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L'edizione autunnale della Hong Kong Jewellery and Gem Fair, considerata il maggior appuntamen- to fieristico in Asia nel settore della gioielleria, si è svolta quest'anno su uno spazio espositi- vo di 120mila m 2 , in cre- scita del 25% sulla scorsa edizione. Gli espositori hanno rag- giunto la cifra record di oltre 3.000 (+14% sulla scorsa edizione) in rap- presentanza di 44 Pae- si; i visitatori sono stati 40mila. Per la prima volta quest'anno la ma- nifestazione è stata suddivisa in due sezio- ni distinte (suscitando qualche protesta tra le aziende espositrici). Le aziende che esponeva- ECONOMIA, NORMATIVE, OPPORTUNITÀ E OBIETTIVI ALL’ESTERO PER LE IMPRESE ITALIANE Sommario INDUSTRIA ORAFA Da Hong Kong Jewellery segnali di ripresa pag 4 Anno 3° - 27 novembre 2009 n. 13 DOSSIER EGITTO SETTORI E AZIENDE Elettrodomestici Industria aereonautica Infrastrutture e trasporti pag 19-20 Da Hong Kong Jewellery segnali di ripresa INDUSTRIA ORAFA no pietre, perle, mac- chinari per la lavorazio- ne e il packaging dei preziosi erano ospitate all'interno degli spazi dell'Asia World Expo (AWE), vicino all'aero- porto, mentre i gioielli fi- niti hanno trovato ospi- talità negli stand allesti- ti sui sette piani del- l'HKCEC (Hong Kong Convention and Exhibi- tion Center) di recente ristrutturato e ampliato. La rassegna ha ospita- to 21 padiglioni nazio- nali e 19 padiglioni te- matici ed è stata arric- chita da eventi collate- rali quali sfilate, confe- renze e seminari incen- trati su temi del settore, oltre a numerose sera- te conviviali. continua a pagina 4 Presenti 170 aziende italiane. Il nostro Paese è il quarto esportatore sul mercato dopo Cina, Usa e India Ministero degli Affari Esteri La crescita rallenta ma il Paese non si ferma pag 5 Nel 2009/2010 l'obiettivo è un'accelerazione della crescita pag 8 Competitività: l'Egitto si col- loca a metà classifica pag 10 La sfida agricola pag 12 Tecnologia dall'Italia per la filiera marmo e graniti pag 14 Industria dell'auto: cresce la componentistica pag 16 L'industria delle costruzioni trascina la crescita pag 17 Siderurgia: il settore è trainato dall'industria delle costruzioni pag 18 L'Egitto ha saputo mantenere un buon tasso di crescita nonostante la crisi. Qua- li sono i settori in cui il Paese offre le maggiori opportunità per le aziende ita- liane che vogliono vendere o investire? Nonostante la congiuntura internazionale estremamente sfavorevole, l'Egitto ha saputo mantenere anche nel 2009 tassi di crescita marcatamente positivi, a riprova del fatto che il processo riformatore intrapreso negli ultimi an- ni ha liberato significative energie imprendito- riali, che stanno cominciando a sfruttare appie- no le potenzialità di questo grande Paese. L'I- talia é protagonista di tale nuova stagione e vi sono amplissimi spazi di inserimento per le no- stre aziende, in primis nel settore infrastruttu- rale ed energetico, vero e proprio "backbone" di un Egitto moderno e dinamico. Vorrei peral- tro sottolineare che lo sviluppo di una nuove classe imprenditoriale, che spazia dal settore dell'edilizia a quello della trasformazione ali- mentare, dal tessile al settore della ceramica, apre vaste prospettive per tutte le numerose aziende italiane impegnate nell'ambito dei beni Egitto: l'Italia è il primo partner Sulle opportunità del mercato egiziano per le imprese italiane e sullo sviluppo dei rapporti economici bilaterali con l'Egitto Diplomazia Economica Italiana ha intervistato l'Ambasciatore italiano al Cairo, Claudio Pacifico strumentali. L'emergere, infine, di una oramai non più marginale middle-class abbiente e co- smopolita offre interessanti occasioni al Siste- ma Italia anche nelle tradizionali aree di eccel- lenza del "Made in Italy" ed "Italian Lifestyle". continua a pagina 2 Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l'Ufficio sostegno imprese della Farnesina (DGCE) - [email protected] L’Ambasciatore Pacifico e il Presidente della Camera Fini a colloquio con il Primo Ministro della Repubblica araba d'Egitto Nazif

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L'edizione autunnaledella Hong KongJewellery and GemFair, considerata ilmaggior appuntamen-to fieristico in Asia nelsettore della gioielleria,si è svolta quest'annosu uno spazio espositi-vo di 120mila m2, in cre-scita del 25% sullascorsa edizione. Gliespositori hanno rag-giunto la cifra record dioltre 3.000 (+14% sullascorsa edizione) in rap-presentanza di 44 Pae-si; i visitatori sono stati40mila. Per la primavolta quest'anno la ma-nifestazione è statasuddivisa in due sezio-ni distinte (suscitandoqualche protesta tra leaziende espositrici). Leaziende che esponeva-

E C O N O M I A , N O R M A T I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L ’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I T A L I A N E

Sommario

INDUSTRIA ORAFA

Da Hong Kong Jewellerysegnali di ripresa

pag 4

Anno 3° - 27 novembre 2009

n. 13

DOSSIER EGITTO

SETTORI E AZIENDE

ElettrodomesticiIndustria aereonauticaInfrastrutture e trasporti

pag 19-20

Da Hong Kong Jewellery segnali di ripresa

INDUSTRIA ORAFA

no pietre, perle, mac-chinari per la lavorazio-ne e il packaging deipreziosi erano ospitateall'interno degli spazidell'Asia World Expo(AWE), vicino all'aero-porto, mentre i gioielli fi-niti hanno trovato ospi-talità negli stand allesti-ti sui sette piani del-l'HKCEC (Hong KongConvention and Exhibi-tion Center) di recenteristrutturato e ampliato.La rassegna ha ospita-to 21 padiglioni nazio-nali e 19 padiglioni te-matici ed è stata arric-chita da eventi collate-rali quali sfilate, confe-renze e seminari incen-trati su temi del settore,oltre a numerose sera-te conviviali.

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Presenti 170 aziende italiane. Il nostro Paeseè il quarto esportatore sul mercato dopo Cina,Usa e India

Ministero degli Affari Esteri

La crescita rallenta ma il Paese non si ferma

pag 5Nel 2009/2010 l'obiettivo è un'accelerazione della crescita

pag 8Competitività: l'Egitto si col-loca a metà classifica

pag 10La sfida agricola

pag 12Tecnologia dall'Italia perla filiera marmo e graniti

pag 14Industria dell'auto: cresce la componentistica

pag 16L'industria delle costruzioni trascina la crescita

pag 17Siderurgia: il settore è trainato dall'industriadelle costruzioni

pag 18

L'Egitto ha saputo mantenere un buontasso di crescita nonostante la crisi. Qua-li sono i settori in cui il Paese offre lemaggiori opportunità per le aziende ita-liane che vogliono vendere o investire?

Nonostante la congiuntura internazionaleestremamente sfavorevole, l'Egitto ha saputomantenere anche nel 2009 tassi di crescitamarcatamente positivi, a riprova del fatto che ilprocesso riformatore intrapreso negli ultimi an-ni ha liberato significative energie imprendito-riali, che stanno cominciando a sfruttare appie-no le potenzialità di questo grande Paese. L'I-talia é protagonista di tale nuova stagione e visono amplissimi spazi di inserimento per le no-stre aziende, in primis nel settore infrastruttu-rale ed energetico, vero e proprio "backbone"di un Egitto moderno e dinamico. Vorrei peral-tro sottolineare che lo sviluppo di una nuoveclasse imprenditoriale, che spazia dal settoredell'edilizia a quello della trasformazione ali-mentare, dal tessile al settore della ceramica,apre vaste prospettive per tutte le numeroseaziende italiane impegnate nell'ambito dei beni

Egitto: l'Italia è il primo partnerSulle opportunità del mercato egiziano per le imprese italianee sullo sviluppo dei rapporti economici bilaterali con l'EgittoDiplomazia Economica Italiana ha intervistato l'Ambasciatoreitaliano al Cairo, Claudio Pacifico

strumentali. L'emergere, infine, di una oramainon più marginale middle-class abbiente e co-smopolita offre interessanti occasioni al Siste-ma Italia anche nelle tradizionali aree di eccel-lenza del "Made in Italy" ed "Italian Lifestyle".

