azioni giornaliere pi o meno occasionaliche eseguo.

    Una cosa che mi sembra trascurata come ridurre i

    danni della sofferenza astenendosi dallassunzione disostanza. Per diversamente dire, il ricorso alla sostanza gi dichiarazione o di alternative mancanti o dialternative inefficienti; comunque di impossibilit dirisolvere le proprie angosce e i propri disagidiversamente. Prima ancora della sostanza c un altrolivello superato ancora precedentemente: il medico dibase e lo psichiatra. possibile che le persone prima

    dello psicofarmaco abbiano tentato altre strade? Forses, forse no. Ma qua lincognita non mette conto, inquanto la riduzione del danno, strategia presa a

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    prestito, sempre in relazione alla sostanza pi o menoassunta, ma sempre assunta. Sapessi cosa fosse, di unamente potrei dire che non ce n una uguale ad unaltrae che ogni una mente sammala a modo suo. Comedirei che di una diagnosi non ce n una uguale adunaltra. Forse non abbiamo fatto ancora labitudine a

    considerare che lindividuo, sia nella salute che nellasofferenza, in relazione alla sua specificit storica.

    Ma come fa la persona, la gente comune, ad avereinformazioni oneste e corrette sulle sostanze, quandolo psichiatra prescrive il neurolettico non informandoper niente il suo paziente n facendolo sentire preso inalcuna considerazione e quando le case farmaceutiche

    nascondono la verit sugli psicofarmaci? Semplice: ipazienti, pi o meno sopravvissuti alla Psichiatria,rivendicano il loro diritto al consenso informato. Allafine poi il Diritto a risolvere tutto. Per niente? Eallora?

    C poi lempowerment. Attendiamo momenti dimaggiore lucidit e benessere per acquisire capacit diempowerment o siamo sempre l, pronti per accogliere

    questa occasione che qualcuno ci dovrebbe concederevisto che si tratta di un nostro rivendicato diritto?Empowerment sembrerebbe un faxsimile ma non traducibile, con tutta la buona volont possibile, conlitaliano autogestione che in inglese self-management o work-in o, meglio ancora,autogestion. Si enfatizza sul termine come se potesseacquisire il significato di autogestione ma, nonostante

    linsistenza, niente da fare. In ogni caso cunabbondante bibliografia e ci sono tante informazioniche possono mettere la persona maggiormente ingrado di fare scelte e di prendere decisioni propriequando si trova a doversi relazionare, pi o menointensamente, con una sostanza psicoattiva come unopsicofarmaco. Ma la possibilit di empowerment puvenire dallistituzione? Will non lo crede per nientepossibile o almeno non ne ha fatto esperienza nel suo

    caso. Mentre va detto subito che oggi loempowerment parte in pieno della filosofiadellistituzione Azienda.

    Diciamo subito, solo per ricordare, che comeProgetto Contraria-Mente non abbiamo sposato altretesi come non sposiamo nemmeno questa checomunque rimane un valido spunto di riflessione percapire come vanno le cose nelle Psichiatrie, nellAnti-psichiatria istituzionalizzata, nella Salute Mentale, neivari gruppi e nelle varie iniziative dei sopravvissuti allaPsichiatria prima, alla Salute Mentale poi. Un opuscolo

    come occasione tra le tanti di prendere coscienza delleproblematiche del Disagio Relazionale tra cui i danni,per alcuni, i benefici, per altri, della sostanza psicoattiva.

    Da come lo stesso autore, Will Hall, racconta, la suarelazione con lo psicofarmaco non stata diretta ma

    mediata dal Mental Health Act. Era uno psichiatra cheglielo prescriveva. Dove avviene lincontro con lasostanza? Pu essere una relazione diretta, quella trapersona e sostanza psicoattiva, o una relazione mediatadallo psichiatra. Sia la persona che lo psichiatracondividono uno stesso contesto culturale che, nonprivo dinfluenze, terreno fertile alla preparazionedellincontro prima con listituzione, quindi con il

    farmaco. Se la relazione con la sostanza diretta (cosaimprobabile con lo psicofarmaco dal senso terapeutico;mentre tanti psicofarmaci sono usati singolarmente o inintegrazione anche per lo sballo di strada) ci troveremocon la nostra sofferenza, la nostra angoscia, il nostroDisagio Relazionale e con la sostanza psicoattiva comeun mezzo tra i tanti forse perfino necessario strumentoe mezzo per far fronte a situazioni stressanti; se mediata dalla Salute Mentale, a partire dallo psichiatra,

    ci troveremo di fronte ad una malattia e ad unasostanza psicoattiva, lo psicofarmaco, quale terapianecessaria per curare una malattia. Possiamopermetterci una relazione con la sostanza non mediatadallIstituzione? Magari accompagnata da un medico nonideologicamente condizionato, da un operatore allapari, da uno studioso esperto in sostanze psicoattive ecomunque allinterno di una relazionalit empatica?

