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SOMM

ARIO

Periodico diASSOCIAZIONI SPORTIVEE SOCIALI ITALIANE

Anno XVI, n. 11Novembre 2015

Reg.ne Trib. Roma n. 634/97Iscr. al Registro Nazionaledella Stampanumero p.7650

editoreClaudio Barbaro

direttoreItalo Cucci

direttore responsabileGianluca Montebelli

coordinamentoAchille Sette, Sandro Giorgi

in redazionePaolo Signorelli

hanno collaboratoMarco Cochi, Marco Cortesi, Massimo Di Mar-cello Donatella Italia, Eleonora Massari, MatteoMonaco, Massimiliano Morelli, FedericoPasquali, Luisa Santiloni, Umberto SIilvestri.

direzione e amministrazioneVia Capo Peloro, 30 - 00141 RomaTel. 06 69920228 - fax 06 69920924

ufficio comunicazione e [email protected]

progetto grafico e impaginazionePromedia Audiovisivi s.r.l.

Chiuso in redazione: 30/11/2015

3 L’editorialeClaudio Barbaro

4 A Doha un Mondiale da recordMassimo Di Marcello

7 Il Cip diventa ente pubblicoFederico Pasquali

8 Barcellona, un sogno chiamato Camp Nou Massimiliano Morelli

12 Azerbaijan il futuro anche nello sportMarco Cochi

16 L’Intramontabile fascino del Palio di SienaMatteo Monaco

20 Determinazione e passione sportivaLuisa Santiloni

24 Quel “Pasticciaccio Brutto” dello stadio Nando MartelliniGianluca Montebelli

28 In campo c’è l’automaMarco Cortesi

30 L’importanza di non giocare da soli Donatella Italia

34 A Caorle da tutta Europa per la festa del karate

36 A Molinella il campionato ASI di kickboxing

38 Federazione Sport Chanbara con ASI il pieno rispetto delle linee guida di formazioneLuisa Santiloni

40 Asi Organizza

44 Asi Attività

47 Controcopertina

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Il Corriere della Sera ha recentemente pub-blicato un’inchiesta sul mondo del ciclismoprofessionista che tratteggia un quadroallarmante. Quattro ciclisti su dieci, pur dicontinuare a correre, sarebbero costretti apagarsi lo stipendio da soli, aiutati da paren-ti o da piccoli sponsor personali. La compo-sizione delle squadre, quindi, avverrebbenon per meriti sportivi, bensì sulla base del-la disponibilità economica degli atleti (esau-rita la quale, si azzererebbero le chance dicarriera nei professionisti e rimarrebbe solola possibilità di trasferirsi in un altro paeseo “retrocedere” nei dilettanti).Senza considerare che la maggior parte deipagamenti in questo sistema avverrebbe innero (con evidente danno nei confronti del-le casse dello Stato), quanto emerge dalledichiarazioni rese al Corriere della Sera dateam manager di squadre ciclistiche profes-sionistiche configura una forma di dopingeconomico che si mischia pericolosamentecon quello chimico per cui questo sport è tri-stemente noto.Un sistema intossicato che sfrutta la passio-ne sportiva e l’ambizione personale persostenersi, rinnegando i valori che lo sport -qualunque esso sia - porta con sé. E lo fa connaturalezza, senza preoccuparsi delle illu-sioni alimentate e dei problemi personaliche potrebbe concorrere a far nascere. Cambiare paese, gareggiare tra i dilettanti o

Lo sport italiano, tra doping chimico

ed economico> Claudio Barbaro

EDITORIALE

pio il mondo del pallone nostrano, unmodello di calcio non sostenibile, basato subilanci drogati, caratterizzato da interme-diazioni borderline e da diffusa corruzione.Nonostante l’ Uefa abbia varato il fair playfinanziario che imporrà il pareggio tra costie ricavi a partire dal 2018-19, le squadre ita-liane restano oggi forti e belle a vedersi (sep-pur sanzionate dalla stessa Uefa, comeavvenuto per Inter e Roma), ma indebitatefino al collo. Tutta colpa del doping finanzia-rio che si affina, entrando nella fase dellenuove, più forti e sempre finte plusvalenze. Nel silenzio assordante della stampa tradi-zionale, con Federazione e CONI che ancorasopportano questo sistema, si mettono inatto illeciti tollerati con cui il calcio italianova giorno dopo giorno deteriorandosi.Potremmo stare qui a discutere se questadegenerazione diffusa sia un po' il prodot-to di un meccanismo di specchi tra società esport, oppure potremmo prendere a prete-sto la vicenda per domandarci la validitàdella distinzione professionisti-dilettantiper come è stata costruita e delle sue conse-guenze anche a livello giuslavorista. Noi, però, preferiamo domandarci come ilCONI intenda intervenire su queste degene-razioni che, mentre rappresentano il pro-dotto di un’ipercompetitività imperante,finiscono per minacciare dall'interno latenuta di un sistema che, come detto altro-ve, è piegato su se stesso, verticista e obso-leto.

Un sistema intossicato che sfrutta la passionesportiva e l’ambizione

personale per sostenersi,rinnegando i valori che

lo sport - qualunque essosia - porta con sé. E lo facon naturalezza, senza

preoccuparsi delle illusionialimentate e dei problemipersonali che potrebbe

concorrere a far nascere

dover reinventarsi un lavoro dopo una vitaspesa sui pedali: sono scelte difficili, eppu-re obbligate, in un contesto in cui per rag-giungere l'obiettivo di correre a certi livelli,avere un'opportunità e visibilità "alla Niba-li", si è disposti a rischiare grosso. Vincere operdere tutto, all-in.Purtroppo tutto ciò accade nel ciclismo, masuccede anche altrove. Si prenda ad esem-

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SPORT / Mondiali Paralimpici

A Doha un Mondiale da recordOltre 1300 atleti hanno

preso parte ad un evento cheha coinvolto il “gotha”

dell’atletismo internazionale.L’orgoglio italiano è stato

tenuto alto da MartinaCaironi, Assunta Legnante e

Oxana Corso che hannoconquistato medaglie pesanti

I mondiali Paralimpici di atletica leggera diDoha (Qatar), evento globale secondo per par-tecipazione solo alla Paralimpiade di Londra2012, si sono rivelati subito da record già pri-ma di iniziare, infatti con gli oltre 1300 atletipartecipanti supera di gran lunga le edizioni deicampionati iridati precedenti. A questo si vanno ad aggiungere le altissime

performance qualitative degli atleti partecipan-ti, assecondati dal fondo di una delle piste piùveloci del mondo. Situato in una zona centrale di una città riccadi sfarzosi hotel, che fondamentalmente emer-ge in una zona desertica, ove il caldo e l’umi-dità sono i principali disagi per chi deve com-petere, lo stadio “Suhaim Bin Hamad – QatarSport Club”, ove viene disputata annualmenteuna delle tappe della “Diamond League

> Massimo Di Marcello

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IAAF”, è risultato molto performante ed hafavorito molti nuovi record mondiali. Tra questi spiccano i più eclatanti quali; il Record del Mondo nel salto in lungo delTedesco Markus Rehm di mt. 8,40 della cate-goria T44 (amputati ad arti inferiori). Unamisura che varrebbe un podio anche in com-petizioni IAAF, anche c’è sempre la diatribasull’uso delle protesi, già suscitata da Pistoriusnegli anni passati;

i tre Record del Mondo della cubana OmaraDurand, della categoria T12 (ipovedenti checorrono con guida), la quale nei 100m firmaun eccezionale 11”48, nei 400m ferma il cro-no a 53”05 e nei 200m stampa un recordimpressionante con 23”03. Un tempo che var-rebbe il minimo Olimpico IAAF se fosseaccettato il fatto di far correre un’atleta con laguida; i due Record del Mondo della Francese Marie

Le Fur, categoria T44 che nel salto in lungovola fino a mt. 5,84 e nei 400m per la primavolta nella storia di questa categoria ferma ilcrono sotto il minuto (59”30); il Record del Mondo di Richard Browne, Sta-tunitense della categoria T44, che nei 200m faregistrare il tempo di 21”27, mentre nei 100msi impone con un ottimo 10”61; il Record del Mondo di Vanessa Low, la Tede-sca della categoria T42 (amputate ad entram-

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SPORT / Mondiali Paralimpici

bi gli arti inferiori al di sopra del ginocchio),vola fino ai mt.4,79 strappando l’Oro allanostra atleta Martina Caironi. Il mondiale della nazionale Italiana, partitacon 13 atleti (8 donne e 5 uomini) di cui 6esordienti, si può considerare positivo perquanto raccolto nel computo degli equilibritra prestazioni top, sorprese e debacle deinostri atleti. Commento positivo dato anche dal Presiden-te Federale FISPES Sandrino Porru e dalDirettore Tecnico Nazionale Mario Poletti,entrambi si dicono soddisfatti per i risultatiottenuti, per lo spirito di squadra di tutta laDelegazione presente a Doha e per le speran-ze che tutto ciò da in proiezione dei GiochiParalimpici di Rio 2016. Le Regine della Nazionale, Martina Caironi,Assunta Legnante e Oxana Corso, non han-no tradito le attese strameritando le medaglievinte, mostrando tutto il loro valore in cam-po. MARTINA CAIRONI, la bergamasca haesordito regalando la prima medaglia(Argento) di questi mondiali alla nazionale,dove ha dovuto cedere lo scettro alla Tede-sca Vanessa Low, in una gara bellissima incui la nostra atleta vantava lo stesso accredi-to della Tedesca con cui condivideva il pre-cedente Record del Mondo con mt.5,60.Martina pur saltando ai suoi massimi livelli(miglior salto a mt.5,59), non ha potuto nul-la contro la Low che per ben quattro volte hasaltato misure superiori al precedente Record

del Mondo, fino a stabilire il nuovo conmt.5,79. La nostra Azzurra, tesserata per il “GruppoSportivo Paralimpico Fiamme Gialle”, si èriscattata vincendo la l’Oro nella gara dei100m categoria T42, ove già nella semifina-le ha stabilito il Record del Mondo correndoin 15”01. Un Record già suo ma come si eraripromessa ha voluto strabiliare il Mondo ednella finale ha migliorato di nuovo il Recorddel Mondo correndo in 14”61, di fatto la pri-ma donna della sua categoria a scendere sot-to il muro dei 15 secondi.

ASSUNTA LEGNANTE, un autenticofenomeno di supremazia, è partita alla voltadi Doha con tanti dubbi dati dal suo stato fisi-co, in quanto a causa di un’ernia discale nonha potuto allenarsi per diversi mesi. Scesa in campo accompagnata dal TecnicoNazionale e suo assistente di pedana NadiaChecchini, Assunta si pone subito in testa purlanciando senza movimento di traslocazione.La gara si fa però interessante quando la Rus-sa Sofia Oksem lancia la sfera ottenendo ilnuovo Record del Mondo della categoria F12(mt.13,60) a 10 centimentri dal miglior lan-cio di Assunta. Qui l’atleta Azzurra tesserataper la Società marchigiana dell’Anthropos,stimolata dall’avversaria, dimentica i dolorie tira fuori la stoffa da campionessa qual è. Si fa accompagnare in padana da NadiaChecchini ove si pone per effettuare l’ultimolancio in traslocazione, pur avendo già l’Oroin tasca e con un lancio straordinario(mt.14,02) mette la parola fine alla gara. OXANA CORSO, la Portabandiera di que-sti Mondiali, a Doha ha trovato la strada sbar-rata dalle situazioni burocratiche e medichedell’IPC (difficile da spiegare in breve), ilquale ha posto nella sua categoria T35 (cele-bro lesione motoria grave), atlete con capa-cità motorie superiori (di categorie nettamen-te diverse), atte a surclassare le straordinarieperformance delle avversarie.

MartinaCaironi

AssuntaLegnante

OxanaCorso

MASSIMO DI MARCELLOConsigliere Nazionale della Fispesin Rappresentanza dei Tecnici, con deleghe per il settore giovanilee per la formazione. Commentatore tecnico deiCampionati Mondiali Paralimpiciper le dirette Web e Rai sport Allenatore di Oxana Corsomedaglia di bronzo a Doha. Direttore tecnico dell’Asi Atletica Roma

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Sessanta anni dopo la nascita in Italiadella pratica sportiva per disabili, l’En-te che ne gestisce l’attività, il ComitatoItaliano Paralimpico, ha ottenuto il rico-noscimento più importante a livello isti-tuzionale. Grazie all’approvazione del-la legge 124/15 del 7 agosto 2015 sulriordino della Pubblica Amministrazio-ne, il CIP ha ottenuto il riconoscimen-to formale di Ente Pubblico mantenen-do il ruolo di Confederazione delleFederazioni e Discipline Sportive Para-limpiche sia a livello centrale che terri-toriale. E’ stato un percorso lungo: damovimento a federazione, passando poia comitato fino a diventare un Ente allastregua del CONI. E ora cosa cambia?Quali saranno i benefici per i disabiliche praticano e vogliono praticaresport, da agonisti o anche da sempliciamatori?Innanzitutto capiamo quali saranno lenovità più rilevanti. Diventando Ente pubblico, al CIP vie-ne assegnato per legge il compito diriconoscere le organizzazioni sportiveper disabili sul territorio nazionale, digarantire la massima diffusione dei con-cetti del paralimpismo e il più proficuoavviamento alla pratica sportiva. Chia-ro che tutto ciò dovrà farlo sempre incollaborazione con il CONI, ma nondipenderà più economicamente dalla“casa” dello sport italiana perché ora èun soggetto indipendente con program-mi e risorse proprie. “Rendere pubbli-co l'Ente – ha detto il presidente del CIPPancalli durante un convegno sul tema

-, significa anche che è interesse delPaese sostenerne le finalità, dunque losport per disabili ora è un interesse del-lo Stato”.Gli effetti concreti della trasformazionein ente pubblico, dunque, sono diversi.A partire da quelli economici, perchédal prossimo anno il governo è vinco-lato a garantire un finanziamento stabi-le al CIP senza dover ricorrere, comeaccaduto fino ad oggi, ad emanare unaserie di provvedimenti per erogare ilcontributo. In questi anni, infatti, spes-so il finanziamento arrivava in manieraposticcia attraverso la manovra finan-ziaria o il decreto mille proroghe, nonconsentendo all’Ente di poter program-mare la propria attività basata su unbilancio preventivo affidabile. I soldidel finanziamento, almeno per ora,dovrebbero rimanere sempre gli stessi(6 milioni di euro circa), ma garantiti ederogati con scadenze certe.. “Se fino adoggi ho sempre dovuto andare a cerca-re il finanziamento - a dirlo è semprePancalli - adesso è responsabilità delloStato stanziare ogni anno un importocosì come avviene per il CONI. Un altroeffetto del riconoscimento giuridico è lapossibilità che ora ha il CIP di sedersi“alla pari” ai tavoli con ministeri e Aslper trattare sulle convenzioni e lanciareprogetti legati al mondo della disabili-tà. Per capire appieno tutte le opportu-nità e gli scenari che potrà aprire que-sto passaggio storico, però, bisognaattendere i diversi decreti attuativi chedaranno sostanza e piena operatività alriconoscimento. Questione di pocotempo, da quanto ne sappiamo.

