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Anno 14 - N. 66 - Ottobre 2005 66 Bulletin de la Bibliothèque de Courmayeur Virgilio Brocchi e Dolonne pag. 8 Curiosità: segni zodiacali pag. 10 Il valore della lira pag. 15 Il punto sulle mostre pag. 16

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66Bulletin de la Bibliothèque de Courmayeur

• Virgilio Brocchie Dolonnepag. 8

• Curiosità:segni zodiacalipag. 10

• Il valore della lirapag. 15

• Il puntosulle mostrepag. 16

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SommarioBimestrale della Biblioteca di CourmayeurAutorizzazione Tribunale di Aosta n. 2 - 91

ANNO 14 - N. 66 - OTTOBRE 2005

Direttore responsabileLuca Mercanti

Hanno collaboratoa questo numero:Alessia Di AddarioL’Ufficio Tecnico GestionaleIl Sindaco Romano BluaOdile SciauxAvv. L. Revelli BeaumontRemigia ReySamuel VillerChiara MichelottiAlberto LorenziMassimiliano LorenziVittorio BigioMaria Vittoria ManettiProf. Maria Elda Vidotto RevelliLorenzo Revel

Editing e stampaTipografia Marcoz - Morgex

CopertinaGioia Pisani

Direzione e redazioneBiblioteca comunaleTel. e fax 0165.831351E-mail: [email protected]

Di questo numerosono state stampate 1200 copie

LA TSAPLETTAsi riserva la facoltà di modificare i testi, pursalvaguardandone il contenuto sostanziale,ogni riduzione è considerata opportuna peresigenze tecniche e di spazio.

Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3

Biblioteca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4

Curiosità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 10

Ricorrenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 12

Economia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 15

Cultura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 16

Opinioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 18

Sport . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 21

Dal Comune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 22

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Davvero poco confortanti i dati relati-vi alle presenze sulle piste da sci. Le

Funivie di Courmayeur hanno registrato,al termine della stagione 2004-2005, uncalo record di oltre l’11% rispetto allo stes-so periodo dell’anno precedente.Tra le cause generali di questa débaclesenza dubbio un inverno avaro di precipi-tazioni nevose e la crisi economica che hatolto potere d’acquisto alle famiglie. Cause,queste, comuni a tutte le altre stazioniinvernali non solo della Valle, ma anche ditutto l’arco alpino.Tra le cause più specifiche, che riguardanoesclusivamente Courmayeur, la cronicaassenza di rinnovamento tecnologico e iprezzi più alti in assoluto degli ski-pass.Senza dimenticare, poi, il pasticcio delloscorso ponte dell’Immacolata: spolverata dineve sulle piste e apertura degli impiantisolo per i possessori dell’abbonamento sta-gionale, con le proteste di chi, ignaro delladecisione (per la verità, in perfetta buonafede) si era recato sci in spalla alle bigliet-terie per prendere la funivia.Le altre stazioni della nostra regionehanno sì registrato dei cali di presenze,ma per lo più si è trattato di un disavan-zo contenuto, ricondicibile ai motivigenerali sopra riportate e non certo aquelle specifiche.Una nuova stagione invernale è alle porte.Le problematiche di quest’anno - così comele carenze - saranno le stesse dell’annoscorso, tanto da non poter certo pensare aun “miracolo”. Durante la presentazionedella stagione invernale dello sci alpinoavvenuta a fine settembre ad Aosta, perquanto riguarda le novità presentate, èstata finalmente citata anche Courmayeur.Il prossimo anno, infatti, dovrebbero par-tire i lavori della nuova cabinoviaDolonne-Plan Chécrouit. Certo, non èmolto (anche perché sulla questione è anco-ra vivo un acceso dibattito), ma è comun-que un qualcosa da mettere sul piatto dellabilancia per contrastare una concorrenzaagguerrita, concorrenza che unisce la for-tuna di possedere ampi comprensori a unapolitica gestionale improntata sull’ineve-stimento e l’innovazione.

L.M.

LO «JARDIN SAUSSUREA»Editoriale

RETTIFICA.L’articolo apparso sul numero 65 della Tsapletta dal titolo “Verrand ad unbivio: un delizioso luogo di villeggiatura o un altro ecomostro?” è stato redat-to da Vittorio Bigio e non dal figlio Stefano come erroneamente scritto. Chele colpe dei padri non ricadano sui figli!

Vittorio Bigio.

En on chicque maténDé la fén di mèi dé jouén,Dzé si alloou i PavillionVeseté lo «Jardin». Quiénta émochon!Dz’i iù on mouéi dé joulie flè:Dé blantse, dé rodze é dé totte lé colè;E dé-z-érbe qué fon varìTotta rassa dé maladì;L’euiléra, la rihha, lé piérette,Lé lisse, l’arnica é lé violette;A pè di ru, bièn dé revèille matén,A l’èntò di rotso, dé ruchélén;Dé jeu di ratte, la villia, lo piappoù,Ll’a éto dé lacquié é dé flè di couco;Lé looufie, lé bozomé, lé grisillion,Lé-z-ampeure, la dzènhara é lé grevaillion;Lé frèye, lé marguiritte, lé blué,Lé-z-anémonne, lé tarambéile é lo tserpolé;

Lé-z-étserdon, lé barbéréi, lé tsevallére,Lé vercouinno, la tartarì é lé foille vére;Lé-z-immortelle, la ploouta, l’agroou,Lé mugué, la camomilla é lé pavoou;Lé brènlette, bièn dé coquieuve, la fizetta,Lé plante grase, lé-z-ourtie é la dzélénnetta;E tan d’atre, qué dzé si pa lo non,Mé qué son joulie tototon.Mé, sté flè dzé lé-z-i todzo ieuve ià pé lé pra,Perquié pé totta la via dz’i fa lo campagnà.Qué damadzo, én campagne, va pamé case gnon,E’ di s’erbe e’ di flè san pamé lo nonFa remaché séi qué dé fére lo «Jardin» l’a pensoou.Complémèn, l’é éihèye fran éira joulia idoou.On gran mersi va éto i raguie, qué to l’itsatènLèi travaillon, é avoué tan dé gou lo vardon chu bièn.

Samuel Vuiller

CARA AMICA PIERADue parole voglio scrivere ad una mia cara amica che ora abita a Trieste. Piera era

capitata a Courmayeur e sposata a Verrand di Pré-Saint-Didier. Lei rimpiangesempre il nostro paese malgrado la guerra, che l’ha fatta soffrire. Ogni volta che riceve“La Tsapletta” mi telefona contenta e dice che le porta un po’ d’aria di Courmayeur.Tanti cari auguri Piera, la Tsapletta la riceverai sempre, noi tutti ti vogliamo bene.

Remigia

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L a Commissione di gestione della Biblioteca ha deciso a luglio diutilizzare una piccola parte dei finanziamenti destinati alle atti-

vità della biblioteca per l’acquisto di nuovi libri. Grazie a questa scel-ta la Biblioteca ha potuto ampliare il “Servizio Novità” mettendo adisposizione degli utenti titoli appena usciti in commercio e presentinelle classifiche dei libri più letti quali ad esempio:

Il progetto Trinity - Greg Iles La regina della casa - Sophie Kinsella La Luna di carta - Andrea Camileri Tre metri sopra il cielo - Federico Moccia Angeli e Demoni - Dan Brown

La Dodicesima carta - Jeffery Deaver La traccia - Patricia Cornwell Molto forte. Incredibilmente vicino - Jonathan Foer Niente di vero tranne gli occhi - Giorgio Faletti Il viaggiatore notturno - Maurizio Baggiani

…e molti altri ancora. Sono stati acquistati anche tutti i libri presentati dagli stessi autoridurante la rassegna estiva “Incontri d’autore 2005” che si è tenuta alJardin de L’Ange a partire dal 30 luglio fino al 25 agosto 2005 ognimartedì, giovedì e sabato alle ore 18:00. Questa manifestazione haavuto un grande successo dimostrato ad ogni incontro dalle numero-se presenze; colgo dunque l’occasione per ringraziare il Dott. CrespiGiuseppe per la serietà e soprattutto la competenza con cui ha pre-senziato tutti i 12 incontri.

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Biblioteca

NOVITA’ IN BIBLIOTECA

CON LE PEGGIORI INTENZIONIdi Alessandro Piperno Nel pieno degli anni ottanta si muove ilmondo dell’alta borghesia romana racconta-to dalla voce ironica, sarcastica e disperata diDaniel Sonnino, giovane rampollo di unaricca famiglia ebrea. Daniel Sonnino è ilpunto di vista critico, intellettuale, snob evittimista del romanzo. Attraverso i suoiocchi assistiamo alla formazione di unragazzino solitario e poi di un’intera genera-zione: cresciuta nel mito del consumismoanno Ottanta.Nella prima parte del libro ripercorriamo lastoria ebraica delle due generazioni prece-denti: quella del nonno Bepy Sonnino e delsuo socio Nanni Cittadini, ed infine quelladei due figli di Bepy: Luca e Teo.Bepy , il grande vecchio è il vero motore ditutta la storia: irriducibile donnaiolo, ele-gante e raffinato, capace di creare una fortu-na e di distruggerla con le sue mani. Vengono poi tracciati, nella seconda parte, iritratti degli amici di Daniel: David Ruben,bellissimo e senza ambizioni, Giorgio Sevi,e Gaia, quest’ultima è uno dei personaggipiù interessanti del romanzo.“Con le peggiori intenzioni” è un romanzo

avvincente, che trascina con la sua prosaricca e ricercata, sconfinante nell’eccesso. Lasaga famigliare emerge, attraverso una fiu-mana di parole, con la potenza delle imma-gini cinematografiche, che restituisconopersonaggi vivi, fatti di espressioni, atteggia-menti, nevrosi.L’autore di questo libro Alessandro Pipernoè nato a Roma, dove vive, nel 1972. Insegnaletteratura francese a Tor Vergata. E’ redat-tore di “Nuovi Argomenti”. Ha pubblicatoil saggio Proust antiebreo. “Con le peggioriintenzioni” è il suo primo romanzo.