    Per il Progetto Contraria-Mente il manuale proposto daHall ancora una volta loccasione per poter andare aldi l del manicheismo malattia non malattia,psicofarmaco si o no, per porre al centro lindividuo e isuoi bisogni in una cornice metodologica dellempatia,dellantiautoritarismo, dellautogestione. LIstituzione ela metodologia istituzionale, autoritaria, che si muovonoin una logica delle Utilit, non hanno spazio per questi

    valori; anche se si dimenano tra tentativi di camuffare illoro linguaggio con una terminologia libertaria che nonpu trovare spazio despressione nei suoi ambiti. Qual il senso di unIstituzione che accoglie la strategia dellariduzione del danno e come questa cambia senso aseconda che sia strategia istituzionale o strategiaautogestionaria?

    Qua non si sta ponendo laccento su una diversaconsapevolezza di un fenomeno. Dopotutto laconsapevolezza, al di l di una logica di potere e delleUtilit si pu perfino condividere; si sta ponendo

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    laccento su una modalit relazionale: quellaistituzionale non pu che essere autoritaria mentrequella tra gli individui pu non essere autoritaria. Se larelazione non autoritaria e si pone in unametodologia empatica i limiti della consapevolezzadiventano superabili come pi libero e rispettoso

    dellindividuo e della vita pu essere anche lapprocciocon le sostanze psicoattive, si chiamassero purepsicofarmaci.

    The Icarus Project una web-community, una rete disupporto di gruppi locali, ed un progetto mediaticocreato dalle e per le persone che devono fare i conticon il disturbo bipolare e altre dotii scomode

    comunemente etichettati come malattie mentali. TheIcarus Project sta creando una cultura e una linguanuove che sono in risonanza con le nostre effettiveesperienze della follia, anzich tentare di incastrare lenostre vite in schemi convenzionali.

    Il Freedom Center una comunit di supporto, difesaed attivismo riconosciuta e premiata con sede nelMassachusetts Occidentale. gestita dalle e per le

    persone etichettate con diagnosi quali il disturboborderline, il disturbo bipolare, la schizofrenia, o chevivono stati di coscienza estremi. Il Freedom Center sibatte per garantire laccesso ad alternative olistiche, unacura compassionevole, e per mettere fine altrattamento sanitario obbligatorio.

    Non conosco Will Hall, autore di Harm ReductionGuide to Coming Off Psychiatric Drugs, e potrebbeperfino essere uno pseudonimo. grazie a TristanoAjmone che ho per avuto occasione di leggere il libro,trovato da subito interessante, che mi ha impegnato inun gruppo di traduzione al fine di redigere unedizioneitaliana. Ogni esperienza non istituzionale che ha persuo interesse le problematiche del Disagio Relazionale sempre da prendere immediatamente inconsiderazione. Non per la sua validit, sulla quale

    decider chi quellesperienza ha vissuto in primapersona, ma quale spunto di riflessione nellambito diun progetto senza fine alla ricerca di alternative, nonistituzionali, antiautoritarie, autogestionarie, necessariesia ad una migliore presa di coscienza di quello che cisuccede, sia ad una soluzione dei nostri problemi che simuova in una metodologia dellempatia e in una logicadelle inutilit.

    Lattenzione dellautore posta su alcuni aspetti dellarelazione tra lindividuo e la sostanza psicoattiva. Nnelle condizioni di Disagio Relazionale n nella Salute

    Mentale tutta questione di psicofarmaci. Tuttavia leproblematiche legate allo psicofarmaco hanno ungrosso peso, specie quando, come in Italia, ignorandoperfino gli aspetti pi avanzati delle buone pratiche chehanno portato ad un certo superamento delManicomio, un numero sempre pi crescente di

    psichiatri dedito alla prescrizione e allo spaccioroutinario ambulatoriale di psicofarmaci e niente pi.Un po per una mentalit biologistica, un po per unamentalit manicomiale, un po perch soggiogati dallelogiche istituzionali e dellEconomia, un po per ildisamoramento alla lotta a cui contribuisce la perpetuarepressione di uno Stato di Polizia; un po per nondoversi dare pensiero pi di tanto.