Il CIP diventa ente pubblico

Svolta epocale nel mondo dello sport disabili, la Confederazione delleFederazioni Discipline Sportive Paralimpiche sarà equiparata al CONI,

non appena saranno messi in atto i decreti attuativi. La novità piùrilevante che le attività saranno finanziate direttamente dallo Stato

> Federico Pasquali

L a sua grande forza di volontà, il suo spiri-to combattivo e la maturità atletica raggiun-ta nonostante la giovane età, l’hanno porta-ta a salire sul terzo gradino del podio nellagara dei 200m e ad ottenere un prestigiosoquarto posto nella gara dei 100m. Un podioinaspettato,essendo partita alla volta diDoha con il quinto tempo di accredito e nonconoscendo le nuove avversarie. La prima magia l’atleta Azzurra tesserataper il “Gruppo Sportivo Paralimpico Fiam-me Gialle”, l’ha eseguita nella batteria dei200m, ove si è imposta nettamente con iltempo straordinario di 31”53, oltre unsecondo in meno del suo Personal Best. Pur-troppo il vento rilevato a +2,5 non gli haconsentito di fare omologare il risultato qua-le Record Italiano, ma in finale Oxana siripete ad alto livello correndo in 32”20 conil vento a +1,5, stabilendo così di fatto ilnuovo Record Italiano e soprattutto riuscen-do ad arrivare in terza posizione sul traguar-do dopo le prime due Atlete sotto osserva-zione. Le sorprese più eclatanti di questo mondia-le sono arrivate dalle atlete Monica Contraf-fatto,Giusy Versace, Federica Maspero el’immenso Avise De Vidi. L’intero evento è stato seguito via web instreaming attraverso il canale di RAI Sportquale partner ufficiale per la Nazionale Ita-liana Paralimpica. Durante i mondiali, RAISport ha effettuato i collegamenti pomeri-diani commentati in diretta da bravo LucaDi Bella, coadiuvato dal Tecnico Naziona-le FISPES Michele Gionfriddo e dal sotto-scritto Massimo Di Marcello, ConsigliereNazionale e Tecnico dell’atleta Oxana Cor-so. Inoltre la RAI ha messo in onda un quo-tidiano riepilogativo di un ora, oltre ai variflash e copertine nei TG sportivi in onda sul-le varie reti RAI. Oltre alla RAI anche ilcanale Ability Channel, quale partnerFISPES ha mandato le dirette web in inte-grale per tutti i giorni dei Mondiali. Ciò evidenzia l’attenzione mediatica che ilmovimento paralimpico sta avendo già daLondra 2012, attenzione che se ben veico-lata può produrre grandi effetti sotto l’aspet-to sociale, dando maggior rilievo alla validi-tà dello sport quale potente strumento per lacultura generale.

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Dici Barcellona, o meglio dici “il calcio aBarcellona” e la mente riflette inevitabil-mente l'immagine del Camp Nou, teatrodelle mirabilie di Messi e Neymar oggi e diquelle legate a gente come Maradona e

Krankl, Cruyff e

Romario, Zamora, Rivaldo e Ronaldo, equasi si perde la conta dei campioni chehanno affascinato la platea di uno stadiomonumentale, teatro fra l'altro di una fina-le di coppa dei Campioni e di una di Cham-pions league e delle partite dell'Europeo1964 e del Mondiale 1982. Nato alla finedegli anni Cinquanta per sostituire il vec-

chio impianto di “Les Corts”, quello di Bar-cellona rappresenta oggi l'impianto calcisti-co più capiente del Vecchio Continente,quasi centomila posti a sedere, niente maleper uno stadio nato quasi per ripicca, inrisposta ai “nemici” madrileni che diecianni prima avevano inaugurato a loro vol-ta il Santiago Bernabeu.

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I GRANDI STADI / Camp Nou

> Massimiliano Morelli

Lo stadio catalano venne eretto in risposta al “Santiago Bernabeu” madrileno.Gli introiti del museo sono di poco inferiori a quelli del Colosseo

Barcellona, un sogno chiamatoCamp Nou

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I GRANDI STADI / Camp Nou

Venne costruito - si era nel 1957 - persostituire il vecchio impianto di “LesCorts” e a dirla tutta il nuovo scenario cal-cistico avrebbe dovuto essere intitolato aJoan Gamper, fondatore del club catalano.Ma si preferì evitare, anche perché Gam-per era un vero e proprio promoter delnazionalismo catalano, e in quegli annil'idea non era certo appoggiata dalla poli-tica spagnola. Anzi, Gamper venne addi-rittura espulso dalla Spagna, pure se mol-ti anni dopo la morte, avvenuta per suici-dio, la sua figura venne rivalutata al pun-to che oggi è a lui dedicato un trofeo cheporta il suo nome e la municipalità locale

gli ha intitolato anche una strada, la Car-rer de Joan Gamper. Così nacque l'Estadidel Futbol Club Barcelona, poi trasforma-to grazie a un referendum e sotto la gestio-ne-Gaspar, nel 2001, in Camp Nou.Affascinante, coinvolgente, teatrale: ilCamp Nou venne inaugurato da un'ami-chevole disputata contro i polacchi delLegia Varsavia e vinta dai catalani (4-2)con la prima rete messa a segno da un cal-ciatore paraguayano con passaporto spa-gnolo, Eulogio Martinez, classe 1935, chea Barcellona viene comunque ricordatopiù che per quel gol d'apertura, per le set-te reti prodotte in un match disputato e

vinto contro l'Atlético Madrid, otto a uno.In realtà, lo stadio sarebbe poi stato ulti-mato nel 1961, quattro anni dopo averposato la prima pietra, e l'opera vennedefinita grazie ai trecento milioni di lireche l'Inter versò nelle casse del Barcello-na per acquistare Luis “Luisito” Suarez,attaccante che con la maglia azulgranaaveva conquistato l'anno prima il Palloned'Oro e che avrebbe poi contribuito allaconquista dell'Europeo di calcio da partedella Spagna e alle vittorie, nazionali einternazionali, della Beneamata targataHelenio Herrera. Ventisette anni dopo,sotto la gestione di Josep Luis Nuñez,

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venne poi inaugurato il museo del Barcel-lona, dedicato all storia del club. Unmuseo che rappresenta una delle dieciattrattive più visitate della città e che rie-sce a radunare oltre un milione e mezzodi visitatori l'anno, con un incasso di 33,9milioni di euro. Roba da strabuzzare gliocchi al solo pensiero che le visite alColosseo portano all'Italia appena seimilioni di euro un più. Ma, museo a par-te, noi italiani possiamo consolarci col fat-to che due nostre rappresentative giocaro-no partite “importanti” nel Camp Nou, ein altrettante occasioni si vinse: nel 1982,quando l'Italia di Bearzot sconfisse la

Polonia nella semifinale Mundial (2-0) enel 1989, quando il Milan di Sacchi stron-cò le resistenze dello Steaua Bucarest nel-la finale di Coppa dei Campioni (4-0).Work in progress, a Barcellona si stannocomunque studiando ulteriori migliorieper l'impianto sportivo che rappresental'emblema della Catalogna: la capienza,per esempio, sarà portata a centoseimilaspettaori, mentre sarà creata una copertu-ra mobile degli spalti. E la facciata ester-na sarà a sua volta ricoperta da pannellirossi, blu, dorati e bianchi, e di nottesaranno illuminati. Per intenderci sullostesso stile dello stadio di Monaco di

Baviera, l'Allianz Arena. Calcio e nonsolo, al Camp Nou hanno cantato fra glialtri Michael Jackson, gli U2 e BruceSpringsteen, ma va anche aggiunto chel'impianto è stato perfino teatro di sfilate,come quella realizzata da Dirk Bikkem-bergs, per intenderci lo stilista che nel2000 lanciò la linea di moda “Bikkem-bergs Sport”, che includeva t-shirt con illogo di un calciatore, e che avrebbe poidisegnato anche le divise dell'Inter. Si diceche non di solo calcio vive l'uomo, ma aBarcellona hanno dimostrato che il foot-ball possa bastare e avanzare per campa-re bene.

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PAESI EMERGENTI/ Azerbaijan

Azerbaijan il futuroanche nello sportLa nazione caucasica, economicamente forte grazie al petrolio, ha già ospitato, a Baku,la prima edizione dei Giochi Europei. Nella politica di sviluppo e trasformazionedelle città c’è anche la voglia di crescere nel mondo sportivocon grandi investimenti sia nell’impiantistica che nell’organizzazione

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“The jewel”, il gioiello, così durantel’esposizione universale di Milano era sta-to ribattezzato il Padiglione dell’Azerbai-jan, architettonicamente parlando il piùbello di tutta l’Expo, tanto che i visitatorierano disposti a patire lunghe ore di filaaccalcandosi davanti alle sue porte ondu-late, pur di visitarlo.Un autentico successo ingigantito dal fat-to che la Repubblica caucasica partecipa-va per la prima volta a un’esposizione uni-versale.La struttura, interamente realizzata invetro, acciaio e legno, era stata costruita a

tempo di record da un team di creativiinteramente italiano con un budget di seivolte inferiore, rispetto a quello utilizzatoper l’edificio che invece rappresentava ilnostro paese.Un’efficienza operativa e organizzativache testimonia l’eccezionale fase di cre-scita che sta attraversando una nazionepopolata da dieci milioni di abitanti, rac-chiusi fra le pendici del Caucaso meridio-nale e il Mar Caspio. La capitale Baku è un cantiere a cieloaperto e nell’arco di un decennio è stataproiettata da cittadina sovietica di perife-ria a metropoli, che guarda al modello del-le ‘new town’ degli Emirati arabi, costel-

late da futuristici grattacieli con sagomeardite e quartieri di lusso lungo la costa. Lo skyline di Baku è dominato dalle Fla-me Towers, tre torri firmate NormanFoster, alte 190 metri, che riprendono ilsimbolo nazionale della fiamma e che dal-l’imbrunire all’alba, grazie ai diecimilapannelli Led che le adornano, brillanocome fiamme e sono visibili da tutta la cit-tà. Dietro a tutto questo sfarzo, c’è un mer-cato in espansione che negli ultimi diecianni ha moltiplicato il Pil del paese,soprattutto grazie alle scoperte di giaci-menti ‘offshore’ che hanno rilanciato laproduzione di petrolio e di gas naturale.

> Marco Cochi

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PAESI EMERGENTI/ Azerbaijan

La storia dell’ex dominio sovietico è pro-fondamente legata alla presenza e allosfruttamento dell’oro nero, tanto che il pri-mo pozzo di petrolio al mondo fu trivella-to nel 1849, proprio a sud di Baku.Le stime più attendibili considerano chel’Azerbaijian dispone di riserve di greggioper sette miliardi di barili e di circa altri 18miliardi recuperabili. La compagnia petro-lifera statale (Socar) ha passato gran partedegli anni novanta a stipulare accordi conle multinazionali straniere per l’esplora-zione e lo sfruttamento dei giacimenti.Per quanto riguarda il gas naturale, si valu-tano 1,3 trilioni di metri cubi di riserve pro-vate e di 4,4 trilioni recuperabili, con Bakudestinata a giocare nei prossimi decenni unruolo sempre più importante nel mercatodell’oro azzurro, in concorrenza con quel-lo della Russia.Appare evidente, che l’economia del pae-se sia fortemente vincolata allo sfrutta-mento delle sue risorse energetiche: il set-tore, secondo il ministero delle Finanze diBaku, incide per oltre il 75% delle entratefiscali complessive, ma le stime del Cen-ter for Economic and Social Developmentdi Baku, parlano di una cifra che superal’84%. Mentre gas e petrolio rappresenta-no ben il 95% delle esportazioni azere. Il paese asiatico si distingue anche per unalto grado di efficienza amministrativaraggiunta grazie all’Asan (AzerbaijaniService and Assessment Network), un’or-ganizzazione governativa subordinataall’Agenzia di Stato per il Pubblico servi-zio e le innovazioni sociali, creata nelluglio 2012 con l’obiettivo di assicurareservizi pubblici avanzati nel paese.I centri Asan offrono più di 240 servizi alcittadino, sette giorni su sette, in modo dapermettere a qualsiasi persona di usufruir-ne. Per la loro efficienza, hanno vinto ilpremio speciale nella categoria “Improve-ment of the public service delivery” del2015 UN Public Service Delivery e hannoavuto anche la benemerenza del BritishSafety Council per l’“Establishment ofsafe working conditions in the organiza-tion of public services”.Oltre a tutto questo, Baku è decisamente

proiettata anche nel mondo dello sport e loha dimostrato di recente organizzando iprimi Giochi Europei, cui hanno parteci-pato i comitati olimpici di cinquanta nazio-ni. La kermesse continentale è stata l’occasio-ne che il paese aspettava da tempo per far-si conoscere nello sport europeo e, di con-seguenza, riuscire ad accreditarsi per can-didarsi a ospitare le Olimpiadi.I Giochi di Baku hanno mostrato compe-tizioni sportive di buon livello e un’ottimaorganizzazione generale, ma soprattutto sisono distinti per la qualità degli impianticostruiti per l’importante evento, come ilVillaggio Olimpico, lo Stadio Olimpico(68mila spettatori di capienza), l’arenaginnica nazionale, il centro acquatico-natatorio e il poligono di Baku. Nei mesi precedenti all’inizio dei Giochieuropei ci sono state, però, numerose cri-tiche riguardo l’assegnazione all’ Azerbai-jian, accusato dalle associazioni dei dirittiumani di brogli elettorali e tentativi dilimitare la libertà d’espressione; oltre aimetodi coercitivi con cui il presidenteIlham Aliyev reprime il dissenso.Si è molto parlato anche del fatto che l’

Azerbaijian ha negato a Owen Gibson – ungiornalista del Guardian – il visto perseguire la manifestazione sportiva. Secon-do il quotidiano britannico, la decisionesarebbe una ritorsione nei confrontidi un’inchiesta sull’Azerbaigian scritta daGibson nel dicembre del 2014.L’Azerbaijan è ed è stato anche sponsor dialcune importanti squadre di calcio euro-pee. La scritta “Azerbaijan – Land of Fire”(terra di fuoco), in bianco su sfondo blu, èapparsa negli ultimi anni sulle magliettedello Sheffield Wednesday, una squadra diserie B inglese e del Lens, squadra france-se promossa lo scorso anno in PremierLigue. Ma soprattutto dell’AtleticoMadrid, che con lo sponsor azero ha dispu-tato la finale di Champions League del-l’anno scorso, poi vinta dal Real Madrid. Infine, è importante sottolineare che la cre-scita sportiva del paese caucasico ha unruolo primario nel piano statale di svilup-po “Azerbaijan 2020 – La visione del futu-ro”, che tra gli obiettivi principali intendeanche specializzare entro il 2020 nell’ad-destramento di base, tutte le federazioni, iclub professionistici e le scuole per lo sportgiovanile.