LA REGINA DELLA CASAdi Sophie Kinsella “La regina della casa” è la storia di unaragazza che nel pieno della sua vita, troppofrenetica, non sa cosa significa vivere apieno, godendo della gioie più banali: ilprofumo dei fiori, l’aria pulita della campa-gna, la luce dei raggi del sole.Sophie Kinsella con questo suo nuovoromanzo riporta alla luce i valori chedovrebbero essere al gradino più alto dellascala di ognuno di noi, ci insegna quantosiano importati per raggiungere la felicità igesti quotidiani che tutti compiono comead esempio le faccende domestiche, leggereil giornale, festeggiare i compleanni e lo fa inmaniera semplice, divertente ed ironicaattraverso la avventure di Samantha, che hasoli ha soli ventinove anni, ma è già la stardi un noto studio legale di Londra, lavoragiorno e notte, e sei minuti di una consu-lenza valgono una fortuna. Almeno fino aquando si accorge di aver commesso un ter-

ribile errore che le costerà il posto.Sconvolta fugge dall'ufficio e si ritrova inaperta campagna con il cuore in tumulto.Per un malinteso, i proprietari della splendi-da casa in cui chiede informazioni la scam-biano per un’aspirante governante. E lei,donna in carriera dal quoziente intellettivoaltissimo, decide di non deluderli...Non bisogna lasciarsi ingannare da questoche libro che ad una prima occhiata potreb-be sembrare un po’ leggero, io lo definireipiuttosto “distensivo”, se avete voglia di eva-dere e lasciarvi i problemi alla spalle per unpaio d’ore allora questo è il romanzo che faper voi! Sophie Kinsella, prima di diventareuna scrittrice di successo, è stata una giorna-lista economica.

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CONSIGLIDI LETTURALA BIBLIOTECAVI PROPONE…

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I l est des noms qui sonnent commedes légendes. Beaucoup d’entre

nous ont découvert celui de JulesVerne dès l’enfance, un nom qui évo-que des aventures extraordinaires dansdes mondes inconnus…Il est en quelque sorte le «père» fran-çais de la science fiction et aujourd’-hui, près d’un siècle après leur paru-tion, ses romans figurent encore parmiles ouvrages les plus lus de la littératu-re française. Si ses récits sont tellementprenants, s’ils ont enchanté tant delecteurs petits et grands et, surtout,s’ils ont si bien «vieilli» qu’ils demeu-rent crédibles, c’est certainementparce que cet homme passionné par leprogrès avait l’habitude de travailleravec des scientifiques réputés: chez lui,tout repose sur une base techniquesolide et vérifiée. Curieux de tout cequi pouvait faire progresser la société,il avait pressenti la fulgurante accéléra-tion du XXème siècle, dont il voyait lespremiers signes dans l’industrialisa-tion, et l’application des techniquesmodernes dans la vie quotidienne.Léonard de Vinci avait songé desmachines fantastiques: Jules Verne,lui, a transporté des millions de lec-teurs de la Terre à la Lune bien avantla capsule Apollo, ou encore sous lesmers, alors que le professeur Picard nemit au point son bathyscaphe quedans les années 40…On le compare souvent à son contem-porain d’outre-Manche, H.G. Wells,qui envisage l’avenir de l’humanitésous un jour plus sombre que lui, sem-ble-t-il. Pourtant les histoires de JulesVerne n’ont rien de mièvre et son capi-taine Nemo, terroriste avant l’heure,sent davantage le soufre que l’eau derose!Lui, qui fut un temps relégué au rayondes livres pour enfants, écrivait en faitpour ses contemporains les pluscurieux, ceux qui voulaient en savoir

plus sur ce monde où ils vivaient etauxquels une jeune science en pleinessor promettait de tout expliquer. EtJules Verne, convaincu des bienfaits dela connaissance s’acharne à divulguerles nouvelles découvertes: il met sespersonnages à l’oeuvre pour démon-trer que l’homme cultivé et savantpeut maîtriser son environnement,jusqu’à un certain point. Témoin l’in-génieur Cyrus Smith: après tout, il nefaudra rien de moins que l’explosion

d’un volcan pour contraindre les hérosde L’île mystérieuse à s’avouer vaincus,avant que leur auteur se décide à lessauver de leur triste sort...A notre époque où tout va si vite, l’onne mesure pas forcément l’impact réelque les écrits de Jules Verne ont eu surleurs millions de lecteurs de tous lespays, ni le rôle qu’ils ont joué dans laformation de l’intelligence de tantd’enfants et de leur vision du monde.Peut-être le plus délicat hommage à

JULES VERNE (1828-1905)

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son talent réside-t-il dans le fait que lepremier sous-marin nucléaire, mis aupoint par la marine américaine en1954, fut baptisé «Nautilus» et entradans l’histoire pour avoir fait surfaceau pôle Nord. Ce qui prouve que lesscientifiques ont parfois un petit côtésentimental...Jules Verne naît à Nantes, le 8 février1828, dans une famille bourgeoise. Ilmonte à Paris en novembre 1848 pourterminer ses études de Droit, maiss’intéresse bien plus au théâtre. Lui quia depuis longtemps commencé à écri-re y fait la connaissance d’AlexandreDumas. Son droit terminé, le jeunehomme refuse de reprendre la charged'avoué de son père. Passionné par lascience et ses découvertes les plusrécentes, il fréquente la Bibliothèquenationale et se lie avec Jacques Arago,ancien explorateur devenu aveugle.En 1856, il rencontre sa future épou-se, Honorine Morel. Leur uniqueenfant, Michel, naît le 3 août 1861.En 1862, il soumet à l'éditeur Pierre-Jules Hetzel (1814-1886) son romanCinq semaines en ballon qui paraît en1863, connaissant un immense succès,

même au-delà des frontières françai-ses. Ce n’est qu’un début, puisqueVerne travaillera pendant quarante ansà ses Voyages extraordinaires, quicompteront finalement cinquante-quatre volumes. Toujours en 1863, ilécrit Paris au XXème siècle, texte quidisparaîtra pour n’être finalementretrouvé et publié qu'en 1994, par sesdescendants.En 1864, il publie Les aventures ducapitaine Hatteras, ainsi que Voyageau centre de la terre, et renonce à sonemploi d'agent de change. Le 16 mars1867, en compagnie de son frère Paul,il embarque à Liverpool sur le GreatEastern pour les États-Unis: il tirera desa traversée le roman Une ville flottan-te (1870). Jules Verne achète en 1868le Saint-Michel, une chaloupe depêche aménagée pour la plaisance quideviendra son cabinet de travail.Mobilisé pendant la guerre de 1870,Jules Verne continue toutefois d'écrire.Il s'installe à Amiens en 1872, puispublie Le Tour du monde en quatre-vingts jours. En 1877, il donne unfastueux bal costumé avec la participa-tion de son ami Nadar, qui sert demodèle au Michel Ardan, héros de sesromans De la terre à la lune et Autourde la lune. De juin à août 1878, JulesVerne navigue de Lisbonne à Alger surle Saint-Michel III, puis se rend enÉcosse, en Norvège et en Irlande en1880. Il fait un grand tour de laMéditerranée en compagnie de sonépouse en 1884.En 1886 , son neveu - venu luidemander de l'argent - tire contre luideux balles de revolver, qui le blessentaux jambes et le rendront définitive-ment boiteux. En 1888, il est élu auconseil municipal d'Amiens sur uneliste radicale: il y siègera quinze ans.En 1900, il est atteint de cataracte.Au début de1903, Jules Verne présidele groupe espérantiste d’Amiens.

Ardent défenseur de cette toute jeunelangue internationale, il promet à sesamis d'écrire un roman où il décriraitles mérites de l’espéranto. Mais, mala-de du diabète, Jules Verne meurt avantque le livre soit achevé, le 25 mars1905 à Amiens, dans une maison duboulevard de Longueville, aujourd'huiboulevard Jules Verne.

Odile Sciaux

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Mi rendo sempre più conto che lanostra Tsapletta piace veramen-

te a tutti... o quasi. Ho delle amiche ingiro per l’Italia che ricevono sempre laTsapletta ed ogni volta mi telefonanoper ringraziare il Comune e laBiblioteca del regalo che le fanno.Voglio ringraziare il poeta Marco Galper la sua lettera che qualche mese fami ha scritto insieme a due bellissimepoesie: una che coinvolge tutti noidella Valdigne. La sua lettera la pubbli-chiamo sulla Tsapletta assieme allapoesia “Lenva di san” - “Lingua di san-gue”, io ancora lo ringrazio con since-ra amicizia.

Remigia

“Gentile Signora Remigia,Mi congratulo per il suo lavoro all’inter-no della redazione della Tsapletta e per isuoi buoni risultati di chiarezza e diconcisione che raggiungete e la ringrazio,avendo avuto, lei, la gentilezza di far-

mene parte, inviandomela regolarmente.La leggo sempre volentieri. La Tsapletta(la chiacchierona) non è poi così tsaplet-ta: è puntuale sugli argomenti sia diCourmayeur che su temi di caratteregenerale e di più ampio orizzonte. Io ho,inoltre, una predilezione particolare perla Valdigne poiché provengo da LaThuile (mio nonno Gal Jean Joseph,Tchuëllien da generazioni, avendo spo-sato Aurélie Charrère, si stabilì aGressan nel 1930 con la famiglia) e hocara ogni cosa che mi avvicina alle mieradici rupestri e montanare.Le allego qualche poesia, se le fa piacere,che mi lega alla mia terra d’origine,nella nostra lingua francoprovenzale, nelnostro patois, lingua madre, lenga de mamère, per dirla con Cerlogne, lenva dicoeur.Un augurio alla Tsapletta e un ringra-ziamento a lei che saluto con cordialesenso di amicizia.

Marco Gal

LA TSAPLETTA

� �LENVA SI SAN

Dj’i sentu predjë la lenva di san

deun noutro viou baou de Pon Seran

brë de tan de sondzo refèichà de ca-esse

quan defou-a eurlave la tormenta de la via

a la petchiouda fenëtra deun la nèi

et reundzavan quèye le dzor le vatse saye e

eun pourten lo vë attendu i termo

marquou dessu lo calandrië

mèison yaou sèinon le viëlle rèice

regnéye pe euna foudra eumpitoyabla

sensa quettë gnenca më la trucca

deun lo coeur de la montagne,

voueu comme ëtrandjëye

l’ama dëracen-éye retourne a son san.

