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ECONOMIA, NORMATIVE, OPPORTUNITÀ E OBIETTIVI ALL’ESTERO PER LE IMPRESE ITALIANE Sommario Anno 4° - 28 dicembre 2010 n. 20 Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina - [email protected] Corea del Sud, un Paese moderno e responsabile Sul ruolo della Corea in Asia e sulle opportunità offerte dal Paese al Sistema Italia, Diplomazia economica italiana ha intervistato l'Ambasciatore Massimo Andrea Leggeri che ha appena terminato il suo mandato a Seoul a pagina 2 Association Producteurs Biodiesel Bouake, guidata dall'italiano Umberto Massa ha coinvolto migliaia di agricoltori nei villaggi in una nuova attività destinata alla produzione di biocarburanti 'no food' a pagina 25 Imprenditore italiano avvia una "supply chain" per la jathropa COSTA D’AVORIO Seoul, la città e il fiume Hangang COREA DEL SUD Corea del Sud: una Tigre asiatica nel club dei Grandi pag 7 Interscambio con l'estero in ripresa, per l'Italia il saldo è positivo pag 9 Meccanica strumentale e componenti: dominano Giappone, Germania e Cina pag 10 Prodotti agroalimentari: cambiano i gusti e c'è posto anche per l'Italian Food pag 13 Made in Italy: nei prodotti di consumo l'Italia è forte per mobili e occhiali. pag 16 Accordi di libero scambio e nuove regole doganali pag 19 Un Paese fortemente orientato all'Hi-Tech e alla ricerca pag 21 Marchi e Brevetti: per le imprese italiane è operativo un desk dedicato dell'ICE pag 23 Investimenti stranieri: è soddisfatto chi investe con una visione a lungo termine pag 24 COSTA D’AVORIO Imprenditore italiano avvia una"supply chain" per la jathropa pag 25 SETTORI E AZIENDE Agroindustria Costruzioni Meccanica pag 27

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E C O N O M I A , N O R M A T I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L ’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I T A L I A N E

Sommario

Anno 4° - 28 dicembre 2010

n. 20

Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina - [email protected]

Corea del Sud, un Paese moderno e responsabileSul ruolo della Corea in Asia e sulle opportunità offerte dal Paese al Sistema Italia,

Diplomazia economica italiana ha intervistato l'Ambasciatore Massimo Andrea Leggeri

che ha appena terminato il suo mandato a Seoul

a pagina 2

Association Producteurs Biodiesel Bouake, guidata dall'italiano Umberto Massa ha coinvolto migliaia di agricoltori nei villaggi in una nuova attività destinata alla produzione di biocarburanti 'no food'

a pagina 25

Imprenditore italiano avvia una "supply chain" per la jathropaCOSTA D’AVORIO

Seoul, la città e il fiume Hangang

COREA DEL SUDCorea del Sud: una Tigre asiatica nel club dei Grandi

pag 7Interscambio con l'estero in ripresa,per l'Italia il saldo è positivo

pag 9Meccanica strumentalee componenti: dominanoGiappone, Germania eCina

pag 10Prodotti agroalimentari:cambiano i gusti e c'è posto anche per l'Italian Food

pag 13Made in Italy: nei prodottidi consumo l'Italia è forteper mobili e occhiali.

pag 16Accordi di libero scambioe nuove regole doganali

pag 19Un Paese fortementeorientato all'Hi-Teche alla ricerca

pag 21Marchi e Brevetti: per le imprese italiane è operativo un desk dedicato dell'ICE

pag 23Investimenti stranieri: è soddisfatto chi investecon una visione a lungo termine

pag 24

COSTA D’AVORIOImprenditore italiano avvia una"supply chain"per la jathropa

pag 25

SETTORI E AZIENDE

AgroindustriaCostruzioniMeccanica

pag 27

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Come si colloca la Corea del Sudnell'attuale contesto asiatico?

È un Paese ormai pienamente sviluppa-to sia sotto il profilo economico che sot-to quello politico. E' una democraziacompiuta. Fa parte del G20 ed è stata ilprimo Paese asiatico e non appartenen-te al G8 a gestire con successo una riu-nione di questa istanza internazionale.Da questo anno la Corea è divenutamembro del Comitato Sviluppo dell'OC-SE (OCSE DAC), quindi è entrata nelclub dei principali donatori, indice, que-sto, di una responsabile e positiva as-sunzione di un ruolo di primo piano nel-lo scenario politico mondiale.E tutto questo non avviene a caso ma èla conclusione di un lungo processo. Ilprimo boom coreano risale infatti aglianni sessanta e si è accompagnato auna crescita non solo economica ma an-che della società civile. C'è stata, sottoil profilo economico, un'interruzione nel‘97 in concomitanza con la crisi asiati-ca, da cui però la Corea è emersa primae meglio di altri Paesi dell'area. E que-sto è stato un primo importante segna-le della maturità raggiunta dal Paeseche ha anche saputo trasformare la sfi-da in opportunità per introdurre una se-rie di cambiamenti nel sistema creditizioe delle imprese che hanno avuto un im-patto positivo in termini di competitivitàe di affidabilità finanziaria dell'intero Si-

stema Paese. Una conferma si è avutaanche durante l'ultima crisi, quella del2008. In quell'occasione, il Governo hapotuto intervenire con un massiccio in-tervento in chiave anticongiunturale. Eanche il sistema bancario coreano è riu-scito a resistere senza grandi difficoltàalla pressione dei mercati. Mentre laBanca Centrale si è limitata a immette-re liquidità dove necessario. Dopodichéil Paese ha potuto riprendere il propriopercorso di crescita cogliendo in pienole opportunità offerte dal dinamismo delmercato cinese.

La Corea del Sud è Paese esportato-re e ha sofferto per la contrazione del-l'economia statunitense ed europea.La crescita della Cina è in grado dicompensare questo rallentamento?

Sono contesti diversi. La Cina è innega-bilmente diventata un mercato strategi-co per le aziende sudcoreane. Tuttequelle di un certo rilievo dispongono difiliali in quel Paese. Alcune hanno anchedelocalizzato parte delle rispettive pro-duzioni. Ma in prospettiva, la Cina, gra-zie anche al trasferimento di conoscen-ze indotto da questa presenza stranie-ra, è destinata a diventare anche un im-portante competitor e i coreani ne sonoconsapevoli. Infatti, lo stesso Presiden-te sudcoreano, Lee Myung-bak, haaperto un importante dibattito sulla ne-

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Dal giugno 2009 l’Ambasciatad’Italia a Seoul e l’Istituto Ita-liano di Cultura si sono trasferi-ti presso l’Ilshin Building, ubi-cato nel quartiere centrale diHannam dong e non lontanodallo UN Village. L’immobile che ospita l’Amba-sciata e’ di recentissima costru-zione, dal design moderno edinnovativo: una ampia paretevetrata rispecchia l’ambientecircostante e con esso perfetta-mente si armonizza. Lo stabileospita tra le sue mura una espo-sizione permanente di opered’arte coreane e straniere, sele-zionate con cura ed attenzione. La sede dell’Ambasciata, sita alterzo piano, e’ stata progettatapensando anzitutto alla funzio-nalità dei suoi vari uffici (can-celleria consolare, sezionecommerciale, Istituto di Cultu-ra) e al miglioramento dei ser-vizi erogati alla collettività ita-liana e straniera. Come tale, es-sa rappresenta un notevole pro-gresso dal punto di vista lavora-tivo ed estetico, oltre a rappre-sentare ancor meglio l’immagi-ne dell’Italia del XXI Secolo.

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cessità di puntare maggiormente sullacrescita della domanda interna e più ingenerale su una redistribuzione di ric-chezza (e anche di potere) nel Paeseche vada in direzione di una "fair socie-ty", una società più equa.

Quali sono gli "asset" su cui puòpuntare oggi il Governo di Seoul?

La Corea è essenzialmente un Paesetrasformatore, che però non dispone digrandi risorse minerarie o energetiche.In questo contesto ha scelto fin dall'ini-zio di investire molto nella formazione enella ricerca e oggi se ne vedono i risul-tati che si traducono anche in una gran-de competitività dell'intero sistema Pae-se fortemente orientato all'hi-tech e aquella che oggi viene chiamata l'econo-mia della conoscenza. Le Università co-reane, che figurano in eccellente posi-zione nelle classifiche mondiali, hannoun rapporto organico e permanente conle imprese. Questo garantisce un forteorientamento della ricerca alle applica-zioni industriali. Nel campo dell'energiaha sviluppato una forte presenza nellafiliera nucleare ma sta investendo conaltrettanta convinzione nelle fonti rinno-

vabili. Improntate a una visione di lungotermine e a un profondo senso di re-sponsabilità sono anche le linee di Di-plomazia dell'Energia perseguite dal-l'amministrazione del Presidente LeeMyung-bak che puntano a svilupparerapporti collaborativi tra le grandi nazio-ni consumatrici (di cui la Corea è parte)e i produttori di idrocarburi in Africa, Me-dio Oriente ed Asia (con particolare ri-guardo all'Asia Centrale). Tutto questocon iniziative di investimento comuni nelcampo della ricerca e delle infrastruttu-re ma non solo. Lo stesso approccioorientato alla stabilità e a una visione dilungo periodo è applicato anche nei rap-porti con i nuovi produttori e con le Na-zioni emergenti, con una preferenza - enon è un dato scontato - attribuita a Pae-si che possono offrire garanzie di solidi-tà anche sotto il profilo della trasparen-za e della credibilità delle rispettive po-litiche sociali e ambientali. Più in generale, gli aspetti che colpisco-no della Corea del Sud sono i rapporticollaborativi e la rapidità di adattamen-to al cambiamento delle istituzioni (in-cluse le istanze amministrative) e delleimprese che si traducono in un'efficien-za complessiva a livello di sistema Pae-

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Seoul notturna

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se. Oggi, ad esempio, l'Italia acquistauna cinquantina di navi all'anno dallaCorea del Sud non perché costino me-no, ma perché i cantieri sudcoreani so-no in grado di fornire imbarcazioni contutti i necessari standard di sicurezza equalità rispettando tempi di consegnarapidissimi. E l'opera di certificazionesvolta dal Registro Navale Italiano(Ri-na) per queste navi può essere svoltaagevolmente. In altri Paesi asiatici vici-ni, i tempi sono molto più lunghi e le dif-ficoltà molto maggiori.