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SPORT E STORIA / Palio di Siena

L’Intramontabilefascino del

Palio di SienaIl 2 luglio ed il 16 agosto il Piazza del Campo si perpetra il ritocollettivo che affonda le sue origini nel tredicesimo secolo. I cittadini delle 18 contrade vivono quei due giorni in maniera coinvolgente e straordinariamente intensa. Un successo regala gioia che dura per un anno intero

> Matteo MonacoDal tredicesimo secolo fino ai giorni

nostri due giorni all’anno Siena si tra-sforma, la città vive una dimensio-

ne fuori dal tempo e dalla realtà.Il 2 luglio (in onore della

Madonna di Proven-zano) ed il 16 ago-sto (in onore dellaMadonna Assunta)si perpetra la tradi-

zione del Palio, in cui ogni singolo cittadi-no si stringe intorno alla propria Contrada eda il suo contributo, grande o piccolo, perportarla alla vittoria, per l’onore e per la glo-ria e per vivere un anno speciale nel qualepoter tenere “sotto” i contradaioli rivali.Qualcosa di più di una semplice gara spor-tiva dai sapori mediovali, il Palio a Siena èun modo di vivere, un esempio di partecipa-zione collettiva. Ogni Contrada è come un

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piccolo stato guidato nella giostra da uncapitano, assistito da due o tre contradaioli,detti mangini, nei giorni immediatamenteprecedenti all’evento, e in quelli successivirappresentano in tutto e per tutto il proprio“popolo”.“È mai possibile che esista in questo mon-do qualcuno che non conosca il Palio di Sie-na?” si chiedeva nel 1894 Riccardo Broghi,uno dei più importanti esperti del evento

senese? Secondo lo storico fiorentino “sipuò ignorare, che so, la storia di quella costo-la da cui venne fuori quel rompicollo di Eva,ma non è permesso, senza valer meno di unaghiarabaldana [cosa da nulla] ignorare che aSiena, ogni anno, il 2 luglio e il 16 agosto,si fa una cosa tutta speciale e caratteristica,in una più speciale e caratteristica piazza einnanzi una folla assai speciale e caratteri-stica anch’essa”.

Le origini del Palio sono ancora incerte, ben-ché molti storici abbiano tentato di indaga-re sull’origine della manifestazione. Sienaebbe origine etrusca e, nonostante non fos-se una delle città principali, era ben collega-ta coi centri principali dell’Etruria, da Fie-sole a Cortona passando per Chiusi e Volter-ra. Tali origini lasciano pensare che il Palioderivi dai giochi equestri degli etruschi e,ancor prima, dei greci.

La Società Italiana di Storia dello Sport vi racconta la storia dello sport MondialeContinua il nostro viaggio nella storia e nel costume dello sport, un’approfondita analisi del fenomeno sporti-vo, raccontando ed approfondendo quanto abbia inciso, nel corso dei secoli, sulla cultura e sui costumi dell’uma-nità. La rilettura degli avvenimenti e l’excursus è affidato alla SISS (Società Italiana di Storia dello Sport), socie-tà fondata a Firenze nel 2004 da Angela Teja, insieme ai fiorentini Aldo Capanni e Marcello Marchioni, che van-ta la collaborazione di alcuni dei principali storici dello sport a livello europeo, costituendo la più qualificatafonte possibile del patrimonio passato del mondo dello sport. Buona lettura.

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SPORT E STORIA / Palio di Siena

Le prime edizioni del Palio si svolsero nelcorso del XIII secolo: la gara consisteva inun percorso che andava da fuori le mura del-la città sino al Duomo (da qui il nome diPalio alla lunga) in un tracciato che preve-deva differenti tipi di terreno: dai prati delsobborgo passando per il tufo delle stradeinterrate, arrivando ai marmi del Duomo.Premio per la vittoria era il pallium, un lun-go pezzo di stoffa preziosa cucito a bandeverticali e foderato da pellicce araldiche. Inun primo momento a correre i Palii eranonobili signori, notabili e ricchi cittadinisenesi e no: questi portavano i loro miglio-ri cavalli per onorare le feste dei santi e percelebrare le ricorrenze di particolari eventi.Nel XIV secolo divenne il più importantemomento ludico delle celebrazioni in ono-re dell’Assunzione della Madonna e, nel1310, venne inserito ufficialmente nello sta-tuto comunale come festa nel giorno del-l’Assunta. La prima volta che le Contrade intervenne-ro nei pubblici spettacoli fu nel 1482 quan-do, su iniziativa della Chiocciola e dellaGiraffa, omaggiarono il ritorno in patria deiRiformatori, quindici cittadini che si occu-parono di riordinare il debito pubblico, con“un bellissimo combattimento co’ bufali eco’ tori”, spettacolo che rinnovarono ogni

anno fino al 1599.Le Contrade, sin dalle loro origini in forterivalità fra loro, utilizzarono le lotte controtori e bufali per sottolineare la propriasupremazia, rendendoli capaci di affrontarequalunque pericolo per uscire vincitori.

Quando nelXVII secoloterminò la tra-dizione dellacaccia al toroper “l’inco-m i n c i a t oingentilirsi deicostumi” ini-ziarono le pri-me gare, conbufale montateda fantini, in giro per la piazza del Campo.Questa giostra venne abolita nel 1650 a cau-sa delle innumerevoli morti che si sussegui-rono nei circa cinquant’anni della sua esi-stenza. Senza delle pubbliche feste, però, i senesisembravano non poter vivere: per questomotivo i Magistrati deliberarono che fossefatto correre un Palio attorno alla piazza delCampo, con cavalli e fantini assegnati a ogniContrada.Tra il XVII e il XIX secolo i quattro giorniche precedevano il Palio erano caratterizza-ta da un movimento di gente intenta adaddossare ai palazzi che circondano la piaz-za del Campo gradinate di forma primitiva,mentre gli operai erano intenti a scaricare edistribuire la terra lungo il percorso del

Palio. La febbredel Palio eramolto forte tan-to che “ unnuvolo dimonelli sbucatida tutti i rioni,da tutte le Con-trade sgusciatiinnanzi tempodalle propriebotteghe e dallecase, con l’ar-gento vivo incorpo, corre diqua e di làfacendo un

simulacro di Palio, imitando l’affannarsi deicavalli e dei fantini, percuotendosi coi faz-zoletti annodati…e ogni tanto, giù per terraa ruzzoloni in pose birichine” . La mattina della gara, attraverso il sorteggio,i cavalli venivano assegnati alle varie Con-

trade mentredalla pianata,la parte dellapiazza delCampo chefronteggia ilpalazzo pub-blico, i senesisi accomoda-vano davantial palazzo delc o m u n e ,

pronti ad assistere allo spettacolo. Non tutti i cavalli erano pronti per il Palio: icavalli più anziani, che altre volte avevanoaffrontato i percorso, riuscivano a sostenerele mille difficoltà previste dal percorso men-tre i nuovi non affrontavano nella migliormaniera possibile le insidie del percorsoarrestandosi improvvisamente nella corsa«scaricando dal capo il cavaliere che va lun-go disteso a sentire il sapore di tufo nuovo.E qui risate, urli, maledizioni, fischi e con-tumelie all’indirizzo del cavallo e del mal-capitato fantino».Dal XVIII secolo la gara viene preceduta dalcorteo storico, momento per ricordare i fasti,le vittorie e il prestigio della repubblica sene-se.Dopo il corteo i fantini escono a cavallo dal-l’entrata del Palazzo comunale, ricevono ilnerbo da giudice e si infilano nella mossa, ilpunto di partenza. L’ordine di ingresso deicavalli nella pista è deciso all’ultimomomento con il meccanismo della fiasca, untubo verticale in cui vengono inserite dellesfere rappresentanti le varie Contrade. Fon-damentale, per la tattica di corsa, è ilmomento che precede la partenza in cui ifantini fanno i partiti, cercano, cioè, allean-ze fra i partiti e cercano di mettere gli avver-sari nella peggior condizione di partenzapossibile. A volte, questa fase, può durareanche ore, come fu nel 1991 quando il giu-dice fu costretto a rimandare la corsa al gior-no dopo per oscurità. A dare il via alla garaè il cavallo di rincorsa, il decimo estratto dal-la fiasca: il suo movimento fa partire la cor-sa. Se la partenza è considerata valida vince lacorsa il cavallo, con o senza fantino, chegiunge primo sul traguardo dopo aver per-corso tre giri in senso orario.

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CAMPIONI ASI / Silvia Farigu

Determinazione e passione sportiva

L’atleta dell’Asi, campionessa di Taekwon-do si racconta. Due medaglie d’oroai recenti europei ed il trofeo come miglior atleta della manifestazione, sono il frutto di tanto sacrificio in palestra e della voglia di superare tutto,anche un brutto infortunio. “Lo sport è la mia vita, non posso farne a meno, è parte integrante di me e del mio modo di vivere”

> Luisa Santiloni

Lei è Silvia Farigu, tesserata ASI, atleta emaestra di Taekwon-do. Sono 21 anni che lopratica, anche se all’inizio non sapeva benecosa fosse. Poi, però, non l’ha più lasciato edanche per il suo futuro sogna di poterne esse-re ambasciatrice. Nell’ultima sua gara – il 30°Campionato Europeo Senior e 21° Junior diTaekwon-do – dopo aver vinto due medaglied’oro ( forme 4°- 6° dan e combattimentoindividuale seniores, categoria -50 kg), Silviaha portato a casa anche il trofeo come miglio-re atleta seniores del Campionato. Un belriconoscimento per questa ragazza minuta,con lo sguardo pulito e determinato di chi vivelo sport come parte integrante della propriavita e di chi non si ferma di fronte ad un pro-blema – come un grave infortunio – per col-tivare una passione.Silvia, quando e come nasce la tua passio-ne per lo sport, in particolare per il Taek-won-do?“Mi è sempre piaciuto stare in movimento efare sport. Ho iniziato da piccola: ricordo le tan-te ore trascorse dietro al pallone insieme a miopadre e ai ragazzi del vicinato nel campettodavanti casa. Poi ho iniziato con il mini basket,ma è stato ad 8 anni che ho “incontrato” il Taek-won-Do; è stata soprattutto curiosità, non sape-vo cosa fosse, ma poi è scattato qualcosa...”.

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CAMPIONI ASI / Silvia Farigu

Cosa ti dà il Taekwon-do che altri sportnon ti danno? “ Premesso che da amante dello sport ingenerale penso che sia fondamentaleappassionarsi almeno ad uno, trovo che ilTaekwon-Do sia una disciplina completa.Non c’è solo la parte sportiva, ma anchequella marziale e filosofica. Il Taekwon-Do è un'arte, un modo di vivere, non solodentro la palestra; è un percorso continuodi crescita personale, grazie al quale chilo pratica cerca continuamente di miglio-rarsi e di superare i propri limiti. E per for-tuna mi consente anche di viaggiare mol-to!”.Fare sport e ottenere risultati eccellen-ti come i tuoi sottrae tempo al diverti-mento e agli amici, oppure riesci a com-binare tutto? “Sicuramente bisogna rinunciare a qual-cosa, ma faccio Taekwon-Do con passio-

ne e non posso farne a meno! A volte èfaticoso, ma se non fosse così, a lungoandare diventerebbe noioso. E poi proprioperché vivo questo sport come uno stile divita, diciamo che i confini tra la partesportiva e non sono diventati molto sotti-li (ride, ndr)”.Il tuo pensiero prima di ogni gara a chio a cosa va? “Nei mesi di preparazione a una gara èimportante concentrarsi sull'obiettivo edanche a bordo quadrato penso sempre acome devo comportarmi. E poi ringraziosempre tutte le persone che in un modo oin un altro mi hanno permesso di essere lìe in quella condizione fisica e mentale; inprimis la mia famiglia e poi anche i mieiallievi”. Hai avuto un infortunio che ti ha bloc-cata per un po' di tempo. Come lo haiaffrontato mentalmente?

“Ho avuto un brutto infortunio al brac-cio che mi ha portato ad affrontare dueinterventi in due anni. Ricordo cheall’inizio non potevo muovere il braccioe neanche la mano … C'è voluta moltapazienza e molta riabilitazione, doloro-sa ma indispensabile. Ho tenuto i dentistretti come ogni sportivo è abituato afare, sicura di poter tornare sul quadra-to. E poi la squadra che mi ha aiutato èstata fortissima: non solo i medici, maanche tutto il gruppo della scuola Taek-won-Do Sardegna”."Da grande" vorresti cosa? “Lato sportivo, direi che dopo 21 anni diTaekwon-Do forse sono già 'agonistica-mente' grande. Però vorrei senz’altro con-tinuare a fare l'atleta e l'insegnante, finchépotrò. Poi mi concentrerò esclusivamentesull'insegnamento e sulla promozione diquesto bellissimo sport!”.