LINGUA DEL SANGUEHo sentito parlare la lingua del sangue

Nella nostra vecchia stalla di Pont Serrand,

culla di tanti sogni rimboccati di carezze

quando fuori urlava la tormenta della vita

alla piccola finestra nella neve

ruminavano tranquille i giorni le mucche mansuete

portando il vitello atteso al suo termine

segnato sopra il calendario

Casa ove sanguinano le vecchie radici

troncate da una folgore impietosa

senza lasciare neppure il ceppo

nel cuore della montagna,

oggi come straniera

l’anima sradicata ritorna al suo sangue.

Marco Gal

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Oggi il nome del romanziereVirgilio Brocchi (Orvinio

Rieti 1876 - Genova 1961) non ècerto più di attualità, ma la suaopera letteraria fu ampia e partico-larmente apprezzata durante il corsodella sua vita. Brocchi apprese conorgoglio che nella scuola diCourmayeur venivano letti branitratti da suoi romanzi: in particola-re pagine cui risaltano figure dibambini.Virgilio Brocchi è stato, durante laprima metà del Novecento, autorefortunato di una serie di romanzi,ne pubblicavano uno ogni anno,che per il loro carattere divulgativodi vicende e personaggi, risultava-no particolarmente cari al grandepubblico.Ovviamente, nell’arco di tempo incui Virgilio Brocchi si affermò inItalia come romanziere non vi era latelevisione: Brocchi si prefiggevacome obiettivo di mettere in valoregli ideali in cui credeva.La scala degli ideali in cui credevaVirgilio Brocchi può essere cosìricostruita: in primo luogo ilSocialismo che egli consideravaindispensabile premessa alla fratel-lanza tra i popoli e allo svilupposocial-economico dei singoli Paesi,l’onestà morale, l’amicizia ed infine,in posizione preminente, l’amore trala donna e l’uomo che genera i figlie consente alla famiglia di prolun-garsi nel tempo attraverso le succes-sive generazioni.Brocchi fu scrittore realista in sensomoderno: caratterizzava nettamentei suoi personaggi facendoli agire insituazioni sempre interessanti chesovente sfociavano in veri e proprie“colpi di scena”: i più apprezzati dalsuo vasto pubblico di lettrici e letto-

ri e, per gli effetti commerciali chene derivavano, dall’Editore.Il libro annuale di Virgilio Brocchiera considerato in partenza un “bestseller” di oggi.Tra le sue opere fortunate e piùsignificative vanno ricordate inprimo luogo “Mity” (dedicato allacompagna della sua vita Loty, cheper lui abbandonò marito e figlisuscitando scandalo in un ambientetradizionale come quello dell’altasocietà milanese, in un’epoca in cuinon esisteva legalmente la possibili-tà di divorzio e che gli diede l’ama-tissima figlia Mariuccia); “L’isolasonante”, “il posto nel mondo”, “Illastrico dell’Inferno”, “il destino inpugno”, “La rocca sull’onda”, “Iltramonto delle stelle”.Virgilio Brocchi trascorse l’ultimotrentennio della sua vita in una bel-lissima piccola villa immersa traalberi e fiori sull’altura di Sant’Ilarioche sovrasta Genova Nervi. In quel-la sua elegante dimora riuniva musi-cisti e pittori, scultori e architetti,protagonisti di teatro e del nascentecinema, mai un altro scrittore.Io, ragazzo, ricordo di avervi incon-trato Mascagni, Zandonai, Mali-piero, lo scultore Eugenio Baroni, ipittori Giorgio De Chirico eAlberto Savinio, il figlio diPirandello, Stefano; cantanti d’ope-ra e direttori d’orchestra.Virgilio Brocchi era un autenticosocialista, fervente e soprattuttocredente. Con noi dichiarava inmodo aperto il suo inesorabile anti-fascismo.Ricordo che giudicava BenitoMussolini un “ottimo giornalista”,ma “un pessimo uomo di stato”, nericonosceva il merito morale diavere assunto a soli 28 anni la dire-

zione del quotidiano socialista“L’Avanti” percependo la metà dellostipendio del suo predecessoreClaudio Treves; valutava positiva-mente che sotto la direzioneMussolini il più importante giorna-le socialista avesse avuto un incre-mento di tiratura in pochi mesi da30.000 a 100.000 copie.Considerava il delitto di cui fu vitti-ma Giacomo Matteotti (1924)deputato e segretario del PartitoSocialista italiano una pagina orren-da nella storia del nostro Paese; attri-buiva a Mussolini quanto meno unaresponsabilità morale di quel crimi-ne, ne riconosceva il merito per averattribuito alla vedova Velia RuffoMatteotti, in ristrettezze economi-che dopo la morte tragica del mari-to, aiuti economici e soprattutto imezzi necessari perché i figli Gian-carlo, Matteo e Isabella Mateottipotessero terminare i loro studi.L’amicizia di mio padre Paolo conVirgilio Brocchi era nata nella terradi Sicilia, si conobbero come profes-sori nello stesso Liceo Classico diPalermo nei primi anni delNovecento e restarono amici pertutta la vita.Virgilio Brocchi si vantava di allon-tanarsi dalla pace silente della suavilla di Sant’Ilario unicamente perraggiungere due destinazioni: il suoEditore a Milano e la bellissimaDolonne nel corso dell’estate.Abitava, con Loty e Mariuccia, alpiano terreno della grande casa dirue della Vittoria al numero 2.Brocchi diceva che la vista dellacatena del Monte Bianco dal villag-gio antico non aveva confronti: lariteneva addirittura superiore aquella che si gode dalle valli Veny eFerret che pure giudicava splendide.

VIRGILIO BROCCHIE DOLONNE

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Biblioteca

La “voce dell’acqua” del secolarelavatoio lo rallegrava, diceva, esoprattutto lo confortava.Nel corso delle numerosissime esta-ti in cui lo ricordo a Dolonne,Virgilio Brocchi prediligeva le gite(ovviamente sempre a piedi) al Lagodel Miage, attraverso il colle delloChécrouit all’andata e percorrendola Val Veny al ritorno.Altra gita classica era per lui quellaal ghiacciaio di Pré de Bar, salendo aLa Saxe per discendere ad Armina,Séchèron e Lavachey, ritorno viaPlanpincieux ed Entréves. I rifugiprescelti erano il Torino, la CapannaGamba, il bivacco del Fanteuil desAllemands.Mio padre, mia madre e mia sorellaFernanda erano gli abituali suoicompagni, nella gita e nella colazio-ne al sacco. Le sue Loty e Mariuccianon si spingevano fino ai rifugi, cosìcome i miei genitori.Nel corso dell’estate del 1927Virgilio Brocchi fu accompagnatoda due nipoti, figli di una sua sorel-la, descritti in un suo libro come“Allegretto” e “Serenella”.Giudicai il primo soprannome tut-t’altro che appropriato quando quelvivace maschietto, più o meno miocoetaneo, nell’alternarsi con me neldare slancio ad una altalena installa-ta su un prato fronteggiante il MontChétif, si mostrò soprattutto desi-deroso di farmi cadere rovinosa-mente a terra.Della presenza di Virgilio Brocchi aDolonne ho infine due ricordi man-canti, il primo è relativo ad un epi-sodio che avrebbe potuto avereaspetti drammatici.Era l’estate del 1934, mi pare. Unprofessore di filosofia dell‘Universitàdi Milano, collega del mio nonno

materno, alloggiava nell’imponenteCasa Glarey che oggi è divenutal’Hotel des Glaciers della GuidaAlpina Edoardo Pennard. Costuiinaspettatamente disse a mio nonnodi aver saputo che i fratelli Carlo eNello Rosselli, uomini politici confi-nati a Lipari, per avere organizzato,insieme a Ferruccio Parri e SandroPertini, la fuga di Filippo Turati inFrancia, esuli nella stessa Franciadopo l’evasione, organizzatori delmovimento di “Giustizia e Libertà”;combattenti nella guerra civile diSpagna, avrebbero cercato di rag-giungere clandestinamente, attraver-so il Col de La Seigne, di notte, lapropria madre, malata a Cour-mayeur nella casa di un’amica.Mio nonno, preoccupato, informòdi quella strana informazione miopadre che ne parlò immediatamenteal suo amico Virgilio Brocchi. Passarono solo tre giorni: Brocchidisse che gli era stato possibile faregiungere a Carlo e Nello Rosselli,nel loro asilo segreto in Francia, lanotizia che il loro programma dirientrare clandestinamente in Italia,fosse pure per una sola notte, nonera più segreto e quindi estrema-mente pericoloso per loro.I fratelli Rosselli, grazie al socialistaVirgilio Brocchi, ebbero così salva lavita in quella occasione; purtroppoqualche tempo dopo (1937) furonoassassinati a Bagnoles de l’Orne(Normandia) da una banda di“cagoulars” francesi che operavano,con ogni probabilità con i Servizisegreti italiani dell’epoca.Il secondo episodio penso risalga al1924: lo ricordo più per ripetutarievocazione nell’ambito della nostrafamiglia che per memoria diretta edè di contenuto umoristico.

Filippo Turati, fondatore del PartitoSocialista Italiano (Genova 1892) esuccessivamente del PartitoUnitario, era ospite di VirgilioBrocchi nella casa di Dolonne conla sua compagna Anna MichajlovnaKuliscioff, direttrice della rivista“Critica Sociale”.Nel corso di una delle nostre classi-che gite in Val Veny nel percorso diritorno da La Visaille a Dolonne, fuprevista una piccola sosta che ebbeluogo all’incrocio con il sentiero cheporta alla Dora dall’attuale eserciziopubblico Pramotton.Filippo Turati si curvò per raccoglie-re dal bordo del ruscello due fioribianchi per donarli, disse poi, aLoty Brocchi e a sua madre.Nel curvarsi con il suo corpo mas-siccio si verificò una ampia rotturanella parte posteriore dei pantalonidi velluto marrone dell’insigne per-sonaggio. Nessuna delle signore pre-senti allo spiacevole incidente dis-poneva di ago e filo o quanto menodi “aghi da balia”.Benché la vittima dell’incidente sidichiarasse pronto a “camminarecon circospezione” la cosa giusta-mente fu ritenuta non fattibile.In mancanza (all’epoca) di autobusdi linea e in considerazione dell’as-senza di automobili, non restò cheattendere il passaggio di un carrettoagricolo, il guidatore accettò la pro-posta di compenso avanzata daVirgilio Brocchi per l’amico FilippoTurati e lo condusse fino all’acco-gliente casa di Dolonne .Sia consentito a chi scrive di espri-mere un auspicio: che Dolonnericordi, nel modo ritenuto piùopportuno, lo scrittore VirgilioBrocchi che tanto la ha amata.