La Corea resta però improntata a unconsiderevole nazionalismo?

Nazionalismo è un termine fuorviante. LaCorea, piuttosto è una Nazione coesa, equesta è una caratteristica importante. Icoreani, qualunque sia la loro posizione,sentono, in grande maggioranza, di par-tecipare a un progetto più ampio che coin-volge l'intero Paese. Lo si è visto anchein occasione dell'ultima riunione del G20che si è tenuta a Seoul. Per il successodell'iniziativa si sono mossi tutti. Non so-lo le istanze politiche ma anche le Univer-sità, le Autorità locali, gli operatori turisti-ci, le aziende e via dicendo. Ognuno è riu-

scito a trovare un tema o un motivo percontribuire o anche solo per trarre spun-to all'evento. Un risultato importante diquesto sforzo è stato il Business Forumche si è affiancato all'agenda politica eche ha consentito, nell'ultimo giorno, unconfronto diretto tra i leader mondiali e icapi delle maggiori aziende di tutto il mon-do. L'Italia era rappresentata ad alto livel-lo da Enel ed Eni ma c'erano decine dimanager tedeschi, francesi, statunitensioltre a quelli asiatici. Il presupposto diquesta iniziativa è che l'azione della bu-siness community mondiale è fondamen-

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L’Ambasciatore Massimo Andrea Leggeri

Seoul - Panorama della città dalle Busan Towers

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tale per garantire e orientare una ripresadell'economia. E la formula sarà probabil-mente ripetuta anche nei prossimi appun-tamenti del G20 con un auspicabile esten-sione della presenza italiana anche ad al-tre aziende. Per quanto riguarda l'identi-tà nazionale bisogna ricordare che la Co-rea è collocata tra due Grandi Potenzecome la Cina e il Giappone. La lingua pe-rò è molto diversa: appartiene al ceppofinno-ungarico. Il primo regno coreano,nel periodo detto di Ko Choson risale al2333 prima di Cristo e ancora oggi si ce-lebra la festa di fondazione del Paese.

Restano anche venature di protezionismo?

Sì, ma sono appunto venature. In linea diprincipio la Corea è un Paese molto aper-to, la cui diplomazia economica è forte-mente impegnata a estendere accordi di li-bero scambio con tutte le aree del mondoinclusa l'Unione Europea. E potrà trarnevantaggio anche l'Italia soprattutto dopoche, grazie anche al lavoro svolto dalla no-stra diplomazia, siamo riusciti a trovare unasoluzione di mutua soddisfazione su dos-sier delicati come quelli dell'industria tes-sile e dell'auto.

Dopodichè su alcuni prodotti marginali,che riguardano soprattutto l'agricolturae l'alimentazione, rimangono alcune re-sistenze che hanno origini diverse, mol-to spesso legate alla volontà di mante-nere la propria identità culturale. Comein ogni Paese ci sono abitudini legateall'alimentazione e al mondo rurale a cuinon si rinuncia volentieri e altri ostacolinon tariffari che però, con un po' di pa-zienza e di buona volontà da entrambele parti possono essere superati.Ad esempio su temi importanti come latutela dei marchi e dei brevetti, le istitu-zioni coreane hanno fatto grandi pro-gressi. Si sono impegnate seriamentein un'opera di lotta alla contraffazione.La registrazione e la tutela di marchi ebrevetti avviene in modo rapido ed effi-ciente. E, più in generale, nel Paese ècresciuta la consapevolezza dell'impor-tanza di rispettare la proprietà intellet-tuale. Ma questo risultato si deve ancheall'impegno di Paesi come l'Italia, chehanno scelto di attivare uno specificodesk a tutela dei marchi e dei brevettidelle proprie aziende, in grado di eser-citare un ruolo propositivo e di instaura-re un dialogo collaborativo con le strut-ture coreane.

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Corea - Un tempio buddhista (foto PhotononstopAfp)

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La Corea del Nord è attualmente alcentro dell'attenzione internazionaleper episodi di scontro con la Coreadel Sud e con il Giappone. Eppure, fino a poco tempo fa, politicie imprese sudocoreane sembravanoconvinti che nel medio termine si sarebbe giunti a una graduale unificazione dei due Paesi?

Questo è un tema che non può essere af-frontato con semplificazioni eccessive.L'unificazione del Paese è indubbiamen-te una prospettiva che può attrarre, maper ora è solo una delle ipotesi. Anche daalcuni studi statistici risulterebbe che ver-so il 2030 una Corea unificata potrebbesuperare, sotto il profilo economico, an-che un Paese come la Francia. Bisogna però tenere conto del contestoasiatico, con particolare riguardo agli in-teressi della Cina e del Giappone e alruolo degli Stati Uniti. Sono equilibri chehanno risvolti anche strategici e militarimolto delicati. Ritengo che l'attuale clas-se dirigente nordcoreana ne sia perfet-tamente consapevole e che stia giocan-do in questo contesto ai fini della propriasopravvivenza. Su eventuali cambiamenti sul lungo pe-riodo, per ora, si possono fare soltantodelle ipotesi.

Quali sono le opportunità che unPaese come la Corea del Sud puòoffrire all'Italia e alla sue imprese?

Per le nostre imprese la Corea è già oggi unconsistente mercato di esportazione, sensi-bile al richiamo del "made in Italy". Opportu-nità che va coltivata, con adeguati sforzi intermini di comunicazione e di presenza com-merciale. L'Ambasciata si è impegnata a pro-muovere un maggiore collegamento tra il no-stro mondo della ricerca e quello coreano ecredo che i risultati, a livello di istituzioni ac-cademiche e centri di ricerca, siano significa-tivi. Ora bisogna puntare a un maggiore coin-volgimento delle nostre aziende anche per-ché laddove questo è avvenuto l'esito è sta-to oltremodo positivo. Dobbiamo poi cercaredi ottenere più attenzione da parte delle im-prese coreane verso l'Italia, nel contesto del-la loro politica di internazionalizzazione. At-tualmente i maggiori investimenti coreani inEuropa sono nei Paesi dell'Est, ma ritengoche il nostro Paese abbia molte carte da gio-care, ad esempio sotto il profilo logistico. C'èun forte interesse della Corea a identificareun hub per la gestione dei collegamenti conl'Europa centrorientale e la città e il porto diTrieste rientrano tra le possibili opzioni. Infineci sono ampie possibilità di partnership traaziende italiane e imprese sudcoreane peroperare congiuntamente su altri mercati, inAsia e in altre aree del mondo.

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Paju - Colpo d’occhio sulla provincia di Kaepoong (Corea del Nord), dall’altra parte della frontiera

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ECONOMIA

rà in vigore un accordo di libero scambio.Si prevede che l'effetto sarà di aumenta-re di circa il 20% l'interscambio tra le duearee. Nel primo semestre 2010 l'economia sud-coreana si è lasciata definitivamente allespalle le ferite della crisi finanziaria, conun processo di crescita che la colloca alprimo posto tra le economie avanzate eimmediatamente dopo Cina, India, Brasi-le e Turchia. L'aumento del PIL coreano,infatti, è stato dell'8,1% nel primo trime-stre 2010, del 7,2% nel secondo e del4,5% nel terzo (dati rispetto allo stessoperiodo del 2009). Il Fondo Monetario

La Corea del Sud, con una popolazioneparagonabile a quella dell'Italia (48,7 mi-lioni di abitanti) ma un'estensione territo-riale molto più ridotta (poco meno di100mila km2) è oggi la quindicesimaeconomia mondiale con un reddito procapite che supera i 17mila dollari (a PPPammonta a 27.900 dollari). È un Paesefortemente industrializzato e orientato al-l'hi-tech, dove il 93% della popolazioneutilizza servizi di telefonia mobile e il 96%degli utenti di Internet dispone di una con-nessione a banda larga. A partire dal primo luglio del 2011 tra laCorea del Sud e l'Unione Europea entre-

Corea del Sud: una Tigre asiaticanel club dei GrandiIl vertice del G20 a Seoul ha riacceso i riflettori sulla Nazioneasiatica fortemente orientata all'hi-tech che quest'anno ha anchebattuto il record di crescita tra i Paesi più sviluppati. L'Italia èpresente sul mercato coreano dei beni di consumo, meno in quellodelle tecnologie industriali e dei servizi hi-tech, dove le opportunitànon mancano. A partire dal luglio 2011 entrerà in vigore un accordodi libero scambio siglato con la UE

OccupazioneIl tasso di disoccupazione è stimato attualmen-te intorno al 3,3%, un livello relativamente al-to per gli standard coreani, ma appare in dimi-nuzione grazie alla crescita sostenuta dell'eco-nomia che dovrebbe consentire di rias-sorbire rapidamente i sen-za lavoro.Inflazione e TassiLa Banca Centralecoreana, dopo avermantenuto per sedicimesi i tassi di riferi-mento al livello del 2%(minimo storico) ha pro-

ceduto nel luglio 2010 ad un primo cauto rial-zo, portandoli al 2,25%. La situazione resta però aperta, soprattutto a

causa dell'andamento deiprezzi che stanno suben-do una forte accelerazio-ne negli ultimi mesi. Nelmese di novembre, laBanca Centrale corea-na ha proceduto ad unnuovo rialzo dei tassidal 2,25 al 2,5%, do-po che l'inflazione haregistrato il 4,1% nelmese di ottobre.