    Quello che Hall dice nel suo scritto, e per lesperienzapersonale che ho, relativamente alle condizioni delDisagio Relazionale, alla storia della Psichiatria e alcampo della Salute Mentale, mi risulta attinente allarealt dei servizi italiani. Per, nella critica portataavanti contro lIstituzione del Male Mentale spesse voltesi ripropone la stessa metodologia che troviamo rivoltacontro la sostanza psicoattiva: o santificazione o

    demonizzazione. facile che una tale critica possarisultare di una qualche appetibilit per lasemplificazione che attua nel discorso; talmenteappetibile da risultare per scarsamente incisiva,scarsamente efficace come arma di lotta sociale,utilizzabile malamente da chi si trova a vivere condizionidi Disagio Relazionale, non utilizzabile da chi, pur noncondividendo le pratiche istituzionali non senta quella

    critica quale suo possibile strumento di lotta. Unacritica mal posta. Se non altro in quella parte cheregistra lincontro tra un individuo che sente la propriavita fuori controllo e lo psichiatra. Nello specifico, inquella parte che vede lincontro di Will Hall con unopsichiatra. Ci sar stato qualcosa a motivare egiustificare questo incontro? Il motivo di questincontrolo evinciamo dalle note dellautore:

    Part of me didnt really want to be on psychiatricdrugs, but another part of me desperately needed help.My suffering was very serious multiple suicideattempts, hearing persecutory voices, extreme mistrust,bizarre experiences, hiding alone in my apartment,unable to take care of myself.

    che noi abbiamo tradotto:

    Per se una parte di me non voleva proprio assumerepsicofarmaci, unaltra parte aveva disperatamentebisogno di aiuto. La mia sofferenza stata molto

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    gravosa - diversi tentativi di suicidio, sentivo vocipersecutorie, ero estremamente diffidente, vivevoesperienze bizzarre, mi nascondevo isolandomi nel mioappartamento, ero incapace di prendermi cura di mestesso.

    Senza bisogno di ulteriori esplicitazioni, mi sembraabbastanza chiara la condizione che porta allincontrotra Will Hall e la Psichiatria. Condizioni di unainspiegabile sofferenza estrema. Cosa lamenta Hall?

    I used many different psychiatric drugs over severalyears, but the medical professionals who prescribedthem never made me feel empowered or informed.They didnt explain how the drugs work, honestlydiscuss the risks involved, offer alternatives, or help mewithdraw when I wanted to stop taking them.Information I needed was missing, incomplete, orinaccurate.

    Ho utilizzato per svariati anni diversi psicofarmaciantipsicotici, ma i professionisti che me li prescrivevanomai hanno ritenuto di dovermi rendere partecipe n di

    dovermi informare. Non mi hanno spiegato comeagiscono gli psicofarmaci, n mi hanno onestamenteinformato dei rischi connessi, n delle alternativeofferte, n mi hanno aiutato nella sospensione quandoho deciso di non prenderne pi. Le informazioni di cuiavevo bisogno o mancavano, o erano incomplete,oppure non erano corrette.

    Credo che quanto raccontato da Hall sia un buon

    esempio che mostra di come si tratti dellincontro didue vincoli. Per prima cosa voglio per dire, senza conquesto volere togliere alcuna responsabilitallIstituzione Psichiatrica, che con le condizionidescritte da Will non facile lapertura di un qualchecampo relazionale nemmeno se lincontro, al di l dellaPsichiatria, avvenisse in un altro contesto o setting ditipo istituzionale per metodologia. Dico appositamente

    di tipo istituzionale per voler sottolineare il metodoche contraddistingue e caratterizza lIstituzione. Non miriferisco allIstituzione perch penso che al suo internonon ci possa essere quella conoscenza di buonepratiche che sarebbero state necessarie per aiutarecoerentemente Will, ma lo dico perch quelleconoscenze, dove ci sono, allinterno di unametodologia istituzionale, di potere, autoritaria e in unalogica delle Utilit, vengono nullificate per fare posto ad

    una relazionalit autoritaria che lascia prevalerelinteresse di teorie desuete, dellEconomia e delle casefarmaceutiche. NellIstituzione sincontrano i vincoli

    della sofferenza che tengono Will in difficoltrelazionale e i vincoli istituzionali che impongono diservire un metodo autoritario e non certo lindividuo;certamente imposti coattivamente ad alcuni operatori,da altri scelti nel loro farsi Istituzione, ma semprevincoli non superabili in una cornice metodologica

    istituzionale.

    I gruppi di mutuo appoggio, informali, non istituzionaliche prendono a cuore le problematiche degli individuiche vivono condizioni di Disagio Relazionale non hannoun bagaglio di conoscenze particolarmente specialisticoal punto da poter rappresentare un ostacolo per leprofessionalit istituzionali; lIstituzione daltra parte

    non ha vincoli nellacquisizione di sapere e conoscenzaalternative. Il problema non consiste tanto inconoscenze inscatolate, a sistema chiuso, noncomunicanti. Chi lavora in Salute Mentale, alla primaoccasione che trova, dichiara dessersi contaminatodalla testa ai piedi. Peggio del tragico disastro dellacentrale di Chernobyl. Tranne poi a volere scomparirenel nulla quando gli si chiede come mai con tutte questecontaminazioni al massimo che si passa da una