Avv. L. Revelli Beaumont

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Curiosità

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P ochi giorni fa ho ripescato nell’ar-madio un librone che mi hanno

regalato alcuni anni fa, “Personology -il linguaggio segreto delle nate dinascita” e così mi è venuta l’idea diinserire una nuova rubrica sulla“Tsalpetta” dedicata alle stagioni ed aisegni zodiacali, proponendo di volta involta alcune pagine di questo testo,appositamente scelte. Ovviamentequesto spazio non ha alcuna pretesa,né tanto meno vuole imporsi comescienza esatta, ma ha il semplice scopodi divertire stuzzicando la vostra curio-sità. In questo primo numero ho pen-sato di inserire la parte dedicata all’au-tunno ed ai suoi segni.

AUTUNNO23 SETTEMBRE - 21 DICEMBRE

L’autunno comprende tre segni astro-logici: la Bilancia, segno cardinale d’a-ria, lo Scorpione, segno fisso d’acqua, eil Sagittario, segno mobile di fuoco.In generale, i nati in autunno mostra-no una capacità e insieme un bisognomaggiore di controllare il proprioambiente esterno Risultano esseremolto selettivi e critici, preoccupatipiù del mantenimento che non dell’av-vio o dello sviluppo di nuovi progetti.Per alcuni aspetti, le persone autunna-li tendono ad essere più introverse eprofonde di quelle primaverili ed esti-ve, più portate a tenere i sentimentisotto stretto controllo, anche se avver-tono con più compiutezza e maturitàgli stimoli sociali: sono infatti moltoimportanti in questo periodo le amici-zie, le attività di gruppo e di comuni-tà, i contributi professionali diretti allasocietà. Le persone autunnali manife-stano una forte spinta interiore a con-dividere la vita con gli altri, instauran-do relazioni serie ed appaganti.I nati in autunno hanno una elevataconsapevolezza di ciò che accade intor-no a loro, forse maggiore di qualunque

altra stagione. L’impulso e l’emozionepossono essere meno evidenti, maspesso sono più sottili e complessi. Lapriorità è data alla capacità di auto-comprensione e autocontrollo.

BILANCIA23 SETTEMBRE-22 OTOBRE

ELEMENTO: AriaPIANETA: VenereSIMBOLO: La BilanciaMOTTO: “Io Soppeso”

La Bilancia è il settimo segno dellozodiaco ed è tanto il secondo segnod’aria, dopo i Gemelli, quanto ilsecondo segno ad essere governato daVenere (dopo il Toro). Forse perché è ilpiù socialmente coinvolto di tutti isegni, la Bilancia simboleggia il biso-gno di consapevolezza del ruolo checiascuno di noi svolge sul palcoscenicodella vita.Il simbolo della Bilancia sottolinea ilbisogno di equilibrio. In realtà la ten-denza a soppesare le alternative puòarrivare all’eccesso, dando talvolta ori-gine a un’opinione ponderata, talaltraall’indecisione e all’incertezza. LaBilancia ha come obiettivo la parità ditrattamento per tutti, ma qualche voltapuò mostrare una certa tendenza algiudizio facile. Gli aspetti venusianidel segno, inclusi la sensualità, il fasci-no, la grazia e il senso dell’umorismo,sono solitamente molto apprezzatidagli altri.Per la loro energia e il loro vigore, gliindividui della Bilancia sono spessomolto apprezzati come compagni ocolleghi di lavoro, ma devono evitare

di imporre a tutti i costi agli altri i pro-pri punti di vista. Sono nella condizio-ne migliore quando possono mante-nersi allegri e spensierati. Personaggi famosi nati sotto il segnodella bilancia:Brigitte Bardot (28/09/1934) Attricecinematografica francese, simbolodella bellezza degli anni Cinquanta esessanta, ha interpretato film di grandesuccesso tra cui : E Dio creò la donna( 1957), La verità (1960).Silvio Berlusconi (29/09/1936) Im-prenditore milanese e politico, ha fon-dato il partito di Forza Italia, ha aper-to la rete televisiva di canale 5 nel 1978e poi nel 1980 Retequattro e ItaliaUno.Gandhi detto il Mahatma (2/10/1969)apostolo della non violenza e padredell’indipendenza indiana; divenuto inbreve il capo morale e politicodell’India lottò per l’indipendenzaricorrendo alle dimostrazioni di nonviolenza, alla denuncia delle leggiingiuste e al digiuno. Nel 1948, men-tre tentava la pacificazione tra indù emusulmani, fu ucciso da un fanaticoindù.

SCORPIONE23 OTTOBRE - 21 NOVEMBRE

ELEMENTO: AcquaPIANETA: PlutoneSIMBOLO: Lo ScorpioneMOTTO: “Io Controllo”

Lo scorpione è l’ottavo segno dellozodiaco e il secondo segno d’acqua,dopo il cancro. Imponente e intenso,lo Scorpione è governato da Plutone, ilpianeta tenebroso. Con Marte come

STAGIONI E SEGNI ZODIACALI

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Curiosità

co-governatore, condivide con l’Arietecerte caratteristiche aggressive, ma èpiù fisso nel suo orientamento. Loscorpione incarna simbolicamente laforza della mezza età e quindi la capa-cità di dirigere e controllare la vitaattorno a sé.L’animale con le chele che punge perdifendersi non è il solo simbolo di que-sto segno: vi è anche l’aquila, chelibrandosi nell’aria, rappresenta lacapacità di vedere lontano e di salirefino alla alte vette per poi piombarenegli abissi più profondi. Gli scorpioni sono persone serie ecoloro che hanno provato il loro pun-giglione sanno che non è facile igno-rarli; generalmente, comunque, nonvanno alla ricerca del confronto, mapreferiscono tenere le loro armi comeriserva, da utilizzare in caso di autodi-fesa.In linea generale, gli Scorpioni porta-no in sé una comprensione istintivadell’alta gravità e delle natura tragicadella vita: perciò sono molto sospetto-si delle filosofie improntate a un ecces-sivo ottimismo, delle panacee e degliatteggiamenti superficiali o troppobrillanti. Dall’altra parte, possiedonoperò un grande senso dell’umorismo esanno cogliere fino in fondo l’ironiadella vita.Personaggi famosi nati sotto il segnodello scorpione:Roberto Benigni (27/10/1952) Attorecomico di grande successo, ha raggiun-to la notorietà nel 1978 con la serietelevisiva “L’altra domenica” che glipermette di affermarsi anche comecantante: parteciperà al 30° Festival diSanremo cantando Pantheon. Tra isuoi film ricordiamo: Non ci resta chepiangere, il piccolo diavolo, JhonnyStecchino, La vita è bella, Pinocchio.Albert Camus (07/11/1913) scrittorefrancese, premio Nobel nel 1957. Tra isuoi romanzi ricordiamo: Lo straniero,la peste, La caduta.Principe Carlo (14/11/1948) figliodella regina Elisabetta d’Inghilterra,erede al trono inglese.

SAGITTARIO22 NOVEMBRE - 21 DICEMBRE

ELEMENTO: FuocoPIANETA: Giove SIMBOLO: L’arciereMODO: IntuizioneMOTTO: “Io Teorizzo”

Il sagittario è il nono segno dellozodiaco e il terzo e ultimo segno difuoco, dopo Ariete e Leone.Governato da Giove, pianeta dell’e-spansione, il Sagittario simboleggia l’e-volversi della prospettiva filosoficadello spirito umano - la sua espansivi-tà, l’ottimismo, il rifiuto di farsiintrappolare dai dettagli (ovvero la suacapacità di avere una visione d’insie-me). Il Sagittario è raffigurato come unarciere, un centauro saggio mezzouomo e mezzo cavallo: alla stessamaniera il filosofo che è in lui ha lacapacità di lanciare il proprio straledritto al cuore di una questione. Ilsagittario vuole cercare di nobilitare lacondizione umana e le sue frecce pos-sono davvero elevarsi al cielo. Egli puòsbagliare per eccesso, andare troppolontano o troppo veloce, ma ci spingea non soccombere alle meschinità oalle azioni vili e, grazie alle energie diGiove, può vedere - e fare vedere aglialtri - il lato migliore delle cose.L’onesta di intenti e la fede sono fortiprincipi etici che il Sagittario applica ase stesso e agli altri, ma sebbene iSagittari abbiano generalmente unavisione positiva delle vita, il loro idea-lismo li fa cadere troppo spesso in dis-pute e polemiche. Inoltre, benché

siano dotati di prodigiose ed elettriz-zanti energie, tendono a perdere forzaquando diminuisce l’automotivazionee la sicurezza in se stessi.L’amore dei Sagittari per il movimentoe il viaggio è leggendario, ma quandotrovano la propria “tana”, sono ingenere ben contenti di fermarvisi: den-tro i confini della propria casa, infatti,essi trovano la serenità necessaria aesplorare i meandri del pensiero e asviluppare nuovi, ambiziosi progetti.Raramente annoiati, i Sagittari sonocostantemente alla ricerca di nuovimodi in cui potersi esprimere.Personaggi famosi nati sotto il segnodel sagittarioWinston Churchill (30/11/1874)grande statista inglese, conservatore.Come primo ministro, nel 1940, svi-luppò un’abile azione diplomatica perottenere l’alleanza degli USA edell’URSS; con il Presidente Rooseveltfirmò l’importante Carta Atlantica(1941) compendio delle libertà fonda-mentali. Fu anche Premio Nobel per laletteratura nel 1953, per l’opera Laseconda guerra mondiale.Kim Basinger (08/12/1954) attricedall’aspetto prorompente e provocan-te, biondissima, diventa il sogno ditutti gli uomini dopo l’interpretazionein Nove settimane e mezzo, che larende famosa.Alberto Tomba (19/12/1966) Tombala “bomba”: così i numerosissimi fan lochiamano dopo le sue splendide provesulle piste da sci. Campione delmondo nel 1995/96, già nel 1987ottiene il bronzo nello slalom gigantein Svizzera, guadagnando l’oro nel1988 alle Olimpiadi invernali delCanada per lo slalom gigante più lospeciale; campione italiano di slalomgigante nel 1991.