Quadrante Macroeconomico

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Internazionale prevede che il Paesepossa chiudere il 2010 con un tasso dicrescita del PIL pari almeno al 6,1%, undato lievemente superiore a quello indi-cato dal Governo di Seoul a inizio anno(+ 5,8%). La caratteristica più rilevante dell'econo-mia coreana è rappresentata dalla mas-siccia incidenza (43,5%) delle esporta-zioni sul PIL. E' il dato più elevato tra iPaesi OCSE. Per contro il Paese è carat-terizzato da un livello di indebitamentodelle imprese e delle famiglie piuttostoelevato per gli standard asiatici. La crisifinanziaria, quindi, ha avuto inizialmenteun forte impatto in quanto ha comporta-to una rilevante stretta creditizia e unacontrazione dei mercati, che si sono tra-dotte in una diminuzione del PIL del 4,4%rispetto al trimestre precedente. Nellostesso periodo si è verificata una fortesvalutazione della moneta nazionale(Won) accompagnata da una pesante ca-duta del valore dei titoli quotati alla Bor-sa di Seoul e da una fuga di capitali al-l'estero.

Un rilancio "guidato" dal Governo

Il Governo del Presidente Lee però, pun-tando sui fondamentali molto solidi e sul-le consistenti riserve valutarie del Paese(oltre 290 miliardi di dollari), ha reagitotempestivamente con un aggressivo pac-chetto di misure di stimolo della doman-da. In rapporto al PIL si è posizionato co-me il più elevato tra tutti i Paesi del G20,con un'incidenza (5%) pari a più del dop-pio della media degli altri Paesi (2%). Inol-tre la svalutazione della valuta nazionale(Won), dopo il primo shock, ha avuto uneffetto positivo dando impulso alle espor-tazioni trainate dai settori di eccellenzadell'industria nazionale con particolare ri-guardo a semiconduttori, apparecchi elet-tronici e auto. La Corea del Sud ha cosìpotuto chiudere i primi 8 mesi del 2010con un surplus commerciale pari ad oltre24 miliardi di dollari. Il ritrovato clima di fi-ducia si è tradotto anche in una significa-tiva ripresa degli investimenti industriali.

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Andamento dell'interscambio coreano per destinazione geografica nel primo semestre 2010

Importazioni (miliardi di dollari USA)

1.Cina 33,7 2.Giappone 30,9 3.Paesi del Golfo* 24,44.USA 20,25.UE 18,3

Di cui Germania 6,6 Italia 1,9

6.Australia 8,8 7.Indonesia 7,08.Taiwan 6,3 TOTALE 203,9

Esportazioni (miliardi di dollari USA)

1. Cina 55,6 2. UE 31

Di cuiGermania 5,7 Italia 1,5

3. USA 23,5 4. Giappone 12,8 5 Hong Kong 12,4 6. Singapore 7,6 7. Taiwan 6, 78. India 5,2TOTALE 221,5

(*) Tra i Paesi del Golfo sono stati considerati Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar

Fonte: Elaborazione ICE da Korean Customs

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La Corea del Sud è il nono Paese espor-tatore al mondo con 165,4 miliardi di dol-lari, ancora due posti dopo l'Italia (189miliardi) ma già davanti al Regno Unito(165,2 miliardi). Da tempo ormai, il Pae-se non è più un produttore "low cost": icompensi di un operaio specializzato siattestano, mediamente, sui 1200 euro.Caratteristica del modello coreano è in-vece la concentrazione su un numerorelativamente limitato di settori - auto,elettronica, cantieristica navale, costru-zioni - dove operano alcuni grandi grup-pi di rilevanza mondiale come Sam-sung, Hyundai- Kia, LG, Daewoo, Hy-nix Semiconductors, STX Shipbuil-ding, Posco. Anche nel 2009 il volumedel surplus commerciale coreano ha su-perato i 40 miliardi di dollari, avvantag-giandosi in parte del deprezzamento delWon. Nel 2010 i dati del primo semestreindicano un valore totale dell'export pa-ri ad oltre 221 miliardi di dollari, in cre-scita del 34% su base annua. Nel primo

semestre 2010 l'ammontare delle espor-tazioni italiane in Corea del Sud è statodi 1,9 miliardi. La Corea compra dal no-stro Paese soprattutto macchinari, ap-parecchi elettrici, pelletteria, oltre ad ac-cessori, vini e prodotti agroalimentari. Inambito UE, l'Italia è il quarto Paesefornitore dopo Germania, Francia eOlanda e il sesto acquirente. Le espor-tazioni coreane in Italia sono state di 1,5miliardi dollari. Le principali voci sonorappresentate dalle navi, da apparecchielettrici e da autovetture. Rilevante an-che il numero di turisti coreani che visi-tano il nostro Paese. Sono stati 320mi-la nel 2008. Ad oggi, Italia e Corea so-no collegate da 3-4 voli settimanali ope-rati da Korean Air in code-sharing conAlitalia. Ma l'accordo aereo tra i duePaesi rinegoziato nel 2009 prevede lapossibilità di arrivare a 14 voli passeg-geri settimanali in aggiunta a 9 collega-menti cargo con hub a Roma, Milano euna terza località da definire.

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Interscambio con l'estero in ripresa,per l'Italia il saldo è positivoEsportazioni concentrate nell'auto, elettronica, cantieristica egrandi lavori. Il dato è in crescita del 34% su base annua

In Europa i grandi gruppi industriali coreani guar-dano soprattutto a Est puntando sulla possibilitàdi accedere a incentivi e ad una manodopera qua-lificata e a competenze tecniche elevate a bassocosto.In particolare Hyundai Motor ha investi-to 1 miliardo di euro per co-struire uno stabili-mento di 200 ettari aOstrava, al confine ce-co con Polonia e Slo-vacchia. La produzio-ne, si prevede, sarà di300mila vetture all'anno.Altre 300mila vetture sa-

ranno costruite dalla controllata Kia Motors, cheha già avviato la produzione di un nuovo stabili-mento in Slovacchia. Samsung Electronics è in-

sediata con impianti produt-tivi in Slovacchia e Unghe-ria e punta ora sulla Polo-nia, così come il gruppoLG che prevede di ulti-mare entro il 2011 i lavo-ri di una nuova fabbricadi elettrodomestici(condizionatori, frigori-feri e lavatrici).

Investimenti in Europa dell'Est

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Nel primo semestre del 2010 le importazio-ni della Corea del Sud di macchinari e com-ponenti elettromeccanici hanno totalizza-to 52 miliardi di dollari, con un aumento del31% rispetto all'anno precedente. I princi-pali fornitori sono stati Cina (14 miliardi, increscita del 28 % annuo), Giappone (10miliardi, in crescita del 36%), Stati Uniti (7miliardi, in crescita del 64%), Taiwan (5 mi-liardi, in crescita del 50%) e Germania (3miliardi, in crescita dell'11%).

L'Italia ha contribuito in misura limitata (654milioni). Il limite è rappresentato dal fattoche la maggior parte delle nostre esporta-zioni deriva dal mondo della subforniturada parte di piccole e medie aziende, chesubiscono la fortissima concorrenza deiproduttori asiatici e che raramente sono ingrado di sostenere da sole i costi di inse-diamento su un mercato così lontano do-ve occorre acquisire visibilità e garantireadeguati servizi postvendita.

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INVESTIMENTI E INTERSCAMBIO

Meccanica strumentale e componenti:dominano Giappone, Germania e CinaLe quote di mercato del Sistema Italia in Corea del Sud restanolimitate anche in settori dove il nostro Paese figura tra i leader a livello mondiale. Imbattibile la concorrenza cinese neisegmenti di fascia bassa, mentre Giappone e, in misura minore,la Germania si impongono per le tecnologie più avanzate. Anche le aziende sudcoreane si difendono molto bene grazie a un buon rapporto prezzo/prestazioni e all'assistenza sul postonei servizi post-vendita

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In calo (-43%), nonostante la crescitadel mercato locale (+28% su base an-nua per un totale di 633 milioni di dolla-ri) anche il valore delle forniture di mac-chine utensili dall'Italia, di poco superio-re ai 22 milioni di dollari. Il primo fornitore estero di macchineutensili della Corea del Sud è il Giappo-ne, con una quota superiore al 48%, se-guito dalla Germania (17%). Va rilevatoche in questo settore la Corea del Sudè anche un esportatore particolarmentecompetitivo nella fascia di prodotti (con-trolli numerici e centri di lavorazione) co-siddetti mid-range, caratterizzati daprezzi inferiori a quelli di Germania,Giappone e Italia ma superiori a quellidi Cina e Taiwan.