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IL CASO / Stadio delle Terme di Caracalla

Quel

Un impianto storico, bellissimo e funzionale, nel cuore della Capitale, ad un passodal Colosseo e dal Circo Massimo, viene prima restaurato e poi chiuso per colpadella burocrazia. Riaperto grazie al buon senso del Commissario Prefettizio Troncafino al 15 gennaio potrebbe tornare a serrare i cancelli dopo quella data. I motivi ?la mancata emissione di un bando di assegnazione per la gestione

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Una storia dai contorni incredibili, tutta ita-liana e tutta da raccontare, anche se non haancora visto la sua conclusione. Una storia, quella dello Stadio Caracalla diRoma, che riassume in maniera drammati-ca tutte le storture del nostro sistema buro-cratico. Di burocrazia si muore e rischia dimorire, se non si farà appello al buonsenso,anche uno degli impianti di atletica leggerapiù belli e funzionali della Capitale, dalgrande valore storico oltre che sportivo,inaugurato 25 ottobre del 1936 per volontàdel Governatore di Roma Giuseppe Bottai.Costruito, per volere dell’indimenticatoBruno Zauli, lasciando intatti alcuni grandipini secolari, certamente per rispetto per lanatura ma soprattutto perché rimanesseesclusivamente e per sempre un impiantoper l’Atletica: “Così a nessuno potrà venirein mente di trasformarlo in un campo di cal-cio...” sussurrò ai tempi a chi conoscevabene, lo stesso Zauli.L’impianto che, oggi ha preso il nome delgrande telecronista Nando Martellini, è sta-to appena restaurato investendo 450000euro di soldi pubblici (ossia di tutti).

> Gianluca Montebelli

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IL CASO / Stadio delle Terme di Caracalla

La vicenda ha inizio prima dell’estatequando, finalmente, Roma Capitaleannuncia alla Fidal che sono stati delibe-rati i fondi per il restauro in particolaredella pista deteriorata nel corso degli annied ormai inutilizzabile per gare ufficialied eventi importanti. Contestualmente al Comitato RegionaleLazio della Fidal, che per conto dellaFederazione Nazionale si è occupato del-la gestione dello Stadio sostenendo glioneri del personale e della manutenzione,fu comunicato che essendo scaduta laconvenzione, l’Amministrazione Capito-lina, proprietaria della struttura, avrebbeprovveduto all’emissione di un bandopubblico per stabilire una nuova assegna-zione appena terminati i lavori.Per il rifacimento del manto, miracolosa-mente visto l’andazzo italiano, vengonorispettati i tempi previsti. La pista nuovafiammante viene inaugurata il 12 settem-bre in occasione del Mennea Day, mani-festazione che ogni anno, dalla scompar-sa del più grande velocista italiano di tut-ti i tempi, commemora con gare ed even-ti speciali “la Freccia del Sud”.Sembrerebbe l’inizio di una splendidafavola sportiva, una gemma da incastona-re nel mare delle difficoltà e dei proble-mi in cui di questi tempi si muove lo sportitaliano. L’impianto, posto nel centro diRoma, a due passi dal Colosseo e dal Cir-co Massimo, raggiungibile anche con lametropolitana, finalmente può ospitarel’attività di alto livello, consentire a gio-vani e meno giovani di allenarsi, dare lapossibilità alla stessa Federazione e allesocietà di ospitare le scuole giovanili diatletica leggera per costruire i campionidel futuro.Ma è soltanto un’utopia. Dal Comune siaffrettano a comunicare che la Fidal ha ildovere di uscire dalla struttura perchél’impianto dovrà essere chiuso in attesadell’emissione del bando di assegnazio-ne.Già il famigerato bando ! sono stati spe-si tanti soldi per rifare la pista ma nessu-no si è mai preoccupato di emetterlo equindi nessuno avrebbe il diritto di poter

gestire lo Stadio fino all’espletamentodelle procedure burocratiche.Facendo un passo indietro bisogna sotto-lineare che nella tormentata e breve vitadella Giunta Marino si sono succedutiben tre Assessori allo Sport, Pancalli,Masini e Marinelli. Ognuno di loro nonha fatto in tempo a prendere visione del-le problematiche dello sport cittadinoprima di doversi mettere da parte.In questi mesi il presidente del ComitatoRegionale Fidal Fabio Martelli, insiemeal suo staff, hanno messo ogni tipo diazione diplomatica non già per riavere atitolo definitivo l’impianto ma per scon-giurarne la chiusura. Tentativi andatisempre a vuoto per mancanza di interlo-cutori.Si arriva al mese di ottobre e, nonostan-te che la Fidal Lazio abbia continuato asostenere gli oneri delle utenze, dellamanutenzione e del personale, RomaCapitale non recede dal suo proposito. Il Nando Martellini chiude i cancelli perqualche giorno, gli atleti si allenano perstrada, “Al Biscotto”, zona adiacente loStadio dove di solito si preparano i podi-sti. I tecnici si arrangiano, qualcuno èobbligato a fare slalom fra le macchine,i bambini sono sulle piccole aiuole spar-ti traffico. Una situazione davvero ridi-

cola e pericolosa.Caracalla riapre per ospitare il villaggiodella Gran Fondo di ciclismo, poi per lagara podistica Roma Urbs Mundi, intan-to le trattative proseguono e l’Assessorein carica in quel periodo Giovanna Mari-nelli, propone un examotage che puòtemporaneamente tamponare la situazio-ne: “ La Fidal e le società di atletica pro-pongano eventi e manifestazioni da svol-gersi all’interno dello Stadio in modotale da tenerlo aperto, il Comune sarà benlieto di concederlo”. Sembra, anzi è, la solita soluzione all’ita-liana ma funziona. Si ottiene una proro-ga fino al 15 novembre. Ma… e si c’èsempre un ma… nel frattempo la GiuntaMarino cade e con le dimissioni del Sin-daco anche gli accordi non sottoscritti masottointesi vengono meno.Il 13 novembre, a due giorni dalla sca-denza della proroga, alla Fidal Lazio daRoma Capitale viene recapitata una rac-comandata che intima la restituzione del-l’impianto, previa verifica da parte deifunzionari delle effettive condizioni del-la struttura, senza possibilità di replica. L’intero movimento ripiomba nelladisperazione. Stavolta, in assenza di unAssessore, in attesa della nomina delsub-commissario allo sport, nessuno

Lo Stadio delle Terme di Caracalla in occasione di alcune gare negli anni '60

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Ottanta anni di storia e non sentirli.Lo Stadio delle Terme di Caracalla,oggetto in questi giorni di un assurdocontenzioso, ha raccontato pagineimportanti dell’atletica italiana.Pagine scritte anche dal Centro spor-tivo Fiamma, che dal 1955 in poi haorganizzato gare di notevole livelloall’interno dello Stadio.Le cronache raccontano che proprioquella pista del 1° Gran Premio Fiam-ma di atletica leggera, gara cheall’epoca vide la partecipazione dellemigliori atlete italiane.

Sarà poi la 9^ Edizione del trofeoGiorgio Bravin, storica manifestazio-ne nazionale per Allievi e Allieve chesi svolge anche ai giorni nostri, nel-l’anno di grazia 1973 a rinnovare l’in-dissolubile connubio fra il Fiamma el’impianto oggi intitolato a NandoMartellini.Nel corso degli anni successivi ilFiamma ha continuano ad organizza-re periodicamente il Bravin a Caracal-la, sia pure in alternanza con altriimpianti.Lo storico trofeo, ereditato dall’Asi

ha poi continuato a sentirsi a casa pro-pria nello Stadio delle Terme fino al2010, quando dovrà abbandonarlo perle pessime condizioni della pista che,finalmente, quest’estate è stata com-pletamente restaurata tanto che è giàcerto che la 49^ edizione della mani-festazione, prevista per il 2 luglio2016, tornerà a svolgersi nello stadio romano definito unico in Italia per lasua incomparabile collocazione tra levestigia storiche ed archeologiche diRoma, incastonato tra il Colosseo edil Circo Massimo.

FIAMMA E ASI NELLA STORIA DI CARACALLA

vuole prendersi la responsabilità di anda-re “fuorilegge”. “Il campo verrà riaperto all’espletamen-to del bando” fanno intendere dagli uffi-ci di Roma Capitale. Tradotto in soldonisi prevedono mesi e mesi di chiusura,anche perché nel frattempo del bandoneanche l’ombra…La Fidal Lazio, nella persona del Presi-dente Martelli, fa l’ultimo disperato ten-tativo. Invia una lettera, in cui viene riper-corsa l’intera vicenda e stigmatizzata l’at-tuale situazione, al Commissario Troncainviandola per conoscenza al Presidentedel Coni Giovanni Malagò e a quello del-la Fidal Nazionale Alfio Giomi.Ad un giorno dalla temuta chiusura l’in-tervento ha il suo effetto: il Presidente delConi e quello della Fidal si muovono inprima persona ottenendo un incontro conTronca nel corso del quale il Commissa-rio si dimostra sensibile e stabilisce, attra-verso la concessione del Patrocinio diRoma Capitale, che lo Stadio Nando Mar-tellini resti aperto fino al 15 gennaio, datanella quale sarà finalmente pronto il ban-do. E dopo ? chi vivrà vedrà. Intanto l’at-tività può svolgersi regolarmente, nell’in-certezza, certo, ma bisogna accontentarsi.Nella speranza di sopravvivere alla malaburocrazia….

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NUOVE TECNOLOGIE / RoboSport

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In campo c’è l’automaIl robot soccer, ed in generale

gli sport robotici,soppianteranno

quelli reali? Difficile. Nel frattempo però

si prestano allo scopodi promuovere

ed istruire giovani talenti

Un gioco, ma molto di più. Mentre la robo-tica e l’automatizzazione coinvolgono set-tori sempre più ampi della vita quotidiana,con una spinta forse mai forte come ora adispetto della scarsa attenzione che il setto-re riceve, c’è anche, naturalmente, unimportante impatto sullo sport. Non solo intermini di servizi “collaterali”, a partire daquelli che coinvolgono le riprese e la televi-sione. E’ un aspetto che riguarda anche…ciò che scende in campo. L’ha mostrato e locontinua a mostrare la Rome Cup, con ilTrofeo internazionale Città di Roma diRobotica ideato e organizzato dalla Fonda-

zione Mondo Digitale. La manifestazione sisvolge ogni anno al Campidoglio, che aprele sue le porte ai robot costruiti da scuole ita-liane e internazionali che si sfidano in diver-se discipline tra cui… il calcio. Chissà se ilrobot soccer potrà avere un futuro da disci-plina sportiva vera e propria. Quello che ècerto è che, in un contesto competitivo,ancora una volta si sono valorizzano gliinvestimenti nella formazione dei giovani, ele loro qualità. Uno dei pilastri del robot soc-cer è infatti quello per cui tutta l’attività deveessere al cento per cento in mano agli stu-denti. Non c’è intervento degli insegnantinella progettazione, nella costruzione e nel-la gestione dei robot in gara così come nel-

> Marco Cortesi

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le altre fasi, a partire dalla stesura della docu-mentazione. E per essere sport, è sport vero.Uno specifico regolamento disciplina misu-re e specifiche tecniche, oltre alla durata deimatch (due tempi da 10 minuti) fino al fat-to che - ovviamente - nessun tipo di coman-do a distanza è consentito. Solo in caso di…rimessa laterale o dal fondo, è possibile“dare una mano”, E naturalmente non man-ca… l’arbitro. Nell’edizione disputata que-st’anno, a prevalere è stato l’ITIS Righi diTreviglio, in provincia di Bergamo (OpenLeague) mentre tra i robot della LightWeight, l’hanno spuntata quelli dell’ITISGalilei di Roma. L’obiettivo, oltre cheapprendere e finalizzare il lavoro della squa-dra, è ottenere la possibilità di parteciparealla RoboCup 2015 ad Hefei, in Cina. Sì per-ché di robot soccer c’è già un mondiale, lacui storia è iniziata nel 1997 a Nagoya e cheè ormai arrivato alla diciannovesima edizio-ne. Una manifestazione cui il calcio è affian-cato alle altre discipline tipiche del settore,dance (il ballo mette in mostra le qualità in

termini di movimento dei robot) e rescue,l’attività dall’utilizzo più immediato nellavita reale, che prevede il recupero di ogget-ti in ambienti difficili simulando la presen-za di vittime di calamità da salvare. LaRoboCup che coinvolge le migliori univer-sità al mondo con centinaia di team - ilrecord è 500 per l’edizione a Singapore del2010 - e migliaia di partecipanti. Un’altradelle tante occasioni per mettere in mostrail meglio della tecnologia attualmente infase di sviluppo e per condividere idee edintenti, oltre che per premiare gli sforzi del-le giovani menti più brillanti dei rispettivisettori. Uno sport che incredibilmente pre-senta la sua faccia più vera, anche se in cam-po scendono degli automi. Oltre alla capa-cità di supplire all’ormai cronica assenza diinvestimenti, e forse peggio, di interesse, daparte delle istituzioni verso giovani e giova-nissimi, la loro formazione, e la promozio-ne delle eccellenze. Un problema che toccadrammaticamente anche le attività sportive“tradizionali”.

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CINEMATOGRAFIA SPORTIVA / Oltre lo sport

L’importanza di non giocare da soliIl film Il Terzo Tempo, del 2013,diretto dal giovane registaromano Enrico Maria Artale,entra nel mondo del rugbysottolineando come questomeraviglioso sport sia unico, capace di dare unospazio a tutti sotto quella patinasuperficiale di forza bruta,rendendo protagonisti non soloi giganteschi mediani di mischiama anche i più “smilzi”,deputati a raccogliere la palladalle mischie e lanciarla aicompagni più veloci

Questa volta intendo parlarvi di un film cheesalta uno sport che, pur avendo qui da noigià un secolo di vita, è solo nell’ultimodecennio che sta riprendendo popolarità,un’attenzione che purtroppo non si traducein incremento di tesserati, vale a dire il Rug-by. Gli rende omaggio la pellicola TerzoTempo del 2013 diretta da Enrico MariaArtale. Questo giovane regista romano si eragià interessato al rugby curando il documen-

tario I Giganti dell’Aquila. Ci viene raccon-tata la storia di Samuel (interpretato daLorenzo Richelmy), un giovane difficileche, nato da una madre tossicodipendente eda un padre mai conosciuto, colleziona con-danne e soggiorni in galera. Dopo l’ennesi-ma pena viene affidato a Vincenzo (StefanoCassetti), assistente sociale con un passatoda rugbista professionista. Il rapporto tra idue è all’inizio complicato: Samuel è diffi-dente verso tutti per via del suo passato, men-tre Vincenzo mal sopporta di accollarsi l’im-

pegno di seguire un bulletto di periferia riot-toso e scostante.A Samuel viene affidato l’incarico di bada-re alle stalle nella fattoria di Teresa (StefaniaRocca), amica di lunga data di Vincenzo.All’inizio il lavoro è duro e al ragazzo nonpiace stare nello sporco tutto il giorno a suda-re. Siamo in un paese della campagna roma-na; la sera, mentre Vincenzo lo riaccompa-gna a casa per assicurarsi che rispetti i tem-pi dettati dalla libertà vigilata, Samuel nonfa che lamentarsi.