I testi sopra riportati sono tratti dal libro“Personology. Il linguaggio segreto delledate di nascita” - Gary Goldschneider,Joost Elffers - ed. Piemme.

Chiara Michelotti

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Ricorrenze

L ’inaugurazione ufficiale avvenne il16 luglio 1965, alla presenza di

Charles De Gaulle e di GiuseppeSaragat, rispettivamente Presidenti diFrancia e Italia. Essi furono ospitatinella Villa Bagnara e il nostro Comunedivenne, come scrisse allora un quoti-diano italiano, per un giorno capitaledi questi due stati. Con mio grandestupore questa data, molto importanteper tutti noi è stata quasi ignorata datutti. Il passaggio a nord-ovest, preco-nizzato da De Saussure è finalmenteaperto. Illustri personaggi si erano bat-tuti per questo fine. Uno di questi fu ilconte Lora Totino, che subito dopo laSeconda Guerra mondiale aveva stu-diato il progetto del tunnel e quasi dinascosto aveva iniziato i lavori. Ilprimo impresario era il cav. CamilloNiéroz di Courmayeur. Mi ricordo chele prime attrezzature, tra cui un com-pressore, furono portate lassù con un“tomberó” (carro agricolo) attraversouna pista fatta nel “Tséraille dé l’épéra”da mio padre Séraphin col suo muloBiondo.Con il suo coraggio, il conte LoraTotino, questo impresario biellese, chegià aveva aperto il passaggio aereo, conla teleferica dei ghiacciai, tra puntaHelbronner e l’Aiguille du Midi, riuscì

a depositare sul tavolo dei ministricompetenti a Roma, il progetto“Monte Bianco” che fu poi ratificatonel giugno 1957. Il 6 dicembre 1958brillò la prima mina. Il traforo era ini-ziato. Le maestranze dovettero affronta-re enormi difficoltà e le vittime furonotante. Il 14 luglio 1962 cadde l’ultimodiaframma e il sogno divenne realtà.Vorrei mettere in evidenza l’opera delgeometra Alaria, svolta con l’aiuto diguide alpine di Courmayeur, tra cuiEugenio Bron e Ubaldo Rey, che eseguìla trigonometria coi relativi calcoli alti-metrici e planimetrici risultati poi per-fetti, e fu l’ultima grande opera fattacol metodo tradizionale. Durante que-sto lavoro, il 26 settembre 1946, peri-rono al mont Maudit due guide diEntrèves, mio zio Marcel Vuiller eMarcel Meyseiller. A sessant’anni dallaloro scomparsa perché non dedicareuna via o una piazza alla loro memorianel loro villaggio? Al di là delle polemi-che sul rogo e sul troppo traffico diTIR, quest’opera bella e grandiosa ci haaperto la strada verso i paesi francofonia cui eravamo legati da secoli da moti-vi linguistici, storici e culturali, verocrocevia di un’Europa ormai senzafrontiere.

Sam

16 LUGLIO 2005 - 40° ANNIVERSARIO DELL’INAUGURAZIONEDEL TRAFORO DEL MONTE BIANCO

SUPPLICHEVERSO L’ESSERE

SUPERIORE

Perché quando cerco di sentir-ti, ascoltarti, pregarti, vederti,mi cadono le lacrime.Perché tutte le grandezze cheho vissuto con te, non mi col-mano il cuore dalla tristezza edalle delusioni.Perché non riesco ad accettarequello che rimane con gioia ericonoscenza.Perché in questo mondo ven-gono sempre più a mancare iprincipi della vita d’amore pertutto quello che si vede e nonsi vede.Perché ad ogni angolo dellaterra esiste tanta sofferenza emiseria materiale e spirituale.Perché la felicità non è la prin-cipale meta che ogni EssereUmano ha diritto di raggiun-gere.Perché non ci mandi un’altragiuda che ci indichi la stradada percorre.Perché non ci fai capire il verosenso di tutto quello che ogniEssere vive.Perché il vero amore tra EsseriUmani e quello per la naturasono così effimeri.Perché troppì peccatori hannoil sopravvento su questa terra.Perché se è vero che esiste ildiavolo, non ci dai le forze persconfiggerlo.Perché Sei così Onnipresente,Onnipotente, ImmensamenteGrande ecc. e poi non ci dai lerisposte?!

Revel Lorenzo

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Ricorrenze

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Dolonne ha festeggiato, secondotradizione, il suo Patrono di San

Benedetto sabato 16 luglio 2005.La ricorrenza è stata quest’anno marca-ta dalla contemporanea presenza nellaVallée a Les Combes d’Introd del PapaBenedetto XVI che nel nostro Patronoha voluto rinnovare il nome.La giornata è stata favorita in mattinatada un cielo prevalentemente azzurro,solcato da piccole nuvole bianche che,in alternanza, coprivano e scoprivano lasplendente catena del Bianco; nelpomeriggio il cielo si è parzialmenterannuvolato, ma la maestà del massic-cio è rimasta intatta.Come da consuetudine, le manifesta-zioni celebrative sono state aperte dallaSanta Messa nella antica cappella di ruede la Victoire celebrata da Padre Renzocon l’assistenza di altri sei sacerdoti.La cerimonia nella Chiesa cara al cuoredei Dolénèi è stata animata dal corodella ammirevole “Piccola Opera diMamma Rita”.

E’ seguita la sfilata aperta dalla tradizio-nale “Badoche” che riunisce oggi inastri colorati su cui risaltano i nomidella diverse famiglie di Dolonne; rin-novando così in parte l’antica tradizio-ne, secondo la quale le fanciulle del vil-laggio si cingevano di un nastro desti-nato ad essere appeso alla”Badoche” nelgiorno del loro matrimonio.Seguiva il gonfalone di Dolonne.I numerosi partecipanti - cittadini,ospiti e visitatori - nel corso della sfila-ta hanno potuto ammirare le antichecase del villaggio (alcune con quattrosecoli di vita) che, per nostra fortuna eper merito dei proprietari che vi hannoimpegnato il cuore e notevoli risorseeconomiche, appaiono oggi per la mag-gior parte con l’aspetto di un tempo:facendo rivivere il passato, in modo chei discendenti lo conoscano, lo apprezzi-no, soprattutto continuino, come loro,ad amarlo.E’ seguito il “Vin d’honeur” presso laMaison Lo Campagnar. Sono stati insi-

gniti del prestigioso ed ambito titolo di“Cittadino Onorario di Dolonne” lasignora Lina Willien e la Signora SanierDamaris che, rispettivamente dai lonta-ni anni 1946 e 1956, sono ospiti dellalocalità.Fabrizio Ottoz, responsabile dell’orga-nizzazione delle manifestazioni diDolonne, in un breve intervento ha sot-tolineato l’importanza del patrimoniocomune rappresentato dal centro stori-co del Villaggio con la scuola, il forno,la latteria, la Chiesa; beni materiali, masoprattutto valori morali da ricordare erispettare in quanto trasmettono ilsapere dei nostri Padri.Successivamente Franco Savoye ha lettoun suo pensiero dedicato in particolareall’antica latteria, il cui cuore, in quellostesso momento riprendeva a palpitare:per merito di Fabrizia Derriard , presi-dente del Consorzio di Sviluppo diDolonne e grazie alla preziosa collabo-razione di Rita Guizetti, dopo 40 annioggi è possibile assistere nuovamente

DOLONNE: FESTA DI SAN BENEDETTO

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Ricorrenze

alla lavorazione della “cagliata del latte”e alla produzione della fontina”.Durante l’intera giornata la fisarmonicadi Mile Danna accompagnato dai suoivirtuosi ha rallegrato ed animato, con lesue attraenti note, le vie del villaggio.Nel pomeriggio cittadini, ospiti e visi-tatori hanno avuto l’opportunità diprendere contatto ed acquisire cono-scenza di antichi ed apprezzati mestieri:dai lavori pregiati degli scultori dellegno a quelli di “Découpage pittori-co”; dall’esposizione degli antichi cam-panacci che venivano appesi al collodelle mucche al pascolo sui prati alpini,ai lavori con l’arcolaio; alla paziente tes-situra di raffinati e pregiati ricami,guardando all’opera un’antica moladestinata ad affilare coltelli e falci per iltaglio dell’erba.Particolare interesse ha suscitato la“tostatura del caffè” effettuata da LidiaBonin, la benemerita donatrice dell’e-dificio che oggi ospita “l’Opera diMamma Rita” di Dolonne, utilizzandochicchi di caffè risalenti addirittura adottanta anni fa e ritrovati casualmente,con il loro profumo integro nell’abita-zione della propria nonna scomparsa datempo.L’esperta Banda Musicale diCourmayeur - La Salle ha percorso levie del villaggio riscuotendo convinti,ripetuti applausi.La serata si è aperta con la distribuzio-ne di prodotti alimentari e vini valdo-stani che hanno ottenuto generaleapprovazione per genuinità, sapore,presentazione soprattutto qualitàintrinseca.Infine è giunto il turno dei rinomati eattesi “Badochys” che, nei loro costumitradizionali e con le loro danze tipiche,hanno concluso nel modo migliore la“festa di San Benedetto a Dolonne inquesto anno 2005.