    Psichiatria manicomiale ad una istituzione del MaleMentale. Il problema rimane quello del metodo. I vincolidella metodologia istituzionale riducono lindividuoprofessionista a restringere le sue potenzialit semprepi in un cul di sacco fino nullificarlo come individuo,come portatore di conoscenze e di pratiche, comeprofessionista e a portarlo perfino alla difesa sfrenata,priva di ogni capacit di critica aperta, di una

    manicomializzazione della relazione.La critica alla Psichiatria e al suo essere costrittiva ormai troppo antica e perfino stantia e dmod mentreurge una critica distruttiva della relazionalit autoritariache nel frattempo ha costruito lautoritaria SaluteMentale. Chiedersi se ancora oggi possa esistere unaPsichiatria non costrittiva, da un lato porsi in unatautologia, dallaltro veramente un baloccarsi su una

    polemica che, se non altro, si vuole vincente nellAnti-psichiatria, ma che di fatto si lascia sfuggire lamanicomializzazione del territorio da parte della SaluteMentale. Daltra parte non ci si accorge che, per lastrutturazione con la quale la Salute Mentale si presentaoggi, il termine Psichiatria (lultima versioneconosciuta quella manicomiale) non pi adatto.

    Riferendomi allItalia, che la Psichiatria, per come si storicamente determinata e per quello che haprodotto, fino alla sua ultima versionenellorganizzazione manicomiale, sia stata oltre che

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    costrittiva prima di tutto e massimamente autoritaria,non sembra ci siano dubbi nemmeno per gli stessipsichiatri. Non ce ne sono nemmeno per la SaluteMentale che, se si data unorganizzazionecompletamente diversa da quella manicomiale lhapotuto fare solo dopo aver messo in discussione la

    Psichiatria come pi che costrittiva direttamenteautoritaria. Se per Psichiatria intendiamo una certa cosae non, nello stesso tempo, il suo contrario e, seesistesse una Psichiatria come quella esistita, nonpotrebbe non essere che autoritaria, quindi anchecostrittiva. La chiamiamo Psichiatria o SaluteMentale la critica rimane malposta se ne facciamo unaquestione di nome. La critica va posta sul tipo di

    relazionalit che lIstituzione, comunque chiamata,impone a chi, per un qualche motivo, entra in suocontatto. LIstituzione un metodo, una modalit diimporre e condizionare la relazionalit tra gli individui.La preoccupazione della critica anti-psichiatrica sembraessere quella che, se non si parla di Psichiatria, doveparlarne ha il senso di un echeggiare manicomiale, nonci sia pi niente da dire; mentre non si accorge che,continuando a rincorrere una Psichiatria ormai non pi

    rintracciabile nelle forme in cui labbiamo conosciutafino allultimo Manicomio, si lascia sfuggire le forme ditrattamento autoritario e repressivo della SaluteMentale.

    Se lo empowerment oggi parte della filosofiaaziendale la critica deve rendersi conto che liconografiadel lavoro di oggi non presenter le stesse immagini

    della miniera del carusu Ciaula che scopre la luna.Deve rendersi conto che oggi listituzione del MaleMentale non presenta pi una iconografia facilmenteindividuabile e fotografabile come quella organizzata daevidenti costrizioni, con sbarre, cancelli, sedie rotanti,camicie di forza di manicomiale memoria. Liconografiadella Salute Mentale di oggi quella di Will Hall, quelladella mia amica Maria ma anche quella che haassassinato Francesco Mastrogiovanni non meno

    autoritaria della Psichiatria manicomiale ma non perquesto abbiamo bisogno di camuffarla sotto le spogliedella Psichiatria. La Salute Mentale, per come s andatacaratterizzando, non ha bisogno di ricorrere allaPsichiatria per mostrare la sua metodologia di potere eautoritaria. Allo stesso modo dovremmo imparare a fars che anche la critica compia un salto di qualitabituandosi a puntare lattenzione sulle modalit attuali

    della Salute Mentale che, ormai da tempo, dopo unaserie di promesse da molti accolte ma rivelatisi

    ingannevoli, merita le stesse attenzioni distruttive cheabbiamo dedicato al manicomio.

    Questa volta la critica alla Salute Mentale non devepreoccuparsi solamente di distruggere strutture madeve alzare il tiro e preoccuparsi di attaccare la

    modalit del relazionarsi istituzionale, di attaccare lametodologia della relazione di potere, di dominio,autoritaria, istituzionale rimasta indenne dopo ilsuperamento del Manicomio, riformata e rinvigoritasinellistituzione della Salute Mentale. Prima le persone sipicchiavano e si pestavano dentro il Manicomio, oggi sipestano e si picchiano dentro le Case Famiglia, leComunit Alloggio e le altre strutture intermedie dove