> Donatella Italia

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CINEMATOGRAFIA SPORTIVA / Oltre lo sport

Una sera, rincasando, uno pneumatico si forae i due sono costretti a chiamare un carroat-trezzi. A quel punto Vincenzo, per evitare dicamminare per dieci chilometri nella cam-pagna buia per tornare a casa, si ferma a dor-mire da Samuel. Nell’appartamento del gio-vane scova una bottiglia di alcool e, sotto gliocchi arrabbiati del ragazzo, l’assistentesociale si ubriaca. La mattina dopo Samuelviene svegliato da un forte e insistente bus-sare alla porta: è Roberto (Roberto Pesce),suo collega nella fattoria e amico di Vincen-zo. Roberto è corso a casa di Samuel proprioper cercare Vincenzo che rischia di fare tar-di alla partita settimanale di rugby. Samuelsi trova così ad accompagnare i due uominie a prendere un primo contatto con questosport, per lui sconosciuto. La squadra alle-nata da Vincenzo non è però delle migliori;nonostante abbia dei validi elementi questiragazzi non sono motivati a sufficienza esembrano giocare senza anima. Un giorno, dopo l’ennesima giornata pesan-te in fattoria seguita da una litigata con Vin-cenzo, Samuel decide di fare un colpo ditesta e, rubato un motorino, si reca in unadiscoteca. In questo modo viola sia il copri-fuoco (il ragazzo infatti non può essere fuo-ri casa dopo le ore 20), sia l’obbligo di nonuscire dal territorio comunale. Nel locale,complici un paio di bicchieri di troppo,Samuel attacca briga con due ragazzi dellasquadra di rugby; la situazione degenera infretta e ne scaturisce una rissa. Vincenzo, cheper un puro caso si trova nei pressi della casadi Samuel insieme alla polizia venuta percontrollare che il giovane sia in casa, ha unpresentimento e allontana gli agenti dicendoloro che ci avrebbe pensato lui al controlloper quella sera. Non trovando il ragazzo,l’uomo si precipita in macchina e batte lestrade alla sua ricerca. Passando davanti auna discoteca, vede il ragazzo cercare disfuggire al placcaggio incrociato dei butta-fuori e dei giovani. Inizialmente colpito dal-la velocità di Samuel nello schivare gliavversari, torna presto alla realtà salvando ilragazzo e portandolo lontano dai guai. Arri-vati in prossimità di un campo, Vincenzotesta le capacità di Samuel lanciandogli da50 metri una palla da rugby. Convinto dellepotenzialità del giovane il giorno dopo loinstrada al mondo della palla ovale.

Inizialmente, come sempre, Samuel reagiscedi malavoglia e non manca di sottolinearel’inutilità di quelle fatiche supplementari.Vincenzo è però certo di aver visto giusto epresenta il ragazzo alla squadra come unagiovane promessa del rugby rimasto fermodue anni. Dopo i primi minuti di allenamen-to risulta subito evidente come Samuel nonabbia mai giocato a rugby, inoltre i ragazziche erano alla discoteca lo riconoscono e ciònon fa che aumentare l’astio e la diffidenzaverso il nuovo arrivato. Vincenzo si trovacosì a dover ascoltare i malumori di Samuele le critiche della squadra, i cui membri sisentono traditi e presi in giro da una allena-tore che prima stimavano. Arriviamo così alla partita di esordio perSamuel, che entra in campo come riserva e,sebbene la vittoria andrà alla squadra avver-saria, il giovane si rivela un promettentemediano di mischia. Al termine del match sisvolge come di consueto il terzo tempo, conbevute e canti in compagnia per esorcizzarel’agonismo scaricato sul campo. Samuel,ancora chiuso nella sua corazza di diffiden-za verso il mondo, considera stupido e infan-tile questo comportamento. Una sera Vincenzo trascina a casa suaSamuel per dargli una videocassetta dove èregistrata una partita di rugby; in questaoccasione il ragazzo conosce la figlia dell’al-lenatore, Flavia (Margherita Laterza). Tra idue è colpo di fulmine, ma l’atteggiamentoancora da bullo di periferia di Samuel raf-fredda la ragazza.Le giornate passano e Samuel è sempre piùpresenza fissa nella squadra, non riuscendoperò a integrarsi con i compagni. Arriviamocosì alla penultima partita di campionato, esi tiene nella capitale. Samuel riesce a por-tare la squadra alla vittoria con una meta, mala conquista puntando dritto al risultato eignorando uno dei capisaldi del rugby: il pas-sare la palla al compagno. Durante il viag-gio di ritorno Roberto, per unirsi alla gioiadei ragazzi, fa degli slalom con il pullminoe viene fermato da una pattuglia della poli-zia stradale. Samuel, preoccupato delle con-seguenze del farsi trovare dai poliziotti fuo-ri dal comune in cui lo avevano destinato, sinasconde tra i palloni nel bagagliaio. Gliagenti fanno i controlli di routine ma, pro-prio nel momento in cui sembrano convinti

della bontà del gruppo, un ragazzo dellasquadra apre il bagagliaio rivelando così ilnascondiglio di Samuel. Trascinati in que-stura, Samuel e Vincenzo subiscono l’ira delprocuratore distrettuale e, per cercare di sal-varsi, l’allenatore racconta al funzionarioche è stata tutta un’idea del giovane e che lapartita successiva si sarebbe disputata incasa. In realtà, come si era visto, l’idea eranata proprio da Vincenzo, mentre la finale siterrà in una città vicina, quindi ancora in tra-sferta. L’allenatore, per rimediare alla bugia dettaal procuratore, convince gli avversari a gio-care fuori casa, inventando problemi al pul-mino. Quella sera, i ragazzi della squadra sipresentano da Samuel con l’occorrente peruna grigliata in compagnia: finalmente ilgiovane si sente parte di un gruppo.Il giorno seguente, felice del risultato e con-vinto di poter vincere grazie alla presenzadi Samuel, Vincenzo si reca a casa delragazzo per visionare insieme il film di unapartita. Ma a casa di Samuel c’è anche Fla-via. Vincenzo viene così a sapere della sto-ria tra sua figlia e il ragazzo e non lo accet-ta. Trovatosi inaspettatamente osteggiatodall’unico amico e allontanato dalla ragaz-za, il giorno successivo Samuel decide di

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lasciare il paese. Alla stazione vede arriva-re la squadra avversaria e li sente mentrederidono Vincenzo e i suoi compagni. Que-sto risveglia in lui l’orgoglio di appartene-re a un gruppo e la riconoscenza verso Vin-cenzo, così torna indietro di corsa dirigen-

dosi verso lo stadio.La partita inizia e Samuel viene visto arri-vare dai suoi amici, che lo accolgono conun sorriso. Vincenzo fa entrare subito il gio-vane, confidando nel suo talento. Le scenefinali presentano, in un ralenti di maniera

ma molto opportuno, le fasi salienti dellapartita: mischia, lanci, passaggi, accompa-gnati da una musica classica. Il risultatovisivo è quello di uno sport forte e istinti-vo ma che cela un’armonia e un sincroni-smo nei passaggi degno di un balletto didanza classica, esempio per antonomasia digrazia ed eleganza. La palla finalmente rag-giunge le mani di Samuel, che riesce a drib-blare due avversari e continua la sua corsa,fino all’arrivo del terzo antagonista… e aquel punto Samuel passa la palla. Il suocompagno di squadra la prende al volo e fameta. Il ragazzo ha imparato la lezione.Il film di Artale, che ha ottenuto il PremioPasinetti opera prima, è la perfetta dimo-strazione delle regole, delle “leggi” chedefiniscono il rugby e lo rendono uno sportunico, capace di dare uno spazio a tutti sot-to quella patina superficiale di forza bruta.Infatti non ci sono solo i mediani dimischia, grossi e forti, ma il gioco rendeprotagonisti anche i più “smilzi”, deputatia raccogliere la palla dalle mischie e lan-ciarla ai compagni più veloci. “Quando ungiocatore si trova in una mischia, i compa-gni arrivano per aiutarlo” è un’altra delleleggi dimostrata durante tutta la trama delfilm: perché da soli non si arriva a nulla.

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MONDO ASI

La più grande gara di karate d’Europa,quasi 300 squadre per circa 1800 atletiprovenienti da 22 nazioni diverse, e più di200 persone tra coach, arbitri e ufficiali digara. I numeri già alla vigilia certificava-no l'importanza e l'interesse per l'edizio-ne 2015 - la 24esima - della Venice Cupsvoltasi a Caorle, in provincia di Venezia,tra venerdi 22 e domenica 24 ottobre.

I 13 tatami allestiti al Palamare "ValterVicentini" e al PalaExpomar hanno ospi-tato le competizioni di Kata e Kumite,individuali e di squadra, nelle quali sisono messi in luce tanti giovani campionie campionesse. Nella serata di sabato, al termine di unalunga giornata di gare, sono andate in sce-na le finali più attese.

A festeggiare sono stati Clio Ferracuti del-le Fiamme Oro (Senior Femminile +68kg), Ahmed El Saraby del Domar Spor-ting Club (Senior Maschile -75 kg), il neo-zelandese Barney Gill del KNZ Team(Senior Maschile -67 kg), la svedeseAnna-Johanna Nilsson del KK Elit(Junior Femminile -53 kg), Rabii Jendou-bi del Karate Genocchio (Under 21

A Caorle da tutta Europaper la festa del karate

Maschile -67 kg), Silvia Semeraro delDokko Do (Senior Femminile -68 kg) eSimone Marino del Puleo Karate Team(Senior Maschile +84 kg).In precedenza la giornata aveva visto tan-te altre sfide e premiazioni, ma anche leemozioni delle categorie Master e il diver-timento "educativo" dei ragazzi dai 6 ai12 anni, protagonisti dello stage con icampioni Mattia Busato e Viviana Botta-ro. Altra graditissima ospite è stata la cam-pionessa del mondo Sara Cardin, che oltrea firmare autografi e a scattare foto coitifosi si è anche evidenziata per le specia-li interviste agli atleti e per il commentotecnico delle finali in diretta streaming sulcanale youtube Venice Cup Karate.Domenica invece è stato il turno della kataindividuale con tante sfide tra tutti gli atle-ti di questa specialità. Un’altra giornata disport ad altissimo livello.Ospiti d’eccezione dell’evento il Presi-dente della commissione atleti della Fede-razione Mondiale WKF Davide Benetel-lo e il Segretario Generale della Federa-zione Europea EKF il croato StefanCelan, premiati per il loro supporto dalpresidente del Comitato OrganizzatoreVladi Vardiero, presidente del ComitatoProvinciale Asi di Venezia e responsabi-le nazionale del settore karate.Il presidente Nazionale Claudio Barbaro,presente alla manifestazione nella giorna-ta di domenica, ha espresso il propriocompiacimento per il livello della gara egli aspetti organizzativi curati nei minimidettagli.Una bella vetrina per il karate italiano eper il nostro ente che sta promuovendoquesta disciplina con grande passione.

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MONDO ASI

Asi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, è dasempre impegnata nella promozione sportiva e sicontraddistingue in particolar modo per la strutturarodata ed accurata dei settori tecnici nelle principalidiscipline sportive. Ed è proprio di uno di questi set-tori che parliamo oggi: il settore Kick Boxing.Gli affiliati conoscono l’impe-gno del loro Ente in ciascunsettore, ed in questa stagionesportiva, un occhio di partico-lare riguardo è stato dedicatoalla Kick Boxing. Un primo passo è stato fattogià in estate con la creazionedi un sito internet dedicato,www.asikickboxing.it doveaffiliati e simpatizzanti hannopotuto trovare le notizieriguardanti eventi, gare e sta-ge, ma anche normative, stan-dard formativi e convenzionispecifiche come quella con-cordata per l’acquisto dei defi-brillatori, o quella con il forni-tore di attrezzatura settoriale,Pitbull.Lo scopo primo è quello disostenere la pratica dello sporte creare situazioni organizzate dove tutti possonopartecipare con spirito sportivo ed agonistico. Dopo il corso di formazione tecnici sportivi, orga-nizzato in Fiera a Padova, un altro grande evento diquesta stagione si è concluso con grandissimo suc-cesso il 22 novembre a Molinella di Bologna. Deno-minato “Memorial Turrini”, il Campionato Naziona-

le di Kick Boxing ha visto un nutrito numero di atle-ti fronteggiarsi su 6 tatami ben organizzati e super-visionati dal coordinatore nazionale di settore, ilMaestro Paolo Gherardi.Più di 500 kickboxers, hanno dato prova di grandepreparazione atletica, nella gamma di categorie pre-

senti delle specialità SemiContact, Light Contact eKick Light. Uno spazio spe-ciale è stato dedicato agliesordienti di settore che han-no avuto la possibilità difronteggiarsi con atleti di parilivello in categorie apposita-mente create. Presenti il Presidente (IAK-SA) Giandomenico Bellettinie i dirigenti Luca Favero eLorena Bortot. Il tutto contor-nato da spettacolari esibizio-ni di Krav Maga, tenute dalMaestro Martin Alvarez(FIKM), in collaborazionecon altri importanti rappre-sentati del settore, come ilMaestro Ziveri responsabileIAKSA del settore KravMaga e i Maestri Marco

Andolfi e Paolo Russo che hanno tenuto degli stagededicati a tutti i presenti. Un grande evento quindi, un ottima organizzazionee la partecipazione di grandi nomi e grandi atleti han-no aperto la stagione sportiva nello spirito di ASI,che è quello di incentivare lo sport, il fair play e lacrescita agonistica rivolta a tutti di tutte le età.