Prof. Maria Elda Vidotto Revelli

�LA LÈITIRÌ

Vué la lèitirìSé porte la turnòou urì

Cheu lo nuho lahéLo porteien colé

N’èn tan dé souverìLan travallia tan dé frutì

Tieu lé d’zo faie bereiéFère lo fromedzo é lo seré

No venieien beire lo buruiounE prende la leitòou oé lò caiun

Ara là d’zeuidire repòorse en esposichiòounEnhemblo a son modòoun

Cheu lei son lé trache dé l’umiltòouLei son lé di ten che lé passòou.

16 Juillé 2005Les Dolènéi

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Economia

C on il 2002 è iniziato il capitolodell’EURO e, per rendere possibi-

le la rivalutazione di una qualsiasisomma dal 1861 ad oggi, l’ISTAT hapreparato una tavola con i coefficientidi aggiornamento del potere di acquistodella moneta, qui riprodotta dal 1861 al1911 ogni 5 anni e di seguito anno peranno fino ad oggi (2004 in quanto lanuova tabella 2005 uscirà nei primimesi del 2006); all’inizio di ogni annol’ISTAT l’aggiorna e la pubblica, si puòreperire tramite riviste appropriate otramite Internet.L’utilizzazione della tabella è molto faci-le: per aggiornare al 2004 (cioè01/01/2005) una cifra espressa in Liredi un determinato anno è sufficientemoltiplicare l’importo da rivalutare peril coefficiente corrispondente a quel-l’anno, di seguito per avere il valoreattuale in EURO, dividere per 1936,27.

ESEMPIO: se si devono rivalutare100.000 Lire del 1985 (ad oggi) è suf-ficiente moltiplicare questo importoper il coefficiente dell’anno 1985 ecioè fa 2,0777, ottenendo quindi unvalore pari a Lire 207.770, che divisoper 1936,27 fa 107,30 EURO, valoreaggiornato della moneta attuale

Al contrario, se per curiosità volessimoconfrontare una qualsiasi cifra di oggiespressa in EURO, al valore in Lire diun determinato anno trascorso, baste-rà moltiplicare per il valore dell’EURO(1936,27) e dividere per il coefficientecorrispondente a quell’anno.

ESEMPIO: se si vogliono sapere aquante Lire corrispondono 550EURO nell’anno 1953, si moltiplicaper il valore dell’Euro (550 x 1936,27)e avremo il valore in Lire (1.064.948Lire); questo lo divideremo per il coef-ficiente dell’anno 1953 e cioè 23,0769e avremo 46.148 Lire (EURO 550 del01/01/2005 avranno un valore di46.148 Lire del 1953).

Ultima considerazione personale (enon solo): forse illudendosi che l’Eurosia il doppio per mille della Lira, ma seguardiamo la tabella dell’ISTAT econsideriamo 100.000 Lire al01/01/2002 agli Euro di oggi avremo:100.000 x 1,0450 = 104500 :1936,27 = EURO 53,97

Quando invece, con l’aumento deiprezzi di questi ultimi due anni trop-po spesso quello che costava 100.000Lire ora costa EURO 100 e nonEURO 54 circa.

Mauro Brunet

IL VALORE DELLA LIRA

Anni Coeffi cienti Anni Coeffi cienti Anni Coeffi cienti

1861 7816,0524 1936 1737,8425 1972 13,2785

1866 8280,5724 1937 1587,6054 1973 12,0309

1871 7383,8283 1938 1474,3876 1974 10,0724

1876 6641,6197 1939 1412,0209 1975 8,5965

1881 6921,3423 1940 1209,9609 1976 7,3777

1886 7316,3961 1941 1045,7110 1977 6,2470

1891 6898,9914 1942 904,7379 1978 5,5555

1896 7217,5259 1943 539,4918 1979 4,8001

1900 7266,6247 1944 121,3995 1980 3,9622

1901 7258,3952 1945 61,6384 1981 3,3380

1906 6876,7843 1946 52,2276 1982 2,8691

1911 6480,4479 1947 32,2271 1983 2,4951

1912 6422,0070 1948 30,4374 1984 2,2564

1913 6409,1630 1949 29,9977 1985 2,0777

1914 6409,1630 1950 30,4060 1986 1,9583

1915 5989,8720 1951 27,7141 1987 1,8718

1916 4786,5295 1952 26,5847 1988 1,7835

1917 3383,9298 1953 23,0769 1989 1,6729

1918 2426,7940 1954 25,3942 1990 1,5767

1919 2390,5867 1955 24,7008 1991 1,4818

1920 1819,2345 1956 23,5300 1992 1,4057

1921 1537,7071 1957 23,0842 1993 1,3491

1922 1546,9860 1958 22,0288 1994 1,2980

1923 1555,9998 1959 22,1213 1995 1,2320

1924 1503,0870 1960 21,5491 1996 1,1858

1925 1338,0299 1961 20,9370 1997 1,1656

1926 1240,4031 1962 19,9211 1998 1,1450

1927 1356,7238 1963 18,5284 1999 1,1272

1928 1463,9477 1964 17,4913 2000 1,0990

1929 1440,9089 1965 16,7630 2001 1,0704

1930 1488,0806 1966 16,4341 2002 **1,0450

1931 1647,1763 1967 16,1118 2003 1,0199

1932 1691,5183 1968 15,9091 2004 1,000

1933 1797,8017 1969 15,4746

1934 1895,6412 1970 14,7259 **anno di inizio

1935 1869,1056 1971 14,0246 dell’EURO

Tratto da “Il fatto da esperienza” Alatel n. 3/2003 n. 3/2005

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Cultura

A rrivati alla fine dell’estate è ora difare il punto della situazione, per

poter valutare l’andamento della sta-gione per quanto riguarda le attivitàproposte della Biblioteca.Nei mesi di luglio, agosto e sino al 5 disettembre la sala mostre delle scuoleelementari di Viale Monte Bianco haospitato ben sette mostre:

REVUE MILLENIUM:IMAGES CHOISIESMostra fotografica di immagini trattedalla rivista Millenium, splendideimmagini aventi come protagonista lamontagna e l’uomo, scorci di unanatura emozionante, a volte estrema,sforzi dell’uomo per avvicinarsi adessa, per apprezzarla. Immagini davve-ro profonde, catturate da mani abili.Quest’esposione ha infatti trovatomolti apprezzamenti, e soprattuttoscaturito nei visitatori grandi emozio-ni; è stata visitata da 195 persone.

PROMENDE D’ÉTÉIn questa occasione gli artisti diCourmayeur si sono ritrovati insiemeper mostrare ad un pubblico di ben253 visitatori, le loro opere. Dunque,quest’esposizione ormai giunta alla suaottava edizione, continua a trovareconsensi ed apprezzamenti, sia neituristi che nei residenti. “Promenaded’été” presenta una grande varietà disoggetti dai quadri, all’intaglio, allascultura in legno, al découpage, al rica-mo, al filet, al punto croce ecc... chehanno in comune il fatto di nasceredall’abilità, dalla fantasia e dallapazienza dei loro “creatori”.

SANDRO CARLONI“EMOZIONI TRA TELA E NATURA”Sandro Carloni è nato a Monte-cassiano, comune in provincia diMacerata, l’11 agosto 1953. Attualmente vive e svolge la propria

attività artistica a Castelferretti, frazio-ne di Falconara (AN). E’ un autodi-datta, nelle sue opere i soggetti ricor-renti sono scorci di natura, fiori e pian-te. L’opera che sicuramente mi ha col-pito di più in quelle esposte aCourmayeur quest’estate, è sicuramen-te quella in cui sono rappresentati igirasoli; con sapienti pennellate l’arti-sta ha dato “vita” alla propria opera,nel vero senso letterale delle parole,igirasoli, infatti, sembrano voler usciredalla tela per mostrarsi nel loro splen-dore.

FRÉDÉRIC BROLLO “AU PIED DU MONT BLANC”Frédéric Brollo, di origine italiana,nasce a Parigi nel 1962 in questamostra espone le sue fotografie.

Fotografie che raffigurano la nostraValle, ed in particolare la zona dellaValdigne: Le immagini arrivano diret-tamente al cuore colpendo, sia la gentedel posto colta magari dal ricordo diquei luoghi, che il turista che rimaneaffascinato dai colori, dai particolaricatturati dalla mano di Frédéric. Eglinelle sue fotografie riesce a catturarel’emozione, a imprigionarla e a regalar-la a chiunque si soffermi ad osservarele sue opere:

FERNANDO REGAZZO “SCULTURE IN BRONZO”Fernando Regazzo figlio d’arte, infattio suo padre era un pittore e uno scul-tore di grande valore, è uno scultore,nativo di Aosta. A Courmayeur haesposto statue in bronzo, in terracotta

FACCIAMO IL PUNTO…

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Cultura

ed alcuni gessi. Le statue in bronzosono sicuramente quelle che mi hannoaffascinato maggiormente; rappresen-tano quasi tutte figure femminili, chesprigionano la loro grazia, la loro leg-gerezza come ad esempio accaddenella rappresentazione della ballerina.

UMBERTO GRANO Umberto Grano ha esposto alcune sueopere di scultura su legno nella mostra“Promenade d’été”, e ha poi, tenutoun’esposizione di quadri a cavallo traagosto e settembre. Si tratta dunque,di un artista completo che ha dimo-strato di sapersi destreggiare in varieforme di arte. Le sue tele hanno diver-si soggetti: scorci di paesaggi, naturemorte, animali e persone.

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Opinioni

UN PO’ DI TUTTO

VOGLIO LA VERITÀ!