    nessuno va pi a guardare perch tanto non sono piManicomio. Che nessuno pone a critica severa perch,dopo tutto, l c di mezzo linvestimento degli amici picari che non si possono deludere anche quando il lorochiudere un occhio sta producendo le nuove piaghedella manicomializzazione del territorio. Queste, nateper essere intermedie tra il Manicomio e qualcosaltro,e qualche volta tra il Manicomio e il cimitero, sonodiventate stabili e definitive andando a fare parte delle

    nuove strutture della manicomializzazione delterritorio. Gli organizzatori di quella strutture, tuttirigorosamente e di fatto anti-psichiatri, che siproponevano attraverso di esse di svuotare ilManicomio, dopo trentanni di raccolta di elemosina daicomuni, e dopo aver visto passare la gestione dellestrutture intermedie anche dalle mani dei peggioritirapiedi di politici e mafiosi con i quali hanno

    convissuto in armonia dintenti, non si rendono contoche tutti questi anni hanno organizzato per i residentila stessa istituzionalit manicomiale. Anche loro sono,come Philippe Pinel francese o il Barone Pietro Pisani aPalermo, nuovi liberatori da vecchie catene per nuovecatene nelle quali, col tempo, o si sono appassionati o sisono incastrati. Le strutture intermedie, seppelliti gliultimi individui gi larvizzati dal Manicomio,rappresentano, ormai da tempo, uno dei punti di

    raccolta della nuova cronicizzazione. I tanti giovani oggiin Salute Mentale che non hanno famiglia, dove limettiamo? Veramente non ci si accorge di quanto unasimile domanda e una simile pratica siano affini a quelleche si trovarono a porsi e a realizzare tanti direttori etanti amministratori di Manicomio; di quanto la logicadella Salute Mentale in tantissimi suoi aspetti non si siaspostata di un millimetro. Le biografie che a breve

    usciranno, dal coccodrillo autografo gi in anticiporedatto, li presenteranno come i nuovi beati della SaluteMentale ai quali sperano dessere affiancati tanti beati

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    dellAnti-psichiatria. LOlimpo dei novi liberatori gipronto.

    La domanda va allora riformulata in una modalit nonmanipolatoria: esiste una Salute Mentale non costrittiva?Esiste; s. Proprio cos. La Salute Mentale di oggi, per

    essere autoritaria, non ha bisogno di una Psichiatriacostrittiva organizzata in Manicomio. Non ci sono dubbiche sia autoritaria, ma anche diversamente autoritariarispetto alla Psichiatria del Manicomio. Questodiversamente non un aspetto secondario o di pelonelluovo; fondamentale per chi vuole prenderecoscienza e capire in che cosa consista lautoritarismodellattuale Salute Mentale e per trovare quali siano oggi

    gli strumenti di lotta contro tale autoritarismo perunautogestione della propria vita e della propria salute.

    Oggi, la Salute Mentale relativamente alla costrittivitnon presenta una omogeneizzazione come quella che siriscontrava e che caratterizzava tutti i Manicomi. Ancheperch non ha la stessa centralizzazione che potevamoriscontrare nel Manicomio. Oggi esistono vari DSM e, aseconda del servizio a cui una persona si rivolge, pu

    trovare una situazione pi o meno costrittiva. Puperfino trovare un trattamento non costrittivo; comepu trovare un trattamento di morte. Ma non perquesto listituzione della Salute Mentale menoautoritaria. possibile trovare una relazione per nientecostrittiva, perfino democratica, perfinodempowerment ma non per questo meno autoritaria.Solo diversamente autoritaria. La costrizione, ottenutacon i metodi e le pratiche della costrizione, ieri era unacostante delle pratiche psichiatriche; oggi la costrizione solo uno dei tanti strumenti, sempre possibili,dellautoritarismo dellistituzione Salute Mentale afianco di altri strumenti democratici fino alla morte inTSO in un repartino della Salute Mentale inserito nellaSanit italiana. un gioco oggi per la Medicinapsichiatrica non essere costrittiva, mentre impossibilenon essere autoritaria rimanendo Istituzione. Laspetto

    evidentemente pi costrittivo il TSO, ma perevidenziare i trattamenti autoritari della Salute Mentalenon c bisogno di trovarsi di fronte ad un TSO.Dobbiamo per imparare a saperli evidenziare e a farliemergere. anche vero che una persona che ha subitodiversi TSO pu essere portata a vedere questa praticacome autoritaria mentre gli sfugge il senso di tutte lealtre pratiche che, di fronte ad un TSO, gli possonosembrare trattamenti fraterni. Ma anche vero che untale vissuto da legacci ai polsi non quello di unManicomio che non esiste pi ma quello di una SaluteMentale in piena attivit. Will Hall non ci presenta n ci

    racconta un trattamento costrittivo; mentre ci descriveunesperienza altamente autoritaria, non come quelladella Psichiatria o della Salute Mentale italiana, ma quelladella Medicina Psichiatria di paesi comunque evoluti eallavanguardia nelle problematiche del DisagioRelazionale. Nessuno, se non nel suo diritto a delirare,

    direbbe che attualmente in Italia abbiamo unaMonarchia, anche se il controllo sociale si raffinato,realizzando una societ di polizia, fino a superare quellodei regimi conosciuti finora. Vogliamo andare a cercareUmberto I o vogliamo capire quali sono i responsabilidellodierno massacro, capire come agiscono e capirecome e dove attaccarli?