A Molinella ilcampionato ASIdi kickboxing

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MONDO ASI

Federazione Sport Chanbara con ASI per il pieno rispetto delle linee guida di formazione

mente valuta con controlli a campione se -e come - un corso di formazione viene orga-nizzato ed offerto al pubblico.E’ successo, ad esempio, lo scorso 21 e 22novembre a Piacenza in occasione del cor-so di formazione 'Aspirante allenatore (pertecnici provenienti da altre discipline)',organizzato dalla Federazione Sport Chan-bara Italia, con cui ASI ha una convenzionesportiva.Il Segretario generale Mario Baldi, presen-te al corso, è stato felice di ricevere la visi-ta dell’osservatore tecnico incaricato che

non ha potuto far altro se non costatare l’al-to livello d’interesse e partecipazione deicorsisti, il grande valore dei docenti dellaFederazione intervenuti e la perfetta pro-grammazione didattica.Anche gli esami per il conseguimento dellaqualifica di 1° DAN (cintura nera) - svolti-si in contemporanea al corso per aspirantiallenatori – hanno confermato la valutazio-ne dell’osservatore; altamente qualificata lacommissione giudicante, della quale facevaparte il maestro Giovanni Desiderio SHI-HAN 7° DAN.

Cosa distingue l’offerta formativa di ASIAssociazioni Sportive e Sociali rispetto aquella degli altri Enti di Promozione Spor-tiva? Oltre alla qualità delle proposte didat-tiche e alla loro capacità di rispondere allerichieste di aggiornamento e di professiona-lizzazione presenti nel mondo sportivo, è ilrigore con cui ASI verifica il rispetto delleLinee Guida a fare la differenza.Avendo con queste istituito uno standard dierogazione del servizio, l’Ente periodica-

> Luisa Santiloni

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CORSO DI QUALFICA 1° DAN CINT. NERA INTERNAZIONALE CORSO DI FORMAZIONE ASPIRANTE ALLENATORE (PER TECNICI PROVENIENTI DA ALTRE DISCIPLINE) ZONA NORD ITALIA FEDERAZIONE SPORT CHANBARA ITALIA

c/o Palestra Privata - Via Campesio, 6 PIACENZA 21-22 Novembre 2015

Responsabile Organizzatore: Maestro Mario Baldi

REPORT ISPETTIVO

CORSISTI N° 10 di cui: n. 2 (francesi – Federazione Chanbara Svizzera) n. 8 (italiani – provenienti da altre discipline )

Location Palestra Privata gestita dalla Mercurio s.r.l. mp 150 (locale ben attrezzato) Motivazione Ottima, i corsisti tutti già praticanti la disciplina da qualche tempo, comunque già qualificati in altreIscrizione Corso discipline di Arti Marziali. Tutti per approfondimento disciplina (già cinture nere), il 50% di loro inte

ressati ad intraprendere l’attività di allenatore in palestre private o in proprio sempre nell’ambito della Federazione Sport Chanbara.

Necessità Corso Opportuna e specifica, la Federazione Sport Chanbara Italia ha la necessità di divulgare e promuovere la disciplina in ambito nazionale con una strutturazione territoriale, (tipo le federazioni C.O.N.I.)i corsi di riconoscimento della qualifica di 1° DAN (cintura nera) Internazionale sono importanti peravviare nel territorio operatori qualificati e motivati. Per la circostanza la Segreteria Nazionale della Federazione Sport Chanbara con sede a Salerno con una serie di e-mail ha contattato maestri dialtre discipline interessandoli al nuovo progetto Chanbara italia. I risultati sono stati significativi, le presenze importanti come primo atto, gli organizzatori hannogià programmato altri corsi, in particolare uno in Sicilia tra Gennaio e febbraio 2016. Significativa la disponibilità della Federazione Svizzera con la quale è stata avviata una collaborazione che tra qualche mese potrebbe consentire l’affiliazione all’ASI.

Comportamento Ottimo, livello di attenzione soddisfacente, assoluto gradimento del programma tecnico/didattico eCorsisti della commissione d’esami (molto gradita) Giudizio globale sul corso EccellenteGiudizio globale sulla Competenza qualità e serietà, eccellenti, sulla scelta dei docenti il giudizio dei corsiti è stato ottiFederazione Sport Chanbara mo. I docenti, tutti maestri della Federazione Chanbara.Criticità manifestate Assolutamente nulla, sono fiduciosi del sostegno della Federazione e molto soddisfatti per la presenza dida parte dei corsisti ASI, molto apprezzata anche da responsabili della Federazione. Con alcuni dei corsisti (tutti con la qualifi

ca di aspirante allenatore) è stato avviato un ragionamento sull’opportunità di promuovere la disciplina nell’ambito del territorio a carattere provinciale e regionale, hanno tutti dimostrato un vivo interesse sia per l’attività amatoriale sia per quelle agonistica con l’avvio dei corso giovanili.

Attività Ulteriori Unitamente al corso Aspirante Allenatore si sono svolti gli esami per il conseguimento della qualifica di1° DAN (cintura nera) vi erano iscritti n° 5 atleti iscritti. Occasione unico per un apprendimento tecnicodi alto livello della nuova disciplina, oltre che una esperienza unica per essere giudicati da una commissione altamente qualificata, tra i cui docenti vi era il Maestro Giovanni Desiderio SHIHAN 7° DAN.

Specifica/Territoriale

Mi permetto di segnalare alla Direzione Tecnica ASI alcuni corsisti che si sono par-ticolarmente resi disponibili ad una fattiva collaborazione nel loro territorio:MARINO GIORGIO (Regione PIEMONTE) Corso Aldo Porro, 73 - FUBILE (AL) cell. 345 5871234

FAZANXHI ELTON (Regione MARCHE) Via G. Garibaldi, 98 IESI (AN) cell. 329 5379300

FORTINA SAIMON (Regione EMILIA ROMAGNA) Via G. Marconi, 10 ARIANO (FE) Cell. 3293159453

ALIBERTI VALERIO (Regione EMILIA ROMAGNA) Via Gadolini, 24 PIACENZA Cell. 3275407751

Consiglierei di trasmettere i nominativi ai referenti provinciali ed al Responsabi-le Nazionale del Settore per avviarli come tecnici nel Comitato territoriale perquanto concerne il Settore Chanbara.

Piacenza, lì 22 Novembre 2015 L’Osservatore Tecnico Incaricato Vittorio Fanello

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE=============================

L’impressione che mi ha fatto tutta l’organizzazionedevo dire che è soddisfacente, il Segretario della Fede-razione Sport Chanbara Italia, Maestro Mario Baldi, èstato gentile e disponibile, comunque molto sorpresoper l’ispezione. Alla fine della manifestazione mi haringraziato al cospetto dei corsisti ed ha avuto paroledi encomio per l’Asi come organizzazione e per i ser-vizi che garantisce. Dopo gli esami sono stati consegnati diplomi ed atte-stati di partecipazione al corso, rituale tipico dellaFederazione, ma comunque aspettano con interesse idiplomi ASI. Maio Baldi mi ha garantito che entro pochigiorni rimetterà all’ASI tutto il materiale del corso.

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ORGANIZZAA  BOFFALORASOPRA TICINO SUCCESSO PER L'INTERNATIONALCHESSBOXINGSHOWPotremmo dire che l’InternationalChessboxing Show, svoltosi a Boffalo-ra sopra Ticino, in provincia di Milano,è stato un evento adrenalinico e bel-lissimo. Ma saremmo di parte avendo-lo organizzato noi di ASI assieme allaFISP Federazione Italiana Scacchi Pugi-lato; in effetti sono stati pubblicati variarticoli che raccontano in modo detta-gliato come è andata sul piano sporti-vo e anche su quello spettacolare.Lasciamo allora che la gallery di imma-gini pubblicate a corredo dei sopraci-tati articoli, da noi ripresa, consenta digiudicare autonomamente. Siamosicuri che al termine nessuno avrà piùdubbi su cosa sia lo scacchipugilato eche alcuni sicuramente avranno la ten-tazione di mettersi alla prova, isolan-dosi con delle cuffie per giocare sullascacchiera, indossando poi i guantoniper colpire. Di sicuro il presidente del-l’Asi Claudio Barbaro e il presidentedel Comitato Regionale Asi della Lom-bardia Marco Contardi, presenti allamanifestazione, avranno sicuramenteil desiderio e il piacere di assistere allaprossima edizione dello show.

AL SAGITARIO DI LATINA ROMBANO LE MINIMOTOIl week end del 15 novembre al Sagittario di Latina è stato un momento di sport molto par-ticolare....Il sabato, normale giornata di prove libere pre gara, non è stato poi così normale.Dalla mezzanotte del giorno prima un pullman è partito da quel di Codogno, in provincia diLodi, per far tappa in Emilia Romagna, Toscana e quindi a Latina. Non si è trattato di una sem-plice gita fuoriporta, ma un importante momento di incontro con una delegazione di più omeno giovani Piloti del Nord Italia, coordinati da Lucrezia Cremonesi, importatrice BLATA perl'Italia dello staff del Minimoto Club Italia asd, che hanno raggiunto il noto Circuito Lazialedel Sagittario per provare le moto, 125 2tempi e moto3, messe a disposizione del Team LCDRacing Italy e quelle del progetto “ Fabrilia” di Mimmo Fabrizio. Lo scopo di questo incontroera verificare se piloti provenienti dalla minimoto, magari con un breve apprendistato con vei-coli a marce potessero, ed in che modo, adattarsi ad una guida su veicoli apparentemente

così diversi. Comprenden-do il legittimo timore peri possibili danni a moto didiverse decine di migliaiadi euro, i piloti si sonocimentati in una giornatadi test, con circa due tur-ni a testa, smentendo isuddetti timori del Teammanager Fabrizio Ducci diLDC Racing e dello stessoMimmo Fabrizio e nonavendo problemi di alcungenere.Saranno state sicuramen-te le preziose indicazioni,sportive di Massimo eDavide Levantini e tecni-

che di Gennaro Citarella, a dare la necessaria tranquillità ai piloti intervenuti. Briefing di finegiornata con l'intervento di tutti i partecipanti, ai quali si aggiungeva il dott. Alessandro Pap-palardo di Fisio Monteverde con i suoi preziosi consigli su preparazione fisica, prevenzioneinfortuni, alimentazione e rispetto per l 'avversario. Un momento davvero molto particolare,oltre allo sport, all'amicizia, alla collaborazione, è venuta fuori una comunione di intenti chenella società di oggi difficilmente riusciamo a trovare. Da quest'incontro si è partiti per il pro-getto di un campionato promozionale usando le “vecchie” 125 2 tempi, ma anche le nuoveMoto3 250 4tempi, per creare opportunità ai giovani piloti, così difficili da avere in un setto-re così costoso come il motociclismo. Marco Contardi, Volfango Rizzi e Claudio Barbaro

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A RIVA DEL GARDA, SI È SVOLTA SPORT EXPO:LA FIERA DELLO SPORT GIOVANILESport Expo Trentino 2015 è l’evento fieristico orga-nizzato da Riva del Garda Fierecongressi  in colla-borazione con DNA Sport Consulting, partner ASIComitato Provinciale Trento, la manifestazionesportiva riservata ai più piccoli. Tante disciplinesportive da scoprire ma soprattutto da provare. Losport ed i giovani, un binomio da valorizzare e dapromuovere affinché bambini e ragazzi possanotrarre i migliori benefici da una pratica sana del-l’attività sportiva. E’ con questo spirito e mosso daquesto intento che  Sport Expo, manifestazionenata a Verona nona anni fa, approda per la secon-da volta in Trentino e consegna ai ragazzi e alleloro famiglie un weekend all’insegna del diverti-mento e della scoperta del mondo-sport a 360 gra-di. Lo stand/padiglione dell’ASI Comitato Provin-ciale Trento è stato il più seguito dai ragazzi dellescuole primarie e secondarie di primo grado pro-venienti da tutta la provincia di Trento, in partico-lar modo per il “PARKOUR”  dove alla fine dellevisite ai vari padiglioni per altre attività sportive,in piena libertà sono confluiti tutti al Padiglionedell’ASI Trento per il Parkour, dove insegnati e alun-ni hanno chiesto varie informazioni e provato apraticare il Parkour con l’Istruttore della ScuolaNazionale Parkour Simone Marini certificatoASI/Coni Nazionale.Durante gli altri giorni hanno provato altre attivi-tà e stage organizzato da questo Comitato, dell’Au-todifesa di Baij Quan con il Maestro YU LI con pra-tiche e tecniche delle forze speciali segrete cinesi;Stand di Soft Air, attività di Fitness, attività di Taek-wondoo e Kung Fu.

CATANIA, SPETTACOLO PER IL SUPER CHALLENGE CITTA’ DI CATANIA DI AUTOMOBILISMOUno spettacolo per gli appassionati, per i catanesi. La seconda edizione della SuperChallenge Città di Catania, evento motoristico organizzato dalla Salerno Corse,famosa scuderia del territorio etneo, ha riservato uno show piacevole e godibiliper i tanti fan a quattro ruote accorsi sul tracciato cittadino di 2 km, situato in via-le Kennedy della zona balneare di Catania. La manifestazione, fortemente volutadalla famiglia Salerno, amante del motorsport, ha raccolto diverse iscrizioni. I datiufficiali parlano di 83 partecipanti, a bordo di vetture tutte conformi alle regoletecniche disposte dall’organizzazione, che nel corso delle due manche, hanno bat-tagliato sull’inedita pista catanese. Una splendida giornata di sole e la mite tem-peratura registrata (23 gradi) hanno fatto da contorno alla manifestazione che,senza alcun genere di intoppo, è proseguita per entrambe le manche nel totalerispetto dell’ordine e soprattutto della sicurezza, grazie all’ottimo servizio di vigi-lanza della società organizzatrice. La competizione motoristica è partita alle ore9 del mattino, con i due turni di gara previsti, terminando con la bandiera a scac-chi delle 15. Per la categoria “Auto”, in ordine, si sono distinti Enrico Parasiliti abordo di una Renault Clio Williams della scuderia SGB Rally, Corrado Rizza su Peu-geot 106  16 v , S. Imbro su Peugeot 205 Rally. Per la categoria “Auto con moto-re Moto”  si è imposto Salvatore Naselli su Fiat 500 Suzuki della Catania Corse,davanti ad Andrea Patanè con Fiat 126 Suzuki  Salerno Corse e a Paolo Gerami suMini Evo 2 Kawasaki Kalat Racing Team. Per la categoria “Sport Prototipi motoremoto” , si sono distinti, in ordine, Giuseppe Pitruzzello con la Radicak Prosport,scuderia Puntese Corse , Antonino Musumeci, a bordo della SMT Elia Avrio St09Salerno Corse. Per la categoria “Sport Prototipi motore auto”, la classifica finaleha visto davanti a tutti Tiziano Furnari Viali su Alfa Romeo Salerno Corse, ed aseguire Fortunato Scarvaglieri su Gisa Alfa Romeo Salerno Corse. Per la categoria“Formula motore moto”, Domenico Capuano su  Formula Gloria Patatina Racing,Davide Perniciaro su Formula PEG Catania Corse. Infine, per la categoria “Formu-la motore auto”, Giovanni Nicastro su Formula BRM Salerno Corse e Mario Pap-palardo Formula Master  Puntese Corse. Una ricchissima premiazione subito dopola gara, ha suggellato la splendida giornata, nello stabilimento balneare “Le Pal-me”, una vera e propria chiusura in bellezza dell’evento, con applausi e congra-tulazioni per l’ottima riuscita dell'evento.  Un altro successo dunque per la Saler-no Corse, che non è nuova a organizzare manifestazioni motoristiche in ambitoregionale. Da ricordare infatti le due edizioni del Gran Premio di Taormina, la minisalita di Piedimonte Etneo e il Trofeo dell’Etna. 