L e persone che hanno la mia stessamalattia, durante la loro vita,

hanno più consapevolezze di avere“incontri mistici”. Nel mio percorso,ho “dato” la vita la tre volte; ora con-fesso che “sento” che sta per arrivare laquarta; mi auguro che questo eventua-le episodio, sia utile il più possibile atutti quanti. Quanto segue, l’ho ruba-to dai libri.Molte persone non si accorgono affat-to di quanto vengano motivate adamare il prossimo da un bisogno dipotere: ecco un uomo debole, che habisogno del mio aiuto, e per il fatto diaiutarlo mi sento potente. E’ un aspet-to della sindrome del soccorritore. Perquesto dobbiamo essere piuttosto cautie non incensare sconsideratamente l’a-more per il prossimo. D’USO

COMUNE. Il sindaco di una grandecittà del nord Italia in un discorso uffi-ciale definì con il termine “vu cumprà”i venditori ambulanti senegalesi.Qualcuno obiettò che la parola eraoffensiva e carica di significato dispre-giativo. Il primo cittadino ribattè chesi trattava di una polemica pretestuosain quanto “vu cumprà” era una parolacomune.Quando chiesero ad un amico giorna-lista senegalese cosa ne pensava, eglirispose: dite a quel sindaco che è uncretino! Tanto “cretino” è ormai unaparola d’uso comune. PUNTI DIVISTA. Il mio amico senegaleseSaidou è nero, magro e alto: diciamoaltissimo come... un Watusso. Ultimamente, stufo di rispondere aquelli che sbirciandolo dal basso in

alto gli fanno, sgranando gli occhi, lasolita domanda: “oh mamma, quantosei alto?” Lui risponde, imperturbabi-le, con questo quesito: “E tu, quantosei basso?”Ritornando a me, ho scoperto nei mieiincontri due fattori che tutti gli uomi-ni dovrebbero assumere per non man-care di rispetto ad una donna. Ladonna “sente subito” l’esclusività, percui già dai primi acchiti di amore senteil rischio di essere tradita.Mi è successo più volte con donne dicolore, molto serie, che esprimono laloro sofferenza di sentirsi giudicareprostitute quando camminano per lastrada. A sentire questa cosa ho detto:mio dio! E mi è caduta qualche lacri-ma.

Revel Lorenzo

Sono stufa: a Courmayeur accadonocose incredibili, ma tutti allineati e

coperti, non aprono bocca. Mi limite-rò a pochi fatti, ma ce ne sarebbero!A destra del sentiero che porta alVerrand, proprio prima del torrente,stanno facendo una costruzione, chemi dicono, non è un garage, ma unacasa. La zona è sotto valanga, quelli diuna certa età si ricordano perfettamen-te, che anni fa ne venne una grandeche si arrestò prima della caserma deglialpini. A me risulta quindi che quellazona non è costruibile. E’ da idioti direche ora nevica meno, prima o poi cisaranno di nuovo grandi nevicate, contutto quello che ciò comporta.Passo a Plan Gorret, all’inizio dellaprima curva, sulla destra, c’è una stra-da che porta ad un condominio; sullasinistra un sentiero si addentra tra ipini. Fatti pochi passi, sulla destra c’èun anfratto, una volta pieno di mara-sche, alias ciliegie selvatiche, qualcunole ha abbattute, ha abbattuto anche

alcuni pini (i più belli), tutt’attorno,ma nessuno ne sa niente, però non cisono più. Sempre lì vicino, c’è unangolo di Paradiso, formato da qual-che masso, betulle, e pini; ora c’è unaruspa che ha distrutto parte degli albe-ri, un mucchio di pietre grandi e pic-colo. Dicono che faranno una “caset-ta”, ma non è zona protetta?Dicono che i FRATELLI CRISTIANIhanno venduto la loro proprietà unadelle più belle di Courmayeur, semprea Plan Gorret, sempre a degli impren-ditori. E’ vero?Io ho l’impressione che siamo diventa-ti i pellerossa della riserva e che visi piùo meno pallidi fanno scempio dellanostra terra. E’ opinione corrente cheormai Courmayeur è in svendita almiglior offerente.Se non è vero, chi sa, risponda sullaprossima Tsapletta. Se nessuno rispon-de ognuno di noi trarrà le proprie con-clusioni.

Vittoria Maria Manetti

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Opinioni

U n altro tunnel brucia, cosi è.Pensare di fermare i TIR, di

modificare il metodi di trasporto dellemerci pare follia. E allora che nullacambi, come ben amano i nostri gover-nanti the show must go on. Tuttavia, che il trasporto delle mercisu gomma con tutte le conseguenzeche ne derivano, richieda una soluzio-ne alternativa prioritaria, oggi sono inmolti a pensarlo.E’ il problema dei problemi per tutticoloro che hanno a cuore la qualitàdella vita dei cittadini.Noi non stiamo distruggendo il piane-ta: trecento anni senza l’uomo e tuttotornerebbe come prima dell’inizio delsecolo scellerato, il secolo del motore ascoppio e del petrolio.Il pianeta vive e si rigenera senza alcunproblema: un po’ di terremoti, di eru-zioni, qualche tsunami, cento anni difreddo o duecento di caldo, qualchemese di piogge torrenziali …un annodi siccità…Il pianeta esiste da milioni di anni!E noi siamo così presuntuosi da ritene-re di poter danneggiare la Terra? Poveriometti!Noi stiamo solamente DANNEG-GIAMO NOI STESSI, noi danneg-giamo l’uomo non il creato.Cosa fanno le Associazioni: Legam-biente e il WWF e LILLIPUT e la

LIPU e tutte le miriadi di associazioninate e cresciute in nome della difesadell’ambiente e dell’uomo, in partedivenute piattaforme politiche per idecollo verso il nulla di capetti fru-strati?Associazioni ambientaliste che spendo-no il 60% dei fondi, delle donazioni,in sostanziosi stipendi e pubblicità perraccogliere altri fondi! Cosa fanno le associazioni ambientali-ste di fronte al gigantesco problemache sta trasformando in un incubo laqualità della vita di gran parte dell’u-manità?Nessuna associazione ambientalistamuove un respiro per promuoverecampagne nazionali ed europee voltead eliminare dalle strade il trasportomerci.Nessuno informa nessuno, o forse nes-suno vuole essere veramente informato.A nessuno piace sapere che ha untumore al cervello.Nessuno chiede a gran voce il poten-ziamento delle Ferrovie, delle autostra-de del mare.Nessuno dice BASTA AI TIR. Ma nonsolamente in Valle d’Aosta o al Frejus:BASTA AI TIR perché le merci si pos-sono e si devono trasportare con altremodalità assai meno inquinanti.Associazioni nazionali per la protezio-ne dell’ambiente che si arrabattano

sugli uccellini impiombati o promuo-vono i campi estivi di pulizia dellespiagge, o alzano alti lai per i panda inestinzione, o strillano sull’alta velocitàdei treni, o chissà cosa altro ancora.Intanto l’aria che respiriamo, anchequella delle nostre valli ,diventa sem-pre più inguaribilmente cancerogena, icibi che mangiamo sempre più tossicie le piogge acide stanno inquinando lesorgenti di tutte le acque che beviamoe che berremo. I mezzi pesanti causanoincidenti spaventosi, morti, feriti eingorghi giganteschi.L’informazione è totalmente sotto ilcontrollo del potere politico o dellemultinazionali; il che poi è la stessacosa.Il POTERE ci tallona da vicino, lapubblicità lobotomizza anche i piùforti, i media sono allineati e piegati anovanta gradi. Persino Adelio Ciampise ne è reso conto: “raddrizzate laschiena giornalisti“!Le nicchie dove la nostra intelligenzapuò ancora rifugiarsi, diventano sem-pre più anguste.E allora che fare, il mondo è talmenteglobalizzato che non sappiamo neppu-re dove rifugiarci.Forse insieme agli ultimi Yanumani,nei recessi più segreti della forestaamazzonica!

Vittorio Bigio

INQUINAMENTO CHE FOLLIA!

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Opinioni

IL LUPO PERDE IL PELO...D opo la pausa (voluta) di un

numero, riprendiamo i nostridialoghi. A volte fa bene stare in stand-by per collimare le idee con i loro even-tuali depositari, e si scopre come questispazi diventino rassicuranti per com-prendere tanto. Che mi sono persoquest’estate? Sinceramente è difficileseguire ciò che succede intorno mentresi fa corpo unico con il proprio lavoro,e la maggior parte di voi condivide conme questa situazione, però tante cose sivedono eccome se si vedono.Devo per forza rinvigorire la mia notapolemica, e troppo facile diventa loca-lizzare l’obiettivo. Con tutta onestà vidico che il malessere di Courmayeur èormai radicato, e convive al nostrofianco, si nutre delle nostre illusionimancate e si abbarbica sempre piùnelle nostre menti. L’andamento dellestagioni fluttua ormai come quellemonetine che ci portiamo in tascasenza saperne il valore e l’u-tilità. Il turismo è cambiato,sono cambiate le abitudini.Ciò avviene dovunque,mare e montagna, grandicentri, piccoli angoli dimondi, ma c’è un particola-re che...E’ un po’ come quando tiregalano qualcosa e dentroqualcosa c’è il valore di unoggetto prezioso, ma se devitogliere della carta di gior-nale dal pacco non ti sforzipiù a pensare cosa ci puòessere dentro.Viviamo tutti di quotidiani-tà e di conseguenza ragio-niamo tutti alla stessamaniera, estemporaneità eimmaginazione non fannopiù parte di noi.Spiegazione di tutte questemie parole?Guardarci intorno. Questosolo possiamo fare. Dire cheanche per le altre località la

stagione estiva è andata in modo per-fettamente identico è giusto, ma nondeve diventare una scusante. Io dalle mie parole pretendo solo chene esca qualche messaggio, non vogliodare ordini né consigli, ma devo capireperché chi di dovere continua a viveresulla nuvoletta dello stralunato (e sfi-gato) ragioniere di film ridaroli. Boh!

Vorrei anche dire due cose sull’UltraTrail, il giro del Monte Bianco di corsatenutosi alla fine di agosto. Quest’anno vi è stata la partecipazionedi parecchi ragazzi di Courmayeur,tutti arrivati per lo meno qui alPalasport dopo 72 Kilometri e con 2 diloro giunti addirittura a Chamonix trai migliori.Anche quest’anno ha funzionatobenissimo il punto di arrivo con docce,massaggi, ristoro, deposito materiale,con tutti gli addetti da elogiare.

Credo che la manifestazione sia statainvece snobbata dal paese, come tuttequeste manifestazioni. Vedere i turistiche per l’ennesima volta si chiedevanoche cosa stava succedendo era la solavignetta di indisponenza nei confrontidi chi invece doveva segnalare l’evento.Simboliche freccette ??? ad indicare ladirezione (e neanche troppo visibili),nessuna informazione lungo il percor-so, niente accoglienza in paese, tuttocome da programma della nostra fred-dezza. Darei la mia facile bocciatura aCourmayeur. Non abbiamo ancoracapito quanto questa gara possa dare alpaese, se non sbaglio tutti coloro chetransitano per Courmayeur lo fanno digiorno e siamo l’unica delle località adavere questa opportunità. Ma forse le8.000 persone che il 26 agosto alle19:00 riempiva Chamonix per noisono solo bruscolini. A presto.