    Non credo che oggi ci interessi andare a cercare idirettori di Manicomio, mentre non capiamo cosa fannoe come agiscono i vari responsabili dei servizi dei DSMche sono diventati pi che direttori di Manicomio. Idirettori di Manicomio si sono centuplicati. Larroganzadi un direttore di Manicomio forse si poteva spiegarecon la penuria di conoscenze di fronte alla gestione diuna vera e propria citt dei matti. Oggi un direttore diservizio di DSM, che pure pu godere di uninflazione di

    conoscenza e di buone pratiche, impensabili in tempi diManicomio, e che dirige un servizio che, rispettoallimmensit di una citt Manicomio solo poca cosa,pu manifestare unarroganza e unautorit che nontrova giustificazione in nientaltro che nella relazionalitdi potere su cui si fonda ogni metodologia istituzionale.Non incontreremo pi, o almeno con molta menofrequenza, i signorotti in camice bianco seguiti da uno

    stuolo di portaborse; oggi li possiamo incontrare ingiacca e cravatta o papillon e perfino con nu jeans e namaglietta come segno di un democratico porsi alla pari.La loro arroganza vuota, perch non descrive alcunaresponsabilit; dopo tutto in tutto quello in cui loronon arrivano responsabile lAzienda, la Regione, loStato che sono in crisi. La stessa identica musica deisuonatori manicomiali. Ma non siamo in Manicomio equesto qualcosa vuol dire.

    Nella Salute Mentale in Italia troviamo operatorisanitari assassini come quelli di Mastrogiovanni, comepulzelle che per anni fanno colloqui con psicologi negliambulatori del DSM, dove si vanno ad accomodare conappuntamenti concordati e con cronometricapuntualit. Troviamo anche anti-psichiatri assiduifrequentatori, qualche volta coattivamente ma qualchevolta anche per libera scelta e con programmiconcordati, non tanto della Salute Mentale, che per loronon esiste, quanto direttamente di una Psichiatria daManicomio contro la sussistenza della quale si

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    sentono in lotta. Dopo tutto che male c se uno vuolefare fuori un Mussolini, un Hitler o un sovrano dellaMonarchia Sabauda? Ci pu essere certamente unservizio non costrittivo come quello dove hannoassassinato Mastrogiovanni, ma non per questo menoautoritario. S; proprio cos. Anche quel servizio fa

    parte di un DSM che, a sua volta, regolamentato dalDiritto della 180, legge che rappresenta il Diritto eche non costrittiva. Anche quel servizio prevede unconsenso informato e tutte le garanzie democratichedel Diritto. Non certo costrittivo. Prevede il Dirittoanche nei casi di TSO. Mastrogiovanni mortoassassinato dalla democrazia dove una Istituzione noncostrittiva per Diritto ma autoritaria per relazionalit al

    di l di ogni diritto e, si spera, con la definitiva pace delmito del Diritto. Forse andare a vedere coshanno fattoa Mastrogiovanni molto pi semplice di andare avedere cosa hanno fatto ad altri senza TSO. Ma questo che dobbiamo imparare: andare a vedere cosa fala democratica e non costrittiva Salute Mentale.

    I gruppi con funzione di mutuo soccorso, comunquechiamati, che prestano la loro attenzione a persone in

    situazioni di Disagio Relazionale, vivono allinterno diuna metodologia antiautoritaria e autogestionaria?Mirano al mantenimento della relazione allinterno diuna metodologia dellempatia? Hanno scelto una piaperta possibilit di utilizzare il pensiero in modo liberoe senza i condizionamenti delle case farmaceutiche,delle gerarchie, degli avanzamenti di carriera,delloccupazione politica delle poltrone istituzionali? O

    incontrano lindividuo al centro di una missione di solodiverso controllo sociale? Hanno anche la possibilit diafferire alle stesse conoscenze che hanno formatoluomo istituzionale ma hanno scelto e deciso diutilizzare quelle conoscenze in una cornice di liberopensiero e di relazione empatica?