Un abbraccio affet-tuoso ad un un amicoscomparso: PaoloCaldarelli. Già presi-dente di ASI Chieti econsigliere nazionaleASI sino al 2012, Pao-lo resta nei nostri cuo-ri a prescindere dallescelte che in questiultimi anni non cihanno visti vicini. 

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ORGANIZZA

Il 18 settembre 2000, su incarico diretto della International Gira SportFederation che selezionò vari atleti di elite per lo scopo, Oleh Ilikaaccetta di trasferirsi in Italia per promuovere lo sport del sollevamen-to kettlebell. Anni di duro lavoro e divulgazione dello sport premia-no questa sua scelta: gli atleti italiani sotto la sua supervisione siaggiudicano sempre più visibilità a livello prima europeo e poi mon-diale. A quindici anni dall'inizio di questa avventura, la FederazioneGhiri Sport Italia e l’Asi contano centinaia di atleti di alto livello intutta la nazione ed affluenze da record alle gare nazionali. L'annosportivo 2015 si apre il 27 Marzo con i Campionati Italiani di Slan-cio Completo. 121 atleti dall'Italia intera si incontrano a Livorno: e'una festa per gli atleti che si conoscono da una vita e si ritrovanoper affrontarsi in pedana ancora una volta, ma anche un'esperien-za indimenticabile per i tanti nuovi arrivati che per la prima voltagareggeranno ufficialmente, potendo godere dello spettacolo dato

dai tanti veterani presenti all'evento. Il 29 Luglio la Squadra Nazio-nale Italiana parte per Pecs, in Ungheria, stavolta per i campionatimondiali. Il bottino riportato in patria è di tutto rispetto: ben 5 meda-glie d'oro ed il titolo di Squadra Campione del Mondo IGSF 2015. Il15 ottobre la nuova avventura per gli azzurri. Si parte per i Campio-nati Mondiali di Biathlon a Celjie, Slovenia. Due medaglie d'oro edue di bronzo, e il terzo gradino del podio per la squadra naziona-le. Dopo pochi giorni, il primo novembre, si ritorna in pedana a Romaper i Campionati Italiani di Biathlon, un altro grande successo di par-tecipazione da tutta la Nazione. L'evento si chiude con la staffettadi slancio, dove 5 atleti si susseguono in pedana dando il massimoin 2 minuti. Un grande esempio di sportività considerando che gliatleti di alcuni team si erano conosciuti solamente il giorno stesso.Questa e' l'essenza del Ghiri Sport e dell’Asi: dare il massimo e lavo-rare tutti insieme anche se si viene da citta' e squadre diverse.

2015: UN GRANDE ANNO PER IL GHIRI SPORT DI KETTLEBELL IN ITALIA

TORINO, L’ASI PIEMONTE NON STA MAI FERMA!!!Tanti gli appuntamenti patrocinati Asi Piemonte per le arti marziali moderne e tra-dizionali … Giorgio Belsanti Atleta Piemontese dell’Asd Ligorio Academy ha vintole selezioni per un Contratto con l’M1 Global Russo nella scorsa stagione e nel mesedi Ottobre ha disputato il primo incontro. La preparazione atletica curata dal CoachLigorio ha previsto doppie sessioni mattutine e serali con una alimentazione ferreaper il mantenimento della massa muscolare, ma come sempre niente taglio delpeso!!!!Perchè lo sport è salute! La serata intitolata M1 Challenge ha visto atletisemi pro e pro e l’incontro per il nostro atleta non è stato facile , il suo avversarioera il Campione del Mondo di Sambo con al suo attivo 140 incontri. Mancata vitto-ria ma evidentemente un bell’incontro che ha fruttato la firma del contratto per altriincontri in Russia. Asi Piemonte e Asd Ligorio Academy volano nel mondo insiemecome sempre!!! Prossimi appuntamenti per il nostro atleta Piemontese il Campio-nato del Mondo a Praga.Nel mese di Novembre si è disputato l’International Kung Fu e Tai Chi contenders.2 giorni di seminari, gare e dimostrazioni all’insegna delle arti tradizionali cinesi.Quasi 100 atleti partecipanti e le dimostrazioni di 5 scuole differenti, la grande sor-presa di una dimostrazione con i disabili di una comunità di Moncalieri cui si sonouniti tutti i partecipanti di tutte le scuole presenti dando ista ad un momento riccodi emozioni.All’organizzazione hanno partecipato le Asd Torino top team, Asd Il tempio del taichi, Asd Ligorio academy, Asd Mantis.

ROMA, HA AVUTO INIZIO IL CIRCUITO REGIONALE ASI NUOTOIl circuito regionale del nuoto ASI ha inaugurato dome-nica 15 novembre scorso, presso il moderno impiantodella Romanina Sporting Center di Roma, la stagionesportiva 2016 con la 1^ prova di prova di qualificazio-ne a dorso in programma e con tantissime presenzein vasca. Alla presenza del presidente nazionale Clau-dio Barbaro, e di quello del Comitato provinciale ASIRoma Roberto Cipolletti, segnaliamo i migliori risulta-ti ottenuti proprio nella prova del dorso: Claudia Pisel-li, Paola Abbonizio e Francesco Quaquarelli, delle Stel-le Marine arl, Cecilia Marchetti, Federica Tirelli, Arian-na Mendicelli, Marta Cortesani, Francesco Consalvo,Sigismondo Fabiani, Roberto Torregiani, TommasoSistopaoli, Domitilla Giarda e Alessandra Stracchi, del-la Tiro a Volo Nuoto, Daniela De Lorenzo, FrancescoGuiducci e Fabio Nardi, dell’Appio 2009, Daniele Labo-rante e Francesco Raduna, della  Nuoto Rieti2008, Gabriel Rares Arnautu, Marta Andaloro, Federi-ca Casalbore, Niccolò Sguera e Alessio Spagnuolo, del-la New Line Pomezia SSD, Sara Fioranelli, Elena Liche-ri, Manuel Risi, Ermanno Frabotta e Alessandro Bastia-nelli, della Romanina Sporting Center,Margherita Pari-boni, Angelica Capponi, Viola Piacenti e DavideMastroiaco, della Aria Sport SSD, Matilda Dardi, dellaASD Funsport,  e  Ilaria Sproti, Tommaso Vitali e CiroPerna, della Fiumicino Nuoto.

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BODY FLEX 30 ANNI INSIEMENegli anni ’80 il fenomeno delle palestrenon era così diffuso come oggi nella nostracittà, il culto per una perfetta forma fisica ela ricerca del  benessere erano ancora benlontani dalle esigenze quotidiane delle per-sone: la Body Flex, la palestra di Viale delTintoretto nella zona Eur ha saputo antici-pare i tempi, e proprio quest’ anno compie30 anni!Nata nel 1985, da un’idea di Monica Man-goni e affiliata all’Asi sin dall’inizio, la BodyFlex nasce soprattutto come centro specia-lizzato per la Danza, ma si è poi negli annisaputa aggiornare e tenere costantementeil passo con i tempi, inserendo all’internodei suoi programmi sempre nuovi corsi evariando i programmi seguendo le richiestedel mercato. Tonificazione, ginnastica dolcee discipline sportive quali karate, shorinjikempo, krav maga, kick boxing, salsa,kizomba, danza del ventre, tai chi, yogacompletano un programma cosi vario, arti-colato che copre l’intera giornata dalle ore6 di mattina alle ore 23.00 della sera.L’orgoglio di questo centro è soprattutto ilfatto che ci sono soci che hanno iniziatoquesta esperienza trenta anni fa … e cheancora oggi continuano a frequentare concostanza e passione, segno del fatto cheun’attività svolta con professionalità puòsuperare tutte le crisi sociali ed economichesapendosi mettere in discussione e rinno-vandosi costantemente (Eleonora Massari).

LATINA, 50 PILOTI PER LA FINALE NAZIONALE MLK ASIDopo un sabato emozionante, ed impegnativo, per la gradita visita della delegazione piloti delNord guidata dallo staff di Minimoto Club Italia, abbiamo rivolto l'attenzione all'altro impegnodella domenica; la Finale Nazionale MLK ASI per le discipline Pit, Scooter, Ohvale e Supermoto.Il meteo splendido ha permesso di lavorare in tutta tranquillità nonostante il programma garefosse molto contratto, date le ore di luce a disposizione.Iscritti 50 piloti, distribuiti abbastanza equamente tra le specialità; notevole la presenza delleOhvale (ben diciassette partenti) provenienti davvero da tutta Italia. La gara, oltre ad avere laconsueta classifica di giornata, date le molte wild card, concludeva il Regionale Lazio, gestitoda MRC Motorsport, e la Finale Nazionale ASI organizzata dal Settore Moto Leggere e Kart.

La classifica di giornata ha visto, per le categorie

Pit Bike Stock 1°Andrea PISA - 2°Carlo MORI - 3°Marco SMERALDOMinimotard 1°Alessandro MECCO - 2°Emanuele VOCINO - 3° Nikolas MARFURTScooter 70AMA 1° Francesco CIANFARANI - 2°Gianluca PORCELLA -3° Paolo SARACINIScooter 100 EXP 1° Manuele DEL SORBO - 2° Daniele PARRAVANOOhvale 160 1° Antonio FRAPPOLA -2° Emanuele ROCCOTIELLO - 3° Attilio DOLCIOhvale 190 1° Salvatore RAGUSA - 2° Nicola BERNABE' - 3° Vincenzo GUARINOSmoto AMA 1° Luca BACCALONI - 2° Nausica CASINELLI - 3° Luca BOZZASmoto EXP 1° Paolo SALMASO - 2° Daniele VAVINI - 3° Michele VARI

Per le classifiche del Campionato Regionale e Nazionale

Pit Bike Stock 1°Andrea PISA - 2°Carlo MORI – 3°Matteo SCOZZARIScooter 70AMA 1° Francesco CIANFARANI - 2° Paolo SARACINI - 3° Donato CASTELLIOhvale 160 1° Francesco ROSSI - 2° Vittorio LEO - 3° Mirko PENDENZASmoto AMA 1° Luca BOZZA - 2° Matteo FESTUCCIA - 3° Fabio FESTUCCIASmoto EXP 1° Paolo SALMASO - 2° Damiano CIAVATTA - 3° Daniele VAVINI

Un sentito ringraziamento a tutti i partecipanti, ai collaboratori, gli staff delle asd partecipan-ti e agli operatori del Settore MLK che hanno “messo in pista” tutta la loro passione e com-petenza. Per ultimo, ma non per importanza, un sentito ringraziamento va agli impianti chehanno ospitato le gare degli organizzatori del Campionato Nazionale, sopratutto all'impian-to Il Sagittario di Latina, ai cari amici Pino ed Enrico Montani ove si è svolta la Finale. L'ap-puntamento è al 2016, dove tre campionati, molto più affollati, di Nord, Centro e Sud Italiadaranno vita ad un Campionato Nazionale di qualità e di alti contenuti sportivi e promozio-nali con una copertura completa su tutte le Moto Leggere.

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ATTIVITÀ

Riccardo Passarotto sale sul tetto delmondo conquistando a Taiwan lamedaglia d’oro nei 100 metri su stra-da Junior. Una favolosa impresa del19enne rodigino che ha così riscatta-to la parziale delusione della pistadove, nei 300 metri, non era andatooltre il settimo posto. Nello splendi-do impianto di Kaohsiung - ha mes-so tutti in riga conquistando l’oro unpezzettino alla volta, sin dai turni diqualificazione e poi vincendo la semi-finale davanti al colombiano JaimeUribe e allo statunitense DustinHebon, dimostrando così di aver lecaratteristiche fisiche e tecniche perla nuova gara proposta da quest’an-no nel pattinaggio mondiale. I 100metri si svolgono in corsia, esatta-mente come nell’atletica leggera, macon tre atleti impegnati. Nella finalis-sima Passarotto è partito al centrocon a destra il colombiano AlvaroCarrasquilla e a sinistra il sorpren-dente svizzero Lukas Lida. Il dominiodel 19enne è stato nettissimo sin dal-le prime pattinate, riuscendo adesprimere tutta la sua potenza è sem-pre rimasto concentrato ed è riuscitoa vincere con 10"011. Da brivido l’ur-lo liberatorio del 19enne rodigino checon questa gara ha anche dato addioallo Skating Club Rovigo, la società

dove ha iniziato a muovere i primipassi e dove ha compiuto la scalatasino a raggiungere la vetta del mon-do con il titolo di Kaohsiung. «Riccar-do è nato è cresciuto nella nostrasocietà, dove tutti hanno dato il mas-simo per accompagnarlo sino a que-sto risultato che conferma le capaci-tà tecnico-sportive e impiantistichecon il Pattinodromo Adriatic LNG delnostro club - afferma il presidenteFederico Saccardin -, Quindi siamomolto orgogliosi che un nostro atle-ta nella stessa stagione abbia vintotitolo europeo e mondiale».Passarotto però, proprio prima di par-tite per l’Estremo Oriente ha chiestoil nulla osta che lo Skating Club Rovi-go ha, con tristezza, concesso. «Nonposso che esprimere il rammarico peril fatto che il prossimo anno Riccardoha scelto, per motivi tecnici, dicostruire una nuova esperienza conun’altra società di fuori provincia». Iltitolo mondiale è il primo conquista-to da un atleta dello Skating ClubRovigo che in questa stagione hamesso insieme un bottino ecceziona-le: con Passarotto negli Junior ha vin-to questo oro ai Mondiali, un oro eun argento agli Europei, mentre negliAssoluti ha conquistato con Diaman-ti un oro e due bronzi agli Italiani.