Macchine tessili - La Corea del Sud è unodei maggiori produttori tessili mondiali(sintetici ma anche cotone), in un con-testo differenziato caratterizzato dallapresenza di grandi aziende, ma anchedi piccoli produttori, fortemente impe-

gnati, peraltro, a modernizzare gli im-pianti e a risalire la catena del valorecon lo sviluppo di tessuti funzionali, sup-portato da specifici centri e programmidi ricerca. Di conseguenza anche il mer-cato (e la produzione) locale di macchi-nari tessili stanno crescendo. In partico-lare l'importazione dall'estero nel primosemestre del 2010 ha totalizzato 140 mi-lioni di dollari (+78% su base annua). Le forniture dall'Italia (+35%) ammon-tano a poco più di 8 milioni di dollari. Inprima posizione figura ancora una voltail Giappone (+107%) con 46 milioni, se-guito dalla Germania (+125%) con 42milioni, dalla Svizzera (+17%) con 14milioni e dalla Cina (+32%) con 11 mi-lioni.

Macchine per la lavorazione della plasti-ca e gomma - Da gennaio a giugno del2009 le importazioni della Corea del Sudnel settore sono aumentate del 31%, perun totale di 218 milioni di dollari rispet-to allo stesso periodo dell'anno scorso.

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Un operaio alla catena di montaggio dello stabilimento della Ssangyong a Pyeongtaek, 70 kilometri a sud di Seoul

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Anche in questo caso l'Italia, che pure èuno dei primi produttori mondiali, ha unaquota ridotta (5,75 milioni di dollari increscita del 2% su base annua). È pre-ceduta da Giappone (+87% con 112 mi-lioni di dollari, Cina (+65%) con 40 mi-lioni, Germania (-19%) con 27 milioni eUSA (-23%) con 10 milioni Usd.

Macchine agricole - Il mercato e la pro-duzione di macchine agricole della Co-rea del Sud si stanno orientando sem-pre più verso potenze elevate. Nel pri-mo semestre del 2010 il totale delle im-portazioni è stato di oltre 513 milioni didollari, in crescita del 34% su base an-nua. Le importazioni dall'Italia ammon-tano a 27 milioni (+41%). Al primo postoancora una volta il Giappone (+19%)con 181 milioni, seguito da Stati Uniti

(+271% ) con 106 milioni, Germania(+7%) con 56 milioni e Francia (+115%)con 53 milioni di dollari Usa.

Macchine da imballaggio - In questo set-tore il livello qualitativo della produzio-ne locale è relativamente soddisfacen-te ma resta caratterizzato da una ridot-ta flessibilità e da un minore livello diprecisione di molti macchinari importa-ti. Nel primo semestre del 2010 le impor-tazioni ammontavano a 106 milioni didollari (-2% su base annua). Le importazioni dall'Italia (-25%) sonostate pari ad oltre 8 milioni. Al primo po-sto si colloca la Germania (+13%) con33 milioni, seguita da Giappone (+12%)con 32 milioni, Cina (+22%) con 13 mi-lioni. Gli Usa (+118%) con 7 milioni sicollocano dopo l'Italia.

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Gunsan - Una delle chiuse del Saemangeum seawall che, con i suoi 33,9 Km è la più lunga diga marina al mondo (foto AFP)

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La Corea del Sud è oggi il secondo mer-cato di esportazione in Asia nel settore"food" dopo il Giappone. A partire daglianni ottanta infatti, grazie alle Olimpiadia Seoul del 1988, le abitudini gastrono-miche del Paese hanno cominciato acambiare con l'apertura di diversi risto-ranti occidentali e la diffusione su largascala di consumi (ad esempio il vino) chein precedenza erano confinati ad una ri-stretta fascia. Si aggiunge una consi-stente fascia di consumatori orientata al-lo stile di vita che gli esperti di marketing

identificano oggi con la sigla Lohas (Li-festyles Of Health And Sustainability).In parallelo le previsioni di mercato indi-cano che ci sarà nei prossimi anni un rad-doppio nel consumo di cibi precucinati.

Olio di oliva -Fino al 2006 l'olio d'oliva hadominato il mercato degli olii di alta qua-lità, con un ammontare di importazionipari a 60 milioni di euro. Il prodotto erautilizzato anche come dono in occasio-ne di festività e incontri conviviali. Suc-cessivamente però l'allarme suscitato

Prodotti agroalimentari: cambiano i gustie c'è posto anche per l'Italian FoodIl nostro Paese guadagna quote di mercato nel settore dei vinie, grazie all'accordo di libero scambio con la UE, ha eccellentiprospettive anche in altri comparti. Mercato in crescita anche per prodotti pronti per il consumo

Seul, 16 novembre 2010 - circa 2.000 casalinghe sudcoreane sono impegnate nella preparazione di 270 tonnellate di kimchi, un piatto tradizio-nale a base di cavolo piccante fermentato e rafano, in un parco vicino alla sede del governo. La specialità verrà poi distribuita a 13mila famigliedisagiate in un evento che celebra l’inizio dell’inverno

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dalla presenza di pirobenzeni ha provo-cato un forte calo con conseguente "ria-bilitazione" delle qualità di altri prodotti(vinaccioli e girasole) avvantaggiati an-che dal prezzo inferiore. Nel 2009 le vendite di olii di oliva eranocalate a 29 milioni, per tornare a cresce-re nei primi sei mesi del 2010 (+ 49%).Domina la Spagna con una quota pari al69% mentre le importazioni dall'Italia,in crescita del 19%, coprono il 16% del-l'import.

Caffè tostato - È un prodotto che non hamai risentito della crisi. Nel Paese sonoinfatti presenti più di 80 marchi di cate-ne di caffetterie e la statunitense Star-bucks è penetrata anche nel mercatodella vendita al dettaglio lanciando caf-fè già pronto per il consumo, imbottiglia-to o in lattina. Nello scorso novembreLavazza ha inaugurato il suo primo cof-fee shop Lavazza Espressions corea-

no a Seoul con uno spazio modulare sutre piani di oltre 400 mq.Nel primo semestre del 2010 le impor-tazioni di caffè tostato sono aumentatedel 20%, per un valore di quasi 25 milio-ni di dollari. Quelle dall'Italia hanno re-gistrato un aumento del 28 % per unvalore di 5 milioni con una quota di mer-cato che si attesta al 20%. L'Italia è pre-ceduta dagli USA con i marchi Starbuckse Coffee Bean.

Pasta - È un mercato che sta crescendoin media del 15% all'anno. Nel primo se-mestre del 2010 anche le importazionisono aumentate del 15% su base an-nua, per un valore complessivo di 48 mi-lioni di dollari. Quelle dall'Italia hannototalizzato un valore di 9 milioni, conuna quota di mercato del 19% e un au-mento del 2,8% su base annua. Il nostro Paese si colloca così al se-condo posto tra i fornitori dopo la Ci-na (che ha una quota del 65%) e primadi Thailandia, Giappone e Vietnam. La Cina però esporta i "noodles" di gra-no tenero tipici della cucina asiatica, chebeneficiano della crescente popolaritàdella cucina etnica.

Formaggio - È un mercato che, a diffe-renza di altri prodotti della filiera del lat-te ormai vicina alla saturazione, sta an-cora crescendo ogni anno con tassi at-torno al 20%, per un valore complessi-vo stimato in 410 milioni di dollari. Le nuove tipologie di formaggi low fat,però, non sono ancora autorizzate a en-trare nel Paese e sussistono forti diffi-coltà anche per l'esportazione di for-maggi pastorizzati a basse temperatu-re. In Corea del Sud infatti, i formaggiper legge devono essere sterilizzati atemperature di 72-75 gradi centigradiper almeno 15-20 secondi. Il consumo annuale pro capite è comun-que ancora basso: 1,4 chili/anno rispet-to ai 3,2 del Giappone e ai 12 dell'Au-stralia. Nei primi sei mesi del 2010 le importa-zioni sono aumentate del 20% su baseannua per un totale di 118 milioni di dol-lari, di cui poco meno di 3 milioni dall'Ita-lia. Al primo posto la Nuova Zelanda conil 33% del totale seguita da USA (26%),Australia (13%) e Uruguay (9%).

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Un esordio importante in Corea per la catena dei Coffee Shop LavazzaEspression che, forte del successo internazionale delle recenti aperture nelmondo, inaugura un nuovo punto vendita a Seoul nel quartiere centrale ecommerciale di Sinsa

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Vino - Il mercato ha subito una forte con-trazione a causa della crisi finanziariama sta gradualmente riprendendo quo-ta anche se nei primi sei mesi dell'annole importazioni hanno registrato un de-cremento quasi del 2% rispetto allo stes-so periodo dell'anno precedente. Le im-portazioni dall'Italia però sono in con-trotendenza (+9%) mentre sono in ca-lo Francia (-8%), USA (-7%) ed Austra-lia (-6%), stabile il Cile. Con la crisi, ilmercato è diventato più sensibile al fat-tore prezzo. In particolare, se in passa-to i consumatori erano interessati so-prattutto ai Premium wine, ora l'interes-se verte verso i prodotti che presentanoun buon rapporto qualità-prezzo.