    La critica va meglio posta. Ogni pur sprovvedutopsichiatra avrebbe solo ragione rispetto alle richieste e,

    addirittura, alle pretese di Will. Potrebbe facilmentegiustificarsi dicendo che nelle condizioni in cui Will sitrovava non sarebbe stato possibile, perch le suecondizioni cliniche non lo permettevano, agiremedicalmente in modo diverso. Anzi dir che chiunqueavesse fatto diversamente, secondo le richieste di Will,avrebbe solamente peggiorato la situazione. Troversicuramente un qualche protocollo che gli avrebbeimpedito di operare diversamente o che lo avrebbevincolato a quel tipo di trattamento che Will criticacome maltrattamento. Direbbe che:

    - mentre un paziente sente voci persecutorie e si sentefortemente e realmente perseguitato al punto danascondersi e isolarsi nel suo appartamento;

    - mentre nello stesso tempo vive esperienze bizzarre inuna situazione di paura che lo rende incapace perfino di

    prendersi cura di se stesso;

    - mentre una tale perdita di contatto con la realt loporta al punto di attuare diversi tentativi di suicidio;

    - mentre arriva alla sua osservazione in una cotaleallarmante condizione di estrema diffidenza;

    - la sua scienza e coscienza, e un qualche protocollo

    sempre disponibile, hanno fatto operare lui e la suaquipe nellunico modo possibile.

    La stessa cosa per quanto riguarda i farmaci e lealternative. Direbbe che ha utilizzato gli psicofarmaciche il progresso e le case farmaceutiche gli fornisconoe, per le alternative, direbbe che la Scienza Medicapsichiatrica, per la diagnosi di disturbo mentale,prevede un protocollo psichiatrico e non certo lealternative pensate da Hall. Se non bastasse, direbbe,anche in Salute Mentale, un medico autonomo nellescelte terapeutiche. Direbbe ancora che, in ogni caso,anche in una condizione da TSO, Hall sarebbe statolibero di rivolgersi ad un altro qualsiasi psichiatra o adunaltra qualsiasi forma di cura alternativa.

    Vagli a dare torto. Una simile giustificazione avranno

    dato gli psichiatri e gli altri operatori sanitari neiconfronti della morte, registrata perfino dalletelecamere, di Francesco Mastrogiovanni legato mani epiedi in un letto della Salute Mentale italiana. Vagli adare torto. Questi emeriti professionisti della SaluteMentale, che definire porci perfino portare offesaad un magnifico animale, sono lIstituzione, sono ilpotere della Salute Mentale; difesi da avvocati, difesi damagistrati. Loro sanno perfettamente quali sono lebuone pratiche ma accettano e condividono lametodologia che riduce ogni sapere a merda, finoalluccisione di un individuo nelle condizioni di paziente.I gruppi con funzione di mutuo soccorso in qualemetodologia di lotta si muovono?

    Non facile allinterno dei servizi di Salute Mentaleparlare di psicofarmaci anche al di l dello schieramento

    pro o contro. Relativamente a quello che io stessoconosco, il manuale contiene una serie di informazionidattualit riguardanti largomento psicofarmaco. Una

    i f i h d bb i d h t tti li i il i l i t i

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    informazione che dovrebbe riguardare anche tutti glioperatori di un servizio di Salute Mentale e il lororapporto diretto con il cliente o utente. allinternodi questo rapporto che la persona, il paziente vainformato, propriamente secondo quanto riconosce ilDiritto, sugli psicofarmaci anche in vista di un migliore e

    pi corretto consenso informato.

    Questa una cosa difficilissima, se non impossibile cheavvenga, non solo per gli operatori di un Dipartimentoin generale ma difficile anche per gli operatori che ilfarmaco prescrivono. Il contratto sullo psicofarmacoavviene nellincontro paziente e psichiatra. Nellamaggior parte dei casi si tratta di un contratto fittizio inuna relazione totalmente sbilanciata a favore delmedico. Dallinizio alla fine del rapporto, durante ilquale, di quello che succede e che il paziente vive, ilmedico sempre quello che ha capito tutto e ilpaziente sempre quello che non capisce mai niente.

    Lautore, Will Hall, ha fatto esperienza di psicofarmaciin prima persona, in seguito ad una sofferenza moltograve costellata da diversi tentativi di suicidio, da voci

    persecutorie, da esperienze bizzarre, da incapacit nelprendersi cura di se stesso. Come in tutte le condizionidi Grave Disturbo Relazionale lambivalenza neiconfronti dello psicofarmaco forte, come forte daltraparte la sofferenza. Dopo un primo periododassunzione, il danno aggiunto pu portare alladecisione di sospensione degli psicofarmaci. Quella dellasospensione credo sia una parte importante e rilevante,ma solo una parte. Non possiamo per parlarnecorrettamente senza pensare anche ad unaltra parteimportante del discorso: se non tutti, dopo anni diassunzione, riescono a sospendere forse perch nontutti ce la fanno. Se non tutti ce la fanno, in partesembra sia dovuto alla stessa sofferenza, in parte allastessa azione avversa dello psicofarmaco. Quanto delluna e quanto dellaltra. Se molti ce la fanno asospendere c da pensare che, al di l degli effetti

    avversi degli psicofarmaci, facciano ricorso ad unaltrarisorsa, forse assente in chi non ce la fa. Qual questarisorsa di cui i servizi non dispongono? E quanto incidesulla guarigione lassenza di alternative? E quanto incidesulla cronicizzazione che riduce un individuo al a solo,esclusivo e perenne controllo psicofarmacologico?