PESISTICA, ANCORA RECORD PER SUSANNA PERRONETre Record Europei nella classe M3 per la portacolori del-la società Gym Club Pesistica, nonchè responsabile nazio-nale del Settore ASI Pesi, Susana Perrone, ai CampionatiMondiali WDFPF 2015 di Powerlifting, svoltisi in Italia aGela (30 ottobre - 1 novembre 2015). Fra gli oltre trecen-to atleti provenienti da tutto il mondo, con un totale di305.5 kg (100 - 75 -130.5 kg.) Susanna ha migliorato irecord continentali di distensione su panca (di 12 kg.),stacco da terra (di 500 gr.) e di totale (di ben 45.500 kg.),terminando nel migliore dei modi l'ultima sua gara inter-nazionale nelle varie discipline sportive in cui si è resaprotagonista nel corso di questo anno. Con il coordina-tore Walter Cerrato, presente alla competizione iridata investe di ufficiale di gara, i due rappresentanti ASI hannoavuto un proficuo incontro personale con Wim Backe-lant, Presidente Mondiale WDFPF - organizzazione delloSport del Powerlifting. I tre hanno parlato non solodella necessità di severi controlli antidoping, meritoria-mente operativi in questa organizzazione internazionale(il 10% degli atleti in questa competizione sono statitestati direttamente, con la possibilità di successivi con-trolli a sorpresa), ma anche del rapporto con la WADA edell'avvenuto inserimento della WDFPF nel contesto spor-tivo livello italiano, grazie all'avvio di stretti rapporti dicollaborazione operativa con l’Asi.

PATTINAGGIO CORSA, PASSAROTTO SUL TETTO DEL MONDO

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Il primo campionato Europeo senior diVovinam Vietvodao ( arte marziale vietna-mita) si tenne a Liegi in Belgio nel lontano2006. L’Italia fu allora la prima nazione inassoluto a vincere il titolo di campioniEuropei. Nel 2014 la EVVF ( european vovi-nam vietvodao federation), visto il conti-nuo sviluppo ed il numero sempre crescen-te di giovanissimi praticanti under 18 , deci-se di organizzare un campionato europeoanche per le fasce di età junior, dai 9 ai 18anni di età. Dove avrebbe potuto tenersi ilprimissimo campionato europeo junior senon in Belgio? emulazione di quello che sitenne per i senior nel 2006. Proprio qual-che giorno fa infatti , dal 6 all’8 novembre,presso l’Hall Omnisport d’Awarns si èdisputata quest’ importante competizioneche ha visto sfilare ben 12 nazioni : oltreall’Italia, il Belgio, la Bielorussia, la Russia,la Romania, la Francia, la Germania, la Sviz-zera, l’Inghilterra, la Danimarca, la Poloniae la Spagna e ha visto la partecipazione dicirca 250 atleti . 46 gli atleti italiani tra i 9e 18 anni, selezionati dal direttore tecniconazionale Maestro Pollastro Giuseppe e 5arbitri e 3 coaches hanno preso parte aquesto evento. La neo squadra non hadeluso le aspettativedel Maestro Giuseppe, anzi le ha superate, facendo agguantareall’Italia non solo il premio per il migliorfair play , ma anche il primo posto nelmedagliere delle nazioni, davanti a Belgioe Bielorussia. Su 114 medaglie in paliol’Italia ne porta a casa ben 29 : Otto ori,

11 argenti e 10 bronzi. Gli atleti , tutti tes-serati Asi dal 2015 si sono ben comporta-ti in tutte i tipi di categorie : combattimen-to (light Contact), quyen ( forme ) songLuyen (combattimento prestabilito) e Tu venu ( difesa femminile) Sul primo gradinodel podio sono saliti Carnio Greta e Colom-bo Camilla nella categoria song luyen mot(combattimento prestabilito a coppienumero uno)femminile 9-12 anni, BettoniDaniele e Consonni Lorenzo nella catego-ria Song luyen mot maschile 13-15 anni,Ibba Francesca e Ciofi Alessandro nella tuve nu( difesa femminile) categoria 16-18anni, Perego Filippo e Mazza Francesca nel-la tu ve nu categoria 13-15 anni e Recal-cati Rebecca e Maffini Laura nel song luyenmot femminile 13-15 anni, Vignati Giulianel combattimento ( Categoria 13-15 anni-52 kg ), Federico Melzi nel Thien HoaLuong Kni kiem phap (forma con la spada)e Decursu Alessandro, Benenti Tommaso eSabir Yassine nel quyen don Doi ( forma sin-cronizzata a squadra) Le medaglie d’ar-gento sono andate a la coppia GodinoMatteo e Terruzzi Carolina sempre nella tuve nu 16-18 anni, a Filippo Perego e Chri-stian Maccarrone nel song luyen motmaschile 13-15 anni, a Mazza Francesca eMinniti Chiara nel song luyen mot catego-ria femminile 13-15 anni a Caka Daniel nel-la categoria combattimento over 65 kg 13-15 anni, a Guzzi Giorgia e Sabir Yassinenel tu ve nu (difesa femminile 13-15 anni),a Lucia Celle nel Nhap Mon Quyen 9-12

anni ( forma a mani nude), a Matteo Set-ta nella categoria combattimento 13-15anni -56kg, a Alessandro Ciotta categoriacombattimento 16-18 anni over 75 kg, aFederico Melzi nel Long ho quyen 13-15anni ( forma a mani nude), a Lorenzo Deoliveira e Andrea Grieco nel song luyenKiem ( combattimento codificato con laspada) e Recalcati Rebecca in quella fem-minile 48-52 kg 13-15 anni ad un soffiodall’oro di pochi punti all’ultimo rounddisputato. Il direttore tecnico si reputa sod-disfatto delle prestazioni di tutti gli atleti ,anche di chi non è riuscito a salire sul podio,come Francesconi Astrid e Mazza Federico,Marcovic Simone, Marcolin Morgan, GalliRiccardo, Mazza Marco , Cantu’ Francescoe Rigamonti Alessandro, che hanno dispu-tato ottimamente le loro gare in categoriedi alto livello tecnico pur essendo alla loroprima esperienza europea. Un ringrazia-mento va sicuramente dato ai numerosisupporter/genitori che ci hanno seguito inbelgio 90 persone, e allo staff dei coachesIris Dinardi, Stefano Maltagliati, LeonardoRotunno che hanno supportato i ragazzidurante la gara. Non dimentichiamocidegli arbitri italiani che hanno fatto partedello staff arbitrale Vittorio Cera, PollastroFilippo, Castellani Andrea, Giuseppe Disan-ti e Monica Scarano. E infine non possia-mo non ringraziare il Presidente della asdVovinam Italia Luca Marzocchi che ha fat-to si che la trasferta italiana risultassemeno onerosa possibile per i nostri atleti.

VOVINAM VIET VO DAO L’ASI PRESENTE CON LA NAZIONALE ITALIANA AL CAMPIONATO EUROPEO JUNIOR

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CORSA SU STRADA, OTTAVA EDIZIONE DELLA “CORSA DEI SANTI”: PRESENTE ANCHE IL GRUPPO SPORTIVO PARACADUTISTI ASIUna manifestazione splendia per una gior-nata altrettando splendida. Si è svolta, aRoma, l’8ª edizione della “Corsa dei San-ti”, promossa dalla “Fondazione DonBosco nel Mondo”, alla quale ha parteci-pato il nuovo Gruppo Sportivo Paracaduti-sti Roma della Sezione Anpdi della Capita-le, affiliato ASI Roma.

Il gruppo è nato lo scorso 23 ottobre inonore e ricordo della Battaglia di El Ala-mein,da un’idea dell’Istruttore FrancescoDe Mestrangelo e dai due Coadiutori Nico-la Trusiani e Giacomo Galati.Il Gruppo, composto, tutto, da atleti tesse-rati ASI, coordinati dal direttore sportivoNazionale Fabio Orsini, ha dato sfoggio dialte qualità logistiche, allestendo un gaze-bo sovrastato da un paracadute Irvin nelPiazzale antistante Castel Sant'Angelo, tragli stand delle varie Associazioni Sportivee suscitando particolare interesse da par-

te di turisti, atleti, curiosi e paracadutisti.Tra questi, anche un reduce della secondaguerra mondiale, omaggiato dal GruppoSportivo Paracadutisti Roma con una“Pompata” collettiva.Con la maglia associativa, che richiama icolori classici della Folgore, i paracadutistihanno partecipato con dedizione ed impe-gno portando 25 atleti, tra veterani, istrutto-ri, coadiutori, allievi e simpatizzanti, riuscen-do nell'obiettivo principale di far conclude-re a tutti i partecipanti della Sezione AnpdiRoma la stupenda competizione agonistica,con partenza e arrivo in Piazza San Pietro. Nonostante i suoi 6.000 runner provenien-

ti da 48 paesi del mondo, dei quali solo4.378 sono arrivati al traguardo, i risultatiimportanti per il Gruppo Sportivo Paraca-dutisti Roma non sono mancati: 3° classi-ficata cat. PF 49,06 l’allieva Federica Fabri-zio e 5° classificato cat. PM 45,29 il para-cadutista Franco Guidotti.L’evento, inoltre è stato allietato dalla  par-tecipazione di Carl Lewis, il “figlio del ven-to”, testimonial d'eccezione, che ha accol-to all’arrivo tutti i partecipanti.Infine, al termine della prova, in occasionedell'Angelus, Papa Francesco ha dato lasua benedizione a tutti i partecipan -ti all'evento.

SAMBO, SUCCESSI ALLA PRIMA COPPA EUROPAIl 24 ottobre di quest'anno, Madrid ha ospitato nel fine settimana la prima Cop-pa Europa di Sambo, nuova competizione continentale della disciplina di com-battimento nata in Unione Sovietica tra gli anni ’20 e gli anni ’30. L’Asi con gliatleti tesserati dal suo Coordinamento di disciplina Asi Sambo, guidato da Rober-to Ferraris, ha partecipato alla manifestazione sportiva con grande onore e consuccesso. A brillare è stato soprattutto il piemontese Alessio Miceli, vincitore del-la medaglia d’oro nella categoria 82 kg, dove ha battuto il padrone di casa Eduar-do Martín. Michael Raso (62 kg) e Mattia Galbiati (68 kg) hanno conquistato lamedaglia d’argento, mentre Elen Merelli (52 kg), Giulia Aragozzini (68 kg), Wal-ter Baccinelli (57 kg) ed Edoardo Gigliotti (90 kg) si sono fregiati del bronzo. Gio-vanni Passalacqua (74 kg), infine, ha avvicinato la zona  podio con unsettimo posto.Grazie a questi risultati, l’Italia ha chiuso al terzo posto nella classifica per nazio-ni, dominata dalla fortissima Russia, vincitrice di tredici medaglie d’oro sulle sedi-ci in palio. Al secondo posto, appena davanti alla delegazione azzurra, si sonoclassificati i padroni di casa della Spagna. Seguono, dal quarto al nono posto, Fin-landia, Bulgaria, Francia, Slovenia, Georgia e Romania.

CarlLewis

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La proposta del presidente dell’Inps Tito Boeridi concedere un assegno di cinquecento euro almese come reddito minimo agli ultra cinquan-tacinquenni disoccupati in attesa di pensione,sembrerebbe essere assolutamente irrealizzabi-le. L’unico risultato ottenuto è stato quello discatenare le tifoserie, chi a favore e chi contro.Io l’ho trovata semplicemente offensiva. Per ilavoratori e per tutti quei cittadini onesti che perdecine di anni hanno faticato, lavorando perpagarsi i contributi e che ora, grazie ad una cri-

si pilotata dalle grandi corporazioni finanziarieche li hanno sbattuti fuori dal ciclo produttivo,si vedrebbero assegnare (se mai succedesse,data la contrarietà del governo) un’elemosina.E’ una boutade, un’altra sparata del professore“illuminato” vagamente di sinistra, forse catto-lico, un po’ radical e un po’ chic, che alla richie-sta di pane ti risponderebbe, ne sono certo:“vanno bene le brioche?”. Che poi è lo stessoil quale, arroccato nel proprio castelletto dora-to di carte, numeri e diagrammi ha suggerito,

per fare cassa, di tassare i pensionati a milleeuro al mese, che per sopravvivere degnamen-te gli ultimi anni della loro vita sono dovuti emi-grare in Romania, Bulgaria o Tunisia. Qualcunodirebbe: meglio quell’elemosina che niente. Eno, caro Boeri, non siamo più “all’elargizionedel principe” e lei deve aver interpretato malele parole di Papa Francesco, nell’udienza plena-ria di Piazza San Pietro riservata ai suoi colla-boratori che, quando ha parlato di Dignità, nonintendeva affatto confonderla con Pietà.

L’elemosina dell’Inps

Ma non sapeva che il contratto a tutele cre-scenti prevede la possibilità di un più facilelicenziamento?Alla domanda del giornalista, Mario, l’operaiotrentunenne di Tolmezzo, primo licenziato del-l’era del “jobs act”, ha risposto così:"No, l'azienda ci aveva sempre detto di staretranquilli e che per tre anni stavamo sicuri. Poinon sono un tipo politicizzato, mai fatto unosciopero in vita mia, non sono di sinistra, nem-meno di destra. Vedevo i politici in tv, parlava-no tutti di cambiamenti e quindi…..non pen-

savo che alla prima occasione mi avrebberosbattuto fuori”. Ecco, appunto, il problema statutto lì, in quella prima risposta che sa tanto dideresponsabilizzazione, di “delega” agli altridel riconoscimento o del mantenimento deipropri, pochi diritti rimasti e che la partecipa-zione politica, sindacale, forse civile, sia unaperdita di tempo. Roba da vecchi, da genera-zione anni ’70, forse da sfigati e che il merca-to da solo, o il governo o gli imprenditori, maga-ri gli esperti e i tuttologhi televisivi siano in gra-do (e disposti) di risolvere le grandi questioni

che assillano il mondo e il nostro paese, comeil lavoro, la giustizia sociale, le libertà, il disa-gio esistenziale, il terrorismo e di farcene dono.Mario è stato raggirato, insieme a migliaia dialtri giovani e ora è senza un’occupazione e conun futuro incerto. Forse è stato anche un inge-nuo, un poco pure opportunista e alla fine vit-tima, come i ragazzi parigini morti per manoassassina, convinti e rassicurati da parolai eimbonitori, di stare a vivere nel migliore deimondi possibili: pacificato, effimero, leggero esempre a “tutele crescenti”.

Quel raggiro chiamato jobs act

> Umberto Silvestri

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