L'anno scorso il valore medio per cassa(12 bottiglie da 750ml) era di 44 dollarimentre nel primo semestre di quest'an-no è sceso a 41 dollari. C'è stato ungrande cambiamento nella commercia-lizzazione in quanto alcuni tra i principa-li importatori hanno chiuso. A fronte diciò, tuttavia, i nuovi operatori che si so-no affacciati sul mercato sono soprat-tutto piccole ditte costituite da ex-dipen-denti di quelle in difficoltà che si sonomessi in proprio e che sono quindi mo-tivati a crescere. Per l'Italia ci sono buo-ne prospettive di aumento delle venditecon la riduzione delle tariffe doganali del15% in seguito all'accordo di liberoscambio con la UE.

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Piatti della cucina coreana (foto AFP)

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Abbigliamento - Secondo i dati del 2009 ilgiro d'affari dell'industria della moda è sta-to di 22,3 miliardi di dollari, in aumento del5,5% rispetto all'anno precedente e supe-riore alla media degli ultimi tre anni del 4%.In particolare sono cresciute del 20% levendite delle prime 30 ditte d'abbigliamen-to. Da rilevare il forte incremento del seg-mento degli abiti sportivi e casual che or-mai coprono il 37% del mercato, mentre levendite dei segmenti tradizionali uomo edonna sono più statiche. L'attività di distri-buzione ha un profilo decisamente moder-no ed è costituita per il 39% da discount

store e per il 27% da grandi magazzini. Ri-levante anche la quota (20%) delle vendi-te online sui cosiddetti "internet malls",senza dimenticare le televendite (7%). Il re-sto sono mercerie ed empori. Un aspettorilevante del mercato è la polarizzazionefra i prodotti di lusso e quelli di basso prez-zo. I grandi operatori industriali tendono aimportare dall'estero alcuni marchi impor-tanti e ad acquistare i marchi di piccole-medie imprese locali. Nei primi sei mesidel 2010, le importazioni coreane di abbi-gliamento sono aumentate del 22,5% perun valore di 1,6 milioni di dollari.

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Made in Italy: nei prodotti di consumol'Italia è forte per mobili e occhiali

Una sfilata del designer coreano Songzio (foto AFP)

INVESTIMENTI E INTERSCAMBIO

Il mercato coreano per le filiere tradizionali del nostro export èvivace ma la presenza in alcuni settori, come quello dell'abbigliamento,mostra interessanti margini di miglioramento. I gusti delpubblico e i canali di vendita (online incluso) sono in costanteevoluzione. Le importazioni dalla Cina, che spesso sono ilrisultato della delocalizzazione di aziende coreane, dominano intutti i settori delle fasce basse di mercato

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Il 67% è coperto da Cina e Vietnam anchese si tratta prevalentemente di prodotti fab-bricati localmente da aziende coreane. Leimportazioni dall'Italia, in calo dell'8% subase annua, ammontano a poco menodi 88 milioni di dollari.

Calzature - A causa della crisi, il settore siè trovato in una situazione di stasi che si èprotratta fino alla prima metà del 2009.Quest'anno però si è assestato in netta ri-presa. In particolar modo hanno chiuso be-ne l'anno le calzature importate di stile ca-sual. In generale le calzature, rispetto aglialtri settori, hanno sofferto meno la crisieconomica. Anche in questo settore si staverificando una forte divergenza tra pro-duttori grandi (in crescita) e quelli medio-piccoli e di nicchia (in difficoltà). Le impor-tazioni nel primo semestre del 2010 han-no registrato un incremento del 31%, perun totale di 533 milioni. L'Italia, con 44 mi-lioni (+13%), copre più dell'8 % e si col-loca in terza posizione tra i Paesi forni-tori dopo Cina e Vietnam e prima di Indo-nesia e USA. La Cina (con una quota del65%) si rivolge ad una differente fascia dimercato e di prezzo. I Paesi europei forni-

scono soprattutto calzature di buon livellomentre quelli del sudest asiatico scarpe daginnastica. Anche in questo caso buonaparte dei prodotti provenienti dai Paesi delSud-Est asiatico è in realtà il risultato del-la delocalizzazione di fabbriche coreane.La Corea è a sua volta presente sui mer-cati mondiali, ma le esportazioni dirette dalPaese sono tutto sommato ridotte: nei pri-mi sei mesi del 2010 ammontavano a 57milioni di dollari, in crescita del 35% su ba-se annua. Le principali destinazioni sonoCina (+37%) e Giappone (+71%). In caloinvece gli Usa (-10%).

Pelletteria - Durante i primi mesi del 2010il trend del settore si è mantenuto in cre-scita costante ed i principali marchi dellaCorea del Sud hanno aumentato il propriofatturato con risultati a doppia cifra, così co-me anche i marchi importati di borse piùsportive. Anche le importazioni di pellette-ria (borse, portafogli, cinture, accessori va-ri) sono cresciute del 41%. L'Italia è il ter-zo Paese fornitore dopo Cina e Francia,ma anche in questo caso i prodotti cinesisi rivolgono ad una differente fascia di con-sumatori.

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Le scarpe del Presidente della Commissione europea Manuel Barroso, del Presidente sudcoreano Lee Myung-Bak e del PresidenteCeco Vaclav Klaus, (R) davanti al Palazzo Sang Shun Jea durante la visita a Seoul dello scorso anno

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Cosmesi - Nel primo semestre del 2010 leimportazioni della Corea del Sud per quan-to riguarda il settore della cosmesi sonoaumentate del 25% per un totale di 617 mi-lioni di dollari. In crescita anche gli acqui-sti dall'Italia (+13%) per un totale di oltre21 milioni di dollari. Al primo posto il Giap-pone (+21%) con oltre 156 milioni, segui-to da Stati Uniti (+40%) con 150 milioni,Francia (+27%) con 130 milioni e Germa-nia (+9%) con quasi 21 milioni. Il mercatocoreano è controllato per oltre il 50% daidue maggiori produttori locali, con un fat-turato di quasi 2,2 miliardi di euro.Tra i vari canali di distribuzione si sta in-staurando una forte competizione che op-pone punti vendita monomarca, negozispecializzati e anche una consistente pre-senza delle televendite. Il mercato crescead un tasso leggermente inferiore al 4%annuo ma ci sono segmenti particolarmen-te dinamici: i cosmetici da uomo (+15%) eanche quello dei prodotti organici e deriva-ti da cellule staminali. Attualmente il girod'affari dei prodotti biologici è di circa 14 mi-lioni di euro, ma appare destinato a cresce-re rapidamente.

Occhialeria - Nel primo semestre del 2010le importazioni della Corea del Sud nel set-tore dell'occhialeria sono aumentate, ri-spetto allo stesso periodo dell'anno prece-dente, del 64% per un valore di circa 141milioni di dollari. Nello stesso periodo leimportazioni coreane dall'Italia hannovisto una crescita del 34% (64 milioni didollari), quelle dai concorrenti cinesi unacrescita del 228% (49 milioni di dollari) equelle dai concorrenti giapponesi un incre-mento del 6% (13 milioni di dollari). Il 50%dei prodotti importati sono occhiali da so-le e il 30% sono montature. Ai canali tradi-zionali si sta affiancando un numero con-sistente di negozi (House Brand Shops)dove i prezzi medi oscillano tra i 260 e i 433dollari. A seguito dell'accordo di liberoscambio con la UE le tariffe doganali pergli occhiali da sole saranno eliminate men-tre quelle per gli occhiali da vista sarannocancellate nell'arco di tre anni.

Gioielleria - Nel primo semestre del2010 le importazioni della Corea del Suddi prodotti di gioielleria hanno totalizza-to complessivamente 67 milioni di dol-lari, con un calo del 4%. Stanno suben-do le conseguenze del cambio sfavore-vole, della tassa speciale sui beni di lus-so e della continua crescita del prezzodell'oro. Costituiscono un'eccezione igrandi marchi del lusso generalmentevenduti all'interno dei grandi magazzininei corner dedicati ai prodotti di altagamma, con vendite in aumento del 20%rispetto all'anno scorso. In controten-denza anche le importazioni dall'Ita-lia (+32%) pari a poco meno di 8 milio-ni. Al primo posto si colloca la Francia(+24%) con 19 milioni, seguita da USA(-24%) con 14 milioni e Cina (-31%) con12 milioni. La bigiotteria e i prodotti in argento re-gistrano una crescita più significativa ri-spetto alla gioielleria e c'è anche un ve-ro e proprio boom (+20%) nella venditadi orologi sia di lusso (collezionismo, re-gali di nozze anche tra sposi) che di fa-scia media. È un settore promettente an-che perché non sono numerosi i marchiprestigiosi presenti sul mercato.

Filiera arredamento - Le importazioni dimobili durante il periodo gennaio-giugno2010 hanno registrato un aumento del53%, assestandosi su un valore totale diquasi 728 milioni, di cui oltre 56 milionidall'Italia (+49% annuo). Il nostro Pae-se, con una quota vicina all'8%, si col-loca al secondo posto dopo la Cina(59%), che però mira ad un target diver-so di pubblico. In crescita anche l'importdagli USA (+301%) che si sono conqui-stati una quota leggermente inferiore aquella italiana. Sul mercato si sta affer-mando uno stile minimalista, con utiliz-zo di materiali naturali e tonalità soffu-se, che si avvicina al design scandina-vo integrato con leggeri tocchi decora-tivi. Molto richiesti anche particolari e fi-niture dipinti a mano e stampe delicate.