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Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l'Ufficio sostegno impresedella Farnesina (DGCE) - [email protected]

L’Ambasciatore Pacifico e il Presidente della Camera Fini a colloquiocon il Primo Ministro della Repubblica araba d'Egitto Nazif

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Egitto - Il deserto a El Beyda

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Egitto: l'Italia è il primo partnerUn'importante sfida per il Governo,come indicato anche dal MinistroRachid, è di accrescere l'attività ma-nifatturiera del Paese. Ma è un Paesecompetitivo sotto il profilo dei costie del clima di business? In particola-re ritiene che l'Egitto possa essereuna location competitiva per svilup-pare una presenza di mercato in Me-dio Oriente?

Direi senz'altro che l'Egitto ha compiutopassi da gigante per creare un clima piùfavorevole al business e agli investimen-ti esteri. Una riprova ne é l'acquisizionedella Bank of Alexandria da parte delGruppo Intesa San Paolo. Posso esse-re inoltre testimone diretto dello spirito diampia collaborazione che é stato riserva-to al Sistema Italia ed alle sue aziendedalle principali Autorità di Governo egi-ziane, con le quali siamo in costante con-tatto. Direi altresì che il costo della ma-nodopera (comparabile a quello delleeconomie in transizione più dinamiche alivello mondiale) continua a costituire un"competitive edge" dell'Egitto su altriPaesi della Regione e che, sia in terminidi mercato interno che di posizione geo-strategica, l'Egitto ha tutte le carte in re-gola per rappresentare un vero e proprio"hub" per la sponda sud del Mediterraneoe verso la Penisola Arabica ed i mercatiafricani.

Finora la presenza italiana in Egitto èstata sviluppata, prevalentemente,da grandi imprese. Esistono aree diattività o formule di collaborazioneche renderebbero possibile un'e-stensione di questa presenza anchealle medie imprese? Nel contestodelle prossime privatizzazioni previ-ste dal Governo egiziano, ci sonosettori e attività che possono inte-ressare le imprese italiane?

Il tessuto industriale italiano è compo-sto per oltre il 90% da Pmi. Se l'Italia èoggi il primo partner economico-euro-peo dell'Egitto, ciò dimostra che oltrealla radicata presenza di grandi azien-de, vi è una miriade di piccole e medieimprese che hanno stabilito flussi com-merciali ed investimenti diretti in Egitto.L'attuale politica delle privatizzazionicostituisce un ulteriore stimolo per inve-stimenti anche di aziende medio-picco-le, favorite dalla vicinanza con l'Italia,dal costo della manodopera e dai van-taggi competitivi già citati.

DALLA PRIMA PAGINA

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flusso migratorio regolamentato e di qua-lità, che abbia le carte in regola per inte-grarsi al meglio nella nostra società. Vor-rei anche sottolineare che chiunque si re-chi in Egitto non può mancare di notare lasignificativa impronta prodotta dalla pre-senza italiana nel Paese, dall'architetturaalle prime fasi dell'industrializzazione pe-sante, dalla cultura alla gastronomia,un'impronta che si è amalgamata perfet-tamente nello sfaccettato mosaico dell'i-dentità dell'Egitto del XXI secolo.

L'Egitto resta un Paese di grandi disu-guaglianze sociali che si traduconoanche in visioni opposte nel Paese enel Governo, su come affrontare la'modernizzazione' della società. Qualisono le possibili vie di sbocco di que-sto processo?

Va innanzitutto rilevato - e riconosciuto alGoverno egiziano - che negli ultimi annisono stati compiuti molti sforzi per miglio-rare le condizioni di vita delle classi menoabbienti. A tale obiettivo sono state dedi-cate molte delle nuove risorse prodottedai notevoli tassi di crescita (tra il 7 el'8%) degli ultimi anni.La situazione rimane nondimeno pesantee i forti tassi di incremento demograficohanno contribuito ad erodere significati-vamente le nuove opportunità offerte dal-la crescita economica. Comunque per ilGoverno la riduzione delle disuguaglian-ze sociali e la crescita del tenore di vitadelle classi più povere rimane uno degliobiettivi prioritari. Ciò anche nella consa-pevolezza che proprio su questo terrenosi gioca il futuro politico del Paese e delregime nel contrastare l'avanzata del fon-damentalismo islamico.

www.ambilcairo.esteri.it

L'Unione Europea include l'Egitto nel-la Politica di Vicinato e nel programmaEuromed. Ci sono aree tematiche, al-l'interno di questi programmi, che of-frono particolari opportunità e che sipossono segnalare alle imprese/istitu-zioni italiane?

I bandi di gara Enpi cominciano ad esse-re diffusi da alcuni mesi. Costituisconoun'ottima opportunità, per associazioni eraggruppamenti di imprese, per avvici-narsi al mercato e creare "partnership"con i loro omologhi. L'Egitto è, nell'areaMena, (Paesi del Nordafrica e MedioOriente) il principale destinatario di finan-ziamenti erogati dall'Unione Europea.Basti pensare a quelli della BEI (BancaEuropea degli Investimenti) negli ultimi 5anni, principalmente concentrati nel set-tore della produzione e distribuzione dienergia elettrica.

Dall'Egitto proviene un significativoflusso di immigrazione in Italia, occu-pato nel settore delle costruzioni, delcommercio alimentare, dei servizi diristorazione. È possibile 'valorizzare'questo fenomeno ai fini di una mag-giore cooperazione culturale ed eco-nomica tra i due Paesi?

La folta comunità egiziana residente re-golarmente in Italia (e che per la maggiorparte appare ben integrata nel tessutodel nostro Paese) costituisce senz'altroun significativo ponte fra le due Nazioni.Più in generale direi che essa è il termo-metro delle eccellenti alchimie individualiche sono immediatamente percepibili nelrapporto fra italiani ed egiziani. Le nume-rose iniziative messe in cantiere dall'Italiacon l'Egitto nei settori della formazione edell'apprendimento (linguistico e tecnico)intendono sostenere lo sviluppo di un

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Hong Kong Due particolari gioielli dedicati alla città

Hong Kong si colloca al quarto postofra i maggiori esportatori di gioielleria alivello mondiale e il primo per bigiotte-ria. Secondo i dati del Trade and De-velopment Council (TDC), nel perio-do gennaio-agosto 2009 Hong Kongha esportato prodotti di gioielleria peroltre 2 miliardi di dollari USA, con unadiminuzione del 31,1% sullo stesso pe-riodo del 2008. In calo (-38%) le vendi-te verso gli Stati Uniti, un mercato checopre un terzo dell'export totale, increscita quelle verso la Cina (+108%)che però copre una quota ridotta (8%). Buona parte delle vendite all'estero diHong Kong sono in realtà riesportazio-ni di prodotti importati prevalentemen-te (ma non solo) dalla Cina. L'Italia, nei primi otto mesi del 2009, haesportato a Hong Kong preziosi per223 milioni di dollari USA, con un calosuperiore al 14% su base annua. Oggiè il quarto fornitore dopo Cina conti-nentale, Stati Uniti e India, con unaquota vicina al 9%.

dalla prima pagina

Padiglione Italia con Afemo e IceLa partecipazione italiana si è articola-ta con la presenza di 170 aziende(+25% rispetto all'edizione 2008 e+42% rispetto all'edizione primaverile2009) rappresentative dei vari seg-menti del settore. Venticinque leaziende italiane presenti all'AWE. Inparticolare, un apposito padiglionecon 16 aziende è stato organizzatodall'ICE di Hong Kong in collaborazio-ne con AFEMO, l'Associazione deifabbricanti ed esportatori di macchineper oreficeria. E' da rilevare che l'Italiaè il principale esportatore mondiale inquesto comparto. Le restanti impreseerano suddivise tra i vari padiglionidell'HKCEC dove ICE, in collaborazio-ne con Assicor e le Camere di Com-mercio di Arezzo, Milano, Roma e Vi-cenza, ha realizzato l'evento "GioielloItaliano".