See you Zillo

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Sport

A nche quest’anno ho voluto metter-mi alla prova, partecipando alla

terza edizione della “North Face UltraTrail Marathon” ovvero tour du MontBlanc, da coprire in un tempo massimodi 45 ore. Qualcuno dirà: “un’altravolta”? Non ti è bastata la faticaccia del-l’anno passato? Ebbene vi confesso che lesensazioni immediate del dopo gara sonoquelle di “odio” nei confronti della scar-pe, bastoni, zaino, ma a distanza di 24ore la mente è già rivolta al prossimoanno, pensando a come allenarsi oppurecosa cambiare nell’alimentazione perottenere un risultato migliore. Bene, vor-rei approfittare di questo spazio per rin-graziare e congratularmi con il foltogruppo dei “??Courmyoren??” che haportato a termine parzialmente o perintero la gara; anche loro hanno provato

sulla propria pelle che per poter coronareil “sogno” ed arrivare in fondo a queste“sfide” bisogna sperare che vada tuttobene, non ci si può concedere né raffred-dori, né vesciche, né alcun tipo di proble-ma fisico (anche la convinzione in se stes-si e la lucidità mentale può venire menoal cospetto di simili intoppi!!!)Il messaggio che volevamo trasmetterecon Giorgio e Paolo, compagni nellescorsa edizione, è stato raccolto alla gran-de, mentre per quel che riguarda la parte-cipazione non si può dire altrettanto. Ilritorno di immagine che questo tipo dimanifestazioni dovrebbe dare ai luoghied ai centri interessati, è ben diverso daltroppo disinteresse e la troppa freddezzache hanno accompagnato il passaggio deiconcorrenti nelle vie del paese, è un pec-cato che la mentalità di noi italiani con-

cepisca poco o nulla questo genere diimprese!Chiudo spendendo due parole perGiorgio, il VARANO, colui che ha spro-nato tutti noi a partecipare all’ULTRA-TRAIL con entusiasmo e passione, poiper ironia della sorte, proprio lui, a causadi un dolore alla sua gamba, già malcon-cia, ha dovuto dare forfait, l’ho visto siaalla partenza a Chamonix, sia all’arrivo diCourmayeur, era un mix di tristezza eincazzatura, consapevole però che quelche conta di più è la salute... e tutti nesappiamo qualcosa!P.S. Un ringraziamento enorme a queipochi, ma straordinari tifosi (comprese lebiondone!) che ci hanno seguito ed inci-tato anche in territorio francese.

Alberto Lorenzi

C on la pausa per le vacanze estive siè conclusa la stagione 2004/2005

per gli atleti, bambini ed adulti, deicorsi di karate diretti dai MaestriRosset Piero e Locatelli Daniele,entrambi 5° dan.Dopo il proficuo lavoro di preparazionesvolto nelle palestre di Morgex eCourmayeur e la partecipazione agliallenamenti dell’ ISI (Istituto ShotokanItalia) che si tengono ogni mese sotto laguida del Maestro giapponese TakeshiNaito 8° dan, lo stage regionale svolto-si a giugno nel Palazzetto dello Sport diCourmayeur ha rappresentato ilmomento culminante della stagione.Hanno partecipato allo stage un centi-naio di atleti provenienti anche dallaSvizzera, dalla Lombardia e dalPiemonte (foto n. 1).Al termine dello stage diretto dalMaestro Naito si è svolta una prova tec-nica di kata per bambini e ragazzi e gliesami federali per il passaggio di gradodella FIKTA (Federazione ItalianaKarate Tradizionale) che ha visto pro-mosso al grado di 2° dan PuliafitoVincenzo (Dojo Karate Shotokan) algrado di 1° dan Liporace Antonio

(Yudanshakai Aosta), MarchettoLuciano (Dojo Karate Shotokan),Russo Ciro e De Antoni Robert (Shinbu kai).Nelle palestre di Morgex e Courmayeursi sono invece svolti gli esami per le cin-ture colore del corso dei bambini (foton. 2) e del corso degli adulti.Questi i risultati: Da bianca a gialla: Roberto Milliery;Da gialla ad arancio: - Lorenzo Bucci,Martino Ottoz, Igor Baraudin, Jean-Pierre Romano, Luca Ciardo,Elisabetta Anzalone, Sara e AndrèDiemoz, Francesco Rey, Denise Scalfi eSara Giorla;Da arancio a verde: Roger Bovard,

Davide Zara, Davis Perrier, LeonardoMarta, Chatel Maura;Da verde a blu: - Mathieu Mauri,Marco Diodato, Vincenzo Stumbo,Michele impieri, Sergio Remonda,Stefano Mantione, Fossà Giorgia,Federico Fabio;Da blu a marrone.: - Edoardo Lippolise Michael Subet.

Per informazioni sul Karate tradiziona-le, è possibile consultare il sitowww.fikta.it e per tutte le informazioniriguardanti i corsi per adulti e per bam-bini, si possono contattare:Rosset Piero 347 6771146, LocatelliDaniele 328 4690559 – 0165 216191.

NON C’È DUE SENZA...

KARATE TRADIZIONALE IN VALDIGNE

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Dal Comune

OPERE MURARIE DI RISANAMENTOBASAMENTO MADONNA DELLO CHETIFCONSEGNA LAVORISETTEMBRE 2005

Opere: La Madonna in bronzoeretta sul Mont Chétif nell’anno

1946, è posta su un basamento inmuratura piena in pietrame e cemen-to a tronco di piramide, pianta qua-drata, lato a terra mt. 2.80, in som-mità mt. 1.70 alto ben mt. 4.25 (circaquanto la statua). All’interno è ricava-ta la cappella accessibile da una portain larice con arco a tutto sesto e duefinestrelle laterali. Un doppio cordo-ne sommatale in conci di granitolegati con malta di cemento sorreggela statua di diametro alla base mt.1.40. A seguito di recente sopralluogosono state rilevate infiltrazioni diumidità penetrata dall’esterno chehanno ammalorato l’intonaco internoe le fughe in cemento della muratura.Al fine di preservare dal gelo inverna-le la struttura, ed evitare un degradodelle murature, previo consulto conesperti in materia, è stato promossoun necessario primo intervento dirisanamento conservativo, che verràattuato prima della fine di Settembre.L’opera mirata, in vista anche del ses-santenario, consiste nel rifacimentodei giunti in cemento obsoleti e sigil-

latura delle crepe evidenti, con pro-dotti a base di cemento polimerofibro armato, ad azione protettiva,impermeabilizzante ed altamente resi-stente. Tutta la muratura verrebbeinfine trattata a pennello fino a com-pleta saturazione con altro prodotto

specifico a tinta neutra idrofobizzantea base di silossani modificati attivi,(circa 40 mq.). Una rinfrescata finaleal portoncino con impregnante nonguasterà. L’opera verrà realizzata conimpiego di elicottero si presume perla giornata del 22 settembre 2005.

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MUSEO TRANSFRONTALIERO DEL MONTE BIANCO

Ho il piacere d’informare la citta-dinanza che il 15 luglio 2005,

presso i locali dell’ex Jardin de l’Ange(Via Puchoz, n°4), è stata inaugurata lasala valdostana del Museo transfronta-liero del Monte Bianco/Musée trans-frontalier du Mont Blanc.La realizzazione della sala museale èstata possibile grazie ad un programmadi finanziamento europeo (Interreg IIIA - Alcotra) che ha contribuito allespese sostenute dal Comune diCourmayeur e dal Comune gemellatodi Chamonix Mont Blanc (ContributoFESR Euro 416.520; controparti pub-bliche nazionali italiane - RAVA292.860 Euro; controparti pubblichenazionali francesi Euro 123.660; auto-finanziamento Courmayeur Euro146.430; autofinanziamento Chamo-nix Mont - Blanc Euro 61.830), pres-so il quale è prevista l’altra sede delMuseo.Il progetto in questione ha consentitoil recupero di un importante parte delpatrimonio immobiliare comunale,ora destinata ad un’attività che miglio-ra l’offerta culturale e turistica delPaese.Un Museo che lavorerà in sinergia conquello di Chamonix, che servirà daponte tra le due comunità e da spaziodi incontro e confronto tra gli abitantidel Monte Bianco e i numerosi turistiche ogni anno vengono a visitare unambiente unico al mondo.In questo senso, la scelta della Mostrainaugurale è significativa. L’esposi-zione fotografica “Alpes en Guerre/Alpi in Guerra” racconta il Nostroterritorio e la nostra storia in uno deisuoi momenti più importanti, quellodella seconda guerra mondiale e dellaResistenza.Rispetto al nucleo originario dellaMostra, l’Amministrazione comunaleha deciso di creare una nuova sezionededicata alla zona di Courmayeur e diChamonix, di modo che questo picco-lo patrimonio di storia locale venga

degnamente valorizzato. Per la realiz-zazione di questa sezione, ci siamo affi-dati ad una risorsa del paese, la dotto-ressa Alessandra Miletto (collaboratri-ce dell’Istituto Storico della Resistenzavaldostano). La mostra fotograficaresterà aperta al pubblico (l’ingresso ègratuito), fino al 05/09/05. Durantel’autunno, si organizzeranno delle visi-te per le scolaresche, mentre durante lastagione invernale il museo sarà nuova-mente riaperto al pubblico. Per l’estate 2006 stiamo organizzando,

assieme al Comune di Chamonix, unamostra che verterà sui ghiacciai e ilclima alpino.Nel frattempo, si provvederà all’attiva-zione degli spazi, sempre ospitati nel-l’ex - hotel Ange, destinati a sala di let-tura/biblioteca e a individuare le piùefficaci modalità di gestione di unastruttura che si intende far diventareun fiore all’occhiello della Nostra sta-zione turistica.

Il SindacoRomano Blua

Dal Comune

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