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L'accordo di libero scambio (FTA) tra UEe Corea entrerà in vigore il 1° luglio 2011.Dopodichè la maggior parte delle tariffe suibeni scambiati sarà eliminata immediata-mente o nel giro di alcuni anni, con l'effet-to previsto di un aumento del 20% dell'in-terscambio.Il sistema adottato è a lista negativa, per-tanto non è necessaria alcuna autorizza-zione, a meno che i beni non rientrino nel-la lista dei prodotti non importabili. Proce-dure specifiche sono applicate su beni ali-mentari (a causa di problematiche sanita-

rie e fitosanitarie), cosmetici, farmaceuticied su alcune attrezzature mediche. Glioperatori interessati possono consultare ilsito internet delle dogane coreane(http://english.customs.go.kr/) per mag-giori informazioni. Attualmente la tariffa media applicata dal-la Corea del Sud sulle importazioni èdell'8,4 % per i beni industriali, del 16,6%per quelli agricoli, con punte del 27 % pergli ortaggi e del 45/50 % per la frutta. Ètuttora in vigore una tassa sui beni di lus-so (di oltre il 20%) che colpisce alcuni dei

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Il sistema distributivo sudcoreano è talvol-ta penalizzante per le nostre esportazionia causa del persistere di alti margini di pro-fitto degli intermediari, con ricarichi fino al300% rispetto alprezzo di importa-zione FOB. Il feno-meno, tuttavia, do-vrebbe attenuarsiman mano con lamodernizzazionedel sistema distribu-tivo. I negozi (quan-do non in franchi-sing o di proprietàdiretta di commer-cianti/importatori o produttori) si rifornisco-no presso le aziende importatrici che spes-so hanno l'esclusiva sulla base di apposi-ti accordi con le case produttrici. In gene-rale si sente tuttavia l'esigenza di un'atti-

vità di pubblicità e di marketing su grandescala che faccia conoscere alle classi me-die coreane i prodotti italiani in modo daampliarne la domanda che, per l'agroali-

mentare, è spessoristretta al pur im-portante circuito deiristoranti italiani. È in genere consi-gliabile che l'aziendaitaliana interessataad esportare in Co-rea, individui un im-portatore locale di fi-ducia che lo aiuti asuperare alcuni pro-

blemi dovuti alla lingua, alle normative loca-li, ecc. La Korean Importers Association(www.import.or.kr/index.do) è la principa-le associazione del settore, e raggruppa cir-ca il 90 % degli importatori coreani.

Distribuzione: l'Italia deve farsi (ri)conoscere

Accordi di libero scambio e nuove regole doganaliLe tariffe coreane sono più elevate di quelle europee. Oradovrebbero cadere insieme a molti ostacoli non tariffari.L'Ambasciata d'Italia è riuscita a ottenere il nullaosta delleAutorità per molti prodotti caseari e di carne e sta seguendol'apertura del mercato a diverse qualità di frutta italiana, oltre alriconoscimento delle certificazioni italiane per i prodotti biologici

INVESTIMENTI E INTERSCAMBIO

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nostri settori di punta: auto, mobili, gioiel-li, fucili da caccia, piastrelle, vino e altriprodotti alimentari.

Prodotti "sensibili"

Su alcuni prodotti agricoli notificati all'Or-ganizzazione Mondiale del Commerciocome "sensibili" (zucchero, granturco e ri-so) sono in vigore dei contingenti. Su im-pulso italiano, ha avuto successo il nego-ziato fra l'Unione Europea e la Corea perottenere l'apertura di un contingente diriso per risotti (varietà japonica) le cuiquote vengono assegnate ogni anno tra-mite bandi pubblici. È previsto però cheuna volta entrato in vigore l'accordo di li-bero scambio con la UE, la Corea abbat-terà sensibilmente molte barriere tariffarie.Va rilevato che sulla carta il sistema lega-le coreano è improntato ai più alti standardinternazionali. Ciononostante, si rilevanoritardi in quei settori dove l'industria localesi trova in condizioni di maggiore debolez-za rispetto alla concorrenza straniera. Inparticolare esistono numerose barriere

non tariffarie relative agli standard di si-curezza e igiene dei prodotti alimentari, co-smetici, farmaceutici ed automobili. Alcu-ne di queste appaiono in contrasto con lenormative dell'Organizzazione Mondialedel Commercio con particolare riguardo acosmetici e farmaceutici. Sono in corsocolloqui e negoziati tra UE e Corea per illoro definitivo superamento.Per quanto riguarda specificamente l'Italia,a seguito di negoziati condotti dall'Amba-sciata italiana a Seoul con le autorità ve-terinarie locali, è ora possibile esportareParmigiano Reggiano, Grana Padano,mozzarella di bufala e altri formaggi a ba-se di latte crudo, nonché diversi salumiquali mortadella, cotechino, prosciutti cot-ti e crudi (questi ultimi al momento solo sestagionati più di 400 giorni). Inoltre sonostate ufficialmente riconosciute le certifi-cazioni di prodotti biologici degli enti italia-ni. Sono in corso negoziati fra Ambascia-ta e Autorità fitosanitarie coreane per apri-re il mercato alle esportazioni di kiwi italia-ni ed è stata fatta richiesta per avviare leesportazioni di arance, pere, mele ed uvada tavola italiane.

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La Corea del Sud da tempo ha cambia-to modello di sviluppo. Per mantenereun posizionamento vincente in un con-testo, quello asiatico, caratterizzato dauna fortissima competitività, sia il Go-verno che le imprese sono convinte del-la necessità di dover puntare su tecno-logia ed economia della conoscenza, edagiscono di conseguenza. Nel 2009 i finanziamenti pubblici alla ri-cerca hanno totalizzato 12.400 miliardi diwon, corrispondenti a un incremento del14% su base annua. Se si aggiungono ifinanziamenti del settore privato (pari, inmedia, al 3-3,5% del fatturato con pun-te più elevate per le imprese leader) ildato consuntivo arriva a coprire il 3,4%del PIL del Paese che si posiziona, sot-to questo profilo, al quarto posto a livel-lo mondiale, dopo Svezia, Finlandia eGiappone. Solo nel settore IT i capitali in-vestiti nel 2008 nel potenziamento dellaricerca e nella modernizzazione degli im-pianti sono stati di 23 miliardi di dollari.Nonostante la crisi insomma le aziendecoreane, soprattutto quelle di maggioridimensioni che sono anche leader nel-l'export, hanno continuato ad investire.

Politiche mirate

In termini programmatici, gli orientamen-ti del Governo hanno portato a concen-trare gli sforzi di R&S in settori specificiselezionati ai fini di un miglioramento del-le condizioni di vita del Paese e di un in-cremento di competitività e capacità in-novativa dell'industria. In particolare lecosiddette "core technologies" sono: - tecnologie dell'informazione (ICT);- scienze della vita e tecnologie mediche;- tecnologie ambientali ed energie rinno-vabili (eolico, fotovoltaico, celle a com-bustibile);- robotica, nanotecnologie, tecnologieenergetiche e tecnologie aerospaziali.Questi sforzi stanno già producendo ri-sultati rilevanti sotto il profilo economico.In particolare ormai il 30% dell'exportsudcoreano è concentrato in settori e pro-dotti hi-tech. E la corsa non si arresta: ilGoverno intende mantenere il tasso dicrescita degli investimenti nella ricercaal 10,5% e portare la quota complessivasul PIL al 5% entro il 2012 collocando ilPaese tra i primi cinque a livello mondia-le in termini di spesa aggregata.

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Un Paese fortemente orientato all'Hi-Tech e alla ricercaPer mantenere il posizionamento raggiunto sui mercati mondiali,imprese e Governo sudcoreani dedicano una quota consistentedel PIL agli investimenti in ricerca e sviluppo. In questo camposono operanti anche numerosi programmi congiunti con alcunicentri di eccellenza italiani

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La cooperazione con l'Italia In campo scientifico anche l'Italia ha pun-tato a promuovere i rapporti di collabo-razione con la Corea del Sud. In questoambito, tra i due Paesi, è infatti operan-te un accordo quadro che è stato re-centemente aggiornato per il triennio2010-2012 con nove progetti bilaterali. In particolare sono attivi due Laboratoricongiunti sulla biorobotica e sulla fotonica,con sedi presso la Scuola Superiore San-t'Anna di Pisa ed il KIST (Korea Institutefor Science and Technology) di Seoul. Idue organismi collaborano anche nel set-tore robotica, dei nuovi materiali e delle

celle a combustibile. Dal 2009, inoltre, èstato avviato il terzo laboratorio congiuntotra ENEA e KIST sulle celle a combustibi-le. La cooperazione dei centri di ricercascientifica coreani è estesa anche ad altreuniversità e centri italiani. Di seguito sonoindicati gli accordi più significativi: - ICRA/Università La Sapienza: astrofi-sica relativistica- CNR/Università della Calabria: tecno-logie delle membrane- CNR/Napoli: biomateriali- Università Statale di Milano: alimenta-zione e sapori- ENEA: celle a combustibile e nuclea-re da fissione.