Da Hong Kong Jewellery segnali di ripresa

INDUSTRIA ORAFA

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Qualche effetto della crisi c'è stato, mal'Egitto è già pronto a riprendere la corsa.Ed è un dato importante in quanto l'Italiaè il primo partner europeo del Paese edè anche uno dei maggiori investitori. So-prattutto le aziende italiane hanno avvia-to una serie di importanti progetti che ri-guardano il settore dell'energia, l'inter-scambio e la logistica nel compartoagroalimentare, i trasporti, la meccanicastrumentale.Il bilancio 2008/2009 (in Egitto l'anno fi-scale termina al 31 giugno) si chiude perl'economia egiziana con un risultato su-periore alle previsioni degli analisti eco-nomici e dello stesso Governo. Nono-stante la crisi, il prodotto interno lordo hafatto registrare un incremento del 4,7 percento rispetto al 2007/08. C'è stato co-munque un inevitabile rallentamento: nel-l'anno precedente il tasso di crescita erastato del 7,2 per cento.

Un forte sostegno alla domanda interna èstato dato dai consumi pubblici (+7,9%su base annua) che sono pressochéquadruplicati rispetto al 2007/2008. Sonoaumentati del 4,5% anche i consumi pri-vati mentre c'è stata una sensibile frena-ta degli investimenti (-9,1% su base an-nua) che invece, nel 2007/2008, eranocresciuti del 15,5%. Allo scopo di mitigare l'impatto della crisimondiale sull'economia egiziana, l'Ese-cutivo è intervenuto con un pacchetto distimolo fiscale del valore di circa 15 mi-liardi di lire egiziane (circa 2,7 miliardi didollari) corrispondenti a circa l'1,5 percento del PIL (1000 lire egiziane corri-spondono a 182 dollari).Il 70 per cento della spesa è stato desti-nato a investimenti pubblici, prevalente-mente nel settore delle infrastrutture edei servizi municipali a rete. Le quote re-stanti sono servite a finanziare l'incre-

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DOSSIER PAESE

La crescita rallenta ma il Paese non si fermaLa crisi ha colpito soprattutto gli investimenti ma c'è stataun'eccellente tenuta dei consumi pubblici e privati e il PIL è co-munque cresciuto del 4,7%. In calo i proventi del Canale di Suezmentre il turismo, dopo una fase di forte rallentamento, dà giàsegni di ripresa. Sui conti pubblici pesano i sussidi ai consumidelle fasce più povere della popolazione.

Giza Le Piramidi

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mento della spesa corrente (2,7 miliardidi lire) e una serie di sgravi fiscali (1,5 mi-liardi). Gli effetti del programma di stimo-lo fiscale si sono rivelati molto più rapidie significativamente superiori rispetto al-le stime iniziali. Non solo, ma nel corsodegli ultimi mesi sono emersi segnali diuna possibile ripresa degli investimentidall'estero. Il miglioramento è già perce-pibile per gli investimenti finanziari, gra-zie anche al crescente orientamento de-gli investitori internazionali verso i Paesiemergenti. Considerazioni analoghe val-gono per il settore del turismo: nel terzotrimestre 2009 le entrate valutarie deri-vanti da questa attività sono state so-stanzialmente in linea con il corrispon-dente periodo del 2008 (prima quindi chesi registrassero gli effetti della crisi). Nelmedio termine, sono attesi anche signifi-cativi guadagni di produttività e, più in ge-nerale, del potenziale di crescita, grazieal miglioramento delle infrastrutture.

Banche, servizi e industria mineraria tengono il passo

Tra i settori produttivi, hanno tenuto benele attività estrattive e l'industria mineraria(+6,4%) che coprono il 14,3 per cento delPIL, il commercio all'ingrosso e al detta-glio (+5,8%) con una quota pari al 10,9per cento del PIL, e le telecomunicazioni(+14,6%) con una quota pari al 3,8%,grazie soprattutto alla crescente diffusio-ne dei servizi di telefonia mobile il cui tas-so di penetrazione ha recentemente su-perato il 70 per cento della popolazione. Il settore finanziario è rimasto sostanzial-mente immune dalla crisi di liquidità cheha colpito gli istituti dei Paesi industrializ-zati, grazie al ridotto livello di aperturaverso l'estero, alla forte liquidità interna(depositi), alla elevata concentrazionedei portafogli di investimento sui titoli diStato domestici, alla stringente azione divigilanza della Banca Centrale. Da se-gnalare che la crescita dei finanziamentiinterni è dovuta quasi integralmente aiprestiti concessi a imprese del settorepubblico, mentre i crediti ad aziende pri-vate ristagnano da oltre un anno.Ha registrato invece un significativo ral-lentamento della crescita (ma non un'in-versione di tendenza) l'industria manifat-turiera (+3,7%) che copre una quota parial 16% del PIL. Rallenta anche il turismocon una quota del PIL pari al 4%. La ri-duzione dei traffici commerciali tra Euro-pa e Asia e gli episodi di pirateria al largodelle coste somale si sono tradotte infinein una diminuzione netta (-7,2%) degli in-troiti derivanti dal Canale di Suez, checoprono più del 3% del PIL.

Conti pubblici: aumentano sia spesa che entrate

L'impatto della crisi si è tradotto inevita-bilmente in una crescita del disavanzodei conti pubblici: l'aumento è stato parial 18 per cento in termini nominali. Ma ildato è rimasto stabile in rapporto al PIL(6,9%). L'espansione delle entrate (25,8per cento), che costituiscono quasi il 27per cento del PIL, è stata leggermentesuperiore a quella delle spese (23,2 percento), pari al 33,5 per cento del PIL. So-no cresciuti gli introiti derivanti dalle im-

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Cairo La Borsa

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poste sul reddito delle persone fisiche egiuridiche, ma soprattutto dell'impostasulle vendite, mentre il prelievo derivantedal commercio internazionale (prevalen-temente legato al traffico del Canale diSuez) è rimasto sostanzialmente stabile.Dal lato delle spese particolarmente rile-vante è stato l'incremento delle sommeallocate per i sussidi, che ormai rappre-sentano oltre il 40 per cento delle uscitecomplessive, mentre è stato molto conte-nuto l'aumento della spesa per interessi,grazie anche alla politica monetariaespansiva perseguita dalla Banca Cen-trale e all'abbondante liquidità presentesul mercato finanziario domestico. L'inci-denza del debito pubblico sul PIL è au-mentata di quasi tre punti percentuali,passando dal 72,8 al 75,6 per cento e in-terrompendo una dinamica tendenzial-mente flettente avviata alcuni anni fa.L'incidenza della componente estera èpassata dal 12,8 al 13,9 per cento delPIL. L'incidenza della componente pri-maria (deficit al netto degli interessi suldebito pubblico) è passata dall'1,2 all'1,8per cento.

Occupazione e sussidi

In prospettiva, le Autorità egiziane con-fermano il loro impegno per un progressi-vo contenimento del pubblico impiego edella spesa sociale. Ma non è un compi-to agevole. La praticabilità dei tagli sulprimo versante è legata alla capacità delsettore privato di generare posti di lavoroadeguatamente retribuiti, sostituendosiall'azione di sostegno all'occupazionecondotta dallo Stato. E anche l'attuazionedi misure di riduzione dei sussidi risultaparticolarmente delicata in un Paese do-ve la grande maggioranza della popola-zione ha recepito solo in minima parte ibenefici derivanti dall'espansione econo-

mica degli ultimi anni, mentre sta speri-mentando una progressiva decurtazionedel potere d'acquisto causata dall'infla-zione. In Egitto, su 81 milioni di abitanti,figurano 55 milioni di persone iscritte alleliste per i sussidi alimentari.