    Stiamo qua comunque facendo delle considerazionigenerali; mentre voglio ancora ribadire che lacondizione di Disagio Relazionale certamentequestione relazionale dove lindividuo implicato con la

    propria persona, il proprio corpo, la propria storiapersonale, la propria storia sociale, la propria comunit.

    Chi ce la fa nella sospensione, che poi altro non significache farcela contro la stessa sofferenza, sembra facciaricorso non solo ad una modalit relazionale diversa col

    mondo esterno, ma anche ad una diversa relazionalitcon se stesso. Ricorso ad una risorsa che possiamoindividuare in unautodeterminazione e non certo in unempowerment per gentile concessione; nellaresilienza sia del cervello che del corpo tutto, in uninvestimento in autogestione. Forse allora dobbiamopensare di uscire dalla sfera individuale e dare unosguardo alla relazione individuo comunit. Farcela o nonfarcela allora sempre nella relazioneindividuo/comunit e nella metodologia relazionale. Inrelazione alla comunit, dove il gruppo non rimaneaccozzaglia numerica, aggregazione senzanima, senzasenso, senza nessun senso di comunit e senza praticadella comunit. Il metodo istituzionale, portassequalsiasi nome, non ha spazio, occasione, possibilit peri bisogni demancipazione n dellindividuo n dellacomunit.

    Ho cominciato con il considerare con pi attenzionele mie diverse possibilit, non pi basandomi su autoritmal informate che mi dicevano che cosa fare, ma suquello che io trovavo e imparavo. Pi che in unempowerment, sicuramente non concedibiledallIstituzione in una prospettiva libertaria edemancipazione individuale, non ci stiamo per casotrovando in una lotta di resistenza autogestionaria, incui lindividuo investe le sue forze personali e le forzedella comunit contro lautoritarismo di ogni Istituzionedi Stato e di ogni relazionalit autoritaria?

    Qualche volta, troppe volte, quello della Salute Mentale,in quanto istituzione, diventa, contraddicendo tutte lepremesse e le promesse, un peso sovrastante tutti glialtri, fino a scacciare e smarrire lo stesso senso della

    sofferenza e ogni possibilit di autodeterminazione, diincremento delle risorse personali, di resilienza lontanoda ogni possibilit autogestionaria ma, peggio ancora,lontano dogni possibilit di guarigione.

    Ma questo un discorso pi ampio che, lungi daunaspettativa deterministica, ci invita a ritornaresullimportanza del manuale nella prospettiva di unametodologia autogestionaria e di una relazionalit

    empatica necessarie e prioritarie anche quando una vitafuori controllo, ci spinge a dover decidere quali siano imezzi per noi migliori che ci possono venire in aiuto.

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    Nota dellAutoreQuesto un manuale che avrei voluto avere mentrestavo assumendo psico-farmaci. Il Prozac mi ha aiutato

    per un po, poi mi ha provocato maniacalit e istintisuicidi. Per giorni sono stato male quando ho sospeso

    lo Zoloft mentre gli operatori mi dicevano che stavofingendo. Gli infermieri che prelevavano cam-pioni di

    sangue per i miei valori di litio non mi hanno maispiegato che serviva per controllare la tossicit dellopsicofarmaco, cos come pensavo che il Navane e altri

    farmaci antipsicotici che as-sumevo per calmare i mieistati mentali maniacali fossero necessari a causa del mio

    cervello difettoso.

    Ho utilizzato per svariati anni diversi psicofarmaciantipsicotici, ma i professionisti che me li prescrivevanomai hanno ritenuto di dovermi rendere partecipe n di

    dovermi informare. Non mi hanno spiegato comeagiscono gli psicofarmaci, n mi hanno onestamente

    informato dei rischi connessi, n delle alternativeofferte, n mi hanno aiutato nella sospensione quandoho deciso di non prenderne pi. Le informazioni di cui

    avevo bisogno o mancavano, o erano incomplete,oppure non erano corrette. Quando finalmente ho

    iniziato a imparare i modi per stare meglio senzapsicofarmaci, non stato grazie allistituzione della

    Salute Mentale ma suo malgrado.

    Per se una parte di me non voleva proprio assumerepsicofarmaci, unaltra parte aveva disperatamente

    bisogno di aiuto. La mia sofferenza stata moltogravosa diversi tentativi di suicidio, sentivo vocipersecutorie, ero estremamente diffidente, vivevo

    esperienze bizzarre, mi nascondevo isolandomi nel mioappartamento, ero