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Ricerca scientificaNel campo della ricerca scientifica la Corea delSud raccoglie una copiosa serie di attestati tra cui: - terza posizione mondiale nella CompetitivitàScientifica e 14esima in quella Tecnologica nel-la classifica 2009 redatta dall'IMD (Internatio-nal Institute for Management Development);- seconda posizione mondiale davanti a Usa eGiappone nell'International Innovation Index redat-to per il 2009 da Boston Consulting. Singaporefigura al primo posto. L'Italia è quattordicesima;- dodicesimo Paese al mondo (2008) per nume-ro totale di ricercatori scientifici. Sono circa260mila di cui il 70% a tempo pieno e il 25% inpossesso di libera docenza;- quarto posto al mondo nello sviluppo di nano-tecnologie (MESTKISTI 2009).

Tecnologie industriali- Primo esportatore ICT tra i 30 Paesi OCSE, conun fatturato (2008) di 121 miliardi di dollari e unaforte specializzazione nei semiconduttori, nei mo-nitor e nei telefoni cellulari. Copre in particolare il57% del mercato delle memorie DRAM (DynamicRandom Access Memory), il 49% (2009) di quel-le NAND-Flash, il 52 % del mercato LCD con il48% dei monitor, il 29% dei televisori, il 56% deidisplay PDPe il 32% di quelli OLED (Organic LightEmitting Diode). È il secondo produttore mondia-le di apparecchi per telefonia mobile (32%) die-tro alla Finlandia (37%). Samsung figura al se-condo posto tra i leader mondiali e LG al terzo; - quinto Paese al mondo per potenza nucleareinstallata con 20 centrali operative. Altre 8 nuo-ve saranno completate entro il 2016 e ulteriori4 entro il 2022;

- quinto produttore mondiale di auto; - sesto Paese per sviluppo della robotica e secon-do per densità di robot rispetto alla popolazione;- primo produttore mondiale nella cantieristicanavale mercantile ad alto tonnellaggio e di me-taniere, con un quota pari al 36% del mercatomondiale, il 41% del portafoglio ordini e 7 so-cietà classificate tra i primi 10 cantieri mondia-li, davanti a Cina e Giappone;- primo produttore mondiale di dissalatori indu-striali, frigoriferi e condizionatori d'aria (2008);- sesto produttore siderurgico mondiale.

Diffusione e impiego di tecnologie digitaliL'88 % della popolazione sudcoreana utilizzaInternet e il 77% lo fa con frequenza giornalie-ra per complessive 13,7 ore/settimana. L'utiliz-zo quotidiano sale al 99% per la popolazione tra10 e 39 anni. Il 60% legge giornali in rete e il 58%possiede e gestisce homepages o blog. Oltre il60% fa acquisti. I conti di Internet-banking era-no 52,6 milioni già nel 2008. Le classifiche in-ternazionali collocano la Corea del Sud come:- primo Paese per sviluppo dell'e-Governance (UNGlobal E-Government Survey, 2010) davanti aUsa, Canada e Regno Unito. Il Giappone figura in19esima posizione e la Cina al 36esimo posto;- secondo Paese per diffusione e utilizzo di tecno-logie ICT(National Informatization Index, 2008); - ottavo Paese (2008) per ICT-Industry Compe-titiveness Index; - primo Paese per connessioni Internet in ban-da larga nelle abitazioni (96% delle utenze)(2009). L'Italia è al 25esimo posto; - quinto Paese OECD per diffusione di Perso-nal Computer (80% delle abitazioni).

Le pagelle hi-tech della Corea

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In passato la Corea è stata accusata diinvadere i mercati mondiali con tecno-logie e prodotti imitati. Ma è in atto unagraduale e concreta inversione di ten-denza a seguito della ratifica da partedella Corea del Sud degli accordiTRIPs per la protezione dei diritti diProprietà Intellettuale e delle modifi-che legislative adottate per rendere lanormativa sudcoreana conforme agli ac-cordi internazionali del cosiddetto "Si-stema di Madrid". In particolare è dasottolineare l'efficienza del sistema diregistrazione brevettuale coreano. Rimangono tuttavia evidenti casi di pi-rateria e contraffazione nei campi del-l'abbigliamento, della pelletteria, degliaccessori, dell'arredamento e degli ali-mentari (merci per lo più importate dal-l'estero). Si registrano con una certa fre-quenza, inoltre, casi di illecita registra-zione di marchi di imprese occidentali(anche italiane) da parte di soggetti lo-cali. Questo nonostante il contraffattoredi marchi registrati e quindi protetti dal-la Legge sui Marchi (Trademark Act)sia punibile con una pena detentiva si-no a sette anni di reclusione e soggettoad un'ammenda pecuniaria che può ar-rivare sino a 67mila euro. Nel caso diutilizzo illegale di marchi notori, ma nonregistrati, l'azienda italiana danneggia-ta può appellarsi alla Legge contro laconcorrenza sleale che prevede penedetentive sino a tre anni di reclusione e

multe che possono arrivare a 20mila eu-ro. Dalle statistiche pubblicate dal KIPOe relative alle domande italiane di rico-noscimento, le richieste per i marchi so-no state 1.058 (74,4% del totale), quel-le per i brevetti 305 (21,4%) e quelle peri disegni industriali 59 (4,1%). I marchiregistrati sono stati 735, seguiti dai bre-vetti (101) e dai disegni industriali (45 ).La maggior parte delle richieste e delle re-gistrazioni è effettuata attraverso le proce-dure del Sistema di Madrid che consentedi inserire la Corea del Sud tra i Paesi de-signati. Dal 2007 è comunque attivo undesk per la tutela dei diritti di ProprietàIntellettuale presso ICE (Istituto Italia-no del Commercio di Seoul) che svol-ge attività di:- orientamento - monitoraggio del mercato di riferimento- formazione ed informazione a favoredelle aziende italiane- individuazione di "casi emblematici" - stretta collaborazione con tutte le au-torità coreane preposte alla tutela dei di-ritti di Proprietà Intellettuale.L'attività di orientamento, di consulenzae di assistenza tecnico-legale, fornitadal desk alle imprese italiane, viene pre-stata a titolo gratuito. Resta inteso chei costi ad esempio di deposito di una do-manda di brevetto, di registrazione di unmarchio o di un modello di design, co-me pure quelli delle relative controver-sie, sono invece a carico delle aziende.

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Marchi e Brevetti: per le imprese italianeè operativo un desk dedicato dell'ICE

INVESTIMENTI E INTERSCAMBIO

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Nel 2009, nonostante la crisi economica,gli investimenti esteri diretti (dichiarati) inCorea sono stati di 11,5 miliardi di dolla-ri. Il Governo sudcoreano è anche impe-gnato in una politica mirata ad attrarremaggiori investimenti dall'estero, crean-do un ambiente più 'business friendly' ri-spetto al passato per imprese ed investi-tori stranieri attraverso un ampio venta-glio di misure di semplificazione legisla-tiva e amministrativa. Gli investimenti piùelevati o ad alto contenuto tecnologico oeffettuati nelle Free Economic Zones(prevalentemente destinate a aziendeesportatrici) di Busan, Incheon, Gwan-gyang e in quelle più recenti di Daegu-Gyeongbuk, Pyeongtaek, Saeman-geum-Gunsan, Ulsan, Gimje, e Masan,godono anche di esenzioni doganali, af-fitti contenuti e varie agevolazioni fisca-li. Nonostante questi sforzi, il Paese re-sta di difficile penetrazione sia per la lin-gua (l'inglese è poco diffuso, anche nel-la capitale Seoul), che per i costumi so-ciali improntati, come in altri Paesi asia-tici, ad una forte gerarchizzazione ed alrapporto personale che va pazientemen-te coltivato. In tal senso, è decisamentesconsigliabile per aziende straniere cheoperano con la mentalità "mordi e fuggi"in quanto richiede un lungo investimen-to in termini di tempo e denaro per otte-nere risultati ed una continua collabora-zione con i partner locali. In cambio leaziende, incluse quelle italiane, che han-no investito nel Paese con un'adegua-

ta visione strategica possono disporredi una eccellente piattaforma (ottimo po-sizionamento logistico, manodopera al-tamente qualificata, buoni servizi all'im-presa, tassazione bassa) per produrre ecommercializzare i loro prodotti in tuttal'area dell'Estremo Oriente e dell'Asia ingenerale. In termini operativi le maggiori lacunesono rappresentate dagli alti costi e dal-le procedure farraginose dell'apparatogiudiziario, che non sempre assicuranoun'adeguata protezione degli interessieconomici soprattutto delle piccole e me-die aziende. Anche la burocrazia stata-le continua ad essere caratterizzata dapratiche opache, una regolamentazionea volte intrusiva e in continuo mutamen-to. Dal punto di vista fiscale, a fronte diun livello di tassazione molto basso ri-spetto agli altri Paesi OCSE, vi sono pe-rò significative difficoltà ad adeguarsi al-la normativa e a dialogare con le Autori-tà in occasione dei controlli a campione.Infine è utile ricordare che è tuttora ope-rante una normativa che impone a tuttigli acquirenti (coreani e stranieri) di par-tecipazioni azionarie superiori al 5% insocietà coreane quotate nelle piazze fi-nanziarie, di dichiarare ufficialmente seintendono "influenzare la conduzionedella società partecipata o semplicemen-te realizzare dei profitti (dividendi) dallaloro partecipazione azionaria".