Bilancia dei pagamenti in lieve deficit

Sul fronte degli equilibri valutari, la bilan-cia dei pagamenti egiziana è tornata inrosso dopo alcuni anni, facendo segnareun disavanzo di 4,4 miliardi di dollari, afronte di un surplus di 900 milioni nel2007/08, a causa dell'ampliamento deldeficit della bilancia commerciale legatoin buona parte alla forte riduzione (in vo-lume e prezzo) delle esportazioni di idro-carburi. L'avversa congiuntura interna-zionale ha inoltre causato un marcato de-terioramento del saldo da servizi, ridu-cendo (-8,4%) le entrate valutarie del Ca-nale di Suez (4,7 miliardi di dollari). In ca-lo anche (-3,1%) gli introiti valutari legatial turismo (10,5 miliardi di dollari) e so-prattutto risulta diminuito (-41%) l'afflussodegli investimenti diretti dall'estero (1,9miliardi). Anche i trasferimenti netti, pari a8,2 miliardi, si sono ridimensionati (-11,7)soprattutto in conseguenza del calo dellerimesse dei lavoratori emigrati (-8,9 percento) concentrati per oltre la metà neiPaesi del Golfo, dove i contraccolpi dellacrisi si sono fatti sentire soprattutto nelsettore delle costruzioni, nel quale lavo-rano moltissimi emigrati egiziani. Infinegli investimenti di portafoglio hanno regi-strato flussi netti in uscita per 9,2 miliardidi dollari. L'80 per cento è derivato davendite di titoli di Stato, come risvolto del-l'accresciuta avversione al rischio da par-te degli investitori internazionali. Il sur-plus delle partite finanziarie è così crolla-to da 7,6 miliardi a 1,4 miliardi di dollari.

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Inflazione L'obiettivo a medio termine è dicontenere il tasso di crescita dei prezzi alconsumo tra il 6 e l'8 per cento. Nel mesedi agosto 2009 il tasso tendenziale è tor-nato sotto il 10 per cento, dopo aver regi-strato punte di quasi il 24 per cento nel2008. Privatizzazioni La mancata privatizzazio-ne della Banque du Caire (terzo istituto dicredito del Paese per volume dell'attivo)nel giugno 2008 ha convinto il Governo arivedere i suoi programmi in materia,stante la difficile situazione dei mercati fi-nanziari. L'obiettivo, attualmente, è di ge-stire in modo dinamico le attività rimastein portafoglio allo Stato. Dei passi positivicomunque sono stati fatti. Nel 2004 eranoin mano pubblica 178 imprese, comples-sivamente in perdita, con debiti per 32 mi-liardi di lire egiziane, occupati in sopran-numero e un'incidenza del 35 per centosul PIL. Nel 2008/09 il totale si è ridotto a150 imprese che hanno generato un pro-fitto consolidato di 3,7 miliardi di lire e ri-sanato in gran parte la loro situazione de-

Di seguito sono riassunte le indicazioni-chiave emerse in occasione dell'incontroa cui hanno partecipato il Primo Ministroe alcuni tra i maggiori responsabili dell'e-conomia del Paese.Crescita dell'economia Nelle stime dell'ese-cutivo il tasso di sviluppo per l'anno fiscalein corso (2009/2010) sarà comunque noninferiore al 5%. Potrebbe raggiungere il 5,5per cento se la ripresa in Europa si rivelas-se più robusta del previsto.Mercato del lavoro Il tasso di disoccupa-zione ufficiale resta attualmente su livellielevati (più del 9%) anche a causa delrallentamento economico indotto dallacrisi. Ma la situazione sul fronte occupa-zionale è in netto miglioramento rispettoa pochi anni fa.Investimenti esteri Il Governo si attendeuna forte ripresa di quelli diretti che do-vrebbero totalizzare 10 miliardi di dollari.Il record, pari a 13,2 miliardi, era statotoccato nel 2007/2008. Una parte signifi-cativa dovrebbe confluire nel settore del-le infrastrutture.

Nel 2009/2010 l'obiettivo è un'accelerazione della crescitaUn aggiornamento sulle prospettive economiche dell'Egitto èemerso in occasione dell'annuale conferenza organizzata alCairo da Euromoney. Le previsioni sono di un aumento del PILsuperiore al 5 per cento

DOSSIER PAESE

Cairo Una veduta della città

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bitoria. Occupano l'1,5 per cento dellaforza lavoro del Paese e pesano per il 5per cento del PIL.Investimenti Secondo le stime dell'ese-cutivo dovrebbero totalizzare 135 miliardinel 2009/10 contro i 120 miliardi del2008/09. Il Governo si è comunque di-chiarato pronto a proseguire l'attuale in-tervento espansivo di politica fiscale, segli investimenti del settore privato doves-sero rivelarsi inferiori alle previsioni.Bilancio dello Stato Il deficit dei conti pub-blici nel 2009/10 dovrebbe situarsi tra il 7 eil 7,5 per cento del PIL. E' un valore so-stanzialmente inferiore alle precedenti at-tese degli analisti (che lo collocavano vici-no al 9 per cento) e anche alle previsioniufficiali contenute nel bilancio programma-tico approvato pochi mesi fa (8,4 per cen-to). Il motivo risiede nella previsione che,se il tasso di crescita dovesse raggiungereil 5,5 per cento, le maggiori entrate fiscalicomporterebbero una riduzione del deficitdell'ordine di almeno un punto percentualein rapporto al prodotto interno lordo.Interscambio Il Governo punta ad un rad-doppio, nel corso dei prossimi quattro an-ni, delle esportazioni di prodotti non petro-liferi, che dovrebbero totalizzare 200 mi-liardi di lire egiziane. Gli investimenti ne-cessari per raggiungere tale traguardo,sono stimati in 60 miliardi. L'obiettivo è

anche di creare in tal modo 200mila nuoviposti di lavoro, e di consentire/promuove-re la riqualificazione di 400mila lavoratori.In questo contesto il Governo intende av-viare rapporti bilaterali diretti con i princi-pali distributori al dettaglio mondiali, conparticolare riguardo a quelli asiatici, e offri-re supporto agli esportatori egiziani neiprincipali mercati di sbocco. In generalel'Egitto intende ridurre il peso delle mate-rie prime sul totale dell'export e puntarepiuttosto su un allungamento della catenadel valore realizzata all'interno del Paese.Concorrenza Il Governo del Cairo ritieneanche che esista largo spazio per un po-tenziamento ed una razionalizzazionedei flussi commerciali all'interno. E' con-vinto che un'azione in tal senso consenti-rebbe di creare fino a un milione di postidi lavoro. Non solo, ma la promozione diun maggiore livello di concorrenza fra glioperatori consentirebbe una maggioreefficienza e riduzioni dei prezzi per i con-sumatori finali.Energia A partire dal gennaio 2010 sa-ranno definitivamente introdotti gli incre-menti di prezzo nelle tariffe del gas natu-rale e dell'energia elettrica destinati alleimprese ad alto consumo energetico, cheerano stati sospesi all'inizio del 2009 persostenere le aziende che fronteggiavanole ricadute della crisi.

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In un intervento in occasione della conferen-za Euromoney il Primo Ministro Nazif ha ri-vendicato i successi in campo economico del-l'esecutivo che guida dal 2004: tasso di svi-luppo del prodotto di quasi il 6 per cento me-dio annuo, parziale risanamento delle finanzepubbliche, riduzione della disoccupazione,progressivo ritiro della presenza pubblica dal-l'economia, notevoli afflussi di capitali esteri,stabilità del tasso di cambio. Questi risultati sul piano macroeconomicoperò si confrontano con una distribuzione mol-to disomogenea dei relativibenefici. Le sperequazioniesistenti nella ripartizione deiredditi e della ricchezza so-no state ulteriormente ac-centuate, negli ultimi due an-ni, dal forte aumento deiprezzi, che hanno colpitoprevalentemente i ceti menoabbienti. Tali dinamiche han-no generato diffusi malcon-tenti che si sono evidenziatianche in importanti manife-

stazioni di piazza lo scorso anno. Nazif haquindi indicato quattro priorità per il program-ma di riforme nel prossimo futuro. Sono il mi-glioramento dei servizi nel campo dell'educa-zione, della sanità, dei trasporti. In tutti e tre isettori il cammino da percorrere è ancora lun-go. Si aggiunge la riduzione e riorganizzazio-ne dei sussidi energetici, che assorbono qua-si il 25 per cento della spesa pubblica. Infine, Nazif ha riaffermato l'impegno del Go-verno a proseguire il programma di riforme eco-nomiche avviato negli ultimi anni in una logica di

mercato. Nonostante la crisi,l'Esecutivo continua a crede-re che l'unica strada per l'E-gitto per conseguire elevatitassi di sviluppo a lungo ter-mine - e quindi migliorare iltenore di vita per fasce via viapiù estese della popolazione- consista nel reiterare le po-litiche di apertura agli scambicommerciali e finanziari inter-nazionali e liberalizzare e pri-vatizzare l'economia.

La sfida di Nazif

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ma educativo e sanitario.Indicatori di efficienza (efficiency enhan-cers) Prendono in considerazione il livel-lo dell'istruzione superiore e della forma-zione, lo sviluppo dei mercati di beni eservizi, di quello del lavoro e di quello fi-nanziario oltre al progresso tecnologico eal potenziale di crescita della domanda. Indicatori di innovazione Rilevano la diffu-sione dell'innovazione tecnologica e dellagestione degli affari (business sophistica-tion).

Nel rapporto 2009/2010 pubblicato dalWorld Economic Forum (WEF) sullacompetitività globale, l'Egitto si colloca al70esimo posto su 133 Paesi esaminati. Ilgiudizio viene costruito sulla base di datioggettivi e anche di un sondaggio effet-tuato presso 'business leader' in tutto ilmondo. Si traduce in una serie di indica-tori suddivisi in tre macrocategorie: Indicatori di base Esprimono giudizi suistituzioni, livello delle infrastrutture, sta-bilità del quadro macroeconomico, siste-

Competitività: l'Egitto si colloca a metà classificaFigura al 70esimo posto su 133 Paesi presi in considerazionedal World Economic Forum. Positivi i dati relativi a potenzialedi crescita dell'economia, livello delle infrastrutture, semplifi-cazione delle procedure per avviare nuove società, soliditàdelle istituzioni, snellezza del sistema fiscale. I maggiori puntideboli sono il mercato del lavoro, il deficit pubblico e l'acces-so al credito

DOSSIER PAESE

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In agosto Moody's ha rivisto il cosiddetto'outlook' cioè l'indicazione sul trend a me-dio termine della solidità creditizia delPaese, che è passata da 'negativa' a 'sta-bile'. Merito soprattutto della forte riduzio-ne del tasso di inflazione che nell'agostodel 2008 aveva toccato un massimo del24% mentre nel giugno di quest'anno èsceso lievemente al di sotto del 10% subase annua. Migliore del previsto anche l'andamen-to dei conti pubblici. Nel 2008 il deficitreale non ha superato quello regi-strato nel 2007, nonostante i mag-giori esborsi dovuti alla crescita distipendi, sussidi e alla manovraanticrisi. In qualche modo l'infla-zione ha contribuito a riequilibra-re il rapporto tra introiti e spese.Secondo Moody's il Paese hapotuto porsi al riparo dalla crisigrazie ad un assetto economico

Moody's 'rivaluta' il giudizio sull'outlook

ben diversificato, un solido equilibrionella bilancia dei pagamenti, un siste-ma bancario poco esposto dopo il con-solidamento dei bilanci perseguito inquesti anni, supportato da un controlloefficace della Banca Centrale e dall'ele-vato livello di liquidità. Restano aperti i

problemi di sempre: la crescitadei prezzi, più elevata di quan-to sarebbe auspicabile e l'altotasso di disoccupazione. Inconclusione, Moody's pre-vede per il 2009 un rallen-tamento nel tasso di cre-scita attorno al 3-4 percento annuo. In questocontesto la Banca Cen-trale ha potuto abbas-sare i tassi di riferi-mento al 10% per iprestiti e all'8,5% per idepositi.

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Tra i giudizi favorevoli spiccano quelliconcernenti il potenziale di mercato, invirtù delle dimensioni relativamente im-portanti dell'economia egiziana. Il Paeseconta circa 80 milioni di abitanti con unPIL che dovrebbe sfiorare i 210 miliardidi dollari nel corrente anno fiscale (190miliardi nel 2008/2009). Si aggiungono labuona qualità delle infrastrutture, la soli-dità delle istituzioni, la scarsa incidenzadella criminalità organizzata, la brevità ditempi e la semplicità delle procedure peravviare una nuova attività economica, illivello relativamente contenuto dell'impo-sizione fiscale sulle imprese, un sistemadi tassazione abbastanza lineare e pocodistorto nonché il grado di fiducia neirappresentanti politici. L'Egitto ha otte-nuto invece i risultati più negativi in duecomparti. Sono il livello di efficienza delmercato del lavoro, dove occupa il126esimo posto della classifica (ma an-che l'Italia è al 117esimo) e la stabilitàdel quadro macroeconomico (120esimaposizione).Il giudizio sul mercato del lavoro è in-fluenzato negativamente dall'esistenza dinotevoli barriere, sia all'entrata che all'u-scita, frapposte dal quadro normativo e,più in generale, da un eccesso di regola-mentazione. Nonostante i progressi rea-lizzati negli ultimi anni il livello di rigiditàpermane elevato. Inoltre numerosi giova-ni - molti dei quali in possesso di un ele-vato livello di istruzione - non riescono adaccedere al mercato formale del lavoro.Tutto questo comporta ricadute negative

sul livello di efficienza complessiva e unaconsistente emigrazione di lavoratoriqualificati. Nel Rapporto WEF si cita, inol-tre, il limitato tasso di partecipazione allaforza lavoro da parte della componentefemminile (inferiore al 25 per cento), no-nostante gli sforzi dell'esecutivo per cor-reggere tale distorsione.La persistenza di elevati deficit nel bilan-cio dello Stato e il conseguente accumu-lo di un debito pubblico consistente sonoinvece il principale fattore alla base delgiudizio negativo in merito alla stabilitàmacroeconomica.Per quanto riguarda il disavanzo, dopoanni di modeste ma costanti riduzioni siprevede un'inversione di tendenza dovu-ta al peso dei pacchetti di stimolo fiscaleattuati dal Governo per contrastare la cri-si. Questi porteranno a una nuova espan-sione del deficit nell'anno fiscale 2009/10su livelli attorno all'8,5 per cento, rispettoal 6,9 per cento del 2008/09. Tra le principali difficoltà che investono ilmondo degli affari sono citati: lo scarsogrado di efficienza della burocrazia stata-le, l'opacità e l'aleatorietà dell'azione go-vernativa, i costi associati alle misure diprevenzione antiterrorismo, il limitato ac-cesso alle fonti di finanziamento e l'insuf-ficiente livello di qualificazione della forzalavoro. Quest'ultimo aspetto riguarda siale carenze del sistema educativo, soprat-tutto per quanto riguarda l'istruzione su-periore, sia un insoddisfacente grado diformazione sul lavoro da parte delle im-prese stesse.

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Abydos Bassorilievo nel Tempio di Seti I veduta della città

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to la resa dei terreni: +17-25% nel Del-ta e +12-16% nell'Alto Egitto secondostime della Banca Mondiale. In partico-lare l'Egitto si è specializzato nella pro-duzione di ortaggi lungo la Valle del Ni-lo, nelle zone costiere del Delta, nel Si-nai e a Behira. Da rilevare che nono-stante gli ingenti investimenti effettuati,il Paese è tuttora importatore netto dicommodities come grano e zucchero.La crescente produzione di prodotti orti-coli ha creato l'esigenza di adeguare lestrutture per la conservazione e la tra-sformazione dei prodotti e questa sfidarappresenta un'indubbia opportunitàper le aziende italiane. Da rilevare che,in generale, l'industria conserviera loca-le è ancora sottodimensionata rispettoalle necessità del mercato interno.