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- La promozione degli investimenti esteri è af-fidata ad uno specifico ente, Invest Korea(www.investkorea.org);- per ottemperare a tutte le pratiche ammini-strative esiste una sorta di "sportello unico" adisposizione degli investitori stranieri, il KISK,(Korea Investment Service Centre) localizzatopresso la Korea Trade Investment PromotionAgency (www.kotra.or.kr/eng);

- in caso di problemi con l'Amministrazione leaziende straniere possono rivolgersi all'Officefor Investment Ombudsman, (www.investko-rea.org/InvestKoreaWar/work/ombsman/eng);- informazioni dettagliate in lingua inglese sul-la normativa fiscale in Corea sono reperibili sulsito web del Financial Supervisory Services(http://english.fss.or.kr).

Indirizzi utili

Investimenti stranieri: è soddisfatto chiinveste con una visione a lungo termine

INVESTIMENTI E INTERSCAMBIO

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Association Producteurs BiodieselBouake (APBB), un'organizzazione del-la Costa d'Avorio, che fa capo all'impren-ditore italiano Umberto Massa, ha av-viato la coltivazione di jathropa nella zo-na Nord del Paese, pacificata da poco.Association Producteurs Biodiesel Boua-ke è localizzata a 350 chilometri a Norddella capitale ivoriana, Abidjian, che è an-che il maggiore porto del Paese.

La commercializzazione diretta del pro-dotto africano in Europa, sia in formagrezza (semi) sia in quella trasformata(olio), è affidata alla BEI srl. La produ-zione viene effettuata attraverso i con-ferimenti di una rete di oltre un migliaiodi agricoltori locali suddivisi in una cin-quantina di villaggi attorno alla cittadinadi Sakassou. L'iniziativa, avviata dueanni fa, è già operante.

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Imprenditore italiano avvia una "supply chain" per la jathropaAssociation Producteurs Biodiesel Bouake, guidata dall'italianoUmberto Massa ha coinvolto migliaia di agricoltori nei villaggi in una nuova attività destinata alla produzione di biocarburanti 'no food'

AGROINDUSTRIA

Jathropa Curcas (Foto R.K.Henning/Wikipedia)

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"La filiera produttiva", spiega UmbertoMassa, funziona nel modo seguente: noiprendiamo accordi, in genere con i capivillaggio, perché formino delle coopera-tive locali a cui poi, sulla base del pro-gramma che ci presentano, forniamo lepiante che qui crescono in modo incre-dibilmente rapido: in sei mesi possonoraggiungee i due metri di altezza. Leproduciamo nel nostro vivaio selezio-nando le specie più produttive, anchese qui la jathropa cresce in modo spon-taneo. Quando veniamo a raccogliere ilprodotto, paghiamo le cooperative. At-tualmente APBB produce poco meno di13mila tonnellate anno ma l'obiettivo èdi arrivare in tempi brevi a 30mila ton-nellate".

Una formula finanziaria innovativa

In parallelo APBB ha messo a punto unmodulo finanziario per investitori esteriche in pratica affittano dei lotti di terre-no, (estensione minima un ettaro), cheAPBB provvede a far coltivare, ma han-no anche, indirettamente, la funzione dicampi dimostrativi. Dopo di ché racco-glie il prodotto e ne cura la commercia-lizzazione distribuendo, sotto forma di

dividendi, i relativi ricavi al netto dellespese di coltivazione e gestione."Finora abbiamo raccolto, in questa for-ma, sottoscrizioni per un migliaio di et-tari", spiega Massa. Lo sforzo di APBBè di concentrare la produzione in un nu-mero non troppo diversificato di aree perminimizzare i costi logistici. Nessuna dif-ficoltà invece nel trovare agricoltori di-sposti ad aderire al sistema. "Dopo la fi-ne della guerra civile, in quest'area delPaese c'è un grande bisogno di lavora-re e guadagnare e qui le possibilità so-no veramente molte" afferma ancoraMassa che prosegue "Ci sono antichecoltivazioni di mais e cotone ormai ab-bandonate che possono essere ripresein mano. Il Paese inoltre è ricoperto dianacardi ed ha anche fortissime poten-zialità per la soia, il ricino e altre oelagi-nose". Tra i progetti in corso, quella diavviare una linea di produzione per la la-vorazione dell'anacardio e una filiera diproduzione di ricino. Ma c'è anche la vo-lontà di avviare un centro logistico perl'importazione dall'Italia di prodotti dacommercializzare in quest'area del Pae-se dove come spiega Massa - in questomomento "C'è bisogno di tutto".

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Oltremare, azienda bolognese produttrice dimacchinari e impianti per l'industria agroa-limentare (macchine per lavorazione oleagi-nose, selezionatrici elettroniche e meccaniche,confezionatrici sottovuoto, sistemi di traspor-to) ha stipulato un contrattoper la fornitura di un im-pianto chiavi in mano(del valore di circa 10 mi-lioni di Euro) per la lavo-razione degli anacardi inCosta d'Avorio. L'impiantosarà localizzato nello sta-bilimento di Bouake della

multinazionale agroalimentare indiana OLAM.L'insediamento sarà il primo di una serie di im-pianti analoghi che Olam intende avviare in Co-

sta d'Avorio e in Africa Oc-cidentale. La coltivazionedell'anacardio sta attra-versando, al pari del caf-fè e del cacao, una fasedi forte espansione perl'incremento dei prezziinternazionali. La pro-duzione locale è giun-ta a 400 mila tonnella-te annue.

Oltremare fornirà linee per la lavorazione degli anacardi

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Sierra Leone: Italian Agriculturalinveste nel lattice

Edmondo Trombetta, un imprenditoreitaliano che opera nel settore forestale,sta lanciando in Sierra Leone una formu-la di investimento nel settore del cauc-ciù (Rubberland Trade) con la vendita dimoduli a partire da un ettaro di estensio-ne. Nelle aree coltivate viene prodottolattice di gomma sotto il controllo diesperti che verificano le modalità di cor-retta esecuzione dei lavori di estrazione,stoccaggio e consegna. A garanzia del-l'investimento, la società di gestione(Italian Agricultural Company) ha sti-pulato un contratto di fornitura illimitatadi lattice con Firestone Natural Rub-ber con un polo produttivo localizzatonelle vicinanze delle estensioni gestitecon la supervisione di Italian AgrculturalCompany. La formula prevede anche un patto diriacquisto a termine delle particelle sup-portato da garanzia fideiussoria. Trom-betta intende anche estendere la formu-la alle piantagioni di cacao e jatropha.

COSTRUZIONI

Colombia: Impregilo acquisiscela commessa per la Diga di Quimbo

Un consorzio italo-spagnolo composto daImpregilo (70%) e da OHL si è aggiudi-cato una commessa per la realizzazionedella centrale idroelettrica di Quimbo sulfiume Magdalena (Dipartimento del Hui-la) per un valore di 250 Meuro. La gara èstata promossa da Emgesa (controllataal 49,5% da Enel/Endesa), la piú grandeazienda elettrica del Paese. La centraleavrá una capacitá installata di 400 Mw edovrebbe entrare in funzione nel 2014.Richiederà la costruzione di una diga prin-cipale alta 150 metri e lunga 635 e di unasecondaria alta 66 metri e lunga 410. Impregilo è giá impegnata in Colombianella realizzazione del progetto idroelet-trico di Sogamoso (valore della commes-sa 400 milioni di euro) e nella costruzio-ne del terzo tratto (465 Km) della "Ruta delSol" che collegherá Bogotá a Santa Mar-ta sulla costa caraibica (1.000 Km in to-tale). Il costo dei lavori è stimato in circaun miliardo di dollari e i ricavi complessi-vi nell'arco di 25 anni in 3,7 miliardi.

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Estrazione di lattice da un albero tropicale (foto Axel Boldt/Wikipedia)

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MECCANICA

Repubblica Slovacca,Brovedani cresce a Galanta

Brovedani Slovaki ha presentato unpiano di investimenti di oltre 11 miliardidi euro per potenziare la fabbrica (aper-ta nel 2006) localizzata nel Parco Indu-striale di Galanta nella Repubblica Slo-vacca. L'azienda, specializzata nellameccanica (è stata a lungo fonitrice diIBM negli anni 80), opera principalmen-te nel settore dell'auto (è il primo produt-tore mondiale di sistemi common rail) edegli elettrodomestici ma anche in altreattività (componentistica per industrieelettromedicali, sistemi di difesa) con unampio portafoglio di tecnologie nei si-stemi di progettazione, lavorazione econtrollo qualità. Tra i clienti: Bosch,Delphi, Eaton, Electrolux, Siemens,Valeo, Delphi e Sanden. La 'mission'dello stabilimento slovacco (oltre sei mi-lioni di pezzi prodotti nel 2009) è princi-

palmente di servire i clienti, soprattuttonella filiera auto, che operano in que-st'area geografica. Il gruppo, che ha unfatturato di circa 80 milioni anno, 610 di-pendenti e una produzione di circa unmilione di pezzi al giorno con un indicedi scarti inferiore a 4 pezzi per milione,ha sede a San Vito al Tagliamento (Por-denone) e opera su tre stabilimenti inItalia, uno nella Repubblica Slovacca euno nel distretto dell'auto di Queretaro,in Messico, in joint venture con il grup-po Reme, aperto nel 2009, che producesoprattutto per il mercato nordamerica-no. A Ponte Rosso, in provincia di Por-denone, ha aperto un Centro di innova-zione, ricerca e formazione per la mec-canica Keymec, finanziato dalla Regio-ne Friuli Venezia Giulia, in collaborazio-ne con il Consorzio Ponte Rosso,l'Università di Udine, l'ENAIP e il PoloTecnologico di Pordenone.

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