Nel corso degli ultimi anni lo Stato egi-ziano ha investito ingenti risorse nelrecupero di nuove terre coltivabili lun-go il Delta del Nilo, nel nord del Sinaie nell'Alto Egitto. In particolare i ciclo-pici lavori della diga di Aswan, con lacreazione dell'enorme bacino del lagoNasser, regolando il flusso del Nilo,hanno consentito vaste opere di cana-lizzazione e lo sfruttamento di terreniche prima erano soggetti ad inonda-zioni. Oggi l'obbiettivo è di proseguirein questa opera di recupero di terrenidesertici nella fascia occidentale delPaese, dai confini con il Sudan versola Libia, in un percorso che, idealmen-te, corre parallelo al Nilo.L'insieme degli interventi realizzati inquesti anni ha notevolmente aumenta-

La sfida agricola

Nell'ultimo decennio l'agricoltura egiziana è cresciuta a tassi al-tissimi, attirando consistenti investimenti privati. Lo Stato ha in-coraggiato questo processo investendo in progetti che hannoconsentito di ampliare notevolmente l'area coltivabile del Paese

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Una delle opere più recenti mirate ad ac-crescere il potenziale agricolo del Paeseè il canale El Salam nella regione delDelta, che serve un'area di 150mila etta-ri lungo una fascia di 219 chilometri inprossimità di Alessandria. Di grande rilie-vo anche il progetto Toshka, non lontanodal lago Nasser, che grazie all'installa-zione di grandi stazioni di pompaggio ali-menta un canale principale di circa 300km dal quale, a raggiera, si dipartono al-tri 4 rami che permettono l'irrigazione dicirca 130mila ettari. Le terre rese dispo-nibili sono state cedute a investitori loca-li, sauditi e degli Emirati Arabi. È previstala produzione di frutta tropicale, datteri,banane, erbe aromatiche, ma ancheagrumi e uva da tavola.

Il canale El Salam

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Investimenti nella meccanizzazione agricola

Fino a metà degli anni '80 il 'parco tratto-ri' dell'agricoltura egiziana non superavale 10mila unità. Oggi supera le 100mila.La maggior parte è stata importata dal-l'Europa dell'Est (Romania, Russia, Re-pubblica Ceca). Il 10% del mercato è co-perto da macchine assemblate localmen-te. E solo una piccola quota, pari al 4%,è importata dall'Europa Occidentale e inparticolare il 2,5% dall'Italia. Il mercato disostituzione è attualmente valutato in cir-ca 2mila macchine l'anno.

Il principale impedimento nell'accrescereil parco trattori del Paese è rappresentatodalle difficoltà di accesso al credito degliagricoltori. Per risolvere il problema sistanno diffondendo formule mirate comeil leasing. Un ulteriore ostacolo deriva dal-la mancanza di formazione degli operato-ri di macchine agricole e degli addetti allamanutenzione/riparazione, così come di

un affidabile servizio post-vendita e di-sponibilità di ricambi. Il ministero dell'Agri-coltura, tramite 117 stazioni di assistenzasparse su tutto il territorio, si fa spesso ca-rico di tale incombenza e ha allestito 5centri di addestramento presenti nelle piùimportanti zone agricole per sensibilizza-re gli operatori all'utilizzo delle tecnologiepiù adatte per i vari tipi di raccolto.

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DATA FACT

L'area coltivabile del territorio egizianoammonta a circa 35,3 milioni di ettari suuna superficie totale del Paese di 999milioni di ettari. La proprietà è suddivisa tra un vasto nu-mero di piccoli proprietari (poco meno di4 milioni) con meno di 1,2 ettari a testache coprono il 47% dell'area coltivabilee un numero decisamente più ridotto diproprietà di dimensioni superiori. In par-ticolare il 25% delle terre fa parte di pro-prietà superiori ai 4,8 ettari.

(DOLLARI USA)

Paese 2006 2007 2008 % totale /08

ITALIA 9.079.397 10.224.314 29.377.396 18,8

U.S.A 5.294.697 13.309.983 22.023.792 14,0

GERMANIA 5.975.529 12.861.535 18.885.103 12,0

COREA DEL SUD 6.373.298 8.156.137 11.329.013 7, 3

FRANCIA 1.309.333 3.445.272 10.939.490 6,9

OLANDA 2.491.997 3.622.794 10.876.466 6,9

CINA 1.919.501 2.247.110 8.922.112 5,7

TURCHIA 493.076 2.536.739 7.742.038 4,9

TOTALE PARZIALE 32.936.828 56.403.884 120.095.410 76,5

ALTRI 6.714.481 35.756.393 36.856.540 23,5

TOTALE GENERALE 39.651.309 92.160.277 156.951.950 100,00

L'Italia, come si vede, guida la classifica dei fornitori con una quota di mercato del 18,8% regi-strando nel 2008, rispetto al 2007, un aumento delle esportazioni del 187%, dovuto in parte al rin-novamento delle macchine obsolete. Le macchine più diffuse sono trebbiatrici, minatrici, sprayerse raccoglitrici. Molto diffuso l'utilizzo delle pompe per irrigazione (se ne contano 684.000 unità intutto il paese). L'Italia è anche il primo fornitore di accessori e attrezzature per irrigazione, per unvalore di circa 30 milioni di dollari l'anno. Il nostro Paese è anche il principale cliente dei prodottiortofrutticoli egiziani, avendone importato, lo scorso anno, per circa 90 milioni di euro.

IMPORTAZIONI ATTREZZATURE E MACCHINE AGRICOLE (DOLLARI USA)

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macchinari si è quasi quintuplicato. E' passa-to infatti da 38 a 189 milioni di dollari. Sonodati tanto più significativi in quanto solo seianni fa non superavano i 15 milioni di dollari.Oltre all'importazione di macchinari, la filieralapidea egiziana alimenta un consistente flus-so di importazione di utensili, viteria, prodottichimici eccetera. Nel settore operano attual-mente 500 aziende che hanno investito negliultimi 2 anni circa 2 miliardi di dollari per l'ac-quisto di macchinari e attrezzature. Questeimprese possono beneficiare del supportodell'Industrial Modernization Center (IMC)che finanzia consulenze tecniche specifiche ealtre spese finalizzate al miglioramento dellaproduzione e dell'organizzazione aziendale.Le cave sono localizzate principalmente neigovernatorati del Sinai (Est), all'interno dellacosta del Mar Rosso, nelle vicinanze di Sueze nel sud (Asyut, Minia, Aswan). Nel Paese siricavano almeno 25 tipi diversi di marmo egranito. Particolarmente pregiate alcune va-rietà di marmo con sfumature dal giallo al bei-ge chiaro (Galala, Golden, Cream, Flito). Altretipologie sono Perlato, Sinai Pearl, Silvia. Igraniti più conosciuti sono Aswan Red, VerdiGhazal, Red Hurghada, Bianco Halayeb.

L'Egitto è diventato, nel corso degli ultimianni, uno dei maggiori produttori mondia-li di marmi e graniti. Marble and Quar-ries Technology Center valuta la capa-cità annua del Paese in 5 milioni di ton-nellate con un potenziale di ulteriore svi-luppo. Anche le esportazioni sono in for-te crescita: nel 2008 hanno totalizzato410 milioni di dollari e il valore è presso-ché triplicato in quattro anni. Il principalemercato di sbocco all'estero è oggi la Ci-na, che importa dall'Egitto blocchi grandiper poi lavorarli ed esportare lastre e pia-strelle finite. Il Governo del Cairo però punta ad accre-scere il valore aggiunto della filiera, favoren-do la lavorazione in loco con una crescita siasotto il profilo quantitativo che qualitativo, equesti obiettivi rappresentano un'importanteopportunità per le aziende italiane che sonole principali fornitrici di tecnologia. Nel 2008 l'Italia ha venduto all'Egitto macchi-ne lavorazione marmi e graniti per un valoredi oltre 55 milioni di dollari, coprendo unaquota pari al 30% del mercato, seguita a di-stanza da Germania e Cina. Nel corso deltriennio 2006-2008 l'import egiziano totale di

Tecnologia dall'Italia per la filiera marmo e granitiGli investimenti delle aziende egiziane del settore sono quintuplicatein soli tre anni. I fornitori italiani di macchinari per il settore coprono il30% del mercato

DOSSIER PAESE

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Con l'obiettivo di promuovere la tecnologialapidea italiana, nel maggio 2008 ICE, incollaborazione con Marmomacchine e ISIM(Istituto Studi Italiani Marmo) ha aperto una"cava scuola" nella zona industriale di Shaqal Toban. In tale occasione, con l'ausilio ditecnici ed esperti provenienti dall'Italia, èstato mostrato il funzionamento delle mac-chine di più frequente utilizzo. Il successodell'iniziativa, alla quale hanno preso partemolti tecnici inviati dalle principali aziendelocali, ha messo in luce l'importanza del fat-tore formazione e assistenza per le aziendeinteressate a presidiare questo mercato.

Cava scuola per promuovere il made in Italy

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Una tradizione antica e recenteLa presenza di grandi giacimenti di mar-mo e granito in Egitto risale ai tempi piùantichi, come dimostrano le piramidi diGiza (2480-2550 A.C.). Successivamen-te il Paese è diventato un importante-esportatore di marmo granito e alaba-stro verso la Grecia e, successivamen-te, verso Roma almeno fino al terzo se-colo dopo Cristo. In molti testi di storiciromani e greci è citata l'abilità degli an-tichi egizi nello scavo, trasporto e lavo-razione dei marmi. L'utilizzo di marmi siritrova anche in molti monumenti di arteislamica costruiti in Egitto dal X° al XVI°secolo. Dopodichè c'è stato un progres-sivo declino fino al punto che molti im-portanti edifici pubblici e privati costruitiin Egitto nel diciannovesimo e ventesi-mo secolo, utilizzano marmi e graniti im-portati, nella quasi totalità dall'Italia.Questo anche a causa della massicciapresenza in Egitto, a partire dalla co-struzione del canale di Suez (1859 -1869), di molti architetti, ingegneri, tec-

nici e maestranze italiane. Il primo im-portante progetto che vede di nuovo im-pegnate ditte egiziane del settore èquello della costruzione della diga diAswan (1960 -1970) ove sono stati mas-sicciamente utilizzati blocchi di granitoper garantire la solidità della diga. Ma ledifficoltà legate allo sfruttamento dellecave, poste in zone molto remote etutt'oggi di difficile accesso, in aggiuntaalla propensione per il prodotto d'impor-tazione, hanno ritardato la rinascita diun'industria locale. La svolta è avvenutaalla fine degli anni '80 con il blocco del-le importazioni che ha convinto alcunioperatori ad avviare lo sfruttamento deiricchi giacimenti presenti in molte partidel territorio. L'inizio è stato gradualema a partire dalla fine degli anni '90, conl'aumento della produzione, c'è statauna rapidissima accelerazione in tutta lafiliera e oggi l'area Shaq El Toban, allaperiferia del Cairo, è diventata uno deipiù importanti "cluster" a livello mondia-le della lavorazione di marmi e graniti,con oltre 400 aziende.

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Shaq El Toban Una cava di marmo

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I produttori di componenti sono invececirca 300 con 320 fabbriche e un fattu-rato che nel 2008 è stato di circa 550milioni di euro di cui 200 milioni vendutisui mercati esteri (principalmente Euro-pa). Costruiscono soprattutto freni, ca-vi, batterie, climatizzatori, vetri. Buonaparte opera sul mercato dei ricambi'non originali'. L'azienda di maggiori di-mensioni è la Leoni tedesca (cavi elet-trici), con 5 fabbriche e 3.500 dipenden-ti, che poi riesporta dall'Egitto in Euro-pa. Uno dei vantaggi per chi delocalizzala produzione è rappresentato, oltre chedal costo del lavoro contenuto, anchedalle basse tariffe elettriche e del gas(3,5 cents per m3). Vantaggiosi anche iprezzi di trasporto verso l'Europa (350dollari per un container da 20 piedi) contempi che, nel caso dei porti italiani,possono essere contenuti in 5 giorni.

Nel settore dell'auto l'Egitto ha costan-temente perseguito una politica prote-zionista imponendo un elevato livello didazi sull'import di autoveicoli, compo-nenti e ricambi. Contestualmente il Go-verno ha cercato di favorire la nascitadi un indotto nazionale 'premiando' conriduzioni doganali i costruttori dispostiad aprire stabilimenti di assemblaggiopurchè con un contenuto locale del45%. Oggi si contano 16 fabbriche diquesto tipo: la più importante è quelladella Nissan, ma sono presenti ancheHyundai, Peugeot, Suzuki, Lada,Daewoo, BMW, Mercedes ed altri. Intutto sono 11 fabbriche di vetture, 9 dipick up e 6 di bus e camion la cui pro-duzione complessiva però, non superale 120mila unità annue. Si tratta quindidi un sistema poco competitivo sotto ilprofilo delle economie di scala.

Industria dell'auto: cresce la componentisticaNel settore operano circa 300 aziende con esportazioni pari a200 milioni. Principale mercato di destinazione: l'Europa

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Nel corso degli ultimi tre anni le importazio-ni egiziane di macchine utensili e per la la-vorazione metalli sono passate da oltre 48milioni di dollari a più di 194 milioni. Anche inquesto settore oggi l'Italia è il principale for-nitore, con una quota pari al 25,5% del tota-le. Sul mercato sono insediati anche co-struttori tedeschi e statunitensi per i sistemitecnologicamente più avanzati. Ma nelle fa-sce di prodotto standardizzate e a minor co-sto sta crescendo la presenza cinese equella di altre nazioni (Turchia, Taiwan, di-versi Paesi dell'Est europeo). I principali set-tori di impiego sono l'industria dell'auto, de-gli elettrodomestici e le lavorazioni in metal-lo per l'industria delle costruzioni.

Macchine utensili: Italia al primo posto

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nord del Mediterraneo, lungo la costadel Mar Rosso, a sud del canale diSuez, oltre che in centri residenziali dilusso nei sobborghi del Cairo. Il fenomeno ha registrato una battutad'arresto in occasione della crisi finan-ziaria ma già sono emersi segnali di ri-presa. Determinante anche la scelta delGoverno del Cairo di attuare un massic-cio piano di investimenti nelle infrastrut-ture, in chiave anticongiunturale. Per il biennio 2009-2010 ammontano a36,5 miliardi di lire egiziane. Prevedo-no, tra l'altro, il completamento e la co-struzione di nuove strade, l'ampliamen-to dei tre principali porti del paese(Suez, Damietta e Alessandria) e la co-struzione di due nuove linee della me-tropolitana del Cairo.

L'industria delle costruzioni copre il7% del PIL nazionale ed occupa unmilione e mezzo di addetti. Tra il 2005e il 2008 ha registrato tassi d'incre-mento a due cifre. Questo dinamismosi traduce anche in una costante pres-sione sui prezzi del cemento, al puntoche le Autorità ne hanno vietato l'e-sportazione fino a dicembre 2009, percalmierarne i prezzi. Nel Paese, che registra un tasso annuodi crescita della popolazione pariall'1,7%, si celebrano 600mila matrimo-ni ogni anno e si costruiscono circa500mila unità abitative. Si aggiungonogli investimenti avviati negli ultimi annida gruppi finanziari dei Paesi del Golfo(Emirati, Arabia Saudita eccetera) inprogetti turistico-immobiliari sulla costa

L'industria delle costruzioni trascina la crescitaAlla forte domanda di abitazioni residenziali si aggiungono l'ap-porto della spesa pubblica in infrastrutture e delle operazioni im-mobiliari di prestigio promosse dagli operatori dei Paesi del Golfo

DOSSIER PAESE

Diplomazia Economica Italiana - n. 13 - 27 novembre 2009 17

La produzione di elettrodomestici ha regi-strato negli ultimi cinque anni una significa-tiva crescita. Nel settore sono confluiti inve-stimenti per oltre tre miliardi di euro e oggi,secondo i dati forniti dalla Industrial Deve-lopment Authority (AIDA), le aziende del-la filiera elettrodomestici occupano oltre50mila addetti con una produzione che nel2008 è stata di 2,6 milioni di pezzi. Sonoprincipalmente condizionatori d'aria (50%del totale), frigoriferi (20%), scaldabagni(20%) e lavatrici (5%). Il valore delle espor-tazioni ammonta a 450 milioni di dollari. Ilprincipale produttore è Olympic Group cheha un accordo di licenza per produrre conmarchio Electrolux e per vendere i suoiprodotti anche in diversi Paesi africani e delMedio Oriente. Inoltre la rete di venditaOlympic distribuisce in Egitto prodotti di fa-scia alta esportati in Egitto dal gruppo sve-dese, che mantiene in Italia uno dei suoiprincipali centri produttivi.

Per gli elettrodomestici crescita a due cifre

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sono in atto diversi investimenti da par-te dei principali produttori di laminati peraumentare la capacità produttiva di pro-dotti destinati all'edilizia e alle costru-zione in genere, ma anche per integra-re 'a monte' gli impianti esistenti conl'installazione di acciaierie elettriche perridurre i costi di produzione.

Il primo produttore del Paese è il grup-po El Ezz Steel con una capacità pro-duttiva pari a 5,3 milioni di tonnellate dilaminati, di cui 3,1 milioni di prodottilunghi e 2,2 milioni di prodotti piatti. Nel2008 ha realizzato un fatturato pari a 4miliardi di dollari, con esportazioni per780 milioni. I principali mercati di sboc-co sono stati Europa (60%) e MedioOriente (25%). Attualmente ha in corsoun investimento di 600 milioni di dollariper la realizzazione di un nuovo stabili-mento di barre rinforzate, che sarà rea-lizzato dal gruppo Danieli di Udine eche consentirà una produzione aggiun-tiva di 1 milione di tonnellate.

Un consistente programma di investi-menti è stato annunciato anche daSuez Steel Company, un'azienda side-rurgica che produce 600 mila tonnellateall'anno di billette e che sta raddoppian-do la sua capacità produttiva con unanuova linea da 550mila tonnellate/anno.La società ha recentemente annunciatodi voler costruire entro il 2011 un'ac-ciaieria elettrica (processo a riduzionediretta) da 1,95 milioni di tonnellate. Siaggiungeranno un ulteriore grande im-pianto da 2,06 milioni di tonnellate an-nue per la produzione di billette e un al-tro per barre rinforzate da 550 mila ton-nellate.

L'Egitto si colloca al terzo posto tra iproduttori siderurgici in Medio Oriente,dopo Turchia ed Iran, ed è esportatorenetto. Complessivamente la capacitàproduttiva installata di acciaio grezzonel Paese ammonta a 7 milioni di ton-nellate. La capacità produttiva di lami-nati è invece pari a circa 9,6 milioni ditonnellate, di cui 6,4 milioni di prodottilunghi e 3,2 milioni di prodotti piatti. Se-condo HC Report, la domanda egizia-na di prodotti siderurgici nei prossimianni è destinata a crescere in mediadel 16% all'anno, fino a raggiungerenel 2013 un ammontare pari a 13,4 mi-lioni di tonnellate di cui l'82% costituitoda prodotti lunghi. Nei primi sei mesi del 2009 la domandainterna di prodotti lunghi in Egitto è sta-ta di 4,2 milioni di tonnellate. Nel paese

Siderurgia: il settore è trainato dall'industria delle costruzioniLa capacità produttiva eccede i consumi che crescono del 16%all'anno. Nel 2013, coi nuovi investimenti avviati, supererà i 13milioni di tonnellate annue. Azienda leader è il gruppo Ezz Steel

DOSSIER PAESE

Diplomazia Economica Italiana - n. 13 - 27 novembre 2009 18

El Ezz Steel Un altoforno del gruppo siderurgico

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INDUSTRIA AERONAUTICA

Spagna: pronto il primo esemplare di Airbus A400M

La prima unità della versione da tra-sporto militare e da aereo cisternaA400M è uscita dalla linea d'assem-blaggio dello stabilimento di Siviglia delgruppo EADS. Il quadrimotore a turboe-lica avrà una capacità di carico massi-mo di 32 tonnellate, con un raggio d'a-zione di 8mila chilometri. L'A400M, cheha sinora superato con successo nu-merosi test, deve ancora superarequelli relativi al carburante ed alla pres-surizzazione durante il volo, oltre a si-mulazioni con motori di prova. Il primovolo di prova dovrebbe essere effettua-to entro fine anno, o all'inizio del 2010.Ad oggi il programma dell'A400M haaccumulato oltre tre anni di ritardo e sitrova attualmente in una nuova fase didefinizione negoziale tra i sette paesiche partecipano al progetto. Prevedibil-mente il nuovo accordo dovrebbe fir-marsi entro dicembre a Siviglia, in con-comitanza con il primo volo di prova.

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ELETTRODOMESTICI

Polonia: Indesit intende crescere in Europa Centrale

Si è svolta a Lodz una cerimonia per il de-cennale dell'insediamento industriale di In-desit in Polonia. Il gruppo italiano è oggi at-tivo nel Paese con investimenti quantificatiin circa 250 milioni di euro, realizzati fra il1999 ed il 2008. La presenza è articolata suquattro stabilimenti (due a Lodz e due nellavicina località di Radomsko), che danno im-piego diretto a circa 3mila persone, nonchésu un polo logistico-distributivo di 110milam2. Il vicepresidente Andrea Merloni hasottolineato che nella strategia di sviluppo diIndesit, focalizzata sulla cosiddetta "GrandeEuropa", dal Portogallo all'ex Unione Sovie-tica, il polo produttivo polacco riveste unaposizione centrale che consente di raggiun-gere più agevolmente i principali mercati didestinazione dei prodotti. Attualmente ilgruppo produce in Polonia 2,6 milioni di pez-zi all'anno, ma la capacità installata consen-tirà, con l'auspicata ripresa del mercato, disalire fino a 4 milioni. All'esame è inoltre lapossibilità di attività di ricerca a Lodz, in col-legamento con le strutture accademiche e diricerca della città. Nel corso dell'evento èstato sottolineato come la presenza di Inde-sit nella Regione abbia agevolato lo svilup-po di un significativo indotto di piccole e me-die imprese sia straniere che polacche.

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Emirati: partono le gare per metro e ferrovie

Gli Emirati Arabi Uniti intendono avviarenei primi mesi del 2010 i tender iniziali perla creazione di una rete ferroviaria, parzial-mente ad alta velocità. L'iniziativa si inseri-sce nel progetto dei Paesi che fanno partedel CCG (Comitato di Cooperazione delGolfo) di sviluppare le singole reti nazio-nali, che saranno poi collegate in una fasesuccessiva.Nel 2010 dovrebbe essere avviata la realiz-zazione di reti ferroviarie in Oman (circa 200km), Bahrain (oltre 180 km con un investi-mento previsto di 8 miliardi di dollari), inKuwait (investimento previsto superiore a 10miliardi di dollari), in Qatar e soprattutto inArabia Saudita (Landbridge e Haramain).La successiva interconnessione delle retinazionali avverrà attraverso la realizzazionedi due grandi assi di collegamento. Sono laferrovia che collegherà sulla costa del Golfoi paesi del CCG (Qatar compreso) per 1.970km e quella che unirà Kuwait, Arabia Saudi-ta, EAU ed Oman per 1.984 km.Sempre negli Emirati, è stata avviata lacostruzione della metropolitana di Dubaicon una prima linea di 75 chilometri chedovrebbe essere integrata, entro il 2013,

con due ulteriori linee. L'iniziativa è sta-ta presa anche in vista della candidatu-ra della città ai Giochi Olimpici del 2020e all'Expo Universale che si terrà nellostesso anno. Infine, entro il 2010, èprevisto il lancio delle prime gare di ap-palto per lo sviluppo di una metropolita-na ad Abu Dhabi della lunghezza di 131km. Dovrebbe diventare operativa apartire dal 2015.

Europa Sudorientale: in arrivo i fondi Ue

Si è svolto a Bruxelles il diciassettesi-mo Comitato di gestione del program-ma europeo IPA che ha esaminatol'allocazione di risorse per 480 milionidi euro. Tra i progetti più rilevanti sisegnalano: in Albania, la costruzionedi reti idriche e sistemi di trattamentodelle acque reflue per 23 milioni e in-terventi di sostegno alla valorizzazio-ne del patrimonio culturale per 5 milio-ni. In Serbia la costruzione del ponteŽeŽelj sul Danubio con un contributodi 30 milioni di euro. I relativi bandi digara dovrebbero essere pubblicati nelprimo trimestre 2010.

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